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Q Quaderni

Quando fu pubblicato il nostro primo “Quaderno”, Paraloup era solo un ricordo, una memoria e un desiderio. O, per
usare un termine più oggettivo, un “progetto”. Ci aggiravamo tra le macerie della borgata che era stata alpeggio di
montanari e rifugio della prima banda partigiana italiana, negli stretti passaggi tra una baita caduta e un ammasso
di rovi, con in mano le carte su cui il creativo gruppo di architetti aggregatosi quasi per magia intorno a quell’idea
P
di Paraloup
(Daniele Regis, Valeria Cottino, Dario Castellino, Giovanni Barberis), aveva tracciato il disegno di un futuro che stentavamo
a immaginare realtà. Li trasferimmo, quei disegni, sulle pagine di quel numero zero dei Quaderni di Paraloup più
come rito propiziatorio che come documentazione formale. Una sorta di patto con noi stessi, nell’impegno a trasferire
sul terreno quelle forme di carta. Per far vivere quella nuova, immaginata, “casa della memoria”.
A pochi anni di distanza, questo nuovo “Quaderno” testimonia che quel patto è stato rispettato. Esso offre un esempio
significativo di descrizione analitica e sistematica di un borgo alpino attraverso i rilievi dettagliati fino al più piccolo
particolare (fino alle pietre dei muri) di ogni sua unità architettonica. È, potremmo dire, il primo capitolo di un più
generale “Atlante dei borghi rurali alpini” di cui si sente disperatamente la necessità, e alla cui concezione e progettazione
ATLANTE DEI BORGHI RURALI ALPINI
ha lavorato con straordinario impegno la Facoltà di Architettura di Mondovì.
il caso Paraloup
When we published our first “Quaderno”, Paraloup was just a memory, a dream. Or, to use a more objective term, a

ATLANTE DEI BORGHI RURALI ALPINI


“project”. We wandered among the ruins of that village with a map in our hands: a village that once was a mountain
pasture and that housed the first Italian partisan band. We walked the narrow paths between a collapsed hut and
a bush, looking at the design made by a creative group of architects gathered, as a magic, around an idea (Daniele
Regis, Valeria Cottino, Dario Castellino, Giovanni Barberis). That design portrayed a future we hardly figured as real. So
we transferred that design on the pages of our first Quaderno di Paraloup more as a propitiating rite than as formal
record. It was like a pact we made with ourselves: to shift those paper shapes on the ground to make that new
“house of memory” live.
After a couple of years, this new “Quaderno” is here to prove that our pact has been respected. It offers a revealing
example of an analytic and systematic description of an alpine village through an extremely detailed survey
portraying the single stone of every architectural unit. We could welcome it as the first chapter of a more generic
“Atlas of Alpine Rural Villages” missing until now that has been conceived and projected with extraordinary skill by
the Faculty of Architecture in Mondovì.

Questa borgata, la più alta del comune di Rittana (1360 m), si chiama Paraloup (“difesa dai lupi”, secondo la
tradizione popolare locale). Tra l’autunno del 1943 e il 1944 è stata la sede della prima banda partigiana di
“Giustizia e Libertà”. Vi militarono in qualità di comandanti, fra gli altri, Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco
e, più tardi, Nuto Revelli. Con loro, 149 giovani e giovanissimi che avevano deciso di fare la guerra ai tedeschi,
di contribuire con le armi in pugno alla liberazione dell’Italia dal fascismo.

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La Fondazione Nuto Revelli vuole fare di Paraloup il luogo di una doppia memoria: quella della guerra partigiana
e quella della vita contadina che si svolgeva qui prima dell’abbandono. Abbiamo ricostruito le case della borgata
con un progetto architettonico innovativo, armonicamente inserito nel paesaggio. Lavoriamo a farne un
luogo di memoria viva, un esempio di sviluppo sostenibile. www.paraloup.it

This small village, the highest municipal district of Rittana (1.360 mt), is called Paraloup (literally “protected
from wolves” according to folk tradition). Between the autumn of 1943 and 1944 it housed the first partisan
band belonging to the “Giustizia e Libertà” (“Justice and Freedom”) movement. Among its most important
leaders are to be mentioned Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco and, later, Nuto Revelli. With them, there
were 149 young and very young resistance fighters who chose to take up arms to fight directly against the
Germans and so help Italy get rid of Nazifascism.
The Nuto Revelli Foundation wants to make Paraloup a “double memory” site, recalling both the partisans war
as well as the peasants who lived here before they were forced to move away. Huts have been restored
according to an innovative architectural project that gracefully integrates into the landscape. We are working to
let the memory live, to make this village an example of sustainable development. www.paraloup.it

€ 18,00 9 788890 292422 1


Quaderni di Paraloup
numero uno
ATLANTE DEI BORGHI RURALI ALPINI
il caso Paraloup

a cura di
Daniele Regis
testi di
Giancarlo Allen
Roberto Olivero
Daniele Regis
Fondazione Nuto Revelli onlus Gruppo di progettazione di Paraloup

Presidente Daniele Regis


Marco Revelli Valeria Cottino
Dario Castellino

contenuti
Direzione Giovanni Barberis
Beatrice Verri
Chiara Gribaudo
Alla realizzazione del progetto hanno collaborato inoltre
Collaboratrice
Leoreta Ndoci Elaborazione grafica
Luca Molineri, Alberto Pascale, Matteo Ravera
Comitato dei Garanti
Roberto Cerati Progetto strutturale
Claudio Pavone Enrico Balbo, Giuseppe Gobino
Mario Rigoni Stern
Giorgio Rochat Progetto impianto elettrico
Corrado Stajano Alessandro Olivero

Revisori dei conti Progetto impianto termico indrosanitario


Daniela Carboni Francesco Gobino
Massimo Gramondi
Roberto Costamagna Analisi geologica
Orlando Costagli 6 Presentazione
Consiglio di amministrazione di Marco Revelli
Antonella Tarpino Studio di fattibilità
Francesca Pasquero Studio Chintana
Gastone Cottino
Eugenio Meinardi 10 Il progetto dell’Atlante delle borgate alpine: storia, metodi e strumenti
Stefano Macocco di Daniele Regis
Livio Berardo
Alberto Valmaggia
Mario Cordero
Michele Calandri
18 Paraloup e il premio del Liechtenstein Konstructiv
Luigi Schiffer per costruzioni e ristrutturazioni sostenibili nelle Alpi
Cristina Ricchiardi
di Giancarlo Allen

Quaderni di Paraloup, numero 1 25 Atlante fotografico


Testi
di Daniele Regis
Marco Revelli, Presentazione
Daniele Regis, Il progetto dell’Atlante delle borgate alpine: storia, metodi e strumenti
Giancarlo Allen, Paraloup e il premio del Liechtenstein Konstructiv per costruzioni e ristrutturazioni sostenibili nelle Alpi 38 Per una lettura del palinsesto geografico e storico della comunità di Rittana
Roberto Olivero, Per una lettura del palinsesto geografico e storico della comunità di Rittana di Roberto Olivero
Atlante dei disegni
Daniele Regis e Roberto Olivero
Alla realizzazione dell’Atlante hanno inoltre collaborato per le elaborazioni grafiche Michele Liprandi e Enrico Marengo 44 Atlante dei disegni
Ricerca sviluppata con il contributo della Regione Piemonte, del Cesmo - II Facoltà di Architettura del Politecnico sede di Mondovì -, di Daniele Regis e Roberto Olivero
della Fondazione C.R.T. e con la partecipazione del D.A.D. Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino

Curatore del volume 110 Note biografiche


Daniele Regis

Coordinamento redazionale
Beatrice Verri

Impaginazione grafica
Movida, Mondovì

Stampa
Artigrafiche DIAL, Mondovì

Crediti fotografici
Fotografie di Claudio Giorno, Leoreta Ndoci, Daniele Regis
Gli occhi di Nuto sono di Giorgio Olivero©

© Fondazione Nuto Revelli onlus


Corso Brunet 1 12100 Cuneo
www.nutorevelli.org
Tutti i diritti riservati
Presentazione
Marco Revelli
Quando fu pubblicato il nostro primo "Quaderno", Paraloup era solo "qui l’Architettura, adagiata sulle macerie della Storia".
un ricordo – una memoria – e un desiderio. O, per usare un termine Non solo. Questo nuovo "Quaderno di Paraloup" offre, in forma
più oggettivo, un "progetto". Ci aggiravamo tra le macerie della bor- esemplare, un esempio di descrizione analitica e sistematica di un
gata che era stata alpeggio di montanari e rifugio della prima banda borgo alpino, attraverso i rilievi dettagliati fino al più piccolo parti-
partigiana italiana, negli stretti passaggi tra una baita caduta e un colare (fino alle pietre dei muri) di ogni sua unità architettonica. È,
ammasso di rovi, con in mano le carte su cui il creativo gruppo di potremmo dire, il primo capitolo di un più generale "Atlante dei bor-
architetti aggregatosi quasi per magia intorno a quell'idea (Giovanni ghi rurali alpini" di cui si sente disperatamente la necessità, e alla cui
Barberis, Dario Castellino, Valeria Cottino, Daniele Regis), aveva trac- concezione e progettazione ha lavorato con straordinario impegno
ciato il disegno di un futuro che stentavamo a immaginare realtà. Li la Facoltà di Architettura di Mondovì. Con esso sarà finalmente pos-
trasferimmo, quei disegni, sulle pagine di quel "numero zero" dei sibile ricostruire il nesso stretto che lega gli insediamenti abitativi
"Quaderni di Paraloup" più come rito propiziatorio che come docu- delle popolazioni di queste valli al loro paesaggio, alle sue invarianze
mentazione formale. Una sorta di patto con noi stessi, nell'impegno e alle sue trasformazioni, ai processi complessi e spesso feroci in una
a trasferire sul terreno quelle forme di carta. Per far vivere quella natura avara, di antropizzazione, in un sistema di interazioni che lo
nuova, immaginata, "casa della memoria". spopolamento e il declino rischiano di cancellare definitivamente.
A pochi anni da allora, questo nuovo "Quaderno" testimonia che Il riconoscimento al valore dell’opera dei progettisti di Paraloup, e al
quel patto è stato rispettato. Le grandi baite del "primo lotto" – quelle suo significato tecnico, sociale e ambientale è testimoniato, d’altra
specificamente destinate a un uso pubblico e culturale – sono termi- parte, dalla menzione che l’autorevole giuria del prestigioso premio
nate e hanno già ospitato significative manifestazioni, a cominciare Konstruktiv ha voluto riservarvi (unico progetto italiano segnalato tra
da quel "Festival nazionale del ritorno ai luoghi abbandonati" che ha gli oltre 200 presentati). Konstruktiv, istituito dal Principato del
rivelato quanto ampia, e diffusa, sia la sensibilità che ci ha animato: il Liechtenstein e conferito alla presenza dei ministri dell’ambiente
bisogno di salvare, in extremis, tanta parte del nostro territorio dal degli stati alpini, è considerato il più importante premio per costru-
rischio del naufragio in un vuoto di memoria e di attività. L’esigenza zioni e ristrutturazioni sostenibili in ambito alpino: superando i con-
di non fare del nostro "margine" uno spazio inerte, e del nostro fini nazionali, esso si propone di "sensibilizzare i costruttori a favore di
paesaggio un’entità amputata di una parte decisiva della propria un'edilizia responsabile e innovativa in tutto lo spazio vitale alpino,
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storia e della propria vita. nonché promuovere concretamente gli aspetti ecologici, economici
Chi ne sfoglierà le pagine potrà – per quella prima sezione – confron- e sociali della sostenibilità dell'ambiente edificato".
tando le immagini fotografiche dello stato originario con i rilievi del- Per questa ragione ad esso è riservata una sezione del "Quaderno",
l’assetto attuale, cogliere, con un solo colpo d’occhio, gli effetti del con un’ampia descrizione dei progetti premiati. Vi si mostra quale
lavoro di un quinquennio. Lo sviluppo diacronico dell’opera di legame inscindibile si sia stabilito, oggi, tra lavoro di recupero, rispetto
recupero dal suo "punto zero" a oggi. E, nello stesso tempo, grazie della memoria, sostenibilità ambientale e rilancio economico delle
alla specifica tecnica di restauro utilizzata, potrà percepire il "doppio aree "ai margini". Una sinergia che ha guidato tutto il nostro progetto,
spazio" – delle rovine che trovammo e degli ambienti recuperati – e che ha guadagnato a Paraloup l’ambìto conferimento della
che tuttora convive, in stabile equilibrio, e si offre al visitatore come "Bandiera verde" di Legambiente per i luoghi alpini "virtuosi", carat-
dimostrazione di una compresenza di passato e presente. Sarà pos- terizzati dal maggior rispetto del rapporto tra l’uomo e il proprio
sibile, cioè, per usare la felice espressione di Daniele Regis, osservare habitat.
La conoscenza del patrimonio dell’architettura e del paesaggio rurale Eppure il tema è antico. Senza andare alle origini delle origini, ma
alpino resta tema aperto e ancora insufficientemente sondato. Anche restando alle radici della nostra contemporaneità, all’Illuminismo, alla
recenti esperienze collegate a importanti progetti di documentazione nascita dell’estetica, un riferimento resta la celebre cabane rustique,
sono soggette a restrizioni, a campionature che costituiscono una fra- incisa da Charles Einsen sul frontespizio dell’Essai sur l’Architecture di
zione minima della varietà architettonica e paesistica di quel paesaggio Marc Antoine Laugier. Qui l’Architettura, adagiata sulle macerie della
italiano di cui la comunità internazionale ci riconosce il primato. Che tali storia, indica con il braccio destro la capanna primitiva eretta al margi-
restrizioni appaiano in qualche modo inevitabili sembrerebbe provarlo ne della foresta: un’immagine di enorme influenza, anche attraverso
la natura stessa dell’argomento, la cui vastità è in concreto senza limiti. Rousseau, quasi un topos nei jardins anglais francesi da Ermenonville a
Il taglio fortemente tipologico di alcuni Atlanti, l’assunzione di areali di Versailles, che vedremo ripresa nella capanna del Petit Trianon.
dimensioni che rendono difficile indagini approfondite, la stessa Tentare di tracciare le coordinate di una storia dell’architettura rurale
manualistica concernente il recupero, spesso appiattita sulla costruzio- come ricerca scientifica non è semplice ed esula da queste brevi note.
Il progetto ne di un vocabolario minimo e semplificato, appaiono strumenti di
grande utilità ma non sempre adeguati nella conoscenza esaustiva
S’intrecciano le biografie di ricercatori – architetti, critici, geografi, storici e
fotografi di grande cultura – e i lavori di importanti istituti di ricerca,
dell’Atlante come nella prefigurazione di strumenti per concrete azioni di restauro,
recupero e valorizzazione ancorché d’indirizzo.
mentre soprattutto negli ultimi decenni si registra lo sviluppo di nuove
ricerche e costituzioni di archivi e l’aumento del numero dei protagonisti.
delle borgate L’accento della relazione tra conoscenza e valorizzazione, tra rilievo e
progetto, sull’interdisciplinarietà, l’attenzione alle nuove definizioni e
Tralasciando l’Ottocento positivista e storicista che amplia i suoi reper-
tori non solo al classico ma al Medioevo e al Rinascimento, e che apre a
alpine: convergenze nel campo del restauro e della valorizzazione sul piano
delle risoluzioni internazionali (Carta del restauro, Carta del Paesaggio,
campionature tipologiche (basterebbe per il Piemonte ricordare il
Fondo D’Andrade) e seguendo il filo rosso della cabane rustique, possia-
storia Convenzione delle Alpi…), gli indirizzi dei piani paesistici e dei piani di
riequilibrio e sviluppo, inducono a una ridefinizione di temi e metodi
mo riannodare le esperienze realiste prima e minimaliste poi del
Novecento. Un’architettura "lontana dalla retorica e dall’esibizione", scri-
metodi e della ricerca.
Assunta come fondamentale la stretta connessione tra architettura e
veva Giuseppe Pagano nel 1936 in occasione della VI Triennale di
Milano dedicata all’Architettura rurale italiana: "Un’Italia che è fatta di
strumenti paesaggio, tra insediamento e architettura, rilevata l’estrema varietà
degli esiti, ogni luogo – ognuno degli innumerevoli borghi rurali del
orizzonti rurali ed eroici, di strani contrasti, di rilevazioni piene di moder-
ne risonanze, di povertà coraggiose, di dignitosi ritegni. Un’Italia di
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nostro paesaggio alpino – se trattato sotto tutti gli aspetti, da quello poche parole, fatta di paesaggi ricchi d’inesauribile fantasia plastica:
urbanistico al rilievo architettonico, alla stratificazione storica, ai fattori di l’Italia provinciale e rude, che dà lievito al mio temperamento moderno
Daniele Regis localizzazione, ai sistemi aggregativi, alle tecniche e materiali, alle risor- assai più delle accademie e dei compromessi delle grandi città" 1.
se vegetali, agli aspetti storici, geologici, morfologici, climatici richiede- La ricerca di Pagano pubblicata nello stesso anno nei quaderni della
rebbe studi a sé stanti. Triennale con il titolo Architettura rurale italiana, resta riferimento essen-
Se tutti gli indicatori culturali delle diverse discipline che studiano le ziale, epocale, nella storia della costruzione dei repertori dell’architettura
problematiche del paesaggio rurale sembrano avvallare una conver- diffusa tradizionale. Che il tema fosse nuovo appare evidente: "Con l’e-
genza delle ricerche su temi definiti in ambiti paesistici e architettonici, gida della Triennale di Milano mi rivolsi a tutti i regi sopraintendenti
su singole località che possano essere assunte come casi pilota in una d’Italia pregandoli di fotografare, spese pagate, i cascinali e le case rura-
ricomposizione tra ricerca scientifica e realtà territoriale con l’apporto li e i villaggi più interessanti della loro regione. Le risposte che allora mi
dei gruppi d’iniziativa locale, delle associazioni e degli enti di ricerca pervennero, scoraggianti, assurde, inverosimili, mi convinsero che dove-
radicati nel territorio, è pur vero che la necessità di disporre di equipe di vo assolutamente fare tutto da me [...]. Quando perfino la
ricerca attrezzate, il lavoro sul campo, il costo di progetti protratti nel Soprintendenza della Toscana mi rispondeva che in quelle campagne
tempo (complice l’interesse prevalente in campo storico architettonico non c’era niente d’interessante da fotografare "2.
e del rilievo per le emergenze monumentali e un certo disinteresse Alla fine degli anni Cinquanta, la mostra fotografica a cura di Bernard
degli storici per il tema) hanno costituito motivo di ostacolo al perfezio- Rudofski al New York Museum – Architecture without architects. An intro-
namento delle ricerche sui borghi rurali in ambito alpino. duction to non pedigreed architecture 3 – portava in una vetrina internazio-

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G. Pagano e G. Daniel, Architettura rurale italiana, "Quaderni della Triennale", Hoepli, Milano, 1936, p.6. Scrive ancora Pagano: G. Pagano, Un cacciatore d’immagini, in «Cinema», dicembre 1938.
"Questo studio rappresenta il risultato di un’indagine sulla casa rurale italiana intrapresa con lo scopo di dimostrare il valo-
3
Allegorie de l’Architecture di Charles Einsen, re estetico della sua funzionalità […]. La conoscenza delle leggi della funzionalità e il rispetto artistico del nostro imponen- Bernard Rudofsky, Architetcture without architects, A short Introduction to Non-Pedigreed Architecture, Doubleday & Company,
frontespizio dell’ Essai sur L’Architecture, in Marc Antoine Laugier, Paris 1755 te e poco conosciuto patrimonio di architettura rurale sana e onesta ci preserverà forse dalle ricadute accademiche, ci Inc., Garden City, New York, 1964. Scrive Rudfosky in acknowledgements: The exhibition Archietcture Without Architects, shown
immunizzerà contro la retorica ampollosa e soprattutto ci darà l’orgoglio di conoscere la vera tradizione dell’architettura at the Museum of Moder Art from November 9,1964 to February 7,1965, was commissioned by the Department of Circulating
italiana: chiara, logica, lineare, moralmente ed anche formalmente vicina al gusto contemporaneo […]. Un esame perciò Exhibition under the auspices of the International Council of the Museum of Modern Art…The John Simon Guggenheim
dell’architettura rurale condotto con questi criteri, può non solo essere utile, ma necessario per comprendere quei rapporti tra Memorial Foundation and the Ford Foundation helped to finance the resarch for this project by awarding fellowships to the
causa ed effetto che lo studio della sola architettura stilistica ci ha fatto dimenticare". Era una ricerca già intrinsecamente director of the exhibition for a study of non-formal, non classified architecture. These grants might never have been witout the
progettuale. L’illusione di poter conciliare le teoretiche del moderno con il regime fascista terminerà presto. Proprio a enthusiastic recommendation of the architects Walter Gropius, Pietro Bellushi, José Luis Sert, Richard Neutra,Gio Ponti, Kenzo
Cuneo nel ‘43 Pagano entrerà in contatto la Resistenza partigiana. Morirà a Mauthausen nel’45. Tange, and the Museum’s Director, René d’Harnoncourt, all of whom hail from countries rich in vernacular architecture”.
nale un nuovo interesse per l’architettura popolare, primitiva, autoctona. suo Architettura primitiva avrebbe curato il volume Inchiesta sui centri testimonianza della varietà e ricchezza della cultura alpina. nell’ambito della Facoltà di Architettura di Mondovì con il contributo
Interesse innervato in Italia attraverso solidi, se pur diversi, percorsi di minori per la "Storia dell’Arte Einaudi" e promosso come direttore la col- Specialmente per il tema dell’ "Abitazione" un riferimento diretto va alle del CESMO e della Cassa di Risparmio di Cuneo. Roberto Olivero ha
ricerca con Lucio Gambi, autore con Giuseppe Barbieri di La casa rurale lana L’architettura popolare italiana (Editori Laterza). Un taglio nuovo ricerche del CNRS Centre National de la Recherche Scientifique che – con rielaborato e approfondito gli esiti delle sue ricerche specificatamente
in Italia (1970), tra i primi ad avviare la costituzione di archivi sull’archi- con grande uso di materiali iconografici, di fotografie, secondo chiavi il coordinamento di Henry Raulier – pubblica il Corpus de l'architecture per l’Atlante dei borghi rurali analizzando nel territorio del comune di
tettura rurale4, Enrico Guidoni che dava alle stampe nel 1975 geografiche, tipologiche e analogiche, con l’obiettivo di delineare pos- rurale française in diversi volumi con un taglio regionale per diparti- Rittana le strutture d’insediamento, i tipi edilizi e materiali con disegni
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Architettura primitiva5, Andrea Emiliani che sosteneva il lavoro di un sibili fili conduttori, diversificati e aschematici, "per futuri approfondi- menti amministrativi10. esemplificativi, la varietà delle tipologie, precedute da una breve lettura
grande fotografo "documentarista" come Paolo Monti (impegnato tra menti, piuttosto che ripiegare su un bilancio degli studi o su impossibi- Dematteis lavorerà anche a progetti sulle tecniche, anche questi incen- del palinsesto storico e geografico sempre riferito alla comunità di
l’altro nel censimento dei centri minori dell’Appennino)6. li sintesi "nazionali" di temi e problemi propri di una molteplicità di aree trati su grandi areali e indicazioni tipologiche e tecniche soprattutto per Rittana.
Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento segnano un momento di culturali spesso estremamente circoscritte"7. edifici conservati. Ma l’Atlante dell’edilizia montana, con il suo "respiro vallivo" incentrato in
forte trasformazione della nozione di bene culturale e nuove iniziative Convergenze tra ricerca archivistica e ricerca sul campo, tra cartografia, Eppure mancava ancora un censimento sistematico del patrimonio particolare sull’architettura rurale diffusa oltre i mille metri di quota e
(Cesare Gnud e Andrea Emiliani, Lucio Gambi, Enrico Guidoni…), cui rilievi e fotografia, sono fondamento del sesto volume della collana alpino. Un tentativo a partire da metà degli Novanta è stato promosso con rilievi necessariamente sintetici, non riesce a restituire l’unicità e
corrisponde una crescita esponenziale di catalogazioni o inventari, "Architettura popolare in Italia" intitolato Piemonte, a cura di Vera dalla Sede di Mondovì della Facoltà di Architettura del Politecnico di diversità delle centinaia di villaggi (in verità li tralascia per concentrarsi
pubblicati e non pubblicati, che si occupavano di aspetti particolari del Comoli: "la straordinaria ricchezza di materiali d’archivio – scrive Torino con l’Atlante dell’edilizia montana. L’atlante, scrive Lorenzo sull’edilizia rurale diffusa), i principi d’insediamento, fino agli aspetti di
nostro patrimonio o di serie tipologiche di manufatti. Importanti quelli Guidoni nella prefazione – anche e soprattutto iconografici e cartogra- Mamino direttore della Collana, "è costruito visitando uno a uno gli edi- dettaglio come la tessitura lapidea o lignea originale di ogni singolo
conservati presso l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia fici consente di costruire una storia reale e non solo tipologico-conget- fici censiti, cercando informazioni puntuali sui singoli vani e sui materia- edificio.
Romagna, che costituisce uno dei fondi più interessanti per lo studio turale degli insediamenti"8. li usati, cercando riferimenti a precise attività lavorative o abitudini a Nella sola Valle Stura la Comunità montana ne ha censiti trecento, ma si
dell’architettura rurale (con riferimento alla realtà regionale) secondo Un nuovo impulso specificatamente indirizzato all’architettura alpina lo relazioni sociali o a commerci. L’Atlante vuole fornire una ricognizione tratta delle borgate principali: tra piccole frazioni e nuclei solo nei
l’impostazione che ne aveva data Lucio Gambi, insigne geografo e darà Giuseppe Dematteis con la collana "Quaderni di cultura alpina"9 esauriente, completa, delle alte valli cuneesi. Perché s’impari a distingue- comuni di Rittana e Valloriate esistono oltre novanta insediamenti,
primo presidente dell’Istituto. che affronta i temi più vari, sempre legati alla cultura e alle tradizioni dei re e ad associare. Cosa mai tentata. Finora l’edilizia montana è stata glo- molti completamente abbandonati e spesso in totale rovina. Si tratta
Enrico Guidoni poi – ordinario a Roma di Storia dell’Urbanistica, dopo il popoli alpini: ambiente, architettura, mestieri, storia, arte e religiosità…, balmente vista come interessante ma anche come risaputa […] Non dunque di decine di migliaia di borgate, piccoli insediamenti, frazioni,
sono mai stati tentati un approfondimento e un censimento."11 nelle nostre Alpi, che erano le montagne più antropizzate al mondo.
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Una piccola parte del presente volume è in debito al progetto Ed è intorno a quegli insediamenti compatti o radi, su siti scelti, in ter-
Il saggio, in effetti, terminava la serie di monografie regionali sulla dimora rurale in Italia, ricerche edite e finanziate dal E. Guidoni, L’architettura popolare in Italia, Architettura di fattorie e casali rurali, Editori Laterza, Bari, 1980, p.8.
C.N.R. con la pubblicazione di ventotto volumi nell’arco di un trentennio. Nel saggio introduttivo Gambi analizza la storia dell’Atlante dell’edilizia montana per la Valle Stura, ricerca sviluppata razze orografiche, pendii, conche, risalti, rocche, confluenze, disposti a
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degli studi sulla casa rurale compiuti dal C.N.R. dai primi studi degli anni 20 di Renato Biasutti. Vedi G. Barbieri, L. Gambi, E. Guidoni, Prefazione, in: V. Comoli Mandracci (a cura di), L’architettura popolare in Italia, Piemonte, Editori Laterza, Bari, 1988,
La casa rurale in Italia, L. S. Olschki ed. Firenze, 1970. Analoghe iniziative si sviluppavano in Francia con il CNRS Centre pag. XI
National del la Recherche Scientifique con il Corpus de l'architecture rurale française, con il coordinamento di Henri Raulin.
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È un’importante collana a cura di Luigi Dematteis (direttore dal 1983) della casa Editrice Priuli &Verlucca. Abitazioni, 10
Dauphiné :1977, Savoie:1977, Alsace: 1978, Corse: 1978, Franche-Comté: 1978, Lyonnais: 1979, Bourgogne: 1980, Provence: Politecnico di Torino condotta presso la Seconda Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino con il sostegno della
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Enrico Guidoni, Architettura primitiva, Collana "Storia universale dell’Architettura", Electa, Milano, 1975 Cultura e tradizioni, Itinerari, Mestieri, Linguaggio, Storia, Ambiente, Arte, Persone, Iconografia, Toponomastica sono i temi 1980, Lorraine : 1981, Poitou-Pays charentais : 1981, Berry: 1982, Bourbonnais-Nivernais: 1982, Comté de Nice:1982, Normandie: Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e della Comunità Montana Valli Monregalesi, e con il patrocinio della Società
affrontati in questa viva e poderosa collana di cultura alpina ormai prossima alle cento pubblicazioni. Per la collana 1984, Pays aquitains: 1984, Bretagne: 1985, Ile-de-France: 1986, Midi toulousain et pyrénéen :1987. sulle ricerche del CNRS diret- di Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo e del Centro di Studi Storico-Etnografici "A. Doro" di Rocca
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Cfr.: G. Agostini, C. Mari, P. Orlandi (a cura di), L'esperienza sul campo. Per una analisi del paesaggio appenninico. Le campagne «Quaderni di cultura alpina», Luigi Dematteis ha pubblicato diversi volumi sulle abitazioni nelle Alpi, con un taglio preva- te da Raulin cfr. Jena Cuisenier, Le corpus de l’architecture rurale française, Esquiesse pour une synthèse prochaine in TERRAIN, de' Baldi. Il patrimonio delle architetture montane delle alte valli del Cuneese è censito sulla base di una classificazione che
di rilevamento dei beni culturali della provincia di Bologna (1969-1971) e l'opera di Paolo Monti, Rapporto alla Soprintendenza lentemente regionale o vallivo, tra cui: Case contadine nelle Valli Occitane in Italia (1983), Case contadine nelle Valli di Lanzo e Revue d’ethologie de l’Europe, n.9, Habiter la Maison,1987, pp.92-99. si sofferma in particolare sul riconoscimento delle principali tipologie funzionali e costruttive. Per ogni edificio sono forni-
alle Gallerie di Bologna n°30, Ed. Alfa , Bologna, 1981. A. Emiliani (a cura di), Ipotesi per un piano di tutela, intervento e riquali- del Canavese (1983), Case contadine in Valle d'Aosta (1984), Case contadine nel Trentino (1986), Case contadine in Valtellina e ti un rilievo sommario, una fotografia, un estratto di mappa che permette di ricostruirne l'ubicazione. Sono inoltre scheda-
ficazione dei beni artistici e culturali mobili delle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna, 1971 - 1975. La conservazione come Valchiavenna (1987), Case contadine nella Carnia e nel Friuli montano (1989), Case contadine nelle Prealpi Venete (1990), Case 11
L. Mamino, Università, Ecomusei e Conoscenza, in: D. Regis (a cura di), Gli Ecomusei nella Provincia di Cuneo, un modello soste- te altre notizie storiche, ove disponibili. Il comitato scientifico è composto oltre a Lorenzo Mamino (responsabile) da
pubblico di servizio, Rapporto alla Soprintendenza alle Gallerie di Bologna n°8, Ed. Alfa , Bologna. 1971, A. Emiliani, L’identità contadine nelle Valli Dolomitiche del Veneto (1991), Case contadine nelle Valli Bergamasche e Bresciane (1992), Blins: l'abitare di nibile di sviluppo del territorio, "Documenti e Ricerche vol. 4", Politecnico di Torino Sede di Mondovì, Celid, Torino, 2009, p.13. Claudia Bonardi, Paolo Mellano, Daniele Regis.
rivelata. Il progetto di conoscenza nell’opera di Paolo Monti; in Pieve di Cento nelle foto di Paolo Monti, Silvana Editoriale, 1995. una comunità delle Alpi Occitane (1993). L’ Atlante dell'edilizia montana nelle alte valli del Cuneese è una ricerca del Dipartimento di Progettazione architettonica del
gradini, intorno a piccole piazze e strade, lungo le isoipse, con case in dei locali, agli elementi decorativi"13.
linea o a blocchi…, tutte con le loro particolari tessiture murarie, lose, Il numero limitato degli edifici che compongono la borgata di
pietre, legni, aperture, balconi, lobbie e fienili, serramenti e architravi Paraloup oggetto del presente volume, consente una definizione
e malte e sabbia e terra – in una varietà leggibile e sorprendente non maggiore adottando un sistema misto di rappresentazione tra CAD
solo delle tipologie ma di tutti gli elementi tipologici – riscontrabile e completamento manuale per il disegno delle tessiture murarie
anche nella stessa borgata, che si è disegnato il paesaggio alpino: i (rilevate attraverso procedure fotogrammetriche) e degli altri materiali,
paesaggi terrazzati, le alte vigne, i castagneti in purezza (a volte per le ombre e terreno. Per ogni edificio è prevista una rappresentazio-
anch’essi terrazzati), i prati e gli orti, i boschi di frassino (a Paraloup ne completa con planimetria, piante ai diversi piani e piano copertu-
Andrea Cavallero ipotizza un paesaggio dello sgamollo del frassino, re ove esistente, prospetti e sezioni, circa un centinaio di tavole per i
una potatura connessa direttamente alle pratiche della pastorizia) e diciotto edifici, pubblicate in scala 1:50 o nel caso di riduzione con
le faggete, i pascoli e gli alpeggi, costituiscono un sistema di relazio- riferimento metrico.
ni un tempo in meraviglioso equilibrio e direttamente connesso alla Le novità rispetto al progetto ticinese riguardano un sistema di rappre-
borgata e alla sua comunità. Sono paesaggi arabescati dal passaggio sentazione finalizzato a una restituzione dell’immagine complessiva
di antiche vie, mulattiere, sentieri, da diffuse opere di canalizzazione della borgata attraverso disegni d’insieme oltre a sezioni che consento-
e irrigazione, in condotte, canali e poi ponti in pietra, mulini, opifici, no di cogliere il rapporto architettura, sistemi di aggregazione e morfo-
fontane, lavatoi, forni, chiese, cappelle e ancora piccoli edifici rurali: i logia del terreno con un corpus di tavole strutturato e redatto a diverse
seccatoi per le castagne, le snelle scapite per il fieno, le trune e le selle scale. Quest’aspetto di grande rilievo nel rapporto architettura e pae-
nascoste per i formaggi… saggio, soprattutto nella restituzione totale di tutti gli edifici che forma-
Si tratta di un punto di vista diverso, che parte dal paesaggio per no l’unità complessiva del sito, è consentito dalla scelta del tema incen-
approdare all’insediamento e all’architettura come nucleo che dise- trata sulla singola località. Già Henry Raulin nei Quaderni di cultura alpi-
gna e regge il paesaggio tutto, e che spiega la rete connessa, che dà na, a proposito di uno dei titoli relativi alla casa contadina notava che
forma al paesaggio agrosilvopastorale alpino. Un punto di vista che "non esistono zone assolutamente omogenee né dal punto vista archi-
riguarda non solo la documentazione ma il progetto, intendendo il tetturale, né da quello organizzativo dell’habitat nei suoi vari aspetti. Si
villaggio, la borgata, come il nucleo da cui s’irradia il disegno del pas- può far riferimento a dei tipi dominanti, anche se forme ben diverse si
14 15
saggio in cui può, deve, germogliare la comunità e quindi la vita, riscontrano nella stessa località, cosa che non facilita l’interpretazione" 14
com’è sempre accaduto. Il rischio è dunque quello di cristallizzare la casa rurale in una prospet-
In questa linea cambia anche la restituzione grafica, che esige un tiva astorica, in uno spazio senza tempo e slegato dal componente del
altissimo dettaglio nella rappresentazione e consente grazie alla paesaggio.
concentrazione dell’areale e all’unità dell’insediamento di utilizzare La vera novità dunque rispetto al taglio ticinese è che il progetto
strumenti difficilmente utilizzabili su piccole unità sparse su un gran- dell’Atlante è incentrato sulla borgata alpina, nella sua unità, nella sua
de territorio, come le stazioni totali e il laser scanner. interezza e anche nella sua rovina. Non si tratta di una scelta di edifici
Per la restituzione grafica un riferimento diretto nell’ideazione del conservati e rilevanti dal punto di vista architettonico. Da questo punto
piano dell’opera va alla pubblicazione dell’ "Atlante dell’Edilizia rura- di vista nonostante la perfezione e la bellezza dei disegni (ogni singola
le in Ticino"12 edito dallo Stato del Canton Ticino e finanziato grazie pietra disegnata corrisponde perfettamente all’originale unendo la pre-
al contributo federale per la difesa della cultura italiana; un’opera cisione della rappresentazione grafica a tecniche di restituzione foto-
riconosciuta esemplare in ambito internazionale per l’accuratezza grafica e fotogrammetrica) può risultare più prosaica rispetto all’evi-
documentativa sia da geografi, che da architetti e storici. Il corpus denza e bellezza degli esempi dell’Atlante ticinese, ma è autentica e
fondamentale del volume in progetto fa riferimento in particolare restituisce la complessità formale di un’architettura che diventa monu-
"alla larghissima documentazione con fotografie di alta qualità e per- mento nel suo disegnarsi come organismo nel paesaggio.
fetti e molto efficaci disegni di pianta, di prospetto e in assonometria, Dimora semplice di tre piani, Cimadera, (Lugano), Quest’impostazione ha un grande rilievo per un Atlante che tende a
facciata est ( in alto) e facciata ovest ( in basso),
affiancati da minuziose schede descrittive che si rivolgono soprattut- in: Giovanni Buzzi ( a cura di ), Atlante dell’edilizia rurale in Ticino, Luganese, configurarsi come un nuovo modello per la valorizzazione del patrimo-
to alle caratteristiche costruttive, ai materiali usati, alla distribuzione Edito dallo Stato del Canton Ticino, Locarno, Armando Dado Editore, 2000. nio, come uno strumento per l’architettura, per il restauro, per il proget-
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L’Atlante dell’edilizia rurale in Ticino è un progetto didattico e culturale iniziato nel 1979, terminato nel 2000 e realizzato dalla
Sezione architettura della Scuola tecnica superiore di Lugano-Trevano nel Canton Ticino (STS) che ha concluso i suoi cinquan-
t’anni di esistenza nel 1999. L’Atlante si è posto come obiettivo didattico l’insegnamento delle tecniche di rilievo e di disegno
tramite il coinvolgimento dell’intera Sezione di Architettura durante seminari annuali … Le finalità culturali dell’Atlante si sono
concretizzate nella scelta, rielaborazione e pubblicazione di quella parte della documentazione iconografica ritenuta tipologi- 13
L. Gambi, in: G. Buzzi, Atlante dell’Edilizia rurale in Ticino, Luganese, Edito dallo Stato del Canton Ticino, Locarno, 2000, quarta di
camente rappresentativa delle dimore e di altri manufatti della civiltà contadina prima della modernizzazione e rurbanizzazio- copertina
ne delle regioni alpine. Il progetto e la pubblicazione dell’Atlante sono stati curati da Giovanni Buzzi, 1939, di formazione archi-
tetto e geografo, docente di Urbanistica presso la STS. 14
Henry Raulin, Case contadine in Savoia, Quaderni di Cultura Alpina, Priuli &Verlucca, Ivrea, 1983, p 9.
to. I cambiamenti che inducono l’assunzione di una restituzione com- inserire gli esiti dei progetti selezionati del più importante premio per Disegno Industriale per la redazione di strumenti utili agli sviluppi e delle Alpi, in relazione alla ripidità dei versanti e alla generale asprezza
pleta anche nella rovina di un insediamento il cui valore monumenta- costruzioni e ristrutturazioni sostenibili nelle Alpi il premio Konstructive applicazioni del Piano paesistico regionale della Regione Piemonte su dei luoghi. Maggiori sono le difficoltà ambientali, più rapido è stato il
le si costruisce nel suo rapporto tra architettura e architettura, tra archi- indetto dal Principato di Liechtenstein. Il premio che fa parte della IX casi pilota. Qui però insieme a una panoramica delle realizzazioni fenomeno dell'abbandono dei villaggi e delle borgate insieme alle atti-
tettura e paesaggio (costruito e naturale), tra stato di conservazione e Conferenza delle Alpi dei Ministri dell’Ambiente degli Stati alpini migliori nell’ambito alpino valutate per Konstruktiv anche per la soste- vità tradizionali agricolo-pastorali. La rinaturalizzazione spontanea del
stato di conservazione, rispetto una riduzione tipologica a volte assun- (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Principato di Monaco, nibilità culturale, ecologica, sociale, economica si dà misura dell’esem- territorio, a seguito dell’abbandono e della rovina, non riguarda solo le
ta come modello per l’intervento, hanno una portata di grande influen- Slovenia e Svizzera) e della I Conferenza degli stati dinarici intitolate «Le pio realizzato (ancorché in progress) del caso di studio. borgate ma il paesaggio tutto e appare sempre più necessario e urgen-
za sia nel restauro che nel progetto. Alpi come potenziale di sviluppo dell’Europa – il futuro comune», inten- In questo senso si è ritenuto opportuno, insieme ai rilievi del progetto te, prima che numerose informazioni siano perdute, indagare quelle
Essi richiamano al dibattito internazionale e nazionale sviluppato de superare i confini nazionali e sensibilizzare i costruttori a favore di effettivamente realizzato, costruire un Atlante fotografico che legge l’in- regole materiali che stanno alla base dell’economia rurale e dei proces-
soprattutto a partire dalla Convenzione del paesaggio del 2000: "I pae- un'edilizia responsabile e innovativa in tutto lo spazio vitale alpino, non- tervento realizzato dalla scala di paesaggio agli esterni ai dettagli archi- si d’insediamento e che hanno contribuito alla formazione di tale pae-
saggi hanno sempre subito mutamenti e continueranno a cambiare, ché promuovere concretamente gli aspetti ecologici, economici e tettonici, ai materiali, sino agli interni. saggio costruito e alla sua manutenzione nel tempo. Alle valenze archi-
sia per effetto dei processi naturali, che dell'azione dell'uomo. In realtà, sociali della sostenibilità dell'ambiente edificato mediante il conferi- La tensione al progetto dell’Atlante, l’insistenza sui temi della sostenibi- tettoniche degli insediamenti si aggiungono dunque, oggi, crescenti
l'obiettivo da perseguire dovrebbe essere quello di accompagnare i mento di questa importante onorificenza e la pubblicazione di esempi lità culturale, sociale ed economica riporta alla complessità del recupe- valenze ambientali, paesaggistiche e turistiche. Fondamentale appare il
cambiamenti futuri riconoscendo la grande diversità e la qualità dei che fungano da modello. ro in tutti i suoi aspetti che coinvolgono più discipline. ruolo del sistema agricolo, pastorale e forestale, dei prati e dei pascoli
paesaggi che abbiamo ereditato dal passato, sforzandoci di preservare, Paraloup è stato l’unico progetto italiano a meritare una menzione su L’Atlante dei borghi rurali alpini fa parte, in effetti, di una trilogia di volu- sulla fruibilità e sul paesaggio delle vallate. La conservazione di queste
o ancor meglio, di arricchire tale diversità e tale qualità invece di lasciar- oltre 200 progetti europei.18 Nella relazione della giuria si legge: "A una mi che s’intitola "Strumenti per il recupero di una borgata alpina". ultime valenze si ottiene esclusivamente preservando almeno in parte
le andare in rovina"15. Richiamano alla necessità più volte evocata nel mezz’ora dalla città piemontese di Cuneo, in Valle Stura, si trova la fra- Un approccio alla questione della valorizzazione multiuso del paesag- il ruolo produttivo dei pascoli ed esaltandone la diversità vegetaziona-
recente dibattitto sull’architettura il paesaggio di riconsiderazione del zione abbandonata di Paraloup. La borgata, situata a 1400 metri di altez- gio culturale delle Alpi improntato all’idea d’identità dei luoghi e svilup- le. Essenziale risulta dunque la lettura del paesaggio agropastorale delle
patrimonio diffuso e minore nell’alveo "di una ricerca permanente e za, era una volta abitata da qualche pastore e da pochi agricoltori. Qui, po sostenibile richiede di mantenere vitale il processo di stratificazione aree in studio.
sistematica aprendo ai temi del miglioramento qualitativo dell’urbani- come in molti altri posti delle valli, la gente se n’è andata da tempo. storica, costruzione e ricostruzione del paesaggio. Sottende la convin- Su questi temi si svilupperà il secondo volume dell’Atlante dal titolo
stica, delle nuove costruzioni e del recupero dei paesi" 16. Paraloup è anche un importante luogo della storia. Nel 1943 nacque zione che il paesaggio (con le sue caratteristiche storiche, fisiche, Manuale di microeconomia sostenibile curato da Andrea Cavallero
Rimandano ancora alle tesi espresse per I principi per la conservazione e qui la prima banda partigiana di Giustizia e Libertà che durante la ambientali, spaziali, geologiche, estetiche, antropologiche, sociali, eco- docente presso il Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione
il restauro del patrimonio costruito ratificato nella Carta di Cracovia: "Ogni Resistenza combatté contro il regime fascista e i nazisti. Questa doppia nomiche) non costituisce un limite o un impedimento, bensì un valore del Territorio, grande esperto dei sistemi di gestione del territorio rura-
intervento implica decisioni, selezioni e responsabilità in relazione al memoria rende la frazione molto significativa. Architetti e cultura inizia- vitale, vero punto di partenza per ogni strategia di valorizzazione e svi- le alpino, che indagherà risorse, biodiversità e potenzialità, approntando
patrimonio nella sua totalità, anche per quelle parti che attualmente no così insieme il ripristino della borgata come rifugio di pace, come luppo. Oggi si stanno perdendo, o si sono già persi, i significati un strumenti per la creazione di microeconomie locali, anche con il ricor-
16 17
non hanno un particolare significato, ma che potrebbero assumerne luogo per un turismo sostenibile, come punto d’incontro per seminari. tempo espliciti del paesaggio montano stesso, le diversità che le tradi- so allo strumento dell’associazione fondiaria, per la ricostruzione del
uno in futuro […] La conservazione del patrimonio costruito si attua Con un’esperta miscela dei materiali da costruzione del luogo – legno zionali attività antropiche avevano indotto, con gravi danni culturali ed paesaggio agrosilvopastorale di Paraloup.
attraverso il progetto di restauro, preparato all’interno di un processo di castagno e pietra e materiali industriali – acciaio e cemento – si arri- economici in termini di fruibilità del territorio. Questi fenomeni e que- Il progetto come sistema complesso viene dunque sviluppato nelle
conoscitivo che implichi la raccolta d’informazioni e l’approfondita va a un emozionante sviluppo dei tre edifici. La frazione, completata da ste variazioni sono particolarmente evidenti nelle vallate più severe ricerche per l’Atlante in una logica dichiaratamente interdisciplinare, sia
conoscenza dell’edificio del sito… questo si avvia attraverso la ricerca e una produzione di energia sostenibile, attraverso l’uso di pannelli foto- nella raccolta dati, che nella loro interpretazione, e nella definizione
... le analisi grafiche […]" E ancora: "La ricostruzione d’intere parti in stile voltaici e riscaldamento a cippato, diventa così un esempio e un model- degli strumenti d’intervento e progettuali. Si sviluppa su un’analisi di
deve essere evitata. La ricostruzione di parti limitate aventi un’impor- lo. Un luogo della speranza attraverso la memoria, una delicata evolu- alcune aree pilota, in questo primo caso Paraloup, e aspira a costruire
tanza architettonica può essere accettata a condizione che siano basa- zione di una valle remota nel rispetto delle forme di vita. La giuria ha una metodologia nella quale il confronto sistematico con le attese della
ta su di una precisa e indiscutibile documentazione […] se necessario apprezzato il sapiente restauro del borgo che passo passo porterà a un popolazione e la valutazione degli stakeholder locali costituiscono la
per un corretto utilizzo dell’edificio, il completamento di parti più este- ecomuseo come luogo di educazione"19. premessa necessaria per qualunque politica diretta a incidere, in un
se con rilevanza spaziale o funzionale dovrà essere realizzato con un lin- Il resoconto, con ampia descrizione degli edifici vincitori del premio modo o nell’altro, nei processi di trasformazione del paesaggio, di valo-
guaggio conforme all’architettura contemporanea […]" 17. Konstruktiv, è stato affidato a Giancarlo Allen, giudice italiano della pre- rizzazione del patrimonio culturale.
Un richiamo anche alle migliori esperienze della progettazione archi- stigiosa giuria internazionale. Il terzo volume come un work in progress darà misura degli interventi
tettonica contemporanea alpina. La lettura propositiva di esempi virtuosi di architettura contempora- effettuati, del cantiere e dei suoi processi, degli aspetti esecutivi come
È in questa chiave (e in considerazione che il rilievo eseguito nel 2011 nea, sia italiani sia internazionali, fa del resto parte delle metodologie della progettazione integrale dei successivi lotti chiudendo la trilogia,
a seguito degli interventi di recupero riporta la costruzione terminata adottate nelle ricerche per la costituzione degli elementi per il piano ma aprendo tra memoria e nuovo la storia di una nuova vita, di una
del primo lotto di Paraloup quello relativo agli edifici destinati all’acco- paesaggistico, come sperimentato negli studi sulle "Tipologie e ambiti nuova "Resistenza", in una piccola borgata un tempo in abbandono
glienza alle aree museali e sale polivalenti) che si è ritenuto opportuno di paesaggio" sviluppati dal Dipartimento di Progettazione e di delle nostre montagne.
15 18
Articolo 1 comma 42 – Definizioni, Capitolo I, Disposizioni generali, Convenzione Europea del paesaggio, Firenze, 20 ottobre 2000. Cfr. D. Regis, Premio Konstruktiv. Riconoscimento al progetto di recupero della borgata Paraloup, "ARCHALP", IAM Istituto di
Architettura Montana, vol 1, 2011, pp.6-8.
16
Articolo 7 del Capitolo 1 del Protocollo Turismo della Convenzione delle Alpi, approvato nel Corso della V Conferenza delle Alpi,
tenutasi a Bled il 16 ottobre 1998. 19
Il progetto e la relazione del premio sono stati pubblicati nel numero speciale di "Hochparterre" dedicato al Premio Il Presidente della Giuria Köbi Gantenbein legge la motivazione del Premio Konstruktiv per la
Liechtenstein, Der Liechtenstein-Preis für nachhanttiges Bauen in den Alpen…for sustainable Bauen in den Alpen/…for Borgata Paraloup in occasione della IX Conferenza delle Alpi.
17
Carta di Cracovia 200 Principi per la conservazione e il restauro del patrimonio costruito, art. 4 Scopi e metodi. sustainable construction in the Alps; vedi: Früher und Heute, Umbau Weiler Paraloup/ Reconstruction of Paraloup Hamlet, Sulla destra i Ministri dell’Ambiente del Liechtenstein e della Slovacchia.
2009, in HOCHPARTERRE, Beilage Zu Hochparterre nr.4/2011, p.18.
La Convenzione delle Alpi I lavori della Giuria
Il 7 novembre 1991 a Salisburgo (Austria) è stata firmata La La giuria, composta da Helmuth Dietrich, Dominique Gauzin-Müller,
Convenzione delle Alpi da Austria, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Giancarlo Allen e presieduta dal giornalista svizzero Köbi Gantenbein
Liechtenstein e UE. La Slovenia ha firmato la Convenzione il 29 marzo caporedattore della rivista di architettura «Hochparterre», ha lavorato
del 1993. Un protocollo supplementare ha consentito l'accesso al inizialmente sui 201 progetti provenienti da sette Paesi alpini selezio-
Principato di Monaco. La Convenzione è entrata in vigore il 6 marzo nandone 25 sulla base di una griglia di criteri comuni che per gli
1995. La Convenzione delle Alpi è una convenzione internazionale aspetti culturali valutava la qualità dell’architettura, l’integrazione con
intesa a realizzare la protezione e lo sviluppo sostenibile dell'arco alpino. il contesto, i dettagli, per gli aspetti ecologici valutava l’efficienza
Nel 2009 i Ministri dell’ambiente degli Stati alpini e della UE hanno energetica, l’energia grigia, i materiali, l’impatto ambientale, per gli
predisposto ad Evian in Francia un «Piano d’azione sui cambiamenti aspetti sociali, la funzionalità, l’uso, la rilevanza e per gli aspetti economici
climatici nelle Alpi». la regionalità, la durata, i costi di gestione e il ciclo di vita.
Paraloup Al di là delle attività informative e divulgative, le azioni concrete per
l’applicazione della convenzione e del piano di azione scarseggiano
La giuria ha invitato i progettisti delle 25 realizzazioni selezionate a
partecipare alla seconda fase del concorso e a presentare relazioni
e il premio soprattutto sul versante sud dell’arco alpino. maggiormente dettagliate sulla qualità ecologica, sociale, architettonica
ed economica dei progetti.
del Il premio Konstruktiv
Nella primavera del 2010, come contributo al piano di azione, il I criteri di valutazione
Liechtenstein Principato del Liechtenstein ha indetto il premio di architettura
Konstruktiv, una delle pochissime e probabilmente la più concreta
E’ stato richiesto ai progettisti delle 25 realizzazioni partecipanti alla
seconda fase che per la stesura delle relazioni utilizzassero una griglia
Konstruktiv azione da parte di uno Stato a supporto del piano d’azione.
Il premio, con un monte premi di 50,000 euro, ha coinvolto 201
comune basata su criteri che meritano di essere segnalati perché
costituiscono una utile lista di controllo per qualsiasi architettura. La
per costruzioni realizzazioni di architettura di tutta la regione alpina dalla Slovenia
alla Francia, dall’Italia alla Germania. La particolarità del premio è stata
lista di controllo si basa sui criteri del sistema diagnostico
"Nachhaltige Gebäudequalität", abbreviato DNQ (qualità sostenibile
e ristrutturazioni che potevano partecipare solo realizzazioni compiute e non progetti
o idee. Questo ha indubbiamente contribuito a fotografare una realtà
degli edifici ), ideato dal Prof. Hegger del Politecnico di Darmstadt.
19
sostenibili molto squilibrata in termini di penetrazione dei temi dell’architettura
sostenibile nelle diverse nazioni. La maggior parte dei progetti proveniva
La lista di controllo
Descrizione del progetto
nelle Alpi infatti dalle nazioni di lingua tedesca e dall’Austria in particolare. Approccio urbanistico, architettonico
Decisamente inferiore la partecipazione di Francia, Italia e Slovenia. Costruzione, materiali
L’obbiettivo del premio era di creare attenzione tra costruttori, Impianti, climatizzazione
Giancarlo Allen architetti, amministratori, cittadini sulla necessità di un atteggiamento Innovazione, contributo allo sviluppo della sostenibilità
più responsabile nell’attività di costruire in generale e di costruire nel Riconoscimenti, certificazion
delicato habitat alpino a maggior ragione. Si voleva che questo Aspetti della sostenibilità
obbiettivo fosse concretamente comunicabile mediante la divulga- Parole chiave – dati di fatto, parametri caratteristici, dettagli tecnici,
zione di esempi concreti che fungano da modello. In effetti le 201 ristrutturazione o nuova costruzione
realizzazioni partecipanti sono oggettivamente un catalogo di
buone pratiche molto efficace. SOSTENIBILITÀ CULTURALE
L’architettura sostenibile, spesso considerata poco più che un sistema Architettura
per garantire l’efficienza energetica degli edifici è stata letta dai pre- incarico [concorso di architettura / incarico diretto /…]
supposti del premio e dalla Giuria secondo i principi vitruviani della Tipologia urbanistica
venustas, della utilitas e della firmitas. Tipologia architettonica
La maggior parte delle architetture partecipanti si sono rivelate infat- Costruzione primaria [materiali]
ti esempi di un atteggiamento integrato, consapevole e contempora- Protezione contro il calore estivo [calcolo dimostrativo, metodo]
neo di fronte alla più o meno necessaria attività di costruire affrontan- Progettazione tecnica
do in modo olistico gli aspetti culturali, ecologici, economici e sociali Esperti [statica, fisica-tecnica, impiantistica, bioedilizia,…]
dell’architettura. Certificati [energia, ecologia, bioedilizia,… allegare i documenti!]
Utenti: SOSTENIBILITÀ ECONOMICA La giuria ha particolarmente apprezzato la capacità di questa archi-
Partecipazione [consultazione utenti,…] Regionalità tettura in legno di inserirsi pacatamente nel suo contesto con il suo
Appropriabilità [possibili personalizzazioni] Creazione di valore nella regione [categorie d’opera, km dal cantiere, semplice volume che combina un’elevata efficienza energetica con
Controllo qualità % dei costi di costruzione ad aziende della regione] una severa bellezza quasi purista. E’ stata apprezzata anche la capacità
Monitoraggio, controlling, misurazioni [rumore, radiazione,..] Economicità di questo edificio polifunzionale di essere elemento attivo di contrasto
Calcolo dei costi del ciclo di vita [no/si – sintesi] all’abbandono dei territori alpini mettendo a disposizione degli abitanti
SOSTENIBILITÀ ECOLOGICA Costi di erezione [costi di costruzione compresi onorari, costi servizi integrati che vanno dall’ufficio postale all’asilo nido in grado
Efficienza energetica accessori,… €] di rappresentare un punto di riferimento essenziale. Altro elemento
Indice energetico [kWh/m2a, secondo il certificato energetico allegato] Costi di esercizio e manutenzione [€/a, sistema di minimizzazione] di qualità è la capacità di questo progetto di promuovere l’economia
Trasmittanza (U) [W/m2K, finestre, pareti esterne, tetto, cantina] Costi di riparazione [€/a, sistema di minimizzazione] regionale. I boschi comunali di Raggal sono ricchi di abeti bianchi e
Sistema di riscaldamento [tipo di energia, potenza termica, sistema di Durevolezza rossi, e questo è il legno che è stato utilizzato. La lavorazione ha coinvolto
cessione del calore] Durata degli elementi costruttivi [allegare il bilancio LCA,… ] boscaioli, carpentieri e falegnami della valle. Un teleriscaldamento a
Sistema di raffreddamento [tipo di energia, potenza refrigerante, Decostruzione cippato riscalda non solo gli uffici, ma anche la chiesa, la scuola e
"Sistema di cessione del freddo"] Riciclaggio [separazione dei materiali, costi di smaltimento] alcune case private.
Acqua calda [tipo di energia, grado di copertura %] Municipio di Raggal, Austria, architetto Johannes Kaufmann.
Ventilazione controllata [recupero del calore %] Il dibattito della Giuria
Impianto fotovoltaico [kWpeak] Sulla base delle 25 relazioni la giuria ha fisicamente visitato quattro
Risparmio di energia elettrica [interventi] edifici in Svizzera, quindici in Austria (di cui dieci nel Vorarlberg), due
Materiali per l’edilizia in Italia e nel Liechtenstein, e uno in Germania e in Francia.
Costruzione primaria [muri/pilastri, solai, fondazioni] Il contatto diretto con le architetture realizzate e abitate, con i loro
Materiali isolanti [spessore e materiale contro terra, muri esterni, progettisti ma anche con i committenti è stato particolarmente utile
tetto] ed efficace.
Energia grigia [allegare il bilancio – LCA Life Cycle Assessment,… !] La discussione interna alla Giuria riunita nella facoltà di architettura
Pavimenti [materiale, trattamento superficiale] della università di Vaduz è stata molto accesa e partecipata con un con-
20 21
Finestre [materiale, trattamento superficiale] fronto culturale intenso e stimolante sui temi centrali della architettura
Facciate [materiale, trattamento superficiale] e della architettura alpina oggi. Si sono confrontati approcci culturali
Sostanze problematiche [PVC, CFC, solventi,..] diversi, espressione di diverse realtà e diversi modi di intendere la
Materiali riciclati [calcestruzzo ed isolanti a base di materiali da sostenibilità in architettura, da quelli più direttamente funzionali e
riciclo,…] prestazionali a quelli più sensibili a un approccio umanista e storicista.
Acqua I progetti meritevoli di attenzione erano molti ed appartenenti a
Acqua potabile diverse categorie. L’ottimo lavoro di mediazione del presidente Köbi
Smaltimento acque Gantenbein ha prodotto una graduatoria condivisa che ha sacrificato
Gestione acque piovane forse la qualità dell’architettura in nome della volontà di dare risalto
alla capacità dei progetti di diventare una sorta di "manifesto" dei
SOSTENIBILITÀ SOCIALE diversi modi di affrontare i temi contemporanei del costruire nelle
Società Alpi e alla loro potenzialità di essere esempi riproducibili.
Contributo dell’edificio all’integrazione e alla mescolanza sociale
[luoghi per eventi, associazionismo, formazione,…] I premi
Integrazione di persone svantaggiate [progetti sociali, …] I primi tre premi sono quindi andati:
Infrastruttura • a un opera pubblica di servizio a un territorio delicato soggetto ad
Trasporti pubblici locali [treno, bus,… minuti a piedi] abbandono da parte degli abitanti;
Servizi vicini [negozio di alimentari, centro del quartiere,… minuti a • a un recupero e riqualificazione di un edificio in legno di 170 anni;
piedi] • a un intervento residenziale ad altissima efficienza energetica;
Enti di formazione [nidi, scuole,… minuti a piedi]
Salute, benessere Il primo premio è stato assegnato al municipio di Raggal in Austria
Sicurezza, luce diurna, rumore, radiazione,… progettato dall’architetto austriaco Johannes Kaufmann.
Il secondo premio è stato assegnato dalla giuria al recupero dell’albergo Il terzo premio è stato assegnato al nuovo insediamento residenziale
Krone progettato dall’architetto Bernardo Bader. a Teufen in Svizzera progettato dall’Architetto Dietrich Schwarz,
L’albergo si trova a Hittisau che come Raggal è nel Vorarlberg austriaco. L’edificio è stato realizzato con legno di abete rosso locale da mano-
Questa casa di legno tipo Blockhaus che ha ben 170 anni è stata più dopera locale ed è certificato Minergie P. E’ stato premiata in questo
volte trasformata. La complessa ristrutturazione del 2006 ha visto caso la capacità del progetto di dimostrare che si possono realizzare
l’intervento di 29 aziende artigianali; il legno utilizzato proviene dal edifici residenziali sobri e a costo controllato in grado di annullare i
luogo, così come i falegnami e i carpentieri. I tradizionali linguaggi loro consumi energetici e il loro impatto ambientale.
formali alpini si fondono con il moderno approccio del Vorarlberg.
Il calore per il riscaldamento e l’acqua calda proviene dalla vicina
centrale termica a biomassa.
Albergo Krone a Hittisau, Austria, architetto Bernardo Bader. Insediamento residenziale a Teufen, Svizzera, architetto Dietrich Schwarz.
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La Giuria ha inoltre espresso un riconoscimento per altri tre progetti: la
nuova costruzione dello stabilimento di produzione e logistica Hilti P4
plus a Thüringen in Austria, come esempio di edificio produttivo la
ristrutturazione della Borgata Paraloup in Italia per l’esemplarità del suo
progetto sociale e culturale, la nuova costruzione del centro residenziale
passivo Samer Mösel a Salisburgo/A. Questi progetti sono stati premiati
dalla Ministra dell'ambiente del Liechtenstein, D.ssa Renate Müssner e
presentati in un’esposizione in Slovenia in occasione dell'XI Conferenza
delle Alpi a Brdo pri Kranju il 3 marzo 2011. La rivista di architettura
svizzera «Hochparterre» ha documentato in un numero speciale il con-
corso e i suoi vincitori, (www.hochparterre.shop.ch). Fin qui il racconto
di questa esperienza di grande rilievo che si ripeterà con una cadenza
Atlante fotografico
quinquennale e che ha tutte le potenzialità di diventare un premio di
grande rilievo internazionale.
Stabilimento di produzione e logistica Hilti P4, Thüringen, Austria
Cosa significa veramente costruire nelle Alpi oggi Daniele Regis
ATP architetti e ingegneri
Ci sono poi le riflessioni e le considerazioni che sono scaturite da questa
esperienza e che, a premio concluso, è forse giusto e opportuno esternare.
Le Alpi non sono solo un corridoio di transito dal nord al sud dell’Europa
o una destinazione turistica per chi è in cerca di svago. Le Alpi rivestono
una funzione capitale per l’intero continente europeo, sono uno spazio
vitale per la sua biodiversità e per il suo equilibrio ambientale e climatico,
sono una riserva d’acqua e una fonte di produzione d’energia idroelettrica
strategiche. Le alpi dovrebbero essere considerate un unico parco sovra-
nazionale, una grande area protetta in cui la vita e le attività dell’uomo
continuano e si sviluppano. Un criterio mancante tra quelli utilizzati per la
24 valutazione dei progetti è quindi stato quello del consumo di suolo. In un 25
territorio sovracostruito, un edificio non può essere sostenibile se sottrae
suolo fertile all’ambiente naturale. Un premio all’architettura sostenibile in L’atlante fotografico organizzato in una sequenza che va
un territorio cosi prezioso e insieme delicato dovrebbe suggerire i sistemi dal paesaggio all’architettura, ai dettagli, agli interni illustra
perché l’architettura continui a fornire luoghi per vivere senza consuma- gli edifici recuperati del "lotto 1" della Borgata Paraloup
re suolo, perché l’architettura assuma fino in fondo il suo vero, nuovo e (vedi planimetria alle pagine 44-45) che sono stati oggetto
contemporaneo ruolo: quello di "curare" piuttosto che contribuire ad
"ammalare" anche se in modo "sostenibile" un territorio. Perché premiare della valutazione del Premio del Liechenstein Konstructive. Gli
Recupero borgata Paraloup un nuovo edificio residenziale ad altissima efficienza energetica a valle edifici sono destinati ad usi pubblici, sale espositive e
architetti Daniele Regis, Valeria Cottino, Dario Castellino, Giovanni Barberis
quando anche nella ricca Svizzera centinaia di case in quota vengono museo multimediale, sala conferenza e laboratori, punto
abbandonate? La prima cura di cui hanno bisogno le Alpi è di essere informativo e locali tecnici.
salvate dall’abbandono graduale e progressivo delle aree interne a fronte
di una inaccettabile urbanizzazione e antropizzazione dei fondo valle.
Questo non tanto o non solo per un problema etico, la natura è indifferen-
te dice Leopardi e sopravviverà a qualsiasi malefatta umana. La questione è
semplicemente di natura materiale perché dovrebbe essere normale
opporsi allo spreco di bellezza e paesaggio in nome di aria e acqua pulite.
Quindi un premio dovrebbe forse premiare una stalla piuttosto che una
fabbrica o un asilo nido piuttosto che un edificio residenziale. Architetture
che radicano e che favoriscono la resistenza. In questo senso il progetto
di recupero della Borgata Paraloup è assolutamente anomalo tra i 201
progetti presentati. Lontano dai noiosi stilemi ormai stereotipati e ripetitivi
dell’’architettura del Voralberg, Paraloup è stato definito durante il dibattito
della Giuria un progetto romantico perché distante dalla pragmaticità
prestazionale misurata e certificata di molti progetti partecipanti e perché
poco riproducibile secondo alcuni. In realtà Paraloup ha il pregio di non
Centro residenziale passivo Samer Mösel, Salisburgo, Austria essere solo un architettura fatta di tecnica e composizione ma di essere
SPS-architetti
principalmente un’architettura pensante.
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All'imbocco della Valle Stura, sulla sinistra orografica, si apre un solco Col trattato di Cateau Cambrèsis del 1559, i territori di valle entrano a
piuttosto profondo, scavato dal progressivo lavoro di erosione del far parte definitivamente dei domini sabaudi; inizia una storia lenta
substrato roccioso sedimentario (un fondale marino, in ere geologi- ma progressiva di istituzionalizzazione e gerarchizzazione delle
che antiche) da parte del torrente. Siamo a Rittana. E proprio il topo- amministrazioni locali, che, se fino a quel tempo poterono godere di
nimo, dal latino ritanus (come ricorda M. Bruno nel suo Dizionario una relativa autonomia, ora diventano sempre più costrette dal potere
toponomastico), tradisce lo stretto legame con il corso d'acqua. centralizzante. Inizia l'epoca storica in cui siamo soliti veder convivere la
Il popolamento del territorio di Rittana è un fenomeno assai antico, crescita economica e strutturale della capitale simbolo di uno stato
come è antica la storia delle genti che colonizzarono l’intera Valle moderno (con i sui cantieri, le residenze, l'architettura aulica), con la
Stura, a partire da gruppi di pastori nomadi durante il Neolitico, dalle parallela presenza di un tessuto rurale alpino decentrato, polverizzato
popolazioni stanziali celto-liguri e dalla colonizzazione romana nelle valli piemontesi che a raggiera coronano la pianura e che
lungo l’arteria che conduceva al colle. Ma i primi dati certi sulla rappresentano luoghi in cui la vita ha il sapore della sopravvivenza.
Per una comunità di Rittana si hanno nel basso medioevo, verso la fine del XII
secolo, periodo in cui si concorda sul fatto che tutti i principali nuclei
In valle Stura, sullo stesso sedime delle frammentate costruzioni rurali,
impegnative campagne di ingegneria militare producono nel XVIII e
lettura del di valle fossero già assai consolidati e organizzati in Comuni. A XIX secolo opere di stupefacente impatto, fortezze, caserme e ridotte,
Rittana, il Santuario dedicato a San Mauro è fondato su una prece- a sbarrare la valle a Vinadio e a Demonte. Ma è proprio il Settecento
palinsesto dente cappella benedettina già citata nel 1179. Durante tale periodo il secolo in cui, secondo le relazioni degli intendenti (che gli stessi
geografico i territori costituiscono beni feudali e sono sotto il dominio dei signo-
ri di Busca prima e di Saluzzo poi. Alla parentesi angioina del XIV
Savoia disseminavano al fine di verificare la vera capacità di territori
posseduti), le comunità della Valle Stura, sia alte che basse, sembrano
e storico secolo subentra verso fine dello stesso secolo il Conte Verde e le
vicende di Rittana seguono pari passo quelle dei territori di bassa
attraversare una diffusa crisi economico sociale, che terminerà sola-
mente con l'esponenziale incremento demografico di metà
della comunità valle, la loro infeudazione alla famiglia dei Bolleris da parte dell’alto
signore di turno.
Ottocento. Dalla relazione dell'Intendente, redatta verso metà
Settecento, il feudo di Rittana è costituito da una sola parrocchia,
di Rittana Più in generale, l'interesse dei Savoia per la valle Stura fu da sempre
molto marcato, per via della predisposizione naturale della stessa a
sotto il titolo di S.Maurizio (la cui chiesa è oggi il santuario con porti-
co periptero, nel capoluogo), con presenza di una chiesa della con-
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prestarsi come via di comunicazione relativamente comoda con i fraternita nello stesso capoluogo. La popolazione all'epoca è stimata
paesi d'oltralpe; il valico dedicato dalle popolazioni celtiche al dio in 712 persone, con le abitazioni assai disperse al punto che "non vi
Roberto Olivero cinghiale Moccus, poi cristianizzato come colle della Maddalena, è saranno dodici case insieme". È a quel tempo sempre accesa la lite con
porta di accesso e di uscita naturale, tragitto di scambi mercantili, la vicina comunità di Valloria, probabilmente per i pascoli alti e i con-
collegamento con la Provenza, via conosciuta e fortemente infra- fini dei due territori. Buona parte del territorio è boschivo, con preva-
strutturata già dai Romani (si ricordino le tracce di strade carraie lenza di castagneti; scarsi i campi; relative le estensioni di pascolo. La
ancora visibili in prossimità del colle). La presenza del valico, fa quin- comunità produce un reddito che proviene da un mulino.
di della Valle Stura un territorio appetibile per scambi e commerci, La storia del Novecento è connotata prevalentemente dalla resisten-
ma altrettanto vulnerabile per la facilità di transito degli eserciti e per za partigiana, che vide qui a Rittana un profondo e significativo con-
questo assai conteso ai Savoia dai signori d’oltralpe. È certamente, tributo di vite, luoghi e stagioni. La seconda guerra del Novecento
almeno in parte, da attribuirsi a questa prerogativa fisica e geografi- interessò infatti da vicino la comunità di Rittana, specie quando
ca il fatto che la valle presenti, ancora oggi, reminescenze di culture divenne sede operativa, in una delle sue borgate più alte, Paraloup,
costruttive apparentemente lontane da quelle mediterranee, giunte del gruppo di resistenza partigiana Giustizia e Libertà e tutto il terri-
qui probabilmente in concomitanza con flussi migratori che svalica- torio fu coinvolto, con le sue risorse umane, dalla forte spinta (a volte
rono il displuvio alpino più accessibile delle Marittime. La diffusa pre- cruenta) di rinnovamento della società. Il tema della memoria di
senza di coperture in paglia di segale, con pendenze accentuate, o azioni ancora vive nei ricordi delle persone è demandato all'ambizio-
l'enclave di San Bernolfo e dell'Ischiator, con gli edifici a block bau, se so progetto di ricostruzione di Paraloup, a cui si rimanda per una più
da un lato sono tecniche chiaramente da mettere in relazione con le approfondita lettura. La seconda Metà del Novecento è una storia
modeste risorse estrattive locali (scarsità di rocce stratificate, utili per fatta di un lento spopolamento, specie dei nuclei più alti, causato da
l'estrazione di lastre -lose- per coperture), dall'altro lato non possono processi di inurbamento a seguito del mutamento dell’assetto eco-
Carta dei sentieri e dei rifugi, IGC.
Paraloup, casa a scaletta e finestra di fienile certo dirsi estranee a quegli influssi costruttivi di cultura prettamen- nomico e produttivo, all’interno del quale l’economia agricola mon-
te nordica, giunti qui e reiterati con inerzia per secoli, affinando l’ uso tana fu relegata ad un ruolo marginale.
della carpenteria in legno. Rittana, ai giorni nostri, si presenta come una enclave territoriale che
dalla quota dei 600 m s.l.m. di Gaiola, risale in direzione est-ovest sul zione al tracciato di risalita (Ponte), o in prossimità dei piccoli opifici che zioni climatiche adeguate e di influenze culturali sull'organizzazione
displuvio con la vicina Valle Grana, raggiungendo il Colle di Rosa e sfruttavano le aste idriche. del lavoro provenienti dalla pianura in riferimento ad una economia
ancor più su la vetta dell'Alpe, con i suoi 1800 m di quota. Il torrente La localizzazione di pendio a mezza costa, deriva invece dalla presen- agricola poco pastorale. Man mano che si sale di quota, la casa subisce
in realtà è costituito da una serie di piccoli affluenti, ma la struttura za limitrofa di terreni coltivati e soleggiati (borgate Cesana, Gorre, i riflessi prodotti dalla concentrazione, per sfruttare al massimo le
morfologica dominante è quella di una valle che presenta in sommi- Porti). Il bene prezioso della terra era prerogativa fondamentale per economie di agglomerazione.
tà una doppia testata, separata internamente da una dorsale del l'impianto di una comunità. Ne seguiva una lenta e faticosa messa a La divisione delle funzioni genera edifici agricoli che in alcuni casi assu-
Becco Battaiot. L’orientamento è tale da generare due versanti oppo- cultura e una fertilizzazione costante di campi e aree coltivate, sta- mono valenza tipologica particolare, come i portici e i ricoveri presenti
sti: quelli esposti prevalentemente a sud, all’adrech, soleggiati e caldi, gione dopo stagione. Di tali porzioni di territorio non andava spreca- nelle borgate di Tetto Sottano e Porti, impostati su strutture costituite
e quelli rivolti a nord / nord-est, più umidi e freschi, all’ubac. Ai due to nulla; proprio per tale ragione gli edificati e gli agglomerati di case da una lunga serie di pilastri quadrati (riconducibili al XVIII-XIX sec)
versanti corrispondono anche differenziazioni sostanziali di vegeta- si collocavano sul limite di tali estensioni, adattandosi a posizioni a coperte da tetti a due falde. Se il loro intendimento costruttivo è chia-
zione; da un lato, i terreni ben esposti ricchi di sponde erbose, un volte più erte o poco gestibili, al fine di limitare al massimo l'utilizzo ramente funzionale, con murature chiuse verso nord e impalcati aperti,
tempo poco alberate, coltivate e sfalciate, con aree adatte al pascolo, del suolo per l'edificazione (o meglio, il consumo del suolo, oggi più sorretti da pilastri verso sud, l'esito formale di tali edifici, impostati sulla
specie a quote più alte; dall’altro lato sponde assai più vegetate con che mai tema ineludibile anche per i nuovi insediamenti). reiterazione della campata tra un pilastro e l'altro, è equilibrato, quasi
Paraloup, casa a scaletta, disegni
latifoglie e aghifoglie alle quote maggiori. Siamo comunque nella È presente inoltre la localizzazione di cresta, sulla sommità di una solenne.
fascia altimetrica del castagno, cultura importata nelle nostre vali nel dorsale o di una sella, con connotati di maggior sicurezza, sia nei con- Il tipo edilizio più diffuso è comunque quello della casa lunga, dispo-
medioevo (anche se ritenuta più antica) e che si è rivelata essenzia- fronti di eventi naturali, come frane e valanghe, e maggior difendibi- sta in direzione delle curve di livello, in cui è presente un lungo fron-
le per il sostentamento delle popolazioni locali. Si sa infatti che dalla lità da azioni antropiche, anche se più esposta ai venti. Esempi signi- te esposto prevalentemente a sud, su cui trovano collocazione tutti
coltivazione del castagneto derivavano una serie infinita di applica- ficativi sono le borgate Tetto Sottano, Bercia. gli accessi principali e lungo il quale sono disposti blocchi di scale in
zioni, dalla farina stessa delle castagne che sostituiva la più scarsa A seconda della localizzazione e della dimensione, l’insediamento pietra che conducono al piano primo e lunghi balconi in legno, uti-
farina prodotta dalle granaglie, al fogliame per il bestiame, al legno assume una struttura aggregativa differente che comporta una lizzati sia come disimpegno che come essiccatoi. Quando una serie
assai resistente utilizzato nell’edilizia e nell’artigianato. organizzazione degli edifici secondo particolari criteri. Assai interes- di case si dispongono in sequenza, prolungandosi lungo le isoipse, si
La diffusa vegetazione spontanea ci restituisce una immagine del sante è la struttura lineare di Tetto Sottano, incentrata su due lunghe ottengono lunghe maniche di case a schiera, ognuna servita da
posto che non corrisponde più a quella passata; la rinaturalizzazione maniche di edifici collocati ai due lati del tracciato, o la struttura a accessi indipendenti e tutte coperte da un unico tetto a due falde.
avvenuta a seguito dello spopolamento di buona parte delle borga- fasce parallele su differenti livelli (modellati lungo l’andamento delle Solitamente i locali stalle a piano terra sono voltati, con centine che
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te più alte e di numerosi edifici dei centri principali, la contrazione isoipse) di borghi come Chesta o Gorre. In questi casi la forma com- presentano spesso curvature ribassate, e innesti di lunette con geo-
della società rurale e la sostanziale perdita del processo di costante plessiva del borgo prevale sulla forma del singolo edificio e appare metrie anche elaborate, in corrispondenza delle aperture. I locali ai
manutenzione del suolo che tale società, per necessità, era solita forte il principio di agglomerazione che si manifesta salendo di piani superiori sono a nudo tetto o con controsoffitti in incanniccia-
attuare, l'abbandono del sistema stagionale di spostamenti a quote quota (per ovvie ragioni economiche e climatiche). to per le parti abitabili.
differenti sono alcune delle cause della trasformazione del territorio Accanto ai borghi consolidati e più grandi trovano spazio una serie Sono inoltre presenti, specie negli edifici più antichi o in quelli di
e della perdita di numerose informazioni legate all'edilizia rurale di altri addensamenti edilizi, costituiti da poche case che si coagula- alpeggio, tipi edilizi edificati orientando la cellula con colmo in dire-
locale. Le tracce materiali della cultura rurale che ha prodotto i no attorno ad un fondo piuttosto che a qualche preesistenza. Già zione del pendio. Questi rappresentano il prototipo della casa sem-
manufatti del vivere in questi luoghi, anche a causa di una scarsità di nelle relazioni degli Intendenti di metà Settecento si sottolinea come plice, impostata su cellula muraria rettangolare, sviluppata su due o
fonti documentarie, sono quindi da ricercare sul posto e in modo questi borghi fossero piccoli, costituiti da poche case, ma numerica- tre livelli e seminterrata verso monte. Gli ampliamenti di tali edifici
sempre più urgente, operando vere e proprie radiografie delle mente assai diffusi. L’incremento demografico di metà Ottocento ha possono avvenire sia sul fianco, prolungando le falde di copertura, sia
costruzioni e del territorio, ricerca e indagine più approfondite su poi imposto la necessità di ampliare e costruire ulteriormente, anche sui lati corti verso monte o verso valle, collocandosi a scaletta lungo
organismi in "via di estinzione", case, baite, mulini, forni, essiccatoi, in luoghi un tempo considerati residuali e per un periodo di tempo il pendio. Un interessante esempio è il borgo di Paraloup, dove coesi-
canali, muretti per terrazzamenti, sentieri, sempre più difficili da vennero occupate in modo stabile anche le dimore che in origine stono ambedue le forme edilizie, realizzate in periodi successivi e in
comprendere (per via del degrado materiale e del degrado della erano semplici rifugi stagionali. Le case sparse di Chiapera e i borghi ampliamento alle cellule esistenti. Gli orizzontamenti interni sono
memoria). di Rantana e Paraloup, localizzati da 1100 a 1300 m di quota, sono anche in questo caso sia voltati che piani.
probabilmente riconducibili a questa fase. Oltre alla casa principale, quasi tutti i nuclei famigliari possedevano
Strutture di insediamento, tipi edilizi, materiali. dimore stagionali, ove salivano durante il periodo estivo per l’alpeg-
Ad una prima analisi si nota come gli insediamenti all'interno del ter- A differenza della dimora unitaria di alta valle, in cui tutte le funzioni gio, che riproducevano in modo più essenziale le funzioni delle case
ritorio di Rittana si collochino prevalentemente sui versanti esposti sia agricole che abitative erano concentrate nello stesso edificio, in permanenti. Queste dimore, dette grange (o fourest in alta Valle
all'adrecht (versante ben esposto, orientato prevalentemente verso bassa valle e in alcune aree di Rittana vi una forte presenza della casa Stura), erano solitamente costituite dalla cellula minima di stalla e fie-
sud), con un numero consistente di nuclei aggregati, di dimensione non unitaria. Essa prevede la dislocazione delle funzioni in edifici nile, con modesti ambienti domestici ricavati all’interno dei locali
e conformazione variabili. separati, spesso organizzati in prossimità, attorno a sentieri o cortili. agricoli, e sono collocate in prossimità dei pascoli alti.
Sentiero per Porti, Pilone oratorio Tra le differenti collocazioni degli insediamenti si ricordano quella di Nell’edificio principale trovano posto la stalla e locali abitativi; il fieni- La sopravvivenza della comunità era poi legata alla presenza di strut-
fondovalle, in prossimità del torrente e a volte delle aree più pianeg- le è spesso collocato in adiacenza o in un edificio separato, come ture private o collettive, come fontane, abbeveratoi, forni e mulini.
gianti e sfruttabili per coltivi (come il capoluogo San Mauro) o in rela- anche l’essiccatoio delle castagne. Tale modello è il frutto di condi- Ogni borgata era dotata di un forno, edifici di struttura singolare e
dimensioni contenute. La panificazione era in bassa valle relativa- Anche la pietra da muratura è di provenienza locale, di origine sedi-
mente più frequente, rispetto quanto avvenisse nei territori di alta mentaria e in alcuni casi calcarea. Utilizzata prevalentemente a spacco
valle, e le condizioni climatiche permettevano la costruzione della naturale, solo raramente lavorata, è legata con malta a base di calce
camera di cottura priva di locale protettivo antistante (o, dove pre- "povera", cotta in loco in appositi forni a fossa. La calce così prodotta era
sente, assai aperto), sicché erano le dimensioni della cupola di coper- impura e veniva utilizzata sia nel legante che negli intonaci, con addi-
tura della camera a determinare ampiezza e forma (spesso semicilin- zione di inerti terrosi, che conferiscono all'impasto il tipico colore ocra.
drica) dell'edificio. Non manca però l'utilizzo dei ciottoli di fiume, specie nell’edilizia di fon-
Una riflessione particolare richiede la risoluzione della facciata prin- dovalle in prossimità del capoluogo, materiale facilmente reperibile
cipale dei forni stessi, non scevra da un intendimento di composizio- sul greto del torrente, e l'impiego di laterizio pieno che spesso riqua-
ne, che vede alla bocca del forno (collocata in posizione centrale) dra le aperture, secondo modelli derivati dalla pianura e riadattati alle
affiancarsi spesso sui lati due piccole nicchie quadrate, secondo una esigenze locali.
rigida simmetria centrale. Tutte le tre aperture sono a volte unificate Per infissi, balconi, lobbie (essiccatoi simili a balconi ma privi di para-
da un cordolo basso sporgente, in pietra. L'analogia tra tale compo- petti), impalcati e tamponamenti a tavole è preponderante l'impiego
sizione e quella riscontrabile nelle facciate principali delle cappelle del legno di castagno, diffusissimo in zona ed assai tenace, che
(porta centrale e due finestrelle quadrate ai lati) è forte, con riferi- necessitava prima dell'impiego e della lavorazione di un lungo pro-
menti chiari alla simbologia della Trinità. cesso di invecchiamento, per l'estrazione naturale del tannino.
Nelle relazioni del XVIII secolo è menzionata la presenza di un solo Osservando il diversificato universo costruttivo locale, ci si interroga
mulino, soggetto a banno e collocato in prossimità del capoluogo; è sull'apparente semplicità di adattamento al contesto degli edifici
però lecito supporre che sia nei secoli precedenti che nell'Ottocento rurali e sull'equilibrato legame tra la costruzione e la natura circo-
i mulini dovessero essere assai più numerosi, poichè, come i forni, si stante. Alcune indicazioni in merito possono emergere ripensando
configurano come strutture da cui dipendeva il diretto sostenta- alla forma del territorio nelle epoche di maggior presenza umana,
mento della popolazione. I mulini erano, specie nei territori alpini, sforzandoci di comprendere che non di wildness si possa parlare,
opifici a bassa produttività (il ché giustificherebbe la mancata cita- quanto piuttosto di una estesa e ramificata lotta di contenimento
zione all'interno dei beni produttivi della comunità) e sfruttavano della natura, una antropizzazione eseguita con armi (costruzioni di
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prevalentemente la tecnologia della ruota orizzontale, assai adatta al varia natura, pensate e realizzate in relazione al sito specifico e con
sistema torrentizio montano. Tale tecnologia consisteva in una ruota mezzi specifici) che in realtà mai usciva dal ciclo naturale stesso. Per
con palette radiali vincolate ad un albero, che alla sommità era colle- certi versi una forma di naturale r-esistenza.
gato direttamente alla coppia di macine (la macina alta che ruotava
sulla sottostante macina fissa). La ruota veniva colpita direttamente
dal getto d'acqua, convogliato all'interno dell'edificio attraverso un
doccione in legno. Il sistema assai semplice e diretto garantiva anche
Grain, Tetto, case in linea Chiapera, casa lungo pendenza Grain, forno
una certa facilità di utilizzo e di realizzazione. Oltre alla lavorazione
delle granaglie o delle castagne per la produzione di farine, i mulini
potevano essere dotati di altre macchine idrauliche, come battitoi da
canapa, martinetti per la lavorazione del materiale ferroso, folloni per
infeltrire i drappi. Nell'Ottocento, i mulini più produttivi si attrezzarono
con ruote verticali, polarizzando in se le varie lavorazioni e sfruttando
quindi lo stesso salto idraulico, decretando il decadimento dei piccoli
opifici a ruota orizzontale. Nel complesso, l’edilizia rurale del territorio di
Rittana presenta significative differenze rispetto a quella dell’alta Valle
Stura, apparentandosi maggiormente a quella della vicina Valle Grana,
specie nella risoluzione dei sistemi di copertura. Se nell'alta valle preva-
leva storicamente il sistema di copertura in paglia di segale, i tetti di
Rittana erano coperti da lose che provenivano da giacimenti limitrofe e
cave estemporanee di pietra stratificata (pseudo-ardesie).
Le falde coperte in lose hanno pendenze assai ridotte, al fine di evitare
lo scivolamento a valle del manto nevoso, e sono supportate da
Tetto sottano, portici con pilastri Porti, portici con pilastri un’orditura in legno assai robusta (di castagno o larice), costituita da Chiapera, forno Paraloup, forno
travi principali e falsi puntoni in pendenza.
Atlante dei disegni
Daniele Regis
Roberto Olivero
C
C-
TO T
PE
OS
PR
TO A-A
SPET
PRO

PRO
SPE
T TO
C-C
PROSPETTO B-B
PROSPETTO C-C
PROSPETTO A-A
Lotto 1 - Edificio 9 Il tetto
Edificio complesso, composto dall'aggregazione di più cellule murarie di differente Della copertura storica non vi è più traccia, anche se il progetto tenta di ricostruirne
orientamento. Nato probabilmente come aggregazione di due cellule orientate la composizione volumetrica e l'orientamento delle falde. I materiali utilizzati non
lungo la isoipsa, di cui una abitativa e l'altra rurale, mutuando l'impianto della piccola sono tradizionali, in linea col principio di riconoscibilità del nuovo intervento attuato.
cascina di pianura, l'edificio presenta poi una terza cellula muraria, assai più modesta, La copertura, opportunamente isolata è infatti sostenuta da orditura metallica e si
collocata sul lato a valle e con requisiti tali da far supporre ospitasse nell'ultima fase i compone di manto in lamiera zincata ondulata. Le falde presentano passafuori di
locali abitativi. Tale crescita strutturale e volumetrica è probabilmente il frutto di un circa 1 m per la protezione delle sottostanti murature in pietra.
mutamento delle esigenze abitative, nella fase in cui, tra fine Ottocento e inizio
Novecento, i borgo venne probabilmente abitato non solo più stagionalmente.
Dell'edificio originale, prima dell'intervento di recupero, si deduce lo sviluppo su due I serramenti
livelli, con una concentrazione delle aperture sul lato a valle. Il blocco minore era Dei serramenti storici rimanevano alcune tracce dei telai fissi, prima dell'intervento di
dotato di una scala in muratura che permetteva l'acceso al piano superiore. Il diffuso recupero. Per il resto, tutti erano degradati o assenti. I nuovi serramenti sono in legno di
degrado del manufatto, con crollo di parte dei solai, copertura e porzioni di muratura è castagno e vetrocamera, per le finestre, e costituiti da portoncini in tavole di castagno
la premessa del progetto di recupero, decritto nel volume Quaderni di Paraloup, Il per gli ingressi, nel rispetto dei modelli originari.
recupero di Parlup luogo simbolo della resistenza, Fondazione Nuto Revelli, a cui si
vista nord vista sud
rimanda per una descrizione dettagliata. L'intervento è stato volto a realizzare tre sale
espositive al piano superiore, deposito e servizi igienici al piano inferiore.
Le murature
In questo edificio, le murature storiche assai degradate e costituite da pietrame sbozzato
legato da malta a base di calce povera, sono state consolidate in modo da fermarne il
decadimento, attraverso tecniche di consolidamento che prevedono stuccatura dei
giunti dall'esterno e intonaco armato di rinforzo armato con rete dal'interno.
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Le nuove murature in elevazione poggiano su propria struttura portante, realizzata
con telai metallici internamente all'impianto murario storico, e sono composte da
rivestimento esterno in tavole di castagno, isolante, rivestimento interno in legno e
cartongesso. La discontinuità con il paramento storico è segnata da uno scuro tra la
pietra e le tavole in castagno.
Le aperture vista nord est vista ovest
Le principali aperture ancora presenti nella tessitura muraria originaria si compongono
di finestre e porte, aventi architravi in legno riquadrato. Alcune, a significare le funzioni
civili, sono contornate da aree intonacate, a formare cornici imprecise e non riquadrate.
Le nuove aperture eseguite durante i lavori di recupero, mantengono la memoria
delle preesistenti, collocandosi in corrispondenza del loro interno. Altre aperture
sono invece realizzate nelle nuove pareti in legno, secondo un'ottica di funzionalità e
in funzione delle nuove destinazioni d'uso.
Volte e solai
Una volta in pietrame copre il piano seminterrato del blocco minore, unico solaio
superstite dopo il crollo di buona parte del manufatto e ancora visibile prima dell'in-
tervento. Degli altri solai non vi è traccia, e si può supporre fossero in legno. I nuovi
solai ricostruiti internamente sono anche essi vincolati alla struttura portante di teli
metallici e sono costituiti da travature in legno e tavolato in castagno s=4 cm.
vista sud est
PROSPETTO NORD
PROSPETTO EST
50 51
PROSPETTO OVEST
PROSPETTO SUD
52 53
PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO PRIMO
Lotto1 - Edificio 10 I serramenti
Impostato su una cellula isolata, di impianto pseudo rettangolare e sviluppata su due Interessanti i serramenti presenti in origine; oltre al portone ad una anta del lato a
livelli, l'edificio rappresenta un tipico esempio di fabbricato rurale diffuso nell'area, monte, in tavole orizzontali, si segnala il portoncino al piano terra, con tavole di castagno
con probabili funzioni civili a carattere stagionale. Ad una stalla a piano seminterrato su telaio e riquadro centrale intagliato. La finestra al piano superiore presentava un
(a cui si univa probabilmente una piccola porzione domestica) era associato un fienile, telaio fisso con suddivisione in riquadri alla piemontese.
con probabile funzione in parte di camera, al piano superiore.
Il tetto orientato lungo le isoipse recepisce il modello di impianto degli edifici più
recenti, mutuato dalla pianura e adattato all'orografia alpina, con sfruttamento della Intervento di recupero
pendenza naturale del terreno per realizzare gli accessi ai due livelli. La costruzione Le opere di recupero si limitano ad una conservazione dell'immagine originaria del
della volta ad arco ribassato a coprire il piano stalla, con lunette in corrispondenza manufatto, con un consolidamento della muratura mediante stilatura dei giunti con
delle aperture, ha comportato l'esecuzione di un opportuno sbancamento nel terreno. malte a base di calce e consolidamento dell'intonaco esterno. Dall'interno si è proceduto
In questo tipo di edificio, riconducibile al tardo Ottocento, per via dell'orientamento ad iniezioni di baiocca più in profondità. Il tetto è stato oggetto di manutenzione, con
della volta lungo le isoipse, il terreno può garantire una opportuna controspinta inserimento di strato isolante ad alta densità e minimo spessore su tavolato in castagno.
rispetto allo scarico dei pesi solamente sul lato a monte; prerogativa di squilibrio Il manto in lose è stato ripassato, con sostituzione delle sole componenti frammentate,
strutturale, questa, ritenuta secondaria rispetto ai numerosi vantaggi legati all'ottima serramenti sostituiti con nuovi in castagno e vetrocamera isolante.
vista nord vista ovest
esposizione solare del fronte lungo, verso valle. Le nuove destinazioni d'uso dell'edificio sono punto informativo e accoglienza al piano
superiore, deposito a quello inferiore.
Le murature
In questo edificio, le murature costituite da pietrame sbozzato sono ben legate da
malta a base di calce povera e complessivamente in condizioni non degradate, grazie
anche alla presenza di un esteso strato di intonaco (anche esso realizzato con inerti
e sabbia ocra di estrazione locale) che ne ha preservato la solidità agendo come strato
protettivo nei confronti del dilavamento meteorico e dell'azione geliva.
54 55
Le aperture
Le aperture principali sono presenti sul fronte a valle, con porta e finestra al piano
terra e porta di uscita sul balcone e finestra al piano primo, il tutto secondo un disegno
di opportunità strutturale, con l'allineamento verticale delle due uscite. Sul lato a
monte è presente il solito portone da fienile, di dimensioni maggiorate.
vista est
Volte e solai
Il locale al piano seminterrato è coperto da volta con lunette. La sua condizione
strutturale, prima dell'intervento di restauro, era discreta, con assenza di lesioni e
fessurazioni apprezzabili. Del balcone sul lato a valle restano le tracce di alcuni
modiglioni in legno.
Il tetto
La copertura è composta da due falde a capanna, con colmo orientato lungo le isoipse
e spiovente più accentuato sul lato verso valle. La travatura principale è composta da
colmo, costane e dormienti in castagno, soprastanti falsipuntoni stondati e travetti
sotto-losa. Il manto originario è realizzato in losette di spessore variabile e di estrazione
locale. Nel complesso, prima dell'intervento si evidenziavano già fenomeni di degrado
che provocavano infiltrazioni meteoriche.
vista sud
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST
56 57
PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO PRIMO
PROSPETTO SUD PROSPETTO OVEST
Lotto 1 - Edificio 12 Volte e solai
Altro edificio complesso, prodotto di almeno tre fasi costruttive diverse. La più antica Non sono presenti i solai storici, completamente crollati. Se ne intuisce però la consistenza
(probabile impianto Settecentesco) è quella riconducibile alla cellula psudo-rettan- originaria attraverso le buche pontaie delle travi che dividevano, con la loro orditura e un
golare orientata con il lato lungo in direzione del pendio, di cui però, a causa dei crolli, assito ligneo, i due livelli della cellula maggiore. Anche il solaio della cellula minore era in
non è dato di sapere se coperta da tetto ad unico colmo o piuttosto caratterizzata da legno, con travature semplici. I nuovi solai ricostruiti internamente sono anche essi
andamento a scaletta (versione più probabile). La seconda fase di costruzione (tardo vincolati alla nuova struttura portante di telai metallici e sono costituiti da travature
Ottocento) è individuabile nella cellula posta a nord, in prolungamento lungo la in legno e tavolato in castagno s=4 cm. Si sviluppa, in questo intervento di recupero,
isoipsa, ove i caratteri delle aperture individuerebbero la propaggine abitativa dell'ag- un collegamento interno tra i due livelli, mediante scala composta da cosciali in ferro e
gregato. La terza porzione è quella più a valle, di cui però si potrebbe pensare essere pedate in legno.
frutto di occlusione e copertura (tracce della falda sono ancora presenti in muratura)
di una precedente struttura a rampa aperta, che fungeva da percorso di accesso al
piano superiore del nucleo maggiore. Infatti, è individuabile nella tessitura muraria Il tetto
del fronte a capanna, una apertura piuttosto ampia, successivamente occlusa, e che Della copertura storica non vi è più traccia, ma se ne può ricostruire grossolanamente
dava certamente accesso al fienile. Questo ultimo era probabilmente ripartito in due l'andamento, cosa che il progetto tenta di fare, attraverso la ri-composizione volume-
porzioni, quella a valle con l'accesso descritto pocanzi ed una a monte, con probabile trica originaria: tetti a capanna per i due nuclei principali, con orientamenti diversi,
vista nord vista sud ovest
accessi retrostanti. come era in origine, e tetto ad una falda per il terzo blocco, più a valle, dettato questa
Come per l'edificio 1.3, il diffuso degrado del manufatto, con crollo di tutti i solai, della volta dalle nuove esigenze interne. I materiali utilizzati sono in linea col principio di
copertura e delle porzioni di muratura, è la premessa del progetto di recupero, decritto riconoscibilità del nuovo intervento attuato.
nel volume Quaderni di Paraloup, Il recupero di Parlup luogo simbolo della resistenza, La copertura, opportunamente isolata è infatti sostenuta da orditura metallica e si
Fondazione Nuto Revelli, a cui si rimanda per una descrizione dettagliata. compone di manto in lamiera zincata ondulata. Le falde presentano passafuori di
L'intervento è stato volto a realizzare sala conferenza e sala accoglienza al piano circa 1 m per la protezione delle sottostanti murature in pietra.
superiore, laboratori e servizi igienici al piano inferiore.
I serramenti
58 59
Le murature Dei serramenti storici non rimanevano tracce, prima dell'intervento di recupero. I
In questo edificio, come per quello della scheda precedente, le murature storiche assai nuovi serramenti sono in legno di castagno e vetrocamera, per le finestre, e costituiti da
degradate e costituite da pietrame sbozzato legato da malta a base di calce povera, sono portoncini in tavole di castagno per gli ingressi.
state consolidate in modo da fermarne il decadimento, attraverso tecniche di consolida-
mento che prevedono stuccatura dei giunti dall'esterno e intonaco armato di rinforzo
armato con rete dal'interno. Le nuove murature in elevazione poggiano su propria
struttura portante, realizzata con telai metallici internamente all'impianto murario
storico, e sono composte da rivestimento esterno in tavole di castagno, isolante, rive- vista est vista ovest
stimento interno in legno e cartongesso. La discontinuità con il paramento storico è
segnata da uno scuro tra la pietra e le tavole in castagno.
Le aperture
Le principali aperture ancora presenti nella tessitura muraria originaria si compongono
di finestre e porte, aventi architravi in legno riquadrato. Alcune, a significare le funzioni
civili, erano contornate da aree intonacate. Interessanti i voltini curvi delle aperture
del secondo blocco, che ingentiliscono il prospetto. Le nuove aperture eseguite
durante i lavori di recupero, mantengono in parte la memoria delle preesistenti, col-
locandosi in corrispondenza del loro interno. Altre aperture sono invece realizzate
nelle nuove pareti in legno, secondo un'ottica di funzionalità e in funzione delle
nuove destinazioni d'uso, come la finestra a nastro della sala conferenze,estesa anche
in virtù della mancanza della muratura storica.
vista sud est vista nord ovest
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST
60 61
PROSPETTO OVEST
PROSPETTO SUD
62 63
PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO PRIMO
Lotto 2 - Edificio 8 Il tetto
L'edificio preso in esame è un portico aperto adibito a magazzino agricolo in cui Le due falde del tetto a capanna sono sorrette da una struttura primaria di costane e
venivano, molto probabilmente, depositati foraggio e attrezzature agricole. trave di colmo che appoggiano sui due timpani in muratura realizzati sul lato nord e
Questo è l'unico esempio di portico presente all'interno della borgata, non è escluso su quello sud. La luce delle travi portanti del tetto è dimezzata tramite l'ausilio di una
l'uso comunitario dell'edificio. Si tratta di un unico volume, aperto su due lati, con una capriata rudimentale, realizzata in legno di castagno, che appoggia da una parte sul
pianta quadrata con dimensione di base di 5,00x5,00 m e con un altezza massima setto murario a ovest e dall'altra sul pilastro centrale del prospetto est. La capriata
sotto il colmo di 4,20 m. Il prospetto a valle è caratterizzato dai due pilastri quadrati inoltre è utile a irrigidire l'intera struttura e rendere stabile il pilastro.
che sostengono le travi del tetto e permettono la realizzazione delle ampie aperture. Il manto di copertura realizzato con lastre di pietra di medie dimensioni, di forma
irregolare, è danneggiato in più parti. Alcune lose si sono spaccate e sono cadute
lasciando, in molti punti, la struttura in legno scoperta e quindi più facilmente dete-
riorabile dagli agenti atmosferici.
Le murature
L'edificio presenta due setti murari completi, privi di aperture, sui lati nord e ovest.
Con uno spessore di circa 70 cm, oltre ad avere una funzione strutturale servivano
anche per proteggere i lati meno esposti al sole. I serramenti
vista nord vista d’interno
La muratura è realizzata utilizzando mediamente pietre a spacco di piccola dimensione, Non vi è traccia di possibili serramenti o tamponamenti in legno.
posizionate in corsi orizzontali uniformi, non sono presenti fessurazioni o importanti
disgiunzioni murarie. All'interno della muratura, che costituisce i due timpani, sono
inserite travi di legno, che oltre ad irrigidire la struttura servono per migliorare l'incastro
delle costane con la muratura.
I prospetti a sud ovest, i più esposti al soleggiamento, sono fortemente caratterizzati
dalla presenza in facciata dei due pilastri quadrati; aventi una base di 70x70 cm sono
realizzati in pietra a spacco di piccole dimensioni e sono collegati tra di loro e con i
due setti murari, sui lati opposti, utilizzando travi di legno.
64 65
Le aperture
Come abbiamo visto le aperture dell'edificio sono molto ampie, esse coincidono con
una vera e propria smaterializzazione dei setti murari, sostituiti da appoggi puntiformi.
vista sud
Volte e solai
Una serie di piccoli buchi ricavati nella muratura a metà altezza, presenti sia sui setti
murari che al centro dei due pilastri potrebbe far supporre che esistesse un soppalco
utilizzato per ottimizzare lo spazio all'interno del portico. Esso realizzato in legno
poteva anche essere rimovibile.
vista sud ovest
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST SEZIONE A
66 67
PROSPETTO SUD PROSPETTO OVEST PIANTA
Lotto 2 - Edificio 11 Il tetto
L'edificio in esame è composto da due fabbricati adiacenti disposti a scaletta lungo Entrambe le cellule edilizie erano coperte da un tetto a capanna, quindi a due falde,
il pendio e da un piccolo forno posto a valle di essi. I due fabbricati hanno il colmo orientato lungo la pendenza del terreno. Il manto di copertura realizzato con lastre di
del tetto orientato lungo le linee di massima pendenza del terreno e sono realizzati pietra a spacco di forma irregolare di piccole dimensioni appoggiava su una struttura
su due livelli entrambi formati da una sola stanza. Ambedue le cellule edilizie hanno primaria costituita dai falsi puntoni dalla trave di colmo e dalle costane, e su una strut-
un piano seminterrato voltato con funzione di cantina-magazzino o stalla e un piano tura secondaria composta dalla tavole sotto-losa chiamate lattes, messe in opera in
superiore adibito ad abitazione. posizione ortogonale rispetto ai falsi puntoni su cui sono fissate. Notevoli sono gli
Il piccolo forno posto di fronte all'ingresso a valle, è dotato di sola camera di cottura sporti del tetto su tutti e tre i lati liberi della cellula edilizia a valle.
a cupola. L'edificio posto a monte ha subito il crollo totale della copertura, il secondo edificio
posto a valle ha subito anch'esso ingenti danni alla copertura soprattutto nella zona
Le murature centrale, parte della struttura primaria è crollata a seguito di infiltrazioni d'acqua
Le murature portanti dell'edificio hanno uno spessore medio di circa 60 cm, sono piovana dovute alla mancata manutenzione del manto di copertura.
realizzate con pietre a spacco di dimensioni medio-piccole, posate in corsi orizzontali
e legate tra di loro con ridotte quantità di malta. I cantonali delle murature sono I serramenti
realizzati con pietre analoghe, non squadrate, di dimensione mista. Nessun serramento è più presente. Soltanto una delle piccole finestrelle sul retro è
vista nord vista sud
Il fabbricato posto a valle presenta porzioni di intonaco a base di malta grezza sulle ancora dotata di grata in ferro.
pareti che racchiudono la stanza destinata ad abitazione.
Le murature esterne non hanno subito crolli rilevanti, ma in alcuni punti presentano
delle profonde fessurazioni dovute al collasso del tetto.
Il piccolo forno posto a valle dell'edificio, interamente costruito in muratura di pietra,
ha subito notevoli danni in seguito al crollo della copertura e della cupola che rac-
chiudeva la camera di cottura.
Le aperture
68 69
L'edificio presenta in totale sei aperture. Due di esse sono finestre poste entrambe sul
lato sud, molto piccole e poco strombate hanno una dimensione di circa 40x40 cm.
Le altre quattro sono porte d'ingresso di cui tre poste sul lato nord e una sul lato a
valle a ovest. Ogni singola camera è dotata quindi di un proprio ingresso e l'accesso
ai piani superiori era permesso utilizzando il naturale dislivello del terreno.
Volte e solai
Le volte in muratura di pietra che caratterizzano i piani terra delle due cellule edilizie vista est vista ovest
sono ancora integre e non presentano danni importanti, nonostante in entrambi i
casi il tetto sia collassato andando a caricare in modo improprio gli estradossi.
Le due volte a botte sono state realizzate con un sesto piuttosto ribassato e con una
luce di circa 3,50 m.
vista sud est
PROSPETTO OVEST
PROSPETTO NORD
70 71
PROSPETTO EST
PROSPETTO SUD
SEZIONE B
Lotto 2 - Edificio 13
L'edificio si compone di una cellula isolata, sviluppata su tre livelli e con tetto a capanna
(ricostruibile dalle tracce materiali a seguito del crollo). L'edificio, anche per via dello
sviluppo su più di due livelli, probabilmente non si configura esclusivamente come
pertinenza agricola.
Certamente vi era una originaria divisione delle funzioni, come spesso accade nella casa
alpina, con stalla a piano seminterrato, porzione mista abitativa al piano intermedio e
fienile a quello superiore. I tre livelli hanno tre accessi indipendenti, realizzati sfruttando
la pendenza naturale del costone. Al livello inferiore si accede da valle, a quello intermedio
dal fianco nord, a quello superiore da monte.
Nonostante non ci siano particolari indicazioni in merito al periodo di edificazione,
dall'orientamento della cellula e dal suo impianto si può pensare ad una edificazione
di tardo Ottocento se non addirittura dei primi del Novecento. Si tratta infatti del
modello della casa in linea, declinata in una versione piuttosto stretta e slanciata per
via dei tre livelli, ottenibili grazie all'accentuata pendenza del terreno; l'edificio è inoltre
vista nord
collocato alla base e oltre il nucleo più antico, fattore che ne testimonierebbe una sua
edificazione relativamente recente.
Le murature
Le murature sono costituite da corsi di pietra sbozzata, di provenienza locale, sovrappo-
sti seguendo andamenti orizzontali, mediante l’uso di un quantitativo minimo di
legante. L'intonaco è qui presente in modeste porzioni di murature esterne ed interne.
Si tratta soprattutto di malta a base di calce e terra locale, dal tipico colore ocra e dalla
consistenza a grana grossa.
72 73
Il crollo della copertura, avvenuto probabilmente a seguito di un incendio, viste le
consistenti tracce di nero fumo, ha lesionato le parti alte della murature, in parte crol-
late e dissestate. Una profonda lesione si nota nell'angolo sud-ovest, ove pare sia stata
anche asportata una pietra dal cantonale.
Sono presenti ancora buche pontaie, ancora aperte e utilizzate per l'erezione della
muratura, specie sul fronte a valle.
Le aperture vista sud est
L’edificio presenta sul fronte a valle, oltre alla porta di ingresso, due finestre pseudo
quadrate, di dimensioni simili; quella superiore risulta in parte occlusa da un muro di
davanzale eretto successivamente. Una porta permetteva l'accesso dal lato nord,
mentre un portone da fienile (più ampio) permetteva di accedere all'ultimo livello.
Curioso notare come il fronte sud, più assolato e esposto, in realtà sia privo di aperture.
Gli architravi sono il legno di castagno squadrato.
Le aperture generano fronti con disegni asimmetrici, di impostazione semplice.
Volte e solai
Il locale al piano seminterrato è coperto da una volta realizzata in pietrame sbozzato,
legato con malta, caratterizzata da arcatura ribassata e lunette laterali in corrispondenza
di ingresso e finestra. Al livello superiore era presente un solaio in legno di castagno,
crollato e scomparso a seguito dell'incendio che ha interessato l'edificio. La volta è
ancora in piedi, anche se lesionata in più punti, protetta da una sorta di battuto di
terra all'estradosso, che fungeva anche da pavimento del locale a piano intermedio.
vista est
Il tetto
La copertura di questo edificio, ora crollato, era in origine composta da due falde
a capanna. La travatura principale composta da costane, colmo e due banchine
dormienti, in tondi di castagno, correva in direzione nord-sud. Al di sopra erano
presenti piccoli montanti, sempre in castagno, sui quali erano vincolati i travetti
orizzontali sotto-losa (lattes). Il manto era in losette di spessore variabile e di estra-
zione locale.
I serramenti
I serramenti sono ad oggi assenti, a seguito del crollo della coperture e della loro
rimozione. E' presenta ancora la traccia del telaio fisso del portone del fienile, con
nell'architrave le sedi dei perni di rotazione delle due ante apribili.
vista sud ovest
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST
74 75
vista ovest
PROSPETTO SUD PROSPETTO OVEST
Lotto 2 - Edificio 14
L'edificio si compone di una cellula isolata, sviluppata su due livelli e con tetto a
capanna, con colmo lungo le isoipse. Si configura come pertinenza esclusivamente
agricola. Nonostante il crollo di copertura e orizzontamento intermedio, si può notare
come il solaio di divisione dei piani fosse costituito da una orditura di travi con sopra-
stante graticcio incannicciato (ormai riscontrabile solamente nei detriti a terra).
Tale particolare, unitamente alla presenza di un accesso laterale sul fronte sud, rialzato
rispetto al piano di calpestio, potrebbe far pensare ad un utilizzo dell'edificio come
seccatoio, per castagne o orbe (non si riscontrano però tracce rilevanti di nero-fumo,
tipiche dei seccatoi per castagne, che prevedevano l'accensione del fuoco per l'essi-
cazione al locale seminterrato). Inoltre, la sua posizione isolata rispetto al nucleo
costruito di Paraloup, per ovvi motivi di sicurezza e prevenzione nei confronti della
propagazione di eventuali incendi, avvalorerebbe tale ipotesi. non si esclude una sua
mutazione d'uso nel corso del tempo.
Gli accessi ai due livelli avvengono dall'esterno sfruttando la naturale pendenza del
vista nord est
terreno; a valle, con ingresso di dimensioni modeste, e a monte, con ampio portone,
tipico da fienile.
Non ci sono particolari indicazioni in merito al periodo di edificazione, che potrebbe
essere collocato tra fine XIX e inizio XX sec.
SEZIONE A PIANTA PIANO TERRA
Le murature
La posa dei corsi di pietra, sovrapposti seguendo andamenti orizzontali, è avvenuta
mediante l’uso di un quantitativo minimo di legante, tanto che ad una prima occhiata
l’intero paramento sembra realizzato a secco. L'intonaco usualmente utilizzato nelle
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porzioni con funzioni civili è assente.
Per quanto riguarda i dissesti, vi è da segnalare come il crollo della copertura e del
solaio intermedio abbia influito sulla compattezza di alcuni setti murari, che risultano
in alcuni punti assestati. Interessante notare come il fronte a valle presenti nella muratura
due ordini di buche pontaie, ancora aperte e utilizzate per l'erezione della muratura.
Le aperture
L’edificio presenta sul fronte a valle, oltre alla porta di ingresso, due finestre di taglio vista est
verticale, di dimensioni simili, a comporre un disegno di facciata ordinato. Oltre al
grande portone del lato a monte, di cui rimane traccia dell'originario serramento,
incuriosisce l'apertura già citata del lato sud, con soglia rialzata rispetto al piano interno.
Da notare il graticcio di legni che ne ostruisce il varco, composto da telaio minimo con
innestati tondini orizzonatali, a forma di rastrelliera.
Volte e solai
Come già accennato, tracce del solaio intermedio ormai crollato si riscontrano tra i
detriti a terra. Se ne può ricostruire (anche grazie ad immagini più datate) l'originaria
consistenza, composta da travature di castagno con soprastante graticcio molto fitto di
rami intrecciati in rastrelliere di legno. Queste, di dimensioni modulari, erano composte
da una sorta di telaio in mezzi tondi in cui erano infisse traverse di sezione tonda in
PIANTA PIANO SEMINTERRATO PIANTAPRIMO VUOTO apposite sedi, a formare una sorta di scala a pioli, o rastrelliera appunto.
PIANO TERRA
vista sud est
Il tetto
Il tetto di questo edificio, ora crollato, era in origine composto da travatura principale
composta da costane, colmo e due banchine dormienti. La travatura di orientamento
nord-sud, era sostenuta centralmente da una simil capriata, composta da catena e
puntoni. Al di sopra correvano in pendenza di falda piccoli montanti, sui quali erano
presenti i travetti orizzontali sotto-losa (lattes). Il manto era in losette di spessore
variabile e di estrazione locale. Le orditure erano eseguite in tondi di castagno. Del
tetto rimangono solamente più i detriti a terra.
I serramenti
Sono assenti i serramenti, a seguito del crollo e della loro rimozione. Unica traccia
ancora presente è parte di una delle due ante che componevano il serramento del
portone del fienile. Composta da telaio in legno su cui sono vincolate tavole orizzontali
di castagno, l'anta ruotava attraverso il sistema tipico dei perni di sommità e di base
inseriti in apposite sedi scavate nell'architrave e nella soglia.
vista ovest
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST
78 79
vista ovest
PROSPETTO SUD PROSPETTO OVEST
vista ovest
Lotto 3 - Edificio 1
L'edificio si compone di una cellula isolata, sviluppata su due livelli e con tetto a
capanna con colmo lungo le isoipse. Risulta essere chiaramente una pertinenza
agricola posta in prossimità del più vasto complesso abitativo, anche se non si esclude
che per alcuni periodi i vani abbiano ospitato anche funzioni abitative; al piano
seminterrato, la probabile presenza di una piccola stalla voltata si intuisce dalle tracce
murarie e dallo spiccato dell'orizzontamento ora crollato; al piano di sopra un piccolo
fienile o (forse anche) camera. Gli accessi ai due livelli avvengono dall'esterno sfruttando,
come spesso si conviene negli edifici montani, la naturale pendenza del terreno.
Per collocazione e orientamento, per la sua disposizione in linea lungo una funzionale
(ma ora solo intuibile) corte longitudinale che lambisce tutti gli edifici del blocco 3, il
piccolo fabbricato si presume possa essere il frutto di una fase costruttiva più recen-
te, probabilmente attribuibile all'espansione di fine Ottocento se non addirittura dei
primi anni del XX secolo.
vista nord est
Le murature
I paramenti murari dell’edificio sono ancora in buono stato di conservazione, in quanto
non si sono verificati crolli di alcuna rilevanza. La posa dei corsi di pietra, sovrapposti
seguendo andamenti sub-orizzontali, è avvenuta mediante l’uso di un quantitativo
SEZIONE A minimo di legante, tanto che ad una prima occhiata l’intero paramento sembra
realizzato a secco. È ancora presente, sul fronte nord-est, una significativa porzione di
intonaco originario grezzo.
Per quanto riguarda i dissesti, su queste murature si registra la presenza di fessurazioni,
distribuite su tutte e quattro le facciate, ma solo a livello superficiale, quindi non estese
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a tutto lo spesso del setto murario. Si riscontra anche la presenza di spanciamenti,
specie nel fronte nord-ovest.
I degradi maggiori sono dovuti all’azione degli agenti biodeteriogeni, quali muschi e
licheni, che hanno ricoperto alcune porzioni delle murature in pietra.
Le aperture
L’edificio presenta in totale solo tre aperture, sistemate sui fronti sud-est e nord-est.
Sul fronte sud-est ci si trova in presenza di una piccola porta di ingresso, alta 170 cm, vista est
che permetteva l’accesso al piano terreno del fabbricato, e di una piccola finestra di
dimensioni 60x40 cm in corrispondenza del primo piano. Al piano terreno si trova
anche una piccola finestra, come sottolineato dalla presenza dell’architrave ligneo,
ma probabilmente tamponata già in origine, data la presenza delle stesse pietre del
paramento murario.
Sul fronte nord-est si registra la presenza di una semplice porta di ingresso, anch’essa di
piccole dimensioni, che permetteva l’accesso al primo piano tramite alcuni gradini,
probabilmente in pietra, oggi non più presenti.
Volte e solai
Nell’edificio in oggetto non sono rimaste integre né le volte né i solai originali. È solo
possibile ipotizzare, dall’andamento dei muri esistenti e dalle arcate ancora visibili,
PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO PRIMO che fosse presente una volta a botte come elemento di separazione tra piano terra e
primo piano.
vista sud est
Il tetto
Il tetto di questo edificio, a capanna con manto di copertura in lose a spacco di forma
irregolare, presenta il crollo completo della falda a sud-est, mentre la falda esposta a
nord-ovest è ancora visibile nella sua completezza.
La struttura portante originale della copertura è lignea, con grandi travi primarie in
legno di castagno, aggettanti rispetto al filo esterno dei muri perimetrali, travi
secondarie ortogonali e "lattes" a formare l’impalcato di sostegno per le lose.
Il manto di copertura è in pietra a spacco, di forma irregolare, sovrapposte tra loro e
di pendenza adeguata all’altitudine.
Il principale fenomeno di degrado che interessa questo manto di copertura, ed in
particolare la struttura portante, riguarda la marcescenza degli elementi lignei, dovuta
alla mancata manutenzione degli elementi e ad infiltrazioni d’acqua, che nel tempo
hanno portato al crollo di una falda ed alle deformazioni e mancanze di elementi in PROSPETTO NORD PROSPETTO NORD-OVEST
quella ancora presente.
vista sud
I serramenti
In questo edificio, l’unica apertura ancora munita di serramento esterno originale è la
porta di accesso al primo piano, posta sul lato nord-est. Si tratta di una semplicissima
porta in tavole di legno di castagno, poste orizzontalmente su di una intelaiatura
interna anch’essa lignea.
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PROSPETTO SUD-EST PROSPETTO SUD-OVEST
vista ovest
vista nord ovest
PIANTA PIANO TERRA PIANTA PIANO PRIMO
Lotto 3 - Edificio 2 Volte e solai
L'edificio risulta di tipologia aggregata, composta da una cellula muraria disposta con Nell’edificio in oggetto non sono rimaste integre né le volte né i solai originali. È solo
asse principale lungo il pendio,sviluppata su due livelli e con tetto a capanna; e da un possibile ipotizzare, dall’andamento dei muri esistenti e dalle arcate ancora visibili,
ampliamento laterale, composta da una piccola cellula muraria addossata alla princi- che fosse presente una volta a botte come elemento di separazione tra piano terra e
pale, in origine probabilmente coperta da unica falda con spiovente laterale. primo piano.
Difficile è la ricostruzione delle funzioni originarie; certamente di impianto agricolo, con
stalla al piano seminterrato, con ampio locale coperto da volta a sesto assai ribassato, e Il tetto
locali fienili al piano superiore. La presenza di accessi (tutti esterni) di modeste dimen- In questo edificio si è verificato il crollo completo della copertura, che è comunque
sioni fa supporre l'utilizzo promiscuo con alcune funzioni abitative, magari ricavate in possibile ipotizzare in struttura lignea e manto di copertura in lose per gli elementi
porzioni di locali agricoli (anche se tale ipotesi sembrerebbe poco suffragata dalla accumulatisi all’interno del fabbricato stesso.
carenza di finestre e aperture). Dell'aggregato laterale, con probabile iniziale funzione La forma del tetto a capanna è facilmente deducibile dal timpano rimasto intatto sul
di deposito o crottino, si nota come la discontinuità muraria rispetto al corpo princi- volume principale, mentre è più difficile risalire al tipo di copertura presente in origine
pale ne attribuisca un'edificazione certamente successiva, testimoniata inoltre da una sul piccolo volume adiacente. Si può ipotizzare una copertura a falda unica, inclinata
modesta cura del paramento murario. Paramento che nel corpo principale sembra verso sud, sempre co struttura lignea e manto in lose.
essere più solido e ben apparecchiato.
vista nord vista est
I serramenti
Le murature Nelle aperture di questo edificio non sono più presenti i serramenti originali.
I setti murari perimetrali di questo edificio, composto da due volumi di differenti
dimensioni semplicemente accostati tra loro, presentano crolli di una certa rilevanza
solo nei fronti nord e sud, ma tali da non pregiudicare la leggibilità della composizione
spaziale originaria. Per quanto riguarda lo sviluppo in alzato, è possibile risalire alla
composizione originaria del volume più ampio, mentre di difficile interpretazione
risulta essere il volume più piccolo, in origine probabilmente coperto da un tetto ad
una sola falda. La posa delle pietre è avvenuta tramite l’ausilio di legante, ancora ben
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visibile in porzioni estese dei fronti sud e ovest, mentre si è persa ogni traccia di un
eventuale intonacatura esterna.
Le murature presentano profonde fessurazioni, in un caso anche passanti, in prossi-
mità dei cantonali, e dovute probabilmente ad un non perfetto ammorsamento delle
pareti tra loro, sebbene si noti la corretta posa delle pietre d’angolo a 90°. È opportuno
segnalare, inoltre, il semplice accostamento del piccolo volume alla muratura dell’e-
dificio principale, testimoniato dallo scuretto verticale che corre fino alla sommità del
paramento murario ancora esistente, visibile sul prospetto est del fabbricato. vista nord est vista sud ovest
Per quanto riguarda i degradi, è diffusa su tutti i setti murari, ma in particolar modo
su quelli esposti a nord, la presenza di muschi, licheni e vegetazione.
Le aperture
In questo edificio le aperture sono di più difficile lettura, in quanto i crolli della muratura
permettono oggi solo di ipotizzare la loro dimensione.
Il prospetto est presenta due piccole finestre, in corrispondenza del piano terreno, di
dimensioni ridottissime, rispettivamente 60x50 cm l’apertura nel volume secondario,
e 45x35 cm quella nel volume principale. Si ipotizza inoltre la presenza di una porta
di accesso al volume secondario, testimoniata oggi solo dalla regolarità delle pietre
in corrispondenza dell’apertura visibile, avente una larghezza di 90 cm.
Le uniche altre due aperture presenti si trovano sul prospetto nord; una è ancora di
chiara lettura, in quanto è ancora presente l’architrave ligneo originario, ed è la porta
che permetteva l’accesso ad piano terreno del volume principale, avente dimensioni
160x80 cm. La seconda è solo ipotizzabile dalla presenza della sola soglia originale in
pietra, che doveva permettere l’accesso al primo piano del volume principale, alla vista est vista ovest
quale si arrivava tramite alcuni scalini in pietra, oggi ancora parzialmente visibili.
PROSPETTO NORD PROSPETTO NORD
PIANTA PIANO TERRA
86 87
PROSPETTO SUD PROSPETTO SUD
PIANTA PIANO PRIMO
Lotto 3 - Edificio 3 - 4 - 5 Le aperture
Esempio di edificio aggregato, la cui evoluzione rispecchia l'implementata l'esigenza di Questo edificio è quello di maggior pregio dell’intero lotto per quanto riguarda le
vani abitabili o agricoli venutasi a formare durante l'espansione demografica di fine aperture, perché ne presenta una notevole varietà, e testimonia pienamente i criteri
Ottocento, il complesso risulta infatti frutto di accrescimento in tappe successive di un tradizionali di realizzazione delle bucature in pieno accordo con quanto specificato
originario e autonomo corpo di fabbrica posto a sud est e configurabile da una origina- nella parte generale riguardante le caratteristiche architettoniche.
ria composizione a scaletta, lungo il pendio, di due cellule pressoché simili. Il tipo edilizio Il fronte est è quello più articolato e ricco in termini di aperture, purtroppo oggi solo più
a scaletta, diffuso nella borgata e in altre borgate circostanti, è probabile supporre fosse presenti nella parte terminale del fabbricato. Ci si trova in presenza di una notevole
quello primitivo, associato alla prima fase di colonizzazione dei territori; che poi tale fase, varietà di aperture, differenti per forma e posizione rispetto al piano di calpestio, tutte
come nel caso di Paralu, fosse assai tarda nell'ambito di un più generale processo di con architrave ligneo molto sporgente rispetto agli spigoli delle bucature, in modo
antropizzazione di territori montani, poco importa. Resta da sottolineare come tale tale da bilanciare la verticalità delle stesse.
modello venisse ancora adottato, probabilmente nel XVIII secolo, per una certa duttilità La sistemazione delle aperture a divere altezze fa pensare che il fabbricato sia stato
di adattamento alle condizioni orografiche e per empiriche ma testate rispondenze costruito per aggiunte successive, seguendo l’andamento del terreno, come si può
sotto il profilo strutturale. Mal si adattava però alle variazioni climatiche che tanto incisero notare dal diverso piano di imposta delle due porte di ingresso al piano terra.
anche sulla variazione dei tipi edilizi. Infatti, all'interno di questo nucleo, troviamo associato Sul prospetto nord è presenta una singola porta di ingresso, di dimensioni generose
anche l'altro tipo edilizio assai diffuso, quello della casa in linea, da costruire là dove la rispetto a quella che era la norma in questi ambienti (175x90 cm), raggiungibile in origine
conformazione orografica lo consentisse, per adottare anche in alta quota quel sistema solo tramite una scala esterna, che permetteva di accedere al primo piano del fabbricato.
costruttivo proprio degli edifici agricoli di bassa valle e di pianura assai più legati al soleg- Le uniche altre aperture oggi visibili sono poste sul fronte sud, di difficile interpretazione.
vista nord vista sud
giamento diretto. Con una serie di cellule edilizie realizzate a schiera, lungo una direttrice Sicuramente era presente la porta di accesso al piano terreno, oggi ancora ben visibile,
principale quale poteva essere un tracciato o (come in questo caso) una corte a sviluppo affiancata però da una seconda apertura alta e stretta, realizzata probabilmente per
lineare, gli edifici mostravano al sole una lunga cortina su cui si aprivano finestre, ingressi, aumentare l’apporto luminoso all’interno, ma di difficile comprensione per quanto
fienili aperti e su cui si organizzavano balconi ed essiccatoi. riguarda la forma. C’è poi una seconda porta, oggi priva di architrave, in corrispondenza
La lunga manica che di questo complesso si può ancora intuire (specie dai tracciati del primo piano, di cui però non si può risalire se fungesse da ingresso, in quanto non
murari residui), orinetata con fronte continuo verso est/sud-est è infatti l'applicazione del sono presenti strutture che facciano pensare ad una scala esterna che portasse alla
sistema a schiera, prolungato in questo caso fino in aderenza all'originario nucleo a quota di imposta della soglia.
scaletta. Nell'ambito della stessa manica a schiera, si possono inoltre individuare fasi
costruttive diverse, evidenziate da discontinuità murarie, che porterebbero a pensare ad Volte e solai
una crescita progressiva lungo la direttrice da sud verso nord. Interessante la confor- Nell’edificio in oggetto non sono rimaste integre né le volte né i solai originali. È solo pos-
88 89
mazione muraria dell'ultimo blocco costruito, che per permettere il transito incluso tra sibile ipotizzare, dai materiali accumulatisi sul piano di pavimento, che in origine fossero
gli edifici, presenta una muratura di impianto curvo. Tutta la manica a schiera era origi- presenti orizzontamenti lignei, con travi di legno portanti un semplice tavolato ligneo.
nariamente sviluppata su due livelli e coperta da tetto a capanna. A ridosso del fronte
principale sono ancora visibili i basamenti delle scale che permettevano l'accesso, Il tetto
attraverso balconi e ballatoi, ai vani del piano primo. In questo edificio la porzione maggiore della copertura è crollata, ed anche in questo
caso risulta difficoltoso risalire a quale fosse la conformazione originaria. Si può ipo-
Le murature tizzare una tetto a capanna suddiviso in due gradoni per quanto riguarda il volume
L’edificio 3.3 è quello più articolato e complesso per quanto riguarda la disposizione dei che si sviluppa lungo la linea di massima pendenza, in coerenza con gli altri esempi
volumi, ma allo stesso tempo è quello che si presenta nel peggior stato di conservazione, vista est analoghi di edifici alpini che seguono in questo modo l’orografia del terreno. vista ovest
con evidenti crolli estesi a tutto il volume posto sulla linea di massima pendenza. Nella manica che si sviluppa lungo le isoipse è rimasta intatta la porzione terminale del
Fortunatamente è ancora leggibile, per quanto riguarda questa porzione, la disposizione tetto originale, che presenta caratteristiche tipiche dell’architettura alpina. La struttura,
spaziale dell’edificio originario, mentre è solo possibile ipotizzare il suo sviluppo in alzato, coerentemente con le altre presenti nella borgata, è in legno di castagno, con orditura
probabilmente composto in origine da due volumi indipendenti, disposti a gradoni sul secondaria e "lattes" di sostegno al manto in lose, ma in più qui si registra un elemento
fianco della montagna e coperti da due semplici tetti a capanna sfalsati tra loro. non presente in altri edifici di Paraloup. Si tratta della"pantalera", la porzione di falda
Crolli estesi interessano anche il volume disposto lungo le isoipse, in particolar modo molto aggettante rispetto al filo esterno del fabbricato, sostenuta in questo caso da
il fronte ovest, non più visibile quasi interamente. È possibile comunque ricostruire la montanti incastrati in nicchie ricavate nel paramento murario, un elemento «(…) parti-
disposizione sia spaziale che volumetrica di questa porzione di fabbricato, ancora visibile colarmente ricco di interessi formali, materici e chiaroscurali, che si configura come
null’unica porzione di edificio rimasta totalmente edificata come in origine. incisivo coronamento delle facciate.» 24
Anche in questo caso la posa delle pietre è avvenuta tramite l’utilizzo di legante, e nel- È verosimile ipotizzare che l’intera manica in questione fosse coperta, in origine, da un
l’estremità terminale del fronte est e sul fronte nord è ancora possibile riscontrare la pre- tetto a capanna con orientamento analogo a quello ancora presente.
senza dell’intonaco grezzo originale. Profonde fessurazioni di riscontrano su tutti i pro- Per quanto riguarda i degradi della copertura esistente, non si riscontrano particolari
spetti del fabbricato, unitamente ad evidenti fuoribiombo, dovuti probabilmente al movi- problemi per la falda esposta a ovest, mentre la falda esposta ed est presenta un crollo
mento dei muri avvenuto durante i crolli. Si può ipotizzare che l’edificazione di questo parziale, dovuto alla marcescenza degli elementi lignei.
complesso edificio sia avvenuta in fasi successive, per semplice giustapposizioni di volumi,
come testimonia lo scuretto sul fronte est che separa la facciata in due parti distinte. I serramenti
Per quanto riguarda i degradi, non si riscontrano particolari problematiche di deteriora- In questo edificio, caratterizzato dalla presenza di numerose aperture di diverse
menti dovuti ad agenti biodeteriogeni sulle murature rimaste intatte, mentre si rileva la vista est dimensioni, rimane visibile solo più il telaio mobile di una piccola finestra, a due ante
presenza di vegetazione infestante tra gli accumuli di materiali dovuti ai crolli. con suddivisione dei vetri in quadrati.
PIANTA PIANO TERRA
PROSPETTO NORD
90 91
PIANTA COPERTURA
PROSPETTO SUD
Lotto 3 - Edificio 6
La costruzione costituisce un esempio di edificio isolato con colmo orientato lungo
il pendio, ma con alcune singolarità.
Il suo impianto murario pseudo-rattangolare presenta modesta profondità rispetto
ad altri fabbricati dello stesso tipo, probabilmente per via della conformazione del
pendio, che avrebbe richiesto eccessivo sbancamento. Inoltre gli accessi principali
sono tutti collocati sul lato verso valle (il crollo del muro a monte non permette di
verificare la presenza di un ulteriore accesso retrostante), condizione anomala per
edifici a scaletta che solitamento sfruttavano la pendenza laterale del terreno.
Rimane integro lo schema distributivo classico, con stalla e locali agricoli al piano
seminterrato, coperto da volta ribassata, e camere e fienile al piano superiore. Tipico
edificio ad originario uso stagionale, con vani proporzionati al periodo di sfruttamento,
non è escluso che abbia poi subito un più prolungato utilizzo in corrispondenza di
quella fase storica a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in cui la pressione demografica fu
effettivamente esuberante rispetto alle risorse locali. L'utilizzo dell'intonaco almeno
sui fronti principali in corrispondenza di vani abitabili ne suffragherebbe l'ipotesi. Ad vista nord
una più attenta osservazione, tracce di un rimaneggiamento complessivo dell'edificio
sono visibili sul fronte a valle, con occlusione di originarie aperture e sopraelevazione
PROSPETTO EST completa della copertura (avvenuta forse per ampliare la capienza interna?).
L' introduzione di chiavi di rinforzo testimoni di interventi per consolidare l'edificio
fanno dubitare sulla stabilità del substrato, veicolo di probabili cedimenti.
Le murature
Questo edificio, di semplice forma, è rimasto in buono stato di conservazione, in
92 quanto tre setti murari perimetrali sono ancora completamente presenti, mentre si 93
registra il crollo del fronte ovest. In questo caso la ricostruzione spaziale e volumetrica del
fabbricato è di semplice deduzione, in quanto è ancora intatto il fronte principale con
in evidenza il profilo triangolare che testimonia la presenza, in origine, di un semplice
tetto a capanna. La tecnica costruttiva è la medesima degli edifici precedentemente
descritti, ma in questo caso è possibile notare la presenza di estese parti di intonaco
grezzo originale, in particolar modo sul prospetto est.
Si registra la presenza di fessure, in nessun caso passanti, su tutti e tre i paramenti vista est
murari, ma tutte di ridotta estensione. Non si nota la presenza di particolari degradi
sui paramenti murari in pietra rimasti intatti, mentre si riscontra la presenza di muschi
sulle porzioni intonacate. È diffusa, in special modo all’interno dell’edificio dove si è
verificato accumulo di materiali, la presenza di vegetazione infestante.
Le aperture
In questo edificio le aperture sono tutte concentrate sul fronte est, e sono molto
differenti per dimensione e posizione. La porta di ingresso, di dimensioni 150x75 cm,
è affiancata sulla sinistra da una piccolissima bucatura con architrave lapideo. Alla sua
destra invece si aprono due piccole finestre quadrate, sovrapposte l’una sull’altra,
racchiuse da un’unica apertura rettangolare di dimensioni 160x120 cm, alla cui
sommità era sistemato un piccolo pianerottolo di arrivo della scalinata esterna.
PROSPETTO OVEST
Questo sistema ingegnoso permetteva quindi di raggiungere il primo piano del
fabbricato, ed allo stesso tempo di garantire un maggior apporto luminoso al piano
terreno tramite le due piccole aperture. In corrispondenza del primo piano si trovano
due aperture, una porta di ingresso di insolite proporzioni (180x130 cm), affiancata
vista sud ovest
sulla sinistra da una piccolissima finestra quadrata.
Volte e solai
Nell’edificio in oggetto non sono rimaste integre né le volte né i solai originali. È solo
possibile ipotizzare, dai materiali accumulatisi sul piano di pavimento, che in origine
fossero presenti orizzontamenti lignei, con travi di legno portanti un semplice tavolato
ligneo.
Il tetto
Analogamente all’edificio 3.2, anche in questo fabbricato la copertura è completa-
mente crollata, ma dal timpano del fronte est è possibile intuire che in origine fosse
a capanna.
Dagli elementi lignei e dalle lose accumulatesi all’interno del volume, è semplice risalire
al tipo di struttura ed al manto di copertura realizzati al momento della sua edificazione.
I serramenti
Nel fabbricato in questione l’unico serramento rimasto inalterato è la porta di ingresso
al piano terreno, di disegno semplicissimo e lineare, con tavole di castagno poste vista ovest
orizzontalmente su una intelaiatura interna, arricchita però in questo caso da una
apertura di forma quadrata per aumentare l’apporto luminoso all’interno.
PROSPETTO NORD PROSPETTO EST
94 95
vista nord ovest
PROSPETTO SUD PROSPETTO SUD
PIANTA PIANO TERRA
Lotto 3 - Edificio 7 Il tetto
L'edificio è costituito da una cellula isolata, impostata su un impianto pseudo rettan- La copertura, in parte crollata e poi ripristinata, è composta da due falde a capanna,
golare, e sviluppata su due livelli. L'edificio, non si configura esclusivamente come con colmo orientato lungo il pendio. La travatura principale è composta da colmo,
pertinenza agricola, ma risulta piuttosto composto da una stalla a piano seminterrato e costane e dormienti, con passafuori anteriori per sorreggere lo sporto del tetto sul
parti miste agricole abitabili (forse una camera con fienile) al piano superiore. lato a valle, realizzato per proteggere il fronte e la scala di accesso.
Certamente la sua conformazione, cellula minima con tetto orientato lungo al massima Il manto era originariamente realizzato in losette di spessore variabile e di estrazione
pendenza, rappresenta il prototipo dell'edificio di alpeggio, spesso attribuito ai tipi locale.
insediativi più antichi. In questi edifici la permanenza di persone e animali nei periodi
estivi avveniva negli stessi locali.
La sua dimensione e la composizione della facciata a valle sembrerebbero invece I serramenti
testimoniare il contrario. La presenza degli accessi organizzati sullo stesso fronte prin- I serramenti sono in parte assenti e in parte degradati, ma si poteva notare fino a
cipale, senza sfruttare la pendenza del terreno propria dei fronti laterali, e serviti da pochi anni fa, ancora il portone originale di accesso al piano primo, realizzato in legno
una scala in muratura esterna è tipica delle case in linea tardo ottocentesche. di castagno con perni di rotazione inseriti nelle apposite sedi (architrave e soglia).
Le due componenti generano quindi un manufatto ibrido, un tipo edilizio comunque
interessante e riscontrabile in un altro edificio della borgata, posto poco più a valle.
vista nord est vista sud
Non essendoci particolari indicazioni documentarie sul periodo di edificazione, i
ragionamenti porterebbero a collocarlo al XIX secolo, o forse prima, in virtù della sua
conformazione. Certo è che il suo saltuario utilizzo fino agli ultimi decenni del
Novecento e una sorta di manutenzione diffusa hanno permesso di conservarne
almeno le strutture.
Le murature
Le murature sono ben apparecchiate, con pietrame sbozzato che raggiunge dimen-
96 97
sioni considerevoli nei cantonali. Le pietre sono legate da malta di calce povera, con
inerti terrosi ed è presente un diffuso utilizzo dell'intonaco, anche esso a base di terra
locale, specie per le superfici corrispondenti ai locali seminterrati.
Il crollo di parte della copertura, poi ripristinata nell'ultimo periodo, non aveva inficiato la
solidità delle murature.
Le aperture vista est vista sud
L’edificio presenta, sul fronte a valle, una porta di ingresso e una finestra al piano
seminterrato e un portone e un'altra finestra (piuttosto piccola e a feritoia) al piano
superiore. Non sono presenti altre aperture, nemmeno sul fronte sud che risulta essere il
più esposto e soleggiato. La composizione di facciata del fronte est, che risulta essere
quindi quello principale, è asimmetrica ma nel complesso semplice, anche se movi-
mentata dal blocco scale addossato e composto da rampa e maschio murario in
muratura e passerella in legno.
Volte e solai
Il locale al piano seminterrato è coperto da un solaio in legno (questo farebbe pro-
pendere per una formazione più antica dell'edificio), composto da travature e
tavolato in castagno. Centralmente, a tagliare le luci delle travi, corre una trave
rompitratta, che si vede sporgere in testata nelle apposite sedi murarie sui fronti nord
e sud. Il tutto è stato consolidato mediante inserimento di un tirante metallico (opera
degli ultimi decenni). vista sud est vista ovest
PROSPETTO NORD
PROSPETTO EST
98 99
PROSPETTO OVEST
PROSPETTO SUD
Lotto 3 - Edificio18
Ciò che resta dell'edificio, ovvero una imposta di muratura perimetrale, sviluppata
prevalentemente su tre lati, può far supporre quale fosse la sua originaria consistenza:
risultava probabilmente composto da una cellula pseudo-rettangolare, con murature in
pietrame a sostegno del tetto a capanna e di un probabile solaio intermedio. Nelle
tracce di muratura sul lato nord, dalla presenza di una pietra che fungeva da soglia, si
intuisce la posizione di una porta di accesso.
Allo stato attuale è assai difficile comprendere se l'edificio fosse una pertinenza agricola
o se ospitasse anche vani abitativi, anche se la sua posizione parzialmente isolata
potrebbe far propendere per la prima ipotesi. Altrettanto difficile è ipotizzare il suo
periodo di costruzione.
Il fatto che sia deteriorato prima e in modo più completo rispetto agli altri edifici
circostanti, può far pensare ad un edificio di edificazione recente, di minor qualità,
e assai poco utilizzato e quindi non oggetto nel corso del tempo di quella manuten-
zione di base che ne avrebbe preservato almeno l'impianto strutturale. L'assenza
vista nord est
in prossimità del materiale di crollo (pietrame, legni, lose) potrebbe avvalorare l'ipotesi
che l'edificio sia stato abbattuto e il materiale di spoglio impiegato in altre edificazioni
nell'ambito della borgata.
PROSPETTO PIANTA
Le murature
Il residuo di muratura, presente sui lati nord, est e sud, si compone di pietrame legato con
malta a base di calce e terra e in parte apparecchiato quasi a secco.
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Le aperture
Non sono intuibili a causa del crollo totale.
Volte e solai
Non sono intuibili a causa del crollo totale.
vista sud ovest
Il tetto
La conformazione non è intuibile a causa del crollo totale. si può ipotizzare una
sua conformazione a capanna, con due falde e colmo orientato lungo la massima
pendenza del terreno.
I serramenti
Non sono presenti a causa del crollo totale.
foto sedime
Lotto 4 - Edificio 15
Si tratta di una tipologia aggregata composta da tre cellule edilizie posizionate in
linea lungo le curve di livello, è il secondo nucleo in ordine di importanza presente
all'interno del lotto 4, posizionato a monte rispetto al centro della borgata di
Paraloup.
L'edificio è ormai ridotto in stato di rudere, ma attraverso il prospetto a valle, quello
che ha mantenuto maggiori porzioni di muratura intatta, si può dedurre a grandi
linee il volume di ingombro, il numero dei piani e la posizione delle principali aperture.
L'edificio aveva verosimilmente una destinazione agricola.
Le murature
La cellula originale è quella più grande posta al centro, ad essa successivamente
sono stati addossati sui lati gli altri due corpi di fabbrica, di cui quello a sinistra,
guardando verso valle, non è che un cumulo di macerie.
L'edificio più grande era impostato su due piani, di esso rimangono ancora porzioni
vista nord - est
di muratura dei tre setti verso valle mentre è completamente crollato quello a monte.
La muratura realizzata in pietre a spacco con l'ausilio di pochissima malta, ha uno
PROSPETTO NORD - EST PROSPETTO SUD _ OVEST
spessore di circa 60 cm. Non si riscontra ne all'interno ne all'esterno delle murature
l'utilizzo di intonaco.
Il secondo edificio impostato anch'esso su due piani era decisamente più piccolo,
sia in pianta che in alzato, rispetto alla cellula edilizia principale. Anche in questo
caso rimangono soltanto alcune parti dei due muri a valle mentre quello a monte
è completamente crollato.
102 103
Le aperture
Nellla cellula centrale sono ancora ben leggibili le aperture, posizionate sul lato a
valle. Sono tre di cui due una porta e una finestra, dimensioni 65x60 cm, fanno parte
del piano terra. La terza posizionata in linea con la finestra sottostante fungeva da
ingresso al piano superiore, attraverso una scala esterna.
Il secondo corpo di fabbrica addossato al primo sul lato a destra presenta ancora due
porte di ingress, di diversa dimensione, allineate in verticale ricavate dallo stesso
taglio murario e separate tra loro da una trave in legno che fungeva da architrave per vista sud - est
quella sotto e da soglia di ingresso per quella sopra.
Volte e solai
In questo edificio non erano presenti volte a botte. I due piani erano separati da un
solaio ligneo, ora completamente crollato.
Il tetto
Non rimane più alcuna traccia del tetto completamente crollato. Si può però intuire,
dalla presenza dei due timpani della cellula edilizia più grande, che avesse il colmo
PROSPETTO SUD - EST PIANTA
orientato in direzione parallela alle curve di livello del terreno Invece il secondo
fabbricato era più probabilmente coperto un'unica falda posizionata in direzione
perpendicolare rispetto alla precedente, quindi con il colmo rientato lungo la
massima pendenza del terreno.
I serramenti
Nessuna delle aperture ancora esistenti a conservato il proprio serramento.
Lotto 4 - Edificio 16
L'edificio è ormai in stato di rudere. Ciò che resta, ovvero la base di porzioni di murature,
può dare solo alcune sporadiche indicazioni sulla sua originaria consistenza. È inoltre
probabile che la sua parte residua fosse solamente una porzione di un edificio più
ampio, esteso verso monte. In ogni modo, ciò che resta fa intuire una cellula psudo
rettangolare, impostata con il lato maggiore lungo le isoipse. Si scorgono setti murari
interni che ripartivano il modesto locale in ambiti precisi. Tale divisione, unitamente
alla collocazione seminterrata del manufatto, potrebbe far pensare ad un suo utilizzo
come pertinenza agricola (crottino, deposito, piccola stalla), con ripartizioni di funzioni.
Interessante notare come il lato verso nord presenti significative tracce di nero fumo,
il che potrebbe far pensare all'utilizzo dell'edificio anche in chiave di essiccatoio.
Ciò che resta non fa intuire se ci fosse (come probabilmente era) un piano soprastante.
Sembra inoltre che il muro lato nord continuasse verso monte, a delimitare e formare
un'altra porzione di fabbricato.
I detriti ricoperti di terra, limitrofi e addossati all'edificio potrebbero far pensare ad un
vista nord
crollo non recente.
Le murature
Il residuo delle murature, in parte seminterrate, si compone di pietrame legato con
malta a base di calce e terra e in parte apparecchiato quasi a secco.
Le aperture
Nonostante il crollo totale, si può intuire una apertura di ingresso sul lato a valle.
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Volte e solai
Non sono intuibili a causa del crollo totale.
Il tetto
La conformazione non è intuibile a causa del crollo totale. Si può ipotizzare una sua
conformazione a capanna, con due falde e colmo orientato lungo le isoipse.
I serramenti vista sud est
Non sono presenti a causa del crollo totale.
vista sud
Lotto 4 - Edificio 17 Il tetto
L'edificio in esame fa parte del lotto 4, un piccolo gruppo di case collocato più a Il tetto a capanna dei due edifici, in entrambi i casi ha il colmo orientato in direzione
monte rispetto al nucleo principale della borgata Paraloup. parallela alle curve di livello del terreno. Soltanto una parte del tetto del secondo
Si tratta in questo caso di un aggregato di tre cellule edilizie posizionate in linea edificio è crollato, in corrispondenza della piccola cella retrostante.
lungo le curve di livello. Delle tre cellule originarie ne restano soltanto due mentre la Il manto di copertura è realizzato con lastre di pietra a spacco di forma irregolare e
cellula più piccola, forse anche la più recente, è ora completamente crollata e se ne dimensione piuttosto piccola.
può intuire solo l'ingombro in pianta. Il manto appoggia su una prima serie di tavole, lattes, poste ortogonali rispetto ai falsi
L'intero aggregato aveva una destinazione agricola. I due edifici ancora integri hanno puntoni in legno di castagno che insieme alla trave di colmo e alle costane formano
forma e dimensione diversa. L'edificio più grande posto sul lato a nord -est, è sviluppato la struttura primaria e portante del tetto.
su due piani, di cui il piano terra voltato, era adibito a stalla.
Il secondo edificio accostato al primo è anch'esso sviluppato su due piani ma l'altezza I serramenti
è nel complesso minore rispetto al primo. Sul retro è presente una piccola cella con Tutte le aperture, tranne l'unica situata sul lato a monte, sono dotate di porte realizzate
ingresso indipendente raggiungibile dal lato a monte. con tavole di legno di castagno sistemate in posizione orizzontale. La finestra del primo
Entrambi i fabbricati hanno la linea di colmo del tetto parallelo alle curve di livello. edificio invece è ancora dotata di grata in ferro ma non è più presente il serramento.
vista nord est vista nord ovest
Le murature
I setti murari dell'edificio più grande non hanno subito vistosi danni. Essi sono stati
realizzati con pietre a spacco di piccole dimensioni, posate con l'ausilio di pochissimo
legante a base di malta. Si può notare una certa cura nella posa delle pietre e una
buona uniformità dei corsi orizzontali, questa cura ha sicuramente influito sulla
buona conservazione della muratura. Interessante è la scala esterna completamente
realizzata in muratura di pietra, che serviva come collegamento verticale con il piccolo
ballatoio posto al primo piano, dove era collocata la porta d'accesso all'abitazione.
Il secondo edificio, più piccolo rispetto al primo, presenta una minore integrità della
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muratura. I setti sono stati realizzati utilizzando pietre a spacco di pezzatura mista, la
posa in opera alquanto irregolare non ne ha favorito una buona connessione. In più
parti ora la muratura risulta fessurata e sconnessa, questo giustifica anche l'impiego
in più punti di abbondanti quantità di malta utilizzata per riprendere e ricucire le
numerose disgiunzioni murarie.
Il terzo edificio invece è completamente crollato e ora se ne può soltanto leggere la
forma in pianta.
vista sud est
Le aperture
Nel primo edificio sono presenti quattro aperture di cui una è una finestra e tre sono
porte di ingresso di modeste dimensioni. La finestra ha dimensioni di 80x110 cm si
trova al piano terra sul lato a sud-est.
La prima porta è collocata accanto alla finestra al primo piano, serviva come ingresso
alla stalla e ha una larghezza di un metro per un altezza di 175 cm.
La seconda accessibile attraverso il ballatoio al primo piano, sul lato a sud-est ha una
dimensione di 100x200 cm ed è sormontata da un architrave in legno.
L'ultima porta conduce all'interno della stessa stanza della precedente, ma dal lato
opposto, serviva per permettere l'acceso al locale anche dal lato a monte.
Il secondo edificio presenta in totale quattro aperture, di cui una è una piccola finestra,
sul lato a sud-est, ora è tamponata.
Le altre sono porte di ingresso. Il piano terra è dotato di una piccola porta sul lato a
sud-est di dimensioni 80x150 cm. Allineata ad essa è presente un altra apertura al
piano superiore, con una dimensione di 80x160 cm, essa era raggiungibile attraverso
le scalinata in pietra. vista sud ovest
La terza apertura è posta sul retro e serviva per l'accesso alla cella indipendente.
PROSPETTO NORD - EST PROSPETTO NORD _ OVEST
PIANTA PIANO PRIMO
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PROSPETTO SUD - EST PROSPETTO SUD - OVEST
PIANTA PIANO TERRA
Note biografiche
Daniele Regis Giancarlo Allen Roberto Olivero
Daniele Regis, laurea con lode in Architettura al Sin dalla laurea conseguita con lode presso la Facoltà Roberto Olivero, 1976, laureato in Architettura presso il
Politecnico di Torino, relatore Roberto Gabetti, dottore di Architettura Leonardo del Politecnico di Milano con Politecnico di Torino nel 2002, esercita la professione
di ricerca (tutor Roberto Gabetti, Carlo Olmo. Andreina relatore Alberto Magnaghi, si occupa della relazione occupandosi delle relazioni tra l'architettura tradizionale
Griseri) e post Ph.D (Tutor R. Gabetti) in Storia dell’ar- stretta tra architettura, ambiente, società. e quella contemporanea. Alcune tra le realizzazioni: il
chitettura e dell’urbanistica, è professore aggregato in Questo tema attraversa costantemente l’attività di Recupero dell'edificio medioevale signorile in borgata
Composizione Architettonica e urbana e coordinatore ricerca, didattica e di progettazione con un impegno Castellaro, con destinazione casa-museo sulle tecniche
dell’Atelier di progettazione architettonica del Corso rivolto, da oltre venti anni, in modo pressoché esclusivo costruttive alpine - Celle Macra, il Progetto "Lanterna della
di Laurea in Architettura per il Progetto sostenibile alla costruzione di un pensiero "naturale" delle attività memoria", Copertura cimiteriale - Vignolo, il Recupero del
presso il Dipartimento Architettura e Design del umane di trasformazione del territorio. Mulino della Riviera, a fini produttivi e didattici - Dronero.
Politecnico di Torino. Svolge attività di ricerca sui temi Attivo in questo settore come autore di numerosi Collabora da anni con la Facoltà di Architettura nel
del progetto di architettura in contesti caratterizzati progetti realizzati, di interventi sulla stampa periodica, di corso di Progettazione architettonica e Progettazione
dall’abbandono. Membro dell’Istituto di Architettura conferenze in diverse sedi in Italia, come responsabile del paesaggio e, in qualità di ricercatore e consulente,
Montana. È stato responsabile scientifico di convegni di attività didattiche e editoriali, di ricerca e di formazione con enti locali, come l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira,
e mostre nazionali e internazionali sui temi della professionale di respiro nazionale. in riferimento al tema del paesaggio costruito dei
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progettazione sostenibile. Dal 1998 è professore a contratto di progettazione territori montani. Autore del volume Macchine ad
Tra i volumi pubblicati: Augusto Romano architetto ambientale presso la prima Facoltà di Architettura acqua. Mulini in Valle Maira, 2009, ha partecipato ad
(con L. Battaglia); Costruire nel paesaggio rurale alpino, "Leonardo" del Politecnico di Milano. altre pubblicazioni tra cui l'Atlante dell'edilizia montana.
Il recupero di Paralup luogo simbolo della resistenza Responsabile a Milano e in altre città ininterrottamente La valle Maira (a cura di C. Bonardi) e La valle Stura (a
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occidentali (con A. De Rossi e L. Mamino); Spazi pubblici legale dal 1989 al 2010 di anab architetturanaturale,
eccellenti in provincia di Cuneo (con L. Mamino); la prima associazione nata in Italia nel 1989 sul tema
Torino e la via diagonale, culture locali e culture inter- dell’ architettura bio eco logica.
nazionali nel secolo XIX. Fondatore e direttore responsabile dal 1997 al 2010
E autore di 120 pubblicazioni scientifiche molte sui della rivista "l’ architettura naturale" trimestrale inter-
temi di architettura montana e articoli di critica sul nazionale di progettazione ecologica. Direttore della
progetto di architettura in riviste internazionali. rivista "quaderni di architettura naturale".
Negli ultimi anni si occupa della costruzione di un
percorso di critica ambientale dell'architettura partendo
dal pensiero che l’unica architettura sostenibile è
quella non costruita e che l’impegno contemporaneo
per gli architetti è imparare come costruire senza
costruire.
Finito di stampare nel mese di ottobre 2012
presso Arti Grafiche DIAL
Mondovì (CN)

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