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Drenaggio linfatico
Il drenaggio linfatico è strettamente associato al drenaggio tracheo-bronchiale essendoci uno stretto
rapporto posteriore. Altri linfocentri sono presenti in prossimità dell’arco aortico e dell’origine
dell’aorta, questi sono detti linfonodi mediastinci anteriori. Oltre a questi sono presenti anche
linfonodi minori dispersi nella componente adiposa presente a livello dei solchi longitudinali, sia
sulla faccia posteriore che su quella anteriore; la linfa che raccolgono termina o a livello tracheo-
bronchiale o mediatinico anteriore.
Citoarchitettura
La citoarchitettura del sistema di conduzione cardiaco è formata da 3 diversi elementi cellulari:
• Cellule P (o nodali): la “P” sta per pallide e questa caratteristica morfologica è dovuta
al loro basso contenuto di organuli intracellulari.
• Cellule T (o di transizione): sono poco distinguibili dai cardiomiociti di lavoro.
• Cellule di Purkinje: costituiscono le branche destra e sinistra successive al fascio di
His; hanno dimensioni enormi e si trovano raggruppate intimamente tra loro, presentano
molto glicogeno all’interno del citoplasma.
Le cellule P sono presenti nella parte centrale di entrambi i nodi, in vicinanza delle diramazioni
delle arterie coronarie che vascolarizzano i nodi (con la variante della dominanza destra o sinistra).
Attorno alle cellule P abbiamo le cellule di transizione che andranno poi a costituire i fasci
internodali mescolandosi con i miociti di lavoro (per questo sono poco distinguibili ad eccezione del
fascio di Bachmann).
Il fascio di His è a sua volta poco riconoscibile
morfologicamente dal resto del miocardio, le due branche
terminali invece sono connotate dalla presenza di cellule di
Purkinje.
Tutto questo sistema permette il ciclo cardiaco di sistole
(contrazione) e diastole (distensione) di atri e ventricoli
coordinati a seconda della fase del ciclo stesso che è
continuo; la durata dell’intero ciclo è molto breve e si attesta
tra 0.6 e 0.8 secondi.
La SISTOLE ATRIALE spinge il sangue attraverso le valvole atrioventricolari che sono aperte
poiché i 2 ventricoli sono in fase di diastole per accogliere il sangue; contemporaneamente le
valvole polmonare ed aortica sono chiuse. Completata la diastole inizia la SISTOLE
VENTRICOLARE con l’apertura delle 2 valvole appena citate e la chiusura delle atrioventricolari
per evitare fenomeni di reflusso, la contrazione dei ventricoli origina dall’apice cardiaco (dove
terminano le branche terminali del sistema di conduzione) diffondendosi verso l’alto spingendo così
il sangue verso i grossi vasi in uscita dall’organo. Corrispondente alla sistole dei ventricoli abbiamo
la diastole degli atri che si riempiono del sangue portato dai vasi in entrata al miocardio.
Innervazione
L’innervazione è associata al sistema nervoso autonomo, rappresentato sia dalla componente
parasimpatica (vagale) che ortosimpatica (catena paravertebrale).
Le 2 componenti vanno a formare il plesso cardiaco presente sia superficialmente che
profondamente rispetto ai grossi vasi e al cuore. La parte profonda è situata tra l’arco artico e la
trachea, quella superficiale tra il tronco polmonare e l’aorta, il plesso è quindi presente su entrambe
le facce cardiache e le sue fibre sono sia visceroeffettrici che viscerosensitive.
• Componente sensitiva (nocicettiva): l’ORTOSIMPATICA è riferita agli stessi neuromeri
cui fa riferimento l’innervazione dolorifica dell’esofago (T1/T4), avremo quindi un
fenomeno di dolore viscerale riferito non discriminabile tra cuore ed esofago. La
PARASIMPATICA invece svolge funzione di barocettore e chemocettore a livello dei
grandi vasi rilevando quindi le variazioni di pressione e di composizione biochimica
(ionica) sanguigna (similmente al glomo carotideo).
• Componente visceroeffettrice: L’ORTOSIMPATICA causa tachicardia (aumento del
numero di pulsazioni), aumento della forza contrattile e vasodilatazione (l’impulso sfrutta
la noradrenalina). la PARASIMPATICA è associata al vago e porta il segnale di
bradicardia (riduzione frequenza contrattile), di diminuzione della forza di contrazione e
di vasocostrizione (l’impulso acetilcolina dipendente).
LOGGE PLEUROPOLMONARI
POLMONI
Contenuti nelle 2 logge pleuropolmonari destra e sinistra. Sono organi parenchimatosi il cui
parenchima è composto dalle diramazioni dei 2 tronchi bronchiali principali e presenta una forte
componente ghiandolare secernente, esso è indispensabile per la circolazione e lo scambio gassoso.
Questa particolare conformazione del parenchima polmonare fornisce all’organo una connotazione
spugnosa e soffice rispetto agli altri organi.
In conformazione esterna notiamo una differente lobatura tra il polmone destro e il sinistro, il destro
infatti presenta 3 lobi (superiore, medio e inferiore) mentre il sinistro solo 2 (superiore e inferiore),
ciò è dovuto alla presenza del cuore che è spostato per i suoi 2/3 verso sinistra.
Identifichiamo una faccia anteriore, una posteriore (verso le vertebre), una mediastinica (verso il
cuore) e una diaframmatica (base polmonare).
L’apice polmonare, soprattutto in fase di massima inspirazione, supera la linea cervicotoraciaca e la
clavicola portandosi così nella loggia sopraclavicolare.
Pleure
I polmoni sono avvolti dalle pleure le quali sono costituite da 2
foglietti, uno parietale e uno viscerale, che sono in
continuazione l’uno con l’altro a livello della faccia mediastinica
dove c’è uno stretto rapporto con la carena tracheale e l’origine
quindi dei due tronchi bronchiali principali. Il punto di contatto
tra i 2 foglietti sarà quindi sia superiormente che inferiormente
ai tronchi stessi.
La cavità pleurica, compresa tra i 2 foglietti, è molto ridotta e
contiene liquido pleurico (esiguo in condizioni fisiologiche) che
permette lo scivolamento dei 2 strati delle pleure l’uno sull’altro, assecondando così la meccanica
respiratoria riducendone gli attriti. In situazioni normali la cavità si può definire virtuale
(praticamente inesistente quindi) ad esclusione di 2 zone per ogni polmone:
• seno costo-mediastinico
• seno costo-diaframmatico: ha dimensione maggiore del precedente in quanto
nell’inspirazione c’è un’ espansione maggiore della parte inferiore del polmone(che
arriva a comprimere il diaframma).
Questi seni sono fondamentali per la respirazione e il corretto
funzionamento dei polmoni. Le pleure penetrano anche tra le
scissure che determinano i lobi.
Albero bronchiale
Il parenchima polmonare è composto dalle diramazioni
dell’albero bronchiale che presenta una parte di diramazione
esterna al parenchima e una interna, abbiamo quindi una
componente extrapolmonare e una intrapolmonare. La
extrapolmonare deriva dalla suddivisione della trachea nei 2
bronchi principali dx e sx (tra T4 e T5) che hanno lunghezza e
calibro diverso a causa dell’ingombro cardiaco, il sinistro ha
una lunghezza di circa 5 cm mentre il destro è lungo 2,5 cm con diametro inversamente
proporzionale alla lunghezza poiché la quantità di aria che deve raggiungere i polmoni deve essere
equiparabile.
Il diametro (lume) della trachea è ridottissimo in realtà, è stimato circa di 12 mm nell’adulto e
4 mm in un bambino di un anno, questo lume è poi rispettato a livello dei bronchi principali (per
questo è possibile vedere la citoarchitettura completa della trachea sul vetrino istologico). I 2
bronchi si diramano poi successivamente all’interno dei polmoni.
TOPOGRAFIA
E’ presente una differenza di proiezione tra il parenchima polmonare e la
rispettiva cavità pleurica a livello della parete toracica a causa della
presenza dei seni pleurici, inoltre abbiamo una differenza tra la
proiezione del polmone destro e sinistro sempre a causa della presenza
del cuore.
Il polmone destro mediastinico scende con una linea (proiettata sulla
parete) rettilinea fino in vicinanza della 6^ costa spostandosi poi
lateralmente seguendo l’arcata costale verso la linea emiclaveare per poi
arrivare lateralmente a livello 8^ costa e della linea ascellare media,
posteriormente raggiunge la 10^ costa e la linea sottoscapolare. La
prima parte (medistinica) del polmone sinistro non è identica al destro per la presenza
anteriormente del cuore, non ha una linea rettilinea fino alla 6^ costa ma segue il margine cardiaco
fino alla 4^ costa deviando poi verso la 6^, le restanti proiezioni sono pressoché invariate (linea
emiclaveare, ascellare e sottoscapolare).
La proiezione della pleura è differente, sia a destra che a sinistra anteriormente raggiungiamo la 7^
costa dopo di che la cavità pleurica diventa reale fino a raggiungere la 10^, posteriormente
raggiunge la 12^ (margine più caudale supera anche l’ultima costa). Questo fa si che la pleura abbia
un importante rapporto con gli organi della la cavità addominale, per esempio i reni, ciò va tenuto
in considerazione in approcci chirurgici per evitare danni.
Rapporti
• APICE POLMONARE (veduta supeiore): alcune componenti vascolo nervose importanti
lasciano un impronta sul parenchima polmonare; queste sono le diramazioni dell’arco aortico in
particolare l’arteria succlavia. Sul polmone destro abbiamo rapporti con la componete venosa
rappresentata dal sistema azigos e dalla vena brachio-cefalica, inoltre abbiamo uno stretto
rapporto col tronco inferiore del plesso brachiale (sia a destra che a sinistra); una compressione
del plesso o dell’apice polmonare può quindi dare infiammazione in questo sito.
• BASE POLMONARE (veduta inferiore): sia a destra che a sinistra individuiamo rapporti
evidenti con il diaframma o con le strutture che troviamo nel mediastino inferiore. E’ possibile
notare anche la differente lobatura dei 2 polmoni: vediamo i lobi medio e inferiore a destra e i
lobi superiore (comprensivo di lingula) e inferiore a sinistra. Verso il mediastino presentano
rapporti con l’esofago (centrale ma più in vicinanza del polmone sinistro) e con la componete
vascolare, vena cava inferiore (soprattutto col polmone destro) e aorta toracica (più spostata
verso sinistra) con una componte di tessuto adiposo interposto.
• FACCIA POSTERIORE: rapporti con strutture presenti nel mediastino posteriore sia
superiormente che inferiormente; ovvero i muscoli intercostali, i sistemi ortosimpatico(catena
paravertebrale) e parasimpatico (nervi laringei ricorrenti diramazioni del nervo vago) e il sistema
azigos con anche l’eventuale emiaziogos accessorio se presente.
Suddivisione polmonare
Oltre alla divisione in lobi in configurazione esterna è
possibile identificare 10 zone (o segmenti o aree) per
ciascun polmone; ognuna poi internamente presenta
una struttura lobulare (lobi —> zone —> lobuli) dove
avvengono poi gli scambi gassosi. Questa suddivisione
è importante dal punto di vista clinico poiché ogni
area possiede una vascolarizzazione propria
indipendente dalle altre, asportando quindi un area la
meccanica respiratoria complessiva rimarrebbe
funzionante (ridurrendone solo eventualmente
l’efficienza).