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Alistar
سم سم ي ا اف تح
iftaḥ yā simsim
DJINN
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erano in grado di presentarsi sotto molteplici aspetti
esteriori, dal momento che loro caratteristica
generale sarebbe stata e rimarrebbe la loro estrema
mutevolezza e l’essere inafferrabili.
Secondo la cultura islamica esistono jinn buoni e in
grado di beneficare l'essere umano. Ciò perché, già
all'epoca del profeta Maometto, alcuni jinn si
sarebbero convertiti all'islam ascoltando le parole
rivelate dal Profeta stesso.
Un tipico esempio di jinn è quell'essere che, nella
favolistica collegata alle Mille e una Notte, Aladino
libera da una lampada, al cui interno è rimasto
prigioniero, in cambio dell'accoglimento di tutti i
suoi desideri. Nelle fiabe, in logico collegamento a
una diffusa credenza non solo islamica, un totale
potere sui jinn sarebbe stato espresso a suo tempo da
Salomone (in arabo Sulaymān) che è considerato
come uno dei più grandi profeti precursori di
Maometto.
Nel Corano è scritto che i jinn si originarono
all'inizio dei tempi, come tutte le altre creature,
grazie all'intervento di Allah. Essi, a differenza degli
umani che avrebbero natura di terra e degli angeli la
cui natura sarebbe di luce, ebbero origine dal fuoco.
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Ai jinn, secondo lo stesso Corano e i trattati di
demonologia islamici, apparterrebbe Iblīs: termine
certamente adattato dal greco diàbolos per indicare
Satana (che, peraltro, viene chiamato Shayṭān).
Altre fonti specificano che il djinn è un essere
dotato di corporeità (adjsâm) formato da un vapore,
oppure una fiamma e quindi impercettibile ai nostri
sensi comuni. Può assumer forme diverse e svolgere
lavori pesanti. Il Corano dice (Sura LV, 14) che sono
stati creati da una fiamma senza fumo. Un uomo che
muore di morte violenta diventa spesso un ifrĩt che
frequenta il luogo della sua morte; ma può diventare
anche un djinn malefico.
Una certa categoria di djinn è sotto l’autorità di
Shaitan o Iblis, un angelo che si ribellò a Dio. Costui
è ermafrodita, possiede sia organi maschili che
femminili e si auto-feconda.)
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riguardo a fondo libro tratterò dei Jinn del Testamento di
Salomone, dove le malattie sono causate proprio dai demoni e
vengono contrastate dagli Angeli. (vedi pag.32 il Testamento
di Salomone)
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LA MAGIA DEI DJINN
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Il Genio Ayakan che sconfigge i nemici
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Respingere indietro il male col Genio Raizin
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mostrerai l’anello ed egli gli donerà la capacità di
volare nell’astrale. Ringrazia. Poi ogni volta che
desideri viaggiare attraverso il sogno o il
dormiveglia metti l’anello al dito. Faciliterà
l’impresa e molte altre meraviglie. Quando il Jiin si
mostrerà accoglilo col titolo di Emiro. Si può anche
far incidere sulla fede d’argento il nome del Genio
stesso che aumenta anche i poteri mentali.
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– Quando andrai a dormire ti ungerai con il
Balsamo del Sultano (vedi appendice) e metterai i
tre nastri legati, sotto il cuscino. Quindi dirai la
preghiera tre volte:
“ O Geni io vi invoco, datemi i poteri di ispirare il
mio stesso sentimento in..... nn .. che tanto amo.
Fate che i miei impeti d’amore agiscano durante il
suo sonno. Che i miei pensieri accarezzino la sua
mente. Al risveglio che il suo pensiero corra subito
a me.”
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Il Genio della Conoscenza
Il Genio dell’Amore
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Occorre poi ungersi le braccia e le mani con
Balsamo del Sultano (vedi appendice) e cercare di
incontrare la persona per abbracciarla con una scusa
o toccarle la mano.
Il Genio dell’Abbondanza
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INCENSI, PROFUMI, POLVERI
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lavora e quando riposa. quando dorme e quando tormentata
da te ella si agita, offrendosi a me e compiendo il dovere
delle donne verso gli uomini, soddisfacendo la mia sete
d’amore e la sua, senza fastidio, senza vergogna, stringendo
le sue cosce contro le mie, il suo ventre contro il mio, il suo
pube contro il mio, nel modo più dolce possibile. Mio Genio
portami (NN), al più presto, al più presto spinta dal tuo
potere.”
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Quando si ha il talismano si operi di lunedì
(Quamar) con la luna crescente, detta anche falce di
luna. Si getterà nelle braci dell’incensiere
dell’Alcanfora purissima (canfora) e si passerà nei
vapori che salgono ripetendo più volte le parole
Tar-She-Sheem. Portare il talismano appeso al collo
o con sé.
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Per far litigare due o più persone
Quando vorrai creare discordia tra due o più
persone, ti volgerai verso settentrione. Accenderai
una candela rossa e una nera e poi nell’incensiere
arderai sulle braci un miscuglio di mirra, galbano e
assafetida. Poi nominerai le persone ad alta voce e
aggiungerai: “Combattetevi, combattetevi, Roudmo,
Torvat, Zoneor.”
La fumigazione di Azra-El
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perché si ottiene quello che si chiede. Molto
pratiche sono le filastrocche in rima. I Geni sono
famosi per esaudire un desiderio. Quando avete
finito di dire le parole esclamerete il nome del
Principe dei Geni Samhazai (Semiazà) Questa
parola carica l’incantesimo da voi pronunciato. I
Geni amano le lampade poiché sono esseri ignei e da
questo elemento traggono il loro potere. Se
metterete olio in una ciotola o una lampada (proprio
simile a quella classica di Aladino che si può trovare
nei bazar orientali) e uno stoppino galleggiante
potrete accenderlo per la realizzazione di desideri
legittimi. Spesso si inserisce sul fondo dell’olio un
biglietto con il desiderio scritto, piegato o arrotolato
e legato con filo di seta o altro, poi si aggiungono
essenze e polveri e ingredienti vari.
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Un testo medievale, lo “Zolfo Rosso” di Ibn Arabi,
parla di come l'uso di liquidi del corpo con nome
Baduh per generare “amore”
د ب
ح أوو
'
“Per procurare l'amore, dopo aver preso l'acqua in
bocca, ripetere Buduh sette volte, per poi tornare
l'acqua dalla bocca alla bottiglia; Otterrete amore se
lo somministrerete al soggetto della vostra
attenzione.”
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IBLIS
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E si prostrarono tutti, eccetto Iblīs. E disse Iddio:
"Che cosa t'ha impedito di prostrarti, quando Io te
l'ho ordinato?"
E quegli rispose: "Io sono migliore di lui. Me Tu
creasti di fuoco e lui creasti di fango!" »
(Corano, VII:10-12, trad. di A. Bausani)
Per l'Islam infatti non esiste un Bene che sia avulso
da Allāh. Il Bene non è altri che Allāh. Fare dunque
il Bene combacia perfettamente con l'ubbidire ai
comandi divini, fare la sua volontà. Fare il Male, per
converso, è disubbidire a Dio, non adeguarsi alla Sua
volontà.
Nella tradizione islamica, quindi, il perfetto
malvagio è Iblīs, mentre il perfetto credente è
Abramo (nella tradizione islamica Ibrāhīm) che,
senza indugiare, ubbidì a un ordine divino per
quanto apparentemente insensato: l'uccisione di suo
figlio che la tradizione islamica indica in
Ismaele/Ismāʿīl o Isacco/Isḥāq.
Come è noto, Dio fermò il padre prima dell'atto
fatale, soddisfatto della pronta ubbidienza del suo
devoto. Abramo, per la sua totale sottomissione al
volere divino (islam), è ricordato come perfetto
esempio di credente dai musulmani.
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Il nome di Iblis può essere evocato in modo non
esplicito facendo uso di epiteti che lo caratterizzano.
Tra questi:
"il sussurratore" (waswas), sulla base della Sura 114,
in cui si chiede aiuto a Dio "contro il male del
sussurratore furtivo che sussurra nel cuore degli
uomini";
"il lapidato" (rajīm), con allusione alla lapidazione
che viene inscenata durante i riti del pellegrinaggio.
O dolce Iblis
Cuore Fiammante,
dal tenero sguardo,
donaci la Conoscenza,
a noi tuoi figli,
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a noi tuoi figli,
in questa notte nera,
fra esplosioni di luce,
e il tintinnio d’ogni cosa!
Adramelech.
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Sui geni cattivi
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Il Testamento Salomone
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"Io sono Beelzeboul, Capo dei Demoni. Sono io che
rendo gli spiriti visibili agli uomini".
"Ed egli acconsentì a condurre da me tutti gli
spiriti".
Salomone chiese se vi erano spiriti femminili, e
Beelzeboul disse che ve ne erano, e gliene avrebbe
mostrato uno.
Venne così ONOSKELIS, in forma di una donna
piacevole e bella a vedersi. Essa vive normalmente
in una caverna d'oro; passa il suo tempo a
strangolare gli uomini, e la si può incontrare nelle
grotte e le valli profonde. Si associa agli uomini
dalla complessione scura, e ne divide la Stella.
(Probabilmente quella dei Gemelli). Ma sotto
interrogatorio afferma di non concedere poteri
soprannaturali a coloro che la adorano, come invece
fanno altri spiriti.
Onoskelis venne creata "da un'eco che cadde in una
foresta", ed opera sotto la Luna piena. Può essere
combattuta solo dal nome dell'angelo JOEL, e la
Sapienza di Dio.
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Salomone la manda a intrecciare corde per il
Tempio.
Venne poi ASMODEUS: è parte angelo, parte uomo,
e la sua costellazione è l'Orsa. Furioso e urlante.
Asmodeus opera contro le spose e i mariti, e passa il
suo tempo a distruggere la bellezza delle vergini.
Fomenta inoltre la follia e la lussuria, spinge gli
uomini ad abbandonare le loro mogli per altre
donne. E' dominato dall'angelo RAPHAEL. Chi
desidera averlo sotto controllo (ed evitare di
conseguenza tutte le sventure di cui è apportatore),
deve appellarsi a quell'angelo, bruciando un certo
incenso. Dapprima Asmodeus non vuole rivelarne la
composizione: ma Salomone lo minaccia con Nomi
potentissimi, e il demone cede. L'incenso che
dissolve i malefici dello spirito è composto di noce
di galla e fegato del pesce glanos, bruciato su legno
di tamarindo.
Sperimentata immediatamente tale fumigazione sul
demone, Salomone richiama Beelzeboul,
sottoponendolo ad ulteriore interrogatorio.
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Apprende così che fra le sue occupazioni vi è quella
di sopprimere i regnanti, e di aiutare i nemici
stranieri. Egli inoltre manda demoni a perseguitare
la gente, facendola deviare dalla retta via: in
particolar modo i devoti.
Nel progettare la distruzione del mondo, Beelzeboul
causa inoltre assassini, insidie, guerre e crimini
contro natura. E' vinto dalla parola EMMANUEL, e
dal Nome rappresentato dalle cifre 644. Svanisce
inoltre al nome ELEETH. (Questo nome è invocato
e usato anche per sconfiggere le malattie in genere.)
Lo spirito fornisce poi spontaneamente alcune
informazioni magiche a Salomone:
"Ascolta, o Re: se brucerai resine, incenso e bulbi di
mare, con nardo e zafferano, e accenderai sette
lampade in fila, fermerai le fondamenta della tua
casa. E se, in stato di purezza, le accenderai all'alba,
allora vedrai i dragoni celesti, mentre si sollevano e
trascinano il carro del Sole!"
Salomone lo rimanda alle sue occupazioni, e chiama
un altro demone. Appare lo Spirito delle Ceneri,
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TEPHROS, che si presenta come un vento
impetuoso. Porta oscurità, provoca incendi nei
campi, ed è sotto il dominio astrologico del corno
della Luna crescente. Non è uno spirito interamente
malvagio, perchè quando è chiamato con i nomi
BULTALA, THALLAI e MELCHAL, cura la febbre,
attraverso il potere dell'Arcangelo Azael. Appreso
ciò, Salomone evoca Azael, ordinandogli di
sottomettere TEPHROS. Dominato lo spirito,
Salomone lo invia a gettare rocce agli operai
impegnati nella costruzione della parte superiore
del Tempio.
Chiamato un altro demone, ne appaiono sette, uniti
insieme, e tutti in aspetto di donne. Queste
informano il Re che, fra di loro, costituiscono i
trentatré elementi del Signore dell'Oscurità, e sono
un gruppo di stelle.
La prima si chiama Inganno. Provoca le azioni sleali,
e può essere dominata appellandosi all'angelo
Lamechial. Quando scoppia una rissa, è causata dalla
seconda, il cui nome e Lotta: viene messa in fuga dal
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nome dell'angelo Baruchiachel. II terzo demone
femminile ha nome Guerra, e può essere
combattuto solo dall'angelo Marmarath. Quarta
viene colei che presiede all'odio e alla separazione.
Divide il marito dalla moglie, i genitori dai figli, i
parenti gli uni dagli altri. Le sue attività possono
essere interrotte solo invocando il potere dell'angelo
Behial. Forza è il nome del quinto spirito delle
tenebre. Diffonde la tirannia e l'usurpazione; le sue
attività possono essere messe a termine solo dalla
parola ASTERAOTH. Gli uomini vengono sviati dal
sesto spirito, il cui nome è Errore. Questi giunge a
predire a Salomone che in seguito sarebbe riuscito a
condurlo fuori dalla retta via, ricordandogli inoltre
che aveva già fatto in modo che egli uccidesse il
proprio fratello. E' lui che convince gli uomini a
divenire necromanti. L'angelo che lo sconfigge è
Urial. Il settimo ed ultimo spirito del gruppo è il
peggiore di tutti: tanto terribile che non ne vengono
dati né il nome né i poteri.
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Scomparsa questa serie di spiriti, Salomone
continua:
"Allora io, Salomone, lodai il Signore e chiesi che un
altro demone apparisse. Di fronte a me si mostrò
una forma, simile a un uomo, ma senza testa.
Ed io gli chiesi: "Chi sei?". Rispose: "Sono un
demone". Gli chiesi quale, e mi disse: "Sono Invidia.
Divoro le teste, perché cerco una testa per me
stesso. Non ne ho consumate abbastanza, e ne
desidero una come la tua".
"Io, Salomone, posi allora su di lui il sigillo,
puntandogli la mano contro il petto. Allora il
demone balzò in alto, ricadde e gemette, e disse:
"Ahimè, che mi succede? Al tradimento, non posso
più vedere!"
"Allora dissi: "Io sono Salomone. Dimmi come riesci
a vedere senza testa!". Mi rispose: "Attraverso le
sensazioni". "Gli chiesi come poteva parlare.
Rispose: "O Salomone, Re, io stesso sono una voce,
perché ho ottenuto le voci di innumerevoli uomini.
Spezzo le teste di chi viene detto muto, l'ottavo
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giorno dopo la nascita. Getto incantesimi sugli
incroci, e sono pericoloso. Afferro e taglio la testa di
un uomo, come con una spada, e la pongo sul mio
collo. Mando anche malattie ai piedi e causo dolori..
". Salomone scoprì da lui che solo l'angelo del
fulmine poteva dominare il demone Invidia.
Lo spirito successivo apparve in forma di grosso
cane con la voce profonda. Anticamente era
Ermetef un saggio di grande sapienza, ed ora è
chiamato RABDOS ("verga"), e sgozza la gente. Può
essere comandato solo dal potere dell'angelo Brieus.
Venne poi un'apparizione spaventosa, simile ad un
leone, comandante di una legione. Il suo nome non
è citato. In tono feroce, annuncia di essere dominato
dal numero 644 e dal nome EMMANUEL. La sua
attività consiste nell'attaccare i convalescenti
mentre guariscono dalle loro malattie.
Un dragone con tre teste e mani umane, che fu
l'apparizione successiva, venne messo al lavoro con
gli altri al Tempio. I suoi compiti sono l'attaccare i
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fanciulli prima della nascita, e causare l'epilessia. Lo
si vince scrivendo la parola JERUSALEM.
Dopo questo si mostrò uno spirito femminile. Il suo
corpo era scuro, gli occhi verdi e brillanti, le
membra invisibili. Disse di chiamarsi OBIZUTH.
Passava il tempo con le donne chiuse in casa,
cercando di strangolarne i figli. "Tutta la mia opera
sta nel distruggere i fanciulli, nel corpo e
nell'anima". E' vinto dall'angelo Afarof, detto anche
Raphael. "Se un uomo consegna quel nome, per
iscritto, ad una donna sul letto col bimbo, io non
potrò arrivare sino a lei", rivela lo spirito. "II
numero di quel nome è seicentoquaranta".
A tale cifra si arriva assegnando un certo valore
numerico ad ogni lettera, cosi: R (100), A (1), Ph
(500), A (1), E (8), L (30).
Dopo Obizuth venne un drago alato, con volto e
mani umane. Rende infedeli le donne, ed è posto in
fuga dallo'angelo Bazazath.
ENEPSIGOS, altro spirito femminile, può
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manifestarsi anche in forme diverse. Alle sue varie
attività malefiche si pone termine invocando
l'angelo Rathanael.
Un essere simile ad un pesce fu il visitatore
successivo. Spirito marino, e avido d'argento e d'oro.
Distrugge le navi e causa epidemie fra gli equipaggi.
E' chiamato KUNOSPASTON, e talvolta si
avventura sulla terraferma. L'angelo che lo vince è
Iameth. Quando Salomone tentò di imprigionarlo,
disse che non poteva vivere senza acqua: ne venne
recata perciò un'anfora colma, e lo spirito vi fu
sigillato dentro, e custodito nei sotterranei del
Tempio.
Ultimo di questa serie di apparizioni fu un gigante
armato di una spada enorme: reliquia questa, a suo
dire, dell'epoca in cui sulla terra regnavano i giganti.
Questo spirito causa le possessioni demoniache, la
calvizie, e un genere di follia nella quale un uomo
divora la sua stessa carne. E' vinto scrivendo un
certo numero sulla sua fronte. Anch'egli venne
imprigionato in un'anfora.
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Successivamente, apparvero spiriti di diverse tipo: i
decani dei pianeti, ciascuno con il suo dominio
astrologico.
Ruax viene sotto il segno dell'Ariete. Rende
laboriosi i processi mentali degli uomini, e può
essere controllato da questa invocazione:
"MICHAEL, serra RUAX!"
Barsafel provoca l'emicrania, e lo si combatte
dicendo: "GABRIEL, serra BARSAFEL!"
Arafosael fa ammalare gli occhi. Chi ha questo
genere di fastidi, per curarsi deve solo ripetere la
seguente invocazione: "URIEL, serra ARATOSAEL!"
Iudal causa la sordità. II contro-incantesimo è:
"URIEL, serra IUDAL!"
Sphendonael è il demone che attacca le tonsille, e
può essere posto in fuga ripetendo: "SABRAEL, serra
SPHENDONAEL!"
Sphandor causa malattie e dolori alle spalle, alle
mani, al collo e alle midolla. Contro di lui, si ricorre
all'usuale invocazione con l'angelo ARAEL.
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Belbel opera contro il cuore e la mente. L'angelo cui
appellarsi contro i suoi malefici è ancora ARAEL.
Kurtael provoca dolori, specie al ventre. Può essere
allontanato dal nome dell'angelo IAOTH.
Metathiax causa disturbi alle reni, e viene
combattuto dal potere di ADONAEL.
Katanikotael è fonte di discordia in famjglia. Rivela
a Salomone che, per avere pace ed armonia in casa,
un uomo deve scrivere la seguente frase su sette
foglie di alloro: "IAE, IEO, Figli di Sabaoth, nel
Nome di Dio Altissimo, imprigionate
KATANIKOTAEL". Le foglie devono quindi essere
lavate in acqua, e l'acqua spruzzata per la casa,
dall'interno all'esterno.
Saphathorael provoca cadute e fa indulgere
all'ubriachezza. Per combatterlo, si deve portare
appeso al collo un foglio con scritta la seguente
frase: IAEO IEALO IOELET SABAOTH ITHOTH
BAE.
Bobel, o Bothothel, fa ammalare i nervi. La seguente
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formula ne dissipa i malefici: "ADONAEL, serra
BOTHOTHEL!"
Kumeatel causa brividi e sonnolenza morbosa.
L'invocazione contro di lui è: "ZOROEL, serra
KUMEATEL!"
Rocled, che fa sentire gelo e dolore allo stomaco, è
messo in fuga da queste parole: "IAG, va', tu sei
freddo, Salomone è piu saggio degli undici padri!"
Atrax è il genio malefico che rende gli uomini
febbricitanti. Per liberarsene, si pesta e polverizza
del coriandolo, pronunciando il seguente
incantesimo: "lo esorcizzo questa febbre immonda,
per il Trono di Dio Onnipotente! Sollevati, polvere,
e lascia questa creazione di Dio!"
Ieropael causa crampi e convulsioni. Si devono dire
le seguenti parole tre volte, nell'orecchio destro del
paziente: "IU-DARIZE, SABUNE, DENOE!"
Baldumech porta discordia fra le coppie di sposi. Lo
si allontana scrivendo su di un foglio, e
custodendolo in casa, il seguente incantesimo: "Ti
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comanda il Dio di Abramo, e il Dio di Isacco, e il
Dio di Giacobbe: lascia in pace questa casa!"
Naoth affligge le ginocchia. E' vinto solo invocando
i nomi di PHNUNOBOEL, NATHATH.
Mardero è un altro demone che causa febbri. Contro
di lui si usa un incantesimo da scrivere su carta, e
legare al collo: "SPHENER, RAFAEL, non
trattenetemi, non incitatemi!"
Alath fa tossire i bambini. Si può impedirglielo con
le parole: "ROREX, segui ALATH!"
Nefthada provoca dolori ai reni e disuria. E'
allontanato fissandosi ai lombi un talismano con
scritte le parole: IATHAOTH, URUEL,
NEFTHADA.
Akton causa mal di schiena e dolori alle costole.
Questi disturbi possono essere curati da un amuleto
di rame, fatto di metallo tolto a una nave che non ha
posto l'ancora, con incisa l'invocazione:
"MARMAROTH, SABAOTH, perseguitate
AKTON".
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Anatreth è il demone che origina le febbri interne.
La cura è semplice: si ripeta "ARARA CHARARA".
Pheth è lo spirito maligno cui sono dovute
tubercolosi ed emorroidi. II paziente deve bere vino
dolce, cui siano state indirizzate queste parole: "Io ti
esorcizzo, per l'undicesimo eone, onde fermare,
come comando, FETH, AXIOFETH!"
Anoster provoca disturbi alla vescica. Per curarli,
allontanando lo spirito, si devono pestare in olio tre
semi di alloro, e spalmarli sulla parte dolorante, con
le parole: "Io ti esorcizzo, ANOSTER! Fermati, per
MARMARATH!"
Alleborith è lo spirito che tormenta chi
inavvertitamente ha ingoiato una spina di pesce. Per
liberarsene è necessario inghiottire un'altra spina
dello stesso pesce, e quindi tossire.
Hephesimireth causa le artriti. In questo caso
occorre prendere del sale, strofinarselo sulle mani,
immergere queste nell'olio e quindi massaggiare il
paziente, dicendo: "SERAFIM, CHERUBIM,
aiutatemi!"
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Ichthion provoca le paralisi, ed è posto in fuga
dall'invocazione: "ADONAETH, aiutami!"
Ahchonion è nemico degli infanti. Chi è
perseguitato da tale demone deve scrivere su una
foglia di fico: LYCURGOS, YCURGOS, KURGOS,
YRGOS, Gos, Os.
Atitothith causa inimicizia e ogni sorta di fastidi.
Per liberarsene si devono scrivere le parole ALPHA
e OMEGA.
Ftheboth getta il malocchio. Può essere allontanato
dal disegno di un occhio.
Bianakith causa decomposizione e infezioni, Ci si
può proteggere da lui scrivendo sulla porta di casa:
Melto, Ardu, Anaath.
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Poi, dopo molte altre attività magiche, Salomone
venne preso da passione per una bella Shunamita.
Per amor suo cominciò ad adorare Moloch, e costruì
un tempio a Baal, Moloch e altre divinità. Questa fu
la sua caduta, ed il Testamento termina così:
"Per questo ho scritto il mio Testamento, perché
coloro che lo leggeranno preghino per me, e
considerino la fine e non il principio, col che
acquisteranno l'eterna grazia. Amen”
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CURIOSITA’
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Si individua pure un ciclo dei racconti di Baghdad
(chiaramente di tradizione arabo-musulmana), nelle
quali assume un ruolo fondamentale il califfo Hārūn
al-Rashīd ed un ciclo di novelle ambientate in
Egitto (per lo più al Cairo), più avventurose e di
origine più recente, nelle quali si riconoscono
influssi giudaici. Accanto ai filoni indo-iranico,
arabo-abasside-iracheno, arabo-egiziano e giudaico
è presente pure un filone minore greco-ellenistico.
Alcune novelle, infine, sono parzialmente
ambientate in Cina ed altre negli Urali. In tempi
successivi vennero aggiunti racconti estranei; quali
Le avventure di Sinbad il marinaio o La storia dei
sette vizir.
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essere identificata col nucleo più antico de Le mille
e una notte.
52
Sollecitato dall'interesse che le Mille e una notte
riscuotevano, anche Richard Francis Burton si mise
allora all'opera per una traduzione. La sua versione
è assai arcaica nella lingua e riporta alcune
differenze rispetto a quelle dei due predecessori e di
Galland. L'erotismo del testo fu accentuato
soprattutto dalle minuziose note ed appendici, che
non si limitano però a fornire delucidazioni sul
materiale sessuale ma coprono innumerevoli aspetti
dei costumi dei vari stati musulmani dando un
interessante supporto al lettore. La sua versione
rimane la più estesa di quelle mai pubblicate (sedici
volumi: dieci di Mille e una notte più sei di Notti
supplementari, in cui sono incluse le storie "orfane"
di Aladino e Alì Babà).
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dall'improvvisa fortuna di ʿAlí Babà che gli rivela la
sua avventura.
Qāsim si reca allora alla caverna ma, turbato dalla
vista di tante ricchezze, non ricorda più la formula
che gli permetterebbe di uscirne. I banditi lo
sorprendono nella grotta, lo uccidono e tagliano a
pezzi il suo cadavere. ʿAlí Babà, inquieto per
l'assenza del fratello, si reca alla grotta e ne scopre i
resti, riportandoli presso la sua abitazione. Con
l'aiuto di Margiāna, sua schiava assai abile, riesce a
inumare suo fratello senza attirare l'attenzione dei
vicini.
I banditi non ritrovano più il cadavere e capiscono
che un'altra persona conosce il loro segreto.
Finiscono per trovare l'abitazione di Alí Babà. Il
loro capo si fa passare per un mercante d'olio e
chiede ospitalità ad Alí Babà. È accompagnato da un
convoglio di muli carichi di 40 giare. Una di esse è
piena in effetti di olio ma ciascuna delle restanti 39
nasconde un bandito. Insieme hanno progettato di
uccidere Alí Babà nel sonno. Margiāna scopre il loro
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piano e uccide i banditi nascosti nelle giare,
versando olio bollente in ognuna di esse. Poi la
schiava va a danzare e, avvicinandosi al capo dei
ladroni, lo uccide con un pugnale. Spiega quanto
successo ad Alí Babà e lui la dà in moglie al suo
primogenito per ringraziarla.”
58
Appendice
59
Bibliografia
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al-jānn, Beirut, Dār al-qalam, 1988.
Jalāl al-Dīn al-Suyūtī, Laqat al-murjān fī ahkām al-jānn, Il Cairo,
Maktabat al-turāth al-islāmī, s.d.
Zakariyā ibn Muhammad al-Qazwīnī, ʿAjāʾib al-makhlūqāt wa
gharāʾib al-mawjūdāt, Beirut, Dār al-albāb, s.d.
Kamāl al-Dīn al-Damīrī, Hayāt al-hayawān al-kubrà, Beirut, Dār
al-albāb, s. d. (in margine, come di consueto, ad al-Qazwīnī).
Al-Jāhiz, Kitāb al-hayawān, ed. Hārūn, Il Cairo, Mustafā al-Bābī
al-Halabī, 1967.
Virginia Vacca, "Appunti su un trattato arabo di ginnologia", in:
Studi e materiali storici e religiosi (Studi in onore di Alberto
Pincherle), 38 (1967), II, pp. 646–54.
Claudio Lo Jacono, Di alcune particolarità dei "ǧinn", in: Un
ricordo che non si spegne. Scritti in memoria di Alessandro Bau
G. Calasso, "L'intervento d'Iblis nella creazione dell'uomo", in
Rivista degli Studi Orientali, 45 (1970), pp. 71–90
61