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Lavorazioni a moto di taglio rettilineo

Mentre nelle altre lavorazioni studiate finora (tornitura, fresatura) hanno in comune che il moto di taglio
deriva dalla rotazione di un elemento (il pezzo nel caso della tornitura, l’utensile nel caso della fresatura) e
a tale rotazione corrisponde il parametro velocità di taglio sempre calcolato come prodotto fra pgreco , d
ed n; al contrario i queste lavorazioni che studiamo questa caratteristica non è più rispettata in quanto on
abbiamo più che un elemento viene messo in rotazione in corrispondenza della zona dell’asportazione, ma
la rotazione impartita dal motore viene trasformata in movimenti di tipo alternativo (avanti e indietro;
corsa di andata e di ritorno) che viene usato come principale moto di taglio. Queste lavorazioni sono
chiamate lavorazioni a moto di taglio rettilineo e comprendono 4 processi fondamentali: limatura,
piallatura, strozzatura e brocciatura. In passato la limatura e la piallatura erano molto usate, al contrario di
oggi, perché non era semplice sostituirli mediante processi di fresatura. Le lavorazioni a moto di taglio
rettilineo devono prevedere per ovvi motivi una corsa di andata di andata, in cui si effettua la lavorazione,
in cui l’utensile mostra i giusti angoli di taglio, e una corsa di ritorno, in cui non si effettua asportazione
perché tali angoli non vengono esposti più al pezzo e di conseguenza non si genera truciolo. Una
conseguenza diretta di questo fatto è che la produttività è molto bassa e le velocità raggiungibili sono
estremamente contenute. A questa regola fa eccezione il processo di brocciature, abbastanza lungo nel suo
genere, in quanto è l’unico processo che consente di ottenere il raggiungimento della forma della superficie
nominale che vogliamo realizzare con un unico spostamento dell’utensile. In questo caso la broccia, che
indica l’utensile della brocciatura, fa in modo che l’asportazione avvenga attraverso un solo movimento, e
per questo la brocciatura fa eccezione alla regola, in quanto la produttività e quindi il rendimento sono
molto maggiori, a fronte del costo dell’utensile che vogliamo utilizzare. Il processo di limatura è una
lavoratura a modo di taglio rettilineo in cui i tre moti di lavoro sono impartiti dal pezzo all’utensile nella
seguente materia: il moto di taglio è fornito dalla macchina che si chiama limatrice direttamente all’utensile
che farà una corsa di andata, con una determinata velocita di taglio, e una corsa passiva di ritorno. Gli altri
due moti, quello di alimentazione, viene fornito al pezzo, ed il moto di registrazione, che può essere fornito
all’utensile o al pezzo a seconda di come viene gestita la limatrice. Queste ripartizioni dei moti è l’esatto
opposto di quello della piallatura e questa è la differenza sostanziale tra le due lavorazioni. Altra differenza
sostanziale tra questa lavorazione e quelle con moto di taglio rotatorio sta anche in come viene definito il
moto di alimentazione e come viene parametrizzato. Questo moto di alimentazione corrisponde il
parametro fondamentale chiamato avanzamento in cui nelle lavorazioni studiate finora veniva espresso in
mm/giro per un’evoluzione completa; al contrario nelle lavorazioni di limatura, piallatura e strozzatura
l’avanzamento viene espresso in mm * doppia corsa, corsa di andata in cui asporto e una passiva per
ritornare alle condizioni iniziale. La lavorazione consiste in una corsa di andata in cui si asporta truciolo e
poi l’utensile si solleva percorrendo una corsa passiva di ritorno in cui non si asporta truciolo, al cui termine
riprende la sua posizione iniziale lungo l’asse z dopodiché subisce una piccola traslazione in modo da
lavorare sul nuovo sovrametallo. Tutto questo viene ottenuto tramite una serie di cinematismi a partire dal
movimento dell’unico motore di cui è dotata la macchina. Il moto di registrazione ha la funzione di andare a
stabilire la profondità di passata e portare l’utensile nella posizione opportuna rispetto al pezzo. Le superfici
che possono essere lavorate hanno dei limiti e cioè è difficile lavorare superfici di lunghezza maggiore a
300-400 mm per motivi legati a limiti di rigidezza della macchina. Inoltre dal punto di vista della precisione
se confrontiamo la limatura con la fresatura la precisione ottenibile in questo caso non è assolutamente
paragonabile con i risultati ottenibili in fresatura ed è per questo che con la limatura vanno bene le
lavorazioni del legno ma non dei metalli. La macchina utilizzata per il processo di limatura è la limatrice e,
come tutte le macchina legate a lavorazioni a modo di taglio rettilineo, ha una rigidezza molto elevata. La
limatrice è costituita da un basamento che va posizionato al suolo da cui parte il montante all’interno del
quale andiamo a posizionare tutti gli elementi a partire dal motore elettrico e i cinematismi che consentono
di trasformare la rotazione del motore in un moto rettilineo alternativo di un elemento posto in cima al
montante della limatrice che si chiama slittone. Il collegamento tra questi elementi e lo slittone avviene
tramite un sistema glifoscillante che ci consente di avere quella traslazione con una legge di moto ben
definita. Al termine dello slittone in corrispondenza della zona in cui viene effettuata la lavorazione viene
posta una testa orientabile su cui è fissato l’utensile. Gli utensili che si usano in limatura sono
sostanzialmente molto semplici geometricamente e corrispondono allo schema dell’utensile monotagliente
a punta singola. Un vantaggio è che non richiedono utensili molto costosi ma si possono utilizzare utensili
monotaglienti in HSS e in carburo. Per il processo di piallatura la differenza tra i due sta nella diversa
ripartizione dei moti tra utensile e pezzo, perché mentre nella limatura il moto di taglio veniva fornito
all’utensile, nella piallatura il moto di taglio è impartito direttamente al pezzo che si sposta di moto
rettilineo alternativo sulla tavola portapezzo della piallatrice. Nel caso della piallatura il moto di
alimentazione viene dato agli utensili montati sulla traversa mobile della piallatrice come anche il moto di
registrazione. Un’altra differenza tra le due lavorazioni è legata al fatto che nella limatura il limite è 300-400
mm, in cui la corsa dell’utensile deve essere maggiore in modo da partire con una extracorsa, nella
piallatrice posso lavorare pezzi di dimensione molto maggiori ma a fronte di un ingombro elevato di tutta la
mcahhina. La piallatrice è molto piu rigida della limatrice e presenta una struttura bancale su cui è messa la
tavola portapezzo che viene mossa in grado di muoversi su slitte opportune. In fase di lavorazione la tavola
portapezzo si muove oltepassando i due versi una struttura chiusa a portale.

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