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IL regista Marc Foster nella sua commedia

drammatica affronta il problema del libero arbitrio. Il


protagonista Harold crick un giorno all'improvviso
comincia a sentire nella sua testa una voce femminile
che descrive tutto quello che fa, che pensa e che gli
accade momento per momento. Stupefatto
inizialmente, allarmato in seguito quando la voce
narrante che lo perseguita predice la sua morte,
Harold comincia ad andare in crisi. Scopre allora che
la voce è quella di una scrittrice impegnata nello
scrivere la storia della sua vita governando così le
azioni del protagonista. Il film porta avanti l’idea
dell’inesistenza del libero arbitrio per gli uomini,
siamo tutti controllati da forze che non possiamo
controllare. I tentativi di sottrarsi alla voce sono
inutili, la scrittrice ha già deciso tutte le sue azioni,
perfino la sua morte. C’è però un problema di fondo
in questa teoria, se nessuno ha controllo sulle proprie
azioni come può la scrittrice controllare Harold? Il
regista ci risponde nel finale dell’opera; Harold riesce
ad incontrare la scrittrice, che scoprendo del suo
potere decide di cambiare il finale del romanzo così
da non uccidere il protagonista e liberarlo dal suo
controllo. Dunque alla fine è proprio Harold a
influenzare le decisioni della scrittrice. Entrambi
durante il film Influenzano l’altro in qualche modo. Il
controllo che pensano di avere è dunque
paradossale, come dire “ti ordino di ordinarmi”, chi
controlla finisce per essere controllato. Possiamo
concludere allora che il controllo è solo apparente, le
vite dei due, e per esteso di ogni persona, sono
indissolubilmente legate tra loro. Se esiste davvero
una forza che ci controlla questa è sovrannaturale,
sconosciuta agli uomini, ma capace di decidere tutto
in ogni minimo dettaglio, come il regista di un film.

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