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Il Nuovo testamento commentato

by Sales, Marco, 1877-1936; Martini, Antonio, 1721-1809

Published 1911
P. Marco Sales OP
Il Nuovo Testamento commentato

Volume II
Le Lettere degli Apostoli – L'Apocalisse
Torino 1914

Apocalisse di San Giovanni


P 610
Pag 614 Diversi sistemi d'interpretazione

Pag 615:
3º Sistema de aquéllos que piensan que el argumento principal del Apocalipsis sean los últimos
advenimientos de la Iglesia. Los seguidores de este sistema, haciéndose fuertes en la autoridad de
los Padres San Ireneo, San Hipólito, Andrés y Aretas de Cesarea, San Agustín, San Victorino de
Pettau (Petovio), San Beda, etc., piensan que si los tres primeros capítulos del Apocalipsis se
refieren mayormente a la situación de la Iglesia en Asia al momento en el que el Apóstol escribía,
en cambio los capítulos IV-XXII tratan sobre las pruebas y las tribulaciones que la Iglesia deberá
sufrir en los últimos tiempos, pruebas y tribulaciones, que serán coronadas por el completo triunfo
de Jesucristo sobre todos sus enemigos. Así como se trata de advenimientos futuros, no maravilla
que se encuentre tanta obscuridad en la interpretación de diversos símbolos.
Este sistema propugnado ya por Alcuino, Ruperto de Deutz y muchos autores del medioevo fue
seguido en tiempos recientes por Ribera, Viegas, Cornelio Alápide, Bisping, Krementz, Cornely,
Fillion, Tiefenthal, Crampon, etc., y, en un buen análisis, nos parece el más probable y por eso lo
hemos seguido en nuestro comentario.
Diversi sistemi di interpretazione. —

In ragione stessa della sua oscurità l'Apocalisse ha dato luogo a innumerevoli commenti e a
pressoché innumerevoli sistemi di interpretazione. Non possiamo qui render conto che di
pochissimi, ed anche di questi assai brevemente (Cf. per più ampli particolari : Calmes,
UApocalypse devant la tradition et devant la critique, Parigi, 1907; Dict. Vac, Apocalypse;
Jacquier, Histoire, ecc., pag. 405).

Prima di tutto però rigettiamo subito tutti quei sistemi razionalisti, i quali negano il carattere
profetico dell'Apocalisse, e suppongono che l'autore non abbia voluto far altro che scrivere un
poema religioso racimolandone i varii elementi dalle Apocalissi giudaiche o dalla mitologia.
Parimenti vanno rigettati tutti quei sistemi, nei quali si afferma che l'Apocalisse non racchiude altro
che la storia contemporanea narrata sotto forma profetica. Ciò premesso, i principali sistemi di
interpretazione proposti dai cattolici si possono ridurre alle tre classi seguenti :

1° Sistema di coloro i quali ritengono che argomento dell'Apocalisse siano i primi secoli della
Chiesa e la vittoria del cristianesimo sul giudaismo e sul paganesimo, con un breve accenno sul fine
agli ultimi tempi.
Tale sistema proposto da Salmeron, fu accettato e modificato in parte da Bossuet, e fu seguito da
Calmet, e più recentemente da Allioli e da Brassac.
Bossuet divide l'Apocalisse in tre parti, la prima (i, l-iii, 22) contiene gli avvisi ; la seconda (iv, 1-
xx, 15) le predizioni, e la terza (xxi, 1-xxii, 21) le promesse. La seconda parte, nella quale sta la
maggiore didifficoltà, si suddivide in tre sezioni. Nella prima sezione (iv, 1-viii, 12) si descrive la
vendetta di Dio sopra i Giudei, la quale viene preparata nelle visioni dei sette sigilli, e viene
eseguita al suono delle due prime trombe sìmboleggianti gli eccidii di Giudei compiuti sotto
Traiano e Adriano. La terza e la quarta tromba fanno conoscere i motivi, per cui i Giudei si
attrassero tanta vendetta. Nella seconda sezione (ix, 1-12) sotto il simbolo delle locuste annunziate
dalla quinta tromba vengono significate le eresie giudaìzzanti, le quali cominciarono con Teodoro
Bizantino (196), ma furono sterminate nel Concilio di Antiochia (260). Nella terza sezione (ix, 13-
xx, 15) si predice la rovina dell'impero romano idolatra. Questa rovina comincia colla sesta tromba
che annunzia la disfatta di Valeriane. La settima tromba spiega, come la causa della rovina
dell'impero sono le persecuzioni contro i cristiani, e descrive la persecuzione dì Diocleziano, che è
la grande bestia segnata col numero
666. Tornando a Valeriano l'Apostolo descrive nelle visioni delle sette coppe i gravi mali e la
desolazione dell'impero seguiti a Valeriano. Poi si parla di sette re persecutori della Chiesa e di
dieci re barbari, che
si precipitano sull'impero romano, e ne accelerano la rovina, che sì compie finalmente sotto Alarico.
Bossuet confessa che la visione del cap. XX è molto oscura, e non è possibile sapere come egli la
intendesse.
Allioli divide la seconda parte dell'Apocalisse in tre sezioni : la prima (iv-xii) tratta della distruzione
di Gerusalemme sotto Tito, la seconda (xiii-xix) della distruzione di Roma sotto Alarico, e la terza
(xx, 1-5) di un'era di pace per la Chiesa. A quest'era di pace seguirà la venuta dell'Anticristo, e dopo
la vittoria sull'Anticristo si avrà il
giudizio e la rinnovazione delle cose.

2° Sistema di coloro i quali ritengono che argomento dell'Apocalisse sìa tutta la storia della Chiesa.
Parecchi autori pensano che S. Giovanni nell'Apocalisse abbia fatto come un riassunto di tutta la
storia della Chiesa, e descritto per sommi capi e in modo simbolico tutti i combattimenti, che la
Chiesa dovrà sostenere sino alla consumazione dei
secoli. Come è chiaro tra i sostenitori di questo sistema regna la più grande varietà, quando si tratta
di determinare in particolare
quali siano gli avvenimenti annunziati. Così p. es. Holzhauser pensa che l'Apocalisse annunzi ciò
che deve avvenire nelle sette età della Chiesa, età degli Apostoli, dei martiri, dei dottori, della pace,
delle prove, della consolazione, e della desolazione. Quest'ultima avrà termine col giudizio.
Nicola di Lira divide la storia della Chiesa in sei periodi : il primo, figurato dai sette sigilli, va sino
a Giuliano Apostata (363).
In esso fioriscono gli Apostoli, i martìri e i dottori. Il secondo, figurato dalle sette trombe, va da
Giuliano a Maurizio (582). Il terzo, figurato dalla lotta tra la donna e il dragone, va da Maurizio a
Carlo Magno (800). Il auario. figurato dalle sette coppe, va da Carlo Magno ad Enrico IV (1106). //
quinto va da Enrico IV sino alla venuta dell'Anticristo. Nicola di Lira confessa di non saper
determinare quest'ultimo tempo, e perciò non volle spiegare gli ultimi capi dell'Apocalisse.
Si deve confessare che questo sistema va contro a gravi difficoltà, come ne sono prova le grandi
divergenze, che si osservano in coloro che lo sostengono, e il fatto che questi suppongono sempre di
essere nell'ultima nella penultima età del mondo, per modo che a quest'ora il mondo avrebbe già
dovuto finire parecchie volte. Anche la divisione dei varii periodi, e molto piiì la loro estensione,
dipendono da calcoli arbitrarii e soggettivi. È noto che l'abate Gioachino, e più tardi Lutero e i suoi
discepoli, si facevano forti di questo sistema d'interpretazione per sostenere i loro errori.

3° Sistema di coloro, i quali pensano che argomento principale dell'Apocalisse siano gli ultimi
avvenimenti della Chiesa. I seguaci di questo sistema facendosi forti dell'autorità dei Padri S. Irineo,
Sant'IpDolito, Andrea e Areta di Cesarea, SantAgostino, S. Vittorino P., S. Beda, ecc., pensano, che
se i primi tre capitoli dell'Apocalisse
si riferiscono per la massima parte alla situazione delle Chiese di Asia al momento in cui l'Apostolo
scriveva, invece i capìtoli iv-xxii trattano delle prove e delle tribolazioni che la Chiesa dovrà
soffrire negli
ultimi tempi, prove e tribolazioni, che saranno coronate dal completo trionfo di Gesù Cristo sopra
tutti i suoi nemici. Siccome si tratta di avvenimenti futuri non fa meraviglia che si incontrino tante
oscurità nell'interpretazione dei diversi simboli.
Questo sistema propugnato già da Alcuino, Ruperto T. e da molti autori del medio-evo è stato
seguito nei tempi più recenti da Ribera, Viega, Cornelio Alapìde, Bìsping, Krementz, Cornely,
Fìllìon, Tiefenthal, Crampon, ecc., e, tutto considerato, ci sembra il più protsabile e perciò
l'abbiamo seguito nel commento.
Comentario al XX, 5
Pág. 674
E noto come dalle ultime parole di questo versetto, interpretate in senso troppo letterale, sia nato
l'errore dei Millenaristi, i quali dicevano, che dopo la sconfitta dell'Anticristo e prima della
risurrezione generale, doveva aver luogo un periodo di mille anni, durante i quali Gesù Cristo, dopo
aver fatto risorgere i suoi santi, avrebbe regnato con essi su questa terra. Terminato questo periodo,
avrebbe dovuto avvenire la risurrezione generale, a cui sarebbe seguito il giudizio universale.
Quest'errore fu sostenuto da parecchi antichi scrittori ecclesiastici, quali : Papia (Punk, Patres. Ap.,
t. II, p. 287), Tertulliano (Adv. Marc, i. Ili, 24), Lattanzio lj)iv. instit., 1. VII, e. 24, 26), ecc. Anche
Sant'Irineo (Adv. Haer., 1. V, 24-36) e S. Giustino (Dialog. 80) vi aderiscono, benché l'uno e l'altro
vi apportino alcune restrizioni, e affermino che altri cristiani su tal punto la pensavano diversamente
da loro. La grande maggioranza dei Padri si mostrò però contraria a tale dottrina. Non solo infatti
non si trova nessuna traccia di millenarismo presso ClemenCe R. e Sant'Ignazio e gli altri Padri
apostolici, ma il prete romano Caio (Migne, P. G., X, 26) lo impugnò espresamente, e altrettanto
fecero Origine (De princ., 1. II, e. 11), Dionigi di Alessandria (Euseb., H. E., 1. VI, 35), ecc., e più
tardi Sant'Agostino {De civ. Dei, 1. XX, 7), il quale per un certo tempo vi aveva aderito, e S.
Girolamo {In Ezech., XXXVI, ecc.) nonché tutti i Padri e i Teologi posteriori. « E certamente
questo regno di mille anni sopra la terra non ha fondamento alcuno in questo libro, ed é apertamente
contrario alla dottrina del Vangelo e di S. Paolo (Cf. Matt. XXV, 21, 23; I Tess. IV, 16)» Martini.
La verità cattolica si è che avrà luogo una sola risurrezione generale che comprenderà i buoni e i
cattivi, alla quale seguirà subito il giudizio (Cf. Matt. XXIV, 14 e ss.; Giov. V, 28; VI, 39; XII, 48; I
Cor. XV, 52, ecc.). Cf. Dict. Vig., MiUénarìsme; Atzberger, Gesch. der christl. Eschatol., ecc.,
Friburgo B., 1890.

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