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Il Consiglio di Stato

L’età moderna: le funzioni. - Nel periodo repubblicano sono intervenute diverse


novità circa la funzione giurisdizionale del Consiglio di Stato. In primo luogo, a seguito
dell’istituzione dei Tribunali amministrativi regionali, il Consiglio di Stato si è trasformato
in giudice d’appello. Esso, però, è anche giudice ultimo, non essendo contro le sue sentenze
ammesso il ricorso in Cassazione, se non per difetto o mancato esercizio della giurisdizione
(art. 111, ultimo comma, Cost.). In secondo luogo, il Consiglio di Stato è venuto a svolgere
funzioni di giudice in unico grado in sede di giudizio di ottemperanza. Quanto alla funzione
consultiva, la legge impone l’audizione dell’organo in una serie di casi: emanazione di atti
normativi del governo, di singoli ministri o di testi unici; ricorsi straordinari al presidente
della Repubblica; schemi generali di contratti-tipo, accordi e convenzioni predisposti da
uno o più ministri; schemi di decreti legislativi riguardanti funzioni essenziali degli enti
locali. Il parere del Consiglio di Stato, fatti salvi termini più brevi stabiliti per legge, deve
essere reso entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta, decorso tale termine
l’amministrazione può procedere indipendentemente dall’acquisizione del parere (art. 17,
co. 27, l. n. 127/1997).
L’organizzazione interna. - Le funzioni consultive sono svolte da 4 sezioni le cui
deliberazioni devono essere adottate con la presenza di almeno 4 consiglieri.
Le funzioni giurisdizionali sono svolte da 3 sezioni – ciascuna composta da 2 presidenti, di
cui uno titolare, e da almeno 12 consiglieri – i cui pronunciamenti richiedono l’intervento
di almeno uno dei presidenti e di 4 consiglieri. Il presidente viene nominato fra i
magistrati che abbiano esercitato per almeno 5 anni funzioni direttive ed è assistito
nell’esercizio dei suoi compiti dal segretario generale. Il Consiglio di presidenza delibera
sui provvedimenti riguardanti lo stato giuridico dei magistrati.
I posti che si rendono vacanti sono conferiti: per metà ai consiglieri di TAR con almeno 4
anni di servizio effettivo nella qualifica; per un quarto a professori universitari ordinari di
materie giuridiche o ad avvocati che abbiano almeno 15 anni di servizio professionale e
siano iscritti negli albi speciali delle giurisdizioni superiori, o a dirigenti generali e
magistrati di Corte d’appello; per il restante quarto mediante concorso, al quale possono
partecipare i magistrati TAR con almeno un anno di anzianità, i magistrati ordinari e
militari con almeno 4 anni di anzianità, i magistrati della Corte dei Conti, nonché gli
avvocati dello Stato con almeno un anno di anzianità, i funzionari della carriera direttiva
del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati con almeno 4 anni di anzianità,
nonché i funzionari delle amministrazioni dello Stato con qualifica dirigenziale,
appartenenti a carriere per l’accesso alle quali sia richiesta la laurea in giurisprudenza.
La Corte dei Conti

La Corte dei conti fu istituita nel Regno di Sardegna a seguito della soppressione della
Camera dei conti (l. n. 3705/1859; l. n. 3706/1859). Le competenze di quest’ultima, infatti,
vennero divise tra il Consiglio di Stato e la Corte dei conti: mentre al primo fu devoluta la
competenza come giudice di appello del contenzioso amministrativo, alla seconda vennero
conferiti l’appello in materia di contabilità e le attribuzioni non giurisdizionali in materia
di contabilità. La funzione della Corte dei conti fu definitivamente istituzionalizzata con la
proclamazione del Regno d’Italia e ad essa fu conferito il compito di esercitare un controllo
preventivo sui Regi decreti comportanti una spesa e di riferire al Parlamento in ordine al
giudizio sulla «parificazione» del rendiconto generale dello Stato
In seguito, la Corte dei conti ha visto accrescere, in virtù di numerosi interventi normativi
le sue competenze e la sua importanza, tanto da essere definita dalla giurisprudenza
costituzionale come il garante imparziale dell’equilibrio economico-finanziario del settore
pubblico, e, in particolare, della corretta gestione delle risorse collettive. La Corte dei conti,
infatti, svolge una funzione giurisdizionale in materia contabile, di c.d. «responsabilità
amministrativa» e di pensioni pubbliche, ma ha anche una funzione di controllo
preventivo sulla legittimità degli atti del Governo, nonché di controllo successivo sulla
gestione del bilancio statale e sulla gestione finanziaria degli enti ai quali lo Stato
contribuisce in via ordinaria
La Corte dei conti si articola in sezioni, alcune delle quali hanno funzioni giurisdizionali e
altre funzioni di controllo.

Il Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro

Nello specifico, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è organo di consulenza del
Governo e del Parlamento in materia di economia e di lavoro.
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è formato da centododici membri che
restano in carica per cinque anni, di cui novantanove in rappresentanza delle diverse
categorie produttive e dodici «esperti», ovvero «esponenti della cultura economica, sociale
e giuridica» (l. n. 936/1986), più il Presidente.
La legge 7 agosto 1990 n. 241 è una legge della Repubblica Italiana che ha rappresentato
una notevole innovazione per l'attività della pubblica amministrazione e più in generale per il diritto
amministrativo italiano.

Caratteristiche
La norma, nota anche come legge sulla trasparenza amministrativa, ha profondamente rinnovato ed
innovato il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione.

Da questo si comprende l'importanza della legge, che ha trasformato, almeno nei principi dell'attività
amministrativa, il rapporto tra amministrazione e cittadini da un rapporto di tipo autoritativo ad uno di tipo
paritario e collaborativo.

Importantissima, in tal senso, è stata l'introduzione del diritto di accesso agli atti amministrativi, accanto ad
altre disposizioni di rilievo, come una normazione generale dell'istituto della c.d.conferenza di servizi. Il diritto
di accesso è comunque escluso per documenti coperti dal segreto di stato.

Principali novità introdotte


La legge ha rinnovato profondamente l'attività amministrativa; di seguito sono riportati brevemente gli
interventi più significativi:

 sono stati introdotti diversi momenti e meccanismi tramite i quali il privato può intervenire nell'attività
della pubblica amministrazione;
 introduzione di una disciplina generale dell'istituto della conferenza di servizi;
 i provvedimenti amministrativi devono riportare obbligatoriamente la motivazione (ad eccezione degli atti
aventi portata generale ed astratta, come i regolamenti);
 l'autorità amministrativa ha l'obbligo di dare comunicazione o notizia dell'avvio del procedimento
amministrativo;
 la previsione dell'esistenza degli interessi legittimi collettivi;
 l'individuazione della figura responsabile del procedimento amministrativo e la previsione dell'obbligo di
comunicazione del responsabile agli interessati dal provvedimento amministrativo;
 l'istituto del silenzio-assenso, per cui nei casi previsti dalla legge, il silenzio dell'amministrazione assume
carattere di manifestazione di volontà;
 l'istituto del denuncia di inizio attività nei casi in cui sia richiesta un'autorizzazione;
 il diritto per i cittadini di avere accesso agli atti della pubblica amministrazione e di poterne ottenere una
copia (c.d diritto di accesso agli atti amministrativi).

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