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GUIDE DIELETTRICHE

Appunti dal Corso di Complementi di Campi Elettromagnetici

Prof. Giuseppe Conciauro

Fac. di Ingegneria, Università di Pavia, a.a. 2005-2006

I. P     


Un problema istruttivo e matematicamente semplice per iniziare lo studio delle guide dielettriche riguarda la
propagazione guidata da una lastra piana di indice di rifrazione n1 immersa in un mezzo di indice di rifrazione
n2 < n1 (Fig.1). I due mezzi sono ideali. La lastra è infinitamente estesa e si suppone che il campo sia indipen-
dente da y (problema bidimensionale)
I potenziali di Hertz-Debye, nei mezzi 1 e 2 sono Ψ(i) = Ψ(i) (x, z) e Φ(i) = Φ(i) (x, z) (i = 1, 2 indica il mezzo di
pertinenza). Essi soddisfano l’equazione di Helmoltz omogenea

∂2 Ψ(i) ∂2 Ψ(i) ∂2 Φ(i) ∂2 Φ(i)


+ + n2i k02 Ψ(i) = 0 + + n2i k02 Φ(i) = 0
∂x2 ∂z2 ∂x2 ∂z2
dove k0 = ω/c. Da essi si deduce:

− jη0 ∂2 Ψ(i) − j ∂2 Φ(i)


x =
E (i) H x(i) =
n2i k0 ∂x∂z k0 η0 ∂x∂z
∂Φ(i) ∂Ψ(i)
Ey(i) = Hy(i) = − (1)
∂x ∂x
jη0 ∂2 Ψ(i) j ∂2 Φ(i)
Ez(i) = Hz(i) =
n2i k0 ∂x2 k0 η0 ∂x2

Le condizioni di continuità all’interfaccia richiedono che per x = ±d siano verificate le condizioni

∂Ψ(1) ∂Ψ(2) 1 ∂2 Ψ(1) 1 ∂2 Ψ(2)


= =
∂x ∂x n21 ∂x2 n22 ∂x2

∂Φ(1) ∂Φ(2) ∂2 Φ(1) ∂2 Φ(2)


= =
∂x ∂x ∂x2 ∂x2

x
n2
d

n1
0 z

—d
n2

Fig. 1. lastra dielettrica


2

Sia le equazioni di Helmoltz che le condizioni suddette coinvolgono ciascuna uno solo dei potenziali. Pertanto
possono esistere soluzioni con Ψ , 0, Φ = 0 (campi TM, con Hz = 0) e soluzioni con Φ , 0, Ψ = 0 (campi TE,
con Ez = 0). Questa separazione in due classi di soluzioni è analoga a quella che si ha nelle guide metalliche.
Però , come si vedrà in seguito, essa non è generalmente possibile nelle guide dielettriche.
A causa della simmetria rispetto al piano x = 0 esistono soluzioni simmetriche, in cui il campo elettrico ha
simmetria pari o dispari. Indicando con ”e” (even) e ”o” (odd) le simmetrie pari e dispari, possiamo considerare
soluzioni di tipo TEo , TEe , TMo , TMe . E’ chiaro che la sovrapposizione di soluzioni di questo tipo è un campo
del tutto generico (possibilmente asimmetrico e con le componenti assiali Ez e Hz non nulle.
A. Modi
Come nel caso delle guide metalliche si considerano soluzioni particolari dell’equazione di Helmoltz (modi),
rappresentate da funzioni d’onda piana (non-uniforme) del tipo

Ψ(i) = Mψ(i) (x) e∓ jβz (modi TM) Φ(i) = Mφ(i) (x) e∓ jβz (modi TE) (2)

dove ψ(i) e φ(i) sono funzioni reali che soddisfano


∂2 ψ(i) ∂2 φ(i)
a) + κi 2 ψ(i) = 0 b) + κi 2 φ(i) = 0 (3)
∂x 2 ∂x 2
con
κi2 := (ni k0 )2 − β2 reale (4)

Le condizioni di continuità alle interfacce richiedono


dψ1 dψ2 dφ1 dφ2
a) = b) = per x = ±d (5)
dx dx dx dx
κ1 ψ1 κ22 ψ2
2
a) = 2 b) κ12 φ1 = κ22 φ2 per x = ±d (6)
n21 n2

Inoltre ψ(2) e φ(2) e le loro derivate devono rimanere finiti per x → ±∞, dato che il campo non deve divergere
all’infinito.
La (4) implica che β2 si reale, quindi che β sia reale (modo che si propaga senza attenuazione) o immaginario
(β = − jα, modo evanescente). Se β è reale i parametri κ12 e κ22 possono avere segni diversi, ai quali corrispondono
forme diverse per le soluzioni delle (3). Consideriamo i seguenti tre casi:

Caso I 0 < β < k0 n2 κ12 > 0 κ22 > 0 (κ1 = u , κ2 = v)


Caso II k0 n2 < β < k0 n1 κ12 > 0 κ22 < 0 (κ1 = u , κ2 = jv)
Caso III k0 n1 < β < ∞ κ12 < 0 κ22 < 0 (κ1 = ju , κ2 = jv)

dove sono state introdotte le quantità (reali-positive)


 q
 k0 n1 − β2


 2 2 (nel caso I e II)
u = |κ1 | =  (7)

q
 β2 − k02 n21

(nel caso III)

 q
 k0 n2 − β


 2 2 2 (nel caso I)
v = |κ2 | = 

q (8)
 β2 − k02 n22

(nel caso II e III)


3

A.1 Studio dettagliato dei modi TE a simmetria pari.


Nei modi TE il campo elettrico ha la sola componente Ey = (∂φ/∂x)e± jβz . Se il modo ha simmetria pari φ deve
avere simmetria dispari. Pertanto si considerano soluzioni della (3b) del tipo
A cos κ2 (x − d) + B sin κ2 (x − d) x>d
(
φ = sin κ1 x
(1)
φ =
(2)
(9)
−A cos κ2 (x + d) + B sin κ2 (x + d) x < −d
dove A, B, sono costanti da determinare. Per le (31) e (32) deve aversi
κ2 B = κ1 cos κ1 d (10)
κ22 A = κ12 sin κ1 d (11)

Inoltre, se κ2 = jv (casi II e III), deve aversi B = jA, in modo che

A cosh v(x − d) + jB sinh v(x − d) = Ae−v(x−d) x>d


(
φ =
(2)
(12)
−A cosh v(x + d) + jB sinh v(x + d) = −Aev(x+d) x < −d

Solo con questa scelta, infatti, φ(2) e la sua derivata non divergono all’infinito.
Si lascia al lettore di verificare che, se anche κ1 è immaginario (κ1 = ju, caso III), le (10) e (11) sono incom-
patibili, cosicché non è possibile avere modi con β > n1 k0 . In altre parole, la costante di fase dei modi non può
superare quella che alla stessa frequenza avrebbero le onde piane uniformi nel mezzo 1. Gli unici casi possibili
rimangono quindi quelli I e II.

C I - Se 0 < β < k0 n2 si ha

u2

u
sin ud cos v(x − d) + x>d



 cos ud sin v(x − d)x
 v2

 v
φ = sin ux φ =
(1) (2)

c (13)
u2 u


sin ud cos v(x + d) + cos ud sin v(x + d)x x < −d





v2 v

Questi modi, i cui campi si estendono all’infinito, vengono detti modi radianti (la ragione di questa denomi-
nazione verrà spiegate successivamente). Per ogni data frequenza i modi radianti esistono in tutto lo spettro
continuo di valori di β compreso fra 0 e la costante di fase delle onde piane uniformi nel mezzo 2 (cioè n2 k0 ).
Al variare di β cambia la conformazione del campo, poiché u e v dipendono da β. Un possibile andamento del
campo di un modo radiante è indicato nella Fig. 2a.
0 < β < k0n2 x x

k0n2 < β < k0n1

Ey Ey

(e)
modo TE0

a b

Fig. 2. Esempio di andamento del campo in un modo TEe radiante (a) e in modo guidato (b). Le crocette e i cerchietti
rappresentano il campo elettrico (entrante o uscente dal foglio), le linee orientate rappresentano il campo magnetico.
4

C II – k0 n2 < β < k0 n1 – Come si è detto (v. Eq. 12) in questo caso si ha

Ae−v(x−d) x>d
(
φ = sin ux
(1)
φ =
(2)
−Ae v(x+d) x < −d

Inoltre, poiché B = jA, dalle (10) e (11) risulta

−vA = u cos ud (14)


−v2 A = u2 sin ud (15)
da cui, dividendo membro a membro
u tan ud = v (16)

Eliminando β fra le (27) e (28) si ottiene


q
v= k02 (n21 − n22 ) − u2

e quindi, sostituendo nell’equazione precedente e moltiplicando per d


q
ud tan ud = (k0 d)2 (n21 − n22 ) − (ud)2 (17)

Dunque, per ogni valore di k0 (cioè della frequenza) u può assumere solo i valori che soddisfano la precedente
“equazione caratteristica”. Tali valori sono sempre in numero finito, come si vede dalla soluzione grafica di
Fig.3a e il loro numero cresce al crescere della frequenza (che è proporzionale al raggio del cerchio). Ogni valore
un corrisponde a un modo, indicato con la sigla TEen (n = 0, 1, . . . , N).
Le espressioni de campo elettrico e del campo magnetico vengono trovate utilizzando le (24) e (2). Per esem-
pio,

Ey(1) n = Mun cos un x e− jβz (18)


(k0 n2 < β < k0 n1 )
Ey(2) n = Mun cos un d e−v(|x|−d) e− jβz (19)

L’andamento del campo elettromagnetico del modo TEe0 è indicato nella Fig. 2b. All’esterno della lastra il campo
decresce esponezialmente, cosicché il flusso di energia elettromagnetica è concentrato nella lastra e nelle sue
vicinanze. Per questa ragione, i modi in questione sono detti “guidati”.
Al contrario dei modi radianti, i modi guidati si propagano con una ben determinata costante di fase, dipendente
dalla frequenza. La relazione esitente fra ω e β (“relazione di dispersione”) è ottenuta risolvendo la seguente
equazione, derivante dalla (27):
r
ωn1 2
un (ω) = − β2
c
dove un (ω) è l’n-esima soluzione dell’equazione caratteristica (17). Pertanto si ottiene
r
ωn 2
(per il modo TEen )
1
β= − u2n (ω) (20)
c

I diagrammi di dispersione dei primi modi TEen hanno l’andamento mostrato nella Fig. 3b. Essi partono dalla
retta β = k0 n2 e tendono asintoticamente alla retta β = k0 n1 .
L’esame della Fig. 3a mostra che l’n-esimo il modo TEen inizia ad esistere a partire dal valori di k0 per i quale
il raggio della circonferenza è pari nπ. Pertanto, la frequenza ωn per la quale viene verificata questa condizione
costituisce la “frequenza di taglio” del modo. Ponendo ko = ωn /c, la suddetta condizione assume la forma
5

10
k0d n12 — n22

ω e
TE4

4ω1 e

2
n
TE3

k0
zona dei modi

=
radianti

˚β
e

˚˛
TE2
3ω1

˚‹
e
TE1
e
π 2π 3π 4π TE0
0 2ω1
u0d u1d u2d ud
β= k0 n2

ω1
ω1 = πc
d n12 — n22

0
0 ω1/c 2ω1/c 3ω1/c 4ω1/c ..... ..... β

ud tan ud
d k02(n12 — n22) — u2
—10
a b

Fig. 3. a - soluzione grafica dell’equazione caratteristica (17); b - diagramma di dispersione dei primi modi guidati TEe .

ωn d
q
n21 − n22 = nπ (n = 0, 1, . . .)
c
e quindi la frequenza di taglio del modo TEen è data da
ωn = nω1
dove
πc
ω1 = q
d n21 − n22

Alla frequenza di taglio, si ha u = nπ/d e quindi, per la (17) si ha v = 0. Dunque, proprio alla frequenza di taglio, il
campo all’esterno della lastra è costante, e costituisce un’onda piana uniforme che si propaga nella direzione di z.
Al crescere della frequenza v cresce, cosicché il campo risulta confinato intorno alla lastra, quanto più la frequenza
di lavoro supera la frequenza di taglio. Per frequenze molto alte il campo è quasi completamente confinato nella
lastra e la sua costante di fase tende a quella delle onde piane uniformi nella lastra stessa (β = k0 n1 ).
Le frequenze di taglio sono tanto più alte quanto minore è lo spessore della lastra. Fa eccezione il modo TEe0 ,
che ha frequenza di taglio nulla, indipendentemente dallo spessore.

M TEe  – Come si è già detto, nel caso dei modi evanescenti si ha β = jα. Pertanto

Φ(i) = φ(i) (x)e∓αz ∀ α ∈ [0, ∞[ (21)


p
κi = (ni k0 )2 + α2 (22)
Dunque κ1 e κ2 sono entrambi reali, come nel caso I, trattato precedentemente. Quindi, in entrambi i mezzi
valgono relazioni analoghe alle (9) (con u = |κ1 |, v = |κ2 |). L’andamento del campo è quello di un’onda stazionaria
evanescente (Fig.4a).
6

x x

radiazione
apertura

onde guidate
z

onde evanescenti
a b

Fig. 4. a - modo TEe evanescente; b - tipi di onde intorno ad una lastra dielettrica.

B. Proprietà generali dei modi della lastra


Lo studio delle altre classi di modi (TEo , TMo , TMe ) può essere condotto sulla falsariga di quello dei modi
TEe . Si trovano le seguenti proprietà generali:
• i modi possono esistere sotto la forma di modi evanescenti (con qualsiasi valore della costante α) o sotto la
forma di modi che si propagano (con costante di fase che non può superare quella delle onde piane uuniformi
nella lastra) ;
• per ogni data frequenza si ha uno spettro continuo di “modi radianti”, corrispondenti a tutti i valori di β minori
della costante di fase delle onde piane uniformi nel mezzo esterno alla lastra. Tali modi variano con legge
periodica nella direzione x;
• per ogni data frequenza può inoltre esistere un numero finito di “modi guidati”, che si propagano con valori
ben determinati di β, compresi fra quelli della costante di fase delle onde piane uniformi nella lastra e nel mezzo
esterno. All’esterno della lastra i modi guidati hanno la forma di onde di superficie, la cui ampiezza decresce
esponenzialmente quando ci si allontana dalla lastra stessa;
• il diagramma di dispersione di ciascun modo guidato parte dalla retta β = ωn2 /c e tende asintoticamente alla
retta β = ωn1 /c;
• ciascun modo guidato esiste al disopra di una sua frequenza di taglio, ad eccezione dei modi TEe e
0 e TM0 , che
possono esistere anche a frequenza zero.

I modi costituiscono una base completa per rappresentare il campo elettromagnetico intorno alla lastra. Per
esempio, il potenziale di Hertz-Debye relativo ad un generico campo TE a simmetria pari, generato da un’apertura
posta sul piano z = 0, può essere rappresentato come segue:
Z ∞ Z n2 k0 X
Φ(x, z) = a(α)φα (x) e−αz dα + b(β)φβ (x) e− jβz dβ + Mn φn (x) e− jβn z (23)
0 0 n

dove i due integrali rappresentano sovrapposizioni di modi evanescenti e di modi radianti con tutti i loro possibili
valori di α e β, mentre la sommatoria rappresenta la sovrapposizione dei modi guidati esistenti alla frequenza di
lavoro. I simboli φα e φβ rappresentano l’autofunzione φ (nell’uno o nell’altro mezzo) per i modi TEe , corrispon-
dente al valore della variabili d’integrazione α o di β. Nella (23), i modi evanescenti e radianti hanno ampiezza
infinitesima, rappresentate da a(α)dα e b(β)dβ, rispettivamente.
Il contributo dei modi evanescenti è un campo localizzato vicino all’apertura; il contributo dei modi radianti
rappresenta onde che trasmetto energia verso l’infinito in tutte le direzioni (radiazione); infine, il contributo dei
modi guidati (se esiste) rappresenta onde che trasmettono energia lungo la lastra.
7

II. G    


Consideriamo la struttura di Fig. 5, costituita da un cilindro dielettrico di indice di rifrazione n1 , circondato
da un mezzo illimitato di indice di rifrazione n2 < n1 . I potenziali di Hertz-Debye, nei mezzi 1 e 2 sono
Ψ(i) = Ψ(i) (r, ϕ, z) e Φ(i) = Φ(i) (r, ϕ, z). Essi soddisfano l’equazione di Helmoltz omogenea

∂2 Ψ(i) ∂2 Φ(i)
∇2T Ψ(i) + + n2i k0 Ψ(i) = 0 ∇2T Φ(i) + + n2i k0 Φ(i) = 0
∂z 2 ∂z 2

Da essi si deduce:
− jη0 ∂2 Ψ(i) 1 ∂Φ(i) − j ∂2 Φ(i) 1 ∂Ψ(i)
Er(i) = − Hr(i) = +
n2i k0 ∂r∂z r ∂ϕ k0 η0 ∂r∂z r ∂ϕ
− jη0 ∂2 Ψ(i) ∂Φ(i) − j ∂2 Φ(i) ∂Ψ(i)
Eϕ(i) = + Hy(i) = − (24)
n2i k0 r ∂ϕ∂z ∂r k0 η0 r ∂ϕ∂z ∂r
jη0 j 2 (i)
Ez(i) = 2 ∇2T Ψ(i) Hz(i) = ∇ Φ
ni k0 k0 η0 T

Le condizioni di continuità all’interfaccia richiedono che per r = a siano verificate le condizioni

Eϕ(1) = Eϕ(2) Ez(1) = Ez(2) Hϕ(1) = Hϕ(2) Hz(1) = Hz(2) (25)

A. modi
Nello studio dei modi i potenziali sono rappresentati da funzioni d’onda piana del tipo

Ψ(i) = ψ(i) (r, ϕ) e∓ jβz Φ(i) = φ(i) (r, ϕ) e∓ jβz


Come al solito si ha
∇2T ψ(i) + κi2 ψ(i) = 0 ∇2T φ(i) + κi2 φ(i) = 0 (26)

dove κi2 è un parametro reale definito dall’espressione (4), già vista a proposito dei modi della lastra.
Ci limiteremo a studiare il caso II (n2 k0 < β < n1 k0 ), che è quello dei modi guidati, anche nel caso del cilindro.
Poniamo quindi, dinuovo
q
κ1 = u= k02 n21 − β2 (27)
q
κ2 = jv = j β2 − k02 n22 (28)

n2

ϕ n1
r
2a ϕ=0 z
0

Fig. 5. Guida dielettrica a sezione circolare


8

Applicando il metodo di separazione delle variabili alle (26) scritte in coordinate cilindriche (come nel caso della
guida metallica a sezione circolare), si ottengono soluzioni del tipo
( ) ( )
cos mϕ − sin mϕ
ψ =
(i)
R0i (r) φ =
(i)
R00
i (r) (m = 0, 1, 2, . . .)
sin mϕ cos mϕ

dove R01 e R00


1 sono soluzioni delle equazioni
!
d dR1
ξ ξ + (ξ2 − m2 )R1 = 0 (ξ = ur) (29)
dξ dξ

mentre R02 e R00


2 sono soluzioni delle equazioni
!
d dR2
ρ ρ − (m2 + ρ2 )R2 = 0 (ρ = vr) (30)
dρ dρ

Inoltre, imponendo le (25) si ottengono le condizioni

βη0 mR01 (a) dR00 βη0 mR02 (a) dR00


! !
+ 1
= + 2
(31)
k0 n21 a dr a k0 n22 a dr a
β mR00
1 (a) dR01 00
β mR2 (a) dR02
! !
+ = + (32)
η0 k0 a dr a η0 k 0 a dr a
u2 0 v2 0
R (a) = − R (a) (33)
n21 1 n22 2
1 (a) = −v R2 (a)
u2 R00 2 00
(34)

2 non devono divergere per r → ∞. Si noti che, se si esclude il caso m = 0, le condizioni suddette
Infine, R02 e R00
coinvolgono sia le R0 , sia le R00 , ossia entrambi i potenziali di Hertz-Debye. Dunque, se si esclude il caso m = 0
(modi simmetrici), non esistono modi TE (dipendenti solo da Φ) e modi TM (dipendenti solo da Ψ).

La (29) è una normale equazione di Bessel di ordine m le cui soluzioni possono essere espresse come combi-
nazioni lineari delle funzioni del primo tipo (Jm ) e del secondo tipo (Nm ). La seconda di queste funzioni deve
essere assente per evitare la singolarità in r = 0. Pertanto
R01 = A0 Jm (ur) 1 = A Jm (ur)
R00 00
(35)

dove A0 , A00 sono costanti. La (30) è la cosiddetta “equazioni di Bessel modificata” di ordine m, la cui soluzione
generale può essere espressa come combinazione lineare di due soluzioni particolari, indicate con Im e Km , dette
funzioni di Bessel modificate, di prima e seconda specie, rispettivamente. L’andamento tipico di queste funzioni
è mostrato nella Fig. 6. Si osserva che Im diverge all’infinito e che, quindi, non deve essere inclusa nelle R2 .
Pertanto
R02 = B0 Km (vr) 2 = B Km (vr)
R00 00
(36)
dove B0 e B00 sono costanti. Si noti che le (36) soddisfano la condizione all’infinito, poiché Km (vr) tende a zero
per r → ∞. Imponendo le (33) e (34) si ottiene immediatamente

n22 u2 Jm (ua) 0 u2 Jm (ua) 00


B0 = − A B00 = − A
n21 v2 Km (va) v2 Km (va)

Imponendo le (31) (32) e utilizzando le precedenti espressioni per eliminare B0 e B00 si ottiene
9

1.5 1

N0
1 0.5 N1 N2
J0 N3
J1
J2 J3
0.5 0

0 -0.5

0.5 -1

1 -1.5

1.5 -2
0 2 4 6 8 10 12 0 2 4 6 8 10 12

5 5

4 4

3 3

I0 I1 I2 I3
2 2
K3
K0 K1 K2
1 1

0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5

Fig. 6. Alcune funzioni di Bessel di ordine intero.

η0 βm u2 + v2 0 1 J˙m (ua) 1 K̇m (va) 00


!
A + + A = 0 (37)
n21 k0 a u2 v2 u Jm (ua) v Km (va)
 1 J˙m (ua) n22 1 K̇m (va)  0 βm u2 + v2 00
 
 + 2  A + A = 0 (38)
u Jm (ua) n1 v Km (va) k0 aη0 u2 v2

dove J˙m e K̇m indicano le derivate prime di Jm e di Km . Le due equazioni sono compatibili se il determinante del
sistema è nullo, cioè se
!2
1 J˙m (ua) 1 K̇m (va)  1 J˙m (ua) n22 1 K̇m (va)  β u2 + v2
! 
+  +  = m2
(39)
u Jm (ua) v Km (va) u Jm (ua) n21 v Km (va) n1 k0 a u2 v2

Questa è l’equazione caratteristica che mette in relazione β con k0 (quindi con la frequenza). Le soluzioni di
quest’equazione corrispondono ai modi della guida dielettrica a sezione circolare.

B. Modi TE e TM
Se m = 0 (modi simmetrici, indipendenti da ϕ) l’equazione caratteristica si scinde nelle due equazioni

1 J˙0 (ua) 1 K̇0 (va)


+ = 0 (equazione caratteristica modi TE) (40)
u J0 (ua) v K0 (va)

1 J˙0 (ua) n22 1 K̇0 (va)


+ = 0 (equazione caratteristica modi TM) (41)
u J0 (ua) n21 v K0 (va)
10

Per ogni valore di k0 (cioè per ogni data frequenza), i valori di β che soddisfano l’una o l’altra delle precedenti
relazioni – se ne esistono – sono presenti in numero finito. Ciascuna soluzione corrisponde alla costante di fase di
un modo che si propaga alla frequenza assegnata. Le soluzioni della prima equazione corrispondono a modi TE,
poiché quando essa è verificata si ha A0 = 0 con A00 , 0 (v. eq. 37 e 38), da cui B0 = 0, B00 , 0, R0i = 0, R00
i , 0 e,
dunque, Ψ(i) = 0, Φ(i) , 0. Analogamente si vede, che le soluzioni della seconda equazione corrispondono a modi
TM. Per questa ragione i modi corrispondenti all’indice m = 0 vengono indicati con le sigle TEn o TMn , essendo
n l’indice che caratterizza la n-esima soluzione dell’equazione caratteristica (40) o (41).
Per ogni modo la frequenza di taglio è individuata dalla solita condizione
q
β → k0 n2 ossia v → 0, u → k0 n21 − n22
Si ha
1 K̇0 (va)
lim =∞
v→0 v K0 (va)
e quindi, per le (40) e (41), anche
1 J˙0 (ua)  q 
lim =∞ ossia lim J0 (ua) = J0 k0 a n1 − n2 = 0
2 2
v→0 u J0 (ua) v→0

Pertanto, sia per il modo TEn , sia per il modo TMn , il valore di k0 corrispondente alla frequenza di taglio è
x0n
k0(n) = q (42)
a n21 − n22
dove x0n è l’n-esimo zero della funzione J0 .
Le componenti del campo per i modi TE e TM sono riportate nelle seguenti tabelle.1
TABELLA IV - M TE      
 ˙ 
 (1)   (1)  J0 (ur) 
Er   Hr 
    
 
   uJ0 (ua) 

=0 = − jβP 
      − jβz

e
 
    
Er(2) 

 
 Hr(2) 

 
 
−

 K̇0 (vr) 



vK0 (va)
 ˙ 
 (1)  J0 (ur)   (1) 
Eϕ   Hϕ 
  
   
  uJ0 (ua) 
 
= jη0 k0 P  =0
    − jβz
  
e
 
    
Eϕ(2) 

 
 − K̇0 (vr) 


 

 Hϕ(2) 

 

vK0 (va)
 (1)   (1)   J0 (ur) 
Ez   Hz 
     
   J0 (ua) 

=0 = P
      − jβz

e
 

 
Ez(2) 
 


 
Hz(2) 
 
  K0 (ur) 

 


K0 (ua)

TABELLA V - M TM      


 ˙ 
 (1)  J0 (ur)   (1) 
Er   Hr 
  
   
  uJ0 (ua) 
 
= − jβQ  =0
    − jβz
  
e
 
    
Er(2) 

 
 − K̇0 (vr) 


 

 Hr(2) 

 

vK0 (va)
 2˙ 
 (1)   (1)   n1 J0 (ur) 
Eϕ   Hϕ 
 
k0 Q
     
   uJ0 (ua) 

=0 = j
      − jβz

e
 
η0 2
     
Eϕ(2) 

 
 Hϕ(2) 

 
 
 n2 K̇0 (vr) 
− vK (va) 

 

0
 (1)   J0 (ur)   (1) 
Ez   Hz 
     
  J0 (ua) 
 
= Q =0
    − jβz
  
e
 

 
Ez(2) 
 
  K0 (ur) 

 




 
Hz(2) 


K0 (ua)

 
u2 J0 (ua)A00 η0 u2 Jo (ua)A0
1
P e Q indicano due nuove costanti P = jk0 η0
; Q= jk0 n21
.
11

β/k
β/k0

2a/λ2a/λ
 0

Fig. 7. Rapporto β/k0 n2 per i primi tre modi di una guida di polistirene (n1 = 1.6) a sezione circolare, circondata dall’aria
(n2 = 1).

La figura (7) mostra le curve di dispersione per i modi TE1 e TM1 , in una guida di polistirene circondata da
aria. Il valore β/k0 = 1, corrisponde alla condizione β = k0 n2 (valore minimo di β). Il valore β/k0 = 1.56 (al
quale le curve tendono asintoticamente) corrisponde alla condizione β = ko n1 (valore massimo di β).

C. Modi ibridi
Se m differisce da zero (modi asimmetrici, dipendenti da ϕ), i campi modali dipendono da entrambi i potenziali.
Quindi i modi non sono né TE né TM. Per questa ragione tali modi vengono detti ”ibridi”. La relazione di
dispersione viene ottenuta considerando le soluzioni dell’equazione caratteristica (39). Quest’equazione si scinde
nelle seguenti due equazioni, ottenute risolvendo rispetto a J˙m (ua)/uJm (ua):
s
!2 !2
J˙m (ua) u + v2
! 2
K̇m (va) 2∆u2 K̇m (va)
= −(1 − ∆) 2
− m 1− 2 +∆ 2 (43)
uJm (ua) vKm (va) u + v2 au2 v2 vKm (va)
s
!2 !2
J˙m (ua) u2 + v2
!
K̇m (va) 2∆u2 K̇m (va)
= −(1 − ∆) + m2 1− 2 + ∆2 (44)
uJm (ua) vKm (va) u + v2 au2 v2 vKm (va)
dove
n21 − n22
∆= (45)
2n21
Se m = 0 la prima equazione si riduce all’equazione caratteristica dei modi TE, l’altra a quella dei modi TM. Si
intuisce quindi che nei modi associati alla (43) la componente longitudinale è più rilevante nel campo magnetico
che nel campo elettrico. Per questa ragione tali modi vengono indicati con la sigla HEmn . Analogamente, i modi
associati alla (44) vengono indicati con la sigla EHmn , dato che la componente longitudinale è più rilevante nel
campo elettrico che nel campo magnetico. Per dato valore di m, l’indice n corrisponde alla n-esima soluzione
dell’una o dell’altra equazione caratteristica.
Come nella guida metallica a sezione circolare i modi asimmetrici sono sempre presenti in coppie degeneri
(una dipendente da cos mϕ l’altra da sin mϕ). Piccole deviazioni dalla forma circolare provocano la conversione
da un modo all’altro, ossia la rotazione della direzione di polarizzazione.
La Fig. 7 mostra la curva di dispersione per il modo HE11 , in una forma normalizzata, diversa da quella
considerata finora2 . Si nota che questo modo esiste anche quando 2a/λ0 = 0, cioè a frequenza zero. Dunque,
2
Per ogni modo, nel diagramma normalizzato iI rapporto β/k0 parte da n2 (condizione β = k0 n2 , corrispondente al valore di k0 alla
frequenza di taglio) e tende asinticamente a n1 (condizione β = k0 n1 ). Nell’esempio di figura esso è compreso fra 1 e 1.56.
12

a differenza dagli altri, esso non ha frequenza di taglio e costituisce il modo dominante della guida dielettrica a
sezione circolare.
Le espressioni dei campi dei modi ibridi sono piuttosto ingombranti e si omette di riportarle. Come si dirà
successivamente, nello studio delle fibre ottiche, le espressioni dei campi si semplificano notevolmente quando
n1 e n2 sono poco differenti, grazie alle approssimazioni che possono essere fatte in questo caso.

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