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Descrizione:
Oggi il Mediterraneo è la cerniera dell’antinomia e della complementarità tra le sue rive; è una delle aree del globo dove gli squilibri tra capitale umano e risorse sono enormi, ma dove esistono profondi legami storici, scambi di economie e di civiltà radicati nella storia. Questa frattura sempre più si presenta come scontro tra civiltà e culture. La dimensione culturale sempre più s’impone come fattore chiave per rilanciare il dialogo a misura d’uomo. Di qui l’importanza d’un ecosistema di nuovi rapporti e linguaggi per sapere parlarsi e per evitare scontri di civiltà e culture. In quest’ottica ogni approccio alla problematica tra paesi nel Mediterraneo deve necessariamente prendere in considerazione i fattori linguistici poiché essi sono il terreno privilegiato dei rapporti culturali e dunque anche dei rapporti internazionali. Ciò in accordo alla tesi gramsciane che “ se è vero che ogni linguaggio contiene gli elementi di una concezione del mondo e di una cultura, sarà anche vero che dal linguaggio di ognuno si può giudicare la maggiore o minore complessità della sua concezione del mondo”. Di conseguenza vi è la necessità di conoscersi, di rapportarsi in un reciproco confronto propedeutico al dialogo interculturale tramite gli indispensabili strumenti linguistici.
Oggi il Mediterraneo è la cerniera dell’antinomia e della complementarità tra le sue rive; è una delle aree del globo dove gli squilibri tra capitale umano e risorse sono enormi, ma dove esistono profondi legami storici, scambi di economie e di civiltà radicati nella storia. Questa frattura sempre più si presenta come scontro tra civiltà e culture. La dimensione culturale sempre più s’impone come fattore chiave per rilanciare il dialogo a misura d’uomo. Di qui l’importanza d’un ecosistema di nuovi rapporti e linguaggi per sapere parlarsi e per evitare scontri di civiltà e culture. In quest’ottica ogni approccio alla problematica tra paesi nel Mediterraneo deve necessariamente prendere in considerazione i fattori linguistici poiché essi sono il terreno privilegiato dei rapporti culturali e dunque anche dei rapporti internazionali. Ciò in accordo alla tesi gramsciane che “ se è vero che ogni linguaggio contiene gli elementi di una concezione del mondo e di una cultura, sarà anche vero che dal linguaggio di ognuno si può giudicare la maggiore o minore complessità della sua concezione del mondo”. Di conseguenza vi è la necessità di conoscersi, di rapportarsi in un reciproco confronto propedeutico al dialogo interculturale tramite gli indispensabili strumenti linguistici.
Oggi il Mediterraneo è la cerniera dell’antinomia e della complementarità tra le sue rive; è una delle aree del globo dove gli squilibri tra capitale umano e risorse sono enormi, ma dove esistono profondi legami storici, scambi di economie e di civiltà radicati nella storia. Questa frattura sempre più si presenta come scontro tra civiltà e culture. La dimensione culturale sempre più s’impone come fattore chiave per rilanciare il dialogo a misura d’uomo. Di qui l’importanza d’un ecosistema di nuovi rapporti e linguaggi per sapere parlarsi e per evitare scontri di civiltà e culture. In quest’ottica ogni approccio alla problematica tra paesi nel Mediterraneo deve necessariamente prendere in considerazione i fattori linguistici poiché essi sono il terreno privilegiato dei rapporti culturali e dunque anche dei rapporti internazionali. Ciò in accordo alla tesi gramsciane che “ se è vero che ogni linguaggio contiene gli elementi di una concezione del mondo e di una cultura, sarà anche vero che dal linguaggio di ognuno si può giudicare la maggiore o minore complessità della sua concezione del mondo”. Di conseguenza vi è la necessità di conoscersi, di rapportarsi in un reciproco confronto propedeutico al dialogo interculturale tramite gli indispensabili strumenti linguistici.