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procedimento amministrativo

- riforme istituzionali

REDAZIONALI

L’ETERNO DILEMMA CIRCA LA DISTINZIONE FRA


RIFIUTI O SOTTOPRODOTTI. IL CASO SPECIFICO DEI
RESIDUI DI PRODUZIONE E L’INTERVENTO ESPLI-
CATIVO DELLA SUPREMA CORTE (SENT. CASS. PEN.
SENTENZA N. 40109/2015)
della Dott.ssa Francesca Romana Marcacci Balestrazzi

Il sottoprodotto non necessita di essere sottoposto al trattamento di recupero, altrimenti non rive-
stirebbe le caratteristiche merceologiche e ambientali che lo connotano sin dall'origine, e che lo
qualificano come tale, contrapponendolo e distinguendolo dal “rifiuto”. Ma, al contempo, non è
più richiesto, in modo rigoroso che il sottoprodotto sia utilizzato “tal quale” in quanto sono per-
messi trattamenti minimi, rientranti nella normale pratica industriale. Ove i residui della produ-
zione industriale siano “ab origine” classificati da chi li produce come rifiuti, gli stessi devono
ritenersi sottratti alla normativa derogatoria prevista per i sottoprodotti come definiti dall'art.
184-bis, T.U. ambiente, in quanto la classificazione operata dal produttore esprime quella volon-
tà di disfarsi degli stessi idonea a qualificarli come "rifiuti" in base all'art. 183, comma primo,
lett. a) del citato decreto.

The byproduct recovery does not need to be treated, otherwise it wouldn’t has the environmental
and sector characteristics that define from the outset, and that qualify it as such, contrasting it and
distinguishing it from "waste". But, at the same time, it is no longer required, so strict that the by-
product is used equal because they allowed minimum pensions, within normal industrial practice,
as identified above. Where residues of industrial production are "from the source" classified from
those who produce them as waste, they must be subtracted derogatory legislation planned for by-
products as defined in art. 184-bis of Legislative Decree n. 152 April 3, 2006, since the classifica-
tion made by the writer expresses that desire to get rid of those likely to qualify them as "waste",
according to art. 183, first paragraph, lett. a) of the above mentioned Decree.

Sommario: 1. Breve introduzione circa l’utilizzo efficiente delle risorse nelle politiche europee. 2.
Disciplina normativa di riferimento. 3. Il sottoprodotto visto come materiale non coinvolto nel
processo produttivo. 4. L’intervento innovatore della Cassazione penale, applicato al caso di
specie. 5. Conclusioni.

1.Breve introduzione circa l’utilizzo (come lo sono i rifiuti) possono di certo esse-
efficiente delle risorse nelle politiche euro- re un grande espediente economico.
pee. L’economia dei Paesi industrializzati è ba-
Prima di addentrarci nel complesso intrec- sata su un livello elevato di consumo di risor-
cio delle definizioni giuridiche relative alla se naturali, intese come materie prime (es.
materia dei rifiuti, è opportuno effettuare una metalli, minerali, gomma o legno), combusti-
preliminare introduzione sull’utilizzo delle bili fossili e suolo. Infatti, sulla base di dati
risorse negli ordinamenti europei, anche per-
ché, se gestite in maniera efficiente, le risorse
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EEA1, l‘utilizzo delle risorse nell’Unione eu- re la sfida per uno sviluppo sostenibile, disso-
ropea si attesta, da circa due decenni, tra le 15 ciando l’impatto e il degrado ambientale dalla
- 16 t pro-capite l’anno. crescita economica. In particolare, nel 6°
Cercando di analizzare operativamente il PAA si ritenne necessario che l’industria ope-
problema, l’EEA evidenzia come l’Europa rasse in modo più efficiente sotto il profilo
abbia utilizzato per anni (in modo continuati- ecologico (cioè che producesse la stessa o una
vo dal 1970 al 2008) un quantitativo sempre maggior quantità di prodotti a partire da una
maggiore di risorse. Si è assistito a una dimi- minore quantità di risorse e generando meno
nuzione nell’utilizzo delle risorse solo in pe- rifiuti); che i modelli di consumo sarebbero
riodi di recessione o bassa crescita del paese: divenuti più sostenibili; che il consumo delle
si è infatti passati da 8,3 mld di t di risorse risorse rinnovabili e non rinnovabili non su-
consumate in Europa nel 2007 a 7,3 mld di t perasse la capacità di carico dell’ambiente;
nel 20092. Nonostante ciò, le previsioni al che si garantisse un uso più sostenibile delle
2030 indicano che lo sfruttamento delle risor- risorse (inteso anche come prevenzione degli
se nell’Unione europea, purtroppo, continuerà sprechi e aumento della percentuale di risorse
a crescere3. È però interessante e opportuno riciclate e reimmesse nel ciclo economico
riscontrare che, col passare degli anni, dopo l’utilizzo, in luogo di materie prime
l’Europa ha dovuto confrontarsi, sempre di vergini).
più, con una richiesta di risorse proveniente L’importanza della tematica oggetto
dalle economie emergenti. d’esame viene sottolineata anche dalla Diret-
Tutto questo ha generato la crescita, nel tiva Rifiuti 2008/98/CE6, art. 11: infatti, nel
corso del XX secolo, dell’impiego di combu- fissare gli obiettivi di riutilizzo e riciclaggio,
stibili fossili nel mondo pari a 12 volte e si invitano gli Stati membri ad adottare le mi-
l’estrazione di risorse materiali di 3464. sure necessarie “al fine di rispettare gli obiet-
Per quel che riguarda poi il rendimento tivi della presente direttiva e tendere verso
delle risorse, si è assistito a una crescita nella una società europea del riciclaggio con un
maggior parte dei Paesi dell’Europa alto livello di efficienza delle risorse”.
nell’ultimo decennio. L’impegno europeo verso un uso efficiente
L’Europa, già nei primi anni 2000, attra- delle risorse si è ulteriormente rafforzato nel
verso il Sesto programma d’Azione per 2010 quando a marzo, la questione è stata in-
l’Ambiente serita tra le sette iniziative prioritarie della
(6° PAA) e la Strategia comunitaria per lo Strategia “Europa 2020” per una crescita “in-
sviluppo sostenibile (SDS)5, puntava a vince- telligente, sostenibile e inclusiva”7.
Nell’ambito di questa Strategia “Europa
1 2020”, la Commissione Europea, il 2.2.2011,
The European Environmental Agency, state and out-
look, 2010 Material Resources and Waste - 2012 Up- ha pubblicato una comunicazione dal titolo
date “Affrontare le sfide relative ai mercati dei
2
Fonte: “Rapporto Rifiuti speciali”, ISPRA, prodotti di base e alle materie prime”, (stret-
2011, Movimento transfrontaliero rifiuti. Vedi
anche Green economies around the world? - Im- 6
Sulla elaborazione della direttiva sui rifiuti n.
plications of resource use for development and 2008/98/CE, da parte del Consiglio, Parlamento e
the environment, 2012. Commissione U.E, si veda David Röttgen, “La nozione
3
Cfr. The European Environment, state and outlook, di rifiuto e di sottoprodotto”, e anche F. Giampietro,
2010 Material Resources and Waste – 2012 Update. “Commento alla direttiva 2008/CE sui rifiuti”,
4
Tabella di marcia verso un’Europa efficiente IPSOA, Milano, 2009. Sul “sottoprodotto” nel T.U.
nell’impiego delle risorse“ – COM (2011) 571 ambientale n. 152/2006, cfr. L. Ramacci, La nuova
definitivo. disciplina dei rifiuti, Celt–La Tribuna, 2006.
5 7
Il Sesto programma comunitario di azione per Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita e
l'ambiente intitolato “Ambiente 2010: il nostro futuro, l'occupazione che l'Unione europea ha varato nel 2010.
la nostra scelta” comprendeva il periodo tra il L'UE si è data cinque obiettivi quantitativi da
22.7.2002 e il 21.7.2012. Il programma si ispirava al realizzare entro la fine del 2020. Riguardano
quinto programma di azione per l'ambiente che copriva l’occupazione, la ricerca e sviluppo, il clima e
il periodo 1992-2000, e alla decisione relativa al l'energia, l'istruzione, l'integrazione sociale e la
riesame di detto programma. riduzione della povertà.
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tamente correlata all’iniziativa per l’uso effi- avere un’ottimizzazione, essendo destinata a
ciente delle risorse in Europa), la quale si ba- un uso certo ed economicamente fondato,
sa su tre pilastri fondamentali: come per esempio mettere in atto misure per
• approvvigionamento equo e sostenibile prevenire la produzione di rifiuti, anche attra-
di materie prime dai mercati mondiali; verso la valorizzazione dei materiali per il lo-
• incentivare un approvvigionamento so- ro impiego come sottoprodotti (ai sensi
stenibile all’interno dell’UE; dell’art. 184 bis del d.lgs. 152 del 2006 e
• spronare l’efficienza sotto il profilo delle s.m.i., di seguito per brevità t.u. ambiente) o
risorse e promuovere il riciclaggio. nuovi combustibili.
Alla base di questi pilastri c’è l’esigenza di
monitorare le materie prime essenziali. 2.Disciplina normativa di riferimento.
Al termine dell’anno 2013, la Commissio- Nella complessa e controversa questione
ne ha ritenuto opportuno, in attuazione della circa la continua ricerca di una giusta defini-
Tabella di marcia, attivare la “EU Resource zione di “sottoprodotto”, le modifiche intro-
Efficiency Transition Platform”8, al fine di dotto dal recepimento della dir. 2008/98/CE11
monitorare il processo di transizione verso (c.d. direttiva rifiuti), avvenuto con il d.lgs.
un’Europa efficiente nell’utilizzo delle risor- 205/2010, debbono certamente essere viste
se9. Contestualmente, la stessa Commissione positivamente, dato che esse contribuiscono a
ha proposto, nel novembre 2012, un nuovo correggere alcune evidente imprecisioni della
Programma di Azione per l’Ambiente (7° previgente nozione. La dir. 2008/98/CE aveva
PAA) che definisce un quadro generale per la l’obbiettivo di aiutare l’Unione europea ad
politica ambientale fino al 2020, individuan- avvicinarsi a una “società del riciclaggio”,
do nove obiettivi prioritari che dovrebbero cercando di evitare la produzione di rifiuti e
essere realizzati dall’UE e dagli Stati membri, di utilizzare i rifiuti come risorse.
tra cui: “trasformare l’Unione in La nozione di “sottoprodotto” appare, per
un’economia a basse emissioni di carbonio, la prima volta, in termini di diritto positivo,
efficiente nell’impiego delle risorse, verde e nell’art. 5 della nuova direttiva (mentre, come
competitiva”10. è noto, era assente nelle precedenti)12.
In conclusione, appare evidente, sulla base Nell’ambito dell’annosa distinzione fra rifiuti
dei dati e delle politiche europee finora passa- e sottoprodotti, la Direttiva elimina dal regi-
te in rassegna, che l’uso efficiente delle risor- me dei rifiuti quei prodotti che, pur non costi-
se è di certo un obiettivo prioritario per tuendo “lo scopo primario delle produzione”,
l’Europa. ne formano parte integrate, possono essere e
Nel concetto relativo all’impiego efficiente sono ulteriormente e legalmente utilizzati per
delle risorse primarie, bisognerebbe ricom- sé o per altri fini, senza trattamento ulteriore
prendere una profonda educazione alla corret- o con un trattamento che rientra nella “nor-
ta valorizzazione delle materie, attraverso op- male pratica industriale”13.
portuni schemi di impiego. In sostanza Le condizioni poste dalla direttiva erano in
l’obiettivo perseguito è quello di riconoscere parte già rinvenibili nella giurisprudenza co-
e favorire tutti i casi in cui una materia può

8 11
L'obiettivo della Piattaforma europea di efficienza Essa stabilisce un quadro giuridico per il trattamento
delle risorse, è quello di fornire una guida di alto dei rifiuti nell’Unione europea (UE), studiato in modo
livello per la Commissione europea, gli Stati membri e da proteggere l’ambiente e la salute umana,
gli attori privati sulla transizione verso un'economia sottolineando l’importanza di adeguate tecniche di
più efficiente delle risorse. gestione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, volte a
9
http://ec.europa.eu/environment/resource_efficiency. ridurre le pressioni sulle risorse e a migliorare il loro
10
Il Programma individua 9 obiettivi prioritari fino al uso.
12
2020, tra i quali: proteggere la natura e rafforzare la Si veda A. Muratori, Sottoprodotti: la suprema corte
resilienza ecologica; incrementare una crescita in difesa del sistema tolemaico?, in Ambiente, 2012,
sostenibile, low carbon con un uso efficiente delle 605.
13
risorse; affrontare efficacemente le minacce L. Ramacci, La nuova disciplina dei rifiuti, Celt–La
all’ambiente legate alla salute. Tribuna, 2006.
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munitaria14 ed in parte recepite in leggi na- 183, co.. 1, lett. p)18.


zionali, come nel caso dell’ordinamento ita- Il nuovo art. 184 bis del t.u. ambiente, pre-
liano che aveva definito il sottoprodotto nella vede innanzitutto che la sostanza, per essere
lett. n) del co. 1, dell’art. 183, del t.u. ambien- un sottoprodotto, debba essere originata da un
te, poi modificato dal nuovo art. 183 co. 1, processo di produzione, di cui costituisce par-
lett. p), del “secondo correttivo”, ora nuova- te integrante, ed il cui scopo primario non sia
mente novellato con l’introduzione dell’art. la produzione di tale sostanza od oggetto.
184-bis15. Come è già stato chiarito dalla comunicazio-
Si evidenzia, dunque, come la direttiva in- ne del 21.2.2007 della Commissione CE19, lo
dichi “la sostanza o l’oggetto è sotto- scopo primario, di fatto, coincide con la “pro-
prodotto” dell’impresa, in quanto “parte in- duzione deliberata o meno del materiale, pro-
tegrante del (suo) processo produttivo”, an- prio al fine di tener distinti i prodotti indu-
che quando non sia necessariamente riutiliz- striali dai c.d. “sottoprodotti”20. Ogniqualvol-
zato dalla stessa, come farebbe intendere la ta l’oggetto o la sostanza siano classificati
norma nazionale quando si esprime nei ter- come prodotto intenzionalmente, essi costitui-
mini indicati: “il loro impiego sia certo, sin ranno “prodotti industriali” primari, mentre
dalla fase della produzione, integrale, e av- ciò che è prodotto non intenzionalmente sarà,
venga direttamente nel corso del processo di a seconda dei casi, rifiuto o sottoprodotto.
produzione” (caso ovviamente consentito, La condizione relativa al fatto che il mate-
anche se non frequente)16. riale debba essere parte integrante del proces-
Esaminando nel dettaglio il nuovo art. 184 so produttivo, non pone insormontabili pro-
17
bis del t.u. ambientale, sui sottoprodotti si blemi interpretativi: in estrema sintesi, sono
rileva come vengano ora previsti criteri di in- certamente “parte integrante” della produzio-
dividuazione degli stessi in parte differenti ne tutte quelle sostanze che decadono in via
rispetto alla formulazione precedente dell’art. continuativa, periodica o comunque non sal-
tuaria dal processo di produzione di un de-
14
Cfr. CGUE, Sent. 18.12.2007, causa C- 263/5; terminato bene intenzionalmente prodotto21.
Avesta Polarit Chrome, causa C-114/01; Niselli,
Basti pensare ai materiali di scarto e ai ca-
causa C-416/02 Commissione/Spagna.
15
V. Paone, cfr.: Sottoprodotti: una parola chiara scami di una industria metallurgica, ai prodot-
della Cassazione, in questa Rivista, 2012, 11; G. ti chimici generati da una reazione diretta a
Amendola, Sottoprodotto e normale pratica sintetizzare un diverso composto, ai trucioli
industriale: finalmente interviene la Cassazione, in di un mobilificio, e gli esempi potrebbero
www.lexambiente.it.
16
Cfr. V. Paone, La tutela dell’ambiente e
continuare all’infinito.
l’inquinamento da rifiuti, Milano 2008, cit. pagg. 191 e Al contrario, non potrebbe invece essere
ss.. considerato sottoprodotto tutto ciò che non
17
Recita l’art. 184 bis: È un sottoprodotto e non un sia originato con un minimo di regolarità dal
rifiuto ai sensi dell’art. 183, co. 1, lettera a), qualsiasi ciclo produttivo, venendo generato solo in
sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti
condizioni:
18
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di Per una prima lettura ricostruttiva della nuova
produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui disciplina, si veda P. Giampietro, Rifiuti, Sottoprodotti
scopo primario non è la produzione di tale sostanza od e M.P.S. nella nuova direttiva CE, nel sito web
oggetto; Ambiente Diritto. It..
19
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, Comunicazione della Commissione al Consiglio e al
nel corso dello stesso o di un successivo processo di Parlamento europeo relativa alla comunicazione
produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o interpretativa sui rifiuti e sui sottoprodotti, 21.2.2007,
di terzi; Com 59 definitivo.
20
c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato Si veda P. Giampietro, Quando un residuo
direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso produttivo va qualificato “sottoprodotto (e non
dalla normale pratica industriale; “rifiuto”) secondo l’art. 5, della direttiva 2008/98/CE
d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o (Per una corretta attuazione della disciplina
l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i comunitaria), pubblicato in www.lexambiente.com.
21
requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione In tal senso, cfr. CGCE 24.6.2008, causa-C188/07,
della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti con richiami alle più significative pronunce anteriori
complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana della stessa Corte.
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modo episodico. Si pensi ad esempio ad una alle sostanze ed agli oggetti di plastica gene-
partita di prodotti difettosi, o ad una sostanza rati da cicli produttivi o di preconsumo che
generata da una reazione chimica fuori con- hanno le caratteristiche delle materie plasti-
trollo: essi rappresentano una anomalia nel che prime-secondarie sin dall’origine (indica-
ciclo produttivo, e certo non ne sono parte in- te nel testo come “materie plastiche prime
tegrante. secondarie all’origine”) che l’industria uti-
Per quanto attiene alla necessità lizza per la produzione di miscele di materiali
dell’impiego del sottoprodotto nel medesimo e/o di manufatti, nelle forme usualmente
o in diverso ciclo produttivo, va evidenziato commercializzate, o per altri fini.
come la nuova nozione non renda più neces- La norma, coordinata con il disposto
sario che l’oggetto o la sostanza vengano im- dell’art. 184 bis del t.u. ambiente, è utile per
piegati nel medesimo ciclo che lo ha origina- chiarire che cosa possa dirsi per normale pra-
to, e neppure che siano destinati a produrre un tica industriale nella parte in cui precisa che
diverso bene. Anche la diretta utilizzazione la macinazione e la riduzione volumetrica per
del residuo (ad esempio per la produzione di via meccanica non costituiscono trattamento e
energia) non fa infatti venir meno la nozione di conseguenza, rientrano nella normale pra-
di “sottoprodotto”, in presenza delle altre tica industriale.
condizioni di legge22. Pertanto si nota come il recente inquadra-
Deve essere poi certo che la sostanza o mento normativo generale sui sottoprodotti
l’oggetto saranno utilizzati, nel corso dello operato dalla dir. 2008/98/CE (anticipato e
stesso e/o di un successivo processo di produ- poi recepito dal t.u. ambiente e s.m.i. – art.
zione e/o di utilizzazione, senza alcun ulterio- 184-bis) è stato finalizzato a superare una si-
re trattamento diverso dalla normale pratica tuazione d’incertezza giuridica ed operativa
industriale. Infine è necessario che l’ulteriore protrattasi per lungo tempo a causa
utilizzo sia legale, ossia che la sostanza o dell’assenza di una nozione chiara di sotto-
l’oggetto soddisfi, per l’utilizzo specifico, tut- prodotto e di strumenti normativi omogenei
ti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e utili a definire la linea di demarcazione tra i
la protezione della salute e dell’ambiente e sottoprodotti e i rifiuti.
non porti a impatti complessivi negativi Si ricorda come per lungo tempo, infatti,
sull’ambiente o la salute umana. l’unico riferimento normativo utile a livello
È utile richiamare la norma UNI 1066723, comunitario in materia era quello relativo alla
tra l’altro richiamata nell’allegato 1 del d.m. normativa speciale sui sottoprodotti di origine
5.02.1998 dove vengono specificate le norme animale non destinati al consumo umano di
e gli standard prescritti per ciascun tipo di ri- cui al Reg. (CE) 1774/2002, ora disciplinati
fiuto e per ogni attività e metodo di recupero dai Regolamenti (CE) 1069/2009 e (UE)
degli stessi. La norma UNI 10667-1 (edizio- 142/201124.
ne.8.2010) classifica le materie plastiche pri- Ora, dopo un intenso e lungo studio sulla
me-secondarie ottenute da recupero e riciclo materia, il legislatore ha definito puntualmen-
di rifiuti di plastica, e si riferisce ai sottopro- te le condizioni atte a individuare quando un
dotti di materie plastiche nonché ai materiali, bene è ancora suscettibile di un utile impiego
e quindi da ritenersi sottoprodotto, e non ri-
22
Così, da ultimo, G. Garzia, “Corte di Giustizia,
fiuto, in ragione delle sue caratteristiche in-
residui di produzione e nuova definizione di trinseche ed estrinseche e senza ulteriore ag-
sottoprodotto nel correttivo”, in Ambiente e Sviluppo
4/2008.
23 24
La presente norma precisa che l'utilizzo di Recante “disposizioni di applicazione del
sottoprodotti in materie plastiche e di materie plastiche regolamento (CE) n. 1069/2009 del Parlamento
prime-secondarie all'origine e l'utilizzo di materie europeo e del Consiglio, recante norme sanitarie
plastiche prime-secondarie conformi alle specifiche di relative ai sottoprodotti di origine animale e ai
tali norme, consente all'operatore che le produce, le prodotti derivati non destinati al consumo umano, e
trasporta, le riceve e le utilizza secondo le finalità della della direttiva 97/78/CE del Consiglio per quanto
norma, di non sottostare alla disciplina che regola la riguarda taluni campioni e articoli non sottoposti a
gestione dei rifiuti. controlli veterinari alla frontiera”.
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gravio in termini di impatti ambientali. diversa27 sostanza che si genera, di fatto, dallo
In esito al tortuoso percorso regolatorio stesso processo produttivo organizzato, però,
sopra descritto, il corretto impiego di queste per un obiettivo “primario” distinto28.
risorse ha finalmente trovato un adeguato in- Dalle osservazioni che precedono, può de-
quadramento normativo che può consentire a dursi un modus operandi per l’individuazione
molti settori di coniugare le richieste di piena del sottoprodotto in tutte quelle vicende in
valorizzazione delle proprie risorse e materie cui, contestualmente alla realizzazione di uno
prime, con gli obiettivi di minimizzazione del o più “articoli” (beni o merci) principali, vo-
ricorso allo smaltimento ed evoluzione verso luti e programmati (come “scopo primario
un’economia circolare delle risorse. della produzione”), si generano – con riferi-
Come in molti sostengono25, il pieno sfrut- mento e/o a causa delle materie prime usate
tamento dei sottoprodotti consente, infatti, di e/o in ragione delle tecnologie di processo
minimizzare il costo ambientale delle materie adottate - materiali (“sostanze od oggetti”) -
prime a monte delle filiere produttive, am- cui non era destinato primariamente il proces-
pliandone contemporaneamente la disponibi- so produttivo – i quali presentano, fin
lità e alimentando un processo virtuoso. Al dall’origine, determinati caratteri merceologi-
tempo stesso, evita il ricorso a costose fonti di co - ambientali29 che ne consentono
approvvigionamento alternative e costituisce l’ulteriore utilizzo, differenziandosi, pertanto,
un importante ambito di sviluppo per le attivi- dal comune residuo-produttivo, privo nor-
tà di ricerca e innovazione tecnologica, for- malmente di questi attributi, tanto da dover
nendo opportunità di crescita, competitività e essere, se del caso, “recuperato”.
creazione di valore aggiunto a settori cruciali Attualmente, con la certezza di un ulteriore
per l’economia nazionale. Si deve però pur- utilizzo “legale”, ex art. 5, par. 1, lett. a) - d),
troppo rilevare che le imprese in diversi casi anche il sottoprodotto è consapevolmente
sembrano generalmente restie a intraprendere previsto e voluto dall’imprenditore, ovvia-
l’iter procedurale per il riconoscimento dello mente non come obiettivo ”primario” del
status di sottoprodotto, nel timore di incorrere processo produttivo, ma come articolo secon-
in contestazioni da parte degli organi di con- dario, rispetto ed in aggiunta ai “prodotti in-
trollo, incompetenti ad applicare le recenti dustriali” del primo tipo, per i quali si è appo-
normative26. sitamente programmato il processo di produ-
zione (in termini di investimento, di tecnolo-
3. Il sottoprodotto visto come materiale gie di lavorazione, di resa commerciale).
non coinvolto nel processo produttivo. Tale nozione di sottoprodotto presenta un
Considerato che “lo scopo primario del passato nell’esperienza giuridica recente, che
processo di produzione” può prevedere uno o si può leggere nella giurisprudenza della Cor-
più prodotti industriali prestabiliti, si deve te di Giustizia europea. La stessa ha circo-
aggiungere, a questo punto, un’ulteriore spe- scritto, nel tempo, la categoria del “sottopro-
cificazione, in negativo: il sottoprodotto si ca- dotto” in limitate ma decisive pronunce30,
ratterizza e consiste, propriamente, in quella con riferimento a singole fattispecie, quali,
per esempio il riutilizzo del coke da raffina-
25
Cfr. V. Paone, Sottoprodotti: una parola chiara zione di petrolio ovvero l’impiego del letame
della Cassazione, in Ambiente&Sviluppo, 2012, e G.
Amendola, Sottoprodotto e normale pratica
spagnolo, nelle due successive sentenze della
industriale: finalmente interviene la Cassazione, in
27
www.lexambiente.it. Rispetto al prodotto industriale.
26 28
Sul punto cfr. D. Röttgen, in Fresato d’asfalto: Cfr. V. Paone, La tutela del’ambiente e
sottoprodotto o rifiuto?, cit. in Rifiuti , Diritto e pratica l’inquinamento da rifiuti, Milano 2008.
29
amministrativa, Il Sole 24 Ore, ottobre 2013, il quale Quelli previsti dalle “condizioni” dell’art. 5 della
rileva: “ove una sostanza o un oggetto sia soggetto ad direttiva e che sussistono soprattutto grazie alle
operazioni di trattamento nel corso dello stesso materie prime lavorate e/o alle tecnologie, nello
processo di produzione, queste non sono da specifico, adottate.
30
considerarsi operazioni di ulteriore trattamento con la Si veda per es., l’Ordinanza della CGCE del
conseguenza che la loro effettuazione non osta alla 15.1.2004, causa C – 235/2002, Saetti e Frediani, in
classificazione dell’articolo come sottoprodotto”. Racc.
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CGCE dell’8.9.2005, causa C- 416/2002 e C- denza penale, operazioni quali la cernita, la


12/2003, ecc.31. vagliatura, la frantumazione o la macinazio-
ne, esulerebbero dalla nozione di normale
4. L’intervento innovatore della Cassa- pratica industriale, dovendosi intendere come
zione penale, applicato al caso di specie. “normale pratica” solo quegli interventi che
Proprio a dimostrazione del fatto che la de- l'impresa effettua tipicamente sulla materia
finizione di “sottoprodotto” ancora oggi è prima che è stata sostituita dal sottoprodot-
fonte di dubbi applicativi ed interpretativi, in to34.
questa sede si riporta una recente pronuncia Di diverso avviso è, invece, il Giudice
della Corte di Cassazione Penale che ha cer- amministrativo, secondo il quale le operazio-
cato di fare chiarezza sul tema (Sent. n. ni di cernita e di selezione, non dovendosi
40109/2015). Certamente il tema interessa considerare interventi di trasformazione pre-
ogni impresa manifatturiera e non, i cui resi- liminare, rientrano nella normale pratica in-
dui di produzione, a seconda della presenza di dustriale35.
certi requisiti, possono essere classificati co- Con questa sentenza la Cassazione si alli-
me non-rifiuto/sottoprodotti, appunto e, quin- nea alla posizione indicata dai giudici ammi-
di, esser sottratti alla rigorosa disciplina (e al- nistrativi, comprendendo nella “normale pra-
le sanzioni) previste per la materia dei rifiuti. tica industriale” tutti i trattamenti che lascia-
Chiamata a pronunciarsi sulla specifica no inalterate le caratteristiche merceologiche
qualificazione di alcuni residui plastici pro- del materiale e che servono al suo riutilizzo
dotti da un'impresa operante nel recupero dei (quali ad esempio il semplice lavaggio, l'essi-
rifiuti, la Corte si è concentrata sulla ormai cazione, la selezione, la macinazione, o la
celebre nozione di “normale pratica indu- frantumazione dei residui). Certamente, come
striale” e sui requisiti merceologici che il re- fondamenta della sentenza vi sono le norme
siduo produttivo deve soddisfare, affinché UNI 10667 che specificano i requisiti tecnici
possa qualificarsi come sottoprodotto, anzi- per la qualificazione dei residui plastici come
ché come rifiuto32. L'art. 184-bis del t.u. am- sottoprodotti. In particolare, la norma UNI
biente, prescrive che il residuo produttivo 10667-1 stabilisce che la semplice macina-
debba essere “utilizzato direttamente senza zione o altre operazioni di riduzione volume-
alcun ulteriore trattamento diverso dalla nor- trica per via meccanica dei residui rientrano
male pratica industriale” perché possa quali- nella normale pratica industriale. La Corte
ficarsi come sottoprodotto (co. 1 lett. c). attribuisce una particolare rilevanza alla con-
In mancanza di norme dettagliate sul pun- formità ai requisiti della norma UNI 10667,
to, come sopra analizzato, la giurisprudenza nonostante questa non sia (ancora) giuridica-
amministrativa e penale sono intervenute per mente vincolante per i sottoprodotti (diver-
determinare cosa rientrasse nella nozione di samente dalle materie prime-secondarie pla-
“normale” pratica industriale, peraltro assu- stiche, i cui requisiti sono richiamati dal DM
mendo posizioni contrastanti, in particolare, 1998).
riguardo ad alcune operazioni di trattamento Un siffatto riconoscimento, pur in assenza
sui residui plastici33. Secondo la giurispru- di un atto formale di recepimento, implica al-
cune conclusioni.
31
Sul punto cfr. anche P. Giampietro, “I nuovi criteri
La prima riguarda l'applicazione della per-
di individuazione del “sottoprodotto” secondo il centuale massima di “impurezza” affinché il
Giudice Comunitario”, in www.ambientediritto.it. residuo plastico sia conforme ai requisiti
32
Nota a Cass. n. 17453/2012, pubblicato sul n. merceologici rilevanti e non dia luogo a im-
7/2012, Ambiente&Sviluppo; anche G. Gavagnin, La patti complessivi negativi sull'ambiente o la
normale pratica industriale nell’interpretazione della
Cassazione: chiarezza non ancora fatta, in Riv. Giur.
dell’Ambiente, 2012, 6). industriale: le contraddittorie e pericolose
33
S. Rosolen, Normale pratica industriale: i interpretazioni della Cassazione, in Ambiente &
chiarimenti della Cassazione, in Ambiente & Sicurezza, 2012, 7.
34
Sicurezza, 2012, 12; anche S. Maglia, Normale Vedi Cassazione Penale, Sent. n. 17126/2015.
35
pratica Vedi TAR Lombardia, Sent. n. 2182/2012.
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salute umana, così come richiesto dall'art. materiali “in uscita” come rifiuto: pertanto ri-
184-bis, co. 1 lett. d) del t.u. ambiente. A tal sultava da rigettare la tesi difensiva sostenuta
proposito, la sentenza in esame richiama e- dalla ricorrente, che sosteneva trattarsi non dì
spressamente la definizione di sottoprodotto rifiuti ma di sottoprodotti, poiché i formulari
contenuta nella norma UNI 10667-1, secondo di identificazione sarebbero serviti solo per la
cui “i sottoprodotti di materie plastiche devo- “tracciabilità” dei materiali.
no conformarsi ai “requisiti merceologici del Tirando le fila del discorso, questa senten-
settore (con riferimento alle eventuali perti- za della Cassazione Penale conferma i princi-
nenti norme della serie UNI 10667)” e non pi applicativi, già in parte chiariti dalla giuri-
devono contenere sostanze estranee al mate- sprudenza amministrativa, finalizzati alla
riale plastico superiori al 1%”. classificazione dei residui di produzione co-
La seconda, invece, si riferisce allo stru- me sottoprodotti, in assenza dei quali, gli ope-
mento con cui l'operatore è legittimato a pro- ratori si sono trovati spesso ad assumere la
vare la “compatibilità ambientale” del proprio soluzione più conservativa, ossia di qualifica-
sottoprodotto in caso di contestazione da par- re (e trattare) come rifiuto quello che, in real-
te degli Enti. In particolare, la Corte di Cas- tà, rifiuto non è per nulla.
sazione, richiamando i requisiti UNI 10667
anche per il sottoprodotto, avvalora la possi- 5. Conclusioni.
bilità di dotarsi della certificazione attestante Appare opportuno proporre qualche breve
la conformità del residuo plastico alla norma- considerazione finale, sulle eventuali e future
tiva UNI 10667 e quindi la natura di sotto- ricadute di questo recente orientamento giuri-
prodotto. sprudenziale. La dinamicità manifestata dagli
In definitiva, il sottoprodotto non richiede Ermellini, purtroppo, spesso è dimostrata solo
di essere sottoposto al trattamento di recupe- a parole, perché di fatto l’attività di preven-
ro, altrimenti non rivestirebbe le caratteristi- zione sui rifiuti è ostacolata sia da una norma-
che merceologiche e ambientali che lo carat- tiva mal scritta, che dal comportamento ec-
terizzano sin dal principio e che lo qualifica- cessivamente garantista della giurisprudenza
no come tale, contrapponendolo e distinguen- prevalente36.
dolo dal rifiuto (soggetto a trattamento di re- Sembra sfuggire ai protagonisti della poli-
cupero, proprio perché, come “residuo pro- tica sui rifiuti ai fini della sua concreta attua-
duttivo”, non possiede dette caratteristiche di zione (quali il Legislatore, i Ministeri sia
qualità). Ma, al contempo, non è più previsto, dell’Ambiente, che dello Sviluppo economi-
in modo rigoroso, che il sottoprodotto sia uti- co, e la Magistratura) che si potrebbe intra-
lizzato “tal quale”, poiché sono autorizzati prendere un’attività di salvaguardia e precau-
trattamenti minimi, rientranti nella più ampia zione sui rifiuti non solo attraverso la dilata-
categoria della normale pratica industriale, zione del ciclo di vita dei beni e delle merci,
come sopra identificata. Ove i residui della ma anche tramite la riduzione del ciclo
produzione industriale siano “ab origine” dell’esistenza dei rifiuti stessi, prevedendo la
classificati da chi li produce come rifiuti, gli disciplina delle condizioni in presenza delle
stessi devono ritenersi sottratti alla normativa quali, a prescindere dai determinati trattamen-
derogatoria prevista per i sottoprodotti come ti, avviene la fine della qualifica di rifiuto; o,
definiti dall’art. 184 bis, t.u. ambiente, in stabilendo i requisiti in base ai quali determi-
quanto la classificazione operata dal produtto- nati residui di produzione possano essere
re esprime quella volontà di disfarsi degli dall’origine identificati come sottoprodotti,
stessi idonea a qualificarli come rifiuti, in ba- anziché come rifiuti. Innegabilmente lo status
se all'art. 183, co. 1, lett. a) del citato t.u.. di sottoprodotto ha un ruolo decisamente rile-
Nel caso di specie, infatti i materiali in vante per il raggiungimento degli obiettivi
questione, al momento dell'arrivo presso l'a- della gerarchia dei rifiuti, e della stessa co-
zienda, erano tutti dotati di formulari di iden-
tificazione dei rifiuti, in quanto era lo stesso 36
Cfr. G. Amendola, Gestione dei rifiuti e normativa
produttore del rifiuto a qualificare gli stessi
penale, Milano 2003.
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siddetta economia circolare. vo regolamento sulla fissazione delle “rego-


Ciononostante, la normativa di riferimento le” per consentire la gestione in termini di
non è stata scritta proprio a regola d’arte, così sottoprodotti.
da risultare esposta alle più svariate interpre- Si confida nella realizzazione di un prov-
tazioni in sede giurisprudenziale. vedimento esaustivo, nel quale siano specifi-
Probabilmente si inizia a intravedere un cati e chiariti in modo definitivo, i requisiti
barlume di ordine in più su una materia così che identifichino alcune frazioni dei residui di
complessa e delicata, infatti siamo proprio demolizione come sottoprodotti, e non più,
oggi alla vigilia dell’approvazione di un nuo- come rifiuti.

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