A far da cornice a questa inquietante vicenda di sangue, la Svezia.
Paese, nel distorto immaginario collettivo,
identificato come una sorta di Eden: perfetto, ordinato, pacifico, celestiale. In realtà non è così. La Scandinavia – Svezia, Norvegia e parte della Finlandia – cela numerosi scheletri nell’armadio. Questo territorio rappresenta, infatti, la culla per antonomasia del Black Metal, probabilmente il genere musicale più “dannato” oggi esistente. Band che hanno scritto e continuano a scrivere la storia della musica ma i cui membri – macabro risvolto della medaglia – rimangono sovente invischiati in atti criminali a sfondo satanista, anti-cristiano, razzista ed omofobo. Scandinavia che, al contempo e a testimonianza della suddetta simbiosi, brulica di organizzazioni – più o meno legali ed ufficialmente riconosciute – a sfondo satanista, nonché di gruppi criminali e politici estremisti alquanto focosi. Ma procediamo con ordine e catapultiamoci, virtualmente, nella Svezia a cavallo tra la fine degli Anni ’80 e la