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IL SUONO
Una proposta didattica basata su un percorso di esperimenti
a cura di
Marisa Michelini
Adele Toffolo
FORUM
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UNIVERSITÀ DI UDINE
Unità di Ricerca in Didattica della Fisica
CONSORZIO UNIVERSITARIO
DEL FRIULI
a cura di:
Marisa Michelini, Adele Toffolo
Università di Udine
Unità di Ricerca in Didattica della Fisica
e-mail: michelini@fisica.uniud.it
Stampa:
Litho Stampa
© Copyright 2006
Università di Udine
Unità di Ricerca in Didattica della Fisica
e-mail: michelini@fisica.uniud.it
ISBN:
PRESENTAZIONE
L’educazione scientifica è il problema del nostro secolo. A tutti i livelli viene chiesto di favorire
la formazione scientifica dei futuri cittadini, ma la nostra scuola non è pronta, perché gli inse-
gnanti non hanno avuto finora la necessaria formazione. Anche la didattica scientifica non è stata
curata a tutti i livelli con lo scopo di fornire autonomi strumenti di elaborazione dei concetti. Si
deve cominciare con il garantire le basi del modo di pensare scientifico nella scuola primaria. Lo
si deve fare offrendo ai futuri insegnanti strumenti professionali per l’educazione scientifica. La
formazione universitaria degli insegnanti è appena iniziata e mancano ancora strumenti didatti-
ci per questo importante compito. Anche per questo motivo l’Unità di Ricerca in Didattica della
Fisica dell’Università di Udine ha concentrato le proprie ricerche didattiche sui processi di
apprendimento dei più piccoli in campo scientifico. È stato studiato il ruolo dell’operatività nel
personale coinvolgimento esplorativo, sperimentale, concettuale ed interpretativo dei fenomeni, le
modalità di costruzione del pensiero formale in contesti formali ed informali, come quello della
mostra Giochi Esperimenti Idee (GEI). Sono stati realizzati laboratori cognitivi in cui sono state
esplorate proposte didattiche, idee spontanee e sequenze di ragionamento nella costruzione di
modelli interpretativi. Quando la coerenza delle proposte elaborate ha mostrato tenuta sia sul
piano disciplinare che su quello dei processi di apprendimento, abbiamo lavorato con gli inse-
gnanti di scuola primaria per rielaborare percorsi didattici e sperimentarli in situazioni diverse.
Il tirocinio degli studenti di Scienze della Formazione Primaria è stato fecondo per le ricerche
sui processi di apprendimento, per la ricaduta di proposte innovative nella scuola primaria e per
la formazione dei futuri insegnanti.
Accanto alle ricerche sui processi di apprendimento si sono così sviluppate quelle curricolari e di
ricerca e sviluppo di prototipi e schede per l’attività didattica.
Il presente lavoro è il frutto di ricerche svolte nell’ambito dei seguenti progetti:
- Interreg III Italia – Slovenia 2000-2006: Materiali per l’innovazione in didattica della fisica
a supporto della formazione iniziale e in servizio degli insegnanti –- Asse 3: «Risorse umane,
cooperazione e armonizzazione dei sistemi». Misura 3.2 «Cooperazione nella cultura, nella
comunicazione della ricerca e tra istituzioni per l’armonizzazione dei sistemi». Azione 3.2.4
«Collaborazione tra Enti ed Istituzioni nel campo della ricerca scientifica».
- PRIN 2004-2006 – Fis 21. Le parti di confine in un modello di percorso in fisica: educazio-
ne scientifica elementare, campo, ottica e meccanica quantistica. Formazione degli inse-
gnanti. Programmi di ricerca scientifica di Rilevante Interesse Nazionale (DM n. 30 del 12
febbraio 2004).
- Progetti di diffusione della cultura scientifica 2000-2005 ai sensi della L. 6-2000.
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Esso ha coinvolto una tesi di laurea nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze della Formazione
dell’Università di Udine.
Il materiale prodotto è dettagliato ed autoesplicativo; si indicano tuttavia in questa sede i princi-
pali elementi della proposta didattica: impostazione, strategia, metodi a cui il materiale didattico
è finalizzato, i prerequisiti ed il percorso che sottende alla proposta di esperimenti. Tutti gli ele-
menti qui riportati sono stati oggetto di sperimentazione didattica ed analisi di ricerca. Il percor-
so didattico viene presentato alla luce delle ricerche didattiche in materia.
La presentazione della proposta didattica è accompagnata da materiali didattici per l’insegnan-
te e per gli studenti, che la rendono dettagliata e definita, senza costituire un rigido percorso gui-
dato. La modularità delle schede e la loro natura di stimolo esplorativo e problematico sono stati
criteri di riferimento per la redazione dei materiali didattici, che vengono offerti all’insegnante,
perché possa utilizzarli in percorsi didattici diversi, adatti alla classe in cui lavora.
Marisa Michelini
La ‘filosofia’ dell’azione del Consorzio universitario del Friuli (nel quadro delle linee-guida di caratte-
re generale approvata dall’Associazione Nazionale Consorzi universitari) si colloca nella promozione
dello sviluppo dei territori di riferimento tramite la collaborazione con l’Istituzione universitaria.
Ciò favorendo l’avvio e lo sviluppo di iniziative di formazione e di ricerca finalizzate al progresso eco-
nomico e alla crescita culturale del territorio stesso e delle sue Comunità.
Antesignano interprete di tale esigenza per quanto riguarda l’educazione scientifica, nel raccordo fra
territorio ed Università degli Studi di Udine è stato il Centro Interdipartimentale di Ricerca Didattica
(CIRD), costituito nel 1993, sostenuto dal Consorzio sin dalla sua attivazione, e nell’ambito del quale
è funzionante il Centro Laboratorio per la Didattica della Fisica (CLDF).
Sulla medesima linea si è collocato, nel 2003, il sostegno consortile alla pubblicazione “L’educazione
scientifica nel raccordo territorio/università a Udine”.
Sempre nel medesimo spirito il Consorzio al presente sostiene la serie di pubblicazioni predisposte
dall’Unità di Ricerca in Didattica della Fisica dell’Università degli Studi di Udine.
Di tutte le sopraddette iniziative il merito va a Marisa Michelini, protagonista ed anima delle stesse,
cui – unitamente ai suoi collaboratori - va la gratitudine del Consorzio universitario del Friuli per l’im-
pegno e la passione dimostrati e per l’alta qualità del lavoro.
Ernesto Liesch
Consorzio Universitario del Friuli
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LA PROPOSTA DIDATTICA
Introduzione
La trattazione dell’argomento suono nella scuola è oggi marginale; poiché però i fenomeni acusti-
ci sono strettamente correlati alla nostra vita quotidiana andrebbero indagati, almeno per quanto
riguarda la fenomenologia, fin dalla scuola primaria. L’obiettivo che sottende la proposta didatti-
ca qui articolata è fornire una soluzione ai principali nodi interpretativi riguardanti il suono.
Due sono le finalità principali:
1. la prima, disciplinare, mira a condurre i bambini attraverso i principali concetti che caratte-
rizzano i fenomeni acustici sul piano descrittivo ed interpretativo. I temi trattati sono i seguenti:
le sorgenti sonore, l’altezza e l’intensità dei suoni, la propagazione del suono, la velocità del
suono, i rivelatori di suoni, l’apparato uditivo umano, la pressione, le onde sonore e le loro carat-
teristiche;
2. la seconda, formativa, mira ad avvicinare i bambini ai temi trattati attraverso un approccio
rigoroso di tipo sperimentale, invitandoli, con le attività predisposte, a formulare ipotesi su con-
testi, a osservare fenomeni, confrontare risultati con previsioni, giungere infine a conclusioni.
La letteratura ci sostiene rispetto alla proposta interpretativa. Recenti studi hanno messo in evi-
denza come la possibilità di costruire un quadro organico di relazioni tra variabili descrittive ed
enti appartenenti ad un modello interpretativo sia legata all’esame di processi e alla loro anali-
si (Michelini 2003-2004).
I temi trattati sono stati selezionati tra i nodi di apprendimento emersi in letteratura. Specifici
elementi di raccordo tra tali nodi costruiscono un percorso organico per l’apprendimento di feno-
meni e la costruzione della loro interpretazione, mentre si pongono come modalità di supera-
mento delle difficoltà concettuali ad essi correlate.
Impostazione
Il punto di partenza della proposta didattica è il riconoscimento delle sorgenti sonore: oggetti
opportunamente stimolati oscillando o vibrando producono un suono, ma non tutte le vibrazioni
generano suoni.
Si affrontano due caratteristiche del suono, l’altezza e l’intensità, correlate alle sorgenti sonore
in quanto oggetti diversi per dimensioni, vibrando in modo diverso producono suoni diversi, in par-
ticolare di altezza differente, mentre uno stesso oggetto può produrre suoni diversi per intensità
in base all’ampiezza delle sue oscillazioni.
Si affronta la propagazione del suono focalizzando l’attenzione sul fatto che esso non viaggia nel
vuoto, ma necessita di un mezzo che può essere l’aria, un solido oppure un liquido.
I rivelatori sonori vengono semplicemente identificati come quegli oggetti, o apparati, che sono
in grado di percepire la perturbazione del sistema, le vibrazioni. Si esaminano il bicchiere di pla-
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stica modificato posto sulla cassa della radio, i due diapason, il modello di orecchio esterno.
Lo studio della pressione, si limita agli elementi necessari per comprendere il comportamento del-
l’aria durante la propagazione della perturbazione. Le onde sonore e le loro caratteristiche sono
proposte mediante esperimenti con le molle e la rappresentazione da parte dei bambini dell’onda.
Approccio
L’approccio è operativo per rendere gli alunni partecipi alle attività e mira a stimolare la loro
curiosità e la loro motivazione nei confronti degli argomenti trattati.
I bambini vengono invitati a partecipare attivamente e non è contemplata una spiegazione intro-
duttiva, solamente una breve introduzione verbale che molte volte richiama l’esperienza quoti-
diana degli alunni.
Strategia
La strategia adottata propone le diverse attività seguendo il ciclo PEC: previsione, esperimento,
controllo.
Innanzitutto, per creare il contesto, viene predisposta la situazione di stimolo con la descrizione
degli oggetti e del modo in cui verranno utilizzati. Quindi, attraverso domande che stimolano la
riflessione, i bambini vengono invitati a formulare delle ipotesi riguardo al comportamento degli
oggetti ed al risultato dell’esperimento.
Più in dettaglio, le attività proposte nelle schede hanno inizio con l’osservazione dei materiali pre-
disposti per la realizzazione dell’esperimento e la descrizione dei passaggi per attuare la prova:
momenti necessari affinché i bambini raccolgano le idee per formulare la loro previsione
Una volta concluso il momento di previsione, viene realizzato l’esperimento che permette agli
alunni di osservare direttamente ciò che accade.
La terza fase consiste nel controllo e nel confronto dei risultati della prova con le ipotesi formu-
late inizialmente.
Infine gli alunni vengono invitati alla sintesi e alla conclusione.
Metodologia
Per la realizzazione del percorso didattico sono state predisposte schede operative così struttu-
rate:
- presentazione dell’esperimento attraverso descrizione e immagine fotografica;
- domande a scelta multipla per stimolare la creazione di ipotesi e previsioni;
- domande, alle quali rispondere dopo aver effettuato l’esperimento, che aiutano a sintetizzare i
risultati osservati e ad interpretarli;
- conclusione costituita da due parti: la prima prevede una conclusione individuale di ciascun alun-
no, la seconda una sintesi delle conclusioni alle quali il gruppo è giunto attraverso la discussione.
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Il ruolo degli alunni nella realizzazione degli esperimenti è, a volte, quello di semplici spettatori
(10%), a volte di collaboratori (60%), altre volte di protagonisti (30%).
Per quanto riguarda le conclusioni, a volte concernono una singola attività, altre volte più situa-
zioni che presentano come filo conduttore un unico concetto. L’interpretazione, richiesta ad ogni
singolo alunno per iscritto, viene ripresa dall’insegnante che conduce un breve colloquio euristi-
co in cui gli alunni sono chiamati al confronto ed alla discussione.
Il percorso didattico
La proposta didattica è suddivisa in cinque sezioni, ognuna delle quali affronta un determinato
aspetto legato all’acustica:
- le sorgenti sonore;
- la propagazione del suono;
- i rilevatori di suoni;
- la pressione;
- le onde sonore.
Ciascuna sezione è costituita, a sua volta, da un numero variabile di schede nelle quali sono pre-
sentati specifici argomenti attraverso l’osservazione di esperimenti realizzati con materiali di
facile reperibilità e utilizzo.
Nelle seguenti tabelle per ciascuna scheda sono elencati gli argomenti trattati e gli esperimenti
ad essi correlati.
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Scheda A3: 1. non tutti gli oggetti che oscillano E6: L’asciugamano
l’asciugamano producono un suono E7: Il pendolo
ed il pendolo 2. discriminazione tra oscillazioni che
producono suoni ed oscillazioni che
non producono suoni
Scheda A4: 1. discriminazione tra suoni gravi e E8: Musica con le lamine
l’altezza dei suoni suoni acuti metalliche
2. riconoscimento della relazione tra E9: Musica con le canne di
dimensioni delle sorgenti sonore e bambù
altezza dei suoni prodotti E10: Musica con i barattoli
Scheda A5: 1. discriminazione tra suoni deboli e E11: L’intensità del suono
l’intensità dei suoni suoni forti
2. relazione tra ampiezza dell’oscilla-
zione e intensità del suono
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Scheda B1: 1. il suono non si propaga nel vuoto E12: La campanella sottovuo-
il suono non viaggia to
nel vuoto
Scheda B3: 1. propagazione del suono nei solidi E14: Il telefono con lo spago
il suono si propaga
nei solidi
Scheda B4: 1. propagazione del suono nei liquidi E15: Il diapason nell’acqua
il suono si propaga
nei liquidi
Scheda B5: 1. la velocità del suono è diversa E16: Ascoltare con l’orecchio
la velocità del suono in mezzi diversi appoggiato al tavolo
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SEZIONE D: LA PRESSIONE
Scheda D1: 1. la pressione come forza distribuita E21: La mattonella sulla pasta
una forza distribuita su una superficie di sale
su una superficie 2. proporzionalità inversa
tra superficie e pressione
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Semini e zucchero
sul tamburo
Altezza
Orecchio
PROPAGAZIONE
Frequenza
Pressione = F/S
Parametri fisici
Propagazione
Principio di Pascal Necessità di un mezzo dell’impulso e non
della materia
Fluidi Solidi
Aria Liquidi
Comprimibilità Elasticità
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Bibliografia
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Piaget, J. 1966. La répresentation du monde chez l’enfant. Paris: Alcan (1926); trad. it. La rappresenta-
zione del mondo nel bambino, Boringhieri, Torino.
Pierce J. R. (1988) La scienza del suono, Zanichelli, Bologna.
Prosperi R. (1987) Elementi di acustica e stereofonia, volume I, Edizioni KLIM, Roma.
Pugliese S., Romagnino C., De Masi E., Di Loreto P. (2000) Nuclei fondamentali della fisica, API (1-2),
pp. 108-116.
Righini P. (1987) L’acustica per il musicista: fondamenti fisici della musica, Zanibon, Padova.
Sconza A. (2002) Esperimenti con le onde ultrasonore, LFNS, XXXV,2, pp.81-86.
Sito: http://amasci.com/miscon/opphys.html
Spada, H. 1994. Commentary. Conceptual Change or multiple representations? «Learning and Instruction»,
4: 113-116.
Strike, K.S., Posner, G.J. 1985. A conceptual change view of learning and understanding. In L.H.T. West,
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Vicentini M. e Mayer M. (1996) Didattica della fisica, La Nuova Italia, Firenze.
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IL SUONO
Gli esperimenti
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GLI ESPERIMENTI
Gli esperimenti proposti ai bambini attraverso l’attività didattica sono 32 in tutto e vengono
descritti nelle pagine seguenti (le immagini fotografiche sono inserite nelle schede didattiche per
studenti).
Conclusioni
La lamina metallica, nel momento in cui viene fatta oscillare, diventa una sorgente sonora poi-
ché il suo movimento perturba lo stato d’equilibrio dell’aria circostante facendola comprimere ed
espandere in modo oscillatorio; si creano così zone d’aria compressa e zone d’aria rarefatta in
modo alterno nel tempo e quindi oscillanti nel tempo in ogni punto.
Conclusioni
La risma di fogli, nel momento in cui viene fatta oscillare, diventa una sorgente sonora poiché il
suo movimento perturba lo stato d’equilibrio dell’aria circostante facendola comprimere e rare-
fare in modo oscillante; la vibrazione si trasmette nell’aria e si sente un suono.
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Conclusioni
L’elastico, nel momento in cui inizia ad oscillare, diventa una sorgente sonora poiché il suo movimen-
to perturba lo stato d’equilibrio dell’aria circostante facendola oscillare in stati compressi e rarefat-
ti, che si trasmettono alle regioni d’aria limitrofe, realizzando la propagazione sonora.
E4. IL DIAPASON
• Concetto: la vibrazione come sorgente sonora
• Materiale utilizzato:
- un diapason.
• Procedimento:
- percuotere i rebbi del diapason su una superficie solida;
- appoggiare il manico del diapason sul tavolo.
• Risultati:
- i rebbi del diapason vibrano producendo un suono, che si sente quando si appoggia sul tavo-
lo il manico del diapason.
Conclusioni
Il diapason, nel momento in cui inizia a vibrare, diventa una sorgente sonora poiché il suo movi-
mento perturba lo stato d’equilibrio dell’aria circostante facendola comprimere e rarefare in
modo oscillante e allo stesso modo si trasmette la vibrazione nel solido. Il reticolo cristallino del
solido si deforma spostando ogni atomo momentaneamente dalla posizione di equilibrio e tra-
smettendo ai primi vicini questo processo.
E5. IL CAMPANELLO
• Concetto: la vibrazione come sorgente sonora
• Materiale utilizzato:
- un campanello.
• Procedimento:
- utilizzare il campanello nel modo consueto: scuotere il campanello in modo che il batacchio
batta sul metallo.
• Risultati:
- il campanello inizia a vibrare producendo un suono.
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Conclusioni
Il campanello, nel momento in cui inizia a vibrare, diventa una sorgente sonora poiché il suo movi-
mento perturba lo stato d’equilibrio dell’aria circostante facendola oscillare tra stati di com-
pressione e rarefazione che si trasmettono ai volumi di aria vicini.
E6. L’ASCIUGAMANO
• Concetto: non tutte le vibrazioni producono un suono percepibile dall’orecchio umano.
• Materiale utilizzato:
- un asciugamano.
• Procedimento:
- prendere due angoli dell’asciugamano e agitarlo.
• Risultati:
- l’asciugamano oscilla ma non produce alcun suono percepibile.
Conclusioni
L’asciugamano, sebbene oscilli, non produce alcun suono in quanto il numero di vibrazioni nell’u-
nità di tempo (la frequenza di oscillazione) non è sufficiente a perturbare l’aria circostante in
modo tale da far percepire il suono all’orecchio umano.
E7. IL PENDOLO
• Concetto: non tutte le vibrazioni producono un suono percepibile dall’orecchio umano.
• Materiale utilizzato:
- un pendolo.
• Procedimento:
- far oscillare il pendolo.
• Risultati:
- il pendolo oscilla ma non produce alcun suono percepibile.
Conclusioni
Il pendolo, sebbene oscilli, non produce alcun suono in quanto il numero di vibrazioni nell’unità
di tempo (la frequenza di oscillazione) non è sufficiente a perturbare l’aria circostante in modo
tale da far percepire il suono all’orecchio umano.
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Conclusioni
Gli oggetti più piccoli producono un suono acuto, al contrario quelli grandi producono suoni più
bassi. Ciò dipende dal fatto che il numero di vibrazioni nell’unità di tempo è maggiore per gli
oggetti piccoli e minore per quelli grandi.
Conclusioni
Gli oggetti più corti producono un suono acuto, al contrario quelli lunghi producono suoni più
bassi. Ciò dipende dal fatto che il numero di vibrazioni nell’unità di tempo è maggiore per gli
oggetti piccoli e minore per quelli grandi. Ogni sistema sollecitato diventa sede di vibrazioni sta-
zionarie di frequenza dipendente dalla sua lunghezza. La sollecitazione si propaga dall’estremo
in cui si produce all’altro, dove in parte si riflette indietro a produrre le onde stazionarie e in parte
si trasmette avanti nell’aria, diventando il suono che sentiamo.
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• Risultati:
- i suoni prodotti sono caratterizzati da una diversa altezza;
- i vasetti più piccoli generano suoni acuti;
- i vasetti più grandi generano suoni gravi.
Conclusioni
Gli oggetti piccoli producono un suono più acuto poiché il numero di vibrazioni al secondo è mag-
giore, mentre quelli grandi producono suoni più bassi perché il numero di vibrazioni nell’unità di
tempo è minore.
Conclusioni
L’intensità del suono dipende dall’ampiezza dell’oscillazione della sorgente sonora, in particola-
re maggiore è l’ampiezza più forte è il suono generato.
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Conclusioni
Il suono nel vuoto non si propaga: togliendo l’aria dal vaso non si percepisce il suono come prima
poiché esso per propagarsi necessita di un mezzo, in questo caso l’aria. Nell’esperimento propo-
sto il suono seppure più debole comunque si sente poiché, con i materiali utilizzati, non è possi-
bile creare un grande vuoto per cui nel vaso rimane sempre un po’ d’aria.
Conclusioni
Il suono si propaga nell’aria. Con il colpo dato dal mestolo sul coperchio viene prodotta una
vibrazione che si propaga dal coperchio alle molecole d’aria circostanti le quali, a loro volta, pro-
pagano la perturbazione a quelle vicine fino a farla arrivare al tamburo e oltre. La membrana del
tamburo, la cui caratteristica è l’elasticità, percepisce la perturbazione delle molecole d’aria ed
inizia a vibrare, provocando a sua volta il movimento dei semini.
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Conclusioni
Il suono si propaga nei solidi, in questo caso lo spago. La perturbazione prodotta dalla voce
umana si propaga al barattolo e al filo fino a raggiungere l’altro barattolo. Quando il filo è
stretto tra le dita la vibrazione non si propaga come prima poiché l’elasticità del filo viene
ridotta.
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Conclusioni
Le vibrazioni del diapason si propagano nell’acqua e ciò è dimostrato dal formarsi di piccole onde
che si allargano verso i bordi del contenitore. Il suono si propaga non solo nell’aria e nei solidi,
ma anche nei liquidi. A supporto di ciò si suggerisce di portare l’esempio delle orecchie immerse
in acqua per capire che il suono si propaga con la vibrazione.
E16: ASCOLTARE CON L’ORECCHIO APPOGGIATO AL TAVOLO (v. tabella con scheda)
• Concetto: la velocità del suono.
• Materiale utilizzato:
- il banco o un tavolo qualsiasi.
• Procedimento:
- battere un colpo sul tavolo con le nocche della mano;
- appoggiare l’orecchio al tavolo;
- battere di nuovo con le nocche.
• Risultati:
- si percepisce meglio il secondo colpo rispetto al primo.
Conclusioni
Nella seconda situazione è possibile percepire il suono e la vibrazione del materiale.
Il suono viaggia a velocità diversa in mezzi diversi: in particolare viaggia più lentamente nell’aria,
più velocemente nei liquidi e più velocemente ancora nei solidi.
Conclusioni
i rilevatori di suoni hanno caratteristiche tali da percepire l’onda sonora e trasformarla in un’al-
tro segnale (vibrazione) percepibile. Un caso molto semplice è quello di una membrana elastica
ben tesa che percepisce la perturbazione che si propaga nell’aria, vibrando.
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Conclusioni
Il secondo diapason percepisce le vibrazioni del primo che si trasmettono attraverso l’aria.
Si può ripetere l’esperimento appoggiando il primo diapason sul tavolo e poi il secondo, per con-
statare che il tavolo trasmette in modo più efficace la vibrazione dal primo al secondo diapason.
Conclusioni
La parte più esterna dell’apparato uditivo è costituita dal padiglione auricolare, la cui funzione
è quella di raccogliere e convogliare le onde sonore verso il condotto uditivo.
E20. L’IMBUTO
• Concetto: descrizione dell’orecchio esterno.
• Materiale utilizzato:
- un imbuto;
- un pezzetto di tubo di gomma lungo 10 cm;
- un pezzetto di lattice;
- un elastico;
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Conclusioni
È possibile paragonare l’imbuto all’orecchio esterno. In particolare, l’imbuto riproduce il padi-
glione auricolare, il tubo di gomma riproduce il condotto uditivo e la membrana in lattice il tim-
pano. La vibrazione sonora viene raccolta e convogliata dal padiglione verso il condotto uditivo che
lo trasmette fino al timpano il quale, per le sue specifiche caratteristiche, percepisce la perturba-
zione ed inizia ad oscillare.
Conclusioni
L’impronta è più profonda quando la mattonella è posta in verticale poiché esercita la sua forza
peso su una superficie minore. La pressione, infatti, è una forza distribuita su una superficie: la
forza rimane la stessa (il peso della mattonella), mentre la pressione è inversamente proporzio-
nale alla superficie.
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Conclusioni
La pressione del liquido ad una determinata altezza è uguale in tutte le direzioni ed è per questo
che gli zampilli hanno la stessa intensità.
Conclusioni
Gli zampilli d’acqua fuoriescono dalla bottiglia con la stessa intensità e con la stessa altezza poi-
ché in un fluido la pressione esercitata in un punto si trasmette in tutte le direzioni a tutti i punti
del fluido (principio di Pascal).
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- due elastici;
- una brocca d’acqua.
• Procedimento:
- sigillare una delle due estremità del tubo con un pezzetto di lattice bloccato con l’elastico;
- riempire il tubo d’acqua;
- sigillare l’altra estremità allo stesso modo della prima;
- premere col dito ad una delle due estremità ed osservare ciò che accade all’altra.
• Risultati:
- l’estremità non schiacciata sporge verso l’esterno.
Conclusioni
La pressione in un punto del fluido si trasmette a tutti i punti del fluido, che è praticamente
incomprimibile, ed è per questo che schiacciando ad una delle estremità del tubo l’altra sporge.
Conclusioni
L’aumento di pressione, dovuto alla compressione del pistone, viene trasmesso dall’acqua all’a-
ria, così come la diminuzione della pressione dovuta al fatto che il pistone viene tirato verso l’e-
sterno. La bolla d’aria reagisce all’aumento e alla diminuzione di pressione comprimendosi ed
espandendosi. In particolare, il volume aumenta o diminuisce secondo una legge di proporziona-
lità inversa rispetto alla pressione. Attraverso l’esperimento si osserva, oltre che la comprimibili-
tà, anche l’elasticità dell’aria che ritorna ad assumere il volume di partenza: si vede lo stantuffo
tornare nel punto in cui era prima della compressione.
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• Procedimento:
- posizionare il palloncino, gonfiato d’aria e annodato, sul tavolo;
- con la mano premere sul palloncino più volte.
• Risultati:
- il palloncino si comprime e torna alla sua posizione iniziale.
Conclusioni
L’aria si comprime e torna alla posizione d’equilibrio iniziale grazie alla caratteristica di essere
comprimibile ed elastica.
Conclusioni
Il suono generato si è propagato lungo il tubo attraverso l’aria la cui oscillazione ha provocato
lo spostamento della polvere di sughero che si è disposta in mucchietti, esplicitando la natura di
onda di compressione del suono.
Conclusioni
Le spire trasmettono l’impulso l’una all’altra tornando poi nella loro posizione d’equilibrio. Lo
stesso accade alle molecole d’aria che durante la trasmissione della perturbazione non si spo-
stano dalla sorgente al rilevatore ma oscillano avanti e indietro rispetto alla loro posizione d’e-
quilibrio, per poi tornarvi una volta passata la perturbazione.
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Conclusioni
Le onde viaggiano a velocità diverse in mezzi diversi e ciò dipende dalle caratteristiche del mezzo
stesso. Nel caso delle molle, le spire della molla piccola sono più vicine tra loro rispetto a quelle
della molla più grande e quindi trasmettono l’impulso più velocemente. Lo stesso accade per le
onde sonore: viaggiano più velocemente nel mezzo le cui molecole sono molto vicine le une alle
altre e ciò spiega la maggiore velocità nei solidi e la minore velocità nell’aria.
Conclusioni
La propagazione è avvenuta senza uno spostamento dei bambini, ma soltanto attraverso una
oscillazione del corpo rispetto alla posizione di equilibrio.
30
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Conclusioni
Così come accade nelle molle, anche l’impulso lungo la fila costituita dai bambini viaggia a velo-
cità diverse a seconda di quanto siano vicini o lontani i componenti della fila. È possibile effet-
tuare un paragone tra la fila dei bambini ed i mezzi di propagazione del suono: la fila allungata
corrisponde al mezzo aria in cui il suono viaggia lentamente per il fatto che le molecole sono
distanziate tra loro; la fila iniziale corrisponde ai liquidi, in cui il suono viaggia più velocemente
rispetto all’aria proprio perché le molecole sono più vicine tra loro; infine, la fila ravvicinata è
paragonabile ai solidi, molto compatti, che per tale caratteristica propagano il suono con veloci-
tà molto elevate.
Conclusioni
Le onde sonore si propagano in tutte le direzioni attraverso onde concentriche che si allontana-
no dalla sorgente.
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IL SUONO
Strumenti didattici
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IL SUONO
Strumenti didattici
Gli strumenti didattici consistono nel test presentato in ingresso ed in uscita, composto da diciot-
to items relativi alle diverse tematiche affrontate nell’attività e nelle schede didattiche che costi-
tuiscono il supporto per la realizzazione in classe del percorso proposto. Ogni scheda propone
diversi esperimenti per ciascuno dei quali gli alunni sono invitati a formulare le ipotesi relative
all’esito dell’esperimento, quindi ad osservare i risultati ottenuti confrontandoli con le previsioni
ed infine a trarre le opportune conclusioni.
34
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IL SUONO
Nome: Cognome:
Classe: Scuola:
1. Pensa alla tua esperienza di tutti i giorni e racconta tre situazioni in cui hai sentito un suono.
A: ___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
B: ___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
C: ___________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
2. Affinché tu possa sentire i suoni sono necessarie tre cose; pensa alle situazioni descritte:
• la voce della mamma che ti chiama;
• un’automobile che passa poco lontano da te;
• tu che batti le mani.
Cerca ciò che hanno in comune e prova ad elencare i tre elementi necessari per sentire un suono.
1: ___________________________________________________________________________
2: ___________________________________________________________________________
3: ___________________________________________________________________________
35
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3. Qui di seguito sono elencati alcuni oggetti: descrivi come li utilizzeresti per produrre un suono
e come lo producono.
4. Giochiamo a far musica con alcuni barattoli di plastica di diversa grandezza. Dopo aver messo
i barattoli in fila dal più grande al più piccolo battiamo su ognuno con una matita.Ti aspetti che:
❐ i suoni siano tutti uguali
❐ i suoni siano tutti diversi
5. Lorenzo sta giocando con la stecca da disegno: lui tiene ferma un’estremità sul tavolo mentre
l’altra l’abbassa e la lascia andare cosicché la stecca inizia ad oscillare. Lorenzo si è accorto che
la stecca produce un suono forte oppure un suono debole a seconda di quanto abbassa la stecca.
Ritieni che la stecca produca il suono più forte quando:
❐ Lorenzo abbassa poco la stecca
❐ Lorenzo abbassa molto la stecca
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6. Una volta che è stato prodotto, un suono arriva fino a noi. Come? Spiega.
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
7. Il suono viaggia:
❐ solo attraverso l’aria
❐ attraverso l’aria e anche attraverso i corpi solidi come un muro o un tavolo
❐ attraverso l’aria, attraverso i corpi solidi e anche attraverso i liquidi come l’acqua
8. Facciamo cadere un barattolo di alluminio vuoto in una stanza con la porta chiusa. Tu ti trovi
nella stanza accanto. Puoi udire il tonfo?
❐ SI ❐ NO Perché? Spiega. ___________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
9. Immagina di trovarti con le orecchie immerse nell’acqua, ad esempio nella vasca da bagno o
in piscina. Facciamo cadere un piccolo oggetto pesante, come un anello, sul fondo della vasca o
della piscina. Puoi udire il tonfo?
❐ SI ❐ NO Perché? Spiega. ___________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
10. Circa trecento anni fa uno scienziato di nome Robert Boyle volle fare un esperimento. Egli mise
un orologio dal forte ticchettio in una palla di vetro e con una pompa apposita tolse l’aria dalla
palla. Secondo te alla fine dell’esperimento, quando nella palla non c’era più aria, Robert Boyle:
❐ udiva ancora il ticchettio dell’orologio
❐ non udiva più il ticchettio dell’orologio
Perché?_______________________________________________________________________
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11. Immagina che qualcuno, a parecchia distanza da te, batta un colpo con un martello su una
rotaia del treno. Senti il suono prima se:
❐ rimani in piedi e tendi l’orecchio
❐ appoggi l’orecchio alla rotaia del treno
Perché?_______________________________________________________________________
Il suono viaggia:
❐ sempre alla stessa velocità in tutti i mezzi
❐ più velocemente nell’aria
❐ più velocemente nei liquidi
❐ più velocemente nei corpi solidi
12. Prendo un tamburo e lo cospargo di zucchero. Vicino al tamburo batto con un mestolo su un
coperchio di pentola. Ti aspetti che:
❐ non succeda niente
❐ i granelli di zucchero reagiscano al suono del coperchio
❐ altro
Motiva la tua risposta. ____________________________________________________________
______________________________________________________________________________
13. Qual è la parte del nostro corpo che ci permette di udire i suoni?
______________________________________________________________________________
14. Matilde gioca con un palloncino pieno d’acqua e, con l’aiuto della mamma, fa quattro fori
alla stessa altezza, circa a metà palloncino. Matilde osserva ciò che accade. Secondo te:
❐ dai fori prodotti esce l’acqua
❐ dai fori non esce nulla
Motiva la tua risposta. ____________________________________________________________
______________________________________________________________________________
Se stringi il palloncino in modo che esca l’acqua ti aspetti che le quattro fontanelle siano:
❐ tutte uguali ❐ diverse Perché? Spiega. ____________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
38
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15. Immagina di camminare in riva al mare dove la sabbia è bagnata. Cammini per un tratto con
le scarpe da ginnastica e per un altro tratto con i tacchi a spillo.
Come saranno le impronte lasciate?
❐ tutte uguali
❐ più profonde quelle lasciate dalle scarpe da ginnastica
❐ più profonde quelle lasciate dai tacchi a spillo
Perché? Spiega. _________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
16. Linda e Maria giocano con la corda, ognuna di loro tiene in mano un’estremità. Linda ad un
certo punto alza e abbassa velocemente la corda provocando un’onda che viaggia fino all’altro
capo (Maria). Quando facciamo viaggiare un’onda da una sorgente (Linda) ad un ricevitore
(Maria) che cosa parte e che cosa arriva? ____________________________________________
_______________________________________________________________________________
Spiega: cosa si muove? __________________________________________________________
______________________________________________________________________________
39
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18. Nella figura 1 è rappresentato un tamburo; i puntini sono invece le molecole d’aria che stan-
no attorno al tamburo. Quando col bastoncino colpiamo il tamburo e produciamo un suono, come
si comporta l’aria? Disegna i puntini nel secondo riquadro.
FIGURA 1 FIGURA 2
L’aria che ha toccato il tamburo è arrivata fino alla persona che ha udito il suono?
❐ SI ❐ NO Spiega. _________________________________________________________
______________________________________________________________________________
40
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Considera almeno tre oggetti che secondo te producono un suono: cosa c’è in comune nel loro
modo di produrre un suono?
Oggetti: 1. _____________________ 2._____________________ 3. _____________________
_____________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
43
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Dopo aver lasciato andare l’estremità libera della lamina pensi di:
❐ udire un suono
❐ non udire nulla
Proviamo. Come si è comportata la lamina quando abbiamo lasciato andare l’estremità? __________
_________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________
Hai potuto udire qualcosa? (spiega se hai udito un suono a cosa pensi sia dovuto e come è cam-
biato nel tempo) _________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________
44
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Come pensi che cambi il moto del pacchetto di fogli col passare del tempo?
❐ si muove sempre allo stesso modo
❐ si muove sempre meno finché si ferma
❐ si muove sempre di più
Se hai risposto “udire un suono”, col passare del tempo pensi di:
❐ sentire un suono sempre uguale
❐ sentire un suono sempre più debole che poi scompare
❐ sentire un suono sempre più forte
Proviamo. Come si è comportato il pacchetto di fogli quando abbiamo lasciato andare l’estremi-
tà che sporgeva dal tavolo? ______________________________________________________
_________________________________________________________________________________
Cos’è successo col passare del tempo? _______________________________________________
_________________________________________________________________________________
Hai potuto udire qualcosa? _______________________________________________________
_________________________________________________________________________________
Illustra ciò che accade, come cambia nel tempo e come lo spieghi ________________________
_________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
Puoi concludere che: _____________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
Concludiamo insieme: ____________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
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Ti aspetti che:
❐ i suoni siano tutti uguali tra loro
❐ i suoni siano tutti diversi tra loro
48
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Ti aspetti di udire:
❐ due suoni uguali
❐ due suoni diversi
Ora, perpendicolarmente alla stecca, fissiamo con del nastro adesivo un pennarello e appendia-
mo sul muro un foglio bianco. Appoggiamo la lamina sul banco e avviciniamo il banco al muro in
modo che il pennarello possa lasciare un segno sul foglio.
Ora ripetiamo l’esperimento precedente.
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Il suono della campanella che si trova nel barattolo senza l’aria, se per caso si sente, è
❐ uguale
❐ più forte
❐ più debole
del suono della campanella che si trova nel barattolo con l’aria.
Perché? _______________________________________________________________________
Spiega le tue previsioni. ___________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Quando il compagno ha stretto tra le dita lo spago, il bambino con il barattolo vicino all’orecchio:
❐ sente la parola del compagno uguale a prima
❐ non sente nulla
❐ sente la parola del compagno più debole.
Nella seconda situazione, barattoli non collegati, prevedi che il bambino che ha avvicinato il
barattolo all’orecchio:
❐ senta la parola del compagno
❐ non senta nulla
Proviamo. Nel primo caso, barattoli collegati con lo spago, la parola è giunta fino all’altro capo
del telefono? ____________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
Che cosa è successo quando il filo è stato stretto tra le dita? ____________________________
______________________________________________________________________________
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Che cosa avete percepito quando avete tenuto lo spago fra le dita? _______________________
______________________________________________________________________________
Che cosa avete percepito tenendo in mano i barattoli mentre si parlava? ____________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
Nell’acqua:
❐ non accadrà nulla
❐ si formeranno degli spruzzi
Proviamo.
Le tue previsioni sono state confermate? ❐ SI ❐ NO
Spiega perché. __________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Nel vecchio West, gli indiani usavano un accorgimento per scoprire in anticipo se arrivavano i sol-
dati inglesi a cavallo: appoggiavano le mani e l’orecchio a terra e si mettevano in ascolto.
Più tardi, quando nel West vivevano banditi e sceriffi e la ferrovia collegava ormai tutto il paese,
i ladri che assalivano i treni carichi di merci e denaro adottarono lo stesso accorgimento degli
indiani per sapere in anticipo se il treno era in arrivo: essi appoggiavano le mani e l’orecchio sulle
rotaie e in questo modo si accorgevano subito se il treno stava arrivando oppure no.
Che cosa percepivano gli uomini appoggiandosi per terra o sulle rotaie?
❐ nulla
❐ il suono e le vibrazioni prodotte dai cavalli e dai treni
❐ il nitrito dei cavalli ed il fischio dei treni
Perché non si mettevano semplicemente in ascolto per cercare di udire i suoni nell’aria?
❐ si sarebbero accorti troppo tardi dell’arrivo dei soldati o del treno
❐ non si sarebbero accorti del loro arrivo
❐ si sarebbero accorti troppo in anticipo.
Ora batto un colpo con le nocche della mano sul tavolo. E subi-
to dopo batto di nuovo, questa volta mentre appoggiate l’orec-
chio sul tavolo.
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Il materiale:
❐ influisce sulla propagazione delle onde sonore
❐ non influisce
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Prevedi che:
❐ non accada nulla
❐ il secondo diapason inizi a vibrare producendo un suono
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Accendiamo la radio e ascoltiamo la musica per qualche secondo. Poi mettiamo le mani a coppa
dietro alle orecchie.
Ora ascoltiamo di nuovo la musica per qualche secondo, poi copriamo i padiglioni auricolari con
le mani.
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I granelli di zucchero:
❐ reagiscono al suono saltellando
❐ non si muovono
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SEZIONE D. LA PRESSIONE
In questa sezione si studia la caratteristica dell’aria di essere un mezzo elastico attraverso l’ap-
profondimento del concetto di pressione.
Prendiamo la pasta per la pizza e, dopo averla stesa, appoggiamo sopra la mattonella prima ver-
ticalmente e poi orizzontalmente.
Perché? ________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Perché? _______________________________________
______________________________________________
Proviamo.
Schiacciando la bottiglia l’acqua _______________________ dai fori. Gli zampilli sono _______
________________________.
Spiega. ________________________________________________________________________
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Concludiamo insieme:_____________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Che cosa succede all’aria circostante il palloncino, cioè all’aria che si trova vicino al palloncino?
_______________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Prendiamo un tubo di vetro o di plastica trasparente con all’interno polvere di sughero. Utilizzando
un mestolo ed un coperchio di pentola produciamo un suono vicino al tubo ed osserviamo la polvere.
Perché?_______________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
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Le spire:
❐ si spostano per un momento e poi tornano alla loro posizione iniziale
❐ si allontanano e non tornano alla loro posizione iniziale
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1. Mettetevi in riga, il capofila pensi un messaggio verbale che a partire da lui dovrà propagarsi
fino all’ultimo componente della riga senza che nessuno di voi si sposti dalla propria posizione.
Ti aspetti che il messaggio si propaghi dal primo all’ultimo della riga? ❐ SI ❐ NO
2. Ora il messaggio che propagherete dovrà essere un movimento. Accordatevi per fare ciascuno
ciò che fa il compagno precedente all’istante precedente in modo che lo stesso movimento si pro-
paghi dal primo all’ultimo componente della riga. Non dovete spostarvi dal punto in cui vi trova-
te, potete spostarvi solo momentaneamente dalla vostra posizione di equilibrio.
3. Ripetete l’esperimento precedente ma questa volta cronometriamo quanto tempo impiega l’im-
pulso a propagarsi dal primo all’ultimo componente della riga. Una volta misurato il tempo ripe-
tete l’esperimento prima allungando la riga, cioè distanziandovi maggiormente l’uno dall’altro,
poi accorciando la riga, cioè avvicinandovi l’uno all’altro.
Situazione 1
Il messaggio verbale si è propagato dal primo all’ultimo della riga? ❐ SI ❐ NO
Affinché il messaggio giungesse dal primo all’ultimo componente della riga è stato necessario
qualche spostamento dalla posizione in cui ciascuno di voi si trovava?
Ad esempio il primo della riga si è spostato fino a raggiungere l’ultimo compagno per riferirgli il
messaggio? ❐ SI ❐ NO
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Situazione 2
In questo caso ciò che si propaga non è più un messaggio verbale ma è un ___________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
L’impulso si è propagato dal primo all’ultimo della riga? ❐ SI ❐ NO
Come lo spieghi? ________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
Situazione 3
L’impulso si è propagato alla stessa velocità nei tre casi? ❐ SI ❐ NO
L’impulso si è propagato più velocemente quando ______________________________________
______________________________________________________________________________
L’impulso si è propagato più lentamente quando _______________________________________
______________________________________________________________________________
Possiamo paragonare queste tre situazioni al suono che viaggia con velocità diverse nei diversi
mezzi:
- nei solidi le cui molecole sono molto vicine il suono viaggia ______________________________
- nei liquidi dove le molecole non sono tanto vicine il suono viaggia _________________________
- in aria dove le molecole sono molto distanziate il suono viaggia __________________________
__________________________________
__________________________________
__________________________________
__________________________________
__________________________________
__________________________________
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Facciamolo.
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indice
pag. 3 PRESENTAZIONE
pag. 5 LA PROPOSTA DIDATTICA
pag. 5 INTRODUZIONE
pag. 5 IMPOSTAZIONE
pag. 6 APPROCCIO
pag. 6 STRATEGIA
pag. 6 METODOLOGIA
pag. 7 IL PERCORSO DIDATTICO
pag. 11 MAPPA CONCETTUALE DEI CONTENUTI
pag. 13 BIBLIOGRAFIA
pag. 15 GLI ESPERIMENTI
pag. 17 E1) l’oscillazione della lamina metallica
pag. 17 E2) l’oscillazione della risma di fogli
pag. 18 E3) l’elastico vibrante
pag. 18 E4) il diapason
pag. 18 E5) il campanello
pag. 19 E6) l’asciugamano
pag. 19 E7) il pendolo
pag. 19 E8) musica con le lamine metalliche
pag. 20 E9) musica con le canne di bambù
pag. 20 E10) musica con i barattoli
pag. 21 E11) l’intensità del suono
pag. 21 E12) la campanella sottovuoto
pag. 22 E13) la propagazione del suono nell’aria
pag. 23 E14) il telefono con lo spago
pag. 23 E15) il diapason nell’acqua
pag. 24 E16) ascoltare con l’orecchio appoggiato al tavolo
pag. 24 E17) i semi sul tamburo
pag. 25 E18) i due diapason
pag. 25 E19) il padiglione auricolare
pag. 25 E20) l’imbuto
pag. 26 E21) la mattonellla sulla pasta di sale
pag. 26 E22) la bottiglia con i fori tutti alla stessa altezza
pag. 27 E23) la bottiglia con i fori allineati in verticale
pag. 27 E24) il tubo d’acqua
pag. 28 E25) la bolla d’aria nella siringa piena d’acqua
pag. 28 E26) il palloncino gonfiato d’aria
pag. 29 E27) il tubo di Kundt
pag. 29 E28) l’impulso lungo la molla
pag. 30 E29) l’impulso lungo due molle di dimensione diversa
pag. 30 E30) l’impulso lungo una fila formata dai bambini
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