- Zavalloni stesso, offre una definizione puntuale della nuova disciplina che ha il suo banco di prova
nell'educazione di minori anomarli:
o La pedagogia speciale è la scienza delle difficoltà psichiche, dei ritardi e delle turbe di
ogni genere dello sviluppo bio-psico-sociale del fanciullo e del giovane. Il disadattamento
ambientale, personale e familiare rappresenta il vastissimo campo della pedagogia
speciale. Tutti i soggetti che, per insufficienza di mezzi intellettivi, attitudinali o turbe del
carattere, entrano nel campo di studio e di azione di questa scienza.
- Fine anni Settanta, la comunità scientifica internazionale esprime interessamento per la pedagogia
speciale dei soggetti in situazione di deficit e un gruppo di esperti viene incaricato dall'Unesco di
discutere e proporre ai vari governi il rinnovamento dei programmi a lungo termine nel settore.
- L’ UNESCO:
o In un documento di lavoro, l'educazione speciale viene definita come "Forma arricchita
di educazione generale " che, attraverso metodi pedagogici, si propone di "porre
rimedio a certi tipi di deficienze"
o Per l'UNESCO questa educazione riguarda tutti indistintamente
- ZAVALLONI:
o Aggiunge che questo sapere "si propone la rieducazione del comportamento asociale o
antisociale e l'adattamento alla vita psichica normale di chi è disadattato"
o Per Zavalloni questa educazione si rivolge a individui di età scolare
- Nell'arco di un quarantennio, grazie alle istanze e alle esperienze positive scaturite dalla società
civile e dal mondo della scuola, la pedagogia speciale ha rinnovato e continua a rinnovare la sua
impostazione teorica e le indicazioni operative/organizzative, affinando le prospettive di sviluppo.
- Il suo ruolo è Quello di sollecitare e favorire la formazione globale della personalità dei soggetti con
necessità educative particolari, valorizzandone le capacità comunque presenti.
- La dinamica in cui si muove attualmente è quella di offrire risposte specifiche a problemi personali
particolari
- "L'oggetto della pedagogia speciale, è la risposta ai bisogni là dove si trovano" Canevaro
- Il processo di integrazione delle persone disabili ci contraddistingue rispetto alle scelte operate
nella quasi totalità degli altri paesi europei.
- Nella prospettiva educativa la caratterizzazione secondo la minorazione, pur non essendo
trascurabile, è uno degli elementi da considerare ai fini di un percorso educativo
- Mentalità "etichettatrice":
o Induce a credere che si rende visibile qualcosa che appartiene all'essenza della persona. Gli
psichiatri Benasayag e Schmit segnalano questa distorsione culturale condivisa:
L'alto non è più una molteplicità contraddittoria che esiste in un gioco di luci ed
ombre ma diventa immediatamente visibile e riconoscibile. Si è convinti, grazie
all'etichetta, di sapere tutto sull'altro perché essa stabilisce un senso, una sorta di
ordine nella vita di chi la porta.
- Di conseguenza il sapere tecnico e non, si confonde con ciò che è dato a vedere.
Il rischio: il diritto di "guardare " il disabile equivale all'esercizio di un potere nei suoi confronti,
come se si facesse del disabile "cosa gettata" nel mondo, sulla cui persona altri sono legittimati a
prendere decisioni.
- Uno dei compiti della pedagogia speciale è quello di distinguere nel soggetto le componenti legate
al deficit ricercando tutte le condizioni utili a ridurre l'handicap cioè, lo svantaggio, la difficoltà
conseguente alla relazione con il contesto di vita sociale e culturale.
- La cultura della progettualità educativa, di cui la pedagogia speciale è portatrice sana, cerca
dinamicamente di trovare e riposizionamento il miglior equilibrio possibile tra:
o consapevolezza della realtà della minorazione
o apertura alla possibilità "dell'Esserci" personale
- Vuol dire accompagnare e guidare la persona disabile nella sua traiettoria esistenziale
- Credere nell' educabilità del soggetto significa uscire dalla chiusura:
o Aprirsi, non creare situazioni di dipendenza e di assistenzialismo.
Canevaro L’Educabilità:
- L'educabilità ammette alla cura di diverse competenze, crea un contesto di collegamenti e di
inclusione con diverse figure professionali:
o Per educare qualcuno bisogna credere che egli sia educabile, accettare di correre il rischio e
la sfida di contribuire a fare evolvere la sua umanità positivamente.
- L'educatore, non deve darsi per vinto, rinunciando a stimolare il soggetto alla realizzazione del suo
progetto di "esserci" nel mondo:
o Occorre rivolgersi alla persona disabile considerandola come :
Sistema Complesso:
aperto ai cambiamenti per quanto piccoli e lenti,
- L'impegno è arduo perché ogni singolo caso è diverso rispetto agli altri inoltre, nello stesso tempo è
accompagnato da intense gratificazioni interpersonali, sia per la persona con disabilità sia per
coloro che offrono sostegni durante il percorso di sviluppo.
- La compresenza di minori e adulti nel contesto comune a tutti ha indotto la pedagogia speciale a
modificare il profilo delle problematiche da affrontare.
Secondo Montuschi:
o essa sembra giunta a una fase di integrazione e sintesi: attualmente concentra la sua
ricerca sulla realtà educativa nella sua globalità, per verificare come questa possa
arricchirsi in modo da rendersi capace di formare risposte educative valide per tutti .
- Dalla pedagogia speciale ci si aspetta che sappia rendere sempre più speciale ogni forma di
intervento educativo
- Ne diviene il nucleo più sensibile e attento, capace di mettere a fuoco, di affrontare i problemi là
dove nascono e si strutturano e di promuovere anche interventi educativi anche in situazioni
estreme: là dove la richiesta diviene più esigente, ha l'impegno di rendere più ricca la risposta
progettuale.
- Possiamo applicare alla pedagogia speciale la qualificazione cioè, il fare riferimento a un pensiero
"complesso", in grado di non chiudere il tema delle diversità in categorie riduttiva, ma di tenere
aperto il dialogo di cercare le possibili connessioni fra elementi del reale, comprendere la
multidimensionalità, pensare con la singolarità, località, temporalità e nello stesso tempo di non
dimenticare mai le totalità integratrici.
Canevaro osserva che:
- I rischi di riduzionismo a cui è più esposta la pedagogia speciale hanno a che fare con il
“coinvolgimento dell'accompagnamento" e "la lontananza della ricerca"
- La sua Intenzionalità induce a cercare di portare aiuto educativo a persone che ne hanno un
bisogno vitale
- Anche Montuschi ritiene che "l'ispirazione salvifica" sia la componente essenziale sia la "filigrana
del pensiero e dell'azione" della pedagogia speciale:
o Da qui la necessità di integrare l'intenzione solidale con una competenza specifica che
possa garantire un esito positivo alla lodevole intenzione di portare aiuto
- Ne deriva l'esigenza di contaminazione continua e di circolarità virtuosa tra quanto accade nella
storicità del contesto esistenziale e le risultanze emergenti del contesto scientifico.
1.4 Lo Specifico epistemologico della Pedagogia Speciale
- Nello sforzo di tracciare lo specifico epistemologico della disciplina, Gaspari considera, il suo
approccio si accosta alla narrazione:
- Pedagogia speciale come scienza del prendersi cura educativo delle persone con bisogni speciali,
parte dall'analisi delle storie reali, dalla finitezza plurale dei soggetti quale si propone nella vita
ordinaria, per rivalutare l'imprevisto fenomenico, mediante la ricerca e la valorizzazione della
potenzialità di recupero e di espressione di sé sempre presenti, anche nel soggetto più
compromesso.
- Da qui, scaturisce l'importanza per la pedagogia speciale della dimensione della progettualità
come capacità di mettere in campo condizioni di fattibilità realizzabili nella quotidianità
dell'esperienza
- L'approccio pedagogico speciale richiama una più qualificata responsabilità dell'educatore, evoca il
maggiore potere che egli deve esercitare su di sé al fine di riposizionamento i termini dell'incontro
e del sostegno.
- Fino alla seconda metà del secolo scorso, la cura nei confronti dei disabili ha privilegiato il modello
medico e ancora oggi, in alcuni ambienti, si pensa che la minorazione sia un campo di indagine di
competenza prevalentemente sanitaria.
- Negli anni Settanta e Ottanta, la cura dei disabili trova soluzione sul piano pedagogico – didattico.
Per essere "tirata fuori" da una condizione che ostacola la possibilità di crescere come persona,
l'identità plurale dell'individuo ha bisogno di una pluralità di sostegni e interventi che coinvolgono
famiglia e soggetti professionali.
- Foucault sostiene che non si possono comprendere pensieri, pratiche e atteggiamenti nei confronti
della disabilità al di fuori di un episteme ossia al di fuori di norme, valori, significati e organizzazioni
specifiche nelle varie epoche.
Antichità
- Nell'antichità si aveva l'esclusione della categoria dei disabili, negandone l'identità umana con il
conseguente allontanamento della vita sociale.
- In assenza di conoscenze scientifiche, l'immaginario collettivo fa ricorso a spiegazioni religiose:
o la posizione delle persone diverse, per cause naturali è interdetta agli uomini in quanto
tutelata direttamente dal dettato divino.
- Nascita del monstrum può essere un segnale della collera divina in conseguenza alle colpe proprie
o di chi lo ha generato o dei antenati, oppure l'annuncio di future catastrofi:
o il disabile viene al mondo per essere messaggero della divinità , una volta assolto il
compito può essere soppresso, soprattutto durante la prima infanzia
- Infanticidio:
o pratica normale ne mondo greco come in quello romano.
- Esposizione pubblica:
o da considerarsi un disconoscimento
- Collocazione:
o in una dimensione magico - religiosa, vengono considerati dotati di poteri divini
- Responsabili dei figli minorati non è la famiglia, ma sono gli dei, Stato e i sapienti:
o L' Infanticidio non viene punito dalla legge, qualora praticato precocemente. Se il soggetto
ha fortuna di sopravvivere il suo destino si consumerà tra le mura di casa, assistito e
protetto dalla famiglia allargata.
Medioevo
- Nel medioevo, si ritiene che Dio, rivolga loro una particolare sollecitudine e l'attenzione agli infermi
è voluta da dio della misericordia
- È finito il tempo in cui si erano visti come pericolosi per la società: ora vengono inclusi all'interno
della categoria della diversità a cui occorre trovare una specifica collocazione. Ma, siamo lontani
anni luce dal concetto dell'integrazione sociale.
Due personaggi importanti :
- Stiker, spiega che Secondo l'impostazione cristiana medievale, la disabilità viene mandata da Dio
sia come "prova di fede" sia come occasione per esercitare la virtù suprema della carità e, infine
come segno della sua presenza.
- L'atteggiamento caritatevole si concretizza nell'elemosina:
o sia nella forma individuale
o sia come allestimento degli istituti di ricovero
Alto medioevo
- Nell'alto medioevo, la disabilità non rappresenta il suo problema principale in quanto la selezione
naturale e le epidemie provvedono drasticamente la presenza di soggetti invalidi.
- L'attenzione è sporadica e circoscritta ai sordi e ciechi
- Primo che propone una sguardo alla categoria dei minorati, Jan Amos:
o Nel famoso trattato Didactica Magna, egli esprime la convinzione che solo attraverso
l'educazione qualunque uomo può dispiegare le sue potenzialità e condurre una vita
armoniosa.
- Primi esperimenti di istruzione dei sordomuti: Secolo XVI
o Girolamo Cardano, medico :
giunge alla convinzione che, sostituendo la scrittura alla parola, possono intendere
leggere e parlare attraverso la scrittura
o Pedro Pontedera, benedettino che si cimenta per primo nell'impresa:
il suo metodo si fonda sulla sostituzione dello stimolo uditivo con quello visivo:
la scrittura viene presentata come disegno dei suoni alfabetici e la
produzione della parola viene stimata attraverso la lettura labiale
- Primi esperimenti di istruzione dei ciechi:
o Seconda metà del Settecento perciò, in avanti
Illuminismo
- Nel secolo dei lumi si fa strada una nuova sensibilità verso la difformità con forte motivo allo studio
del diverso come oggetto che la ragione deve comprendere.
- Nella sua dissertazione accademica del 1824,Belhomme spiega puntigliosamente la differenza tra:
o Idiozia
o Imbecillità
sulla base della assenza/presenza di facoltà intellettive umane.
2. G.MONTESANO:
o Gli va attribuito il merito di aver affermato il principio fondamentale della formazione
iniziale e continua degli insegnanti, che devono possedere conoscenze, metodi e strumenti
speciali.
o Nel 1900 fonda a Roma la prima scuola magistrale ortofrenica (destinata alla formazione
degli insegnanti impegnati nell'educazione dei bambini con ritardo mentale) .
o L'istituzione è destinata a occuparsi al contempo della rieducazione dei fanciulli frenastenici
e della formazione del personale specializzato.
- Fino agli anni Venti, si ha di front un'assenza dello Stato nel settore dell'educazione dell'infanzia
disabile
Le prime classi differenziali e scuole speciali sorgono grazie all'iniziativa di comuni e dei privati
- Da questa situazione prende il via una sorta di "doppio sistema scolastico-educativo":
o Normale:
per alunni considerati normodotati
o Speciale:
per gli ipodotati e i minorati
Riforma Gentile 1923:
- Segna l'intervento indiretto e diretto dello Stato nel settore dell'educazione speciale con lo scopo di
razionalizzare la moltitudine di soluzioni istituzionali esistenti
Tuttavia, il tutto avviene con la legislazione emanata alla fine degli anni Venti e Trenta in favore
della scolarizzazione obbligatoria di alcune categorie di disabili, ciechi e sordomuti.
- Dal 1934, passano definitivamente allo Stato le scuole speciali istituite dai comuni e privati.
- L'educazione dei minorati della vista e dell'udito rimane confinata tra le mura dei ricoveri fino a
quando un Regolamento del 1928, stabilisce che l'obbligo scolastico per i fanciulli, dal sesto al
quattordicesimo anno di età:
o È esteso ai ciechi e ai sordomuti che non presentano altra anormalità che ne impedisce
loro l'ottemperanza nelle scuole ad essi riservate.
o Fino i 16 anni per i sordomuti, ciechi fino 14 anni
- Inoltre, le modalità di espletamento delle prove di esame per gli studenti disabili motori e
sensoriali, prevedono appositi "esperimenti ritenuti equipollenti".
Prove equipollenti:
o Si tratta di contenuti di esame sostitutivi, ritenuti altrettanto validi dalla commissione,
consistenti:
Prove scritte o grafiche:
trascrizioni di traduzione o in esecuzioni sulla lavagna per mano di uno
degli esaminatori;
Prove orali:
in risposte per scritto da parte dei candidati;
Prove pratiche:
in spiegazioni date a voce o sulla lavagna
- Il lento ma progressivo processo di transizione del sistema degli istituti alle classi differenziali e alle
scuole speciali si consola fino agli anni 50 portando con sé significati e ricadute per lo Stato e per la
fascia di popolazione interessata:
o L'intervento sempre più diretto del potere centrale nell'ambito dell'educazione speciale
esprime la volontà statale di avocare a sé il controllo su questo settore educativo
o Dalla parte dei disabili, la diffusione di classi differenziali e scuola speciali rappresenta una
novità e miglioramento in termini di qualità di vita. Ma, poiché gli istituti sono presenti solo
in alcune grandi città, comporta lo sradicamento del minore dalla famiglia e dall'ambiente
quotidiano e il suo internamento prolungato; senza trascurare i disagi sul piano personale
conseguenti alla routine standardizzata.
- Tuttavia col tempo, le classi differenziali e le scuole speciali si rendono presenti nei territori
comunali, sono vicine ai luoghi di vita della famiglia e non necessariamente richiamano il ricovero.
Inoltre, sono decisamente più permeabili e disponibili all'impiego delle innovazioni tecnologiche
che la ricerca scientifica e il progresso industriale mettono a disposizione.
- Questa parte di secolo segna il passaggio dal periodo filantropico, legato alla semplice assistenza e
beneficenza, a un intervento mirato sui bisogni del soggetto
- Sì può convenire che, a partire dagli anni 50, l'educazione speciale sia un aspetto del più vasto
fenomeno che va sotto il nome di "esplosione scolastica "
Resa possibile dal diffondersi di ideali democratici e dal miglioramento delle condizioni di vita in
una società industriale in rapida evoluzione, rinnovata da ricerche sempre più approfondite nel
campo delle scienze umane e tecnologiche.
- Si fa strada una forte spinta professionale, da parte di psichiatri, psicologi, medici, pedagogisti e
insegnanti, al fine di approdare a interventi più adeguati al recupero dell'infanzia in difficoltà.
Attraverso disposizioni minuziose, l'autorità Scolastica in questi anni fornisce istituzioni distinte per
singole categorie di minorazione.
- Il Primo periodo di frequenza nelle classi comuni da parte degli alunni con disabilità trova un
sistema scolastico non adeguatamente preparato e attrezzato a riceverli
- Nel rapporto conclusivo del ministero dell'Istruzione, si afferma che l'immissione degli alunni
disabili nelle scuole materne, elementari e medie, è possibile a condizione che intervengano
mutamenti profondi nella struttura, nei contenuto e nei metodi delle scuole interessate.
- Circolare Falcucci, 1975: circolare a seguito nella quale viene detto che:
o L'inserimento deve obbedire alla logica della territorialità e della gradualità
o Garanzia nelle scuole ospitanti di spazi adeguati
o Presenza di équipe per l'assistenza medico psicosociopedagogica
o Fissare a venti il tetto massimo di alunni in classe
LEGGE 517/77 legge a favore dell’infanzia disabile
- Nata su ispirazione della Circolare Falcucci
- È a favore dell'infanzia disabile.
- Concretizza in norme la complessità del tema della loro scolarizzazione, garantendo continuità
all'iter formativo
- Precisando il rapporto tra le varie figure di sostegno e richiamando la necessaria collaborazione
interistituzionale fra la scuola e gli enti territoriali.
- Prevede:
o L'introduzione della figura dell'insegnante specializzato nelle scuole comuni
o Riduzione del numero di alunni nelle classi che ospitano alunni disabili
o L'estensione del diritto alla frequenza delle scuole comuni anche per i sordomuti
o L'integrazione specialistica da parte del servizio sanitario
o La coordinazione degli interventi istituzionali e professionali
o Prevedere dispositivi orientati a rendere la scuola più accogliente verso gli studenti in
difficoltà e provvedere a riqualificare l'assetto a favore di tutti
- Possiamo definirla come il primo atto legislativo che anticipa il modello dell'inclusione in quanto si
occupa dei disabili collocandoli all'interno del processo di trasformazione complessiva del sistema
scolastico.
- In sintesi, dalla seconda metà degli anni 70 e fini anni 80,si pongono significative e valide
premesse e condizioni per trasformare la scelta per l'inserimento in un processo di integrazione-
inclusione, portatore di ricadute capaci di incidere sulle articolazioni del sistema scolastico nel su
complesso, orientandolo in direzione innovativa.
Comparetti:
- Primo promotore dell'autonomia del piccolo con disabilità fin dal periodo prenatale.
- Mette in evidenza e valorizza le competenze del feto, i cui movimenti non sono del tipo stimolo-
risposta:
o Nel bambino ci sono gli appuntamenti funzionali, espressione delle sue competenze in
divenire.
o Perciò, se cerchiamo un dialogo, dobbiamo immaginarlo come dialettica di proposte e
contrapposte. Solo questo promuove il divenire creativo.
- L'ispirazione di fondo della sua professionalità lo induce a privilegiare la presa in cura a partire
dalla vita quotidiana e dai bisogni primari del bambino.
- L'obiettivo nei confronti de bambino è quello di effettuare un'educazione in senso ampio.
- L'intervento riabilitativo :
o è più efficace se rispetta le esigenze di vita ed educative dei piccoli utenti, i loro rapporti
con i coetanei e la loro famiglia.
Moretti:
- Esperto di minorazione neuropsichica anche grave.
- La RIABILITAZIONE:
o È un fine piuttosto che un metodo
o Si propone di restituire all'individuo la dignità della sua condizione umana con la
soddisfazione del massimo possibile dei suoi bisogni spirituali, affettivi, intellettuali, fisici e
sociali
o Ogni recupero sul piano fisico ha un senso se inserito in un bilancio globale finalizzato alla
reintegrazione sociale della persona disabile.
- Medicina ed educazione:
o sono dimensioni inscindibili, in reciproca continuità:
o Occorre rifiutare l'ingenuo abbinamento di una disabilità con un intervento specifico.
o Tale isoformismo è valido soltanto in una percentuale di casi, ma per molti alti il bisogno e
la specificità viene data dalla corretta individuazione del bisogno e della risposta. La loro
configurazione nel bilancio complessivo dello sviluppo amiche l'evoluzione proceda nel
migliore modo possibile.
Di conseguenza, l'intervento di cura si deve strutturare come una prassi pluriprofessionale
- Per la prima volta si prende in considerazione l'individuo disabile lungo tutto l'arco dell'esistenza,
dalla nascita all'età aiuta, occupandosi dei molteplici aspetti che lo riguardano:
o Salute, la Casa e i Trasporti
o L'integrazione sociale, l'Istruzione e formazione professionale, il Lavoro;
o Il superamento delle barriere architettoniche e comunicative
- Il fenomeno del prolungamento delle aspettative di vita delle persone con disabilità:
o tende ad accumunare il loro status a quello della popolazione cosiddetta "normale"
o porta ad una maggiore presa di coscienza e di iniziativa da parte delle persone disabili
- Le ricerche mediche, psicologiche, pedagogiche e didattiche:
o Hanno aperto la strada a inarrestabili passi avanti nella conoscenza e nel trattamento delle
minorazione più note quali, cecità, sordità e autismo.
- Definizione di handicap dell'ONU, nella Dichiarazione dei diritti delle persone con handicap 1975
L'organizzazione Mondiale della Sanità offre una definizione completa del contesto nel 1980:
o Sì intende per handicap una condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona
in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la
possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona
- La persona con disabilità può essere considerata come diversamente abile, cioè dotata di altre
capacità.
- C’è la volontà di adottare un linguaggio che metta in luce le potenzialità piuttosto che le
incapacità del soggetto.
- Sì privilegia l'attenzione a mettere in luce le abilità del soggetto in rapporto ai diversi ambienti in
cui vive.
Al fine di rendere conto degli aspetti di vita personali, ambientali e sociali occorre il ricorso di
diversi punti di vista:
o sanitario, famigliare, del soggetto e delle persone professionali e non coinvolte
È indispensabile che questi si rendano disponibili a mettere in comune gli esiti delle osservazioni
- Ci troviamo ad avere a che fare con un paradigma bio-psico-sociale che induce a uno sguardo
dinamico e sistemico valevole per ogni essere umano:
o Modello sociale+ Modello medico
- La lenta diffusione e applicazione del modello ha ben presto reso evidente la sua difficile
applicabilità alle caratteristiche funzionali dei soggetti in età evolutiva, in particolare di quelli più
piccoli:
o le manifestazioni e le conseguenze di un deficit in questa fase sono differenti rispetto a
Dall’esclusione all’inclusione. Lo sguardo della Pedagogia Speciale Pag. 22
quelle che si producono nell'adulto.
Per questo motivo, l'OMS nel 2007 ha messo in atto un processo di adattamento del sistema di
classificazione ICF, sviluppandolo in ICF-CY:
o Per la condizione evolutiva infantile e giovanile nella quale viene dato uno spazio
privilegiato all'attività del gioco:
sia nella sua funzione educativa
sia come veicolo primario di apprendimento.
o L'attività ludica viene anche inserita all'interno dei fattori ambientali in una intensa
dinamica relazionale e con ricorso a oggetti e tecnologie.
- Col termine disabilità si continua ad adottare un approccio settoriale, concentrato sul singolo
segmento di esperienza:
o in un'ottica autoreferenziale, i professionisti dei vari servizi tendono a occuparsi del proprio
ambito, con scarsa apertura a coordinare i rispettivi interventi, con evidenti disagi e rischi
di frammentazione della continuità esistenziale del soggetto.
Questa separazione cela una logica di discontinuità che si riverbera sulle finalità e sugli obiettivi
delle diverse istituzioni, soprattutto sulla biografia della persona disabile e della sua famiglia
- Si ha l'idea di realizzare un progetto di vita.
- Il progetto è l'oggetto lancio in avanti, del quale in qualche modo prevediamo la curva di
traiettoria; per estensione è ipotesi/disegno del futuro
- Con le persone disabili è facile restare confinati nella logica del programma/programmazione
stabiliti a priori con prevalenza di atteggiamenti iperprotettivi e di esoneri.
- Anche se, d'altra parte si potrebbe pensare che l'idea di progettare vita di qualcuno sia un azzardo.
o Nessuno può vivere senza avere progetti per il futuro: sono l'aspirazione verso un
progressivo miglioramento di sé stesso.
- Il progetto di costruzione dell'identità personale è un processo di ricerca costante di equilibrio, che
costruisce e si perde di continuo
- Dagli anni 90, sono emersi significativi cambiamenti nelle politiche sociali rivolte alla disabilità:
o Hanno spostato l'attenzione sulla recuperabilità della persona con deficit, accreditando la
possibilità di ipotizzare un futuro ruolo.
- L'esperienza dimostra che sono possibili dimensioni di benessere, autorealizzazione e di qualità
della vita pur nella fragilità e nella dipendenza.
- "Vita indipendente " significa che noi vogliamo esercitare il medesimo controllo e fare le
medesime scelte nella vita di tutti i giorni che i nostri fratelli e sorelle non disabili danno per
scontati. Noi vogliamo crescere nelle nostre famiglie e fare lavori che siano in linea con la nostra
- La Convenzione ONU ha recepito il diritto alla "Vita indipendente " all'interno della comunità
sociale con la stessa libertà di scelta delle altre persone, con riguardo al luogo di residenza e a
con chi vivere, servizi domiciliari, residenziali e l'assistenza personale. Art.19
- Infatti, è in aumento il numero di persone con deficit che scelgono la vita a domicilio, pur in
presenza di uno status di dipendenza fisica elevato, a volte addirittura permanente.
Ciò, ci insegna che si può essere autonomi pur se dipendenti
- L'altro polo nodale per favorire la "vita indipendente " è l'autodeterminazione, la quale costituisce
"un bisogno" anch'esso presente lungo l'intero sviluppo maturativo della persona; la soddisfazione
di questo bisogno primario dovrebbe permeare trasversalmente la vita scolastica anche per il
soggetto don deficit :
o La maturazione dell'autodeterminazione va di pari in passo con la promozione delle
attitudini e della percezione di diventare responsabile del proprio comportamento e della
propria vita. Alonzo
- Dopo la consapevolezza del minorazione, l'identità dei genitori tende a strutturarsi intorno al
disturbo. La preoccupazione per la salute del piccolo rischia di oscurare la disponibilità a vedere al
di là della minorazione, ponendo ostacoli alla scoperta della sua vera personalità.
- Esperienza in ospedale:
o Un obiettivo primario per gli specialisti è dedicare attenzione e cura alle percezioni che la
coppia genitoriale ha del neonato. È molto opportuno aiutare prima di tutto la madre, ma
anche il padre, a rimettere in gioco energie e identificazioni positive con il neonato.
- Il contesto ambientale può non essere favorevole: in un reparto ospedaliero il trauma di vedere il
figlio dentro l'incubatrice sottoposto a cure intensive, lo stress per il cambiamento ecc può portare
ad una forte instabilità improvvisa. Proprio per questo, i responsabili ospedalieri e i professionisti
della Sanità devono sforzarsi di favorire i tempi e spazi di umanizzazione. I timidi passi in avanti del
piccolo e le sue conquiste devono essere valorizzati per rassicurare i genitori e operatori sulla sua
possibilità di sopravvivenza.
- Inizio dell'esperienza a casa: Dopo l'esperienza ospedaliera della nascita, l'altro discrimine nella
vita del bambino e della famiglia sono le settimane, mesi e i primi anni a seguire. In particolare,
nella delicata fase del ritorno a casa, quando la famiglia si trova a far fronte alla cura del bambino,
le sarebbe molto utile poter contare su una figura professionale dotata di competenze educative.
- In sintesi, la scelta di campo a favore di una progettualità di sintesi (educativa, sociale e riabilitativa)
aiuterebbe a considerare il neonato con disabilità come una persona nella sua globalità, inserita in
una dimensione temporale di sviluppo con bisogni comuni a quelli di tutti i bambini.
- L'identità personale nel suo aspetto sociale si configurano come la risultante dei ruoli agiti e
socialmente riconosciuti, l'esito dinamico di uno scambio continuo tra:
o interpretazione personale
o riconoscimento sociale.
- La pedagogia generale e speciale insegnano che ciascun individuo è continuamente in una
situazione di incompiutezza e che l'avventura educativa prosegue fino alla vecchiaia
- Montobbio parla di "Viaggio imperfetto " dell'adolescente con ritardo mentale verso il mondo
adulto:
o Definendolo come una sorta “d’ingresso senza passaggio” privo cioè della partecipazione
agli stili di consumo e ai codici di comportamento, abbigliamento e di linguaggio tipici dei
coetanei
- La famiglia, scuola e professionisti sanitari/sociali che seguono il giovane hanno il compito di :
o Guidarlo verso l'adultità:
condividono la responsabilità educativa - sociale – riabilitativa.
o Di promuovere e accompagnare lo sviluppo, ponendo le condizioni affinché egli incrementi
qualitativamente e quantitativamente la sua esperienza di vita e acquisisca i prerequisiti
per l'inserimento sociale e lavorativo.
- Fra i diversi ruoli sociali che la persona riveste nell'età adulta, il lavoro rappresenta un fattore
fondamentale di affiancamento e integrazione sociale anche per chi vive una disabilità.
Avendone le potenzialità, "l'uomo diventa più uomo tramite il lavoro" non tanto per il guadagno
economico ma, quanto per il suo valore sul piano identitario personale, civile e sociale.
- La condizione di disabilità può diventare risorsa, nel momento in cui si relativizzano concetti quali
successo, produttività, efficienza e si realizzano adeguate compatibilità tra l'individuo e il contesto
lavorativo, adottando risposte flessibili, articolate e mirate al soddisfacimento dell'interesse
reciproco.
- Molti studiosi si sono concentrati ad evidenziare e comprendere i percorsi e le modalità con cui la
famiglia si confronta con l'evento disabilità. Fra i tanti filoni di indagine troviamo la:
o Psicologia Sociale:
disciplina che si basa tra l'ottica psicologica e sociologica
si presenta come tentativo di studiare le tematiche della crisi, e le abilità di coping,
insieme degli sforzi cognitivi e comportamentali attuati dalla persona per
controllare specifiche richieste interne/esterne valutate come eccedenti le sue
risorse, inteso come stile di vita attivo e spontaneo di fare front ai molteplici
compiti evolutivi che animano il ciclo di vita.
- La perturbazione innescata nella famiglia dalla disabilità di un figlio si configura come un "processo
di negoziazione", cioè di interscambio dialogico e di compromesso, dinamico ed evolutivo fra i
componenti della famiglia e fra questi il contesto sociale con cui intrattengono rapporti reciproci.
- La possibilità e la capacità di adattarsi positivamente alla situazione dipendono da un mix di fattori,
tra i quali:
o Il significato che la famiglia attribuisce all’evento
o Il modo in cui il nucleo ha affrontato i compiti evolutivi
o La capacità dei genitori di riconoscere e organizzare le risorse proprie e del contesto sociale
o Le Relazioni con l’ambiente Esterno
- Di fronte alla crisi il gruppo familiare assiste ad alcuni cambiamenti per stabilire nuovi modelli di
funzionamento, potenziare la stabilità, l'armonia e l'equilibrio di fronte alle avversità,
ristrutturando i "significati di famiglia"
- Importante è il supporto che la famiglia riceve, il sostegno della comunità alla famiglia poiché, vi è
la necessità che la nuova condizione familiare nella sua totalità venga accolta dagli "altri", da coloro
che vivono e ruotano intorno alla stessa.
- Le possibilità che un sistema familiare mantenga i propri modelli, funzioni e sia abile nel recuperare
rapidamente i livelli di funzionamento paragonabili a quelli antecedenti all'evento critico sono
caratteristiche salienti ai fini della strutturazione delle capacità di Resilienza: Tale concetto, è
studiato in presenza di situazioni di abusi, traumi, deficit, alto rischio di devianza e in molti altri
contesti in cui tali studi trovano la loro applicazione: guerre e catastrofi.
Malaguti: La Resilienza:
- Designa l’arte di adattarsi a situazioni avverse e di sviluppare la capacità di collegare risorse esterne
ed interne, che permettano una buona costruzione psichica e un buon inserimento sociale.
- Sì possono pertanto distinguere 2 diversi approcci di studio al concetto di resilienza applicato alla
famiglia:
- Anche la legislazione ordinaria del nostro paese esalta il ruolo della famiglia come gruppo sociale
naturale determinante per l'educazione e per il sostegno materiale e morale ai figli.
- In particolare, la Costituzione attribuisce ai genitori la "potestà parentale" sui figli.
- Per i genitori di figli disabili, questa autorità viene esplicitata e articolata dalla Legge. La famiglia ha
diritto:
o Al mantenimento del figlio della propria famiglia quindi, nell'ambito economico, sanitario
ed educativo.
o Coinvolgimento diretto ai fini dell'integrazione scolastica e dell'istruzione
o A permessi lavorativi per familiari di un congiunto con disabilità complessa
o Collaborazione nella scelta dei progetti sanitari, riabilitativi e scolastici riguardanti il figlio
o Al sostengo economico, assistenziale, psicologico e psicopedagogico
- Le prime associazioni nate per iniziativa di genitori e volontari (AIAS per spastici e ANFFAS per
fanciulli subnormali) si configurano come gruppi di auto-mutuo-aiuto, intenzionati a confrontarsi
sui problemi educativi e scolastici dei figli e a sostenere il principio che gli stessi vengano accolti
nelle scuole comuni di quartiere, anche assumendosi il carico di gestire in proprio servizi di
sostegno alla scuola.
I gruppi di genitori si riuniscono spontaneamente per ricevere e darsi reciprocamente sostegno a
fronte d un problema condiviso.
Le strutture organizzative variano molto : in alcuni casi possono sopravvivere come unità informali
e, frequentemente, si trasformano in vere e proprie organizzazioni formali.
- Si hanno obiettivi a 3 livelli di prevenzione :
1. Primaria:
di migliori condizioni di vita individuali e collettive
2. Secondaria:
potenziamento delle abilità di adattamento attivo di persone che si preparano ad
affrontare condizione o eventi potenzialmente stressanti
3. Terziaria:
- Il bisogno primario di ogni essere umano è quello di instaurare una relazione significativa con
figure altrettanto significative:
o non potendosi rispecchiare negli occhi di un genitore, il soggetto già fragile per problemi
personali rischia di essere privato due volte del diritto a un nucleo accogliente
7.5 Nuove Emergenze e Sfide Educative
- Credere nella possibilità di inserimento di bambini e adolescenti con disabilità anche complessa in
famiglie adottive e affidatarie vuol dire testimoniare nella concretezza che ogni intervento di cura
può trovare migliori esiti in normali contesti di socializzazione, rifiutando soluzioni istituzionali
separate, limitanti delle libertà personali.
Disabilità Multietnica:
- Possiamo parlare di "soggetti due volte diversi":
o per il deficit
o e le origini / l'appartenenza.
- In alcune culture, la concezione di disabilità, è spiegata con credenze spirituali, quindi può essere:
o Accettata come dono divino
o Rifiutata e nascosta in quanto segno di colpa parentale.
- Per stare in agio nel lavoro di aiuto e di cura, e creare agio bisogna essere consapevoli delle
differenze che la cura mette in contatto senza irrigidirle ma costruendo fluidità per dare vita a
relazioni vitali
- L'evoluzione tecnologica:
o Da una parte, evidenzia gli sforzi compiuti dalla società per favorire un sempre migliore
adattamento della persona all'ambiente
o Dall'altra, testimonia i traguardi progressivi in vista dell'adattamento dell'ambiente alla
persona
- Tuttavia, l'ausilio migliore è senza dubbio quello che riesce a diventare parte dell'identità del
soggetto. Attraverso l'interazione stretta con il dispositivo viene infatti a istaurarsi un incontro
simbiotico tra la persona e quest'ultimo. Non basta fornire gli aiuti, occorre inoltre che la persona li
assimili e li faccia propri
- Una volta individuata la tecnologia appropriata e acquisito il consenso del soggetto per utilizzarlo,
occorre accompagnare la persona nel processo di adattamento al dispositivo:
oRigore :
L'inevitabile rigidità delle procedure didattiche di alcuni software, è stemperata dal
potere suggestivo del mezzo.
- Attraverso l'uso del computer l'allievo può svolgere una certa attività didattica opportunamente
adeguata alle sue possibilità individuali, rimanendo in classe e venendosi così a trovare nelle stesse
condizioni dei compagni.
- Il PC può favorire un migliore raccordo tra la personalizzazione del processo formativo per lo
studente con disabilità e l'attività didattica della classe.
- Le tecnologie educative hanno espanso il dominio tecnologico verso nuove dimensioni, offendo
stimoli per una didattica innovativa.
- Inoltre, nel dibattito internazionale sulla frequenza degli studenti con disabilità nella scuola di tutti
alcuni ricorrono al termine integrazione come sinonimo di inclusione; altri li distinguono.
- Nel nostro paese, il processo che ha portato allievi con deficit dall'emarginazione negli istituti e
scuole speciali all'ingresso nel sistema scolastico comune, ha reso più familiare l'impegno
dell'espressione integrazione.
- Nel nostro paese questa scelta, rivoluzionaria per l'epoca, produce l'approdo degli alunni con
minorazione nelle classi comuni della scuola dell'obbligo;
- Lo strumento giuridico è la Legge 118/71:
o la quale recepisce che il sistema scolastico normale sia di per sé agente di promozione dei
singoli individui e della comunità stessa.
Integrazione
- Garantisce il rispetto dei bisogni educativi personali all'interno della scuola di tutti, attraverso la
qualità e flessibilità dei interventi programmatici, organizzativi e didattici.
- Qualità dell'azione didattica/educativa è determinata dell'adattamento tra individuo e il contesto
Inclusione
- È il modello in base al quale la persona con disabilità entra nella comunità a pieno titolo e alla pari
di tutti.
- Termine inclusione significa:
o "Essere parte di qualcosa"/"sentirsi completamente accolti e avvolti"
- L'essere inclusi è un modo di vivere insieme, basato sula convinzione che ogni individuo ha valore
e appartiene alla comunità.
- Anche se, emergono molte criticità ancora da superare. Fra queste a livello scolare:
o Il permanere di traguardi medio-bassi di istruzione degli studenti con disabilità
o Le persistenti difficoltà di integrazione per i soggetti in condizione di disabilità
complessa
o La mancata definizione di standard di qualità dell'integrazione
o La necessità di una migliore definizione e articolazione delle competenze tra le
professionalità educative, sociali e sanitarie operanti per l'integrazione
- Insomma, una cultura sempre più attenta all'inclusione dovrebbe permettere ai vari mondi in cui
vivono gli individui con problemi di minorazione di comunicare e interagire a diversi livelli:
o Individuale
o Scolastico
o Familiare
o Territoriale
o Istituzionale
o Lavorativo e sociale.
- La situazione può essere guardata con ottica propositiva, perché invita a pensare che si può sempre
operare per il miglioramento del benessere e della crescita umana.
- La legislazione nazionale indica i traguardi generali del processo formativo per gli alunni con deficit
nei termini di:
o Comunicazione
o Apprendimento
o Relazione, Socializzazione e Autonomia
- Per questo motivo, nel corso degli anni, si è approdati a una revisione del dispositivo: la diagnosi
funzionale risulta: ( seconda definizione )
2. L'atto di valutazione dinamica di ingresso e presa in carico, per la piena integrazione scolastica
e sociale
o La sua valutazione rimane di competenza degli specialisti della Sanità in collaborazione con
la scuola e la famiglia
- Per sostenere l'operatività progettuale della scuola, la descrizione del profilo di funzionamento del
11.2.2 Il Piano Educativo Individualizzato ( PEI ), dispositivo Strategico del Processo Integrativo
- È il cuore vitale della progettazione scolastico in prospettiva integrativa.
- Il complesso legislativo lo definisce come il documento nel quale:
o Vengono descritti gli interventi equilibrati ed integrati tra di loro, predisposti per l'alunno
in situazione di handicap
o In un determinato periodo di tempo
o Ai fini di realizzazione del diritto dell'educazione e all'istruzione
2."Orientamento formativo":
o L'attività di orientamento rappresenta uno snodo delicato ed essenziale per creare un saldo
collegamento tra il PEI scolastico e il progetto di vita.
o La scuola è l'ambiente privilegiato per l'orientamento formale
o Lo studio delle discipline assume un valore formativo con effetto orientativo;
o L'apprendimento delle materie di studio può aiutare l'allievo con disabilità a scoprire la sua
identità e verificare le sue possibilità di pensiero cognitivo e di risvegliare i suoi interessi.
o Per questa ragione è opportuno sollecitare lo studente a confrontarsi con tutti i saperi,
senza indebiti esoneri preventivi.
- Una scuola orientativa stimola gli apprendimenti e nello stesso tempo pone l'accento sulle
capacità del soggetto. Il viaggio verso la conoscenza di sé passa attraverso la valorizzazione delle
capacità, l'assunzione crescente e continua di responsabilità e l'abitudine a operare scelte
realistiche, ponderate e autonome.
- Spetta a tutto il team di classe allestire e organizzare un ambiente che sia sempre accogliente e
inclusivo, e favorire l'interazione tra il soggetto con disabilità e i compagni.
Insegnante per il sostegno:
- Evidenzia la funzione di supporto all'integrazione:
o Sostegno significa sostenere lo sviluppo del minore e la sua integrazione
- Il termine sostegno rischia di evocare una rappresentazione troppo assistenzialistica perciò, si è
preferita la dizione "insegnante specializzato per il sostegno all'integrazione".
- Egli deve possedere e mettere in campo, le seguenti competenze:
o Tecniche di tipo pedagogico-didattico e organizzativo:
che gli consentono di garantire interventi individualizzati di natura integrativa
o Supporto/sostegno:
per cui deve saper far sperimentare al contesto classe/scuola la dinamica dei
bisogni educativi speciali dell'allievo con disabilità
o Nell’Interazione:
capacità di comunicazione e di relazione nei confronti degli altri operatori
- Sono tante le professioni di aiuto che contribuiscono al miglioramento della qualità dell'esperienza
scolastica e della vita per i soggetti con difficoltà legate al deficit.
Ma la cornice in cui sono inserite non è ancora oggi sufficientemente chiara.