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Lezione 16 Ottobre 2017

Filologia Romanza

Come abbiamo già visto si sono contrapposti due modelli di analisi: uno ad albero genealogico (che
rappresenta un cambiamento verticale) e quello dell’onda che privilegia aspetti naturali (cambiamento
orizzontale): bisogna capire quale sia il modello da utilizzare. Per quanto riguarda le lingue romanze,
bisogna distinguere tra lingue per distanza e lingua per elaborazione. Inoltre vi è una definizione
scientifica del suono da tenere bene a mente, non si devono confondere le lettere coi suoni, i sistemi
alfabetici infatti non sono rappresentazioni perfette fono logicamente. Per esempio, “c” talvolta suona [k],
a volte […]. I foni si definiscono in base a parametri vocali (altezza e anteroposteriorità a cui si aggiunge
l’arrotondamento delle labbra); quelle più particolari sono le medio alte centrali, presenti nel rumeno, e le
medio basse centrali, presenti nel portoghese.

I parametri per le consonanti sono: modo di articolazione, luogo di articolazione (dimensione


anteroposteriore presente anche nelle vocali). Le vociali si producono lasciando liberamente il flusso
dell’aria, la lingua non tocca il palato, i denti non si chiudono mentre ciò avviene nelle consonanti occlusive
“p, b”, se i denti si attaccano al palato […].

In arabo esiste l’occlusiva uvulare dove il suono si produce nell’ugola. Per produrre le fricative, gli organi
fonatori si avvicinano ma lasciano passare l’aria (si produce un fruscio): bilabiali sorde e sonore [ɸ] e [β]
tipiche dello spagnolo; […] dentoalveolari [s] e [z]; postalveolari [ʃ] [ʒ], palatali [ç] [j] meno comuni ma
utilizzate in tedesco; velari [x] [y] utilizzate anch’esse in spagnolo; laringale “aspirata” [h]. Le affricate sono
suoni composti con una prima fase occlusiva e una seconda fricativa per esempio [ts] in cui si rilascia
l’occlusione per produrre la fricazione [dz] dentoalveolare e postalveolare [ʧ] [ʤ] ma non sono le sole: in
tedesco vi sono affricate bilabiali, in svizzero tedesco esistono le affricative velari. I suoni occlusivi affricati e
fricativi vengono detti “ostruenti”, gli altri “sonoranti” poiché vi è più pienezza di suono. Il concetto di
sonorità è utilizzato per opporre vocali e consonanti e consonanti sorde e sonore, le sonoranti si dividono in
nasali e liquide (laterali e vibranti) e sono una via di mezzo tra le vocali e le consonanti.Per le nasali il luogo
d’apertura tra labiale, bilabiale [m], dentalveolari [n] sono i suoni più noti, meno nota è invece la
labiodentale [ɱ].

In italiano queste nasali sono varianti contestuali della nasale “normale”, in inglese sono due fonemi diversi
che permettono di riconoscere due coppie minime.Le vibranti si producono con una vibrazione dovuta al
movimento della punta della lingua quindi sono postalveolari ma in francese e tedesco esiste anche
un’uvulare con uguale vibrazione.

Le monovibranti e le polivibranti possono essere utilizzate anche in posizione iniziale. La laterale palatale [ʎ]
in francese viene sostituita da una fricativa palatale, la lingua tocca il palato ma i lati della lingua sono
abbassati permettendo all’aria di fluire comunque (questo è il modo in cui si sviluppa una laterale).

Quando non c’è corrispondenza tra sistema grafico e fonologico, in rumeno [i] si può scrivere ă oppure î
( due elementi grafici con stesso valore fonetico); la vocale media centrale [ə]si trascrive ă; la [j]
rappresenta una fricativa palatoalveolare [ʒ]; la fricativa palatoalveolare sorda [ʃ] si scrive ş ,l’affricata
dentalveolare [ts] si rende con ţ; la [s] è sempre sorda; [z] rende la –s sonora; [h] fricativa velare sorda
quando seguita da –i fricativa palatale sorda […]. Il sistema ortografico rumeno è molto simile a quello
italiano.

In Francese la grafia è più conservativa della fonologia e si sono distaccate. Ch è reso da [ʃ] fricativa
palatale sorda, il corrispondente sonoro è –j, -g + e,i il cui fonema è [ʒ]; [s] fricativa dentalveolare sorda è
resa da –s, -ss (intervocalica), -sc+e,i o ç. S intervocalica vale [z] (ciò non è questione di geminazione ma di
sonorità sorda o sonora, [z] si trascrive talvolta anche –z […],[ j] può essere reso o da –ll o da –il, [k] rende
qu, [gn] rende g; fricativa uvulare r o rr è resa da [R]. La doppia L (ll) in francese a volte è […] laterale
palatale, ciò è dovuto ad una mancata corrispondenza tra sistema grafico e fonologico.

Il provenzale non è una lingua standard quindi la sua grafia non è standardizzata. La [ʧ] fricativa
palatoalveolare sorda è ch o g; c + e,i; ç, tz. La […] rende ts; j; g+e,i; tg; tj. L’affricata palatoalveolare sonora
[ʤ], laterale palatale [ʎ] viene resa da lh; nasale palatale nh viene reso da [ɲ], qu vale [k] e gn [g], [s] sorda si
rende con ss e [z] con s, affricata dentalveolare dz si rende con [z].

In spagnolo ch si rende [ʧ], ll si rende con [ʎ]. Secondo un processo di delateralizzazione detto lleismo [?]
per cui la nasale palatale [ɲ] diventa ñ […], la fricativa interdentale [θ] può essere reso o da c+e,i oppure z; la
fricativa alveolare [x] può essere resa con j o g+e,i; gu + e,i rende [g] e qu + e,i rende [k]; con la dieresi si
rende il suono [gw] gü+e,i […]; v e b sono rese da un unico suono [b] e [β] quando si trova intervocalica viene
prodotto come fricativa e non occlusiva.

Il portoghese ha perso la distinzione tra [s] e [z] come in francese quindi c+e,i; ç; ss ed s rendono il fonema
[s]; la sonora [z] può essere resa da s o z; ch rappresenta [ʃ]; g+e,i ed j rendono [ʒ]; la laterale palatale [ʎ] si
rende come nel provenzale lh; la nasale palatale [ɲ] è resa da nh; la [ʃ] è resa da x; gu+a rende [gw] […]. La
polivibrante dello spagnolo corrisponde, in portoghese, alla vibrante uvulare [R] e si rende con r oppure rr.
Il cambiamento fonologico
Esso riguarda i suoni della lingua secondo due parametri: uno condizionato, uno non condizionato (ciò che
impedisce la dittongazione in italiano è nel contesto sillaba aperta / sillaba chiusa; la sillaba è costituita da
un nucleo vocalico che può essere preceduto da un attacco consonantico [sillaba aperta], o seguito da coda
consonantica [sillaba chiusa]. In spagnolo, la dittongazione avviene sempre quindi non è condizionata. In
italiano avviene solo in sillaba aperta quindi è condizionato.)

Il secondo parametro è quello di numero di unità o segmenti implicati nel cambiamento fonologico:

1. Il numero dei segmenti rimane invariato;


2. Manca un elemento;
3. Si ha l’aggiunta di un elemento.

[…] lo spostamento di un segmento è detto metatesi; il fenomeno di assimilazione può essere


progressiva (assimula una consonante) o regressiva (assimilano due consonanti): non cambia
numero di elementi. Il fenomeno contrario è la dissimilazione dove gli elementi si allontanano […];
la coalescenza è il cambiamento con perdita di un elemento poiché due segmenti si fondono in
uno: la monottongazione è un fenomeno di coalescenza il cui opposto è la dittongazione cioè un
fenomeno di scissione. La perdita di un elemento che può avvenire per fusione o scomparsa in
base alla posizione dell’elemento si distingue in: aferesi (elemento in posizione iniziale), sincope
(elemento in posizione centrale), apocope (elemento in posizione finale). […]

L’opposto del fenomeno di cancellazione è l’inserzione che si distingue anch’esso per la posizione
dell’elemento: prostesi (elemento posizione iniziale), epentesi (elemento posizione centrale),
epitesi (elemento in posizione finale). In base ai tratti articolatori il cambiamento si divide in
consonantizzazione, all’interno delle vocali […] quando la vocale sorda diventa una sonora si ha la
sonorizzazione, il fenomeno opposto è la desonorizzazione detto anche assorbimento. Il secondo
parametro per individuarlo è il modo di articolazione: se una affricata diventa fricativa si parla di
deaffricazione oppure se una consonante diventa fricativa si ha la fricativizzazione oppure
un’affricazione se si ha il fenomeno opposto […]. Il terzo parametro è la forza consonantica infatti
le consonanti presuppongono una chiusura mentre le vocali hanno una maggiore intensità sonora.
Questa è un’opposizione graduale poiché alcune consonanti si avvicinano a vocali formando un
continuum […] il fenomeno di rafforzamento corrisponde ad una perdita di intensità sonora mentre
l’indebolimento a una perdita di forza consonantica.
Tutto ciò ci permette di spiegare fenomeni precedenti come metatesi, assimilazione ecc. poiché
esistono preferenze per i contatti consonantici espresso dalla legge del contratto sillabico […]

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