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La regressione non-lineare

Andrea Onofri
Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali
Università degli Studi di Perugia
Versione on-line: http://www.unipg.it/ onofri/RTutorial/index.html

Indice
1 Introduzione 1
1.1 Linearizzazione della funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.2 Approssimazione della vera funzione tramite una polinomiale
in X . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.3 Adattamento di funzioni curvilinee qualunque . . . . . . . . . 3

2 Inferenze statistiche e verifiche delle assunzioni di base 4

3 La regressione non-lineare con R 4

4 Il package drc 7

5 Ricerca dell’intervallo di confidenza per la X 10

6 Trasformazione del modello 12

7 Per approfondire 13

1 Introduzione
Difficilmente i fenomeni biologici possono essere descritti da funzioni linea-
ri, salvo il caso in cui si consideri un intervallo di variazione della variabile
indipendente piuttosto ristretto. Più comunemente, le relazioni di maggior
interesse agrario e biologico in genere (per esempio la crescita di una coltu-
ra, la cinetica degradativa degli erbicidi nel terreno, la risposta produttiva
delle colture a densità crescenti di malerbe o a dosi crescenti di concime,
la risposta fitotossica di una specie infestante alla dose di un erbicida) so-
no curvilinee, posseggono punti di massimo o minimo, flessi e, soprattutto,
asintoti.
E’ quindi di fondamentale importanza pratica la capacità di adattare ai
dati sperimentali funzioni curvilinee, il che può essere ottenuto in vari modo:

1
1 INTRODUZIONE 2

1. linearizzazione della funzione tramite trasformazione delle variabili;

2. approssimazione della vera funzione curvilinea con una polinomiale in


X;

3. adattamento ai dati sperimentali di funzioni curvilinee, tramite meto-


diche di regressione non-lineare.

1.1 Linearizzazione della funzione


Alcune funzioni matematiche curvilinee possono essere linearizzate con un
semplice trasformazione dei dati. Per esempio, Una funzione esponenziale
del tipo:

Y = AeX

può essere linearizzata con una trasformazione logaritmica, come segue:

log(Y ) = log(A) + X

I parametri di questo modello possono essere facilmente determinati con


le usuali tecniche di regressione lineare.
Un altro esempio è dato dalla funzione di Michaelis-Menten per la de-
scrizione della cinetica delle reazioni chimiche:
a·x
Y =
b+x
Questa funzione può essere linearizzata trasformando i due termini nel
loro reciproco:
1 1 b 1
= + · = a0 + b0 · X
Y a a X
Le funzioni linearizzabili per semplice trasformazione delle variabili sono
dette lineari per trasformazione (Bates e Watts, 1988) e presentano il van-
taggio di semplificare molto i calcoli richiesti per la stima dei parametri. Un
grave svantaggio è dato dal fatto che trasformando la Y si trasforma anche
la distribuzione degli errori; quindi, se è ragionevole assumere che i dati nella
scala originale siano normalmente distribuiti e omoschedastici, la trasforma-
zione introduce distorsioni dal punto di vista delle assunzioni di base per
l’inferenza statistica, alle quali bisogna porre particolare attenzione.

1.2 Approssimazione della vera funzione tramite una poli-


nomiale in X
In generale, relazioni matematiche curvilinee possono essere approssimate
tramite funzioni polinomiali di ordine n. Si tratta di una famiglia di funzioni
1 INTRODUZIONE 3

molto flessibile, che contiene la funzione lineare come caso particolare (n=1)
e che permette di descrivere curvature anche molto complesse semplicemente
aumentando l’ ordine della funzione. In questo modo è possibile ottenere un
adattamento ai dati sperimentali teoricamente anche perfetto.
Le funzioni polinomiali sono un tipico esempio di funzioni non-lineari
nelle variabili, ma lineari nei parametri; esse possono essere trattate ricor-
rendo alle metodiche di calcolo normalmente utilizzate per la regressione
lineare.
Gli svantaggi delle funzioni polinomiali sono legati al fatto che queste
presentano raramente giustificazione biologica. Per esempio, con le funzioni
polinomiali non è possibile descrivere relazioni asintotiche, che sono invece
molto comuni in biologia.
Inoltre, le polinomiali possono approssimare bene una funzione solo in
un intervallo della X molto ristretto e non consentono nessuna estrapola-
zione al di fuori di questo, dato che possono portare a stime della risposta
completamente insensate biologicamente.
Per questi motivi l’ uso delle funzioni polinomiali dovrebbe essere limita-
to ai casi in cui non si abbia nessuna conoscenza a priori dell’ andamento del
fenomeno. Tra l’ altro i moderni supporti informatici consentono di risolvere
il problema dell’ adattamento diretto di funzioni curvilinee qualunque senza
i lunghi calcoli manuali che venivano richiesti fino ad alcuni anni fa.

1.3 Adattamento di funzioni curvilinee qualunque


Per quanto sopra accennato, ogniqualvolta possibile, si preferisce utilizzare
metodologie di regressione non-lineare, che permettono di adattare diretta-
mente funzioni curvilinee di qualunque tipo ai dati sperimentali. La stima
dei parametri, tuttavia, non è immediata come nel caso delle regressioni li-
neari; il calcolo risulta piuttosto complicato rendendo obbligatorio l’ impiego
del personal computer per ottenere risultati in tempi ragionevolmente brevi.
Per l’esecuzione delle regressioni non-lineari vengono generalmente im-
piegati metodi iterativi (Gauss-Newton, Steepest Descent, Marquardt, Sim-
plex, si rinvia per ulteriori informazioni alla bibliografia riportata in calce),
nei quali è necessario fissare delle stime iniziali dei parametri, che vengo-
no corrette in ogni iterazione successiva fino ad ottenere la convergenza sui
valori che minimizzano la funzione dei minimi quadrati. Ovviamente, trat-
tandosi di metodi iterativi, le stime ottenute sono solo un’approssimazione
(accettabile!) dei valori reali.
2 INFERENZE STATISTICHE E VERIFICHE DELLE ASSUNZIONI DI BASE4

2 Inferenze statistiche e verifiche delle assunzioni


di base
Le assunzioni parametriche di base relative ai modelli non-lineari sono le
stesse dei modelli lineari e, di conseguenza, gli strumenti diagnostici sono
analoghi. Bisogna tuttavia menzionare il fatto che, dato l’impiego di metodi
iterativi per la ricerca dei valori dei parametri, tutti i risultati a cui si pervie-
ne (stima dei parametri, della varianza residua e numero dei gradi di libertà
relativi) sono solo una approssimazione di quelli reali. Per questo motivo,
nel caso non-lineare i metodi grafici (analisi dei residui) sono largamente
preferiti.
Nel caso della regressione non-lineare, è necessario valutare molto atten-
tamente la correlazione tra i parametri, che può essere il sintomo di (sovrapa-
rametrizzazione), cioè di aver incluso nell’equazione un numero di parametri
non giustificato dai dati sperimentali.
Per quanto riguarda le trasformazioni stabilizzanti, valgono le stesse con-
siderazioni relative ai modelli lineari ed è possibile ricorrere alla famiglia di
trasformazioni descritta da Box e Cox (1964). L’unica differenza rispetto
alle regressioni lineari è nel fatto che operare la trasformazione della sola
variabile dipendente comporta anche la modifica della scala sulla quale ven-
gono stimati i parametri, che quindi non conservano il loro valore biologico.
Dato che spesso le regressioni non-lineari vengono eseguite proprio perchè
si è interessati all’informazione contenuta nei parametri di un modello, si
preferisce adottare la cosiddetta tecnica della trasformazione di entrambe le
parti, o metodo TBS (”Transform Both Sides”) e trasformare quindi sia i
dati osservati per la variabile dipendente, sia il modello:

Y λ = f (X)λ

In questo modo si ottengono i parametri della funzione sulla scala origi-


nale come se la trasformazione non fosse stata eseguita per niente.

3 La regressione non-lineare con R


Immaginiamo di voler determinare la funzione di crescita di una coltura. I
dati osservati sono:
3 LA REGRESSIONE NON-LINEARE CON R 5

Giorni Peso
dalla semina
35.00 420.50
39.00 1660.70
46.00 3195.00
53.00 5870.10
60.00 7591.30
67.00 8784.80
74.00 9422.20
81.00 10328.10

Vogliamo adattare ai dati anzidetti una funzione di Gompertz, del tipo:

y = a · exp(−b · exp(−c · x))

Per eseguire la regressione non lineare possiamo utilizzare la funzio-


ne nls(), che è già implementata nel package di base di R. La sintassi è
abbastanza semplice:

nls(formula, start, trace)

dove formula è la funzione da adattare ai dati, start è la lista dei valori


iniziali, trace (FALSE o TRUE) permette di richiedere la stampa a video
dei risultati delle iterazioni.

> dati
DAS DW
1 35 420.5
2 39 1660.7
3 46 3195.0
4 53 5870.1
5 60 7591.3
6 67 8784.8
7 74 9422.2
8 81 10328.1

> model<-nls(DW~a*exp(-exp(b*(c-DAS))),
start=list(a=10000, b=0.08, c=47), trace=TRUE, data=dati)
2287456 : 1.0e+04 8.0e-02 4.7e+01
296223.3 : 1.079510e+04 8.320439e-02 4.769160e+01
294817.9 : 1.078999e+04 8.314129e-02 4.761957e+01
294817.7 : 1.078956e+04 8.315383e-02 4.761927e+01
294817.7 : 1.078956e+04 8.315391e-02 4.761925e+01
> summary(model)
3 LA REGRESSIONE NON-LINEARE CON R 6

Formula: DW ~ a * exp(-exp(b * (c - DAS)))

Parameters:
Estimate Std. Error t value Pr(>t|)
a 1.079e+04 3.351e+02 32.20 5.43e-07 ***
b 8.315e-02 6.610e-03 12.58 5.64e-05 ***
c 4.762e+01 6.470e-01 73.60 8.77e-09 ***
---
Signif. codes: 0 ’***’ 0.001 ’**’ 0.01 ’*’ 0.05 ’.’ 0.1 ’ ’ 1

Residual standard error: 242.8 on 5 degrees of freedom

Correlation of Parameter Estimates:


a b
b -0.8455
c 0.7618 -0.5558

>

Il vantaggio di nls() è che è molto facile immettere una qualunque


funzione, anche se non è sempre altrettanto facile reperire delle stime ini-
ziali dei parametri accettabili. In questo senso possono tornare utili al-
cune funzioni di self starting già implementate in R, che si occupano da
sole del reperimento delle stime iniziali dei parametri. Per esempio, la fun-
zione di Gompertz anzidetta può essere richiamata utilizzando la funzione
SSgompertz(X, Asym, b2, b3):

> model<-nls(DW ~ SSgompertz(DAS, Asym, b2, b3), data=dati, trace=T)


294817.7 : 1.078955e+04 5.244305e+01 9.202095e-01
> summary(model)

Formula: DW ~ SSgompertz(DAS, Asym, b2, b3)

Parameters:
Estimate Std. Error t value Pr(>t|)
Asym 1.079e+04 3.351e+02 32.201 5.43e-07 ***
b2 5.244e+01 1.512e+01 3.468 0.0179 *
b3 9.202e-01 6.083e-03 151.280 2.39e-10 ***
---
Signif. codes: 0 ’***’ 0.001 ’**’ 0.01 ’*’ 0.05 ’.’ 0.1 ’ ’ 1

Residual standard error: 242.8 on 5 degrees of freedom

Number of iterations to convergence: 0


4 IL PACKAGE DRC 7

Achieved convergence tolerance: 1.567e-06 |

Ad oggi, esistono funzioni di SelfStarting per nls() relative alle seguenti


funzioni: SSminmen(), SSlogis(), SSweibull(). Per queste e per altre
funzioni può essere reperito l’help all’interno di R.
All’interno del package aomisc è possibile reperire: decrescita esponen-
ziale (NLSexpoDecay()), equazione di Freundlich (NLSpowerCurve()), re-
gressione logaritmica (NLSlogReg), esponenziale negativa (NLSnegExp()),
crescita monomolecolare (NLSmonoGrowth()), regressione asintotica (NLSasymReg()),
crescita logistica a tre parametri (NLSlogiGrowth()), funzione di Hill (NLShillCurve()),
Weibull (NLSweibull()).

4 Il package drc
Oltre alla funzione nls() in R esiste un package molto comodo, che si chiama
drc(), che implementa tutte le funzioni necessarie per l’analisi di regressione
non-lineare.
Dopo aver caricato il package con il comando:

library(drc)

possiamo utilizzare il dataset (incluso nel package) beetGrowth:

> beetGrowth
DAE weightInf weightFree
1 21 0.06000 0.0715091
2 21 0.06000 0.0662547
3 21 0.11000 0.0747931
4 27 0.20000 0.3368074
5 27 0.20000 0.3952256
6 27 0.21000 0.2520960
7 38 2.13000 2.3225072
8 38 3.03000 1.7163224
9 38 1.27000 1.2189231
10 49 6.13000 11.7761096
11 49 5.76000 13.6191507
12 49 7.78000 12.1462931
13 65 17.05000 33.1067720
14 65 22.48000 24.9648226
15 65 12.66000 34.6577561
16 186 21.51010 38.8329912
17 186 26.25887 27.8375016
18 186 27.67733 37.7165427
>
4 IL PACKAGE DRC 8

Si tratta della crescita di una coltura di barbabietola da zucchero in


presenza ed in assenza di piante infestanti. Ai dati è possibile adattare una
funzione di Gompertz, in modo molto semplice:

model <- drm(weightFree ~ DAE, data=beetGrowth,


fct=gompGrowth.1(), adjust="bc1")

notare l’argomento fct che permette di specificare una funzione (scelta


tra quelle disponibili), mentre l’argomento adjust imlementa la procedura
di Box e Cox, che sceglie automaticamente il valore di lambda più opportuno
per la trasformazione.
La funzione summary() restituisce le stime, indicando il valore lambda
utilizzato per la correzione:

> summary(model)

Model fitted: Gompertz Growth Model (3 parms)

Parameter estimates:

Estimate Std. Error t-value p-value


c:(Intercept) 0.0507220 0.0040974 12.3790341 2.823e-09
m:(Intercept) 0.9681277 0.1598079 6.0580709 2.191e-05
plateau:(Intercept) 44.2395691 8.0757317 5.4780880 1e-04

Residual standard error: 0.3730283 (15 degrees of freedom)

Non-normality/heterogeneity adjustment through optimal Box-Cox


transformation

Estimated lambda: 0
Confidence interval for lambda: [-0.176,0.195]

La funzione anova() esegue un test di lack of fit:

> anova(model)
Lack-of-fit test

ModelDf RSS Df F value p value


One-way ANOVA 12 0.46231
DRC model 15 2.08725 3 14.0593 0.0003
>

Vediamo che, in questo caso il test è significativo. La funzione plot()


permette di ottenere un grafico dei dati e della funzione. Per default, viene
4 IL PACKAGE DRC 9

plottato il logaritmo della x, se ciò non corrisponde alla propria volontà è


necessario indicarlo, utilizzando l’argomento log:

> plot(model)

Osserviamo che la funzione di Gompertz è poco adatta, in quanto non


permette una buona stima dell’asintoto superiore. Si può quindi provare
ad utilizzare una funzione logistica, caricando il package aomisc, che la
contiene:

> library(aomisc)
> model <- drm(weightFree ~ DAE, data=beetGrowth,
+ fct=logiGrowth.1(), adjust="bc1")
> summary(model)

Model fitted: Logistic Growth Model (3 parms)

Parameter estimates:

Estimate Std. Error t-value p-value


init:(Intercept) 1.7457e-03 1.0406e-04 1.6776e+01 3.963e-11
m:(Intercept) 1.8568e-01 2.9883e-03 6.2138e+01 8.205e-20
plateau:(Intercept) 3.5417e+01 3.5683e+00 9.9253e+00 5.515e-08
5 RICERCA DELL’INTERVALLO DI CONFIDENZA PER LA X 10

Residual standard error: 0.234448 (15 degrees of freedom)

Non-normality/heterogeneity adjustment through optimal Box-Cox


transformation

Estimated lambda: 0
Confidence interval for lambda: [-0.176,0.195]

> anova(model)
Lack-of-fit test

ModelDf RSS Df F value p value


One-way ANOVA 12 0.46231
DRC model 15 0.82449 3 3.1336 0.0656
>

In questo caso possiamo osservare che il fitting è migliorato notevolmen-


te. Il package drc è estremamente comodo, perchè contiene tutte le funzioni
necessarie per eseguire analisi di regressione adeguate. Le funzioni dispo-
nibili (coni relativi self-starter ) sono log-logistica a due tre e quattro pa-
rametri (LL.2(), LL.3(), LL.4()), weibull a due, tre, quattro parametri
(W1.2(), W1.3(), W1.4()), sigmoidale con picco iniziale (b3(), b4() e b5()),
Gompertz (tre parametrizzazioni alternative: gompGrowth.1(), gompGrowth.2(), gompGrowth.3()
decrescita esponenziale (expDecay()). Nella library aomisc sono contenu-
te altre funzioni quali: allometrica (allometric.1()), crescita esponenziale
(expoGrowth()), degradazione del primo ordine (firstOrder()), iperbole
rettangolare (hyperbolic.1()), crescita logistica (tre parametrizzazioni al-
ternative logiGrowth.1(), logiGrowth.2(), logiGrowth.3()), crescita
monomolecolare (monGrowth()), equazione di Freundlich (DRCpowerCurve()),
loglineare (DRClogCurve()), esponenziale negativa a due parametri (DRCnegExp()),
regressione asintotica (DRCasymReg()), valori estremi (DRCextremeValue()),
funzione di Hill (DRChill()), Chapman-Richard (DRCchapman()).
E’possibile definire funzioni personalizzate, anche se non in modo sem-
plice come con nls().

5 Ricerca dell’intervallo di confidenza per la X


In taluni casi, abbastanza frequenti per la verità, l’ analisi di regressione
viene eseguita per stimare o predire il valore della X corrispondente ad un
dato Y0 . Per esempio, la concentrazione di un erbicida nel terreno può es-
sere determinata misurando lo sviluppo di una pianta-test allevata su di
esso. In questo caso è necessario in primo luogo determinare la curva stan-
dard di risposta della pianta test allevata su terreno a concentrazione nota
5 RICERCA DELL’INTERVALLO DI CONFIDENZA PER LA X 11

e successivamente utilizzare l’ inversa della funzione di calibrazione per pre-


vedere il valore di concentrazione di un terreno conoscendo lo sviluppo della
pianta-test.
Mentre è facile (con l’approssimazione lineare) stimare il limite di confi-
denza della Y per una data X, il problema contrario non è di facile soluzione.
Esistono due strade praticabili: la riparametrizzazione del modello e l’uso
della banda d’inferenza per la risposta attesa.
La riparametrizzazione del modello è una scelta utile; immaginiamo un
modello di cinetica del primo ordine (esponenziale decrescente):

Y = a · e−k·t

dove Y è la concentrazione di una sostanza, t è il tempo, a è la con-


centrazione iniziale mentre k è il tasso di degradazione. Nella gran parte
dei casi, questo modello viene utilizzato per prevedere la ’semivita’, cioè il
tempo richiesto per avere una concentrazione pari alla metà di quella iniziale
(a/2 )
Se t1/2 è la semivita, si può notare che:

a · exp(−k · t1/2 ) = a2
exp(−k · t1/2 ) = 12 
(−k · t1/2 ) = log 12
k · t1/2 = log (2)
k = log(2)
t
1/2

Si può quindi pensare di riparametrizzare il modello esponenziale in


questo modo:

log (2)
Y = a · exp(− · t)
t1/2

Si possono quindi ottenere i limiti di confidenza della semivita diretta-


mente tramite l’analisi di regressione non-lineare.
La seconda strada percorribile è quella di utilizzare la banda d’inferenza
della risposta attesa per un dato X (Snedecor e Cochran, 1991). La proce-
dura è illustrata in figura e, dal punto di vista geometrico, il calcolo è chiaro:
data una curva e la banda di confidenza per la Y attesa (linee tratteggiate),
i limiti di confidenza per la X corrispondente ad Y = 60 sono dati dai va-
lori corrispondenti ai punti in cui la linea orizzontale passante per Y = 60
incontra le curve che delimitano la banda d’ inferenza (0,17 e 0,21).
6 TRASFORMAZIONE DEL MODELLO 12

La soluzione numerica, immediata nel caso di regressioni lineari (vedi


Bliss, 1967), non è altrettanto semplice nel caso di regressioni non lineari;
una soluzione esplicita non è riportata in letteratura ed occorre quindi uti-
lizzare metodi numerici di calcolo. Lo svantaggio di questa procedura è che
i limiti di confidenza cosı̀ ottenuti non sono simmetrici.

6 Trasformazione del modello


La trasformazione del modello dalla sua forma originaria in una forma
alternativa può rendersi necessaria per diversi motivi:

1. il modello iniziale non presenta un buon adattamento ai dati speri-


mentali e l’ analisi dei residui suggerisce deviazioni sistematiche che
fanno pensare alla possibilità di includere un ulteriore parametro. Per
esempio nel caso in cui in una curva dose-risposta i residui sono preva-
lentemente positivi nella parte iniziale, facendo pensare all’ esistenza
di un effetto stimolante dell’ erbicida a basse dosi.

2. Alcuni parametri non sono significativi. In questo caso è bene elimina-


re i parametri dal modello. Talvolta l’ eliminazione dei parametri non è
possibile e quindi può essere presa in considerazione la possibilità di so-
stituire il parametro con un valore arbitrario determinato per esso sulla
base dell’ andamento dei dati sperimentali e di conoscenze pregresse di
carattere biologico. Quest’ ultima soluzione è tuttavia da considerare
con attenzione e da valutare con molto buon senso; l’ inclusione di
vincoli nel modello, in quanto operazione arbitraria, dovrebbe essere
eseguita solo se non esistono ulteriori alternative (Streibig, 1980).

3. Alta correlazione tra i parametri. Anche in questo caso i parametri


troppo correlati dovrebbero essere eliminati dal modello, considerando
7 PER APPROFONDIRE 13

che è sempre necessario utilizzare il modello più semplice tra quelli


capaci di descrivere i dati in una certa situazione.
Una volta che il modello è stato modificato, o in tutte le situazioni in
cui più modelli possono essere impiegati per descrivere i dati sperimentali,
può rendersi necessario un confronto, con il fine di valutare quale modello è
preferibile adottare.
In questo caso, è necessario distinguere tra modelli annidati (nested ) e
non. I modelli annidati sono quelli in cui l’ uno si riduce all’ altro semplice-
mente uguagliando a zero uno o più parametri. In questo caso il confronto si
esegue sulla base di un test di probabilità, quale un test F. Infatti, l’ esclu-
sione di un parametro dal modello comporterà certamente un più o meno
elevato incremento della devianza residua. Se RSSc è la devianza residua
del modello più complesso associata a DFc gradi di libertà e se RSSi è il
residuo del modello semplificato, associato a DFi gradi di libertà, l’ incre-
mento della devianza residua dovuto all’ eliminazione dei parametri è dato
da RSSi − RSSc con DFi − DFc gradi di libertà. Il rapporto tra:
(RSSi −RSSc )
(DFi −DFc )
F(DFi −DFc );α = RSSc
DFc
ha una distribuzione F e può essere confrontato con i valori tabulati, per
il prescelto livello di probabilità. Se il test non risulta significativo il modello
semplificato può essere ragionevolmente accettato.
Da tener presente che anche in questo caso l’ analisi risulta solamente
approssimata, a causa della non-linearità intrinseca dei parametri stimati.
Nel caso di modelli non nidificati, la scelta dovrebbe essere basata su
considerazioni di natura biologica ed il modello più significativo in tal senso
dovrebbe essere accettato. Se non esistono buone ragioni biologiche per
preferire un modello all’ altro è bene scegliere il modello con la minore
devianza residua e con la migliore distribuzione dei residui.

7 Per approfondire
Bates D. M. e Watts D. G., 1988. Nonlinear regression analysis and its
applications. John Wiley and Sons, Inc., New York, pp.365
Bliss C. I., 1967. Statistics in biology. McGraw-Hill Inc., Carrol R. J. e
Ruppert D., 1988. Transformation and weighting in regression. Chapman
and Hall, London
Draper N. R. e Smith H., 1981. Applied regression. John Wiley and
Sons, Inc., New York, 2nd ed.
Gunther P., 1991. Biotests mit hoheren Pflanzen zur Untersuchung
und Bewertung des Verhaltens von Sulfonylharnstoff-Herbiziden un ande-
ren Xenobiotika im Boden. Dissertation fur des akademischen Grades eines
Doktors der Gartenbauwissenschaften, University of Hannover, Hannover
7 PER APPROFONDIRE 14

Mead R. e Pike D. J., 1975. A review of response surface methodology


from a biometric viewpoint. Biometrics 31, 803-851.
Ratkowsky D.A., 1990. Handobook of nonlinear regression models. Mar-
cell Dekker Inc., New York, 241 pp.
Ruppert D., Cressie N. e Carrol R. J., 1989. A trasformation/weighting
model for estimating Michaelis-Menten parameters. Biometrics 45, 637.
Snedecor G. W. e Cochran W. G., 1991. Statistical methods. IOWA
State University Press, AMES (Iowa), pp.503
Streibig J. C., 1980. Models for curve-fitting herbicide dose response
data. Acta Agricolturae Scandinavica 30, 59-64.

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