Sei sulla pagina 1di 116

I pesci d’acqua dolce della Provincia di Padova

Provincia di Padova
Assessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce

2004
Provincia di Padova
Assessorato alla Pesca 2004
Finito di stampare:
Ia Ristampa Gennaio 2004
progetto grafico & stampa: La Grafica Faggian s.r.l. / Campodarsego (PD)

stampato su carta libera da cloro


Provincia di Padova
Assessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce


Ristampa aggiornata

Paolo Turin
2
PRESENTAZIONE
Il grande successo incontrato presso i pescatori e la cittadinanza da parte di questo libro e le numerose richieste cha ancora giun-
gono al Servizio Pesca hanno reso necessaria questa ristampa aggiornata del volume in una nuova versione integrata anche con
i dati sulla distribuzione della fauna ittica emersi dalle indagini svolte nell’ambito della redazione della nuova Carta Ittica pro-
vinciale.

La Provincia di Padova è un territorio ricco di acque dove la pratica della pesca interessa un numero sempre maggiore di appas-
sionati: attualmente sono infatti oltre 25.000 i padovani in possesso di licenza o autorizzazione di pesca in corso di validità.

Oltre ai pescatori residenti in provincia che frequentano abitualmente le nostre acque se ne aggiungono inoltre molti altri pro-
venienti dalle regioni e dalle province vicine, segno inequivocabile dell’appetibilità alieutica delle nostre acque.

Carpe, tinche, lucci, persici reali, barbi, cavedani e trote, tanto per citare le principali specie, sono infatti le prede che si posso-
no pescare con buona abbondanza nei nostri corsi d’acqua.
3
Questo risultato è un motivo di grande soddisfazione per l’Amministrazione Provinciale che vede in questo modo riconosciuto
il proprio impegno per la tutela della pratica della pesca sportiva e per il costante ripopolamento delle acque provinciali opera-
to con specie pregiate autoctone.

Il quadro sostanzialmente positivo delle nostre acque non è quindi frutto di improvvisazione, ma è il risultato di una accorta pro-
grammazione e dei costanti interventi di vigilanza e controllo che la Provincia effettua con il sostanziale apporto delle
Associazioni di categoria dei Pescatori Sportivi.

Di questo ampio progetto fa parte anche il presente manuale, che con le sue schede fotografiche e descrittive è un mezzo velo-
ce e diretto per divulgare le caratteristiche dei principali pesci che popolano le nostre acque. Queste conoscenze si rendono fon-
damentali per chiunque si accosti alla disciplina della pesca, affinchè egli possa agire sempre nel rispetto delle risorse ittiche ed
ambientali, che sono un patrimonio prezioso per tutta la nostra comunità.

L’Assessore Provinciale alla Pesca Il Presidente


dr. Leonardo Martinello dr. Vittorio Casarin
Associazioni di Pesca Sportiva:
F.I.P.SA.S. -Sezione Provinciale di Padova
LA SORGENTE s.m.p.s. - Cittadella
MUSON VECCHIO g.p.s. - Loreggia
Provincia di Padova ENALPESCA - Sezione Provinciale di Padova
Settore Ambiente - Caccia e Pesca SPINNING CLUB ITALIA - Sezione Provinciale di Padova
Ufficio Pesca LIBERA PESCA - Sezione Provinciale di Padova
Piazza Bardella, 3 ITALPESCA - Sezione Provinciale di Padova
35129 Padova
Telefono: 049/8201016 Pescatori di professione:
Fax: 049/8201028 Cooperativa fra pescatori "RAMPIN RAINIERI"
www.provincia.padova.it
In particolare si ringraziano per l'attiva partecipazione alle
operazioni di campionamento ittico e di raccolta dati:
Realizzazione scientifica: Dr. Paolo Turin Sergio Valle, Loris Ometto, Elio Comin, Angelo Ferronato,
Coordinamento organizzativo: Dr. Livio Baracco - Sig.ra Fiorenzo De Tranquilli (La Sorgente s.m.p.s.)
4 Maria Santina Mazzetto Francesco Galanti Grollo, Leonida Veronese,
Foto: GIANFRANCO GIUDICE©; Archivio Provincia di Adriano Bernardi (Fipsas - Padova)
Padova Sergio Favaro (Muson Vecchio g.p.s.)
Progetto grafico e stampa: La Grafica Faggian - Padova Silvio Smania (Spinning Club Italia)
Gaetano Tiozzo (Coop. Rampin Rainieri)

Si ringraziano per la collaborazione: Si ringrazia infine la dr. Rita Tosini per la collaborazione
alla rilettura dei testi.

Dr. Emanuela Fasolato


Sig.ra Luigina Spolaore
Dr. Elena Bassan
Provincia di Padova - Ufficio Pesca

Il Comandante Nicola Modica


Il Vicecomandante Adriano Scapolo
tutti gli agenti e gli ispettori del ©E' vietata la riproduzione di testi e foto senza preventiva
Corpo di Polizia Provinciale autorizzazione scritta della Provincia di Padova e degli autori.
INDICE
PRESENTAZIONE Pag. 3
I PESCI D’ACQUA DOLCE NELLA PROVINCIA DI PADOVA “ 8
TROTA FARIO “ 12
TROTA MARMORATA “ 14
TROTA IRIDEA “ 16
SALMERINO DI FONTANA “ 18
TEMOLO “ 20
TRIOTTO “ 22 5
PIGO “ 24
CAVEDANO “ 26
SANGUINEROLA “ 28
TINCA “ 30
SCARDOLA “ 32
ALBORELLA “ 34
LASCA “ 36
SAVETTA “ 38
GOBIONE “ 40
BARBO COMUNE “ 42
BARBO CANINO “ 44
CARASSIO “ 46
CARPA Pag. 48
AMUR, CARPA ERBIVORA “ 50
TOLSTOLOBIK, CARPA ARGENTATA “ 52
PSEUDORASBORA “ 54
RODEO “ 56
GARDON “ 58
ABRAMIDE “ 60
LUCCIO “ 62
PESCE GATTO “ 64
PESCE GATTO PUNTEGGIATO “ 66
PESCE GATTO AFRICANO “ 68
6 SILURO “ 70
LUCIOPERCA “ 72
PERSICO REALE “ 74
PERSICO SOLE “ 76
PERSICO TROTA “ 78
SCAZZONE “ 80
GHIOZZO PADANO “ 82
PANZAROLO “ 84
GHIOZZETTO DI LAGUNA “ 86
COBITE COMUNE “ 88
COBITE MASCHERATO “ 90
COBITE BARBATELLO “ 92
ANGUILLA “ 94
SPINARELLO “ 96
GAMBUSIA “ 98
PASSERA DI MARE “ 100
CEFALO “ 102
STORIONE COBICE “ 104
CHEPPIA “ 106
LAMPREDA PADANA “ 108

BIBLIOGRAFIA “ 110

7
I Pesci d’acqua dolce nella Provincia di Padova
Nelle acque dolci della provincia di Padova sono attualmente presenti, con certezza, 56 specie appartenenti a 20 famiglie di
Pesci alle quali si aggiunge 1 famiglia di Ciclostomi, ovvero le Lamprede.
E’ inoltre possibile, ma non accertata in tempi recenti, la presenza di altre 2 specie di Acipenseridi e 1 di Petromizontidi.
Nelle righe seguenti viene proposto un quadro riassuntivo di tutte le specie presenti nelle acque provinciali che nella seconda
parte del libro verranno poi descritte ed illustrate in dettaglio.

SALMONIDI
Fra le trote sono presenti 2 specie autoctone, Trota fario, Trota marmorata e 1 specie alloctona: Trota iridea; fra i salmerini è
presente la sola specie alloctona Salmerino di fonte.
In questa famiglia entra inoltre a far parte un altro pesce assai pregiato: il Temolo.
8
ESOCIDI
L’unico rappresentante di questa famiglia presente nelle acque padovane è il Luccio.

CIPRINIDI
I Ciprinidi sono presenti con numerose specie quali Triotto, Pigo, Cavedano, Sanguinerola, Tinca, Scardola, Alborella, Lasca,
Savetta, Gobione, Barbo comune e Barbo canino per quanto riguarda le specie autoctone; sono numerose anche le specie
alloctone fra cui troviamo, invece, Carassio, Carassio dorato, Carpa, Carpa erbivora, Tolstolobik, Pseudorasbora, Rodeo,
Abramide e Rutilo.

COBITIDI
I cobitidi sono presenti con 2 specie autoctone: Cobite comune, e Cobite mascherato.

HOMALOPTERIDI
Gli Homolopteridi sono presenti con il Cobite barbatello.
ICTALURIDI
Di questa famiglia sono presenti 2 specie tutte alloctone: Pesce gatto, Pesce gatto americano.

CLARIDI
I Claridi sono presenti con 1 specie: Pesce gatto africano.

SILURIDI
Di questa famiglia è presente 1 sola specie alloctona: il Siluro

ANGUILLIDI
Nelle acque padovane si trova solamente la specie europea nota semplicemente come Anguilla.

GASTEROSTEIDI
E’ presente una sola specie autoctona: lo Spinarello. 9

PECILIDI
Nelle acque padovane si rinviene 1 sola specie alloctona appartenente a questa famiglia: la Gambusia.

PERCIDI
Appartenente a questa famiglia si trova 1 sola specie autoctona: il Persico reale e 1 allocitano: il lucioperca.

CENTRARCHIDI
Di questa famiglia sono presenti 2 specie alloctone: il Persico sole e il Persico trota.

GOBIDI
Di questa famiglia si trovano 3 specie autoctone: Ghiozzo, Panzarolo, e Ghiozzetto di laguna.

COTTIDI
In provincia di Padova, tra i Cottidi troviamo 1 sola specie: lo Scazzone.
PLEURONETTIDI
Nelle acque dolci padovane si riscontra solo la Passera di mare.

CLUPEIDI
E’ presente una sola specie: la Cheppia

MUGILIDI
Alla famiglia dei Mugilidi appartengono tutte quelle specie comunemente conosciute con il termine generico di cefalo; le spe-
cie presenti sono invece ben 5: Volpina, Muggine dorato, Bosega, Muggine calamita e Muggine musino.

ACIPENSERIDI
Nelle acque della provincia di Padova è presente con certezza solo 1 specie appartenente a questa famiglia: lo Storione cobice.
All’inizio del secolo venivano segnalate altre due specie di Acipenseridi, lo Storione comune e lo Storione ladano, che oggi
possono oramai considerarsi scomparsi dalle nostre acque.
10
CICLIDI
I Ciclidi sono presenti nelle acque provinciali con 1 specie: la tilapia del nilo Oreochromis niloticus. Si tratta di una acquisi-
zione molto recente per il territorio padovano dove la tilapia è attualmente insediata con popolazioni strutturate e riproduttive
in alcune acque della zona termale dove ha trovato le condizioni idonee per svilupparsi.

PETROMIZONTIDI
E’ presente con certezza solo 1 specie di questa famiglia: la Lampreda padana, autoctona. E’ inoltre possibile la presenza della
Lampreda di mare specie migratrice anadroma che risale dal mare per venirsi a riprodurre
nelle acque dolci. Le ultime segnalazioni, però, risalgono a circa 10 anni fa.

Nella foto:
il fiume Brenta
a Grantorto
11
TROTA FARIO
Salmo (trutta) trutta
Nome dialettale: fario, trutta
M I S U R A M I N I M A
La trota fario è la tipica trota di torrente, agile, L'immissione di materiale da ripopolamento,
22 cm.
veloce, con corpo allungato e compresso late- della più svariata provenienza, ha peraltro
ralmente e una colorazione molto variabile, comportato un completo rimescolamento
strettamente dipendente dall'ambiente in cui delle caratteristiche genotipiche e fenotipiche
vive; il dorso di solito è scuro, i fianchi pos- del ceppo originario delle nostre acque.
sono essere bruni, argentei, giallastri, grigi L'alimentazione è varia e comprende macro-
ornati da un gran numero di macchie, più o benthos (tricotteri ed efemerotteri soprattutto)
meno grosse, di colore nere o rosso o arancio. ma anche insetti adulti che la fario cattura con
Originariamente la fario era la tipica abitatri- balzi al di fuori dell'acqua.
ce dei ruscelli montani dove si puo' rinvenire Fanno parte della dieta anche piccoli pesci ed F E R M O B I O L O G I C O
12 anche oltre i 2000 m di altitudine; i continui avannotti, della propria specie o di altre spe-
ripopolamenti effettuati dall'uomo hanno tut- Periodo di divieto di
cie, ma in misura minore rispetto alla trota pesca: dall’ultimo lune-
tavia contribuito a diffondere questo salmoni-
marmorata. Il periodo riproduttivo è in genere dì di settembre al 1°
de in altre tipologie di acque, fra cui quelle
compreso fra Novembre e Gennaio. sabato di marzo
pedemontane e delle risorgive, dove la tempe-
ratura massima non superi troppo frequente-
mente i 18° C. Distribuzione: la trota, è presente principal-
Si tratta di un animale piuttosto timido, che mente nella parte settentrionale della provin-

F.
Br

ssi
en
cia, in particolare nella fascia delle risorgive.

Sa
ta
ama sostare al riparo di massi o lungo le

ei
n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
È comunque presente anche nell’asta princi-

re

gol
Te

o B
sponde fra rami sommersi od in anfratti,

T.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
c ca l l e

pale del Brenta, del Bacchiglione, dove si hi Millecam


pi

C. Roncajette
gl

uscendo in corrente solo per cacciare. COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
spinge con regolarità fino a Padova, nella C. V

sat
E' una specie territoriale ed ogni individuo

tt
Ca

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

difende con accanimento il proprio territorio. Brentella, nell’Adige e talvolta anche nel Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

E’ questo il motivo per cui i ripopolamenti Frassine. F. A d i g e

non sortiscono spesso grandi risultati se effet-


tuati in zone già sufficientemente popolate. Distribuzione
SALMONIDI

13

TROTA FARIO
TROTA MARMORATA
Salmo (trutta) marmoratus
Nome dialettale: marmorata, brentarola
M I S U R A M I N I M A
La marmorata è un salmonide dal caratteristi- costituiti da grossi massi o dalle asperità
co colore di fondo grigio-marrone ornato da delle sponde. L'alimentazione è costituita 40 cm.
evidenti marmoreggiature variegate, irregola- prevalentemente da macroinvertebrati bento-
ri, in genere di colore più scuro rispetto al nici, soprattutto tricotteri ed anfipodi, ma si
resto del corpo, unite con una continuità nota una notevole tendenza all'ittiofagia con
che tende a risolversi talvolta in macchie l'aumentare della taglia dei soggetti.
scure solo ai margini inferiori dei fianchi, Il periodo riproduttivo è concentrato fra la
sul pre-opercolo e talvolta sul capo; la seconda metà del mese di Novembre e la
pinna dorsale presenta spesso una macchietta- prima quindicina di Dicembre.
tura nera. Per le caratteristiche biologiche appena
L'accrescimento è di regola più rapido che descritte è una specie particolarmente
14 non per la trota fario e la specie può raggiun- minacciata da tutte le operazioni di mano- F E R M O B I O L O G I C O

missione o di alterazione degli alvei dei Periodo di divieto di


gere una lunghezza superiore a 140 cm e peso
fiumi, che comportano l'alterazione o più pesca: dall’ultimo lune-
superiore ai 22 kg. spesso la distruzione delle aree di frega e di
Si ibrida con relativa facilità con la trota fario dì di settembre al 1°
rifugio. sabato di marzo
dando origine ad individui ibridi che pre- Questa specie ha risentito inoltre in maniera
sentano marmoreggiature discontinue, negativa delle massicce immissioni di trote
frammiste a punti neri o rossi, in una vastis- fario operate in questi ultimi decenni, con il
sima serie di combinazioni. risultato di un'alta percentuale di ibridazioni
E’ una specie tipica del bacino padano che che ne hanno compromesso la purezza gene-

F.
Br

si
as
en
tende a sostituire la fario nelle zone vocazio-

i S
ta
tica.

e
lla

n d
F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
nali di bassa e media altitudine; si rinviene

re

gol
o B
Te

T.

a
igli
F.

Nav
F.

preferenzialmente nei tratti ritrali anche se


Ba

Distribuzione: nelle acque provinciali la


cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi
non disdegna qualche "puntata" in zone deci-

lia
trota marmorata è presente principalmente

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
samente potamali. nelle acque del tratto settentrionale del Brenta

zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

Predilige le acque discretamente profonde e da dove si spinge talvolta più a valle sino a F. F r a t t a

F. A d i g e
F. G o r z o n
e
el
es
an
a

non troppo mosse, dove si trova con faci- Padova; è stata rinvenuta anche nel canale
lità nelle buche o vicino ai nascondigli Brentella e nella roggia Ramon-Molina. Distribuzione
SALMONIDI

15

TROTA MARMORATA
TROTA IRIDEA
Oncorhynchus mykiss
Nome dialettale: iridea
M I S U R A M I N I M A

22 cm.

La forma del corpo è simile a quella della acque; la sua presenza viene mantenuta quin-
trota comune, la bocca è però pù piccola e di solo grazie a continue immissioni. Nelle
meno ampia, il capo più corto e le squame pic- regioni di origine si riproduce fra Ottobre e
cole e ben visibili; il dorso è verdastro, i fian- Marzo.
chi argentei, attraversati da un’ evidente fascia
di colore rosa, più evidente nel periodo ripro- Distribuzione: in provincia è presente nel
F E R M O B I O L O G I C O
16 duttivo; il ventre è chiaro. La lunghezza massi- tratto più settentrionale del Brenta ed in alcu-
Periodo di divieto di
ma reggiunta è di 80 cm ed il peso fino a 9 Kg. ne rogge irrigue da esso derivate fra cui la pesca: nessuno
Numerosissime macchiette nere sono presenti roggia Contarina, la r. Ramon e la r. Molina.
su capo, dorso, fianchi, pinna dorsale ed
anche su quella caudale. Gli individui giovani
presentano macchie "parr" sui fianchi sino al
raggiungimento di dimensioni di 20 cm circa.
E’ una specie assai meno esigente, dal punto

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta

e
lla

n d
di vista ambientale, della trota fario: preferi-

F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.

a
igli
F.
sce infatti acque con temperatura compresa

Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

fra i 15 ed i 18 °C, sopportando anche punte

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
di 26 °C per brevi periodi. Il regime alimenta-

zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

re è analogo a quello della fario. La riprodu-


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

zione di norma non avviene nelle nostre


Distribuzione
SALMONIDI

17

TROTA IRIDEA
SALMERINO DI FONTANA
Salvelinus fontinalis
Nome dialettale: salmerin
M I S U R A M I N I M A

nessuna
È una specie alloctona originaria dell’America la popolazione di trote sia sufficientemente
settentrionale introdotta in Italia per la prima numerosa.
volta verso la fine dell’800. Il salmerino è un predatore e la sua dieta è
Il corpo appare assai simile a quello di una composta in buona parte da macroinvertebrati
trota, il dorso di colore bruno-verde presenta bentonici, ma anche da insetti alati, da uova,
delle evidenti marmoreggiature giallastre o avannotti e piccoli pesci, da girini di anfibi.
verde oliva, che si notano anche sulla pinna Nella acque italiane il salmerino raggiunge
dorsale; i fianchi sono ricoperti di puntini gial- dimensioni più contenute (50 cm per 3 Kg di
18 li e/o blu ed il margine delle pinne pettorali, peso) rispetto a quelle segnalate nelle acque di F E R M O B I O L O G I C O

ventrali ed anali presenta un caratteristico ed origine (7 Kg per 80 cm di lunghezza). Periodo di divieto di


evidente bordo bianco. pesca: nessuno
Nel periodo della fregola, che avviene di Distribuzione: in provincia è presente nelle
norma nella stagione invernale, il ventre dei acque di alcuni laghetti di pesca sportiva ed è
maschi assume una colorazione rossastra. inoltre segnalato con individui isolati nelle
A differenza del congenerico ed autoctono sal- acque dell’alto Brenta.
merino alpino, che vive in ambienti lacustri, il
salmerino di fonte è un pesce che ama acque
fredde e veloci che condivide con la trota fario,
occupando la stessa nicchia.
In questo tipo di ambiente il salmerino ha net-
tamente la peggio e viene rapidamente elimi-
nato per la sua inferiorità competitiva quando
SALMONIDI

19

SALMERINO DI FONTANA
TEMOLO
Thymallus thymallus
nome dialettale: temolo
M I S U R A M I N I M A
Il temolo è uno dei pesci più belli ed eleganti quelle che derivano dalle attività di estrazio-
presenti nelle acque provinciali; il corpo si ne della ghiaia. 35 cm.
presenta affusolato, il capo conico, la bocca Si riproduce fra la fine dell'inverno e l'inizio
piccola, leggermente infera; i fianchi sono della primavera deponendo le uova su fon-
argentei, con numerose macchiette nere dali ghiaiosi o sassosi.
soprattutto nella parte anteriore; caratteristica Questa specie ha subito nel corso degli anni
è la grande pinna dorsale, con riflessi iridati, ‘60-‘70 una forte diminuzione numerica in
che diventano rosso porpora nel periodo tutto l’areale di distribuzione in Italia; attual-
riproduttivo, e con piccole macchie nere. La mente le varie popolazioni, spesso sostenute
lunghezza massima raggiunta arriva fino a con cospicue immissioni di esemplari d'al-
55-60 cm, il peso fino a 3,5 - 4 Kg levamento di ceppo danubiano, sono in fase
E' un pesce dalle abitudini gregarie, che ama di netta ripresa demografica. F E R M O B I O L O G I C O
20 acque fresche, con discreta velocità di Periodo di divieto di
corrente, ben ossigenate, tipiche delle regio- Distribuzione: in provincia di Padova il pesca: dall’ultimo lune-
ni pedemontane o di fondovalle. temolo è presente con una discreta popolazio- dì di settembre al 31
Predilige i fondali sassosi o ghiaiosi, dove ne nell’alto Brenta; è inoltre presente una pic- maggio
rinviene le larve acquatiche che costituiscono cola popolazione nell’area delle sorgenti del
buona parte del suo nutrimento; sale spesso in Sile.
superficie per cacciare anche effimere od altri
insetti alati, che cattura con una tecnica
assai particolare: si posiziona quasi in ver-

F.
Br

ssi
ticale e sale verso l'alto lasciandosi andare

en

a
i S
ta

e
n d
lla

F. T
so
nte
alla deriva verso valle, particolare questo

a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
conosciuto dai pescatori a mosca che lo insi- F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

diano con lanci sempre a monte del punto di


EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

bollata.

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

E' una specie assai delicata e sensibile agli Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

inquinamenti e soprattutto alla manomis- F. A d i g e

sione degli alvei fluviali, in particolare a


Distribuzione
SALMONIDI

21

TEMOLO
TRIOTTO
Rutilus erythrophthalmus
Nome dialettale: brufolo
M I S U R A M I N I M A
E’ un piccolo pesce, spesso confuso con le Le uova, molto piccole (1,5 mm o meno),
giovani scardole, dalla colorazione abbastan- vengono deposte fra le erbe e si schiudono in nessuna
za variabile: il dorso é in genere bruno-oliva o pochi giorni.
grigiastro, i fianchi sono invece di colorazio-
ne bianco-argentea, attraversati da una’evi- Distribuzione: nelle acque della provincia di
dente banda di colore scuro che tende a sfu- Padova la specie è ubiquitaria e spesso abbon-
mare verso il margine superiore in una sottile dante.
linea verde-dorata. Le pinne sono general-
mente incolori; l'inserzione della pinna dorsa-
le risulta essere a livello delle ventrali mentre
il peduncolo caudale è sottile. L’occhio è di
colore rossastro a differenza della scardola F E R M O B I O L O G I C O
22 che invece ce l’ha giallastro. Periodo di divieto di
E’ un ciprinide che predilige acque tranquil- pesca: nessuno
le, a bassa velocità di corrente che dimostra
comunque di adattarsi bene anche in condi-
zioni ambientali diverse essendo presente
anche nella zona delle risorgive ed in molte
acque stagnanti.
E' un pesce di indole gregaria, vive in piccoli
branchi per lo più lungo le rive dei corsi d'ac-

F.
Br
qua con presenza di vegetazione sommersa

si
as
en

i S
ta

e
n d
ella

F. T
e/o emergente.

so
a

t
ren
sin

Mu

er gol
Te

o B

T.

a
F.
L'alimentazione è costituita sia da piccoli

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

invertebrati bentonici che da vegetali. EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
La riproduzione avviene in un periodo di
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

tempo piuttosto ampio che va da Maggio ad Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

Agosto, anche se i mesi principali sembrano F. A d i g e

essere Giugno e Luglio.


Distribuzione
CIPRINIDI

23

TRIOTTO
PIGO
Rutilus pigus
nome dialettale: pigo, orada
M I S U R A M I N I M A
Il pigo è un pesce di forma slanciata, elegan- Distribuzione: nelle acque della provincia è 20 cm.
te, con il corpo piuttosto compresso in senso una specie non molto abbondante che si rin-
laterale; la testa è piccola con la bocca in posi- viene soprattutto nei corsi d’acqua di maggior
zione sub-terminale, con il labbro superiore portata (Brenta, Bacchiglione, Adige) e nei
che sopravanza lievemente quello inferiore. principali canali derivati (Bisatto, Battaglia,
La colorazione del dorso è grigio-verdastra Cagnola, Brentella); un sito riproduttivo noto,
con il ventre biancastro. Durante il periodo che il pigo risale agli inizi della stagione pri-
della frega compaiono nei maschi degli evi- maverile, è inoltre il fiume Tesina Padovano
denti e caratteristici tubercoli nuziali bianchi in comune di Veggiano.
F E R M O B I O L O G I C O
24 sul capo e sul dorso.
Le conoscenze sulla biologia del pigo sono Periodo di divieto di
pesca: dal 1° Maggio al
relativamente poche. E' un pesce prevalente- 15 Giugno
mente di fondo, vive nei laghi e nei fiumi di
pianura in forma gregaria; abbandona i fonda-
li per portarsi in superficie soltanto nel perio-
do estivo.
L'alimentazione è costituita di preferenza da

F.
Br

ssi
macroinvertebrati bentonici integrata da ele-

en

Sa
ta

ei
n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
menti vegetali. La riproduzione sembra avve-

re

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

nire nei mesi di Febbraio e Marzo anche se


hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
sono state rinvenute femmine ovigere nel
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

mese di Aprile. Le uova vengono deposte sia Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

su superfici sassose che su piante acquatiche.


Distribuzione
CIPRINIDI

25

PIGO
CAVEDANO
Leuciscus cephalus
nome dialettale: squalo
M I S U R A M I N I M A

Il cavedano è un pesce dal corpo massiccio, femmina può deporre fino a 200 mila uova, 20 cm.
quasi cilindrico, allungato; la bocca è piutto- nel periodo compreso fra Aprile e Luglio a
sto grande, obliqua rivolta verso l'alto, dotata seconda delle località e della temperatura del-
di labbra robuste. Le squame sono grandi, di l'acqua.
colore brillante, provviste di una fine punteg- La deposizione delle uova avviene nelle vici-
giatura nera, quasi unita a formare una specie nanze delle rive su ghiaia fine, sabbia, pietri-
di reticolo; il margine è sempre più scuro. sco ma a volte anche su vegetazione acquati-
La colorazione del dorso è grigio-brunastra ca. La schiusa avviene, a seconda della tem-
mentre i fianchi, di colorazione assai variabi- peratura dell'acqua, in 3/7 giorni, l'accresci-
le, presentano riflessi argentei o dorati. Gli mento è piuttosto lento e la maturità sessuale
F E R M O B I O L O G I C O
26 non viene raggiunta prima del quarto anno di
occhi sono grandi e di colore giallo dorato. Periodo di divieto di
vita.
E’ un pesce che popola prevalentemente le pesca: nessuno
Le popolazioni di cavedano sembrano attual-
acque correnti e limpide, spingendosi a volte mente in una fase di espansione demografica,
in profondità nella zona a trote; al tempo stes- probabilmente favorite in questo dal deterio-
so si può rinvenire anche in acque tipicamen- ramento generale della qualità delle acque dei
te ciprinicole o addirittura salmastre. Gli indi- fiumi italiani e dalla manomissione diffusa
vidui giovani mostrano tendenze gregarie for- degli alvei, dimostrandosi sotto questo aspet-
mando branchi composti anche da un centi- to una specie estremamente opportunista.
naio di individui, i soggetti adulti sembrano

F.
Br

ssi
en

Sa
ta

ei
n d
manifestare tendenze più solitarie. Si tratta di

lla

F. T
Distribuzione: il cavedano è una delle specie

so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
un pesce praticamente onnivoro, con una dieta

F.

igli
ittiche più diffuse nelle acque provinciali ed è F.

Nav
Ba
c ca l l e
hi Millecam
pi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

che va dalle larve agli insetti alati, alle piante presente in quasi tutte le tipologie fluviali con
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. V

sat

tt
Ca

Ba
gn

acquatiche alle uova e agli avannotti, prati- abbondanze maggiori nella zona dell’alta

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

padovana e presenza minima e occasionale


Fossa

cando a volte anche l'ittiofagia. Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

È specie ad alto potenziale riproduttivo, la nei canali di bonifica della bassa. F. A d i g e

Distribuzione
CIPRINIDI

27

CAVEDANO
SANGUINEROLA
Phoxinus phoxinus
Nome dialettale: moreta
M I S U R A M I N I M A

La sanguinerola è un piccolo pesciolino dal la deposizione avviene in acque poco pro- nessuna
corpo allungato, sub-cilindrico con un fonde, su fondali di ghiaia; ogni femmina
peduncolo caudale decisamente sottile; il depone poche uova (da 200 a 600) che schiu-
dorso è di colore bruno od olivastro, la parte dono in circa 15-20 giorni.
superiore dei fianchi presenta una striscia E' specie sensibile agli inquinamenti, alla
verdastra con bande verticali nerastre; la manomissione ed alla regimazione degli
parte inferiore è chiara, spesso con riflessi alvei; è in generale fase di contrazione nume-
argentei; l'addome è bianco crema. rica nel nostro paese.
Nel periodo della frega i colori del maschio
diventano assai brillanti con un addome rosso Distribuzione: la sanguinerola è presente in
e gli opercoli branchiali rosati. provincia nelle acque della zona più setten- F E R M O B I O L O G I C O
28 E’ una specie gregaria che forma gruppi di trionale del Brenta. E’ segnalata inoltre anche Periodo di divieto di
numerosi individui, talvolta frammisti a gio- nel tratto iniziale del Frassine. pesca: dal 1° Maggio al
vani pesci di altre specie. Ama le acque lim- 15 Maggio
pide e correnti, ben ossigenate; è diffusa dalle
acque correnti di pianura sino ai torrenti
montani della zona più spiccatamente salmo-
nicola; è presente anche nei laghi di alta
quota.
L'alimentazione varia con la stagione ed è

F.
costituita oltre che da macroinvertebrati

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
bentonici anche da insetti alati, che la san-

ella

F. T
so
a

t
ren
sin

Mu

er gol
Te

o B

T.
guinerola cattura con piccoli balzi sopra il

a
F.

igli
Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

pelo dell'acqua. COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
E' una delle prede preferite dalle trote.
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

Si riproduce da Aprile a Giugno nelle acque


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

di pianura o di collina, anche in Luglio -


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

Agosto in quelle più fredde di montagna;


Distribuzione
CIPRINIDI

29

SANGUINEROLA
TINCA
Tinca tinca
Nome dialettale: tenca
M I S U R A M I N I M A
La tinca è un pesce quasi inconfondibile: il Durante l'estate risale a volte in superficie,
corpo si presenta tozzo, ma non incurvato soprattutto nelle vicinanze di piante acquati- 25 cm.
come quello della carpa, coperto di abbondan- che.
te muco che le conferisce un aspetto viscido. La riproduzione avviene principalmente nel
Il colore di fondo è bruno-verdastro, il ventre periodo compreso fra Maggio e Luglio; la
può essere giallastro o bianco; le pinne sono femmina depone in acque tranquille e poco
brunastre, con i margini arrotondati; la pinna profonde, fra la vegetazione, un elevatissimo
caudale è quasi diritta. numero di piccole uova (sino ad 800.000) in
Il capo è di aspetto massiccio, la bocca, pro- più riprese; la schiusa avviene nel giro di una
trattille, è provvista di due corti bargigli ai settimana e gli avannotti rimangono attaccati
lati. L'occhio è di colore rossastro. alle piante acquatiche sino al completo rias-
Esiste un certo dimorfismo sessuale, che si sorbimento del sacco vitellino. La crescita è F E R M O B I O L O G I C O
30 evidenzia a partire dal secondo anno di età, piuttosto lenta, la maturità sessuale viene rag- Periodo di divieto di
quando le pinne ventrali dei maschi si svilup- giunta in 2 anni dai maschi è in 4 dalle fem- pesca: dal 15 Maggio al
pano sino a raggiungere, piegate, l'ano con la mine. 30 Giugno
chiara funzione di guidare, durante la fecon- L'alimentazione della tinca costituita preva-
dazione, il liquido seminale verso le uova. La lentemente da macroinvertebrati, e da mate-
lunghezza massima arriva fino a 70 cm, il riale vegetale.
peso fino a 7 Kg.
Nelle nostre acque la crescita è piuttosto lenta Distribuzione: è una specie in fase di contra-
e la taglia legale viene raggiunta in circa 4 zione numerica. E’ presente praticamente in

F.
anni. tutte le acque provinciali con abbondanze

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
ella
La tinca è un tipico pesce di fondo, vive relative maggiori nella fascia della bassa

F. T
so
a

t
sin

ren

Mu

er gol
Te

o B

T.

a
acquattata su fondali fangosi, dai quali si padovana.

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
io

muove alla ricerca del cibo soprattutto nelle


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
ore serali e notturne. Durante l'inverno resta
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

sprofondata nel fango in uno stato di semi- Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

letargo riprendendo l’attività soltanto ai primi


e a

F. A d i g e

tepori della primavera.


Distribuzione
CIPRINIDI

31

TINCA
SCARDOLA
Scardinius erythrophthalmus
Nome dialettale: scardola, paiarola
M I S U R A M I N I M A
Il corpo è alto e compresso in senso laterale, tale nutrendosi di alghe e frammenti di macro-
ricoperto da squame decisamente grandi; il fite sommerse (Potamogeton, Myriophillum, nessuna
dorso è leggermente incurvato. Il colore di Elodea, ect.).
fondo è tendente al grigio, più scuro sul dorso, La riproduzione avviene in primavera (da
con riflessi dorati; il ventre è biancastro. Aprile a Giugno), in acque poco profonde, fra
Le pinne sono rossastre, di un colore più vivo la vegetazione; ogni femmina può deporre
negli individui giovani; la pinna dorsale è fino a 200.000 uova, adesive, che schiudono
retroposta rispetto alla linea d’inserzione delle nel giro di 7-10 giorni; gli avannotti dopo la
pinne ventrali. schiusa rimangono adesi alle piante acquati-
Il capo è piccolo, arrotondato; la bocca è obli- che sino al completo riassorbimento del sacco
qua, rivolta verso l'alto, con la mascella infe- vitellino.
riore sporgente rispetto alla superiore. L'iride È in grado di ibridarsi con numerosi altri F E R M O B I O L O G I C O
32 è di colore giallo-aranciato. La lunghezza ciprinidi. Periodo di divieto di
massima arriva fino a 35 cm, mentre il peso Le popolazioni di scardola sono attualmente pesca: nessuno
fino ad 1 Kg. molto consistenti in quasi tutta Italia; questo
La scardola è uno dei pesci più comuni e dif- fatto è dovuto principalmente alla notevole
fusi nelle acque italiane; colonizza tutta la rusticità di questa specie, in grado di vivere
zona del potamon, spingendosi a volte anche anche in ambienti notevolmente compromes-
nelle acque leggermente salmastre delle foci si.
dei fiumi; è comune inoltre in stagni e laghi;
si rinviene anche nelle acque della fascia delle Distribuzione: è ampiamente diffusa in tutte
risorgive, dimostrando di adattarsi bene anche le acque della provincia.

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta

e
ad acque limpide e leggermente correnti. Di

n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
natura gregaria vive in branchi numerosi,

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

lungo le rive o in prossimità della vegetazione

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
acquatica.

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

Dal punto di vista dell'alimentazione la scar-


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

dola è onnivora; gli individui giovani tuttavia


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

seguono una dieta quasi esclusivamente vege-


Distribuzione
CIPRINIDI

33

SCARDOLA
ALBORELLA
Alburnus alburnus alborella
Nome dialettale: aula, alborea.
M I S U R A M I N I M A
L’alborella è un piccolo pesce dalla forma vario; importante è la componente fitoplanc-
assai slanciata; la bocca è abbastanza piccola, tonica anche se la dieta vegetale viene inte- nessuna
nettamente obliqua; la mascella inferiore e grata da larve di insetti, oligocheti e crostacei.
leggermente prominente. La riproduzione avviene fra Giugno ed
La pinna caudale è forcuta, appuntita agli Agosto; la femmina depone in più riprese
apici; la pinna anale prende origine all'altezza 1500-2000 uova in acque basse, lungo le rive;
degli ultimi raggi della dorsale. le uova, piccole, leggermente adesive si schiu-
Il colore del dorso è bruno-verdastro, i fianchi dono nel giro di una settimana; la maturità
ed il ventre sono argento brillante; è presente sessuale viene raggiunta intorno al terzo-quar-
inoltre una banda longitudinale di colore gri- to anno di età.
gio-verde che va dal margine posteriore del- Questa specie può ibridarsi con relativa facili-
l'opercolo al peduncolo caudale. La lunghezza tà con cavedano, triotto e scardola. F E R M O B I O L O G I C O
34 massima raggiunge i 15 cm, mentre il peso L'alborella rappresenta un importante anello Periodo di divieto di
arriva sino a 50 gr. nella catena alimentare di molti ecosistemi pesca: nessuno
Questa è una specie dalle spiccate abitudini acquatici costituendo la principale fonte di
gregarie, vive di regola in branchi anche cibo per molte specie predatrici, come il luc-
molto numerosi sia nelle acque correnti che in cio, la trota ed il persico.
quelle lacustri.
Predilige acque limpide non troppo fredde e si Distribuzione: è ampiamente diffusa in tutte
rinviene sia negli ultimi tratti del rhitron che le acque della provincia con la sola eccezione
nel potamon, dove però evita le acque troppo della parte più settentrionale del fiume Brenta.

F.
torbide, con vegetazione eccessivamente fitta

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
o con bassi tenori di ossigeno.

ella

F. T
so
a

t
sin

ren

Mu

er gol
Te

o B

T.
Si rinviene inoltre in tutta la fascia delle risor-

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

give. Vive per buona parte dell'anno in prossi- COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
mità della superficie, preferibilmente lungo le
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

rive, scendendo in profondità soltanto nel


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

periodo della latenza invernale.


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

Il regime alimentare dell'alborella è piuttosto


Distribuzione
CIPRINIDI

35

ALBORELLA
LASCA
Chondrostoma genei
Nome dialettale: streio
M I S U R A M I N I M A
La lasca è un pesce dal corpo assai slanciato La riproduzione ha luogo fra Aprile e Maggio,
caratterizzato da un muso dotato di robuste su fondali ghiaiosi; la schiusa avviene nel giro 15 cm.
labbra cornee che delimitano un’apertura boc- di 10 giorni. È una specie in fase di contrazio-
cale decisamente infera. ne demografica, penalizzata oltre che dall'in-
È molto simile alla congenerica savetta da cui quinamento anche dagli sbarramenti fluviali
si distingue principalmente per la taglia mino- che impediscono alle lasche di raggiungere i
re, per l’apertura boccale e per la presenza di luoghi adatti per portare a termine con succes-
un’evidente banda nerastra longitudinale che so i processi riproduttivi.
attraversa i fianchi.
Il dorso è verdastro, i fianchi ed il ventre sono Distribuzione: è una specie in fortissima con-
di colore argentato; le pinne sono grigie con trazione numerica in tutto il territorio provin-
sfumature rosse o aranciate alla base delle pet- ciale: si rinviene attualmente, poco numerosa, F E R M O B I O L O G I C O
36 torali, ventrali e della anale. Lunghezza mas- solo nelle aste dei principali corsi d’acqua Periodo di divieto di
sima fino a 25 cm; peso fino a 330 gr. della provincia (Brenta, Bacchiglione, pesca: dal 15 Aprile al
La lasca frequenta acque correnti e limpide, Battaglia, Cagnola, Bisatto, Adige). 31 Maggio
spingendosi abbastanza in profondità nel rhi-
tron; predilige i fondi ciotolosi o sabbiosi di
fiumi con buona portata, ma si rinviene tal-
volta anche in acque lacustri.
È una specie abbastanza esigente per quanto
riguarda il tenore di ossigeno disciolto nelle

F.
acque; è di indole gregaria e forma branchi

Br

ssi
en

Sa
ta

ei
n d
lla
numerosi soprattutto durante il periodo della

F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.

a
fregola.

F.

igli
Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
io

L’alimentazione è variabile, basata principal-


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
mente su vegetali che la lasca preleva dal
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

fondo sfruttando le labbra cornee; la dieta Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

viene però integrata frequentemente da inver-


e a

F. A d i g e

tebrati acquatici.
Distribuzione
CIPRINIDI

37

LASCA
SAVETTA
Chondrostoma soetta
Nome dialettale: saveta, saetta.
M I S U R A M I N I M A

La savetta è un pesce dal corpo abbastanza La riproduzione avviene nella tarda primave- 20 cm.
slanciato, con il capo piccolo caratterizzato da ra, le uova molto numerose, vengono deposte
un muso che presenta labbra cornee sporgen- su fondali ciotolosi o ghiaiosi probabilmente
ti; la bocca arcuata si apre in posizione semi- in prossimità di macrofite sommerse.
infera, abbastanza simile a quella della conge- Le uova schiudono nel giro di una settimana;
nerica lasca. la crescita è molto lenta arrivando a 20 cm in
Il colore del dorso è grigio-verdastro, i fianchi circa 4 anni. La maturità sessuale è raggiunta
sono chiari, con riflessi argentati, finemente nel terzo anno di età.
punteggiati di nero; il ventre è bianco. È una specie fortemente minacciata dagli
Le pinne sono di colore variabile dal grigio al sbarramenti fluviali che impediscono la risali-
giallastro; le pinne ventrali e quelle pettorali ta dei riproduttori verso gli ambienti adatti F E R M O B I O L O G I C O
38 possono presentare sfumature rossastre; i lobi alla frega. Periodo di divieto di
della caudale sono decisamente acuti. La lun- pesca: dal 1° Maggio al
ghezza raggiunge massimo i 45 cm ed il peso Distribuzione: presente nei corsi d’acqua di 15 Giugno
può arrivare fino a 1,5-2 Kg. maggior portata della provincia (F.
Le conoscenze sulla biologia della savetta Bacchiglione, F. Brenta, F. Gorzone e F.
sono piuttosto scarse e datate; è una specie Adige); si rinviene comunque, sia pur in
che vive prevalentemente in acque profonde forma abbastanza episodica, anche in diversi
di fiumi con buona portata idrica. dei maggiori canali di bonifica (Paltana,
Frequenta sia acque con discreta velocità di Monselesana, Barbegara).
corrente che ambienti lentici, dove forma

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta

e
branchi a volte numerosi ma più spesso di

n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
pochi individui.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

L’alimentazione è varia ed è composta da

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
invertebrati acquatici, uova di altri pesci e, C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

soprattutto nel periodo estivo, da materiale


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

vegetale che viene prelevato con l'ausilio


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

delle grosse labbra dal margine tagliente.


Distribuzione
CIPRINIDI

39

SAVETTA
GOBIONE
Gobio gobio
Nome dialettale: gobion, vecio
M I S U R A M I N I M A

Il corpo del gobione si presenta allungato, schi, crostacei, talvolta piccoli pesci sono le nessuna
anteriormente subcilindrico con la tendenza a sue prede principali per la ricerca delle quali
comprimersi lateralmente nella regione cau- si serve dei barbigli che svolgono una funzio-
dale. ne sensoriale.
Il capo è massiccio, la bocca, dotata di labbra Vive abitualmente in profondità, anche se
carnose, è provvista di due barbigli inseriti a durante il periodo caldo tende a portarsi verso
livello della mascella superiore. la superficie o in acque poco profonde.
Il corpo è ricoperto da squame piuttosto gros- La riproduzione avviene da Maggio a Giugno,
se, ben impiantate con una linea laterale ben le uova vengono deposte sul fondo e schiudo-
evidente. La lunghezza massima raggiunge i no in due o tre settimane; ogni femmina depo-
15 cm; mentre il peso arriva al massimo fino ne da 1000 a 3000 uova secondo la taglia. F E R M O B I O L O G I C O
40 a 100 gr circa. L’accrescimento è lento e al primo anno di età Periodo di divieto di
La colorazione è variabile; in genere il dorso raggiunge circa i 5 cm. pesca: tutto l’anno
è brunastro, i fianchi ed il ventre sono marro-
ni o giallastri; una serie di grosse macchie Distribuzione: specie non particolarmente
brune è presente nella parte alta dei fianchi a diffusa: si rinviene nei principali corsi d’ac-
formare una specie di banda subito sopra il qua della provincia e nelle loro maggiori deri-
profilo della linea laterale; le pinne presenta- vazioni.
no una fitta macchiettatura bruno-nerastra.
È un pesce gregario, vive in gruppi numerosi

F.
sia in acque veloci, dove può spingersi sino

Br

ssi
en

Sa
ta

ei
lla

n d
alla zona del temolo, che in acque potamali

F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.
purchè a fondo sabbioso e non eccessivamen-

a
igli
F.

Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

te inquinate dato che questa specie risulta esi- COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
gente in fatto di ossigeno disciolto; è presente
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

anche in acque lacustri.


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

L’alimentazione è essenzialmente a base ani-


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

male: larve d’insetti acquatici, vermi, mollu-


Distribuzione
CIPRINIDI

41

GOBIONE
BARBO COMUNE
Barbus plebejus
Nome dialettale: barbio
M I S U R A M I N I M A

Il barbo comune si riconosce facilmente dalla piloni sommersi dove l’acqua crea dei vortici. 20 cm.
caratteristica bocca infera munita di 4 bargi- È una specie gregaria, che forma branchi di
gli, di cui la coppia posteriore è nettamente numerosi individui.
più lunga di quella anteriore; il corpo è affu- È un pesce di fondo che fruga, soprattutto di
solato, con la parte ventrale quasi rettilinea e notte, tra i ciotoli alla ricerca di cibo, aiutato
quella dorsale decisamente incurvata; è rico- dai barbigli che hanno anche una funzione tat-
perto da squame piuttosto grandi, tuttavia più tile. Le sue prede sono costituite da vermi,
piccole di quelle del barbo canino. Il capo è molluschi, larve di insetti, uova ed avannotti
alquanto allungato, gli occhi sono piccoli, di altri pesci e talvolta da detriti vegetali.
scuri, rivolti leggermente verso il basso. Il Trascorre l’inverno in uno stato di semi-letar-
dorso è bruno scuro o bruno-verdastro, i fian- go, di solito protetto in buche profonde. F E R M O B I O L O G I C O
42 chi sono in genere dello stesso colore con La riproduzione avviene da Maggio a Giugno Periodo di divieto di
riflessi dorati, il ventre biancastro, anche se si a seconda delle zone, su fondali ghiaiosi o pesca: dal 1° Maggio al
notano sfumature cromatiche a seconda del- sabbiosi; la femmina depone fino a 20 mila 15 Giugno
l’ambiente in cui vive. uova di piccolo diametro, leggermente adesi-
Le pinne sono grigiastre o brune, ma durante ve, che possono venire fecondate anche da più
il periodo delle fregola possono assumere sfu- maschi.
mature rosse o arancio. Sono presenti nume- Subito prima del periodo riproduttivo è in
rose piccole macchie brune su tutto il corpo ed grado di compiere notevoli spostamenti, a
in particolare sulla pinna dorsale e su quella volte anche per decine di Km, alla ricerca dei

F.
anale. Lunghezza massima fino a 60 cm; peso luoghi adatti alla frega.

Br

si
as
en

i S
ta

e
lla

n d
fino a 4 kg.

F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.
Il barbo comune predilige le acque di fondo- Distribuzione: specie discretamente presen-

a
igli
F.

Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

valle o dell’alta pianura, correnti e limpide, te nelle acque provinciali predilige i corsi COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
poco temperate, a fondo ghiaioso, sassoso o d’acqua di maggior portata (Brenta,
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

sabbioso, preferibilmente con portate idriche Bacchiglione, Adige, Gorzone, Frassine)


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

medio-alte; è un ottimo nuotatore ed è facile anche se si rinviene in diversi altri ambienti di


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

notarlo in corrente o in prossimità di massi o minori dimensioni.


Distribuzione
CIPRINIDI

43

BARBO COMUNE
BARBO CANINO
Barbus meridionalis
Nome dialettale: barbiolo
M I S U R A M I N I M A

Il barbo canino è simile al barbo comune, ma del 3° anno; le misure superiori si raggiungo- nessuna
le dimensioni sono più contenute. Si differen- no ancora più lentamente con individui di 20
zia soprattutto per le numerose macchie brune, cm che solitamente hanno più di 5 anni.
assai più grandi di quelle notate nel barbo È una specie in fase di forte contrazione
comune, disposte sul dorso e sui fianchi. Tutte demografica in tutto il proprio areale di distri-
le pinne presentano una macchiettatura nera- buzione, penalizzata soprattutto dalle mano-
stra. Durante il periodo della fregola le pinne missioni e dalle regolazioni idrauliche degli
pettorali, ventrali, anale ed anche i bargigli alvei fluviali
possono assumere una colorazione rossastra
od aranciata. La lunghezza massima è di 30 Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-
cm; il peso va fino a 300 grammi. sente, ma assai raro, nel primissimo tratto del F E R M O B I O L O G I C O
44 Il barbo canino predilige le acque correnti e F. Brenta. Periodo di divieto di
fresche e si spinge a monte, nella zona delle pesca: tutto l’anno
trote, con più facilità rispetto al barbo comune.
Le linee generali della biologia di queste due
specie sono sovrapponibili, anche se effettiva-
mente le conoscenze specifiche sul barbo cani-
no sono piuttosto contenute.
L’alimentazione è legata strettamente alle sue
abitudini di pesce di fondo dove rinviene

F.
Br

ssi
en
vermi, larve di insetto, molluschi uova ed

a
i S
ta

e
lla

n d
F. T
nte

so
avannotti. La riproduzione avviene fra Maggio

a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.

a
igli
F.
e Giugno, la deposizione delle uova è legata a

Nav
F.
Ba
c ca l l e
hi Millecam
pi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

substrati di tipo ghiaioso o sabbioso.


EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. V

sat

tt
Ca

Ba
gn

L’accrescimento di questa specie è piuttosto

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
ltan

di Lo
a

lento: dopo il primo anno di vita i giovani non


Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

misurano più di 4-5 cm e successivamente rag- F. A d i g e

giungono i 15-17 cm solo al completamento


Distribuzione
CIPRINIDI

45

BARBO CANINO
CARASSIO
Carassius auratus - Carassius carassius
Nome dialettale: gobo, rumaterra, carasso,
pesse rosso.
M I S U R A M I N I M A
tre il peso arriva fino a 1,8 Kg.
Con il generico termine di carassio si indica- Il carassio rappresenta l'esempio più tipico nessuna
no pesci appartenenti a 2 diverse specie: il della dannosità che deriva dall’immissione
carassio dorato Carassius auratus ed il caras- nelle acque interne di specie alloctone. È un
sio comune Carassius carassius. pesce dotato di eccezionali capacità di adatta-
Le due specie presentano biologia e caratteri- mento e resistenza alle più avverse condizioni
stiche molto simili tanto da rendere assai dif- ambientali. Sopporta livelli di inquinamento
ficile la distinzione che può avvenire con cer- organico altissimi, letali per la maggior parte
tezza sulla base dell’analisi del numero di delle altre specie ittiche presenti nelle nostre
branchiospine del primo arco branchiale che acque, è in grado di sopportare variazioni di
nel carassio comune è minore (23-35 ) rispet- temperatura comprese fra 0°C e +35°C e più;
to a quello del carassio dorato (39-50). vive anche in acque con concentrazioni di F E R M O B I O L O G I C O
46 Assolutamente privo di valore è invece il rico- ossigeno inferiori ad 1 mg/l. Periodo di divieto di
noscimento effettuato sulla sola base del colo- Questo insieme di prerogative gli permettere pesca: nessuno
re del corpo in quanto il carassio dorato, nella di competere con successo con molti altri
sua forma selvatica o rinselvatichita, è grigio- ciprinidi che condividono la sua stessa nicchia
verdastro e quindi simile a quella del carassio ecologia; particolarmente penalizzate dalla
comune. Il carassio è un pesce estremamente sua presenza sono la carpa e la tinca con la
polimorfo: esemplari di forma allungata si rin- quale il carassio instaura una serrata competi-
vengono in acque ferme mentre nei grandi zione trofica ed ambientale. La riproduzione
laghi e nei fiumi si possono trovare individui ha luogo da Maggio a Luglio; ogni femmina
assai tozzi. La bocca è piccola, priva di barbi- depone su piante acquatiche da 150 a 300 mila

F.
Br

si
as
en

i S
ta
uova che schiudono nel giro di una settimana.

e
gli, le labbra sono poco carnose, il corpo è

n d
ella

F. T
so
a

t
sin

Mu

er
ren

gol
Te

o B

T.
ricoperto da grosse squame lucenti; la pinna

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

Distribuzione: è abbondantissimo in tutte i


hi

caudale ha gli apici leggermente appuntiti.

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
Il colore del dorso è brunastro, i fianchi e il corsi d’acqua della zona centro meridionale

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
della provincia; è presente comunque anche
Foss

ventre sono giallastri con riflessi scuri. La


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

nelle acque dell’alta padovana.


el

lunghezza massima raggiunge i 50 cm; men-


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

Distribuzione
CIPRINIDI

47

CARASSIO
CARPA
Cyprinus carpio
Nome dialettale: raina, rainato, carpa
M I S U R A M I N I M A

La carpa è un tipico abitatore di acque lente, E’ una specie dalle abitudini gregarie, soprat- 30 cm.
temperate, con abbondante vegetazione tutto nei primi anni di vita; staziona in prossi-
acquatica. mità del fondo, dove si muove soprattutto
Esistono diverse varietà di carpa, frutto della nelle ore notturne durante le quali ricerca, con
selezione operata dagli allevatori sin dall’anti- l'ausilio dei barbigli che hanno funzione tatti-
chità. le, macroinvertebrati bentonici e detriti vege-
Le tre varietà principali sono: la carpa regina tali che costituiscono la base della sua alimen-
(forma selvatica) con il corpo massiccio ed tazione. La carpa è attiva a partire dalla pri-
allungato, completamente ricoperto da squa- mavera inoltrata sino ai primi freddi dell'au-
me, la carpa a specchi con evidenti, soltanto tunno; quando la temperatura scende al di
poche grosse squame situate sul dorso, lungo sotto dei 10°C la carpa si infossa nella melma F E R M O B I O L O G I C O
48 la linea laterale e sul ventre; la carpa cuoio in uno stato di latenza che dura per tutta la sta- Periodo di divieto di
(forma nuda) con il corpo assai tozzo, pratica- gione fredda. La riproduzione avviene quando pesca: dal 15 Maggio al
mente privo di squame se si eccettua una pic- la temperatura dell'acqua è compresa fra i 17 30 Giugno
cola fila che segue il profilo del dorso. La ed i 20°C e cioè nei nostri ambienti fra
colorazione è assai variabile: bruna, olivastra, Maggio e Giugno; ogni femmina depone circa
argentea e talvolta anche dorata con pinne 100.000 uova per Kg/peso che schiudono nel
spesso di un vivace colore aranciato. giro di una settimana; gli avannotti hanno un
Il capo è grande, quasi conico dotato di una accrescimento piuttosto lento ed alla fine del
bocca protrattile caratterizzata da grosse lab- primo anno di età misurano intorno ai 5-6 cm.

F.
bra carnose. Particolarmente robusti sono gli

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
opercoli che, garantendo una chiusura effica- Distribuzione: si rinviene nella maggior

F. T
tell

so
a
sin

ren

Mu

er gol
Te

o B

T.
ce, permettono alla carpa di resistere in parte dei corsi d’acqua provinciali; è più dif-

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

ambienti fangosi senza che possano entrare fusa nella parte centro meridionale della pro- COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
corpuscoli estranei nelle branchie. vincia dove localmente può risultare anche
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

E’ un pesce che raggiunge grandi dimensioni: discretamente abbondante.


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

la lunghezza arriva fino a 130 cm mentre il


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

peso può toccare i 45 Kg.


Distribuzione
CIPRINIDI

49

CARPA
AMUR, CARPA ERBIVORA
Ctenopharingodon idellus
Nome dialettale: magnarosta, amur
M I S U R A M I N I M A
La forma del corpo di questa specie, affuso- tura dell’ acqua che deve essere intorno ai
lata, ricorda più quella del cavedano che non 25°C; l'accrescimento è molto veloce ed una nessuna
quella della carpa alla quale, in parte, deve il carpa erbivora di 3 anni può raggiungere
nome; il dorso è grigio-bruno, i fianchi grigio anche i 6-8 kg di peso.
argento ed il ventre bianco; Il capo massiccio,
è un po' arrotondato, le squame sono decisa- Distribuzione: la sua distribuzione in pro-
mente grandi; la pinna dorsale presenta il mar- vincia è limitata quasi esclusivamente ai
gine superiore arrotondato ed è inserita leg- laghetti di pesca sportiva privata.
germente in avanti rispetto alle ventrali. La
lunghezza massima arriva fino ad 1 m ed il
peso fino a 40 Kg.
Questa carpa erbivora predilige acque calde F E R M O B I O L O G I C O
50 stagnanti con abbondante vegetazione; una Periodo di divieto di
specie fitofaga e in grado di ingerire giornal- pesca: nessuno
mente una quantità di vegetali pari al 50% del
proprio peso corporeo ed in alcune condizioni
anche di più.
Sulla base di questa caratteristica è stata intro-
dotta in diverse acque italiane con lo scopo di
limitare l'eccessivo sviluppo della vegetazio-
ne acquatica anche se da un punto di vista
ecologico questo tipo di operazione va sempre
valutata con estrema attenzione al fine di pre-
venire eventuali effetti collaterali indesiderati.
Questa specie non si riproduce naturalmente
nei nostri ambienti; nel bacino di origine,
dell'Amur, il periodo riproduttivo è compreso
fra Aprile ed Agosto in rapporto alla tempera-
CIPRINIDI

51

CARPA ERBIVORA
TOLSTOLOBIK, CARPA ARGENTATA
Hypophthalmichthys nobilis, H. molitrix
Nome dialettale: temolo russo
M I S U R A M I N I M A
Con il termine di tolstolobik o più general- sono segnalati casi eccezionali di soggetti
mente di carpa argentata vengono indicate 2 superiori ai 30 Kg. Entrambe le specie non si nessuna
diverse specie praticamente eguali fenotipi- riproducono nei nostri climi.
camente e dalla biologia assai simile, origina- Vivono preferenzialmente in acque lente o
rie della Siberia e della Cina nord-orientale stagnanti e, da un punto di vista alimentare, i
(H. molitrix) e della Cina sud-meridionale tolstolobik sono specie principalmente fito-
(H. nobilis). planctofaghe anche se pare assodato che si
La loro introduzione in Italia è abbastanza nutrano in parte di piante acquatiche superio-
recente e risale ad una trentina di anni fa circa. ri, in misura tuttavia di gran lunga inferiore a
In entrambe le specie il corpo è leggermente quella della carpa erbivora.
compresso, con testa massiccia ed occhi situa-
ti decisamente in basso tanto che il margine Distribuzione: nelle acque delle Provincia di F E R M O B I O L O G I C O
52 inferiore è posto al di sotto dell’angolo della Padova è presente quasi esclusivamente nei Periodo di divieto di
bocca. laghi di pesca sportiva; le segnalazioni di cat- pesca: nessuno
Il colore di fondo è grigiastro con riflessi ture nelle acque correnti sono assai rare ed
argentei da cui deriva il nome comune; il ven- oramai datate.
tre, carenato, è in genere più chiaro. Le pinne
sono quasi trasparenti, di colore bianco gialla-
stro.
Le 2 specie si differenziano principalmente
per la forma delle branchiospine, che nella H.
molitrix sono unite fra loro da una membrana
mentre in H. nobilis sono libere e per la care-
natura del ventre che in questa seconda specie
inizia soltanto posteriormente all’inserzione
delle pinne ventrali.
Le dimensioni massime raggiunte in Italia da
questa specie arrivano mediamente sul metro
di lunghezza per 8-10 Kg di peso anche se
CIPRINIDI

53

TOLSTOLOBIK
PSEUDORASBORA
Pseudorasbora parva

M I S U R A M I N I M A
La pseudorasbora è un piccolo pesce dal anche al fatto che in quel territorio sono ridot-
corpo fusiforme, con capo piuttosto appuntito. tissimi glia ambienti adatti al suo insediamen- nessuna
Caratteristica risulta essere l’apertura boccale to.
posta molto in basso, a livello della metà infe- Questa specie preferisce infatti le acque sta-
riore del bulbo oculare, di forma arcuata e gnanti o a corso lento, anche se possiede una
rivolta verso l’alto. Il colore del dorso è gri- capacità di adattamento molto elevata.
gio, fianchi argentei e ventre biancastro; È in grado di riprodursi già dal primo anno di
lungo i fianchi corre più o meno evidente una vita; nel periodo riproduttivo (aprile - giugno)
banda scura dall’occhio fino al peduncolo il maschio, in genere di dimensioni maggiori
caudale. Il bordo posteriore delle scaglie è rispetto a quelle della femmina, si pigmenta
pigmentato di scuro. La lunghezza massima di un colore grigio scuro e sono ben evidenti i
totale di solito inferiore a 10 cm. margini posteriori pigmentati delle scaglie che F E R M O B I O L O G I C O
54 Anche questo ciprinide, è di origine alloctona; disegnano una reticolatura su tutto il corpo. Periodo di divieto di
originaria delle regioni dell’Asia orientale, è Sul capo si sviluppano alcuni tubercoli nuzia- pesca: nessuno
giunta in Europa per la prima volta agli inizi li, anche di dimensioni cospicue rispetto all'a-
degli anni ‘60, immessa casualmente nel nimale.
Danubio frammista ad avannotti di carpa erbi-
vora; da qui ha esteso successivamente il pro- Distribuzione: nelle acque della provinciali
prio areale di distribuzione a tutta l'Europa. la pseudorasbora è ampiamente diffusa nell’a-
In Italia è stata introdotta accidentalmente rea centro-meridionale; nell’alta padovana la
intorno alla seconda metà degli anni ‘80. La specie è invece presente in modo occasionale.
sua presenza inizialmente segnalata nelle

F.
Br

si
as
en

i S
ta

e
acque di pianura dell’Emilia - Romagna è

n d
ella

F. T
so
a

t
ren
sin

Mu

er gol
Te

o B

T.
divenuta sempre maggiore tanto da consentir-

a
F.

igli
Nav
F.
Ba
cc
hi

gli di occupare oramai ampia parte del bacino

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
padano.

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

In Veneto, nel breve volgere di un decennio,


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

ha colonizzato le acque di tutta la provincia


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

con la sola esclusione del bellunese, grazie


Distribuzione
CIPRINIDI

55

PSEUDORASBORA
RODEO
Rhodeus sericeus
Nome dialettale: rodeo
M I S U R A M I N I M A

Il rodeo è un piccolo pesce dalla colorazione di La riproduzione avviene infatti da Aprile a nessuna
fondo chiara con dorso abbastanza gibboso di Giugno, in modo assai singolare: la deposi-
tonalità grigio-verde, fianchi grigi e ventre zione delle uova viene effettuata dalla femmi-
rosato o biancastro; la pinna anale è di colore na all’interno della conchiglia dei bivalvi
rossastro mentre assai caratteristica, utile per mediante un lungo tubulo ovopositore; il
un facile riconoscimento della specie, è una maschio emette poi i propri spermi in prossi-
breve ed assai evidente linea nera presente sul mità dell’orifizio respiratorio che il bivalve,
peduncolo caudale. Durante il periodo ripro- aspirando l’acqua, convoglia quindi verso le
duttivo i maschi presentano una livrea più uova da fecondare.
vivace con dorso violaceo ed addome rosso; le L’alimentazione è onnivora, con prevalenza di
femmine, in genere più piccole dei maschi, macroinvertebrati bentonici. F E R M O B I O L O G I C O
56 sono di colori meno sgargianti e si possono Si tratta di una specie particolarmente plastica Periodo di divieto di
riconoscere facilmente per la presenza del in grado di adattarsi anche a condizioni pesca: nessuno
lungo tubulo ovopositore. Lunghezza massima ambientali assai precarie tanto da consentirle
fino a 10 cm; peso fino ad 10-12 gr. di competere con successo contro la maggior
Il rodeo è una specie che frequenta abitualmen- parte dei piccoli ciprinidi autoctoni.
te, nelle regioni d’origine, le acque lente del
tratto potamale ed i bacini lacustri con acque Distribuzione: nelle acque della provincia di
non troppo fredde; in Italia invece sembra Padova il rodeo ha fatto la sua prima compar-
avere occupato un numero maggiore di habitats sa agli inizi degli anni ’90 con pochissimi
esemplari presenti per lo più nella zona del

F.
che vanno dai canali di bonifica della bassa pia-

Br

si
as
en

i S
ta

e
montagnanese; da allora con una progressione

n d
nura sino ai ruscelli della fascia pedemontana

ella

F. T
so
a

t
sin

Mu

er
ren

gol
Te

T.
o B
delle risorgive. impressionante ha invaso tutte le acque della

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

bassa padovana e si sta spingendo ora con

C. Roncajette
gl

La sua presenza è comunque sempre legata alla COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
decisione verso la parte settentrionale della

ag
presenza di substrati fini, limosi o sabbiosi,
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

provincia dove è stato rinvenuto episodica-


a Pa

colonizzati dai molluschi bivalvi, in particolare


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

mente anche nell’area delle risorgive.


F. F r a t t a es

Unionidae (Unio, Anodonta), che la specie uti-


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

lizza per la deposizione delle proprie uova.


Distribuzione
CIPRINIDI

57

RODEO
RUTILO o GARDON
Rutilus rutilus
Il rutilo o “gardon” come usualmente viene ne delle pinna dorsale: a differenza di que-
M I S U R A M I N I M A
chiamato il Rutilus rutilus è una specie alloc- st’ultima infatti l’inserzione della pinna dor-
tona per le acque italiane. E’ una specie origi- sale è infatti allineata alla linea tracciata sulla nessuna
nariamente ampiamente distribuita in Asia ed perpendicolare delle pinne ventrali; nella
in Europa con la sola eccezione di Italia e scardola invece l'inserzione delle pinne ven-
Spagna. trali è sempre anteriore rispetto alla dorsale.
La sua comparsa ufficiale in Italia si può fare La maturità sessuale è raggiunta normalmente
risalire alla fine degli anni ’80 quando venne, al terzo anno di vita con deposizione delle
purtroppo, introdotta in alcune acque della uova (da 5.000 fino a 100.000 per femmina)
Toscana. che ha luogo, a seconda della temperatura del-
Si tratta di un pesce simile al triotto che nelle l’acqua, nel periodo di tempo compreso fra
acque italiane raggiunge in genere dimensioni aprile e giugno. Nel periodo riproduttivo il
contenute, al massimo 20-25 cm di lunghezza maschio si ricopre, analogamente ad altri F E R M O B I O L O G I C O
58 e 200 gr di peso, caratterizzato da un capo ciprinidi, di tubercoli nuziali sul capo e sul Periodo di divieto di
piccolo con muso arrotondato e dalla mascel- dorso che possono essere talvolta presenti pesca: nessuno
la superiore lievemente prominente. anche nelle femmine.
I denti faringei sono 5 per ciascun lato dispo- La presenza di questa nuova specie alloctona
sti in una unica serie. nella acque padovane desta preoccupazione
La colorazione di fondo è grigia con dorso che per i possibili effettivi negativi che si potreb-
tende ad essere più scuro rispetto ai fianchi bero manifestare nei confronti di diversi pic-
che invece tendono al grigio-argento; l'occhio coli ciprinidi autoctoni (triotto, alborella,
è di evidente colore rosso così come le pinne scardola) causati dalla forte competizione che

F.
Br

si
pettorali, ventrali ed anale. questa specie può esercitare sia per gli habitat

as
en

i S
ta

e
n d
lla

F. T
Il rutilo è un pesce onnivoro che predilige le riproduttivi sia per gli aspetti trofici.

so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
acque di laghi, canali e fiumi a decorso lento, F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

preferibilmente ricchi di vegetazione som- Distribuzione: di recentissima comparsa EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

mersa dove può formare anche branchi com- nelle acque della bassa padovana è segnalato

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

posti da numerosi individui. principalmente nel tratto potamale del fiume Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

Si distingue dalla scardola, con la quale viene Brenta e nel canale Idrovia F. A d i g e

spesso confuso, principalmente per la posizio-


Distribuzione
CIPRINIDI

59

GARDON
ABRAMIDE
Abramis brama
Nome dialettale: brema
M I S U R A M I N I M A

L’abramide è un pesce con un caratteristico La ricerca del cibo sul fondo avviene utiliz- nessuna
corpo molto alto, inarcato e compresso late- zando la bocca protrattile per "soffiare" sul
ralmente; la bocca è piccola, protrattile con la fondo e sui detriti in modo da esporre le pro-
mascella inferiore più corta di quella superio- prie prede che sono rappresentate per la mag-
re; il ventre è carenato, quasi di forma appun- gior parte da larve di insetti (chironomidi in
tita. particolare), anellidi, crostacei e piccoli mol-
La colorazione è da grigia a bruna sul dorso, luschi. L'accrescimento è piuttosto lento e la
argentea o bronzea sui fianchi e nella regione maturità sessuale è raggiunta in 3-5 anni di
ventrale, le pinne sono grigie;. Caratteristica è età. La riproduzione avviene in acque litorali
inoltre la pinna anale che ha base lunga più basse con molta vegetazione nel periodo tra
del doppio della base della pinna dorsale; la maggio e giugno. F E R M O B I O L O G I C O
60 pinna caudale è nettamenete forcuta. Da un punto di vista ecologico è una specie Periodo di divieto di
Durante il periodo della frega la base delle caratterizzata da una ampia adattabilità e tol- pesca: nessuno
pinne ventrali e di quella anale assume tona- leranza in grado di sopravvivere anche in con-
lità rossastre e i maschi sfoggiano tubercoli dizioni di forte compromissione della qualità
nuziali delle acque che gli consente di competere con
L'abramide frequenta le acque a lento corso, successo con molti dei nostri ciprinidi autoc-
profonde e ricche di vegetazione del tratto ter- toni.
minale dei fiumi; vive anche nei laghi di pia-
nura e nei bacini artificiali. È gregaria e si ali- Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-
sente soprattutto nella fascia centro meridio-

F.
menta preferibilmente di macroinvertebrati

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
nale; nell’alta padovana la sua presenza è spo-

n d
bentonici e residui vegetali. Gli sciami si

lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
dispongono a profondità variabili in base alla radica.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

temperatura e alla luminosità dell'acqua. I gio- COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
vani frequentano abitualmente i litorali, gli
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

adulti sono soliti soffermarsi in acque più


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

superficiali durante l'estate ed in acque più


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

profonde durante l'inverno.


Distribuzione
CIPRINIDI

61

ABRAMIDE
LUCCIO
Esox lucius
nome dialettale: luzzo, selgarin
M I S U R A M I N I M A

Il luccio è un pesce dal caratteristico ed incon- selezione e controllo nei confronti di varie 45 cm.
fondibile aspetto conferitogli dal muso, specie ittiche ed è stato ingiustamente consi-
appiattito dorso-ventralmente, che ricorda il derato per anni come un pesce dannoso per la
becco di un'anatra, dotato di una bocca molto sua presunta voracità.
ampia, fornita di robusti denti presenti, oltre La riproduzione ha luogo, a seconda della
che nelle mascelle, anche sul palato, sulla lin- temperatura, da Febbraio ad Aprile; i lucci si
gua e sui margini delle branchie. spostano dai luoghi frequentati abitualmente
La colorazioni del corpo è molto variabile e alla ricerca di acque poco profonde, calme
dipende dall'ambiente in cui il luccio vive; con abbondante vegetazione dove la femmina
colorazioni verdastre sono tipiche di individui depone (in più riprese) le uova che possono
che vivono in acque ricche di vegetazione venire fecondate anche da maschi diversi. F E R M O B I O L O G I C O
62 mentre quelle brune sembrano dominare in Particolarmente importanti come sito ripro- Periodo di divieto di
quelli che vivono su fondali rocciosi. duttivo sono i piccoli corsi d'acqua di risorgi- pesca: dal 1° Gennaio al
E’ un pesce che colonizza una vasta gamma di va, il cui generale degrado penalizza pesante- 15 Aprile
ambienti d'acqua dolce che si estendono dalla mente questa specie che attualmente è in fase
zona pedemontana, ai fiumi della fascia delle di netto calo numerico in tutto il suo areale di
risorgive, a tutta la zona potamale; si spinge diffusione.
a volte anche in acque leggermente salmastre.
Il suo habitat preferito è costituito da luoghi Distribuzione: nelle acque provinciali il luc-
ricchi di vegetazione acquatica e di sponda cio è praticamente ubiquitario, presente in
dove si nasconde in attesa delle prede. La tec- genere con basse densità; è una specie ogget-

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta
nica di caccia del luccio è basata su slanci e to di costante ripopolamento da parte

e
n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
guizzi improvvisi nei confronti della preda. dell’Amministrazione Provinciale.

Te

o B

T.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba

La dieta è principalmente ittiofaga, basata


cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
soprattutto su ciprinidi, integrata da macro-

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
benthos, girini, rane e persino piccoli uccelli

zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

acquatici e mammiferi (topi). F. F r a t t a

F. A d i g e
F. G o r z o n
e
el
es
an
a

Il luccio svolge inoltre un importante ruolo di


Distribuzione
ESOCIDI

63

LUCCIO
PESCE GATTO
Ictalurus melas
Nome dialettale: pessegato
M I S U R A M I N I M A

Il pesce gatto è un pesce dal corpo tozzo con un È un vorace predatore, particolarmente attivo nessuna
capo massiccio appiattito dorsalmente, dotato di nelle ore serali e notturne in primavera ed
una grande apertura boccale munita di mascelle estate; le sue prede preferite sono costituite da
robuste fornite di molti piccoli denti aguzzi; un’ampia gamma di organismi animali che
assai caratteristici risultano gli 8 barbigli di vanno dai macroinvertebrati bentonici alle
diversa lunghezza presenti attorno alla bocca: 4 rane ai piccoli pesci. Popolazioni eccessiva-
sono sulla mascella superiore (2 molto lunghi mente numerose di pesce gatto possono avere
rivolti verso il basso e 2 più corti rivolti verso un effetto limitante nei confronti di altre spe-
l'alto) e 4 su quella inferiore. cie ittiche in quanto in grado di predare atti-
Il colore del dorso e dei fianchi è scuro, bruno- vamente uova ed avannotti. È una specie in
verde o nero mentre l'addome è chiaro; il corpo grado di vivere in ambienti a basso tenore F E R M O B I O L O G I C O
64 è completamente privo di squame e la pelle si d'ossigeno grazie anche alla capacità di effet- Periodo di divieto di
presenta coperta di abbondante muco. tuare una limitata respirazione cutanea. pesca: nessuno
Il primo raggio delle pinne pettorali e della La riproduzione avviene quando la temperatu-
pinna dorsale risulta estremamente acuminato, ra dell’acqua si aggira sui 18-20°C; le uova
in grado di provocare fastidiose ferite in caso di vengono deposte in un nido scavato sul fondo
incauta manipolazione di questi pesci; questa o ricavato in sporgenze delle sponde e vengo-
peculiarità rappresenta inoltre un meccanismo no sorvegliate da entrambi i genitori che in
di efficace difesa nei confronti di altri predatori. seguito forniscono cure parentali alla prole
Lunghezza massima fino a 45 cm; peso fino a sino a quando i piccoli pesci non raggiungono
1,5 Kg. circa i 5 cm.

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta

e
Il pesce gatto, specie alloctona originaria del

n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te
Distribuzione: presente regolarmente in tutta

o B

T.
Nord-America, vive in corsi d’acqua lenti, sta-

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

la fascia dei canali di bonifica della zona cen-


hi

gni, paludi, laghi prediligendo le zone con

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
acque poco profonde e fondo fangoso dove si tro-meridionale della provincia e in modo

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
minore nelle acque più lente dell’area nord-
Foss

infossa durante la stagione fredda; in questi


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

orientale; è una specie in fase di contrazione


el

ambienti si rinviene in prossimità di zone ricche


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

di piante acquatiche, di radici e rami sporgenti. numerica.


Distribuzione
ICTALURIDI

65

PESCE GATTO
PESCE GATTO PUNTEGGIATO
Ictalurus punctatus
Nome dialettale: pessegato american
M I S U R A M I N I M A
E' una specie proveniente dall'America Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-
nessuna
Settentrionale (regione dei Grandi Laghi e sente in vari laghetti di pesca sportiva ed epi-
bacino del Mississipi), come il congenerico sodicamente anche in alcuni corsi d’acqua.
pesce gatto comune, dove è conosciuto col
nome di "channel catfish" ed e oggetto di
intenso allevamento a scopo alimentare.
La forma del corpo, simile a quella del
pesce gatto, è caratterizzata da un capo più
affusolato, dotato di un'ampia bocca con molti
piccoli denti aguzzi (posti su mandibola,
66 mascella e faringe), e da una coda nettamente F E R M O B I O L O G I C O

forcuta che lo rende facilmente riconoscibile. Periodo di divieto di


La colorazione è variabile in rapporto alle pesca: nessuno
condizioni ambientali, al sesso e all'età; negli
adulti, in genere, può essere verde-oliva
(femmine) o nerastra (maschi) con il ventre
chiaro; gli individui giovani presentano su
tutto il corpo una diffusa macchiettatura nera
che tende poi a scomparire con l'età.
E' una specie predatrice onnivora.
L’accrescimento è considerevole e discreta-
mente rapido; le dimensioni massime rag-
giunte da questa specie sono di circa 120 cm e
di oltre 25 Kg di peso.
ICTALURIDI

67

PESCE GATTO PUNTEGGIATO


PESCE GATTO AFRICANO
Clarias gariepinus
Nome dialettale: pessegatto african, clarias
M I S U R A M I N I M A
Il pesce gatto africano è una specie introdotta acqua, prossimo a 0, grazie anche alla possi-
nelle acque padovane solo recentemente: le bilità di respirazione area che effettua attra- nessuna
prime segnalazioni risalgono ad una decina di verso l’epitelio epibranchiale ed anche attra-
anni fa circa. verso l’epidermide del dorso.
E' un pesce originario del continente africano E' una specie onnivora in grado di nutrirsi di
dove occupa una eccezionale areale di distri- una ampia varietà di alimenti, di origine ani-
buzione che si estende dal Sudafrica male ed anche vegetale, che vanno dal planc-
all’Egitto. ton ai pesci; la dieta ittiofaga è comunque
La forma del corpo è simile a quella del basilare per gli individui adulti che sono in
pesce gatto comune caratterizzata da un capo grado di cacciare con notevole efficienza nelle
più affusolato dotato di un'ampia bocca con acque lente a fondo melmoso che sono il suo
68 molti piccoli denti aguzzi. habitat prediletto. F E R M O B I O L O G I C O

La colorazione variabile in rapporto alle E’ capace di un accrescimento piuttosto rapi- Periodo di divieto di
condizioni ambientali al sesso ed all'età; do in grado di raggiungere alla conclusione pesca: nessuno
negli adulti, in genere, è brunastra con il del primo anno di vita dimensioni comprese
ventre chiaro; gli individui giovani presenta- fra 20 e 30 cm; negli anni successivi la cresci-
no su tutto il corpo una diffusa macchiettatu- ta continua abbastanza regolare e lineare fino
ra nera che tende poi a scomparire con l'età. a raggiungere una taglia di 80-90 cm intorno
Dal punto di vista ecologico è una specie di all’ottavo anno di vita. Le dimensioni massi-
eccezionali capacità di adattamento che gli me segnalate per questa specie sono ancora
consentono di sopportare anche le più avverse maggiori pari a circa 120 cm e di oltre 25 Kg
condizioni ambientali sia in termini di tempe- di peso.
ratura che di presenza di inquinanti: a tal pro-
posito basti ricordare che alcuni autori indica- Distribuzione: nelle acque provinciali è pre-
no in 6,5 mg/l di ammoniaca indissociata la sente in vari laghetti di pesca sportiva; nelle
LC50 a 96 ore per gli individui adulti e sub- acque correnti ed è stato sinora rinvenuto
adulti ovvero un valore altissimo. direttamente nel solo canale Idrovia anche se
E’ in grado di sopravvivere anche in presenza segnalazioni di catture sono giunte da altre
di bassissimo tenori di ossigeno disciolto in zone della provincia.
CLARIDI

69

PESCE GATTO AFRICANO


SILURO
Silurus glanis
Nome dialettale: siluro
M I S U R A M I N I M A

Il siluro è un grande pesce con corpo, privo di di; è un predatore voracissimo attivo partico- nessuna
squame, dal profilo slanciato nella regione larmente nelle ore notturne durante le quali si
posteriore mentre nella parte anteriore si pre- sposta dai fondali per risalire verso la superfi-
senta piuttosto tozzo; il capo è massiccio, cie dove caccia pesci di tutti i tipi ma anche
dotato di un’ampia bocca con robuste mascel- altri vertebrati fra cui mammiferi, topi in par-
le sulle quali si notano 6 barbigli: 2, lunghis- ticolare, uccelli acquatici ed anfibi; gli indivi-
simi, in quella superiore e 4, molto corti, in dui giovani cacciano invece solo avannotti e
quella inferiore; caratteristica è la lunghissima piccoli pesci ed integrano la dieta con
pinna anale che si estende, partendo immedia- macroinvertebrati bentonici.
tamente dopo le pettorali, praticamente per L'attività del siluro è maggiore nei mesi caldi;
tutto l'addome. nei mesi invernali cade in stato di latenza dal F E R M O B I O L O G I C O
70 Il colore di fondo è scuro, ornato di evidenti quale si riprende solo nei mesi primaverili. Periodo di divieto di
marmoreggiature; il ventre è chiaro, bianco o La stagione riproduttiva ha inizio quando la pesca: nessuno
giallastro. Lunghezza massima fino a 3-4 temperatura dell'acqua raggiunge i 20°C: la
metri; peso fino a 400 kg; in Italia sono segna- femmina depone centinaia di migliaia di uova
late misure fino a 220 cm e 120 Kg di peso. in un nido costruito dal maschio fra la vegeta-
Questa è una specie alloctona, originaria zione riparia; lo stesso maschio vigila le uova
dell’Europa danubiana, la cui introduzione, sino alla schiusa che avviene in 10-15 giorni.
sia pur accidentale, nelle acque italiane è
risultata estremamente dannosa e pericolosa Distribuzione: è presente principalmente in
per l’equilibrio delle popolazioni di molte tutta la fascia delle bassa padovana, sia nella

F.
Br

si
as
en

i S
ta

e
specie indigene; in alcuni fiumi, come ad rete dei canali di bonifica che nelle aste dei

n d
ella

F. T
so
a

t
sin

er
ren

Mu

gol
Te

o B

T.
esempio il Po, la sua presenza è diventata tal- grandi fiumi come il Brenta, il Bacchiglione e

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

mente consistente da causare forti rischi per la l’Adige.

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
sopravvivenza delle specie ittiche che costi-

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

tuiscono le sue abituali prede.


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

Il siluro vive di preferenza in fiumi dal corso


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

lento con fondo fangoso, stagni, laghi e palu-


Distribuzione
SILURIDI

71

SILURO
LUCIOPERCA
Stizostedion lucioperca

Il lucioperca è una specie caratterizzata da un la luce intensa muovendosi di giorno verso gli
M I S U R A M I N I M A
corpo assai allungato più alto nella regione strati più profondi o in zone più torbide, oppu-
d’inserzione della prima pinna dorsale e da un re cercando riparo sotto qualche oggetto som- nessuna
capo appuntito grande e leggermente appiatti- merso.
to; la bocca, ampia e terminale, è munita di La riproduzione avviene in primavera, quando
robuste mascelle che presentano una potente la temperatura dell'acqua si porta sui 10-12°C.
dentatura; la colorazione del dorso è grigio- Il dimorfismo sessuale si manifesta oltre nei
verde con la presenza bande scure trasversali caratteri cromatici anche nella conformazione
che si attenuano negli esemplari più vecchi; il della papilla genitale che nella femmina è più
ventre e i fianchi sono colore bianco o argen- sporgente.
teo. Pinna dorsale e pinna caudale con mac- Le uova, oltre 200 mila per femmina, sono
chie nere. La colorazione del corpo è un carat- adesive e formano piccole masse attaccate alla
tere dimorfico: la femmina è di norma marca- superficie di radici, piante o sassi, spesso ripu- F E R M O B I O L O G I C O
72 tamente più chiara del maschio. liti dall'attività del maschio che cura le uova Periodo di divieto di
E’una specie stanziale o parzialmente anadro- sino alla schiusa. pesca: nessuno
ma, gregaria allo stadio giovane e solitaria in
quello adulto; vive di preferenza in acque Distribuzione: è una specie di recente com-
calme, nei laghi o nel tratto terminale dei parsa nelle acque della bassa padovana. È
fiumi; è attiva soprattutto nelle ore notturne segnalato principalmente nel tratto terminale
quando abbandona le zone profonde per por- delle aste di grandi fiumi come il Brenta ed il
tarsi in prossimità delle rive dove caccia di Bacchiglione ed inoltre nel canale Cagnola e
preferenza i ciprinidi che costituiscono la base nell’Idrovia. Si tratta di una specie in fase di
principale della sua dieta di cui entrano però a espansione demografica ed è quindi probabile

F.
Br

si
as
en
che nel prossimo futuro i corsi d’acqua pado-

i S
ta
far parte anche altri pesci, macroinvertebrati

e
n d
a

F. T
tell

so
a
sin

ren

Mu

er
ed anfibi. Gli stadi giovanili si nutrono di zoo- vani colonizzati aumentino in modo significa-

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
F.

Nav
plancton, mentre gli adulti in condizioni di tivo. Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi
scarsità nelle risorse alimentari praticano il

lia
ag
C. Va l l e M i l

satt
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn
ol

o
a

C.
o
cannibalismo.

zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
I suoi spostamenti sono legati anche alle con-
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

dizioni di luminosità, tende infatti a sfuggire


Distribuzione
PERCIDI

73

LUCIOPERCA
PERSICO REALE
Perca fluviatilis
Nome dialettale: pesse persico
M I S U R A M I N I M A

Il corpo si presenta abbastanza compresso zia ad aumentare; la femmina depone le uova 20 cm


lateralmente con il dorso nettamente incurva- in lunghi e caratteristici nastri che vengono
to che si continua in un peduncolo caudale fissati alla vegetazione acquatica o altri sup-
piuttosto sottile. porti solidi; la schiusa avviene in circa 15
La bocca è ampia, rotondeggiante quando giorni.
aperta, munita di molti piccoli denti, rivolti Il persico reale conosce notevoli fluttuazioni
all’indietro per favorire la presa sulle prede; la nella consistenza delle sue popolazioni che
mascella si estende non oltre il margine poste- attualmente sono in fase di incremento demo-
riore dell’occhio. grafico in molti ambienti lacustri mentre è
Il colore di fondo è variabile con tonalità possibile notare una tendenza alla diminuzio-
verdi-grigie sui fianchi e sfumature più scure ne in diversi bacini fluviali. F E R M O B I O L O G I C O
74 sul dorso; 5-7 grosse linee trasversali nere Periodo di divieto di
attraversano i fianchi. Distribuzione: è presente principalmente pesca: dal 1° Aprile al
Le pinne ventrali e la anale sono di colore nelle aste dei maggiori fiumi provinciali, 31 Maggio
rosso-arancio, le altre sono brunastre. La lun- Brenta e Bacchiglione in particolare, ed in
ghezza massima può raggiungere i 50 cm; molti bacini di ex cave. E’ una specie in fase
mentre il peso i 3,5 kg. di espansione demografica.
Il pesce persico vive principalmente in acque
lacustri e nel tratto medio terminale dei fiumi;
è una specie di indole abbastanza gregaria,

F.
soprattutto nei primi anni di vita, fondamen-

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
lla

n d
talmente sedentaria.

F. T
nte

so
a
sin

Mu

er
re

gol
o B
Te

T.
Il regime alimentare è essenzialmente carni-

a
igli
F.

Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

voro; la dieta comprende macroinvertebrati COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
bentonici e piccoli pesci, che sono di norma
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

cacciati solo dagli individui adulti.


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

La riproduzione ha luogo nel periodo prima-


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

verile, quando la temperatura dell’acqua ini-


Distribuzione
PERCIDI

75

PERSICO REALE
PERSICO SOLE
Lepomis gibbosus
Nome dialettale: girasole, gobo, orologio, pesse sole.
M I S U R A M I N I M A

nessuna
Il persico sole è un pesce assai appariscente che per i siti riproduttivi, alle quali si aggiun-
dal corpo di forma ovalare, assai compresso ge una attività predatoria nei confronti di uova
lateralmente, da cui si stacca nettamente il e, in misura minore, anche di avannotti.
peduncolo caudale; la bocca è piuttosto picco- Il persico sole è un predatore vorace di
la con dentatura minuta; la colorazione è macroinvertebrati bentonici che costituiscono
molto vivace, caratteristica, con dorso bruno- la base principale della sua dieta.
olivastro e fianchi ricoperti di macchie rossa- Il periodo riproduttivo è strettamente connes-
stre, arancio e bluastre; nell'opercolo le mac- so con le variazioni di temperatura dell’acqua
chiettature si fondono a formare alcune linee che deve raggiungere perlomeno i 22°C; le
longitudinali; sul lobo opercolare è inoltre uova, molto numerose, vengono deposte dalla F E R M O B I O L O G I C O
76 presente un’evidentissima macchia nera tal- femmina in un nido scavato dal maschio in Periodo di divieto di
volta accompagnata da un'altra, più piccola, acque poco profonde. pesca: nessuno
rossa. Lunghezza massima fino a 25 cm; peso Entrambi i genitori curano e proteggono sia il
fino 250 gr. nido che i piccoli nati; l’elevata fecondità, le
Come il congenerico persico trota questa spe- cure parentali per la progenie associate ad una
cie è di origine alloctona, proveniente dal scarsissima specializzazione ecologica rap-
Nord-America; vive di preferenza in acque presentano i motivi più probabili dell'esplo-
lente, lacustri e stagnanti dove si rinviene con sione demografica di questa specie.
facilità in prossimità delle rive, laddove più
abbondante è la vegetazione acquatica che Distribuzione: diffuso nelle acque di tutta la

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta

e
rappresenta il suo microhabitat preferito. provincia, è più frequente nella fascia della

n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

erg
re
Te

ola
bassa padovana.

o B

T.
Il persico sole si può considerare una specie

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

invasiva. E’ infatti in grado di colonizzare in COLLI

EUGANEI
io
ne

C. Bi

lia
ag
pochissimo tempo i nuovi ambienti nei quali C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

viene immesso creando gravi squilibri nelle lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

popolazioni ittiche preesistenti nei confronti


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

delle quali esercita sia competizione trofica


Distribuzione
CENTRARCHIDI

77

PERSICO SOLE
PERSICO TROTA
Micropterus salmoides
Nome dialettale: boccalone, branzino.
M I S U R A M I N I M A

Il corpo si presenta compresso in senso latera- più giovani, che vivono in prossimità della nessuna
le e termina in modo piuttosto netto in uno superficie, si nutrono principalmente di
stretto peduncolo caudale; il capo è abbastan- macroinvertebrati bentonici mentre gli adulti,
za grosso e massiccio provvisto di una grande che si rinvengono con maggior facilità in
bocca con mascelle, dotate di molti piccoli prossimità del fondo, cacciano anfibi e picco-
denti aguzzi, che arrivano oltre il margine li pesci talvolta anche della stessa specie.
posteriore dell'occhio. La riproduzione avviene in genere a primave-
La colorazione è abbastanza variabile, in rap- ra inoltrata con la deposizione da parte della
porto all’ambiente di vita, oscillante dal bruno femmina di un numero abbastanza limitato di
al verde con la presenza sui fianchi e sugli uova (fino a 5.000) in un nido costruito dal
opercoli di una serie longitudinale di macchie maschio; le uova vengono quindi accudite F E R M O B I O L O G I C O
78 che tendono talvolta a riunirsi formando una sino alle schiusa e per un breve periodo di 10- Periodo di divieto di
specie di banda scura continua; il ventre è 15 giorni dopo la schiusa le cure parentali pesca: nessuno
sempre chiaro. Lunghezza massima raramen- sono fornite anche agli avannotti.
te superiore a 60 cm; peso massimo intorno a Secondo alcuni autori l'introduzione di questa
3-4 Kg. specie non ha comportato eccessivi squilibri
Anche il persico trota è una specie alloctona nei confronti dei predatori autoctoni contri-
proveniente dal Nord-America e la sua com- buendo anzi a limitare in modo efficace l’ec-
parsa in Italia risale ai primi anni del secolo cessivo sviluppo di alcune specie di ciprinidi
quando fu immesso nei laghi di Varano e invasivi; questa notazione tuttavia necessita di

F.
Monate in Brianza. ulteriori e più approfonditi studi prima di

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
n d
Questa specie predilige acque calme, discreta- poter essere definitivamente e positivamente

lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
accettata.

a
mente temperate, specialmente di piccoli

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
io

laghi, corsi d'acqua di pianura, bacini origina-


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
Distribuzione: è ampiamente diffuso nella
C. Va l l e M i l

sat
ti da cave, dove sia presente abbondante vege-
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

maggior parte delle acque correnti provinciali


lta

di Lo
na

tazione acquatica. Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

nonchè in vari laghi di ex cave dismesse.


F. G o r z o n an

Il persico trota è un predatore; la sua dieta è


e a

F. A d i g e

essenzialmente a base animale: gli individui


Distribuzione
CENTRARCHIDI

79

PERSICO TROTA
SCAZZONE
Cottus gobio
Nome dialettale: marson dea bava
M I S U R A M I N I M A

È un pesce dal caratteristico capo di forma 100-300 uova, in un nido preparato e custodi- nessuna
assai tozza, che costituisce da solo circa il to dal maschio sino alla schiusa. La sua ali-
40% del peso corporeo; il corpo è allungato, mentazione è costituita essenzialmente da
quasi appiattito, la colorazione è assai variabi- macroinvertebrati, ma talvolta anche da uova
le, talvolta scura, ma in genere tendente al e avannotti di altri pesci.
bruno-giallastro, con una fitta serie di mac-
chie e bande nerastre disposte irregolarmente Distribuzione: è presente solo nell’alta pado-
a formare delle fasce trasversali; anche le vana, nel fiume Brenta e nelle rogge derivate.
pinne pettorali, dorsali e caudale presentano È presente inoltre alle sorgenti del Sile in
una macchiettatura; il ventre è chiaro. comune di Piombino Dese.
Lo scazzone è un tipico pesce di fondo, obbli- F E R M O B I O L O G I C O
80 gato a questa scelta dalla mancanza della Periodo di divieto di
vescica natatoria e dall'eccessivo peso del pesca: dal 1° Marzo al
capo. Vive acquattato fra i sassi, rivolto con- 30 Aprile
trocorrente, aspettando la preda che cattura
con un balzo, adottando un originale sistema
di spinta "a reazione", ottenuto espellendo
violentemente dalle branchie l'acqua contenu-
ta nella cavità boccale. Frequenta tutto il trat-
to ritrale dei corsi d'acqua, fino agli 800-1000

F.
metri, e nei torrenti e nei laghi alpini fino a

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
n d
lla
2000 m; si dimostra assai sensibile all'inqui-

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
namento, che ne ha comportato una decisa

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
io

contrazione numerica in buona parte del suo


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
areale di diffusione. Costituisce una delle
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

prede preferite dalle grosse trote. Si riproduce Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

in primavera, in genere fra Aprile e Giugno.


e a

F. A d i g e

E' specie poco prolifica, la femmina depone


Distribuzione
COTTIDI

81

SCAZZONE
GHIOZZO PADANO
Padogobius martensi
Nome dialettale: marson, marsonseo
M I S U R A M I N I M A

Il ghiozzo comune è un piccolo pesce bento- femmina e provvedono a vigilare le uova sino nessuna
nico con un colore di fondo bruno o bruno- alla schiusa.
verde; l'addome è invece più chiaro, bianca- I giovani nati si spostano abbastanza veloce-
stro o giallognolo. Sul dorso e sui fianchi pos- mente dal territorio del genitore e dopo una
sono essere presenti delle bande più scure che breve fase di socialità manifestano precoce-
scendono fino ai fianchi. mente la tendenza territoriale, colonizzando le
Caratteristica è inoltre una macchia nera ben aree marginali delle zone occupate dagli adul-
evidente posta all’apice superiore delle pinne ti.
pettorali. Lunghezza massima fino a 10 cm;
peso fino 12-15 gr. Distribuzione: specie ampiamente diffusa nei
All'interno del bacino padano il ghiozzo corsi d’acqua della provincia; è più abbondan- F E R M O B I O L O G I C O
82 comune vive in un’ampia gamma di ambienti te numericamente nella fascia delle risorgive. Periodo di divieto di
che vanno da quelli lotici di molti torrenti pesca: nessuno
della fascia pedemontana a quelli tipicamente
lentici di molti canali della bassa pianura
veneta; diffusissimo è inoltre in tutta la fascia
delle risorgive dove in molti casi è la specie
numericamente dominante.
È una specie spiccatamente territoriale ed
ogni individuo difende strenuamente il pro-
prio territorio non permettendo l’ingresso dei

F.
Br

si
as
en

i S
ta
propri simili; l’unica eccezione a questa abitu-

e
n d
ella

F. T
so
a

t
sin

ren

Mu

er gol
Te
dine si nota soltanto nel periodo riproduttivo

o B

T.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

(da Maggio a Luglio) quando i maschi attira-


hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
no, anche mediante l’emissione di infrasuoni,

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
le femmine nella propria porzione di fondale;
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

dopo la deposizione e la fecondazione delle


el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

uova i maschi allontanano immediatamente la


Distribuzione
GOBIDI

83

GHIOZZO PADANO
PANZAROLO
Orsinigobius punctatissimus
Nome dialettale: lardarolo
M I S U R A M I N I M A

Il panzarolo è un piccolo ghiozzo, di dimen- correnti, con substrati a sabbia e limo anche se nessuna
sioni minori rispetto al ghiozzo padano, ende- può essere rinvenuto in ambienti con substra-
mico del bacino padano e quindi di grande ti a ciottoli o ghiaia.
valore ecologico. Il suo ciclo vitale è piuttosto breve, con vita
Il corpo è leggermente allungato, capo legger- media di soli 2 o 3 anni; solo raramente alcu-
mente appiattito ed occhi in posizione dorso- ni individui raggiungono il 4° anno; la ripro-
laterale. duzione ha luogo in primavera, in massima
La distinzione con il ghiozzo comune, spesso parte fra Maggio e Giugno.
simpatrico nelle acque di risorgiva, risulta age- L’alimentazione degli adulti è essenzialmente
vole per la quasi totale mancanza nel panzaro- basata sul benthos e ne entrano a far parte efe-
lo delle squame, che risultano limitate ad una merotteri, insetti, crostacei, anfipodi e isopodi. F E R M O B I O L O G I C O
84 piccola area sotto le pinne pettorali. È una specie particolarmente minacciata dal Periodo di divieto di
È una specie che presenta un evidente dimor- progressivo deterioramento di quasi tutti gli pesca: tutto l’anno
fismo sessuale sia per le dimensioni del corpo ambienti della fascia delle risorgive, dovuto in
che per le sfumature della colorazione. molti casi oltre che all’inquinamento chimico
Il colore di fondo, bruno-giallastro è comune e microbiologico delle acque anche alla deva-
nei due sessi ma i maschi, di dimensioni mag- stante pratica delle cosiddette “operazioni di
giori, presentano delle evidenti striature tra- pulizia idraulica” che comportano, in special
sversali lungo i fianchi e un’evidentissima modo nei fontanili più piccoli, la totale distru-
macchia scura fra gli ultimi due raggi sulla zione dell’ecosistema acquatico.
prima pinna dorsale; nelle femmine al posto

F.
Br

si
as
en

i S
ta
Distribuzione: specie diffusa nell’alta pado-

e
delle striature sono presenti delle macchie

n d
ella

F. T
so
a

t
sin

ren

Mu

er gol
Te
vana, in particolare nella fascia delle risorgi-

o B

T.
scure irregolari. Lunghezza massima fino a 6

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

ve; è segnalato anche nel fiume Frassine, nella


hi

cm; peso massimo non superiore a 4-5 gr.

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
Si tratta di una specie per lungo tempo misco- zona del montagnanese.

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

nosciuta che solo di recente è stata nuovamen-


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

te riconosciuta valida (Gandolfi et al. 1985).


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

Predilige le acque di risorgiva, leggermente


Distribuzione
GOBIDI

85

PANZAROLO
GHIOZZETTO DI LAGUNA
Knipowitschia panizzai
Nome dialettale: marsonseo, go’
M I S U R A M I N I M A

Il ghiozzetto di laguna è una specie molto sciuta dai pescatori che viene spesso confusa nessuna
simile al panzarolo che frequenta però le con gli alatri gobidi che vivono in simpatria
acque salmastre e la parte terminale di alcuni con esso nelle acque salmastre.
corsi d'acqua dolce.
E’ una specie di piccole dimensioni, arriva al Distribuzione: è presente nel tratto terminale
massimo a 4-5 cm di lunghezza, e predilige del F. Brenta oltre che nell’area di Valle
ambienti con bassa velocità di corrente e sub- Millecampi.
strati fini come limi e sabbie.
Il colore di fondo è grigiastro con fine punteg-
giatura bruno-nerastra ed una serie di macchie
scure longitudinali sui fianchi; è presente una F E R M O B I O L O G I C O
86 macchia nera al margine posteriore della prima Periodo di divieto di
pinna dorsale. pesca: nessuno
L’alimentazione è basata principalmente su
piccoli crostacei ed altri invertebrati bentonici.
Presenta un ciclo vitale molto breve di 1-2
anni al massimo e conseguentemente la matu-
rità sessuale viene raggiunta molto presto.
Il periodo riproduttivo è abbastanza ampio e si
estende da Aprile ad Agosto; la femmina assu-

F.
me in questo periodo un colore più vivace con

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
il ventre che diventa giallastro, la pinna dor-

ella

F. T
so
a

t
ren
sin

Mu

er gol
Te

o B

T.
sale si pigmenta di nero e compare una mac-

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

chia nera sulla mandibola. COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
La femmina depone le uova, in più riprese, in
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

un nido che il maschio prepara utilizzando in


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

genere conchiglie di bivalvi.


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

E’ una specie spesso non facilmente ricono-


Distribuzione
GOBIDI

87

GHIOZZETTO DI LAGUNA
COBITE COMUNE
Cobitis taenia
Nome dialettale: cagna, forasesta, lampreda
M I S U R A M I N I M A

Il cobite è un piccolo pesce dal corpo allun- Il cobite frequenta ambienti di pianura o colli- nessuna
gato, cilindrico, compresso lateralmente nari dove predilige corsi d'acqua non troppo
soprattutto nella parte posteriore; il capo è profondi e ricchi di vegetazione sommersa.
piccolo, conico con il profilo anteriore obli- La riproduzione avviene nel periodo compre-
quo; la bocca è infera; gli occhi sono piccoli, so fra la fine della primavera e l'inizio dell'e-
spostati verso il margine dorsale; accanto ad state; la femmina depone in acque poco pro-
ognuno di essi si trova una piccola spina fonde, fra la vegetazione o sui sassi, un eleva-
mobile alloggiata in una fessura. to numero di uova, stimolata in questa funzio-
Il dorso ed i fianchi sono bruni, il ventre gial- ne dal maschio che, seguendo un preciso
lastro; nella zona mediana dei fianchi è pre- rituale, le avvolge il corpo per stimolare l'e-
sente una serie di grosse macchie nere, ben missione delle uova. F E R M O B I O L O G I C O
88 definite, allineate; nella parte superiore dei Estremamente caratteristico è il modo di muo- Periodo di divieto di
fianchi è presente un'altra serie di macchie versi del cobite che nuota con elegantissimi pesca: nessuno
nere di dimensioni minori rispetto alle prime; movimenti sinuosi del corpo.
durante il periodo riproduttivo nei maschi
queste due serie di macchie tendono a fonder- Distribuzione: ampiamente diffuso nelle
si fra di loro per formare 2 fasce brune per acque dell’alta padovana, la sua presenza si
ogni fianco. Lunghezza massima fino a 12-15 riduce nella fascia centrale e meridionale della
cm (femmine) o 6-8 cm (maschi); peso massi- provincia.
mo di regola inferiore ai 10 gr.
Il cobite comune è un tipico pesce di fondo

F.
Br

si
as
en

i S
ta

e
che vive acquattato fra la vegetazione o la

n d
ella

F. T
so
a

t
sin

Mu

er
ren

gol
Te

o B

T.
sabbia dove rinviene, soprattutto nelle ore

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

notturne, la principale fonte della sua alimen-

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
tazione costituita da macroinvertebrati bento-

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss

nici; nella ricerca del cibo vengono impiegati


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

i barbigli che hanno quindi una funzione tatti-


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

le.
Distribuzione
COBITIDI

89

COBITE COMUNE
COBITE MASCHERATO
Sabanejewia larvata
Nome dialettale: lampreda da fango,
cagneta, forasesta
M I S U R A M I N I M A

La forma del corpo del cobite mascherato è corra a grandi linee quella del cobite comune, nessuna
assai simile a quella del cobite comune; prin- con il quale vive spesso in simpatria.
cipale caratteristica distintiva risulta essere la Secondo alcuni autori il cobite mascherato
presenza di una piega cutanea che si estende tenderebbe a colonizzare preferibilmente
per tutta la lunghezza del peduncolo caudale, ambienti con fondo fangoso anziché sabbioso,
spesso in modo più evidente lungo il margine più tipici del cobite comune; i rilevamenti
inferiore. condotti nella nostra provincia confermano
La colorazione di fondo è bruno-rossastra con tuttavia solo in parte queste affermazioni evi-
il ventre bianco o giallastro; lungo la fascia denziando piuttosto come la caratteristiche
mediana dei fianchi, dall'opercolo alla base ambientale più importante per la presenza di
della coda, è presente una serie di macchie questa specie siano la copertura vegetale del F E R M O B I O L O G I C O
90 scure, ben definite, allineate che talvolta con- fondo ed, ovviamente, una velocità di corren- Periodo di divieto di
fluiscono a formare una fascia. te non eccessiva. pesca: nessuno
Nella parte superiore dei fianchi è inoltre pre- Durante l'accoppiamento il maschio si avvol-
sente una fitta serie di macchiette scure che ge a guisa di anello sul tronco della femmina
spesso danno origine, fondendosi, ad un dise- per favorire l'espulsione delle uova circa 800-
gno variegato; tutte le pinne sono punteggiate 900 per una femmina di 8 cm. I maschi duran-
di scuro. Alla base della pinna caudale sono te la stagione riproduttiva sviluppano due
presenti due macchie nere, una superiormente caratteristici rigonfiamenti con funzione pro-
e l'altra inferiormente, tendenti a confluire in babilmente connessa alla modalità di accop-

F.
una banda verticale. Tra l'occhio e l'apice del piamento.

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
n d
lla
capo è presente una banda scura, mentre tra

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
Distribuzione: presente e talvolta abbondan-

a
gli occhi e il profilo dorsale del muso è pre-

F.

igli
Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

te nelle acque dell’alta padovana; la sua pre-


io

sente un disegno a forma di Y. Lunghezza


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
senza si riduce nella zona centro-meridionale
C. Va l l e M i l

sat
massimo fino a 10 cm; peso massimo sempre
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

della provincia.
lta

di Lo
na

inferiore ai 10 gr. Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

La biologia del cobite mascherato è poco


e a

F. A d i g e

conosciuta, anche se si può pensare che riper


Distribuzione
COBITIDI

91

COBITE MASCHERATO
COBITE BARBATELLO
Orthrias barbatula

M I S U R A M I N I M A
Il cobite barbatello si distingue abbastanza sia in ambienti lacustri che in alcuni grossi
facilmente dagli altri cobitidi per la forma del fiumi come ad esempio l’Adige. nessuna
corpo, meno compressa lateralmente, per le È un pesce timido, lucifugo, rimane nascosto
narici anteriori tubulari e per i barbigli relati- nei rifugi la maggior parte della giornata;
vamente lunghi: il 3° paio, disteso all'indietro, diventa attivo di notte quando si alimenta cac-
raggiunge quasi il margine posteriore dell'oc- ciando invertebrati bentonici.
chio. La riproduzione avviene a primavera inoltrata
Il colore di fondo è bruno-giallastro con la quando la femmina depone in acque basse un
presenza su tutto il corpo di macchie scure, discreto numero di uova (da 2 ad 80 mila)
irregolari, abbastanza grosse, non allineate; le dotate di capacità adesiva che il maschio,
pinne pettorali, la pinna anale e la caudale dopo averle fecondate, vigila sino alla schiu-
sono macchiettate. Le pinne sono piuttosto sa. F E R M O B I O L O G I C O
92 lunghe ed il bordo posteriore della pinna cau- Periodo di divieto di
dale solo lievemente concavo. Esiste dimorfi- Distribuzione: è stato rinvenuto direttamente pesca: nessuno
smo sessuale riguardante sia la taglia, che è ed in forma limitata, solo nel F. Frassine; è
maggiore nella femmina a parità d'età, sia le possibile, ma non confermata da catture diret-
pinne pettorali, che nei maschi sono propor- te, la sua presenza in Adige.
zionalmente più lunghe ed hanno il 2° raggio
ingrossato; durante il periodo riproduttivo i
maschi presentano i raggi delle pinne pettora-
li e i lati del capo uniformemente coperti di

F.
tubercoli nuziali. La lunghezza massima rag-

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
giunta è di 15 cm, in casi eccezionali si può

lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
arrivare fino a 20 cm.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

Il cobite barbatello è per molti aspetti una spe- COLLI io


ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
cie non ancora ben conosciuta; colonizza in
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa

genere acque non eccessivamente calde, pre-


lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es

feribilmente piccoli corsi d'acqua a fondo sas-


F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

soso o sabbioso anche se può essere presente


Distribuzione
HOMALOPTERIDI

93

COBITE BARBATELLO
ANGUILLA
Anguilla anguilla
Nome dialettale: bisato, bisata.
M I S U R A M I N I M A

Il corpo dell’anguilla è caratteristico lungo, cole e trasparenti, dette leptocefali, iniziano la 40 cm.
serpentiforme, compresso nella parte poste- migrazione di ritorno seguendo le correnti
riore; il capo è piccolo, conico, la bocca forni- atlantiche verso l’Europa e l’Africa. Il viaggio
ta di mascelle robuste armate di piccoli denti di ritorno dura circa 3 anni. Raggiunto il con-
acuminati; la mandibola inferiore è sporgente tinente le larve giunte allo stadio detto
rispetto alla superiore; gli occhi sono piuttosto “cieca”, misurano circa 17 - 19 cm. Iniziano la
piccoli, neri con l’iride giallastra. Il dorso e la risalita dei fiumi raggruppandosi presso le
parte superiore dei fianchi sono scuri, neri o foci.
verdastri, il ventre è bianco, a volte giallastro. Nel mar Adriatico la risalita ha luogo nei mesi
Lunghezza massima fino a 120-130 cm e peso di Febbraio e Marzo e porta l’anguilla a colo-
fino a 2,5 Kg. nizzare tutti i principali fiumi e numerosissi- F E R M O B I O L O G I C O
94 L’anguilla trascorre gran parte della sua vita me acque secondarie fino ad una quota di Periodo di divieto di
in acque dolci, che abbandona solo per ripro- 1000 metri. pesca: nesuuno
dursi portandosi verso il mare; qui inizia una Gli adulti sono onnivori, attivi soprattutto di
migrazione di migliaia di Km fino a raggiun- notte, e si cibano, un po’ di tutto, da vermi e
gere il Mar dei Sargassi, al largo delle Isole larve, ad uova ed avannotti, da piccoli pesci a
Antille, dove ha luogo la riproduzione; ogni rettili.
femmina depone da 1 a 5 milioni di uova dal
diametro di 1 - 3 mm che schiudono solo a Distribuzione: è presente in tutte le acque
temperature superiori ai 20 gradi centigradi. della provincia anche se mai abbondante. E’
Dopo la frega gli adulti muoiono. È tuttavia una specie in forte diminuzione in tutto l’a-

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta
possibile, secondo alcuni ittiologi, che il Mar reale di distribuzione. La Provincia di Padova

e
n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te
dei Sargassi non sia l’unico centro di riprodu- interviene a sostegno di questa specie con

o B

T.

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

zione delle anguille e che la deposizione delle cospicui ripopolamenti annuali di ragani.
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
uova possa avvenire anche in alcuni altri mari,

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
fra cui il Mediterraneo. Al momento attuale,
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

però le conoscenze su questo problema sono


el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

piuttosto scarse. Dopo la schiusa le larve, pic-


Distribuzione
ANGUILLIDI

95

ANGUILLA
SPINARELLO
Gasterosteus aculeatus
Nome dialettale: spinosa, spinarea.
M I S U R A M I N I M A

Si tratta di una specie di piccole dimensioni, luglio; il maschio prepara un piccolo nido nessuna
con il corpo di forma affusolata ed un pedun- fatto di frammenti vegetali tenuti insieme da
colo caudale sottilissimo; la superficie dei secrezioni mucose dove la femmina depone
fianchi può essere ricoperta da placche ossee 200-300 uova; il maschio dopo la fecondazio-
con funzioni protettive presenti in numero ne vigila le uova sino alla schiusa e quindi
variabile da 1 a 36 a seconda delle varie segue e protegge i piccoli avannotti per una
forme. decina di giorni ancora.
Il muso è corto, la bocca è piccola, obliqua, L’alimentazione dello spinarello è piuttosto
rivolta verso l’alto fornita di denti minuti. varia e ne entrano a far parte uova ed avan-
Il colore di fondo è grigio-verdastro con il notti di altre specie, larve di invertebrati
ventre chiaro, ma durante il periodo della fre- acquatici e soprattutto lombrichi. F E R M O B I O L O G I C O
96 gola i maschi assumono una bellissima livrea L’accrescimento di questa specie è molto Periodo di divieto di
nuziale caratterizzata dal dorso bluastro e da lento: alla fine del primo anno di vita gli indi- pesca: tutto l’anno
fianchi, ventre ed opercoli rosso vivo. vidui misurano poco meno di 4 cm, l’anno
Lunghezza massima fino a 10-12 cm; peso successivo raggiungono circa 5.5 - 6 cm di
massimo intorno ai 10-15 gr. lunghezza mentre al terzo anno misurano
Lo spinarello è una specie moderatamente circa 7 cm. Le femmine risultano essere più
eurialina; vive normalmente nelle acque dolci longeve dei maschi e costituiscono la quasi
ma risulta in grado di sopportare anche quelle totalità degli individui che raggiungono il
salmastre; frequenta preferenzialmente picco- quarto anno di vita quando la misura degli spi-

F.
li corsi d’acqua ricchi di vegetazione, più narelli è di circa 9-10 cm.

Br

si
as
en

i S
ta

e
n d
ella
raramente grandi fiumi dove predilige i

F. T
so
a

t
ren
sin

Mu

er gol
Te

o B

T.
Distribuzione: presente e localmente fre-

a
microhabitats ripari.

F.

igli
Nav
F.
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl

quente nella fascia delle risorgive dell’alta


io

E' una specie di natura socievole, vive spesso


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
padovana.
C. Va l l e M i l

sat
in piccoli branchi; i maschi adulti sono tutta-
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

via territoriali, soprattutto nel periodo ripro- Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

duttivo.
e a

F. A d i g e

La deposizione delle uova avviene da aprile a


Distribuzione
GASTEROSTEIDI

97

SPINARELLO
GAMBUSIA
Gambusia holbrooki
Nome dialettale: pansona
M I S U R A M I N I M A
È un piccolo pesce caratterizzato da un evi- ci ed anche alghe.
dentissimo dimorfismo sessuale; le femmine Da un punto di vista ecologico si dimostra nessuna
sono di dimensioni maggiori con corpo piut- estremamente tollerante nei confronti dell’in-
tosto tozzo che prosegue con un peduncolo quinamento di natura organica e riesce a
caudale abbastanza sottile; il capo è corto e sopravvivere anche in presenza di tenori di
termina con muso appuntito sul quale si apre ossigeno estremamente bassi. La riproduzione
la bocca in evidente posizione supera con la ha luogo in periodi diversi a seconda della
mandibola inferiore nettamente prominente; i temperatura dell'acqua (da Maggio a
maschi si riconoscono invece per le dimensio- Settembre); la gambusia è una specie vivipara
ni nettamente inferiori (fino a 4 cm), per il a fecondazione interna; ogni femmina può
corpo snello e soprattutto per la presenza di un partorire diverse volte nel corso di uno stesso
organo copulatore, detto gonopodio, formato anno da 5 a 40 piccoli perfettamente formati. F E R M O B I O L O G I C O
98 dalla trasformazione dei raggi della pinna La specie è stata introdotta in Europa agli inizi Periodo di divieto di
anale. di questo secolo con lo scopo di limitare la pesca: nessuno
Il colore di fondo è grigio-verdastro, comune presenza della zanzara anofele, della quale
nei due sessi, con la presenza di un’evidente preda le larve; la reale efficacia di questo
reticolatura scura sulla superficie delle sca- metodo di lotta biologica, tuttavia non è da
glie; nelle femmine fecondate è inoltre pre- tutti accettata, soprattutto se con questo siste-
sente un grossa macchia nera nella parte infe- ma si cerca di operare su larga scala.
riore del ventre.
E’ una specie che predilige acque calme, tem- Distribuzione: si ritrova prevalentemente nei

F.
perate o addirittura calde, con fondali fangosi corsi d’acqua della bassa padovana con cor-

Br

ssi
en

a
i S
ta

e
n d
e ricchi di vegetazione acquatica; frequente rente a modesta velocità.

lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

T.
o B

a
nelle acque debolmente correnti, stagnanti,

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
io

lacustri; talvolta si rinviene anche in ambienti


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

satto
salmastri.
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn
ol
a

C.
o zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

Si nutre di piccoli organismi che cattura nella Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

colonna d’acqua e sulla superficie: larve di


e a

F. A d i g e

insetti, soprattutto ditteri, crostacei planctoni-


Distribuzione
PECILIDI

99

GAMBUSIA
PASSERA DI MARE grigiastro, con margine biancastro. Un carat-
Platichthys flesus tere di dimorfismo sessuale riguarda la pre-
Nome dialettale: passarin senza, più frequentemente nei maschi che
nelle femmine, di placchette spinose nei raggi
M I S U R A M I N I M A
delle pinne dorsale e anale. Lunghezza massi-
La passera di mare è un pesce dal corpo com- ma fino a 50 cm, ma nelle popolazioni italia- 15 Cm.
presso di forma ovalare. ne raramente si trovano esemplari superiori a
Il profilo superiore del capo, anteriormente 35-40 cm.
all'occhio, è leggermente concavo; gli occhi Specie fortemente eurialina la passera vive
sono sul lato destro o, molto raramente, su abitualmente nelle zone di marea, su fondali
quello sinistro, la bocca è terminale. mobili sabbiosi o melmosi profondi fino a 50
Una cresta longitudinale poco rilevata, decor- m, risale i fiumi anche per molti chilometri
re dallo spazio interorbitale fino alla zona dato che è in grado di superare tratti fluviali
opercolare, terminando con un tubercolo. Le con forti correnti. Di solito trascorre l'inverno
scaglie, di tipo cicloide, sono molto piccole e in mare, ma alcuni soggetti svernano nei laghi
difficilmente staccabili; alcune placchette spi- raggiunti risalendo i fiumi. Si riproduce in F E R M O B I O L O G I C O
100 nose stanno alla base delle pinne dorsale ed mare tra il tardo autunno e l'inizio della pri- Periodo di divieto di
anale. La linea laterale, che inizia nello spazio mavera a profondità di media superiori ai 40 pesca: nessuno
interorbitario, è leggermente incurvata in dire- m. Le femmine producono da 40 mila a 2
zione dorsale al di sopra della pinna pettorale. milioni di uova ciascuna. La specie si nutre di
La pinna caudale è ampia, con margine poste- molluschi, crostacei, anellidi, platelminti,
riore convesso. La pinna dorsale, che si inse- pesci (soprattutto gobidi), larve d'insetti.
risce anteriormente in corrispondenza dell'oc- È un pesce di notevoli capacità mimetiche con
chio, e quella anale sono molto lunghe e colorazione del fianco oculare capace di imi-
hanno i raggi centrali più lunghi rispetto agli tare quella del fondale su cui la passera si

F.
Br
trova.

ssi
altri, conferendo al pesce una forma romboi-

en

a
i S
ta

e
n d
lla

F. T
dale. La pinna pettorale del lato cieco è meno

so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
sviluppata rispetto all'altra. Il colore del lato F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

rivolto verso l'alto è bruno-olivastro, bruno- EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Distribuzione: risale il tratto terminale dei F.
Ca pi

grigiastro, a volte con macchie irregolari più

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

scure, o tendente al nero; l'altro lato è bianco Brenta, F. Bacchiglione, F. Adige; è presente Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

ma alcuni individui lo possono presentare con anche nella zona lagunare di valle F. A d i g e

macchie grigio nere. Le pinne sono di colore Millecampi.


Distribuzione
PLEURONETTIDI

101

PASSERA DI MARE
CEFALO ta con sfumature cromatiche diverse a seconda
Liza ramada, L. saliens, L. aurata, Chelon della specie.
labrosus, Mugil cephalus I cefali sono specie comuni lungo le coste, nei
Nomi dialettali:, caustelo, verzelata, dodre- porti nel tratto terminale dei corsi d'acqua e nelle
gan, bosega, volpina, sievoi lagune soprattutto in quelle molto vivificate dal M I S U R A M I N I M A

mare. Il muggine dorato Liza aurata ed il muggi- 20 Cm.


ne musino Liza saliens prediligono le acque lagu-
I cefali sono un gruppo di specie assai simili fra nari mentre la bosega Chelon labrosus insieme
loro dal riconoscimento non sempre agevole; il alla volpina Mugil cephalus prediligono stazio-
genere Mugil si distingue dagli altri generi per la nare lungo le coste anche se non disdegnano
presenza della palpebra adiposa molto sviluppata qualche puntata in acqua dolce.
e ben evidente, il genere Chelon per la presenza La riproduzione dei muggini ha luogo sempre
di un grosso labbro superiore che presenta papil- nelle acque marine dove vengono deposte, a
le cornee nelle parte inferiore. Il genere Liza si seconda della specie e della taglia dei riprodutto-
caratterizza per il labbro superiore sottile com- ri da 100 mila a 7 milioni circa di uova libera-
pletamente privo di papille cornee. mente flottanti sulla superficie dell'acqua. Dopo
Fra le varie di specie di cefalo l’unica che si spin- la schiusa le larve si dirigono verso le coste da F E R M O B I O L O G I C O
102 ge in profondità nelle acque dei fiumi è il dove gli avannotti rimontano verso le acque
interne. Allo stato giovanile è gregario, ma dopo Periodo di divieto di
Muggine calamita L. ramada, localmente noto
aver superato i 40 cm di lunghezza si riunisce in pesca: nessuno
con il nome di caustelo risalendo i fiumi per deci-
ne e decine di chilometri. Questa specie può branchi meno numerosi, che raggiungono un ele-
essere riconosciuta per la presenza di una evi- vato numero di esemplari soltanto in inverno
dente macchia nera localizzata alla base delle quando più gruppi si raccolgono per la fregola.
pinne pettorali e per la contemporanea assenza di L'alimentazione è varia e comprende invertebra-
una macchia dorata opercolare evidente; in que- ti, microalghe, talli algali occasionalmente detri-
sta specie le pinne pettorali presentano anche un ti organici e anche altri pesci.
processo ascellare.

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta
I pesci appartenenti a questo gruppo di specie

e
n d
a

F. T
tell

so
a
Distribuzione: il muggine calamita ed in misura

sin

Mu

er
ren
sono caratterizzati dal corpo slanciato, linea late-

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
rale poco arcuata e capo breve ed appiattito; pre- minore il muggine musino risalgono vari corsi F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

sentano sempre una doppia pinna dorsale, la d’acqua della zona del piovese oltre che l’Adige EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. Va l l e M i l

satt
lecam

tt
Ca pi

ed il Bacchiglione.

Ba
gn

prima delle quali si distingue per la presenza di 4


ol

o
a

C.
zzo
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

raggi spinosi. Il corpo, ricoperto da grandi squa- Le altre specie sono presenti prevalentemen- Fossa
Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an

te nei corsi d’acqua più prossimi alla zona


e a

me che si possono staccare con relativa facilità, F. A d i g e

presenta una colorazione di fondo grigio-argenta- lagunare di Valle Millecampi.


Distribuzione
MUGILIDI

103

CEFALO
STORIONE COBICE
Acipenser naccarii
Nome dialettale: porseleta, storion
verdastri che tendono a sfumare lungo i fian-
M I S U R A M I N I M A
chi; il ventre è di colore chiaro, bianco o gial-
Gli acipenseridi sono una delle famiglie di lastro. non prevista
pesci attualmente a maggior rischio di estin- Raggiunge dimensioni massime di circa 170
zione. Agli inizi del secolo nella acque italia- cm e peso in genere non superiore a 30 Kg.
ne gli storioni risalivano ancora in abbondan- È una specie migratrice anadroma che risale il
za le acque dei fiumi italiani e veneti con corso dei fiumi a maggiore portata in prima-
esemplari di 3 diverse specie lo storione vera con l’approssimarsi del periodo riprodut-
comune Acipenser sturio, lo storione ladano tivo e si spinge all’interno anche per centinaia
Huso huso e lo storione cobice Acipenser nac- di Km dalla foce, quando possibile. Le uova,
cari, di taglia minore dei precedenti ed ende- adesive, vengono deposte in profondità su
mico del bacino adriatico. fondali ghiaiosi o ciotolosi; la schiusa avviene
Attualmente lo storione comune e lo storione nel giro di una settimana con temperature del- F E R M O B I O L O G I C O
104 ladano si possono considerare praticamente l’acqua prossime ai 18-20°C. Periodo di divieto di
estinti nelle nostre acque mentre il cobice risa- La maturità sessuale viene raggiunta dalle pesca: tutto l’anno
le ancora, in numero limitatissimo, le acque femmine con dimensioni medie intorno ai
dei fiumi principali. 100-120 cm (4-5 anni di età).
Il corpo si presenta slanciato, caratterizzato Dopo la nascita i giovani storioni rimangano
dalla completa mancanza di squame e dalla in acqua dolce per 2-3 anni e quindi scendono
presenza degli scudi ossei disposti in 5 file. 2 in mare dove rimangono fino al raggiungi-
laterali, 2 ventrali, 1 dorsale. mento della maturità sessuale.
Il capo è allungato, a forma di rostro, e termi- L’alimentazione è essenzialmente basata su
na con un muso dall’apice arrotondato; la macroinvertebrati bentonici nei primi anni di

F.
Br

ssi
en

a
i S
ta
vita mentre gli individui adulti, durante la loro

e
bocca è infera, protrattile, priva di denti, tra-

n d
lla

F. T
so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te
permanenza in mare, integrano questa dieta

o B

T.
sversale con il labbro posteriore nettamente

a
F.

igli
F.

Nav
Ba
cc

con piccoli pesci.


hi

inciso; i barbigli, utilizzati come organi senso-

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne
EUGANEI

C. Bi

lia
ri per la ricerca del cibo, sono inseriti più in

ag
C. Va l l e M i l

sat
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Distribuzione: raro, risale le acque dei fiumi
Foss

prossimità del margine superiore della bocca


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns

Brenta e Bacchiglione. È attualmente oggetto


el

che non verso l'apice del muso.


F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

F. A d i g e

Il colore del dorso è bruno con riflessi grigio- di ripopolamento da parte della Provincia.
Distribuzione
ACIPENSERIDI

105

STORIONE COBICE
CHEPPIA
Alosa fallax
Nome dialettale: ceppa
M I S U R A M I N I M A

30 cm.
E’ un pesce dal corpo compresso lateralmente dei fondali che abbandona durante l’estate per
caratterizzato dalla presenza di piccoli scudi risalire verso strati più superficiali dove cac-
ossei ventrali provvisti di un piccolo dentello cia intensamente piccoli pesci che costituisco-
sporgente. Gli occhi sono caratterizzati dalla no la sua principale dieta in questa stagione; la
presenza della “palpebra adiposa” ovvero di forma lacustre si è invece adattata ad un regi-
una spessa membrana verticale trasparente me alimentare parzialmente planctofago.
che ne ricopre la parte anteriore e posteriore. La rimonta nei fiumi avviene, a seconda delle
La colorazione di fondo è argentea con rifles- località, da febbraio a marzo-aprile.
si più scuri, verde azzurri, sul dorso; ed inol- Le uova vengono deposte in acque basse e
tre sono presenti sui fianchi, nella zona ante- relativamente tranquille; la schiusa avviene F E R M O B I O L O G I C O
106 ro-superiore, una serie di evidenti macchie nel giro di una settimana ed i piccoli clupeidi Periodo di divieto di
nere che variano da un numero di 1 a 8 nella restano in acqua dolce sino alle dimensioni di pesca: dal 15 Maggio al
forma nominale e da 1 a 12 nell’agone. La 10-15 cm prima di iniziare il ritorno verso il 30 Giugno
pinna caudale è nettamente forcuta. mare.
La cheppia è presente nelle acque italiane in È specie particolarmente danneggiata dalla
due forme: la prima è una tipica migratrice costruzione di sbarramenti e dighe nei fiumi.
anadroma che risale il basso e medio corso dei
fiumi esclusivamente per la deposizione delle
uova (alosa), la seconda conduce, invece, una Distribuzione: risale i principali corsi d’ac-

F.
Br

ssi
en
qua della provincia principalmente nel perio-

a
vita stanziale in alcuni dei nostri maggiori

i S
ta

e
n d
lla

F. T
so
nte
do primaverile per portare a termine la ripro-

a
laghi prealpini compiendo quindi in acqua

sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.

a
F.

igli
dolce sia la fase trofica che quella riprodutti- duzione nel periodo estivo. I giovani scendo- F.

Nav
Ba
c ca l l e
hi Millecam
pi

C. Roncajette
gl
COLLI io
ne

va; quest’ultima forma è conosciuta anche con no verso il mare in autunno. EUGANEI

C. Bi

lia
ag
C. V

sat

tt
Ca

il nome di agone.

Ba
gn

to
ol
a

C.
o
zz
Foss
a Pa
lta

di Lo
na

La forma nominale vive la fase trofica al largo Fossa


Mo

Scolo
ns
el
F. F r a t t a es
F. G o r z o n an
e a

di tutte le coste europee dove nel periodo F. A d i g e

invernale si rinviene con facilità in prossimità


Distribuzione
CLUPEIDI

107

CHEPPIA
LAMPREDA PADANA genere i 15 cm per un peso di qualche decina
Lethenteron zanandreai di grammi. La lampreda padana è specie pra-
Nome dialettale: fureghon, lamprea ticamente stanziale che trascorre la prima
parte della sua vita, che dura 4-5 anni, in una
Questa specie, assieme a tutte le altre inserite fase larvale (la larva viene detta ammocete), M I S U R A M I N I M A

nella famiglia dei Petromizontidi, è un vero vivendo infossata nel fango o nella sabbia sia nessuna
pesce nel senso zoologico stretto non del ter- per sfuggire ai possibili predatori sia per rin-
mine: appartiene infatti al gruppo sistemati- venire il cibo costituito da microinvertebrati,
co degli "Agnati", vertebrati primitivi sprov- alghe e detrito organico; l’ammocete è privo
visti di vere mascelle, con bocca circolare, di occhi, la pinna caudale e quella anale si
fornita di numerosi denti in grado di fungere presentano poco differenziate e la bocca è
da ventosa. La lampreda padana è uno degli priva di denti. Nella seconda fase della vita,
endemismi più pregiati presenti nelle acque molto più breve, la lampreda subisce una
provinciali ed al tempo stesso è una delle spe- metamorfosi ed assume i caratteri tipici del-
cie più minacciate di scomparsa: nel corso di l’adulto con la differenziazione degli occhi e
quest’ultimo secolo la sua presenza ha cono- di una bocca a ventosa circolare.
sciuto infatti una drastica diminuzione nel In questa fase della vita ha luogo l’unica F E R M O B I O L O G I C O
108 nostro territorio provinciale dove un tempo si riproduzione di questa specie che avviene in
un nido scavato da più individui nel fondo Periodo di divieto di
poteva invece rinvenire comunemente nella pesca: tutto l’anno
sua area di elezione ovvero la fascia delle ghiaioso e/o sabbioso di corsi d’acqua a
risorgive. moderata velocità di corrente; dopo il comple-
Si riconosce agevolmente per il corpo tubola- tamento della fase riproduttiva gli adulti
re, leggermente compresso, con parte cau- lasciano il nido e poi muoiono.
dale appuntita. Nella parte anteriore dei fian- La principale causa di minaccia di questa spe-
chi sono presenti 7 fori allineati che mettono cie è data dall’alterazione e della regimazione
in comunicazione le branchie con l'ambiente degli alvei dei piccoli corsi d’acqua di risorgi-
esterno. La pinna dorsale composta di 2 parti va che sono il suo habitat elettivo.

F.
Br

ssi
diseguali, è molto spostata all'indietro e si

en

a
i S
ta

e
n d
lla
Distribuzione: nelle acque della provincia di

F. T
continua direttamente con la caudale che è a

so
nte
a
sin

Mu

er
re

gol
Te

o B

T.
Padova la lampreda padana è presente, in

a
sua volta collegata a quella anale. La colora-

F.

igli
F.

Nav
Ba
cc
hi

C. Roncajette
forma discontinua e sempre con densità limi-
gl
io

zione del corpo è grigiastra con il ventre di


COLLI ne
EUGANEI

C. Bi

lia
tata, nella sola area delle risorgive.

ag
solito di colore chiaro; durante la fregola la
C. Va l l e M i l

satto
lecam

tt
Ca pi

Ba
gn
ol
a

C.
o zz
Foss

regione boccale e anale assumono un eviden-


a Pa
lta

di Lo
na

Fossa
Mo

Scolo
ns
el

te colore rossastro. F. F r a t t a

F. A d i g e
F. G o r z o n
e
es
an
a

Le dimensioni raggiunte non superano in


Distribuzione
PETROMIZONTIDI

109

LAMPREDA PADANA
BIBLIOGRAFIA

Bianco P.G. - 1988. I pesci d'acqua dolce d'Italia: note (Gunther) and Gobius nigricans Canestrini
su un recente contributo. Atti Soc. It. Sci. Nat. Museo (Osteichthyes, Gobiidae). Annali Mus. Civ. Stor. Nat.
Civ. St. Nat. Milano, 129:146-158. Genova, 80:92-118.
Bianco P.G. - 1988. Occurence of the asiatic Gandolfi G. & Zerunian S. - 1987. I pesci delle acque
gobionid Pseudorasbora parva (Temminck and interne: aggiornamento e considerazioni critiche sulla
Schlegel) in South-eastern Europe. J. Fish. Biol. 32: sistematica e la distribuzione. Atti Soc. It. Sci. Nat.
973-974 Museo Civ. Stor. Nat. Milano, 128: 3-56.
Bruno S. - 1987. Pesci d'Italia e crostacei d'acqua
dolce. Giunti, Firenze, 286 pp. Gandolfi G. & Zerunian S. - 1987. L'ittiofauna autoc-
110 tona delle acque interne italiane: problemi aperti nella
Chaumeton H. - 1986. La pesca ed i pesci d'ac- sistematica. Atti 2° Conv. A.I.I.A.D., Torino, pp. 131-
qua dolce. Mondadori, Milano, 367 pp. 145.

Delmastro G. - 1985. I pesci del bacino del Po. Clesav, Gandolfi G. & Zerunian S. - 1990. I pesci delle acque
Milano, 190 pp. interne italiane: chiarimenti sulle critiche ad un
nostro recente contributo. Atti Soc. It. Sci. Nat.
Gandolfi G., Marconato A., Torricelli P. - 1985. Museo Civ. St. Nat. Milano, 131: 293-307.
Posizione sistematica e biologia di un ghiozzo delle
acque doci italiane Orsinigobius (gen. novo) punc- Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A. -
tatissimus (Canestrini, 1864) (Pisce, Gobiidae). Boll. 1991. I pesci delle acque interne italiane. Istituto
Mus. Civ. Stor. Nat. Verona, 12:367-380. Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 617 pp.

Gandolfi G. & Tongiorgi P. - 1974. Taxonomic Kendall R.L. - 1988. Taxonomic changes in North
position, distribution and biology of the gobies pre- American trout names. Trans. Am. Fish. Soc., 117:
sent in italian freshwaters, Padagobius martensi 321.
Ladiges W. & Vogts D. - 1986. Guida ai pesci d'ac- Zerunian S. - 1982. A new ciprinid from Italy:
qua dolce d'Europa. Muzzio, Padova, 233 pp. Rutilus eritrophtalmus n.sp.. 4th Congr. Europ.
Ichthyologist, Hamburg, abst. n. 346.
Lorkovic Z. - 1958. Die merkmale der unvoll-
standigen speziationsstufe und die frage der einfuhrung
der semispezies in die systematik. Uppsala Univ.
Arsskr., 6: 158-168.
Marconato E., Salviati S., Maio G., Marconato A. -
1989 La fauna ittica della Provincia di Padova. Ed.
Provincia di Padova Assessorato alla Pesca, 191 pp.
Mayr E. 1963 - Animal species and evolution. Harvard
Univ. Press, Cambridge, XIV+797 pp.
111
Tortonese E. - 1970. Osteichtyes, parte I. Fauna d'Italia,
vol X. Calderini, Bologna, XIII+545 pp.
Tortonese E. - 1975. Osteicthyes, parte II. Fauna
d'Italia, vol XI, Calderini , Bologna, XVIII+636 pp.
Turin P. , Zanetti M. , Loro R. , Bilò M.F. - 1995 Carta
ittica della Provincia di Padova. Ed. Provincia di
Padova Assessorato alla pesca, 400 pp.
Vittori A. - 1981. Pesci. Biologia, morfologia, distri-
buzione delle specie ittiche che popolano le acque del
Trentino. Prov. Autonoma di Trento, 88 pp.
Vostradovsky J. - 1975. I pesci d'acqua dolce. Teti,
Milano, 252 pp.
Provincia di Padova
Settore Ambiente – Caccia e Pesca
Piazza Bardella, 3 - 35129 Padova - Tel. 049/8201016 - Fax 049/8201028
Dirigente: Dr. Livio Baracco

Il settore Ambiente – Caccia e pesca è la struttura provinciale deputata alla gestione della pesca, alla tutela
ed all’incremento della fauna ittica presente nelle acque provinciali.
Gli uffici provvedono inoltre alla gestione ed all’espletamento di tutte le pratiche amministrative legate
alla pesca che sono riassunte nell’elenco seguente:
• Rilascio e rinnovo licenze di pesca categoria "A"
• Rilascio licenze di pesca categoria "B"
• Licenze di pesca categoria "B" per minori
• Permessi di pesca per minori
112 • Permessi di pesca per adulti di età superiore anni 70
• Licenze di pesca per stranieri
• Tesserino regionale di pesca per la zona "A" della Regione del Veneto
• Autorizzazioni per gare e manifestazioni di pesca sportiva
• Autorizzazioni per il posizionamento di reti fisse nella laguna di Venezia
• Autorizzazioni alla pesca sportiva a pagamento all'interno di aree di proprietà privata
• Autorizzazioni per la pesca del pesce novello nella laguna veneta
• Autorizzazioni alla piscicoltura all'interno di aree in proprietà privata
• Concessione di tratti di acque pubbliche a scopo di pesca sportiva e dilettantistica
• Concessione di tratti di acque pubbliche a scopo di acquacoltura e piscicoltura
• Autorizzazioni alla pesca di molluschi bivalvi

Il settore Ambiente – Caccia e Pesca provvede inoltre a fornire agli utenti ed a tutti i cittadini ogni
genere di informazione legata alle pratiche ed alle attività sopradescritte.
Gli uffici sono aperti al pubblico ogni giorno feriale dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e nelle giornate di
Lunedì e Giovedì anche al pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 16.30.
Finito di stampare:
Ia Ristampa Gennaio 2004
progetto grafico & stampa: La Grafica Faggian s.r.l. / Campodarsego (PD)

stampato su carta libera da cloro


I pesci d’acqua dolce della Provincia di Padova
Provincia di Padova
Assessorato alla Pesca

I Pesci d’Acqua Dolce

2004
Provincia di Padova
Assessorato alla Pesca 2004

Potrebbero piacerti anche

  • Preghiere Di Liberazione Dal Maligno
    Preghiere Di Liberazione Dal Maligno
    Documento3 pagine
    Preghiere Di Liberazione Dal Maligno
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora
  • Il Pero PDF
    Il Pero PDF
    Documento55 pagine
    Il Pero PDF
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora
  • Libro Noce e Castagno PDF
    Libro Noce e Castagno PDF
    Documento116 pagine
    Libro Noce e Castagno PDF
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora
  • Renetta
    Renetta
    Documento3 pagine
    Renetta
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora
  • Pero
    Pero
    Documento5 pagine
    Pero
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora
  • Il Melo
    Il Melo
    Documento56 pagine
    Il Melo
    Anonymous iSt23hi0v
    Nessuna valutazione finora