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Frescobaldi: Nasce a Ferrara e lavora a Roma. Attua la separazione fra musica vocale
e musica strumentale, a cui da dignità pari alla musica vocale. Fino ad allora la musica
strumentale era vista come un’arte non raffinata come la musica vocale, che veniva
nobilitata dal testo poetico. La sua prima produzione consiste in un libro di madrigali,
considerato un genere banco di prova per la pratica compositiva. Gli organisti
dovevano conoscere la polifonia e il contrappunto, che dovevano utilizzare per
accompagnare il culto e comporre musica ecclesiastica, qualità che non servivano agli
altri strumentisti. Lavorò per gli Aldobrandini, papa e cardinale. Come tutti gli altri
musicisti si adegua alle richieste del committente. C’era un guadagno reciproco.
Novità delle toccate di Frescobaldi: portare le novità della seconda pratica di
Monteverdi nella musica strumentale, rendendola capace di muovere gli affetti.
Frescobaldi scrive polifonia: ricercare, canzoni, capricci, fantasie. La sua attenzione va
però alle toccate in stile monodico accordale. Flusso libero della polifonia su accordi,
pratica che si avvicina molto all’improvvisazione. Genere idiomatico: genere
discendente dalla pratica improvvisativa che si basava sulle esigenze manuale
dell’esecutore e non sull’imitazione polifonica, canovaccio su cui costruire la
composizione. Al tempo si utilizzava l’intavolatura, con una riga per ogni mano. La
toccata era composta di sezioni contrastanti che sviluppava temi del canto
gregoriano, che fungevano da base per lo sviluppo armonico e melodico. La funzione
della toccata era infatti quella di intonare il coro prima del canto. Frescobaldi non
utilizza segmenti del canto gregoriano ma sono evidenti gli sviluppi a sezioni
contrastanti. L’importanza di Frescobaldi sta dunque nell’aver nobilitato la musica
strumentale.