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FENOMENOLOGIA DELLO

SPIRITO
Hegel nella “Fenomenologia dello spirito” illustra il cammino che la
coscienza compie per giungere alla scienza dell’Assoluto, la via che
il principio percorre per giungere a se stesso, superando la
distinzione tra soggetto e oggetto.
L’Assoluto è il vero soggetto di questo percorso, ma ancora non sa
di esserlo perché deve prendere coscienza di sé.

La Fenomenologia dello spirito si divide in 3 parti:


 Coscienza (tesi): in cui predomina l’attenzione verso l’oggetto;

 Autocoscienza (antitesi): in cui predomina l’attenzione verso il

soggetto;
 Ragione (sintesi): in cui si riconosce l’unità tra soggetto e

oggetto.

La coscienza a sua volta si divide in altri 3 momenti:


 Certezza sensibile: è la forma più immediata di conoscenza, si

configura come rapporto tra un soggetto particolare e un oggetto


particolare, il quale è connotato dai caratteri del “qui” e
dell’”ora”, connotazioni applicabili a qualsiasi oggetto e perciò
universali e il suo soggetto può essere qualsiasi e perciò non è
particolare ma universale.
 Percezione: si ha lo stesso rinvio all’io universale, un oggetto

viene percepito come uno nella molteplicità delle sue qualità, ma


è l’io stesso che ne stabilisce l’unità, si passa all’Intelletto, che si
rende conto che ciò che conferisce unità alle molteplici
determinazioni dell’oggetto è il soggetto stesso. L’oggetto è la
coscienza stessa.
In tal modo la coscienza è diventata autocoscienza, ovvero
coscienza di sé.

Con l’autocoscienza l’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto


nei suoi rapporti con gli altri, ossia tra autocoscienze. Si ha una
divisione in 3 parti:
 Signoria e servitù: si ha un conflitto tra autocoscienze, in cui

ciascuna pretende di essere riconosciuta dall’altra come


superiore. Chi non teme di perdere la propria vita si impone su
colui che ha paura della morte. Il primo diventa padrone, il
secondo servo, si ha così un rapporto di schiavitù caratteristico
del mondo antico. Il signore finisce per diventare dipendente dal
lavoro dello schiavo e perciò si ha un’inversione di ruoli.
 Stoicismo e scetticismo: lo stoicismo celebra la libertà del saggio
nei confronti di ciò che lo circonda, ma si tratta di una libertà
solo interiore, poiché i condizionamenti permangono. Con lo
scetticismo si ha la negazione del mondo. Secondo Hegel lo
scettico si contraddice poiché dichiara che tutto e falsa
pretendendo di dire qualcosa di vero.
 Coscienza infelice: è quella che non sa di essere tutta la realtà,
perciò si trova scissa in conflitti e opposizioni dai quali esce solo
arrivando alla coscienza di essere tutto.
Con l’Ebraismo si ha una separazione radicale tra l’uomo e Dio,
che viene visto come un qualcosa di trascendente, padrone
assoluto della vita e della morte. Nel cristianesimo medievale si
assume la figura di un Dio incarnato ma che rimane sempre
irraggiungibile. Infine la coscienza, nel suo inutile sforzo di
unificarsi con Dio, si rende conto di essere lei stessa Dio, ovvero
il Soggetto assoluto. Concezione che si ha nell’età moderna.

Come Soggetto assoluto, l’autocoscienza è diventata ragione, la


certezza di essere ogni realtà. La ragione si divide in 3 momenti:
 Ragione osservativa: la coscienza crede di cercare l’essere delle

cose, ma in realtà non cerca che se stessa. Fase del naturalismo


del Rinascimento e dell’empirismo.
 Ragione attiva: ci si rende conto che l’unità di io e mondo non è

qualcosa di dato e contemplabile, ma qualcosa che deve venire


realizzato, ma finché questo progetto assume la forma di uno
sforzo individuale risulta fallimentare.
 Individualità in sé e per sé: Hegel mostra come l’individualità,

pur potendo raggiungere la propria realizzazione, rimane astratta


e inadeguata.

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