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Cara Camilla, 05/06/14

ti scrivo questa lettera, perchè credo di non riuscire a dirti ciò che vorrei...sembra ieri il
giorno in cui ti notai in corridoio, quando eravamo in succursale...sembra ieri il giorno in
cui alle gare di atletica chiesi informazioni su di te...e sembra ieri il giorno in cui tu mi
rivolgesti per la prima volta parola in corriera...fu vero stupore a stento trattenuto.
Da lì iniziai a volerti conoscere e tu me lo permettesti,sebbene fossi sempre io a
cercarti...alla fermata della corriera e durante il tragitto parlavamo di tutto:scuola, musica,
futuro,patente ecc...mi parlasti addirittura di quel fatto doloroso che accadde a tua madre e
io mi stupii positivamente per questa confidenza concessa ma mi pento di non averti
rincuorato quando vidi la tristezza nei tuoi occhi...avrei voluto abbracciarti ma non
riuscivo a immaginarmi la tua reazione e nel dubbio non feci nulla...i mesi passarono e
arrivai a chiederti di uscire per approfondire la nostra conoscenza...ma dovevi andare a
teatro coi tuoi ed ebbi l'impressione forse sbagliata che ti dispiacesse dirmi di no...ah la
mia immaginazione!
In fin dei conti non avevi fatto niente di male ma la delusione mi spinse a fare un passo
indietro e a non regalarti quello che avevo pensato nei giorni di San Valentino e della festa
della donna...immagino che tu non ti aspettassi niente da parte mia...effettivamente dovevo
essere solo un conoscente per te, se non un amico.
Un altro mese passò e ti richiesi di uscire...questa volta però mi sembrò quasi che tu
cercassi una scusa per rifiutare l'invito e questo mi rattristò così tanto da costringermi a
chiudermi in me stesso...non potevo dirti quello che pensavo perchè tu non avevi e non hai
alcuna colpa...la situazione migliorò quando il giorno prima delle vacanze di Pasqua(un
mercoledì, che dovresti uscire un'ora prima di me, ma inaspettatamente eri in corriera)mi
facesti un bellissimo sorriso quando ti salutai...e anche adesso penso ancora a quel tuo
sorriso così radioso...quel tuo sorriso che io purtroppo ti vedo così poco in viso...quel
sorriso che pare scomparso da dopo le vacanze di Pasqua;ora, quando ci incontriamo,
sembra che ci salutiamo solo per educazione ma da te mi sento guardato come se fossi un
estraneo...e questo non riesco ad accettarlo. Allora mi spinse a guardarti senza
parlare...ma quando ti vidi di fronte alla macchinetta che parlavi animatamente con non so
quale ragazzo...provai un forte dolore al petto...mi facesti tornare in mente i nostri brevi ma
per me così importanti momenti in cui mi sorridevi ancora...non potevo mentire a me
stesso...tu mi mancavi e tu mi manchi ancora.
Non so ancora se tu avessi mai intuito l'interesse che provavo nei tuoi confronti...ti scrivo
questa lettera per dartene la certezza...io mi sono sentito vivo in quei momenti con te...e
vorrei poter trascorrere ancor più tempo in tua compagnia...ti dico tutto adesso perchè tra
tre giorni, se la tua reazione sarà quella che non spero...molto probabilmente non ci
vedremo e neanche ci saluteremo più.
Ho il rimpianto di non averti detto tutto prima e mi pento di averti rimproverato di essere
“dipendente” dal cellulare quando io sono il primo a dipendere da un aggeggio elettronico
che mi separa dal mondo...purtroppo era solo gelosia...e per questo ti chiedo scusa...
Non ho altro da aggiungere...a te la conclusione dell'opera...o forse no...
Se pensi di dovermi dire qualcosa, più in basso trovi il mio numero, inoltre mi farebbe
piacere se leggessi gli allegati. Non ho scritto a mano, perchè la mia scrittura non si
comprende facilmente.
In ogni caso ti saluto con affetto,
Andrea

3487185431

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