Progetto grafico:
Filippo Rossi
Assistente di produzione:
Alessio D’Uva
Copertina:
Bernardo Anichini
Supervisione:
Valentina De Luca
Hanno collaborato:
Vincenzo Bizzarri
Luca Lenci
Un ringraziamento particolare al Preside Giuseppe Strada e alle insegnanti Chiara Beccari, Elisa Bernardelli, Caterina Cagni, Valentina De Luca, Lisa Nicoli,
Rosangela Ogliar Badessi, a tutto il personale scolastico, a Lauro Zanchi, Daniele Grosso, Stefano Erinaldi e naturalmente ad Alessandro Manzoni.
ISTITUTO TECNICO STATALE
LUCA PACIOLI DI CREMA
in collaborazione con
KLEINER FLUG
I Promessi Sposi
a Fumetti
Ma qualcuno legge ancora i grandi classici?
Gli studenti hanno scoperto un classico. E magari domani decideranno di leggere anche un altro libro. Non importa se
un giallo o un classico o un fumetto. Ma un libro.
Ed anche questo è un grande passo avanti.
Giuseppe Strada
introduzione
già...
per esempio, perché per volare alto!
nel 2014 dovremmo
leggere ancora il
suo libro?
c’est
moi!
la
monaca di c’est moi! ma adesso...
monza? partiamo!
? ?
?
?
?
uscite dall’aula e
passeggiate con me. a proposito, lo sapevate
che sono stato un gran camminatore?
ma dove venite con
andiamo? me verso l’incipit più
famoso della lettera-
tura italiana.
a osservare dal
vivo “quel ramo del
lago di como”.
mi rac-
comando:
pronti con
lo zoom!
l’incontro con i bravi
ma lor
orsù! signori son
questo ma- troppo giusti,
trimonio non troppo ragio-
s’ha da fare, nevoli...
né domani, né
mai.
via, vuol che
dica il suo nome
all’illustrissimo si-
gnor don rodrigo?
disposto...
disposto sempre
all’obbedienza.
benissimo, e
buonanotte,
messere.
don abbondio e perpetua
perpetua! vengo!
cos’ha, signor
padrone?
niente,
niente.
come, niente? la
vuol dare ad intendere a
me? così brutto com’è?
qualche gran caso è
avvenuto.
per l’amor del cielo! non
fate pettegolezzi, non fate
schiamazzi: ne va... ne va la
vita!
don abbondio, con molte sospensioni,
con molti ohimè, racconta a perpetua il
miserabile caso. quando si venne al nome
volete tacere?
terribile del mandante...
volete tacere? son
pareri codesti da dare
a un pover’uomo? quan-
do mi fosse toccata
il mio parere sarebbe una schioppettata nella
che, siccome tutti dicono schiena, l’arcivescovo
che il nostro arcivescovo è me la leverebbe?
un sant’uomo, dico che lei gli
scrivesse una bella lettera,
per informarlo...
basta:
ci penserà questa una piccola
notte. ma intanto non bagattella! a un
cominci a farsi male galantuomo par
da sé, a rovinarsi la mio! e domani
salute: mangi un com’andrà?
boccone.
la notte di don abbondio
quella notte...
la mattina dopo oggi? abbiate pazienza,
Renzo si reca da ma oggi non posso. e
don abbondio per poi c’è degli imbrogli...
discutere del
matrimonio...
don...
renzo arrabbiato
e lucia?
lucia
non ne ha mai
detta una parola
a me! al suo
promesso!
dominato da questi
pensieri, s’avviò a casa
di lucia, ch’era un po’
fuori del villaggio.
a casa di lucia
lucia! per oggi, tutto è a monte. ah! fino a questo segno!
e dio solo sa quando potremo
essere marito e moglie.
ora vi
dirò
tutto.
ma non lo chiamate
così, per amore del lo conosco
cielo! di vista.
azzecca-garbugli
date qui,
e andate venite,
innanzi. figliuolo.
c’è penale a
minacciare un
prete?
sapete leggere?
un poco,
dottore...
platonus...
vidit ferrer...
che sia matrico-
lato costui...
vi siete però
fatto tagliare
il ciuffo, siete
stato pru-
dente.
allora seguitemi:
se bene... per la grida
d’ordine del signor duca di feria ai 14 di
dicembre 1620... l’illustriss. et eccentiss...
gonzalo fernandez de cordova... comin-
ciando dagli atti tirannici... così
nelle città come nelle ville...
quel prepotente
di don rodrigo...
eh via! andate!
prendete i
vostri capponi
e andatevene!
renzo torna a casa
da lucia e agnese.
chiedono l’aiuto di
fra cristoforo...
il passato di fra cristoforo
sì se
l’arroganza
de vostri pari co vostri pari
fosse legge è sempre mia.
per i pari miei.
riflettendo quindi a’ casi suoi, sentì rinascere più che mai vivo e serio quel pensiero di farsi
frate, che altre volte gli era passato per la mente: gli parve che dio medesimo l’avesse messo
sulla strada, e datogli un segno del suo volere. e, dovendo, secondo l’uso, lasciare il suo
nome, e prenderne un altro, ne scelse uno che gli rammentasse, in ogni momento, ciò che aveva
da espiare e si chiamò fra cristoforo, come uno dei bravi che l’accompagnava.
al castello di don rodrigo
padre,
padre, venga pure
avanti: qui non si fanno
aspettare i cappuccini,
noi siamo amici del
convento.
sarà per
non è lei... il pa- fare del
dre cristoforo bene. se ne
di pescarenico? può fare
per tutto.
per l’appunto.
intanto si porti
da bere al padre! per
bacco, non sarà mai
ehi! ehi! padre vero che un cappuc-
riverito, avanti! cino vada via da questa
avanti! casa senza aver gu-
stato del mio vino!
bramerei di
parlare da solo
a solo con don
rodrigo, con suo co-
modo, per un affare
d’importanza.
parlo
come si parla a
chi è abbandonato
da dio e non può
più far paura.
sentite
bene quel
ch’io vi pro-
metto: verrà
un giorno...
renzo e tonio
se vuoi
tonio, per non
disturbar le
tue donne, pos-
siamo andare
all’osteria.
buongiorno,
venivo solamente
per dire una pa-
rolina a tonio...
io te lo posso
tu hai un debito saldare e in
di venticinque cambio tu mi fai
lire col signor un favore.
curato.
m’hai tu inteso?
il signor curato va
maturando certe ragioni senza sugo per tirar
lungo il mio matrimonio. mi dicon di sicuro
che, presentandosegli i due sposi, con due
testimoni e dicendo io: questa è mia moglie e
lucia, questo è il mio marito, il matrimonio
è bell’e fatto.
va bene.
a domani.
il matrimonio a sorpresa
buonasera perpetua.
cosa succede? cosa ci siamo qui per sal-
fate qua a quest’ora? dare il debito con
don abbondio.
è arrivato tonio per buona sera
saldare il suo debito. agnese, di
dove si viene
a quest’ora?
sicuro
ch’è
tardi.
mi son
fermata di
più, appunto,
in grazia
vostra.
oh perché?
perché una donna
mi ha detto che...
oh la
bugiardona!
chi è costei?
non me
lo domandare
che non mi piace
metter male...
guardate
se si può inventare,
a questo modo. in
quanto a beppe tutti
sanno e hanno potu-
to vedere...
misericordia!
cos’è stato?
cosa c’è?
cosa c’è?
?
aiuto!
signor curato,
tradimento!
in presenza di questi
testimoni...
misericordia!
la gente cominciò
ad accorrere sulla
piazza, e ingrossava
ogni momento.
la lettera
il cuor mi
dice che ci
rivedremo
presto...
addio ai monti
arrivederci!
arrivati a monza...
la monaca di monza
signora illustrissima...
illustrissima:
mia figlia aveva in
odio quel cavaliere.
è necessario
nasconderla!
siete ben reverenda
state pronta a signora...
zitta voi! parlare! quello che
le ha detto
mia madre è
pura verità.
non sono
state adoperate
minacce...?
bello eh.
ahahahah!
ahahah!
Il terrore di Gertrude,
che è che non è, una al rumor de’ passi di lui,
mattina, fu sorpresa da non si può descrivere
una cameriera, mentre né immaginare: era quel
stava piegando alla padre, era irritato, e lei
sfuggita una carta, si sentiva colpevole.
sulla quale avrebbe Le parole non furon
fatto meglio a non molte, ma terribili: si
iscriver nulla. Dopo un prometteva, si lascia-
breve tira tira, la carta va vedere per aria, un
rimase nelle mani della gastigo oscuro, inde-
camerie-ra, e da queste terminato, e quindi più
passò in quelle del spaventoso.
principe.
intanto...
renzo riconosce
quella gran mac-
china del duomo.
saprebbe
insegnarmi la
strada per il
convento dei
cappuccini?
?!
alcuni, tra la folla, vorreb-
bero uccidere il vicario,
ritenuto responsabile di dichiara di averlo avuto
quell’affamamento. altri gratis e questo insospet-
invece lo difendono. renzo tisce i presenti. intanto
viene sballottato tra gli renzo beve un bicchiere di
uni e gli altri. il vicario si vino di troppo e continua le
dimette e dichiara di dedi- sue orazioni, attirando su di
carsi a vita di eremita. ma i sè gli occhi dell’oste, che
tumulti continuano e renzo finisce con il denunciarlo
si trova a fare un’orazione alla polizia come uno dei
contro i prepotenti. esau- capi della rivolta. renzo al-
sto, finisce per trovare lora è costretto a fuggire
un’osteria, l’osteria della da milano.
luna, dove mangia l’ultimo
dei pani che aveva raccolto
al forno.
renzo fugge sulle rive dell’adda
a monza, intanto... gertrude era stata con-
vinta da egidio, un suo vecchio
amante a consegnare lucia
all’innominato, il potente a cui
don rodrigo aveva chiesto aiuto
per rapire la povera lucia.
e bene,
ho bisogno cosa devo
di un gran fare?
favore...
andate al
convento dei sentite
cappuccini. lucia...
tornate
presto.
il rapimento di lucia
coraggio! lasciatemi
andare!
chi siete
voi? chi ve
lo può aver zitta!
comandato?
lasciatemi!
lasciatemi
andare!
“trasportiamoci
al castello dove
l’infelice è aspettata.”
dialogo tra l’innominato e lucia
apri!
tump!
v’ho
detto che
non voglio
farvi del
male.
perché
m’hanno presa?
perché sono qui?
dove sono? cosa
le ho fatto? in
nome di dio...
domattina
ci rivediamo,
vi dico.
io muoio!
il voto di lucia
vergine santissima!
aiutatemi! fatemi uscire da
questo pericolo, e fo voto a
voi di rimaner vergine...
la notte dell’innominato
no!
che sta
succeden-
do?
la conversione dell’innominato
da tanto
tempo, tante
volte, avrei
dovuto venir
io da voi.
e così il cardi-
nale federigo e
l’innominato vanno
a liberare lucia...
andate ad
aspettarmi
nella sala
grande.
figliuoli.
dio misericordioso
mi ha chiamato a mu-
tar vita: e muterò.
pensateci questa
notte. per ora
ritiratevi ognuno
al suo posto.
dialogo fra il cardinale borromeo e don abbondio
che sarebbe la
chiesa, se codesto vostro
linguaggio fosse quello di
tutti i vostri confratelli?
dove sarebbe, se fosse
comparsa nel mondo con
codeste dottrine?
al lazzaretto
don!
don
!
vi saluto:
come state?
sto
bene
lucia! v’ho quando
trovata! vi vedo!
ma finalmente...
oh signore
benedetto!
e così... ehilà
don ab-
bondio! le è
poi passato
quel dolore
di capo?
oh no!
cosa vuole anco-
ra quel giovine?
don
rodgrigo è
morto! l’ho
visto con i miei
stessi occhi! e
non sto
mentendo!
e vissero tutti
felici e contenti.
io ho imparato...
...sono loro
io di guai non
che hanno
ne ho cercati...
trovato me!
i guai vengono spesso, perché ci
si è dato cagione; ma la condotta
più cauta e innocente non basta a
tenerli lontani.
questa conclusione, benché trovata
da povera gente, c’è parsa così giusta,
che abbiam pensato di metterla qui,
come il sugo di tutta la storia...
...la quale, se
non v’è dispiaciuta affatto,
vogliatene bene a chi l’ha scrit-
ta, e anche un pochino a chi l’ha
raccomodata. ma se in-
vece fossimo riusciti ad
annoiarvi, credete che non
s’è fatto apposta.
fine