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24/11/2014

A) Conoscenza naturale e spontanea A) Conoscenza naturale e spontanea


(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna 1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna


Qualche testo illustrativo: Possiamo pertanto concludere che nella percezione sensoriale ci
«Pensiamo di percepire un mondo esterno, reale, incluso il sono coinvolti immensi problemi non risolti del rapporto cervello-mente.
Non sapiamo come le risposte del cervello ai messaggi sensoriali, stu-
nostro corpo, come è realmente, con la sua figura, i suoi rapporti
diati fino adesso con grande successo, diano origine alle nostre espe-
spaziali, i suoi colori, i suoi suoni, la sua struttura materiale. Cre- rienze percettive».
diamo che esso esiste indipendentemente dal nostro esame. Ma
dobbiamo riconoscere che noi creiamo le qualità delle nostre es- John Eccles, La percezione sensoriale, in «Il Tempo», 19 gennaio
perienze percettive. Per esempio, non c’è luce o colore nel mon- 1980, p.15
do esterno, ma semplicemente i fenomeni fisici delle radiazioni
elettromagnetiche. Non ci sono suoni né odori, ma soltanto onde
di pressione e sostanze chimiche. La situazione diventa ancora
più sorprendente quando arriviamo al dolore; non c’è assoluta-
mente nulla che accada nel mondo materiale [...].

A) Conoscenza naturale e spontanea A) Conoscenza naturale e spontanea


(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna 1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna


«Priores naturales non bene dicebant in hoc, quia opinabantur nihil «Dicebant autem quodammodo recte, et quodammodo non. Cum enim
esse album, aut nigrum, nisi quando videtur; neque saporem esse, nisi dupliciter dicatur sensus et sensibile; scilicet secundum potentiam et
quando gustatur; et similiter de aliis sensibilibus et sensibus. Et quia secundum actum; de sensu et sensibili secundum actum accidit quod
non credebant esse alia entia, nisi sensibilia, neque aliam virtutem cog- ipsi dicebant, quod non est sensibile sine sensu. Non autem hoc verum
noscitivam, nisi sensum, credebant quod totum esse et veritas rerum est de sensu et sensibili secundum potentiam. Sed ipsi loquebantur
esset in apparere. Et ex hoc deducebantur ad credendum contradic- simpliciter, id est sine distinctione, de his quae dicuntur multipliciter».
toria simul esse vera, propter hoc quod diversi contradictoria opinantur.
«Ma dicevano bene per un certo aspetto, per un altro, no: infatti, sicco-
«I primi filosofi della natura, in proposito, non dicevano bene, perché cre- me il senso e il suo oggetto si dicono in due modi, cioè in potenza e in
devano che niente è bianco o nero, se non quando lo si vede, né che c'è atto, accade di un senso e del suo oggetto in atto ciò che essi diceva-
sapore se non quando lo si gusta, e in modo simile per gli altri sensi e i loro no, che non c'è oggetto di un senso senza il senso stesso, anche se
oggetti. E poiché non credevano che ci fossero altri esseri se non quelli questo non è vero di un senso e del suo oggetto in potenza; ma essi
sensibili, né altro potere conoscitivo se non i sensi, credevano che tutto parlavano in un unico modo, cioè senza distinguere, di ciò che si dice in
l'essere e la verità delle cose stesse in ciò che di esse appare e da questo molti modi».
erano condotti a credere che i contradditori presi insieme fossero veri, per-
ché persone diverse formulano opinioni contraddittorie. Tommaso d’Aquino, In III De anima, lc.2

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(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna 1. Conoscenza sensitiva. Sensazione esterna


«Il colore della luce è la qualità della sensazione visiva prodotta dalla Conclusione:
radiazione emessa da una sorgente oppure diffusa da un corpo illumi- Come dice F. Selvaggi, «la parziale soggettività della sensazione non
nato, che dipende dalla composizione spettrale della radiazione stes- ne elimina la vera oggettività, ma solo la ‘traduce’ o ‘interpreta’ soggetti-
sa». vamente» (FM, p. 84).
Enciclopedia delle scienze fisiche, vol. I, voce ‘colorimetria ottica’ Già gli scolastici dicevano: «quidquid recipitur, ad modum recipientis
recipitur».
«Termine indicante, in fisica, sia la sensazione fisiologica che si prova
Infatti, non ci può essere propriamente una qualità sensibile senza
sotto l’effetto di luci di diversa qualità e composizione (c. soggettivo),
un senso che, al meno in potenza, la percepisca. C’è una correlatività
sia la luce stessa, monocromatica o policromatica (rispettivamente c.
fra ambi aspetti. In ogni sensazione c’è necessariamente un soggetto
oggettivo semplice e c. oggettivo composto)».
senziente e un oggetto sentito, e c’è in conseguenza un aspetto ogget-
Vocabolario della lingua italiana, vol. I, voce ‘colore’ tivo e un aspetto soggettivo. Non si possono separare senza distrugge-
re la sensazione stessa. In questo consiste il cosiddetto ‘realismo criti-
co’ riguardo ai sensi esterni.
“Sensus in actu est sensum/sensibile in actu”

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(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Percezione 1. Conoscenza sensitiva. Percezione


b) La percezione o sensazione interna globale ii. Elementi:
i. Nozione: è la azione dei sensi interni, nei quali si prolunga l’azione - organi (aree del cervello)
dell’oggetto sensibile sui sensi esterni. - facoltà: senso comune, immaginazione o fantasia, estimativa /
«Cum enim maxima sit distantia inter intelligibile et esse materiale et sensibile, cogitativa, memoria/reminiscenza
non statim forma rei materialis ab intellectu accipitur, sed per multa media ad - funzione: ricevere e conservare le immagini sensibili e le ‘intentio-
eum deducitur. Puta, forma alicuius sensibilis prius fit in medio, ubi est spiritua-
nes non sensatae’:
lior quam in re sensibili, et postmodum in organo sensus; et exinde derivatur ad
phantasiam, et ad alias interiores vires; et ulterius tandem perducitur ad intel- «Sic ergo ad receptionem formarum sensibilium ordinatur sensus pro-
lectum». prius et communis [...]. Ad harum autem formarum retentionem aut
«Poiché infatti la distanza tra l'essere intelligibile e quello materiale e sensibile conservationem ordinatur phantasia, sive imaginatio, quae idem sunt,
è massima, la forma della cosa materiale non viene subito recepita dall'intellet- est enim phantasia sive imaginatio quasi thesaurus quidam formarum
to, ma viene condotta ad esso attraverso molte tappe intermedie. Per esempio, per sensum acceptarum.
la forma di una cosa sensibile prima si viene a trovare in un medium [fisico] do-
Ad apprehendendum autem intentiones quae per sensum non accipiun-
ve esiste in modo più spirituale che nella cosa sensibile; poi nell'organo del
senso [esterno]; da lì passa nella fantasia e nelle altre facoltà [sensoriali] inter-
tur, ordinatur vis aestimativa. Ad conservandum autem eas, vis memo-
ne; e alla fine è condotta all'intelletto» (Q.D. De anima, a.20). rativa, quae est thesaurus quidam huiusmodi intentionum» (I, q.78 a.4)

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(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Percezione 1. Conoscenza sensitiva. Percezione


«Per la piena realizzazione della conoscenza sensibile, che all'animale In quarto luogo sono richieste alcune nozioni [intentiones] che i sensi
è sufficiente, si richiedono cinque cose. non sono in grado di cogliere, come «nocivo» e «utile», e simili, a cui
In primo luogo, che la facoltà sensibile riceva la specie dalla cosa sen- l'uomo perviene cercando e collegando, mentre gli altri animali con un
sibile: e questo riguarda il senso proprio. istinto naturale: per esempio la pecora naturalmente fugge il lupo come
un pericolo; perciò in questi tale funzione è assolta dall'estimativa na-
In secondo luogo, che valuti le cose percepite e le distingua l'una
turale, nell'uomo invece dalla cogitativa, che raccoglie le percezioni
dall'altra, il che deve avvenire mediante una facoltà a cui pervengano
particolari', per cui la si chiama anche ragione particolare e intelletto
tutte le conoscenze sensibili, che viene detta senso comune.
passivo.
La terza [condizione] è che le specie recepite delle cose sensibili siano
In quinto luogo si richiede che le cose che sono state prima conosciute
conservate: infatti l'animale ha bisogno di conoscere le cose sensibili
mediante i sensi e sono conservate interiormente, possano essere ri-
non solo mentre sono presenti, ma anche quando non lo sono più; e
chiamate ad una considerazione attuale, e questo riguarda la memo-
questo si deve ricondurre a un'altra facoltà - dato che negli esseri cor-
ria, che negli altri animali opera senza ricerca, negli uomini invece con
porei non è lo stesso il principio con cui si riceve e quello con cui si
la ricerca e l'esercizio; per cui in essi non è solo memoria, ma reminis-
conserva (e chi è ben capace di ricevere, talvolta è poco capace di con-
cenza».
servare) - e questa facoltà si chiama immaginazione o fantasia.
Q.D. De anima, a. 13

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(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Percezione 1. Conoscenza sensitiva. Percezione


iii. Funzioni e caratteristiche: iv. Oggettività e valore
- organizzazione delle sensazioni dei sensi esterni - importanza per risolvere il ‘problema critico’
- produzione della species sensibilis o phantasma - carattere oggettivo
- maggiore attività; creatività - percezione del particolare come tale (l’esistente concreto)
- progressività, perfezionamento (vg. senso dell’orientamento e della - possibilità di un inizio di considerazione dell'oggetto (iudicium sen-
distanza) sus), di comparazione, di rapporto tra gli oggetti
- aspetto valutativo (estimazione) - percezione per accidens dell'universale
- mediazione intenzionale del phantasma tra la sensazione esterna e
l'intellezione

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(conoscenza empirica) (conoscenza empirica)

1. Conoscenza sensitiva. Percezione 1. Conoscenza sensitiva. Percezione


Il giudizio dei sensi Creatività dei sensi interni (fantasia)
«Simplex apprehensio et iudicium sensus assimilatur speculationi intellectus. «Actio enim rei sensibilis non sistit in sensu, sed ulterius pertingit usque ad
Sed quando sensus sentit aliquid delectabile aut triste, quasi affirmans et ne- phantasiam, sive imaginationem. Tamen imaginatio est patiens quod coopera-
gans id quod sensu percipitur, esse delectabile aut triste, tunc prosequitur per tur agenti: ipsa enim imaginatio format sibi aliquarum rerum similitudines, quas
appetitum, idest desiderat aut fugit. Et dicit signanter, aut affirmans aut negans, nunquam sensu percepit, ex his tamen quae sensu recipiuntur, componendo ea
quia facere affirmationem et negationem est proprium intellectus, ut supra dic- et dividendo; sicut imaginamur montes aureos, quos nunquam vidimus, ex hoc
tum est. Sed sensus facit aliquid simile huic, quando apprehendit aliquid ut de- quod vidimus aurum et montes».
lectabile et triste».
«L'azione della realtà sensibile non si ferma nel senso, ma da li giunge
«Il semplice afferrare e il giudizio dei sensi sono simili alla modalità speculativa fino alla fantasia o immaginazione; tuttavia l'immaginazione è un pa-
dell'intelletto; ma quando un senso percepisce che qualcosa è fonte di piacere
ziente che coopera con l'agente: infatti la stessa immaginazione forma
o di tristezza come affermando o negando ciò che ha percepito essere fonte di
piacere o di tristezza, allora quel senso lo persegue con l'appetito, cioè lo desi-
per se stessa le immagini rappresentative di certe cose che non ha mai
dera, o ne rifugge (e afferma significativamente: «come affermando o negan- percepito con i sensi, in base però alle cose che vengono percepite con
do», perché formulare affermazioni e negazioni è proprio dell'intelletto, come i sensi, componendole e dividendole, come immaginiamo delle montag-
sopra si è detto, ma il senso fa qualcosa di simile ad esso, quando afferra qual- ne d'oro che non abbiamo mai visto per il fatto che abbiamo visto l'oro e
cosa come fonte di piacere o di tristezza)». (In III De anima, lc.12). le montagne» (Quodl. VIII, q.2 a.1).

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