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Eduardo Kohn

How the forest think: toward an anthropology beyond the human


University of California Press, Berkeley 2013. [228 pp.]

How the forest think: toward an anthropology beyond the human [Come pensa una foresta: verso
un’antropologia oltre l’umano] offre una prospettiva del tutto non convenzionale dell’antropologia.
Utilizzando elementi che appartengono al campo dell’animismo (P. Descola), del prospettivismo (E.
Viveiros De Castro) e della semiotica (C. Peirce) Eduardo Kohn ci introduce in una diversa
antropologia, un’antropologia che non si focalizza solo sugli esseri umani, ma che analizza piante e
animali in sé stessi (e i loro rapporti). Questo, insieme a come gli esseri umani interagiscono con gli
altri esistenti, è quello che Kohn definisce: antropologia oltre l’umano e per cogliere l’idea di fondo
del suo lavoro, ci incoraggia a esplorare cosa sono e come funzionano i segni oltre l’umano.
Le sue teorie sono basate su oltre quattro anni di lavoro sul campo con i Runa, popolo di lingua
Quichua situato a Àvila, nel cuore della Amazzonia Ecuadoriana, e al centro del suo studio vi è la
nozione di “sé” che Kohn fa coincidere con il pensare, nel senso che se qualcosa o qualcuno
(categoria molto ampia che di fatto non si limita ai soli esseri umani) esperisce significato,
intenzione, scopo, funzione o significanza allora questo qualcosa o qualcuno è vivo. Quindi la
foresta stessa è un sé ed è viva, come lo è un cane, un giaguaro, un pecari o una pianta e How the
forest think, grazie alla peculiare capacità dei Runa di comprendere come pensa la foresta, ci
permette di isolare e capire alcuni aspetti di quella semiotica che la attraversa e la rende viva.
In fondo, How the forest think è una guida semiotica per pensare con la foresta, o meglio,
esplorando la varietà dell’attività semiotica della foresta Amazzonica e dei villaggi Runa e
mediando una coesistenza culturale tra differenti attori semiotici, il libro mostra cosa accade al
pensiero quando si trova a pensare con coloro con cui non condividiamo un linguaggio comune.
Andando oltre il carattere simbolico del linguaggio umano Kohn mostra i livelli di comunicazione
che condividiamo con tutti gli altri esistenti non umani.
La semiotica della foresta, ovvero il continuo rapporto fra segni che attraversa e plasma la vita al
suo interno, è quello che egli definisce “ecologia dei sé” e i Runa, avendo elaborato una specie di
linguaggio “intra-specie” (esemplare è il caso della relazione con i cani domestici), sono in grado di
leggere e interagire con questa semiotica che, in fondo, è la foresta stessa. Come nel caso degli
Yanomami, anche per i Runa la dimensione del sogno e il loro rapporto con gli spiriti della foresta è
ciò che permette di articolare le interazioni tra i vari esistenti. L’autore, indagando una serie di fatti
“normali” che appartengono alla quotidianità dei Runa, ci accompagna in un percorso di
conoscenza che a tratti assomiglia a quello di un testo narrativo in cui ricerca antropologica, etno-
biologia e narrazione coinvolgente guidano il lettore, specialista e non, in un’avventura inedita per
il pensiero occidentale. Portando al loro estremo i concetti di prospettivismo, segno e animismo
Kohn riesce nell’impresa di fornirci alcuni strumenti fondamentali per affrontare le nuove sfide che
si parano dinnanzi all’antropologia e alla filosofia, ovvero di trovare nuove forme di pensiero che
siano in grado di pensare ciò che in fondo abbiamo solo dimenticato, la nostra capacità di comporci
con tutti gli altri esistenti.
How the forest think si inserisce quindi nello stesso filone di studi che nottetempo ha iniziato a
esplorare con Esiste un mondo a venire di Eduardo Viveiros De Castro ma è soprattutto in assoluta
continuità con il testo La caduta del cielo di recente pubblicazione. In ultima analisi, il libro di
Kohn può essere considerato una radicalizzazione del lavoro sul prospettivismo elaborato da
Viveiros De Castro e una variante forte di quella critica alla gnoseologia bianca esplorata nel
capolavoro di Kopenawa e Albert. Inoltre, il libro è corredato da uno splendido apparato fotografico
che impreziosisce il volume e ne rende la lettura ancora più piacevole.

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