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Organon
Parte I
Ἀριστοτέλης
(Stagira 384/3 a.C. – Calcide 322/1 a.C.)
ORGANON
LA LOGICA
• Se per molti versi Aristotele può A è vero di tutti i B
B è vero di tutti i C
ergo, A è vero di tutti i C 1
essere considerato l’inventore
della logica come disciplina
autonoma, vanno però tenuti in
debito conto i contributi dati da A B C
vari pensatori precedenti, tra i
quali Parmenide, Zenone di
Elea, i megarici, i sofisti, Socrate
e Platone.
________________________________
1. Rappresentazione mediante i diagrammi di L. Euler (1707-1783) di un sillogismo di prima figura avente come premesse e conclusione
proposizioni universali affermative (Barbara). Cfr. diapositive 18-19 e 35 sgg.
3
Ma cos’è la logica per Aristotele? 4
7
Analitici Secondi – Topici – Confutazioni Sofistiche
FONDAMENTI DELLA LOGICA ARISTOTELICA 8
Nel Περὶ ἑρμηνείας (Sull’interpretazione) Aristotele individua uno specifico tipo di espressione
linguistica che risulterà di particolare interesse per la sua indagine sul linguaggio e sul pensiero,
l’ E N U N C I A T O D I C H I A R A T I V O (λόγος ἀποϕαντικός).
Dichiarativi sono, però, non già tutti i discorsi, ma quelli in cui sussiste un’enunciazione vera o falsa.
(De int. 17 a 3-4)
Confrontiamo con quanto Aristotele dice negli Analitici primi (᾿Αναλυτικὰ πρότερα), il suo trattato
sull’inferenza, laddove definisce i componenti fondamentali del ragionamento, ossia le proposizioni:
La proposizione (πρότασις1) è un discorso che afferma o che nega qualcosa rispetto a qualcosa.
(An. pr. A 1, 24 a 16)
___________________________
1. In questo contesto gli studiosi latini resero, correttamente, πρότασις con propositio, per quanto il termine possa
essere tradotto anche con praemissa, premessa.
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Invece, la logica contemporanea, riprendendo e svolgendo temi già presenti nella logica stoica
e medievale, ha operato una distinzione tra enunciato e proposizione.
Per esempio, il logico statunitense Willard Van Orman Quine (1908 –2000) considera le
proposizioni come i significati degli enunciati1.
Per orientarci nella logica contemporanea, potremmo far riferimento allo schema seguente:
________________________________
1. Cfr. From a logical point of view (1953), VI, 2.
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11
La
proposizione
è costituita da
un soggetto e un predicato
ὑποκείμενον κατηγορούμενον
Consideriamo la proposizione
Socrate è un filosofo
*
Per capire meglio iniziamo col distinguere tra individui – p.e. Paola, Francesco, ma
anche Parigi, Londra, etc. – e le proprietà che essi possono avere.
13
Per denotare gli individui e le proprietà possiamo usare due diversi tipi di simboli: 14
È utile usare lettere che corrispondano alle iniziali dell’individuo o del predicato in
esame. Per evitare possibili ambiguità si può anche far ricorso a una lingua straniera:
nella (5), onde evitare confusioni con la C di cane della (4), la proprietà è stata resa
con R riferendoci al verbo inglese run.
A questo punto possiamo riscrivere la (2) così: 15
A(p) 1 (6)
Osservando le espressioni simboliche (4) (5) e (6), possiamo notare che hanno uno
schema o una forma comune del tipo
P_ (7)
dove P indica il predicato e “_ ” denota un qualsiasi individuo al quale il predicato si
riferisce, espresso da un simbolo individuale (costante individuale). Al posto di “_ ”
possiamo benissimo scrivere una x, il segno di variabile individuale, che si può
considerare come un segnaposto indicante dove possono essere scritte le lettere che
denotano individui.
Possiamo così raffinare la scrittura della forma comune delle espressioni che stiamo
considerando
P(x) (8)
Infine volendo tornare alla nostra espressione di partenza (1) possiamo indicare una
qualsiasi proprietà con F ( tra l’altro, iniziale di funzione) e scrivere la (8) come
F(x) (9)
______________________________
1. Sono corrette anche scritture senza parentesi: Ap; Rs; Cs, etc.
• Riassumendo, la funzione proposizionale è un’espressione da cui si può ricavare –
con opportune sostituzioni – una proposizione.
• In altre parole, abbiamo una vera e propria proposizione (che è tale perché è
vera o falsa), quando è possibile sostituire una costante individuale (che sta per
un individuo) a una variabile individuale (x, y, z).
Al di là del simbolismo logico, nel mondo reale o possibile, potremmo così avere
un vero e proprio individuo caratterizzato da una certa proprietà.
• Con un ordine diverso, ma che non cambia la sostanza del discorso, rivediamo
ora i passaggi fatti:
16
Questo modo di ricavare proposizioni a partire da funzioni proposizionali è detto 17
esemplificazione.
Esso consente di formulare proposizioni singolari, come nel caso di tutti gli esempi
che abbiamo incontrato.
Perciò
Socrate è un filosofo
universali
QUANTITÀ particolari
singolari
affermative
QUALITÀ
negative
A contrarie E
I subcontrarie O
Formula mnemonica: A adfirmat, negat E, sed universaliter ambae, I firmat, negat O, sed particulariter ambae
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INTERPRETAZIONE DEL QUADRATO LOGICO 24
Tale schema grafico fu dallo studioso tedesco Carl Prantl (1820-1888) attribuito
erroneamente al filosofo neoplatonico bizantino Michele Psello (Μιχαήλ Ψελλός, 1018-1096),
e perciò è talvolta chiamato quadrato di Psello.
In realtà abbiamo reale documentazione del quadrato solo a partire dal 1250 ca. (in
William of Sherwood, Introductiones in Logicam), per quanto in testi ancora più antichi non
manchino schemi simili.
Gli enunciati contrari A ed E possono essere entrambi falsi ma non entrambi veri.
Gli enunciati subcontrari I e O possono essere entrambi veri, ma non entrambi falsi.
Gli enunciati subalterni si rapportano in modo tale che A implica I ed E implica O, ma non
viceversa.
L’ ultimo punto si può formulare anche come segue: 25
Esempio:
• Ogni (=Tutti) uomo corre (A) / Nessun uomo corre (E) sono proposizioni tra loro
CONTRARIE, possono quindi essere entrambe FALSE, ma non entrambe VERE.
• Qualche uomo corre (I) / Qualche uomo non corre (O) sono proposizioni tra loro
SUBCONTRARIE, possono perciò essere entrambe VERE ma non entrambe FALSE.
• Ogni uomo corre (A) / Qualche uomo non corre (O) e Nessun uomo corre (E) / Qualche
uomo corre (I) sono CONTRADDITORIE, non possono essere né entrambe VERE, né
entrambe FALSE perciò, necessariamente, se una è VERA, l’altra deve esser FALSA.
• Ogni uomo corre (A) IMPLICA Qualche uomo corre (I), ma non viceversa;
allo stesso modo, Nessun uomo corre (E) IMPLICA Qualche uomo non corre (O), ma non
viceversa.
LA TEORIA DELL’INFERENZA 26
Il vocabolo è formato sul tema del verbo συλλογίζομαι [συν, diventato συλ per
assimilazione + λογίζομαι, calcolo, ragiono (da λόγος, discorso, ragione, calcolo, a sua
volta da λέγω, raccolgo, enumero, dico)], abbraccio col pensiero, rifletto, considero,
calcolo, traggo la conseguenza, inferisco, deduco.
29
Sulla base di questo assunto, Aristotele distingue tra 30
• la dimostrazione scientifica
• le argomentazioni dialettiche
ragionamento
*
• Le premesse su cui si basa il ragionamento dialettico traggono il loro
fondamento dagli ἔνδοξα, ossia da conoscenze conformi all’opinione
comune e generalmente ammesse e perciò tali da riscuotere un
sensibile consenso tra coloro che partecipano a una discussione,
reale o ideale che sia, in particolare tra le persone competenti e
autorevoli.
• Leggiamo il testo di Aristotele: 32
Elementi veri e primi sono inoltre quelli che traggono la loro credibilità
non da altri elementi, ma da se stessi: di fronte ai principi delle scienze, non
bisogna infatti cercare ulteriormente il perché, e occorre invece che ogni principio
sia per sé stesso degno di fede. Fondati sull’opinione per contro sono gli elementi
che appaiono accettabili a tutti, oppure alla grande maggioranza, oppure ai
sapienti, e tra questi o a tutti, o alla grande maggioranza, o a quelli oltremodo noti ed
illustri.
(Topici I 1, 100 a 25 sgg)
33
La teoria dell’inferenza è però interessata alla struttura del ragionamento in quanto tale
ricercandone, come abbiamo già avuto modo di dire, la correttezza a prescindere dai
contenuti.
Per raggiungere questo scopo Aristotele fa uso di un suo particolare simbolismo basato
sulle lettere dell’alfabeto, A, B, C, etc., per indicare le parti dell’enunciato, al fine di
mettere in evidenza lo scheletro formale, la struttura, dell’argomentazione.
Sappiamo già che gli schemi di ragionamento deduttivo studiati da Aristotele si basano
su tre proposizioni : due costituiscono le premesse e una esprime la conclusione.
La prima premessa è detta maggiore, la seconda è detta minore, quindi possiamo iniziare
a rappresentare graficamente la forma del procedimento deduttivo nel modo seguente:
Premessa MAGGIORE
Premessa MINORE
____________________________________
Conclusione
La linea sta ad indicare che dalle premesse si trarrà una conclusione: la possiamo pensare
come Quindi… Dunque… Ergo…
Facciamo un esempio: 34
• Il termine che le due premesse hanno in comune e che non compare nella
conclusione è detto TERMINE MEDIO: questo ha la funzione di connettere le
premesse, consentendo di ricavare da esse la conclusione.
Sappiamo che Aristotele inverte l’ordine tra soggetto e predicato, perciò possiamo riscrivere lo
schema di ragionamento precedente in questo modo:
A si predica di ogni B
B si predica di ogni C
____________________________________
A si predica di ogni C
La posizione del termine medio determina la forma del sillogismo, ossia la sua F I G U R A
(σχῆμα).
35
Potendo il termine medio occupare, secondo Aristotele, tre posizioni distinte, si
avranno tre σχῆματα o figure del sillogismo
• prima figura: il termine medio è soggetto nella prima premessa e predicato nella
seconda (gli scolastici la designeranno come sub-prae);
Aristotele individuò tre figure, di cui la prima è detta perfetta e le altre imperfette, e
quindi bisognose di essere ridotte, con opportuni accorgimenti alla prima.
***
Oltre allo σχῆμα, possiamo individuare il tipo o (come verrà detto in seguito) il
M O D O del sillogismo. Esso è dato dalla tipologia qualitativa e quantitativa delle
proposizioni che lo compongono. I simboli usati per esprimere il modo, sono gli
stessi del quadrato logico: A I E O.
Riconsideriamo il nostro esempio: 39
• il suo modo sarà dato dalla tipologia delle proposizioni, ossia A A A, siamo
infatti in presenza di tre enunciati universali e affermativi.
Fine I Parte
Ideato e realizzato da
Renato Curreli
Filosofia e Storia
Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari
Una trattazione più estesa, e anche altri argomenti, possono essere trovati nel mio sito didattico. Visita:
https://sites.google.com/view/lo-studio-della-filosofia/home
Nota: Tutti i testi sono produzioni originali dell’autore. Ugualmente produzioni dell’autore sono gli schemi grafici e le mappe concettuali.
Laddove vi siano citazioni, si riporta la fonte e si rimanda alla eventuale bibliografia. L’origine delle immagini è invece Internet, a cui si rinvia
per il reperimento di ulteriori informazioni. L’autore quindi non possiede alcun diritto relativo a tali immagini e ne ha fatto uso per puri e
soli scopi didattici.