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VALLERÀ ,, - P I S T O I A • T E S T I - 3
RIVOLUZIONE SPAGNOLA
( 1936 - 1939 )
VERNON RICHARDS
1974
EDIZIONI «V. VALLERA»
PISTOIA
Stam pato con i tipi della ” Edigraf ”
Via Alfonzetti, 90 - Tel. 22.63.31 - Catania
Luglio 1974
«E’ da un punto di vista anarchi
co e senza falsa fedeltà o conside
razioni opportunistiche, m a anche
con modestia e comprensione, che do
vremmo cercare di trarre insegna-
menti dalla Rivoluzione Spagnuola.
Io sono convinta che il nostro movi
mento sarà maggiormente demoraliz
zato e indebolito dall’ammirazione
cieca e scevra da ogni critica, anzi
ché dalla franca ammissione degli
errori passati».
DJ
C A M IL L O B E R N E R I
G IO V A N N A B E R N E R I
M A R IA L U IS A B E R N E R I
INDICE
PARTE PRIMA
Capitolo I.
Le elezioni del febbraio 1936 . . . . . . . . . . 7
C apitolo IL
La sollevazione dei militaristi nel luglio 1936 . . . . . . . 19
Capitolo III.
La rivoluzione al bivio. . . . . . . . . . . . 24
C apitolo IV.
Dittatura anarchica o collaborazione e democrazia . . . . . » 31
C apitolo V.
La C.N.T. e la U.G.T.................................................................................................... » 43
C apitolo VI.
La C.N.T. partecipa ai governi catalano e centrale . . . . . . 50
C apitolo VII.
La C.N.T. e l’azione politica . . . . . . . . . t» 64
Capitolo V i l i .
La corruzione del potere . . . . . . . . . . » 7 1
Capitolo IX.
Le collettività agricole. . . . . . . . . . » 86
C apitolo X.
Le industrie collettivizzate . . . . . . . . . . . 95
C apitolo XI.
I comunisti : avanguardia della controrivoluzione. . . . . . . 102
XII INDICE
Capitolo XII.
Le « Giornate di Maggio » a Barcellona . . . . . . . pag. 110
Capitolo XIII.
Il significato rivoluzionario delle cc Giornate di Maggio » . . . . » 118
Capitolo XIV.
II C.N.T. e la crisi del governo Caballero . . . . . . . . 125
Capitolo XV.
La F.A.I. e la lotta politica. . . . . . . . . . . 133
PARTE SECONDA
Introduzione. . . . . . . . . . . . . . 141
C apitolo XVI.
Dalle milizie alla militarizzazione . . . . . . . . v> 145
C apitolo XVII.
II plenum nazionale del gennaio 1938. . . . . . . . y> 153
Capitolo XVIII.
I! patto U.G.T. - C.N.T................................................................................................ » 159
C apitolo XIX
Il culto della organizzazione e della personalità . . . . . . . 166
Capitolo XX.
La responsabilità dei membri di base . . . . . . . . » 173
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . » 181
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . » 206
glio che mi ha aiutato nella stesura finale, i miei più sentiti ringra
ziamenti. A te lettore vorrei dire che mi sentirò ricompensato da
molto meno che non il consenso alle mie opinioni e conclusioni. S a
rò ben soddisfatto se questo libro provocherà nei circoli progressivi
la critica leale e la seria discussione, stimolando sim patia e attivo in
teresse, intorno ad una lotta storica di cui l ’ultimo capitolo, nono
stante diciassette anni di regime franchista, non può essere ancora
scritto.
V. R.
INTRODUZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE INGLESE
Luglio 1953.
PARTE PRIMA
CAPITOLO I
tenuti dalla sinistra in paragone alle cifre del 1933 cc possa at
tribuirsi in gran parte al voto anarchico » !
Il leader socialista Largo Caballero, nel giustificare la sua
collaborazione al governo con gli Anarchici, in un discorso da
lui pronunciato a Valenza nell’ottobre 1937, in risposta a quei
critici del proprio partito che erano stati in gran parte respon
sabili delle sue dimissioni da Premier, richiamò l’ attenzione sul
l’importanza del voto anarchico nelle elezioni di febbraio.
scorso tenuto da Juan Peirò, membro direttivo della C.N.T., nel 1931 ad un
Congresso della C.N.T. in cui fu discussa la posizione della Confederazione negli
avvenimenti politici che portarono alla proclamazione della Repubblica. Peirò in
quel discorso rivelò le più fantastiche trattative « dietro le quinte » che si erano
svolte con i politici e le giustificò tutte. In seguito Peirò fu tra i sindacalisti Scis
sionisti (I Treintistas) che furono poi riammessi nella C.N.T. nel Congresso del
maggio 1936 e diventò ministro nel Governo Caballero. Dopo la disfatta andò in
Francia; fu arrestato dalla Gestapo e consegnato al regime di Franco.e giustiziato.
14 S pagna 1936 - 1939
6 Santillan, che fu attivo sostenitore del Fronte Popolare come unico mezzo
per resistere al « nemico » scrive in Porque Perdimos la Guerra: «P e r la lotta
effettiva nelle strade, per l ’uso delle armi e vincere o morire, non vi è dubbio che
il nostro movimento fosse praticamente l ’unico su cui si poteva fare assegnamento
(è chiaro che egli si riferisce alla Catalogna dove la C.N.T. era in maggioranza
rispetto alla U.G.T. o ai partiti politici — V. R.). Venne formato un Comitato per
il coordinamento con la Generalität (il Governo Catalano) al quale io presi parte
con altri amici ben noti per decisione ed eroismo. Oltre ad auspicare una possibile
collaborazione, pensavamo che in vista del nostro atteggiamento e della nostra at
tività, armi e munizioni non ci sarebbero state negate, poiché la parte migliore
delle nostre riserve ed i piccoli depositi di munizioni erano scomparsi dopo il di
cembre 1933 (nella rivolta seguita alle elezioni del novembre 1933, e durante il
biennio negro della dittatura Lerroux-Gil Robles ». Ma nonostante le continue e
laboriose trattative, il Governo rifiutò le armi al popolo. La risposta fu che il
Governo non aveva armi! E Santillan in seguito aggiunge: « L ’azione diretta ot
tenne ciò che non ci era riuscito di avere nelle trattative con la Generalität ».
Qui l’autore si riferisce ad un’audace azione da parte di membri della C.N.T.
che abbordarono un certo numero di imbarcazioni ancorate nel porto di Barcel
lona e sottrassero fucili e munizioni dalle loro armerie.
L E ELEZIONI DEL FEBBRAIO 1936 15
2
18 S pagna. 1936 - 1939
lare che in quei primi giorni trionfò in due terzi della penisola
spagnuola. Ciò rivela anche l ’impotenza delle forze armate di
fronte alla decisa resistenza delle masse10, anche quando esse
sono così scarsamente equipaggiate come gli operai spagnuoli
in quei primi giorni di lotta.
A Barcellona furono i lavoratori rivoluzionari della C .N .T.
con piccoli reparti di guardie d’assalto e guardie civili (nemici
implacabili degli Anarchici in tempi normali) che non avevano
seguito i Militaristi, i quali, entro ventiquattro ore, riuscirono
a costringere il generale Goded e le sue truppe alla resa. Senza
por tempo in mezzo, la C.N.T. e la F .A .I. occuparono le caser
me impadronendosi delle armi rimaste che furono distribuite ai
gruppi di lavoratori che furono inviali in tutti i villaggi e le
città della regione, riuscendo in questo modo a prevenire rivolte
simili a Tarragona, Lerida e Gerona. A Madrid come a Barcel
lona, quella che sembrava una situazione disperata per i la
voratori si trasformò in vittoria, grazie al loro eroismo e alla
loro iniziativa, nonché al loro entusiasmo rivoluzionario. Ma in
altre città fu perduto del tempo prezioso per l ’indecisione dei
funzionari del governo e dei sostenitori del Fronte Popolare.
A Valencia le caserme furono circondate dai lavoratori pri
LA RIVOLUZIONE A l BIVIO
si trattò di agire, gli idèatori del piano non vollero assumere una responsabilità
che avrebbe avuto grandi ripercussioni storiche. Le proposte furono comunicate
al Comitato Nazionale della C.N.T. e ad alcuni dei compagni più conosciuti. Il
piano fece rabbrividire di terrore i compagni; l’argomento principale usato per
opporsi al piano... fu che esso avrebbe soltanto aumentata l’ostilità esistente contro
la Catalogna (da parte di Madrid). Cosa fare? Era impossibile opporsi alla pro
pria organizzazione e la cosa fu lasciata cadere. Qualche settim’ana dopo l’oro la
sciò Madrid, non per la Catalogna, ma per la Russia; più di 500 tonnellate... ».
Non ci risulta che esista alcuna smentita di questo racconto di Santillan che,
Be vero, riflette sia la prudenza che la mancanza di lungimiranza da parte dei di
rigenti della C.N.T.
E qui dobbiamo rimandare la questione fino a che saranno disponibili do
cumenti o ulteriori informazioni che confermino o respingano le nostre conclusioni.
10 S pagna 1936 - 1939
LA C. N. T, E LA U. G. T.
LA C. N. T. PARTECIPA Al GOVERNI
CATALANO E CENTRALE
Come ciò era vero nel caso della Spagna nell’agosto 1936!
Ma invece di dire ai lavoratori che prima di ogni altra cosa
essi avrebbero dovuto assicurarsi che le banche e la riserva
aurea fossero nelle loro mani, egli esorta i lavoratori delle re
trovie ad aumentare sempre di più il numero delle ore di lavoro
allo scopo di produrre di più! Non che egli non dicesse il vero.
Ma era vero anche che chi controllava la riserva aurea avrebbe
controllato la direzione della guerra e l ’ economia spagnola.
In quei primi giorni di lotta il bisogno urgente era di armi
e di materie prime. E gli operai catalani per produrre le armi
avevano bisogno che le fabbriche fossero di nuovo attrezzate a
tale scopo; i macchinari dovevano essere comprati all’estero con
l ’oro, e con l ’oro si dovevano comprare gli areoplani, i mezzi
meccanizzati, i fucili, i cannoni e le munizioni, e con l ’oro si
potevano ottenere anche armi tedesche e italiane! La riserva au
rea era il mezzo che avrebbe permesso ai lavoratori armati di
passare dalla difensiva all’ attacco. Perchè se è vero che essi non
erano adeguatamente addestrati e le milizie mancavano di coor
dinamento, tuttavia senza armi e trasporti sufficienti questi pro
blemi erano di poca importanza.
Ad aumentare la confusione in questioni finanziarie, vi
era la rivalità tra i Governi di Catalogna e di Madrid, una ri
valità che ignorava il comune nemico alle porte e nella quale
il Governo di Madrid aveva una posizione di vantaggio, perchè
aveva il controllo dell’ oro. Vantaggio di cui usò per cercare
di soffocare la rivoluzione in Catalogna e di sabotare il fronte di
LA C .N .T . PARTECIPA Al GOVERNI CATALANO E CENTRALE 53
21 Questa propaganda circa l’inattività del fronte aragonese fu usata dai Co
munisti in tutto il mondo per discreditare gli Anarchici. Essa si troverà in In
ghilterra nell’opuscolo del P.C. Spain’s Left Critics di J. R. Campbell, che segue
dettagliatamente la campagna del P.C. Spagnolo contro il P.O.U.M. il quale, si di
ceva, stava cercando di creare una scissione tra anarchici e comunisti. Contem
poraneamente, Campbell fa gl’ingiuriosi riferimenti al Fronte di Aragona!
LA C .N .T . PARTECIPA AI, GOVERNI CATALANO E CENTRALE 59
contro Franco del luglio 1936 ( ****). Ma, nello stesso tempo, è in
concepibile che tale stato di ottimismo e di eccitamento potesse
durare a lungo in vecchi rivoluzionari, specialmente perchè
una settimana dopo l ’insurezione fu chiaro che il governo non
condivideva quel genere di entusiasmo rivoluzionario, nè la deci
sione del popolo di portare la lotta contro Franco e contro il vec
chio ordinamento economico fino ai suoi estremi.
- Tuttavia, abbiamo espresso queste opinioni come spiegazio
ne della origine nei dirigenti della C .N .T . dell’idea di collabora
zione non solo con l’altra organizzazione operaia, la U .G .T ., ma
anche con i partiti politici. Una volta impegnati nell’idea di « u-
nità » e <c collaborazione » entrarono in scena altri fattori che
minarono rapidamente l’indipendenza della C .N .T ., creando
tra molti militanti un’ ansia di potere (sia come individui, sia co
me organizzazione) ed un atteggiamento legalistico secondo il
quale le vittorie dei lavoratori nel campo economico potevano
essere assicurate da decreti governativi. Questo sviluppo dei cri
teri legalistici e burocratici fu accompagnato da un rilassamento
dei metodi organizzativi per cui le decisioni erano prese normal
mente dalla C.N .T. In altri termini, fu creata una direzione —
composta non soltanto dei politici e dei membri influenti della
C .N .T ., ma anche dai molti membri che occupavano importanti
posti ampiinistrativi e comandi militari — la quale funzionava
attraverso i Comitati e i dipartimenti governativi, e raramente
consultava i ranghi dell’organizzazione (cioè i Sindacati) o dava
loro conto delle sue azioni. Al principio del 1938 l’ ultimo passo
fu fatto con la creazione del Comitato Esecutivo del Movimento
Libertario in Catalogna. Ne tratteremo più dettagliatamente nei
capitoli di conclusione di questo studio.
È vero che i capi potevano vantarsi che solo la C.N .T.-F.A .
I., tra le organizzazioni, tenne in questo periodo molti Plenum in
cui furono discusse le linee di condotta della Confederazione. Ma
mente aggravato dal fatto che molti militanti attivi, la cui voce a-
vrebbe potuto contrapporsi a quella dei c< militanti influenti » , e-
rano completamente impegnati nell’impresa delle collettività, op
pure nelle colonne combattenti sui fronti di operazione. Infatti, è
una conseguenza dell’integrità rivoluzionaria del movimento nel
suo complesso che tanti degli uomini capaci di dirigere la macchi
na propagandistica e di occupare posti amministrativi abbiano
evitato queste posizioni di dominio, e che nelle prime settimane di
lotta non fosse possibile trovare uomini sufficienti per esplicare
questo lavoro.
Per risolvere il problema FUfficio Informazioni e Propa
ganda della C .N .T .-F.A .I. di Barcellona decise di creare una
Scuola per Militanti (Esouela de Militantes). In un discorso alla
Radio che spiegava lo scopo di questa Scuola, fu precisato che
essa era sorta « sotto gli auspici del Comitato Regionale della
C.N .T. e della F .A .I. di Catalogna ed era da queste appoggiata
e mantenuta ». Il suo scopo era di « creare un organismo con
l ’esclusivo fine di coltivare i militanti ed adattarli ed attrezzarli
per il lavoro e per le idee della organizzazione nei suoi vari aspet
ti ». Per appartenere alla scuola era necessario avere « opinioni
personali e cultura generale, specialmente su questioni sociali ».
Ma, mancando queste, « il desiderio di raggiungere gli obiettivi
a cui mirava la scuola ». Era necessario altresì che tutti gli stu
denti della scuola (C fossero appoggiati economicamente dal Sin
dacato al quale appartenevano ». Durante il discorso fu detto
che : ce JNon vi è dubbio che uno dei maggiori successi della nostra
organizzazione è stato di creare questo originale tipo di istituzio
ne, in quanto gli studenti oltre ad acquistare un’ utile ed interes
sante conoscenza di tutti i rami del pensiero umano, raggiungono,
contemporaneamente, con metodo, la massima perfezione nel lo
ro particolare argomento ». (nostro il corsivo).
Lo storiografo della C.N.T. in esilio non fa alcun commen
to su questa tutt’altro che (( originale » istituzione, perfezionata
già da molto tempo dai dirigenti di Mosca ed usata dal Partito
Laburista e dalle Trade Unions Britanniche come metodo per
addestrare i futuri leaders del Partito ed i dirigenti delle Trade
80 Spagna 1936-1939
più disonestamente) dei Comunisti. Jesus Hernandez, leader spagnuolo del P.C.,
nel suo libro Jo fui Ministro de Stalin (Mexico, 1953) scrive:
« (tutte le forze politiche e sindacali) si servivano della propaganda per farsi
vedere e sentire a tutte le ore e in tutti i luoghi. Fummo solo noi Comunisti a
metterne in pratica i dettami fondamentali, così da influire sui sentimenti più vivi
delle masse e spingerle verso le nostre mete particolari. Se ci proponevamo di di
mostrare che Largo Caballero, o Prieto, o Azaiia, o Durruti erano responsabili
delle nostre sconfitte, mezzo milione di uomini, diecine di periodici, milioni di
manifesti, centinaia di oratori confermavano la percolosità di costoro in modo
talmente, sistematico, con tanto fuoco e costanza, che in quindici giorni tutta la
Spagna accettava l’idea, il sospetto, la convinzione di quanto avevamo lasciato
cadere tra una parola e l’altra. È stato giustamente detto che una menzogna, se detta
da una sola persona, resta semplicemente tale, se la ripetono migliaia di persone
diventa ima verità mescolata con dubi; ma se la proclamano milioni eccola assunta
al livello di sicura e ferma verità. Si tratta del resto di una tecnica che Stalin e i
suoi compari sanno maneggiare a meraviglia, (pagg. 134-35).
6
82 S pagna 1936-1939
LE COLLETTIVITÀ AGRICOLE
in cui m arito e moglie lavorino entrambi perchè senza figli, riceve, tan
to p er fare un esempio, diciamo 5 pesetas al giorno. Un’altra fam iglia
in cui lavori solo l ’uomo, perchè la moglie deve badare a due, tre, quat
tro figli, riceve sei, sette od otto pesetas rispettivamente. Sono i <c bi
sogni » e non soltanto la « produzione » considerata nel senso stret
tamente economico, che regolano la m isura dei salari o quella della
distribuzione dei prodotti dove non esistono salari.
« Questo principio di giustizia viene continuamente esteso. Esso
mette fine alla carità, a ll’accattonaggio e ai fondi speciali per i poveri.
Non vi sono più bisognosi. Coloro che lavorano lo fanno per gli al
tri allo stesso modo che gli altri lavoreranno in seguito per aiutare
loro ed i loro figli.
« Ma questo mutuo aiuto si estende oltre il villaggio. Prim a che
gli invasori fascisti distruggessero i collettivi aragonesi, le federa
zioni cantonali fecero tutto quanto in loro potere per controbilan-•
ci are le ingiustizie della natura ottenendo per i villaggi meno favo
riti il macchinario, i m uli, le sementi, ecc.... che sarebbero stati di
aiuto per aumentare la produzione della terra. Questi articoli erano
ottenuti attraverso la mediazione della Federazione che provvedeva
alla distribuzione dei prodotti di venti, trenta, quaranta, o anche cin
quanta località, e chiedeva a loro nome ai centri industriali e di al
levamento del bestiame, i prodotti necessari >1 * .
LE INDUSTRIE COLLETTIVIZZATE
7
98 S pagna 1936-1939
I COMUNISTI:
AVANGUARDIA DELLA CONTRORIVOLUZIONE
Anche ammettendo il fatto che l ’atmosfera di Siviglia... non fosse propizia alla
formazione di un disciplinato movimento proletario, bisogna riconoscere che la
penetrazione comunista aveva distrutto ogni possibilità di solidarietà tra le classi
lavoratrici. Le conseguenze di ciò furono sentite quando in luglio il Generale
Queipo de Llano fu in grado di prendere la città — uno dei pumi strategici della
Guerra Civile — con un manipolo di uomini » (nostro il corsivo). (Spanish Laby
rinth, pagg. 306-7).
* F. Borkenau, The Comunist International, Lorfdon, 1938.
I C O M U N ISTI: AVANGUARDIA DELLA CONTRORIVOLUZIONE 105
raio il quale era stato rinchiuso là come sospetto. (*) Tra le per
sone coinvolte vi erano ufficiali di polizia e membri spagnuoli
dell’O .G .P .U .
È impossibile, per ragioni di spazio, esporre dettagliata-
mente le centinaia di casi di terrorismo comunista che si veri
ficarono in seguito all’intervento di Stalin nei destini della Spa
gna 34. L a propaganda dei comunisti e dei giornalisti compa
gni di strada è riuscita così bene a convincere l’ opinione liberale
e progressiva delle democrazie che essi, aiutati da Stalin, l ’uni
co amico a cui il popolo spagnolo potesse ricorrere per aiuto,
erano l’avanguardia della lotta armata contro Franco, che le vo
ci dei gruppi rivoluzionari che si rivolgevano ai lavoratori del
mondo per salvare la vita delle vittime di Stalin in Spagna ri
masero inascoltate. E quando nel maggio 1937 nelle strade di
Barcellona si svolse la lotta fratricida provocata dai Comunisti,
in cui perdettero la vita centinaia di lavoratori, seguita in giugno
da attacchi armati su vasta scala alle collettività agricole d’Ara
gona, i Comunisti furono salutati come i salvatori della legge e
dell’ordine contro gli incontrollabili terroristi anarchici che cer
cavano d i impadronirsi del potere a Barcellona e costringevano
i contadini a collettivizzare le loro terre con la minaccia delle
baionette anarchiche!! Non fu soltanto Hitler ad occorgersi che
quanto più grossa la bugia, tante più probabilità vi erano che
fosse creduta!
8
114 S pagna 1936-1939
31 Questi due paragrafi fino a questa parola furono cancellati dal censore del
governo spagnuolo quando il Manifesto fu pubblicato per la prima volta in So-
lidaridad Obrera, 13 giugno 1937, ma fu incluso senza tagli nell’edizione inglese
dell’opuscolo di S ouchy già citato. Nell’edizione francese dello stesso opuscolo
La Tragique Semaine de Mai a Barcelone, il Manifesto è completamente omesso.
CA PITO LO X III
IL SIGNIFICATO RIVOLUZIONARIO
DELLE “ GIORNATE DI MAGGIO,,
deplorare che la C.N .T. sia stata esclusa dal Governo, e un rim
pianto infinito dei tempi di Largo Caballero quando il governo
era un governo rivoluzionario! Noi eravamo sotto l ’impressione
che il mito dei governi rivoluzionari fosse stato da molto tempo
abbandonato dagli anarchici, e che esso fosse un’illusione ac
carezzata soltanto dai Marxisti. Noi crediamo ancora ciò, ed è
evidente che anche alcuni dei dirigenti della CNT-FAI, nono
stante il loro atteggiamento e le loro manifestazioni, non cre
devano che vi fosse molto da scegliere tra i governi. Piuttosto essi
non sapevano come sbrogliarsi, senza perdere prestigio, dalla re
te di speculazioni politiche in cui erano stati tratti dagli abili
politici. Essi erano andati così lontani nella propria trasforma
zione mentale e nel sentimento della propria personale importan
za ed astuzia politica, da considerare che un ritorno alla posizione
rivoluzionaria della C .N .T .-F.A .I. contro tutti i governi fosse un
passo indietro; un passo per cui essi sarebbero stati condannati
dalla storia.
Che cosa fece in effetti la C .N .T. durante quei mesi di « op
posizione :»? (a) Si rivolse all’opinione pubblica per protestare
contro l’ingiustizia della sua cc esclusione » dal Governo, (b) Rin
novò i suoi sforzi per raggiungere un accordo con la U .G .T . per
un patto d ’alleanza, (c) A questo scopo non risparmiò sforzi per
cercare di riabilitare Largo Caballero, tanto decisivamente messo
fuorigioco dai Socialisti di Destra (Prieto e Negrin) nella lotta per
il potere. E Caballero naturalmente li ricambiò, una volta escluso
dal potere e isolato politicamente!
Il periodo di « opposizione » fu lanciato da una serie di
quattro grandi comizi, radiotrasmessi in tutta la Spagna, nei
quali ognuno degli ex Ministri dava un resoconto delle proprie
attività al governo, Abbiamo già parlato del discorso fatto da
Garcia Oliver in tale occasione. Ancora più rivelatore, tuttavia,
fu il discorso pronunziato da Federica Montseny, membro e-
minente della CNT-FAI ed ancora oggi personaggio influente nel
M .L.E. (Movimento Libertario Spagnolo) in esilio. Dato il ruo
lo dominante da lei avuto nel mettere fine al combattimento
LA C .N .T . E LA CRISI DEL GOVERNO CABALLERO 129
9
130 Spagna 1936-1939
Ecco quella che la C.N .T. nel gennaio 1938, considera una
<c Organización responsable»! Non esitiamo a definire il cc li
bretto di lavoro » un distintivo di schiavitù, cui finanche le
reazionarie e accomodanti trades-unions d ’America e d’Inghil
terra resisterebbero strenuamente, e che pure fu adottato dalla
C.N .T. con 516 voti favorevoli, 120 contrari e 82 astenuti.
Quando alle misure per rinsaldare cc l ’unità y> dell’ organiz
zazione, il punto 8 dell’ O.d.g. è il più significativo. Esso chiede
una drastica riduzione del numero delle pubblicazioni fino allora
IL PLENUM NAZIONALE DEL GENNAIO 1938 157
L ’avvio preso dalla C.N .T. nel Plenum del gennaio 1938
è così timido e reazionario che niente ci sorprende più. Neppure
la creazione di un Comitato Esecutivo del M .L.E. (Movimento
Libertario Spagnolo) in Catalogna al principio d ’aprile dello
stesso anno.
Questo Comitato Esecutivo si reggerà secondo la seguente m ecca
nica interna. Tutti gli accordi saranno presi alla unanimità o a m ag
gioranza, e quando vi sia parità di voti opposti, si procederà al rin
novo totale dei membri del Comitato.
Tutti gli organi locali e comargali dei tre Movimenti seconde
ranno e adempiranno le risoluzioni del Comitato.
Il Com itato Esecutivo del Movimento Libertario sarà assistito
da im a Commissione M ilitare, che provveda allo studio prelim inare
dei problem i.
Rientra nei poteri del Comitato Esecutivo, in accordo con i Co
m itati del Movimento, di eleggere gli elementi specializzati che co
stituiranno J a Commissione Consultiva M ilitare e quella Politica. Le
attribuzioni esecutive di questo Comitato si estendono fino alla espul
sione im m ediata di quegli individui, gruppi Sindacali locali o co
ma re ali, e Comitati, che non accettano le risoluzioni generali del
Movimento e che con il loro atteggiamento danneggiano il Movimento
stesso.
L a stessa pena è inflitta a quanti prestino appoggio a coloro
che sono stati espulsi dalle tre Organizzazioni per le ragioni dianzi
segnalate.
Le facoltà esecutive e punitive del Comitato hanno valore tanto
al fronte che nelle retrovie.
(*) Il testo di queste proposte ed i commenti della F.A .I. furono pubblicati
in Spaia and thè World (Londra, 4 marzo 1938, voi. 2, n. 31).
IL PATTÒ U .G .T .-C .N .T . 161
nativo, e che i dirigenti della lì.G .T . non erano interessati a
una unità effettiva e recitavano per il loggione. Quanto alle pro
poste della C .N .T ., la F .A .I. commenta:
11
162 S pagna 1936-1939
43 Prieto, che era nemico del suo compagno Socialista Caballero, nonché de
gli Anarchici, fu destituito dall’antico amico Negrin, a causa del suo « pessimi,
smo » sulle sorti della guerra. Prieto, in un discorso pronunziato al partito qual
che mese dopo (Como y porqué salì del Ministerio de Defensa Nacional, Parigi,.
1939), dichiara che la causa fu il suo rifiuto di essere guidato dai Comunisti..-
CAPITOLO XIX
IL CULTO DELLA ORGANIZZAZIONE
E DELLA PERSONALITÀ
Otto anni dopo, Peirò spiega come mai fu possibile che egli,,
contrario per motivi tattici all’entrata della C .N .T . nel Gover
no, fosse tuttavia diventato ministro :
(CII pensiero appartiene all’individuo, e tutto il resto è in
vece a disposizione della collettività, della organizzazione alla
quale si appartiene ».
Si è proprio tentati di commentare particolareggiatamente*
questi documenti, a parer nostro molto importanti, che aiutano1
a spiegare come nel 1932 fosse possibile ai leaders, o se si pre
ferisce l ’espressione di Peirò <c las vanguardias que guian » , di
perseguire una politica in netta contradizione con i principi tanto
difesi nei Congressi e nella Stampa. Ogni compromesso, ogni
deviazione, ci si affrettava a dire non erano cc rettificazioni » dei
sacri principi della C .N .T ., ma semplicemente azioni determina
te dalle « circostanze » ; e, ima volta che queste fossero state ri
solte, si sarebbe tornati ai principi.
Il membro della C.N .T. non poteva agire come individuo.
« Cumplir con su deber » , esortazione ripetuta migliaia di volte
dalla Stampa Confederale e nei comizi, significava rinunziare ai
IL CULTO DELLA ORGANIZZAZIONE E DELLA PERSONALITÀ 169
* P e ir a t s , op. cit., v o i. 2 ° .
44 Secondo Peirats (voi. 3°, pag. 319) dal 1938 il movimento liberatario era
diviso in due principali tendenze « quella rappresentata dal Comitato Nazionale
della F.A .I., era eminentemente fatalista, quella del Comitato Peninsulare della
F.A .I., costituiva una tardiva reazione a quel fatalismo ».
Ma tra queste due posizioni vi era una terza tendenza « non circostanzialista,
ma pienamente per una franca rettifica delle tattiche e dei principi, rappresentata
da Horacio Prieto. Questa tendenza, che propugnava di mutare la F.A.I. in un
partito politico, incaricato di rappresentare il Movimento Libertario nel Governo,
negli organismi statali, e nelle contese elettorali, era la messe di tutte le semi
nagioni di compromessi ideologici che dal 19 luglio avevano influenzato tanto la
C.N.T. quanto la F.A.I. ».
172 S pagna 1936-1939
45 Nel 1938, per esempio, David Antona, che era Segretario Regionale della
C.N.T. del Centro, fu nominato Governatore della Provincia di Ciudad Libre (già
Ciudad Real); e si legge che il guerrigliero Jover, capo della 28a Divisione del
riorganizzato « Esercito popolare » fu abbracciato dal Premier Negrin <x di fronte
ai goldati plaudenti », e promosso al grado di Tenente Colonnello.
CAPITOLO XX
(*) Espinar, bisogna notarlo, fu uno dei tre designati della Generalität. Fino
a che punto il suo atteggiamento fu influenzato dalla promessa della nomina nella
Comisión Interventora?
(*) Datos para la Historia, di Marcos Alcòn (Cultura Proletaria, New York,
22 maggio 1943).
12
178 S pagna 1936 - 1939
A n a rc h ism o e S in d acalism o
A n a r c h ism o e violenza
13
194 Spagna 1936-1939
Ogni spagnolo che legga quanto sopra non può fare a meno
di scuotere il capo e sospirare per l’ingenuità dimostrata nella
presentazione dell’atteggiamento non-violento. Se il proletariato
internazionale avesse appoggiato i lavoratori spagnoli ; se la cricca
militare fosse stata sconfitta e se mille e una altre condizioni si
fossero verificate__ chi sa che cosa avrebbe potuto accadere in
Spagna ! Ma non dimentichiamo la frase più importante fra quel
le citate. Se tutti questi se si fossero realizzati, Bart de Ligt
ammette che cc la violenza sarebbe stata contenuta al minimo, e
la possibilità di una vera rivoluzione sarebbe stata così grande da
poter cambiare la faccia del mondo! » In altri termini, si am
mette che, in determinate circostanze, la violenza non degenera
necessariamente, posizione che molti difensori della non-violen-
za scartano dogmaticamente come insostenibile.
È quando 1’ uso della violenza si prolunga oltre il tempo
debito, e la lotta armata cessa di avere una qualsiasi relazione
196 S pagna 1936-1939
(*) Un gruppo di anarchici russi in esilio formulò, nel 1927, una « piatta
forma » organizzativa particolarmente autoritaria.
206 S pagna 1936-1939
Non ignoro che non è sempre possibile fare quello che sarebbe
necessario fa re ; so però bene che vi son cose che è assolutamente ne
cessario non far giammai.
Fonti principali:
B renan G erald , The Spanish Labyrinth. (An account of thè social and politicai
background of thè Civil War), London, 1943.
I ldefonso A., Il Movimento Libertario Spagnolo (serie di quattro articoli pub
blicati in «V olontà», voi. 9, nn. 6-9, Napoli, 1952). Ripubblicati in opu
scolo, Napoli, 1953.
L eval G astón , Social Reconstruction in Spain* London, 1938.
— Nè Franco nè Stalin. (Le collettività anarchiche spagnole nella lotta contro
Franco e la reazione staliniana), Milano, 1952.
M ontseny F ederica, Militant Anarchism and thè Reality in Spain, Glasgow, 1938.
O liver J uan G., Mi Gestión al Frente del Ministerio de Justicia, Valencia, 1937.
P eirats J osé , La C. N. T. en la Revolución Española, Toulouse, voi. I o, 1951;
voi. 2°, 1952; voi. 3°, 1954.
S antillan de D. A., Por qué Perdimos la Guerra. (Una contribución a la historia
de la tragedia Española), Buenos Ayres, 1940.
S ouchy A u g u st in , The Tragic week in May, Barcelona, 1937.
— Collezioni di: Fragua Social (quotidiano della C.N.T. in Valencia); Solidari
dad Obrera (quotidiano della C.N.T. in Barcelona); C.N.T. - F.A.I. Informa
tion Bulletin '(edizioni spagnola, inglese, italiana - Barcelona); Spanish La-
bour Bulletin (New York, 1938).
—- De Julio a Julio - Un año de Lucha, Valencia, 1937 (edizione francese: Dans
la Tourmente. Un an de Guerre en Espagne, Paris, 1938j.
•— De Companys a Indalecio Prieto. (Documentación sobre las Industrias de Guer
ra en Cataluña), Buenos Ayres, 1939.
— Timón. (Sintesis de Orientación Politico Social), prima serie nn. 1-6, Barce
lona, luglio-dicembre 1938; seconda serie nn. 1-5, Buenos Ayres, novembre
1939 - marzo 1940.
— Material de Discusión para los militantes de la C.N.T. de España (edito a cura
di Juan Lopez), Milford Haven - Brighton, .1915-46.
N ella bibliografia del The Grand Cam ouflage l ’autore Bum ett
Bolloten dichiara di aver consultato, per la stesura di quest’opera
voluminosa, non meno di 2.500 libri e opuscoli ed elenca tutti quelli
da lui citati o trovati utili. La sua bibliografia è di ben 17 pagine,
tuttavia ciò che impressiona il lettore è l ’esiguo numero di opere
pubblicate tra il 1945 e il 1960. La Spagna era per gli editori un
soggetto poco remunerativo. Per esempio, il libro di Bolloten, ter
minato nel 1952, non è stato pubblicato che nel 1961; durante tutti
questi anni venne offerto a numerosi editori americani, tra cui ben
cinque università, e rifiutato da tutti. I tempi sono certamente cam
b iati; il numero sempre crescente di coloro che desiderano fare una
tesi di ricerca, le insaziabili macchine da stam pa e gli imperi pub
blicistici alla ricerca di ristam pe e di autori, hanno fatto sì che la
guerra civile di Spagna riemergesse d all’immeritato oblio. Se alla
fine il lettore sarà più edotto di quanto non lo fosse quando iniziò a
leggere alcune delle opere più popolari, questo è un altro discorso.
Esistono molte opere importanti apparse dopo il 1957 (anno in
cui completai la versione revisionata delle Lezioni della Rivoluzione
Spagnola) che avrebbero potuto essere adoperate nella presente edi
zione; siccome però non intendevo scrivere una storia, ma solo cimen
tarmi a trarre delle conclusioni dall’aspetto rivoluzionario della lotta,
mi sarei trovato a dover soprattutto aggiungere note che avrebbero
semplicemente sottolineato gli argomenti senza tuttavia cam biarli.
Appesantendo il tema con un’ abbondanza di dettagli, il vantaggio
ottenuto sarebbe stato, credo, neutralizzato, a parte il fatto che c’è
un limite nella revisione e nell’espansione di un’opera, a meno che
questa non venga riscritta completamente, cosa che io non avevo
alcuna intenzione di fare. Sento d’altra parte di dover approfittare
della pubblicazione del mio libro in inglese per indicare alcune
delle im portanti opere alle quali uno studioso della rivoluzione spa
gnola può ora attingere.
210
11.
Spanish Labyrinth di Brenan (Cam bridge 1943) è tuttora il m i
glior libro sui retroscena sociali e politici e contiene una preziosa
bibliografia; esiste un’edizione tascabile. La anarquia a traves de los
tiempos (Barcellona 1935) di Max Nettlau è stata pubblicata in tradu
zione italiana con il titolo Breve storia dell'anarchism o (Edizioni
l ’Antistato, Cesena 1964) e contiene capitoli sulle origini d ell’anar
chismo collettivo e comunista in Spagna. Sem pre di Nettlau La pre
miere internationale en Espagne (1868- 1888) (Reidei, Olanda 1969),
una monumentale opera di 600 pagine sul tem a, pazientemente edito
da Renée Lam beret. A parte il fatto che non è alla portata di tutte
le tasche, esso ha sconfitto tutti i miei tentativi di leggerla; probabil
mente si tratta di un’opera più da consultare che da leggere (e ciò
solo da parte di studiosi immersi nello studio delle origini della
Prim a Internazionale in Spagna). Più facili a leggersi, anche se opera
da borsa di studio, le Origines del Anarquismo en Barcelona (B arcel
lona 1959) che penso sia il primo studio serio su ll’ anarchismo emerso
dalla Spagna di Franco. Come uno dei più recenti libri di fondo
sui primi tre decenni del nostro secolo, è stato ristampato nel 1967
{Coptic Press) il lavoro di M. Dashar The Origins of thè Revolutionary
Movement in Sp ain . mentre Peirats in Los anarquistas en la crisis
espanola (Buenos Aires 1964) dedica le prim e 100 pagine agli anni
che portano al 19 luglio 1936, come l ’ha pure fatto nei primi sei
capitoli del 1° volume della sua Storia della C .N .T ., tanto spesso
citato nel presente mio volume,
T e prime duecento pagine del libro di G abriel Jackson The
Spanish Repuhlic and thè 'Civil War (Princeton 1965) trattano in modo
notevolmente dettagliato della Repubblica del 1931.
7/ 7.
st’ultima il libro più cinico sulla Guerra Civile e non intendo ripor
tare qui le mie considerazioni. Un’edizione revisionata di The Spanish
Civil War è stata nel frattempo pubblicata da Penguin Books (1965).
Nella prefazione l ’autore scrive che la nuova edizione « dà un p o’
di spazio in più agli aspetti economici e sociali della guerra. Le origini
dei comunisti e degli anarchici in Spagna sono state ulteriormente
approfondite. Per il resto il libro rimane più o meno lo stesso della
prim a edizione ». Infatti l ’unica aggiunta significativa è il capitolo
di 11 pagine su « The Collectives », un argomento che Thomas aveva
trascurato nell’edizione originaria — a parte dettagli di importanza
minore! Comunque a furia di insistere ora è considerato da alcuni
un’autorità sui collettivi dopo aver contribuito con un pezzo più
lungo nell’opera sulla Spagna pubblicata da Raymon Carr The Re-
public ancl thè Civil War in Spain (London 1971).
IV.
Diverso materiale sui collettivi è stato pubblicato negli ultimi
anni, soprattutto l ’opera critica di Frank Mintz L ’Autogestión dans
VEspagne Revolutionaire (P aris 1970) che cerca di dare delle risposte
a questioni concrete: «P erch é sono avvenute le collettivizzazioni?»
«C om e si è andati avanti con le collettivizzazioni?» « C i sono degli
aspetti di originalità nelle collettivizzazioni? ». Il merito dell’opera
consiste nel fatto che l ’autore cerca di raccogliere materiale da una
gamma molto ampia di fonti pubblicate e di sommarne i risultati.
Per molte delle tesi è tuttavia tipico che non sono di facile lettura,
però si tratta di un prezioso contributo al tema.
La maggiore opera di consultazione sui collettivi recentemente
pubblicata è L ’Fspagne Lihertaire 1936-1939 di Gastón Levai (Paris
1971). Si tratta di una versione leggermente am pliata di Né Franco
né Stalin - (Te collettività anarchiche spagnole nella lotta contro
Franco e la reazione staliniana) (M ilano 1952), opera che ormai è
fam iliare al lettore anche se solo per le molte citazioni nel mio libro.
Un contributo della Spagna è venuto con 30 meses de collectivisme
a Catalunya (Barcellona 1970) di Albert Perez-Baro. Militante della
C .N .T. (confederazione nazionale del lavoro) da prima del 1936,
l ’ autore era strettamente impegnato per la legislazione sulla collet
tivizzazione nella Catalogna. Non sono riuscito a vedere una copia di
quest’ opera, però Frank Mintz la descrive nel bollettino CIRA (n. 22,
Losanna 1971) come « indispensabile per la comprensione dei tanti
eventi che hanno caratterizzato la trasformazione economica della
Repubblica Spagnòla ». Lo stesso autore recensisce un’altra opera
dalla Spagna (purtroppo tutti e due i volumi sono scritti in catalano):
Politica economica de la Generalidad (1936-1939) Volum prim er:
212
V.
Ho due volte reso omaggio a Bolloten e non posso fare di più che
citare quanto da me scritto recensendo Thomas e Bolloten per Anarchy
(n. 5, luglio 1961):
« È significativo che un altro libro, The Grand Cam ouflage: The
Communist Conspiracy in thè Spanish GAvil War di Burnett Boi-
214
loten, che è uscito assieme con quello di Thomas, sia stato igno
rato o, se recensito, abbia ricevuto un trattamento insufficiente.
È un peccato, perché è un’opera tanto più importante e malgrado
il fatto che non cerca di presentare un quadro completo della
guerra civile il lettore im parerà dalle sue 350 pagine più dei veri
problem i inerenti a questa lotta che non dalle 700 pagine della
"sto ria ” di vasta portata del Thomas. ... La ragione per cui il
libro del Bolloten è più interessante di quanto il titolo lasci su p
porre, è che per analizzare il ruolo controrivoluzionario dei Co
munisti, egli, per prim a cosa, doveva dare al lettore un quadro
della rivoluzione sociale verificatasi; per far ciò, egli ha portato,
capitolo per capitolo, riferimenti che qualche volta occupano più
spazio del testo stesso. Per esempio il capitolo sulla Rivoluzione
nelle campagne è di sole 20 pagine, delle quali ben sette citano
delle fonti; però questi riferimenti contengono materiale per un
grosso volume ».
E quando ho dovuto scrivere un’introduzione alla traduzione sp a
gnola del mio libro, ho detto di essermi deciso contro un ulteriore
ampliamento del testo nonostante i molti libri sulla guerra Civile
Spagnola, apparsi dopo il 1957 « perché, secondo il mio parere, solo
uno, ’ ’The Grand Cam ouflage” di Burnett Bolloten, è un libro di
consultazione di valore e nello stesso tempo uno dei pochi che hanno
una presa realistica sul soggetto. Non mi sono servito qui del Bolloten
perché ciò avrebbe significato di esaminare tutte le sue fonti, di
valutarle e di produrre almeno cinque volumi. Però raccomando cal
damente a tutti gli interessati seri e impegnati di studiare Bolloten
e di seguire le sue note a p ie ’ di pagina. Sono abbastanza immodesto
per pensare che Bolloten dia un appoggio anche alle tesi sviluppate
nelle pagine che seguono ».
Però invito pure coloro che leggono l ’introduzione del Prof.
Trevor-Roper di non pensare che egli, qualunque cosa scriva, sim
patizzi o faccia un compendio dell’opera che introduce. Infatti è
un’illustrazione vivace della grossolana ignoranza degli accademici
— Roper è Ordinario di Storia Moderna all’Università di Oxford —
quando egli scrive:
« La rivoluzione anarchica del 1936 è stata descritta anche prim a,
però raramente penso così vivacemente come dal Bolloten. L a sua
descrizione, ampiamente documentata da fonti dirette locali, è una
delle parti più affascinanti del libro. Però effettivamente è solo
l ’introduzione. Perché questa rivoluzione, mentre effettivamente ha
dissolto la vecchia repubblica, non ha contribuito affatto al compito
immediato di resistere alla ribellione di Franco » (mio corsivo).
Cosa ha fatto? E il professore, come tutti i suoi compagni di viag
gio degli anni 30, risponde: cc II Partito Comunista si è rivelato di
essere quella forza ». E su che cosa si basa questa sua asserzione?
215
(*) Freedom, 20 luglio 1963, e ristampato nelle Freedom Reprints, voi. 13,
Forces of Lato & Order (Londra 1965).
217
VI.
Prieto più che con Caballero. E* abbastanza evidente che Prieto, rappresentante
della corrente di destra della C.N.T., aveva un fortissimo penchant per il « Lenin »
dei socialisti, Caballero!
219
VII.
Vili.
IX .