‘Una stanza vuota
‘Antropologia della forma onirica
Carlo Ssveri
er Gabriella
Un affollasiinfnito d'immagini. Una inricata foresta di simboli, che sembrano
fissaci, come diceva Baudelaire, “avec des regards familiers”.! Un aos minac-
rimitivta, de radice che era, si tramuta nel nostro sccolo in utopia del lavoro
dell artista
‘Torniamo ora alle due opere da cui siamo partti, € chiediamoci di nuovo da
dove viene la loro forza. Forse possiamo rispondere che in quelle immagini
nade il legame tra visibile ¢ invisible di cui i sogno & portatore (e di cui Parte
psimitiva ci offre tanti esempi) coincide con la definicione stesa dello spazio.
immagine diventa cosi elementare e potentissima: una figura minima della
condensazione, che ne fa spazio vuoto e abitato insieme. O, piuttosto, spazio
{incompleto: come una figura geometrica priva di un lato, o come una di quelle
incerte tracce mnestiche che, dopo un sogno, sembrano perdurare alla soglia
della coscienza. La camera vuota appena illuminata, il coepo deliberatamente
rascosto colgono dunque una carattcristica limite del sogno, e ne danno una
concisa traduzione spaziale.
In Redon ¢ in Rainer (come anche, ma bisognera parlarne altrove, in F. Kline)
il legame tra visibile e invisibile non ha bisoyno di né di personane,
perché coincide — come in_certi episodi dellarte detta primitiva ~ cam la
definicione stessa dello spazio, Cosi il muro nero che chiude la stanza vuota (come
in un meraviglioso lavoro di Turrell, Sésspace, 1973) diventa una soglia, Uno
spazio limite capace di generare intorno i! silerade. Cui segue, ultima traccia
dell'esperienza onitica, un senso ci inesauribile atresa.
ae
Cie. Barnett Newnan, The iat Man Was an
Avs i West Coat Indo Painting, Betsy
arson Galery, New You, 1946.
Una reve aml este idee, soko
lngenerosa nei rguardi di Semper, ¢ in
Gombrich, ses del one, Einaut, Torino,
DBRZ, Per coreyuere questa inteprewrcne
cle, Semper, The Four Eaments of ebicrare
sand Otbor Writings, Cambridge Univers
Press, Cambridge - New York, 1988,
Tames Tyre, Space, 973