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Senilità

“Senilità”, è il secondo della trilogia di romanzi che Italo svevo (pseudonimo di


Aron Hector Schmitz) scrive sul tema dell’inettitudine alla vita.

La trama gira intorno ad Emilio Brentani, un modesto impiegato che Vive


un’esistenza ordinaria, monotona, senza alcun divertimento insieme alla sorella,
Amalia, donna gentile e buona ma chiusa nell’ambito domestico, che vive solo per il
fratello. nella vita di Emilio entra una donna popolana, Angiolina, che fa cadere il
protagonista in una profonda relazione amorosa. Emilio la presenta al grande amico
Stefano Balli, scultore dalla fama di Don giovanni

Il fascino dell’artista rapisce sia Angiolina che Amalia, la sorella di Emilio, che vedeva
in quell’amore tutta la vita che fino ad allora aveva perso. Mentre Angiolina si
concede facilmente al Balli che la respingeva per fedeltà dell’amico, Amalia, poiché
Stefano non corrispondeva i suoi sentimenti cade in una profonda depressione e si
uccide inalando dell’etere. Quando ancora la sorella delirava ed era vicina ad una
fine, Emilio lascia angosciato Angiolina che ora appariva ai suoi occhi solo come una
grande ingannatrice. Dopo la morte di Amalia, Emilio resta solo, rassegnato ad una
lunga e precoce “senilità”.

Più che il percorso di una storia d'amore, "Senilità" è l'analisi psicologica dei
turbamenti prodotti dall'innamoramento nella mente del protagonista, difatto la
focalizzazione del narratore è il più delle volte interna e coincidente con i pensieri di
emilio.

Il romanzo vuole rappresentare la degradazione delle vite di Emilio e Amalia, che


non hanno mai conosciuto la giovinezza e che si rendono poco alla volta conto della
loro pochezza, Amalia sceglie di scapparne, mentre Emilio sceglie la rassegnazione .

Del libro Ho apprezzato la cura che Svevo pone nel descrivere il pensiero di Emilio,
rendendolo credibile e di facile immedesimazione, La lettura è molto lenta e
angosciosa per la maggior parte del romanzo, rendendolo poco appetibile a più d’un
secolo dalla pubblicazione, gli ultimi capitoli però hanno una grande energia,
soprattutto nella parte dedicata al delirio di Amalia, che prende coscienza della sua
vita vuota e rende questo il romanzo a mio parere più riuscito di Svevo.

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