Sei sulla pagina 1di 1486

n. l180812009 R.G.

delle notizie di reato


n. 941412009 R.G. molo del G.I.P.
n. l400712009 R.G. molo stralcio
Sent. no 52812010

emanata il 5 MAGGIO 2010

irrevocabile in data.. .........................


al P.M. per l'esecuzione il.. ..................
Campione Penale no..........................
Redazione scheda in data.. ..................

Tribunale di Palermo
Sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari
Il Giudice del17UdienzaPreliminare

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
8
I1 Giudice dell'udienza Preliminare, Lorenzo Matassa;
all'udienza del 5 MAGGIO 2010, a seguito di udienza in rito abbreviato, ha
pronunciato e pubblicato, mediante lettura del dispositivo, la seguente

SENTENZA
(art. 438 e seguenti C.P.P.)
Nei confronti di:
1. DI PACE Francesco, nato a Palermo 14 MAGGIO 1979
Difeso dalltAvvocatoGiuseppe Di Peri.
LIBERO - PRESENTE

2. DI TRAPANI Maria Angela, nata a Cinisi (Palermo) il 30


APRILE 1968 ivi residente in contrada Cipollazzo snc, di
fatto domiciliata a Palermo in via San Lorenzo nr. 56
Difesa dagli Avv.ti V.Vianello Accoretti e Francesco Marasà
IN CUSTODIA CAUTELARE DAL 25/11/2008 - PRESENTE

3. DI TRAPANI Michele nato a Palermo il 04 OTTOBRE


1943, residente a Cinisi (PA) in via G. Orlando 1
Difeso dagli Avvocati Salvo Misuraca e Marco Clementi.
I N CUSTODIA CAUTELARE DAL 25111/2008 - PRESENTE

4. PIZZO Pietro, nato a Brooklyn (USA) il 14 GIUGNO


1976, residente a Cinisi (PA) in via G. Falcone 47.
Difeso dallt Avvocato Vincenzo Lo Re.
LIBERO - CONTUMACE

5. SGADARI Vincenzo, nato a Palermo il 27 MARZO 1962,


ivi residente in Via Emanuele Guttadauro 16, piano 6'.
Difeso dagli Avvocati Sergio Monaco e Gabriele ~ancheri.
IN CUTODIA CAUTELARE DAL 25/11/2008 - CONTUMACE

IMPUTATI
(Le odierne imputazioni sono così determinate all'esito dell'udienza preliminare
e della scelta di definizione, con riti alternativi, da parte alcuni imputati.
Le posizioni degli odierni imputati sono sottolineate ed evidenziate.
Si ritiene di trascrivere l'originaria contestazione per rendere chiara e
completamente percepibile l'intera tematica imputativa.

Si confronti anche la primigenia richiesta di rinvio a giudizio depositata in atti).


MADONIA Antonino, MADONIA Giuseppe, MADONIA Aldo
1. per avere fatto parte dell'organizzazione mafiosa Cosa Nostra,
promuovendone, dirigendone ed organizzandone (art. 416 bis, cornrni I, 11, III,
IK VI, 61 n. 6 C. p.) le relative illecite attività in concorso con LO PICCOLO
Salvatore Giovanni, capo del mandamento di Tommaso Natale ed esponente di
vertice della medesima organizzazione, cui è stato affidato il coordinamento
anche del mandamento di Resuttana sino al suo arresto del 5 novembre 2007,
7
con MADONIA Francesco, nelle more deceduto, nonché con CINA Antonino,
DI PACE Francesco, DI TRAPANI Diego, FONTANA Gaetano, FONTANA
@ Stefano, GRAZIANO Vincenzo, in altri procedimenti imputati, e per essersi,
insieme, avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per commettere delitti
contro la vita, l'incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, per
acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di
attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi
pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e gli altri, per
intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione, e più in particolare:
MADONIA Antonino e MADONIA Giuseppe per avere
8 continuato a svolgere, nonostante la rispettiva condizione detentiva, un ruolo
apicale nell'ambito del mandamento mafioso di Resuttana, risultandone
MADONIA Antonino ancora il capo mandamento ed il fratello Giuseppe il
sostituto, per la sua maggiore facilità e sicurezza nella comunicazione delle
direttive all'esterno, non essendo più sottoposto al regime detentivo speciale di
cui all'art. 41 bis O.P.. Mantenendo entrambi - grazie a MADONIA Aldo,
TRAPANI Maria A n ~ e l a ,GELARDI Emanuela ed altri familiari cui
comunicavano con un linguaggio criptico tra loro stabilito, un concreto potere
decisionale, puntualmente tradottosi in veri e propri ordini impartiti dal carcere
per il successivo inoltro agli associati mafiosi in libertà, concernenti in specie
le scelte che i reggenti del mandamento di Resuttana, e le famiglie che di
questo fanno parte, dovevano assumere, i fatti omicidiari che dovevano
compiere, nonchè la gestione delle estorsioni e dei beni di illecita provenienza
della famiglia;
MADONIA Aldo, per avere diretto la famiglia di Resuttana,
assumendo decisioni per quanto attiene alla utilizzazione del denaro
illecitamente raccolto nell'interesse della famiglia; per avere per questo motivo
incontrato i reggenti via via nominati del mandamento e della famiglia e per
avere amministrato il patrimonio illecitamente accumulato dalla famiglia
MADONIA.
In Palermo, sino al 2007 e con le seguenti decorrenze:
- MADONIA Antonino dal 29 dicembre 1995, data della sentenza
di primo grado irrevocabile il 26 gennaio 1998.
- MADONIA Giuseppe dal 26 maggio 1996, data della sentenza di
primo grado irrevocabile il 15 giugno 2000.
- MADONIA Aldo dal 12 ottobre 1992 (data immediatamente
successiva alla data di contestazione contenuta nel proc. 7871192 R.G.,
nell'ambito del quale è stato condannato per il reato di cui all'art. 416 bis C.P.)

MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria A n ~ e l a , DI


TRAPANI Nicolò, DI TRAPANI Michele, SGADARI Vincenzo,
GELARDI Emanuela, LO VERDE Massimiliano

2. per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa (art.


416 bis commi I,III,IV,V e VI C.P.),per avere, in concorso con numerose
altre persone - tra le quali quelle indicate al capo che precede - fatto
parte dell'associazione mafiosa denominata "Cosa Nostra", o per
risultare, comunque, stabilmente inseriti nella detta associazione,
awalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere
reati contro la vita, l'incolumità individuale, contro la libertà personale e
contro il patrimonio, tra i quali quelli di cui ai capi che seguono e,
comunque, per realizzare profitti o vantaggi ingiusti, nonché per
intervenire sulle istituzioni e sulla pubblica amministrazione;
In particolare contribuendo alle attività della predetta associazione
ponendo in essere la molteplicità di delitti di cui ai capi che seguono.
@!l Con l'aggravante di cui all'articolo 416 bis comma quarto C.P.,
trattandosi di associazione armata;
Con l'aggravante di cui all'articolo 416 bis comma quinto C.P.,
trattandosi di attività' economiche finanziate in parte con il prezzo, il
prodotto ed il profitto di delitti;
In particolare:
- DI TRAPANI Maria Angela, per avere svolto una
funzione di tramite tra i vertici del mandamento mafioso di Resuttana in
carcere e gli associati mafiosi in libertà, in specie ponendosi in relazione ed
@ intrattenendo rapporti, diretti ed mediati, sia prima dell'inizio di queste
investigazioni che durante le stesse con il noto LO PICCOLO Salvatore,
ail'epoca latitante, reggente del mandamento di San Lorenzo Tommaso
Natale e, dal giugno 2006, dell'intera Cosa Nostra palermitana (oltre che
punto di riferimento dei MADONIA su Resuttana) e ciò sia con incontri ai
quali partecipava personalmente che attraverso lo sperimentato circuito
relazionale dei c.d. piwini; ed intrattenendo altresì rapporti, per ragioni
associative, con BONANNO Giovanni, in considerazione del ruolo di
reggente dallo stesso ricoperto in seno al mandamento di Resuttana prima
della sua soppressione ed inoltre con l'associato CINA' Antonino,
esponente di vertice del mandamento di San Lorenzo, con DI TRAPANI
Diego, in specie durante la sua reggenza del mandamento di Resuttana,
con GENOVA Salvatore, successore di DI TRAPANI Diego al vertice del
mandamento, con GRAZIANO Vincenzo, imprenditore edile vicino al
vertice del mandamento di Resuttana, con FONTANA Stefano e Gaetano,
posti ai vertici della famiglia dell'Acquasanta. Gestendo, inoltre, i beni di
illecita provenienza dei MADONIA-DI TRAPANI sia direttamente che per
il tramite di altri associati, acquisendone il profitto. Percependo, ancora,
in diverse occasioni somme di danaro di sicura provenienza illecita, che
@ provvedeva a ridistribuire all'interno del nucleo familiare MADONIA-DI
TRAPANI.
MADONIA Salvatore, per avere collaborato alla gestione del
territorio del mandamento di Resuttana e dei beni occulti delle famiglie
mafiose MADONIA-DI TRAPANI, fnitto di illeciti reinvestimenti,
interloquendo, per il tramite della moglie DI TRAPANI Maria Angela,
con associati mafiosi liberi, operanti sul territorio;,..
GELARDI Emanuela, per avere svolto una funzione di tramite tra
i vertici del mandamento mafioso di Resuttana in carcere e gli associati mafiosi
@ in libertà, in specie ponendosi in relazione, tra gli altri, con CINA' Antonino,
DI TRAPANI Diego, GENOVA Salvatore, nonché custodendo presso la
propria abitazione soldi di provenienza illecita, che gestiva sotto la direzione
del figlio MADONIA Aldo e con la collaborazione della nuora DI
TRAPANI Maria Angela;
DI TRAPANI Nicolò, per avere collaborato alla gestione del
territorio del mandamento di Resuttana e dei beni occulti delle famiglie
mafiose MADONIA-DI TRAPANI, fnitto di illeciti reinvestimenti,
interloquendo, per il tramite della sorella DI TRAPANI Maria Angela, con
DI TRAPANI Michele, per avere collaborato alla gestione
del territorio del mandamento di Resuttana e dei beni occulti delle
famiglie mafiose MADONIA-DI TRAPANI, intervenendo nelle dinamiche
associative su incarico di DI TRAPANI Nicolò, MADONIA Giuseppe,
MADONIA Antonino e MADONIA Salvatore, tra l'altro contattando il
costruttore SBEGLIA Salvatore per conto dei MADONIA, a fini di illecito
reinvestimento di proventi dell'attività di Cosa Nostra;
SGADARI Vincenzo, per avere contribuito alle attività
della predetta associazione, mantenendo rapporti preferenziali prima con
8 GUASTELLA Giuseppe, reggente del mandamento di Resuttana, poi con
BONANNO Giovanni, che gli era succeduto in questa carica, e poi ancora
con il nipote di GUASTELLA, DI P A C E Francesco, soggetto
certamente utilizzato dalla famiglia di Resuttana e dai LO PICCOLO
(Salvatore e Sandro); per avere svolto il ruolo di tramite comunicativo da
e per i L O PICCOLO, allora latitanti, permettendo così che le direttive dei
due capi mafiosi giungessero proprio a DI PACE Francesco.
LO VERDE Massimiliano, per avere contribuito alle attività della
predetta associazione, collaborando con DI TRAPANI Maria Anpela
eP
nel mantenimento e nella gestione dei rapporti epistolari intercorsi tra la
stessa ed il latitante Salvatore LO PICCOLO, nonchè per avere portato ad
esecuzione le direttive impartite dal carcere da MADONIA Salvatore in ordine
alla gestione economico-imprenditoriale di taluni beni parte facenti parti del
patrimonio occulto della famiglia mafiosa, tra i quali il Bar Sofia e taluni
immobili meglio specificati nei capi seguenti, intestandosene fittiziamente la
relativa titolarità, anche attraverso il riacquisto di quelli provenienti da
procedure fallimentari instaurate nei confronti dell'esponente mafioso DI
TRAPANI Nicolò.
In Palermo, sino al 24 novembre 2008, data del decreto di fermo
r
Con le seguenti decorrenze per gli indagati ora riportati:
MADONIA Salvatore, con decorrenza dal 26 maggio 1996, data della
sentenza di primo grado irrevocabile il 15 giugno 2000.
- DI TRAPANI Nicolò, con decorrenza dal con decorrenza dall'l l
febbraio 1999
- DI TRAPANI Michele, con decorrenza dal 29 dicembre 1995 data
della sentenza di primo grado divenuta irrevocabile il 26 gennaio 1998

MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria


O Angela, DI TRAPANI Amalia, LO VERDE
MASSIMILIANO,
3. per il delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato
(artt.110, 81 cpv, c.p.artt. 12-quinquies legge no 35611992, 7 d.l.13 maggio
1991, no 152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203), per avere
MADONIA Salvatore - esponente mafioso del mandamento di Resuttana e
sottoposto a vari procedimenti penali e di prevenzione - fittiziamente
attribuito, con il concorso del coniuge DI TRAPANI Maria Angela nei
cui confronti si procede per il delitto di cui all'art. 416 bis C.P., la titolarità,
6 la disponibilità e la gestione del Bar Sofia a CAMPO Giampaolo ( nei cui
confronti si procede separatamente per intervenuta prescrizione) ed in
seguito a LO VERDE Massimiliano (attraverso l'omonima ditta
individuale) e della annessa rivendita di tabacchi e di generi di monopolio
a DI TRAPANI Amalia (attraverso l'omonima ditta individuale) e ciò al
fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione
patrimoniali. Con la circostanza aggravante di avere commesso il fatto
awalendosi deile condizioni previste dail'art. 416-bis C.P. ed al fine di
agevolare l'attività deil'associazione denominata Cosa Nostra.
In Palermo (1'8 ottobre 1992 per CAMPO Giampaolo ) il 5 febbraio
2004 per DI TRAPANI Amalia, il 17 luglio 2007 per LO VERDE
MASSIMILIANO; il 5 febbraio 2004 e il 17 luglio 2007 anche per
MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Maria Angela.

P R E S T I G I A C O M O R o s a ( i n c o n c o r s o c o n il d e f u n t o
coniuge GELARDI Mario) GELARDI Emanuela (in
concorso con il defunto coniuge MADONIA Francesco),
8 MADONIA Aldo

4 . per il delitto di impiego di denaro di provenienza illecita aggravato


(110, 81 cpv, C.P. artt. 648 ter C.P., 7 d.1. 13 maggio 1991, no 152, conv. con
modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203), per avere in concorso tra loro
ricevuto ed impiegato nelle attività economiche finalizzate al mantenimento
delle famiglie mafiose MADONIA\DI TRAPANI il reddito mensile,
ammontante in origine a due milioni di lire ed attualmente a due mila euro,
derivante dalla locazione di un magazzino iscritto al Catasto Fabbricati del
Bi Comune di Palermo, Foglio nr. 20, particella 895, Sub. 17, Cat. CI2 classe 8,
consistenza 185 mq, R.C. 229,31 €, fittiziamente attribuito da MADONIA
Francesco - capo del mandamento di Resuttana sino alla sua morte avvenuta il
9 marzo 2007 e sottoposto a vari procedimenti penali e di prevenzione - con il
concorso del coniuge GELARDI Emanuela, a GELARDI Mario e, dopo la sua
morte awenuta 1'8 dicembre 2006, al coniuge PRESTIGIACOMO Rosa, la
quale ha continuato a corrisponde periodicamente la predetta somma alla
famiglia MADONIA, ed in particolare alla GELARDI Emanuela ed al figlio
MADONIA Aldo, e ciò anche al fine di eludere le disposizioni di legge in
materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Con la circostanza aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi
delle condizioni previste dall'art. 416-bis C.P. ed al fine di agevolare l'attività
dell'associazione denominata Cosa Nostra.
In Palermo in data antecedente a11'8 dicembre 2006 e sino alla data
odierna.

MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Nicolò, DI TRAPANI Maria


Q
Angela, LO VERDE Massimiliano

5. per il delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato


(artt. 110, 81 cpv, C.P., 12-quinquies legge no 35611992, 7 d.1. 13 maggio
1991, no 152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203), per avere
DI TRAPANI Nicolò e MADONIA Salvatore, entrambi esponenti del
mandamento di Resuttana e sottoposti a vari procedimenti penali e di
prevenzione - fittiziamente attribuito a LO VERDE Massimiliano, con il T r

coniorso di DI TRAPANI Maria A n ~ e l aversi la quile si procede per


il delitto di cui all'art. 416 bis C.P., la formale titolarità di un terreno sito
nel comune di Cinisi (Pa), contrada San Giovanni, esteso are 97,77, iscritto
in catasto al foglio 4, particella 111 (ex lllla), proveniente dalla
procedura fallimentare nei confronti della società SICED di pertinenza di
DI TRAPANI Nicolò, e ciò al fine di eludere le disposizioni di legge in
materia di misure di prevenzione patrimoniali.

*
Con la circostanza aggravante di avere commesso il fatto
awalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis C.P. ed al fine di
agevolare l'attività dell'associazione denominata Cosa Nostra.
In Palermo in data 6 febbraio 2007.

lo
SGROI Vincenzo, SGROI Rosa, DI TRAPANI
MARIA A N G E L A , DI TRAPANI Nicolò, MADONIA
Salvatore:

6. per il delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato


(artt. 110,81 cpv, 12-quinquies legge no 356/1992,7 d.1. 13 maggio 1991, no
152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203), per avere in
concorso tra loro, DI TRAPANI Nicolò e MADONIA Salvatore, entrambi
@ esponenti del mandamento di Resuttana e sottoposti a vari procedimenti
penali e di prevenzione - fittiziamente attribuito a SGROI Vincenzo, con il
concorso di DI TRAPANI Maria Angela verso la quale si procede per
il delitto di cui all'art. 416 bis C.P., la formale titolarità dei seguenti beni
immobili:
terreno sito nel comune di Cinisi, contrada cipollazzo, esteso
are 27,32, iscritto in catasto al foglio 13, particella 812 e foglio 23
particella 70, libero da costruzioni, incolto.
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada vecchio,
C,"
esteso are 14,58 iscritto in catasto al foglio 13, particelle 800 e 902, libero
da costruzioni.
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada cipoliazzo,
esteso are 6,40, iscritto in catasto al foglio 23, particella 178, sul quale
insiste una struttura in c.a. costituita da un unico grande vano
completamente abbandonata e fortemente degradata;
• terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada vecchio e
cipollazzo, esteso are 13,73, iscritto in catasto al foglio 13, particelia 724,
sul quale insiste un villino unifamiliare costruito abusivamente composto
da due elevazioni fuori terra;
provenienti dalla procedura fallimentare nei confronti della società
SICED di pertinenza di DI TRAPANI Nicolò, e ciò al fine di eludere le
disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Con la circostanza aggravante di avere commesso il fatto
awalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis C.P. ed al fine di
agevolare l'attività dell'associazione denominata Cosa Nostra.
In Palermo in data 6 febbraio 2007.

MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria


Angela, DI TRAPANI Giuseppina, LO VERDE
MASSIMILIANO:

7. per il delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato


(artt. 110,81 cpv, 12-quinquies legge no 356/1992,7 d.l.13 maggio 1991, no
152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203), per avere,
MADONIA Salvatore, esponente del mandamento di Resuttana e
_- ,_ procedimenti penali e di prevenzione.- fittiziamente
sottoposto- a_-.vari
attribuito, con il concorso di DI TRAPANI Maria Angela e di LO
VERDE Massimiliano nei confronti dei quali si procedere per il delitto di
cui all'art. 416 bis C.P., la formale titolarità dei seguenti immobili:
Appartamento (A/2) di 7 vani, sito in Palermo, piazzale Degli
Alpini nr. 9 - piano V, catastato al Foglio 22 - Particella 2416
- Sub 28;
BOX,cantinato (C/6) di 23 mq., sito in Palermo, piazzale Degli
Alpini nr. 9 - piano S2 catastato al Foglio 22 - Particella 2416
a DI TRAPANI Giuseppina ed al minore DI TRAPANI Francesco
(nato a Partinico il 18/11/1992) e ciò al fine di eludere le disposizioni di
legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Con la circostanza aggravante di avere commesso il fatto
awalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis C.P. ed al fine di
agevolare l'attività dell'associazione denominata Cosa Nostra.
In Palermo in data 18 luglio 2006

PIZZO Pietro
8. per il delitto concorso esterno in associazione mafiosa (articoli
110, 416-bis comma lo, 39 4O, 6O C.P.)per avere contribuito alle attività
dell'associazione criminale denominata Cosa Nostra, tra l'altro con gli
associati mafiosi DI TRAPANI Nicolo', MADONIA Salvatore,
T R A P A N I Michele, DI TRAPANI Maria Angela, LO VERDE
Massimiliano ponendo in essere una serie di condotte continuate, che
e
. < I ,

determinavano il controllo della stessa di attività economiche ed il


reimpiego di danaro di provenienza illecita, in ciò agevolati dalla forza di
intimidazione del vincolo associativo, e della condizione di
assoggettamento e di omertà che ne deriva:
In particolare:
- per essersi attivato, insieme anche a DI TRAPANI Maria Angela,
MADONIA Salvatore, LO VERDE Massimiliano, CAMPO Giampaolo
della gestione del Bar Sofia e della annessa rivendita di tabacchi e di
generi di monopolio (capo 3) per conto e nell'interesse delle famiglie
mafiose MADONIAWI TRAPANI e ciò anche al fine di eludere le
disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali;
I
- per essersi attivato, insieme anche DI TRAPANI Maria Angela,
MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Nicolò, DI TRAPANI Michele, per la
vendita dei beni provenienti dalla procedura fallimentare nei confronti
della società SICED di pertinenza di DI TRAPANI Nicolò e del loro
successivo riacquisto, attraverso atti negoziali e di gestione occulti,
mediante i quali gli stessi beni di cui ai precedenti capi 6,7,8,9, ovvero le
somme di denaro provento della loro vendita occulta, venivano riacquisiti
al patrimonio illecitamente detenuto dalie famiglie mafiose DI
TRAPANI\MADONIA e ciò anche al fine di eludere le disposizioni di legge
8 in materia di misure di prevenzione patrimoniali;
Con l'aggravante di cui all'articolo 416-bis comma 4' C.P.,
trattandosi di associazione armata;
Con l'aggravante di cui all'articolo 416-bis comma 6' C.P.,
trattandosi di attività economiche finanziate in parte con il prezzo, il
prodotto ed il profitto di reati.
In Palermo e Cinisi sino alla data della presente richiesta

CORSINO Antonio
10. del delitto di rivelazione ed utilizzazione continuata di notizie
segrete di ufficio (artt. 81 cpv, 326, co. 2" C.P.),per avere, nella sua qualità di-.
44 appartenente al Corpo di Polizia Municipale del Comune di Palermo, con più
azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, rivelato ed utilizzato
illegittimamente, anche in tempi diversi, notizie segrete del proprio ufficio
informando preventivamente l'esponente mafioso DI PACE Francesco,
amministratore unico della società "VISIONI MAXISCHERMI S.R.L. ", sugli
imminenti controlli preventivati dai competenti uffici del predetto Corpo di
Polizia Municipale, aventi ad oggetto la verifica della legittima installazione e
gestione degli spazi pubblicitari concessi alla predetta società, al fine di far
procurare al medesimo DI PACE un indebito profitto patrimoniale;
Commesso in Palermo dal 27 aprile 2007 all'l l marzo 2008
DI PACE Francesco
11. per avere contribuito alla consumazione del delitto di cui al
capo precedente (rivelazione ed utilizzazione continuata di segreti di
ufficio artt. 110, 81 cpv, 326, co. 2" C.P., ) istigando e richiedendo
ripetutamente al CORSINO la comunicazione di notizie del proprio ufficio
che dovevano rimanere segrete, awalendosi delle stesse per eludere i
controlli della Pubblica Amministrazione finalizzati a verificare la
legittimità della gestione dell'attività società "VISION I MAXTSCHERMI
@
S.R.L. " cosi procurandosi un indebito profitto patrimoniale;
Commesso in Palermo dal 27 aprile 2007 all'll marzo 2008

Con la recidiva, specifica, infraquinquennale per DI TRAPANI


MICHELE.
Con la recidiva specifica per SGADARI VINCENZO.

(contestazioni, quest'ultime, soprawenute alla richiesta di rinvio a


giudizio ed in sede di udienza preliminare)
CONCLUSIONI delle PARTI:
(si chiarisce che le Parti processuali hanno concluso in due occasioni:
la prima all'esito della definizione del rito abbreviato e, successivamente,
all'esito delle attività integrative ordinate dal Giudice ai sensi dell'articolo 44 1,
cornma V, del Codice di Procedura Penale).
Chiaramente, le conclusioni qui di seguito trascritte sono quelle oggetto delle
specificazioni rese dopo le attività integrative disposte dal Giudice ex articolo
441, cornma V, del Codice di Procedura Penale.

IL PUBBLICO MINISTERO:

Affermare la penale responsabilità degli imputati e condannarli


@ rispettivamente:

DI PACE FRANCESCO, alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione.


DI TRAPANI MARIA ANGELA, alla pena di anni dodici di reclusione.
DI TRAPANI MICHELE, alla pena di anni dieci di reclusione.
SGADARI VINCENZO, alla pena di anni nove di reclusione.
PIZZO PIETRO, alla pena di anni sei di reclusione.

con la contestuale confisca dei beni e dei valori in sequestro.

LA PARTE CIVILE:
C4 Affermando la penale responsabilità degli imputati, così come richiesto dal
Pubblico Ministero, condannare gli stessi a corrispondere gli importi
specificati in comparse a titolo di risarcimento del danno morale subito oltre
alle spese in misura pari:
Euro 12.1 57,15 (dodicirnilacentocinquantasette,15) per la Provincia di Palermo.
Euro 17.327,25 (diciassettetrecentoventisette,25)per PIO LA TORRE ONLUS.
Euro 17.327,25 (diciassettetrecentoventisette,25)per Confindustria Palermo.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62)per F.A.I. italiane.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62)per Comitato Addiopizzo.
Euro 25.025,00 (venticinquemilazeroventicinque,OO)per il Comune di Palermo.
Oltre IVA e Cpa come previsto dalla legge.
LE DIFESE:
Per DI TRAPANI MARIA ANGELA:
assolvere l'imputata da tutte le ipotesi delittuose ascritte con formula
ampiamente liberatoria e, comunque, con formula che escluda l'elemento
psicologico nei reati.

Per DI TRAPANI MICHELE:


assolvere l'imputato con formula ampiamente liberatoria.

Q
Per SGADARI VINCENZO:
assolvere l'imputato con formula ampiamente liberatoria.

Per PIZZO PIETRO:


in via principale assolvere l'imputato con formula ampiamente liberatoria.
In via subordinata riconoscere la sussistenza della meno grave ipotesi
delittuosa di cui all'articolo 12 - quinquies Legge no 35611992 irrogando il
minimo di Legge con ogni beneficio.

d Per DI PACE FRANCESCO:


assolvere l'imputato con formula ampiamente liberatoria.
SVOLGIMENTO del PROCESSO
Con atto del 26 Agosto 2009 il Pubblico Ministero formulava richiesta di
rinvio a giudizio nei confronti di numerosi imputati (CORSINO ANTONIO,
DI PACE FRANCESCO, DI TRAPANI AMALIA, DI TRAPANI
GIUSEPPINA, DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI TRAPANI MICHELE,
DI TRAPANI NICOLO', GELARDI AMANUELA, LO VERDE
MASSIMILIANO, MADONIA ALDO, MADONIA ANTONINO, MADONIA
GIUSEPPE, MADONIA SALVATORE, PIZZO PIETRO, PRESTIGIACOMO
ROSA, SGADARI VINCENZO, SGROI ROSA, SGROI VINCENZO).
All'udienza preliminare del 26 Ottobre 2009 le Persone Offese (COMUNE di
PALERMO e PROVINCIA di PALERMO; F.A.I. Federazione delle
Associazioni Antiracket e Antiusura, Associazione degli Industriali della
Provincia di Palermo, Centro Studi PIO LA TORRE ONLUS, Comitato
"ADDIOPIZZO") chiedevano di costituirsi Parte Civile.
Le Difese di DI TRAPANI GIUSEPPINA, DI TRAPANI MARIA ANGELA,
PRESTIGIACOMO ROSA e SGROI ROSA articolavano eccezioni preliminari
relative all'integrità della notifica (irregolare consegna dell'atto a mani del
portiere) mentre la Difesa dell'imputata GELARDI EMANUELA chiedeva
declaratoria di incapacità della propria assistita ad essere parte cosciente del
processo causa malattia assai debilitante della mente.
La Difesa di MADONIA ALDO chiedeva la declaratoria di nullità della
notifica per essere la stessa effettuata fuori termine.
È bene rassegnare che, nel corso della prima udienza, il Pubblico Ministero
provvedeva alla contestazione di recidiva nei confronti di alcuni imputati (tra
questi, il DI TRAPANI MICHELE).

8 Su queste richieste preliminari delle Parti, il Giudice, con coevi provvedimenti,


da una parte disponeva stralcio delle posizioni relative agli imputati DI
TRAPANI GIUSEPPINA, DI TRAPANI MARIA ANGELA,
PRESTIGIACOMO ROSA, SGROI ROSA e MADONIA ALDO per
regolarizzare la notifica e poneva riserva rinviando all'udienza del 6
Novembre 2009 per la prosecuzione del processo, al contempo disponendo lo
stralcio tecnico sulla posizione di GELARDI EMANUELA (che a seguito di
perizia collegiale, resa nel processo stralcio, sarà dichiarata incapace di
intendere ed estromessa dal contesto).

All'udienza del 6 Novembre 2009 il Pubblico Ministero depositava memoria


contenente contestazioni suppletive e il Difensore di CORSINO ANTONIO
depositava fascicolo contenente indagini difensive.
Alle parti veniva concesso termine per la visione dei nuovi elementi
procedimentali.
I1 Giudice, quindi, ammetteva la costituzione delle Parti Civili. 1
Nel prosieguo, gli imputati DI PACE FRANCESCO, PIZZO PIETRO,
SGADARI VINCENZO e DI TRAPANI MICHELE formulavano richiesta di
definizione del processo nelle forme del rito abbreviato.
I1 Giudice disponeva separazione del processo in relazione alle predette
posizioni.

Alla successiva udienza del 9 Novembre 2009, nel prosieguo del processo
relativo agli imputati DI TRAPANI GIUSEPPINA, PRESTIGIACOMO
ROSA, SGROI ROSA e MADONIA ALDO e DI TRAPANI MARIA
ANGELA quest'ultima chiedeva la definizione della propria posizione
processuale nel rito abbreviato.

Alla successiva udienza del 9 Dicembre 2009 si incardinava il processo nei


confronti di tutti gli odierni imputati (DI PACE FRANCESCO, PIZZO
PIETRO, SGADARI VINCENZO, DI TRAPANI MICHELE e DI TRAPANI
MARI ANGELA) aventi richiesto il rito abbreviato e si stabiliva il calendario
di attività.

All'udienza del 2 Febbraio 2010 il Pubblico Ministero svolgeva la sua


requisitoria che si protraeva per due udienze.
È necessario rassegnare che, concludendo la propria requisitoria, il Pubblico
Ministero riteneva di procedere alla correzione di errore materiale nella
imputazione riguardante DI PACE FRANCESCO (capo 1 1 della rubrica)
laddove - in luogo del riferimento all'esatto c o m a di contestazione - era
scritto art. 326, c o m a 11, allorché doveva intendersi e leggersi il capoverso 11.
Su questa chiarificazione, la Difesa nulla osservava.
-
I1 Pubblico Ministero richiedeva, infine, le pene trascritte in epigrafe.

Le Parti Civili prendevano, quindi, la parola formulando richieste


sostanzialmente adesive sull'an e ulteriormente specificative sul quantum
debeatur con riferimento al danno morale subito a causa del reato (si
confrontino comparse conclusionali in atti).

L'udienza del 24 Febbraio 2010 era rinviata a motivo della brutale aggressione
subita dall'Awocato Enzo Fragalà del Foro di Palermo poi sfociata nella
morte.

I1 giorno successivo, 25 Febbraio 2010, si proseguiva nelle arringhe


conclusive delle Difese.
Era in questa udienza che l'imputata DI TRAPANI MARIA ANGELA
chiedeva di rendere spontanee dichiarazioni.
L'imputata produceva un atto autografo che chiedeva di poter leggere:
Questo il contenuto del verbale nella parte che interessa:

SPONTAWEE DICHIARAZIONI DELL'IMPUTATA


DI TRAPANI MARIA ANGELA

DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - Scusate se leggo, ma


l emozione non so...
G/T. : - Ma emozione perché? Non penso di... che il
contesto sia così emozionante, anzi,.
DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - No, è proprio il mio...
no, è il mio carattere che mi porta... Allora, vorrei
fare alcune dichiarazioni spontanee per cercare di
chiarire la mia posizione processuale.
G/T. : - Intanto un attimo solo che... per la
verbalizzazione perché altrimenti poi chi trascriverà
non... allora diamo atto intanto che si tratta di
dichiarazioni spontanee, è giusto awocato...
A W . VIANELLO ACCORETTI: - Sì, sì.
G/T.: - ..ACCORRETTI, io non posso fare domande, è
giusto?
A W . VIANELLO ACCORETTI: - Sì, sì.
G/T.: - Anche perché dovremmo fare una formula diciamo
di rito un po' diversa, quindi sono delle dichiarazioni
spontanee rese dalllimputata DI TRAPANI Maria Angela,
l'ascolto. Diamo atto che legge degli appunti che sono
da lei redatti, giusto?
DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - Sì, da me.
G/T.: - Sì, va bene.
DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - Signor Giudice, nel
corso di questi mesi di detenzione ho avuto il tempo di
riflettere sulle mie azioni, ho maturato la
consapevolezza di aver sicuramente agito in maniera
sconsiderata, non rendendomi mai conto che così facendo
avrei potuto destare dei sospetti sulla mia condotta.
Ci tengo però a precisare, con decisione, che tutto
quanto da me fatto aveva come unico scopo il
sostentamento mio e della mia famiglia. In particolare,
il sostentamento di mio figlio, per cui rappresentato
sino all'arresto l'unica figura di riferimento.
È evidente che la difficile e dolorosa situazione
familiare è stata determinante a portarmi ad agire in
questo modo, vi chiedo di mettervi per un attimo nei
miei panni.
Nella mia famiglia sono tante le persone che hanno
avuto problemi con la giustizia e non era per me
facile, nella condizione nella quale mi trovavo
rendermi conto che attraverso azioni che ritenevo
potessero aiutare i miei congiunti potessi anche io
trovarmi all'interno di questi problemi. Solo una volta
in carcere, schiacciata da questi fascicoli di accuse
che vanno al di là di quello su cui ho sbagliato, ho
compreso veramente che avrei dovuto agire in altro
modo. Ma, di fronte a quella difficoltà, le pressioni
erano tante. Chi vi parla non è "la figlia diw o "la
cognata dimm o Illa nuora diw... Sono una mamma, sarà
forse una colpa quella di aver creato una famiglia
mettendo al mondo un bambino meraviglioso e
sensibile...

G/T.: - Un attimo solo signora. Per piacere. Dovete


chiudere la porta. Perché è anche un momento delicato.
Sarebbe necessario.. . Allora...

DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - Sarà forse una colpa


quella di aver creato una famiglia, mettendo al mondo
un bambino meraviglioso e sensibile, frutto del nostro
amore anche se a volte vissuto con dolore a causa delle
alte mura che ci separano da anni.
Ma ho sempre agito trasportata dal cuore...
Signor Giudice vorrei precisare che i colloqui e le
telefonate intercorse con i fratelli di mio marito
possono sì aver destato forti sospetti circa il mio
operato, ma in definitiva tutto quello che veniva detto
non faceva seguito alle loro eventuali richieste tranne
di cercare di curare l'aspetto economico di mio figlio,
il mio unico scopo è sempre stato quello di poter
salvaguardare, di rintracciare i pochi averi di mio
padre per garantire a mio figlio un sostentamento
dignitoso.
A tal proposito quando i miei awocati hanno presentato
l'istanza per ottenere gli arresti domiciliari ho
voluto allegare una lettera in cui affermavo che
qualora mi fosse stata concessa la possibilità di
uscire dal carcere, mi sarei impegnata ad evitare
qualsiasi contatto con tutti i miei congiunti anche
epistolari, in questo modo avrei potuto dimostrare a
tutti la totale comprensione dei miei errori evitando
soprattutto di ripeterli in futuro e per il futuro di
mio figlio.
Come già risulta agli atti riconfermo la mia volontà
qualora ottenessi un beneficio, di non avere più
contatti di nessun genere con tutti i congiunti
detenuti del mio processo onde evitare ulteriori
equivoci. Inoltre, a prescindere da tutto questo,
intendo mantenere le mie distanze per sempre dai
vincoli parentali affinché mio figlio possa crescere
lontano da tutte queste situazioni e avere un futuro
diverso.
Ci tengo a ribadire, ancora una volta, che il mio
obiettivo era solo quello di poter mantenere e
proteggere i miei cari ed evitare che al suo interno si
creassero ulteriori problemi e tensioni.
r 1
Se è possibile volevo depositarla, però mi è stato
detto che no=..

G/T.: - Perché non...


A W . VIANELLO ACCORETTI: - No, no...
DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - POSSO?
G/T.: - Lo può fare.
...(voci fuori microfono)...
P.M.: - Lo sottoscriva.
DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - IO l'avevo pure
firmata stamattina.

G/T.: - Prego, la può tranquillamente allegare al


verbale. Io non ho spazio di domanda.
Quindi l1interlocuzione, diciamo, la rivolgo alla
difesa e non alla dichiarante, perché si comprenderà
che diciamo ci sono diversi livelli di lettura di
questa nota, di questa dichiarazione spontanea.
Uno è il livello diciamo familiare che traspare.
Quello doloroso: il rapporto con il figlio. Ma insomma,
che però trascende il processo perché è chiaro, è
evidente che la situazione è dolorosa - e il Giudice ne
prende atto - però non pertiene direttamente alla
contestazione.
Poi, c'è un valore che traspare, ma non si capisce
appieno, di presa d'atto confessoria.
Ma non è chiarissimo anche ai fini del 133, cioè
ammette i fatti, perché qua llammissione dei fatti per
la difesa... io a questo punto li devo sintetizzare,
cioè:
"per avere svolto una funzione di tramite tra i vertici
del mandamento mafioso di Resuttana in carcere,' gli . a ..
associati .mafiosi in libertà, in specie ponendosi in "

relazione e intrattenendo rapporti diretti e mediati


sia prima delllinizio di queste investigazioni che
durante le stesse con il noto LO PICCOLO Salvatore,
alllepoca latitante, reggente del mandamento di San
Lorenzo - Tommaso Natale, e dal giugno 2006 delllintera
"Cosa Nostran palermitana."
Cioè... non è soltanto una questione diciamo di presa
d'atto familiare o di confessione generica. Qua la
questione è molto più vasta, se così si può dire,
'oltre che il punto di riferimento dei MADONIA su
Resuttana e ciò sia con incontri ai quali partecipava
personalmente e che attraverso lo sperimentato circuito
relazionale dei cosiddetti pizzini e intrattenendo
altresì dei rapporti per ragioni associative con
BONANNO Giovanni, ucciso poi l'l1 gennaio del 2006, se
non ricordo male, con il metodo della lupara bianca, in
considerazione del ruolo di reggente dallo stesso
ricoperto in seno al mandamento di Resuttana prima
della sua soppressione, ed inoltre con llassociato
F
CINA' Antonino, esponente di vertice del mandamento di
San Lorenzo, con DI TRAPANI Diego, in specie durante la
sua reggenza del mandamento di Resuttana con GENOVA
Salvatore, successore di DI TRAPANI Diego al vertice
del mandamento, con GRAZIANO Vincenzo, imprenditore
edile vicino al vertice del mandamento di Resuttana,
con FONTANA Stefano e Gaetano, posti ai vertici della
famiglia dell1Acquasanta, gestendo inoltre i beni di
illecita provenienza dei MADONIA e DI TRAPANI sia
direttamente che per il tramite degli altri associati,
acquisendone il.pro£itto, percependo ancora in diverse
occasione di somme di denaro di sicura provenienza
illecita che provvedeva a ridistribuire alliinterno'del
nucleo familiare MADONIA - DI TRAPANI".
Cioè a dire - e questo vorrei segnalarvi - il Giudice
cosa deve capire da questa dichiarazione spontanea oggi
allegata a verbale?
Che c'è una confessione piena avuto riguardo alle
contestazioni che ho testé letto oppure no?
Oppure è parziale?
Oppure... Perchè ci sono una serie di condotte tutte
specificate, una serie di soggetti interagenti, una
serie di azioni illecite contestate, avuto riguardo a
quali di questi aspetti la presa d'atto c'è?
Questo, il Giudice ha necessità di saperlo perché -
ripeto - se deve graduare come vi dicevo alliultima
udienza anche una determinazione ex articolo 133, lo
deve fare con la coscienza di aver capito quale parte
dell'imputazione è ammessa oppure no.
Capite... anche che ha una refluenza questo tipo, ma
. "intelligenti paucal1 e vai-, sicuramente, siete più
esperti di me diciamo. che ha una refluenza anche sulle
altre posizioni, mi capite, bisogna essere più realisti
de re, perché la signora ha detto bene inizialmente,
non è che è lì, è la moglie di, perché lei può dire io
ho protetto i miei interessi di mamma.
Però qui non si parla degli interessi di mamma.
Qua si parla di interessi di "Cosa NostraM, che è una
cosa ben diversa, io vi rassegno la questione, se
volete c'è altro tempo per ragionarci di sopra, per...
considerate pure che ci sono limiti temporali avuto
riguardo alle custodie, quindi... io non lo so...
A W . VIANELLO ACCORETTI: - Giudice se c'è un margine
stretto di tempo per potere un attimo...
G/T.: - Ma anche il Pubblico Ministero vorrei che
interloquisse sulla questione perché penso che è il
principale... diciamo... protagonista tecnico sia il
Pubblico Ministero. P
PUBBLICO MINISTERO Dott. Gaetano PACI

P.M.: - I1 Pubblico Ministero prende atto delle


dichiarazioni spontanee della signora DI TRAPANI, sono
una facoltà che la nostra legislazione processuale
riconosce all'imputato di potere formulare in qualsiasi
momento del processo sino a due minuti prima che il
Giudice pronunzi la sentenza, il Pubblico Ministero non
ha nulla da osservare perché la legge non gli
conferisce alcuna possibilità di osservare alcunché su
questo.
Ha già rassegnato le proprie conclusioni, questo è
quando.
G/T.: - Però è anche vero che il Pubblico Ministero che
ha già formulato le sue conclusioni a fronte di una
presa d'atto che può valutare anche confessoria, possa
rimeditarle, possa dare diciamo untidea al Giudice che
la stessa Pubblica Accusa ritiene importanti,
rilevanti, condizionanti anche le...
P.M.: - Cosa?
G/T.: - Cosa, ho detto, però...
P.M.: - Se riterrà di doverlo fare lo farà signor
Giudice.
G/T.: - Va bene. Evidentemente non ritiene allora allo
stato...
P.M.: - Questa è una valutazione che spetta alllUfficio
del Pubblico Ministero.
G/T.: - E allora possiamo andare avanti...

Quello stesso giorno il Giudice si ritirava in Camera di Consiglio per ,la


decisione.

L'esito decisorio era reso con ordinanza che si trascrive, qui di seguito, per
intero:

"All'esito dell'udienza oggi celebrata e sulle conclusioni


delle parti.
Valutate le prove offerte dal Pubblico Ministero.
Valutato il contenuto dei rilievi critici mossi dalle Difese
avuto riguardo ad alcuni passaggi ricostruttivi delle vicende,
soprattutto in ciò che attiene la corretta interpretazione delle
chiamate in correità svolte dai collaboranti.
Letto l'articolo 441, comma quinto, del codice di procedura
penale.
Ritenuto che ai fini della decisione devono essere assunti
ulteriori elementi di approfondimento probatorio
ORDINA
procedersi ad interrogatorio dei seguenti collaboranti e
imputati di reati connessi o collegati:

AVITABILE Antonino, nato Palermo il 2510311967;


BRIGUGLIO Francesco, nato a Cinisi il 10103156;
BRUSCA Giovanni, nato a San Giuseppe Jato il 2010211957;
DI NATALE Giusto nato a Palermo il 2110711959;
FONTANA Angelo, nato Palermo 1 510711963;
FRANZESE Francesco, nato a Brescia il 3110711964;
NUCCIO Antonino, nato a Palermo 14/06/64;
ONORATO Francesco, nato a Palermo il 1611 111960;
PALAZZOLO Saverio, nato a Cinisi il 0210111956;
PULIZZI Gaspare, nato a Carini il 0811211971;
RUFFINO Rosolino, nato a Carini il 2011211966;
RWOLO Baldassare, nato a Palermo il 1010611948;
SPATARO Maurizio, nato a Palermo il 1410311968;

fissando l'udienza del giorno 26 MARZO 2010 ore 12:OO


per la determinazione dei tempi e modi di esecuzione
dell'adempimento istruttorio".

In quest'ultima udienza erano individuate le date di prosecuzione dell'attivita


integrativa disposta dal Giudice.
e Le audizioni di alcuni dei soggetti sopra indicati aweniva, per ragioni di
sicurezza, presso l'aula bunker del Tribunale di Firenze alle date 14, 15 e 16
Aprile 2010.
In quella sede si esaminavano BRIGUGLIO FRANCESCO, SPATARO
MAURIZIO, FRANZESE FRANCESCO, FONTANA ANGELO, PULIZZI
GASPARE e DI NATALE GIUSTO.
Venivano successivamente uditi, in videoconferenza da Palermo, gli altri
soggetti pure indicati nel prowedimento ordinatorio sopra trascritto
(AVITABILE ANTONIO, RUVOLO BALDASSARE e NUCCIO
ANTONINO) mentre PALAZZOLO SAVERIO e RUFFINO ROSOLINO -
soggetti questi già indagati nello stesso processo e non collaboranti - si
awalevano della facoltà di non rispondere.

È necessario, a questo punto, riferire un importante accadimento


processuale.
Il giorno 14 Aprile 2010, prima di iniziare l'udienza volta all'audizione dei
collaboranti già programmati, il Pubblico Ministero chiedeva la parola.
Trascriviamo, qui di seguito ed integralmente il contenuto di quelle parole:

GIUDICE - Certo. Sì, se è possibile. Grazie, molto gentile. Ci sono questioni che
riguardano...? Prego.

P. M. - Sì, grazie Giudice. Non sono questioni, in realtà è una richiesta da parte
dell'ufficio del Pubblico Ministero di poter depositare dei verbali, verbali di
interrogatorio di un collaboratore di giustizia, di un nuovo collaboratore di
giustizia, Pasta Manuel, il quale ha iniziato il proprio rapporto di collaborazione in
data 29 marzo del 2010, quindi da pochi giorni. Ecco perché si chiede di poter
depositare questi primi verbali di dichiarazioni rese dal Pasta nella parte che

riguardano e che interessano ovviamente l'oggetto del presente procedimento, con


la precisazione che dei primi due verbali - adesso poi entrerò nel dettaglio con le
relative indicazioni - dei primi due verbali si è fatto a tempo a procedere anche
alla relativa trascrizione; degli ultimi due verbali, che sono peraltro assunti
soltanto in data di ieri, 13 aprile, vi è soltanto - per o w i motivi - la
verbalizzazione in forma riassuntiva. Se la Signoria Vostra mi consente, indico, a

che il cancelliere possa verbalizzare, gli estremi di questi verbali, che sono quelli
del 29 marzo 2010, ore 17:00, riassuntivo e trascrizione; del 30 marzo 2010, ore
12:15, riassuntivo e trascrizione e, in entrambi i casi, così come per gli altri
verbali, in forma omissata; e i due verbali di interrogatorio del 13 aprile, delle ore
10:15 e delle ore 16:40. I difensori hanno avuto modo già di dare un'occhiata,
Giudice. Io intanto li... non lo so, vuole prima sentire i difensori? Intanto li
rassegno alla sua valutazione.
GIUDICE - Intanto i difensori su questo?
P. M. - Hanno avuto modo di dare un'occhiata, appunto, poi vediamo un po'...
GIUDICE - Sì.
A W . MARASA' -. Posso?
GIUDICE - Certo, awocato.

A W . MARASA' - Allora, tenuto conto del fatto...


GIUDICE - Prima di parlare dovrebbe dire...
A W . MARASA' - Ah, sì.
GIUDICE - Per la verbalizzazione.

AVV. MARASA' - Sono l'avvocato Marasà, ai fini della trascrizione. Tenuto


conto del fatto che il Pubblico Ministero può introdurre, anche nel corso del
procedimento, a mezzo di attività integrativa, i verbali di interrogatorio che ha
acquisito in data successiva alla chiusura delle indagini, considerato però che nella
fattispecie il procedimento si è già praticamente concluso in quanto vi è già stata la

discussione dei difensori e conseguentemente dovrebbe essere riaperto, riaperta la


fase della discussione e dell'eventuale istruzione, nel caso in cui si dovesse ritenere
necessario sentire per chiarimenti il Pasta, io mi oppongo alla acquisizione dei
verbali.

GIUDICE - Quindi l'opposizione è tecnicamente motivata sotto il profilo... - se


posso sintetizzare il suo pensiero, eventualmente mi chiosi e mi aiuti se questo
pensiero non è sintetizzato nel modo opportuno - lei sta dicendo che questa sua
opposizione trae la sua motivazione dal fatto che già si sono concluse... diciamo,
che già ha avuto fase conclusiva l'udienza in rito abbreviato e che quindi vi
sarebbe una pregiudizialità...
A W . MARASA' - Esatto.
GIUDICE - ...una inammissibilità.

A W . MARASA' - Esatto.

GIUDICE - Mi può indicare quale articolo del Codice di Procedura Penale, avuto
riguardo a questa sua eccezione tecnica, crea questa preclusione?
A W . MARASA' - Il fatto che già la fase della attività... io non... in questo
momento non ho il codice davanti, quindi...
t

GIUDICE - Glielo do io, glielo do io. Glielo do io, awocato.

$ 7 27
A W . MARASA'- (voce fuori microfono)
GIUDICE - Se può, al microfono.
A W . MARASA' - Si. L'articolo 421... sono sempre l'awocato Marasà. L'articolo
421 del Codice di Procedura Penale prescrive i termini per la discussione finale e

statuisce che nel momento in cui il Pubblico Ministero ed i difensori concludono


le loro rispettive discussioni, il Giudice decide. E' vero che il 422 prevede la
integrazione probatoria secondo le disposizioni di cui al 421 bis, però è limitata
alla integrazione probatoria disposta dal Giudice, giammai dalle parti. Le parti, là

ove volessero integrare la attività, dovrebbero ricorrere al disposto di cui


all'articolo 419 e conseguentemente prima della discussione finale.
GIUDICE - Chiaro. Gli altri legali?
A W . MISURACA - L'awocato Misurata, per Michele Di Trapani, si associa alla
opposizione dell'awocato Marasà.
A W . VANCHERI - L'awocato Vancheri si associa anche alla opposizione
dell'awocato Marasà.
A W . VIANELLO - L'awocato Vianello si associa alla richiesta.
GIUDICE - Allora, vi associate tutti. Io ho bisogno anche di sapere una cosa. Se
posso chiederla prima... forse il Pubblico Ministero vorrebbe replicare.
P. M. - Ma, più che replicare, integrare, signor Giudice, se posso e quando mi dà
la parola.
GIUDICE - Si.

P. M. - In realtà, appunto, faccio presente che siamo in una fase particolare del
procedimento, nella quale, così come disposto dalla Signoria Vostra, è già in corso
l'audizione di altri collaboratori di giustizia e comunque, qualora vi fossero delle
obiezioni che la Signoria Vostra dovesse ritenere condivisibili, sarà sempre
possibile - e in questo senso il Pubblico Ministero avanza formale richiesta -
procedere anche in questa sede alla audizione in contraddittorio del Pasta Manuel,
cosicché possa procedersi all'esame e al controesame dello stesso da parte dei
difensori.

GIUDICE - Io individuo anche un altro problema tecnico, cioè a dire: questa

risoluzione si prospetta come necessaria e preliminare all'audizione degli attuali


collaboranti?
P. M. - Ritengo...

GIUDICE - Voglio... voglio chiarire meglio...

P. M. - Ritengo di no, Giudice. Ritengo che non vi sia un rapporto in questo

senso, di pregiudizialità, di necessarietà. Sono delle dichiarazioni, quelle che il


Pubblico Ministero intende acquisire al procedimento, quelle contenute in questi
verbali, importanti e decisive ai fini del decidere, della decisione. Non si ravvisa
questo tipo di... questo tipo di relazione.

GIUDICE - Beh, è anche vero però che alcune cose... io non conosco questi
verbali, non li ho ancora visti, non li ho esaminati, forse la difesa li ha visionati,
anche se, diciamo, a volo d'angelo; potrebbero esservi delle affermazioni che
potrebbero avere un'ulteriore specificazione, connotazione, senso compiuto -

come posso dire - consolidamento, in quello che andiamo a fare. Io... questa
:. proposi -postuma può essere fatta dal Giudice soltanto quantomeno se..: dopoaaver "

visto questo... questo verbale. Il problema è se il Giudice questo... questi verbali li


deve vedere adesso e quindi esprimere una valutazione ordinatoria del processo

adesso o può farlo anche dopo l'audizione dei due collaboranti di oggi. Questo è il
passaggio delicato che tecnicamente vi rassegno e che dimostra, ancora una volta,
- l'avvocato Marasà mi scuserà se lo faccio - che senza un Giudice dialogatore e

indagatore del processo, il processo non può andare avanti.


Quindi le chiedo, vi chiedo, di sapere se io devo andare sostanzialmente a decidere

in Camera di Consiglio la questione tecnica relativa alla arnmissibilità o meno di


questi verbali, oppure ciò può essere fatto successivamente, magari addirittura alla

fine del periodo che abbiamo già calendato, stabilito, qua a Firenze per l'audizione
di tutti i collaboranti e, quindi, come dato, diciamo, di chiusura della nostra
permanenza entra moenia, se così posso dire, dal punto di vista processuale.
Quindi su questo io vorrei che voi trovaste... perché se voi trovate su questo un
punto d'accordo, il Giudice...
AVV. MARASA' - Posso, prima del...
GIUDICE - Sì.
A W . MARASA' - Prima del punto d'accordo.
GIUDICE - Sì.

A W . MARASA' - Come ho già avuto modo di dire in passato, il Giudice


dialogatore a me fa piacere e credo che sia pure verbalizzato. Il mio problema è
ben altro. Indipendentemente da quello che ho detto o ho appena detto, c'è un fatto
rilevantissimo, o che potrebbe essere rilevantissimo. Nel caso in cui vengono
proposti nuovi elementi di prova nel processo, poiché è facoltà dell'imputato
aderire al giudizio alternativo fino alla discussione finale, non vi è dubbio che
l'imputato ha il diritto di optare per il giudizio ordinario o per quello abbreviato,
dopo avere avuto piena cognizione di tutti gli atti sui quali dovrà svolgersi
l'indagine del Giudice al fine di accertare la sua colpevolezza o meno. Nella
fattispecie, essendo già stata formulata l'opzione per il giudizio abbreviato sulla
e - '"
- t?-

scorta degli atti esistenti nel fascicolo del GUP, non vi è dubbio che questi nuovi
elementi di prova, costituiti dalle dichiarazioni di altro collaboratore di giustizia,
potrebbero far venir meno il consenso, o comunque la determinazione
all'abbreviato già adottato dall'imputato. Ed è anche per questo che mi oppongo
alla acquisizione dei verbali, perché nel caso in cui questi verbali contenessero
elementi suscettibili di accertamenti ulteriori o di prove contrarie, verrebbe
precluso all'imputato il diritto di difesa in ordine proprio a questi verbali e in
limine litis, cioè... o addirittura oltre il limite entro il quale l'imputato ha il diritto
di far valere i propri diritti. l-

GIUDICE - Chiarissimo.

03*
A W . MARASA' - Grazie.
GIUDICE - Chiarissimo. E, suppongo, che anche i suoi colleghi si associno a
queste... a questi rilievi defensionali. Io però ho una domanda da fare al Pubblico
Ministero: queste... questi nuovi verbali, questo quadro probatorio, diciamo così,
aggiunto, crea delle condizioni, o presuppone delle modifiche imputative,
aggravative, circostanziali, si che gli imputati debbano rispondere, oggi, davanti al

Giudice, di fattispecie aggravata rispetto a quella oggetto della richiesta di rinvio a


giudizio e, quindi, consolidatasi nell'odierno rito abbreviato con la scelta
alternativa?
P. M. - Assolutamente no, signor Giudice. Il quadro resta immutato. Vi è
semplicemente, sotto questo aspetto delle contestazioni e dell'eventuale
aggravamento e dell'eventuale considerazione di nuove ipotesi... si tratta di
ulteriori elementi, di ulteriore materiale probatorio che viene sottoposto
all'attenzione della Signoria Vostra. D'altra parte, il sistema consente al Giudice,
anche in sede di giudizio abbreviato, di poter assumere quei nuovi elementi che
vengano eventualmente ritenuti decisivi ed essenziali ai fini della decisione, fermo
restando - su questo torna il Pubblico Ministero - la possibilità di garantire il
contraddittorio ai- difensori, e quindi agli imputati e alle altre parti, mediante-=" '

l'esame e il controesame innanzi al Giudice del collaboratore.


GIUDICE - Chiaro.
P. M. - Grazie.

La questione tecnica, relativa all'arnmissibilità dell'esarne del nuovo


collaborante era decisa dal Giudice con prowedimento letto all'esito di riserva:
GIUDICE - Allora, il Giudice, valutata la richiesta di allegazione dei verbali
relativi alle dichiarazioni rese da Pasta Manuel, datati 29 marzo 2010, 30 marzo
2010, 13 aprile 2010 ore 10:15 e 13 aprile 2010 ore 16:40, richiesta questa
proposta dal Pubblico Ministero nella fase introduttiva dell'odierna udienza, con la
coeva richiesta di interrogatorio del collaborante;
valutata l'eccezione sollevata dalle Difese, secondo le quali la predetta produzione
verrebbe a porre un condizionamento alla già esercitata facoltà di scelta del rito
alternativo, sì che - deve supporsi - essa avrebbe forse avuto diversa
determinazione se quelle fonti probatorie si fossero conosciute in modo
tempestivo;
letti in combinato disposto gli articoli 441,441 bis e in riferimento all'articolo 423
del Codice di Procedura Penale;

ritenuto che - per espressa previsione processuale e per consolidata giurisprudenza


della Suprema Corte - solo la modifica o l'aggravamento dell'ipotesi imputativa
legittima la revoca della scelta del rito e che, nel caso che ci riguarda, non vi è
stata alcuna contestazione suppletiva o accessoria dell'accusa;
ritenuto - ancora - che le Difese si dolgono di qualcosa che attiene ad un momento
conoscitivo delle fonti di prova che neppure il Pubblico-Ministero'poSsedevaal
momento della richiesta di rinvio a giudizio, essendosi materializzato - agli occhi
-
degli inquirenti e per la prima volta in data 29 marzo 2010;
per questi motivi
rigetta le eccezioni delle difese in relazione all'amrnissibilità e si riserva sulla
richiesta allegativa ed integratona del Pubblico Ministero - perché chiede sia
l'allegazione che l'audizione del collaborante - all'esito delle attività già ordinate
da questo Giudice con suo provvedimento del 19 marzo 2010.
Tra l'altro, voglio dire - è una cosa che io voglio lasciare a verbale perché penso sia
una necessità - il Giudice, leggendo "La Repubblica", come probabilmente tutti

voi avete letto, il giorno 09 aprile del 2010, a pagina 10, apprendeva dati, diciamo,
che si correlano in qualche modo allo svolgimento integrativo probatorio del
processo.
(I1 Giudice ndr) li apprende dal giornale, ne prende atto.
Io, questa circostanza, la lascio a verbale, perché penso che storicamente essa
debba essere lasciata a verbale e che, a mio awiso, il Pubblico Ministero,
attraverso questa allegazione, non ha fatto altro che chiarire ciò che in fondo già i
giornali avevano rassegnato. Quindi, sarebbe stato incoerente, diciamo, che questo
dato gnoseologico, chiamiamolo così, in senso filosofico, fosse rimasto lontano
dal processo mentre questo processo stesso veniva istruito.
Sarebbe stato un dato manifestamente, evidentemente contraddittorio.
Quindi, al vostro buon giudizio l'accadimento integrativo, diciamo, oggi svolto dal
Pubblico Ministero. E, allora, detto questo, se non ci sono altre questioni, io
continuerei nella traccia già solcata dal prowedimento ordinatorio, come
dicevamo, del 19 marzo 2010, udendo, cominciando a udire il Fontana Angelo,
perché per l'altro collaborante dobbiamo reperire il difensore.

Se il Giudice riconosceva la possibilità di anynettere i nuovi verbali relativi


alla ultima apertura collaborativa di PASTA MANUEL, la riserva
sull'audizione del predetto collaborante veniva definitivamente sciolta all'esito
dell'audizione di altro collaborante (SPATARO MAURIZIO) che, proprio al
patrimonio conoscitivo del PASTA MANUEL, faceva ampiamente riferimento
nel corso della sua audizione (si confronti pagine 270 e seguenti del verbale
dell'udienza del 15 Aprile 2010).

Per questo motivo, in pari data, il Giudice emanava la trascritta ordinanza:

+
GIUDICE Allora, il Giudice, all'esito dell'udienza oggi celebrata, sulle richieste
formulate dal Pubblico Ministero;
valutate le fonti di prova offerte in relazione alla collaborazione dell'imputato di
reato connesso Pasta Manuel, allegate a verbale del 14 di aprile 2010 e ritenuta la
necessità ex articolo 441, cornma quinto, del Codice di Procedura Penale, di
estendere l'attività integrativa anche a quelle fonti di prova, essendo le stesse
refluenti sull'oggetto della decisione,

per questi motivi


ordina procedersi ad interrogatorio del collaborante, nonché imputato di reato
connesso, Pasta Manuel, meglio in atti identificato e fissa la data del 29 di aprile
ore 09:30 in Roma, in luogo che sarà indicato sulla base delle necessità del

Servizio Centrale di Protezione al quale la presente ordinanza verrà comunicata


dalla Cancelleria.

Dell'esito dell'audizione svolta in via integrativa dal Giudice, si dirà tra breve.
Ciò che qui occorre riferire, per la completa esposizione degli accadimenti
oggetto dello svolgimento del processo, è che l'esame del PASTA MANUEL è
stato svolto a Roma, presso l'aula bunker della Casa Circondariale di Rebibbia
per tutto il pomeriggio (e fino a sera) del giorno 29 Aprile 2010.

L'esito di quella audizione muoveva l'obiezione tecnica della Difesa sotto il


profilo dell'inutilizzabilità ai fini processuali (secondo un'estensiva.
8 interpretazione dell'art. 195 del Codice di Procedura Penale).
L'eccezione veniva risolta con ordinanza del Giudice.

Trascriviamo, qui di seguito e integralmente il provvedimento ordinatorio reso:

"sciogliendo la riserva resa all'udienza del 29 Aprile 2010


sull'istanza posta dal1'Awocato Marasà, ai sensi dell'articolo 19.5 del
Codice di Procedura Penale, sul tema della testimonianza indiretta e
la contestuale declaratoria di inutilizzabilità delle dichiarazioni rese
dal collaborante PASTA MANUEL nonché sulla richiesta formulata
all'odierna udienza dall'Awocato Misuraca nell'interesse di DI
TRAPANI MICHELE (per la sola audizione di GENOVA BARTOLO;
valutato che per costante giurisprudenza del Supremo Collegio (da
ultimo: sentenze numero 49517 del 3 Dicembre 2009 e n. 4977 dell' 8
Ottobre 2009) che si allegano al presente verbale
d~
Sez. 6, Sentenza n. 49517 del 03/12/2009 Ud. (dep. 23/12/2009 ) Rv.
245658
Presidente: De Roberto G. Estensore: Gramendola PP. Relatore:
Gramendola FP. Imputato: Gandolfo e altro. P.M. Cedrangolo O. (P.
Dzf)
(Rigetta, App. Milano, 02 ottobre 2008)
PROVE - MEZZI DI PROVA - TESTIMONIANZA -
TESTIMONIANZA INDIRETTA - Fonte di riferimento costituita da
soggetto che riveste la qualità di imputato - Applicabilità della disciplina
sulla testimonianza indiretta - Esclusione.
La disciplina prevista in tema di testimonianza indiretta dall'art. 195
codice di procedura penale non può trovare applicazione quando la
fonte di riferimento sia costituita da un soggetto che rivesta la
qualità di imputato.

P.Q.M.

rigetta le eccezioni sopra indicate ed invita le parti a concludere.

Le conclusioni delle Parti, quindi, venivano specificate come in epigrafe.


UNA PREMESSA GENERALE
Con la scelta del rito abbreviato gli imputati, in cambio di un trattamento
sanzionatorio più favorevole in caso di condanna, accettano di esercitare il
. proprio diritto alla difesa nelle forme più limitate conferendo al Giudice
preliminare il potere di definire il processo allo stato degli atti; senza, quindi,
l'osservanza delle prescrizioni imposte per il dibattimento.
Ne consegue, ad esempio, che al suddetto giudizio non è riferibile il divieto di
utilizzazione degli atti indicati nell'articolo 514 del codice di procedura penale
(letture vietate).
Del resto, se così non fosse, sarebbe privo di significato il riferimento "allo
stato degli atti" in quanto esso ha per oggetto proprio la documentata attività
della Polizia Giudiziaria e del Pubblico Ministero (Cassazione Sezione VI, 11
e maggio 1993 n. 4813 ed, ancora, Cassazione Sez. IV alla data 3 novembre
1999).
La piena utilizzabilità di tali atti - che trova un limite soltanto nelle prove
illegittimamente allegate - impone al Giudice, in ogni caso, la necessita di
sottoporre le risultanze ad una attenta analisi e ad una valutazione critica in
sede interpretativa, in modo da stabilire l'esatta valenza probatoria delle
acquisizioni.

È ormai alla stregua di un fatto notorio processuale, dunque, che quegli


elementi documentali ed allegati al fascicolo delle investigazioni promossi
dal Pubblico Ministero e considerati fonti di prova fino al momento
dell'udienza preliminare, diventino - ad ogni effetto - prove piene sulle
quali il Giudice sarà chiamato a pronunciarsi e porrà base della sua
.-
decisione.
Ove, ancora, permangano dubbi tecnici su questo dato interpretativo della
materia processualistica basterà leggere la sentenza che qui di seguito si
trascrive nella sua massima

Sez. 3, Sentenza n. 29240 del 09/06/2005 Ud. (dep. 03/08/2005 ) Rv. 232374
Presidente: Savignano G. Estensore: Amoroso G. Relatore: Amoroso G.
Imputato: Fiero, P.M. Passacantando G. (ConJ)
(Rigetta, App. Salerno, 27 Aprile 2004)
PROCEDIMENTI SPECIALI - GIUDIZIO ABBREVIATO - IN GENERE -
Nullità ed inutilizzabilità degli atti e delle prove - Rilevabilità - Limiti - Ragioni -
Fattispecie.
Nel giudizio abbreviato sono rilevabili e deducibili solo le nullità di carattere
assoluto e le inutilizzabilità cosiddette patologiche. Ne consegue che l'irritualità
nell'acquisizione dell'atto probatorio è neutralizzata dalla scelta negoziale delle
parti di tipo abdicativo, che fa assurgere a dignità di prova gli atti di indagine
compiuti senza rispetto delle forme di rito. (Nel caso di specie, la Corte aveva
ritenuto corretta l'utilizzazione di un'intercettazione telefonica non trascritta
ritualmente, a seguito di consulenza tecnica ex art. 268 codice di procedura penale,
ma riprodotta su cosiddetto "brogliaccio").

ma i cui punti salienti possono anche enuclearsi nelle parole pure


trascritte:

Quanto alle prove utilizzabili nel giudizio


abbreviato questa Corte (Cassazione, Sezione 4 * , 3
novembre 1999, Alice) ha già affermato che nel
giudizio abbreviato, mentre sono rilevabili e
denunciabili le nullità assolute di cui al1 'art.
179, 1 coma, C.p.p., la cui presenza può dirsi
impedisca la nascita del processo quale voluto dal
vigente ordinamento, le eventuali cause di
i n u t i l i z z a b i li t à d e l l a prova non possono invece
essere r i l e v a t e e d e d o t t e , s e non a l momento d e l l a
r i c h i e s t a e d e l consenso ( s a l v o i l c a s o che s i
t r a t t i d i prove l a c u i a c q u i s i z i o n e s i a chiaramente
frutto di un vero e proprio r e a t o );
llinutilizzabilità, infatti, non attiene alla
nascita del processo e ben può quindi ammettersi
che chi, rinunciando al principio cardine della
inscindibili tà fra prova e contraddittorio, chiede
e ottiene di essere giudicato allo stato degli
atti, senza nulla eccepire in ordine alla loro
utilizzabilità, non possa p o i d o l e r s i d e l r i s u l t a t o
d i una t a l e s c e l t a , o p e r a t a i n v i s t a d e l v a n t a g g i o
_ ..
E., c o s t i t u i t o d a l l a c o n s i s t e n t e r i d u z i o n e d i pena
d p r e v i s t a i n c a s o d i condanna (principio affermato
proprio in relazione a intercettazioni ambientali
che si assumevano viziate per mancata indicazione
dei fondati motivi ex art. 266, 2 coma, e per le
modalità esecutive ex 268 C.P.P.).
Le Sezioni Unite di questa Corte (Cassazione,
Sezioni Unite 21-30 giugno 2000, n. 16, Tammaro)
hanno poi affermato che i l g i u d i z i o a b b r e v i a t o
costi t u i s c e un procedimento "a prova con t r a t t a m ,
a l l a c u i b a s e 6 i d e n t i f i c a b i l e un p a t t e g g i a m e n t o
n e g o z i a l e s u l r i t o , a mezzo d e l q u a l e l e p a r t i
a c c e t t a n o che l a ffregiudicandam s i a d e f i n i t a
a l 1 udienza p r e l i m i n a r e a l l a s t r e g u a d e g l i a t t i d i
indagine già a c q u i s i t i e rinunciano a chiedere
u l teriori m e z z i d i prova, così consentendo d i
a t t r i b u i r e a g l i e l e m e n t i r a c c o l t i nel corso d e l l e
i n d a g i n i p r e l i m i n a r i quel va1o r e proba torio d i c u i
essi sono normalmente s p r o v v i s t i nel g i u d i z i o che
si svolge invece nelle forme ordinarie del
"dibattimentom.
Tuttavia, tale negozio processuale di tipo
abdicativo può avere ad oggetto esclusivamente i
poteri che rientrano nella sfera di disponibilità
degli interessati, ma r e s t a p r i v o d i nega t i v a
i n c i d e n z a s u l po t e r e - d o v e r e d e l g i u d i c e d i essere,
anche i n quel g i u d i z i o s p e c i a l e , garan t e d e l l a
l e g a l i tii d e l procedimento proba t o r i . 0 .
Ne consegue che in esso, mentre non rilevano né
lfinutilizzabilità cosiddetta fisiologica della
prova, cioè quella coessenziale ai peculiari
connotati del processo accusatorio, in virtù dei
quali il giudice non può utilizzare prove, pure
assunte "secundum legemn, ma diverse da quel1e
legittimamente acquisite nel dibattimento secondo
l 'art. 526 cod. proc. pen., con i correlati divieti
di lettura di cui all art. 514 stesso codice (in
f

quanto in tal caso il vizio-sanzione delllatto


probatorio è neutralizzato dalla scelta negoziale
delle parti, di tipo abdicativo), ne le ipotesi di f

inutilizzabilità "relativaM stabilite dalla legge


in via esclusiva con riferimento alla fase
dibattimentale, va attribuita piena rilevanza alla
categoria sanzionatoria del1 finutilizzabilità
cosid-detta ffpatologicaff, inerente, cioè, agli atti
probatori assunti "contro legem", la cui
utilizzazione è vietata in modo assoluto non solo
nel dibattimento, ma in tutte le altre fasi del
procedimento, comprese quelle del1e indagini
:,.
preliminari e del1 udienza.-preliminare, nonché le --
,

procedure incidentali cautelari e quelle negozia1i


di merito.
Successivamente Cass., sez. 2*, 8-29 ottobre 2004,
n. 42559, Calabrese, ha ribadito che nel giudizio
abbreviato sono deducibili e rilevabili solo le
nullità di carattere assoluto e le inutilizzabilità
cosiddette patologiche (primo c o m a del1 art. 271
codice di procedura penale).
Pertanto l ' i r r i t u a l i t à nel1 'acquisizione del1 ' a t t o
proba t o r i o è n e u t r a l i z z a t a d a l l a s c e l t a n e g o z i a l e
d e l l e p a r t i d i t i p o a b d i c a t i v o che f a a s s u r g e r e a
d i g n i t à d i prova g l i a t t i d i i n d a g i n e compiuti
s e n z a i l r i s p e t t o d e l l e forme d i r i t o .

I1 pronunciamento sopra trascritto ha avuto, nel tempo (e fino ai giorni


nostri), ulteriore conforto giurisprudenziale con le sentenze rese dal
Supremo Giudice di Legittimità in questa importante successione di date:
Sezione Terza Penale, Sentenza n. 1529 del 2315 - 24/9/2007.
Sezione Terza Penale, Sentenza n. 2208 del 2619 - 25/10/2007.
Sezione Sesta Penale, Sentenza n. 1266 del 8/10 - 11/12/2008.

In cui possono leggersi chiari "obiter dicta" come quelli qui di seguito
trascritti:
(Sentenza n. 1266 del 8/10 - 11/12/2008)

l'.. .Secondo un orientamento di questa sezione,


cui la Corte intende aderire (Cass. Penale sez.
6, 11462/1997, Rv. 209696 Albini), la richiesta
da parte dellrimputato del rito abbreviato
comporta infatti l'accettazione del giudizio
"allo stato degli attirr,con la conseguenza che
il quadro probatorio, nella misura in cui si
propone alle parti, come "esistente e
consolidato , rr non è suscettibile di
modificazioni (eccezion fatta Per
lrinterrogatorio,attesa la sua singolarità nel
sistema: cfr. sul punto: Cass. Penale sez. 4,
12245/2007, Rv. 236189, Abaticchio), considerato
che solo in base agli elementi già acquisiti
deve formarsi la "res iudicandaM. Regola questa
da affermarsi, anche se si tratta di aspetti
favorevoli al1'imputato, in quanto attinenti a
circostanze attenuanti, per il riconoscimento
delle quali non è possibile procedere ad
ulteriori acquisizioni probatorie, neppureL di
tipo documentale (Cass. Penale sez. .6,
ii462/1997, Rv. 209696 Albini: fattispecie
relativa al rifiuto di dar ingresso nel processo
alla prova documentale del1 'avvenuto
risarcimento del danno), e, a maggior ragione,
da ribadirsi nel1'ipotesi in cui, come nella
specie, gli elementi versati in atti, a rito
abbreviato in corso, siano, per la loro natura e
va1ore probat orio, teoricamente sfavorevoli
alllimputato (che ha scelto il rito "a prova
contratta''), in quanto idonei a determinare un
apprezzabile mutamento degli equilibri
processuali e, conseguentemente, delle strategie
difensive che erano state appunto determinate e
tarate sulla base un diverso orizzonte
conoscitivo, che,nel corso del procedimento,
viene invece ad essere alterato dalllazione di
una delle parti (pubblica o privata)... '1
t
-
(Sentenza n. 2208 del 2619 25/10/2007)

If. . . I1
problema da affrontare concerne la
possibilità dello imputato di dedurre la nullità
dopo avere accettato di essere giudicato cQn il
rito abbreviato alla luce degli elementi
probatori (tra i quali la decisiva analisi dei
campioni) offerti dal1 'organo della accusa. Ora
con la richiesta di definizione del giudizio
abbreviato, 1 'imputato consente 1 'uso di atti
non assunti in contraddittorio tra le parti e,
per la tipicità del rito, non può dedurre le
inutilizzabilità ed fisiologiche delle prove,
cioè, quelle coessenziali ai peculiari connotati
del processo accusatorio. Anche nel rito
abbreviato, l'imputato può rilevare le
inutilizzabilità ed patologiche (relative a
prove assunte contra legem) e può dedurre le
nullità che inficiano gli atti processuali. La
tesi, recepita anche da qualche sentenza di
legittimità, secondo la quale è onere dello
in teressato eccepire prel iminarznente - prima
della introduzione del rito - le ritenute
nullità o inutilizzabilità non è valida per il
rito abbreviato senza integrazione probatoria
(tale è il caso in esame) la cui ammissibilità
non è valutata dal Giudice ed è un diritto
incondizionato per il richiedente.. .

-
(Sentenza n. 1529 del 2315 24/9/2007)

Invero, del tutto legittimamente possono essere


utilizzati, ai fini della decisione, gli atti
acquisiti con il consenso dei soggetti
interessati, consentendo - 1 accordo -
addirittura di superare i divieti di lettura di
cui al1 art. 514 c.p.p., qualora non abbiano ad
oggetto atti affetti da inutilizzabilità cd.
ffpatologicaM,qual 'è quella derivante da una
loro assunzione Ifcontra legem I l , circostanza,
nella specie, di certo non verificatasi (cfr.
Cass. Sez. 1, 23/1/2003 n. 8739, Cirillo ed
altri).
Da queste premesse interpretative della Suprema Corte, cui questo
Giudice ritiene di dovere necessariamente ispirarsi, promana la necessità
di individuare tutte le (fonti di) prove che - sulla base delle allegazioni del
Pubblico Ministero - possano oggi considerarsi, ad ogni effetto, elementi
della penale responsabilità.
Chiaramente la separazione dei processi dall'originaria impostazione
unitaria impone a questo Giudice di verificare, sulla singola posizione
processuale ed in relazione a ciascun rilievo contestativo, in quale modo e
con quale peso le prove della penale responsabilità si possano attribuire ai
soggetti, oggi a giudizio, in forma diretta soprattutto quando la tipologia
delittuosa ascritta ha riguardo ad una condotta di tipo associativo o,
comunque, plurisoggettiva.

Qui di seguito elencano prove oggetto


LE PROVE
I1 Pubblico Ministero ha sintetizzato, nella richiesta di rinvio a giudizio, le
fonti di prova oggetto del presente processo in:

annotazioni di indagine;
atti di perquisizione e sequestri;
attività di intercettazione delle conversazioni tra presenti e delle
comunicazioni telefoniche su apparecchi in uso agli imputati ed
altri coindagati;
dichiarazioni rese da persone sentite a sommarie informazioni;
dichiarazioni rese dagli imputati nel corso degli interrogatori resi
al G.I.P. ed al P.M. durante la fase delle indagini preliminari.

In realtà, è bene specificare, tra tutti gli atti genericamente indicati dal
Pubblico Ministero, quali saranno oggetto di considerazione probatoria
piena ai fini della decisione che di qui a poco verrà emanata.

La base dello sviluppo delle (fonti di) prove è nel rapporto del
Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri che ha permesso di
radiografare il "Mandamento" mafioso del quartiere palermitano
"Resuttana - San Lorenzo":

1.1 L'EVOLUZIONE DELL'INDAGINE "REBUS'

1.2 IL RUOLO PROPULSIVO DEI COLLOQUI CARCERARI

1.3 ALTRE FORME DI COMUNICAZIONE: LA CORRISPONDENZA E


LE TELEFONATE DAL CARCERE

1.4 LA DECRIPTAZIONE DEL LINGUAGGIO

SUL MANDAMENTO MAF'IOSO DI RESUTTANA

2.1 CENNI STORICI SUL MANDAMENTO DI RESUTTANA.

2.2 L'ASCESA DI DI TRAPANI DIEGO.


2.2.1 Le dichiarazioni del collaboratore DI NATALE Giusto.

2.3 GLI ASSETTI DEL MANDAMENTO DI RESUTTANA, DOPO


L'ARRESTO DI DI TRAPANI DIEGO t
GLI ASSETTI DEL MANDAMENTO DI RESUTTANA, DOPO
L'ULTIMA SCARCERAZIONE DI DI TRAPANI DIEGO E LA
CONTESTUALE "DESTITUZIONE" DI BONANNO GIOVANNI
2.4.1 Le dichiarazioni del collaboratore FONTANA Angelo.

L'OMICIDIO DI BONANNO GIOVANNI.


2.5.1 L'identificazione del "nipote di mia suocera" in BONANNO
Giovanni
2.5.2 L'affiancamento operato nei confronti di BONANNO Giovanni
2.5.3. L'awicendamento di BONANNO Giovanni con GENOVA
Salvatore
2.5.4. 11 perdurare della condizione di abbandono lamentata da
DI TRAPANI Mariangela

LE FASI DELLA "DEPOSIZIONE" DI DI TRAPANI DIEGO


2.6.1. I1 pericolo di vita incombente su DI TRAPANI Diego

L'ACCREDITAMENTO DI GENOVA SALVATORE NEI


CONFRONTI DEI MADONIA

L'ASCESA DI GENOVA SALVATORE ALLA REGGENZA DEL


MANDAMENTO DI RESUTTANA

LA SUPERVISIONE DI LO PICCOLO SALVATORE


2.9.1 I1 sostentamento delle famiglie dei detenuti facenti capo ai
MADONIA ed ai DI TRAPANI: le nuove direttive impartite al
GENOVA
2.9.2 Le precauzioni adottate dal LO PICCOLO in merito ai profili
relazionali del GENOVA Salvatore sul territorio

LA COLLABORAZIONE TRA GRAZIANO VINCENZO E GENOVA


SALVATORE NELLA REGGENZA DEL MANDAMENTO DI
RESUTTANA

GLI ASSETTI DEL MANDAMENTO DI RESUTTANA DOPO


L'ARRESTO DEI LO PICCOLO
2.1 1.1 I1 ruolo di FONTANA Stefano
2.1 1.2 I1 ruolo di GENOVA Bartolo, inteso "la nipote di Santina": la
continuità del sostentamento economico a favore della famiglia
MADONIA.
SULLA CENTRALITA' DELLA FAMIGLIA
-
MADONIA DI TRAPANI NEL MANDAMENTO
MAFIOSO DI RESUTTANA

3.1 IL RUOLO DI DI TRAPANI MARIANGELA.

3.2 IL RUOLO DI MADONIA ANTONINO E DI MADONIA GIUSEPPE.


3.2.1 Breve biografia criminale di MADONIA Antonino, inteso Nino
3.2.2 Breve biografia criminale di MADONIA Giuseppe, inteso
Pippo
3.2.3 L'omicidio di BONANNO Giovanni. Le acquisizioni dei
colloqui carcerari registrati a Novara il 10/08/2005 ed il
07/09/2005
3.2.4 I1 circuito comunicativo esistente tra MADONIA Antonino ed il
fratello MADONIA Giuseppe: la comspondenza e le telefonate.

3.3 IL RUOLO DI MADONIA SALVATORE.


3.3.1 Breve biografia criminale di MADONIA Salvatore.
3.3.2 Gli elementi penalmente rilevanti
3.3.3 La "premura" avanzata al mafioso LO PICCOLO Salvatore in
favore di G W I A N O Vincenzo
3.3.4 La "premura" avanzata al mafioso FONTANA Stefano in
favore di ARIOLO Sergio
3.3.5 Ulteriori richieste avanzate al mafioso LO PICCOLO Salvatore
per conto del MADONIA Salvatore

3.4 IL RUOLO DI MADONIA ALDO.


3.4.1 Breve biografia criminale di MADONIA Aldo.
3.4.2 Gli elementi penalmente rilevanti
1) Le acquisizioni del 09/02/2006
2) Le acquisizioni del 13/04/2006
3) Le acquisizioni del 26/04/2006
4) Le acquisizioni del 04/05/2006
5) Le acquisizioni del 04/06/2006
6) Le acquisizioni del 05/06/2006
7) Le acquisizioni del 07/06/2006
8) Le acquisizioni del 08/06/2006
9) Le acquisizioni del 14/06/2006 h. 10:33
10) Le acquisizioni del 14/06/2006 h. 16:34
11) Le acquisizioni del 15/06/2006
12) Le acquisizioni del 17/06/2006
13) Le acquisizioni del 19/06/2006 - La lettera al fratello
MADONIA Giuseppe
14) Le acquisizioni del 22/06/2006
15) Le acquisizioni del 25/06/2006
16) Le acquisizioni del 3 0/06/2006
17) Le acquisizioni del 06/07/2006
18) Le acquisizioni del 1 3/07/2006
19) Le acquisizioni del 10/08/2006
20) Le acquisizioni del 16/08/2006 - I1 colloquio con il
fratello MADONIA Antonino
21) Le acquisizioni del 17/08/2006 - I1 colloquio con il padre
MADONIA Francesco
22) Le acquisizioni del 18/08/2006
23) Le acquisizioni del 02/09/2006
24) Le acquisizioni del 03/09/2006
25) Le acquisizioni del 05/09/2006
26) Le acquisizioni del 06/09/2006
27) Le acquisizioni del 07/09/2006
28) Le acquisizioni del 07/09/2006 - L'incontro a casa di
GELARDI Emanuela e la conversazione con
GRAZIANO Vincenzo
29) Le acquisizioni del 11/09/2006
30) Le acquisizioni del 12/09/2006
3 1) Le acquisizioni del 22/09/2006
32) Le acquisizioni del 0311012006
33) Le acquisizioni del 0911012006
34) Le acquisizioni del 1411012006
35) Le acquisizioni del 1 811012006
36) Le acquisizioni del 0711112006 - L'incontro con DI
TRAPANI Diego.
37) Le acquisizioni del 0811112006 - Il colloquio con il padre
MADONIA Francesco
38) Le acquisizioni del 0811112006 - I1 colloquio di
MADONIA Salvatore con la moglie DI TRAPANI
Mariangela.
39) Le acquisizioni del 08/11/2006 - I1 colloquio di
MADONIA Antonino con la madre GELARDI Emanuela
40) Le acquisizioni del 1711 112006
41) Le acquisizioni del 01/12/2006
42) Le acquisizioni del 14/12/2006
43) Le acquisizioni del 1 711212006
44) Le acquisizioni del 1 110112007
45) Le acquisizioni del 15/01/2007
46) Le acquisizioni del 26/01/2007
47) Le acquisizioni del 08/02/2007
48) Le acquisizioni del 03/03/2007
49) Le acquisizioni del 07/04/2007
50) Le acquisizioni del 21/04/2007
51) Le acquisizioni del 01/05/2007
52) Le acquisizioni del 10/05/2007
53) Le acquisizioni del 13/05/2007
54) Le acquisizioni del 15/05/2007 - GRAZIANO Vincenzo,
per il tramite di GRECO Orazio, fa avere il denaro a
MADONIA Aldo
55) Le acquisizioni del 19/05/2007
56) Le acquisizioni del 21/05/2007

45
57) Le acquisizioni del 18/09/2007 - I1 2" incontro con
GRECO Orazio.
58) Le acquisizioni del 1511012007 - I1 3" incontro con
GRECO Orazio.
3.4.3 La tesi avanzata da DI TRAPANI Mariangela circa l'aiuto
fornito da MADONIA Salvatore al fratello MADONIA Aldo
per favorirne la posizione nell'ambito del processo "Big John"
1) I1 procedimento penale a carico di MADONIA Aldo per il
reato di associazione mafiosa
2) Un approfondimento delle dichiarazioni del collaboratore
di giustizia Joe Cuffaro
3) Le dichiarazioni di MADONIA Salvatore al fine di
scagionare MADONIA Aldo dall'accusa di traffico di
sostanze stupefacenti
4) La posizione di MADONIA Aldo nell'ambito del
processo "Big John".
3.4.4 I colloqui "riservati" nel pianerottolo di casa GELARDI

3.5 IL RUOLO DI MADONIA FRANCESCO E GELARDI EMANUELA.


3.5.1 MADONIA Francesco
3.5.2 GELARDI Emanuela

3.6 IL RUOLO DI DI TRAPANI NICOLO'.


3.6.1 Breve biografia criminale di DI TRAPANI Nicolò.
3.6.2 Gli elementi penalmente rilevanti
1) Le acquisizioni del 14/01/2006
2) Le acquisizioni del 11/02/2006
3) Le acquisizioni del 17/03/2007
4) Le acquisizioni del 17/06/2006
5) Le acquisizioni del 1411012006
6) Le acquisizioni del 20/01/2007

3.7 IL RUOLO DI DI TRAPANI DIEGO.


3.7.1 Breve biografia criminale di DI TRAPANI Diego.
3.7.2 La decrittazione del linguaggio. Le modalità di identificazione
di DI TRAPANI Diego.
3.7.3 Gli elementi penalmente rilevanti
1) La reggenza del mandamento
2) 1 prowedimenti del nuovo reggente
3) I rapporti con CINA' Antonino
4) 1 rapporti con LO PICCOLO Salvatore

3.8 IL RUOLO DI DI TRAPANI MICHELE.


3.8.1 Breve biografia criminale di DI TRAPANI Michele.
3.8.2 La decrittazione del linguaggio. Le modalità di identificazione
di DI TRAPANI Michele. f
3.8.3 Gli elementi penalmente rilevanti
3.8.4 L'appuntamento con il costruttore SBEGLIA. I1 coinvolgimento
di DI TRAPANI Michele
3.8.5 L'incontro tra DI TRAPANI Michele ed il costnittore
SBEGLIA.
3.8.6 Breve profilo criminale di SBEGLIA Salvatore

3.9 IL RUOLO DI DI PACE FRANCESCO.


3.9.1 I Rapporti con BONANNO Giovanni.
3.9.2 I Rapporti con DI TRAPANI Diego.
3.9.3 La "tragedia" innescata per la mancata ricezione del
sostentamento economico spettante alla famiglia GUASTELLA
3.9.4 I rapporti con i latitanti LO PICCOLO Salvatore e LO
PICCOLO Sandro.
3.9.5 I1 circuito messaggistico tra LO PICCOLO Salvatore e DI
TRAPANI Mariangela: il ruolo di DI PACE Francesco
3.9.6 Le ambizioni imprenditoriali: l'amministrazione delle società
Publidea s.r.1. e Vision Maxischermi s.r.1
3.9.7 I rapporti con esponenti della Pubblica Amministrazione -
L'approvazione della delibera relativa ai "Maxi Schermi" - La
convention elettorale del 09/05/2007
1) L'approvazione della delibera
l .a) Le acquisizioni del 19/03/2007
l .b) Le acquisizioni del 01/04/2007
l .C) Le acquisizioni del 02/04/2007
l .d) Le acquisizioni del 04/04/2007
2) La convention elettorale
2.a) Le acquisizioni del 10/04/2007
2.b) Le acquisizioni del 08/05/2007
2.c) Le acquisizioni del 09/05/2007
3) Altri contatti, ancorché indiretti, affqenti il rapporto con
l'Assessore RANDI Eugenio
3.a) Le acquisizioni del 11/04/2007
3.b) Le acquisizioni del 27/04/2007
3 .C) Le acquisizioni del 28/04/2007
3.d) Le acquisizioni del 02/05/2007
3.e) Le acquisizioni del 14/05/2007
3 .f) Le acquisizioni del 29/06/2007
3.g) Le acquisizioni del 03/07/2007
3.h) Le acquisizioni del 06/09/2007
4) Altri contatti afferenti il rapporto con il Consigliere
LOMBARDO Giovanni, inteso Giampiero
4.a) Le acquisizioni del 16/05/2007
3.9.8 I rapporti con il Vigile Urbano CORSINO Antonio
1) I controlli di polizia degli impianti pubblicitari - m a i
scherno- installati in Piazza Mondello e in via Lanza di
Scalea
l .a) Le acquisizioni del 27/04/2007
l .b) Le acquisizioni del 30/04/2007
l .d) Le acquisizioni del 08/05/2007
l .e) Le acquisizioni del 10/05/2007
l .f) Le acquisizioni del 22/05/2007
l .g) Le acquisizioni del 14/06/2007
l .h) Le acquisizioni del 19/02/2008
l .i) Le acquisizioni del 21 e 22/02/2008
1 .l) Le acquisizioni del 25/02/2008
l .m) Le acquisizioni del 10/03/2008
l .n) Le acquisizioni del 11/03/2008
3.9.9 L'amministrazione dei beni occulti riconducibili alla famiglia
GUASTELLA: il posteggio di via Danimarca

3.10 IL RUOLO DI SGROI ROSA E DI TRAPANI GIUSEPPINA.


3.10.1 I1 ruolo delle donne nella consegna del pizzino scritto
dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore alla loro congiunta
DI TRAPANI Mariangela.
1) Le acquisizioni del 16/03/2007
2) Le acquisizioni del 1410112006
3.10.2 I1 recapito del denaro alle famiglie dei detenuti operato dalla
DI TRAPANI Mariangela: le corresponsabilità di DI TRAPANI
Giuseppina e di SGROI Rosa. I1 presunto mancato recapito del
denaro spettante a DI PACE Francesco
1) Le acquisizioni del 10/02/2007
2) Le acquisizioni del 11/02/2007
3) Le acquisizioni del 14/02/2007
4) Le acquisizioni del 24/02/2007
5) Le acquisizioni del 08/03/2007
3.10.3 I profili penalmente rilevanti emersi a carico di DI TRAPANI
Giuseppina che, in luogo del marito DI TRAPANI Giuseppe,
diviene prestanome di MADONIA Salvatore

3.1 1 IL RUOLO DI COTTONE CARLA.


3.11.1 I1 colloquio carcerario del 07/09/2005 con il cognato
MADONIA A n t 0 ~ n 0
SUI RAPPORTI ESISTENTI tra DI TRAPANI
MARIANGELA e ALTRI APPARTENENTI ALLA
ASSOCIAZIONE MAFIOSA "COSA NOSTRA"

4.1 IL PIZZINO SCRITTO DALL'ALLORA LATITANTE LO PICCOLO


SALVATORE
4.1.1 Le acquisizioni del 16/03/2007
4.1.2 Le acquisizioni del 23/03/2007
4.1.3 Le acquisizioni del 26/04/2007

4.2 IL RUOLO DI CINA' ANTONINO


4.2.1 . Breve biografia criminale di CINA' Antonino
4.2.2 Gli elementi penalmente rilevanti
1) Le acquisizioni del 07/09/2005
2) Le acquisizioni del 06/04/2006
3) Le acquisizioni del 26/04/2006
4) Le acquisizioni del 04/05/2006
5) Le acquisizioni del 20/05/2006
6) Le acquisizioni del 25/05/2006 - DI TRAPANI
Mariangela e l'anziana GELARDI Emanuela vanno alla
ricerca di CINA' Antonino
7) Le acquisizioni del 29/05/2006
8) Le acquisizioni del 03/06/2006
9) Le acquisizioni del 06/06/2006
10) Le acquisizioni del 10/06/2006 - DI TRAPANI
Mariangela e GELARDI Emanuela incontrano CINA'
Antonino e GRAZIANO Vincenzo
11) Le acquisizioni del 15/06/2006
12) Le acquisizioni del 19/06/2006 - I1 2' incontro di DI
TRAPANI Mariangela con CINA' Antonino.
13) Le acquisizioni del 20/06/2006 - CINA' Antonino viene
sottoposto a f m o di p.g. nell'ambito dell'operazione
Gotha.
14) Le acquisizioni del 25/06/2006 - Lo scritto di
MADONIA Antonino con il riferimento all'indagine
"Gotha".
15) Le acquisizioni del 16/08/2006

4.3 IL RUOLO DI GENOVA SALVATORE


4.3.1 Breve biografia criminale di GENOVA Salvatore
4.3.2 L'identificazione
1) Le acquisizioni del 09/03/2006
2) Le acquisizioni del 17/06/2006
3) Le acquisizioni del 1411012006
4) Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia NUCCIO
Antonino. l

5) Le acquisizioni del 10/08/2005

C\k 49
4.3.3 I1 ruolo di GENOVA Salvatore nell'omicidio di BONANNO
Giovanni.
4.3.4 La presentazione di GENOVA Salvatore al cospetto dei
MADONIA.
4.3 -5 I1 rapporto GENOVA - LO PICCOLO
4.3.6 La richiesta avanzata dal MADONIA Salvatore al LO
PICCOLO intesa a far "lavorare" GRAZIANO Vincenzo.
4.3.7 . La collaborazione tra GENOVA Salvatore e GRAZIANO
Vincenzo nella reggenza del mandamento di Resuttana.
4.3.8 La morte di MADONIA Francesco - L'organizzazione dei
funerali
1) Le acquisizioni del 09/03/2007
2) Le acquisizioni del 23/03/2007
3) Le acquisizioni del 26/04/2007
4.3.9 I1 ruolo del GENOVA dopo l'arresto dei LO PICCOLO

4.4 IL RUOLO DI GRAZIANO VINCENZO


4.4.1 Breve biografia criminale di GRAZIANO Vincenzo
4.4.2 La decrittazione del linguaggio. Le modalità di identificazione
di GRAZIANO Vincenzo.
4.4.3 Le acquisizioni investigative: l'attualità dei legami tra
GRAZIANO Vincenzo e la famiglia MADONIA.
1) Le acquisizioni del 07/09/2006
2) Le acquisizioni del 0911012006
3) Le acquisizioni del 1011012006
4) Le acquisizioni del 0811112006
4.4.4 L'inizio della collaborazione tra GRAZIANO Vincenzo ed il
nuovo reggente del mandamento mafioso di Resuttana,
GENOVA Salvatore
1) Le acquisizioni del 1 110112007
2) Le acquisizioni del 1911212006
3) Le acquisizioni del 10/05/2007
4) Le acquisizioni del 0711112006
4.4.5 Le fiequentazioni di GRAZIANO Vincenzo con altri soggetti
gravitanti nell'associazione mafiosa.
1) Le acquisizioni del 16/10/2006 - L'incontro con
ROMANO Angelo e D'AMBROGIO Michele
2) Le acquisizioni del 16/02/2007
3) Le acquisizioni del 20/02/2007 - L'incontro con il
narcotrafficante FIDANZATI Gaetano.
4) I contatti con DI MAI0 Girolamo.
4.a) Le acquisizioni del 16/04/2007
4.b) Le acquisizioni del 22/05/2007
4.c) Le acquisizioni del 06/06/2007
4.d) Le acquisizioni del 0511012007
4.e) Le acquisizioni del 2611112007
4.4.6 I1 ruolo svolto da GRAZIANO Vincenzo per conto dei
componenti delle famiglie MADONIA - DI TRAPANI
1
1) Gli incontri con DI TRAPANI Mariangela finalizzati alla
trasmissione di comunicazioni dei carcerati e alla
consegna di denaro per il tramite di GENOVA Salvatore
l .a) Le acquisizioni del 06/04/2006
l .b) Le acquisizioni del 15/06/2006
l .C) Le acquisizioni del 10/06/2006
l .d) Le acquisizioni del 11/06/2006
l .e) Le acquisizioni del 19/06/2006
l .f) Le acquisizioni del 07/06/2007
2) Gli incontri al negozio CASAGIO' messo a disposizione
dalla famiglia LO VERDE.
2.a) L'incontro del 29/05/2006
2.b) Le acquisizioni del 0611 112006
2.c) L'incontrodel14/11/2006
2.d) Le acquisizioni del 3 111212006
2.e) L'incontro del 0410 112007
2.0 Le acquisizioni del 1 110112007
2.g) L'incontro del 22/05/2007
2.h) L'incontro del 26/07/2007
2.i) Le acquisizioni del 04/09/2007
2.1) Le acquisizioni del 0511012007
2.m) Le acquisizioni del 0911012007
2.n) Le acquisizioni del 04/12/2007
3) La consegna di denaro ai MADONIA, provento della
gestione del loro patrimonio occulto.
3.a) Le acquisizioni del 16/08/2006
3.b) Le acquisizioni del 07/09/2006
3 .C) Le acquisizioni del 08/06/2006
4) L'identificazione del ragioniere in GRECO Orazio

5) Gli incontri tra MADONIA Aldo e GRECO Orazio alias


"il ragioniere"
5.a) Le acquisizioni del 15/05/2007 - GRAZIANO
Vincenzo, per il tramite di GRECO Orazio, fa
avere il denaro a MADONIA Aldo.
6) I1 ruolo storico di prestanome svolto dai fratelli
GRAZIANO per conto della famiglia MADONIA
6.a) La compravendita di un immobile adibito a
falegnameria di pertinenza di MADONIA
Salvatore
7) I progetti imprenditoriali del GRAZIANO Vincenzo per
conto dei MADONIA. La vicenda relativa ad un terreno
edificabile in località "Addaura" di Palermo. GRAZIANO
Vincenzo chiede ed ottiene l'intervento autoritario di
MADONIA Salvatore in suo favore
4.6 IL RUOLO DI DI MA10 GIROLAMO
4.6.1 L'appartamento di D1 TRAPANI Francesco
1) Le acquisizioni del 10/08/2005
2) Le acquisizioni del 17/09/2005
3) Le acquisizioni del 08/10/2005
4) Le acquisizioni del 1411012006
5) Le acquisizioni del 0811112006
6) Le acquisizioni del 1911112006 e 2611112006
7) Le acquisizioni del l 411212006
8) Le acquisizioni del 20/01/2007
9) Le acquisizioni del 06/09/2007
10) Le acquisizioni del 0411012007
4.6.2 I contatti con GRAZIANO Vincenzo

4.7 IL RUOLO DEI FRATELLI LO CICERO GIOVANNI E LO CICERO


SALVATORE
4.7.1 La famiglia LO CICERO - Introduzione e cenni storici.
4.7.2 L'attualizzazione dei legami: le prime fkquentazioni presso la
macelleria di LA BARBERA Rosario.
4.7.3 Le prime telefonate dal carcere di MADONIA Giuseppe e
l'"anemia del bambino".
4.7.4 Le emergenze del 21 e 22/09/2006
4.7.5 11 colloquio carcerario di MADONIA Salvatore del 14/12/2006
4.7.6 Le ulteriori telefonate del detenuto MADONIA Giuseppe
1) La telefonata del 1711112006
2) La telefonata del 2711212006
3) La telefonata del 27/01/2007
4) La telefonata del 30101I2007
5) La telefonata del 17/02/2007
6) La telefonata del 06/03/2007
4.7.7 Le acquisizioni del 14/04/2007
4.7.8 11 colloquio carcerario di MADONIA Salvatore del 26/04/2007
4.7.9 Gli altri colloqui carcerari

4.8 IL RUOLO DI FONTANA STEFANO E DEL FIGLIO FONTANA


GAETANO
4.8.1 La famiglia FONTANA
4.8.2 I1 pentimento di FONTANA Angelo. Le prime acquisizioni sui
FONTANA
4.8.3 FONTANA Stefano e l'estorsione ad ARIOLO Sergio.
4.8.4 FONTANA Stefano - Il controllo del territorio
dell' Acquasanta.
4.8.5 I rapporti tra la famiglia FONTANA e MADONIA Salvatore.
4.8.6 I1 tentativo di intervento sul collaboratore di giustizia
FAVALORO Marco
4.8.7 La posizione di FONTANA Stefano dopo la cattura di LO
PICCOLO Salvatore
4.9 IL RUOLO DI GIULIVO SALVATORE
4.9.1 La situazione nella famiglia mafiosa dell' Acquasanta. .
4.9.2 La visita di GIULIVO Salvatore a casa MADONIA.

4.10 IL RUOLO DI SGADARI VINCENZO


4.10.1 Gli elementi penalmente rilevanti.

4.11 IL RUOLO DI PEDONE ROSARIO


4.11.1 I rapporti con le famiglie MADONIA - DI TRAPANI.

4.12 IL RUOLO DI GENOVA BARTOLO


4.12.1 Le acquisizioni del 11/02/2008
4.12.2 Le acquisizioni del 12/02/2008
4.12.3 Le acquisizioni del 13/02/2008
4.12.4 Le acquisizioni del 27/02/2008 e 31/03/2008
4.12.5 Le acquisizioni del 08/04/2008
4.12.6 Le acquisizioni del 21/04/2008
4.12.7 Le acquisizioni del 08/05/2008
4.12.7 I1 percorso logico-deduttivo che ha consentito l'identificazione
della "nipote di Santina" in GENOVA Bartolo.

l Sui FAVOREGGIATORI della FAMIGLIA MADONIA

5.1 LA FAMIGLIA LO VERDE. IL RUOLO DI LO VERDE


MASSIMILIANO
5.1 .l La partecipazione di LO VERDE Massimiliano alle attività di
.,. - cosa nostra. Le relazioni tra GRAZIANO Vincenzo e la
famiglia MADONIA.
1) Le acquisizioni del 07/06/2007
2) Le acquisizioni del 29/05/2006
3) Le acquisizioni del 08/06/2006
4) Le acquisizioni del 07/08/2006
5) Le acquisizioni del 08/08/2006
6) Le acquisizioni del 0611 112006
7) Le acquisizioni del 1311112006
8) Le acquisizioni del 1411112006
9) Le acquisizioni del 04/01/2007
10) Le acquisizioni del 22/05/2007
11) Le acquisizioni del 06/06/2007
12) Le acquisizioni del 26/07/2007
13) Le acquisizioni del 01/09/2007
14) Le acquisizioni del 04/09/2007
15) Le acquisizioni del 08/09/2007
16) Le acquisizioni del 0511012007 f
17) Le acquisizioni del 0911012007
AL-
18) Le acquisizioni del 0411212007
5.1.2 La partecipazione di LO VERDE Massimiliano alle attività di
cosa nostra. I1 pizzino scritto dal latitante LO PICCOLO
Salvatore
1) Le acquisizioni del 16/03/2007 - La lettura in macchina
del pizzino scritto dal LO PICCOLO
5.1.3 La funzione di prestanome della famiglia LO VERDE e di LO
VERDE Massimiliano
5.1.4 LO VERDE Massimiliano ed il terreno di contrada San
Giovami di Cinisi

5.2 IL RUOLO DI ARIOLO SERGIO


5.2.1 I1 centro sportivo Strasburgo
1) Le acquisizioni del 11/02/2006
2) Le acquisizioni del 13/12/2006 - La telefonata di DI
TRAPANI Mariangela ai centro sportivo
3) L e acquisizioni del 17/06/2006
4) Le acquisizioni del 0511012006
5) Le acquisizioni del 1411012006
6) Le acquisizioni del 14/12/2006
7) Le acquisizioni del 11/0112007
8) Le acquisizioni del 2010 112007
9) Le acquisizioni del 10/05/2007
5.2.2 I progetti imprenditoriali condivisi da MADONIA Salvatore: il
bar all'intemo dell'azienda ospedaliera Villa Sofia
1) Le acquisizioni del 08/03/2007
2) Le acquisizioni del 02/08/2007
5.2.3 Ulteriori progetti imprenditoriali condivisi da MADONIA
Salvatore e da DI TRAPANI Nicolò
1) Le acquisizioni del 08/02/2007
2) Le acquisizioni del 10/05/2007
3) Le acquisizioni del' 21/07/2007
4) Le acquisizioni del 06/09/2007
5.2.4 La villa al mare di DI TRAPANI Francesco
1) Le acquisizioni del 04/05/2006
2) Le acquisizioni del 08/06/2006
3) Le acquisizioni del 17/06/2006
4) Le acquisizioni del 06/07/2006
5) L e scqiiisizioni del 10/08/2006
6) Le acquisizioni del 0511012006
7) Le acquisizioni del 11/01I2007
8) Le acquisizioni del 08/02/2007
9) Le acquisizioni del 10/05/2007
10) Le acquisizioni del 07/06/2007
1 1) Le acquisizioni del 05/07/2007
12) Le acquisizioni del 21/07/2007
13) Le acquisizioni del 02/08/2007
5.2.5 L'incontro con GENOVA Salvatore, reggente del mandamento
di Resuttana I
IL RUOLO DI MILIA ROSARIA
5.3.1 I1 rapporto sentimentale/epistolare con MADONIA Antonino. I
dissidi familiari tra DI TRAPANI Mariangela ed i coniugi
MADONIA Aldo e COTTONE Carla
1) Le acquisizioni del 06/04/2006
2) Le acquisizioni del 26/04/2006
3) Le acquisizioni del 11/05/2006
4) Le acquisizioni del 04/06/2006
5) Le acquisizioni del 05/06/2006
6) Le acquisizioni del 06/06/2006
7) Le acquisizioni del 08/06/2006
8) Le acquisizioni del 1 1/06/2006
9) Le acquisizioni del 13/06/2006
10) Le acquisizioni del 14/06/2006
1 1) Le acquisizioni del 15/06/2006
12) Le acquisizioni del 06/07/2006
13) Le acquisizioni del 27/07/2006
14) Le acquisizioni del 28/07/2006
l 5) Le acquisizioni del 03/08/2006
16) Le acquisizioni del 13/0/2006
17) Le acquisizioni del 16/08/2006
18) Le acquisizioni del 0811 112006
5.3.2 11 ruolo di vettore comunicativo svolto da MILIA Rosaria.
L'aiuto fornito dall'Awocato RESTIVO. I contatti con il
mafioso CINA' Antonino
1) Le acquisizioni del 26/04/2006
2) Le acquisizioni del 27/05/2006
3) Le acquisizioni del 03/06/2006
4) Le acquisizioni del 18/07/2006
5) Le acquisizioni del 20/11/2006
6) Le acquisizioni del 13/08/2006
7) Le acquisizioni del 11/09/2006

IL RUOLO DELL'AWOCATO RESTIVO GIOVANNI


5.4.1 Le acquisizioni del 18/07/2006
5.4.2 Le acquisizioni del 20/11/2006
5.4.3 Le acquisizioni del 11/09/2006

IL RUOLO DI BASILE ANNA


5.5.1 Le acquisizioni del 21 /09/2006
5.5.2 Le acquisizioni del 22/09/2006
5.5.3 Le acquisizioni del 13/05/2008
SUL PATRIMONIO OCCULTO

6.1 IL BAR SOFIA


6.1.1 Le acquisizioni del 21/09/2006
6.1.2 Le acquisizioni del 26/03/2006
6.1.3 Le acquisizioni del 01/O412006
6.1.4 Le acquisizioni del 03/04/2006
6.1.5 Le acquisizioni del 06/04/2006
6.1.6 Le acquisizioni del 2110412006
6.1.7 Le acquisizioni del 04/05/2006
6.1.8 Le acquisizioni del 06/06/2006
6.1.9 Le acquisizioni del 07/06/2006
6.1.10 Le acquisizioni del 04/07/2006
6.1.11 Le acquisizioni del 13/07/2006
6.1.12 Le acquisizioni del 02/08/2006
6.1.13 Le acquisizioni del 07/08/2006
6.1.14 Le acquisizioni del 09/08/2006
6.1.15 Le acquisizioni del 02/09/2006
6.1.16 Le acquisizioni del 09/09/2006
6.1.17 Le acquisizioni del 16/09/2006
6.1.18 Le acquisizioni del 19/09/2006
6.1.19 Le acquisizioni del 20/09/2006
6.1 -20 Le acquisizioni del 22/09/2006
6.1.21 Le acquisizioni del 25/09/2006
6.1.22 Le acquisizioni del 3010912006
6.1.23 Le acquisizioni del 0111012006
6.1.24 Le acquisizioni del 0211012006
6.1.25 Le acquisizioni del 0511012006
6.1.26 Le acquisizioni del 05/10/2006 - La lettera di MADONIA
Salvatore - L'investitura ufficiale di ARIOLO Sergio da parte
del mafioso
6.1.27 Le acquisizioni del 0711012006
6.1.28 Le acquisizioni del 1211012006
6.1.29 Le acquisizioni del 1411012006
6.1.30 Le acquisizioni del 2211012006
6.1.3 1 Le acquisizioni del 2411012006
6.1.32 Le acquisizioni del 2911012006
6.1.33 Le acquisizioni del 3011012006
6.1 -34 Le acquisizioni del 30 e 3 1/10/2006- La telefonata di AIELLO
Giovanna e l'incontro con DI TRAPANI Mariangela
6.1.35 Le acquisizioni del 0811 112006
6.1.36 Le acquisizioni del 1011112006
6.1.37 Le acquisizioni del 1911 112006
6.1.38 Le acquisizioni del 2611112006
6.1.39 Le acquisizioni del 2811112006
6.1.40 Le acquisizioni del 1411212006
6.1.41 Le acquisizioni del 18/12/2006 - L a seconda discussione con
AIELLO Giovanna
Le acquisizioni del 1911212006
Le acquisizioni del 2011212006
Le acquisizioni del 26/12/2006
Le acquisizioni del 31/l 212006
Le acquisizioni del 01l0112007
Le acquisizioni del 0210112007
Le acquisizioni del 0410 112007
Le acquisizioni del 1010112007- L'incontro serale tra ARIOLO
Sergio, LO VERDE Massimiliano e PIZZO Pietro
Le acquisizioni del 11/01/2007 - La conferma dell'incontro
serale del giorno precedente tra ARIOLO Sergio, LO VERDE
Massimiliano e PIZZO Pietro
Le acquisizioni del 2010112007
Le acquisizioni del 2210112007
Le acquisizioni del 2310112007
Le acquisizioni del 26/01/2007
Le acquisizioni del 28/01/2007
Le acquisizioni del 08/02/2007
Le acquisizioni del 20/02/2007
Le acquisizioni del 22/02/2007
Le acquisizioni del 06/03/2007 - La riunione
Le acquisizioni del 08/03/2007
Le acquisizioni del 01/03/2007 e 14/03/2007 - La lettera scritta
da PIZZO Pietro al cugino DI TRAPANI Nicolo'
Le acquisizioni del 15/03/2007
Le acquisizioni del 26/04/2007
Le acquisizioni del 10/05/2007
Le acquisizioni del 13/05/2007
Le acquisizioni del 16/05/2007
Le acquisizioni del 06/06/2007
Le acquisizioni del 07/06/2007
Le acquisizioni del 17/07/2007
Le acquisizioni del 02/08/2007
Le acquisizioni del 06/09/2007
Le acquisizioni del 1311212007
Le acquisizioni del 1010112008
Le acquisizioni del 07/02/2008
Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia NUCCIO
Antonio in data 2811112007

6.2 IL DISTRIBUTORE DI BENZINA


6.2.1 Le acquisizioni del 02/08/2007
6.2.2 Le risultanze investigative
1) Gli accertamenti alla camera di commercio
2) Gli accertamenti alla agenzia del territorio
6.2.3 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia DI NATALE
Giusto
6.3 IL RUOLO DI PRESTANOME DI DI TRAPANI AMALIA
6.3.1 I1 decreto di applicazione della misura di prevenzione a carico
di MADONIA Antonino numero 108190 RMP Sezione misure
di prevenzione - emesso dal Tribunale di Palermo il
08/04/1994
6.3.2 La villa al17Addauradi MADONIA Antonino
6.3.3 L'individuazione dell'immobile

6.4 IL RUOLO DI PRESTANOME DI MADONIA DOMENICO, DETTO


GUIDO.
6.4.1 L'identificazione
1) Le acquisizioni del 05/03/2007
2) Le acquisizioni del 2011 112007
6.4.2 Le acquisizioni investigative
1) Le acquisizioni del 26/04/2006
2) Le acquisizioni del 04/05/2007
6.4.3 La casa della Zia Giovannina
1) Le acquisizioni del 26/04/2006
2) L'individuazione dell'imrnobile

6.5 IL RUOLO DI PRESTANOME DEL DEFUNTO GELARDI MARIO E


DELLA MOGLIE PRESTIGIACOMO ROSA
6.5.1 Le acquisizioni del 14/04/2006
6.5.2 Le acquisizioni del 26/04/2006
6.5.3 Le acquisizioni del 31/05/2006
6.5.4 Le acquisizioni del 01/06/2006
6.5.5 Le acquisizioni del 07/06/2006
6.5.6 Le acquisizioni del 15/06/2006
6.5.7 Le acquisizioni del 23/06/2006
6.5.8 Le acquisizioni del 29/06/2006
6.5.9 Le acquisizioni del 27/07/2006
6.5.10 Le acquisizioni del 07/08/2006
6.5.1 1 Le acquisizioni del 17/08/2006
6.5.12 Le acquisizioni del 04/09/2006
6.5.1 3 Le acquisizioni del 0311012006
6.5.14 Le acquisizioni del 0111 112006
6.5.15 Le acquisizioni del 0811 112006
6.5.16 Le acquisizioni del 2911 112006
6.5.17 Le acquisizioni del 02/0112007
6.5.1 8 Le acquisizioni del 28/02/2007
6.5.19 Le acquisizioni del 01/03/2007
6.5.20 Le acquisizioni del 02/03/2007
6.5.21 Le acquisizioni del 03/03/2007
6.5.22 Le acquisizioni del 06/03/2007
6.5.23 Le acquisizioni del 29/03/2007
6.5.24 Le acquisizioni del 30/08/2007
6.5.25 L' individuazione del magazzino
6.6 IL RUOLO DI PRESTANOME DI SGROI VINCENZO
6.6.1 Le acquisizioni del 08/02/2006
6.6.2 Le acquisizioni del 10/05/2007
6.6.3 L'identificazione dello zio Popò
6.6.4 L'individuazione della casa dello zio Popò

6.7 IL RUOLO DI PRESTANOME DI MADONIA MARIO


6.7.1 Le acquisizioni del 21/05/2006
6.7.2 Le acquisizioni del 03/08/2006
6.7.3 Le acquisizioni del 1411012006
6.7.4 L'individuazione del terreno gestito da MADONIA Mario

6.8 IL RUOLO DI PRESTANOME DEL NUCLEO FAMILIARE FACENTE


CAPO A D'ARPA VINCENZO. LA POSIZIONE DEI FRATELLI LENA
FRANCESCO E LENA ALDO.
6.8.1 Le acquisizioni investigative e l'identificazione
1) Le acquisizioni del 06/04/2006
2) Le acquisizioni del 14/04/2006
3) Le acquisizioni del 04/05/2006
4) Le acquisizioni del 17/10/2006
5) Le acquisizioni del 08/11/2006
6.8.2 I1 mancato perfezionamento del progetto dei MADONIA: la
risposta fornita dal D'ARPA Mario
6.8.3 L'incontro con il costnittore SBEGLIA
6.8.4 I1 terreno dove sarebbe dovuto sorgere il supermercato
6.8.5 L'appartamento detenuto dall'Architetto LENA per conto dei
MADONIA
6.8.6 La specifica M o n e di prestanome svolta dalla famiglia
D'ARPA in favore del nucleo familiare facente capo al
MADONIA Salvatore
1) Le acquisizioni del 2311 112006
2) Le acquisizioni del 2611 112006
3) Le acquisizioni del 3011112006
4) Le acquisizioni del 1411212006
5) Le acquisizioni del 27/12/2006
6) Le acquisizioni del 11/01/2007
7) Le acquisizioni del 16/04/2007
8) Le acquisizioni del 26/04/2007
9) Le acquisizioni del 07/06/2007
10) Le acquisizioni del 05/07/2007
1 1) Le acquisizioni del 12/07/2007
1 2) Le acquisizioni del 10/08/2007
13) Le acquisizioni del 21/08/2007
13-bis) Le acquisizioni del 26/08/2007
14) Le acquisizioni del 02/09/2007
15) Le acquisizioni del 06/09/2007
16) Le acquisizioni del 10/09/2007
17) Le acquisizioni del 16/09/2007
18) Le acquisizioni del 2110912007
19) Le acquisizioni del 24/09/2007
20) Le acquisizioni del 25/09/2007
2 1) Le acquisizioni del 30/09/2007
22) Le acquisizioni del 04/10/2007
23) Le acquisizioni del 16/10/2007
24) Le acquisizioni del 24/10/2007
25) Le acquisizioni del 0811 1/2007
6.8.7 L'esatta individuazione dei beni detenuti dai D'ARPA, oggetto di
rivendicazione da parte del MADONIA Salvatore
6.8.8 La destinazione dei beni all'indomani della morte di D'ARPA
Vincenzo (cl. 1931)

6.9 IL RUOLO DI PRESTANOME DI DI TRAPANI NICOLA, JNTESO


'U NIWRO
6.9.1 L'identificazione di DI TRAPANI Nicola ed i legami con i
MADONIAfDITRAPANI
1) Le acquisizioni del 1411212006
2) Le acquisizioni del 20/01/2007
3) Le acquisizioni del 24/02/2007
6.9.2 I beni riconducibili a DI TRAPANI Francesco

6.10 IL RUOLO DI PRESTANOME DI DI GESARO LUCIA


6.10.1 Le acquisizioni del 17/06/2006
6.10.2 Le acquisizioni del 24/02/2007
6.10.3 L'immobile di Pippo l'americano.
1) L'identificazione di Pippo l'americano
. .- . .. . .
, - 6.11 LA FALEGNAMERIA
6.1 1.1 Le acquisizioni del 17/06/2006
6.11.2 Le acquisizioni del 16/12/2006
6.1 1.3 Le acquisizioni del 20/01/2007
6.1 1.4 Le acquisizioni del 23/02/2007
6.1 1.5 Le acquisizioni del 24/02/2007
6.1 1.6 Le acquisizioni del 17/03/2007
6.1 1.7 La vendita di due immobili da parte delle sorelle FANUELE

6.1 2 GLI IMMOBILI DI PIAZZETTA DEGLI ALPINI NR. 9


6.12.1 Le acquisizioni del 07/06/2006
6.12.2 Le acquisizioni del 13/06/2006
6.12.3 Le acquisizioni del 27/06/2006
6.12.4 Le acquisizioni del 28/06/2006
6.12.5 Le acquisizioni del 29/06/2006
6.12.6 Le acquisizioni del 13/07/2006
6.12.7 Le acquisizioni del 17/07/2006
6.12.8 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia DI NATALE
Giusto del 15/07/1999

60
6.12.9 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia DI NATALE
Giusto del 17/04/2002

6.13 LA VENDITA ALL'INCANTO DEL 06/02/2007


6.13.1 11 fallimento della SICED srl di DI TRAPANI Nicolò
6.13.2 11 recupero del beni alienati
6.13.3 La fase organizzativa: la richiesta del "prestito" avanzata al
latitante LO PICCOLO Salvatore e l'apporto economico garantito
dalla famiglia LO VERDE e dagli zii SGROI Vincenzo e DI
TRAPANI Michele
1) Le acquisizioni del 14/12/2006
2) Le acquisizioni del 2011212006
3) Le acquisizioni del 20/01/2007
4) Le acquisizioni del 24/01/2007
5) Le acquisizioni del 28/01/2007
6) Le acquisizioni del 01/02/2007
7) Le acquisizioni del 24/02/2007
6.13.4 Lo svolgimento dell'asta
1) Le acquisizioni del 05/02/2007
2) Le acquisizioni del 06/02/2007
6.13.5 L'aggiudicazione del lotto nr. 3 a LO VERDE Massimiliano.
1) Le acquisizioni del 08/02/2007
2) Le acquisizioni del 24/02/2007
3) Le acquisizioni del 08/03/2007
6.13.6 L'aggiudicazione del lotto nr. 4 a DI TRAPANI Michele e la
mancata definizione della compravendita. L'intervento risolutore
di PIZZO Pietro
1) Le acquisizioni del 08/02/2007
2) Le acquisizioni del 24/02/2007
3) Le acquisizioni del 08/03/2007
4) Le acquisizioni del 26/04/2007
5) Le acquisizioni del 01/05/2007
6.13.7 L'aggiudicazione del lotto nr. 6 a SGROI Vincenzo; il recupero
della "casa della mamma" (SGROI Rosa)
1) Le acquisizioni del 24/02/2007
6.13.8 L'aggiudicazione dei lotti nr. 1, 2 e 5. L'ombra di LO PICCOLO
Salvatore dietro la partecipazione di PPATI Filippo e
CASTELLI Salvatore
1) Le acquisizioni del 07/02/2007
2) Le acquisizioni del 08/02/2007
3) Le acquisizioni del 14/02/2007
4) Le acquisizioni del 24/02/2007
5) Le acquisizioni del 08/03/2007
6) Le acquisizioni del 16/03/2007
7) Le acquisizioni del 26/04/2007

6.14 IL RUOLO DI PRESTANOME DI CASCINO EMANUELE: LA CASA


DI "CASCINIEDDU"
6.14.1 Le acquisizioni investigative
6.14.2 L'identificazione di Cascinieddu ovvero Nenè CASCINO

6.15 IL RUOLO DI PRESTANOME DI LO PICCOLO FILIPPO: IL


TERRENO DI MADONIA ANTONINO
6.15.1 LO PICCOLO Filippo e la Siciliana Biscotti
1) Le acquisizioni del 2610412006
2) Le acquisizioni del 16/08/2006
3) Le acquisizioni del 17/08/2006
4) Le acquisizioni del 0811112006 - I1 colloquio di
MADONIA Antonino
5) Le acquisizioni del O811112006 - 11 colloquio di
MADONIA Francesco
6) Le acquisizioni del 01I 1212006
6.15.2 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia AVITABILE
Antonino
1) L'interrogatorio del 2610311997
2) L'interrogatorio del 2110211997
6.15.3 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia ONORATO
Francesco
6.15.4 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia RUVOLO
Baldassare
6.15.5 Le acquisizioni del 1411212006
6.15.6 Le acquisizioni del 0811112006
6.15.6 Le acquisizioni del 01I0412008
6.15.7 Le acquisizioni del 29/04/2008
6.15.8 L'individuazione del terreno riconducibile a MADONIA
Antonino

SULLE ATTIVITA INTERCETTATIVE

7. i A ~ T V I TDÀI INTERCE~AZIONETELEFONICA
7.1.1 Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 328165895 10
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
7.1.2 Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33817497942
intestata ed in uso a LIGA Piero
7.1.3 Intercettazione telefonica delle utenze cellulari 33411264085 e
33516482235 intestate ed in uso a SGADARI Vincenzo
7.1.4 Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34015519859
intestata ed in uso a DI MAGGIO Grazia Maria
7.1.5 Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33816836940
intestata ed in uso a COSENZA Ruggero
7.1.6 Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33411463552
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
7.1.7 Intercettazione telefonica dell'utenza 09116713865 intestata ed in
uso a COSENZA Ruggero
Intercettazione telefonica delle utenze cellulari 33411264085 e
33516482235 intestate ed in uso a SGADARI Vincenzo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33319215194
intestata ed in uso a DI MAI0 Sergio
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33518792634
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34912541160
intestata ed in uso a DI TRAPANI Maria Angela
Intercettazione telefonica dell'utenza 09116887516 in uso a LO
VERDE Massimiliano
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34719565209
intestata ed in uso a LO VERDE Massimiliano
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 38813655000
intestata ed in uso a LO VERDE Massimiliano
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 39319172272
intestata ed in uso a LO VERDE Massimiliano
Intercettazione telefonica delle utenze cellulari 34715558755 e
34012355321 intestate ed in uso a PIZZO Pietro
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34013628636
intestata ed in uso a PIZZO Pietro (Bar Sofia).
Intercettazione telefonica dell'utenza 09116911497 intestata ed in
uso a GELARDI Giacomo Luciano
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34715746209
intestata ed in uso a GELARDI Giacomo Luciano.
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 38910577830
intestata ed in uso a COSENZA Ruggero
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33411557746
intestata ed in uso a GELARDI Giacomo Luciano

Intercettazione telefonica dell'utenza 09116373105 intestata ed in


uso a GELARDI Emanuela
Intercettazione telefonica dell'utenza 0911454651 intestata ed in
uso a MADONIA Aldo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32914081170
intestata ed in uso a MADONIA Aldo
Intercettazione telefonica dell'utenza 0911547394 intestata ed in
uso a GRAZIANO Vincenzo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34716275152
intestata ed in uso a DI TRAPANI Maria Angela
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32811099375
intestata ed in uso a GRAZIANO Vincenzo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33412306079
intestata ed in uso a GELARDI Emanuela
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 39319302802
intestata ed in uso ad ARIOLO Sergio
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33518792364
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica delle utenze cellulari 32812856536,
32911182296 e 32913350875 intestate a BOCCHINI Raffaele.
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33114738359
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32014761028
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 3601654179
intestata ed in uso a GENOVA Santa
Intercettazione telefonica dell'utenza 09118934039 intestata ed in
uso a DI PACE Francesco
Intercettazione del traffico dati in entrata ed in uscita
dall'indirizzo ernail feldene@alice.it intestato ed in uso a
MADONIA Aldo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33518792364
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 39319543824
intestata ed in uso ad ARIOLO Sergio
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33314940837
intestata ed in uso a GRAZIANO Vincenzo
Intercettazione telefonica dell'utenza 09116711274 intestata ed in
uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza O9118934039 intestata ed in
uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32816589510
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33114738359
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32014761028
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 33518792634
intestata ed in uso a DI PACE Francesco
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 32914081170
intestata ed in uso a MADONIA Aldo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34914052877
intestata ed in uso a MADONIA Aldo
Intercettazione telefonica dell'utenza cellulare 34016711984
intestata ed in uso a GELARDI Emanuela
Intercettazione telefonica dell'utenza 09 l19824955 intestata ed in
uso a DI TRAPANI Maria Angela

7.2 ACQUISIZIONE DI TABULATI TELEFONICI


7.2.1 Tabulato telefonico utenza 33814111226
7.2.2 Tabulato telefonico utenza 33411463552
7.2.3 Tabulato telefonico utenza 09 11517660
7.2.4 Tabulato telefonico utenza 0911545915
7.2.5 Tabulato telefonico utenza O9118699521 e 32816192701
7.2.6 Tabulato telefonico utenza 0911545915
7.2.7 Tabulato telefonico utenza 32914673339
7.2.8 Tabulato telefonico utenza 34018058319
7.2.9 Tabulato telefonico utenza 38914297433
7.2.10 Tabulato telefonico utenza 38910557416 e 38919872837
7.2.1 1 Tabulato telefonico utenza O3211462665
7.2.12 Tabulato IMEI nr. 359016001280080 e 356211002550230
7.2.13 Tabulato scheda telefonica prepagata avente numero seriale
00500204267
7.2.14 Tabulato utenza telefonica 09116710292
7.2.15 Tabulato telefonico utenza 0911511680
7.2.16 Tabulato telefonico utenza 09116711274
7.2.17 Tabulato telefonico utenza 0911331073
7.2.18 Tabulato telefonico utenza 09 11516272
7.2.19 Tabulato scheda telefonica prepagata avente numero seriale
06118736791

7.3 ATTNITÀ DI INTERCETTAZIONE DI COMUNICAZIONE TRA


PRESENTI
7.3.1 Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di SPOLETO
7.3.2 Intercettazione ambientale su autovettura tipo Jeep Cherokee
targata CW988NJ
7.3.3 Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di PARMA
7.3.4 Intercettazione ambientale su autovettura tipo Mercedes classe A
targata CT504CE
7.3.5 Intercettazione ambientale su autovettura tipo Opel Corsa targata
CC055F
7.3.6 Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di L'AQUILA
7.3.7 Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di BIELLA
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di NAPOLI - POGGIOREALE
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di NOVARA
Intercettazione ambientale su autovettura tipo Citroen C1 targata
DA688LM
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di NOVARA
Intercettazione ambientale all'intemo dell'abitazione sita in Via
Cimbali nr. 44 Palermo
Intercettazione ambientale all'intemo dell'abitazione sita in Via
Cardinale Mariano Rampolla nr. 8lf
Intercettazione ambientale all'intemo dei locali delllOspedale 'TI0
Policlinico di Napoli - reparto Dipartimento Assistenziale di
Chirurgia Ortopedica e Traumatologica"
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di PALERMO - UCCIARDONE
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di VITERBO
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di PARMA
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di BIELLA
Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di L'AQUILA
7.3.20 Intercettazione ambientale nel pianerottolo ubicato al 12" piano
della rampa delle scale di accesso all'interno dell'abitazione sita
in Via Cimbali nr. 44 Palermo.
7.3.21 Intercettazione ambientale in Carcere presso la Casa
Circondariale di ROMA - REBIBBIA
7.3.22 Intercettazione ambientale all'interno dell'abitazione sita in Via
Cardinale Mariano Rarnpolla nr. 8/f
7.3.23 Intercettazione ambientale nel pianerottolo ubicato al 12" piano
della rampa delle scale di accesso all'interno dell'abitazione sita
in Via Cimbali nr. 44 Palermo

7.4 ATTIVITÀ DI OSSERVAZIONE CON RIPRESE VIDEO


7.4.1 Attività di osservazione con riprese video presso l'abitazione sita
in Via Cimbali nr. 44 Palermo
7.4.2 Attività di osservazione con riprese video presso l'abitazione sita
in Via San Lorenzo nr. 56 Palermo

7.5 ATTIVITÀ DI ACQUISLZIONE DI CORRISPONDENZA E ISPEZIONE


PACCHI
7.5.1 Attività di acquisizione di corrispondenza e ispezione pacchi
presso la Casa Circondariale di SPOLETO
7.5.2 Attività di acquisizione di corrispondenza e ispezione pacchi
presso la Casa Circondariale di L'AQUILA
7.5.3 Attività di acquisizione di corrispondenza e ispezione pacchi
presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale e Napoli
Secondigliano
7.5.4 Attività di acquisizione di corrispondenza e ispezione pacchi
presso la Casa Circondariale di Novara e Ascoli Piceno
7.5.5 Attività di acquisizione di comspondenza e ispezione pacchi
presso la Casa Circondariale di Biella e Novara

7.6 ATTIVITÀ DI ACQUISLZIONE DI CONVERSAZIONI TELEFONICHE


(SIA RICEVUTE CHE ORIGINATE) DAI SOGGETTI INDAGATI
SOTTOPOSTI AL REGIME CARCERARIO
7.6.1 Attività di acquisizione di conversazioni telefoniche tra il
detenuto MADONIA Salvatore (detenuto presso la Casa
Circondariale di L'Aquila) ed i propri congiunti
7.6.2 Attività di acquisizione di conversazioni telefoniche tra il
detenuto DI TRAPANI Nicolò (detenuto presso la Casa
Circondariale di Parma) ed i propri congiunti
7.6.3 Attività di acquisizione di conversazioni telefoniche tra il
detenuto MADONIA Giuseppe (detenuto presso la Casa
Circondariale di Biella) ed il fiatello MADONIA Antonino
(detenuto presso la Casa Circondariale di Roma Rebibbia)
A questi elementi probatori, che costituivano il nucleo originario delle attività
di indagine e che determinarono la trasmissione dell'originaria Comunicazione
di Notizia di Reato denominata "Rebus" in data 5 Giugno 2008, devono essere
aggiunte le altre (fonti di) prove allegate al fascicolo degli atti composti dal
Pubblico Ministero nel corso delle ulteriori indagini preliminari:

Decreti di sequestro presso il Comune di Palermo e atti relativi alla


società "Pubblidea e Visioni MAX schermi".
Documentazione sequestrata in vari Assessorati del Comune di
Palermo.
Documentazione sequestrata all'Assessorato Attività Produttive.
Verbali delle vendite immobiliari.
Decreti di acquisizione della comspondenza.
Relazione del Custode Giudiziario dott. Alessandro Scimeca.
Atti della richiesta di incidente probatorio per omicidio di Bonanno
Giovanni.
Copia della relazione medico-legale sul cadavere di Bartolomeo Spatola.
Verbali di arresto di Lo Piccolo Salvatore e Sandro, Franzese Francesco.
Atti di sequestro e acquisizione connessi agli arresti dei predetti e di altri
soggetti individuati quali soggetti in ogni modo connessi a quelli su
citati.
Consulenza grafologica sulla documentazione sequestrata il 5 Novembre
2007.
Atti relativi all'arresto di Provenzano Bernardo.
Atti relativi al Fermo di Catalano Michele + 9 nel proc. n. 10119/07 n.r.
--
$Atti relativi alla convalida di fermo del. 15/1V2007 nel proc. n.
&1 >

101 19/2007 nei confronti di Mangione Vincenzo.


Ordinanza di custodia cautelare in carcere del 29 Luglio 2008 resa nei
confronti di Briguglio Francesco + 16 nel proc. penale n. 10259/2008
n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere del 3/12/2007 resa nei
confronti di Catalano Michele nel proc. penale n. 101 19/2007 n.r.
Atti relativi al decreto di fermo del 15/1/2008 reso nei confronti di
Alamia Pietro + 37 nel proc. penale n. 38/2008 n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere del 19/1/2008 resa nei
confronti di Alamia Pietro + 37.
Atti relativi al decreto di fermo reso in data 14/3/2008 nei confronti di
Alamia Pietro + 20 nel proc. penale n. 38/2008 n.r.
Atti relativi alla richiesta di convalida di fermo del 18/3/2008 resa nei
confronti di Bonura Vittorio + 7 nel proc. penale n. 38/2008 n.r.
Ordinanza di convalida di fermo del 20/3/2008 resa nei confronti di
Bonura Vittorio + 7 nel proc. penale n. 38/2008 n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa in data 1/4/2008 nei
confronti di Bonura Vittorio + 8 nel proc. penale n. 3812008 n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa in data 301612008 nei
confronti di Alamia Pietro + 19 nel proc. penale n. 3812008 n.r.
Ordinanza emanata dal Tribunale del Riesame nei procedimenti n.
3812008 delle notizia di reato; n. 101 1912007 n.r. e 7 15112002 delle
notizie di reato.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa in data 28/6/2006 nei
confronti di Adamo Andrea + 16 nel proc. penale n. 247412005 n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa in data 07/6/2007 nei
confronti di Lo Piccolo Salvatore + 4 nel proc. penale n. 547412005 n.r.
Sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 51312001 resa nei
confronti di MADONIA ALDO per i processi contrassegnati dai numeri
150711991 n.r. e 698 111990 n.r. divenuta irrevocabile.
Sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 71312000 resa nei
confronti di MADONIA ALDO per i processi contrassegnato dal
numero 787 111992 n.r. divenuta irrevocabile.
Sentenza del Tribunale di Palermo del 111211995 resa nei confronti di
MADONIA ALDO per i processi contrassegnato dal numero 787 111992
n.r. divenuta irrevocabile.
Decreti di intercettazione per gli anni 2005, 2006, 2007, 2008 tutti
oggetto di validazione giurisdizionale nell'ambito del procedimento
penale n. 1180812009 delle notizie di reato e stralcio n. 546412005 n.r.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa alla data del 21/1/2008
nei confronti di Altadonna Lorenzo ed altri.
Sentenza resa in rito abbreviato dal GUP di Palermo in data 211112008
nei confronti di ADAMO ANDREA + 56.
Sentenza resa in rito abbreviato dal GUP di Palermo in data 24/6/2009
nei confronti di DI MAGGIO GASPARE ed altri.
Atti relativi al fermo di indiziati di delitto datato 24 Novembre 2008 e
contestuale sequestro preventivo contenente, inoltre, richiesta di
convalida e Ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Atti relativi al fermo convalidato di DI TRAPANI MARIA ANGELA +
4 del 28 Novembre 2008
Ordinanza del GIP di Palermo relativa alla convalida datata 5 Dicembre
2008.
Atti connessi alla richiesta di misura custodiale nei confronti di Corsino
Antonio e ordinanza di rigetto resa dal GIP in data 5 Marzo 2009.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere resa nei confronti di Madonia
Salvatore + 4 in data 3 Aprile 2009.
Fascicoli personali dei seguenti imputati: Campo Giancarlo, Corsino
Antonino, Di Maio Girolamo, Di Pace Francesco, DI Trapani Arnalia, Di
Trapani Giuseppina, Di Trapani Maria Angela, Di Trapani Michele, DI
Trapani Nicolò, Gelardi Amanuela, Lo Verde Massimiliano, Madonia
Aldo, Madonia Antonino, Madonia Giuseppe, Madonia Salvatore, Pizzo
Pietro, Prestigiacomo Rosa, Sgadari Vincenzo, Sgroi Rosa, Sgroi
Vincenzo.

NOTA TECNICA sulla VALENZA ACCUSATORIA delle PROVE

È bene chiarire che non tutto il compendio probatorio - proposto dal


Pubblico Ministero con la richiesta di rinvio a giudizio dell'originario
processo - è riferibile direttamente agli odierni imputati.
Gran parte delle fonti probatorie, infatti, disegnano e specificano il
quadro dei fatti ascritti a tutti gli imputati (CORSINO ANTONIO, DI
PACE FRANCESCO, DI TRAPANI AMALIA, DI TRAPANI MICHELE,
DI TRANI MARIANGELA DI TRAPANI NICOLO', GELARDI
AMANUELA, LO VERDE MASSIMILIANO, MADONIA ANTONINO,
MADONIA GIUSEPPE, MADONIA SALVATORE, PIZZO PIETRO,
SGADARI VINCENZO, SGROI VINCENZO) originariamente
compresenti nel processo prima che lo stesso venisse separato per effetto
delle diverse scelte processuali.

Se, da una parte, la scelta di taluni imputati può definirsi "strategica" al


fine di creare una cesura nella ricostruzione del contesto criminoso del
territorio palermitano, tuttavia, questa stessa scelta ha fatto sì che la
_ _ ricostrwione di quei fatti si sia consolidata nell'odierno fascicolo.
Q
In altre parole - se è vero che è ancora tutto da decidere in fase
dibattimentale se ed in quale misura i precedenti coimputati fossero
partecipi dell'associazione mafiosa nel comprensorio territoriale di "San
Lorenzo - Resuttana" - è altrettanto vero che, incidentalmente ed ai fini
dell'odierno giudizio, il Giudice può (e deve) valutare quel compendio
suiia base di elementi accusatori aventi ormai il rilievo di prove per intero
rimesse aiia valutazione interpretativa del Giudice del rito abbreviato.

Prima di trattare nello specifico la disamina di questo materiale


probatorio, sarà o portuno premettere fondamentali concetti in materia
di associazione mafiosa che ormai costituiscono - quale res judicata - il
substrato tecnico-giuridico di ogni sentenza in cui reati di mafia rilevano.
L'ORGANIZZAZIONE MAFIOSA
NEI SUOI ELEMENTI COSTITUTIVI
(lo schema legale dell'associazione e delle relative aggravanti)

È noto che la finalità perseguita dal legislatore con la previsione della


fattispecie incriminatrice di cui all'articolo 416 bis del Codice Penale, sia stata
quella di fornire al giudice uno strumento giuridico che, in un'ottica di
tipizzazione dei comportamenti e delle finalità perseguite dall'organizzazione
criminale mafiosa il più possibile aderente alla realtà socio-criminale di tale
fenomeno delinquenziale, consentisse di perseguirlo in modo più efficace, in
tal modo superando l'inadeguatezza del generico schema normativo della
comune associazione per delinquere (sotto la cui fattispecie le organizzazioni
mafiose avevano troppo spesso goduto, in passato, di ampi margini di
impunità).
Dal punto di vista strutturale l'associazione di tipo mafioso, non diversamente
da quella per delinquere semplice, postula l'esistenza di un vincolo stabile tra
tre o più persone ("pactum sceleris") e di un "minimum" di organizzazione
idonea al raggiungimento degli scopi perseguiti, i quali, mentre alla luce
dell'articolo 416 del Codice Penale sono riduttivamente riconducibili alla
generica finalità di "commettere più delitti", in base all'articolo 416 bis sono
estesi ad una varietà di scopi positivamente tipizzati e posti in relazione a
specifiche modalità attraverso le quali l'associazione si manifesta (Cass. sez. I
n. 5405 de11'11/12/2000 - sez. VI n. 1612 de11'11/01/2000 - sez. I n. 4148 del
30/09/1994 - sez. I n. 2348 del 18/05/1994 - sez. I alle date 13/6/1987 -
29/1/1988).
Ed infatti, in virtù della nuova ed-autonoma figura di reato introdotta dalla
a.
j.

Legge n. 646 del 1982, l'associazione di tipo mafioso viene qualificata come
tale proprio in ragione dei mezzi usati e dei fini perseguiti.
Seguendo lo schema normativo contemplato all'articolo 416 bis del Codice
Penale perchè possa compiutamente ritenersi accertata l'esistenza di un
sodalizio criminoso di stampo mafioso, sarà, dunque, necessario avere la prova
di un accordo criminoso tra almeno tre persone (da cui la natura di reato
necessariamente plurisoggettivo del delitto in oggetto), a carattere generale e
continuativo (da cui la natura di reato permanente), destinato a rimanere in vita
anche dopo la consumazione, prevista solo come eventuale, di singoli fatti
criminosi (c.d. autonomia del delitto "de quo" rispetto ai c.d. reati-fine), volto
al perseguimento delle specifiche finalità previste, in via alternativa, dalla
norma in esame e mediante il sistematico ricorso alla forza di intimidazione del
vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento ed omertà che ne
derivano.
f
I1 carattere permanente del vincolo associativo e dell'apparato strutturale
dell'organizzazione criminale, potenzialmente utilizzabile in un indefinito ed
imprecisato numero di fatti penalmente rilevanti, in vista del perseguimento di
un generico programma delinquenziale (elemento discretivo tra reati
associativi e semplice partecipazione criminosa di cui all'articolo 110 del
Codice Penale), determina per se stesso una lesione di quel precipuo bene
giuridico ravvisabile nell'ordine pubblico, che si identifica nell'assetto
istituzionale vigente sul quale poggia l'ordinata convivenza civile e, pertanto,
giustifica l'intervento punitivo dello Stato indipendentemente dalla
commissione di eventuali reati-fine, da cui la configurazione del delitto di
associazione mafiosa quale reato di pericolo (in tal senso: Cass. Sez. V n.
38412 del 25/06/2003 - Sez. I n. 9859 de11'1/07/1987).
Elemento caratterizzante e specializzante della fattispecie di cui all'art. 4.16 bis
rispetto all'associazione per delinquere semplice, è certamente da ritenersi il
metodo utilizzato dal sodalizio per conseguire le proprie finalità, le quali, pur
potendo essere in taluni casi non penalmente rilevanti (esempio ne sia
l'acquisizione del controllo di attività economiche, di concessioni, di
autorizzazioni ecc.), si convertono in attività illecite proprio per l'adozione di
una metodologia, che la norma incriminatrice di cui all'articolo 416 bis ha
posto come elemento oggettivo della nuova fattispecie penale.
Tale metodo è, quindi, qualificato non tanto in relazione alle finalità perseguite
ma soprattutto in relazione al "modus operandi" dell'organizzazione criminale,
che assurge ad elemento strumentale costitutivo della condotta associativa, ed
è proprio per la maggiore insidiosità, insita nel metodo usato e nella
conseguente maggiore pericolosità che da esso deriva all'ordine pubblico, che
il legislatore ha inteso reprimere, con maggiore efficacia, la forma associativa
8 di stampo mifioso (in tal senso euplurìmìs Cass. VI n. 1612 dell'll~01/2000
- I1 n. 5386 del 10/05/1994).
I1 metodo mafioso, espressamente descritto nel comma I11 dell'art. 416 bis del
Codice Penale si connota, dal lato attivo, nell'utilizzazione della forza di
intimidazione nascente dal vincolo associativo e, dal lato passivo, in una
correlazione di causa ed effetto, nella condizione di assoggettamento e di
omertà che da detta forza deriva per il singolo, sia all'estemo che all'intemo
dell'associazione.
Momento centrale del parametro descrittivo offerto dalla norma per
l'individuazione del "metodo mafioso" deve, quindi, ritenersi la forza di
intimidazione che può sinteticamente ravvisarsi nella capacità propria di certe
organizzazioni criminali di incutere timore determinando un diffuso stato di
coazione psicologica (vero e proprio stato di "succubanza") tale da costringere
chi la subisce a comportamenti non voluti per timore di azioni esemplari e
terribili, il cui verificarsi è ritenuto altamente probabile per il sistematico
ricorso da parte dell'associazione a forme di violenza.
Tale capacità di intimidire, che può essere espressa nei modi più vari (modi
diretti ed espliciti o anche impliciti o subdoli), è necessario che sia percepita
all'estemo come possibilità concreta di ricorso a ritorsioni e rappresaglie o ad
atti di coazione fisica.
L'avvalersi della forza intimidatrice può limitarsi nello sfruttamento dell'aura
di intimidazione già conseguita dal sodalizio in un determinato territorio
ovvero ponendo in essere nuovi atti di violenza e di minaccia, purché tali atti
non realizzino l'effetto di per sé soli, ma in quanto espressione rafforzativa
della precedente capacità di intimidazione già conseguita dal sodalizio,
naturale conseguenza del "prestigio" criminale acquisito.
@ (In tal senso chiara la giurisprudenza del Supremo Collegio: Cass. sez. VI n.
31461 del 7/06/2004 - sez. I1 n. 2350 del 21/12/2004 - sez. V n. 4893 del
16/03/2000 - sez. VI n. 1612 de11'11/01/2000 - sez. VI sent. n. 1793
de11' 1 1/02/1994 ).

Le circostanze che, sul piano giudiziale, possono fornire la prova del ricorso a
tale forza di intimidazione possono essere le più varie ed attengono non
necessariamente a comportamenti attivi di intimidazione quanto anche a
condizioni passive di timore sufficientemente diffuso.
Può, pertanto, ritenersi sicuro sintomo della carica intimidatoria promanante da
un sodalizio di tipo mafioso, un numero esorbitante di testimonianze reticenti,
m -
non ragionevolmente spiegabili se non alla lùce della paura ingenerata nei
testimoni dal gruppo criminale sulle cui azioni sono chiamati a deporre, tanto
più se le omissioni e le reticenze si manifestano anche in ordine a semplici
circostanze di fatto, marginali, di per sé inidonee ad individuare responsabilità
soggettive.
Come già detto, i necessari risvolti passivi della forza di intimidazione devono
appunto essere l'assoggettamento e l'omertà.
L'assoggettamento individua lo "status" di coartazione psicologica che induce
all'estemo i soggetti terzi rispetto all'associazione, a sottostare ai suoi voleri,
divenendone ad un tempo vittime e complici, e che all'interno
dell'organizzazione criminale si manifesta nell'impossibilità di recedere dal
vincolo associativo, inizialmente contratto con un atto di volontaria adesione
ma che successivamente, i singoli gregari possono essere indotti a mantenere
in virtù del timore suscitato dalla ferocia con la quale sono generalmente puniti
tradimento ed insubordinazione.
L'omertà, strettamente correlata all'assoggettamento, deve ricondursi
all'atteggiamento riscontrabile nell'ambiente sociale in cui l'organizzazione
mafiosa esercita la propria influenza, di reticenza, tacita connivenza o
addirittura di solidarietà nei confronti della stessa che si manifesta nel rifiuto a
collaborare con gli organi dello Stato ostacolandone l'intervento punitivo
(omertà esterna) ma che, anche all'interno del gruppo criminale, si palesa
normalmente in atteggiamenti adottati dagli adepti di cautela nel chiedere
spiegazioni su determinati eventi concernenti le dinamiche interne
dell'organizzazione criminale, nel subire le direttive ed eseguire
remissivamente i compiti assegnati dai capi, nella reticenza a divulgare tra gli
stessi affiliati notizie rilevanti per l'organizzazione (omertà interna - Cass. sez.
VI n. 1612 de11'1110112000 ).
Sul piano strettamente probatorio la struttura organizzativa di un'associazione
@ di tipo mafioso potrà ritenersi esaurientemente dimostrata ed idonea, rispetto
alle finalità indicate dall'art. 416 bis del Codice Penale, quando essa si basi su
una forza di intimidazione sufficientemente diffusa tale da produrre
assoggettamento ed omertà nell'ambiente sociale in cui l'organizzazione
criminale opera.
Sul piano probatorio ciò comporta che, una volta accertata la rispondenza di un
sodalizio criminoso al modello legale di cui all'art. 416 bis non è
indispensabile provare che i singoli affiliati diano concreta esecuzione ad atti
diretti ad intimidire essendo necessario e sufficiente dimostrare oggettivamente
il clima di intimidazione diffusa scaturente dall'associazione del quale - come
una sorta di " patrimonio comune" - tutti i soci si avvantaggiano (Corte di
Assise di Palermo 1611211987- Cass. sez. I 131611987 - sez. I 6/4/1987).
La strutturazione della norma, da un punto di vista soggettivo, come fattispecie-
con dolo specifico, comporta che la realizzazione degli eventi previsti dalla
norma è posta oltre la consumazione del reato, per la realizzazione del quale è,
quindi, sufficiente dimostrare che l'associazione si awale dell'apparato
strumentale caratteristico (come sopra evidenziato) semplicemente "al fine di
conseguire quei fini tassativamente indicati: commettere delitti; acquisire in
modo diretto o indiretto la gestione o almeno il controllo di attività
economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e pubblici servizi o per
realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di
impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad
altri in occasione di consultazioni elettorali".
La previsione delle predette finalità in via alternativa consente che, anche in
presenza di una sola di esse, il reato possa ritenersi integrato e, viceversa, la
eventuale compresenza di tutti gli scopi tipici non muta il carattere unitario del
reato. P
"Le finalità dell'associazione di tipo mafioso hanno carattere alternativo e non
cumulativo, anche perchè con la previsione, fra gli scopi del sodalizio mafioso,
del controllo di attività economiche, il legislatore ha mirato ad ampliare
l'ambito applicativo della fattispecie, estendendolo anche al perseguimento di
attività in se formalmente lecite. Ne consegue che, prevedendo l'art. 416 bis
finalità associative non direttamente riferibili all'economia pubblica, l'ordine
pubblico economico si atteggia soltanto come oggetto giuridico eventuale del
delitto in esame, il quale come risulta dalla rubrica del titolo V del libro I1 del
codice, in cui è inserito, è essenzialmente diretto contro l'ordine pubblico
generale" (Cass. sez. VI n. 01793 de11'11/02/1994 - sez. I1 n. 02533 del
15/03/1995).
Non vi è dubbio, quindi, che l'interesse primario protetto dalla norma in
esame, per le ragioni anzidette e come si evince dalla sua stessa collocazione
O sistematica, sia quello dell'ordine pubblico, ma ciò non esclude che l'art. 416
bis protegga altri interessi e tra questi, in modo direttamente connesso al
primo, certamente quello della libertà morale dei consociati a causa della
diffusa compressione della libertà di auto-determinarsi che consegue alla
realizzazione della forza di intimidazione del vincolo associativo, nonché
quelli, protetti in via meramente eventuale, dalla norma in esame, a seconda
del grado di sviluppo del suo programma associativo, dell'interesse ad un
corretto ordine economico e ad un corretto funzionamento della pubblica
amministrazione.

Per quanto concerne l'individuazione della condotta tipica di semplice


partecipe all'associazione mafiosa la stessa potrà ritenersi realizzata quando
. - risulti che il soggetto, nell'ambito dell'organizzazione, -esplichi una qualsiasi
Qfm
attività (reato a forma libera) ancorché di importanza secondaria che si
ripercuota a vantaggio dell'associazione considerata nel suo complesso, con la
consapevolezza e la volontà di associarsi, condividendo le finalità
dell'organizzazione ed allo scopo di contribuire all'attuazione del programma
criminoso, senza che sia necessario che il singolo persegua direttamente tali
fini.
Trattandosi di condotta a forma libera, il contributo alla vita dell'associazione
può consistere in un'attività materiale owero in un apporto morale.
L'apporto del partecipe, qualunque ne sia il contenuto e la natura,
indipendentemente dal ruolo e dai compiti svolti o che si è impegnato a
svolgere per l'organizzazione, mettendo al suo servizio la sua disponibilità,
deve risolversi in un contributo, sia pure minimo e non insignificante,
arrecato alla vita dell'organizzazione in vista del perseguimento dei suoi scopi.
f
A tal fine, si rileva che la partecipazione al reato associativo previsto dall'art.
416 bis deve essere caratterizzata, sul piano soggettivo, da quella che in
dottrina e nella prevalente giurisprudenza è chiamata "affectio societatis" ossia
dalla consapevolezza e dalla volontà di far parte dell'organizzazione
criminosa, condividendone le sorti e gli scopi e, sul piano oggettivo,
dall'inserimento nell'organizzazione.
La soglia minima del contributo partecipativo penalmente rilevante è
ravvisabile nella manifestazione di impegno con il quale il singolo mette le
proprie energie a disposizione dell'organizzazione criminale mediante il
tradizionale "giuramento di mafia" e ciò in quanto - secondo un autorevole
indirizzo giurisprudenziale - la prova del contributo causale deve ritenersi
irnrnanente nell'obbligo solenne di prestare ogni propria disponibilità al
servizio della cosca (formale affiliazione al sodalizio) il che accresce già di per
sé la potenzialità operativa e la capacità di inserimento subdolo e violento nel
tessuto sociale del sodalizio, anche attraverso l'aumento numerico dei suoi
membri (Cass. n. 1631 de11' 1 111111999 - sez. IV n. 2040 del 1996).
E altrettanto pacifico che l'inserimento nell'organizzazione criminale in
oggetto possa prescindere da formalità o riti che lo ufficializzino, ben
potendo risultare "per facta concludentia", attraverso comportamenti che, sul
piano sintomatico sottolineino la partecipazione alla vita dell'associazione,
conclusione che discende, oltre che dall'osservazione da un diffuso dato
fenomenico (specie degli ultimi anni) anche dalla struttura stessa della norma
. ... incriminatrice tipizzata in funzione della idoneità causale rispetto all'evento
giuridico.
Ed infatti, specie in mancanza di rituali affiliazioni, rileva l'esplicazione di
attività omogenee agli scopi del-.sodalizio, +apprezzabili come concreto e
Q causale contributo all'esistenza e10 al rafforzamento dello stesso (in tal senso
da ultimo Cass. sez. I1 n. 49691 del 15/10/2004 - Sezioni Unite n. 16
511011994 e sez. I del 131611987).
Non vi è dubbio, quindi, che la condotta tipica del reato di cui si discute
consista nel far parte dell'associazione, il che importa che una condotta, per
essere aderente al tipo previsto dall'art. 41 h hi,s deve rispecchiare un grado di
compenetrazione criminale tale da potersi sostenere che il partecipe sia
stabilmente incardinato nella struttura organizzativa, con l'attribuzione di
determinati, non contingenti o episodici, compiti che, per settori di
competenza, possono essere anche minimi, purché destinati a fornire efficacia
al mantenimento in vita della struttura associativa o al perseguimento dei suoi
scopi (Cass. sez. I1 n. 5343 del 28/01/2000). Questa compenetrazione può
essere, ovviamente, provata in tanti modi e se una delle fonti di prova ben può
essere la chiamata in correità è certo che la più pregnante fonte di prova è il
ruolo svolto dal partecipe e dallo stesso confessato. In altri termini sono i
f
'tfacta",ossia i comportamenti svolti nella e per conto dell'associazione, che
sustanziano l'assolvimento dei compiti fisiologici 'propri dell'associazione e
funzionali alla sua esistenza o al suo rafforzamento.
La verifica, in concreto, della sussistenza del "metodo mafioso" come
caratteristica organizzativo-strumentale riferibile al gruppo criminale nel suo
complesso rende sufficiente, ai fini dell'accertamento della responsabilità dei
singoli, la prova della sua consapevole appartenenza al gruppo e la sua
adesione al programma associativo. L'elemento soggettivo della condotta di
partecipazione all'associazione mafiosa si configura allorché ricorra la
consapevole volontà di far parte della compagine criminosa per condividerne
le finalità e l'attività svolta (Cass. sez. VI n. 35914 del 30/05/2001).
Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 4 16 bis non è necessario che
siano raggiunti effettivamente e concretamente uno o più scopi
alternativamente previsti dalla norma incriminatrice né - perchè si realizzi la
condizione di partecipazione dei singoli associati - è necessario che ciascuno
utilizzi la forza d'intimidazione o consegua, direttamente per sé o altri, il
profitto o il vantaggio contrassegnato dal connotato dell'ingiustizia.
La condotta di partecipazione può, infatti, assumere forme e contenuti diversi e
variabili e consiste nel contributo, apprezzabile e concreto sul piano causale,
all'esistenza o al rafforzamento dell'associazione" (Cass. n. 5386 del
10/05/1994).
In via riassuntiva, quindi, può dirsi che nel delitto di cui all'art. 416 bis mentre
l'elemento materiale del reato è costituito dalla condotta di partecipazione
all'associazione mafiosa (intendendosi la partecipazione come stabile
permanenza di vincolo associativo tra gli autori del reato, allo scopo di
realizzare-una serie indeterminata di attività tipiche), con le-tipblogie di
@ comportamento individuate dalla norma in esame, l'elemento soggettivo è
rappresentato dal dolo specifico caratterizzato dalla cosciente volontà di
partecipare a tale associazione con il fine di realizzarne il particolare progetto e
con la permanente consapevolezza di ciascun associato di far parte del
sodalizio criminoso e di essere disponibile ad adoperarsi per l'attuazione del
comune programma delinquenziale con qualsivoglia condotta idonea alla
conservazione ovvero al rafforzamento della struttura associativa (ex plurimis
Cass. sez. I, n. 2348 del 27/06/1994).
Per quel che concerne le circostanze aggravanti speciali del delitto in esame,
una prima aggravante contemplata dalla norma di cui all'art. 416 bis sussiste
quando l'associazione è armata.
L'aggravante dell'associazione armata, prevista ai commi IV e V della norma
in esame, sussiste "quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il
conseguimento delle$nalità dell'associazione, di armi o materie esplodenti".
F
Ai fini della configurabilità di tale aggravante è sufficiente che risulti accertata
la disponibilità da parte dell'organizzazione di armi e materie esplodenti per il
conseguimento delle finalità dell'associazione, a nulla rilevando l'utilizzazione
effettiva delle stesse da parte di ciascuno degli associati (Cass. sez. VI n. 7707
del 4/12/2003 - sez. V n. 47892 del 1711112003 - sez. VI n. 5400 del
1411211999 - sez. VI n. 02164 del 210311995).
L'aggravante ricorre, infatti, anche quando le armi o materie esplodenti siano
occultate o custodite in luogo di deposito, nella sfera di disponibilità degli
associati, a prescindere dal fatto che esse siano state utilizzate o che siano
utilizzate da tutti purché la circostanza sia dagli agenti conosciuta, ovvero
ignorata per colpa o ritenuta inesistente per errore determinato da colpa. (art. 59
comma I1 del Codice Penale come modificato per effetto dell'art. 1 della Legge
71211990 n. 19 - Cass. sez. I1 n. 2285 alle date 11 ottobre - 25 gennaio 2005 n.
2285).
La prova di tale conoscenza o conoscibilità, vertendo su fatto inerente alla
sfera interiore del soggetto, può essere fornita anche per deduzioni logiche
sulla base del materiale probatorio acquisito (Cass. sez. I1 n. 5386 del
1010511994).
È stato correttamente osservato che, quanto meno, per le associazioni mafiose
definite "storiche" tale aggravante costituisce un elemento coessenziale
all'esistenza dell'organizzazione medesima. In altri termini quest'ultimo tipo
di organizzazioni sono caratterizzate sul piano fenomenologico
dall'irrinunciabile e costante ricorso all'uso delle armi, peraltro sempre più
sofisticate e micidiali, venendo a costituire, la detta aggravante, una sorta di
circostanza "necessitata".
In tema di partecipazione ad associazione' di stampòdmafioso, l'aggravante
- @ prevista dall'art. 416 bis cornma IV del Codice Penale, è configurabile a carico
di ogni partecipe che sia consapevole del possesso di armi da parte degli
associati o lo ignori per colpa.
Con riferimento alla stabile dotazione di armi da parte dell'organizzazione
mafiosa denominata "Cosa Nostra" può ritenersi che la circostanza costituisca
fatto notorio non ignorabile" giacché accertato in una pluralità di vicende
giudiziarie e come tale non postulante specifica ed autonoma dimostrazione
(explurirnis Cass. sez. I sentenza 12 luglio - 29 novembre 2006 n. 39381 - sez.
I n. 05466 del 12/05/1995 ).
Nel corso dell'odierno procedimento - come vedremo - la disponibilità di armi
da parte dell'articolazione territoriale di Cosa Nostra relativa al mandamento di
Partitico sarà comprovata a piene mani.. .
*
Per quel che concerne, poi, la circostanza aggravante di cui al VI comma
dell'articolo 416 bis, deve rilevarsi che la stessa ricorre ove risulti che il
finanziamento delle attività economiche di cui gli associati intendono assumere
o mantenere il controllo provenga dal profitto ricavato dai delitti commessi.
Con tale disposizione il legislatore ha inteso perseguire l'evidente finalità di
colpire più efficacemente quei fenomeni pericolosamente diffusi di reimpiego
dei profitti ricavati da attività delittuose (traffico di stupefacenti, sequestri,
estorsioni ecc.. ) nei settori di attività imprenditoriale lecita.
Tale circostanza aggravante - anch'essa natura oggettiva in quanto va riferita
all'attività dell'associazione e non necessariamente alla condotta del singolo
partecipe - è soggetta al regime di cui all'art. 59 comma I1 del Codice Penale
(specie se concorrente con l'altra aggravante dell'associazione armata)
comporta una notevole elevazione della pena base prevista per il delitto in
ai esame.
Ciò trova la sua "ratio" nella particolare pericolosità raggiunta da
un'associazione che abbia realizzato in tutto o almeno in parte gli scopi tipici
associativi e pertanto concretizza una più articolata ed incisiva offesa agli
interessi protetti dalla norma incriminatrice. Anche questa aggravante,
costituendo espressione della più completa realizzazione del programma
criminale mafioso e, pertanto, inserendosi nella realtà fenomenica nel momento
di maggior sviluppo della dimensione imprenditoriale di quella realtà
delinquenziale, può ritenersi, così come quella prima esaminata, circostanza
connaturata alle più diffuse organizzazioni mafiose e tra queste, certamente,
all'organizzazione criminale denominata "Cosa Nostra" (Cass. sez. I1 n. 2285
alle date l l ottobre - 25 gennaio 2005 e sez. I1 n. 5343 del 28/01/2000).
*
@>
Delineati sinteticamente gli elementi costitutivi del delitto in esame è appena il
caso di accennare ai problemi posti dalla difficoltà di raggiungimento della
prova in relazione a tale tipo di reato.
È stato spesso osservato come nell'accertare il delitto "de quo" ci si trova
dinanzi a realtà complesse, a veri e propri labirinti indiziari che richiedono un
approccio globale e critico di vera e propria ridefinizione probatoria.
È noto che mancando, di norma, atti formali di inserimento nell'ambito
dell'organizzazione criminale, la prova dell'esistenza di un'associazione di
tipo mafioso possa (e debba) essere desunta - come sopra abbiamo già
delineato - da '(facta concludentia" e con l'adozione di ragionamenti logico-
induttivi e deduttivi da cui si possa evincere che le singole intese, dirette alla
conclusione dei vari reati, costituiscono l'espressione di un programma di
delinquenza oggetto dell'associazione. P
La necessità del ricorso a prove logiche ed indirette non esime certo il giudice
dal rigore del ragionamento da adottare per potere addivenire ad un giudizio di
certezza, tenendo conto che gli indizi da coordinare logicamente, alla luce dei
criteri della molteplicità, gravità, precisione e concordanza, devono essere
interpretati nello specifico contesto territoriale in cui il fenomeno mafioso
matura e si radica.

L'esistenza dell'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra", che per


"

numero di aderenti, disponibilità di mezzi ed efferatezza di crimini, costituisce,


nell'attuale momento storico, il fenomeno criminale di gran lunga più
pericoloso nel nostro Paese, costituisce una realtà incontrovertibile sul piano
giudiziario a seguito della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione il 30
Gennaio 1992 nel definire il procedimento contro Abbate Giovanni ed altri, più
@ noto come maxi-processo.
Tale storica pronuncia del Supremo Collegio ha acclarato che le caratteristiche
criminologiche dell'organizzazione mafiosa "Cosa Nostra" sono tali da potere
essere ricondotte, con assoluta certezza, già da epoca antecedente all'entrata in
vigore della Legge n. 646 del 1982, sia nello schema del sodalizio criminoso
previsto dall'art. 416 C.P.,sia in quello introdotto dall'art. 416 bis C.P..
La suddetta pronuncia ha, infatti, reso incontestabile che esiste un'associazione
criminale denominata "Cosa Nostra", strutturata in maniera sostanzialmente
unitaria, militarmente e verticisticamente organizzata, articolata su base
territoriale, entro cui esercita in maniera esaustiva e capillare un efficiente
controllo, disciplinata da regole comportamentali rigidamente vincolanti per i
suoi aderenti, la quale awalendosi della forza di intimidazione promanante dal
vincolo associativo, opera, attraverso l'apparato strumentale costituito dal
metodo mafioso, al fine di commettere delitti, conseguire vantaggi ingiusti,
-@
porre sotto il suo controllo ogni attività economica, lecita o illecita, che
assicuri ingenti profitti, con una capacità di infiltrazione in tutti i livelli della
società che ne aumenta la potenza e, quindi, la pericolosità.

La riservatezza e l'omertà costituiscono elementi peculiari di questa


organizzazione criminale che fonda la sua capacità d'intimidazione ed il suo
potenziale criminoso anche sulla estrema difficoltà di identificane
compiutamente i suoi numerosissimi membri. Per essi vige la consegna
rigorosa del silenzio intesa come divieto assoluto di rivelare ad estranei fatti e
circostanze che attengono al1'organizzazione cui appartengono.
Ed è stato proprio il rigido rispetto di precise e categoriche regole
comportamentali, prima fra tutte quella dell'omertà, che ha consentito a "Cosa
Nostra" di sopravvivere impunemente per decenni, rimanendo impermeabile
alle investigazioni dell'Autorità statuale, riuscendo così a dilatare oltre misura
la propria nefasta presenza nel paese. Gli associati sono raggruppati per
"famiglie", cellule primarie di aggregazione aventi competenza territoriale su
una borgata o su un paese. Ciascuna famiglia ha un suo capo, un vice-capo (o
più consiglieri) ed i capi-decina, dai quali dipendono i semplici uomini
d'onore, ossia i soldati dell'organizzazione.
I1 raggruppamento di più famiglie costituisce il mandamento, con a capo una
direzione strategica centralizzata che ha il compito di rappresentare il
mandamento nell'organo centrale di coordinamento, la "commissione" o
"cupola", alla quale spetta la funzione di governo effettivo su tutte le attività
criminali di principale livello e di interesse comune, con compiti sanzionatori e
punitivi. L'associazione rappresenta, inoltre, un gruppo di pressione capace di
influenzare direttamente o indirettamente la vita pubblica, capace di spostare il
proprio ambito operativo anche al di fuori dell'originario territorio della Sicilia
e di creare insediamenti di "uomini d'onore" nel resto d'Italia ed anche
all'estero. Tale associazione, infatti, è strutturata ed opera come un vero e
proprio contropotere criminale operante in opposizione a quello dello Stato,
con gerarchie e regole che ne disciplinano la vita, la cui violazione comporta
l'applicazione di sanzioni gravissime, comprensive della pena della morte
troppo spesso inesorabilmente eseguita, che ne assicurano l'effettività.
È del tutto evidente come nel corso del tempo, specie in relazione alla potente
azione repressiva posta in essere negli ultimi anni dalle Forze dell'ordine e
dalla Magistratura, awalendosi anche dei preziosi contributi offerti da
numerosi collaboratori di giustizia collocati nei vari gradi della gerarchia
mafiosa e provenienti da diverse realtà territoriali della Sicilia, la struttura
dell'associazione mafiosa si sia dovuta adattare alla nuova realtà, così si è
assistito al rapido mutare dei suoi vertici, al venir meno di direzioni unitarie
nei diversi mandamenti, per l'estrema difficoltà di coordinamento tra le diverse
articolazioni territoriali di "Cosa Nostra" a causa della cattura dei più
t*
importanti latitanti, nonché alla settorializzazione delle conoscenze in ordine
alle vicende interne a "Cosa Nostra" da parte degli stessi associati, al fine di
%) ridimensionare gli effetti dirompenti conseguenti dalle frequenti collaborazioni
che hanno offerto preziose chiavi di lettura del fenomeno mafioso
disvelandone dall'interno i segreti e le dinamiche operative.
Si sono così diffuse le figure degli "uomini d'onore riservati" (le cui attività
vengono poste direttamente e riservatamente al servizio di un capo) degli
"affiliati", soggetti vicini all'organizzazione ma non ritualmente inseriti in essa
ed altre figure ancora.
Tali adattamenti, tuttavia, lungi dall'avere determinato il venir meno
dell'organizzazione criminale "Cosa Nostra", con le sue più peculiari
caratteristiche criminali, hanno dimostrato come la stessa associazione abbia
continuato ad esplicare (purtroppo con piena efficacia e capacità di auto-
rigenerazione) il suo micidiale apparato strumentale-organizzativo, grazie
anche ai lucrosi vantaggi economici alla stessa derivanti, soprattutto, dal
traffico degli stupefacenti e dalla diffusione capillare del condizionamento

=i.
economico siciliano attraverso le estorsioni.
L'aggravante prevista dall'art. 7 della Legge n. 20311991

L'aggravante in oggetto, contestata nel presente procedimento in relazione a


molteplici reati-fine, si riconnette all'impiego del cosidetto "metodo mafioso"
nell'esecuzione dei reati, ovvero alla finalità specifica di agevolare l'attività
dell'organizzazione mafiosa in quanto tale.
La norma di cui al citato art. 7 prevede, alternativamente, due diverse tipologie
di connotazione della condotta, entrambi integranti l'aggravante in oggetto,
che in ragione dell'aumento di pena determinato (fino alla metà), si atteggia a
circostanza ad effetto speciale.
Occorre che l'agente, nel commettere il reato, abbia agito con la finalità
specifica di agevolare e rafforzare l'associazione mafiosa, ovvero con la
consapevolezza di usare il metodo di intimidazione del vincolo associativo,
sostanziato dall'esercizio della forza vessatoria che induce le vittime
all'omertà, secondo la tipologia di condotta connotante tipicamente
l'associazione di cui all'art. 416 bis del Codice Penale, ampiamente descritto
nei paragrafi che precedono.
Come è noto " la circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio
1991 n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991 n. 203 si applica a tutti coloro,
partecipi o non di qualche sodalizio criminoso, la cui condotta sia
riconducibile a una delle due forme in cui può atteggiarsi (aver commesso il
fatto awalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis ovvero al JNze di
agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo) e, per i
soggetti partecipi, opera anche con riferimento ai reati-fine dell'associazione"
(Casi- ~ e z I: n. 2612 .del 20/12/2004 - Massime precedenti:- n: 2204 del 1998
Q Rv. 211178; n. 3061 del 2000 Rv. 215555, n. 16486 del 2004 Rv. 227932;
Sezioni Unite n. 10 del 2001 Rv. 218377).
La ratio della circostanza aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del
1991 non è solo quella di aggravare la pena per chi utilizza metodi mafiosi o
agisce al fine di agevolare associazioni mafiose, ma anche nei confronti di chi,
pur non organicamente inquadrato in tali associazioni agisca con metodi
mafiosi o comunque dia un contributo al raggiungimento dei fini di
un'associazione mafiosa (Cass. sez. I1 - n. 44402 del 27/09/2004).
Tale circostanza aggravante si applica, poi, pacificamente anche ai reati che
siano rimasti allo stadio del tentativo (Cass. Sez. 5 sentenza n. 809 del
17/02/2000 in materia di applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 citato al
delitto di tentata estorsione).
Neppure si dubita che in tema di alti gravi reati tale aggravante possa
concorrere giacchè per l'applicazione "è suficiente l'uso della violenza o
minaccia e la provenienza di questa da soggetto appartenente ad associazione
mafiosa, senza necessità di accertare in concreto le modalità di esercizio della
suddetta violenza o minaccia, né in particolare che esse siano attuate
utilizzando la forza intimidatrice derivante dall'appartenenza dell'agente al
sodalizio mafioso, mentre nel caso della prima aggravante, pur non essendo
necessario che l'agente appartenga al predetto sodalizio, occorre tuttavia
accertare in concreto che l'attività criminosa sia stata posta in essere con
modalità di tipo mafioso" (Cass. sez. V n. 12525 del 28.06.2000 e da ultimo
vedi anche Cass. sez. IV n. 38020 del 19 ottobre-20 novembre 2006).

Traendo le conclusioni delle argomentazioni in diritto fin qui svolte e


proiettando brevemente il discorso al momento delle valutazioni concernenti il
merito di ciò che più strettamente attiene alle questioni che investono il
@)
presente processo, vedremo, tra breve, in quale modo è valutabile il rapporto
che ha legato gli imputati alla realtà criminale che abbiamo astrattamente fino a
questo momento descritto.
*
Tuttavia, prima di valutare, nel dettaglio, gli elementi probatori oggetto del
presente giudizio in rito abbreviato consegnati all'attenzione del giudice
La tipologia delittuosa prevista dall'articolo 12 quinquies del
Decreto Legge 8 Giugno 1992 n. 306, conv. in Legge 7 Agosto 1992 n. 356
(nel profilo agevolativo dell'associazione criminale di tipo mafioso)

Secondo la consolidata giurisprudenza della Suprema Corte, il delitto di cui


all'art. 12 - quinquies, secondo comma, del decreto legge 8 giugno 1992, n.
306, convertito dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, si configura come reato
permanente, che rimane integrato dalla titolarità o disponibilità a qualsiasi
titolo di denaro, beni od altre utilità economiche, di valore sproporzionato al
reddito, da parte di soggetti indagati (o nei confronti dei quali pende
procedimento penale, secondo la modifica apportata al testo normativo dal
D.L. 21 gennaio 1993 n. 14), o da parte di soggetti nei cui confronti si procede
per l'applicazione di una misura di prevenzione personale (o nei confronti dei
quali è in corso di applicazione o, comunque, si procede per l'applicazione di
una misura di prevenzione personale, secondo la modifica apportata dal D.L. n.
14 del 1993), e dei quali tali soggetti non possano giustificare la legittima
provenienza.
La condotta, inerente allo svolgimento di attività economiche collegate ad
attività criminali della specie indicata dalla norma, rimane integrata dalla
disponibilità sproporzionata di cespiti patrimoniali all'atto dell'entrata in vigore
della legge, e sempreché tale disponibilità perduri in tale epoca, senza
coinvolgere attività pregresse di acquisizione o di gestione patrimoniale;
sempreché i titolari di detti cespiti rivestano le predette qualità alla data sopra
indicata.
I1 reato postula che la situazione patrimoniale non sia proporzionata al reddito
a dei titolari od all'attività economica dei medesimi; solo ricorrendo tale
eventualità il soggetto ha l'onere di allegare la legittima provenienza del
cespite in parola.

Delineato il quadro tecnico e giuridico delle fattispecie oggetto di


contestazione nel giudizio valutiamo, adesso, nel dettaglio, gli elementi
probatori consegnati all'attenzione di questo Giudice delllAbbreviato proprio
sulla base della scelta decisoria - allo stato degli atti - formulata dalla Difesa.
I
I FATTI
(nella ricostruzione della Pubblica Accusa e validata dal GIP)

"...I fatti attengono ad una complessa attività investigativa da tempo svolta dai
Carabinieri dei R.O.S. sul mandamento mafioso di Palermo "Resuttana", da
tempo considerato una sorta di "protettorato" del mandamento mafioso di
Partanna - Mondello retto da Lo Piccolo Salvatore fino al momento del suo
arresto avvenuto nel mese di novembre del 2007, storicamente capeggiato dalle
famiglie "Madonia" e "Di Trapani" ed i cui esponenti di vertice, Madonia
Salvatore, Madonia Antonino, Madonia Giuseppe, Madonia Francesco (fino al
momento del suo decesso) e Di Trapani Nicolò risultano da tempo reclusi per
reati di associazione di tipo mafioso ed altre fattispecie delittuose strettamente
legate all'appartenenza a "Cosa Nostra".
9
1 In particolare, le attività investigative svolte dai Carabinieri su delega dei
Pubblici Ministeri della DDA di Palermo hanno consentito di acclarare che
anche dopo l'arresto dei sopra menzionati capimafia, gli stessi attraverso i loro
familiari più stretti hanno continuato a reggere il mandamento, impartendo
ordini e direttive sia per il compimento delle attività illecite nell'interesse della
famiglia mafiosa, sia per l'amministrazione del cospicuo patrimonio
immobiliare, costituito da appartamenti, terreni ed esercizi commerciali in
Palermo e provincia (tra cui in particolar modo beni immobili esistenti sul
territorio del Comune di Cinisi).
Sotto tale profilo, come meglio si vedrà nel corso del presente provvedimento,
le attività investigative consistite, da un lato, nell'effettuazione di operazioni di
intercettazione di tipo ambientale all'interno delle sale colloqui delle diverse
case circondariali ove si trovano tuttora reclusi i sopra citati capimafia delle
-- - A - . .\ famiglie Madonia e Di Trapani, nonché telefonica sulle utenze in uso ai diversi
@ familiari dei capimafia reclusi, dall'altro lato nell'audizione di diversi soggetti
appartenenti con ruoli di vertice alle diverse famiglie mafiose di Palermo e che
dopo il loro arresto nell'ambito di precedenti operazioni investigative hanno
deciso di intraprenderne un programma di collaborazione con l'Autorità
Giudiziaria (Franzese Francesco, Nuccio Antonino e Pulizzi Gaspare), hanno
consentito di ricostruire l'organigramma del mandamento mafioso di Resuttana
a seguito dell'arresto dei capimafia Madonia Salvatore, Madonia Antonino,
Madonia Giuseppe, Madonia Francesco e Di Trapani Nicolò, consentendo, non
solo di riscontrare che questi ultimi, come detto pocanzi, hanno mantenuto
inalterato il loro potere all'interno di detto mandamento, ma anche di rilevare i
ruoli sempre più importanti ed incisivi all'interno del mandamento stesso
assunti dai familiari dei capimafia reclusi, tra cui, in particolare, l'odierna
indagata DI TRAPANI Maria Angela, come sopra generalizzata, coniuge di
Madonia Salvatore e MADONIA Aldo, come sopra generalizzato.

k
Ruolo che, soprattutto per la DI TRAPANI Maria Angela, come meglio si
vedrà, ha assunto una tale importanza e decisività per le sorti dell'intero
mandamento, tanto da fare di quest'ultima il principale artefice e gestore sul
territorio delle sorti e degli interessi economico patrimoniali delle famiglie
Madonia e Di Trapani, nonché il referente principale delle direttive impartite
dai capimafia reclusi e dirette agli appartenenti della famiglia mafiosa operanti
su detto mandamento mafioso. Direttive finalizzate essenzialmente a garantire
il controllo del territorio compreso nel mandamento di "Resuttana" e a porre in
essere le attività illecite rispondenti agli interessi della famiglia mafiosa, dalle
estorsioni, ai danneggiamenti, al traffico degli stupefacenti e delle armi, al
riciclaggio, per finire al trasferimento fraudolento di beni a soggetti
"prestanome" incensurati al fine di eludere le disposizioni in materia di misure
di prevenzione patrimoniali.
Le sopra esposte considerazioni oltre ad emergere in maniera inequivocabile
@ dal contenuto delle intercettazioni sia telefoniche che ambientali che verranno
riportate nel prosieguo del presente provvedimento, hanno trovato, altresì, una
precisa conferma dalle risultanze di alcune connesse attività investigative
svolte nell'ambito del fermo operato nei confronti di Lo Piccolo Salvatore e Lo
Piccolo Sandro e ancor prima nell'ambito dell'arresto operato nei confronti di
Provenzano Bernardo, sotto il particolare profilo dell'esame della numerosa
documentazione "cd. pizzini" rivenuta in entrambe le occasioni nei covi ove
stavano trovando rifugio i latitanti. Documentazione che ha consentito di
acclarare gli stretti rapporti tra i Lo Piccolo e le famiglie Madonia - Di Trapani
del mandamento di "Resuttana".
Tornando, poi, alle risultanze delle attività di intercettazione di tipo ambientale
disposte nel corso delle indagini all'interno delle sale colloqui delle diverse
case circondariali ove si trovano tuttora reclusi i soggetti appartenenti alle
B! famiglie mafiose Madonia e Di Trapani, si osserva che proprio lo studio dei
colloqui intercettati in carcere nei confronti del gruppo MADONIA - DI
TRAPANI, ed in specie l'intelleggibilità via via crescente delle tematiche
affrontate in maniera criptica dagli indagati nel corso dei colloqui, ha permesso
di ricostruire dinamiche associative qualificatissime ed apicali, dato che i
soggetti carcerati riuscivano, grazie ai familiari, ad interagire in pieno con il
contesto associativo "in libertà" e questo nonostante la gran parte di loro sia
attualmente sottoposta al regime restrittivo di cui all'art. 4.lbis della legge
n0354/1975 in tema di ordinamento penitenziario che concerne anche i
colloquio con i familiari, sia in relazione al numero mensile per i quali possono
essere autorizzati, sia in relazione alle modalità di conduzione degli stessi.
Sotto questo aspetto si osserva che nel corso delle attività investigative
attraverso una complessa attività di "decriptazione" del contenuto di detti
colloqui svolta dai Carabinieri del R.O.S. è stata comunque consentita una
significativa e valida ricostruzione delle comunicazioni intercorse tra i
capimafia detenuti ed i loro familiari, nonostante l'utilizzo di una serie di
accorgimenti da parte dei conversanti finalizzati, appunto, ad impedire alle
forze dell'ordine la ricostruzione del contenuto di detti colloqui.
Tali accorgimenti, in particolare, si sono estrinsecati nell'utilizzo di nomi e
"nomignoli" convenzionali per indicare soggetti facenti parte di "Cosa
Nostra"; nell'utilizzo di nomi al femminile riferibili alle mogli e10 compagne o
congiunte di altri soggetti facenti parte dell'associazione mafiosa; nel
repentino variare gli argomenti trattati nel corso delle diverse conversazioni,
senza seguire all'apparenza una logica evoluzione tra le tematiche di volta in
volta trattate, con l'introduzione di argomenti di sicuro interesse investigativo,
mentre si discuteva di normali tematiche familiari; nell'utilizzo anche della
mimica facciale piuttosto che del solo labiale, nonché della "mimica
corporale".
Considerazioni analoghe vanno affrontate anche in relazione a quanto emerso
dall'utilizzo della corrispondenza, con particolare riferimento alle lettere
($ intercorse tra i fratelli Madonia Salvatore, Antonino e Giuseppe ed i loro
familiari, dalle quali si evince un intenso "flusso comunicativo" che non aveva
altra ragione se non quello di consentire ai capimafia reclusi di continuare ad
impartire ordini e direttive dal carcere attraverso i loro parenti, attraverso
l'utilizzo di un linguaggio criptico e convenzionale che ha tuttavia consentito
di far emergere tematiche associative di assoluto interesse per la comprensione
delle evoluzioni intercorrenti in seno alla consorteria mafiosa.
Stesso discorso vale anche per le telefonate effettuate dal carcere ed anch'esse
intercorse tra i capimafia reclusi ed i loro familiari, con particolare riferimento
a quelle effettuate dal noto capomafia Madonia Giuseppe, soprattutto dopo che
allo stesso era stata consentita la revoca del regime carcerario restrittivo
previsto dall'art. 4 l bis dell'ordinamento Penitenziario.
- In- particolare,- ,è stato appurato che il Madonia Giuseppe. attraverso- telefonate
- ,

effettuate con cadenza settimanale e della durata di dieci minuti, interloquendo


con l'anziana madre e con la cognata DI TRAPANI Maria Angela, sfruttava, in
concorso con i congiunti, l'occasione per celare nel corso di conversazioni
apparentemente usuali e domestiche tematiche prettamente associative, per poi
ragguagliare all'esito i fratelli sottoposti al regime carcerario più restrittivo
dell'art. 4 l bis O.P. sull'esito di dette conversazioni.
Quanto all'indagata DI TRAPANI Maria Angela, si osserva che l'ascesa della
sua figura all'interno del mandamento mafioso di "Resuttana" è stata favorita
anche dalla consistenza dei colloqui ai quali la stessa è stata ammessa con i
capimafia reclusi, nelle diverse strutture carcerarie in cui i congiunti sono
ristretti, e con tutti i diversi congiunti ristretti (dunque, non con il solo marito,
ma anche con la famiglia c.d. "allargata").
Circostanza, quest'ultima, non priva di importanza ai fini della dimostrazione
del ruolo di vertice assunto all'interno della famiglia mafiosa, stante
l'apparente mancanza di giustificabili risorse economiche in capo alla DI
TRAPANI che possano giustificare i numerosi viaggi aerei sul territorio
nazionale, a volte con cadenza più che mensile. Ne discende, che la stessa ha,
come emerso nel corso dell'attività, attinto a fonti economiche "alternative" di
certa natura illecita. Del resto, nel corso delle indagini, è emersa - come
vedremo - l'ossessiva ricerca da parte della DI TRAPANI stessa di beni
occulti di provenienza illecita intestati fittiziamente a c.d. prestanome.
Sempre in relazione ai colloqui in carcere, va qui anticipato anche che la
"decriptazione" del linguaggio effettuata dai Carabinieri del R.O.S. che hanno
svolto le indagini ha consentito di evidenziare che il criterio ordinario seguito
per nascondere i veri nomi dei soggetti di cui si parlava (quasi sempre associati
mafiosi, o persone a questa organizzazione criminale vicine) era quello di
chiamarli con il nome della moglie, o di una stretta parente. Circostanza,
questa, che comportava spesso anche la trasformazione delle attività di cui si
riferiva in attività tipicamente femminili (come la vendita di corredi).
La chiave di lettura ottenuta, permetteva di abbinare agli pseudonimi di volta
8 in volta utilizzati, i relativi soggetti di riferimento che di seguito vengono
sinteticamente riportati con l'intento di fornire una "rubrica" dei personaggi
emersi nel corso dei colloqui e successivamente identificati (che verranno poi
analiticamente riportati e spiegati nel corso dell'analisi delle singole schede
degli indagati):
1. ZIA LINA (owero PINUZZ028 owero PJNJZZU21) per indicare DI
TRAPANI Diego, sposato con DI FIORE Carolina, nata a Palermo il
11311939, chiamata "LINA";

2. ZIA SARA per indicare DI TRAPANI Michele, in oggetto generalizzato,


sposato con PALAZZOLO
..
Maria ,Rosaria, nata a Cinisi (PA) il
21111946, intesa "SARA;

3. CARMELA owero ROSY (owero VANCHITEDDU) owero SANTINA. per


indicare GENOVA Salvatore, in oggetto generalizzato, (cugino di DI
TRAPANI Nicolò e quindi della DI TRAPANI Maria Angela), fiatello di
GENOVA Santa, sposato con BUFFA Carmela, nata a Palermo il 04
ottobre 1961;

4. NIPOTE DI MIA SUOCERA owero NIPOTE DI TUA MADRE owero


CAFFETTINO owero GIOVANNI per indicare BONANNO Giovanni,
nato a Trezzano sul Naviglio (MI) il 03/06/1970, vittima di "lupara
bianca";
t
5. CUGINA DI SANTINA owero CUGINA DI CARMELA owero IL
DENTISTA, per indicare DI MAI0 Girolamo, in oggetto generalizzato,
dipendente ditta CALACIONE CARLO MEDICO ODONTOIATRA, via
Rosciglione n. 22, Palermo, cugino materno del predetto GENOVA
Salvatore;

6. CORVO owero CORWNA owero OPERAIO owero GNE'GNE' owero


CAPELLI LISCIper indicare GRAZIANO Vincenzo, coniugato con
FAMOSO Giuseppa, di Francesco Paolo e di LOMBARDO Fortunata, nata
a Palermo il 21/3/1955, già tratto in arresto nell'ambito della operazione
c.d. "Addiopizzo 1" in quanto appartenente alla associazione mafiosa;

7. ANGELA per indicare FONTANA Stefano, in oggetto generalizzato,


sposato con TERESI Angela. I1 nome è utilizzato anche (con alcune
specificazioni) per indicare il figlio di FONTANA Stefano, FONTANA
Gaetano, nato a Palermo 1' 11311976;

8. MA&% owero MASSIMO per indicare LO VERDE Massimiiiano, in


oggetto generalizzato, owero (in alcune occasioni) per indicare più
genericamente il contesto familiare facente capo al LO VERDE Maurizio,
nato a Palermo il 24 settembre 1952;

9. LUISA owero SERGIO, per indicare ARIOLO Sergio, in oggetto


generalizzato, coniugato (separato) con CANNIZZARO Luisa, di
CANNIZZARO Francesco e di VINCENTI Emrna, nata a Palermo il 16
novembre 1968;

10. GIOVANNA owero PIDOCCHIO per indicare DI PACE Francesco,


anche lui tratto in arresto nell'ambito di Addiopizzo, coniugato con RIMI
Giovanna, nata ad Alcarno (TP) il 09 luglio 1982 (nipote di DI TRAPANI
Maria Angela);

I l . NICOLETTA per indicare PIZZO Pietro, in oggetto generalizzato,


coniugato con DI TRAPANI Nicoletta, di DI TRAPANI Salvatore e di
CARLINI Liliana nata a Palermo il 28 gennaio 1980;
12. PAOLETTA owero GIOVANNA per indicare CAMPO Giarnpaolo,
coniugato con AIELLO Giovanna;

13. ZIA ROSALBA owero ROSALBA owero 'NTICCHIEDDA owero


PICCOLINA owero BISCOTTO per indicare L O PICCOLO Salvatore,
già latitante, sposato con DI TRAPANI Rosalia detta Rosalba, nata a
Palermo il 27 aprile 1948;

14. CARLA per indicare MADONIA Aldo, coniugato con COTTONE Carla;

15. GIOVANNA owero MARIO owero TUA CUGINA, per indicare


MADONIA Mario, sposato con BUFFA Giovanna, di Giuseppe e di DI
MAI0 Vincenza, nata a Palermo 1'8 febbraio 1966;

16. ZIA ROSA per indicare MADONIA Diego, nato a Palermo il 9/5/1928,
sposato con COLLURA Rosa, nata a Palermo il 20 gennaio 1936;

17.LUCIA per indicare FAVALORO Marco, di FAVALORO Marco e LO


VERSO Lucia, nato a Misilmeri (PA) il 26 febbraio 1944, collaboratore di
giustizia;

18. NICOLA 'U NI W R U owero FIGLIO DI MARIO 'U NIW R U per indicare
DI TRAPANI Nicola di DI TRAPANI Mariano e ULIZZI Casimira, nato a
Palermo il 07 marzo 1965;

19. NIPOTE DI SANTINA per indicare GENOVA Bartolo , coniugato con DI


PIAZZA Silvia, effettivamente nipote di GENOVA Salvatore inteso
Santina.Le altre fonti di prova: le dichiarazioni dei collaboratori.

La circostanza che nell'ambito del procedimento culminato con la richiesta di


convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare (sia nei confronti
delle sopra citate persone sottoposte ad indagine che nei confronti degli altri
soggetti tuttora reclusi per alti fatti) il materiale probatorio si fondi in
prevalenza sul materiale costituito dalle intercettazioni sia telefoniche che
ambientali costituisce, dunque, un elemento particolarmente significativo della
bontà e della rilevanza di detti elementi, stante la particolare valenza probatoria
che viene tradizionalmente attribuita a tale mezzo di ricerca della prova, in
particolare sotto il profilo della genuinità di detta prova, avuto riguardo al fatto
che i relativi elementi emergono da conversazioni in cui i propalanti parlano in
assoluta libertà, senza essere a conoscenza del fatto che sono intercettati.
Circostanza, quest'ultima, che soprattutto in un contesto quale quello mafioso
caratterizzato dall'assoluta omertà, assume una rilevanza di non poco
significato e che consente di attribuire a detti elementi (una volta valutato il
rispetto delle norme codicistiche sull'autorizzazione disposta nel corso delle
indagini preliminari o sulla convalida delle stesse o le relative proroghe, oltre
che il contenuto della conversazione intercettata), il valore ed il significato di
prova a tutti gli effetti, senza che essi debbano necessariamente essere
corroborati da elementi ulteriori di riscontri diretti a valutare l'attendibilità del
conversante, così come avviene per le dichiarazioni rese dai collaboratori di
giustizia.
Nel caso di specie, dunque, le risultanze delle attività investigative svolte dai
Carabinieri del R.O.S. ed, in particolare, delle intercettazioni sia telefoniche
che ambientali hanno fatto emergere a carico di tutti gli indagati la sussistenza
di contributi non già sporadici ed occasionali al sodalizio mafioso, ma
continuativi oltre che di rilevanza fondamentale al rafforzamento ed al
consolidamento del sodalizio stesso, al punto tale da essere considerati tutti a
disposizione della famiglia mafiosa stessa.
Contributi a loro volta concretizzatisi, sia nella gestione del considerevole
patrimonio immobiliare facente capo alle famiglie Madonia e Di Trapani
storicamente al vertice del mandamento mafioso di "Resuttana", anche
acquistando fittiziamente detti beni o assumendone l'intestazione nell'interesse
dei capimafia, come risulta essere stato acclarato in ordine alle posizioni degli
indagati DI TRAPANI Michele e LO VERDE Massimiliano, sia in una serie
cospicua di contatti e mantenimento di rapporti con soggetti via via posti alla
reggenza di detto mandamento, sia nel mettersi a disposizione nell'erogazione
e dei finanziamenti destinati alle famiglie dei mafiosi reclusi come è emerso in
relazione alla posizione dell'indagato SGADARI Vincenzo, sia ancora e,
soprattutto per quanto attiene alla posizione della DI TRAPANI Maria Angela
nel veicolare all'interno del mandamento gli ordini e le direttive impartite dal
carcere dai capimafia reclusi Madonia Salvatore, Madonia Antonino e
Madonia Giuseppe nel corso dei colloqui che la donna era solita tenere
periodicai11e11~econ detti soggetti, anche se sottoposti al regime carcerario di
cui all'art. 4 l bis dellYOrdinamentoPenitenziario.
Sempre le risultanze delle attività investigative svolte dai Carabinieri del
R.O.S. hanno altresì fatto emergere nei confronti del MADONIA Aldo, fratello
minore dei capimafia reclusi Madonia Salvatore, Madonia Antonino e
Madonia Giuseppe, il ruolo "apicale" svolto dal medesimo all'interno del
mandamento di Resuttana, nel senso che a quest'ultimo venivano demandate
decisioni di fondamentale importanza per la gestione del mandamento stesso,
sia in ordine all'utilizzazione del denaro raccolto attraverso le attività illecite
esercitate nel territorio del mandamento nell'interesse della famiglia, sia in
ordine all'amministrazione dell'ingente patrimonio immobiliare accumulato
dalla famiglia Madonia, sia infine nei rapporti pressoché costanti intrattenuti
dal medesimo con coloro che nel corso degli anni si sono avvicendati nella
reggenza del mandamento stesso, al punto tale da condizionare se non
addirittura da determinare le scelte che questi ultimi potevano adottare, proprio
in considerazione dell'autorevolezza unanimente riconosciuta all'indagato,
anche determinata dal suo "cognome" ed, in particolare, dal fatto di essere il
fratello minore (Nicuzzu; U Nico; U Nicarie) dei capimafia reclusi.
Infine, le risultanze delle attività di intercettazione sia telefonica che
ambientale hanno evidenziato l'esistenza di una serie di operazioni di
trasferimento fraudolento di beni immobili costituenti il patrimonio occulto
delle famiglie Madonia e Di Trapani, nella specie abitazioni, terreni, magazzini
ed esercizi commerciali, ad una serie di soggetti (in alcuni casi facenti parte
della cerchia parentale delle rispettive famiglie, in altri casi a queste legati da
8 stretti rapporti amicali implicanti stima e fiducia reciproca tra gli stessi)
risultati poi essere semplicemente dei meri prestanomi in capo ai quali i beni
medesimi venivanofittiziamente intestati per rimanere poi nella disponibilità
dei Madonia e dei Di Trapani, tanto che gli stessi, in alcune circostanze, come
è stato acclarato in maniera incontrovertibile dalle risultanze delle
intercettazioni telefoniche ed ambientali, continuavano a percepire
regolarmente le rendite derivanti dalla gestione di detti beni, benché in capo a
loro non risultasse dal punto di vista formale alcuna titolarità in ordine a tali
beni.
Sulla base dei sopra esposti elementi investigativi, succintamente esposti, in
data 24.11.2008 veniva emesso da parte del Pubblico Ministero della DDA
della Procura della Repubblica di Palermo un decreto di fermo nei confronti di
DI TRAPANI Maria Angela, MADONIA Aldo, DI TRAPANI Michele, LO
4D VERDE assimilia ano e SGADARI Vincenzo, ravvisando nei confronti di tali
soggetti i gravi indizi del reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art.
416bis C.P., nonché del reato di trasferimento fraudolento di beni di
provenienza illecita di cui all'art. 12quinquies della legge n0356/1992 (nella
specie aggravato ai sensi dell'art. 7 del d.1. n0152/1991), così come emerso
dalle risultanze delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, corroborate
dall'acquisizione della documentazione attestante i passaggi di proprietà di
detti beni immobili appartenenti alle famiglie Madonia e Di Trapani, siti sia in
Palermo che nel territorio del Comune di Cinisi.
I1 relativo decreto di fermo veniva poi eseguito in data 25.11.2008 alle ore 4,15
dai Carabinieri del R.O.S. di Palermo nei confronti dei sopra menzionati
soggetti e convalidato da questo Giudice a seguito della relativa richiesta del
Pubblico Ministero pervenuta a questo ufficio alle ore 12,lO del 26.11.2008,
con ordinanza emessa in data 28.11.2008.
A seguito della convalida del fermo, questo Giudice viene ora chiamato a
pronunciarsi sulla contestuale richiesta di emissione di ordinanza di custodia
cautelare in carcere, non solo nei confronti di quei soggetti sopra menzionati
destinatari del provvedimento di fermo, ma altresì, anche nei confronti di
MADONIA Salvatore, MADONIA Antonino, MADONIA Giuseppe, DI
TRAPANI Nicolò e GUASTELLA Giuseppe. Soggetti, questi ultimi, tuttora
reclusi presso diverse case circondariali in quanto condannati con sentenza
divenuta definitiva, in taluni casi anche alla pena dell'ergastolo, per reati di
associazione di tipo mafioso o comunque strettamente connessi alla loro
appartenenza ormai definitivamente acclarata al sodalizio mafioso, in quanto
commessi per il perseguimento dei suoi scopi ed interessi.
Nel caso di specie, infatti, le risultanze delle attività di intercettazione
ambientale disposte all'interno delle sale colloqui delle case circondariali ove
sono tuttora reclusi, nonché delle attività di controllo e verifica della
corrispondenza intercorsa in questi anni tra gli stessi capimafia ed i loro
prossimi congiunti, hanno evidenziato che detti soggetti hanno regolarmente
8 continuato, per il tramite dei loro familiari che andavano a trovarli in occasione
dei colloqui ai quali venivano ammessi ed in particolare per il tramite della Di
Trapani Maria Angela, a gestire dal carcere il mandamento di Resuttana, ad
impartire ordini e direttive da eseguire sul territorio da parte degli associati,
compresi i reggenti il mandamento stesso, una volta che gli stessi erano stati
loro veicolati dalla Di Trapani stessa o dagli altri familiari.
In particolare, come già riferito in precedenza, è stato acclarato all'esito delle
indagini svolte dai Carabinieri del R.O.S. di Palermo che detti ordini venivano
impartiti essenzialmente nel corso dei colloqui con i familiari attraverso
l'impiego di un linguaggio criptico, convenzionale ai mafiosi stessi ed
implicante l'utilizzo di nomignoli o nomi al femminile per indicare le persone
alle quali ci si riferiva attraverso il rispettivo coniuge, in alcuni casi anche
attraverso l'impiego della mimica facciale, al fine di impedire che dall'esterno
. + ,

si potesse comprendere o comunque decifrare il contenuto di dette


conversazioni.
Da qui l'individuazione da parte del Pubblico Ministero dei gravi indizi di
colpevolezza in ordine alle medesime ipotesi delittuose ravvisate a carico dei
soggetti in libertà nei confronti dei quali è stato disposto il fermo convalidato
da questo Giudice, di cui agli artt. 4.16bis C.P. e 12quinquies della legge
n0356/1992.

Fatta questa premessa di carattere generale, sui fatti oggetto del presente
provvedimento di fermo disposto dal Pubblico Ministero e sulla relativa
richiesta di convalida dello stesso e di applicazione della misura cautelare in
carcere, nonché sull'indicazione degli elementi di prova costituenti i gravi
indizi di colpevolezza posti dallo stesso Pubblico Ministero a sostegno delle
proprie richieste, il passo successivo attiene all'indicazione specifica dei fatti
contestati agli odierni indagati, dei ruoli da essi occupati all'interno del
mandamento mafioso di "Resuttana" sempre sulla base delle prospettazioni
effettuate dal Pubblico Ministero e sugli elementi specifici sui quali si fonda il
grave quadro indiziario che ha indotto l'organo della Pubblica Accusa a
disporre il provvedimento di fermo o comunque a chiedere l'emissione di
ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di coloro che si trovano
già detenuti per altri fatti di reato sempre strettamente connessi alla loro
partecipazione all'interno della famiglia mafiosa denominata "Cosa Nostra",
per taluni di essi (Madonia Salvatore, Madonia Antonino, Madonia Giuseppe e
Madonia Aldo) con un ruolo di vertice nell'organizzazione, gestione e
promozione del sodalizio criminoso.
Sotto questo aspetto si osserva che la completezza e l'esaustività della richiesta
in tal senso presentata da parte del Pubblico Ministero ne rende opportuna la
necessità di riportarla nella sua versione integrale, proprio al fine di fornire una
migliore comprensione di detti fatti, utilizzando un diverso carattere grafico.
Q
Capitolo 1: I1 mandamento mafioso di Resuttana

a) Cenni sui vertici storici del mandamento di Resuttana

A questo punto pare utile riportare alcuni cenni storici sul mandamento
mafioso di Resuttana, che possono essere utili a ricostruire anche le attuali
dinamiche associative.

Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori MARINO MANNOIA Francesco,


Q MUTOLO Gaspare e MARCHESE Giuseppe, erano già state
giudiziariamente ricostruite le vicende del contesto mafioso operante nell'area
di Resuttana, a partire dalla sua nascita (a cavallo tra la fine degli anni '70 e
l'inizio degli anni %O), avvenuta per precisa volontà di RIINA Salvatore ed in
conseguenza di un processo di scissione e di progressiva riorganizzazione
all'interno del precedente vastissimo mandamento di Partanna-Mondello, fino
ad allora capeggiato da RICCOBONO Rosario. Si era peraltro accertato che
MADONIA Francesco, capo della famiglia di Resuttana, deceduto in carcere
nel 2007, aveva assunto il comando del neonato mandamento, comprendente
MADONIA Francesco, arrestato diverse volte già nel corso degli anni '80 (in
particolare il 11 novembre 1980 - scarcerato il 13 novembre 1982; tratto
nuovamente in arresto il 61511987) veniva raggiunto, in stato di detenzione, da
numerosi provvedimenti restrittivi, seguiti da numerose condanne; i suoi figli
MADONIA Antonino (Nino, che, dopo anni di latitanza, veniva tratto in
arresto nel maggio del 1987, scarcerato nel 1988 e nuovamente arrestato nel
dicembre del 1989 e raggiunto, in stato di detenzione, da numerosi altri
provvedimenti restrittivi) e MADONIA Salvatore (Salvino, detenuto dal 1982
al 1987, arrestato nuovamente il 13 dicembre 1991, dopo tre anni di latitanza)
lo sostituivano, alternandosi, alla reggenza del mandamento di Resuttana.
All'inizio degli anni '90, quindi, tutti i sopra menzionati MADONIA erano
detenuti, ma - nonostante ciò - continuavano indisturbati a mantenere contatti
con il contesto criminale di appartenenza.

Di recente, grazie alle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia, è stato


possibile ricostruire anche le successive vicende relative ai vertici ed alla
reggenza del mandamento di Resuttana. A questo proposito, nel corso di
alcune dichiarazioni rese nel giugno del 1997 da ONORATO Francesco, lo
stesso precisava che : _ _ _ . L , .
. _ I F

"[...l morto CAROLLO Gaetano ed essendo i MADONIA tutti detenuti, il


capo mandamento di Resuttana di fatto era il BONANNO (Armando, ndr.).
Solo dopo la sua scomparsa il suo posto è stato preso da DI TRAPANI
Francesco [...lM (cfr. verbale del1'interrogatorio di ONORATO Francesco,
datato 02/06/1997)[...l"

CAROLLO Gaetano veniva ucciso a Liscate, nei pressi di Milano, il giorno


1/6/1987 (anno nel quale i MADONIA erano detenuti); BONANNO
Armando veniva anche lui ucciso (col metodo della lupara bianca), nel corso
del 1987, a dire delllONORATO, sempre per volontà dei MADONIA, poco
tempo dopo il CAROLLO (in questo senso cfr. dichiarazioni, tra gli altri, di
MARINO MANNOIA Francesco, MUTOLO Gaspare, MARCHESE
Giuseppe, LO FORTE Vito, FAVALORO Marco). DI TRAPANI
Francesco (padre di Maria Angela) decedeva, per cause naturali ed in stato di
irreperibilità, il 14 novembre 1992; alla luce delle dichiarazioni rese da
ONORATO Francesco può ipotizzarsi, quindi, che egli abbia retto il
mandamento di Resuttana dal 1987 (anno al quale risale la scomparsa di
BONANNO Armando) fino alla sua morte.

Questa reggenza può, comunque, essere stata discontinua, poichè deve


necessariamente essere rilevato come, alla fine del 1987, venivano scarcerati
sia MADONIA Antonino (a novembre) sia MADONIA Salvatore (a
dicembre); i due venivano definitivamente arrestati rispettivamente nel 1989 e
nel 1991.

Una volta accertato che DI TRAPANI Francesco è stato reggente del


mandamento nel periodo sopra indicato (in modo discontinuo, dal 1987 al
1992) l'attenzione deve essere necessariamente rivolta al figlio DI TRAPANI

- (PA) 118/06/1961, che dopo la sua


Nicolò (detto Nicola), nato a Cinisi
,.i

dn scarcerazione avvenuta il 16/2/1995, assumeva a sua volta la reggenza del


mandamento, come peraltro provato dalle dichiarazioni di ONORATO
Francesco, BRUSCA Giovanni e D1 NATALE Giusto. In particolare,
ONORATO Francesco, il 09 novembre 1998, testualmente dichiarava:

'7...I Preciso che, nel 1987, ho conosciuto quale uomo d'onore Nicola DI
TRAPANI, figlio di Francesco e cognato di Salvo MADONIA. II DI TRAPANI
mi venne presentato ritualmente da Armando BONANNO. Ho poi saputo,
mentre mi trovavo in carcere tra il 1995 e il 1996, che il DI TRAPANI aveva
assunto la carica di reggente del mandamento di Resuttana. Del resto di ciò
avevo avuto una precisa sensazione in precedenza quando il DI TRAPANI,
f
unitamente a Salvatore BIONDO il lungo, si era interessato per risolvere i
miei problemi con i GALATOLO nascenti dalla soppressione di un mio nipote.
Sapevo pure che il DI TRAPANI veniva ben considerato in cosa nostra in
quanto ritenuto un valente uomo d'azione [...l".

D'altronde, l'assoluta centralità del DI TRAPANI Nicolò, all'interno dell'area di


Resuttana, trovava forti riscontri anche nei qualificati legami di ordine
familiare, da sempre fondamentali nella storia di cosa nostra, che lo stesso
poteva vantare; infatti, oltre ad essere figlio di DI TRAPANI Francesco, è
cognato di MADONIA Salvatore, in quanto fratello di DI TRAPANI Maria
e) Angela, nata a Cinisi il 30 aprile 1968, moglie (dal 23 maggio1992) dello
stesso MADONIA Salvatore.

In verità deve rilevarsi che particolari rapporti di parentela tra le famiglie


MADONIA e DI TRAPANI, anche più risalenti nel tempo: il padre di DI
TRAPANI Francesco (DI TRAPANI Nicolò, cl. 1903) era fratello della
madre di MADONIA Francesco (DI TRAPANI Rosa, cl. 1897); MADONIA
Francesco e DI TRAPANI Francesco erano quindi cugini c.d. "primi".

.- . .Nel periodo di due anni, ricompreso tra la morte di DI TRAPANI Francesco


#E (novembre 1992) e la scarcerazione del figlio DI TRAPANI Nicolò (febbraio
1995), va evidenziata la figura di GUASTELLA Giuseppe, nato a Palermo il
2010611954, che, unitamente a BONANNO Giovanni (Trezzano sul Naviglio,
03/06/1970), si interessava di tutte le vicende che riguardavano il mandamento
e poteva sicuramente essere individuato come il reggente dell'organizzazione.

Successivamente, all'atto della scarcerazione di DI TRAPANI Nicolò


(febbraio 1995 e fino all'aprile del 1996), la reggenza del mandamento venne
mantenuta, per un periodo non lungo, dallo stesso GUASTELLA Giuseppe
unitamente al DI TRAPANI Nicolò. In questo senso, il 3010611999, il
collaboratore di giustizia DI NATALE Giusto così testualmente riferiva:
t
'I[...] Dunque riallacciandoci un attimo quando io ero fuori nel periodo DI
TRAPANI Nicolò e Giuseppe GUASTELLA diciamo che tutte le grandi
decisioni dovevano essere sottoposte a Nino MADONIA [...] "

Nel quadro così delineato si inserivano coerentemente anche le dichiarazioni di


BRUSCA Giovanni del 41911997, che qui interessa leggere in questa parte:

'I[...] Sono a conoscenza degli interessi economici dei GALATOLO [...] i miei
contatti, da ultimo, con la famiglia mafiosa dell 'Acquasanta erano costituiti
da Pino GUASTELLA e Nicola DI TRAPANI. Lo stesso Nicola DI TRAPANI
@ ebbe a lamentarsi con me del comportamento di alcuni giovani rappresentanti
della famiglia GALATOLO in occasione dell'omicidio di un parente di
ONORATO Francesco [...I
" (cfr. verbale di interrogatorio di BRUSCA
Giovanni del 04 settembre 1997).

BRUSCA Giovanni veniva arrestato, infatti, nel maggio del 1996; egli quindi,
nel raccontare gli episodi di cui sopra, intendeva riferirsi ad un periodo
immediatamente antecedente al suo arresto, nel quale, come già visto,
GUASTELLA Giuseppe e DI TRAPANI Nicolò erano entrambi liberi (cioè dal
, - febbraio del 1995 all'aprile del 1996). .In questo senso, quindi, BRUSCA
,

6 confermava le dichiarazioni di DI NATALE Giusto nella parte in cui


quest'ultimo, raccontando di una vicenda di pizzo da pagare in favore dei
GALATOLO (famiglia mafiosa delllAcquasanta, compresa nel mandamento di
Resuttana), parlava anche dell'attivo interessamento di GUASTELLA e DI
TRAPANI, affinché la vicenda si concludesse positivamente.

Sempre dalle dichiarazioni rese dal collaboratore ONORATO Francesco si


apprendeva, infine, come, dopo l'arresto di DI TRAPANI Nicolò, avvenuto il
201411996 ( era stato scarcerato, come visto, il 16/2/1995), la reggenza del
mandamento di Resuttana veniva assunta proprio da GUASTELLA Giuseppe.
I1 collaboratore DI NATALE Giusto, in un interrogatorio del 22 luglio 2001

01-1- 97
definiva lo stesso GUASTELLA come figlioccio di BAGARELLA Leoluca.
Le dichiarazioni delllONORATOerano univoche in questo senso:

'T...] conosco Giuseppe GUASTELLA e so che lo stesso è uomo d'onore anche


se non mi è mai stato presentato. So che, dopo l'arresto di Nicola DI
TRAPANI, il GUASTELLA ha assunto la reggenza di Resuttana [.. .I"
(C@.
verbale interrogatorio ONORATO Francesco del 09 novembre 1998).

GUASTELLA Giuseppe veniva arrestato il 24/5/1998; lo stesso, quindi, si era


trovato da solo al vertice del mandamento di Resuttana dall'aprile del 1996
a@ (arresto di DI TRAPANI Nicola) al maggio 1998, data in cui, come detto,
veniva arrestato.

In quel momento, anche se per pochi mesi, emergeva la figura di DI


TRAPANI Diego, fratello di DI TRAPANI Francesco e zio di DI TRAPANI
Nicola. Si riportano taluni passi di particolare rilievo delle dichiarazioni di DI
NATALE Giusto, che permettevano di comprendere il percorso che, nel tempo,
aveva prodotto l'ascesa di DI TRAPANI Diego ai vertici del mandamento di
Resuttana:

-
DI NATALE Giusto interrogatorio del 30 settembre 1999

D I NATALE G.: Dunque riallacciandoci un attimo quando io ero


,fuori nel periodo DI TRAPANI Nicola e
Giuseppe GUASTELLA diciamo che tutte le
grandi decisioni dovevano essere sottoposte a
Nino MADONIA [...l
[.-l
D I NATALE G.: [...l il GUASTELLA è stato corribinato se non
nello stesso periodo che lui si è avvicinato a me
nell'arco di un mese [...l Siccome questa è stata
voluta da Nino MADONIA [...l

98
P.M.: La combinazione di GUASTELLA...
D I NATALE G.: Poi il MADONIA si premunì di fare un paio di
bigliettini per i vari mandamenti di sua
competenza, tipo Acquasanta, Vergine Maria, [...l
che ordinava che il GUASTELLA doveva essere
...incompr... [...l
[...l
DINATALE G.: Poi c'era una certa tensione in quel periodo...
[...l
D I NATALE G.: Stavo considerando questo: c'era un periodo che
c'erano conflitti, il GUASTELLA faceva riferimento
principalmente a Nino MADONIA. Il DI
TRAPANI invece cercava di dialogare di più con il
Salvino in quanto gli era cognato e poteva avere
qualche discorso più aperto con lui, cosa che poi
andò a finire per quello che mi risulta si sono
litigati fra di loro fratelli i MADONIA (...)
[...l
P.M.: Quindi questa situazione di effettiva e continua
reggenza del mandamento da parte dei fratelli
MADONIA e poi di Nino in particolare anche se
detenuti. Referenti esterni erano GUASTELLA e
D I TRAPANI finché erano stati liberi. Quando
vengono arrestati GUASTELLA e D I TRAPANI?
D I NATALE G.: Rimane il GUASTELLA... cioè prima viene
arrestato D I TRAPANI e rimane il GUASTELLA a
continuare e viene invitato a persistere la linea
che gli era stata disposta fin dall'inizio ch'era la
linea di BAGARELLA. Nel frattempo comincia a
comparire la figura di Pietro D I TRAPANI (n.d.r.
Diego D I TRAPANI e non di "Pietro" come
erroneamente trascritto) non che già il D I
TRAPANI non era esistente, ma perché già il D I
TRAPANI era libero quando noi ancora eravamo
fuori, so che veniva tenuto da parte...
[...l
D I NATALE G. : Poi apprendo prima da mio cognato che compare
questa figura di D I TRAPANI dopo I'arresto di
GUASTELLA e da quello che mi manda a dire
capisco ch'è lui che ora gestisce la situazione
perché mi parla di CANNELLA, mi parla di
problemi, di sistemare le cose. Dopo di che
l'arrestano e lo incontro in carcere e mi racconta
tutto quello ch'è successo contro GUASTELLA per
via di questi conflitti che avevano...
[..-l
D I NATALE G.: [...l E da qui apprendo che diciamo che lui
cercava anche di giustificare questa sua... questo
suo carribio di posizione, in quanto lui stesso,
vecchio mafioso [...l
P.M.: Quando lei dice Diego D I TRAPANI raccontava
del cambiamento, intende dire del cambiamento
. dall'adesione sulla linea di BAGARELLA
all'adesione sulla linea PROVENZANO'?-
D I NATALE G.: Si.
P.M.: E in che periodo si manifesta questo
cambiamento?
D I NATALE G. : Dopo l'arresto di D I TRAPANI Nicola. I l Diego
D I TRAPANI cerca di affiancare GUASTELLA e
comincia ad avere contatti riservati con Nino
MADONIA.
[..-l
D I NATALE G.: I veri due quartieri erano Brancaccio e Resuttana,
perciò il D I TRAPANI scriva a MADONIA e gli
prospetta il suo pensiero. Questo pensiero che lui
gli prospetta non è che glielo prospetta
arbitrariamente! Comincia ad avere dialoghi con
Totuccio LO PICCOLO e con Pietro LO GRADO
e allora lui chiede il permesso, l'autorizzazione di
Nino MADONIA a risistemare le cose, alla
vecchia maniera per come lo discussero tra Piero
LO IACONO
P.M.: Quindi in linea PROVEZANO. Quindi in sostanza
Diego D I TRAPANI chiede a Nino MADONIA di
potere aderire alla linea PROVENZANO assieme
ai vecchi: LO IACONO, CANNELLA...
[...l
DI NATALE G.: I l MADONIA per risposta gli dice che lui è
d'accordo e non riesce a capire com'è che suo
nipote s'era messo con BAGARELLA.
P.M.: Suo nipote sarebbe... ?
D I NATALE G. : Nicola ...
P.M.: Nicola D I TRAPANI... ah... il nipote di Diego...
, D I NATALE G.: :[I nipote di Diego come mai si sia messo con
BAGARELLA. Però gli dice di intanto che è giusto
che una volta che MADONIA ha messo a
GUASTELLA là non lo può pigliare e buttare e
allora cerca la soluzione di farli collaborare. Gli
arriva una lettera pure a Totuccio LO PICCOLO
di MADONIA. Viene chiamato GUASTELLA per
farli incontrare e dice che devono collaborare, non
deve tenere tutte cose GUASTELLA nella mani,
ma si deve fare guidare dall'anzianità di D I
TRAPANI [...l

Dunque, era stato Nino MADONIA che aveva consentito l'ascesa di DI


TRAPANI Diego al vertice del mandamento di Resuttana.
l
I1 24/5/1998, del resto, GUASTELLA Giuseppe veniva tratto in arresto e DI
TRAPANI Diego rimaneva, quindi, unico ed incontrastato reggente del
mandamento di Resuttana, fino alla data del suo arresto avvenuto due mesi
dopo, il 29/7/1998.

A seguito dell'arresto del DI TRAPANI Diego, la reggenza del mandamento


di Resuttana passava nelle mani di BONANNO Giovanni, figlio del più noto
Armando. BONANNO rimaneva al vertice del mandamento fino al
28/7/1999, data in cui veniva tratto anch'egli in arresto, e veniva, dunque,
sostituito dal fratello BONANNO Francesco, nato a Abbiategrasso (MI) il
@ 13/06/1971, e ciò sino alla sua quantomeno sino alla morte di BONANNO
Francesco, avvenuta il 23 dicembre 2003, quando era ancora latitante,
quando Giovanni (scarcerato da poco, il 27/7/2003) tornava ad assumere, da
solo, la reggenza dell'organizzazione.

Questi ultimi spunti investigativi trovavano puntuale conferma in alcune


dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia RUVOLO Baldassare, che
aveva parlato del molo di vertice rivestito nel tempo dai fratelli BONANNO;
in particolare, nel corso dell'interrogatorio del 14/3/2001 aveva testualmente
dichiarato:

RUVOLO Baldassare - interrogatorio del 14 marzo 2001

RUVOLO B. : [...l
BONANNO Francesco è attualmente il capofamiglia di
Resuttana, e ciò dall'arresto del fratello BONANNO
Giovanni... Inoltre so da Enzo D I M A I 0 che i BONANNO
erano stati desianati dai MADONIA a qestire anche la zona
delllAcauasanta... Ciò in quanto, dopo l'arresto di Enzo D I
MAIO, la zona era stata gestita da Angelo GALATOLO
figlio di Gaetano, e Gaetano GALATOLO, fratello di Enzo
Ulteriori importanti conferme, acquisite in merito al ruolo verticistico assunto
dai BONANNO, si registravano nell'ambito di attività investigativa già
condotta da questa Sezione e denominata "GHIACCIO", nel corso della quale
era già chiaramente emerso l'avvicendamento tra i citati fratelli (Giovanni e
Francesco) al vertice di quel contesto mafioso.

In particolare, il 02 maggio 2001, veniva intercettata una conversazione tra


presenti all'interno dell'abitazione di GUTTADAURO Giuseppe, nato a
Bagheria (PA) il 18 agosto 1948, tra lo stesso GUTTADAURO e SCIMO'
Luigi Fabio, nato a Palermo il 13 gennaio 1963. Nell'occorso i due, valutando
e l'opportunità di organizzare un incontro con l'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, ricordavano come, in occasione di un precedente incontro, lo stesso
latitante fosse stato in compagnia proprio di BONANNO Francesco; i due
astanti commentavano, inoltre, l'avvicendamento al vertice dell'organizzazione
gravitante in temtorio di Resuttana, avvenuta tra BONANNO Giovanni ed il
fratello Francesco, in seguito all'anesto del primo. Di seguito si riporta uno
stralcio della conversazione di interesse:
SCIMO': ...Vossia... può darsi che io... per dire...io non lo vedo e
Vossia lo vede... lasci stare... Vossia gli deve dire... luglio...

9> dell'anno scorso...Fabio gli ha fatto un


appuntamento...incompr... e con Totuccio... c'era
... questo il figlio...incompr... mi
hanno scritto un biglietto... ora non mi ricordo come si
chiamava...
SCIMO': questo il BONANNO... dice che lui e un altro hanno fatto...
delle ammissioni...
GUTTADAURO: questo Francesco?
SCIMO': suo fratello Giovanni!
GUl'TADAURO: ma il fratello di Giovanni... il fratello di suo padre è!!!
SCIMO1: no...no... è il fratello di Francesco... il figlio...incompr... tutti
e due sono! C'è Giovanni e Francesco, sono due fratelli.
Prima c'era questo Giovanni... poi lo hanno arrestato,
e ha messo mano suo fratello Francesco...
GUTTADAURO: boh...
Più recenti attività investigative, svolte a carico di soggetti appartenenti a
diverse realtà associative palermitane, quali ROTOLO Antonino, CINA'
Antonino, PASTOIA Francesco, DI NAPOLI Pietro, BIONDINO
Girolamo, SIRCHIA Giovanni ed altri, confermavano in pieno il
consolidamento della reggenza del mandamento di Resuttana, avvenuto negli
anni 2004 e 2005, in capo a BONANNO Giovanni (rij proc. pen. nr. 2474/06
R.G.N.R. c.d, Indagine Gotha). Le intercettazioni, ed in specie quelle presso il
box in lamiera in uso a ROTOLO Antonino consentivano, tra l'altro, di
documentare che proprio DI TRAPANI Diego, dopo aver chiesto
l'autorizzazione a MADONIA Antonino, aveva inizialmente incaricato
BONANNO di assumere la reggenza della famiglia mafiosa. Così come
disposto da quest'ultimo, BONANNO avrebbe dovuto provvedere alla
ccraccolta"del pizzo ed agli affari "interni" al mandamento, senza relazionarsi
direttamente con gli altri mandamenti.'

I1 17/5/2005, poi, DI TRAPANI Diego veniva scarcerato.

Per vari motivi (ed in specie, perché era in corso un "processo" a carico di
BONANNO, che poi avrebbe portato alla sua uccisione) DI TRAPANI
(s, tornava, dunque, nuovamente a rivestire il ruolo di reggente
dell'organizzazione mafiosa operante nell'area di Resuttana, in un primo tempo
insieme allo stesso BONANNO. In tal senso appare quanto mai utile riportare
un breve tratto del pizzino sequestrato 1'11 aprile 2006 in località Montagna
dei Cavalli a Corleone (PA), rinvenuto all'intemo del covo ove fu tratto in
arresto Bernardo PROVENZANO, datato 10 febbraio 2006, venne redatto
dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, per informare il
PROVENZANO dell'amara decisione che si era dovuta prendere nei confronti

I
cfr. Ordinanza di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere nr. 5464105 R.G.N.R.
e nr. 7445105 R.G. G.I.P. emessa &l Tribunale di Palermo - Sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari il
07/06/2007, pagg. 8 e segg.
del BONANNO Giovanni (argomento più speczjìcatamente trattato nel
prosieguo).

l'[ ...l Ora caro zio, la metto a conoscenza, che Diego, come le ho già detto in
una mi precedente si trova agli arresti domiciliari. E si sta mettendo in
movimento per riprendere a giostrare sia Resuttana, che i paesi di loro
competenza, che sono Arenella e Acquasanta. I n più le faccio sapere e la metto
pure a conoscenza, che questo tipo di incarico Diego l'aveva avuto rima
del suo ultimo arresto da Nino MAD. .... Quindi penso che Diego, a questo
punto può benissimo operare ? [...l"

Ciò corrispondeva in maniera assoluta con le dichiarazioni rese dal DI


NATALE Giusto il 301911999 (...Gli arriva una lettera pure a Totuccio LO
PICCOLO di MADONIA [Antonino, ndr]. Viene chiamato GUASTELLA per
farli incontrare e dice che devono collaborare, non deve tenere tutte cose
GUASTELLA nella mani, ma si deve fare guidare dall'anzianità di DI
TRAPANI). Dunque, L O PICCOLO, a distanza di sei anni circa, confermava
implicitamente quanto asserito da DI NATALE.
Va precisato che "l'ultimo arresto" di DI TRAPANI Diego, indicato quale
m riferimento temporale nel pizzino inviato al PROVENZANO, risulta essere
avvenuto il 29/7/1998 (circa un anno prima delle dichiarazioni rese da DI
NATALE). A confermare le affermazioni sopra riportate sarebbe stato, poi, lo
stesso MADONIA Antonino nel corso del colloquio carcerario che sarebbe
stato registrato 1'8 novembre 2006 presso la Casa Circondariale di Novara;
nell'occasione il detenuto avrebbe, infatti, spiegato alla madre GELARDI
Emanuela la sua bbresponsabilità"in ordine alla decisione di investire il DI
TRAPANI Diego della reggenza del mandamento di Resuttana. L'argomento
veniva affrontato da MADONIA per far capire alla madre - che gestiva in quel

ep
periodo la "cassa" della famiglia MADONIA - che non doveva avere remora

J
-105
alcuna nel pretendere da DI TRAPANI Diego il denaro a lei spettante [dico,
non è che ti pare ci sta facendo un piacere (...) sta facendo più che il suo
dovere (...) e lo deve fare con... con sostanza (...) se lui ... si annaca il culo
6..) è dovuto a chi!? (INDICA SE STESSO, ndr) ... non è che .... per la sua
bella faccia è?].
Questa analisi permette altresì di dire che DI TRAPANI Diego, così come gli
altri precedenti reggenti, traevano la loro investitura proprio da MADONIA
Antonino, che continuava a rimanere il vero "capo mandamento", cui tutte le
principali scelte andavano sottoposte, pur se in prigione.
e) Del resto, acquisizioni in tal senso emergevano anche dall'indagine c.d. Gotha.

Conversazione del Il agosto 2005 ore 10.18, tra ROTOLO Antonino, "Nino" e

I CINA' Antonino. "Nino": 1

ROTOLO: (...) Esatto, gli devi dire: "io i discorsi che ho fatto li ho

fatti per questo, per quello, per quello" gli dici "ora qua siamo arrivati al

e:
----- 3
- punto che non ci posso parlare più neanche io, a me non mi riceve, a me

qua, a me là" e... prendi una fotocopia di questa lettera che ti ha

m andato.. .
CINÀ: Esatto, e gliela m ando.. .
ROTOLO: E gliela mandi. Gli dici: "se.. . vedi.. . vedi.. . ...
99

CINA: Teggiti questa cosa9,.. .

ROTOLO: "Leggiti questa cosa" gli dici.. .


CINA: "E vedi i toni come cambiano". ..
ROTOLO: "E vedi" gli dici "cosa mi scrive a m e" gli dici "in una

cosa chiusa di cinque miliardi mi manda venti milioni a me da ... da me"


CINÀ: "Me li manda che senza dirmi niente che quello a sua.volta se li

è fottuti e ora dobbiamo vedere chi ... n

ROTOLO: .
"No" ma, gli dici "e poi dentro casa mia.. questo dentro

.
casa mia, lui mi chiude il discorso" gli dici 44quindi.. siccome io penso

che questo sia cresciuto.. . ...


99

8
CINÀ: uhuh ...
ROTOLO: "... a nome tuo, perché vedi che questo va dicendo.. . 99

Questo poi glielo scrivo pure io, gli dici: "vedi che questo va dicendo...

questo va camminando che la gente gli da tutta questa retta... 99

ROTOLO: "... perché gli pare che sia.. . 99

Q.,
CINA: finc.) ...

ROTOLO: (ìnc.)... "persona tua intima"

CINÀ: Personale

ROTOLO: "Eh, ma qua tu questa cosa la devi chiarire" cioè ali devi

dire questo, che qua esistono i mandamenti "che non è cambiato niente,

che Nino e Totuccio e Pippo ... che qua lo vogliamo bene tutti, qua ci

siamo tutti vicini : cioè, non so se.. .


9
CINA Le cose... è finito tutto, (inc.) sempre buoni (inc.)...

ROTOLO: Noi a questo non lo ripiglìamo se no, hai capito... (...)

In specie, i due interlocutori parlavano di quanto dovevano portare


all'attenzione di PROVENZANO Bernardo, allora reggente dell'intera Cosa
Nostra palermitana, relativamente ai comportamenti tenuti da LO PICCOLO
Salvatore sulle vicende dei c.d. "scappati". A margine dell'argomento centrale
della loro conversazione, i due introducevano un riferimento di straordinaria

81 rilevanza, in funzione della analisi della strutturazione attuale


dell'organizzazione. ROTOLO, infatti, suggeriva a CINA' di ricordare a
PROVENZANO I'immutata esistenza dei "Mandamentì", collegando il
concetto ai nomi di "Nìno", "Totuccio" e "Pippo", che, dunque, si
identificano evidentemente con i "Capomandamento" detenuti di "Resuttana"
MADONIA Antonino, quello di "San Lorenzo" BIONDINO Salvatore, e
quello di "Porta Nuova" CALO' Giuseppe, tutti componenti di rango dello
schieramento "corleonese".

Quanto, poi, al ruolo di DI TRAPANI Diego appare sicuramente utile riportare


- 7 . ' ,=t

@ le affermazioni fatte dal ROTOLO Antonino il 7 settembre 2005 ai suoi


interlocutori (BONURA Francesco e SANSONE Gaetano), nel corso di una
conversazione avvenuta all'interno del box in lamiera a lui in uso:

Conversazione del 7 settembre 2005 ore 10.18, tra ROTOLO Antonino e

BONURA Francesco

[.-l
ROTOLO: A f i
BONURA: E già funziona Diego?
ROTOLO: Si, Diecio è acili arresti domiciliari!

Gk 108
Analoghe acquisizioni probatorie si avevano nell'ambito del presente
procedimento penale.
Alle ore 16:28 del 21 ottobre 2005, infatti, in esecuzione del decreto di
intercettazione nr. 2011/05 emesso da codesta A.G. il 24 agosto 2005, veniva
intercettata una conversazione ambientale all'interno della Jeep in uso a DI
PACE Francesco (Palermo, 14 maggio1979, nipote di GUASTELLA
Giuseppe), intercorsa tra lo stesso e SGADARI Vincenzo (Palermo, 27 marzo
1962). I due interlocutori, accennando ad alcuni problemi di natura economica
lamentati da DI TRAPANI Maria Angela (zia di DI PACE) convenivano che
8 la donna avrebbe potuto risolverli solo rivolgendosi, come espressione del
marito detenuto MADONIA Salvatore, ad un soggetto inteso "u viddanu",
dipinto dal DI PACE come "l'unico che può decidere ".

FRANCESCO: Va bé perché gli ha fatto il nome di ...appena gli ho fatto


questo nome, Maria Angela... (DI PACE fischia, come se
volesse intendere che appena le ha fatto quel nome, Maria
Angela si è dovuta fermare ndr)
VINCENZO: ...incompr ...
FRANCESCO: una volta m i ha detto: 'minchia. Ma questo m i sembra
tutto stonato". No ...incompr ... proprio davanti a tutti ... può
prendere lui ... poi ci viene contro ...
VINCENZO: ah si?
FRANCESCO: per ora suo marito "ci ava mina e becchi" ... volendo
gli DUÒ dire vai a Darlare 'cu viddano" (ndr villano1 ...
VINCENZO: con suo fratello?
FRANCESCO: solo auello DUÒ decidere

L'identificazione del "viddano" in DI TRAPANI Diego, veniva


successivamente riscontrata anche dalle risultanze investigative emerse nel
corso dei colloqui carcerari registrati all'interno della Casa Circondariale di
L'Aquila. In specie, il 9/3/2006, MADONLA Salvatore (marito della DI
TRAPANI) intimava alla moglie di recarsi "in campagna" dalla ZIA LINA
(ovvero da DI TRAPANI Diego, indicato con il nome della moglie) per
t
reclamare la soluzione dei problemi (di natura economica) patiti già da qualche
anno.
La figura del "viddano" ovvero "l'unico che può decidere", precedentemente
citato, corrispondeva quindi alla ZIA LINA (DI TRAPANI Diego) che,
effettivamente abitava "in campagna", a Cinisi (contrada Cipollazzo).
Del resto, sul conto di DI TRAPANI Diego e sul suo riacquistato ruolo di
reggente del mandamento di Resuttana aveva reso dichiarazioni anche uno dei
più recenti pentiti di quell'area mafiosa: FONTANA Angelo, nato a Palermo il
15 luglio 1963, uomo d'onore della famiglia dellYAcquasanta. Lo stesso
decideva di collaborare con la giustizia, rendendo il suo primo interrogatorio il
7 febbraio 2006.
In quell'interrogatorio FONTANA, tra l'altro, riferiva di aver appreso dal
GALATOLO Vito, tra l'ottobre ed il novembre 2005, che Diego DI
TRAPANI, appena uscito dal carcere, aveva nuovamente assunto la reggenza
del mandamento in argomento, a discapito del BONANNO ~ i o v a n n i . ~

1 FONTANA Angelo
-
- interrogatorio del 7 febbraio 2006
.

r...I
P.M.l: Pagliarelli. E invece a Resuttana, come famiglia di Resuttana
chi ne fa parte per quello che sa lei?
FONTANA: Per quello che so io c'era Francesco...
P.M.l: Oltre i due MADONIA che sono in galera da un sacco di
tempo...
FONTANA: ...oltre i MADONIA che sono tutti in galera e sono tutti... c'è
Giovanni BONANNO gli ultimi che sapevo io e ora che è
uscito di nuovo, Diego D I TRAPANI.
P.M.l: E quindi come diciamo capofamiglia o reggente della
famiglia in questo minuto sarebbe...
FONTANA: Diego D I TRAPANI.

2
cfr. Fermo di indiziato di delitto nr. 5464105 emesso da codesta A.G. a carico del D I
TRAPANI Diego ed eseguito il 11/11/2006, pagg. 20 e segg.
P.M.l: ...Diego D I TRAPANI.

Nell'interrogatorio del 4/4/2006, lo stesso FONTANA Angelo riferiva poi:

1 FONTANA Angelo - interrogatorio del 4 aprile 2006

(...) Va bene signor FONTANA, ora le mostriamo un album


fotografico, l'album fotografico redatto l'l1 febbraio 2000,
nr. 408614 1989 di protocollo, della Regione Carabinieri
Sicilia, Comando Provinciale di Palermo, Reparto Operativo
Nucleo Operativo I Sezione. E allora, alla foto 1 chi (inc.)
L..l
P.M.1: (omissis) Foto 19.
FONTANA: Diego D I TRAPANI.
P.M.1: Diego D I TRAPANI (inc.)
FONTANA: Uomo d'onore.
P.M.l: E' quello di cui ha parlato l'altra volta?
FONTANA: Sì, adesso è fuori e lui è a Resuttana.
P.M.l: Che intende dire che è a Resuttana?
FONTANA: A Resuttana, per ora reggente di Resuttana.
P.M.1: Questo lei l'ha saputo da chi?
FONTANA: Là quando sono stato a ottobre a Palermo si parlava,
eravamo io, Vito GALATOLO che c'era lui come reggente.
P.M.l: A Palermo intende dire al carcere?
FONTANA: Al carcere di Palermo, si.
P.M.: A ottobre scorso?
FONTANA: Si, si.
P.M.l: E quindi fino a ottobre... già a ottobre scorso lui era
reggente diciamo.
P.M.: (inc.)
FONTANA: Ma appena è uscito diventò reggente perché non c'era
nessuno.
P.M.l: (inc.)
FONTANA: C'era lui, c'era poi Giovanni BONANNO che ho appreso la
sua scomparsa, comunque...
Ma che lei sappia c'erano contrasti tra BONANNO e D I
TRAPANI?
FONTANA: No, quale contrasti, lo voleva bene come a un figlio.
Contrasti non ce n'è, mi pare...
P.M.: Che in atto è reggente della famiglia...
P.M.1: Che lei sappia non ce n'era.
FONTANA: No, che io sappia non ce n'era.
P.M.: No, no, per farglielo precisare, insomma in atto Diego D I
TRAPANI è reggente della famiglia...?
FONTANA: Di Resuttana.
P.M.: ...di Resuttana.
P.M.1: Infatti l'ha detto. Vabbè diamo atto che effettivamente si
tratta di Diego D I TRAPANI del '36, possiamo passare alla
foto 20. --C
b) Gli ultimi anni del mandamento: l'omicidio di BONANNO Giovanni.
I1 ruolo di MADONIA Antonino e di DI TRAPANI Maria Angela.

L ' I l gennaio 2006 si concretizzava drammaticamente la "deposizione" attuata


nei confronti di BONANNO Giovanni: la moglie BURROSI Monica
(Palermo, 12 luglio 1973) ne denunziava il giorno dopo la scomparsa.

Come emerge anche da atti di questo procedimento, la decisione di sopprimere


BONANNO era emersa anche e soprattutto in considerazione della sua mala
d gestione della cassa comune di Resuttana, anche a discapito delle famiglie
dei detenuti. In particolare, alle ore 19:42 del 31 ottobre 2005, all'interno
dell'autovettura Jeep Cherokee in uso a DI PACE Francesco, veniva
intercettata un'ulteriore conversazione ambientale tra DI PACE e SGADARI
Vincenzo.

Nel corso della stessa, DI PACE - che è stato successivamente tratto in arresto
7
ne11 ambito del procedimento c.d. "Addiopizzo" - nr. 38/08 R.G.N.R., in
quanto persona di fiducia dei LO PICCOLO) faceva proprio riferimento al
. . . comportamento posto in essere da BONANNO, confidando all'interlocutore di
Q avere parlato con il diretto interessato che, nella circostanza, facendo
riferimento alla "cassa" del mandamento, si era giustificato asserendo
testualmente: "Franco! Prima ... la tenevo io, ora ... non la tengo più io .. .
7,

La gestione della cassa comune di Resuttana, quindi, per stessa ammissione


dell'interessato, non era più affidata al BONANNO Giovanni, quantomeno da
Ottobre 2005.

Nel corso della medesima conversazione (del 31 ottobre 2005), lo stesso DI


PACE continuava a commentare con SGADARI la vicenda, rendendo edotto
l'interlocutore dei particolari confidatigli in questo senso dal medesimo
BONANNO; in particolare DI PACE asseriva testualmente:
,113
Conversazione del 31 ottobre 2005 tra SGADARI Vincenzo e DI PACE
Francesco

"...lui, rrii ha detto che lui (BONANNO Giovanni, ndr), "per


adesso )è da cinaue mesi1che non ha un centesimo..".

Alla luce di ciò non poteva non rilevare la coincidenza temporale tra la
scarcerazione di DI TRAPANI Diego (avvenuta, come detto, nel maggio
2005) e la circostanza riferita ad Ottobre da BONANNO Giovanni al DI

Q PACE Francesco [è da cinque mesi che non ha un centesimo...], e riferibile,


dunque, a ritroso proprio a far data dal mese di mangio 2005.

A conferma dell'estrema genuinità delle acquisizioni ottenute, appare


opportuno evidenziare la totale convergenza investigativa con le acquisizioni
in tal senso conseguite nell'ambito della indagine Gotha.

In specie si richiama l'attenzione sul contenuto di una ulteriore conversazione


ambientale registrata all'interno del box in lamiera in uso al ROTOLO
Antonino, avvenuta il 21 ottobre 2005 tra il primo e NICCHI ~iovanni':

I Conversazione del 21 ottobre 2005 tra ROTOLO Antonino e NICCHI Giovanni 1

ROTOLO: ...Giovanni BONANNO dice, che è preoccupato e dice


che ha fatto sapere che lui sta cedendo le cose 1l..
E nello stesso senso deponeva anche il pizzino sequestrato a Bernardo
PROVENZANO in località Montagna dei Cavalli, il giorno del suo arresto
(11 aprile 2006), redatto dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore il 10
febbraio 2006. Nel pizzino, già citato in un'altra sua parte (quella su Diego DI
TRAPANI) si affermava, circa l'omicidio BONANNO:

"Per quanto riguarda quello che si chiamava come il suo paesano,


purtrou~onon c'è stato modo di scegliere altre soluzioni, in quanto se ne andava
di testa sua. Tentativi per non arrivare a brutte cose, ce ne sono stati fatti
parecchi, anche mettendogli una persona accanto, ma non è servito lo stesso a
niente. E a questo punto abbiamo dovuto prendere con D. questa amara
decisione".

I1 paesano di PROVENZANO che si chiamava come la vittima veniva


identificato in BONANNO Leoluca, in atti generalizzato.

Questa vicenda confermava anche le acquisizioni ottenute dall'attività di


censura dei colloqui carcerari del detenuto MADONIA Antonino, effettuata
nel 2005 dalla D.I.A. di Palermo, in esecuzione al decreto di intercettazione nr.
1911/05 emesso il 9/8/2005. Già alla data del 10/8/2005, infatti, nel corso del
colloqub~registrato- tra il detenuto e la cognata DI TRAPANI Maria Angela,
m veniva trattata la vicenda "BONANNO", che, nell'occasione, veniva indicato
dalla donna con l'appellativo "NIPOTE DI MIA SUOCERA" 4.

C&.Fermo di indiziato di delitto nr. 2474105 R. Mod. 2 1 DDA emesso dalla Procura deiia Repubblica presso
il Tribunale di Palermo, Direzione Distrettuale Antimafia, emesso il 1510612006 ed eseguito il 2010612006,
c.d. Operazione Gotha.
4 Prima di proseguire nella trattazione, appare opportuno riportare poche ma significative acquisizioni utili
ad identificare in maniera inequivocabile BONANNO nel soggetto indicato, dalla D I TRAPANI Maria Angela,
come "NIPOTE D I MIA SUOCERA': L'l 1/02/2006 veniva intercettato, presso la Casa Circondariale di Parma,
un colloquio tra l'indagato DI TRAPANI Nicolò (Cinisi, 08/06/1961), la sorella D I TRAPANI Maria Angela
(Cinisi 30/04/1968), la zia materna SGROI Lorenza (Palermo, 11/03/1951) e la zia paterna acquisita
CARLINI Liliana (1 4/02/1952). (Allegato C2)

D I TRAPANI Nicolò chiedeva conferma della scomparsa di BONANNO Giovanni, essendone già stato reso
edotto in occasione di un analogo colloquio del 14/1/2006 con gli altri familiari. D I TRAPANI Maria Angela
confermava l'accaduto, riferendo l'argomento proprio al "NIPOTE D I MIA SUOCERA":
r
[...l
MARIA ANGELA: perché non ci posso arrivare né ora né mai ... NICOLA, se lo sono mangiato
vivo .... Se lo sono mangiati vivo
NICOLO': a chi?....
MARIA ANGELA: a SERGIO!...
NICOLO': e chi?...
MARIA ANGELA: è giusto?.....
NICOLO': chi?...
MARIA ANGELA: ... tutti ... ( gesticola con le mani ndr) ... LA NIPOTE D I MIA SUOCERA ...
tutti questi che c'erano la .....
NICOLO': ... ma dice che LA NIPOTE D I TUA SUOCERA ... dice che se ne era andato ...
MARIA ANGELA: ... ora si!.... prima si!... ora gli ha detto...
NICOLO': ... dice che se ne era andato? ...
MARIA ANGELA: ... si se ne è andato ... fino ad ora ... ora c'è CARMELA e gli altri ...
NICOLO': ... ah se ne è andato allora?...
MARIA ANGELA: ... è giusto che...
NICOLO': non c'è ... non c'è?...
MARIA ANGELA: ... non c'è! (nasconde il viso dietro il bambino che tiene in braccio e
avvicina le dita della mano destra alla bocca, producendosi nel gesto
usualmente utilizzato per indicare l'atto del mangiare ndr)

Analoga conversazione veniva registrata il 17/6/2006, quando la DI TRAPANI


chiedeva al fratello se, in passato, avesse provveduto lui stesso ad attribuire al
NIPOTE DI MIA SUOCERA qualche tipo di investitura all'interno del
mandamento di Resuttana. Questo quesito scaturiva dai dubbi esternati a DI
TRAPANI Maria Angela da CINA' Antonino (Palermo, 2810411945), incontrato
il 10 giugno 2006, unitamente .alla. suocera GELARDI Emanuela ed a
GRAZIANO Vincenzo (Palermo, 12/06/1951), all'interno di un immobile di
pertinenza di quest'ultimo, ubicato al civico 8/f di via Cardinale Mario Rampolla
di Palermo4. (Allegato C3)

ANGELA: Nicola ma quando ci fù ... ti ricordi ... la NIPOTE D I M I A SUOCERA te la


ricordi? ... quella... la PICCIRIDDA quella che è partita? ...
NICOLO': eh!...
ANGELA: eh ... ma sei stato t u tannu (alllepocarndr) ?...
NICOLO': ma quando?...
ANGELA: no, vero?...
NICOLO': ma che mi interessa ... prima ... ji GIOVANNI?
ANGELA: eh!...
NICOLOr: ma chi ... chi le sa queste cose! ..
ANGELA: la fanno cadere (comunica qualcosa con il labiale,ndr) ... che non ne sanno
niente ...
La DI TRAPANI si era presentata dal cognato esigendo una risposta (attesa
anche da suo marito MADONIA Salvatore) in relazione a delle mancanze di
BONANNO (mancata corresponsione dei previsti "sussidi economici" ai
familiari dei "carcerati", uno degli obblighi primari degli associati "liberi")
che, come emerso nel prosieguo della conversazione, erano già state
rappresentate al cognato nel precedente mese di febbraio 2005.

A fronte delle pressanti lamentele prospettate dalla cognata, il detenuto


(MADONIA Antonino) aveva argomentato ribadendo alla stessa come, proprio
in occasione del colloquio effettuato a febbraio 2005, la DI TRAPANI - a
8
dimostrazione della sua altissima pericolosità sociale - avesse trasmesso un
messaggio diretto a MADONIA per conto dell'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore (nell'occasione inteso "PICCOLINA,
ANTICCHIEDDA"):

Conversazione del 10 agosto 2005 tra MADONIA Antonino e la cognata DI


TRAPANI Maria Angela

NICOLO': ma chi le sa queste cose ...


ANGELA: chi l'ha messo ... chi è stato a metterlo qua ...
NICOLO': io? ... io no! ...

Veniva quindi ribadito che LA NIPOTE DI MIA SUOCERA fosse partita e, dato ancor più significativo,
che Il relatlvo nome dt battestmo tosse proprio GIOVANNI.

Estrema rilevanza aveva l'ulteriore dato emerso nel corso del colloquio carcerario registrato il
10/08/2005, quando la D I TRAPANI specificava al cognato MADONIA Antonino il nome di battesimo
del fratello de LA NIPOTE D I M I A SUOCERA, ovvero FRANCESCO, evidenziando tra l'altro come
quest'ultimo fosse peraltro deceduto [sua sorella, quella che e morta ... sua sorella ... FRANCESCO ...
FRANCESCO! la sorella DEL NIPOTE D I TUA MADRE ...l.(Allegato D I )

Effettivamente BONANNO Giovanni era fratello di BONANNO Francesco, deceduto il 23/12/2003,


mentre era latitante.
1
[...l
Nino : A febbraio mi avete detto.. si deve fare i n auesta
maniera.. e t u sei intelliqente e c a ~ i s cauello
i che...
Angela : No, che t e l'ho detto... ti ho detto... m i ha detto... le
parole d i ... PICCOLINA (fonetico, ndr).
Nino: (conferma con un cenno della testa) ... Perfettamente,
perfettamente!
Angela : E ti ho detto tirati le tue conclusioni!
[.-.l
Nino Siccome m i ha detto a me, lui è intelliqente e capisce
Pero, ora,
deve avere la soluzione di "BANCHITIEDDU"! Quali soluzioni
ci sono state ?
Angela (ride) che cosa ne so io....
[..,l

MADONIA e DI TRAPANI avevano poi discusso del comportamento posto in


essere da BONANNO. Quest'ultimo, a loro dire, non aveva solo mal gestito la
cassa comune di cui era responsabile ma, fatto in un contesto mafioso di
estrema gravità, aveva avanzato dubbi sulla paternità del piccolo MADONIA
Francesco, figlio di Salvatore e della stessa DI TRAPANI Maria Angela, e
nipote del p a t r i a ~ aomonimo. Già queste parole, secondo MADONIA-
'e Antonino, avrebbero potuto segnare la sorte di BONANNO r.. . l'affronto che
ha fatto ... il bambino... se ~ u e l l che
o dici tu ... se è così ... già si trova con il
culo ... culo basso].
[...I
Nino - quando uno prende e dice queste cose, le dice e poi ne deve
rispondere no, giusto?! ...
ANGELA - e appunto! ...
Nino - non è che finisce qua! e allora ... siccome a me m i dicono...
siccome mio fratello si sfoga con te, non facciamo che t u per
caso, per qualche attimo di debolezza con chiunque ... con
chiunque... è uscito che t u ... I
Nino - ... t u a SALVO gli devi dire ...
ANGELA - si! ...
Nino - gli devi dire questo discorso, gli dici IVINO desidera se è
possibile ... capire una cosa ... l'affronto che ha fatto ... il
bambino ... se quello che dici tu ... se è così ... già si trova
con il culo ... culo basso (con il culo per terra, ovvero in
grave torto ndr ) ... per dire ... non c'è diciamo disgregazione
... m i sono spiegato?

In seguito MADONIA Antonino, evidentemente già consapevole del destino


che attendeva BONANNO, indicava alla cognata di non adottare alcun
comportamento che potesse far insospettire o far trapelare a terzi uno stato di
confittualità tra la famiglia MADONIA-DI TRAPANI ed il BONANNO,
intimandole di non rifiutare eventuali elargizioni di denaro a suo favore:

Nino - ascolta ... sii intelligente ... non m i dare questa


risposta, p mio fratello me lo saluti affettuosamente e
a l i o cuore è
semwe ... auesto è sicuro... ques... ques ... p
chiaramente tutto il resto -diciamo 'no! ... per dire
(incomprensibile) ... non li devi rifiutare! ...
(incomprensibile) ... perchè io chiedo se
(incomprensibile) ne vai a parlare con lui e poi, se
necessario, m i fai sapere vediamo se si può fare ... è
possibile? ... non darla ora questa risposta ? ...
Angela - vediamoci ... io in questo momento ... ti ho detto ...io
i n questo momento, t u non puoi capire io come mi
sento dentro, non ... è impossibile poterlo capire
perché t u sei da questa parte e con una tua visuale e
io sono dalla mia parte, con la visuale che penso di
essere i n quella giusta, quindi ...
Nino - (incomprensibile) ... io ti sto dicendo ... io ti sto dicendo ...
(incomprensibile) ... quello che sto chiedendo io a mio
fratello, a mamma se necessario, si può sentire ... se si può
fare se non si può fare (incomprensibile) ... questo e il
discorso mi sono spiegato? ... sotto questo aspetto, lo puoi
fare, questa promessa la puoi fare? ...
Angela - io ti ho detto ...
Nino - (incomprensibile) ...
Angela - un domani ...
Nino - completamente ... trentasei denti e non rifiutare per
cercare d i non creare ...
Angela - eh ... eh ... allora ... quando io ho rifiutato, i o voglio
che ci sia chiaro questo ... ho rifiutato sai perché ...
sapevano che stavo ...
l.
.l
Nino - no lascia stare ... fallo stare tranauillo ... ehhh...
scusami ... i o non so ... però scusami un attimo ... tu,
diciamo, a casa sei ... eh ... diciamo a casa..
Angela - a casa ...
[...l

Infine, MADONIA Antonino tornava a parlare della risposta che la DI


TRAPANI avrebbe dovuto recapitare al marito MADONIA Salvatore, in
relazione alle mancanze perpetrate nei suoi confronti da BONANNO
risposta che tu devi dare a SALVO /è che quello non c'è più ... quindi, già ...)
. . ,hdestino aia ... stabilito ... nei secoli! I..è una questione. cioè questo è un
discorso diciamo così. Stabilito].

Dunque, LO PICCOLO Salvatore, oltre a comunicare il 10 febbraio


2006 il reggente di Cosa Nostra palermitana, PROVENZANO Bernanrdo,
dell'amara ma necessaria decisione adottata nei confronti di BONANNOy
aveva ritenuto altresì opportuno comunicare le sue intenzioni, gia dal mese di
febbraio 2005, a MADONIA Antonino, riconoscendogli la qualifica di "capo
mandamento" in carica per il territorio di competenza [Nino: A febbraio mi
avete detto.. si deve fare in questa maniera.. e tu sei intelligente e capisci
quello che ... ANGELA: No, che te l'ho detto... ti ho detto... mi ha detto... le
parole dì ... PICCOLINA (fonetico, ndr)].
Oltre ai significativi elementi emersi in relazione al progetto omicidiario poi
attuato nei confronti del BONANNO Giovanni, il colloquio registrato dalla
DIA di Palermo il 10/8/2005 tra il MADONIA Antonino e la cognata DI
TRAPANI Maria Angela, poneva in evidenza ulteriori importanti indizi sul
molo che un soggetto indicato dal detenuto con l'appellativo "Banchiteddu"
ovvero "Vanchiteddu", aveva avuto nella fase antecedente l'amara decisione
adottata a carico di BONANNO.
@ In specie si comprendeva come VANCHITEDDU avrebbe dovuto fornire delle
soluzioni sicuramente necessarie per la definizione della vicenda:

r...I
Nino - Siccome mi ha detto a me, lui è intelligente e capisce ...
sono stato buono....a posto! Va bene così! Però, ora, deve
avere la soluzione di 'Banchitieddu"! Ouali soluzioni ci

Angela - (ride) che cosa ne so io....


L..l

L'anaLisi di-quest'ultimo dato, posto in relazione alle risultanze investigative


qa emerse nell'ambito di altre attività d'indagine (in particolare, si veda ilfermo
c.d. "Addiopizzo l '>oltre che ilfermo c.d. "Gotha'? consentiva di giungere ad
univoche conclusioni investigative che individuavano in GENOVA Salvatore
(Palermo, 02 febbraio 1958) la persona affiancata al BONANNO Giovanni,
inteso "Banchiteddu " o "Vanchiteddu ",prima di giungere all'amara decisione
di eliminarlo.
In particolare, nella conversazione del 21 ottobre 2005 captata all'interno del
box in lamiera in uso a ROTOLO Antonino tra quest'ultimo e NICCHI
Giovanni (indagine Gotha) ROTOLO afferma che "Giovanni BONANNO
dice, che è preoccupato e dice che ha fatto sapere che lui sta cedendo le cose,
.
sta.. e quindi c'è un altro picciotto che gira, glielo abbiamo messo accanto,
hai capito?
Analogamente, nel pizzino sequestrato nel covo di Bernardo PROVENZANO
l'l 1 aprile 2006, recante la data del 10 febbraio 2006 ed attribuito a LO
PICCOLO Salvatore (cfr. 0.c.c. nr. 5464105 r.g.n.r. e nr. 7445105 r.g. gip)S si
affermava "...Tentativi per non arrivare a brutte cose, ce ne sono stati fatti
parecchi, bnche mettendogli una persona accantd ma non è servito lo stesso
a niente. .. .II

Inoltre, la conferma dell'identificazione del "Vanchiteddu " in GENOVA


Salvatore, si otteneva dalle recenti dichiarazioni rese (nell'ambito del
procedimento c.d. Addiopizzo) dal collaboratore di Giustizia NUCCIO
Antonino:

I Interrogatorio del 27 novembre 2007 di NUCCIO Antonino:


i...l
ADR: Con riferimento alla scomparsa di Giovanni BONANNO
ricordo che il FRANZESE mi aveva detto che il BOIVANNO si
era comportato male perché non rispettava le regole e si era
appropriato dei soldi delle estorsioni. per gli appalti relativi
alla metanizzazione, in violazione delle regole di
competenza territoriale. Ricordo che anche Salvatore
GENOVA, VANCHITIEDDU, me ne aveva ~arlato
dicendomi che nell'ultimo eri odo lo stesso era stato
affiancato al BONANNO Der controllare sul suo operato.

5
Cfi.Ordinanza di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere m. 5464105
R.G.N.R. e m. 7445105 R.G. G.I.P. emessa dal Tribunale di Palermo - Sezione dei Giudici per le Indagini
Preliminari il 07/06/2007, a carico di LO PICCOLO Salvatore + 4 (omicidio BONANNO Giovanni), pag.
37; P
Queste prime acquisizioni riportate già provano che DI TRAPANI Maria
Angela, oltre ad intrattenere personalmente rapporti con l'allora latitante L O
PICCOLO Salvatore, in quel periodo al vertice di Cosa Nostra palermitana,
adempiva alle sue mansioni di vettore comunicativo, comunicando decisioni,
anche di grande delicatezza (come un omicidio) da e per il carcere. La stessa
conversazione permetteva di dimostrare che MADONIA Antonino era
certamente a conoscenza (e compartecipe) dei provvedimenti adottati da Cosa
Nostra nei confronti del BONANNO Giovanni, a dimostrazione della sua
ancora attuale autorità nel contesto mafioso di Resuttana, nonostante la
@ detenzione al regime carcerario previsto dall'art. 41 bis.

Ad ulteriore conferma di quanto sopra, va rimarcato che il 7 giugno 2007


veniva emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo ordinanza di custodia
cautelare in carcere nr. 5464105 R.G.N.R. e nr. 7445105 R.G. GIP nei confronti
di LO PICCOLO Salvatore, ROTOLO Antonino, CINA' Antonino e DI
TRAPANI Diego, in concorso con altri, tutti resisi responsabili dei reati di
omicidio aggravato e occultamento di cadavere, in danno di BONANNO
C) L'avvicendamento di BONANNO Giovanni con GENOVA Salvatore e
DI TRAPANI Diego.

L'l1 febbraio 2006 (ad un mese esatto dalla scomparsa di BONANNO


Giovanni) come anticipato, veniva intercettato presso la Casa Circondariale di
Parma, il colloquio carcerario tra il DI TRAPANI Nicolò, la sorella DI
TRAPANI Maria Angela, la zia SGROI Lorenza e la zia paterna acquisita
CARLINI Liliana .

Tenuto conto che, come visto, il soggetto indicato dalla DI TRAPANI con
g.)
l'appellativo NIPOTE DI MIA SUOCERA si identificava nello scomparso
BONANNO Giovanni, la DI TRAPANI individuava immediatamente la
persona che si era avvicendata a BONANNO . ora c'è CARMELA~k p14
I..
ml...l. D'altro canto appariva evidente come quest'ultimo fosse alle dirette
dipendenze di DI TRAPANI Diego, inteso ZIA LINA', [NZCOLO': ... e
CARMELA che fa?. è venuta? .. ... MARLA ANGELA: ... con ZIA LINA!...
.
SAL V 0 me lo aveva detto.. stai attenta perché è con la ZIA LINA!].

Sempre nel corso del colloquio carcerario svolto a Parma 1'11 febbraio 2006,
D1 TRAPANI Maria Angela sottolineava più volte al fratello come lo zio DI
TRAPANI Diego avesse tratto sicuro vantaggio dalla scomparsa di
BONANNO, su cui poteva far ricadere tutte le responsabilità della mala
gestione economica che aveva danneggiato i MADONIA, pur essendone,
secondo la donna, anch'egli corresponsabile ali è venuto il condono! ...
I...
tutte cose ... non so niente, era lei! {inteso BONANNO. ndr)... il condono
edilizio gli è venuto!... .... dobbiamo vedere però... il prossimo... chi sarà
...
(owero chi lo farà ndr) il condono edilizio!...].
k

Cannela è il nome deiia moglie di GENOVA Salvatore


'Anche qui nome della moglie di DI TRAPANI Diego
I1 9 marzo 2006 venivano, poi, acquisiti ulteriori elementi investigativi che,
oltre a confermare l'avvenuto avvicendamento tra BONANNO e GENOVA,
evidenziavano il perdurare di uno stato di difficoltà della famiglia MADONIA,
ora attribuito, comunque, alla gestione di DI TRAPANI Diego (essendo già
passati altri due mesi dalla scomparsa di BONANNO senza che vi fossero stati
significativi miglioramenti della situazione).

Sempre DI TRAPANI Maria Angela, recatasi come di consueto a colloquio


dal marito detenuto a L'Aquila, lamentava a quest'ultimo la mancata
elargizione di denaro dal mese di dicembre 2006, occasione in cui aveva visto,
..
per l'ultima volta, CARMELA (M. ANGELA: . l o non vedo CARMELA da
dicembre!]. La donna lasciava intendere, comunque, che la vera responsabilità
di un simile comportamento era da addebitare alla ZIA LINA (ovvero, come
sopra detto, DI TRAPANI Diego), ritenuta responsabile della mancanza del
GENOVA ["no, per ora è per la ZIA LINA, sicuramente! (unisce gli indici
delle mani producendosi nel gesto di vicinanza, ndr)... sicuramente!... hai
capito!?] .

Per risolvere definitivamente queste problematiche, come accennato,


MADONIA Salvatore consigliava alla moglie di recarsi "in campagna" a
colloquio dalla ZIA LZNA (DI TRAPANI Diego). DI TRAPANI Maria
Angela avrebbe dovuto rappresentare il marito MADONIA Salvatore:

Colloquio del 9 marzo 2006 tra DI TRPANI Maria Angela ed il marito MADONIA
Salvatore

SALVATORE: ... Maria Angela .... perchè noialtri combattiamo!? ... minchia!...
io ti sto dicendo... fai quello che ti dico io!... lasciali
perdere!! ... vai... tu, quando ti ci presenti, sei SALVO...
dimentica.... Sei SALVO che ti ci presenti!... non ti ci
presenti tu!... devi dire... senti vedi che io... SALVO...
(gesticola, ndr)... e basta!.. però ci devi andare con gli occhi
"usciti di fuori"! ... devi "acchiappare" a lui ... devi dire...
senti... non vediamo niente... non ve... non vi
"risicate", dice mio marito!!!!... non vi rischiate!... I o
non voglio sapere di quello... cioè... quanto meno ci lascia in
pace?".

In effetti, come si è già visto, il 31 ottobre 2005 (cinque mesi dopo la


scarcerazione del DI TRAPANI Diego e cinque mesi prima della
conversazione in argomento), DI PACE Francesco aveva riferito allo

61 SGADARI che, secondo lui, la Zia DI TRAPANI Maria Angela avrebbe


potuto risolvere i suoi problemi solo rivolgendosi al "viddano", dallo stesso
definito come "1 'unico che può decidere".

Le lamentele prospettate a MADONIA Salvatore il 9 marzo 2006 portavano


il detenuto alla conclusione che l'avvicendamento tra BONANNO e
GENOVA, non fosse servito a produrre un reale miglioramento della
situazione [SAL VA TORE: ora ti sto dicendo una cosa.. . l ALTRO^...
. . .
l'ALTRO.. ti mandava il cestino.. ti manda.. ti portava il cestino.. per .
Natale... QUESTO ... manco il cestino!].
In ogni caso, la lontana tra "l'altro" e la DI TRAPANI veniva considerato
dalla moglie di Salvatore MADONIA una fortuna, perché era valso a
distinguere le loro posizioni, ed a far capire che il comportamento scriteriato di
BONANNO non avesse l'imprimatur della famiglia MADONIA-DI
TRAPANI:

ANGELA: ... avevi ragione!... ti immagini veniva da me?!... in


questo... in tutto questo periodo!?... e... (ridendo, ndr)... da
me?!
SALVATORE: ... Maria Angela... però...
ANGELA: ...lo vedevano venire da me?!
Bonanno Giovanni
d) Le fasi della "deposizione" di DI TRAPANI Diego: l'esecuzione
di "Gotha", il contenuto delle intercettazioni ed il conseguente
pericolo di vita a suo carico. La consultazione di MADONIA Aldo.

I1 20 giugno 2006 veniva eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti


di ROTOLO Antonino, CINA' Antonino ed altri. La pubblicazione delle
relative risultanze ed intercettazioni segnava l'inizio del declino di DI
TRAPANI Diego quale reggente del mandamento di ~ e s u t t a n aDeve
. ~ dirsi,
comunque, che le acquisizioni investigative ottenute nell'ambito del presente
procedimento sino alla data de11'8 ottobre 2006, oltre ad aver evidenziato
t l'avvicendamento tra BONANNO Giovanni e GENOVA Salvatore, nulla
facevano presagire dei profondi cambiamenti in atto all'interno del
mandamento di Resuttana. A conferma di ciò, il 6 ottobre 2006, alle ore
14:24, il detenuto MADONIA Giuseppe effettuava la periodica telefonata ai
familiari, nel corso della quale chiedeva ed otteneva conferma dalla madre
GELARDI Emanuela dei buoni rapporti con LINA (ovvero con DI
TRAPANI Diego); in questo senso la GELARDI aggiungeva che la stessa
LINA si dimostrava molto rispettosa nei suoi confronti, lasciando intendere
., che l'elargizione del denaro dovuto avveniva regolarmente o quasi ("... ci vado
'@ quando capita ... però è rispettosaw).;

MADONIA Giuseppe - che, lo ricordiamo, è l'unico MADONIA a non essere


sottoposto al regime di cui all'art. 41 bis O.P., e gode, dunque, di maggiore
libertà - non tardava ad informare suo fratello MADONIA Antonino,
rendendolo edotto delle notizie apprese nel corso della detta telefonata.

Nel frattempo il 7 settembre 2006 DI TRAPANI Diego veniva raggiunto


dalllOrdinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa in ordine alla
contestata evasione addebitatagli a seguito di un controllo effettuato presso la
sua abitazione il 22 agosto 2006, quando i militari della Compagnia
Carabinieri di Carini ne avevano riscontrato l'ingiustificata assenza. I1 21
settembre 2006 DI TRAPANI Diego veniva, poi, scarcerato.

Successivamente, il 7 ottobre 2006, DI TRAPANI Maria Angela


scriveva al marito anch'egli detenuto, informandolo del fatto che, nel
pomeriggio, assecondando la sua volontà, si sarebbe recata in campagna '1 a
salutare" lo zio DI TRAPANI Diego, ormai libero.

0 "Di pomeriggio vorrei andare in campagna a salutare Zia Lina, se dipendesse da me saprei
cosa fare ma tu la vedi così e farò come dici tujhchè gli occhi non te li aprirai da solo"

11 14 ottobre 2006 veniva, poi, registrato un colloquio carcerario tenutosi a


Parma tra DI TRAPANI Maria Angela, la madre SGROI Rosa ed il fratello
detenuto DI TRAPANI ~ i c o l ò i La DI TRAPANI informava il fratello delle
"difficoltà" a mantenere i suoi impegni addotte da "Zia Linan (DI TRAPANI
Diego) in occasione della visita effettuata, come detto, il precedente 7 ottobre.
Sempre secondo quanto riferito dalla donna, DI TRAPANI Diego aveva
64 lamentato di non avere più alcun contatto con l'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, pur avendo cercato di averlo:

Colloquio del 14 ottobre 2006 tra DI TRAPANI Maria Angela, DI TRAPANI


Nicolò e SGROI Rosa

M. ANGELA: eehh ... dopo un'estate ...vado in campagna! ... e c'era la


Z I A LINA con la ZIA SARA (DI TRAPANI Diego e D I
TRAPANI Michele, ndr) ... SALVO ... dice calati la
mi fa
facci ... dice ... sennò ... vedi ... NICOLA niente ...
MAMMA niente ... fai finta di niente ...
ROSA: ... ora non è che ... mai che si vede nessuno?! ... niente!

Cfr. Fermo di indiziato di delitto nr. 2474105 R. Mod. 21 DDA emesso dalla Procura della Repubblica presso
M. ANGELA: ... dice ... fai finta d i niente ... dice ... sennò gli pare
che sono io che t e lo dico d i no ... che non ci devi
andare! ... e io faccio finta di niente ... ci vado ... saluti ...
normali ... dice ... eehh! ... stai bene? ... gli ho detto ...
si, bene, così ... nel mentre, g l i faccio ... senti qua, g l i
ho detto, m i devi fare una cortesia, gli ho detto ... io
m i devo andare a chiudere là?! ...
r...I
M. ANGELA: ... ora a auanto pare ... [con il ~ o l l i c ee I'indice della mano
destra indica aualcosa di PICCOLO, come soaaetto della
frase che seciue n d r l ... eehh! ... dalla Z I A LINA ... non si
ci fa vedere e sentire! ... e auesti (sfreaa I'indice ed il
pollice della mano destra ad indicare denaro. ndr) ... si ci
bloccano t u t t i là! ...
NICOLO': ... (indica la sua sinistra con il capo, ndr)
M. ANGELA: ... LO PICCOLO ... (labiale, ndr) ...
NICOLO': ... (non capisce, ndr)
M. ANGELA: (ripete, ndr) ... LO PICCOLO ... (con il pollice e I'indice
della mano destra indica qualcosa di piccolo) ...
NICOLO': ah! (annuisce, lasciando intendere di aver capito, ndr)
L-l

Ecco, dunque, che si cominciavano a comprendere le conseguenze della

m avvenuta esecuzione di "Gotha". L'immediata conseguenza dei provvedimenti


adottati, sempre secondo il racconto della DI TRAPANI Maria Angela, si era
manifestata nel repentino cambio del percorso seguito dal denaro, non più fatto
transitare dallo stesso DI TRAPANI Diego [dice ... non c 2 per ora niente!
... dice ... è da auest'estate!]. In poche parole quest'ultimo risultava del tutto
estromesso da ogni dinamica interna al mandamento di Resuttana del quale era
stato reggente fino a poco tempo prima.

il Tribunale di Palermo, Direzione Distrettuale Antirnafia, emesso il 15/06/2006, c.d. Operazione Gotha

129
M. ANGELA: ... gli ho detto... ancora così! ... ma, così ... ehhh! ... gli ho
detto ... no ... però ... ci sento parlare la ZIA SARA ... fa ...
dice... dice ... non c'è, per ora niente! ... dice ... è da
quest'estate! ... la ZIA LINA mi fa ... niente, ti giuro ...
nessuno viene più qua! ...

M. ANGELA: ... prende e m i fa (riferito alla ZIA SARA, ovvero D I TRAPANI


Michele, ndr) ... dice ...
ma t u lo sai ...
dice ... vedi che è
vero! ... dice ... tu lo sai ... dice ... che io ... poi ... dice
... QUELLO non parla (riferito alla ZIA LINA ovvero a D I
TRAPANI Diego, ndr) ... dice ... t e lo dico ...

Le motivazioni che avevano spinto LO PICCOLO ad attuare un simile


comportamento nei confronti di DI TRAPANI Diego, venivano fornite
direttamente dal detenuto DI TRAPANI Nicolò, che spiegava alla sorella che
la vera causa della destituzione dello zio era da ricercarsi nelle risultanze
emerse a seguito della c.d. indagine Gotha. In tal senso il detenuto specificava
di aver personalmente avuto modo di leggere il contenuto del prowedimento
emesso. Inoltre, DI TRAPANI Nicola aggiungeva di essere stato aggiornato
da "uno della cumarca" (combriccola) che, a seguito dell'esecuzione dei fermi,
era stato associato proprio presso la sua stessa Casa Circondariale, owero a
d Parma. Da quest'ultimo, a suo dire, aveva appreso di "confidenze" fatte dallo
Zio DI TRAPANI Diego e partecipate a "tutti", che indicavano LO
PICCOLO Salvatore come un debole [la ZIA LINA (DI TRAPANI Diego,
ndr) ... ha parlato male di lui! (di LO PICCOLO, ndr) ... gli è piaciuto fare le
confidenze?! ... c'è uno qua che me l'ha raccontato! ... che era in questa
cumarca (combriccola, ndr) ... che, QUELLO dice che questo qua ... (LO
PICCOLO, ndr) ... dice che piangeva, prima! ... quando era ragazzino ...
dice che piangeva sempre! ... quando era qua dentro! (in carcere, ndr) ...l.
11 detenuto, indicato come "uno della cumarca", che avrebbe informato il DI
TRAPANI Nicolò, poteva individuarsi in DI MAI0 Vincenzo, nato a
Palermo il 29 ottobre 1944, uomo d'onore della famiglia del17Acquasanta-
territorio, quest'ultimo, facente parte del mandamento di Resuttana. Gli
accertamenti esperiti presso la banca dati delle FF.PP., hanno difatti permesso
di appurare che il 17 luglio 2006 lo stesso DI MAI0 era stato trasferito presso
il carcere di Parma. DI TRAPANI Maria Angela continuava, comunque, a
raccontare al fratello della contingente situazione di difficoltà registrata dallo
Zio Diego, aggiungendo che, unitamente al fratello Michele, lo zio l'aveva
@I anche additata quale potenziale causa della situazione venutasi a creare.
Secondo l'ipotesi avanzata dai due, la DI TRAPANI si sarebbe recata a
colloquio dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, lamentando una
ineflcace gestione del mandamento attuata dallo Zio Diego, facendo deviare
tutto il denaro verso di lei [M. ANGELA: noialtri pensavamo che TU ... IO
(indica se stessa, ndr) ... mi aveva detto ... mi avevano sistemata là ... e non
gli facevo arrivare più niente là! ...non sanno da dove devono girare la testa
e pensavano di me! ... (riferisce la domanda rivoltale, ndr) ... ma TU ti ci sei
... gli ho detto ... ma quando mai ...l. --
- -
-. . L - . ,

A tal proposito, appare opportuno evidenziare che la capacità riconosciuta in


capo alla DI TRAPANI di poter facilmente interloquire con LO PICCOLO,
allora latitante, e poterne influenzare le scelte operative, era stata anche
implicitamente evidenziata da MADONIA Antonino nella lettera scritta al
fratello Giuseppe il 27 settembre 2006; dalla lettura del testo si desumeva,
infatti che MADONIA Antonino partecipava al fratello i propri timori su
possibili iniziative della cognata, peraltro non condivise dallo stesso: "mi
auguro che non avvilisca "U VASCU"' con cortiplio per farlo tornare dove
era prima1'.

Del resto, si è già visto che DI TRAPANI Maria Angela risultava aver
effettivamente già incontrato LO PICCOLO Salvatore in una data
antecedente al mese di febbraio 2005, quando il latitante aveva comunicato
alla donna di dire al cognato MADONIA Antonino quali provvedimenti si
pensava di attuare a carico di BONANNO ~iovanni"- [Nino: A febbraio mi
avete detto.. si deve fare in questa maniera.. e tu sei intelligente e capisci

8 ..
quello che. MARIA ANGELA: No, che te l'ho detto... ti ho detto... mi ha
.
detto.. le parole di ... PICCOLINA fonetico, ndr)].
Nel prosieguo del colloquio intercettato a Parma il 14 ottobre 2006 i
partecipanti facevano esplicito riferimento al pericolo di vita cui lo stesso
DI TRAPANI Diego era evidentemente esposto. In questo senso DI
TRAPANI Nicolò esortava la sorella affinché suggerisse allo ZIO di
"rimanere dentro. totale!" [NICOLO': perché se lo mangia a colazione!]:

NICOLO': (interrompe la sorella, ndr) ... diglielo! ... diglielo! (allo


ZIO DIEGO, ndr) ... perché se lo mangia a colazione!
(porta la mano destra alla bocca mimando il gesto del
mangiare, ndr) ...
M. ANGELA: si!
NICO LO': ...perché ... la colpa è sua! (dello ZIO DIEGO, ndr) ...
L-l
NICOLO': ti sto dicendo ... gli devi dire alla ZIA LINA ( D I TRAPANI
Diego, ndr) ... che S I STA DENTRO, TOTALE!
M. ANGELA: si
NICOLO': m i segui?! ...
M. ANGELA: si
NICOLO': TOTALE! ...io l e ho lette l e cose! ...le ho lette!
M. ANGELA: (annuisce, ndr)

10
Nomignolo usualmente utilizzato per LO PICCOLO Salvatore Giovanni
II
Si legga la nota in richiamo nr. 651102-2005 del 0211012006 della Sezione Anticrimine
oggetto "Annotazione circa le risultanze investigative relative all'ornicidio di BONANNO Giovanni
La notizia veniva immediatamente comunicata anche agli altri carcerati. Anche
in questo caso si utilizzava MADONIA Giuseppe - che, come detto, non è
sottoposto al regime di cui all'art. 41 bis O.P. I1 20 ottobre 2006, infatti,
MADONIA Giuseppe effettuava la periodica telefonata verso i propri
congiunti. Nel corso della stessa, GELARDI Emanuela informava il figlio di
alcuni problemi riscontrati proprio con DI TRAPANI Diego, lasciando
intendere l'esistenza di un'anomala situazione gravante a carico del parente.
MADONIA Giuseppe chiedeva che la cognata DI TRAPANI Maria Angela

6 presenziasse alla successiva telefonata, e ciò, ovviamente, a causa dall'avanzata


età della GELARDI che non rendeva più immediata la percezione da parte
della stessa del linguaggio criptico utilizzato.

Anche MADONIA Salvatore veniva reso edotto delle novità relative alla
gestione del mandamento di Resuttana; ciò avveniva per mezzo della moglie
DI TRAPANI Maria Angela, che scriveva al marito il 22 ottobre 2006. Nel
tratto d'interesse della lettera sotto riportata, la donna, confermando di essersi
finalmente recata "in campagna" dallo ZIO (il 7 ottobre 2006), lo metteva a
parte della awenuta deposizione di DI TRAPANI Diego da parte di LO
@ PICCOLO Salvatore, indicato con lo pseudonimo "ZIA ROSALBA"".

Premesso che lo pseudonimo ROSALBA veniva inizialmente introdotto dalla DI TRAPANI Maria
Angela, va precisato che la relativa identificazione in LO PICCOLO Salvatore trovava innumerevoli
riscontri nell'ambito di tutta l'attività d'indagine. In questo senso si riportano solo alcune acquisizioni
probatorie:

- nel corso del colloquio carcerario effettuato tra MADONIA Salvatore e la moglie 1'8 novembre
2006, e quindi dopo l'esecuzione dei fermi di indiziato di delitto a carico di ROTOLO Antonino
ed aliri, il detenuto riferendosi a ROSALBA, lo indicava quale unico vero referente con il quale
rapportarsi, esaltandone nel contempo l'incontrastata supremazia in quel momento
ROSALBA! ... ali &i tuttì zero, sono.1 . In quel periodo, in effetti - come
emerso dalle ordinanze nr. 38/08 R.G.(c.d. Addiopizzo), LO PICCOLO Salvatore era
effettivamenteil reggente di Cosa Nostra palermitana.
- il 24 febbraio 2007 DI TRAPANI Nicolò, che forse per la prima volta sentiva pronunciare il
nome ROSALBA, chiedeva delucidazioni alla sorella sulla reale identità della stessa. La
manifestata impeflezione nel collaudato sistema comunicativo, consentiva di captare un ulteriore
elemento utile fornito proprio dalla DI TRAPANI, che, senza pronunciare ulteriori parole, ma solo
Veniva quindi riferito che:

- in quel momento la ZIA ROSALBA aveva reciso ogni tipo di rapporti con DI
TRAPANI Diego, i cui canali comunicativi con il latitante erano divenuti
oramai inefficaci;
- in considerazione di ciò, DI TRAPANI Diego risultava essere molto triste,
ovvero preoccupato;
- lei stessa (DI TRAPANI Maria Angela) era stata sospettata da entrambi gli zii
(Diego e Michele) di essere la responsabile di questo comportamento di LO
PICCOLO, attribuito ad eventuali lamentele prospettate direttamente da DI
@ TRAPANI Maria Angela a "ROSALBA ".
Si riporta qui di seguito testualmente la trascrizione della parte rilevante
della detta lettera :

"La zia è venuta e l'ho salutata lo trovata preoccupata e mi ha detto che per ora e
amareggiata perché la zia Rosalba senza alcuna spiegazione non ci telefona e neppure
ci parla. La zia Lina l'aveva chiamata e lei non ci si è fatta sentire. La zia Sara mi ha
chiesto esplicitamente se io ne fossi a conoscenza è se avevo visto la zia Rosalba le ho

.. - . , utilizzando la mimica, si limitava ad indicare qualcosa di "PICCOLE DIMENSIONT', facendo così

a risaltare l'evidente comspondenza con il cognome dell'allora latitante LO PICCOLO Salvatore.

M.ANGELA: e già me l'ha schiantò con ROSALBA, (owero LO PICCOLO


Salvatore,ndr) gli avevo chiesto la cortesia...
NICOLO V chi è questa ROSALBA ...
M.ANGELA: gli avevo chiesto la cortesia (indica qualcosa dipicco10,ndr) non ho
avuto rkposta di alcun genere, di alcun genere ... ...
eh CARMELA
...
(GENOVA Salvatore,ndr) pure che ...p erò quando mi deve dire
cose contro di LEI me le dice, contro il FR4NCO (DI PACE
...
Francesco,ndr) contro LUI, me le dice ...
- ulteriore e definitiva conferma giungeva 1'8/11/2007, solo tre giorni d o ~ l'arresto
o dei LO
PICCOLO. Nell'occasione, il detenuto MADONIA Salvatore partecipava alla moglie la
preoccupazione di possibili risvolti riguardanti gli arrestati, temendo, in questo senso, che qualcuno
potesse divenire, sin da subito, collaboratore di giustizia. In questo contesto, il timore manifestato
dal detenuto induceva la DI TRAPANI a parlare proprio di ROSALBA.

SALVATORE: in queste spiagge non ci vuole venire nessuno ...


M. ANGELA: (annuisce,ndr) ... e poi lo vedo anche dal comportamento che ha
tenuto pure con ME ...
SALVATORE: UARLQ ANGELA ti ho detto sempre mettici una co ... cosa sopra ...
M. ANGELA: no. ROSALBA! ... t
dovuto giurare che io non ne so niente anche se possiamo immaginare il perché del
comportamento che sta tenendo con zia Lina.
O da una parte o dalla tuaparte ogni qualvolta cè qualcosa che non gli garba si pensa
sempre a me come capo espiatoio delle loro ambiguità e falsità, ma ti rendi conto?
Neanche Carmela ci va più come prima, e l i ci ho detto che la colpa è solo sua,
ricordandoci il fatto in modo che Carmela non venisse più da me, e che prima o poi
tutto ciò che si semina ritorna indietro ritorcendosi contro. E' che io anche se ho
capito da tempo non mi interessa niente perché sola sono sempre stata, sola sono, e
sono contenta così, non lo pensi anche tu?
La zia Lina aveva tutta l'aria triste, con tutto ciò mi fa pena, ma sono cavoli loro".

Ancora, veniva acquisita una lettera scritta da MADONIA Salvatore il 29


@ ottobre 2006, in risposta a quella inviatagli dalla moglie il 22 ottobre
[A~ZEG&TUQ40). Nell'occasione il detenuto additava DI TRAPANI Diego
quale persona scorretta e che aveva solo "cavalcato l'onda di turno"

"La zia Lina, alla fine, invece di andarci a casa, ci hai mandato il bambino a
chiamarla.
La zia ti ha manifestato il suo stupore per il comportamento della zia Rosalba, mi
chiedo cosa C 'entri tu?
l o rimango allibito, non solo di quello che ti ha detto, ma di quello che mi scrivi tu,
tu mi dici, molte volte, che io dimentico, stai sicura che io non dimentico, o la nostra
tristezza è meno di quella degli altri, o ti sei dimenticata il comportamento che hanno
avuto e continuano ad avere, vedi esempio ultimo 6.)ognuno ha le sue rogne, poi ciò
che si semina raccoglie!
Cambio argomento, ora mi devo prendere il pensiero di chi ha sempre tenuto un
comportamento scorretto, cavalcando l'onda di turno".

Come anticipato da MADONIA Giuseppe, il 27 ottobre 2006 effettuava


un'ulteriore telefonata a casa della madre GELARDI Emanuela, cui, come
richiesto dal detenuto, presenziava anche la cognata DI TRAPANI Maria
Angela. Nel corso della conversazione censurata, quest'ultima, adottando il
consueto linguaggio criptico, confermava anche al cognato le allora attuali
problematiche inerenti DI TRAPANI Diego, lasciando intendere che risultava
r
ormai deposto dalla funzione di reggente del mandamento di Resuttana [ ...
PIPPO: eh! Eh... dimmi una cosa ee... Lina... Giusy come stanno?] I...
MARIA ANGELA: si molto male... tant 'è vero nemmeno visite si vanno a fare
dal dottore ne rnen... ne meno il dottore ci va a visitarla la zia Lina ...]

PIPPO: ...come va, t u come va tutto bene?


M. ANGELA: tutto bene, no che c'è niente niente di bene!
PIPPO: niente di bene! Eee... che cos... mamma come sta mamma?

M. ANGELA: mamma qua, bene sta!


PIPPO : eh! Eh... dimmi una cosa ee... Lina... Giusy come stanno?
M. ANGELA: ah... stanno molto male!
PIPPO: si!
M. ANGELA: ...molto male si!
PIPPO: molto molto molto male?
M. ANGELA: si molto male... tant'è vero nemmeno visite si vanno a
fare dal dottore ne men... ne meno il dottore c i va a
visitarla la zia Lina
PIPPO: si!
M. ANGELA: si, proprio sola e abbandonata!
PIPPO: addirittura?
M. ANGELA: s i sola ed abbandonata che non sa dove... da quale
lato sbattersi la testa
PIPPO : (breve pausa) mah!
M. ANGELA: eh!
PIPPO : ma ormai non era tu... tu... t u t t o sistemato tutto...
M. ANGELA: eh... ma... è ora è così!
PIPPO: ora è così!?
M. ANGELA: proprio male non... lei stessa non riesce a c a ~ i r eil
perché!
PIPPO: ho capito ho capito! ...inc...
M. ANGELA: si prende le pillole s i fa... si fa eee... però dice non
riesco a c a ~ i r l o~ e r c h é
dice tutta auesta "freddezza"...
questa cosa così!
PIPPO: ah... ...inc...
M. ANGELA: dice m i sento abbandonata i n t u t t o
PIPPO : si ...incompr... forte.
M. ANGELA: si si!
PIPPO: mah!
M. ANGELA: ...
neanche una... perché dice magari anche una parola
d i un conf... d i un conforto magari, niente! Neanche
parole d i conforto!
PIPPO: niente assolutamente!
M. ANGELA: si!
PIPPO: ho capito! eee... (pausa ) poi altre cose?
M. ANGELA:
PIPPO:
tant'è vero che è molto preoccupata ...
molto triste
come?
M. ANGELA: &è
PIPPO: si! t'
M. ANGELA: si!
PIPPO: mah!
M. ANGELA: (pausa ) pensava che io lo sapessi

y
L 136%
PIPPO: ...inc...
M. ANGELA: ...no gli ho detto io non so niente gli ho detto sapevo che t u
stavi male?
PIPPO : ...inc...
M. ANGELA: umh...
PIPPO: poi altre... altre cose ...inc...
M. ANGELA: e niente!

MADONIA Giuseppe non tardava a rendere edotto della situazione anche il


fratello MADONIA Antonino, che, come si è già detto, è ancora capo del
mandamento di Resuttana. Ciò accadeva con la lettera del 29 ottobre 2006
[ALLEGA~'X$C~).
Nell'occasione il riferimento a DI TRAPANI Diego non
P - "

@i avveniva con l'appellativo "LINA", usualmente utilizzato dai due, bensì con lo
pseudonimo "GIUSI", già utilizzato da MADONIA Giuseppe nel colloquio
telefonico con DI TRAPANI Maria Angela, utilizzando così per DI TRAPANI
Diego non il nome della moglie, ma quello della figlia (DI TRAPANI
Giuseppina), come peraltro accadrà numerose altre volte.
Appare, inoltre, opportuno anticipare che la decriptazione del linguaggio
comunemente utilizzato nel corso di tutta l'indagine ha ampiamente dimostrato
come le "jhioterapie" somministrate a GELARDI Emanuela per i "dolori alle
spalle", erano da tradursi nella mera ricezione del denaro dovuto alla famiglia
MADONIA, proveniente dalle estorsioni e dai beni intestati a terzi
prestanome.
I1 7 novembre 2006 si concretizzavano i timori su DI TRAPANI Diego, che,
ormai in estrema difficoltà, si recava a casa di GELARDI Emanuela, dando
origine alla conversazione ambientale intercettata al progressivo nr. 837 delle
ore 09:35.
Nell'occasione l'uomo esternava la necessita di interloquire con MADONIA
Aldo, fratello di Giuseppe, Antonino e Salvatore, per prospettargli i problemi
sorti con l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore che, a dire di DI
TRAPANI, non risultava nemmeno rispondere alle numerose richieste di
DIEGO: le cose non vanno come dovrebbero andare... hanno
fatto un po' di problemi ...
EMANUELA: sono brutti che non ti puoi "catamiare"? (non ti puoi
muovere liberamente)
DIEGO: i contatti... che avevo io... i n questo momento quello
non c i si incontra con me...
EMANUELA: e perchè?
DIEGO: e non lo so... e sto discorso non m i piace ...
[..l
DIEGO: fammi parlare con Aldo... come dobbiamo fare...

EMANUELA: ...
eh quando t u sei libero...io ci dico a mio figlio vedi
che questa sera viene... DIEGO a casa... quando t u dici
questa sera... domani... mio figlio e che ci manca...
non è che è dentro...
DIEGO: lo so... e quando possiamo fare?
EMANUELA: ...
tu...io sono sempre dentro dato che domani...
DIEGO:
EMANUELA:
t u quando ci devi andare da Nino domani? ...
da Nino? domani ci devo andare...
L-l
DIEGO: i o vengo questa sera...a che ora?
EMANUELA: e... dopo le otto...q uando chiude la farmacia...
r...I
EMANUELA: ... ehm...
DIEGO: eh... non funzionano le cose... come è giusto
...
funzionare eh e voglio che NINO l o sappia capisci?
...
cose che non sono...
r...I
EMANUELA: ...
siediti premura hai?... te lo faccio un poco di caffè?
DIEGO: no... me ne devo andare... perchè scusami... perchè Aldo
non c i può venire là al colloquio?
EMANUELA: ma dove?
DIEGO: da NINO...
EMANUELA: ... da Nino là... a Novara?
- - DIEGO: t eh! ... altrimenti... altrimenti va da... va da Pippo da ...
Pippo ci può andare!
EMANUELA: ...
ALDO può andare da t u t t e parti è che non ci... non c i
vuole andare...
DIEGO: ...
vabbè....con Pippo da PIPPO non ci può andare o no?
EMANUELA: si mio figlio è che non ci vuole andare ...
DIEGO: ..
...incompr... può partire. può partire...
EMANUELA: si. .. signore ...
DIEGO: perchè per lo meno va a parlare con Pippo oh ... ...
EMANUELA: dici che gli devo dire che ci vo... per partire e non ci
vanno? se g l i devo dire che c'è da partire c i vanno ...
... dimmi che cosa m i devi dire che io...
DIEGO: TOTUCCIO ...
si sta c o m ~ o r t a n d omale... lo devono
accontentare ...
EMANUELA:
DIEGO:
... ...
m e cugino? il GENOVA?
no...iI LO PICCOLO...
EMANUELA: ah...
DIEGO: si sta comportando male ...
ci h o dato sempre ... ...
appuntamenti ...
per vedersi con m e ma non s i ci ...
incontra
EMANUELA: ...
eh e questo a mio figlio io glielo posso dire
DIEGO: ...
eh e come l o capisce lui ...
EMANUELA: passa la voce che glielo faccio capire ...
DIEGO: ...incompr... lui ha situazioni che a ~ ~ a r t e n a o nao n o i
altri... e mi c i voalio incontrare ..e lui niente
EMANUELA: non si fa ...
DIEGO: e niente... n o n s i f a incontrare...
EMANUELA: e nessuno c'è...p e r capire perchè n o n f a niente lui?
DIEGO: ...
...incompr... però il discorso è che lui è circondato da
gente che...non sono d i lui... m a invece d i n o i altri...
m i capisci?
EMANUELA: eh ...
DIEGO: ...
eh abbiamo avuto un discorso...
r...I
DIEGO: f a m m i parlare con Aldo e vediamo lui che dice...
EMANUELA: ...
e questa sera Aldo qua è incompr...
DIEGO: m a a PIPPO n o n glielo devi dire?...
EMANUELA: ...incompr...
DIEGO: l'altra volta c h i c'è andato... l'altra volta c'è andato il
Aldo (o simile)
EMANUELA: ...
i o c i sono incompr ...
DIEGO: ah? c i f a i sapere che... c i fai sapere... che in o g n i
caso... mi dicono... una persona fidata d i loro... c h i è
che può essere che i o c i posso parlare

Ecco, dunque, che da questa intercettazione emerge il nome di Aldo


MADONIA, unico fratello libero dei gerrnani MADONIA, ed emerge come
punto di riferimento della famiglia MADONIA, pienamente inserito (come la
cognata DI TRAPANI Maria Angela) nelle dinamiche associative della
famiglia di Resuttana. Ciò nonostante appaia subito chiaro che - così come e
-. del resto avvenuto nel processo a suo carico.- la famiglia cerca di mantenerlo
a, "pulito", per poter avere un referente uomo e libero, cui far riferimento.
La stessa sera, all'orario prestabilito, DI TRAPANI Diego si recava a Palermo
e precisamente in Via Cimbali; prima di accedere al civico 44 (abitazione della
GELARDI) lo stesso veniva notato conversare, per alcuni minuti, con
GRAZIANO Vincenzo (Palermo, l210611951) ,
recentemente tratto in arresto nel procedimento nr. 38108 R.G.N.R. perché
appartenente alla associazione mafiosa Cosa Nostra, ed, in specie,
collaboratore di GENOVA Salvatore (che i collaboratori ivi sentiti descrivono
come il reggente del mandamento). Successivamente si incontrava con MADONIA ~ l d o ' ~ .

l3 Ore 19:15 Si nota, nei pressi del civico 7 di via Guido Jung, il quadriciclo marca
AICAM, di colore grigio, con targa identificativa 9A328 (intestata a
139
GRAZIANO Vincenzo, nato a Palermo il 12/06/1951, ivi residente in via
Ruggero Mamirano nr. 5 3 , là parcheggiato.
Ore 19:37 DI TRAPANI Diego, nato a Palermo il 25/05/1936, residente a Cinisi
(PA) nella c.da Cipollazzo snc. e la moglie DI FIORE Carolina, nata a
Palermo il 01/03/1939, a bordo dell'autovettura Ford Focus, di colore
grigio, targata BR082GF (intestata a quest'ultima), rispettivamente
passeggero ed autista del mezzo, giungono in via Cimbali. Qui, nei pressi
del civico 46, si fermano. Dopo aver parcato l'autovettura, scendono e si
avviano verso il civico 44.
Ore 19:40 DI TRAPANI Diego e la moglie DI FIORE Carolina, giungono davanti
al civico 44. Qui, DI TRAPANI Diego suona al citofono e unitamente alla
moglie, rimane in attesa. Poco dopo, DI FIORE Carolina, accede
all'intemo del civico 44. Nel contempo, DI TRAPANI Diego, si
allontana. Lo stesso, percorre il marciapiede della via Cimbali, costeggia i
contenitori dell'irnrnondizia ed accede all'intemo di un passo carrabile
posto sul retro del civico 7 di via Guido Jung. All'ingresso del suddetto
passo carrabile vi è, afiissa al muro, una insegna riportante la seguente
dicitura "Proprietà privata del condominio di via Guido Jung nr. 7".
Lo stesso subito dopo viene perso di contatto.
Ore 19:36 MADONIA Aldo, esce dalla Farmacia "UANISCALCO,si pone alla
guida della propria Fiat Panda di colore grigio met. targata DC993CT e si
allontana. Lo stesso, dopo aver percorso alcune vie cittadine, giunge in via
Cimbali. Qui, nei pressi del civico 46, si ferma. Dopo aver parcato
l'autovettura, scende e si reca davanti l'ingresso del civico 44 ove rimane
in attesa (1955).
[...l
Ore 1953 MINE0 Giuseppe, nato a Palermo il 11/05/1949 ivi residente via Aiaimo
Da Lentini nr.20, la moglie BASILE Anna, nata a Palermo il 1211 111953
e una bambina dell'età apparente di 13 anni, a bordo dell'autovettura Seat
Ibiza, di colore bianco targata PAB10061 (intestata a MINE0 Giuseppe),
rispettivamente autista, passeggero ant. e passeggero post. del mezzo,
giungono in via Cimbali. Qui, nei pressi del civico 44, si fermano. Dopo
aver parcato l'autovettura, scendono e si avvicinano al predetto civico.
Dopo aver salutato MADONIA Aldo, BASILE Anna e la bambina
accedono all'intemo del civico 44 mentre, MINE0 Giuseppe, inizia a
conversare con MADONIA Aldo.
Ore 1959 MADONIA Aldo accede al civico 44 di via Cimbali. MINEO Giuseppe,
si pone alla guida della propria autovettura Seat Ibiza, targata PAB10061
e si allontana.
Ore 20:30 GRAZIANO Vincenzo e DI TRAPANI Diego, escono dal passo
carrabile del civico 7 di via Guido Jung. I due, passeggiando e
conversando, giungono ad angolo tra la via Guido Jung e via Cimbali.
Ore 20:33 GRAZIANO Vincenzo e DI TRAPANI Diego, dopo essersi salutati, si
separano:
I1 primo, si reca nei pressi del civico 7 di via Guido Jung, si pone alla
guida del quadriciclo marca AICAM, targato 9A328 e si allontana.
Lo stesso giunge in via Ruggero Maturano ed accede all'intemo del
passo carrabile del civico 71, venendo perso di contatto.
I1 secondo, si reca davanti al civico 44 di via Cimbali. Qui, dopo
aver citofonato, accede.
Ore 20:40 MINEO Giuseppe, alla guida dell'autovettura Seat Ibiza, targata
PAB10061, giunge in via Cimbali. Qui, nei pressi del civico 46, si f e m .
Dopo aver parcato l'autovettura, scende e si reca davanti al civico 44.
Dopo aver citofonato accede all'intemo
b e 2050 DI TRAPANI Diego e MADONIA Al
f3nestrat3del dodicesimo piano del civi
conversar .
Pochi giorni dopo, il 10 novembre 2006, si registrava un ultimo tentativo di
ottenere una rivalutazione del suo operato da parte di DI TRAPANI Diego;
questi, infatti, alle ore 18:14 circa, si recava ancora una volta presso
l'abitazione della GELARDI Emanuela, accompagnato dalla moglie DI
FIORE Carolina. Nel corso della conversazione scaturita, l'uomo tentava di
rassicurare la GELARDI sul permanere del suo interesse verso la famiglia
MADONIA, nei confronti della quale, evidentemente, non riusciva più ad
onorare le periodiche elargizioni di denaro. Nel contempo l'uomo si
raccomandava alla GELARDI di non fare parola con alcuno dell'argomento
e, trattato, evitando così di complicare la situazione. DI TRAPANI, poi, non
riuscendo a fissare un ulteriore appuntamento con il MADONIA Aldo per la
:ed*- "
stessa sera, lo rimandava a data da destinarsi. [-$W&@@)
*q<->,<*

Diego : Nenè...
Emanuela: ... non ne hai avuto tempo?
Diego: per ora... non mi è arrivato niente!
Emanuela: niente!. ..
Diego: ora io siccome mi sto... mi sto interessando per questa
situazione ...
Emanuela: tu mi devi capire certo non te li prendi tu... ci mancherebbe
altro... ma ho le partenze la seccatura è che ho le partenze...
Carolina: ...incompr... (si sovrappongono le voci)...
Emanuela: a parte che ...incompr... (si sovrappongono le voci)...
Diego: ...incompr... eh... ti deve dare un vitalizio... perché... come
tenere ...incompr... (si sovrappongono le voci)...
Emanuela: ...incompr... (si sovrappongono le voci)... non lo fanno non ti
preoccupare...
Diego: ...
perché perché io sto cercando di... perché le cose
non funzionano tanto bene... e stiamo cercando di

Ore 21:lO DI TRAPANI Diego e DI FIORE Carolina escono dal civico 44 di via
Cimbali, salgono a bordo dell'autovettura Ford Focus targata BR082GF,
rispettivamenteautista e passeggero del mezzo e si allontanano.
Ore 21:18 MADONIA Aldo, MINEO Giuseppe e una bambina, escono dal civico
44 di via Cimbali. Gli stessi si salutano e si dividono:
9 I1 primo, si pone alla guida della propria Fiat Panda targata
DC993CT e si allontana. Lo stesso, dopo aver percorso alcune vie
cittadine, giunge in via Miseno e viene perso di contatto;
9 I1 secondo e la bambina, salgono a bordo dell'autovettura Seat Ibiza
e si allontana.

Immediatamente dopo, e precisamente dalle ore 20:35 alle ore 21:lO circa si realizzava l'incontro con
MADONIA Aldo, richiesto dal medesimo DI TRAPANI ed avvenuto all'intemo dell'abitazione della
GELARDI Emanuela. L'intercettazione non aveva alcun esito nel senso che i dialoghi non erano
registrati (cfi. brogliaccio relativo alle operazioni di intercettazione).
inquadrare un poco quello che è questa persona... (si
sovrappongono le voci) ...
Emanuela: non so una volta chi è che me lo ha detto... no che io
parlo per te ci mancherebbe altro... però non sei stato
t u dice questi soldi dice ci sono!?.,.dice!,,,Ma quei soldi
sono messi da parte... ma chi è che me lo ha detto ci

Diego:
credi che non ci penso?... Me lo hai detto forse t u ...
forse qua!
Emanuela: eh...lo vedi? Questi soldi dice che ci sono...incompr... mi
dice...
Diego: per ora c'è... che ci sono tutte cose bloccate...
Carolina: bloccate...
Emanuela: bloccate? E perché?...
Diego: e siccome certe cose ...incompr... non si dovrebbero sapere
invece si sanno... eh... e crè qualche cosa diciamo noi che
per ora non sta funzionando bene!
Emanuela: insomma t u quando eh...
Diego: sto cercando di fare...
Emanuela: vieni ...incompr...
Diego: sto cercando di fare...
Emanuela: ...incompr... ( si sovrappongono le voci)...
Diego: sto cercando di fare... tutto quello di...
Emanuela: e immagino ...incompr...
Diego: tutto quello che crè ...
Emanuela: sono tutti contro ...incompr... ( si sovrappongono le voci)...
Diego: aggiusto tutte cose...
Emanuela: ...incompr... a qualcuno magari che...
Diego: io quello che voglio lo sai che cosa è?.., Che per
nessuna ragione a mondo non v i dovete permettere di
parlare con gente estranea...con nessuna ...incompr...
[...l
Emanuela: mi sento tranquilla p,erché la mia bocca... è stata insegnata...
mai ti ha chiesto una cosa... (pausa)... che ci vorrebbe a
bedda matri... il Signore a farmi questa grazia... di uscire i
miei figli...
Carolina: ma magari uno per lo meno ...incompr... (si sovrappongono
le voci) ...
Diego: lo sai... lo sai ... quanto ci tengo che t u forse non hai
avuto l'ombra dell'idea... quanto ci tengo io in questo
momento t u neanche hai I'ombra dell'idea... io vorrei...
Carolina: con un por di appoggio! ...
Emanuela: eh!...
Diego: ...incompr...r
Carolina: con un po di appoggio...dico!
[.-l
Diego: Nenè io...io devo andare da una parte...
Emanuela: ...incompr...
Diego: e tra un poco vengo...
Carolina: ...incompr...
Diego: ...incompr... (si sovrappongono le voci)
Emanuela: torna con i tuoi comodi io ...incompr...
Carolina: perché per non perdere tempo mi prenderei ...incompr ...
(pausa) ... haia ...(ndr: sbadiglio)...
Emanuela: ci sono certi minulicchi... perché che ora sono.... verso le otto
...
meno un quarto e il piccolo è qua! E d'altronde ...incompr...
Diego: sto sbrigando un po di cose sempre per voi altri... per questo
sono qua!
Emanuela: ...
quello che fai per i miei figli certo se i miei figli
erano fuori...una mano ve la davamo pure!.. .
\
Carolina : ...incompr... (si sovrappongono le voci)...
Diego: certo...
Emanuela: ...incompr ...(si sovrappongono le voci)...
Carolina: a voglia!
Emanuela: ...incompr ...(si sovrappongono le voci)...
Diego: io parlando con te... quanto prego il Signore di ...incompr ...(si
sovrappongono le voci)...
Emanuela : ...
se c'era uno dei miei figli mio figlio Nino... ...incompr...
se li guardava...incompr ...(si sovrappongono le voci)...
Carolina: perciò...
Emanuela: e sono tutti chiusi...
Diego: io ce la metto tutta... e faccio tutto quello che potrei
fare come se loro fossero presenti ...
se il Signore ci
aiuta ...incompr...
[...l
Diego: io ora me ne sto andando... gli dici a Aldo... ad
Alduccio... che io sto venendo...incompr...

Quella sera, comunque, l'incontro tra DI TRAPANI Diego e MADONIA


Aldo, come detto, non avveniva poiché quest'ultimo, contrariamente alle sue
abitudini, non andava a far visita all'anziana madre, come tra l'altro
comunicato telefonicamente sull'utenza 09116373105.

Nel frattempo, 1'8 novembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a


L'Aquila a colloquio dal marito MADONIA Salvatore.

Nell'occasione la donna ritrattava in maniera più esaustiva le anticipazioni


prtecfpate al mariw con la lettera del 22 ottobre 2006
@' aggiungendovi le ulteriori confidenze partecipatele da GENOVA Salvatore, in
occasione di un loro incontro avvenuto il giorno precedente il colloquio in
esame (ovvero il 07 novembre 2006) [M. ANGELA:... ieri ... ho vi ... ieri ... ti
saluta CARMELA ... erano due anni ... un anno e mezzo, quasi, che non la
vedevo! ... ma, sai, CARMELA ... mi viene da ridere ... tu mi dicesti ... l'onda
che cavalca ... alla ZIA LINA, l'onda gli si è abbassata! ... la ZIA U N A ce
l'ha nelle mutande (ha paura, ndr) ... non esce più perchè sì spaventa ...
perchè ha parlato troppo! ... contro la ZIA ROSALBA!... non esce nemmeno
dal portone!].
L ' l 1 novembre 2006 - anche in considerazione dei fondati timori che
mergevano da questo procedimento sulla sua incolumità - Diego DI
TRAPANI veniva raggiunto dal fermo di indiziato di delitto per associazione
mafiosa aggravata, ai sensi dell'art. 416 bis, cornmi I, 11, 111, IV, VI C. p. In
questa occasione veniva censurata una conversazione telefonica che, seppur di
scarsa rilevanza investigativa, evidenziava in maniera inequivocabile il reale
pericolo di vita gravante sul DI TRAPANI Diego. In specie alle ore 16:23
dell'll novembre 2006 (qualche ora dopo l'arresto) sull'utenza 32816589510
in uso a DI PACE Francesco, veniva intercettata la telefonata tra lo stesso e la
e' moglie RIMI Giovanna. Nell'occasione, si evidenziava una domanda posta
dalla stessa RIMI Giovanna alla zia DI FIORE Carolina: se era sicura che le
persone che avevano prelevato DI TRAPANI Diego erano appartenenti alla
Polizia (<<ma almeno eravate sicuri che erano della polizia?>>), espressione
del concreto timore che il parente potesse essere bersaglio di un agguato

FRANCESCO: amore mio ...


GIOVANNA: (rivolgendosi ad altra persona dice: di meno ) ... e che fai
vita? ...
FRANCESCO: ti amo ...
GIOVANNA: (rivolgendosi'ad- altra persona dice: poca) ... io sono aua
dalla zia LINA che ... che ci sono brutte notizie di nuovo ...
FRANCESCO: ma che m i dici?
GIOVANNA: e già!
FRANCESCO: che è successo ...
GIOVANNA: niente ... lo zio DIEGO ...
FRANCESCO: se lo sono mesi di nuovo ...
GIOVANNA: ehm ...
FRANCESCO: ma che m i sta dicendo?
GIOVANNA: eh ... eh ...mischina ... boh ... C'& da morlre proprlo ...
FRANCESCO: e perché?
GIOVANNA: no, non hanno detto niente ... ali hanno detto solo a mia zia:
~
H
perauisizione dentro e ~ osei lo sono resi ... ed erano Dure
in borcihese ... ci dissi:"ma almeno eravate sicuri se
erano della polizia? ... dice :no ... si ~ e r c h e... e ... q-
@No, proprio da morire ... boh
e boh ... cioè non gli danno il tempo veramente nemmeno di
campare ... quello sta morendo con tutto quello che ha di
sopra ...sopra le spalle, malattie, cose ... bello tranquillo boh
... (rivolgendosi ad altra persona dice: a
FRANCESCO: mah ... sto rimanendo scioccato ...
In ultimo, ad ulteriore conferma di quanto sopra riportato, il lo dicembre
2006, nel corso del colloquio carcerario registrato presso la Casa Circondariale
di Napoli Poggioreale tra MADONIA Francesco (l'anziano patriarca della
famiglia, già capo mandamento) ed il figlio MADONIA Antonino (entrambi
in regime di detenzione). I due discutevano di DI TRAPANI Diego ed in
particolare dell'awenuto incontro di questi con MADONIA Aldo - a
dimostrazione che il circuito carcerario aveva funzionato ancora, facendo
conoscere all'interno del carcere le dinamiche associative esterne. I1
riferimento era chiaramente all'appuntamento del 7 novembre 2006, presso
@ l'abitazione di GELARDI Emanuela [FRPNCESCO: È venuto ALDO a
colloquio ... lo è andato a trovare DIEGO... e vole... voleva, insomma, di
vedere... INCOMPRENSIBILE ... non sapendo che dopo uno... due giorni...
sono andati ad arrestarlo...]. MADONIA Antonino, di rimando, con poche
ma significative parole, diceva al padre dei motivi della deposizione di DI
TRAPANI, destituito, a suo dire, per aver mascariato (ridicolizzato) chi aveva
reso possibile la sua ascesa, owero LO PICCOLO [dice lui ... io ti tingivo e

FRANCESCO; * . . . l E venuto ALDO -a


colloquio...l
NINO: (annuisce)
FRANCESCO: IO è andato a trovare DIEGO...
NINO: Eh?
FRANCESCO: lo è andato a trovare DIEGO...
(breve pausa)
NINO: (mostra nentosismo, ndr.)
FRANCESCO: lo è a n d a s
NINO: (si mostra infastidito, ndr.) ...
Papà cambiamo
?momento!
FRANCESCO: ... e vole... voleva, insomma, di vedere...
INCOMPRENSIBILE ... non sapendo che dopo uno... due
oiorni... sono andati ad arrestarlo... INCOMPRENSIBILE...
dice...
NINO: Papa! Ti... (cambia del tutto argomento, ndr.) ti stavo
dicendo... il discorso... ognuno se vuole ...
se vuole
fidanzarsi, che si fidanzi...
[.-.l
NINO: T5
i h ccenna
p p
p
7
VUOI dire... il discorso che a momenti u tinaeva... u
ginaeva ... u voleva ire a tingere... ... u voleva ire a
tinqere! I o t i tinuivo e tu ti ma... e tu ti... e io... io... mi
ti... io t i tinaivo e tu ti masch...tu ti... io... io... mi
tinge... t i tinqivo e tu mi maswriasti... dice lui! io t i
tincrivo e tu mi maswriasti... (Pausa 1 io... mi tinoisti. ..
eeh... (scuote la testa mostrando forte disap~unto,
ndr)! Ah?
FRANCESCO: ... ...
Cambiamo discorso cambiamo discorso sono finite tutte
cose...? Sono finite tutte cose...? Sono finite...? Sono finite
tutte cose?
NINO: (annuisce)

Queste affermazioni confermavano pienamente quanto detto sia da DI


6) TRAPANI Nicolò il 14 ottobre 200614 [ti èpiaciuto raccontare che QUESTO,
quando era ragazzino ... piangeva?! (LO PICCOLO, ndr) ... e tu lo consolasti!
... lo ha raccontato a tutti!];che da DI TRAPANI Maria Angela al marito 1'8
novembre 200615 [la ZIA LINA ce l'ha nelle mutande (ha paura, ndr) ... non
esce più perchè si spaventa ... perchè ha parlato troppo! ... contro la ZIA
ROSALBA !l.

A ciò va aggiunto - e spiga varie risultanze sull'omicidio BONANNO - che


nel corso di un precedente colloquio carcerario registrato a L'Aquila il 6 aprile
. ,_ 2006 (parecchi mesi prima della destituzione di DI TRAPANI Diego, e 3 mesi
Q!
dopo la sparizione di BONANNO) in cui DI TRAPANI Maria Angela aveva
detto al marito MADONIA Salvatore della collaborazione esistente, in quel
periodo, tra CINA' Antonino e DI TRAPANI Diepo [M. ANGELA: ora a
quanto pare è lui ... il DOTTORE CINA'... insieme alla ZIA LINA!] -

Ciò proprio nel medesimo periodo in cui CINA' Antonino e ROTOLO


Antonino, come risulta dall'indagine Gotha, preparavano l'omicidio di LO
PICCOLO Salvatore e di suo figlio LO PICCOLO Sandro. I LO PICCOLO,
e
14
Cf?.Allegato C4
l5 Cf?.Allegato A10
dunque, a conoscenza di sicuro di questo avvicinamento CINA'-DI TRAPANI,
edm ormai a conoscenza delle risultanze investigative della c.d. Indagine
Gotha, hanno ritenuto D1 TRAPANI Diego non solo non più affidabile, ma
anche pericoloso per la loro incolumità.

Immediatamente, dopo la deposizione di D1 TRAPANI Diego, cominciava a


delinearsi quello che sarebbe stato il riassetto del mandamento di Resuttana
voluto dal L O PICCOLO Salvatore. In specie, si potevano comprendere
alcune acquisizioni investigative del 9 ottobre 2006 e del 10 ottobre 2006,
inizialmente ritenute di difficile interpretazione. In specie, il 9 ottobre 2006
8
GRAZIANO Vincenzo (Palermo, 121061195 1) si recava personalmente a casa
della GELARDI Emanuela sita in questa Via Cimbali nr. 44. Nell'occasione,
oltre a consegnare del denaro da recapitare al figlio della donna, MADONIA
Aldo, preannunciava che sarebbe tornato l'indomani o al più tardi dopo due
giorni, in compagnia di una terza persona, loro parente (dei MADONIA), del
quale faceva anche il nome: GENOVA.

VINCENZO: ... incompr... si fa trovare aua... lei non si ricorda?


EMANUELA: questo... incompr... non lo devo conoscere a auesto?...
Ouesto è?
.-
VINCENZO: ... incompr...-l ' a ~ m m m n oio... ~

EMANUELA: ... incompr...


VINCENZO: ...incompr... il GENOVA... (nome pronunciato bisbigliando) ...
incompr... gli vuole parlare con ...incompr... c'è qualche
cosa... incompr... la gente che lo conosce? ...incompr...
EMANUELA: ...incompr... conosce?
VINCENZO:
EMANUELA: ...incompr...
VINCENZO: ... e Darente vostro è! ... incompr....
EMANUELA: ... ma può essere ...incompr... (segue tratto incomprensibile,
i presenti parlano a bassissima voce, ndr.) ...
VINCENZO: domani sera venao con lui...
EMANUELA: eh!
VINCENZO: ... incompr...
EMANUELA: ... parli più forte!
VINCENZO: ... è di malattia si sforza... Dipende che malattia... incompr...
EMANUELA: si figuri... e rimane ... un attimo ...se ci riesce...
VINCENZO: fino a quando non sono usciti...
EMANUELA: ... non è venuto mai... e poi...incompr... detenuto...
VINCENZO: ... ma che ha quattro figli ...incompr...
VINCENZO: ... incompr...
EMANUELA: ... incompr... di qua è cinque milioni...
VINCENZO: ... noo... mi devono dare cinque milioni... no... no...
EMANUELA: ... dovrebbe dargli i soldi...
[..-l
VINCENZO: ... com... ci devono dare soldi...
EMANUELA: ... chi è che ci deve dare soldi?
VINCENZO: lui!
EMANUELA: chi è? ... incompr... (si sovrappongono le voci) ...
VINCENZO: ... incompr... che ci stanno... incompr...
EMANUELA: ...incompr... ci sta... incompr... (si sovrappongono le voci)...
tutti... incompr...
VINCENZO: ... incompr... no... perché io... gli avevo detto... lo facevo in un
altro posto l'appuntamento ...
EMANUELA: eh... eh...
VINCENZO: ...ma proprio siamo... incompr... dice ... se io invece (si
sovrappongono le voci)...
EMANUELA: ...incompr...
VINCENZO: ...se a finire il mese ...incompr... (si sovrappongono le
voci). ..
EMANUELA: ... siccome soldi mi devono dare... incompr...
VINCENZO: ... siccome ...
siccome è parente pure vostro... io non
dico che... maaari... siccome... per io che sto
...
pensando lo porto aua...
EMANUELA: devi
- o r p artiene auesto
1
Salvo GENOVA?
VINCENZO: è parente vostro... se non si crea pensieri... mi seclue?
EMANUELA: lo capisco chi è auesto Salvo GENOVA... ma io vorrei
...
però la conferma!... è ...incompr...
VINCENZO: ...
... incompr... là! sarà di... incompr...
EMANUELA: eh ...
VINCENZO: parente vostro... stia tranauilla...
EMANUELA: diciamo che lo conosco e lo faccio entrare... incompr... io a
chi mi sta portando lo faccio entrare...
VINCENZO:: se non lo dovesse capire io lo entro io!...Lo porto io!
EMANUELA: ah... ah va be... non si preoccupi...
VINCENZO: poi io ci... mi sono spieaato?... lo porto io.. poi io me
ne vado ...
EMANUELA: si...si...
VINCENZO: e poi ne parliamo ... I,
EMANUELA: e va bene qual è il problema...
VINCENZO: ...incompr...m i sono spiegato? ...
EMANUELA: va be si...incompr...
VINCENZO: ora io vedo se domani sera... a quest'ora... alle sette...
incompr... lo porto...
EMANUELA: ...incompr...
VINCENZO: ... se ci sono ... se ci sono problemi che lui non può venire
domani sera io...
EMANUELA: ... lo rinvia per dopodomani sera...
VINCENZO: ... io lo rinvio...
EMANUELA: se non...incompr... ciò significa che viene e mi ... e mi
citofona non c'è bisogno di fare tanti...
VINCENZO: si... no ora ... ma magari glielo mandiamo...incompr...
EMANUELA: se poi ... incompr..
VINCENZO: facciamo ... domani sera... o se no mando u vicchiarieddu...
EMANUELA: eh!
VINCENZO: e le faccio dire...per be.. e gli do I'appuntamento da un altra
parte.
EMANUELA: ...
... per quando deve venire...incompr che deve venire... va
bene...
VINCENZO: ... mi sono spiegato?
EMANUELA: certo... Salvo come?
VINCENZO: GENOVA!... GENOVA!... GENOVA!

Ciò dimostra e comprova ulteriormente quanto già risultanze dall'indagine


c.d. "Addiopizzo", sulla vicinanza di GRAZIANO a GENOVA.

La "visita" veniva attuata i1 successivo 10 ottobre 200616, quando


GRAZIANO, adottando tutte le cautele del caso, incontrava GENOVA Salvatore
(Palermo, 02 febbraio 1958), in compagnia del quale si recava nuovamente a casa
h* *- - 3- _YIp< --F", ,
della GELARDI [ w ~ p & & @ g & ~ avisita dei due durava circa dieci minuti; alle
ore 19:12 venivano visti uscire dal medesimo portone d'ingresso da cui erano entrati.
L'intercettazione in casa GELARDI Emanuela non aveva alcun esito nel senso che i
dialoghi non erano registrati (cfr. brogliaccio relativo alle operazioni di
intercettazione).

In conclusione, dunque, l'incontro del 10 ottobre 2006 poteva, infatti, essere


considerato come un mero accreditamento del GENOVA nei confronti dei
MADONIA, presentato ed accompagnato nell'occasione da GRAZIANO Vincenzo,
da sempre espressione sul territorio dei MADONIA medesimi. Ciò accadeva proprio
nel periodo di deposizione di DI TRAPANI Diego.

L'8 novembre 200617, DI TRAPANI Maria Angela comunicava al marito


MADONIA Salvatore della visita fatta da GENOVA Salvatore a casa della
GELARDI, e MADONIA traduceva questo evento in un concreto interessamento
espresso nei loro confronti:

Ore 1859 GRAZIANO Vincenzo, sale a bordo del horisirada Toyota Rav 4 e
unitamente al figlio Angelo, si allontana. I due giungono in via Guido
Jung e ad angolo con la via Don Gnocchi si fermano, parcheggiando.
GRAZIANO Vincenzo scende dal horistrada e si incontra, salutandolo,
con GENOVA Salvatore, nato a Palermo il 02/02/1958, ivi residente in
via Muciaccia Vito nr.1, il quale era appena sceso dall'autovettura
Mercedes Smart di colore grigio met. targata BY959BK (intestata a
MANGO Antonino, nato a Palermo 1'11/03/1955, ivi residente in via
Giovami Gorgone nr. 75) (ore 19:OO).
1.. .l
Ore 19:02 GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore, si recano, a piedi e a
passo veloce, nella vicina via Cimbali e dopo aver citofonato, accedono al
civico 44.
Ore 19:12 GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore, escono dal civico 44 di
via Cimbali e sempre a passo veloce, salgono rispettivamente a bordo
dell'autovetture Toyota Rav 4 e Mercedes Smart. f
l7 Cfi. ALLEGATO A10
M. ANGELA: Ah... CARMELA da MAMMA è andata... va da MAMMA...
lei stessa.. .
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: ...
CARMELA va da MAMMA (abbassa il tono della voce, ndr)
... forse con ALDO... sicuro... perchè MAMMA non e che e in
grado...
SALVATORE: Si però... MARIA ANGELA... si... se li porta... (con la mano
mima il gesto usualmente utilizzato per intendere piccolo)
M. ANGELA: me I'ha detto ieri...
SALVATORE: Da mia madre?
M. ANGELA: Si... dice ci sono andata l'altro giorno, dice,
INCOMPRENSIBILE
SALVATORE: Ah, ce I'ha I'interesse, allora...
M. ANGELA: Si, dice, io ho tutto I'interesse per tutelare voi...
e) L'ascesa di GENOVA Salvatore alla solitaria reggenza del mandamento di Resuttana. La
"presentazione" da parte di GRAZIANO Vincenzo.

Le strategie operative adottate sul territorio di Resuttana all'indomani della


deposizione di DI TRAPANI Diego andavano sempre più delineandosi.

Nel corso del colloquio carcerario registrato 1'8 novembre 2006 a L'Aquila,
tra DI TRAPANI Maria Angela ed il marito MADONIA Salvatore, si apprendeva
che LO PICCOLO Salvatore aveva designato GENOVA Salvatore quale reggente
del mandamento di Resuttana [M. ANGELA: ... la ZL4 ROSALBA ha detto a
CARMELA che deve essere CARMELA!].l8

I1 7 dicembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela e la suocera GELARDI


Emanuela si recavano a Biella ove effettuavano il colloquio carcerario con
MADONIA Giuseppe. ~&.,X&&$FO'~-?) L'S dicembre 2006 quest'ultimo informava
il fratello MADONIA Antonino di aver constatato, nel corso del colloquio carcerario
avvenuto il giorno precedente, il ripristino dell'elargizione del denaro ad essi dovuto.
La formula usata era sempre la stessa, ovvero "i dolori alle spalle" e le "medicine"
dell'anziana GELARDI Emanuela [...la Mamma sta benino ... come dolori alle
spalle sta benino, prende le medicine ...l.

I1 12 dicembre 2006 MADONIA Antonino confermava al fiatello


MADONIA Giuseppe di aver rivevuto il messaggio [... mi conforta che hai fatto un
buon colloquio e che hai trovato la mamma benino e grazie alle medicine sta benino
con i dolori alle spalle .. .l. 1
La nuova reggenza del mandamento di Resuttana in capo al GENOVA, quale
espressione di LO PICCOLO Salvatore, era - grazie al placet dei MADONIA (ed in
particolare di MADONIA Antonino e MADONIA Giuseppe) ormai consolidata.

La corresponsione del denaro alle famiglie dei detenuti, contrariamente a


quanto accaduto in precedenza, sembrava avvenire puntualmente.

Ad ulteriore conferma, giungeva la periodica telefonata effettuata alle ore


16:32 del 27 dicembre 2006 da MADONIA Giuseppe alla madre GELARDI

Cfi. ALLEGATO A10


Emanuela (progr. nr. 329 utenza 091/6373105).Nel corso della conversazione in
argomento, DI TRAPANI Maria Angela, presente, rassicurava il cognato sulla
avvenuta consegna del denaro, asserendo che proprio quel giorno erano stati
effettuati i "massaggi" all'anziana suocera che, nell'occasione, si era "ripresa" un bel
pò. In questo contesto, a conclusione della conversazione, il detenuto raccomandava
alla cognata di portare i suoi saluti a ROSALBA, che così si confermava essere
l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore. $1
PIPPO: Ma dimmi una cosa...la mamma... com'è la mamma? La
mamma com'è?
MARIA A. : Bene, bene.. .
PIPPO : I massaggi glieli fanno? Le fanno i massaggi alle spalle?
MARIA A. : Sì, sì...infatti oggi glieli hanno fatti
PIPPO : Bene .....insomma, gliela fanno...le cure gliele fanno?
MARIA A.: ....
Si, sì no sai...oggi glieli hanno fatti e si è ripresa un bel
po'..
PIPPO : Eh, ecco...ecco, perchè sennò ecco...siamo muro a muro con
l'ospedale e combattiamo col papà e con la mamma...
MARIA A. : No, proprio oggi le hanno fatto il massaggio e sta
benissimo.. .
PIPPO: Mi raccomando perchè lo vedi come è combinata...
MARIA A,: sì, sì...
PIPPO : E là...eh (sorride)...p erchè pure 82 anni anche lei ha...

In relazione ai "massaggi" (ovvero alla consegna del denaro) effettuati alla


GELARDI il 27 dicembre 2006, e citati da MADONIA Giuseppe nel corso della
telefonata, appare opportuno riportare il contenuto della lettera scritta dalla stessa
DI TRAPANI Maria Angela al marito MADONIA Salvatore lo stesso giorno. La
donna, nel descrivere la giornata trascorsa, riferiva infatti al coniuge - dopo avere
parlato di vari regali di Natale - di aver ricevuto "un pensierino da parte di
CARMELA".

"Rosaria ci ha regalato la bici che lui desiderava da questa estate, la R. M.XJ poi ha
ricevuto anche altri regalini. A me anno portato un cestino con il panettone e dei
liquori più un altro pensierino da parte di Carmela e Maria dei soprammobili a forma
di animaletti di ceramica"

Va, poi, brevemente riportato anche il contenuto della conversazione


telefonica in uscita dall'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela (34912541 160)
alle ore 11:18 dello stesso giorno. La DI TRAPANI contattava il cognato
MADONIA Aldo cui riferiva che stava per andare a casa deila suocera, per
consegnarle "una cosa"; l'oggetto della consegna era, chiaramente, il "pensierino "

I
ricevuto da CARMELA la stessa mattinata, evidentemente in orario antecedente le
11:18.(ALLEGATO M57)

M. ANGELA: ... senti ... si ...


ALDO: ...incompr ...
M. ANGELA: io sto andando dalla mamma ...
e ~ e r c h èavevo aua
una cosa da dare a mamma e eoi tu D ~ Ù ... tardi all'ora
di Dranzo ci assi?
ALDO: ...
si verso all'ora di Dranzo si ... ...
ci Dasso
M. ANGELA: ah ...
ALDO: sono ... verso I'una ... verso I'una ...incompr ...
M. ANGELA: va bene ...
ALDO: va bene ... allora verso ... si ...

La stessa giornata, del resto, era quella in cui erano stati praticati i "massaggi"
alla GELARDI [(...) proprio oggi glieli hanno fatti i massaggi e sta benissimo (...)l.

In estrema sintesi, facendo un compendio di tutti gli elementi acquisiti, il 27


dicembre 2006, GENOVA Salvatore (Carmela) aveva incontrato DI TRAPANI
Maria Angela, consegnandole "un pensierino" per lei ed analoghe somme di denaro
destinate ai suoi parenti, che la DI TRAPANI avrebbe dovuto consegnare.

Questo comportamento dipendeva da nuove disposizioni impartite da LO


PICCOLO Salvatore. Si registrava, infatti, una particolare attenzione dell'allora
latitante LO PICCOLO Salvatore verso l'importo da corrispondere mensilmente ai
- . . singolizcomponentidei nuclei familiari facenti capo ai MADONIA ed ai DI
@ TRAPANI, che si concretizzava nell'innalzamento del mensile loro dovuto fino a
1.700 euro, a fionte dei 1.000 concessi in precedenza, peraltro in maniera
discontinua, da DI TRAPANI Diego. In specie, nel colloquio carcerario registrato a
L'Aquila 1'8 novembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela comunicava al coniuge
delle ulteriori ternatiche trattate in occasione dell'incontro awenuto il giorno
precedente con GENOVA Salvatore [M. ANGELA:... Ieri CARMELA mi ha detto
che da adesso in poi ... millesettecento ... a ME, NICOLA... per come... è... TUA
MAMUA... TUTTI! ... mi venne u core quando mi sono vista con... (abbassa il tono
...
della voce e comunica con il labiale, ndr) millesettecento ogni mese ...
...
millesettecento mi ha detto...l.
Nel prosieguo del colloquio in esame, la DI TRAPANI riportava, per come
riferitole, la reazione di nervosismo esternata dall'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, resosi conto del comportamento tenuto da DI TRAPANI Diego verso i
propri parenti. In funzione di ciò, l'aumento deciso del mensile, fin quasi al
raddoppio dello stesso (fino a 1.700 euro) voveva essere manifestazione
dell'attenzione dell'allora latitante al nucleo familiare di MADONIA Antonino, di
cui così si riconosceva l'ancora attuale molo di vertice [M. ANGELA: ... Quando l'ha
sentito la ZL4 ROSALBA, dice che diventò una pazza... dice I 0 tiro le difese, dice, di
NINO, di.. mi ha detto... dice... che la ZIA ROSALBA è arrabbiata perchè dice ... che
parlando con ... con CARMELA, gli ha detto, dice, che vede il comportamento che
$no ad ora tutti hanno tenuto verso di me... a prendermi in giro...].

Nel corso dell'indagine emergevano anche i provvedimenti succeivamente


presi da LO PICCOLO circa modalità con cui GENOVA Salvatore doveva
incontrare le terze persone. Ciò in conseguenza delle numerose ordinanze di custodia
cautelare eseguite, che imponevano maggiore circospezione.

Già nel corso del colloquio de11'8 novembre 2006, MADONIA Salvatore
aveva messo in guardia la moglie affinchè prestasse molta attenzione nell'incontrare
GENOVA, e ciò in considerazione del fatto che - quale espressione di LO
PICCOLO, in quel momento considerato uno dei maggiori obiettivi delle forze di
polizia - potesse essere oggetto $indagine, come del resto era [SALVATOW: ...
QUESTO! (con la mano mima il gesto usualmente utilizzato per intendere
PICCOLO) se li porta appresso M. ANGELA: L'ho chiamata io a CARMELA, ieri..
non è stata venuta ..l.

Analogamente, 1'8 febbraio 2007, la DI TRAPANI lamentava la mancanza


di una risposta che sarebbe dovuta giungere dall'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, specificando che quest'ultimo aveva intimato a GENOVA di non
incontrarla più.'9 Le disposizioni del LO PICCOLO venivano peraltro condivise da
MADONIA, che faceva nell'occasione notare alla moglie le ultime vicissitudini
giudiziarie che, anche se indirettamente, avevano in quel periodo interessato proprio
il LO PICCOLO [SALVATORE: però lo vedi cosa hanno avuto, sangue mio!? ...l.

19
L'argomento è trattato in maniera più dettagliata nel capitolo 2.9.2 "Le precauzioni adottate dal LO
PICCOLO in merito ai ~rofilirelazionali del GENOVA Salvatore sul territorio". \
M. ANGELA: è L'ALTRO che tira così ... ...
le manopoline! e non lo ...
fa venire nemmeno da ME!
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: ROSALBA
SALVATORE: fa bene! ...
sangue mio ...
M. ANGELA: si, però, almeno ...
avere la risposta, sangue mio! ...
eh! ...
e non lasciarmi così! è giusto?!;...
Nonostante ciò, comunque, GENOVA continuava a reggere, secondo i
dettami di LO PICCOLO, mandando, tra l'altro, quanto dovuto ai MADONIA [M.
ANGELA: ... ogni mese ... (annuisce, ndr) ... manda!].

1116 marzo 2007 DI TRAPANI Maria Angela riceveva la tanto attesa


risposta da parte del latitante. Nell'occasione la donna - significativamente in
presenza di LO VERDE Massimiliano (Palermo, O8 aprile 1981) - dava parziale
lettura delpizzino ricevuto2', a dimostrazione della intraneità di LO VERDE. I
due vagliavano poi varie soluzioni alternative da adottare per far pervenire ulteriori
pizzini all'allora latitante; in questo senso la DI TRAPANI faceva espresso
riferimento al ridimensionato ruolo del GENOVA sulla "posta", lasciando intendere
come non fosse opportuno interessarlo in tal senso

MASSIMILIANO: ... chissà se gliela fai avere a CARMELA ...


INCOMPRENSIBILE ... anche se LUI l'aveva scritto
...
M. ANGELA: ... si, ma ... INCOMPRENSIBILE ... ora è
ritirata!.

20
L'argomento sarà trattato in maniera più dettagliata nel capitolo 4.1 "11 pizzino scritto dall'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore".
B LeJigure di GRAZIANO Vincenzo e di FONTANA Stefano (specie dopo l'arresto di LO PICCOLO
Salvatore)

Dunque, GENOVA Salvatore era divenuto reggente solitario del


mandamento di Resuttana, così come disposto da LO PICCOLO Salvatore, che
aveva contestualmente proweduto a deporre DI TRAPANI Diego, poi tratto in
-
arresto 1'11 novembre 2006. GENOVA, una volta divenuto reggente si era andato a
presentare ai MADONIA, tanto che il 10 ottobre 2006 veniva accompagnato dal
GRAZIANO Vincenzo presso l'abitazione della GELARDI Emanuela sita in
'
questa via Cimbali nr. 44 kw&mb!&&).
:77'**2,* C, 4%

Questa visita, veniva confermata nel


corso del colloquio registrato l'O8 novembre 2006 a L'Aquila, e manifestava il
diretto e concreto interessamento di GENOVA e dei LO PICCOLO nei confronti
dei MADONIA.

Da questo momento in poi emergono, all'intemo del mandamento di


Resuttana, forti attriti tra FONTANA Stefano (Palermo, 05 agosto 1955) e
GRAZIANO Vincenzo, circa le modalità di gestione del territorio mafioso
dell'Acquasanta, territorio storicamente facente capo ai FONTANAIGALATOLO,
come si vedrà più approfonditamente nel prosieguo. Del resto, lo stesso collaboratore
FONTANA Angelo aveva evidenziato, nelle sue dichiarazioni, che sino alla sua
collaborazione (febbraio 2006) la famiglia di Acquasanta aveva deciso di "staccarsi"
dal mandamento di Resuttana, divenuto - come detto - un "protettorato" di LO
PICCOLO - e di porsi direttamente sotto la tutela di PROVENZANO Bernardo.

Lo stesso FONTANA Angelo aveva sottolineato la figura del fratello


FONTANA Stefano, che, da questi atti, risulta "reggente" del territorio di
Acquasanta insieme al figlio FONTANA Gaetano (Palermo, 01 marzo 1976), come
del resto attestato dalla operazione c.d. "Addiopizzo" del 16 gennaio 2008,
nell'ambito della quale sono stati entrambi tratti in arresto. Nel corso della presente
indagine, inoltre, si riusciva inoltre ad avere cognizione di incontri riservati awenuti
tra la DI TRAPANI Maria Angela e FONTANA Stefano owero Gaetano; in più si
riusciva altresì a conoscere, de relato, il contenuto delle conversazioni awenute nel
corso dei singoli incontri.
Anche per riferirsi al FONTANA Stefano o al figlio Gaetano, DI TRAPANI
Maria Angela applicava le consuete modalità criptiche, scegliendo, in questo caso,
l'appellativo ANGELA, nome della moglie di Stefano, nonché madre di Gaetano.

In specie, il 19 dicembre 2006, la DI TRAPANI scriveva al marito,


informandolo di aver incontrato "ANGELA" il giorno precedente (18 dicembre
2006); nell'occasione, oltre ad esternare il proprio rispetto nei confronti di
MADONIA Salvatore, la medesima ANGELA le aveva manifestato un forte
disappunto originato dal comportamento assunto dal GRAZIANO Vincenzo (lì
appellato "CORVMA") in seno al mandamento di Resuttana retto da GENOVA. In
conclusione, volendo sintetizzare quanto appreso dal FONTANA, la donna,
riferendosi al GRAZIANO, asseriva testualmente "ADESSO FA LA GALLETTA
SOTTO LE ALI D I CARMELA". [M~:~sJ)
"Sai ieri ho visto ad Angela, ti manda i suoi saluti e auguru di un sereno Natale, mi ha
detto che per te ha una particolarità e che per me te e il bambino la sua casa è sempre
aperta. A quanto pare corvina ha fatto e sfatto prendendomi in giro, e adesso fa la
galletta sotto le ali di Carmela ".

In considerazione del forte attrito, peraltro da sempre esistito tra FONTANA


e GRAZIANO, e più volte evidenziato dal medesimo MADONIA Salvatore alla
moglie, appariva comunque chiaro come anche quest'ultimo (GRAZIANO) aveva
assunto un peso di rilievo nel mandamento di Resuttana, e ciò in aderenza alla linea
-
di comando voluta da LO PICCOLO Salvatore.

I collaboratori più recenti hanno fornito utili dichiarazioni sulla figura del
GRAZIANO (si veda l'ordinanza nr. 38/08 R.G.N.R.), ma la lettura critica di
ulteriori acquisizioni ottenute nel corso della presente indagine ne ha ulteriormente
specificato il molo, facendo risaltare un vera e propria investitura voluta ed attuata da
MADONIA Giuseppe ed Antonino; ciò accadeva in tempi non sospetti, owero il 7
settembre 2006, giorno in cui MADONIA Aldo, unico componente della famiglia in
libertà, alle ore 20: 11 circa, incontrava GRAZIANO Vincenzo a casa della madre
GELARDI Emanuela. Il dato assumeva particolare importanza se analizzato quale
logica conseguenza della partecipazione di MADONIA Aldo ad alcuni - allora
recenti - colloqui carcerari effettuati nell'agosto 2006 sia con il padre che con i
fratelli Antonino e Giuseppe.

Q, 157
In specie il 7 settembre 2006, presso l'abitazione della GELARDI
Emanuela, Aldo MADONIA diceva di riportare a GRAZIANO ("Viciuzzu") le
direttive ricevute dai suoi parenti detenuti, delle quali se ne percepivano poche ma
'7 -3 ,.<F

sicuramente significative. [&+.w;.zf@;1$2)

ALDO: di vedere per il futuro ... (...incomprensibile... ) ... qualcosa in


più ma ... si vedrà ... loro (...incomprensibile... ) ...
so~rattutto PIPPO con il auale ho avuto modo di
parlare con più ~articolarità ...
UOMO: eh ....
ALDO: gli devi dire a VICIUZZU ... auello che noi abbiamo ...
m
TUTTI I PUNTI D I V ISTA ...

In estrema sintesi, dunque, GRAZIANO Vincenzo era espressione dei


MADONIA e da questi investito in tal senso [siamo nelle vostre mani ... DA
TUTTI I PUNTI D I WSTA ...l, ed a capo del mandamento era stato designato,
sempre con il consenso prestato dai MADONIA, GENOVA Salvatore. Proprio in
virtù di questa considerazione, corrisponde perfettamente alla figura di GRAZIANO
Vincenzo la frase "Cowina adesso fa la galletta sotto le ali di Carmela".
Nei mesi seguenti continuavano ad essere acquisiti elementi in tal senso:

4 L'l1 gennaio 2007, infatti, DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila


per effettuare un ulteriore colloquio carcerario con il marito, e, riferendosi a
GRAZIANO con lo pseudonimo. di "COR WNA", asseriva testualmente:
"COR WNA, si!...ora ... cammina insieme a CARMELA ... (abbassa il tono
della voce ed unisce ali indici delle due mani uer intendere: vicinanza. ndr)... a
CARMELA ... ".

J anche il 10 maggio 2007 la donna si recava a colloquio dal marito, riportando a


quest'ultimo ulteriori perplessità prospettatele da FONTANA sulla reale
capacità riconosciuta a GENOVA di gestire il mandamento affidatogli [... dice
... questo borsone, non se la fida a tenerlo... sulle spalle!].
Anche in questa occasione veniva peraltro ribadita la vicinanza, oramai
acclarata, tra GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore (CARMELA), i
quali, sempre secondo il FONTANA "suadronenaiavanoin continuazione".
F
M. ANGELA: ah! ... ho visto ad ANGELA l'altro aiorno ... ...
perchè ...
da co ...
gli avevo chiesto ... MARIA ...
c'erano andati ...
(con la mano destra mima una
pistola per intendere rapina a mano armata, ndr) ...
meschina! ... in continuazione UNO con ... con la ...
cosa ... (mima una passamontagna o simile, ndr) ...
QUELLA a terra caduta ... ...
si è fatta pure la pipì
addosso! ...
e siccome ... è UNO che è là di fronte ... e
che beve ...
(mima il gesto del bere, ndr) ... fa dice ...
... MARIA' ...
dice ... ed allora gliel'ho detto ... subito!
... bra ANGELA e SUA FIGLIA! Der TE la ... ... ...
...
p r o ~ r i o (porta la mano alla bocca per far intendere
il rispetto provato nei confronti del detenuto da
ANGELA, ndr) ...
SALVATORE: vabbè ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... e m i diceva dice ... ... ...
CARMELA dice che ... ...
deve ...
aice ma è ...
cretina?! (porta il dito indice
alla tempia ad indicare pazzia, ndr) dice stanno ... ...
mancando t r o ~ ~assai o con CORVINA! (il
riferimento è al comportamento posto in essere da
CARMELA e CORVINA, n dice ~UTTE ...
E DUE^ ...
.I CARMELA e CORVI (unisce le dita indice ad
indicare vicinanza, accordo, n d r l venaono aua ...
... a s~adroneaaiare dice ...
in continuazione! ...
m
gesto usualmente utilizzato Der indicare il
bussare alla Dorta. ndr) eh ... ...
niente cose ... ...
[...l
SALVATORE: MARIA ANGELA ... glielo vuoi dire che ... PAROLA
INCOMPREIVSIBILE ...
M. ANGELA: ... gli ho detto ... IO non so niente ... MIO MARITO è
fuori ... al di fuori di ogni ...
SALVATORE: no #... g
M. ANGELA: gliel'ho detto ...
SALVATORE: oh!
M. ANGELA: ... no, dice ... no ... dice ... l o s a ~ ~ i a m...odice ...
. _... . -__.--.. N O I vediamo ... dice ... ma dice ... non è in-urado,
dice! ... ma Derchè ... auesto borsone. non se la
i l l V?

fida a tenerlo ... dice ... sulle soalle! (a gesti indica


un peso gravante sulla spalla, ndr) ... l o sai che fa?
... dice ... ora? ... fa Darlare a CORVINA! dice ...
mima il dissenso esternato da ANGELA, ndr) ...
entre TU ~ a r lcon
i CORVINA ... senti ~ a r l a r e...

- h
SALVATORE: basta, non voglio sentire ...
M. ANGELA: ah! (porta la mano alla fronte, ndr) ma # una
i cosa ...
reci~roca! ...
SALVATORE: eh ...
giemnre è stato ...
M. ANGELA: però
...
...
I O faccio finta che non vedo
ne alllALTRA! ...
ed ora mi ha detto
ne alllUNA
dice
... ... ...
(ANGELA, ndr) ...
ho un pensiero dice che voglio ... ...
fare a SALVO ...
dice ... al più presto dice glielo ... ...
faccio avere ...
(continua a riferire quanto detto da
ANGELA, ndr) IO per LUI... (mima il rispetto ...
esternato da ANGELA nei confronti del marito, ndr) ...
glielo deve sempre dire ...
qualsiasi cosa ... ha bisogno
di ME ... solo per LUI!
J Infine, oltre alle numerose acquisizioni emerse in tal senso, i servizi di O.C.P.
effettuati da personale dipendente, consentivano di documentare i seguenti
incontri, awenuti tra GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore:

- il 10 ottobre 2006 in occasione della visita effettuata presso l'abitazione


della GELARDI Emanuela; [ m * w i d )
, L
,, *A,, 2-Y i_. i'+*?<

- il 17 febbraio 2007, quando GENOVA veniva visto entrare e


successivamente uscire dagli uffici in uso a GRAZIANO Vincenzo siti in
..-..'L.+::,.,<,
">>
,:+$
"-'il: .'-
t.f%,yV-,+v?.. i ..'.
questa Via Cardinale Mariano Rampolla nr. 81f; fd@i&$i&j.;p!X#)

- 1'1 7 settembre 2007, quando i due venivano visti entrare ed uscire, a


distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, dal civico nr. 10 di Via Don Orione,
ove risultano peraltro anagraficamente residenti alcuni familiari di
GRAZIANO Vincenzo, ed in specie il fratello Domenico (Palermo, 12
febbraio 1937) inteso MAREDDU,

Dpo l'arresto - awenuto il 5 novembre 2007 - dei latitanti LO


PICCOLO Salvatore ed il figlio Sandro, 1'8 novembre 2007 DI
TRAPANI Maria Angela effettuava un colloquio carcerario con il marito
MADONIA Salvatore.
n .

L'accenno ai recenti arresti veniva introdotto dal detenuto, che evidenziava il


conseguente stato di difficoltà manifestatosi in capo a GENOVA, inteso
VANCHITEDDU [SAL VA TORE: piange a VA NCHZTZEDD U (risata, ndr) ...]
-Nel corso del medesimo colloquio si percepiva, inoltre, un
ulteriore - quanto immediato - potenziale cambiamento delle dinamiche
associative attinenti il mandamento di Resuttana. Infatti, la DI TRAPANI
comunicava al marito del ruolo dominante che, anche a fronte dei predetti
arresti, "ANGELA" (FONTANA Sterfano) continuava a mantenere all'interno
dellafamiglia mafiosa dell'Acquasanta [... là è ANGELA!]. In questo contesto
riferiva di un nuovo recente incontro avuto con FONTANA [l'altra volta ...
c'era ANGELA, ti saluta ANGELA ...l, che le aveva espressamente chiesto di
riferirgli l'impossibilità di continuare a riconoscere a GENOVA Salvatore la
reggenza del mandamento di Resuttana [...a CARMELA sicuro di no neanche
morta ... uhm ... da ... mi veniva ... una cosa ... poi a CARM ... non la
possono vedere, infatti mi ha detto di dirtelo ... <<lo zaino dice non è capace
di portarselo sulle spalle>> ... me lo diceva ANGELA ... dice: <<non e'
capace ... vi sta facendo fare figure>> ... dice: <Qammina a nome di
SAL V 0 eh ... eh» ... dice: ... <-=si stanno mangiando tutte cose»].

Dunque, nella prospettazione di FONTANA, GENOVA stava facendo fare


"brutte figure" ai MADONIA, operando anche per conto loro.

Il detenuto, dunque, intimava alla moglie di prendere le dovute distanze dal


medesimo GENOVA, imponendo alla stessa di fare "casa e chiesa".

SALVATORE: MARIA ANGELA senza fare segno (sorriso sarcastico, ndr) ...
INCOMPRENSIBILE... anzi ti consiglio di andarci a dire a
VACHITIEDDU ... non ho bisogno di niente ...
M. ANGELA: ma guarda che I O non la vedo lo sai da quanto ... più di
un anno ... e se la vedo ... a calci nel sedere che la faccio
scendere scala, scala come una pallottola ...

11 13 novembre 2007 MADONIA Giuseppe effettuava la consueta telefonata


ai parenti, intercettata dal R.O.S. al progr. 2299 dell'utenza O9116373105 in uso alla
GELARDI. Alla stessa partecipava anche la cognata DI TRAPANI Maria Angela.
La prima preoccupazione del detenuto consisteva nell'avere
notizie di eventuali difficoltà nell'elargizione del denaro dovuto alla famiglia
MADONIA, inteso "dolori alle spalle della madre"; fino al 5 novembre 2007, come
visto, ciò era stato garantito da LO PICCOLO Salvatore (intesto ROSALBA) per
mezzo di GENOVA (CARMELA, ovvero VANCHITEDDDU). La DI TRAPANI
spiegava al cognato che, a fionte dell'ultimo cambiamento di tempo (l'arresto dei LO
PICCOLO) bisognava attendere e verificare l'eventuale insorgenza dei "dolori alle
spalle" a carico della GELARDI. Nell'occasione, i due preannunciavano che si
sarebbero comunque visti il successivo 6 dicembre 2007 a Biella, per il colloquio
con il detenuto.

Analoga conversazione telefonica veniva registrata anche alle ore 17:05 del 4
dicembre 2007 (solo due giorni prima del prefissato colloquio a Biella). Nel corso
t
della telefonata censurata al progressivo nr. 2398 la DI TRAPANI ribadiva a
MADONIA Giuseppe che la situazione riguardante "i dolori della madre" risultava
non essere ancora stata definita, evidenziando la necessità di dover far trascorrere
-- ,+i>..*
almeno un mese per poterne valutare gli eventuali danni. k&mm&iJ?)
X% T "C a " '

I1 6 dicembre 2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava a Biella, a


colloquio dal cognato. In questa occasione la donna, evidentemente, come si vedrà,
riceveva precise direttìve. Infatti, 1'11 dicembre 2007 - nel corso della periodica
telefonata effettuata alle 17:08 dal MADONIA Giuseppe ai familiari - BASILE
Anna (badante diurna di GELARDI Emanuela) riferiva al detenuto quanto
raccomandatole da DI TRAPANI Maria Angela, ovvero che la stessa non aveva
potuto prender parte alla telefonata, per incontrare"ANGELA". j:
Come si vede, dunque, anche BASILE Anna partecipa del sistema di criptazione delle
intercettazioni, ed appare essere perfettamente a conoscenza di chi sia e per qual
motivo viene vista "ANGELA".

La DI TRAPANI, dunque, si era recata da FONTANA Stefano ed in tal


senso si percepiva come ciò fosse peraltro noto al MADONIA Giuseppe, che
mostrava di comprendere immediatamente il messaggio, condividendo il motivo
dell'assenza della cognata. In effetti, lo stesso giorno (11 dicembre 2007), in
corrispondenza dell'orario della sopra indicata telefonata, il servizio di O.C.P.
- - . -opportunamente predisposto, verificava che la DI TRAPANI si se~avain un luogo
@ vicino alla via Cardinale Lualdi, e tornava in macchina con una somma di denaro2'

" Ore 15:31 DI TRAPANI Maria Angela e MADONIA Francesco, sempre a bordo
dell'autovettura Citroen C1, si allontanano. Gli stessi, dopo aver percorso
alcune vie cittadine, giungono in via Papa Sergio ove vengono persi di
contatto (ore 15:38).
Ore 15:45 Nei pressi del civico 90 di via Cardinale A. Lualdi, si riscontra, li parcata,
l'autovettura Citroen C1 targata DA688LM.
Ore 17:35 In via Cardinale A. Lualdi, ail'aitezza del civico 55 e 60 si nota DI
TRAPANI Maria Angela e MADONIA Francesco che, camminano al
centro della via, in direzione l'autovettura Citroen C1.
Appena rientrati in auto, DI TRAPANI Maria Angela ed il figlio Francesco discutevano in merito ad
una non meglio indicata somma di denaro, verosimilmente ricevuta in occasione della predetta sosta, e
che il MADONIA Francesco asseriva di voler utilizzare
Di rimando la donna intimava al figlio affmché non faces

Francesco: T m ~ o t t a n t... e
inc...
A conferma di quali fossero le direttive ricevute da MADONIA Giuseppe, il
successivo 18 dicembre 2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava presso
l'abitazione di GELARDI Emanuela, ove partecipava alla preannunciata telefonata
del cognato MADONIA Giuseppe, awenuta alle successive ore 16:09. Nel corso
della stessa (registrata al progressivo nr. 2462 sull'utenza in uso alla GELARDI) la DI
TRAPANI riferiva al cognato di aver provveduto a contattare ANGELA, che aveva
p"%*Q,'
n' *;-j**,; ",
4

accettato di buon grado "ilfidanzamentopropostole" dal detenuto. &@4axw)

M. ANGELA: si ... ...


aua ti salutano tutti ti saluta ~ u r ANGELA
e ...
PIPPO: ah si? Com'è buona?
M. ANGELA: si contenta ... si buona ...
PIPPO: contentissima ...oh ...
ci ...
ci ~ i a c efare auesto
fidanzamento con ...
M. ANGELA: si ... si ... si ... si ...
PIPPO: va bene ...
M. ANGELA: si ...
In altre parole, era ormai chiaro come il FONTANA Stefano, oltre a rivestire
un ruolo di vertice all'intemo della famiglia mafiosa dell'Acquasanta, era divenuto
destinatario di nuove direttive emanate dai MADONIA (per bocca di MADONIA
Giuseppe, che li rappresentava tutti per la maggiore facilità nelle comunicazioni), in
considerazione delle quali venivano sicuramente estese le sue competente
territoriali. MADONIA Giuseppe si era servito ancora una volta della DI
.
TRAPANI, ormai insostituibile vettore comunicativo all'intemo delle dinamiche

Maria A: ...
a chi a me?...
Francesco: inc.. .
Maria A: 9 DaDà?
Francesco: .
a papà.. ci vuole... inc...(tanto) per (ad) arrivarci?
Maria A: .
a me?... sangue mio della mia vita.. no conservali tu
Francesco: ... no...
Maria A: no amore mio... questo amore solo ho io... inc...
Francesco: ... inc... 130 euro a nanà e 120 euro a te...
Maria A: no conservali tu che io sto... inc... nel libretto inc... ....
qualche giorno di questo (andiamo in piscina andiamo a ...
prelevare il libretto di là, cosi lo mettiiamo alla posta e cosi
ogni volta che prendi i soldi te li porti sul conto) dobbiamo
avvicinare al Banco di Napoli o lo mettiamo alla posta e ogni
volta che hai i soldi glieli porti tu qua
Francesco: va bene
[...l
Maria A: ...inc... e
nessuno
1
associative. I1 13 dicembre 2007 si otteneva la decisiva conferma alle ipotesi
avanzate. Quel giorno veniva registrato il periodico colloquio in carcere tra il
detenuto MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria Angela ed il figlio
&) L'analisi del relativo contenuto permetteva di decifrare
Francesco. (&~LEGA.~'o
gli ultimissimi elementi sulle dinamiche associative investigate. La donna, con poche
ma significative parole, descriveva il nuovo incarico assemato a FONTANA
Stefano; quest'ultimo, per volontà del cognato MADONIA Giuseppe, avrebbe, da
allora in poi, provveduto "PER TUTTI".

M. ANGELA: ti saluta ANGELA pure ...


SALVATORE: uhm ... grazie ...
M. ANGELA: anche PIPPO (inteso MADONIA Giuseppe,ndr) ...
PIPPO I'ha mandata pure a salutare a parola ...
...incomprensibile ...
m i ha detto dice salutamela...
pure ...
SALVATORE: mha ... va bene
r...l
M. ANGELA: ora ... ora ANGELA ...
fa t u t t ...
(con con l'indice della
mano sinistra alzato, riproduce il gesto d i girare, ndr)
... ora ANGELA
...
per NOI per T U n I
uhm ... ...
t u t t o per N O I pure
...
anche ...
SALVATORE: mha ... MARIA ANGELA cambia argomento ... non voglio
sapere ...
M. ANGELA: PIPPO (inteso MADONIA Giuseppe,ndr) ...
me l'ha
detto ... meh ...
glielo detto I O (con la mano indica il
figlio,ndr) ...
SALVATORE: va bene ...

Il colloquio forniva anche ulteriore e decisiva conferma alla concreta ipotesi


investigativa secondo la quale, 1'11 dicembre 2007, DI TRAPANI Maria Angela ed
il figlio Francesco avevano effettivamente incontrato ANGELA (FONTANA
Stefano). A riprova di ciò si riporta un ulteriore tratto di sicuro interesse:

M. ANGELA: 1l'al r o ieri 11 icembr


un reaalino (con la mano indica il fialio,ndr) LUI ...
auandoceschii ... (ride,ndr) ... devo
f a r e che cosa gli faccio ... sangue mio
,
gli ho detto, gli stiamo comprando ... abbiamo fatto la spesa
... gli ho detto, stiamo facendo la spesa per PAPA', hai visto

E' chiaro, qui, il riferimento alla somma che - 1'11 dicembre 2007 -
commentavano la DI TRAPANI ed il figlio dopo la sosta effettuata in via Cardinale
Lualdi.

Sk 164
La vicenda sin qui descritta registrava ulteriori sviluppi alle ore 17:05 de11'8
gennaio 2008 quando, sull'utenza in uso a GELARDI Emanuela (09116373105)
veniva censurata una ulteriore conversazione con il detenuto MADONIA Giuseppe.

Nel corso della stessa la DI TRAPANI rassicurava il cognato sulla "eficacia"


della "nuova cura" intrapresa dalla GELARDI, a seguito della quale i "dolori alle
spalle" dell'anziana donna si erano "riassorbiti". In altre parole FONTANA Stefano
svolgeva con successo il compito assegnatogli. Nel prosieguo, però, la medesima DI
TRAPANI non ometteva di riferire al cognato come questa "investitura" avesse
creato non pochi malcontenti sul territorio, volendosi con ogni probabilità riferire
alla reazione dei GALATOLO e, forse, anche di GRAZIANO Vincenzo (in questo
caso chiamato "Vincenzina ") con i quali, come detto, erano emersi non pochi attriti.

PIPPO: come il gatto e il topo ... dimmi una cosa ... eh ... la mamma
come sta? Con i dolori ... cose ... come si sente?
M. ANGELA: mamma bene, bene, bene ...
PIPPO: bene ora?
M. ANGELA: si ...
PIPPO: "buonicedda ci stette" come ... come ..
M. ANGELA: si meglio ... meglio ...
... ...
... ... ...
PIPPO: ah dolori alle spalle cose come
M. ANGELA:
PIPPO:
no, per ora ...
per ora bene
bene, bene, bene, bene ...
M. ANGELA: non ha accusato dolori alle spalle ...
PIPPO: perciò ... allora ...
M. ANGELA: la 'curetta" che ha fatto ... perciò
PIPPO: come?
M. ANGELA: la curetta che ha fatto ...
PIPPO: eh!
M. ANGELA: per ora non ...
PIPPO: gli giova, gli giova ...
M. ANGELA: ci ha dato ... ...
si, gli ha giovato in questo momento ...
[...l
PIPPO: come ...
come sta ANGELA ...
com'è ANGELA? Buona è
fatta?
M. ANGELA: no ... ancora non ... non l'ho vista ...
PIPPO: ho capito ...
M. ANGELA: assai che non la vedo ...
PIPPO: eh assai ...
M. ANGELA: però ...
PIPPO: va bene ... dimmi una cosa ... perciò a mamma "buonicedda"
come è?
M. ANGELA: l'altra sua cugina è proprio tipo ...

$
PIPPO: come?
M. ANGELA: l'altra sua cugina ...
PIPPO: eh ...
M. ANGELA: ... ...
è fuori penso fuori di sé ...
PIPPO: fuori di sé (ride)
165
M. ANGELA: Ah (ride)
PIPPO: si?
M. ANGELA: si! Credo di si
PIPPO: ho capito ... va bene ...
M. ANGELA: anche ... anche sua ...
PIPPO: dimmi una cosa ... altre cose ...
M. ANGELA: anche VINCENZINA
PIPPO : si?
M. ANGELA: si! Ma comunque sono vecchie perciò ... ...
PIPPO : rimbambite proprio ...
M. ANGELA: rimbambite ... perciò
PIPPO : rimbambite ... va bene ...
M. ANGELA: certo ... ognuno ha le sue ...
le proprie ragioni ...p erò
PIPPO: si ...vabbè ...
M. ANGELA: che possiamo fare ...
PIPPO: e vabbè I'età ... e quindi
M. ANGELA: è I'età ... è I'età ...

La situazione aveva, poi, un altro generale rivolgimento, quando, il 16


gennaio 2008, veniva data esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso nr.
38/08 R.G. (c.d. Addiopizzo), riguardante, tra gli altri, GENOVA Salvatore,
GRAZIANO Vincenzo, FONTANA Stefano e FONTANA ~ a e t a n oIn
. ~specie,
~
FONTANA Gaetano (figlio di Stefano), sfuggito alla cattura in occasione
dell'operazione di polizia, veniva arrestato il successivo 24 gennaio 2008;
I vertici del mandamento venivano, dunque, in un sol colpo azzerati.

g)Il ruolo di GENOVA Bartolo inteso "la nipotedi Santina ":la continuità del sostentamento
economico a favore della famiglia MADONIA (inserire qui la scheda di GENOVA)

Tornava, dunque, a delinearsi una situazione di forte instabilità nel contesto


criminale investigato. In questo frangente andava sicuramente inserita la lettera
scritta il 2 febbraio 2008 da DI TRAPANI Maria Angela al marito MADONIA
Salvatore, con la quale la donna rappresentava il proprio rammarico per le ultime
vicissitudini giudiziarie patite da FONTANA Stefano e dal figlio Gaetano, la cui
attività criminale, come visto, aveva ormai arginato le difficoltà emerse a seguito
dell'arresto dei LO PICCOLO.

(...) SAI MI SENTO TRISTE PER ANGELA, SPERO CHE SI RIMETTA


DALL'mTCIDENTE CON SUA FIGLIA (...)

22
cfi. Decreto di fermo di indiziato di delitto nr. 38108 emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo -
Direzione Distrettuale Antimafia, il 1510 112008 ed eseguito il 1610 112008.
Nel corso della medesima lettrera, la DI TRAPANI manifestava i propri timori
derivanti da una possibile investitura dello Zio DI TRAPANI Michele (inteso ZIA
SARA) a capo del mandamento di Resuttana:

(...) STANOTTE HO SOGNATO CHE LA ZL4 SARA SI APPROFITTAVA CON BUGIE


ED INGANNI DEL MIO E NEL SOGNO MI SENTIVO DISPERATA PERCHE' LE
DAVANO CREDITO. MI SONO SVEGLIATA DI SOPRASSALTO RACCONTANDOLO
AL BAMBINO COME FACCIAMO SEMPRE NEL RACCONTARCI I PROPRI SOGNI. E'
UNA SERPE VISCIDA. NON VORREI CHE FOSSE UN SOGNO PREMONITORE, MI
SONO SVEGLIATA CON UN CHIODO FISSO NELLA MENTE PENSANDO A M R I A
(...)

Nel frattempo venivano acquisite nuove risultanze investigative originate dalla


contingente necessità di contenere il vuoto nuovamente creatosi all'intemo del
mandamento di Resuttana. Come ipotizzabile, gli unici soggetti ritenuti in grado di
decidere venivano, non a caso, individuati, ancora una volta, nei MADONIA.

L'l1 febbraio 2008, infatti, DI TRAPANI Maria Angela scriveva ancora una
volta al marito detenuto, informandolo di aver ricevuto, giomi addietro, la visita di
"una nipote di SANTZNA "

(...) SAI L'ALTRO GIORNO E' VEM/TA A TROVARMI LRVA NIPOTE DI SANTINA
ERA DA TANTO CHE NON LA VEDEVO, E MI DICEVA CHE SUA ZL4 SANTINA HA
LASCL4 T 0 PER VL4 CHE GIA' E' ANZLANA IL LAVORO DI RAPPRESENTANZA
DI CORREDO E COSE VARIE (...)

Premesso che SANTZNA già risultava essere emerso quale ulteriore pseudonimo
utilizzato per indicare il GENOVA ~ a l v a t o r e appariva
~~, altrettanto chiaro come
l'impossibilità della stessa di continuare il lavoro di rappresentanza di corredo, fosse
in realtà da riferirsi all'impossibilità del medesimo GENOVA di continuare a reggere
il mandamento di Resuttana, stante il suo stato di detenzione. In alternativa la
medesima NIPOTE D I SANTZNA, risultava aver prospettato alla DI TRAPANI la
possibilità di affidare proprio alla ZL4 SARA (ovvero al DI TRAPANI Michele,
fratello di Diego) tale mansione:

(...) E MI CHIEDEVA DI CHIEDERE ALLA ZL4 SARA DI PRENDERE IL SUO


POSTO SE VOLEVA DATO CHE CERCAVA LAVORO (...)
Nel prosieguo della lettera la donna24,oltre a manifestare la sua perplessità in
relazione ad un interessamento della ZIA SARA, specificava come anche la NIPOTE
DI SANTINA avesse preferito ritirarsi dal lavoro per dedicarsi alla famiglia:

(...) IO GLI HO DETTO CHE ALLA ZIA SARA NON LA VEDO, E CON GLI IMPEGNI
CHE HO NON HO MODO DI VEDERLA NEANCHE CI VADO IN CAMPAGNA, E
QUINDI NON AVEVO NIENTE DA DIRCI. IL TEMPO PASSA, QUESTA RAGAZZA ME
LA RICORDAVO PICCOLA, ADESSO LWWCE HA DUE BAMBINI ED ASPETTA
PURE UNA BAMBINA, INFATTI ADESSO SI E' RITIRATA PERCHE' D E W
BADARE AI SUOI BAMBINI (...)

Puntuale conferma alle ipotesi avanzate si otteneva il 12 febbraio 2008 quando


la DI TRAPANI, ponendo in essere il suo ormai consolidato ruolo di vettore
comunicativo, riportava la medesima notizia al cognato MADONIAGiuseppe; ciò
accadeva nel corso della telefonata effettuata dal detenuto alle ore 17:16.
Nell'occasione la donna dava anche conferma della nuova insorgenza dei dolori alle
spalle patiti dalla suocera. Premesso quanto sopra i due concordavano un incontro per
la fine del mese di febbraio. ~&$&j&$&$6)

M. ANGELA: l'altro giorno ...


l'altro giorno ti saluta ...
ti saluta la ...
ni~ote di SANTINA che era venuta per dirmi che era ...
PIPPO:
venuta
eh!
...
mie era venuta a trovare ...
M. ANGELA: per dirmi che ...
che - che 9 ...
m ...
PIPPO: eh ... eh ... ho capito ...
M. ANGELA:
P I P P O: ho capito ... ho capito ...
M. ANGELA: ma io non vedo a nessuno ...
non vado né in campagna
... proprio ...
nemmeno noi nemmeno... ci
"squadriamo" (ndr. vediamo)
[...l
PIPPO: MARIA ANGELA
M. ANGELA: eh PIPPO ...
PIPPO: perciò com'è? la mamma come sta?
M. ANGELA: Mamma ... insomma
PIPPO: "mischinedda" (ndr. poverina) ah ... ...
M. ANGELA: eh?
P I P P O: come sta ... dico
M. ANGELA: bene per ora ... discretamente
PIPPO:
M. ANGELA:
discretamente sta
no,
...
dolori, cose
...
...
come è combinata

[.-.l
M. ANGELA: no, prima devono esserci questi fogli ... ora ne ho parlato
pure con CARLA ... gliel'ho detto che è "addurmisciuta"
totale ... ora CARLA fa ... dice:"venerdì ci devo andare io" ...
per cose sue ... dice: " e poi ci chiede lei".

24
Appare opportuno sottolineare come la DI TRAPANI Maria Angela, proponga il suo pensiero nella
valutazione della scelta di un nuovo reggente della consortena mafiosa.
PIPPO: va bene ... ...
vedete e poi se ne parla t u per venire qui
da me quando se ne parla?
M. ANGELA: quando dite voi
PIPPO: ah ...
vediamo per il mese prossimo? Vediamo ...
M. ANGELA: ...
eh va bene dico...
Intanto, il 13 febbraio 2008, DI TRAPANI Maria Angela effettuava un
riservato incontro con il cognato MADONIA Aldo. I due rimanevano in
conversazione sul pianerottolo del dodicesimo piano di via Cimbali 44, tentando di
eludere ogni possibile attività d'intercettazione svolta all'interno di casa GELARDI.
Anche nel corso di questa conversazione, opportunamente intercettata in relazione al
decreto int. N. 717108, la donna comunicava al cognato la visita ricevuta dal
NIPOTE DI SANTINA e della eventuale possibilità di cooptare lo zio DI
TRAPANI Michele a capo del mandamento di Resuttana. -*$i)

Nell'occasione, la DI TRAPANI faceva chiaramente intendere come l'unico a


poter disporre in tal senso fosse sempre e solo il cognato MADONIA Antonino,
specificando inoltre la pessima reputazione nutrita nei confronti dello Zio Michele
[io spero che quando ... inc... NINO mi dica si... chiama la zia Sara e gli dici...
perché io dalla zia Sara... ho giurato sulla vita di mio figlio... che i contaitì con lo
gio Michele... non ne avrò ne ora e ne mai...].11 20 febbraio 2008 MADONIA
Giuseppe veniva autorizzato a telefonare al fratello Antonino. Nel corso della
conversazione intercorsa, successivamente acquisita da questo Ufficio, risultava
-- chiaro wme MADONIA Antonino esortasse il fratello--aEnchè rikrisse alla
t

cognata di "stare a casa e badare al bambino". Owiamente queste esortazioni


andavano attribuite alla paura di coinvolgere la donna in operazioni di polizia
tutt'altro che conclusesi, oltre che alla posizione della donna sullo "zio Michele"
1
Il 28 febbraio 2008, come concordato, la DI TRAPANI Maria Angela si
recava a Biella a colloquio dal cognato MADONIA Giuseppe. In conseguenza di
ciò, il 15 marzo 2008 veniva acquisita una nuova telefonata intercorsa tra i fratelli
MADONIA Giuseppe ed Antonino. L'occasione serviva a
quest'ultimo per ottenere conferma circa l'adozione delle ultime direttive fornite [u
glielo hai detto a Maria Angela che si segue il Bambino? (...) l'importante è che si
t
sta a casa, diciamo a seguirsi il bambino (...) quello che mi interessa è che lei lo .

segue e sta a casa! ... perchè per ora non è il momento (...)l.
Tornando alla visita effettuata dalla NIPOTE DI SANTINA a casa della DI
TRAPANI Maria Angela, appare opportuno riferire che il 28 febbraio 2008
MADONIA Salvatore, dal carcere, scriveva alla moglie:

(...) IN UNA DELLE TUE ULTIME LETTERE MI DICEVI CHE ERA VENUTA LA
NIPOTE DI SANTINA, E TI DICEVA SE ALLA ZIA SARA POTEVA IhTERESSARE IL
LAVORO DI RAPPRESENTANZQDI CORREDO. MI CHIEDEVO SE UVA COSA DEL
GENERE POTESSE INTERESSARE ALLA ZIA U r W E L L A E PERCHE' NO,
POTREBBE FARE COMODO ANCHE A TE, NON TI CHIEDO DI TUA SORELLA,
PERCHE' UNA COSA DEL GENERE, SO CHE LA SCARTEREBBE A PRIORI, O
POTREBBE ESSERE UTILE A KATLQ, PENSACI SU, IO QUESTA POSSIBILITA'NON
LA SCARTEREI DEL TUlTO (...)

In questo senso lo stesso MADONIA si sarebbe espresso anche in occasione


della successiva lettera scritta alla moglie il 7 marzo 2008:

(.. .) AMORE SULL'IDEA CHE TI AVE V 0 DATO DI PARLARE CON LA ZIA UARIELLA
SE GLI POTREBBE INTERESSARE LA RAPPRESENTANZQ DI CORREDI DI SANTINA
COSA HAI FATTO, PER NON PARLARMENE, PENSO CHE L'IDEA NON TI PIACE (...)

Se, inizialmente, tali acquisizioni non apparivano comprensibili, contrastando


nella forma le ipotesi avanzate, ben presto sarebbe stato chiaro come, in realtà,
costituissero il h t t o di una mala interpretazione operata dal detenuto in relazione al
reale significato del "messaggio" partecipatogli dalla moglie e metaforicamente
ricondotto alla fantomatica "rappresentanza di corredi di .SANTINA". Ciò sarebbe
'- .l+-

8 stato reso chiaro in occasione del successivo colloquio carcerario tenutosi a L'Aquila
il 31 m a n o 2008; nella circostanza, infatti, i due si sarebbero chiariti come segue:

SALVATORE : io ...incompr... (ndr: si esprime a parole interrotte)... cioè a


me sembrava che era vero perché questo fatto di
corredi e ho detto ma se gli devo fare questi e io mi...
M. ANGELA: e io ho capito te...
SALVATORE : ma ho detto...
M. ANGELA: e infatti tu mi chiedevi
dire ...
... ...
ho detto come glielo devo
ti ho lasciato perdere (ndr: ride) ...
SALVATORE: mamma mia ...(ndr: rivolto al figlio)...

Nell'occasione, però, la DI TRAPANI rappresentava al marito l'evoluzione


della vicenda inerente, appunto, il NIPOTE DI SANTINA. La donna, comunicava,
infatti, che questlultimo risultava essersi nuovamente recato presso la sua abitazione
(della DI TRAPANI) lasciando intendere come la candidatura di DI TRAPANI
Michele (ZIA SARA) a capo mandamento di Resuttana non avesse raccolto alcun
consenso dall'esterno e che, a fronte della sempre non facile situazione, lo stesso
avrebbe tentato di salvaguardare l'elargizione del denaro spettante ai MADONIA,
non potendo però garantirne la riuscita [(...) però poi ritornò di nuovo... dice guarda
sto cercando dice ...(n dr: spalanca le braccia)... di fare dice ... perché sai dice tua
zia Sara dice ma tu gli hai detto... gli ho detto no! t...) dice no nemmeno io dice...
ma siccome manda saluti dice e nessuno dice vuole averci a che fare completamente
dice (...) se io posso... posso (...) se non posso dice Maria Angela...(...)l.

L'S aprile 2008 si registrava lo sviluppo della vicenda sin qui trattata. DI
TRAPANI Maria Angela scriveva ancora una volta al marito informandolo, nei
soliti modi, di aver ricevuto del denaro ("ovetti di cioccolato") dalla NIPOTE DI
SANTZNA e che, al più presto, avrebbe provveduto a consegnarne uno alla suocera
GELARDI Emanuela, owero al cognato MADONIA Aldo (CARLA).

(..) CUORE MIO, SAI L'ALTRO GIORNO E' E N U T A LA NIPOTE DI SANTINA MI


HA PORTATO DEGLI O E T T I DI CIOCCOLAT 0 POICHE' ERA VENUTA PER
PASQUA E NON MI A VEVA TROVATO A CASA. COME VADO DA TUA MADRE
U V 0 GLIELO DO A LEI PERCHE' COME SAI LEI E CARLA SONO GOLOSE DI
CIOCCOLAT 0 C..)

Le successive acquisizioni avrebbero permesso di identificare la "nipote di


Santina" nell'odierno indagato GENOVA Bartolo. Invero, tenendo presente che
nella prima lettera si faceva riferimento al fatto che il nipote di Santina avesse già due
figli, e stesse percavaneun terzo, si verificava che in effetti GENOVA Bartolo era '

nipote del noto GENOVA Salvatore e padre di due figli maschi a nome Girolamo e
Giuliano, rispettivamente di anni otto e due; inoltre, di lì a poco, sarebbe divenuto
padre, per la terza volta, di GENOVA Carlotta (Palermo, 19 maggio2008). Appare,
dunque, assolutamente certa la identificazione in GENOVA Bartolo del "nipote di
Santina", che, dal contesto delle emergenze in esame, risultava aver collaborato con
lo zio nel lavoro di rappresentanza di corredi (= reggenza del mandamento di
Reasuttana), e che lo aveva sostituito sino alla fine di questa indagine (aprile 2008).
Capitolo 2. Le singole schede:
i MADONIA-DI TRAPANI e la loro ancora attuale centralità
nel mandamento mafioso di Resuttana

Vista, dunque, la situazione del mandamento in generale, occorre ora analizzare le


schede delle persone indagate.

Iniziamo dalla famiglia MADONIA-DI TRAPANI, riguardo alla quale lo stato


detentivo, assai risalente nel tempo, di quasi tutti gli uomini di elevato spessore
appartenenti all'associazione mafiosa non ne ha limitato la capacità a delinquere.
Tutti, infatti, hanno attivamente mantenuto i profili criminali a loro già riconosciuti.

D'altro canto, le oggettive condizioni detentive degli stessi, necessitavano di


referenti sul territorio di provata affidabilità, referenti individuati in DI TRAPANI
Maria Angela e MADONIA Aldo.

a) Il ruolo di DI TRAPANI Maria Angela.

Per cominciare, bisogna rammentare che l'indagata è figlia del noto DI


TRAPANI Francesco, deceduto nel 1992 in stato di irreperibilità, già a capo del
mandamento di Resuttana; ed è sorella dell'altretkuito nato DI TRAPANI Nicolò,
d anch'esso per un periodo reggente del mandamento di Resuttana. La stessa è inoltre
nipote di DI TRAPANI Diego, risultato reggente della stessa area associativa
durante queste indagini. DI TRAPANI Maria Angela è, inoltre, sposata con
MADONIA Salvatore, detenuto, condannato all'ergastolo, tra l'altro per l'omicidio
di Libero GRASSI. Lo stesso è figlio di MADONiA Francesco, nonché fiatello dei
noti MADONIA Antonino, MADONiA Giuseppe e MADONIA Aldo.
Quest'ultimo è l'unico dei fratelli MADONIA in libertà.
I vincoli di parentela riportati qualificano largamente l'estrazione al 100%
mafiosa dell'indagata, atteso che tutti i congiunti hanno espresso condotte
tipicamente associative, peraltro documentate nella presente indagine, attualizzando il
loro ruolo di vertice.
Si cita, ad ulteriore riprova del qualificante retroterra criminale della stessa,
una circostanza emersa da un colloquio carcerario intercettato a DI TRAPANI
Nicolò il 17 marzo 2007. Nell'occorso, lo stesso detenuto racconta un episodio, ai
nipoti in visita (DI PACE Francesco e RIMI Filippo), riguardante un periodo di
latitanza suo e del padre DI TRAPANI Francesco, durante il quale erano entrambi
"assistiti" da DI TRAPANI Maria Angela.
La circostanza assume un notevole interesse investigativo atteso che, seppur
non perfettamente databile, è sicuramente risalente nel tempo (si ricorda che DI
TRAPANI Francesco è deceduto nel 1992) in quanto, per come riferisce il detenuto,
la sorella Maria Angela avrebbe rinunciato agli studi per poter seguire i
congiunti durante la latitanza.

NICOLO' : ...
... Maria Angela ha sofferto da picciridda Maria Angela...
Maria Angela ha sofferta da bambina... non ha sofferto ora...
Maria Angela era brava a scuola... voleva andare a scuola...
e a scuola non c'è andata per amore di mio padre... e di
...
me... perchè se ne è voluta venire con noi altri perchè noi
eravamo latitanti... eravamo... non è andata più a scuola e
se ne è venuta con noi... mi segui? A scuola non c'è andata
più... non c'è andata più... hai capito?...

Ritornando alle risultanze di questo procedimento circa il ruolo svolto,


all'interno di Cosa Nostra, dalla DI TRAPANI, è doveroso precisare che in questa
sede si illustreranno brevemente le emergenze in carico alla stessa, mentre la
rimanente parte di risultanze - attesa la posizione di fulcro delle attività nelle diverse
diramazioni associative emerse da parte di DI TRAPANI Maria Angela - verrà
trattata più avanti, nel corso dell'esame delle singole ulteriori schede.
Si rammenta, in primo luogo, che la figura di DI TRAPANI Maria Angela
emergeva da intercettazioni ambientali risalenti al mese di ottobre 2005 a DI PACE
Francesco. Nell'occasione non si comprendeva a pieno la valenza investigativa da
attribuire alla DI TRAPANI, non essendo l'indagata l'oggetto principale del
colloquio in argomento.
Nel mese di gennaio 2006, contestualmente alla scomparsa di BONANNO
Giovanni, allorquando il baricentro dell'attività investigativa si spostava nettamente
sul monitoraggio dei colloqui carcerari, la figura di DI TRAPANI Maria Angela

&.
emergeva come centrale.
Difatti, l'ascolto di un primo colloquio carcerario del fratello DI TRAPANI
Nicolò, al quale presenziavano la sorella Giuseppina e la nipote Giovanna figlia di
quest'ultima, forniva utili spunti sia in merito agli attriti interni alla famiglia
MADONIA-DI TRAPANI sia per quanto concerne gli equilibri in seno alla
consorteria, con la contestuale comunicazione al detenuto di quanto accaduto (lupara
bianca) al BONANNO.
11 conseguente approfondimento d'indagine sul carcerario risalente all'inizio
del 2006 ed il contestuale monitoraggio della DI TRAPANI a far data dal 10 marzo
2006, hanno da subito consentito l'acquisizione di una considerevole mole di dati
investigativi che, opportunamente compendiati con servizi sul temtorio, hanno
esaltato profili penali a carico di DI TRAPANI Maria Angela di indiscutibile
valenza probatoria, evidenziandone il ruolo attribuitole dal vertice del
mandamento ristretto in carcere.
A questo proposito si cita l'ambientale in danno di MADONIA Salvatore del
6 aprile 2006 a)Nell'occasione
.
%&W".
DI TRAPANI Maria Angela
riferisce al marito quanto, tra l'altro, dettole dal cognato MADONIA Giuseppe,
quale latore delle disposizioni dal fratello MADONIA Antonino, capo indiscusso del
mandamento di Resuttana, nel corso del colloquio del 25 mano 2006.

M. ANGELA: ...t u devi essere i miei occhi (continua a riferire quanto


dettole dal cognato MADONIA Giuseppe, detenuto a Biella,
ndr) ... te lo dice Dure N I N O (MADONIA Antonino,
.. .. . - detenuto a Novara, ndr)... guarda ... (sempre riferito- alle
raccomandazioni di MADONIA Giuseppe, ndr) ...
@
Dunque, l'indagata doveva (essendo libera) essere "gli occhiy' del capo
mandamento di Resuttana.
Sempre nel succitato colloquio del 6 aprile 2006, come si vedrà nell'apposito
capitolo, MADONIA Salvatore, apprendendo dalla moglie le direttive impartitele
dal fratello Giuseppe, esprime una momentanea perplessità in ordine ai rischi
verso che Maria Angela avrebbe corso. Di contro, nella medesima circostanza, il
detenuto acconsentiva a che l'indagata si muovesse in nome e per conto dei
MADONIA sul territorio [sangue mio! ... fagliele ... e devi dire ... senti, vedi che a
mio marito non gli piacciono queste cose ...l.
In effetti, monitorando la funzione di interfaccia svolta di lì in avanti dalla DI
TRAPANI è stato possibile investigare tutte le più recenti dinamiche associative
del mandamento di Resuttana.
I1 ruolo associativo attribuibile alla DI TRAPANI, del resto, si è andato
gradualmente espandendo, in virtù delle necessità di celere comando del carcerario
che, dunque, si troverà a dover demandare a DI TRAPANI Maria Angela incarichi
di crescente responsabilità in seno alla consorteria.
L'ascesa della DI TRAPANI, per come emerso, si registrava, in primis, a
seguito del graduale decadimento delle condizioni psico-fisiche dell'anziana suocera
GELARDI Emanuela, cui fino ad allora erano demandati quei profili relazionali di
alto livello associativo tra i MADONIA detenuti ed i vertici del mandamento.
Questa fase di transizione, al termine della quale Maria Angela subentrava
nel ruolo alla suocera, veniva favorita, per stato di necessità e "a malincuore", dai
cognati MADONIA Antonino e Giuseppe. D'altro canto questo ruolo poneva
l'indagata in una condizione di sovraesposizione ed a rischio, specie in termini
giudiziari, come emerso dall'intercettazione del colloquio carcerario del 14 aprile
2006 tra il marito dell'indagata, MADONIA Salvatore e l'anziano padre Francesco
. In quel fingente Salvatore estmava le sue perplessità circa le
direttive impartite alla propria moglie dal fratello Giuseppe.

SALVATORE: ... può essere che PIPPO viene ... perché lui m i ha
detto che ha presentato pure questa cosa ... se viene
PIPPO ... questa cosa che vuole fare ... non m i piace
tanto...
FRANCESCO: ... che vuole fare?.....
...
...... ...
SALVATORE: Maria Angela cosa mischiniedda ha avuto

dal CORVO
...
problemi hai capito?
...
eh lui ha detto
MAREDDU... cosa
eh
...
vai
e i o questa cosa non
... ...
la vedo PAPA' questa cosa ...
FRANCESCO: ... da chi?
SALVATORE: ... da MAREDDU cosa
sempre una femminedda è...
...
andarci MARIA ANGELA... ....
FRANCESCO: dove deve andare?!
SALVATORE: da MAREDDU... nostro...
FRANCESCO: ah... incomprensibile...
SALVATORE: se ci sono cose... non ci sono cose... sempre una
femminedda... a me m i seccano queste cose papà i o ...
non l'ho mandata mai da nessuna parte scusa... si ...
trova u n modo diverso... non l o so... ma i o n o n...
...
incomprensibile a MICHELE. Troviamo u n altro modo...
lasciamole stare 'ste femminedde...
cose che c i sono i n giro ...
I timori espressi da MADONIA Salvatore risultavano, del resto, più che
fondati. Questa 'sovraesposizione si evidenziava ulteriormente se rapportata alla
figura di MADONIA Aldo, unico congiunto in libertà della famiglia, la cui condotta
criminale è improntata, diversamente da quella dell'indagata, a connotati di maggior
prudenza e riservatezza.
Inoltre, come detto, il "protagonismo" dell'indagata all'intemo delle
numerose diatribe familiari, essendo sempre riconducibili ad interessi e beni di
illecita provenienza, ha consentito di individuare molti beni dei MADONLA grazie
al qualificatissimo contributo di conoscenze della DI TRAPANI.
Del resto, il ruolo via via crescente assunto da DI TRAPANI Maria Angela
nelle dinamiche del mandamento di Resuttana, era già noto per lo meno dall'estate
del 2005 nei più qualificati ambiti associativi. I1 dato investigativo, di assoluto
rilievo, emerge da intercettazioni ambientali svolte nell'ambito dell'indagine c.d.
"Gotha".
In merito si riporta uno stralcio di dialogo tra i noti CINA' Antonino e
ROTOLO Antonino il 18 agosto 2005:

CINÀ: ...
(...) Nino, per quanto riguarda Diego gli ho mandato i
soldi, è giusto? Ora che noi siamo come a Napoli, forse
peggio, ti faccio ridere... Nicola... Ciccio D I TRAPANI
a , @ d u e femmine, visto che
Nicola non c'è. c'è sua sorella che reacie tutta la
situazione e sarebbe la moalie di Salvino...
ROTOLO: Ma che mi stai dicendo?
[...l

La circostanza rileva in quanto, collocandosi in un frangente temporale


antecedente all'investitura ricevuta dall'indagata da parte del cognato MADONIA
Giuseppe il 25 marzo 2006, certifica un potenziale associativo pregresso in capo alla
W,già noto ai vertici di cosa nostra. Ritornando alle emergenze investigative , si
rappresenta che Maria Angela, per assolvere ai compiti del ruolo affidatole dai
congiunti ha partecipato a numerosi colloqui con i congiunti detenuti. Dal
monitoraggio complessivo è emerso, poi, che la stessa si è conseguentemente mossa
sul territorio, a seguito delle indicazioni datele dai congiunti in carcere. \
In 28 mesi di indagine a carico dei MADONIA (il primo colloquio carcerario
viene intercettato a Febbraio 2006) DI TRAPANI Maria Angela ha presenziato a
ben 51 coiloqui carcerari con i congiunti, cosi suddivisi:
- m. 28 con il marito MADONIA Salvatore, presso la Casa Circondariale di
L'Aquila;

- m. 6 con il fratello DI TRAPANI Nicolò, presso la Casa Circondariale di Parma;


- m. 8 con il suocero MADONIA Francesco; presso la Casa Circondariale di
Napoli Poggioreale;

- m. 6 con il cognato MADONIA Giuseppe, presso la Casa Circondariale di Biella;


- nr. 3 con il cognato MADONIA Antonino, presso la Casa Circondariale di Roma
Rebibbia.

Già il fatto della "circolarità" dei colloqui con tutti i MADONIA poneva, dunque,
la donna in una strategica posizione informativa centrale.
Inoltre, in tutti questi viaggi, effettuati da Maria Angela DI TRAPANI quasi
sempre con la compagnia del piccolo MADONIA Francesco, altre volte della
suocera GELARDI Emanuela e qualche volta, quando andava a Parma dal fiatello,
era in compagnia della madre SGROI Rosa e della zia SGROI Lorenza, l'attività di
intercettazione ha permesso di acclarare che non si è mai privata delle comodità,
spostandosi in aereo e ricorrendo quasi sempre al noleggio di un'autovettura con
conducente per gli spostamenti aeroporto casa circonddgle e viceversa (in
@ alternativa sosteneva il costo di un noleggio di autovettura), con ciò manifestando
chiaramente - vista l'apparente mancanza di giustificabili risorse economiche atte a
consentire numerosi viaggi aerei sul territorio nazionale, a volte con cadenza più che
mensile - la presenza di introiti iiiegaii (dato che il reddito deil'indagata risulta,
negli ultimi cinque anni, pari a zero).
Ed è rilevante che nel corso di questi colloqui la DI TRAPANI usava un
linguaggio cifrato, che solo gii appartenenti all'associazione carcerati potevano
intendere.
Oltre che con i colloqui, la DI TRAPANI ha alimentato il flusso comunicativo,
risultato di sicuro spessore criminale, tra i MADONIA in carcere e l'esterno anche
attraverso le lettere, anche queste opportunamente "cifkate", con le quali aggiornava
il marito recluso. Egualmente, utilizzava le telefonate settimanali di MADONIA
Giuseppe al domicilio della madre, ove l'indagata, in più occasioni, ragguagliava il
detenuto sulle più attuali dinamiche del territorio di competenza (sempre in maniera
cifrata).
In ultimo, volendo sintetizzare l'insieme dei profili relazionali, poi sviscerati in
appositi capitoli, che contribuiscono a formare un consistente quadro probatorio a
carico di DI TRAPANI Maria Angela, oltre alla citata funzione propulsiva delle
direttive impartite dal carcere dai MADONIA, si possono citare le seguenti plurime e
rilevanti condotte di interesse.
Difatti, l'indagata si è relazionata:
- sia prima dell'inizio di queste investigazioni che durante le stesse con il noto LO
PICCOLO Salvatore, all'epoca latitante2', reggente del mandamento di San
Lorenzo Tommaso Natale e, dal giugno 2006, dell'intera Cosa Nostra palermitana
(oltre che punto di rifkrimento dei MADONIA su Resuttana). Questi profili
relazionali, per come emerso dall'attività, si concretizzavano o direttamente
(intendendosi con incontri de visu) o attraverso il noto circuito relazionale dei c.d.
pizzìni;

- con BONANNO Giovanni, in ragione del ruolo di reggente dallo stesso ricoperto
in seno al mandamento di Resuttana prima della sua soppressione;

- per motivi meramente associativi, con CINA' Antonino;

- per motivi diversi dal semplice rapporto parentale e riconducibili a qualificate


dinamiche associative, con il noto DI TRAPANI Diego. Sia prima della sua
reggenza del mandamento, che durante, che in seguito;

- per motivi meramente associativi, con il noto GENOVA Salvatore, successore


del DI TRAPANI Diego al vertice del mandamento;

- per motivi meramente associativi, con GRAZIANO Vincenzo, imprenditore edile


vicino al vertice del mandamento di Resuttana;

- per motivi meramente associativi, con FONTANA Stefano e Gaetano, posti ai


vertici dellafamiglia dell'Acquasanta;

Inoltre, la stessa ha gestito beni di illecita provenienza direttamente o per il tramite


di altri associati, acquisendone il profitto ed ha percepito, in diverse occasioni,
somme di danaro di sicura provenienza illecita. Delle medesime somme, a volte
dirette a tutto il nucleo MADONIA-DI TRAPANI, si incaricava della
redistribuzione.

Ma esaminiamo, adesso, tutti i rapporti intrattenuti dalla DI TRAPANI per conto


di Cosa Nostra.

1. Il piuino scritto dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore ed i rapporti


con DI TRAPANI Maria Angela

I1 6 febbraio 2007 ha avuto luogo l'asta giudiziaria inerente la vendita di


alcuni dei beni inseriti nella procedura fallimentare patita dalla ditta "SICED SRL DI
DI TRAPANI NICOLO". Proprio in questo contesto si era concretizzata la richiesta
avanzata da DI TRAPANI Maria Angela all'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, volta ad ottenere un prestito di circa 80.000 euro. Questo denaro non è
mai stato elargito, ma ha permesso di verificare i rapporti esistenti tra LO PICCOLO
Salvatore in persona e la DI TRAPANI, ed in specie che quesra aveva ricevuto il 16
marzo 2007 un pizzino dal LO PICCOLO. Di seguito verranno specificatamente
trattate tutte quelle risultanze investigative attinenti la "via" seguita dal pizzino sino al
suo materiale ritiro.

I1 16 marzo 2007, alle ore 09:42, DI TRAPANI Maria Angela, sulla sua
utenza cellulare, riceveva una telefonata da parte della madre SGROI Rosa. Nel
corso della conversazione quest'ultima informava la figlia che, la sera precedente (15
marzo 2007) GIOVANNA (ovvero DI PACE Francesco) le aveva consegnato un
libricino per il catechismo del piccolo MADONIA Francesco, figlio di Maria
Angela

ROSA: GZOVINNA ieri sera mi ha dato un "libriccino" da dartelo a te ...è


per il catechismo ... del bambino
MARLANGELA: incompr ...
ROSA: ...p erciò se venivipoi te lo pigliavi ... se il bambino deve andare al
catechismo, io non so niente ...
URL4NGELA: chi te l'ha dato GZOVAWA?
ROSA: &!

25
La vicenda è raccontata nel demglio nella nota in richiamo nr. 651102-2005 del 02/10/2006 di questa Sezione
ad oggetto "Annotazione circa le risultanze investigative relative all'omicidio di BONANNO Giovanni
MARIANGELA: ah ...vabbè ...
ROSA: ... incompr ... ciao
MARIANGELA: più tardi, non posso venire per ora

Alle ore 12:ll la DI TRAPANI si attivava per il ritiro del predetto libricino,
chiedendo al LO VERDE Massimiliano di accompagnarla presso l'abitazione della

MASSIMILLANO: pronto?
-GELA: ehi MASSIMO ciao ...
MASSIMILIANO: ciao M A R I . ciao ...
MARLQNGELA: ...
ascolta mi sento così male che non ho ...
non posso alzare
nemmeno un braccio ...
devo andare un attimino da mia madre,
mi ci puoi accompagnare cinque minuti, il tempo di salire e
...
scendiamo subito i>ausa) ...
UASSIMO ...
UASSIMILL4NO: ehi ... quando rientro
iWIRL4NGELA: e verso che ora?
MASSIMILLANO: verso l'una e un quarto, l'una e venti ...
U ARIANGELA: eh! Non devi mangiare?
MASSIMILIANO: non ti preoccupare verso l'una e un quarto, l'una e venti ...
MWGELA: va bene ti aspetto ... non riesco ad alzare nemmeno un braccio ...
UASSIMILIANO: ciao ...
MARIANGELA: ... per questo ... ciao ...

Alle ore 13:50 LO VERDE Massimiliano e DI TRAPANI Maria Angela, a


bordo dell'autovettura Citroen C1 in uso alla donna, si recavano a Cinisi (PA),
Contrada Cipollazzo ove giungevano alle ore 14:26. Dopo pochi minuti di sosta (alle
ore 14:41) i due rientravano all'interno dell'automezzo e lungo i1 tragitto di rientro a
Palermo davano origine alla conversazione ambientale nr. 284; nel corso del
colloquio la donna dava parziale lettura del pizzino appena ritirato26
@@!l.
Dalla disarnina del contenuto della conversazione in argomento, si delineava,
tra l'altro, il futuro canale comunicativo ('lfiltro") da adottare per l'inoltro di eventuale
ulteriore corrispondenza al latitante [... DOBBUMO A W R E ... UN FILTRO,
NATURALMENTE ...l. In altre parole se la DI TRAPANI avesse voluto scrivere al
L O PICCOLO Salvatore avrebbe dovuto consegnare il messaggio, "naturalmente
chiuso", al nipote DI PACE Francesco. [... e poi vuole (LO PICCOLO, ndr) che
GLI scrivo attraverso ... che GLI mando il COSO ... attraverso ... "CON CHI LO
RICEWRÀ ... DOBBUMO A W R E... U N FILTRO, NA T U R A L M E W . Queste
26
Conversazione già commentata e rijèrita a codesta A.G. con la nota nr. 65/154-2005 di questa Sezione il 18
aprile 2007
t
direttive venivano fortemente contestate dalla DI TRAPANI [... ed IO gli vado a dare
questa importanza a LUI?! ...l.
Ciò posto gli astanti cercavano di individuare vie alternative a quella
espressamente indicata dal LO PICCOLO.

M. ANGELA: ... ...


senza che mi da notizie! INCOMPRENSIBILE e poi ...
...
vuole che GLIscrivo attraverso e che che GLI mando il ...
... ...
COSO atiraverso "CON CHI LO RICE VERÀ "
SIMILIA ANO: mh!
M. ANGELA: ...
... dice ... E NATURALMENTE CHIUSO! ed IO gli vado a ...
dare questa importanza a LUI?! (al tramite della risposta, ndr)
[...l
MASSIMILLANO: GLIELO scrivi e poi ci aggiungi le altre ... quindi LO capisce da
solo ...
M. ANGELA: INCOMPRENSIBILE ... l'importante è che l'avverto!
MASSIMILLANO: ... INCOMPRENSIBILE
[...l
M . ANGELA: No ... a LUI (al tramite attraverso cui, per come indicato, dovrebbe
...
essere consegnata la risposta, ndr) non la voglio dare questa
...
importanza! per aprirsi INCOMPRENSIBILE hai capito? ... ...
...
che staipur certo che se lo apre e se lo legge! ...
[...l
M. ANGELA: ...
no, mi limito a dire che con LUI (con tramite attraverso cui, per
come indicato, dovrebbe essere consegnata la risposta, ndr) non
...
voglio avere più niente da @ausa,ndr) niente a che fare! ... ...
MASSIMILLANO: INCOMPRENSIBILE ... magari un altro ... INCOMPRENSIBILE
M. ANGELA: ... GLI dico ... quando mi potrà vedere ... e quando mi potre ...
[...l
M. ANGELA: "MA LUI MI FECE SAPERE TEMPO FA CHE LEI VOLEVA ...
...
VEDERMI IO CI SONO STATO IL NOVE DICO PER IL ... ...
...
MOMENTO incomprensibile SINCERAMENTE PENSA V 0 ...
CHE IL RESTO DELLE COSE GLIELO m D 0 ...
...
incomprensibile IL DISCORSO CHE incomprensibile E' ...
... ...
QUESTO INNANZI TU INNANZI TUTTO DI CHIARRSI
...
CON IL CUORE SPERO CHE LA CHE SI CHE SI ... ...
...
PROWEDE POI DI COMPRARLA TUTTA LE COSE CHE ...
...
MI COMPETONO incomprensibile " ...
[.--l
M. ANGELA: ... poi conclude ... "DUNQUE ...
CORTESEMENTE DOVM ' ...
PAZIENTARE ANCORA UNALTRO POCO" ... è come se fosse
... PAROLA INCOMPRENSIBILE ... @ausa,ndr) ... hai capito? ...
non ha intenzione ... INCOMPRENSIBILE
(tratto incomprensibile, ndr)
M. ANGELA: ... "E QUINDI, NEL FRATTEMPO, SE VUOLE PUO'
. .
SCRIIZRMI.. PER ME.. INCOMPRENSIBILE CHE LA ...
...
METTE IN PRATICA MI FA MOLTO MA MOLTO
. ...
PL4 CERE.. RICE VERE NOTIZIE (tossisce, ndr) ... ...
...
incomprensibile DOBBL4MO AVERE UN FILTRO, ...
...
NATURALMENTE PERCHE' incomprensibile RISPOSTA ... ...
...
DA CHI RICEVE QUESTO E QUINDI NATURALMENTE ...
incomprensibile ...
(tratto incomprensibile, ndr)
M. ANGELA: ... non lo posso scrivere ... non lo posso scrivere, MASSIMO! ...
INCOMPRENSIBILE... particolari! ... perchè risulto pettegola!...
mantieniti qua ... (da indicazioni al LO VERDE, ndr)
INCOMPRENSIBILE ... mi capisci che ti voglio dire? ... non devo
risultare, ah!? ... IO non ... INCOMPRENSIBILE ... come se fosse lo
PAROLA INCOMPRENSIBILE ... che va ... devo ... devo usare le
...
parole per lasciare a LUI e comunque dice incontriamoci... ... ...
... ...
poi, davanti e davanti parlargli mi capisci quello che ti voglio
dire? ...
[..-l
M. ANGELA: ... ... ...
cioè una cosa una cosa QUELLO... la manda LO
PICCOLO... ed IO gli dico ad un altro che me l'ha fatta avere
tramite QUELLO!? ... ma TU hai idea di cosa significa?! ... cioè
hai idea di cosa significa?! ... che passo immediatamente nel torto!
... e QUELLO è autorizzato proprio a non rivolgermipiù ne una
parola ne uno scritto!
MASSIMILIANO: ... INCOMPRENSIBILE ... queste cose!
M. ANGELA: no! ... mi abbuttano queste cose! ... che dici! ... cioè ... una persona
... e mandano ME ... I 0 non miposso permettere di andare da un
... ...
altro e I 0 non esiste!
1.. l
M. ANGELA: ... cioè QUELLA che passa nel torto sono IO! ... non passa nessun
altro nel torto! ... cioè faccio un piacere... al1'UNO e agli ALTRI!
... hai capito?
[..-l
M. ANGELA: ah ... non lo capisci ... ah ... eh .... ma perchè sanno che non
potrebbe ... che ... è in famiglia, MASSIMO! ... che cosa ... se
QUELLO sapesse di che PEZZENTE è, stai sicuro che non glielo
darebbe! ... eh!
MASSIMILLANO: allora stai tornando al discorso che ti facevo IO ... TU mi dici ... no
... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: si, ma non sanno che è PEZZENTE! PAROLA ...
...
INCOMPRENSIBILE non esiste una prova!
MASSIMILLANO: INCOMPRENSIBILE
[-..l
UASSIMILLANO: ...
chissà se gliela fai avere a CARMELA INCOMPRENSIBILE ...
anche se LUI l'aveva scritto ...
M. ANGELA: si, ma ... INCOMPRENSIBILE ... ora è ritirata!

Nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 17:01, veniva intercettata una
ulteriore conversazione telefonica intercorsa tra DI TRAPANI Maria Angela e la
sorella Giuseppina; dalla relativa analisi si delineava, in maniera ancor più chiara, il
percorso terminale seguito dal pizzino prima di essere ritirato dall'interessata: DI
PACE Francesco lo aveva consegnato alla suocera DI TRAPANI Giuseppina, dalla
quale era stato successivamente ceduto alla SGROI Rosa ed infine, da questa,
consegnato alla DI TRAPANI Maria Angela

MXRIANGELA: ...
ah ma uuella cosa a mamma "ci a rette GIOVANNA" (ndr.
gliela dato Giovanna)
GIUSEPPINA: GIOVANNA "a rette a mia" (ndr. l'ha dato a me)
MARLWGELA: ah! E ... ci puoi dire che la nrossima volta gli dice:" senta per
...
favore a me non me le dà" perché è inutile che io adesso ora ...
... ...
devo non e che W posso narla a fu a lei W non d i d ò ...
niente a lei di mio capito?
GIUSEPPINA: uhm ...
MARLLUVGELA: è giusto? Dopo ... dopo quello che aveva detto la ...ti ricordi
quando ... tempo fa? Non deve dire che poi la ...
GIUSEPPINA: ...
e perché perché non lo deve dare a lei perché che che ... ... ...
giusto il discorso?
MARIANGELA: ...
siccome aua in questa in questa C 'è scritto:" chissà dice . ... ..
... ...
gualsiasi cosa dice gliela dà di nuovo a lei .. " .
GIUSEPPINA: e vabbè tu ti faila tua cosa come sempre, no?
MARIANGELA: ... ...
cosa no deve dire, deve dire! deve avere avere il cora se ... ...
...
no io devo dire tutte le cose come stanno devo fare questo? SOIO
...
così lo posso fare eh... dire le cose come stanno GIU (ndr
...
Giuseppina) perché se mi si dice in un modo e poi io faccio in
un altro modo. devo dare la motivazione ...
GIUSEPPINA: eh... e io che ci devo dire ...
MAiUANGELA: invece ... invece di "annacarsi " (ndr. perdere tempo)
GIUSEPPINA: eh ...
MAUNGELA: e prendersela si assume le sue resuonsabilità ...
GIUSEPPINA: uhrn... uhrn...
MAUNGELA: ...
e dice:"guardate uer favore fate lasciatemi fuori da questa cosa
...
- co ... quello che non ha fatto tempo fa che poi me la butta
...incompr ... a me ...
GIUSEPPINA: intanto per ora sta andando là ... per ora farlo andare là ...
MARIANGELA: uhrn ...
GIUSEPPINA: farlo andare là per ora e poi vediamo &... (ndr. abbrev.
Maria Angela)
UARIANGELA: uhrn ...
GIUSEPPINA: va bene?
MARIANGELA: e poi glielo dici? ...
GIUSEPPINA:
ikiwmNGELA:
-
certo ...p er ora farlo andare là e inutile ...
no ... anche perché io entro lunedi, martedì devo uer forza ...
GIUSEPPINA: ... ...
e ...devi per forza cosa se se non ~lieladevi dare a lei che
...
cosa auale è il problema?
MARIANGELA: ...incompr
GIUSEPPINA:
MARIANGELA:
Non gliela dare basta
... ...
. ...
...
si però dico quando dico se faccio diversamente devo ...
scrivere la motivazione quella che è questo ti voglio dire...
...quindi W la devo scrivere GIU (ndr Giuseppina) la motivazione
...
la devo dare non è che DOSSO fare di testa mia e continuare
...incompr ...
GIUSEPPINA: ... ...
e non ho capito non ho capito tu la cosa a lei non la devi dare
... .
devi fare di testa tua.. e aual è per ora ...incompr ...
M4RL4hGELA: come non lo sai dopo che... non la sai ...
GIUSEPPINA: ... ...
eh ti dico non pliela dai e basta non gliela dai e basta. c'è
bisopno ...
hUU4hGELA: si ma poi ...si ma poi a te ... te la dò
GIUSEPPINA: eh ...
iìhU&WGELA: ...
devo ... devo dirle a qua a questa ìl perché non l'ho dato a lei
... hai cauito?
GIUSEPPINA: uhrn...
MARIANGELA: ...
eh la devo dare la motivazione GIUSI questo devo ti ti ... ...
voglio dire ...
GIUSEPPINA: ma intanto ...
ikiwmNGELA: la devo dare la motivazione ...
GIUSEPPINA: ... ma W intanto di te la darei a chi la dovrei dare. senza bisogno di
...
dare né motivazione e nè niente quando poi te le chiedono non ...
...
ora auando poi te le chiedono ...
MXRL4NGELA: ah ...
GIUSEPPINA: ...
poi si vede c'è bisopno di darle prima in anticipo le motivazioni
-
..e

WIRLWGELA: ah ... a%-


GIUSEPPINA: MARLA (ndr. Maria Angela) non c'è bisogno di darle prima in
anticioo le motivazioni
GIUSEPPINA: al momento opportuno ...
UARIANGELA: ... incompr ...cortesemente ...incompr ... sempre così uguale ...
GIUSEPPINA: ...
evabbè tu tifai tu tifaila ...
MAMNGELA: ah ... ah ...
GIUSEPPINA: tu tifaiiltuomodo ...
MARIANGELA: e quando poi mi richiede dice: "va perché?»...
GIUSEPPINA: .. ...
guando poi te lo chiede .poi si spiegano non C 'è bisonno di
...
fare disco mille discorsi prima. hai capito?
UARL4NGELA: va bene
GIUSEPPINA: va bene?
iWRL4NGELA: va bene!
GIUSEPPINA: ... incompr ...
MARL4NGELA: sono uno più "babbignù" (ndr. stupido) dell'altro, comunque ...
GIUSEPPINA: infatti boh ...infatti non l'ho capito questa cosa boh ...
-GELA: "amunì "

Anche nel corso della conversazione telefonica in argomento veniva criticato


il comportamento adottato dal DI PACE Francesco, il quale, come visto, aveva
-
interferito nel circuito comunicativo LO PICCOLO DI TRAPANI Maria Angela.

Il 23 marzo 2007, alle ore 13,32, nel corso di una ulteriore conversazione
telefonica, DI TRAPANI Maria Angela riferiva alla sorella Giuseppina di essere in
procinto di rispondere al LO PICCOLO Salvatore I...va be, io sto risuondendo a
chi devo rispondere].[*A$$@@.

fi..) vabbè sto rispondendo a chi devo risoondere e adesso mi


prendo tutte le mie soddisfazioni ...
GIUSEPPINA: va bene hK4R.d (ndr. abrev Maria Angela) ...
- MWGELA: perché a cui sto rispondendo devo dire ii perchéito ri&nd&do '

.
così.. e il perché lo vogliono sapere ...
...
dobbiamo arrivare davanti alle persone noi perché purtroppo
NICOLA non c 'è. arriveremo davanti agli estranei ...
... devo aspettare che mi ferisce a morte ...per dire poi ancora ...
GIUSEPPINA: non aspettare niente dove vuoi andare vai W'... non aspettare
niente ...
-GELA: ... no, devo ...p erò io andrò avanti non mi interessa ...
GIUSEPPINA: e vai avanti
MARLWGELA: che me nefi-ega ...
GIUSEPPiIVA: ...
vai avanti ... vai avanti cosa vuoi fare fai ...che vuoi che ti dico

I1 26 aprile 2007 si sarebbe ottenuta l'ulteriore conferma a quanto sino ad


allora compreso. In questo giorno, infatti, si svolgeva presso la Casa Circondariale
dellfAquila, il colloquio carcerario tra la DI TRAPANI ed il marito MADONIA
Salvatore . Al temine dello stesso, la donna informava il coniuge
dell'awenuta ricezione dello scritto nonchè del mancato riscorftro alla richiesta
avanzata (80.000 euro circa), come peraltro chiaramente emerso dal contenuto del
pizzino [(...) dunque ... cortesemente ... dovra ' pazientare ancora un altro poco ...e
quindi, nel fiatternpo, se vuole puo ' scrivermi (...)l.

M. ANGELA: sangue mio ... ROSALBA ... ROSALBA ti ricordi doveva fare eh
... niente non si è fatta ... mi ha mandato (con il pollice e l'indice
della mano destra indica ~ualcosadi piccolo.ndr) ... ho detto a
CARMELA di ... (con la mano destra mima il pesto dello
scrivereadr) ... niente ... però è stato bene così, sono contenta.
mealio cosi ...
SALVA TORE: ma ... ma ... UARIA ANGELA ...
M. ANGELA: meplio così è vero? ...

Appariva chiaro che la mancata elargizione del denaro richiesto non aveva,
comunque, inciso sulla riuscita del progetto, portato a termine grazie al positivo
contributo del LO VERDE Massimiliano [... niente ... però è stato bene così, sono
contenta, meglio cosi ..,l.

In estrema sintesi, la vicenda sopra descritta, oltre a provare i rapporti tra LO


PICCOLO Salvatore e DI TRAPANI Maria Angela (quale "rappresentante" dei
parenti detenuti), poneva in risalto che l'allora latitante aveva nel Cattempo adottato
alcune precauzioni per compartimentare i propri canali comunicativi, escludendone,
solo parzialmente, GENOVA Salvatore [... ROSALBA ... non lo fa venire
nemmeno da me!], che si riteneva oggetto di indagini. Questa esclusione, come noto,
risultava essere peraltro emersa anche dalla lettùra del pizzino in esame, avvenuta, il
16 mano 2006:

UASSIMILLANO: o r
intendere GENOVA. ndr)...
M. ANGELA: ... ora 2 ritirata!/

DI PACE Francesco era, quindi, divenuto il 'Ifiltro" da adottare nel circuito


comunicativo direttamente riconducibile all'allora latitante. Cosa, questa, poi
confermata in sede di arresto dei LO PICCOLO, quando sono stati posti sotto
sequestro una serie di pizzini, il cui destinatario ( o soggetto negli stessi citato) era
""BMW"", poi identificato con certezza in DI PACE (che per questo è stato tratto in
Ii

arresto per associazione mafiosa).


2. 1 contatti con CINA' Antonino.

Altra "relazione eccellente" di DI TRAPANI Maria Angerla è quella con


In particolare, è stato accertato che CINA' ha
l'associato mafioso CINA' ~ntonino~'.
corrisposto, in diverse occasioni, delle somme di denaro a GELARDI Emanuela ed
alla nuora DI TRAPANI Maria Angela. Queste somme costituiscono un contributo
della Cosa Nostra alle famiglie degli associati mafiosi detenuti MADONIA
Antonino, MADONIA Giuseppe e MADONIA Salvatore. Sono stati proprio questi
ultimi a dire alla DI TRAPANI di "battere cassa" proprio con CINA' Antonino.
I primi elementi acquisiti nel corso delle presenti indagini, su di un rapporto
tra CINA' Antonino ed i MADONIA, risalgono al 7 settembre 2005, in occasione
di un colloquio effettuato nel carcere di Novara dal detenuto MADONIA Antonino
ed intercettato da personale della D.I.A. di Palermo in esecuzione del decreto N.

1911105 emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo il 9 agosto 2005.


'''3taf94*F'+;.tFerr4
[ b > m & $ j In
. questa circostanza, in maniera criptica, GELARDI Emanuela
riferiva al figlio che il denaro che le doveva essere consegnato da DI TRAPANI
Diego (nell'occasione indicato come "Pirullè o Piruzm") non arrivava con puntualità
e comunque le veniva consegnata solo la parte di sua competenza. Il detenuto si
mostrava visibilmente infastidito e suggeriva alla madre quale comportamento
adottare. La GELARDI quindi, riferiva al figlio la sua intenzione di contattare il
- "dottore"- (CINA' Antonino) ma il figlio le intimava di recausi prima da DI
8
CINA' Antonino, medico, nato a Palermo il 28 aprile 1945, è uomo d'onore della famiglia di San
Lorenzo. Lo stesso appartiene ad una famiglia di "estrazione mafiosa". In merito all'attiva
partecipazione dello stesso alla cosa nostra, hanno interloquito diversi collaboratori di giustizia tra i
quali si citano: PENNINO Gioacchino, BRUSCA Giovanni, CRACOLICI Isidoro, MUTOLO
Gaspare, DI NATALE Giusto, GIUFFRE' Antonino ed altri.
Sulla sua caratura criminale e la particolare vicinanza all'ala c.d. corleonese dell'associazione
convergono più acquisizioni investigative, emerse nel corso delle varie attività d'indagine, alle quali lo
stesso è stato sottoposto. La sua militanza corleonese si evinceva già in passato, aliorquando lo stesso
favoriva la latitanza del noto RIiNA Salvatore, per proseguire nel medesimo operato con il noto
PROVENZANO Beniardo. La sua appartenenza al vertice dell'associazione è stata certificata più
volte anche processualmente, esaltando il suo molo di diretto referente di quest'ultirno neiia gestione
delle dinamiche decisionali della Cosa Nostra. Recentemente, dalle risultanze dell'indagine
dell'operazione coordinata da codesta Procura e denominata "indagine GOTHA", venivano attualizzati
i profili criminali di assoluto rilievo attribuitigli, certificando l'estrema vicinanza di CINA' a
PROVENZANO Bernardo. Al CINA' Antonino, relativamente aila nurnerologia utilizzata nel
collaudato circuito messaggistico dei c.d. pizzini di PROVENZANO, viene difatti attribuito il numero
"164". Nel medesimo contesto inoltre, emergono elementi inequivocabilmente diretti a confermare
l'apicalità del molo da questi ricoperto, concretizzatisi, tra l'altro, nell'attiva promozione di progetti
omicidiari come quello in danno di BONANNO Giovanni (per cui CINA' è attualmente a g,iudizio).
TRAPANI Diego e, nell'eventualità di una trascuratezza da parte di quest'ultimo,
avrebbe pensato lui a mandarla dal dottor CINA'. La doma, riferendosi a CINA'
riferiva testualmente "... perché quello.. era... più im~ortanteper me! "28.

ANTONINO: Con PIRULLE' (fonetico) ti sei vista?


EMANUELA: Ah?
ANTONINO: Con PIRULLE'... (fonetico) ti sei vista ?..... (la madre non comprende)..... con
PIRUZZU (fonetico) ti sei vista?
EMANUELA: (breve pausa)...Si .....ma così.. .
ANTONINO: Come così! Ci avevi portato....il regalo, ce lo avevi portato?
EMANUELA: Si!
ANTONINO: E dopo il regalo, ci sei andata di nuovo?
EMANUELA: No! Gli ho dato soltanto .....
ANTONINO: Soltanto per il regalo! (fa un cenno con la testa, non visibile dal video)
EMANUELA: Si! Quando fu, allora!
ANTONINO: (fa un cenno di approvazione con la testa in segno) ...e ti doveva dare una
risposta ....
EMANUELA: E gli ho detto, gli dissi i....(labiale non visibile dal video)
ANTONINO: Si, sì (conferma con la testa)
EMANUELA: e mi ha detto, dice.. (labiale non visibile dal video)
ANTONINO: Eh!
EMANUELA: E come?! dice.....
ANTONINO: Eh! ......allora, ci vai .....
EMANUELA: ...
Ho capito che era per me solo ..... (gesticola con le mani, non visibile dal
video) .........
ANTONINO: sì, si!
EMANUELA: Hai capito! Mi ha fatto capire, che è per me solo! E basta...e non mi sono
mossa più .....ehm ....mi ha fatto capire ..... (lungo momento di labiale tra i
due non visibile dal video) ....è per me, perché se no, diceva .....cosa
generale....
ANTONINO: .....
..fermati un momentino. Ci vai! Io. ali dici, sono o r o ~ r i oesas~erato
EMANUELA: senti &...(abbassa notevolmente il tono della voce) è difficilissimo, perché
....(abbassa notevolmente il tono della voce) ogni minuto, ogni minuto,
ogni minuto, ogni minuto...
ANTONINO: Ci vai ....
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Ci vai, ci vai ..... ti fai accompagnare.......diciamo domani (fa un gesto di
intendimento non visibile dal video)
EMANUELA: Eh! . __ .:
1 I .. P .

ANTONINO: E... ti fai accompagnare... (fa un gesto di intendimento non visibile dal
video) Più distante la macchina, no? E ci vai!
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Me lo saluti!
EMANUELA: Si!
ANTONINO: Ci dici: NINO è incavolato! Gli dici, NINO è siddiatu (seccato) !
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Mi sono spiegato? La dovete smettere! La dovete smettere! Puntualmente,
puntualmente! .....(breve pausa)......I miei, quelli di SALVO e quelli di
NICOLA! Da te! (fa dei gesti non visibili dal video) Mi sono spie..... da te,
che io così controllo!...e poi, ti dico io, quando ti arrivano glieli dai a
GIGIO'!
EMANUELA: e.. senti a me!
ANTONINO: Eh!
EMANUELA: l o invece.....(labiale non visibile al video) (inc.) ,..dottore.
ANTONINO: pio! No. davi andare orima da lui... Poi. se eventualmente c'è una
trascuranza. moi ti mando da lui! Prima. mrova...
EMANUELA: Perché aueilo.. era... oiù imoortante oer m-!
ANTONINO: pio! Devi fare così!
EMANUELA: Sì. si. va bene!
ANTONINO: .....
Poi, quando è che (gesti non visibili dal video) ......poi ,... poi, tu quando tu
ritorni da ..... che vai da PIPPO, la prossima volta mi porta la risposta, mi
sono spiegato? Sono stato chiaro?

EMANUELA:
morte!
ANTONINO: E va be... a noi non interessa niente! Con chi? con MARIA ANGELA?
EMANUELA: (a bassissima voce) MARIA ANGELA (inc.) I
I1 6 aprile 2006, quando proprio DI TRAPANI Maria Angela si recava a
L'Aquila per effettuare il periodico colloquio con il marito detenuto MADONIA
Salvatore &&EG~To:'&), si raccoglievano ulteriori elementi su CINA'. Nella
circostanza DI TRAPANI Maria Angela riportava al marito le direttive che aveva
ricevuto dal cognato MADONIA Giuseppe in occasione di un precedente colloquio
carcerario - avallato anche dall'altro cognato MADONIA Antonino. In particolare, la
donna, per espressa volontà dei cognati, si doveva recare. unitamente alla suocera
GELARDI Emanuela, presso lo studio del dottore CINA'. MADONIA Salvatore,
intuita la "delicatezza" dell'incontro, riferiva alla moglie che era preferibile andasse
MADONIA Aldo. Ciò, evidentemente, al fine di tutelare la moglie e la madre da
eventuali investigazioni di polizia.

M. ANGELA: ...
v
~ oqlii chiedi se c'è aualcosa... poi v a i da CORVINA...

DOTTORE CINA'... io...


SALVATORE: ...ma... (esterna disappunto, ndr)... Maria Angela!... peggio
è!... è pe... è pe...
M. ANGELA: (continua a riferire quanto
dettole dal cognato MADONIA Giuseppe, detenuto a Biella,
ndr) ... t e ( M A D 0 N I A Antonino,
detenuto a Novara, ndr)... guarda... (sempre riferito alle
raccomandazioni di MADONIA Giuseppe, ndr)...
SALVATORE: ... Maria Angela!... (esterna disappunto, ndr)
M. ANGELA: ...
eh!... Maria Angela!! eh!... ed io lo sai ora che cosa ho
detto!?... siccome oani Sabato m i telefona... (MADONIA
Giuseppe, ndr) ...
e mi fa... eh, eh ...
come va tutto a
...
posto... al che... non sapendo che eehhh gli faccio ah, ... ...
no!... gli ho detto, per ora, MAMMA (GELARDI Emanuela,
ndr) ... gli ho detto... non l'ho accompagnata D a r l a Der ...
MADONIA G i u s e ~ ~ endrl...
. con la MAMMA a ~osto?...
..
gli h o detto, no!... oerchè. gli ho detto ...
mi è venuto il
cuore... la MAMMA. ali h o detto. n o n se lo ricorda dove
è che deve andare da... da... l o studio. ali h o detto! (lo
studio medico del Dottore CINA', ndr) mi h a detto che n o n

ANTONINO: .
E a noi che ci interessa.. non c'interessa, a noi non interessa questo
discorso!
EMANUELA: ..
e lui. non può essere che lui, dice, manda e dice: per loro, io non .....
ANTONINO: No, e allora perchè ti sto dicendo.., siccome so questo discorso, allora ....da
me! (gesti non visibili dal video) tu da me devi mandare SALVO e NICOLA!
Mi sono spiega.....m i sono spiegato, dico, il discorso?
EMANUELA: Si, si, si!
ANTONINO: ....
NO, quelli solo tuoi (gesti non visibili dal video), per dove li manda, da...
(gesti non visibili dal video) ...manda.....quelli di NICOLA; e di.. e di........e
poi ci...ci pensiamo noi. Va bene? Così io controllo! Ci dici: Puntualmente!
Puntualmente! Ci dici: questa e la prima e l'ultima volta che vengo qua! Ci
....
dici: la prima e l'ultima volta! Mi sono spiegato? Brava! Altre cose, che mi
hai portato da mangiare? (si rivolge alla cognata) scusami...
EMANUELA: Tutto quello che volevi tu!
CARLA: No, non ti preoccupare!
l o sa come rintracciare (abbassa il tono della voce,

SALVATORE: ... ma...Maria Angela ...


M. ANGELA: ... tua madre mi ha detto... no... perchè già era tutta
"attizzata"... a me viene il cuore!... al che gli ho detto ...
senti ...
gli faccio... mi senti SALVO!? (cerca di attirare
nuovamente l'attenzione del marito che mostra di essere
molto infastidito, ndr)... ora lo sai cosa gli ho detto? ...
...
calma, calma e tranquilla gli ho detto no, per ora, gli ho ...
detto... ogni volta, sono sempre in compagnia quando esco
(con le mani indica dietro di sé, ndr), gli ho detto quindi ...
...
non... ah! ho capito in compagnia? (parla per MADONIA
...
Giuseppe, ndr) gli ho detto si, in compagnia e me ne ...
...
sono uscita cosi! parlando con te! ...
SALVATORE: ...
Maria Angela, io ti ho detto mi devi fare una cortesia!
M. ANGELA: eh
SALVATORE:, (
fallo!... i o non ti dico altro.
M. ANGELA: Non sono andata in nessun ~ o s t o .~ ete! r
SALVATORE: ...
Maria Angela ...
eh...tutte queste cose a me non
piacciono.... non... (09: 30)
M. ANGELA: eh
SALVATORE: ... non... non mi piacciono completamente!
M. ANGELA: ...
eh! e perchè non è che sono cretina! (ride, ndr) ... m i pare
come quando c'era PAPA' ... lusinghe, lusinghe ed ora che
è... un calcio nel sedere!
SALVATORE: ... ...
Maria Angela... per favore io non, non, non...
M. ANGELA: eh! ...
ed infatti, io .... scusa che dovevo dire? ... ho detto ...
ah, vabbè ho fatto cosi! ... poi, dopo, gli ho detto... no, ho
compagnia dietro!
SALVATORE: ...Maria Anaela, non è u n fattore d i c o m ~ a a n i ao non
...
c o m ~ a a n i a ! auello che non sono riuscito a c a ~ i r eè
che ti chiedeva che devi accomDaanare MAMMA
/GELARDI Emanuela, ndrl daali s ~ e c i a l i s t(riferito
i al
p o t t o r e CINA', ndrl... allora i o ti ho detto ...
M.ANGELA: special... eh! (con il capo indica verso la sua sinistra,
* . ,mq. lasciando intendere che abbiano entrambi compreso di chi
stiano parlando, ndr)... dice (Darla Der MADONIA
8, G O
gimentica l e cose, ali chiedi... auando vai (abbassa il
fiono della voce, n d r l da CORVINA. da suo fratello,
da...
SALVATORE: Maria Angela! ...
Si lamentano della qualità dell'audio
SALVATORE: ... ti sto dicendo, io... che aueste cose. oerchè non se
la sbriaa CARLA con suo MARITO (COTTONE Carla e d il
marito perchè se le deve
sbrigare ...
M. ANGELA: (ride, ndr)
SALVATORE: ...
Maria Angela,
M. ANGELA: ... m i ha detto (parla per MADONIA Giuseppe, ndr), non
ne posso (ovvero "possiamo", ndr) fare più uso di eeeh... ...
però non li possiamo buttare! ...
mi faceva questi discorsi
così!... nemmeno ci vanno al telefono nemmeno ci vanno ...
al telefono! (inteso che MADONIA Aldo e la moglie
COTTONE Carla non prenderebbero parte alle
conversazioni telefoniche del detenuto MADONIA
Giuseppe, ndr)
SALVATORE: ...
ma Maria Angela ... inc...
M. ANGELA: ... n o n n e voqliono saDere niente di che dire!... e
perciò, ora s i sono r i v o l t i a me!... (continua parlando
p e r MADONIA G i u s e ~ p e , ndr)... tu sei per... i m i e i
occhi... qli occhi di NINO... qli occhi di e h h (Darla a
...
d e n t i stretti. ndrl... io... si, si
SALVATORE: Maria Angela, tu digli (a MADONIA Giuseppe, ndr)...
senti, io ho mio marito (MADONIA Salvatore, ndr), il
PAPA' (MADONIA Francesco, ndr) ... prima il PAPA', a
NICOLA ( D I TRAPANI Nicolò, fratello di Maria Angela,
ndr) a mio marito ed il bambino che... mica posso
abbandonare il bambino, io, che deve andare a scuola!?
M. ANGELA: mh! (annuisce, ndr)
SALVATORE: ...
tutte queste cose... e che che .... scusa...
M. ANGELA: si, ma t
G i u s e ~ ~ ndr)...
e, v a i da b i e (ovvero " ~ i e " , ndr)... dalla
Z I A BIE... dalla ZIA... dalla Z I A BEBI
SALVATORE: ... Maria Angela, l'altro giorno ...
M. ANGELA: ...
h o fatto niente, Derchè h o detto... ~ r i m m a i o marito!
SALVATORE: Maria Angela.. .
M. ANGELA: parla forte
SALVATORE: ... la problematica è... (si innervosisce, ndr)
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: t
p 1
non...
M. ANGELA: .m
strada! (inteso dal punto di vista economico, ndr)
SALVATORE: ...
... ecco... no.... Maria Angela
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: e
i
mi
9 9
9
che mi...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: . . ..... ~ e r ò .certe cose... tu sei
{"non vedi", ndr)... cioè
.... dove v e d i e d o v e s v e d i
M. ANGELA: mh
)
SALVATORE: .
PICCIRIDDU... n o n vorrei...
M. ANGELA: ... ah!... s e l a vuole f a r e andare là, la Z I A BEBI... là c i
p e v e andare! (verosimilmente a colloauio c o n
e
,- ndrl
SALVATORE: .
.. dove!?
M. ANGELA: eeehh... (indica con il capo la sua sinistra, ndr) ...dice
I p a r l a Der MADONIA G i u s e ~ ~ endr)...
, sai, o r a d e v o
vedere più in là di farmela venire auà, Derchè DUÒ ...
[verosimilmente DUÒ partecipare a l colloauio in
D
sicinore...(12cose07) (porta la
mano sulla fronte ed esterna seria preoccupazione, ndr)
SALVATORE: ... ma...
M. ANGELA: (parla per MADONIA Giuseppe, ndr) ...
dice devo ...
vedere. dice... Der ora. dice... ~ i inù là, forse... ~ e r c h è
può venire... che noi m e l o avevano f a t t o venire ...
inc... (12:12) i n
Successivamente, la DI TRAPANI comunicava al marito che attualmente il
dottore CINA' era ... '"vicino" alla ZIA L I N A ~ ~ovvero
, a DI TRAPANI Diego,(
ma poi... dove mamma... (abbassa il tono della voce, ndr) dal DOTTORE CINA!.. è
dalla ZIA LINA, se... e mi fa... dice... ci vai a domandare se a mia madre gli devono
dare... qualcosa (denaro,-ndr)... devi... perchè... ora, a quanto pare, è lui.. il
DOTTORE CINA!.. insieme alla ZL4 LZNA! (unisce le dita indice in segno di
vicinanza, ndr). Ed è proprio al predetto CINA' che Maria Angela, accompagnata
dalla GELARDI Emanuela, dovrà esplicitamente chiedere denaro per conto della
famiglia MADONIA.

SALVATORE: ... i o non l o so!... noialtri... inc... (21:50) ce ne


andiamo... sto coso... questo discorso che ti ha fatto
lui, a me non m i piace, Maria Angela! inc... ...
M. ANGELA: ah! ... di... do...
SALVATORE: ... non mi piace, completamente!... comple...
M. ANGELA: ... ..
però, m i ha detto... vedi che è. non sono io...
(abbassa il tono della voce, ndr)... è pure NINO che m i ha
detto d i dirti questo!
breve pausa
SALVATORE:
M. ANGELA:
... ma loro si rendono conto che t u sei una femmina?!
mh!
SALVATORE: o no?
M. ANGELA: ... così m i ha detto... NI... senò non me lo diceva... me
l'ha specificato mille volte...
SALVATORE: Maria Angela... ma... io li conosco megliodi te!
M. ANGELA: mh!
SALVATORE: ... Maria An... io li conosco meglio di te!. .. inc...
M. ANGELA: si... lui... inc.. . poi così dice.. . io non sapevo niente!
SALVATORE: Maria Angela, io li conosco e... - -.. L .I

'- M.~ANGELA: ... ...


eh! ... io pure, sangue mio! ma io ti sto dicendo che ci
voglio andare?!
SALVATORE: Maria Angela, io ti sto dicendo... i o ti sto dicendo... t u
vai l à e dici... fai... non fai... ma che fai?!... cosa è che
fai?!... cosa è?!
breve pausa
M. ANGELA: ... ma p o i... dove mamma... (abbassa il tono della voce,
ndr) dal DOTTORE CINA'... è dalla ZIA LINA, se... e m i
fa... dice... ci vai a domandare se a mia madre g l i
...
devono dare... qualcosa (denaro, ndr) devi... perchè. ..
ora a quanto pare è lui... il DOTTORE CINA'... insieme
alla ZIA LINA! (unisce le dita indice in segno di vicinanza,
ndr)
SALVATORE: ... chi?
M. ANGELA: .... (tono di voce molto basso, ndr)... il DOTTORE CINA'.. ..
SALVATORE: (non capisce, ndr)
M. ANGELA: ... la DOTTORESSA!... dove andava sempre tua madre
a farsi g l i esami... anticamente (si tocca la spalla
sinistra, ndr) ...
29
Fatto, questo, del resto già emergente nelle indagini per l'omicidio BONANNO, nell'ambito del quale sono
stati tratti in arresto esntrambi \
in sottofondo si sente il bambino giocare
M. ANGELA: ... dice... c i vai tu, con MAMMA... ti p o r t i il bambino... e
g l i dici... come dobbiamo fare?... che... (abbassa il tono
della voce, ndr) ...
qualche cosa n o n inc...?... perchè ...
aveva detto tempo fa a MAMMA che gliel'avrebbe ...
ehhh... dice... per una volta gliel'ha da... gliel'ha fatti
avere e poi no!... e poi gli ho detto... g l i faccio... ah!...
g l i h o detto... però a noialtri... g l i ho detto... m a i
niente!...
Maria Angela s;i lamenta della qualità dell'audio
SALVATORE: ... ...
Maria Angela io... quello che vorrei io... che... che... ...
non lo so... invece di andarti ad ingarbugliare in tutta
questa cosa... minchia dovevi dire ...
M. ANGELA: ... sangue mio, ascolta... un momento.. . prima di continuare
...
a parlare vedi che io ti sto soltanto dicendo quello che ...
non facciamo che tu pensi che io voglia (breve pausa) ... ...
sennò già l'avessi... l'avrei fatto.. invece, come hai visto.. . .
sono stata già un mese... dicendo sviando la qualsiasi! ... ...
eh!
SALVATORE: ... ma non c'era da sviare! ...
cioè... fra... l'hai ricevuta la
mia lettera?
M. ANGELA: no... da giorno ventisei, l'ultima è...
SALVATORE: ma quest'oggi ne abbiamo sei... giorno vent.. . t u dici da
giorno ventisei...
M. ANGELA: ... l'ultima tua lettera è del ventisei!
SALVATORE: ... si... e la tua ultima lettera, quand'è?
M. ANGELA: di lunedì
SALVATORE: lunedì ora?
M. ANGELA: ... e di domenica... no, di domenica!
SALVATORE: ... di domenica ora... e prima?... due lettere al mese?!
M. ANGELA: ...
... si, vabbè due lettere al mese!
SALVATORE: no!.. . no, no...
M. ANGELA: ... e tu, quanto?... mezza!
SALVATORE: ...
... ho ho un regime tutto particolare poi ne ho un altro ...
regime! ...
poi devo combattere con tuo fratello ( D I
TRAPANI Nicola, ndr)... che mi dice... perchè mia sorella
...
non mi scrive!? devo combattere con i miei...
M. ANGELA: (ride, ndr)
SALVATORE: ... no, no... e vabbè! inc... ...
M. ANGELA: ...
eh, eh ridi, ridi ...
SALVATORE: ... mia sorella non mi scrive... che perchè non mi scrive, mia
...
sorella? ma... mia sorella non mi scrive!... non... non lo
... ...
so! vedete voialtri! io non lo so... francamente io non ...
ne capisco!... poi sento questa cosa che non mi piace! a ...
me, ti sto dicendo, che non mi piace!! (24:55)
M. ANGELA: eh!... ed io lo sapevo che non ti piaceva!
SALVATORE: non mi piace!
M. ANGELA: ... lo sapevo!
SALVATORE: ...cioè, noialtri... per t r e anni... cioè...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... ... ...
cioè praticamente ed io ti ho detto sempre... Maria
...
Angela per favore ...
M. ANGELA: ...
eh! gliel'ho pure detto!
SALVATORE: ...
... per piacere lascia perdere! ...
M. ANGELA: ... gliel'ho pure detto! ...
(parla per MADONIA Giuseppe,
...
ndr) si... ma no... perchè ora t u devi provvedere a que ...
ti ... ti... ti... ti faceva così ...
(porta le mani al volto
producendosi nel gesto usualmente utilizzato per indicare
"lavare la faccia", ndr) I
...
SALVATORE: ... siii. .. ma lascia pe... io non voglio! ... non vo...
minchia! ...
non vo... (25:20)
Salvatore si rivolge per qualche istante al bambino
M. ANGELA: ... (continua a parlare per MADONIA Giuseppe, ndr)...
...
perchè io.... i o e NINO (MADONIA Antonino, ndr) q u à
siamo soli!... soli!!.. sennò moriamo!... come
mangiamo?! moriamo!......
SALVATORE: ... ...
e che è? la colpa è... (indica se stesso, ndr) ...?!
M. ANGELA: di suo fratello ....
(riprende a parlare per MADONIA
Giuseppe, ndr) ...
lo so (allarga le braccia, ndr)... non
possiamo... però nemmeno li possiamo buttare!
SALVATORE: ... e che cosa... no...
M. ANGELA: (ride, ndr). . .
SALVATORE: ... e che cosa... che cosa vuoi da me!?... da me che cosa
vuoi!? ... che cosa vuoi da me?!
M. ANGELA: ... nemmeno ci vanno alle telefonate! ... (si riferisce a
MADONIA Aldo ed alla di lui moglie COTTONE Carla, ndr)
SALVATORE: ...da me che cosa vuoi?!
M. ANGELA: noo... (porta la mano destra alla bocca, producendosi nel
gesto usualmente utilizzato per indicare l'atto del mangiare,
...
ndr) fanno i ricconi, soltanto! questa è la cosa che però ...
le mani così, no! (allunga il braccio in avanti tenendo le dita
della mano destra unite tra loro, ndr) ... prendono e basta!...
però prendono!

L'argomento "dottore CINA' Antonino", veniva ripreso il 26 aprile 2006, in


occasione del colloquio del detenuto MADONIA Antonino con la madre
GELARDI Emanuela. In particolare gli interlocutori, tra l'altro,
discutevano della gestione di interessi economici della famiglia e MADONIA
Antonino si preoccupava di conoscere le varie entrate di denaro che giungevano alla
madre da vari soggetti appartenenti all'organizzazione. In questo contesto ed a più
-- . - ..
riprese trattavano, tra l'altro, una ternatica direttamente riguardante il denaro che
doveva giungere alla famiglia MADONIA (e quindi alla GELARDI Emanuela),
proprio dal CINA' Antonino indicato come "DOTTORE e10

...
30

ANTONINO: con Il dolore alle s ~ a l l eva?... I doloretti nelle snalle?


EMANUELA: ehhh... né buoni e né tinti (brutti, ndr)
ANTONINO:
EMANUELA:
.
gualche cosa l'hanno portata?.. te li m n o dati?. si?...
... né buoni e né tinti!
..
ANTONINO: ... chi?...
EMANUELA: ... chi?
ANTONINO: sempre... (breve pausa, i due non sono ben visibili in viso ndr)... è arrivato
qualche cosa?
EMANUELA: (non capisce, ndr)
ANTONINO: (ripete, ndr) ... p arrivato aualcosa?
EMANUELA: DO. no. niente
ANTONINO: niente!
EMANUELA:
ANTONINO:
,.. anzi, mi ha detto ...
mi saluta...
EMANUELA:
ANTONINO:
... ... ...
di dirtelo se chissà ~ olài devo andare dal DOTTORE!
$e lo ha detto ROSANNA?
Si comprendeva, quindi, come a settembre dell'anno 2005, GELARDI
Emanuela si fosse recata dal medico CINA1 (sempre indicato con l'appellativo
DOTTORE ovvero FISIOTERAPISTA) per avanzare, evidentemente per conto del
figlio Nino, richieste di tipo economico; queste richieste, secondo quanto riferito
dello stesso DOTTORE alla GELARDI, avevano trovato risposta favorevole (e nella
restante parte della trascrizione veniva indicato anche tramite chi il denaro veniva
recapitato).

L'argomento veniva poi ripreso il 4 maggio2006, quando DI TRAPANI


Maria Angela si recava a L'Aquila per effettuare il periodico colloquio con il marito
detenuto MADONIA Salvatore 3. In questa circostanza DI
TRAPANI Maria Angela, tra l'altro, raccontava al marito di non essersi in alcun
modo attivata per recarsi dal DOTTORE CINA1 unitamente alla suocera
(GELARDI Emanuela) proprio perchè quest'ultima, il 27 aprile 2006 (all'indomani
del colloquio effettuato con il figlio NINO) si sarebbe recata (senza dirle nulla) dalla

YANUELA: ROSANNA è qua!


NTONINO: eh!
HANUELA: eh!
NTONINO: ... e chi te lo ha detto che devi andare...
YANUELA: JtOSANNA dice.. .
NTONINO: ,., che devi andare. dove?
YANUELA: ...inc...
NTONINO: lei?!...
YANUELA: (annuisce, ndr)
NTONINO: ,,, e oerché te lo ha detto lei!?. . .
YANUELA:
YTONINO:
...come
inc... lo sa pure?
lo sa?!... da dove lo sa?!..; -.
... noi.... Me l'ha detto... dice.... Glielo dica se ci sono problemi...
YANUELA:
YTONINO: .,W smau nnon deve andare in nessun oostol.., non deve andare in
oosto, ok?!... lei?!! ... deve andarci lei!!?...
EMANUELA: ah?
ANTONINO:
EMANUELA:
ANTONINO:
'a deve and
arti?!

ve andare in n e s a ~o-ma
=li di aueste cose?!
ooi.., con ROSANNA. oerch4
io... madre! ... che ne so, io?!... inc...
EMANUELA:
ANTONINO:
EMANUELA:
... si, dico... non... Don oarlare di aueste cose con
si, si
.... Mi sono sdegefe2
ANTONINO: eh!... dimmi una cosa!,..
~erciòt u semore... semore aI solito auesti,
puesti doioretti aua. diciamo così... alla schiena!? (porta la mano
sinistra alla schiena, ndr)
EMANUELA: ,.. insomma!... certo. forte forte no. ma insomma!.... c'è auando
~ i risento
e e C*&auando no ...
ANTONINO: Ppluzione!?
EMANUELA: ,.. no. niente!... ci passo per esempio...
ANTONINO:
EMANUELA:
...
solo... polo CAPEI U USCI. auesti di là. auelli solo
... insomma... si tira...
...
ANTONINO: si, perché...
EMANUELA: si, si, si... che io così, si, si, si...
ANTONINO: eh!... solo ... inc...
EMANUELA: certo, certo
ANTONINO: ... siccome lei mi aveva scritto, no?
EMANUELA: eh
ANTONINO: dice che c'è l'avvocato, la... quello di Napoli
[...l
ZIA LINA (DI TRAPANI Diego) e il giorno successivo (28 aprile 2006)' sarebbe
addirittura stata notataferma in Piazza San Lorenzo. La DI TRAPANI lasciava così
intendere al marito come la suocera GELARDI Emanuela si fosse autonomamente
(su indicazione del figlio NINO) attivata anche nella ricerca del DOTTORE
CINA'~',non interessandola (volontariamente) in tal senso.

M. ANGELA: (abbassa il tono della voce, ndr)... DOiTORE CINA'!


SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... non ci vado, ~ e ora!...
r ~erchè,a auanto ~ a r la e tua
ma... tua madre (GELARDI Emanuela, ndrl era ferma
... ~ i a z z aSan Lorenzo... (usa il labiale, sicuramente ha
indicato un luogo ove incontrare il Dott. CINA' Antonino
ndr) ...l'hanno vista!... eeeh... è andata l'altro aiorno
dalla ZIA LINA ( D I TRAPANI Diego, ndr) solo. che se ... ..
una è demente che ti dice a te... la MAMMA... (mima il
gesto di accompagnare con la mano, ndr) guando è...
andata da NINO... (MADONIA Antonino, ndr) ...
all'indomani, era dalla ZIA LINA e do.... all'indomani
. ...
ancora... a ~ i a z z aSan Lore.. ferma! (abbassa il tono
della voce e con le mani produce una forma circolare,
volendo indicare probabilmente un luogo ove incontrare il
Dott. CINA) [
ci fu, mi fa... (parla per conto della GELARDI Emanuela,
ndr)... t
[
SALVATORE: ...Maria Angela, le cose... perchè ci dobbiamo prendere
questo problema?!
M. ANGELA: ...t u pensi che io mi vado a fare la bile che mi... inc.. . ma
perchè?!... è cosa che porta a me?!
SALVATORE: Maria Angela, non è un fattore di potere! ... è un fattore di
chiarezza! ... un fattore di chiarezza, lui ti dice... sta dicendo
certe cose, e gli dici... senti, io mi sono presa un impegno,
per andare da PAPA'... io ho...

Come richiesto da MADONIA Antonino, il 20 maggio2006 GELARDI


Emanuela e DI TRAPANI Maria Angela si recavano a Biella per effettuare un
colloquio con l'altro figliolcognato MADONIA Giuseppe. L'ascolto dello stesso è
risultato di difficile comprensione per ragioni di natura tecnica, ma, come si avrà
y
modo di vedere più avanti, l'argomento CINA Antonino è stato verosimilmente
trattato. In specie, risulta che - dopo il colloquio - il 25 maggio2006, alle ore 08:21,
DI TRAPANI Maria Angela dall'utenza intercettata telefonava alla suocera

Serve sottolineare come la doma riconduca Piazza San Lorenzo al dottore CINA' Antonino. Ciò
perchi?,come si avrà modo di vedere più avanti, le due dome andranno in cerca di CINA' Antonino
proprio andandolo a cercare in Piazza San Lorenzo. ove insiste la residenza della madre dello stesso
GELARDI Emanuela alla quale chiedeva se la stessa volesse uscire. Ottenuta
risposta affermativa Maria Angela le diceva di farsi trovare pronta per le ore dieci
che sarebbe passata a prenderla a casa sua [A~~ECATO'MIO).

M. ANGELA: ehi mamma ...


EMANUELA: .. si ciao
M. ANGELA: mi pareva che te l'avevi dimenticato ... ma che fa non
chiamò più
EMANUELA: no ...incompr ... avanti che lo preso ... avanti ... che dicevi
M. ANGELA: ah ti sei alzata ora?
EMANUELA: dormivo!
M. ANGELA: ah dormivi e ti ho svegliato io
EMANUELA: subito ... dissi: ma chi è?
M. ANGELA: (ride) va bene ... eh senti qua ...
EMANUELA: eh!
M. ANGELA: che fa usciamo stamattina ...
EMANUELA: come?
M. ANGELA: usciamo stamattina ... ti fai trovare pronta vestita ... alle
dieci o nove e mezza
EMANUELA: e qua alle dieci
M. ANGELA: alle nove e mezzo ...
EMANUELA: alle dieci, alle dieci ...
M. ANGELA: alle nove e mezza ... non è meglio alle nove e mezza ...
EMANUELA: alle dieci ...
M. ANGELA: alle dieci?
EMANUELA: si perché ...
M. ANGELA: allora io ... alle dieci io ti suono e t u scendi
EMANUELA: va bene
M. ANGELA: va bene?
EMANUELA: si, si ...
M. ANGELA: Fatti trovare pronta non m i fare perdere tempo
EMANUELA: no, no ... va bene
M. ANGELA: e non te lo dimenticare scrivetelo ... (ride)
EMANUELA: ciao, ciao
M. ANGELA: ciao

Contemporaneamente, e precisamente alle ore l O: l l, all'interno


dell'autovettura Citroen C1 targata DA688LM in uso a DI TRAPANI Maria Angela
veniva intercettata la conversazione tra la stessa e la suocera GELARDI Emanuela.
Si comprendeva come le due donne, in questa circostanza, si stavano recando in un
luogo non meglio indicato, ma che intendevano tenere comunque celato da eventuali
investigazioni, come emergeva chiaramente dalle precauzioni osservate durante il
percorso; DI TRAPANI Maria Angela, infatti, si assicurava dapprima che la
suocera GELARDI Emanuela non avesse con sè telefoni e successivamente,
rivolgendosi al figlio MADONIA Francesco, gli intimava di passargli il telefono
cellulare e di spegnerlo. In seguito domandava alla suocera la strada da percorrere per
arrivare nel luogo di interesse ~ U E G ~ ~31).
Q

M. ANGELA: telefonino hai qua?


EMANUELA: no
M. ANGELA: .. ...
ah. ora IIVC... con il mio
EMANUELA: no... non me lo porto mai, chissà perchè
M. ANGELA: dammi auel telefonino... sveani il telefonino mio...
...
Francesco che è nella borsa
EMANUELA: ...
inc...
M. ANGELA: 1
FRANCESCO: non lo trovo
M. ANGELA: è lì... inc... t u mai niente trovi!... me lo devi dire tu...
EMANUELA: eh
M. ANGELA: aui da dove devo rendere me lo devi dire tu
EMANUELA: ...
aspetta fermati che poi ci inc...
M. ANGELA: si
FRANCESCO: dove stiamo andando?
M. ANGELA: ...
ora la macchina il parcheggio dove lo troviamo?
EMANUELA: il primo posteggio che vedi... là ti metti
M. ANGELA: no qua è... inc...
FRANCESCO: dove stiamo andando?
M. ANGELA: statti zitto Francè... a momenti abbuschi (ndr: ti do botte) ...
suo padre quello pronto è?

Alle ore 10:37, invece, dopo che le due donne erano state viste citofonare al
civico 12 di Piazza San Lorenzo, all'intemo dell'autovettura Citroen C1 targata
DA688LM in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva intercettata altra
conversazione del seguente tenore

- LP

M. ANGELA: ... inc... no niente... no


EMANUELA: m i sembrava che
M. ANGELA: s q l i
dobbiamo portare qualche elenco... qualche cosa
... breve pausa ...
EMANUELA: gli hanno mandato il ...
riposo..
M. ANGELA: ...
e glielo hanno levato si il ... inc...
EMANUELA: ... inc...
M. ANGELA: si e sua sorella dice: no gli hanno levato tutto completo ...
lui per ora la mattina è a casa, ma a casa per ora è uscito e
...
non c'è... non m i ha voluto dire niente sua sorella m i ha
troncato e mi fa: signora io non posso perchè ho mia madre
che sta male
EMANUELA: per non darti tante...
M. ANGELA: si hai capito!
EMANUELA: tante informazioni
M. ANGELA: infatti... inc... ci abbiamo risuonato e lei neanche ha
risposto.. . perciò
EMANUELA: e ora dove stiamo andando? dove dobbiamo andare
Appariva quanto mai chiaro che la persona che le donne stavano cercando era
proprio CINA' Antonino. In piazza San Lorenzo 12, infatti risultava risiedere
CINA' Giuseppa, di Francesco e SCHIERA Maria, nata a Palermo il 15 ottobre
1943, sorella dello stesso CINA' Antonino. A riscontro dell'intuizione si riferisce
che nello stesso immobile e nello stesso nucleo familiare della CINA' Giuseppa,
risultava risiedere anche SCHIERA Maria ( P a l m o 04 febbraio 1914) madre dei
germani CINA' Antonino e CINA' Giuseppa. ... non mi ha voluto dire niente...
""

sua sorella mi ha troncato e mi fa: signora io non DOSSO perchè ho mia madre che
sta male"" La conferma che le donne non erano riuscite nel loro intento, ossia a
contattare CINA' Antonino, si aveva dall'analisi di uno scritto prodotto da DI
TRAPANI Maria Angela ed indirizzato al marito MADONIA Salvatore.
y*r&' ~i"Ygo)
Occorre precisare che la lettera in argomento riporta testuale la data di
"Giovedì 24-05-06". Si ritiene che erroneamente sia indicata la data del 24
maggio2006 in quanto ricorreva di Mercoledì ed anche perché dall'attività non
risultava che la stessa era uscita con la suocera, cosa che effettivamente, invece, si era
verificata, come visto Giovedì 25 maggio2006.

STAMATTINA
SONO USCRD CON TUA MADRE, SONO ANDATA A PRENDERLA PER ALCUNE COSE
CHE PIPPO DESIDERAVA, E COSI SIAMO USCITE INSIEME, MA SENZA PORTARE LO STESSO NIENTE
A COMPIMENTO.

I1 29 maggio2006, alle ore 10:42-all'interno dell'autovettura Citroen C1


targata DA688LM in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva intercettata la
conversazione tra la stessa e la suocera GELARDI Emanuela. Quest'ultima
chiedeva alla nuora notizie del dott. CINA' e la DI TRAPANI rispondeva che lo
stesso non si era ancora fatto sentire
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
EMANUELA: ... e dimmi una cosa ..., il DOTTORE CINA' come è finita?
M. ANGELA: ... che ... non si è fatto sentire!. .. non glielo abbiamo
mandato a dire allora ...?!. .. ma il DO... maa... aspe'... talia
(guarda, ndr)
(tratto incomprensibile - radio accesa e toni di voce bassissimi)
EMANUELA: dice che lo sapeva... inc ...
M. ANGELA: ..
. lo sapeva il fatto?
(tratto incomprensibile - radio accesa e toni di voce bassissimi)
M. ANGELA: ...
e glielo hai detto a SUO fialio per dirgli che si deve fare
vedere?!
EMANUELA: inc ... ...
M. ANGELA: ... MAMMA, ...
allora perciò... quello ti torna a dire se ... ....
sembriamo che poi non glielo vogliamo chiedere!
EMANUELA: ora... ora... inc...
M. ANGELA: ... cioè, lui cosa è, stupido?! ... non lo sa che per andarci,
abbiamo bisogno?
EMANUELA: e che non lo sa?!...si, lo sa ora, lui!
M. ANGELA: ...
eh! ed allora si farà sentire lui! ... inc...

I 3 giugno 2006, alle ore 18:27 MADONIA Giuseppe, dal


1
carcere, effettuava la periodica telefonata presso l'abitazione della
madre r&ig&dkb$%S). Nella circostanza il detenuto domandava a
M I L I A Rosaria se la madre (GELARDI Emanuela) fosse uscita
con Maria Angela nei giorni precedenti ricevendo dalla stessa
M I L I A Rosanna testuale assicurazioni: "la scorsa settima na
Emanuela e Maria Angela hanno fatto una BELLA PASSEGGIATA".

I1 6 giugno2006, alle ore 10:14, DI TRAPANI Maria Angela dall'utenza


intercettata telefonava alla suocera GELARDI Emanuela alla quale, tra l'altro,
ricordava che il sabato successivo (10 giugno2006) alle ore 09:30 la sarebbe passata a
prendere per una non meglio precisata meta. Ritenendo l'appuntamento di interesse
investigativo per il Sabato 10 giugno2006 si sarebbe predisposto un servizio di OCP
$#$$), da cui risultava che la DI TRAPANI incontrava CINA' Antonino
e GRAZIANO ~ i n c e n z o In
~ ~specie
. risultava che la DI TRAPANI si recava con la

32

Ore 07:55 Inizia il servizio di osservazione nei pressi del civico 44 di via Giuseppe Cimbali di Palermo.
Ore 09:34 DI TRAPANI Maria Angela e il proprio figlio MADONIA Francesco. a bordo dell'autovettura
Citroen C1 di colore grigio met., targata DA688LM (intestata a SCROI Rosa, nata a Palermo 1' 11
maggio1939, residentea Cinisi nella c.da Cipollazzosnc.) giungono in via G. Cimbali. Qui,
all'altena del civico 44, si fermano e vengono persi di contatto.
Ore 09:46 DI TRAPANI Maria Angela, il figlio e CELARDI Emanuela, a bordo dell'autovemira Citroen
CI, escono dalla via G. Cimbali e si allontanano. I tre, dopo aver percorso alcune vie cittadine,
giungono in via Papa Sergio I. Qui, svoltano a sx. per la via Cardinale Rampolla e vengono persi di
contatto.
Ore 09:55 Si nota, l'autovettura Citroen C1 targata DA688LM. parcata nei pressi del civico 8/F di via
Cardinale Rampolla.
Ore 11:13 DI TRAPANI Maria Angela, il figlio e CELARDI Emanuela escono dal civico 8/F salgono a
bordo dell'autovettura Citmen C1 e si allontanano. Gli stessi, dopo aver percorso varie vie cittadine,
giungono in via G. Cimbali. Qui, all'altezza del civico 44 si fermano. CELARDI Emanuela scende
dall'autovettura ed accede al predetto civico (ore 1135).
Ore 11:38 DI TRAPANI Maria Angela e il figlio, a bordo dell'autovettura Citroen C I, escono da via G.
Cimbali e si allontanano. I due dopo aver percorso alcune vie cittadine giungono in via Del
Granatiere. Qui, all'altezza del civico I I, si fermano e dopo aver parcato, in doppia fila, DI
TRAPANI Maria Angela scende dall'autovettura ed accede al panificio "CRQZIANOSolvatore"
ubicato al civico 11/13 di detta via (ore 11:51).
Ore 11:55 DI TRAPANI Maria Angela esce &l predetto panificio si pone alla guida dell'autovemira Citroen
C1 e unitamente al proprio figlio si allontana. I due, dopo aver percorso alcune viecittadine,
giungono in via Emilia ove, ad angolo con la via Ausonia, si fermano. DI TRAPANI Maria Angela,
dopo aver parcato l'autovettura, in doppia fila, scende ed accede all'interno del supermercato
denominato =EFFE 1 srl", ubicato al civico 14-22 di via Ernilia.
Ore 12:08 DI TRAPANI Maria Angela esce &l predetto supermercato. seguita da un soggetto sconosciuto
(basso e tarchiato) che trasporta un carrello pieno di sacchetti di spesa. Quest'ultimo aiuta a caricare i
I
suocera al numero 8/f di via Cardinale Mario Rampolla di Palermo. Che i soggetti
incontrati fossero CINA' Antonino e GRAZIANO Vincenzo deriva dal colloquio
che il successivo 15 giugno2006 DI TRAPANI Maria Angela aveva con il suocero
MADONIA Francesco, lì ristretto presso la Casa Circondariale di Napoli

Nella circostanza, tra l'altro, DI TRAPANI Maria Angela riferiva al suocero


i movimenti effettuati dalla stessa il Sabato precedente (dunque, proprio il 10
giugno2006) e lo informava di avere accompagnato la GELARDI Emanuela ad
incontrare il Dottore CINA1 Antonino e tale Viciuzzu (nome con il quale sono soliti
indicare GRAZIANO ,Vincenzo, come può evincersi dall'ordinanza di custodia
7
cautelare nel proc. 38/08 c.d. Addiopizzo l). Nell'occasione CINA e GRAZIANO
avevano consegnato alle donne quattromila euro. Di questa somma,
millecinquecento euro erano stati destinati alla stessa DI TRAPANI Maria Angela,
cosi come in precedenza disposto dal cognato MADONIA Giuseppe che le aveva
assicurato tale "entrata" mensile.

M. ANGELA: papà, io ho paura ad andare a casa della mamma (di


GELARDI Emanuela ndr) perchè se per sbaglio gli
mancano i soldi ...
perchè loro si prendono i soldi e nel
mentre dicono che li ho presi io ...INC... se li è presa quella
...
un domani ... mi capisci?
FRANCESCO: (con il movimento del capo fa cenno di aver capito)
M. ANGELA: papà, cerca di capire e intendere quello che ti dico
FRANCESCO: (dimostra nervosismo e sbatte ripetutamente la mano
destra sul tavolo)
M. ANGELA: eeehhh P~DDO(MADONIA G ~ u s ~ D Dha ~ ) avuto un
p p o
doveva ~ a a a r e
a n
... i mese
dice ti dò 1.500 euro
che mi ...
Jmillecinauecentoeuro) diciamo oani mese ...
dice, ...
sacchetti all'intemo dell'autovemua e subito dopo si allontana verso il supennercato, nel contempo
DI TRAPANI Maria Angela si pone alla guida dell'autovettm Citroen C1 e unitamente al figlio si
allontana. Percorre la via Ausonia e all'altezza del civico 54. ove insiste il bar denominato
"CILLY'S C A F ~ "si ferma (ore 12:lO).
Ore 12:12 PIZZO Pietro, nato a Bmklin (U.S.A.) il 14 giugno1976, residente a Cinisi (PA) in via San
Giovanni nr. 22 e una donna non meglio visualizzata. a bordo dell'autovettura Volkswagen Polo di
colore grigio targata BH266JJ (intestata a TRANCHINA Vincenza nata a Carini il 19 gennaio
1937 residente a Cinisi via San Giovanni nr.22). rispettivamente autista e passeggero del mezzo,
giungono nei pressi del civico 54 di via Ausonia. I due, dopo aver parcato I'autovemua, scendono ed
iniziano a conversare con DI TRAPANI Maria Angela. Dopo pochi minuti la donnrr non meglio
v i s u a b t a si allontana entrando all'intemo del bar "GILLY'S C A F E .
Ore 12:14 PIZZO Pietro si allontana entrando all'intemo del suddetto bar.
Ore 12:16 PIZZO Pietro ed un soggmo non meglio visualizzato verosimilmente dipendente del suddetto
esercizio commerciale, escono dal bar e si avvicinano a DI TRAPANI Maria Angela che per tutto il
tempo era rimasta seduta all'intemo dell'autovettm. I tre conversano.
Ore 12:18 PIZZO Pietro ed il soggetto si allontanano entrando all'intemo del bar.
Ore 12:19 DI TRAPANI Maria Angela e il figlio, a bordo dell'autovettura Citroen C1 si allontanano e dopo
aver percorso alcune vie cittadine giungono in via San Lorenzo ove vengono sganciati (ore 12:21).
Ore 12:22 Il servizio viene sospeso.
se ti bastano ...
a me o bastano o non bastano, mi ha...
detto questo ... mi capisci? non sono io il tipo perchè non
l'ho mai fatto ... (PAUSA) ... p a ~ à ho
, accom~aanatola
mamma Sabato ...
Per altri motivi ...
da Cinà e da
Viciuzzu ... e ci hanno dato 4.000 euro
{auattromilaeurol ...
ed ho detto a mamma: lo sai che
Pimo ha detto che di auesti devi dare milleecinaue a me (da
intendere 1.500). Di solito ...
prima non lo avrei mai fatto ..
ma ho detto, ma perchè? Pippo m i ha detto così ... ed è un
pensiero di P~DDO. La mamma me li ha dati ( i soldi ndr) ...
perchè già me li doveva dare prima ... e se li sono
manaiati (riferimento a MADONIA Aldo e COTONE Carla
ndr) lui ha fatto finta di ....
no, non mi ridere ... lui ... m i
capisci?

Ulteriori notizie su detto incontro venivano acquisite il 15 giugno2006,


allorquando DI TRAPANI Maria Angela si recava a Parma per effettuare un
colloquio con il fratello detenuto DI TRAPANI Nicolò. ~(A~&EGA'~o
SC3)
Nell'occasione DI TRAPANI Maria Angela informava il fratello che nella settimana
precedente (esattamente il 13 giugno2006, come verificato da servizio di o.c.~.") si
era dovuta recare dallo zio DI TRAPANI Diego, nonostante i dissidi esistenti con lo
stesso. Questa era stata infatti un'esplicita richiesta di CINA' Antonino, incontrato
unitamente alla suocera. L'incontro con DI TRAPANI Diego doveva portare ad una
soluzione delle difficoltà economiche della famiglia MADONIA/DI TRAPANI.
CINA' la aveva invitata a ritornare-nuovamente da lui solo dopo aver Parlato con lo
zio DI TRAPANI Diego ("dice: "si! signora, m i faccia una cortesia, vada da sua
ZIA, prima, e p o i noi c i rivediamo'l)

ANGELA: ah ... l'altro giorno avevo visto tutti e due ... quando sono
uscita con mia suocera ...
dottore CINA' ...
dottore CINA'
... CINA' ...( abbassa notevolmente la voce e comunica con
il labiale, ndr) ...
NICOLO': uh ... (annuisce) ...
ANGELA: a auanto ~ a r eé così (indica aualcosa con la mano destra,
ndrl ... con la Z I A LINA ...
NICOLO': si... si! ...
ANGELA: D
0 0
vedere (comunica con il labiale e con la mano destra
produce il gesto dei soldi, ndr) ...
che dobbiamo fare?" ...
NICOLO': ...
si! si! ...

I1 13 giugno2006 il servizio di 0.c.p. effettuato verificava lo spostamento della DI TRAPANI Maria


Angela nella contrada Cipollazzo del Comune di Cinisi ove risultava risiedere l'allora capo del
mandamento di Resuttana DI TRAPANI Diego (vds. All. ** - relazione di servizio del 13
giugno2006) I
ANGELA: eh ...
mi fa, dice: deve andare dice dalla sua ZIA". Gli
faccio: no io...
NICOLO': ma lui sempre lo studio ha? ...
ANGELA: no! ...
no! ...
gli ho detto: ma perchè devo andare da mio ...
io sono stata mandata qui ... (con la mano desta indica
come se volesse dire "da te", ndr) ...
dice: "si! sianora, mi
faccia una cortesia, vada da sua ZIA, rima, e ~ onoi i
.
ci rivediamo" Che cosa gli potevo dire davanti a lei (sua
suocera, ndr) ... per questo sono dovuta andare dalla ZIA
LINA ...
NICOLO': eh ...
(annuisce,ndr) ...

Quanto al nuovo incontro con CINA', un ulteriore servizio di 0.c.p. effettuato


il 19 giugno2006 permetteva di certificare che la DI TRAPANI Maria Angela e la
suocera GELARDI Emanuela ~ ~ ~ @ tornavano
~ ~ in Via
& Cardinale
@ )
~am~ulla~~.
Riscontro all'ipotesi che in questa data la DI TRAPANI avesse incontrato
CINA' si aveva il 30 giugno2006 nel corso di un colloquio al carcere di Biella che la
DI TRAPANI Maria Angela aveva con il cognato MADONIA Giuseppe
( ~ A S ~ sebbene
~ Z )il ,tratto di conversazione che segue risulti di non facile
intelligibilità, in quanto i colloquianti dialogano bisbigliandosi all'orecchio.
In specie, si percerpiva che i due stavano parlando di una persona che era
detenuta "... per lo meno ... eehhh ... che QUELLO ... (sovrappone i gomiti ad
indicare lo stato di detenzione, ndr) ", che DI TRAPANI Maria Angela aveva
incontrato due niorni rima, verosimilmente del suo arresto, rimanendovi a parlare

34

Ore 09.40 D1 TRAPANI Maria Angela, ilfiglio e GELARDI Emanuela, a bordo della Citroen CI, di colore
grigio me!.. targata DA688LM (intestata a SGROI Rosa, nata a Palermo 1'1 1 maggio1939, residente
a Cinisi nella c.da Cipollazzo snc.) escono dalla via G. Cimbali e si allontanano. 1tre, dopo aver
percorso alcune vie cittadine, giungono in via Cardinale Rampolla. Qui, all'altena del civico 8, si
fennano. Dopo aver parcato l'autovettura, scendono ed accedono al civico 8/F (ore 09:53).
Ore 09:54 Nei pressi del civico 8 di via Cardinale Rampolla viene notato. li parcato il qradriciclo AICAM 50,
targato 9,4328.
[...l
Ore 10:38 DI TRAPANI Maria Angela, il figlio e GELARDI Emanuela escono al civico 8/F salgono a bordo
dell'autovettura Cimen C1 e si allontanano. Gli stessi, dopo aver percorso varie vie cittadine,
giungono in via G. Cimbali. Qui, all'altena del civico 44 si fennano. GELARDI Emanuela, scende
dall'autovettura ed accede all'intemo del predetto civico (ore 10:45).
Ore 1053 GRAZIANO Vincenzo viene notato, dietro la vetrata del portone d'ingresso del civico 8/F di via
Cardinale Rampolla. Subito dopo, lo stesso, si addentra all'intemo del medesimo civico.
Ore 11:I 1 si nota GRAZIANO Vincenzo in attesa dietro la vetrata del portone d'ingresso del civico 8/F di via
cardinale m p o l l a e, subito dopo, addentnirsi all'intemo del medesimo civico.
Ore 11:15 GRAZIANO Vince- viene notato, affacciarsi al balcone posto al 2" piano del civico 8/F di via
Cardinale Rampolla. Subito dopo, rientra.

Ore 11:30 GRAZIANO Vincenm viene notato, uscire a piedi da una sbadina. a forte pendenza34. Lo stesso, si
pone alla guida del quadriciclo AlCAM 50 targato 9,4328 e si allontana. Lo stesso, dopo aver
percorso alcune vie cittadine, giunge in via Antigone. Qui. accede all'intemo di una stmdinaM
contrassegnata dal civico 99 e viene perso di contatto.
i
per circa un'ora "prima che ... due giorni prima che lo ... ehhh ... ci eravamo visti!
... e siamo stati un'ora a parlare ... ". In effetti CINA' Antonino il 30 giugno2006
risultava effettivamente detenuto poiché sottoposto a fermo di p.g. il 20 giugno2006,
e, dunque, DI TRAPANI Maria Angela il 19 giugno2006, come detto alla vigilia
dell'arresto del CINA' (ma non due giorni prima - come affermato - ma solo un
giorno prima) si era recata in Via Cardinale Rampolla 8If ove era rimasta per circa
un'ora . Del resto lo stesso MADONIA Giuseppe ha pronunciato nel corso del
dialogo con la cognata il nominativo del dottore CINA': " ... (incomprensibile,
unisce le dita indice in senso di legame, ndr) ... DOTTORE CINA '... ".

GIUSEPPE: QUELLO... QUELLO è .... ingegnoso ... è ingegnere .... è


ingegnoso
M. ANGELA: ha una mente ... per lavorare ...
GIUSEPPE: ehhh ... può essere che ...
M. ANGELA: (incomprensibile) ... diventare ...
GIUSEPPE: gli dici ... ci spero su di te ... vedi t u cosa puoi fare ... dici se
chissà ... per quello che t i ho detto io ... deve intervenire ...
quello ci pensi tu, ok?
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ... ci penso io
GIUSEPPE: (incomprensibile) ... bisogno ehhh ... intervieni t u ...
M. ANGELA: si
GIUSEPPE: (incomprensibile) ... se devo fare qualche cosa io ...
M. ANGELA: si
GIUSEPPE: dice ... no non ce n'è ... me la sbrigo io ... va bene ... però ...
teniamole ...
M. ANGELA: si
GIUSEPPE: ... Der lo meno ... eehhh ... che OUELLO ...fsovra~~one
D)
.(pausa, ndr) .. ..
GIUSEPPE: ... perciò altre cose ... (pausa, ndr) ... (incomprensibile,
labiale, ndr) ... quindi tu ... tempo addietro ... appresso ti
pensi che ... eh?
M. ANGELA: quando fu, si ... che io l'ho visto ... me lo hanno pure detto ...
erano (incomprensibile) ... tempo fa ...
GIUSEPPE: si?!
M. ANGELA: ... ora io non vedo nessuno ... però ... (incomprensibile) ... ci
ha detto così ...
GIUSEPPE: si, si (incompresnibile)
M. ANGELA: me l'ha scritto ...
GIUSEPPE: come?
M. ANGELA: ... mi ha detto così ... poi ...
GIUSEPPE: quindi ... quindi ... e può essere ... non è che ti pare che ...
qua ... (indica i tavolini li presenti, ndr) ... (incomprensibile)
M. ANGELA: ... (incomprensibile) ... p~
l p
parlare ...
GIUSEPPE: dove?
M. ANGELA: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio del detenuto, ndr) ...
GIUSEPPE: ah, ah, ah, ah!
M. ANGELA: ... (incomprensibile) ... hai capito? ... (incomprensibile) ...
(breve pausa, ndr)
t
GIUSEPPE: (incomprensibile, unisce le dita indice in senso di legame,
ndr)
M. ANGELA: eh?
GIUSEPPE: (incomprensibile, unisce le dita indice in senso di legame,
ndr) ... DOTTORE CINA' ...
M. ANGELA: ... me l'ha accettato a me! ... infatti lui m i diceva ... lo dica ...
dice ad ALDO
GIUSEPPE: ah, ah ... dice ... può essere che ... (unisce le dita indice in
senso di legame, ndr) ...
M. ANGELA: ... così si mette pure a disposizione, m i capisci? ... più ...
GIUSEPPE: si, si, ho capito, ho capito
M. ANGELA: (incomprensibile)
GIUSEPPE: perfe ... perfetto
M. ANGELA: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio del detenuto, ndr) ...
nel momento in cui ... (incomprensibile) ... con lui! ... così
nessuno lo ...
GIUSEPPE: si, si, si

Conferma ai contatti con CINA' si avevano da una lettera che MADONIA Antonino
> v il -
il 25 giugno2006 scriveva al fratello MADONIA Giuseppe t i 4 ~ X h $ " .

In relazione al contenuto della lettera:


- la frase "caldo afoso degli ultimi giorni (44 gradi)", va interpretata come
chiaro riferimento agli arresti dell'operazione di polizia c.d. "Gotha"
- la conseguenza fosse il "riacutizzarsi dei malanni" significava il denaro ai
familiari non sarebbe potuto arrivare con puntualità;
- Come deriva dalle acquisizioni del 26 aprile 2006, poi, il "jsiatra che
conosce Giusy di Lina" era da identificare proprio in CINA' Antonino. Lo
scritto quindi, andava interpretato nel senso che l'arresto di CINA'
Antonino avrebbe causato la mancanza di corresponsione di denaro ai
familiari dei mafiosi.

In ultimo, il 14 dicembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a


L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto MADONIA Salvatore

PER QUANTO RIGUARDA LA LE'ITERiNA DI CARLA, LE CONDIZIONI DI SALUTE DI MAMMA SONO


STAZIONARIE, PURTROPPO I DOLORI ALLA SCHIENA SONO QUELLI FASTDIOSI E POI CON QUESTO CALDO
AFOSO DEGLI ULTIMI GIORNI (44 GRADI) c'È DA ASPETTARSI IL RIACUTIZZARSI DEI MALANNI. QUINDI
DOBBIAMO DOSARE LE ENERGIE DELLA MAMMA PER VENIRCI A TROVARE E NON FARLA STRAPAZZARE
TROPPO.
IO ERO CONTENTO CHE CON LE FISIOTERAPIE DEL FISIATRA CHE CONOSCE GNSY DI LMA, LE CONDIZIONI
REUMATICHE ED ARTICOLARI SI FOSSERO S T A B I L E ~ T E ,M A L'AFA E L'UMID~TADELU) SCIROCCO DEI
GIORNI SCORSI NON MIGLIORANO LO STATO DI SALUTE.
(ALLEGATO 1411). I1 tratto di conversazione che segue si rivela assai utile a fini
probatori in quanto è la stessa DI TRAPANI Maria Angela a confermare che
durante gli incontri avuti con il CINA' Antonino erano stati trattati argomenti di
natura illecita. La donna, infatti, comunicava al marito che forse il dottore CINA'
stava "parlando" (nel senso che girava voce che il CINA' stesse collaborando con la
giustizia). La donna, quindi, palesava il timore di incorrere anche lei in vicende
giudiziarie "... è la rovina!... ora mi ha visto a me! ... ". Seguiva una manifestazione
di disperazione e nervosismo da parte del MADONIA Salvatore.

M. ANGELA: ah! il DOTTORE ...


forse ...
il DOTTORE CINA' ... è ...
(porta la mano all'altezza della bocca mimando il gesto
usualmente utilizzato per indicare una Dersona c h e ~ a r l a ,
ndr)
SALVATORE : chi?
M. ANGELA: CINA'
SALVATORE : CINA'?
M. ANGELA: (annuisce, ndr) D

SALVATORE:
...
- (indica se stessa, ndr)
e perchè?
M. ANGELA: ora, forse, io ce li ho pure addosso! ... perchè si parla di una
nipote ...
un nipote ...
I'AWOCATO CLEMENTI mi fa ... mi
dice ...
MARIA ANGELA ...
dice ... vedi che qua c'è sbaglio ...
parlano di una nipote! ...
dice ...
non sei nipote!
SALVATORE: .S.

M. ANGELA:
. . ... ma chi mi ci ha portato! ... chi mi ci ha ... quando m i ha
detto ... vacci! ... (verosimilmente riferito a MADONIA
Giuseppe, ndr) ... eh! ...
SALVATORE: (esterna disperazione e nervosismo, ndr) ...
M. ANGELA: calmati! ... forse! ... però è una voce che si vocifera dava ...
davanti e dietro ... da tutte le parti ... ma ancora non c'è
niente! ... però si vocifera troppo!
3. 1 rapporti con GENOVA Salvatore.

Altri incontri la DI TRAPANI aveva avuto con GENOVA salvatore 6, allora


J

co-reggente del mandamento di Resuttana.


A GENOVA si è fatto riferimento con nominativi fittizi nel corso dei
numerosi colloqui carcerari intercettati nell'ambito della presente attività d'indagine (
CARMELA, ROSY, SANTINA e VANCHITEDDU).
Per associare questi nominativi a GENOVA bisogna specificare che:
- è coniugato con BUFFA CARMELA (Palermo, il 04 ottobre 1961);
- ha una figlia a nome Rosalia, intesa ROSY (Palermo, 10 novembre 1985);
- ha una sorella a nome Santa, intesa SANTINA (Palermo, 14 gennaio 1947).

Inoltre, come risulta dall'ordinanza di custodia cautelare Addiopizzo I (Nr.


38108 R.G.), "Vanchiteddu" è il soprannome comunemente utilizzato in Cosa Nostra
per fare riferimento a GENOVA~'.

Ciò premesso, il 9 m a n o 2006 veniva intercettato il colloquio carcerario tra


MADONIA Salvatore, ristretto a L'Aquila, e la moglie DI TRAPANI Maria
3 %Y",>'-z ;:.**c8dY$ *tu -7%- "
Angela. & m : a , F m ~ : ' ~ e l corso della conversazione censurata, la donna
raccontava al marito una vicenda che vedeva protagonisti, a vario titolo,
"CARMELA" e "NICOLETTA'; proprio nel corso di questa intercettazione Maria
Angela lasciava inoltre intendere come CARMELA e ROSI fossero in realtà la
medesima persona:

GENOVA Salvatore, nato a Palermo il 2 febbraio 1958, in atto detenuto, come ampiamente
dimostrato, ha rivestito nel tempo un'importante ruolo all'interno del mandamento di Resuttana,
divenendone il reggente sino al giorno del suo ultimo arresto avvenuto il 16 gennaio 2008 (c.d.
Addiopizzo 1). Appare opportuno specificare come lo stesso, in passato, sia già stato condannato per il
reato di associazione mafiosa, e segnatamente per avere fatto parte dell'organico della famiglia
mafiosa di San Lorenzo, venendo scarcerato1'8 ottobre 2004.
37

Si vedano le dichiarazioni fornite dal recente collaboratore di Giustizia NUCCIO Antonino il 27


novembre 2 0 0 7 ~allorquando,
~ proprio riferendosi al ruolo assunto dal GENOVA Salvatore in
relazione alla scomparsa del BONANNO Giovanni, lo indicava con lo pseudonimo
VANCHITEDDU, evidentemente maggiormente conosciuto neli'ambiente criminale [Ricordo che
anche Salvatore GENOVA, VANCHITIEDDU, me ne aveva parlato dicendomi che nell'ultimo periodo
lo stesso era stato afiancato al BONAhWOper controllare sul suo operato]. 1
M. ANGELA: ... m a ieri, ROSI... non se n e è andata da
NICOLETTA!!!?... e si sono portati a tutti e due!?...
SALVATORE: ' ...chi è ROSI? ...
M. ANGELA: ... CARMELA!
[*..l
M. ANGELA: ... m a ieri, ROSI... non se n e è andata da
NICOLETTA!!!?... e si sono portati a tutti e due!? non ....
so niente... inc ...
M. ANGELA:
dire...avanti a te!!!??.. .
[...l
M. ANGELA: ...una qiornata d i inferno, ieri ho ~assato... e non è
venuta ... ieri sera ha mandato... dice... poi ci vado dopo! ...
ora ti faccio vedere io cosa... quello che devo fare...

A conferma dei dati riferiti, 1'8 marzo 2006 effettivamente GENOVA


Salvatore, PIZZO Pietro (inteso NICOLETTA, dal nome della moglie DI TRAPANI
Nicoletta) e DIELE Sandro venivano fermati e controllati da personale del
Commissariato di P.S. di San Lorenzo, nei pressi dell'esercizio Commerciale
denominato "Bar Sofia".
Il disappunto mostrato dalla DI TRAPANI in relazione a quanto accaduto 1'8
marzo 2006 nei pressi del Bar SoJa, scaturiva proprio dalla paura di attirare
l'attenzione delle Forze di Polizia sul medesimo esercizio commerciale, in seguito
chiarito essere di esclusiva proprietà di MADONIA ~ a l v a t o r e . ~ ~
Ulteriore significativo dato era fornito in occasione della nascita della nipote
di GENOVA Salvatore. In specie, nel corso del colloquio carcer&o svolto a'parma
il 17 giugno2006, DI TRAPANI Nicolò veniva reso edotto del fatto che la ''figlia di
Salvatore", a nome ROSY era incinta. Nell'occasione SALVATORE veniva definito
. .'
39 -e"' >'~:"'';'""~'"'"'''~.
dapprima 'Ifratello di Santina" e, subito dopo, CARMELA . m-:@
38
La vicenda relativa al Bar Sofia troverà ampia trattazione nel successivo capitolo 6.1.
39

La naturale evoluzione della vicenda si bre 2006, giorno in cui veniva registrato l'ulteriore colloquio
carcerario svolto da DI TRAPANI Nicol
Nell'occasione DI TRAPANI Maria Angela specificava al fratello che, da allora in poi, per riferirsi a CARMELA, avrebbero
..., ...
adottato in via definitiva lo pseudonimo ROSY [ah! auundo è di CARMELA ... ROSY! ... ROSYq.
Proprio tale accenno originava nel detenuto la curiosità di sapere se la "picciridda" (GENOVA Rosalia. "figlia di Salvatore")
avesse o meno partorito I...accanò ... (ha parrrtorito. ndr) lo picciridda?], ricevendo in tal senso conferma dalla sorella
[L..)ROSY accanò].Nell'occasione i due accennavanoanche all'awenuto matrimonio della stesa:
In effetti il 12 settembre 2006. nsulta essersi celebrato il mahimonio tra GENOVA Rosalia e REINA Davide. nato a Santo
Stefano di Quisquina (AG) il 23 aprile 1986. I due, effettivamente, il 28 luglio 2006 hanno avuto un figlio REINA Salvatore
(nipote di GENOVA Salvatore).

Era quindi dimostrato come ROSY owero CARMELA fossero appellativi entrambi utilinati per indicare il GENOVA
Salvatore.
Infine giova riferire anche in relazione all'utilizzo dello pseudonimo
SANTINA. In tal senso appare opportuno riportare un breve stralcio del già
menzionato colloquio carcerario registrato il 10 agosto 2005, avvenuto tra DI
h , 3---

TRAPANI Maria Angela ed il cognato MADONIA Antonino. g&@(&$%Q@l)

Nell'occasione veniva evidenziata la perfetta equivalenza tra l'identità di


VANCHITEDDU e quella di SANTINA; in specie i due per riferirsi al "cugino del
GENOVA" (ovvero DI MAI0 Girolamo), lo indicavano "cugino di Santina"; nel
contempo si delineava una imperfezione comunicativa che consentiva di ricondurre il
nominativo di SANTINA a quello del VANCHITEDDUQO:

GENOVA Salvatore veniva scarcerato 1'8 ottobre 2004 dalla Casa


Circondariale di Termini Lmerese per fine pena. 11 giorno successivo (9 ottobre
2004) il Commissariato di P.S. San Lorenzo gli notificava la misura dell'obbligo di
soggiorno nel Comune di Palermo, disposta dal Tribunale di Palermo (83/99 RMP -
462/05 WC)per la durata di anni tre. In quel periodo, come abbiamo visto, la
reggenza del mandamento di Resuttana era riconosciutaa BONANNO Giovanni. I1
17 maggio2005 veniva scarcerato DI TRAPANI Diego, che diveniva co-reggente
del mandamento. Contemporaneamente a ciò si andava concretizzando il processo di
destituzione attuato nei confronti di BONANNO, conclusosi con la sua soppressione
fisica avvenuta il 11 gennaio 2006. GENOVA veniva "affiancato" a BONANNO
nella gestione della famiglia di Resuttana. Traccia di ciò veniva rinvenuta sia nel
pizzino scritto da LO PICCOLO al PROVENZANO il 10 febbraio 2006 e
sequestrato in occasione dell'anesto di quest'ultimo [...Tentativi per non arrivare a
brutte cose, ce ne sono stati fatti parecchi, anche mettendoqli una versona accanto.
ma non è servito lo stesso a niente...], che nelle risultanze investigative emerse nel
corso della c.d. indagine Gotha, allorq~iando, il 21 ottobre 2005 ROTOLO
Antonino illustrava a NICCHI Giovanni i provvedimenti adottati nel contesto
mafioso del mandamento di Resuttana [GiovanniBONANNO dice, che è preoccupato
e dice che ha fatto sapere che lui sta cedendo le cose, sta... e quindi c'è un altro
p p , hai capito?]. Ancora, conferma

Maria Angela: (...) la cugina di sa ... SAIVTINA ... la cugina di CANTINA ...
Nino: VANCHITEDDU?!
Maria Angela: si! una sua cugina ...
amva dalle dichiarazioni rese il 28 novembre 2007 da NUCCIO Antonino
[(...)Ricordo che anche Salvatore GENOVA, VANCHITIEDDU, me ne aveva parlato
dicendomi che nell'ultimo periodo lo stesso era stato affiancato al BONANNO per
controllare sul suo operato].

Inoltre, in seguito alla scomparsa di BONANNO il suo diretto successore


diveniva proprio GENOVA Salvatore; il riscontro in questo senso veniva fornito dal
colloquio carcerario svoltosi a Parma il 11 febbraio 2006 tra DI TRAPANI Maria
* - , ,. ',,... ....
Angela ed il fratello detenuto Nicolò, m@,~~e:&)
L-,.i,.-
,.li,~.".:r.y ,z,.,s;..

... ,.~,:
..*% in cui la donna, evidenziava
.T .,* . z:.i~:~... .,, -,.

che GENOVA operava alle dirette dipendenze dello Zio DI TRAPANI Diego,
allora reggente incontrastato del mandamento [... ora c'è CARMELA e gli altri ...
con ZIA LINA!... SAL V 0 me lo aveva detto... stai attenta perché è con la ZIA
LINA !l.
Quanto ai rapporti con la DI TRAPANI, dall'analisi del colloquio carcerario
registrato a L'Aquila il 9 marzo 2006 consentiva già di comprendere che il pervenire
di GENOVA alla co-reggenza del mandamento non aveva risolto i problemi di DI
TRAPANI Maria Angela (e, dunque, della famiglia MADONIA); a dire della donna
continuavano infatti ad essere registrate le medesime mancanze a suo tempo attuate
dal BONANNO Giovanni [IO non vedo CARMELA da dicembre!... no, per ora ... è
per la ZL4 LINA, sicuramente!]
In quella occasione, anche dalle parole di MADONIA Salvatore, si
. - - ..
comprendeva, comunque, che la responsabilità della situazione veniva addossata a DI
TRAPANI Diego [ora ti sto dicendo una cosa... I'ALTRO... I'ALTRO... ti mandava
il cestino... ti manda... ti portava il cestino... per Natale... QUESTO... manco il
... però cosa dovevi andare a fare tu?... una cosa... non dovevi andare in
cestino
campagna? ... a quello! ... LINA! ... gli devi dire ... senti ... MARL.4 ANGELA ...
perchè noialtri combattiamo!? ... minchia! ... io ti sto dicendo... fai quello che ti
dico io!... lasciali perdere!!... vai... TU, quando ti ci presenti, sei SAL V 0 ...
dimentica ... Sei SAL V 0 che ti ci presenti! ,.. non ti ci presenti TU! ... devi dire ...
senti vedi che IO... SALVO... e basta! ... ciao, ciao ... e basta!].
Questa situazione veniva confermata anche il 17 nel corso del colloquio
carcerario registrato presso la Casa Circondariale di Parma, infatti, la DI TRAPANI
Maria Angela riferiva anche al fratello detenuto, come lo stesso ZIO Diego fosse il
reale responsabile dell'atteggiamento di trascuratezza nei loro confronti di
GENOVA Salvatore (CARMELA).~A~.&gt$Q0'~3)~'
In rapida successione, si avviava un processo di deposizione del DI TRAPANI, che si
accelerava a far data dal 20 giugno2006, quando venivano rese pubbliche le risultanze
investigative della c.d. indagine Gotha. L'estromissione di DI TRAPANI Diego
risultava essere stata disposta direttamente dall'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore, così come riferito dalla DI TRAPANI Maria Angela al fratello Nicolò il
14 ottobre. La situazione, poi, evolveva ulteriormente in senso negativo,
concretizzandosi in un serio pericolo di vita.
Per quello che qui ci interessa, 1'08 novembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela
indicava al coniuge il successore designato da LO PICCOLO alla reggenza del
mandamento di Resuttana, ovvero proprio GENOVA Salvatore [la ZIA ROSALBA ha
detto a CARMELA che deve essere CARMELA!].
GENOVA, veniva, dunque portato alla famiglia MADONIA.
I1 10 ottobre 2006 si registrava un incontro tra GENOVA Salvatore e GELARDI
Emanuela, moglie del defunto MADONIA Francesco. L'appuntamento, tenutosi
presso l'abitazione di quest'ultima sita al dodicesimo piano di Via Cimbali 44, veniva
nell'occasione mediato da GRAZIANO ~ i n c e n z o . ~ ~
Nell'occasione, seppur le operazioni di intercettazione ambientale ivi effettuate
(decreto int. 1637/06 del 14 luglio 2006) non consentivano di ascoltare la
.. Lconversazioneintercorsa, DI TRAPANI Maria Angela ne avrebbe riferito de relato
alcuni particolari l'O8 novembre 2006al marito [CARMELA da MAMM è andata (..)
va da W M A (...) dice, I 0 ho tutto l'interesse per tutelare VOI.. .l.
Dunque, nel secondo semestre dell'anno 2006 GENOVA Salvatore aveva
abilmente scalato varie posizioni di vertice all'interno del mandamento mafioso di

NICOLO': ma tu l'hai vista a CARMELA? ...


ANGELA: no! ... non si fa vedere più, perchè c'è la ZIA DIVA
(ovvero D I TRAPANI Diego, ndr) ... giustamente che se la
tira ... ma comunque meglio così, perchè a momenti ti viene
a fare visita (intendendo arrestato,ndr)
42
Cfr. capitolo 2.7 I'accreditamento DI GENOVA SALVATORE nei conzonti dei UADONIA
Resuttana, giungendo da solo all'apice di quel contesto su diretto mandato di LO
PICCOLO Salvatore.
Con l'inizio della reggenza del mandamento di Resuttana di GENOVA, si
assisteva alla regolarizzazione della corresponsione del denaro in favore delle famiglie
dei detenuti ed in particolare nei confronti dei MADONIA - DI TRAPANI. E si
consolidavano i rapporti GENOVABI TRAPANI MAria Angela. In tal senso, 1'8
novembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela informava il marito, rendendolo edotto
delle nuove disposizioni impartite da LO PICCOLO e comunicate a Maria Angela
direttamente dal GENOVA [Ieri CARMELA mi ha detto che da adesso in poi ...
millesettecento ... a ME, NICOLA... per come... è... TUA MAMUA... TUTTI! ... mi
venne u cure quando mi sono vista con... (abbassa il tono della voce e comunica con il
labiale, ndr) millesettecento... ogni mese ... millesettecento... mi ha detto...].
(uÉW~TO;~~)
Dunque, GENOVA incontrava periodicamente ed in prima persona la DI
TRAPANI, consegnandole del denaro a lei indirizzato, nonchè ulteriori "buste" da
inoltrare a diversi destinate. In tal senso appare significativo richiamare l'attenzione
sulle acquisizioni investigative emerse il 27 dicembre 2006.4~
Quella mattina, secondo quanto riferito nella lettera indirizzata al marito, la DI
TRAPANI Maria Angela asseriva di aver ricevuto "un pensierino da aarfe di
CARMELA".44

43
Cfi. capitolo 2.8 L'ascesa di GENOVA Salvatore a reggente del mandamento di Resuttana.
Alle ore 11:18 DI TRAPANI Maria Angela chiamava il cognato MADONIA Aldo
cui riferiva che nel pomeriggio si sarebbe dovuta recare a casa della suocera
(GELARDI Emanuela), per consegnarle "una cosa"; l'oggetto della consegna
appariva, dunque, strettamente connesso al pensierino ricevuto da CARMELA in
mattinata. ]r$$&. $k&&@&
Infine, alle ore 16:32 veniva censurata la periodica telefonata effettuata da
MADONIA Giuseppe ai propri congiunti. Alla conversazione, awenuta presso
l'abitazione della GELARDI Emanuela, prendeva parte anche DI TRAPANI Maria
Angela, recatasi nel fi-atternpo a casa della suocera; la stessa rassicurava il cognato
detenuto circa la consegna del denaro alla GELARDI. La corresponsione del dovuto
veniva nell'occasione indicata come la "somministrazione dei massaggi" effettuata
con successo nei confronti dell'anziana suocera [i...l proprio oggi glieli hanno fath' i
massami e sta benissimo (...)] *[mg*:&*9) n WL/

Analoga situazione veniva evidenziata a seguito del colloquio carcerario


registrato a L'Aquila 1'8 marzo 2007 con il marito i ove la DI
TRAPANI lasciava intendere che aveva consegnato, per conto di GENOVA, una
ulteriore busta alla suocera [ascolta che le fa ... N O m A ... te lo sto dicendo ... questa
volta ... scusa di dirmi non ne ho ... non ne hai! ... perchè UAMMA ti ha ... (con la
mimica indica al marito qualcosa di forma rettangolare e nel contempo ride, ndr) ...
che le avevo portato la busta ... di CARMELA! ... capito? ... prende e fa ... non me ne
puoi dare risposte ... e gli ha dato centocinquanta euro!].
Ulteriori acquisizioni investigative avrebbero consentito di dimostrare che la
DI TRAPANI, oltre a fungere da collettore per la consegna del denaro da parte di
GENOVA in favore dei MADONIA, svolgesse analoga funzione verso le famiglie
DI TRAPANI - GUASTELLA. In tal senso si sarebbe infatti espressa la stessa DI
TRAPANI nel corso del colloquio carcerario registrato presso la Casa Circondariale
di L'Aquila 1'8 m a n o 2007, quando illustrava al marito il percorso seguito per
l'inoltro della "busta" destinata al nucleo familiare di GUASTELLA Giuseppe,
detenuto a Spoleto:

M. ANGELA:

SALVATORE:
buste
si
... Der MAMMA e Der ME ... hai ca~ito?
M. ANGELA: m
[...l t
M. ANGELA: ...
chi me lo domanda? ...
no! ... CARMELA m i ha fatto
avere aueste cose. hai capito? ...
alchè I O le ho date a
MAMMA ...
e le ho detto te... ...
portale TU là sopra a
GIUSI!

L'implicita conferma in merito al fatto che gli ulteriori destinatari della busta
fatta giungere a GIUSJ fossero proprio i componenti del nucleo familiare di
GUASTELLA Giuseppe, la si otteneva dal successivo lamentato mancato recapito
della busta. DI PACE Francesco, figlio di GUASTELLA Maria (sorella del
detenuto), si sarebbe infatti rivolto a LO PICCOLO Salvatore, lamentandone la
mancata consegna; per risolvere la vicenda sarebbe infine stato interessato in prima
persona proprio GENOVA Salvatore.

GENOVA in questa attività è piena espressione dei LO PICCOLO. Invero,


che i rapporti tra i due fossero strettissimi discende dalle seguenti prove raccolte:

J Colloquio carcerario registrato presso la casa circondariale di Parma il 20


gennaio 2007 con il detenuto DI TRAPANI Nicolò:

<<CARMELA dipende comunque per tutto da ... (con l'indice ed il pollice


della mano destra indica qualcosa di PICCOLO, gesto peraltro già in
precedenza utilizzato per indicare LO PICCOLO Salvatore, ndr) ... di tutte
cose ... >>
J Colloquio carcerario registrato presso la casa circondariale di L'Aquila 1'8
febbraio 2007 con il detenuto MADONIA Salvatore:

<<ah! ... da CARMELA non ho visto niente! ... ti ricordi che avevo chiesto ...
per favore ... se (..) è L'ALTRO che tira ... così ... le manopoline! (mima il
gesto usualmente utilizznto per indicare l'atto del tirare con icfili, ndr) ... e non
lo fa venire nemmeno da ME! (..) ROSALBA>>

J Colloquio carcerario registrato presso la casa circondariale di Parma il 24


febbraio 2007 con il detenuto DI TRAPANI Nicolò:

<<è ... la ZIA ROSALBA che (con la mano destra accarezza la parte superiore
del tavo10,ndr) la .. la ... plagia secondo me, hai capito? ... >>
C
J Colloquio carcerario registrato presso la casa circondariale di Parma il 21
luglio 2007 con il detenuto DI TRAPANI Nicolò:

<< Avevo chiesto a... tipo a ROSALBA... ti ricordi? Ti avevo detto... Vastasa!
(..) CARMELA... peggio che andare di notte! (..) tanto fa quello che gli dice
-. .
*, , , . ,.., ., . ,,%:p,. .,
7,,~.-

sua ZIA ROSALBA... >> .&p# s*

Ma la DI TRAPANI utilizzava anche GENOVA, proprio per la sua


vicinanza a LO PICCOLO, per fargli giungere dei messaggi.
Nel corso del colloquio carcerario intercettato a L'Aquila 1'8 novembre
2006, il detenuto MADONIA Salvatore comunicava alla moglie il messaggio che la
stessa avrebbe dovuto riferire a LO PICCOLO. La richiesta in argomento vedeva
sulla necessità di far lavorare GRAZIANO Vincenzo, da sempre espressione
economica dei MADONIA. Nell'occasione rilevava la circostanza secondo la quale
l'unica persona individuata dalla DI TRAPANI per l'inoltro della richiesta, si
indentificava proprio in GENOVA Salvatore [ma sempre a CARMELA lo devo
dire!].
Questo canale (GENOVA) veniva utilizzato sin quando - per probabili attività
investigative su GENOVA - si preferiva privilegiare, su indicazione dello stesso
latitante, altre strade. La vicenda trovava conferma anche nelle acquisizioni del 16
marzo 2007. Quel giorno si assisteva infatti alla ricezione, da parte della DI
TRAPANI, del pizzino a lei diretto, proveniente da LO PICCOLO, che era
pervenuto per vie alternative perchè Carmela, come dice Maria Angela, "ora è
ritirata! "

Ciò detto su GENOVA - che come si è visto - costituiva la proiezione sul


territorio dei LO PICCOLO, era altrettanto vero che, a Resuttana, GRAZIANO
Vincenzo da sempre rappresentava gli interessi dei MADONIA. Era proprio questo
che portava, poi, ad una collaborazione nella gestione del territorio del mandamento
di Resuttana. E ciò portava, dunque, ad una "collaborazione" anche tra DI TRAPANI
Maria Angela e GRAZIANO.
Le prime awisaglie di questa situazione venivano registrate il 19 dicembre
2006, quando la DI TRAPANI scriveva al marito, informandolo di aver incontrato
"ANGELA" il giorno precedente (l 8 dicembre 2006). $.
t
Si è già accennato in merito all'utilizzo dello pseudonimo "ANGELA",
normalmente adoperato dalla donna per indicare FONTANA Stefano, ovvero ("IL
FIGLIO DI ANGELA '7 suo figlio Gaetano, rimasti a capo della famiglia mafiosa
dell'Acquasanta sino al giorno del loro ultimo arresto (16 gennaio 2008). Si è, altresì,
dimostrato che il contrasto esistente tra questi ultimi e GRAZIANO Vincenzo aveva
reso intelligibili molte delle problematiche interne al mandamento di Resuttana. In
specie già il 19 dicembre 2006, volendo sintetizzare quanto appreso dal FONTANA
il giorno precedente, la DI TRAPANI, riferendosi al GRAZIANO, scriveva
testualmente "ADESSO FA LA GALLETTA SOTTO LE ALI DI CARMELA".
, nel senso, chiaramente, che era stato preso sotto le ali protettive
di GENOVA ("Carmela").
La posizione di GRAZIANO veniva maggiormente definita nel corso del
colloquio carcerario registrato a L'Aquila 1'11 gennaio 2007; in quella occasionela DI
TRAPANI ribadiva al marito il considerevole molo assunto dallo stesso
GRAZIANO [CORVINA, si! ... Però ora aspetta! Cammina insieme a
CARMELA ... (abbassa il ed unisce gli indici delle due mani per
intendere: vicinanza, ndr)]
A conferma di ciò, appositi servizi di O.C.P. svolti da militari dipendenti,
consentivano di documentare sul territorio alcuni incontri avvenuti proprio tra
GRAZIANO e GENOVA, peraltro entrambi destinatari di provvedimenti giudiziari
che impedivano loro di relazionarsi. Ciò accadeva sia il 10 ottobre 2006, in
occasione della visita effettuata da GENOVA presso l'abitazione di GELARDI
Emanuela, , cui era presente anche GRAZLANO; che il 17
febbraio 2007, quando i due rimanevano in conversazione all'interno di alcuni uffici
nella disponibilità del GRAZIANO, siti in via Cardinale Mariano Rampolla nr. 8lf
. In quest'ultima occasione il bassissimo tono di voce utilizzato
dagli astanti non consentiva di decifrare il contenuto della conversazione censurata
dalle microspie ivi installate (in esecuzione del decreto nr. 1909/06 emesso da
Codesta A.G. il 29 agosto 2006).
Nel corso dei successivi incontri intercorsi tra la DI TRAPANI e FONTANA
Stefano, quest'ultimo, oltre a specificare che era inconcepibile il ruolo assunto da
GRAZIANO Vincenzo all'interno del mandamento di Resuttana, suggeriva una
sostanziale incapacità gestionale da parte di GENOVA Salvatore [tutte e due ...
F
CARMELA e CORVINA ... vengono qua ... a spadroneggiare ... dice ... in
continuazione! (..) non è in grado, dice! ... ma perchè ... questo borsone, non se la
fida a tenerlo ... dice ... sulle spalle!].

La parabola di GENOVA subiva una brusca accelerazione al ribasso con


l'arresto, il 5 novembre 2007 di LO PICCOLO Salvatore e LO PICCOLO
Sandro. L'8 novembre 2007 la DI TRAPANI si recava dal marito MADONIA
,.q+q r-7-
~ ~ A ~ o ~ .L'argomento
, ; & ~ ) veniva nell'occasione introdotto dal
L&*
L \*V-,

Salvatore
+

detenuto, che evidenziava le presunte contingenti difficoltà patite da GENOVA


( VANCHITEDDU) a seguito dei predetti arresti [... piange a VANCHITIEDDU ...l.
La donna informava il marito di aver nuovamente incontrato ANGELA (pseudonimo
come visto attribuito al FONTANA Stefano), specificando di essere stata,
nell'occasione, messa al corrente della resistenza, da parte della famiglia di
Acquasanta (quella dei FONTANA e dei GALATOLO), ad una continuazione della
reggenza in capo a GENOVA [a CARMELA sicuro di no neanche morta (..) non la
possono vedere, infatti mi ha detto di dirtelo ... "lo zaino dice non è capace di
portarselo sulle spalle" (...) me lo diceva ANGELA ... dice: "non e ' capace ... vi sta
facendo fare$gure ... dice: "cammina a nome di SALVO (..) dice: ... "si stanno
"

mangiando tutte cose" 1. Di fronte a queste resistenze, MADONIA Salvatore


prendeva posizione a favore di FONTANA Stefano [MARIA ANGELA senza fare
segno (sorriso sarcastico,ndr) (..) anzi ti consiglio di andarci a dire a
VACHITIEDDU ... non ho bisogno di niente ...l.

Successivamente, il 16 gennaio 2008 anche GENOVA Salvatore veniva


tratto in arresto in esecuzione del Fermo di Indiziato di Delitto nr. 38/08 R.G.N.R.
emesso il 15 gennaio 2008 (c.d. Addiopizzo).
4.1 rapporti con GRAZIANO Vincenzo.

GRAZIANO Vincenzo, alias "Viciuzzo " o "Viciuzzu;


' nato a
Palermo il 12 giugno 1951, ivi residente in Via Marturano, 55, già
iscritto al numero 162 dell'elenco dei mafiosi della Provincia di
Palermo, sin dagli anni '80 è stato ritenuto - unitamente ai fratelli
Angelo, Giovanni, Ignazio e Dornenico - collegato alle famiglie
mafiose operante nei rioni Borgo Vecchio e Acquasanta di Palermo
(allora definite anche "mafia della costa"), dedite ad attività
intimidatorie ed estorsive in danno di imprenditori ed operatori
economici. I n questo contesto, nei confronti del GRAZIANO
Vincenzo veniva emesso 1'1.12.1975 un mandato di cattura per
associazione a delinquere pluri-aggravata, concorso in omicidio ed
altro.
Lo stesso è stato latitante dal 1993 al 1996 ed è attualmente
sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata (dal
16.08.2007 per la durata di un anno). I collegamenti con l'ambiente
della criminalità organizzata "cosa nostra" del GRAZIANO
Vincenzo e dei suoi fratelli Dornenico, Francesco e d Angelo,
. .:L. sonostati peraltro ampiamente trattati nella sentenza n. 434/95 del
@ Tribunale di Palermo, datata 27 luglio 1995, relativa al
procedimento penale n. 3471/92 P.M. Sul loro conto, infatti, hanno
reso dichiarazioni i collaboratori di Giustizia LO FORTE Vito,
FAVALORO Marco, MUTOLO Gaspare, CANCEMI Salvatore,
NOBILE Gaetano, PALAZZOLO Salvatore e DRAGO Giovanni.
I l collaboratore di Giustizia LO FORTE Vito, in merito ai fratelli
GRAZIANO dichiarava che questi ultimi erano uomini d'onore della
famiglia dell'/lcquasanta nonché titolari di una importante impresa
di costruzioni che ha di fatto il controllo delle attività edilizie nei
citati quartieri. I l collaboratore di Giustizia FAVALORO Marco
dichiarava infatti di conoscere perfettamente tutti i fratelli
GRAZIANO i quali, pur non essendo uomini d'onore (lo era solo
\
Angelo, scomparso nel giugno del 1987, verosimilmente vittima
della C. d. "lupara bianca'), erano molto vicini alla famiglia
MADONIA. Tutti o quasi i palazzi costruiti dai GRAZIANO
insistono nondimeno nel territorio del mandamento di Resuttana e
quindi erano soggetti all'approvazione ed al consenso dei
MADONIA. Anche il collaboratore di giustizia ONORATO
Francesco, dichiarava di ben conoscere tutti i fratelli GRAZIANO
ed in particolare GRAZIANO Vincenzo, zio paterno della moglie,
definendoli imprenditori edili vicino ai mafiosi MADON I A e
GALATOLO. Sul conto del GRAZIANO Vincenzo, di cui aveva
favorito la sua latitanza, lo stesso ONORATO riferiva circa gli stretti
rapporti con MADONIA Salvatore. A conferma dichiarava, inoltre,
di sapere per diretta conoscenza che i GRAZIANO a vevano favorito
la latitanza di MADONIA Francesco e del figlio Salvatore; il
collaboratore aggiungeva in particolare che Ignazio GRAZIANO
a veva corrisposto regolarmente del denaro alla moglie di
Francesco MADONIA durante la detenzione di quest'ultimo.
Peraltro il 13 dicembre 1991, durante le fasi dell'arresto del
menzionato MADONIA Salvatore, GRAZIANO Vincenzo arrivo
SUI luogo dell'arresto solo pochi minuti dopo.
Più recentemente il collaborafore di giustizia FONTANA
Angelo dichiarava di ben conoscere tutti i fratelli GRAZIANO,
indicandoli come imprenditori vicini a /le famiglie mafiose MADON I A
- GALATOLO. I n particolare riferi che gli stessi sono stati nel
tempo prestanome dei vari componenti della famiglia MADONIA, di
avere realizzato con le loro imprese edili diversi immobili per conto
degli stessi MADONIA e di continuare a gestirli nell'interesse di
questi ultimi.
E' importante evidenziare come quasi tutti i menzionati
collaboratori di giustizia, parlando dei fratelli GRAZIANO,
identificano con il nomignolo "MAREDDU" GRAZIANO Domenico
e con il nomignolo "VICIUZZU" identificano GRAZIANO Vincenzo.
Nel corso della presente indagine veniva documentata, riguardo a
GRAZIANO Vincenzo :
- la capacità di potersi relazionare con il reggente del mandamento mafioso di
Resuttana di turno;

- l'interessamento nel reperire fondi economici, ricavati dalla gestione del


patrimonio occulto della famiglia MADONIA e dalle varie attività illecite
commesse all'interno del territorio del mandamento mafioso di Resuttana,
recapitandoli direttamente nelle mani dei familiari degli stessi MADONIA per il
loro sostentamento;

- la possibilità di potersi relazionare con soggetti organicamente inseriti in altre


famiglie mafiose nonché con i propri accoliti;
- la possibilità dello stesso GRAZIANO Vincenzo di chiedere ed ottenere in suo
favore un'intervento più autorevole da parte del detenuto MADONIA Salvatore,
per risolvere alcune controversie con l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore
in ordine all'acquisizione di terreni edificabili;
- l'attualizzazione del suo ruolo originario di prestanome di immobili e di attività
imprenditoriali, realizzati anche in nome e per conto dei componenti il nucleo
familiare dei MADONIA.

Quanto agli appellativi utilizzati per GRAZIANO, questi erano


numerosi: "CORVO, CORVINA, GNE'GNE; CAPELLI LISC~"
ovvero VICIUZZU".

Quanto ai due ultimi nomignoli, stralci di colloquio carcerario sostenuti dal detenuto
MADONIA Antonino - secondo quanto riportato dalla P.G. - provano che corrispondono sempre al
medesimo GRAZIANO. In questo senso, nel corso del colloquio carcerario registrato il 16 agosto
2006, tra il detenuto MADONIA Antonino ed il fratello ALDO, quest'ultimo, nel corso della
conversa za del detenuto le precarie condizioni in cui versavano le casse di
famiglia. ciò, MADONIA Antonino in tutta risposta chiedeva conferma
invece sulla regolare entrata pervenuta dai soggetti indicati con gli appellativi [perché U GNE GNE e
FRATELLO ... ci sono delle cose diciamo che regolarmente, regolarmente ci ha dato ... il RAGIONIERE
I... Immediata era la confernma di MADONi4 Aldo specificando che era l'unica entrata sicura. [ALDO:
...il sicuro è questo! ... CAPELLI LISCI, si! ...l
Nel corso della conversazione, i fratelli MADONIA fornivano involontariamente alcuni indizi
che permettevano di potere identificare, GRAZIANO Vincenzo nel soggetto dagli stessi indicato con
l'appellativo di "U GNE GNE , UHE UHE o w e m CAPELU USCI". MADONIA Aido, riferiva al
fratello che da circa due anni era deceduto uno dei fratelli del soggetto appena menzionato con il
nomignolo di "U GNE GNE , UHE UHE o w e m CAPELLI USCI'; era deceduto a causa di un
infarto. I successivi accertamenti riscontravano che effettivamente GRAZIANO Vincenzo era
fratello di GRAZIANO Ignazio, nato a Palermo il 20 febbraio 1947, natq a Palermo il 12
Quanto a quest'ultimo, come abbiamo visto, i collaboratori di
giustizia (vedi provvedimento nr. 38/08 R.G.N.R., c.d.
"Addiopizzo '7, parlando dei fratelli GRAZIANO, identificavano con il
nomignolo "VICIUZZU" proprio l'odierno indagato GRAZIANO
Vincenzo.
Detto ciò, prima di verificarne i rapporti con la D I TRAPANI,
devono essere analizzate alcune acquisizioni probatorie che
permettono una identificazione certa di GRAZIANO Vincenzo negli
altri nomignoli sopra riportati. I n particolare, nel corso del colloquio
carcerario avvenuto il 1 5 giugno2006 tra D I TRAPANI Maria
Angela ed il suocero MADONIA Francesco, si apprendeva che la
stessa aveva accompagnato il sabato precedente (lO giugno2006)
la suocera ad incontrare il dottore CINA' (ovvero CINA 'Antonino)
e tale "VICIUZZU ", ottenendo peraltro 4.000 euro r$i4$4$i.@'ii45)
I l servizio dinamico effettuato il sabato precedente (1O giugno2006)
a veva verificato che la D I TRAPANI Maria Angela, in compagnia
della suocera, si era recata in via Cardinale Rampolla nr. 8/f, dove
d
: . permane va per circa un'ora. Dai successivi.accertamenti emerge va
l'esistenza presso quel fabbricato di alcuni locali adibiti ad uffici
nella disponibilità di GRAZIANO Vincenzo. Altro
dato di sicuro interesse investigativo era ricavato dal corpo di una
Q lettera datata 11 giugno2006 con la quale D I TRAPANI Maria
Angela informava il marito circa un incontro con "CORVINA"
avvenuto il giorno precedente ed a cui aveva partecipato anche la
madre del detenuto GELARDI Emanuela:

giugno1951, risulta di fatto essere deceduto il Q7 maaaio2004, in Silvi (TE). Causa del decesso:
Arresto Wrdiores~iratorio.
Ancora, nel corso di una conversazione ambientale awenta il 7 settembre 2006 all'interno
dell'abitazione di GELARDI Emanuela, tra MADONIA Aldo e GRAZIANO Vincenzo, MADONIA
Aldo, per prima cosa trasmetteva a GRAZIANO le condoglianze espresse da parte dei fratelli
detenuti ANTONINO E GIUSEPPE, per la morte del suo congiunto ovvero GRAZIANO Ignazio,
precisando che non erano a conoscenza di tale evento [...incompr... prima di tutto e una cosa che
...
dispiace tantissimo ... ti mandano tantissimi saluti affettuosissimi ... sono dis~iaciutial massimo ...
per t u o FRATELLO ... di ... e ...incomprensibile...
uardati insieme, hanno
spinto la P.G. ad affermare che i nomignoli utilizzati nel colloquio sopra riportato
indicavano proprio GRAZIANO Vincenzo.
Ieri mattina sono uscita con tua madre, c'era CORV:iNA, sono stata fortunata
perché in questo modo la mamma ha mantenuto il desiderio e l'impegno che
Pippo ha esternato che io avessi.

Quest'ultimo dato si rivelava di estremo interesse poiché


scritto all'indomani dell'incontro avvenuto con il soggetto chiamato
CORVINA; inoltre permetteva di riscontrare che per lo stesso
episodio D I TRAPANI Maria Angela utilizzava, a seconda della
circostanza, diversi soprannomi per indicare la stessa persona:
dialogando con il marito la donna utilizzava il nomignolo di
CORVINA'; mentre con il suocero preferiva adoperare il diminutivo
VICIUZZU, appellativo di vecchia data.
Pochi giorni dopo, il i9 giugno2006, la DI TRAPANI e la
GELARDI si recavano nuovamente presso detta via Cardinale
Rampolla nr. 8/F e nell'occasione si accertava, anche se per alcuni
minuti, la contemporanea presenza di GRAZIANO Vincenzo,
all'interno dell'edifcio contrassegnato con il nr.8/F.
Alla luce di quanto emerso la coincidente presenza di D I
TRAPANI Maria Angela, GELARDI Emanuela e GRAZIANO
Vincenzo, al1'interno dell'immobile dove quest'ultimo a veva la
disponibilità di alcuni locali, era sicuramente finalizzata alla
realizzazione .degli incontri citati nella nota e riferibili al soggetto
che chiamavano con l'appellativo di CORVINA.
Fin qui, sono state richiamate alcune circostanze dove era
possibile riscontrale che l'appellativo CORVINA, utilizzato dalla D I
TRAPANI Maria Angela, era riconducibile sicuramente al suddetto
GRAZIANO Vincenzo.

Le acquisizioni investigative del presente procedimento


hanno permesso di attualizzare i legami MADONIA/GRAZIANO, ed
in specie il ruolo di primo piano svolto dal GRAZIANO Vincenzo
nella gestione degli interessi economici riconducibili ai componenti
delle famiglie MADONIA/DI TRAPANI, nonché la posizione
assunta in seno all'organizzazione criminale operante
principalmente nei quartieri di Resuttana, Acquasanta e
A renella.

A conferma di quanto appena sostenuto può richiamarsi


l'intercettazione del 7 settembre 2006, all'interno dell'abitazione
di GELARDI Emanuela (moglie del defunto MADONIA
Francesco), tra la GELARDI e GRAZIANO Vincenzo, nel1'ambito
della quale GRAZIANO forniva una serie di elementi su sé stesso,
che ne consentivano la certa iden t i f i ~ a z i o n e ~ ~
&#.sopravveniva, poi, MADONIA Aldo, ed emergeva che
GRAZIANO Vincenzo era soggetto assolutamente a disposizione
della famiglia MADONIA ed in grado di curare interessi per loro
conto. I n specie, nel corso del medesimo dialogo MADONIA Aldo
affidava a GRAZIANO Vincenzo la gestione di tutti gli interessi
della famiglia MADONIA, così come aveva disposto il fratello
PIPPO ovvero MADONIA Giuseppe, l'unico dei fratelli detenuti
esente dal regime carcerario ex art.41 bis O. P. [ ... devi dire a
VICIUZZU ... quello che noi abbiamo ... diciamo ... eh ... eh... siamo
nelle vostre mani ... da tutti i punti di vista ... 1.

L'incontro sopra riportato sanciva veroslmilmen~eIYnvestitura


a- ufficiale del GRAZIANO quale referente diretto dei fratelli
MADONIA sul territorio di Resuttana. La conferma dell'importante
incarico attribuito si aveva in occasione di due incontri successivi

Gli elementi oggettivi forniti dall'uomo nel corso della conversazione sopra
riportava, opportunamente riscontrati, permettevano di addivenire alla certa
identificazione proprio dell'odierno indagato GRAZIANO Vincenzo.
I n particolare si riscontrava che:
il ffatello GRAZIANO Domenico effettivamente risulta abitare in questa via Don Orione 10,
pertanto a poche centinaia di metri dall'abitazione della donna GELARDI Emanuela;
ha quattro figli: tre maschi ed una femmina,
il figlio Francesco sarebbe effettivamente convolato a nozze il successivo 01 settembre 2007,
(circa un'anno dopo la conversazione come asserito dall'uomo);
l'unica figlia femmina, GRAZIANO Loredana, risulta effettivamente risiedere nel Comune
di Roma dove ha conseguito la laurea in scienze delle comunicazioni;
- per quanto riguarda l'intervento chirurgico che l'uomo avrebbe dovuto effettuare al ginocchio,
la circostanza era già nota in quanto dallo stesso più volte discussa telefonicamente.
avvenuti rispettivamente il 9 e 10 ottobre 2006, sempre presso
l'abitazione dei MADONIA ed in presenza della GELARDI
Emanuela. I n tali circostanze il GRAZIANO si premurava di fare
conosce personalmente il nuovo reggente del mandamento
GENOVA Salvatore all'anziana donna.
Della rilevanza della visita effettuata da GRAZIANO Vincenzo
e GENOVA Salvatore in casa dei MADONIA, si avvertiva
puntuale riscontro 1'8 novembre 2006. Nel corso del colloquio
carcerario tra D I TRAPANI Maria Angela ed il marito MADONIA
Salvatore, infatti, si apprendeva direttamente dalla D I TRAPANI
dei recenti avvicendamenti al vertice del mandamento mafioso di
Resuttana, avvenuti in conseguenza all'operazione di polizia
denominata "Gotha". I n particolare la donna riferiva al marito che
l 'allora latitante LO PICCOLO Salvatore (nell'occasione chiamato
convenzionalmente ROSALBA, ndr), aveva rimosso D I TRAPANI
Diego dalla reggenza del mandamento mafioso di Resuttana ed
aveva affidato la gestione a GENOVA Salvatore
Le tematiche riportate da D I TRAPANI Maria Angela al proprio
marito, facevano comprendere quanto importate fosse stata quella
visita fatta da GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore
all'anziana madre dei MADONIA; con l'incontro si perseguiva la
duplice finalità di rendere nota la sua nomina a reggente del
mandamento di Resuttana in conseguenza della rimozione del D I
TRAPANI Diego, come disposto dal1'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore; e si formalizzava la posizione di GRAZIANO Vincenzo
quale espressione diretta della famiglia MADONIA.
GRAZIANO Vincenzo, pertanto, da questo momento a veva
iniziato a relazionarsi al1'interno del mandamento mafioso di
Resuttana, non soltanto come prestanome dei componenti della
famiglia MADONIA, ma anche come stretto collaboratore del
nuovo reggente di Resuttana.
I n questo senso si devono interpretare proprio le acquisizioni
ottenute nel prosieguo dell'attivita e precisamente il i i gennaio
2007, durante il colloquio carcerario tra la D I TRAPANI Maria
Angela ed il marito, quando, come s'è visto - la donna
informava il coniuge che GRAZIANO Vincenzo, inteso CORVINA,
coadiuvava GENOVA Salvatore nella reggenza del mandamento
-
r,%**% L *G. T x--

CWfi~~rn-Ad
2)
Lo stesso argomento era già stato anticipato dalla donna con
lettera inviata al coniuge il 1 9 dicembre 2006 (si tratta della già
riportata missiva in cui si dice che "CORVINA fa la galletta sotto le
ali di CARMELA".

Del resto, venivano provati incontri di GRAZIANO con numerosi


altri esponenti mafiosi, o, comunque, con soggetti vicini
all'associazione. Si rimanda, a tal fine, alla nota di P.G. finale del
R. O.S., in atti.
Tra questi, quelli che qui rilevano sono gli incontri con D I
TRAPANI Maria Angela finalizzati alla trasmissione di
comunicazione dei carcerati e alla consegna di denaro per tramite di
GENOVA Salvatore.
La conferma del ruolo rivestito dalla donna veniva fornito in
modo inequivocabile dalla stessa durante il colloquio carcerario del
6 aprile 2006: la D I TRAPANI confidava al coniuge di essere
stata incaricata, come abbiamo già visto, in un precedente
colloquio, dal fratello PIPPO (MADONIA Giuseppe) di incontrare
due soggetti: il primo chiamato " dottore CINA'" e l'altro indicato
quale "CORVINA". La donna precisava che le disposizioni ricevute
erano condivise anche dal fratello maggiore MADONIA Antonino
.Durante le successive acquisizioni investigative era
la stessa D I TRAPANI a fornire gli elementi che, opportunamente
riscontrati, permettevano di identificare il soggetto indicato dagli
stessi come "CORVINA" nella persona di GRAZIANO Vincenzo ed
il "dottore CINA'" in CINA' Antonino, all'epoca reggente del
mandamento mafioso di "San Lorenzo", Gli incontri sono gli stessi
già riportati nella trattazione dei rapporti con CINA'.
..
Significativo risulta va, poi, il colloquio avvenuto il 7
giugno2007 tra il detenuto MADONIA Salvatore e la moglie D I
TRAPANI Maria Angela; quest'ultima, infatti, riferiva al coniuge
come, pur non incontrando di persona il GENOVA Salvatore in
quel periodo reggente del mandamento, riuscisse a ricevere il
denaro a lei destinato attraverso GRAZIANO. Nel1'occasione
illustrava il circuito di veicolazione ed i corrieri grazie ai quali veniva
garantita la consegna: [CORVINA! ... però lì ... a MARIA (inteso
GUASTELLA Maria,ndr) li porta! ... li lascia ... e poi MASSIMO me li
porta !]. 3
"Massimo" veniva identificato nel figlio di GUASTELLA Maria,
LO VERDE Massimiliano. Appare infine necessario specificare
come la famiglia LO VERDE (proprietaria del negozio CASAGIO')
abiti a pochi metri dall'abitazione della DI TRAPANI, rendendo
oltremodo semplice il perfezionamento della procedura di recapito
del denaro.
Nel prosieguo del colloquio la DI TRAPANI sottolineava ai
coniuge come la sera precedente (6 giugno2007), e nella maniera
sopra descritta, aveva effettivamente incassato il denaro inviatole
dal GENOVA Salvatore [ieri sera me li ha mandati!].
I l riscontro a quanto sopra- affermato dalla DI TRAPANI circa il
recapito del denaro emerge dall'analisi della conversazione
registrata alle ore 15:50 del 6 giugno2007 tra la donna e LO VERDE
Massimiliano; in particolare la prima chiedeva all'interlocutore se
avesse ritirato i biglietti e, ricevuta conferma, chiedeva
ulteriormente se avesse ritirato anche gli orecchini; dopo alcuni
istanti di pausa LO VERDE Massimiliano, con tono ironico,
confermava il ritiro degli orecchini compiuto dal proprio padre.
(Allegato M89)
Nel prosieguo delle indagini vengono, poi, registrati diversi incontri awenuti
tra GRAZIANO Vincenzo e DI TRAPANI Maria Angela presso i locali
dell'esercizio commerciale della famiglia LO VERDE, mentre altri appuntamenti
saranno organizzati e presenziati direttamente da LO VERDE Massimiliano. Gli
elementi penalmente rilevanti acquisiti a carico di quest'ultimo saranno comunque
analiticamente trattati in apposito paragrafo.

I1 29 maggio2006, veniva registrato il primo incontro tra DI TRAPANI Maria


Angela, la suocera GELARDI Emanuela e GRAZIANO Vincenzo, all'intemo
dell'esercizio commerciale CASAGIO', sito in Palermo via Montepellegrino nr. 78 e
nella disponibilità della famiglia LO VERDE; la presenza delle citate persone
all'intemo nei locali veniva così riscontrata. [mdw:$&&~~)
. w ~ * . - ~ ~ * " ~ B B ~ h : :'S. . ~
i;=. . B ~."
;i~*,..

. ....,,, -i.ii.,,... '.ir3~.~... .

I1 6 novembre 2006, alle ore 11:18, veniva registrato un tentativo di chiamata


dell'utenza 33313795165 in uso a GUASTELLA Maria ed intestato a SAS
CASAGIO' di LO VERDE Maurizio, nato a Palermo il 24 settembre 1952, verso
l'utenza 32811099375 in uso a GRAZIANO Vincenzo; alle ore 12:43 successive LO
VERDE Maurizio chiamava GRAZIANO Vincenzo all'utenza sopra indicata e
chiedeva [ ... una cosa personale...], specificando che gli occorreva sapere [.. .se
conosceva una persona...l; GRAZIANO gli rispondeva [.. .tra poco sarebbe passato
da lui al negozio.. .l. 1

11 13 novembre 2006, alle ore 18:41, LO VERDE Massimiiiano chiamava


GRAZIANO Vincenzo e presentandosi come figlio di MAURIZIO, chiedeva allo
stesso di potersi incontrare; i due si accordavano per vedersi l'indomani alle ore
10:OO circa. Il 14 novembre 2006, alle ore 10:08, LO VERDE
Massimiliano chiamava GRAZIANO Vincenzo e lo informava che "si trovava
presso la sua abitazione"; l'interlocutore rispondeva che "lo avrebbe raggiunto tra
circa venti minuti"; lo stesso giorno un mirato servizio di O.C.P. permetteva di
accertare l'incontro tra GRAZIANO Vincenzo e LO VERDE Massimiliano.
-Si rappresenta che nel corso della stessa mattinata alle ore 09:26
L O VERDE Massimiliano, prima di recarsi all'appuntamento con GRAZIANO
Vincenzo, aveva contattato telefonicamente la DI TRAPANI Maria Angela,
apprendo che questa si trovava presso la sua abitazione; chiedeva quindi alla donna di
P
... affacciarsi al portone e che lui stava scendendo ... ; si ricorderà che i due abitano
al1'interno dello stesso residente. [&Q$~To$$~~)

I1 4 gennaio 2007 era registrato un ulteriore incontro tra DI TRAPANI Maria


Angela e GRAZIANO Vincenzo, documentato da un apposito servizio di O.C.P.
fw<*&*x$0) Questo appuntamento anche questa volta era preannunciato da
accordi telefonici nelle ore precedenti con l'intmediazione di LO VERDE
Massimiliano. Infatti:

- alle ore 16:24 DI TRAPANI Maria Angela chiamava LO VERDE


Massimiliano e lo informava che più tardi sarebbe stata dalla madre
(GUASTELLA Maria ndr.); la comunicazione risultava disturbata e i due
. .
interrompevano la conversazione; t?:4NZM@)
- alle ore 16:26 LO VERDE Massimiliano dall'utenza intestata al negozio
"CASAGIO" richiamava DI TRAPANI Maria Angela e si scusava
perché la comunicazione era disturbata, adducendo a giustificazione il
fatto che si trovava giù in uflcio;
- alle ore 18:31 LO VERDE Massimiliano, dall'utenza telefonica
339179661 50 intestata alla madre GUASTELLA Maria, chiamava
GRAZIANO Vincenzo e lo invitava a raggiungerlo al negozio;
GRAZIANO, senza esitare, rispondeva che stava arrivando;
"u
- alle successive ore 18:43 LO VERDE Massimiliano chiamava DI
TRAPANI Maria Angela che diceva che stava arrivando, senza
aggiungere altro;
- alle ore 18:58 sull'utenza 34912541160 intestata ed in uso a DI TRAPANI
Maria Angela, giungeva una telefonata da parte dell'Awocato FARINA
alla quale rispondeva il LO VERDE Massimiliano che rifkriva di essere il
cugino della DI TRAPANI che al momento non poteva rispondere.

Come si è potuto facilmente intuire, al fine di eludere eventuali investigazioni,


l'appuntamento era stato fissato secondo modalità concordate atteso che nel
corso delle conversazioni telefoniche gli interlocutori utilizzavano concise frasi
di tipo convenzionale. Inoltre durante l'incontro i $e interlocutori
(GRAZIANO e la DI TRAPANI) non sono stati notati nell'area dedicata alla
vendita all'intemo del locale "CASAGIÒ".
Come di consueto alcuni giomi dopo, 1'11 gennaio 2007, DI TRAPANI
Maria Angela effettuava il colloquio carcerario con il marito al quale riferiva
con accortezza di avere incontrato "CORVINA" ovvero GRAZIANO
Vincenzo [,.,L'altro giorno ho visto a CORVINA...l; la donna precisava di
avere affrontato con lo stesso diversi argomenti che saranno trattati
,\* \*q\" % q y r\,qw+7
singolarmente in distinti paragrafi. b&@&$q)
2, c

Ulteriore incontro si registrava il 22 maggio2007, verso le ore 0958,


attraverso i dati del GPS che rivelavano la presenza della DI TRAPANI in via
Montepellegrino nei pressi del negozio CASAGIO'; successivamente si
registravano i seguenti movimenti:
- alle ore 11:48 successive si registrava nuovamente la presenza del
GRAZIANO Vincenzo presso l'esercizio commerciale denominato
"CASAGIO'"; anche in tale occasione la presenza del GRAZIANO era
stata richiesta da LO VERDE Massimiliano, attraveso le telefonate
registrate rispettivamente il 18 maggio2007, al progressivo nr. 5928, alle
ore 11:3 7 e il 22 maggio2007, al progressivo nr.6056, ore 10:41, entrambe
in uscita dall'utenza nr. 33813655000~' in uso allo stesso LO VERDE
Massimiliano; all'incontro questa volta non partecipava DI TRAPANI
Maria Angela come desunto dai dati del GPS che ne rilevavano la
presenza in altra località;
- alle successive ore 15:58, sul progressivo nr. 5633, sull'utenza in uso a DI
TRAPANI Maria Angela, si censurava una conversazione tra la stessa e
LO VERDE Massidiano al quale chiedeva se poteva recarsi
dall'awncrito per consegnare un foglio; ottenuta la risposta positiva, la
donna riferiva che si sarebbe recata presso il suo negozio.

- I dati GPS e le captazioni sulla vettura della donna permettevano di


documentame la presenza alle ore 16:08 successive in via Montepellegrino
ove è ubicato il negozio CASAGIO';

47
Per i suesposti contatti si rimanda al brogliaccio relativo all'intercettazione in disamina (decreto 881/06).
I1 26 luglio 2007, alle ore 16:18, si registrava nuovamente la presenza del
GRAZIANO Vincenzo all'interno del negozio "CASAGIO' "; anche in
questa occasione la visita di GRAZIANO era stata preannunciata
anticipatamente da LO VERDE Massimiliano attraverso la telefonata
registrata con la quale i due si davano appuntamento per le ore 17:30
successive. servizio di osservazione, controllo e
pedinamento approntato registrava l'ingresso del GRAZIANO all'interno del
negozio.
Analoga situazione era registrata il 4 settembre 2007 allorché, attraverso il
sistema di localizzazione satellitare installato a bordo dell'autovettura in uso a
DI TRAPANI Maria Angela, si accertava che quest'ultima, alle ore 10:16, si
recava in via Montepellegrino dove parcheggiava l'autovettura nelle
adiacenze del negozio denominato " C A S A G I O per ripartire alle successive
ore 10:42; pochi minuti dopo di della DI TRAPANI Maria Angela in via
Montepellegrino, alle ore 10:20, LO VERDE Massimiliano contattava
GRAZIANO Vincenzo, comunicandogli che [erano arrivate le sedie] e
chiedendogli di [incontrarsi nel pomeriggio successivo dopo le ore 17:00].
'P1 telefono cellulare di GRAZIANO Vincenzo, alle ore
17:08 (del giorno 4 settembre 2007), impegnava le celle della zone della
medesima via ~ontepellegrino~~;
alle ore 20.54 successive si registrava una
- - =- A , tebfonata tra LO VERDE Massimiìiano e DI TRAPANI Maria Angela:
0 l'uomo, sinceratosi che la donna fosse a casa, le riferiva che stava per
'--
raggiungerla. $11 5 ottobre 2007, alle ore 1658, LO
VERDE Massimiliano contattava GRAZIANO Vincenzo e, nell'informarlo
di un presunto problema con l'ordinazione delle sedie, gli chiedeva di
raggiungerlo per mostrargli l'ultima serie. GRAZIANO Vincenzo
rispondeva che l'avrebbe raggiunto verso le successive ore 19:00, poiché al
momento era impegnato in ospedale.
I1 9 ottobre 2007, alle ore 12:33, veniva registrato un7ulteriorecontatto
tra il GRAZIANO Vincenzo e il LO VERDE Massimiliano che si
accordavano per vedersi, adottando come di consueto, una motivazione

%
fittizia. :I1 4 dicembre 2007, alle ore 12:27, LO VERDE

48 Cfr. dati impegno celle dell'intercettazione relativa al decreto 1657106.

229
Massimiliano chiamava GRAZIANO Vincenzo (progr. 12109 Dec. Int.
1657/06) e, con la scusa di un problema con l 'ordinazione della macchina del
.s*: <;$;?w;$,~:
;,: > .',.aL$~;f,-: : ,' v<

gas. lo invitata a raggiungerlo. k~,@5i$we,@21)


- lo stesso giorno, alle ore 1959 (progr. 10046 - Decr. Int. 603/06), LO
VERDE Massimiliano chiamava DI TRAPANI Maria Angela; nel corso
della conversazione i due convenivano di incontrarsi l'indomani mattina
~~;'<)
verso le 07:30.
- il giorno seguente 5 dicembre 2007, alle 751 LO VERDE Massimiliano
puntualmente chiamava DI TRAPANI Maria Angela e, come
preannunciato la serata precedente, le chiedeva di mandargli il bambino (il
piccolo MADONIA Francesco ndr.) comunicandole che gli avrebbe dato
la tessera. La donna si raccomandava puntualizzando che l'indomani
~ ; , - > . % : , , - 2 % T : 3 ~ ~ ~ ~ , . . : y . f . ~A,:~ y "-.W*>
?-

sarebbe dovuta partire. f$g*&w:mp)

Dunque, gli elementi riportati testimoniano il molo svolto da GRAZIANO di


esecutore di ordini emanati dai fratelli MADONIA, riportati a mezzo della cognata
DI TRAPANI Maria Angela, nonchè come portatore del danaro che GENOVA
Salvatore - reggente del mandamento mafioso di Resuttana - periodicamente
destinava al sostentamento in carcere dei componenti dei nuclei familiari
MADONIA/DI TRAPANI; il denaro giungeva poi ai detenuti attraverso la DI
TRAPANI che lo riceveva direttamente da GRAZIANO.

Nel prosieguo, saranno esposti gli elementi acquisiti in ordine alla distinzione
tra il danaro che GRAZIANO Vincenzo faceva pervenire a DI TRAPANI Maria
Angela per conto del GENOVA Salvatore, destinato al mantenimento dei
carcerati, e quello invece proveniente dalla gestione del patrimonio occulto dei
MADONIA, recapitato da GRAZIANO Vincenzo e dal fratello DOMENICO
(Mario - Mareddu) o per interposta persona, direttamente presso il domicilio dei
MADONIA, sito in questa via Cimbali nr.44.
La differenza sull'origine delle "entrate" di denaro veniva fatto nel corso di una
conversazione carceraria, awenuta il 16 agosto 2006, proprio tra il detenuto
MADONIA Antonino ed il fiatello minore ALDO. Nel corso del medesimo
colloquio - già riportato - MADONIA Aldo, metteva a conoscenza il detenuto delle
precarie condizioni in cui versavano le casse della famiglia. MADONIA Antonino
in risposta chiedeva conferma, invece, sulle regolari entrate da parte dei soggetti
indicati con gli appellativi U GNE GNE e FRATELLO ... ci sono delle cose diciamo
che regolarmente, regolarmente ci ha dato ... il RAGIONIERE ... Immediato era
l'assenso di MADONIA Aldo che specificava che si trattava dell'unica entrata
sicura. ALDO: ...il sicuro è questo! ... CAPELLI LISCI, si! ... F@@&&wa) .,&C

Un'altro riscontro sul denaro consegnato dai fratelli GRAZIANO direttamente


presso l'abitazione di GELARDI Emanuela perveniva anche dal detenuto
MADONIA Giuseppe, inteso PIPPO. In particolare, DI TRAPANI Maria Angela
nel corso del colloquio carcerario de11'08/6/2006, riferiva al marito le direttive
impartite dal cognato MADONIA Giuseppe, inteso PIPPO, alla madre GELARDI
Emanuela (nel corso del colloquio del 20 maggio2006): il detenuto aveva disposto
che "CORWNA" e suo "Fratello" (owero i fratelli GRAZIANO Vincenzo e
Domenico inteso marco o Mareddu) avrebbero dovuto comspondere ogni mese a
GELARDI Emanuela ulteriori 1000 euro a testa. Precisava altresì che la GELARDI
deveva consegnare ogni mese alla DI TRAPANI Maria Angela 1500 euro,
decurtandoli dall'aumento che avrebbero consegnato i fratelli GRAZIANO. La
disposizione, a dire della stessa Maria Angela, veniva costantemente disattesa dal
cognato MADONIA Aldo che avrebbe trattenuto per sè tutto il denaro pervenuto
mensilmente. M. ANGELA:ah!... PIPPO... vedi una cosa più importante!... PIPPO
- L aveva-dego alla MAMMA, l'altra volta, le parlava... del COR V 0 (abbassa il tono ,

della voce, ndr)... dell'operaio.... CORWNA... .eh!... dice... (riferisce quanto detto da
MADONU Giuseppe alla madre, ndr)... ogni volta... dice... che ogni mese ti
portano eeehh... (denaro, ndr)... dice... devi dare... dice... vie... dice... vieni qua
Maria Angela... 1500 euro... (ripete, ndr) 1500 euro... ti bastano, dice, per te ed il
bambino? (il bambino è MADONLQ Francesco _figlio appunto dei colloquianti,
ndr)... e io gli faccio... che devo dire?... no o si?!... io... muta!... gli faccio... (da qui
riprende a riferire le parole dette da MADONU Giuseppe in occasione del
colloquio eflettuato con la Maria Angela e con la GELARDI Emanuela il 20
..
maggio2006)... eh!... peti andare. dice... da COR YINO... e gli dici.. che, ogn4
bese, a quelli che da a MAMMA... sia lui (CORWNA, ndr) che suo fratello (il
Fratello di CORYBVA, ndr)... 1000 e 1000 in piùd (CORWNA ed il fratello devono
quindi elargire alla GELARDI, mensilmente 1000 euro in più cadauno, ndr)... dice...
F
poi glieli portano alla MAMMA... dice... e la MAMMA te li deve dare a te (a DI
TRAPANI Maria Angela, ndr)... lo senti!?... tu gli devi fare così! (MADONZA
Giuseppe, di seguito, si assicura quindi che la GELARDZ Emanuela abbia
compreso, ndr)... e lei (GELARDZ Emanuela, ndr)... eh, eh!... ed è Jnito ....
all'indomani... vediamo a (abbassa il tono della voce, ndr)... CORVINO... lei
(GELARDZ Emanuela, ndr)... a PZPPO gli aveva detto che non aveva fatto niente!...
. perchè già, forse, glielo avevano detto prima!... tutti a tuo fratello ALDO!... se li è
i
presi.. ed a me non mi hanno dato niente! ... hai capito?! [M@=@)
-A'-& *"f?
-i(.*

B~q$i&)re veniva, poi, identificato in GRECO Orazio, nato a Palermo il 06


aprile 1933, ivi deceduto per cause naturali (nel corso dell'indagine) il 31 ottobre
2007. In particolare, quest'ultimo rappresentava, fino al giorno del suo decesso, un
importante punto di riferimento per il disbrigo di qualsiasi incombenza per conto del
GRAZIANO Vincenzo. Inoltre, almeno da quanto si può ricavare dalle
conversazioni intercettate e pur non avendo nulla riscontrato in archivi cartacei ed
informatici, ricopriva l'incarico di "ragioniere" per conto di GRAZIANO Vincenzo.

Sempre in relazione alla gestione di beni di origine illecita, In durante il


colloquio carcerario avvenuto il 11 gennaio 2007, DI TRAPANI Maria Angela
informava il marito di essere stata avvisata da ANGELA (owero FONTANA
Stefano) che GRAZIANO Vincenzo aveva comprato, attraverso un'asta
fallimentare, l'immobile chiamato convenzionalmente "jbzestre" o "porte",
rivendendolo successivamente. DI TRAPANI Maria Angela si sarebbe attivata
immediatamente chiedendo il reinvestimento della somma di denaro ricavato dalla
vendita. ::A questa richiesta il GRAZIANO avrebbe riferito che i
guadagni realizzati dalla vendita sarebbero serviti per le spese di altri procedimenti
fallimentari in corso e concludeva dicendo che per l'avvenire avrebbe comunque
riconosciuto alla donna la stessa somma di denaro che incassava mensilmente
dall'affitto (700 euro). L'incontro riferito dalla donna era sicuramente riconducibile
alla data del 4 gennaio 2007 quando si registrava un incontro tra la DI TRAPANI
Maria Angela e GRAZIANO Vincenzo, già trattato in separato capitolo.

M. ANGELA: L'altro aiorno ho visi0 a COR KUVA... quesi'aiira...


SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ...
...No ah.. prima di ANGELA: ANGELA mi chiama.. ANGELA
(ovvero F O ~ Stefano,ndr)!
A

6 232
SALVATORE: Si, ma MARIA ANGELA... ascolta! IMARIA ANGELA... ANGELA
con CORMNA (owero GRAZIANO Vincenzo,ndr)hanno avuto
sempre... (con la mimica lascia intendere: discussioni, diverbi,
ndr)...
M. ANGELA: ...sempre...
SALVATORE: oh.. oh...
M. ANGELA: ..
... no, poi mi chiama per dirmi delle. flnestre 49... dice: ti voglio...
dice: che tu lo sappia! ...come se io non ti ho detto niente, però...
Dice: ma ti hanno deito niente? Gli ho detto: no, non so niente!
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ascoltami! Lo sai mà se l'è venduta.. l'ha venduta..
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ...che dice che se lo sono comprati a fallimento... aitre persone...
però... al che io faccio$nta di non sapere niente... Ci faccio: e
guanto l'ha venduto? ... No, dice... Gli ho detto: non ne ha presi
W? No, dice, niente... dica.. sono rimasti sessantamila euro
(abbassa il tono della voce e contemporaneamente mima il gesto del
sei, ndr). Gli ho detto: ah... allora li investe... No no, dice... quelli
sono serviti a me, dice, perchè io ho altri debiti, dice, da andarmi a
..
togliere. gli altrifallimen ti... Al che guardo e mi fa: ah, dice, a
...
proposito dice lei, dice ,(abbassa il torro della voce, ndr) di questi
...
affim; dice, in passato ha preso centocinquanta milioni! Dice:
lo? Ma..sta scherzando? N O, dice, ciposso portarepure
RAGIONIERE!
SALVATORE: E chi, LUI... proprio LUI?
M. ANGELA: COR KtiYA. si! (con la gestualita delle mani lascia intendere che
CORVINA ha cambiato totalmente atteggiamento nei loro confronti,
ndr) ... Però ora aspetta! Cammina insieme a CARMELA (owero
GENOVA Salvatore,ndr)... (abbassa il tono della voce ed unisce gli
indici delle due mani per intendere: vicinanza, ndr) ...a
...
CARMELA ho capito! Ma non vorrei.. CARMELA è troppo
buona.. che quando fu, fu la ZL4 LINA! Hai capito!... Ho capito
che ci fu sta cosa..
SALVATORE: UARuI ANGELA basta... iK4R.U ANGELA non so niente. non... ..
queste sono tutte le mie cose...
M. ANGELA: A me non ha dato niente!
SALVATORE: queste sono le mie cose... . .
M. ANGELA: ...dice: io questi qua che le sto dando (con le mani indica il numero.
sette, ndr) orni mese...
SALVATORE: ... ..
tutte le mie cose... tutte le mie. tua le miei.. e ora l'ultima..
M. ANGELA: Gli ho dem: ma perchè lei... fallimenti.. gli ho detto... di che cosa?
Gli ho detto: perchè a mio marito gli avete dato... (abbassa il tono
...
della voce, ndr) appartamend.. cose? ma.. quelle sono cose con
i suoifratelli.. lui se la deve sbrigare con i suoi fratelli.. Io ho
sempre fatto tutto... qua per la famiglia (inteso G R A W O
Vincenzo,ng...poi se so... se hanno cose fra loro fratelli, che non
si..

49
I1 fabbricato chiamato convenzionalmente "finestre", con ogni probabilità, è da individuarsi nell'immobile
adibito a falegnameria sito a Palermo via Casteiiana Bandiera tu.3 1; tale fabbricato di proprietà del defunto
GRAZIANO Ignazio, fratello di GRAZIANO Vincenzo, era stato oggetto di procedura esecutiva
immobiliare tu. 1006196, R.Not. 124102, venduto all'incanto il 06/07/2006, ed aggiudicato per la somma di
euro 239.800,OO da GRAZIANO Francesco, figiio del citato GRAZIANO Vincenzo. In seguito detto
immobile veniva alienato alla ditta MAXRICAS s.r.l., con atto notarile redatto il 04/02/2008. (vds.
ALLEGATO Y l l , atto notarile del 04/02/2008 relativo alla vendita alla Max Ricas dell'immobile di
proprietà di G R A W O Francesco) L'immobile di cui in parola era adibito a "falegnameria", come si
desume dalla relazione di perizia e dalla documentazione fotografica, allegata all'esecuzione, ed intestati
ancora a nome di C E N T m O Filippo, nato a Palermo 1'810811944, C E N T m O Pietro, nato a Palermo il
2911011934 e CENTMO Placido, nato a Palermo il 2711 11193 1. 9
SALVATORE: i%fRL4 ANGELA lascia perdere, basta...
M. ANGELA: ...discorsi...
SALVATORE: ..
basta. poi me la vedo io...
M. ANGELA: ...fa ccio finta di niente...
SALVATORE: ...me la vedo io...
M. ANGELA: Mi fa: io questi di qua (con le mani indica il numero sette, ndr)
glieli continuo a mandare sempre... (abbassa il tono della voce,
..
ndr) ...a lei.. settecento... fino a quando posso. dice.. perchè io
qua vorreiparlare, perchè io ho tutte le mie case... tutte in
fallimenti... cose... parlo con ALDO (inteso MADONIA Aldo, ndr) e
mi dice faccia lei.. Ma faccio cosa? (abbassa i1 tono della voce,
...
ndr) ...soldi non ce n'è... & dice:... se lavoro... se voglio
.. ..
lavorare... voplio lavorare. dice.. pure per voi.. dice. ma metti..
SALVATORE: MARIA ANGELA...
M. ANGELA: ..
Adesso. dice... voleva... no... voleva.. fare una cosa là..

Lo stesso immobile era stato oggetto di conversazione 1'8 giugno2006 quando


il detenuto MADONIA Salvatore aveva chiesto notizie alla moglie sulla sorte
de "il falegname". La DI TRAPANI Maria. Angela rassicurava il marito,
specificando di ricevere 700 euro ogni mese e che al momento della vendita
avrebbe ricevuto 100 (inteso centomila euro, n.d.r.) da potere reinvestire. La
cifia coincideva con quella che la donna riferiva di ricevere mensilmente nella
conversazione precedente:

SALVATORE: ... il FALEGNAME, come è finita?


M. ANGELA: eh?
SALVATORE: il FALEGNAME... dico... abbiamo... inc...
M, ANGELA: ..
ah!. mi.. mi.. (abbassa il tono della voce, ndr)... 700 orni mese
...
findica il numero sette con le mani ndr) mi ha detto infatti..
.. ..
dice. lei può sapere... ancora non si è venduta. però, dice.
...
rimarranno noco bachi soldi, ndr)... dopo che rimarranno dice. ..
ne rimarranno 100 (indica il numero uno con l'indice destro, ndr)...
compriamo e facciamo un qualcosa.. (alza le braccia in alto, ndr)
SALVA TORI? Maria Angela...

Durante il successivo colloquio carcerario, avvenuto il 5 luglio 2007, la DI


TRAPANI Maria Angela riprendeva con il marito l'argomento pertinente
l'immobile di cui sopra inteso 'tfalegnameria ". In particolare riferiva che
durante un incontro il cognato MADONIA Aldo l'aveva informata di alcune
proprietà di loro pertinenza, spiegando anche che GRAZIANO Vincenzo
(ovvero CORVINA) era depositario di una somma di denaro realizzata dalla
compravendita dell'immobile identificato come "faleanameria"; questa
somma comspondeva a quanto indicatole da FONTANA Stefano durante un
incontro e non a quanto invece sostenuto dall'interessato GRAZIANO
Vincenzo. Nella circostanza, il detenuto riprendeva la donna, poiché non era
1
stata capace di dire al cognato che detto immobile era riconducibile solo al
marito e non al patrimonio di famiglia [SALVATORE: Si, ma scusa... a
dire... Senti. guesta cosa. è mia!l (AI~~EGAT~\PS)
M. ANGELA: ANGELA ti saluta!(riferitoa FONATANA Stefano,ndr) Gli ho
detto... però dice: ma come... facciamo?! Gli ho detto: vedete...
[...l
M. ANGELA: con COR WNA (owero GRAZIANO Vincenzo,ndr) è sempre.... (con
la mimica lascia intendere, lontana, in cattivi rapporti, ndr)
sempre....
SALVATORE: Non mi intere... MARIA ANGELA... io .... a me interessa...
M. ANGELA: e mi ha detto che con... con questa di qua (CORMNA, ndr.)
...dice... deve tirare le... le nostre... dice, se viene qualcuno, dice, che
è arrabbiata da te... (abbassa il tono della voce, ndr.) CORW N A...
che è arrabbiata con te ... tu ci di.. tu faifinta che non sai niente...
per quanto riguarda de... delle PORTE ...
SALVATORE: (con le mani chiede alla moglie di interrompere il discorso, ndr.)
MARLQ ANGELA...
M. ANGELA: Ci ha fregato! (ride, ndr.)
SAL VATORE: MARL4 ANGELA... perchè ce n'è UNO...
M. ANGELA: No, per ora c'è un'altra cosa... L'altro... L'altro giorno che sono
andata dalla MAMMA... e c'era tuo... e mi fa: siediti! Gli faccio:
...
d.. eh e inizia a parlare: ...ah, sai.. NOI abbiamo questo...
questa cosa..
SAL VATORE: mh...
M. ANGELA: io... gli faccio mh... non capivo ilfine... tutt'ora non riesco a capi...
ora che ci rifletto riesco a capire... faccio, ma tutta questa
..
benevolenza, che mi deve mettere al corrente di que. basta..
SALVATORE: basta, MARL4 ANGELA...
M. ANGELA: ...
E comunque e mi fa.. ah, e all'ultimo mi butta la cosa.. ah,
-
che (abbassa il tono della voce, ndr.) COR?TNA ha tanto nostro!
...
Cioè, che significa.. la cifi la stessa cosa (intende clf?a, ndr.) &
mi aveva detto ANGELA (owero FONTANA stefano,ndr) ...
riarardo la FALEGNAMERui! ...
r.. .l
SALVATORE: Questa... questa...- è il sangue mio!
M. ANGELA: Eh! Eh... mi pare... perchè ora... la stessa... riprendiamo... con
CORMNA...
SALVATORE: ...cioè, allora dico... noi abbiamo questa cosa... che ti ha detto L!..
..
dice. noialtri abbiamo questa cosa..
M. ANGELA: si.. c'è qualcosa.. può esserepure... ora vediamo! Perchè mi fa:
ora... dice... dopo giorno sedici, dice... ci rivediamo, dice... perchè
sai... per ora, dice, devo vedermi con (abbassa il tono della voce,
ndr.) COR MNA, dice... Io faccio finta di niente! Come mi di... come
io capisco che si tratta di QUESTO...
SALVATORE: UARIA A... poi tu devi veni... vieni... eparliamo!
M. ANGELA: No, siccome mi hanno fatto prendere in giro se è così... perchè
quandoji di C 0... gli ho detto: quanto è stata LE PORTE... Dice:
no niente, dick.. Ma come?! Ma lei no ha.. No...niente!
SALVATORE: Ma sono due cose dktinte e separate! Che cosa c'entra...
M. ANGELA: Ora invece sento... da ANGELA (oweroro FONTANA
Stefano,ndr)... che di dietro si è fatta dare pure questi (con le mani,
mima e lascia intendere: i soldi, il denaro, ndr.)... da ANGELA...
ANGELA.... che mi dice? Mi dice questo, di dirlo a te... Dice... e io
sto... e io gli ho detto a QUELLO dammi le chiavi.. Per venire,
dice, venite da me! Dice... chi è?! Qua, dice, è di un cristiano (con le
mani indica il marito MADONL-4 Salvatore, ndr.) ...dice... qua,
SALVATORE: MARTA ANGELA...
M. ANGELA: ...Insomma non mi vorrei trovare in mezzo a queste cose,
comunque...
SALVATORE: MARL4 ANGELA....
M. ANGELA: Io ho ascoltato, muta!
SALVATORE: UARLQ ANGELA.... ti ho detto...
M. ANGELA: ...da ANGELA! Ora LORO mi fanno questo ...
SALVATORE: Ma...
M. ANGELA: CARLA (owero MADONL4 Aldo,ndr) mi fa questo discorso... però
senza dirmi questo... Ah vedi che QUESTA, dice, ha tanto ...
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE... mi sento...
M. ANGELA: Confusione SALVO! C'è qualcosa di... INCOMPRENSIBILE
SALVATORE: Si, ma scusa... a dire... Senti, questa cosa. è mia!
M. ANGELA: A chi? Non è che mi ha detto... CARLA che è di QUESTA...

A rafforzare ulterionnente i riscontri relativi all'identificazione dell'immobile


chiamato convenzionalmente "jnestre" owero "porte" ovvero "$alegnameriaW,
e la sua reale proprietà, si riportano di seguito alcuni stralci di interrogatori resi
dal alcuni collaboratori di giustizia. In particolare il collaboratore di giustizia
FONTANA Angelo ricostruisce nel passato le vicissitudini di questo
fabbricato, acquistato da GRAZIANO Ignazio per conto esclusivo del detenuto
MADONIA Salvatore.

Interrogatorio reso da FONTANA Angelo il 7 febbraio 2006

FONTANA: Ora c'è Mareddu GRAZL4NO con suojglio che avevano la società
con GALATOLO all'epoca... quando mi ricordo io c'erano:
Mareddu GRAZL4N0, Camiiio GRAZL4NO ufiglfu du '
'mbianchino e un altro Camiiio GRAZiANO che èjìglio di
Mareddu però poi Camiiio GRAZIANO che sarebbe cognato di
Ciccio ONORATO se n 'è uscito e non ha fatto più società con (inc.)
però ora c'è Mareddu GRAZIANO e suo figlio che sono in società
con CALATOLO e MADONLQ, però poi c'è successo che C'era un
pezzo di terreno che auesto terreno era alla Castellana. alla
Castellana stu terreno era araticamente di CENTmEO...
P.M.: CENTINEO chi?
FONTANA: CENTiNEO auello il falegname che fa... Ora stu terreno di
CENTINEO uraticamente l'hanno comurato i GRAZIANO
all'eaoca I~nazioGRAZIANO l'ha comprato stu terreno però si
diceva che auesto terreno era di CALATOLO e di MADONLQ,
quindi mandano a dire, del carcere am*vala notizia e mi arriva a
me e a mio nipote Gaetano di vedere come sono combinatiper
questo terreno, lo manda a dire mio zio Vincenzo e noi facciamo un
appuntamento con IgnaUo GRAZIANO e Mareddu GRAZIANO
al1 Yrenella. Mareddu GRAZIANO quando ci vede, eh ci saluta
bello sis... comunque facciamo questo appuntamento e ci dice a noi,
dice... ci dicemu: Marè, vulemu un appuntamento cu ' to'fiati
Ignazio perché amu a sapiri il discorso di CENTmEO com 'è, come
non è... Dice: ma vedi che già è venuto Giovanni BONAMVO e
Francesco BONANNO che volevano sapere d i p u discursu. Vabbè
non dite niente a loro, dovete parlare con noi. Va bene. &L
spiegano la ... viene, ci fa un appuntamento con Ianazio dopo giorni,
a stu Cinisi, sempre GRAZUNO si chiama u Cinisi e ci spiega che
auesto terreno lui I'ha comprato per i MADONU non è dei
GALATOLO. I'ha comprato solamente per i MADONIA auindi stu
terreno di CENTINEO è di Salvo MADONIA addirittura
s~eciticamente.Tutto qua. Noi mandiamo a dire a Vincenzo
GALATOLO e a Pino GALATOLO: viriti ca Ianazio c'ha detto che
guesto terreno è di... l'hanno comprato per Salvo MADONLA.
P.M.1: E quelli si acquietarono?
FONTANA: Eh?
P.M.1: A quelpunto si...
FONTANA: O si zittinu o si zittinu, cu ' chiddi un si ci putìeva!
P.M.1: Quindi siamo anni '80,fine anni '80, perché Salvo MADONIA è
detenuto.
FONTANA: Ma Salvo MADONIA è detenuto, io sto parlando quando ero fuori
io, nel '96, questo discorso l'ho risolto nel '96.

Interrogatorio reso da FONTANA Angelo il 4 aprile 2006

P.M.1: Quindi anche Ignazio GRAZIANO era in rapporti con voi, con la
mafia?
FONTANA: Si, si.
P.M.l: Solo con lei o anche con i MADONLA?
FONTANA: No, con i MADONLA aveva dei terreni, un ap~ezzamentodi terreni
che praticamente stu terreno è dei CENTINEO, sempre in cas...
alla Castellana e stu terreno è stato comprato, è stato comprato, nel
mentre che erano tutti in carcere e I'ha comprato proprio Ignazio e
mi hanno incaricato i GALATOLO per andare a vedere com'erano
combinati con questo terreno e io con mio nipote Gaetano ci siamo
recati al1 'Arenellae abbiamo avuto un appuntamento con Mareddu
GRAZIANO e Ignazio GRAZIANO per farci spiegare, perché i
MADONLA praticamente se ne. volevano impadronire di questo
terreno e per farci spiegare per chi e come avevano comprato questo
terreno perché i GALATOLO dicevano che erano in società, i
MADONIA dicevano che era u suo, alla fine abbiamo concluso
che... Ignazio ci ha detto che auesto terreno l'aveva comurato
direttamente per Salvo MADONL.4 e stu terreno ancora esiste, di
CENZ5VEO...
P.M.1: Ed è di Salvo MADONIA.
FONTANA: ...e dice che... mi ha detto che è di Salvo MADONLA e io ho fatto
sapere in carcere che era di Salvo MADONIA.
Ho capito ma posso chiedere scusa una domanda sola...
Sì, certo.
...no se questo discorso dei MADONLA mi pare di capire quindi che
ci sono tutta una serie di beni di MADONLA... da chi vengono
gestiti sti beni? Cioè arrivano soldi, a chi arrivano questi soldi, chi
le gestisce ste cose?
FONTANA: A chi am'vano prima i soldi noi li... cioè noi, quelli, i soldi che eeh
glieli davamo a Francesco BONANNO.
A Francesco BONANNO quando c'era Francesco BONANNO
reggente.
P. M. : E ora?
FONTANA: Poi ora... ora penso che gliel'hanno... Diego DI TRAPANI,
FONTANA: Tutti i beni di GRAZUNO, tutti i beni di GRAZIANO per esempio
sono tutti dei MDONZA e stu terreno di CENTZNEO è dei
MADONLA...
P.M.: E si trova dove?
FONTANA: Alla Castellana, una traversa della Castellana...
P.M. I: Sa di campi di calcetto o dei MADONIA o dei DI TRAPANI?
FONTANA: No, no.
P.M.: Ma quando lei dice la Castellana è Via Castellana a Borgo...
FONTANA: No, no. è ~roprionella zona nostra, dove che c'è ... allora andiamoci
da un altro lato, via n a o n de Revel, dove c'è il deposito delle
sigarette a destra. qua dentro scendendo C 'era, C'era ddocu una
falepnameria che era di CENTZNEO, tutto stu terreno qua
appartiene a...

Le attività tecniche permettevano di acquisire diversi indizi, sia soggettivi che


oggettivi, utili a ricostruire tematiche associative trattate durante i vari incontri
avvenuti tra DI TRAPANI Maria Angela con il GRAZIANO Vincenzo. In
particolare, durante il colloquio carcerario avvenuto il 11 gennaio 2007, tra il
detenuto MADONIA Salvatore e la moglie, quest'ultima riferiva al marito aicune
difficoltà esternate da GRAZIANO Vincenzo circa la realizzazione di un immobile
in località "Arenella ". Nello specifico, GRAZIANO Vincenzo chiedeva alla donna
di farsi portavoce presso il marito delle sue difficoltà e, allo stesso tempo, ne
richiedeva un autorevole intervento nei confronti dell'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore. GRAZIANO specificava, inoltre, che la predetta iniziativa
imprenditoriale si doveva realizzare anche per conto degli stessi MADONIA [ ...
r-~;<..?.Qy;.^f~.i*
lo facevo pure per voi...]. k&~@@&m:$&,23
i..' - ""

M. ANGELA: Ora LUI mi diceva (riferito a GRAZIANO salvatore,ndr), dice:


.. ..
dice. dice per favore, dice... a SALVO. dice.. (abbassa il tono della
voce, ndr) c'era un pe=emMnodi terreno allrARENELLA.Dice: volevo
costruire... (abbassa il tono della voce, ndr) dice.. sta.. lì potevo
cominciare senza... senza niente... (con la mimica indica: spendere, ndr)...
...
ma lo facevo Dure per voi... dice non per me... Gli è am'vato &... (con la
mano destra produce il gesto usualmente utilizzato per indicare: piccolo,
ndr)... dice... se ci fa questa cortesia.. di lasciarlo stare... dice... perchb b
una cortesia.. a que.. che ci sono altre persone... di altre.. di altre. . ..
zone...
SALVATORE: M M i 2 ANGELA.... UARIA ANGELA... e che posso fare...
M. ANGELA: Dice: non lo so, dice. dentro casa nostra.. così?
SALVATORE: (con tono adirato, ndr) UARIA ANGELA, ti sto dicendo io che non posso
fare... basta!
M. ANGELA: Basta!

I1 mese successivo e precisamente 1'8 febbraio 2007, durante il consueto


colloquio carcerario tra MADONIA Salvatore e la moglie, emergeva
l'interessamento del detenuto alla vicenda: lo stesso, difatti, chiedeva alla moglie di
far giungere un messaggio a ROSALBA (owero l'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore,ndr) al fine di favorire GRAZIANO Vincenzo nelle sue iniziative
imprenditoriali in considerazione della sua recente scarcerazione. I1 detenuto
precisava che la richiesta doveva essere fatta a nome suo (MADONIA Salvatore) e
che la cortesia venisse fatta alla sua persona. Aggiungeva che la risposta positiva
doveva essere partecipata all'interessato "CORWNA" owero GRAZIANO
Vincenzo dalla stessa DI TRAPANI Maria Angela, senza intromissioni di
GENOVA Salvatore (owero CARMELA ,ndr).

SALVATORE: mi stavo dimenticando ... una cosa ... CORnNA! ... senza bisogno di dirgli
niente ... parli con CARMELA (owero GENOVA Salvatore,ndr) e gli dici
...
... sai, CORVINA... aveva necessità di questo di parlare con QUE ...
dice ... sono usciti ora ...
M. ANGELA: mh
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE... e hanno bisogno di lavorare!
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ... mh
SALVATORE: se ...g liela ... gliela chiedo IO. Questacortesia! ... non c'è bisogno che a
LUIglielo dici TU (tu inteso CARMELA, owero GENOVA Salvatore, ndr)
... che sia TU (questa volta indica la moglie DI TRAPANI Maria Angela,
ndr) ... e!
M. ANGELA: si... si... vabbè... glielo dico!
SALVATORE: cioè ... mi sono spiegato, MARIA ANGELA?
M. ANGELA: si, si
SALVATORE: ... a dire ... prima ... se èpossibile ... questa cortesia gliela chiedo IO
(indica se stesso, ndr) ...
M. ANGELA: si .. - . . .= - . :. L1. .
SALVATORE: cioè ... per vedere ... me la devo vedere tutta con QUESTO ... IO! ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: me la devo vedere ... l'hai visto cosa ha fatto?! ... le porte (riferibile ad un
luogo, ndr) se l'è ven ... e perciò ... francamente ...
M. ANGELA: e l'altra volta voleva ... incominciare ... (a lavorare, ndr) ... e da ROSALBA
(owero LO PICCOLO Salvatore,ndr)... gli ha mandato a dire no, ...
interessa a NOI!
SALVATORE: e IO ti sto dice ... ti sto dicendo ... di pregare ...
M. ANGELA: ... una cortesia ...
SALVATORE: dice ... dice SAL V 0... cioè ... sono ... sono usciti adesso ... sono in mezzo
...
ad una strada... di poterli aiutare se è possibile!
[...l
SALVATORE: MARU ANGELA ... ascolta ... TUgli devi chiedere a CA ... se è possibile,
...
questa cortesia! ... cioè la risposta te la devono portare a TE!
M. ANGELA: si!
SALVATORE: ... nel momento in cui... gli dici... senti ... (breve pausa, ndr) ... se ne vada
a lavorare!
M. ANGELA: si!
SALVATORE: ...
cioè devo vedere come... come si comporta! ancora....
M. ANGELA: va bene ... come si comporta chi?
SALVATORE: LUI!
M. ANGELA: COR WNA?
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ah!
SALVATORE: ...
cioè non facciamo che co ... come si chiama ... CARMELA va loro ... ...
...
dato che dici che camminano insieme (affianca le dita indice, ndr)
M. ANGELA: ...
sono eh!
SALVATORE: eh! ... prende e alielo dice LUI (CARMELA, ndr) ... per farsi bello!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... ... ... ...
... cioè gli devi dire gli chiedi questa se è possibile che te lo dica
a TE!
M. ANGELA: ...
se è possibile a ME (incica se stessa, ndr) ... che poi lo devo dire 1 0 a ...
(abbassa il tono della voce e pronuncia il nome con il labiale, ndr) ...
CORnNA ...
5. 1 contatti con FONTANA Stefano e FONTANA Gaetano.

L'attività di indagine svolta sulla famiglia MADONIA e sulle dinamiche e gli


assetti del mandamento di Resuttana ha inevitabilmente consentito di acquisire
importanti emergenze informative anche sull'attuale organizzazione della famiglia
dell1Acquasanta,da sempre appartenente al medesimo mandamento mafioso.
In estrema sintesi, le indagini hanno documentato una situazione di forte
attrito, nell'ambito di quel territorio, tra la famiglia FONTANA, la famiglia
GALATOLO e GRAZIANO Vincenzo che, come già visto, ha nel tempo
affiancato, sempre più incisivamente, GENOVA Salvatore nella gestione del
mandamento di Resuttana. Le acquisizioni più significative sono senz'altro emerse
nell'ambito dell'attività di intercettazione dei colloqui carcerari, concessi ai
componenti della famiglia MADONIA; in questo senso, è stata accertata la attiva
partecipazione di FONTANA Stefano, nato a Palermo il 05 agosto 1955 e della sua
famiglia (in particolare del figlio FONTANA Gaetano, nato a Palermo l'l marzo
1976) alla gestione del territorio deli'Acquasanta, nonostante il pentimento del
fratello FONTANA Angelo, nato a Palermo il 15 luglio 1963.
Nel corso del colloquio carcerario con il marito MADONIA Salvatore, datato
9 febbraio 2006, DI TRAPANI Maria Angela raccontava della particolare
- -. generositàidi ARIOLO Sergio, che, viste le sue contingenti difficoltà economiche,
--.-

b aveva proweduto a pagarle i biglietti aerei; la donna inoltre riferiva che della bontà
d'animo di Sergio ne avevano approfittato in parecchi e, a tal proposito, testualmente
riferiva.

M. ANGELA: ... infatti, per venire qua (con la mano indica il


presente luogo) ..., i biglietti me li ha fatti Sergio
(abbassa il tono della voce), una cosa impressionante!...
SALVATORE:
M. ANGELA: ......
si, ma a me questa cosa non mi piace sangue mio!
ah! Se lo sono mangiato vivo! Lo sapeva che lo
sapeva, ora ci ha pensato la ZIA SARA, a dire, che è! ...
Pure CARMELA ..., perché è così, lavora.., è un ragazzo...
buono... lo fanno pagare..., quando fu MARIANNINA,
ANGELA, perché lavora là (abbassa la voce), ha vol..,
vogliono laa... cosa e lui è da un pò d i anni che li dava
e li dava alla NIPOTE D I TUA MADRE ...,
solo che se li
mangiavano loro, hai capito? Se lo sono mangiato
vivo, "arrusicato" vivo; ora non vorrei gli ho detto alla
ZIA SARA, può essere che MARIANNINA, sapendo che
noi altri siamo (converge le dita sottintendendo
"contrasto"), gli sembra che siamo stati noi che...
abbiamo fatto ostruzionismo, gli sembra che siamo
noi..(abbassa la voce).. ce lo siamo mangiati noialtri
SALVATORE: ...ma che so, mi vado a prendere i pensieri degli altri!?

La semplice rilettura del tratto di conversazione sopra riportato permette, da


sola, di comprenderne l'assoluto valore investigativo; il racconto di DI TRAPANI
Maria Angela forniva, infatti, un aggiornato spaccato del contesto criminale
delltAcquasanta,oltre a dare precisi riferimenti sul passato più recente. In particolare
la donna, raccontando dell'amico ARIOLO Sergio, descritto peraltro come un
ragazzo... buono.. ., riferiva come lo stesso fosse stato, nel tempo, mangiato vivo (nel
senso chiaramente finanziario, ndr.), anche da CARMELA (da identificarsi in
GENOVA Salvatore, come argomentato in altro capitolo della presente informativa,
ndr), tanto da provocare un intervento diretto di DI TRAPANI Michele (zia SARA)
in sua difesa. Maria Angela, riferendo al marito ulteriori dettagli riconducibili ad
ARIOLO, faceva emergere intanto, con assoluta chiarezza, come lo stesso,
imprenditore nel settore della cantieristica navale fosse
regolarmente sottoposto ad estorsione [lo fanno pagare...], confermando, peraltro, la
competenza territoriale della famiglia mafiosa dell'Acquasanta sui cantieri navali di
Palermo. La conversazione chiariva, infatti, come ARIOLO Sergio già da tempo
pagasse il pizzo per i lavori eseguiti all'intemo dei cantieri navali e che la dazione
fosse stata richiesta dalla famiglia FONTANA [guando fu MARIANNINA,
ANGELA. perché lavora là (abbassa la voce). ha VOL.. voaliono laa... cosa].

Anche in questo colloquio carcerario DI TRAPANI Maria Angela, per


celare la reale identità dei soggetti nominati, ricorreva all' usuale artifizio linguistico,
che prevedeva l'uso di un nome femminile per indicare un congiunto uomo;
nell'occasione veniva quindi citata MRIANNINA (GALATOLO Giovanna,madre
di Stefano FONTANA) e, successivamente, ANGELA (TERESI Angela, nata a
Palermo il 13 dicembre 1957, moglie di FONTANA Stefano), per intendere,
evidentemente in entrambi i casi, proprio FONTANA stefanoso.

Questa logica conclusione appare l'unica, in effetti, a cui poter approdare; infatti deve essere
naturalmente escluso FONTANA Angelo, fiatello di Stefano, recluso e collaboratore di giustizia, così
come non può essere preso in considerazione FONTANA Angelo, nato a Palermq il 1 1 aprile 1980,
Nel febbraio del 2006 FONTANA era sottoposto all'obbligo di dimora nel
comune di Roma (via della Farnesina nr. 216), poichè scarcerato per decorrenza
termini massimi previsti per la custodia cautelare (era stato arrestato 16 novembre
2001, dalla Polizia di Stato della Questura di La Spezia), ma h i v a usualmente e di
frequente di permessi accordatigli per assistere alle udienze del procedimento penale
in cui era imputato a Palermo. Proprio in capo a FONTANA Stefano, quindi, doveva
essere ricercata la responsabilità della gestione della famiglia.

Del resto, il collaboratore di giustizia FONTANA Angelo, fratello di


Stefano, così rifkriva il 7 febbraio 2006:

FONTANA: Okav, io ~raticamenteho avuto la cassa da aaosto '96


a... da aaosto. aiusto, '96 ad a ~ r i l '97.
e
P.M.l: La cassa della famiglia?
FONTANA: La cassa della famiglia, con tutte le estorsioni e con tutte le
cifre, chi pagava e chi non pagava.
P.M.l: Perché, prima chi c'era?
FONTANA: Prima ce l'aveva Anaelo GALATOLO fd i-i
Gaetano FONTANA che sarebbe mio nipote però
p
c p
Anaelo GALATOLO fialio d i u c c i o . Ouand'è che io
gpi n ito...
P.M.l: Sceso intende tornato dall1America?
FONTANA: r L
poi che sono uscito dal carcere, la cassa la tenevo io
p p
...
-

-figlio distefano, anch'egli arrestato il 04 agosto 2005 e tuttora detenuto presso la casa circondariale
di Palmi (RC). Gli altri due figli di FONTANA Stefano, owero FONTANA Gaetano, nato a
Palermo 1'1 marzo 1976 e FONTANA Giovanni, nato a Palenno il 17 agosto 1978 (quest'ultimo
pure detenuto, anche se in regime di semilibertà, presso il carcere di Opera) devono essere scartati, alla
luce di talune risultanze emerse dalle intercettazioni dei colloqui carcerari:

- nel corso del colloquio carcerario concesso al detenuto MADONIA Salvatore il 10 maggio2007,
DI TRAPANI Maria Angela, discutendo con il marito sul conto del soggetto indicato con
l'appellativo di ANGELA, riferiva di averlo incontrato unitamente a suo figlio [...era ANGELA e
SUA FIGLL4.q.

- durante il colloquio carcerario de11'8 febbraio 2007, MADONIA riferiva alla moglie che in
passato, nei periodi di detenzione di ANGELA I... ...
mentre non c'erano 1, si era sempre
interessato ai suoi familiari, non lesinando gualche buon consi~lio(..) ai SUOI FIGLI. ..
; venivano, inoltre, forniti ulteriori dettagli sui parenti della stessa ANGELA,
lasciando chiaramente comprendere come lo stesso avesse un fkatello collaboratore di giustizia
... ...
[LORO hanno a SUO FRATELLO che gli è risulrato (...)non è che può oiangere
FRATELLO oer un altro FRATELLO ...l.

Alla luce di quanto sopra, (ANGELA ha figli ed un fkatello collaboratore di giustizia) non può essere
raggiunta identificazione diversa da quella che individua la stessa ANGELA in FONTANA Stefano.
P.M.l: Nella zona?
FONTANA: Nella zona perché sono uscito con l'affidamento i n
prova, che dovevo uscire alle 7 d i mattina e m i dovevo
ritirare alle 8 d i sera a casa...
P.M.l: Quindi era sempre reperibile.
FONTANA: Ero sempre reperibile e poi ero l'unico che potevo
approntare...
P.M.1: Perché (inc.) tutti i detenuti?
FONTANA: Tutti i detenuti, si.
P.M.l: E ad aprile '97 che succede?

FONTANA: Ad aprile '97 a me m i arrestano, m i spiccano il


mandato d i cattura per l'omicidio GAETA.
P.M.l: E auindi da auel momento lei è stato sostituito.
FONTANA: Da quel momento poi basta.
P.M.l: E poi lo sa questa cassa della famiglia che fine ha fatto?
FONTANA: Sì. la cassa della famialia poi la teneva Anaelo
Q
P.M.l: E questa è ancora oggi la situazione?
FONTANA: No
Vincenzo D I MAIO, Antonino PIPITONE e mio fratello
Stefano. cioè la aestiscono loro.
Ho capito ma più o meno dal 2002 quando sono usciti m i
pare di avere capito.
FONTANA: Sì, sì, la aestiscono, la aestiscono loro.
P.M.2: Fino al 2002 Anaelo GALATOLO?
FONTANA: Sì, Anaelo GALATOLO che ~ oè istato arrestato Anaelo
GALATOLO e le cose si sono Derse un DO' perché ooi
non c'era più nessuno e auindi erano pochi i soldi che
gntravano, non si andava dalle persone e non... perché
Se non ci vai a prendere non è che la aente t e li viene
3 portare, m i s ~ i e a o .auindi...

11 collaboratore di giustizia, quindi, assegnava la gestione della cassa a DI


n >
MAI0 Vincenzo, nato a Palermo il 29 ottobre 1944, PIPITONE Antonino, nato a
d Palermo il 2 ottobre 1944'' e, appunto, FONTANA Stefano [No, oggi ce I 'ha... oggi
ce l'ha, tutte cose c'ha in mano Vincenzo DI MAIO e mio j?atello Stefano, cioè la
gestiscono loro]. Tenendo conto dell'arresto subito da DI MAI0 e PIPITONE, nel
giugno del 2006, deve necessariamente concludersi che questo incarico erano rimasto
proprio nelle mani di FONTANA Stefano.

Lo sviluppo delle indagini permetterà comunque di valutare, pure l'operatività


di FONTANA Gaetano, nato a Palermo il 01 marzo 1976, scarcerato il 23 aprile
2004, figlio di FONTANA Stefano.

La conversazione tra MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Maria Angela,


intercettata il 9 febbraio 2006, forniva quindi numerosi spunti di interesse, capaci di

51
Tutti tratti in arresto in "Gotha"

C)- 244
delineare, ancora più nitidamente, l'episodio estorsivo subito da ARIOLO Sergio e,
di conseguenza, anche le modalità di esazione del pizzo, oltre che i soggetti che, pure
in passato, se ne erano direttamente occupati.

In particolare la DI TRAPANI riferiva al marito come ARIOLO Sergio


prowedesse ormai da tempo a pagare regolarmente, specificando pure come, in
passato, fosse stato direttamente BONANNO Giovanni (LA NIPOTE DI TUA
MADRE - per l'identificazione cfr. il j' dedicato alla scomparsa di BONANNO
Giovanni, ndr.) a provvedere all'esazione del denaro [...lidava alla NIPOTE DI TUA
MADRE...]; il dato era fortemente significativo e del tutto concordante con altre
acquisizioni che avevano attribuito al BONANNO stesso, fino alla metà del 2005, la
gestione della cassa del mandamento di Resuttana, a cui, storicamente, la famiglia
dell'Acquasanta appartiene.

Le risultanze del colloquio carcerario intercorso, come detto, il 9 febbraio


2006, tra DI TRAPANI Maria Angela e MADONIA Salvatore facevano emergere,
pure, come i soldi raccolti da BONANNO Giovanni non fossero poi giunti alla
famiglia mafiosa, che ne poteva vantare il diritto per competenza territoriale (quella
dell'Acquasanta) [solo che se li manaiavano loro, hai cavìto?];anche in questo caso,
evidentemente, il BONANNO si era appropriato di entrate altrui, condotta che, come
si è già visto, anche in attività di indagine di altri organi di Polizia, ha contribuito a
- far maturare la decisione della sua eliminazione.

L'l1 febbraio 2006, veniva registrato colloquio carcerario, concesso al


detenuto DI TRAPANI Nicolò, nato a Cinisi (PA) 1'8 giugnol961; vi partecipava
anche la sorella Maria Angela, che, di nuovo, discuteva l'argomento, già trattato con
il marito MADONIA Salvatore, relativo ad ARIOLO Sergio. La donna ribadiva
infatti che LA NIPOTE DELLA SUOCERA (BONANNO Giovanni, ndr.) "e gli
altri che c'erano là" avessero, nel tempo, approfittato economicamente di ARIOLO
Sergio; riferiva come quest'ultimo pagasse con cadenza annuale e raccontava, inoltre,
di come il denaro estorto all'irnprenditore (in passato riscosso da BONANNO) al
..
momento perveniva a DI TRAPANI Diego [... no, lei se li prende!. no, tutto qua
..
viene!!..,non èpiù la .] e non si fermava all'Acquasanta da MARLQNNINA.
Si comprendeva, inoltre, dalla diretta voce della donna, che era stato pure
perpetrato, ai danni dello stesso ARIOLO Sergio, un danneggiamento
(verosimilmente un incendio) e che, in conseguenza di ciò e su richiesta di Maria
Angela, vi fosse stato un interessamento di DI TRAPANI Michele (ZZA SARQ) a
tutela di Sergio. [ih$+fi $2)

MARIA ANGELA: ... Nicola, se lo sono manciiato vivo. Se lo sono mangiati


vivo ... a Seraio!...
NICOLO' : ... chi?...
MARIA ANGELA:

NICOLO':
*
... ma dice che la nipote di tua suocera ... inc...
MARIA ANGELA: ... ora si!.... prima si! ... ora gli ha detto....
NICOLO': e..

MARIA ANGELA:
, - ic
[...l
MARIA ANGELA: ... comunque sia... è aiusto che a SERGIO (indica la SGROI
Lorenza, amica di ARIOLO Sergio, ndr) @ i- -
oani... ouni anno... ?! ... scus...?! ... è norm... è giusto che
ora li devono prendere da noialtri?!
NICOLO' : ... ma dove...? ...incomprensibile... nostro?
MARIA ANGELA: no! per le cose sue!
NICOLO' : ah!
MARIA ANGELA: ... è giusto?
NICOLO' : non ci... e io mica ci posso entrare nelle cose loro!... non ci
posso entrare!
MARIA ANGELA: ... no. lei se li urende!... no. tutto aua viene!! ....non è
più la ... ...Incomprensibile.....( si avvicina con il capo alla
zia SGROI Lorenza e con il labiale cerca di far comprendere
al fratello di chi stia parlando e contemporaneamente porta
il pollice della mano destra dietro 'di lei. La SGROI Lorenza,
comprende la riservatezza della conversazione ed
istintivamente copre il microfono del citofono che ha nelle
mani ndr ...) ... da MARIANNINA?... (lascia intendere che
stia cercando di dare un riferimento al fratello. ndr)...
NICOLO': .. non c'entra niente!! (con tono seccato ndr)
MARIA ANGELA: ah .... Lo so!...
LORENZA: non si può immischiare ... (riferito al D I TRAPANI Nicolò ndr)
MARIA ANGELA: .. no ... non c'entra ...
NICOLO': ... ah ...
MARIA ANGELA:
[...l
MARIA ANGELA: ... anche perchè... per ora...(comunica qualcosa utilizzando
la mimica, ndr) ....
a lui!
NICOLO': (lascia intendere di non aver capito, ndr)
MARIA ANGELA: (ripete ndr) ...
a n t e vuole
0
-ARA... e la Z I A SARA l'ha rinreso
(ovvero li ha ripresi ndr)
LORENZA: .-.. ...
aspè tè ... '(le
. .passa il citofono ndr) \ i
NICOLO': ....ah!
MARIA ANGELA: ...Der dirali che la dovevano finire!
Diretti riferimenti alla detta estorsione venivano poi fatti, anche nel corso del
colloquio carcerario de11'8 febbraio 2007, intercorso tra DI TRAPANI Maria Angela
e MADONIA Salvatore. in questa occasione, la donna, ribadendo al marito come
ARIOLO Sergio (in questa occasione indicato con il nome di "LUISA", ndr.)
pagasse periodicamente a FONTANA Stefano [LUI ... LUISA ooni ... oli ... da
guesti (sfreoa pollice ed indice ad indicare denaro, ndrjl, riferiva come quest'ultimo
si fosse addirittura offerto di destinarle, in via continuativa, la messa a posto riscossa
dallo stesso Sergio.

M. ANGELA:
SALVATORE:
ah!
eh!
...
ANGELA ...
M. ANGELA: LUI ...
LUISA oani ... ...
cili da auesti (sfreaa pollice ed
indice ad indicare denaro. ndrl ...
SALVATORE: si ...
M. ANGELA: ...m
.., e allora gli
faccio ... ah! ... e che sono scema! ... subito gli ho detto ...
no ... non mi devi fare aue ... sono cose VOSTRE ... ali
S n t e ... non lo
permetto! ... capito? ... così ...

Nessun dubbio può nutrirsi poi sulla identificazione in ARIOLO Sergio del soggetto
indicato come LUISA: vale ovviamente, anche in questo caso, il meccanismo
solitamente utilizzato dagli indagati per celare la reale identità dei soggetti nominati
(indicazione di .nome femminile, per intendere un congiunto uomo). Così, -ne&
fattispecie, citare LUISA (da identificarsi in CANNIZZARO Luisa, nata a Palermo il
16 novembre 1968), significava volerne indicare il marito ARIOLO Sergio.
Nel corso del colloquio del 2 agosto 2007, concesso al detenuto MADONIA
Salvatore, venivano acquisiti ulteriori elementi, direttamente riconducibili alla
estorsione messa in atto dalla famiglia FONTANA, nei confronti di ARIOLO Sergio.
In particolare, DI TRAPANI Maria Angela riferiva al marito di una conversazione
avuta con lo stesso ARIOLO, nel corso della quale quest'ultimo gli aveva
rappresentato alcune lamentele, in quanto, nonostante fosse stato sempre puntuale
nell'elargizione del pizzo, aveva dovuto subire un aggravi0 delle richieste estorsive da
parte di FONTANA Stefano: quest'ultimo, infatti, aveva preteso dalllARIOLO
pagamenti mensili.

ck
SALVATORE: MARIA ANGELA... ....
a me... io mi... ci ho riflettuto...
eh... su... su ANGELA?
M. ANGELA: Mh...
SALVATORE : Può essere che.... (ride, ndr.) non si fa vedere più
completamente?!
M. ANGELA: Non si è fatta vedere più, infatti!
SALVATORE: Eh... e allora... io me lo immaginavo!
M. ANGELA: Eh... Infatti andò pure da (abbassa il tono della voce,
ndr.) SERGIO... andarci a dire: (abbassa il tono della
voce, ndr.) ogni mese... (con la mimica lascia
intendere: devi venire a dare, ndr.)!
SALVATORE: Ba... MARIA A ....
M. ANGELA: QUELLO fa... dice... Ma io... una volta all'anno... dice
non sono stato sempre... Ma... di sono un ....
pochettino ...
La vicenda fin qui discussa, relativa alla estorsione subita da ARIOLO
Sergio, pone in evidenza come, in capo a FONTANA Stefano doveva (fino al
momento del suo arresto) ricercarsi la responsabilità della amministrazione delle
entrate della famiglia delllAcquasanta, oltre che la titolarità della gestione mafiosa di
quel territorio.

L'attualità della supremazia del FONTANA nel contesto mafioso


riconducibile alllAcquasantaè, d'altro canto, ben fotografata dalle risultanze di altro
colloquio carcerario datato 8 novembre 2007, anche questo intercorso tra il detenuto
MADONIA Salvatore e sua moglie DI TRAPANI Maria Angela; durante la
conversazione, quest'ultima testualmente riferiva:
. . -. .. C
li'

M. ANGELA: ah ...l'altra volta ...


c'era ANGELA, ti saluta ANGELA
perché l'altra volta ...
SALVATORE: ah ... ti doveva dare una cosa ...
M. ANGELA:
SALVATORE:
MARIA s i è sentita male
come sta? ...
...
M. ANGELA: MARIA s i era sentita male e allora siccome MARIA è là
... gli ho detto, sai a MARIA le è successo questo, gli
h o detto, come ...
SALVATORE: mah ... MARIA ANGELA ascoltami ...
FRANCESCO: ti saluta a te lo ZIO VINCENZO ...
M. ANGELA: ah ... è là no non ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ANGELA è là ... ANGELA ...
DI TRAPANI Maria Angela riportava quindi i saluti di FONTANA Stefano
al detenuto [ah ... l'altra volta ... c'era ANGELA, ti saluta ANGELA] e, in
particolare, riferiva di averlo incontrato per chiedergli un interessamento diretto in
favore della famiglia LO VERDE, proprietaria del negozio CASAGZO', che di
recente aveva avuto alcuni problemi [MARIA si era sentita male]. Atti del
Commissariato di PS "Libertà" di Palermo, documentavano, infatti, come, il 25
ottobre 2007, LO VERDE Massimiliano avesse denunciato un furto, avvenuto in
nottata, presso il negozio di via Montepellegrino, di cui è titolare il padre LO
-. >"*
m / > '9,'$4".1",.*.'
VERDE Maurizio. f-&rgX@

DI TRAPANI Maria Angela aveva pensato bene di investire della questione


proprio FONTANA [gli ho detto, sai a MARIA le è successo questo, gli ho detto,
come ...l, evidentemente ritenuto in grado di potere risolvere il problema, poichè
titolare dell'autorità mafiosa necessaria a controllare quel territorio [siccome MARIA
è là]; la frase riferita dalla donna al marito [ANGELA è là ... ANGELA ...l era, in
questo senso, fortemente significativa ed in grado, da sola, di rendere bene l'idea sulla
situazione e sulle dinamiche mafiose proprie dellafamiglia dell'Acquasanta.

Analoga vicenda era peraltro già stata registrata nel maggio dello stesso anno;
il 10 maggio2007, infatti, DI TRAPANI Maria Angela raccontava al marito di una
rapina perpetrata proprio ai danni del negozio CASAGZO' per la quale, su richiesta di
GUASTELLA Maria, aveva incontrato FONTANA Stefano e suo figlio
FONTANA Gaetano.

M. ANGELA: ah! ...


...
da co
ho visto ad ANGELA
gli avevo chiesto MARIA
......
l'altro giorno perchè
...
c'erano andati
... ...
... (con la mano destra mima una pistola per intendere
rapina a mano armata, ndr) ...
meschina! in ...
continuazione UNO con ... ...
con la cosa (mima una
passamontagna o simile, ndr) ... QUELLA a terra ... caduta
...
... si è fatta pure la pipì addosso! ... e siccome è UNO ...
che è là di fronte
bere, ndr) fa dice
...
e che beve
... ... ... MARIA' dice
...
(mima il gesto del
...
ed allora...
gliel'ho detto ...
subito! ...
era ANGELA e SUA FIGLIA!

Riscontro all'awenuta rapina si aveva dalla telefonata intercettata il 21 aprile


2007 alle ore 16:03, sull'utenza in uso a LO VERDE Massimiìiano, nel corso della
quale questi veniva avvisato dalla fidanzata LO PICCOLO Valeria, che al negozio
era stata perpetrata una rapina. -11 negozio CASAGZOl ' ha sede in
via Montepellegrino N. 78, in una via quindi ricadente nella zona di influenza della
.famiglia mafiosa delllAcquasanta. I1 fatto che fosse stata GUASTELLA Maria,
nell'occasione parte offesa, poichè vittima della rapina, a richiedere il contatto con la
famiglia FONTANA (peraltro per il tramite di DI TRAPANI Maria Angela), vale a
testimoniare, ancora una volta, il riconoscimento della loro autorità e dell'influenza
nel territorio, nonché della autorità e della influenza della DI TRAPANI.

L'evoluzione dell'attività investigativa, volta a monitorare il circuito


relazionale contiguo alla famiglia MADONIA, ha evidenziato periodici e ripetuti
contatti tra la famiglia FONTANA e di TRAPANI Maria Angela; è stato possibile,
inoltre, documentare quanto datati siano i legami tra MADONIA Salvatore e gli
stessi FONTANA.

La prima diretta interlocuzione tra i due nuclei familiari veniva registrata il 18


dicembre 2006; DI TRAPANI Maria Angela, per lettera, comunicava al marito
alcuni impegni previsti per la giornata e, testualmente, scriveva:

"Cè ANGELA che ha espresso il desiderio di farci gli auguri di presenza a me e al


bambino"

La rilettura dei dati GPS installato, sulla CITROEN C1, targata DA688LM, in
uso a DI TRAPANI Maria Angela documentava, in effetti come alle ore 16:37, la
vettura si fermava in un punto individuato dalle coordinate GPS Lat. N 38O8'38",3
..~,
-.-
.. . ~ .

hn. E 13"21'47", 5 - via Ammiraglio Rizzo N. 47 - Palermo: l'attività di


intercettazione permetteva di registrare l'uscita della sola DI TRAPANI Maria
Angela dall'autovettura. Alle ore 16:43, DI TRAPANI Maria Angela risaliva sulla
propria auto e, dopo avere scambiato alcune battute con il figlio, si spostava
fermandosi, definitivamente, alle ore 16:46, quando, scendeva dal mezzo unitamente
al figlio MADONIA Francesco: le coordinate GPS erano Lat. N 38O8'37",9 Lon. E
13"21'43",9, corrispondenti alla via Ammiraglio Rizzo nr. 55 di Palermo; la vettura
restava lì in sosta fino alle ore 18:12.

La sosta in via Ammiradio Rizzo, nei pressi del civico nr. 55, l'unica fatta
dalla donna nel territorio sotto la competenza territoriale della .famiglia mafzosa

E
delllAcquasantacome si vedrà è significativa.
I1 giorno successivo, 19 dicembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela
scriveva nuovamente al marito detenuto MADONIA Salvatore; il contenuto della
lettera forniva i necessari riscontri per valutare come awenuto l'incontro tra DI
TRAPANI Maria Angela e la famiglia FONTANA: ~ ~ ~ $ ~

Sai ieri ho visto ANGELA ti manda i suoi saluti ed auguri per un sereno Natale. Mi
ha detto che ci pensa sempre e che per te ha particolarità e che per te e il bambino la
casa è sempre aperta,

Il 11 gennaio 2007, veniva intercettato colloquio carcerario concesso a


MADONIA Salvatore; vi partecipavano la moglie DI TRAPANI Maria Angela ed
,,*;: ,",.f*.;&+.>,<?'+,5, e . ,, .
[WnFi'kA13)..:si
' -

il figlio MADONIA Francesco. . -..,.. aveva . conferma di un


awenuto incontro, tra DI TRAPANI Maria Angela e FONTANA Stefano; in
particolare, la donna riferiva al marito di essere stata chiamata da FONTANA, che si
era preoccupato di metterla in guardia su un presunto raggiro, che GRAZIANO
Vincenzo (CORWNA) stava attuando in danno della famiglia di MADONIA
Salvatore (di cui abbiamo già parlato nel precedente paragrafo).

M. ANGELA: ...No...ah... prima d i ANGELA: ANGELA m i chiama...


ANGELA!
SALVATORE: Si, ma MARIA ANGELA... ascolta! MARIA ANGELA...
ANGELA con CORVINA hanno avuto sempre... (con la
mimica lascia intendere: discussioni, diverbi, ndr) ...
M. ANGELA: ...
sempre...
SALVATORE: oh.. oh...
M. ANGELA: ... no, poi m i chiama per dirmi delle... finestre... dice:
...
ti voglio dice: che t u l o sappia!
ho detto niente, però
come se io non ti
...
Dice: ma ti hanno detto
...
niente? Gli ho detto: no, non so niente!
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ascoltami! Lo sai già se l'è venduta... l'ha venduta ...
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ...
che dice che se l o sono comprati a fallimento... altre
...
persone... però (...)
[.--l
M. ANGELA: E invece ANGELA che m i dice? Dice: vedi che è amica
...
sua, dice Dov'è che è... gliene sono rimasti d i più
(abbassa il tono della voce, ndr) piccioli.

La conversazione tra MADONIA Salvatore e la moglie faceva emergere, inoltre,


alcuni significativi aspetti, relativi alle relazioni tra le famiglie FONTANA e
t-
MADONIA:
- il perdurante e forte ascendente che MADONIA Salvatore (va ricordato, già
reggente del mandamento di Resuttana) manteneva nei confronti dei FONTANA;
- il fatto che FONTANA Stefano, in ragione di quanto sopra detto, prowedesse a
far giungere, d'iniziativa e per il tramite di ARIOLO Sergio, somme di denaro a
DI TRAPANI Maria Angela.

M. ANGELA: Ah... ANGELA... ah, SALVO (attira l'attenzione del marito


che conversa con il figlio, ndr) ... ANGELA... ANGELA...
SALVATORE: eh...
M. ANGELA: ... ha detto ora (abbassa il tono della voce, ndr) a
SERGIO... dice che... a giorni
...
...
la vuole vedere,
perchè dice.. deve dare... ha un pensiero per te! Me
l'aveva detto pure a me... ho un pensiero per SALVO...
.
I o solo per SALVO... dice.. non... gli altri non mi...
proprio e...
SALVATORE: Ringrazia ...
salutami SER... ringrazia per quanto
riguarda questo coso... dice SALVO... dice... abbiamo là... se
questa cosa si può ri...

I1 25 gennaio 2007, poi, DI TRAPANI Maria Angela scriveva una lettera al


marito detenuto; tra i vari argomenti trattati, la donna dava notizia al marito di avere
ricevuto da FONTANA Stefano (ANGELA), per il tramite di ARIOLO Sergio
(LUISA), "un pensiero per il bambino e per te". I1 dato confermava, quindi, le
risultanze già emerse nel colloquio dell'l l gennaio 2007, quando la stessa Maria
Angela aveva testualmente rif&to al marito: ANGELA... ha detto ora (abbassa il
..
tono della voce, ndr) a SERGIO. dice che... a giorni.. la vuole vedere, perchè. ..
..
dice.. deve dare. ha un pensiero per te!.

Sai ieri ANGELA mi ha mandato un pensierino per te ed il bambino tramite LUISA.

L'8 febbraio 2007, nel corso di colloquio carcerario concesso al detenuto


MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria Angela forniva ulteriori particolari in
merito al "regalo" ricevuto da FONTANA Stefano, specificandone l'ammontare in
tremila euro e confermando l'intermediazione di ARIOLO Sergio.

Iì dialogo intercorso tra i coniugi permetteva, inoltre, di ottenere un quadro


informativo molto più particolareggiato sui rapporti da sempre intrattenuti da
MADONIA Salvatore con i FONTANA, oltre che sulla contingente situazione di
fiizione esistente all'interno della famiglia delllAcquasanta.

M. ANGELA: ah! ... ANGELA ...


SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... che pensiero che ha avuto!
SALVATORE: mah! ... MARIA ANGELA ... (espressione di dissenso, ndr)
M. ANGELA: ... però ... glieli ha dati a LUISA ... tremila euro ...
(indica il numero tre, ndr) ... per TE!
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... dice ... un pensiero per SALVO! ... dice ... digli ... m i
ha mandato a dire ... che se ho bisogno (indica se
stessa, ndr) ... però se ho bisogno I O ... cioe TU ... TU
personalmente (indica il marito, ndr) ... si butta dalla
montagna ... per qualsiasi cosa ... soldi ... qualsiasi
cosa ...
SALVATORE: ...ndr)
ma MARIA ANGELA ... TUO MARITO (cioè se stesso,
... TUO MARITO ...
M. ANGELA: eh
SALVATORE: non se n'è mai fre ... fottuto d i nessuno! ...
M.. ANGELA: eh ... e PAROLA INCOMPREIVSIBILE ...
SALVATORE: queste sono ...
cose ...
M. ANGELA: ... però te lo dovevo dire ...
SALVATORE: se suo marito ... (si corregge, ndr) ...
TUO MARITO se ne
fosse fottuto di QUALCUNO D I LORO ...
M. ANGELA: eh
SALVATORE: ... mentre non c'erano ...
IO, sempre, qualche buon
consiglio glielo davo sempre! ...
ai SUOI FIGLI ...
M. ANGELA: AN ... ANGELA, è ...
ma forse non s i guardano con
ENZO ... e TUTTI LORO ...
SALVATORE: si, vabbè ...
chi sono i buoni!? ...
LORO hanno a SUO
FRATELLO ...
che gli è risultato ...
M. ANGELA: ... però ...
LORO si sono trattenuti ...
SALVATORE: LUI gli è risultato ...
se la ...
M. ANGELA: ... che UNO ...
non è che può piangere FRATELLO per un
altro FRATELLO ...
SALVATORE: ... ma c'è RAFFAELE qua ...
l'altro giorno ho visto a
RAFFAELE ...
M. ANGELA: ... non s i possono vedere ...
perchè m i faceva i ...
Signori ...(abbassa il tono della voce, ndr) ...
.- .
SALVATORE:
GALATOLO ...
allora ho detto mizzica! ...
con RAFFAELE, manco?!
M. ANGELA: m i fa ... i signori ...
(abbassa il tono della voce, ndr) ...
FRANCESCO:
GALATO ...
i signori!
I signori GAROFALO (o simile, ndr)
M. ANGELA: ancora?! (rivolta al figlio, ndr) ...
(torna a parlare con il
marito, ndr) ...
e ho capito che ... ...
con UNO D I LORO
c i doveva essere ...
SALVATORE: eh ... sangue mio ...
e LORO ... QUELLI dicono che sono
buoni ...
M. ANGELA: ... forse d i L U I
con quali ...
...
d i TUTTI
se con TUTTI o con UNO
...
non lo so poi non lo so
...
...
SALVATORE: NOIALTRI ... sangue mio ... abbiamo (porta le mani al
capo, ndr) ...
M. ANGELA: comunque ...
ha avuto questo pensiero dì mandarmi
questi (tremila euro, ndr) ...
SALVATORE: mah! ... lo hai ringraziato? ...
gli hai detto ...
M. ANGELA: gliel'ho mandato a dire con con LUISA!... dice gli ... ...
dici che ... ...
se qualsiasi cosa ha d i bisogno I O ...
sono sempre qua, disponibile per SALVO! dice ... ...
qualsiasi cosa!
SALVATORE: quello che ci interessa
quando ...
gli dici ...
a LUISA!
...
quello che ci interessa
...
...
253
M. ANGELA: eh? (non capisce, ndr)
SALVATORE : qual ...se qualche volta lo arrivi a vedere se ... ...
raccomanda a LUISA!...
M. ANGELA: LUI ... LUISA ogni gli ... ...
da questi (sfrega pollice ed
indice ad indicare denaro, ndr) ...
SALVATORE: si ...
M. ANGELA: ... e mi aveva detto a ME se vuoi ...
I O quelli di ...
LUISA ve li do a (indica il marito, ndr)
faccio ...
ah! ...e che sono scema!
e allora gli
subito gli ho ... ...
detto
VOSTRE
...
no
... ...non mi devi fare que
gli ho detto non mi ... sono cose
assolutamente ...
...
...
non lo permetto! ...
capito? così ... ...
SALVATORE: cioè ... a dire ...
a dire ...
M. ANGELA: I O vi ringrazio del VOSTRO pensiero ...
SALVATORE: ascoltami ascolta
PAPA' ...
...
di rispettarlo!
...
gli devi dire era un AMICO D I ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: dici
...
...SALVO questo
se lo possono rispettare
...
solo questo! cioè e basta!
senza
... ...
... ...
INCOMPREIVSIBILE . ..
M. ANGELA: e infatti ... I O subito ho detto ...
no! ... mi sono tenuta ...
ho detto ...
no, no ...
non sono NOSTRE! e poi L U I mi ...
...
ha mandato questa i tremila (euro, ndr) ...
SALVATORE : TU gli devi dire solamente che di ... ...
di rispettarlo ...
M. ANGELA:
in modo tale da tenerlo sempre
si
...
SALVATORE:
M. ANGELA:
... di rispettarlo ...
si
SALVATORE: dici ... questo V I chiedo, perchè ... ...
era un AMICO di

M. ANGELA:
...
si
SALVATORE: ... della buonanima di PAPA' ... se lo possono ... se lo
possono ...
M. ANGELA: certo ... no, lo chiama ... dice ... no ... mi ha detto a ME
... dice ... no ... dice ... I O quando ... dice ... ho visto ...
dice ... che è un RAGAZZO ... dice ... arrisittato --
(apposto, ndr) (...)

Sono molteplici, come si può ben vedere, gli spunti informativi meritevoli di
opportuna evidenza:

- intanto rileva la devozione nutrita (e più volte sottolineata) da FONTANA


Stefano, nei confronti di MADONIA Salvatore; in questo senso, il detenuto
riferiva alla moglie che tale rispetto gli era riconosciuto, poichè in passato lui si
era sempre interessato dei FONTANA, non abbandonandoli nemmeno nei
momenti di difficoltà [TUO UARITO ... (...) non se n'è mai @e ... fottuto di
nessuno! ... (...) ... mentre non c'erano ... IO, sempre, qualche buon consiglio
glielo davo sempre! ... ai SUOI FIGLI ... 1;
- è fortemente significativo, in secondo luogo, la conoscenza della contingente
situazione conflittuale in seno alla famiglia dell'Acquasanta e, più in particolare,
tra i FONTANA ed i GALATOLO [AN ... ANGELA, è ... ma forse non si
guardano con ENZO ... e TUTTI LORO ... (...)... non si possono vedere ... perchè
mi faceva ... i Signori ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... GALATOLO ... allora
ho detto ... mizzica!]. Risulta evidente l'equidistanza della posizione assunta da
MADONIA Salvatore, in merito a queste dispute [si, vabbè ... chi sono i buoni!?];
la conversazione, infatti, lasciava comprendere come ai FONTANA si
rimproverasse la presenza di un collaboratore di giustizia in famiglia, mentre ai
GALATOLO veniva addebitata una personalistica gestione delle entrate della
famiglia [... però ... LORO si sono trattenuti ...l;

Nel successivo colloquio carcerario (tra MADONIA Salvatore e DI TRAPANI


' h>: hX'< &SA
Maria Angela) del 10 maggio2007 si acquisivano elementi conformir&@@&90
In specie, si avevano importanti acquisizioni sul conto della famiglia
&l@.--
FONTANA, oltre che sui contingenti equilibri mafiosi nel territorio dellfAcquasanta.
Più in particolare, DI TRAPANI Maria Angela raccontava al marito di avere
incontrato da poco FONTANA Stefano (ANGELA) e FONTANA Gaetano (SUA
FIGLIA), per chiedergli un intervento diretto in favore di GUASTELLA Maria, che
aveva da poco subito una rapina in negozio (effettivamente posta in essere come già
riferito in precedenza); rif&va quindi le modalità della rapina, la richiesta avuta dalla
GUASTELLA per un suo interessamento ed, infine, il conseguente incontro con i

_-=A %- .FONTANA. Di seguito, i coniugi affrontavano alcuni arg~megtiparticolarmente


significativi, tutti riconducibili direttamente al contesto familiare dei FONTANA, ai
rapporti nel tempo intrattenuti con questi da MADONIA Salvatore, agli attuali attriti
esistenti tra soggetti appartenenti a cosa nostra, per la gestione del territorio
delllAcquasanta. Testualmente

M. ANGELA: 3 3
da co ... ali avevo chiesto ... MARIA ... c'erano andati
raoina a mano armata, ndrl ... meschina! ... in
continuazione ... UNO con ...
con la cosa ...
(mima una
passamontagna o simile, ndr) ... QUELLA a terra ...
caduta
...si è fatta pure la pipì addosso! ...
e siccome ...
è UNO
0
0
a a
... per TE ... la ... oroprio ... (porta la mano alla bocca per
far intendere il rimetto ~ r o v a t onei confronti del detenuto
da ANGELA, ndr) ...
SALVATORE: vabbè ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA:
... dice ... ma è ... cretina?! (porta il dito indice alla
tempia ad indicare pazzia, ndr) dice stanno ... ...
mancando ~ ~ O D Dassai O con CORVINA! (il riferimento è
al comportamento posto in essere da CARMELA e CORVINA,
ndr) ... dice ...
TUTTE E DUE CARMELA e CORVINA ...
(unisce le dita indice ad indicare vicinanza, accordo, ndr) ,
venaono aua ...
a s~adroneaaiare dice in ... ...
continuazione! dice ... ...
vanno dentro le case da ... ...
(mima il gesto usualmente utilizzato per indicare il bussare
alla porta, ndr)
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
alielo vuoi dire che PAROLA ...
INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: ... gli ho detto ...
I O non so niente M I O MARITO e fuori ...
...al di fuori di ogni ...
SALVATORE: no ...
ali dici ...
M I O MARITO è isolato! ....
M. ANGELA: gliel'ho detto ...
SALVATORE: oh!
M. ANGELA: &
1
1
.- (a gesti indica un peso gravante
sulla spalla, ndr) ...
lo sai che fa? dice ora? fa ... ... ...
? p (mima il dissenso esternato
da ANGELA, ndr) ...
nel mentre TU parli con CORVINA ...
senti parlare IO ...
muta! ... ...
faccio finta che non sento ne
alllUNO e ne alllALTRO!
SALVATORE: basta, non voglio sentire ...
M. ANGELA: ah! ( ~ o r t ala mano alla fronte, ndrl
reci~roca! ...
ma è una cosa ...
SALVATORE: eh ...
semDre è stato ...
M. ANGELA: però ...
I O faccio finta che non vedo ne all'UNA ne ... ...
alllALTRA! . e or mi a .. o t
ndrl ... ho un wensiero ... ...
dice che voalio fare a

avere ... (continua a riferire quanto detto da ANGELA, ndr)


... !
q e e
s e
polo Der LUI!
SALVATORE: MARIA ANGELA ... tutte le altre ... MARIA ANGELA ...
tutte le altre cose ...
M. ANGELA: eh
SALVATORE: tutte le altre g ... g
-D
M. ANGELA: si
SALVATORE : e non l'ho mai auardata ... con SUA MADRE ... con
TUTTI ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: .n,

M. ANGELA: rimettati!
SALVATORE: sempre! ...
questo non ti fa onore?!

%
M. ANGELA: onore!
SALVATORE : quello che no ti non ti ...
non capisci! ...
M. ANGELA: onore!
SALVATORE : TU non capisci! ...
le altre cose non m i inte ...
M. ANGELA: e che vuoi dire?
SALVATORE: no! ... cioè ...
256
[...l
SALVATORE: ..
ti ho fatto I'esem~io. che TU stessa... mi dici... dici ...
[
un oraoalio?! e di ... ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: - p
M. ANGELA: mh, mh
SALVATORE: cioè ...i F I ... gli strucchiu ...
M. ANGELA: tutto il rispetto ...
da cosa
SALVATORE: ...
qli strucchiuluti dei fiali di ENZO
M. ANGELA: si
SALVATORE: m
m
maschi?!
M. ANGELA: si
SALVATORE: che ci andavo, solo?!
M. ANGELA: dice che sei stato semvre I'UNICO che ha semvre
D
remore ...
senza avere ad esem~io tipo ...
di fare ... ...
favoritismi ... soltanto per convenienza ... dice mai! ... ...
I'UNICO! dice ...
l'UNICO! ...
e lo diremo sempre! ... ...
l p '
...
ndrl solo!
SALVATORE: scusa ... lo sa TUA MADRE ... lo sanno TUTTI ...
M. ANGELA: ...dice ...
ma TU solo! (indica il marito, ndrl e voi ...
p
SALVATORE:
perchè è aiusto
eh ...
...
in tutte le sue cose!
auesto non è oraoalio?! non è oraoqlio?!
così mi dice!
...
...
M. ANGELA: orgoglio!
SALVATORE: però ...
nel momento ...
sarebbe cancellato ...
M. ANGELA: mi dispiace ...
dice ... per TUTTI G L I ALTRI ... ma non ...
esiste!
SALVATORE: . ..
cance .. cancellato . lo sai da che cosa? .. perchè le cose .
...TU lo vedi ... i SUOI FIGLI, girano! ... sangue mio!
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... e vedono ... QUESTO (ARIOLO Sergio, ndr) con ... -,
QUESTA (LO CRICCHI0 Margherita, ndr) ...
~'QU'ESTI? ...
dice ... eh ... è la CUGINA D I SALVO! ... PAROLA
INCOMPRENSIBILE
[...l
SALVATORE:
che I O ... mi coricavo ... con SUA SORELLA! (unisce le
d U 1
M. ANGELA: si
SALVATORE:
con i SUOI N I P O T I ...
(si correaae, ndrl ...
con i S U O I
CUGINI ...
M. ANGELA: si, si
SALVATORE: oh! ...
ma ...
si ... mi ... (indica se stesso, ndr) una cosa ...
del genere?
M. ANGELA: no
SALVATORE: manco potevo ... m i gra ...
(mima il graffiarsi la faccia, ndr)
... però ...
la coincidenza cioè ... ... I
Oltre alla già ampiamente illustrata autorità che FONTANA Stefano esercita sul
territorio dell'Acquasanta, pare opportuno analizzare gli altri dati informativi
desumibili dalla conversazione:

- intanto era emerso in modo estremamente chiaro il forte dissidio che contrapponeva
FONTANA Stefano a GRAZIANO Vincenzo e GENOVA Salvatore, (in quel
momento reggente del mandamento). DI TRAPANI Maria Angela riferiva al
marito delle lamentele ricevute da FONTANA, in merito ad ingerenze esercitate
proprio da GRAZIANO e GENOVA, nel territorio di propria competenza
[CARMELA ... dice ... che deve ... dice ... ma è ... cretina?! (...) dice ... stanno
mancando troppo assai con CORVINA! (...)... vengono qua ... a spadroneggiare ...
dice ... in continuazione!]. La donna riportava al marito le recriminazioni di
ANGELA, che aveva raccontato che CARMELA e CORMNA si erano spinti
finanche ad avanzare richieste estorsive nella propria giurisdizione [TUTTE E DUE
... CARMELA e CORVINA (unisce le dita indice ad indicare vicinanza, accordo,
ndr) ... dice ... vanno dentro le case ... da ... (mima il gesto usualmente utilizzato per
indicare il bussare alla porta, ndr) ... eh ... niente ... cose ...l. In ogni caso, veniva
ribadita, da entrambi i coniugi, la datata e perdurante acredine che opponeva, ormai
da tempo, FONTANA e GRAZIANO [ah! @ortu la mano alla fronte, ndr) ... ma è
una cosa reciproca! ... (...) eh ... sempre è stato ...l.
- il racconto della donna aveva evidenziato, inoltre, il giudizio fortemente critico
.
L -
nutrito da FONTANA Stefano sul conto di GENOVA Salvatore; quest'ultimo,
I.

infatti, in quel contingente momento, già particolarmente vicino a GRAZIANO


Vincenzo [... lo sai che fa? ... dice ... ora? ... fa parlare a CORVINA! dice ...l, era
poco considerato da FONTANA, che lo riteneva non idoneo a gestire il
mandamento di Resuttana [NOI vediamo ... dice ... ma dice ... non è in grado, dice!
... ma perchè ... questo borsone, non se la fida a tenerlo ... dice ... sulle spalle!]. Le
lamentele giunte a MADONìA Salvatore, per il tramite della moglie DI
TRAPANI Maria Angela, dovevano essere considerate come la richiesta, fatta da
FONTANA, di un autorevole intervento in proprio favore; in questo senso erano
valutate dallo stesso MADONIA Salvatore, che chiedeva alla moglie di
evidenziare, nelle sue interlocuzioni con ANGELA, il proprio isolamento e, di
conseguenza, la propria difficoltà ad intervenire [MARIA ANGELA ... glielo vuoi
dire che (...) no ... gli dici ... MIO MARITO .... è isolato!].

q&, 258
- ancora una volta si rilevava il rapporto di particolare rispetto nutrito nei confronti di
MADONIA Salvatore da FONTANA Stefano. DI TRAPANI Maria Angela
riferiva che quest'ultimo, preannunciandole di avere un pensiero per Salvo, le aveva
detto che presto avrebbe provveduto a farglielo recapitare [... ed ora mi ha detto ...
dice ... .(ANGELA,ndr) ... ho un pensiero ... dice ... che voglio fare a SALVO ... dice
... alpiu presto ... dice ... glielo faccio avere ... 1. Maria Angela raccontava, poi, al
marito che FONTANA le aveva confidato di nutrire una grande considerazione nei
confronti suoi, esortandola a riportare la propria disponibilità al detenuto per
qualsiasi evenienza futura [... I 0 per LUI ... (mima il rispetto estemato da ANGELA
nei confronti del marito, ndr) ... glielo deve sempre dire ... qualsiasi cosa ... ha
bisogno di ME ... solo per LUI!].

La conversazione, quindi, proseguiva proprio sul legame di reciproco rispetto


che aveva sempre legato la famiglia FONTANA a MADONIA Salvatore;
quest'ultimo confidava alla moglie di avere passato periodi di latitanza, tutelato dalla
famiglia FONTANA [che I 0 mi coricavo con SUO ... SORELLA ... con SUA
SORELLA] e dalla famiglia GALATOLO [... con i SUOI NIPOTI ... (si corregge,
ndr) ... con i SUOI CUGINI ...l, di non avere mai approfittato di nessuna situazione
[...e non l'ho mai guardata... con SUA MADRE... con TUTTI... (...) con TUTTI! ... e li
ho sempre (...) rispettati!], ma di avere sempre trattato tutti con assoluto rispetto. A
questo comportamento
..-. irreprensibile, MADONIA Salvatore attribuiva la ragione del
credito goduto nella considerazione di FONTANA Stefano.

Il 7 giugno2007 veniva intercettato un nuovo colloquio carcerario cui


partecipavano il detenuto MADONIA Salvatore e la moglie DI TRAPANI Maria
Angela e, pure in questo caso, venivano fatti chiari riferimenti riconducibili a
FONTANA Stefano; in particolare, il detenuto, affidando alla moglie un incarico da
portare avanti per suo conto, con la mediazione di FONTANA (cercare di esercitare
pressioni sul collaboratore di giustizia FAVALORO Marco, per indurlo a ritrattare),
le chiedeva se avesse incontrato "ANGELAtt, ricevendo risposta negativa e la
contemporanea assicurazione di un prossimo imminente incontro.

SALVATORE: MARIANNINA! ...


M. ANGELA: eh!
SALVATORE: 0nemmeno
levare! (parole, ndr.)
M. ANGELA: certo
SALVATORE : dice SALVO ... (se stesso, ndr) ...
tra dieci anni, tra
vent'anni ... se è possibile ... (utilizza il labiale, ndr) a ...
MARCO
r 7

1.m.l
SALVATORE:
..
ne DIU e ... dici ... auando lo trovi ... o aià è venuta?
(ANGELA, ndr)
M. ANGELA: no, l'altra volta!
SALVATORE : si ma n o n ti ...
M. ANGELA: e mi ...
mi ha mandato a dire che ... presto ... mi vuole
vedere!
SALVATORE : mh! ...
me l o saluti ...
M. ANGELA: si!

Tra il 18 ed il 19 giugno2007 venivano registrate alcune evenienze,


particolarmente importanti per meglio valutare i legami esistente tra la famiglia di
MADONIA Salvatore e quella di FONTANA Stefano. I1 18 giugno2007, infatti,
alle ore 18:42, (dati rilevabili da sistema GPS installato sulla Citroen C1, targata
DA688LM) DI TRAPANI Maria Angela usciva unitamente alla sorella DI
TRAPANI Giuseppina, a bordo della propria autovettura. Alle ore 19:00, il
dispositivo GPS, unitamente all'attività di intercettazione ambientale eseguita
all'intemo della suddetta CITROEN C 1, permettevano di documentare la sosta
dell'auto in un punto contraddistinto dalle coordinate GPS Lat. N. 38O8'37",7 Lon. E.
13O21'44",7 - nella via Ammiraglio Rizzo di Palermo. Anche il
giorno successivo il dispositivo GPS installato sulla CITROEN C1 targata

_ _ - ... DA688LM in uso a DI TRAPANI Maria Angela, documentava la sosta della


@ suddetta auto in un punto della città di Palermo, individuato dalle coordinate Lat. N.
3S08'38", 1 Lon. E. 13 "21 '44",5, corrispondente alla via Ammiraglio Rizzo, nei
pressi del civico 51. kI1 dato si sovrapponeva, in maniera
assolutamente aderente, alle acquisizioni del giorno precedente e, per questo, veniva
organizzato un servizio di osservazione, da cui si rilevava presso il negozio di
abbigliamento JEAN C0 la presenza di FONTANA ~aetano"

52

Ore 11:lO AU7altezzadel civico 53 di via Ammiraglio Rizzo risulta parcata


l'autovettura Ciiroen C 1 targata DA688LM.
Ore 12:30 DI TRAPANI Maria Angela, esce dal negozio di abbigliamento
JEANCO, sito al civico 64/Ddi via Ammiraglio Rizzo, si pone alla guida
dell'autovettura Citroen CI, targata DA688LM e si allontana. Si precisa
che la stessa deteneva solo la propria borsa.
Dunque, I1 fatto che all'incontro avesse partecipato, per conto dei FONTANA,
FONTANA Gaetano, figlio di Stefano, vale a comprendere il suo pieno inserimento
nelle dinamiche mafiose direttamente riferibili al padre e, quindi, alla famiglia
mafiosa dell'Acquasanta (come, del resto, risultante anche dalla misura c.d.
Addiopizzo l, nr. 38/08 R.G.N.R.).

I1 24 giugno2007, MADONIA Salvatore scriveva lettera , indirizzata alla


moglie; tra gli altri argomenti trattati, lo stesso diceva: "Spero che hai avuto modo di
vedere ANGELA "

Il successivo 26 giugno2007, DI TRAPANI Maria Angela, nella lettera al


marito MADONIA Salvatore, rispondeva: "Ho visto ANGELA l'altra volta e ti
saluta l~&ii$ii$+p
@+O)

L'l luglio 2007 MADONIA Salvatore, nella lettera di risposta indirizzata alla
moglie, ringraziava per i saluti giunti da ANGELA: "Grazie per i saluti di ANGELA
spero che stia bene"

I1 5 luglio 2007 veniva, poi, intercettato un colloquio carcerario intercorso tra


il detenuto MADONIA Salvatore e la moglie DI TRAPANI Maria Angela; i due,
tra gli altri argomenti trattati, parlavano anche di un incontro avuto dalla donna con
ANGELA. In particolare, veniva discussa la richiesta (emersa nel corso del colloquio
.. . -
carcerario del 7 giugno2007),-giàportata avanti da DI TRAPANI Maria Angela, per
conto del marito detenuto, di un tentativo di intervento da condurre sul collaboratore
di giustizia FAVALORO Marco, per indurlo ad una ritrattazione delle sue
dichiarazioni. La discussione dell'argomento, che verrà dettagliato più avanti, serve,
in questa sede per confermare l'incontro avuto da DI TRAPANI Maria Angela con
FONTANA Gaetano il 19 giugno2007.

Ore 12:35 Dal predetto negozio di abbigliamento esce un soggetto sconosciuto,


dall'apparente età di 30 anni, alto circa 1,80 mt., corporatura normale,
capelli corti e castano scuro. Successivamente identificato per FONTANA
Gaetano, nato a Palermo 1'1 marzo 1976. Lo stesso, dopo aver
attraversato la via Ammiraglio Rizzo, si pone alla guida dell'autovettura
Peugeot 107, di colore scuro, targata DD551RX (intestata a TERESI
Michele, nato a Palermo il 28 febbraio 1938, residente a Firenze in via
Lazio nr.4102) e si allontana.
M. ANGELA: ANGELA ti saluta! Gli h o detto... però dice: m a come...
facciamo?! Gli h o detto: vedete...
SALVATORE: Se ...
M. ANGELA: ...
se potete ...
non e che abbiamo noialtri... (con la mimica lascia
intendere rapporti, contatti, ndr) Dice, cercheremo, dice,
con SUA FIGLIA ...
vediamo.. SUA FIGLIA LA GRANDE,
che è un pochettino...
SALVATORE: MARIA ANGELA, a me interessa.. .
[...l
M. ANGELA: con CORVINA è sempre ....
(con la mimica lascia intendere,
lontana, in cattivi rapporti, ndr) sempre ....
In questo caso, dunque, l'appellativo di ANGELA è stato utilizzato dai coniugi
MADONIA per indicare pure FONTANA Gaetano (che, però, chiaramente era
all'incontro in rappresentanza e per conto del padre FONTANA Stefano). Ciò tanto è
vero, che le frasi rifhte da Mari ANgela alla persona con cui ha parlato sono sempre
al plurale [ma come... facciamo?! (...)Dice... cercheremo, dice, perchè... dice... non è
che abbiamo noialtri...]. La conferma diretta di queste conclusionisi aveva il 21
luglio 2007, nel corso di colloquio carcerario concesso al detenuto DI TRAPANI
Nicolò. Vi partecipava, tra gli alti, anche DI TRAPANI Maria Angela, che portava
al fratello i saluti della "NIPOTE DI MRL4NNINA" (FONTANA Gaetano è
nipote di GALATOLO Giovanna, intesa Mariannina); si riporta, di seguito,
stralcio di interesse relativo alla trascrizione del suddetto colloquio.

. ... ,. .
M. ANGELA: Ah ...ti sa... ti... ti saluta... LA NIPOTE DI
MARIANNINA?!
NICOLO': eh...
M. ANGELA: incomprensibile ...
NICOLO': e chi lo conosce!...
M. ANGELA:
NICOLO': annuisce...
ENZINA: chi & ... neanche io ...
M. ANGELA: la sorella del siqnor ENZO ( con la mano destra indica la
medesima struttura carceraria,ndr) ...
NICOLO' : ah ... non mi interessa ...incomprensibile...
M. ANGELA: no ...
n o n auello
FIGLIA d i suo FIGLIO
... ... ...
no suo FIGLIO suo la ... ...
NICOLO': ah ...
ENZINA: S
per
...
- -

deali a l t r i n o n vuole sentire l'odore

Si precisa, altresì, che detta autovemua era già stata notata in quanto
parcata nell'immediata vicinanza del luogo di parcheggio dell'autovettura
Citroen C1 targata DA688LM. t-
M. ANGELA: neanche con le figlie si guardano (ripete nuovamente il
gesto per indicare la struttura carcerario dove si trovano,
ndr) ...
NICOLO': STEFANO?
M. ANGELA: -(con ala testa annuisce in segno di conferma
ndr)
NICOLO': ehm ...
M. ANGELA: devo dire che [con la mano destra mima il qesto come
p p
NICOLO': ah ...
M. ANGELA: non può vedere ...incomprensibile... (la voce del bambino
copre la frase, ndr) ...
NICOLO': annuisce ...
M. ANGELA: ...
l'altra volta PIPPO MADONIA G i u s e ~ ~ e , n d r l mi ha
domandato ...auell'altra non viene? .,.
m i veniva d i
1
pir li:
1
... N O I abbiamo visto la sofferenza d i SALVO (inteso
MADONIA Salvatore, marito della stessa, ndrl ...
auando fÙ ... dice ... il fatto di suo FRATELLO ...
NICOLO': ah ... (ti aiuta suo FIGLIO? .I
M. ANGELA: annuisce... una volta m i ha mandato u n resalino... dice
solo Der te!
NICOLO' : ah ... LUI neanche lo può vedere ...incomprensibile...
(sorride, ndr) ...

Le risultanze del colloquio fornivano, quindi, molteplici elementi, indicativi


delle relazioni esistenti tra la famiglia di MADONIA Salvatore e quella di
FONTANA Stefano; permettevano, tra l'altro, grazie a numerosi riferimenti di natura
soggettiva, di trovare conferme all'incontro intercorso tra DI TRAPANI Maria
Angela e FONTANA Gaetano, e del fatto che in quella sede Gaetano rappresentasse
il padre Stefano.

Il colloquio carcerario autorizzato a MADONIA Salvatore 1'8 novembre


2007, oltre ad attualizzare la responsabilità di FONTANA Stefano nella gestione
mafiosa del territorio riconducibile allafamiglia dell'Acquasanta (dove esisteva una
situazione di attrito pure con i GALATOLO), permetteva di rilevare le perduranti
relazioni di quest'ultimo con DI TRAPANI Maria Angela, alla quale, ancora una
volta si era preoccupato di fare arrivare del denaro.

M. ANGELA: ANGELA è l à ... ANGELA ...


SALVATORE: MARIA ANGELA ti prego ...
M. ANGELA: con i ~ a r e n t non
i s i osson no quardare, infatti m e l o
dice, ero ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: m w
reqalo albambino ( c o o
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: sciii ... un minuto (si rivolge al figlio,ndr) ..Ai ,
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: eh...
SALVATORE: cioè passiamo da u n fronte a ... quello ...
preao I O ... casa e chiesa ...
M. ANGELA: eh ... eh... si!...
SALVATORE: 0
... il FRATELLO (sorriso sarcastico,ndr) ... ma MARIA
ANGELA ...
M. ANGELA: e QUELLI che lo fanno da fuori? ... non lo vedi ci sono
QUELLI che lo fanno da fuori ...
SALVATORE: eh appunto ... ma I O mica ti sto dicendo ... ti sto dicendo di
no ... cioè significa che ognuno ... ah ... ci deve mettere no
due scatti alla porta, tre scatti ... (con la mano mima il gesto
di girare una chiane nella serratura,ndr) ...
M. ANGELA: siccome gli hanno preso tutte cose tuttooo ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... siii ma I O ti sto dicendo ... ti sto dicendo
che ...
... ...
a CARMELA sicuro di no neanche morta uhm da
.........
M. ANGELA:
mi veniva ...
una cosa ~ oa iCARM ... non la Dossono
vedere, infatti mi ha detto di dirtelo "lo zaino dice
~ s c l l s ~ a l l ee" ...
SALVATORE : uhm ...
M. ANGELA: CARMELA ...
SALVATORE : MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: m u
f e o f re fi ure" ..
SALVO EH EH",.. ...
SALVATORE: uhm ... (porta le mano al suo petto,ndr) ...
M. ANGELA: g g I T 0 non cammina
pessuno. ali ho detto, sono chiusi là, ali ho detto ...
SALVATORE: va bè ...
M. ANGELA: non è capace ...
SALVATORE : e continua ... (atteggiamento di disapprovazi~ne~ndr)
...
MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: dice: ...
"si stanno manaiando tutte cose" ...
I...]
M. ANGELA: dice: "e' una cosa solo Der SALVO oer .. Der SALVO L.
personale oer SALVO" ... e basta ...
SALVATORE: umh ... sa ...
M. ANGELA: certo
D
... ...
eh ehhh ~erò ...
non è la ~ r i m avolta lo ...
ha
SALVATORE: I O pensavo che non si fosse fatto più vedere ... e h ...
all'epoca quando gli hai detto ... sai ... e h ...
M. ANGELA: no, anzi e h .. e h ...
Pare opportuno sottolineare ancora una volta le aspre divergenze tra
FONTANA Stefano e GENOVA Salvatore, ritenuto dal primo privo della capacità
necessaria a reggere il mandamento di Resuttana [lo zaino dice non è capace di
portarselo sulle spalle 'q, amministrato in malo modo [dice: ... 'Si stanno mangiando
tutte cose'l. FONTANA Stefano aveva pure riferito a DI TRAPANI Maria
Angela che proprio GENOVA Salvatore, al fine di accreditarsi ulteriormente nedi
ambienti mafiosi, era solito relazionarsi spendendo il nome di MADONIA Salvatore
[dice: "cammina a nome di SAL V 0 EH ... EH" ...l, e per questo, ed in ragione della
sua incapacità, stava facendo fare "brutte figure" ai MADONIA [non e ' capace ... vi
sta facendo fare figure...].Si comprende bene, se mai ce ne fosse stato bisogno,
quanto ancora rilevanti siano il peso e l'autorevolezza deHa famiglia MADONIA
negli ambienti riconducibili a Cosa Nostra; per questo, anche un mafioso
particolarmente vicino a LO PICCOLO Salvatore, come GENOVA Salvatore
aveva la necessità di legare il proprio nome a quello di MADONLA Salvatore. Le
stesse motivazioni avevano spinto FONTANA Stefano a far giungere le proprie
rimostranze al MADONIA, nell'intento di cercare, nel benestare di quest'ultimo, il
credito necessario fare valere, ancor più, il proprio potere mafioso.

. -- -
6. I1 progetto di MADONIA Salvatore di far ritrattare il collaboratore di giustizia
FAVALORO Marco per il tramite della moglie e di FONTANA Stefano.

L'attualizzato legame tra MADONIA Salvatore e la famiglia FONTANA


faceva emergere una vicenda, particolarmente significativa, sviluppatasi, almeno
nella prima parte, grazie proprio ai rapporti tra le due famiglie. Nel corso del
colloquio carcerario del 7 giugno2007, per la prima volta, il detenuto MADONIA
Salvatore comunicava alla moglie l'intenzione di cercare, tramite i componenti della
famiglia FONTANA, un contatto con il collaboratore di giustizia FAVALORO
Marco, nato a Misilmeri (PA) il 26 febbraio 1944 per a e r i r a l i una ritrattazione
delle dichiarazioni già rilasciate sul suo conto. In particolare, facendo affidamento
sulla vicinanza relazionale manifestata dai FONTANA, MADONIA Salvatore
riferiva alla moglie ciò che avrebbe dovuto chiedere. k&&&$*$A#?)

SALVATORE: MARIANNINA! ...


M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... ANGELA! dice ... ...
non ne aggiungere e nemmeno
levare! (parole, ndr.)
M. ANGELA: certo
SALVATORE: dice SALVO
vent'anni ...
...
(se stesso, ndr)
se è possibile
tra dieci anni, tra
...
(utilizza il labiale, ndr)
...
a ...
MARCO
M. ANGELA: (non capisce, ndr) -.

SALVATORE: (ripete, ndr) ...


(usa nuovamente il labiale, ndr) ...
M. ANGELA: mh! (capisce, ndr)
SALVATORE: ... se può fare
detto è falso! ......
a dire a dire ...
tutto quello che ho...
M. ANGELA: mh! (annuisce, ndr)
SALVATORE: dici ...
se è possibile vedete! ...
M. ANGELA: ok
SALVATORE: ne ...
M. ANGELA: perfetto!
SALVATORE: ne più e
(ANGELA, ndr)
...
dici ...
quando lo trovi o già è venuta? ...
M. ANGELA: no, l'altra volta!
SALVATORE: si ma non ti ...
M. ANGELA: e mi ...
mi ha mandato a dire che presto ...
mi vuole ...
vedere!
SALVATORE: mh! ...
me lo saluti ...
M. ANGELA: si!
SALVATORE: ... e gli dici ...
se è possibile, questa cosa!
M. ANGELA: ..
. che m i ha fatto capire che vuo ha un pensiero per TE!...
SALVATORE: si
...
...
(si infastidisce, ndr)
se è possibile eehh
MARIA ANGELA
...
anche se
...
...
SALVO
fanno una cosa ...
...
e
scritta dal NOTAIO
INCOMPRENSIBILE I0
una cosa
... ...
...PAROLA ...
M. ANGELA: qualsiasi cosa!
SALVATORE: I0
...
...
per rimorso di coscienza devo dire
...
quando mi trovavo là p u r di uscire da là
perchè ... ...
...
M. ANGELA: si
SALVATORE: .. ...
. siccome c'è (mima uno scritto, ndr)
M. ANGELA: si, ci sono tutte le carte che co ...
che aveva SUA MOGLIE

... ... ...


.m a

SALVATORE: eh! e dice per u n rimorso di coscienza l o dovrei

M. ANGELA:
dire
ok
...
dice ma ... ...
ora?! se è possibile!... ...
SALVATORE: se è poss
fare ... ...
se è una cosa
non s i può fare!
dice
... ...
ah! non s i può ... ...
M. ANGELA: se è possibile!
[...l
SALVATORE: basta! ...
:[NCOMPRENSIBILE ... c'è la possibilità ... là ...
ANGELA! ...
M. ANGELA: va bene

I1 tenore della conversazione risultava di immediata comprensione:


MADONIA Salvatore aveva chiesto alla moglie di cercare, tramite la famiglia
FONTANA, di contattare e far ritrattare FAVALORO Marco [... tra dieci anni, tra
vent'anni ... se è vossibile ... (utilizza il labiale. ndr) ... a MARCO (...) ... se vuò fare
! * . , ...l. FAVALORO avrebbe
dovuto addurre ipotetici rimorsi di coscienza [IO... per rimorso di coscienza ... devo
dire ... perchè ... quando mi trovavo là ... pur di uscire da là ... (...) eh! ... e dice ...
per un rimorso di coscienza ... lo dovrei dire ... dice ... ma ... ora?! ... se è possibile!

I1 mese successivo, il 5 luglio 2007, nel corso deI~'~o1loquio


carcer&o
mensilmente concesso al detenuto MADONIA Salvatore, si registravano nuovi
sviluppi in merito alla suddetta vicenda. DI TRAPANI Maria Angela, infatti, diceva
di avere incontrato ANGELA e di avergli rappresentato le richieste del marito;
riferiva altresì della risposta interlocutoria ricevuta e del fatto che il contatto con il
collaboratore sarebbe stato tentato tramite il figlio maggiore di FAVALORO.

M. ANGELA: ANGELA ti saluta! Gli h o detto... però dice: m a come...


facciamo?! Gli h o detto: vedete...
SALVATORE: Se ...
M. ANGELA: ... .
se potete.. Dice... cercheremo, dice, perchè dice...
n o n è che abbiamo noialtri... (con la mimica lascia
...
intendere rapporti, contatti, ndr) Dice, cercheremo,
dice, con SUA FIGLIA... vediamo SUA FIGLIA LA ...
SALVATORE:
GRANDE, che è un pochettino
MARIA ANGELA, a m e interessa... L
...
M. ANGELA: ... perchè quella che è unita è LA PICCOLA, dice...
SALVATORE: MARIA ANGELA.. .
M. ANGELA: ... però LA PICCOLA, dice non ci può...
SALVATORE: MARIA ANGELA. ..
M. ANGELA: dobbiamo arrivare
SALVATORE: ...il discorso è che LUI, secondo me, deposito non ne hanno
...
fatto, e dire tutte...
M. ANGELA: certo non è ....
dice ...
vedremo... eh, poi m i ha de... poi...
SALVATORE: Basta!

In risposta alle richieste di MADONIA Salvatore, quindi, FONTANA


Stefano aveva manifestato le proprie difficoltà, a causa della mancanza di ogni tipo
di contatto con il collaboratore di giustizia; aveva però assicurato che si sarebbe fatto
un tentativo tramite il figlio maggiore di FAVALORO, da identificarsi in
FAVALORO Raffaele, nato a Milano il 5 luglio 1966, residente a Palermo in via
Loria m. 84. FONTANA aveva spiegato, comunque, che i rapporti più assidui con il
pentito fossero mantenuti dal figlio minore FAVALORO Giuseppe, nato a nato a
Palermo il 15 febbraio 1971, celibe, residente in via Dalia m. 80, con il quale, però, si
riteneva più problematico cercare un contatto.

I1 21 luglio 2007, nel corso di colloquio carcerario con il detenuto DI


TRAPANI Nicolò, DI TRAPANI Maria Angela, oltre a comunicare al fiatello che
la famiglia FONTANA le faceva giungere periodicamente un regalo (in questo caso
specificava di averlo ricevuto, nel corso di un incontro avuto con FONTANA
Gaetano, nato a Palermo il 01 marzo 1976), gli riferiva anche della richiesta, fatta
per conto del marito, di contattare FAVALORO f i r c o .

M.ANGELA: Ah... ti sa.. d.. ti saluta.. LA NIPOTE DI M-mTA!

NICOLO': eh...
M. ANGELA: incomprensibile ...
NICOLO': e chi lo conosce!...
M. ANGELA: MARIANNINA non te la ricordi? ...
NICOLO' : annuisce...
M. ANGELA: la sorella del signor ENZO ( con la mano destra indica la
medesima struttura carceraria,ndr) ...
NICOLO' : ah ... non m i interessa ...incomprensibile...
M. ANGELA: no ... non quello
FIGLIA di suo FIGLIO
... ... ...
no suo FIGLIO ...
suo ...
la

NICOLO': ah ...
ENZINA: sono sistemati sempre ... hanno la venerazione solo per ME
e per SALVO (il marito della stessa,ndr) ... degli altri non
vuole sentire l'odore ...
M. ANGELA: neanche con le figlie si guardano (ripete nuovamente il
gesto per indicare la struttura carcerario dove si
trovano,ndr) ...
NICOLO': STEFANO?

268
ENZINA:
M. ANGELA: STEFANO! (con ala testa annuisce i n segno d i

NICOLO':
conferma ndr)
ehm ...
con ME sola ... ...
[...l
NICOLO': ...
ah ti aiuta suo FIGLIO? ...
M. ANGELA: annuisce ...
una volta m i ha mandato un regalino ...
dice solo per te!
NICOLO': ah ... LUI neanche lo può vedere ...incomprensibile...
(sorride, ndr) ...
M. ANGELA: . infatti l'altra volta g l i ho detto gli ho detto gli h o ...
detto ...
gli ho detto incomprensibile... non può ...
vedere
...
...
gli ho detto se tramite
(con la mano destra mima qualcosa,ndr)
...
gli ho detto che
se s i può
...
...
andare a dire ma ...
a riprendere e dire (con al mano
mima il gesto d i tirare) (con al mano mima il gesto d i
tirare a se, ndr)
per mio MARITO dice:
......
ma che stai facendo
ehhh
gli ho detto
...
è difficile ma ...
...
vediamo ...
Nello svolgimento dell'attività di indagine, in ogni caso, veniva registrato un
ripensamento da parte di MADONIA Salvatore, in merito alla mediazione chiesta a
FONTANA Stefano; questo anche in relazione aile vicende personali del
FONTANA stesso, che avrebbe dovuto esercitare pressioni su un collaboratore di
giustizia, pur avendone uno (il Fate110 Angelo) in famiglia.

Nel corso del colloquio carcerario del 2 agosto 2007, MADONIA Salvatore
chiedendo alla moglie Maria Angela, notizie su FONTANA Stefano, testualmente
riferiva.

SALVATORE: MARIA ANGELA... ....


a me... i o mi... ci ho riflettuto...
eh... su... su ANGELA?
M. ANGELA: Mh ...
SALVATORE: Può essere che.... (ride, ndr.) non si fa vedere più
completamente?!
M. ANGELA: Non s i è fatta vedere più, infatti!
SALVATORE: . ...
Eh.. e allora io me l o immaginavo!
M. ANGELA: ...
Eh infatti andò pure da (abbassa il tono della voce, ndr.)
...
SERGIO andarci a dire: (abbassa il tono della voce, ndr.)
ogni mese... (con la mimica lascia intendere: devi venire a
dare, ndr.)!
SALVATORE: Ba... MARIA A ....
M. ANGELA: QUELLO fa ... ...
dice Ma io una volta all'anno... dice non ...
sono stato sempre.. . Ma. .. di.... sono un pochettino ...
SALVATORE: Va bel sangu mio... t u non g l i chiedere più niente
sangu mio...
M. ANGELA: Se s i fa sentire, si fa sentire! Se no...

5?=
SALVATORE : ...
Se... Ma perchè ci ho riflettuto
M. ANGELA: Non vorrei che camminano a forza di bugie!
SALVATORE: Ci ho riflettu... ci h o riflettuto...
269
M. ANGELA: ... tutti
SALVATORE: no... siccome... Come può andare a fare... con suo ....
con SUO FRATELLO... come s i deve... come se la
combina?!
M. ANGELA: Ah?
SALVATORE: Con suo fratello come se l a combina?!
M. ANGELA: Ah, n o n l o so... ma (abbassa la voce e con la mimica
delle mani lascia intendere: va i n giro, s i muove, ndr.)

Le perplessità esternate da MADONIA Salvatore trovavano conferme anche


nei contenuti del colloquio carcerario de11'8 novembre 2007 (avuto, come sempre, con
la moglie DI TRAPANI Maria Angela), dal quale si poteva senz'altro desumere la
definitiva rinuncia di MADONIA all'intervento della famiglia FONTANA sul
pentito FAVALORO Marco.

M. ANGELA: no ... mi fa ANGELA: ... "noi siamo per la nostra casa" ... gli
ho detto e IO pure per la mia casa solo ... v i ringrazio p e r
questo pensiero che avete f a t t o e basta ...
SALVATORE: MARIA ANGELA questo è quello che voglio IO ...
M. ANGELA: dice: 'e' una cosa solo per SALVO per .. per salvo ...
personale per SALVO" ... e basta ...
SALVATORE: umh ... sa ...
M. ANGELA: certo ... eh ... ehhh ... però non è la prima volta ... lo hanno
fatto un'altra volta l'anno scorso e ora ...
SALVATORE: I o pensavo che n o n s i fosse f a t t o più vedere ... ...
eh

M. ANGELA:
all'epoca quando gli hai d e t t o
..
no, anzi e h e h ...
... ...
sai e h ...

SALVATORE: nooo ...


M. ANGELA: eh? ...
SALVATORE: quando g l i h a i chiesto di come s i chiama ...
'M. ANGELA:
SALVATORE: eh
..... ...
di di LUCIA?
di LUCIA
...
...
M. ANGELA: n o n mi ha d e t t o niente ...
SALVATORE: ahhh
QUESTO
...
nooo
...
...
dico ...
bahh
va bè n o n s i vede
... ...
I O pensavo ... che
perché gli h a i
domandato di LUCIA (batte le mani, ndr)
M. ANGELA: no ...
SALVATORE: che p o i I O stupidamente dico ...
quando c i domandi di
LUCIA ... (sorride,ndr) ...
se c i scappano i b u o i di
dentro ...
Ancora una volta, quindi, venivano espresse forti riserve in ordine al fatto che,
avendo dovuto subire l'onta di avere un pentito in famiglia, Stefano FONTANA non
poteva certo considerarsi il soggetto più idoneo a portare avanti un discorso di questo
tipo [... se ci scappano i buoi di dentro ... 1. Per questo motivo, DI TRAPANI Maria
Angela individuava un'altra possibile strada da seguire per anivare a FAVALORO
(in questo caso indicato con l'appellativo di LUCLQ, secondo l'usuale meccanismo
che prevedeva l'uso di nomi femminili, per intendere un congiunto uomo ad essi
rifenbili: LO VERSO Lucia, nata a Palermo il 23 luglio 1903, è la madre di
FAVALORO Marco), strada che prospettava al marito tra la fine di luglio e l'inizio
di agosto; anche in questo caso, come si vedrà, MADONIA Salvatore avrebbe
comunque manifestato perplessità in mento.

I1 30 luglio 2007 DI TRAPANI Maria Angela scriveva una lettera al manto


detenuto MADONIA Salvatore, raccontandogli di avere fatto, grazie a
GUASTELLA Maria, alcune "nuove" conoscenze; la donna, in particolare, diceva di
avere intravisto un piccolo sentiero per quella speranza e specificava, a tal proposito,
di avere incontrato LA CUGINA DILUCU. D)

I1 2 agosto 2007, nel corso del colloquio carcerario concesso al detenuto


MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria Angela spiegava al marito il
contenuto della lettera, fornendo chiavi di lettura utili alla comprensione
dell'argomento. [ALL~ZGATQ
A19)

M. ANGELA: Si... e finalmente...il mondo quanto è piccolo... L'altra


volta d i che m i parlavi?!
SALVATORE: Eh... sangu mio ma così... ...
M. ANGELA: LUCIA?
SALVATORE: (resta in silenzio e non capisce, ndr)
M. ANGELA: (porta la mano vicino ai capelli per comunicare qualcosa,
ndr.) PAROLA INCOMPRENSIBILE LUCIA?
SALVATORE: (resta in silenzio e non capisce, ndr)
M. ANGELA: LUCIA?
SALVATORE: (breve silenzio, poi finalmente capisce, ndr.) Eh, LUCIA,
eh...
M. ANGELA: ...
Eh mentre che ero là ehm ... ...
SALVATORE: ...
Eh, va bel amunì... eh ...
M. ANGELA: SUA NIPOTE!
SALVATORE: Eh ...
M. ANGELA: Mi fa... dice... mi faceva MARIA... dice... guarda il
pesce, dice, lo devi prendere qua, dice... perchè ...
Piglia e l e faccio: i o non lo conosco... l e faccio... Fa...
dice: aspetta ...
un momento QUELLO s i awicina, m i
guarda e m i fa: signora, buonasera... buongiorno! E i o
g l i faccio: ma i o no... (ride, ndr.) I o sono... dice...
SALVATORE: Va ber eh... accorcia...!
M. ANGELA: Eh... di una educazione!
SALVATORE: .
Ba.. a posto!
M. ANGELA: Allora faccio: Fu il Signore?! I n f a t t i (abbassa il t o n o
della voce, ndr.) MARIA ...
fa...dice... diglielo a
SALVO... se è... c i parliamo! Dice, perchè su... f a
dice... è la SIGNORA... di... dov'eravamo... è SUA ZIA...
... ....
perchè è sposata con LA SORE... con I'A... capi ? ...
SALVATORE: .
MARIA A.. accorcia!
M. ANGELA: Ma sono proprio...
SALVATORE: Sono?
M. ANGELA: Dove siamo andati....?! Questa SUA ZIA?
SALVATORE: Mh...mh. eh .. ...
M. ANGELA: è.... sono andati che c'era una specie di... di
...
capannoni enormi, meravigliosi grandi. in riva a l ... ..
SALVATORE:
mare ...
dopo Termini Imere... dopo Termini Imerese...
...
Tu, vedi che ti di vedi che ti di...
M. ANGELA: Sono d i Brancaccio LORO... sono d i Brancaccio!
SALVATORE: Ma... eh...
M. ANGELA: Quindi va... ma... enormi... che c i devono aprire
ipermercati ...
SALVATORE: mh ...
M. ANGELA: mol... t r e volte d i quello d i Auchan! E siccome c'è la
spiaggia così, messa avanti... c i mettono... c i hanno
messo l e cose... m a ci... sono proprio ...
fa... dice...
signora ...
dice... suo figlio
picciriddo! Eh... Grazie... prego...
...
che bambino! Che

FRANCESCO: M i sono f a t t o una nuova nonna... NONNA GIUSY


M. ANGELA: ... che l a chiama NONNA GIUSY...
[...l
M. ANGELA: Ah... ti chiedevo... chi sa... MARIA... vuoi che p o i glielo
dice?
SALVATORE: .
Per ora no, sangu mio.. p e r ora no... non... mi
preoccupo, sangu mio... di... p i ù i n là... p i ù in là se n e
...
parla p i ù in là... p i ù i n là...
M. ANGELA: Perchè con LA SORELLA PICCO... è LA SORELLA
PICCOLA che... che è sempre insieme a SUA MADRE...
SALVATORE: va be...
M. ANGELA: ...e con LA SORELLA PICCOLA... i o h o capito che c i
stava...
[...l
M. ANGELA: Ah... ti h o portato il pesce...
SALVATORE: eh...
M. ANGELA: ... i n f a t t i m e l o ha... Gli h o detto: m a no... l e i non l o
de... Nooo... questo, dice... stavolta, dice... è soltanto
...
alla salute mia, dice... Poi... dice... il prossimo dice...
lo...
SALVATORE: Chi è...
M. ANGELA: Sta... eh...
SALVATORE: LUCIA?
M. ANGELA: Si...sua...eh...sta sua cu... questa SUA CUGINA!
[...l
M. ANGELA: A queste persone... se le è comprate... in niente...
FRANCESCO: ...INCOMPRENSIBILE...
M. ANGELA: ...eh...nonna... NONNA GIUSY a questa ...
alla ZIA...
questa signora tutta... tipo nonna Peppina, pare ...
FRANCESCO: E NONNO PINO... e NONNO PINO...
M. ANGELA: ...
e NONNO PINO... tutti e d u e che cucinano...
lavano...levano... fanno... mischini
...
proprio d'accuddì... c'è UNO... quello che sborsa... e
gli a l t r i cucinano
SALVATORE: E che le vengono a MARIA?
M. ANGELA: Eh ... ami... amici con... amici perchè si... forni sono ...
...
fornitori di pure suoi... così. Nella conoscenza così!
[...l
M. ANGELA: MARIA n o n l o sapeva... quando l o fa, i o sono rimasta
...
in silenzio... MARIA guardava Poi all'ultimo, dopo un
pezzo... che. eravamo... che stavamo facendo il
...
bagno l e h o detto: m a tu l o sa... Ma i o n o n n e sapevo
niente. ..
Le faccio: si! Dice: v a be'... non ti
preoccupare... p u ò essere... dice... che... Perchè con
...
SUA ZIA si... c'è un rapporto c i sta bene, va
l'ascoltano tutti!
....
E poi

Tutti gli elementi forniti nel corso della conversazione consentivano di


identificare compiutamente i soggetti nominati, permettendo di comprendere come
DI TRAPANI Maria Angela avesse individuato, come percorso alternativo
conducente a FAVALORO Marco, quello passante per i familiari del collaboratore,
tramite la mediazione di GUASTELLA Maria. Gli spunti informativi individuanti
erano, infatti, molteplici:

- intanto erano chiari i riferimenti relativi ai legami parentali; Maria Angela diceva
chiaramente di avere parlato con "LA NIPOTE DI LUCIA " [LUCIA?(...) SUA
NIPOTE!], che verosimilmente gestiva una pescheria [UARIA... dice... guarda il
pesce, dice, lo devi prendere qua, dice...]; dove, peraltro, aveva acquistato del
pesce per il detenuto [Ah... ti ho portato il pesce... (...)...infatti me lo ha... Gli ho
detto: ma no... lei non lo de... Nooo... questo, dice... stavolta, dice... è soltanto alla
salute mia, dice... Poi... dice... ilprossimo... dice... lo...l
- in relazione a ciò, inoltre, la DI TRAPANI forniva ulteriori dati, comunicando che
il posto in cui aveva incontrato "la nipote di Lucia" (in particolare faceva
rifdmento ad alcuni enormi capannoni dopo di Termini Imerese) era
riconducibile ad una zia di questa (quindi ad una zia del cugino del collaboratore
di giustizia) [Dice, perchè... su... fa.... dice... è la SIGNORA... di... dov'eravamo... è
SUA ZIA... perchè è sposata con LA SORE... con l 'A. .. capi... ? 1;
- rilevanti erano, poi, altre informazioni desumibili dal dialogo intercorso tra i
coniugi, nel quale si specificava l'origine di questo nucleo familiare [Sono di
Brancaccio LORO... sono di Brancaccio!], oltre ad indicarne alcuni nominativi
[NONNA GIUSY a questa... alla ZIA... (...)...e NONNO PINO].

L'analisi e gli accertamenti, effettuati sui predetti dati informativi,


permettevano di rilevare riscontri utili e assolutamente conducenti alla individuazione
dei luoghi e dei soggetti nominati:

- il NIPOTE DI LUCU era da identificarsi in FAVALORO Raffaele, di


-
_ - t - 0

FAVALORO Salvatore e CHIOLO Rosalia, nato a Palermo il 15 gennaio 1967.

Lo stesso è titolare di omonima impresa individuale, con sede in Palermo -


via Messina Marine nr. 183, operante nel settore mercwlogico della
sornministrazione al pubblico di alimenti e bevande e della ristorazione. Gli eventi
registrati tra il 30 luglio 2007 e 1'01 agosto 2007 confermavano la positiva
identificazione; infatti:

- il l oagosto 2007, alle ore 07:59, dall'utenza 34912541160, intestata ed in uso a DI


TRAPANI Maria Angela, veniva registrata, in uscita, telefonata (decreto int.
603106 DDA - Palermo) verso il numero 0911472425~~.
La donna conversava con
un interlocutore sconosciuto (che aveva risposto "Pronto, pescheria'? a cui

" L'utenza è intestata a FAVALORO Raffaele, Via Messina Marine nr.127, Palermo.
chiedeva di RAFFAELE; l'uomo invitava la DI TRAPANI a richiamare dieci
minuti più tardi e le chiedeva, inoltre, se la telefonata fosse riconducibile alla
< -Lb- A h

ordinazione fatta il giorno precedente; i$&&&q$g13'~0)

- in effetti, il 31 luglio 2007, alle ore 17:23, i dati forniti dal GPS installato
sull'autovettura CITROEN CI, targata DA688LM, in uso a DI TRAPANI Maria
Angela, rilevavano una sosta della vettura in un punto, individuato dalle
coordinate GPS Lat. N. 38'6'24",7 Lon. E. 13'22'58",4, che il sistema dava come
corrispondente alla via Messina Marine di Palermo;

- alle ore 08:24, delllOl agosto 2007, DI TRAPANI Maria Angela, dall'utenza
34912541160 a lei intestata, richiamava il numero O911472425 e , questa volta
parlava con RAFFAELE, di una ordinazione di pesce da consegnare al proprio
domicilio; ~ 1 )
- i capannoni in riva al mare, nei pressi di Termini Imerese, erano da individuarsi
indiscutibilmente in quelli di proprietà della EUROCASA s.r.L (c.fisc.
04705430827) con sede a Termini Imerese (PA), zona industriale, catastati a
Termini Imerese - foglio 30 - particella 934 - categoria D/7, piani terra - primo e
secondo, all'indirizzo contrada zona industriale s.n.c..

- la società EUROCASA s.r.L ha capitale sociale di Euro 100.000,00 diviso in quote


così suddivise:
a -+
. quota nominale di euro 60.000,OO di proprietà di SINAGRA Loreto, nato a
@- Palermo 1'8 gennaio 1945
. quota nominale di euro 20.000,OO di proprietà di SINAGRA Vincenzo, nato
a Palermo il 15 maggio1974
. quota nominale di euro 20.000,OO di proprietà di SINAGRA Antonino, nato
a Palermo il 11 agosto 1971

In questo senso, quindi, era confermata pure l'affermazione di DI TRAPANI


Maria Angela, che aveva specificato come i capannoni fossero di proprietà di una zia
di FAVALORO Raffaele I. dì... dov'eravamo. .. è SUA ZU...]:
in effetti,
quest'ultimo è coniugato con SINAGRA Loredana, nata a Palermo il 10 agosto
1970, figlia di SINAGRA Francesco Paolo, nato a Palermo il 06 settembre 1938,
quest'ultimo fratello di SINAGRA Loreto. SINAGRA Loreto è quindi zio acquisito
di FAVALORO Raffaele.

I soggetti indicati nel corso del colloquio come NONNA GZUSY e NONNO
PINO, erano da identificarsi in:
- SZNAGRA Giuseppa, di SMAGRA Antonino e SPATARO Maria, nato a
Palermo il 21 luglio 1946, ivi residente in via Alagna nr. 27, coniugata con

- GERBINO Giuseppe, di GERBINO Giuseppe e TESTA Maria, nato a Palermo il


15 agosto 1943, convivente con il coniuge.

L'intero nucleo familiare dei SINAGRA, come può facilmente rilevarsi


dall'ufficio servizi demografici del Comune di Palermo, è originario della zona di
Brancaccio.
7. 1 rapporti di Maria Angela DI TRAPANI con i FONTANA a seguito dell'arresto
di LO PICCOLO Salvatore

Dopo il 5 novembre 2007 - data dell'arresto del latitante LO PICCOLO


Salvatore, sorpreso durante un surnmit mafioso al quale partecipava anche il figlio
LO PICCOLO Sandro e ad altri due appartenenti a cosa nostra, anch'essi latitanti -
si producevano importanti conseguenze sul territorio del mandamento di Resuttana
(di cui, in parte, abbiamo già parlato).
In specie, tramontava la stella di GENOVA Salvatore, da sempre vicino a LO
PICCOLO.
L'8 novembre 2007, come già detto, veniva intercettato il colloquio carcerario
mensilmente concesso a MADONIA Salvatore: nella circostanza vi partecipava DI
TRAPANI Maria Angela, con la quale il detenuto commentava proprio la situazione
di contingente difficoltà, nella quale si era dovuto trovare GENOVA Salvatore (qui
indicato come VANCHITEDDU),in seguito all'arresto di LO PICCOLO Salvatore
[SALVA TORE: piange a VANCHITIEDDU (risata, ndr) ...l. MADONIA Salvatore,
dunque, consigliava alla moglie maggiore prudenza nelle sue relazioni con
GENOVA
I1 13 novembre 2007, alle ore 17:06, veniva intercettata, in entrata sull'utenza
09116373105 intestata a GELARDI Emanuela, la telefonata periodicamente

.. . concessa al detenuto MADONIA Giuseppe, a cui partecipava pure DI TRAPANI


Maria Angela e, nell'occasione, venivano trattate tematiche assolutamente
significative, in ordine alla gestione mafiosa del territorio ed alle eventuali incertezze,
che l'arresto di L O PICCOLO Salvatore avrebbe potuto procurare.
W f i e l corso della conversazione, infatti, MADONIA Giuseppe si preoccupava di
domandare insistentemente alla cognata DI TRAPANI Maria Angela, dissimulando,
come al solito, l'argomento con i dolori alle spalle della madre, se vi fosse ancora
regolarità nelle dazioni di denaro elargite alla sua famiglia dall'organizzazione
mafiosa. In relazione a ciò, la DI TRAPANI replicava spiegando al cognato come, a
fronte dell'ultimo cambiamento di tempo (l'arresto dei LO PICCOLO), sarebbe stato
necessario attendere e verificare l'eventuale ricomparsa di dolori alle spalle a carico
della GELARDI Nell'occasione, i due si accordavano per vedersi, a colloquio, a
Biella il 6 dicembre 2007.
Anche il 4 dicembre 2007, alle ore 17:05 veniva registrata telefonata
dell'analogo tenore tra MADONIA Giuseppe e DI TRAPANI Maria Angela, nel
corso della quale quest ultima ribadiva al cognato la necessità di mantenere una
l

posizione attendista per potere meglio valutare le eventuali ripercussioni sui propri
interessi. !@&$.E,i&Bi)
I1 6 dicembre 2007 poi, aweniva la svolta:
DI TRAPANI Maria Angela si recava a Biella, a colloquio dal cognato
MADONIA Giuseppe: in questa occasione, come emerso chiaramente dai successivi
sviluppi investigativi, la donna riceveva precise direttive operative, in ordine alla
gestione degli interessi mafiosi della famiglia MADONIA.
L'l1 dicembre 2007, infatti, venivano registrate alcune conversazioni
telefoniche particolarmente significative in tal senso: alle ore 13:lO (progr. 2437 -
utenza 09116373105) si intercettava conversazione telefonica intercorrente tra DI
TRAPANI Maria Angela e BASILE Anna, nel corso della quale la prima, in
previsione della telefonata che il cognato MADONIA Giuseppe avrebbe effettuato
nel pomeriggio a casa GELARDI, forniva alla seconda alcune precise indicazioni,
chiedendole di giustificare all'uomo la propria assenza con un concomitante incontro

Effettivamente, alle ore 17:08 veniva intercettata la chiamata effettuata da


MADONIA Giuseppe ai familiari; nel corso della convers'azione, BASILE Anna
riferiva al detenuto che DI TRAPANI Maria Angela non aveva potuto presenziare
alla telefonata, perchè impegnata, proprio in quel momento, in un incontro con
ANGELA.
L'analisi critica, mediante l'oramai nota chiave di lettura, delle telefonate
intercettate 1'11 dicembre 2007, permetteva, quindi, di comprendere che DI
TRAPANI Maria Angela, dopo avere avuto il colloquio carcerario con il cognato
Pippo il 6 dicembre, doveva recarsi recare, quel pomeriggio, da FONTANA Stefano.
In effetti, il servizio di osservazione e pedinamento opportunamente predisposto quel
giorno da militari di questa Sezione Anticrimine, registrava quanto segue:

Ore 15:31 DI T U A N I Maria Angela e iU4DONL4 Francesco, sempre a bordo


del1'autovettura Citroen CI, si allontanano. Gli stessi, dopo aver
percorso alcune vie cittadine, giungono in via Papa Sergio ove vengono
persi di contatto (ore 15:38).
Ore 15.45 Nei pressi del civico 90 di via Cardinale A. Lualdi, si riscontra, lì
parcata, l'autovetturaCitroen CI targata DA688LM.
Ore 1 7:35 In via Cardinale A. Lualdi, all'altezza del civico 55 e 60 si nota DI
TRAPANI Maria Angela e MADONLA Francesco che, camminano al
centro della via, in direzione l'autovettura Citroen CI.

Se è vero che il servizio di pedinamento era riuscito a documentare solo in


parte gli spostamenti di DI TRAPANI Maria Angela, registrando l'andata della
donna in zona Arenella e, più precisamente in via Cardinale Lualdi, alti elementi
informativi, uniti ad ulteriori successive acquisizioni, certamente confermavano
l'awenuto incontro con FONTANA Stefano. In questo senso, quindi, andava
certamente tenuta in giusta evidenza la conversazione registrata a bordo della
CITROEN C1, targata DA688LM, tra la stessa DI TRAPANI Maria Angela ed il
figlio MADONIA Francesco, che, appena risaliti in auto dopo l'impegno in via
Lualdi, discutevano di una non medio indicata somma di denaro. da poco ricevuta,
che il bambino diceva di voler utilizzare per fare un regalo al padre MADONIA
', p?:i~x:,i< -. . ""'*
Salvatore. [&gGhT@&$2~)
.. .-* ..., ...
*..,.... . s~~~:,v.>.

I1 13 dicembre 2007 si otteneva, infine, decisiva conferma in ordine


all'awenuto incontro realizzatosi solo due giorni prima tra DI TRAPANI Maria
Angela e FONTANA Stefano, conseguendo, al tempo stesso, dati che facevano
comprendere le tematiche discusse e, soprattutto, le motivazioni che avevano portato
alla organizzazione dell'incontro. Quel giorno, infatti, veniva registrato il colloquio
carcerario mensilmente concesso al detenuto MADONIA Salvatore, cui

-- partecipavano,.
. - .- .come sempre, DI TRAPANI Maria Angela- ..e . . MADONIA
,.a

Francesco; il racconto della donna al marito detenuto forniva congrui elementi di


riscontro anche alle tesi investigative che avevano ipotizzato i movimenti del
pomeriggio dell'l l febbraio da parte della DI TRAPANI in via Lualdi, a Palermo,
come direttamente funzionali all'incontro con FONTANA Stefano. Riportando,
infatti, a MADONTA Salvatore i saluti del FONTANA, DI TRAPANI Mnrin
Angela riferiva pure di una somma di denaro che il figlio MADONIA Francesco
aveva ricevuto in regalo dal suo interlocutore.

M. ANGELA: l'altro ieri (11 dicembre 2007, ndr.) ANGELA gli ha ...
fatto un regalino (con la mano indica il figlio,ndr) ...
LUI quando ce ne siamo andati fa schii ... (ride,ndr) ...
devo fare un regalo a PAPA', che cosa gli faccio ... sangue
mio gli ho detto, gli stiamo comprando ... abbiamo fatto la
spesa ... gli ho detto, stiamo facendo la spesa per PAPA', hai
visto ...
Dunque, veniva confermato l'incontro, ed anche il luogo, via Lualdi visto che
proprio 1'1 1 febbraio, appena risaliti in macchina dopo essere stati in quella via, DI
TRAPANI Maria Angela ed il figlio MADONIA Francesco avevano discusso
dell'eventualità di utilizzare una somma di denaro ricevuta poco prima per acquistare
un regalo per MADONIA Salvatore.

Nel corso del colloquio carcerario con il marito, DI TRAPANI Maria


Angela riferiva perchè aveva incontrato FONTANA Stefano, riferendo di avere
agito su precisa e diretta disposizione di MADONIA Giuseppe. 1

M. ANGELA: ti saluta ANGELA pure ...


SALVATORE: uhm ... grazie ...
M. ANGELA: ...
jinche PIPPO (inteso MADONIA Giuse~~e.ndr1
m
m
pure ...
SALVATORE: mah ... va bene

M. ANGELA: ora ... ora ANGELA ...


fa tutt... (con con l'indice della
mano sinistra alzato, ri~roduceil aesto di airare, ndrl
...ora ANGELA
per NOI ...
... ......
uhm
Der T U i T I
tutto Der NOI Dure ...
anche

SALVATORE: mah ... MARIA ANGELA cambia argomento ... non voglio
sapere ...
M. ANGELA: PIPP
p ~ in e , n d r ...
me
l l'ha
detto ... meh ...
alielo detto I O (con la mano indica il
fialio,ndrl ...
SALVATORE: va bene ...

6 La semplice tilettura della conversazione permetteva di comprendere anche le


più recenti dinamiche sviluppatesi all'interno del mandamento di Reasuttana
successivamente all'arresto dei LO PICCOLO. Nel particolare, quindi, la famiglia
MADONIA, nella fattispecie su indicazione di MADONIA Giuseppe, aveva inteso
accreditare la figura del FONTANA anche oltre i limiti del territorio mafioso di
competenza (l'Acquasanta), investendolo della responsabilità di muoversi per loro
conto [...ora ANGELA ... fa tutt ... (con con l'indice della mano sinistra alzato,
riproduce il gesto di girare, ndr) ... ora ANGELA ... uhm ... tutto per NOI pure ...
anche per NOI ... per TUTTI ...] e far giungere, pertanto, le dazioni di denaro che
l'organizzazione doveva elargire in loro favore.

Il successivo 18 dicembre 2007, DI TRAPANI Maria Angela si recava


presso l'abitazione della suocera GELARDI Emanuela, per prendere parte alla
telefonata settimanalmente concessa al detenuto MADONIA Giuseppe; nel corso
della conversazione la donna discuteva, tra l'altro, con il cognato dell'awenuto
incontro con FONTANA Stefano, rassicurandolo pure sul buon esito dello stesso
incontro. [&-GATQ &&i)

Maria Angela: si... ...


aua ti salutano tutti ti saluta Dure ANGELA ...
Pippo: ah si? Com'è buona?
Maria Angela: ...
si contenta si buona ...
Pippo: contentissima ... oh ci ... ...
ci ~ i a c efare auesto
fidanzamento con ...
Maria Angela: si ... si ... si ... si ...
Pippo: va bene ...
Maria Angela: si ...
Pippo: dimmi una cosa ...
Maria Angela: ...apposto non ti preoccupare ...
In altre parole appariva assai chiaro che FONTANA Stefano, oltre a rivestire
un ruolo di vertice all'interno della famiglia mafiosa dell'Acquasanta, era divenuto
destinatario di nuove direttive emanate dai MADONIA, in considerazione delle quali
avrebbe sicuramente esteso le proprie competente territoriali ed accresciuto il proprio
spessore mafioso. Da ciò si ricava conferma del ruolo direttiva deila famiglia
MADONIA, ed in specie di MADONIA Giuseppe, ed anche del ruolo di
"portavoce" che DI TRAPANI Maria Angela aveva sempre più acquistato.

La decisiva conferma di quanto detto si conseguiva il 20 dicembre 2007,


quando, .nel.corso-della conversazione telefonica intercorsa tra i fratelli MADONIA
Antonino e MADONIA Giuseppe, si ottenevano congnii elementi di riscontro in
merito all'investitura di FONTANA Stefano da parte dei MADONIA. In effetti i
due detenuti, discutendo delle condizioni di salute della propria madre GELARDI
Emanuela, si confrontavano pure sulle decisioni da adottare, per continuare ad
assicurarsi con regolarità le dazioni di danaro che Cosa Nostra doveva alla loro
famiglia. In questo senso, facendo come al solito r i f b e n t o ai dolori alla schiena
della madre, i due detenuti si pronunciavano come di seguito trascritto:

PIPPO: ... ah dimmi ... lamamma mi fa fare ... CARLA mi fa sapere


che la mamma è discretamente ...
si sta liber ... ...
di
ristabilizzando ...
NINO: e con quello ... con ... con la nuova terapia che stava facendo
PIPPO:
... ...
si, si, si
eh a mamma
ascoltami ...
ascoltami NINO ...
ascoltami ...
NINO: eh ...
PIPPO: ha di bisogno d i affetto ..,
NINO: eh ...
PIPPO: ci sono i nipotini ... c'è ... c'è CICCIUZZU quello ... quello
che ci lascia bello tranquillo ... CICCIO e CLARETTA che
sono molto ... ma molto legati alla nonna
NINO: eh ...
PIPPO: e quindi ... e poi c'è pure CICCIUZZU ... cose ... c'è CARLA
... tutte questa belle cose ... ora c'è pure come si chiama
...compagnia
MARIANNINA che ... ca ... pure ci... ci da
... cose ... m i pare che la signora è stabile la
situazione eh ...
NINO: ... purtroppo la situazione questa è...
PIPPO: m i capisci?
NINO: ...incompr ... se i dolori alla schiena bisogna ricovera
ti dico ... ti dico ... la mamma ha di bisogno d i affetto e
m.. I..

PIPPO:
tutte queste cose ... ora c'è pure MARIANNINA che t u
la conoscevi che gli dà compagnia alla mamma...
NINO: ho capito ...
PIPPO: ...ma ...
NINO: ti dico ... ma con questi dolori alla schiena come sta?
PIPPO: ma insomma ... m i ... "raccussì" (ndr così) ... NINO "si
badduttulia" (ndr. si arrangia)
NINO: ...incompr ...
PIPPO: ha di bi... ha di bisogno affetto la mamma...
NINO: ah ... ho capito, ho capito ...
PIPPO: lo capisci come ... come .... com'è ...
NINO: si ...
PIPPO: ora che ti dico ...
che c'è
anziana che gli dà compagnia
... ...
pure questa persona
MARIANNINA e
...
questo tu ti ricordi di MARIANNINA?
NINO: si, certo ...
PIPPO:
NINO:
e allora ...
poi "amunì" (ndr: andiamo)
quindi l'importante diciamo che la curano e non
...
"l'appizzano" (ndr. non la trascurino)
-- - .- \ i .

Evidentemente, quindi, MADONIA Giuseppe, comunicando al fratello che


nell'ultimo periodo MARL4NNINA era particolarmente presente negli afetti di
GELARDI Emanuela, voleva informarlo della propria iniziativa di investire
FONTANA Stefano, chiedendone, al tempo stesso, il necessario benestare (dato che,
come abbiamo detto più volte, MADONIA Antonino rimaneva capo del mandamento
di Resuttana). LI8 gennaio 2008, poi, DI TRAPANI Maria Angela partecipava alla
telefonata settimanalmente concessa al detenuto MADONIA Giuseppe; nel corso
della conversazione, tra l'altro, i due discutevano, come al solito celandola con
l'argomento relativo ai dolori alle spalle di GELARDI Emanuela, delle elargizioni
che Cosa Nostra doveva assicurare alla famiglia MADONIA. 1
Pippo: (...) eh ...
la mamma come sta? Con i dolori cose ... ...
come si sente?
Maria Angela : mamma bene, bene, bene ...
Pippo: bene ora?
Maria Angela : si...
Pippo: "buonicedda ci stette" come come ... ..
Maria Angela : ...
si meglio meglio ...
Pippo: ah ... dolori alle spalle cose ...
come ... ...
...
... ...
Maria Angela : no, per ora per ora bene
Pippo: bene, bene, bene, bene
Maria Angela: non ha accusato dolori alle spalle ...
Pippo: perciò ...
allora ...
Maria Angela: la 'curetta" che ha fatto perciò ...
Pippo: come?
Maria Angela:
Pippo:
la curetta che ha fatto ...
eh!
Maria Angela: per ora non ...
Pippo: gli giova, gli giova ...
Maria Angela: ...
ci ha dato si, gli ha giovato ...
i n questo momento ...

DI TRAPANI Maria Angela rassicurava, quindi, il cognato MADONIA Giuseppe


sulla efficacia della nuova cura cui era sottoposta la GELARDI [la curetta che ha
fatto ...(...) ci ha dato ... si, gli ha giovato ... in questo momento ...l e sul fatto che
che, nell'ultimo periodo, quest'ultima non avesse più accusato dolori alle spalle.
Dunque, FONTANA Stefano riusciva a garantire alla famiglia MADONIA le
elargizioni mensili dovute, adempiendo con regolarità al compito che Pippo
MADONIA gli aveva affidato il mese precedente. Nel corso della stessa telefonata,
poi, DI TRAPANI Maria Angela riferiva al cognato che, comunque, l'investitura di
FONTANA da parte dei MADONIA aveva generato forti malcontenti sul territorio,
soprattutto in taluni appartenenti all'organizzazione, come la famiglia GALATOLO
[...l'altra sua cugina ... è ...fuori ... penso fuori di sé ...l, che con FONTANA
stesso aveva avuto forti attriti.

Maria Angela:
Pippo:
l'altra sua cuaina è ~ r o ~ rt ii o~ o ...
come?
Maria Angela: l'altra sua cuaina ...
Pippo: eh ...
Maria Angela:
Pippo:
... ...
è fuori Denso fuori d i sé
fuori di sé (ride)
...
Maria Angela: Ah (ride)
Pippo: si?
Maria Angela : si! Credo di si
Pippo: ho capito ... va bene ...
Maria Angela: - 9
Pippo:
Maria Angela:
dimmi una cosa ...
altre cose ...
~ n c h VINCENZINA
e
Pippo: -
si?
Maria Angela: si! Ma comunaue sono vecchie ... ~erciò ...
Pippo: rimbambite proprio ...
Maria Angela: rimbambite ... perciò
Pippo: rimbambite ... va bene ...
Maria Angela: certo ... ognuno ha le sue ... le proprie ragioni ...p erÒ

Il nuovo status quo veniva bruscamente modificato il 16 gennaio 2008,


quando la Polizia di Stato, dando esecuzione al F m o di Indiziato di delitto nr. 38/08
(c.d. Addiopizzo 1) traeva in arresto, tra gli altri, anche FONTANA Stefano ed figlio
FONTANA Gaetano.

Ciò provocava il rammarico di DI TRAPANI Maria Angela il 2 febbraio

Dunque, ed in esito a tutto l'esame della posizione della DI TRAPANI, non può non
rilevarsi la necessitata centralità della sua figura nelle dinamiche del mandamento
mafioso di Resuttana, la cui vita criminale si svolge, con assoluta regolarità, tra il
carcere (in cui sono ristretti i suoi più importanti esponenti) e gli associati liberi, che
via via vengono chiamati a reggere temporaneamente le varie strutture territoriali di
Cosa Nostra, anche per decisione dei "carcerati" (in specie, MADONIA Antonino e
MADONIA Giuseppe). In questa prospettiva, la DI TRAPANI è assolutamente
essenziale, quale ineliminabile trait d'union tra il circuito carcerario e gli associati
mafiosi in libertà.
6) Il ruolo di MADONIA Antonino e MADONIA Giuseppe.

l . Breve biografia criminale di MADONIA Antonino, inteso "Nino".

MADONIA Antonino nato a Palermo il 1 4 settembre 1952,


veniva arrestato da latitante il 6 maggio 1987, in un
appartamento sito a Palermo in via Torquato Tasso nr. 40; quel
giorno, nell'ambito della medesima operazione di polizia, venivano
tratti in arresto, anch'essi da latitanti, il padre MADONIA
Francesco ed il fratello MADONIA Giuseppe. I 1 5 novembre
1988 MADONIA Antonino veniva scarcerato, per essere
definitivamente arrestato nel mese di dicembre 1989, questa
volta in un appartamento di Via D'Amelio nr. 68. Nell'occasione
veniva sequestrato copioso materiale di assoluto interesse
investigativo, tra cui un vero e proprio libro mastro riportante
cifre, nomi e sigle attinenti specificatamente l'attività
mafiosa dallo stesso posta in essere in qualità di capo del
mandamento di Resuttana, avendo di fatto sostituito il genitore
detenuto. Sul suo conto si sono nel tempo pronunciati numerosi
collaboratori di giustizia, tutti concordi nell'affermare l'indiscusso
ruolo verticistico criminale riconosciuto a MADONIA nel contesto
territoriale del mandamento di Resuttana.

Attualmente lo stesso risulta essere ristretto al regime


detentivo di cui all'art. 41 bis O.P. presso la Casa Circondariale di
Roma Rebibbia, ove sta scontando la pena dell'ergastolo. Numerose
sono state in tal senso le condanne a lui inflitte, alcune delle quali
attinenti i più efferati omicidi commessi a Palermo durante
la seconda guerra di mafia (strage CHINNICI: strage DALLA
CHIESA; strage della Circonvallazione, solo per citarne alcune) ed
in specie in occasione dell'ascesa dei c.d. corleonesi.
2. Breve biografia criminale di MADONIA Giuseppe, inteso "Pippo".

MADONIA Giuseppe, nato a Palermo il 25 aprile 1954,


dopo varie vicissitudini giudiziarie, come sopra anticipato, veniva
arrestato, anch'egli da latitante, il 6 maggio 1987 unitamente ai
defunto padre Francesco. L'arresto avveniva in un appartamento
sito al dodicesimo piano di via Cimbali 44, attuale domicilio della
madre GELARDI Emanuela (Palermo, 08 novembre 1924). I n
questa occasione veniva sequestrato denaro contante ed armi da
fuoco con matricola abrasa e con relativo munizionamento.

I l 20 dicembre 1990 lo stesso veniva scarcerato e


sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di
soggiorno nel comune di Agrigento, ove veniva tratto in arresto, per
l'ultima volta, il 28 dicembre i991.

Al pari dei suoi congiunti, MADONIA Giuseppe risulta essere


stato anch'egli condannato per aver eseguito altrettanti efferati
delitti di mafia (tra cui l'omicidio del Capitano dei Carabinieri
Emanuele Basile ). Dopo un lungo periodo di sottoposizione al
regime carcerario disciplinato dall'art. 41 bis O. P. (durato sino ai
primi mesi dell'anno 2006), lo stesso veniva tradotto presso la Casa
Circondariale di Biella ove risulta tuttora ristretto in qualità di
detenuto ad elevato indice di sorveglianza (dunque, non più
sottoposto al regime di cui all'art. 41 bis).

Di seguito verranno analiticamente trattati tutti quegli


elementi probatori che dimostrano come il lungo periodo detentivo
espiato dai due fratelli MADONIA non abbia i n alcun modo
intaccato la loro capacità a delinquere, tanto da vederli ancora
al vertice della gestione mafiosa del territorio di Resuttana. E'stato
proprio grazie al criptico circuito comunicativo, perfezionandosi
negli anni, che si è mantenuto un loro concreto potere
decisionale, puntualmente tradottosi in veri e propri ordini
e
impartiti dal carcere per il successivo inoltro agli associati mafiosi
in libertà. I n specie, le risultanze investigative di seguito riportate
dimostreranno:

- l'indiscusso ruolo apicale riconosciuto al MADONIA Antonino, quale attuale


capo mandamento di Resuttana;

- l'esistenza di un parallelo circuito comunicativo basato su criptiche


allocuzioni dei due fratelli al fine di ottenere un costante aggiornamento sulle
più attuali dinamiche criminali, funzionale alle decisioni da adottare;

- la graduale individuazione del MADONIA Giuseppe, quale terminale del


circuito comunicativo facente capo al fratello MADONIA Antonino, ritenuto
maggiormente sicuro poiché non più sottoposto alla censura disciplinata
dall'art. 41 bis O.P.
3. L'omicidio di BONANNO Giovanni. Le acquisizioni dei colloqui carcerari
registrati a Novara il 10 agosto 2005 ed il 7 settembre 2005.

Nella seconda decade del mese di gennaio 2006, e


precisamente l ' l 1 gennaio 2006, veniva registrata la scomparsa
di BONANNO Giovanni, reggente, sino a pochi mesi prima, del
mandamento mafioso di ~esuttana.'~

I l tragico evento ha, dal punto di vista investigativo, reso


possibile riscontrare per la prima volta l'esistenza di un linguaggio
criptico utilizzato da e verso i detenuti, anche - soprattutto se
sottoposti al regime detentivo di cui all'art. 41 bis del1'O. P.

Questo flusso comunicativo si estrinsecava nel corso dei


colloqui intercettati da questo Ufficio, concessi ai detenuti oggetto
della presente indagine.

I l primo ad essere informato della scomparsa del medesimo


BONAN N 0 risultava essere D I TRAPANI Nicolò, detenuto presso
il Carcere di Parma, anch'egli sottoposto al regime dell'art. 41 bis
O.P.. La comunicazione avveniva il 14 gennaio 2006 ad opera
della sorella Giuseppina.

Si estendeva, dunque, gradualmente l'attività investigativa


anche sulla censura dei colloqui carcerari effettuati dai componenti
del nucleo familiare facente capo al defunto MADONIA Francesco;
ciò soprattutto in funzione degli importanti mutamenti
evidentemente in atto - dato anche il fatto omicidiario - nel
contesto mafioso del mandamento di Resuttana, da sempre fulcro
nevralgico della mafia palermitana, e nel cui organico risultava
peraltro essere stato inserito il medesimo D I TRAPANI Nicolò. I n
quest'ottica veniva, altresì, attuata una vera e propria rivisitazione
delle pregresse attività d'indagine in tal senso svolte anche
nell'ambito di diversi procedimenti penali. Da una prima attività di
analisi critica effettuata, spiccavano, per la loro valenza
investigativa, i colloqui di MADONIA Antonino del I O agosto
2 0 0 5 e del 7 settembre 2005, rispettivamente registrati con la
cognata D I TRAPANI Maria Angela e con la madre GELARDI
Emanuela, accompagnata nell'occasione dell'ulteriore cognata

risultavano essere parte di un'attività d'indagine espletata dalla


D.I.A. di Palermo nell'ambito del procedimento penale nr. 3 5 0 4 / 0 2
R.G.N.R. (Decreto Int. nr. 1911/05 datato 09.08.2005, emesso dal
Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica c/o il Tribunale
di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia). L'esito dell'attività di
rilettura critica di tali risultanze appariva in effetti assolutamente
utile a meglio comprendere gli avvenimenti criminali registrati
nell'ultimo periodo sul territorio palermitano. Già a far data dal I O
agosto 2005, infatti, era affrontata la vicenda che, come
successivamente compreso, avrebbe costituito un'importante
anticipazione sul processo di soppressione del BONANNO.

I n specie, il I O agosto 2 0 0 5 D I TRAPANI Maria Angela si


. . - - -
recava. da MADONIA Antonino per ottenere una risposta da
@ portare al marito MADONIA Salvatore. La vicenda atteneva il
mancato sostentamento economico della famiglia MADONIA-
D I TRAPANI ed il comportamento poco rispettoso avuto nei
confronti della donna proprio da BONANNO Giovanni (inteso "SUA
NIPOTE'), fino a pochi mesi prima reggente del mandamento di
Resuttana [... tuo fratello aspetta una risposta, se è normale questo
comportamento di ... di SUA NIPOTE nei suoi riguardi ...l.
Nell'occasione si era inoltre avuto modo di comprendere
come, nel precedente mese di febbraio 2005, la D I TRAPANI
avesse anche riportato al cognato un messaggio da parte di LO

54 Si rimanda alla lettura del capitolo 2.5 "L'omicidio di BONANNO Giovanni".

. 289
PICCOLO Salvatore, all'epoca latitante, personalmente incontrato
dalla stessa. La comunicazione riportata risultava essere stata
anch'essa attinente le responsabilità gravanti in capo a BONAN N 0
e derivanti da una mala gestione del mandamento di Resuttana.
Giova ricordare che, in effetti, a febbraio 2005 il .BONANNO
risultava essere di fatto reggente del mandamento.

Nino: A febbraio mi avete detto.. si deve fare in questa


maniera.. e tu sei intelligente e capisci quello
che...
Angela: No, che te l'ho detto ... ti ho detto ... mi ha
detto ... le parole di ... PICCOLINA (fonetico,
ndr).
Nino: (conferma con un cenno della testa) ...
Perfettamente, perfettamente!
Angela: E ti ho detto tirati le tue conclusioni!

Si era inoltre evidenziato che, nell'occasione, MADONIA


Antonino mostrava di essere perfettamente a conoscenza dei
provvedimenti nel frattempo adottati a carico del medesimo
BONANNO ed in specie. . dell'affiancamento
. .
di GENOVA Salvatore
(BANCHITEDDU) [Siccome mi ha detto a me, lui è intelligente e
capisce ... sono stato buono....a posto! Va bene così! Però, ora, deve
avere la soluzione di "BANCHITIEDDU"! Quali soluzioni ci sono state
?I 55

Al termine del colloquio carcerario in esame (10 agosto


2005), dopo una lunga discussione, MADONIA Antonino diceva a
D I TRAPANI Maria Angela ciò che avrebbe dovuto riferire al
marito MADONIA Salvatore, al fine di rassicurarlo sull'impegno
per la risoluzione del problema; la donna veniva a parte, cosi. Dei
provvedimenti che sarebbero stati adottati a carico di BONANNO.

55 Si rimanda alla lettura del successivo capitolo 4.3 "I1 ruolo di GENOVA Salvatore".

C&-
I n altre parole ci si trovava di fronte a delle vere e proprie
anticipazioni fornite dal detenuto e relative al progetto
omicidiario che si sarebbe concretizzato pochi mesi dopo [la
risposta che tu devi dare a SALVO è che auello non c'è D ~ Ù...
quindi, già ... un destino aià ... stabilito ... nei secoli! ... è una
questione, cioè questo è un discorso diciamo così. Stabilito].

Dunque, si comprende con chiarezza che anche MADONIA


Antonino a veva condiviso la decisione di eliminare BONANN0
insieme a LO PICCOLO. Contestualmente il detenuto si preoccupava
di far comprendere alla cognata quanto fosse importante in quel
frangente non lasciar trapelare alcun evidente risentimento,
aggiungendo che di lì in avanti la stessa avrebbe dovuto accettare
qualsiasi somma di denaro fattale recapitare [non ti rischiare a fare
trapanare con gli altri! ... con il sorriso a trentasei denti, quanti denti
hai in bocca?! (...) se viene entra (...)non li devi rifiutare!
(...)completamente ... trentasei denti e non rifiutare per cercare di
non creare (...) senti una cosa, io, intanto... c'ho da farti avere
(gesticola, non visibile dal video), io....come devo fare ? (.. .) però a
Settembre ...l.

L'importanza del non lasciar trasparire alcun risentimento nei


confronti di BONANNO, veniva sintetizzata dal MADONIA in un
artefatto ed inquietante aneddoto che vedeva protagonisti un
immaginario ZU' FIRRINCIUNI e sua moglie, morta proprio a causa
delle effusioni del marito [ZU FIRRINCIUNI...., u zu FIRRINCIUNI, a
sua moglie, a forza di baci, mischina, la baciava, la baciava, la
baciava, fino che... mischina, a lei gli venne, non potè respirare
più e morì! (...) dico mio fratello, non c'è bisogno di risposte! le
risposte sono insinue ... siamo ...al ... quarantuno (...)l.
Premesso quanto sopra, appare opportuno anticipare le
acquisizioni investigative del 13 aprile 2006, quando, nel corso del
colloquio carcerario presso la Casa Circondariale di Napoli
Poggioreale, tra la medesima D I TRAPANI Maria Angela ed il
suocero, allora detenuto, MADONIA Francesco, F!L@~$@B~), la
donna avrebbe indicato in maniera univoca il cognato MADONIA
Antonino come unico vero responsabile del comportamento
adottato da BONANNO (inteso I L PICCIUTTEDDU CHE NON c'È
PIU ) e quindi delle mancanze perpetrate nei suoi confronti sino al
giorno della sua scomparsa; ciò in considerazione del fatto che
nessun altro, secondo la stessa, avrebbe potuto disporre la
reggenza di BONANNO se non il medesimo cognato [a chiara
esem~lificazionedel fatto che MADONIA Antonino è ancora il c a ~ o
del mandamento di Resuttana).

Si acclarava, dunque, che MADONIA Antonino, pur da


detenuto al regime dell'art. 41 bis O.P., continuava ad essere un
capo mafia in piena attività, vedendo puntualmente eseguite, dagli
associati in libertà, le proprie direttive. Tra le quali quella di
uccidere uno dei capi di Cosa Nostra in libertà, BONA NN0 Giovanni.

La gravità di questo fatto è così evidente, che non v'è


necessità di spendere altre parole per sottolinearla.

MARIA ANGELA: ... PAPA' ... sto ripensando ... al fatto di questa cosa che t u
hai detto che io avevo con MAMMA ... ma tu lo sai auella
4.

volta werché era successo auesta cosa?! ah ... ...


perché io clero andata con la dis~erazionenel cuore
o
mi eer tutte le mancanze che
...
Stavamo ric
...
che stavamo avendo
della famialia di dentro
...
lascia Derdere
ma Pure dacili estranei da ...
(Maria Angela fa alcuni
movimenti con il capo ndr) ... e ha pure il coraggio ... che
oggi ... oggi ,.. oggi...
io so m tutto ciò ... è venuto
p e
s e
guesta maniera!!!
FRANCESCO: ... chi?
MARIA ANGELA: 1
nessuno dalla testa
FRANCESCO: ...a chi?... a chi? ....
MARIA ANGELA: ... a auesti estran .... A auesto ... a auesto ... a auesto
a ( indica con la
mano destra la movenza di uno che è andato via ndr) ... lo
andavano dicendo ... quindi ora si sente pure atticchiatu ...
invece di essere ... di dire ... è che quando non sa rispondere
ha la sopraffazione ... siccome con me ... anco... la
sopraffazione non c'è ... perché se ci deve essere rispetto di
famiglia ... la famiglia per me è sempre stata ... loro sono
stati parte integrante della mia figlia (famiglia, ndr) di mio
... della mia vita ... come i miei fratelli sempre dall'inizio ...

I l 1O agosto 2 0 0 5 MADONIA Antonino aveva comunicato


alla cognata quale futuro attendesse BONANNO, e, comunue,
risultava adoperarsi - nonostante avesse il 41 bis 0 . P ("siamo a
41 dice MADONIA Antonino) affinchè venisse ristabilita
l'elargizione del denaro a favore del nucleo familiare del fratello
Salvatore.

Quest'ultima vicenda avrebbe trovato la sua naturale


evoluzione il 7 settembre 2005, quando veniva registratoi un
ulteriore colloquio carcerario svolto tra MADONIA Antonino, sua
madre GELARDI Emanuela e la cognata COìTONE Carla
. I l detenuto, dovendo provvedere alla consegna del
denaro promesso alla D I TRAPANI il l O agosto 2 0 0 5 [c'ho da
farti avere (gesticola, non visibile dal video), io....come devo fare ?
(...) però a Settembre ...l
comunicava alla madre che doveva
inoltrare il dovuto alla "MOGLIE DI GIGIO'" e non a
"GIAMPAOLO come precedentemente stabilito con la DI
TRAPANI [Questo regalino al bambino (...) ce lo dovevi portare da
GIAMPAOLO! Non ce lo porti ... e ce lo porti da... dalla moglie di
GIGIO'! ... diglielo, però, diciamo... per dire, che non li va a cercare
là, che sono qua, diciamo... è giusto? Mi sono spiegato?...SUA ZIA
gli telefona ....e ci dice: è venu....è venu....è venuta tua suocera!]

Per quanto concerne GIGIO' e sua moglie, l'analisi degli


elementi riportati e di quelli che diremo di qui a poco fa ritenere che
questo pseudonimo dovrebbe riguardare SGROI Giovanni
(Palermo, 1 8 aprile 1943; ivi deceduto il 17/06/1990), in vita
coniugato con LO CASCIO Maria (intesa "Zia Mariella"7 di
Giuseppe e di CAMPO Dorotea, nata a Palermo il 27 aprile 1949,
.
ivi residente in via dei Cantieri nr. 88. Quest'ultima, in piena
corrispondenza alle indicazioni fornite da MADONIA Antonino,
risulta essere effettivamente Zia materna di D I TRAPANI Maria
Angela [...SUA ZIA gli telefona....e ci dice: è venu....è venu....e
venuta tua suocera!].

La decisiva conferma si aveva dall'analisi del colloquio


intercettato il 17 settembre 2 0 0 5 dalla D. I.A., nel corso del quale
D I TRAPANI Maria Angela riferiva al fratello Nicolò le modalità
con le quali risultava essere avvenuta la consegna della somma di
denaro promessa dal cognato Antonino (il 10 agosto 2005),
specificando che la suocera GELARDI Emanuela aveva provveduto
a consegnarla alla " Z I A MARIELLA" (LO CASCIO), peraltro in
misura inferiore a quella attesa [( ...) l'altro giorno se ne andò
dalla zia MARIELLA, te l'ho detto, mio cognato aveva un pensiero
per il bambino, che ci scrivevo quella...che erano di
meno...omissis...e gliel'è andati a lasciare dalla zia MARIELLA,
la zia MARIELLA, quella non sa niente e ci fa...e ci fa, dice, ma
dimmi una cosa, dice, ma com'è che non glieli stai dando a MARIA
ANGELA e me li stai dando a me? (imita l'atteggiamento della
- - %
suocera in quel momento) Ehm! Lo so i o -i l perché...tu lo sai, è
@ì troppo tisa idda ... è tisulidda (...)l.
Per quanto attiene, invece, il soggetto indicato con il nome
G I AMPAOLO, va identificato in CAMPO Giampaolo (Palermo, 03
dicembre l 961), nell'occasione indicato per intendere l'esercizio
commerciale in quel periodo denominato BAR SOFIA, di reale
proprietà di MADONIA salvatore." Ciò posto, nel prosieguo del
colloquio registrato il 7/9/2005, il MADONIA Antonino
affrontava con la madre il discorso relativo alla puntualità con la
quale, da quel momento in poi, tutto il denaro destinato ai nuclei
familiari dei detenuti MADONIA - D I TRAPANI, sarebbe dovuto
essere consegnato alla medesima, ivi compresi quelli destinati alla

56
La vicenda relativa al Bar Sofia sarà raccontata nel dettaglio nel successivo capitolo 6.1 al quale si fa rinvio.
t
cognata D I TRAPANI Maria Angela [Imiei, quelli di SALVO e
quelli di NICOLA da te!].
I l soggetto con il quale la GELARDI avrebbe dovuto
relazionarsi veniva dal detenuto indicato con lo pseudonimo
PIRULLE' ovvero PIRUZZO, assolutamente compatibile con quello
successivamente indicato dallo stesso con l'appellativo PINUZZU
21, identificato con certezza in D I TRAPANI ~ i e g o . ' ~ Le
disposizioni impartite avrebbero dovuto così garantire a MADONIA il
totale controllo delle entrate [IO così controllo!].

ANTONINO: Con PIRULLE' (fonetico) ti sei vista?


EMANUELA: Ah?
ANTONINO: Con PIRULLE'... (fonetico) ti sei vista ?..... (la madre non
comprende) .....con PIRUZZU (fonetico) ti sei vista?
EMANUELA: (breve pausa)...Sì .....ma così ...
ANTONINO: Come così! Ci avevi portato....il regalo, ce lo avevi portato?
EMANUELA: s ì!
ANTONINO: E dopo il regalo, ci sei andata di nuovo?
EMANUELA: No! Gli ho dato soltanto.....
ANTONINO: Soltanto per il regalo! (fa un cenno con la testa, non visibile
dal video)
EMANUELA: Sì! Quando fu, allora!
ANTONINO: (fa un cenno di approvazione con la testa in segno) ...e ti
doveva dare una risposta ....
EMANUELA: E gli ho detto, gli dissi i....(labiale non visibile dal video)
ANTONIIVO: Sì, sì (conferma con la testa)
EMANLIELA: e mi ha detto, dice.. (labiale non visibile dal video)
ANTONINO: Eh! --
EMANLIELA: E come?! dice .....
ANTONINO: Eh! ......allora, ci vai.....
EMANUELA: ...
Ho capito che era per me solo..... (gesticola con le mani,
non visibile dal video) .........
ANTONINO: sì, sì!
EMANUELA: Hai capito! Mi ha fatto capire, che è per me solo! E basta...e
non mi sono mossa più .....ehm ....mi ha fatto capire .....
(lungo momento di labiale tra i due non visibile dal video)
....è per me, perché se no, diceva .....cosa generale ....
ANTONINO: ..fermati un momentino. Ci vai! Io, gli dici, sono proprio
esasperato .....
EMANUELA: senti &...(abbassa notevolmente il tono della voce) è
difficilissimo, perché ....(abbassa notevolmente il tono della
voce) ogni minuto, ogni minuto, ogni minuto, ogni minuto...
ANT0N:iNO: Ci vai ....
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Ci vai, ci vai ..... ti fai accompagnare .......diciamo domani (fa
un gesto di intendimento non visibile dal video)
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: E... ti fai accompagnare... (fa un gesto di intendimento non
visibile dal video) Più distante la macchina, no? E ci vai!
57
Gli elementi, nel dettaglio saranno illustrati nel successivo capitolo 3.7 "I1 molo di DI TRAPANI Diego"
1
EMAIVUELA: Eh!
ANTONINO: Me lo saluti!
EIYAIVUELA: Sì!
ANTONINO: Ci dici: NINO è incavolato! Gli dici, NINO è siddiatu
(seccato) !
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Mi sono spiegato? La dovete smettere! La dovete
smettere! Puntualmente, puntualmente!.....(breve
pausa)......I miei, auelli di SALVO e auelli di NICOLA! Da
(fa dei gesti non visibili dal video) Mi sono spie..... da te,
che io così controllo!...e poi, ti dico io, quando ti arrivano
glieli dai a GIGIO'!
EMANUELA: e.. senti a me!
ANTONINO: Eh!
EMANUELA: I o invece .....(labiale non visibile al video) (inc.) ...dottore.
ANTONINO: No! No, devi andare prima da lui... Poi, se eventualmente
c'è una trascuranza, poi ti mando da lui! Prima, prova ...
EMANUELA: Perché quello.. era... più importante per me!
ANTONINO: No! Devi fare così!
EMANUELA: Sì, sì, va bene!
ANTONIIVO: Poi, quando è che.....(gesti non visibili dal video) ......poi ,...
poi, t u quando tu ritorni da ..... che vai da PIPPO, la
prossima volta mi porta la risposta, mi sono spiegato?
Sono stato chiaro? Gli dici: NINO non ne può più! Gli dici: è
arrabbiato! Sistemate questa cosa, puntualmente! Mi sono
spiegato?
EMANUELA: Ma quei due non vanno più d'accordissimo, no d'accordo...
Hanno litigato a morte!
ANTONINO: E va be... a noi non interessa niente! Con chi? con MARIA
ANGELA?
EMANUELA: (a bassissima voce) MARIA ANGELA (inc.)
ANTONINO: E a noi che ci interessa ... non c'interessa, a noi non
interessa questo discorso!
EMANUELA: ...
e lui non può essere che lui, dice, manda e dice: per loro,
io non.....
ANTONINO: No, e allora perchè ti sto dicendo.., siccome so questo
discorso, allora.:..da- me! (gesti non visibili dal video) t u da
me devi mandare SALVO e NICOLA! Mi sono spiega.....mi
sono spiegato, dico, il discorso?
EMANUELA: si, sì, sì!
ANTONINO: No, quelli solo tuoi (gesti non visibili dal video), per....dove li
manda, da... (gesti non visibili dal video) ...manda.....quelli di
NICOLA; e di.. e di........e poi ci...ci pensiamo noi. Va bene?
Così io controllo! Ci dici: Puntualmente! Puntualmente! Ci
dici: questa è la prima e l'ultima volta che vengo qua! Ci
dici: la prima e l'ultima volta! Mi sono spiegato?
Brava!....Altre cose, che mi hai portato da mangiare? (si
rivolge alla cognata) scusami...

Appare opportuno e videnziare che, effettivamente, in quel


periodo (7/9/2005), DI TRAPANI Diego risultava essere
sottoposto alla detenzione domiciliare presso la sua abitazione sita
in contrada Cipollazzo di Cinisi; inoltre, è già stato ampiamente
dimostrato che dalla data della sua ultima scarcerazione
(1 7/5/2005) ha nuovamente ricoperto la carica di reggente del
mandamento di Resuttana. Ciò posto, sempre il 7 / 9 / 2 0 0 5 ,
MADONIA Antonino spiegava alla madre che, successivamente,
se il problema non fosse stato risolto a dovere con l'intervento di
PIRULLÈ ovvero PIRUZZU, lo stesso l'avrebbe indirizzata dal
DOlTORE, e cioè CINA' Antonino (Palermo, 2 8 aprile 1945).

....
ANT0NINO:Quindi t u vai là diciamo, m i porti la risposta e poi
eventualmente ti ci mando i o là dal dottore.
EMANUELA: Va bene.
ANTONINO: prima devi andare la, vediamo che cosa
.....(incomprensibile) ......i risultati...!!
[...l
EMANUELA: Ah! No....ora mi metti questo altro peso sopra le spalle.....
r 7

La..]

ANTONINO: No, no, lascia stare, questo di qua non ti pesa, perché
questo è un controllo, diciamo, che devo fare io, devo
controllare! Mi segui?
r 7

L-..]
ANTONINO: Il t u o dovere questo è! Ilt u o dovere questo è! Ci dici
che sia puntuale e poi t u sai quello che devi fare...
[...l
ANTONINO: Vai là...
ti metti qua da me... e poi, dopo un paio d i volte,
che io vedo che c'è controllo e vedo che c'è... i f a t t i
...
sono regolari quando vedo che sono regolari, poi, ti
...
dico come dobbiamo fare, stai tranquilla ci sei? Eh?
7
4. I1 circuito comunicativo esistente tra MADONIA Antonino ed il
fratello MADONIA Giuseppe: la corrispondenza e le telefonate.

Gli eventi sopra riportati, riferiti alla fine dell'anno 2005, già
consentivano di comprendere come il lungo periodo di
sottoposizione al duro regime carcerario disciplinato dall'art. 41 bis
O. P., non avesse nel tempo inibito le capacità comunicative del
MADONIA Antonino, risultato di contro saldamente inserito al
vertice del mandamento di Resuttana. Fondamentale l'apporto
fornitogli dalla madre GELARDI Emanuela, rivelatasi, sino a quel
momento, insostituibile vettore comunicativo ed espressione sul
territorio della volontà figli detenuti, ed in particolare di MADONIA
Antonino, come peraltro già chiaramente emerso nel corso del
colloquio carcerario registrato il 7 / 9 / 2 0 0 5 [Ci dici: NINO è
incavolato, ci dici, NINO è siddiatu (seccato)!( ...) La dovete
smettere, la dovete smettere. Puntualmente! (...) I miei, quelli di
SALVO e quelli di NICOLA da te! (...), che IO così controllo!...e poi,
:.ti dico IO, quando ti arrivano glieli dai a GIGIO'!Quindi TU vai
là....diciamo, mi porti la risposta e poi eventualmente ti ci mando I O
là dal DOlTORE...p rima devi andare là, vediamo che cosa (...) i
risultati...! (...) Il tuo dovere questo è! I l tuo dovere questo è! Ci
dici che sia puntuale e poi t u sai quello che devi fare...].
iB&%,

A partire dai primi mesi dell'anno 2006 si registra va, però, un


repentino peggioramento delle condizioni di salute della
GELARDI, a seguito delle quali si sarebbe arrivati a ritenerla
inaffidabile. Si evidenziava, inoltre, il forte attrito esistente tra la
GELARDI e la nuora D I TRAPANI Maria Angela, maturato negli
ultimi anni, anche se gradualmente risoltosi.

Intanto, una modifica nel regime carcerario di MADONIA


Giuseppe modificava l'assetto delle comunicazioni tra l'esterno e
l'interno del carcere. L ' l febbraio 2006 MADONIA Giuseppe veniva
trasferito dalla Casa Circondariale di Novara (ove era detenuto al
regime del 41 bis O.P., che era stato revocato) al carcere di Biella,
ove avrebbe doduto di vari privilegi carcerari che, come si vedrà,
avrebbero oltremodo facilitato le sue capacità comunicative
con l'esterno. Il cambiamento dell'assetto comunicativo
prevedeva, dunque, che fosse MADONIA Giuseppe a comunicare le
decisioni del "carcerario", ma deve sempre sottolinearsi che le
decisioni divenivano esecutive solo in quanto volute o condivise dal
fratello MADONIA Antonino.

Nel corso dell'indagine MADONIA Antonino veniva


sottoposto intercettazione dei colloqui carcerari dal 26 aprile 2006
(giusta decreti int. 937/06, 11 98/06, 792/07 e 71 6/08); lo stesso
giorno veniva peraltro disposta l 'acquisizione in copia della posta in
entrata ed in uscita, già oggetto di attività di censura espletata da
personale della Polizia Penitenziaria in applicazione del relativo
regolamento carcerario. Fino alla data odierna hanno avuto luogo
sette colloqui, tutti svolti con le prescrizioni dettate dall'art. 41 bis
O. P.. MADONIA Giuseppe veniva, invece, sottoposto ad
intercettazione. dei colloqui carcerari dal 20 maggio 2006 al 20
ottobre 2007 (giusta decr. int. 770/06 e 130/07). Anche nei suoi
confronti, il 26 aprile 2006 veniva iniziata l'ulteriore attività di
acquisizione in copia della corrispondenza in entrata ed in uscita dal
carcere. Nel complesso venivano intercettat i cinque colloqui, tutti
avvenuti con la madre ovvero con la cognata D I TRAPANI Maria
Angela e, solo in un'occasione, con il fratello MADONIA Aldo.

MADONIA Giuseppe utilizzava al massimo i benefici carcerari


concessigli, come desumibile da alcune fotografie agli atti, da cui
emerge che MADONIA Giuseppe parla all'orecchio della cognata D I
TRAPANI Maria Angela (foto n r . l ) e GEìARDI Emanuela parla
ali'orecchio del figlio MADONIA Giuseppe (foto nr.2).
d~h
Dunque, da un lato si andava delineando - grazie alle
concessioni a MADONIA Giuseppe - una concreta progressione
delle capacità comunicative d e i detenuti, ma dall'altro (come
detto) il deterioramento delle condizioni di GELARDI Emanuela
rendeva necessario individuare un canale comunicativo alternativo,
ovvero un soggetto che aiutasse la GELARDI, oramai ottantenne e
non più in grado di assolvere con efficacia alle mansioni
comunicative affidatele. Ecco, dunque, che - contemporaneamente
al peggioramento clinico di GELARDI Emanuela - vi era una
sempre maggiore attenzione rivolta dai detenuti verso DI
TRAPANI Maria Angela, da subito individuata come utile
alternativa alla madre, pur se alcune sue "intemperanze"
rendevano problematica la scelta.

I n specie, MADONIA Antonino esprimeva perplessità SU//^


DI TRAPANI già con la lettera scritta il 15 febbraio 2006 al fratello
MADONIA Giuseppe. Nell'occasione il Antonino invitava Giuseppe
ad adoperarsi anche per la risoluzione degli attriti familiari esistenti
tra la cognata e la madre:

(..) SALVO E MARLQ ANGELA VOGLIONO FARCI PAGARE IL FATTO CHE IL


- - -- - - . . QUARTO DELLA PENSIONE DELLA UAMMA LEI NON GLIELOHA &MIDATO. . -
STAVANO ASPElTANDO IL MOMENTO CHE LEI NON PUO' PIU' ACCUDIRCI
@ (...)TU DEVI DIRE ALLA ikiXkN4 CHE LEI DEVE FARE ALLA LETTERA. PER IL
BENESSERE SUO, DI SUO MARITO E DEI SUOI FIGLI, DEVE SMETlERLA DI FARE
I CAPRICCI, DEVEANDARE D'ACCORDO CONMARL4 ANGELA, DEVE
AIUTARE IL NIPOTINO CICCIUZZU CON LA SUA PENSIONE (...) CONFIDO
MOLTO NELLA TUA OPERA DI PERSUASIONE CONLA ikiXkN4 PERCHE' E'
MEGLIO CHE CI SU L'ARMONIA, L'AMORE, LL RISPETTO CON- ANGELA
6.1
11 26 febbraio 2006 MADONIA Antonino scriveva
nuovamente al fratello Giuseppe evidenziando i problemi
mnemonici manifestati dalla madre, che mal si conciliavano con
l'espletamento delle sue "funzioni":

(...) COME TU HAI POTUTO VERIFICARELA hhIMM4 D W N T I C A TUTTO, AL


PUNTO CHE NON HA SAPUTO Ih?DICARE A CARLA (owero a MADONU Aldo, ndr)
IL FISIOTERAPISTA CHE LA CURAVA PER I DOLORI ALLA SCHIENA, CHE LA
AFFLIGGONO DA PIU'DI UN AMVO E NON POSSONO ORA PERMETTERLE DI
AFFRONTARE GLI ONEROSISSIMI W G G I PER VENIRCI A TRO VARE (..)
Dunque, si ricominciava ad utilizzare il linguaggio criptico che
faceva riferimento a fantomatici "dolori di schiena" della GELARDI
(che in realtà esprimevano la consegna del denaro da parte della
famiglia mafiosa alla madre), e si faceva comprendere che la
GELARDI aveva dimenticato persino chi le dava questi soldi ( " i l
fisioterapistaf'), e che era il caso di sostituirla, perchè le sue
condizioni non le consentivano più di svolgere le sue funzioni di
vettore comunicativo.

I 1 3 marzo 2006 successivo lo stesso MADONIA Antonino


ribadiva le sue preoccupazioni per il repentino calo fisico mostrato
U4)
dalla madre: ~AL~ÉGATO

(...) CARISSIMO PIPPO (...) DEVI RICORDARTI CHE LA MAMMA CON LE SUE
PATOLOGIE SI DIMENTICA TUTTO, PER ESEMPIO TU LE HAI PARLATO A
COLLOQUIO E LEI USCENDO DA LI' HA SCORDATO TUTTO. PURTROPPO
QUESTA E' LA MALA iTIA, CHE LA AFFLIGGE, FIGURATI CHE NON SI RICORDA
CHE DEVE RITIRARE LA PENSIONE (...)

Qualche giorno dopo, 1'8 marzo 2006, MADONIA Antonino


ribadiva al fratello Giuseppe quanto fosse importante ristabilire
l'armonia in famiglia, ribadiva i problemi riguardanti "i doloretti a l la
sctiiena", faceva riferimento per la soluzione a tale "Pino ', ed alla
J

fine faceva riferimento alla D I TRAPANI, che avrebbe dovuto


collaborare con la madre, mettendo da parte le divisioni che vi
erano state t;i)--s";&g]

CARISSIMO PIPPO (...)LA MAMMA COME SALUTE STA BENINO, PURTROPPO HA


QUESTI MANCAMENTI DI MEMORIA ED E' MOLTO MENO ATTIVA E GRINTOSA
DI P R M . (...) PURTROPPO SOFFRE SEMPRE PER I DOLORETTI ALLA
SCHIENA, CHE LE DANNO TANTO FASTIDIO. L'HO PREGATA DI FARSI
ACCOMPAGNARE DAL SIGNOR PINO DAL DOTTORE PER FARSI VISITARE E
FARSI PRESCRIVERE SE NECESSARIO DELLA FISIOERAPIA. SPERO CHE SE LO
RICORDI E NON SI TRQSCURI (...) HO SAPUTO CHE TU HAI PARLAT 0 AL
TELEFONO CON CICCIUZZO (MADONIA Francesco, ndr) E Mr4RL4 ANGELA.
SPERO CHE CISIA UVA BELLA ARMONIA (...)

I1 25 marzo 2006 MADONIA Giuseppe effettuava d;;


colloquio carcerario con D I TRAPANI Maria Angela e la madre
GELARDI Emanuela, che non è stato registrato. Da allora in poi la
stessa D I TRAPANI avrebbe partecipato a tutti i successivi colloqui
effettuati dal detenuto. Al fine di meglio comprendere alcuni degli
argomenti trattati nel corso del predetto colloquio, appariva,
comunque, utile la lettera scritta da Giuseppe al fratello Antonino
e recante la data del 26 marzo 2006; nell'occasione venivano
indicati i "suggerimenti" forniti alle due donne ed inerenti, così
come scritto, la "fisioterapia" da somministrare per alleviare i
.
"dolori a//e spalle ";p^&&ekr@;?#&]
*. <" . . *. :$,<sa,x, >y>:c~,<6~~t,.,*l-%...'-'.
.,*+ ,. . . ~ : ~ . . ~*.~ ~ ~ 6 . . ~ .
x,e*..,;,,.. . ~ .,

(..) NINO, PER QUANTO HO CAPITO IO LA MAMMA HA PROBLEMI


NEUROLOGICI E POI SOFRE DI DOLORI ALLA SCHIENA E QUINDI HA
BISOGNO DI FISIOTERAPIA. IO HO DATO OUALCHE SUGGERIMENTO PER
STAR MEGLIO LA MAMMA E UARIA ANGELA. SECONDO ME GLI FA BENE NINO
(...)

Dunque, MADONIA Giuseppe a veva cercato di dirimere le


controversie familiari tra MAria Angela DI TRAPANI e la suocera
GELARDI Emanuela. Nel frattempo, il 6 aprile 2006 veniva
registrato un colloquio carcerario avvenuto tra D I TRAPANI
Maria Angela ed il marito MADONIA Salvatore, anch'egli
detenuto a regime del 41 bis O.P. presso la Casa Circondariale di
'"'"Y;Tr4;.>%~>~~i,;,~,.:;.i ,h.-.J..'-.>.n:-.

L'Aquila. fI_..<.:..
a&# &t@
___.." ._....+.; Per
d;1Q 39la) comprensione del contenuto del
.*_*.+ )_

colloquio risultava basilare l'attività di censura della corrispondenza,


che permetteva di meglio comprendere gli argomenti- Trattati. Si
riusciva, infatti, a comprendere quali fossero state le "disposizioni"
di MADONIA Giuseppe del 25 marzo 2006, da lui stesso definite
"suggerimenti per far star meglio" la madre e Maria Angela (rif.
lettera del 26 matzo 2006).

I n base alle direttive ricevute, la D I TRAPANI avrebbe quindi


dovuto:

- recarsi da un soggetto nell'occasione indicato con lo pseudonimo "ZIABEBI", per


informarlo della loro volontà (dei MADONIA) di costruire un supermercato in un
terreno riconducibile agli stessi;
- recarsi dal soggetto indicato con l'appellativo "CORVINA" (come già detto e si
vedrà, GRAZIANO Vincenzo) ovvero dal FRATELLO DI CORWNA
(GRAZIANO Domenico, inteso MAREDDU);

- andare dal DOTTORE CINA ', unitamente alla suocera GELARDI Emanuela;

M. ANGELA: ... ehm... mi diceva... dice... di andare là... (riferisce quanto


disposto dal cognato MADONIA Giuseppe, detenuto a Biella,
ndr)
SALVATORE: ... eh!
M. ANGELA: ... di... di dirgli... dice... dobbiamo vedere di fare qualcosa...
dice... per noi (indica anche il di lei figlio MADONIA
Francesco, ndr)... che siamo senza... eeeh... (inteso denaro,
ndr) gli ho detto... ci sei pure tu, il bambino... dice... non si
sa mai, un domani, come dobbiamo fare!?... che siamo
senza... eeeh... (denaro, ndr) dice... tu, ora, vai là e gli dici...
gli devi chiedere... che noi (MADONIA, ndr) abbiamo
(abbassa il tono della voce, ndr) ...
un terreno... un
giardino ... vicino da CARMELA!... dice che hanno un
giardino... dice... vede che cosa ci può fare... se ci può fare,
dice, un SUPERMERCATO... una cosa...
SALVATORE: ... ma... Maria Angela...
M. ANGELA: ... poi gli chiedi se c'è qualcosa... poi vai da CORVINA... da...
(abbassa notevolmente il tono della voce, ndr)... DOlTORE
CINA'... io...
SALVATORE: ...ma... (esterna disappunto, ndr)... Maria Angela!... peggio
è!... è pe... è pe...
M. ANGELA: ... tu devi essere i miei occhi (continua a riferire quanto
dettole dal cognato MADONIA Giuseppe, detenuto a Biella,
ndr)... te lo dice pure NINO (MADONIA Antonino, detenuto
a Novara, ndr)... guarda... (sempre riferito alle
raccomandazioni di MADONIA Giuseppe, ndr)...
1.-.l
M. ANGELA: (continua a parlare per"MAD0NIA Giuseppe, ndr) dalla ...
...
sorella di CORVINA, vuole che vado da que... poi, dice, se
vedi che mettono muri, t u vienimelo a dire subito ...
Dunque, MADONIA Giuseppe aveva chiarito che le sue
parole erano da attribuire anche al fratello Antonino, vero artefice
delle direttive fornite, da cui derivava la vera "investitura" familiare
della D I TRAPANI.

Nel corso del colloquio con il marito, D I TRAPANI Maria


Angela riferiva di non avere ancora dato seguito ad alcuna delle
direttive ricevute, in attesa del suo placet [Non sono andata in
nessun posto, per te (...) a maggio vuole che ci vado per questo! ...
perchè gli devo portare tutte le risposte! ... ora, quando ci vado,
che cosa gli devo dire?...].
MADONIA Salvatore esternava molti dubbi sull'opportunità
di assurmersi questi rischi, ma, al termine di una lunga discussione,
acconsentiva al volere dei fratelli, pur dicendole di comunicare loro
la sua contrarietà [... sangue mio! ... fagliele ... e devi dire ...
senti, vedi che a mio marito non gli piacciono queste cose ...l.
I l R. O.S. ha poi:

individuato la "ZIA BEBI" in D'ARPA Vincenzo (Palermo,


09/06/1931), deceduto ad agosto del 2007, prestanome
della famiglia MADONIA ed in specie del MADONIA
~ a l v a t o r e La
~ ~ costruzione
. del supermercato (ad oggi non
ancora perfezionata) sarebbe dovuta avvenire ad opera di
tale SBEGLIA, proprio in un terreno nella disponibilità del
nucleo familiare dei D'ARPA.

individuato C 0RVINA in GRAZIANO Vincenzo (Palermo,


12/06/1951), in effetti poi risultato pienamente inserito nelle
dinamiche ma fiose del mandamento di Resuttana unitamente
a GENOVA Salvatore, con cui sarebbe poi stato tratto in
arresto il 16 gennaio 2008

individuato il dottore CINA' in CINA' Antonino (~alermo,


28 aprile 1945), arrestato anche lui il 20 giugno 2006.

La scelta di affidarsi alla D I TRAPANI Maria Angela non era


però priva di ripensamenti. I n questo senso, anche le ulteriori
lettere scritte da MADONIA Antonino, sempre indirizzate al
fratello Giuseppe, sottolinea vano i vantaggi personali che la
cognata avrebbe potuto trarre dalla situazione venutasi a creare:

58
Le vicende relative alla famiglia D'ARPA saranno illustrate nel successivo capitolo 6.8 "I1 molo di
prestanome del nucleo familiare facente capo a D'ARPA Vincenzo. La posizione dei fiatelli LENA
Francesco e LENA Aldo".
(...) VEDI SE PUOI DARE LP4 VERSO PER LE CURE FISIOTERAPICHE PER LA
MAMMA, ANCHE SE MARIA ANGELA E' AMMARRAVANNUNA, DEVI FARE
INQUADRARE LE GIUSTE FISIOTERAPIE, SENZA L'USO DI FARMACI
ANTINFIAMMATORI CHE SCASSANO LO STOMACO (...)l

Per una migliore comprensione del testo sopra riportato,


appare opportuno specificare che la parola "ammarravannuna"
risulta essere pienamente compatibile con l'analogo vocabolo
"ammarravadduna" che in stretto dialetto siculo viene utilizzata per
intendere una persona " approfittatrice e truffaldina ":
$nr*+o"#bl)
(...) LA MAMMA SE SI SENTE BENE VIENE DA TE IL 6 MAGGIO. PER ME NON
TE NE FARE UN PROBLEMA. L'IMPORTANTE CHE TU POSSA COCCOLARLA E
DARLE TANTI BACETTI IN COMPAGNIA DI CICCIUZZO E DI MARIA ANGELA
E VERIFICARE L'AFFETTUOSITA' E SE PER LE CURE FISIOTERAPICHE LA
MAMMA NE HA BENEFICIO PERCHÈ PURTROPPO TEMO IL MANIO DI
MARIA ANGELA. CHE E' POCO AWEDUTA, MALATA DI PROTAGONISMO
E POCO MODESTA, CHE HA DA DIRE DI TUTTO E DI TUTTI (...)

I l 9 aprile 2006, poi, MADONIA Antonino, adottando un


linguaggio meno artefatto, sottolineava al fratello come il vero
scopo della D I TRAPANI fosse, secondo lui, unicamente quello di
ottenere il "manio", cioè la possibilità di gestione diretta del danaro
[IO CREDO CHE SE MARIA ANGELA C I HA I L MANIO SARA'
CONTENTA PERCHE' E' QUELLO CHE AUSPICAVA]. Infine lo
scrivente sottolineava al fratello l'importanza derivante dal prestare
C la massima attenzione durante i colloqui carcerari intrattenuti, non
cedendo mai a distrazioni e ricordando di utilizzare sempre un tono
di voce molto basso [ T I PREGO SEMPRE VASCIO VASCIO
NELL'ALLEGRIA DEL COLLOQUIO, SENZA DISTRAZIONT]:
[&&$$&@T&@j

(...) MI FA PIACERE SAPERE CHE TI SEMBRA CHE CI SIA ARMONIA TRA LA


MAMMA E MARIA ANGELA, IO CREDO CHE SE MARIA ANGELA CI HA IL
MANIO SARA' CONTENTA PERCHE' E' QUELLO CHE AUSPICAVA. CON LA TUA
LETTERINA DEL 30 MARZO MI RACCONTAVI DEL BEL COLLOQUIO CHE
AVEVI FATTO CON IL NOSTRO DOLCE NIPOTINO CICCIUZZO PER 4 ORE E TI
SENTIVI COME SE FOSSI A MONDELLO, PERO' TI PREGO SEMPRE VASCIO
VASCIO NELL'ALLEGRIA DEL COLLOQUIO, SENZA DISTRAZIONI (...)
I l 22 aprile 2006, MADONIA Giuseppe specificava al fratello
che, per una corretta valutazione dell'operato della cognata (ma
anche del marito di questa, il fratello MADONIA Salvatore) avrebbe
avuto bisogno di più tempo: f&&Àn> USO)

CARO NiNO (...) CAPISCO CHE LEI (DI TRAPANI Maria Angela, ndr) CAPISCE
CHE NOI ABBIAMO BISOGNO E QUINDI PAZIENZA (...) NINO TORNANDO SU
MARZA ANGELA CON IL PASSARE DEL TEMPO E FACENDO UN P 0 DI
COLLOQUI AVRO' LE IDEE PIU' CHIARE. NiNO HO BISOGNO DI CAPIRE,
SARA' TUTTA DA SCOPRIRE. N N 0 CI SONO COSE DIFFICILI DA CAPIRE E
NON CAPISCO IL RUOLO DI SALVO E QUINDI MARITO E MOGLIE [...l

I timori derivanti da un totale affidamento all'operato della D I


TRAPANI facevano di contro maturare in MADONIA Antonino un
estremo tentativo per cercare di utilizzare nuovamente GELARDI
Emanuela. Ciò accadeva il 26 aprile 2006, allorquando, presso la
Casa Circondariale di Novara, veniva registrato un colloquio
:,. ,'..,..* <,:, .,>,*~,.;*,,*)>.<~<,,.c~~,.

carcerario tra i due, &


-....&..-..@
-. .... 4@a
I nD
,&\~a3j occasione il detenuto,
questa s* T % , *"A$:,*.-

inizialmente, chiedeva invano alla madre di ricordare se vi fossero


state eventuali elargizioni di denaro a suo favore:

ANTONINO: ... con il dolore alle spalle va?... i doloretti nelle spalle?
EMANUELA: ehhh... né buoni e né tinti (brutti, ndr)
ANTONINO: aualche cosa l'hanno ~ortata?...te li hanno dati?...
si?. ..
[...l
ANTONINO: (ripete, ndr) ... è arrivago aualcosa?
EMANUELA: no, no. niente
[...l
ANTONINO: eh!... dimmi una cosa!... perciò tu semnre... sempre al
polito auesti. auesti doloretti aua, diciamo così... alla
schiena!? (porta la mano sinistra alla schiena, ndr)
EMANUELA: ...j ma insomma!... certo, forte forte no. ma
j
ANTONINO: p p
soluzione!?
EMANUELA: ,..
no, niente!... ci passo per esempio...

Dopo vari tentativi, MADONIA riusciva a far ricordare alla


madre come, al contrario di quanto inizialmente ricordato dalla
stessa, le fosse effettivamente stata consegnata una cospicua
somma di denaro ad opera di CINA' Antonino.
Nell'occasione MADONIA Antonino riusciva inoltre a far
rammentare alla madre quale fosse stato il percorso seguito per
farle giungere il denaro dovuto:
...
siccome tu l'altra volta mi hai detto il DOlTORE ti ha detto dice... è pensiero
mio stia tranquilla ...(...) I o stavo in pensiero ...
dissi come mai ... invece il
pensiero c'è stato diciamo (...)glieli ha fatti avere a PINUZZU VENTUNO
(...)e PINUZZO VENTUNO te li ha mandati con GIUSY... io ho pensato...
... ...
dissi se lo è dimenticato e invece no... perchè... non sapendo come trovarti...
...
glieli ha dati a PINUZZU VENTOTTO per farteli avere... (...) mi sono spiegato?
PINUZZU VENTOlTO te li ha mandati con GIUSY ...
I n questa occasione, venivano fornite inconfutabili conferme
in ordine alla precisa identificazione del soggetto nella circostanza
indicato con l'appellativo "PINUZZO VENTUN O o VENTOTTO " in
D I TRAPANI Diego, fondamentale tappa del percorso di cui
trattasi, visto che in quel periodo era reggente del mandamento di
Reasuttana:

ANTONINO: GIUSY lo hai capito chi è che è?


EMANUELA: Si! Si...
ANTONINO: Eh così lui parla con...
EMANUELA: la figlia di DIEGO!
ANTONINO: e così lui parla con...
EMANUELA: e... ci dico parla con tuo padre ...
ANTONINO: esatto...

Dopo aver riscontrato che l'elargizione del denaro continuava


ad avvenire senza soluzioni di continuità [Io stavo in pensiero ...-..
dissi come mai ... invece il pensiero c'è stato diciamo] ed
accertato il percorso tramite cui ciò era stato reso possibile,
MADONIA Antonino evidenziava alla madre come il fratello
GELARDI Mario (poi deceduto) abitasse proprio nel medesimo
immobile della figlia di Diego, a nome D I TRAPANI Giuseppina
(GIUSY), cioè in via Federico De Roberto nr. 8; ciò, a suo avviso,
avrebbe reso semplice e sicuro percorrere anche in futuro la stessa
strada [hai visto che la strada si trova?( ...) facile è! Vai dallo Z I O
MARIO e ti ... e ti... incontri con... m i segui? Vai dallo ZIO MARIO e
ti vedi con GiUSY... gli dai i miei saluti ...(...) lei parla con suo padre
(...) e sa le vede lui quello che deve fare (...) lei ha motivo per
andarsene da suo padre ... è così... perchè... cugino mio... m i sono
spiegato?( ...) ora sono piu sereno (...) stavo in pensiero. .. perchè.. .
ho detto.. . rrtinchia, allora c'è tutta questa trascuranza!. .. tutta
questa trascuranza !, capito?... invece no!].

I l tentativo, dunque, era di tornare ad affidarsi in via esclusiva


alla madre [prego sempre... di farti ritornare lucida ... corrie prima
... che non abbiarrio bisogno di nessuno]. Ma il tentativo non aveva
esito positivo. Al termine del colloquio MADONIA Antonino scriveva
un lettera al fratello Giuseppe, rappresentandogli il tentativo di
estromettere nuovamente la cognata : Bgmag2#&8)
(..) LA A4XUMA E' COME SALUTE AL SOLITO, DIMENTICA TUTTO, FIGURATI
CHE, OGGI, DAPPRIMA NON RICORDAVA LE FISIOTERAPIE ALLA SCHIENA
PER I DOLORI, ED IO LA STIMOLA V 0 E FINALMENTE SI E' RICORDATA CHE
NEI MESI SCORSI SI ERA SENTITA MEGLIO PERCHE' GIUSY LA FIGLIA DI
LINA L'AVEVA ACCOMPAGNATA DA U N BUON FISIOTERAPISTA PER CURARSI E
LEI ERA R I M S T A SODDISFATTA. QUINDI LE HO DETTO DI ANDARE SEMPRE
DA GIUSY QUANDO SENTE QUESTI DOLORI CHE NON LE PERMETTONO DI
PARTIRE (...) ORA AI PRIMI DI M G G I O VERRA' DA E E TU POTRQI VERIFICARE
SE HA FATTO LA CURA, CHE DOVREBBE FARLE TANTO BENE, PERCHE' DALLA
QUANTITA' E BONTA' NE ERA R I M S T A SODDISFATTA. IO HO RITENUTO DATO
CHE MARIA ANGELA STA MALE DI CUORE E DEVE RICOVERARSI IN
OSPEDALE PER ACCERTAMENTI, DI NON COWOLGERLA, DATO CHE LEI E'
C o s ì APPRENSIVA. TU FAI LO S E S S O (..) A ME SEMBRAVA STRANO CHE NON
POTESSE ESSERCI IL RIMEDIO PER I DOLORI LANCINANTI ALLA SCHIENA DA
NON FARLA MUOVERE (..)

La lettera offre la piena conferma che "le fisioterapie" ed i


- ,+ "dolori" facevano, invece, riferimento propria alle dazioni di danaro.
-- @ Dalla lettera si notava, inoltre, come a MADONIA Giuseppe
venisse anche affidato l'ulteriore importante compito di verificare il
positivo sviluppo delle direttive impartite alla GELARDI [ORA AI
PRIMI D I MAGGIO VERRA' DA T
' E E TU POTRAI VERIFICARE SE HA
FATTO LA CURA, CHE DOVREBBE FARLE TANTO BENE, PERCHE'
DALLA QUANTITA' E BONTA' NE ERA RIMASTA SODDISFATTA].

Orbene, il 27 aprile 2006 venivano registrate importanti


acquisizioni anche sul territorio palermitano. La GELARDI
Emanuela, evidentemente, volendo definire con certezza il
percorso indicatole dal figlio Antonino per la ricezione del denaro,
si recava a Cinisi, Contrada Cipollazzo, ove incontrava DI
r
TRAPANI Diego à ALLEGATO LVV1) , con ciò confermando la
precedente identificazione di "Pinuzzu 2 1 e Pinuzzu 287. La
circostanza non sfuggiva, però, all'attenzione di D I TRAPANI
Maria Angela che, il 4 maggio 2006 si sarebbe lamentata di
questo con il marito MADONIA Salvatore [hiawroy,4@4).La
stessa, oltre a riferire in merito alla visita effettuata dalla suocera
presso l'abitazione del D I TRAPAN1 Diego, avrebbe infatti
sottolineato come la GELARDI fosse anche stata notata in sosta in
Piazza San Lorenzo ricercando, secondo l'ipotesi formulata, un
incontro con il CINÀ Antonino:

Mi aveva detto (MADONIA Giuseppe, ndr) di andare dalla ZIA BEBI ...e ci sono
andata (...) CORVINA (...) l'ho mandata a chiamare (...) poi m i aveva detto dalla
DOTTORESSA (...)DOTTORE CINA' (...) non ci vado, per ora! ... perchè, a quanto
pare ... tua madre era ferma ...piazza San Lorenzo (...) l'hanno vista! (...)
...
quando e andata da NINO... (MADONIA Antonino, ndr) all'indomani, era
dalla ZIA LINA" e all'indomani ancora... a piazza San Lore... ferma! (...)
l'ha mandata dallo ZIO DIEGO (...)

Esplicita conferma a quanto sopra esposto, giungeva anche


1'11 maggio 2006, nel corso del colloquio carcerario registrato
presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
In questa occasione, infatti, la GELARDI confermava
personalmente al marito MADONIA Francesco, ivi detenuto, di
aver effettivamente incontrato D I TRAPANI Diego al solo 'scopò
di mettere in atto /e direttive ricevute dal figlio Antonino [quando
fu là... sono stata io... sono stata costretta ad andarci.. .
dovevo andare a parlare io... dovevo andare a parlare che mi
ci ha mandato mio fialio Nino (...l dovevo ~ a r l a r econ
Dieao ...l. Ed anche questo conferma la corretta identificazione di
"Pinuzzu" e "Zia Lina".

Le successive acquisizioni investigative avrebbero comunque


dimostrato come il tentativo di estromissione di D I TRAPANI
Maria Angela si sarebbe rivelato vano, a fronte delle ormai
irreversibili condizioni di salute della GELARDI.

59 La moglie di MADOMA Diego


Dalla lettera scritta da MADONIA Giuseppe al fratello
Antonino il 2 1 maggio 2006, ovvero il giorno dopo aver
effettuato un ulteriore colloquio carcerario con la madre e con la
stessa D I TRAPANI Maria Angela, ~ ~ L ~ ~ $ Z ~ siT evinceva
O ~ U . ~ )
come fosse "necessitato" ed inevitabile affidarsi alla cognata [( ...)
NINO PIU' LA PRATICO PIU' HO DELLE CONFERME, COMUNQUE
ABBIAMO BISOGNO, PAZIENZA (...)l
Una svolta decisiva alla situazione fin qui descritta la si
otteneva il 2 5 maggio 2006, giorno in cui le acquisizioni
investigative ottenute nell'ambito della presente indagine
confermavano che la D I TRAPANI avesse fattivamente iniziato
I'affiancamento alla suocera, dando seguito ai riservati compiti
affidateli. Grazie all'attività d'intercettazione delle conversazioni
effettuate a bordo della Citroen C1 targata DA688LM, in uso alla
stessa D I TRAPANI ed al relativo GPS ivi installato (decreto int.
1068/06 del 05 maggio2006), si riusciva a comprendere come quel
giorno (25 maggio2006) la D I TRAPANI si fosse recata insieme alla
suocera :

- in Piazza San Lorenzo per fissare un incontro con il CINA' Antonin0;6~

- in via Don Orione 10 alla ricerca di tale MAREDDU, volendo intendere


GRAZIANO Dornenico, ovvero fratello di Vincenzo (inteso CORVNA);~'

- presso l'esercizio commerciale denominato LA DELICATEZZA DELLA CARNE


DI LA BARBERA ROSARIO, successivamente accertato essere pienamente
riconducibile ai ftatelli LO CICERO Giovanni (Palermo, 22 aprile 1927) e
Salvatore (Palermo, 22 gennaio 1931), anch'essi mera espressione economica
della famiglia mafiosa dei MADONIA.~*

I n specie:

60 Vedasi capitolo 4.2.


6' vedasi capitolo 4.4 e 4.5.
62 vedasi capitolo 4.7.
- il 25 maggio2006, alle ore 10:11, all'interno della predetta CITROEN CI, veniva
registrata la conversazione ambientale di cui al progressivo nr. 118. Nel corso
della stessa la DI TRAPANI, prelevata la suocera in via Cimbali 44, si
preoccupava di spegnere il suo telefono cellulare, dando già cognizione della
-\,*- " a;,<**
riservatezza di ciò che avrebbe dovuto fare. [&LEG&XQ@)

M. AIVGELA: telefonino hai qua?


EMANUELA: no
M. AIVGELA: ... ...
ah ora ...INC con.il mio
EMANUELA: no... non me lo porto mai, chissà perchè
M. AIVGELA: dammi quel telefonino ...
spegni il telefonino mio...
Francesco... che è nella borsa
EMANUELA: ...inc...
M. ANGELA: muoviti e poi me lo dai in mano
FRANCESCO: non lo trovo

Successivamente chiedeva precise indicazioni alla GELARDI sull'ubicazione


dei luoghi da raggiungere:

M. ANGELA: è li... inc. .. t u mai niente trovi! ... me lo devi dire tu...
EMANUELA: eh
M. ANGELA:

- Alle ore 10:20 circa, le stesse effettuavano una prima sosta in Piazza San Lorenzo.
Nell'occasione si notava la DI TRAPANI suonare il campanello posto all'esterno
del civico 12, ove risulta tuttora essere residente CINA' Giuseppa (Palermo, 15
ottobre 1943), sorella del noto Antonino.

- Poco dopo le due donne, sempre accompagnate dal figlio minorenne della DI
TRAPANI, risalivano a bordo dell'auto dando origine alla conversazione nr. 119
delle ore 10:37. Discutevano quindi in merito al percorso da seguire per
raggiungere il luogo ove poter trovare il soggetto successivamente denominato
MAREDDU.

M. ANGELA: U u e l l o me lo devi dire tu noi da dove devo


prendere... dobbiamo andare verso la Villa Iaea?
EMANUELA: no... inc...
M. ANGELA: prima? ah vabbe ... inc...
EMANUELA: ... ...
piano piano t u devi andare verso dove è che abito io
M. ANGELA: ah
...
inc. ..
EMANUELA:
+P-
M. ANGELA: ora giro
EMANUELA: e... e dove stiamo noi dov'è che è
M. ANGELA: la via Don Orione... la Via Cimbali?
EMANUELA: ...
verso li... sissignore vediamo tanto t u fretta hai?
M. ANGELA: no
[...l
M. ANGELA: ha l'ufficio?
EMANUELA: vediamo...
M. ANGELA: ci pensi tu?
EMANUELA: devi andare vicino dove abito io e vediamo se riesco
ad orizzontarmi

Prima di giungere, però, la D I TRAPANI effettuava una sosta


intermedia presso la predetta macelleria "L4 DELICATEZZA
DELLA CARNE D I L4 BARBERA ROSARIO", sita in via Marturano
nr. 35:
M. ANGELA: ...
MAMMA prima fermiamo quà alla macelleria gli prendo
una fettina di carne
FRANCESCO: io non voglio carne
M. ANGELA: ... inc... ti giuro se parli ancora... ci massacro la bocca
EMANUELA: ... inc ... la prende per me
M. ANGELA: no... no aspetta la prendo a te non ti preoccupare... inc...

- Alle 10:53 le due donne tornavano a discutere di come raggiungere il luogo


riconducibile a MAREDDU,ubicato vicino casa della GELARDI (progressivo
nr. 120). agq%$dH)
M. ANGELA: - ... MAMMA ~ensacibene!... da dove?... aua siamo,
per dire. da te...
EMANUELA: ... dimmi che cosa dici .... che io ... ci devo ~ensare...
M. ANGELA: ... da MAREDDU .... aua siamo per andare a casa
tua!... giusto?... devo rendere dritto o di aua?
EMANUELA: ... inc... (breve pausa, ndr)
M. ANGELA: ... Don Orione, è qua ...
(inteso qua siamo in via Don
Orione, ndr)
(breve pausa, ndr)
EMANUELA: ... amunì... vediamo!... entriamo da aua
M. ANGELA: di qua?
I n sottofondo si sente il bambino che chiede le figurine alla madre
M. ANGELA: ...
(zittisce il figlio, ndr) di qua o di la?
EMANUELA: di qua
M. ANGELA: dritto di la
EMANUELA: ...
si dove c'è il semaforo... amena lo assia amo...
vediamo...
(breve pausa, ndr)
M. ANGELA: (redarguisce il figlio, ndr)...
(tratto incomprensibile, ndr)
EMANUELA: ... amena tu vedi larao ti fermi che io mi so
orientare
(breve pausa, ndr) ...
M. ANGELA: ... ha la casa, aua?
EMANUELA: mh
M. ANGELA: ... allora là... perchè tu una volta sei venuta...
EMANUELA: ... perchè una volta che sono in ferie.. . di che sono..
M. ANGELA: ... tu una volta aua sei venuta
EMANUELA: si, si
M. ANGELA: ... aspetta,
fammi mettere bene
EMANUELA: posso scendere?
M. ANGELA: dobbiamo scendere insieme?!... a s ~ e t t a ...
- Arrivate, dopo essere scese dall'auto, le due donne si fermavano nei pressi
dell'ingresso del civico nr. 10 di via Don Orione, ove si intrattenevano alcuni
instanti con un uomo, verosimilmente identificato nel portiere dello stabile.63

- Tornate in auto, le due donne davano origine alla conversazione ambientale nr.
121 delle ore 11:51, dal cui ascolto si comprendeva come non fossero riuscite ad
incontrare il soggetto ricercato [. .. M. ANGELA:andiamo... ora la ricerco io a... a
- *Y ,-,
lei... mi hai capito?.. .] ~ ~ g & @ ; $ & : ~ ~contempo,
~el si apprendeva che doveva
ancora pervenire la risposta al quesito avanzato in occasione della prima sosta
effettuata in Piazza San Lorenzo, nei pressi dell'abitazione della sorella del CINA'
Antonino: si comprendeva, infatti, che le due donne erano state invitate a tornare
in Piazza San Lorenzo dopo circa un'ora

EIYAIVUELA: eh
- ., . . M. ANGELA: ... ...
la ricerco io e poi e poi le domandiamo a lei inc ... ...
$i ...
hai capito? è inutile che andiamo girando ...
dicono...
che cosa vanno facendo!? (breve pausa, ndr) uno ...
tanto, nu livammo, già!... ora l'altro ce lo cerca... inc...
un'ora è passata? ...
(breve pausa, ndr) ...
un'ora, dico,
...
ancora non è passata!? quindi, ora vediamo ...
- Effettivamente, alle ore 12:20 circa, le stesse tornavano a fermarsi in piazza San
Lorenzo, ove accedevano al civico 28 e precisamente all'interno della gioielleria
denominata C.R. ORO srl. Dopo pochi minuti venivano viste uscire dal predetto
esercizio commerciale ed allontanarsi a bordo dell'auto in uso alla DI TRAPANI.

63
Al 12' piano di tale indirizzo, tra gli altri, risultavano essere residenti CIARAMITARO Agata (Palenno,
29/05/1944) e GRAZIANO Massimiliano (Palermo, 07/07/1978), rispettivamente moglie e figlio di
GRAZIANO Domenico (Palermo, 12/02/1937), emigrato a Udine. Quest'ultimo, a sua volta fratello di
Vincenzo (inteso CORVINA), risulta essere effettivamente conosciuto in ambiente mafioso con lo
pseudonimo MAREDDU.

313
- Dalla conversazione ambientale registrata in quest'ultima occasione (progressivo
nr. 123) appariva chiaro che non erano riuscite ad incontrare nemmeno CINA'
Antonino; in particolare risultava essere stato loro riferito che, in quel periodo,
l'uomo non incontrava alcuno. La circostanza, secondo la DI TRAPANI, sarebbe
p. I)...
. < '
comunque servita a far sapere all'interessato di essere cercato. I F . & ~ ~ $&)
o

EMANUELA:
M. ANGELA:
...ma nessuno ci sa dire dove lo dobbiamo trovare?
... gliel'ho detto a lei!
EMANUELA: eh!
M. ANGELA: ... e mi ha detto... non l'hai sentito cosa mi ha
detto!?... fa... per ora è impossibile!... le ho detto...
ci faccia sapere che noi lo cerchiamo!... è giusto?!...
[...l
M. ANGELA: ... mi ha detto... dice... per ora non si incontra con
nessuno!
[...l
M. ANGELA: gli ho detto glielo dica... lo sa ora... che è cercato...
...
quindi mi capisci?

La conferma al fatto che quel giorno le due donne non fossero


riuscite a portare a termine le direttive ricevute da MADONIA
Giuseppe la si otteneva anche dalla lettura della lettera scritta da
D I TRAPANI Maria Angela al marito MADONIA salvatoreb4
appena tornata a casa [... SIAMO USCITE INSIEME, MA SENZA
PORTARE LO STESSO NIENTE A COMPIMENTO...]. BI~@~:=Z@&$
.'.A :~qq$~+~csTJ~h~<%~,q;r~?':-~
<'<V7''

. .. . - - ..

Successivamente, comunque, il pomeriggio del 29 maggio


2006, all'interno dei locali dell'esercizio commerciale denominato
CASAGIO' DI LO VERDE MAURIZIO s.a.s., sito in questa Via
Montepellegrino nr. 78, le due donne incontravano GRAZIANO
Vincenzo.La presenza delle citate persone all'interno nei locali
,.:-.i.- ..:. . >'..' "e ,-.<.?\:~--
veniva riscontrata ne11 &.~;E~A,Jo;%&BI$..

I l 7 giuno 2006 GELARDI Emanuela si recava ancora una


volta a Novara ove effettuava un ulteriore colloquio carcerario con il

64 Appare opportuno specificare che anche nei confronti del MADONIA


Salvatore, il 26 aprile 2006, era iniziata l'attività di acquisizione in copia della
corrispondenza. 1
figlio MADONIA Antonino. Anche in questa occasione il detenuto
si preoccupava di verificare con l'anziana madre la puntualità con
cui risultava avvenire l'elargizione del denaro ad ella spettante
quale sua diretta espressione sul territorio. L ~ L & ~ T :$W)
Q
ANTONINO: t u con auesti doloretti alla schiena come stai? cosi
cosi?
EMANUELA: ma insomma
ANTONINO: eh!
EMANUELA: l'altra volta sono andato dal DOTTORE ....
dal dottore
ANTONINO: eh!
EMANUELA: e m i ha detto: sianora non si preoccuei!

Successivamente il detenuto insisteva ancora con la madre


a ffinchè, evitando di relazionarsi direttamente con D I TRAPANI
Diego ovvero con CINA ', percorresse la strada già chiaramente
individuata nel corso del precedente colloquio carcerario. I1 2 6
aprile 2006, infatti, si era ben compreso come D I TRAPANI
Giuseppina (intesa GIUSY) fungesse da filtro tra la GELARDI ed il
padre D I TRAPANI Diego (inteso UNA), a sua volta in contatto
con CINAIAntonino. [da Giusi, la figlia di Lina? (...) vai da Giusi
(..,.) e quando t u ... diciamo ... ti serve rinforzare la medicina ci vai
e gli dici: ho bisogno del rinforzo (...)l. MADONIA ANtonino
esortava, poi, la madre affinché non trascurasse la cognata D I
TRAPANI Maria Angela:

ANTONINO: perfettamente ... Ma dimmi una cosa: per Maria Angela ne


sai niente se ci pensa?
EMANUELA: eh insomma. Si, forse pure, forse
ANTONINO: ma ... si ... forse. Ma vedi d i informarti, vedi se chissà lo
fà, diciamo ... ...
no m i segui?
EMANUELA: si, si
[...I
ANTONINO: cerca d i dirglielo: non trascurate a Maria Angela, mi
sono spiegato?
EMANUELA: ...
non ti spaventare che lei si sa
ANTONINO: eh va bene, siccome sono un pochettino ...
diciamo
"contrapigghiati" (sono litigati, non vanno d'accordo, ndr)
...
diciamo con PINUZZU 21, no? non vorrei che la
trascurino, m i sono spiegato t
Subito dopo aver effettuato colloquio, il MADONIA Antonino scriveva
UJl )
al fratello Giuseppe: ~ALL~GATO

(..) I D0LORETT.I ALLA SCHIENA CE LI HA PIU' ATTENUATI GRAZIE ALLE


TERAPIE DEL FISIATRA CHE LE HA INDICATO GIUSY LA FIGLIA DI LINA. COSI' A
POCO A POCO SI ANDRAI RIPRENDENDO (..)

Nel frattempo, D I TRAPANI Maria Angela continuava a


tenere il marito costantemente informato sugli specifici sviluppi
delle dinamiche registrate sul territorio. I n questo contesto, 1'8
giugno 2006, nel corso di un colloquio carcerario, la donna
preannunciava al marito che di lì a poco, unitamente alla suocera,
avrebbe finalmente dovuto incontrare CINA' e, nell'occasione,
anche GRAZIANO Vincenzo [questa settimana ... ho
appuntamento ... con MAMMA... DOlTORE!... e là... e CORVINO]
[;~~"<&ATQ&$,~e
) acquisizioni di sabato 10 giugno 2006, avrebbero
confermato il perfezionamento di questo appuntamento, di fatto
tenutosi presso l'immobile sito. in Via Cardinale Mario Rampolla nr.
8/f, messo a disposizione dal GRAZIANO Vincenzo.
brg) L'11/06/2006 D I TùAPANI Maria Angela informava il
marito dell'avvenuto incontro [IERI MAlTINA SONO USCITA CON
TUA MADRE, C'ERA PURE CORVINA ...l. @:&ae
Lo stesso giorno anche MADONIA Giuseppe veniva
telefonicamente rassicurato dalla cognata circa la positiva
conclusione della vicenda [ieri mattina tutto perfetto]. Ciò avveniva
nel corso della telefonata concessa al detenuto e registrata al
progressivo nr. 144 delle ore 18:30, in relazione al decreto int. nr.
1270/06 emesso a carico della GELARDI Emanuela.
E-,
.C, -"v>
Peraltro questo argomento veniva anche riferito da D I TRAPANI
Maria Angela al suocero MADONIA Francesco; ciò accadeva in
occasione del colloquio carcerario svolto con quest'ultimo il 15
giugno 2006, presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale
[PAPÀ, ho accompagnato la mamma Sabato ... per altri motivi ... da
Cinà e da Viciuzzu ... e ci hanno dato 4.000 euro ... 1. &&L'~G~Fo
m.
Questa intercettazione dimostra ancora una volta come
"Corvina" e 'Yiciuzzu" siano la stessa persona; così come il
"dottore" e "Cinà ".

Successivamente, si comprendeva che il 10 giugno 2 0 0 6


CINA' Antonino aveva suggerito alle due donne di recarsi
preliminarmente da D I TRAPANI Diego al fine di risolvere una
vicenda nel1'occasione non meglio specificata ma sicuramente
attinente del denaro in passato non pervenuto ai MADONIA nella
giusta quantità.

Gli elementi che deponevano in questo senso venivano forniti,


in primo luogo, dalla conversazione intercettata il 13 giugno 2 0 0 6
.- tra la D I . TRAPANI e la GELARDI e avvenuta all'interno
Q dell'autovettura in uso alla prima. I n questa occasione le due donne
risultavano essere dirette, come suggerito dal CINA', proprio dal

argomento andava peraltro a suggellare l'ormai avviato


avvicendamento in corso tra la GELARDI e la D I TRAPANI nel
contesto mafioso investigato:

M. ANGELA: m a
c'è Dure mia NUORA..,
EMANUELA: ... inc...
M. ANGELA: ... ...
lui ci ha detto
EMANUELA: ... inc.. . non lo so...
M. ANGELA: gla DIEGO...
EMANUELA: eh
M. ANGELA: 0
EMANUELA: ...inc ...
M. ANGELA: ... eh!... tu ali dici... aua c'è mia NUORA! ... per restare
con mia nuora, gli dici che deve andare Dure... mi capisci
quello che si deve dire?
EMANUELA: si, giusto
M. ANGELA: ... da mio marito
EMANUELA: si
M. ANGELA: ...
... tu gli devi dire N I N O e PIPPO!.., da N I N O e da
PIPPO!
EMANUELA: si, si
M. ANGELA: mi capisci?
EMANUELA: ... inc... a tutti e tre
M. ANGELA: si
EMANUELA: ... inc...
M. ANGELA: ... e ti sento a dire... no... e ti sento a dire che vogliono
sta... N I N O e PIPPO voaliono questa ris~osta le ...
risposte... voaliono sapere!... se ce n'è se non ce n'è...
EMANUELA: si sianore... e dovremmo venire oani ....
mese... t e li
- d
M. ANGELA: auello che c'è
EMANUELA: 1
tu sola che vai furriannu (girando, ndr)
M. ANGELA: eh!... e t u gli fai capire ... gli dici... aua c'è ,mia NUORA
che mi va airando (va qirando Der mio conto. ndrl...
perchè io non è che mi, mi ....
mi sento... dici.. auindi .
tu, oani mese e cose... mi hai capito?...
EMANUELA: si sicinore
M. ANGELA: sennò a lui gli pare... già siamo litigati!... già a me viene
forte (difficile, ndr) ad andarci ora!.. .
EMANUELA: si, signore ... inc...
M. ANGELA: ... lo sto facendo... te lo sto dicendo MAMMA ...
EMANUELA: ... ...
per troppo per troppo ...
M. ANGELA: lo sto facendo per voialtri, MAMMA! ...
perchè a me niente
...
mi ha dato e niente mi capisci quello che ti voglio dire...
EMANUELA: ... inc...
M. ANGELA: ... è già per me è forte (difficile, ndr) ed è un fuoco
...
grande ad andarci!
-
. . . .- .. "- -

ome di consueto, anche l'incontro con lo zio D I TRAPANI


Diego (Zia LINA) veniva riferito al MADONIA Salvatore con la
lettera scritta dalla D I TRAPANI appena rincasata (13 giugno)

(...)SIAMO APPENA RINCASATE, SONO ANDATA A LASCIARE A TUA UADRE (...)


TI SALUTA LA ZIA LINA E' STATA CORTESE E GENTILE ED IO LO S E S S O (...)

Nel frattempo, il 17 giugno 2006 la D I TRAPANI si recava a


colloquio dal fratello Nicolò, detenuto a Parma. La donna,
adducendo le motivazioni che l'avevano portata dopo un lungo
periodo di incomprensioni, ad incontrare lo Zior D I TRAPANI
Diego, riportava al detenuto quanto dettole da CINA' il 10 giugno
2 0 0 6 [gli ho detto: ma perchè devo andare da mio ... io sono stata
mandata qui ... dice: "si! signora, mi faccia una cortesia, vada da
sua ZIA, prima, e poi noi ci rivediamo" . Che cosa gli potevo dire
... per questo sono dovuta andare
davanti a lei (sua suocera, ndr)
dalla ZIA UNA ...l. f$@,$g&d~EI))

I1 19 giugno 2006, in perfetta aderenza a quanto richiesto,


le due donne, ottenute le necessarie risposte da D I TRAPANI
Diego (incontrato il 13 giugno 2006), tornavano da CINA f

Antonino. L'ulteriore riservato incontro avveniva ancora una volta


all'interno dello stabile di via Cardinale Mariano Rampolla nr. 8/f
~A'uE&&. C ' . Mdj: , Ciò accadeva giusto il giorno precedente
l'esecuzione dei fermi di indiziati di delitto della c.d. indagine Gotha,
eseguiti per l'appunto il 2 0 giugno2006. Nell'ambito di questa
operazione veniva tratto in arresto anche CINA Antonino. Come f

prevedibile ciò avrebbe creato problemi nel contesto criminale.

I 1 2 5 giugno2006, infatti, MADONIA Antonino scriveva al


fratello Giuseppe e, prendendo spunto dai recenti risvolti giudiziari
palermitani, auspicava il contenimento di possibili conseguenze.
Nell'occasione esprimeva il suo rammarico in relazione alle
conseguenze che tali avvenimenti avrebbero di sicuro prodotto sulle
"condizioni reumatiche ed articolari" della madre, sino ad allora
stabilizzatesi grazie alle fisioterapie somministrate dal "fisiatra che
conosce Giusy di ~ i n a ~Gli
~ " arresti
. del 20 giugno2006 venivano
in abilmente camuffati sotto una generica situazione di "afa ed
u m idità " presenti a Palermo, considerate sicura causa del
riacutizzarsi di tali dolori.

6s
(...) LE CONDIZIONI DI SALUTE DI MAMU4 SONO STAZIONNE, P PURTROPPO I
DOLORI ALLA SCHIENA SONO QUELLI FASTlDIOSI E POI CON QUESTO CALDO
AFOSO DEGLI ULTIMI GIORNI (44 GRALlI)C'E' DA ASPEiTARSI IL

k
I timori in tal senso estemati andavano riferiti all'awenuto arresto di CINA' Antonino che, co e sopra
ampiamente argomentato, costituiva autorevole garanzia per la periodica elargizione del denaro fatto giungere a
destinazione tramite DI TRAPANI Diego (= LINA) e la figlia Giuseppina, intesa GIUSY
RIACUTIZZARSI DEI MALANNI. QUINDI DOBBIAMO DOSARE LE ENERGIE
DELLA MAMMA PER VENIRCI A TROVARE E NON FARLA STRAPAZZARE
TROPPO (...) IO ERO CONTENTO CHE CON LE FISIOTERAPIE DEL FISIATRA CHE
CONOSCE GIUSY DI LINA, LE CONDIZIONI REUMATICHE ED ARTICOLARI SI
FOSSERO STABILIZZATE, M A LL'AA E L'UMIDITA' DELLO SCIROCCO DEGLI
SCORSI GIORNI NON MIGLIORANO LO STATO DI SALUTE (...)

Intanto, il 30 giugno2006 D I TRAPANI Maria Angela e la


suocera si recavano a Biella per un ulteriore colloquio carcerario
con MADONIA Giuseppe. Come in precedenza accaduto, anche in
questo caso le modalità comunicative adottate (i conversanti si
aprlavano all'orecchio) non rendevano possibile la comprensione
degli argomenti trattati, lasciando trapelare parole
decontestualizzate e di difficile interpretazione.

L'1 luglio 2006, MADON I A Giuseppe scriveva, come


consuetudine, ai fratelli detenuti. Nell'occasione, rivolgendosi al
fratello Antonino, auspicava che la madre continuasse a ricevere i
"massaggi da Giusy", in presenza dei quali avrebbe potuto
contrastare il forte caldo dei giorni precedenti. Lo stesso concludeva
asserendo che la GELARDI continuava comunque a godere della
piena collaborazione offerta da D I TRAPANI Maria Angela
[MARIA ANGELA ACCOMPAGNA LA MAMMA DA GIUSY P E R LA
FISIOTERAPIA]. I n altre parole si sperava che D I
TRAPANI Diego continuasse a garantire l'elargizione del denaro :

(...) LA MAMMA E' COME UNA BAMBINA, RICORDA POCO li4 I DOLORI ALLE
SPALLE E SE CONTXWA CON I MASSAGGI CHE LE FA GIUSY SI SENTIRA'
MEGLIO. SPERO CHE LA COSA CONTINUI E SPERO CHE IL GRANDE CALDO (40
GRADI) CHE C'E'STATO NON GLI DIA FASTIDIO. ORA LA iìhWM4 E' GRANDE.
MARLA ANGELA ACCOMPAGNA LA h44MìU4 DA GIUSY PER LA FISIOTERAPL4 (..)

I l 14 luglio 2006 MADONIA Giuseppe veniva autorizzato


ad effettuare la consueta telefonata ai familiari, chiamando I'utenza
telefonica attestata presso I'abitazione di GELARD I Emanuela.
Nell'occasione il detenuto aveva modo di dialogare anche con D I
TRAPANI Maria Angela (progr. 431 delle ore 18:31); proprio
quest'ultima lo rassicurava sul ridimensionamento dei dolori alle
spalle patiti dalla GELARDI, e ciò grazie alla fisioterapia
somministrata da LINA (DI TRAPANI Diego), che, evidentemente, a
quella data, riusciva ad espletare la reggenza del mandamento di
Resuttana nel migliore dei modi. [~&GA& U2)

M. ANGELA: mamma dolori nelle spalle non ne ha ...


PIPPO: ah ... va bene ...
M. ANGELA: ci sono passati ..
PIPPO: ... va bene, va bene ... sono contento ... insomma ... incompr
... forse la fisioterapia gli ha dato ... è buona ... la fisioterapia
è buona ...
M. ANGELA: si, si ...
PIPPO: si,si,si
M. ANGELA: va bene ...

I l giorno successivo, MADONIA Giuseppe scriveva ai fratelli


detenuti, riportando le notizie apprese: (ALLEGATO' #19) e

CARISSIMO SALVO (...) MARIA ANGELA MI DICEVA CHE STA BENE. POIHO
PARLATO CON LA MAMMA E MI DICEVA CHE SI SENTE MEGLIO CON I
MASSAGGI CHE LE ALEVA I DOLORIALLE SPALLE QUINDIANDANDO DAL
FISIOTERAPISTA STA MEGLIO. HO CHIESTO A MARIA ANGELA COME STA E MI
DICEVA CHE STA BENE (...)

CARISSIMO NINO (..) LA U M A LO SENTITA SENTITO BENE E MI DICEVA CHE


CON I UASSAGGI CHE GLI FA LA FISIOTERAPISTA SI SENTE BENE. ANCHE
MARIA ANGELA LO SENTITO CHE STA BENE, ANCHE LEI FA FISIOTERAPIA (..)
DICEVA MARIA ANGELA CHE FRA LEI E LINA C'E' ARMONL4 ANCHE AL
COLLOQUIO MI DICEVA QUESTO E QUESTO MI FA MOLTO PIACERE (...)

I l 20 luglio 2006 giungeva conferma di ricezione del


messaggio da parte del MADONIA Antonino. &l
CARISSIMO PIPPO (..) CON LA TUA LETTERINA MI FAI SAPERE CHE VENERDI' 14
LUGLIO ALLE ORE 18.30 AVEVI TELEFONATO A CASA ED A VEVI PARLATO CON
LA ilUMNA, CHE GRAZIE ALLA FISOiTRAPL4 SI ?'A RIPRENDENDO Di41 DOLORI
ALLA SCHIENA, MI AUGURO CHE QUESTO BENEFICIO DURI NEL TEMPO (...)

Nei giorni a seguire e specificatamente il 2 agosto 2006 D I


TRAPA N1 Maria Angela rassicurava telefonicamente il cognato
MADONIA Giuseppe sulla regolarità con cui continua vano ad
essere somministrati "i massaggi" alla suocera, riportando inoltre i
saluti di D I TRAPANI Diego (= LINA) - progr. nr. 601 ore 18:27.
Nell~occasionei due commentavano, con il solito linguaggio criptico,
il rischio al quale DI TRAPANI risultava essere esposto a seguito
della operazione di polizia effettuata (indagine Gotha). LEGATO
U-s)
PIPPO: ...Dimmi una cosa...comunque...alla mamma, i massaggi..... la fisioterapia gliela
fanno?
MARIA A. : ...
Sì, sì ce la fanno
PIPPO: ..
Perfetto, perfetto.. .tu come sei, come.. .apposto?.
MARIA A. : ...
Insomma diciamo a posto ...
L..l
MARIA A. : Nie ....tanti saluti dalla zia ....t a n t i saluti da Lina.. .
PIPPO: Come sta?
MARIA A. : Ben ..., bene...
PIPPO: 0
MARIA A. : Sì, sì... no...ma...ma l e i è bella tranauilla...
PIPPO: Sì, però ...lo so...p erchè lì le viene pure il nervoso...
MARIA A. : Sì, lo sa...sì, lo sa
PIPPO : ...
L'esaurirne l'esaurimento nervoso le viene...
MARIA A. : Si, lo so ...gia ci basta la mamma pure...
PIPPO: ...m a anche con auesto caldo, sai come viene
l'esaurimento nervoso?
MARIA A. : Sì, sì...
PIPPO: ....mizzica!...
MARIA A. : eh...
PIPPO: va bene...eh,eh,eh (ride)

I l 7 agosto 2006 MADONIA Antonino, in risposta alla


lettera ricevuta dal fratello Giuseppe, forniva ennesima conferma
di ricezione del messaggio precedentemente inviatogli: mg@*W&
&!!#l
CARISSIMO PIPPO (..) QUESTA TUA LETTERINA MI HA UN POCO RINCUORATO
PERCHE' HAI SENTITO PER TELEFONO LA MAMMA E MI DICI CHE STA MOLTO
MEGLIO, GRAZIE ALLE FISIOTERAPIE (..)

Nell'occasione intimava a medesimo MADONIA Giuseppe di


riferire alla cognata D I TRAPANI Maria Angela di "stare
casereccia ", volendo preservarla da possibili conseguenze relative
ad ulteriori risvolti delle attività di polizia in corso I

(..) PER FAVORE RACCOMANDA A UARLA ANGELA DI STARE CASERECCIA,


NON FARCI PRENDERE DISPIACERI (...)

I n estrema sintesi, dall'arresto di CINA' Antonino (20


giugno2006) alla prima decade del mese di agosto 2006 D I
TRAPANI Diego sembrava aver abilmente scongiurato il pericolo
del riacutizzarsi dei dolori alla schiena patiti dalla GELARDI. I n
altre parole l'elargizione del denaro da far giungere ai MADONIA
sembrava essere stata garantita.

Nel mese di agosto 2006, però, MADONIA Aldo effettuava


tre colloaui carcerari ris~ettivamentecon i fratelli Giuseppe e
Antonino e con il adr re Francesco. La necessità di interloquire
con i parenti detenuti - di solito volutamente evitata da MADONIA
Aldo, per evitare "coinvolgimenti" - dal tentativo di dirimere una
volta per tutte le frizioni esistenti con la cognata Maria Angela. I n
effetti, come si avrà modo di vedere in altro paragrafo, una delle
conseguenze più immediate dei colloqui in esame, sarebbe stato
I'allontanamento di MILIA Rosaria (Palermo, 24 ottobre 1 955),
"fidanzata " storica di MADONIA Antonino, con cui risultava
intrattenere anche rapporti epistolari. La donna, riconosciuta quale
vera causa degli attriti familiari in argomento, veniva pertanto
allontanata dalla famiglia MADONIA ed in particolare da GELARDI
Emanuela, della quale soleva occuparsi frequentandone con
assiduità I'abitazione.

Nel corso dei colloqui carcerari su indicati venivano però


trattati ben altri argomenti di assoluto rilievo investigativo. I l primo
di essi veniva registrato il 1 2 agosto a Biella con il detenuto
MADONIA Giuseppe. Anche in questa occasione, quest'ultimo
risultava adottare le consuete modalità comunicative che non
consentivano la comprensione degli argomenti trattati (tono di voce
basso, conversare all'orecchio etc). Si vedano le foto.

Diversamente il 16 agosto 2006, le restrizioni dettate


dall'art. 41 bis O.P. permettevano di intercettare con profitto la
conversazione intercorsa tra lo stesso MADONIA Aldo ed il fratello
Antonino. @&abw;@G]
?Ti*-\G)*Ì4,-%w*q$? -.C
Durante il colloquio in esame, veniva
fatto espresso riferimento all'arresto di CINA ' Antonino (inteso "iI
fisioterapista che conosceva Lina ") e veniva dipinta una situazione
caratterizzata da una concreta difficoltà gestionale degli
interessi dei MADONIA. Nello specifico, MADONIA Aldo lasciava
intendere che l'elargizione del denaro effettuata in loro favore
avveniva con una sorta di discontinuità, tale da destare
preoccupazione.

ANTONINO: c'era stato, c'era stato diciamo che c'era il ...


FISIOTERAPISTA che conosceva LINA no!? ...
ALDO: eh ...
ANTONINO: LINA no!?
ALDO: eh ... eh ... eh...
ANTONINO: eh ... la ... là era il discorso perché là diciamo... quindi
pienamente eh ...
ALDO: eh ... eh ... queste sono cose che t u m i insegni ca... ca ....
ANTONINO: eh ... eh... prendi il tempo che trovi, prendi il tempo che
trovi ...
ALDO: prendi il tempo che trovi ...
oggi magari una settima ...
... un mese si sente un poco meglio, l'altro mese ...
ANTONINO: perfettamente ...
...
l'altro mese
... ......
per fare l'esempio il Voltaren ...
il
ALDO:
coso si si sta due t r e giorni a letto e non si può
alzare perché quindi le cose su cui i o non m i sento
tranquillo, giusto? ...
ANTONINO: certo, certo, certo, certo che logico ...
ALDO: di portare avanti un discorso ...
ANTONINO: e invece ... (saluta un detenuto che entra nella sala
attigua,ndr)
cure d i ... ...
di
...eh eh ... ...
come si chiama le le
dovrebbero essere u n poco più solide i n
... ...
ALDO:
questa situazione diciamo
ti danno, ti danno questo quell'altro,
...
oppure sono aleatorie?
facendo
...
ANTONINO:
FISIOTERAPIE IONOFORESI
però dico ...
però dico ...
...
t u il quadro generale della
patologia t u le sai diciamo no bene o male ... la ...
MAMMA ti aveva un pochettino diciamo
(...incomprensibile... ) ...
ALDO: si ... si ... si ...
ANTONINO: ah ... no dico t u bene o male sei a conoscenza? ...
ALDO: si! ... ... ... ...
si s i si
ANTONINO: oh! ... perché aveva u n coso diciamo impostato diciamo
no ... poi le ho domandato e dice non ho niente ... non
so aveva cose diciamo ...
[...I
ANTONINO: ma PIPPO com'è che non lo aveva c a ~ i t o .alielo avevo
detto i o ... gli ho detto senti ...
ALDO: e non lo aveva capito ... non lo aveva capito niente ...
ANTONINO: non lo aveva c a ~ i t o ...
ALDO: non aveva capito niente ...
ANTONINO: vabbè perché forse ha fatto l'ultimo ...
ha fatto l'ultimo ...
ALDO: non aveva capito niente ...
ANTONINO: ha fatto l'ultimo colloauio e m i diceva l'ultimo ...
colloauio ~ e r c h éche cosa è i 1 discorso dice fa le ...
FISIOTERAPIE da NINO. fa le FISIOTERAPIE da NINO,
aDDOSt0 ... ...
~ D D O S ~ O~, D D O S ~ O eh ...
allora ~DDOS~O,
...
a o ~ o s t o invece non è così! ... va bene ...

MADONIA Aldo affrontava, poi, un problema sorto a seguito


di una promessa in passato fatta dal fratello Giuseppe a D I
TRAPANI Maria Angela, riguardante la concessione dl' una
somma dl' denaro aggiuntiva da corrispondere alla donna [le cure
non lasciano assolutamente ... anzi si sono aggravati perché lui ha
promesso qualche cosa a MARIA ANGELA, ha dato anzi pic che
promesso ... PIPPO]. Di questa somma maggiore si era parlato nel
colloquio carcerario tenutosi a Biella il 2 0 maggio2006 e in alcuni
successivi incontri e lettere66.

11 21 maggio2006 il MADONiA Giuseppe scriveva al fratello Antonino informandolo di un impegno preso


a favore della cognata e metaforicamente indicato quale rimedio utile ad alleviare una presunta allergia sofferta
dalla donna[(. ..) UARCA ANGELA STA BENE, SOFFRE DI ALLERGIA E QUINDI LE CREA QUALCHE
PROBLEMA (...) NINO STO FACENDO DI TUTTO PER FARLE AVERE QUELLO CHE LE SPETTA
6 ..)].~$&#&p~i@@j
1'8 giugno2006 la DI TRAPANI riferiva al marito MADONiA Salvatore le esatte disposizioni in tal
senso ricevute dal cognato [PIPPO aveva detto alla MAMMA, l'altra volta, le parlava del CORVO ... ...
dell'operaio ...
CORWNA ...
vieni qua MARLA ANGELA ...
1500 euro ...
ti bastano, dice, per te ed il
bambino? (..) .. ... ...
devi andare. dice da CORWNO e gli dici che ogni mese, a quelli che da a MAMMA (...)
... ...
e 1000 in più! (...)dice poi glieli portano alla M;.1MMA e la MAMMA te

I TRAPANI Maria Angela risultava tornare sull'argomento, spiegando al


suocero detenuto come fino a quel momento avesse goduto del beneficio accordatole solo il 10
giugno2006 allorquando, come visto, in compagnia della suocera, risultava aver riscosso 4.000 euro
,.. dal CINA' Antonino e dal GRAZIANO Vincenzo [PIPPO ha avuto un pensiero per me di ...
... ...
dirgli orni mese che mi doveva papare dice ti dò 1.500 euro t...) PAPAho accompagnato
... ... ...
la MAMMA Sabato per altri motivi da CINA e da VICIUZZU e ci hanno dato 4.000
...
euro ed ho detto a MAMMA: lo sai che PIPPO ha detto che di questi devi dare 1.500 a me
...
J...)Piv~o mi ha detto così ed è un Densiero di Pippo. La MAMMA me li ha dati perchè pii ...

- L'epilogo di tale vicenda sarebbe stato successivamente registrato il 07 settembre 2006,


allorquando la stessa DI TRAPANI Maria Angela avrebbe reso edotto il marito dell'awenuto
ridimensionamentodella concessione precedentemente accordatale; nell'occasione avrebbe
sottolineato come la rettifica in tal senso attuata da MADONIA Aldo fosse stata decisa, guarda caso,
proprio all'indornani del colloquio tenutosi con il h t e i l o Antonino il 16 agosto 2006 [però è
...
guidato da tuo fratello Nino t...) è tornato da 18 e mi ha tolto il pensiero quello di

Quel giorno (16 agosto 2006), al termine del colloquio carcerario in esame,
MADONIA Antonino scriveva al fratello Giuseppe, sintetizzando le difficoltà
prospettategli:
A l .

CARISSIMO PIPPO (...) DIRTI CHE LA MAMMA SOFFRE DEI SOLITI DOLORI
ALLA SCHIENA E' PER TE GIN NOTO, QUINDI DOBBIAMO REGOLARCI A
I l 17 agosto 2006, infine, MADONIA Aldo effettuava
l'ultimo tra i colloqui programmati; si recava infatti a Napoli
Poggioreale ed incontrava il padre Francesco. ieipiLE&i&:@*) Il
dato rilevante emerso nell'occasione risultava essere la reazione
avuta dal detenuto a fronte alla preoccupante situazione
illustratagli.

MADONIA Francesco additava, infatti, il figlio Antonino quale


reale responsabile della ma la gestione, riconoscendone
implicitamente l'indiscusso ruolo verticistico nel mandamento di
Reasuttana [ha manovrato tutte cose NINO (...) perciò io non
mi sono interessato di niente].

Come è ovvio che fosse, nel corso dei detti colloqui carcerari
effettuati da MADONIA Aldo, quest'ultimo, oltre a comunicare le
più recenti evoluzioni del mandamento di Resuttana, riceveva
precisi ordini sui provvedimenti da adottare. I n quell'ottica
andavano infatti intese le risultanze investigative successivamente
ottenute ed in specie quelle del 7 settembre 2006, attinenti
l'attività d'intercettazione ambientale svolta .alllirite.rno
dell'abitazione della GELARDI Emanuela sita in via Cimbali nr. 44

Quel giorno, infatti, MADONIA Aldo incontrava GRAZIA NO


Vincenzo cui riporta va le disposizioni ricevute dai fratelli detenuti,
sottolineando di aver avuto modo di relazionarsi più proficuamente
con MADONIA Giuseppe che, come noto, era l'unico a non essere
più sottoposto al regime detentivo del 41 bis [( ...) soprattutto
PIPPO con il quale ho avuto modo di parlare con più particolarità
(...) gli devi dire a VICIUZZU ... quello che noi abbiamo ...
FARLA VIAGGIARE, PER NON FARLA AFFATICARE. COSI' TU HAI POTUTO
AVERE UN QUADRO GENERALE DELLE PATOLOGIE CHE L'AFFLIGGONO E
CONSEGUENZA SI RIFLETTONO SU DI NOI CHE ABBIAMO SOLO LEI (...)
diciamo ... eh ... eh... siamo nelle vostre mani ... da tutti i
punti di vista (...)I .(ALLEGÀTO ~ 2 )

Nel frattempo il 2 4 agosto 2006 MADONIA Antonino


incitava il fratello a trovare una repentina soluzione che garantisse
la ripresa della consegna del denaro a favore della madre:

DOBBIAMO VEDERE SE LA FIGLIA DI LINA POSSA ANDARE A CASA DELLA


MAMMA PER ASSISTERLA D I R E T T A M E m

I l 2 settembre 2006 MADONIA Giuseppe scriveva al


fratello Aldo chiedendo di conoscere quale terapia fosse stata
individuata dal "MEDICO" per alleviare i dolori alle spa lle pa titi
dalla madre, aggiungendo di ritenere quest'ultimo responsabile di
-~..*,
-..:*a:.. :,:
>.:;t., .* >:y:, -:$\:*?.>

eventuali mancanze ~ i f I ~ ~ & f i ~ ~ f f , G ! ~ '

ALDO TI RICORDO CHE MI DEVI FAR SAPERE COSA DICE IL MEDICO PER I
DOLORI ALLE SPALE E QUALE TERAPU FARE IO LO RITENGO RESPONSABILE
DI TALI MALORI

Come noto, in quel periodo, D I TRAPANI Diego era ancora


reggente del mandamento di Resuttana, ruolo assolutamente
compatibile con la figura del MEDICO di cui alla lettera sopra
riportata. Va però ricordato come, già all'epoca, il DJ TRAPANI
@ Diego riscontrasse serie difficoltà nel garantire il
sostentamento economico alle famiglie dei detenuti, e ciò in
ragione del processo di deposizione che l'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore aveva avviato a suo carico allrindomani della
divulgazione delle risultanze investigative emerse nel corso della
c.d. indagine Gotha. D I TRAPANI (ZIA LINA) veniva ritenuto non
più affidabile da LO PICCOLO in relazione alla sua particolare
vicinanza a CINA' Antonino ed a ROTOLO Antonino, principali
artefici del progetto omicidiario organizzato nei confronti dei LO
PICCOLO.
Nel frattempo, il 2 7 settembre 2006, MADONIA Antonino,
condividendo il forte scetticismo ancora una volta esternato dal
fratello Giuseppe nei confronti della cognata D I TRAPANI Maria
Angela, manifesta va ben più gravi timori derivanti da potenziali
interferenze che la stessa avrebbe potuto causare relazionandosi
direttamente con l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore;
evidentemente ciò traeva origine dalla consapevolezza che la D I
TRAPANI e LO PICCOLO si erano già incontrati in epoca antecedente
il mese di febbraio 2 0 0 5 J Nell'occasione, LO
PICCOLO veniva indicato con il noto appellativo "U VASCU'J già
emerso nell'ambito di diversi procedimenti penali: w@#&%%&g)

MI AUGURO CHE NONAWILISCA U VASCU CON CURTIGLIO PER FARLO


TORNARE DOVE ERA PRIMA

I l 2 7 o t t o b r e 2006 MADONIA Giuseppe era finalmente


informato sugli ultimi provvedimenti adottati da LO PICCOLO nel
contesto del mandamento di Resuttana ed in specie circa il
processo di deposizione operato a carico di D I .TRAPANI Diego.
L'informazione veniva come di consueto riportata da D I TRAPANI
Maria Angela nel corso della telefonata effettuata dal detenuto a
casa della madre - progressivo ' 1250 delle ore 16:25.
&@@!Comediretta conseguenza, il 2 9 o t t o b r e 2006, il medesimo
MADONIA Giuseppe scriveva al fratello Antonino, accennando a
generiche difficoltà esistenti con la somministrazione della
"fisioterapia" all'anziana madre, ma non entrando nello specifico
delle vicende riferitegli:

(..) PER QUANTO RIGUARDA IL UALORE DIilitQMUA ALLE SPALLEAVREBBE


BISOGNO DELLA FISIOTERAPIA M A NON FA NIEhTE PERCHE HA DELLE
DIFFICOLTA GIUSYA FARE LA FISIOTERAPLA COSIMI HA DETTO (..)

Intanto, il 7 novembre 2006 D I TRAPANI Diego, ormai in


estrema difficoltà, si recava a casa della GELARDI Emanuela. La
conversazione ambientale intercorsa dai due veniva intercettata al
progressivo nr. 837 delle ore 09:35. Nell'occasione D I TRAPANI
esterna va alla GELAR D I la necessita di interloquire con
MADONIA Aldo, al quale prospettare i non pochi problemi sorti
con l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore che, a dire del D I
TRAPANI, non risultava nemmeno rispondere alle numerose
richieste di incontro avanzate. (~I'LsGA-m

67 Si riporta la trascrizione:
DIEG0:le cose non vanno come dovrebbero andare... hanno fatto un po' di problemi
EMANUELA:
...
sono brutti che non ti puoi "catamiare"? (non ti puoi muovere liberamente)
DIEGO: i contatti... che avevo io... in questo momento quello non ci s i
incontra con me...
EMANUELA: e perchè?
DIEGO: e non lo so... e sto discorso non m i piace ...
[...l
DIEGO: fammi parlare con Aldo... come dobbiamo fare...
EMANUELA: eh... quando t u sei libero...io ci dico a mio figlio vedi che questa
sera viene... DIEGO a casa... quando t u dici questa sera... domani. ..
mio figlio e che ci manca... non è che è dentro...
DIEGO: lo so... e quando possiamo fare?
EMANUELA: ... ...
tu io sono sempre dentro dato che domani ...
DIEGO: t u quando ci devi andare da Nino domani? ...
EMANUELA: da Nino? domani ci devo andare...
I...l
DIEGO: io vengo questa sera...a che ora?
EMANUELA: e... dopo le otto...q uando chiude la farmacia...
[...l
EMANUELA: ...
eh m...
DIEGO: eh ...
non funzionano le cose... come è giusto funzionare eh
voglio che NINO lo sappia capisci? cose che non sono... ...
...e
i... l
EMANUELA: .. ...
siediti. premura hai? te lo faccio un poco di caffè?
DIEGO: ...
no... me ne devo andare perchè scusami perchè Aldo non c i può ...
venire là al colloquio?
EMANUELA: ma dove?
DIEGO: da NINO...
EMANUELA: ... ...
da Nino là a Novara?
DIEGO: ...
eh! altrimenti... altrimenti va da... va da Pippo da Pippo c i può ...
andare!
EMANUELA: ALDO può andare da tutte parti
andare...
...
è che non ci... non ci vuoie
DIEGO: .... ...
vabbè con Pippo da PIPPO non ci può andare o no?
EMANUELA: si mio figlio è che non ci vuole andare ...
DIEGO: ... ...
incompr può partire può partire ... ...
EMANUELA: ...
si signore ...
DIEGO: perchè per lo meno va a parlare con Pippo oh ... ...
EMANUELA: dici che gli devo dire che ci vo... per partire e non ci vanno? se gli
...
devo dire che C'& da partire ci vanno dimmi che cosa m i devi
dire che io...
...
DIEGO:
EMANUELA:
......
TOTUCCIO si sta comportando male... lo devono accontentare
... me cugino? il GENOVA?
...
DIEGO: no...il LO PICCOLO...
EMANUELA: ah...
DIEGO: s i sta comportando male
... per vedersi con me ... ...
c i ho dato sempre
ma non sì cì incontra
... ... ...
appuntamenti

EMANUELA: eh. ..e questo a mio figlio io glielo posso dire


DIEGO: ..
eh. e come lo capisce lui ...
EMANUELA:
DIEGO:
passa la voce che glielo faccio capire ...
...incompr... lui ha situazioni che appartengono a noi altri... e m i ci
voglio incontrare ..e lui niente
EMANUELA: non si fa ...
DIEGO: ...
e niente non si fa incontrare ...
EMANUELA: e nessuno C'&...p er capire perchè non fa niente lui?
DIEGO: ...incompr... però il discorso è che lui..& circondato da gente
che...non sono d i lui... ma invece di noi altri... mi capisci?
EMANUELA: eh ... t
La visita veniva evidentemente effettuata nell'estremo
tentativo di ottenere la fiducia dei MADONIA, rappresentati da
Aldo, ovviamente considerati gli unici in grado di rivalutarne il
ruolo. La stessa sera (07 novembre 2006), come preannunciato, D I
TRAPANI Diego si recava nuovamente presso l'abitazione della
GELARDI, riuscendo ad incontrare MADONIA Aldo. [$@&GATO
J t PT) Purtroppo sopravvenute difficoltà tecniche impedivano di
comprendere gli argomenti affrontati dai due.

LI8 novembre 2006 si aveva decisiva conferma della totale


inaffidabilità di GELARDI Emanuela, ormai evidentemente non più
in grado di adempiere al ruolo di vettore comunicativo per conto dei
figli detenuti. La stessa, infatti, recatasi a Novara per effettuare un
colloquio carcerario con il figlio MADONIA Antonino, riferiva a
quest'ultimo della visita ricevuta il giorno prima dal D I TRAPANI
Diego (inteso "PINUZZU 21'7, omettendo però di specificare lo
stato di difficoltà prospettato da D I TRAPANI. I n quest'ottica la
GELARDI comunicava al figlio un generico e reiterato impegno
"*-,. .""" " "

profuso da D I TRAPANI nei loro interessi. qgfi~


,, ...-.:,
,,

EMANUELA: ieri è venuto ...INC...


ANTONINO: è venuto a casa? è venuto a casa?
L..l
ANTONINO: ma è fatto ... ma è stato male è stato?
EMANUELA: ...INC...
ANTONINO: è invecchiato?
EMANUELA: anzi, ti posso dire che sta ...
ANTONINO: è invecchiato?
EMANUELA: no, no, sta u n po' meglio
ANTONINO: PIIVUZZU, PIIVUZZU 21;

DIEGO: eh... abbiamo avuto un discorso...


[...l
DIEGO: fammi parlare con Aldo e vediamo lui che dice...
EMANUELA: ...
e questa sera Aldo qua è incompr ...
DIEGO: ma a PIPPO non gllelo devi dire?...
EMANUELA: ...incompr ...
DIEGO: l'altra volta chi c'è andato... l'altra volta C'&andato il Aldo (o simile)
EMANUELA: ...
io ci sono incompr...
DIEGO: ah? ci fai sapere che... ci fai sapere... che in ogni caso... mi
dicono... una persona fidata di loro... chi è che può essere che io ci
posso parlare

P- 330
EMANUELA: PINUZZU, si, si ... ieri è venuto ... gli ho detto: domani ho il
colloquio ... non ti dimenticare ... no, non ti preoccupare

La GELARDI indicava quindi la somma di denaro ricevuta,


provocando forte dissenso nel figlio, che esortava la madre a
chiederne un cospicuo aumento [[. .,l accussi picca?! (...) anche
perché so che ci sono ... diciamo ... mi sono spiegato ... quindi c'è la
possibilità ... diciamo ... di uno ... altrimenti ti direi cerchiamo di ....
invece digli: fai le cose giuste ...l. Ed in questo frangente Nino
MADONIA esternava alla madre la già riportata frase "dico, non è
che ti pare ci sta facendo un piacere (...) sta facendo più che il suo
dovere (...) e lo deve fare con... con sostanza (...) se lui ... si
annaca il culo (... )è dovuto a chi!? ( I N D I C A SE STESSO, ndr) ...
non è che .... per la sua bella faccia è?]. Affermazioni che
corroboravano quanto risultante dal pizzino datato il febbraio
2006, sequestrato durante le operazioni che condussero alllarresto
di Bernardo PROVENZANO (riportato in precedenza).

Sempre 1'8 novembre 2006, nel prosieguo del colloquio


carcerario in esame, MADONIA Antonino risultava inoltre
premurarsi affinchè, nelllottica della corresponsione del denaro
destinato alle famiglie dei detenuti, non fosse trascurata la cognata
D I TRAPANI Maria Angela, oramai unica in grado di dare seguito
alle direttive dei cognati detenuti:

ANTONINO : ma ... per MARIA ANGELA ci pensa?


EMANUELA: io ci penso?
ANTONINO: no, lui
EMANUELA: certo
ANTONINO: e diglielo ... non facciamo che
EMANUELA: altrimenti ...
ANTONINO: non facciamo che ... diciamo ... la trascura ... è giusto?
EMANUELA: 'nca MARIA ANGELA non è parente?
ANTONINO: si, però ... siccome sono sempre contrapigghiati no ... cose ...
m i sono spiegato?
EMANUELA: ...I N C... contrapigg hiati
ANTONINO: non lo so ... vedi il discorso ... quindi t u cerca di dire: senti,
vedi che NINO mi ha detto che ci sono, stai attendo gli
...
dici
Infine MADONIA, valutando una possibile scarcerazione del
padre Francesco ed una successiva sottoposizione dello stesso alla
detenzione domiciliare, individuava il percorso alternativo che la
madre avrebbe dovuto eventualmente seguire affinchè fosse
sempre garantito il ritiro del denaro dovuto. I n sostanza, non
potendo più ricevere visite a domicilio da parte di D I TRAPANI
Diego, avrebbe dovuto eventualmente contattare l'ulteriore figlia di
quest'ultimo, a nome Katia [dico, eventualmente PAPÀ è a casa ...
lui non può venire (...) quello non può venire più ... PINUZZU
(...)eventualmente da Katia ... diciamo no?].

LI8 novembre 2006 veniva svolto un ulteriore colloquio


carcerario tra D I TRAPANI Maria Angela ed il marito MADONIA
Salvatore, detenuto a L'Aquila.

Nell'occasione, utilizzando lo pseudonimo ROSALBA per


indicare il LO PICCOLO, la donna riportava tutte le ultime novità
registrate sul territorio, non omettendo di riferire, ovviamente,
l'ormai conclusosi processo di deposizione operato a carico del D I
TRAPANI Diego (ZIA LINA) indicando anche il
soggetto subentrato alla reggenza del mandamento di Resuttana,
quale diretta espressione del medesimo LO PICCOLO, in GENOVA
Salvatore, inteso CARMELA~'. Inoltre, la DI TRAPANI
comunicava la visita effettuata da GENOVA (CARMELA) a casa della
suocera7', e affermava che LO PICCOLO voleva garantire loro un

68
"alla ZL4 LNA, l'onda gli si è abbassata! (...) ce l'ha nelle mutande (...)perchè ha parlato troppo! (...)
contro la ZIA ROSALBA! (..) non esce nemmeno dal portone!':
"la ZIA ROSALBA ha detto a CARMELA che deve essere CARMELA!".

'O Proprio quest'ultimo dato rendeva possibile la comprensione delle rkultanze


investigative in tal senso registrate il 10 ottobre 2006. Quel giorno, infatti,
era stata documentata una visita effettuata dal medesimo GENOVA
(accompagnato dal GRAZIANO Vincenzo) presso l'abitazione dell'anziana
GELARDI Emanuela. Seppur alcuni problemi tecnici non avevano reso possibile
comprendere il contenuto della conversazione intercorsa, gli elementi
successivamente emersi avrebbero chiarito come ciò avesse costituito una vera e
propria presentazione ufficiale del medesimo GENOVA al cospetto dei
I
impegno sicuramente più concreto di quello a suo tempo profuso da
D I TRAPANI ~ i e g o " . Arrestato D I TRAPANI Diego (1'1 1
novembre 2006), MADONIA Antonino - che ancora non sapeva
della attribuzione della reggenza del mandamento in capo al solo
GENOVA Salvatore - MADONIA lo riteneva possibile causa del
riacutizzarsi dei dolori alla schiena patiti dalla GELARDI; in questo
senso risultava infatti esprimersi il 24 novembre 2006,
allorquando scriveva al fratello Giuseppe @"194k&h'@&$l

(...) TIENI PRESENTE CHE ORA CON IL FREDDO E LE INTEMPERIE I DOLORI


ALLE S P U E SI FARAMVO SENTIRE ALLA MAMMA (...)

L'avvicendamento DI TRAPANI-GENOVA rispondeva, invero, ad


una logica essenzialmente "lo picco1iana I'
. I n ogni caso, LO PICCOLO
aveva comunicato il fatto, ed aveva mandato GENOVA a casa
GELARDI. Solo per un disguido del sistema comunicativo, dovuto
alla malattia della GELARDI, la notizia non era pervenuta a
MADONIA Antonino. I n ogni caso, primo pensiero di LO PICCOLO
era stato quello di garantire le entrate della famiglia MADONIA (a
chiaro riconoscimento del ruolo ancora attuale svolto nel
mandamento).

Dalla lettura di alcune missive scritte dal MADONIA Giuseppe


e dal fratello Antonino tra 1'8 ed il 12 dicembre 2006, più sopra
,.c*?~.CcU:., ""<' ." ...
riportate nella parte d'interesse; ......-.
~. &.. @ L &&~
G ' i " ~...,i J.,...i ' ; * e m e r g e
&i‘x.,,- :

chiaramente che MADONIA Antonino era stato informato, e che "i


dolori alle spalle" erano spariti.

quali veniva quindi riconosciuta l'assoluta egemonia territoriale

71 "CARMELA da MAMMA è andata (...) va da MAMMA (...) dice, IO ho tutto


l'interesse per tutelare VOI (...) Ieri CARMELA mi ha detto che da adesso in poi ...
millesettecento ...a ME, NICOLA... per come... è... TUA MAMMA T U m ! mi ... ...
venne u core quando mi sono vista con... (abbassa il tono della voce e comunica
con il labiale, ndr) millesettecento... ogni mese ... millesettecento,.. mi ha
detto...".
I n quel periodo - ed in particolare 1'1 dicembre 2006 -
MADONIA Antonino veniva anche autorizzato ad incontrare il
padre Francesco presso la struttura detentiva di Napoli
Poggioreale. F&@4%33$@& Nell'occasione i due accennavano
all'avvenuto incontro tra D I TRAPANI Diego e MADONIA Aldo,
tenutosi, come detto, il 7 novembre 2006 presso l'abitazione di
GELARDI ~ m a n u e l a ~ ~ .

Dunque, il flusso di comunicazioni, grazie a DI TRAPANI Maria


Angela, era ripreso, e MADONIA Antonino risultava essere stato
nel frattempo aggiornato su tutte le più recenti evoluzioni criminali
attinenti il mandamento di Resuttana, tanto che comunicava al
padre la causa della deposizione di D I TRAPANI Diego: aver
mascariato (ovvero ridicolizzato) colui il quale aveva acconsentito
alla sua ascesa, ovvero il LO PICCO LO^^.

Ciò posto, il 7 dicembre 2006 si registrava un ulteriore


colloquio carcerario tra il MADONIA Giuseppe, la cognata D I
TRAPANI-, Maria Angela e la madre GELARDI Emanuela. La
conversazione avveniva con gli ormai consueti accorgimenti che
rendevano ancora una volta impossibile la comprensione degli
argomenti trattati (in specie, l'accortezza di parlare all'orecchio,
fatto questo che veniva consentito dal personale carcerario). Si
percepiva, comunque, che MADONIA esortava le donne a prestare
la massima attenzione al fine di eludere eventuali attività d'indagine
in corso [DOBBIAMO, DOBBIAMO, DOBBIAMO (mimando riproduce
il gesto di "APRIRE GLI 0CCHI"J Come di consueto,
poi, il successivo 14 dicembre 2006 la D I TRAPANI riportava al

72''FRANCESCO: E venuto ALDO a colloquio ... lo è andato a trovare DIEGO... e vole... voleva, insomma, di
vedere... INCOMPRENSIBILE... non sapendo che dopo uno... due giorni... sono andati ad arrestarlo...".

73 "dice lui ... io ti tinaivo e tu mi mascariasti..".

ck ..
marito MADONIA Salvatore alcune delle direttive ricevute dal
cognato Giuseppe in occasione di un colloquio. il\ui~&.*fl ) La
DI TRAPANI avrebbe dovuto contattare lo zio D I TRAPANI
Michele ("ZIA SARA') che, sua volta, si sarebbe dovuto
personalmente interessare della vicenda inerente la costruzione di
un 'attività commerciale, da eseguire per conto dei MADONIA
tramite il già citato SBEGLIA'~. L'evento, come facile intuire,

74

M. ANGELA: (...) Mi ha detto ...


dice... dì... dice... se dico alla ZIA
SARA... si interessa d i una cosa... però al d i fuori di
tutto... (abbassa il tono della voce, ndr) ...
costruzioni... costruire... SBEGLIA... dice che c'era
...
QUESTA che una volta ...
dice... voleva... insieme...
dice... a NINO... dice... voleva fare questa dice... ...
siccome ...
dice... l'abbiamo tenuta ferma...
SALVATORE: si... ma... eh... questo... o è scemunito... o è cretino! Per
ora c'è un fuoco!
L..l
M. ANGELA: Gliel'ho detto alla ZIA SARA... Mi ha guardato g l i h o ...
detto... ha detto... e io ho la mia parte? Gli ho detto:
si, m i ha detto che una parte è tua... E' sicuro MARIA
ANGELA? I o ho la mia parte?! Gli ho detto: si m i ha
detto ....
(ride, ndr) ...
si... si... m i ha detto... dice...loro
...
so... noi siamo i n cinque. i n cinque con te!
?

/...l
M. ANGELA: Dice... ma chi t e I'ha detto?... PIPPO... questa è la
cosa... che PIPPO m i fa: non glielo dire che t e l'ho
detto io... g l i devi dire che t e I'ha detto NINO! ...
PIPPO me l o stai dicendo tu! Tu non ti preoccupare...
t u g l i devi dire che t e I'ha detto NI...
L..l
M. ANGELA: ... perchè ...dice... non vorrei che con questo discorso di
GIUSY, gli può sembrare ... la verità di quello che è... e io...
ZIO MICHELE m i fa: che t e I'ha detto? Gli ho detto:
(abbassa il tono della voce) ...
no, NINO me I'ha detto!
Sicuro? Perchè io... dice... faccio quello che (abbassa il
tono della voce) m i dice NINO... gli altri non voglio
sentirli... dice... che poi un domani m i dicono che non
è vero...
SALVATORE: Va bel... ma ...
quale è il problema basta ... ...
M. ANGELA: g l i h o detto si...
SALVATORE: basta.. .
L..l
M. ANGELA: Però ...
dice... non altre cose... No! dice... queste ...
cose! ...
solo ...
solo questa
senza che nessuno lo deve sapere!
con QUELLO! ...
dice,
...
...
SALVATORE: va bene ...
questo! ...
M. ANGELA: dice ...
e vedere di potere ...
(agita le mani, ndr) ... poi mi
fa ...
ti rendo responsabile ...
questa cosa non la deve
sapere nessuno! ...
gli ho detto ... senti ... senti ... gli ho
detto ...
335
costituiva la naturale evoluzione delle acquisizioni in questo senso
emerse già il 6 aprile 2006~'.

A dimostrazione del1'interazione tra il carcerario e l'associazione


mafiosa operante all'esterno, il 6 marzo 2007, si perfezionava
I'auspicato incontro tra il DI TRAPANI Michele e lo SBEGLIA. La
circostanza, come asserito da D I TRAPANI Maria Angela in
occasione del colloquio svolto con il marito solo due giorni dopo (8
marzo 2007), si sarebbe comunque conclusa con un nulla di fatto,
stante le e videnti difficoltà manifestate dallo SBEGLIA 76.

Ciò evidenziava, ancora una volta, l'oramai strutturato nuovo


circuito comunicativo:

MADONIA Antonino MADONIA Giuseppe O D I


TRAPANI Maria Angela O SODALI I N LIBERTÀ.

''gli devi chiedere ... / e noi (MDONIA, ndr) abbiamo un terreno ... un giardino ... vicino da CARMEU!
75

(...) dice... vede che cosa ci può fare... se ci può fare, dice, un SUPERMERCATO... una cosa (...) tu devi
essere i miei occhi ... te lo dice pure NINO".
76

M. ANGELA: ieri ...) (porta la mano


all'altezza dello stomaco, ndr) ... te lo posso raccontare un
piccolo aneddoto? ... non ti arrabbiare, però! ...
mi si è
smosso un pochettino il sangue ... perchè quando è
ritornata ...
da ...
da CORVINA ... era uscita con
C C

l l q
q
.l
SALVATORE : o h ! ... non lo so, I O ...
M. ANGELA: di QUESTA PERSONA? ... gli ha ... QUESTA PERSONA ...
Q
9
SALVATORE : eh ...
M. ANGELA: ora ...
1
possiamo fare niente!

4"- 336
I n tal senso, seguendo il percorso a ritroso, rilevava la
specificazione fatta da D I TRAPANI Michele alla nipote Maria
Angela e da questa riferita a MADONIA Salvatore i1 14
dicembre 2006; secondo l'uomo le direttive ricevute dalla nipote
sarebbero state considerate tali solo se provenienti dal MADONIA
Antonino in persona [ZIO MICHELE m i fa: chi te I'ha detto? Gli h o
detto: no, NINO me I'ha detto! Sicuro? Perchè io ... dice... faccio
quello che (abbassa il tono della voce) mi dice NINO... gli altri
.
non voglio sentirli.. dice... che poi Lin domani m i dicono che non
* - - ~ r n y ~ ' , . g a-.--i.-.-
è vero.. .]. fA$&g&x~&&&#~ ,gntanto, il 27 dicembre 2006, D I
TRAPANI Maria Angela comunicava a MADONIA Giuseppe la
regolarità con la quale continuava ad avvenire la corresponsione del
denaro ad opera del GENOVA [( ...) proprio oggi glieli hanno fatti i
massaggi e sta benissimo (...)l .@f4.€@~3&$@9~

Anche MADONIA Aldo risultava essere assolutamente


soddisfatto della gestione del mandamento di Resuttana del
GENOVA, sotto l'attenta regia del LO PICCOLO. Ciò si desumeva
dalla lettura della lettera scritta al fratello Antonino il 26 gennaio
2007 e di seguito parzialmente riportata:

(...) CARO NINO, L4 NOSTRA AUATISSIM4 M h l M A VIVE UN P 0 ' NEL SUO


MONDO OVA ITA T 0 (...) POI, TI DEVO DIRE, CHE E' UN PO' MIGLIORATA
NEGLI ULTIMI DUE MESI NEL PIENO DELLA SINTOMATOLOGIA
ARTROSICA, CON I SUOI RECENTI W DI SCHIENA. S P E W O CHE
CONTnvvl COSI' (...)

Nel frattempo, il 21 gennaio 2007 veniva data esecuzione


allrOrdinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 4006/06
R. G.N. R. e 4098/06 R. G.G.I. P. emessa dalla D.D.A. di Palermo a
carico di ALTADONNA Lorenzo + 49. Tra i destinatari risultava
essere presente, tra gli altri, proprio il LO PICCOLO Salvatore,
allora ancora latitante. Questrultimo dato appariva fondamentale al
fine di meglio comprendere il contenuto dell'ulteriore conversazione
telefonica registrata tra MADONIA Giuseppe e la cognata D I
TRAPANI Maria Angela, avvenuta alle ore 16:02 del 27 gennaio
2007 (progr. 517). I n questa occasione il detenuto, evidentemente
al corrente dell'operazione di polizia effettuata pochi giorni prima,
mostrava preoccupazione sulle condizioni di salute di ROSALBA,
pseudonimo, come detto, utilizzato per indicare il medesimo LO
PICCOLO. c&&blm ,,~32j->',,
: E la D I TRAPANI lo rassicurava,
dicendo di avere ricevuto notizie del latitante proprio quel giorno:

PIPPO: Ehm....le t u sorelle come stanno? Rosalba?


MARIA A.: Bene, tutti bene..
PIPPO: Rosalba, tutti bene?
MARIA A. : Eh... a quanto pare sì ...
r...I
PIPPO: ...
tu salutamela a Rosalba e poi a tua madre...
MARIA A. : ....
Sì, sì sì, va bene sì ...
PIPPO: ...
Dico, un i n "bocca al lupo" il bambino, m i raccomando il
bambino eh? ...
MARIA A. : Sì, oggi m i ha mandato pure i saluti...

Nel corso della telefonata in esame la D I TRAPANI


rassicurava il cognato anche in ordine alla continuità con cui veniva
somministrata la "fisioterapia" alla suocera GELARDI Emanuela:
PIPPO: Ma...la mamma... come, come ..... come la vedi tu?
E.....le cure. l e fa l e cure?
MARIA A. : 4
PIPPO: ,La fisioterapia la fa? Tutte cose?
MARIA A. :
PIPPO:
....
Sì, si...la fa l'ha fatta ....
fino all'altro ieri...
Beh...ha bisoano di aueste cure, tutte...
MARIA A.: ....
Sì, si sino a ieri era...le ha fatte
PIPPO: Però dimentica le cose, vero?...
MARIA A,: Sì, si dimentica le cose però...
PIPPO: Pazienza.. .che dobbiamo fare?..
MARIA A. : Appunto. ..
[-..l

I l giorno successivo (28 gennaio 2007), come solito fare,


M ADONIA Giuseppe informava i fratelli detenuti delle notizie
apprese dalla cognata :

(...) LA MXkiiW AL SOLITO SISCORDA LE COSE PRENDE REGOLARMEl?7E LE


MEDICINE (...) CON LA FISIOTERAPU RLESCE A NON A VEREDOLORI (...)

Tanto era sicuro del linguaggio criptico utilizzato, che MADONIA


Giuseppe sollevava le perplessità della cognata, che se ne
lamenta va nel corso del colloquio carcerario intercettato a L'Aquila il
\
successivo 26 aprile 2007 con il marito detenuto MADONIA
Salvatore. ALLEGATO dZ5) i ! riferimento più evidente era rivolto
al reale significato del1'argomento attinente la presunta "a nemia
del bambino'; peraltro riscontrato in quasi tutte le telefonate
intercorse con la D I TRAPANI. Come definitivamente chiarito dalla
stessa, l'argomento trattato risultava riferirsi alle vicende ~iudiziarie
[non ancora concluse si^ inerenti alcuni beni immobili intestati ai
fratelli LO CICERO Giovanni e Salvatore e di fatto riconducibili ai
medesimi MADONIA. 77

M. ANGELA: ... ...


perchè p o i ml chiede
ndr) il PICCIRIDDU ......
(abbassa il tono della voce,
(indica Il figlio, ndr) altre ...
cose ... ed I O ...
mi scanto! (mi spavento, ndr)
SALVATORE: di che ...
M. ANGELA: eh ...
se h a l'ANEMIA ...
(continua ad indicare il figlio,
ndr) ...
(abbassa il tono delia voce, ndr)
riguarda l e cose d i ...
... ...
per quanto
si capì! (si capisce, ndr) cose
... PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
ed I O g l i faccio
no, I'ANEMIA ancora non ce l'ha! (continua ad indicare il
...
figlio, n d r )
1-1
M. ANGELA: eh ...
eh ... t i p o l e cose ...
aueile ...
VOSTRE (abbassa ...
il t o n o della voce. n d r l ...
seauestrate ha u n ...
il ...
(usa il
labiale, ndr) ... AGNELLO ... . ,

La reazione di MADONIA Salvatore era di esplicito dissenso


. - in essere
a fronte dell'inconcepibile comportamento posto . dal , n- .

fratello, sicuramente cosciente della censura comunque attuata su


tutte le sue telefonate [IO quello che vorrei ... è che TU ci andassi a
colloquio e gli dicessi ... senti ... TU hai il ... come si chiama ...
(mima il telefono, ndr) ... sotto (controllo, ndr) ... I O ... sono
combinata ... che sono ...l. I timori manifestati non sen/ivano pero
a ridimensionare lo scambio informativo da e verso i detenuti,
evidentemente necessario nell'ottica del controllo del territorio.
I n questo senso, il 5 maggio 2007 veniva registrato un colloquio
carcerario tra MADONIA Antonino, nel frattempo trasferito al
carcere di Roma - Rebibbia e la cognata D I TRAPANI Maria

77
Si rimanda al contenuto del successivo cauitolo 4.7 "I1 molo dei htelli LO CICERO Giovanni e LO
CICERO Salvatore"
Angela. (ALLEGATO 08) L'occasione costituiva una vera e propria
svolta in relazione alla totale risoluzione dei residui dissidi familiari
sorti tra i due negli ultimi anni.

Nello specifico il detenuto chiedeva ed otteneva conferma


circa la regolarità con la quale continuava ad avvenire l'elargizione
del denaro (e si confermava il parallelo tra i "dolori" ed i "soldi')
destinato alle famiglie dei detenuti, evidenziando la diversa e più
proficua gestione operata da GENOVA rispetto al periodo di
reggenza di D I TRAPA~ ~ ' ~ i(ZIA
e gLINA):
o

ANTONINO: (porta lla mano sinistra dietro il fianco sinistrol poi


rivolgendosi con lo sguardo alla cognata (strofina 1 li
[pollice e l'indice della mano sinistra] riproducendo il
gesto che sta ad indicare il denaro e chiede
testualmente) COME?
MARIA ANGELA: ogni mese
ANTONINO: eeeeh
MARIA ANGELA: si, si, gani mese
ANTONINO: uuh
MARIA ANGELA: si, due
ANTONINO: puntualmente ... ...no puntualmente diciamo?
MARIA ANGELA: si
ANTONINO: ah, perché prima ho saputo che c'era stato un po d i...
come si chiama
MARIA ANGELA: no, ma poi sono venuti
ANTONINO: adesso sembra che c'è
regolarità
... diciamo ...
una certa

MARIA ANGELA: si, quando c'era la zia Lina non ...


ANTONINO: eh ... ora c'è una certa regolarità?
MARIA ANGELA: ora c'è una certa regolarità
ANTONINO: cose "piatuse" cose misere oppure ? ...
MARIA ANGELA:
ANTONINO:
no .... (viene interrotto dal cognato)
no, l'importante è... ...
diciamo che
MARIA ANGELA: si

Anche nei mesi a seguire giungevano puntuali conferme a


garanzia dell'impegno profuso da GENOVA, e quindi da LO
PICCOLO, verso tutte le componenti familiari di quel contesto
mafioso (MADONIA - DI TRAPANI - GUASTELLA). I n questo senso si
esprimeva anche MADONIA Giuseppe nella lettera scritta il 28
settembre 2007 ai fratelli detenuti. Con soddisfazione, riferiva
loro di aver telefonato a casa e di aver potuto constatare l'assenza
dei tediosi dolori alle spalle patiti da /l'anziana madre: {AEÉEGATo
XIBO)

(...) LA U4MMA STA BENINO PERO' SI SCORDA LE COSE POI HO CHIESTO SE


HA DOLORI E MI DICEVANO CHE NON HA DOLORI QUINDI STA BENE (...)

La situazione sopra riportata non avrebbe subito mutamenti sino


alla data del 5 novembre 2007, quando, come noto, venivano
tratti in arresto i LO PICCOLO. Un'immediata conseguenza di
questi arresti la si otteneva 1'8 novembre 2007, quando la D I
TRAPANI si recava, come consuetudine, a colloquio dal marito
MADONIA Salvatore. Bi&@gf&:i&d#]
Nell'occasione la donna
comunicava al detenuto il ruolo preminente che FONTANA
Stefano (Palermo, 05 agosto 1 955), inteso "ANGELA '5
continua va a mantenere all'interno del contesto territoriale di
appartenenza, lasciando quindi intendere l'incon trastata egemonia
dello stesso all'interno della famiglia mafiosa del1'Acquasanta [... là
è ANGELA!]. Ciò posto, la D I TRAPANI riferiva di un recente
incontro avuto con lo stesso FONTANA, in occasione del quale le
era stato espressamente chiesto di intercedere con il marito
detenuto, cui rappresentare l'impossibilità di continuare a
riconoscere in capo al GENOVA Salvatore la reggenza del
t-

mandamento di ~ e s u t t a n a ~
Di~ rimando
. il MADONIA Salvatore
intimava alla moglie di prendere le dovute distanze dal GENOVA.

Come ovvio che fosse, anche MADONIA Antonino ed il fratello


Giuseppe si attivavano fornendo le direttive operative ritenute utili
a colmare il vuoto di potere registratosi sul territorio, soprattutto
funzionali a ridimensionare eventuali ammanchi economici,

'l'altra volta ...


c'era ANGELA, ti saluta ANGELA ...
a CARMELA sicuro di
no neanche morta (...)
non la possono vedere, infatti mi ha detto di
dirtelo...<<lo zaino dice non è capace di portarselo sulle spalle>>
lo diceva ANGELA ...
dice: <<non e' capace ...
vi sta facendo fare
me ...
figure>> ...
dice: <<cammina a nome di SALVO eh eh>> ...
dice: ... ...
<<si stanno mangiando tutte cose".

CJL- 341
puntualmente tradotti nel timore dell'insorgenza di nuovi dolori
articolari a discapito del1'anziana GELARDI. I 1 13 novembre 2 0 0 7
MADONIA Giuseppe effettuava la consueta telefonata ai parenti,
intercettata al progr. 2299 dell'utenza 091/6373105 in uso alla
GELARDI. Alla stessa risultava partecipare anche la D I TRAPANI
Maria Angela. &'Wf@$49)
La conversazione intrattenuta
verteva, come ipotizzabile, sulle difficoltà sorte nell'elargizione del
denaro dei MADONIA a seguito dei predetti arresti. I n tal senso la
D I TRAPANI spiegava al cognato come, a fronte dell'ultimo
cambiamento di tempo (l'arresto dei LO PICCOLO) bisognava
attendere e verificare l'eventuale insorgenza dei "dolori alle spalle"
a carico della GELARDI". Nell'occasione, i due si davano
appuntamento al successivo 6 dicembre 2 0 0 7 a Biella in
occasione di un colloquio carcerario. Analoga conversazione
telefonica veniva registrata alle ore 17:05 del 4 dicembre 2007.
Nel corso della telefonata censurata al progressivo nr. 2398 la D I
TRAPANI ribadiva a MADONIA Giuseppe che la situazione
riguardante "i dolori della madre" risultava non essere ancora stata
definita, evidenziando la necessità di dover far trascorrere almeno
un mese per poterne valutare gli eventuali "danni".
yJ,&i#]
8..

I1 6 dicembre 2007, come preannunciato, D I TRAPANI Maria


Angela si recava a Biella, a colloquio da MADONIA Giuseppe.
Dalle successive acquisizioni investigative si riusciva a comprendere
come anche in quest'ultima occasione la donna avesse ricevuto
precise direttive operative. I n tal senso, 1'11 dicembre 2007, nel

PIPPO: e ... poi altre cose ... la mamma come sta


come sta ... meglio ...ma ...
...
con i dolori

M. ANGELA: eh ... vediamo ora con questo cambiamento di tempo ...


...
se ci devono venire se ci verranno o meno ...
L - .l
PIPPO: "ddocu" perché ora a momenti farà freddo ... ora a
momento comincia l'inverno ...
M. ANGELA: si ...speriamo ...
speriamo che ora con questi
cambiamenti di t e m ~ onon ...
a mamma non ci
corso della periodica telefonata effettuata alle 17:08 dal
MADONIA Giuseppe ai familiari, BASILE Anna (badante diurna
della GEURDI Emanuela) riferiva al detenuto che D I TRAPANI
Maria Angela aveva a sua volta rappresentato l'impossibilita di
presenziare alla telefonata poiche impegnata ad incontrare
"ANGELA ;
' che, come accennato, costituiva lo pseudonimo
maggiormen te utilizzato dagli indagati per riferirsi al FONTANA
n rilwt*.xT 2 r

Stefano. L)&c@@4~&@63]

Adottando l'oramai nota chiave di lettura, appariva quindi chiaro


che FONTANA fosse stato contattato dalla D I TRAPANI, come
conseguenza delle direttive ricevute da MADON I A Giuseppe in
occasione del colloquio avvenuto il 6 dicembre 2007. Una prima
conferma in questo senso la si sarebbe già ottenuta il successivo 18
dicembre 2007. Quel giorno, infatti, D I TRAPANI Maria Angela
partecipava all'ulteriore telefonata effettuata dal cognato
MADONIA Giuseppe, ed avvenuta alle ore 16:09. Nel corso della
stessa, (registrata al progressivo nr. 2462 sull'utenza in uso alla
GEURDI) la donna riferiva al cognato di aver provveduto a
contattare "ANGELA'; la quale aveva accettato di buon grado "il
fidanzamento" proposto dal detenuto. I n estrema
sintesi FONTANA Stefano, oltre a rivestire un ruolo di vertice
all'interno della famiglia mafiosa dell'Acquasanta, era
evidentemente divenuto destinatario di nuove direttive emanate dai
MADONIA (per bocca di Giuseppe), in considerazione delle quali ne
venivano sicuramente estese le competenze territoriali.

1113 dicembre 2007 si otteneva decisiva conferma alle ipotesi


avanzate. Quel giorno veniva registrato il periodico colloquio in
carcere tra il detenuto MADONIA Salvatore, D I TRAPANI Maria
Angela ed il figlio Francesco.

L'analisi del relativo contenuto permetteva di conoscere


specificatamente il nuovo incarico assunto da. FONTANA su
disposizione del MADONIA Giuseppe [ora ANGELA ... fa tutt ...
(con con l'indice della mano sinistra alzato, riproduce il gesto di
... ora ANGELA ... uhm ... tutto per NOI pure ...
girare, ndr)
anche per NOI ... per TUTTI]:

M. ANGELA: ti saluta ANGELA pure ...


SALVATORE: uhm ... grazie ...
M. ANGELA: anche PIPPO (inteso MADONIA Giuseppe,ndr) ...
PIPPO l'ha mandata pure a salutare a parola ...
...
incomprensibile ...
mi ha detto dice ...
salutamela
pure ...
SALVATORE: mha ... va bene
r. .l
3

M. ANGELA: ora ... ora ANGELA ...


fa t u t t ...
(con c o n l'indice della
mano sinistra alzato, riproduce il gesto d i girare, ndr)
...ora ANGELA
per N O I ...
uhm
per TUTTI
... ...
t u t t o per N O I pure
...
...
anche

SALVATORE: mha ... MARIA ANGELA cambia argomento ... non voglio
sapere ...
M. ANGELA: PIPPO (inteso MADONIA Giuseppe,ndr) ...m e l'ha
detto ...
figlio,ndr)
meh
...
...
glielo detto I O (con l a mano indica il

SALVATORE: va bene ...

La decisione di MADONIA Giuseppe veniva, come e naturale,


comunicato anche a MADONIA Antonino. I n effetti il 20
dicembre 2007 MADONIA Giuseppe, regolarmente autorizzato,
telefonava al fratello Antonino, con cui si intratteneva in una
conversazione telefonica della durata di circa dieci minuti.

PIPPO: e quindi ... e poi c'è pure CICCIUZZU ... cose ... c'è CARLA
... tutte questa belle cose ... ora c'è pure come si chiama ...
MARIANNINA che ... ca ... pure ci... ci da compagnia... cose
... mi pare che la signora è stabile la situazione eh ...
NINO: ... purtroppo la situazione questa è...
PIPPO: mi capisci?
NINO: ...incompr ... se i dolori alla schiena bisogna ricovera ......
PIPPO: ti dico ... ti dico ... la mamma ha di bisogno di affetto e tutte
queste cose ... ora c'è Dure MARIANNINA che t u la
D
NINO: ho capito ...
PIPPO: ...ma ...
NINO: ti dico ... ma con questi dolori alla schiena come sta?
PIPPO: ma insomma ... mi ... "raccussi" (ndr così) ... NINO "si
badduttulia" (ndr. si arrangia)
NINO: ...incompr ...
PIPPO: ha di bi... ha di bisogno affetto la mamma...
NINO: ah ... ho capito, ho capito ...
PIPPO: lo capisci come ...
come .... com'è ...
NINO: si ...
PIPPO: ora che ti dico ... che c'è ... pure questa persona anziana che
gli dà compagnia ... MARIANNINA e questo ... t u ti ricordi
di MARIANNINA?

MADONIA Giuseppe chiedeva, ed otteneva, l'approvazione


del fratello in merito agli ultimi provvedimenti adottati all'interno
del mandamento di Resuttana. Nella circostanza l'investitura di
FONTANA Stefano veniva metaforicamente paragonata alla
"necessità di affetto" patita dall'anziana GELARDI Emanuela e
colmabile, a dire di Giuseppe, con la vicinanza di
"MARIANNINA '
; pseudonimo nell'occasione preferito a quello
comunemente utilizzato dalla D I TRAPANI per indicare il
medesimo FONTANA. I n effetti se "ANGELA " veniva utilizzato
perché la moglie di FONTANA Stefano si chiama TERESI Angela
(Palermo, 12 dicembre 1957), "Mariannina" era lo pseudonimo
utilizzato per riferirsi a GALATOLO Giovanna (Palermo, 26
febbraio 1937), madre del medesimo FONTANA*'.

La vicenda sin qui descritta registrava ulteriori sviluppi alle ,

ore 17:05 de11'8 gennaio 2008 quando, sull'utenza in uso alla


GELARDI Emanuela (091/6373105) veniva censurata
un-'ulte~ioreconversazione intrattenuta tra il detenuto MADONIA
Giuseppe e D I TRAPANI Maria Angela. I n risposta alle domande
rivolte dal detenuto, la donna rassicurava il copnato sulla "efficacia"
della "nuova cura" intrapresa dalla GELARDI, a seguito della quale
i "dolori alle spalle" risultavano essersi "riassorbiti". I n altre parole
FONTANA Stefano sembrava svolgere con successo il compito
assegnatogli.

I l 16 gennaio 2008, però, GENOVA Salvatore, GRAZIANO


Vincenzo, FONTANA Stefano ed altri venivano tratti in arresto in
esecuzione del Fermo di Indiziato di Delitto nr. 3 8 / 0 8 R.G.N.R.
emesso da Codesta A.G. il 1 5 gennaio 2008. FONTANA Gaetano

Vedasi capitolo 4.8

345
(figlio di Stefano), nell'occasione sfuggito alla cattura, veniva poi
arrestato il 24 gennaio 2008. Tornava quindi a delinearsi una
situazione di forte instabilità che avrebbe avuto sicuri effetti
negativi sul1'area associativa investigata.

Ecco che si rimetteva in movimento il circuito carcerario.

I l 2 febbraio 2008 D I TRAPANI Maria Angela scriveva al


marito MADONIA Salvatore, e rappresentava il proprio rammarico
per le ultime vicissitudini giudiziarie patite dal FONTANA Stefano
e dal figlio Gaetano, la cui attività criminale, come visto, aveva
ormai arginato le difficoltà emerse a seguito dell'arresto dei LO
PICCOLO: ( A U E G AU83)
~~

(...) SAI MI SENTO TRISTE PER ANGELA, SPERO CHE SI RIMEmA


DALL'INCIDENTE CON SUA FIGLIA (...)

Nel corso della medesima lettera, come detto più sopra, la DI


TRAPANI manifestava i propri timori derivanti da una possibile
investitura dello Zio D I TRAPANI Michele (inteso ZIA SARA) a
capo del mandamento di Resuttana. I n assenza di interlocutori
validi all'esterno, la DI TRAPANI cercava dentro il carcere le
necessarie decisioni per l'associazione mafiosa. L ' l i febbraio
_ - .. I.
I'-<

2008, infatti, D I TRAPANI Maria Angela scriveva ancora una


volta al marito detenuto, informandolo di aver ricevuto, giorni
addietro, la visita di una "nipote di Santina" che
più sopra è stato individuato in GENOVA Bartolo, nipote di GENOVA
Salvatore (inteso "Sa ntina '7, che proprio di "Zia Sara " (DI TRAPANI
Michele) aveva proposto l'investitura. Visto il periodo "caldo'; la
"nipote di Santina " intendeva "ritirarsi",

Ecco, dunque, che il 12 febbraio 2008 la D I TRAPANI


riporta va la notizia al cognato MADONIA Giuseppe (telefonata
effettuata dal detenuto alle ore 17:16). I due concordavano un
incontro per la fine del mese di febbraio.
P-
Intanto, il 13 febbraio 2008, D I TRAPANI Maria Angela
effettuava un incontro con il cognato MADONIA Aldo. I due
rimanevano in conversazione sul pianerottolo del dodicesimo piano
di via Cimbali 44, tentando di eludere ogni possibile attività
d'intercettazione svolta all'interno della casa della GELARDI. Anche
nel corso di tale conversazione, opportunamente intercettata in
relazione al decreto int. nr. 717/08, la donna rendeva edotto il
cognato della visita ricevuta dal "NIPOTE D I SANTINA" e della
eventuale possibilità di cooptare, quale reggente del mandamento
di Resuttana, lo zio D I TRAPANI Michele. @@&%h!&$za)
La D I TRAPANI faceva chiaramente intendere che l'unico a
poter disporre in tal senso fosse sempre e solo il cognato
MADON I A Antonino, specificando inoltre la pessima reputazione
dello Zio Michele. I l 2 0 febbraio 2008 MADONIA Giuseppe
veniva nuovamente autorizzato a telefonare al fratello Antonino.
Nel corso della conversazione intercorsa, successivamente
acquisita da questo Ufficio, risultava chiaro che MADONIA
Antonino esortava il fratello affinchè riferisse alla cognata di "stare
a casa e badare al barribino".

81 PIPPO: ... però deve mettersi in tesa che si deve curare il bambino
... perché vedi che è troppo vivace il bambino ...
NINO: non ...
PIPPO: io lo vedo che quando è qua ... quando è qua un minuto
fermo non ci sta ...
NINO: si... d'accordo ... sotto questo punto di vista perfettamente ...
però ... altro che lei ... diciamo ... lo accudisce ...p oi lo va a
prendere a scuola ...
PIPPO: si, si, si, si ...
NINO: cura il bambino ...incompr ...
PIPPO: si, si ...
NINO: è vivace ... è vivace
PIPPO: minchia ha le cornicchie ha ...
NINO: e poi fa prendere dispiaceri ... che una volta cade dalla
"Bicicletta" ... l'altra volta si fa il tuffo là in piscina ... la volta
se ne va in palestra e si fa male ...
PIPPO: si ...
NINO: ...incompr ... tutte cose ... tutte cose ... e uno poi deve
ringraziare il Signore ... invece uno ci pensa prima ...
PIPPO: lo guarda ... lo guarda ...ci deve stare addosso ... dice lei che
ci deve stare come...

34'7
I1 28 febbraio 2008, come concordato, D I TRAPANI Maria
Angela si recava a Biella a colloquio dal cognato .MADONIA
Giuseppe. Di conseguenza, il 15 marzo 2008 veniva acquisita
una nuova telefonata intercorsa tra i fratelli MADONIA Giuseppe
ed Antonino. ~ A L ~ E G.X& .
~ O L'occasione serviva a quest'ultimo
per ottenere conferma circa l'adozione delle ultime direttive fornite
[( ...) glielo hai detto a Maria Angela che si segue il Bambino? (...)
l'importante è che si sta a casa, diciamo a seguirsi il bambino (...)
quello che mi interessa è che lei lo segue e sta a casa! ... perchè

NINO: solo questo ... solo questo per ora


PIPPO: a "francobollato" ... ci deve stare a "francobollato" ...
NINO: solo questo ... solo questo
PIPPO: si,si,si ...
NINO: ...incompr ... questo pensiero
PIPPO: perciò altre cose cosa mi racconti? ...
5. Conclusioni

Gli argomenti sin qui trattati hanno consentito di definire con


estrema chiarezza il circuito comunicativo grazie al quale, negli
anni, gli indagati MADONIA Antonino, MADONIA Giuseppe e
MADONIA Salvatore hanno continuato a impartire ordini e ricevere
comunicazioni da e verso l'esterno.

E stato inoltre possibile dimostrare come MADONIA


Antonino abbia continuato a dirigere dal carcere il mandamento di
Resuttana, avvalendosi prima dell'instancabile collaborazione della
madre GELARDI Emanuela, e dopo della cognata D I TRAPANI
Maria Angela.

Quest'ultima, in particolare, è emersa quale eccezionale


collante con gli altri indagati detenuti, dimostrando di saper
svolgere al meglio la funzione di vettore comunicativo. Infine
appare utile evidenziare un ulteriore quanto interessante dato
emerso nel corso dell'attività di censura della posta originata e
ricevuta dal MADONIA Antonino. Quest'ultimo risulta, infatti, aver
mantenuto, al pari dei suoi fratelli detenuti, rapporti epistolari con
ulteriori personaggi di assoluto vertice dell'associazione mafiosa
Cosa Nostra, anch'essi detenuti, come GUTTADAURO Giuseppe,
AGATE Mariano, MONTALTO Giuseppe, GANGI Gaetano,
LUCCHESE Antonino, etc.

E' certo, comunque, che queste indagini hanno evidenziato


delle falle indubbie nella normativa relativa al cmdm
41 bis e/o,
comunque, riguardante i detenuti per criminalità organizzata,
che consentono a pericolosi ergastolani di comunicare tra
loro, e con l'esterno, decidendo importanti eventi
dell~ssociazionecriminale Cosa Nostra dal carcere. Tra quelli
provati, un omicidio e vari cambi al vertice del mandamento di
Resuttana.

Ma ciò che appare ancora più incredibile è che, pur in maniera


mediata, questi detenuti di altissima pericolosità
mantenevano, tramite familiari, contatti con il reggente,
allora latitante, dell'intera Cosa Nostra palermitana. E,
tramite lettere, con molti componenti della Commissione di
Cosa Nostra in carcere.
C) Il ruolo dì MADONIA Salvatore.

l. Breve biografia criminale di MADONIA Salvatore.

MADONIA Salvatore, di Francesco e di GELARDI Emanuela, nato a


Palermo il 16 agosto 1956, coniugato con DI TRAPANI Maria Angela (Palermo,
30 aprile 1968), dopo varie vicissitudini giudiziarie che lo avevano visto protagonista
a partire dall'età di diciassette anni, il 7 gennaio 1981 veniva denunciato, unitamente
ad altri, in esito alle indagini relative all'omicidio del Vice Questore Giorgio Boris
Giuliano. In conseguenza, il 27 giugno 1981 veniva emesso a suo carico il mandato
di cattura nr. 274181. Dopo dieci mesi di latitanza veniva arrestato il 20 aprile 1982,
per essere poi scarcerato (per decorrenza dei termini) il 17 marzo 1983.
Successivamente, il 29 settembre 1984, a seguito delle dichiarazioni di
BUSCETTA Tommaso, veniva emesso a suo carico un ulteriore provvedimento di
custodia cautelare, in esecuzione del quale veniva associato alla Casa Circondariale di
Ascoli Piceno. Nel 1987 veniva ancora una volta scarcerato per decorrenza dei
termini di custodia cautelare, rendendosi irreperibile fino al 13 dicembre 1991,
allorquando veniva tratto in arresto, da latitante, all'interno di una villa sita in
territorio di Carini (PA).

Al pari dei suoi congiunti, numerose sono state le condanne emesse a suo
>. .* carico in ordine ad i più efferati delitti commessi durante la c.d. seconda guerra di
mafia, ovvero nel periodo di ascesa dei c.d. corleonesi (Omicidio Libero GRASSI,
Natale MONDO, etc.). Sul suo conto hanno fornito dichiarazioni i più svariati
collaboratori di Giustizia, tutti concordi nell'affmarne l'indiscusso ruolo criminale
soprattutto riconosciutogli nel contesto territoriale del mandamento di Resuttana, al
cui vertice, per anni, veniva individuato suo padre MADONIA Francesco, peraltro
inserito nella c.d. Commissione.

Attualmente è detenuto presso la Casa Circondariale di L'Aquila, ove risulta


sottoposto al regime detentivo di cui all'art. 41 bis O.P.
2. Gli elementi penalmente rilevanti a suo carico

Di seguito verranno analiticamente trattati tutti quegli elementi probatori atti a


dimostrare come, al pari dei fiatelli reclusi, il lungo periodo detentivo espiato da
MADONIA Salvatore non abbia in alcun modo influito sulla sua capacità a
delinquere, estrinsecatasi soprattutto nella sostanziale condivisione della linea
direttiva attuata dai fiatelli MADONIA Antonino e Giuseppe. Gli elementi a suo
carico sono stati già esposti nelle pagine precedenti.

Ci limitiamo, dunque, a richiamarli:

una prima vicenda che dimostra l'ancora attuale conoscenza delle


dinamiche interne di Cosa Nostra è quella che riguarda BONANNO
Giovanni, reggente del mandamento mafioso di Resuttana, eliminato
1'11 gennaio 2006 con il c.d. metodo della lupara bianca.82Dalle
intercettazioni risulta che nel colloquio carcerario svolto il 10 agosto
2005 tra il MADONIA Antonino e la cognata DI TRAPANI Maria
Angela, che lamentava proprio - anche da parte di suo marito - il
comportamento di BONANNO Giovanni. MADONIA rispondeva
fornendo - a beneficio del fiatello - una vera e propria anticipazione
sul progetto omicidiario che si sarebbe concretizzato pochi mesi
dopo a discapito del BONANNO [c..) la risposta che tu devi dare a
SALVO è che quello non C 'è più ... quindi, già ... un destino già ...
stabilito ... nei secoli! ... è una questione, cioè questo è un discorso
diciamo così. Stabilito].

- Ancora, il ruolo di MADONIA Salvatore aumentava di importanza in


connessione con il peso sempre maggiore che la moglie DI
TRAPANI Maria Angela assumeva all'esterno. Già il 15 febbraio
2006, infatti, MADONIA Antonino scriveva al fiatello Giuseppe
invitandolo a prodigarsi per la risoluzione degli attriti familiari
esistenti tra la cognata e la madre, volendo di fatto creare quei
presupposti sicuramente necessari allo scopo:
1
(...) SALVO E MARIA ANGELA VOGLIONO FARCI PAGARE IL FATTO CHE IL
QUARTO DELLA PENSIONE DELLA UAMUA LEI NON GLIELO HA U A I DATO.
STAVANO ASPETTANDO IL MOMENTO CHE LEI NON PUO' PIU' ACCUDIRCI
(...)TU DEVI DIRE ALLA M M M A CHE LEI DEVE FARE ALLA L E m R A , PER IL
BENESSERE SUO, DI SUO UARITO E DEI SUOI FIGLI, DEVE SMETTERLA DI FARE
I CAPRICCI, DEVE ANDARE D i1CCORDO CON UARIA ANGELA, DEVE AIUTARE
IL NIPOTINO CICCZUZZU CON LA SUA PENSIOhE (...) CONFIDO MOLTO NELLA
TUA OPERA DI PERSUASIONE CON LA MAMUA PERCHE' E' MEGLIO CHE CI
SL4 L'ARMONL4, L'AMORE, IL RISPETTO CONMAlUA ANGELA (...)

- Ancora, in ottica associativa va considerato il consenso prestato alla


moglie DI TRAPANI Maria Angela il 6 aprile 2006, affinchè
quest'ultima fungesse da proiezione sul territorio della famiglia
mafiosa dei M A D O N I A . > ~ & L ~ ~ 'affiancando
~ ~ # ~ ) la suocera
GELARDI Emanuela nell'espletamento delle direttive attinenti il
mandamento di Reasuttana a partire dal mese di maggio 2006. In
specie, la DI TRAPANI riferiva cge Nino e Giuseppe MADONIA le
aveva chiesto di essere "i loro occhi e la loro bocca" sul territorio, e
la DI TRAPANI aveva chiesto al marito se accettare o meno. I1
marito, mettendo da parte i suoi interessi familiari, pur se
recalcitrante per i pericoli cui si sarebbe sottoposta la moglie, si era
"inchinato" alle esigenze del mandamento, ed aveva detto alla moglie
di "seguirli". Da quel momento in poi, sempre in contatto con il
marito, la DI TRAPANI aveva avuto contatti sia diretti che mediati,
-W con i maggiori esponenti di cosa nostra palermitana, tra cui l'allora
@ latitante LO PICCOLO Salvatore, CINA' Antonino (reggente del
mandamento di San Lorenzo sino al suo arresto), DI TRAPANI
Diego (reggente del mandamento di Resuttana sino al momento della
sua destituzione), GENOVA Salvatore (successo al DI TRAPANI
Diego), GRAZIANO Vincenzo (correggente insicmc al GENOVA),
FONTANA Stefano e FONTANA Gaetano (a capo della famiglia
mafiosa dell'Acquasanta).

- MADONIA Salvatore è, del resto, costante "guida" dei passi della


moglie nel contesto associativo mafioso. Nel corso di un colloquio
carcerario svoltosi a L'Aquila il 9 febbraio 2006, nel tentativo di

82 La vicenda in questione è stata riepilogata nel capitolo 1.


OL
risolvere il problema relativo alle continue mancanze perpetrate nei
loro confronti, anche all'indomani della scomparsa del BONANNO
(inteso L'ALTRO), invitava la moglie a recarsi "in campagna" a
colloquio dallo Zio DI TRAPANI Diego (inteso ZIA LINA),
all'epoca reggente del mandamento di Resuttana, di fionte al quale
avrebbe di fatto rappresentato il marito detenuto (e non una donna),
potendo in tal senso esigere (e non chiedere) la risoluzione del
problema83.

- nel corso delle intercettazioni a MADONIA Salvatore, inoltre, era


possibile individuare numerosi prestanome (ancorchè storici) della
famiglia mafiosa dei MADONIA (per cui si rinvia allo specifico
capitolo) e conoscere le più specifiche strategie criminali adottate da
cosa nostra per tutta la durata dell'indagine. In quest'ultima ottica, 1'8
novembre 2006, vi è un colloquio carcerario di MADONIA con la
moglie all'indomani della destituzione (voluta dall'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore, inteso ROSALBA), di DI TRAPANI Diego
(LINA) dalla reggenza del mandamento di Resuttana, da allora in poi
retto dal GENOVA Salvatore - inteso CARMELA. In questo
colloquio MADONIA Salvatore spiega alla moglie come comportarsi
per farsi temere: dimostrare di avere la famiglia MADONIA dietro di
se.84

M. ANGELA: ... ...


ieri ho vi ...
ieri ...
ti saluta CARMELA erano due ...
anni... un anno e mezzo. auasi. che non la vedevo! ...
FRANCESCO M: ... chi è CARMELA?
M. ANGELA: ... ma, sai, CARMELA ... mi viene da ridere ... tu mi dicesti
... I'onda che cavalca ... alla Z I A LINA, l'onda ali si è
abbassata! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... no, io non mi intere ...
non mi interessa! ... e prendevano
a me ... tu, a me, mi fai ...
(mima il gesto usualmente

"non dovevi andare in campagna? (...) LNA! (..) Maria Angela ... perchè noialtri
combattiamo!?... minchia! ... IO ti sto dicendo ...fai quello che ti dico io!... lasciali
perdere! ... vai ... TU, quando ti ci presenti, sei SALVO... dimentica ... Sei SALVO che ti ci
presenti!... non ti ci presenti TU! ... devi dire ... senti vedi che IO ... SAL V 0 ... e basta!...
ciao, ciao... e basta! (...) l'ALTRO... ti mandava il cestino ... ti manda ... tiportava il cestino
(...) QUESTO ... manco il cestino!"

84
Cfr. capitolo 2.8 "L'ascesa di GENOVA Salvatore alla reggenza del mandamento di Resuttana".
utilizzato per indicare tagliare la gola, ndr) ... io? ... io non
so niente e non mi interessa niente!
SALVATORE: ... ma MARIA ANGELA ... tu questi discorsi ... ma MARIA
ANGELA ...
tu mi dici a me ... t u m i dici a me ...
M. ANGELA: ...
essere CARMELA!
L..l
M. ANGELA: ... gli ho detto, io ...
MIO COGNATO non ne ha avuto con
nessuno, colloquio! ... gli ho detto perciò ...
la ZIA L I N A ...
ce l'ha nelle mutande (ha paura, n d r l non esce più ...
perchè si spaventa ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... ed il bello è che alielo dice a CARMELA e CARMELA
me lo racconta ...
perchè lo sai CARMELA com'è ieri ...
... ed io ...
SALVATORE: MARIA ANGELA, però ...
M. ANGELA: ... perchè ha parlato troppo!
ROSALBA! ... . . contro la Z I A ...
SALVATORE: MARIA ANGELA .
M. ANGELA: hai capito?
SALVATORE: ...
... però uno, auando sbaalia nella vita, MARIA A N ...
ha auesto!
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ... eh! ...
SALVATORE: ... e quello che non mi vuoi capire t u ...
M. ANGELA: si certo ...
SALVATORE: ...
... e dire ocini cosa ha il suo tempo!
M. ANGELA: ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... ora gli piangono gli ...
(porta la mano al viso mimando il pianto, le lacrime, ndr) ...
SALVATORE: si, ma ...
MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... non esce nemmeno dal portone!
SALVATORE: ....
... non non ci interessa, sangue mio ...
M. ANGELA: ... e la ZIA ROSALBA .. .
SALVATORE: ... tu ...
auando vedono a t e auello che ...
se t u ...
facessi auello che dico io ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... ali dovresti passare ...
davanti e dovrebbero vedere
-- a tuo padre aua ... ...
tu, auando ci r~assi.li dovresti
...
ed invece non sei capace! ... non sei
fare pisciare!
capace! ... ~idovrebbero pisciare di 'ncapo! invece tu ...
... eh ...
cose ... ali dovresti fare vedere che con TUA
SUOCERA vai d'accordo gli dovresti ...
6-1
SALVATORE: e guesta non è una arande soddisfazione? più di ...
auesta?
M. ANGELA: si, si molto... molto di più ...
SALVATORE: ... ...
è giusto? Oh cioè tutti auelli... tutti auesti che si
pa~narianotutti... hai visto che durata hanno? E i o ti
ho detto: ma lascia perdere... e lascia perdere...
M. ANGELA:
f r o ~ ~ d iorispetto.,. ti hanno mancato. Ora si deve
finire!
SALVATORE: MARIA ANGELA... però il peso.. ... .
M. ANGELA: Almeno, questo è quello...
SALVATORE: il peso è quello che è... lui
M. ANGELA: certo, io... peso le co... non ti immaginare
SALVATORE: Cioè ...lascia lascia... ...
lascia stare. Tu invece ora ali
dovresti dare a tutti auesti... un calcio nel culo, sarrau
mio... cominciando da...
M. ANGELA: A chi?
SALVATORE: A chi ... a DIEGO ... a...
M. ANGELA: ah... ah, loso ...
SALVATORE: )
p u o i andare?
L..l
M. ANGELA: Sa... con CA... mi venne u core auando m i sono v i s t a
con... (abbassa il t o n o della voce e comunica con il
labiale, ndr) millesettecento... o q n i mese
SALVATORE: Con?
M. ANGELA: ... o q n i mese... (abbassa il tono della voce e comunica con
il labiale, ndr) millesettecento... mi ha detto...

Se è vero che la precipua funzione di raccordo tra i carcerati e


l'esterno veniva svolta dalla DI TRAPANI nel primario interesse di
MADONIA Antonino e del fratello Giuseppe, è anche vero che, di
fatto, MADONIA Salvatore conservava un implicito potere
dispositivo nei confronti della moglie. Atteso ciò, infatti, sempre 1'8
novembre 2006, nel prosieguo del colloquio carcerario sopra
riportato, MADONIA Salvatore, dopo essere stato informato dalla
moglie su una ulteriore direttiva ricevuta dal cognato Giuseppe ed
attinente la necessità di far lavorare GRAZIANO Vincenzo, detto
"CORVINA" (storico esponente degli interessi economici dei
MADONIA a Resuttana) si interponeva nella vicenda, sollecitando la
moglie affinchè questa raccomandazione fosse rivolta direttamente al
LO PICCOLO Salvatore (ROSALBA) e solo per suo esclusivo
conto (ovvero di MADONLA salvatore).

M. ANGELA: Ah COR... CORVINA, invece... la stanno facendo


1...l
M. ANGELA: Perchè c'ero andata io... auando fu da (comunica con
il labiale, ndr.1 PIPPO... voleva lavorare... a l i h o d e t t o
q
(
l
po~alto ...
SALVATORE: e allora ...sangue mio ...
M. ANGELA: ... che t u lo sappia ...ah! ... faccio ...
i o semino ...e cali
altri. noi, raccolaono! ... (ride, ndr) ...così è, ti giuro! ...
non per ...
SALVATORE: ...scusa, MARI ANGELA, con ...proprio con ...con LINA ...
non devi avere niente a che fare, con questo ...perchè
questo, pericoloso è ...
M. ANGELA: INCOMPRENSIBILE ...
dialielo a L U I se... ...
fa lavorare a ...
SALVATORE:
{nerchè ali a l t r i
M. ANGELA: a chi devo dirlo? ... ah ...
SALVATORE: ... cioè. nel momento i n cui, MARIA ANGELA, ti dice ...
eh ... eh ... dice ... s i deve fare ... d i raccomandarlo ... a
ROSALBA! ... auesto! ... que ...
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ...
gli dico ...
SALVATORE: non facciamo che ci fanno fare brutta figura!
M. ANGELA: a chi?
SALVATORE: ...
(mostra nervosismo, ndr) ti sto dicendo, MARIA ANGELA
... CARMELA è zero taaahiato!
M. ANGELA: eh! ... e che devo ...
SALVATORE: ... ti sto dicendo è semmai ...ROSALBA ... ...
d i dircìli
che se ...
M. ANGELA: M
!E
-L
A lo devo dire!
1 SALVATORE: si, ma ...
LO DICIAMO N O I ...
d i raccomandarlo e ...
l basta, MARIA ANGELA!
M. ANGELA: ... eh! ...
SALVATORE: basta
[...l

- La naturale evoluzione della vicenda sopra menzionata si sarebbe


registrata 1'8 febbraio 2007, quando MADONIA Salvatore tornava a
precisare che l'eventuale risposta positiva ricevuta da LO PICCOLO
doveva essere riferita all'interessato(COR VINA, ovvero GRAZIANO
Vincenzo) ad opera della stessa DI TRAPANI Maria Angela, e,
quindi, senza alcuna intercessione del GENOVA Salvatore (inteso
CARMELA). Testualmente:

SALVATORE,: m i stavo dimenticando ... una cosa ... CORVINA! ...


v
(ovvero GENOVA Salvatore,ndr) f! cili dici ... sai, CORVINA
... aveva necessità d i auesto ... d i ~ a r l a r econ OUE ...
M. ANGELA: mh
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE ...
e hanno bisoano d i lavorare!
M. ANGELA: (annuisce, ndr) mh ...
SALVATORE: ...
se aliela ...
aliela chiedo IO, auesta cortesia! ... non
' *
ovvero GENOVA Salvatore. ndr) ...
che sia TU (auesta volta
indica la moqlie D I TRAPANI Maria Anqela, ndr) se è si! ...
M. ANGELA:
SALVATORE: cioè ... m i sono spiegato, MARIA ANGELA?
M. ANGELA: si, si
SALVATORE:
gliela chiedo I O (indica se stesso, ndrl ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: cioè ...
per vedere ...
me la devo vedere tutta con QUESTO
... I O ! ...
SALVATORE: dice ...
dice SALVO cioè sono ...
sono usciti ... ...
adesso ...
sono i n mezzo ad una strada d i poterli ...
aiutare ...
se è possibile!
[.-.l
SALVATORE: MARIA ANGELA ... ascolta ... TU a l i devi chiedere a CA
... se è ~ossibile,auesta cortesia! ... cioè ... la risposta
Y!
M. ANGELA: -
si!
SALVATORE: ... nel momento i n cui ... ali dici ... senti ... (breve
pausa, ndr) ... se ne vada a lavorare!
M. ANGELA: -
si!
r..I.
SALVATORE: cioè ...non facciamo che co come si chiama ... ...
CARMELA va loro ... ...
dato che dici che camminano ...
insieme (affianca le dita indice, ndr)
M. ANGELA: sono ...
eh!
SALVATORE: eh! ... rende e alielo dice LUI (CARMELA, ndr) Der ...
farsi!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... cioè ... a l i devi dire ... a l i chiedi auesta ... se è
possibile ... che t e l o dica a TE!
M. ANGELA: se è p ossi bile ... a ME (indica se stessa, ndr) ... che p o i lo
D
nome con il labiale, ndr) ... CORVINA ...
- Analoghe acquisizioni sarebbero giunte anche 1'8 marzo 2007,
quando la DI TRAPANI Maria Angela avrebbe riferito al marito di
non avere ancora ricevuto alcuna risposta dall'allora latitante:
SALVATORE: ti avevo detto, I O ...
CORVINA non ti aveva chiesto ...
M. ANGELA: (capisce a cosa si stia riferendo il marito, ndr) ... ah! si ... ...
gliel'ho chiesto! ...
gliel'ho detto ... gliel'ho chiesto ...
SALVATORE: e che cosa era la risposta?
M. ANGELA: non m i ha dato nessuna risposta d i nessun modo!
(allarga le braccia, ndr)
giorno CORVINA questo-mi diceva
dice ... ...
ora vediamo
ma
...
e l'altro
...' ...
SIGNORA
... glielo vuole dire ...
a SALVO ...
SALVATORE: (si innervosisce, ndr)
M. ANGELA: ti giri da questa parte?!
SALVATORE: I O ... I O ... porca miseria! ... come devo fare I O con ...
TE!? ...
M. ANGELA: nessuna!
SALVATORE: come devo fare!? ...
come devo fare!? ...
I O ti ho detto
... ...
gli g l i dici questo ...
M. ANGELA: eh
SALVATORE: ... ...
e ...
e la risposta ...
non che ... ...
a LUI! TU! s e ti
...
M. ANGELA: quale a LUI?! ... a co ... a ... a SA ... a CARMELA, ti sto
dicendo! ... non me ne ha date, risposte! ...
SALVATORE: si, ma ...
M. ANGELA: non me ne ha portate, ancora! ...
SALVATORE: si, ma ...
dici che I'hai visto! ...
M. ANGELA: a CARMELA!
SALVATORE: e I'hai vista ...
e ti ha detto devi dire ...
la posso ...
avere, che sto andando da MIO MARITO, una
risposta!? s i o no?
M. ANGELA: si, mille volte! eh! ...perchè ...
risposte non m e ne...
può dare ...
perchè è l a ZIA ROSALBA che le deve
mandare, le risposte! (con l'indice ed i l pollice della mano
...
destra indica qualcosa di PICCOLO, ndr) e prende scuse
che ...
è difficile!

Le successive acquisizioni investigative avrebbero dimostrato come, in realtà,


GRAZIANO Vincenzo avrebbe non solo tratto vantaggio economico dalla
gestione mafiosa LO PICCOLO - GENOVA ma, in funzione della sua
riconducibilità agli interessi della famiglia MADONIA ed in esito alle
specifiche direttive giunte dal carcere, avrebbe di fatto coadiuvato il predetto
GENOVA nella reggenza del mandamento di ~ e s u t t a n a . ~ ~
- Altra vicenda da esaminare attiene il contesto mafioso facente capo
alla famiglia delllAcquasanta,inserita nel mandamento di Resuttana e
retta, sino ad avvenuto arresto, dal noto FONTANA Stefano e dal
figlio di questi, Gaetano. MADONIA Salvatore in questo caso
tentava di salvaguardare gli interessi economici di soggetti a lui
particolmente vicini. In quest'ottica va intesa la raccomandazione
avanzata dal detenuto nell'interesse di ARIOLO Sergio (inteso
LUISA) a FONTANA Stefano (inteso ANGELA). 11 primo era
considerato dal medesimo FONTANA "un RAGAZZO arrisittato" e
ciò in considerazione .della puntualità con cui lo stesso ARIOLO
soleva effettuare il richiesto pagamento di denaro derivante
dall'attività imprenditoriale svolta in quel contesto territoriale. Si
richiama l'attenzione sul contenuto del colloquio carcerario registrato
a L'Aquila 1'8 febbraio 2007 tra MADONIA Salvatore e la moglie
Maria Angela; nell'occasione, come accaduto in favore di
GRAZIANO, veniva avanzata analoga richiesta, questa volta diretta
a FONTANA Stefano ed attinente ARIOLO Sergio, sul cui operato
il detenuto chiedeva "rispetto"; e ciò anche in consuderazione del
fatto che FONTANA aveva più volte manifestato un sentimento di
riconoscenza nei suoi confronti, molto spesso tradottosi nella
consegna di denaro alla DI TRA PANI'^.

85 Vicenda già trattata nel capitolo 1.


86 Come nota precedente
M. ANGELA: ah!... ANGELA ...
SALVATORE : eh!
M. ANGELA: ... che pensiero che ha avuto!
SALVATORE : mah! ... MARIA ANGELA ... (espressione di dissenso, ndr)
M. ANGELA: ... però ... glieli ha dati a LUISA ... tremila euro ...
(indica il numero tre, ndr) ... per TE!
l-.. .I
M. ANGELA: comunque ...
ha avuto questo pensiero di mandarmi
questi (tremila euro, ndr) ...
SALVATORE : mah! ...
lo hai ringraziato? gli hai detto ... ...
M. ANGELA: gliel'ho mandato a dire con con LUISA! ...
dice gli ... ...
dici che se ... ...
qualsiasi cosa ha di bisogno I O ...
sono sempre qua, disponibile per SALVO! dice ... ...
qualsiasi cosa!
SALVATORE: quello che ci interessa ... ...
quello che ci interessa ...
quando ...
gli dici a LUISA! ...
M. ANGELA: eh? (non capisce, ndr)
SALVATORE: qual ...
se qualche volta lo arrivi a vedere se ... ...
raccomanda a LUISA!...
M. ANGELA: LUI ...
LUISA ogni gli ... ...
da questi (sfrega pollice ed
indice ad indicare denaro, ndr) ...
SALVATORE: si ...
M. ANGELA: ... e mi aveva detto a ME se vuoi ...
I O quelli di ...
LUISA ve li do a (indica il marito, ndr) e allora gli ...
faccio ah! ... ...
e che sono scema! subito gli ho ...
detto no ... ...
non mi devi fare que sono cose ...
VOSTRE ...
gli ho detto non mi ...
assolutamente ... ...
non lo permetto! ... capito? ... così ...
SALVATORE: cioè ...
a dire ... a dire ...
M. ANGELA: I O vi ringrazio del VOSTRO pensiero ...
SALVATORE: ascoltami ascolta... gli devi dire ... era un AMICO D I ...
M. ANGELA:
PAPA'
si
...
d i rispettarlo!

SALVATORE: dici ...


SALVO questo solo questo! ... cioè e basta! ... ...
... se lo possono rispettare senza ... ...
INCOIVIPREIVSIBILE ...
..M. ANGELA: e infatti ...
I O subito ho detto ..... mi sono tenuta ...
ho detto no, no... ...
non sono NOSTRE! e poi L U I mi ...
...
SALVATORE :
ha mandato questa i tremila (euro, ndr)
TU gli devi dire solamente che
in modo tale da tenerlo sempre
di ...... ... ...
di rispettarlo ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... di rispettarlo ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: dici ...
questo V I chiedo, perchè era ...
un AMICO di ...
...
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... della buonanima di PAPA' ... se lo possono ... se lo
possono ...
M. ANGELA: certo ... no, lo chiama ... dice ... no ... mi ha detto a ME
... dice ... no ... dice ... I O quando ... dice ... ho visto ...
dice ... che è un RAGAZZO ... dice ... arrisittato
(apposto, ndr) (...)

- ulteriori richieste venivano avanzate a LO PICCOLO Salvatore per


conto di MADONIA Salvatore.Ne1 mese di dicembre 2006
sorgeval'esigenza di recuperare alcuni beni già confiscati e posti
a a
all'asta pubblica che si sarebbe tenuta il 6 febbraio 2007. La vicenda
traeva origine dal fallimento della "SICED Srl di D I TRAPANI
NICOLO"' (fratello di Maria Angela), con sede legale a Cinisi (PA)
in Contrada Cipollazzo, e vedeva DI TRAPANI Maria Angela
ormai in grado di interloquire con facilità con LO PICCOLO,
direttamente interessata. Si trattava, nella specie, del riscatto di un
terreno che, come successivamente emerso, sarebbe stato inserito nel
lotto nr. 3 del verbale di vendita relativo all'asta immobiliare svoltasi
il 06 febbraio 2007. In questa sede interessa evidenziare
l'interlocuzione avuta su questi temi dal detenuto MADONIA
Salvatore con l'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, anche se
mediata dalla moglie DI TRAPANI Maria Angela. Le prime
risultanze investigative venivano acquisite il 14 dicembre 2006,
nel corso del colloquio carcerario intercorso tra la stessa DI
TRAPANI ed il marito MADONIA Salvatore. In quell'occasione la
doma chiedeva ed otteneva l'autorizzazione per l'inoltro della
richiesta a LO PICCOLO (ZIA ROSALBA) del denaro necessario
allo scopo (circa 80.000 euro) [glielo posso chiedere se possono
aiutare per il terreno? ... se danno ... settanta ... ottantamila euro,
per prendere il terreno, vale un miliardo!... glielo posso dire ... di
dirlo alla ZIA ROSALBA?].. . MADONIA Salvatore, oltre ad
autorizzare la moglie ad agire in questo senso, si preoccupava
affinché fosse nell'occasione precisato il perchè della richiesta,
owero recuperare "le cose" del defunto DI TRAPANI Francesco
[gli dici ... c'è ... questo ... devi dire ... senti ... ma queste cose ...
PAROLA INCOMPRENSIBILE ... di cercare di recuperare le cose
nostre!... tutto quello che ha fatto MIO PADRE ...l.
I1 20 dicembre 2006, nel corso della telefonata (regolarmente
autorizzata) intercorsa tra MADONIA Salvatore e la moglie,
quest'ultima riferiva di non aver ancora avuto modo di parlare con
ROSALBA, confermando però di avere inoltrato la richiesta tramite
CARMELA (owero GENOVA Salvatore). Nell'occasione la stessa
rassicurava il marito sul tempo a loro disposizione, evidenziando che
l'asta immobiliare (indicata dagli interlocutori "l'operazione della
MAMMA") si sarebbe dovuta svolgere nel mese di febbraio 2007.
~(ALLEGATÒTI)

SALVATORE: MARIA ANGELA, con ROSALBA ci hai parlato?


M. ANGELA: No, no... No!
SALVATORE: Eh...
M. ANGELA: Sono in attesa!
SALVATORE: ...
Ma.. . eh... non lo so... la MAMMA se ha urgenza...
(breve pausa)
M. ANGELA: Ma eh ....
a febbraio era...
SALVATORE: Eh, va bene! No perchè... po... praticamente .non so che
urgenza ...
che urgenza ha la mamma, là... Cioè... non le
dovevano fare questo come si chiama? Eh.. a febbraio è?
M. ANGELA: Si a febbraio cilielo fanno l'intervento!
SALVATORE: Va bene!
M. ANGELA: Va bene?
SALVATORE: Va bene, sangu mio!
M. ANGELA: Io.. .
SALVATORE: Eh... se tu... parlare con CARMELA e e... ...
M. ANGELA: Eh qioia mia. ciliel'ho chiesto...
SALVATORE: Va bene, va bene, sangu mio!
M. ANGELA: Gliel'ho chiesto...
SALVATORE: Va bene!

La vicenda si sarebbe conclusa con il recupero dei beni messi all'asta, senza
però registrare alcun apporto economico fornito da LO PICCOLO che,
nell'occasione, avrebbe inutilmente preso tempo, provocando forte dissenso nella DI
TRA PANI^^; quest'ultima avrebbe infatti trovato in LO VERDE Massimiliano, di
cui si è. già parlato, la sponda finanziaria necessaria, intestando allo stesso il tg-reno-in
.

argomento.

L'l maggio2007, POI, DI TRAPANI Maria Angela, scriveva una lettera al


marito MADONIA Salvatore, cui accennava un argomento che avrebbero trattato
meglio al successivo colloquio. Al fine di meglio chiarire la vicenda si invita alla
lettura del testo dello scritto che segue:

"Quando vengo fammi ricordare una cosa che debbo dirti riguardo all'aw. Clementi.
Sono già circa tre mesi che te ne volevo parlare guardandoti negli occhi è ogni volta
mi sfugge, comunque, è un'altra volta di quelle cose che sdegna completamente. Amore
mio ormai i vecchi princ@i che i nostri padri ci anno insegnato non sono tutti che li
segnano ad entrare ed uscire usano tutti la propria convenienza, si è moralisti solo
quando si tratta di criticare gli altri, alle proprie azioni però non si guarda, pur di
guardarsi il proprio non ci si fa scmpoli neanche del loro fratello. Ricorda sempre

87
Si rimanda alla lettura del capitolo 4.1 "I1 pizzino scritto dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore".
amore mio che ad ogni azione segue una conseguenza, già una volta ho accettato di
vederti autocrocifiggerti una seconda volta sarebbe troppo perché allora a questo
punto ti potrei chiedere di farlo per me e nostrojglio; anzi per farlo per me e nostro
jglio; anzi per nostrojiglio principalmente dove abbiamo dei doveri verso lui, non ho
capito cosa cambierebbe. Spero che tu non permetta mai più un 'altra cosa del genere.
E' da novembre che devo dirtelo, ma poi con la malattia di Papà è il resto mi è
sfuggito. Ma comunque conjdo in te è nell'amore che haiper noi".

Dello scritto di cui sopra si vuole soltanto evidenziare la frase della donna che
si augura di non vedere autocrocifiggere il marito per la seconda volta. In precedenza
la donna faceva riferimento ad una mancanza di scrupoli verso i fratelli. Per migliore
comprensione del testo, deve leggersi la successiva intercettazione.

I1 10 maggio2007, si registrava il colloquio effettuato a L'Aquila tra il


detenuto MADONIA Salvatore e la moglie DI TRAPANI Maria Angela
I~&&EGAT~~,&s). Veniva quindi ripreso l'argomento che Maria Angela aveva già
anticipato al marito per mezzo di uno scritto commentato nel precedente paragrafo
relativo alle acquisizioni del 01 maggio2007. Non era difficile capire il motivo della
richiesta del detenuto MADONIA Giuseppe che aveva provocato il risentimento
della DI TRAPANI Maria Angela. MADONIA Giuseppe, infatti, aveva intenzione
di chiedere al fratello MADONIA Salvatore la sua disponibilità a caricarsi di altre
responsabilità penali si da attenuare la sua (del MADONIA Giuseppe) posizione
processuale. Questa iniziativa, tra l'altro, aveva anche provocato l'irritazione
dell'awocato, che aveva additato come folle il MADONIA Giuseppe. Ancor più
6. chiaro il riferimento al cognato MADONIA Aldo: ...... di fare la stessa cosa che
"

hai fatto per ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... ALDO ... ", significando che,
ancora una volta a dire della donna, MADONIA Salvatore, già in passato si era reso
disponibile a simile comportamento in favore ed a vantaggio del fiatello MADONIA
Aldo, clie aveva berieficiato della libertà. Segue la trascrizione integrale del tratto di
conversazione richiamato e commentato:

SALVATORE : ma poi ...


ogni tanto ...
TU mi ... mi lanci enigmi e non ...
..
sopporto . MARIA ANGELA . ..
M. ANGELA: ah! ... un altro enigma ... quest'altro ... questo enigma!
SALVATORE: e qual è questo enigma?
M. ANGELA: che ...me l'ero dimenticato ... l'altra volta ...
SALVATORE : tre mesi fa!
M. ANGELA: ... no, me l'ero dimenticato no ... ...
(abbassa il tono della
voce, ndr) ...
PAROLA INCOMPRENSIB:[LE ... no, no ...
continua, la cosa! ...
INCOMPRENSIBILE (problemi audio,
ndr) ... mi vede e mi fa ...
dice ...
senti ...
I O ti devo
dire una cosa dice ... dice ma ...ma dimmi una ... ...
cosa ...
ma TUO COGNATO (verosimilmente MADONIA
Giuseppe, ndr) ...
è diventato scimunito?!
SALVATORE: chi. MARIA ANGELA!? ...
M. ANGELA: I'AWOCATO CLEMENTI ...
SALVATORE: (si irrita con la moglie, ndr) ...
si, basta ... non me lo
ripetere più MARIA ANGELA!! ... che cosa è il discorso?!
M. ANGELA: ... d i fare la stessa cosa che hai fatto per (abbassa il ...
tono della voce, n d r l ALDO ... ...
SALVATORE: co ...
per chi?!
M. ANGELA: PIPPO ... ...
vuole r i a ~ r i r e perchè dice che c i sono s t a t i
dei PENTITI che hanno parlato d i TE (indica i 1 marito,
ndrl ... ...
dice auindi riapriamo ...
così IO eh ... ... ...
eh eh ...
perchè non ero I O dice DOS ...
che hanno ... ...
parlato di MIO FRATELLO ...
che hanno parlato d i MIO
FRATELLO (indica semwe il marito, n d r l dice ...
/riferito alllAWOCATO CLEMENTI, n d r l ma che ... ...
ha sbattuto?! ...
completamente e totalmente?! dice ...
...
- IO I'ho messa da parte poi un altro giorno e m e lo ... ...
sono dimenticata ... perchè c'era PAPA' (MADONIA
Francesco, ndr) ... solo che PAPA' ... meschino ... arrivò ...
perchè ha detto ...
IO me la devo vedere tutta!
SALVATORE: ma scusa ... ma queste cose sono ... nei ... nei come si
chiama ... tipo ...
pu ... pubblico? come se avessimo un ...
...
... come si chiama? non non lo so! ... ...
M. ANGELA: ... come se avessimo ... e I'AWOCATO ... a ME m i ha ... ...
detto così ...
dice ... però ... MARIA' ... ti prego ... non
parlarne ...
dice ... IO I'ho me ...
IO I'ho messa da parte ...
gli ho detto JJ ...
... dice ... ... ... ...
no
perso l e rotelle!
per ME secondo ME... ...
... ...
ha perso l e rotelle!
dice
dice
ha
non
ho capito ... ... ...
dice IO ...
una cosa del aenere
m
non m i è ~ i a c i u t ala mima volta e non la vado a fare
un'altra ... seconda volta! ... dice ... auesto che sia ben
chiaro! e finì! ... tempo fa ... e non ali h o risposto
(alllAWOCATO. CLEMENTI, ndr) ... mi PIPP0.-mi fa .... ...
(mima l'utilizzo del telefono, ndr) ma hai sentito ... ...
I'AWOCATO CLEMENTI? gli ho detto ... no, no IO ... ...
l'avevo capito a che cosa si riferiva! ... adesso, invece ...
adesso, invece ...
la cosa sta forse non lo so! ... ... ...
comunque ...
questa proposta gli ha fatto! ed IO devo ...
stare con ...
con il fegato bello pulito!? ... e non devo
ingrassare! ... e faccio sempre ...
(mima il gesto usualmente
utilizzato per indicare il fare silenzio, ndr) ed inghiotto ... ...
inghiotto! ... e muta!
SALVATORE: si ... ma MARIA ANGELA ... TU TU ... e TU ... ...
M. ANGELA: inghiotto e muta! perchè ... ...
poi ... PAPA' è stato male ...
e faccio ...
me la devo vedere tutta! perchè pensavo e ... ...
... e ... e ogni volta che vengo ...
perchè non te lo volevo
scrivere ... ho detto ...
lo devo vedere in faccia! ... ho detto
... devo vederla! ...
la prima volta mi sono stata zitta, la
seconda no!
SALVATORE: si ...
ma ...
IO non riesco a comprendere tutti questi ... ...
questi tuoi enigmi! ... cioè ... IO ho questa cosa nelle ...
(mima la lettura di una lettera, ndr) ... e mi ... PAROLA
INCOMPRENSIBILE . . .
M. ANGELA: pensavo che TU lo sapessi! ... pensavo che ...
SALVATORE : TU ... la realtà IO ... ...
lo sai che certe volte, MARIA
ANGELA ...
M. ANGELA: che te lo avesse accennato, ora ... dopo tutto questo tempo
... che aveva questa intenzione!
SALVATORE : MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: il bello che IO ... tempo ...
quando sono andata ...
SALVATORE: MARIA ANGELA . ..
M. ANGELA: ... non vado più dagli avvocati, sai perchè!? una volta ...
sono andata da VALENTI ... dice devo difendere SUO ...
MARITO ...
sono stato dice ...
dalllAWOCATO ...
dice ... ...
sa ...
ci sono stati dei PENTiiI ... dice dove dove ... i n ... ...
questo coso dice ... ...
sca ... DUE PENTiiI erano sca ... ...
scagionerebbero del tutto dice ...
a SUO MARITO ...
però ...
...
... dice prenderebbero dice ... a NINO! dice ma ... ... ...
nel momento in cui l'ho fatto presente, I'AVVOCATO ANANIA
gli ha detto dice ... ...
non si azzardi! non ti azzardare ... ...
dice ...
a toccare questa cosa ... dice di dice però ... ... ... ...
dice ...
giustamente IO mi sono stato zitto.
SALVATORE : MARIA ANGELA, IO a volte mi auguro non voglio avere ...
più a che fare ...
non voglio più sentire parlare
dell'AVVOCAT0 ANANIA! ...
M. ANGELA: no! ... mi diceva I'AVVOCATO VALENTI ... che a TE ti poteva
... però ... dice ... non posso portare queste prove dice ... ...
e sono ...
dice ... giustamente non le posso portare, perchè
si tratta di SUO FRATELLO! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... faccio ah!... ...
di QUELLI, si! ... e di MIO MARITO, lo
devono andare a mettere di nuovo!? eh! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA, forse non ti ... TU, ancora, non l'hai non ...
hai capito ...
la mia situazione! IO sono otto anni che ...
sono so ...
sono isolato ...
con un ALTRO DETENUTO! IO ...
non m i vedo con nessuno! ...
e tutte queste case ora ...
capisco ... ora capisco ...
il motivo per cui mi tengono
isolato! ...
per tutte queste cose! ... per tutte queste cose,
tutti questi enigmi (mima uno scritto, ndr) tutte queste ...
cose ...
che vanno girando que per questo! ... ...
M. ANGELA: IO sono?! ... QUELLO (PIPPO, ndr) gliele scrive!..;,
SALVATORE: ... per questo mi tengono isolato! MARIA ANGELA ... non ...
ho altro
M. ANGELA: ed è mia?! (la colpa, ndr)
SALVATORE : si MARIA ANGELA! ...
la devi smettere! NOI ... rapporti ... ...
digli ...
sentite ...
parlatene con MIO MARITO! ma non ... ...
IO con chi ho con ...
IO non posso avere contatti con
nessuno, MARIA ANGELA! . . PAROLA :INCOMPRENSIBILE .. . .
M. ANGELA: stai ... stai girando il discorso ...
da quello che ti sto dicendo
IO! ...di quello che TU mi stai ...
SALVATORE : cosa c'entra, MARIA ANGELA?! IO ti ho ...
ti sto dicendo ...
che, praticamente ...
IO mi chiedo ancora oggi ... che sono
otto anni ...
che sono otto anni che sono solo! ... ...
M. ANGELA: e sono IO, eh! (sarcastica, ndr)
SALVATORE : ma che c'entri TU, MARIA ANGELA?! tutte queste cose ... ...
tutte queste cose che girano! cioè ...
IO, praticamente, ti ...
chiedo, solamente ...
lo sai che cosa ti chiedo? a ...
NOIALTRI non ci interessa ne dei TUOI NIPOTI ... n e di ...
quello ...
ne di quello per cercare ...
di levarmi questo ...
stato (in regime detentivo disposto dall'art. 41 bis, ndr) .. e .
poi si vede! no! ...
e allora ... ...
ora (abbassa il tono della
voce, ndr) sento questo discorso del18AWOCAT0 e non ...
devono venire a parlare con ME?! (28:02)

pL 365
Dunque, l'argomento riflette una richiesta del detenuto MADONIA Giuseppe
al fratello Salvatore di alleggerire la sua (di Giuseppe) posizione processuale,
addossando al fratello la responsabilità di un non meglio indicato reato. Da li la paura
della donna di vedere "autocrocifiggere" il marito per una seconda volta nella
considerazione che la pnma volta lo aveva fatto in favore dell'altro fratello
MADONIA Aldo. Si comprende, dunque, che l'appartenza all'associazione, oltre
che la vicinanza familiare, aveva spinto già una volta MADONIA Salvatore a
"sacrificarsi" probatonamente in favore dell'associato la cui posizione appare meno
"forte'' sotto il profilo indiziario; e che questo "sacrificio" gli veniva richiesto per una
seconda volta.

Dunque, da questi fatti - oltre a quelli precedentemente riportati - può dirsi


raggiunta piena prova delia ancora attuale appartenenza a Cosa Nostra di MADONIA
Salvatore.
d) Il ruolo di MADONIA Aldo

Nel presente paragrafo saranno illustrate le fonti di prova


raccolte a carico di MADONIA Aldo, ultimo dei figli di una dinastia
di mafiosi capeggiati dal defunto padre MADONIA Francesco,
nonché unico appartenente a quel nucleo familiare in libertà.

1. Biografia criminale di MADONIA Aldo

MADONIA appartiene - come abbiamo visto - ad una delle


famiglie mafiose più potenti della Cosa Nostra palermitana, quella di
Resuttana, della quale hanno fatto e fanno parte il padre
MADONIA Francesco, finchè in vita, ed i fratelli MADONIA
Antonino, MADONIA Giuseppe e MADONIA Salvatore. I n
particolare il padre ed il fratello maggiore Antonino, negli anni,
hanno rivestito la carica di capo del mandamento di Resuttana.

Quanto alla "vita anteatta" del MADONIA, si e già in precedenza anticipato


che DI TRAPANI Maria Angela aveva più volte lamentato la circostanza che il
cognato MADONIA Aldo - nelle sue pregresse vicende giudiziarie - era stato
"aiutato" dal fratello nonché marito della stessa, MADONIA Salvatore, ritrovando la
libertà senza dimostrare la dovuta gratitudine. A dire della donna, MADONIA
Salvatore si sarebbe addossato responsabilità di illeciti che in realtà erano stati
commessi proprio da MADONIA Aldo.
A questo proposito, si riportano alcuni tratti di intercettazioni le cui vicende in
precedenza sono state meglio illustrate:

*
1) intercettazione del 4 giugno2006[...M. ANGELA: e con tutto ciò che lui è
fiori e può respirare solo per mio marito ... che dovrebbe baciarci i piedi,
mio marito da innocente ah ... solo per mio marito lui è fiori, dovrebbe
baciarci i piedi ... e dire: "mio ji-atello ha fatto questo per me, se io posso
respirare e posso godermi la mia famiglia". ...1;
2) intercettazione del 9 ottobre 2006 [M. ANGELA: Dopo tutto quello che ha
fatto, gli ho detto, per te... che ti ha ridato la libertà... ti ha ridato la possi...
ti ha dato la possibilità di poterti godere i tuoi figli, di poterteli governare da
solo e avere tua moglie accanto... e tutte cose... Mio marito te l'ha data
questa possibilità, è vero? Ti ha ridato la libertà! [...l Sappi una cosa: che
mio marito quando ha fatto quello che ha fatto per te, per ridarti la libertà...
lo sai perchè l'ha fa... lo sai che cosa mi diceva a me? La verità! Lo sai cosa
mi diceva? Maria Angela, lo sto... lo sto facendo pure... lo sai perchè? Così
un domani, dice, che noi avremo questo bambino... un figlio... Ancora lo
dovevo avere il bambino, però facevo io le cure in quel periodo... dice... un
figlio... almeno se non ci sono io... c'è lui che può fare... dice... mi capi... al
posto mio... che può seguire, dice, a nostro figlio... un domani... sempre un
maschio che lo può seguire... ci può fare da padre... "

3) intercettazione del 14 ottobre 2006, M. ANGELA: dice ... perché miofratello


è sempre nel mio cuore e io gli voglio bene! ... gli ho detto ... si?! ... è nel
tuo cuore?! ... gli ho detto ... e dimmi ... gli ho detto ... dopo quello che ha
fatto tuo fratello (MADONIA Salvatore, ndr) per te, ma glielo hai mai scritto
un telegramma di auguri a Natale, Pasqua!? ... o anche un semplice ... ti
voglio bene!?... morto! (reazione del MADONIA Aldo, ndr) gli ho detto ...
neanche questo! ... gli ho detto, no... ALDO!... gli ho detto ... sai, quando
mio marito ha fatto quello che ha fatto per te, per ridarti la libertà a te, pur
essendo innocente, gli faccio ... mio marito! ... e tu lo sai! (riferito a
MADONIA Aldo, ndr) ... che mio marito è innocente! ... ha fatto tutto quello
mettendosi ... allo sbaraglio con tutti, gli ho detto ... con tutti, gli ho detto!
... contro pure i suoi stessi principi! ... gli faccio ... lo sai perché l'ha fatto?!
... primo per amore verso te e, seconda cosa principale, perché noi avevamo
intenzione di avere un figlio ... e mio marito lo sai che mi diceva a me?! ...
Marià, sai, conto su mio flatello (Aldo, ndr) ... un domani poter ... potrebbe
fare, se io non ci sono ... con la mia mancanza ... potrebbe fare da guida a
mio figlio! ... che tu sei una donna sola! ... potrebbe fare da padre a mio
figlio .... morto! ... l'ho lasciato amminchiunutu (di sasso, ndr) ... gli ho
detto ... quindi, ALDO, mettiamola da parte ... così! ... quindi, ALDO,
mettiamola da parte questa ipocrisia! ... se dobbiamo sentirvi per quanto
riguarda PAPA eehhh ... io, a tuo padre, non lo abbandonerò mai, gli ho
detto! ... perché tuo padre ... gli ho detto ... per me ... no che è tuo padre! ...
f

è mio padre! ... gli ho detto ... perché è sempre stato l'unico, in questa
famiglia che ha sempre avuto principi, rispetto ed amore, verso di me!

I1 riferimento è chiaro: la DI TRAPANI si riferisce ai processi che hanno visto


imputato il più piccolo dei fratelli della famiglia MADONIA, ossia MADONIA
Aldo. A questo punto, consultando gli atti, può dirsi che in effetti MADONIA Aldo
è stato imputato in un processo per il reato di associazione per delinquere di stampo
mafioso e nell'altro l'associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale
di sostanze stupefacenti.
In particolare, 1' 1 gennaio 1993 MADONIA Aldo veniva tratto in arresto poiché
colpito dall'ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere n. 7871192 N.C. - D.D.A. -
6768192 R.G.I.P.. Nella fattispecie, al predetto veniva contestato il reato di cui all'art.
416 bis, comrni 1 e 2, owero di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Resuttana.
L'impianto accusatorio si fondava principalmente sulle dichiarazioni dei collaboratori
di giustizia MARINO MANNOIA Francesco, MUTOLO Gaspare, SPATOLA
Rosario, MARCHESE Giuseppe e soprattutto CUFFARO Joseph, inteso Joe
CUFFARO. L'operazione di polizia era stata denominata "Big John". Le
dichiarazioni rilasciate dal Joe CUFFARO (divenuto collaboratore nel 1989) agli
uffici investigativi del F.B.I. prima ed alle Autorità Italiane in seguito, davano origine
8 al procedimento penale CIAPONTE+14 (proc. pen. nr. 1507191) e riguardavano un
vasto traffico di cocaina organizzato tra il 1987 ed il 1988, da esponenti di un cartello
colombiano e di cosa nostra. I1 collaboratore di giustizia aveva reso informazioni
circa un ingente quantitativo di cocaina (circa 600 Kg) trasportato, dalla Colombia
alla Sicilia, nei primi mesi del 1988, a bordo della nave ""Big John"" (da qui il nome
dell'indagine e del processo). Sempre sulla base di quanto riferito dal CUFFARO, la
famiglia mafiosa dei UADONL4 avrebbe avuto un ruolo preminente in tutte le fasi
che segnarono l'illecito traffico di cocaina. Come si vedrà in seguito, nel successivo
paragrafo relativo alla contestazione del traffico internazionale di stupefacenti,
MADONIA Aldo, secondo l'accusa, sarebbe stato presente in una riunione tra
mafiosi e tra lo stesso collaborante, organizzata appositamente per stabilire le
modalità di pagamento del carico. Preme sottolineare intanto che MADONIA Aldo,
all'epoca dei fatti (luglio 1988) era l'unico membro della famiglia a piede libero (il
padre Francesco ed i fratelli Nino e Giuseppe si trovavano in stato di detenzione,
mentre l'altro fratello Salvatore era latitante). I1 coinvolgimento di MADONIA Aldo
nel traffico di sostanze stupefacenti, non poteva non essere tenuto in considerazione
nell'ambito di questo altro procedimento (reato di associazione mafiosa). Non vi era
dubbio, infatti, che gli ingentissimi guadagni derivanti dalla perfetta riuscita del
traffico illecito, sarebbero stati vitali per gli scopi dell'associazione mafiosa in un
periodo storico di particolare rilevanza della cosa nostra palermitana.
I1 l o dicembre 1995 il Tribunale di Palermo, IIASez., emetteva sentenza con cui
condannava MADONIA Aldo per il delitto di partecipazione all'associazione di tipo
mafioso (esclusa l'aggravante di cui al comma I1 dell'art. 416 bis C.P.) alla pena di
anni 6 e mesi 6 di reclusione8*.
Dalla lettura risultava che la detta sentenza si era principalmente basata su:

- l'attendibilità integrale delle dichiarazioni rese da Joseph Cuffaro;


- l'irrilevanza dell'alibi fornito dall'imputato, circa una sua vacanza a Marettimo
(TP) ed un impegno universitario presso la Facoltà di Farmacia di Palermo, in
concomitanza con la riunione tenutasi in Cortile Pipitone, per screditare le
dichiarazioni del CUFFARO; ..

- la piena dimostrazione del coinvolgimento di MADONIA Aldo nelle dinamiche


della famiglia mafiosa di Resuttana (e quindi anche per la questioni inerente il
"Big John"), confermata dalla partecipazione dell'imputato ai colloqui in carcere
con il padre Francesco ed i fiatelli Antonino e Giuseppe (avvenuti nel luglio del
1988). Questi colloqui carcerari, infatti, dall'organo giudicante venivano
considerati come probabile necessità, da parte di Aldo MADONIA, di comunicare
ai congiunti detenuti l'evolversi delle questioni connesse alla nota fornitura di
droga;

- l'impossibilità che il figlio di "Ciccio MADONIA" potesse identificarsi nel figlio


Salvatore. Questa tesi veniva proposta dalla difesa dell'imputato soltanto in sede
di discussione finale e mai in precedenza.
C

88
Cf?.sentenza m. 7871192 R.G.N.R., m. 25/94 R.G.T. e m. 706195 Reg. Sent., emessa dal ~ n ~ adil e
Palermo il 01/12/1995
- la valutazione, solo come elemento indiziario, di un foglietto ritrovato nel covo di
Nino MADONIA, nella quale si fa riferimento ad ""Aldo", ai ""marmi"" e ad
una cifra. Orbene, l'accusa aveva ipotizzato che tali riferimenti erano chiari sia da
un punto di vista soggettivo, in quanto indicavano inequivocabilmente Aldo
MADONIA, che oggettivo, in quanto riguardavano il traffico di stupefacenti (il
riferimento ai marmi era del tutto convenzionale);

- le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia MARCHESE Giuseppe, che


aveva appreso dal fratello Gregorio che Aldo MADONIA aveva dato a
quest'ultimo la somma di 55 milioni di lire. La tesi accusatoria veniva sposata dal
collegio giudicante che riteneva che un movimento simile di denaro doveva essere
riportato all'organizzazione mafiosa;

- le dichiarazioni rese dal collaboratore SPATOLA Rosario (organicamente


inserito nella famiglia ma$osa di Campobello di Mazara), che venivano giudicate
attendibili e di estrema importanza nei tratti in cui lo stesso riferiva:
a. di aver visto Aldo MADONIA a Campobello di Mazara tra il 1985 ed il
1986; in tali occasioni MADONIA avrebbe incontrato alcuni uomini d'onore
del posto all'interno del Bar Genco;
b. di aver appreso direttamente dal capofamiglia MESSINA Antonio che
Aldo MADONIA era un uomo d'onore;
C. che il citato MESSINA Antonio, presso il quale lo stesso SPATOLA si
riforniva di stupefacente, aveva acquisito circa 100Kg di cocaina facenti parte
di un carico di complessivi 600 kg, di pertinenza dei MADONIA e della
famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo.
d. di avere appreso da LOMBARDO Gaspare che la famiglia MADONIA
aveva dei terreni ubicati in loc. Campana, agro del Comune di Campobello di
Mazara.

- le dichiarazioni, rese dal collaboratore MARCHESE Giuseppe, che attribuivano


all'imputato l'importante funzione di collegamento tra i congiunti detenuti e i
membri in libertà dell'organizzazione mafiosa. Si premette che furono prese in
esame le vicende attinenti il c.d. complotto Puccio, l'omicidio dell'on. Lima e
l'aggiustamento del processo dei coltellini Omettendo di entrare nello specifico
delle vicende, MARCHESE faceva osservare che proprio in concomitanza di
questi avvenimenti, si aveva la presenza nei colloqui con i familiari detenuti di
Aldo MADONIA. Per quanto conceme l'episodio del complotto Puccio, lo stesso
collaboratore aveva appreso direttamente da MADONIA Giuseppe che al fine di
acquisire determinate notizie dall'estemo (all'epoca direttamente da Totò RIINA),
si sarebbe dovuto aspettare il colloquio con "77Alduccio"". Le dichiarazioni di
MARCHESE Giuseppe venivano avallate dai collaboratori LA BARBERA
Gioacchino e DRAGO Giovanni, che, seppur de relato, avevano appreso che la
funzione di tramite, tra il mondo carcerario (ove erano detenuti i più stretti
congiunti, autorevoli esponenti mafiosi) e l'esterno era svolta da MADONIA
Aldo.

11 4 febbraio 2000, la Corte d'Appello di Palermo, 111" Sez., confermava in parte la


sentenza di l o grado e riconosceva MADONIA Aldo colpevole del delitto di
partecipazione all'associazione di tipo mafioso (esclusa l'aggravante di cui al comrna
7
n/ de11 art. 4.16 bis C.P.) condannandolo alla pena di anni sei89.La decisione della
Corte differiva dal giudizio di primo grado, nelle seguenti motivazioni:
- non veniva considerata attinente, ai fini del giudizio di partecipazione
all'associazione mafiosa, la presenza di MADONIA Aldo alla riunione tenutasi in
Vicolo Pipitone nel luglio del 1988. In questa ottica, sia le dichiarazioni del
CUFFARO che le autoaccuse di MADONIA Salvatore, peraltro avanzate davanti
-.. . al.,Procuratore della Repubblica di Palermo soltanto dopo la conclusione del
giudizio di primo grado, venivano considerate irrilevanti e pertanto non ammesse
come fonti di prova;
- benché non fosse certa la partecipazione di MADONIA Aldo alla riunione di
Vicolo Pipitone, si confermava l'importanza dei colloqui avuti da MADONIA con
i familiari in carcere nel periodo in esame. La presenza dello stesso ai suddetti
colloqui, attribuiva al medesimo la funzione di tramite tra i congiunti detenuti e i
componenti dell'associazione mafiosa in stato di libertà;
- la non rilevanza ai fini del giudizio della versione fornita dallo SPATOLA,
secondo la quale MADONIA avrebbe fatto parte di quella categoria di uomini
d'onore riservati;

89
Cfr.sentenza N. 7871192 R.G.N.R., nr. 397196 R.G. e N. 61912000 Sent. emessa dalla Corte d'Avvello di
Palermo, I11 Sezione, il 0410212000.
- la piena credibilità di MARCHESE Giuseppe in ordine alle dichiarazioni inerenti
l'omicidio PUCCIO ed inoltre la vicenda riguardante l'ingente somma di denaro
(55 milioni di lire) che MADONIA Aldo avrebbe consegnato al fratello
MARCHESE Gregorio. Ancora, assumevano notevole valenza probatoria, le
dichiarazioni che MARCHESE rilasciava in merito all'episodio riguardante il
processo dei coltellini, in ordine al quale MADONIA Salvatore aveva dato
rassicurazioni allo stesso collaborante di aver parlato con il fratello Aldo affinché
si adoperasse per aggiustare il processo;
- la Corte, invece, non prendeva in considerazione le dichiarazioni di SPATOLA
nel tratto in cui questo riferiva di essere a conoscenza che MADONIA Aldo fosse
uomo d'onore riservato. Tale considerazione veniva giustificata dal fatto che
neanche MARCHESE Giuseppe (vicinissimo sia ai MADONIA che a Totò
RIINA) riferiva di conoscere Aldo MADONIA come uomo d'onore;
- le dichiarazioni del collaboratore DRAGO non venivano considerate in quanto lo
stesso le aveva apprese da altre persone;
- si dava piena credibilità alle dichiarazioni del LA BARBERA;
- venivano inoltre prese in considerazione le dichiarazioni di BRUSCA Giovanni
ed AVITABILE Antonino (non era uomo d'onore, ma vicino alla famiglia di
Resuttana). In particolare AVITABILE dichiarava di aver saputo da
GALATOLO Giuseppe, suo codetenuto, che MADONIA Aldo teneva la
contabilità della famiglia. BRUSCA confmava il ruolo di tramite svolto da
MADONIA Aldo e di cui si è già fatto cenno; in merito, riferiva di sapere che
Aldo aveva svolto la funzione di tramite tra i congiunti detenuti e gli altri associati
liberi e citava una occasione in cui veniva decisa la nomina di DI TRAPANI
Francesco a reggente del mandamento di Resuttana, in un periodo in cui tutti i
MADONIA (tranne Aldo) erano in stato di detenzione;
- la c o n f m a che la dicitura ""soldi per i marm?"' riportata in appunti rinvenuti
all'intemo del covo di Nino MADONIA fosse riferita ai traffici illeciti della
famiglia MADONIA.
I1 7 dicembre 2001 la Suprema Corte di Cassazione rigettava il ricorso proposto
dal MADONIA Aldo facendo diventare definitiva e quindi esecutiva la sentenza di
condanna di emessa nel 2" grado di giudizio.

Quanto agli elementi forniti da Joe CUFFARO in merito al traffico di


stupefacenti tra la Sicilia ed il Sud America, sono stati ritenuti di notevole
importanza, tanto da essere utilizzati come fonti di prova in diversi dibattimenti.
Relativamente a ciò che attiene il coinvolgimento della famiglia mafiosa dei
MADONLA (e quindi anche di Aldo Madonia) nel traffico "Big John ", le
dichiarazioni fornite dal CUFFARO hanno permesso di accertare le seguenti
circostanze:
- la famiglia MADONIA aveva svolto un ruolo decisivo nel traffico di sostanze
stupefacenti tra l'America e la Sicilia.

nel luglio del 1988, all'interno dell'abitazione di pertinenza dei fratelli


GALATOLO ed ubicata all'interno del Vicolo Pipitone di Palermo, si svolgeva
una riunione alla quale partecipavano, oltre al predetto collaboratore, John e
Vincenzo GALATOLO, Domenico MANNINO ed Aldo MADONIA. Lo scopo
della riunione sarebbe stato quello di definire le modalità di pagamento in favore
dei colombiani, per l'acquisto da parte degli esponenti di cosa nostra siciliana di
un carico di cocaina di circa 600Kg; nella circostanza, proprio MADONIA Aldo
avrebbe rassicurato gli astanti che il pagamento sarebbe stato effettuato entro i 90
giorni. Va detto che CUFFARO inizialmente aveva indicato in Antonino
MADONIA (all'epoca dei fatti ristretto) come quel figlio di MADONIA Ciccio
che aveva visto alla riunione tenutasi in Vicolo Pipitone; il 18 aprile 1995,
CUFFARO, nel corso di ricognizione personale eseguita nell'ambito di rogatoria
internazionale presso la Corte di Miami, riconosceva definitivamente MADONIA
Aldo. Alti elementi forniti dal collaboratore che toglievano ogni dubbio circa
l'inequivocabilità della partecipazione di MADONIA Aldo alla riunione, erano
dati dal fatto che la detta persona veniva chiamato dagli alti appartenenti e10
comunque vicini all'organizzazione con il diminutivo di bbAlduccio"oppure con il
soprannome di "u dutturi". Inoltre, va ricordato che CUFFARO escludeva
nettamente che a presenziare la riunione fosse presente Salvatore MADONIA
(all'epoca dei fatti latitante).

374
- CUFFARO ricordava di aver visto il figlio di Ciccio MADONIA
(successivamente riconosciuto per Aldo, il più piccolo dei tre figli), in tre distinte
occasioni, e specificatamente la prima, nei pressi dell'abitazione di GALATOLO
Vincenzo nei pressi di Cortile Pipitone, la seconda in occasione della riunione
sopra accennata ed un'altra volta all'interno dell'Hotel Villa Igea.

Come detto, conclusosi il giudizio di primo grado del procedimento inerente


l'accusa di associazione mafiosa, MADONIA Salvatore, già allora in stato di
detenzione per associazione mafiosa ed accusato di gravissimi fatti di sangue,
rendeva spontanee dichiarazioni al Procuratore della Repubblica di Palermo con le
quali si autoaccusava di aver partecipato, da latitante, alla riunione tenutasi in Cortile
Pipitone. Le dichiarazioni rese da MADONIA Salvatore venivano considerate
completamente inattendibili per le seguenti evenienze:
- la mancanza di somiglianza tra i fratelli Aldo e Salvatore, tale da poter ingenerare
confusione nel collaboratore Joseph CUFFARO. Vi era, invece, somiglianza tra i
fratelli Antonino ed Aldo. Com'è noto, nel luglio del 1988, Antonino si trovava
in stato di detenzione, mentre Salvatore era latitante, ed Aldo era libero;
- MADONIA Salvatore aveva taciuto i nomi delle altre persone coinvolte nella
vicenda della droga;
- il fatto che MADONIA Salvatore fosse detenuto per gravissimi fatti di sangue, e

e- che, quindi, le sue dichiarazioni autoaccusafòrie nofi avrebbero pregiudicato la sua


posizione se vi fosse stato un eventuale riconoscimento giudiziale del suo
coinvolgimento nel traffico di droga. Aldo, invece, era allora incensurato;
- MADONIA Salvatore ha rivendicato nelle sue dichiarazioni per sè un ruolo di
garante degli acquirenti della droga che mal si concilia con la ricostruzione della
vicenda inerente il traffico di cocaina. Numerose prove raccolte nell'ambito del
processo ""Big John"", permettevano di acclarare che il ruolo svolto dalla famiglia
MADONIA era da considerare preminente rispetto agli altri soggetti coinvolti
nel1'affare;
- MADONIA Salvatore non veniva creduto nella parte delle dichiarazioni rilasciate
in cui, nonostante latitante, frequentasse i locali di Villa Igea.

P k,
- ulteriore elemento che conferma definitivamente il fatto che MADONIA
Salvatore non ha mai visto il collaboratore CUFFARO e pertanto non ha mai
preso parte alla riunione tenutasi in vicolo Pipitone, è data dal fatto che
MADONIA ha dichiarato di aver notato un tatuaggio al braccio di CUFFARO;
quest'ultimo segno caratteristico non attribuibile a CUFFARO e non accertato
neanche in sede di rogatoria internazionale.

Quanto al processo "Big John", il 24 marzo 1993, MADONIA Aldo veniva


condannato dal Tribunale di Palermo, VA Sez., alla pena di anni 20 di reclusione,
perché riconosciuto colpevole dei delitti di cui agli artt. 81. 110 cpv., 71 e 74 n. 2 e
art. 75 C. 1-2-4 L. 68511975. (Sentenza n. 248his Sent.). In buona sostanza, la
pronuncia della Sentenza era basata su:
- le dichiarazioni rese da Joseph Cuffaro (si richiama l'argomento nello specifico
paragrafo);
- gli appunti e i documenti rinvenuti nel covo di Via D'Arnelio di pertinenza di
Nino MADONIA
Con la stessa sentenza venivano condannati MADONIA Francesco e MADONIA
Nino.

I1 5 agosto 1993 MADONIA Aldo impugnava la sentenza facendo ricorso in


Appello. L'8 agosto 1994, la Corte D'Appello di Palermo - IA Sez., assolveva
l'imputato MADONIA Aldo dai reati ascrittigli per non aver commesso il fatto. In
specie, l'incertezza mostrata da CUFFARO nell'identificare, nell'audizione
dibattimentale, MADONIA Aldo come il partecipante della riunione tenutasi in
vicolo Pipitone era fondamentale per l'annullamento della sentenza di 1 O grado.

Su ricorso del P.G., la Corte di Cassazione, con sentenza del 10 maggio1995


annullava la pronuncia per contraddittorietà della motivazione, disponendo che si
procedesse ad un nuovo giudizio in ordine alla posizione di MADONIA Aldo (e
LOTTUSI Giuseppe). Più in particolare la Corte di legittimità con la pronuncia sopra
richiamata osservava testualmente ""che i giudici di merito, dopo aver rilevato
alcune imprecisioni nelle dichiarazioni di CUFFARO, che rendevano dubbia
l 'identijkazione del1'imputato per il _figlio di MADONLA Francesco che aveva
partecipato alla riunione a casa del coimputato GALATOLO Vincenzo, non avendo

376
valutato se i motivi di dubbio potessero essere superati con considerazioni logiche,
quali la conformazione somatica dell'imputato, del tutto incompatibile con quella di
MADONIA Salvatore, e la detenzione degli altri due fratelli alla data della
riunione. "" Sulla base di queste considerazioni la Corte Suprema annullava, dunque,
la sentenza d'appello con rinvio ad altra sezione della stessa Corte per un nuovo
esame della posizione di Aldo MADONIA.

La Corte di Appello di Palermo, quale giudice di rinvio, con sentenza del 3


maggio 1996 confermava il giudizio di colpevolezza dell'imputato formulato dal
Tribunale di primo grado, argomentando che l'incompatibilità dei tratti somatici e la
diversa età dei due fratelli MADONIA (Salvatore ed Aldo) induceva ad escludere la
presenza di Salvatore MADONIA alla riunione, laddove il fallimento dell'alibi di
Aldo MADONIA, la frequenza dei colloqui intrattenuti in quello scorcio del mese di
luglio con i congiunti detenuti e le chiamate in correità di alcuni collaboranti in
ordine alla sua partecipazione al sodalizio mafioso costituivano elementi univoci e
tutti conferenti a dimostrare il coinvolgimento dell'imputato nel narcotraffico
internazionale.

Con sentenza de11'8 aprile 1997, la Corte di Cassazione, su ricorso dell'imputato,


ha riscontrato vizi di contraddittorietà anche in questa pronuncia ed ha, dunque,
annullato con rinvio ad altra sezione della stessa Corte d'Appello. Con la detta
sentenza la Corte di legittimità ha accolto, tra l'altro, il motivo d'impugnazione
- --
relativo alla nullità della ricognizione di Aldo MADONIA eKettuiita da C~VFFARO
@ Giuseppe. La sentenza di assoluzione è, poi, divenuta definitiva.

In conclusione, la tesi avanzata da DI TRAPANI Maria Angela sebbene in parte


non risponde a verità, riscontra il tentativo fallito del marito MADONIA Salvatore
di aiutare il fkatello MADONIA Aldo. Sulla base delle dichiarazioni rese dalla DI
TRAPANI, dunque, e' indubbio che il componente della famiglia MADONIA che
aveva preso parte alla riunione raccontata da Joe Cuffaro era proprio MADONIA
Aldo.
Dunque, MADONIA Salvatore aveva fornito a MADONIA Aldo
un aiuto processuale che - al di là dei suoi concreti effetti probatori
-e testimonianza non solo di un "rapporto familiare" sottostante,
ma anche di un rapporto associativo. Scopo della famiglia
MADONIA - chiaramente tutta concorde, altimenti MADONIA
Salvatore non avrebbe potuto rendere dichiarazioni (anche se
autoaccusatorie) senza rischiare la vita - era, invero, quello d i
mantenere libero uno dei componenti maschi della famiglia,
perché potesse al1'esterno continuare ad occuparsi degli
illeciti interessi economici familiari.

Le risultanze della presente indagine - come vedremo - hanno


dimostrato che lo scopo della famiglia MADONIA è stato raggiunto.
Si è avuto modo di stabilire, infatti, che MADONIA Aldo ha
continuato a tenere - come faceva anche prima (si vedano le
cb dichiarazioni dei collaboratori prima riportate) - la cassa della
famiglia.

I n particolare è emerso come il suo coinvolgimento nelle


dinamiche mafiose della famiglia di Resuttana è stato ancora una
volta particolarmente tutelato (nella sua esternazione agli altri) dai
fratelli MADONIA Antonino e Giuseppe.

Infatti:

- I l denaro della cassa gestito da MADONIA Aldo


veniva consegnato prhcipalmente alla madre
GELARDI Emanuela ed era custodito presso
l'abitazione della stessa donna.

- MADONIA Aldo tendenzialmente non prendeva più


parte ai colloqui carcerari (che, come s'è visto, erano
stati tra gli elementi a suo carico nel corso del
processo per associazione ma fiosa).

Nonostante ciò, le continue ordinanze di custodia


cautelare, la cattura di tutti i referenti associativi sul territorio
hanno costretto MADONIA Aldo a vanire allo scoperto, tanto
che nel corso dell'indagine, sono stati documentati vari
1
incontri con esponenti mafiosi del mandamento di Resuttana,
tra cui D I TRAPANI Diego (allora reggente), GENOVA
Salvatore, GRAZIAN O Vincenzo, e GRECO Orazio, poi
deceduto per cause naturali.

Ma esaminiamo ora tutti gli elementi raccolti in questo


processo carico
2. Gli elementi penalmente rilevanti

I. La gestione del patrimonio dei MADONIA

I primi elementi acquisiti a carico di MADONIA Aldo risalgono


al 9 febbraio 2006, in occasione di un colloquio intercorso a L'Aquila
tra il detenuto MADONIA Salvatore e la moglie D I TRAPANI
Maria Angela, che abbiamo già avuto modo di commentare.
*"K,' ""
(A&t@@d##a) Nella circostanza, tra I'altro, D I TRAPANI Maria
Angela criticava fortemente l'operato del cognato MADONIA Aldo
(ed anche della moglie di quest'ultimo COTONE Carla e di MILIA
Rosaria, intesa Rosanna), che, a dire della stessa, avevano
accentrato la gestione economica familiare (che, dunque,
era nelle mani d i MADONIA Aldo). I coniugi ribadivano il fatto
che negli ultimi quindici anni gli non avevano chiesto alcun aiuto
finanziario. I l detenuto suggeriva alla moglie di rappresentare il
problema al fratello Pippo (MADONIA Giuseppe, detenuto presso
la Casa Circondariale di Biella) e per sottolinearne l'autorevolezza
- a.c - - , ricordava alla moglie, che Pippo (MADONIA Giuseppe) "è come i l
padre". La D I TRAPANI Maria Angela, per far comprendere al
marito le difficoltà economiche nelle quali versava, gli riferiva che le
spese di viaggio sostenute in occasione del precedente colloquio,
erano state affrontate da ARIOLO Sergio.

SALVO: ...la mia lettera l'hai ricevuta sangue mio?


ANGELA: quale lettera? Quella di ...
giorno quattro ho
ricevuto...q ua....due...
SALVO: ...q uella di domenica scorsa
ANGELA: ..eh di domenica...q ua ..., o il quattro o il due, che cosa era?
SALVO: ..dove ti dicevo di...andare da Pippo!
ANGELA: ...
ah, si, questa ho ricevuto e perché, scusami?
SALVO: (abbassa la testa più volte)
ANGELA: ..eh ah, va bè iniziamo. Noi dobbiamo fare quello che dice la

non ci sarò! Avanti, dai!

CF,
tua scro.., la scrofa di vostra cognata, io tappetino di loro

380
SALVO: ..MARIA ANGELA.., t u... devi fare una volta sola quello che ti
dico io, perché se non mettiamo in chiaro, t u mi mandi al
manicomio a me!
ANGELA: ..ma io perché.., io parlo così con te per farti capire che m i
sta (gesticola sottintendendo che è stanca della situazione)
SALVO: ... ma t u
ANGELA: ..sono di una parti.. falsità, cioè, ma non capisco a che
punto... vuole fare... si sente tutta..
SALVO: oh.., sicco.., siccome vorrei liberarmi...
ANGELA: ah..gioia mia... quel povero ragazzo, ieri sera mi ha
chiamato pure, non ho capito perché mi ha chiamato..
SALVO: ..Maria Angela!
ANGELA: ...ma Salvo può essere che ha detto qualcosa di ROSANNA a
...
NINO? Gli faccio, guarda ... gli ho detto non penso proprio
e poi ...
gli ho detto ...
non sono cose che...p arliamo con
Salvo, queste cose...
SALVO: Maria Angela!..
ANGELA: ..mi ha chiamato per lei.., prima mi prendeva per fessa, per
fatti capire, avanti va parla ...
SALVO: ... ...
inc una volta una cosa, quello che ti dico io, poi quello
che tu vuoi fare fai; io, quello che ti consiglierei io di fare,
perché altrimenti tu mi mandi al manicomio...
ANGELA: ...a lu.. ., a luglio pure l'avevo fatto avà...
SALVO: ..
. che cosa?
ANGELA: ... di andare dai tuoi fratelli e mi hanno presa soltanto per
fessa!
[...l
SALVO: ... quello che... quello che... quello che ti voglio dire io..
ANGELA: uh
SALVO: ... Maria Angela, se non mettiamo un punto in questa cosa,
noi andiamo sempre alle lunghe...
ANGELA: ... dimmi il punto, dai... non facciamo..
SALVO: ... il punto che vorrei mettere io, di togliermi tutte le
responsabilità, perché le responsabilità cadono, alla fine
su... su di me ..., allora siccome lui...
ANGELA: ... perché su di te, scusami? Perché devono cadere su di te?
SALVO : . -. .. -. .-. . ... cadono su di me.., ti spiego, se non ti spiego, perché loro. .
che stanno facendo, un gioco di parole, il gioco di parole
qual'è, che praticamente, siccome si vogliono liberare di
mamma, fanno tutto questo, tutto questo giro di parole...
ANGELA: ... si, ma allo stesso temDo voaliono tenere il
controllo. non l'hai c a ~ i t ohai
, ca~ito come fanno!?
SALVO: ... Maria ...,
Maria Angela... e questo vorrei... vorrei capire io,
vorrei sapere, a me non mi interessa ..., quello che vorrei...
ANGELA: .eh.. , vorresti sapere cosa?
SALVO: ... è che praticamente, invece di venire da te... dopo
quindici anni e venirti a dire tutte queste cose, oh.., se
ne vanno dai miei fratelli e li mettono al corrente, è
giusto!? Invece di venire da te o... o sono due le cose,
o vi metto alla porta, vi metto alla por.. o la fini ..., io
sono disponibile per andare da papà oh.., tutte le altre
cose...
ANGELA: gliel'ho già detto
SALVO: ... si, ma non è che gliele hai dette a lui, perché tutte
queste cose...
ANGELA: ... a lui chi?
SALVO: ... a PIPPO gliele hai dette?
ANGELA: ... ah no a PIPPO eh! A PIPPO no!
SALVO: ... per questo ci fa ...
ANGELA: eh...
SALVO: ... se ci vuoi andare...a dire:senti, vedi che io da papà, non
c'è bisogno di dirgli, senza gi... troppi giri di parole, senza
bisogno di dirgli grazie, né ho bisogno di voi altri che mi dite
grazie perché lo sento, l'ho fatto e lo farò sempre eh ..., le
altre cose...
[...l
SALVO: ... oh ..., vienee... tua cognata e mi vuole comandare...
ANGELA: no, non me lo fa così il comando fa... che ti gira con le
parole, hai capito? Ti rigira, ti rigira così...
SALVO: eh... dico ...,il fatto compiuto qual è?
ANGELA: ... si, questo il senso è!
SALVO: ... perché mi fai perdere tempo?
ANGELA: ... (..incompr..)
SALVO: ... questa e mi vuole comandare a me quando non ci devo
andare, quando ci devo andare e non abbiamo soldi,
quando... problemi economici.. .
ANGELA: ... allora me lo ha detto questo, ora non me Io. ha detto più!
SALVO: ... problemi economici per andare da PAPA, perché se ...,
tutte queste cose..., poi, ora viene un'altra e mi vuole
comandare, prendermi la mamma, portarmela, andarci a
coricarmi, non andare a coricarmici oh ... se loro hanno
problemi vengono da voi, oh ..., poi quello che non
capisco...è che dopo... quindici anni m i sento dire: "ma noi ti
ha ..., noi ti abbiamo difeso", m i avete difeso da cosa? Mi
dicono tutte queste cose ..., se ci sono delle cose...
...
chiaritevele fra di voi... oh e te ne liberi le mani, questo
che vuol ..., siccome lui specific....specificamente mi dice, mi
scrive, quando fu trasferito che ora si trova a Biella e mi
dice: "vorrei vedere a MARIA...", perché io gli ho scritto...
ANGELA: uh
SALVO: ... e gli ho detto: il mio parere non è cambiato, dodici
anni era... dodici anni fa era impresentabile, oggi è
sempre impresentabile... (si riferisce a ROSANNA,
verosimilmente fidanzata del MADONIA Antonino, ndr)
... me lo ha detto lei, dice, dice che gli hai detto: neanche
la lavatrice ci può per pulirla ... - "

SALVO: ... e gliel'ho detto io.., ah glielo hai de ..., te lo ha detto!? Ed


io questo gli ho scritto.
ANGELA: ... me lo ha detto lei, Carla, ieri sera
SALVO: ... ... ...
ma io ma gli di gli dico a Pippo, perché ancora era là
(al carcere di Torino, ove era detenuto unitamente al fratello
MADONIA Antonino, ndr), a dire, vedi che si riempie di
ridicolo, diglielo!
ANGELA: uh
SALVO: ... ma, lei che cosa mi scrive CARLA, m i dice: ma, se non
c'era quell'attrito fra... fra te (DI TRAPANI Maria Angela,
ndr) e MAMMA (GEIARDI Emanuela, ndr), dice, a questo
punto non ci si sarebbe arrivato, allora dico... pure io,
che cosa significa, queste sono cose belle o cose
cattive ..., cioè, scusa...ma, gli dico io, ci sono delle cose...
che nessuna lavabiancheria può lavare.. . oh... siccome, a
me m i dà fastidio...
ANGELA: ... a lei le è sembrata che è stata la lavatrice, per quanto
riguarda ROSANNA glielo hai detto, che non si può lavare
nella... ah...
SALVO: ... per questo
ANGELA: ... ah... (con la testa fa segno di aver capito)
SALVO: ... ...
ehh e a te per che cosa ti sembrava?
ANGELA: no... ah...
SALVO: ... a te per che cosa...
ANGELA: ah ..., no, questo! Ora, in questo momento avevo capito
male io! I n questo momento lo avevo capito male io...
SALVO: ... e che cosa avevi capito?
ANGELA: ... che ci sono cose tipo le cose nostre che non possono
passare così
SALVO: ... Maria Angela...
ANGELA: ... ah ah, ho capito!
SALVO: ... io mi riferisco..io non..non ne prendo..., siccome io gli ho
scritto... NINO mi dice che mamma, non si può muovere e
non si può chi... e dico...
ANGELA: ... eh
SALVO: ... MARIA ANGELA, tu mi dici una cosa e lui mi sosteneva
un'altra cosa, dive ..., una cosa diversa ..., che mamma non è
più autonoma oh ..., ora io gli ho scritto a lui, a PIPPO e gli
ho detto ..., non vorrei che tutte quelle cose che non
possono entrare dalla porta, non sono mai entrate
dalla porta d i casa nostra, ora adesso, entrano dalla
finestra, cioè, che cosa gli sento dire io a lui, con la
scusa della mamma, si stanno riempiendo tutte queste
cose, questa che viene... questa, che ti telefona...
non... non, non capisco niente, non ne sto capendo più
niente..., il punto con ..., cioè, mentre era là, quello
quando si mette una cosa i n testa è a tipo, lo sai
com'è?
ANGELA: mh!
SALVO: ... cioè sono due cose diverse, NINO è una cosa e PIPPO...,
quando si mette una cosa in testa, se lo mangia il cervello;
allora volevo io e gli dicevo: 'senti, vedi, che sta
combinando questo? Ora se ne è andato e se ne è andato
là"...
ANGELA: (la donna abbassa la testa come segno di assenso.)
SALVO: ... ora t u c i vai, i colloqui si fanno, il venerdì ed il
sabato e gli spieghi questa situazione, i o i n quindici
...
anni... nessuno si è degnato nessuno, se io mangio
se posso fare i colloqui, ora... m i sento dire t u t t e
queste cose che sono presi dalla turca, oh.., se ci sono
delle cose è giusto che ve li chiarite voi...
ANGELA: ... e lui può dire e che cosa delle cose lui mi dice..
SALVO: ... t u non lo sai, queste cose, loro ti dicono, che cosa ti è
venuta a dire CARLA?
ANGELA: ... "noi lo abbiamo difeso sempre" e la guardavo parlare...
SALVO: ... ma di che cosa?
ANGELA: ... e quando.., allora le ho detto, quan.., quando lei...
SALVO: ... ma di che cosa?
ANGELA: ... quando lei la mamma veniva da mia ..., pure mia madre ti
ha difeso, pure mia cognata ti ha difeso, a dire...ma la lasci
andare a quella povera ragazza, ci vada, la smetta, ma non
lo capisce che è sola con un bambino, ma lei, che vuoi è
testona, è testona, è testona" ..., poi un altro giorno mi
chiama: 'ROSANNA mi ha aggredito, non m i chiama" ed io
attentavo (ascoltavo, ndr.), gli faccio, ma che vuoi da me?
...
Fa dice: "ma ma voi vi siete visti?" No, io perché devo
vedere a lei? Le ho detto: ma poi perché io deve essere
scortese lei con me? I o non ho motivo di essere né scortese
con lei e nemmeno lei di essere scortese con me, perché
non abbiamo fatto mai...
SALVO: ... Maria Angela, Maria Angela...vacci, domani...non vorrei...
2'
ANGELA: ... mi ha aggredita ..., perché ci sembra che io e t u parliamo
SALVO: ... io?
ANGELA: ... lei! Mi fa: mi ha aggredita. ROSAIVIVA ha aggredito a lei,
mi sembra, ma è bugiarda (..incompr..) che è bugiarda ...
SALVO: ... questo ti voglio dire...
ANGELA: ... ti dice le cose a (..incompr..) e dopo t e le ricambia, hai
capito, non ti da la cosa, ti fa tenere così...
SALVO: Maria Angela! E noi perché dobbiamo avere tutti.., in
quindici anni,
ANGELA: ... solo che io "locca" (stupida) non ci sono, lei è troppo
scaltra nel sapere parlare così che te li rigira, però io cretina
non ci sono e le capisco...
SALVO: ... Maria Angela! Maria Angela, io ti ho dato due possibilità ...
ANGELA: ... si
SALVO: ... di, quando ti racconta, perché questo telefono...devi dire,
senti, tu sai dove sto io, prendi vieni...
ANGELA: ... no, è venuta!
SALVO: ... oh, quando viene le dici, senti, se ci sono che tu sai
delle cose che non vanno a casa, t u e tuo marito
sapete delle cose che non vanno, vai da tuo fratello...
ANGELA: ... gliel'ho detto
SALVO: ... questo devi dire...
ANGELA: ... gliel'ho detto..
SALVO: ... no che vieni da me, perché in quindici anni ..., io
nea...
ANGELA: ... il modo di vestire, a me mi cade la faccia a terra, il modo
di vestire che ha, non è che è il modo così normale di noi ...,
proprio un modo di vestire di buttana... ed io "attento"
(ascolto) e suo fratello perchè non se la mette dentro,
dice. .(ride)
SALVO: ... Maria Angela eh ..., il discorso..
ANGELA: ... minigonne strette..
SALVO: ... il discorso sai che cos'è?
ANGELA: ... vuole fare aizzare a me, ancora non l'hai capito!
SALVO: ... oh, ohh...!
ANGELA: ... lei vuole prendere tanti piccioni! -
.SALVO.: ... tu lo dici a me ed io (..incompr..) .- - .- -... .-
...
.-2

ANGELA: siccome dice: "questa scema nel... nelle cose di


famiglia (sfrega le dita ad indicare denaro, ndr) non
c'è entrata mai e saremo sempre noi"
SALVO: ... ma io questo voglio!?
ANGELA: ..quella, a lei ora la guarda e loro marito e moglie si devono
trovare la mamma dentro, a questa pure dentro...
SALVO: ..Maria Angela, devi essere chiara..
ANGELA: ..dice..(..incompr..) per te..
SALVO: ..senti.., la malavita, gli devi dire, sentimi cognato..
ANGELA: . .gliellho detto!
SALVO: ..a chi?
ANGELA: ..a lei, perché a tuo fratello una volta non gliel'ho detto a
tuo fratello!?
SALVO: ...sangue mio, ma io ti sto dicendo che parli con
Pippo ...
ANGELA: ..ma perché quando fu del bambino e mi dice: 'e che vuoi
da me, magari mi vado a vendere le mie cose per dartele a
te?"
SALVO: chi è?
ANGELA: tuo fratello!
SALVO:
ANGELA:
Pippo?
...no Aldo, ah ahhh...
C%_ 384
SALVO: ..ma è possibile, forse io parlo turco..(si innervosisce).. .
cornuto di un cane... lascialo andare nellrimmondizia a
questo (si riferisce al fratello MADONIA Aldo, ndr) ... a me
non interessa!
ANGELA: ..a va bè va, dai parla dai! Si stava parla..
SALVO: ...a me non interessa, a me mi interessa ...(..incompr..), io ti
sto dicendo, una strada, poi quello che vogliono fare...fanno,
tu ti ci..lui. lui ti ha cercato ...,
ANGELA: uh
SALVO: ..perché me lo dice a me, "ho il desiderio di abbracciare a
mia e di abbracciare a (con i gesti fa intendere la moglie ed
il figlio)...
ANGELA: ..ah..deve prendere per fesso.., andiamo! Avanti dai ed io ci
vado! E che gli devo dire?
SALVO: ...( esterna nervosismo) ... gli dici, senti, è da quindici
anni, quindici anni, sono quindici anni?
ANGELA: si
SALVO: ... che facciamo la vita da cani (continua ad esternare
nervosismo) questi due anni, questi due anni...
ANGELA: ..tre!
SALVO: ..questi tre anni...
ANGELA: ora tre anni a febbraio ..., eh
SALVO: ...
..questi tre anni, nessuno si è degnato a cominciare
da tuo fratello il primo, se mangiamo, non che.., se
mangiamo! Ho sentito, se dobbiamo vendere le cose,
non dobbiamo vendere le cose..., ora, mi viene.., dopo
quindici anni. .., viene questa e mi vuole comandare,
ora ne viene un'altra e..., ohuu!! Sbrigatevela voi altri!
Questo vorrei che... chi ..., questo voglio sangue mio,
questo voglio! ...
ANGELA: ...(fa cenno di assenso)
SALVO: ..che tu mi scrivi a me...eh.., allora io gli dico: "senti, vedi
che ci sono delle cose che non vanno... vedi che.., ora c'è
questa cosa ..." gli dico: "vedi che si riempie di ridicolo ...,
lui si riempie di ridicolo"..ohu.., poi quello che vuole fare
fa! Questa è la cosa che ti dico...
ANGELA: ..si ----.
.. -
SALVO: ..devi dire:"senti, devi dire, fai..tum..tam.." scusami un
minuto.., ora... la cosa che non ca ..., che non ho capito e
che ti stavo raccontando...è che praticamente, lui mi
...
scrive che mammina, mamma, non c'è di fare nien..piÙ
conto!; ora quello che ti.., che ho detto io...ho detto ... ma,
com'è questo discorso...Maria Angela.., senti cara cognata ...
desidero sapere come va, perché mia moglie mi dice che,
fisicamente sta bene, si dimentica le cose, è giusto?
ANGELA: ..(fa cenno di assenso)..
SALVO: ..mio fratello m i scrive e mi dice che non è più autonoma,
mi scrive e mi ha mandato il certificato medico... e mi ha
detto: "mamma, purtroppo si dimentica le cose, però,
fisicamente sta bene, è autonoma"; ho preso tutto questo
certificato e gliel'ho mandato a Pippo, ora, se gli è arrivato,
se non gli è arrivato ..., quello m i dice: "io sono
preoccupato", vero quel poveretto è preoccupato!
ANGELA: ... ma è normale
SALVO: ...p erché non gli scrive nessuno! A dire: "senti, ma perché
non ti ma..", perché loro che fanno, ce I'hanno con te, ce
I'hanno con t e (con il dito indica la moglie), dice: "neanche
mi scrive, a dire: 'scusami un minuto, ma t u hai a tuo
fratello ed a tua cognata, ma perché ve la prendete sempre
con me?, questo è il discorso che gli devi dire, vorrei che gli
dicessi! Perché ve la prendete con me?...
ANGELA: (con la testa fa segno di assenso)
SALVO: ... vedi che io è da t r e anni che faccio la vita d i cane!
ANGELA: e ho domandato pure aiuto e m i avete lasciato
sbattere, con le umiliazioni faccia faccia, d i t u t t i
SALVO: ..e che... che... chi, no io non ci vado (riferisce quanto prima
detto dalla moglie, ndr.)..e allora che cosa ho da fare io...
ANGELA: no, ci vado questa volta, va bè
SALVO: .. questo è il discorso che ti dico io
ANGELA: ..la signorina però, la signora, con tuo fratello, tuo fratello
però non è che parla con me, fa parlare a sua moglie,
capisci? Perché vorrebbe che io mi mettessi sull'aereo e
venissi da tuo fratello, da Pippo...
SALVO: ..ma se ci...
ANGELA: ..mi fa in continuazione: 'per buttare fuori a Rosanna devi
essere tu,"
SALVO: ..ma tu, t u...se fossi procliva...
ANGELA: ...m i fa: "devi essere t u a buttare fuori a Rosanna", ma io
non ho niente contro di lei!
SALVO: ..(..incompr..), ...
t u fossi procliva nel momento i n cui s i
fossero comportati da "cristiani" non...che m i hanno
fatto mangiare le ossa!...
ANGELA: ...q uesto gli voglio dire..(abbassa la testa come gesto di
assenso)
SALVO: ..questo è il discorso che intendo dire io! A dire: 'senti,
vieni, un col..mi telefona tre volte al giorno, prima, appena
e...non glielo devi dire, non glielo devi dire, perché la
mia preoccupazione sai che cosa è? Che tutte e due ce
I'hanno con me, t u t t e e due... Carla e ....
ANGELA: ..eh
SALVO: ..ce I'hanno, devi dire: "senti"... ascoltami, devi dire:
"senti, m i devi levare u n curiosità, con il risolino i n
bocca, non che..chi .... ...,
ti ci metti...incisivo ma i n
quindici anni, mio marito non ha voluto mai essere
...
ringraziato ma a dire ...., tenerlo presente almeno... a
. . - -- . - mio marito ..., i n che senso; non riesco a capire, ma
può darsi che sanno una cosa diversa che quello che
ho fatto, non I'ho fatto d i mia spontanea volontà..e
pensano che sia una mossa che a me m i hanno fatto
fare una cosa che non volevo fare!?
ANGELA: ..e..e anche quando che cosa c'entra, scusami? Una volta a
tuo fratello gliel'ho detto quando è stato del bambino al
carcere!
SALVO: ..ma che cosa?
ANGELA: ..questo fatto!
SALVO: che cosa?
ANGELA: ..che..che nemmeno u n ringraziamento d i quello
che..che che t u hai fatto per lui...neanche gli ha detto
u n ringraziamento d i questo con un bambino che
abbiamo
SALVO: ..a chi?
ANGELA: ..ad Aldo I'ho detto
SALVO: ..ma a lei glielo devi dire e ti stai zitta e vedi che cosa ti
risponde!
ANGELA: ..
..ti gira tutta..ti fa..tutta così ahh...
A MADONIA Aldo, quindi, veniva "imputata" una mancanza di
correttezza nella gestione del denaro in entrata, di cui una parte
sarebbe dovuta spettare anche al detenuto MADONIA Salvatore
ed ai suoi familiari. Dal1'intercettazione si comprende:
1 ) che MADONIA Aldo gestisce la "cassa" familiare;
2 ) che questa mansione e svolta da MADONIA già da diverso
tempo.

L'argomento, soprattutto nella prima parte del1'indagine,


veniva ripreso più volte ed in diverse occasioni.

I 1 13 aprile 2006, D I TRAPANI Maria Angela e GELARDI


Emanuela si recavano a Napoli per effettuare un colloquio con
MADONIA Francesco detenuto presso la Casa Circondariale di
Napoli-Poggioreale. r&&-@&#]
Nel corso del colloquio Maria Angela riprendeva a parlare
degli screzi che solitamente doveva affrontare con i familiari ogni
qualvolta bisognava recarsi ai colloqui. Nel riprendere l 'argomento
delle precarie condizioni economiche sofferte da D I TRAPANI
M a ~ i aAngela, I'anziano patriarca MADON I A Francesco, invitava
la moglie ad aiutare economicamente la nuora, pu?' riconoscendo
8 che a tale manovra sarebbe conseguita una "trascuranza" per
altri che comunque beneficiavano di altre entrate. La D I TRAPANI
specificava al suocero che non era la GELARDI ad amministrare
i soldi illecitamente accumulato dalla famiglia, bensì altri.
Anche se in entrambe queste ultime affermazioni non veniva fatto il
nome della persona di riferimento, appariva quanto mai chiaro, già
all'epoca, e, come si vedrà, per gli ulteriori elementi che più avanti
saranno discussi, che il soggetto che poteva essere "trascurato'; e
che allo stesso tempo gestiva il denaro proveniente da Cosa Nostra,
fosse proprio il MADONIA Aldo.

Segue il tratto di interesse del verbale in disamina:


"Dal minuto 12:37:30, i presenti scherzano con il bambino. Maria Angela
riprende a parlare degli screzi che solitamente deve affrontare con i familiari ogni
qualvolta deve effettuare un colloquio. Maria Angela riferisce al suocero che
della situazione sopra descritta, suo marito SALVO ha sofferto molto. I presenti
continuano a discutere sui problemi famigliari ampiamente descritti e delle
condizioni economiche precarie in cui versa la D I TRAPANI Maria Angela. Nella
circostanza, MADONIA Francesco, rivolgendosi alla moglie, le dice di aiutare
economicamente la predetta Maria Angela perché deve affrontare diverse spese,
anche se deve trascurare gli altri - verosimilmente il figlio ALDO - perché questi
ha altre entrate, mentre la Maria Angela è sola. D I TRAPANI Maria Angela
specifica invece che non è la GELARDI ad amministrare i soldi della famiglia,
bensi altri ..."

Successivamente, il 26 aprile 2006, GELARDI Emanuela si


recava a Novara per effettuare un colloquio con il figlio MADONIA
% -P -T
.. nrr v-*- ,nv* ^iavar -
Anton h o . yp&3j
I l tratto di conversazione che segue è di per sè univocamente
indicativo delle responsabilità penali che si cerca di evidenziare,
riferibili a MADONIA Aldo.

MADONIA Antonino, come detto ancora capo del


mandamento mafioso di Resuttana, conversando con la madre
relativamente ad alcuni beni occulti nella disponibilità della
famiglia e fittiziamente gestiti da diverse persone, le intimava di

-* .

MADONIA Aldo veniva indicato alle volte con il nome di


battesimo, ed altre volte come il "piccolo" (visto che è il più
piccolo dei quattro figli della GELARDI Emanuela).

Da questa intercettazione emerge ancor più la piena


consa~evolezzadi MADONIA Aldo dei beni occulti ed illeciti
della famiglia e la sua ancora attuale operatività nel contesto di
Cosa Nostra, di cui venivano nominati altri "attori": tali
"Variledduf; "Fiore o Zio Giovanni" ed "Amalia. I n specie:

- parlando di VARILEDDU, possessore di beni della famiglia MADONIA, a fronte


dell'ipotesi della GELARDI (che non vi fossero più questi beni) MADONIA
Antonino intimava di interessare il fratello Aldo. L'interesse del detenuto per tale
'l
patrimonio non era finalizzato ad eventuali cambi di destinazione dei beni ma
unicamente alla conferma dell'esistenza degli stessi (ANTONINO: e va bè... che ti
interessa... però sono là... restano là... l'importante che rimanaono là diciamo
...senza... diciamo... non è che c'è bisogno..,. mi sono spiegato?);

- relativamente ai beni gestiti da tale Fiore (chiamato dalla GELARDI, ZIO


GIOVANNI) che, da quanto lasciato intendere, gli erano stati presi e poi ridati
(verosimilmente si riferiscono al fatto che tali beni sono stati dapprima sequestrati
e poi restituiti), la GELARDI, informava il detenuto delle ingenti spese affrontate
dallo stesso Fiore, e lasciava intendere che lo stesso non poteva per questo motivo
disporre di denaro da elargire alla famiglia MADONIA. I1 MADONIA Antonino,
anche in questa occasione, intimava alla madre di informare di tale situazione il
fratello Aldo cui spettava interessarsi a queste vicende.

- in relazione ai beni gestiti da Amalia, MADONIA Antonino concludeva


asserendo che, sicuramente, GELARDI Emanuela non aveva precisa cognizione
dei fatti, ed anche in questo caso consigliava la madre di riferire al fratello Aldo,
che aveva piena contezza delle manovre illegali della famiglia adottate per evitare
il sicuro sequestro di beni illecitamente ottenuti (ANTONINO: ...eh... ora non più...
finì... può essere che è-finito,allora?!...EMANUELA: ...non te lo so dire... boh...
non te lo so dire... ma certo se....ANTONINO: ma tu quando è così... parlane con
. -
il piccolo che lui lo sa... - MADONIA Aldo, ndr).

ANTONINO:
pure cose. no?
EMANUELA: ... inc... può essere che sono finite?!
ANTONINO: ... ...
come finite... che finite! scusa ma perchè (interrompe
il discorso e si alza dal suo posto per salutare altro carcerato
che passa alle sue spalle)
EMANUELA: ...
io certe volte ci ho pensato eh...
ANTONINO: eh
EMANUELA: ma dico io.. . come è che io ...
ANTONINO: ...
vabbè ma tu dice che ~ a r l a vcon i il ~iccolo...dici che
tu il ~iccolol'avevi informato? Ad ALDO lo avevi
informato tu?!
EMANUELA: a chi? io penso che una volta....
ANTONINO: io ti ho detto semDre di informare ad ALDO, no?!
EMANUELA: ad ALDO?
ANTONINO: eh!
EMANUELA: che tu... inc... appena l'ho visto...
ANTONINO: ...
eh ma a dire ... come siamo ...
EMANUELA: ... ...
io mi pare che una volta disse che l'aveva in pendenza,
ANTONINO: ah... ah... ah... ah...
EMANUELA: e... qualche volta... inc. .. ma dimmi una cosa...
ANTONINO: a chi?
EMANUELA: a ZU' DIEGO...
ANTONINO: No, tu devi p p
ricordare... che lui lo sa... ~ e r c h èio ti ho detto
sempre... t u informalo... diciamo a lui... che lui... sa e
si ricorda di aueste cose. no?!
EMANUELA: ...
ma... avantieri ci pensavo dissi io.. . mi pare che io una
volta... inc... è che ora non ho tempo per andarci e ora ...
...
non sono più come prima (intende fisicamente, ndr ...)
ANTONINO: si, d'accordo ma ALDO lo sa, diciamo, ... ALDO lo sa...
perchè t u gliele avevi detto ad ALDO.... vedi che ha queste
cose.. .
EMANUELA: mi devo interessare... dice... ( ~ a r l aDer MADONIA Aldo,
ndr)
ANTONINO: e va bè... che ti interessa... però sono là... restano là...
I'im~ortante che rimanaono là diciamo ...
senza...
diciamo... non è che c'è bisoano.... mi sono s~ieaato?
EMANUELA: ... altro che io ora per ora gliene parlo e già sono
tranquilla...
ANTONINO: ...
ma t u ne devi parlare con ALDO diciamo non ne parlare
...
con lui, diciamo parlane con ALDO che ha .... parlane
con ALDO e ALDO ti dice: si a posto... sono
tanto...diciamo no?!
EMANUELA: jo a lui ci faccio ~arlare... va bene... così faccio
ANTONINO: ti dimentichi tutte cose... ti dimentichi tutto tu!
EMANUELA: ora... prima no però... ora è un po' di tempo a venire qua...
ANTONINO: prima avevi il... reggi... il cervello ...incomprensibile...
EMANUELA: ... inc... le cose... io me le scordo...
ANTONINO: ...
jo per auello che mi ricordo diciamo... t u mi dicevi
che là avevi... diciamo... così... dove ci sono... ( ~ a u s a )
San Martino?
EMANUELA:
ANTONINO: una volta mi hai detto, diciamo. che mi dicevi che una
volta. diciamo, avevi aualche co...
EMANUELA: ...
... incomprensibile volte così..,
ANTONINO: eh
EMANUELA: e sono...
ANTONINO: p là?! ah...
EMANUELA: ... incomprensibile ...
ANTONINO: alieli ha dati là, diciamo...
EMANUELA: e li ha là ...
ANTONINO: e allora... auesti ~ i auelli...
ù sono auesti allora auelli
che ha... auesti sono? ne aveva altri... vedi.. .
EMANUELA: No. non ne ha ~ i uauesti
! ci sono.
ANTONINO: allora vedi... che hai avuto... hai avuto...
(con la mimica dima)stranodi essersi capiti sull'argomento)
ANTONINO: e invece di auella situazione di FIORE non si sa
niente... di FIORE... di FIORE non si sa niente...
EMANUELA: noo... niente com~letamente.
ANTONINO: finirono?
EMANUELA:
volta... t
ANTONINO: eh
EMANUELA: e poi ha rioreso, ~ e r c i ò
aveva ancora...
ANTONINO: FIORE?!
EMANUELA: ZU GIOVANNI!
ANTONINO: eh
EMANUELA: una volta ...
ANTONINO: eh una volta alieli hanno presi no? e ora non si sa D ~ Ù
nulla?
EMANUELA: alieli hanno ridati
ANTONINO: eh... e poi... e cosa...
EMANUELA: ...
aveva... incomprensibile cose arretrate...
ANTONINO: ah ah ho capito!
EMANUELA: hai capito? poi figlio mio...
ANTONINO: ...
ma... ma... il ~iccolo... il piccolo il ~iccolo... la seaue
lui, il ~ i c c o l o ?
EMANUELA: eh l'altra volta... il piccolo dice: mamma ... inc... dice, ho
.
visto che c'è da. .. incomprensibile..
ANTONINO: e
perchè non va ad informarsi...
EMANUELA: eh e m i ha detto, dice... vediamo ... a l i ho detto.. . tu
vedi... passaci... vedi se lui...
ANTONINO: p
trovarlo? E' andato a trovarlo? per vedere...
EMANUELA: E' andato a trovarlo?
ANTONINO: ci... ci è andato... andarlo a trovare
EMANUELA: no ancora è poco che m i ha detto auesto fatto...
ANTONINO: perchè lui per vedere... ci awicina ....
ci.. ci... che c'è.. .
e vediamo che cos'è ...
EMANUELA: e vediamo! perchè se a lui li hanno dati...
ANTONINO: ...
però con ROSANNA no...
EMANUELA: nooo... che c'entra...
ANTONINO: con nessuno... tu solo con.... il piccolo (MADONIA
Aldo, ndr) @evi Darlare.... e se la vede il ~iccolo...
(MADONIA Aldo, ndr) mi sono spieaato? la seaue lui...
EMANUELA: non è cosa che interessa pure a lui?
ANTONINO: la seaue lui... (MADONIA Aldo, ndr) ali dici che la
seaue lui... auesta cosa... tanto lui ci DUÒ andare là...
da FIORE lui stesso... oani tanto s i fa un airetto... c i
passa leaaero leaaero... e vede d i sapere aualche
cosa... m i sono s ~ i e a a t o ?che auesto. come si suo1
dire... dorme c'a manu sutta a mascidda (porta la mano
sinistra alla guancia sinistra mimando il gesto-usualmente
...
utilizzato per intendere il dormire) uno così... mi seaui?
Se si sblocca auesta situazione... Se si sblocca auesta
situazione? Se s i sblocca auesta situazione... uno
dorme tranauillo!
EMANUELA: che certo! è una cosa che ...incomprensibile ...
ANTONINO: che certo... tranquillamente ... tranquillamente ...
EMANUELA: jtbbiamo tante...
ANTONINO: eh?
EMANUELA: dice... tanto ce ne sono... porte aperte... (abbassa
..
notevolmente il tono della voce). tratto incomprensibile ...
ANTONINO: eh...
EMANUELA: ... inc... dimmi una cosa, io giorni fa avevo un pensiero...
ANTONINO: eh...
EMANUELA: all' Addaura?
ANTONINO: eh...
EMANUELA: (labiale incomprensibile)
ANTONINO: ...uuu... come si chiama là... AMALIA? AMALIA? che non
ha...?
EMANUELA: ...(abbassa notevolmente il tono della voce)... tutto quel. ..
ANTONINO: eh! eh...
EMANUELA: ...incomprensibile.. . ti dico...
ANTONINO: eh!
EMANUELA: ti dico io...
ANTONINO eh ....
EMANUELA: e questo tutto...incomprensibile ....
ANTONINO: co...?
EMANUELA: .
a.. so di.. . (LABIALE NON VISIBILE)
ANTONINO: eh! eh ...
EMANUELA: ...
...inc un pezzettino tanto. .. dicono che non si può
comprare ... incomprensibile....
ANTONINO: eh ...
EMANUELA: ed io ho detto che inc... ...
ANTONINO: questo chi ti dice... chi t e lo dice chi te lo diceva questo ...
discorso.. .
EMANUELA: ne sento parlare io ....
ANTONINO: ...
ah ho capito ho capito... ...
EMANUELA: ...
che dice pure che mi danno incomprensibile.. . ...
ANTONINO: ...
che t u non ti ricordi... non ti ricordi più AMALIA... ce ...
l'ha AMALIA.. .
EMANUELA: eh... eh ...
ANTONINO: eh! e non è là!? si! ...
EMANUELA: ...
si anzi ogni volta si... ma prima anzi io pagavo quando...
inc ...
ANTONINO: eh... eh eh ... ...
EMANUELA: ora però sempre meno...
ANTONINO: perchè è finito?! oani... mi Dare che a novembre... oani
novembre... mi Dare che era... a novembre... sono
finite allora aueste spese?
EMANUELA: ... inc... D
ero attiva... Derchè dice che io...
ANTONINO: ...
eh eh eh... ora non ~ i ufinì... può essere che è finito,
jillora?!
EMANUELA: ... non te lo so dire... boh... non te lo so dire... ma certo
ce....
ANTONINO: ma t u auando è così... Darlane con il piccolo che lui lo
sa... (MADONIA Aldo, ndr)
EMANUELA: ...
ma se lui avesse.. . quelle cose verrebbe... è giusto?
.ANTONINO: che certo
,,, , EMANUELA: p f l
dicevo... ma com'è che non è venuto ~ i audirmi...
ANTONINO:
novembre... nel mese di novembre... all'inizio di
novembre...
EMANUELA: po... e invece no... è un DO' che non lo vedo...
ANTONINO: ... ce ne vuole tempo... ora siamo ad aprile... tu le cose
di oaai... di domani... te le dimentichi...
EMANUELA: vero... ma insomma...
ANTONINO: ...
t u te le scordi le cose di oggi figurati quelle di sei mesi
...
fà... e comunque vediamo però ogni cosa... ...
EMANUELA: si... si...
ANTONINO: senza nessuna.. .
EMANUELA: si.. . si... (breve pausa)
ANTONINO: pazienza! pazienza!
EMANUELA: ...
(parla a bassa voce) incomprensibile (11:28: 14) ...
ANTONINO: ... noialtri, Diano Diano... dobbiano tirare Diano ~iano...
a DOCO a ~oco... Diano Diano...
EMANUELA: ...
... basta che inc... guarda per ciò che deve fare! ...
\
Ancora, il 4 maggio2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a l'Aquila
per effettuare un colloquio con il detenuto MADONIA Salvatore. [ALLEGATOA4)

Nella circostanza la donna affrontava con il marito un argomento in altre


circostanze ripreso. A suo dire infatti MADONIA Aldo si troverebbe libero, non
perché innocente, ma grazie al "buon cuore" dello stesso MADONIA Salvatore.
L'affermazione trova spazio in un momento di ira della donna che augura al cognato
Aldo di finire in carcere.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:

M. ANGELA: ... gli auguro (a MADONIA Aldo, ndr) di venire a finire


pure qua! (in carcere, ndr)... qua, per come sei tu!...
per come sei tu!... quello che sto passando io, lo deve
ripassare lui (MADONIA Aldo, ndr)... è fuori per il tuo
buon cuore?!... pure!... così lo passa pure sua moglie!

L'argomento precedente veniva, poi, ripreso il 4 giugno2006, alle ore 950, in


occasione di una conversazione telefonica che DI TRAPANI Maria Angela
intratteneva con l'amica MILIA Rosaria k&@A@@&a$#3,
~:'m.-'~<~?~,?~~~~~&&:~~~~?r~.+;3~M;~'r'r,--'r
"fidanzata" di
MADONIA Antonino. Nel corso della conversazione, tra l'altro, DI TRAPANI
Maria Angela riferendosi al cognato, asseriva che questi era fuori (nel senso che era
libero) soltanto perché le responsabilità penali a lui attribuibili se le era addossate il
marito MADONIA Salvatore che, di contro, si trovava in carcere da innocente.
- . . . . .
Segue il tratto di trascrizione di'interesse:

M. ANGELA: quando SALVO era latitante fuori ...


ROSANNA: dico ma lui l'ha provato poi ...e lui sa cosa
M. ANGELA: si ma non c'entra ... non ci interessa ... non ci interessa
credimi
ROSANNA: ma che fa scherziamo ...
M. ANGELA: ma se t u ci tagli, secondo me, gli esce carbone nero ...
ROSANNA: ma che fa scherziamo ...
M. ANGELA: è carbone nero ...
ROSANNA: ma che fa scherziamo
M. ANGELA: i
i-
da innocente ah ... solo per mio marito lui è fuori.

fatto auesto ver me, se io vosso r e s ~ i r a r ee vosso


godermi la mia famiqlia". ...
Non lo vedi quanto è cattivo
...q uanto sono cattivi marito e moglie ...non hanno ... non
hanno sentimenti soltanto che per loro stessi ... e basta ...
ROSANNA: siamo sotto ... ripeto ... lo dico sempre ...siamo tutti sotto lo
stesso cielo ...
A riscontro del fatto che il MADONIA Aldo era ed è il reale responsabile della
cassa della famiglia si raccoglieva la conversazione telefonica intercettata sull'utenza
domestica della GELARDI Emanuela il 5 giugno2006 alle ore 2057 &,&%ATQ
%d).~'ar~omento
della conversazione, intercorsa tra MADONIA Aldo e MILIA
Rosaria, riguarda proprio il controllo del denaro che MADONIA Aldo fa nei
confronti di MILIA Rosaria che, in quel momento, si dedicava - con i beni familiari
- all'acquisto ed alla confezione del vitto per i detenuti ed alle spese necessarie per
sostenere i viaggi da e per le carceri.

Nella parte finale della conversazione, MADONIA Aldo - ben conoscendo le


possibili conseguenze, e comprendendo l'illegalità di quanto da lui posto in essere - si
preoccupava di commentare determinati argomenti per telefono [no, no, no, no ...
anche perché non è la forma... eh... il sistema più idoneo per potere comunicare
queste cose.]

Rosanna: Heilà!
Aldo: Heilà, ciao ROSANNA
Rosanna: (ride) ciao...
Aldo: Ciao, ciao...
Rosanna: ...lo hai trovato il "pizzino"?
Aldo: no! I l 'pizzino" tuo, scritto da te?
Rosanna: si, si...
Aldo: no! Non ho visto "pizzini", no ... sto facendo bile proprio per
questo motivo...
Rosanna: allora...
Aldo: ... per favore... no mi devi fare una cortesia... a ,C

osanna: si!
Aldo: ...g li vuoi dire... ah... qua a mia mamma...
Rosanna: si!
Aldo: ...che cosa è successo stamattina? e poi, e poi... diglielo tu
per favore però ...
Rosanna: va bene! Okay ...
[.-l
Emanuela: ...che cosa è? ...p arla!
Rosanna: che, che c'è Gioia?
Emanuela: ...ma io neanche lo so cosa dice ... che... gli devo domandare
se io gli ho dato soldi? (in sottofondo parla MADONIA Aldo
ma è incomprensibile)
Rosanna: si! Si, Allora m i ascolti un attimo ...
Emanuela: come dici chi? (rivolgendosi al figlio MADONIA Aldo).
Aldo: ...incompr ... dici che non gli ha dato soldi ...
Emanuela: aspetta ... che dici
Aldo: ... dici che non gli hai dato soldi ... m i stai negando che non
gli hai dato soldi...
Emanuela: Rosanna!
Rosanna: e gioia ...
Emanuela: che ti ho dato soldi io oggi?
Rosanna: si! Mi ascolti, però mi ripassi ALDO ...
Emanuela: eh?
Rosanna: mi ripassi ALDO ...
Emanuela: (rivolgendosi al figlio Aldo) vuole ripassato a te vedi ...
Aldo: (rivolgendosi alla madre) no no ... con te deve parlare ...no
deve parlare con te!
Emanuela: che cosa è parla ... ROSANNA?
Rosanna: mi ascolti, mi ascolti un attimo ... gli deve dire ad ALDO
comunque che quando escono soldi I'unica persona a cui li
dà li da a me ...
Emanuela: come?
Rosanna: se lei mi ripassa ad ALDO io gli spiego a ALDO tutte cose
...mi ripassi ALDO ...
Emanuela: vuole a te per forza ... tieni, tieni (rivolgendosi al figlio
MADONIA Aldo) ... incompr ...
Rosanna: Aldo?
Aldo: pronto?
Rosanna: Aldo?
Aldo: si !
Rosanna: ...intanto, calmati...
Aldo: glielo hai detto... a mia madre quel ...
Rosanna: no, lasciala, lascia stare, ALDO...
Aldo: no, no, no, no...
Rosanna: ...l'unica persona a cui da soldi...
Aldo: ...mi devi fare la cortesia, ROSANNA...
Rosanna: ...si, ma I'unica persona a cui da i soldi...
Aldo: ...no, no, con me non devi parlare, devi parlare con lei
Rosanna: si, ma I'unica persona a cui da soldi...
Aldo: ...g li devi di... spiegare stamattina che cosa è successo
Rosanna: ...ascoltami, I'unica persona a cui da soldi sono io ALDO,
quindi perché...
Aldo: eh...
Rosanna: ...la devi fare stare in queste condizioni
Aldo: no, no, no, ci tengo, gli devi dire, gli devi spiegare
stamattina, passo, passo quello che è successo
Rosanna: allora, prima io lo spiego a te e poi lo spiego, lo dico a lei...
Aldo:- . .. no, no, no, a me, a me non interessa, l'importante che lei
-. .
-.. ...L c: .. recepisca questa cosa ...g lielo vuoi spiegare per favore?
Fammi questa cortesia...
Rosanna: si, ma come fa...
Aldo: ...santissima
Rosanna: si, ma come fa...
Aldo: tu glielo spieghi stamattina ...
Rosanna: ...comunque il biglietto... dove c'è il coso di cartier, lo vedi?
l'ho chiuso la dentro per non farlo vedere alla signora
ANNA...
Aldo: si, nel frattempo t u gli spieghi cortesemente quello che è
successo questa mattina
Rosanna: va bene, ok
Aldo: gra... fammi questa cortesia a livello personale...
Rosanna: si, ma comunque sia ALDO ... I'unica persona...
Aldo: ...fammi questa cortesia...
Rosanna: ...a cui da soldi...
Aldo: ...a livello personale...
Rosanna: ...sono io, quindi...
Aldo: ...si, si......siamo d'accordo
Rosanna: ...non la torturare più di tanto...
Aldo: ...si... siamo d'accordo ...
Rosanna: ...q uindi, fra di me e te poi
Aldo: ...no,
non è il fatto di tortura. E ché io sono l'unico qua... ad
essere torturato sono io... passa, passa... ti passo mia madre

Rosanna:
[...I
Emanuela: pronto, chi è il discorso?
Rosanna: ascolti
Emanuela: eh
Rosanna: eh... io oggi sono venuta e le ho detto che il signor ORSINI
aveva sbagliato a dirmi... il, il... quanto erano i biglietti...
Emanuela: eh
Rosanna: ...lo ricorda? (pausa)
Emanuela: eh...
Rosanna: ...se lo ricorda?
Emanuela: ...in ogni modo eh... e poi...
Rosanna: ...benissimo. Al che io che cosa ho fatto poi...
Emanuela: eh
Rosanna: ...eh, non m i erano rimasti i soldi, avevo soltanto quelli di, di
Pippo, però...

...a questo punto la GELARDI Emanuela, rivolgendosi al figlio ALDO, gli dice
che lui parla, ROSANNA parla, ma lei non capisce nulla. Quindi se deve parlare
lui che parlasse al telefono...

Emanuela: ah, ricomincia di nuovo ROSÀ


Rosanna: ...p erfetto! Quindi quelli che mi aveva dati, dato ALDO...
Emanuela: eh
Rosanna: ...praticamente, avevo dato il resto a ORSINI...
Emanuela: eh
Rosanna: ...e io, a me non erano... rimasti soltanto quelli di PIPPO,
quelli di PIPPO io non li ho toccati...
Emanuela: eh ...
Rosanna: ... e quindi ho speso eh, eh... per NINO ho fatto la spesa a
NINO...
Emanuela: eh
Rosanna: giusto?
Emanuela: eh
Rosanna: e quindi, in tutto... c'è ... gli ho scritto a ALDO il 'pizzino". Lei
mi ha dato cinquecento?!...
Emanuela: quando?
Rosanna: oggi, quando sono venuta a pranzo
Emanuela: eh
Rosanna: giusto?
Emanuela: cinquecento euro?
Rosanna: si!
Emanuela: cioè significa un milione?
Rosanna: si!
Emanuela: eh, ora ad ALDO non glielo puoi spiegare tu?

... Aldo non vuole spiegato nulla di tutto ciò ...


Rosanna: ci ho tutto scritto
Emanuela: l'hai scritto, scritto dove, dov'è?
Rosanna: dove c'è il coso di cartier, il... calatino di cartier,
scritto. Ora se m i ripassa ALDO glielo spiego
Emanuela: aspetta... il cosa di cartier vedi ... vedi ...

MADONIA Aldo dice alla madre ripetutamente se ha compreso bene il discorso


che le ha fatto ROSANNA. L'anziana donna riferisce di non aver recepito
l'argomento così, su richiesta del figlio, si fa spiegare nuovamente tutto da
ROSANNA.

Emanuela: (rivolgendosi a ROSANNA) ...me lo vuoi spiegare di nuovo?


Rosanna: ...allora, gliel'ho detto che stamattina mi ha chiamato
ORSINI?
Emanuela: eh
Rosanna: e che aveva sbagliato con i biglietti, che erano di più, invece
di novecentodiciotto euro...
Emanuela: eh
Rosanna: ... e ALDO mi aveva dato milleduecentocinquanta?
Emanuela: si e sono appuntati qua sopra ...
Rosanna: ..e so... perfetto. Allora, siccome i biglietti erano venuti
milleduecentotrenta...
Emanuela: eh
Rosanna: ...g li ho, praticamente io gli ho dato tutto quello che m i
aveva dato ALDO
Emanuela: eh
Rosanna: giusto?
Emanuela: e ALDO quanto ti aveva dato?
Rosanna: milleduecentocinquanta ...

...MADONIA Aldo toglie la cornetta alla madre e dice:...


Aldo: va bene ROSANNA ti saluto! Poi ne parliamo con più
calma... va bene?
Rosanna: comunque, ascolta il discorso dell'errore e che...
Aldo: no, no, no, non ci sono errori, ROSANNA poi ne parliamo...
Rosanna: no, no...
Aldo: ...no, per ora ti saluto ROSANNA, sono fuori di me e non è il
caso di parla...
Rosanna: o Dio mio, ti prego...
Aldo: ...io ti ringrazio...
Rosanna: ...non te la prendere così con lei
Aldo: no, no, no, no ... anche nerché non è la forma... eh... il
sistema più idoneo per Potere comunicare aueste
cose. Ehm... la cosa che m i manda in bestia, sono le cose
che mi nega, lei, l'evidenza ... mi manda assolutamente in
bestia, la cosa ... va bene ... ti ringrazio, scusami ...
Rosanna: ma I'importante che io te li scrivo ...
Aldo: scusami che ancora una volta io ti devo coinvolgere in cose
i n cui t u ...incompr ...
Rosanna: ...si, ma l'importante è che io te li scrivo... capisci ALDO?
Aldo: ...si, lascia perdere questo discorso...
Rosanna: ...q uesto è I'importante
Aldo: ...q uesta è l'ultima cosa che io vengo a sapere dopo che
parlo con te ... comunque I'importante è che mia mamma
ha, ha capito una determinata cosa ...va bene ... poi se ne
parla con calma...

n 7 giugno2006 GELARDI Emanuela si recava, quindi, a Novara per


effettuare un colloquio con il figlio MADONIA Antonino

Dalla conversazione emergeva ancora una volta la partecipazione attiva di


MADONIA Aldo nella gestione degli interessi di famidia. In particolare si
b
comprendeva come il denaro dell'organizzazione arrivasse a GELARDI Emanuela
che lo sistemava in un vano dell'abitazione adibito a studio, per poi essere visionato e
controllato dal figlio. A riscontro del fatto che gli astanti stessero parlando di denaro,
si evidenzia la raccomandazione fatta da MADONIA Antonino alla madre in merito
alla prudenza nel sistemare il denaro atteso che poteva essere loro "rubato" dalla
badante signora Anna. La GELARDI lo rassicurava e a specifica domanda
confermava al figlio che parte di questo denaro veniva utilizzato personalmente anche
dallo stesso MADONIA Aldo. Circa le responsabilità imputabili a MADONIA Aldo
si evidenzia, colloquio durante, un'affermazione di GELARDI Emanuela che indica
chiaramente come il figlio sia "sempre attivo" nelle dinamiche associative mafiose.

ANTONINO: comeeee ... viene ogni ... Carla viene ogni giorno, la
mattina Carla viene ...
EMANUELA: Anna! Anna si
ANTONINO: Carla! Carla! ...INC ... diciamo. viene a casa, viene di
pomeriggio?
EMANUELA: no, no. chi te lo ha detto?
ANTONINO: Aldo (abbassa la voce, con il labiale), (poi lo ripete alzando
un tantino la voce) Aldo. eh?
EMANUELA: si, si, sangue mio
ANTONINO: la mattina o di pomeriggio viene?
EMANUELA: sempre di pomeriggio
ANTONINO: ah, di pomeriggio. Passa per vedere se hai bisogno di
qualcosa
EMANUELA: la sera, quando poi ...INC...
ANTONINO: eh, eh
EMANUELA: si attivo semDre è.
ANTONINO: se hai di bisogno ...
quindi ...
ecco ... tutte cose .. le .
medicine, se ci sono le medicine ... se ti serve qualche
cosa ..., a posto?
EMANUELA: si, si. Certe volte mi arrivano carte, cose ...
e io non è che
... INC ...
ANTONINO: ah, ecco, tutte cose ...
diciamo
EMANLIELA: perchè io, amena arrivano io le metto dentro lo
studio. li metto la e lui li controlla
ANTONINO: cosi lui aià sa che ...
diciamo che ... (con la mano
sinistra (strofina l'indice ed il ~ o l l i c e~roducendosinel(
kiassico aesto che sta ad indicare il denard~ dico: ...
stai attenta per la signora Anna diciamo (con la mano
sinistra ruota le dita producendosi nel gesto che sta ad
indicare il furto)
EMANUELA: no, no
ANTONINO: uhm, uhm
EMANUELA: non ti spaventare
ANTONINO: uhm
EMANUELA: è difficile
ANTONINO: va bene, ma sai ...
EMANUELA: no, no, ... io ho ....
cosi come sono, fino
dimentico le cose ...
invece di ...
non ne tengo praticamente
ANTONINO: ah, ecco, brava ...cosi ...
naturalmente ...cerchiamo di ...
EMANUELA: attivissima sono ...
per questo
ANTONINO: ah ecco ...cerchiamo diciamo d i
a dare un occhiata ...
cose ...
....
e lui oani tanto va
dice t u t t o a PÒ ...
EMANUELA: che? (non capisce)
ANTONINO: oani tanto lui ali va a dare un'occhiata, Aldo!
EMANUELA: si, si
ANTONINO: uhm
EMANUELA: li controlla ...
ANTONINO: uhm
EMANUELA: tiene il controllo tuo ...
IIVC ...
ANTONINO: uhm, oani tanto tu, diciamo. a l u i ~ u r (con e la mano
sinistra strofina I'indice ed il pollice producendosi n e l
l [
EMANUELA: che? (non capisce)
ANTONINO: ...
oani tanto t u a lui ~ u r e diciamo (con la mano
sinistra strofina I'indice ed il pollice continuando a
mostrare il classico aesto che sta ad indicare il
denaro1
EMANUELA: (gesticola)
ANTONINO: a Aldo?
EMANUELA: I'nca perciò (certo1
ANTONINO: eh!
EMANUELA: no, l'altra volta m i ha detto: mamma io non ne ho
bisoano. non ne ho bisoano
ANTONINO: ho capito
EMANUELA: poi sua moglie sta pure bene, hai capito? hanno la farmacia
ANTONINO: ogni tanto per vestirsi ... qualche cosa (porta la mano
sinistra nella zona collo-toracica)
EMANUELA: eh?
ANTONINO: per vestirsi qualche cosa?
EMANUELA: e va ber, per esempio fanno santi, picciriddi
ANTONINO: e come va, vestita bene? (con la mano sinistra strofina
I'indice ed il pollice continuando a mostrare il classico gesto
che sta ad indicare il denaro)
EMANUELA: eh?
ANTONINO: come va? (con la mano sinistra strofina l'indice ed il pollice
continuando a mostrare il classico gesto che sta ad indicare
il denaro)
EMANUELA: buona
ANTONINO: ha combinato? (con la mano sinistra strofina l'indice ed il
pollice continuando a mostrare il classico gesto che sta ad
indicare il denaro)
EMANUELA: normale, normale

*
ANTONINO: siccome l'altra volta hai detto che lui era cosi ...
magari
avevo ...
EMANUELA: no, no, normale
ANTONINO: uhm
EMANUELA: c'è quando lo vedo più ...
che si compra qualche cosa ... c'è
quando ... insomma sistemato è, ci manch.... in farmacia
và, una volta che va in ...
ANTONINO: (profondo respiro) Papà ti ha telefonato

L'8 giugno2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per


effettuare il periodico colloquio con il marito MADONIA Salvatore
!#$j:.~ella circostanza DI TRAPANI Maria Angela portava a conoscenza il marito
della direttiva impartite da MADONIA Giuseppe alla madre GELARDI Emanuela,
nel corso del colloquio tenutosi il 20 maggio2006, che riguardavano la consegna del
"mensile" a Maria Angela, quantificato in 1.500 euro, che doveva essere
materialmente comsposta da "CORVINA" e dal fratello di questi (identificati nei
fratelli GRAZIANO Vincenzo e GRAZIANO Domenico).

La DI TRAPANI affermava che, come indicato dal cognato MADONIA


Giuseppe effettivamente, dopo il colloquio, si era recata da "CORVINA", ma le
disposizioni erano state disattese in quanto, a dire della stessa, tutto il denaro
fcom~resoquello che sarebbe dovuto niungere a lei) era stato incassato dal
MADONIA Aldo. Di rimando il MADONIA Salvatore, intimava alla moglie di
andare a riferire tutto a MADONIA Giuseppe.

M. ANGELA: ah!... PIPPO... vedi una cosa D ~ Ù imeortante!... PIPPO


aveva d e t t o alla MAMMA. l'altra volta. l e ~arlava... del
...
CORVO (abbassa il tono della voce, ndr) dell'o~eraio.. ..
CORVINA...
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: ...
eh!... dice... (riferisce quanto detto da MADONIA
...
Giuseppe alla madre, ndr) ogni volta... dice... che ogni
mese ti portano eeehh... (denaro, ndr) ...
dice... devi
dare... dice... vie... dice... vieni qua Maria Angela ...
1500 euro... (ripete, ndr) 1500 euro... ti bastano, dice,
p e r t e ed il bambino? (il bambino è MADONIA
Francesco figlio appunto dei colloquianti, ndr) ...
e io gli
faccio... che devo dire?... n o o si?!... io... muta!... gli
faccio... (da qui riprende a riferire le .parole dette da
MADONIA Giuseppe in occasione del colloquio effettuato
con la Maria Angela e con la GELARDI Emanuela il 20
maggio2006)... eh!... devi andare... dice... da
CORVINO... e g l i dici... che, ogni mese, a quelli che da
a MAMMA...
SALVATORE: ... dai, accorcia!
M. ANGELA: ... sia lui (CORVINA, ndr) che suo fratello (il fratello di
CORVINA, ndr) ...1000 e 1000 in più! (CORVINA ed il
fratello devono qulndl elarglre alla GELARDI, mensilmente
...
1000 euro in più cadauno, ndr) dice... p o i glieli portano
alla MAMMA... dice... e la MAMMA t e li deve dare a te
(a D I TRAPANI Maria Angela, ndr)... l o senti!?... tu gli
d e v i fare così! (MADONIA Giuseppe, di seguito, si
assicura quindi che la GELARDI Emanuela abbia
compreso, ndr) ...e l e i (GELARDI Emanuela, ndr)... eh,
eh!... e d 4 finito.... all'indomani... vediamo a (abbassa il
tono della voce, ndr) ... CORVINO... lei (GELARDI
Emanuela, ndr) ... a PIPPO g l i aveva d e t t o che non
aveva f a t t o niente!...
SALVATORE: ma... aspetta ...
M. ANGELA: ... perchè già, forse, glielo avevano detto prima! ...
H
mi hanno dato niente!
SALVATORE: aspetta.. .
M. ANGELA: . ...
.. hai capito?! però buono ... buono così!
SALVATORE: ... vai da QUELLO (MADONIA G ~ u s ~ D Dndr).. ~. e .
basta!... ehh... tu...
M. ANGELA: ... da PIPPO!... l o sto as~ettando... ora. ci voalio
#a
SALVATORE: da tuo fratello non ci devi andare, Maria Angela
M. ANGELA: da ma... da NICOLA quand'è a giugno? ... MAMMA non me
lo ha detto quando è...

Nel prosieguo della conversazione DI TRAPANI Maria Angela ritornava sul


"mensile" dovutole, e raccontava, quindi, al marito l'incontro avuto con il diretto
interessato (CORVINA) alla presenza della suocera GELARDI Emanuela.
Quest'ultima, in tale occasione, aveva lasciato intendere di non ricordare di aver
ricevuto alcuna somma di denaro nell'ultimo periodo. Secondo il racconto di Maria
Angela, "CORVINA", invece, aveva ribattuto ricordando alla GELARDI del
regolare pagamento di quanto pattuito (4.000 euro), ma anche di un'ulteriore
elargizione di una somma di denaro quantificata in 10.000 euro. Questo pagamento, a
dire di "CORVINA", era avvenuto anche alla presenza di MADONIA Aldo. I1
detenuto, quindi, intimava nuovamente alla moglie di riferire il tutto al fratello
MADONIA Giuseppe.

5- - 4
M. ANGELA: ... allora, ~ a r r ocon ...(abbassa il tono della voce,
@ &
MA ....
ehehh... sianora!... a l i fa tua madre... noo... ma
io non ....
no, Sianora!... dice... sono venuto e c'era
1 1
a casa!... allora lei (GELARDI Emanuela, ndr) guarda ...
a me. morta!
SALVATORE: . ..
Maria Angela, ... .
ma.. ti senti questo discorso? vai!... ...
...
tutto il fatto inc.. .
M. ANGELA:
..
piu!...(abbassa il tono della voce, ndr) ... 4000
oani mese... e a l i ho dato Dure 10000!... (con le mani
indica alla sua sinistra, quasi a voler indicare al marito una
destinazione che tale denaro abbia poi preso, ndr)... gli
hanno fatto il regalo alla ZIA ROSA e gli ho detto...
MAMMA m i ha mandato la partecipazione ...
visto che tu
glielo stai facendo ...
penso... lo si fa unica famiglia? (di ...
seguito fornisce la risposta della GELARDI Emanuela,
...
ndr) no, mio fialio ALDO aià ha comprato il coso... a l i ho

...
rotti euro! con i soldi che ha preso... e io.. . e (abbassa il
tono della voce, ndr) ... ROSANNA.. . una pazza! dice... ...
ora... dice... io (ROSANNA, ndr) che significo NINO
t
(MADONIA Antonino, ndr)... che mi ha dato l'invito pure
per me, che significo NINO, dice, loro... ma non era giusto
...
fare essere così?!
SALVATORE: ... ma Maria Angela, lascia stare... però non entrare in t u t t i
...
questi discorsi! Maria Angela... con lei...
M. ANGELA: no, tanto per... ti sto dicendo solo quello che fa... basta!
SALVATORE: Maria Angela, con lei (MILIA Rosaria, intesa ROSANNA,
ndr) non parlare di queste...
M. ANGELA: nooo, lei lo ha detto!
SALVATORE: tu ti allarghi! ... appena vedi qualcuno che ti apre la porta ...
...
tu subito! tieniti nel tuo!
M. ANGELA: nel mio!
SALVATORE: ...
tieniti nel tuo!, sangue mio non mi piace non... inc......
M. ANGELA: ... comunaue... e se li è presi! (riferibile a MADONIA
...
Aldo, ndr) e d il bello è che PIPPO l e aveva chiesto a
MAMMA ...
m a d i m m i una cosa... (di seguito fornisce la
risposta che la GELARDI Emanuela avrebbe dato al figlio
MADONIA Giuseppe, ndr) ...
nooo, no niente!. .. un poco
...
dici si.. . gli fa (MADONIA Giuseppe, ndr) un poco d i c i
no ....vabbè h o capito!... Maria Anaela vieni aua...
...
glice vedi che ....
e mi fa il discorso...
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: PIPPO.. .
SALVATORE: Maria Angela.. . non fare nessuna.. .
M. ANGELA: ... gli aveva mentito!... mentirà sempre!
SALVATORE: ... ma Maria Angela...
M. ANGELA: ...
eh! mentirà sempre!
SALVATORE: Maria Angela, il discorso... il discorso è... i 1 discorso è...
ora. ti ha d e t t o auesto... c i vai (da MADONIA Giuseppe,
...
ndr)... e... (gli dici, ndr) la situazione è auesta!
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ...
ah!... auando siamo uscite d i là ali ...
faccio... vedi che...
SALVATORE: basta, non lo sai che ...
M. ANGELA: ... a MAMMA... v e d i che PIPPO... noo... (abbassa il tono
della voce, ndr) ...
da CORVINA... gli ho detto ...
vedi che
ora ti deve... vedi che PIPPO ha d e t t o che a me, m i
devi... ehhh (risposta della GELARDI Emanuela, -ndr)...
p o i s i vede, p o i alielo dico a m i o fialio... ~ os ii vede se
lui... se può essere...
SALVATORE: Maria Angela, Maria Angela.. . Maria Angela...
M. ANGELA: ... ...
ed ho detto il biglietto (aereo, ndr) ...
ora te lo faccio
vedere io!... ora vediamo se tuo figlio (MADONIA Aldo,
ndr) mi chiama a me con sua nuora (COTTONE Carla,
...
moglie di Aldo) a dirmi di pagare il biglietto!?

Sempre nel corso della stessa conversazione MADONIA Salvatore insisteva


che questi fatti (ed in specie l'asfissiante attività di controllo economico posta in
essere da MADONIA Aldo nei confionti della MILIA Rosaria, e, dunque, della
spesa per tutti i detenuti) fossero portati a conoscenza di MADONIA Giuseppe.

SALVATORE: 1
t r e aro le... v e d i che ROSANNA mi ha d e t t o c h e le
fanno il conto anche nella spesa! ...
e auello che
devono prendere!... cioè ...
sbroglia avela voialtri con
t
queste cose, perchè quella ragazza (ROSANNA, ndr) a
momenti sta uscendo anche pazza!... basta!. ..
M. ANGELA: ...
... nooo... all'esasperazione è già! ... dice non ce la faccio
più!... basta ormai...

Qualche giorno dopo, il 14 giugno2006, alle ore 10:33 MADONIA Aldo


parlava con la cognata DI TRAPANI Maria Angela, che in quel momento si trova a
P-"" "'1

casa della suocera GELARDI Emanuela [&~J,%gr#:$d"~8]~.


Aldo chiedeva alla
cognata se era possibile parlare di persona a casa della GELARDI.

Maria Angela non si rendeva disponibile all'incontro.

Come si avrà modo di capire già dal prossimo paragrafo, l'argomento per cui
MADONIA Aldo richiedeva l'incontro era proprio la gestione del danaro ed in
particolare la promessa di dazione di 1.500 euro mensili fatta dal mafioso
MADONIA Giuseppe proprio in favore della cognata DI TRAPANI Maria Angela.

Lo stesso 14 giugno2006, alle ore 16:34 veniva registrata una conversazione


ambientale intercettata all'interno dell'autovettura Citroen C1 targata DA688LM in
uso a DI TRAPANI Maria Angela rM@&)
, F ..6-b"-3e .
%
-
*
.
A

La conversazione aweniva a veicolo fermo, ma i partecipanti erano lontani


rispetto al microfono. Si captavano, dunque, le asserzioni di DI TRAPANI Maria
Angela e non le risposte provenienti dall'interlocutice, identificata nella zina
Lorenza SGROI. Ad ogni buon conto si percepiva comunque chella DI TRAPANI
Maria Angela si stava lamentando con la zia di un tentativo di incontro che le aveva
8 chiesto il cognato MADONIA Aldo, con riguardo alla gestione della cassa ed al

M. ANGELA: pronto
ALDO: pronto Maria Angela
M. ANGELA: eh ... si ...
ALDO: ciao
M. ANGELA: si ... ciao ...
ALDO: senti Maria Angela io avevo necessità di parla con te ... ieri
sera mamma ti aveva telefonato ...
M. ANGELA: uhm ...
ALDO: uhm ... eh .... E possibile questa sera per te ...
M. ANGELA: eh ... io a casa sono questa sera ...
ALDO: ... ho capito ...non potevi passare da mia mamma?
M. ANGELA: no! Non è possibile ...
ALDO: ho capito ... anche un altro orario, un altro giorno
M. ANGELA: no, non è possibile ...
ALDO: ho capito ... va bene, ciao Maria Angela
M. ANGELA: ciao
ALDO: ciao, ciao
contributo mensile di 1.500 euro in favore della stessa Maria Angela, decretato,
come si ricorderà, dal detenuto MADONIA Giuseppe.

dalle ore 17:07


M. ANGELA: ... Z I A ENZINA, dove vai?
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ... perchè?
Z I A ENZINA: ... inc.. .
M. ANGELA: non trovo la chiave... no... ho tutte le chiavi che in
continuazione non le trovo
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: sto uscendo.. . (pazza, ndr)
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: quello stronzo (MADONIA Aldo, ndr) voleva parlare con me
ieri stasera!... ieri sera mia suocera mi ha chiamata,
dicendomi... domani... stasera... domani sera a che ora puoi
venire... puoi venire!?.... stamattina ci sono andata ed ho
detto... che c'è?!... e c'era lui al telefono e le diceva... non
parlare con Maria Angela!
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ALDO! (MADONIA Aldo, ndr)
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: eh! ... non parlare, forse gli diceva, con Maria Angela!... hai
capito?!... a lei, forse lo diceva! ... e poi... perchè vuole
parlare lui con me... inc... perchè l'ha aggredita
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: lui!
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ... non vuole che mi deve dare niente a me!
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ALDO!
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ALDO... (si corregge, ndr) ... eehh... PIPPO ha stabilito che
mi deve dare qualcosa a me, ogni mese! ... e questa volta io
me li sono presi perchè c'ero io presente, quando gliel'hanno
...
dati! hai capito?... guarda dove sono le chiavi!
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ... siii! .... che ROSANNA non me lo ha detto?! ... lei
(GELARDI Emanuela, ndr) stamattina era distrutta! ...
era....
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: ...
mia suocera!... sembrava con vent'anni in più! perchè lui
(MADONIA Aldo, ndr) ieri sera... le fa i bordelli ogni
sera! ... e... inc... mi fa... signora Maria Angela... dice...
...
ogni volta ogni volta che lui viene... ogni sera... quando
lei (la GELARDI, ndr) la mattina è così... è perchè la sera
...
prima gli ha fatto il bordello a sua suocera! e lei muore! ...
perchè, siccome non li vuole dispiacere... e gli cala la testa
ai marito e alla nuora... (MADONIA Aldo e sua moglie
COTTONE Carla, ndr)
Z I A ENZINA: ... inc...
M. ANGELA: si, tutti questi motivi!. .. inc...
l'l giorno dopo (15 giugno 2006), DI TRAPANI Maria Angela e GELARDI
Emanuela si recavano a Napoli per effettuare un colloquio con MADONIA
Francesco detenuto presso la Casa Circondariale di Poggioreale (*LEGATO B5).
Nel corso del colloquio più volte veniva ripreso l'argomento inerente il monopolio
che MADONIA Aldo aveva sulle dazioni di denaro che Cosa Nostra faceva giungere
a casa dell'anziana GELARDI Emanuela. Infatti, proprio in riferimento al cognato
ed alla moglie COTTONE Carla, Maria Angela rivolgendosi al suocero, affermava
testualmente:

MARIA ANGELA: papà, si prendono il monopolio delle cose che hanno in


mano loro ... papà, e mangiano ... l'alto tenore di vita
che fanno se non te lo vogliono dire te lo dico io ... se mi
vuoi credere ... non mi credi ...
papà, e poi vogliono fare .. .
DI TRAPANI Maria Angela informava, poi, il suocero che il figlio
MADONIA Aldo controllava anche le spese del vitto che periodicamente, in
occasione dei colloqui, veniva confezionato per essere portato ai figli detenuti
MADONIA Antonino e MADONIA Giuseppe e MILIA Rosaria per affrontare
dette spese doveva preventivamente chiedere allo stesso Aldo il consenso. DI
TRAPANI Maria Angela parlando sempre di MADONIA Aldo, diceva di
preoccuparsi ad andare a casa della suocera GELARDI Emanuela per la paura che
potesse dirsi che era lei a far sparire il denaro, invece del reale responsabile
(MADDNIA Aldo). La stessa Maria Angela concludeva la conversazione parlando
_ -, .L ,t

di MADONIA Aldo ed asseriva testualmente che lo stesso ogni sera faceva


"bordello" all'anziana madre, proprio per la gestione del denaro.

M. ANGELA: papà, io ho paura ad andare a casa della mamma (di


GELARDI Emanuela ndr) perchè se per sbaglio gli
mancano i soldi ...
perchè loro si prendono i soldi e nel
...
mentre dicono che li ho presi io ...INC se li è presa quella
... un domani ... mi capisci?
FRANCESCO: (con il movimento del capo fa cenno di aver capito)
M. ANGELA: papà, cerca di capire e intendere quello che ti dico
FRANCESCO: (dimostra nervosismo e sbatte ripetutamente la mano
destra sul tavolo)
M. ANGELA: eeehhh P p
p p
doveva
( f
Daaare
L
... dice ti dò 1.500 euro

se ti bastano ...
a me o bastano o non bastano, m i ha ...
detto questo ... mi capisci? non sono io il tipo perchè non
l'ho mai fatto ... (PAUSA) p a ~ à ho...
, accompaqnato la
q
Viciuzzu ... e ci hanno dato 4.000 euro
Jauattromilaeurol ... ed ho detto a mamma: lo sai che
P~DDO ha detto che di auesti devi dare milleecinaue a me (da
intendere 1.500). Di solito ...
prima non lo avrei mai fatto ..
ma ho detto, ma perchè? Pippo mi ha detto così ...
ed è un
pensiero di Pippo. La mamma me li ha dati (i soldi ndr) ...
perchè già me li doveva dare prima ...
e se li sono
manaiati (riferimento a MADONIA Aldo e COTTONE Carla
ndr) lui ha fatto finta di ....
no, non m i ridere ...
lui ... m i
capisci?
FRANCESCO: (con il movimento del capo lascia intendere di avere
compreso)
M. ANGELA: papà, quando la mamma la mattina si alza ed è confusa ...
ed ha confusione in testa, è ~ e r c h èoani sera il sianorino
le va a fare "bordello" proprio la parola che ti sto dicendo
e come la sta dicendo Rosanna a te ... lei non dice niente ...
...
l'altro giorno INC. .. però nel momento ...
dice: non voglio
dire niente altrimenti marito e moglie mi mangiano, non so
cosa hanno, con tutto che ... ho detto: ancora non lo vuoi
capire cosa hanno ... vogliono avere il monopolio ... perchè
a me mi hanno buttato ...INC... in questi quindici anni e m i
hanno aizzato lei ... l'hanno aizzata papà hai capito? è stata
... oggi capisco che è stata aizzata nella sua cosa ... sempre
contro di me, perchè io sono quella che posso venire a
raccontare le cose a voi, hai capito? Non vogliono invaso il
campo ...perchè loro, secondo me, ...
INC... non vogliono
invaso il campo, papà ...
sono tutti e due coalizzati, non
pensare che è Car.. che è solo quella la ...INC... la cattiva.

Ancora, si comprendeva come fosse proprio M4DONL4 Aldo a gestire i soldi provenienti da cosa
nostra. Il tratto che segue, infatti, non necessita di commenti:
[...l
M. ANGELA: ieri sera le ha detto (MADONIA Aldo e MILIA Rosaria intesa
Rosanna) che deve risparmiare perchè le cose non vanno
bene e per ora si attinae dal oozzo ... dal coso dice, ...
attingendo fra un quattro anni non saremo neanche in grado
poi di andare a mettere i soldi nel libretto ...
quindi io faccio
cosi per questo, per risparmiare ... un domani

I1 17 giugno 2006, poi, DI TRAPANI Maria Angela unitamente alla madre


SGROI Rosa, si recava a P m a per effettuare un colloquio con il detenuto DI
TRAPANI Nicolò, rispettivamente fiatello e figlio delle predette

Nell'occasione DI TRAPANI Maria Angela informava il fiatello che la


gestione economica dellafamiglia MADONIA era in mano al cognato MADONIA
Aldo.

NICOLO': ma da tuo cognato ci sei andata? ... non vuoi scritto niente?
ANGELA: NICO' non mi viene di scrivere a nessuno, perchè sono
nervosa, ah ... quello che mi ... m i ... m i... auello che mi ...
tartassano sulle spalle CARLA (COTTONE Carla) e suo
marito (MADONIA Aldo), tu non hai neanche l'idea ...
NICOLO': ALDO?...
ANGELA: siii ...
NICOLO': e perché?
ANGELA: il fatto di mia suocera... che hanno detto che è malata e che
ha le cose ... l'hanno f a t t o tutti e due. m a r i t o e moalie,
p e r prendersi t u t t e cose in mano di m i a m i o suocero ...
... h a i capito?

Nel prosieguo della conversazione DI TRAPANI Nicolò domandava alla


sorella se MADONIA Aldo effettuasse colloqui carcerari con il padre MADONIA
Francesco. Maria Angela rispondeva che - nonostante lo stesso attingesse
regolarmente dalle entrate della famiglia - non presenziava neanche ai colloqui
telefonici con i parenti detenuti. Inoltre, anche al fratello Maria Angela raccontava
che il cognato MADONIA Giuseppe le aveva assicurato un introito mensile di 1 SO0
euro (dell'episodio se ne è già fatto ampio cenno in precedenza) e questo aveva
provocato il risentimento di MADONIA Aldo che, invano, stava cercando di parlare
con lei .

NICOLO': ma lui (MADONIA Aldo, ndr) lo va a trovare a suo


padre?...
ANGELA: no! ... neanche a telefono ci vanno ... però tutto quello che
e si ... ...
eh capito? (con la mano sinistra riproduce il gesto
di uno che prende per se, ndr) ... prendo e gli faccio ...
gliel'ho detto a mio suocero e mio suocero ha detto ... hai
fatto bene. NICO', mio suocero ha detto: hai fatto bene! ...
deve venire a casa! ...
NICOLO': si, così ... assicutalo ... la bambina ...
ANGELA: finì ... ora l o sai che cosa c'è r i m a s t o aua a m a r i t o e
moalie ...
auesta settimana ...
Der auesto mi voleva
parlare ...
~ e r c h èPIPPO (MADONIA Giuseppe, ndrl ...
ha avuto di d i r e a sua madre: un pensiero da ora in poi
p e r m e e p e r il bambino (con la mano destra produce il
segno dei soldi, ndr) ...
a prescindere della Z I A LINA e di
tutte cose, m i capisci? ...
NICOLO': (annuisce, ndr) ...
ANGELA: ogni ... deve essere così ...
e mi fa: vai ... perchè lei faceva
la stonata ...
dice vai da da ... ...
eh ... e deve essere
sempre così! ...
io sabato scorso l'ho fatto, mi sono presa lei
a braccetto (GELARDI Emanuela, ndr) ...
e ci .. e ci dissi
... eh ... ci faccio e per me dove sono? ...
e lei mi fa a h... ...
aspetta, aspetta dice eh .... ...
finì ...
NICOLO': (annuisce,ndr) ...
ANGELA: lui (MADONIA Aldo, ndr) ...
quando tornò dalla
villeggiatura, perchè hanno la casa a San Vito, lunedì ... ci
fu l'opera ...
mia suocera sembrava che aveva cinquanta
anni in più ... e quello: puoi venire ... non puoi venire, mi
faceva a me ... dissi se ... pure i biglietti, pure i biglietti
ROSA: (incomprensibile) ...
NI C OLO': se ... tutte cose ...
passami la bambina ...
ANGELA: ma me lo disse ROSANNA: dovevi vedere la faccia .

407
A questo punto, MADONIA Aldo, decideva di affrontare l'argomento del
"mensile" di DI TRAPANI Maria Angela, scrivendo proprio al fratello MADONIA
< ' .".. *,'\A

Giuseppe che aveva decretato la "retribuzione" (&LEGAT@ Uld).Lo scritto non ha


bisogno di commenti (a parte ricordare che il denaro viene sempre indicato facendo
riferimento ai malanni fisici della madre GELARDI Emanuela ed in particolare al
"mal di schiena'').

CARO FRATELLO, LE CONDIZIONI DISALUTE DI MAMMA, COME TU HAI POTUTO NOTARE, SONO STAZIONARIE E
TI POSSO ASSICURARE CHE ÈSEGUITA CON TANTO AMORE DA TUlTI NOI. MI DUOLE DIRTI CHE MI DESTANO
Q UALC HE PREOCCUPAZIONE ISUOI FREQUENTI MA L DI SCHIENA PER I Q U ALI L'U NIC A SOLUZIONE E
QUELLA DI CENTELLINARE LE ENERGIE IN MODO CHE POSSA SVOLGERE A LUNGO TUTTO CIÒ CHE RIESCE A
FARE ADESSO. PURTROPPO NON S I PUO PRETENDERE DI PIÙ. M A MM A HA 82 ANNI PER CUI LE SUE ENERGIE
DEVONO ESSERE SPESE CON PARSIMONIA, AFFINCHE POSSA AFFRONTARE, FINO A CENTANNI E PIU, NEL
MODO MIGLIORE LA SUA VITA.
E SU QUESTO ARGOMENTO DESIDERO NON TORNARE PIU. PERCHÉ MI SONO CONSULTATO CON I MIGLIORI
MEDICI E DI PIU NONSI PUÒ SPERARE. PER LA LOMBOSCIATALGIA CIOÈ MAL DISCHIENA CI VUOLE RIPOSO
E QUALCHE MEDICINA DA PRENDERE DI RADO ALTRIMENTI FACCIAMO MALE ALLO STOMACO.

E' chiaro che "centellinare le energie" ha riguardo alla necessità di non


prelevare troppo dalla cassa, e una delle ultime frasi dello scritto (" ... mi sono
consultato con i migliori medici e di più non si può sperare"), evidenzia
, 1'"operatività" di MADONIA Aldo in seno alla consorteria mafiosa d'appartenenza.

Successivamente, il 22 giugno2006, alle ore 18:05, DI .TRAPANI Maria


Angela conversava con MILIA Rosaria Nel corso della
Q conversazione, tra l'altro, DI TRAPANI Maria Angela riferendosi a MADONIA
Aldo riferiva che lo stesso non voleva che altri attingessero direttamente alla cassa
anche per non far comprendere il dissestofinanziario da lui causato:

M. ANGELA: ... incompr ... perchè se li devono rendere loro, non


I'hai capito
ROSAN NA: si, si, si ...incompr ...
M. ANGELA:
ROSANNA:
9 sa auanto deficit c'ha
si ...
...
M. ANGELA: (ride) non ti vuole fare attinaere... auesto è hai c a ~ i t o
ROSANNA: si, si, eh ... perciò ti dico ...e sto punto ...
M. ANGELA: I'hai capito ...(ride)
ROSANNA: si a questo punto basta ... ho detto basta ...incompr ...
M. ANGELA: e un domani se ne "usciranno" (ndr diranno) che non
ne sanno niente ... ~erché ...
ROSANNA: no a me non mi
M. ANGELA: glieli hai mang ... alieli hai manaiato tu ...
io non ci sto
vicino ...
ROSANNA: ora ci vuole ... ora ci vuole ...
M. ANGELA perciò di me non lo possono dire ...
ROSANNA: no, ma lo sai perché ... mi sono pure decisa ... perché non
vorrei che veramente un domani si gira ... dice ...ma e lei
che ci frega ...

Riscontro all'ipotesi avanzata in precedenza, relativamente allo scritto di


MADONIA Aldo del 19 giugno2006 e segnatamente per dimostrare che il
riferimento ai malanni della GELARDI Emanuela equivale alla "retribuzione" che
cosa nostra DEVE corrispondere ai familiari dei detenuti, il 25 giugno2006
MADONIA Antonino scriveva al fratello MADONIA Giuseppe.

La parte dello scritto che segue è di straordinaria valenza probatoria


fhd*.~$lr). Seguono fedelmente i tratti di trascrizione con un commento
interpretativo dello scritto:

P ER QUANTO RIGUARDA LALE7TERINA DI C ARLA , LE CONDIZIONI DISALUTE DI MAMMA SONO STAZIONARIE,


PURTROPPO I DOLORI ALLA SCHIENA SONO QUELLI FASTIDIOSI E POI CON QUESTO CALDO AFOSO DEGLI
ULTIMI GIORNI (44 GRADI) C'E DA ASPETTARSI IL RIACUTIZZARSI DEI MALANNI. QUINDI DOBBIAMO
DOSARE LE ENERGIE DELLA MAMMA PER VENIRCI A TROVARE E NON FARLA STRAPAZZARE TROPPO

I1 "caldo afoso" fa riferimento alla esecuzione al provvedimento di fermo


emesso nell'ambito del procedimento penale nr. 2474105 R. Mod. 21 DDA, c.d.
indagine "Gotha", di appena cinque giorni prima, con la probabile conseguenza del
"riacutizzarsi dei malanni", cioè - per gli arresti - un ritardo nell'arrivo del denaro ai
familiari. Si suggerivano, dunque, di risparmiare denaro, evitando i viaggi per i
colloqui, ad esempio per la madre.

I1 30 giugno2006 GELARDI Emanuela e la nuora DI TRAPANI Maria


Angela si recavano a Biella per effettuare un colloquio con il detenuto MADONIA
,.a;r .
Giuseppe W=&="@). DI TRAPANI Maria Angela informava il cognato che
9x*->AX~ .7~%~4>7

le sue direttive erano state disattese per volontà del cognato MADONIA Aldo. E per
screditarne l'operato riferiva anche che lo stesso MADONIA Aldo aveva parlato di
cose riservate dellafamiglia anche a MILIA Rosaria. \
Al minuto 30:l.i circa la DI TRAPANI Maria Angela, di rimando a domande formulate dal detenuto
(e non percepite dagli scriventi) asserisce ancora una volta che, in occasione del pensiero che lo
stesso M D O N L A Giuseppe avrebbe avuto nei suoi confronti (C@. colloqui precedenti) vi sarebbe
stata una forte reazione di Aldo (MXDONLA Aldo) il quale non avrebbe condiviso tale scelta. Il
detenuto parla all'orecchio della madre ma non ricevendo alcuna risposta chiarificatrice prende
nuovamente la parola la DI TRAPANI Maria Angela specificando ancora una volta che solo in
un'occasione ha potuto godere del pensiero avuto nei suoi riguardi dal detenuto, stante il fatto che
prima di allora (UADONIA Aldo) non le avrebbe corrisposto nulla, prendendoli lui (owiamente si
riferisce a del denaro).
Al minuto 30:23 dopo che la DI TMPANI Maria Angela ed il detenuto jniscono di bisbigliare
all'orecchio:
r...l
GIUSEPPE: ... quanti erano tre milioni?
M. ANGELA: si, si e se li è presi lui! ... gliene ha dati pure,
(incomprensibile) ... si, si ... e se li è presi lui! ... lo hai capito
cosa ha fatto?! ... quando poi ci sono andata io che ero con
MAMMA e m i ha dato questi ... il paaaazzo ... dice ha fatto ...
perché MAMMA mi chiama ... morta! ... io la capisco ...
l'indomani mattina io ci vado (a casa della suocera, ndr) ...
MAMMA sembrava che aveva cinquant'anni in più! ... io
spero che t u esci così parlerai (incomprensibile)
EMANUELA: (incomprensibile) ...
M. ANGELA: (incomprensibile) ... e gli fa ... (incomprensibile, bisbiglia
Il'orecchio del detenuto, ndr) ... e poi, ogni sabato ...
(incomprensibile) ...
GIUSEPPE: chi?
M. ANGELA: VICIUZZO
M. ANGELA: ... e glieli ha dati Dure
GIUSEPPE: chi?
M. ANGELA: VICIUZZO con suo fratello, insieme! ... c'è ROSANNA che le
può dire tutte!
GIUSEPPE: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della Maria Angela,
ndr)
loro, tutto! ... se ti dico tutto?! (incomprensibile, bisbiglia
Il'orecchio del detenuto, ndr) ... io glielo dico a mio figlio e
tuo figlio che fa?! ... ne parla (incomprensibile) ... che si
chiama a quella per farle questi problemi e parlarle di
queste cose?!
GIUSEPPE: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della GELARDI
Emanuela, ndr)
EMANUELA: le cose di VICIUZZO le sa ROSANNA?! (incredula, ndr) ... io
non gliel'ho detto mai! ... se poi vanno parlando, io non lo
so!
GIUSEPPE: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della GELARDI
Emanuela, ndr)
EMANUELA: si signore! ... ed io questa confidenza non gliel'ho data mai!
(a MIUA Rosaria, ndr) ... (incomprensibile) ... VICIUZZO ...
M. ANGELA: ed allora come è che io ... (incomprensibile, bisbiglia
all'orecchio del detenuto, ndr) ... DOiTORE CINA'" ... ~ e r c h e
ci sono andata io (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio del
detenuto, ndr) ... ora le domando dove era andata con m e ...
e lei ha parlato ...
EMANUELA: ROSANNA ... con VICIUZZO~~ ...
GIUSEPPE: (stringe il polso della madre, ndr)

91
CMA' Antonino, tratto in arresto il 20 giugno 2006 ("Gotha")
92
GRAZIANO Vincenzo, tratto in arresto il 16 gennaio 2008 ("Addiopizzo 1")
EMANUELA: (ripete a bassa voce, ndr) ... ROSAIVNA con VICIUZZO sono
tutta una cosa ...
GIUSEPPE: e non (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
M. ANGELA: non è quello che gliele dice! ... non è stato quello che gliel'ha
detto!
EMANUELA: che dice?
M. ANGELA: ora cominciamo sempre (incomprensibile) in testa agli altri!
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
EMANUELA: si signore, si!
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr) ... chi è che le
racconta le cose?!
EMANUELA: che chi? ... io gliele racconto?!
M. ANGELA: ... si è lamentato perché io sono andata (incomprensibile) ...
gli ha detto a quella ... c'ero io ... c'ero io ... che mi stavo
interessando di queste cose! ... (incomprensibile) ...
addirittura che mi aveva dato questo!
EMANUELA: se può ROSANNA ... (incomprensibile)
GIUSEPPE: (sferra un colpo sul polso della GELARDI e le bisbiglia
all'orecchio, ndr) ... hai capito?! ... o non hai capito?!
EMANUELA: va bene, si
GIUSEPPE: hai capito?!
EMANUELA: e per mezzo mio?
GIUSEPPE: chi gliele racconta?!
EMANUELA: io che gliele racconto?!
M. ANGELA: lui gliele racconta!
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
EMANUELA: I'ho capito, I'ho capito ...
GIUSEPPE: (incomprensibile) hai capito o non I'hai capito? ... te lo vuoi
mettere in testa (porta con forza la mano al capo, ndr) ...
(bisbiglia all'orecchio della madre, ndr) ... hai capito o non
I'hai capito?!
EMANUELA: lei dice che ...
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
EMANUELA: si signore ...
GIUSEPPE: I'hai capito (incomprensibile)
EMANUELA: non ti preoccupare ... che da me che cosa deve sapere ...
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr) ... lo capisci?
EMANUELA: lo capisco, lo capisco ... vabbè che lui con VICIUZZO ...
(viene interrotta dal figlio, ndr)
GIUSEPPE: (esterna nervosismo nei confronti della madre, ndr)
M. ANGELA: non fare così con MAMMA che poi si prende collera ...
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
EMANUELA: sta bene
GIUSEPPE: sta bene, che cosa?!
EMANUELA: niente completamente, le faccio sapere
GIUSEPPE: eh!
EMANUELA: e basta, che vuoi?!
GIUSEPPE: (bisbiglia all'orecchio della madre, ndr)
EMANUELA: (non capisce, ndr) ... chi gliel'ha fatto sapere?!
GIUSEPPE: (ripete, ndr) ... e chi gliel'ha fatto sapere?!
EMANUELA: ed io che cosa ne so, io?!
GIUSEPPE: (incomprensibile) niente capisci?!
EMANUELA: non capisco più niente!
11 6 luglio 2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per
effettuare colloquio con il detenuto MADONIA Salvatore ~AUEGATO A6). In
questa circostanza, ancora una volta, veniva ripreso l'argomento relativo alla
circostanza del 'pensiero" avuto dal mafioso MADONIA Giuseppe nei confronti
della cognata DI TRAPANI Maria Angela e del risentimento che tale decisione
aveva provocato in MADONIA Aldo.

M. ANGELA: no... voleva fare... per.. per ...


per quel pensiero che
aveva avuto PIPPO (MADONIA Giuseppe, ndr), aveva
fatto ha fatto diventare a mamma una pezza...

I1 13 luglio 2006 DI TRAPANI Maria Angela e la suocera GELARDI


Emanuela si recavano a Napoli per effettuare colloquio con il detenuto MADONIA
Francesco [ . E G A T O & ) . Nel corso della conversazione DI TRAPANI Maria
Angela, rivolgendosi al suocero lo informava che il cognato MADONIA Aldo,
prima di partire con la sua famiglia per le vacanze estive, era passato da casa della
madre ed aveva lasciato nella cassa comune una somma di denaro "giusto per andare
avanti". La circostanza conferma ulteriormente che la gestione delle entrate illecite
della famiglia MADONIA erano e sono gestite in prima persona e
continuativamente dallo stesso MADONIA Aldo.

MARIA
- ANGELA: lo sai che ... ~ r sono artit ti
e ora ... se ne sono
-- arti ti a
S..

FRANCESCO: ma sono là al villino?


MARIAANGELA: no, no, no, ...
partiti in airo Der il mondo con la...
cameriera al seguito però ...
perchè non partono senza
cameriera ... perchè se poi vogliono uscire la sera, la
bambina ha sonno ... e poi ti dicono che non è vero, devono
fare economia ... però rima di andarsene, giusto gli e
sembrato, ... andare da mamma, a ~ r i r eil cassettino e
lasciarci auelli oroorio ...p ausa... "aiusti aiusti
punn'abbuccari", hai capito? hai capito? e la mamma non
lo ... non lo dice e non lo dirà mai, mai, mai ...
perchè ha
paura ...
me lo ha detto bello chiaro ... non mi interessa,
faccio finta io di non capire ... fate finta che io non so niente
...
e I N C... capire niente perchè io ...
lui è mio fialio ... cosi
...
... si spaventa giustamente io la capisco

Ancora, nel prosieguo della conversazione DI TRAPANI Maria Angela


commentava la consegna di denaro da parte di uno sconosciuto indicato come "il
vecchiareddu" (il vecchietto). La stessa infatti rifkriva al suocero che in un periodo
collocato temporalmente come metà luglio, lo aveva incontrato casualmente e le
aveva consegnato, come acconto di una cifra precedentemente prestabilita, la somma
di 500,OO euro per la successiva consegna alla suocera GELARDI Emanuela. La
restante somma, imprecisata, l'avrebbe consegnata personalmente lo sconosciuto, la
sera del giorno successivo, direttamente a casa della suocera. Una dimenticanza della
GELARDI, che aveva omesso di riferire al figlio MADONIA Aldo che la somma
era solamente un acconto e che la restante parte sarebbe stata di lì a poco consegnata,
aveva scatenato le ire dello stesso MADONIA Aldo che, nella sua attività di
"controllo-gestione" delle entrate illecite, era arrivato a pensare che la somma
mancante era stata arbitrariamentesottratta dalla stessa DI TRAPANI.

MARIA ANGELA: ....evito pure di andare stare a contatto molto con la ...
anche a casa da Mamma perchè ora ti spiego pure che cosa
...
è successo ad Al un'altra che ne è successa ... l'altra volta
sono andata con Mamma
FRANCESCO: ma va a dormire da lei? da, da, da, da, da, .....
(da Rosanna
MILIA ndr)
l-./
MARIA ANGELA: l'altra volta ero uscita con mamma ... papà l'altra volta ero
uscita con mamma ...
eeeeeh (gesticola) ci aveva detto ....
Pippo, ero andata con mamma, con mamma ... una cosa
privata è giusto? io l'ho accompagnata ...
anzi mi ha fatto
un piacere Pippo ... mi ha detto vai eeeeheeh e vedi. Dice:
(Pippo) ti raccomando! Rosanna di questa cosa non ne deve
sapere niente. Gli ho risposto: diglielo alla mamma ....
mamma ti raccomando: niente. Papà, dopo due giorni ...
FRANCESCO:
Rosanna ...
quella sapeva meglio di te
MARIA ANGELA: si, sapeva meglio di me ... lo sai però perchè li sapeva
meglio di me ...che Aldo, sapendo che mamma era uscita
con me, si chiamò a Rosanna, si sono seduti sul divanetto e
dovevano fare le domande a mamma per sapere dov'era
stata, a chi ha visto, tutututututututu, ...
ma questo
cristiano me lo chiami e poi a chi la vogliono "scavallare"
(incolpare) sempre a mamma ... un domani ...
non è finita
quà ... papà
FRANCESCO: quella (si riferisce alla moglie) si dimentica tutte cose
MARIA ANGELA: si
FRANCESCO: ed è già tutto, tutto, tutto preparato
MARIA ANGELA: e capisci che io ho paura pure a mettere un piede ... mi
capisci? ma, mi rendi conto? e infatti ora te la dico subito
com'è finita. Prima che loro partissero, una settimana
prima che loro partissero, a metà giugno, a metà giu ...
a metà luglio, mi danno i soldi (il denaro non viene
indicato a voce ma in mimica atteso che la donna
strofina pollice ed indice della mano destra
producendosi nel gesto che indica il denaro) per darli
alla mamma ...
però non erano tutti ...
mi capisci? e mi
ha detto: signora, per ora si porti questi che domani
sera ce li facciamo avere direttamente a ...
alla
mamma ... sa chi è che glieli manda ...
gli dico: va
bene ... no dice: se li porti, me li tolga dalla tasca e
glieli porti. (Abbassa notevolmente il tono della voce).
I o porto questi soldi a mamma ...
cinquecento euro ...
cinquecento euro. Le dico: mamma guarda che sono
questi. Mi risponde: ma non devono essere d i più. Si,
però domani sera ti viene un "vecchiareddu", u n
"vecchiareddu", uno che glieli da (i soldi ndr), le ho
detto ... e ti porta il resto. Dice: ah, ho capito, va bene,
va bene. Mi dice: ti servono a te, te li vuoi portare le ...
rispondo: no mamma, non mi servono, conservateli. Le ho
detto: non vorrei che ora, con questi cinquecento euro
sorg.... Dico a mamma cosi: non vorrei che sorgano
discussioni con questi cinquecento ...
che stasera quando
viene (si riferisce ad Aldo MADONIA) vede questi e nel
mentre pensa: dov'è il resto, se l'è preso lei ...
papà, t u
dirai: ma che sei chiaroveggente? Chiaroveggente papà!
perchè so.. perchè come si dice? e la mamma mi dice:
mancherebbe che si pe... a qui la mamma mi dice portateli
pure ... m i dice: mancherebbe solo che si permettano a fare
un discorso del genere ... eh, e pure che li prenderesti t u ...
m i dice la mamma, che importanza ha? vuol dire che ne
avevi bisogno. Le ho detto: io non ne ho bisogno, le ho
detto ridendo, ma questi sono tuoi e non si toccano. Vatteli
a conservare che domani sera ci sono gli altri (si
riferisce alla rimanente somma che deve essere
portata dal "vecchiareddu") e arrivano alla cifra quella
giusta. Prende e mi dice: portateli, che ti faccio vedere io ...
portateli tutti e gli compri una cosa al bambino. Le rispondo:
no mamma, conservateli ... e la mamma ha detto: va bene,
li conservo e poi li dò a Giuseppina per il regalo di nozze. Le
ho detto: tu quello che vuoi fare fai ... comunque tu
...
scriviteli questi (abbassa notevolmente il tono della voce)
e domani sera ti porta gli altri ... dice: va bene. Papà, lascio
la mamma tranquilla, contenta, felice ...
questo verso le
. .:
sette di sera ... alle... l'indomani ma... no!, la sera verso le
. *
nove così, m i chiama Rosanna e mi dice: Maria Angela,, ti
dovrei vedere. Le ho risposto: si, perchè che hai. No, quello
che è successo, quello che è successo non te lo posso dire,
... dice: ma di presenza dobbiamo parlare. Le ho detto:
Rosanna che hai? mi stai ... ah, non te lo posso dire. Le
dico: va bene. Dice: vieni domani mattina, domani ci
possiamo vedere. Le rispondo: no, io domani devo uscire
con il bambino. Le dico: t u sei dalla mamma. Dice: si. Dico:
va bene passo verso le dieci a casa della mamma. Papà, alle
dieci vado a casa della mamma ... la mamma la sera la
lascio bella, tesa, tranquilla ... la mamma, alzata dal letto
alle dieci, con la camicia di notte che camminava cosi,
stonata, in confusione che sembrava avesse cinquant'anni in
più ... e non me lo voleva dire. Le ho chiesto: mamma cosa
hai? Niente, niente. Ma cosa hai? che cosa è successo?
Niente, niente. Ma dimmelo, cosa hai? No, niente, niente,
niente. Che aveva? .... Le aveva fatto l'opera (si riferisce
a MADONIA Aldo) la sera .... (in seguito riferisce al
suocero le frasi verosimilmente riferite da MADONIA
Aldo alla GELARDI Emanuela)
...
...
Voglio sapere che
cosa sono questi INC... e la mamma g l i rispondeva:
me li ha portati Maria Angela. E perchè sono tanto e
non sono tanto. Ma che ne sò ...
talmente la metto, la
mette ...
mi capisci? Talmente ... ...
lei quando s e n t e
confusione s i confonde ...
la vedi com'è mamma, c h e
s i confonde la testa ...
che s i è messa non c i ...
pensava a dirgli che cosa ...
g l i diceva che n e s ò ... ...
forse sono quelli ...
quelli giusti però. Eeeh ma devono
essere d i più, allora chi se li è presi (abbassa il t o n o
della voce) Maria Angela ....
se li è presi tutti lei.
Questa, s i prende sempre soldi, l o v e d i ...I N C...

I1 10 agosto 2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per


- .?...
effettuare colloquio con il detenuto MADONIA Salvatore W&$Q&~J
* ,, \.\V_ i.-*<
i .i ,.*i;:,3$$<y

Durante
la conversazione la DI TRAPANI si lamentava che, per colpa di MADONIA Aldo -
che ne aveva la gestione - molti degli eventi relativi alla "cassa" erano noti a MILIA
Rosaria, fidanzata di MADONIA Antonino. Aggiungeva che MADONIA Aldo
aveva, come abbiamo visto, dubitato di lei stessa, insinuando di una sua indebita
appropriazione di una somma che, invece, doveva portare "VICIUZZU"
(GRAZIANO) a casa della GELARDI.

. ANGELA: prende lei ... (MILIA Rosaria, ndr) ... voleva cominciare ... sai,
oaai ... domani ... torna ALDO (MADONIA Aldo. ndr) ... dice
... sta tornando ... dice ... ~ e r c h éaiustamente ... dice ... in
auesti aiorni ... (sfrega i pollici con le dita indice e medio,
producendo il gesto convenzionalmente utilizzato per
indicare il denaro, ndr) ... a MAMMA (GELARDI Emanuela,
ndr) ... auindi ora viene a riscuotere e ~ o se i ne va! ... io
muta! ... faccio cosi! ... a me ... le ho detto ... senti
ROSANNA ... le ho detto ... io credimi non voalio ~ i sentireù
niente ...
SALVATORE: però ti trovi che sono cose ...
M. ANGELA: ... perchè mi secca ...
SALVATORE: ... che sono cose ... che ti interessano e non ti interessano ...
cioè ... è meglio non saperle queste cose! ... meglio non
saperle ...
M. ANGELA: ... faccio cosi ... hai capito? ... cosi ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... meglio non saperle!
M. ANGELA: ... nooo ... ma per non trascenderci ... che lei (ROSANNA,
ndr) voleva guardare cosa le rispondevo!
SALVATORE: ma, MARIA ANGELA, ma t u non sei per la tua casa?! ... tu
non sei per la tua casa?!
M. ANGELA: ... e per la mia casa sono! ... ancora non hai capito!
SALVATORE: ... no... e allora perché mi raventi il cuo ... il cerve ...
M. ANGELA: non ti posso raccontare certe cose quando t e le dicono?
SALVATORE: altro è raccontare, sangue mio, ed altro mi dici ... questo
quell'altro ...
M. ANGELA: SALVO ... le raccontano tutte cose (a ROSANNA, ndr) ...
SALVATORE: ... stare dietro a tutte ...
M. ANGELA: SALVO ... la MAMMA ... (GELARDI Emanuela, ndr) ... ALDO
IMADONIA Aldo, ndr) ... tutto! ... lo sai cosa fa auando la
MAMMA esce con me? (incrocia le dita indice come a volere
indicare un legame una unione, ndr) ...
SALVATORE: mh
M. ANGELA: ... se la chiama poi davanti a Questa ... a ROSANNA e le fa
l i
... io ero andata da MAMMA e le avevo dato una cosa ... una
cosina ~ i c c o l o... aià lo sa ... le faccio ... MAMMA ... domani
s i
0
che stasera vedono questi pochi, le ho detto. e comincia
I r i f e r i t o i
aprire il cascione e se li porta! ... così fa! ... la lascia tisa tisa
(con l'indispensabile, ndr) a MAMMA!
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: ALDO! ... non lo dice ... la lascia ...
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA, che cosa è ... e noialtri cosa
possiamo fare?!
M. ANGELA: no, no ... ascolta cosa mi hanno fatto!
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... noialtri ...
M. ANGELA: ascolta ... dice che cominciò a fare il ~ a z z o !... INC ... dalla
MAMMA ... mi chiamano di sera ... I'indomani mattina ci
vado, le dico ... che c'è MAMMA? ... la MAMMA sembrava
che aveva sessant'anni (in più, ndr) ... camminava con la
vestaglia da notte ... I N C ... che hai? ...
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... sono distrutta ... che hai MAMMA? ... non me lo voleva
dire! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... ma
M. ANGELA: ... nel frattempo ROSANNA e la cameriera dice ... signora ...
signora
SALVATORE: ... dice che eri tu la colpevole di tutte cose? ... dice che
diventò così, la MAMMA ... per colpa tua! ... è giusto?
M. ANGELA: ... si, lui lo dice! ... dalla cameriera te lo devi fare dire! ...
quello che le fa la sera, quando ci va (riferito ad ALDO, ndr)
e non vede tutti i ...
SALVATORE: ma MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: .
-
li
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... dico io ...
M. ANGELA: ... la MAMMA si scorda e ...
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... dico io ... però ... quello che voglio dire
è ... all'inizio dice che era colpa tua ... perché, praticamente
S..

M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... ora la colpa di chi è? ... cioè, io non ci voglio entrare in
queste cose! ... MARIA ANGELA ... io
... ascoltami ... ROSANNA sai cosa mi dice ... dice ... le dice
M. ANGELA:
>' .>
n L
... MARIA ANGELA me li ha ~ o r t a t...
i (di seguito riferisce la
reazione avuta da MADONIA Aldo, ndr) ...
d l
lei! ... come si ~ e r m e t t e !... allora ROSANNA gli faceva ...
calmati ALDO, non fare così! ... io per quel poco che conosco
MARIA ANGELA, MARIA ANGELA non fa queste cose! non
è il tipo!
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... non voglio
M. ANGELA: ... e io ci ve ... meno male, SALVO, che I'indomani sera ...
8
n\
il resto! ... con i suoi ~ i e d i ...
! meno male! ... è rimasto (si
t a ~ la~ bocca.
a ndr) ...
SALVATORE: ... si, ma meno male ... meno male ... perché arrivare a
questo? ... io non lo so io non ...
M. ANGELA: ... cioè ... e ~ ouna
i volta NINO, mi piace che mi ha detto a
m e ... come ... INC ... dice ... io vorrei ... una volta m i ha
detto ... quando ci sono andata l'ultima volta ... vorrei sapere
... una volta ... dice ... eri t u che davi le cose alla MAMMA (il
denaro, ndr) ... perché, dice, avete cambiato ... che tu Ber i
fatti tuoi e la MAMMA ~ oDer i i fatti di lei (suoi, n d r l
SALVATORE: MARIA ANGELA, non ...
M. ANGELA: ... sempre qua ... questi! ... ma comunque ... cose scimunite
... perché è proprio INC ...
SALVATORE: ... ma cose ... cose scimunite che hanno un certo peso ...
M. ANGELA: ... gliel'ho detto a PAPA' ... PAPA', gli ho detto, io mi
spavento quando sono là ... perché la MAMMA ora se le
scorda veramente le cose! ... ma metti caso, gli ho detto ...
MAMMA si scorda ... pure che si ricorda, contro di lui (di
Aldo, ndr) non si ci mette perché me l'ha detto chiaro ...
figlia mia ... lo so che va dicendo queste cose di te, lei ...
(COlTONE Carla, ndr) ... perché ha parlato davanti a m e ...
lo so! ... ma io ... non posso mettermici (contro, ndr) perché
se lui vede che io mi ci metto contro ... così la MAMMA mi
ha detto ... mi ci metto contro ... a me a mio figlio qua non
me lo fa venire più! ... perché mio figlio (Aldo, ndr) a sua
moglie non la vuole controllata da nessuno la sua bocca e
tutte cose ...

A questo punto, il 16 agosto 2006 MADONIA Aldo si recava a Novara per


>~,~.,,?;~*?";'>,~<--,~~. .\<7,
effettuare colloquio con il fratello MADONIA Antonino -'@#5). !!
colloauio risulta di per se molto importante nella sua interezza proprio perché
conferma ulteriormente le responsabilità di MADONIA Aldo che, si ribadisce, è
perfettamente 'a'conoscenza dei meccanismi di consegna delle somme di denmo da
parte degli associati mafiosi e della natura illecita della loro provenienza.

In specie, MADONLA Antonino chiede al fratello chiarimenti in relazione alle


lamentele di DI TRAPANI Maria Angela relative ad una gestione poco oculata
delle somme illecitamente accumulate dalla famiglia MADONLA.

MADONIA Aldo, che, significativamente, come abbiamo già visto, conosce


perfettamente anche la terminologia criptica usata per cercare di eludere
investigazioni, rappresenta al fratello le reali "condizioni di salute della madre"
(ovvero le condizioni economiche del nucleo familiare MADONIA) definendole un
"disastro", e di sicuro non addebitabili alla sua gestione. MADONIA Antonino, di
rimando, chiedeva al fiatello di conoscere se "capelli lisci'' versava puntualmente le
sue "spettanze", ricevendo risposta positiva, con l'indicazione che questo argomento
era stato trattato con il fratello MADONIA Giuseppe.

k
ANTONINO: ma ... eh ... un'altra cosa ... l'altra cosa ... la parola diciamo ...
sDerDera CARLA sDerDera ... in queste cose sperpera ... cioè
ha aggiunto sperpera, sperpera ... cioè nei foali a
auadrettino, oltre a parole buone diciamo ... che tu sperperi
diciamo sperpera ... cioè come Der dire giustamente la
MAMMA ha auesto fatto dei doloretti alla schiena diciamo
naturalmente ...
ALDO: eh ... eh...
ANTONINO: e aiustamente tu lo r a ~ ~ r e s e n t iper, dire vedi che la
MAMMA non si riuò muovere ... rierché aiustamente essendo
che ha auesti dolori alla schiena diciamo non è che la
MAMMA può venire a colloquio giustamente, come si
muove con la barella ... mi sono s ~ i e a a t o ! ?
ALDO: eh ... eh ...
ANTONINO: però aiustamente noi altri ... per quello che ossia amo ...
fatele fare delle FISIOTERAPIE. fatele FISIOTERAPIE, fatele
FIOTERAPIE e pare che ogni tanto FISIOTERAPIE. ogni tanto
arrivano diciamo così diciamo....
ALDO: (gesticola con la mano destra come ad indicare così e
così, ndr)
ANTONINO: niente com~letamente.solo così!? ... (si passa la mano sulla
fronte, ndr) ... ma di CAPELLI LISCI diciamo Dure così? ...
ALDO: no! Ouello è un altro discorso ...
ANTONINO: ma quello c'è semrire di come si chiama no? (gesticola con
la mano, ndr) ... ma come ... diciamo ... quindi naturalmente
... però (...incomprensibile... )
ALDO: no sicuro è auesto eh...eh...
ANTONINO: tutto il come si chiama ...
ALDO: eh .. un disastro, un disastro, un disastro ...
ANTONINO: vabbè disastro ...
ALDO: si ... l'ho voluto raccontare a ... nei articolari a PIPPO
perché è aiusto che voi ne saDD ... aiustissimo ...
ANTONINO: certo naturalmente ...
ALDO: MAMMA ha semrire cercato di (...incom~rensibile... 1 di
metterci lo zucchero.di metterci zucchero ...
ANTONINO: chi? ...
ALDO: MAMMA! ... che non ha voluto mai farvi Dreoccupare fino ad
un certo ...
ANTONINO: vabbè ma ora non ricorda più niente ~ e r MAMMA ò ...
ALDO: infatti! ... infatti! ... infatti! ...
ANTONINO: eh ... eh ... tu diciamo tu non ... non ..
ALDO: non ricorda più niente ...
ANTONINO: eh? ...
ALDO: non ricorda più niente! ...
ANTONINO: non ricorda più niente MAMMA diciamo no?
ALDO: si! ... insomma non era difficile ... eh ... ricucire alcune cose
... questo è ... il discorso è questo ... ma aspet ...
ANTONINO: perché ...
ALDO: no aspetta fammi capire ... stavi parlando che uno seerDera
... cosa ...
ANTONINO: cosa ... e deve avere un piede diciamo ... perché questa
letterina gli arriva a PIPPO e PIPPO me lo manda a me no!
ALDO: uh ...
ANTONINO: e tra le altre cose diciamo c'è ... tipo lo sperpero no! ...
ALDO: uh...
ANTONINO: oh... perché ... e ... qualche mesetto prima diciamo ...
naturalmente mi scrive ROSANNA diciamo naturalmente ....
E mi dice diciamo che ... io ... uh ... prezzemolo ... uh ... cose
... tutto un pò diciamo così ... segnare tutto ... diciamo un pò
... diciamo però ... diciamo naturalmente ... e perché diciamo
naturalmente ... perché ..uh... uh... di dare conto e ragione
ALDO: ah ... te I'ha detto ... te I'ha detto ...
ANTONINO: te lo scrive diciamo no! ...
ALDO: ah ... ah ....
ANTONINO: mi segui ... dice devo dare conto e ragione ... perché
giustamente faceva il pacco e quindi ... un po' diciamo
giustamente ...
ALDO: ah ... ne sei a conoscenza di questo fatto ...
ANTONINO: si! Si! ... perché ... posso ... posso parlare del discorso
tutt'insieme ... allora io capisco è giusto ... e ci scrivo: ma è
giusto che sia così, anche perché naturalmente bisogna
sapere spendere, bisogna cercare di fare come si vuol dire ...
diciamo naturalmente ...
ALDO: eh ... eh ...
ANTONINO: questo capisco perché naturalmente la risposta ...
(...incomprensibile...)
ALDO: perché, io quello che non riesco a capire è questo ... io ho
lottato con lei su questo argomento ... (...incomprensibile... )
... andiamo d'amore e d'accordo ... abbiamo fatto a cazzotti
su questo argomento ...
ANTONINO: con lei? ...
ALDO: si! ... proprio non ci riesce ... non riesce proprio a capire ...
ANTONINO: a chi a ROSANNA ...
ALDO: non riesce ... m i guarda alla fine ... o lo fa per bontà, o lo fa
per ...
ANTONINO: no ... no ... te lo dico io ...
ALDO: mi guarda con gli occhi ...
ANTONINO: no ... no ... no ...
ALDO: mi guarda, dopo che mezzora ci spiego ... ci dico ...
ANTONINO: no ... no ... te lo spiego io ...
ALDO: ci spiego ... ci dico ... ci dico ...
ANTONINO: no aspetta, te lo dico io ... te lo dico io ...
ALDO: ci dico, ci spiego, mi guarda con gli occhi tanto ...
ANTONINO: t e lo dico io ... aspetta ... e perché ... però aspetta ....-.
ALDO: mi guarda con gli occhioni tanto ... di& mà io ...
ANTONINO: minchia però se non mi fai parl ... parla con la MAMMA e la
MAMMA le dice che problemi non ce ne stanno ...
ALDO: e questo ... che fino ad ora abbiamo litigato con MAMMA su
questo coso ...
ANTONINO: la MAMMA ... ascolta ... (...incom~rensibile... 1 ... le dice che
problemi non ce ne stanno, mi sono sriieaato ... ~ e r c h eci
vedono nell'oro ... e ci dice io devo andare a rendere la
pensione ora mi sono sriies ...
ALDO: perché non si rende conto ... non si rende conto ... non si
rende conto ...
ANTONINO: chi? ...
ALDO: MAMMA non si rende conto ...

MADONIA Antonino spiegava al fiatello che la presenza della cognata DI


TRAPANI Maria Angela ai colloqui era stata voluta sia per cercare di risolvere
situazioni familiari conflittuali, sia per far sì che la stessa DI TRAPANI si
r
occupasse di accompagnare l'anziana GELARDI Eman'uela dal
"FISIOTERAPISTA" (owero dall'associato mafioso e dottore CINA' Antonino).
Di rimando, a riscontro della sua perfetta conoscenza delle dinamiche
mafiose, MADONIA Aldo asseriva che queste cure non avevano in alcun modo
attenuato le condizioni di salute della madre (ovvero la loro condizione economica),
specificando che la presenza della DI TRAPANI aveva invece gravato su di esse, a
fronte dell'impegno preso dal MADONIA Giuseppe nei confronti della stessa (1.500
euro mensili da decurtare dal denaro versato da CORVINA e suo FRATELLO -
vds. altri colloqui in carcere).

ANTONINO: no ... no ... più che altro ... più che altro, ha fatto venire il
bambino diciamo e a MARIA Anaela, anche perché
eiustamente ...
ALDO: per cercare ... si ... ma infatti ...
ANTONINO: per cercare di ...
ALDO: si ... si ... per cercare ...
ANTONINO: di creare auell'armonia con la ...
ALDO: per cercare un pochino ... per cercare un pochino ...
ANTONINO: di creare quell'armonia con la MAMMA ...
ALDO: certo, certo ...
ANTONINO: e di cercare di mettere appunto diciamo un pochettino per
lenirli auesti come si chiama ( porta la mano destra dietro al
schiena,ndr) ... per dire ... portare da auesto
FISIOTERAPISTA, cercate di trovare auesto OUESTO ...
ALDO: zero, zero completamente non ... le cure non lasciano
assolutamente ... anzi si sono aaaravati perché lui
IMADONIA Giusep~e, ndr) ha promesso aualche cosa a
MARIA ANGELA. ha dato anzi più che promesso ...
ANTONINO: chi è ... PIPPO? ... . .. ,

ALDO: PIPPO! ...


ANTONINO: nca certo giustamente ...
ALDO: più i biglietti per SALVO ( MADOIVIA Salvatore) ... più i
biglietti per SALVO ...
ANTONINO: eh ...
ALDO: e giustamente MAMMA si è trovata in situazioni ...
ANTONINO: eh ... certo naturalmente ...
ALDO: già che erano problematiche prima ... lui ha fatto auesta

ANTONINO: si! ... e io che so ... aiustamente auella (MARIA ANGELA, ndrl
... ci va a pianeere ...
ALDO: ma lui non ne sapeva niente, lui PIPPO non ne sapeva
niente ...
ANTONINO: che certo ...
ALDO: e ~ oalii ho raccontato le cose come stanno, dice: mi ma io
non ne sapevo niente, perché MAMMA mi racconta è tutto a
posto, che sta un DÒ mealio che cose... ali ho detto ma auale
tutto a ~ o s t oè sempre è sempre piena di dolori ... semDre
problematiche ... sempre cose ... niente vediamo uh ...
ANTONINO: vabbè che ... m i diceva ... mi diceva ...
ALDO: ma io voglio capire lei perché ...
MADONIA Aldo chiedeva notizie ad Aldo delle entrate che tempo addietro
erano giunte da tale "FISIOTERAPISTA" (sempre CINA' Antonino) "che
conosceva LINA" (ovvero che conosceva DI TRAPANI Diego). MADONIA Aldo
riferiva che queste somme non erano state corrisposte con regolarità periodica. I1
detenuto chiedeva al fratello se era o meno al corrente delle attuali condizioni di
salute della MAMMA (dove per condizioni di salute si intendeva il quadro
economicofamiliare). MADONIA Aldo, ovviamente, rispondeva affermativamente:

ANTONINO: c'era stato ... c'era stato ...


ALDO: tu mi devi spiegare una cosa che t u la conosci bene ...
ANTONINO: c'era stato, c'era stato diciamo che ... c'era il
FISIOTERAPISTA che conosceva LINA no!? ...
ALDO: eh ...
ANTONINO: LINA no!?
ALDO: eh ... eh ... eh...
ANTONINO: eh ... la ... là era il discorso ~ e r c h élà diciamo... quindi
-p
ALDO: eh ... eh ... aueste sono cose che tu mi inseani ca... ca....
ANTONINO: eh ... eh... prendi il tempo che trovi, prendi il tempo che trovi
.-
..
ALDO: prendi il tempo che trovi ... osai masari ... una settima ... un
mese si sente un poco mealio. l'altro mese ...
ANTONINO: perfettamente ...
ALDO: l'altro mese ... per fare l'esempio ... il Voltaren ... il coso si ...
si sta due tre giorni letto e non si può alzare perché ...
quindi le cose su cui io non mi sento tranquillo, giusto? ...
ANTONINO: certo, certo, certo, certo che logico ...
ALDO: di portare avanti un discorso ...
ANTONINO: fl
attisuandr) ... eh ... eh ... come si chiama le ... le- ... cure d i ...
di ... dovrebbero essere un ~ o c opiù solide in auesta..
situazione diciamo ... o p ~ u r esono aleatorie? ...
'

ALDO: ti danno. ti danno questo auell'altro, facendo FISIOTERAPIE


IONOFORESI ...
ANTONINO: però dico ...
però dico ... tu il auadro aenerale della
p Q
MAMMA ti aveva un oochettino diciamo
(...incomprensibile... ) ...
... ... ...
y*
ALDO: si si si

ANTONINO: oh! ... perché aveva un coso diciamo impostato diciamo n o ...
poi le ho domandato e dice non ho niente ... non so aveva
cose diciamo ...
Questo ultimo tratto è di straordinaria valenza investigativa in quanto prova
inoppugnabilmente che MADONIA Aldo è a conoscenza dell'intero patrimonio
occulto della famiglia MADONIA. Dunque, MADONIA Antonino, procedeva ad
una elencazione dei beni riconducibili alla famiglia, chiedendo chiarimenti, ed il
fratello MADONIA Aldo rispondeva, dimostrando piena conoscenza dei fatti. in
specie, MADONIA Antonino chiedeva:

di alcuni beni, verosimilmente sequestrati a tale FIORE, e


riconducibili agli interessi della famiglia MADONIA.
- Di un altro soggetto, che aveva loro beni, chiamato "GNE GNE"
ovvero di "CAPELLI LISCI" (identificato dalla P.G. in
GRAZIANO Vincenzo).

Di "SAN MARTINO.. . BISCOTTI", che pure avrebbe dovuto dare


soldi, ma anche in questo caso non li dava (ALDO aggiungeva: "è un
deserto'?.

ALDO: eeehh ... qualche anno fa c'è stato un ...


ANTONINO: eh?
ALDO: ... un pa ... un parente di MAMMA che ... gli è venuto
l'infarto ...
ANTONINO: eh
ALDO: mh! ... eee... ci sono stati problemi perché ... e questi
sono finiti ...
ANTONINO:
ALDO:
...
noooo
proprio, gli è venuto un infarto! ... FIORE?

ANTONINO: ma, FIORE come è combinato?


ALDO: non si sa niente ancora! ... c'è ...
ANTONINO: ma, diciamo ... era stato svincolato?
ALDO: nooo ... niente ... incomprensibile ...
ANTONINO: siccome si parlava, diciamo, come ...
ALDO: nooo ... ho visto ... ho ... qualcosa che ci aveva lasciato
entusiasmati, ma non c'e stato niente! ... ancora si aspetta
... ancora si aspetta l'esito, non c'è niente! ...
ANTONINO: ah! ... non c'è, diciamo, una cosa, diciamo, definitiva ...
ALDO: non c'è niente ...
ANTONINO:
ALDO:
ANTONINO:
ALDO:
ANTONINO:
ALDO:
ANTONINO:

ALDO:
né positiva e né negativa ...
no, né positiva né negativa ...
quindi non c'è diciamo ...
non c'è niente ... non c'è niente ...
... si sperava, diciamo ...
no, no, no
17L2-
... infatti ... incomprensibile ... aveva detto a posto ... dicevo a
posto ... a dire ...
no, mi riferivo al fratello di N 1 N 1
... non lo so... ... il fratello di N 1 N1

ANTONINO: come?
ALDO: il fratello di N1 N1 ...
ANTONINO: (non capisce, ndr)
ALDO: ... il fratello di questo UHE' UHE' ...
ANTONINO: eh!...
ALDO: è morto! ...
ANTONINO: I'infarto gli è venuto?...
ALDO: si, che non gli è venuto I'infarto due anni fa? ... quando è
stato? ...
ANTONINO: eh ... eh ... ma ... io non parlo di lui ... di FIORE , diciamo,
no?
ALDO: no ... che c'entra FIORE? ...
ANTONINO: cosa diversa, diciamo ...
ALDO: si! ... CAPELLI LISCI! ... CAPELLI LISCI ...
ANTONINO: eh ...
ALDO: ... il fratello! ...
ANTONINO: eh ...
ALDO: ... lo sai che è morto? ...
ANTONINO: eh ...
ALDO: non lo sai? ...
ANTONINO: no, non lo sapevo ...
ALDO: manco questo ti hanno detto ...
ANTONINO: proprio CAPELLI LISCI proprio, diciamo si? ... comunque,
va bene ... comunque ...
ALDO: il fratello! ... sono tanti fratelli?
ANTONINO: ma, uno diciamo! ... poi non sono rimasti ... come si chiama
... altri?!
ALDO: si uno ... eh, eh, eh! ...
ANTONINO: va bene, comunque ... (breve pausa, ndr) ... va bene ... qua
siamo ...
ALDO: è morto! .... eheeehh ... mi segui?
ANTONINO: (annuisce, ndr)
ALDO: ... loro si assumono la responsabilità, ma ... all'atto pratico ...
non c'è niente! ...
ANTONINO: mh, mh
ALDO: perché non si riesce a ...
ANTONINO: non ti sento ... non ti sento
ALDO: ... perché non si riesce a ...
ANTONINO: a quagghiare (concretizzare, ndr) ...
ALDO: a quagghiare ... i figli sono partiti (lontani, ndr) ... cose ...
ANTONINO: eh, eh ...
ALDO: dice ... però lui si mette la mano sulla coscienza ... dice ... si,
però ci rendiamo conto che ne rispondiamo noi ... ne
rispondiamo noi ... e per il resto ... incomprensibile ... tutte
vendute ...
ANTONINO: però è una cosa, diciamo ... incomprensibile ...
ALDO: tutte cose vendute ... tutte cose vendute ... è rimasta solo
una cosa ...
ANTONINO: uh ...
ALDO: e quindi si parla solo di ... si parla solo di interessi ...
interessi ...
ANTONINO: eh ...
ALDO: interessi ...
ANTONINO: ma SAN MARTINO niente ... BISCOTTI niente? ...
ALDO: niente ...
ANTONINO: per ora niente ...
ALDO:
ANTONINO:
ti dico un deserto, un deserto, un deserto
niente completamente, una desolazione ...
...
ALDO: una desolazione ...
I1 17 agosto 2006, MADONIA Aldo, all'indomani del colloquio con il
fratello Antonino, si recava a Napoli per effettuare altro colloquio, nell'occasione
con il padre MADONIA Francesco ~ ~ g $ & ~ @ ~ * ~ ~ ) .una
~ n volta,
c o r aè doveroso
annotare, prima di procedere al commento dei tratti di conversazione, che il colloquio
è molto importante nella sua interezza proprio perché rispecchia appieno i
comportamenti illeciti di MADONIA Aldo. Ed anche in questo caso, quindi, si
riporta il contenuto dell'intero verbale di trascrizione. E come nel precedente
paragrafo, a seguire saranno commentati solo alcuni dei passi salienti del colloquio.

ALDO: lei Densa ( D I TRAPANI Maria Anaela.ndr1 C soldi ...


i
soldi della ~ e n s i o n edi MAMMA. i soldi tuoi della
...
p p
FRANCESCO: come? ...
ALDO: deve fare salti mortali ... deve fare salti mortali ... mi segui?
Lei (DI TRAPANI Maria Angela,ndr) è convinta che c i sia
chissà che cosa ... ora s i è messa in testa che i o faccio
s ~ e r ~ e...r iore c'è pure quest'altra voce ... c'è un casino
terribile, capisci, c'è un casino terribile ...
FRANCESCO: che non arriva la MAMMA ad affrontare tutte cose!? ...
ALDO: no, no non ci arriva ...
FRANCESCO: che ....
ALDO: non ci arriva ...
FRANCESCO: scusami che i soldi che arrivano dallo ZIO MARIO
JGELARDI Mario.ndr1 non li rende? ...
L. -1
ALDO: ... ti DOSSO S D
*l
" FRANCESCO: - a ... a MAMMA ... (...incomprensibile... abbassa
notevolmente la voce) ...
ALDO: quali sono ... si sono venduti t u t t e cose ...
(si avvicina al
genitore e gli parla all'orecchio,ndr) ... tutte cose ... fi
pochissimo ... pochissimo ... siamo proprio ... (strofina le
dita sulla fronte per indicare una quantità risicata, ndr) ...
(...incomprensibile...) per l'ospedale ...
FRANCESCO: non c'è nessuno che ci ~ o r t a(...incomprensibile...
abbassa notevolmente la voce) ..
ALDO: (ondeggia la testa da destra verso sinistra) ... traballiamo
.-
..
FRANCESCO: ~ a nmese?
i ...
ALDO: traballiamo ...
FRANCESCO: ogni mese?
ALDO: traballiamo ... o a a c
auattro mesi no
c
...
ma auesto ora
m ...
...è da anni ... anni
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO: necili untimi t r e mesi ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO:
FRANCESCO:
...
... un anno e mezzo fa due anni fa ...
ora non c'è più?
ALDO: (con la testa fa cenno di no,ndr) ...
FRANCESCO: non ci và più nessuno?
ALDO: ora questi t r e mesi d i ora ...
FRANCESCO: ah?
ALDO: tre mesi fa!
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO: (con la testa fa cenno di si) ... ma non è una cosa ...
FRANCESCO: assidua ...
ALDO: non è una cosa seria ... non è una cosa seria ... situazione
com~licata ...
... è difficile PAPA' difficile ... ...
FRANCESCO: difficile perché
perché? ...
...
(...incomprensibile... ) difficile ...
ALDO: non lo so ...
i n aueste cose non c'entro non lo so ... ...
non m i interesso (...incomprensibile ....) ...
FRANCESCO: e chi è che si interessa scusa ...
se non ti interessi t u
... chi è che si interessa nessuno ...
ALDO: ma chi è che si deve interessare io? ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) t u devi stare fuori ...
ALDO: (si avvicina all'orecchio del padre e gli dice qualcosa,ndr) ...
FRANCESCO: DIEGO!? ...
ALDO: -
si ... (fa cenno con la testa si, ndr) ... (...incomprensibile...
)
FRANCESCO: auesto fanao
.-..
...
sto fanao!? ...
auesto è u n mascalzone

ALDO: lo vedi che I' hai capito


siamo nelle mani d i auesto ...
...
hai c a ~ i t o
tutto eh e h ... ... ...
FRANCESCO: un masca ...
u n mascalzone ...
ALDO: eh ... eh ...
FRANCESCO: un mascalzone è questo ...
ALDO: PAPA' hai capito. cominci a fare una idea chiara ...
... Pausa di circa 14 sec:ondi ....
FRANCESCO: ... meno male che ho dato il magazzino
meno male che
... il magazzino quello ... allo ZIO MARIO la ...
ALDO: ( con al mano strofina le dita in segno di denaro e poi indica
un du,ndr) ...
FRANCESCO: ah?... due milioni ...
ALDO: eh ...
e che sono? ...
e che sono? ...
FRANCESCO: g g l ...
ALDO: eh che sono ... ..
FRANCESCO:
ALDO:
la parte ... la parte (...incomprensibile... )
eh ... e che sono? ...
FRANCESCO: i primi tempi che (...incomprensibile... ) con GIUSEPPE ...
comunque m i spavento che (...incomprensibile... ) ...
ALDO: (strofina le dita come per indicare il denaro,ndr)
FRANCESCO: (...incomprensibile... )
ALDO: la ... la ... la ...
FRANCESCO: che?
ALDO: la è! ...
FRANCESCO: che?
ALDO: la è ... tutto compreso ...
FRANCESCO: ma poco m i sembra ...
se quello è solo C I magazzino ...
ALDO: non c'è altro ... ...
non c'è altro non c'è altro ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... se ne approfittano al solito ... se ne
approfittano ...
ALDO: non c'è altro ... (si avvicina al padre e gli parla all'orecchio
per 25 secondi,ndr) ... basta ... è finito ... tutto ... tutto finito
... deserto, un deserto ... sono tutti falliti ... non lavorano ...
non lavorano ... (pausa) ... la cosa grave è che c'è qualcuno
che pensa invece che ci sia chi sa che cosa ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... finirono tutti questi, sono finiti ...
ALDO: (gesticola con le mani a voler indicare quasi tutti,ndr) ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... c'era il primo piano che lo stava
affittando ... (...incomprensibile... )
ALDO: (si avvicina al padre e gli parla alllorecchio,ndr) ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ...

Dunque, uno degli argomenti del colloquio verteva sulla situazione economica
della famiglia MADONIA. MADONIA Aldo, infatti, cercava di far comprendere al
padre detenuto che la situazione finanziaria prospettatagli da DI TRAPANI Maria
Angela non corrispondeva assolutamente alla realtà. I1 detenuto, d'istinto, chiedeva al
figlio conferma se i soldi dello "Zio Mario" ( identificato in GELARDI Mario)
arrivavano. Di rimando il figlio specificava che poiché erano state vendute "tutte
cose" "c'era ~ochissimo".I1 detenuto insistendo chiedeva al figlio conferma delle
entrate mensili e della loro continuità nel tempo. Aldo lasciava comprendere al padre
che la situazione era assolutamente discontinua.

Successivamente MADONIA Aldo, in risposta ad ulteriori domande


formulate dal padre, e cercando di adottare maggiori cautele comunicative (parlava
all'orecchio ed a voce bassa) comunicava al genitore che di queste questioni si
occupava"Diego" (identificato in DI TRAPANI Diego); proprio quest'ultimo veniva
quindi definito dal MADONIA Francesco un 'Ifango... mascalzone", trovando il
consenso del figlio ALDO il quale aggiungeva testualmente: "siamo nelle mani di
questo ...".I1 detenuto tornava a commentare positivamente il fatto di aver dato,
tempo addietro, un non meglio specificato magazzino in affitto alla ZIO MARIO
(GELARDI Mario) ed il figlio ALDO spiegava al padre che questa entrata,
ammontante a 2.000.000 di vecchie lire, costituiva ben poca cosa, tornando così a
dipingere una preoccupante situazione finanziaria.

MADONIA Aldo, quindi, dimostrava ancora una volta la sua piena


conoscenza sia degli affari di famiglia, che delle dinamiche mafiose, atteso che
dimostravadi essere a conoscenza del ruolo di vertice in quel momento rivestito da DI
TRAPANI Diego, il cui nome veniva pronunciato dallo stesso con un bassissimo
tono di voce.

Quindi, il 18 agosto 2006 MADONIA Giuseppe scriveva al fratello


MADONIA Antonino al quale comunicava di "avere bisogno
sia di Maria Angela (DI TRAPANI Maria Angela) che di Carla (e quindi
MADONU Aldo) ". Nello scritto veniva anche fatto riferimento a "Lina" (ossia DI
TRAPANI Diego).

Appare chiaro, dunque, che MADONIA Giuseppe chiedeva un incontro che


potesse dipanare i dissensi tra DI TRAPANI MAria Angela e MADONIA Aldo, con
un intervento del fratello (capo del mandamento) sull'allora reggente, DI TRAPANI
Diego (ecco, dunque, il riferimento a "Lina").

I1 2 settembre 2006 veniva, dunque, inviata da MADONIA Giuseppe una


lettera al fratello MADONIA Aldo, in cui si comprendeva la precedente missiva al
fratello MADONIA Antonino. Giuseppe, in specie, intimava al fratello, sempre in
maniera criptica, di continuare ad interessarsi per recuperare il denaro per la famiglia,
rendicontandogli i risultati (... Aldo ti ricordo che mi devi far sapere cosa dice il
medico per i dolori alle spalle). Aggiungeva di ritenere "il medico" (e, dunque, DI
TRAPANI Diego, essendo stato già tratto in arresto CINA' Antonino) direttamente
- ,
<t-

responsabile della terapia

Aldo ti ricordo che mi devi far sapere cosa dice il medico per i dolori alle spale e
quale terapia fare io lo ritengo responsabile di tali malori. Ciao Ciao Pippo.

Sempre in argomento, il 3 settembre 2006 sull'utenza intercettata


O9116373105 intestata ed in uso a GELARDI Emanuela veniva registrata una
conversazione tra la stessa ed il figlio MADONIA Aldo. . Nel
corso della conversazione, tra l'altro, Aldo ricordava alla madre che l'indomani
sarebbe dovuta andare da suo fratello, GELARDI Mario (Palermo, 07 giugno1923).
La vicenda, come sarà dettagliatamente illustrato nel capitolo dedicato, attiene ad una
\
dazione mensile che lo stesso GELARDI Mario, deceduto 1'8 dicembre 2006, in vita
corrispondeva alla famiglia MADONIA.

ALDO: più che altro domani mi diceva la sianora Anna ...


tu
ali dicevi che devi andare a trovare tuo fratello,
domani mattina ...
EMANUELA: eh! Eh!
ALDO: è vero?
EMANUELA: si!
ALDO: e quindi ti fai ... a che ora scendete ...
EMANUELA: quando ne abbiamo oggi?
ALDO: già ne abbiamo tre oggi mamma ... domani ...
EMANUELA: si ...
ALDO: domani è quattro ...
EMANUELA: si, si va bene
ALDO: va bene? quindi a che scendete ...
EMANUELA: si, ha da molto tempo che non ci vado ... auindi cosi faccio
ALDO: a che scendete vi fate pure un po' di spesa...
EMANUELA: va bene ... va bene ...
ALDO: va bene ...

Ecco, dunque, che il 5 settembre 2006 alle ore 1052 sull'utenza intercettata
09116373105 si registrava un contatto tra MADONIA Aldo e la cognata DI
TRAPANI Maria Angela, dal quale si intuisce la volontà di MADONIA di ricucire i
rapporti con la cognata. Alle ore 20:36 dello stesso giorno sull'utenza 349/2541160
veniva registrata un altro contatto tra i due cognati Aldo e Maria Angela.
#$ Durante la conversazione Aldo rifh-iva alla cognata che la madre
GELARDI Emanuela aveva una cosa per lei (Maria Angela) e la invitava a passare
a trovarla. Nel prosieguo del discorso le chiedeva comprensione, e che poi le avrebbe
spiegato tutto: 'Da subito si intuiva, e le successive acquisizioni avrebbero confermato
l'ipotesi, che MADONIA Aldo aveva riservato alla cognata una somma di denaro
inferiore alle aspettative e per tale motivo le chiedeva comprensione.

ALDO: .......
e poi in ultima cosa ...
mia mamma aveva una
cosa per te, quindi se puoi passare domani incompr ...
m..

M. ANGELA: ... domani ormai mi è impossibile perché devo cucinare ...


ALDO: uhm ... uhm ...
[--.l
ALDO: ...per quel discorso ci vuole un pochino di pazienza
devi avere un pochino di comprensione, va bene? Per
...
questo discorso di domani mattina
...
uhm ... ...
non t e la
non te la prendere, abbi un pochino di pazienza ...
M. ANGELA:
poi ne parliamo con calma
va bene
...
ALDO: ...
ti dirò tante cose va bene? Ti passo mamma ...
M. ANGELA: va bene

428
I1 6 settembre 2006, dunque, MADONIA Aldo scriveva nuovamente al
fratello Giuseppe informandolo, tra l'altro, che relativamente alla promessa fatta a
Maria Angela (si ricorderà trattarsi della "retribuzione" mensile di 1.500 euro) la
madre stava cercando di mantenere l'impegno con tanti sforzi, e, dunque, lo invitava
ad avere pazienza. Si riscontrava, quindi, quanto ipotizzato in occasione della
telefonata serale tra Aldo e Maria Angela del 5 settembre 2006, e cioè che
MADONIA Aldo, gestore della cassa della famiglia MADONIA, aveva sì dato il
"mensile" alla cognata, mantenendo in parte l'impegno in quanto l'importo
corrisposto alla donna era inferiore a quello disposto dal cognato Giuseppe. Più
avanti si avrà contezza dell'importo preciso corrisposto a DI TRAPANI Maria
*<<:,~*,-:;..
>,y,,&:,T-Y*.-<\?.;x, ,,>;-.:.."
Angela. @&&$$$&oiIf&$)
%

..>.~%.'.%**L~,-,.\\# -l>,-,"@L.."2 ,",5

"Per quanto riguarda la tua promessa a Mariangela, mamma sta cercando con tanti
sforzi di mantenere l'impegno. Ma ci vuole pazienza".

Lo stesso giorno, a metà mattinata, DI TRAPANI Maria Angela, seguendo


le disposizioni impartite dal cognato la sera precedente, si recava a casa della suocera
per ritirare il denaro che lo stesso MADONIA Aldo le aveva riservato. L'anziana
GELARDI Emanuela però non ricordava cosa il figlio le avesse detto, e contattava
telefonicamente MADONIA Aldo, che le diceva di prendere una busta dal cassetto e
di consegnarla a DI TRAPANI Maria ~ n ~ e l a ~ ~ .

93 M. ANGELA: pronto?
ALDO: pronto Maria Angela,
M. ANGELA: ah ... Aldo ciao ...
ALDO: ciao ... ora tu sei la nuova segretaria? ... incompr ... (accavallamento voci)
M. ANGELA: si ... no ... me ne stavo per an......... me ne stavo per andare ...si ...
ALDO: ah ... ah ...
M. ANGELA: sono venuta qua ... la mamma dice che ... che non si ricorda niente ...
ALDO: come non si ricorda una cazzo ...
M. ANGELA: no ... non si ricorda niente ... mi ha detto:"no ... dici ... tu capisci cose mal
...
capiti e c'è sbaglio ... ci sono tutte cose mal capiti ..." (ride) ... insomma ...
mo sono messa a ridere
ALDO: no, no ... aspè ... eh ... passamela, passamela ...p er favore passamela ...
M. ANGELA: aspetta ... si

... pausa ...


Aldo, nell'attesa che la madre prenda la cornetta per parlare, esterna testualmente:" ma come si fa
con questa cristiana ... come si fa ... come si deve fare ... come si deve fare ... con questa cristiana
come si deve fare." ... Pronto ...
EMANUELA: pronto ...
ALDO: buongiorno mamma
EMANUELA: e buongiorno
ALDO: che sei confusa questa mattina?
EMANUELA: ah ...troppo, troppo, troppo, troppo ...
ALDO: troppo confusa sei ... troppo confusa sei...
EMANUELA: troppo ... non capisco niente ... e basta ...
ALDO: non capisci niente ...
I1 7 settembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per
effettuare colloquio con il detenuto MADONIA Salvatore [ALLEGATOSAS).Nel
corso del colloquio DI TRAPANI Maria Angela informava il marito del fatto che
ROSANNA (MILIA Rosaria) era stata allontanata dalla famiglia MADONIA e,
quindi, da tutte le dinamiche e dagli interessi gravitanti intorno a tale nucleo. Inoltre

EMANUELA: poi quando c'è qualche cosa di parlare ... qualche ... cose da uscire mi
confondo e non so più niente ...
ALDO: e vabbè ... e tu le cose a poco a poco ...
EMANUELA: e questo è tutto ...
ALDO: ...
devi fare le cose tu a poco a poco devifare ...
EMANUELA: cosa devofare?
ALDO: innanzitutto per Maria Angela ...
EMANUELA: come?
ALDO: innanzitutto per Maria Angela ...
mi avevi detto ... ieri sera ... che avevi una ... la busta
conservata per Maria Angela ...
EMANUELA: eh! ...
ALDO: nel tuo cassetto ...
EMANUELA: eh!
ALDO: la prendi per favore e gliela dai ...
EMANUELA: si!
... (paura) ...
M. ANGELA: Aldo ...
ALDO: eh ...
M. ANGELA: ah ... ci hai parlato ... l'ha capito?
ALDO: ...
no ... ah è confusa ...
M. ANGELA: è confusa si ...
ALDO: ma che sta facendo ... gli ho detto di ...
M. ANGELA: no, non lo so è andata la dentro ...
ALDO: nella sua stanza ...
M. ANGELA: si!
ALDO: ...
... e vabbè, speriamo bene ora ... per ora sono qua ... ad aspetto al
telefono
M. ANGELA: ah ... va bene
ALDO: vabbè ... tutto a posto? Come stai?
M. ANGELA: tutto a posto, si!
ALDO: eh ...vedi com'è, poverina ... è proprio non ..
M. ANGELA: si ...no ... infatti me la sono presa a ridere perché ... inutile ...
ALDO: ...incompr ... non lo fa per male ...incompr ... non lo fa per male ...
M. ANGELA: no, no... ormai questo dicevo ... questo dicevo ...ormai non ...
ALDO: mi dispiacerebbe se tu pensassi che lei lo fa per ... per ...
M. ANGELA: no, no ...
ALDO: ah ... ah ...
M. ANGELA: poco fa parlavo con la signora Anna di questo ... ha ottantadue anni, ormai
è una persona anziana ...
ALDO: ... incompr ... non stiamo parlando di due o tre anni fa, ma stiamo parlando
di ieri sera ...
M. ANGELA: ...e infatti proprio di questo parlavamo
ALDO: ...incompr... mi disse ti preparo questa busta
M. ANGELA: ... che si parla ...di ora ...
ALDO: ...incompr ... fare questa busta e domani mattina viene ... ora che fa ... deve
...
andare a fare questo pacco e ... lei gli sembra una cosa enorme ... gli
sembra una cosa enorme ... che poi è una passeggiatina ... perché guida
Anna ...
M. ANGELA: si, stamattina è così ...confusa
ALDO: incompr ... ora io la convincerò in tutti i modi ... appena esce ... appena si
esce ... si sblocca ....(min. 02:52)
[...l
ALDO: ancora non è tornata?
M. ANGELA: si è tornata, qua &..la ... si è ricordata ...
ALDO: ah ... si è ricordata tutto?
M. ANGELA: si!
ALDO: va bene!
M. ANGELA: te la ripasso ... aspetta
ALDO: si, si ciao
M. ANGELA: ciao
ALDO: ciao, ciao Maria Angela buona giornata ...
la DI TRAPANI raccontava al marito della telefonata ricevuta da MADONIA Aldo,
nel corso della quale quest'ultimo avrebbe cercato un chiarimento riferendole che lui
e la moglie non avevano alcun risentimento nei suoi confronti. Nel corso della stessa
telefonata il cognato Aldo, inoltre, l'aveva invitata a passare a casa della GELARDI
ove avrebbe trovato un pensiero per lei (denaro) seppur in minore quantità di quella
precedentemente pattuita con MADONIA Giuseppe.

M. ANGELA: hanno fatto fuori a Rosanna ieri... (MILIA Rosanna, ndr) e


tuo fratello Aldo (MADONIA Aldo, ndr) l'altro ieri...mentre
che ero andata dalla mamma per vedere come stava ha
voluto parlare con me al telefono...allora
educatamente.....ciao...che c'è....
SALVATORE: Maria Angela....Maria Angela....
M: ANGELA: mi fai parlare? ... stai bene? Ci faccio si...tuo figlio...il
bambino sta bene? Eh..ci dissi si....alchè ci faccio io...i tuoi
figli stanno bene ..i bambini? Dice si....ah sono
contento.... senti Maria Angela...sai..qua ci sono un sacco di
fraintesi...di malintesi..tu devi sapere che sei nel mio
cuore...nel mio cuore e in quello di mia moglie...elogi...al che
ci faccio ..senti...
SALVATORE: Maria Angela.. ma a te ti interessano tutte queste cose?
M. ANGELA: eh?
SALVATORE: Ti interessano tutte queste cose?
M. ANGELA: no! ....ora...domani...domani..mi ha chiamato
dicendomi... puoi venire dalla mamma
.jeri. dice...dalla mamma...che ha una cosa Der ... ~ e r
....
...
fe ~ e r ònon è auello che t u ti as~etterai...dice
... ma...d evi avere ~azienza....erano di
....
meno comunaue sia...
SALVATORE: Maria Angela...
M. ANGELA: ehh...domani...p er domani mi aspetta...mi vuole a casa dalla
mamma alle due...e lo sai come mi ha detto per non farmi
dire di no? Perché m i fa...dice...deve venire una dottoressa di
geria ....g eriatria...come si chiama...dice..e vorrei che ci fossi
pure t u...e io faccio...ma come mai....te lo dico io come
mai.......ieri tuo fratello ha scritto a Rosanna (MILIA
Rosanna, ndr) ....l'hanno fatta fuori...non vuole più né....
SALVATORE: Maria Angela....Maria Angela....
M. ANGELA: che mi interessa! ... aspetta...no cosa hai capito?
SALVATORE: t u perché ci sei entrata? Mi sento scrivere....da quel
"PIUNCU" (MADONIA Giuseppe, ndr)...e mi sento
scrivere..la colpa è di tua moglie...Rosanna (MIUA
Rosanna, ndr) ...la colpa è di mia moglie?
M. ANGELA: e di che cosa? Di chi?...p erchè?
SALVATORE: che tu prendi le difese...p er telefono... t u prendi le difese di
loro... la tratta come una cameriera...voleva questi
(incomprensibile) ... tutte queste cose per lettera... mi sono
sentito....ti ho detto io avevo tutte e due davanti...le
lettere....e le ho strappate completamente (adirato) ... io
sono qua ... (incomprensibile) ...
M. ANGELA: per difendere a t e di davanti...a lei...
SALVATORE: ma a noi altri che ci interessa?
M. ANGELA: e io t u sei mio marito e ti difendo permetti?
SALVATORE: ....
ma che cosa c'entra questo? ma che cosa c'entra questo?
M. ANGELA: t u non lo fai e io lo faccio.... Si perché tua moglie se ne tornò
dal colloquio...suo... fratello... tuo fratello Aldo ...(MADONIA
Aldo, ndr) ...e lo sai che ci fa a Rosanna? (MILIA Rosanna,
ndr)... ehhh...
SALVATORE: si, me l'hai scritto questo....
M. ANGELA: adesso...lei ( D I TRAPANI Maria Angela, ndr) ti ha messo a
tutti contro...non hai capito che t u ti sei schierata dalla sua
parte...p arlando per me...e lei..e lei...ti ha messo a tutti
contro...Pippo e cose...q uello che le ha detto suo marito (a
COTTONE Carla, ndr) gliel'ha raccontato a Rosanna
(MILIA Rosanna, ndr) ...tutte cose...non hai capito questo...
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: Rosanna viene di nuovo da me...le dissi... me che cosa... dice
ho la lettera te la faccio leggere...dice..fammela
leggere....p erò t u non lo devi dire a loro...non lo devo dire a
loro?..io me la devo andare a chiarire questa cosa con Maria
Angela... nooo..e allora io ti posso dire ...dice...ma perché non
...
li lasci perdere? lasciali perdere ormai...no dice io m e la
devo chiarire...risponde lei..dice che ci fa ...(COTTONE Carla,
ndr) e allora dice...io te lo negherò fino alla morte...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...Marià...ohu...allora..noi siamo...
M. ANGELA: davanti a chiun que...
SALVATORE: dico io...noi siamo..sfortunatamente...in una situazione...che
praticamente...ehm....invece di far correre gli altri...dobbiamo
correre sempre noi altri...io...io...
M. ANGELA: e ora mi a s ~ e t t adomani Der auesto...
SALVATORE: aspetta...
M. ANGELA: perché mi vuole fare mettere con tua madre... ~ e ior darci le
medicine...io faccio avanti e dietro....così loro..~artono..il
merc....il aiovedì se ne vanno...
SALVATORE: Maria Angela...Maria Angela...q ueste cose...q ueste
cose...q ueste cose...ti prego...caldamente...ti prego
caldamente...p erchè...ora la sfortunata lo sai chi è? Su...mia
madre...che...ne subisce...ohu..ora l'hanno fatta fuori a
questa...là...hanno fatto fuori a questa ...(M I L I A Rosanna,
n d r ) ohu...a noi altri...che ci....
M. ANGELA: e io sono stata ri~escata ...
SALVATORE: aspetta..quale ripescata...Maria Angela...il discorso...
M. ANGELA: però....

I due continuavano a discutere del fatto che il denaro corrisposto da


MADONIA Aldo a Maria Angela era in quantità inferiore rispetto a quanto
promesso da MADONIA Giuseppe. Il detenuto, quindi, suggeriva alla moglie di
esternare il suo disappunto al fiatello Aldo ed alla moglie, senza utilizzare modi
aggressivi, ma ribadendo perentoriamente che queste decisioni dovevano essere
preventivamente comunicate allo stesso MADONIA Giuseppe ovvero al padre
MADONIA Francesco.

M. ANGELA: ieri quello che mi ha fatto passare ....


SALVATORE: ..
no ascolta...t u ci devi..questo discorso...ti ho detto semDre
ci vai.. e t u ci dici m a t u o fratello P~DDO l a sa auesta
cosa? (a MADONIA Aldo, ndr) ...q uesta cosa che mi
stai...
M. ANGELA: quale?
SALVATORE: auando tu...dici ... ti danno auesto ~ i a t t od i ~esce...ti
voaliono dare auesto ~ i a t t od i ~esce...oiali..e c i
dici...~rima li lasci parlare..non li aaaredire.. (ai coniugi
MADONIA-COTTONE, ndr) quando dice...ma...scusate...
ma auello che mi state dicendo...auello che mi stai dicendo...
tu ~ e n s~ià..auello
i che ti deve dire mio fratello...lo sai...7
M. ANGELA: ..
ah eh...si...vuole a me...c'è la dottoressa... vieni Maria Angela
voglio parlare con te...
SALVATORE: Maria Angela.. perché dobbiamo "castellare" sopra...e il
tempo se ne va...nel momento in cui....devi dire...tuo
....
fratello...tuo padre è a l corrente d i auello che mi
State dicendo? Vedete che i o ho....sono sola....senza
mn s uno...
conosce...~ro~riocon a l i occhi di f u o r i...che non vi
conosce a nessuno...mio figlio morto...e non vi ha visto a
..
nessuno solamente...q uesto ci devi dire..... due....sono
andata da tuo fratello .... Senza che t u mi hai detto niente e
m i avete messo in condizioni di non andarci.....sono andato
da papà ....(MADONIA Francesco, ndr) e t u non mi hai
detto niente e neanche mio marito mi ha detto
niente...p erché lo sento....q ueste sono le parole che devi
dire.... se te la fidi....no che te la prendi con me...
M. ANGELA: già gliel'ho detto questo....sì ma io ti ringrazio..lo
so ..g razie...dell'affetto che dai a mio padre...
SALVATORE: grazie??
M. ANGELA: così mi ha detto...
SALVATORE: grazie???
M. ANGELA: così m i ha detto...
SALVATORE: grazie? Se non fosse stato per me...che io lo sento...
M. ANGELA: mia moglie è buona...
SALVATORE: ma a me...sono fatti loro...a me non interessa...mi devi
lasciare...
M. ANGELA: . -- mia moglie ha accettato me e la mia situazione...di f u o r i....
Ce lo vogliamo dare questo merito...?

La DI TRAPANI continuava a raccontare al marito le difficoltà incontrate per


riscuotere la somma di denaro presso l'abitazione della GELARDI.
Successivamente, come già anticipato, nel corso del colloquio, veniva indicata
l'esatta somma consegnata a DI TRAPANI Maria Angela: 750 euro anziché 1500.
Secondo Maria Angela tale decisione sarebbe stata presa dal MADONIA
Aldo all'indomani del colloquio effettuato con il fiatello Antonino il 16 agosto 2005.
Proprio per questo motivo la DI TRAPANI ipotizzava che la disposizione fosse stata
impartita da MADONIA Antonino.

M. ANGELA: però e guidato (ilMADONIA Aldo, ndr) da t u o fratello


Nino (MADONIA Antonino, ndr) ...
SALVATORE: noo...noo ....
M. ANGELA: è tornato da là e mi ha tolto il pensiero...q uello di
Pippo...q uando tornò di Ià...ieri mi ha dato (fa segno
con le mani e abbassa la voce indicando
...
750) eh...abbi pazienza ..è un acconto...
SALVATORE: ...
Maria Angela..Maria Angela sorridi..ora..corridi...

Successivamente, il 7 settembre 2006, alle ore 19:34, all'interno


dell'abitazione di GELARDI Emanuela, veniva intercettata un'importante
conversazione tra lo stesso MADONIA Aldo e l'altro indagato GRAZIANO
'1" 5.,b -" &$,L .*%%a -
Vincenzo [$&@,G:&Q;~~). La prixya parte della conversazione, in realtà, aweniva
tra GRAZIANO Vincenzo e l'anziana GELARDI Emanuela, L'uomo, durante la
conversazione, appariva in confidenza con l'anziana donna; gli elementi forniti erano
utili per la certa identificazione di GRAZIANO. L'uomo riferiva alla GELARDI che
nel successivo mese di novembre avrebbe dovuto subire un'operazione al ginocchio e
che probabilmente questo inconveniente lo avrebbe tenuto lontano per una decina di
giorni; specificava, inoltre, che in caso di bisogno avrebbero potuto contattare suo
Fatello, abitante nelle vicinanze e peraltro ben conosciuto anche dalla nuora DI
TRAPANI Maria Angela.

Le tematiche trattate - soprattutto dopo l'arrivo di MADONIA Aldo -


facevano emergere apertamente come GRAZIANO Vincenzo fosse soggetto
assolutamente a disposizione della famiglia MADONIA, ed in grado di curare
interessi per loro conto. MADONIA Aldo, nell'occasione, informava GRAZIANO di
avere effettuato alcuni colloqui carcerari con i fiatelli detenuti,, cui aveva detto della
scomparsa del Fatello di G R A Z I A N ~ ~La~ .conversazione appariva immediatamente
di estrema importanza, tenuto conto dello spessore criminale dei partecipanti, e per le
cautele che gli stessi mettevano in atto durante la conversazione, parlando a bassa
voce ed a tratti bisbigliando.

MADONIA Aldo, in specie - come già riportato - si affidava a GRAZIANO


Vincenzo (evidentemente ritenuto più introdotto nell'associazione mafiosa) per la
gestione di tutti gli interessi della famiglia MADONIA, così come aveva disposto il
Fatello PIPPO ovvero MADONIA Giuseppe, l'unico dei fratelli detenuti esente dal
regime del carcere duro [ ... devi dire a FlCIUZZU ... quello che noi abbiamo ...
diciamo ... eh ... eh... siamo nelle vostre mani ... da tutti i ounti di vista ... ]
Aldo: ...incompr ... prima di tutto è una cosa che dispiace
tantissimo ... ti mandano tantissimi saluti ... affettuosissimi
... sono dispiaciuti al massimo ... Der tuo FRATELLO ... di ...
D N I N O e
...incomprensibile... occasione di vederli d o ~ tanto
o tem~o ...
Vincenzo: ...e rinarazio... incompr... vi ~ensa... affettuosamente
con grandissimo affetto e stima ...
vero ... vero ... ehhh
.
e

Aldo: grazie... grazie ...


Vincenzo: e ma qui non ci ...incompr... vero... vero!
Aldo: lo so...lo so ... loro lo sanno ... e glielo hanno detto
...incompr... (si sovrappongono le voci) ...
Vincenzo: purtroppo ho un ...incompr ...... per un domani ... e scusami...
per ora non mi è possibile però nel futuro di ... per vedere di
iniziare qualche cosa ...
Aldo: ...incompr... (si sovrappongono le voci)... di vedere per il
futuro se ci sono buone speranze di uscire ...incompr... con
tutto quello che è stato ...incompr... c'è da impazzire...
qualcosa in più ma ... si vedrà ... loro ...incompr...
so~rattuttoPIPPO con il auale ho avuto modo di
- p e.

Vincenzo: eh ....
Aldo: gli devi dire a VICIUZZU ... auello che... noi abbiamo ...
* d
futti i unti di vista ...
Vincenzo: io ... io ...(si sovrappongono) ...
Aldo: se possiamo fare un colloquio ... se possiamo mettere
qualche cosa ......incompr ...... tutto dipende dalla ... dalla ...
Vincenzo: noi ci rendiamo conto e ringrazio Dio... se ci arriviamo ...
non so come ... vendendo la qualsiasi ... quindi non si pone
và ... finché non ce n'è più ...
Aldo: (sorride) ...

L'incontro sopra riportato, tra l'altro, sanciva verosimilmente l'investitura


ufficiale di GRAZIANO quale referente diretto dei fratelli MADONIA sul territorio
di Resuttana.

I1 11 settembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a Napoli per


effettuare colloquio con MADONIA Francesco detenuto presso la Casa
Circondariale di Poggioreale

Nella parte iniziale del colloquio DI TRAPANI Maria Angela riferiva di un


tentativo di riappacificazione propostole dal cognato MADONIA Aldo e di un
incontro chiarificatore con lo stesso fissato per l'indomani.
Poi Maria Angela raccontava al suocero la vicenda della promessa di
"retribuzione" di 1500 da parte di MADONIA Giuseppe della quale si è
abbondantemente fatto cenno. Segue il tratto di interesse:

94
GRAZIANO Ignazio, deceduto il 7 maggio 2004

435
M. ANGELA: D'ora in DO^ quanto ti servono? Tanto? Eh... c'è auesto
...
pensiero orini mese lo avrai... mamma dicci... auesto
pensiero lo avrai oani mese, Der il bambino... Der voi. i\

I l rimo mese me lo ha dato... ora basta. DIU senza


dire niente! Ma chi si sono trovati davanti, una porca?
Dovevo fare, il mese passato, il vaglia a mio marito e
l'avvocato ci disse ciao! Perchè I'avvocato si aspettava il
vaglia. Mamma, ma dove sono? I o a te non ti devo dare
niente! Che significa non ti devo dare... Mio figlio, quello è
scemunito, chi sa cosa ha capito ...
Guarda che io non
pretendo niente, ma almeno voalio saDere se ci
saranno o non ci saranno. Dialielo a tuo fialio Aldo,
voalio saDere se ci saranno o non ci saranno... non
perchè li pretendo. Non per dire niente... ora questa
settimana, prima di venire qua da te, prend... il mese
scorso lo hanno fatto saltare! ...
auesto di aua ha
p p
dita, ndrl ottocento e me li da! Io... per educazione li ho
...
presi. Dice: eh... ci sono difficoltà, capisci poi si vede...
...
cioè per per educazione io li ho presi, perchè è mio marito
...
che decide non posso decidere io, papà. Ma vorrei capire,
vorrei sapere: ci sono o non ci sono? Non che li pretendo,
ma capirlo... Ci sono, o non ci sono?

I1 12 settembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela scriveva, quindi, una


lettera al marito con la quale, tra l'altro, lo notiziava dell'incontro chiarificatore avuto
nel primo pomeriggio con il cognato MADONIA Aldo. Anche sulla base di quanto
riferito fino ad ora, lo scritto è di tale chiarezza che è superfluo commentarlo. Preme
solo sottolineare come la donna faccia nuovamente riferimento a qualcosa di
importante fatto dallo stesso MADONIA Salvatore in favore del fiatello Aldo

" (...) alle 13.30 sono andata da tua madre, ci siamo visti con Aldo e come se niente era mai successo,
con la loro solita IPOGRISIA mi ha detto che riguardo al pensiero che dovevano avere per me non gli
è possibile ecc... AI che gli ho detto che in ogni caso era un pensiero per TE e che tanto già del resto e
da tanti anni non ti anno mai pensato. AI chè mi ha detgto che "lui mi stava dicendo questo perchè
non voleva che io attribbuissi a lui questa decisione è che in merito al passato lui colpe non ne ha.
AI chè gli ho detto con moltn cnlmn è trnnquillitiì I? sangui?fleddo che di certo per essere vicini ad un
fiatello ci sono tanti altri modi. E' gli ho chiesto se per caso ti avesse mai espresso un GRAZIE ho
provato un sentimento di gratitudine a te dopo quello che hai fatto per lui. Lui mi ha detto che sei
sempre stato nel suo cuore, al chè io lo AGGHLQCCLQTO buttando giù ogni sua parola con
constatazioni e fatti mai fatti da lui, dicendoci che avrebbe potuto dimostrartelo con i fatti, anche con
un semplice telegramma per NATALE con su scritto TI VOGLIO BE1VE.
O avendo un pensiero per nostro figlio, ricordandoci il bene cge tu vuoi al bambino è chesperavi
ancora prima che il Bambino nascesse che lui un giorno quando sarebbe nato si fosse preso cura di
lui facendogli da GUIDA in tua assenza, è invece lui non si è mai degnato di una dimostrazione di
gratitudine è di affetto è si sono sempre ESZUhW TIfiegandosene di te e di tutto quello che hai fatto
per lui.Tutto ciò glielo ponevo con le domande, è vendendo che lui non aveva il coraggio più di
rispondere, gli davo io le risposte in assoluta serenità. Gli saranno Penetrate perchè era morto. La
parlantina gli èpassata subito (...) ".
I1 22 settembre 2006 alle ore 13:27 MADONIA Aldo dal suo cellulare
chiamava la madre (A.U#$GATONZ).Evidentemente a conoscenza di ciò che la madre
avrebbe dovuto fare nella mattinata utilizzando il solito linguaggio criptico chiedeva
alla stessa se le "cose" erano state "buone o negative". GELARDI Emanuela
rispondeva che aveva fatto la "giusta terapiav9'.

Delineato, così, il ruolo di MADONIA Aldo (soprattutto per quanto riguarda


la gestione della cassa della famiglia), si tratteranno ora i fatti più eclatanti di questa
gestione ed altri profili illeciti della condotta di MADONIA.

95 EMANUELA: pronto!
ALDO: pronto mamma!
EMANUELA: eh!
ALDO: ...incompr... va be che ti volevo dire niente ti saluto allora
fai buon pranzo;
EMANUELA: eh! ...una buona giornata ti abbraccio e buon appetito!
ALDO: va bene ee... stamattina cose buone omure cose...

EMANUELA:
...
neaative cose buone o neciative;
aiuste... buone... normale;
ALDO: ...incompr... (sembra che dica: 'e cosa" ndr.)
EMANUELA: ...la terapia ...uhm;
Il.I fatti più eclatanti della gestione della cassa ed altri profili illeciti
della condotta di MADONIA

MADONIA Aldo svolge un ruolo decisionale, chiaramente partecipe della


provenienza illecita del denaro e delle persone deputate alla consegna alla famiglia.

I1 3 ottobre 2006 alle ore 20:07, MADONIA Aldo discuteva con la madre
GELARDI Emanuela a casa di questa
. 1 due discutevano di una
~@sw&ms).
v%-+.< > %X*W Y*?.i..i+'

somma di denaro fatta pervenire96alla GELARDI [...suo figlio mi ha dato ... incompr
...(verosimilmente pronuncia una cifa) in contanti' e delle modalità della
spartizione. MADONIA ANldo si preoccupava anche che parte del denaro arrivasse
anche alla cognata DI TRAPANI Maria Angela [...queste cose a Maria Angela le
hai telefonato che ci sono queste coseper Maria Angela no? ...l
ALDO: quanto ti ha dato?
EMANUELA: duemila euro per me ...io dico...
ALDO: ...i n c o m ~...r
[...l
EMANUELA: ...suo figlio m i ha dato ... incompr
pronuncia una cifra) i n contanti ...
...(verosimilmente

ALDO: ah... ah ... incompr...


EMANUELA: ...incompr...
[...l
ALDO: e ci devi dare duecentocinquanta a,.. incompr ...
EMANUELA: come?
ALDO: duecentocinquanta a incompr duecentocinquanta ... ...
quanto g l i devi dare?
EMANUELA: cinquecento .. incompr...
ALDO: ...
cinquecento? duecentocinquanta euro
EMANUELA: duecentocinquanta euro...p ausa... incompr... ...eh ... ci hanno
fatto portare una... ci hanno preso una busta ...incompr...
ALDO: ...incompr... (pausa) ...
EMANUELA: ...incompr... busta ...incompr...
ALDO: soldi ne hai per ora? Nel portamonete ne hai?
EMANUELA: come?
ALDO: nel portamonete ne hai soldi? Nel portamonete ne hai
soldi...incompr...due... quattro... sei... otto...e dieci...
EMANUELA: ...incompr...
[...l
ALDO: queste cose a Maria Angela l e hai telefonato che ci
sono queste cose per Maria Angela no?
EMANUELA: niente.... Non m i sono sentita!
ALDO: eh?
EMANUELA: come...incompr...
ALDO: ci hai telefonato? Ti ci sei sentita?
EMANUELA: ...
no... non l'ho sentita! incompr
ALDO: ti viene...ti viene molto incompr... difficile telefonarci che c'è?
EMANUELA: ...incompr... non ci ho pensato ...incompr...
ALDO: quando viene te lo ricordi che incompr... quando viene te lo
ricordi di darglielo...
EMANUELA: va bene...
ALDO: ...incompr ...(voci lontane) ...
EMANUELA: ...incompr...(voci lontane) ...
ALDO: altre novità ce ne sono?
EMANUELA: niente... incompr...
ALDO: ...incompr...p ausa... e t u com'è che... incompr...metterceli a
lui i soldi.. a coso...q uand'è che gli hai dato i soldi a... come
si chiama... a Pino... per metterli là ...
dopo che li hai
riscossi?
EMANUELA: certo...sempre ...incompr...
ALDO: sempre nella parte di dentro?
EMANUELA: si.
ALDO: sempre nella parte di dentro?
EMANUELA: quando ho ricevuto i soldi e poi gli ho dato i soldi abbiamo
fatto altri...incompr
ALDO: ... ...
incompr sempre nella parte di dentro o nella
macchina glieli hai dati?
EMANUELA: Quando siamo arrivati dentro ...g lieli ho contati e glieli
...
ho dati incompr ...
ALDO: ottocentocinquanta euro? Li hai contati giusti
ottocentocinquanta euro?
EMANUELA: sissignore!

I1 14 ottobre 2006, DI TRAPANI Maria Angela, unitarnente alla madre


SGROI Rosa, si recava a Parma per effettuare un colloquio con il fratello DI
TRAPANI Nicolò .Anche in questa circostanza Maria Angela
riprendeva gli episodi in precedenza più volte commentati e cioè:
- il riferimento al denaro datole da MADONIA Aldo su precisa volontà dell'altro
cognato MADONIA Giuseppe;
- il fatto che MADONIA Salvatore avrebbe aiutato il fratello Aldo a ritrovare la
libertà. Ed in questa occasione Maria Angela con assoluta chiarezza riferisce al
fratello che suo marito si è addossato delle responsabilità penali per aiutare il
fiatello Aldo ad uscire dal carcere che, invece, era il reale colpevole.

M. ANGELA: (riferisce parole di MADONIA Aldo, ndr) ... fa ... dice ... mio
fratello (Salvatore, ndr) è nel mio cuore! ... ah! ... dice ti...
dovevo dare un oensiero che PIPPO (MADONIA
G i u s e ~ ~ endr)
, aveva detto che mi doveva dare un
pensiero, auando ci sono andata l'ultima volte ...
dice
... oani mese ti do un Densiero Der t e ... per il bambino
... io ali faccio ...
mmhh ...io ali faccio così!
hanno dato solo un mese! ... prendo e gli faccio ... dice ...
...
me lo

però, io adesso ho questo onere difficoltoso di mia madre e


quindi, qua ... non ... non ... si ci arriva più ... quindi io non
posso adempiere ... a questo pensiero! ... dice ... quando ci
sarà ... dice ... io sarò il primo a ... gli faccio ... vabbè non ha
importanza! ... tanto, gli ho detto, anche quando, questo
non era un pensiero per me! ... gli ho detto ... era u n
pensiero ... il minimo che si poteva fare, gli ho detto,
accettato nei riguardi di tuo fra ... di tuo marito! ... che è
vostro fratello! ... ma del resto, gli ho detto, in tutti questi
anni, diciannove anni, non ho mai ... non v i ho mai visto! ...
per niente, mio marito, gli ho detto! ... in tutte queste cose!
... quindi non mi ... non mi stupisce, gli ho detto ... poi
parlane con loro! ... ah! ... tu non me lo devi dire ... negli
anni passati! ... se non sono stato io! ... dice ... perché io ora
... ora sto ... ora sono! ... dice, ma degli anni passati ... gli ho
detto ... no vabbè ... gli ho detto ... io non ti parlo soltanto di
... di denaro! ... gli ho detto ... non è questa, gli ho detto, la
cosa! ... ma t u ... dimmi una cosa ... sei stato ... dice ...
perché mio fratello è sempre nel mio cuore e i o a l i
1
... a l i ho detto ... e dimmi ... a l i ho detto ... dopo auello
che ha fatto tuo fratello (MADONIA Salvatore, n d r l per
te, ma alielo hai mai scrltto un telearamma d i auauri a
Natale, Pasaua!? ...
o anche u n semplice ti voalio ...
m
ho detto ... neanche auesto! ... ali ho detto, no...

auello che ha fatto per te. per ridarti la libertà a te,


p u r essendo innocente, ali faccio
l o sai! (riferito a MADONIA Aldo. n d r l
...
mio marito! e tu
che mio ...
...
marito è innocente!
.H
...
ha fatto t u t t o auello mettendosi

H
facci0 ...
lo sai perché l'ha fatto?! ...
primo per amore
v r o te C n
gvevamo intenzione d i avere u n fialio ...
e mio marito
lo sai che m i diceva a me?! ...
Maria. sai, conto su mio
fratello (Aldo, n d r l ...
u n domani poter potrebbe ...
potrebbe fare da auida a mio fialio! ...
che t u sei una

- - ... -- --
donna sola!
morto! ...
... potrebbe fare da padre a mio fialio
l'ho lasciato amminchiunutu (di sasso. ndr)
....
...a l i ho detto
...
così!
... auindi, ALDO, mettiamola da parte
auindi. ALDO, mettiamola da parte auesta
...
ipocrisia!
PAPA' eehhh
... ...
se dobbiamo sentirvi per auanto riauarda
io, a tuo padre, non l o abbandonerò
mai. a l i ho detto!
per me ... ...
no che è t u o padre! ...
...
perché t u o padre ali ho detto
è mio adr re! a l i ho ...
...
detto... perché è sempre stato l'unico, i n auesta
famialia che ha sempre avuto p r i n c i ~ i .rispetto ed
amore, verso d i me!

I1 18 ottobre 2006 MADONIA Antonino, scriveva al f?atello MADONIA Aldo


dando disposizioni per il colloquio della madre, e facendo riferimento ai
problemi economici:
"Se la mamma si è ripresa con i dolori alla schiena, è bene che da me per il colloquio venga mercoledì 08
novembre, così posso farne due ore, perchè il dodici novembre clè il rinnovo del decreto e non posso farne più
di due ore. Da Pippo ci andrà a Dicembre (...) perpaicere vedi tu se vuole venire Mariangela, altrimenti viene
la mamma con Anna (...) ordina questo cibo in un ristorante vicino lo stadio, così lo fai mettere nei contenitori
di plastica che perterai la sera prima del colloquio. Scusami di questa richiesta ma è per ricambiare".

I1 7 novembre 2006, a dimostrazione dei suoi rapporti associativi,


MADONIA Aldo incontrava DI TRAPANI Diego, in quel momento reggente del
mandamento. Le modalità dell'incontro sono state meglio riportate in precerdenza.
L'8 novembre 2006, MADONIA Aldo si recava a Napoli per effettuare colloquio con
il padre MADONIA Francesco. . Come Pià riferito in occasione
dell'analisi del colloquio di MADONIA Aldo con il fratello Antonino effettuato a
Novara il 16 agosto 2006, anche il colloquio con il padre è da considerare di
rilevante importanza nella sua interezza in auanto serve a far comprendere come
MADONIA Aldo sia consapevole delle dinamiche mafiose e perfettamente partecipe
di quelli che sono stati e sono gli affari illeciti della famidia ed in particolare del
patrimonio occulto. Anche in questo caso, quindi, si rinvia al contenuto del verbale di
trascrizione indicato, anche se. a seguire. se ne commenteranno solamente alcune
parti.
I1 pezzo che segue non ha bisogno di commenti per far comprendere che
stanno parlando del patrimonio occulto della famiglia.

ALDO: tutta una serie di discorsi ....


TRATTO 1NCOMP.RENSIBILE...
il discorso di IVINO ... di PIPPO ... vuole sapere se e
interesse nostro ....
TRATTO INCOMPRENSIBILE . ..
FRANCESCO: QUELLO DEI BISCOTTI? .. .
ALDO: ma t u non lo leggi il giornale di Sicilia? ...
non arrivano?
FRANCESCO: QUELLO DEI BISCOTTI ...
ALDO: già ...
FRANCESCO: è uguale ...
[...l
ALDO: ma INCOMPRENSIBILE il giornale di Sicilia ...
...
INCOMPRENSIBILE non arrivano?
FRANCESCO: no
[...l
FRANCESCO: ah! ... ho capito chi è ... quello che era latitante lo hanno...
preso? ...
ALDO: (nega sollevando il capo, ndr) ... ti sto dicendo ...
INCOMPRENSIBILE ...
FRANCESCO: si interessa lui? ... chi?
ALDO: si ... INCOMPRENSIBILE ...
FRANCESCO: ma dimmi una cosa ...
(Aldo si avvicina al padre, ndr) ...
...
noialtri avevamo i magazzini ... affittati e c'era interessato
... e c'era interessato ... c'era interessato ... QUELLO della
[.-l
FRANCESCO: ...era interessato QUELLO ... INCOMPRENSIBILE (11:34:31)
ALDO: ... ancora non si sa ... è in mezzo a mare ... ancora non si
sa
FRANCESCO: ... INCOMPRENSIBILE ...
ALDO: (abbassa il tono della voce, ndr) ... è sequestrato! ... è
sequestrato . . .
FRANCESCO: che?
ALDO: è sequestrato! ...
FRANCESCO: no! ...
ALDO: che no ...
FRANCESCO: no!
ALDO: ... (annuisce con il capo a conferma di quanto detto, ndr) ...
FRANCESCO: ... perchè è sequestrato?
ALDO: (annuisce con il capo a conferma di quanto detto, ndr) ...
tra Scilla e Cariddi! ...
FRANCESCO: e come mai?
ALDO: eh ...
è da tre ...
tre, quattro anni cinque anni ... ...
INCOMPREIVSIBILE .. .
FRANCESCO: ma no ...
quelle ...
quelle ... le palazzine, quelle dietro il
viale LANZA ... hanno sequestrato! ... e questo pure? ...
ALDO: (annuisce, ndr) ...
FRANCESCO: ...
... dove c'era la società con LO PICCOLO quello dei ...
biscotti ...
ALDO: (intima nervosamente al padre di fare silenzio, guardandosi
attorno, ndr) ...
FRANCESCO: ... fu comprato insieme a lui ...
ALDO: (gesticola mimando il gesto usualmente utilizzato per
indicare niente, nulla, ndr) ... non ti confondere, PAPA',
pensa alle cose più importanti ...
ora devi superare questo
momento difficile . . .
[.-l
FRANCESCO: ma come fa ad affrontare tutte cose? ... INCOMPRENSIBILE
a,.

ALDO: piano piano ... piano piano ... piano piano ...
[...l
FRANCESCO: :INCOMPRENSIBILE.:... dice ... e ha modificato ... dice ... la
cosa ... dice ... che fino a quando ... non si trova ... dice ...
chi lo sostituisce ... sostituisce ... dice ... nel mandamento di
Resuttana ... dice ...
ALDO: ... però il 41 te lo hanno levato ... il 41, però, te lo hanno
levato ...
FRANCESCO: si
ALDO: comunque ... un po' alla volta! ... piano piano ...

Nel prosie:guodel colloquio viene ripreso l'argomento di cui prima:

ALDO: quello che dice ... INCOMPRENSIBILE ...


FRANCESCO: INCOMPRENSIBILE .
ALDO: ...lui vuole sapere ...
FRANCESCO: ...INCOMPRENSIBILE ...
ALDO: niente puoi ...
sapere ...
di qua di là ... se ci sono ...
INCOMPRENSIBILE ... di NINO di P1 ...
di PIPPO di ... ...
NINO ...
FRANCESCO: io niente posso dire! ...
ALDO: io in queste cose non mi ci voglio immischiare,
completamente! ...
io questo gli devo dire! ,
FRANCESCO: si
ALDO: io gli dico questo! ... che t u m i hai detto così che a me m i ...
deve lasciare in pace per queste discussioni, non voglio
sentire niente! ...
FRANCESCO: questo si fa arrestare!
ALDO: INCOMPRENSIBILE
[-.l
FRANCESCO: INCOMPRENSIBILE ...
lo ha cercato QUELLO DEI ...
...
B I s c o m INCOMPRENSIBILE . ..
ALDO: (abbassa maggiormente il tono della voce, ndr) problemi, ...
problemi, problemi grossi (11:51:30) ...
FRANCESCO: INCOMPRENSIBILE
ALDO: ... problemi, problemi ci sono ...
FRANCESCO: problemi là?
ALDO: si
FRANCESCO: e perchè? ...
e perchè?
ALDO: ... è mezzo fallito questo ...
quell'altro ... ...
FRANCESCO: mezzo fa llito?
ALDO: (gesticola confermando al padre quanto detto, ndr)
FRANCESCO: non lavora più?
ALDO: e..

FRANCESCO: poco? ...


ALDO: ...
FRANCESCO: mah! ... INCOMPRENSIBILE ...
[...l
ALDO:
FRANCESCO: ... dove era QUELLO là ... QUELLO ... che hanno arrestato ...
che hanno arrestato ... hanno fatto la spiata ... i pizzini ...
tutti i pizzini ... pizzini ... mah! ... mah! ... tutti i pizzini
hanno trovato ... INCOMPRENSIBILE ... un poco di cristiani
(persone, ndr)

L'8 novembre 2006 si registrava il colloquio effettuato a L'Aquila tra il


detenuto MADONIA Salvatore e la moglie DI TRAPANI Maria Angela
..-, .., . : .
~ ~ @ Q J U O DI
) . TRAPANI Maria Angela informava il manto che GENOVA
Salvatore (alias "Carmela") "era andato" (nel senso che aveva incontrato)
GELARDI Emanuela, che sicuramente era andata con il figlio MADONIA Aldo, in
quanto lei non è più in grado di "rapportarsi" per aflari. A dire della donna il
GENOVA Salvatore aveva riferito che aveva l'interesse di tutelare loro (la famiglia
MADONIA).

M. ANGELA: ...
Ah CARMELA da MAMMA è andata... va da MAMMA lei ...
stessa.. .
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: CARMELA va da MAMMA... (abbassa il tono della voce, ndr)
... ...
forse con ALDO sicuro... ~ e r c h èMAMMA non è che e in
qrado ...
SALVATORE: Si però... MARIA ANGELA... si se li porta ...
(con la mano ...
mima il gesto usualmente utilizzato per intendere piccolo)
M. ANGELA: m e l'ha detto ieri...
SALVATORE: Da mia madre?
M. ANGELA: Si... dice ci sono andata l'altro giorno, dice,
INCOMPRENSIBILE
SALVATORE: Ah, ce l'ha l'interesse, allora ...
M. ANGELA: Si, dice, io ho tutto l'interesse per tutelare voi ...

L'8 novembre 2006, GELARDI Emanuela si recava a Novara per effettuare


a,-"-,i,&li*,ril 2"' I* i;*<?l -
il colloquio con il detenuto MADONIA Antonino ~-&TQ:BQ).~~ tratto che
segue oltre a stabilire ancora una volta che la cassa della famiglia, nella quale
confluisce denaro illecito proveniente dalla cosa nostra, è importante perché
decripta i nominativi attribuiti a MADONIA Aldo. Lo steso infatti, nei dialoghi,
viene indicato a volte come "CARLA" (il nome della moglie) e volte come "U
NICUZZU", "U NICO", U NICARIE' (tutti nominativi che stanno a significare "il
piccolo"). Si ricorda che MADONIA Aldo è il più piccolo dei fratelli MADONIA.
E' importante sottolineare come si capisce perfettamente che il denaro viene
custodito a casa di GELARDI Emanuela e come MADONIA Antonino riferisca
alla madre che adesso tutti i pensieri li ha lui (lo stesso MADONIA Aldo). Di
rimando la madre riferisce che MADONIA Aldo è "il padrone della cassa"
nonostante lei attinga dalla cassa in quanto anche lei ha degli impegni.

ANTONINO: Carla stanno bene?


EMANUELA: si, si
ANTONINO: Tutti bene? Saluta a tutti ... gli dai un abbraccio, dai un
bacione a tutti i bambini e cose ... Jcon le dita della mano
sinistra mima il aesto che sta ad indicare il denaro1
glieli dai a CARLA ~ o èi aiusto? Dico li tiene tutti
CARLA diciamo aueste cose {mentre Darla continua ad
indicare il denaro mimandolo con il aesto t i ~ i c a m e n t e
utilizzato1
EMANUELA: 'U NICUZZU (il piccolo, riferito a MADONIA Aldo, figlio
minore della donna)
ANTONINO: eh, eh, eh, eh ... io dico cosi ... t u invece ... eh, eh, eh, eh, ...
esattamente, perfettamente, neanche per andare là, casa
casa ... diciamo
EMANUELA: no, no, (abbassa la voce) me li tengo io
ANTONINO: eh, eh, dico ... e poi li dai a .....
EMANUELA: ...INC...
ANTONINO: no. dico, ~ o ~i e r ò li dai a l NICO? (a MADONIA Aldo
nd r l
EMANUELA: glieli do? No, non do niente a nessuno
ANTONINO: a l NICO non alieli dai?
EMANUELA: /mima il qesto che sta ad indicare il denaro1
ANTONINO: eh! eh!
EMANUELA: alieli faccio vedere e lui sa dove li deve mettere da ...
me, non a casa sua
ANTONINO: ah, ah, va bene, a posto!
EMANUELA: che c'entra
ANTONINO: va bene ... (pausa) ... non è che può essere che Anna (con la
mano sinistra mima il gesto per indicare il verbo rubare)
EMANUELA: ...INC... io, quando c'è lei non ...INC... niente I
ANTONINO: uhm
EMANUELA: ...INC...
ANTONINO:

g c
lui ...
diciamo ...
auindi ...
naturalmente ...
EMANUELA: il pensiero ... tanto per dire ... si deve fare questo, si deve
fare quello, poi io sono quella che ...
ANTONINO:
lo devi mettere in condizione diciamo che ...
EMANLIELA: io ali faccio fare il aadrone
ANTONINO: eh, eh, brava
EMANUELA:

ANTONINO: certo, certo, t u hai i tuoi impegni

Nel tratto di conversazione che segue il detenuto MADONIA Antonino parla


con la madre di un terreno occulto riconducibile alla loro famiglia, e si preoccupava
di sapere se il fratello MADONIA Aldo ne fosse a conoscenza. La madre rispondeva
affermativamente.

EMANUELA: io ho un pezzetto di terreno ...


ANTONINO: eh, eh, bravissima .... Che la seguiva lui questa cosa qua...
EMANUELA: ...
si, si
ANTONINO: ed è puntuale diciamo no?
EMANUELA: si, si ... ed ogni tanto viene per questo ...
ANTONINO: brava ... hai visto che ci sei arrivata
EMANUELA: ci stavo pensando ... no, io ci sto attenta
ANTONINO: si, si, si
EMANUELA: (con la mano destra riproduce il nr. 1 [uno]) uno al mese
ANTONINO: uhm uhm.. ..
EMANUELA:.. . abbandonato non era cchiù tintu (peggio ndr)
ANTONINO:' si, si, si ... non è che poi tu, con il FIGLIO DEL TOPO hai
sistemato quella cosa che ... che all'epoca ...
EMANUELA: non me la voleva dare ...
ANTONINO: brava, si, si,
EMANUELA: g g
g
ANTONINO: si, a oosto ...
EMANUELA:
ao~artenevo...
ANTONINO: (ride)
EMANUELA: ma come sono ...
ANTONINO: (ride) va bene
EMANUELA: ...
mancava di r i s ~ e t t o ed io
a
... m i sono messa .,. ma ...m
m 0
ha c a ~ i t o
che ...
ANTONINO: va bene ...
stai serena
EMANUELA:
1 -
ANTONINO: eh, eh .... U NICU (MADONIA Aldo ndrl lo sa no?
EMANUELA:
ANTONINO: uhm ... uhm

445
Al fine di far comprendere la caratura criminale della famiglia MADONIA si
riporta la frase detta da GELARDI Emanuela nel contesto di una discussione avuta
con uno sconosciuto ("il jìglio del T O P O ) per stabilire a chi doveva andare la
paternità di un appezzamento di terra. La GELARDI infatti si esprimeva come di
seguito: "non scherziamo ,.. non lo capivano poi ... io a chi appartenevo... .
1>

L'affermazione si commenta da se.

Ad ulteriore riscontro del1'"operatività" di MADONIA Aldo si commenta la


conversazione telefonica intercettata sull'utenza della GELARDI Emanuela il 17
novembre 2006 alle ore 1556 .La conversazione avviene tra DI
TRAPANI Maria Angela ed il cognato MADONIA Giuseppe nel corso della
periodica telefonata che il detenuto effettua tramite la Casa Circondariale di ~ i e l l a . ' ~
Gli interlocutori discutevano del patrimonio occulto della famiglia
MADONIA intestati ai fratelli LO CICERO, prestanome degli stessi MADONIA. 11
detenuto MADONM Giuseppe, in specie, chiedeva ripetutamente notizie alla
cognata DI TRAPANI Maria Angela e le raccomandava, con insistenza, di curare
con particolare attenzione la vicenda, [... per il fatto del bambino.... stare attenta... (...)
eh, eh.... lo vedi che è....un gioiellino... se non lo curi con queste malattie, ecco, che
fai? (...) No...non ci-esce bene, capisci? ]

.e
-.. . La conversazione permetteva di vaiutare=anche.il pieno coinvolgimento di
MADONLA Aldo negli affari illeciti della propria famiglia; si comprendeva, infatti,
come anche quest'ultimo seguisse in prima persona ogni sviluppo relativo al
patrimonio familiare intestato ai fratelli LO CICERO, che - come abbiamo già visto-
venivano indicati come "l'anemia del bambino" [sì, si.. .perchè.. .perchè anche Aldo
glieli ha fatti pure l'altra volta gli esami (...)L'altra volta lui ce li ha fatti...p erchè io
non c'ero e glieli ha fatti lui al bambino... 1. Per tale motivo MADONIA Giuseppe si
premurava che anche ai fratello libero fosse raccomandata particolare attenzione [Ah,
Maria Angela... ti dico...q uesto fatto del bambino che deve fare gli esami, diglielo che
deve stare attento. pure a....mio fratello...l

97
La stessa conversazione è meglio spiegata nel capitolo 4.7 "11 ruolo dei fiatelli LO CICERO
Giovanni e LO CICERO Salvatore.
PIPPO: Dimmi una cosa...
MARIA A,: Eh...
PIPPO: Eh....il bambino com'è? Glieli hai f a t t i a l i esami p e r
la...come si chiama?...Per la...aveva lui ~ r o b l e m ad i
anemia...
MARIA A.: Per IWanemia?...Oraa fine mese...
PIPPO:
tu...eh?
MARIA A,: ....
Si, si a fine mese
PIPPO: Perchè il bambino è delicato...
MARIA A.: ...sì, sì...Derchè ...
Derchè anche Aldo alieli ha f a t t i Dure
l'altra volta a l i esami e a fine mese a l i s i ripetono...
PIPPO: Come?
MARIA A.: A fine mese s i c i devono ri~etere...
PIPPO: ... ....
Sì... ~ e r òti dico fai attenzione, coanata...~erchè
sennò ~oi...
MARIA A,: ...
Certo...si, certo no,no,no, lo curo...ora infatti vedi pure la
carne s'è mangiato ...
PIPPO: ... il bambino è di colore biondo ed è delicato ...
MARIA A.: ...
Si, è deli.....lo so infatti è sempre bianco e con le occhiaie,
SI...
PIPPO: Come?
MARIA A.: : E' sempre bianco e con le occhiaie...
PIPPO: E qui...e quindi che cosa bisogna ...? Perchè non
ci. ..?...Sennò che fai?
MARIA A.: Sì, certo...
PIPPO: Va bene?
MARIA A,: No, per ora si sta curando spero bene.. ...
[...l
PIPPO: Dimmi una cosa...
MARIA A.: Eh...
PIPPO: Vedi che ti prego ...
MARIA A,: Eh ...
PIPPO:
MARIA A.:
... ....
Der il fatto del bambino
Sì. sì non ti DreoccuDare...
stare attenta... ....
PIPPO :
. .
No, ~erchè...ehm...ti Dreao, Marià ...
MARIA A,: SI, Sl...
PIPPO: ....
eh, eh l o vedi che è u n aioiellino .... ....se non l o curi
con aueste malattie, ecco. che fai?
MARIA A.: sì...
PIPPO: No...non cresce bene, c a ~ i s c i ?
MARIA A.: si...
PIPPO: ....
Ti viene corto, non ti viene più di questo ...lo sviluppo e
....
finito hai capito?
MARIA A.: Si, si certo....
PIPPO: Eh, eh...il bambino rimane...
MARIA A.: ... ....
certo va bene ...
PIPPO: attenzione.. .ciao
[...l
PIPPO: Ah, Maria Anaela...ti dico...auesto fatto del bambino
che deve fare ali esami, dialielo che deve stare
....
attento, Dure a m i o fratello...
MARIA A.: Sì. sì, si...lo sa infatti...sì
PIPPO: Perchè sennò che facciamo? ......
MARIA A.: ...
L'altra volta lui ce li ha f a t t i ~ e r c h èi o non clero e
alieli ha f a t t i l u i a l bambino ~ e r c h èc'era una ...
giornata e i o n o n clero... 1 .
PIPPO: Vi Dreao, ti Dreao....
MARIA A.: sì, si....
PIPPO: ...di diralielo, dialielo... e poi (sorridel...ah?
MARIA A. : sì, non ti preoccupare
PIPPO: Sì ...vabbè tu ...(sorride) ...lo capisci...
MARIA A. : eh eh eh (ride) ...

L'l dicembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela e GELARDI Emanuela si


recavano a Napoli per effettuare un colloquio con MADONIA Francesco detenuto
. " " W .
"i
;
.J
'' '
presso la Casa Circondariale di Poggioreale r w m * , ! @ 2 3 3 . ~ e l corso del
colloquio l'anziano patriarca riferiva al figlio dell'incontro del figlio Aldo con DI
TRAPANI Diego che in quel momento, si ricorda, era il capo del mandamento di
Resuttana. I1 fatto che si sta parlando di un incontro tra mafzosi è evidenziato &l
particolare nervosismo che mostra MADONIA Antonino alle parole del padre. Per
una maggiore chiarezza interpretativa si rimanda alla visione della videoregistrazione
del colloquio.

FRANCESCO: ... è venuto ALDO a colloquio... È venuto ALDO a


colloquio ...l
NINO: (annuisce)
FRANCESCO: lo è andato a trovare DIEGO ...
NINO: Eh?
FRANCESCO: lo è andato a trovare DIEGO ...
(breve pausa)
NINO: (mostra nervosismo, ndr.)
FRANCESCO: lo è andato a trovare DIEGO... senti... ascoltami ...
NINO: (si mostra infastidito, ndr.) Papà... cambiamo argomento!
FRANCESCO: ... e vole ... voleva, insomma, di vedere...
INCOMPRENSIBILE ... non sapendo che dopo uno... due
giorni... sono andati ad arrestarlo ...
INCOMPRENSIBILE...
dice... . .

Papà! Ti... (cambia del tutto argomento, .ndr.) ti stavo


dicendo... il discorso... ognuno se vuole... se vuole
fidanzarsi, che si fidanzi...

Il 14 dicembre 2006, DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per


effettuare colloquio con il detenuto MADONIA Salvatore . Anche
in questa circostanza Maria Angela comunicava al marito che Aldo si era "mosso"
personalmente per contattare lo "zio Giovanni". Ii riferimento è ai beni occulti della
famiglia MADONIA, fittiziamente gestiti dai fratelli LO CICERO (il cui patriarca
si chiama Giovanni) e dei quali in precedenza si è fatto cenno.

SALVATORE: ...
Va be' ma ... ...
quale è il problema basta ...
M. ANGELA: gli ho detto si...
SALVATORE: basta.. .
M. ANGELA: però io t e lo voglio dire perchè ...
SALVATORE: chiuso, non mi interessa, sangu mio! Oh ...
M. ANGELA: ...p oi un domani dice... non è vero che ha la parte e quello
viene da me e da te... mi capisci?
SALVATORE : MARIA ANGELA... ti sto dicendo noi non siamo co... ...
cristiani di questi ...
se t u... te l'ha detto così... questo è
poco ma.. .
M. ANGELA: Cosi mi ha detto!
SALVATORE : basta.. . non andiamo appresso.. .
M. ANGELA: Però ... dice ...
non altre cose... No! ... dice... queste cose!
... solo ... solo questa ...
con QUELLO! ... dice, senza che
nessuno lo deve sapere! ...
SALVATORE: va bene ... questo! ...
M. ANGELA: dice ...
e vedere di potere (agita le mani, ndr)... poi mi ...
fa ... ti rendo responsabile questa cosa non la deve...
sapere nessuno! ... gli ho detto senti senti gli ho ... ... ...
detto ...
SALVATORE : ...
M. ANGELA: ... lo Z I O G I O V A N N I ... l e cose dello Z I O ... dove c'era il
telefono (porta la mano all'orecchio mimando una
telefonata, ndr) ...
ti ricordi?
SALVATORE: eh! (capisce, ndr)
M. ANGELA: eh! ... ha fatto ...
siccome c'è la causa ... e vuole sapere
ogni volta questa cosa ...
l'altra volta lo sai cosa è
successo?! ... erano venuti a cercare a me, per sapere ... e
c'era la cameriera (BASILE Anna, ndr) ... quella sapeva
morte, vita e passione! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... e aliel'ha detto a d AL a d ALDO ... e ci andò ALDO, ...
auando fu ...
ali ho detto ...
ALDO ci sei andato tu? si,
si m e la sono sbriaata io ...
vabbè! ... PIPPO mi chiede ...
gli faccio ...
senti mi fa ... ...
non facciamo che questa cosa
... perchè un domani è il futuro dei bambini, di qua ... non
lo deve sapere nessuno ...
SALVATORE: ma scusa ...
M. ANGELA: ...
... gli ho detto senti, non mi dare queste responsabilità a
me, perchè quando t u parli con me nemmeno a mio ...
marito io ne parlo! ... ma non perchè non ne parlo, perchè
io ...
una ...
gli.ho detto ... quindi ...
gli ho detto ... non mi
dare ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... perchè la Signora ANNA ...
(porta le dita all'altezza
dell'occhio, ndr) ...
sa tutto! ...
com'è che lo sa!? gli ho ...
detto ...
ALDO ...
domandaglielo ad ALDO gliel'hai detto ...
tu ad ALDO?! ...
gli ho detto ... dice vabbè ...
SALVATORE: ma insomma ...
t u perchè questi discorsi ... io ...
M. ANGELA: ... ogni cosa da la responsabilità a me! ...
SALVATORE: (riferisce ciò che vorrebbe la moglie dicesse a MADONIA
Giuseppe, ndr) ... e perchè tutti questi discorsi li dici a me?
... questo ...
M. ANGELA: (non capisce, ndr) ...
ti voglio dire io ... ...
INCOMPRENSIBILE ...
SALVATORE: ... noo! ... a lui! (a P:[PPO, ndr) ...
t u perchè tutti questi
discorsi ... cioè ...
t u vuoi sapere la ...
M. ANGELA: no, gliel'ho detto ad ALDO ...
SALVATORE: ...
... tu vuoi sapere la verità? o vuoi sapere le cose tanto
per ...
M. ANGELA: no, gli h o detto a d ALDO ...
vedi che tuo fratello
(PIPPO, ndr) ...
mi h a dato responsabilità
non si devono sapere! ... gli ho detto ... ma
di dire
vedi che la
...
...
...
Signora ANNA sa ... dice ...
si, lo so, lo so ma non ti ...
449
preoccupare ... gli ho detto no, gli ho detto, non vorrei gli ...
ho detto ... che lui ha detto a me ...
non si deve sapere
niente ... gli ho detto ... guarda che io ... non sono ...
sono
stata io a dirlo a lei! ... è giusto!?

Sempre a dimostrazione della centralità della figura di MADONIA Aldo


nella gestione del patrimonio, il 17 dicembre 2006, alle ore 13:19, nel corso di una
conversazione telefonica DI TRAPANI Maria Angela informava il cognato
MADONIA Aldo che la mattina precedente aveva ricevuto la visita della signora
BASILE Anna per conto della suocera. La conversazione, apparentemente normale e
priva di interessi investigativi, nascondeva, invece, la comunicazione della DI
TRAPANI di avere ricevuto il denaro che lo stesso cognato le aveva lasciato a casa
di GELARDI Emanuela. @@L&-~T@~@~o).

M. ANGELA: si! ... si, infatti ieri avevo visto era venuta la sianora
ANNA ...
ALDO: a ieri ...
M. ANGELA: ieri mattina ...
ALDO: a ieri sei passata tu ... ieri mattina ...
M. ANGELA: si, si ...
ALDO: ah ... qua da mamma sei passata ...
M. ANGELA: no, è passata la signora ANNA perché io non potevo
venire... mi si era allagata la casa, ieri mattina
ALDO: ieri mattina, mi ne hai uno al minuto (fino a min. 01:21)
[...l
ALDO: ... e quindi spiegami una cosa è venuta la signora ANNA da
te?
M. ANGELA: si, si è venuta lei ...
ALDO: ah ....ho capito ...ma ... vabbè ... . . =.._ . - .,
M. ANGELA: vabbè
ALDO: ehh.... tutto apposto? Si!
M. ANGELA: tutto apposto ... si ... (ride)
ALDO: vabbè ... ti passo
M. ANGELA: va bene ...
ALDO: ti passo mamma che ti voleva salutare ...
M. ANGELA: si, si va bene ...
ALDO: ... ma è stata un'iniziativa di mia madre allora... questa della
signora ANNA? Ma la signora ANNA lo sa dove abiti allora
... lo sa di preciso ...
M. ANGELA: si, si la signora ANNA lo sa dove abito io ...
ALDO: ah ... è venuta da sola lei ...
M. ANGELA: si, m i aveva detto ...si ... che dov...di andarci io ...
ALDO: ah ...
M. ANGELA: hai capito? Al che gli ho detto: "non può ... non potete
venire lei con mia suocera da me? Per favore ...
ALDO: ah ... ho capito
M. ANGELA: ...che oltre ad avere la casa allagata ...
ALDO: invece poi è venuta da sola ...
M. ANGELA: ...sono in difficoltà" gli dissi se può venire ...
ALDO: invece poi è venuta da sola ...
M. ANGELA: dice: "si, vengo io" ...
ALDO: ah ... era ...
M. ANGELA: e mamma è andata dal parrucchiera ed è venuta la signora
ANNA con suo marito...
ALDO: ah ... quindi non è venuta ...
M. ANGELA: la mamma no ...
ALDO: la mamma no, ho capito ...
[...l
EMANUELA: e dimmi volevi qualcosa? Volevi?
M. ANGELA: no, no, niente... ti avevo chiamato proprio
EMANUELA: per salutarmi ...
M. ANGELA: per salutarti, visto che ieri mattino è venuta la signora
ANNA ti volevo salutare ...
EMANUELA: uhm va bene ...
M. ANGELA: va bene?
EMANUELA: va bene, si ... allora ti saluto e una buona domenica ...
M. ANGELA: va bene ... domani poi ci yediamo ...
EMANUELA: va bene ti abbraccio ...
M. ANGELA: va bene e grazie ... ciao

Che quanto intuito rispondesse al vero lo si ricavava anche da una


conversazione ambientale all'interno dell'autovettura di DI TRAPANI Maria
Angela tra la donna e la madre SGROI Rosa &&&&&T~I~$s).
",.

Maria A: no... no! Ti devi prendere per te i soldi delle cose... Zia
Enzina.... quelli...
Zia Enzina: No... ci sto mettendo questi spiccioli per ora...
Maria A: Ah! Gli spiccioli... e qua! No... questa è la busta ... ora ti devi
prendere i soldi... tirala fuori!
Francesco : Nicola ora le prendi se...
[.-.l
Zia Enzina: incompr... un altro po' i ragazzi ... pausa ... alle volte
incompr... nei negozi ... incompr... a pagare altri 3 euro.
Ormai ci dobbiamo mettere in testa che sono soldi ...
pausa... c'è l'hai il portamonete?
Maria A: magari quella mia suocera ...incompr... Non è che ...incompr
- si accavalano le voci...!
Zia Enzina: e come lo sai tu?
Maria A: Aldo ha fatto la pratica quella per la Sig.ra Anna, però
devono avere avuto discussioni... sicuro! Perché oasi m i ha
...
chiamato incom~r...m i ha chiamato... dice... ma hai
m
telefono
Zia Enzina: v
Maria A: Aldo!
Zia Enzina: Ah!
Maria A: p p
p
Ma... noi... di aua eh... (ndr: frasi ~ronunciateda Aldo
M M
Anaelal.
Zia Enzina: 1
1
Maria A: (
1
c a ~ i t o ...
?
L
Zia Enzina: eh
Maria A: mi hai capito perché? ... incompr ...
Zia Enzina: perché magari lei non si ricordava magari di avertelo dato a
te!
Maria A: si si ...
e c a ~ a c eche auello li cercava Der dire ... ...
Maria Anaela è venuta? e lei deve aver detto no... e ...
lui ...
e dove sono i soldi? Mi hai caoito?
Zia Enzina: ...
ah e alielo hai fatto c a ~ i r e
Maria A: eh io per questo gliel'ho fatto capire.

L'l 1 gennaio 2007, DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per


..-............ . ,- '.'
effettuare il periodico colloquio con il marito detenuto [ ~ , A T ~ : ~ AMaria
I~).
Angela raccontava al marito di un incontro avuto con "CORVINA" (= GRAZIANO
Vincenzo) e del patrimonio della famiglia MADONIA gestito per loro conto, in
maniera occulta, dallo stesso GRAZIANO. I1 dialogo è di per molto importante nel
complesso ma in questa sede si vuole solamente analizzare la circostanza che
evidenzia, ancora una volta, le responsabilità penali del MADONIA Aldo. Maria
Angela, infatti, raccontava il dialogo avuto personalmente con GRAZIANO, che le
aveva detto che le problematiche erano anche state rappresentate al cognato
MADONIA Aldo, che non aveva quantificato una cifra esatta ma era rimasto alle sue
(del GRAZIANO) valutazioni che in quel momento voleva comspondere
verosimilmente 700 euro: "... Mi fa: io questi di qua (con le mani indica il numero
sette, ndr) glieli continuo a mandare sempre... (abbassa il tono della voce, ndr) ...a
lei... settecento... fino a quando posso... dice.. perchè io qua vorreiparlare, perchè io
ho tutte le mie-c ase... tutte in fallimenti... cose... parlo con (abbassa il tono della
voce, ndr) ALDO e mi dice faccia lei... Ma faccio cosa? (abbassa il tono della voce,
ndr) ...soldi non ce n'è... io dice... se lavoro... se voglio lavorare... voglio lavorare...
dice.. pure per voi... dice... ma metti.......
>>

M. ANGELA: ...
L'altro giorno ho visto a CORVINA quest'altra ...
SALVATORE: mh ...
M. ANGELA: ...No... ah ...
prima di ANGELA: ANGELA mi chiama...
ANGELA!
SALVATORE: Si, ma MARIA ANGELA... ascolta! MARIA ANGELA... ANGELA
...
con CORVINA hanno avuto sempre (con la mimica lascia
intendere: discussioni, diverbi, ndr) ...
M. ANGELA: ...sempre ...
SALVATORE: oh.. oh...
M. ANGELA: ... no, poi mi chiama per dirmi delle ...
finestre... dice: ti
... ...
voglio dice: che tu lo sappia! come se io non ti ho detto
niente, però... Dice: ma ti hanno detto niente? Gli ho detto:
no, non so niente!

452
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ...
ascoltami! Lo sai già se l'è venduta I'ha venduta ...
SALVATORE: mh...
M. ANGELA: ...che dice che se lo sono comprati a fallimento... altre
persone... però ... al che io faccio finta di non sapere
niente... Ci faccio: e quanto I'ha venduto? ... No, dice... Gli
ho detto: non ne ha presi soldi? No, dice, niente.. . dice...
sono rimasti (abbassa il tono della voce e
contemporaneamente mima il gesto del sei, ndr)
sessantamila euro. Gli ho detto: ah... allora li investe.. . IVo
...
no, dice quelli sono serviti a me, dice, perchè io ho altri
...
debiti, dice, da andarmi a togliere gli altri fallimenti... Al
che guardo e mi fa: ah, dice, a proposito... dice lei, dice
,(abbassa il tono della voce, ndr) di questi affitti, dice, in
passato ...ha preso centocinquanta milioni! Dice: Io? Ma...
sta scherzando? No, dice, ci posso portare pure il
RAGIONIERE!
SALVATORE: E chi, LUI... proprio LUI?
M. ANGELA: CORVINA, si! (con la gestualità delle mani lascia intendere
che CORVINA ha cambiato totalmente atteggiamento nei
loro confronti, ndr) ...Però ora aspetta! Cammina insieme a
CARMELA... (abbassa il tono della voce ed unisce gli indici
delle due mani per intendere: vicinanza, ndr) ...
a
CARMELA... ho capito! Ma non vorrei... CARMELA è troppo
buona... che quando fu, fu la ZIA LINA! Hai capito!... Ho
capito che ci fu sta cosa...
SALVATORE: MARIA ANGELA basta ... MARIA ANGELA non so niente...
non... queste sono tutte le mie cose...
M. ANGELA: A me non ha dato niente!
SALVATORE : queste sono le mie cose...
M. ANGELA: ...dice: io questi qua che le sto dando (con le mani indica il
numero sette, ndr) ogni mese...
SALVATORE : ...tutte le mie cose... tutte le mie.. . tutte le mie... e ora
l'ultima...
M. ANGELA: ...
Gli ho detto: ma perchè lei fallimenti... gli ho detto... di
. .- che cosa? Gli ho detto: perchè a mio marito gli avete dato...
... (abbassa il tono della voce, ndr) appartamenti,.,. cose...
Ma... quelle sono cose con i suoi fratelli... lui se la deve
...
sbrigare con i suoi fratelli... I o ho sempre fatto tutto qua
per la famiglia... poi se so... se hanno cose fra loro fratelli,
che non si...
SALVATORE : MARIA ANGELA lascia perdere, basta. ..
M. ANGELA: ...discorsi...
SALVATORE : ...
basta poi me la vedo io ...
M. ANGELA: ...faccio finta di niente...
SALVATORE : ...me la vedo io...
M. ANGELA: Mi fa: io auesti di aua (con le mani indica il numero
sette. ndrl alieli continuo a mandare semDre...
...
Jabbassa i1 tono della voce, ndrl a lei... settecento...
fino a auando DOSSO... dice.. ~ e r c h èio aua vorrei
parlare. ~ e r c h èio ho tutte le mie case... tutte in
a a
a
...soldi non ce n'è... io
Jabbassa il tono della voce. ndr)
8
lavorare... dice.. Dure Der voi... dice... ma metti...
SALVATORE : MARIA ANGELA.. .
M. ANGELA: Adesso.. . dice. .. voleva. .. no.. . voleva.. . fare una cosa là.. .
SALVATORE : (mostra forte disappunto, perchè non vuole affrontare il
discorso intrapreso dalla moglie,ndr) dico di no... e lei
continua.. .
M. ANGELA: ...
e basta amuni!
SALVATORE: basta... non voglio sapere che ...
che ...
che cosa posso ...
fare... che cosa posso fare io. .. non... basta così...
M. ANGELA: E invece ANGELA che mi dice? Dice: vedi che è amica sua,
...
dice Dov'è che è... gliene sono rimasti di più (abbassa il
tono della voce, ndr) piccioli. Dice: perchè l'ha venduta
minimo... (abbassa il tono della voce e
contemporaneamente con la mano indica il numero cinque,
ndr) cinquecento... E LUI invece mi ha detto per trecento...
Duecentooo... e... il Tribunale dice ...
eehh ...
gli altri e ... ...
me ne sono rimasti sessanta! Quella invece che m i dice ...
ANGELA? Dice: sono cinque e se io ho l'autorizzazione ...
SALVATORE: MARIA ANGELA... cose che si sanno sono... MARIA
ANGELA... ba io ... ...
M. ANGELA: ...
eh però...
SALVATORE: MARIA ANGELA... non... non lo so...
M. ANGELA: Ora LUI mi diceva, dice, glielo dice dice ...
per favore, ...
dice ...
a SALVO... dice ...
(abbassa il tono della voce, ndr)
c'era un pezzettino di terreno all'AREIVELLA. Dice: volevo
(abbassa il tono della voce, ndr) costruire dice.. sta lì ... ...
potevo cominciare senza... (con la mimica indica: spendere,
ndr) ...
senza niente... ma lo facevo pure per voi dice... ...
non per me... Gli è arrivato da ...
(con la mano destra
produce il gesto usualmente utilizzato per indicare: piccolo,
ndr) ... ...
dice se ci fa questa cortesia.. . di lasciarlo stare.. .
dice ...
perchè è una cortesia.. . a que ...
che ci sono altre
... ...
persone di altre di altre zone... ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ....
MARIA ANGELA... e che posso fare...
M. ANGELA: Dice: non lo so, dice... dentro casa nostra... così?
SALVATORE: (con tono adirato, ndr) MARIA ANGELA, ti sto dicendo io che
non posso fare basta! ...
M. ANGELA: Basta!
SALVATORE: Minchia... noialtri ne ma...
M. ANGELA: ...
fazzu a bili ri tutti i lati, sangu mio...
SALVATORE: ...
no fare a bili ri tutti i lati, perchè vuoi fare tu a bili ...
M. ANGELA: boccate amare ne ho dovute prendere...
SALVATORE: vuoi fare tu la bile ...
M. ANGELA: ...
mi veniva di dirci...

I1 26 gennaio 2007 MADONIA Aldo, a mezzo lettera, informava il fratello


MADONIA Antonino che la situazione economica, negli ultimi due mesi, era
migliorata, lasciando, quindi, intendere che il denaro arrivava con regolare
consistenza e periodicità. Anche in questa circostanza, veniva usato il linguaggio
criptico ed era fatto riferimento ai "mal di schiena" della madre
"Carissimo Nino, la nostra amatissima mamma vive un po' nel suo mondo ovattato da cui
sembra avere eliminato le cose più spiacevoli (come ad esempio la coscienza della vostra
pesantissima condanna) ma tutto sommato è stabile. E non sembra andare incontro ad un
peggioramento verticale che alcune persone con problemi analoghi hanno. Poi ti devo dire
che è un po' migliorata negli ultimi due mesi nel senso della sintomatologia artosica con i
suoi recenti mal di schiena. Speriamo che continui così.

L'8 febbraio 2007, poi, si registrava il colloquio effettuato a L'Aquila tra il


detenuto MADONIA Salvatore e la moglie DI TRAPANI Maria Angela
[~LEGA&.AIJ).
Anche in questo caso, veniva evidenziata, ancora un volta, la
funzione di MADONIA Aldo di gestore della cassa. Nel tratto che segue, infatti,
Maria Angela riferiva al marito che il cognato Aldo anche di recente le aveva
corrisposto del denaro. La chiarezza del dialogo, tra l'altro non lascia dubbi
all'interpretazione poco prima commentata.

AI minuto 33:02 la DI TRAPANI Maria Angela, parlando del cognato UADONIA Aldo,
asserisce testualmente:
M. ANGELA: ma LUI, devo dire, anche ogni mese ...
mi da ... ...
INCOMPRENSIBILE ...
(con la mano destra sembra indicare
in numero uno, ndr) ...
SALVATORE: mh?
M. ANGELA: si no, anzi... mi dice ...
hai bisogno? ...vuoi? lo ... ...
scorso mese me ne ha dati due prima uno poi ...dice ... ...
sai ... ...
dice ...
me li hanno portati dice ci sono ... ... ...
dice ...
tieni prenditeli ...dice a ...
dice ... ...
ne vuoi ...
ancora? ...
gli ho detto no! ... ...
ma che fai, scherzi? dice ...
...
I O quando ci sono dice ... ...
SALVATORE: gli dici ...
che pensa per PAPA'
- v j

M. ANGELA: ...
quando ci sono, dice, te li do ora m i aveva chiesto, ...
quando I O avevo l'influenza dice ...
di andare da PAPA' ...
m..

Ancora, il 3 marzo 2007 alle ore 10:30 MADONIA Aldo discuteva a casa
della madre GELARDI Emanuela, con la stessa madre e con la badante di questa
WIqa~+$*abC *
BASILE Anna bW-@a
8-*
SBASILE
Alla ).
p<&%',.
MADONIA Aldo consegnava la
solita busta che era indirizzata alla cognata DI TRAPANI Maria Angela e che
verosimilmente, attese le ripetute modalità di consegna, conteneva il denaro destinato
alla stessa.

Aldo: c'e una busta aua Der Maria Anaela


Anna: eh... lo so... deve venire almeno Maria Anaela
Aldo: (... Aldo abbassa notevolmente il tono della voce e la BASILE
lo capisce)... ... inc... di venire... !!! (minuti 00:04:48)
Anna: eh da
Aldo: aua!!
Anna : s i va bene!
Aldo: ... inc...
Anna: va bene

Ma il coinvolgimento diretto nella gestione economica illegale di MADONIA


Aldo risulta con ancora maggiore chiarezza nella conversazione telefonica del 7
aprile 2007, alle ore 13:27: invero, DI TRAPANI Maria Angela riferiva al cognato
MADONIA Aldo che siccome la GELARDI Emanuela si era dimenticata le pillole
per il mal di schiena prima di andare da lui (Aldo) sarebbe passata da casa sua per
portarle le pillole. MADONIA Aldo acconsentiva. Sappiamo già che la dizione
'pillole per'il mal di schiena serve loro per indicare il denaro.
"

M. ANGELA: no, ~ e r c h él'altro aiorno s i era dimenticata ...


s i era
dimenticata le pillole che si prende per il m a l d i
schiena ...
ALDO: Ah! ...
M. ANGELA: e quindi io glieli volevo portare ...
ALDO: ho capito
M. ANGELA: ...
auindi ci dissi passa così se li prende ...
Anche il 21 aprile 2007, alle ore 15:40, si registrava una conversazione di
tenore analogo alla precedente. In questa circostanza la conversazione avveniva tra
DI TRAPANI Maria Angela e BASILE Anna, che si ricorda essere la badante
dell'anziana GELARDI Emanuela

ANNA: pronto
M. ANGELA: ah ... signora ANNA
ANNA: eh...
M. ANGELA: ...non s i dimentichi a metterci poi nella borsa le cose
che deve dare a m e
ANNA: no, no
M. ANGELA: ha capito ...
ANNA: ah ... vabbè quelli glieli do a mio marito ...
M. ANGELA: ah ... vabbè
ANNA: ...incompr ...
M. ANGELA: ... e poi dice che c i sono l e medicine pure che m i aveva
portato ALDO
ANNA: ...
si. si non si p r e o c c u ~ i stia tanauilla
M. ANGELA: e il resto delle cose ...
ANNA: va bene ...
Ancora, il 13 maggio2007 DI TRAPANI Maria Angela, scriveva al marito
MADONIA Salvatore. Commentando dei comportamenti del cognato MADONIA
Aldo la donna riferiva che "marito e moglie" (MADONIA Aldo e la moglie)
attingevano dalla cassa come volevano imponendo a lei, e quindi allo stesso detenuto
ed al figlio, di fare economia. [ M . & E G ~ T & , ~ ~ ~ )

"Marito e moglie si prendono quello che si devono prendere, l 'economia la fanno con
me, te e nostrofiglio èper di più io mi devo fare in quattro".

A seguire si commenteranno due telefonate effettuate dall'associato


GRAZIANO Vincenzo ed un incontro tra MADONIA Aldo ed il defunto GRECO
Orazio. La sequenza temporale ha permesso di stabilire il percorso a mezzo del quale
GRAZIANO Vincenzo faceva giungere il denaro alla famiglia MADONIA. La visita
del GRECO Orazio, infatti, si ripeterà periodica nel tempo.
I1 15 maggio2007, alle ore 17:39, si registrava una conversazione tra
GRAZIANO Vincenzo ed il figlio GRAZIANO Angelo 8). Nel
corso della conversazione GRAZIANO Vincenzo chiedeva al figlio di fargli avere i
soldi. Angelo rispondeva al padre che li aveva lasciato a casa provocando, con ciò, la
lamentela del padre che doveva, quindi, recarsi presso l'abitazione per prendere il
denaro.

ANGELO: pronto ...


VINCENZO: Angelo ...
ANGELO: eh pà (ndr papà)
VINCENZO: come finì. mi fai avere auesti "~icciulicchi" (ndr.
soldi/denarol qua ...
ANGELO: soldi sono a casa ciià ...
VINCENZO: mi devo andare a casa? Va bene ...
ANGELO: perché la mamma non lo sa ...
VINCENZO: ma io non sono a casa ...
ANGELO: Ah!
VINCENZO: va bene ...
ANGELO: va bene?

Alle successive ore 19: 12, GRAZIANO Vincenzo chiedeva al fratello


GRAZIANO Francesco se avesse visto Orazio nella considerazione che lo stava
aspettando

FRANCESCO: ehi...
VINCENZO : come finì ... incompr ...
FRANCESCO: si, si io ...incompr ...apposto
VINCENZO : ma dove sei a casa?
FRANCESCO: no, sono al bar ...
VINCENZO : ma come sono passato e non ti ho visto
FRANCESCO: no, qua sono ...
VINCENZO : Ma ORAZIO lì è?
FRANCESCO: no, no ...
VINCENZO : A s ~ e t t 0Dure a lui aua incomnr ... ...
ma tu devi venire
a nrendere il nane, io sono aua ...
FRANCESCO: e "amuni' ...e ... sto venendo ... fra un quarto d'ora sono li ...
VINCENZO : come?
FRANCESCO: dieci minuti!
VINCENZO : va bene.

Nella stessa serata, nell'arco orario tra le 20:26 e le 2056 nel corso
dell'osservazione video effettuata all'indirizzo del civico 44 di Via'G. Cimbali ove
risiede GELARDI Emanuela si aveva modo di osservare i movimenti indicati nella
-a ..7 ? Y r , ;i- ..ii

w2):
tabella che viene appresso [AXXEG~~T~

20:25316
Arriva MADONIA Aldo che suona il citofono.
20:25,33 MADONIA Aldo accede all'interno.
20:26,40 Si intravede, all'interno del portoncino, MADONIA Aldo che attende.

20:27,10 MADONIA Aldo accede nuovamente.


20:29,37 Arriva GRECO Orazio, nato a Palemo il 6 aprile 1933, ivi residente in via
Guido Jung nr.l, che suona il citofono.
20:29949
GRECO Orazio accede all'interno del civico.
20:35928
GRECO Orazio esce dal civico 44.
20:55938
MADONIA Aldo esce dal civico 44.

Quasi contemporaneamente, alle ore 20:26, all'intemo dell'abitazione di


GELARDI Emanuela veniva intercettata una conversazione che permetteva di
stabilire che MADONIA Aldo era arrivato verso le 20:30. Lo stesso dopo poco dal
suo ingresso rispondeva ad una chiamata al citofono ed al suo interlocutore riferiva
che stava scendendo. Mancava dall'abitazione qualche minuto ed appena risalito
nell'abitazione della madre riferiva che era dovuto scendere in quanto aveva
l'autovettura parcheggiata male. Dalla registrazione video risultava, però, che
MADONIA Aldo non solo usciva, ma contemporaneamente alla sua discesa il
Sempre in relazione alla dazione del "mensile" alla DI TRAPANI, sabato 19
maggio2007, alle ore 12:54, sull'utenza 32914081170 in uso a MADONIA Aldo
veniva intercettata una conversazione tra lo stesso e la cognata DI TRAPANI Maria
Angela I(ALLEGATo-NS).Al termine di una conversazione MADONIA Aldo riferiva
alla cognata che tra Lunedì e Martedì le avrebbe fatto trovare "aualche cosa" e
l'avrebbe lasciata alla simora Anna. Da subito si capiva che il "qualche cosa" era
individuabile nel denaro, anche perchè l'affermazione seguiva la prima parte della
telefonata che aveva come argomento l'acquisto di beni richiesti dal detenuto
MADONIA Antonino. I1 Lunedì successivo, effettivamente sarebbe giunto il denaro
alla DI TRAPANI Maria Angela con le modalità indicatole dal cognato.

ALDO: va bene ...immaaino che tu abbia bisoano di aualche


cosa alieli lascio alla
M. ANGELA: si
ALDO: sianora ANNA?
M. ANGELA: va bene ... si, si
ALDO: va bene, va bene, va bene, okay
M. ANGELA: ciao allora ... un bacione a CLARA ... è con te?
ALDO: tra lunedì ...
tra lunedì e martedì puoi parlare con
ANNA. va bene
M. ANGELA: si va bene!

Lunedi 21 maggio2007, alle ore 10:38, poi, sull'utenza 32914081170 in uso a


MADONIA Aldo veniva intercettata una conversazione tra lo stesso e la signora
BASILE Anna ~ ~ & d $ & ~ @ @ . MADONIA Aldo riferiva a BASILE Anna che in
serata avrebbe lasciato a Maria (la badante notturna della GELARDI Emanuela) un
"documento" in busta chiusa per Maria Angela. Anche alla luce della telefonata
commentata nel precedente paragrafo risultava chiaro che il documento era il denaro
e chiare erano le precauzioni (...in busta chiusa) adottate dal MADONIA Aldo nei
confronti della signora Maria, badante della GELARDI.

ALDO: eh ... che le volevo dire ... ah ... pronto signora ANNA ...
ANNA: si ...
ALDO: Eh va bene poi ne parliamo ... no il discorso ... domani se ne
parla va bene? Poi glieli lascio
ANNA: e vabbè non si preoccupi ...a MARIA
ALDO: L
documento pure Der ...
Der MARIA ANGELA, va bene ...
glielo lascio a MARIA
ANNA: ah va bene ..va bene ...
ALDO: in una busta ...
in una busta chiusa ...
I1 18 settembre 2007, tra le ore 20:15 e le ore 20:20 avveniva un altro
incontro del MADONIA Aldo con il GRECO Orazio. Le modalità dell'incontro
erano le stesse raccontate in precedenza, il GRECO Orazio infatti andava a trovare
MADONIA Aldo rintracciandolo' nelle ore serali a casa della madre.
Dall'osservazione video si aveva modo di registrare i seguenti movimenti
~WA$$~$R$).
20:OO Accede MADONIA Aldo. Foto nr. l
20:15 Accede all'intemo del portone GRECO Orazio. Foto nr.2
20:20 Esce dal portone GRECO Orazio. Foto nr.3
20:24 Si allontana MADONIA Aldo Foto nr.4

Contemporaneamente all'anivo di GRECO Orazio, all'interno


dell'abitazione di GELARDI Emanuela veniva intercettata una conversazione che
permetteva di sentire una chiamata al citofono, seguita, anche questa volta,
dall'affermazione di MADONIA Aldo che riferiva che doveva scendere in quanto
aveva parcheggiato male l'autovettura. L'uomo dopo pochi minuti risaliva e dopo
qualche minuto andava via.

Aldo: la macchina... avrò dovuto lasciare la macchina fuori


posto
Emanuela: ... inc...
Aldo: ...
inc...
...
Si sente rumore della porta che si apre si richiude...
Emanuela: ... inc ...
Maria: la porta ...
inc.. non ci riuscivo io ah ... si (ride) Aldo deve
scendere... deve scendere
Emanuela:
Maria: si
...
inc... deve scendere mio fialio?

Emanuela: per levare la macchina?


Maria: si... siccome lui l'ha messa... in un posto... che
p p

11 15 ottobre 2007, l'osservazione video in Via Cimbali 44 non era


funzionante per specifiche ragioni tecniche. Nella stessa giornata veniva effettuato un
servizio di OCP proprio in Via Cimbali. Si documentava, quindi un ulteriore incontro
tra MADONIA Aldo e GRECO 0raziog8

Ore 20:08 MADONU Aldo. nato a Palermo il 04 giugno1964, ivi residente in b i o ~ i s e r o


nr.1, alla guida della propria autovettura Fiat Panda di colore grigio targata
Dunque. anche in questo caso MADONIA Aldo aveva contatto con terze
persone legate all'associazione mafiosa. con ciò dimostrando il suo chiaro
inserimento all'intemo dell'oraanimarnma
- della famiglia di Resuttana.

Del resto, questo inserimento veniva dimostrato anche dal comportamento di


MADONIA Salvatore nei confronti di MADONIA Aldo, e con il "sacrificio"

DC993CTgiunge in via Cimbali. Lo stesso, dopo averparcato il mezzo


all'altezza del civico 44, scende ed rimane in attesa per qualche minuto nei
pressi del predetto civico. Il Brig. Capo SCIARRLVO Rosario, in osservazione
allo stesso civico, sente due fischi e nota che MADONLQ Aldo porge lo sguardo
fisso in direzione della via Guido Jung.
Ore 20: I O MADONLA Aldo, accede all'interno del civico 44.
Ore 20:17 GRECO Orazio, nato a Palermo il 06 aprile 1933,ivi residente in via Guido
Jung nr. I, a piedi, giunge nei pressi del civico 44 della via Cimbali. Lo stesso
accede all'interno delpredetto civico..
Ore 20:25 GRECO Orazio, esce dal civico nr.44 e si allontana.
Ore 20:45 MADONLA Aldo, esce dal civico 44, si pone alla guida della propria
autovettura e si allontana.
111. 1 colloqui "riservati" sul pianerottolo di casa MADONIA-GELARDI

A seguire saranno commentati ulteriori condotte poste in essere dall'indagato,


che in più occasioni si appartava con altri appartenenti alla famiglia di Resuttana sul
pianerottolo ubicato al 12" piano della rampa delle scale di accesso all'abitazione
della madre GELARDI Emanuela. l1 luogo è stato periodicamente utilizzato da
MADONIA Aldo per discutere di vicende "riservate" quasi sempre con la cognata
DI TRAPANI Maria Angela, ed in una occasione con altro soggetto rimasto
sconosciuto.

La necessità di ricorrere a questo espediente, per evitare eventuali


intercettazioni nel luogo più naturale, ossia la casa della madre, è di per se indicativa
della piena consapevolezza della illiceità di quanto posto in essere da parte di
MADONIA Aldo.

Comunque, prima di procedere all'analisi di quanto emerso, è doveroso fare


alcune specifiche in merito alle condotte dell'indagato, riguardante le relazioni di
tipo associativo cui lo stesso ha partecipato. MADONIA Aldo, nel corso
dell'indagine, ha evidenziato un approccio estremamente prudente nel mettere in
atto le condotte illecite che gli si contestano, ponendo in essere, con costanza,
comportamenti idonei ad evitare investigazioni sul suo conto.

Tra l'ari& 'per comprendere l'esigenza di maggior riservatezza espressa


dall'indagato, si rammenta che DI TRAPANI Diego, reggente del mandamento per
conto dei MADONIA, venne tratto in arresto 1'1 1 novembre 2006.

La circostanza, chiaramente, metteva in allerta gli odierni indagati.

Infatti, il 7 dicembre 2006, ossia neanche un mese dopo l'arresto di DI


TRAPANI Diego, DI TRAPANI Maria Angela si recava a colloquio dal cognato
Giuseppe, presso il carcere di Biella. Nella circostanza, seppur tra molte difficoltà
tecniche, non essendo il detenuto sottoposto ad alcun vincolo durante i colloqui, si
riuscivano a cogliere dei tratti di conversazione assai interessanti, che
ragionevolmente confermano le accresciute cautele adottate da MADONIA Aldo.
Difatti nell'occasione il detenuto raccomanda alla cognata di prestare attenzione alle
eventuali intercettazioni a cui la stessa potrebbe essere sottoposta
h
Ragionevole appare dunque l'ipotesi investigativa che vede DI TRAPANI Maria
Angela, nel suo conclamato ruolo di vettrice, riportare le raccomandazioni del
detenuto al fratello di questi, Aldo.

GIUSEPPE: (si avvicina alla cognata e le sussurra qualcosa all'orecchio)

M. ANGELA: (sussurra qualcosa)


GIUSEPPE: (si avvicina nuovamente alla cognata e le sussurra qualcosa
all'orecchio)
M. ANGELA: nel balcone
GIUSEPPE: uhm, uhm
M. ANGELA: nel balcone ... inc ...
GIUSEPPE: uhm, uhm ...anche pure da una (con la mano destra
riproduce il gesto che sta ad intendere una cosa piccola) ...
loro dopo fanno ...
M. ANGELA: si, lo sò questo
GIUSEPPE: perchè poi ... mi capisci ...
M. ANGELA: lo sò questo
GIUSEPPE: ... inc ... il discorso ... basta che loro "acchiappano" il
discorso ... (le sussurra ancora qualcosa all'orecchio)
M. ANGELA: si
L...]
M. ANGELA: si, piano piano ... inc ...
GIUSEPPE: anche perchè ... ti prego (prosegue parlandole all'orecchio)
M. ANGELA: si, l'ho capito
GIUSEPPE: DOBBIAMO, DOBBIAMO, DOBBIAMO (mimando
riproduce il aesto) "APRIRE G L I OCCHI"1

Da quella data si assisterà ad un calo delle acquisizioni investigative che


avevano contraddistinto la precedente fase delle indagini per quanto riguarda via
Cimbali nr. 44.

Ragion per cui si procedeva, come detto, ad approfondimenti investigativi per


rinvenire ulteriori siti da sottoporre ad intercettazione. I1 23 gennaio 2007 veniva
certificata, per la prima volta, da personale operante la presenza di MADONIA Aldo
e DI TRAPANI Maria Angela nel pianerottolo in questione.

Difatti, dalle intercettazioni eseguite all'interno dell'abitazione di GELARDI


Emanuela, emergeva come l'indagato nel corso di visite fatte al domicilio della
madre, a volte caratterizzate da pregressi appuntamenti con la cognata DI TRAPANI
Maria Angela, si appartava per alcuni minuti in una zona non coperta dal segnale
dell'impianto tecnico predisposto. La circostanza si ripeteva in più occasioni, sin
dall'inizio del 2007. Si rammenta che in precedenti occasioni, seppur con notevole
prudenza, l'indagato ha, come noto, incontrato in casa della madre diversi esponenti
di spicco dell'associazione, tra cui l'allora reggente del mandamento DI TRAPANI
Diego. In questo senso, opportune verifiche svolte dal ROS, permettevano di
individuare un più riservato sito dove gli indagati si appartavano, già il 23 gennaio
2007: ossia il pianerottolo ubicato al 12" piano della rampa delle scale
V21).

Segue il tratto di interesse della relazione del servizio di pedinamento:

Ore 12:24 DI TRAPANI Maria Angela, esce dal bar tenendo in mano un
involucro/vassoio. La stessa sale a bordo del1'autovettura e unitamente
alle altre due donne si allontana. Le stesse, dopo aver percorso alcune vie
cittadine, giungono in via Cimbali ove all'altezza del civico 44 si
fermano. Le tre donne, scendono dall'autovettura ed accedono all'interno
di detto civico.
Ore 13:33 MADONL4 Aldo, nato a Palermo il 04 giugno1964, ivi residente in via
Miseno nr. I, alla guida della propria autovettura Fiat Panda di colore
grigio met. targata DC993CT. giunge in via Cimbali. Lo stesso, dopo
averparcato il mezzo, scende ed accede all'interno del civico 44 di via
Cimbali.
Ore 13:45 Attraverso la finestra posta nel pianerottolo del vano scala del 12Opian0,
si notano MADONL4 Aldo e DI TRAPANI Maria Angela in
conversazione tra loro.

La conseguente attività tecnica posta in essere per monitorare gli incontri


permetteva di confermare l'ancora attuale partecipazione di MADONIA Aldo alle
dinamiche associative del mandamento. Numerosi sono stati gli incontri a casa della
GELARDI con la cognata DI TRAPANI Maria Angela, e almeno in otto
circostanze si è rivelata la presenza degli indagati sul pianerottolo. In specie due sono
le occasioni in cui si sono potuti cogliere tratti di conversazione, che fornivano stralci'
di sicuro interesse.

In merito alla parziale hibilità delle intercettazioni deve specificarsi che:


- il sito intercettato è di difficile monitoraggio, in quanto posto all'interno della
tromba delle scale dell'imrnobile, e separato dai pianerottoli di accesso agli
appartamenti da una porta in metallo posta ad ogni piano;
- MADONIA Aldo in quelle circostanze ha sicuramente adottato numerose cautele
tra le quali un ulteriore abbassamento del tono della voce, tanto che nel corso dei
due dialoghi parzialmente intelleggibili, riguardanti gli incontri con la cognata del
13 febbraio 2008 e del 21 aprile 2008, la voce dell'indagato risulta di un tono
molto più basso rispetto a quello dell'interlocutrice;

9.
- gli indagati si sono posti in alcuni casi a distanza dalla fonte di ascolto, non
consentendo quindi la comprensione del contenuto dei dialoghi.

Ciò non di meno in un paio di circostanze venivano registrati dialogo di sicuro


interesse. Nello specifico, recenti acquisizioni tecniche su quel sito hanno permesso
di captare il contenuto di importanti tematiche, trattate dagli indagati, rimardanti
l'affidamento della reggenza del mandamento.

Difatti per come illustrato nel capitolo precedente, MADONIA Aldo e DI


TRAPANI Maria Angela trattavano argomenti relativi alla reggenza
dell'associazione su Resuttana. In merito si ricorda che il 16 gennaio 2008 veniva
tratto in arresto GENOVA Salvatore, fino a quel momento reggente del
mandamento. La vacatio venutasi a creare interessava, come naturale la famiglia
MADONIA.

Ragion per cui, il 13 febbraio 2008, DI TRAPANI Maria Angela effettuava un


riservato incontro con il cognato MADONIA Aldo. I due rimanevano in
conversazione sul pianerottolo del dodicesimo piano di via Cimbali 44, tentando di
eludere ogni possibile attività d'intercettazione svolta all'interno della casa della
GELARDI. Nel corso di questo incontro, opportunamente intercettato in relazione al
decreto int. nr. 717108, la donna informava il cognato della visita ricevuta dal
NZP.0TE DI SANTZNA (identificato in GENOVA Bartolo) e della eventuale
possibilità di eleggere lo zio DI TRAPANI Michele a capo del mandamento di
Resuttana ). La DI TRAPANI faceva chiaramente intendere che
l'unico a poter disporre in tal senso, fosse sempre e solo il cognato MADONIA
Antonino, evidenziando inoltre la scarsa considerazione nutrita nei confronti dello
Zio Michele [io spero che quando ... inc... NINO mi dica si... chiama la zia Sara e
gli dici... perché io dalla zia Sara... ho giurato sulla vita di mio$glio ... che i contatti
con lo zio Michele... non ne avrò ne ora e ne mai...].

A riscontro di quanto sopra, 1'8 aprile 2008 si registrava lo sviluppo della


vicenda. In specie, DI TRAPANI Maria Angela - come già abbiamo avuto modo di
vedere - scriveva ancora una volta al marito informandolo, nei soliti modi, di aver
ricevuto del denaro (ovetti di cioccolato) dalla NIPOTE DZSANTZNA e che, al più
presto, avrebbe provveduto a consegnarne uno alla suocera GELARDI Emanuela,
ovvero al cognato MADONIA Aldo (CARLA).

(...) CUORE MIO, SAI L'ALTRO GIORNO E' VENUTA LA NIPOTE DI SANTNA MI HA PORTATO
DEGLI OVETTI DI CIOCCOLATO POICHE'ERA VENUTA PER PASQUA E NONMIAVEVA
TROVATO A CASA. COME VADO DA TUA MADRE UNO GLIELO DO A LEI PERCHE' COME SAI
LEI E CARLA SONO GOLOSE DI CIOCCOLATO (...)

I1 21 aprile 2008, alle ore 13:45, veniva intercettata altra conversazione, in


cui si continuava a discutere sia di successione al vertice del mandamento, sia della
dazione di danaro da parte di appartenenti all'associazione cosa nostra ai
MADONIA. A portare le somme è, in questo caso, DI TRAPANI Maria Angela,
che nell'occasione deve consegnare quanto spettante al cognato Aldo

Maria A: e allora ... ti volevo dire... mi sono dimenticata che ti dovevo


dare ... dato che... incompr... le risposte... quando... dopo che
ci siamo visti noi?...
Tieni... dice .... Mille a r o . . . dice sono quelli della ...incompr
Aldo: ...incompr... ?
Maria A: no! ... Infatti io non......incompr ... io però a rischiare...
Aldo: a livello di soldi ...incompr...
Maria A: ...incompr... quello che era venuto che avevo detto ti ricordi
... non voglio io ... incompr... (si sovrappongono le voci)...
non c'è nessuno ...
Aldo: è venuto?...si è visto?
Maria A: si, è venuto...
Aldo: quando?
Maria A: e mi dice... guarda dice ... ed io sono stata muta ... dice ...
dice ... incompr.,. dice ... mille sono per te ... mille vanno ...
incompr ... e mille a t u o coanato ... incompr ... ed io gli
faccio... guarda... gli ho detto io... da parte mia gli ho detto...
io non vedo a nessuno... quindi fatemi la cortesia... gli ho
detto io... non conosco a nessuno ...incompr ... di mettere ...
gli ho detto ... perché io a te ...incompr... non vedo a
nessuno ... scusa, ma t u non ci vai a Cinisi? ... No non ci
salgo a Cinisi ... Ma non avevi un matrimonio? no ... no si ...
sono sposati ...un amico intimo... quindi mi devi fare una
cortesia ... gli ho detto quelle cose che riguardano che
interessano ...incompr... NICOLO' ... gli ho detto incompr...
no ......incompr ... che mi hanno dato dice quelli che... li devi
dare ... lasciare a te ... vedi tu ... gli ho detto ... guarda ...
io non ne voglio ... no, io te li sto lasciando ... gli ho detto
va be... fate que ... quello che volete... gli ho detto ... fai
quello che vuoi ... incompr... gli ho detto, no non l'accetto ...
non ma io non me ne prenderò più ... e come viene di
nuovo ... ora parlo con Salvo
Tutte queste risultanze attualizzano, dunque, la appartenenza di MADONIA Aldo alla
famiglia di Resuttana, con chiare funzioni direttive sul territorio per quanto riguarda
l'amministrazione della cassa. Per far questo, MADONIA Aldo si rapporta con i vertici della
associazione mafiosa che opera sul territorio, ponendo in essere la ordinaria attività
associativa (estorsioni, riciclaggio, omicidi, etc.. .), ed amministra anche i beni della famiglia
MADONIA e del mandamento.
e) I1 ruolo di GELARDI Emanuela, moglie di MADONIA Francesco

L'attività di indagine svolta sul vertice del mandamento mafioso di Resuttana,


evidenziando la perdurante partecipazione direttiva della famiglia MADONIA alle
dinamiche associative sviluppatesi in quel territorio, non ha potuto prescindere da
intercettazioni che hanno riguardato anche gli anziani coniugi MADONIA
Francesco, nato a Palermo il 31 marzo 1924, e GELARDI Emanuela, nata a
Palermo 1'8 novembre 1924.
In specie, si ricorda che MADONIA Francesco - padre dei mafiosi
MADONIA Antonino, nato a Palermo il 14 settembre 1952, MADONIA Giuseppe,
nato a Palermo il 25 aprile 1954 e MADONIA Salvatore, nato a Palermo il 16
agosto 1956 - è deceduto il 9 marzo 2007, da detenuto.
E stato storico capo del mandamento di Resuttana e componente della
commissione provinciale di cosa nostra palermitana. La particolare vicinanza della
famiglia MADONIA ai corleonesi è stata ampiamente illustrata dalle dichiarazioni di
diversi collaboratori di giustizia, i quali hanno concordemente indicato i MADONIA,
come fidati alleati nell'ascesa corleonese al vertice di cosa nostra.
A titolo esemplificativo, di seguito si riportano le dichiarazione rese il 18
agosto 1984 dal collaboratore di giustizia BUSCETTA Tommaso, il quale, parlando
proprio degli assetti della mafia palermitana, così significativamente si esprimeva:

- . Ho appreso che il rappresentante era


divenuto MADONIA Francesco soltanto in
@- - seguito e, cioè, da BONTATE Stefano nel 1980. [...l BONTATE, comunque, mi
disse che il 1
MADONIA. BONTATE mi ha sempre Darlato in termini estremamente seri,
- D D
D
aiutoMi disse, altresì, che tutti i fiali del MADONIA erano uomini
d'onore e appartenevano alla stessa famiglia del padre.

Se nel 1956, MADONIA Francesco iniziava a collezionare i primi pregiudizi


penali, era nel 1971 che la sua caratura criminale emergeva più chiaramente alle
cronache, quando il Rapporto Giudiziario n,.90218 del Nucleo Investigativo dei
Carabinieri di Palermo lo individuava come responsabile (assieme ad altre tre
persone, tra le quali il figlio MADONIA Antonino) del confezionamento (awenuto
all'interno di una sua proprietà di fondo Gravina, a Palermo) di alcuni ordigni
esplosivi ad orologeria, poi collocati (alla fine del 1970) all'esterno delllEnte
Minerario Siciliano, del Municipio di Palermo e delle sedi di due Assessorati
Regionali.
Già nel 1973 poteva sicuramente essere affermata la sua particolare vicinanza
all'emergente ala corleonese di Cosa Nostra; il 6 settembre di quell'anno, infatti, a
Corleone (PA), in occasione del matrimonio di GRIZZAFFI Giovanni (Corleone 16
ottobre 1949, nipote di RIINA Salvatore) e PROVENZANO Giovanna Maria
(Corleone 18 giugno1955), la Polizia di Stato prowedeva a controllare, tra le altre, le
seguenti autovetture:

- "BMW" - targata PA316954, condotta da MARTELLO Biagio, nato a Palermo


il 14 agosto 1938, con a bordo MADONIA Francesco ed il figlio MADONIA
Antonino;
- FIAT 124 - targata PA296026 (intestata a GELARDI Mario, nato a Palermo il
07 giugno1923) condotta da MADONIA Giuseppe.

Quanto radicato fosse poi il prestigio della famiglia MADONIA in seno a Cosa
Nostra lo dimostra, tra l'altro, anche il fatto che i più eclatanti omicidi di mafia, che
hanno scandito il percorso dei corleonesi verso la conquista del potere mafioso, sono
tutti awenuti proprio nel territorio di competenza del mandamento di Resuttana.
L'ascesa di MADONIA Francesco all'interno dell'organizzazione mafiosa è stata
parimenti accompagnata dal consolidamento della sua posizione patrimoniale,
. -- . mediante ,l'acquisto di numerosi beni immobili e la costituzione di compagini
Q societarie attraverso cui riciclare i proventi della propria attività criminale.
MADONIA Francesco è deceduto, come già detto, il 9 marzo 2007, in
conseguenza di complicazioni post-operatorie, successive ad un intervento chirurgico
subito presso il I1 Policlinico di Napoli; era stato arrestato, da latitante, il 6 maggio
1987, unitamente al figlio MADONIA Giuseppe, in un appartamento sito al nr. 44
della via Cimbali di Palermo, presso quello che ancora oggi è l'indirizzo di residenza
di GELARDI Emanuela (nella stessa giornata, qualche ora più tardi sarebbe stato
arrestato pure l'altro figlio latitante MADONIA Antonino).
Nel gennaio del 1988 MADONIA veniva condotto presso l'Ospedale Civico di
Palermo, dapprima sottoposto agli arresti ospedali& e, successivamente, trasferito
presso il reparto speciale detenuti, insistente in quello stesso nosocomio.
Questa situazione detentiva ospedaliera si protraeva addirittura fino al novembre
del 1991, quando lo stesso veniva trasferito presso la struttura penitenziaria di Pisa;
indagini delle Forze di Polizia avevano infatti evidenziato le particolari, favorevoli,
condizioni di cui alcuni mafiosi di grosso calibro, tra cui lo stesso MADONIA
Francesco, avevano potuto godere presso la struttura ospedaliera palermitana, anche
grazie a complicità di personale sanitario, a carico del quale erano state riscontrate
gravi e precise responsabilità penali.
La presente attività di indagine ha consentito - come abbiamo già visto - di
riattualizzare pienamente il ruolo apicale della famiglia MADONIA nell'ambito del
mandamento mafioso di Resuttana; in questo senso, infatti, è stata condotta specifica
attività di intercettazione anche dei colloqui carcerari concessi al detenuto
MADONIA Francesco.
Si sono così acquisiti elementi informativi assolutamente rilevanti in ordine a
diverse dinamiche associative, che hanno permesso di confermare, tra l'altro, la
titolarità del comando in capo a MADONIA Antonino, in luogo del padre
Francesco. A riscontro di quanto affermato si riportano, a seguire, alcuni tratti di
conversazione tra lo stesso MADONIA Francesco ed il figlio Aldo intercettati il 17
agosto 2006

MADONIA Ciccio: ha manovrato tutte cose NINO (MADONIA Antonino,ndr)


...
MADONIA Aldo: eh? ...
MADONIA Ciccio: ha manovrato tutte cose NINO (MADONIA Antonino,ndr)
... ha manovrato tutte cose NINO (MADOIVIA Antonino,ndr)
...
MADONIA Aldo: uh...
MADONIA Ciccio: perciò io non m i sono interessato di niente ...

Se, quindi, l'arco temporale dell'indagine aveva visto un MADONIA


Francesco fisicamente in progressivo declino e non più titolare in prima persona
delle decisioni assunte nella gestione suo mandamento, è pur vero, comunque, che
l'attività di censura dei colloqui carcerari a lui concessi ha consentito di acquisire
elementi di riscontro assolutamente significativi, in ordine anche agli assetti ed alla
dinamiche mafiose più attuali. Ciò che è emerso con ogni evidenza è, infatti, la
conoscenza dimostrata dal MADONIA Francesco delle vicende mafiose in atto nel
mandamento di Resuttana; nel colloquio del 17 agosto 2006, l'anziano detenuto,
dimostrava, infatti, di ben conoscere in capo a chi bisognasse ricercare la
responsabilità della reggenza del mandamento (DI TRAPANI Diego):

ALDO: non è una cosa seria ... non è una cosa seria ... situazione
complicata ... è difficile PAPA'... ...
difficile ...
FRANCESCO: difficile perché ...(...incomprensibile... ) ... difficile perché?
ALDO: non lo so ... i n queste cose non c'entro ...
non lo so ...
non m i interesso (...incomprensibile ....) ...
FRANCESCO: e chi è che si interessa scusa ...
se non ti interessi t u
... chi è che si interessa nessuno ...
ALDO: ma chi è che si deve interessare io? ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) TU devi stare fuori ...
ALDO: (si avvicina all'orecchio del padre e gli dice qualcosa,ndr) ...
FRANCESCO: DIEGO!? ...
ALDO: si ... (fa cenno con la testa si, ndr) ... (...incomprensibile... )
-
FRANCESCO: questo fango ...sto fango!? ...
questo è un mascalzone
...
ALDO: ...
lo vedi che I' hai capito hai c a ~ i t o
t u t t o eh ... ... eh ...
siamo nelle mani d i auesto ...
FRANCESCO: un masca ...
un mascalzone ...
ALDO: eh ... eh ...
FRANCESCO: un mascalzone è questo ...
ALDO: PAPA' hai capito, cominci a fare una idea chiara

E' ovvio, infatti, che il decadimento fisico dell'anziano MADONIA e la sua


abdicazione in favore del figlio Antonino non ne avevano certo inficiato o diminuito
il prestigio mafioso; così, quando l'allora reggente del mandamento DI TRAPANI
Diego, trovatosi in grave difficoltà per gli aspri contrasti creatisi con l'allora latitante
L O PICCOLO Salvatore, andrà a cercare spiegazioni da MADONIA Aldo,
-quesk'ultimo ne parlerà immediatamente con il padre ed al DI TRAPANI deciderà di-
riferire le parole del genitore:

ALDO: niente puoi ... sapere ...


di qua di là... se ci sono...
...
INCOMPRENSIBILE... di NINO di P1 di PIPP ... di NINO ......
FRANCESCO: io niente posso dire! ...
ALDO: io i n queste cose non m i ci voglio immischiare,
completamente! ...
io questo gli devo dire!
FRANCESCO: si
ALDO: i o ali dico auesto!... che t u m i hai detto così... che a
me m i deve lasciare i n pace per aueste discussioni,
non voalio sentire niente!

Il 20 novembre 2006, nel corso di altro colloquio carcerario con la nuora DI


TRAPANI Maria Angela, MADONIA Francesco così si esprimeva: ,
FRANCESCO: ALDO ( MADONIA Aldo,ndr) ... mi diceva ALDO che era
andato trovare (DI TRAPANI Diego,ndr) ...
M. ANGELA: uhh!? ...
FRANCESCO: voleva saper come si doveva comportare, di parlare
con ME, di parlare con CHIDDI (auelli,ndr) e vedere
... dato che lui era ... si era approfittato e tutto
questo ... gli ho detto ... gli dici che non si interessa di
nessuna cosa ... e giusto è stato arrestato ... è stato
arrestato perché è troppo sociev ... troppo ... troppo ... mah
insomma ...

Anche la moglie GELARDI Emanuela, nata a Palermo il 8 novembre


1924, ha continuato a svolgere, nonostante l'età avanzata, un ruolo di rilievo,
costituendo, quantomeno sino al 2005, il canale comunicativo attraverso cui
la famiglia MADONIA ha mantenuto il controllo del territorio nel
mandamento di Resuttana; e continando, successivamente - e nonostante le
condizioni di salute - a costituire uno dei punti di riferimento nella
comunicazione tra associati in carcere ed associati liberi, nonché a custodire
nella sua abitazione denaro di illecita provenienza.
La perfetta conoscenza dei meccanismi, delle vicende e dei personaggi
mafiosi da parte dell'anziana doma ha permesso alla GELARDI di potersi
fare tramite, verso l'esterno, deiie decisioni e volontà manifestate dai
propri congiunti detenuti, divenendo, per gli uomini d'onore in libertà,
un punto di riferimento nodale nelle relazioni con i vari componenti della
famiglia MADONIA.
La piena condivisione dki valòri e -dell8'-iegole di Cosa Nostra la
GELARDI l'ha certamente ereditata dalla propria famiglia di origine, di
chiare ascendenze mafiose: il fratello GELARDI Mario, socio nella
MA.GE.DL con il cognato MADONIA Francesco e con l'indiziato mafioso
DI TRAPANI Giovanbattista, è stato anch'egli indiziato mafioso, diffidato
nel 1979 dal Questore di Palermo e sottoposto, nel 1980, alla sorveglianza
speciale di P.S.; il fratello GELARDI Antonino, nato a Palermo il 6 aprile
1922, è stato indiziato mafioso; il nipote GELARDI Giuseppe, nato a
Bologna il 04 febbraio 1958, è anch'e-gli associato mafioso e coniugato con
BONOMO Marianna, nata a Partinico (PA) il 28 ottobre 1962, figlia di
BONOMO Giovanni, quest'ultimo già reggente della famiglia mafiosa di
Partinico; il nipote GELARDI Giacomo Luciano, nato a Palermo il 13
dicembre 1959 è coniugato con DI TRAPANI Giuseppina, nata a Palermo il
29 gennaio 1967, figlia di DI TRAPANI Diego, che - come s'è visto più
sopra - sino alla metà del 2006 è stato reggente del mandamento di Resuttana.

L'attività di indagine condotta nell'ambito del presente procedimento ha


attualizzato, quindi, la piena partecipazione di GELARDI Emanuela alla gestione
mafiosa del mandamento, esercitata dai congiunti detenuti (in particolare dal figlio
MADONIA Antonino), evidenziandone, peraltro, il consapevole inserimento in
dinamiche associative di assoluto rilievo.
In tal senso, sono ampiamente emerse le relazioni che la GELARDI, su
precise indicazioni dei figli MADONIA Antonino e MADONIA Giuseppe, ha
tenuto con uomini d'onore di indiscutibile spessore mafioso come CINA' Antonino e
DI TRAPANI Diego, che, in quel periodo storico (2006), rappresentavano,
rispettivamente, il vertice dei mandamenti di San Lorenzo e Resuttana.
Si sono inoltre evidenziate le assidue e cadenzate relazioni con il mafioso
GRAZIANO Vincenzo, oltre che quelle, più sporadiche, con LO CICERO
Giovanni, che, come visto in altra parte della presente trattazione, è tuttora titolare di
beni immobili riconducibili alla famiglia MADONIA.
E' apparso inoltre indiscutibile che la GELARDI è stata punto di raccordo
essenziale (almeno nella prima parte del periodo di indagine) per le comunicazioni da
veicolare in direzione degli appartenenti alla famiglia MADONIA detenuti; così,
quando GENOVA Salvatore, in oggetto generalizzato, subentrerà a DI TRAPANI
...
Diego, nella reggenza del mandamento di Resuttana, l'attività di indagine registrerà la
sua visita, peraltro pure preannunciata da GRAZIANO Vincenzo, in via Cimbali nr.
44, da GELARDI Emanuela, da considerare come un vero e proprio accreditamento
dello stesso GENOVA nei confronti dei MADONIA.
Nel settembre del 2005, quindi, MADONIA Antonino, per risolvere
problematiche particolarmente delicate nei meccanismi utilizzati per le dazioni di
denaro ai detenuti, poteva affidare alla madre compiti associativi di assoluto
rilievo, a lui necessari per potere controllare la gestione del mandamento.
In questo senso, quindi, il colloquio carcerario del 7 settembre 2005 risultava
estremamente significativo per rendersi conto di come MADONIA Antonino potesse
far valere la propria autorevolezza mafiosa, veicolando le proprie richieste all'esterno,
tramite proprio GELARDI Emanuela
P k
ANTONINO: ..fermati un momentino. Ci vai! Io, a l i dici. sono proprio
esas~erato.....
EMANUELA: senti &...(abbassa notevolmente il tono della voce) e
difficilissimo, perché ....(abbassa notevolmente il tono della
voce) ogni minuto, ogni minuto, ogni minuto, ogni minuto...
ANTONINO: Ci vai....
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Ci vai, c i vai .....ti fai accompagnare .......
diciamo
domani (fa un gesto di intendimento non visibile dal video)
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: E.. . ti fai accompagnare... (fa un gesto di intendimento non
visibile dal video) Più distante la macchina, no? E c i vai!
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Me l o saluti!
EMANUELA: Si!
ANTONINO: Ci dici: NINO è incavolato! Gli dici, NINO è siddiatu
(seccato) !
EMANUELA: Eh!
ANTONINO: Mi sono spiegato? La dovete smettere! La dovete
smettere! Puntualmente, puntualmente! .....(breve
pausa) ......
Imiei, quelli d i SALVO e quelli d i NICOLA! Da
te! (fa dei gesti non visibili dal video) Mi sono spie .....
da
te, che i o così controllo!...
/...l
ANTONINO: ....
Quindi t u vai là diciamo, mi porti la risposta e poi
eventualmente ti c i mando i o là dal dottore.
EMANUELA: Va bene.
ANTONINO: prima devi andare la, vediamo che cosa
.....(incomprensibile) ...... i risultati...!!
L-l
EMANUELA: Ah! No....ora mi m e t t i auesto altro Deso soma le
s~alle...
ANTONINO: No...
EMANUELA: Per io...p er io fare ...
ANTONINO: No, non c'è bisogno ......
EMANUELA: Eh, questo!
ANTONINO: No, non è nessuna fatica, non è nessuna fatica;
L..l
ANTONINO: No, no, lascia stare, questo d i qua non ti pesa, perché
questo è un controllo, diciamo, che devo fare io, devo
controllare! Mi segui?
EMANUELA: Vai facendo ... vai là.....
ANTONINO: No, t u non vai .......
EMANUELA: Vai là, vai là......vai là.....
ANTONINO: ...
No, ma tutto è semplice, non fare cose... (inc.) difficili...
non ne devi fare cose difficili ... devi fare cose semplici...
EMANUELA: Per me... mi sembra complicato, per me sola.
ANTONINO: (inc.)
EMANUELA: E vai a pensare, vai a pensare per ....
ANTONINO: Non c'è complicazione.........(incomprensibile) ....... non c'e
complicazione, non c'è ....è semplice! Cose semplici.. .
semplici! .....(scuote continuamente la testa) semplici!
Minchia ...
I1 progressivo decadimento intellettivo della donna, registrato durante le
indagini, e causato da alcune specifiche patologie e dall'età avanzata, vedrà diminuire
(ma non cessare del tutto) la diretta partecipazione della GELARDI al circuito di
relazioni mafiose intessute per conto dei propri familiari detenuti. Per questo motivo,
il prosieguo dell'attività investigativa - come si è già visto - consacrerà DI
TRAPANI Maria Angela, dapprima insieme alla suocera e poi, sempre più
esclusivamente, in suo luogo, come sostanziale punto di riferimento delle dinamiche
mafiose gravitanti attorno alla
f) Il ruolo di DI TRAPANI Nicolò
I1 quadro investigativo inerente il circuito relazionale oggetto della presente
indagine, nella fattispecie quello ricollegabile alle dinamiche di vertice emerse
dall'intercettazione delle comunicazioni tra il "carcerario" ed i congiunti in libertà, ha
tratto notevole impulso dall'ascolto dei colloqui in carcere svolti da DI TRAPANI
Nicolò.

1. Breve biografia criminale di DI TRAPANI Nicolò.

Sullo spessore criminale di DI TRAPANI e sui qualificantissimi rapporti


parentali e10 associativi che lo inseriscono a pieno titolo nella cerchia di vertice del
mandamento di Resuttana, vale la pena soffermarsi brevemente per ricordare che lo
stesso è figlio del noto DI TRAPANI Francesco, deceduto ed a suo tempo reggente
del contesto associativo investigato, inoltre è cognato di MADONIA Salvatore,
avendone, quest'ultimo, sposato la sorella Maria Angela. L'indagato è inoltre nipote
del noto DI TRAPANI Diego che, come noto e più approfonditamente trattato in
altra parte della presente trattazione, recentemente ha retto il contesto associativo che
ci occupa.

Sul conto di DI TRAPANI Nicolò che, condannato per diversi omicidi, sta
scontando la pena dell'ergastolo, hanno interloquito diversi collaboratori tra i quali
DI NATALE Giusto, CANNELLA Tuiiio, DI FILIPPO Pasquale ed Emanuele,
SINACORI Vincenzo, ed altri. Si fa presente inoltre che il detenuto è ristretto senza
soluzione di continuità dal 1996.

La circostanza è utile per sottolineare la valenza probatoria di quanto emerso


di penalmente rilevante a carico del DI TRAPANI nel corso della presente indagine,
a ben dodici anni dalla sua carcerazione. Nell'occorso si vuole mettere l'accento
sull'attualità delle condotte tipicamente associative messe in atto da DI TRAPANI,
ancorché sottoposto al regime detentivo del 41bis O.P..

iiL_
2. Le prove a suo carico.

Si fa presente che, anche nell'occasione, l'attento riascolto dei colloqui in carcere


riguardanti l'indagato, opportunamente integrato con l'analisi di altre emergenze
investigative, ha fornito un indiscutibile contributo:
- alla intelligibilità del linguaggio criptico utilizzato dagli indagati per comunicare;
- alla ricostruzione di dinamiche associative di cui si percepiva, su altri fronti
investigativi, solo parzialmente la reale portata, così come meglio meglio spiegato
in apposito capitolo;
- alla certa identificazione di soggetti organici a Cosa Nostra, appellati nell'occorso
con nomi convenzionali;
- alla puntuale comprensione di tematiche afferenti il patrimonio occulto delle
famiglie MADONIA-DI TRAPANI e GUASTELLA.

In merito è doveroso rappresentare che, ai fini di una migliore intelligenza dei dati
analizzati, in questa sede si esporranno solo gli elementi ritenuti attualizzanti per
l'inserimento dell'indagato nel contesto associativo di interesse.

Sin dal primo colloquio intercettato - il 14 gennaio 2006 all'intemo della sala
colloqui della Casa Circondariale di Parma - emergevano elementi di rilievo. In
specie, erano presenti, oltre all'indagato, la sorella DI TRAPANI Giuseppina e la
.-.-y,&-,T -*,w..- -
=@&2@4).
&i -.re

nipote RIMI Giovanna I1 dialogo, verteva essenzialmente su


9 alcune problematiche familiari esistenti tra DI PACE Francesco e la sorella del
detenuto DI TRAPANI Maria Angela, moglie di MADONIA Salvatore, nonché
zia matema di RIMI Giovanna, all'epoca fidanzata ed oggi sposata allo stesso DI
PACE (poi tratto in arresto nell'arnbito del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., c.d.
Addiopizzo). Sin dalle prime battute, però, si percepiva la preoccupazione di chi
parlava, ed in specie di DI TRAPANI Nicolò, sulle eventuali poco raccomandabili
frequentazioni del DI PACE Francesco.

DI TRAPANI Nicolò riferiva che avrebbe invitato, tramite lettera, DI PACE


Francesco ad estraniarsi da qualunque situazione riguardante DI TRAPANI Maria
Angela, raccomandandosi pure che DI PACE mantenesse un comportamento

/--
esemplare, definito colloquialmente "casa e chiesa ".

477
I1 detenuto proseguiva sostenendo che quest'ultimo non avrebbe dovuto
accompagnare nessuno, men che meno tale "Giovanni", nominativo che DI
TRAPANI Nicolò, cercava di celare, poiché, come meglio riferito in altro capitolo
della presente informativa, riferito a BONANNO Giovanni, in quel momento da poco
scomparso (...che cosa, con Giova...io C 'ho detto, che con Gio ..., con ... non si ci
deve unire).

E' da tenere in conto che DI TRAPANI Nicolò, in quel frangente, seppure


ancora all'oscuro della recente scomparsa del predetto BONANNO (awenuta tra 1' 11
ed il 12 gennaio 2006), fosse assolutamente consapevole della caratura criminale di
quest'ultimo. DI TRAPANI, inoltre, diceva anche di provare rispetto nei confronti di
DI PACE Francesco, che aveva visto tra l'altro crescere, soprattutto in ragione della
grande considerazione nutrita per suo zio, GUASTELLA Giuseppe, nato a Palermo
il 20 giugno1954, anch'egli detenuto [perché io con suo zio... sono anima e corpo, mi
segui? E per conseguenza rispetto pure a lui].

Dunque, DI TRAPANI continava a muoversi in un contesto prettarnente


associativo e mafioso, pur essendo detenuto.

L'ultima sua affermazione permetteva, tra l'altro, di attualizzare il vincolo di


assoluta vicinanza tra DI TRAPANI e GUASTELLA, così come già storicamente e
processualmente accertato. 1'1 detenuto ribadiva, quindi, quale dovesse essere il
comportamento che DI PACE, avrebbe dovuto adottare, al fine di non creare ulteriori
attriti con DI TRAPANI Maria Angela.

NICOLO' : ...io gliel'ho detto, sia a lei che a l u i e l u i non si deve


interessare d i niente, d i nessuna cosa, se gli dicono
questa cosa d i qua.., non si deve prendere niente, I'ho
detto sempre io? Te I'ho detto sempre i o a te?
GIOVANNA: a me lo hai detto
NICOLO': ..te I'ho detto davanti a lei, non è che te I'ho detto in altri
posti!? (..incompr..)
GIOVANNA: ..io però certe cose le sentivo, non è che io sono che m e le
invento le cose, le ho sentite le cose
NICOLO': ..eh, siccome io ci.. .ce I'ho de.., ce I'ho scritto pure a
l u i questo qua, devi fare "casa e chiesa", non ti devi
'unciri" (unire, ndr.) con nessuno
GIOVANNA: ..casa e chiesa.., poi arrivava Nicola, Nicola ha detto,
GIUSY: (..incompr..)
GIOVANNA: Nicola ha detto, Nicola ha detto, sempre così ce le ha riferite
le cose.
NICOLO': ..che cosa, con Giova...io c'ho detto, che con Gio ..., con
/Giovanna o Giovanni) non s i c i deve unire. siccome a
l u i a l i ~iace...si.. si deve stare per i f a t t i suoi, si deve
1
discussioni. fra zia e nipote non devono nascere
P c e r i che

NICOLO':
e
Francesco, Francesco, non..io lo voglio bene da assai
Francesco, I'ho lasciato bambino, I'ho lasciato
bambino e lo voglio bene assai, non è che t e lo dico
perché è il tuo fidanzata, l o dico perché lo rispetto
veramente, perché io con suo zio....sono anima e
coma, m i seaui? E per conseguenza rispetto pure a
lui, però m i sono visto da lui...trattato male, perché
queste cose non devono nascere completamente,
quando nascono incomprensioni ....
Nel prosieguo del colloquio RIMI Giovanna continuava a trattare episodi
riguardanti contrasti familiari, senza però riuscire ad attirare l'attenzione dello zio
detenuto, che, invece, indirizzava lo sguardo verso la sorella Giuseppina, che,
cercando di coprirsi il viso con la mano sinistra, comunicava qualcosa al fratello
(esclusivamente con il labiale), facendo contemporaneamente dei gesti con l'indice ed
il medio della mano sinistra in direzione della bocca. L'attenta rivisitazione del
filmato non lasciava adito a dubbio in merito al tentativo, poi effettivamente andato a
buon fine, di comunicare al detenuto la recente scomparsa di BONANNO Giovanni.

I1 seguito della conversazione, nel corso della quale DI TRAPANI Nicolò


lasciava intendere aver ben compreso l'oggetto della discussione, vedeva il detenuto e
la sorella confrontarsi, sempre in maniera criptica, sulla data ai scomparsa del
BONANNO, che proprio Giuseppina riferiva dovesse essere fatta risalire a l'altro
ieri sera. [Nicolò: e da quand'è, da "assai?" GIUSY: ..:ieri, ieri.. (...) ...l'altro ieri
sera].

Dunque, DI TRAPANI Nicolò, ribadendo nuovamente di aver compreso, si


faceva, nel contempo, il semo della croce sulla fronte.

Appariva chiaro, quindi, anche alla luce delle più recenti acquisizioni
investigative, che nella detta circostanza DI TRAPANI Giuseppina aveva
comunicato al fratello la recentissima, all'epoca, scomparsa di BONANNO
Giovanni, awenuta a Palermo proprio due giorni prima di quel colloquio carcerario.

L'episodio merita un paio di semplici considerazioni che vanno a qualificare il


contesto associativo nel quale gli interlocutori gravitano:
A,
- la prima riguarda la gestualità di tipico stampo mafioso con la quale era stata
comunicata la scomparsa, nel senso proprio di sparizione e10 soppressione del
BONANNO. Nello specifico si faceva riferimento, infatti, al gesto che riproduce il
"mangiare", ossia quello che, nel dialetto locale, è inteso "ammuccare", in questa
sede, da intendersi come SE LO SONO UANGIATO, proprio a volere comunicare
la lupara bianca di BONANNO;
- la seconda considerazione riguarda la consapevolezza da parte degli astanti che la
scomparsa del BONANNO non poteva attribuirsi ad un allontanamento volontario
dello stesso, attesa la gestualità utilizzata anche dal detenuto, che, appresa la
circostanza, ne dava per scontata la sparizione ed il decesso, tanto da farsi,
addirittura, il segno della croce.

Ancora, anche in relazione a quanto appena discusso con la sorella, Nicolò,


rivolgendosi alla nipote RIMI Giovanna, ribadiva ancora una volta come il suo
fidanzata, DI PACE Francesco, dovesse fare solo "casa e chiesa" senza interessarsi
di nulla e di nessuno [NICOLO': ..a Francesco, gli devi fare capire che deve fare
casa e chiesa, non si deve interessare di nessuna cosa di nessuno (..incompr..)
.. .quando io gli devo dire qualcosa a Francesco, ti mando a chiamare a te e te lo
dico a te! Mi segui? "l; queste raccomandazioni nascevano dal fatto che il detenuto
aveva piena cognizione dei rapporti intrattenuti dal nipote acquisito con lo scomparso
BONANNO e, quindi, dai conseguenti..rischi, non solo di tipo giudiziario, in cui il DI
PACE sarebbe potuto incorrere.

NICOLO': (guarda solo la sorella)


GIUSY: (con la mano sinistra appoggiata alla guancia dialoga
...(
con Nicolò mediante labiale)......non C'& più sventola
la mano sinistra nella medesima direzione)
NICOLO': eh!? (con la testa fa cenno di aver compreso e subito
dopo riprende a seguire i 1 discorso della nipote)
GIOVANNA: ...ti ricordi..poi quando si è litigata con Margherita, che
Margherita gli aveva rubato (sorride)...i soldi
NICOLO': ah, i soldi...
GIOVANNA: ..a tutti l'ha raccontato, a tut.., io..io mi sono incavolata da
morire quando gliel'ha detto a Francesco...
NICOLO': (per pochi secondi distoglie l'attenzione dalla nipote e
segue i1 labiale della sorella ed il capo di quest'ultima
che fa segno di assenso)
GIOVANNA: ...p erché Francesco da estraneo, che viene a sapere queste
cose, io non volevo che lo sapeva...p erché poi è normale che
lui stesso, tipo, essendo poi tutti e tutto, cioè, mi seccava..
NICOLO': (..ignora la nipote e dirige lo sguardo verso la sorella
GIUSY)..(incompr..)

b 480
GIUSY: (gira la testa verso destra e sinistra)
NICOLO': ..e da quand'è, da "assai?"
GIUSY: ..ieri, ieri..
NICOLO' : eh
GIUSY: ... l'altro ieri sera
NICOLO' : ahh..
GIUSY: l'altro ieri sera sono uscita...
NICOLO': ... ah, proprio...( con la mano destra accenna qualcosa)
GIUSY: ... si! L'altro ieri sera sono uscita ...,
m i sono ritirata
tardi
NICOLO': ... ho capito (porta la mano destra sulla fronte, facendo
sulla medesima il segno della croce)..(...p ausa di pochi
...
secondi e subito dopo s i rivolge alla nipote) ..a
Francesco, gli devi fare capire che deve fare casa e
chiesa, non s i deve interessare d i nessuna cosa d i
nessuno (..incompr..)
GIOVANNA: ..zio, vedi che, fa così, fa così! Puoi pensare t u quello che
vuoi, fa questo lui
NICOLO': (tono della voce alterato) ...q uando i o gli devo dire
qualcosa a Francesco, ti mando a chiamare a t e e t e lo
dico a te! Mi segui?

L'argomento della scomparsa del BONANNO Giovanni veniva poi ripreso,


in seguito, quando le due donne chiedevano al detenuto se avesse o meno la
possibilità di leggere i quotidiani all'interno della struttura detentiva; ottenuta una
risposta negativa, DI TRAPANI Giuseppina riproponeva nuovamente al fratello i
gesti sopra descritti (indice ed il medio verso la bocca) asserendo testualmente " ...è
da due giorni che sono in ferie" ... "dicono che...".

GIUSY: ma ..., giornali qua non te ne arrivano? (appoggia le braccia


sulla soglia di marmo e con la mano sinistra che sostiene la
testa copre parzialmente la faccia)
NICOLO' : no, non ne ho, perché?
GIOVANNA: ..ma non ne hai...non ne tieni frigorifero t u qua?
NICOLO' : no (..incompr..)
GIUSY: ah..(..incompr..) tenere freddo? (ride)
NICOLO': ...i giorna.., mi deve fare fare I'abbonamento, le dici alla
mamma..
GIOVANNA: ..ma vero, perché non lo fai?
GIUSY: ..io pensavi che l'avevi I'abbonamento!
NICOLO': no
GIOVANNA: ...e non hai nemmeno radio.., altre cose?
NICOLO': ..si, c'ho la radio..
GIOVANNA: ..con le cassette?
NICOLO': ...no, la radio al muro, mettono il canale loro..ora..dipingo
GIOVANNA: ah, si!
GIUSY: è da due aiorni che sono i n ferie (muove, il dito indice
e medio della mano sinistra diriaendoli verso la
pro~ria bocca)
NICOLO': ah
GIUSY: ... è da due aiorni che sono i n ferie
NICOLO' : e ah, ho capito
GIUSY: .. certo....
NICOLO': uhm (..incompr..)
GIUSY: ...il figlio...
NICOLO': ehh!? (abbassa la testa come gesto di assenso)
GIUSY: ...dicono che...
NICOLO': eh!? Puree...(abbassa la testa come gesto di assenso)
GIUSY: noo, lo mettono...
NICOLO' : ah, ho capito!

Anche l'ascolto del colloquio sostenuto da DI TRAPANI Nicolò 1'11


febbraio 2006 con la sorella DI TRAPANI Maria Angela, le zie SGROI Lorenza e
CARLINI Liliana, ha certo rilievo in merito agli awenuti cambiamenti al vertice del
mandamento di Resuttana @@gj.
AZ >. k4J :, Difatti, nel primo tratto di
conversazione, utile a delineare il profilo associativo ancora attuale di DI TRAPANI
Nicolò, si aveva la conferma sulla ormai piena cognizione, da parte dell'indagato,
della recente scomparsa di BONANNO Giovanni (evenienza appresa, si ricorderà,
dalla sorella Giuseppina nel precedente colloquio). La circostanza emergeva quando
DI TRAPANI Maria Angela, discutendo con il fratello su ARIOLO Sergio e sul
fatto che di quest'ultimo, in un recente passato, si era economicamente approfittato
alcuni soggetti, indicava chiaramente come uno dei principali responsabili di questi
comportamenti proprio BONANNO Giovanni, nell'occasione indicato dalla donna
come "la nipote di mia suocera" . DI TRAPANI Nicolò, dando conferma di aver
compreso quanto detto pur se criticamente e mostrando, peraltro, di essere a già
conoscenza del fatto che tale soggetto ("nipote della suocera di Maria Anaela") se
ne fosse "andato", chiedeva delucidazioni in merito, ottenendo, di rimando, conferma
dalla sorella riguardo la sostituzione del BONANNO ("niuote di mia suocera'3 con
GENOVA ~ a l v a t o r ee "gli
~ ~ altri?':

MARIA ANGELA: ... Nicola, se lo sono mangiato vivo .... Se lo sono mangiati
vivo ... a Sergio!...
NICOLO' : ... chi?...
MARIA ANGELA: ... tutti ... (gesticola con le mani ndr) ... la NIPOTE D I M I A
0
NICOLO' : ..o a di e he e
se ne era andato? ...
MARIA ANGELA:
m
NICOLO' : m
[...l
NICOLO' :
MARIA ANGELA: ...t non c'è! (nasconde il viso dietro il bambino che
i

99In questa sede CARMELA - vedasi capitolo 1.4 "La decrittazione del linguaggio".
alla bocca, ~ r o d u c e n d o s i n e l aesto usualmente
utilizzato Der indicare l'atto del manaiare n d r l .

Nel prosieguo, i due si confrontavano su tematiche assolutamente


riconducibili alla gestione del mandamento, discutendo peraltro di come la ZIA
LINA (identificato in DI TRAPANI Diego) avesse tratto vantaggio dalla situazione
venutasi a creare e, quindi, della modifica del co-reggente tra il BONANNO e
-
CARMELA GENOVA Salvatore, sottolineando, in tal senso, il rapporto di stretta
vicinanza, ovvero dipendenza della medesima CARMELA da DI TRAPANI Diego.
I1 detenuto si informava, poi, se GENOVA si fosse presentato "al cospetto"
dei MADONIA-DI TRAPANI.

MARIA ANGELA: È stato condono, per la Z I A LINA!! (tono sarcastico


ndr) ... è stato il condono!!
NICOLO' : ... che certo!!
MARIA ANGELA: ... ahhh... per ora è felice!! (esprime sarcasticamente la
sensazione di felicità, da attribuirsi alla Z I A LINA ndr) ...
perché, così... dice.... tutte cose... io... noooo (lascia
intendere che, nonostante lo neghi, la Z I A LINA abbia
tratto vantaggio dalla situazione creatasi e prospettata al D I
TRAPANI Nicolò, ndr) ... h a i capito?!
NICOLO' : certo!
MARIA ANGELA: ... a me, me lo deve venire... o a Salvo! ... sono felici... ad
un t r a t t o n o n s i trova niente!!...non c'è niente!!... eh,
eh, eh (ride in maniera sarcastica ndr)
NICOLO': ... e CARMELA che fa?... è venuta?
MARIA ANGELA: ... con Z I A LINA!... SALVO m e l o aveva detto... stai
attenta perché è con l a Z I A LINA! (avvicina gli indici
delle mani mimando il consueto gesto di vicinanza ndr) ... la
.
Z I A SARA m e l o ha detto.. vedi che CARMELA è della
(ovvero "dalla" ndr) ZIA L I N A (avvicina gli indici delle mani
mimando il consueto gesto di vicinanza ndr).

Dunque, DI TRAPANI Nicolò, proprio in quanto esponente di vertice del


mandamento di Resuttana, veniva messo a parte dalla sorella dei più recenti
avvenimenti e rivolgimenti avvenuti al suo interno. Nel seguito del colloquio, DI
TRAPANI Nicolò ribadendo il proprio disappunto per il comportamento adottato
dagli ZII nella gestione del patrimonio di famiglia, sottolineava chiaramente come
ciò potesse avvenire solo in ragione della sua contingente condizione detentiva, che
non gli permetteva di gestire in prima persona questi interessi. Lo stesso specificava
come "una sua eventuale scarcerazione" gli avrebbe consentito di riprendere il totale
Le espressioni irriguardose, pronunciate dal detenuto nei confronti dei
parenti, e nello specifico di DI TRAPANI Diego, in quel momento reggente del
mandamento di Resuttana, confermavano, senza tema di smentite, la caratura
criminale di DI TRAPANI Nicolò [&E&T,Q:~~~:), confermato anche dalla sua
convinzione che, se escarcerato, sarebbe nuovamente ed immediatamente assurto al
vertice del mandamento (prova della sua ancora attuale appartenenza alla
associazione mafiosa).

NICOLO': ....auando eoi esco (dal carcere ndrl... li urendo dalle


orecchie.... u r o ~ r i oaliele devo s t r a ~ ~ a con
r e le mani e
ali dico ....
mettete tutte cose aua, ora!! ....
e
andatevene al ~aese!!... li faccio andare. Zia!!... Dure
che sono i miei Zii... ali faccio vedere ....
inc... che si
voleva comprare Dure il terreno di mio uadre.... sotto,
sotto.... se lo volevano comorare suo aenero per farali
la cosa.... a suo aenero, aliene devo dare tanti calci
nel culo, davanti a lui... che Der auanto è arosso lo

.l
LILIANA: però... già è bello "isato" (accompagna quest'ultima
affermazione facendo un gesto indicativo di grandezza ndr)
NICOLO': ....
.... ma lo so, io zia... non c'è bisogno! .... eh!... lo so,
perchè, qualcuno che era con me... prima, a Roma che ... ...
... ...
fuori (gesticola ndr) ... lo sapeva! loro dove andavano....
loro non è che le sanno queste cose (ride dr)... non se lo
fanno questo conto! ...
NICOLO': ...
.... che a me me lo dice.... no loro i familiari.... non
capiscono che loro, quando vanno a qualche parte... parlano
con qualcuno... poi, magari ....
c'è la coincidenza che ci ....
-- I l'
parliamo e m i dicono
facendo questa cosa-così!
.... .......
ehh tuo Zio... tuo cugino.... sta
che poi a lui (DI TRAPANI
Nicolò ndr) ...
chi glielo deve dire che quello costruisce o
quello fa la cosa?!... che in determinate zone...?
...comunque, mi fa piacere, zia!
NICOLO': ...
... mi fa piacere me li sta coltivando, le cose!
Ad ulteriore riprova di quanto asserito, si ritiene opportuno citare un breve
tratto di colloquio sostenuto dall'indagato il 17 marzo 2007, al quale hanno preso
parte i nipoti DI PACE Francesco (poi tratto in arresto per associazione mafiosa) e
RIMI Filippo. Nel corso dell'incontro DI TRAPANI Nicolò, facendo specifico
riferimento a DI TRAPANI Diego e ad alcuni attriti familiari, ricordava quanto egli
stesso fosse temuto dallo zio; testualmente: "iddu si tremava solamente ri mia". I1
tono autoreferemiale utilizzato nell'occasione dal detenuto, evidenziava, ancora una
volta, la consapevolezza della posizione ricoperta in seno a cosa nostra
Ritornando alla disamina delle tematiche trattate durante il colloquio
carcerario dell'l l febbraio 2 0 0 6 ' ~ deve
~ , essere rilevato come DI TRAPANI Nicolò e
la sorella Maria Angela proseguivano nel parlare del rapporto conflittuale esistente
tra loro e DI TRAPANI Diego; nella specifica circostanza, il detenuto chiedeva ai
familiari notizie in merito all'attuale condizione detentiva dello zio, domandando
testualmente "quando finisce?" (in effetti il DI TRAPANI Diego risultava in quel
momento sottoposto al regime degli arresti domiciliari per residuo pena).

Nicolò DI TRAPANI indicava, dunque, alla sorella che lo zio Diego, una
volta finito di scontare il periodo detentivo [appena finisce], doveva essere
convocato da MADONIA Salvatore per "ornire chiarimentl"' sulla sua gestione del
mandamento di Resuttana. In risposta a ciò Maria Angela, riportando quanto dettole
dal marito, riferiva che quest'ultimo (MADONIA Salvatore) - esortandola a non
proseguire la discussione con DI TRAPANI Diego - le aveva assicurato che, al
momento opportuno, lo zio avrebbe dovuto dar conto a lui ovvero a DI TRAPANI
Nicolò, del suo comportamento [...se non ci sono io... c 'è tuo fratello!! ... domani! ...
così mi ha detto SAL VO!] .

NICOLO' : ... come finisce ( a ~ ~ e nfinisce


a ndrl... tuo marito se lo
manda a chiamare!.... (in effetti D I TRAPANI Diego sta
scontando il residuo pena in regime di arresti domiciliari,
ndr)
MARIA ANGELA: ... nooo...
NICOLO': ... non ci va!
MARIA ANGELA: ... ieri m i ha detto... ieri m i ha detto... (si riferisce al
marito MADONIA Salvatore, con il quale ha avuto un
colloquio il 09 febbraio 2006 presso il carcere di L'Aquila,
ndr)
NICOLO' : ... non ci và!!...
MARIA ANGELA: si...
NICOLO' : ... se lo mandasse a chiamare ...
MARIA ANGELA:
NICOLO':
...
che?
che dice... ti Dare che è finita così?

MARIA ANGELA: ... dice... m i fa... dice... tu... dovete fare... forse Der
fare Dace... ali ho detto... io vado da auesto
stronzo?!!... a l i ho detto... com~letamente!!... dice... tu
qli devi dire .... ehhhh... non ho niente... ali devi fare
così... ali ho detto... inc... ali devo fare... ti Dareva che
me lo scordavo?... allora sei "locca". .. che oensi che
me l o scordavo!?... ci sono... se non ci sono io... c'è
#
t
(parole proferite da MADONIA Salvatore alla moglie DI
TRAPANI Maria Angela, ndr)

'O0 Cfr. allegato C2


Dall'analisi di quest'ultimo tratto di colloquio emerge la consapevolezza dei
moli ricoperti dagli indagati in seno alla compagine associativa. Difatti, l'ipotizzata
convocazione del reggente del mandamento ad un colloquio carcerario di tipo
"chiarificatorio" al cospetto di MADONIA Salvatore, faceva chiaramente emergere
quali fossero le gerarchie di riferimento cui DI TRAPANI Diego doveva
necessariamente sottostare. Oggetto dell'eventuale chiarimento - come può evincersi
dalle altre intercettazioni, riportate sin qui nella trattazione di questo prowedimento -
gli attriti sorti in famiglia per la gestione del mandamento da parte dell'attuale
reggente, non condivisa dai congiunti detenuti. La frase riportata da Maria Angela al
fratello a proposito di ciò che il marito MADONIA Salvatore le aveva assicurato,
nel corso del colloquio sostenuto due giorni prima (del 9 febbraio 2006) h.. se non ci
sono io... c'è ... domani!...l legittimava la posizione ed il ruolo di
tuo fratello!!
spessore dei due detenuti, che, nell'ipotesi di una futura scarcerazione avrebbero
potuto riprendere le posizioni di primo piano ricoperte in seno alla consorteria da
liberi, ma che, in ogni caso, anche da detenuti continuavano a influire sulla vita
dell'associazione criminale. Anche in questa sede traspariva, quindi, una conclarnata
insoddisfazione da parte del vertice associativo, ancorché ristretto, nei confronti della
gestione pro-tempore del mandamento da parte di DI TRAPANI Diego.

I1 17 giugno2006 DI TRAPANI Nicolò veniva nuovamente intercettato a


colloquio con la sorella Maria Angela, la madre SGROI Rosa,. .ed i nipoti
MADONIA Francesco e GRECO Francesca. ) Da questa
intercettazione si aveva la conferma dell'ascesa di DI TRAPANI Diego al vertice del
mandamento di Resuttana; il dato, peraltro già emerso anche nel precedente colloquio
carcerariosi concretizzava grazie alle confemie indirette fornite dagli astanti;
conferme riguardanti la gestione della cassa comune, gestita evidentemente sotto la
diretta responsabilità del vertice del mandamento. Al fine di meglio contestualizzare
le vicende partecipate, si rammenta che il 13 giugno2006 DI TRAPANI Maria
Angela, unitamente alla suocera, si era recata dallo zio DI TRAPANI Diego.
Di tale incontro, nel colloquio in disamina, era data immediata
notizia al detenuto che, a tal proposito, si informava con la madre chiedendo se DI
TRAPANI Diego provvedesse regolarmente ad elargirle denaro; dalla discussione si
t
poteva comprendere come:
- il detenuto, al quale veniva chiesto il permesso, acconsentiva a che i familiari
(nello specifico la sorella Giuseppina) si recasse a batter cassa dal reggente del
mandamento, per far fronte ad alcune contingenti difficoltà economiche;
- a SGROI Rosa fossero effettivamente giunti dei soldi (la donna indicava, con le
mani, al figlio il segno UNO, evidentemente per quantificare l'ammontare della
elargizione);
- si fosse finalmente instaurata (anche se di recente: "da ora") una ciclicità nelle
dazioni di denaro alla stessa SGROI, da parte del DI TRAPANI Diego (in
particolare si evidenziava che erano "due volte" che il DI TRAPANI provvedeva
alle esigenze della cognata).

ROSA: tua sorella ..:ha bisogno (di denaro, ndr) ...


NICOLO ': chi?
ROSA: GIUSI ...
NICOLO ': eh!
ROSA: ci può andare dallo ZIO ... dalla ZIA LINA? (owero da DI
TRAPANI Diego, ndr)
NICOLO ': e vacci! ... vacci domani
ROSA: dice ... tanto ...
ANGELA: io ci sono dovuta andare! ... ci sono dovuta andare questa
settimana!
NICOLO ': e che ti ha detto?
ANGELA: perchè ... ero con mia suocera (GELARDI Emanuela, ndr)
NICOLO ': ma a te, te li danno? (si rivolge alla SGROI Rosa, ndr)
ROSA: ... uno (indica "uno" con l'indice destro, ndr)
ANGELA: ... ora, sta cominciando ...
NICOLO ': (inc) ... lui? (si rivolge alla SGROI Rosa, ndr)
ROSA: eh! ... uno! ... si, si
ANGELA: no, no, aspetta ... si ... pure per mia suocera, uguale ...
ROSA: ... no ... uno ...
ANGELA: (inc) ... (indica "uno" con l'indice sinistro, ndr) ... sono insieme,
hai capito? (unisce le dita indicando il segno di vicinanza, ndr) ...
NICOLO ': eh!
ROSA: siamo ...
NICOLO ': ... ma sempre, tutti (incomprensibile) ?
ANGELA: ora! ... da ora!
ROSA: ora! ... due volte! ... due volte!
ANGELA: da ora!
ROSA: ho fatto il biglietto per venire qua! ...
NICOLO ': mh!

Lo sviluppo del colloquio intercorso tra DI TRAPANI Nicolò e Maria Angela,


oltre a fornire elementi individualizzanti di inequivocabile portata sulla figura di
BONANNO Giovanni, anche in questa occasione indicato come NIPOTE DI TUA
SUOCERA, qualificava fortemente il ruolo di spicco e l'autorevolezza attribuita a DI
TRAPANI Nicolò in seno a Cosa Nostra. Nella circostanza, infatti, DI TRAPANI
I
Maria Angela - dopo avere domandato al fratello se, in passato, fosse stato lui a
promuovere l'ascesa di BONANNO Giovanni verso posizioni di rilievo
nell'organizzazione mafiosa - raccontava di un incontro avuto tempo addietro
(unitarnente alla suocera GELARDI Emanuela) con CINA' Antonino, nel corso del
quale proprio quest'ultimo le aveva posto il medesimo quesito, facendo, quindi,
capire che nessuno a lui vicino avesse mai favorito la leadership di BONANNO.

ANGELA: Nicola ma quando ci fù ... ti ricordi ... la NIPOTE D I M I A


O A
- g m..

NICOLO' : eh ...
ANGELA: #
NICOLO' : ma quando? ...
ANGELA: -n
NICOLO' : ma che m i interessa ,.. ...
~ r i m a a GIOVANNI?
ANGELA: eh...
NICOLO' : ma chi ...
chi le sa aueste cose! ..
ANGELA: S)
1
NICOLO': 1.
ANGELA:
NICOLO' : .M
-
1..-1
ANGELA: s a
... ...
Antonino. n d r l "io le voalio fare una domanda ma
m i dica" ...
io muta e muta sono rimasta rende e
m i fa. dice: "a L E I (intende la n i ~ o t ed i sua suocera,
L
fni
f ote i s
f
gli faccio ...
auardi non lo so! ...
"ma chi allora?" ...
NICO' vogliono fare cadere tutto da questa parte, io le ho
captate tante volte queste cose, hai capito? ... "

NICOLO' : si! ...


ANGELA: perchè si asciuga, quando le cose vanno male ...
ah ... no...
loro, ... hai capito? prendo e ali faccio: d i certo non l o
9 9
9
g g
[...l
NICOLO':

Gli ultimi tratti di conversazione intercettati sono estremamente qualificanti


sotto il profilo associativo, in specie perchè forniscono riscontro allo spessore
criminale riconosciuto al detenuto da terzi che, estranei al più ristretto nucleo
familiare MADONIA-DI TRAPANI, sono senza alcun dubbio personaggio di rango
mafioso assoluto.
Il fatto che a più di dieci anni dalla sua carcerazione esponenti di vertice
dell'associazione criminale cosa nostra, quali CINA' Antonino, si preoccupassero di
domandare se l'ascesa di BONANNO Giovanni fosse stata o meno promossa da DI
TRAPANI Nicolò vale certo a riconoscere, in capo a quest'ultimo, un'autorità tale da
potere influenzare dinamiche di vertice proprie del mandamento.

Anche gli elementi emersi dall'ascolto del colloquio del 14 ottobre 2006 -
intercorso tra il detenuto, la sorella Maria Angela e la madre SGROI Rosa -
contribuiscono ad arricchire il quadro investigativo sul conto dell'indagato, facendo
emergere dati informativi di sicuro interesse. Nello specifico DI
TRAPANI Maria Angela aggiornava il detenuto sugli ultimi sviluppi nei rapporti tra
il mandamento di Resuttana, retto dallo zio DI TRAPANI Diego, e l'allora latitante
LO PICCOLO Salvatore, lasciando chiaramente comprendere come, nell'ultimo
periodo, si fosse creata una profonda frattura tra LO PICCOLO e lo zio.

M. ANGELA: ora a auanto pare ... (con il ~ o l l i c ee I'indice della


sociaetto della frase che seaue NDRI ... eehh! ... dalla
Z I A LINA ... non si ci fa vedere e sentire! ... e auesti
v
Jsfr a l'in ice
v
NICOLO r: ... (indica la sua sinistra con il capo, ndr)
M. ANGELA: ... LO PICCOLO ... (labiale, ndrl ...
NICOLO' : ... (non capisce, ndr)
M. ANGELA: {ripete. ndrI ... LO PICCOLO ... (con il ~ o l l i c ee I'indice
d i
NICOLO': ah! (annuisce, lasciando intendere di aver capito, ndr)
M. ANGELA: a
#
a
t st non san o
p p a

L
NICOLO': L)
( 0 0
mano destra indica aualcosa di PICCOLO) ...
M. ANGELA: ... (ripronuncia qualcosa con il labiale e con il pollice e
I'indice della mano destra indica qualcosa di PICCOLO,
confermando le asserzioni del fratello, ndr)
NICOLO' : sicuro!
M. ANGELA:
NICOLO r : sicuro!
M. ANGELA: ... dice ... (riprende a raccontare quanto riferitole da DI
TRAPANI Michele, ndr) ... siccome QLIELLO si scanta ...
(riferito a D I TRAPANI Diego, ndr) ...
NICOLO' : che certo! ...
I1 tratto di interesse continuava con il detenuto che, ritornando in argomento,
chiedeva notizie dello zio DI TRAPANI Diego, evidenziando, nell'occasione, quali
fossero i pericoli in cui lo stesso sarebbe potuto incorrere, a causa dei contrasti sorti
con LO PICCOLO Salvatore. DI TRAPANI Nicolò, per come chiaramente si
percepiva, diceva di avere attinto notizie riguardanti le cause di tali fìizioni da un
altro sometto ristretto in quella stessa struttura carceraria, evidentemente a
conoscenza delle dinamiche associative più recenti. Ipotizzando, quindi, che questo
uomo d'onore potesse essere uno di quelli raggiunti dalla 0.c.c. seguita alla nota
operazione di polizia c.d. "GOTHA" (risalente al 20 giugno2006), si giungeva a
concludere, almeno in termini di probabilità, che lo stesso potesse essere individuato
in DI MAI0 Vincenzo, nato a Palermo il 29 ottobre 1944, uomo d'onore della
famiglia dell'Acquasanta, territorio, quest'ultimo, facente parte del mandamento di
Resuttana. Gli accertamenti esperiti presso la banca dati delle FF.PP., hanno difatti
permesso di appurare che il 17 luglio 2006 lo stesso DI MAI0 risultava essere stato
trasferito proprio presso il carcere di Parma.

DI TRAPANI Nicolò, quindi, consapevole del rischio incombente, ribadiva


più volte alla sorella l'ammonimento, da riportare allo zio DI TRAPANI Diego, a
"non uscire di casa ".

NICOLO' : ... va, gira, esce, fa? ...


ROSA: . . si ... sta là in mezzo (inteso in campagna, ndr) -
M. ANGELA: là i n mezzo
NICOLO':
0 - (
0
hai capito?!
M. ANGELA: ( l e
e
gesto Drecedentemente utilizzato Der mealio far
r
peraltro or-ciato contemporaneamente a tale
gesto)
p
...
INCOMPRENSIBILE ...
( ~ o r t ala mano destra
!
3
perché ...
NICOLO': (interrom~ela sorella, nd
)rl
Z I O DIEGO. ndr) ...
Derché se lo manaia a colazione!

M. ANGELA: si!
NICOLO' :
M. ANGELA: ... e mi fa (DI TRAPANI Michele, ndr) ... questo dice ... dice ...
noialtri pensavamo che ... io (indica se stessa, ndr) ... io! ...
avevo ... ehhh! (riferibile a LO PICCOLO, ndr) ... e che ...
INCOMPRENSIBILE ... avevano fatto ... dice ... vabbè, tutto a
MARIA ANGELA! ... gli ho detto ... io non so niente!
NICOLO': ...
ho letto le cose! ... ... ...
ho letto le cose! aua c'è lo
hanno portato!... ...
a uno ...
aià uno è aua!
[...l
NICOLO': ti sto dicendo ... ali devi dire alla ZIA LINA ( D I
TRAPANI Dieao, ndr) ... che S I STA DENTRO. TOTALE!
M. ANGELA: si
NICOLO': mi segui?! ...
M. ANGELA: si
NICOLO' : TOTALE! ...
i o le ho lette le cose! ...
l e h o lette!
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
NICOLO': ... e l u i ( D I TRAPANI Dieao. ndr)
destra al vetro, lasciando intendere d i aver
...
( ~ o r t ala mano
letto
aualcosa in Darticolare ed annuisce. ndr) ... ali è
piaciuto fare le confidenze (fonetico, ndrl?!
M. ANGELA: però dice che il nome no ... non ci sono! ...
NICOLO' : lui ...
come non c'è?! ...
carte scritte! (batte la mano
$9
M. ANGELA: ah! (cambia espressione, lasciando trasparire
preoccupazione, ndr)
NICOLO': c'è uno aua che me I'ha raccontato! ...
M. ANGELA: ah si?
NICOLO': uno che è aua ...
che era in auesta cumarca
Jcombriccola, ndr) ...
me l o ha raccontato tutto! e ...
lui ...
è Dure ...
aià lui l o sa! ( D I TRAPANI Dieao, n d r l
...Derché ha il carbone bannato! ...
perché m e l o
diceva a me! ...
che, OUELLO dice che auesto aua ...
J J
aualcosa d i PICCOLO: qesto precedentemente
utilizzato Der mealio f a r comarendere al detenuto il
nome LO PICCOLO. peraltro pronunciato
contem~oraneamente a tale a e s t o l dice che ...
...
piancieva, ~ r i m a ! auando era raaazzino dice che ...
pianaeva sempre! ...
auando era aua dentro! (in
carcere, ndr) ...
M. ANGELA: eh!
NICOLO' : 1
TRAPANI Dieao. ndrl
M. ANGELA: si
NICOLO': gli dice ...
ti è ~ i a c i u t oraccontare che OUESTO,
auando era raaazzino ...
oianaeva?! (LO PICCOLO,
...
n d r l eeehh... dici ...
pianaeva?!
M. ANGELA: ah! ... così?!
NICOLO': ... e tu lo consolasti! (riferito a D I TRAPANI Diego, ndr) ...
M. ANGELA: ah! ... ah, ho capito ...
NICOLO' : gli dici ...
eh! ...
me I'ha detto uno che è aua! (in
carcere. n d r l
M. ANGELA: ah! va bene
NICOLO' : m i ha detto ...
dice ...
diali che s i sta a casa!
M. ANGELA: mh! ... e, infatti, si è ritirato ... dentro ... (fonetico, ndr) ...
NICOLO': eh!

Commentando la situazione di estrema difficoltà di DI TRAPANI Diego,


Nicolò sottolineava la vicinanza di GENOVA Salvatore a LO PICCOLO, ed il
conseguente progressivo allontanamento di GENOVA dallo zio Diego.
In merito rileva la profonda conoscenza delle pregresse affinità intercorrenti
tra GENOVA e LO PICCOLO. Difatti, a conforto di quanto detto, DI TRAPANI
Nicolò ricordava alla sorella di quando lui stesso, evidentemente da libero, incontrava
il latitante LO PICCOLO Salvatore da GENOVA Santa, nata a Palermo il 14
gennaio 1947 sorella di Salvatore. L'episodio, seppur risalente negli anni, qualifica
ulteriormente il profilo criminale dell'indagato, che partecipava attivamente alle
interlocuzioni della sorella tese ad aggiornarlo sui più attuali equilibri interni
all'associazione mafiosa.

M. ANGELA: ... però ha a CARMELA (GENOVA Salvatore, ndr) che se la


tiene, hai capito?! ... gliel'ho detto ...
NICOLO': (interrompe la sorella e poggia la mano destra sul vetro
divisore, ndr) ... e di CARMELA ...
M. ANGELA: ... l'ha capito! ... ed io glielo avevo detto dall'inizio!
NICOLO' : ... di CARMELA ... PAROLA INCOMPRENSIBILE! ...
M. ANGELA: ... ti ricordi che io alielo avevo detto dall'inizio?! e ...
non m i ha voluto sentire! ...
ali ho detto ...
vedi che
CARMELA è ...
[con il ~ o l l i c ee I'indice della mano
destra indica aualcosa di PICCOLO: aesto
precedentemente utilizzato ~ e r mealio far
comprendere al detenuto il nome LO PICCOLO,
peraltro aià pronunciato contemporaneamente a tale
gesto, ndr) ...
(porta I'indice all'altezza del naso ad
indicare lo stare i n silenzio, ndr) ...
NICOLO':
M. ANGELA:
CARMELA là è!
...
...
dentro ce I'hanno!
... ...
si! e l'hanno capito, ora dice infatti Dure
CARMELA ...
dice ...
è un ~ o c h e t t i n odiscostata a l i ho ...
detto ...
ah!
NICOLO': i o ci andavo! ...
M.ANGELA: . gli ho detto ....
i o m i sento la coscienza (strofina la
mano sul etto, ad indicare la sua coscienza leaaera,
pulita, ndr)... che voi i miei zii ... ...
ve l'ho detto! ...
NICOLO' : io c i andavo ...
da SANTINA! ...
[GENOVA Santa, sorella
$li GENOVA Salvatore intesa CARMELA. n d r l
M. ANGELA: -
si
NICOLO' : da SANTINA ...
M. ANGELA: S)
NICOLO' : eh! (conferma, n d r l
M. ANGELA: 1
auesto!
NICOLO': mh! (conferma, ndr)

I1 colloquio del 20 gennaio 2007, poi, ofiiiva elementi probatori di primo


piano su DI TRAPANI che, per il tramite della sorella Maria Angela, attualizzava la
condotta associativa, interfacciandosi con i principali refèrenti mafiosi sul territorio
palermitano r&wamj.Nello specifico rilevava un tratto di
.02,.<>' *-m"W- *&,
interesse,
riguardante beni immobili di illecita provenienza, in relazione ai quali DI TRAPANI
Nicolò aveva incaricato la sorella di interessare GENOVA Salvatore, in quel periodo
reggente del mandamento, per poter recuperare somme provento della vendita di
questi beni. La circostanza non necessita di ulteriori commenti, in relazione allo
spessore criminale dell'indagato ed alla perentorietà dei toni da lui utilizzati
nell'esigere dal GENOVA Salvatore la risoluzione dellaproblematica di interesse.

NICOLO' : gli devi fare dire t u a ...


CARMELA ...
M. ANGELA: eh
NICOLO' : ...d i quelli là ...
del tabacchino ...
M. ANGELA: si
NICOLO' : voglio ...
voglio le cose del tabacchino! ...
tutte, t u t t e
... proprio si ...
vanno da QUELLO che I'ha pulita I'ha ...
fatta tutta bella pulita ...
I'ha venduta e cose gli dice ...
... quanto I'hai venduta e tutte cose!
M. ANGELA: mh!
NICOLO' : ... quanto I'hai venduta e tutte cose! ...
vai a cercarli ...
e li porti! ...
m i rispondi! ...
a questo ...
alllINGEGNERE!
M. ANGELA: se ...
se è stato l'INGEGNERE! ...
NICOLO' : se è stato LUI che I'ha venduta ...
gli dice a chi I'ha...
venduta ...
a chi non I'hai venduta e t u t t e cose!

Se già la tematica sopra riportata attribuiva al dialogo un indubbio valore


probatorio, le successive battute scambiate da DI TRAPANI Nicolò con la sorella
Maria Angela permettevano di addivenire ad ulteriori acquisizioni, in ordine a
precise responsabilità penali in capo al detenuto. DI TRAPANI Nicolò, infatti, si
spingeva ad avanzare, sempre per il tramite della sorella, una successiva richiesta a
GENOVA Salvatore, da riportare pure ad un altro soggetto (che, secondo quelle
. - consolidate modalità gestuali utilizzate dagli indagati, doveva identificarsi, con
8 certezza in LO PICCOLO Salvatore). Questo interessamento da parte di GENOVA
e di LO PICCOLO doveva essere finalizzato all'approntamento di una somma di
denaro da utilizzare poi ver il recupero di alcuni beni immobili riconducibili alla
famiglia DI TRAPANI, che di lì a qualche tempo sarebbero stati venduti all'asta.
Questa tematica, peraltro, era stata pure affrontata nel corso di altro colloquio
carcerario del 14 dicembre 2006 con MADONIA Salvatore; le emergenze
informative acquisite in quel dialogo risultavano assolutamente sovrapponibili con
quanto emerso in questa sede: emergeva, quindi, l'univocità d'intenti tra i due
cognati, che seppur ristretti riuscivano a promuovere contatti di elevato profilo
associativo.L'interessamento dell'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, per il
tramite del reggente del mandamento, qualificava ulteriormente gli elementi probatori

/+
penalmente rilevanti a carico di un soggetto detenuto al 4lbis-0.p. della caratura
criminale di DI TRAPANI Nicolò, che, nonostante tutte le limitazioni imposte da
regime detentivo impostogli, poteva comunque inserirsi in circuito comunicativo di
qualificatissimo spessore criminale.

NICOLO': e ali deve ... ali dice pure a ... M I A CUGINA ... (con
) 1
1
utilizzato Der indicare LO PICCOLO Salvatore. n d r l ...
che si interessa L U I Der auel discorso!
M. ANGELA: eh! ... gliel'ho detto, pure! ... non ho avuto risposta!
...
NICOLO':
M. ANGELA:
NICOLO':
*
ali dici che alielo mando a dire I O

eh!
M. ANGELA: sia ... ... ...
sia sia d i PIETRO ...e sia anche per aueste
cose d i MAMMA ... se m i faceva ...
se mi Doteva mi ...
poteva aiutare (economicamente, n d r l ...
NICOLO': eh!
M. ANGELA: non ho avuto risposta! ... boh ... NICO'
NICOLO': ...
... e certo comunque ...
M. ANGELA: perchè SALVO (MADONIA Salvatore, n d r l me lo ha
detto ... dice ...
vedi se me la fa a me ...
~ersonalmente
...
NICOLO' : la cortesia!
M. ANGELA: l'ho mandato a dire, ma non ho avuto risposta!
NICOLO' : e alielo mandi a dire di nuovo! ...
ali dici
non è che è da ora! (inteso e da molto tempo, ndr)
... ...
M. ANGELA:
NICOLO': comunque ...
M. ANGELA: speriamo!

All'evidente rilevanza penale della condotta posta in essere, nell'occasione, da


., .-
DI TRAPANI Nicolò, si aggiunge una considerazione .
a supporto di quanto finora
illustrato circa le posizioni gerarchicamente ricoperte dall'indagato all'interno della
Cosa Nostra.
La ricerca di una interlocuzione, per il consolidato tramite della sorella Maria
Angela, con il noto LO PICCOLO Salvatore, all'epoca massima espressione del
contesto criminale palermitano, contribuisce ad avvalorare la ancora attuale
collocazione di DI TRAPANI Nicolò in una posizione di vertice in seno
all'associazione mafiosa.
g) I1 ruolo di DI TRAPANI Michele.

1. Breve biografia criminale di DI TRAPANI Michele.

DI TRAPANI Michele di DI TRAPANI Nicolò e di GENOVA Giuseppa,


nato a Palermo il 4 ottobre 1943, pregiudicato per reati associativi mafiosi, il 9
maggio 20Q2 terminava la misura di sicurezza della Libertà Vigilata. L'indagato è
fiatello dei più noti mafiosi DI TRAPANI Francesco (deceduto) e Diego, che,
entrambi in tempi diversi, hanno ricoperto la carica di reggente del mandamento di
Resuttana, in sostituzione di MADONIA Francesco e dei figli di quest'ultimo.

E stato in passato indicato da diversi collaboratori di giustizia, quale uomo


d'onore appartenente alla famiglia mafiosa di Cinisi (luogo in cui risiedono i DI
TRAPANI), unitamente ai fratelli. Durante la presente attività di indagine, si
acquisivano elementi penalmente rilevanti a carico del predetto DI TRAPANI
Michele, idonei ad attualizzare il suo organico inserimento nel contesto associativo in
questione. E' opportuno evidenziare, ancor prima di procedere alla illustrazione di
quanto emerso su DI TRAPANI Michele, che lo stesso veniva chiamato criticamente
con il nome di battesimo "zio Michele" ovvero - con la solita attribuzione del nome
della moglie - con il nome di "zia Sara", in effetti corrispondente al diminutivo della
moglie identificata in PALAZZOLO Maria Rosaria, nata a Cinisi il 2 gennaio
1946, chiamata da tutti "Sara".
2. La decriptazione del linguaggio. Le modalità di identificazione di DI
TRAPANI Michele.

Anche in questo caso, occorre premettere innanzitutto che il nome "ZIA


SARA " era utilizzato prevalentemente da DI TRAPANI Maria Angela nel corso dei
colloqui carcerari con i propri familiari. Capitava, inoltre, che DI TRAPANI Maria
Angela, nella foga di raccontare gli eventi, abbinasse il nome ZIO MICHELE con
ZZA SARA per raccontare lo stesso episodio.

In questo senso, veniva riscontrata nel corso del colloquio carcerario effettuata
il 9 febbraio 2006, tra DI TRAPANI Maria Angela ed il marito detenuto, quando la
donna raccontava un episodio nel quale era intervenuto DI TRAPANI Michele

SALVO: ..ma anzi meglio, perché tu vai da lui, da lui, perché avete
due ore di colloquio e gli fai tutte queste cose... padr...
padr ...,tu me lo devi dire se, se è giusto questo discorso,
tutte queste cose...devi dire: senti, ma è giusto? Ma per voi
altri è giusto? Che, voi altri in questo periodo, ne sono a
conoscenza che... vi è arrivato (fonetico, ndr.) ed a noi
altri niente!? Ne a me e neanche a mio fratello!
ANGELA: ... la siqnora sai cosa ha detto: "non ne sapevo niente!"...
(lo ZIO MICHE... La zia sarai se la è manaiata, dice, mi
ha raccontato, dice, che dobbiamo fare dice..., dobbiamo
fare finta (..incompr..)..

Dunque, si discute sempre del "mensile" che sarebbe dovuto arrivare a DI


TRAPANI Maria Angela da parte di MADONIA Aldo, e si riporta che - di fronte alle
giustificazioni addotte da questo - "Zio MicheleIZia Sara" era intervenuto (con ciò
dimostrando di avere ancora "voce in capitolo" in dinamiche associative).

Inoltre, nel prosicguo del colloquio DI TRAPANI Maria Angela riferiva al


coniuge, "l'euforia" manifestatale dallo zio DI TRAPANI Michele (owero ZL4
SARA), che, a seguito del colloquio avuto con lo stesso detenuto (19 gennaio 2006 -
non documentato), aveva iniziato a rapportarsi in maniera diversa con il fratello
DIEGO, in ragione della maggiore considerazione accordatagli [... LUI (DI
TRAPANI Michele, il quale ha presenziato al colloquio in carcere con il MADONIA
Salvatore in data 19 gennaio 2006, ndr) è stato contento che L'hai chiamato, perchè
era messo completamente... (allunga le braccia verso il basso lasciando intendere
r
"da parte'', ndr)... ora si sente invece.... (alza le spalle, lasciando intendere
"importante", ndr) ... perchè si sente più forte con te!...].

Gli accertamenti effettuati presso la casa circondariale dell'Aquila hanno


confermato che il 19 gennaio 2006 è effettivamente avvenuto un colloquio carcerario
tra DI TRAPANI Nicolò e DI TRAPANI Michele. Ulteriore significativo riscontro si
aveva nel corso del colloquio carcerario del 14 dicembre 2006, quando DI
TRAPANI Maria Angela riferiva al marito detenuto di avere ricevuto, nel corso di
altro colloquio effettuato il 7 dicembre 2006, specifiche direttive da MADONIA
Giuseppe, affinché sollecitasse lo zio DI TRAPANI Michele ad intraprendere, per
nome e per conto dei MADONIA, con il costmttore SBEGLIA, una nuova attività
imprenditoriale. Anche in questo caso, nel corso del racconto, la donna, chiamava DI
TRAPANI Michele prima con il nomignolo ZIA SARA e successivamente con il
&al).
nome ZIO Michele (&,kjce~~b

M. ANGELA: ...
Eh... e ora... ora mi ha detto (riferisce quanto le ha detto
MADONIA Giuseppe, ndr) dice ...
ora io mi sento un
...
pochettino e tu mi devi dire come mi devo comportare! ...
..
Anche se già ha fatto il passo. M i ha detto dice... dì... ...
m
m .
(abbassa .
il tono .
della voce,
..
ndr) ... costruzioni... costruire. SBEGLIA... dice che c'era
... ...
QUESTA che una volta ... dice voleva. insieme dice .. ... ...
a NINO... dice ...voleva fare questa dice ...
siccome ... ...
dice... l'abbiamo tenuta ferma...
[...l
M. ANGELA: - Gliel'ho detto alla Z I A SARA... Mi ha auardato gli ho ...
detto... ha detto... e? Gli ho detto: si. mi
...
ha detto che una arte è tua E' sicuro MARIA ANGELA?
I o ho la mia parte?! Gli ho detto: si mi ha detto (ride, ....
... ...
ndr)... si... si... mi ha detto dice loro so... noi siamo in
cinaue... in cinaue con te!
[...l
M. ANGELA: ...perchè ...dice... non vorrei che con questo discorso di
GIUSY, gli può sembrare ...
la verità di quello che è... e io...
m: chi te I'ha detto? Gli ho detto:
(abbassa il tono della voce) ...
NINO me I'ha detto!
Sicuro? ... Perchè io... dice... faccio quello che mi dice
NINO (abbassa il tono della voce)... gli altri non voglio
sentirli... dice... che poi un domani mi dicono che non è
vero... \
3. Gli ulteriori elementi penalmente rilevanti.

In merito agli elementi emersi a carico del predetto DI TRAPANI Michele, si


riportano di seguito gli stralci di alcune conversazioni ambientali, registrate in
occasione di colloqui carcerari effettuati da DI TRAPANI Maria Angela con i
propri congiunti ristretti nelle varie strutture carcerarie. Dall'ascolto, emergevano
infatti alcune circostanze utili a delineare il ruolo ricoperto dall'indagato in seno
all'organizzazione mafiosa.

Nel corso della conversazione ambientale registrata il 20 giugno2006, alle ore


1 5 5 1 , all'interno dell'autovettura di DI TRAPANI Maria Angela tra la stessa e lo
zio Michele, venivano captati accenni fatti dagli stessi all'operazione di polizia
avvenuta nottetempo (c.d. Gotha). La donna ammoniva lo zio, affermando che tra
non molto anche lui sarebbe stato arrestato [ & & ~ A T O ; J ~ ) .

MICHELE: macello c'è!. ..


M. ANGELA:
MICHELE:
.. ...
si. cinquanta e ancora dice che qualcuno c'è nè ...
comunque! (si accavallano le voci ndr.)
M. ANGELA: Ma vero ...incompr...
MICHELE: stanno bloccando tutte le parti!
M. ANGELA: Vero! E ~ ozio i Michè a momenti venaono a bussare da
te... scommetti?
MICHELE: ah...
M. ANGELA: ...incompr... no per la rivincita... ..- t.?

MICHELE: ah...
M. ANGELA: no... suppongo (fonetico ndr.) ...
MICHELE: si...

Della legittimazione di DI TRAPANI Michele, in conseguenza del suddetto


incontro con MADONIA Salvatore, si aveva conferma anche da altra vicenda, in cui
l'indagato stesso affiancava il Fatello Diego, reggente del mandamento. Nello
specifico, nel corso di una conversazione telefonica awenuta il 9 luglio 2006 alle ore
13:26, tra DI TRAPANI Maria Angela e la sorella Giuseppina, quest'ultima,
riferiva alla sorella che, tra l'altro, la sera precedente aveva ricevuto la visita dello zio
Michele, che aveva riferito a DI PACE Francesco (genero della donna) che lo zio
Diego lo avrebbe voluto incontrare; la stessa aggiungeva che, nell'occasione, DI
TRAPANI Michele aveva pure precisato come sarebbe dovuto essere egli stesso ad
accompagnare DI PACE Francesco dal reggente, senza nulla specificare, invece, sul
merito della convocazione [.. .perche ieri sera lo zio Michele ci ha detto ... dice ti
vuole parlare mia cognata li ...e ... dice ...però ti accompagno io ... dice devi venire
con me ...l. La suesposta vicenda appariva fortemente significativa, poiché utile a
valutare più congruamente il ruolo assunto dallo stesso DI TRAPANI Michele, che,
nella circostanza, adottando per l'accompagnamento di DI PACE modalità tipiche
dell'associazione mafiosa, aveva, di fatto, collaborato al circuito relazionalefacente
capo al reggente del mandamento f ~ i @ & ~ . h Z i i ) .

Ulteriore dato inconfutabile emergeva nel corso del colloquio carcerario del
giorno 3 agosto 2006, quando DI TRAPANI Maria Angela raccontava al suocero,
che il figlio di questi MADONIA Giuseppe le aveva chiesto di sapere se suoi zii DI
TRAPANI Diego e Michele collaborassero tra di loro (riferendosi sicuramente alla
reggenza del mandamento). La donna continuava riferendo che non appena aveva
rivolto la domanda allo zio MICHELE, questi le aveva enunciato con tono ironico
che non vi era alcuna collaborazione. La donna affermava altresì di aver riferito allo
zio DI TRAPANI Diego, che il comato MADONIA Giuseppe aveva disposto che
DI TRAPANI Diego e DI TRAPANI Michele dovessero collaborare nella reggenza
del mandamento i*3
, con ciò dimostrando la ancora attuale adesione al
i-.:....

sodalizio criminoso di D1 TRAPANI Michele.

FRANCESCO: auello, Michele, che fa niente?


MARIA ANGELA: niente
MARIA ANGELA: l'altra volta ...
gli avevo detto: tutte e due ...
insieme

FRANCESCO:
... la Z I A LINA ...
la Z I A LINA
(con la testa fa cenno di avere compreso)
MARIA ANGELA: no ... hai capito? perchè gli altarini suoi ...
non li vuole
.
scoperti (..ride. ..) la zia SARA.. hai capito?
FRANCESCO: no, non ho capito
MARIA ANGELA: (si avvicina di più al suocero) allora ...
l'altra volta ali ho
detto a tutti e due...
FRANCESCO: chi?
MARIA ANGELA: (abbassa notevolmente il tono della voce)
e lo Z I O DIEGO ... gli ho detto: PIPPO mi diceva non ...
siete insieme a aaaaaa (con le mani gesticola mimando
I'unione) a ...
e lo zio MICHELE fa: io? disonorato,
neanche mi fa arrivare a niente dice che ...
dice, ti
pare che ...
e rideva ...
sai Zio MICHELE la risata come
ce l'ha? Dice: si spaventa che io, non appena mi ci
infilo... da lui ... ..
gli scopro gli altarini di quello che
ha. Gliho detto: ma m i ha detto così. Eh, dice: vaglielo
a dire e vedi cosa ti dice. Ci vado e gli dico: vado...
dalla Z I A LINA e dico: vedi che PIPPO m i ha detto ...
n o n e ? che chissà ...
mi capisci? di essere (con
le mani mima I'unione). Mi dava a "straviare" (cambiava
discorso ndr.) Gli dico: vedi ...
insieme dovete va ...
bene, n o n ti preoccupare, digli che p e r ora m e la s t o
vedendo i o ...
poi, poi, p o i s i vede ...
s i parla ...
e i o che
devo dire ...
no, i o p e r ora ...
come s i dice la uso ... ...
però capisci come ...
e l o Zio Michele, c o n la risata, fa:
disonorato, disgraziato faceva cosi t i p o a parlare ...
I'hai presente t u ...
I'hai presente la sua risata cosi ...
FRANCESCO:
... dice... Dice: s i spaventa che i o
gli esce le cose sue ...
.....
dice

MARIA ANGELA: gli esce le cose sue ... hai capito? ...
Papa non è normale?
non è normale? non si capisce? conoscendo il pero ... cosa è
..
FRANCESCO: che pero che è ... lui dov'è che è ora? (parla di D I TRAPANI
Diego)
MARIA ANGELA: a casa
FRANCESCO: l?
MARIA ANGELA: (con la testa fa cenno di si) n o a casa è, però n o n p u ò
uscire
FRANCESCO: ...ah...
MARIA ANGELA: ...
pe rò n o n ouò uscire, h a i c a ~ i t o ? però (con le mani
mima il gesto del fare)
FRANCESCO: ...è rimasto arrestato dentro (ndr: in casa)
MARIA ANGELA: sempre la, si ...p ausa... è sempre una figura ... è sempre
una figura che ....
FRANCESCO: e suo fialio Nicola che fa?
MARIA ANGELA: aaaah ... è "babbigno" (stupido) come suo padre ... preciso
...
... però è tutto teso, teso, ... alto uno spilungone, alto,
alto e secco secco

Si riscontrava che effettivamente in quel periodo DI TRAPANI Diego si


trovava agli arresti domiciliari, come asserito da DI TRAPANI Maria Angela, cosi
come si riscontrava che lo stesso ha un figlio maschio a nome NICOLA.

Mesi dopo, di contro, DI TRAPANI Maria Angela, esternava al marito


, -.
l'insoddisfazione in merito alla condotta dello zio D1 TRAPANI ~ i e h & ,in quanto
questi, dopo essersi accreditato presso il fiatello spendendo il nome di MADONIA
Salvatore, non si era rivelato all'altezza delle "aspettative" dei MADONIA,
approfittando della situazione per un personale tornaconto [eh! ... e con questa
venuta (si riferisce al colloquio del 19 gennaio 2006) si è preso quello che serviva a
] ) Fafio,
lui, hai capito! ... perché ha avuto le ort te aperte!... .+ .,.: . . .-;:.. . .,
, A'., .

questo, che continua a confermare, comunque, la ancora attuale appartenenza a Cosa


Nostra di DI TRAPANI Michele.

Ulteriore conferma del molo assunto da DI TRAPANI Michele, seppur


secondario rispetto a quello del fiatello Diego, emergeva chiaramente quando si
concretizzava la deposizione di quest'ultimo dal ruolo di reggente del mandamento.
Nella circostanza proprio lo zio DI TRAPANI Michele avrebbe confermato alla
nipote Maria Angela quali difficoltà si erano improvvisamente concretizzate in capo
al fratello Diego. I particolari della vicenda venivano appresi il 14 ottobre 2006 nel
corso del consueto colloquio carcerario effettuato dal detenuto DI TRAPANI Nicolò,
con la madre e la sorella Maria Angela. In specie, risultava che DI TRAPANI Diego
aveva riferito l'assenza di qualsiasi contatto, seppur ricercato dallo stesso, con l'allora
latitante LO PICCOLO ~ a l v a t o r e ' ~ ' .

Nell'occasione (14 ottobre 2006), inoltre, si apprendeva che gli attriti sorti tra
LO PICCOLO e DI TRAPANI Diego si fossero in prima istanza concretizzati
nell'immediata cessazione dei flussi di danaro che pervenivano allo stesso DI
.
TRAPANI Diego [dice . . non C 8, per ora niente! ... dice ... è da quest'estate!]. In
estrema sintesi, quest'ultimo veniva estromesso dal vertice, come era certificato da
ogni dinamica interna al mandamento, del quale era stato reggente fino a poco tempo
prima. ~I]LLL%&&~ Cq). Questi fatti erano stati rappresentati a DI TRAPANI Maria
Angela anche dalla "Zia Sara" (= DI TRAPANI Michele) che, evidentemente, era a
conoscenza delle dinamiche associative del momento [... ci sento parlare la ZIA
SAM ... fa ... dice ... dice ... non 'è, per ora niente! ... dice ... è da quest'estate!
C

...la ZIA LINA mi fa ... niente, ti giuro ... nessuno viene più qua! ... 1.
Ancora, DI TRAPANI Maria Angela, nel corso del colloquio carcerario,
registrato il successivo 8 novembre 2006, riportava al marito detenuto le
preoccupazioni rappresentate dallo zio DI TRAPANI Michele, che in seguito alla
"rimozione" del fratello Diego, aveva riferito alla nipote di nutrire forti timori, anche
in ordine alla propria persona [... la ZIA S A M (owero DI TRAPANI Michele) fa
digli a SALVO che sono confusa! Mi spavento se questa disg... questa... questa
disgraziata della ZIA LINA che cosa ha combinato ... perchè non mi -parla... fa tutto
l1
I
ci... ci... ci ... la verità non me la racconta ... e a momenti, dice, me la fa... (mima il
gesto del tagliare la gola, ndr)... pure a me, dice, mi fa ... (mima il gesto del tagliare
la g o h , ndr). &xmb;&+~.
*+**a W", Ìl*?,rq- j'

MADONIA Salvatore, dunque, ribatteva che le


preoccupazioni esternate da DI TRAPANI Michele derivavano ad una sua non
adeguata partecipazione alla gestione del mandamento [... Però, UARLA ANGELA,
questo significa ... guando uno ha il carbone bagnato...l F

101
Leggasi capitolo 2.6 "Le fasi della deposizione di DI TRAPANI Diego".
L'l1 novembre 2006, DI TRAPANI Diego veniva raggiunto dal Fermo di
Indiziato di Delitto per associazione mafiosa aggravata, ai sensi dell'art. 416 bis,
commi I, 11, 111, W ,VI C.p,

Le condotte penalmente rilevanti ascrivibili a DI TRAPANI Michele si


perpetuavano anche dopo l'estromissione del fratello dal vertice del mandamento.
Difatti, lo stesso, in qualità di referente della compagine MADONIA - DI
TRAPANI, si occupava della gestione del patrimonio occulto. Nello specifico,
veniva accertato un ruolo attivo nella vicenda che aveva condotto al riacquisto,
attraverso aste giudiziarie, di alcuni beni immobili già appartenuti alla famiglia DI

'O2 Si rimanda al contenuto del successivo capitolo 6.13 "La vendita all'incanto del 06/02/2007".
4. L'appuntamento con il costruttore SBEGLIA. Il coinvolgimento di DI
TRAPANI Michele.

Quanto verrà ora riportato definirà in modo univoco il ruolo di DI TRAPANI


Michele di esecutore degli ordini emanati dai fratelli MADONIA, i cui ordini
giungevano per il tramite della nipote DI TRAPANI Maria Angela.

In particolare, saranno trattati gli elementi utili alla ricostruzione di un


incontro tra il predetto DI TRAPANI Michele - in rappresentanza dei MADONIA -
e un soggetto a nome SBEGLIA, imprenditore nel settore dell'edilizia, per
intraprendere un'importante attività imprenditoriale riguardante la costruzione di un
supermercato.

In particolare, nel corso del colloquio carcerario del 14 dicembre 2006, DI


TRAPANI Maria Angela riferiva al marito detenuto di avere ricevuto, nel corso di
un altro colloquio effettuato il 7 dicembre 2006, specifiche direttive da MADONIA
Giuseppe affinché sollecitasse lo zio DI TRAPANI Michele ad intraprendere, per
nome e per conto dei MADONIA, con SBEGLIA, una nuova attività
imprenditoriale. La donna specificava come il cognato Pippo si fosse particolarmente
raccomandato di rappresentare la questione a DI TRAPANI Michele, come iniziativa
di MADONIA Antonino, così riconoscendo, ancora una volta, in capo a
quest'ultimo, l'autorevolezza propria del capo Mandamento.

Nell'occasione, la DI TRAPANI ed il marito discutevano delle ipotetiche


quote da attribuire nell'eventualità di un buon esito "dell~investimento"@h'~c;à'ry)
&ll).

M. ANGELA: ... ...


Eh e ora... ora mi ha detto (riferisce quanto le ha detto
MADONIA Giuseppe, ndr) dice... ora io mi sento un
...
pochettino e tu mi devi dire come mi devo comportare! ...
Anche se già ha fatto il passo... Mi ha detto ...
dice... dì...
m
ò di fuori di tutto... (abbassa il tono della voce,
cosa... ~ e r al
ndr)... costruzioni... costruire... SBEGLIA... dice che
c'era OUESTA... che una volta ... dice... voleva...
insieme... dice... a NINO... dice... voleva fare auesta...
...
dice siccome ...
dice... l'abbiamo tenuta ferma...
SALVATORE : si ... ma... eh... auesto... o è scemunito... o è cretino!
! -
M. ANGELA: ...
Dice se ci... dice siccome... dice... questo è a parte... a
solo... dice... se aliela dici... LEI stessa con me... però ...
dice... pure LEI c'è... dice... ali diamo pure una
parte...dice...
SALVATORE : sangue mio ...
M. ANGELA: Gliel'ho detto alla ZIA SARA... Mi ha quardato gli ho ...
detto... ha detto... e io ho la mia arte? Gli ho detto: si. mi
ha detto che una arte è tua... E' sicuro MARIA ANGELA?
I o ho la mia parte?! Gli ho detto: si mi ha detto (ride, ....
... .. ...
ndr) si... si. mi ha detto dice...loro so... noi siamo in
cinaue... in cinaue con te!
SALVATORE : eh!
M. ANGELA: ... Perchè così mi ha detto... (abbassa il tono della voce,
ndr) e SBEGLIA! Dice... eh... va bene... t u fammi ...
INCOMPRENSIBILE e poi io... ...
SALVATORE: MARIA ANGELA... MARIA ANGELA... fammi ...
M. ANGELA: ...
Dice ma chi te I'ha detto?... PIPPO questa è la cosa... ...
che PIPPO mi fa: non alielo dire che te l'ho detto io... cali
devi dire che te I'ha detto NINO! (abbassa il tono della
voce, ndr) ...
PIPPO me lo stai dicendo tu! Tu non ti
preoccupare... tu ali devi dire che te I'ha detto N 1...
(ovvero MADONIA Antonino)
SALVATORE: ...
si ma c'è un motivo.. .
M. ANGELA: ...
... perchè ...dice non vorrei che con questo discorso di
GIUSY, gli può sembrare ...
la verità di quello che è... e io.. .
ZIO MICHELE mi fa: chi te I'ha detto? Gli ho detto: (abbassa
il tono della voce) ...
N I N O me I'ha detto! Sicuro? ...
Perchè io... dice... faccio auello che mi dice N I N O
(abbassa il tono della voce)... ali altri non voalio sentirli...
...
dice che poi un domani mi dicono che non è vero...
SALVATORE: Va be' ... ma ... quale è il problema basta... ...
M. ANGELA: gli ho detto si...
SALVATORE: basta.. .
M. ANGELA: però io te lo voalio dire ~ e r c h...
è
SALVATORE : chiuso, non mi interessa, sangu mio! Oh ...
M. ANGELA: ...p oi un domani dice... non è vero che ha la parte e auello
viene da me e da te... mi capisci?
SALVATORE : MARIA ANGELA... ti sto dicendo noi non siamo co... ...
cristiani di questi ...
se tu... te I'ha detto così questo è ...
poco ma...
M. ANGELA: Così mi ha detto!
SALVATORE: .
basta.. non andiamo appresso ...
M. ANGELA: Però ... ...
dice non altre cose... No! ... dice aueste cose! ...
... solo ...
solo auesta ... con QUELLO! ... dice, senza che
nessuno lo deve s a ~ e r e ! ...
SALVATORE : va bene ...
questo! ...
M. ANGELA: dice ...e vedere di Potere ...
(agita le mani, ndr) ... poi mi
fa
- ...ti rendo responsabile ... auesta cosa non la deve
saDere nessuno! ...
gli ho detto senti senti ...
gli ho ... ...
detto ...

L'evidente rilevanza neiì'ambito deii'associazione mafiosa della ternatica


trattata suscitava la perplessità di MADONIA Salvatore, che riteneva
r
particolarmente rischioso intraprendere una iniziativa imprenditoriale del genere,
proprio in un periodo in cui l'attività repressiva delle Forze di Polizia era più incisiva
[ ... Per ora c'è un fuoco! ...l.

Ulteriore sviluppo della vicenda in argomento emergeva 1'8 febbraio 2007:


nell'occasione DI TRAPANI Maria Angela presenziava ancora una volta ad un
colloquio carcerario con il marito MADONIA Salvatore. L'intercettazione forniva
utili elementi dai quali si percepiva che l'incontro tra SBEGLIA e DI TRAPANI
Michele doveva essere promosso da CORVINA (owero da GRAZIANO
Vincenzo), e comunque non era stato ancora messo in atto [ ... ah! ... gli avevo
chiesto anche di fargli quella cosa alla ZIA SARA, che mi aveva detto TUO ... PIPPO
(owero MADONIA Giuseppe) ... l'altra volta ... l'appuntamento con QUELLO ...
SBEGLIA! ... (accosta le dita indice, ndr) ... non mi ha fatto ... CORVINA non mi ha
fatto più sapere e sentire niente! ...l(ALLEGAZ~
A13).

Leggendo le emergenze del colloquio carcerario svoltosi il mese successivo,


più precisamente 1'8 marzo 2007, tra DI TRAPANI Maria Angela e MADONIA
Salvatore, si otteneva conferma in merito all'awenuto incontro tra il costmttore
SBEGLIA e lo zio DI TRAPANI Michele, avvenuto il giorno precedente (7 m a n o
2007), all'intemo di un sito messo a disposizione da GRAZIANO Vincenzo
(CORVINA) ed alla presenza di GENOVA Salvatore (owero CARMELA) ed altre
persone. La vicenda risultava essersi conclusa con un nulla di fatto, stante le evidenti
difficoltà prospettate da SBEGLIA che, pur confermando gli impegni presi in passato
con MADONIA Antonino, giustificava la sua indisponibilità in virtù dei sequestri
owero delle conJische subite [QUESTA PERSONA ... QUESTA ... gli ha detto ... dice
... si, ma ... dice ... quandotfir ... dice ... NINO me lo aveva detto ... dice ... otto anni fa
... ora ... ora ... sono consumato! (allarga le braccia, ndr) ... dice ... non ho ... mi
hanno tolto tutte cose ... e non possiamo fare niente!] 4).
A riscontro di quanto riferito da DI TRAPANI Maria Angela, circa
l'avvenuto incontro tra DI TRAPANI Michele e SBEGLIA, si raccoglieva una
conversazione telefonica avventa il 7 marzo 2007, tra la stessa Maria Angela e la
madre SGROI Rosa; quest'ultima, tra l'altro, riferiva di avere appena lasciato lo
ZIO MICHELE (owero DI TRAPANI Michele) presso i locali di una carrozzeria,
t.
siti nei pressi della abitazione della figlia, confermando indirettamente, quindi, la
presenza di DI TRAPANI Michele a Palermo(ALLEGATO M79).

M. ANGELA: Eh Mamma!
ROSA: IYarià... ma dove sei uscita?
M. ANGELA: a casa... dove posso essere...
ROSA: ah... era Patrizia allora con la macchina?
M. ANGELA: ...incompr... venuta tardi...
ROSA: perché eh... ho lasciato lo zio Michele dal lattoniere...
M. ANGELA: e va be ora sta venendo qua da me?
ROSA: Si!... Si!... I o sto ...incompr...
M. ANGELA: Va bene ciao...

Sulla base degli elementi sin qui prospettati, pare legittimo supporre che
"SBEGLIA" possa identificarsi in SBEGLIA Salvatore, nato a Palermo il 23
novembre 1939, condannato per reati di cui all'art. 416 bis ed altro. Sul conto del
predetto hanno reso dichiarazioni diversi collaboratori di Giustizia, indicandolo come
socio in affiìri dell'autorevole mafioso GANCI Raffaele, reggente del mandamento
della Noce. Lo stesso è legato da vincoli di parentela, attraverso il figlio Francesco e
la figlia Maria Rita con la famiglia PECORA, costruttori di Palermo, già indagati
per associazione per delinquere e per riciclaggio di denaro. SBEGLIA Salvatore,
inoltre, è stato indagato dalla D.E.A. americana e da organi di polizia nazionali, in
relazione alla famosa indagine denominata"Pizza Connection"; nell'ambito di questa
attività di indagine vennero emessi, a suo carico, i mandati di cattura nr. 323184 RMC
e nr. 164184 RMC, del 29 settembre 1984, emessi dal Tribunale di Palermo, perché
ritenuto responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico
internazionale di stupefacenti, in concorso con altri mafiosi tra i quali Gaetano
BADALAMENTI. In relazione ai predetti provvedimenti, SBEGLIA Salvatore
venne tratto in arresto 1' 11 febbraio 1986 a Palermo.

Successivamente, 1'11 novembre 1993, lo stesso veniva tratto nuovamente in


arresto, in esecuzione dell'ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 2111193
RGNR, emessa dal Tribunale di Caltanissetta nella stessa data, poiché ritenuto
responsabile, in concorso, della strage di Capaci; in particolare, lo SBEGLIA, veniva
accusato da alcuni collaboratori di giustizia, di avere acquistato il telecomando che
provocò l'esplosione dell'ordigno. Da questa accusa SBEGLIA veniva, poi, assolto.
I1 16 settembre 1995, poi, SBEGLIA Salvatore veniva tratto in arresto, in
esecuzione al Mandato di Cattura nr. l424185 APM, nr. 1817185 RGUI e nr. 2194
RMC, emesso dal Tribunale di Palermo il 27 luglio 1994, poiché ritenuto
responsabile, in concorso con altri, del reato associazione mafiosa. SBEGLIA
Salvatore veniva, poi, scarcerato nel mese di marzo 2000, per espiazione della pena.

Nel mese di maggio 2004, la Corte di Appello di Palermo, emetteva nuovo


decreto di confisca dei beni riconducibili a SBEGLIA. I1 valore dei beni oggetto del
provvedimento ammontava ad un valore di circa 50 milioni di euro.

In conclusione, dunque, DI TRAPANI Michele, su input dei MADONIA,


veniva prima affiancato a DI TRAPANI Diego nella gestione del mandamento; e poi
incaricato di una delicatissima questione: quella di un importante reinvestimento di
denaro, in cui avrebbe dovuto coinvolgere SBEGLIA Salvatore (reinvestimento non
Capitolo 3.
Gli altri soggetti facenti capo al mandamento di Resuttana.

a) La figura di SGADARI Vincenzo come risultante dalle intercettazioni. I


suoi contatti con BONANNO Giovanni, GUASTELLA Giuseppe e DI
PACE Francesco.

SGADARI Vincenzo, nato a Palermo il 27 marzo 1962, con precedenti di


polizia per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti
ed altro, attualmente gestisce due imprese edili, intestate al padre Pietro ed al proprio
figlio. Nel corso dell'attività investigativa risultava avere stretti rapporti di amicizia
con l'indagato DI PACE Francesco, di cui è il padrino cresima, e con lo zio detenuto
di quest'ultimo, GUASTELLA Giuseppe, già reggente del mandamento di
Resuttana.

I1 legame di conoscenza ed affetto con il recluso emergevano, in particolare,


nel corso di una conversazione telefonica tra gli stessi DI PACE (poi tratto in arresto
per associazione mafiosa nell'ambito del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., c.d.
Addiopizzo) e SGADARI nella quale il primo leggeva al secondo un passo di una
lettera inviata dal carcere dallo zio GUASTELLA Giuseppe: [...Oh, senti queste
righe.. .Caro nipote, awiandomi alla conclusione (n.d.r. verosimilmente della
1ettera)'devi dare un grosso abbraccio, sempre che riesci ad abbracciarlo, visto che
è un "pacchione" (n.d.r. grasso) a Enzo, a sua moglie ed a suo padre, da parte
mia.. .l. SGADARI, commentando i saluti, affermava che ormai non era più grasso
come quando se lo ricordava il detenuto. Questo episodio permetteva di apprendere
di un'amicizia risalente nel tempo tra SGADARI e GUASTELLA Giuseppe, già
reggente del mandamento di Reasuttana, ristretto in carcere dai 24 maggio 1998,
dopo essere stato latitante dal 20 febbraio 1996 al 24 maggio1998 (periodo in cui
ricopriva appunto l'incarico di reggente del mandamento di Resuttana).

Inoltre appare opportuno segnalare che SGADARI, impiegando le imprese


edili amministrate dal figlio, ha provveduto personalmente alla costruzione di una
villa per conto del DI PACE Francesco, nel comune di Carini via Pernice N. 8.
Nel corso delle investigazioni è stato documentato l'inserimento dello
SGADARI Vincenzo nelle dinamiche interne a Cosa Nostra anche in tempi recenti,
nonché la sua conoscenza di condotte ed awenimenti riguardanti BONANNO
Giovanni, soprattutto all'epoca in cui quest'ultimo aveva assunto la reggenza del
mandamento di Resuttana; peraltro le attività tecniche hanno permesso di appredenre
non solo di rapporti personali tra i due ma anche del ruolo di intermediazione svolto
dallo SGADARI tra BONANNO Giovanni (allora reggente del mandamento di
Resuttana) e DI PACE (come detto, associato mafioso ed uomo di LO PICCOLO
Salvatore).

In particolare dai contenuti della conversazione tra presenti registrata il 10


ottobre 2005 alle ore 12:18, progressivo nr. 432, all'interno dell'autovettura Jeep
Cherokee targata CW988NJ, di proprietà ed in uso a DI PACE Francesco (decreto
di intercettazione 2011105 emesso da codesta A.G. il 24 agosto 2005), si accertava la
piena conoscenza di SGADARI circa il ruolo di vertice ricoperto da BONANNO.
.t \. .-
..<i,,,

(&LE$AT&@~) L'inserimento del soggetto nella consorteria mafiosa si apprezza


peraltro dai commenti al comportamento dello stesso reggente, reo di gravi mancanze
nella gestione di denaro da destinare alle famiglie dei carcerati, ed al conseguente
rischio cui BONANNO si esponeva [... "Giovà, ma che vuoi discutere, lascia stare!
- .
Ti stai tenendo i soldi dei carcerati!? Vai e prendi e glieli porti...(incompr.).. (breve
pausa); minchia si tiene i soldi pure al carcerato! ... (..incompi-.) Giovanni
BONANNO (iincompr..), "ma vammi a cacare la minchia!". E' truffaaldo minchia
è truffaaldo! Io ieri sera pensavo, è truffaaldo! Gli ha fregato 7000 euro a Michele
PALERMO "di faccia a faccia"!. ..] ed ancora [,.ma tu devi vedere che deve venire
il giorno che lo "aitummuliano" (..incompr..), ora fa lo scaltro fa.. .(incompr..)...]

I1 dialogo forniva eloquenti elementi in merito all'esistenza ed alla gestione


della cassa comune della famiglia maJosa di Resuttana in capo a BONANNO
Giovanni, probabilmente già dall'ultima scarcerazione awenuta il 27 luglio 2003.
Lo stesso, come s'è già visto, era stato tratto in arresto in esecuzione dell'ordinanza di
custodia cautelare in carcere nr. 2099198 R.G.N.R. D.D.A. nr. 1748199 R.G.G.I.P.,
emessa il 28 luglio 1999 dal G.I.P. distrettuale di Palermo, poiché responsabile di
associazione a delinquere di tipo mafioso, di favoreggiamento personale nei confronti
di LO PICCOLO Salvatore e del di lui figlio Sandro - entrambi all'epoca latitanti -
e per aver gestito in qualità di "capo" la famiglia mafiosa di "Palermo - Resuttana".

Ulteriori acquisizioni si rinvengono nella conversazione ambientale registrata


il 31 ottobre 2005, alle ore 19:42, sempre tra DI PACE e SGADARI, all'interno
dell'autovettura Jeep Cherokee targata CW988NJ in uso al primo. Nel corso del
dialogo DI PACE rivelava al suo interlocutore alcune confidenze ricevute
direttamente da BONANNO circa le difficoltà economiche di questi, dovute
essenzialmente all'estromissione dalla gestione della "cassa" del mandamento
mafioso di Resuttana: ["'Franco! Prima ... la tenevo io, ora ... non la tengo più io .. "1
ed ancora [...lui, mi ha detto che lui (BONANNO Giovanni, ndr), "per adesso è da
cinque mesi che non ha un centesimo.."l. (~~LEOAT;O
G3)

SGADARI aveva previsto che si giungesse a questa nuova situazione -

evidentemente essendo a conoscenza delle regole interne all'organizzazione mafiosa


- ed aveva addirittura preventivato una possibile estrema ritorsione alla mala gestione
di BONANNO dei proventi illeciti confluiti nella cassa comune [...matu devi vedere
che deve venire il aiorno che lo "att~rnrnuliano"'~~
(.incompr..), ora fa lo scaltro
fa...(incompr..) .. .l.

Questa deduzione si avverava poi il 11 gennaio 2006, quando BURROSI


Monica, consorte di BONANNO, ne denunziava la scomparsa.

Le successive progressioni investigative permettevano di apprendere che


SGADARI e DI PACE erano a conoscenza dell'awicendamento al vertice del
mandamento di Resuttana, avvenuto in conseguenza della scarcerazione di DI
TRAPANI Diego (si veda il capitolo dedicato). Difatti nel corso della conversazione
ambientale - registrata il 21 ottobre 2005, alle ore 16:28, all'interno della Jeep
CW988NJ in uso a DI PACE Francesco - SGADARI Vincenzo, accennando ad
alcuni problemi lamentati da DI TRAPANI Maria Angela, commentava con DI
PACE come la stessa avrebbe potuto risolverli; in particolare la doma si sarebbe

9-
potuta rivolgere, per intercessione del marito detenuto MADONIA Salvatore, ad un

'O3 = Uccidono
soggetto inteso "u viddanu" e definito dal DI PACE Francesco come "1'unico che
può decidere ". (ALLEGATO G2)

In effetti, MADONIA Salvatore, nel corso del colloquio carcerario avvenuto


il 9 marzo 2006 per risolvere definitivamente alcune problematiche lamentate dalla
moglie DI TRAPANI Maria Angela le intimava di recarsi in "campagna" a
colloquio proprio con un soggetto individuato in DI TRAPANI Diego, [... Maria
Angela.... perchè noialtri combattiamo!?... minchia!... io ti sto dicendo... fai quello
che ti dico io!... lasciali perdere!!... vai... tu, quando ti ci presenti, sei SALVO...
dimentica .... Sei SALVO che ti ci presenti!... non ti ci mesenti tu!... devi dire...
senti vedi che io... SALVO... (gesticola, ndr)... e basta!.. però ci devi andare con gli
occhi "usciti di fuori"!... devi "acchiauuare" a LUI ... devi dire... senti... non
vediamo niente... non ve... non vi "risicateYJ,dice mio marito!!!!... non vi
rischiate!... Io non voglio sapere di quello... cioè... quanto meno ci lascia in pace?].
(ALLEGATO A2) L'appellativo u viddanu, quindi, risultava compatibile con la
persona di DI TRAPANI Diego, in quanto era fatto notorio che lo stesso, residente in
contrada Cipollazzo del comune di Cinisi, trascorreva l'intera giornata all'interno del
proprio giardino.

Indicative in questo senso erano, infatti, le acquisizioni di questa Sezione


registrate nella mattinata del 12 novembre 2005, due giorni prima del previsto
colloquio carcerario del 14 novembre 2005: DI PACE Francesco effettuava tre
telefonate al proprio padrino SGADARI Vincenzo affinchk quest'ultimo si recasse
ad incontrare, per suo conto, BONANNO Giovanni. 11 tutto al fine di reperire il
denaro spettante al detenuto GUASTELLA Giuseppe. ~&kk~iTa.B2-i3~3-.~4)

Infatti, alle ore 0957, del 12 novembre 2005, progressivo numero 954,
veniva registrata una conversazione ambientale tra DI PACE Francesco e
SGADARI Vincenzo. Dopo i convenevoli, DI PACE, si lamentava con il suo
interlocutore di non essere riuscito a comunicare con un terzo soggetto. SGADARI
Vincenzo rispondeva prontamente che, più tardi, si sarebbe recato lui stesso a casa di
BONANNO Giovanni ipotizzando che quest'ultimo stesse ancora dormendo [ ...
Giovanni BONANNO ... ci sto andando a casa...]. Con questa affermazione, lo
SGADARI, identificava in BONANNO Giovanni la persona che DI PACE non
riusciva a rintracciare. Questi continuava a lamentarsi definendolo un "cornuto". [...
in ogni caso lui, perché non mi incontra, non mi parla in faccia, che mi dice
apposto, risolto, viene tuo '@arrino9;tutto risolto, ma che minchia mi prendi per il
culo?][ALLEGATO G4). Era evidente che DI PACE avesse la necessità di volere
incontrare BONANNO o quantomeno riuscire ad ottenere qualcosa dallo stesso
anche attraverso suo "padrino" SGADARI.

Alle successive ore 12:17, veniva registrata una conversazione telefonica


effettuata in uscita dall'utenza nr. 33411463552, in uso al DI PACE e diretta
all'utenza nr. 34914368488, (intestata a LA BARBERA Maria, nata a Palermo il 21
dicembre 1955, ivi residente in via Itaca nr. 6), in uso a BONANNO Giovanni. Dopo
i convenevoli, BONANNO chiedeva se si era visto con suo padrino (SGADARI
Vincenzo) in quanto lo stava aspettando. DI PACE, dando conferma, comunicava
che si sarebbe recato più tardi presso la sua abitazione. Emergeva chiaramente che
SGADARI doveva incontrare BONANNO per conto di DI PACE, in quanto, nella
conversazione precedente SGADARI riferiva testualmente: "Giovanni BONANNO
... ci sto andando a casa... (&1&&~6&3)
j9.

Terminata quest'ultima conversazione, alle ore 12:20 il DI PACE chiamava


suo padrino SGADARI, cui riferiva di aver sentito a "quello" (= Giovanni
BONANNO) e che questi lo attendeva presso la sua abitazione. SGADARI
confermava che vi si sarebbe recato al più presto. ~ & & T ( s ~seguire,
~ ~ )durante
A
il pomeriggio, DI PACE chiamava ripetutamente suo padrino per conoscere l'esito
dell'incontro. Per ultimo, con la comunicazione telefonica registrata alle successive
ore 16:37, SGADARI confermava l'awenuto incontro e riferiva ironicamente che in
ogni caso avrebbe provveduto ad approntare egli stesso la somma danaro necessaria
all'indagato [SGADARI Vincenzo: ...apposto, apposto ... (contiuna a ridere) ...
"Figghiò" (ndr Figlioccio) se hai problemi te li presto io, non ti creare problemi,
stai tranquillo te li dò io, basta. Sei più contento così? Te li do io! Va bene?...
minchia, te li presto io non ti creare problemi Francè ...l In tutta risposta, DI
PACE Francesco, affermava: ["minchiache brutto quando uno ha di bisogno'y ...
Emergeva implicitamente l 'insolvenza di Bonanno.

Dall'analisi delle conversazioni di cui sopra, emergeva che il soggetto


contattato telefonicamente da DI PACE era sicuramente da identificarsi in
BONANNO Giovanni, e che l'argomento trattato era da ricondursi al ritiro di una
8
somma di denaro che SGADARI doveva prelevare da BONANNO per conto di DI
PACE; denaro sicuramente destinato a GUASTELLA Giuseppe per il suo
sostentamento in carcere ed allo stesso DI PACE, per affrontare le spese di viaggio
per recarsi a colloquio, effettivamente svoltosi il 14 novembre 2005 (due giorni dopo)
con lo zio GUASTELLA Giuseppe.

11 15 novembre 2005, all'indomani del colloquio carcerario anzidetto, DI


PACE unitamente allo SGADARI, si recavano in questa via Enrico Ibsen nr.7, dove
risultava essere domiciliato BONANNO Giovanni. I due all'interno del "residence"
s'intrattenevano pochi minuti dato che non constatavano la presenza di BONANNO,
" X ' r a * \

come annotato dal servizio dinamico opportunamente predisposto. &@@GATo'V~)

Anche in occasione del precedente colloquio effettuato da DI PACE con lo


zio GUASTELLA Giuseppe (il 12 luglio 2005), il gJorno semente l'indagato si
incontrava con BONANNO Giovanni, a chiara evidenziazione dell'esistenza di una
interlocuzione tra "carcerario" e BONANNO. Altra conferma del "mensile" che
BONANNO corrispondeva ai familiari del detenuto GUASTELLA Giuseppe,
perveniva nell'occasione da DI TRAPANI Maria Angela, durante il colloquio del
10 agosto 2005, effettuato con il cognato MADONIA Antonino; in specie, la stessa,
nel rappresentare l 'inadeguatezza di BONANNO nella gestione della "cassa" della
famiglia di Resuttana, elencava alcuni soggetti che puntualmente ricevevano denaro
per il sostentamento dei carcerati, tra i quali, nominava anche "PZNUZZLP';
nomignolo che usualmente era utilizzato proprio per indicare il noto GUASTELLA
Giuseppe. .al)Come sopra accennato, il I1 gennaio 2006 BURROSI
Monica denunziava la scomparsa del marito BONANNO Giovanni, i cui resti
verranno rinvenuti dopo più di un anno, grazie alla collaborazione di PULIZZI
Gaspare, già reggente della famiglia mafiosa di Carini.

Riguardo a questo evento, appare opportuno riportare la cronologia di alcune


conversazioni telefoniche, avvenute il giorno precedente la scomparsa (10 gennaio
2006) tra SGADARI Vincenzo e BONANNO Giovanni:

- il 10 gennaio 2006, alle ore 09:47:16, sull'utenza intercettata 33516482235 si


registrava una conversazione. Nella circostanza BONANNO Giovanni chiamava
SGADARI Vincenzo cui riferiva di trovarsi da Michele (verosimilmente presso la
sua attività) e di non averlo trovato; lo stesso chiedeva a SGADARI, di
l
rintracciare Michele e di avvisarlo della sua presenza; da successive conversazioni
Michele veniva identificato in PALERMO Michele, nato a Palermo 1'1 gennaio
1949, ivi residente in via Paolo Giaccone nr. 3, deceduto a seguito ad incidente
stradale il 20 giugno2007, in vita socio del figlio di SGADARI. L'utenza
chiamante 34810000695, risultava intestata a BURROSI Monica, nata a Palermo
il 12 luglio 1973, ivi residente in via Domenico Lo Faso nr. 7, moglie di
BONANNO Giovanni. ( ~ L E c : A %81) ~
- subito dopo, alle ore 09:48:52, da un'altra utenza telefonica a lui in uso
(33411264085) SGADARI Vincenzo chiamava PALERMO Michele riferendogli
che suo cugino (owero BONANNO Giovanni) lo stava attendendo alla pompa
(owero distributore Agip sito in Piazza Leoni, gestita
-. dal" *predetto
'i C \ * $'
PALERMO);
i.&, i
%t

Michele rispondeva che si sarebbe recato subito. wm~p;#4)


- a seguire, dall'utenza 335/6482235, SGADARI Vincenzo richiamava
BONANNO Giovanni e lo avvertiva che PALERMO Michele .
* gg> lo stava
raggiungendo. I due concludevano di vedersi più tardi. -i.i: .. li.

- alle successive ore 1355, BONANNO Giovanni richiamava SGADARI


Vincenzo al quale riferiva di aver parlato dell'assegno a quello (verosimilmente
PALERMO Michele), che si sarebbe impegnato di pagarlo [ . vedi che glielo ho ..
detto a QUELLO per l'assegno e mi ha detto che lo pagava 1; nel prosieguo ...
della conversazione BONANNO chiedeva allo SGADARI se aveva la
disponibilità di ventimila euro; l'interlocutore rispondeva in modo ironico di
essere all'asciutto e BONANNO concludeva che eventualmente ,
si sarebbero
risentiti in serata (tratto di conversazione in tono ironico). bm&@&#b)
k,*>" *L-

Le conversazioni sopra riportate, pur non trattando elementi penalmente


rilevanti, consentivano di far rilevare il rapporto fiduciario che esisteva tra l'allora
reggente del mandarnento mafioso di Resuttana - il defunto BONANNO Giovanni -
. .
e l'odierno indagato SGADAFU Vincenzo.
b) La figura di SGADARI Vincenzo nelle dichiarazioni dei collaboratori di
giustizia.

Infine, a conferma della partecipazione attiva alle dinamiche mafiose


dell'odierno indagato SGADARI Vincenzo militano le dichiarazioni rese da alcuni
collaboratori di giustizia.

In specie, NUCCIO Antonino, il 28 novembre 2007 dichiarava: "Non


conosco personalmente GALLINA. Confermo le dichiarazioni in precedenza rese
sullo stesso. In particolare in una occasione nella quale ho portato a Carini dei
pizzini e degli orologi, avevo lasciato il tutto a Enzo Sgadari detto "Bicicletta 'I... ".

L'episodio appena accennato, dava contezza del ruolo che lo SGADARI


Vincenzo, rivestiva all'interno dell'associazione mafiosa, quantomeno di persona a
disposizione degli associati.

La posizione di SGADARI veniva chiarita anche da altre dichiarazioni.

In specie, PULIZZI Gaspare dichiarava il 10 marzo 2008 di conoscere Enzo


SGADARI, tra l'altro perchè aveva costruito in tenitorio di Carini, e si era "messo a
posto" con Nino PIPITONE. I PIPITONE gli avevano, poi, su sua richiesta, risolto un
problema che aveva presso il Comune di Carini:

-
PULIUI Gaspare I O marzo 2008

ADR. A proposito della lottizzazione di Vincenzo SGADARIposso dire che ha avuto un rapporto
con Nino DI MAGGIO a cui ha pagato, ma non so indicare la c~fia.Lo so perchè prima l'ho commentato con
Nino PIPITONE CI.69 e dopo un paio di giorni con i LO PICCOLO. Sempre con Nino PIPITONE lo avevamo
incontrato perchè avevano un lavoro insieme. SGADARIlamentava un problema burocratico al comune (gli
avevano bloccato qualcosa) confermando di aver dato i soldi a DI MAGGIO.
Anche in questo caso ilproblema al Comune lo aveva risolto tramite OMISSIS, dopo l'arresto del
DI MAGGIO. -.
TRASCRIZIONE
COLONNELLO: Sempre a proposito di lottizzazioni, quella fatta da Vincenzo SGADARI.. avete
ricevuto soldi a titolo estorsivo da SGADARI?
PULIZZI: Io no, però so che SGADARI ha avuto u n rapporto con Nino DI MAGGIO.
P.M.: Che tipo di rapporto?
PULIZZI: Rapporto che SGADARI ha pagato per questa.. queste costruzioni, questa
lottizzazione che ha fatto.. non so la cifia, però so che SGADARI ha pagato a
Nino DI UAGGIO..
P.M.: Chi glielo ha detto?
PULIZZI: Allora.. prima l'aveva detto Sandro.. prima lo commentammo con Nino, quando
furono tutti arrestati eravamo e Nino, poi ci vedemmo.. no, poi ci vedemmo subito
con i LO PICCOLO, dopo un paio di giorni, due-tre giorni dopo Gotha,
parlammo pure di Enzo SGADARI' poi ci siamo visti noi con Enzo SGADARI
perché Nino gli fece dei lavori con i mezzi, avevano un rapporto di lavoro nella
lottizzazione, gli portò i camion, gli escavatori.. e con Enzo SGADARI
commentammo pure che aveva avuto un problema al Comune.. non ricordo che
cosa.. che cosa era, problemi burocratici al Comune.. Enzo SGADARI dice io a
Nino DI MAGGIO ci detti ipicciuli.. Già me I'aveva detto Sandro a me che
SGADARI aveva il rapporto con Nino DI MAGGIO.. ma poi me lo confermò
direttamente Enzo SGADARI, perché.. anche perché noi con.. a mò di battuta con
Enzo SGADARIgli abbiamo detto "ma comu semu cumrninati? ".. nel senso.. e
quello dice "guarda che io già sono pagato e strapagato ".. ma noi glielo
avevamo detto a titolo così.. a mo' di battuta a Enzo SGADARI.. Quello dice 'kià
il signor Nino DI MAGGIO si pigghiò i soldini''.
P.M.: E lui che problema aveva al Comune?
PULIZZI: AI Comune lui non ricordo bene, ebbe un problerna.. o una carta del Comune che
gli bloccarono qualcosa, però non ricordo bene bene bene cosa.
P.M.: E chiese aiuto a qualcuno per sbloccare questa situazione?
PULIZZI: Poi Nino.. Nino parlò con OMISSIS e gli fecero subito.. ma era un problema di
poco conto comunque quello che era successo.. proprio una carta, una
concessione..
COLONNELLO: E sa se SGADARI con Nino DI MAGGIO hanno parlato anche del terreno delle
monache? Se questo terreno doveva acquistarlo SGADARI in particolare?
PULIZZI: Questo non lo so.. no, questo non lo so.. il terreno io so che l'ha comprato Nino,
però poi non.. se si doveva fare qualche combinazione non lo so..
Omissis
(...) A proposito della lottizzazione di Vincenzo SGADARI, posso dire che ha
avuto un rapporto con Nino DI MAGGIO, a cui ha pagato.. ma non so indicare la
ciJi-a.Lo so perché prima l'ho commentato con Nino, dopo un po' di giorni con
LO PICCOLO. Sempre con Nino PIPITOhE l'avevamo incontrato perché..
PULIZZI: Un momento. Con chi I'aveva commentato? Con Nino DIMAGGIO o con Nino
PIPITOhE?
P.M.: Con quale Nino?
PULIZZI: Con Nino PIPITONE.
P.M.: Con Nino PIPITONE.
PULIZZI: Nino DI MAGGIO già era arrestato.
P.M.: sì.
8 P.M.: Sempre con Nino PIPITONE l'avevamo incontrato perché avevano un lavoro
insieme. SGADARI lamentava un problema burocratico al Comune, gli avevano
bloccato qualcosa, confermando di aver dato i soldi a DI MAGGIO.
PULIZZI: sì.
P.M.: Anche in questo caso il problerna al Comune era stato risolto tramite OMISSIS.
PULIZZI: Sì. Quando già non c'era più DI MAGGIO comunque.. questo discorso poi.. poi
chiede a noi, a me e a Nino e Nino parlò con OMISSIS.. non ricordo era una
carta, una concessione, gli avevano bloccato qualcosa, non ricordo bene.
... dopo l'arresto del DI MAGGIO (. .).

I1 27 giugno 2008, poi, PULIZZI Gaspare confermava quanto già dichiarato


sulla costniniione di Enzo SGADARI a Carini, e riferiva anche del ruolo di
SGADARI di recapitarepizzinida e per ""BMW"" da parte dei LO PICCOLO
- che nell'ordinanza c.d. Addiopizzo è stato identificato proprio nel suo amico DI
PACE Francesco.
-
PULIZZI Gaspare 27 giugno 2008

Quanto a SGADARI, confermo le dichiarazioni già rese. Era persona- denominata "Bicicletta"-
i parte di ""BMW"" (DI PACE Francesco - n.d.r.) per farli avere a Sandro
che m i faceva avere d e i p i ~ i nda
LO PICCOLO. Erano gruppi di pizzini, e non pizzini singoli. l o lo conobbi anche perché costruì in territorio
di Carini. In quella occasione, Sandro LO PICCOLO mi fece sapere che era già "a posto".
Per quanto riguarda questa lottizzazione, in c.da Milioti, ricordo anche che SGADARI si lamentava
perché - nonostante fosse "a posto" - il Comune di Carini non gli consentiva di andare avanti con i lavori
Nino PIPITONE andò dunque a parlare con OMISSIS che risolse il problema. OMZSSZS era un parente dei
PZPZTONE, imprenditore e politico, che spesso si vantava di questa parentela "importante" b u r se si trattava
di pregiudicati). I PZPZTONE non si lamentavano della spendita del loro nome, ed anzi lo lasciavano fare, per
poi utilizzarlo quando ritenuto necessario. OMZSSZS era il tramite tra la famiglia mafiosa di Carini ed il
Comune di Carini. Ciò mi consta sia perché me lo dissero Enzo PIPITONE e Nino DI MAGGIO; sia perché -
quando io fui reggente - ebbi modo di constatarlo personalmente sia nella vicenda SGADARI, che in quella
OMZSSZS.

E quanto a DI PACE, il precedente 29 febbraio 2008, poi, PULIZZI Gaspare


aveva reso dichiarazioni che ne confermavano la vicinanza a LO PICCOLO Sandro,
oltre che al suo socio, GIACALONE Giovanni (anche lui tratto in arresto il 16
gennaio 2008 in quanto co-reggente della famiglia di San Lorenzo):

-
PULIZZI Gaspare 29 febbraio 2008

FF.PP.: l o stavo pensando al (inc.) Lei DI PACE (inc.) lo conosce?


PULZZZZ: DI PACE.. no. DI PACE non lo conosco, ma mi ricordo però che Sandro.. mi
diede a me un appunto.. io avevo un appunto. Sandro mi fece scrivere.. se non
ricordo male.. io l'avevo nei miei appunti. un biglietto DIPACE.. RIZZUTO..
che era un matrimonio nel 2008 a Villa Buffa e Sandro mi disse.. dice: 'Figliati
st 'appuntu eh.. per.. per fargli fare lo sconto a Villa Buffa."
P.M.: Aspetti nel 2008 o 2007?
PULZZZZ: No. Nel 2008 era il matrimonio.
P.M.: Ah..
PULZZZZ: Se non ricordo male l'appunto che avevo io era il matrimonio DZPACE.. e di
RTZZUTO. Agosto 2008. Ripeto però 2008 è sicuro.. il matrimonio.. se era
agosto.. se era luglio.. non ricordo bene questo..
P.M.: Però stiamo parlando del 2008..
PULZZZZ: No, no, prima.. io avevo preso st 'appunto.. il matrimonio intendo era nel 2008.
P.M.: Dico.. si doveva ancora .fare..
PULZZZZ: Si doveva fare nel 2008..
P.M.: Pe fletto.
PULZZZZ: Se non ricordo male era agosto 2008 a Villa Buffa. Sandro mi chiese: "Pigliati
st'appuntu DI PACE.. RIZZUTO.. perché a me interessa. "
P.M.: Mh.
PULZZZZ: Per fargli fare lo sconto a Villa Buffa. Che poi è la solita storia.. perché Villa
Buffa eh.. non è che si piglia.. Villa Buffa si pigliava 2.500 euro.. io sto facendo
un esempio.. per aftittare il locale. Come faccio ad andare a chiedere a.. a Villa
Buffa: "Gliela levi qualcosa?" Quando quello mi può dire: "Ma comu spenninu
100.000 euro p 'u matrimonio e in quelli miei c'a livari 500 euro? " Quindi alla
fine andava ajìnire che io li prendevo dalla cassa di Carini 1.500 euro.. ci facia
aviri a Villa Buffa ed era chiuso il conto. Glielo regalavo diciamo.. in questo
senso.
Eh ma.. ma chi era questo DI PACE.. RIZZUTO? E' lo stesso del quale chiedeva
il Colonnello?
PULIZZI: Io ricordo DI PACE.. RIZZUTO.. che c 'era questo matrimonio. Siccome io..
perché Sandro mi fece pigliare st 'appunto DI PACE.. RIZZUTO.. quindi io..
siccome lei mi ha detto DI PACE.. io era uno..
FF.PP.: No, no questo è un ragazzo si chiama Sandro (o Santo) e più o meno è un suo
coetaneo.
PULIZZI: Eh.
FF.PP. : E' nipote di Gino LA BARBERA è.. ed è sposato a.. Cinisi con una (inc.)
PULIZZI: Ah.. ah..
FF.PP.: ..ed abita a Villagrazia.
PULIZZI: Onestamente questo l'ho visto.. però non lo conosco.. l'ho visto scritto..
nel1'ordinanza..
P.M.: Sì. Adesso negli atti giudiziari.
PULIZZI: Sì. Negli atti giud.. però non lo.. abita a Villagrazia.. sì.. però non..
FF.PP.: In una di queste lottizzazioni nuove.. credo che l'abbia fatte SGADARI.. Sandro
SGADARI. In una di queste lottizzazioni..
PULIZZI: La lottizzazione in Contrada Milioti..
FF.PP.: Ah..
6 PULIZZI:
FF.PP.:
Sì. Lo so..
E in una di queste lottizzazioni abita.
P.M.: Comunque lei personalmente non lo conosce questo DI PACE?
PULIZZI: Personalmente no.
P.M.: Ha soltanto questo ricordo del..
PULIZZI: Personalmente no.
P.M.: Del1'appunto DI PACE.. RIZZUTO...
PULIZZI: Sì. Cifu pure una.. una cosa della pubblicità.. cartelloni pubblicitari.. eh.. Perché
dico questo, perché i cartelloni pubblicitari eh.. si stava cercando di.. di fargli
fare la pubblicità da MIGLIORE.. da MIGLIORE.. Dice.. tu che c 'entri con
Migliore.. glielo dico subito. Allora.. io dovevo incaricare Ferdinando.. di parlare
con.. Gaspare STASSI, che sarebbe responsabile da MIGLIORE.. per farmi fare
questa pubblicità.. che non ricordo.. era una pubblicità.. come dei video.. non
ricordo..
P.M.: Mari schermo multivision.
PULIZZI: Mmischer.. sì.. sì.. una cosa del genere.. io ce l'avevo appuntata sta cosa. che
era di questo DI PACE.
P.M.: Ed era in società con chi? , ,

PULIZZI: Però questo non lo sapevo..


P.M.: E lei ha incaricato..
PULIZZI: Giovanni GIA CALONE.
P.M.: E se lei ha incaricato..
PULIZZI: Sì, però..
P.M.: Ferdinando GALLINA.
PULIZZI: No, no ora ci arriviamo.
P.M.: ..e suo cognato..
PULIZZI: Ora ci arriviamo Dottore.. piano.. piano.. perché.. Dottore.. tante cose sono.. io
poi devo rammentare piano piano.. però le spiego subito. A me.. Sandro mi
incaricò di sta cosa.. che poi.. alla fine quando io incaricai Ferdinando.. ci@ sta
discussione tra.. dice: "Il fatto di suo cognato".. "Ma cà un ci su problemi"..
perchè me cugnatu con.. con.. con questo DI PACE..
P.M.: Sì.
P ULIZZI: Il problema era solo uno.. Ferdinando doveva parlare con STASSIper fargli fare
sta pubblicità. Quindi lui era incaricato di..
P.M.: Alla MIGLIORE.
PULJZZ: Alla Migliore.
P.M.: sì.
PULIZZI: Per fargli entrare.. a questi DI PACE.. sti mauischermi
P.M.: Multivision..
PULIZZI: Questoh l'episodio che io mi ricordo.. Difatti (inc.) io e Sandro.. (inc.) aparlare
con Freddi.. dici.. picchì.. per.. per fargli fare sta pubblicità dentro da
MIGLIORE.. a questo..
P.M.: Ma Sandro aveva interesse in questo mu.. mu.. marischermi e multivision?
PULIZZI: Questo non lo so Dottore.. Io ricordo che era interessatoper sta pubblicità. Poi in
un altro posto pure, però non ricordo.. In un altro posto che ho appuntato pure
io.. per fargli fare stapubblicità.. però non me lo ricordo.
P.M.: Sempre su richiesta di Sandro?
PULIZZI: Sempre su richiesta di Sandro.
P.M.: Che era Sandro che voleva che si facesse..
PULIZZI: Sì, s i Presumo che ci teneva a questo.. DI PACE.
.P.M.: Questo avviene quando stavate insieme.. quindi lei già era latitante.. quindi
diciamo.. ora nel 2007.
PULIZZI: Si. 2007.
P.M. : Perché la società è formalmente..
PULIZZI: GIA CALONE.. DI PACE.
P. M.: GIACALONE.. DI PACE. Eh, eh quindi.. e quindi Ferdinando GALLINA..
PULIZZI: Eh.. quando Sandro mi.. mi fece scrivere st 'appunto.. per la pubblicità da
MIGLIORE, lo scrivevo io, ripeto perché (inc.) con Gaspare STASSI cioè..
l'avevamo noi.. poi i o f i i latitante eh.. l'aveva prima Nino.. mio compare.. Nino
PIPITONE. Poi lui arrestato, io latitante ed ho incaricato Ferdinando di
contattare a Gaspare STASSI.
P.M.: E (inc.) era vicino a qualcuno?
PULIZZI: Gaspare STASSI eh.. eh.. fu.. fu n@.. no fu.. è nipote di Ciccio STASSI.. che era..
che però io non conosco che lavora.. aveva dei.. lavori della distribuzione dentro
da MIGLIORE.. questi STASSI.
P.M.: Distribuzione di cosa..
PULIZZI: Hanno la distribuzione merci da MIGLIORE, se no.. se non ricordo male. Tra
l'altro poi ho sentito dire pure che era figlioccio di.. del Dottore CINA ', sto..
Gaspare STASSI.

Tornando a SGADARI, il 27 maggio 2008 PULIZZI Gaspare lo riconosceva


in fotografia, confermando ancora la consegna a SGADARI dei pizzini provenienti da
Sandro LO PICCOLO per DI PACE, e viceversa:
Q

-
PULIZZI Gaspare 27 maggio 2008

Foto nr. 47: Riconosco Enzo SGADARI. Questi stava realizzando un lavoro in via Pireto in
contrada Milioti per il quale pagò la messa posto a Nino DI UAGGIO. Più di una volta ho incontraio
lo SGADARI nel suo cantiere per consegnargli dei "pizzini" che Sandro LO PICCOLO doveva
mandare a DI PACE Francesco detto "BMW" e viceversa
L 'UBcio dà atto che la foto ritrae SGADARI Vincenzo, nato a Palermo il 27.3.1962.

In ultimo, il 12 marzo 2008 PULIZZI Gaspare precisava che SGADARI era


amico di Sandro LO PICCOLO, e che per questo affidò a Nino PIPITONE il
movimento terra del suo cantiere di Carini:
P.M.: che cosa sa dirmi... su questapersona...
FRANZESE: eh...a prima...lui faceva il fontaniere...p erché ilpadre...noi lo chiamavamo zio
"incompr."...perché facevano ...fa ceva il fontaniere... e aveva un...una...diciamo un magazzino dietro il
Bar Alba...in una strada lì...via Saverio Sco... non m ricordo...e non l'ho visto per diversi anni, poi
invece tutt'assieme so che è diventato un grande costruttore...nella zona anche di carini, ed era ...mi
pare che ne ho parlato con Gaspare ... PULIZZI. non mi ricordo ...p erché era amico di loro...eh
Gaspare PULIZZI e Nino... e io ho detto : sì è amico mio... mii mi saluta...
P.M.: amico di PULIZZI?
FRANZESE: si, e di Nino PIPITONE ...p erò...sempre...con loro... infatti lui mi disse che gli avrebbe
dato...dei saluti...anzi se io...cercavo a loro, potevo... mi rivolgo per il
cantiere...p otevo....eh...chiamare, dirglielo a Enzo...e Enzo era in grado di rintracciare a loro,
comunque ...p erò...in effetti...p er essere preciso...non so se erano in società in questi lavori...p ero era
molto vicino a loro ...p erò non mi...mi dissero...anzi, quando mi devi cercare, glielo dici a Enzo...ehh
avevano molti...
P.M.: questo chi lo disse? PULIZZI?
FRANZESE: si, si, e Nino PIPITONE ...p er... PULIZZI...
P.M.: e non sa altro...
FRANZESE: no, e i rapporti di loro... non so se erano societari o di altro genere ...p erò ...fa ceva molti
lavori di costruzione...questo sì...
P.M.: soprattutto nella zona di Carini...
FRANZESE: si, si...si... soprattutto...forse solo nella zona di Carini.
P.M.: va bene...

Tornando alle dichiarazioni di NUCCIO Antonino, poi, questi ha confermato


che a SGADARI (che poi ha riconosciuto in fotografia) venivano affidati pizzini e
beni da consegnare a Sandro LO PICCOLO:

NUCCIO Antonino- 7 dicembre 2007

La foto nr. 30 raffigura un soggetto che non conosco.


L'ufficio da atto che si tratta di GALLINA Ferdinando nato a Carini 21.05.1977
Non conosco personalmente GALLINA. Confermo le dichiarazioni in precedenza rese sullo stesso.
- In particolare in una occasione nella uuale ho aortato a Carini dei uizzini e dedi orolo~i,avevo
- 6---- lasciato il tuito a Enzo Saadari detto "Bicicleita".Avevo incontrato in tale occasione, presso il basr
Jonny Walker, il GALLINA ma soltanto per pochi minuti.

TRASCRIZIONE

Ah, assoluti in questo senso. Va bene, e questo è Stefano FONTANA. Andiamo


alla foto numero 30.
NUCCIO: No, non lo riesco a conoscere.. a riconoscerlo.
P.M.: Non le dice niente questa foto?
NUCCIO: No.
P.M.: E allora l'ufficio da atto che la foto riproduce le sembianze di GALLINA
Ferdinando, nato a Carini il 21.05.1977. Ne ha mai sentito parlare di GALLRVA
Ferdinando?
NUCCIO: Sì, che ne ho sentito parlare, sì. L'ho visto una volta di.. soltanto di vista al
Johnny Walker.
P.M.: M..
NUCCIO: Che io in quella occasione avevo consegnato dei pizzini..
P.M.: Mh..
NUCCIO: ..e degli orologi di marca Rolex, eh.., gli orologi erano.. erano di Francesco
FRMZESE che li doveva regalare sia allo Zio.. lo Zio.. quando dico Zio perché
nel bigliettino c'era messo Zio. Sarebbe Salvatore LO PICCOLO..e alpadrino
Sandro LO PICCOLO. Gli orologi erano stati acqui.. acquistati da Enzo..
Enzuccio GRECO, jìglioccio di Francesco FRANZESE, che a me questi orologi
me li avevi.fatti arrivare Totò SCOZZARI (inc.)
P.M.: Sì, l'amico di Franco FRANZESE
NUCCIO: L'amico di Francesco FRANZESE, dove io ho portato questi orologi a Carini.
Dentro c'erano deipizzini e loro aspettavano insieme a tutto questo anche il
fircile canne.. ilfircile apompa che gli avevo detto che mi aveva dato Giuseppe
GERACI.
P. M.: Quello che costodiva COLONIA.
NUCCIO: Quello che custodiva COLONIA. Siccome il Francesco FRANZESE mi aveva
detto nel biglietto: "Se Paolo DI PIAZZA ti ha portato il calcio", perché Paolo
DI PIAZZA era incarricato di..
P. M.: Di cambiare il calcio delfucile..
NUCCIO: Il calcio delfircile..
P.M.: ..perchè a Sandro non gli piaceva.
NUCCIO: Sì, "Tu, dici, me lo porti insieme agli orologi e a tutte queste cose." Io il calcio
non I'ho cambiato e allora non gliel'ho portato. Avevo soltanto dei pizzini.. eh..
questi orologi. Mi ricordo che.. io ero nel motore con il PIAZZA, eh.,
precedentemente avevo visto il tragitto insieme a un certo Enzo SGADARI detto
""Bicicletta"", che fa dei lavori a Carini Eh.., precedentemente avevo visto..
mi.. avevamo.. noi avevamo il tragitto dove io consegnare le cose, invece non è
andata così, quando sono arrivato là ci siamo scambiati.. io ho dato il moto.. il
mio motore a lui e lui..
P. M.: A lui chi?
NUCCIO: A Enzo SGADARI.
P.M.: Mh.., mh..
NUCCIO: Il suo motore e lui se lo portò ad andare.., non so se è andato a consegnare
direttamente, attenzione! Può darsi pure che è andato a conservarli e poi.. Nel
bar c'era il GALLINA, che C 'ha oferto il cafe, sia a me.. a lui.. (inc.) però non lo
conosco, I'ho visto solo una volta ed era pure girato di spalle.
P. M.: Quindi per questo diciamo non..
NUCCIO: No, no, non lo conosco.
P.M.: ..non ha focalizzato adesso..
NUCCIO: No, è una persona vicino ai LO PICCOLO, eh.., lo so perfettamente, perché così
mi riferiva tutto Andrea BONACCORSO su di lui..
P.M.: Mh.., mh..
NUCCIO: ..e negli ultimi tempi era stato messo da parte, no messo da parte nel senso male,
si evitava d'avere i contatti con lui perché si era saputo in giro che era
attenzionato dalle Forze del1'Ordine. . .-
P.M.: Mh.., mh.. Negli ultimi tempi quando?
NUCCIO: Eh.., le posso dire quattro.. cinque mesi prima del mio arresto.
P.M.: Mh..
NUCCIO: Se non sono quattro, tre, non mi ricordo perfettamente. Però mi ricordo che
Andrea BONACCORTO dice: "Per adesso Ferdinando non si muove perché dice
è attenzionato. "
Ho capito, va bene.

-
NUCCIO Antonino 16 aprile 2008

Nella foto n. 47 riconosco Vincenzo SGADARI detto "Bicicletta". Ho utiiizzato SGADARI per
consegnare degli orologi di marca e dei "pizzini" a Sandro LO PICCOLO nei primi mesi del 2007.

-
NUCCIO Antonino 22 maggio 2008
W
Nella foto nr. 32 riconosco SGADARI Vincenzo con il quale mi sono incontrato a Carini
un suo cantiere per recapitare alcuni orologi e diversi "pizzini"da fare avere ai LO PICCOLO.
(3%
presso
L'ufficio da atto che la foto nr. 32 ritrae SGADARI Vincenzo nato a Palermo il 27/03/1962

Dunque, ed in conclusione, la figura di SGADARI Vincenzo è


sicuramente quella di un soggetto a disposizione dell'associazione mafiosa, che coltiva
rapporti preferenziali prima con GUASTELLA Giuseppe, reggente del mandamento di
Resuttana, poi con BONANNO Giovanni, che gli era succeduto in questa carica, e poi
ancora con il nipote di GUASTELLA, DI PACE Francesco, soggetto certamente utilizzato
dalla famiglia di Resuttana, vicino ai LO PICCOLO. SGADARI è stato, in particolare,
utilizzato quale "vettore comunicativo" da e per i LO PICCOLO, allora latitanti, permettendo
così che le direttive dei due capi mafiosi giungessero proprio a DI PACE Francesco.

C) La figura di GENOVA Bartolo.

GENOVA ~ a r t o l o è' ~emerso


~ nell'ultimo periodo quale latore di diverse
somme di denaro, recapitate a DI TRAPANI Maria Angela nell'ambito del
sostentamento economico alle famiglie dei detenuti mafiosi. GENOVA Bartolo è
nipote del noto GENOVA Salvatore, nonché della sorella di quest'ultimo a nome
GENOVA anta"^, intesa SANTINA. Proprio tale ultimo rapporto di parentela
avrebbe indotto DI TRAPANI Maria Angela alla scelta dello pseudonimo utilizzato
nei colloqui carcerari "NIPOTE DI SANTINA" (in alcuni casi ridotto al solo
. SANTINA), Le prime acquisizioni investigative sul suo conto, in merito alle quali si è
8 ampiamente riferito in altro paragrafo del presente provvedimento, emergevano poco
dopo il 16 gennaio 2008, data in cui veniva tratto in arresto lo zio GENOVA
Salvatore, ritenuto reggente del mandamento di Resuttana, sotto la regia di LO
PICCOLO Salvatore. La vicenda in esame veniva fortemente caratterizzata dalla
necessità di individuare i1 niiovo capo di qiicll'rtrea criminale.

In specie, 1'11 febbraio 2008 DI TRAPANI Maria Angela scriveva al marito


MADONIA Salvatore, informandolo di aver ricevuto, giorni addietro, la visita di
una NIPOTE DI SANTINA:

(..) SAIL'ALTRO GIORNO E' VENUTA A TROVARMI UNA NIPOTE DI S A N T ' A ERA DA TANTO
CHE NON LA VEDEVO, E MI DICEVA CHE SUA ZIA SANT'A LASCIA T 0 PER VLA CHE GU '
E' ANUANA IL LAVORO DI RAPPRESENTANZQ DI CORREDO E COSE VARIE t..)

'O4 In rubrica generalizzato.


'O' Nata a Palermo il 14/01/1947
Premesso che SANTINA, già risultava essere emerso quale ulteriore
pseudonimo utilizzato per indicare proprio il GENOVA Salvatore, appariva
altrettanto chiaro come l'impossibilità della stessa di continuare il lavoro di
rappresentanza di corredo, fosse in realtà da riferirsi all'impossibilità del medesimo
(GENOVA Salvatore) di continuare a "rappresentare" (=reggere) il mandamento di
Resuttana, stante il suo stato di detenzione. In altemativa la NIPOTE D I SANTINA,
risultava aver prospettato alla DI TRAPANI la possibilità di affidare proprio alla
ZIA SARA (owero al DI TRAPANI Michele, fiatello di Diego) talifunzioni:

(...) E MI CHIEDEVA DI CHIEDERE ALLA ZIA SARA DI PRENDERE IL SUO POSTO SE VOLEVA
DATO CHE CERCAVA LAVORO (...)

Nel prosieguo della lettera in esame la donna, oltre a manifestare la sua


perplessità in relazione ad una possibile investitura della ZIA SARA, specificava
come anche la NIPOTE D I SANTZNA avesse preferito ritirarsi dal lavoro per
dedicarsi alla famiglia:

(...) IO GLI HO DETTO CHE ALLA ZIA SARA NON LA VEDO, E CON GLI IMPEGNI CHE HO
NON HO MODO DI VEDERLA NEANCHE CI VADO IN CAMPAGNA, E QUINDI NON AVE V 0
NIENTE DA DIRCI. IL TEMPO PASSA. OUESTA RAGAZZA ME LA RICORDA V 0 PICCOLA,
ADESSO INCIECE HA DUE BAMBINI ED ASPETTA PURE UNA BAMBINA. INFATTI ADESSO
SI E' RITIRATA PERCHE' DEVE BADARE AI SUOI BAMBINI (...)

Puntuale conferma alle ipotesi avanzate


. si otteneva il 12 febbraio 2008
.
. . a , ,. .

allorquando la DI TRAPANI, ponendo in essere il suo ormai consolidato ruolo di


vettore comunicativo, riportava la stessa notizia al cognato MADONIA Giuseppe;
ciò accadeva nel corso della telefonata effettuata dal detenuto alle ore 17:16.
Nell'occasione la donna, dava anche conferma della nuova insorgenza dei dolori alle
spalle patiti dalla suocera (owero la mancanza di denaro proveniente dagli accoliti in
libertà). Premesso quanto sopra i due concordavano un incontro per la fine del mese
di febbraio: i ( & ~ ~ ~ % ' l g o )

Intanto, il 13 febbraio 2008, la DI TRAPANI Maria Angela effettuava un


riservato incontro con il cognato MADONIA Aldo. I due rimanevano in
conversazione sul pianerottolo del dodicesimo piano di via Cimbali 44, tentando di
eludere ogni possibile attività d'intercettazione svolta all'intemo della casa della
GELARDI. Anche nel corso di tale conversazione, opportunamente intercettata in
relazione al decreto int. nr. 717/08, la donna comunicava al cognato la visita ricevuta
dal "NIPOTE DI SANTINA" e della eventuale possibilità di eleggere lo zio DI
TRAPANI Michele a capo del mandamento di Resuttana. [A~&GBT~
Il)

Nell'occasione la DI TRAPANI faceva chiaramente intendere come l'unico a


poter decidere in tal senso, fosse sempre e solo il cognato MADONIA Antonino,
specificando inoltre la pessima reputazione nutrita nei confronti dello Zio Michele
[io spero che quando ... inc... NINO mi dica si... chiama la zia Sara e gli dici...
perché io dalla zia Sara... ho giurato sulla vita di mio figlio... che i contatti con lo
zio Michele... non ne avrò ne ora e ne mai...].

I1 27 febbraio 2008 MADONIA Salvatore, dal carcere, scriveva alla moglie:

(...) IN W A DELLE TUE ULTIME LETTERE MI DICEVI CHE ERA VENUTA LA NIPOTE DI
SANTINA, E TI DICEVA SE ALLA ZIA SARA POTEVA INTERESSARE IL LAVORO DI
RAPPRESENTANZA DI CORREDO. MI CHIEDEVO SE UNA COSA DEL GENERE POTESSE
INTERESSARE ALLA ZIA UARIELLA E PERCHE' NO, POTREBBE FARE COMODO ANCHE A TE,
NON TI CHIEDO DI TUA SORELLA, PERCHE' UNA COSA DEL GENERE, SO CHE LA
SCARTEREBBE A PRIORI, O POTREBBE ESSERE UTILE A KA TU, PENSACI SU, IO QUESTA
POSSIBILITA'NON LA SCARTEREI DEL TUTTO (...)

In questo senso lo stesso MADONIA si sarebbe espresso anche in occasione


della successiva lettera sempre scritta alla moglie il 07 marzo 2008: O

(...) AMORE SULL'IDEA CHE TIAVEVO DATO DIPARLARE CONLA ZU UARIELLA SE GLI
POTREBBE INi'ERESSARE LA RAPPRESENTANZQ DI CORREDI DI SANTINA COSA HAI FATTO,
PER NON PARLARMENE, PENSO CHE L'IDEA NON TI PIACE (...)

Se, inizialmente, queste acquisizioni non apparivano comprensibili,

*-
contrastando con le ipotesi avanzate sulla "rappresentanza del corredo", ben presto
sarebbe stato chiaro come, in realtà, costituissero il fmtto di una cattiva
interpretazione del detenuto in relazione al reale significato del messaggio
partecipatogli dalla moglie e metaforicamente ricondotto alla fantomatica
"rappresentanza di corredi di SANTINA".
Ciò sarebbe stato messo in chiaro in occasione del successivo colloquio
carcerario tenutosi a L'Aquila il 31 marzo 2008; nella circostanza, infatti, i due si
sarebbero chiariti come segue: [A~LEGATO-~)

SALVATORE: io ...incompr... (ndr: si esprime a parole interrotte) ... kioè a


me sembrava che era vero perché auesto fatto di
orr re di e ho detto ma se gli devo fare questi e io mi...
M. ANGELA: e io ho capito te...
SALVATORE: ma ho detto...
M. ANGELA: e 0
dire ... ti ho lasciato perdere... tndr: Iride11 ...
SALVATORE: mamma mia ...(ndr: rivolto al figlio)...

Nell'occasione, la DI TRAPANI rappresentava al marito l'evoluzione della vicenda


inerente, appunto, il "NIPOTE DI SANTINA". La doma comunicava al marito,
infatti, che GENOVA Bartolo risultava essersi nuovamente recato presso la sua
abitazione (della DI TRAPANI) lasciando intendere che la candidatura del DI
TRAPANI Michele (ZIA SARA) a capo mandamento di Resuttana non avesse
raccolto alcun consenso dall'esterno (e, dunque, tra gli associati mafiosi) e che, a
fionte della sempre non facile situazione, lo stesso GENOVA Bartolo avrebbe tentato
di salvamardare l'elarmzione del denaro s~ettanteai MADONIA, non potendo però
garantirne la riuscita [(...) però poi ritornò di nuovo... dice guarda sto cercando
dice...(ndr: spalanca le braccia)... di fare dice ... perché sai dice tua zia Sara dice
ma tu gli hai detto... gli ho detto no! (...) dice no nemmeno io dice... ma siccome
manda saluti dice e nessuno dice vuole averci a che fare completamente dice (...) gg
io posso... posso L..) se non posso dice Maria Angela (...)l.

L'8 aprile 2008 si registrava lo sviluppo della vicenda sin qui trattata. DI
TRAPANI Maria Angela scriveva ancora una volta al marito informandolo, nei
soliti modi, di aver ricevuto del denaro (ovetti di cioccolato) dalla "NIPOTE DI
SANTINA " e che, al più presto, avrebbe provveduto a consegnarne uno alla suocera
--aI*-.:, ' - ".
GELARDI Emanuela, ovvero al cognato MADONIA Aldo (CARLA). &@@
(...) CUORE MIO, SAI L'ALTRO GIORNO E' VENUTA LA NIPOTE DI SANTINA MI HA PORTATO
DEGLI OVETTI DI CIOCCOLATO POICHE' ERA VENUTA PER PASQUA E NON MI A VEVA
TROVA T 0 A CASA. COME VADO DA TUA MADRE UNO GLIELO DO A LEI PERCHE' COME SAI
LEI E CARLA SONO GOLOSE DI CIOCCOLATO (...)

La vicenda sin qui descritta avrebbe registrato la sua naturale evoluzione il 21


aprile 2008, allorquando si assisteva ad un ulteriore riservato incontro tra DI
TRAPANI Maria Angela ed il cognato MADONIA Aldo, preannunciato dal
consueto contatto telefonico (progr. nr. 12772 del 17 aprile 2008); anche in
quell'occasione i due, dopo essersi incontrati all'interno dell'abitazione della
GELARDI Emanuela (via Cimbali 44) si appartavano sul pianerottolo del 12"
piano, ove, alle ore 13:45, davano origine alla conversazione ambientale N. 05,
censurata in esecuzione del Decreto Int. N. 717108. Dalla disamina del relativo
contenuto si comprendeva come la doma avesse portato una somma di denaro chwe
terzi (ovvero dalla NIPOTE DI SANTINA) avevano a loro volta portato a lei, e che era
in parte destinata anche a MADONIA Aldo. [&&GA~o M)

Maria A: g
dovevo dare ...
dato che... incom~r... le risposte...
...
guando d o ~ o che ci siamo visti noi?... Tieni... dice ....
Mille euro... dice sono quelli della ...incompr...
r. .l
3

Maria A: ...incompr... auello che era venuto che avevo detto ti


ricordi ... non voglio io ... incompr... (si sovrappongono le
voci)... non c'è nessuno ...
Aldo: è venuto?...si è visto?
Maria A: si. è venuto...

Contestualmente si comprendeva come la DI TRAPANI non condividesse le


modalità di elargizione del denaro presso la sua abitazione e prendesse al contempo le
dovute distanze dall'operato della medesima NIPOTE DI SANTINA.

Maria A: e mi dice... guarda dice


dice ... dice ...
incompr dice
...
ed io sono stata muta
... ...
mille sono per t e
...
...
mille vanno ...
incompr ...
e mille a tuo cognato ...
incompr ... ...
ed io gli faccio... guarda gli ho detto io...
da parte mia gli ho detto... io non vedo a nessuno...
quindi fatemi la cortesia... gli ho detto io... non

detto ...
...
conosco a nessuno incompr di mettere
perché io a te incompr ...
... ... gli ho...
non vedo a
nessuno ...
scusa, ma t u non ci vai a Cinisi? No non ...
ci salgo a Cinisi ...
Ma non avevi un matrimonio? no... ...
no si sono sposati ...un amico intimo... quindi m i devi fare
una cortesia ... gli ho detto quelle cose che riguardano che
interessano ...incompr... NICOLO' ... gli ho detto incompr...
no... ...incompr... che mi hanno dato dice quelli che... li devi
dare ... lasciare a te ... vedi tu ... gli ho detto guarda ... ...
io non ne voglio ...
no, io te li sto lasciando gli ho ...
detto va be... fate que ...
quello che volete... gli ho
detto ... fai quello che vuoi ...
incompr gli ho detto, ...
no non l'accetto... non ma io non me ne prenderò più
... e come viene di nuovo ...
ora parlo con Salvo...
Aldo: ...incompr...
Maria A: ...g li dico che a casa mia non voglio avere ...
portandoli così... va bene!... mettermi io così casa ...
... ...
mia non esce... perché questi ci servono incompr
a portarli dentro casa mia
... ...
...
non ci stanno niente...
e per aiutare incompr lascio fuori a mio figlio?
...
Aldo: ...incompr...
Maria A: non esiste... completamente ...
Aldo: ...incompr...
[...l

La DI TRAPANI informava poi il cognato di aver ceduto la sua parte ad una


terza persona, successivamente identificata nella moglie del detenuto PEDONE
Rosario.

Maria A: ... va bene... a presto! ...incompr... lui era ...incompr... io glielo


dico chiaramente ... mi avete lasciato per ultima... io questo
... ...
...incompr... li ho presi incompr duemila... li ho presi
...
e li ho dati a questo povero cristo che non si deve
abbandonare perché questo povero cristo, se gli
girano i tre quarti di luna incompr cioè io la parte...
di... di ... mio ...
con mio figlio la prendo mi ...
...
capisci? Ho fatto male o ho fatto bene?...
Aldo: hai fatto bene...
Maria A: che dovevo fare?

Aldo: niente!
Maria A: t u avresti fatto diversamente? .-
@ - Aldo: hai fatto bene Marià...
Maria A: glieli ha dati... mi ha fatto capire lui...
[.,.l
Maria A: se loro dovessero tornare ... non lo so se torneranno ...
...incompr... dice ci è capitata questa cosa per le mani dice
...incompr... perché... ...incompr... gli dovevo dire ma... questi
mille euro sono prima seicento ... cioè ...incompr... m i ha
detto crè Nino...incompr... però poi mi chiese
dice...incompr...non glielrho detto scusa perché mi fa...
dice...tre mila euro sono? Mille per t e ... mille per
...Diego... e mille per ...la zia Nenè... quando io g l i ho
detto... no, ma NINO lo sa ... incompr... io non vedo a
nessuno ... gli ho detto, quindi non gli dovevo ... io
non ho contatti con nessuno...

Ad ulteriore riscontro di quanto sin qui affermato, 1'8 maggio2008, nel corso
del periodico colloquio carcerario tenuto da MADONIA Salvatore e dalla moglie,
presso la Casa Circondariale delllAquila, il detenuto faceva esplicitamente intendere
di non condividere l'operato del medesimo NIPOTE D I SANTINA, nell'occasione
JL28)
indicato unicamente con lo pseudonimo SANTINA. [ALLEGATO

M. ANGELA: SANTINA solo quella volta e poi basta!


[-..l
SALVATORE: però non mi piace sangue mio...
M. ANGELA: infatti gli ho detto...
SALVATORE: non mi piace ...

Gli accertamenti svolti nel mese di aprile 2008, ponevano in evidenza la figura di
GENOVA Bartolo (sopra generalizzato), nipote del noto GENOVA Salvatore e
padre di due figli maschi a nome Girolamo e Giuliano, rispettivamente di anni otto e
due. Lo stesso, di lì a poco, sarebbe divenuto padre, per la terza volta, di GENOVA
Carlotta (Palermo, 19 maggio2008). Queste acquisizioni andavano pienamente a
confermare tutti quegli elementi ritenuti assolutamente utili all'identificazione di cui
trattasi; dalla censura della lettera scritta da DI TRAPANI Maria Angela al marito
MADONIA Salvatore il 11 febbraio 2008, era infatti chiaramente emerso come il
NZPOTE DZSANTZNA fosse padre di due bambini nonchè in attesa della nascita di
una terza (di sesso femminile) [(..) IL TEMPO PASSA, QUESTA RAGAZZA ME LA
RICORDAVO PICCOLA, ADESSO INPECE HA DUE BAMBINI ED ASPETTA
PURE UVA BAMBINA (...)l.
Orbene, sulla base di tutti gli elementi sopra riportati, si ritiene che la NZPOTE D I
SANTINA debba necessariamente identific$siVnel predetto GENOVA Bartolo.
GENOVA, oltre ad aver coadiuvato lo zio GENOVA Salvatore quando questi
reggeva il mandarnento di Resuttana, continua, pur dopo l'arresto dello zio, ad
occuparsi delle necessità della famiglia MADONIA, comspondendo alla DI
TRAPANI denaro proveniente, chiaramente, dalla cassa del mandarnento (e, dunque,
da estorsioni o da altre attività delinquenziali). Dunque, può con certezza affermarsi
che GENOVA Bartolo è stato utilizzato per fini propri dell'associazione mafiosa.
1. L'INTESTAZIONE e LA GESTIONE DEL BAR-TABACCHI DI
VILLA SOFIA N. 25

sono molteplici ed inconfutabili gli elementi acquisiti nel presente


procedimento in ordine alla diretta riconducibilità del bar Sofia alla
famiglia MADONIA, ed in particolare a Salvatore MADONIA ed alla
moglie Maria Angela DI TRAPANI, sebbene negli anni sia stato intestato e
gestito attraverso compiacenti prestanomi.
L'esercizio commerciale in questione è ubicato a Palermo in via Villa Sofia
nr. 29la - proprio di fronte la sede dell'Azienda Ospedaliera Villa Sofia -
e, come risulta dalla visura camerale (ALLEGATO Y30), attualmente fa
capo all'impresa individuale Bar Sofia dell'indagato Massimiliano LO
VERDE, costituita il 7 settembre 2007.
Attraverso l'imponente compendio indiziario acquisito è stato possibile
accertare che, in conseguenza di difficoltà economiche che hanno
caratterizzato la gestione del bar, MADONIA Salvatore, nonostante lo
stato di detenzione, è riuscito a coinvolgere alcune persone per risollevame
le sorti, tra le quali con certezza risultano:
. LO VERDE Massimiliano;
. DI TRAPANI Amalia;
. CAMPO Giampaolo;
. AIELLO Giovanna;
. PIZZO Pietro;
. DI TRAPANI Nicoletta.
LE CONVERSAZIONI INTERCETTATE

LE ACQUISIZIONI DEL 09/02/2006.


Le prime acquisizioni sulla vicenda risalgono al 09/02/2006. In tale data DI TRAPANI Maria
Angela si recava presso la Casa Circondariale di L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito
detenuto. [ALLEGATO Al)
Nella circostanza MADONIA Salvatore chiedeva notizie in merito a tale CORVINO prima e
a tale "PAOLETTA" poi. Proprio la "PAOLETTA", a dire della Maria Angela, doveva elargire, con
cadenza settimanale, una cifra che indicava gesticolando con le mani con il numero sei (verosimilmente
seicento euro a settimana) ma, contrariamente a quanto da loro pattuito, negli ultimi 15 giorni ne avrebbe
portato solo sette (e quindi trecentocinquanta euro a settimana). Tale differenza aveva provocato
l'imitazione della DI TRAPANI Maria Angela.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[..-l
SALVO: ... ma, come si chiama...
SALVO: ... ma...CORVINO com'e.. ?
ANGELA: ...ma che l'ho vista più!
SALVO: ma... eh..., Paoletta come... come è finita?
ANGELA: ... e... eh... per ora ogni quindici giorni
SALVO: ... ma... gliela vuoi...
ANGELA: ... eh... eh...
SALVO: ..ascoltami!
ANGELA: ...succede l'opera... per ora mi sento talmente stanca... ora
faccio.., ma tutti contro di me?!... pure a loro mi devo mettere contro?!..., mi capi...,
non t i so spiegare come mi sento dentro Salvo!
SALVO: ...Salvo...
ANGELA: ...perché mi fa: " tu lo capisci che io..." mi fa ....
SALVO: ..Maria Angela! Salvo...
ANGELA: ...sono spe... (bassa voce)
SALVO: ...Salvo... desidera sapere un cosa, vuole morire
sapendo ... effettivamente quanto fa!
ANGELA: ... dice: "fa, però paghiamo!" Come ...inc... dice fanno
quanto!
SALVO: ...si ma...
ANGELA: ..l20 al mese, su per giù, fra di li (bassa voce)...dice:
"tu"..dice: ''tu glielo hai detto che già, già abbiamo pagato un milione i n un
anno (mostra il dito indice della mano sinistra e parla a bassa voce, ndr)....
SALVO: ...Maria Angela!
ANGELA: ..."i n un anno, in un anno chi è che arriva a fare
tutto!?"
SALVO: ...Maria Angela! (esterna nervosismo)
ANGELA: ...e ho detto... vabbè, ma... dammi il tempo!
SALVO: ..Maria Angela, pero..il discorso Maria Angela, ti ho detto io ...,
fra il sapere e dire... per ora questi ... più avanti...
ANGELA: ... e questo mi dice: "per ora, dice ... io spero ogni
. settimana di dare (con le dita delle mani indica il numero sei)':...
SALVO: ...Maria Angela!
ANGELA: ... però ora sono passati quasi quindici giorni e me ne
ha dati sette (abbassa la voce e con le dita delle mani indica il numero sette)...
SALVO: ... Maria Angela...
[...l

Già all'epoca, quindi, si percepivano alcune delle entrate che periodicamente venivano
comsposte alla DI TRAPANI Maria Angela. Una di queste (seicentoeuro settimanali) doveva essere
corrisposte da PAOLETTA. Come è già stato indicato in premessa "PAOLETTA è uno degli
pseudonimi con il quale i coniugi sono soliti indicare CAMPO Giampaolo, nato a Palermo il 03/12/1961,
gestore del bar e già titolare della relativa ditta individuale.

LE ACQUISIZIONI DEL 26/03/2006.


I1 26/03/2006, alle ore 11 :41, DI TRAPANI Maria Angela sull'utenza intercettata riceveva
una telefonata dalla cugina DI TRAPANI Nicoletta. Dopo i convenevoli, DI TRAPANI Maria Angela
"portava i saluti" suoi, del marito MADONIA Salvatore e del figlio MADONIA Francesco. Nella
circostanza, con evidente fmalizzazione sarcastica, ringraziava PIZZO Pietro (coniuge della DI
*h*'. ,
t'A b' -3

TRAPANI Nicoletta) per la "considerazione" che aveva mostrato nei loro confronti. ~ ~ $ 0 & ì 1 ) .
I toni e le espressioni usati dalla DI TRAPANI lasciano chiaramente emerge che la stessa
avesse richiamato i coniugi PIZZO-DI TRAPANI ai loro doveri. Da subito si intuiva che anche costoro
erano tra quelli che dovevano comspondere alla DI TRAPANI Maria Angela somme di denaro.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
M. ANGELA: Pronto?
NICOLEiTA: ehi ...
M. ANGELA: con chi parlo ...
NICOLEiTA: Nicoletta sono ...
i
M. ANGELA: ah ...Nicoletta ciao ... dormivi?
NICOLEiTA: si ...
M. ANGELA: ah ...ti sei alzata ora ...o ti ha svegliato tuo padre

532
NICOLETTA: no mi svegliò mamma
M. ANGELA: ma ... c'era di bisogno ora di chiamarti ...non c'era di bisogno
...
NICOLETTA: no ...
M. ANGELA: più tardi ...non perché ho cercato ... siete diventati tutti e due
importantissimi
NICOLETTA: no ... non e vero proprio ...
M. ANGELA: che per cercarvi non vi si trova ...non vi fate vedere ... ci dici a
Piero gli dici grazie ah...
NICOLETTA; no, ma non e vero proprio ...
M. ANGELA: no ... gli dici che lo ringrazio da parte anche di Salvo ...da
parte di Francesco e da parte mia gli dici ...lo ringraziamo tutti e tre ...
NICOLETTA; ah ... va bene ...ora glielo dico ...appena si sveglia ... gli dò il
buongiorno ...
M. ANGELA: gli dici grazie per tenerci in considerazione nel suo pensiero ...
NICOLETTA: ah ora glielo dico ... dove sei?
M. ANGELA: a casa ...ora sono uscita in questo minuto ...perché sono
stanca che ieri sono andata da mio cognato ...e non ce la faccio più
NICOLETTA: ah ...
M. ANGELA: ora ...sto andando al vi........ voglio andare al vivaio ... perché
quando sono nervosa in qualche posto devo andare ...
NICOLETTA: uhm ...
M, ANGELA: e poi voglio andare da... mi bisognerebbe il detersivo ...non lo
so se ci vado ...p erché è cambiato l'orario ...mi sembrava più presto ...
NICOLETTA: invece e tardi ... che ora sono?
M. ANGELA: l'orario e cambiato ...se sono le dieci e mezzo sono le undici e
mezzo ...tua madre me l'ha detto ...
NICOLETTA: ah ... a posto siamo ...
M, ANGELA: l'hai capito
NICOLETTA: va bene ...
M. ANGELA: tu non scendi più tardi? ...stai dentro ormai oggi ...
NICOLETTA: no, penso che sto a casa ...
M. ANGELA: ah ... PIERO scende ...
NICOLETTA: si!
M. ANGELA: ah ... ho capito ...
NICOLETTA: va bene
M. ANGELA: a che scende, scendi pure tu ...
NICOLETTA: va bene
M. ANGELA: devi fare i servizi
NICOLETTA: ho molte cose da fare
M. ANGELA: ah ... va bene Nicolè ...
NICOLETTA: va bene ... ci sentiamo più
M. ANGELA: ciao ... gli dici che gli diamo un saluto ...io SALVO e il bambino
...noi gli ... noi ce lo diamo il saluto lui non lo so gli dici ...
NICOLETTA: va bene ...
M. ANGELA: va bene?
NICOLETTA: okay ...
M. ANGELA: ... e lui mi capisce ...gli dici ... come si dice? A buon intenditore
poche parole ...
NICOLETTA: poche parole ...
M. ANGELA: anche se buon intenditore non è ...
NICOLETTA: va bene ...
M. ANGELA: glielo puoi dire ... riferisci precise le parole ...
NICOLETTA: preciso preciso
M. ANGELA: sono precise ...gli dici da parte di Salvo.
NICOLETTA: va bene ...
M. ANGELA: ma non mi ha detto anche Salvo ...incompr ... di dirglielo ...
NICOLETTA: va bene
M. ANGELA: okay? Ciao .
NICOLETTA: okay ... ciao
Fine trascrizione,

Attraverso la progressiva delineazione di tutto il materiale probatorio acquisito


emergerà con nettezza che gli stessi coniugi PIZZO-DI TRAPANI sono stati coinvolti
in prima persona nella gestione del Bar Sofia per conto di MADONIA Salvatore e che
gli stessi, sempre in esecuzione di una precisa direttiva del mafioso e reale proprietario
del bar, saranno successivamente estromessi dalla attività in questione.

LE ACQUISIZIONI DEL 01/04/2006.

L11/04/2006,alle ore 10:34, DI TRAPANI Maria Angela sull'utenza intercettata riceveva una
telefonata dalla cugina DI TRAPANI Nicoletta. Durante la conversazione DI TRAPANI Maria Angela
chiedeva alla cugina di incontrare il marito PIZZO Pietro in quanto lei sarebbe dovuta andare a L'Aquila
ad effettuare il colloquio mensile con il marito detenuto. DI TRAPANI Nicoletta rispondeva asserendo
che il marito le aveva già detto che potevano incontrarsi il successivo lunedì.
Si comprende, in estrema sintesi, che la DI TRAPANI Maria Angela, dovendo recarsi al
colloquio con il marito MADONIA Salvatore, "batteva cassa" al cugino PIZZO Pietro, il quale,
conoscitore del meccanismo e delle modalità di comunicazione, aveva già previsto ed anticipato alla
moglie la data di incontro con la rappresentante del suo "datore di lavoro".
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
M. ANGELA: pronto?
NICOLElTA: Marià ...
M. ANGELA: eh ...
NICOLEiTA: sono NICOLmA
M. ANGELA: ah ... Nicole ciao ... non ti avevo riconosciuto ...
NICOLEiTA: ...chi e che fai ...ah ... che fai?
M. ANGELA: niente ... ero qua ...incompr ... dove sei tu?
NICOLEmA: che stai facendo?
M. ANGELA: per strada ... sono uscita ...
NICOLEmA: ah! No ... io a casa sono ...
M. ANGELA: ah ... sto passando dalla strada di NICK in questo momento ...
NICOLETTA: ah ... no io a casa sono ...ma dimmi una cosa c'è tua madre?
M. ANGELA: mia madre... no! ...
NICOLEmA: non lo sai tu?
M. ANGELA: no, no ... perché?
NICOLETTA: no ... siccome la cercavo ...incompr ...
M. ANGELA: poi se e scesa non lo so ...ma non credo ... lei me lo dice
quando scende ...
NICOLETTA: ho provato a chiamare ma non risponde ...
M. ANGELA: vabbe
NICOLETTA: vabbe
M. ANGELA: senti qua ... gli chiedi a PIERO se pensa se ci vediamo, perché
io giovedi devo andare da SALVO ...
NICOLETTA: no mi ha detto ora ...di dirti Lunedi
M. ANGELA: e ... perché io giovedi devo andare da SALVO ... gli dici ... va
bene? ...
NICOLEmA: no, mi ha detto ora che ...incompr ... lunedi ci vediamo ...
M. ANGELA: perché devo partire ...oka y ? Va bene ricordaglielo Nicole
...devo partire ...
NICOLETTA: se mi ha detto ora Lunedi ...
M. ANGELA: va bene ...
NICOLETTA: va bene
M. ANGELA: d'accordo ... perché non scendi più tardi ...
NICOLEìTA: no, non penso perché ho pulizie da fare ...percio ...
M. ANGELA: ah allora non scendi ...
NICOLEìTA: no, non penso proprio ...
% 535
Fine trascrizione.

LE ACQUZSZZZONZ DEL 03/04/2006.


I1 03/04/2006, veniva effettuato un servizio di O.C.P. al fine di verificare i movimenti di
PIZZO Pietro. E' emerso con certezza che a quella data lo stesso effettivamente prestava attività
lavorativa alle dipendenze del Bar Sofia. [&A.&$To Y3)
[..-l
Ore 07:30 Inizia il servizio di osservazione nei pressi del bar "Sofia"
ubicato al civico 29 di via Villa Sofia, luogo di lavoro di PIZZO Pietro.
Ore 07:31 Da una verifica effettuata si riscontra la presenza d i PIZZO
Pietro alla cassa del bar "Sofia".
[...l

LE ACQUZSZZZONZ DEL 06/04/2006.


11 06/04/2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per effettuare il colloquio
mensile con il marito MADONIA Salvatore. Esmw&j
Nella circostanza, cosi come era accaduto già nel corso del precedente colloquio del 9 febbraio
2006, il detenuto chiedeva alla moglie notizie di "PAOLETTA" alias CAMPO Giampaolo. La donna
rispondeva di avere parlato sia con lei che con NICOLETTA (alias PIZZO Pietro) e di aver avuto con
entrambi una bella discussione accesa. I1 risentimento della DI TRAPANI nei loro confronti scaturiva dal
loro scarso impegno nella gestione del Bar Sofia e soprattutto dal fatto che, sebbene ripetutamente
sollecitati, non avevano ancora fatto sapere alla stessa l'esatto ammontare della situazione debitoria. In
seguito a tale situazione la donna li aveva minacciati di escluderli dal Bar e di passare ad altri la gestione.
Nella fase finale dello scambio di battute, il mafioso MADONIA Salvatore faceva riferimento ad una
proposta avanzata da tale Sergio (che come meglio si vedrà in seguito si identifica in ARIOLO Sergio) a
cui lo stesso detenuto aveva già dato l'assenso.
A seguire il tratto di trascrizione di interesse:
[m.. l
SALVATORE: ... capisco un'altra cosa... loro ti dicono.... sai ... io voglio
questo.... io vo... io voglio questo, che ho?!... cosa ci posso fare?!... e t i stavo
dicendo... PAOLE'TTA!... come siamo combinati?
M. ANGELA: ... l'altro.... ieri, abbiamo abbiamo avuto una
giiscussione bella accesa!... ali ho detto... aliene ho dette di tutti i colori... di
$ $ (a
casa, ndr)! ... ali ho detto... ali ho detto... oani volta... dal mese ~assato...da
q u a n d o s o n.. dao mio marito!... e devo venire a
cercare a voialtri oani volta!?... ali ho detto.... rima mi dite una cosa... mi
non va avanti!... no!... è Derchè Da... ali ho detto ... non vi siete degnati... e
ve lo siete fatto uscire di auà, di auà, da tutte Darti (avete fatto finta di
.. .
niente, ndrì. a dirmi.. auanti debiti ci sono?!. auanto.. niente .. .
SALVATORE:... Maria Angela... Maria Angela...
M. ANGELA: ... allora io sono venuta alla determinazione che.. . ora io lo
do... in (porta il braccio sul suo lato destro come a voler dire lontano da se/ ndr)...
no, ma io... ali ho detto... no, ora domani da mio marito... auello che dirà!...
a me non mi dis~iace!... io devo... stare serena con mio fialio a casa!
SALVAT0RE:Marìa Angela ... quello che ti ho detto io... che t i ho detto
io... poi... questo... questa discussione, noi l'abbiamo sempre...
M. ANGELA: eh!... che devi dire, vai...
SALVAT0RE:quando ci sono le Feste, giusto?!
M. ANGELA: si
SALVATORE:... è giusto?!... era Natale... e mi hai detto
M. ANGELA:... e infatti è stato...
SALVATORE:... era Natale e mi hai detto... ora lasciamo passare... dice....
no, no, no, no
M. ANGELA: infatti!.. . .
gliel'ho detto pure, questo!.. gli ho detto ... devo
perdere la fiducia e la stima di mio marito!?
SALVATORE:... ora .... io t i sto dicendo... che... SERGIO t i aveva detto
.
si... dice... facciamo così.. in auesto modo.. .
M. ANGELA: mh!
SALVATORE:... ed io t i ho detto ... vedi che sono d'accordo!... rendi
e crlielo dici... Derchè ... non ne ossia amo D ~ U noi!
,

[...l

Nel prosieguo della conversazione, il mafioso invitava nuovamente la moglie a sistemare i loro
interessi nel Bar Sofia, sollecitando i protagonisti ad una migliore gestione. Inoltre, paventando
l'inattendibilità della contabilità o la malafede di chi doveva loro rendere conto, le suggeriva di dire ai
gestori di dare a lei una quota fissa al mese non già in relazione al reale volume d'affari bensi in relazione
al valore intrinseco dell'esercizio commerciale. La donna rispondeva che il cugino PIZZO Pietro (alias
Nicoletta) le aveva giurato correttezza dicendole che per loro avrebbe dato la vita. Ancora DI TRAPANI
Maria Angela riferiva che lo stesso PIZZO Pietro una volta aveva colto in flagrante un dipendente a
rubare soldi dalla cassa. 11dipendente veniva indicato come colui che effettuava le giocate ed a gesti -
mirnando gli occhiali - faceva intendere al marito che la persona in questione portava appunto detto
accessorio. infine la donna riferiva che per questa vicenda era anche intervenuto lo zio DI TRAPANI
Michele (la "Zia Sara").

[...l
SALVATORE:...inc... io, invece... quello che ti pregherei ... a dire. ..
cercare... anche per te stessa ... di avere la tua libertà, sangue mio... perche, nel
momento in cui... po ti trovi,., fai la bile, inutilmente!... invece, la bile, fagliela fare
agli altri, sangue mio!.. :bile, fagliela fare agli altri!... ad esempio... uuesta...
uuesta cosa... la vouliamo sistemare... invece mmhh... di... di... di
PAOLETTO!!
... mi ha detto... dice.... uuando è per... rirovo a vedere
M. ANGELA:
uuello che possiamo Drendere... ah!, volete prendere!?!!... ma che vuoi...
che... ali ho detto... voialtri, poi, uscite?!... aliene ho dette un ~ o c o !
Salvatore si lamenta per un attimo della qualità audio
SALVATORE:... cioè.. . nel momento in cui... devi dire... senti, noi
m
8 amministrairione ,...inc...(55:45)... o altrimenti si... si... ~ e r c h è
non ossia amo andare così, sanuue mio!... non ossia amo andare, sanuue
mio!... veramente, sanuue mio!
M. ANGELA: ... io uliel'ho detto... secondo me, voi, nemmeno ne fate
..
conti!... Drendete così!. chi si siede a sinistra...
SALVATORE:... no... no... e lo sai cosa succede, sangue mio?
M. ANGELA: eh!
. .
SAL VATORE:... cioè.. altrimenti si stabilisce.. si stabilisce. ..
M. ANGELA: ... eh!... quello...
: :E
O
R
T
AV
LA
S
date tanto!
M. ANGELA: m
@ er i a iSA
ra~L-VA
- :E
R
OT ... non siunifica...
m
alla Z, sanuue mio!
M. ANGELA: mh!
SALVATORE:... cioè, io vo... desidero sapere... ~ e r c h è
abbiamo molti
D t t i s c e
il fiulio, ndr)
... NICOLEZTA atticchiata!... Derchè fa...
M. ANGELA: io Der te mi
n
SALVATORE:si, ma non e questo!
M. ANGELA: ... non è questo, gli ho detto... tu
SALVATORE:si, ma non è questo! ... non è questo, sangue mio!... devi
dire... senti ... io ho un bambino ed ho a mio marito combinato cosi (in carcere,
ndr). ..
M. ANGELA: ... l'altra volta hanno visto a OUELLA che ali faceva... a
OUELLA che oli faceva i uiochetti... OUELLA che c'era sempre... (mima
indicando deali occhiali, ndr)... uuella cosa inutile messa sempre insieme a
PAOLETTA.. . (unisce le dita indice in segno di vicinanza, ndr)... che rubava!...
beello... cosi!... e ouello uliel'ha detto... ali ho detto... vedi, e... con la
presunzione che ve l'ho detto sempre!!....
SALVATORE:si, ma.. .
M. ANGELA: ... allora tu dici che sono pure io?!... gli ho detto... non mi
mettere parole in bocca!
SALVATORE:. .. Maria Anuela... senti... noi, continueremo a fare
Questa vita e non s a ~ ~ i a muuello
o che incontriamo!. .. cioè, dobbiamo
prendere una decisione!
M. ANGELA: si
SALVATORE:... una decisione!.. . cioè... il mese prossimo io voolio
una decisione!... devi dire... sentite .... noialtri non siamo.. .
M. ANGELA: ... ah!... l'altra volta, quando è stato di CARMELA... non è
stato... dalla ZIA LINA!... è stata ca... è stata NICOLETTA a chiamarla... bisogno
di cose... e si è chiamata a CARMELA!... capito?... ed infatti gli ho detto... t i sei
permessa e non ti devi permettere più!.,. perchè te lo avevo detto! ... te lo avevo
detto!... (riferisce la risposta di NICOLETTA ovvero PIZZO Pietro, ndr)... ma io
per te... Rer aiutare te... (inteso per la stessa Maria Angela, ndr)... no!...
sdirrubbo (rovina, ndr) mi porti, cosi!
.
SALVATORE:.. Maria Angela...
M. ANGELA: ... eh
SALVATORE: ... se lo vedi.,,
M. ANGELA:... inc...
SALVATORE:... se vedi a CARMELA... gli dici... nel momento in cui
venuo... (rumore di fondo, ndr)
M. ANGELA: ... gliel'ha detto alla ZIA SARA, già! (DI TRAPANI Michele,
ndr)
SALVATORE:... nel momento in cui... dici... prima me lo vieni a dire a
me!...
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
SALVATORE: ... e poi, si vede!
M. ANGELA: ... alla ZIA SARA gliel'ha detto, già!... ah!... la ZIA SARA
pure per questo fatto di PAOLETTA... mi fa... dice. .. ma tu com'è che (utilizza la
mimica lasciando intendere voglia dire "nulla, niente", ndr)... perchè... digli a
SALVO se ci posso parlare io... si!... manca fargli mettere la ZIA SARA che l'altro
giorno mi telefona e mi fa... Maria Angela, mi puoi aiutare?... dice... devo andare a
r
pagare la luce... ed io la mattina avevo mille euro da pagare di telefono che è
. .
ancora tagliato!.. mi veniva da ridere, SALVO!.. mi veniva da ridere!
SALVATORE: ... ma... Maria Angela... (zittisce il figlio, ndr) ...
M. ANGELA: ... no, niente
SALVATORE: ... ma allora,., inc... bene... minchia... più me ne dici, cose ed
io più. .. più...
M. ANGELA: basta
Forti rumori di sottofondo
SALVATORE:. .. e infatti. ., ieri mi ha portato (abbassa il tono della voce ed
indica con le mani il numero "sette", ndr)... settecento... per venire qua!...
metterteli a te e ve...
M. ANGELA: si, ma... Maria Angela... dico... dobbiamo mettere... poi tu
vieni.. . ti metti a piangere e noialtri siamo.., sempre punto e a capo!... e noialtri.. . e
ti sembrano pietosi... per loro... e noialtri siamo sempre punto e a capo!... cioè,
vuoi mettere un punto sangue mio!?.. . non lo so.. . punto!. .. sono due le cose!... o
prende.. . ehhh... due sono le cose!

Ad ulteriore dimostrazione dell'attendibilità della conversazione riportata, con


specifico riferimento alla vicenda del dipendente sorpreso a rubare ed in definitiva alla
reale riconducibilità del bar ai coniugi MADONIA-DI TRAPANI, vanno evidenziate le
sommarie informazioni testimoniali rese proprio dal PIZZO Pietro alla Polizia di Stato
in occasione di un controllo di Polizia cui lo stesso era stato sottoposto in data
----- 08/03/2006 unitamente a GENOVA Salvatore e DIELE Sandro, in atti generalizzati.
8 tmjialgij:
x r *i* aau e >"arr_

Domanda: nella gestione del1'attività avete avuto problemi?


Risposta: si, recentemente siamo stati costretti a licenziare un dipendente in
quanto si erano verificati degli ammanchi di cassa, tale fatto non è stato denunciato in
quanto non avevamo elementi certi per attribuire le responsabilità al dipendente.
Domanda: Riferisca come si chiama il dipendente?
Risposta:il d@endente si chiamava LI WGNI Francesco so che abita in via
Palasciano.
Domanda: ci sono state ripercussioni circa l 'aIlontanamento del dipendente e
r
se qualcuno è venuto a mediare per sua causa?
Risposta: no, in quanto il suo allontanamento è stato ampiamente chiarito tra
il dipendente, me quale responsabile di cassa e il titolare signor CAMPO.
r-./
l'l nominato LI VIGNI Francesco, è stato identificato nell'omonimo nato a
Palermo il 01/06/1963, ivi residente in via Palasciano m. 7. Lo stesso, effettivamente,
come mimato dalla DI TRAPANI Maria Angela al marito indossa le lenti cosi come
indicato nella patente di guida in suo possesso Cat. "B" m. PA2590911P che attesta
l'obbligo di guida con lenti. Ancora, il LI VIGNI Francesco, da quanto accertato
tramite BB.DD. (archivio INPS) risulta essere stato dipendente della ditta DI
TRAPANI AMALIA, Rivendita Generi di Monopolio, sita in Palermo, via Villa Sofia
m. 29/A dal mese di ottobre dell'anno 1989 alla fine dell'anno 1998 e dall'anno 2000 al
mese di giugno 2001 e della Ditta CAMPO ANDREA, Bar sito in Palermo, Via Villa
Sofia nr. 29 dal mese di gennaio al mese di settembre 1989.

Ritornando al colloquio, va evidenziato che, prima che lo stesso volgesse al tennine, la DI


TRAPANI Maria Angela raccontava al marito che prima di partire Massimo (LO VERDE
Massimiliano), le aveva dato 150 euro dal suo stipendio per far !?onte alle difficolti economiche della
donna. I1 mafioso, prendeva spunto da queste parole e raccomandava ancora alla doma di insistere nel
cercare di risolvere i problemi che erano emersi nella gestione del Bar Sofia.
Si riporta il tratto di interesse:
[...l
M. ANGELA:
Maria Anuela, ami un minuto... c'era MAMMA... fa... dice... asDetta,

prende (abbassa il tono della voce, ndr) centocinauanta euro... ali faccio...
m 1
suo sti~endio...ma che di...
SALVATORE: ... Maria Angela...
M. ANGELA: ... eehh... senti... stupida... dice... gli ho detto... metti a
conto ... no, non metto a conto niente!... tu fai il compleanno giorno trenta ed io,
dice... ed io, dice, invece di andarti a comprare... te li sto dando ora che domani
devi partire, dice. .. e ne puoi avere bisogno per strada!
SALVATORE:.... Maria Angela...

qualcosa?... nooo... una cosa...


SALVATORE:] 2~
M. ANGELA: ... dice... devi partire con i soldi giusti, giusti. .. se t i succede

5T
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... tu vedi oueste.... non è che ci vai con oli occhi ~ i e n i
3
prendo ... be... Der il ~asseauio!!
M. ANGELA: f i
SALVATORE:... ma dopo cinque minuti poi.. .
M. ANGELA: ... una folle!. .. gliel'ho detto chiaro!... non ho (ovvero non
hai, ndr) rispetto!... non ho più a nessuno!
: :E
O
R
T
A
VL
A
S
gbbindolare! ... io... desidero saDere... se... cioè...
M. ANGELA: ... lo sa che ouoi... io, d o ~ odi auà ... io, domani... ci
a
e domani, auando ve... vi dirò... auello che chiede! (MADONIA Salvatore,
n dr)
SALVATORE: ... Maria Angela... Maria An... perchè non mi... non... tutto
l 'amore di questo mondo... tutto I'amore di questo mondo...
M. ANGELA: ... si gliel'ho detto!... io non posso...
SALVATORE:... noialtri facciamo... amore per loro e noialtri... inc...
M. ANGELA: ... a me il cen/ello... gli ho detto... se ne sta andando!... io
.
non posso stare.. settimane
[...l

Come si vedrà più avanti, l'ingresso in scena del LO VERDE Massimiliano


assumerà particolare rilevanza proprio in relazione alla gestione del bar Sofia.

LE ACQUISIZIONI DEL 21/04/2006.


I1 21/04/2006 alle ore 12:23 DI TRAPANI Maria Angela sull'utenza intercettata
34912541160 riceveva una telefonata da parte del cugino PIZZO Pietro, che in quel momento aveva in
6 n % % -$t .
.
F
*q'4 .,
uso l'utenza 34013628636 intestata proprio al Bar Sofia. &WJ$-$@m~,)
I1 PIZZO Pietro informava la donna che MADONIA Aldo era stato al bar ed aveva lasciato
detto che aveva da poco ricoverato la madre GELARDI Emanuela, suocera della DI TRAPANI.
Quest'ultima, a sua volta, suggeriva al cugino di dire che anche lei stessa era stata male in mattinata ed era
stata sottoposta ad esami, motivo per cui era andata a casa. Al di là dell'occasione contingente che aveva
determinato la telefonata, va rilevato che dall'episodio emerge una ulteriore dimostrazione che la proprietà
del bar è riconducibile a MADONIA Salvatore. Invero il fiatello MADONIA Aldo è a conoscenza della
circostanza tant'è che per far sapere alla cognata, con la quale i rapporti in quel periodo non sono dei
migliori, la notizia del ricovero della madre fa capo ai gestori del bar che sa essere in rapporti appunto con
A

la cognata.
Di seguito il tratto di interesse:
[...l
M. ANGELA: Eh Piero...
PIETRO: dove sei?
M. ANGELA: a casa...
PIETRO: senti... ho... ho ricevuto una... una... comunicazione...
M. ANGELA: ah...
PIETRO: c'è tua suocera in ospedale...
M. ANGELA: ah... mah... e che sta facendo?
PIETRO: eh praticamente forse sta male... o sta molto male, non lo
so... e a quanto pare è venuto Aldo... io non lo conosco tra l'altro...
M. ANGELA: eh perché che... e va bene...
PIETRO: no... io te l'ho detto per cronaca...
M. ANGELA: ...inc... tu non mi hai detto niente...
PIETRO: io te lo sto dicendo a te per cronaca giusto...
M. ANGELA: sta andando a fare... no va bene sta andando a fare
sicuramente esami...
PIETRO: non lo so... dice che stava male e scappò quello di urgenza...
ora non lo so quello che è successo...
M. ANGELA: sarà andata a far degli esami...
PIETRO: comunque te lo faccio sapere nel caso in cui...
M. ANGELA: ok...
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: si va bene...
PIETRO: ciao... ciao...
. , M. ANGELA: ah... nel caso in cui dovessi vederlo gli devi dire... che... che
- @ Maria Angela sta malissimo... ci dici... stamattina l'hanno dovuta ricoverare qui di
urgenza per farci fare gli esami...
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: e se ne è andata a casa ora...
PIETRO: va bene... va bene...
M. ANGELA: senza farsi ricoverare...
PIETRO: io come so qualche cosa t i faccio sapere...
M. ANGELA: sta male...
PIETRO: ok...
M. ANGELA: ha fatto la diabete e sta malissimo... non poteva alzare i piedi
da terra... ok?
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: e tu non mi hai detto niente perché... per non farmi stare in
pensiero perché sto male... stamattina con la mattinata... ok...
PIETRO: va bene... io non appena ritornano ti faccio sapere
comunque..,
M. ANGELA: ok...
PIETRO: sottobanco va bene... ciao...
M. ANGELA: si ciao...
[...l

Ma ancora più importante appare il contenuto della successiva telefonata. (~L%%GA'K,&~~)


DI TRAPANI Maria Angela, infatti, chiama a sua volta il cugino PIZZO Pietro al quale, con
tono perentorio, ORDINA di non offiire nulla al cognato, neanche se dovesse spendere un solo euro! La
donna ricorda che, in una precedente occasione, il cognato pretese il pagamento di alcuni medicinali. I1
'
contenuto di detta conversazione costituisce una ulteriore conferma della reale proprietà dell'esercizio
commerciale in disamina in capo alla famiglia MADONIAD1 TRAPANI.
[...l
PIETRO: si...
M. ANGELA: ah... Piero...
PIETRO: eh...
M. ANGELA: tu sai... ci dici... ah tieni mangia ... non deve esistere...
PIETRO: no va bene... tranquilla...
M. ANGELA: pure un euro...
PIETRO: no va bene... tranquilla... non...
M. ANGELA: no dico... chissà...
PIETRO: tu lo sai... va bene... va bene...
M. ANGELA: ok?
PIETRO: stai tranquilla... ciao... ciao...
M. ANGELA: la medicina mi fece pagare...
PIETRO: eh?... come?
M. ANGELA: a me una volta... mi fece pagare... le... le medicine... sei euro...
PIETRO: ah...
M. ANGELA: sei mila lire allora erano...
PIETRO: ah sei mila lire...
M. ANGELA: in lire... sei mila lire...
PIETRO: perfetto...
M. ANGELA: vergognosamente...
PIETRO: ma io non lo conosco il prodotto non me ne sono accorto
onestamente quando e entrato... r
M. ANGELA: ...ride...
PIETRO: quindi non so di che tipo di produzione è...
M. ANGELA: no... va bene dillo all'altro prodotto. .. chi ...inc...
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: ah... salutami a ...inc...
PIETRO: va bene... ciao... ciao...
[...l

LE A CQUISIZIONI DEL 04/05/2006.


I1 04/05/2006 alle ore 08:18 DI TRAPANI Maria Angela dall'utenza intercettata
34912541160 chiama il cugino PIZZO Pietro al quale dice di ricaricargli il telefono perché non ha più
credito. i(.h?f@A$~W)
Di seguito il tratto di interesse:
[...l
PIETRO: si...
M. ANGELA: Piero mi fai una cortesia... mi puoi caricare il telefonino che
non ho credito sufficente... mi sta cadendo la linea che sono in autostrada a Roma...
PIETRO: va bene... va bene...
M. ANGELA: ciao ... grazie...
PIETRO: ciao... ciao ...

Nella stessa data, inoltre, DI TRAPANI Maria Angela si recava nuovamente a L'Aquila per
effettuare il colloquio con il marito detenuto.
Nella circostanza il mafioso introduceva l'argomento chiedendo di conoscere le eventuali
novità in relazione alla vicenda "PAOLETTA" . La donna, in risposta, asseriva di essere in attesa degli
- sviluppi .edi avere comunque interessato Sergio (ARIOLO Sergio) il quale però, chiedeva del tempo
Q poiché impegnato con il suo lavoro.
Subito dopo il detenuto chiedeva alla moglie spiegazioni del mancato ricevimento di missive da
parte di NICOLETTA @I TRAPANI Nicoletta moglie di PIZZO Pietro) owero dalla madre della
stessa (CARLINI Liliana) ipotizzando una loro insofferenza nei suoi conti-onti; la DI TRAPANI, però,
lo rassicurava dicendogli che i rapporti con loro non erano peggiorati.
A seguire il tratto di interesse:
[...l
SAL VATORE:PAOLETTA, che cosa hai fatto?
M. ANGELA: ... aliel'ho detto il discorso!... ~ e r òasrretto che...
ancora... per ora.. . a SE... Derchè sta facendo la... si ta... Der ora è im~eanato
con il suo lavoro... SERGIO (abbassa il tono della voce, ndr)
SALVAT0RE:Maria Angela, come mai non mi ha scritto nemmeno un

k
cartoncino, niente.. . PAOLETTA!??
M. ANGELA: NICOLETTA ?

545
SALVATORE:NICOLETTA!
M. ANGELA: non lo so!... niente?
SALVATORE:(annuisce, ndr)
M. ANGELA: ... certo!... sa che si deve fare la... però con me si
. .
comporta.. mi ha fa.. ha visto le cose e mi e andato a fare lui stesso le cose...
SALVATORE:... ma nemmeno sua madre... mi ha scritto mai!!?
M. ANGELA: ... chi?
SALVAT0RE:sua madre
M. ANGELA: (dopo un attimo di perplessità, ndr) ... Z I A LILIANA?
(CARLINI Liliana, ndr)
SALVATORE:eh!
M. ANGELA: non è... lei non è cosa di scrivere, lo dice!
SALVATORE:mha!... c'e qualche cosa di strano!
M. ANGELA: no, no, non credo
SALVATORE:no, perche e venuto fino a ieri e mi ha fatto fare lui stesso le
cose per il barbecue...

Alla fine della conversazione la doma, dopo avere riferito al marito di avere ricevuto 2.500
euro dallo zio DI TRAPANI Diego in occasione delle festività Pasquali, gli chiariva che "PAOLETTA"
(CAMPO Giampaolo) dopo la sua sfuriata, le dava 500 euro a settimana. Comunicava inoltre al marito
che la stessa "PAOLETTA", a dire del cugino PIZZO Pietro, era responsabile di ammanchi di denaro
dalla cassa, accusa che comunque non poteva provare stante l'assenza di prove certe. I1 MADONIA
Salvatore suggeriva alla moglie di fare redigere, giornalmente, un inventario della merce allo scopo di
tentare di controllare meglio le movimentazioni. .
A seguire il tratto di interesse:
[...l
SALVATORE: ... e la Z I A LINA cosa t i ha mandato?
M. ANGELA: 2.500 euro (abbassa il tono della voce, ndr)
SALVATORE:eh!
M. ANGELA: ... per Pasqua, e poi basta!
(breve pausa)
M. ANGELA: ... ma non lo so... non saranno sempre!
SALVA T 0RE: Maria Angela...
M. ANGELA: ... perchè si e capito!... perche e passato.... inc... non e che
ha detto ... tipo non e che ha detto...
SALVATORE: ... ma Maria Angela... non so...
M. ANGELA: basta, solo quelli sono!
SALVATORE: ... però, mettici i nodini... poi un'altra cosa...
M. ANGELA: no, nodini non ce ne metto perchè già non ce ne sono più!. ..
avevo cose da pagarmi.. .
SALVATORE:. .. Maria Angela, se tu non sistemi a PAOLETTA, tu non ...
inc... vedo io...
M. ANGELA: ... da quando gli ho detto così, che gli ho fatto il discorso.. .
inc.. .
SALVATORE:... si, ma...
M. ANGELA: ... ogni settimana mi da 500 (abbassa il tono della voce, ndr)
SALVATORE:... si, ma Maria Angela, non è il discorso... allora, cioè...
cosa significa questo?... cioe... possibile che noi non possiamo sapere...
M. ANGELA: ... perchè PIERO (PIZZO Pietro, ndr) mi fa... ti giuro...
SALVATORE: Maria Angela.. .
M. ANGELA: ... si stava mettendo a piangere... tu pensi che io non ...
inc... ?
SALVAT0RE:nooo.. . SALVO. ..
M. ANGELA: ... gliel'ho detto...
SALVATORE:... questa cosa l'ha .
fatta con amore.. e desidera sapere...
dice, sai... questo!...
M. ANGELA: gliel'ho detto, gliel'ho detto
SALVATORE:... non è questo, non è una mancanza di fiducia!
M. ANGELA: lui mi fa (PIZZO Pietro, ndr) ... lo vedi, per ora, non t i ho
voluto dire niente, ma sono sicuro che L U I (verosimilmente PAOLETTA, ndr),
prende! (si appropria di denaro, ndr), perchè l'altro giorno ... dice... sono venuto a
sapere (continua a parlare per PIZZO Pietro, ndr)... mi ha detto che di Domenica
non veniva e sono venuto a sapere che se n'è andato il Sabat.0 e la Domenica a
Roma, dal Papa!... dice ... se lui mi dice che eeehh... dice... da dove li ha presi?! (i
soldi, ndr). .. per farsi il viaggio?!
SALVATORE:... e cioe, allora ...
M. ANGELA: ... dice... ma lo devo scoprire n'capu u fatto! (prima o poi me
ne devo accorgere mentre lo fa, ndr)... dice, come faccio a parlare senza fatti?!... gli
ho detto, ma come lo puoi scoprire?!... gli ho detto, tu hai i turni... tu hai i tuoi
turni... gli ho detto... come, come... dice... si, ma come si fa... dice... anche in una
svista, lo può fare!
SALVATORE:. .. l'inventario!... basta fare l'inventario, sangue mio!... basta
fare l'inventario!
M. ANGELA:... ci sono cose che non vengono battute! (alla cassa, ndr)
SALVATORE:... Maria Angela, basta fare.... t i può sfuggire qualche due,
tre cose, quattro cose, cinque cose.. .
M. ANGELA: ... eh! ... gliel'ho detto!... gliel'ho detto! ... ed infatti gli ho
detto... per questo mio marito... gli ho detto, ma non per sfiducia a te!... nè ora ne
mai!
SALVATORE:. .. perche conosco... perche conosco... cosa fanno, io!
M. ANGELA: . .. dice, va bene, mi sta bene!... fammi sapere poi a chi
mettere (abbassa il tono della voce, ndr) per fargli fare tutta questa cosa...
SALVAT0RE:Io deve fare lui, cioè...
M. ANGELA: ... a lui stesso di nuovo gli devo dire?
SAL VATORE:come?
M. ANGELA: a lui stesso gli dico?
SALVATORE:cioe, a dire.., questo!... deve fare continuamente l'inventario!
M. ANGELA: si
[...l

L'inequivoco contenuto della conversazione riportata, specie laddove Salvatore MADONIA


sollecita la redazione di un " inventario" " da fare continuamente " per controllare le movimentazioni di
merce del bar ed impedire cosi la possibilità di sottrazioni di cassa, è ulteriormente dimostrativo che la
proprietà del bar Sofia è e1 mafioso MADONIA Salvatore e della moglie DI TRAPANI Maria Angela.

LE ACQUISIZIONI DEL 06/06/2006.


I1 06/06/2006 alle ore 08:21 DI TRAPANI Maria Angela dall'utenza intercettata chiamava
l'utenza 34013628636 intestata al bar Sofia ma notoriamente in uso a PIZZO Pietro. Nel corso della
conversazione Maria Angela diceva alla cugina DI TRAPANI Nicoletta (che aveva risposto al posto
del marito che stava facendo la doccia) di ricordare al coniuge di portargli il denaro in quanto sarebbe
dovuta andare a fare il colloquio con il marito detenuto. Sottolineava con forza le sue difficoltà
-----
$ i-*e*--< - " S I

economiche dicendo alla cugina che altrimenti si sarebbe potuta "impiccare". -@*@*~2)
Di seguito il tratto di interesse:
[...l
NICOLEmA: Pronto
M. ANGELA eh Nicole ...
NICOLEmA: eh ni ...
M. ANGELA che fai ...
NICOLEmA: mi sono fatto la doccia ...
M. ANGELA ah si ... con Piero sei
NICOLEmA: come?
M. ANGELA con Piero sei
NICOLEmA: si, Piero sta facendo la doccia
M. ANGELA ah ... ho capito, senti gli dici se ...ci dici che fa domani ci
sentiamo ...
NICOLETTA: eh ... va bene ...
M. ANGELA perché se no mi posso impiccare
NICOLETTA: va bene (ride)
M. ANGELA va bene (ride) ...Ìncompr ... questo ...
NICOLETTA: va bene ...okay ...
[...l
M. ANGELA ... e poi sto andando a fare la spesa ... a ordinare la spesa per
andare da SALVO giovedì
NICOLETTA: eh ... va bene ...
M. ANGELA per questo ...va bene?
NICOLETTA: va bene ... ti faccio chiamare ...
M. ANGELA d'accordo si ...
NICOLETTA: ciao
M. ANGELA ciao ... ah Nicole
NICOLETTA: eh dimmi
M. ANGELA digli che non si dimentica oggi il cestino per CATIA "mi
ammanca" questo
NICOLETTA: il cestino 7
M. ANGELA si ...perché già che lei col broncio ... perchè l'ho dirottata per
sopra ...
NICOLETTA: ah ...
M. ANGELA perché ancora ... non se ne saliva ...
NICOLETTA: eh
M. ANGELA perché gliel'ho detto chiaro ...
NICOLETTA: va bene okay ... il cestino
Si salutano.

La Catia citata nella conversazione e destinataria del cestino si identifica in ROMAGNINO


Catia Maria, nata a Roma il 06/06/1966, residente a Palermo in via Sorge nr. 1018, che nella medesima
data compiva 40 anni.

LE ACQUISIZIONI DEL 07/0&/2006.


I1 07/06/2006 GELARDI Emanuela (rispettivamente madre e suocera dei coniugi
MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Maria Angela) si recava presso la Casa Circondariale di Novara
per effettuare colloquio con l'altro figlio detenuto MADONIA Antonino.
I1 brano che segue è di straordinaria importanza al fine di consolidare il quadro indiziario
sinora esposto in quanto:

Ci--
dimostra la piena consapevolezza sia del MADONIA Antonino che
della madre GELARDI Emanuela che il bar è di proprietà occulta del mafioso
MADONIA Salvatore. I1 MADONIA Antonino, infatti, si preoccupa di parlare in
7
chiaro de11 argomento;
riconduce la gestione dell'esercizio commerciale in questione agli attori
finora indicati.
Infatti, nella circostanza, il detenuto MADONIA Antonino rivolgendosi alla madre si
preoccupava che i "sussidi economici" arrivassero anche alla cognata DI TRAPANI Maria Angela.
Nello stesso contesto chiedeva alla madre se "stessero lavorando" e, per far capire all'anziana madre che
alludeva al bar, mimava per ben due volte il gesto di bere il caffe. Poichè l'anziana madre non capiva, il
detenuto era costretto ad indicare a voce espressamente il "Bar", e poi collegava a tale attività sia Amalia
(DI TRAPANI Amalia) che Giampaolo (CAMPO Giampaolo). Compreso l'argomento, la madre
riferiva che stavano continuando a lavorare.
Di seguito si riporta il tratto di interesse:
[...l
ANTONINO: A me, quello che interessa è che Maria Angela, diciamo, non
piange, diciamo (strofina pollice e indice della mano sinistra producendosi nel gesto
che indica il denaro) che Maria Angela ... diciamo ... non abbia problemi, no?
EMANUELA: uhm
ANTONINO: eh, eh
EMANUELA: eppure ... li piglia lei
ANTONINO: eh ... lavorano? (avvicina la mano sinistra -pollice ed indice
uniti- alla bocca e si produce due volte nel gesto che sta ad indicare la bevuta del
caffe dalla tazzina; inoltre effettua dei movimenti labiali non intelleggibili)
EMANUELA: in questo momento io non ci penso;
ANTONINO: ...INC... là ..... no dico ... no ..INC.. lavorano? (con il labiale
testualmente: "au bar?")
EMANUELA: e noi che c'entriamo? che c'entriamo noi?
ANTONINO: da Amalia?
EMANUELA: (non risponde facendo capire di non avere ancora compreso)
ANTONINO: non t i ricordi no? (pausa) ... non t i viene in testa .... da
Giampaolo!!
EMANUELA: ho capito dov'è che dici tu
ANTONINO: eh, eh
EMANUELA: ormai ... sono ...INC...
ANTONINO: lei, lei, lei, lei, lei, lei è interessata no? lei è interessata
giustamente
EMANUELA: ah, si .... (si produce in gesti e labiali) ... sei (si produce nel
gesto che sta ad indicare dare)

i"v-
ANTONINO: chi?
EMANUELA: (risponde con il labiale)
ANTONINO: a Maria Angela?
EMANUELA: Amalia
ANTONINO: ah, ah ... ma ancora, diciamo, continua? sempre?
EMANUELA: che non è sempre
ANTONINO: ah, sempre
[.-l

LE A CQUISIZIONI DEL 04/0 7/2006.


I1 04/07/2006, alle ore 16:44, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva
intercettata una conversazione tra la stessa ed il cugino PIZZO Pietro. Nel corso dell'interlocuzione la
doma riferiva di trovarsi nella casa al mare e chiedeva al cugino se poteva passare da lei. L'uomo
rispondeva di essere stanco e che comunque avrebbe mandato la moglie DI TRAPANI Nicoletta

La conversazione, di per sè priva di contenuto indiziante, assume tuttavia notevole valenza


poichè documenta l'invito periodico rivolto dal proprietario al gestore del Bar PIZZO Pietro, in
previsione dell'ulteriore viaggio che la donna il 06/07/2006, dopo soli due giorni, doveva effettuare per
recarsi a L'Aquila per svolgere il colloquio con il marito detenuto.
[...l
M. ANGELA: pronto. ..
PIETRO: sono io...
M. ANGELA: pronto ...
PIETRO: mi senti?
M. ANGELA: si, si ... t i sento...
PIETRO: dove sei?
M. ANGELA: a ...inc... a mare...
PIETRO: ah... sei a mare.. .
.
M. ANGELA: si.. poi passi?
PIETRO: io sono ancora a Palermo...
.
M. ANGELA: eh.. quando torni passi?
PIETRO: ... ti mando a Nicoletta.. .
M. ANGELA: va bene...
PIETRO: va bene?
M. ANGELA: va bene. ..
PIETRO: tutto a posto? sei sola?
M. ANGELA: no... c'è... tua suocera e mia madre ...inc ...
PIETRO: ah...
M. ANGELA: perché?
PIETRO: no... cosi domandavo...
M. ANGELA: no ...inc,. .
PIETRO: c'e caldo li?... c'è caldo li?
M. ANGELA: no... ti posso dire.. no.,. non tanto ... ma perché non te ne
venivi qui scusa t i facevi il bagno?
PIETRO: no... no sono stanco ...
M. ANGELA: tua suocera sta facendo la caponata...
PIETRO: sono stanco M. ANGELA ... stanco...
M. ANGELA: t i rilassavi bello... a mollo...
PIETRO: no...
M. ANGELA: ti rilassavi... non c'e nessuno siamo soli proprio...
PIETRO: no...
M. ANGELA: nemmeno i bambini ci sono... soli ...
PIETRO: non appena un'altro po' arrivo a casa... me ne vado a
dormire...
M. ANGELA: ma ti facevi il bagno,.. t i riposavi un poco, mangiavi e t e ne
andavi ...
PIETRO: assolutamente sai perché... perché è da questa mattina che
sono in piedi eh ho dato ...
M. ANGELA: eh appunto...
PIETRO: ho tenuto testa a tutto da ~ ~ ~ 1perché
0 . . sono stato da solo
per ora...
M. ANGELA: ...inc... ma t i rilassavi sai... mettendoti a mollo solo con il
silenzio t i rilassavi.. .
PIETRO: ora vediamo,., se quando arrivo a casa me la sento... ...inc...
vengo...
. . .

*
M. ANGELA: va bene.. se mai.. deve venire.. Nicoletta t i portava le cose
qua...
PIETRO: va bene ...
M. ANGELA: tua suocera sta facendo la caponata... ciao...
PIETRO: va bene ... ciao... ci vediamo dopo... ciao...
M. ANGELA: si ciao...
LE ACQUISIZIONI DEL 13/07/2006.
I1 13/07/2006, alle ore 22:04, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva
intercettata una conversazione tra la stessa ed il cugino PIZZO Pietro. Nel corso dell'interlocuzione la
donna chiedeva al cugino se potevano incontrarsi l'indomani mattina. L'uomo prendeva tempo dicendo
che doveva vedere com'era combinato e che al massimo si sarebbero incontrati in serata. Maria Angela
gli riferiva di preparargli un cestino per sabato mattina che lei avrebbe mandato qualcuno a ritirarlo.

[...l
PIETRO: si,..
M. ANGELA: eh ... ciao Piero...
PIETRO: ciao M. ANGELA...
M. ANGELA: ma sei a lavorare o sei a casa...
PIETRO: . .
no.. sto.. andando ora
M. ANGELA: ah... state andando,.. ma domani mattina ci possiamo vedere
o devi andare a lavorare presto?
PIETRO: domani mattina.. .
M. ANGELA: hai da fare? se hai da fare niente.. .
PIETRO: vediamo come sono combinato...
M. ANGELA: ah va bene non t i preoccupare... ti volevo dire.. . me lo
.
potresti fare.. . sabato.. allora domai sera neanche... ci vediamo.. .
PIETRO: ah... questo si, ..
M. ANGELA: pensi che ci vediamo7
PIETRO: . ... per questo si...
si.. si
M. ANGELA: eh va bene ... e comunque va bene... oltre questo ... me lo
puoi fare preparare. .. che poi t i dico a chi lo devo dare... un cestino. ..
PIETRO: eh...
M. ANGELA: quello che fai tu di solito ...
PIETRO: eh...
M. ANGELA: con le fragoline ... e tutto...
PIETRO: quando t i serve?
M. ANGELA: per sabato entro I'una (1 3:OO)... verrà... di mattina a
prenderselo.. .
PIETRO: va bene... sabato allora entro la mattinata giusto.. ? .
M. ANGELA: si... si... . ..inc... entro I'una, tu ce lo prepari bello...
PIETRO: una decina di persone... quindici persone...
M. ANGELA: un cestino quello normale che fai t u... si...
PIETRO: non eccessivo grande .inc.....
M. ANGELA: no... no... quello normale ... giusto per come deve
PIETRO: va bene... va bene...
M. ANGELA: fatto bene... fai tu... con le fragoline ci sono di questi
tempi... ?
PIETRO: .
fragoline.. non te lo garantisco... però al limite possiamo
giocare con fragole e frutti di bosco...
M. ANGELA: ah... va bene... ok... fai tu...
PIETRO: con questo possiamo giocare tranquillamente.. .
M. ANGELA: va bene...
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: d'accordo Piero...
PIETRO: d'accordo... ci vediamo allora.. .
M. ANGELA: allora domani sera ci vediamo...
PIETRO: .
si.. sicuramente si.. .
M. ANGELA: va bene ... chi sa...
PIETRO: va bene...
M. ANGELA: ma voi altri... ah ma voi non scendete ... va bene...
PIETRO: va bene?
M. ANGELA: va bene... ciao... chi sa vengo io ...
PIETRO: ciao... ciao...

LE A CQUISIZIONI DEL 02/08/2006.


I1 02/08/2006, alle ore 14:10, sull'utenza in uso a PIZZO Pietro veniva intercettata una
conversazione tra la stessa e la cugina DI TRAPANI Maria Angela. Nel corso dell'interlocuzione la
donna, manifestava la sua paura che l'uomo dimenticasse di nuovo e nel contempo chiudeva la
.,conversazione invitandolo ad incontrarsi. I1 tenore, per la vertà abbastanza criptico, della comunicazione

0 induce a ritenere che la telefonata fosse il periodico segnale di richiesta di denaro tenuto conto che la
donna l'indomani si sarebbe dovuta recare a Napoli per effettuare un colloquio con il suocero colà
detenuto. [Ah&k@iL0l)
[...l
PIETRO: si
M, ANGELA: eh, Piero
PIETRO: che è?
M. ANGELA: no, avevo paura che t i dimenticassi di nuovo ... niente ci
vediamo allora
PIETRO: va bene ciao
M. ANGELA: ciao
Effettivamente l'indomani 03/08/2006, DI T W A N I Maria Angela si sarebbe recata a Napoli
per effettuare il periodico colloquio con il suocero MADONIA Francesco, colà detenuto alla Casa
Circondariale di Napoli Poggioreale.

LE ACQUISIZIONI DEL 07/08/2006.


I1 07/08/2006, alle ore 20:19, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva
intercettata una conversazione tra la stessa e il cugino PIZZO Pietro. Nel corso dell'interlocuzione la
doma chiedeva all'uomo se dovevano vedersi in giornata oppure l'indomani. PIZZO Pietro riferiva che
sarebbe andato da lei nella stessa serata. Come già evidenziato in precedenza anche questa conversazione
appare prodromica ad una richiesta di denaro nella considerazione che la doma il successivo 10/08/2006
si sarebbe dovuta recare a L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito colà detenuto.
b9)
[...l
PIETRO: si.. .
M. ANGELA: la donna si riferisce ad una terza persona (MADONIA
Francesco ndr) diversa dal suo interlocutore telefonico a cui riferisce: "senza farla
diventare come uno schifo.. . "
PIETRO: pronto.. .
M. ANGELA: ehi Piero... ciao... ma dove sei?
PIETRO: alavorare...
M. ANGELA: ah... a lavorare sei...
PIETRO: si,..
..
M. ANGELA: ma ci dobbiamo vedere. o devi venire domani.. .
PIETRO: ..
no ora... chi sa. t i vengo a trovare.. .
M. ANGELA: va bene io ... chi sa... se suoni a casa sono dalla zia Enzina...
PIETRO: ... ciao...
va bene
M. ANGELA: va bene? ciao. ..

Effettivamente il 10/08/2006,DI TRAPANI Maria Angela si recherà a L'Aquila per effettuare


il periodico colloquio con il marito MADONIA Salvatore.

LE ACQUISIZIONI DEL 09/08n006.


Un'altra conversazione, dello stesso tenore delle precedenti, veniva intercettata il 09/08/2006,
alle ore 19:27, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela. La donna, ancora una volta, chiedeva
all'uomo se dovevano vedersi. L'uomo le riferiva che era nei suoi programmi andare da lei in serata e di
non preoccuparsi. m@$-]
[...l
PIETRO: si...
M. ANGELA: ehi ... Piero...
PIETRO: si...
M. ANGELA: eh... che fai ...
PIETRO: mi passo il tempo...
M. ANGELA: che fai?
PIETRO: che posso fare secondo te?
M. ANGELA: (dopo qualche secondo di pausa ndr)... stai lavorando?
PIETRO: .
eh certo... che sto facendo.. sto lavorando...
M. ANGELA: va bene questo l'ho capito... dico... ma devi venire?
PIETRO: più tardi.. .
M. ANGELA: ah... questo volevo sapere ...
PIETRO: no... più tardi ... più tardi,.. già mi ero programmato il
passaggio...
M. ANGELA: ah... va bene ...
PIETRO: va bene... potevi stare tranquilla... t i ho detto vengo...
vengo.. .
M. ANGELA: va bene...
PIETRO: va bene?
M. ANGELA: si...
PIETRO: ciao... ciao...
M. ANGELA: ciao... ciao...

LE ACQUISIZIONI DEL 02/09/2006


Ancora, il 02/09/2006 veniva intercettata altra conversazione, sempre dello stesso tenore delle
precedenti. Alle ore 17:39 infatti PIZZO Pietro chiedeva alla cugina se si trovava a casa. Alla risposta
affermativa l'uomo riferiva che si stava recando da lei. Come già rilevato in precedenza anche questa
conversazione appare determinata dall'esigenza del del PIZZO Pietro di comspondere denaro alla donna.
Analogamente si registra la coincidenza temporale dell'imminente viaggio della doma per effettuare un
colloquio. La stessa effettivamente si recherà a L'Aquila il successivo 07/09/2006. =l)
[...l
M. ANGELA: pronto.. .
PIETRO: .
buonasera.. sono io.. .
M. ANGELA: eh ... si Piero...
PIETRO: sei a casa?
M. ANGELA: si. ..
PIETRO: va bene... ora vengo... ciao ...
M. ANGELA: si... ciao...
LE A CQUISIZIONI DEL 09/09/2006 .
Alla stregua di quanto evidenziato nei precedenti paragrafi circa gli incontri dei cugini DI
TRAPANI Maria Angela - PIZZO Pietro, analoga causale va data alla conversazione ascoltata il
09/09/2006 alle ore 1650. Prima di parlare di un incidente occorso alla donna nella mattinata, questa
chiede al cugino se deve recarsi da lei. L'uomo risponde che per quella giornata non è possibile. Anche in
questa circostanza si sottolinea che la donna, dopo soli due giorni, si porterà nel capoluogo partenOpe0
C / * - , I

per effettuare un colloquio con l'anziano patriarca MADONIA Francesco. (&&$&ATO%~~)


[...l
PIETRO: si...
M. ANGELA: eh... Piero ciao...
PIETRO: ciao.. .
M. ANGELA: che fai.. ? .
PIETRO: sto lavorando...
M. ANGELA: ma pensi che questa sera puoi passare?
PIETRO: no M. ANGELA...
M. ANGELA: domani?
PIETRO: .
domani,. ma stasera no.. .
M. ANGELA: ah... domani ...
PIETRO: 1506... domani si.. .
M. ANGELA: va bene. ..
PIETRO: 1500...
[.-l

LE ACQUISIZIONI DEL 16/09/2006.


In tale data vengono intercettate due conversazioni ambientali tra DI TRAPANI Maria
Angela e la sua amica ROMAGNINO Catia. L'analisi delle conversazioni, che avvenivano all'intemo
dell'autovettura Citroen C1 targata DA688LM in uso alla DI TRAPANI, o f i e uno spaccato di
chiarissima evidenza circa la dimostrazione che il Bar Sofia è di proprietà del mafioso MADONIA
Salvatore e di sua moglie DI TRAPANI Maria Angela. La particolarità dell'attività tecnica in
questione, a differenza del contenuto spesso criptico delle conversazioni telefoniche, ofFre la possibilità di
pervenire con maggiore immmediatezza alla dimostrazione di un riscontro inoppugnabile alla reale
riconducibilità del bar in questione ai coniugi MADONIA-DI TRAPANI indagati.
La prima conversazione veniva registrata alla ore 1855: le donne. come emergerà in semito, si
stanno recando ~ r o v r i oal Bar Sofia.
DI TRAPANI Maria Angela si sfoga con l'amica, che risulta essere pienamente a conoscenza
dei fatti, lamentando comportamenti errati da parte del cugino PIZZO Pietro nella gestione del bar. La
ROMAGNINO Catia, a supporto delle rirnostranze, riferisce che gli estranei sono meglio della famiglia,
facendo chiaro riferimento al vincolo di parentela che lega la DI TRAPANI con il PIZZO Pietro:
[...l
CATIA: ...l'estraneo e meglio della famiglia! (pausa)
MARIA ANGELA: si!
CATIA: Guarda Maria Angela non mi sorprende affatto. Gli estranei
sono meglio della famiglia
MARIA ANGELA: si!
CATIA: ...molte volte! (breve pausa) Perché una famiglia... t i rovina
MARIA ANGELA: ...no si deve mangiare... si deve mangiare di sopra

CATIA: I'estra... l'estraneo ti rispetta più ...incompr...


MARIA ANGELA: ...incompr...
[...l
CAT I A: gli estranei sono meglio della famiglia perché gli estranei ci
pensano tre volte ...;

DI TRAPANI Maria Angela si cohonta con l'interlocutrice per capire quale comportamento
è consigliabile adottare. Si capisce che la donna è risentita in quanto aveva cercato telefonicamente il
PIZZO Pietro senza ottenerne risposta e da ciò era stata costretta a recarsi personalmente al Bar per
potersi prendere i soldi. La ROMAGNINO Catia le suggerisce di essere dura e decisa nei modi. DI
TRAPANI Maria Angela aggiunge che dirà al cugino che forse è meglio "trattare" con l'altro gestore
CAMPO Giampaolo:
[...l
MARIA ANGELA: e se ora io entro e mi dice... ah si dovevo venire ti
dovevo chiamare li ho qua;
CATIA: mi dovevi chiamare allora mi devi fare la cortesia che tu a me
il telefono lo devi prendere sempre Piero! ...Pietro ...Piero!
MARIA ANGELA: ah!
CATIA: me lo devi prendere sempre! (breve pausa). Cosi ma ci devi
andare con le... con le cattive Maria Angela;
MARIA ANGELA: e se gli dico invece no me lo devi prendere sempre gli
dico ora mi faccio dare quello di Giampaolo cosi d'ora in poi avrò a che fare con
Giampaolo direttamente penso che sia meglio;
CATIA: eh!
MARIA ANGELA: ...p erché quando si cambia per il nuovo si va a finire
sempre nella brace ...incompr... perché questo e sempre vero
@L
Molto importante è la seguente affermazione, profferita dalla ROMAGNINO Catia, che rende
nota la circostanza che il PIZZO Pietro lavora al Bar Sofia perché cosi disposto dalla DI TRAPANI
Maria Angela.
[...l
CAT I A: brava! Te lo devi mangiare Maria Angela ...pero lo devi
anche far spaventare perché lui senza di te qua non ci sarebbe! ...parliamoci chiaro!
MARIAANGELA: brava!

Infine DI TRAPANI Maria Angela, scendendo dall'autovettura, afferma che è meglio portare
con se la borsa perché le potrebbe servire per custodire eventuale somma di denaro che il cugino potrebbe
comsponderle:
[...l
CAT I A: ...perché quello che ti danno eee...
MARIA ANGELA: lascio la macchina qua! La borsa me la scendo perché
se mi deve dare qualcosa la metto qua ...incompr...
(Auto i n sosta. Si sente il rumore di veicoli in movimento )
CAT I A: non lo so ...incompr...
MARIA ANGELA: sicuramente.
O r e 19:00:22
(Si sente chiudere una portiera. D I TRAPANI MARIA Angela scende
dall'autovettura, mentre ROMAGNINO Catia rimane a bordo del veicolo)

La seconda conversazione veniva registrata alla successive ore 19:32. DI TRAPANI Maria
An~ela,che è stata al bar Sofia. rientra a bordo del veicolo e mentre è in movimento ragmaglia l'amica di
Q> quanto poco vrima successo:

DI TRAPANI Maria Angela nel mentre si appresta a salire in macchina rivolgendosi a


Giovanna (AIELLO Giovanna, Palermo 16/08/1965, moglie di CAMPO Giampaolo) le ricorda di farle
la ricarica telefonica di 10 euro. Entrata in macchina racconta all'amica di avere ricevuto dalla stessa
AIELLO Giovanna solamente 200 euro e di essere venuta a conoscenza di una situazione debitoria che
grava sul bar e che ha registrato il mancato acquisto e la conseguente vendita delle sigarette e la
sospensione dei giochi del Super Enalotto per morosità nei confronti del Monopolio di Stato
[...l
MARIA ANGELA: Giovanna! Quella ricarica fammi... dieci euro fammi! (
Si rivolge ad una persona che si trova fuori dell'autovettura. Subito dopo si sente
chiudere la portiera dell'autovettura. D I TRAPANI Maria Angela risale a bordo del
veicolo). Mi ha dato 200 (duecento) euro lei... di quello che m i ha detto...
questo disgraziato gli faccio vedere io! perché si stava mettend... quando
sono arrivata la si stava mettendo a piangere. Dice dobbiamo fare...
CA TIA: chi?
MARIA ANGELA: lei! E suo marito... lui un morto! (basito ndr.) Li
dobbiamo fare qua questi discorsi? Gli ho detto dove? Esci! No poi veniamo a casa
dobbiamo parlare fino a quando non "s'àccommita" (si sistema/si risolve ndr.). IO
pure! Gli ho detto quindi esci gli ho detto e parliamo per ora qua! Eh... dice soldi
per... non se ne fanno in questo momento completamente. Avevano pochissime
sigarette la e lui non mi dice niente! A parte pochissime sigarette ...frase incompr...
se non ci sono /e sigarette che fai?...
CA TIA: certo!
MARIA ANGELA: te ne vai? Te ne vai oggi te ne vai domani... te ne vai
sempre! Perché ...incompr... li non ci passi quando hai premura! Questa è una!
Perché c'era un debito da pagare le sigarette perché altrimenti... cioè si saranno
mangiati pure il prestito che di solito loro t i fanno! I l monopolio...
CA TIA: eh!
MARIA ANGELA: ...ti fa pure un prestito
CA TIA: ...incompr...
MARIA ANGELA: quindi si è mangiato ...incompr... 25,000
(venticinquemila) euro ...incompr... pure di questo... a quello che ho capito! Prima di
questo! Neanche... le schedine stanno giocando!
CA TIA: perché ?
MARIA ANGELA: chiuso! Perché sono fuori debito non gli hanno
pagato... la tassa... le cose... le giocate... perché dice che le giocate che avevano fatto
la ...incompr. .. l'hanno preso per pagare altri,.. assegni!
(si sente suonare un cellu/are)
[.-l
MARIA ANGELA: ...hanno pagato altri assegni!
CA TIA: che cosa?
MARIA ANGELA: con il super... giocano le schedine del superenalotto!?
CA TIA: eh!
MARIA ANGELA: i soldi loro invece di prenderli e pagare aa... ogni
settimana...
CA TIA: ...incompr...
MARIA ANGELA: ...il superenalotto... hanno pagato... assegni! di altro...
di altro tipo!
CA TIA: eh!
MARIA ANGELA: ...fino a che sono rimasti fuori scopertura con il
superenalotto ed il monopolio gli ha chiuso... (breve pausa) i giochi... non possono
più giocare per ora...
CATIA: certo!

In preda all'ira e nella convinzione di non essere intercettata la DI TRAPANI Maria Angela
affermava che se la gestione fosse continuata in tale modo le avrebbero tolto il monopolio (riferendosi
alla licenza tabacchi ed all'autorizzazione per i giochi rilasciate dai Monopoli di Stato) dichiarando
auindi la sua reale provrieta' dell'esercizio commerciale in disamina.
[...l
MARIA ANGELA: .,.finché non pagheranno. Tu sai che cosa significa
questo che se loro continuano a fare cosi ... A NOI ce lo levano il monopolio

Ed ancora, ad ulteriore riscontro, la stessa DI TRAPANI affermava all'amica che, nella sua
posizione di reale proprietaria, aveva chiesto ai coniugi PIZZO un dettagliato rendiconto che le avrebbe
consentito di potere intervenire in loro aiuto, disponendo addirittura la chiusura nel caso in cui avrebbero
continuato in questa gestione poco oculata.
[-..l
MARIA ANGELA: e... e loro pure. Gli faccio comunque allora vuol
dire...io quant'è che chiedo di avere conto... perché ci può essere qualcosa
che a voi sfugge e qualcosa che magari uno può dare un consiglio... magari
vedi ...incompr... dice ve be... entra tanto... noi abbiamo tanto da pagare ma
li possiamo pagare un tanto un tanto al mese quindi dobbiamo scaglionare.
Si dice questo si ma sono cose... assegni fatti di tanti anni fa. ...incompr...
CATIA : fatteli mostrare
MARIA ANGELA: gli ho detto io li voglio vedere... io sto parlando con
una sorella ...dice si ma io t i capisco io non t i dico che non t i capisco io te lo vo... ora
te lo voglio dire. Dice luglio ed agosto non si è lavorato dice completamente
proprio... niente proprio ...percio sono tutte cose... un sacco di debiti arretrati. Mi fa
dice come seconda co... seconda cosa dice ora che in questa settimana non abbiamo
neanche un fo... non abbiamo mai avuto un fondocassa... (breve pausa) su quale...
dove appigliarci. .. dice... incompr... e pure il fondocassa ee... K.K. finirebbe... pure
...incompr... avendo il fondocassa dunque.... Gli ho detto io voglio capire... gli ho
detto... tu mi dici questo non si paga questo non si paga questo non si ...incompr...
gli ho detto allora tanto vale la rrena chiudere battenti! Perché per stare aperti
solo per fare mangiare ...incompr.... No questo si ma ci ...incompr... se noi non
pagassimo niente potremmo dire che non paghiamo... si ma io voglio sapere quanti
debiti si pagano ogni mese. Quanti ce ne sono che ne rimangono...
\
Nel tratto che segue Maria Angela faceva riferimento al cattivo operato del cugino PIZZO
Pietro al quale, in via ipotetica, additava la responsabilità di prendere la merce del Bar Sofia per portarla
in un altro bar che lo stesso gestiva contemporaneamente.
Inoltre, ancora a riscontro della tesi che si tenta di dimostrare, Maria Angela raccontava di
avere riferito ad AIELLO Giovanna che le persone che sono a conoscenza del reale andamento del bar
Sofia, giudicano cretina la stessa "reale proprietaria" del Bar in quanto ancora consentiva loro (ai coniugi
CAMPO ed ai coniugi PIZZO) di continuare nella gestione dell'esercizio pubblico.
[...l
MARIA ANGELA: dice noi qua siamo andati indietro! Dice e io già a mio
marito glielo avevo detto! Veramente me lo sarei ...incompr... me lo immaginavo
pure io. Perché loro... lui non ci andava ~ i la
ù... non faceva niente uua... stava
per i cazzi suoi semnre là buttato.
CATIA: ...incompr...
MARIA ANGELA: e auando andava lì secondo me rendeva Der
portare là... hai capito "Ca" (Catia ndr.)? Mi capisci? Solo che ogni co... questo...
nemmeno! Dice tu non pensare che ...incompr... Inutile gli ho detto io penso male gli
ho detto perché sono passata... e tu non mi dire che non faresti lo stesso. Perché
io... uuello che Denso io lo Densano tutte le persone a me vicine... che mi
p p . Le ho
detto te lo dico bello chiaro Giovanna! ....
[...l

il tratto che segue è talmente chiaro ed esplicativo da non richiedere


ultriore commento:
[...l . - ..

CATIA: cosa tieni a ~ e r t o ali im~ieuatiMaria


a fare ~ e ~ra u a r e
Anuela?!
MARIA ANGELA: eh gliel'ho detto questo! e lui disgraziato non mi
prende il telefono e non mi viene a dirmi questa situazione Catia! E se glielo dico
sai che mi fa? Ti devo fare preoccupare?
CATIA: si! ~ e r c h éio chiudo! Diali. .. vuoi vedere che chiudo? E
9
-

MARIA ANGELA: no che chiudo!... VUOI VEDERE CHE TE NE FACCIO

CA ZIA: eh! Infatti Maria Angela!


MARIA ANGELA: lui lo sa che ... incompr... non ho niente in mano
CATIA: ...incompr...
...NON HO NIENTE I N MANO "CA" {CATIA NDR.1
MARIA ANGELA:
LE LICENZE DICE CHE SONO TUTTE A NOME D I OUELLO! ...CONTRATTO NON
NE HO!
CATIA: ...te li chiami tutti e tre...
MARIA ANGELA: CONTRATTO NON NE HO!
CATIA: ...tutti e tre!
MARIA ANGELA: CONTRATTO NON NE HO!
CATIA: ...incompr... chiuso per fallimento! Dov'e il problema!?
MARIA ANGELA: le dico se non mi prende il telefono... il gran
disgraziato!
CATIA: lo ...incompr...
MARIA ANGELA: da stamattina che gli telefono! da sta mattina!
CATIA: ...incompr ... preoccupato
MARIAANGELA: E COL DIRGLI CHE VOLEVO I SOLDI CHE G L I
DOVEVO FARE UN VAGLIA ALL'AWOCATO DI SALVO {MADONIA
SALVATORE NDR. I... OUANDO C I SONO ANDATA L'ALTRO GIORNO!
CATIA: vigliacchi! vigliacchi!
MARIA ANGELA: ORA GLIELO DICO A SALVO!
E' opportuno porre in risalto l'ultima asserzione riferita da Maria Angela in quanto, come si
avrà modo di vedere nel successivo paragrafo, la stessa, effettivamente, porterà a conoscenza il marito dei
problemi che la stavano affliggendo. JW&S@gX)j

A prova di quanto evidenziato si segnala che effettivamente il sistema di localizzazione


installato sull'autovettura distingue la posizione del veicolo, in via Villa Sofia di Palermo, al momento
della sosta. Si ricorda che nella stessa via è ubicato il Bar in questione.
[...l
Ore 18:55 Autovettura in movimento. Si ferma alle ore 19:OO senza alcuna sosta
intermedia.
Ore 19:OO Autovettura in sosta. Dalla cartografia si evince che è ferma in Temtorio di
Palermo - neiia via V i a Sofia fino alle ore 19:34;
(GPS: longitudine E 13'20' 16.4" latitudine N 38'9' 16.6")
Ore 19:34 Autovettura in movimento. Si ferma alle ore 19:41 senza alcuna sosta
intermedia;
Ore 19:41 Autovettura in sosta. Daiia cartografia si evince che è ferma in Territorio
di Palermo - nella via Matteo Dominici ali'altezza del civico 33, nei pressi della propria abitazione
fino aiie ore 2359.
(GPS: longitudine E 13' 19' 45.1" latitudine N 38'9'29.0'') t
LE ACQUISIZIONI DEL 19/09/2006.
I1 19/09/2006, come già anticipato, DI TRAPANI Maria Angela, per mezzo di missiva,
informa il marito della vicenda raccontata nel precedente paragrafo. I1 contenuto parziale della lettera si
trascrive di seguito testualmente:
[...l
LA SERIETÀ ORMAI E UN OPCIONAL CHE POCHI ANNO, SONO TANTO DELUSA DI NICOLETTA LE SUE
PROMESSE SI SONO RILEVATE PAROLE AL VENTO. LA CHiAMO AL TELEFONO E PER NON RISPONDERE MI
METTE LA SEGRETERIA TELEFONICA, SENZA NEANCHE PREOCCUPARSI PER RISPONDERMI INDIETRO STO

ASPEITANDO PER VEDERE FINO A CHE PUNTO ARRIVERÀ. L'ALTRO GIORNO ERO FUORI D1 ME E SONO
ANDATA A CERCARLA MA C'ERA PAOLETTA E MI DICEVA CHE VA INDIETRO CON GLI STUDI. M I ASPETTAVO

CHE NICOLEITAVENISSE MA INVECE CON L'ARIA D1 PRESUNTUOSITA' NEANCHE SI DEGNA DI RISPONDERMI


AL TELEFONO.

COME SI DEGNERÀ D1 VENIRE HO INTENZIONE D1 DIRGLIENE QUATTRO PER COME MEIUTA SENZA
MEZZI TERMINI E S E SI OFFENDERA ME NE FREGO PERCHE TANTO NON ANNO ROSSORE IN FACCIA NESSUNO

DELLE DUE

G LI DIRO IN FACCIA C HE LA GIUDICO PEGGIO M ~ E N D O L ALLO STESSO LIVELLO DI PAOLFITA.

Ho CAPITO A MIE SPESE C HE NON c'È SINCERITA DA CHI M I CIRCONDA, SONO STANCA DI FAR
FINTA S EM P RE DI NIENTE E DI DOVERE INGOIARE PERCHE' NON SO MORTIFICAREQ UANDO INVECE N E AVREI
TUTTO IL DIRITTO

[...l

Sebbene manoscritta in maniera criptica, per le ragioni più volte evidenziate ed emerse nel
corso della presente inchiesta, il contenuto della lettera non lascia spazio ad altre interpretazioni, e si
inserisce perfettamente come ultimo tassello nel più ampio quadro delineato in precedenza, ed in
particolar modo nel precedente paragrafo.
Va rilevato che dalla stessa emergono le problematiche fondamentali discusse dalla DI
TRAPANI con la sua amica ROMAGNINO, nel corso delle due conversazioni macchina del 16 settembre
2006, in ordine ai suoi rapporti con i coniugi PIZZO, a proposito dei quali la medesima DI TRAPANI
utilizza l'espressione " ... Quando invece ne avrei tutto il diritto" con la quale l'indagata riaflerma
inequivocabilmente la sua condizione di proprietaria dell'esercizio commerciale.

LE ACQUISIZIONI DEL 20/09/2006.


Il 20/09/2006 alle ore 09:32 sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela
veniva intercettata una telefonata tra la stessa e ARIOLO Sergio. Nel corso della
conversazione Maria Angela racconta a Sergio i problemi che sta avendo con Piero e
Nicoletta. Anche se non è esplicitamente detto il riferimento, alla luce degli elementi
sinora rassegnati, è alla gestione del Bar Sofia. Sergio la interrompe dicendo che si sta
recando da lei, evitando in tal modo di dilungare al telefono la conversazione.
[...l
SERGIO: a te t i serve qualcosa;
M. ANGELA: no no non ti preoccupare;
SERGIO: perché?
M. ANGELA: sto facendo "bile mortale" ("arrabbiatura " ndr.);
SERGIO: di nuovo;
M. ANGELA: ah... peggio di prima! E gli devo dire che co... dalla...pade...
dalla padella mi sono messa nella brace con questo gran "vastasu" (maleducato
ndr.). Nemmeno mi prende il telefonino ...;
SERGIO: ma chi e?
M. ANGELA: ...o dirmi o darmi qualche spiegazione!
SERGIO: ma chi e questo?
M. ANGELA: Piero e Nicoletta!
SERGIO: ah si!
M. ANGELA: aaahhh non te lo poss... proprio... sto saltando sono... sto
come una "folle". Ho parlato con l'altra;
SERGIO: e perché ...incompr...;
M. ANGELA: ...e quell'altra e quell'altra mi fa ma perché ma tu non sai
niente? Cioè uno...uno... uno schifo;
SERGIO: ora passo... ora passo... ora passo...;
M. ANGELA: ciao!
SERGIO: ora passo ciao ciao;
M. ANGELA: ciao;

Dalla presente conversazione comincia a delinearsi il ruolo del17ARIOL0


Sergio nella diretta gestione (o meglio nella diretta consulenza della proprietà) del Bar
Sofia. Tale anticipazione troverà pieno riscontro nelle successive acquisizioni ed in
special modo in uno scritto fatto pervenire all'ARIOL0 Sergio dal mafioso detenuto
MADONIA Salvatore che, sempre mediante l'uso di un linguaggio criptico, riteneva in
tal modo erroneamente di potere eludere i controlli della censura.
@

LE ACQUISIZIONI DEL 22/09/2006.


Il 22/09/2006 alle ore 1758 sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela
veniva intercettata una telefonata tra la stessa e ARIOLO Sergio. Nel corso della
565
conversazione Sergio chiede alla donna se Nicoletta è passata (in realtà chiede di
conoscere se PIZZO Pietro le ha portato il denaro). Alla risposta negativa l'uomo dice
che andrà a trovarlo di persona nuovamente. Maria Angela, con tono perentorio, dice a
Sergio di "dirgli quello che gli deve dire".
Si verrà a conoscenza del contenuto della conversazione tra ARIOLO Sergio e
PIZZO Pietro in quanto dopo pochi giorni, come si vedrà nel prossimo paragrafo,
Maria Angela per lettera ne informerà il marito.
[...l
M. ANGELA: ehi ... Sergio...
SERGIO: M. ANGELA...
M. ANGELA: ehi ... ciao...
SERGIO: è venuta tua cugina Nicoletta?
M. ANGELA: no...
SERGIO: va bene...
M. ANGELA: ma tu l'hai vista.. ? .
SERGIO: non c'e... ora ci sto ripassando ora... volevo sapere magari
era venuto.. .
M. ANGELA: no.., no. .. non è venuto... ma non c'è bisogno di dirci di
. .
venire.. perché tanto questa sera ho il corso.. mi ci devo litigare ormai.. .
SERGIO: ci sentiamo dopo...
M. ANGELA: ho deciso ...
SERGIO: ci sentiamo dopo...
M. ANGELA: però diuli auello che ali devi dire.. .
SERGIO: si... si... .. -. .. ..

M. ANGELA: ciao... ciao...


SERGIO: ciao... ciao...
[...l
wa,s&gsj
-..-. .
..>e I.

LE ACQUISIZIONI DEL 25/09/2006.


I1 25/09/2006, DI TRAPANI Maria Angela, scriveva al marito un'altra lettera
nel corso della quale lo informava che l'intervento di ARIOLO Sergio era stato
risolutivo in quanto il cugino PIZZO Pietro successivamente le aveva portato il denaro
(" ... ha portato i biscottini preferiti dal bambino"). I1 contenuto parziale della lettera
si trascrive di seguito fedelmente:
[...l
SAI L'ALTRO IERI SERGIO HA PARLATO DIRETTAMENTE CON NICOLETTA, NON TI
DICO LA REAZIONE, IERI SERA NICOLETTA È TORNATA COME SE NIENTE FOSSE È GLI HO
DETTO QUANTO HA SBAGLIATO A REAGIRE IN QUEL MODO VASTASAMENTE CON SERGIO

PERCHÉ IN QUESTO MODO PAOLETTA


SI È PRESA DELLE LIBERTÀ CHE CI MANCAVA POCO È

L'ALTRO IERI A MOMENTI LA PRENDEVO A SCHIAFFI, MI SONO FERMATA IN ESTREMIS.

INFATTI IERI SERA HO FATTO NOTARE A NICOLETTA CHE LEI NON DOVEVA RISPONDERE A

SERGIO DI FARSI GLI AFFARI SUOI PERCHÉ IN QUESTO MODO IIA MANCATO ANCHE
VERSO NOI, LEI MI HA DETTO DI AVER CAPITO CHE AVEVA SBAGLIATO GIUSTIFICANDOSI

CHE NON SE L'ASPETTAVA, E IO GLI HO DETTO CHE SE SI FOSSE PREOCCUPATA DI PRENDERE

LE MIE TELEFONATE O DI VENIRE IN TUTTI QUESTI GIORNI GLIELO AVREI DETTO PRIMA, È

CHE COMUNQUE NON È LO STESSO UNA GIUSTIFICAZIONE E NON CI SI COMPORTA COSI. LEI
DICE CHE CÈ LA STA METTENDO TUTTA, MA COMUNQUE POI TI RACCONTERO DI PRESENZA,

L'IMPORTANTE E CHE ORA HA CAPITO CHE CE LE HO GONFIE GONFIE CHE MI STROFINANOA

TERRA, E CHE È VENUTO IL MOMENTO DI METTERE I PUNTINI SULLE I PERCHÉ SONO STANCA

DI ESSERE SEMPRE BUONA E PRENDERMELA SEMPRE NEL SEDERE IO LE FREGATURE. NON


CREDEVA CHE LA VOLONTA FOSSE STATA TUA. PERÒ ADESSO LA CAPITO. IERI SERA

VENENDO EIA PORTATO I BISCOTTINI PREFERITI DEL BAMBINO

Oltre quanto già è stato prima evidenziato, il contenuto della missiva consente
di cogliere un importante elemento di assimilazione - formulato direttamente
dall'indagata Maria Angela DI TRAPANI - tra gli interessi economici rappresentati dalla
stessa e dal marito MADONIA Salvatore e quelli difesi dal " SERGIO" nei confronti del
PIZZO: si tratta di una assimilazione che dimostra efficacemente la posizione organica
progressivamente assunta dall'ARIOL0 all'interno del sodalizio mafioso dei
MADONIA e la sua funzione di difesa dei loro interessi economici.

LE ACQUISIIZIONI DEL 30/09/2006.


11 30/09/2006 (sabato), alle ore 17:34, sull'utenza in uso a DI TRAPANI
Maria Angela veniva intercettata una conversazione tra la stesso e il cugino PIZZO
Pietro. I due si danno appuntamento per l'indomani. DI TRAPANI Maria Angela,
avendo compreso che il PIZZO avrebbe dovuto spostarsi da Cinisi a Palermo
esclusivamente per la "visita" alla donna, suggeriva di rinviare al successivo lunedì. La
telefonata va ancora letta nell'ottica della periodica dazione di denaro del PIZZO a
Maria Angela che deve sostenere i viaggi per la visita ai parenti detenuti.(ALLEGATO
m6)
Segue, in forma integrale, la trascrizione di interesse:
[...l
M. ANGELA: Si Piero.. .
PIETRO: sono io ...
M. ANGELA: e ciao...
PIETRO: ma sei a casa?
. ..
M. ANGELA: No.. no. sono uscita che il bambino c'ha un compleanno...
PIETRO: eh... e quando ci possiamo vedere? Domani? Che ora me ne
sto andando.. .
M. ANGELA: ... eh domani... si va be domani...
PIETRO: ma tu sei... rimani a Palermo?
M. ANGELA: Come?
PIETRO: Rimani a Palermo dico.. .
M. ANGELA: ... si,..
PIETRO: ... scendi a Cinisi?
M. ANGELA: No... no... non ci vado a Cinisi...
PIETRO: allora mi faccio chissà una camminata va bene?
M. ANGELA: A va be... se domani non devi scendere che scendi apposta
per me... poi vieni lunedi...
PIETRO: ... nel caso mi vengo a prendere il caffè ... mi vengo a
prendere magari un caffè.. .
- M. ANGELA: no va be... ci vediamo lunedi non t i preoccupare devi
.
scendere per forza per me domani non.. non lo permetto.. .
PIETRO: ... ora si vede... ora glielo dico ...
M. ANGELA: ... va bene?
PIETRO: .
Okay.. ti saluto un bacio.. .
M. ANGELA: chi sa lunedi non t i preoccupare ciao.. .
PIETRO: ciao... ciao ...

Effettivamente il 0511012006, DI TRAPANI Maria Angela si recherà a


L'Aquila per effettuare il periodico colloquio con il marito MADONIA Salvatore.

LE ACQUISIZIONI DEL 01/10/2006.


L' 0111 012006, DI TRAPANI Maria Angela, scriveva al marito un'altra lettera
nel contesto della quale lo informava che il giorno precedente aveva ricevuto il denaro
da parte di CAMPO Giampaolo (" ... aveva il regalino ver il bambino"). I1 contenuto
parziale della lettera si trascrive di seguito fedelmente:
[.-.l
IERISERA C'ERA PAOLETTA CHE VOLEVA VEDERMI COSI CI SONO ANDATA, AVEVA
IL REGALINO PER IL BAMBINO CI HO MESSO IN CHIARO IL MIO RISENTIMENTO CERCANDO DI

DARCI IL DOLCE E L'AMARO RICHIESTO DALLA REAZIONE CHE HO AVVISATO, MA POI

AVREMO TEMPO PER PARLARNE

[...l
[%~.~~GATo

LE A CQUISIZIONI DEL 02/10/2006.


I1 02/10/2006, alle ore 18:06 sul cellulare in uso a DI TRAPANI Maria
Angela, veniva intercettata una telefonata tra la stessa e il cugino PIZZO Pietro. Nel
corso della conversazione l'uomo chiede alla cugina se si trova a casa. Alla risposta
affermativa PIZZO Pietro dice che appena si libera si recherà da lei. Anche questa
conversazione, come tante altre evidenziate, ricorre qualche giorno prima che la donna
si recherà all'Aquila per effettuare un colloquio con il marito MADONIA Salvatore.
[-&~&;Mrn
[...l
M. ANGELA: pronto
PIETRO: sono io...
M. ANGELA: ah, si, Piero
PIETRO: appena mi libero passo, va bene?
M. ANGELA: va bene
PIETRO: sei dentro
M. ANGELA: si, a casa
PIETRO: sto passando
Si salutano

LE ACQUISIZIONI DEL 05/10/2006.


I1 0511 0/2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per effettuare
il colloquio mensile con il marito MADONIA Salvatore. In questa occasione la donna
era accompagnata dalla madre SGROI Rosa 1
L'argomento del Bar Sofia veniva introdotto dal mafioso MADONIA
Salvatore, il quale rimproverava la moglie per il comportamento adottato in quanto
aveva mandato ARIOLO Sergio senza prima avvisare il cugino PIZZO Pietro. Questa
omissione di "presentazione", a dire del mafioso, avrebbe giustificato il comportamento
di PIZZO Pietro e CAMPO Giampaolo i quali non avrebbero considerato legittimo
l'intervento dell'ARIOL0 ( si ricordi quanto risulta dalla lettera poco prima riportata,
dalla quale emerge che il PIZZO ed il CAMPO avevano rimproverato 1'ARIOLO di non
" farsi gli aflari suoi" ). Per questa ragione, e quindi per accreditare la piena
legittimazione mafiosa dell'ARIOL0, il MADONIA suggeriva alla moglie di contattare
personalmente il PIZZO Pietro, magari aspettandolo davanti la porta di casa, se lo
stesso non le avesse risposto al telefono. La doma, invece, chiedeva l'intervento del
marito invitandolo a scrivere una lettera si da imprimere alla vicenda la decisione più
autorevole anche perché il PIZZO le aveva detto che lui l'accordo lo aveva con il
cugino (ossia lo stesso MADONIA Salvatore). Anche questo ulteriore passaggio e'
molto importante ed illumina la comprensione dell'intera vicenda, soprattutto se si
tiene conto, come verrà esposto in seguito, che la lettera del mafioso effettivamente
giungera' ai destinatari.
A seguire il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
SALVATORE:SERGIO! ... (ARIOLO SERGIO, ndr) ... io dico ... certe volte
... vorrei capirti e non t i capisco!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... certamente SERGIO, appena va da PAOLETTA (CAMPO
Giampaolo, ndr) ... PAOLETTA dice ... ma tu che vuoi?! ...
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
SALVATORE:... o da NICOLETTA (PIZZO Pietro, marito di D I TRAPANI
Nicoletta, ndr) ... eeehhh ... tu come ti presenti qua!? (parole che, secondo il
detenuto, i due soggetti indicati come PAOLETTA e NICOLETTA potrebbero riferire
a SERGIO una volta che questi si dovesse presentare al loro cospetto, ndr) ... io
avrei fatto in modo ... prima ci avrei parlato (verosimilmente con PAOLETTA e
NICOLETTA, ndr) ... poi hai la brutta abitudine di parlare con tua ... ma lo sai dove
sta NICOLETTA ?!
M. ANGELA: ci vado? ... come ... io invece guardo il comportamento che ha
tenuto ... che quando non ha cosa dirmi
SALVAT0RE:fammi finire di parlare ... ora la cosa ...
M. ANGELA:... lui dice che lo fa per non darmi problemi!
SALVAT0RE:Ia cosa ... fammi finire di parlare ... tieniti a tuo figlio ... andare
dalla MAMMA ed andarti a sedere davanti alla casa! ... deve venire, e aiusto!?
h
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
SALVAT0RE:no ... telefona, non telefona ... la seareteria telefonica!
... ti devi sedere e devi dire ... senti, voglio sapere il comportamento! ... ora sto
andando da mio marito ... gli sto andando a dire ... glielo devo dire questo
comportamento che hai?! ... o no?! Ed invece che cosa hai fatto? ... hai parlato con
questo (verosimilmente con SERGIO, ndr) ... quello se l'e visto davanti ed è rimasto
... caduto dalle nuvole! ... dice, ma tu che cosa vuoi!? ... e fino ad un certo punto ...
tutti i torti ha?! ... cioè ... tu (inteso SERGIO, ndr) come ti presenti qua!? ... però,
noi, ripeto ... e te lo sto dicendo davanti alla MAMMA ... gli dobbiamo mettere un
limite a questa cosa! (a PAOLETTA ed a NICOLETTA, ndr) ... dobbiamo mettere
un limite, che, praticamente, io ... vorrei sapere ... quanto?! ... perché fra tutti e due,
secondo me, fanno a gara chi si deve rubare, di tutti e due!
M. ANGELA: si, e per questo ne fanno (forse debiti, ndr)
SALVATORE:oh! ... cioè, quello che vorrei ... siccome SERGIO è una
persona seria, da quello che capisco, deve dire ... senti, c'è SALVO che vuole fatti i
(conti, ndr)... e vedi ... e avere il conto ...
M. ANGELA: eh! ... ed ha detto che quando lo avrà detto da te (lo farà,
ndr) ... perché dice ... i o con m i o cuaino direttamente c e l'ho le cose!
R0SA:eh ... INCOMPRENSIBILE ... glielo dico io!
M. ANGELA: ... ~ e r c i òscriviali
, due paroline ... perché ali sembra che
sono stata io!
[...l

MADONIA Salvatore invita la moglie ad essere più risoluta nelle sue


- decisioni. La donna, per tutta risposta, informa il marito che dopo il suo intervento il
PIZZO Pietro si sarebbe reso conto del suo comportamento errato e le avrebbe
comsposto 400 euro.
[...l
SALVATORE:(si rivolge alla SGROI Rosa, ndr) ... INCOMPRENSIBILE ... ma
non per sfiducia! ...
ROSA:... lui lo sa che sono venuta qua, perciò ...
SALVATORE:(continua a rivolgersi alla SGROI Rosa che condivide quanto
asserito dal detenuto, annuendo, ndr) ... non per sfiducia! ... si tratta che ... mia
moglie ... dove se ne deve andare?! ... cioè ...
M. ANGELA: questo, io gli ho detto ... non è per sfiducia a te! ...
SALVATORE:(si rivolge sempre alla suocera SGROI Rosa, ndr) ... MAMMA
e..

ROSA:... ma lo so non c'è ...


SALVATORE:... se non c'è n'è?! ... (inteso soldi, ndr) ... a lei ( D I TRAPANI
Maria Angela, ndr) se ci giocano a trucieddu (fonetico) ... come si giocano a tuffi!
ROSA: ... ormai, tuffi ... tuffi sono cosi!
SALVAT0RE:va bene ... però qua era cosa che possiamo
INCOMPRENSIBILE e dirgli ... senti ... noialtri vogliamo sapere! ... non per sfiducia ...
perché ... tra tuffi e due ... fanno a gara ... perché ... noialtri non possiamo campare
... però loro campano tuffi e due! (in tali affermazioni si rivolge ad entrambe le
donne presenti, ndr)
... ora stasera è venuta ... è venuta l'altro aiorno...
M. ANGELA:
SAL VAT0RE:MARIA ANGELA, però ... te lo sto dicendo davanti alla
MAMMA ... non voalio che se ne vengono a ~iancrere(miseria, ndrl e noialtri
prendiamo ...
M. ANGELA: noo ... è venu ...
SALVATORE:... perché te l'ho detto a Pasqua e t u mi hai detto ... minchia
abbiamo passato Pasqua e ...
M. ANGELA: ... mi ha chiesto scusa ... è venuta e mi ha dato 400 ... e
mi ha detto co ...
SALVATORE:(interrompe la moglie, ndr) ... oh! ... te lo sto dicendo davanti
a MAMMA! ...
M. ANGELA: (si lamenta, ndr) ... non posso parlare! ...
SALVATORE:.... MARIA ANGELA?! ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... te lo sto dicendo davanti a MAMMA ... se loro dicono
(
... oani (aesticola lasciando intendere ~untualita,ndr) ... vouliamo
noialtri
auesto! ... che sennò si da a terzi! ... ad altri! ... non voaliamo saDere niente!

Particolarmente esplicito è il seguente brano della conversazione, dal quale


emerge il reale assetto di interessi sottostante alla gestione del bar Sofia e consistente
nella ripartizione del 50% degli utili ai coniugi MADONIA (in funzione della loro
effettiva proprietà che, si ripete, per owie ragioni, cercano di nascondere all'Autorità
giudiziaria ), e nel restante 50% attribuito in parti uguali ai coniugi PIZZO ed ai coniugi
CAMPO. In particolare lo scambio di battute sottolinea ancora una volta i mancati
parziali introiti da parte dei coniugi MADONIA (... e non possiamo manaiare)
[...l
M. ANGELA: mh!
SALVATORE:... rrerché ... loro camDano (indica due. ndr) ... ed hanno
un Quarto, giusto? ...
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
SALVATORE:... noialtri abbiamo meta! ... e non ossia amo mangiare!
m..

M. ANGELA: (annuisce, ndr)

MADONIA Salvatore invita nuovamente la moglie ad essere più convinta nel


comunicare le sue decisioni. La donna, per tutta risposta, tranquillizza in parte il coniuge
riferendo che comunque il cugino porta loro "rispetto". Lo informa che è stata ridata la
concessione dei tabacchi e dei giochi che precedentemente era stata sospesa da parte
degli organi a ciò preposti. Aggiunge che nonostante ciò i gestori del bar hanno ancora
8 problemi in quanto non riescono a coprire dei debiti che hanno in precedenza contratto.
[...l
SALVAT0RE:MARIA ANGELA! ... questo è il discorso! ... e tu devi andare
a fare ... devi andare a cercare a loro?!
ROSA:... avendo questi a portata di mano (i soldi, ndr) ...
M. ANGELA: sta bene che gli domandassi ... tipo .. altre cose! ...
SALVATORE:eh! ... appunto! ... e ali dobbiamo mettere un unto!?
M. ANGELA: che ogni tanto (mi sento, ndr) mortificata pure quando ci
vado! ... perché ... ah ... debiti ... di oua... di la ...
SALVAT0RE:ma mortificata, perché!?
M. ANGELA: ... dice ... abbiamo incominciato senza niente, tu non lo
a-.--,,_
L ,
&

dice, lo stiamo facendo t r o r r ~ o


assai ... INCOMPRENSIBILE ...
SALVAT0RE:MARIA ANGELA, io desidero sapere ...
M. ANGELA: ... dice ... io ho una macchina che la ~ o r t e r òsempre
avanti, da Darte ... per voi ... Derché ho r i s ~ e t t o ,dice, ti r i s ~ e t t oa te e lo
farò semrrre! ...
SALVAT0RE:che cosa ... tu gli telefoni ehhh ...
ROSA:... lui è ris~ettoso,dawero
M. ANGELA: ... è ris~ettoso,non è che io ti dico ... rrerò...
ROSA:... noo ... è rispettoso
M. ANGELA: ... dice ... e che t i devo dire ... t i devo venire a raccontare i
problemi che ci sono?! ... ora, l'altro giorno è venuto ...
dice ... ho riarrerto di
r
nuovo t u e
altre cose ... dice. ho r i a ~ e r t odi nuovo tutto! ...
SALVATORE:... si ma quello che non capisco da te, lo sai cosa è?! ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... invece di andare avanti, vanno indietro! ... ma vanno
indietro ...
M. ANGELA: ... mi ha detto così!
SALVATORE:... ma vanno indietro, in che senso, MARIA ANGELA!?
M. ANGELA: ... gli ... avevano queste ... (indica il fumare, ndr) ... non ne
avevano potute prendere e gli avevano chiuso i battenti! ... il gio (per intendere il
gioco del super enalotto etc ) ...
[...l

MADONIA Salvatore visibilmente irritato riferisce alla consorte che ancora


loro non sono stati messi .al corrente dell'esatta quantificazione dei debiti e che tale
incompletezza non risulta loro conveniente. Maria Angela riferisce che in settimana il
cugino PIZZO Pietro porterà a lei personalmente e non ad ARIOLO Sergio il
resoconto dei debiti. Nella parte finale Maria Angela invita nuovamente il marito ad
ufficializzare la "investitura" di ARIOLO Sergio quale "supervisore" nella gestione del
Bar Sofia.
[...l
SALVATORE:(interrompe la moglie, ndr) ... si ma ... per volontà loro? ...
questo voglio capire, io!
M. ANGELA: per i debiti!
SALVATORE:si, ma MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: non volontà loro!
ROSA:SALVO, si tolgono-i debiti lore e poi ... --

M. ANGELA: (si rivolge alla madre, ndr) ... piano, piano! ... non fare ... non
facciamo cose! ... (torna a rivolgersi al marito, ndr) ... dice che si erano pagati altri
debiti di INCOMPRENSIBILE ... e perciò dice ... poi gli hanno fatto il cumulo! ...
SALVAT0RE:fsi rivoke ad entrambe le donne, ndr) e lo dobbiamo
saaere! ...
MARIAANGELA: noialtri lo dobbiamo saaere auanto sono e
' - Q

M. ANGELA: eh! ... e te lo dico ... gliel'ho detto, t i senti mancato ...
SALVATORE:... MARIA ANGELA, io lo devo sapere auanto sono,
pncora?! ( i debiti, ndr)
M. ANGELA: ... e quello lo sai cosa fa?! ...
SALVATORE:... perché ... noialtri abbiamo detto ... a novembre ... a
dicembre ... a gennaio ... cioè ... lo dobbiamo sapere
M. ANGELA: si, INCOMPRENSIBILE ... gli ho detto ... state mancando
assai!
S A L V A T 0 R E : O
M. ANGELA: ... dice ... ora auesta settimana te li porto ... mi fa ... te
li orto ... ancora continua ...
SALVATORE:... ma ... scusa ma perché noialtri dobbiamo comba ... loro
possono fare tutto quello che vogliono, sangue mio! ... noialtri cosa possiamo dire ...
M. ANGELA: nooo ... mi ha detto ... dice .. ti porto (mima qualcosa volendo
intendere tutti i resoconti, ndr) ...
SALVATORE: (interrompe la moglie, ndr)
M. ANGELA: vabbè!
SALVATORE:... (si rivolge alla SGROI Rosa, la quale annuisce, ndr) ... ora
io le dico le cose e lei prende ... cioè ... (torna a rivolgersi anche alla moglie, ndr) ...
io lo capisco ciò che lei vole fare (inteso alla D I TRAPANI MARIA ANGELA, ndr) ...
cioè nel senso che loro gli sembrano pietosi (hanno bisogno di aiuto, ndr) ...
M. ANGELA: se, pietosi!!
ROSA: ... no, no, no! ...
SAL VAT0RE:perÒ ... chi è che gli sembrano pietose le carni degli altri ... le
nostre se le mangiano i vermi!
ROSA:... no, sembra una folle ... se li mangia lei, invece, quando
INCOMPRENSIBILE ... (difende la figlia, ndr)
SALVATORE:si, però ha ... se li vuole mangiare oggi ... e domani siamo
punto e a capo! ... noialtri gli dobbiamo mettere un limite!?
M. ANGELA: si, ora un'altra cosa ti devo dire! ... mi ha detto, dice ...
ora vena0 ... Questa settimana venao e ti ~ o r t e r òdice,
, tutto il resoconto! ...

@ a me, ~ e r ò~ersonalmente!
, ... a me mi rendere Der fessa ... no che mi
DUÒ
dice (abbassa il tono di voce, ndr) ... a SERGIO! ... non me lo dice a SERGIOL
ca~isci?!
SALVAT0RE:io ti sto dicendo ... non ti sto dicendo davanti alla MAMMA ...
c'è pure la MAMMA ...
M. ANGELA: ... quindi, devo dire due parole, con educazione!
SALVATORE:oh! ... non è un fattore ... e te lo sto dicendo davanti alla
MAMMA ... che la MAMMA prende e glielo dice pure ... dice ... senti bello mio ... non
è per non avere pure ... altro e che un occhio ... e loro si giocano a truceddu
(fonetico, ndr) ... io lo so le magagne che ci sono là dentro! ...
M. ANGELA: ah? (non capisce, ndr)
SALVATORE:... lo so le magagne che ci sono li dentro! ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... che tutti ... perché ... loro due si ...
M. ANGELA: si
SALVATORE:... e poi l'operaio! ... MARIA ANGELA! ... fanno la sua parte!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE:... altro ad esserci quello! ... che è più ...
M. ANGELA: certo!
SALVAT0RE:che e più ... più .., INCOMPRENSIBILE ... MARIA ANGELA!
M. ANGELA: si, aerò auello ... SERGIO ... mi ha detto ... dice ... me lo
deve scrivere! ... ...
dice lo deve ... perché INCOMPRENSIBILE PER
SOVRAPPOSIZIONE DI VOCI ...
SALVAT0RE:te lo sto dicendo davanti a MAMMA ... certo ... (si rivolge alla
suocera, ndr) ... te lo sto dicendo ... dice mio genero ... che ... questo e!
ROSA:... glielo dico io! ...
SALVATORE:... dice mio genero ... questo e ... vi ringrazia ... MARIA
ANGELA! (si rivolge al figlio, ndr) ... che dici sangue mio?
[...l

DI TRAPANI Maria Angela detta al marito alcune indicazioni sullo scritto


che deve inviare al cugino PIZZO Pietro. Il mafioso dice che non scriverà a lui in
quanto da diverso tempo, ed anche in occasione del Natale, non riceve più sue lettere.
C--.l
M. ANGELA: S S
... gli dici ... per vostro cugino ...
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE ... non ali scrivo ...
M. ANGELA: no? ... no!
SALVATORE: loro non mi hanno scritto nemmeno per Natale! ...
-- .- - ic- -
M. ANGELA: ah, si?!
SALVATORE: #e l'ho detto, niente! ... non mi hanno scritto,
com~letamente!...
M. ANGELA: ma io a lei, che l'ho sentita?! ... è da auesta Estate ...
SALVATORE: ... ed e una cosa che non mi piace, sangue mio! ...
M. ANGELA: ... e da questa Estate ... è proprio ...
SALVATORE: e manco ...e manco sua madre mi scrive!
M. ANGELA: ... che non la sente!
SALVATORE: ... manco suo aadre ... c'è qualche ... ti dico che
hanno qualche cosa qua, MARIA ANGELA (porta la mano all'altezza dello stomaco,
ndr) ... qualche cosa che non ...
[...l
Nella parte finale del colloquio, MADONIA Salvatore invita nuovamente la
moglie a pressare il cugino PIZZO Pietro al fine di conoscere l'esatto ammontare dei
debiti.
[...l
SALVATORE: MARIA ANGELA ... quello che mi interessa ... è avere
una risposta concreta ... per quanto riguarda ... sia all'interno ... di sa ... e per quanto
riguarda sa ... conoscere, perfettamente, quant'e... il discorso...
M. ANGELA: lui mi ha detto ... dice ... non è che è perché qua ... gli ho
detto ... io non è che t i dico ... che dubito di te ... gli ho detto ... ma tu che pensi ... gli
ho detto ... se tu avessi fatto sin dall'inizio ... INCOMPRENSIBILE ... a fare l'elenco! ...
tanto fa ... ammantare ... tu te ne saresti accorto che manca ...! ... fa ... e mi
guardava così! ... gli ho detto ... tu non I'hai fatto questo! ... gli ho detto ... perché
non I'hai fatto?! ... gli ho detto ... tu stai sicuro che M ci sono ammanchi cosi!
(enormi, ndr) e lui mi faceva ... lo so ... gli ho detto ... così ... non lo capisci?!

LE ACQUISIZIONI DEL 05/10/2006 - LA LETTERA DI MADONL4 SALVATORE -


L'INVESTITURA UFFICLALE DI ARIOLO SERGIO DA PARTE DEL MAFIOSO.

I1 05/10/2006, subito dopo avere effettuato l'evidenziato colloquio con la


moglie, MADONIA Salvatore, prendeva carta e penna e, in una lettera alla moglie,
allegava uno scritto da consegnare ad ARIOLO Sergio. Alla luce di quanto
precedentemente delineato il contenuto della missiva che adesso verrà riportata
costituisce indubbiamente -investitura uficiale del menzionato ARIOLO Sergio nella
gestione dell'esercizio commerciale in questione, perche proveniente dal proprietario-
mafioso.
Evitando ogni commento introduttivo va ora riportato il contenuto della
missiva:
[..-l
MIA CARA CON QUESTA MIA TI STO MANDANDO UN CARTONCINO
PER TUO CUGINO SERGIO.
[..-l
L'AQUILA, 5-10-06
CARO CUGINO SERGIO, SPERO DI TROVARE TE, LA TUA COMPAGNA
E I RAGAZZI IN OTTIMA SALUTE. TI SCRIVO GENTILMENTE PER DIRTI, NON
TRALASCIANDO I TUOI IMPEGNI DI LAVORO, DI SEGUIRE COME VANNO A
SCUOLA SIA PAOLETTA CHE NICOLETTA, ALTRIMENTI CHI SA QUANDO
ARRIVERANNO ,ALLA LAUREA GRAVANDO SUI LORO GENITORI,
DESIDEROSO CONOSCERE QUANTI ESAMI ANCORA DEVONO DARE E CON
QUALE MEDIA DI VOTI VANNO AVANTI, E SE STUDIANO, LE NOTIZIE CHE MI
ARRIVANO NON SONO MOLTO CONFORTEVOLI
[--.l
SPERO CHE TU GLI POSSA DARE 2 UNA BUONA GUIDA E DEI BUONI
CONSIGLI, PERCHE' QUANDO SI E' RAGAZZI TANTE COSE NON SI PENSANO,
ESSENDO UN PO' SVOGLIATI MI AVVIO ALLA CONCLUSIONE INVIO I SALUTI
PER TUTTI, TI MANDO I SALUTI DA PARTE DI NICOLA
8
I1 Nicola indicato nella parte finale dello scritto deve identificarsi nell'altro
mafioso DI TRAPANI Nicolò fratello di Maria Angela e, quindi, cognato
dell'estensore della missiva.

Non c'è dubbio che l'espediente adottato dal MADONIA per investire
1'ARIOLO del ruolo di supervisore dell'attività di "PAOLETTA" e " NICOLETTA" sia
particolarmente arguto e tale - ove non si disponesse dell'imponente materiale
probatorio ed indiziario acquisito nella presente inchiesta - da trarre effettivamente in
inganno sul reale contenuto della missiva; tuttavia, proprio in considerazione di detti
elementi, tale espediente è destinato ad essere facilmente smascherato sicchè rimane
svelata la reale volontà dell'esponente mafioso di attribuire al coindagato ARIOLO il
compito di controllare la corretta gestione economica del bar e di assicurare a lui ed alla
moglie la riscossione dei relativi proventi.

LE ACQUISIZIONI DEL 07/10/2006.


I1 07/10/2006, alle ore 19:34 sul cellulare in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una telefonata tra la stessa e il cugino PIZZO Pietro. Nel
corso della conversazione i due discutono per incontrarsi nella stessa serata a casa della
donna. Nella stessa giornata, alle successive ore 21:24, si intercetta altra conversazione
durante la quale PIZZO Pietro chiede alla donna di aprirgli il cancello. Anche tali
conversazioni si pongono in perfetta coincidenza temporale con il viaggio che la doma,
t
il 0911012006, dopo due giorni, farà per Napoli per effettuare un colloquio con il suocero
MADONIA Francesco. [ ~ L ~ G A T XM38)
)~

A seguire la trascrizione integrale della conversazione:


[...l
PIETRO: MariaAngela?
M. ANGELA: eh, Piero
PIETRO: dove sei?
M. ANGELA: ho preso il ... in.autostrada ... ho preso il telefonino tuo ... ho
preso il telefono e ho visto la tua chiamata
PIETRO: avevo anche chiamato tua madre
M. ANGELA: no, non mi ha detto niente, ma tu dove sei?
PIETRO: io sono qua, sto lavorando
M. ANGELA: ah, io sono stata a Cinisi, ora sono in autostrada perché sto
ritornando a Palermo
PIETRO: allora stasera passo?
M. ANGELA: si
PIETRO: va bene ... ci vediamo dopo
Si salutano

*,. t e - &nw-*v
Segue la trascrizione integrale della conversazione delle 21:24. &&&Q$T$I
N991
[...l
M. ANGELA: eh, Piero
PIETRO: mi apri Maria Angela
M. ANGELA: ah, si, aspetta
PIETRO: sono con l'altra macchina e non ho le chiavi
M. ANGELA: si aspetta

[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 12/10/2006


Il 12110/2006, MADONIA Salvatore, dal carcere scriveva alla moglie per
cercare di conoscere se c'erano delle novità in relazione alla vicenda in esame.
Owiarnente anche in questa circostanza il linguaggio usato era, secondo lui, criptico ma
oramai di facile intelligibilità. I1 contenuto parziale della lettera si trascrive di seguito
fedelmente:
[-..l
HAI RICEVUTO LA MIA LETTERA DOPO IL COLLOQUIO, GLI HAI
DATO LA LETTERINA A SERGIO? TI HA DETTO CHE SEGUIRA' NICOLETTA,
SENZA CHE TRASCURI IL SUO LAVORO, ALTRIMENTI CHISSA' QUANDO
ARRNERA' ALLA LAUREA, FAMMI SAPERE.
[ S . .l
v - '*. $1'
-
\

k&fj0*p$7) a h %

LE ACQUISIZIONI DEL 14/10/2006


I1 14/10/2006, DI TRAPANI Maria Angela e la madre SGROI Rosa si
recavano presso la Casa Circondariale di Parma per effettuare un colloquio con il
detenuto DI TRAPANI Nicolò, rispettivamente fratello e figlio delle citate donne.
~AI;LEGATO $4)
La conversazione è particolarmente importante perchè la DI TRAPANI Maria
Angela, nella circostanza, rendeva edotto il fratello dell'intera vicenda del Bar Sofia,
soffermandosi in particolare sulle recenti evoluzioni e sull'intervento del marito'
MADONIA Salvatore. A seguire il tratto di trascrizione integrale:
[.,.l
M. ANGELA: ... ora ....
... SALVO gli ha scritto ... gli scrive, ogni
SALVO
tanto, a SERGIO (ARIOLO Sergio, ndr) ... i cartoncini?! ... nella mia lettera! ... li
mette ... gli scrive ... caro cugino ... eehhhh ...
NICOLO': ah! ,. .

M. ANGELA: ora, gli ha scritto di guardare (indica il suo ochhio, ndr) ... là!
... da NICOLETìA ... (specifica, ndr) ... da PIETRO! ... perché, NICO' ... secondo me

NICOLO': da PIETRO?
M. ANGELA: si! ... QUELLO (riferibile a CAMPO Giampaolo, ndr) ... a
destra e QUELLO ... fanno a gara! ... secondo me ... a chi deve prendere ...
NICOLO': chi? ...
M. ANGELA: tutti e due! ... (specifica, ndr) ... NICOLETTA (PIZZO Pietro,
ndr) ... e PAOLETìA (CAMPO Giampaolo, ndr) ...
NICOLO': NICOLETìA, là sta? ... NICOLETìA c'è? ... PIETRO c'è?
ROSA: si, al momento ... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: si
NICOLO': ... e PIETRO se ne approfitta?!
M. ANGELA: NICO' ... NICO' ... secondo me ...
ROSA: dice che lavoro ne hanno poco!
M. ANGELA: poco! ... comunque ... basta! ... ora gli ho detto di dargli uno
sguardo (indica il suo occhio, ndr) ... l'altra volta ce l'ho mandato (riferito ad
ARIOLO Sergio, ndr) ...
ROSA: ci sono andata, io! ...
M. ANGELA: ... e I'assicutò! ... tutto che era stato (trattato, ndr) ... male ...
poi ... prima di tutto ... gli ho detto ... tu non t i dovevi permettere a parlarci male! ...
gli ho detto ... ha due settimane che manco prendi il telefono (riferito a PIZZO Pietro
che veniva accusato di non rispondere alle chiamate della D I TRAPANI, ndr)! ... dice
... ma io non ti potevo rispondere ... ma tu me lo devi dire! ... ma e perché ci sono
problemi!? .... eh! ... e me li dici i problemi! avi (da quanto tempo, ndr) che ti dico ...
quanto c'e!? ... guanto ci resta ancora da pagare?! ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
NICOLO': eh! ... e che t i ha detto?
M. ANGELA: e non mi dice niente!
ROSA: no, sono andata a dirglielo io!
M. ANGELA: ... ancora, oggi ... dopo tante discussioni ... t i pare che lo so?!
... niente!
ROSA: (prende il citofono, ndr)
NICOLO': e perché non ci vai e gli dici ... fammi il conto subito, subito!?
M. ANGELA: a me ... diglielo ... per ora ...
[...l
ROSA: NICO' ... ci sono andata io! ... l'ho chiamato io ... gli ho detto
PIETRO, gli ho detto, se ... combinazione ... viene ... eeehhh ... gli ho detto ... e per
avere una mano di aiuto ...
M. ANGELA: ... anche perché L.- NICO' .;.' lo(aiuta! ...
ROSA: no! ... dice ... ha colpa MARIA ANGELA perché mi doveva
dire ... dice ... sta venendo TIZIO! ... dice ... mi sono visto spuntare a QUESTO ... ma
a te chi ti manda!? ... se me lo diceva ... dice ... INCOMPRENSIBILE ... t i sto
mandando a QUESTO!
M. ANGELA: certo! ... non viene nemmeno da me ... dopo due settimane! ...
ero come una folle! (irritata, ndr) ... manco mi prendeva il telefono! (per rispondere,
ndr) ...
ROSA: questo è! ... mi ha detto! ... vabbe, non t i preoccupare ... dice
... perché lui ... con me ... si, si ...
M. ANGELA: hai capito!? ... non mi prende manco il telefono! ... ma già lo
sapeva anticipatamente che ... INCOMPRENSIBILE ...
[--.l
NICOLO': ... e P A O L E n A (CAMPO Giamapaolo, ndr) ... e sempre la
stessa? ... si comporta sempre la stessa!? ...
M. ANGELA: perché ... pensi che cambia?! ...
ROSA: ma quelli sono PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: la stavo prendendo a tumpuluni (schiaffi, ndr) ...
ROSA: ... ci vanno marito e moglie ...
M. ANGELA: ... t i dico che io avevo perso il lume! ... quando mi sono venuti
... (prende il citofono, ndr) ... quando sono venuti ... che ci era andato ... SE ...
'

(riferibile ad ARIOLO Sergio, ndr) ... si siedono tutti e tre ... e PAOLETTA mi fa ...
hai sbagliato! ... come ti permetti a mandarci a questo ... come mi permetto?!
NICOLO': a chi lo ha detto?
M. ANGELA: PAOLETTA (ride, ndr)
NICOLO': a te?
M. ANGELA: si! ... gli faccio
... come mi permetto?! ... te lo sei dimenticato
anni addietro ... quando t u mi lasciavi, a me, incinta ... fino a notte ... con mia madre
fuori ... e manco ti facevi vedere?! ... e gli ultimi due anni ... gli ultimi due anni ...
prima che io non chiudevo ... gli ho detto ... tu non t i sei fatto né sentire e né
vedere! ... ma sentitela qua! ... per un ritardo di una settimana ... sta facendo tutto
quello che sta facendo ora ... che ci ha mandato a SE (ARIOLO Sergio, ndr) ... vedi
se fosse stato due anni per davvero che io non ci fossi andato ... non le avessi dato
ami niente! ... non le avessi ... quello che avrebbe combinato! ... m i alzo come una
folle ... (mima il gesto di dare una schiaffo, ndr) ... NICO' ... e stata come una
lucina! (porta la mano al capo, ndr) ... che mi fa a me ... fermati! ... gli stavo ... lo
stavo tumpuliannu (schiaffeggiando, ndr) ... in fa ... SERGIO I'ha capito ... PIETRO
I'ha capito ... SERGIO m i fa ... SERGIO m i fa ... MARIA ANGELA! ... lo stavo
tumpuliannu! ... e poi ho detto ... dopo che lo tumpulio ... una voce mi fa ... che
faccio!? ... gli. devo dire ... non ci mettere più piede! (stende il braccio indicando la
sua destra a voler dire cacciare, mandare via, ndr) ...
NICOLO': eh! ...
M. ANGELA: INCOMPRENSIBILE ... quando poi se n'è andato ... gli ho detto
(a PIZZO Pietro, ndr) ... tutto questo è stato per te! ... tu, hai fatto approfittare, ora,
a lui (a CAMPO Giampaolo, ndr) ... di parlare cosi ... perché ... per questo tuo
atteggiamento che ti sei atteggiato cosi! ... e (abbassa notevolmente il tono della
voce, ndr) SERGIO (ARIOLO Sergio, ndr) ... è stato mandato da mio ... (indica se
stessa intendendo suo marito MADONIA Salvatore, ndr) ... e pure che ero stata io,
t u ... da uomo ... dovevi dire ... ah! ... va bene! ... va bene ... e basta ... e poi parlavi
con me, ma davanti a lui (a CAMPO Giampaolo, ndr) ... a fare ... ahooo ... oohhh ...
io, di qua, di la ... gli ho detto ... ma che è?! ... lo so, io ho sbagliato ... qua ... ah! ...
gli ho detto ... hai sbagliato?! ... t u me lo dovevi dire prima ... perché ti sei degnato
di prendere in due settimane il telefonino mio?! (di rispondere alla mie chiamate,
ndr) ... ma io è perché lo avevo scarico, senza soldi ... gli ho detto ... senza soldi ...
gli ho detto ... quando si riceve, si può ricevere, gli ho detto ... PIETRO! ... non
parliamo ... non facciamo fesserie! ... e ora ... gli ho detto ... io non è per ... non e per
mancanza di fiducia a te, assolutamente! ... io non credo a lui! (CAMPO Gmpaolo,
ndr) ... che PAROLA INCOMPRENSIBILE ... non e che gli posso dire ...
NICOLO': certo!
M. ANGELA: è normale, giusto? ... gli ho detto ... a lui! ... gli ho detto ... e
siccome .... gli ho detto ... ah che domandiamo! (e da molto tempo che
domandiamo, ndr) ... quanto resta?! ... ma per saperlo! ... dici ... restano tanto! ...
NICOLO ': ... e perché non glielo dici a lui!? ... PIETRO, portami il conto
subito subito, quanto e! ...
M. ANGELA: eh! ... in continuazione! ... ora ...
NICOLO': ... quando ti chiami a PIETRO ...
M. ANGELA: aahhh! ... va bene ... ora ... ti dico ... l'altra volta, pure ... ba
... di nuovo! ... dice ... questa settimana ... ancora non l'ho visto! ... vediamo domani
... entro dopo domani ...
ROSA: ma ci vanno marito e moglie, perciò prendono ... (porta la
mano destra da bancone alla tasca, lasciando intendere sottrarre furtivamente, ndr)
... perciò prendono ogni giorno!
M. ANGELA: si, PAOLEZTA! (CAMPO Giampaolo, ndr) ... con ... hai capito?
... e furbo ...
[.-l

LE ACQUISIZIONI DEL 22/10/2006


Il 22/10/2006, DI TRAPANI Maria Àiigela scriveva al marito avvisandolo,
tra l'altro, di avere dato il cartoncino ad ARIOLO Sergio il quale a breve sarebbe
andato a trovare PIZZO Pietro. I1 contenuto parziale della lettera si trascrive di seguito
fedelmente:
[...l
HO DATO L'ALTRO GIORNO IL CARTONCTNO A SERGIO ERA COMPIACiUTO, PER
ORA È STATO PARTITO PER iL SUO LAVORO, IN SETTIMANA ANDRA' DA NICOLETTA. IO IERI

HO TELEFONATO A NICOLETTA ERA CHE NON LA SENTIVO DA QUESTA ESTATE, E


FRANCAMENTE SONO STATA SECCATA, COMUNQUE LO CHIAMATA E SCHERZANDO GLIELE

HO CANTATE ...

[...l
LE A CQUISIZIONI DEL 24/10/2006
I1 24/10/2006, alle ore 1353 sul cellulare in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una telefonata tra la stessa e il cugino PIZZO Pietro. Nel
corso della conversazione PIZZO Pietro dice alla cugina che in giornata andrà da lei e
si giustifica per non averlo fatto nei giorni precedenti asserendo motivi personali.

[...l
M. ANGELA: si, Piero
PIETRO: buongiorno
M. ANGELA: ciao...
(Pietro sospende un attimo di parlare con D I TRAPANI Maria Angela e dice
ad un cliente del bar: tre e novanta lei paga)
PIETRO : eh ... mi avevi chiamato perché mi volevi vedere ...
M. ANGELA: si! ... ascolta t i volevo dire quando viene se mi potevi ... ti
avevo solo chiamato stamattina per dirti quando vieni mi porti quel foglio che ti
avevo dato per ...incompr ... per la visita medica ...
PIETRO: si ...l'ho in macchina ... l'ho in macchina ... si
M. ANGELA: va bene
PIETRO: va bene ...ci vediamo allora appena io finisco qua...
M. ANGELA: va bene ...
PIETRO: io onestà ... onestà dovevo venire sabato ...
M. ANGELA: no va bene ... incompr ...
PIETRO: invece sabato me ne sono andato ... cose ... ed è finito ..
M. ANGELA: va bene ...
PIETRO: ieri sera me ne sono andata di qua alle sette e mezzo ...e mi
secca va ... proprio ho tirato dritto ...
M. ANGELA: si va bene ...
PIETRO: ora ... più tardi che finisco prima vengo ...va bene?
M. ANGELA: va bene ...si
Si salutano.

LE ACQUISIZIONI DEL 29/10/2006.


I 29/10/2006,MADONIA Salvatore rispondeva alla missiva della moglie
1
del 22/10/2006. I l contenuto parziale della lettera si trascrive di seguito
fedelmente:

[...l
NELLA TUA M I DICEVI CHE SERGIO ERA RIMASTO STUPITO DEL MIO
CARTOIVCINO PERCHE' NON SE LO ASPETTAVA, O PER CHE COSA? I O SPERO CON
NICOLElTA INVECE D I DIRGLIENE SOLO QUATTRO, GLI HAI CHIARITO LE IDEE

[--.l
[AUGATO U41)

LE A CQUISIZIONI DEL 30/10/2006


I1 3011012006, alle ore 10:29, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una conversazione tra la stessa e il cugino PIZZO Pietro.
Nel corso dell'interlocuzione la donna chiedeva all'uomo un aiuto in quanto doveva
sottoporsi ad esami clinici. PIZZO Pietro le riferisce che a prescindere da ciò lui
sarebbe andata a trovarla ugualmente. Restano d'intesa che si vedranno in giornata.
Come già sostenuto in precedenza anche questa conversazione va letta nell'ottica di una
consegna di denaro nella considerazione che la donna il successivo 0811112006 si
' =p-,> fi7?j*8*: v

sarebbe dovuta recare a L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito. @ @ Ì Y @

Segue la trascrizione di interesse:

PIETRO: si.. .
M. ANGELA: eh... Piero?...
-,-
PIETRO: Ciao!
M. ANGELA: Ciao... senti... sto... sei a lavoro?
PIETRO: No!
M. ANGELA: ah ... siccome avevo degli esami da fare e li fanno soltanto in
ospedale...
PIETRO: eh...
M. ANGELA: ma t u pensi che me lo ... me lo possono fare la emocisteina (o
simile, ndr.)... un.. . un.. . esame di sangue...
PIETRO: ma andandoci ora tu dici?
M. ANGELA: Come?
PIETRO: Andandoci ora?
M. ANGELA: Eh!. ..
PIETRO: A quest'ora non lo so...
M. ANGELA: ... non pensi...
PIETRO: ... domani mattina sicuro si...
... se ti... e ascoltami ti pa... passi tu e ti prendi questa
M. ANGELA: eh
ricetta per vedere poi che... perchè... sta.. . sono esenti da ticket già c'ho la ricetta.. .
ero andata nel... nel centro analisi.. .
PIETRO: eh!
.
M. ANGELA: però.. dice no signora questo lo fanno soltanto all'ospedale.. .
dice va a Villa Sofia.. .
PIETRO: ... questi te li fanno ... te li fanno sicuro perche glieli do a
Federico e domani mattina e alle sette e mezzo te li fa.. .
M. ANGELA: eh ... e me lo porta perche io per giorno sette mi serve
l'esito.. .
PIETRO: si!
M. ANGELA: Perche devo partire e me le devo portare la fuori ...
PIETRO: questi te li faccio fare sicuro domani mattina alle sette e
mezzo...
M. ANGELA: ... uhm...
PIETRO: ... fai conto che ci sono...
M. ANGELA: ... eh...
PIETRO: ... capito?...
M. ANGELA: Allora sto tranquilla ... fai tutto t u e poi mi chiami e mi dici. ..
PIETRO: ... più tardi devo venire... ascolta ...
M. ANGELA: come?
PIETRO: Più tardi.. .
M. ANGELA: eh ...
PIETRO: io devo venire comunque...
M. ANGELA: eh va bene allora te li d0 e cosi domani mattina ... (si
sovrappongono le voci, ndr.)
,.. incompr. .. a me la cosa e io gliela do a Federico e domani
PIETRO:
mattina alle sette e mezzo Federico te li fa...
M. ANGELA: va bene... va be...
PIETRO: capito?
M. ANGELA: Si va be grazie t'aspetto allora.. . si.. .
PIETRO: ... ciao...
M. ANGELA: ciao ... ciao...
[...l

Nella stessa giornata, alle ore 15:51 sempre sull'utenza in uso a DI TRAPANI
Maria Angela veniva intercettata altra conversazione tra la stessa e DI TRAPANI
Amalia. Nel corso dell'interlocuzione quest'ultima chiedeva alla cugina di incontrarsi.
I
Maria Angela riferiva che si sarebbero viste nel pomeriggio a casa della medesima
Amalia. [AUEGATO M42)
A seguire il tratto di trascrizione di interesse.
[...l
M. ANGELA: Pronto!
AMALIA: ciao come stai?
M. ANGELA: ma! bene, tu come stai?
AMALIA: bene grazie! Senti un p6 giÒ (gioia ndr.)...
M. ANGELA: si!
AMALIA: ...dove ti trovi dalla parti mie?
M. ANGELA: a ca... no io sono a casa...
AMALIA: eh!
M. ANGELA: vuoi che vengo più tardi?
AMALIA: si mi fai una cortesia, potresti fare un salto?
M. ANGELA: va bene, si si! Va bene a più tardi!
AMALIA: va bene ci vediamo;
M. ANGELA: a più tardi... ti trovo a casa a tutti gli orari, vero?
AMALIA: si si, un bacione, d'accordo!
M. ANGELA: aspetto il bambino da scuola, ciao grazie;
AMALIA: ciao ciao ciao!
M. ANGELA: ciao ciao!

[...l

-
L'incontro richiesto da DI TRAPANI Amaiia, come si avrà modo di capire "

dall'esame della telefonata successiva, in qualche modo avrebbe interessato anche


PIZZO Pietro ed era collegato alla telefonata fatta da AIELLO Giovanna nella stessa
giornata ma commentata nel paragrafo successivo, e quindi, già da subito si intuiva che
era legata alla vicenda in esame.

Successivamente alle ore 1855, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria


Angela veniva intercettata una conversazione durante la quale la stessa informava il
cugino PIZZO Pietro delle due telefonate ricevute dalle donne (DI TRAPANI Amalia
e AIELLO Giovanna) che si guardava bene dall'indicare per nome. Più in particolare
riferiva anche di avere già incontrato una delle due (DI TRAPANI Amaiia ndr) la
quale, a suo dire, "faceva la pazza, l'isterica completamente". I1 PIZZO Pietro
g,u",q&-$w%-c6P% -
-i r

concludeva dicendo che ne avrebbero parlato l'indomani di presenza. &


-!$4)
M. ANGELA: si!
PIETRO: ascolta!
M. ANGELA: eh!
PIETRO: siccome non lo so se io adesso posso avvicinare, pero,
domani mattina alle sette e un quarto ti aspetto qui!
M. ANGELA: alle sette e un quarto!?
PIETRO: si perché già gli... ma ha richiamato indietro... alle sette e
mezza già ti fa "tutte cose':
M. ANGELA: eh!
PIETRO: cioè, alle sette e un quarto tu vieni, il tempo che da qui si
arriva al reparto...
M. ANGELA: si ma... mi ha chiamato auella di là che mi voleva subito
yraentemente!
PIETRO: non lo so che vuole
M. ANGELA: oaai è la giornata di urue... delle urtaenze ~ e r c h ée
venuta poi l'altra mia cuaina... faceva la pazza ...l'isterica completamente.
PIETRO: eh!
M. ANGELA: Una... una folle è! E' francamente non è che ha torto...
da auello che mi ha detto!
PIETRO: chi è? ..inc...
PIETRO: boh! ...non lo so, comunque domani ne parliamo...
M. ANGELA: tantg vero che sono salite e ora c'è l'altra che m i ha
chiamato pure, avrà visto la mia macchina là... ed è stato questo!
PIETRO: boh, non lo so!
M. ANGELA: va bene! j . -

PIETRO: domani comunque.... sette e mezza lui t i fa il prelievo, percio


alle sette e un quarto qui!
M. ANGELA: eh, sei tu lì... tu sei lì
PIETRO: domai mattina io già dovrei essere qui alle sette e un quarto
M. ANGELA: va bene allora sarò lì
PIETRO: ciao ciao
M. ANGELA: va be ciao!
PIETRO: ciao!

LE ACQUISIZIONI DEL 30 E 31/10/2006 - LA TELEFONATA DIAIELLO GIOVANNA


E L'INCONTRO CON DI TRAPANI MARU ANGELA

Prima di evidenziare il contenuto delle ulteriori acquisizioni va evidenziato in


via preliminare che nella maggior parte delle telefonate che intercorrono con l'indagata

(27
DI TRAPANI Maria Angela, l'altro indagato PIZZO Pietro è solito presentarsi con la
locuzione "SONO 10".
11 30/10/2006, alle ore 18:10, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una conversazione in entrata proveniente da una cabina
telefonica pubblica ubicata a Palermo in viale Francia nr. 3. Nel corso della stessa una
donna che si presentava con la locuzione "SONO I O , e che successivamente sarà
identificata in AIELLO Giovanna, chiedeva un incontro urgente alla DI TRAPANI.
Restavano di intesa che si sarebbero viste l'indomani pomeriggio verso le ore 18:OO a
casa della AIELLO Giovanna. . A seguire la trascrizione integrale della
conversazione:
[...l
MARIA ANGELA: Pronto!
GIOVANNA: CIAO SONO I O !
MARIA ANGELA: ciao!
GIOVANNA: eh... IO HO BISOGNO DI PARLARE CON TE
URGENTEMENTE!
MARIA ANGELA: eh, io sono a casa!
GIOVANNA: eh, non puoi venire tu a casa mia, io non posso venire;
MARIA ANGELA: gua... allora vengo domani, perché stasera non mi e
possibile completamente potermi muovere;
GIOVANNA: allora domani sera;
MARIA ANGELA: si va bene!
GIOVANNA: va bene?
MARIA ANGELA: si va bene!
GIOVANNA: verso che ora, cosi mi faccio trovare dentro;
MARIA ANGELA: domani sera!? ...verso le... sei;
GIOVANNA: va bene okay;
MARIA ANGELA: si ciao;
GIOVANNA: va bene ciao ciao
MARiA ANGELA: ciao!

Attesa la stranezza e le modalità della telefonata (mancanza di presentazione,


chiamata effettuata da un telefono pubblico), l'indomani, 31/10/2006 veniva quindi
predisposto servizio di O.C.P. nei confronti di DI TRAPANI Maria Angela. La stessa
alle ore 18:20 veniva vista uscire da casa e recarsi in viale Francia ove accedeva allo
stabile contraddistinto dal m. 11. Sarebbe poi uscita alle ore 19:31 dopo circa un'ora. A
seguire il tratto di relazione di servizio.
[...l
Ore 18:20 D I TRAPANI Maria Angela alla guida dell'autovettura
Citroen C1 di colore grigio met., targata DA688LM (intestata a SGROI Rosa, nata
a Palermo 1'11/05/1939, residente a Cinisi nella c.da Cipollazzo snc.) esce dal
civico 56 di via San Lorenzo e si allontana.
Ore 18:26 D I TRAPANI Maria Angela giunge in v.le Francia, dove
all'altezza del civico 11, si ferma e dopo aver parcato l'autovettura, scende ed
accede all'interno del predetto civico.
Ore 19:31 D I TRAPANI Maria Angela, esce dal civico 11 di v.le
Francia, si pone alla guida della sua autovettura Citroen C1 e si allontana. La stessa
giunge in via dei Nebrodi in direzione del cavalcavia di via Belgio. Dopo essere
passata sotto il cavalcavia continua la marcia percorrendo sempre la via Belgio.
[&LEGATO-V~~)

La conferma che l'incontro era avvenuto con la stessa donna della telefonata
del giorno precedente, quella che si era presentata come "SONO IO", cioè AIELLO
Giovanna, che, tra l'altro, si riscontra risiedere proprio in viale Francia m. 11, si aveva
alle ore 20:35 dello stesso giorno allorquando AIELLO Giovanna, sempre da telefono
.. - - v- >- .,- pubblico, questa volta ubicato a Piazza Salerno di- P a l m o ; chiamava .DI TRAPANI
g- ~

Maria Angela per dirle che aveva dimenticato un mazzo di chiavi nel divano.
y&&azp@%33j
. .

*'... s-.,..'>.-&..be. ';.e?**:L-,,:.-v-..

[...l
M. ANGELA: pronto
GIOVANNA: sono io ...
M. ANGELA: si ...ciao ... incompr ...
GIOVANNA: ciao ... senti una cosa sei a casa?
M. ANGELA: sto andando a casa, perché?
GIOVANNA: perché ... ho trovato le chiavi sul divano
M. ANGELA: della casa?
GIOVANNA: no! E una chiavetta con una specie di calamita ... due
chiavette piccole ...
M. ANGELA: ah ...la chiave del portone ...
(3k5
GIOVANNA: del portone ...
M. ANGELA: vabbe ...non ti preoccupare ...poi domani me la lasci là ... non
t i preoccupare
GIOVANNA: va bene, okay
M. ANGELA: ...incompr ...
GIOVANNA: va bene
M. ANGELA: ... in macchina cercavo ... meno male che c'era il portone
aperto ...incompr ...
GIOVANNA: e io ora ...
M. ANGELA: non me ne sono accorta ...percio
GIOVANNA: ... prima discendere ho visto questa cosa che mi luccicava sul
divano e dissi: ma che cos'e?. Ho visto che c'era questa ...dissi se le e dimenticata
lei ... tutto qua ...
M. ANGELA: vabbè gliela lasci là domani ...
GIOVANNA: va bene, okay ...

[.-l

Come si vedrà nel prossimo paragrafo, i contenuti del predetto incontro


verranno riferiti dalla DI TRAPANI al marito in occasione del successivo colloquio
carcerario.

LE ACQUISIZIONI DEL 08/11/2006

Il giorno 08/11/2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava ancora presso la Casa


Circondariale di L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto.
Anche in questa circostanza l'argomento veniva trattato. MADONIA Salvatore chiede alla
moglie di sapere le reali intenzioni di ARIOLO Sergio; la donna lo rassicurava dicendo che per ora è
stato impegnato nel suo lavoro che lo ha anche portato fuori Palermo ma che comunque I'ARIOLO aveva
a lei più volte assicurato il suo interessamento. La donna inoltre porta a conoscenza il marito
dell'evoluzione della vicenda ed in particolare del colloquio sollecitato ed avuto dai coniugi CAMPO. La
DI TRAPANI Maria Angela lamentava che durante l'incontro la parola più volte fosse stata presa dalla
moglie AIELLO Giovanna la quale aveva modi isterici. DI TRAPANI Maria Angela al marito
manifestava il suo disappunto circa la ripetuta intromissione nei discorsi del17AIELL0 Giovanna. I1
mafioso la invita a non avere pietà e a dare pieni poteri ad ARIOLO Sergio. i
SALVAT0RE:Oh... andiamo alle cose più... che più ci interessano: con
SERGIO {ARIOLO Seraio, ndr.) che cosa hai fatto, sangu?
M. ANGELA: Gliel'ho detto e dice che a aiorni ci andrà. Perchè ...
l'altra volta ci è andato e non l'ha trovato...
SALVAT0RE:Ma siccome tu mi hai scritto e lui è rimasto... come...
...
t i ~ o è rimasto ... allora auesta cosa non la vuole fare?
M. ANGELA: no, la vuole fare, perche glielo ho chiesto fino all'altro
.
giorno.. se... Gli ho detto, dice, ci sono andato e non l'ho visto, dice... Siccome ha
1
SALVAT0RE:Va bene! Oh...
M. ANGELA: Dice, ora io questa settimana, dice, me la sbrigo!
SALVATORE: Voglio morire con un desiderio, sangue mio!
M. ANGELA: si
SALVATORE:. .. conoscere quello che realmente vale!
M. ANGELA: L'ho detto, mh... si!
SALVAT0RE:Questo voglio conoscere! Quello che re... e quello può fare...
e siccome tra tutti e due, secondo me, non si può prendere uno... fra tutti e due,
secondo me, non lo fanno uno... cioè...
M. ANGELA: Perchè, la siunorina... sua moulie... non mi ha fatto
p p detto... te li faccio io
d'ora in ~oi... aua dentro non voulio a nessuno... che si buttava a terra...
con i foali.. che si... .
SALVAT0RE:M
. ANGELA:
M. - sua moulie! PAOLETiA ? Sua moulie ... sua moulie.
- -. SALVAT0RE:vabbe.. . questi discorsi perche li fate davanti a lui,.. davanti a
lei?
M. ANGELA: No, mi ha chiamato lui e fa parlare a sua moglie! Mi giro e gli
faccio: senti, gli ho detto, ma dimmi una cosa... ma perche fai parlare a tua
moglie... che e novità che parla tua moglie? Ma che sono questi discorsi che fa? Ma
perche la fai inner... ma perchè non le racconti la verità, a tua moglie?
...INCOMPRENSIBILE.... cosi!... le ho detto ... senti, è inutile che fai cosi,
GIOVANNA!... alzati, non t i arrabbiare... le ho detto... senti, io non voulio
s a
Q
SALVATORE:ma, sangue.. .
... e mio ... a mio marito ... e non ci puoi essere tu (riferito a
M. ANGELA:
GIOVANNA, ndr) che puoi andare contro ... a me non mi interessa! (risposta di
GIOVANNA, ndr) ... le ho detto ... senti ... le ho detto ... vedi dove te ne devi
andare! ... GIAMPA' ... GIAMPA'... (CAMPO Giampaolo, ndr) ... gli ho detto ... cerca
di farla stare zitta! ...
.
SALVATORE:. . desidero sapere .. .
M. ANGELA: ... io mi prendo, mi vendo tutto ... mi vendo tutto ... e
PAROLA INCOMPRENSIBILE ... soldi! (asserzioni di GIOVANNA, ndr) ... lei! ...
GIAMPA' ... gli ho detto ... ma perche non parli tu, invece di fare parlare a tua
moglie?! ...
SALVATORE:si, ma tu ... non hai a che fare con ... con NICOLETTA?
(PIZZO Pietro, ndr) .. .
M. ANGELA: ... si, ma mi ha chiamato immediatamente, con QUELLA
..
arrabbiata, fa . vieni subito che ti devo dire una cosa! . ..
SALVATORE:si, ma scusa ... si, ma ... MARIA ANGELA ... tu di ... senti ...
io non voglio avere ... perche mi chiami a queste cose, tu? . .. a queste bassezze?!
... a lui!
M. ANGELA: gliel'ho detto!
SALVAT0RE:non davanti a ... allora perche mi chiami ... io ...
M. ANGELA: gliel'ho detto!
SALVATORE:. .. a dire ... ma ... scusa ...
M. ANGELA: già fatto ... già fatto! ... gli ho detto ... senti ... non si
transige, questo è ... il discorso ... e questo sarà! ... avete avuto tempo due anni! ...
SALVAT0RE:e scusa ... no, siccome ora gli vengono le scarpe strette ...
M. ANGELA: ... non contando il tuo passato!
SALVATORE:... le scarpe strette ...
M. ANGELA: si
... non si deve transigere su que ...
SALVATORE:. .. e questo ti voglio dire!
M. ANGELA: ... non possono vedere a ... a NICOLETTA! ... a PIETRO! ... a
... perchè deve avere pure la parte lui?! ,.. qua .: gli ho detto ... prima ti
conveniva?! ... GIAMPA,' perchè fai parlare a tua moglie?! ... prima t i conveniva?! ...
perche non ... non lo possono vedere là dentro! ... che fa il padronazzo ... gli ho
detto .. GIAMPA' ma perche fai parlare a tua moglie?! ...
SALVAT0RE:ma scusa ... per lui ... perchè queste cose non te le diceva!?
..,
M. ANGELA: fa parlare a sua moglie!
SALVATORE:no! ... lui perchè non te le diceva?
M. ANGELA: chi?
SALVATORE:NICOL€TA, queste cose!
M. ANGELA: non lo sa!
.
SAL VATORE:si, ma . . dico .. si è arrivato . ... vedo che c'è un foco ...
M. ANGELA: non lo sa NICOLETTA! ...
.
SAL VAT0RE:ma c'è un focolaio! . . perchè questo focolaio!? ...
M. ANGELA: si! .,. è sua moglie (AIELLO Giovanna, moglie di CAMPO
Giampaolo, ndr) ...
SALVATORE:si, ma a noi che cosa ci interessa ...
M. ANGELA: perchè è lui, deficiente, che gliele dice ... fa parlare a sua
moglie! ... gli ho detto ... cosi e la cosa e cosi sarà sempre! ... (riprende a
raccontare quanto lamentato dalla AIELLO Giovanna, ndr) ... tu mi hai detto che
qua c'era il futuro mio ... di ... mio ... di mia figlia e di tuo figlio! ... le ho detto ... si,
ma fin quando ... le ho detto ... le cose cammineranno de ... tutte delineate!
SALVAT0RE:a chi? ... chi ... chi è che parla?
M. ANGELA: la moglie di GIAMPAOLO! ... avanti a suo marito! ...
SALVATORE:minchia, l'acqua dentro ci siamo messi! ... io non lo so! ... ma
una cosa serena ...
M. ANGELA: ho detto ... ma è novità ... ho detto ... che fai parlare ... gli
ho detto ... ma è novità che fai parlare a tua moglie?! ...
SALVATORE:. .. una cosa serena ...
M. ANGELA: così gli ho detto ... ma è novità?!
SALVATORE:si, ma perchè non ti voltavi in tondo (ti giravi e te ne andavi,
ndr) ... invece di fare tutti questi...
M. ANGELA: ... e me ne sono andata! ...
SALVA T0RE:ti volti tondo ...
M. ANGELA: ... e fammi parlare! ... SALVO ... questo ...
SALVA TORE:si, sangue mio ... stringi l'orario!
M. ANGELA: ... e me ne sono tornata ... mi sono voltata in tondo e me ne
sono ... gli ho detto ... così è e così sarà! ... non voglio sentire più niente da parte
tua! ...
SALVAT0RE:alIa le ... desidero alla lette ... e poi ...
M. ANGELA: ... e come c'è qualcosa ... ve ne andate! ...
SALVATORE:poi, sangue mio ... vacci ... perchè non si ...
M. ANGELA: però con le ... ve ne andate, sempre con le giuste cose, se
non vi conviene! ...
SALVATORE:oh! ... scusate ... o si vende, perchè ... quello che si desidera
sapere ... a dire ... si fa tanto ... oh! ... questo è tanto ... questo è ... bho! ... oh!
M. ANGELA: gliel'ho detto! ... gliel'ho detto! ... non è giusto sapere?!
SALVATORE:... o ancora ... abbiamo avuto ...
M. ANGELA: ... abbiamo ... ah! ... gli ho detto ... al momento dei debiti
venite da me! ...
SALVA T0RE:che scusa .. .
M. ANGELA: sono andate in protesto ... ah, ora me lo vieni a dire che ci ...
..
cioè . ora che ...
SALVA T0RE:scusa ... loro ...
M. ANGELA: ... serve SALVO e MARIA ANGELA!

594
SALVATORE: MARIA ANGELA, ti ho detto sempre, io, che la colpa e tua! ...
t i dico che la colpa e ... lo sai per quale motivo?
M. ANGELA: perchè?
SALVAT0RE:perche ti sembrano pietosi! ... io ti vedo!
M. ANGELA: mi sembrano pietosi! ... mi hanno lasciat in tredici! ... mi
lasciano sbattere! ...
SALVATORE:si, ma se tu ci avevi messo tempo ... t i ricordi ... per Pasqua,
che cosa ti avevo detto!? ...
... perchè mi ha detto ... no, ora ... ora ti faccio ...
M. ANGELA:
SALVATO RE:^
pietà deuli altri, i suoi se li manuiano i cani! ... te l'ho detto io ...
M. ANGELA: si, lo so!
SALVATORE: MARIA ANGELA, se lo sai ...
M. ANGELA: ... l'ho capito!
SALVATORE:... ma, siccome ... poi tu te la prendi con me ...
M. ANGELA: si... no ...
SALVATORE:... te la prendi con me ...
... e c o m u
M. ANGELA: n u a
a
.
SALVATORE:si, ma sangue mio . . ed è ... ma non vorrei che ci mettessero
... eh ... li dentro ... deve fare attenzione anche a questo! ...
M. ANGELA: si (fa cenno di non capire, ndr) ... ah! ... si ... gliel'ho detto
che non ci devono entrare! ...
- - SALVATORE:... si, ma ... esatto ... daali potere a SERGIO, di vedere
...
\-

-
M. ANGELA: uliel'ho detto ... di vedere là dentro ... tali ho detto ... e
poi t e la sbriahi tu con me! ...
SALVATORE:... eh! ... cosi!
M. ANGELA: dice ... ma lui ... gli ho detto ... poi, se sarà, soltanto il nome!
... di altro ... niente più!
SALVA T0RE:questo voglio dire!
M. ANGELA: ... e gliel'ho detto a NICOLETA già! ... gliel'ho fatto capire!
SALVAT0RE:MARIA ANGELA, li devi mettere alle strette! ... perchè,
significa ... campano loro ... hai sentito la MAMMA (SGROI Rosa, ndr) ... la MAMMA
sa più di te! ... lo vedi, quando ti dice la MAMMA ... dice ... si stanno levando i
debiti! ... significa che praticamente ... noialtri ...
M. ANGELA: ... e M spuntano davvero debiti! ... pieno di debiti ...
SALVATORE:si, però noialtri ... però MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: però poi me lo vengono a dire quando hanno la bomba
scoppiata!
SALVAT0RE:noialtri . .. noailtri . .. prendiamo ...
M. ANGELA: non NICOLEìTA ... lui! ... questo scimunito!
SALVATOREsma perche devono pensare per le nostre cose!?
M. ANGELA: ah! ... comunque, basta ... ho capito questo!

Nello stesso colloquio l'argomento veniva interrotto per poi essere nuovamente
commentato. Anche il brano che segue è molto importante nella ricostruzione della
vicenda poichè consente di evidenziare l'importanza che il mafioso riserva
all'attività del Bar Sofia.
Lo scambio di battute cominciava con DI TRAPANI Maria Angela che
informava il marito della ricezione periodica di 1700 euro mensili da parte di una
persona non meglio individuata. I1 mafioso, che evidentemente giudica più sicure le
entrate provenienti dall'esercizio pubblico, replica alla moglie dicendo di concentrarsi
sulle attività del Bar e di fare affidamento su ARIOLO Sergio, facendosi sistemare tutte
cose.

M. ANGELA: Sa... con CA... m i venne u core auando m i sono v i s t a


con... (abbassa il tono della voce e comunica con il labiale, ndr)
millesettecento... ouni mese
SALVATORECon?
M. ANGELA: ...o g n i mese... (abbassa il tono della voce e comunica con il
labiale, ndr) millesettecento.. . mi h a detto...
SALVAT0RE:Se.. . MARIA ANGELA... la abbiamo avuto l'esperienza... non
ci fare...
M. ANGELA: ah certo. ..
SALVAT0RE:guello c h e devi f a r e affidamento... sangue mio...
M. ANGELA: ...su di me...
SAL VAT0RE:dato c h e c'è ... SER... fatti sistemare aueste cose...
M. ANGELA: ...si lo so!
..
SALVATORE:. vedi... non.. gli altri.. . .
M. ANGELA: Certo! Se ci sono, ci sono... se non ci sono niente!
[...l
SALVAT0RE:Dico ... fai... d a t o c h e c'è... sfrutta...
M. ANGELA: Certo, questo.
.
SAL VAT0RE:Invece no., ti vengono a piangere... poi hai questa abitudine
di parlare con PAOLETTA.,, perche non gli fai I'opera a NICOLETTA... e ci fai l'opera
a NICOLEl7A... ma che INCOMPRENSIBILE tutte queste cose...
M. ANGELA: ...mica mi telefona.. .
SALVATORE: ...Io chiami e gli dici: passa di qua!... e dici... ma che sono
tutte queste cose... ma che...
[.-.l
SALVATORE: ...cioè, io non ti capisco... certe volte... Gli telefono... non mi
trova... prendi, invece di andartene in campagna... a vedere tutte queste...
queste.. . queste cose... queste cose... che sono... sono delle sanguisughe! Sono
delle sanguisughe! Delle sa...
M. ANGELA: Ci sono salita in campagna per andare nel magazzino...
SALVAT0RE:Ci andavi. .. ci andavi... ci andavi a fare visita.. . a dire...
ma ..., che noialtri ci meritiamo questo? Minchia... ti... si ivu a lival-e i mani
'nchiappati ri sivu... ora secondo me, vuole fare u patrunazzo però non e capace a
fare u patrunazzo.. .

A seguire DI TRAPANI Maria Angela nel raccontare ancora la scenata di


AIELLO Giovanna cui era stata costretta ad assistere a casa dei coniugi CAMPO
riferiva al marito la necessità di mantenerla calma altrimenti la stessa poteva denunciare
il tutto agli inquirenti "O così, o siamo consumati ..."
[...l
M. ANGELA: Bra... fa parlare sua moalie.. .
- .
0, SALVAT0RE:No. Con l'altro ... cb*

M. ANGELA: Ah, si...


SALVAT0RE:Co ... l'ALTRO...
M. ANGELA: ... che si buttava a terra... aua, c'è il mio sanoue...
SALVAT0RE:MARIA ANGELA.., perchè non te ne andavi ... e te ne andavi...
lascia stare.. .
M. ANGELA: I o co... cosi... eh ... oli faccio... GIAMPA... ma insomma ...
.
perche non le dici che la finisce.. Gli sembrava che io le dicessi: non fare cosi...
.
SALVAT0RE:ma.. . sangue mio,. tutte queste cose non mi piacciono.. .
Però questa. ..
M. ANGELA: Da schifo!
SALVATORE: Però.. . t
M. ANGELA: Però ho ca~ito...che... senza mai Dio...
SALVAT0RE:Eh ...
M. ANGELA: O cosi, o siamo consumati...

597
SALVATORE: Eh
...
M. ANGELA: P r o ~ r i o si è ca~ito...Si è c a ~ i t oSAL
, VOI
SALVATORE:Si, si, si, si, si....
M. ANGELA: ...in maniera im~ressionantesi è ca~ito...ah...
SALVATORE:Si, si, si, si, si....
M. ANGELA: direttamente corrono...
[...l

Entrambi i coniugi insistevano sulla necessità di avere chiarezza sulla reale


situazione dei debiti del bar anche in considerazione dei dubbi che gli stessi nutrivano
nei confronti dei gestori (famiglia CAMPO e famiglia PIZZO),che a loro dire avevano

Q sottratto denaro ed altro dalla cassa. La donna precisava al marito che dopo la sua presa
di posizione riceveva dai gestori del bar la somma di 400 euro a settimana che riteneva
sicuramente esigua ma che giustificava proprio in relazione alla situazione debitoria.
[...l
SALVATORE:Si, però... però noi. .. pensavamo... pensavamo... NICOLETA
.
poteva fare i nostri interessi.. Invece no, MARIA AN,.!
.
M. ANGELA: Lei dice che li fa.. che ci sono debiti da Daaare...
. .
SALVATORE:. .come li fa?!. . E sempre con queste cose.. Perchè tu .
. .
pensi. .. siccome.. ci.. secondo me lui non ci sta! Ci sta LEI!
... se la tiene la...
M. ANGELA: lei
SALVAT0RE:No ... eh... il,.. il casciune ce l'ha tutto in mano lui. sanuue
mio.. .
M. ANGELA: Si, si, si, si, si....
SALVAT0RE:Non gli fanno vedere ... quello... lo scemu... ...
lo scemunito
perciò a questo punto avevo pensato.. .
M. ANGELA: e NICOLETTA non lo può vedere! Non si possono vedere a
vicenda!
SALVATORE: ... e cioè a auesto unto fanno: C)UELLO... auando c'è
OUELLO,. . .
u casciune comanda lui.. auando ci sono OUELLI.. .
M. ANGELA: ... comandano QUELLI...
SAL V A T 0 R E : S
cioè... alielo devi mettere un freno?
M. ANGELA: Mi ha dato auattmcento euro a settimana... Per ora...
SALVATORE:Quanto?
M. ANGELA: QQ
SAL VAT0RE-:
M. ANGELA: Si.. e ora sono auattro... ali ho detto... vanno scalando
.
semDre.. Perchè ci sono debiti.
SALVATORE;Si... ma... MARIA ANGELA... dobbiamo saoere uuanto...
MARIA ANGELA...
M. ANGELA: Anzi... a te.,. noi non ne prendiamo... anzi a te li diamo ... Si
va be...
SALVATOREcDobbiamo saDere auant'è! Se.. è auesto... non è
uuesto... dobbiamo saDere... cioè siunifica... io mi ricordo allora...
M. ANGELA: da quando c'è stata I ' o ~ r a l'ultima volta... ora...
auattrocento euro.
SALVAT0RE:MARIA ANGELA, dobbiamo sapere ... ma si fa l'inventario,
sangue mio...
@ M. ANGELA: Glielo ho detto mille volte! Da l; si può capire...
SALVATORE:...e io ti sto dicendo auello che deve fare SERGIO,
sanuue mio ...
..
M. ANGELA: Si. SERGIO ... lo sa aia...
SALVATORE:... tu mi dici di.. . di loro.. . non so che...
M. ANGELA: ...lo sa, glielo ho detto! Dice: mi devi perdonare... dice... non
pensare ... dice... che non penso a quello che mi hai detto tu... ho avuto. .. dice...
molti lavori.. . dice... sono stato fuori.. . perchè parte in continuazione.
SALVAT0RE:Si MARIA ANGELA ma... si deve fare ~uesto ...
?ssolutamente si deve fare auesto... ~ e r c h è ~raticamente noi non
& p
M. ANGELA:...certo
SALVATORE:...completamente.
[...l

LE ACQUZSIZZONZ DEL 10/11/2006


I1 10/11/2006, alle ore 09:22 sul cellulare in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una telefonata tra la stessa e ARIOLO Sergio. Nel corso
della conversazione la donna chiede ad ARIOLO se ha fatto qualcosa. L'uomo risponde
di si e le dice che ne parleranno più tardi di presenza.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
M. ANGELA: si, Sergio ciao ...
SERGIO: buongiorno
M. ANGELA: ..ehi, ciao bentornato
SERGIO: ... incompr ... sei ritornata tardi?
M. ANGELA: come? Ieri sera si!
SERGIO: e perchè poi ho provato a chiamare ... ho chiamato la zie
Enzina ...incompr ... dice a all'aeroporto a quest'ora ancora
M. ANGELA: si
SERGIO: era spento ...
M. ANGELA: si, perché ero sopra l'aereo ...
SERGIO: ... incompr ... ci vediamo più tardi?
M. ANGELA: si, si ...
SERGIO: quando ... incompr ... vengo ...
M. ANGELA: ma hai fatto niente tu?
SERGIO: si!
M. ANGELA: ah ... si ... va bene ciao, ciao ... di ~omeriuuio,uiusto
SERGIO: si, si...
M. ANGELA: si, vabbe ciao ...ciao

[..-l

LE ACQUISIZIONI DEL 19/11/2006-


11 1911 112006, MADONIA Salvatore per lettera, tra l'altro, reiterava alla
moglie la richiesta di avere ulteriori lumi sugli sviluppi della vicenda in esame. Segue
fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l
, .. N.B. SERGIO HA DATO LE PRIME LEZIOm A ' NICOLETTA E
--8-
-
.,
PAOLE'ITA?
[...l
yu7*w&403)
, .;.T.-. -%.a- S,.i:~i>.;1i<,.,4.~;,'.

LE ACQUISIZIONIDEL 26/11/2006
I1 2611112006, MADONIA Salvatore non avendo ricevuto risposta, tra l'altro,
chiedeva alla moglie, ancora una volta, di conoscere le evoluzioni della vicenda in
&
esame. Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[--.l
SERGIO HA DATO LE PRIME LEZIONI A PAOLETTA? O ANCORA NO ...
[...l
(À~lbmyr0U45)

LE ACQUISIZIONI DEL 28/11/2006


I1 2811112006, alle ore 13:18 sul cellulare in uso a DI TRAPANI Maria
Angela veniva intercettata una telefonata tra la stessa e ARIOLO Sergio. Nel corso
della conversazione la donna chiede ad ARIOLO se ha visto Pietro (PIZZO Pietro)
L'uomo risponde di si ed informa la donna che Pietro ha perso delle cose (non meglio
comprese in quanto ARIOLO non specifica cosa). L'affermazione provoca il
risentimento dell'indagata. ARIOLO cerca di tranquillizzare Maria Angela dicendole
che sta seguendo lui la vicenda e che comunque ne parleranno poi di presenza.
G%LEGA,I~,~M?)
Segue la trascrizione di interesse:
[--.l
SERGIO: pronto?
M. ANGELA: eh Sergio che fai?...
SERGIO: qua, ho preso la bambina ora ... a mezzogiorno mi disse che
dovevo prendere la bambina...
M. ANGELA: ah ... te l'ha data ...
. ~

SERGIO: a mezzogiorno ...


M. ANGELA: e vabbe ....
SERGIO: e vabbe ... non ...
M. ANGELA: e te la stai portando a mangiare ora ...
SERGIO: ... incompr ... no, già, la bambina a mangiato a scuola ... e
normale
M. ANGELA: e ora dove te la porti
SERGIO: ... incompr ... a Carola ... ora sto passando da mia sorella...
incompr ...
M. ANGELA: vero, una che ha un impegno ... deve andare a lavorare
...certo
SERGIO: e normale no ...a mezzogiorno mi dice prendi la bambina ...
incompr ...
M. ANGELA: perché poi così ti dice: "ecco io gliela valevo dare e lui non
l'ha voluta" 1
SERGIO: e lo so ... e vabbè ... comunque ...
M. ANGELA: ... incompr ...e tu la prendi e basta ...
SERGIO: e sono qua ...
M. ANGELA: okay
SERGIO: ... vabbe ci sentiamo più tardi
M. ANGELA: ma hai sentito a PIETRO?
SERGIO: si, si, si, si, si ...poi ne parliamo più tardi ...
M. ANGELA: poi non si fa sentire nemmeno da me ...
SERGIO: no, niente ... dice che li ha persi ... Maria Angela
M. ANGELA: si "u locco che è " ...proprio ...
SERGIO: dice che li ha persi ... ora, ora più tardi mi dice ... incompr ...
M. ANGELA: si può spaccare la testa, lui ora, va bene ...
SERGIO: se la sta spaccando la testa ...incompr... io ...
M. ANGELA: si, vabbe ... si
SERGIO: più tardi poi ne parliamo
M. ANGELA: ciao .. ciao
SERGIO: ciao ...
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 14/12/2006


I1 giomo 14/12/2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava ancora presso la Casa
Circondariale di L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto. &j@$$d&l)
DI TRAPANI Maria Angela, alla domanda del marito, rispondeva che ARIOLO Sergio
-. aveva già iniziato a muovere i primi passi cominciando con la rimozione del consulente. I1 mafioso
e, replicava e dava ulteriori disposizioni dicendo che l'intervento dellYARIOLOdoveva essere mirato anche
all'intemo. In pratica "suggeriva" alla moglie, di riferire a ARIOLO Sergio di curare, per loro conto,
anche un ipotetico futuro investimento nell'eventuale gestione del Bar all'intemo dell'area ospedaliera
dell'Azienda Sanitaria Villa Sofia. Ipotesi che, almeno durante il corso dell'indagine, non sarà comunque
realizzata. A seguire il tratto di trascrizione interesse:

[...l
SALVATORE: SERGIO... hai fatto qualcosa per...
M. ANGELA: Si! Sta orowedendo... oure il consulen ... sta facendo
levare.
SALVATORE: Si... m a auello che m i interessa... sanau mio... è
anche all'interno... se lui... oerchè lui...
M. ANGELA: Eh! E sta provvedendo ... perche fa orecchie da mercante il
signorino.. .
SALVATORE: Ma... digli ... a lui... gentilmente... sangu mio...
M. ANGELA: ...eh...
SALVATORE: ... che questa cosa... che può essere anche utile per
...
lui cioè non è che e detto che per forza lo dobbiamo fare con LORO ... Se lui
ritiene.. .
M. ANGELA: Cosa?
SALVATORE: ...all'interno, sanuu mio...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: ...se lui ha le possibilità.. .
M. ANGELA: (abbassa notevolmente il tono della voce, ndr) SERGIO?
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: Gliel'ho detto questo ...
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... dice...si, non ti preoccupare!
SALVATORE: si... sangu mio ... non ti preoccupare ... io penso per
noialtri ... no, non ti preoccupare...
M. ANGELA: ...lo sa lui... dice...
SALVATORE: eh. .. penso per noialtri... ma lui.. .
.
M. ANGELA: dice.. no,. INCOMPRENSIBILE io mi interesso a prescindere
... dice... lo sai come sono io... dice.. non ti...
se ci sono io o non io
SALVATORE: Si ... ma SALVO non è una persona ... che
di queste
praticamente tu fai senza... niente... se c'è un.... se... se nasce un qualche cosa.. .
M. ANGELA: la ZIA ENZINA dici?
SALVATORE: .
(si infastidisce, ndr) a SERGIO.. sangu mio.. .
.
M. ANGELA: ah si.. grazie.. .
SALVATORE: SERGIO ... che c'entra la ZIA ENZINA? La. ZIA
ENZINA...
. .
M. ANGELA: va ber.. ho capito! Non ti ho capito! No giu.. eh va bene!
SALVATORE: ... se nasce qualche cosa... ehm...dice ...
M. ANGELA: certo... va bene...
SALVATORE: anche... anche per lui stesso!
[...l
LE A CQUISIZIONI DEL 18/12/2006 - LA SECONDA DISCUSSIONE CON AIELLO
C I 0VANNA.
11 18/12/2006, alle ore 0957, sull'utenza in uso a DI TRAPANI Maria Angela veniva
intercettata una conversazione in entrata proveniente da una cabina telefonica pubblica ubicata a Palermo
in viale Francia nr.3. Nel corso della stessa AIELLO Giovanna, chiedeva a DI TRAPANI Maria
Angela un incontro urgente tra loro donne ed altra persona. Maria Angela riferiva che le avrebbe fatto
sapere qualcosa possibilmente nella stessa mattinata. A seguire la trascrizione integrale della
355%)
conversazione: [ ~ ~ " w T o

[..-l
M. ANGELA: pronto
GIOVANNA: ciao come stai?
M. ANGELA: ma ... bene ... tu?
GIOVANNA: diciamo bene ...io ero venuta a casa ma non c'eri
M. ANGELA: eh non... sono uscita
GIOVANNA: siccome io ho urgenza di parlare con te e con quella persona
urgentemente, come possiamo fare?
M. ANGELA: eh ... guarda te lo faccio sapere perché in questo momento
non ti posso dire niente... va bene?
GIOVANNA: ho capito! Mi fai la cortesia in mattinata ... per favore ...
M. ANGELA: va bene ... vediamo ...
GIOVANNA: va bene, ciao grazie
M. ANGELA: ciao, ciao

[...l

' .
Alle successive ore 10:06 e 10: 11, 10:18 e 1O:3i DI TRAPANI Maria Angela
dall'utenza monitorata tentava invano di rintracciare rispettivamente i cugini PIZZO
Pietro e DI TRAPANI Nicoletta. Venivano, infatti, registrate quattro distinte telefonate
(serie di squilli) verso le utenze in uso ai citati coniugi (10:ll a DI TRAPANI
Nicoletta le rimanenti a PIZZO Pietro). Questa circostanza lasciava intendere che
l'altra persona che avrebbe dovuto partecipare all'incontro richiesto da un'agitata
AIELLO Giovanna doveva per forza essere uno dei coniugi e che, quindi, l'argomento
della auspicata riunione era proprio la gestione del Bar Sofia.
Alle successive ore 10:45 DI TRAPANI Maria Angela veniva contattata dalla
cugina DI TRAPANI Nicoletta che aveva trovato la sua chiamata. Alla stessa, Maria
Angela diceva che era arrabbiata a causa della situazione del Bar Sofia e soprattutto per
un colloquio che aveva poco prima avuto con AIELLO Giovanna alla quale aveva
detto che, se non le stavano bene le nuove condizioni, sarebbe potuta andare via. Per
tutta risposta la AIELLO le aveva riferito testualmente "TE LO FACCIO VEDERE
DOVE VADO" lasciandole intendere che avrebbe denunciato il tutto all'Autorità
giudiziaria. Tale minaccia aveva determinato la sua alterazione. Nicoletta condivideva il
fatto che la situazione creatasi non era tra le migliori. A seguire il tratto di trascrizione
di interesse: ~ A L ~ G A + . & ! E ~ )
[...l
M. ANGELA: ehi Nicoletta ...
NICOLEmA: avevi chiamato?
M. ANGELA: ah si, va bene, ma non c'e bisogno ... niente ... avevo
chiamato stamattina
NICOLEmA: eh, io ora l'ho vista ... perché ero a scuola ... sono a scuola
M. ANGELA: va bene
NICOLEmA: e non lo sentivo
M. ANGELA: va bene
NICOLEmA: a posto?
M. ANGELA: A POSTO!!!! ... C% soltanto da vomitare ... da rovesciare ...
Nicoletta
NICOLEWA: a chi lo dici
M. ANGELA: c'Z soltanto da rovesciare
NICOLEmA: uhm ... hai ragione
M. ANGELA: da rovesciare ... ho visto quella disgraziata con i capelli
tesi (AIELLO Giovanna ndr) ... quello che mi ha gridato tu non ne hai
neanche idea ... questo e stato per avere il cuore tenero, non avrei dovuto avere il
cuore tenero per nessuno ...
NICOLEmA: hai ragione
M. ANGELA: ah, non hai neanche l'idea ...
NICOLEmA: hai ragione, hai ragione
M. ANGELA: le ho detto: se non t i sta bene .... Visto che non vi sta bene
ve ne potete andare ... cosa
NICOLEmA: no io ...INC...
M. ANGELA: dice: TE LO FACCIO VEDERE DOVE VADO
NICOLETTA: no, tu forse non ci credi. I o ...

605
M. ANGELA: [alza il tono della voce) hai c a ~ i t ocosa mi ha detto?
f f
NICOLETTA: sono arrivata proprio
cosa mi ha detto?
M. ANGELA: hai c a ~ i t o
NICOLETTA: si, si, I'ho capito, intanto ... veramente c'è da ...INC...
M. ANGELA: io mi sono lasciata traspottare, mi sono fatta trasportare
troppo questo è stato il mio danno ... mi sono lasciata trasportare troppo ... perché ...
niente, meglio non parlarne ... va bene
NICOLETTA: comunque ... ci sentiamo ...INC...
M. ANGELA: si
Si salutano.
Nella stessa data DI TRAPANI Maria Angela scriveva al marito una lettera
@ nel corso della quale, tra l'altro, lo informava dell'ulteriore discussione avuta con
AIELLO Giovanna. Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l ... M I SONO SEIVTITA CHIAMARE DALLA COMPAGIVA D I PAOLETA E' HO
AVUTO UNA DISCUSSIONE E STAVOLTA, E' STATA PIU' PESANTE DELL'ALTRA VOLTA
E FRANCAMENTE GIA' S I E' TOCCATO I L FONDO, DA COME S I AlTEGGIA SONO I O
CHE SONO I N PIU' E ME NE DEVO ANDARE. I N T U T 0 QUESTO NICOLE-TTA HA F A T O
LA CADUTA DALLE NUVOLE, MA ADESSO NE AVRO' PURE PER LEI.
CE' DA M E ~ E R S ILE MANI NEI CAPELLI. MENTRE n SCRIVO HO UN MAL DI
TESTA FORTISSIMO, SONO DAWERO STANCA E NERVOSA.
POCO FA SERGIO PER COIVSOLARMI M I CONSIGLIAVA D I MElTERE DA
PARTE I L SENTIMENTALISMO E D I CACCIARLI SUBITO FUORI DALLA PORTA
PERCHE' I N QUESTO MODO NE PERDERO' SOLO E SEMPRE IO, I N SALUTE.
-
[...l
8 rn&sATgaaa~

LE ACQUISIZIONI DEL 19/12/2006


I1 19/12/2006, DI TRAPANI Maria Angela scriveva al marito una seconda
lettera nel corso della quale commentando l'andamento della gestione del bar Sofia
sottolineava il fattivo interessamento di ARIOLO Sergio e LO VERDE Massimiliano
e gli preannunciava una lite con i coniugi PIZZO Pietro e DI TRAPANI Nicoletta.
Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l IERI QUANDO TI HO SCRITTO STAVO PROPRIO MALE
MENTALMENTE MA DEVO D m GRAZIE AL CONFORTO DI MARIA E SERGIO
STO VEDENDO TUTTA L'INGRATITUDINE E LA NONCURANZA CHE SI E'
FATTA A MIE SPESE, E SONO CONSAPEVOLE CHE PER AVERE UN P 0 DI
SERENITA' LITIGHERO' BEN PRESTO CON NICOLETTA E CIO' MI DISPIACE.
IERI MI ASPETTAVO CHE VENISSE INSIEME A NOSTRA CUGINA, MA INVECE
CI HA LASCIATO IN ASSO E SI E' SEMPRE AL PUNTO DI PRIMA CHI DICE UNA
COSA E CHI NE DICE UN'ALTRA ...[...]
E A L L ~ ~USI)
A;~'~

LE ACQUZSIZZONZ DEL 20/12/2006-


11 20/12/2006 alle ore 10:28 DI TRAPANI Maria Angela si trova alla guida
della sua autovettura Citroen C1 in compagnia della madre SGROI Rosa. Ed è proprio
a questa che Maria Angela racconta la discussione avuta due giorni prima con
AIELLO Giovanna, la situazione debitoria del Bar Sofia ed il comportamento scorretto
dei coniugi PIZZO ed in particolare del cugino PIZZO Pietro. [&&&hm313)
[.-.l
M. ANGELA: ... di Giuseppe il ...incompr... sono uscita dal negozio...
SGROI ROSA: ti sei informata?
M. ANGELA: Si! Sono uscita dal negozio subito... hai pagato? Troppe
...incompr... sono...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: la settimana scorsa...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: quella che mi chiamava lkltro ieri come una dannata al
telefono... sua moglie... ci va gli dice che c'è... nel mentre ho telefonato a Piero non
mi prende il telefono...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ...perché era una cosazza e non mi prende il telefono grande
disonorata... hai parlato a dirgli vedi cosa ha con te... così... per... perché gli ho
detto... gli ho fatto la predica... che fai ste cose... io non ne faccio... ma vedi che a me
mi hanno detto cosi... che tu... ma io non c'entro niente... sono imbroglioni
...incompr... (si sovrappongono le voci ndr.)...
SGROI ROSA: ...incompr... se la deve andare a discutere ...incompr...
M. ANGELA: ... gli e andata a raccontare... gli è andata a raccontare tutte
quello che ho detto io... forse pure sarà diverso...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ...incompr... come lo sai... io devo cercare di tenere...
SGROI ROSA: ma da dove stai prendendo?
SERENITA' LITIGHERO' BEN PRESTO CON NICOLETTA E CIO' MI DISPIACE.
IERI MI ASPETTAVO CHE VENISSE INSIEME A NOSTRA CUGINA, MA INVECE
CI HA LASCIATO IN ASSO E SI E' SEMPRE AL PUNTO DI PRIMA CHI DICE UNA
COSA E CHI NE DICE UN'ALTRA ...[...]
~~@I~,EGA'$~:U~I)

LE ACQUISIZIONI DEL 20/12/2006-


I1 20/12/2006 alle ore 10:28 DI TRAPANI Maria Angela si trova alla guida
della sua autovettura Citroen C1 in compagnia della madre SGROI Rosa. Ed è proprio
a questa che Maria Angela racconta la discussione avuta due giorni prima con
AIELLO Giovanna, la situazione debitoria del Bar Sofia ed il comportamento scorretto
dei coniugi PIZZO ed in particolare del cugino PIZZO Pietro. & L E G . A T ~ $ ~ ~ )
[...l
M. ANGELA: ... di Giuseppe il ...incompr... sono uscita dal negozio...
SGROI ROSA: ti sei informata ?
M. ANGELA: Si! Sono uscita dal negozio subito... hai pagato? Troppe
...incompr... sono...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: la settimana scorsa...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: quella che mi chiamava l'altro ieri come una dannata al
telefono... sua moglie... ci va gli dice che c'è... nel mentre ho telefonato-a - Pièro non
mi prende il telefono...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ...perché era una cosazza e non mi prende il telefono grande
disonorata... hai parlato a dirgli vedi cosa ha con te... così... per... perché gli ho
detto... gli ho fatto la predica... che fai ste cose... io non ne faccio... ma vedi che a me
mi hanno detto cosi.. che tu... ma io non c'entro niente... sono imbroglioni
...incompr... (si sovrappongono le voci ndr.)...
SGROI ROSA: ...incompr... se la deve andare a discutere ...incompr...
M. ANGELA: ... gli è andata a raccontare... gli è andata a raccontare tutte
quello che ho detto io... forse pure sarà diverso...
SGROI ROSA: ...incompr...

P-
M. ANGELA: ...incompr... come lo sai... io devo cercare di tenere...
SGROI ROSA: ma da dove stai prendendo?

607
M. ANGELA: Ormai ho sbagliato... (le due donne aprono una parentesi
all'argomento trattato vista la strada percorsa che non sembra quella corretta
ndr.)... io devo cercare di tenere...
SGROI ROSA: ... c'è traffico...
M. ANGELA: ma perché devo prendere da li? ...incompr...
SGROI ROSA: Ora non ti fanno passare ci sono i vigili ...incompr...
M. ANGELA: ... si ora non mi fanno passare...
SGROI ROSA: ... l'altro ieri a me è capitato...
M. ANGELA: io devo cercare di tenere i fili ...incompr... no perché lui fece
così sopra al... lo sai cosa mi ha detto?... Eh faglielo prendere il bar tanto dice... t i
manca la possibilità di andartene ad aprire un altro? Ma sono mongoli... è mongolo...
ma come lo vedo di nuovo... e perché non potevo parlare in faccia ...
SGROI ROSA: ... perché non gli conviene a parlare ...incompr... (si
sovrappongono le voci ndr.)...
M. ANGELA: ... ma tu lo sai la presunzione
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ... ti sei consumato la...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ... e hai consumato a me perché i soldi li hai presi da qui...
perché non si capisce com'è che ci sono questi centomila euro (a bassa voce ndr.) ...
di debiti... dal1'anno scorso ad ora... dopo che noi avevamo finito di pagare...
-. SGROI ROSA: ... certo ora ...incompr... Nicoletta ha detto... (si
sovrappongono le voci ndr.)...
M. ANGELA: ... no aspetta...
!,?n . . SGROI ROSA: ... che doveva andare a fare un prestito ...
M. ANGELA: un prestito! Dopo che noi dovevamo...
SGROI ROSA: io glielo ho sentito dire a... devo andare a vedere...
devo fare un prestito da ...incompr...
M. ANGELA: ... eh perché hanno i debiti di la...
SGROI ROSA: ... no lui...
M. ANGELA: ... di tutte cose...
SGROI ROSA: ... no lui...
M. ANGELA: ... hanno i grivianzi ...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: ... tutte cose...
SGROI ROSA: ...incompr... è perché non lo può fare dice... quella la
zia Eleonora parla sempre tutta strana... ma lei lo dovrebbe capire che parla assai...
M. ANGELA: infatti... eh... prende... e gli faccio che... no così certo
...incompr... prendono e prendono... quello viene troppo... allora gli faccio... stasera
immediatamente tutti e tre... vuole che chiamo tutti? Tutti dobbiamo essere! Te lo
sto dicendo Piero... prendilo per le orecchie e me lo porti... dovunque non m i
interessa gli ho detto... vediamo se mi fa parlare a sua moglie e io ...incompr...
SGROI ROSA: glielo puoi dire tu a me...
M. ANGELA: e avanti ci vai?... E lei... ma io non sono venuta... non so
niente... invece di dirmi che dovevo prenderle alla faccia mia... non so niente...
SGROI ROSA: ...incompr...
M. ANGELA: diceva... faceva tutto... faceva tutto ...incompr... ora niente ho
fatto...
[.-l

LE ACQUISIZIONI DEL 26/12/2006

I1 26/12/2006, MADONIA Salvatore scriveva alla moglie una lettera nel corso
della quale, in maniera criptica, decretava l'allontanamento definitivo dei coniugi
PIZZO Pietro e DI TRAPANI Nicoletta dalla gestione del Bar Sofia. Segue
fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l ADESSO LE BEGHE TRA CUGINE, BASTA, LO SAI COME MI
SENTO, POI PIU' VOLTE TI HO DETTO CHE SI MERITA DI ESSERE PRESA A
CALCI NEL SEDERE, TI HO DATO LA STRADA PER NON AVERE PIU,
PROBLEMI MA TU NOTI CHE METTE ANCORA TEMPO. PARLA CON TUO
CUGINO SERGIO, SE LA SBRIGA LUI, NON VOGLIO PIU' SAPERNE.
SEMBRA FATTO APPOSTA, SE RIPARLA SEMPRE IN OCCASIONE DI
FESTIVITA', -A- PASQUA COSA MI HAI DETTO, E IL NATALE SCORSO COSA MI
L

HAI DETTO, BASTA.


TI AVEVO CHIESTO UNA COSA SOLA POTER SAPERE ED AVERE LA
SODDISFAZIONE SE STA BENE O MALE, MA QUESTA RISPOSTA ANCORA
OGGI NON LA POSSO SAPERE. SONO SICURO CHE NICOLETTA IN QUESTO
INVECE DI AIUTARTI, HA PENSATO E PENSA PER LEI, E DI TE SE NE SEMPRE
FREGATA E TE LO STA DIMOSTRANDO, HAI PERSO TEMPO A TRATTARLA,
COME LEI HA TRATTATO TE, FARSI I SUOI PORCI COMODI, BASTA, BASTA,
BASTA, SE NON SEI CAPACE A DIRGLI BASTA , NON NE VOGLIO PIU'
SENTIRE, CHE MI BASTANO E CI AVANZANO I PROBLEMI CHE GIA,
ABBIAMO, C'E' QUALCUNO PER CASO CHE TI RISOLVE I TUOI PROBLEMI?
FANNO LA FINTA DI ESSERE RAMMARICATA, E ALLE SPALLE VEDI UN PO'
LE ACQUISIZIONI DEL 31/12/2006

11 31/12/2006 alle ore 10:44 DI TRAPANI Maria Angela commenta con


ARIOLO Sergio il comportamento imguardoso del cugino PIZZO Pietro, il quale non
si è degnato neanche di darle qualcosa per Natale (testualmente: "ne auguri, ne comu si,
comu un si, mi capisci?). La donna invita l'uomo a non perdere più tempo a provvedere
in giornata ad allontanare il cugino dalla gestione dell'attività. ARIOLO Sergio
risponde che bisogna agire con criterio, e fare passare prima il Capodanno. La donna
dice che non vuole più che il cugino guadagni ancora del denaro (testualmente: " ... e ci
fazzu inchini ancora a panza"). ARIOLO Sergio rimprovera la donna per essersi
fidata erroneamente del PIZZO in quanto cugino e poi la rassicura dicendole che da
martedì il problema sarà risolto in quanto non darà tregua allo stesso PIZZO Pietro.
(&LEGATO ~ 5 8 )

[.--l
M. ANGELA: Eh Sergio!
SERGIO: Maria Angela!
M. ANGELA: ciao! Ma avevi il telefono...
SERGIO: ero sotto la doccia;
M. ANGELA: avevi il telefono spento, l'immaginavo;
SERGIO: ma il mio?
M. ANGELA: si, perché t'ho chiamato pure;
SERGIO: ma io t'ho chiamato ieri se%' uummm...
S .

...inc... era
d irraggiungibile;
M. ANGELA: no, dalla zia "Enzina" (SGROI Lorenza ndr.) ero, non prende
il telefono
SERGIO: non prende?
M. ANGELA: no, non prende!
SERGIO: ah ah! ...che fai?
M. ANGELA: cosa? ...ma tui che fai non devi venire più tardi?
SERGIO: (tossisce)
M. ANGELA: ma che hai ancra la tosse... la febbre?
SERGIO: ie... ieri sera avevo di nuovo la febbre... trentotto e mezzo;
M. ANGELA: e stasera non uscite... dice che dovevate andare l'ha?
SERGIO: si... ora no... ci andiamo verso l'una
M. ANGELA: ah verso l'una ve ne andate?
SERGIO: io volevo passare veramente!
M. ANGELA: ah! va bene
SERGIO: che fai tu?
M. ANGELA: no io e tutta la nottata che penso a Nicoletta (PIZZO
Pietro, coniugato con D I TRAPANI Nicoletta ndr,)... una "vastasa" (maleducata
ndr.) completamente. Grandissima porca...
SERGIO: ...inc...
M. ANGELA: ...no infatto ora basta Sergio proprio... proprio basta! Basta
significa basta! Ne auguri... ne come sei... come non sei... mi capisci?
SERGIO: quest... Nicoletta vedi che creerà problemi vedi, questo te lo
dico io!
M. ANGELA: hai capito? Proprio cosi... no, no ma... ma... c'è la decisione
...per questo tu prendi troppo tempo
SERGIO: giò, non sto perdendo niente Marià (MARIA ANGELA ndr.) e
sono iii... i giorni che sono capitati bastardi. ...ormai iii... e l'ultima giornata Maria
M. ANGELA: no... gli avrei dato il Capodanno... bello... "va stuocccati u
cuogghu" (vai a romperti il collo ndr.) e levati da davanti i miei occhi.
SERGIO: nooo ...inc... noi lo dobbiamo fare con criterio non... non ...inc...
fare cosi
M. ANGELA: con criterio... e "gli faccio riempire ancora la pancia"?
SERGIO: noo... no non c'è nulla da riempire
M. ANGELA: perché gli faccio riempire ancora la pancia, hai capito che
cos'e, eh!
SERGIO: Marià (MARIA ANGELA ndr.)
M. ANGELA: e non solo e questa mancanza che mi ha a me cosi... che mi
passa per il culo, proprio mi passa proprio cosi... proprio... e po... e poi "lu... la fazzu
pigghiare di n'capu" (lascia intendere che PIZZO Pietro assume un atteggiamento
irritante come se ritenesse di avere ragione ndr.) gradasso
SERGIO: Maria (MARIA ANGELA ndr.) "sangu ru me cori" (sangue
del mio cuore ndr.) iii... tu purtroppo... no... no...non è che hai sbagliato? ...ti t i sei
fidata di questa persona... e tua cugina ...eh eh t i sei fidata ....q uesto è il discorso!
M. ANGELA: comunque!
SERGIO: ...e questo il discorso!
M. ANGELA: va bene. No non posso stare e tutta la notte che ci penso te
lo guiro!
SERGIO: giÒ stai tranquilla Marià (MARIA ANGELA ndr.)
M. ANGELA: faccio ci vado e "l'affronto faccia a faccia':.. faccio
SERGIO: giÒ...
M. ANGELA: però poi...
SERGIO: ...non andare ...inc... "banni" (posti ndr.)
M. ANGELA: ah! va bene
SERGIO: che fai tu?
M. ANGELA: no io e tutta la nottata che penso a Nicoletta (PIZZO
Pietro, coniugato con D I TRAPANI Nicoletta ndr.)... una "vastasa" (maleducata
ndr,) completamente. Grandissima porca...
SERGIO: ...inc...
M. ANGELA: ...no in fatto ora basta Sergio proprio... proprio basta! Basta
significa basta! Ne auguri... ne come sei... come non sei... mi capisci?
SERGIO: quest... Nicoletta vedi che creerà problemi vedi, questo te lo
dico io!
M. ANGELA: hai capito? Proprio cosi... no, no ma... ma... c'è la decisione
...per questo tu prendi troppo tempo
SERGIO: gio, non sto perdendo niente Marià (MARIA ANGELA ndr.) e
sono iii... i giorni che sono capitati bastardi. ...ormai iii... è l'ultima giornata Marià
M. ANGELA: no... gli avrei dato il Capodanno... bello... "va stuocccati u
cuogghu" (vai a romperti il collo ndr,) e levati da davanti i miei occhi.
SERGIO: nooo ...inc... noi lo dobbiamo fare con criterio non... non ...inc...
fare così
M. ANGELA: con criterio... e "gli faccio riempire ancora la pancia'?
SERGIO: noo... no non C* nulla da riempire
M. ANGELA: perché gli faccio riempire ancora la pancia, hai capito che
cos'e, eh!
SERGIO: Marià (MARIA ANGELA ndr.)
M. ANGELA: e non solo e questa mancanza che mi ha a me cosi... che mi
passagec il culo, proprio mi passa proprio cosi... proprio... e po... e-poi- !'lu... la fazzu-
pigghiare di n'capu" (lascia intendere che PIZZO Pietro assume un atteggiamento
irritante come se ritenesse di avere ragione ndr.) gradasso
SERGIO: Marià (MARIA ANGELA ndr.) "sangu ru me cori" (sangue
del mio cuore ndr.) iii... tu purtroppo... no... no...non è che hai sbagliato? ...t i t i sei
fidata di questa persona... e tua cugina ...eh eh ti sei fidata ....q uesto è il discorso!
M. ANGELA: comunque!
SERGIO: ...e questo il discorso!
M. ANGELA: va bene. No non posso stare e tutta la notte che ci penso te
lo guiro!
SERGIO: giù stai tranquilla Marià (MARIA ANGELA ndr.)
M. ANGELA: faccio ci vado e "l'affronto faccia a facciar(.. faccio
SERGIO: giò...
M. ANGELA: però poi...
SERGIO: ...non andare ...inc... "banni" (posti ndr.)
M. ANGELA: poi moi mar... seguo i consigli di mio marito... che mi dice
"segui i mei consigli" e basta!
SERGIO: Marià (M. ANGELA ndr,)... Maria... fai passare oggi.....
M. ANGELA: perché tanto...
SERGIO: ...e domani
M. ANGELA: ...mi 'Istracangianu" (cambiando ndr.) le parole
SERGIO: ...fai passare oggi e domani...;
M. ANGELA: eh!
SERGIO: martedì ... stai sicuro che martedì... iii... non ci si darà
tregua... martedi tregua non si ce ne dà, stanne certa di questo!
M. ANGELA: uhm!
SERGIO: Io abbandono tutto e mi dedico...;
M. ANGELA: no non lo voglio più vedere davanti i miei occhi Sergio;
SERGIO: va bene Marià (MARIA ANGELA ndr.) ...inc...;
M. ANGELA: proprio davanti i miei occhi non la voglio;
SERGIO: martedi... martedi questo problema sara risolto;
M. ANGELA: e come dice ah ma dammi il tempo di spiegare... no l'ha
avuto il tempo per le spiegazioni... tempo di ca... cazzate non ne ho più io, perché ha
già... cazzate me ne ha detto in continuazione "quantu e gghie" (parecchie ndr.),
ogni qualvolta sono "uscita folle':..;
SERGIO: Marià (M. ANGELA ndr.) t i vuoi stare tranquilla ...;
M. ANGELA: è giusto? Vab be!
SERGIO: ci facciamo questo...;
M. ANGELA: va be si!
SERGIO: ...Santo Capodanno e@;-.;. * .

M. ANGELA: no ve bene;
SERGIO: ...e martedi ...martedi stai sicura che sarà fatto "tutte cose';
M. ANGELA: si!
SERGIO: già io ho parlato per... per un'altra...
M. ANGELA: va bene!
SERGIO: ...inc... di cassa cose...;
M. ANGELA: si!
SERGIO: che poi ti spiego, va bene?
M. ANGELA: va bene! Ciao si! Ciao ciao;
SERGIO: ci sentiamo dopo ciao ciao.
[...l
Si giunge quindi al 31/12/2006, vigilia del Capodanno 2007. Per quanto attiene
la vicenda in esame l'anno si concludeva con la decisione dei coniugi MADONIA
Salvatore e DI TRAPANI Maria Angela, come più volte detto reali proprietari del bar
Sofia, di estromettere dalla gestione dell'esercizio pubblico i coniuw PIZZO Pietro e
DI TRAPANI Nicoletta, colpevoli di mancanze professionali ed economiche. La
decisione, sostenuta ed avallata dal mafioso detenuto, era stata comunicata dalla DI
TRAPANI Maria Angela ad ARIOLO Sergio, il quale, come si avrà modo di vedere,
effettivamente interverrà in prima persona nella vicenda, e collaborato da LO VERDE
Massimiliano, si adopererà per determinare l'allontanamento dei coniugi PIZZO.

LE ACQUISIZIONI DEL 01/01/2007


I1 0110 112007, DI TRAPANI Maria Angela informava il marito che, seguendo
le sue direttive, aveva disposto l'estromissione dei coniugi PIZZO dalla gestione del
bar Sofia. Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l
FINORA HO SEMPRE PENSATO PRIMA CHE A NOI STESSI,
ALL'ARMONIA FAMILIARE NASCONDENDO LA TESTA ALL'EVIDENZA,
QUANDO INVECE DOVREBBERO ESSERE GLI ALTRI A NASCONDERSELA E
AD MORTIFICARSI, AVEVO IL TIMORE DI MORTIFICAREE DI INTACCARE E
PERDERE QUEL POCO DI ARMONIA CHE CREDEVO SINCERA CON MIA
CUGINA MA ADESSO MI RENDO CONTO CHE NON SI PUO' PERDERE
QUALCOSA CHE NON ESISTEM E' DA NON SO QUANTO CHE NON SI DEGNA
DI NIENTE NEANCHE DI UNA TELEFONATA DI AUGURI, IL TROPPO E'
TROPPO, MA MEGLIO COSI PERCHE' DA DOMANI GLI DIRO' CHE NON
VOGLIO PIU' VEDERLA NEI MIEI OCCHI NON AVREI MAI PENSATO CHE IL
MIO AFFETTO FOSSE RICAMBIATO CON COSI TANTA INGRATITUDINE [...]
LE ACQUISIZIONI DEL 02/01/2007
I1 02/01/2007 alle ore 17:19 DI TRAPANI Maria Angela ricorda ad
ARIOLO Sergio che deve mandare via PIZZO Pietro (di cui owiamente non fa il
nome). Sergio la rassicura dicendole di non preoccuparsi. &LEGATO M59)
Segue la trascrizione parziale della conversazione in argomento:
[...l
M. ANGELA: ... va bene...
SERGIO: (tossisce, ndr.) ci Sentiamo più tardi.. .
M. ANGELA: domani poi scendi?. ..
SERGIO: (tossisce, ndr,) ... certo Maria An... mi... incompr...
M. ANGELA: te lo dimentichi quella cosa?...
SERGIO: No Maria Angela stai tranquilla.. .
M. ANGELA: via... via... via... proprio sono tra...
SERGIO: stai tranquilla... stai tranquilla...
M. ANGELA: via... tanto per come tratta con i piedi a me... nemmeno da
me avrà niente... cosi detto da te e basta...
SERGIO: va bene. .. okay...
M. ANGELA: ciao... vastasa che è
SERGIO: ci sentiamo dopo.. .
M. ANGELA: però digli quello che gli devi dire.. .
SERGIO: si... si...
M. ANGELA: ciao ... ciao...
SERGIO: ciao... ciao...
[...l

LE A CQUISIZIONI DEL 04/01/200 7


11 04/01/2007 alle ore 13:ll ARIOLO Sergio telefona a LO VERDE
Massimiliano al quale dice "di fissare l'appuntamento con quelli". Quelli sono
owiamente gli attori della vicenda in esame e cioè i coniugi PIZZO ed i coniugi
CAMPO. fm&$@*ia)

[...l
MASSIMILIANO: Sergio!. .pronto
SERGIO: Massimino ciao...
MASSIMILIANO: O ciao Sergio Buon Giorno
SERGIO: Be.. tu come stai mass..
MASSIMILIANO: Tutto a posto... tu?. . .
SERGIO: ...ma io ( colpi di tosse ndr) è il primo giorno che esco dopo
Natale
MASSIMILIANO: Quindi l'anno bene ti è iniziato con l'influenza.. .
SERGIO: He.. .
MASSIMILIANO: Non ti puoi lamentare.. .buon anno ( con tono ironico
ndr)
SERGIO: Massimu...vediamo di fare auel a ~ ~ u n t a m e n t o ?
MASSIMILIANO: ... si.. .si.. .auando ci vediamo?
SERGIO: ... E t u ...per me aualsiasi aiorno...
MASSIMILIANO: ... come? ...
SERGIO: Per me aualsiasi .. . .
ciiorno!. di.. di.. fissiamo
I ' a ~ ~ u n t a m e n tcon
o auelli
MASSIMILIANO: Va bene ok ...
SERGIO: Aspetto che mi chiami tu allora.. .
MASSIMILIANO: Ok...ok.. .ciao, ciao
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 10/01/2007 - L'INCONTRO SERALE TRA ARIOLO SERGIO,


LO VERDE MASSIMILL4NO E PIZZO PIETRO

I1 10/01/2007 alle ore 13:46 DI TRAPANI Maria Angela conversa con la zia
PALAZZOLO Maria Rosaria (moglie di DI TRAPANI Michele). Nella prima fase
della conversazione chiede alla zia se con il marito possono recarsi da lei in giornata. La
PALAZZOLO nel riferire che il marito non è a casa la invita ad accennare il discorso.
Maria Angela la informa che Nicoletta con lei si è comportata da "vastasa"
(maleducata). PALAZZOLO Maria Rosaria, che è evidentemente a conoscenza della
reale situazione della vicenda, invita la donna a parlarne di presenza e che in serata forse
si recherà a lei con il marito. In maniera criptica Maria Angela comunica alla zia la
decisione presa e cioè che "licenzierà" i coniugi PIZZO dalla gestione del bar Sofia.
1
[...l
Z I A SARA: Pronto?
M. ANGELA: Zia Sara.. ciao, Maria Angela sono.
Z I A SARA: Ah, ciao Maria Ang.. ..
M. ANGELA: Come stai?
Z I A SARA: Ma bene io...
. .
M. ANGELA: Ah.. ma zio Michele che fa?. .comlè?
Z I A SARA: Bene!
M. ANGELA: Giusy?
Z I A SARA: A Palermo, a scuola.
M. ANGELA: Ah...a scuola e?
Z I A SARA: Si, perchè?
M. ANGELA: Ma.. .ma non.. .non potete scendere voi più tardi?
ZIASARA: ...
Perchè? Chec'è?
M. ANGELA: No, niente.. Puoi scendere?
Z I A SARA: Zio Michele, non lo so..
M. ANGELA: Domandagli
Z I A SARA: Zio Michele non è dentro (a casa), hai capito?
M. ANGELA: Ah ...non c'è!
Z I A SARA: No
M. ANGELA: Ah, vabbuò. Perchè.... volevo salire io, Zia Sara, ma ho il
bambino che non viene...mi sento male, ti giuro, non ce la faccio a stare in
piedi.. .devo pure cucinare perchè domani devo partire
Z I A SARA: E come faccio a venire?. ..ehm. .. non posso venire, mai
M. ANGELA: Siccome sono proprio, proprio ...niente, volevo stare un po'
con te
Z I A SARA: E sali! Che è meglio per te.
M. ANGELA: No....con Nicoletta, proprio non me l'aspettavo..,la. vergo...

Z I A SARA: Con Nicoletta?


M. ANGELA: Sono stata completamente.. ..
Z I A SARA: Che ha combinato Maria Angela? Parla!
M. ANGELA: Eh! Hai capito.. boh!
Z I A SARA: Puoi parlare, parla!!!
M. ANGELA: Non perlere con zia Liliana.
ZIASARA: Ah?
M. ANGELA: Non parlare con zia Liliana..
Z I A SARA: Dovessi morire subito! Non parlo con nessuno
M. ANGELA: No....non la voglio più vedere davanti agli occhi miei... va!
Z I A SARA: .
Ma che dici?.. Marià...
M. ANGELA: No, basta..
Z I A SARA: Che ti ha combinato? Almeno parla..
M. ANGELA: Non lo capisci? Quello che ti immaginavi pure tu...che si
.
immaginavano sempre tutti.. Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.. .non è così?
Z I A SARA: A me dispiace Maria Angela..
M. ANGELA: Mi senti, mi senti??
Z I A SARA: Sì, ti sento benissimo..
M. ANGELA: Quella....quella vastasa. Ti pare che si degna a venire da me?
Z I A SARA: Ma che mi dici?
...
M. ANGELA: Sono mesi che le do la possibilità non e che io ho litigato..
ho fatto niente, credimi
Z I A SARA: (le voci si accavallano) io ti dico, io pensavo che tu...siccome
non t i ho sentito più e non ne abbiamo più parlato
M. ANGELA: Perche io...ci sono stata male e in questi mesi ho sempre
litigato con mio marito, sai perchè?...Per l'amore della pace, zia Sa ,' te lo giuro sulla
.
vita di mio figlio.. (sospira)..pur andandoci rotta io.. .nel sedere.
Z I A SARA: E ora come..(incomprensibile). ? ..
M. ANGELA: Quindi per amore di pace e per amore poi...mia zia Liliana e
mia cugina e questo e quello.....che comportamento da vastaaasa!!!!!
Z I A SARA: ma che c'entr... ?
M. ANGELA: Maaaamma mia! . ,.Vedi,
, zia Sara ?. . cosi! Bella impupata,
impostata e senza venire a dire a me..
Z I A SARA: .
Meschina e passa da ,. (incomprensibile). .
M. ANGELA: Te lo giuro, dovessi morire se non fosse cosi ....non sto
scherzando
Z I A SARA: .
Perche sei scema.. .(le voci si accavallano). .sei sta sempre
una scema tu!
M. ANGELA: ..(incomprensibile). ..Zia Sara quello che c e zia
Sara!!!!!!.. ..zia Sara!!!!
Z I A SARA: Maria Angela vieni stasera
M. ANGELA: Mi viene da piangere, mi viene da piangere, mi viene da
piangere!!!
Z I A SARA: Mi sembri pietosa perchè...
M. ANGELA: Zia Sara, t i giuro, per amore della zia Liliana altrimenti ...
.
dovessi morire!. .Sopra la vita di mio figlio., . ,Ora mi dispiace solo che con quell'aria
da presunt. ...da presuntuosi che hanno...
ZIASARA: Ehhh...
M. ANGELA: E' giusto?
Z I A SARA: Certo..
M. ANGELA: Saranno.. .. che io sono sempre quella tinta (cattiva). ..quella
.
che....poi.. . .(incomprensibile). ..e li butto a terra
Z I A SARA: Ascolta Maria Angela! Mi dispiace che tu.. ..
M. ANGELA: Con un'altra,. .hanno fatto chi di più, chi di più...chi di più, chi
di più!
Z I A SARA: .
Di dietro . tutti si sono divertiti
M. ANGELA: Aaaahh!! Zia Sara, prima t i ricordi che io avevo un fuoco
grande? Stavolta non lo so.... .ancol. .. ancora peggio!
Z I A SARA: Ma perche t i devi ritrovare... Maria' ma perchè nella tua vita
t i devi ritrov...
M. ANGELA: Per me, per me, mi sono ritrovata per me ....mio marito
questo mi dice...(sospira). ..per me.. ..dice "basta". ..invece di a vere gratitudine,
invece di a vere gratitudine!!...questa, dice, e .
l'ingratitudine.. (sospira). .m i
aspettavo che venisse..
Z I A SARA: Niente!!
M. ANGELA: Stamattina cali fu detto ~ a ~ a~l a
e ~ adietro
l e a una sua
ris~osta,che a dato a chi l'ha data.....hai ca~ito??
e lui ci fa "perchè non t i
stai a casa?" dice "da domani mattina stai a casa"
Z I A SARA: Ah, si?
M. ANGELA: Si...dice "ah.. .per me fa bene, meglio"
Z I A SARA: Eh vabbe.. ..Maria1 va bene!!!!
M. ANGELA: Anzi.. .
Z I A SARA: Non ti preoccupare, si trova un.. .(incomprensibile). . .
.
M. ANGELA: Anzi, vuole da.. vuole pure.
Z I A SARA: Vuole.. .ma di che cosa?
M. ANGELA: Ah....mmm...zia Sa' ,....però fai finta per ora, niente
Z I A SARA: .
No, niente.. .io so che tu stai scoppiando..
M. ANGELA: Volevo mettere a conoscenza prima pure a te perchè non
voglio che.. .(incomprensibile). ..e poi tu dici "ma come?".. .mi ha capito?
ZIASARA: No, lo so Maria Angela...a me disp..(le voci si
accavallano) ....credimi, a me disp..
M. ANGELA: e meglio che tu sappia la cosa, perchè ora io lo con
presunzione quello che dirà la zia Liliana
Z I A SARA: No, non mi..
M. ANGELA: ...e la zia Liliana quello che penserà, no. ..zia Sa'..
Z I A SARA: Zia Liliana è una vittima in questo discorso
M. ANGELA: Certo che è una vittima ma penserà e crederà quello che.. .mi .
capisci chi ti voglio dire?
Z I A SARA: Capisce quello che le dice sua figlia...
M. ANGELA: I n questo senso...è giusto?
Z I A SARA: Certo, quel...quello che ha avuto lei raccontato è quello che le
dice sua figlia
M. ANGELA: E' normale, e io per questo ho pensato fino ad ora.. .ti giuro,
ma era a me...a me?
Z I A SARA: ...(incomprensibile). ..
M. ANGELA: Me l'hai mandato a me?
Z I A SARA: Come al solito, come al solito...Maria Angela a te ti hanno
scippato sempre tutte le cotenne
M. ANGELA: Ancora peggio, ancora peggio...ancora peggio stavolta!
Ancora peggio, zia Sara.. .peggio, peggio
Z I A SARA: Ascoltami, ma ci sono firme? Cose per cui.. possa..(viene
interrotta)
M-ANGELA: Eh, no...no...(i ncomprensibile)..zia Sara, ....
no poi ne
parliamo
Z I A SARA: Non e che possiamo metterci a fare discorsi per questi
soldi.. (viene interrotta)
M. ANGELA: Vabbè.. .andiamo.. .per ora lascia perdere
Z I A SARA: Ascolta Marial,.,se io posso fare stasera una scappata con lo
zio Michele, la faccio...mi capisci?
M. ANGELA: No, ma era soltanto perchè mi piace che ..che tu lo sappia. Mi
hai capito?
Z I A SARA: No, ma e giusto...anche perchè tuo zio...ehm...non è che...
M. ANGELA: No, per questo! Non voglio che faccia la figura poi.. .
Z I A SARA: ...che non lo sa... " disgraziata, prima fa le stronzate e poi
dopo viene a raccontarmele'~..losappiamo queste cose come ti finiscono a te....eh!
vabbè Maria Angela, io appena viene un mezzo accenno glielo...io t i ho capita non è
che... non diretta....(incomprensibile). .non hai da andarci
...

M. ANGELA: Non parlare con la zia Liliana.


Z I A SARA: Ma tu sei cretina allora?
. , M. ANGELA: Voglio vedere cosa racconta +suocera pure.:..
Z I A SARA: .
Niente...io.. . ehm.. .allora da domani in poi....
M. ANGELA: Vabbò..
Z I A SARA: da domani in poi è come se non...
.
M. ANGELA: Si.. .ma tu t i devi stare zitta
Z I A SARA: No.. ma tu dico m'asserisci cosi..
M. ANGELA: Ah. .si, si.. .ma, va bene.. .
Z I A SARA: Ascoltami.
M. ANGELA: Se me lo dici tu..
ZIASARA: Ascolt...
M. ANGELA: Se tu mi dici cosi e mi rispondi.. ... se me lo dici tu, dice "che
io t i ho dato tre mesi e tu ancora non porti" ... " perchè io devo essere?" ... " e allora
chi, perchè ci sei tu?"
Z I A SARA: Ma c'è da morire...Maria Angela secondo me hanno degli
inciuci con quello che se n'è andato in America.. .
M. ANGELA: Si, hanno fatto di qua e di là...
Z I A SARA: Sì, chissà che hanno combinato..
M. ANGELA: E io non...e io ho messo la testa sotto la sabbia...p erchè non
me l'aspettavo ...la mia troppa fiducia e il mio troppo buonismo
Z I A SARA: E purtroppo Maria Angela te la prendi in saccoccia per questo
motivo
M. ANGELA: E si mangiano le ossa da me..
Z I A SARA: Eh.. .eh.. .ecco, tutte le cose....non t i preoccupare...non ti
preoccupare, Dio affligge e non ci abbandona.. non ti preoccupare
M. ANGELA: Comunque Zia Sara ...
Z I A SARA: .
Appena viene a mezzogio, .vediamo, vediamo se io posso
fare una scappata di fretta con zio Michele stasera,
M. ANGELA: Va bene.
Z I A SARA: Hai capito?
M. ANGELA: Si ...ciao, ciao.
Z I A SARA: Ciao, ciao.
[...l

Alle successive ore 19:25 PIZZO Pietro chiama DI TRAPANI Mattea


(Palermo, 06/09/1976, donna con la quale in quel periodo il PIZZO intrattiene una
relazione more-uxorio). L'uomo si giustificava con l'amante dicendole che durante la
giornata aveva avuto degli impegni che gli avevano portato nervosismo e che ancora in
.,ew-*$"-;*.
"b a*& >*-h,
serata, alle 21:15, aveva un appuntamento a Cinisi. [-si~2j
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[..-l
PIETRO: ... ora io ho un appuntamento stasera alle nove e un
quarto.. .
MATTEA: uhm ...
PIETRO: ... a Cinisi...
MA T i A : ... uhm ...
PIETRO: ... quindi magari vediamo se riesco ad allontanarmi da qua...
prima perchè voglio passare da te.. .

Già da questa prima conversazione si intuiva, e successivamente se ne aveva


conferma, che l'appuntamento serale del PIZZO Pietro, era stato programmato per
discutere la sua posizione nell'ambito del Bar Sofia. '
Alle ore 20:06 dello stesso 10/01/2007 DI TRAPANI Maria Angela
telefonava a LO VERDE Massimiliano al quale chiedeva se in serata doveva uscire.
Ottenutane la conferma lo invitava a passare da casa sua. (&LEGATO M65)
A seguire il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
MASSIMILIANO: Pronto ?
M. ANGELA: Massimo, ciao.
MASSIMILIANO: Oh, Maria Angela.. ciao .
.
M. ANGELA: Sono messa che cerco,. ma t u oggi mi hai lasciato la ricevuta
di abbonamento del giornale .... ?
MASSIMILIANO: No, l'ho io appresso..! io di sopra l'ho.. .
M. ANGELA: Ah...
MASSIMILIANO: io di sopra, fotocopia fatta.
...
M. ANGELA: Ah vabbè, poi me la dai allora..
MASSIMILIANO: Ciao... OK, Ciao
M. ANGELA: Ora stai uscendo?
MASSIMILIANO: No, sto rientrando a casa.
M. ANGELA: Non devi uscire stasera?
MASSIMILIANO: Più tardi, sì....
M. ANGELA: Ah, vabbè...vabbe ma ora assi un minuto?
MASSIMILIANO: Si, OK
M. ANGELA: Vabbe, ciao
MASSIMILIANO: Ciao
[...l

DI TRAPANI Maria Angela chiedeva al LO VERDE Massimiliano la


conferma se anche lui in serata prendeva parte alla riunione nella quale si sarebbe
discusso dell'allontanamento del PIZZO Pietro e della moglie DI TRAPANI Nicoletta
dalla gestione del bar Sofia.

Ancora, alle ore 2055 DI TRAPANI Maria Angela riceveva una chiamata da
parte di ARIOLO Sergio. Questi chiedeva se dovevano o meno vedersi in serata. La
donna rispondeva che si sarebbero visti l'indomani sera in quanto sicuramente lui
avrebbe fatto tardi.
[...l
M. ANGELA: Si, Sergio.. .ciao!
SERGIO: Maria Angela!
M. ANGELA: Eh ...
SERGIO: Devo passare da te prima?
M. ANGELA: No.,. non c'è bisogno, non ti preoccupare...ma domani sera ci
vediamo poi!
SERGIO: Va bene.
M. ANGELA: Va bene? Non t i preoccupare...ciao, ciao.
SERGIO: Ma non vuoi che vengo stasera?
M. ANGELA: No!! Lascia stare...perche già s'e fatto tardi, non ti
preoccupare
SERGIO: Non faccio tardi!...non faccio tar...
M. ANGELA: ...no, domani sera ci vediamo, non t i spaventare... (sorride). .
SERGIO: Va bene, va bene..
M. ANGELA: Ciao
SERGIO: Ciao,ciao.
M. ANGELA: Ciao, ciao.

DI TRAPANI Maria Angela, ovviamente al corrente dell'incontro al quale


1'ARIOLO doveva prendere parte quella sera, invitava il suo interlocutore a vedersi
l'indomani sera, poichè l'indomani sarebbe dovuta partire alle prime ore del mattino alla
volta di L'Aquila per effettuare il colloquio con il marito.

Alle ore 21:32 PIZZO Pietro riferiva a DI TRAPANI Mattea che


l'appuntamento era stato spostato a casa sua e che quindi loro si sarebbero risentiti
l'indomani mattina.
Segue la trascrizione integrale di interesse:
[...l
MATTEA: pronto
PIETRO: senti una cosa ...
MATTEA: dimmi
PIETRO: :
I'ariountamento
MA TTEA: ...incompr ...
PIETRO:
MA TTEA: ... incompr ... comunque
PIETRO: stiamo andando a casa mia I ' a ~ ~ u n t a m e n teo casa mia ...
0
MATTEA: addio
PIETRO: va bene?
MATTEA: addio
PIETRO: niente ... ti chiamo domani mattino appena mi svealio
MATTEA: okay, ciao
PIETRO: va bene, ciao
[...l

Alle ore 22:30 LO VERDE Massimiliano chiamava la fidanzata LO


PICCOLO Valeria alla quale riferiva che sarebbe andato da lei dopo mezz'ora. In
sottofondo si sentivano delle voci di persone che dialogavano.
Nella circostanza va rilevato che l'utenza monitorata risulta con certezza
localizzata a Cinisi (PA) Contrada Cavataro.
[...l
MASSIMILIANO: pronto
VALERIA: amò
MASSIMILIANO: ehi amò fra mezz'ora al massimo sono da te ... che
sono uscito un attimo ... va bene sono le dieci e mezzo ora vita ...
VALERIA: sei uscito?
MASSIMILIANO: sono le dieci e mezzo ora
VALERIA: no ma, dico sei ... hai finito? No!
MASSIMILIANO: sto andando in una parte e tor ... e già mi sono
liberato
VALERIA: ah va bene ... incompr ... alllERG
MASSIMILIANO: okay, ciao amore
VALERIA: ciao.
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 11/0I/2007 - LA CONFERMA DELL'INCONTRO SERALE


DEL GIORNO PRECEDENTE INTERCORSO TRA M O L O SERGIO, LO VERDE
U4SSIMILL4NO E PIZZO PIETRO.
La conferma di quanto ipotizzato circa la riunione del 10/01/2007 si aveva
nelle prime ore del mattino successivo.

I1 11/01/2007, alle ore 0958, infatti, PIZZO Pietro telefonava all'amante DI


TRAPANI Mattea, alla quale, tra l'altro, riferiva di sentirsi libero in quanto, dalla sera
precedente, si era liberato del Bar. [&~EQATODQ)
[...l
PIETRO: ... poi devo ~ a s s a r eal bar,,. eh... niente devo sistemare
alcune cose al bar,..
MATTEA: uhm ...
PIETRO: .
dopo di che sono libero.. dopo di che sono libero.. .
MATTEA: in che senso libero?
PIETRO: Nel senso p r o ~ r i olibero... sono libero.. . mi sono liberato.. .
MATTEA: no non l'ho capito.. .
PIETRO: mi sono liberato...
MATTEA: in che senso?
PIETRO: Mi sono liberato.,. mi sono liberato.., (si sovrappongono le
voci, ndr.). ..
MA TTEA: ... no... mi sono persa...
PIETRO: ... ieri sera mi sono liberato.. .
MA TTEA: ... mi sono persa forse qualcosa...
PIETRO: esatto.. . dico da ieri sera mi sono liberato finalmente...
MATTEA: dal bar?
PIETRO: Si! Da ieri sera m i sono liberato.. .
MATTEA: uhm...
PIETRO: ... mi sono liberato.. .
MATTEA: e quindi?
PIETRO: Eh ?
MATTEA: E quindi?
PIETRO: Niente ora dobbiamo definire diversi accordi.. .
MATTEA: con loro?
PIETRO: S s
srazie... e ricominciamo daccapo... e ricominciamo daccapo.. . intraprendiamo

MATTEA: in bocca al lupo.. .


PIETRO: uhm ... quello che viene ci prendiamo...
MATTEA: infatti.. .

624
PIETRO: uhm... basta... faceva una volta uno... c a ~ i t o l o
chiuso...

arrivati... auindi... onde evitare di prosesuire e di fare succedere cose che


a
ri~rendiamo... e rbrendiamo... auindi mi devo subito ora mettere in moto
perchè io non sono uno che sta fermo... e auindi devo subito... crearmi
a a
a
..devo... owiamente ricercarmi... un nuovo i m ~ e a n olavorativo.. .
situazioni.
m
stamattina... iniziamo... un nuovo Dercorso... vediamo dove ci ~ o r t il
a nuovo

6 percorso...
c e
con la sDeranza che determinati errori non si r i ~ e t a n oD ~ Ù
n t e... diciamo che il mio inferno è
finito... almeno... non concluso... Derchè ancora diciamo il bello... deve
venire Derchè poi uuando ci sono ali interessi di mezzo... il bello deve
ancora venire ... ...
~ e r ò oerò ... la rime Darte l'abbiamo su~erata... ora
n
-o facile a
d g
g i t a m e n t e DO^ s a ~ ~ i a m
auali
o sono le situazioni

Sempre l' 11/01/2007 alle ore 10:22 DI TRAPANI Maria Angela, nell'attesa
di effettuare il colloquio con il marito, chiamava LO VERDE Massimiliano per
conoscere particolari della riunione della sera precedente. Massimiliano riferiva che per
lui era stato umiliante vedere il PIZZO Pietro che aveva la coda in mezzo le gambe. A
domanda della donna l'uomo riferiva che "era in compagnia di suo fratello"
(evidentemente riferito a uno dei coniugi PIZZO) e che la riunione in tutto era durata 20
minuti.
[..-l
MASSIMILIANO: Pronto
M. ANGELA: eh ... Massimo ciao
MASSIMILIANO: ciao Maria
M. ANGELA: che fai ... a letto sei?
MASSIMILIANO: si magari ... sono qua al Saracen a Isola che c'è un ...
una sala esposizione ...
M. ANGELA: ah ... esposizione ... stai guardando
MASSIMILIANO: si, si sto facendo un attimo un giro ... sto dando un
attimo un'occhiata con Fabio quello che lavora con ... incompr ...
M. ANGELA: con Valeria ieri sera come ti e andata, bene?
MASSIMILIANO: si, tutto a oosto una cosa un ~o'ridicola...
M. ANGELA: era sulle sue
MASSIMILIANO: 1
M. ANGELA: per te o per lei
MASSIMILIANO: per me, che vedevo lei che si comportava in ~ ~ e s t a
maniera ... con la coda in mezzo alle uambe ... e comunuue
M. ANGELA: ed era in compagnia ...
MASSIMILIANO: eh ... si, si, si era con suo fratello ...
M. ANGELA: ah! Ho capito ... ah con la coda in mezzo alle gambe ...
MASSIMILIANO: si
M. ANGELA: e faceva cosa?
MASSIMILIANO: niente! Niente completamente ... abbiamo chiarito
venti minuti
M. ANGELA: si, si
MASSIMILIANO: venti minuti ... nessun discorso ... nulla completamente
...
M. ANGELA: con la coda tra le gambe
MASSIMILIANO: nulla completamente ... si ... t u dovevi vederla ... tu
dovevi vederla ... proprio un agnellino era ...
M. ANGELA: e interventi ce ne erano? ...
MASSIMILIANO: come? Si!
M. ANGELA: ... incompr ... in che senso, che aveva ragione ... torto
MASSIMILIANO: ma auando mai ... no che ... a no dici in auel ... no
com~letamente... interventi com~letamente... ti dico venti minuti ... venti minuti ...
mi ha solo detto che lei colpa non ha ... si è ritrovata in questa situazione ... a ~ ~ u n t o
... che non sapeva niente ... mortificata ... di tutto ... auesta situazione com'e andata
a finire ...
M. ANGELA: vabbe poi ,,. infatti ... di tanta e mortificata ... vabbe ...
MASSIMILIANO: no, vabbe ...p erò ...incompr ... però infatti ... infatti ...
comunque ... va bene dai... tu sei ancora la ...
M. ANGELA: vabbe ... si io ancora sto aspettando, va bene Massimo ...
MASSIMILIANO: va bene
M. ANGELA: ciao
MASSIMILIANO: dai ... civediamo dopo
M. ANGELA: salutamela a Valeria
Si salutano

Anche in auesto caso non a?Dare necessario amiunciere alcun commento,


data la chiarezza del contenuto della conversazione; è sufficiente soltanto
evidenziare lo strataaemma usato da D I TRAPANI Maria Anqela che, per cercare
di eludere la temuta e reale intercettazione telefonica, chiede all'interlocutore di
riferire come era andata la sera con Valeria, indicando il nome della fidanzata del
LO VERDE anziché auello di uno dei coniuqi CAMPO Pietro o di Nicoletta.

Nella stessa data DI TRAPANI Maria Angela si recava presso la Casa Circondariale di
L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto. r & m V @ 2 )
Nel corso del colloquio veniva anche commentata l'evoluzione della vicenda in esame.
Specificatamente DI TRAPANI Maria Angela informava il marito sui seguenti punti:
la sera precedente al colloquio ARIOLO Sergio aveva proceduto all'allontanamento
del PIZZO Pietro dalla gestione del bar;
lo stesso ARIOLO Sergio le aveva promesso il suo fattivo interessamento nella
gestione dell'esercizio pubblico;
- alla riunione aveva partecipato anche LO VERDE Massimiliano;
- DI TRAPANI Amalia aveva percepito regolarmente il suo mensile;
- i debiti contratti ammontavano a più di mezzo miliardo delle vecchie lire.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

[...l
SALVATORE: ...l'hai risolto -a ~ f 0 b l e m acon NICOLElTA, MARIA
ANGELA?
M. ANGELA: Ieri sera si! Risolto! Gli ha detto (abbassa il tono della
voce, ndr) SERGIO, che cosa cistai a fare aua...
SALVATORE: . .
MARIA ANGELA.. si.. ascolta...
M. ANGELA: ... no con la coda in mezzo alle gambe...
SALVATORE: MARIA ANGELA...
M. ANGELA: ... l'hanno fatto ridurre a ossa...
SALVATORE: ... tu hai un modo di fare che a me non
MARIA ANGELA
piace... te lo dico se... aspe... fammi finire di parlare... perchè poi tu hai i rimorsi di
coscienza... Allora, dovevi fare questo, tu: chiamavi a sua SUOCERA e viene sua
SUOCERA, NICOLETTA e IDDU... a dire... senti... vedi che te lo sto dicendo...
M. ANGELA: ...se non si fa vedere da me...
SALVATORE: aspetta.. .
M. ANGELA: mi tratta come se fossi.. .
SALVATORE: Ma... MARIA ANGELA...
M. ANGELA: che fa la presuntuosa. .. non viene...
SALVATORE: ... io se voglio trovare una persona... se voglio trovare
una persona... o. .. o fai di testa tua, cioè nel senso che. .. che praticamente non hai
rimorsi di coscienza... fammi finire di parlare.. . allora gli dici... levando... ho di
bisogno... prendevi a sua suocera, te la portavi la e dicevi... vedi che te lo sto
dicendo davanti,.. basta! E' finito questo discorso! Perchè noi... io.. . non ho avuto.. .
ho un desiderio: di sapere fa tanto...
M. ANGELA: Ma questo io glielo avevo detto davanti a sua suocera...
SALVATORE: Si ... eh e allora ... qual'è il rimorso che hai ...
M. ANGELA: ...g ià glielo avevo detto... qualche due mesi fa... e LUI se n'è
uscita: no di qua ... di la...
SALVATORE: Ma siamo arrivati al punto che QUELLO...
M. ANGELA:... noi abbiamo cominciato senza niente... di... tu... tu... tu...
presuntuosità nelle parole...
SALVATORE: eh va bel,..
M. ANGELA:... fino a che ora non si è fatto più vedere da me...
SALVATORE: aspetta...
M. ANGELA: ora la coda in mezzo alle gambe ... perchè giustamente.. .
SALVO. ..
SALVATORE: Basta!
M. ANGELA: ... da un anno a qua... un anno... dopo che quelle si erano
tutte già sistemate.. . i debiti.. .
SALVATORE: eh...
. ... M. ,
-_ ANGELA:
- hanno richiesto altri [abbassa il tono della voce, ndr.2
2

SALVATORE: Si, ma MARIA ANGELA...


M. ANGELA: Ora QUELL'ALTRA ... per,.. giustamente QUELLA, che era
sempre abituata ... giustamente, che dice ... ma com'è, io ne prendo tanti,.. e al
mese ne restano tanti? Che come... capisci? Perciò si stavano muti a vicenda...
SALVATORE: MARIA ANGELA... ma la colpa perche la diamo ad
altri,..
M. ANGELA: ... tutti e due.
SALVATORE: ...ha che ti dico io... è venuto Natale ... è venuta
Pasqua.. .
M. ANGELA: Ha che t i dico ... ha che io... ma tu lo sai quanto mi sono
.
sgolata io? Mi ha preso in giro.. . a me.. in continuazione... m i passa per il sedere..
\
.
SALVATORE: Ma MARIA ANGELA ... ma li assicutavi?
M. ANGELA: ...ha capito? Questo dice... ( s i rivolge al figlio, ndr.) ...p arla
piano... sto parlando di una cosa...
SALVATORE: MARIA ANGELA... ora... quando ... io ... noi arriviamo ai
.
punto.. accorgitene...
M. ANGELA: eh...
SALVATORE: ...noi arriviamo al punto che... desolati... quando
arriviamo al punto.. . desolati.. . che questi ci portano le chiavi... dice.. . noialtri non
sappiamo che cosa farcene... tenete queste cose e... e ci sono un sacco di debiti.. . e
noialtri ci.. .
M. ANGELA: eh cosi... ci sono un sacco di cose... che dovevo fare...
(riferisce quanto dettole da una terza persona, ndr)
SALVATORE: ... e noialtri?
M. ANGELA: Lo sai a me cosa mi ha detto? Ma che ti manca per andartene
a fare un altro? Perchè non glielo dai a loro...
SALVATORE: Ma chi te le dice queste cose?
M. ANGELA: LUI stesso ... NICOLETKA! Gli ho detto: stasera subito a casa
mia! Tu e questa testa di.. .
SALVATORE: ... sempre per telefono ?
M. ANGELA: No... di... davanti! I n mezzo alla strada. Gli ho detto: a casa
mia stasera ... tu e QUESTO (per specificare a chi si riferisca mima il gesto utilizzato
per indicare un individuo grasso, ndr)
SALVATORE: .
Si, ma.. LEI? LEI... proprio LEI?
M. ANGELA: Si, LUI.. . LUI! Suo marito.. si! .
SALVATORE: Proprio LEI?!
M. ANGELA: Si, si... non t i sto- scherzando! Gfi ho detto: immediatamente
insie... Anzi QUELLO...
SALVATORE: MARIA ANGELA, io t i ho detto ...
... anzi PAOLETLA fa discorsi più sani...
M. ANGELA:
SALVATORE: ...vai.. . MARIA ANGELA, io t i ho detto...
M. ANGELA: ... che vuole salvare...
SALVATORE: MARIA ANGELA, io t i ho detto ...
M.ANGELA: LEI no!
SALVATORE: I o t i ho detto, MARIA ANGELA... qual'e il motivo che
non scrivono? E tu.. . vabbe... non.. .
M. ANGELA: .. .e il carbone bagnato per non dare soddisfazione... e
parlare.. . perchè se no.. .
SALVATORE: Si ...ma MARIA ANGELA... e ora SERGIO. che cosa
ti ha detto?
M. ANGELA: Se lo prende L U I nelle mani! Questa cosa! Gli ha detto di
starsene a casa.. . va bene, va bene... Dice: allora che cosa ci fai t u qua? Dice: ora
vedi che io ce l'ho proprio rotte, rotte, rotte... dice.. . tu non ti presenti... Mi dovevi
portare i soldi... non ti presenti.. . questo ostruzionismo che fai.. . (di seguito riferisce
i contenuti del dialogo avuto con una terza persona, riportando le rimostranze fatte
e le risposte ricevute, ndr) Perche io devo essere? E chi deve essere? E perche non
glielo domandi a GIAMPA.. . ?! E tu che fai qua? Ma io co... non mi interessano a me
queste cose! Non ti interessano? E cosa ci fai tu qua... cammina, cerca di andartene
a casa, allora! Dice.. .
SALVATORE: Ma scusa... ma questi discorsi, perchè non li fai
davanti a LUI, perche LUI... perche giustamente LW sta cosi... giustamente.. .
M. ANGELA: Chi?
SALVATORE: SERGIO ... e dice... ma io ...
M. ANGELA: No, glielo ha detto!
SALVATORE: ...che posizione... che posizione devo prendere?!
M. ANGELA: ... l'ha presa!
SALVATORE: Con te.. . ti acchianano qua (ti sopraffanno, ndr) , io lo
capisco...
M. ANGELA: Si! Ora gli ho detto: fai tu! Dice: io ti ho voluto fare rendere
conto... mi ha detto pure SERGIO... dice... che tu, dice... hai avuto sempre
buonismo nel cuore... quello che e... che tu dici che io non ci ho.. .(fa segno con la
mimica per intendere parlare, ndr). Ci ho parlato e poi mi fanno... (con la mimica
lascia intendere che si disperano, ndr)
SALVATORE: MARIA ANGELA, passo...
M. ANGELA: ...dice la serpe sta li!
SALVATORE: MARIA ANGELA, passa un mese... passa un mese... e
non me li porta ... passa un... tu sei venuta e hai detto... lo sai... - W

M. ANGELA: Eh. .. mensil.. . mensilmente glielo ho detto! E poi non mi...


non si fa.. . nè si fa vedere, ne si fa sentire... e quando poi lo vedi, ti prende d i
sopra: eh, qua... io.. . faccio tutto.. . do il mio cuore, do il mio.. .
SALVATORE: Basta MARIA ANGELA, basta,.. Basta MARIA ANGELA,
basta...
M. ANGELA: ...io ci ho messo di mio...
SALVATORE: Basta!
M. ANGELA: ...Dure di suo ci ha messo... Non è vero. Comunaue
SERGIO fà... dice... va be', D D
i conti, ndr) che noi... ooi /i vediamo! Ieri sera ci è andata di nuovo con
MARIA... con ... inseme a MARIA ... SERGIO con MARIA... MASSIMO... eh...
p p
vomitare...
SALVATORE:
una decisione...
Cf
Si, ma... ma... MARIA ANGELA... t u stai prendendo

630
M. ANGELA:... io non ho fa...
SALVATORE: ...la decisi0... MARIA ANGELA... la decisione. ..
M. ANGELA: No non ci deve andare più!
SALVATORE: Oh basta!
.
M. ANGELA: Basta.. e gli fa.. dice.. . .
SALVATORE: Ba ... t i devi comportare cosi ... MARIA ANGELA...
.
M. ANGELA: Ora dice me la fai fa.. ora me la sbrigo io!
SALVATORE: MARIA ANGELA, non vorrei che
..INCOMPRENSIBILE...
M. ANGELA: Dice ... per ora LEI.., ora con PAOLETTA dobbiamo vedere. ..
per ora non la possiamo... (con la mimica lascia intendere cacciare, ndr) perche...
prima dobbiamo. ..
SALVATORE: MARIA ANGELA ... MARIA ANGELA... il discorso e che
prima. ..
M. ANGELA: ... prima dobbiamo ...
SALVATORE: ... prima lo hai ... (con la mimica lascia intendere
aggredito, ndr) e poi t i viene: la mamma in primis ... poi t i viene sua...
M. ANGELA: No ... mamma no... e da tanto che me lo dice mia madre...
SALVATORE: ... poi ti viene LEI,.. poi ti viene un altro ... e dice.. . ma
non è giusto... ma.. .
M. ANGELA: ... No, basta...
SALVATORE: ... e non e giusto ... allora vedi tu come dobbiamo
cam... non lo so... vedi tu! LORO si ... si fanno tutto quello che e...
M. ANGELA: si ...
, SALVATORE: e... e... e... ., -

@ M. ANGELA:
miliardo...
SALVATORE: Si, ma...
M. ANGELA: più di mezzo miliardo! E ti ho detto tuffo. Non ho
potuto dormire!
SALVATORE: Si, ma la colpa non e nostra?
M. ANGELA: Ora dice ... ora vediamo... ora vediamo cosa avete pagato...
Niente! Niente!
SALVATORE: ... la cosa che mi preoccupa...
Quello che mi dispiace
cioè ho una casa... me la devo andare a vendere perchè co... a come si chiama.. . a
come si chiama.. . che cosa gli vado a dire?
M. ANGELA: A chi?
SALVATORE: A,.. a AMALiA ...
M. ANGELA: No... a LEI alieli hanno dati men... i mensil...
mensilmente ...
SALVATORE: Si ma se ci sono problemi?
M. ANGELA: No. .. (abbassa il tono della voce, ndr) GIAMPAOLO perde la
casa! Se ci sono problemi, la perde a... LUI,.. (abbassa il tono della voce, ndr)
GIAMPAOLO...
SALVATORE: Si, ma....
M. ANGELA: Perche C'&la sua casa
SALVATORE: ...MARIA ANGELA... se ti viene qualcuno...
M. ANGELA: Però...
SALVATORE: ...no ...se ti viene qualcuno, tu che gli dici ...
M. ANGELA:... Ah certo!
SALVATORE: ... gli dici, no ... Ma io sono... ho questa fortuna,.. non
lo so... in tutte cose ho questa fortuna! Perche noi... questo serva da
insegnamento.. . /e co,.. le nostre cose non... non... niente, completamente!
Arrivano alla perdizione.,. quando arrivano alla perdizione massima... come arrivano
alla perdizione, perchè sono passati ... un anno, due anni, tre anni... e io sempre
dico: la posso avere una soddisfazione? Dice... si prende... niente!
m M. ANGELA:
:
SALVATORE: Chi?
M, ANGELA: . ..gli ha dato tempo, anche se non lo ha detto a me, ... a
NICOLETTA gli ha dato tempo di... portargli i conti ... di capire... di... di vedere... e
LEI ci ha passato per il sedere. ..
SALVATORE: Si, ma ...MA... MARIA ANGELA...
M. ANGELA: ...sotto i piedi!
-
SALVATORE: .
MARIA ANGELA.. te lo sei chiesto...
M. ANGELA: quindi la coscienza nostra e a posto!
SALVATORE: Ma. .. ma.., io non t i parlo... tu mi scrivi la tua
coscienza.. io. ... ora penso... passo per cattiva...
M. ANGELA: ...e davanti a sua suocera gliel'ho pure fatto il discorso... Sai
poi che cosa ha fatto? Se ne andò da PAOLETTA e gli andò a dire le cose che io gli
dicevo...
SALVATORE: Ma...
M. ANGELA: ... e quella sua moglie mi chiamò come una pazza! Tu giochi
con quattro mazzi di carte... Le ho detto: che? Ma che stai dicendo? Le ho detto
stasera a casa mia... Gli ho detto: PIERO, che cosa e, gli ho detto, che mi dice
quattro mazzi di carte... Mi ha detto che sono io che devo partire di qua... che di
qua lei non se ne andranno mai,.. (riferisce la risposta di PIZZO Pietro, ndr) Ma
... ti manca di andartene da una altra parte e
lasciali parlare, perche non glielo lasci
loro non chiudono subito! Gli ho detto: senti qua, stasera prendi a tuo comp... e . ..
subito a casa mia!
632
SALVATORE: Si, MARIA ANGELA...
M. ANGELA: Lo sai che ha fatto? QUELLA si è presentata, LUI no!
SALVATORE: MARIA ANGELA...
M. ANGELA: ...Lasciando (abbassa il tono della voce, ndr) a SERGIO la.. . e
a me!
SALVATORE: Perche... perche MA ... perchè MARIA ANGELA...
M. ANGELA: E quella incominciò a scatasciare un poco ... la moglie però...
. .
perchè il disonesto.. mi capisci.. si mette con quella faccia di bacchettone.. .
SALVATORE: Ma MARIA ANGELA... la è tutto. .. io la cosa... la cosa...
M. ANGELA: Però li dobbiamo ... (con la mimica gestuale lascia intendere
coprire, ndr)
SALVATORE: ...si, ma la.. . la cosa che mi,.. che mi è.. . NICOLETTA!
M. ANGELA: PIERO!
SALVATORE: Si, ma NICOLmA...
M. ANGELA: Eh... sua mo... eh... eh... che a me manco a venire...
.
chiamarmi.. gran porca!
SALVATORE: Eh ...
M. ANGELA: Dopo quello che io ho sempre fatto per voi ... per voi! Mi sono
.
mortificata io, in tutti questi anni, al posto suo.. ti pare che quando t u me le hai
dette le cose... non t i ho raccontato mai niente... che non gliele ho dette le cose... e
poi fanno i presuntuosi con la funcia sopra di me! E allora io poi per amor di pace...
avanti! E mi sono fatta prendere... no in giro ... faccio: va be; può essere le cose ora
vanno meglio ... illudendomi che andavano meglio, per non andare a creare in
famiglia rotture con mia cugina ... tipo... mi capisci? ... sempre co... così...
--- . .- .' . '. -
SALVATORE: Si, ma MARIA ANGELA...
M. ANGELA: ...p er che cosa?
SALVATORE: ... tu hai una distinzione ... una cosa che io t i ho detto
.
sempre: distingui le due cose! Tu non distingui le due cose.. non le distingui le due
cose... ora che cosa vuoi? Distingui le due cose... cioè io dico: distingui! L'affetto...
l'amore è una cosa!
M. ANGELA: Si ma glielo'ho detto SALVO! SAL V 0 vedi che io...
SALVATORE: Miii ... ma quando io non vedevo ... fa ... e t u hai
detto: no, ora sono quattro ... prima erano nove, dopo... dopo sono diventati
quattro...
M. ANGELA: ...no, ora sono diventati niente... si è messo
SALVATORE: e va bel...
M. ANGELA: ... e infatti lo vedi in tutto quest'ultimo periodo... niente
completamente... certo si è messo tutti i polpi.. . polipi dentro! Perche QUELLO non
ne fa conti... se t u ci domandi a (abbassa il tono della voce e
gesto di grasso, ndr) PACCHI0 ... quanto c'e dentro? (riferisce la risposta del
soggetto indicato come grasso, ndr) ...boh!
SALVATORE: Chi è?
M. ANGELA: GIAMPAOLO... boh... (torna a parlare in prima persona, ndr)
. .
Come.. gli faccio.. tu non sai quanto C'è di debiti?! Ma state... certo perchè siete...
(con le mani, unendo gli indici, mima il gesto di vicinanza, ndr). .. perche.. . dice...
SALVATORE: Ognu ... te l'ho detto ... te lo dicevo io ...
M. ANGELA: Dice: io non lo so... prima si arrivava a fine mese...
SALVATORE: ...chi arrivava prima...
M. ANGELA: ...p rima a fine mese... ora a fine mese non ci... sono andati a
cercarlo per fare ... per pagare 'sti'debiti... dice... certo... perchè: prendi t u... prendo
.
io.. quello che si era aperto la.. .
SALVATORE: Si ma...
M. ANGELA: ... e li ha fatti passare pure là, sicuro... Perchè e impossibile!
Com'e che fino all'anno scorso... si pagava... e ora... basta...
SALVATORE: ... Ma io... la colpa... non gliela do a nessuno, me la
dò io stesso, perche la colpa e mia.. .
M. ANGELA: ... e mia che ti ho fatto fare sempre cose brutte fi... per. ..
capito
SALVATORE: ... la colpa e mia... noialtri ... noialtri siamo teneri con
gli altri... poi tu mi vieni... MARIA A... mi vieni... e mi... non possiamo fare questo.. .
e questo. .. Ah perciò LORO fanno la bella vita sopra... sopra di noialtri!
M. ANGELA: Mh... sono stata morta, sangu mio... comunque...
SALVATORE: Si... e comunque...
. - < -

La lunga conversazione appena riportata contiene tutti gli elementi acquisiti


nelle interlocuzioni orali e scritte avvenute in precedenza sull'argomento della
titolarità e della gestione del bar ed al contempo fornisce anche il nuovo assetto di
interessi che era venuto a realizzarsi in seguito alla riunione serale del 10 gennaio
2007. I n quella occasione, secondo le indicazioni dell'esponente mafioso Salvatore
MADONIA, il PIZZO viene estromesso dall'attività gestionale del bar Sofia e
I'ARIOLO Sergio prende in mano le redini della situazione coadiuvato, in questa
sua attività, da LO VERDE Massimiliano.
I coniugi CAMPO Giampaolo e AIELLO Giovanna rimangono al loro
posto.
Tale nuovo assetto risulta corroborato anche da una elaborazione dei dati
del traffico telefonico intercorso tra i suddetti vari protagonisti, a partire dal
10/01/2007, e sintetizzati dalla Sezione Anticrimime in una apposita tabella dalla
F
quale risulta con evidenza I'intensificazione dei loro rapporti proprio a decorrere da
tale data:

UTENZA CONTAT NR. NR.


INTERCETTATA TI CON CONTATTI CONTATTI DAL
FINO AL 10/01/07 AL
10/01/07'" 07/08/2007
Intercettaz. Utenza
38813655000 in uso a LO ARIOLO 8 224
VERDE Massimiliano Sergio
iniziata il 10/04/2006
PIZZO 2 471
Pietro

CAMPO O 303
Giampaolo
Intercettaz. Utenza
34013628636 in uso a PIZZO ARIOLO O O
Pietro iniziata il 1 1/05/2006 Sergio
terminata il 24/07/2007
CAMPO 46 1
Gipmpaolo

- ..~ LO 2 360
VERDE Massim.
Intercettaz. Utenza
39319302802 in uso a CAMPO O O
ARIOLO Sergio iniziata il Giampaolo
23/01/2006 terminata il
21/07/2007 LO O 80
VERDE Massim.

PIZZO o o
Pietro

106
La voce contatti comprende oltre che le reali conversazioni, gli sms, i tentativi di chiamata e gli eventuali
impegni di linea.
quale risulta con evidenza I'intensificazione dei loro rapporti proprio a decorrere da
tale data:

UTENZA CONTAT NR. NR.


INTERCETTATA TI CON CONTATTI CONTATTI DAL
FINO AL 10/01/07 AL
10/01/07'~ 07/08/2007
Intercettaz. Utenza
38813655000 in uso a LO ARIOLO 8 224
VERDE Massimiliano Sergio
iniziata il 10/04/2006
PIZZO 2 47 1
Pietro
-

CAMPO O 303
Giampaolo
Intercettaz. Utenza
34013628636 in uso a PIZZO ARIOLO O O
Pietro iniziata il 11/05/2006 Sergio
terminata il 24/07/2007
CAMPO 46 1
Giampaolo

LO 2 360
VERDE Massim.
Intercettaz. Utenza
39319302802 in uso a CAMPO O O
ARIOLO Sergio iniziata il Giampaolo
23/01/2006 terminata il
21/07/2007 LO O 80
VERDE Massim.

PIZZO o o
Pietro

G
'O La voce contatti comprende oltre che le reali conversazioni, gli sms, i tentativi di
impegni di linea.
Per quanto riguarda CAMPO Giampaolo, nel computo sono state considerate 4 utenze
telefoniche a lui riconducibili e cioè:
09 11518902, attestato presso il Bar Sofia;
09116127260, attestato presso l'abitazione del CAMPO;
328/7417680, in uso alla moglie AIELLO Giovanna;
39311679274, a lui in uso.

Da notare il dato evidenziato relativo ai contatti PIZZO Pietro con CAMPO


Giampaolo che è soltanto in apparenza in controtendenza rispetto a tutti gli altri tenuto
conto che i due fino al 1010112007 erano colleghi di lavoro.

Occorre pure evidenziare la circostanza che ARIOLO Sergio non ha mai avuto
rapporti telefonici con PIZZO Pietro nè con CAMPO Giampaolo poichè li ha
mantenuti soltanto con LO VERDE Massimiliano

Tale assetto, infine, rimarrà irnrnutato sino a questo momento come è


comprovato dall'analisi delle ulteriori conversazioni ambientali e dalle comunicazioni
e~istolariacquisite.

LE ACQUISIZIONI DEL 20/01/2007


I1 2010112007, DI TRAPANI Maria Angela e la zia materna SGROI Lorenza
si recavano presso la Casa Circondariale di Parma per effettuare un colloquio con il
detenuto DI TRAPANI Nicolò, rispettivamente fiatello e nipote delle citate donne.
~&'h&@~
Nella circostanza, DI TRAPANI Maria Angela, tra l'altro, rendeva edotto il
fiatello dell'evoluzione della vicenda del bar Sofia, soffmandosi in particolare sul
licenziamento del cugino PIZZO Pietro e sull'interessamento in prima persona di
ARIOLO Sergio per espressa volontà del marito MADONIA Salvatore. A seguire si
riporta il tratto di trascrizione integrale:
[...l
M. ANGELA: a NICOLETTA (PIZZO Pietro, coniuaato con D I TRAPANI
... l'ho fatta andare! ( n e l senso di allontanamento,
Nicoletta, n d r ) ndr) ...
vastasa! ... vastasa. vastasa! ...
NICOLO': ma chi? ... la figlia della Z I A LILIANA? (CARLINI Liliana,
madre di D I TRAPANI Nicoletta, ndr) ...
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ,.. la mia gratitudine ... mi e arriva ... con
l'ingratitudine!
NICOLO': con PIETRO, la!
M. ANGELA: basta! ... con l'ingratitudine!
NICOLO': eh!?
... per dirgli ... è un anno e mezzo ... a dire ... ma ...
M. ANGELA: si!
quanto c'è ... di debito?! ... niente ... niente ... niente! ... non mi ha parlato! ... m i
ha preso per fessa, ha fatto così!
NICOLO': e perche?
M. ANGELA: niente! ... si sente tutto ... con le arie!
NICOLO': pure QUESTO!?
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ... però non che m i ha mancato di
1
i
i
con CANNIZZARO Luisa, n d r l ... ali ha d e t t o ... m i f a i t u f f i i ... resoconti ...
q q -

(seuue la r i s ~ o s t ad e l PIZZO Pietro, n d r l i


8 @
gua? ...
LORENZA: nonstalavorando?!
M. ANGELA: e allora, dice, allora vattene a casa! ... dice ... va bene ...
quello che c'è ... di debiti! ... il vivamaria! ... io sono morta! ... ti giuro, non me la
fido più! ... NICO', c'e il vivamaria! ... ora ... e si ... hanno mangiato ... tutti e due!
... si sono fatti le spa ... si sono spalleggiati a
NICOLO': ah ...
M. ANGELA: ... dice ... io non guardo a te ... tu non guardi a me ...
LORENZA: digli ... i lavori in ferratura ... i lavori in ferro ... chi glieli ha
fatti?!
M. ANGELA: ehh ... tutto aumentato ... pure di SUO
... ahh ... tutta la
COGNATO ... e io ... per ora muta ... perchè se ... SERGIO mi fa ... ora, io vado a
vedere quello che ha fatto! ... tanto un pezzo di finestrella si vede qyanto ... quanto
e, giusto?
LORENZA: certo, i lavori in ferro, si può stimare quanto e il lavoro!
M. ANGELA: eh! ,.. da me ... gli ho detto ... io gli ho detto ... a lei ... che
è venuta e mi ha portato le chiavi ... gli ho detto ... perche le stai dando a me? ...
che non sei tu? ... gli faccio .., ah! ... non me lo aspettavo ... così! ... non me lo
aspettavo da te ... gli ho detto ... sono amareggiata! ... perchè così!? ... io, gli ho
detto, mi meritavo questo da te?! .., non ho niente da dire ... dice . .. io non ho fatto
niente in mala fade ... ma non ti dico che tu hai fatto in mala fede! ... gli ho detto ...
però ...' gli ultimi due mesi ... gli ho detto ... una domanda t i ho fatto! ... quanti
debiti ci sono!? ... e basta! ... gli ultimi due mesi, nemmeno t i sei fatto vedere! ...
NICOLO': e c'e bisogno che ... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: e basta! ... no, parlo proprio per ... tra di me ... ormai sono
abituata così! ... per questo! ... e niente, ed e finita! ... va bene!? ... e basta ...
l'altro giorno ho visto la Z I A LILIANA (CARLINI Liliana, ndr) ... le ho detto ... ZIA
LILIA' ... lei lo sai come è! . ..
NICOLO': eh!
LORENZA: ... ha fatto bene che gliel'ha accennato, altrimenti poi ...
M. ANGELA: no, lo sapeva . .. diceva ... non si e approfittato mai di niente!
... le ho detto ... ma io non dico che si e approfittato ... le ho detto ... è il
comportamento che ha tenuto ... le ho detto ... è lecita la nostra domanda?! ... dice
... si ... le ho detto ... eh! ... e nel momento in cui non mi da una risposta e
nemmeno mi porta acqua al mulino ... le ho detto ... quale e il giusto?! ... si, però
non lo ha fatto perchè si e approfittato di qualcosa ... ma io non sto ... per carità ...
le ho detto ... ancora non ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ... perciò non e che posso
dire ... non e che ... la verità! ...
NICOLO': eh! ... ed ora w s a va a fare, LUI?
M. ANGELA: non so niente! ...
NICOLO': eh, non ci interessa ... meglio che non fa nie ...
M. ANGELA: non mi interessa più
NICOLO': cosi!
M. ANGELA: ha facce da ttutti i lati! ... basta!
NICOLO': si interessa, ora .. .
M. ANGELA: il Signore dice che un domani morremo tutti e ci
incontreremo tutti in Paradiso ... dice che i beni terreni non esistono!
[...l

Sempre nella stessa data, alle ore 16:32 LO VERDE Massimiliano chiamava
PIZZO Pietro al quale riferiva che la sera precedente si era visto con una terza persona
(verosimilmente ARIOLO Sergio) la quale gli aveva detto che avevpo nominato un
consulente e stavano facendo i conteggi e visionando i bilanci. PIZZO Pietro chiedeva
di accelerare le pratiche e menzionava anche un assegno di 3.400 euro, andato in
protesto, e verosimilmente facente parte di un carnet della Unicredit Banca.

L-.l
PIETRO: si ...
MASSIMILIANO: Piero io sono
PIETRO: ciao Massimo
MASSIMILIANO: ... senti io ieri sera solo l'ho visto direttamente ...
PIETRO: eh!
MASSIMILIANO: senti una cosa, stiamo facendo i conti
PIETRO: eh!
MASSIMILIANO: lui me l'ha detto ... no digli così ... glielo avevo detto
gia quando ero a casa sua ... i conti ci dobbiamo fare ...
PIETRO: eh ...
MASSIMILIANO: e li stanno facendo ... gia c'e il consulente che ieri e
stato nominato ...
PIETRO: eh ...
MASSIMILIANO: ora da lunedì inizia a fare tutti i conti ... già il bilancio e
tutte le fatture ...
PIETRO: ho capito ... e che tempi lui deve perdere
MASSIMILIANO: Piero ... qua io penso, da come sentivo ieri ... appena
abbiamo i documenti ... che lui ci fa avere in una settimana penso a ... questo è un
mio pensiero ... __ -1 *

PIETRO: eh!
MASSIMILIANO: io penso che in una settimana i conti sono fatti
PIETRO: in una settimana i conti sono fatti ...va bene
MASSIMILIANO: in una settimana ...
PIETRO: ...incompr...
MASSIMILIANO: però t i ripeto ... questo è quello che penso io ... io
...incompr... solamente dire che alla prima occasione che lo rivedo ... dovrei vederlo
domani mattina ... io domani mattina gliene riparlo ... martedì dovrei andare anch'io
dal consulente e dopo di che più o meno da li... penso i tempi lo capisco di quanto
sono fatti
PIETRO: si ...ma ..
MASSIMILIANO: ...incompr ...
PIETRO: su .. cer ...

CF
dobbiamo cercare di stringere per tantissime
necessità ... dobbiamo cominciare a stringere ...

2 . 9
MASSIMILIANO: ma infatti per tantissimi necessita pure tutti i conti
. stiamo facendo perché bisogna ...
PIETRO: si deve stringere ...
MASSIMILIANO: ,.. vedere come... vedere tutto ... come risollevare un
attimo tutte le condizioni ... quindi ...
PIETRO: certo va bene ...va bene
MASSIMILIANO: va bene?
PIETRO: va bene
MASSIMILIANO: io questo ti dico ... fatti sentire ... se io dovessi avere
novità comunque ... se tu ...se non c'è nessuno che ti chiama ... se dovessi avere
novità io... te lo faccio sapere io ...
PIETRO: si, anche perché ci sono determinate cose anche da ... da
sistemare ...e cosi via ...ti ho dato quel blocchetto dell' UNICREDiT ... ti ricordi?
MASSIMILIANO: si, si ...
PIETRO: e c'era quell'assegno di tremila e quattro
MASSIMILIANO: si, quello ... incompr ... in protesto ...
PIETRO: e quello si deve sistemare entro quasi immediato la cosa ... se
tu guardi la data di quell'assegno vai a fare una ricerca tu stesso poi ...incompr ...
MASSIMILIANO: poi qualche ...
PIETRO: e già è datato mi pare ottobre o novembre ... quindi più
tempo si perde più poi le cose si complicano con questo assegno ... tra l'altro ...
MASSIMILIANO: ... incompr ...
PIETRO: quindi sono cose da sistemare ...
MASSIMILIANO: ... incompr ...
PIETRO: siccome di mezzo ci sono andate altre persone ...
MASSIMILIA NO: ...uhm ...
PIETRO: giustamente altre persone ora bussano alla porta ...
MASSIMILIANO: ... siamo d'accordo ...io t i ho detto ...io questo ti posso

PIETRO: quindi non che ...


MASSIMILIANO: io l'unica cosa che ..
PIETRO: non è una cosa molto semplice...
MASSIMILIANO: ...p urtroppo ...
PIETRO: ... cosi è semplice
MASSIMILIANO: purtroppo tutta la situazione ... incopr.. . semplice
PIETRO: direttamente non è semplice ... \
MASSIMILIANO: ... incompr... lo so ... no questo
...Breve tratto incomprensibile per sovrapposizione delle voci ...
MASSIMILIANO: infatti ...non è niente semplice ...
W
PIETRO: quindi vediamo un poco di accelerare la ... le pratiche e ...
MASSIMILIANO: io penso che nel breve tempo ... a stiamo
accelerando ... per tante situazioni ...
PIETRO: va bene, va bene ...
MASSIMILIANO: non t i dò giorni perché ti piglierei in giro ...
PIETRO: va bene
MASSIMILIANO: da quanto ho capito si sta accelerando ... ci si sta
movendo molto veloce ... io solo questo ti dire al momento attuale
PIETRO: va bene, va bene, apposto, apposto ...
MASSIMILIANO: va bene?
PIETRO: grazie Massimo
MASSIMILIANO: va bene ciao, ciao
PIETRO: ci sentiamo
Si salutano.

LE ACQUISIZIONI DEL 22/01/2007


I1 22/01/2007, DI TRAPANI Maria Angela informava il marito
dell'evoluzione della vicenda tenendo a sottolineare come PIZZO Pietro (indicato
Nicoletta) cercava di screditare l'operato di ARIOLO Sergio (indicato Luisa, nome
della prima moglie) che loro stessi avevano "piazzato" nella gestione del Bar, per
cercare di risollevarne le sorti economiche. Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l NON C'E' NIENTE CHE VA PER COME DOVREBBE,
GIORNALMENTE LA DELUSIONE CHE MI HA DATO NICOLETTA CRESCE
SEMPRE PIU', MI SENTO UN FALLIMENTO E MI SENTO IN COLPA VERSO DI
TE, MI SONO LASCIATA ABBINDOLARE DAI SUOI FALSI SENTIMENTI,
PAOLETTA NON E DA MENO MA COME SAI FA SEMPRE LA CADUTA DALLE
NUVOLE, ANCHE SE HA CAPITO CHE SE NON E' SINCERA CE NE ANCHE PER
LEI, UN ALTRO ANNO COSI E' NON CI SAREBBE RIMASTO PIU' NIENTE DA
RECUPERARE, SAI NICOLETTA HA ANCORA L'ARDIRE DI CHIEDERE
ADESSO A LUISA, E' NON SOLO, CONTINUA AD ANDARE DA PAOLETTA A
FARSI UNA PASSEGGIATA E' PARLANDO CON LEI SCREDITA A LUISA COME
SE NON CONTA NIENTE. PROPRIO IERI SERA LUISA CHE E' VENUTA CON I
SUOI FIGLI MI HA DETTO CHE COME VEDE A NICOLETTA GLI DIRA' CHE
NON SI DEVE PERMETTERE PIU' DI PASSARE DA PAOLETTA. E' TUTTA UNA
SUA TATTICA PER FAR SI CHE PAOLETTA SE NE FREGHI PURE LEI DI LUISA
E' IN QUESTO CASO ANCHE DI ME, E' COSI LE LORO BRAVATE NON

c4-1
VENGONO A GALLA PER COME GIORNALMENTE SPUNTANO FUORI. DA ME
PERO' NON CI VIENE. PER ORA LUISA STA CERCANDO DI RISALIRE A TUTTO
PER POI FARGLI PASSARE QUESTA ARIA DI PRESUNZIONE E VEDERE CHI DI
NOI DEVE DELLE SCUSE. SI SPALLEGGIAVANO ZITTI ZITTI A VICENDA,
SUCCHIANDOMI VIVA, VERGOGNA. AMORE MIO COME HAI SEMPRE
SOSTENUTO TU, LA VERITA' VIENE SEMPRE A GALLA. CI STO MALE, MA LA
COLPA LA DO A ME STESSA. [...] f&$$&khi-@55)

LE ACQUISIZIONI DEL 23/01/2007


I1 23/01/2007, il mafioso MADONIA Salvatore rispondeva alla lettera della
8 moglie di cui al precedente paragrafo. Cosi come con riferimento a quest'ultima lettera,
anche per quella in esame non occorrono particolari commenti, ritenendosi sufficiente
evidenziare che il MADONIA riferisce alla consorte di curare i propri interessi, e di
riferire al cugino PIZZO Pietro di accettare la decisione senza creare ulteriori problemi.
Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l MI RATTRISTA TANTO LEGGERE QUESTI SCREZI CON TUA
CUGINA PIANGERE SUL LATTE VERSATO NON E' LA STRADA MIGLIORE,
SPERO E MI AUGURO TUTTO QUESTO POSSA SERVIRE DI INSEGNAMENTO,
C'E' UN PROVERBIO CHE DICE, E' BELLO AVERE FIDUCIA, MA MEGLIO NON
AVERLA E GURDARSI I PROPRI INTERESSI, ALTRIMENTI; SUCCEDE QUELLO
CHE E' SUCCESSO A TE. QUELLO CHE NON CAPISCO IL SUO
ATTEGGIAMENTO, VORREI CAPIRE PERCHE' CONTINUA AD ANDARE DA
PAOLETTA, NON GLI BASTA TUTTO QUELLO CHE HA COMBINATO,
PERSEVERA, DI ALLA TUA CARA CUGINETTA DI STARSENE A CASA
PERCHE' SIAMO STUFI MI ACCORGO SEMPRE DI PIU' CHE NON ESISTE
ROSSORE E RISPETTO, QUASI QUASI GLI DEVI CHIEDERE SCUSA, CHE
SCHIFO. MI AUGURO LUISA POSSA FARE UN P 0 DI CHIAREZZA, SE NON E'
GIA' TROPPO TARDI, CIO' CHE MI FA RABBRIVIDIRE PAOLETTA CHE NON
CAPISCE IL DANNO CHE SI FA, E' POSSIBILE CHE SI DIVENTI COSI NULLITA'?
CAMBIO ARGOMENTO ALTRIMENTI MI RATTRISTA PIU' DI QUANTO LO SIA
GIA', VEDITELA TU CON TUA CUGINA, COME MINIMO DIGLI CHE TI LASCI IN
LE A CQUISIZIONI DEL 26/01/200 7.
11 26/01/2007, alle ore 1656, ARIOLO Sergio telefonava a LO VERDE
Massimiliano. Quest'ultimo lo informava che, sebbene i documenti erano pronti ed il
commercialista avesse già parlato con AIELLO Giovanna, tuttavia non era possibile
incontrare Gianpaolo perchè aveva la febbre. Compresa la situazione, ARIOLO Sergio
suggeriva di spostare tutto al lunedì successivo (2910112007). Restavano d'intesa che
*., x & C?*

comunque si sarebbero visti l'indomani mattina. f&m.$&~X&l$)


C,, h%*.

[e. .l
MASSIMILIANO: Ehi Sergio
SERGIO: Ehi Massimo
MASSIMILIANO: ... allora
ciao, senti una cosa i documenti per essere
sono tutti pronti, però GIAMPAOLO è con la febbre ...
SERGIO: ah si?
MASSIMILIANO: si!
SERGIO: e allora ... ah sono tutti pronti i documenti?
MASSIMILIANO: i documenti si, sono tutti pronti ... il commercialista ha
parlato con la signora Giovanna ... quindi che facciamo ...p erò GIAMPAOLO non ...
SERGIO: e ... lo facciamo ...
MASSIMILIANO: è più sotto le coperte che fuori ...
SERGIO: lo facciamo Lunedì?
MASSIMILIANO: facciamo lunedi allora ...
SERGIO: uhm ... va bene
MASSIMILIANO: va bene
SERGIO: va bene allora chiamo Danilo ...va bene
MASSIMILIANO: si ...senti una cosa t u ... tu sei a Palermo?
SERGIO: no, in questo istante sto portando i cuccioli dal veterinario ...
MASSIMILIANO: no, no, no ora dico ... tardo pomeriggio verso le sette e
mezzo, anche verso le otto ...

*
SERGIO: eh ... perché Massimi ...
MASSIMILIANO: per vederci un attimo ...
SERGIO: e passo io ... appena ho due minuti passo io ...
MASSIMILIANO: io non sono al negozio perché io ora ho lezioni di
Inglese commerciale ... e quindi fino alle sette e mezzo io sono impegnato, non ci
sono ...
SERGIO: e allora ci sentiamo poi più tardi Massimo ...
MASSIMILIANO: va bene, va bene, va bene, okay ciao ...
SERGIO: o domani mattino ...

643
MASSIMILIANO: ci vediamo domani mattina, allora ...domani mattina

[.. .l

LE ACQUISIZIONI DEL 28/01/200 7


Il 28/01/2007, MADONIA Salvatore scriveva alla moglie. Nel corso della
lettera il mafioso auspicava:
- una migliore gestione del Bar, dopo l'intervento dell'ARIOL0 Sergio;
- l'allontanamento definitivo del PIZZO Pietro senza che questi creasse
ulteriori problemi.
Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l SPERO LUISA SIA RIUSCITA A FARE UN P 0 DI CHIAREZZA
RIPORTANDO UN P 0 DI SERENITA' QUELLO CHE E' FONDAMENTALE CHE
NON SI FACCIANO GLI ERRORI COMMESSI, ED ABBIANO CON PAOLETTA
UNA CORRETTA CONTABILITA', PER VEDERE LE COSE CHE NON SONO
ANDATE E NON VANNO, PER VEDERE QUALE E' LA COSA PW' GIUSTA DA
FARE. SPERO NICOLETTA ABBIA SMESSO DI FARE LA RAGAZZINA VIZIATA
ED ABBIA CAPITO I SUOI ERRORI, E NON SI INTROMETTA PIU' IN COSE CHE
NON LA RIGUARDINO, E TI LASCI M PACE. [...]
*PI.$R -q@)

Nella stessa data, alle ore 11:26, all'intemo dell'autovettura Citroen C1 in uso
a DI TRAPANI Maria Angela, veniva intercettata una conversazione tra la stessa e lo
zio DI TRAPANI Michele. Fagi@g$+)
Nel dialogo che segue, tra l'altro, veniva toccato l'argomento della gestione del
bar Sofia. La donna, infatti, notiziava lo zio del comportamento del PIZZO Pietro e dei
debiti che erano stati contratti, 11 DI TRAPANI Michele, invece, suggeriva alla nipote
di stare attenta alla moglie di Giampaolo (AIELLO Giovanna), la quale avrebbe
potuto denunciare il tutto alle forze de11 0rdine perché all'intemo del Bar non voleva più
7

nessun dipendente.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
Maria A: .... lui che cosa va appatta ... (ndr:a sistemare)... quello t u IO
sai,..che lui è qua...
Zio Michele: lui chi?
Maria A: Piero!
Zio Michele: la se ne va?
Maria A: si ... incompr... ieri ho visto la sua macchina posteggiata là...
Zio Michele: e non ci e andato?
Maria A: ma no che si mette dietro la cassa .... no...incompr... non IO
so ... e quando dopo ...incompr......zio Michele ... si è andato a comprare le
seco...prime case ... da Danilo (o simile)... Danilo... a parte le cose che t i piacciono
devono risultare... noi senza guardare questi conti crè un ammanco di qualche
settantamila euro senza vedere sol... qualcosa ...incompr...fammi parlare a me... se
viene la finanza mi consuma... cioè tu batti come si dice... loro battono se non sei...
Zio Michele: ... riscontro!...
Maria A: si il riscontro anche se è sotto di settantamila euro ... mi
capisce cosa ti vocio dire?... No... queste cose ...incompr... le cose che ...incompr...
(ndr: collegamento disturbato)... come è finita con quella situazione ...incompr...
quanto mi devi dare... senti?......incompr......incompr... li sotto ...incompr... quello che
vuoi fare tu... per farti i conti... tu devi chiedere soldi... fare... ma gli altri ... devi
chiedere a chi sa tu... e lui è rimasto ... pero vedi gli ho risposto subito ... al sotto di
centocinquanta ...!
Zio Michele: qualche giorno che sento ...incompr...(ndr: si sovrappongono
le voci)...
Maria A: eh!
Zio Michele: la prossima volta ... incompr... non ne parliamo più
...incompr... ora li trovando lo sbanco ...incompr...
Maria A: ...incompr... (ndr: bassa voce ed inoltre la voce del
bambino)....
Zio Michele: ...incompr... le cose vanno a lievitare...hai capito?
Maria A: si ma li sono cosi... perché cre il piano regolatore ...
Zio Michele: ...incompr...
Maria A: approvato...
Zio Michele: perciò lì ...incompr... e settantacinque ...incompr... lo hai
capito ?
Maria A: ...incompr... (ndr: bassa voce ed inoltre la voce del
bambino)....
Zio Michele: facci fare il discorso allo zio Michele ...incompr... (ndr: bassa
voce ed inoltre la voce del bambino).... Mi segui Maria A?...
Maria A: va be l'ho capito?...
Zio Michele: ohm!...ma non nella altre ...incompr... devono fare i passi falsi
con le cose nostre...incompr... (ndr: la voce del bambino Francesco copre la
conversazione)... Cicciù... (ndr: rivolto al bambino)... per adesso...
Maria A: e quello lo sai che cosa gli ha detto me lo completi... ma io dal
consulente non ci sono andata mai... non è una cosa che competevano me...
Zio Michele: t i faccio vedere Maria An...
Maria A: ...incompr... (pausa)... incompr...
Zio Michele: ...incompr...
Maria A: ...incompr... ma perché gliela può raccontare la verità a sua
suocera? Gliela può raccontare?... Non gliela può raccontare!
Zio Michele: ma perché?
Maria A: i fornitori... i fornitori... gli si devono dare a tutti i soldi... allora
prima che si facessero il giro...
Zio Michele: Francesco...(ndr: rivolto al bambino)...
Maria A: hanno preso le fatture ... hanno guardato le fatture... sono
convinti... dal giorno che hanno restituito ...incompr... tutte... i fornitori sono
rincarati ... cinquecento euro... quattrocento euro in più... seicento euro... zio Miche
ancora se li devono contare i conti! Aspetto ...incompr... quello che si è preso i
soldi... e lui lo sai che ha detto?... Perché io ...incompr,. e allora che cazzo ci
...incompr... ma lui ... perché m i venite a prendere a me in giro... mi
capisci?...incompr... ora lo sai che cosa gli ho detto a Sergio... siccome è così inutile
che... di fatti lui ...incompr... è lei prende... lei... lui prende pi luocca a sua moglie e
alla zia Ina...ma perché la verità non gliela può raccontare hai capito?...Prende e gli
fa dice... non dice io per ora sono cosi perché mi dava ...incompr... dimmi...dimmi che
cosa ne -prendi da questa cosa...perché non so come... mi capisci?...nel consulente
non ci andavo io ...(n dr: si sovrappongono le voci)...
Zio Michele: fagliela sbrigare a Pietro che lui è capace... (ndr: si
sovrappongono le voci)...
Maria A: dal commercialista non ci andavo io... (ndr: si sovrappongono
le voci)...
Zio Michele: Pietro a portarla a compimento...(ndr: si sovrappongono le
voci)...
Maria A: i conti non li ... incompr... e che ne so... dico...dico i conti non li
facevo io?...Scusami allora tu perchè prendevi per culo a me!
Zio Michele: ma tu....
Maria A: per questi due anni che mi sono...incompr. ..
Zio Michele: ...incompr...
Maria A: tutto ...incompr... io ho tutto io in mano...
Zio Michele: ...la Generale...
Maria A: lui non ne ha colpe.
646
Zio Michele: la... Generale quando ha parlato...
Maria A: lui e nel sicuro...
Zio Michele: che ha parlato che io sono uscito pazzo! Su tante
cose...incompr...
Maria A: cosa ?
Zio Michele: ci stavo andando per dirgli per portagli qualche
cosa...Giovanni aveva I'obbligo di settimana in settimana... fare i conti e mese per
mese fare il bilancio generale... il momento in cui ci andava sotto... lei aveva
I'obbligo di andare da Maria Angela e dire... Maria Angela qua io non ci vedo chiaro
con questa situazione io non me la sento di andare avanti...
Maria A: ...incompr... fare niente Salvo si sentiva con Nino... (si
sovrappongono le voci)...
Zio Michele: scusami non me la sento di andare avanti ... e ti trovi... e
c'era gente che lo sapeva e ti...incompr... per fare niente... non all'ultimo gli dici...
ormai sono passati tre anni e C* un costo non indifferente...
Maria A: vedi che lo volevano fare gia due anni fa... pero ... gli ho detto
Piero qui non si può andare... Salvo ha detto che deve dare suo fra...no... manca una
...incompr... che va ...incompr... almeno ...incompr...
Zio Michele: no...incompr......incompr...
Maria A: no...
Zio Michele: non t i devo dare niente...incompr...
Maria A: no...
Zio Michele: non t i devo dare niente .... li ha lui li ha...
Maria A: si...incompr...(ndr: a bassissima voce)...
Zio Michele: si... glielo dice spaventandolo.:: -- . ."
Maria A: a lei gli racconta le bugie che sua madre gli deve...(ndr: si
sovrappongono le voci)...
Zio Michele: v z
la in caserma ...incompr...
Maria A: chi?
Zio Michele: lei ... la moglie ...

*
Maria A: chi e?... La moalie di chi?
Zio Michele: di Giam~aoio!
Maria A: c n
Zio Michele: mali discorsi c'erano... non vuole a nessuno là dentro.. .
* a ...
Maria A: a vicenda... si facevano si tengono...
Zio Michele: a vicenda...
Maria A: perché ci va ogni giorno secondo te?... Andiamo... tu
dire perchè gira e rigira è là!
647
Zio Michele: ...incompr...
Maria A: perché lui vuole sentire da Giampaolo hai capito?... E lui fa il
doppio giochista ... lo hai capito secondo me?... Lui fa il doppio giochista... lo sa che
cosa gli ha detto?...L'altra volta ha incontrato a Sergio ... ed a Sergio gli
fa...incompr... e Sergio se lo porto fuori... ehi... che fai? ... E lui ci fa... gli ha detto dice
no sono venuto per fare i conti ... e se ne è ...incompr... ritorna...incompr... di notte...
...incompr... ma che faceva lui?... ...incompr... dice no faceva ...incompr... Piero.
...incompr...(ndr: parte disturbata)... visto dice come l'ho preso?... L'ho preso per un
braccio e l'ho portato fuori!... Gli fa capire che a Giampaolo ... mi capisci?...Di
screditare a lui... di screditare a Sergio lo capisci che signi... che cosa ti voglio dire?
...incompr...
Zio Michele: ...mille e ottocento euro...
Maria A: ...incompr...
Zio Michele: ...incompr... sembra che fanno l'appuntamento...
Maria A: e lei c'è ...incompr...
Zio Michele: ma che... si è trovata a cambiare... di qua hanno parlato con
uno per farmelo cambiare...
Maria A: ...incompr...
Zio Michele: ...incompr...
Maria A: ma tu che sai i discorsi non gli avresti messo a ...incompr...
(pausa)...
Zio Michele: ma... duecentoduemila e seicento euro inclusi...(pausa)...
...incompr... lui ...incompr... non ce ne paga... e ...incompr... richiamarlo a
questo...incompr... mi informo così chiudiamo a tutti...
..- . .. .. Maria A: ...si però è la stessa cosa dicono che quella se ne vuole
61 andare là... dimmi una persona onesta minchia non dovrebbe dirlo immediatamente
una cosa del genere...
Zio Michele: chiuso è ... andiamo... però senza dire niente che io te lo sto
dicendo ... figlia mia... perché ...incompr... a te....(si sovrappongono le voci)...
Maria A: ...incompr... in famiglia queste cose in famiglia perche in
famiglia...ma che fa scherzi?
Zio Michele: te lo sto dicendo a te...
Maria A: ci vai e lo fa apposta... per... a farci capire che di quello non si
deve spaventare di Sergio... mi capisci?... Hai capito perché quello ancora non
quaglia?...E Sergio non lo capisce gli dico vedi che tu non quagli... non quaglierai
mai... perché lui non ha paura non ha stima... e Sergio che ci vuole andare con le
buone a quello che si apre che ...incompr... per farsi vedere che è tutto amichevole...
mi capisci? ... Lui va a fare la contro ribattuta perché non può capire le cose
...incompr... allora tipo che gli fa la scorta a quello ... mi capisci? Che non si deve
spaventare... zio Miche ascoltami a me che è così!... Per cui è lo s$sso fatto che
quello se ne va e gli fa a Giampaolo... lo hai visto come... lo hai visto come se ne e
andato... me lo sono portato per un braccio esci di qua... andiamo... che cosa t i...
significa tutta ...incompr...
Z i o Michele: poi figlia mia ti vai a trovare sempre tu in queste imbrogli
...incompr... (si sovrappongono le voci)...
Maria A: ...incompr... basta da ora in poi basta sarò tinta...ancora
...incompr... non devo avere più cura ... mio marito me lo ha detto...
Z i o Michele: ...(ndr: risata)...
Maria A: t i spacco la testa dice da ora in poi quando si presenta
qualcuno...incompr...
[...I
Z i o Michele: qualsiasi cosa allo zio Michele!... allo zio Michele...
Maria A: ...incompr... non lo
per ora non ne voglio posso dire... perché
lui ha detto ...incompr... si perdono tutte le cose ...incompr...
Zio Michele: tu la spesa ti devi comprare...punto ...
Maria A: ...infatti...
...incompr... a momenti manda ...incompr...
Z i o Michele: poi altri discorsi
devo andare a fare l 'atto il compromesso... mi segui?... ...(ndr: si sovrappone la voce
del bambino Francesco che chiama la madre)... mi hai capito che deve venire con i
soldi?... o no?...

[...l

LE A CQUISIZIONI DEL 08/02/20iT7. '


. ..
In data 08/02/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava presso la Casa Circondariale di
L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto.
Di detta conversazione appare opportuno sottolineare, tra l'altro, uno scambio di battute tra i
coniugi dal quale emerge chiaramente un loro pregresso intervento economico-finanziario per ripianare un
debito del bar, verosimilmente riferito al pagamento della fornitura del caffe. Per il resto la chiarezza sia
della qualità audio che del contenuto è sufficiente,ancora una volta, per dimostrare la reale proprietà del
Bar Sofia.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

[---l
SALVATORE: ...
LUISA
M. ANGELA: ah! ... LUISA ... ieri la bile mortale! ... lo sai che ieri ... sa ...
no ... già tutte le cose (mima degli scritti, ndr) sono portati dal consulente ...
1
SALVATORE: voglio morire con una co...
M. ANGELA: lo sai cosa gli ha detto ieri, LUI? ...
SALVATORE: chi, NICOLETTA?
M. ANGELA: PAOLETTA .,, no ... lasciala stare che QUELLA non c'e più!
,..
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: PAOLETTA ... LUISA gli fa ... mi devi dire una cosa ... qua
di chi e? ... ... MIO! ... come?! ... MIO! ... si, MIO! ... dice ... tu sei un so ... TU eri
un ... TU sei in più! ,.. perche e SUO! ... viene da me ... fa ... dice ... che devo
fare? ... dice ... perchè ... SUA MOGLIE ... ora lo sai cosa mi ha detto? ... dice ...
che deve parlare, per ogni cosa, SUA MOGLIE! ... perche L U I si mette con la faccia
di bacchettone e SUA MOGLIE fa la tardarida ... gli ho detto ... e TU mi ci fai
vedere a ME! ... I O , a momenti ieri, mi prendevo un coso ... te lo giuro già ero ...
ero pazza! ... e ci andavo ... e gli dovevo ... ero decisa! ... te lo giuro SALVO ...
ormai sono decisa! ... perchè ne ho da tutti i lati!
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... e vedendo che non ... siamo sempre succubi ... ci stanno
mangiando ...
SALVATORE: la colpa ... la colpa ...
M. ANGELA: ... mi stanno mangiando viva! (porta le mani al capo, ndr) .:
viva il cervello!
SALVATORE: ... la colpa ...
M. ANGELA: ... a momenti mi viene qualche ictus, come M I O PADRE ...
ed I O muoio! ... te lo fiuro! ... perche ... giornalmente!
SALVATORE: ma la colpa di chi e?
M. ANGELA: giornalmente! ... no, perchè vogliono che siamo stati ...
stiamo diventando succubi!... perche se non si fa mai niente ... capito?! -..,eh! ... e
siamo sempre ... buonismo! ... buonismo a destra e buonismo a sinistra! ... succube
... e mi stanno mangiando il cervello, la vita e tutto, ormai! ... finito ... gli fa così a
LUISA ... I O , una pazza! ... ci va MARIA ... e gli fa ... vieni qua ... dice ... ma
perche gli hai detto, a LUISA, così? ... MARIA, che sa tutto, ha incominciato ... ah!
... no ... ma I O (inteso PAOLETTA, ... li e di SALVO! ... ah, lo sai!? ... ma I O
ndr)
... dice ... a ME non me lo aveva detto mai nessuno ... non te lo aveva detto mai
nessuno?! ... e quando, dice, hai chiuso la prima volta, chi è stato ... ?! ... ah! ...
eh!... eh! ... ma I O è perchè mi spaventavo! ... ah! ... ma tutte le cose sono a ME!
... eh! ... tutti le abbiamo le cose, ma non ... di certo sono ... perchè sono a TE
(intestate, ndr) ... te l'ha regalata, AMALIA ?! ... si ... ah! ... che presentami a ME
... gli dice ... la chiamiamo e vediamo se te l'ha regalata?! ... dice ... oppure ti ...
no, no ... va bene ... si, si ... no, ma I O lo so ... I O lo so! ... e allora perchè gli hai
detto così?! . ,.
SALVATORE: ma ...
M. ANGELA: no! ... così! ... no, no, non viene a domandare a me! ...
perchè già ,QUELLA l'ha mandata a foglio quinta! ... sa che se la deve sbrigare da
sola!
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ... ti ricordi ... ma ... t i
ricordi, all'inizio, auando c'erano un sacco di debiti ... e ti ha detto ... dice ...
ma ... dice ... eh, eh, eh ... si devono ... ti ricordi auando è stato il fatto del
caffè? ... dice ... non ...
M. ANGELA: non glieli levammo tutti NOIALTRI (i debiti, ndr)?
SALVATORE: e che ...scusami un minuto ...
M. ANGELA: tutti NOIALTRI alieli levammo! ... e MA ... MARIA, ieri,
aliel'ha detto! ... L E I è morta! ... ah! ... vero, vero! ... ah! ... vero?!
SALVATORE: cioè se ... (tossisce, ndr)
M. ANGELA: ... a chi ti PAROLA INCOMPRENSIBILE?
SALVATORE: cioè ... per capire quello che vogliono fare!
M. ANGELA: ... no, lo so ... lo so ... che è con L U I (indica il marito, ndr)
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE
M. ANGELA: ... però mi pareva che era metà e metà! ... no, dice! ... il tuo
venticinque (per cento, ndr) ... è soltanto per lavorare! ... e basta!
SALVATORE: MARIA ANGELA, basta, basta! ... dobbiamo avere
pazienza, che cosa ... che fai ...
M. ANGELA: lo so, sangue mio ... però ...
SALVATORE: pazienza dobbiamo avere! ... però ... quello che ti
prego ... a dire ... arrivare ad un punto ... desidero sapere ... che fa? ... cioe ... se
non fa niente, sangue mio, che ... allora dobbiamo andare appresso a QUESTI?! ...
M. ANGELA-: fa, fa ... fa! .... che perchè non se ne vuole andare?! ... perchè
fa! ... mi è venuta l'altra volta NICOLETTA ... ai primi di febbraio! ... la settimana
scorsa! ... con sua ... con NICOLETTA ... tutti e due! ... NICOLETTA con ...
SALVATORE: ah! ... ora vengono?
M. ANGELA: ora sono venuti! ... e mi fa ... eh ... eh ... eh ... come sono le
cose? ... come ... che ... dimmi ... come ... come vanno le cose ... come ... che
novità ci sono? ... scusami che dici?! ... I O con educazione, c'era pure M I A MADRE
dentro! ... che dici, scusa?! ... come vanno le cose?! ... gli ho detto ... come vanno,
cosa?! ... ha questa cosa di presunzione, cosi! ... come vanno le cose, dice ... m a ...
te lo devo dire I O a TE come vanno le cose?! ... I O sono qua perchè I O avanzo i
soldi di M I O COGNATO, di qua ... di la ... si?! ... e t i stanno venendo ora quelli di
TUO COGNATO?! ... mi portavi i conti, prima ... fino a quando I O non avrò tutti i
conti in mano ... I O non ho niente da dare a nessuno! ... me li hai lasciati? ... no! ...
me li hai fatti i conti? ... eh ... ma I O ... no ... I O li voglio ora ... perchè me ne sono
andato! ... ah! ... li vuoi ora!? ... senti qua ... fino a quando non ci saranno i conti in
mano ... e non vedrò tutto ... dalla A alla Z ... non c'è niente per nessuno! ... gli ho
detto ... perchè I O ... se c'è una lira da dare ... la darò! ... perchè da cristiano non
mi sono mangiata mai niente! ... a ME mi hanno mangiato vivo! ... senza dirgli m i
hai mangiato vivo ... I O ancora non l'accuso, a LEI! ... NICOLETTA che faceva ...
lo SO ... a TE t i stanno raccontando un sacco di bugie, su di LUI! ... no, a ME
nessuno racconta niente! .,. è soltanto per il suo comportamento! ... che M I O
MARITO ha chiesto una ... una domanda! ... e I O ! ... e non l'ha fatto! ... e che ha
fatto?! ... alla fine che ha fatto?! ,.. ha ammazzato a qualcuno?! ... gli ho detto ...
mizzica, no! ... ho detto ... ma questa non e mancanza?! ... I O ho riposto la mia
fiducia, su di L U I ... ed ora L U I mi dice a ME ... non li facevo I O i conti! ... e perche
non li voleva fare fare nemmeno agli altri?! ...
SALVATORE: vabbe ... pe ... perchè ... t i ho detto sempre ... chi
arrivava prima ...
M. ANGELA: ... senza ... eh! .,. I O non gleil'ho detto, perche ... LUISA mi
ha detto ... non li scannaliare ...
SALVATORE: ma MARIA ANGELA
M. ANGELA: perche si sta ... per ora ... con ... con ... si accusano ... a
vicenda! ... come I O ... dice ... ho tutto in mano (indica uno scritto, ndr) ... perchè
già hanno portato tutte le cose da un altro ... consulente ... dice ... ora ... tutto! ...
e già QUELLO va vedendo! ... dice ... come ho tutto in mano ... poi gli dico ...
venite qua tutti e due! ... insieme! ... accanto! ...
SALVATORE: (annuisce, ndr) ... dove sono queste come si
chiamano?!
M. ANGELA: dove sono queste cose?!
SALVATORE: va bene!
M-.-ANGELA: ... e poi gli dico ... dammi il foglio tuo ... di TUO COGNATO!
@ ... e glielo strappo tutto in faccia! ...
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: ... dammi quelli di TUA MADRE! ... che SUA MADRE ...
prima diciannove ... poi dodici ... perche glieli dava ogni ... in questi anni ... per
mettere la benzina e per scendere ... e venire a fare i favoritismi a ME! ... ah! ...
cosi e finita?! ... vuoi chieste pure le scuse, da me?! ... si! ... I O a tua disposizione,
qua sono stato! ... avete voluto il sangue da me ... ed ora ...
SALVATORE: (sorride, ndr)
M. ANGELA: ... gli ho detto ... sai ... sono stata, in tutti questi anni ...
mortificata! ... che M I O MARITO mi diceva di dirvi le cose ... ed I O mi sentivo
mortificata al posto vostro! ... ed ora TU stai dimostrando ... con queste parole che
hai detto ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... speria ...
M. ANGELA: ... ora I O te li faccio venire tutti qua i cristiani! ... gli ho detto
... va bene! ...
SALVATORE: ... speriamo ...
M. ANGELA: ... ora, ora ... chiamo ora!
SALVATORE: ... spero ... che l'esempio ...
M. ANGELA: ... l'ha ripetuto per la quarta volta ... gli ho detto ... scendi da
questa casa! ... mi devi fare la cortesia ... con educazione ...
SALVATORE: ... questo ... penso e spero che ... si faccia ...
esempio!
M. ANGELA: la ZIA LILIANA nemmeno va da MAMMA! ... MAMMA ha
detto ... pero ... non ... non fanno discorsi! ...
SALVATORE: esempio!
M. ANGELA: MAMMA ... gli ho detto ... fai finta che non sai niente! ... ma
gliel'ho detto ... gli ho detto ... con gratitudine!
SALVATORE: ... ma non que ... gli devi dire ... ma ... perche?! ...
hai questa abitudine, sangue mio, deve dire ... ma che ne prendi TU ... e senti ...
LEI che ... ma che cosa ne prendi TU (rif, ZIA LILIANA, ndr) ... e senti ... ma che
ne ... LEI le deve dire, TUA MADRE, le deve dire ... ma che cosa ne prendi di TUO
GENERO?! ... fa questi discorsi ...
M. ANGELA: no, meglio che MAMMA non le dice niente, perchè QUELLA e
avvelenata!
SALVATORE: ma I O te lo dicevo da prima!
M. ANGELA: quando è stato, non ci ho parlato ,...non gliel'ho detto con
calma ... ZIA LILIA' ... ma t i sembra giusto, così!? ... ma non si è preso ... no! ...
perche?! ... chi lo accusa che si e preso cose?! ... ma ... le ho detto ... guarda quello
che c'e?! ... non porta conti! ... non possiamo ... ed I O ... le ho detto ... dopo che
ho dato la sua ... la mia fiducia ... le ho detto ... ma ... ed ora fa così! ... mha! ... le

8 ho detto ... ed è finita! ... ora basta, fine!


SALVATORE: ma I O me lo immagginavo! ... sangue mio ... questo
significa che, praticamente, ognuno di NOIALTRI ... cioè ... amici ... si, bello ...
pero ... dividere! ... cioè, nel senso di di ... quelli ... eh ...
M. ANGELA: guarda ... sangue mio ...
SALVATORE: ... perchè fanno perdere la vista degli occhi!
M. ANGELA: no SA ... che t i voglio dire ... ormai è uno ... dove TU t i giri
giri ... è uno schifo!
SALVATORE: si, ma ...
M. ANGELA: schifo dappertutto!
SALVATORE: ma ... dico ... non è un discorso di girarsi! ... cioè ...
non si è perso troppo tempo?!
M. ANGELA: si, si, si
SALVATORE: se quello che si ... ed I O t i dico ... si e perso troppo
tempo ?

ir 654
M. ANGELA: si, per il mio buonismo! ... e per questo ora ... vedi?! ... TU
dici ... ma, ora cominci da quello che di tuo pa... siccome mi sono fatta sempre in
quattro ... mi sono avvelenata sempre la vita per gli altri ... per tutti ...
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
ma non e servito a niente! .., ma .., quattro ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: permetti ... mi sono avve ... mi sono messa ... pure per
questa cosa?! ... ora, permetti che I O guardo ... salvaguardo MIO FIGLIO?!
SALVATORE: MARIA ANGELA ... MARIA ANGELA vedi che t i sto
dicendo ...
M. ANGELA: ... dici ... sono le M I E SORELLE ... si! ... I O in prima
persona ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ...p erchè LORO fanno che si stanno sempre ferme e mute ...
però la tinta sono sempre I O ! ... perchè poi fanno i fa ... quando ci va ... tipo ... la
Z I A LINA ... o la Z I A SARA ... e ma TU ... eh ... eh ... eh ... si sentono cosi!
SALVATORE: MARIA ANGELA, ma te l'ho detto I O ! ...
M. ANGELA: ... I O non ne tengo piedi in quattro sca ... scaffe!
SALVATORE: MARIA ANGELA, ma te l'ho detto I O ! ...
M. ANGELA: ho difeso sempre la mia famiglia!
SALVATORE: ma I O te l'ho detto I O ! ... l'atteggiamento che hanno
avuto, sempre!
M. ANGELA: e sono tinta per difendere la mia famiglia!
SALVATORE: ... l'atteggiamento che hanno avuto sempre, te l'ho
detto ... e TU mi hai detto ... no ... M I A SORELLA ... M I A SORELLA ... eh! ...
questo ....
M. ANGELA: eh ... LORO difendono ... però standosi mute! ... e siccome
ora mi sono fatta avanti I O e MARIA l'ha fatto per ME e per il bambino ... me l'ha
detto chiaro!
SALVATORE: ma ... scusa ... TU litigavi ... litigavi con SARA ... e
poi t i venivano ... lo sai ... QUESTO ... sa ... perciò ... LORO mangiavano insieme
... quando è stato di MAMMA che non l'hanno invitata a mangiare ... e LORO se la
sono invitata! ... cioè ...
M. ANGELA: ... è che gli faceva comodo, pure!
SALVATORE: ah! ... comodo, è?!
M. ANGELA: eh! ... ti sto dicendo ... I O non sono cosi! ... ora I O ho deciso
che d'ora in poi devo salvaguardare il ... M I O FIGLIO! ... e basta!
SALVATORE: spero che possa servire da esempio!
M. ANGELA: no, incominciare da qua! ... M I O PADRE mi ha aperto questa
strada?! ... eh! ... MARIA me l'ha fatto .per .patto! ... f
SALVATORE: MARIA ANGELA ... ma ... ma ...
M. ANGELA: . .. a patto che è del bambino!
SALVATORE: ascoltami un minuto ... cioè ... per ora ... LORO si
prendono qualcosa? (mima il gesto usualmente utilizzato per indicare l'atto del
mangiare, ndr)
M. ANGELA: di dove?
SALVATORE: PAOLETTA! ... tutti e due ...
M. ANGELA: PAOLETTA! ...
SALVATORE: si
M. ANGELA: ... c'è LEI! .,. mi ha dato ... (abbassa il tono della voce, ndr)
... cinquecento euro! ... ora ,.. la settimana scorsa e questa settimana!
SALVATORE: ah!
M. ANGELA: ... manco metà e metà ... pure ... se n'è presi di più! ...
INCOMPRENSIBILE ...
SALVATORE: si ma ... scusa ... se si fanno i conti ... poi gli viene più
difficile!
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: gli viene più difficile ...
M.ANGELA: ... quello che gli ho detto ... ... subito,
dobbiamo
immediatamente, vedere! ... dice ... finchè non c'e tutto dal consulente ... dice ...
piano piano! ... perchè ogni volta ce ne manca una! ... dice ... tutto devo vedere!
SALVATORE: va bene! ... lo ringrazi, lo saluti a ...
M. ANGELA: tutto devo vedere! ... dice MA ... ieri mi ha detto questo ...
dice ... MARIA' ... dice .,. mi fanno ... se se ne va ... dice ... mi consumano dice ...
tutto quello che ho!
SALVATORE: ... prima che me lo dimentico! ... CICCIO ... ( si

C3 rivolge al figlio, ndr)

LE ACQUISIZIONI DEL 20/02/2007.


I1 20/02/2007, alle ore 13:49, LO VERDE Massimiliano telefonava a tale
Elena, alla quale chiedeva come fosse andata la prima giornata di lavoro e come si
erano comportati la signora e Giarnpaolo. Massimiliano si raccomanda di far funzionare
la cassa e di emettere tutti gli scontrini.
[.--l
ELENA: Pronto..
MASSIMILIANO: Elena..!
ELENA: Hei Massi...
MASSIMILIANO: Io sono, ciao dove sei?
ELENA: Ora a casa
MASSIMILIANO: Come e andata la prima mezza giornata?
ELENA: No bene tutto a posto...
MASSIMILIANO: La signora? ( AIELLO Giovanna ndr)
ELENA: La signora.. .ti posso dire.. .e.. . è spuntata un'altra cosa
MASSIMILIANO: Come?
ELENA: No.. graziosissima! simpatica.. abbiamo parlato.. mi ha
aiutato, mi ha detto un paio di cose, no tranquillissima..
MASSIMILIANO: Ha detto qualcosa... ? atteggiamenti stravaganti!
ELENA: No.. assolutamente..
MASSIMILIANO: Tutto a posto giusto.. ?
ELENA: Si..si tutto a posto anzi mi ha detto.. fà..se è per me puoi
rimanere sino alle 4 anzi e per te almeno cosi t i...continui di più a fare
pratica...etc.. ect..
MASSIMILIANO: ...Mhu...
ELENA: Siccome ormai avevo detto a Rosario, che me ne andavo
all'una che mi aveva detto che mi accompagnava lui ...
MASSIMILIANO: Va bene..
ELENA: Capirai,. .gli ho detto.. .ormai.. si.. va ..be.. domani,. ( si
sovrappongono le voci ndr)
MASSIMILIANO: ..ma dico lui.. Giampaolo..( CAMPO Giampaolo ndr)
come e...
ELENA: No tranquillo.. .ma Giampaolo c'e stato poco,perche durante
la mattinata e uscito un paio di volte.
MASSIMILIANO: Uhm ...ho capito..
ELENA: L'unica cosa che t i volevo dire ...il discorso che siccome t u mi
avevi detto.. vabbe...che comunque e una settimana di prova. .però..
MASSIMILIANO: . .he..
ELENA: I l discorso di mantenere il conto diciamo della cassa.. etc..ect
( viene interrotta ndr)
MASSIMILIANO: Vabbe.. naturalmente solo.. per.. il conto della
cassa.. .a me interessa per il momento che tu vedi che tutti i scontrini vengono
battuti..
ELENA: Assolutamente.. .li batto io..
MASSIMILIANO: Tutti.. .
ELENA: Tutti.. .
MASSIMILIANO: He..perfetto a me interessa questo che la cassa lavori
al 100% per 100%
ELENA: Si assolutamente.. .
MASSIMILIANO: He.he..per il momento t u non e che fai un orario tale..
che t i può permettere di. .fare il tuo conto..
ELENA: Uhm..Uhm..
MASSIMILIANO: A me per il momento in questa settimana mi interessa
( viene interrotto ndr)
ELENA: Vabbe. ..io meno male. ..seguivo. .capito con l'occhio perchè
siccome appena arrivavano carte da 50..100 euro.,. lei ( AIELLO Giovanna ndr)
subito le toglieva dalla cassa, le metteva nel cassetto e scriveva, capito? ...
MASSIMILIANO: ...He...
ELENA: E poi con l'occhio..capito,. .mi andava..ogni tanto l'occhio
.
dove scriveva.. quindi meno o male.. un pò di conti li ho seguiti. .però. .sempre
relativi.
MASSIMILIANO: Più o meno quanto si e fatto stamattina sino a quando
te ne se andata tu?
ELENA: No..no.. sino a mezzogiorno.. che e l'ultima volta che lei ha
scritto..! erano a 1100..1200 ( euro ndr) qualcosa del genere..
MASSIMILIANO: Che stronza che è stà signora ( AIELLO Giovanna ndr)
...! di incasso 1200 ( euro ndr)?
ELENA: Si.. scriveva i soldi che metteva dentro il cassetto e c'era
scritto ..p..p..per esempio a me nella cassa ci avevo ancora..100 euro..per..
esempio..
MASSIMILIANO: Però.. aspetta.. però.. comprensivo delle sigarette?
quelle che avete vendute?
ELENA: .
Si.. si
MASSIMILIANO: (incomp) comprensivo di sigarette a 1200 ( euro ndr)
ELENA: ...
Si si
MASSIMILIANO: Va bene. .perfetto.. ok..
ELENA: Capito.. he ...( viene interrotta ndr)
MASSIMILIANO: Dunque tutto a posto giusto?
ELENA: Si tutto a posto, mi ha detto poco di che..se da domani se
vuoi cominciare sino alle 4...
MASSIMILIANO: Uhm. .Uhm..
ELENA: ..He.. tutto il giorno alla cassa sono stata, lei non.. .si e messa
proprio nella cassa. .
MASSIMILIANO: Si.. siccome lei quando.. ti ha visto un po' ha fatto un
po' di musione ( scocciata ndr)
ELENA: Si infatti me ne ero accorta ...
MASSIMILIANO: He.. infatti, quindi io infatti t i avevo richiamato alle
11.00 per sapere più o meno.. .se c'erano stati problemi o altro
ELENA: No. .no non mi ha detto niente tranquilla
MASSIMILIANO: ..
Va bene. va bene. ..ok perfetto ciao Elena
ELENA: Ciao ciao Massi..
MASSIMILIANO: Ciao ciao.
[...l

La conversazione riportata è estremamente rilevante perchè consente di


comprendere le modalità mediante le quali è assicurato alla famiglia MADONIA il
controllo sulla gestione del bar dopo la nota riunione del 10 gennaio 2007 e la
conseguente estromissione dei coniugi PIZZO. Invero dalla stessa emerge che il duo
ARIOLO - LO VERDE aveva proceduto ad assumere la citata Elena - in relazione
alla cui assunzione si evidenzia che ricorrono tra la stessa diverse telefonate ed sms con
il LO VERDE Massimiliano di analogo tenore della conversazione commentata in
precedenza - alla quale veniva affidata la gestione della cassa al fine di controllare
l'operato dei coniugi CAMPO, si da avere una più chiara visione delle reali entrate.

LE ACQUISIZIONI DEL 22/02/2007.


A riprova del coinvolgimento di ARIOLO Sergio e LO VERDE
Massimiliano nella gestione diretta del Bar Sofia intervenivano 2 telefonate del
22/02/2007 entrambe intercettate sull'utenza in uso a LO VERDE Massimiliano.
Nella prima, alle ore 14:22, emerge che CAMPO Giampaolo informava
Massimiliano di avere ricevuto una telefonata da parte di quelli della SISAL che lo
v r sp:pd p-+?>* 'r
avevano minacciato di revocare subito la concessione. fm4gp:Elg)
[...l
MASSIMILIANO: Pronto?.. .
GIAMPAOLO: .
Ei Massimo. . stai pranzando ?. ..
MASSIMILIANO: Eh?...
GIAMPAOLO: ... t i ho disturbato?...
MASSIMILIANO: Non ti preoccupare... io ero a tavola... (si
sovrappongono le voci, ndr.). ..
GIAMPAOLO: ... dico.. .
MASSIMILIANO: ... io ora no... non sono materialmente ... sono a
tavola...
GIAMPAOLO: va bene.. .
MASSIMILIANO: però stavo pranzando... incompr.. .
GIAMPAOLO: dico passi di qua... che è successo una cosa... un
problema.. .
MASSIMILIANO: ..
che è successo?. incompr, ..
GIAMPAOLO: .
passi?... ha chiamato la SISAL.. ha chiamato la SISAL
e.. . hanno minacciato di togliermi la concessione immediatamente...
MASSIMILIANO: va bene e il tempo... io cosa ti avevo detto ieri...
evitiamo con tutti sti... ste cose mediche perche sono milanesi ma fessi no.. .
GIAMPAOLO: no io uno solo gliene ho mandato ... quello all'inizio. ..
poi quello non ce lo mandato quello che non.. .
MASSIMILIANO: va be... Gimpa diglielo.. . fammi finire di mangiare.. .
GIAMPAOLO: ... va bene...
MASSIMILIANO: devo. .. avvicino un attimo al negozio e poi vengo.. .
GIAMPAOLO: va bene...
MASSIMILIANO: ciao...
GIAMPAOLO: ciao ... ciao...
MASSIMILIANO: ciao.
[...l

Nella seconda, alle ore 15:40, sempre LO VERDE Massimiliano tentava di


informare ARIOLO Sergio della intenzione della SISAL di revocare la concessione.
ARIOLO lo interrompe salutandolo e facendogli capire che non intende discuterne per
2,,* .&e ,-., ,*hW >>V*"

telefono, sul presupposto del timore di essere intercettato. ($Q&@~&wM)~~o)


[...l
SERGIO: Pronto?
MASSIMILIANO: Sergio...
SERGIO: e Massimo.. .
-
MASSIMILIANO: e ciao come sei combinato?.. . -

SERGIO: Sei al negozio tu?...


MASSIMILIANO: io ora sto andando al negozio sono a... (si
sovrappongono le voci, ndr.). ..
SERGIO: ... allora ci vediamo la...
MASSIMILIANO: ... Cardi110 (o simile). .. un bordello sta succedendo
Sergio.. .
SERGIO: perche?
MASSIMILIANO: Eh te lo racconto appena arrivi dice che ha ricevuto
una telefonata dalla SISAL.. .
SERGIO: ciao... ciao...
MASSIMILIANO: ciao...
[..-l
LE ACQUISIZIONI DEL 06/03/2007 - LA RIUNIONE
I1 06/03/2007 alle ore 16:22, DI TRAPANI Maria Angela, si sfogava con la
suocera GELARDI Emanuela in ordine ai problemi che CAMPO Giampaolo e la
moglie AIELLO Giovanna le stavano arrecando al bar, con particolare riferimento ai
debiti contratti, all'intervento dello zio DI TRAPANI Michele, al fatto che AIELLO
Giovanna aveva cacciato un'impiegata - probabilmente la Elena prima indicata - alla
quale era stato demandato il compito di controllare il loro operato. Oltremodo
significativo è il commento della DI TRAPANI sul fatto che, a causa dei debiti contratti,
non vede neanche una lira. (WATO'ZII~)
A seguire il tratto di trascrizione di interesse.
[...l
MARIA A,: sto facendo bile mamma!
EMANUELA: e con chi?
MARIA A.: con Giampaolo!...
EMANUELA: con quel disgraziato di ...incompr...
MARIA A.: Giampaolo...
EMANUELA: Giampaolo... in questo momento non...
MARIA A,: no Giampaolo quello del bar...
EMANUELA: e perchè?
MARIA A,: perche sua moglie fa la caponazza ... che e lei la padrona.
EMANUELA: ...incompr... non posso capire ...incompr...
MARIA A.: e lei la padrona...
EMANUELA: a si... - .
i,2.

MARIA A.: è lei la padrona dice!


EMANUELA: che significa è lei...
MARIA A.: che la padrona è lei...fanno debiti e la padrona e lei!...
EMANUELA: e con...incompr... (ndr: si sovrappongono le voci)...
MARIA A.: e io non posso parlare per dire di...di...di fare niente mamma!
EMANUELA: eh... e ti mettono di malumore!
MARIA A.: a..ah... va be...
EMANUELA: quando puoi dice che gli dovevano ...incompr...
MARIA A. : ...incompr... (ndr: i sovrappongono le voci)... no niente
completamente...
EMANUELA: e Giampaolo che lo vuole detto?
MARIA A,: già gliel'ho detto e lui...hi.. .hi... (ndr:prende in giro
Giampaolo)... fa il cocchia morto... e fa comandare a sua moglie! Non ce la faccio
più... sto facendo bile mortali... mortali... mortali...
EMANUELA: ...incompr...
MARIA A,: lo zio Michele... no...lo zio Michele oggi ha parlato pure con
Amalia a dirgli che situazione che c'è! ... Questa è una schifia pure!...
EMANUELA: che sentono fare ha i soldi e non ce li da e gli dice come devo
campare ?
MARIA A,: ora era venuto uno... una per vedere i conti che fa... lo sai che
fa?...Prende i soldi e lei se li infila in tasca.
EMANUELA: certo... senza ...incompr... (ndr: i so vrappongono le voci)...
MARIA A,: allora io questa ragazza che gli dico ...incompr... lavorare per
vedere quanto effettivamente si fa... lei questa mattina niente ha fatto ... l'ha
cacciata!
EMANUELA: si dici tu...incompr... (ndr: i sovrappongono le voci)...
MARIA A.: tu ma come... si permette cioe già lo vedi mi caccia a quella ...
EMANUELA: non la vuole...perché...(ndr: i sovrappongono le voci)...
MARIA A,: si perché già quella... quelli se ne sono accorti che lei prende i
soldi e se li mette in tasca...
EMANUELA: lei?
MARIA A,: lei... lei...
EMANUELA: ...incompr... perché quello...incompr... (ndr: i sovrappongono
le voci)...
MARIA A,: cioe lo hai capito?... Cosi!... E suo marito ... e pure a suo
marito l'altra volta gli ha detto a suo marito... ci fa a suo marito di davanti ... e dove
sono i centocinquanta euro? ... Te lo devo dire a te dice cosa ho fatto!... Ci fa a suo
marito...
EMANUELA: ...incompr... gli fa dice dammi un ...incompr...
MARIA A.: ora ha visto che... ora ...ora... lei che aveva...
EMANUELA: t i ho detto nel balcone no!
MARIA A.: ora c'e uno...un operaio là... incompr,..
EMANUELA: eh!
MARIA A,: c'Z un operaio là ... e lei e in continuazione che parla con
questo operaio ... lei se ne sale sopra e lui se ne sale pure sopra... dopo mezz'ora
prima scende lei e poi scende lui... ma può essere che ha un inciucio con questo?
EMANUELA: ma che gente sono lei...(ndr: i sovrappongono le voci)...
MARIA A,: ,..che ne so lei,.. un'altra sdisanorata ... tinta ... se la devono
incontrare per domandarglielo... chissà... hai capito?...
EMANUELA: Si... si...
MARIA A: Ci fai cosi...
EMANUELA: questo ci devi andare tu...
MARIA A.: perché se ci andassi gli tirerei tutti i capelli... ma chi ti senti tu
qua?...E non lo posso fare... e non lo posso fare... e sono avvilita morta t i giuro non
me la fido più...
EMANUELA: prima c'era ... c'era prima Andrea magari... che ti ...(ndr: i
sovrappongono le voci)...
MARIA A,: no avvilita morta sono...i debiti che ci sono da qualche
annetto... perché giustamente quando quella mi dice che si mettono in tasca e non
pagano i cose hai capito?...
EMANUELA: e ... e lui cosi le spesate chi li deve pagare?...
MARIA A,: a quello senza debiti...
EMANUELA: e gli introiti quelli che sono ... quelli che sono ...incompr...(ndr:
i sovrappongono le voci)...
MARIA A.: no... gli introiti se li prendono marito e moglie... con chi ...Con
chi parlano
EMANUELA: è Giampaolo...
MARIA A,: lui... e... e... e lei Sabrina pure...
EMANUELA: RAGUSA? Franco niente sa?
MARIA A.: Eh mamma... cercano la ...incompr... di unirsi a questi... per
dirti da ora in poi io vi faccio lavorare... però prima mi devo fare tutti i conti. .. e
vedere quanto mi fa e non mi fa... i conti... va bene?... Va bene... ora questa mattina
mi ha mandato la spesa... perché giustamente non può rubare con quella di lei... ma
lei come si permette che non è nessuno?
EMANUELA: Sicuro nessuno C*... perché ...incompr... hai mandato a
quelli... (si sovrappongono le voci ndr.) ...incompr...
MARIA A.: ...ora... ora zio Michele... ora zio Michele... lo zio Michele deve
fare l'appuntamento di nuovo con marito e moglie...
EMANUELA: ... per le spese...incompr...
_ .. , > MARIA A.: per dirgli. .. che cosa t i rimane da mangiare? -
d EMANUELA: ...incompr. .. (si sovrappongono le voci ndr,) ...incompr...
MARIA A,: perché mi stanno facendo scoppiare il cuore... mi stanno
facendo scoppiare mamma!
EMANUELA: ma...
MARIA A,: se ci potessi andare io a lavorare la... ma io ci andrei... subito
domani... e perché non lo posso fare... e loro... questo... mi capisci? Mi devono fare
cadere a me...
EMANUELA: ci vengo io e mi siedo io qua alla cassa! Cosi ...incompr...
MARIA A. : ... almeno dico se perdo... se perdo tutte cose... tanto cosi lo
stesso tutte cose mi perdono... I'hai capito ...incompr...
EMANUELA: ...incompr. ..
MARIA A,: si ma così tutte cose lo stesso mamma!... Mettono debito lo
hai capito?...debiti...debiti...debiti... e si soldi se li conservano e a me... e io una lira
non la vedo...
EMANUELA: come ragioniere nessuno c'è che fa i conti?...Certo che...
MARIA A,: ah... gli ammanchi ...di mettersi le mani nei capelli...
EMANUELA: allora ...incompr... non andarci più.
MARIA A.: di mettersi le mani nei capelli c'è!... Ma no perché non va...
perché va mamma!
EMANUELA: i soldi se ne vanno da un'altra parte...
MARIA A.: lei...lei e lui se li fottono! l
EMANUELA: e questa a chi appartiene?
MARIA A.: a Giampaolo sua moglie!
EMANUELA: ah...
MARIA A.: sua moglie...
EMANUELA: la moglie di Giampaolo e?
MARIA A.: si... una tinta rognosa ...incompr...
EMANUELA: e lui babbosuni...
MARIA A,: e lui come un... si spaventa di sua moglie... si spaventa di sua
moglie...lo hai capito?...
EMANUELA: che sta combinando ...incompr... (ndr: si sovrappongono le
voci)
MARIA A. : ...incompr...
EMANUELA: lei si spaventa...lui si spaventa di sua moglie... lei fa la
padronazza... e gli dici e io sono la padrona......incompr... tu a Giampaolo ...incompr...
e allora dimmi tu ......incompr... gli dici e ora ...incompr... sottomettere ...incompr... e
gli devo dare a mio marito ......incompr... gli dici. .....incompr... vedi che io devo
campare a mio marito e a mio figlio... vuoi che non lo campo se t u dici di no io me
ne vado da ...incompr... e ...incompr... e il padrone resti tu con mia moglie...
...incompr... fino a quando... oppure io glielo mando a dire a mio marito... glielo vado
a dire a mio marito... e vediamo come... metti a qualcuno gli dici... e ti controlla dalla
testa ai piedi...e ti...
MARIA A.: e ...e non gliel'ho... e lo ha buttato fuori...
EMANUELA: lo hanno buttato fuori?...
MARIA A.: si lo ha capito lo ha buttato fuori. .. questo è uno sgarbo fatto
a mio marito... non lo capisce lo hanno buttato fuori!... L'altra mattina ...incompr... fa
mi avere rotto i coglioni ... cosi come una porca...
EMANUELA: chi?
MARIA A.: lei...
EMANUELA: tutte queste cose ...incompr...
MARIA A.: cosi... che tinta... lo zio Michele era sconcertato quando glielo
abbiamo detto ...incompr... davanti al bar ...incompr... fuori e poi quello che gli
faceva Giova ma che dici...
EMANUELA: a te fuori?
MARIA A,: no!...A quello che c'era... a quello che c'era ...incompr... e
Giampaolo gli diceva ... Giovà lasciatela stare mia moglie è babba...finiscila Giovanni
...incompr...
EMANUELA: chi era che ...incompr...
MARIA A,: Giampaolo gli faceva a sua moglie ... Giovà ... Giova...
EMANUELA: ...incompr...
MARIA A.: ...incompr... mia moglie non ...incompr... è pazza!
EMANUELA: ...incompr...
MARIAA.: piangeva...
EMANUELA: ...incompr...
MARIA A,: lui ...incompr... il finto babbo... fa fare a sua moglie...
EMANUELA: l'ho capito....
MARIA A,: fa fare hai capito...
EMANUELA: si...si...
MARIA A.: ...incompr... (si sovrappongono le voci)...
EMANUELA: tutti appattati siete ... gli dici tu allora sei appattato con tua
moglie ... e fai la parte davanti a me... nel mentre che non t i piace... e io dove me ne
vado a campare? Ci vuole ...incompr...
MARIA A.: ora lo zio Michele ce l'ha con questo scimunito ...
[...l

h stesso giorno, alle ore 1650,la D1 TRAPANI riceve una telefonata da una
cabina pubblica effettuata dalla cugina DI TRAPANI Amaiia
- . che
- -, le com~nica~di
< essere
d'accordo con una non meglio specificata loro decisione ma riferisce che, per prima
cosa, lei (Amaiia) se ne vuole uscire.
;Rf8J
,*.~*. t2

[..-l
M. ANGELA: pronto?
AMALIA: Maria Angela?
M. ANGELA: si
AMALIA: eh, ciao
M. ANGELA: ciao
AMALIA: senti, scusami
M. ANGELA: si
AMALIA: eh, t i volevo dire una cosa , che io sono d'accordo per quello
6
che voi volete fare
M. ANGELA: va bene
AMALIA: aspetta ... pero prima io me ne devo uscire ... e spero che sia
al più presto
M. ANGELA: si, si, certo .... appunto ... io stavo parlando proprio di questo
... mi sento cosi ... ero qua con mia suocera
AMALIA: eh, eh
M. ANGELA: che mi sento una disperata, mi devi credere, una disperata
AMALIA: guarda Maria Angela ...
M. ANGELA: si
AMALIA: io mi auguro che le cose veramente ... cerco di sollecitarle al
massimo per uscircene
M. ANGELA: spero il Signore
AMALIA: io me ne esco e voi fate quello che
M. ANGELA: si, va bene, non ti preoccupare
AMALIA: ti voglio bene ... un bacione
M. ANGELA: pure io. Ciao, ciao

Dal tenore della conversazione si comprende che Maria Angela aveva


avanzato alla cugina DI TRAPANI Amalia una proposta sicuramente riguardante la
gestione del Bar Sofia. A tale conclusione si perviene considerando che quest'ultima era
in quel momento, e lo è ancora tuttora, titolare della licenza per la vendita dei tabacchi
ed altri generi di monopolio operante presso il bar Sofia ( cfr. informativa del 29 ottobre
2008, pagg. 2 e 3 ).
La certezza piena di tale assunto deriva, infine, dall'importante conversazione
in carcere intrattenuta dalla DI TRAPANI Maria Angela con il marito il successivo 8
marzo 2007, nel corso della quale, tra l'altro, si farà reiteratamente riferimento alla
volontà di DI TRAPANI Amalia di cedere la licenza per i tabacchi del bar.
Come si vedrà, inoltre, nel corso della stessa conversazione, si farà riferimento
anche ad una riunione, avvenuta il 6 marzo 2007 al cospetto di Michele DI TRAPANI
alla quale avevano preso parte DI TRAPANI Maria Angela, accomvamata da LO
VERDE Massimiliano, ed i coniugi CAMPO Giampaolo e AIELLO Giovanna. La
prova della riunione è ulteriormente acclarata dalla intercettazione di conversazioni tra
DI TRAPANI Maria Angela, LO VERDE Massimiliano e ARIOLO Sergio, nonchè
dalla localizzazione GPS dell' autovettura DI TRAPANI Maria Angela.
LE ACQUISIZIONI DEL 08/03/2007.
In data 08/03/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava presso la Casa Circondariale di
L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto.
,T- .
LEGA'@^-^^)
"

Nella circostanza DI TRAPANI Maria Angela notiziava il marito dei seguenti argomenti:
erano diventati finalmente operativi ARIOLO Sergio e LO VERDE Massimiliano i
quali, avevano messo alla cassa una loro persona di fiducia. Tale intervento aveva già permesso di
registrare, nella prima giornata di lavoro, una differenza di entrate di 500 euro;
effettivamente, come già era emerso (cfr. precedente paragrafo), due sere prima era
stata tenuta una riunione capeggiata da DI TRAPANI Michele nel corso della quale costui aveva:
"rimproverato" i coniugi CAMPO Giampaolo e AIELLO Giovanna (a dire di
Maria Angela entrambi presenti alla riunione) invitandoli ad una maggiore correttezza nei confronti della
nipote;

suggerito di dividere gli introiti in maniera che alla nipote andassero solamente i
guadagni del Tabacchi o in alternativa stabilire una cifra che i coniugi CAMPO avrebbero dovuto
comspondere mensilmente alla DI TRAPANI Maria Angela;

riferito ai coniugi CAMPO che nella scala gerarchica mafiosa loro (intese le famiglie
MADONIA - DI TRAPANI) erano ai vertici (però, mettiti in testa una cosa ... medio di NOI, non ce
ne sono PERTONE che mi oossono superare! ... l'hai capito?! ... ali fa!);

DI TRAPANI Amalia era la reale intestataria della licenza Tabacchi e percepiva


regolarmente denaro;

6 NELLO Giovanna, dopo l'allontanamento dei coniugi PIZZO, avrebbe preteso un


aumento della sua quota al 50% minacciando di denunciare il tutto e facendosi scudo sul fatto che a
garanzia economica degli investimenti effettuati nel bar era stata offerta la sua casa di abitazione.

In tutto ciò MADONIA Salvatore suggeriva anche di valutare l'ipotesi di dare il bar in
gestione a terze persone.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

M. ANGELA: l'altro gio ... l'altro giorno ... la da PAOLE ... da PAOLmA
SALVATORE: mh
M. ANGELA: ... avevamo stabilito che ... (abbassa il tono della voce, ndr)
... SERGIO ... MA ... MARIA gli ha detto ... d'ora in poi si fa cosi! ... siccome IO devo
vedere chiaro ... dice ... ed ancora ... dice ... QUELLO se n'è andato e non mi ha
portato niente ... TU e TUA MOGLIE ... dice ... TUA MOGLIE la vedo ... dice ... che ...
... dice ... che mi guarda con gli occhi storti ... dice ... IO ... questa
con i capelli tesi
cosa deve finire! ... gli fa! ... dice ... quindi ... se ora ti sta bene ... dice ... IO t i do
una possibilità sola! ... dice ... solo perche vi voglio venire incontro! ... perche ... al
momento attuale . .. come sono le cose ...
SALVATORE: PAROLA INCOMPRENSIBILE
M. ANGELA: ... dice ... VOI vi state
... metto a due la! ... ma I0 devo
vedere. aiornalmente, auanto effettivamente è! ... e siusto?
SALVATORE: (annuisce, ndr) ... eh!
M M.@ ANGELA: )
differenza... la fradicia di SUA MOGLIE (ovvero la moglie di PAOLETLA, ndr) ...
capendo questo ... ha aumentato i prezzi . .; ma si capisce! ... cioè ... senza questi
(mima il gesto del fumare per indicare la rivendita di tabacchi, ndr) ... senza ...
perchè ... c'è un debito ... pure in questi (mima il gesto del fumare per indicare la
rivendita di tabacchi, ndr) ...
SALVATORE: MARIA ANGELA . ..
M. ANGELA: .~
c m a ... oani ~ualcosaTU fai è
SERGIOI,..che MASSIMO me lo viene a dire, c'era lo
Z Z
Z I
I
fumare-...
e metti la

.
r -
... aueste cose cosi ... dijiJ
,

e S
ho tuffo da perdere ... non si sa mai Dio!
S

SALVATORE: MARIA ANGELA ... MARIA ANGELA ...


M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... IO ... purtroppo I0 mi trovo in questa situazione ...
M. ANGELA: eh! ... e che ...
SALVATORE: ... che una cosa ... deve passare da cento mani! ...
cioè ... ora, pure ... pure ZIA SARA! ... cioè ... (si porta le mani alla testa, ndr) ...
M. ANGELA: no! ... perche non ce l'ha fa ... no! ... se lo sono passato ...
non ci ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M . ANGELA: QUELLA (la moglie di PAOLElTA, ndr) ... gli sale di sopra!
SALVATORE: MARIA ANGELA, ascoltami sangue mio! ... cioè ... devi
chiamare ... a PAOLETTA ... e dirgli ... ma in questo modo, possiamo continuare?!
... dobbiamo ...
668
M. ANGELA: mh!
SALVATORE: ... dobbiamo trovare una soluzione! ... cioè ... perche
... ho sbagliato l'altro giorno ... quando mi hai detto che c'erano problemi ... che LEI
aveva detto a SUA MOGLIE che ... praticamente ... era LORO!
M. ANGELA: mh, mh!
SALVATORE: ... si deve stabilire ... oh! ... e di fare un passaggio
oh!
... che queste cose ... si trova UNA PERSONA e si ... praticamente ... si fa questo
passaggio! ... non è che possiamo continuare con questi pa ... (porta le mani alla
testa, ndr) ...
M. ANGELA: no, dice che è SUO, pure! ... è MIO e SUO! ... è MIO e SUO!
... così! ... e per questo t i dico ... siccome quella delle cose (mima il gesto del
fumare per indicare la rivendita di tabacchi, ndr) ... ancora non è fatta, la ZIA SARA
fa ... dice ... andiamo da AMALIA (DI TRAPANI Amalia, ndr) ... e le fa ... AMALIA ...
questa poverina di MIA NIPOTE (ovvero la medesima D I TRAPANI Maria Angela,
ndr) ... e così ... dice ... al momento che si può fare ... perchè, per ora, LEI non l'ha
potuto fare, finora, questo di ... (mima il gesto del fumare per indicare la rivendita
di tabacchi, ndr) ...
SALVATORE: (mostra insofferenza, ndr) ... tutte le co ... tutte le
cose ... non c'e una cosa! ... non c'è una cosa! ... non c'è una cosa!
M. ANGELA: allora, se vuoi ascoltare quello che t i dico I O ... poi se non lo
vuoi ascoltare, non mi dire niente!
SALVATORE: non c'è una cosa ... non c'è una cosa!
M. ANGELA: non dovete ... (si irrita, ndr) ... mi state infossando tu ... IO
sto infossando! ... mi sto ... a momenti,, IO ... non lo so! ...
SAL VA.TORE: tutte cose -ingarbugliate! ... tutte cose ingarbugliate!
... tutte! ... non c'è una cosa ...
M. ANGELA: non le ho ingarbugliate IO, in vita mia! ... non le ho mai
ingarb ... non le ho inga ... non penso di averle IO!
SALVATORE: si, ma ...
M. ANGELA: ... perchè se fossi libera, stai sicuro ... di poter agire ... di
poter ... di potere fare ... ti farei vedere che me ne andrei la dietro a sedermi (mette
le braccia conserte, ndr) e t i farei vedere IO a T U n I E DUE quello che dovrei ...
invece mi ... ho le mani legate, così! ... per questo ... perchè LUI fa la faccia di
babbo, e SUA MOGLIE fa con i capelli tisi! ... hai capito?
SALVATORE: si, ma ...
M. ANGELA: no, ma a ME ... gli ho detto ... dice ... ma TU non la vuoi
assicutare a ma ...
SALVATORE: ... la dete ... la determinazione, qual è?
M. ANGELA: 6
6
ANGELA ci teniamo ... NOI siamo ... I O e LEI! ... è il pane dei nostri f i d i ! ...
eh! ... e come?! ... che MIA NIPOTE ... dice ... è da anni ... che deve venire a
fare la bile ... dice ... appresso a VOIALTRI!? ... così, BELLO MIO ... dice ...
non si può andare avanti! ... LEI che faceva la pazza! ... no, ma I O non
voqlio a QUELLE PERSONE ... eh! ... ma erano state messe per portare ad un
... coso ... mi dite che ci sono debiti e volete questi (sfreua l'indice ed il
pollice ad indicare denaro, ndr) ... per ... aueste /mima il gesto del fumare
p a
uno ... dice ... vi Dare che alle Dersone qli cadono dall'aria /dal cielo, ndr) ...
e così ... con auesta situazione ... che VOI non date conto e raaione delle
cose ... ve li devono mettere là?! ... ma dove si è detto mai?! ... perciò ...
m
@
@ fuori ed a comandare?! ... e non volete fare vedere la chiarezza ... dei conti
m
SALVATORE: ..
ci siamo . stringi!
M. ANGELA:... dividetevi!
SALVATORE: eh! ... e che co ...
M. ANGELA: noo! ... I O lo voqlio! ... dice ... TU ti tieni auello ...
m
- p
SALVATORE: e con queste (mima il gesto del fumare per indicare l a
rivendita di tabacchi, ndr) che cosa facciamo, NOI?!
M. ANGELA: (annuisce, ndr) ... ascolta ... c'è il 10% ... prende e gli fa ...
-- - - no ... certo ... tutto LEI! ... perchè tutto LEI? ... TU hai queste e i giocfii! ... ma i

Q giochi già li ho fatti ... sono falliti! ... ah! ... gli faccio ... allora che ti vorresti
mangiare pure que ... pure queste, a questo punto!? (mima il gesto del fumare per
indicare la rivendita di tabacchi, ndr) ... morto! ... prende e gli fa ... no ... vediamo
... devo dare una rispo ... allora che cosa è? ... allora ... mi ci faccia riflettere! ... ma
riflettere a cosa? ... dice ... IO una te ne do, possibilità! ... questo non vuoi! ...
allora metti in condizioni ... che TU ... ogni mese ... devi dare ... a MIA NIPOTE!
SALVATORE: MARIA ANGELA ... si arriva alla determinazione ...
M. ANGELA: e quale?
SALVATORE: n& NOI e ne ... e ne LORO! ... si prende e dice ... si
arriva ad una determinazione ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ne NOI ... dice .. ba ... ne ...
... si arriva alla
oh!
determinazione, MARIA ANGELA ... si da in gestione! ... ad un TERZO! ... a dire ...
perchè ... VOIALTRI dite ... questo no ... questo no ... questo no ... questo ... no ...
M. ANGELA: ... e LUI e pure ... dice che ... è pure suo!

C L 0
SALVATORE: ma MARIA ANGELA ... cioè ... dobbiamo ... dobbiamo
continuare ancora così?! ... si arriva alla determinazione ... l'importante è che si
arriva ad una determinazione, sangue mio!
M. ANGELA: fi
...
la ~ a z z a ! no, non esce! ... I O ...
SALVATORE: si, ma che cosa vogliono fare?!
M. ANGELA: là ... devono stare la! ... perchè I O ho la mia casa ...
- d
SALVATORE: si, punto! ... eh! ... che cosa vogliono fare?! ... cioè ...
lo vogliono tutto LORO e non ... e non ... (batte le mani ad indicare nulla, basta,
ndr)
M. ANGELA: no, no ... vogliono a ME! ... però ... dice ... ma ... fammelo
capire ... dice ... vuoi a MARIA ANGELA?! ... per che cosa? ... che t i deve ... che ogni
volta che . .. dice ... fate debiti ... venite a chiamare a MARIA ANGELA?
SALVATORE: dico ... lo possiamo sapere? ... IO ... cioè ... siamo ...
M. ANGELA: deve dare la risposta!
SALVATORE: .
muoio .. voglio morire ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... con una soddisfazione
-
M. ANGELA: e
@
PAOLETTA. ndrl ... BELLO M I O , mettiti in t e ] -
f o r z a _ c h e ~ i s c e da cosa ... deve dare una
a
SALVATORE: di questi MARIA ANGELA ... questo! (porta l'indice ed il
medio della mano destra sul viso, ad altezza del naso, ndr) ... (1 2:35)
M. ANGELA: eh! ... eh! ... e si scanta! (si spaventa, ndr) ... mi fa ...
SALVATORE: MARIA ANGELA, questo è! ... e ... purtroppo ... NOI
abbiamo sbagliato all'inizio! ...
M. ANGELA: ... e la ZIA SARA gli fa ... mettiti in mezzo ...
SALVATORE: IO ... cioè ... le mie cose ... sono abituato che ... a
QUELLO .... a QUELLO ... a QUELLO ... (si porta le mani al viso per manifestare la
sua contrarietà, ndr) ... minchia ... non ... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: e che ... IO ... che ...
SALVATORE: IO ti sto dicendo ... si arriva ad una ... pure che ci
tagliamo un dito, si deve arrivare alla determinazione!
M. ANGELA: si ... e sta trando cosi!
SALVATORE:
M. ANGELA:
o ci ... ci stai TU ...
... o in un modo o in un altro modo!
C= 67 1
SALVATORE: no! ... e ... LEI dice ... questo fa tanto ... ogni mese ...
t i deve dare tanto! ...
M. ANGELA: eh! ... infatti
SALVATORE: e non voglio sapere niente! ... non voglio avere a che
fare con TE!
M. ANGELA: ... e vuole la rispo ... deve dare la risposta! ... Z I A SARA
... dice ... allora t e ne d o un'altra ... dice ... o auesta ... d i dare meta ... o
1-
TRAPANI Maria Anaela, n d r ) ... però non dobbiamo sentire niente! ...
SALVATORE: e questo è il discorso! . .. sangu mio ...
M. ANGELA: ogni mese! .. hai capito?! . ...
SALVATORE: IO t i ...
M. ANGELA: ... c i devo riflettere (risposta d i PAOLETTA, n d r ) ... la
Z)pisco che devi riflettere,
... però, mettiti in testa una cosa ... mealio d i NOI, non ce n e
puoi riflettere!
sono PERSONE che m i possono superare! ... l'hai capito?! ... ali fa!
SALVATORE: INCOMPRENSIBILE (la voce del detenuto si
sovrappone a quella della moglie, ndr) ...
M. ANGELA: ... e s i è stato muto (PAOLETTA, n d r ) ... PERSONE che
O E
(
1.
SALVATORE: ma che cosa c'entrano tutti questi discorsi? ... IO ti sto
dicendo di arrivare a ...
_ M. ANGELA: ... perchè, dice ... quando deve riflettere .. .-..è'come se LUI
(PAOLETTA, ndr) ... parla con qualche esterno! (indica con entrambe le braccia la
sua sinistra, ndr) ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... a NOI non ... il discorso è ... MARIA
ANGELA ... di arrivare ad una determina ... cioè ... se lo tiene LUI, va bene! ... LUI,
ogni me ... ti deve garantire questo ...
M. ANGELA: eh! ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
SALVATORE: ... cioè ... stabilire ... dice ... nel mercato, va tanto
questo coso! ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: è possibile che non si può capire?!
M. ANGELA: si
SALVATORE: allora dice ... fa tanto! ...no! ... e poi ...
M. ANGELA: no, lo stava capendo ... li assicutaru ... hai capito che cosa
hanno fatto? ... poi, non solo ... no un bigliettino ... contabile ... (mima il gesto di
uscire dalla tasca uno scritto, ndr) ... qualche quarantamila euro di una debito d i ...
di caffè ... cose ... ma ... quanto ne hai (debiti, ndr) ... no, IO il massimo che ho è
cinquemila euro ... dice ... di debito ... dice ... si?! ... e con quelli del caffè? ... mha!
... quattromila ... si?! ... aumentiamo .., dice ... una altro poco?! ... che può andare
... a seimila?! ... ah! ... facciamo quindici! ... la buttiamo, proprio che la buttiamo ...
no! ... gli esce il foglio ... che cosa sono questi quaranta ... ah . .. eh ... eh ... perchè
non la ... perchè se ... hai capito? ...
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: manco LORO lo sanno!
SALVATORE: ma... ma ... si ... eh .... e che cosa c'è da fare? ...
cioè ... non ne vogliamo sentire ... glielo diamo?! ...
M. ANGELA: no! ... non esiste!
SALVATORE: e che cosa ci ... e che cosa c'è da fare?
M. ANGELA: non esiste!
SALVATORE: dico IO ... non ...
M. ANGELA: e ora ... ti sto dicendo .,. sta face ... sta preparando, la ZIA
SARA ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... insieme a SERGIO ... perchè SERGIO,
da solo, non ce l'ha fatta! ... perchè fa ... dice ... mi fanno arrestare! ... dice ... talia
..o

SALVATORE: ... che cosa ...


ma qual è la situazione
M. ANGELA: dice ... SUA MOGLIE fa la ste ... mi fa parlare a SUA MOGLIE
che ... che ... con i capelli (mima il gesto di tirarsi i capelli, ndr) . .. mi avete rotto ...
ve ne dovete andare T U n I da qua dentro ... a fare la pazza! ... quando era dalla
ZIA SARA si è ridimensionata (mima il gesto usualmente utilizzato per intimare di
fare silenzio, ndr) ... prima ha fatto la folle ... poi mi sono alzata .. .
SALVATORE: MARIA ANGELA ... '-
-6

@ ... ti buffunio tanta! ... statti muta e zitta perche


M. ANGELA: le ho detto
ci sono MASCHI che devono parlare! ... e si e zittita!
SALVATORE: minchia, quindici anni, aho! ... quindici anni ...
M. ANGELA: e la ZIA SARA gli ha fatto tutto questo discorso! ... l'altro ieri
sera gliel'ha fatto!
SALVATORE: ... non sono ... non sono riuscito ... per un motivo o
per ...
M. ANGELA: ... la ZIA SARA tutte cose ... gli ha detto questo ...
SALVATORE: quindici anni!
M. ANGELA: si ... e come ~ ocii sarà di fare il cambio di OUELLA delle
u d i c a r e la rivendita di tabacchi, ndr) ...
n
n
giomani ...
SALVATORE: ... ma IO t i sto dicendo questo ... di arrivare a dire ...
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... cioè ... anche AMALIA ... cioè ... IO non capisco
perchè INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: ... la zia ... si, perchè ... forse ... AMALIA ... gli tiene il
giochetto ... ogni tanto .., a LUI (a PAOLElTA, ndr) .,. quando è che ... che QUELLO
non gliene da ... viene a disturbare a ME! ... VOI mi dovete aiutare ... infatti ... ci e
andata, ora, la ZIA SARA ... l'altro ieri ... con ME ... dice ... CUGINA ... qua c'e
questa situazione! ... quando è ... no! ... se sono d'accordo TU771 E DUE! ...
CUGINA ... dice ... appena ti viene a domandare ... dice ... (si corregge, ndr) ... TU
gli vai a domandare ... dice . .. questi (con la mimica indica del denaro, ndr) ... e
non te ne da ... che me lo stai dicendo ora ... dove vieni ... da ... da MARIA ANGELA
o vai ... ah! ...
SALVATORE: (mostra forte disappunto, ndr)
M. ANGELA: ... allora LEI (AMALIA, ndr) ... mi ha richiamato e mi ha detto
... dice ... senti ... dice ... fai ... prenditi tutto TU ... dice ... fai tutto TU ... dice ... ad
ora ... di questa visura ... dice ... te la metti TU a CHI ... a CHI vuoi ... va bene? ...
perchè I O voglio uscirmene ... non voglio sentire più niente! ... le ho detto ... eh, va
bene! ... prima mi ha detto ... dovete essere d'accordo ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... la cosa ...
M. ANGELA: ... però, nel momento che si può fare (abbassa il tono della
voce, ndr) ... il passaggio ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... la cosa che desidero IO ... cioè ... di
arrivare ... anche se ... se deve ... e stabilire ... dice ... nel mercato va tanto ... TU
che cosa vuoi fare? ... vuoi fare ... te lo prendi ... va bene! ... questi ... dice ...
meta? ... meta! ... eh! ... . .. .
. ..

M. ANGELA: eh! (indica se stessa, ndr)


SALVATORE: TU mi devi fare .. .
M. ANGELA: cioè ... ho fatto andare a OUELLO per ... Der ... rrer ...
p p
p
p
SALVATORE: MARIA ANGELA ... che ... e I O ... scusa ... e la colpa,
IO ce l'ho, in questo modo? ... cioè ... praticamente ... non ... non c'è una ...
M. ANGELA: e mi dicono stai tranauilla . . a t t i calma ... ~ e r c h è
g g ( p o r t a prima la
mano destra all'altezza del naso e poi indica la sua destra, ndr)

sj7
SALVATORE: ma che ... MARIA
cosa ANGELA ... allora ci
preoccupiamo ... di tutti questi debiti ... questi ... I

M. ANGELA: ma lo fa a posta! ... lo fa a posta!


SALVATORE: ci preoccupiamo di tutte queste cose ... e va bene ...
cioè ... non ... non si e riusciti a capire ed a dire ... dici ... va bene ... eh ... a dire
... senti ... vedi che la situazione è questa! ...
M. ANGELA: gli si e detto!
SALVATORE: deve continuare, ancora, la cosa?! ...
M. ANGELA: gli si è detto! .,. e fa ... dice ... devo dare la ris ... devo
... su due piedi non posso rispondere! ... e le budella mie, erano così (per
rifletterci!
indicare una sensazione di forte nervosismo, ndr) ... perchè poi ... giustamente ... la
ZIA SARA viene e fa ... dice ... perche se se ne va M ...
SALVATORE: si, ma ... scusami un minuto ... e ... cioè ... e non t i da
niente?!
M. ANGELA: per ora no ... perche non c'è niente! ... non c'è niente! ... dice
che non c'è niente ... dice ... ci sono debiti ... cose ... non ... (allarga le braccia,
ndr) ... ora! ... non deve dare la risposta?! ... aspetto questa settimana! ... non
assicutò pure a QUELLA?! ... e non solo ... e QUELLA che c'era ... QUELLA RAGAZZA
... che è un'AMICA D I MARIA ... una PICCIUTEDDA cosi fina! ... vede alla STREGA
D I SUA MOGLIE (della moglie di PAOLETTA, ndr) ... che se li conserva in tasca!
SALVATORE: si, ma ... ma MARIA ANGELA ... scusami ...
M. ANGELA: ci arriva SUO MARITO (PAOLmA, ndr) ... mancano tanto! ...
te lo devo dare a TE?!
SALVATORE: .
a a d

j
_ _ _ - _ situazione! ...cioè ... che cosa c'è da fare!? ...I O noR*loso, MARIA ANGELA!
Q ... è sossibile?! ... minchia, tutte le situazioni cosi ingarbugliate, in una
maniera tale ...
M. ANGELA: non si scanta più nessuno! ... ci sono saliti tutti sopra i ...
sopra la testa, qua! ... (porta le mani alla testa, ndr) ... questo! ... hai capito cosa
è?! ... che ... ormai hanno capito che ... gli pare che siamo molli ... e ci salgono tutti
qua! ... qua sopra! ... per questo sto diventando pazza! ... sto diventando pazza,
perchè ce li ho tutti saliti in testa, hai capito!? ... a tutti! ... lo vedi ... ora ... il fatto
della ZIA SARA che l'altro giorno si trovava là ... QUEST'ALTRA ... non ti
immaginare che è meglio degli ALTRI! ... IO ... però ... TU ... una volta mi hai detto
S.,

SALVATORE: (non capisce, ndr)


M. ANGELA: la ZIA SARA! ... prenditi quello che ti serve! ... in questo
momento mi sto prendendo quello che mi serve! ... sto facendo! ... visto che c'era
LEI e si è prestata di andare da QUESTO schifoso ... da ... da GIOVANNA (AIELLO
Giovanna, ndr) ... da ... da PAOLBTA ... diciamo! ...
6.
Durante lo stesso colloquio l'argomento veniva poi ripreso in seguito quando il mafioso
MADONIA Salvatore manifestava alla moglie il suo disappunto per l'interessamento nella vicenda dello
zio DI TRAPANI Michele (Zia Sara) al quale poi, avrebbe dovuto essere riconoscente. Maria Angela
riferiva che non era stata sua intenzione fare intervenire lo zio DI TRAPANI Michele ma lo stesso si era
trovato casualmente in una circostanza ed occasionalmente era venuto a conoscenza delle problematiche,
decidendo, di iniziativa, di "offrire" il suo autorevole interessamento.
La donna inoltre informava il marito che, in precedenza, AIELLO Giovanna non aveva
permesso all'ARIOL0 Sergio di fare un inventario e nella stessa circostanza si era alterata al punto che
ARIOLO Sergio aveva temuto che la stessa, in un momento d'ira, poteva riportare il tutto all9Autorità
giudiziaria.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

[...l
SALVATORE: ... e Z I A SARA! ... se la sbroglia ... quando li vedi ...
e ti dicono ... senti ... dice ... hai queste cose ... tutte domande enigmatiche ... non
voglio sapere niente! ... come devo fare I O per dirtelo, MARIA ANGELA?! ... cioè
... I O non ti posso ... cioè ... I O non posso dare aiuto a TE e lo devo dare a
LORO!? ... cioè I O ... non ... non t i capisco! ... ora ... sento ... che si sta
interessando ... ma digli che si prende tutte cose, quanto I O non vado ... perche
dooo devi essere riconoscente a QUESTI!
. .
M. ANGELA: ma di chi? ... di chi?
SALVATORE: alla ... alla Z I A SARA . .. devo essere riconoscente a
OUE ... -.-
::. no! ... per questa cosa ... gli ha detto
.

M. ANGELA: quale 'riconoscente!


... deve dare una risposta ... o cosl ... o così, ha capito? ... e basta!
SALVATORE: basta, basta! ... basta ... basta ,..
M. ANGELA: non che si deve interessare per altre cose! ... no! ... QUELLO
.
è .. mi capisci? ... solo per metterlo sul chi va là (riferito a PAOL-A, ndr) ... sul
chi va là, solo!
SALVATORE: si ... e va da ... da AMALLA ... questo ... quell'altro ...
madre! (porta le mani al capo, ndr)
M. ANGELA: ha fatto, in un giorno .. sul chi va là . ... a mettere sul chi va
là ... alllUNO e aIllALTRO! ... e basta! ... questo!
SALVATORE: ma che ... che ...
M. ANGELA: ... ma oerchè non l'ho chiamato! ... si trovava là davanti! ...
hai caoito?
SALVATORE: ma I O tutta la GENTE che vedo là davanti ... non
voglio avere a che fare con nessuno, I O ... sangue mio!
.7iC&
M. ANGELA: era venuta (la ZIA SARA, ndr) perchè c'era CORVINA ... ti
ho detto ... per il fatto ... quello ... quando fu di allora ...
SALVATORE: si, ma ... MARIA ANGELA ... si ... quelle sono due
cose distinte e separate!
M. ANGELA: no ...
SALVATORE: ... perchè devi ... devi accentrare tutte ... N O I ... cioè
... se era ossib bile ... perchè ... il mese scorso mi hai detto ... dice ... stiamo
facendo auesto ... auanto ... l'inventario per vedere ...
M. ANGELA: assicutò! ... a tutti! ... non lo capisci che ha buttato ... ha
buttato ...
SALVATORE: I O ... I O ... lo devo capire!? ... cioè, per avere ...
M. ANGELA: ti sto dicendo ... OUELLA STREGA D I SUA MOGLIE!
(riferito ad AIELLO Giovanna, moalie di CAMPO Giampaolo, ndr) ... e LUI
(PAOLElTA ovvero CAMPO Giampaolo, ndr) le faceva ,,. no, GIOVA' ... vieni ... e
LEI ... PAROLA INCOMPRENSIBILE (imprecazione che avrebbe asserito AIELLO
Giovanna, moalie di CAMPO Giampaolo, ndr) ... viene SERGIO e fa ... MARIA'...
I O che ne so se QUESTA ... se ne va ... perchè è una folle, dice! ... nel f r a t t e m ~ o
era venuta la ZIA SARA che doveva ... e ha ascoltato auesto discorso! ... dice ...
asDettate un momento!
1.. .l

L'argomento era ancora ripreso verso la fine del colloquio, quando il MADONJA Salvatore
riferiva alla moglie che con CAMPO Giampaolo avevano sbagliato sin dall'inizio e suggeriva alla
moglie di progorre ai coniugi CAMPO, che giudicava non all'altezza, una gestione a terze persone con
proventi gestionali da dividere a metà. Maria Angela riferiva che tale situazione era,stata nettamente
rifiutata dai CAMPO. La donna, inoltre, riferiva al marito:
che i coniugi CAMPO, davanti ad ARIOLO Sergio, avevano ammesso che il Bar era
di proprietà di DI TRAPANI Maria Angela;
che ARIOLO Sergio le aveva:
suggerito di prendersi la licenza dei tabacchi che era quella che valeva di più;
riferito che con la licenza dei tabacchi si sarebbero poi inseriti in un costmendo Bar
all'intemo dell'Ospedale.

Appresa quest'ultima affermazione il mafioso MADONIA Salvatore chiedeva esplicitamente


alla moglie se ARIOLO Sergio fosse all'altezza di prendere lui il costruendo Bar ottenendone risposta
affermativa.
DI TRAPANI Maria Angela, ancora, notiziava il marito che i soli tabacchi portavano un
guadagno di 3.000 (tremila) euro alla settimana. I

Segue, integralmente, il tratto di trascrizione di cui sopra:


[...l
SALVATORE: la colpa è nostra, sanaue mio, sul fatto che ...
praticamente ... al ... eh ... all'inizio ... con PAOLEmA ... abbiamo sbaaliato! ... il
primo I O !
M. ANGELA: ora è LUI! ... no, sono I O e LEI! ... così! ... SERGIO gli fa ...
dimmi una cosa ... la di chi è? ... dice ... perchè mi hai detto che era tutto TUO!? ...
no! ... davanti a ME gli fa ... no! ... è M I O e SUO! ... ah! ... mio e suo ...
SALVATORE: si, però ... per ... se si può fare ... sangue mio ... segui
il mio consiglio! ... se si può fare ... e dire ... senti BELLO MIO ... N O I ... con ...
con TE e con TUA MOGLIE ... che siete così ... per ... così (con la mimica intende
dire pazzi, ndr) ... cioè ... cerchiamo questa cosa ... metà e meta! ... ancora non
l'hai capito?!
M. ANGELA: (chiede conferma, ndr) ... mi deve dare meta ... e meta ...
ogni mese!
SALVATORE: no, MARIA ... MARIA ANGELA! ... che ... i legittimi
(abbassa notevolmente il tono della voce, ndr) ... proprietari ... siete TU e LUI! ...
cioe ... la TUA parte ... si vede ... e si divide, sangue mio! si ... cioe ...
M. ANGELA: ah! ... dividerla, TU dici! ... e non la vuole fare!
SALVATORE: si, ma è questione ...
[...l
M. ANGELA: questa opzione ... gliene ha date tre opzioni!
SALVATORE: dico ... di tentare ... e dire ,.. senti BELLO MIO ...
cioè ... parla con ... e dire ... senti BELLO M I O ... mica possiamo fare questa vita,
NOI!
M. ANGELA: si ,. ..

SALVATORE: ..
cioè . non lo so!
... ne'per la testa e ne per i piedi!
M. ANGELA: e se mi dice ... ogni mese ti do ... gli chiedo ... posso
chiedere ... ogni mese . .. allora TU mi devi dare ... tanto!? ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... I O ti ho . .. il discorso che faccio
I O ... è uno! ... a dire ... senti ... V O I ... oh! ... dato che ... praticamente ... non
siete all'altezza ... cioè ... si da ad un TERZO ... che ... metà sono i VOSTRI ... e
meta sono i MIEI!
M. ANGELA: non ... non hai capito! ... non vuole a NESSUNO! ... non
. .
vuole deve subentrare nessuno! .. fa . . così!
SALVATORE: ... MARIA ANGELA ... ~ u e l l oche dico I O ... che
no!
LORO ... se ... se ne va e si da ad un TERZO! ... cioè ... in ai% ... in locazione! ...
come te lo dico ...
M. ANGELA: e i debiti ... chissà ... come si fanno ... non te lo fanno ...
perchè hanno un po di debiti!
SALVATORE: cioè ... allora come si deve fare?
M. ANGELA: non te lo vogliono fare! ... già ... gli è stato fa ... tutto fatto
... no! ... I O la devo stare! ... perchè quella è la M I A vita!
SALVATORE: si ... ed in che modo?
M. ANGELA: la M I A vita ti dico ... lo sai che ti dice?
SALVATORE: (si distrae per qualche istante con il figlio, ndr)
M. ANGELA: mi senti? ... è la M I A vita! ... la e la M I A ... la e la MIA vita,
..
dice! . quindi non ...
SALVATORE: si ... ma ... eh ... la TUA vita ... e TU ... eh ... L U I
campa e NOIALTRI moriamo!? ...
M. ANGELA: eh! ... auindi ... se L U I mi dice ... oani mese ... t i do tanto ...
per ora li prendo ... auando poi MALIA fa ... (con la mimica indica uno scritto, ndr)
) .
e M I O ! ... e so Dure ... M I O !
[...l
M. ANGELA: perchè ... rierche ... SERGIO mi aveva detto ... dice ... ti
p 2
NOIALTRI ... e L U I (riferito a PAOLEl7A, ndr) si va a sparare! (se ne va a auel
paese. ndr) ... hai caoito? ... (abbassa il tono della voce. ndr) ... dentro l'Os~edale!
D
SALVATORE: (si mostra perplesso, ndr)
M. ANGELA: [ripete, ndr) ... per ora mi prendevo auesta di qua ... (mima
il aesto del fumare per indicare la rivendita di tabacchi, ndr)
SALVATORE: mh! ... mh! (annuisce, ndr)
M. ANGELA: L
p p - --
SALVATORE: cioè ... e LUISA ... è all'altezza di prenderlo, la? ...
M. ANGELA: s1'
SALVATORE: eh ... allora ... cioè ... non deve fare discorsi con ...
con LUI, MARIA ANGELA! ...
M. ANGELA: no, niente! ... dice ... domani ... dice ... poi si vede! ... non è
... oggi non è! ... per ora non e ... ma nel momento che daranno ... I'OK là ... per
dire ... si può fa ... mi capisci?
SALVATORE: si, MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ancora è soltanto ... parlata ...
SAL VATORE: so solo ... so solo ... che ... praticamente ...
M. ANGELA: è una faccia di ca ...! ... ha bisogno di una ... proprio ... la
faccia ... mettergliela a terra! ... e I O non ... I O lo vorrei fare ... ma non e che lo
possono fare gli ALTRi per ME! ... è giusto? ... LORO si consumano! . .. ognuno si
spaventa!
SALVATORE: il discorso che ... che dico I 0 ... cioè ... l'unica cosa
che c'era ... che praticamente ... c'è una cosa di sicuro ...
M. ANGELA: che la vorrebbero T U T i I <devi dire! ... la vorrebbero TUTTI!
... tanto è vero, che non se ne voaliono andare! ... ~ e r c h èsanno auello che c'e! ...
lo sai che ... su di auesti (mima il uesto del fumare per indicare la rivendita di
tabacchi, ndr) ... cosa mi ha detto? ... lo sai solo auesti? ...
SALVATORE: (si rivolge per un istante al figlio, ndr)
M. ANGELA: no, un momento ... (attira nuovamente l'attenzione del
marito, ndr) ... oani ... alla settimana ... (abbassa il tono della voce ed indica il
numero tre, ndr) ... tremila euro! ... ah! ... ora lo stai dicendo! ... che, ora, te la do
a TE! (mima il aesto del fumare per indicare la rivendita di tabacchi, ndr) ... dici che
... ah! ... ora lo stai dicendo che fa ... (indica il numero tre, ndr) ... e perchè C'& il
debito ... non ce ne sono!? ... non c'è oiù niente!?
[.-.l

LE ACQUISIZIONI DEL 01/03/2007 E 14/03/2007- LA LETTERA SCRITTA DA PIZZO


PIETRO AL CUGINO DI TR4PAN.I NICOLO'

11 14/03/2007, MADONIA Salvatore scriveva alla moglie inviandole le copie


di altre due lettere:
- la prima era una lettera di scuse di PIZZO Pietro a DI TRAPANI
Nicolò per delle incomprensioni familiari e di contestuale richiesta di aiuto per risolvere
.--i. . , al..meglio la vicenda che lo aveva visto coinvo1to:direttarnente nella gestione del bar
&; Sofia;
- la seconda era una richiesta di DI TRAPANI Nicolò al cognato
MADONIA Salvatore di cercare di dare una seconda possibilità al PIZZO Pietro;
- analoga richiesta era avanzata dal mafioso MADONIA Salvatore nella
sua missiva scritta alla moglie DI TRAPANI Maria Angela.

Segue fedelmente, ed in ordine cronologico, il tratto di trascrizione delle tre


lettere
l A lettera - datata 01/03/2007 - Mittente PIZZO Pietro destinatario DI
TRAPANI Nicolò
r
CARO CUGINO NICOLA SPERO CHE ANCHE TU GODA DI BUONA
SALUTE, IN TUTTA ONESTA' E' LA PRIMA VOLTA CHE TI SCRIVO E IN
TUTTA SPERAVO NON FOSSE PER QUESTI MOTIVI. COMUNQUE IN
RIFERIMENTO ALLA LETTERA CHE MI HAI SCRITTO VOLEVO DIRTI CHE
NON E' VERO CHE NON SALUTO TUA MADRE PERCHE' CON LEI NON HO
A W T O NIENTE, IO DOMENICA 25-02- HO FATTO VENIRE TUA MADRE A
CASA MIA PER CHIARIRMI CON LEI E PER DIRGLI CHE IO NON HO NULLA
CONTRO DI LEI MA AVREI SOLAMENTE VOLUTO CHE LEI MI DICESSE CHE
IN TUTTO QUESTO NON C'ENTRA NIENTE E CHE GLI DISPIACEVA PER I
MALINTESI CHE CI SONO STATI SENZA CHE LEI PRENDESSE POSIZIONI NE
PER L'UNO NE PER L'ALTRO PERCHE' DA UN LATO C'E' SUA FIGLIA DA
@?
L'ALTRO C'E' SUO FIGLIOCCIO CIOE' IO. CREDO CHE TUTTO CIO' NON E'
CHIEDERE CHISSA' CHE COSA ANCHE PERCHE' LEI MI AVEVA VISTO DA
MIA SUOCERA GIORNI DOPO L'ACCADUTO E NON HA FATTO NESSUN
CENNO. IO SIA DOMENICA CHE IERI HO RIBADITO HA TUA MADRE CHE LEI
E' SEMPRE LA BENVENUTA A CASA MIA E IN QUALSIAISI MOMENTO IO CI
SONO SEMPRE, HO ANCHE DETTO CHE CON QUESTI DISCORSI DOBBIAMO
FINIRLA PERCHE' NON C'E' DI MEGLIO AL MONDO QUANDO IN FAMIGLIA SI
VIVE IN PACE E IN SERENITA'. IO QUANDO HO CHIESTO A TUA MADRE DI
FARMI DA MADRINA GLIELO CHIESTO PER IL MIO PROFONDO AFFETTO NEI
SUOI CONFRONTI E NON PERCHE' MI SERVIVA UN NOME DA INSERIRE MA
PERCHE' MADRINA NEL CATTOLICESIMO SIGNIFICA MADRE, ED E'
PROPRIO IL SIGNIFICATO DEL RAPPORTO TRA TUA MADRE E ME. NICO' IO
NON HO NIENTE CONTRO NESSUNO TI GIURO SULLE COSE A ME PIU' CARE
NON MI SONO MAI APPROFITTATO DELLA TUA FAMIGLIA GLI HO SEMPRE
VOLUTO BENE COME SE FOSSE LA MIA ANZI DI PIU' NON FAREI MAI
NIENTE PER TRADIRE LA FIDUCIA, PERCHE' MI E' STATA IMPARTITA DAI
MIEI GENITORI UN EDUCAZIONE PIENA DI VALORI E DI CUORE, LA MIA
FAMIGLIA E' UNA FAMIGLIA UMILE MA E' UNA FAMIGLIA ONESTA E CHI CI
CONOSCE LO SA. HO A W T O DEI PROBLEMI CON TUA SORELLA MA
RICORDA CHE PER ME LEI E' ANCHE MIA SORELLA QUESTO E' STATO DA
SEMPRE IL MIO RAPPORTO CON LEI, IO NON L'HO SDIRRLBBATA FACENDO
COMUNELLA FORSE NON HO CAPITO CON CHI AVEVO A CHE FARE E CIOE'
CON PERSONE FALSE, SPREGEVOLI CHE NON HANNO FATTO ALTRO CHE
GIOCARMI ED INFAMARMI ED IN TUTTO QUESTO NOSTRA SORELLA LI HA
CREDUTI. IO GLI VOGLIO BENE ANCHE SE SONO ACCADUTE QUESTE
INCOMPRENSIONI E VORREI TANTO RICUCIRE LADDOVE HO POTUTO
SBAGLIARE FORSE PER MIA SCARSA ESPERIENZA A TRATTARE CON I
QUESTO E QUELLO CHE SONO VERAMENTE CAPACI DI VENDERSI L'ANIMA
PUR DI ANNIENTARMI. ANCHE A TE DICO PRIMA DI PRENDERE POSIZIONI
SENTI ANCHE L'ALTRA CAMPANA COSI MAGARI DAI LA POSSIBILITA' DI
POTER REPLICARE, IO NON HO MAI A W T O UN FRATELLO MAGGIORE CHE
MI POTESSE CONSIGLIARE COME TU NON HAI MAI A W T O UN FRATELLO

e MINORE E ALLORA VISTI I NOSTRI RAPPORTI PERCHE' NON MI DAI UNA


MANO D'AIUTO PER POTERE USCIRE DA TUTTE QUESTE INCOMPRENSIONI
PERCHE' SOLO DI QUESTO SI TRATTA. TUA CUGINA NON SA DEL
CONTENUTO DI QUESTA LETTERA PERCHE' E' A SCUOLA ED IO SONO A
CASA DA SOLO LEI E SOLAMENTE ARRABBIATA PER QUELLO CHE E'
SUCCESSO A ME IN QUESTO PERIODO E MAGARI VEDENDOMI GIU' SI E'
INNERVOSITA E QUANDO NON C'E' LUCIDITA' SI PUO COMMETTERE
QUALCHE ERRORE MA POI TU LA CONOSCI BENE E UNA BRAVA PERSONA
NON PERCHE E' MIA MOGLIE MA VEDENDOLA DALL'ESTRENO NON SI PUO'
NON DIRLO. HO SEMPRE VOLUTO LA TUA FAMIGLIA E LA MIA UNITA, HO
FATTO PASSARE FESTIVITA' ASSIEME ED ALTRI PERIODI
-. BELLI -PERCHE'

Q OGNUNO DI NOI C'E' LO MERITAVAMO, COME ANCHE OGGI C'E' LO


MERITIAMO. SE SENTI SALVO DIGLIELO CHE LE COSE NON SONO PER COME
SEMBRA CHE IO GLI VOGLIO BENE E NE STO PRENDENDO UNA MALATTIA
DI TUTTI QUESTI DISCORSI IN FAMIGLIA CHE LA SUA FAMIGLIA PER ME E'
IMPORTANTE CHE SUO FIGLIO E' CRESCIUTO IN MEZZO A ME, CHE GLI HO
DATO TUTTO L'AFFETTO DI QUESTO MONDO FIN DA QUANDO L'HO AVUTO
IN BRACCIO PER IL SUO PRIMO COMPLEANNO A OGGI. VORREI CARO
NICOLA CHE LA NOSTRA CORRISPONDENZA DIVENTASSE MOLTO
FREQUENTE COSI POTREI CONFIDARMI CON TE E CHIEDERTI CONSIGLI SE
TU LO VORRAI. TI MANDO UN FORTE ABBRACCIO DA PARTE MIA E DI MIA
MOGLIE E SPERO SI POSSA RISOLVERE IL TUTTO NEL PIU' BREVE TEMPO
POSSIBILE. ASPETTO UNA LETTERA AL PIU' PRESTO

S<i
TANTI SALUTI DA I TUOI CUGINI PIERO E NICOLETTA
ÿÿ LEGATO u62)

2" lettera - datata 08/03/2007 - Mittente DI TRAPANI Nicolò destinatario


MADONIA Salvatore
[.-.l
SAI MI HA SCRITTO IL MARITO DI NOSTRA CUGINA NICOLETTA
PERCHE' 1 0 L'HO RIMPROVERATO DOPO LA MANCANZA CHE HA FATTO
VERSO DI MAMMA E TUA MOGLIE, LUI MI HA SCRITTO SCUSANDOSI SIA
CON ME, CHE CON TE PERCHE', PERCHE' A QUANTO CAPISCO E' ANCORA

e) UN BAMBINO ED E' GIU'. ORA DOPO GLI ERRORI COMMESSI SI E' RESO
CONTO ADESSO COME SE LO RIGIRAVA SUA CUGINA PAOLA.
COSA NE PENSI SE TUA MOGLIE GLI DESSE UN'ALTRA
POSSIBILITA'?? R.
SONO RAGAZZE, SONO PURE CUGINE ALLA FINE E BELLO CHE
STIANO UNITE E VADINO DI COMUNE ACCORDO. IO TI STO INVIANDO PURE
LA LETTERINA CHE MI HA SCRITTO NOSTRO CUGINO PIERO PER FARTI
NOTARE DI QUANTO SIA GIU' E NON TROVA IL MODO ORA COME
GIUSTIFICARSI E CHIEDE A ME, QUESTO E' UN SEGNO BUONO,
QUANTOMENO INIZIA A CAPIRE CHE GLI POSSIAMO DARE DEI BUONI
CONSIGLI NON CREDI? CHIUSA PARENTESI [...]

3" lettera - datata 14/03/2007 - Mittente MADONLA Salvatore destinatario


DI TRAPANI Maria Angela
[.-l
AMORE CON QUESTA LETERA TI INVIO LETTERA DI NICOLA E
LETTERA DI PIERO E NICOLETTA CHE A SUA VOLTA AVEVANO MANDATO
A NICOLA PER SCUSARSI, DI QUELLO CHE ERA SUCCESSO.
LEGGI LE LETTERE, NON VOGLIO UNA RISPOSTA SUBITO, VEDI SE SI
PUO' METTERE UNA PIETRA SOPRA SU TUTTO QUELLO CHE E' SUCCESSO,
PER POTERE INIZIARE UN NUOVO RAPPORTO BASATO SULLA FIDUCIA E IL
RISPETTO RECIPROCO IO SONO SEMPRE DEL PARERE CHE VA DATA
SEMPRE UNA SECONDA POSSIBILITA' PER POTERSI RISCATTARE,
L'IMPORTANTE CHE SU GLI ERRORI FATTI, SI COSTRUISCE QUALCOSA DI
BUONO [...] (ALLEGATO U64)

Alla luce di tutti gli elementi raccolti in ordine alla cointeressenza del PIZZO e
della moglie nella gestione del bar Sofia e della loro estromissione in seguito alla
riunione del 10 gennaio 2007, il contenuto delle tre lettere riportate - aventi come
mittenti e destinatari i diversi protagonisti della vicenda - costituisce una ulteriore ed
autentica dimostrazione del controllo operato dagli esponenti delle famiglie mafiose
MADONIA-DI TRAPANI sulla titolarità e sulla gestione dell'esercizio commerciale in
questione.

LE ACQUZSZZZONZ DEL 15/03/2007


I1 15/03/2007 alle ore 08:19 DI TRAPANI Maria Angela all'interno
dell'autovettura Citroen C1 targata DA688LM in uso alla stessa dialoga con CAMPO
Giampaolo. I1 contenuto del dialogo è estremamente significativo. In primo luogo
perchè la donna non esita a rimproverare l'uomo in relazione all'andamento della
gestione del bar Sofia. CAMPO Giampaolo, il cui atteggiamento verso la donna è
palesemente riverente, si giustifica asserendo che lui vuole continuare a lavorare con lei
che considera
...- alla stregua di una sorella. Alla stessa offre un'imprecisata somma di
denaro (a settimana ndr) chiedendole se tale somma possa bastare. La donna sul
momento non accetta tale somma, affidando al suo interlocutore la decisione sull'entità
della somma da corrisponderle ma facendogli comunque presente che, nell'immediato,
lei deve sostenere spese legali per 1500 euro. Alla reiterata richiesta del CAMPO di
accettare subito una imprecisata somma di denaro, la DI TRAPANI da indicazioni al
CAMPO di comsponderle il denaro, nel futuro, per il tramite di LO VERDE
Massimiliano o ARIOLO Sergio. Va segnalato, in ultimo, una significativa
affmazione della DI TRAPANI Maria Angela che, rivolgendosi al CAMPO
Giampaolo, dice che "... Seraio è come se fosse Salvo .. .", sottolineando cosi ancora
una volta che la decisione di fare intervenire ARIOLO Sergio è stata presa in prima
persona dal mafioso e reale proprietario del bar MADONIA Salvatore.
A seguire il tratto di interesse:
[.-l
M. ANGELA: Giampà... se lo ha preso?
GIAMPAOLO: glielo sto facendo prendere...
M. ANGELA: è morto mio suocero...
GIAMPAOLO: scusami.. .
M. ANGELA: e ora... c'è... alle undici ora... ci sta facendo ...incompr... me
ne sto andando la perchè ho a tutti la...
GIAMPAOLO: faccio ammenda!
M. ANGELA: Giam~aoloche dobbiamo combinare?
GIAMPAOLO: Faccio ammenda!
M. ANGELA:
GIAMPAOLO: Io con te voulio restare.. .
.
M. ANGELA: però come Giam~à..
GIAMPAOLO: tu sei mia sorella ...
M. ANGELA: però tu non t i fai vedere per dire... hai bisogno... (si
sovrappongono le voci ndr,)...
GIAMPAOLO: ... no io... io no... già ...
M. ANGELA: ... hai questo ...incompr... pare di si...
GIAMPAOLO: ... già Giovanna ... deve venire... doveva venire da
te... Maria Angela.. . senti una cosa... io ti ho detto che sei mia sorella e te l'ho detto
mille volte.. . mille volte.. . (si sovrappongono le voci ndr.). ..
...no perchè Salvo dice io mi divido. ..
M. ANGELA:
GIAMPAOLO: ...io te IOdico con...
M. ANGELA: dice lui dice... che hai chiesto cinquanta e cinquanta abbiamo
.
fatto con i soldi di un'altra persona.. l'ho capita la cosa? ... (si sovrappongono le
voci ndr.)...
GIAMPAOLO: ... vedi che io sono ...incompr ...
Vedi che io
M.ANGELA: ... minchia... e senza ...incompr... neanche se visto
...incompr.. .
GIAMPAOLO: ... quanto t i servono... questi qua ... te li do io ...
M. ANGELA: ...no... tu fallo tu... tu devi fare le cose giuste...
GIAMPAOLO: ... no.. . lo stesso te li...
M. ANGELA: ... per quello che senti di fare e fai...
G I AMPAOLO: ... quanto t i servono che io te...
M, ANGELA: ... che t i devo dire quanto mi servono?
GIAMPAOLO: ...te li metto a disposizione... t i basta pure?
M. ANGELA: Io ali devo mandare cinauecento euro all'avvocato... per
ora... (si sovrappongono le voci ndr.). ..
P
GIAMPAOLO: ... allora faccio una cosa... t i ...
M. ANGELA: ... e mille ad un altro...
GIAMPAOLO: ...incompr... qua ci sono i...
M. ANGELA: ... però lo ca~iscoche non ci sono ma almeno dammi una
mano d'aiuto oer ...incompr...
GIAMPAOLO: ...incompr... t u a casa per ora...
M. ANGELA: no... me ne sto andando la di corsa che c'è Aldo che m i
aspetta ... (si sovrappongono le voci ndr.)...
GIAMPAOLO: ...incompr... portateli...
M. ANGELA: quando mai...
GIAMPAOLO: ...incompr.. .
domani,,. domani sono chiuso
M. ANGELA: domani o plieli dai a Massimo lo stesso...
GIAMPAOLO: no a te io voqlio avere a che fare con te ...
M. ANGELA: no con Massimo oroprio... non ti oreoccupare per...
GIAMPAOLO: ... solo con Massimo?
M. ANGELA: Anche con Serqio... con Serqio...
GIAMPAOLO: Solo ... solo con Massimo! ...incompr,.. (si
sovrappongono le voci ndr,). ..
M. ANGELA: A /
fosse Salvo...
GIAMPAOLO: ...incompr.., una cosa... faccio ...incompr...
M. ANGELA: ... non ne fa cose stramme (sbagliate ndr.)... e tutti...
.
incompr.. perchè quello stava prendendo i soldi per metterli li.. .
GIAMPAOLO: ...incompr...
M. ANGELA: no me ne sto andando ... . \

[..-l

LE ACQUZSIZIONI DEL 26/04/2007.


In data 26/04/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava presso la Casa Circondariale di
L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto
Nella circostanza i due coniugi, in relazione all'argomento in trattazione, discutevano delle
seguenti circostanze:
DI TRAPANI Maria Angela informava il marito che LO VERDE Massimiliano le
aveva suggerito di costituire una nuova società, al 50% cadauno, tra i coniugi CAMPO e lo stesso
M a s s i d a n o . in tal modo, se nel futuro si fossero nuovamente rotti gli accordi con i CAMPO a DI
TRAPANI Maria Angela comunque sarebbe rimasta la metà intestata al LO VERDE Massimiliano.
Questi, nella costituenda società avrebbe portato nuova liquidità contraendo un prestito di circa 30.000
euro; operazione questa che i CAMPO non potevano effettuare in quanto si trovavano in situazioni di
"protesto".
MADONIA Salvatore, facendo riferimento alla lettera scritta da PIZZO Pietro al
detenuto DI TRAPANI Nicolò (lettera della quale si è ampiamente parlato in precedenza), chiedeva alla
moglie di valutare anche la possibilità di aiutare nuovamente il PIZZO Pietro, magari facendolo lavorare
come impiegato.
Segue, in trascrizione integrale, il tratto di conversazione prima cennato:
[-..l
SALVATORE: NICOLETTA!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... come ... come la vuoi risolvere?
l'hai risolta questa
M. ANGELA: no ... aspettavo di parlare con TE ... TU non mi hai detto ...
aspetta di parlare con ME?!
SALVATORE: si
M. ANGELA: ... e poi ... con questo ... tutto quello che è ... ho detto ...
può essere che e stata una fortuna! ...
SALVATORE: si, ma ... MARIA ANGELA ... eh ... PAOLETTA che
cosa ha detto?
M. ANGELA: eh ... I O sono con TE! ... dice ... meta e meta ... ora ... ora
MARIA (LO VERDE Massimiliano, ndr) ... guardami!
SALVATORE: minchia! ... minchia! ... (si innervosisce, ndr) ...
MARIA ANGELA ... TU ... prima di fare qualcosa ... lo devi dire a ME! ... non voglio
sentire ne se . .. perche ...
M. ANGELA: no, nessuno!
SALVATORE: ascoltami ... ascaltami! .

M. ANGELA: no ... mi ha detto di dirti una cosa (MARIA, ndr) ... dice ... se
TU volessi! ... dice ... per non essere I O ... (indica se stessa, ndr) ... un domani che
dice ... questa strega di SUA MOGLIE ... e mio! ... tutto ... in continuazione ... e
mio .... e mio! ... dice ... faccio cosi, dice? ... siccome ci sono difficoltà, gli dico ...
senti ... mi metto I O (MARIA, ndr) ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... in società
con TE ... apriamo una nuova società ... mi faccio dare un prestito ... dice che ...
(specifica al marito di chi stia parlando pronunciandone il nome a bassa voce, ndr)
... MASSIMO ... dice ... a ME me lo danno subito ... dice ... cosi ... un domani, dice
... e mio! ... eh no, BELLO MIO! ... è ... M I O ... metà! (mima uno scritto, ndr) ...
SALVATORE: si ... ma ... MARIA ANGELA ... bastano tre secondi ...
M. ANGELA: dice ... diglielo se gli va bene ... a SALVO ...
SALVATORE: ... trenta secondi ...
M. ANGELA: ... dice ... per lasciare la cosa ... dice ... eh ...
SALVATORE: ... trenta secondi ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: ... e QUELLO gli dice ... sono MIE! ... se t i vuole fare
male, MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: mh ... si ... no, per risultare ... metà e metà
SALVATORE: ma che è il risultato ... è la cattiveria! ... cioè ... quello
che voglio ... voglio ... quello che ...
M. ANGELA: no, meta e metà, che QUELLO deve vedere e deve decidere
pure sulle cose da fare!
SALVATORE: ma MARIA ANGELA ... t i ho detto cento volte ... che
... NICOLA ... I O pensavo che queste cose erano ... erano ... erano limpide! ... ed
invece sento che dice ... no, non c'entra niente! (riferito al comportamento posto in
essere da NICOLmA ovvero PIZZO Pietro, ndr) ... cioè ... I O ... la cosa che vorrei
... vorrei ... in qualche modo sistemare ...
M. ANGELA: ... di chiamare non si dispiace ... a TUTTI E DUE!
SALVATORE: si, MARIA ANGELA ... quello che desidero ... è ...
PAROLA INCOMPRENSIBILE . .. che cosa vuole fare LUI! ... quella è la cosa che ...
M. ANGELA: (forse la DI TRAPANI interpreta male la domanda, riferendola
a "Paoletta" anziché a "Nicoletta") ... no ... vuole stare M e stare con NOI! ... vuole
a ME là ... e ... in società!
SALVATORE: si ... eh! ... dico ... e si può sapere come è combinata
questa cosa!? ... o no?!
M. ANGELA: debiti! ... e PAROLA INCOMPRENSIBILE ... pagando debiti!
SALVATORE: si! ... dico ... metà ... uno ...
M. ANGELA: (forse non comprende bene la domanda, ndr) ... metà! ...
meta! ... meta I O e meta ... L E I ... no, lo dice questo! ... dice ... metà I O ... dice
... meta L E I ....-no, lo dice questo! ... metà M I O ... I O ... e meta TU! ... cio& i.."
QUELLO se n'è andato ed è diventato meta! ... e vabbè! ... meta!
SALVATORE: si ... ma ora ... ora ... QUELLO (DI TRAPANI NicolÒ,
ndr) ... hai visto cosa ti ho mandato!? ...
M. ANGELA: si, l'ho vi ...
SALVATORE: oh! ... che cosa dobbiamo fare?
M. ANGELA: eh! ... e dimmelo ... I O non lo so ... non è ... non ha colpa
LUI!? ... o ho colpa I O ! ? ... non ha colpa LUI!? ... che si ... arrivare a questo
punto?! ... e mi ha messo pure a ME nei guai!? ... non è che sono stata I O ! ... tutto
da solo ha fatto! ... con la sua superbia di essere ... che si sentiva intelligente!
SALVATORE: si! .,. MARIA ANGELA ... vorrei che lo chiamassi, non
con terze persone! ... perchè ... il male lo hai fatto TU! ... il ... fargli entrare ALTRE
PERSONE! ... cioè ... desidero sapere ... L U I che cosa ...
M. ANGELA: da solo non me ne voleva parlare! ... perchè è entrata la
seconda (si corregge, ndr) ... la TERZA PERSONA!? ... perchè mi ... non ... non te
lo scordare!
SALVATORE: ... e cioè ... scusa ... ti ho mandato questa cosa?
(lettera, ndr) ...
M. ANGELA: mh!
SALVATORE: hai scritto ... cioè ... verità è questa!? ... non te la fidi
a farlo, sangue mio?! ... cioe ... hai scritto a M I O FRATELLO (DI TRAPANI Nicolò,
ndr) e gli hai detto queste cose! . .. queste cose sono vere?! ...
M. ANGELA: no, vabbè ... che cosa ha detto?
SALVATORE: che ... praticamente ...
M. ANGELA: ... che si è fatta prendere in giro, POVERINA! ... eh, eh
(risata, ndr)
SALVATORE: (annuisce, ndr) ... ma gliel'hai detto TU ... gliel'hai
detto TU a M I O FRATELLO che I O t i cercavo?! ... che (abbassa il tono della voce,
ndr) ... soldi ... non me ne davi?!
M. ANGELA: si
SALVATORE: ... e tutte queste cose! ... gliel'hai detto?!
M. ANGELA: vabbe ... questo glielo dicevo sempre, davanti a SUA
MOGLIE ... quando è stato ... comunque ... che devo dirgli?
SALVATORE: si ... ma ... vorrei salvare capre e cavoli!
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: se si può ... sangue mio!
M. ANGELA: mh!
SALVATORE: questo ... se si può! ... cioè ...
M. ANGELA: ma ... L U I .., dice ... I O posso salvare in quella maniera ...
dice ... che gli dico ... entro pure I O ... non ... però per ME (indica se stessa, ndr)
-.. - - ... ... dice, ... in modo che gli faccio dare un prestito ..-.glielo metto .... perchè ... ci
@ vogliono soldi! ... da mettere ... perchè è protestato! ... completamente!
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: L U I ! ... questo disonesto! ... cosa inutile! ... per un assegno!
... infatti ha a SUA MOGLIE, messa pure . ..
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ... allora come si deve
sistemare? ... I O non lo so, MARIA ANGELA! ... I O non lo so!
M. ANGELA: mi ha detto ... MASSIMO ... dice ... I O , l'unica cosa che
posso fare ... è dirgli ... senti ... I O porto ... dice ... trentamila euro ... trenta ...
quaranta ... però ... dice ... facciamo ... una nuova ... società ... sempre con T E ...
ma nella quale ci sono pure IO! ...
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: ... dice ... MASSIMO ... perchè? ... perchè, domani ... TU
(PAOLETA, ndr) ... mi dici ... o tua moglie impazzisce di nuovo ... a dire tutto mio
... comando io! ... no bella mia ... comandiamo pure N O I ! ...
SALVATORE: si, questa ...
2 689
M. ANGELA: non solo tu! ...
SALVATORE: si, questo e un ...incomprensibile...
M. ANGELA: questo ... dice ... diglielo se gli sta bene ...
SALVATORE: eh ... e questo che cosa fa? ...
M. ANGELA: e quello che cosa ... eh ... ehh...
SALVATORE: come impiegato? ...
M. ANGELA: eh ... eh ... come impiegato, non vedi che non vogliono uscire
soldi ... se no ci dobbiamo andare a dirgli si deve rifare come prima in TRE ...
SALVATORE: eh ... vedi ... parla ... prima parla con L U I ... con
MARITO E MOGLIE ... però non a casa ... ( parola incomprensibile,ndr)
M. ANGELA: noo ... si ma SUA MOGLIE come sente che di nuovo c'è
NICOLETTA ... la pazza fa ... Perché non la può vedere ... pare una ...
SALVATORE: ... ma con L U I dobbiamo parlare ...
si
M. ANGELA: eh ... L U I lo sai cosa fa? ... mia moglie ... perché .... Ha una
lingua bella lunga mille metri ... hai capito? ... cioe questa è la cosa! ...
SALVATORE: si ... si deve risolvere questa cosa?...
M. ANGELA: si! ...
SALVATORE: non è che può ... cioè si deve mettere un punto,
vediamo come si può fare ... sangue mio ...
M. ANGELA: uh ... uh ...
SALVATORE: ci devono mettere un punto ...
M. ANGELA: gli si può andare a dire immediatamente ... no ma a te ti sta
bene ... si deve ritornare precisi ed identici con tutti e TRE per come si era! ...
SALVATORE: (annuisce,ndr) ...
M. ANGELA: cosi?...
SALVATORE: sissignore ...
M. ANGELA: eh ... MASSIMO no? ...
SALVATORE: no ... Maria Angela ... eh come si chiama dentro ... cioè
praticamente ... TU esci fuori ...
M. ANGELA: uhm ...
SALVATORE: cioè ... e L U I ... TU gli devi dire, senti ... uhm ... fai
quello che t i dico io ...
M. ANGELA: come ...
SALVATORE: di questa cosa vuoi ... vuoi uscirtene ... e questi ...
(gesticola con le mani,ndr) ... parola ...incomprensibile... a QUELLO ...
M. ANGELA: deve capire cosi? ...
SALVATORE: certo sangue mio ... così si deve fare! ...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: come eh? ...
M. ANGELA: eh ... eh ... dobbiamo vedere ...
690
SALVATORE: cioè lo deve sapere quello che ... t i rendo l'idea? ...
M. ANGELA: si! si! ... eh ... eh ... NICOLETTA? ...
SALVATORE: eh ... come impiegata ... a dire senti SALVO (inteso se
stesso,ndr) e a disposizione ... ma TU (inteso CAMPO Giampao10,ndr) ... visto che
hai portato questa ... cosa ... questo distruz ... vedete come si può sistem ... capace
che L U I ( PIZZO Pietro inteso NICOLETA,ndr) e in mezzo alla strada, sangue mio,
io che né so! ...
M. ANGELA: è cosi.. non lavora infatti ...
SALVATORE: eh ... allora
... vedete ... in modo ... questo voglio dire,
se si può salvare capre e cavoli, sangue mio ... cioe, hai capito che cosa intendo dire
io ... sangue mio? ...
M. ANGELA: si ... ma ... si lo avevo capito ... però non e che MARIA (inteso
LO VERDE Massimiliano,ndr) ... si va a mettere insieme a NICOLEZTA va! ... per
capire ... pulita ... non e che si può andare a ... a ... capiscimi ... o QUELLA o
NICOLEZTA ... ahi capito? ... o l'una o l'altra ...
SALVATORE: ma ... sangue mio ... stiamo dicendo una cosa noialtri
...
M. ANGELA: eh! ...
SALVATORE: che praticamente si deve sistemare ...
M. ANGELA: si! ...
SALVATORE: per sistemarlo ...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: cioè ... cioè sistemarlo ... chi ...chi ... che LORO
e dire
entrano al posto TUO e TU come se non ci fossi più Maria Angela ...
- M. ANGELA: eh ... ora entra al posto mio ... si! ... va bene ...

@ SALVATORE: parola ...incomprensibile... non lo capisci, sangue mio


...
M. ANGELA: allora in TRE e devo dirgli in TRE? ...
SALVATORE: che c'entra sangue mio ... se questa cosa ... TU esci ...
M. ANGELA: allora io per il 25? ...
SALVATORE: noo ... sangue mio, come te lo devo dire ...
M. ANGELA: ah .. ah ... NICOLEZTA come? ...
SALVATORE: Maria Angela ... impiegato, se si può salvare come
impiegato ...
M. ANGELA: ah ... LEI lo assicuta ... perché quella vuole starci L E I ...
SALVATORE: quello che t i dico ... quello che t i dico io ...
M. ANGELA: si ...
SALVATORE: che praticamente ... MARIA (ovvero LO VERDE
Massimiliano,ndr)...
M. ANGELA: ehm ...
SALVATORE: come ... MARIA (ovvero
se LO VERDE
Massimiliano,ndr) si prendesse la TUA quota ...
M. ANGELA: si, lo so questo ... si e questo vuole fare, si! ...
SALVATORE: che TU non ci entri più! ...
M. ANGELA: si! ...
SALVATORE: cioè mi rendo ...
M. ANGELA: si! ...
SALVATORE: per un domani ... per dire ( porta entrambe le mani sul
petto e contemporaneamente con il labiale dice "è mioindr) ...
M. ANGELA: si, questo vuole fare! ...
SALVATORE: questo ... cioè regolare L U I ...
M. ANGELA: uhm ...
SALVATORE: cioè ... se si può fare in TRE, MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: Uhm ...
SALVATORE: e ritornare per come era prima ... se questo si può
salvare ... cioè dipende da ciò che vogliono fare LORO ... ciò che vuole fare L U I
sangue mio ... io non lo so ...
M. ANGELA: si, va bene ... gli si deve dire ... senti qua o come impiegato o
come ... deve entrare NICOL E ì 7 A (ovvero PIZZO Piero, ndr) ...
SALVATORE: no ... MARIA ANGELA, prima sistemati il TUO dico ...
il discorso ...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: per dire senti io ... si deve mettere là ...
M. ANGELA: (annuisce,ndr) ...
SALVATORE: hai capito MARIA A N G E U ? ...
M. ANGELA: (annuisce,ndr) ...
SALVATORE: cioè parola ...incomprensibile...
M. ANGELA: anche a NICOLEì7A ... lo capisce ... a ... a ... LEI ...
SALVATORE: ma perché devi andare a raccontare tutte le cose,
tienitele per te le cose (con tono adirato,ndr) ...
M. ANGELA: si t i pare che L E I poi non lo capisce se rientra la ...
SALVATORE: ma se lo capisce o non lo capisce ...
M. ANGELA: o non lo capisce ... on ci interessa ... ho capito! ...
SALVATORE: a dire ... io voglio ...incomprensibile... cioè pure a L U I
gli devi dire che te ne stai uscendo ...
M. ANGELA: si! ...
SALVATORE: perché non voglio avere più a che fare né con TE né
con quello e né con quello ...
M. ANGELA: no ... mi ha detto no che non vuole a nessuno, devo farla
come così ... non posso fare come dici tu ... se no devo fare tutto a LrU I ... così m i ha
detto ... se io faccio entrare MASSIMO (LO VERDE Massimiliano, ndr) e L U I (CAMPO
Giampao10,ndr) sa che io non ci sono ..,
SALVATORE: ehm ...
M. ANGELA: non esiste ... se ti dico che hanno le mani ... nei pugni così
(con le due mani mima il gesto di sbattere i pugni sul tavo10,ndr) ... quella MARIA
come ... eh ... eh ... pure LEI (con le mani indica se stessa,ndr) ... hai capito ... che lo
sta facendo per me ... solo così ... nooo ... così ha detto, bella chiara è stata ...
SALVATORE: cioè si deve sfottere tutto ... proprio così ...
M. ANGELA: si! ... ah ... no ... non lo avevi capito? ...
SALVATORE: Maria Angela ... se tu le dici ... SALVO (con le mani
indica se stesso,ndr) è stanco e vuole sapere quello che TU vuoi fare (con tono
adirato,ndr) ...
M. ANGELA: eh ... e questo mi ha detto ... I O e TU ... estranei qua dentro
non entrano ... I O e TU ...
SALVATORE: si ma ... I O e TU ... lo devo sapere quanto ... quanto ...
non lo so ...
M. ANGELA: "io sto lavorando sto cercando di fare ... di mandare avanti e
tutto" (mima la voce grossa di un terzo soggetto ovvero CAMPO Giampiero,ndr) ...
SALVATORE: si ... ah SOIO... SOIOdebiti, non so che cosa sono ... L U I
mangia ... cioè questo mangia? ...
M. ANGELA: ora mi ha dato cinquecento euro (con la mano indica
cinque,ndr) ... questa settimana, la settimana scorsa pure ... gli ha detto ... perché ci
va ... perchè appena non ci va ... MARIA (ovvero LO VERDE ~assimiliano,ndr)...
saltano e non c'è né ha più ...
SALVATORE: si deve mettere in regola questa cosa? :- .
M. ANGELA: si ... e l'unico modo è questo ... perché è ...incomprensibile...
SALVATORE: Maria Angela ...incomprensibile...
M. ANGELA: ha l'acqua alla gola ... perciò l'unico dice MARIA (ovvero LO
VERDE Massimiliano,ndr) è questo per ora ... ora vediamo SALVO ...
[.-.l

La lunga conversazione riportata consente di delineare con estrema chiarezza le


modalità con le quali i due coniugi intendono continuare a gestire in prospettiva il bar:
la proposta del LO VERDE di costituire una società con i coniugi CAMPO viene
avanzata allo scopo di evitare l'insorgere di conflittualità diretta tra costoro e la DI
TRAPANI e fare in modo che, in vece di quest'ultima, sia eventualmente il LO VERDE
a gestirla.
Si comprende che si tratta di un meccanismo dissimulatono perchè il controllo
della società costituenda dovrebbe rimanere ferrearnente ancorato ai MADONIA-DI
TRAPANI come emerge da tutto il contenuto del dialogo ed in particolare dalla
seguente espressione riferita dal LO VERDE alla DI TRAPANI e da costei al marito:
"... dice ... MASSIMO ... perchè? ... perchè, domani ... TU (PAOLmA,
ndr) ... mi dici ... o tua moglie impazzisce di nuovo ... a dire tutto mio ... comando
io! ... no bella mia ... comandiamo pure NOI! ..."
Tale conclusione viene ulteriormente corroborata dal contenuto del
successivo collloquio carcerario in occasione del quale l'argomento viene ripreso.

LE ACQUISIZIONI DEL 10/05/2007.


In data 10/05/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava presso la Casa Circondariale di
L'Aquila per effettuare un colloquio con il marito detenuto ~ W G A ~ O ,416)
Nella circostanza DI TRAPANI Maria Angela informava il marito dell'intenzione di LO
VERDE Massimiliano di costituire ufficialmente una società le cui quote sarebbero state cosi suddivise:
50% ai coniugi MADONIA, 25% ai coniugi CAMPO e 25% a LO VERDE Massimiliano. I1 mafioso
MADONIA Salvatore dava l'assenso a tale operazione. Appare, inoltre, opportuno evidenziare
l'affermazione del detenuto" ... ed è importante MARIA ANGELA! ... perché ... puo essere ... questo è
veramente ... ilpaneper NOI ... per (indica ilfiglio, ndr) ... questo!" a riprova dell'importanza che il bar
riveste nelle entrate della cassa della famiglia MADONIA Salvatore.
Ancora, DI TRAPANI Maria Angela, risponde al marito che il PIZZO Pietro non può essere
aiutato in quanto la sua presenza non sarebbe bene accetta ai coniugi CAMPO ed in particolare alla
moglie AIELLO Giovanna. Riferisce al marito di non avere- angoxa
.- comunicato tale decisione al cugino

@ -- PIZZO Pietro. (Come si vedrà più avanti tale decisione sarà comunicata personalmente dalla stessa DI
TRAPANI Maria Angela ai cugini PIZZO e sarà comunicata per lettera al marito detenuto).
[...l
SALVATORE: ... già mi stavo scordando ... come è finita con
PAOLEìTA? ... che già ...
M. ANGELA: ah! ... MARIA ... ali ha detto ... dice ... siccome è
com~letamentea terra ... dice ... I O t i DOSSO aiutare in una maniera ... dice ... dice
... si ... dice ... venticinaue TU {PAOLmA, ndr) ... cinauanta ... il ci ... la metà a
ME (indica se stessa. ndr) ... e ci levo il venticinaue ... venticinaue TU ...
venticinaue ... qli fa ... MARIA ... e orendono ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... e facciamo la ... società! ... insieme!
SALVATORE: mh! (annuisce, ndrl
M. ANGELA: eh! ... dice ... va be ... ti sta bene?... e L U I (PAOLEnA,
SALVATORE: eh
M- ANGELA:

dice ... (abbassa il tono della voce, ndr)... dal NOTAIO!


SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... dice ... si, si, va bene
SALVATORE: ... e perchè non si fa al riiù mesto possibile questa ...
M. ANGELA: eh! ... e lo sta facendo
SALVATORE: e ... ~ e comer si chiama? ... ~ e ...
r NICOLETTA? ...
come ...
M. ANGELA: eh! ... che ali deve ... la. non la vouliono! ... com~letamente!
... non esiste! ... Derchè non e che DUO stare alla cassa! ... alla cassa ci sta ... L U I
... e SUA MOGLIE ... 'a tardarita! ... fiqurati che ali fa (a MARIA, ndr) ... e chi deve
venire? ... no, no, no .., no ... vo ... vo ... ve ... no ... no ... non deve esistere, dice!
SALVATORE: ma TU pliel'hai detto? ... a L U I ? (a NICOLFITA. ndr)
... lo hai affrontato, MARIA ANGELA?
M. ANGELA: no ... a LUI? ... a NICOLETTA?
SALVATORE: si
M. ANGELA: 1
cagisce ... perchè ha parlato Dure con MASSIMO ... e sa ...
SALVATORE: cioè ... ... invece ... co ... PAROLA
perchè devi fare
INCOMPRENSIBILE ... e gli dici ... senti BELLO M I O ... la situazione è questa ... la
situazione e questa! ...
M. ANGELA: ho aspettato di ... di ... l'altro ieri si e coalizzata questa cosa!
... si e fatto fare tutto il resoconto dei debiti ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ... hai visto cosa c'e scritto?
M. ANGELA: ... dei debiti ... tutto preciso ... dice ... come TU ... dice ...
me ne aggiungi un altro, fra un mese ... te lo ... dice ... te lo paghi TU! ... dice ...
poi non voglio sapere niente! ... dice ... con esattezza! (mima una lista, ndr) ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: mizziga ... come e stato chiaro, ora! ... tutti scritti!
SALVATORE: MARIA ANGELA ... NOIALTRI ... fino a quando ...
non si ci mette QUALCUNO ... e dice ... e si ... metti UNO ...
M. ANGELA: è L U I preciso! ... perchè ... ora ha il venticinque ... perciò
dice ... MARIA ANGELA ... dice ... I O ...
SALVATORE: no ... se .,. se non sappiamo quanto si fa ... se ... se
non lo sappiamo!
M. ANGELA: li fa, li fa!
SALVATORE: si ... ma ... MARIA ANGELA
alla cassa ... cioè ... t i fa vedere niente?!
M. ANGELA: no ... SUA MOGLIE già se ne deve andare ... sa che c'e
(abbassa il tono della voce, ndr) MASS ... MA ... MA ... che c'è MARIA ... eh ...
SALVATORE: ah! ... allora ... si sa ...
M. ANGELA: si!
SALVATORE: W<
MARIA ANGELA! ... aerchè ... auò essere ... auesto è veramente ... il pane
per N O I ... per [indica il f i ~ l i ondrl
, ... auesto!
M. ANGELA: si, si ... gliel'ha detto ... è la cosa più ... perciò ... non è che
ci posso andare a mettere a NICOLETTA! ... già che non la vogliono ... e poi ...
andare a mettere a NICOLETTA significa ... basta!
SALVATORE: si, ma parlaci! (con NICOLETA, ndr) ... gli dici ...
BELLO M I O ... vedi che mi hai portato in questo coso ...
M. ANGELA: eh!
SALVATORE: eh! ... però ... guardalo in faccia!
M. ANGELA: ... che mi stavano buttando (fuori, ndr) a ME, pure! ... la
verità!
SALVATORE: eh! ... questo è! . .. questo!
M. ANGELA: eh!
[..-l

LE ACQUISIZIONI DEL 13/05/200 7-


I1 13/05/2007, DI TRAPANI Maria Angela scriveva al marito. Nel contesto
della lettera, tra l'altro, lo informava di avere affrontato l'argomento
--
Bar Sofia
.,. . con i
8 coniugi PIZZO Pietro e DI TRAPANI Nicoletta. In pratica lo informava della
estromissione definitiva del PIZZO Pietro dalla gestione del Bar, decisione che lo
stesso parente aveva accettato.
Segue fedelmente il tratto di trascrizione:
[...l
CE NE SLAMO SALITI A CINISI E' SIAMO ANDATI DA NICOLETTA POI
ANNO VOLUTO CHE MANGIASSIMO LA E' COSI SIAMO STATI LA FINO ALLE
15:30, LUI SI E' DIVERTITO A ZAPPARE IL GIARDINO E TOGLIERE L'ERBA
COL RASTRELLO MENTRE PIERO CON SUO PADRE BUTTAVANO CEMENTO
PER FARE UN VIALETTO. ABBLAMO PARLATO CON NICOLETTA ED CI SIAMO
CHIARITE E HA ACCETTATO TUTTI I SUOI SBAGLI, E SA BENE CHE ORMAI
CON PAOLETTA NON PUO' CONTARCI.
ABBLAMO PARLATO TRANQUILLAMENTE. [...]
LE ACQUISIZIONI DEL 16/05/200 7
11 16/05/2007, MADONIA Salvatore rispondeva alla missiva della moglie
datata 13/05/2007 ed in precedenza commentata.
Segue testualmente il tratto di trascrizione:
[...l CAMBIO ARGOMENTO. CHE HAI PARLATO CON NICOLETTA
SPERO VI SIETE CHIARITI I
N TUTTO, NON VORREI CHE DOMANI, POSSA
AVERE CHE DIRE. [.. . ] [ ~ $ $ & w & )

LE A CQUISIZIONI DEL 06/06/2007


I1 06/06/2007, alle ore 09:35, veniva intercettata una conversazione tra LO
VERDE Massimiliano e CAMPO Giampaolo. Argomento della conversazione era la
gestione del bar, in particolare i due parlavano di una notifica che avrebbe dovuto
ritirare personalmente il CAMPO. Il LO VERDE dapprima rispondeva che certamente
si trattava della notifica del decreto di ingiunzione della SISAL e poi aggiungeva che il
successivo venerdi 08/06/2007 si sarebbero dovuti vedere dal notaio.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
GIAMPAOLO: pronto ?
MASSIMILIANO: GIAMPAOLO buongiorno...
GIAMPAOLO: Buongiorno ,.. non ho fatto in tempo a rispondere
perché stavo scrivendo ... che c'erano quelli dell'lstat
MASSIMILIANO: non ti preoccupare ...
GIAMPAOLO: ... e non potevo ... che dovevo ...incomp ...
MASSIMILIANO: io e dall'altro ieri che provo a chiamarti al cellulare ma
non mi risponde nessuno ...
GIAMPAOLO: no, non ce l'ho MASSIMO non ce l'ho ...
MASSIMILIANO: ... incompr ...
GIAMPAOLO: ... no ... forse e a Carini il cellulare ... quindi nemmeno
ce l'ho con me ...
MASSIMILIANO: come sta tua moglie ...
GIAMPAOLO: meglio ... meglio ... ora dovrebbe scendere perche deve
andare a ritirare una cosa al Tribunale ... da un momento all'altro l'aspetto
necessariamente ...incompr ...
MASSIMILIANO: cosa al tribunale ... che cos'è al tribunale?

697
GIAMPAOLO: è una cosa che glielo avevo dato all'avvocato e mi ha
detto che non gliela possono dare a lui perché la devo prendere io personalmente...
MASSIMILIANO: ma e sempre relativa alle cose del bar?
GIAMPAOLO: non lo so! ... non ... non ...
MASSIMILIANO: cioè ...ti è arrivata la notifica?
GIAMPAOLO: si! Si! Quindi ora devo ...
MASSIMILIANO: eh ... sicuramente sara la cosa del come si chiama ...
delli ... del ... sisal
GIAMPAOLO: ora vediamo che cosa è ...che numero è
MASSIMILIANO: no ... sicuramente questo è ... il decreto ingiuntivo
della sisal
GIAMPAOLO: ora vediamo
MASSIMILIANO: perché solitamente ... che t i è arrivata la lettera ... non
c'era nessuno e t i hanno lasciato la comunicazione ...l'ufficiale Giudiziario
GIAMPAOLO: può essere ... può essere ... ora ..
MASSIMILIANO: eh ...
GIAMPAOLO: glielo avevo dato al mio avvocato e l'avvocato ci e
andato ...
MASSIMILIANO: no, non può ...
GIAMPAOLO: ... e dice che la devo prendere io personalmente ...
MASSIMILIANO: si ... e sicuramente ... te lo dico io già ... sara ... il
decreto aggiuntivo della sisal ... GIAMPAOLO vedi che io ho provato a chiamarti ...
perché io fino a ieri ho ricevuto la chiamata di BONITO ... vedi che siamo arrivati in
porto ah...
GIAMPAOLO: uhm ... perfetto ...perfetto ...
MASSIMILIANO: venerdì alle nove abbiamo un impegno
GIAMPAOLO: venerdì?
MASSIMILIANO: alle nove ...
GIAMPAOLO: dove ci dobbiamo vedere ...
MASSIMILIANO: dal notaio ...
GIAMPAOLO: eh ... ma ci deve essere pure GIOVANNA però ...
dobbiamo essere tutti e tre assieme ...incompr ...
MASSIMILIANO: no ... ma ...
GIAMPAOLO: perché ... tu cosa gli avevi detto a GIOVANNA ...
l'altra sera ne parlavamo ...
MASSIMILIANO: come? ... no ...ma non hai capi ...il ... io t i sto ... io a te
lo sto dicendo perché la firma la metti tu .., ma io ...lo sai cosa t i ho sempre detto
che tua moglie la prima ad essere davanti deve essere
GIAMPAOLO: eh ... ci dobbiamo organizzare
MASSIMILIANO: va bene ... non ci sono problemi per quello...io te lo sto
solamente comunicando ... ma e una cosa che e scontata ... a costo che...
GIAMPAOLO: va bene ...
MASSIMILIANO: ... incompr ... tutta la giornata venerdi non ti
preoccupare per questo ...
GIAMPAOLO: va bene ...va bene ... incompr ...
MASSIMILIANO: va bene? Vediamo se riesco a passare in mattinata ...
eh dici?
GIAMPAOLO: ... va bene ... no basta, basta dopo ne parliamo ... va
bene ...
MASSIMILIANO: eh ...infatti ...

LE A CQUISIZIONI DEL 0 7/06/2007.


I1 07/06/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per effettuare
il colloquio mensile con il marito MADONIA Salvatore. [&.&GA.~o A23
Nella circostanza il detenuto chiedeva alla moglie lumi sulla vicenda. DI
TRAPANI Maria Angela rispondeva che nella stessa data sarebbero dovuti andare a
firmare (quanto prima è verosimilmente riferito all'appuntamento dal notaio auspicato
dal LO VERDE e del quale è stato fatto cenno nel precedente paragrafo) ed in questo
modo LO VERDE Massimiliano avrebbe avuto più poteri
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l .. ._
^_.
SALVATORE: PAOLETTA (ovvero CAMPO Giarnpaolo, ndr)
sistemata la ...
.
M. ANGELA: si oaai vanno a firmare (con la mano destra mima il
1 - a ...
SALVATORE: dico ciste ... significa sistemato, significa sistemato no
che ...
... aualsiasi cosa ... da
M. ANGELA: no, va a firmare e voi dice con
auel momento in poi dice posso parlare come ehhh ...
[...l

Nel corso dell'indagine emergeva chiaramente che il LO VERDE


Massimiliano, secondo l'originaria indicazione del mafioso MADONIA Salvatore,
avrebbe dovuto acquisire l'azienda. Dopo alcuni rinvii la volontà si sarebbe
r
formalizzata dal notaio il successivo 17/07/2007.

c b, 699
LE ACQUISIZIONI DEL 17/07/2007.
11 17/07/2007, il notaio Aw. Maria SANFILIPPO di Palermo autenticava le
firme di LO VERDE Massimiliano e CAMPO Giampaolo in calce ad una scrittura
privata di cessione d'azienda con la quale si conveniva la cessione al prezzo di 90.000
euro dell'azienda commerciale ubicata a Palermo in via Villa Sofia nr. 29 - 29/A, vale a
dire del bar Sofia. [&@&&~@$??)

LE ACQUISIZIONI DEL 02/08/2007.


I1 02/08/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per effettuare il colloquio
mensile con il marito MADONLA Salvatore. E ~ ~ &W)
~ & 3

Nella circostanza, la donna aggiornava il detenuto sulla nuova situazione inerente la gestione
economica del bar Sofia. In particolare DI TRAPANI Maria Angela riferiva al marito che, con
l'inserimento di LO VERDE Massimiliano nella gestione del bar, ed un conseguente intervento
economico di quest'ultirno, tutti i debiti del locale era stati ripianati. Inoltre, la donna comunicava al
detenuto che gli introiti del locale erano elevati, a differenza di quanto le avevano sempre riferito in
passato i precedenti gestori (PIZZO e CAMPO ndr.) ("...Quanto fa?! (vuole intendere: quanto rende,
ndr.) - Assai! Dice: UARIA A... Tutto! Ora aveva de... ora...lasciava intendere "...). Tra l'altro, Maria
Angela sottolineava il ruolo di controllore svolto da LO VERDE Massimiliano nei confironti dei coniugi
CAMPO. Successivamente MADONLA Salvatore chiedeva lumi alla moglie circa il paventato progetto
di aprire, all'intemo dell'area ospedaliera dell'Azienda Sanitaria Villa Sofia, un Bar insieme ad ARIOLO
Sergio (cf?. acquisizioni del 14/12/2006). La donna partecipava al marito che il progetto non aveva avuto
seguito (...no, niente! Ancora non hanno dato niente!...), verosimilmente a causa del mancato rilascio
delle necessarie autorizzazioni.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:

[...l
M. ANGELA: GIOVANNA?! GIOVANNA a posto!
(breve pausa di silenzio, ndr.)
M. ANGELA: GIOVANNA e PAOLEìTA?! A posto!
SALVATORE: ... eh... MARIA!?
Ah
M. ANGELA: Sta bene... Si!
SALVATORE: A posto?
M. ANGELA: Però insieme ... in tre!
SALVATORE: Si,.. ma...
M. ANGELA: Ha messo pure ... (con la mimica lascia intendere: ha messo
soldi, ndr)
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
.
M. ANGELA: Non ce n'è mai più.. Non ce n'è più (abbassa il tono della
voce, ndr,) debiti.. . .L'ha levati tutti!
SALVATORE: MARIA ANGELA, quello che ti prego ...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: ...quello che ti prego... perchè se no siamo sempre
punto e daccapo... LUI ti deve fare,.. se è possibile... se è possibile... una cosa
nostra!
M. ANGELA: Eh ...
SALVATORE: Cioè ... lo vedi... lo ringrazi,.. a MARIA... se è possibile
sapere...
M. ANGELA: Mh ...
SALVATORE: Quanto.. .
M. ANGELA: Li ha levati! Già li ha levati! Ha messo LEI stessa tanto ... e li
ha levati! Ora ci sono cose normalmente messe bene...
SALVATORE: Ti sto dicendo io.. .
M. ANGELA: Si.. .
SALVATORE: Quanto fa?! (vuole intendere: quanto rende, ndr.)
M. ANGELA: Assai! Dice: MARIA A,.. Tutto! Ora aveva de... ora..
SALVATORE: Se... se...
M. ANGELA: Allora ... oggi... ci si è messa... questo me... questo mese...
giusto?
. . . . . .. ,.. . . SALVATORE: MARIA ANGELA se lo controlla ... LUI ci ... '

6 M. ANGELA: Si.., là sta! Se ne va alle cinque là... e torna la sera... per


ora!
SALVATORE: Se ...
M. ANGELA: Perchè ... dice... mi devo fare... rendere conto...
SALVATORE: Se lo controlla ... se lo controlla
M. ANGELA: Si. ..
SALVATORE: perche sono se. .. se li prende lo stesso ... ma se ne
prende di meno...
M. ANGELA: Certo, si!
SALVATORE: E tu... INCOMPRENSIBILE... questo ti voglio dire!
M. ANGELA: Però dice: lo vedo!
SALVATORE: Però se tu lo...
M. ANGELA: Dice: siamo ad agosto,.. di solito ad agosto hanno detto
t.

.
sempre.. luglio e agosto... no, niente! Ma che?!
SALVATORE: . .
Ma.. ma poi.. SERGIO si stava...
M. ANGELA: solo di.. .
SALVATORE: ...SERGIO si stava interessando. .. all'interno.. . che
cosa ha fatto?
M. ANGELA: No, niente! Ancora non hanno dato niente!
SALVATORE: .
Comunque.. sto fidanzamento.. .
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 06/09/2007.


In data 06/09/2007 presso la Casa Circondariale di L'Aquila veniva intercettato un altro
colloquio tra il detenuto MADONIA Salvatore e al moglie DI TRAPANI Maria Angela. &~&~GATO
1920)
Anche in questa circostanza gli astanti affrontavano l'argomento relativo alla gestione del bar
Sofia, la cui gestione, da pochi mesi, era ormai passata a LO VERDE Massimiliano. I1 detenuto
suggeriva alla moglie di imporsi con CAMPO Giarnpaolo (PAOLETTA) e prendere cognizione,
dell'entità degli introiti mensili ("...ma fammi il conto!... ") dell'esercizio pubblico ("...no, MARIA
ANGELA ... in queste cose ... si ci deve mangiare il cervello ... e non glielo ... non glielo mangi!...") La
donna partecipava al coniuge che aveva già avanzato richiesta in tal senso ma che, per avere una
situazione più fedele alla realtà, occorreva attendere qualche mese, visto che la nuova gestione era
subentrata da poco. Appare opportuno sottolineare che MADONIA Salvatore raccomandava alla
consorte di fare attenzione alle telecamere di vigilanza installate all'intemo della sala colloqui.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[..-l
Al minuto 01:02:36, cambiano ancora argomento:
SALVATORE: eh ... P A O L E m ?
M. ANGELA: t i ho detto ... va bene! ... mi ha detto di dirti ... va bene! ...
pra hanno ... hanno chiuso pu ...
SALVATORE: ... posso morire con una ...
si ... ma
M. ANGELA: eh! ... gliel'ho detto ... fammi una ... (mima uno scritto, ndr)
... me lo stava dicendo ... gli ho detto ... no! ora TU ... a ...
SALVATORE: minchia! .., un 'altra volta! ... INCOMPRENSIBILE (si
sovrappone MADONIA Francesco, ndr) ... ma fammi il conto!
M. ANGELA: hanno cominciato ora! ... questo ... questa settimana! ... che
devi dargli il tempo di dirti ... quanto! ... t i deve dire una imbroglioneria (bugia, ndr)
. .. che ti dice PAOLETTA!?... una imbroglioneria vuole! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA, non si dicono ... perchè mettiamo
..
sempre le . cioè ...
... ora ha cominciato LEI! ... quindi ... a

5-k
M. ANGELA: I O ho detto fine
mese ... saprà! ... tanto! ... però, dice ... va bene! ... va bene!
I l detenuto parla per qualche istante con i/ figlio.
M. ANGELA: dice ... devi fare ... una stima ... (usa il labiale, ndr) ... cento
... (ripete, ndr) centottanta ,..
SALVATORE: (si innervosisce e si gira dall'altro lato, lasciando
intendere alla moglie che non è prudente esprimersi in tal modo, ndr)
M. ANGELA: (si innervosisce a sua volta, ndr) ... ah! ... prima mi chiede e
poi fa cosi! ... e poi fa così!
SALVATORE: scema! ... ma TU sei scema!? ... ti sei rincoglionita!?
... guarda (indica la telecamera alle sue spalle, ndr) guarda! ...
ma sei ...
I O non ...
ti capisco, MARIA ANGELA ... quando dico ... minchia ... cioè ... per ora è ...
INCOMPRENSIBILE!
M. ANGELA: ah! ... però gli ho detto ... è inutile che me lo dici così!... lo
voglio con esattezza! ... sapere!
SALVATORE: si, ma quanti anni, sangue mio! ... quanti anni è?!
M. ANGELA: quanti a ... non ce n'& più!
SALVATORE: come?
M. ANGELA: non ce n'è!
SALVATORE: MARIA ANGELA, quanti anni è che ti dico la stessa
cosa?! ... quanti anni ...
M. ANGELA: ... e me l'hanno dato!? . ., perchè I O non l'ho mai chiesto?! ...
me lo hanno mai detto?! ... quanti anni!
SALVATORE: I O t i sto dicendo ... però ... quanti ... spero, sangue
mio ...-spep! ... spero! ... I O mi auguro! ... I O mi auguro ... I O me lo auguro! ...
-.
in queste co ...
M. ANGELA: ... in tutti questi anni ... quante ... le volte che me lo hai
detto TU ... poi dici a ME ... non le devo PAROLA INCOMPRENSIBILE ...
SALVATORE: no, MARIA ANGELA ... in queste cose ... si ci deve
mangiare il cervello ... e non glielo ... non glielo mangi!
M. ANGELA: ma chi te lo ... ora è entrata!
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL z3/z2noo7.


I1 13/12/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava nuovamente a L'Aquila per sostenere il
colloquio mensile con il marito MADONIA Salvatore, debitamente intercettato
Nel corso del colloquio il detenuto chiedeva alla moglie quali fossero gli sviluppi riguardanti la
nuova gestione del bar Sofia ed in particolare l'entità degli introiti del suddetto esercizio pubblico. Nella
circostanza MADONIA Salvatore riceveva una risposta assai rassicurante. Infatti, DI TRAPANI Maria
1
Angela gli comunicava che l'incasso era di 8.000 (otto mila) euro, "da dividere in tre" (CAMPO
Giampaolo, LO VERDE Massimiliano e DI TRAPANI Maria Angela ndr.).
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[.-l
SALVATORE: Novità sangue mio, che mi racconti ... PAOLmA? ...
M. ANGELA: eh ... procede, va bene ...
SALVATORE: ma ... si può sapere ... uhm ...
M. ANGELA: eh ... O m O AL MESE rimangono, però da dividere ...
SALVATORE: va bene ... si ...
M. ANGELA: da dividere per TRE ...
SALVATORE: MARIA ANGELA la cosa che spero ... la cosa che spero
...
M. ANGELA: e mi disse dice ... ma ... stai tranquilla perché ... (gesticola con
le mani,ndr) ...
SALVATORE: va bene ... ba ... basta ... MARIA ANGELA ... MARIA
ANGELA una cosa ... non fare così MARIA ANGELA (ripete i gesti che ha fatto la
donna prima,ndr) ... minchia ... non vedi che ... ci sono (con la mano destra indica
verso l'alto,ndr) ... MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: va bene ... va bene ...
[..-l

LE ACQUISIZIONI DEL ZO/OZ/2008.


I1 10/01/2008 D I TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila per sostenere un ulteriore

.
. colloquio mensile con il marito MADONIA Salyatore, anche in questo caso oppominamente intercettato.
v,e2,.

:m1
Anche in questa circostanza nel corso del colloquio, il detenuto chiedeva alla moglie ragguagli
circa la situazione economica del bar Sofia. La donna gli comunicava che ormai, poteva considerarsi ben
avviato ("...bene! A posto... a posto!... ") e che le pregresse problematiche gestionali del locale erano
ormai superate.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
Dal minuto 47:43 si trascrive testualmente:
SALVATORE: ... ehh... PAOLEmA... com'è?
M. ANGELA: bene! A posto... a posto!
SALVATORE: emh li... va be... MARIA ANGELA... ti dico io ... se
ingrani con questo lavoro che hai...
[...l
LE ACQUZSZZZONZ DEL 0 7/02/2008.
I1 07/02/2008 DI TRAPANI Maria Angela ed il marito MADONIA Salvatore, nel corso
colloquio mensile effettuato sempre presso il carcere di L'Aquila affrontavano ancora una volta la
tematica riguardante i1 bar Sofia. ~&OAM A25)
Durante la conversazione MADONIA Salvatore, ancora una volta, chiedeva alla moglie
notizie sull'andamento del predetto esercizio pubblico. Nell'occorso la moglie tranquillizzava il detenuto
ricordandogli lo scampato pericolo riconducibile alla paventata possibilità che AIELLO Giovanna
potesse denunciare la vicenda alle autorità competenti (cfr. acquisizioni del 0811 1/2006 - 18/12/2006 -
28/01/2006 - 08/03/2007). Inoltre, il detenuto suggeriva alla DI TRAPANI Maria Angela di non
frequentare il bar SOFIA, consigliandole di non "...ci passare neanche dalla strada... " evidentemente al
fine di evitare una qualsiasi possibilità di ricondurre, anche indirettamente, il bar alla famgili MADONIA-
DI TRAPANI.
Di seguito si riportano i tratti della conversazione ritenuti d'interesse:

[...l
SALVATORE: ... che io mi... io... purtroppo... sono un... incompr...
sento le cose che mi arrivano dalle sbarre... eh completamente... cioè... ora... sto con
questo pensiero... PAOLA...
M. ANGELA: ... coso... coso... non è che si arriva chissà...
SALVATORE: noo... io t i sto dicendo...
M. ANGELA: ah! (annuisce)... ora piange... gli ho detto.. e tu... da... fu... da
quando... incompr... NICOLEfTA... eh...
SALVATORE: (ride)
M. ANGELA: (ride)... incompr...
SALVATORE: Maria Angela... io le so... Maria Angela... io li cono... io...
perché... non... non ci stanno tutti.... Questa è... e tu non capisci! Non capisci! Né in
bene... né in male... e... li tengo per me le cose... e... ora... regalate...
completamente... uhm...
M. ANGELA: ... ancora... incompr... (abbassa totalmente il tono della
voce)... non si è fatto niente...
SALVATORE: ... ma meglio così Maria Angela... meglio... meglio così!
M. ANGELA: ... voleva farci tipo la... la... tipo la denuncia... per dire... ma
perché mi avete... allora ci faccio... uno dice si... poi fa... dice... no è meglio... dice...
perché poi...
SALVATORE: si ma...uhm... uhm.. ehm... non... devi essere... poi...
dici... senti... io a questi li conosco... ehm... incompr...
M. ANGELA: incompr... (si accavallano le voci)
SALVATORE: ... sono parenti di mio... incompr (si accavallano le
voci)
M. ANGELA: ... no ma io ora... incompr... (abbassa totalmente il tono della
voce)... dimesso... fa... dice... io a luglio sono venuto... io a luglio sono... sono... sono
venuta... dice... quindi... dice... non è che...
SALVATORE: ma chi?
M. ANGELA: MARIA...
SALVATORE: eh...
M. ANGELA: ehm... (gesticolio con le mani)
SALVATORE: eh...
M. ANGELA: ... se l'è passate lei... eh... una parte... hai ca... perché era...
era tutta... non ci davano più niente... stavano battendo i battenti... una parte... però
con la cosa sottoscritta che è lo stesso...
SALVATORE: (scuote il capo verosimilmente in segno di
disapprovazione)...mah!
M. ANGELA: stanno... incompr... tutto...
[...l
SALVATORE: ... cioè... ma io ti dicevo... un'altra cosa per quanto
riguarda PAOLEìTA... se praticamente ha avuto problemi...
M. ANGELA: no... incompr...
SALVATORE: e allora... boh... non ci passare neanche dalla strada...
incompr. (si accavallano le voci)...
M. ANGELA: ma... eh... eh... proprio... da...
SALVATORE: ... incompr (si accavallano le voci)
M. ANGELA: ... pure se devo andare da mamma
[...l

6.1.75 LE DICHIARAZIONI RESE DAL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA


NUCCIO ANTONIO IN DATA 2811112007.

A ulteriore conferma alle acquisizioni investigative sopra illustrate, già di per


se sufficienti a poter affermare con certezza la riconducibilità del bar Sofia al mafioso
MADONIA Salvatore, intervenivano le dichiarazioni del collaboratore di giustizia
NUCCIO Antonio. Quest'ultimo, infatti, nel corso dell'interrogatorio reso in data
2811 112007, dichiarava che il bar SOFIA era riconducibile alla famida mafiosa
MADONL4. Nella circostanza, il collaboratore, qualiJicava anche la figura del gestore
del bar, definendolo persona vicina a noti esponenti maJosi, tra i quali: GENOVA
~alvatore'~',"Antonino CUMBO, detto doghi doghi, Antonino o meglio Salvatore
CASTIGLIONE, detto "ù Ilalla", incensurato che gestisce un panificio a Cruillas,
Sandro DIELE, e sempre Salvatore DI MAI0 "!"(tutti tratti in arresto a seguito delle
più recenti operazioni di polizia). Altresì, NUCCIO rivelava di "aver partecipato e
deali incontri mafiasi" tenutisi proprio all'intemo del suddetto bar SOFIA.
Segue estratto delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia'08
[...l Vicini al GENOVA ci sono: Antonino CUMBO, detto doghi doghi,
Antonino o meglio Salvatore CASTIGLIONE, detto " u Ilalla", incensurato che
gestisce un panificio a Cruillas, Sandro DIELE, e sempre Salvatore DI MAIO. Tutti
costoro si occupano di estorsioni danneggiamenti ed intimidazioni dei quali mi riservo
di parlare. Vicino a loro è anche il gestore del bar Soja riconducibile ai MADONIA
presso il quale ricordo di avere partecipato a degli incontri. Nei pressi di questo bar,
Salvatore GENOVA e il DIELE erano stati controllati dalla Polizia che però non aveva
trovato a quest'ultirno una somma di 5000 euro, provento di estorsioni, che aveva
occultato al1'interno del cruscotto della smart. [...]

CONCLUSIONI

All'esito di questa lunga ma completa esposizione nessun dubbio può nutrirsi sulla
reale appartenenza del Bar Sofia e della relativa licenza di tabacchi e generi di
monopolio ai coniugi MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Mariangela. L'esposizione
coordinata delle numerose conversazioni telefoniche ed ambientali sull'argomento con
gli accertamenti documentali ( compendiati nelle informative del 5 giugno e del 29
ottobre 2008 ) ha permesso di accertare che la predetta attività, gia a partire dalla fine
degli anni '60, è sempre rientrata nella disponibilità della famiglia MADONLA, ma non è
mai stata sottoposta a prowedimenti di prevenzione o di sequestro penale grazie
all'abile rete di prestanome che la stessa ha saputo utilizzare, facendo essenzialmente
leva sul ruolo dei coniugi CAMPO Andrea e DI TRAPANI Amalia.
Le conversazioni intercettate nell'ambito della presente inchiesta hanno finalmente
permesso di disvelare che, soprattutto quest'ultima, almeno negli ultimi 25 anni ha
continuativamente svolto un prezioso ruolo di prestanome in favore della famiglia

107
reggente di Resuttana e la cui figura 6 stata già ampiamente illustrata. Cfr. capitolo 4.3.
MADONIA, come dimostra altresì l'accertata titolarità fittizia di diversi immobili
appartenenti a questa e della quale verrà dato conto nel prossimo paragrafo.
La DI TRAPANI Arnalia, in particolare, era già stata coinvolta in procedimenti di
prevenzione instaurati nel corso degli anni '90 a carico dei MADONIA ed è risultata
essere l'intestaria della licenza di tabacchi e generi di monopolio ( oltrechè
dell'irnmobile che ospita il bar e quello confinante in cui è installato un distributore di
carburante: cfr. informativa del 29 ottobre 2008 ).
Altrettanto chiaro è il ruolo degli altri correi dei coniugi MADONIA\DI
TRAPANI nell'attribuzione e nella gestione fittizie del bar\tabacchi di via Villa Sofia
n.25: in primo luogo di LO VERDE Massimiliano, soggetto organico alla famiglia
mafiosa dei MADONIADI TRAPANI com dimostra la sua accertata partecipazione con
(R
la DI TRAPANI all'episodio del 16 marzo 2007 della trasmissione, del ritiro e della
lettura di un pizzino proveniente dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, nonchè
agli incontri della medesima DI TRAPANI con gli esponenti mafiosa GENOVA
Salvatore e GRAZIANO Vincenzo.
Tale molo organico è evidentemente fiutto della fiducia riposta dalla famiglia
MADONIA\DI TRAPANI nel giovane LO VERDE e che si è anche tradotta nella
formale intestazione, avvenuta il 7 settembre 2007, e nella gestione dell'attività
commerciale in questione, ed anche nell'intestazione formale di altri beni della
medesima famiglia come l'appartamento di piazzale Degli Alpini ed il terreno di

. .
contrada
.-
.. ..
Cipollazzo di Cinisi, dei quali verrà dato conto nei prossimi paragrafi.
1..

Parimenti chiaro è il ruolo degli indagati CAMPO, AIELLO e PIZZO nella


attribuzione fittizia e nella gestione del bar\tabacchi per conto della famiglia
MADONIADI TRAPANI.

\ /
'O8 Cfi. verbale di interrogatorio del collaboratore di giustizia NUCCIO Antonio del 2811 l12007
5 2. IL RUOLO DI DI TRAPANI AMALIA NELLA GESTIONE DEL
PATRIMONIO OCCULTO

Le indagini svolte nell'ambito del presente procedimento hanno consentito di


evidenziare la figura di DI TRAPANI Amaiia, già ampiamente emersa, verso la metà
degli anni novanta, allorchè la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo
aveva disposto il sequestro e, successivamente, la confisca di taluni beni immobili che,
intestati ai coniugi CAMPO Andrea - DI TRAPANI Amaiia, erano stati ritenuti, di
fatto, riconducibili a MADONIA Antonino.
L'odierna inchiesta ha permesso di riattualizzare tale legame fiduciario,
evidenziando la perdurante esistenza di interessi economici formalmente intestati
all'indagata, ma in realtà da considerarsi di proprietà della famiglia MADONIA.
Prima di ripercorrere la pregressa vicenda giudiziaria, appare opportuno
evidenziare i rapporti di parentela della DI TRAPANI, in forza dei quali è possibile
spiegare le ragioni della risalente contiguità della medesima la famiglia MADONIA in
relazione alla gestione del patrimonio occulto.
DI TRAPANI Amaiia, pt. DI TRAPANI Giuseppe mt. PARISI Maria, nata a
Palermo il 21.1 1 .l 939, ivi residente in via Salvatore Aldisio al civico 25 è quindi:
. . - vedova di CAMPO Andrea, pt. CAMPO Mariano mt. CAMPO Francesca,
nato a Palermo il 0810111940 e deceduto a Padova il 2310911989;
Q - cugina in primo grado di GELARDI Emanuela, vedova di MADONIA
Francesco, già capo del mandamento mafioso di Resuttana: le due sono infatti
rispettivamente figlie dei germani DI TRAPANI Giuseppe (Palermo, 15/05/1907) e DI
TRAPANI Lorenza (Palermo, 3110511892).

GLI ELEMENTI E WDENZL4TI NEL DECRETO DI APPLICAZIONE


DELLA MISURQ DI PREVENZIONE A CARlCO DI M D O N U ANTONINO N.
108/90 DELL '08/04/1994.

L
In data 08/04/1994, nell'ambito del procedimento 108/90 RMP, il Tribunale di
Palermo si pronunciava in ordine ad alcune proposte di misure personali e patrimoniali
avanzate a carico di MADONIA Antonino:
[...l
All'entrata in vigore della legge 55/90 il G.I. del Tribunale di Palermo, su
conforme richiesta del P.M. disponeva la trasmissione alla sezione misure di
prevenzione del Tribunale di Palermo degli atti relativi alla con4sca ex art. 24 L./82
Rognoni La Torre di beni ritenuti nella disponibilità di MADONU Antonino,
sottoposto a procedimento penale per il reato di associazione di tipo mafioso e altro.
[...l
Con prowedimento del 23/01/1991 venivano sottoposti a sequestro alcuni
immobili intestati al MADONIA in Trezzano sul Naviglio, nonché alcuni immobili siti
in Palermo segnalati nella diretta disponibilità del proposto, seppur intestati a terzi.
[a- .l
Venendo alla parte pairimoniale della proposta, occorre prendere in esame le
richieste di confisca avanzate sia dal Procuratore della Repubblica, sia dal Questore di
Palermo. Le proposte riguardano sia beni intestati direttamente al MADONU (locali
siti in Trezzano sul Naviglio, titoli azionari ed una autovettura Fiat Panda), sia beni
immobili intestati a terzi che i proponenti indicano come prestanome del MADONU.
Il MADONU non ha rivendicato in alcun modo il possesso o la proprietà di
questi ultimi -*.
immobili.
,
.-
Tutti gli intestatari hanno sostenuto l'effettività della titolarità
formale.

In tale contesto quindi erano emerse le figure di CAMPO Andrea e DI


TRAPANI Amalia, quali soggetti a disposizione di MADONIA Antonino, al punto
che costui per procedere ad un preliminare di acquisto di un appartamento insistente nel
Comune di Palermo, via Vaccaro nr. 13, ~ i a n N,
o catastato al N.C.E.U. di Palermo al
FGL 42 - Particella 1046 - SUB. 10, non aveva esitato ad utilizzare proprio le
generalità di CAMPO Andrea:
E..]
Il Procuratore della Repubblica di Palermo, inoltre, ha avanzato la richiesta dì
confisca anche per alcune unità immobiliari rinvenute nella diretta disponibilità del
MA DONIA.
Tra queste unità immobiliari vi era anche quello di cui nel decreto del Tribunale
così si parlava: [...] del quale il MADONIA risultava acquirente dal 1982 e rispetto al
quale interveniva durante le operazioni di costruzione e sistemazione dell'edijkio.
[...l

Il Tribunale di Palermo, in tal senso, osservava quindi che:


[..-l
Relativamente all'aspetto della disponibilità dei beni e del loro acquisto, occorre
considerare preliminarmente come in tutti gli immobili, è risultato presente un soggetto,
diverso dagli intestatari, sotto nominativo diverso da quello di MADONIA Antonino.
Nondimeno vi sono elementi di fatto per ricondurre ciascun immobile alla disponibilità
diretta del MADONIA. È singolare osservare come il MADONIA, owero la persona che
si è individuata come presente in quelle abitazioni, abbia utilizzato nominativi o
relazioni riconducibili ai suoi familiari.
[...l

In particolare, proprio relativamente all'irnrnobile di via Vaccaro di Palermo, nel


decreto del Tribunale testualmente si legge: , . -. . ..

[.-l
Per l'immobile in corso di realizzazione in via Vaccaro, infine, (una villetta)
troviamo un soggetto che si qual.i$ca "CAMPO Andrea", intrattenendo contatti con i
costruttori e con coloro che eseguivano i lavori, e cioè un soggetto che utilizzava il
nominativo del coniuge (defunto da li a poco) della DI TRAPANI Amalia, a sua volta
cugina di GELARDI Emanuela e parente di DI TRAPANI Salvatore coinvolto nelle
vicende relative al1'arresto di MA DONIA Salvatore, fratello del1'odierno proposto.
[...l
LENA Francesco e LENA Aldo, ossia colui che aveva stipulato il preliminare di
compravendita dell'immobile in corso di costruzione ed il professionista che aveva
curato la completa realizzazione dellopera, hanno identificato l'acquirente dello stesso
in un soggetto, che pur qualificandosi per CAMPO Andrea, coincideva con la persona
t
di MADONIA Antonino (cfr esame di LENA Francesco del 26.01.1990 e del
05.03.1990 nonché di LENA Aldo del 24.01.1990)
[...l
LENA Francesco ha ricordato di aver venduto l'appartamento che andava
realizzando in via Vaccaro 13 (indicata nel preliminare come prospiciente su piazza di
P.R.G. angolo via C.R. 33) ad un tale CAMPO Andrea, che al momento della stipula
dell'acquisto si era presentato accompagnato da una persona più anziana indicata
come CAMPO Giuseppe. Ha aggiunto il teste che egli, inspiegabilmente, non aveva
notato la evidente discrasia tra età apparente del sedicente CAMPO Andrea e quella
indicata nell'atto, che l'acquirente gli aveva corrisposto in contati duecento dei
trecento cinquanta milioni di lire del prezzo convenuto al momento della stipula
avvenuta nel 1982 e che da tale data il CAMPO/MADONIA si era costantemente
interessato della realizzazione del1'appartamento e delle rifiniture da apportarvi.
[-..l

DI TRAPANI Amalia, vedova di CAMPO Andrea, negli sviluppi del


procedimento teso alla confisca del bene, aveva, sia pure con molte imprecisioni,
rivendicato la proprietà dell'immobile sostenendo di averlo ricevuto per via ereditaria
dal marito deceduto; ma tale ricostruzione non era stata ritenuta credibile dal Tribunale
che, al termine del procedimento, aveva confiscato il bene perchè ne aveva accertato la
diretta riconducibilità a MADONIA Antonino.
Non c'è dubbio dunque che, già allora, era emersa la posizione di prestanome della
DI TRAPANI e del marito deceduto; posizione mantenuta sino ad oggi come dimostra
l'appartenenza a MADONIA Antonino di alcuni immobili alla stessa intestati.

LA WLLA ALL 'ADDAUM DIMADONU ANTONINO.


In data 08/06/2006, veniva intercettato colloquio carcerario concesso al detenuto
MADONIA Salvatore. Tra i vari argomenti trattati con il marito, DI TRAPANI Maria
Angela ne introduceva uno direttamente riconducibile a DI TRAPANI Amalia e ad un
immobile ad essa riferibile.

C/
In particolare, la donna riferiva di avere avuto un incontro con la stessa Amalia,
nel corso del quale quest'ultima le aveva prospettato la possibilità di intestare una non
meglio precisata casa al figlio MADONIA Francesco.
&i9]:
Testualmente (AI&EGA~~
[...l
M. ANGELA: ah!... l'altro giorno è venuta (abbassa il tono della voce, ndr) ...
AMALIA ... forse lo sai tutta questa tinturia (brutto comportamento, ndr)... da dove gli
sta venendo... a marito e moglie? (a MADONIA Aldo e a sua moglie COTTONE
Carla, ndr)... è venuta (abbassa il tono della voce, ndr)... AMALIA...
SALVATORE: eh!

@ M. ANGELA: (abbassa il tono della voce, ndr) ... la.. la casa.. quella che
ha.. quella che hanno l&..
SALVATORE: ... vabbè amunì...
M. ANGELA: eh!. .. hanno mandato a dire che si ci deve mettere (intestare,
ndr) al bambino ... (indica il figlio MADONIA Francesco che si trova in quel
momento con il padre, ndr)
SALVATORE= ah!... (espressione di stupore, ndr)
M. ANGELA: forse da qua! ... gli ho detto... chi è venuto... non me lo voleva
dire... dice... ci è andata CARLA! ... ora da quando è stata questa cosa.. tua madre...
va.. (mima il gesto usualmente utilizzato per tirare a se, mantenere il controllo- ndr)
SALVATORE.- lacolpaètua!
M. ANGELA: ah?!
SALVATORE= la colpa è tua, ti dico
M. ANGELA: perchè?
SALVATORE= per... pe... tu gli hai detto niente?
M. ANGELA: a PIPPO ho detto io...
SALVATORE= no, ma dico, tu gli hai detto niente?... loro... tu hai detto detto
sempre a me... sono tinti (cattivi, ndr)... è giusto?... sono tinti...
M. ANGELA: si, ma tua madre... infatti a PIPPO pliel'ho detto... PIPPO fa..
dice... non ne so niente... forse è stato NINO 1MADONL4 Antonino, ndr)
SAL VAT0RE.- Maria Angela... inc... io ti sto dicendo...
M. ANGELA: ... gli fa.. MAMMA così! .... morta tua madre!... non ne so
niente.... morta... morta!... fa.. dice PIPPO.. . se è così si deve fare così, dice. non ti
preoccupare...

$p- 713
SALVATORE: Maria Angela, dico io, ascoltami...
M. ANGELA: però ora ho parlato con l'awocato...
SALVATORE: (si infastidisce poichè non riesce a parlare venendo
costantemente interrotto dalla moglie, ndr)
M. ANGELA: eh... dico io, amunì...
SALVA TORE: Maria Angela mi hai detto sempre... ed io ti ho detto... ed io ti
ho detto... non è così!... non è così!... tu hai chiesto niente?
M.ANGELA: no
SALVA T0RE.- e da dove gli è venuta questa cosa?
M. ANGELA: da NINO, sicuro
SALVATORE: e allora non è come dici tu!
M. ANGELA: eh!... si, ma loro... infatti MAMMA... tua madre che gli fa..
SAL VAT0RE.- un'altra volta!... io ti sto dicendo... io ti sto...
M. ANGELA: tua madre... ascolta.. gli fa a PIPPO....lo sai.. li.. ha preso...
ha preso un valore di quello (rivolge le braccia in alto a significare l'enormità del
valore di cui uarla, ndr)
SALVA TORE: Maria Angela... Maria Angela...
M. ANGELA: ... PIPPO le fa.... e tu come lo sai?!
SALVATORE: a chi?
M. ANGELA: PPPO gli.. MAMMA gli fa.. qua ha preso un valore che

-
...
fanno (rivolge le braccia in alto a signifi'care l'enormità del valore di cui parla e

@ subito dopo mima il gesto comunemente utilizzato nel ballare, come a voler indicare
un luogo in cui viene praticato il ballo, ndr) ... e PIPPO gli fa.. e tu come lo sai
mamma, che qua ha preso va.. con chi parli?!... no, io con... ed allora come fai a
sapere che là sta...
l-.-.l

I1 tenore ed il contenuto della conversazione, estremamente chiari nonostante l'uso


di modalità comunicative criptiche, consentono di evidenziare che, a seguito di un
incontro tra DI TRAPANI Maria Angela e DI TRAPANI Amalia [l'altro giorno è
...
venuta (abbassa il tono della voce, ndr) AMALLA...l, quest'ultima le avesse riferito
alcune indicazioni ricevute da COTTONE Carla, in virtù delle quali si sarebbe dovuto
intestare a MADONIA Francesco, figlio di Salvatore, (hanno mandato a dire che si ci
deve mettere (intestare, ndr) al bambino...l una casa riconducibile al patrimonio
occulto dei MADONIA [la.. la casa.. quella che ha.. quella che hanno là.. .l.
11 racconto di DI TRAPANI Maria Angela permette di comprendere, pure, che si
tratta di un immobile che aveva acquisito, nel tempo, un ingente valore commerciale
[MAMMAali fa.. qua ha preso un valore].

L'attività di intercettazione telefonica condotta sull'utenza in uso a DI TRAPANI


Mariangela forniva poi un utile riscontro a quanto riferito dalla doma al marito
detenuto, in merito all'incontro avuto con Amalia: in data 13/05/2006, infatti, alle ore
11:28 [$&LE&&T$~?U~)sull'utenza intercettata 34912541160, veniva registrata una
telefonata proveniente da telefono pubblico, 091/517660 (ubicato in via Ausonia nei
@
pressi del civico 91), nel corso della quale DI TRAPANI Arnalia chiedeva a Maria
Angela un appuntamento, manifestando la necessità di una interlocuzione.
[...l
AMALZA: Maria Angela
M. ANGELA pronto?
AMALU: eh ... ciao Amalia sono!
M. ANGELA ah ... ciao Amalia ...
AMALU: senti ... che fa ti disturbo ... sei per la strada?
M. ANGELA eh! Si sono uscita ...
AMALU: eh ... sei dalle parti mie ...
M. ANGELA no! No, non posso ...
AULZA: fiori, fiori zona ... fuori zona ...
M. ANGELA si!
AMALU: niente ... siccome io ti dovrei parlare
M. ANGELA eh!
AMALU: se tu di pomerimio sei disponibile io ti aspetto
M. ANGELA no, non posso o& Amalia ... se vuoi venire tu ... puoi venire
tu perché io non posso uscire ...
AiWLU: cioè ... di venirti a trovare a casa?
M.ANGELA &
AMALU: a ... per venire posso venire io?
M.ANGELA
AMALU: tu non puoi venire?!
M. ANGELA no, non mi posso muovere oggi da casa ...
AMALU: va bene!
M. ANGELA va bene?
AMALU: va bene, allora ti vengo a trovare io di pomerianio ...
M. ANGELA ...incopr ...
AMALU: a che ora che ti fa comodo ...non ...
M. ANGELA verso le ... le sei e mez.....le sei e mezzo ..
AMALU: va bene ... anche verso le ... le cinaue e mezzo no?
M. ANGELA a va bene ...incompr ...

Anche nei giorni 19/05/2006, ore 13:13, e 22/05/2006, ore 09:47, si registravano
altre due telefonate, sull'utenza intercettata 34912541160, di analogo tenore, nel corso
delle quali DI TRAPANI Amalia cercava ulteriori interlocuzioni con DI TRAPANI
Mariangela e, in un caso, le chiedeva un nuovo appuntamento. [&%$&XT~W$%'~~)

Evidentemente, proprio queste erano le occasioni a cui DI TRAPANI Maria


Angela aveva inteso riferirsi, quando aveva parlato con il marito degli incontri avuti con
...
Amalia. [l'altrogiorno è venuta (abbassa il tono della voce, ndr) A M L L A ...I.
Alcuni mesi dopo il colloquio de11'8 giugno, e precisamente in data 0811112006,
DI TRAPANI Maria Angela riprendeva nuovamente con il marito MADONIA
Salvatore la discussione relativa agli incontri avuti con DI TRAPANI Amalia ed
all'imrnobile da intestare al proprio figlio MADONIA Francesco; nella fattispecie la
donna riferiva di non avere dato seguito a ciò che le era stato riportato [AMALLA! ... ma
a me ... ALDO... CARLA ... mi ha detto che questa cosa la dovevo mettere (intestare,
ndr) a te ed al bambino! ... èjìnita là, giusto?! ... io non ho fatto niente!], precisando
pure che la vicenda avesse innescato le lamentele da parte di MILIA Rosaria, intesa
Rosanna, la quale, evidentemente a conoscenza di ogni aspetto della vicenda, riteneva
si stessero ledendo gli interessi di MADONIA Antonino [...prende e le fa ... (...)... la
casa ... e le fa anche il nome di dove... quella di... (...)...sono cose di NINO! ... non si
devono toccare/].
In sintesi dal colloquio emergeva:
- la riconducibilità dell'irnmobile alla sfera degli interessi di Nino MADONIA
[sonocose di NINO!];

2
+
$
- il coinvolgimento di DI TRAPANI Amalia;
- la perfetta conoscenza della vicenda da parte dei coniugi MADONIA Aldo e
COTTONE Carla ed il loro diretto intervento nel tentativo di far cambiare
l'intestazione formale del bene in favore di MADONIA Francesco [ALDO ... CARLA
... mi ha detto che questa cosa la dovevo mettere] e nel progetto di intraprendere lavori
di ristrutturazione dell'imrnobile [perchè CARLA li voleva dividere e fare ... dice ...
tanti appartamentini per venderli!];
- la natura riservata dell'argomento, evidentemente, a causa della riconducibilità
del cespite al patrimonio occulto di MADONIA Antonino [io so che questa cosa è
ammucciata (nascosta, ndr) ... giusto?];
Testualmente: 1
[.-l
SALVATORE:
M. ANGELA: ... era venuta l'altro giorno ... l'altra volta ... quando fu ... ti
ricordi del pensiero per il bambino (indica il &Zio MADONIA Francesco, ndr)... da
AMALIA? ...
SALVA T0R.E.- (non capisce, ndr)
M. ANGELA: AMALIA! ... quando ha detto ... dice ... quando i tuoi fratelli
avevano avuto la casa, quella che aveva ...
SALVATORE: MAIUA ANGELA ... un altro ... un altro problema?! ... che
cos'è!? ...
M. ANGELA: no! ... siccome non ho fatto,io, niente! ...
SALVATORE.- eh!
M. ANGELA: dovevo andare, io, dal notaio per fargli fare il coso ... il
passaggio ...
SALVATORE: MARLA ANGELA ... non devi andare da nessuna parte!
M. ANGELA: eeehh! ... non ci sono andata da nessunaparte!
SALVATORE= non perchè ... lo sai per quale motivo? ... perchè, scusa ... cioè
... a noialtri ci interessa che le cose ... che le dicono ... cioè, noi abbiamo ... tu hai avuto
l'esperienza che prima questa cosa l'hanno data ... poi hanno preso e gliel'hanno tolta
questa cosa ... tiricordi all'ultimo ... ?
\
M. ANGELA: si, si
SALVATORE: oh!
M. ANGELA: eh! ... ed io per questo sono stata bloccata! ... (sono rimasta
ferma, ndr) ... QUELLA mi viene a truciulia (porta la mano all'orecchio a significare
insistenza, ndr)
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: AMALIA! ... ma a me ... ALDO ... CARLA ... mi ha detto che
questa cosa la dovevo mettere (intestare, ndr) a te ed al bambino! ... è finita là,
giusto?! ... io non ho fatto niente! ... un'altra al posto mio sarebbe corsa!
SALVATORE: MARIA ANGELA ... allora la colpa ce l'hai tu!
M. ANGELA: perchè?
SALVATORE.. perchè tu non fai mai quello che ti dico io!
M. ANGELA: che dovevo fare?
SALVATORE: ... perchè ... quando ti ha detto queste cose, mettila da parte a
MAMMA ... te ne andavi da tuo cognato ... non OUELLO (MADONU Giuseppe, ndr)
...-
M. ANGELA: da PIPPO (MADONIA Giuseppe, ndr) ... gliel'ho detto!
SALVATORE: no! ... QUELLO non conta nie ...
M. ANGELA: ah! ... ci vado (da UADONU Antonino, ndr) per farmi dire da
QUELLO ... ah, perchè vuole le cose viene da me (sfiega le dita ad indicare denaro,
ndr) ...
SALVATORE= no, no! ...
M. ANGELA: non faccio un gesto! @er non essere volgare, ndr) ...
SALVATORE: MARIA ANGELA non fa ... perchè dopo dicono ...
O M. ANGELA: ... e C 'è QUELLA che fa la pazza! ... che sono cose di tuo ... di
NINO! ... non si toccano! ... e CARLA ...
SALVATORE= chi? ...
M. ANGELA: guando c'era auesta cosa, io so che auesta cosa è ammucciata
{nascosta, ndr)... aiusto?... l'altro giorno, vado da MAMMA ...
SALVATORE.- eh!

SALVATORE ... siccome questa cosa ... questa cosa ... è di OUELLO
(MADONIA Antonino, ndr) ...
M. ANGELA: parla piano (rivolto al figlio, ndr)
SAL VAT0RE.- questa cosa ...
M.ANGELA: eh!
SALVATORE.- è di OUELLO! ... ma perchè gli devono andare a cercare le
cose a OUELLO!? ... perchè, è morto?... io non lo capisco?!
M. ANGELA: eehh ... ero da MAMMA e QUELLA (MILIA Rosanna, ndr) ha
incominciato a spatuliare (sparlare, ndr) contro tuo fratello ALDO! ... ascolta!
SALVATORE= ... ma M R I A ANGELA non ci interessa ... io ti sto dicendo ...
perchè ... pere ...
M. ANGELA: ... prende e le fa... se l'è dimenti... e MAMMA le faceva... che
cosa... (abbassa il tono della voce, ndr)... la casa ... e le fa anche il nome di dove ...
auella di... io morta (espressione di stupore, ndr)...
SAL VAT0R.E.- ma MARIA ANGELA... lascia perdere... perchè ci dobbiamo
prendere ...
M. ANGELA: ...sono cose di NINO! ... non si devono toccare! ... perchè
CARLA li voleva dividere e fare ... dice ... tanti appartamentini per venderli! ... io
morta! ... morta!
SALVA T O E ma MARIA ANGELA, può darsi che ... può darsi ...
M. ANGELA: ... risponde tua MADRE ... e mi fa ... ma veramente questa
cosa ... io ... dice ... avevo sentito ... MARIA ANGELA lo dicesti tu che la doveva
lasciare... dice... a tuo &dio (indica il MADONU Francesco. ndr)...
SAL V A T O E MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: morta!
SALVATORE: ... ma queste cose ... poi ... poi lo sai che cosa fa ...
M. ANGELA: si, ma io non ho fatto niente, perchè non mi interessano queste
@
cose! ...
SALVATORE: MARL4 ANGELA ma perchè fai ... perchè non fai quello che ti
dico io?! ...
M. ANGELA: eh! ... che devo fare?
SALVATORE: ... perchè mi fai fare la bile (mi fai innervosire, ndr) ...
M. ANGELA: vai, parla! ...
SALVATORE.- ... io quello che vuole ... tu questa cosa l'hai saputa?! ... io non
la sapevo! ... questa cosa ...
M. ANGELA: ... quale?
SALVATORE: questa cosa non la sapevo!
M. ANGELA: non te l'ho detto tempo fa? ... e tu mi hai detto ... vedi c h e u i
fratelli ... i mieifiatelli ti pensano?! ...
SALVATORE= ma non l'ho capita! ... io sa ... perchè te l'ho ... quello che ti
dovevo dire tempo fa ... te lo di ... invece di dirtelo adesso te lo di ... ma OUELLO
{MADONU Antonino, ndr) ... non è morto... non è che... è morto?
M. ANGELA: gliel'ho detto, infatti! ...
SALVATORE= ma, scusa ... vuol dire ... manco si degnano di andarci e dirgli ...
passargli la preferenza ed il permesso! ... è giusto?!
M.ANGELA: achi?
SALVATORE: alui!
M. ANGELA: ... a NI... eh! ... e che ti sto dicendo?! ... quello che ali ho detto
io! ...
[...l
SALVATORE: MARIA ANGELA, ma ... per rispetto di OUELLO! ... io non lo
so! ... ma che significa!?... cioè, senza sapere ... cioè dico ... ma ... almeno il rispetto
...-
M. ANGELA: ... e questo io ho detto! ... siccome io non l'ho avuto
comunicato da NINO in persona ... io mi sono... non ho fatto niente!
SALVATORE= ma dico io ... però, sangue mio, cioè, il discorso ... quello che
dico io ... cioè ... come fanno?! ... come agiscono?! ...
M. ANGELA: ... però vedi come si abbiano tutti (si interessano tutti, ndr)...
hai capito? (ride, ndr) ...
[...l
SALVA TORE: ma scusa ... lascia a loro ... e gli avrei detto a LUI ... ma scusa
... che sono ... a LUI direttamente ... perchè con LUI ci hai mai parlato? ...
M. ANGELA: ... ora, come vedo ALDO ... alielo devo dire! ...
SALVATORE.- e questo devi dire! ... ma che discorsi sono, quelli!? ... ma tuo
fratello lo sa?... non vorrei...
M. ANGELA: si, glielo devo andare a dire ...
SALVATORE.. non vorrei che voialtri, minchia, mi tiraste in mezzo a queste
cose ... come se noialtri cercassimo queste cose! ... questa è la cosa che devi fare!
M. ANGELA: glielo devo dire!
SALVA TORi? ... non discorsi da femmine ...
M. ANGELA: ... ora, lo chia ... lo
te lo sto dicendo perchè ti voglio dire
chiamerò ... senti, tua moglie, una volta, andò a dire (ha detto, ndr) questo! ...ora è
così e così...

sp 720
SALVATORE: ... ma tua moglie è andata a dire ... ma scusa, sento questi
discorsi ... a dire ... senti che c'è auesta che fa questi discorsi ... dici ... andateglielo a
dire... andateci voialtri! ... perchè io non ci voglio andare per andargli a dire ... ma per
questa cosa ... che dobbiamo fare ... ma lui ... mio fratello ... lui stesso ... si guarda ...
minchia! ... invece di venirmi a fare il colloquio. che è da qualche tre mesi, quattro mesi
che non fa colloquio, dice ... minchia, si vogliono prendere questa cosa! ...
M. ANGELA: eh?

M. ANGELA: ma ~ a r l asua moglie ... CARLA ... no, dobbiamo dividerla ...
fare questo e questo ...
SALVATORE: MARIA ANGELA, a noialtri non interessa! ... che se la sbrighi
lui! ... questo voglio io! ... a noialtri non interessa se è o non è!
[...l

I1 successivo 20 novembre 2006 DI TRAPANI Maria Angela si recava a Napoli


per effettuare un colloquio con il suocero MADONIA Francesco ed in tale occasione
l'argomento veniva ripreso ed emergevano ulteriori significativi elementi di conoscenza:
i(A1-z#ief$j
[...l
M. ANGELA: ... m i avevano detto (abbassa il tono della
(...) mi aveva
voce,ndr) ... AMALU ... AMALU ... @I TRAPANIAmalia,ndr)...
-
FRANCESCO: annuisce ...
M. ANGELA: la CASA quella (con le mani gesticola ad indicare altezza,ndr)
... hai capito quale ... che aveva fatto ...
FMNCESCO: si ... si...
M. ANGELA: uh! ... dice ... un giorno m i chiama AMALL4 ... dice ... mi
hanno detta dice che la devo intestare al bambino (con l'indice della mano sinistra
indica il figlio, ndr) ... io resto così ... gli faccio ... scusa ma chi te l'ha detto ... ma
io non ho fatto niente... comunque PAPA' ... un'altra al posto mio sarebbe andata di
corsa ... sarebbe andata subito da un Notaio ... eh ... mi prendevo la cosa e l'avrei
intestata a mio figlio ... no, PAPA! ... perché io se non me lo dice da uno ... da parte ...
da uno della famiglia .,. cerca di capirmi quello che ... dice ma è venuta CARLA
{COTTONE Carla m o d e di MADONU Aldo,ndr) ... dice che gliel'ha detto ALDO
fMADONL4 Aldo.ndr) ... quindi dice che gliel'hanno detto loro .... Si, AMALU ...
ma se a m e non viene, le ho detto ... me lo dice mio cognato NINO (MADONIA
Antonino,ndr) ... le ho detto ... perché è morto ... sono morti i miei cognati? ... mio
cognato è morto? Le ho detto, no! ... le ho detto, quindi, quando me lo dirà lui
direttamente a me, che io lo sentirò con le mie orecchie, le ho detto allora lo farò! ... io
in questo momento premura per andare a fare una cosa ... una cosa del genere del
genere non ne ho! ... PAPA' ... mi capisci ...
FRANCESCO: si ...si! ...
M. ANGELA: sono sbagliate ... tu mi devi dire se è sbagliato o è giusto? ...
FRANCESCO: no ... no è giusto ...
M. ANGELA: ... quel giorno, due settimane
PAPA 'ma che è stato il Signore
fa ... mentre che sono seduta.. LEI (MILIA Rosanna. ndr) ... faceva nervi ... si
manaiò a MAMMA ... e MAMMA si metteva a ridere ... e ci fa ... si suo fklio ALDO
[MADONLA Aldo,ndr) ... mi ha fatto lasciare con suo fklio NINO (MADONIA
Antonìno, ndr) ... suo fialio ALDO, ma il Signore pace non ce ne può ... e allora
MAMMA le dice ma di che cosa... cose tinte i mieifigli no! ... cose tinte... quello che ha
fatto a me (1MILU ROSANNA,ndr) ... si deve riversare ... dice certo tutto il male che
ha fatto a me si deve riversare tutto sopra di lui (MADONU ALD0,ndr) ... sopra sua
moglie e sopra a tutti ...
FRQNCESCO: (annuisce)
M. ANGELA: facevo mamma mia ... pure che tu lo pensi ma com'è che
...incomprensibile
- -..- ... suo fialio ALDO ha fatto tutto questo perché si vuole vendere ---
tutte le cose dice della ... di ... di NINO ... ma io gliel'ho detto che cose di NINO non
se ne toccano (sbatte il pugno della mano sul tavolo per indicare lo stato di agitazione
che aveva la MILLQ nella discussione, ndr) ... non se ne toccano! ... prende e mi esce
fuori il discorso ... PAPA '... la casa di AMALLQ (parla sottovoce,ndr) ...
FRANCESCO: (annuisce)
M. ANGELA: morta ... ma tanto non se la devono godere neanche i suoifigli
... e no aspetta ... no anche i suoi $gli ... neanche i suoi $gli ... PAROLA
INCOMPRENSIBILE ... nel mentre mi esce fiori il coso e gettava bestemmie ... e
capisco che LEI sa di questa cosa ... la guardo e le faccio ... senti è inutile che giri e
rigiri, le ho detto ... guarda che quello che stai dicendo tu di questa CASA @ronunziata
sottovoce,ndr) ... vedi che io a mio figlio, non ho fatto mai niente ... mio figlio non
possiede niente, perché sono io che non voglio niente. Se un domani mio COGNATO
avrà questo desiderio, sarà ... quando sarà fuori vivo e vegeto, se lo avrà lo avrà verso
suo nipote, lo avrà lui ... le ho detto ... perché io, oggi non ho fatto niente ... e appunto
lo sapevo, dice, perché tua SUOCERA dice, aveva detto, dice, che questa cosa dice
doveva essere del bambino .. lì non ... mooorta PAPA', davanti alla signora ANNA
(BASILE Anna,ndr) ... se non mi credi domandalo alla signora ANNA ...
FRANCESCO: (annuisce)
M. ANGELA: faccio ... mi manda bestemmie pure verso mio$glio, mi parlava
hai capito, tipo... hai capito, tipo a girare ... tipo come se parlava di altri ... cioè io
questa CASA ... PAPA' ... mezza volta l'ho vista ... una volta con SAL V 0 (WIDONIA
Salvatore,ndr) ... con SALVO ... con SAL V 0 ... cioè gli estranei, gli estranei sanno
vita morte e passione ... e di me si sono sempre nascosti ... e l'estranea e per giunta
una del genere sa ... PAPA' quello che ,.. senti cose che io non sapevo e ora le so ...
cose che non sapevo che non sapevo e cose ...
FRANCESCO: ma non è sequestrato?
M. ANGELA: ..
no! . libera.. .
FRANCESCO: libera è? . . .
M. ANGELA: libera è!
FRANCESCO: eh ... eh ...
M.ANGELA: ah ... emifasiii ...
FRANCESCO: ed è affittata?
M. ANGELA: no ... niente ... no! ...
FRANCESCO: libera?... --- - -.

M. ANGELA: ... ... eh ... dice no ... si ... perché CARLA


libera!
{COTTONE Carla,ndr) e credici ... CARLA un giorno di questa CASA disse ... ora
la dividiamo e facciamo tanti appartamentini, così li affittiamo e qualcuno lo
vendiamo ... e io f MILIA Rosannaadr) le ho detto ... le cose di NINO non si
toccano fmima stato di agitazione, ndr) ... dice e di allora ... ecco loro (riferito a
MADONIA Aldo e la moglie, ndr) ... a me hanno fatto in modo di farmi lasciare con
NINO, perché giustamente si devono vendere tutto il capita ... dice ... di NINO ...
-
loro
FRANCESCO: (annuisce sorridendo,ndr) ...
[...l
FRANCESCO: che erano intestate ehh ... al MARITO di AMALIA ... non
C 'è più ... non c'è ... niente sequestrarono tutte cose
M. ANGELA: no tutte cose le hanno lasciato, però le ha lei, hai capito?
FRANCESCO: annuisce ...
M. ANGELA: le ha sempre LEI (DI TRAPANI Amalia,ndr) ... cento anni di
vita che ha ... se ... mi capisci?
FRANCESCO: annuisce ...
M. ANGELA: poi si vede ... ma no che io andavo e le facevo fare cose al
bambino ... ora cosi, subito, ta ta, ... senza che l'ho detto, questa mi viene ... mi
capisci?...
FRANCESCO: annuisce ...
M. ANGELA: ... né TU personalmente, né ... cioè
senza che a me lo dice
neanche NINO per ... me lo avesse detto NINO personalmente io m i sarei fatto ... ma
non esiste detto cosi perché CARLA andò là e le andò a dire ... deve essere ... no!
[...l
Veniva quindi chiaramente indicato il ruolo di prestanome tuttora svolto da DI
TRAPANI Amalia in favore della famiglia MADONIA [la casa di AMALU (parla
sottovoce,ndr) ... (...) le ha sempre LEI (DI TRAPANI Amalia,ndr)] e, al tempo
stesso, l'anziano patriarca faceva menzione del fatto che, in passato, anche il defunto
marito della donna, CAMPO Andrea, avesse avuto analogo ruolo [cheerano intestate
.
ehh .. al MARITO di AMALIA].
Inoltre, la DI TRAPANI ribadiva più volte l'interesse diretto di MADONIA Aldo
e della moglie COTTONE Carla per la vicenda e la loro attiva partecipazione alle
interlocuzioni con DI TRAPANI Amalia, in relazione al trasferimento della proprietà
formale del bene, che fino a quel momento, e dopo la morte del coniuge CAMPO
Andrea, era stata attribuita a quest'ultima.
DI TRAPANI Maria Angela, inoltre, riportava al suocero le affermazioni fatte
da MILIA Rosaria in ordine alle ragioni che avrebbero determinato la rottura del suo
legame sentimentale con MADONIA Antonino, che, a dire della doma, era stato
voluto e promosso proprio dai coniugi MADONIA - COTTONE, al fine di poter
liberamente disporre del patrimonio del congiunto detenuto.
Ulteriori utili spunti, oggettivamente individualizzanti, potevano essere di certo
ritrovati in successivi tratti del colloquio in argomento; gli interlocutori, infatti,
continuavano a confrontarsi sull'attuale stato giuridico del bene e, in tal senso, fornivano

E
elementi informativi di assoluto valore indiziario e probatorio.
MADONIA Francesco, infatti, asseriva ripetutamente di ricordare che il bene
fosse stato già raggiunto, in passato, da prowedimenti di sequestro delltAutorità,che lo
avevano sottratto dalla disponibilità di CAMPO Andrea; DI TRAPANI Maria
Angela, al contrario, ribadiva con assoluta cognizione di causa, invece, che l'immobile
era tuttora libero da vincoli e lasciato nella piena proprietà di DI TRAPANI Amalia.
.. ..
[no!. libera. (...) libera è! (...) le ha sempre LEI].

L 'INDIVIDUAZIONEDELL'IMMOBILE

I1 percorso di individuazione del bene al centro della presente vicenda può


ritenersi compiuto sulla base dei seguenti dati oggettivi:
- la formale titolarità del bene in capo a DI TRAPANI Amalia e, ancor prima, al
coniuge CAMPO Andrea;
- le caratteristiche strutturali del fabbricato che dovevano consentire una
suddivisione dello stesso in unità immobiliari di dimensioni più ridotte [perchè CARLA
li voleva dividere e fare ... dice... tanti appartamentiniper venderli!];
- l'assenza di qualsiasi vincolo giudiziario gravante sull'immobile.

Gli accertamenti catastali svolti dalla Sezione Anticrimine dei Carabinieri hanno
consentito di individuare un immobile ubicato in Palermo, localitii Addaura - via
Lopez De V e ~ a traversa
. del lungomare Cristoforo Colombo, che risponde a tutte le
@ condizioni poste in premessa. Si riportano, di seguito, i dati catastali del presente
fabbricato:

1. Fabbricato con piano Si, terra e primo piano - sito in Palermo - località
Addaura, via Lopez de Vega - indicato nel foglio catastale nr. 12 alla particella
- -
2009. Abitazione in vilìa con categoria Al8 classe 8 consistenza di vani 19.5 e con
rendita catastale di euro 3.273.05.
Pewenuto a DI TRAPANI Amalia per atto di divisione nr. 20420 del
09/05/1991 successivo ad atto di denuncia di successione di CAMPO Andrea
(deceduto in data 23/09/1989) e registrato presso la Consewatoria dei Registri
Immobiliari di Palermo al nr. 26238 il 01/09/1993.
CF-
Mappa catastale FGL 12 - PART 2009

-
Veduta satellitare del FGL 12 PART 2009
L'immobile così individuato e riportato quindi al catasto urbano al foglio 12 -
particelia 2009 è stato catastalmente generato dalla fusione di due particelle del catasto
terreni:
- la particelia 2536 (ex 7510 del foglio 12, di are 8,80;
- la particella 2537 (ex 75lL) del foglio 12, di are 25,37
Y

Le due suddette particelle erano giunte nella disponibilità di CAMPO Andrea,


che le aveva formalmente acquistate, nel 1983, da tale D'ALESSANDRO Francesca
Giovanna, coniugata CIULLA, nata a P a l m o il 10/06/1894, deceduta il 1510711984.

--- .
Mappa catastale descritta al Punto C (particella 2536)
Mappa catastale descritta al Punto C (particella 253 7)

È stato quindi condotto apposito sopralluogo sui terreni sopra riportati, per
riscontrare de visu quanto già accertato docurnentalmente, in ordine all'immobile
intestato a DI TRAPANI Amalia, ma effettivamente di proprietà del mafioso
MADONIA Antonino; in tal senso, si individuava, effettivamente, un fabbricato non
ultimato e lasciato in fase di realizzazione, ubicato proprio sui terreni di cui alle
particelle 2536 e 2537.
I1 perimetro dell'intera area risultava essere completamente recintato, presentando
un'unica via d'accesso dalla via Lopez de Vega.
In prossimità del varco di ingresso a tale area si aveva modo di accertare la
presenza di un contatore per fornitura elettrica, relativo a contratto avente codice 453933
, intestato a CAMPO Andrea e cessato nel mese di aprile del 2008.
L'immobile, proprio come riferito da DI TRAPANI Maria Angela, è tuttora
effettivamente libero da qualsiasi vincolo Piudiziario.

Con rifkrimento a quest'ultimo aspetto, oggetto di discussione nel corso del


colloquio carcerario del 2011112006 tra MADONIA Francesco e DI TRAPANI Maria
Angela, si può pertanto pervenire alla conclusione che le affermazioni dell'anziano
detenuto erano originate da suoi erronei ricordi. In effetti, il prowedimento giudiziario
già citato in premessa al presente capitolo (decreto N. 108190 del 08/04/1994 -
Tribunale di Palermo - sezione MP) che disponeva il sequestro di taluni cespiti
patrimoniali, uno dei quali all'epoca formalmente riconducibile ai coniugi CAMPO - DI
TRAPANI, riportava pure le rkultanze di alcuni accertamenti svolti dalla Polizia di
Stato, in merito al suddetto immobile delltAddaura(indicato peraltro come abusivo).
All'epoca invero, pur potendosi ipotizzare l'occulta proprietà di quest'ultimo bene
in capo a MADONIA Antonino, non erano stati rinvenuti elementi utili a dimostrare
l'assunto e, quindi, a conclusione dell'attività investigativa svolta in tal senso,
. ., correttamente l'immobile non era stato segnalare per la confisca.
* .
Evidentemente, quindi, MADONIA Francesco ricordava solo parzialmente la
vicenda e aveva erroneamente presunto un provvedimento finale di sequestro che,
invece, non si era in effetti concretizzato. [no! ... libera... (...) libera è!].
In tal senso, infatti, il decreto del Tribunale, così testualmente concludeva:
[...l Tuttavia non sono stati forniti elementi precisi in ordine a tale immobile e
peraltro neppure è stato segnalato per la confisca. [.. .l.
Ad ulteriore riscontro della esatta individuazione dell'immobile potevano quindi
essere sicuramente utilizzate anche le risultanze emerse nel corso del colloquio
carcerario del 26/04/2006 intercorso tra il detenuto MADONIA Antonino e la madre
GELARDI Emanuela.
Gli interlocutori, tra tutti gli argomenti trattati, parlavano pure dell'edificio di DI
TRAPANI Amalia, nei seguenti termini:
[-..l
EMANUELA: ... inc... dimmi una cosa, io piorni fa avevo un pensiero...
ANTONINO: eh...
EMANUELA: al1 Mddaura?
ANTONINO: eh...
EMANUELA: (la biale incomprensibile)
ANTONINO: ...uuu... come sì chiama l&.. AMALIA? AMALIA? che non
ha...?
EMANUELA: ...(a bbassa notevolmente il tono della voce)... tutto quel...
ANTONINO: eh! eh...
EMANUELA: ...incomprensibile... ti dico...
ANTONINO: eh!
EMANUELA: ti dico io...
ANTONINO : eh......
EMANUELA: e questo tutto.. .incomprensibile....
ANTONINO: co... ?
EMANUELA: a... so di... (LABIALE NON VISIBILE)
ANTONINO: eh!eh...
EMANUELA: ...inc... un pezzettino tanto... dicono che non si può comprare ...
incomprensibile....
ANTONINO: eh...
EMANUELA: ed io ho detto che ...inc...
ANTONINO: questo chi ti dice... chi te lo dice... chi te lo diceva questo
discorso...
EMANUELA: ne sento parlare io....
ANTONINO: ah... ho capito... ho capito...
EMANUELA: che dice... pure che mi danno...incomprensibile...
ANTONINO: ...
che tu... non ti ricordi.. non ti ricordi più... AMALIA ce l'ha
AMALIA...
EMANUELA: eh... eh ...
ANTONINO: ..
eh! e non è là!?. si!
EMANUELA: si anzi.. ogni volta si.. ma prima anzi io pagavo quando ...
ANTONZNO: eh... eh... eh...
EMANUELA: ora però sempre meno...
ANTONINO: perchè è finito?! ogni.. mi pare che a novembre. .. ogni
novembre... mi pare che era.. a novembre... sono finite allora queste spese?
EMANUELA: ... inc... certe volte io dico... prima veniva che io... ed ero
attiva... perchè dice che io...
ANTONZNO: eh eh eh... ora non più... finì... può essere che è finito, allora?!
EMANUELA: ...non te lo so dire... boh... non te lo so dire... ma certo se....
ANTONINO: ma tu cruando è così... parlane con il piccolo che lui lo sa..
{MADONLA Aldo. ndrl
EMANUELA: ma se lui avesse... quelle cose... verrebbe... è giusto?
ANTONINO: che certo
EMANUELA: perciò l'altra volta... mi devi credere... vero è... dicevo... ma
com 'è che non è venuto più a dirmi...
ANTONZNO: a novembre... ma.. io mi ricordo che veniva sempre a
novembre... nel mese di novembre... all'inizio di novembre. ..
EMANUELA: no... e invece no... è un po' che non lo vedo...
ANTONINO: ... ce ne vuole tempo... ora siamo ad aprile... tu le cose di oggi...
di domani... te le dimentichi...
EMANUELA: vero... ma insomma...
[....l
Lo scambio di battute intercorso tra MADONIA Antonino e la madre forniva
quindi ulteriore decisiva conferma in merito alla formale riconducibilità del bene a DI
TRAPANI Amaiia [AMALIA... ce l'ha AMALIA...l, ma, in particolare, permetteva di
ottenere utili riscontri anche in ordine alla esatta ubicazione dell'edificio: a Palermo, in
località Addaura [al1'Addaura?].
La conversazione, inoltre, consentiva pure di comprendere come, evidentemente,

a la famiglia MADONIA pagasse regolamente tributi erariali in relazione al suddetto


immobile (l'imposta comunale sugli immobili, ndr.) e come di ciò si occupasse proprio
DI TRAPANI Amaiia che, secondo quanto asserito da MADONIA Antonino, nel
mese di novembre di ogni anno, era solita recarsi da GELARDI Emanuela per
prelevare il denaro a ciò necessario [a novembre... ma.. io mi ricordo che veniva
sempre a novembre... nel mese di novembre...].
A tal proposito devono essere pure tenute in evidenza le risultanze emerse
nell'ambito del colloquio carcerario, intercorso in data 17/08/2006 tra MADONIA
Francesco ed il figlio MADONIA Aldo, nel corso del quale venivano fatti i seguenti
testuali riferimenti, assolutamente compatibili con quanto sinora emerso h4

[.--l
FRANCESCO: peccato quella villa abbandonata... (...incomprensibile)
ALDO: e Quantogli costa devi dire ...
FRANCESCO: chi?...
ALDO: e quanto gli costa a lui ...
FRANCESCO: come?
ALDO: guanto ali costa ...
FRANCESCO: e perché? ...
ALDO: le tasse ... (con la mano indica due,ndr) ...
FRANCESCO: perché? ...
ALDO: perché M M M A paaa le tasse ... (indica due con le dita, ndr) ... al
mese ...
P,+-
FRANCESCO: a chi? ...
ALDO: (comunica qualcosa abbassando notevolmente la voce,ndr) ...
FRANCESCO: a AMALZA? ...
ALDO: (con la testa fa cenno di si, ndr) ...
[...l
Le interlocuzioni registrate il 16/11/2006 tra Francesco MADONIA ed il figlio
Aldo forniscono un ulteriore ed importante conferma in ordine agli stretti legami ancora
esistenti tra la famiglia MADONIA e DI TRAPANI Amalia finalizzati all'attuale
svolgimento del ruolo di prestanome esercitato da quest'ultima ed al fatto che, nel mese
di novembre alla stessa fosse consegnato (proprio come affermato da MADONIA
Antonino nel colloquio carcerati0 del 26/04/2006) il denaro necessario al pagamento
@
dei tributi erariali.
In data 15/11/2006, alle ore 20.51, veniva intercettata una comunicazione
telefonica, intercorsa tra GELARDI Emanuela e DI TRAPANI Amaìia, nel corso
della quale la prima manifestava alla sua interlocutrice la necessità di incontrarla [&
da molto tempo che non ci vediamo ... (...) e insomma tu quando puoi venire?...]; le
due donne si accordavano, infine, per vedersi il giorno seguente, alle ore nove, presso la
casa della GELARDI.
Dall'ascolto della suddetta telefonata si aveva modo di comprendere come
MADONIA Aldo fosse presente al fianco della madre e le suggerisse come e cosa
. .
rispondere a DI TRAPANI Amaìia
[..-l
EMANUELA: ... è da molto tempo che non ci vediamo...
AMALU: va be... ti.. .ti trovo a casa quando vengo?
EMANUELA: e insomma tu auando puoi venire?
AMALU: e quando dici iu io vengo!
EMANUELA: perciò di pomeriggio sono sempre dentro.. .
AMALU: va bene allora vengo dipomeriggio?
EMANUELA: va bene!... va bene!
AMALU: va bene...okay?
EMANUELA: venerdì... ora. ..si!
AMALU: uhm... mi fa piacere sentirti.
EMANUELA: ... fndr: si sente una voce maschile in sottofondo che parla con
GELARDI Emanuela)... no aspetta.. . domani è possibile?
AMALXA: domani è giovedì e allora domani mattina.. .
EMANUELA: di mattina?
AMALIA: eh!
EMANUELA: di mattina va bene? fndr:la donna si rivolge a qualcuno che si
..
trova con lei). eh. ..domani mattina.. .
AMALXA: va bene... va bene!... Ci vediamo domani mattina.. ..
EMANUELA: eh... di pomeriggio...
AMALU: no di pomeriggio no... perché ho una riunione...
EMANUELA: e allora a domani mattina... verso che ora... verso che ora
vieni?
AMA LIA: a che ora ti fa comodo a te?
EMANUELA: alle no.. . prima delle nove puoi venire?
AMALXA: prima delle nove?
EMANUELA: si!... No è di mattina?
AMALU: a va be... si...si ... io sono mattiniera per cui mi fa piacere
vederti!
EMANUELA: anch 'io!
AMALIA: okav.. . cosi ci abbracciamo!
EMANUELA: ...incompr... si.. .si... ciao!
AMALIA: ciao... gioia mia!
[.-.l

Terminata la conversazione tra la GELARDI e la DI TRAPANI, ma prima che il


cellulare venisse staccato, veniva captata casualmente uno scambio di battute tra la
stessa GELARDI ed il figlio MADONIA Aldo:
[- .l
EMANUELA: e va be... domani mattina ...incompr...
ALDO: alle nove dormi ancora come una minchiona ancora tu... alle nove e
mezza...
EMANUELA: sono alzata... lo capisco che mi devo alzare che c'è quella... che
viene... spegnimelo!
ALDO: dormi alle nove... prima ...(n dr: si interrompe il
I1 giomo successivo, 16/11/2006, alle ore 09:15, l'attività di intercettazione
autorizzata all'intemo dell'abitazione di GELARDI Emanuela permetteva
effettivamente di registrare, l'ingresso di DI TRAPANI Amalia, proprio secondo
quanto già anticipato la sera precedente.
Dell'intero dialogo intercorso tra GELARDI Emanuela e DI TRAPANI Amalia
assumeva particolare valore probatorio lo stralcio sotto riportato &43&9), in
grado di fornire preciso riscontro alla ricostruzione accusatoria sin qui delineata:
[...l
EMANUELA: questi di qua sono tutte due ...incompr...
AMALZA: perfetto io qui no ...incompr...
EMANUELA: ... logico ...incompr... e che ci devo contare?...
AMALZA: ... non li avete contati voi altri? (segue una pausa e si sente
armeggiare qualcosa, ndr.) ...incompr... che ci devo contare...
[. .l

In sostanza, quindi, GELARDI Emanuela aveva consegnato alla cugina Amalia,


il denaro necessario, affinché quest'ultima provvedesse al pagamento dei tributi relativi
alla villa dell1Addaura.
Alle successive ore 10:31 MADONIA Aldo contattava telefonicamente la madre
sull'utenza domestica e, tra le altre cose, si preoccupava di informarsi dell'awenuta
visita di DI TRAPANI Amalia
[...l
ALDO.: ...e per il resto tutto a posto?...
EMANUELA: si tutto normale!
ALDO.: è venuto nessuno questa mattina?
EMANUELA: .
eh.. mi è venuta a vedere mia cuaina!
ALDO.: ah... ho capito... va bene... tutto a posto?
[...l

Anche dal contenuto di quest'ultima conversazione telefonica, si comprendeva

9-
come effettivamente il MADONIA si stesse interessando in prima persona della

734
gestione della vicenda, proprio secondo quanto disposto da MADONIA Antonino, nel
corso del colloquio carcerario del 26/04/2006 [ma tu quando è così... parlane con il
piccolo che lui lo sa..].

Per comprendere in pieno la posizione dell'indagata DI TRAPANI Amalia,


infine, occorre evidenziare, come già è stato anticipato, che le risultanze esposte devono
essere necessariamente integrate con quelle emergenti dalle vicende trattate nel capitolo
relativo al BAR SOFZA. Invero si è già dato conto che per l'impresa individuale di
distribuzione al. dettaglio di carburante, DI TRAPANI Amalia viene indicata come
titolare del terreno sul quale è installato l'impianto API, per ciò che concerne il BAR
SOFZA la stessa è emersa sia in qualità di proprietaria del fabbricato sul quale è ubicato
l'esercizio commerciale, sia quale titolare della rivendita di generi di monopolio presente
all'interno dello stesso.
Alla luce di questi ulteriori elementi nessun dubbio residua sul particolare legame
fiduciario esistente tra la DI TRAPANI Arnalia e le famiglie mafiose MADONIA-DI
TRAPANI e sul rilevante contibuto dalla prima prestato per la conservazione e la
gestione di un cospicuo patrimonio imprenditoriale ed immobiliare facente capo alle
seconde.
5 3. IL RUOLO DI PRESTANOME DEL DEFUNTO GELARDI
MARIO E DELLA MOGLIE PRESTIGIACOMO ROSA

Anche il defunto GELARDI ~ a r i o ' 'e~la moglie PRESTIGIACOMO Rosa


appartengono al contesto parentale della famiglia MADONIA - essendo il primo fratello
di GELARDI Emanuela, e, quindi, cognato del patriarca MADONIA Francesco,
nonché zio materno dei fratelli MADONIA Antonino, Giuseppe, Salvatore e Aldo -
ed entrambi nel tempo, cosi come è stato accertato con riferimento ad altri indagati, si
sono occupati di gestire beni facenti parte del patrimonio occulto della medesima
famiglia mafiosa.
Q E' emerso invero che i coniugi GELARDI\PRESTIGIACOMO hanno gestito un
magazzino di proprietà dei MADONIA, in tal senso riconosciuto dal defunto patriarca
MADONIA Francesco, per il quale i MADONIA hanno percepito e percepiscono, con
periodicità mensile obbiettivamente accertata, una somma pari a due milioni di vecchie
lire al mese.

LE ACQUISIZIONI DEL 14/04/2006.


I1 14/04/2006, MADONIA Salvatore veniva autorizzato ad effettuare un
colloquia con l'anziano padre MADONLA Francesco detenuto presso la Casa
Circondariale di Napoli Poggioreale.
Nella circostanza MADONIA Francesco biasima il comportamento di
GELARDI Mario: "...e lui... lo ZIO MARIO... ZIO MARIO ... è una cosa
.
inutile.. ". L'identificazione del Mario in GELARDI Mario, oltre che dalla
conoscenza del linguaggio acquisita nel corso dell'intera indagine, è facilitata dal
riferimento al figlio di questi che avrebbe alleggerito la sua posizione giudiziaria: ".. .k
sono contento per suo figlio che si è alleggerito un poco... suo fialio! GIUSEPPE?!
...
Mica ~ e r c h é aveva... il coso... come si chiama... ora ali è rimasta solo
.
l'associazione.. meno male.. .".Il Giuseppe citato, infatti, si identifica in GELARDI
Giuseppe (Bologna, 11/02/1958), figlio di GELARDI Mario.
Costui, invero, attualmente etenuto in espiazione di pena per il delitto di
associazione mafiosa, era stato effettivamente assolto in data 12 novembre 2005 dalla
Corte di Assise di Palermo dalla imputazione del delitto di omicidio aggravato, come
emerge dalla nota del 7 novembre 2008.
Durante la conversazione, mentre commentano la figura di GELARDI Mario,
MADONIA Francesco fa riferimento ad un magazzino a loro riconducibile, affittato,
ubicato nei pressi di un terreno anche questo di pertinenza dei MADONIA e del quale
non aveva notizie "... meno male che c'è auel m a m i n o affittato.. . maaazzino...
coso.. . il ...mamino.. . diciamo noialtri che è affittato... ora.. . ora che c 'è che dove
avevamo comprato un pezzetto di terreno accanto... si doveva sistemare... non ho
saputo più niente .... Tale argomento sarà ripreso nel corso di altro colloquio
carcerario dello stesso MADONIA Francesco.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[ e . .l
.
FRANCESCO: e lui.. lo ZIO MARIO.. ZIO MARIO . ... è una cosa inutile.. .
SALVATORE: ...incomprensibile...
FRANCESCO: completamente... pensione... cose... è completamente fuori uso!
Completamente!
SALVATORE: mh... no io sono, io sono contento per suo figlio che si è
. .
alle~eeritoun poco.. suo fialio! GIUSEPPE?! Mica perché.. aveva.. il coso.. . .
. ..
come si chiama.. ora ali è rimasta solo I yassocia~ione. meno male. ..
FRANCESCO: quanto gli hanno dato?
SALVATORE: lo sa lui... quattro o cinque anni... sei anni... una cosa di

an questa.... Ma per come era iniziata, papà... ora esce! Per come era iniziata...
FRANCESCO: ... incomprensibile... non è che ti pare che lui... incomprensibile.
SALVATORE: siperò... eh...
FRANCESCO: ... è un... è un... è un aquilone...
SALVATORE: si... però.. . sangue mio...
FRANCESCO: un aquilone...
SALVATORE: sangue mio... Ji-a... Ji-a... le due...
FRANCESCO: ah eh certo...
SALVATORE: (ride) tra le due papà... Ji-a... Ji-ale due...
FRANCESCO: sempre parente è questo! \

'O9 deceduto nel corso del19in&ginein &ta 08/12/2006


SALVATORE: eh ...eeeh (con la mimica facciale concorda con quanto
affermato dal padre) ... incomprensibile...
FRANCESCO: ... meno male che è' quel magazzino affittato... m a m i n o . ..
C

coso... il ...magazzino.. . diciamo noialtri che è affittato... ora... ora che 'è che dove
C

avevamo comprato un pezzetto di terreno accanto... si doveva sistemare... non ho


saputo più niente
SALVATORE: ma perché... francamente... lo sai perché... posso capirejno ad
un certo punto che... dice vabbè... A colloquio non ci va, ma ... poteva sistemare queste
cose lui... eh è giu... invece lui... niente! E io sono convinto che sua moglie gli dice... lo
vedi tu? E io ti lascio! E' soggiogato, è soggiogato, è soggiogato, è soggiogato...
comunque papà...
@
FRANCESCO: ... lui è una cosa inutile... incomprensibile... è una cosa
inutile... una cosa inutile... una cosa inutile... non mi hai capito?!
SALVATORE: papa... da un certo verso... da un certo verso... è meglio!
Perché per ora.... Sarebbe pure in queste patrie.. in queste patrie galere. Meglio così,
papa! Meglio così!
[...l

LE A CQUZSIZIONZ DEL 26/04/2006.


I1 26/04/2006, GELARDI Emanuela effettuava un colloquio con il figlio
m--"
MADONIA Antonino, detenuto presso la Casa Circondariale di Novara.
D31
I1 detenuto, mentre stava discutendo del contesto economico della famiglia
MADONIA - argomento ricorrente in quasi tutti i colloqui dello stesso, nonché dei
-
colloqui e delle telefonate dell'altro detenuto MADONIA Giuseppe si accertava se la
madre continuasse a recarsi dallo ZIO MARIO (GELARDI Mario, fratello di
GELARDI Emanuela) ed avuta conferma in tal senso, lo stesso specificava ancora una
volta di non recarsi da altri asserendo che "il poco ci basta ed il troppo ci avanza!". In
tal maniera lasciava intendere che anche lo ZIO MARIO (GELARDI Mario) costituiva
un punto di riferimento economico " ... ouindi.. hai Q.. hai pure quest'altru. ".
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
ANTONINO: ... con lo ZIO MARIO ti ci vedi, con lo ZIO MARIO?
EMANUELA: g
ANTONINO: ... quindi.. hai la.. hai pure quest'altra..
EMANUELA: eh!... che ancora... eehh... ti pare che...
ANTONINO: ... il poco ci ba...
EMANUELA: ... znc...
ANTONINO: il poco ci basta ed il troppo ci avanza!
EMANUELA: si, signore!
ANTONINO: ... tu, per ora, non andare in nessun posto!
EMANUELA: (non capisce, ndr)
ANTONINO: ... per ora non andare in nessun posto!
EMANUELA: no!... auando me lo dici tu!.. per andarci.. è giusto? ...
sependomi... però!
ANTONINO: si, tu... da... da.... da... il versiceddu (il modo giusto, ndr)si ci
deve dare sempre, nelle cose...
EMANUELA: si, si, si
ANTONINO: piano piano... eh, eh, eh (ride, ndr)
[..-l

L ,,Nel prosieguo dello stesso colloquio GELARDI Emanuela informava il figlio


A che per andare dal fratello GELARDI Mario si faceva accompagnare dal signor Pino
(MINE0 Giuseppe, marito della BASILE Anna, badante della stessa GELARDI).
L'argomento ritornerà di attualità non appena saranno effettivamente osservati e
documentati alcuni spostamenti della GELARDI Emanuela a casa del fratello Mario,
effettivamente awenuti con l'awilio dei coniugi MINEO.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

EMANUELA: ... se dallo ZIO MARIO... neanche ci vado... mi spavento...


ANTONINO: a non ci vai dalla ZIO MARIO?
EMANUELA: No! (intende dire che non ci vuò andare da sola con la propria
auto, ndr)
ANTONINO: Ah!
EMANUELA: Ho il signor Pino...
ANTONINO: eh... eh... eh...
EMANUELA: ... e mi accompagna il signor Pino dallo ZIO MAm...
da
.. ...
tutte le. dov'è che andavo capisci?
ANTONINO: E tu qua... quando...
EMANUELA: ... e... inc...
[...l

Ancora, si aveva contezza che per gli spostamenti la GELARDI Emanuela

@ utilizzava MINEO Giuseppe:


Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
EMANUELA: ebbi questo incontro... ma non era andando vicino dallo ZIO
MARIO ... un'altra parte... inc...
ANTONINO: non ti ricordi però ...
EMANUELA: ...in questo momento, no... inc...
ANTONINO: ... invece quando vai dallo ZIO MARIO diciamo urendi e ci vai
..
con il signor PINO. ci vai..
EMANUELA: si... si... però quando vado in posti lontani da noialtri, mi
spavento... vado può essere quando esco che vado a comprare la spesa...
[...l

LE A CQ UISIZIONI DEL 31/05/2006.


Il 31/05/2006, alle ore 1050 GELARDI Emanuela chiedeva alla nipote DI
TRAPANI Giusy se la suocera (PRESTIGIACOMO Rosa, abitante nello stesso
stabile) fosse in casa. DI TRAPANI Giusy rispondeva che la stessa non era in casa e
sarebbe rincasata verso mezzogiorno. In sottofondo, a casa della GELARDI, si sentiva
la voce di BASILE Anna, riferire "... ci andiamo domani .. ." la.
t
EMANUELA: (nell'attesa che I'interlocutore risponde la signora GELARDI
esterna: però .. ora dobbiamo telefonare a suo marito. BASILE Anna risponde: vabbè
... prima vede se ci dobbiamo andare)
GIUSI: Pronto
EMANUELA: ehi ROSA io sono ...
GIUSI: no, sono GIUSI
EMANUELA: come?
GIUSI: sono GIUSI
EMANUELA: ah ... ma non c'è tua suocera?
GIUSI: ah ... mia suocera è uscita ...
EMANUELA: ma su per giù sai quando viene?
GIUSI: e fra un 'oretta dovrebbe essere a casa ... due ore ...
EMANUELA: eh!
GIUSI: verso mezzogiorno ...
EMANUELA: io mi scuso perché non ti ho detto come stai e come non stai
GIUSI: no, non si preoccupi ...
EMANUELA: come stai?
GIUSI: mah ... bene, bene ...
EMANUELA: state tutti bene ... i bambini stanno tutti bene?
GIUSI: eh apposto si ... sempre la solita vita ...
EMANUELA: sempre la solita vita
GIUSI: mia suocera verso mezzogiorno è a casa ...
EMANUELA: come?
GIUSI: verso mezzogiorno la trovi a casa
EMANUELA: va bene
GIUSI: va bene?
EMANUELA: allora una buona giornata ...ti abbraccio e buone cose
GELARDI Emanuela prima di riattaccare viene interrotta da BASILE ANNA:
EMANUELA: come?
BASILE-ANNA: ci andiamo domani?/
GIUSI: (la donna sente parla Anna e dice: ''non anche uiù tardi verso
mezzogiorno"
EMANUELA: va bene ... va bene ...
GIUSI: va bene
LE ACQUISIZIONI DEL 01/06/2006.
I1 01/06/2006, alle ore 08:49 GELARDI Emanuela chiedeva nuovamente alla
nipote DI TRAPANI Giusy notizie del suocero. La DI TRAPANI Giusy rispondeva
alla zia che sbagliava a comporre il numero telefonico di GELARDI Mario e,
comunque, invitava la zia a raggiungerla poiché il suocero, in quel momento, si trovava
e> .:..
in casa. :m1
:.W. , :7

I..l
EMANUELA: e allora ... che fa ... glielo dici tu se ... volevo sapere la
risposta io ...
GIUSI: no ... che poi dentro e mia ...suona che io pure dentro sono ... vuoi
venire?
EMANUELA: si ...dissi ... io ogni tanto vado a vedere mio fratello ...
GIUSI: eh! Tuo fratello dentro è ... io pure dentro ... suona da me casomai
mia suocera non ti risponde ...
EMANUELA: ... allora non c'è bisogno di venire, tu glìelo dici tu:
va bene
"sta venendo la zia NINE che vuole vedere a mio fratello "... voalio vedere ...
GIUSI: va bene ...
EMANUELA: va bene? L 'interessante che ... esco e non trovo la porta chiusa
GIUSI: no ... e tu casomai se non ti risponde ... perché ... mi suoni qui sopra ...
suona ...
EMANUELA: va bene ...
GIUSI: suona tuiti*i campanelli casomai non risponde ...
Sempre nella stessa data, alle ore 18:15 sull'utenza 09116373105 in uso a
GELARDI Emanuela veniva intercettata un'altra conversazione tra la stessa ed il figlio
MADONIA Aldo. Quest'ultimo, tra l'altro, chiedeva alla madre se fosse andata dal
fratello. La GELARDI confermava ed aggiungeva testualmente "che non era stato
possibile in quanto c'erano le tasse". Si comprende chiaramente dal contenuto della
risposta che GELARDI Mario, in quella circostanza, non aveva potuto d ~ denaro
e alla
sorella in quanto gravato dal pagamento delle tasse. Il mese di giugno, infatti, è il mese
durante il quale si paga l'acconto dell'Imposta Comunale Immobile (ICI).

ALDO: ciao ... poi non ci sei andata allora da tuo fratello, no ...
EMANUELA: eh?
ALDO: non ci sei andata da tuo fratello ...
EMANUELA: si!
ALDO: ah ci sei andata pure ... ah, ah ...
EMANUELA: si ma, non fu possibile perché no... hanno le tasse
ALDO: ah va bene ... ciao t 'abbraccio mamma ...
EMANUELA: t 'abbraccio.
[...l

LE A CQUZSZZZONZ DEL 07/06/2006.


Il 07/06/2006, GELARDI Emanuela si recava a Novara per effettuare colloquio
con il figlio detenuto MADONIA Antonino
Nel corso della conversazione, mentre stavano discutendo della situazione
economica della famiglia MADONIA, come detto argomento ricorrente in quasi tutti i
colloqui del MADONIA Antonino, quest'ultimo chiedeva notizie dello Zio Mario e la
madre rispondeva "... una cosa inutile è ... è seduto jY.

Alla luce di quanto è emerso nel corso della precedente conversazione dell'l
giugno 2006 circa la mancanza di puntualità dello GELARDI nei pagamenti non è
escluso che, pur facendo apparentemente riferimento alle reali e pessime condizioni di
salute di GELARDI Mario, in realtà la GELARDI intendesse comunicare al figlio
detenuto la circostanza che lo zio non adempiva agli obblighi economici periodici verso
la famiglia MADONIA.
Segue il tratto di trascrizione di interesse:
[...l
ANTONZNO: e lo zio Mario come sta?
EMANUELA: ma insomma, peggio di me è lo zio Mario per ora
ANTONINO: eh, eh, ma le medicine se le prende?
EMANUELA: un po se gliele da pure sua moglie ... certo
ANTONINO: e sua madre?
EMANUELA: una cosa inutile è (riferito allo zio Mario) è seduto
ANTONINO: addirittura
EMANUELA: si, si
[-..l

LE A CQUISIZIONI DEL 15/06/2006.


I1 15/06/2006, GELARDI Emanuela e la nuora DI TRAPANI Maria Angela si
recavano a Napoli per effettuare il colloquio con il parente MADONIA Francesco colà
8 detenuto. [,&L~%To'&)
MADONIA Francesco chiedeva alla moglie notizie del di lei fratello GELARDI
Mario, al fine di sincerarsi se questi le corrispondeva il "dovuto" denaro. La donna, pur
ritenendolo "una cosa inutile", rispondeva che il fratello si comportava in maniera
"normale" ed aggiungeva che lei stessa, mensilmente, si recava a prendere il denaro.
[...l
FRANCESCO: (si rivolge alla moglie) tuo fiatello Mario al corren....
EMANUELA: ah?
FRANCESCO: tuo fratello Mario è al corrente?
EMANUELA: parla ...
FRA NCESCO: tuo fratello Mario com 'è? come sta?
EMANUELA: niente, una cosa inutile è diventato
FRANCESCO: come si comporta con te?
EMANUELA: ah?
FRANCESCO: come si comvorta
EMANUELA: normale ... si ... quelli che (abbassa la voce e con il labiale
pronuncia parola non percepita) ci mancherebbe altro
FRANCESCO: oani mese te li vorta
EMANUELA: ah?
FRANCESCO: oani mese te li
EMANUELA: ci vado io
[.-.l
LE ACQUZSZZZONZ DEL 23/06/2006.
11 23/06/2006, alle ore 13:11, sull'utenza 09 116373105 attestata presso la sua
abitazione, GELARDI Emanuela riceveva una telefonata da parte del marito
MADONIA Francesco detenuto presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
.g. - 7 7 "" .t3"?
(ALE@**&IU)
Nel corso della conversazione l'uomo, tra l'altro, chiedeva notizie del cognato
GELARDI Mario. La donna rispondeva che era "una cosa inutile" e che non gli dava
alcun parere, alcuna cosa.

Q [...l
FRANCESCO: tuo fratello MARZO come è?
EMANUELA: come? No ... mio fratello
FRANCESCO: sta bene?
EMANUELA: niente ... bene?
FRANCESCO: chi?
EMANUELA: mio fratello MARIO buono?
FRANCESCO: com 'è ..incompr ...
EMANUELA: no ... si alza e si siede e basta ...
FRANCESCO: ha la pressione alta?
EMANUELA: ha pure il cervello che non gli regge ...
FRANCESCO: ma ... sua moglie si è ristabilita per il fatto del ...
EMANUELA: si, si ... no sua moglie bene è ... insomma non gli ho sentito dire
nulla ... ma quello che è inutile è lui ...
FRANCESCO: si!
EMANUELA: non dà nessun parere nessuna cosa, hai capito?
FRANCESCO: mah ...
EMANUELA: non esce non fa la spesa come faceva sempre ... è giusto? Se
non esce ...
Da queste conversazioni telefoniche emerge la conferma che, ai primi del mese, la
GELARDI Emanuela si era recata dal fratello per riscuotere quanto a lei "spettante"
senza ottenere nulla in quanto la famiglia di GELARDI Mario avrebbe dovuto
provvedere al pagamento delle tasse.
LE ACQUISIZIONI DEL 29/06/2006.
1129/06/2006, alle ore 10:37, PRESTIGIACOMO Rosa I i f e v a alla cognata
V* l
-.,,'i"* l"
-

GELARDI Emanuela che il fratello Mario desiderava incontrarla. [d?%'F,p&m6.L?ll)


[...l
ROSA: .
ca.. tuo fratello ti vuole vedere NINÈ ... che dobbiamo fare?
EMANUELA: io ... incompr ...ci devo andare ... ma poi mi credi con questo
caldo ...
ROSA: ca ... una ci rinuncia ...
EMANUELA: no, no, no ...
ROSA: lo capisco, lo capisco ...
EMANUELA: questa estate lo sto sofiendo tanto questo caldo ...
ROSA: si troppo
EMANUELA: c 'è troppo caldo ... troppo ...
ROSA: troppo ... troppo ...
EMXNUELA: l 'età già ce l'ho e mi credi mi sento più abbattuta con questo
caldo
ROSA: no, che si sente una più abbattuta ... ma se tu vedi a MARIO?!
EMANUELA: si,si ...
ROSA: si con il caldo troppo ... troppo ...
EMX NUELA: troppo ... troppo ... troppo ...
ROSA: ... comunque se tu puoi venire. tuo fratello ti vuole vedere ...
EMANUELA: va bene ti saluto
ROSA: ciao
EMANUELA: un bacio per tutti ...
ROSA: non mancherò ...
EMXNUELA: ... abbracciamelo a tuo marito ...ci dici tua sorella ti ...
ROSA: ca.... questo mi dice:" mia sorella NINE' ha da molto tempo che non
la vedo ...ha da molto tempo che non la vedo ... "

EMXNUELA: harapione...harazìone...
ROSA: gli dissi ora ci telefono ...
EMANUELA: ti abbraccio ... ci sentiamo presto
[...l
LE ACQUZSZZZONZ DEL 27/07/2006.
11 27/07/2006, alle ore 10:49, GELARDI Emanuela e la cognata
PRESTIGIACOMO Rosa convenivano di vedersi nel pomeriggio verso le 19.00. Poco
prima la PRESTIGIACOMO aveva riferito alla congiunta che il fratello di
,
r--.;
quest'ultima, GELARDI Mario, la stava cercando da tempo. @&&X@$$T@%!#~)
,-Q ; = r -,,-n=-

[...l
ROSA: ... tuo fratello ... che ti cerca
EMANUELA: mi ha cercato?
ROSA: ti ha cercato ... dice: "mia sorella non è venuta più " .. gli dissi più tardi
ci telefono.. .

Le due cognate dialogano sulle condizione atmosferiche della giornata. Dopo,


PRESTIGIACOMO Rosa chiede a GELARDI quando sarebbe stata disposta a venire
a casa. La cognata da piena disponibilità per la giornata odierna, anche se fa molto caldo
e preferirebbe starsene a casa.

[. .l
ROSA: ... vuoi venire di pomeriggio?
EMANUELA: salutami a tuo marito ...
ROSA: se vuoi venire di pomeriggio ...
EMANUELA: che rinfresca un poco l'aria ... incompr ...
ROSA: che magari ... che anche verso le sette NINÉ ... le sette e mezzo ...
EMANUELA: va bene ...
ROSA: che c'è più fiesco ... magari ...
EMANUELA: che ti saluto ... ti saluto ...
[...l

LE A CQUZSIZZONZ DEL 07/08/2006.


Il 07/08/2006, alle ore 11:21, MADONIA Aldo, che, a suo dire, si trovava in
vacanza in Francia, parla con la madre e con la badante BASILE Anna. A quest'ultima
il MADONIA chiedeva se la madre fosse andata o meno a trovare il fiatello GELARDI
Mario ricevendone conferma. ( A L L ~ ~ A T O&i8)
[-..l
ALDO: ma lo sa ... ma lo sa se è andata a trovare suo fratello MARIO ... è
andata fare una visita ... niente non c 'è andata ancora ...
ANNA: si! Si ci siamo andati ...
ALDO: ah ci siete andati? Oualche giorno fa
ANNA: si, si glielo portata che lo voleva vedere ...
ALDO: ah ... aliel 'ha portato qualche giorno fa allora ... martedì forse allora
...
ANNA: si, si ...
@
ALDO: cioè venerdì ...
ANNA: l'altra settimana ci siamo andati ... mi sembra martedì ...
ALDO: ah ... la settimana scorsa .... martedì addirittura ...
ANNA: si,si ... si
ALDO: ho capito va bene, va bene, va bene ...
ANNA: va bene?
ALDO: okay
ANNA: va bene ... (min. 03:40)
[...l
ALDO: ... tuo fratello MARIO come sta tutto bene? Sei andato a trovarlo mi ...
EMANUELA: come? ...
ALDO: sei andata a trovare tuo fratello MARIO ... mi diceva ANNA ... ci sei
andata la scorsa settimana ... tutto a posto? Come sta?
EMANUELA: si, si, si ...tutto a posto ... si
[...l

Da questa conversazione emerge dunque che anche il figlio MADONIA Aldo è al


corrente delle visite periodiche che la madre effettuava per andare dal fiatello
GELARDI Mario. \
LE A CQUISIZIONI DEL 17/08/2006.
11 17/08/2006, MADONIA Aldo si recava presso la Casa Circondariale di Napoli
Poggioreale per effettuare un colloquio con il padre MADONIA Francesco.
( A L L E ~ A~~ 8 )
Nel corso del colloquio MADONIA Francesco chiedeva al figlio se i soldi dello
ZIO MARIO (GELARDI Mario) arrivassero o meno. Di rimando il MADONIA
Aldo, si proponeva per spiegare al genitore quale fosse la situazione economica,
specificando che erano state vendute "tutte cose" ed aggiungeva che "c'era pochissimo".
11 detenuto insistendo chiedeva al figlio conferma delle entrate mensili e della loro
continuità nel tempo. Aldo lasciava comprendere al padre come la situazione fosse
assolutamente discontinua; successivamente si esprimevano in maniera negativa sulla
persona e sull'operato di DIEGO (owero DI TRAPANI Diego). I1 detenuto tornava a
commentare positivamente il fatto di aver dato, tempo addietro, un non meglio
specificato magazzino in affitto alla ZIO MARIO (GELARDI Mario) ed il figlio
ALDO cercava di far comprendere al padre che tale entrata, ammontante a 2.000.000 di
vecchie lire, costituiva comunque ben poca cosa: tornava, quindi, ad esporre una
preoccupante situazione finanziaria.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[-.-l
.
ALDO: lei pensa (DI TRAPANI Maria Angela,ndr) . . i soldi ... i soldi della
.pensione di MAMMA, i soldi tuoi della pensione sono ....deve fare i salti mortali
MAMMA ...
FRANCESCO: come? ...
ALDO: deve fare salti mortali ... deve fare salti mortali ... mi segui? Lei (DI
TRAPANI Maria Angela,ndr) è convinta che ci sia chissà che cosa ... ora si è messa in
testa che io faccio sperperi ... ore c'è pure quest'altra voce ... c 'è un casino terribile,
capisci, c'è un casino terribile ...
FRANCESCO: che non arriva la MAMMA ad afiontare tutte cose!? ...
ALDO: no, no non ci arriva ...
FRANCESCO: che ....
ALDO: non ci arriva ...
FRANCESCO: scusami che i soldi che arrivano dallo ZIO MARIO
t

(GELARDI Mario,ndr) non li prende? ...


[. .l
ALDO: ... ti posso spiegare quattro cose ... vedo che non hai le idee chiare di
quello che c'è fuori ...
FRANCESCO: gli altri conti ... a MAMMA ... (...incomprensibile... abbassa
notevolmente la voce) ...
ALDO: quali sono ... si sono venduti tutte cose ... (si awicina al genitore e gli
parla al1 'orecchio.ndr) ... tutte cose ... C 'è pochissimo ... pochissimo ... siamo proprio
... (strofina le dita sulla fronte per indicare una quantità risicata, ndr) ...
(. ..incomprensibile...) per l'ospedale ...
FRANCESCO: non C'è nessuno che ci porta (...incomprensibile... abbassa
C,
notevolmente la voce) ..
ALDO: (ondeggia la testa da destra verso sinistra) ... traballiamo ...
FRANCESCO: ogni mese?...
ALDO: traballiamo ...
FRANCESCO: ogni mese?
ALDO: traballiamo ... oggi si, domani no ... auattro mesi si, quattro mesi no
... ma questo ora ... è da anni ... anni che non si Dresentava nessuno ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO: nealiuntimitremesi ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO: ,.,un anno e mezzo fa ... due anni fa ...
FRANCESCO: ora non C'è più?
ALDO: (con la testa fa cenno di no,ndr) ...
FRANCESCO: non ci và più nessuno?
ALDO: ora questi tre mesi di ora ...
FRANCESCO: ah?
ALDO: tre mesi fa!
FRANCESCO: (...incomprensibile... a causa del voce bassa,ndr) ...
ALDO: (con al testa fa cenno di si) ... ma non è una cosa ...
FRANCESCO: assidua ...
ALDO: non è una cosa seria ... non è una cosa seria ... situazione complicata
-è difficile... PAPA' ... difficile ...
...
FRANCESCO: difficile perché ... (...incomprensibile... ) ... difficile perché?
ALDO: non lo so ... in queste cose non c'entro ... non lo so ... non mi
interesso (...incomprensibile....) ...
.
FRANCESCO: e chi è che si interessa scusa . . se non ti interessi tu . . chi è .
che si interessa nessuno ...
ALDO: ma chi è che si deve interessare io? ... ,

FRANCESCO: (...incomprensibile... ) chi sta di fuori ...


ALDO: (si awicina al1'orecchio del padre e gli dice qualcosa,ndr) ...
FRANCESCO: DIEGO!? ...
ALDO: &... fa cenno con la testa si, ndr) ... (...incomprensibile... )
..
FRANCESCO: questo fango . sto fango!? ... questo è un mascalzone ...
ALDO: lo vedi che l' hai capito ... hai capito tutto ... eh ... eh ... siamo nelle
mani di questo ...
FRANCESCO: un masca ... un mascalzone ...
ALDO: eh ... eh ...
FRANCESCO: un mascalzone è questo ...
ALDO: PAPA' hai capito, cominci a fare una idea chiara ...
[...l
FRANCESCO: meno male che ... meno male che ho dato il magazzino ... il
magazzino quello ... allo ZIO MARIO la ...
64 ALDO: (con al mano strofina le dita in segno di denaro e poi indica un du,ndr)
...
FRANCESCO: ah?... due milioni ...
ALDO: eh ... e che sono? ... e che sono? ...
FRANCESCO: gli da due milioni al mese ...
ALDO: eh che sono ...
FRANCESCO: la parte ... la parte (...incomprensibile... )
ALDO: eh ... e che sono? ...
FRANCESCO: i primi tempi che (...incomprensibile... ) con GIUSEPPE ...
comunque mi spavento che (...incomprensibile... ) ...
*
ALDO: (strofina le dita come per indicare il denaro,ndr)
FRA NCESCO: (. ..incomprensibile... )
ALDO: la ... la ... la ...
bt-
FRANCESCO: che?
ALDO: la è! ...
FRANCESCO: che?
ALDO: la è ... tutto compreso ...
FRANCESCO: ma poco mi sembra ... se quello è solo il magazzino ...
ALDO: non c'è altro ... non c'è altro ... non c'è altro ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... se ne approjttano al solito ... se ne
approjttano ...
ALDO: non c'è altro ... (si awicina al padre e gli parla all'orecchio per 25
secondi,ndr) ... basta ... èjìnito ... tutto ... tuttojìnito ... deserto, un deserto ... sono

a tutti falliti ... non lavorano ... non lavorano ... @ausa) ... la cosa grave è che c'è
qualcuno che pensa invece che ci sia chi sa che cosa ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... jnirono tutti questi, sono jniti ...
ALDO: (gesticola con le mani a voler indicare quasi tutti,ndr) ...
FRANCESCO: (...incomprensibile... ) ... C 'era il primo piano che lo stava
affittando ... (...incomprensibile. .. )
ALDO: (si awicina al padre e gli parla all'orecchio,ndr) ...
FRANCESCO: (..,incomprensibile... ) ...
[. .l

La conversazione riportata è davvero illuminante per comprendere la specifica


vicenda dell'imrnobile gestito dal GELARDI, in relazione al quale l'indagato Aldo
MADONIA informa l'anziano padre - che ricorda bene di averlo fittiziamente intestato
allo GELARDI - che garantisce un reddito mensile pari a due milioni di vecchie lire.

LE ACQUISIZIONI DEL 04/09/2006.


11 04/09/2006, veniva effettuato un servizio di OCP all'indirizzo dell'anziana
GELARDI Emanuela, mirato a verificare il contatto tra la stessa ed il fiatello
GELARDI Mario per l'ipotizzata ma oramai certa riscossione della "rata mensile".

11 servizio permetteva di verificare l'accesso della GELARDI Emanuela in via


Federico de Roberto, ove, al civico 8, risulta risiedere proprio il fiatello Mario. Non è
stato possibile accertare l'accesso della GELARDI Emanuela a asa o comunque

752
nell'edificio ove risulta risiedere il fratello Mario a causa delle particolari condizioni di
- accesso alla via Federico de Roberto. Da una conversazione ambientale registrata nella
stessa serata a casa della GELARDI Emanuela si avrà comunque la certezza che la
donna si era recata proprio a casa del gemano. Nella circostanza, come si vedrà, era
accompagnata dai coniugi MINE0 Giuseppe e BASILE Anna.
Segue il tratto di relazione di servizio di interesse:
[-.l
Ore ll:09Inizia il servizio di osservazione nei pressi del civico 44 di via Cimbali
di Palermo.
Da una verifica effettuata si nota l'autovettura Fiat 600, di colore bianco,
targata CJ423NA (intestata a GELARDI Emanuela, nata a Palermo il 0811111924 ivi
residente via Cimbali nr.44), pacata nei pressi del predetto civico.
Ore l l :49 MINE0 Giuseppe nato a Palermo il 1110511949 ivi residente via
Alaimo Da Lentini nr.20, GELARDI Emanuela, BASILE Anna nata a Palermo il
1211 111953 e una bambina dell'età apparente di anni 13, escono dal civico 44 di via
Cimbali.
Le suddette persone salgono a bordo dell'autovettura Fiat 600 targata
CJ423NA posizionandosi rispettivamente: il primo autista, la seconda passeggero
anteriore e la terza passeggeri posteriore dell'autovettura. Subito dopo escono dal
parcheggio e si allontanano.
Gli stessi, dopo aver percorso alcune vie cittadine, giungono in via Lanza di
Scalea e s'immettono in via Federico De ~oberto"~,
ove vengono persi di contatto (ore
12:12).
Ore 13:OOMINEO Giuseppe, GELARDI Emanuela, BASILE Anna e la
bambina a bordo dell'autovettura Fiat 600 targata CJ423NA escono da via ~edericoDe
Roberto, e si allontanano in direzione di via Lanza Di Scalea.
[...l

"O
In via Federico De Roberto, strada senza uscita, si accede superando un passo carrabile con cancello automatico
posto al civico 2490 di via Lanza di Scalea.
Come già anticipato, la conferma che la GELARDI Emanuela era effettivamente
andata a "trovare" il fratello si sarebbe avuta nella stessa serata. Alle ore 20:08, infatti,
all'interno dell'abitazione di GELARDI Emanuela si intercettava una conversazione
tra l'anziana doma ed il figlio MADONIA Aldo. Questi chiedeva ed otteneva conferma
della "visita" al fratello GELARDI Mario. Nella circostanza si-intuiva anche che
quest'ultimo gli aveva effettivamente corrisposto il denaro J ... me li ha dati! ...1.
(ALLEg'isfi&l)
[,..l
'Aldo: ... come è finita oggi.. . come è finita?
Emanuela: .. .incompr.. .
Aldo: come è finita ogpi?.. .
Emanuela: lo zio Mario?
Aldo: uhm!
Emanuela: me li ha dati!
Aldo: e basta?
Emanuela: che?
Aldo: e basta?!...
Emanuela: ...incompr...
Aldo: da Giusy ci sei andata.. . da Giusy?...
[...l

LE A CQUZSZZZONZ DEL 03/10/2006.


11 03/10/2006, alle ore 10:20 GELARDI Emanuela telefona alla cognata
PRESTIGIACOMO Rosa alla quale, tra l'altro, chiede se può recarsi da lei. La
PRESTIGIACOMO acconsente.
[..-l
ROSA: Pronto!
EMANUELA: E Rosa io. .. ciao... come stai?
ROSA: Ah ciao Nenè.. .
EMNUELA: come stai?
ROSA: ma insomma...
E M N U E L A: Eh.. . tuo frate... tuo marito che...
ROSA: e tuo frate.. . e si...
EMANUELA: sempre al solito?
ROSA: si...
EMANUELA: Non si riprende per niente?
ROSA: No... no... no...
EMANUELA: si è fermato già...
ROSA: si... è qua vicino a me... gli sto lavando la testa...
EMANUELA: che stai facendo?...
ROSA: gli sto.. . gli sto facendo lo shampoo...
EMANUELA: ah... allora ti ho disturbata...
ROSA: no.. . no.. . ancora non ho cominciato...
EMANUELA: ... eh lo hai lasciato bagnato?...
ROSA: No... no... ancora non lo aveva bagnati...
EMANUELA: ... la testa in acqua non gliela avevi messo che si raffreddi un
po... posso venire più tardi?
ROSA: si... si... a te aspetto...
EMANUELA: a qualsiasi orario.. . di mattina ora ...incompr...
ROSA: si.. . si... va bene...
EMANUELA: va bene... che ti saluto... ciao... ciao...
[...l

Si avrà modo di capire più avanti che la GELARDI Emanuela in giornata si era
recata dal fratello per ritirare le somme di denaro.

Anche in questa circostanza la puntuale conferma sarebbe arrivata nella stessa


serata. Alle ore 20:07, infatti, all'interno dell'abitazione di GELARDI Emanuela si
intercettava altra conversazione tra l'anziana donna ed il figlio MADONI A Aldo e
nella circostanza si aveva contezza che alla donna erano stati consegnati 2.000 euro I
...
duemila euro per me ... io dico ...l .
[...l
EMANUELA: gliel'hai portata tu..,incornpr ... al cento per cento!
ALDO: ...incornpr... in quella cartella con lui e ci andavi tu personalmente
...incornpr...
EMANUELA: ... incompr...
ALDO: sicuro ... sicuro? ...incompr...
EMANUELA: ma questa volta ... inc ... mi ha dato due milioni
ALDO: quanto ti ha dato?
EMANUELA: duemila euro per me ... io dico...
ALDO: ...incompr...
[.-.l

LE A CQUZSZZZONZ DEL 01/11/2006.


I1 0111 112006, alle ore 10:15 GELARDI Emanuela, dopo avere telefonato a casa
del fiatello GELARDI Mario, senza ottenere risposta, telefonava alla nipote DI
TRAPANI Giusy alla quale chiedeva notizie del suocero (GELARDI Mario, che
abitava nello stesso stabile). La DI TRAPANI Giusy rispondeva che era in casa, e che
era stato ricoverato un giorno in ospedale per una caduta. La GELARDI riferiva che in
giornata lo sarebbe andato a trovare. W-.ww *

[.-.l
GZUSY: pronto
ANNA: pronto, un minuto ...
EMANUELA: pronto ...
GZUSY: pronto ... e aspetta ...come si chiama ...
ANNA: ...incompr ...
GZUSY: zia Ninè, io Giusy sono
EMANUELA: e ... io ,.. Giusi sei! Non ci pensavo in questo minuto come ti
dovevo chiamare ...e ... ma tua suocera non c 'è?
GZUSY: si a casa è!
EMANUELA: siccome ho telefonato ...eh ...
GZUSY: ah ... ora è dentro ... c 'è stato mio suocero al1'Ospedale ...
EMANUELA: chic'è?
GZUSY: c 'è stato mio suocero al1'Ospedale ...
EMANUELA: ma quando?
GZUSY: no ... un giorno ci stette ... che si è sentito male ...
EMANUELA: eh ... eh ...

756
GZUSY: e ... ora è un poco meglio ... è a casa ...
EMANUELA: ah ... allora sono dentro ...
GZUSY: si. si dentro sono
EMANUELA: allora perché non mi ha risposto ...
GZUSY: e può essere che è nel bagno a lavarlo ... allora ...
EMANUELA: va bene ... l'interessante che sono dentro e stanno bene
...insomma si è ripreso mio fratello?
GZUSY: si, si un poco meglio C 'è ...un pò meglio
EMANUELA: che fa ti ho dato fastidio a te ...
GIUSY: no, no ... nessun fastidio ...ma che dici ...lui non si è sentito tanto bene
...
EMANUELA: tuo suocero ...
GZUSY: si ... è caduto ...
EMANUELA: è caduto?
GZUSY: caduto! ...
EMANUELA: orada recente ...
GIUSY: è stato l'altro ieri ...
EMANUELA: ah ... ci voleva quest 'altra caduta ...
GIUSY: però non si è rotto nulla ... non si è fatto niente
EMANUELA: ma anzi ringrazio a Dio
GZUSY: ... fu fortunato
EMANUELA: e certo ...
GIUSY: solo che ha ... tipo ... le gambe molli ... che non riesce ...
EMANUELA: si, si non ha le forza più nelle gambe ...
GZUSY: non ha forza nelle gambe ...
EMANUELA: ed è pericoloso camminare solo, perchè tutto assieme ...
GZUSY: no, non può camminare gli abbiamo preso la sedia a rotelle
EMANUELA: Ah? ...
GZUSK e niente ... ora stavano cercando di lavarlo ... perché giustamente lui
non si vuole reggere per niente ...
EMANUELA: certo! Certo ...
GZUSY: e che C 2 da fare ... ma mia suocera giù è ... a casa è ...p uò darsi che è
dentro il bagno per lavarlo sicuro ...
EMANUELA: va bene, va bene ... allora se posso ... voglio venire posso
venire allora e giusto?
GIUSY: e si vieni ...
[...l
Nella stessa data, alle ore 13:12, MADONIA Aldo telefonava a casa della madre
e parlava con la badante BASILE Anna. Quest'ultima, durante la conversazione,
riferiva che GELARDI Emanuela era andata a trovare il fratello Mario. Tanto a
conferma dell'awenuto incontro e, quindi, dell'awenuta "riscossione della mensilità".
(A~LI;EG~$;@~)
[...l
ALDO: mi saluti mia madre allora?
ANNA: eee.... è fuori... è daaa... suo zio che eee... scivolato...
ALDO: ah... ho capito!
ANNA: ... ed è andata a trovarlo
ALDO: va bene va bene!
ANNA: va bene!
ALDO: grazie grazie signora la saluto
ANNA: la saluto niente arrivederci arrivederci
[...l

LE A CQUZSZZZONZ DEL 08/11/2006.


11 08/11/2006, GELARDI Emanuela effettuava un colloquio con il figlio
MADONIA Antonino detenuto presso la Casa Circondariale di Novara.
861
Il tratto di conversazione che segue è molto importante perchè l'anziana madre
comunicava al figlio la notizia che lo zio GELARDI Mario stava poco bene in seguito
ad una caduta (cfr. acquisizioni del 01/11/2006) e lo avvisava che era lei a recarsi
personalmente a ritirare il denaro dal fratello quando andava a fargli visita: " ci vado
ogni tanto, quando lo vado a vedere ... capisci?" Compreso di cosa realmente
stessero parlando, il MADONIA Antonino riferiva " .. tu come ti sei sentita? Con
questi doloretti qua? .... (indica la schiena) ...". Si ricorda che il riferimento ai
"dolori alla schiena" è proprio il modo per indicare l'argomento relativo alle entrate del
t
denaro. La conversazione proseguiva in maniera abbastanza chiara e l'argomento
riguardava, in generale, proprio le entrate di denaro che giungevano alla famiglia
MADONIA.

Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:


[...l
ANTONZNO: ci siete andati, al cimitero ci siete andati;
EMANUELA: io ... no ... con chi ci devo andare
ANTONZNO: chi ti doveva accompagnare?
EMANUELA: chi mi ci deve portare ... perché devo disturbare ...
ANTONZNO: certo ... va bene ... comunque ... noi il pensiero lo abbiamo
sempre per i morti? No?
EMANUELA: certo! Ma tanto noi intimi intimi non ne abbiamo ... per carità
ANTONZNO: ma come intimi intimi ... scusa ... di intimi C 'è lo Zio Nino ...
Giovanni ...
EMANUELA: eeeehh dimmi ... chi devo andare a disturbare?
A NTONZNO: no, no che C 'entra ...
EMANUELA: lo ZIO MARIO "è caduto" ...
A NTONZNO: "caduto" è fatto? Ci sei andata?
EMANUELA: ci vado oani tanto, auando lo vado a vedere ...capisci?
ANTONZNO: tu come ti sei sentita? Con auesti doloretti qua? .... (indica la
e schiena)
EMANUELA: stunatieddu (si riferisce al fratello GELARDI Mario ndr)
ANTONZNO: ah, stonato è
EMANUELA: stunatuni è... no stunatieddu ... stunatuni
ANTONZNO: ah, stunatuni ... dice quello (ride)
EMANUELA: capisci ... cammina cosi (mima il gesto di chi cammina
barcollando) ... gli dico: mi capisci chi sono?
ANTONZNO: come?
EMANUELA: gli dico io ... mi capisci chi sono
ANTONINO: ah
EMANUELA: ti capisco ... cosi ... e ride leggermente
ANTONZNO: eh ... suo figlio è uscito?
EMANUELA: (con la testa fa cenno di no)
ANTONINO= no ... comunque, quanto prima dovrebbe uscire, no?
EMANUELA: ...INC... e buonanotte e basta ... gli fa strada questi che sono
chiusi e gli altri ... in mezzo ...INC... sti pentiti ...INC.. .
ANTONINO: a me non interessa ... non interessa a noi altri
EMANUELA: e quelli che vanno "arrubbuniannu "
ANTONINO: non ci interessa a noi altri ... chiedevo questo: poi ... tu ...
con questi doloretti alle spalle ... come sei stata? (si porta la mano sinistra dietro al
fianco sinistro)
EMANUELA: ma insomma ... battugghiu ... battugghiu
ANTONINO: ah,ah,ah,
EMANUELA: si, si, si ... ti sembra che non ti capisco (si porta la mano
destra dietro al fianco destro) che tu hai il pensiero sempre a me "a matri"
ANTONINO: eh, certo ... però ... diciamo ... ora ti senti un po' meglio
diciamo no?
EMANUELA: ma insomma ... "mala vita" non ne faccio ... quello che devo
fare dentro lo faccio
ANTONINO: vai da Katia ?
EMANUELA: (non capisce)
ANTONINO= da Katia vai?
EMANUELA: no, certe volte (con il capo fa cenno di si) ... (gesticola) no ...
(continua a gesticolare)$no ...INC...
ANTONINO: (con il movimento del capo fa cenno di aver capito) chi?
EMANUELA: (gesticola e verosimilmente comunica con il labiale)
ANTONINO: eh, eh, (dimostra di avere compreso) ... è venuto?
EMANUELA: si, si, ... eehh: me li saluti (gesticola ancora) ... ed io ci ho
detto: ti raccomando ... sempre
ANTONINO: eh, eh, eh, ... è venuto?
EMANUELA: si, ed io sempre glielo dico: ti raccomando (con le dita della
mano destra mima il gesto che sta ad indicare il denarol
ANTONINO: eh, eh, ... è venuto a casa?È venuto a casa?
EMANUELA: si, si ... a casa. Mi è venuto a vedere, aveva assai ...
ANTONINO: {con le dita della mano sinistra mima il aesto che sta ad
indicare il denaro)

qky 760
EMANUELA: ... no. niente ... non me ne ha ... ed io gli ho detto: va bene,
dice: non ti preoccupare
ANTONINO: non ti preoccupare ... diciamo ... il discorso ... diciamo
EMANUELA: ...ING... con la mano destra riproduce il numero 3 (tremila
euro)
ANTONINO: (anch'egli con la mano sinistra riproduce il numero 3 e dopo
avere ottenuto l'assenso da parte della madre che muove il capo, con stupore
riferisce:) "accussi picca" (cosi poco - riferito alla somma di denaro ndr)
EMANUELA: (con il movimento del capo fa cenno di si) questi sono ... se tu ...
eeeeè ... io prendo e glielo dico (con la mano destra riproduce il gesto che sta ad
intendere che chiederà di aumentare la somma)
ANTONINO: n 'ca certo, devi dire ... anche perché naturalmente
EMANUELA: ormai ... questi ...
ANTONINO: .. . .
noooo ... ma anche perché . ci sono . . diciamo .. situazioni
... diciamo ... dduoco ... il fatto ora ... l'avvocato ... di Papà, cose ... vedi tu, vedi tu
EMANUELA: se vuoi che io parlo ... parlo
ANTONINO: certo che devi parlare ... logico che devi parlare ...
naturalmente ...
EiWNUELA: a levare ci siamo ... a levare ci siamo a mettere no, è giusto?
ANTONINO: come a levare? Che deve levare, dobbiamo mettere ... diciamo
...
EMANUELA: ti dico: a metterli ci siamo, a levare no ...
ANTONINO: che viene a dire, che viene a dire

LE A CQUISIZIONI DEL 29/11/2006.


112911112006, alle ore 20:OO all'interno dell'abitazione di GELARDI Emanuela
veniva intercettata una conversazione ambientale tra la stessa GELARDI ed il figlio
MADONIA Aldo. Nell'occasione, tra l'altro, la donna chiedeva al figlio se l'indomani
si sarebbe dovuta recare dal fratello Mario. MADONIA Aldo acconsentiva.

La conversazione è particolarmente significativa per la dimostrazione della


periodicità mensile delle visite, perchè la donna, prima di nfkrire che doveva recarsi dal
fiatello, chiedeva al figlio la data del giorno seguente ed appreso che si approssimava la
fine del mese gli riferiva che doveva appunto andare dal fratello.
[...l
Emanuela: quanto ne abbiamo oggi? Non devo andare dallo zio Mario io?
Aldo: giorno ventinove.
Emanuela: quanto?
Aldo: giorno ventinove.
Emanuela: ventinove ne abbiamo?
Aldo: si.
Emanuela: eh! E domani non devo andare dallo zio Mario? Ah?... non devo
andare dallo zio Mario io domani?
Aldo: certo. .. .incompr...
[..-l

Come già anticipato all'inizio del presente capitolo, in data 08/12/2006, per cause
naturali, muore GELARDI Mario. Da questo momento in poi la vedova,
PRESTIGIACOMO Rosa diventa l'unico punto di riferimento per la corresponsione
delle mensilità alla famiglia MADONIA, continuando cosi a svolgere il molo di
prestanome in precedenza esercitato dal marito.

LE A CQUISIZIONI DEL 02/01/2007.


II 02/01/2007, alle ore 16:32 GELARDI Emanuela riceveva presso l'utenza
telefonica attestata nella sua abitazione, la telefonata del figlio MADONIA Giuseppe,
detenuto presso la Casa Circondariale di Biella. Nel corso della stessa, durante uno
scambio di battute, BASILE Anna rifhiva al detenuto che l'indomani, unitamente alla
GELARDI Emanuela sarebbero dovuti andare dalla Zia Rosa (PRESTIGIACOMO
Rosa), accompagnati da suo marito.
[...l
PIPPO: a i usciti. oggi ...
~siete
Anna: no, oggi no ...
PIPPO: no! Ho capito ...
Anna: domani dobbiamo uscire ...
PIPPO: ah ... domani uscite con la macchina?
Anna: si, si
PIPPO: con la macchina
Anna: si ...
PIPPO: con la macchinina ...
Anna: con la macchinina ... si ... però no che la porta lei ... la porta mia
marito ...
PIPPO: ah ... e dove andate?
Anna: ah ... lontano a salutare a sua zia ROSA ...
PIPPO: ah ... ho capito ... ho capito ... ho capito ...dimmi una cosa ...
[...l

LE ACQUISIZIONI DEL 28/02/2007.


11 28/02/2007, alle ore 20:21, all'intemo dell'abitazione di GELARDI Emanuela
si intercettava una conversazione tra la stessa ed il figlio MADONIA Aldo. Nella
circostanza il figlio chiede contezza di una somma di denaro e la madre, che non ricorda
bene da chi li ha avuti, comunque dice di essere stata dalla cognata
PRESTIGIACOMO Rosa e di non avere trovato ne lei e ne il figlio GELARDI
Giacomo. [&i~6&$&~2)
[...l
Aldo: chi teli ha dati auesti soldi?
Emanuela: ah...aspetta ... può essere che me li ha dati ...incompr... quella
dalla zia Giuseppina come si chiama? ...incompr...
Aldo: quando ci sei andata oggi? Quando ci sei andata oggi?
Emanuela: stamattina!...Hai capito chi è?... Il .... Eh! ... pausa ... lui solo ha
pagato perché dalla zia Rosina non c'era ... da Rosina...
Aldo: ma ci sei andata dalla zia Rosv ci sei andata e non c 'era nessuno?
Emanuela: non c'erano...
Aldo: neanche sopra non c'era nessuno? ... Ne suo nipote...neanche!
Emanuela: nessuno... nessuno... non c'era ... nessuno!
Aldo: tutto chiuso era?
Emanuela: si...
Aldo: tutti usciti erano?
Emanuela: certo ... vanno a fare la spesa ...
Aldo: sopra e sotto? Sopra non ci stanno ....
Emanuela: non C 'erano quelli di sopra neanche...
Aldo: ... ...
nessuno? Era aartito? e Giacomo ... nessuno c'era? ...
Emanuela: nessuno comvletamente ...
[...l

LE ACQUZSZZZONZ DEL 01/03/2007.


L' 1/03/2007, alle ore 20'17, sull'utenza 09116373105 attestata presso
@ l'abitazione della GELARDI Emanuela veniva intercettata una conversazione tra
MADONIA Aldo e la signora BASILE Anna. F$&&@GA$O,@~)
La telefonata evidenziava il "pensiero" di MADONIA Aldo affinchè la madre si
recasse dalla cognata PRESTIGIACOMO a ritirare il denaro che periodicamente
giungeva dalla famiglia di GELARDI Mario.
[...l
ALDO: okav ... ah mi dica una cosa ...
ANNA: si ...
ALDO: per auanto rimarda ... eh ... mia madre è in pensiero per mia zia
che dice che sta male ...ci dovevate andare ...
ANNA: eh! Io gliel'ho detto ... signor ... io ieri ho parlato con sua cupina ...
ALDO: eh ...
ANNA: e mi ha detto che stamattina e ieri non c'era in casa ...dice: "telefonate
di pomeriaaio e ve ... e così vi date, dice, un appuntamento con sua madre per andarla
a vedere".
ALDO: eh!
ANNA: ora ... lei glielo dice ora a sua madre ci telefona ... se dice va bene ...
domani ci possiamo andare ... per me io pure ... quand.....
ALDO: va bene ci telefonate domani mattina ... allora ...
ANNA: domani mattina ci faccio telefonare e vediamo...
... incompr ... domani mattina se è ...perché ha questo pensiero
ALDO:
mia madre ... dice tanto tempo che non lo vedo ...incompr ... p
ANNA: si ma io glielo detto ... io gli ho detto entro lunedì in tutti i casi ...
ALDO: così nello stesso tempo si svaga un po' ... esce ...
ANNA: esatto ... si ... si .. .
ALDO: e si fa una camminata ... è giusto signora ANNA? Va bene ...
ANNA: vabene ...
ALDO: va bene ... va bene o oggi o domani ...o sabato al massimo ...
ANNA: o domani ... va bene
ALDO: e giusto?
[...l

La certezza che si stava parlando proprio della PRESTIGIACOMO Rosa si


aveva sia dalle parole della BASILE Anna che riferiva al MADONIA Aldo che il
giorno precedente aveva parlato con sua cugina (la cugina del MADONIA), ossia DI
TRAPANI Giuseppina (Palermo, 29/01/1967) nuora della PRESTIAGIACOMO
Rosa, ed anche dall'analisi dell'intercettazione dell'utenza di casa GELARDI, dalla
quale si evincevano diversi tentativi di chiamata effettuati il 28/02/2007 (il giorno
precedente a quello in disamina) verso l'utenza della PRESTIGIACOMO ROS~'".

LE A CQUISIZIONI DEL 02/03/2007.


110240312007, alle ore 10:34 GELARDI Emanuela si accordava con la cognata
PRESTIGIACOMO Rosa per recarsi di costei, l'indomani mattina.
[...l
ROSA: senti aua ...
EMANUELA: eh!
ROSA: se tu puoi venire domani
EMANUELA: eh ... eh ...
ROSA: io sono dentro ...
EMANUELA: va bene
ROSA: perché ora sto uscendo ...
EMANUELA: va bene
ROSA: vabene?
EMANUELA: allora domani, va bene ...
ROSA: eh ... vieni di mattina?
[.-.l
ROSA: senti qua NINE ...
EMANUELA: eh ... parla
ROSA: ... tu cerca di venire domani ... più facile ...
EMANUELA: si, si ...
[...l

E nella stessa data, alle ore 13:23, a casa della GELARDI puntualmente anivava

Q la telefonata di MADONIA Aldo il quale, tra l'altro, si accertava se la madre si fosse


ricordata dell'impegno mensile. Durante la conversazione infatti BASILE Anna
comunica al MADONIA che lei stessa e la GELARDI non sono andate dalla zia ma
che si sono sentite. r k & ~ ~ ~ r P $ , 8 7 )
L...l
ANNA: pronto ...
ALDO: pronto signora ANNA ...
ANNA: eh ... buongiorno ...
ALDO: buongiorno ... non siete uscite orni ...
ANNA: si, si, siamo andati al mercatino ...
(in sottofondo si sente la voce della signora GELARDI
. Emanuela, la quale
C>

a chiede alla BASILE Anna chi fosse l 'interlocutore)


ALDO: ah ... oggi mercatino ...
ANNA: si ... si perchè sua zia non c'era oapi ... ci abbiamo parlato
[...l
ALDO: ... e auando ci andate domani allora ...
ANNA: ah ... e ... domani ci dobbiamo telefonare di nuovo per ... perchè
esce per ora di mattìna che va dall'oculista, dal dottore ...
ALDO: ah ... ah ...
ANNA: e ci da la risposta se ci possiamo andare domani oppure la settimana
entrante
ALDO: ah ... ho capito, va bene
I
/
"l C t brogliaccio dell'intercettazione dell'utema 09116373105 - decreto 1270106, relativamente a u o m a r a
766
ANNA: va bene, gli passo a sua madre
[...l

LE A CQUZSZZZONZ DEL 03/03/2007.


11 03/03/2007, alle ore 11 :O9 BASILE Anna riferiva a GELARDI Giacomo
Luciano di riferire alla madre PRESTIGIACOMO Rosa che la visita della GELARDI
, - r "Z
Emanuela era rinviata in quanto quest'ultima stava poco bene. [ A % ~ , $ T O ' @ ~ ~ )
[-..l
GIACOMO: pronto ...
ANNA: pronto ... c 'è sua madre?
GZACOMO: con chi parlo, scusi ...
ANNA: sono io la badante di ... della zia NZNÈ
GZACOMO: buonasera ... no mia madre qua non è a questo numero ... non è
questo il numero...
ANNA: ah ...
GIA COMO: le dò il numero... zero novantuno ...
ANNA: si ...
GIACOMO: si comunque mia madre dentro è ...
ANNA: si, si va bene l'ho trovato è il zero novantuno cinquantatre
quarantacinque zero ...incompr ...
GIACOMO: si mia madre è dentro ...
ANNA: va bene ...
GIACOMO: deve awicinare mia zia?
ANNA: eh ...
GIACOMO: deve awicinare mia zia?
ANNA: no. no ci aspettava sua zia ... non possiamo venire che si sente un
pochettino male .. .e non possiamo .. .perciò ...
GIACOMO: plielo dico io a mia madre ...
ANNA: va bene gli dice a sua madre che non uossiamo awicinare ...
GIACOMO: va bene
ANNA: awiciniamo la settimana entrante rima che veniamo chiamiamo

del 28/02/2007.
GIACOMO: va bene
ANNA: va bene?
[...l

Ed in effetti la GELARDI Emanuela si recherà dalla cognata il successivo


06/03/2007.

LE A CQUZSZZZONZ DEL 06/03/2007.


Come prima anticipato il 06/03/2007, alle ore 1059 GELARDI Emanuela
informa la cognata PRESTIGIACOMO Rosa che la sta raggiungendo presso la sua
91, abitazione. rmg--q%jmll

[-..l
ROSA: Pronto
EMANUELA: Eh io sono ROSA ...
ROSA: ah NZNÈ ciao ... io ti stavo chiamando
EMANUELA: (ride)
ROSA: dissi: com 'è che non è venuta più? ...
EMANUELA: io dissi: prima ci telefono, può darsi che doveva uscire ...
ROSA: no, uscita ... ora sto venendo (ndr. ora mi sono ritirata)
EMANUELA: ah! Meno male ...allora
ROSA: ti stavo telefonando ... che dissi: "che vediamo se viene" ...
EMANUELA: ...incompr ...
ROSA: vabene ... chefavieniallora?...
EMANUELA: si, si,
ROSA: va bene
EMANUELA: ti abbraccio
[-.l

E poco dopo, alle 13:4.0, arrivava anche la telefonata di MADONIA Aldo il quale
chiamava al cellulare di BASILE Anna e da questa tra l'altro veniva messo a
conoscenza che la madre si era recata dalla zia, accompagnata dal MINE0 Giuseppe,
h

marito della stessa BASILE.


[...l
ANNA: pronto ...
ALDO: pronto signora ANNA . ..
ANNA: buonasera ...
ALDO: come è andata a finire ... come è andata a finire ...
ANNA: (ride)
ALDO: siete usciti e non vi siete ritirati più ..
ANNA: (ride) no, io non ci sono signor ALDO ..
ALDO: e dov'è?
ANNA: io sono a casa con l'influenza ...con mal di sto ... però c 'è mio marito

0, con sua madre


ALDO: chi c'è?
ANNA: mio marito ...
ALDO: ah ... suo marito ha preso il suo posto ...
ANNA: si, si ha preso il mio posto oggi mio marito ...
ALDO: ah ...ma allora sono usciti insieme ......
ANNA: si, si, sono insieme ...come infatti poco fa mi ha telefonato mio
marito che ancora sono da sua zia ...
[...l

LE A CQUISIZIONI DEL 29/03/200 7.


I1 29/03/2007, alle ore 10:16 GELARDI Emanuela chiede alla cognata
PRESTIGIACOMO Rosa se può andarla a trovare. La PRESTIGIACOMO risponde
negativamente e rinvia il tutto, previa ulteriore telefonata, al successivo lunedì
='m<
02/04/2007. ~ & & w W )
1J=*9*3ab4-S. rarr*n

[.-.l
ROSA: ...che mi dici NINE ...
EMANUELA: ti sento dire potevo venire ... quanto ci vado da mia cognata ...
ROSA: no aspetta NINÈ ...io siccome devo uscire ...
EMANUELA: eh ... eh ... 1
ROSA: se tu potresti venire ... magari che ti devo dire ...
EMANUELA: magari domani mattina ...q uando dici tu ROSA ...

Y-
ROSA: no, no, no ... no. Dopo lunedì se ne parla ...capito?
EMANUELA: va bene ... va bene ...
ROSA: perché io per ora mi faccio queste trazioni vonetico) nelle mani
EMANUELA: eh ...
ROSA: e per ora non posso mancare ... un giorno ce l'ho di mattina e un
giorno ce l 'ho di pomeriggio ...
EMANUELA: e allora la settimana prossima ti telefono ...va bene
ROSA: va bene ... lunedì ti telefono io NINÈ...
EMANUELA: si
ROSA: ... o tu ... se mi vuoi telefonare tu o ti telefono io e ti dico puoi venire
NINE ...
@i
EMANUELA: va bene ... va bene ...
[...l

LE A CQUISIZIONI DEL 30/08/200 7.


11 30/08/2007, alle ore 17:06 GELARDI Emanuela riceveva sull'utenza
telefonica attestata presso la sua abitazione, la periodica telefonata del figlio
MADONIA Giuseppe. Nel corso della stessa quest'ultimo chiedeva alla madre come
stava con i dolori (si ricorda ancora una volta che questa espressione costituisce una
modalità convenzionale di comunicazione attraverso la quale viene introdotto
Q1? l'argomento delle sowenzioni economiche alla famiglia MADONIA) e l'anziana donna
rispondeva che stava bene in quanto andava dal fratello Mario dove c'era la cognata
Rosa.
E' opportuno evidenziare che, il brano che segue, costituisce una indiscutibile
conferma della fondatezza del criterio interpretativo adottato con riferimento a quelle
espressioni relative ai "dolori" o "doloretti..alla schiena " la cui convenzionalità
emerge con evidenza dalla risposta fornita dalla GELARDI al figlio Giuseppe:
l'anziana donna, anzichè informare il figlio sul proprio stato di salute, risponde dicendo
che si reca dalla " zio MYRIO " e dalla zia ROSA:
PIPPO: {ride) ... tu ... dolori ne hai? Tutto a posto?
dolor re^'" ne hai
EMANUELA: si! Nello zio MARIO ogni tanto ci vado ...
PIPPO: va bene ... "amuni "
EMANUELA: ma insomma ...
PIPPO: ti ... ti voglio bene ...
EMANUELA: io ogni tanto mi svago auando vado un poco pure là, dallo zio
MARIO ..
PIPPO: va bene ...
EMANUELA: c'è la zia ROSA che mi aspetta ... che mi vuole vedere sempre
...hai capito?
@j

L 'INDIWDUAZIONE DELL'IMMOBILE
Come anticipato nei paragrafi relativi alle acquisizioni del 14/04/2006 e del
17/08/2006, il defunto patriarca MADONIA Francesco riferiva rispettivamente al figlio
Salvatore e ad Aldo dell'esistenza di un magazzino di loro proprietà ma "dato" al
cognato GELARDI Mario, grazie al quale a loro era comsposta la somma di 2.000.000
di vecchie lire. Al fine di agevolare il ricordo si riportano i tratti di interesse:

FRANCESCO: ... meno male che 'è quel magazzino affìttato... magazzino.. .
C

cosa... il ...magazzino... diciamo noialtri che è affittato... ora... ora che c'è che dove
avevamo com~ratoun pezzeito di terreno accanto... si doveva sistemare... non ho
saputo più niente

Colloquio del 17/08/2006


FRANCESCO: meno male che ... meno male che ho dato il magazzino ... il
magazzino quello ... allo ZIO M R I O la ...
ALDO: (con al mano strofina le dita in segno di denaro e poi indica un du,ndr)
S.,

FRANCESCO: ah?... due milioni ...


ALDO: eh ... e che sono? ... e che sono? ...
FRANCESCO: gli da due milioni al mese ...
ALDO: eh che sono ...
..
FRANCESCO: la parte . la parte (...incomprensibile... )
ALDO: eh ... e che sono? ...

Tra i beni di proprietà dei coniugi GELARDI Mario e PRESTIGIACOMO Rosa,


figurano due magazzini, uno di mq 34 ubicato in Cortile Morici a Molo, piano terra (
come correttamente comunicato dal ROS con l'informativa del 7 novembre 2008 ) e
l'altro di mq 185 ubicato a Palermo in via della Resurrezione m. 94, piano SI. Solo
quest'ultimo, quindi, in considerazione della sua volumetria soddisfa la proporzione con
il canone di affitto. [FRANCESCO: di da due milioni al mese ....l

I1 magazzino in argomento è allibrato al Catasto Fabbricati del Comune di


Palermo, Foglio m. 20, particella 895, Sub. 17, Cat. CI2 classe 8, consistenza 185 mq,
R.C. 229,31 C. (&LEGATQ'Y~~)

Alla luce degli elementi rassegnati deve pertanto concludersi che l'immobile in
questione, sebbene formalmente intestato ai coniugi GELARDWRESTIGIACOMO e
da11'8 dicembre 2006 soltanto a quest'ultima, è riconducibile alla famiglia MADONIA,
ed in particolare al defunto Francesco e successivamente alla moglie GELARDI
Emanuela ed al figlio Aldo MADONIA, ai quali viene attualmente corrisposta la somma
.
mensile di 2 mila euro. ,..
§ 4. IL RUOLO DI PRESTANOME DI MADONIA DIEGO E MADONIA MARIO

Altro soggetto del circuito parentale della famiglia MADONJA emerso nel corso
della presente indagine è MADONIA Mario, di Diego e di COLLLTRA Rosa, nato a
Palermo il 30/09/1966, cugino di primo grado sia di MADONIA Antonino, Giuseppe,
Salvatore ed Aldo (tutti indagati nel presente procedimento penale) che di D'ARPA
Pietro, Mario e Massimiliano (figli del defunto D'ARPA Vincenzo, cl. 1931).

La posizione di MADONIA Mario rileva in relazione a diverse vicende in


relazione alle quali gli elementi acquisiti consentono di delinearne il ruolo di
intermediario nella gestione di parte del patrimonio occulto, riconducibile al
MADONIA Salvatore ma detenuto dai predetti D'ARPA"', nonchè di gestore diretto e
di esecutore di disposizioni provenienti dal detenuto MADONIA Giuseppe attinenti
alle modalità di gestione di un terreno dallo stesso detenuto per conto dei cugini reclusi.

LE A CQUISIZIONI DEL 21/05/2006.


In tal senso, le prime risultanze investigative, si ottenevano in data 21/05/2006,
allorquando MADONIA Mario e l'allora fidanzata BUFFA Giovanna (Palermo,
08/02/1966) si recavano presso l'abitazione di DI TRAPANI Maria Angela (via
Matteo Dominici 56), per consegnarle l'invito per il loro matrimonio (celebratosi il
23/06/2006). La visita veniva preannunciata dalla medesima BUFFA, mediante
comunicazione telefonica delle ore 12:13 verso l'utenza cellulare in uso alla DI
TRAPANI, e posta sotto controllo in esecuzione del Decreto Int. nr. 603106
(progressivo nr. 1494). Dopo una breve presentazione, la chiamante avvisava che
sarebbe passata, unitamente a Mario, alle successive ore 17:30 circa 1
Nel corso della conversazione successivamente intrattenuta dai tre, Maria Angela
DI TRAPANI riportava al MADONIA Mario le riservate comunicazioni ricevute dal
cognato MADONIA Giuseppe, incontrato il giorno precedente (20/05/2006), in
occasione del colloquio carcerario tenutosi presso la Casa Circondariale di Biella.

'l2 cfr. successivo capitolo "I1 ruolo di prestanome del nucleo familiare facente capo a D'ARPA Vincenzo. La
posizione dei fratelli LENA ~rances&e LENA Aldo.
I1 reale contenuto degli argomenti oggetto di discussione nel corso di tale incontro
sarebbe emerso in occasione di diverse e successive conversazioni intercettate, la cui
disamina a i b b e contestualmente fatto emergere una presunta leggerezza adottata dal1a
DI TRAPANI nell'affrontare simili discorsi. La diretta conseguenza delle vicende sin
qui descritte, avrebbe caratterizzato una diatriba familiare ripercorsa nel corso dei
colloqui carcerari di seguito riportati.

LE A CQUISIZIONI DEL 03/08/2006.


I1 03/08/2006 Maria Angela DI TRAPANI si recava a colloquio dal suocero
MADONIA Francesco, allora recluso presso la Casa Circondariale di Napoli
Poggioreale. Nella circostanza la donna lamentava le ingiustificate accuse rivoltele dai
cognati COTTONE Carla e MADONIA Aldo, apprese de relato da MILIA Rosaria
' '',detta ROSAMVA B'I)
Secondo la versione esposta al detenuto, il MADONIA Mario, al termine del
succitato incontro (avvenuto in data 21/05/2006) risultava essersi lamentato con il
cugino Aldo (ovvero con la di lui moglie) per il poco riserbo adottato dalla DI
TRAPANI nell'affrontare i riservati argomenti della famiglia.
Quest'ultima specificava, inoltre, come tali accuse fossero in realtà riferite alla
contestuale presenza in loco di una sua amica a nome ROMAGNINO Catia (Roma,
06/06/1966), con loro intrattenutasi, secondo il racconto esposto, solo alcuni istanti. A
conferma delle accortezze nell'occasione adottate, la DI TRAPANI sottolineava al
suocero come, il contenuto dei discorsi affrontati, fosse stato comunque reso
assolutamente inintelligibile [parlavamo a monosillabi anche ~ e r c h èc'era sua moglie
di fronte e poi perchè dentro ... tu lo saq.
[...l
MARLA ANGELA: viene Mario, mi fa ... molto contento di questa cosa
(dell'invito al matrimonio) ... al che siccome Pippo, Pippo mi aveva detto di chiedergli
una cosa. giusto .... di un pezetto di terreno che aveva lui... che ha ... di Pippo ... hai
capito? questo pezettt*no di sta cosa (del terreno) ... glielo dici che siccome ce l'ha lui
.. dice glielo chiedi se si ci può fare (costruire) un qualcosa un ... al che ali dico: t

113
MKIA Rosaria, di Angelo e MELE Cotrina, nata a Palermo il 2411011955, assidua frequentatrice di
GELARDI Emanuela, dalla stessa assistita sino al mese di settembre 2006. La sua vicinanza alla
Mario, Piupo mi ha detto sai .... dice si, ma l'hanno ... è una cosa che avevano
esuropriato, il Comune, mi capisci? e quindi era tolta. Gli ho detto: va bè, vedi tu,
caso mai di dietro se ne prende un altro pezzo e si compra ... per farci un qualcosa
che possa un domani renderci gli ho detto ...JNC... dice: ah, va bene.
[...l
MARIA ANGELA: comunque, MARIO mi dice: va bene noi ce ne stiamo
per andare ... gli dico: ma niente vi devo offrire. almeno una cosa ve la devo offrire,
proprio niente ... dice (Mario), guarda Der accettare un bicchiere d'acqua Io m i sto
per alzare dal divano risponde la mia amica (Katia) che già se ne stava per andare, ha
salutato, e quella per delicatezza se ne stava uscendo fuori nel terrazzo e mi dice: no,
no Maria Angela, aspetta ci penso io a portare l'acqua. Papà, nel frattempo si
@
riprende di nuovo questo discorso e Mario mi ultima uuesto discorso di esproprio e
cose... ma non è che si parla... parlavamo a monosillabi anche perchè c'era sua
moglie di fronte e poi perchè dentro ... tu lo sai (lascia intendere che si adottano
precauzioni verso le intercettazioni)...a monosillabi, ... finisce il discorso.
[...l

Nel prosieguo del medesimo colloquio (03/08/2006) Maria Angela specificava


con esattezza le accuse mosse nei suoi confionti dalla cognata COTTONE Carla, così
come riferitele da ROSANNA (MILIA Rosaria) [Rosanna mi dice: vieni al
matrimonio? No, le ho detto no. Ma lo sai, dice (Rosanna) ma che ti devo dire l'altro
giorno dice ... ho visto a Carla e mi fa: ma, ma che te ne pare ... Carla a Rosanna ...
dice: v e r m n a , ma come non si v e r m n a ... parlando per me L..) I'altro giorno ...
MARIO è andato ad invitarla dice, MARIO e GIOVANNA ci sono andati a casa ad
invitarla, a casa sua e lei ha mancato di delicatezza ... MARIO non vedeva l'ora di
andarsene e di uscirsene da quella casa, subito talmente lei è stata senza nessuna
delicatezza nei loro riguardi ma? si è uermessa pure, aveva pure un'amica a casa ...
ma chi è auest'amica che aveva a casa? L..) lei gli ha fatto discorsi privati della
famiglia davanti a questa sua amica, MARIO è venuto nauseato. ha interrotto subito i
discorsi con lei e subito ha detto a GIOVANNA, GIOVANNA dai andiamocene ...
immediatamente].

MADONIA, derivava dall'esistenza di un rapporto sentimentale con il detenuto MAD


anch'esso cessato nel periodo anzidetto.
Per quanto verrà esposto in prosieguo, sin da ora si segnala il riferimento di Maria
Angela DI TRAPANI a " Mario mi ultima questo discorso di esproprio" ed al
riprovero mosso nei confronti della stessa da parte di MADONIA Mario e della cognata
COTTONE Carla per avere trattato " discorsi privati di famiglia" innanzi a soggetti
estranei, ossia la ROMAGNINO Catia.

LE ACQUZSZZZONZ DEL 14/10/2006.


La vicenda sarebbe stata ancora una volta affrontata in data 14/10/2006, nel corso
dell'ulteriore colloquio carcerario registrato a Parma tra DI TRAPANI Maria Angela
ed il fratello detenuto Nicolò ~ & @ & @ $ ~ )

@ Nell'occasione la donna, dopo aver ripercorso le fasi sopra descritte, aggiungeva di


avere nel frattempo chiarito la vicenda direttamente con il MADONIA Mario;
quest'ultimo, secondo il racconto prospettato, aveva nell'occasione negato di essersi
espresso nei termini riportati dalla COTTONE Carla alla MILIA e da questa alla DI
..
TRAPANI [. e io ali avevo detto una piccolezza a MARZO ... una piccolezza ... hai
capito (...)cose che io non sapevo, comunque! ... siccome me l'aveva fatta presente
PZPPO, IO aliel'ho detta! ... dice ... che fa gliela mandi a dire a mia cugina ... dice
... aliela dici ... ali ho detto ... va bene ... mi è capitata l'occasione (...)dice ... ora te
lo dico, il discorso, come è stato! f...) dice ... non è stato davanti a CARLA! ... dice
... quando ... ci siamo visti ... dice ... con ALDO ... e, parlando, ali ho detto ... dice
.... sai quel GLQRDZNO.
--- -
dice, di là!? ... U;1RL4 ANGELA ... dice di vedere ... dice
... che voalio vedere cosa si ci può fare... questa cosa! ... ma non che tu mi hai fatto
discorsi davanti agli altri o davanti a cosa ...l.
L'incontro chiarificatore DI TRAPANI Maria Angela - MADONIA Mario
risultava peraltro aver originato il risentimento di quest'ultimo nei confronti dei coniugi
MADONIA - COTTONE, rei di avere riferito a terzi (ovvero alla MILIA) le
confidenze partecipategli. Tutto ciò, come sarà ampiamente trattato nel successivo
capitolo, avrebbe fortemente contribuito al definitivo allontanamento della MILIA dal
contesto familiare dei MADONIA, come peraltro parzialmente desumibile dal
contenuto della conversazione telefonica intercorsa alle ore 08:45 del 16/08/2006 tra
COTTONE Carla e la MILIA e di seguito riportata:
[...l
CARLA: ehi ROSANNA ... senti ma dimmi una cosa ma su MARIO che altra
discussione c'è stata su MARZO e GIOVANNA?
ROSANNA: no nessuna
CARLA: no nessuna non è possibile
[...l
ROSANNA: no, mi ha chiesto semplicemente com'è il matrimonio com'è
andato il matrimonio
[...l
CARLA: sta succedendo un casotto che non ne hai idea... non ne hai idea;
solo che.. . IO resto sempre qua ... quella che poi pagherà le conseguenze sarai TU. A
me dispiace, però sicuramente è que..
[...l
CARLA: gua sta succedendo veramente un casotto bestiale un casotto bestiale
[...l
ROSANNA: ma perché su MARZO e GIOVANNA? Non ho capito
CARLA: non lo so è successo qualcosa quindi sono voci che mi arrivano da
Milano addirittura da Milano arrivano a me... auindi fiaurati (...)
[-..l
ROSANNA: abbiamo parlato solo del matrimonio basta
[...l
CARLA: certo e poi se tu mi dovessi dire davanti a MARIA ANGELA ... ah! ...
IO questo te lo nego fino all'ultimo, guarda! ... perché non ... non ho nessuna
8 intenzione di creare ancora più scompiglio (...)
[.--l
CARLA: 5.. ) è una ragazza ignorante che ha, vurtroppo, dei limiti enormi ...
che è sfortunata; pure perché poi, dall'altro punto di vista, mi fa una gran pena,
perché è una povera disgraziata!
C-. ]
CARLA: ,. che pensa di avere un altro figlio in queste condizioni! ... è una
cosa proprio assurda perché non ha né ceto né censo né arte sociale
C..l
CARLA: IO ne valuto lo spessore, perché uno, in queste condizioni, non può
pensare ... già è tanto che ne ha uno. quindi finuriamoci due ... va bene ROSANNA,
IO ti saluto che devo fare qua a casa un sacco di cose...
L 'INDIVIDUAZIONE DEL TERRENO GESTITO DA MADONIA MARIO

Le acquisizioni investigative ottenute il 03/08/2006 (sopra riportate), già


consentivano di ottenere qualche generico elemento, atto ad individuare il bene in
mi aveva detto di chiedergli una cosa, giusto .... di un pezzetto di
argomento [P~PPO
terreno che aveva lui ... che ha ... di Pippo ... hai capito? questo pezzettino di sta cosa
fdel terreno) (...) al che gli dico: Mario, Pippo mi ha detto sai .... dice si, ma l'hanno ...
è una cosa che avevano espropriato, il Comune, mi capisci? e quindi era tolta. Gli ho
detto: va bè, vedi tu, caso mai di dietro se ne prende un altro pezzo e si compra ... per
farci un qualcosa che possa un domani renderci (...) dice: ah, va bene].
Tali risultanze si integrano autonomamente con analoghe acquisizioni emerse
bF? qualche mese prima, ovvero il 30/06/2006, nel corso di un ulteriore colloquio carcerario
anch'esso registrato presso la Casa Circondariale di Biella tra DI TRAPANI Maria
Angela (accompagnata dal figlio Francesco e dalla suocera GELARDI Emanuela) ed il
cognato MADONIA Giuseppe. Quel giorno la donna, ancora ignara delle
problematiche che sarebbero sorte a causa della presenza di ROMAGNINO Catia ai
riservati discorsi affrontati con il MADONIA Mario il 21/05/2006, riportava al
- -a*
detenuto la risposta fornita da quest'ultimo in ordine alle direttive ricevute. &*TO
E21
[-..l
M. ANGELA: ... il ... (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio del detenuto,
ndr)
8
GIUSEPPE: mh!
M. ANGELA: ... gliel'ho detto ... mi ha spiegato quello che era ... lui ha
fatto ricorso al Comune ... sta facendo... ha fatto ricorso ... ed ancora aspetta, capito?
... per riaverlo! ... dice... la sto tentando questa carta ...
GIUSEPPE: eh! ... e perché?
M. ANGELA: (bisbiglia all'orecchio della DI TRAPANI, ndr) ... ma perchè,
guello che venne espropriato ... il pezzo che venne espropriato... per riaverlo di nuovo
... dice ... perchè... gli hanno tolto la parte migliore! ... è un triangolo ... dice che è
un triangolo ... auando loro se lo sono presi ... se lo sono presi dalla parte ... più
quadrata ... ... ca~ito?... ed è rimasta questo pezettino di ... triangolino ... che non
.-..
GIUSEPPE: non può fare niente!
M. ANGELA: è ... piccolo ... viene piccolo
GIUSEPPE: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della DI TRAPANI, ndr)
M.ANGELA: si
GIUSEPPE: ... incomprensibile ... e vedere se ...
M. ANGELA: ... sta facendo ricorso ... ha fatto ricorso, già ...
GIUSEPPE: per riaverlo nuovamente?
M. ANGELA: ... è difficile... è difficile... però ... dice ... perso per perso ...
dice ... mealio ... tentare, diciamo ... però ... dice, perché se lo ... (incomprensibile,
bisbiglia all'orecchio del detenuto, ndr) ... se si può fare... prendono un altro pezzo di
terreno ... che avevi de ... (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della DI TRAPANI,
ndr)
GIUSEPPE: mh, mh!
M. ANGELA: ... che avevi detto tu ... (incomprensibile)
GIUSEPPE: (annuisce, ndr) ...
M. ANGELA: ... lì si ci può fare... (incomprensibile,ndr)
GIUSEPPE: dico ... (incomprensibile) ... doveva andare ... quello che ti
dicevo io
M. ANGELA: si, ma io non ... non so come arrivarci ... a OUELLA non l'ho
-
vista
(pausa, ndr)
M. ANGELA: ah, no! ... poi dice che pure (incomprensibile, bisbiglia
all'orecchio del detenuto, ndr) ...
GIUSEPPE: ah, si?
M. ANGELA: (incomprensibile) ... di dietro ... (incomprensibile) ... tu mi stai
spiegando, dice ... pure di là hanno fatto qualcosa ... dice che (incomprensibile)
GIUSEPPE: (incomprensibile, bisbiglia all'orecchio della DI TRQPANI,ndr)
M.ANGELA: eh
GIUSEPPE: e se ci ... dico ... come lo possono ottenere nuovamente se ci
passa
M. ANGELA: ... sta facendo ricorso ... forse per ... la miseria che danno ...
che hanno dato
GIUSEPPE: ah! ... forse per volere di più!
M. ANGELA: eh, si ... così ... si
Dagli elementi sinora esposti risulta che i dati oggettivi che occorre tener presente
per pervenire all'individuazione del terreno sono i seguenti:
- gestito owero riconducibile al cugino MADONIA Mario;
- gravato da una procedura espropriativa disposta dal Comune di Palermo e per
tale motivo ridotto alla dimensione di un "triangolino", ritenuto inidoneo allo scopo;
- . oggetto di un ricorso volto ad ottenere una liquidazione ritenuta più congrua di
quella concessa dal Comune e definita "una miseria";

Gli accertamenti effettuati sulla base dei sopra indicati elementi distintivi,
consentivano di individuare con esattezza il terreno in esame.
Tra le varie società intestate, owero riconducibili al nucleo familiare del
MADONIA Diego (padre del predetto Mario) emergeva la ditta MADONLQ Diego &
C. così composta. [&@~i)c~~,Yq7)

Denominazione: DIEGO MADONIA & C. snc (già MADONIA e


PRESTIGIACOMO snc officine meccaniche);
Forma giuridica: SOCIETA' IN NOME COLLETTIVO
Sede legale: PALERMO (PA), Via Resurrezione 77/A
Codice fiscale: 00280970823
Numero REA: PA-73596
Data iscrizione: 10/10/1975
Precedente numero di iscrizione: PA053-13147
Data di iscrizione: 19/02/1996
Sezioni Iscritta nella sezione ORDINARIA il 19/02/1996
Atto di costituzione: 27/05/1974
Data termine: 31/12/2050
Data iscrizione: 11/06/1974
Oggetto sociale: Attività di riparazione in genere di autoveicoli di qualunque
specie con relativa fornitura di pezzi di ricambio di compravendita di autoveicoli
nuovi e usati.
Attività esercitata: commercio al minuto tabelle: XIII e XIV (ricambi e
accessori auto).
Socio Amministratore:
COLLURA ROSA nata a Palermo il 20/01/1936 (madre di MADONIA Mario),
dal
Codice fiscale: CLLRS036A60G273F
Residenza: Palermo, VialeResurrezione92
Socio Amministratore nominato con atto del 01/04/1993
(informazione storica) Data d'inizio dell'attività dell'impresa: 24/09/1975
I1 24/01/1983, con Atto di vendita rogato dal notaio Lucia SCOMA di Palermo e
registrato il 22/02/1983 al nr. 7231 (registro generale) e nr. 6109 (registro particolare), la
predetta ditta acquistava da CRESCIMANNO Gugiielmo (Palermo, 28/05/1932) uno
"spezzone di terreno sito in agro di Palermo, Contrada Maiò, esteso are 9,78", in
catasto riportato alla partita 61277, foglio 20 e particella nr. 12. [ ~ G E G A T O3144)
in seguito all'approvazione del progetto per la realizzazione dei lavori di
urbanizzazione dell'area PIP in via Ugo La Malfa (deliberazione di G.M. nr. 229 del
05/08/2003), il Comune di Palermo provvedeva a sopprimere la predetta particella nr.
12, dando origine alle due distinte ulteriori particelle nr. 1927 (mq. 468) e 1928 (mq.
5 l O).
in data 16/06/2004, il Comune di Palermo - Ufficio Autonomo Espropriazioni -
produceva la Determinazione dirigenziale nr. 153, recante ad oggetto "prowedimento di
determinazione urgente dell'indennità di espropriazione e di espropriazione definitiva
in favore del Comune di Palermo di immobili occorrenti per i lavori di urbanizzazione
area PIP Via Ugo la Malfa"
Con tale prowedimento il Dirigente di quell'ufficio determinava sia
l'individuazione degli immobili da espropriare che le relative indennità provvisorie da
elargire. Tra i destinatari figurava, tra gli altri, la citata ditta MADONLQ Diego & C
snc. nei confionti della quale veniva disposto l'esproprio della particella nr. 1928 (ex 12)
ed il cui indennizzo provvisorio veniva contestualmente quantificato in Euro 13.227,90.
Nel mese di febbraio 2006, l'ufficio Autonomo Espropriazioni sopra menzionato
comunicava alla Ditta MADONLQ Diego & C snc il definitivo ammontare
dell'indennità relativa all'esproprio de quo, quantificato in complessivi Euro 26.102,85.
.L'11/03/2006 gli Awocati Fabrizio LA ROSA ed Ivan MANZO, entrambi del
foro di Palermo, depositavano, per nome e per conto della citata ditta MADONLQ Diego
& C. snc un "ricorso" (Atto di Citazione), volto ad ottenere un cospicuo incremento

781
dell'indennità concessa; la somma richiesta veniva calcolata in Euro 116.127,70 a fronte
dei convenuti 26.102,85. (ALLEGATI).Y25)
Orbene, l'analisi critica di tutti gli elementi sopra riportati, consentiva di
comprendere come il terreno facente capo al patrimonio occulto del MADONIA
Giuseppe (ovvero del Eratello Antonino) dovesse essere necessariamente individuato in
quello già catastato al foglio nr. 20, particella 12 del N.C.T. di Palermo e
successivamente suddiviso e distinto nelle particelle nr. 1927 e 1928, sino ad avvenuta
espropriazione di quest'ultima.
Infine, secondo quanto riportato dalla DI TRAPANI al cognato Giuseppe
(30/06/2006), la porzione di terreno rimanente, descritta dalla DI TRAPANI come un
"triangolino" e materialmente costituita dai 468 mq. della particella 1927 (non
espropriata), veniva ritenuta (dal MADONIA Mario) "troppo piccola" per ivi realizzare
il progetto prospettato dal detenuto.
Per una più agevole comprensione degli argomenti trattati vengono riportati alcuni
fotogrammi di seguito meglio descritti:

FOTO NR. 1: Estratto del foglio di mappa nr. 20 del Comune di Palermo.
Particolare delle particelle nr. 1927 e nr. 1928. La porzione evidenziato in verde
costituisce il terreno espropriato dal Comune di Palermo e corrispondente ai 510 mq.
dell'intera particella nr. 1928.
FOTO NR. 2: Panoramica ritraente la porzione di territorio di cui alla foto nr. 1
con annesse note relative all'esatta ubicazione del terreno espropriato alla ditta
MADONU DIEGO & C.
Alla luce degli elementi delineati nessun dubbio pertanto può nutrirsi in ordine
all'attribuzione fittizia in capo alla società MADONIA Diego e C. snc, amministrata e
gestita da MADONIA Diego e dal figlio Mario, del terreno in questione in favore
dell'esponente mafioso MADONIA Giuseppe. Dopo la procedura espropriativa del
2004, come si è evidenziato, tale attribuzione va limitata alla particella 1928, estesa 51 0
mq, e deve essere ricmpresa anche alla somma di euro 26.102,85, costituente il
provento della procedura espropriativa.
Peraltro occorre anche evidenziare che il predetto MADONIA Mario, come verrà
evidenziato nel prossimo paragrafo relativo ai beni di Salvatore MADONIA intestati al
nucleo familiare di D'ARPA Vincenzo, ha svolto un importante ruolo per salvaguardare
gli interessi immobiliari del predetto esponente mafioso.
5 5. IL RUOLO DI PRESTANOME DEL NUCLEO FAMILIARE FACENTE CAPO a
D'ARPA VINCENZO.

Di seguito verranno trattate le acquisizioni investigative atte a delineare il ruolo di


prestanome svolta dal defunto D'ARPA Vincenzo e da diversi componenti del suo
nucleo familiare, specificatamente in favore del detenuto MADONIA Salvatore.
Come sopra largamente argomentato, sia il 06/04/2006 che il 14/04/2006 DI
TRAPANI Maria Angela prima ed il marito MADONIA Salvatore, avevano esternato
forti timori in ordine alla possibile perdita di loro beni detenuti dai D'ARPA. La paura
$- che ciò potesse accadere trovava origine nel proposito avanzato dal MADONIA
Giuseppe il 25/03/2006 ed inerente una possibile futura convocazione dei medesimi
D'ARPA a colloquio presso la struttura detentiva di Biella.
Colloquio registrato a L'Aquila il 06/04/2006 tra MADONIA Salvatore e DI
TRAPANI Maria Angela H&*&)
[S.. l
MARIA ANGELA: ... ah!... se la vuole fare andare là, la ZIA BEBI... là ci deve
andare! (verosimilmente a colloquio con MADONU Giuseupe, ndr) dice (parla per
MADONIA Giuseppe, ndr) ... sai. ora devo vedere più in là di farmela venire quà,
...
perchè ~ u ò(verosimilmente può partecipare al colloquio in carcere, ndr) .... morta
@ ..
ero!... muta!. ho detto ... signore... inc... tutte cose perdiamo!! [porta la mano sulla
fronte ed esterna seria preoccupazione. ndr].

Colloquio registrato a Napoli Poggioreale i114/04/2006 tra MADONIA Salvatore


ed il padre MADONIA Francesco
[...l
.
SALVATORE: BEBI...?! BEBI.. ?! BEBI CASH.. (fonetico) .
FRANCESCO: (non capisce, ndr)
SALVATORE: (resta in silenzio cercando di comunicare al genitore Fon lo
sguardo) ... MARIO...
FRANCESCO: ...incomprensibile... vedi che d sono le microspie... non
.facciamo... non parlare!
SALVATORE: noo... chi ti accomuaanava in campagna?!
FRANCESCO: eh.. .
SALVATORE: eh!!... chi ti accompagnava in campagna...?! ... e lui dice.. .
.
@aria per MA DONZA Giuseppe) vorrei far venire a SUO PADRE.. dico ho qualche
. .
cosa da lui.. non vorrei che.. finisse!
[...l

Se tali acquisizioni già bastavano a comprendere come il nucleo familiare facente


capo al D'ARPA Vincenzo fosse detentore di beni di esclusiva riconducibilità del
MADONIA Salvatore, i colloqui carcerari successivamente registrati ne avrebbero
anche consentito l'esatta individuazione.
Le precarie condizioni di salute patite dal medesimo D'ARPA Vincenzo, che ne
avrebbero determinato il decesso in data 10/08/2007, si sarebbero rivelate fondamentali
al fine della corretta individuazione dei beni in argomento; già a far data dal 05/10/2006,
infatti, il MADONIA Salvatore, come peraltro brevemente accennato, esortava la
moglie affinchè si adoperasse in tal senso, garantendo la sicura gestione dei beni anche
in previsione del decesso del D'ARPA [lorolo sanno ... che abbiamo queste cose! ...
non facciamo che questi due ...TRE MASCALZONCELLZ che sono. ne fanno cattivo
uso di queste cose!] ---

Come si ricorderà, la soluzione individuata dal detenuto vedeva il proprio cugino


8
MADONIA Mario (Palermo, 30/09/1966), quale possibile garante della continuità
nella gestione del suo patrimonio; quest'ultimo, infatti, in virtù del rapporto di parentela
che lo lega ai figli del D'ARPA Vincenzo (cugini di Io grado), avrebbe dovuto
intercedere con essi, per nome e per conto del MADONIA Salvatore medesimo [=
appena trovi l'occasione di parlare con MARIO (MADONZAMario) ... ali dici ... che
loro lo sanno ... che abbiamo queste cose (...)non facciamo che questi due ... tre
mascalzoncelli che sono, ne fanno cattivo uso di queste cose! L.. ) vedi ... come se
fosse ... se gliela fai gestire L.. )... come se fosse una cosa sua! L..) MARIO! ... ali dici
... è co ... SAL V 0 ti chiede h..) dato che c'è lo ZIO in queste condizioni (si riferisce
al soggetto indicato come ZiY BEBZ) ... non vorrebbe che i suoi &li un domani ...
qua ... non lo so come è come ... vedi qua ... quando ti incontri con i tuoi cugini ...
di vedere ... di vedere tu 6..) ti chiede SALVO, questa cosa! ... se gli puoi seauire
guesta cosa ... vedi qua ...quando ti incontri con i tuoi cugini ... di vedere ... di
vedere tu! ...devi dire ... ma qua, queste cose di SALVO come sono combinate?!
(...)cioè ... vede lui dico, di incanalare con i suoi cugini queste cose , MARIA
ANGELA!].

I ) Le acquisiziani del 23/11/2006.


Tali direttive sarebbero state puntualmente eseguite in data 23/11/2006,
allorquando DI TRAPANI Maria Angela veniva seguita da militari dipendenti mentre
si recava presso i locali della MAVI Renault Trucks, ubicati al civico 77lA di viale
della Resurrezione e di pertinenza del cugino MADONIA Mario f m ! y 4 9 ) .
[...l
Ore 14:15DI TRAPANI Maria Angela esce dal civico 44 di via Cimbali, si
dirige verso la propria autovettura, sale a bordo e si allontana. La stessa, dopo aver
percorso varie vie cittadine, giunge in viale Della Resurrezione dove accede all'intemo
dello spiazzo antistante la rivendita di autoveicoli denominata MAVI Renault Trucks
ubicata al civico 77lA (ore 14:30). La DI TRAPANI viene persa di vista dopo
l'ingresso al predetto sito.
Ore 15: 10DI TRAPANI Maria Angela a bordo della propria autovettura esce
dalla MAVI Renault Trucks, dopo aver percorso varie vie cittadine, giunge in via San
Lorenzo ed accede al civico 56 (ore 15:17). -.

e [...l

Appare opportuno specificare che l'Amministratore Unico della MA W Renault


Trucks, con sede in Palermo, via della Resurrezione, risulta essere proprio MADONIA
Mario, di MADONIA Diego e di COLLURA Rosa, nato a Palermo il 31)/1)9/1966.
1.

21 Le ucquisizioni del 2tXlV2006


Ulteriore conferma dell'awenuto incontro tra DI TRAPANI Maria Angela ed il
MADONIA Mario, la si otteneva anche dalla lettura della missiva scritta dalla donna in
data 26/11/2006 ed indirizzata al marito detenuto alllAquila. La stessa, nel raccontare
dell'awenuto incontro, riferiva di aver appreso che:
- la ZIA BEBI, a causa della sua malattia, risultava essere molto dimagrita;
- la FIGLIA DELLA ZIA BEBI risultava aver avuto "problemi lavorativi";
~(-ALZEGA?O046)

Si riporta il tratto d'interesse:

(..) SAI TI SALUTA MARIO CI SIAMO VISTI L'ALTRO GIORNO, E' STATO
TANTO CORDIALE, MI DICEVA CHE ZIA BEBI E' FATTA MAGRISSIUA A CAUSA
DELLA MALATTIA, ORMAI NON SI REGGE QUASI PIU' IN PIEDI, MI DICEVA
CHE SUO FIGLIO AVEVA A W T O DEI PROBLEMI CON IL LAVORO, E SI
AUGURAVA CIO' CHE MI AUGURO PURE IO. U V 0 DI QUESTI GIORNI MI
(>1 VERRA' A TROVARE O MI CHIAMERA ' PER INVITARMI A CASA SUA (..)

3) Le acauisrzbni del 30/11/2006.


MADONIA Salvatore, in data 30/11/2006, in risposta alla missiva di cui sopra,
manifestava le sue preoccupazioni in ordine alle conseguenze che sarebbero potute
scaturire dai problemi lavorativi patiti dalla FIGLIA DELLA ZIA BEBI. I timori
erano ovviamente da riferirsi a possibili ripercussioni su eventuali beni di proprietà del
detenuto Q.

(..) NELLA TUA MI INFORMAVI CHE TI ERI VISTA CON TUO CUGINO
MARIO, I 0 NON CAPISCO PERCHE' NON DOVREBBE ESSERE CORDULE, ANZI
MI STUPIREI SE FOSSE DIVERSAMENTE. MI DISPIACE PER ZU BEBY CHE STA
MOLTO MALE. COME VEDI MOLTE VOLTE VIAGGIO CON IL PENSIERO, SPERO
CHE SUA FIGLIA I PROBLEMI LA VORATIVI CHE A VEVA LI ABBIA RISOLTI,
SENZA MANDARE IN FRANTUMI IL MA TRIMONIO. (..)

4) Le acrruìsizio~u~
del 14/12/2006.
11 14/12/2006 veniva registrato il periodico colloquio carcerario tenutosi presso la
Casa Circondariale dell1Aquila tra MADONLA Salvatore e la moglie DI TRAPANI
Maria Angela
Nell'occasione i due coniugi tornavano a discutere delle vicende inerenti le
missive di cui sopra.
L'attenta analisi posta in essere permetteva di giungere alle seguenti conclusioni:
- i problemi lavorativi patiti dal FIGLIO DELLA ZIA BEBI, ovvero D'ARPA
MARIO, erano da riferirsi ad una sofferta procedura fallimentare;
- la ZIA BEBI era in fin di vita a causa della presenza di masse tumorali, in
relazione alle quali si sarebbe dovuto sottoporre a chernioterapia;
- il MADONIA Mario, per espressa volontà del detenuto e come già disposto da
quest'ultimo, avrebbe dovuto curare tale vicenda immobiliare, valutando la possibilità di
realizzare qualche redditizia attività commerciale;
- a causa delle precarie condizioni di salute della ZIA BEBI, il di lui nipote
0
MADONIA Mario, avrebbe dovuto usare cautela e delicatezza nell'affrontare tali
discorsi, dovendo interloquire direttamente con il FIGLIO DELLA ZIA BEBI.
[...l
SALVATORE: MARlO! ...oh!... checosa... eehhh... m i è ... io non ho capito
... perchè ... che cosa ti doveva rispondere, non ho capito?! come ... ti doveva
rispondere a male... no, non mi interesso di aueste... per questa...?!
M. ANGELA: no! ... perchè mi doveva rispondere così?!
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... siccome gli anni passati siamo stati lontani, tipo quando non
si facevano neanche ... non te lo scordare!
SALVATORE: vabbè, sono ... tu lo sai che è sua madre, sangue mio! ...
@
M. ANGELA: comunque ... ora ... comunque, ora ... ma ... niente, affettuoso
... fa... dice... va bene ... ora vedo!...
SALVATORE: oh!
M. ANGELA: .,. l'ha chiamato ... dice ... sai perchè ... dice ... ora ti dico così?
... dice ... ma tu ... forse ... sai qualcosa? ... gli ho detto ... che cosa so? ... gli ho detto ...
PAROLA INCOMPRENSIBILE ... a SAL V 0... proprio ...
SALVATORE: ... ma ha quello ... io lo so ...
M. ANGELA: ... dice... perchè... dice ... lui... il PICCIUTTEDDU... dice ...
SALVATORE: eh!
M. ANGELA:
... dice ... che era a lui (riferito ad intestazione di beni, ndr)... dice ... ora vediamo! -
... ora ... ha avuto ... dice... un ... è fallito!... dice ... non vorrei
dice ... ma me lo avrebbe dovuto dire ... dice ... ma, comunque ... dice ... ora vedo! ...
dice ... perchè lo ... suo ... suo padre (del PICCIUTTEDDU, ndr) ... è ... male ... a
momento ... muore ... dice ... speriamo che non ce l'abbia lui (il PICCIUTTEDDU,
ndr) ... dice ... perchè QUELLO (il padre del PICCIUTTEDDU, ndr) è messo che fa
fisioterapie, cose ... come si chiamano? ... no ... chemioterapie e cose ... ormai è
diventato una larva ... dice ... va camminando! ... e dice ... ora vediamo ... dice ... a lui
fa1 PICCIUTTEDDU, il cui padre è in fin di vita, ndr)... l'ha chiamato... perchè l'ho
visto ora, l'altro ieri ... (abbassa il tono della voce, ndr)... a MARIO ... al funerale (di
GELARDI Mario, awenuto in data 11/12/2006)... gli ho detto ... MA, come è finita?
... dice ... l'ho chiamato... dice ... dovrebbe venire questa settimana ... gli ha detto ...
CUCI' ... ci dobbiamo vedere? ... che fa, vieni? ... si, dice, per ora sono impe~nato ...
8 dice... ho troppe cose da fare... devo partire ... forse per SUO PADRE (ZIA BEBI,
ndr) e cose ... dice... vabbè, allora ti aspetto... dice ... a fine settimana, vieni...
SALVATORE: si, ma ...
M. ANGELA: ... dice ... MARL4 AN ... dice ... come c rè eeehhh ... è mio ... gli
ho detto ... però qualsiasi cosa sia, tu mi devi ... lo devi fare per SALVO (MADONIA
Salvatore, ndr) ... gli ho detto ... devi ... (allarga le braccia a voler sign$care fare il
possibile, ndr) ... dice ... va bene, non ti preoccupare! ...
SALVATORE: ... ascolta sangue mio ... INCOMPRENSIBILE ... noialtri ...
niente! ... (mima il gesto usualmente utilizzato per lavare le mani, ndr) ... lo ve ... oh!
M. ANGELA: ... glielrho detto ... niente! ... è l'unica cosa, gli ho detto ... mio
marito ... per questo bambino (indica ilfiglio, ndr)
SALVATORE: che pian ... oh! ... oh!
M. ANGELA: ... gli ho detto ... ormai non abbiamo più niente!
SALVATORE: ... e al BI ... al BISCOTTO ... oh! ... è un ... siccome ... sarà
cura ...

DI TRQPANI Maria Angela redarguisce il bambino, intimandogli di non


interromperli.
M.ANGELA: eh?
SALVATORE: friferisce alla moglie cosa lei dovrà dire a terzi, ndr) ... dice
SAL V 0 (AUDONIA Salvatore, ndr) ... ~ u e s t acosa ... l'unica cosa ti chiede ... non ti
chiede niente altro ...
M. ANGELA: va bene
SALVATORE: guesta cosa, di curarla ... e se si può fare qualcosa... vedi se si
può realizzare qualcosa ...
M.ANGELA: (annuisce,ndr)
SALVATORE: ... cioè ... un magazzino ... qualche cosa ... alla parte bassa,
sanaue mio, perchè è vicino ... se si può realizzare qualche cosa ... veda lui ...
JMARIO, ndr)... la cosa midore... quanto possa...
M. ANGELA: se lo può fare ... (alza le braccia a voler indicare erigere,
costruire, ndr) ...
SALVATORE: se si può fare ... non se si ci ... che lo deve fare ...
M. ANGELA: se sipuò ...

Q?
SALVATORE: ... come se fosse una cosa loro! ... di vederla come se fosse una
cosa loro ...
M. ANGELA: va bene
SALVATORE: cioè ... sempre ... perchè, minchia, ho avuto il cervello che mi è
balenato là ... e ho detto ... minchia ... questi ... perchè, conoscendo i ti ... la tipologia ...
M. ANGELA: ... dice ... (MARIO, ndr) ... speriamo che non ci sia ... dice ...
SALVATORE: conoscendo la tipo lo ...
M. ANGELA: ... ora ... dice... lo aspetto per vedere... dice... cosa mi dice...
SALVATORE: cioè... mi sembra ... vorrei che tu gli spiegassi (a MARIO, ndr)
... cioè ... sembra dice ... minchia ... ora lui lo cerca e QUELLO fa... dice ... minchia
... dice ... MIO PADRE è così fin gravi condizioni di salute, ndr) e hanno i pensieri a
QUESTA COSA ... minchia, sono delle cose...
M. ANGELA: va bbè, non c'è pensiero ... si sa ... per capire come è combinata

SALVATORE: cioè, spiepaglielo ... suiegaglielo a MARIO ... minchia ...


minchia... minchia ... dice... non avete cuore?!
M. ANGELA: no ... l'ha deito LUI stesso ... devo ... trovo ... dice ... la giusta
maniera ... dice ... come dirglielo ... dice ... perchè ... essendo che c'è suo padre così
(ammalato, ndr)... dice... non vorrei .,.dice...
SALVATORE: ... cioè ... spiegaglielo ...
M. ANGELA: a lui non glielo vado a chiedere ... altrimenti ... dice ... come, io
sono così e mi vieni a ... dice ... cercherò di ...
SALVATORE: cioè ... ma anche ... ma anche a lui ... dice ... minchia ... ma ...
dice ... minchia ... ma SAL V 0 è diventato privo di sensi ...
0 791
M. ANGELA: no, già fatto... già OUELLO I'ha capito ... gliel'ha detto subito
... è per questo, I'ha detto subito! ... troverò la maniera di ... per un'altra cosa ... ali
infilo questa (inserisco questo discorso, ndr)...
SALVATORE: oh! ... cioè ... se tu ... invece ... dato che ti viene dzyicile ... a te,
ti viene dfjcile ... ci mandi a PIETRO, sangue mio ... ogni cosa ...
M.ANGELA: eh?
SALVA TORE: a PIETRO ... gli dici ... c'è MARCQ ANGELA che ti vuole ... gli
dici ... senti ... SALVO ci ha riflettuto ...
M. ANGELA: ah! ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ... mi ha detto ... dice ...
posso andarci a casa suo ogni volta, quando voglio ... mi insegnò (mi ha mostrato, ndr)
dov'è ... dice ... quando hai bisogno ... dice ... casa mia ... dice ... lo sai che è libera! ...
6' INCOMPRENSIBILE ...
SALVATORE: ... e allora, scusa ... ne ... gli dici ... ti prendi a TUO FIGLIO ...
ci vai e gli dici ... senti ... eh ... ma ... si tratta di questo ... SALVO ci ha ragionato sopra
... cioè ...
M. ANGELA: aspetto, per ora, che mi chiama ... come mi chiama per dirmi
questa cosa ... mi dice l'altra ...
SALVATORE: (si innervosisce, ndr) ... ma io ... se non senti quello che ti voglio
dire io, sangue mio ...
M. ANGELA: eh! ...
SALVA TORE: io ti ho detto ... cerca a SUO CUGINO e gli dici ... ma ... senti
e' ... SAL V 0 mi ha detto questa cosa... cioè quel PICCIUTTEDDU... se lui può vedere,
tramite altro... se questa cosa è piena di ipoteche... spu ... cioè...
M. ANGELA: ... ha detto che troverà il modo ... quello che hai detto tu ... che
ti pare brutto, essendo che c'è SUO PADRE così. lui ha ... lui stesso ha detto... dice ...
troverò il modo come entrarci... che lo chiamo per altre cose... e poi gli infilo questo
&li introduco questo discorso, ndr) ...
SALVATORE: minchia! ... non LUI a LUI direttamente! ... sangue mio ...
questa va r$ ...
M. ANGELA: al PICCIUTTEDDU ... a SUO FIGLIO!
SALVATORE: io ti dico a SUO FIGLIO, non a lui ...
M. ANGELA: a SUO FIGLIO, non con lo ZIO ... perchè QUELLO ormai ...
SALVATORE:

CL,;
... e io ti dico... no, nemmeno! ... come pa ...
M. ANGELA: ... e non ne ha altre cose!... me l'ha detto pure chiaro, quando
parlava!... dice ... l'unico è SUO FIGLIO! ... dice ... perchè I 0 non è che so ... dice ...
so che ... sono falliti... dice... l'unico è SUO FIGLIO ... prendere a ... (abbassa il tono
della voce, ndr)... a MARIO ... e domandargli... dice ... lo ZIO no ... dice ... perchè ...
dice ... devo trovare pure ... dice ... la maniera, perchè sennò ... dice ., quindi, non
fare ... stiamo perdendo tempo su una cosa ...
SALVATORE: niente, va bene ... quello che ti raccomando è ... SERGIO ...
vedi ... vedi se ... se questa cosa ... se ... e poi nel pacco di gennaio, sangue mio, la
biancheria ... perchè poi ... nel pacco ...
[...l

A riscontro della rifixita procedura fallimentare subita dal FIGLIO DELLA ZIA
BEBI ovvero da D'ARPA Mario (Palermo, 24/08/1962), appare opportuno evidenziare
che lo stesso risulta essere stato titolare firmatario dell'omonima ditta avente ad oggetto
il commercio all'ingrosso di articoli da regalo, generi alimentari, acqua minerale,
dolciumi, pasticceria, gelateria, bevande anche alcoliche latte e derivati.
La medesima ditta, risulta effettivamente fallita in data 30/03/2005, in esecuzione
di Provvedimento del Tribunale di Palermo, registrato con numero 6612005 - Ufficio
Registro di Tribunale di Palermo )e

5) Le acquisiuoni del 27/12/2006.


I1 27/12/2006 DI TRAPANI Maria Angela scriveva nuovamente al marito,
informandolo del fatto che aveva casualmente incontrato MARIO (MADONIA Mario);
il contenuto della conversazione originata dai due, secondo il racconto della donna,
evidenziava i seguenti dati:
- la MOGLIE DELLA ZIA BEBI a nome ENZINA (COLLURA Vincenza),
soffriva di Alzheimer (come peraltro già evidenziato il 08/11/2006 allorquando la
GELARDI aveva riferito al figlio MADONIA Antonino che la moglie di SICCIA a
nome ENZINA camminava in modo ricurvo);
- MADONIA Mario, proprio in relazione alle precarie condizioni di salute di
entrambi i suoi ZII (D'ARPA Vincenzo e COLLURA Vincenza) riscontrava molte
difficoltà nell'incontrare il CUGINO (D'ARPA Mario).
Si riporta il tratto della missiva in argomento WE-U53):

(...) QUESTO BACCALA' ME LO HA REGALATO MARIO PERCHE' MENTRE


ERO IN PESCHERIA ANCHE LUI PRENDEVA IL PESCE E LO HA VOLUTO
PAGARE LUI. MI DICEVA CHE SUA ZIA ENZINA STA PEGGIO DI SUO MARITO,
GLI E' VENUTO LA SCLEROSI MULTIPLA CON L'AHZAIMER E ADDIRITTURA
NON SI REGGE PIU' IN PIEDI ED ORA GLI STANNO PRENDENDO LA SEDIA A
ROTELLE PERCHE' NON RIESCE A TENERE NEANCHE ERETTA LA TESTA. MI
FA TANTA PENA. O DOMANI O SABATO CI VOGLIO ANDARE A FARE VISITA,
ERA SEMPRE AFFETTUOSA CON NOI, SUO MARITO CHE FA LE
@;)
CHEMIOTERAPIE PER IL TUMORE VA ANCORA PIU' INDIETRO NEL VEDERE LA
MOGLIE RIDOTTA COSI', E QUINDI E' UNA TRAGEDIA ANCHE PER LORO. MI
FANNO PENA. IN QUESTE CONDIZIONI ANCORA NEANCHE TRA LORO CUGINI
SI POSSONO PARLARE (...)

6) Le acauisizioni del II/OXR00%


Nel corso del colloquio carcerario registrato a L'Aquila 1'11/01/2007, il
MADONIA Salvatore rimproverava ancora una volta la moglie per il mancato
interessamento mostrato in relazione ai beni gestiti nel loro interesse dalla ZL4 BEBZ.
In tale contesto il detenuto faceva riferimento ad un non meglio specificato condono
edilizio, chiedendo di conoscere la reale situazione gravante sull'irnrnobile in questione,
in considerazione di una eventuale futura vendita dello stesso. La DI TRAPANI si
difendeva dalle accuse rivoltele specificando che in passato, allorquando aveva chiesto
delucidazioni in merito, non le erano mai stati prospettati problemi di sorta. La stessa
concludeva asserendo di essere ancora in attesa del perfezionamento dell'incontro che si
sarebbe dovuto realizzare, alla prima occasione utile, tra il MADONIA Mario ed il di
lui cugino D'ARPA Mario
[...l
SALVATORE: ... IO non ne faccio a bili... ora... l'ultima cosa... ora MARIO?...
..
BEBI? Avre... avremo... io ho pure questa.. avre... sicuramente. me la sento nella
coscienza... E che cosa ci posso fare! Che questa cosa... se l'avessimo ... l'avessimo
curata... e io dicevo: vacci.. per vedere come è combinato ...
M. ANGELA: E perchè non ci andavo? O te lo sei dimenticato... che una
volta li dissi: ci fai fare le fotografie?
SALVA TORE: Una volta?!
M. ANGELA: ...si una volta! Tanto per dire una volta! Fino all'anno scorso
a maaaio non ci sono andata? O te lo sei dimenticato?!
SALVATORE: Si, ma ci sei andata MARZA ANGELA... e io ti dicevo...
M. ANGELA: Eh... come è combinato... a posto, a posto
SALVATORE: ...vale a dire... ma come è combinata la come si chiama..
Prima... mima... ti.. era a dire... come ... come è combinata iL.. condono?! Avete fatto
Q? gualche cosa?
M. ANGELA: No, è bloccato, mi ha detto... dice: bloccato ... mi hanno detto
sempre... bloccato! Camminano le cose... bloccate!
SALVATORE: E que...
M. ANGELA: ...non l'ho curata... e mi prendo le fesserie di LORO?!..
SALVATORE: Si, MARCQ ANGELA ... è... è bloccato... non è che si interessa
nessuno... se non ci fossimo andati.. questa cosa io non so come è combinata. Ora io
ti avevo detto: parla con MARIO... e...
M. ANGELA: Glielo ho detto
SALVATORE: ... è difficile a dire: senti, vedi.. come è combinata auesta cosa
di MIO CUGINO.. . .ìl Non ci.. non ci si può domandare... ma che cosa ci stiamo
8 domandando noialtri..
M. ANGELA: così...
SALVATORE: ...cioè so che se se la vuole vendere, se la può vendere? Oue...
guesto solo!
M. ANGELA: ...si
SALVATORE: Per sapere come è combinata... non... cioè... non lo so... là
queste cose come sono combinate... SALVO come... come... no, non glielo possono
domandare... mah... perchè...
M. ANGELA: .. ..
dice. trova.. dice. deve trovare... dice... il momento... dice...
perchè per ora è stata la Zui male... e LUI male. .. dice... di.. come trovo il
..
momento. dice... perchè gli ho detto di venire e non è potuto venire... dice... come
C
... ..
LUI ha due minuti.. dice... che per ora si libera dice. da SUA MADRE, da SUO
PADRE .... e viene...io ci domando!
SALVATORE: (mostra perplessità e tossisce)
M. ANGELA: Capito?
SALVATORE: mah... cioè... questa è... queste sono le nostre cose...
M. ANGELA: queste sono... questo è tutto!
[...l

7) Le acauisizioni del 16/04/2007.


Le preoccupazioni relative al coinvolgimento dei beni del MADONIA Salvatore
nell'ambito delle riferite procedure fallimentari (owero problemi lavorativi) patite dal
D'ARPA Mario, svanivano definitivamente in data 16/04/2007, allorquando DI
TRAPANI Maria Angela scriveva al coniuge rassicurandolo in tal senso. Come riferito
alla donna da MADONIA Mario, infatti, tale fallimento non risultava aver in alcun
modo aggredito i loro interessi. La DI TRAPANI concludeva la lettera rassicurando il
coniuge sulla messa in regola che da allora in poi sarebbe seguita )

(...) MARIO MI RASSICUARAVA SU CIO' CHE TEMEVAMO POICHE' I


NOSTRI TIMORI ERANO INFONDATI RINGRAZIANDO A DIO, ADESSO
COMUNQUE SEGUIRAI LA MESSA IN REGOLA. (...)

8) Le acauisizioni del 26704/200%


In data 26/04/2007 veniva registrato un ulteriore colloquio carcerario tra
MADONIA Salvatore e la DI TRAPANI Maria Angela 9.Anche in
tale occasione il detenuto introduceva l'argomento ZIA BEBI pronunciando il nome
MARIO, ormai assodato essere riferito al MADONIA Mario. In particolare
quest'ultimo avrebbe dovuto curare la costruzione di un capannone (o equivalente)
all'intemo di una delle proprietà gestite per LORO conto dalla ZIA BEBI [(...)Maria
Angela per quanto riguarda come si chiama ... come si chiama MARIO (...)non c'è
guel pezzo che arriva fino in fondo? se si ci può fare qualche cosa. che se la veda
9) Le acauisizioni del 07/06/2007.
Anche il 0710612007 il MADONIA Salvatore e la moglie tornavano ad affrontare
l'argomento in esame; nell'occasione, però, la donna specificava di non essere riuscita
ancora ad interloquire con MARIO (MADONIA Mario), nonostante si. fosse recata
direttamente presso la sua abitazione f.&kg$"-$)-n.La DI TRAPANI specificava
quindi come l'abitazione di quest'ultimo fosse ubicata nelle vicinanze di luoghi
riconducibili all'Awocato MARASA':
[...l
SALVATORE: Um ... ma! ... MARIA ANGELA vediamo ... a MARIO alieli
hai detto auella cosa? ...
M. ANGELA: no perché non l'ho visto! ... ci sono andata, glielo puoi
8 chiedere pure al bambino (con la mano indica il &Zio Francesco,ndr) ... ci sono
andata pure a casa ...
SALVATORE: che cosa ci devo chiedere al bambino ...
M. ANGELA: perché sta dove sta l'Avvocato MARASA' ...
[...l

Dagli accertamenti effettuati l'ubicazione dell'abitazione del MADONIA Mario


risulta effettivamente risiedere nel medesimo stabile in cui ha sede lo studio legale
delllAwocato MARASA', ovvero a Palermo in via Libertà nr. 17 1.

10) Le acauisizioni del 05/07/2007.


Nel corso del colloquio del 05/07/2007 svoltosi tra MADONIA Salvatore e la
moglie Maria Angela, si riproponevano all'attenzione di questo ufficio le vicende
attinenti la gestione del patrimonio occulto del detenuto. In quel frangente la donna,
oltre a r i f e r e di aver finalmente incontrato MADONIA Mario, partecipava al coniuge
un "problema" da questi evidenziato perchè prospettatogli da D'ARPA Mario. Nello
specifico quest'ultimo, di fronte alle insistenti richieste avanzate dal cugino
(MADONIA Mario), risultava aver riferito di essere già in contatto con ALTRA
PERSONA, anch'ella appartenente alla famiglia della DI TRAPANI Maria Angela
..
[h..) sai.. dice... ma guarda che IO ho già parlato con uno della famiglia... dice. che
è venuto da parte di MARIA ANGELA! (...)] La vicenda causava la energica reazione
t
del detenuto, il quale riusciva ad ipotizzare solo un possibile, seppur improbabile,
interessamento in tal senso del fratello libero MADONIA Aldo. Come evidenziato dalla
DI TRAPANI, la vicenda aveva anche causato il forte risentimento del medesimo
MADONIA Mario, poiché indicativa, per come riferitagli, di mancanza di fiducia nei
suoi confronti [f...)allora MARIO, giustamente, si sente scavalcato da me... Dice:
come?! Prima lo dici a me o poi lo dici.. Gli ho detto: guarda, che non esiste! Non ti
sentire... ti giuro sopra la vita di mio figlio, dice, gli ho detto ma.. per dirti.. mia
..
madre? Manco mia madre, gli ho detto. quindi poi IO... lo dico a TE e lo vado a dire
ad altri?! (...i].I coniugi convenivano sul fatto che si sarebbe dovuta far luce quanto
prima sull'accaduto, in tal senso la DI TRAPANI specificava di essere in attesa di
conoscere chi fosse l'autore di tale interferenza, conscia però del fatto che, in
O considerazione dell'esiguo numero di persone a conoscenza della vicenda, il D'ARPA
avesse potuto mentire al MADONIA Mario al solo fine di prendere tempo C(). o se lo
..
è inventato. per prendere tempo! Perchè auesto gli ho detto: ma può darsi che. può..
darsi che te lo ha detto per non... per prendere tempo (...)gli ho detto: ma può darsi
che te lo ha detto per prendere tempo e non rispondere a te? No. MARIA ANGELA,
..
che c'entra.. mi ha detto proprio così, dice. ma guarda che IO già auello che dovevo
dire l'ho detto a un'ALTRA PERSONA 6..)].
[...l
M. ANGELA: Ah... ti sa... l'altra volta c'era tuo cu... ho visto a TUO CUGINO
MARIO... ti sa.. ti saluta.. con ... insieme a GIOVANNA...
SALVATORE: Eh... eh...
@ M. ANGELA: Eh... diceva.. fa.. dice, no ma francamente, CUGINA, sai..
.. ..
dice. io, dice... non ho fatto niente! Gli ho detto: ma perchè? Dice. perchè dice...
l'altra volta ...PAROLA INCOMPRENSIBILE... dalla ZLA ENZINA... dice... e mi
diceva sua.. SUA CUGINA ... dice: ma ... sai.. dice... ma guarda che IO ho aià
parlato con uno della famiglia.. dice... che è venuto da parte di MARIA ANGELA!
SALVATORE: Come?!
M. ANGELA: E ha parlato già.. di auesta cosa.. con uno della famialia che
è venuto da parte di MARIA ANGELA... Gli ho detto: io? Gli ho detto: ma scusami,
..
perciò. IO lo dico a TE. ..
SALVATORE: (si adira, ndr.) Ma che cosa è questa cosa?! E tu non ce... non
te... non te li mangi? Che cos'è auesta cosa!?

798
M. ANGELA: Si... gli ho detto: ma che vuoi dire? Gli ho detto: già mi sta
...
venendo alla testa.. già mi sta ... mi sento che tremo... perchè, guarda che questa
cosa, ali ho detto, non la sa nemmeno mia madre... per dirti.. MIA MADRE, MIA
..
MADRE... ali ho detto! Solo SALVO, IO, TU e LEI, gli ho detto. gli a.. Fa, dice, mi
ha detto così! Gli ho detto: ma chi ti ha detto che glielo ha detto? Dice: no... non dalla.
parte della tua famiglia! Gli ho detto: ma di chi, allora, voglio sapere chi, chi è stata
questa persona! Al momento non me lo ha voluto dire. ..
SALVATORE: Stai parlando di.. della ZIA BEBI?
M. ANGELA: ...della ZIA BEBI! Nel mentre non me lo ha voluto dire... va
be' ora ci vado di nuovo. me lo faccio dire, dice, e vediamo... dice... Ma può essere...
può essere... che è andata da (abbassa il tono della voce e cerca di comunicare con il
@ labiale, ndr)
SALVATORE: Cosa?
M. ANGELA: ...che è andata da PIPPO? Non lo so! E' andata da PIPPO...
..
non lo so... uerchè. mi stranizzano tante cose...
SALVATORE: Ma scusami... e non lo chiarisci che cos'è... così...
M. ANGELA: Gliel'ho chie... gli ho detto: IO ora ci va.. No, no, TU non
andare in nessuno posto, dice, perchè c'è lo ZIO ENZO, dice. che sta.. che a
momenti muore, dice, auindi, dice, magari.. PAROLA INCOMPRENSIBILE ... me
la vedo io questa cosa..
SALVATORE: No, MARIA ANGELA. IO ti sto dicendo... IO ti sto dicendo,
..-
che cos'è questa cosa?
M. ANGELA: Che gli ha detto, dice... No, sto provvedendo per... per... cercare
..
di mettere di.. di vedere di mettere le cose sistemate. Dice... ma già, dice, già. dice...
lo stesso tuo interessamento, dice, MAlUA ANGELA, dice, lo aveva mandato a dire,
dice... IO ho parlato con chi dovevo parlare, dice! Ma chi è che è questo ...
SALVATORE: Mache...
M. ANGELA: allora MARZO, giustamente. si sente scavalcato da me... Dice:
come?! Prima lo dici a me o poi lo dici.. Gli ho detto: guarda, che non esiste! Non ti
sentire... ti giuro sopra la vita di mio fìxlio, dice, gli ho detto ma.. uer dirti.. mia
madre? Manco mia madre, gli ho detto... quindi poi IO... lo dico a TE e lo vado a dire
ad altri?! Dimmi!
SALVATORE: MAlUA ANGELA asco... ascoltami MARL4 ANGELA... cioè...
M. ANGELA: Dimmi chi è stato! Non me lo ha voluto dire ... dice: no, no,
non lo so... poi mi fa!
SALVATORE: Si ma questa co...
M. ANGELA: ... PAROLA INCOMPRENSIBILE ... andarci a fondo... dice:
certo, ora. adesso ci andrò a fondo a questa cosa! E mi riprenderò di nuovo...
SALVA TORE: Voglio avere queste.... INCOMPRENSIBILE... qualcuno...
M.ANGELA: Ah?
SALVATORE: Qua... può darsi eh... di CARLA... è intento di qualcuno... a
dire...
M. ANGELA: Non lo so...
SALVATORE: Eh, scusa... come si perme... qua...
@ M. ANGELA: Eh... infatti gli ho detto... IO lo voglio sapere! TU devi caoire,
gli ho detto, perchè...
SALVATORE: Questa.. questa.. è il sangue mio!
M. ANGELA: Eh! Eh... mi pare... perchè ora... la stessa... riprendiamo... con
CORVINA...
SALVATORE: ...cioè, allora dico... NOI abbiamo questa cosa... che ti ha detto
il... dice... NOIALTRI abbiamo questa cosa...
M. ANGELA: si... c'è qualcosa... può essere pure... ora vediamo! Perchè mi
fa: ora.. dice... dopo aiorno sedici, dice... ci rivediamo, dice... perchè sai.. per ora,

--
dice, devo vedermi con (abbassa il tono della voce, ndr.) CORVINA, dice. Io faccio ..
finta di niente! Come mi di.. come io capisco che si tratta di OUESTO. ..
@
[...l
SALVATORE: Si, ma scusa... a dire... Senti, questa cosa, è mia!
M. ANGELA: A chi? Non è che mi ha detto... CARLA che è di OUESTA ...
SALVATORE: No... MARi4 ANGELA, io ti sto parlando di BEBI... perchè
non mi fai..
M. ANGELA: ..
Di BEBI? Gliel'ho detto. BEBL.. che è Tuo. ..
SALVATORE: Eh... è mio... non C'entra niente nessuno!
M. ANGELA: Si.. ma.. ma LUI questo ha detto, dice... è venuto U V ALTRO
..
pe... parlando, dice. come se lo aveva mandato IO! Gli ho detto: IO?! IO... ali ho
..
detto... ma che stai scherzando?! Infatti, ho detto. ma MIA CUGINA ...
SALVATORE: Ma come si perme... cioè, a BEBL..
800
M. ANGELA: Gli ho detto: ma come si perme... IO voglio sapere chi è che si
è permesso, gli ho detto ... No, non me lo ha voluto dire. Ora ci devo ritornare, per
dirgli..
SALVATORE: E gli dici: dice MIO MARITO, che cosa è questa cosa!? Per
dire co... anzi come si permettono?!
M. ANGELA: Chi è stato?! O se lo è inventato... per prendere tempo! Perchè
..
guesto gli ho detto: ma può darsi che. può darsi che te lo ha detto per non... per
prendere tempo...
SALVA TORE: (parla con il figlio MADONIA Francesco, ndr.)
M. ANGELA: Gio ... gli ho detto: ma può darsi che te lo ha detto per
prendere tempo e non rispondere a te? No, MARIA ANGELA, che C'entra... mi ha
(p ..
detto proprio così, dice. ma guarda che IO già quello che dovevo dire l'ho detto a
un'ALTRA PERSONA...
SALVATORE: Ma IO... IO ti avevo detto un'altra cosa di dirgli: se era possi..
M. ANGELA: ...come se io ho manda...
SALVA TORE: MAìU4 ANGELA, se era possibile ...
M. ANGELA: Di là! Gliel'ho detto pure...
SALVATORE: Eh!
M. ANGELA: E LUI mi ha detto: ora vedo! Dice. .. perchè francamente IO
..
mi ero tirato indietro, perchè ho detto: ma MIA CUGINA com 'è che. un po' lo dice a
me e-.poi lo va dicendo
.---
agli ALTRI! Gli ho detto: ma stai scherzando? IO mi sento
ali ho detto... Ma se... IO vedi che ci voglio andare a fondo! Vedi che qua
mortrhficata.
O nemmeno MIA MADRE... per dirt MIA MADRE...
i

SALVATORE: Ma vedo qua... qualcosa...


M. ANGELA: Ma TU sei... Mi ha detto: si certo...
SALVATORE: qualcosa... si... si... si a... si... si... si...
M. ANGELA: Dice: MAìU4 A... non aveva nessun motivo, mi ha detto così ed
IO infatti mi sono ri... ritirato
SALVATORE: Ma ... scusa allora a maggior ragione, nel momento in cui... se
là dicono... dice... lo sai, dice... pe...
M. ANGELA: Gli ho detto: vai immediatamente e IO voglio sapere, gli ho
detto, come è la cosa...
SALVATORE: Eh... che ci va e ci dice: ma VOLALTRI come vi permettete ad
..
andare Ik.. con questa... questa. co...
Q.4 \ m
M. ANGELA: Dice: in questo momento non ci posso... dice...ora come
..
trovo... devo trovare il momento, dice, perchè. tra gli i m p e ~ n i .tra
. che QUELLO sta
morendo... dice, non... Devo parlare, dice, con MIA CUGINA, oerchè MIA CUGINA
me lo ha detto! La FIGLIA DI BEBI, della ZIA BEBI.
[...l

11) Le acquisizioni del 12/07/2007.


In data 12/07/2007 MADONIA Salvatore scriveva alla moglie, auspicando un
repentino chiarimento tra i cugini MADONIA Mario e D'ARPA Mario [ ~ G A T O

(...) SPERO HAI AW T O MODO DI CHIARIRE CON TUO CUGINO MARIO IL


MALINTESO CON LA ZIA (...)
12) Le acauisizioni del 10/08/2007.
In data 10/08/2007, come accennato, decedeva D'ARPA Vincenzo. Dalle ore
17:45 alle successive ore 18:55 la Citroen C1 in uso alla DI TRAPANI Maria Angela
risultava in sosta ad Isola delle Femmine - passaggio del coniglio; posizione compatibile
con la presenza degli occupanti (DI TRAPANI Maria Angela, il figlio Francesco e la zia
:.
.i&-*.%

SGROI Lorenza) presso l'abitazione dei D'ARPA ;%Q).

13) Le ucquìsizioni del 21/08/2007.


L'awenuto decesso veniva comunicato al MADONIA Salvatore con la missiva
scritta dalla moglie in data 21/08/2007. Nell'occasione il defunto veniva indicato con
l'appellativo ENZO, IL MARITO DI ENZINA, specificando come anche ENZINA
fosse in precarie condizioni di salute, poiché malata di Alzheimer
(..) SAI E' MORTO ENZO IL MARITO DI ENZINA, COME SAI AVEVA IL
TUMORE, POVERINO E' MORTO DOPO UNA LENTA AGONIA. IO CI SONO
ANDATA A FARE VISITA LO STESSO GIORNO SABATO PRIUA DI PARTIRE. LA
ZIA ENZINA POVERTNA E SULLA SEDIA A ROTELLE CON IL MORBO
DELL'HALZAIMER, TUTUTTA MOLLE SU SE STESSA, PERO' CAPISCE TUTTO,
COME MI HA VISTA SI E' EMOZIONATA E MI HA CHIESTO DI TE ANCHE SE
P
FACEVA FATICA A PARLARE. MI HA FATTO TANTA PENA, UNA TRAGEDIA LA
LORO, SI SONO AMMALATI MARITO E MOGLIE INSIEME CON LA
DISPERZAIONE E IL DISPIACERE DI VEDERSI ENTRAMBI AMMALA TI.
P 0VERINI. QUESTA SETTIMANA CI ANDRO ' A FARE VISITA (..)

13-bis) Le acquisizioni del 26/082007.


I1 26/08/2007 MADONIA Salvatore, in seguito alla ricezione della missiva di cui
sopra (del 21/08/2007), rispondeva alla moglie partecipandole il suo dispiacere per la
morte di ENZO; nel contempo sollecitava ancora una volta la DI TRAPANI affinchè
%&:t$$$ *,*- < "
facesse visita alla vedova ENZINA [ wsgg$).
6,
(..) MI E' DISPIACIUTO LEGGERE CHE E' MORTO ENZO, IN UN CERTO
QUAL SENSO HA FINITO DI SOFFRIRE, SPERO HAI TROVATO U N P 0 DI TEMPO
PER ANDARGLI A FARE VISITA, SOPRATTUTTO PER ENZINA, PERCHE' ANCHE
LEI STA PURE MALE. (..)

14) Le acauisizioni del 0W09/200 7.


Come diretta conseguenza, domenica 02/09/2007 DI TRAPANI Maria Angela
ed il figlio MADONIA Francesco si recavano ad Isola delle Femmine (PA) ove si
fermavano in via Passaggio del Coniglio, dato GPS corrispondente all'ubicazione
dell'abitazione del nucleo familiare D'ARPA e.Giunti sul posto la
h-

donna invitava il figlio a suonare il citofono e, nel frattempo, notata la presenza sul
posto di un soggetto che la medesima chiamava MARIO (D'ARPA Mario), invitava il
figlio a risalire a bordo dell'auto con la quale raggiungeva lo stesso, prima di scendere
dal veicolo fma+g@2).
, q
. *-<A- "-.-
[...l
MARIA A.: suonaci!...(si sente aprire e chiudere lo sportello ndr).
FRQNCESCO: ...incompr... (voce in lontananza)...
MARIA A.: .,.incompr... tutti e due falli tutti e due!... @ama)... io Francesco
sono!...(pausa)... io Maria Anaela Di TMPANI dialielo...
FRANCESCO: eh... DI TRAPANI...(in lontananza ndr)...

ck, 803
MARIA A.: ah... c'è Mario ... c'è Mario ... Fra! ... (pausa) ... chiudi
...incompr...
[...l
La sosta avveniva dalle ore 09:34 alle successive ore 10:49 circa, allorquando
madre e figlio rientravano in auto. Dall'analisi della conversazione intercorsa tra i due
lungo il tragitto di ritorno a Palermo, si appurava che il MADONIA Francesco
chiedesse alla genitrice chiarimenti in merito ad una non meglio precisata casa in
montagna nella disponibilità di MARIO, ma di loro effettiva proprietà. La D I
TRAPANI confermava al figlio la circostanza, raccomandando allo stesso di non
proferirne parola nemmeno con la nonna (SGROI Rosa) ed aggiungendo che tale
immobile, in futuro, sarebbe stato suo (del MADONIA Francesco) come peraltro
(h4 rassicurato loro, poco prima, dallo stesso MARIO. Rileva il dato secondo cui il
MADONIA Francesco abbia nell'occasione introdotto il discorso asserendo di averlo
saputo per bocca di tale RICCARDO. Al proposito, e per la corretta interpretazione del
dato, appare opportuno specificare che D'ARPA Mario ha effettivamente un figlio a
nome Riccardo, nato a Palermo il 1111111995 [mg$&a$).
[...l
FMNCESCO: MAMMA c'è RICCARDO che mi ha detto... che MARIO
ha... là sopra una casa... e c'è la da a noi ... ha detto ... in montagna ... incompr... io
gli ho detto no... lui lo sapeva? lo sapeva RICCARDO? ...incompr... io gli ho detto
incomprensibile...

@ MARIA A,: incomprensibile


FMNCESCO: non è vero! ... incomprensibile ...
MARIA A.: Che ti ha detto RICCARDO?
FRANCESCO: E ' in carcere!
MARIA A.: Lo sai ...incompr... non è bello stare la? Ah?
FRANCESCO: Pure dalla ZLA ROSA è bello!
MARU A,: Ma la è bello! ...incompr... la montagna dove loro
bruciavano... la non sarebbe bello avere una... prendersi una casa?
FMNCESCO: MAMMA? La... la RICCARDO ha detto che MARZO c'ha
una casa e c'è la da a noi... in montagna ... non ... hai visto che c'era una casa? Li
nel mezzo C 'è la casa! bausa, ndr.)...
MARIA A. : se tu lo dici ... a NONNA o a qualcuno... FRANCESCO... ce
la levano capito? Ce la levano ... certo... non lo sa né la NONNA... nessun altro ... lo
sappiamo solo.. . io ...incompr.. . e tu.. . non mi fare pentire e non tradire il segreto di
PAPA (a bassa voce, ndr.) ...incompr... @ausa. ndr.)... capito? Quando poi sei
grande ... la prendi tu! incomprensibile... capito? Quando esce PAPÀ... dentro la
montagna... ...incompr... quando esce PA PÀ ...incompr... esce PAPÀ... @ama,
ndr.)... Perché è nostra! Poi l'affittiamo... se ...incompr... tradisci... (jausa, ndr.)...
io ti awiso... e ...incompr... e tradisci comunque... (jausa. ndr.)... stai attento!
Dimenticalo! Capito?
FRANCESCO: ...incompr...
MARIA A.: ...incompr... tradire TUO PADRE ... ME e TE STESSO
FRANCESCO: ...incompr...
MARU A.: ... perché la perdiamo!
FRANCESCO: ...incompr...
MARL4 A.: che hai nelle scarpe?
[...l

14) Le accruisizionidel 02/09/2007.


Come diretta conseguenza, domenica 02/09/2007 DI TRAPANI Maria Angela
ed il figlio MADONIA Francesco si recavano ad Isola delle Femmine (PA) ove si
fermavano in via Passage;io del Coniglio, dato GPS corrispondente all'ubicazione
dell'abitazione del nucleo familiare D'ARPA $1. Giunti sul posto la
8 donna invitava il figlio a suonare il citofono e, nel frattempo, notata la presenza sul
posto di un soggetto che la medesima chiamava MARIO (D'ARPA Mario), invitava il
figlio a risalire a bordo dell'auto con la quale raggiungeva lo stesso, prima di scendere
dal veicolo
[...l
MARL4 A.: suonaci!. ..(si sente aprire e chiudere lo sportello ndr).
FRANCESCO: ...incompr... (voce in lontananza)...
M4RL4 A.: ...incompr... tutti e due falli tutti e due!... @ama)... io Francesco
sono!...(pausa)... io Maria Angela Di TRAPANI diglielo...
FRANCESCO: eh... DI TRAPANI...(?nlontananza ndr)...
MM2.U A.:
...incompr...
ah... c'è Mario ... c'è

CL
Mario... Fra! ... (pausa) ... chiudi
1

805
[...l
La sosta avveniva dalle ore 09:34 alle successive ore 10:49 circa, allorquando
madre e figlio rientravano in auto. Dall'analisi della conversazione intercorsa tra i due
lungo il tragitto di ritorno a Palermo, si appurava che il MADONIA Francesco
chiedesse alla genitrice chiarimenti in merito ad una non meglio precisata casa in
montagna nella disponibilità di MARIO, ma di loro effettiva proprietà. La DI
TRAPANI confermava al figlio la circostanza, raccomandando allo stesso di non
proferirne parola nemmeno con la nonna (SGROI Rosa) ed aggiungendo che tale
immobile, in futuro, sarebbe stato suo (del MADONIA Francesco) come peraltro
rassicurato loro, poco prima, dallo stesso MARIO. Rileva il dato secondo cui il
MADONIA Francesco abbia nell'occasione introdotto il discorso asserendo di averlo
@ saputo per bocca di tale RICCARDO. Al proposito, e per la corretta interpretazione del
dato, appare opportuno specificare che D'ARPA Mario ha effettivamente un figlio a
nome Riccardo, nato a Palermo il 1111111995 [&~;EGATO 323).
[...l
FRANCESCO: MAMMA c'è RICCARDO che mi ha detto... che MARIO
ha... là sopra una casa... e c'è la da a noi ... ha detto ... in montagna ...incompr... io
gli ho detto no... lui lo sapeva? lo sapeva RICCARDO? ...incompr... io gli ho detto
incomprensibile...
MARU A.: incomprensibile
FRANCESCO: non è vero! ... incomprensibile ...
MARU A,: Che ti ha detto RICCARDO?
FRANCESCO: E' in carcere!
MARIA A,: Lo sai ...incompr... non è bello stare la? Ah?
FRANCESCO: Pure dalla ZU ROSA è bello!
MARU A.: Ma la è bello! ...incompr... la montagna dove loro
bruciavano... la non sarebbe bello avere una... prendersi una casa?
FRANCESCO: MAMMA? La... la RICCARDO ha detto che MARIO c'ha
.
una casa e c'è la da a noi.. in montaana ... non ... hai visto che c'era una casa? Lì
nel mezzo C'è la casa! bausa, ndr.) ...
MARU A.: se tu lo dici... a NONNA o a qualcuno ... FRANCESCO... ce
la levano capito? Ce la levano ... certo... non lo sa né la NONNA... nessun altro.. . lo
sappiamo solo.. . io ...incompr.. . e tu.. . non mi fare pentire e non tradire il segreto di
n
PAPA (a bassa voce, ndr.) ... incompr... (pausa, ndr.)... capito? Ouando poi sei
grande ... la prendi tu! incomprensibile... capito? Quando esce PAPÀ... dentro la
montagna... ...incompr... quando esce PAPÀ ...incompr... esce PA PÀ ... (pausa,
ndr.)... Perché è nostra! Poi l'affittiamo ... se ...incompr... tradisci... (pausa, ndr.)...
io ti awiso... e ...incompr... e tradisci comunque... (pausa, ndr.)... stai attento!
Dimenticalo! Capito?
FRANCESCO: ...incompr...
MARZA A.: ...incompr... tradire TUO PADRE... ME e TE STESSO
FRANCESCO: ...incompr...
MARIA A.: ... perché la perdiamo!
FRANCESCO: ...incompr...
MARIA A.: che hai nelle scarpe?
[...l

15) Le acquìsizioni del 06/09/2007.


in data 06/09/2007 DI TRAPANI Maria Angela si recava a L'Aquila (AQ)
accompagnata, come sempre, dal figlio Francesco; ivi effettuava il colloquio con il
marito detenuto MADONIA Salvatore. Colloquio durante la donna forniva un
eccezionale contributo all'intelleggibilità delle più specifiche dinamiche associative che
avevano determinato la visita effettuata il 02/09/2007, a casa del D'ARPA Mario
(&$g++&$o)
Q
In specie si apprendeva che:
- sabato 01/09/2007 la donna ed il figlio Francesco risultavano aver cenato
presso la residenza estiva di MADONIA Diego, padre di MADONIA Mario, cl. 1966,
sita in Carini, via Agave; il dato veniva effettivamente confermato dal GPS installato
sulla Citroen C1 in uso a DI TRAPANI Maria Angela che evidenziava una sosta in
Via Agave di Carini dalle ore 16:20 alle 2154 - [ci sono stata ...
sabato abbiamo mangiato là! f...)lo ZIO DZE ... ero là ... che mangiavo ... e ali ho
... non viene ... ali ho detto ... GIOVANNA (BUFFA Giovanna coniugata con
detto
MADONU Mario, ndr) ... che si chiama GIOVANNA ... dice ... no ... non lo so ...
(...II;ad ogni buon fine giova evidenziare che in via Agave 6 del Comune di Carini,

gk 807
esiste una presa Enel attestata a COLLURA Rosa (moglie di MADONIA Diego e
madre di Mario).
- Nella medesima circostanza, la donna riferiva anche di avere incontrato lo
stesso MADONIA Mario, giunto in loco accompagnato dalla moglie BUFFA
Giovanna [... nel mentre, poi è venuta la sera ... MARZO ... (MADONLA Mario, ndr)
... e ali faccio... MARZO, come è finita?]
- Lo stesso MADONIA Mario risultava averle riferito di aver incontrato il di lui
cugino D'ARPA Mario, il quale, secondo quanto riferitole, avrebbe indicato in DI
TRAPANI Michele (inteso ZIA SARA) l'incognito referente precedentemente emerso
quale presunto latore della DI TRAPANI Maria Angela [...lo sai cosa ali ha detto per
l'ennesima volta? ... dice ... ma TU con chi hai parlato? ... e ali fa ... dice ... con la
@ ZIA SARA ... (per indicare DI TRAPANI Michele, ndr) ... IO salto in aria!]
Proprio tali vicissitudini avevano spinto la DI TRAPANI Maria Angela a far
visita al D'ARPA Mario il 02/09/2007. [pli ho detto ... MARIO, ti giuro ... ali ho detto
... se ti dico che nemmeno MIA MADRE (sa nulla, ndr) ... ma come devo ... ali ho
detto ... ma ... ora impazzirà MIO MARITO! ... impazzirà! ... ali ho detto ... non
esiste! ... me la faccio di corsa la domenica mattina ... perchè la sera ho mangiato
là!].
- La situazione consentiva inoltre di superare il gap informativo generatosi il
02/09/2007 ed attinente la conversazione intrattenuta dalla DI TRAPANI e dal
D'ARPA Mario. Secondo il racconto riportato, quest'ultimo risultava aver infatti
chiarito innanzitutto l'inesistenza del contatto instaurato con il DI TRAPANI Michele,
@
giustificando la menzogna con la necessità di sollecitare un incontro con la medesima
DI TRAPANI lo prendo e ali faccio... dimmi una cosa, MARIO fD'ARPA Mario1
I...
... dobbiamo parlare ... ali ho detto... ma ... no. non l'ho detto mai a nessuno! ... ma,
scusami ... che cosa ali hai detto n ... (n MADONLA Mnrio. ndr) ... dice ... te lo dico
IO perchè ali ho detto così ... dice C..) no, alielo abbiamo detto apposta! ... dice ...
addirittura pli abbiamo detto ... dice ... abbiamo parlato con ... SARA (per intendere
DI TRAPANI Michele, ndr) ... ali ho detto ... vedi che IO ero fuori di ME! ... dice ...
no ... dice ... stai tranquilla ... ti giuro ... che non ho mai ~arlatocon nessuno! ...
l'abbiamo detto per fare venire a TE qua!]
Per quanto concerne invece i beni di effettiva proprietà (ancorchè illecita) di
MADONIA Salvatore, lo stesso D'ARPA, risultava aver indicato alla donna
esclusivamente una casa ed una piccola porzione di terreno circostante (sita in posizione
sopraelevata rispetto al piano stradale); il raggiungimento di detto sito, secondo il
racconto, sarebbe in passato avvenuto previa concessione dei medesimi D'ARPA ad
attraversare una porzione della loro proprietà (attigua), consentendo di fatto di non
percorrere l'unica strada (alquanto impervia) che avrebbe in alternativa permesso al
MADONIA Salvatore di raggiungere il predetto immobile [ed IO gli ho detto ... me lo
fai vedere? ... e mi ha fatto vedere dov'è... (con la mani indica le dimensioni di
gualcosa allargando la braccia a larahezza spalle, ndr)... gli ho detto ... non si ci può
creare ... no, ma viene a salire ... (...)e IO ali facevo... ma vedi che mi ha detto qua!
8 (indica la propria destra, ndr) ... no! ... si sbaglia ... LUI si sbaglia! L..) NOI gli
abbiamo permesso di salire a ... tutte le cose di Qua so ... L,.) gli abbiamo permesso
NOI, allora, di entrare di qua! ... ma ... L..) da sopra (la montagna, ndr) ... se ne
doveva andare ... che C ' . un viottolo (...)così mi ha detto! ... per ~ u e s t onon vuole
parlare con SUA CUGINA (MADONLA Mario, ndr) ... capito? ... perchè mi vuole
prendere per fessa! (...)mi ci ha portata... a piedi... in mezzo all'erba a guardare]

I1 racconto riportato veniva recepito dal detenuto con apparente incredulità, tanto
da fargli definire con precisione l'esatta ubicazione dei beni di sua proprietà,
sicuramente non riconducibili solo ad una casa che, come si vedrà in seguito, risulterà
non essere ancora completata e catastalmente regolarizzata. A tale scopo forniva quindi
@ chiare ed inequivocabili indicazioni su come raggiungere la casa dei D'ARPA, dalla cui
ubicazione tracciava i confini dei terreni di cui rivendicava la completa proprietà.
[...l
SALVATORE: ma ... MARLA ANGELA ... segui quello che ti dico IO!
M. ANGELA: eh! ... seguo, però, pure quello che ha detto LUI!
SALVATORE: MARL4 ANGELA ... dal basso verso l'alto! ... che la smettano!
M. ANGELA: (annuisce, ndr)
SALVATORE: MARL4 ANGELA ... dal basso verso l'alto!
M.ANGELA: si
SALVATORE: tutto!
M. ANGELA: dal basso verso l'alto! ... sai che mi ha detto ... dice ... no, è
impossibile! ...
- 809
SALVATORE: MARIA ANGELA! ...
M. ANGELA: ... accanto (indica la sua destra, ndr)
e vabbè ... la stradina sua
SALVATORE: come la stradina sua!? ... minchia ... ma ... MARIA ANGELA
M. ANGELA: si entra ... allora IO entro, giusto?
..
SALVATORE: a destra. sangue MIO! ... come ...
M. ANGELA: a destra!
SALVATORE: si ... e va ... tutto! ... che va a finire sopra! ... alla casa!
M. ANGELA: gli co ... e gli co ... gli hanno fatto... alberi... piantati... ali ho
detto ... ma vedi che è qua, mi ha detto! ... ali ho detto ... che ... no! ... sta ... gli
abbiamo permesso NOI, allora, di entrare di aua! ... ma ...
SALVATORE: ma ... MARIA ANGELA ...
e? M. ANGELA: ... da soma (la montagna, ndr)... se ne doveva andare ... che
C 'è un viottolo ...
[...l
SALVATORE: gli dici ... MIO MARITO ... smettetela!
[...l
M. ANGELA: l'entrata ...
SALVATORE: (si innervosisce, ndr) ... guale entrata sangue mio!? ... che
significa I'entrata?!
M. ANGELA: l'entrata ...
SALVATORE: dal basso verso l'alto!
A
... sanme mio! ... entri... sulla destra ...
cioè ... 'è il come si chiama ... non ... da giù! ... dalla strada! ... dalla stra ... dalla
@ C

strada proprio, è!
M. ANGELA: da giù dalla strada proprio?
SALVATORE: (annuisce, ndr) ... minchia ... PAROLA INCOMPRENSIBILE. ..
M.ANGELA: eh! ... mihadettodino!
SALVATORE: MARLA ANGELA ... che dici?!
M. ANGELA: LUI 0'ARPA Mario, ndr) ... mi dice ... mi ha detto di no! ...
L UI!
... cioè ... ent ... entr ... sei nella
SALVA TORE: e allora ~ e r c h èmi dici di si?!

cpI-
strada che vai a come si chiama?! ... appena stuocchi ... a destra là ... tutto! ... che
sale a tutto ... tutto! ... oh!
M. ANGELA: un minuto! ... la strada principale (mima una strada rettilinea,
ndr)... giusto?
810
SALVA TORE: la strada principale di dove ?
M. ANGELA: eh ... per andare dalla ZIA BEBI!
SALVATORE: no! ... giù ... proprio giù, sangue mio! ... la strada ... che porta a
Capaci!
[...l

Nel prosieguo, dopo aver ben compreso tutti i riferimenti geografici forniti dal
marito, la DI TRAPANI confermava quanto asserito, aggiungendo che su uno dei
terreni indicati dal coniuge risultava insistere un capannone adibito a lavaggio ed
affittato a terzi:
[.-.l
@ M. ANGELA: eh! ... la strada! ... questa! (quella che intendeva lei,
ndr)
SALVA TORE: eh!
M. ANGELA: giro (indica una svolta a sinistra, ndr) per andare da
LORO (dai D'ARPA, ndr) ...
SALVATORE: e tutta a de ... tutto!
M. ANGELA: ... eh! ... quello che ho detto IO!
tutto a destra a salire!
... dice ... no, no, no! ... si ci è fatto la cosa LUI ... si ci sono fama... (abbassa il tono
della voce, ndr)... il capannone... gli ho detto... ma che stai dicendo?! ... ma vedi che
... dice... gli ho detto... ma IO so... senza strada?! ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
@ M. ANGELA: no ... dice ... c'è un viottolo dalla montagna e se la
doveva fare da là ...
SALVATORE: MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... da sopra sopra le rocce...
[--l
M. ANGELA: ... si ... là ... ha tutto piantato ... gli ha fatto un
capannone ... le sedie tutte messe così ... (mima un cerchio, ndr)... certo che non ci ...
che... dalla parte proprio della strada ... un ...
SALVATORE: ma ...
M. ANGELA: ... un ... (usa il labiale, ndr) ... un lavapaio! ... hanno affittato
Infine MADONIA Salvatore, visibilmente adirato, intimava alla moglie di
interessare immediatamente il proprio cugino MADONIA Mario, nonché lo Zio
MADONIA Diego, auspicando in un loro istantaneo intervento risolutivo:
[...l
M. ANGELA: ... ora ci devo andare per dirgli... vedi che non è vero che ha
parlato con la ZLA SARA ... ve lo ha detto apposta a VOIALTRI! ...
SALVATORE: ... digli ... a PADRE e FIGLIO /a MADONU Diego e a
MADONU Mario, ndrl ... coinvolgi pure a SUO PADRE ... coinvolsi pure a SUO
PADRE ... e gli dici ... senti ... ma auesto è tutto il rispetto che ... ci ha portato?! ...
questo è tutto il rispetto?! ... mi merito auesto, IO?!
@ r i

In conclusione il detenuto specificava, ancora una volta, come l'acquisto delle


proprietà ad oggi possedute dai D'ARPA fosse stato reso possibile solo grazie al suo
intervento, senza il quale gli stessi avrebbero continuato a "non avere niente" [questi ...
proprio ... non avevano niente ... completamente! (...)allora ... IO ... ho preso ... ho
fatto C..) ma sono MASCALZONI!]. I due astanti convenivano sul fatto che non si
sarebbe dovuto perdere tempo per risolvere l'incresciosa situazione venutasi a creare:
[...l
SALVATORE: MARIA ANGELA ... auesta cosa ... domani...
M. ANGELA: eh
SALVATORE: immediatamente!
M. ANGELA: subito! ... stasera stessa! ... domani?! ... stasera stesso!
[..-l

Come in proposito, la sera dello stesso giorno (06/09/2007), al ritorno dal


colloquio, DI TRAPANI Maria Angela ed il figlio MADONIA Francesco, si
recavano in Viale della Resurrezione a Palermo (come registrato dal GPS installato
sulla Citroen C1 in uso alla donna, che ivi evidenziava una sosta dalle ore 20:08 alle
..;p;.s7-:%*;y\*e.;y-- 1-7.roa...r

successive 20~53circa - f-s~.


.lr:. rl.____l
.l<qw2
La decifi-azionedi quest'ultimo dato registrato, come già in precedenza accaduto,
sarebbe stata resa possibile dalla lettura critica della missiva inviata al detenuto il
10/09/2007. Si sarebbe infatti desunto come la DI TRAPANI, la sera del 06/09/2007,
perfettamente in linea con le direttive ricevute, avesse effettivamente incontrato il
MADONIA Mario con il quale risultava aver concordato un appuntamento a cui
avrebbe dovuto partecipare anche lo Zio MADONIA Diego. L'incontro si sarebbe
dovuto perfezionare lo stesso giorno della redazione della missiva in argomento (ovvero
il 10/09/2007) - [&&EGX$@@~-~).

(..) GIOVEDI' AL RIENTRO DEL COLLOQUIO HO VISTO A MIO CUGINO


MARIO NEL YEDERMI COSI' STANCA GLI HO ESTERNATO IL MIO SFOGO
@
DICENDOCCI QUANTO MI SENTIVO DELUSA DAL COMPORTAMENTO DI SUA
CUGINA BEBI ED E' RIMASTA DELUSA PURE LEI, SIAMO RIMASTI DI VEDERCI
OGGI PER COSI' CHIARIRCI CON ZIA ROSA PRESENTE, IO PENSO E SONO
CERTA COMUNQUE CHE GIA ' LEI L 'A VRA' VISTA E RIMPROVERATA, VEDREMO
DI CERTO NON GLI PERMETTERO' DI RIPRENDERMI IN GIRO, VERGOGNA (..)

16)Le ac~uisizionidel 10/09/200%


Come preannunciato, il 10/09/2007, a Palermo, presso i locali della MAVI
, Renault,Trucks ubicati al civico 77/A di Viale Resurrezione, la -DZ TRAPANI

8 incontrava il MADONIA Mario ed il di lui padre Diego. Conferma in tal senso sarebbe
puntualmente giunta dalla missiva successivamente scritta dalla donna al marito, e più
avanti riportata nella parte d'interesse. Nell'occasione la DI TRAPANI chiedeva ed
T:elsb%"a) d
otteneva di farsi accompagnare dalla suocera GELARDI Emanuela rwm~494).
2-

[-..l
DI MA: ... gli ho detto alla signora Anna verso le dieci e mezzo le undici ... così
... dieci e mezzo ... che fa vieni con la signora Anna e il signor Pino qua a casa mia? E
poi ve ne andate ... me lo fai questo piacere ...
EMANUELA: vengo io verso le dieci e mezzo le undici ...
DI M : si, si con la signora Anna ...
EMANUELA: certo ... è un orario un po' antipatico ... vero ..
DI MA: dopo le undici ... perché tu di solito non esci a fare un po ' di spesa?
EMANUELA: no, non esco mai ...
DIMA: ah non esci mai ... avanti esci stamattina mamma... che io non mi
posso muovere che ho gli operai qua dentro ...
EMANUELA: va bene ...
DI MA: e non mi posso muovere seno sarei venuta io ...
EMANUELA: va bene ...
DI MA: va bene? Perché ieri mattina volevo venire per prenderti però tu te ne
sei andata da ALDO ...
EMANUELA: si
DI MA: e quindi non è stato possibile per questo ...
EMANUELA: perciò verso che ora? ...p rima di mezzogiorno ...
DI MA: undici e mezzo ... si prima di mezzogiorno ... quando vuoi tu ...
EMANUELA: va bene ...
DI MA: prima di mezzogiorno però ... va bene?
EMANUELA: vabene ... si,si ....
DI MA: me lo fai questo piacere Mà (ndr Mamma)
EMANUELA: si, si ...
DIMA: ah ... va bene ...
[...l

I e..!: .r :5
. . I1 relativo servizio di O.C.P. consenti- di appurare quanto segue ~ & & ~ A T o
V35):

Ore 1l:OO inizia il servizio nei pressi del civico 56 di via San Lorenzo.
Ore 11:20 MINE0 Giuseppe, nato a Palermo il 11/05/1949 ivi residente
via Alaimo Da Lentini nr.20 (autista) GELARDI Emanuela, nata a Palermo il
08/11/1924 ivi residente via Cimbali nr.44 e BASILE Anna, nata a Palermo il
12/11/1953, ivi residente in via Alaimo Da Lentini nr.20, a bordo della Fiat 600, di
colore bianco, targata CJ423NA, (intestata a GELARDI Emanuela) giungono in via
San Lorenzo ed accedono al passo carrabile posto al civico 56.
Ore 11:45 MINE0 Giuseppe (autista), GELARDI Emanuela, BASILE
Anna e DI TRAPANI Maria Angela a bordo della Fiat 600, targata CJ423NA, escono
dal passo carrabile del civico 56 di via San Lorenzo e, dopo aver percorso alcune vie
cittadine, giungono in viale Della Resurrezione. Qui, accedono al1'interno dello spiazzo
antistante la rivendita di autovetture denominata MAVI Renault Trucks ubicata al
civico 77/A. Gli stessi, si addentrano nel piazzale in questione ove vengono persi di
contatto.
Ore 12:09 MINE0 Giuseppe (autista), GELARDI Emanuela, BASILE
Anna e DI TRAPANI Maria Angela a bordo della Fiat 600, targata CJ423NA, escono
dalla predetta MA V I e si allontanano. Gli stessi dopo aver percorso alcune vie
cittadine giungono in via San Lorenzo e si fermano davanti il passo carrabile del civico
56 (ore 13:25). Qui, MINE0 Giuseppe esce dall'autovettura per consentire a DI
TRAPANI Maria Angela di uscire dall'abitacolo. Quest'ultima, appena fuori,
s'incammina all'interno della stradina del civico 56 ove viene persa di contatto.
@ Contestualmente, MINE0 Giuseppe prende posto alla guida della Fiat 600 targata
CJ423NA e con i rimanenti prosegue la marcia.
Ore 13:30 MINE0 Giuseppe, GELARDI Emanuela e BASILE Anna si
allontanano e, dopo un percorso urbano s'immettono in via Cimbali 44 ove vengono
sganciati (ore 13:49).
Ore 13:50 Il servizio viene sospeso.

Infine, lo stesso giorno (10/09/2007), alle ore 14:17, presso l'abitazione della
GELAWI Emanuela sita a Palermo in Via Cimbali 44, veniva registrata una
conversazione ambientale tra MADONIA Aldo e la BASILE Anna (Palermo,
1211 111953), badante dell'anziana GELARDI. Nell'occasione la donna accennava al
MADONIA le problematiche che avevano indotto l'incontro sopra documentato [no,
che c 'è una discussione ... di Mario, sul terreno ...] - f&&kds$;7).

17)Le acquisizioni del 16/09/2007.


11 16/09/2007 MADONIA Salvatore scriveva alla moglie DI TRAPANI Maria
Angela; il detenuto, tergiversando sulle condizioni di salute di ENZINA, malata di
Alzheimer (ovvero COLLURA Vincenza vedova di D'ARPA Vincenzo) chiedeva novità
a fronte dell'assenza di notizie afferenti i problemi riscontrati con D'ARPA Mario e
volti al recupero dei loro beni
(..) AMORE SPERA V 0 QUANTOMENO DI RICEVERE UN TUO TELEX PER
SAPERE LE CONDIZIONI DI SALUTE DI ENZINA, SAPERE SE E' STATA VISITATA,
SE' SE TROVATO UN FARMACO EFFICACE CONTRO QUESTA BRUTTA
MALATTIA CHE E' L'ALZAIMER, CHE DIRE, SONO DAL COLLOQUIO CON
QUESTO PENSIERO, NON CREDO CHE NON SI POSSA TROVARE UN RIMEDIO A
QUESTA MALATTIA, E' STATO UNANNO NERO IN TUTTI I SENSI (...)

Lo stesso giorno, guarda caso, la DI TRAPANI scriveva anch'ella al marito


asserendo di essere ancora in attesa di notizie riguardanti BEBI (owero i D'ARPA) che
sarebbero dovute giungere dalla ZIA ROSA, owero dal MADONIA Diego
[~~~i%4$6;3gq8).
Tali asserzioni risultavano chiaramente afferibili all'esito
dell'incontro avvenuto il 10/09/2007.
(..) AMORE MIO, ANCORA SONO QUI' IN ATTESA DI SFOGARE E FARE
CHIAREZZA CON BEBI PERCHE' LA ZIA ROSA ANCORA NON LA VISTA PERCHE'
DICE CHE CE' SUA MADRE IN OSPEDALE, LE COSE BRUCUNO SOLO A CHI
INTERESSA, DOMANI SPERO CHE SUA MADRE ESCA DALL'OSPEDALE E COSI'
SI LIBERA (..)

18) Le acquisi~onidel 21/09/2007.


In data 21/09/2007 aveva luogo, regolarmente autorizzata, la telefonata tra
MADONIA Salvatore, la moglie DI TRAPANI Maria Angela ed il figlio Francesco
9 --,
* .A**-.qQsA*,e+-9--
(rhit&~$@#~.~>. Nel corso della stessa il detenuto chiedeva novità in merito alla cura
per Z'Alzheimer della ZIA (COLLURA Vincenza, per indicare il nucleo familiare
D'ARPA); di rimando, come peraltro già anticipato via missiva, la DI TRAPANI
riferiva di essere ancora in attesa di novità che sarebbero dovute giungere dalla ZIA
ROSA (MADONIA Diego). Il detenuto, percepito un verosimile disinteressamento da
parte dello Zio MADONIA Diego, esortava quindi la moglie ad incontrare direttamente
il DOTTORE (D'ARPA Mario); ciò avrebbe garantito alla donna di poter riferire le
notizie assunte in occasione del successivo colloquio carcerario che si sarebbe dovuto
svolgere in data 04/10/2007 [tu gli dici: lasciatemi il ... l'aria aperta che ci vado a
parlare io col DOTTORE].

? &l6
Appare opportuno specificare che l'appellativo DOTTORE, usato dal detenuto per
indicare il D'ARPA Mario, traeva con ogni probabilità origine dalla vicenda relativa
alle precarie condizioni di salute patite dalla COLLURA Vincenza, nel tempo divenute
ottimo argomento atto ad eludere qualsiasi attività di censura applicata nei loro
confronti.
[...l
SALVA TORE: ...novità della ... cura Alzaimer ne hai? Della zia ...
M. ANGELA: no completamente niente ... non lo so ... ma proprio ... infatti
la zia ROSA in continuazione ognigiorno ci vado ... dice ... ancora ... dice ... niente
... la DOTTORESSA non ci ... non ci è potuta andare ...
SALVATORE: ma scusami un minuto se è ... da che ... perchè non ci vai ...
O tu ci dici:" zio io a mio marito giorno quattro gli devo portare una risposta, perchè
non può stare .. .
M. ANGELA: pure ... purefino ... incompr ... (si sovrappongono le voci)
SALVATORE: ... con questo peso sulla coscienza che praticamente ... e ...
sente ... che è impotente per quanto riguarda non potere fare nulla ..."almeno
sapere una cura, se si deve curare non si deve curare ... non c'è più rimedio cioè non
lo so ...
M. ANGELA: gliel'ho pure detto, pliel'ho pure detto ... anche con mamma ci
sono andata ... con mamma tua
SALVATORE: mah! Va bene ... alla volontà di Dio ...
M. ANGELA: ... incompr ...
SALVATORE: ... che cosa ci possiamo fare ...
[-..I
SALVATORE: novità? ... giorno quattro mi porti la risposta per vedere se c'è
...
-
M. ANGELA: ... incompr ...
SALVATORE: ... giorno quattro mi port la risposta per vedere se c'è
i

qualche novità su questa cura di l'alzaimer


M. ANGELA: si, si ...
SALVATORE: che non posso dormire ...
M. ANGELA: in caso che lei non ci vuole andare ... ci posso... posso ...
SALVATORE: tu gli dici: lasciatemi il ... l'aria aperta che ci vado a parlare io
col DOTTORE
M. ANGELA: eh !
SALVATORE: e tu fai una cosa ...e così non si può andare avanti ... questo ti
voglio dire io
M. ANGELA: si, eh! ... la prossima volta
SALVATORE: ... incompr ... io ti sto dicendo ... non dobbiamo essere legati ...
M. ANGELA: eh ... io per questo ...mi viene mal di testa tutto il giorno e sto
nervosa ...
SALVATORE: tu non devi stare nervosa completamente, amore mio.. ci dici : .
"senti ...eeeh ... giusto è questo ... cioè non sapere niente ... se si trova una cura.
non si trova una cura ... "
M. ANGELA: ho capito! Va bene
CI> SALVATORE: va bene
[...l

19) Le acauisiziont del 24/09/2007,


In data 24/09/2007 DI TRAPANI Maria Angela scriveva nuovamente al marito
MADONIA Salvatore, informandolo dell'imminente incontro fissato per l'indomani
(25/09/2007) con il DOTTORE (D'ARPA Mario), in relazione alla maIattia di
ENZINA. Nell'occasione la donna specificava che vi si sarebbe recata in compagnia
della suocera GELARDI Emanuela %a')-
7";- h

(..) DOMANI MI VEDRO' COL DOTTORE PER QUANTO RIGUARDA LA


MALATTIA DI ENZINA. ALLE 17:00 DI DOMANI TELEFONA PIPPO (MADOMA
GIUSEPPE, NDR) E QUINDI ANDRO' ALLA SUA TELEFONATA SAI COSI' MI
PORTERO ' A MAMMA CON ME, COSI' IL DOTTORE LA VISITA PURE. (..)

20) Le acauisizioni dei 25/09/2007.


In data 25/09/2007, come preannunciato al marito, la DI TRAPANI, a bordo della
Citroen C1 in uso alla stessa ed in compagnia della GELARDI, si recava a Palermo in
Viale della Resurrezione, ove, con l'ausilio del GPS ivi installato, veniva registrata una
sosta dalle ore 18:45 alle successive ore 20:19 . Alle ore 20:19,
rientrate in auto, le due donne originavano la conversazione ambientale recante nr.
r
progressivo 76 (ALLEGATO 324); nel corso della stessa discutevano circa l'esito
dell'incontro appena conclusosi, lasciando intendere come, oltre al D'ARPA Mario,
avesse preso parte alla discussione anche il di lui fratello minore Massimiliano, inteso
MASSIMO [ali dico scusami Massimo gli ho detto ... ma quando io venivo da tuo
padre tu non eri che sapevi i discorsi perché non eri neanche presente e tuo padre a te
non ti faceva sentire niente ... risponde Mario a no Maria Angela non mi fare
.
prendere un ..incompr.. mio padre prima di morire ci ha raccontato tutto (...)l. Altro
dato di sicuro interesse, emerso nell'ambito della conversazione in argomento, risultava
la concessione, da parte dei D'ARPA, di un non meglio specificato diritto di passaggio
che, ricavato all'interno della loro proprietà, avrebbe garantito al MADONIA Salvatore,
o a chi per suo conto ne avesse avuto l'esigenza, di raggiungere l'unico immobile dagli
4f-l stessi riconosciuto come appartenente al detenuto, ossia una casa (non ancora ultimata)
sottostante la montagna ed evidentemente confinante con le proprietà dei medesimi
D'ARPA. Inoltre veniva sottolineato come il MADONIA Mario, presente anch'egli
all'incontro, non avesse preso alcuna posizione contro le asserzioni dei cugini D'ARPA,
cercando anzi di convincere la DI TRAPANI sull'obiettivo vantaggio derivante dalla
concessione del suddetto passaggio, che egli stesso considerava un ottimo punto di
partenza [ e Mario mi guardava per dirmi non la puoi sbrogliare la cosa ora mi
. .
disse.. dice per ora già è un bene che hanno detto.. che il passamio si discosta dalla
strada na... nazionale.. dice già questo è un pass ... già questo è un Dunto 6.. )quando
esce tuo marito., poi se la vede tuo marito (...)Mario mi fa dice.. dice ciu... ciu .. dice
quello che gli dovevi dire gliel'hai detto in due parole perché l'hanno capito
benissimo].

La DI TRAPANI continuava ricordando alla suocera le evidenti difficoltà e le


contraddizioni manifestate dai fratelli D'ARPA di fionte alle contestazioni rivolte loro
[e quando gli ho detto smettetela.. smettetela.. hanno incominciato a dire no ma il
terreno l'ha comprato pure Salvo... E dov'è il mio?..No se l'è preso dalla parte di
sopra ... Ma dov'è auesta parte di sopra che la casa non ha nemmeno terreno davanti
... quando me l'hai fatto vedere tu ... mi hai capito cosa ti voglio dire cosa gli ho
detto ... No è là.. ah largo... ora è diventato largo].Infine Maria Angela prospettava
alla GELARDI l'intenzione di concludere quanto prima i lavori di definizione
dell'immobile riconosciuto di effettiva proprietà del marito (casa sotto la montagna),
che avrebbe immediatamente comportato l'acquisizione del c.d. passaggio [ora vado da
prendo
Salvo.. ora vediamo quello che mi dice (i.)quattro muratori e me la fa finire
... e gli dico da dov'è il mio? ... e alzo un bel muro .. ora parla da dov'è il mio? ...
amena dice di qua ... scusami se mio marito ha comprato tutto questo insieme a tuo
padre.. f...)no.. il passaho me lo da (...)ma io lo sai ora che faccio h..) ora mi faccio
finire subito la casa io ...ora la faccio finire subito mi capisci .. cosi incomincio a
delineare ... il passaggio dov'è? L..) e questi del lavaggio che devono rompere là m i
devono dare la strada giusto? (...)l

21) Le acquisizioni del 30/09/2007.


83 In data 30/09/2007 DI TRAPANI Maria Angela scriveva al marito detenuto; la
missiva anticipava quello che sarebbe stato il tema dominante del colloquio registrato
tra i due a L'Aquila il successivo 04/10/2007. In particolare la donna informava il
coniuge di [*GA*&'~F~$):
- aver finalmente incontrato i FIGLI DELLA ZIA ENZINA (owero i figli di
COLLURA Vincenza, vedova D'ARPA) e di essere stata accompagnata, anche in tale
occasione e come allo stesso preannunciato con la missiva del 24/09/2007, dalla suocera
GELARDI Emanuela;
- aver dovuto ascoltare solo bugie in quanto, in detta occasione, gli interessati
- - avevano negato insistentemente quanto ~ s t e n u dal
t ~ MADONIA Salvatore in

@ relazione all'individuazione dei beni di sua proprietà;


- aver dovuto constatare solo una passiva partecipazione a tale discussione da
parte della ZIA ROSA (MADONIA Diego);
- aver ottenuto unicamente la concessione di un passaggio (per intendere il
sentiero da percorrere per raggiungere la casa riconosciuta dai D'ARPA come unica
proprietà di pertinenza del detenuto, tra tutti i beni rivendicati).

(...) AMORE MIO (...) INSIEME SOFFRIAMO PER TUTTO QUELLO CHE CI E'
STATO NEGATO E DEVO ANCHE SOPPORTARE CHE CI MANGIANO FACENDO
DELLA NOSTRA DISGRAZIA LA LORO FORTUNA? PRIMA STIMAVO ENZINA
ANCHE SE HO SEMPRE CAPITO DI CHE PASTA FOSSERO I SUOI CARI. LA SUA
MALATTIA E' INCURABBILE. MA NON SI GODRANNO NIENTE, SUO UARITO E
MORTO CON IL CANCRO, LEI HA L 'HAZAIMER, A QUEI SIFILITICHI E VERMI
I
VISCIDI DEI FIGLI PIU' BASTARDI DI COME SONO NON POTEVANO ESSERE,
CREDIMI LI ASCOLTA V 0 E CONTESTA V 0 LE LORO BUGIE INEGUALIABILI, E
LA COSA CHE PIU' MI FA STARE MALE E' QUESTA, CHE LA ZIA ROSA,
ANZICHE' DI DIRGLI DI SMETTERLA HA MESSO UNA PEZZA FACENDOMI
PERMETTERE UN PASSAGGIO (...) CON ME QUANDO CI SIAMO ANDA TE C'ERA
PURE LA MAMMA CHE RICORDANDOSI LE HA DETTO PURE LEI DI FINIRLA,
RAMMENTANDOCCI I PUNTI. NEGANO LE EVIDENZE, DELLE NOSTRE
DISGRAZIE NE ANNO FATTO IL LORO TORNACONTO (...)

22) Le acquisizioni del 04/10/200%


Come anticipato, in data 04/10/2007 veniva registrato il colloquio carcerario tra la
DI TRAPANI Maria Angela ed il MADONIA Salvatore. La conversazione verteva,
in larga parte, sui problemi riscontrati dalla donna nel tentativo di recupero dei beni
detenuti per loro conto dalla famiglia D'ARPA. in particolare la DI TRAPANI, come
anticipato per lettera, riferiva al marito il contenuto della discussione intercorsa tra la
stessa e i figli del defunto D'ARPA Vincenzo a nome Mario e Massimiliano.
L'incontro, come accennato, risultava essere avvenuto a Palermo in data 25/09/2007, ed
alla presenza del MADONIA Mario e, come emerso nella precedente missiva, del di lui
padre Diego [&-$@=3).
'"b>-, -
Nell'occasione, secondo quanto riportato ed a completamento del quadro
prospettato, emergeva che:
- i D'ARPA non riconoscevano come vere le affermazioni del MADONIA
Salvatore concedendo a quest'ultimo solo il transito all'interno della loro proprietà (c.d.
passaggio) che avrebbe garantito di raggiungere l'unico immobile riconosciuto di
effettiva proprieti, ancorchè illecita, del detenuto, ancora da ultimare C posto in
posizione leggermente sopraelevata ed attigua rispetto alla loro abitazione, sita in Isola
delle Femmine (PA), Passaggio del Coniglio nr. 6 [eh... devo ringraziare che mi dice
che mi da il passaggio! L..) devo dirgli pure grazie! ... perchè non è così, come dici
-
TU!]:

- MADONIA Mario, anziché fare gli interessi del MADONIA Salvatore,


consigliava alla DI TRAPANI di accontentarsi della concessione ottenuta (c.d.
passaggio) e di preoccuparsi solo di ultimare i lavori dell'immobile di cui sopra,
definendo perlomeno quanto stabilito [... chiudila così ... non ti sta dando il passado!
... il passa~gioce l'hai, domani se la vede TUO MARITO! L..) vedi immediatamente
... dice di... sistemarla (la casa, ndr)... finirla G..) ... così si delinea questo
si finisce e
passapaio, dove è, dice L,.) delineiamo questo passarraio, immediatamente! ... che
l'hanno detto];
- MADONIA Diego assumeva una posizione ancor più distaccata di quella del
di lui figlio Mario, chiedendo peraltro alla DI TRAPANI se, in passato, quest'ultima
ricordasse di una eventuale vendita di dette proprietà proprio ai D'ARPA; circostanza
questa negata con veemenza dalla DI TRAPANI, secondo la quale, tali illazioni
sarebbero state unicamente funzionali ad un mero tentativo di infamia nei suoi confronti
8 [TUO ZIO L..) non vuole sentire niente L..) lo sai TUA ZIA ROSA (MADONIA
Diego, ndr) ... che strada, forse, voleva girare?! ... mi fa... ma TU una volta non c'eri
andata L..) lo sai cosa mi ha detto? ... ma TU una volta non c'eri andata ... che Iì lo
dovevi levare? ... gli ho detto ... e che cosa ve ne volete uscire?! ... che. per caso,
gliel'ho venduto?! G.) volevano architettare qualche ... qualche ... infamia, forse a
carico mio L..) tipo ... come se IO glielo avessi venduto! L..) no. non me l'hanno detto
LORO! ... TUA ZIA ROSA solo!];
- La presenza della GELARDI Emanuela era stata richiesta dal MADONIA
Diego e dal di lui figlio Mario [pure la MAMMA c'era (GELARDI Emanuela, ndr)

-- - -- -- fi..)- dico ... ma


- che è ... una novità!? ... se TUA SUCERA lo sa ,,. dice ... falla venire
Q ...
pure ... dice che è meglio!];
- D'ARPA Mario esternava la sua delusione dinanzi alle accuse rivoltegli,
rinfacciando la disponibilità sempre mostrata (in passato) nei confronti di MADONIA
Salvatore. In tal senso ricordava alla donna di aver provveduto agli spostamenti del
MADONIA e di aver più volte messo a sua disposizione anche la propria abitazione
[IO ... andavo correndo a destra e sinistra ... l'ho messo a ca ... ho dato la mia casa,
gua ... a disposizione ...l;

Quest'ultima circostanza indurrebbe a far ritenere che il D'ARPA Mario, in


passato, abbia potuto anche favorire la latitanza di MADONIA Salvatore. In tal senso
potrebbero infatti essere intese le risultanze investigative già emerse in data 28/04/1994,
allorquando il Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione - con Decreto nr.
I
41/92 RMP e nr. 197192 disponeva (tra l'altro), la confisca dei seguenti beni in
pregiudizio del MADONIA Salvatore c ~ m ~ ~ ~ e ; P 5 ) :
* Autovettura Suzuki Targata PA A74856, intestata a D'ARPA Mario;
* Autovettura Volkswagen Polo targata PA A35296, intestata a D'ARPA Mario;

- Nel prospettare la vicenda al marito, la DI TRAPANI illustrava inoltre il modo


in cui i D'ARPA risultavano avere nel tempo sfruttato le proprietà in argomento,
specificando come nella parte bassa (attigua alla Statale 113) D'ARPA Mario avesse
costruito un capannone affittato a terzi [... nella varte di sotto si è fatto LUI tutte cose
G..) ... se l'è presa LUI... IL GRANDE! ... e ali ha fatto tutti capannoni!
la parte sotto
... capannoni ... che hanno LORO! ... attività! ... di ... ad ALTRI? ...l, mentre nella
@ parte alta, il fratello minore Massimiliano avesse realizzato la propria abitazione, [
dalla parte sopra ... se l'è fatte IL PICCOLO [fratello minore, ndrl ... forse si è fatto
capa ... casa ... non lo so cosa si è fatto! L..) la parte di sopra... ce l'ha ... SUO ... SUO
FRATELLO IL PICCOLO!]. Gli elementi sopra indicati, se connessi a quanto già
emerso in data 06/09/2007, allorquando veniva specificato come il capannone realizzato
dai D'ARPA sul terreno sito in posizione più bassa fosse stato adibito a lavaggio ed
affittato a terzi, apparivano assolutamente compatibili con quanto emerso dagli
accertamenti effettuati tramite interrogazione della BB.DD. FF.PP.: si appurava infatti
che, in data 17/04/2007, D'ARPA Vincenzo risultava aver ceduto in affitto a FASONE
--- Ignazio (Palermo, 02/12/1951) un magazzino (adibito a lavaggio) sito in territorio di -

8 Isola delle Femmine @A), S.S. 113 nr. 17 (mod. 574/2007);

Di fionte al racconto fornito della moglie, il detenuto mostrava tutta la sua ira,
ribadendo nei dettagli l'esatta vicenda che aveva caratterizzato l'acquisto delle proprietà
oggetto di discussione. Nello specifico il MADONIA asseriva:
- di aver in passato fornito al defunto D'ARPA Vincenzo la somma di
255.000.000 (duecentocinquantacinquemilioni di lire), necessaria per acquistare tre
distinti appezzamenti di terreno I.. MARIA ANGELA ... sono tre pezzi (di terreno,
ndr) ... sono tre fazzoletti! L..) dici ... mi manda SALVO... e gli dici... sono tre pemZZI!
f...) venticinque ... trenta ... e duecento! (milioni di lire, ndr) 6..) tutti ...
ducentocinquantacinque! (milioni di lire, ndr) ... tutte cose L..) non c'è uuesto
cancello?! 6..) lo passi ... dove c'è ... fino a (indica la parte alta, ndr)... è mio! ... che
era di SUO PADRE! ... accanto (indica la sua sinistra. ndr)... l'ho preso pure! ... e
tutta la striscia (indica la parte superiore, ndr)... va ... fino... fino a giù (indica la sua
destra. ndr)... alla statale, MARL4 ANGELA!(;..)]
- di aver ripartito tale denaro come segue:
* 25.000.000 per l'acquisto del terreno che il detenuto indicava a sinistra rispetto
all'abitazione dei D'ARPA [la sai la casa L,.) la casa ... oh! ... questo pezzeffino
accanto (mima una porzione di terreno sito sul lato sinistro della casa di cui trattasi,
ndr) (;..)è pure mio! ... quello... questo è costato... venticinaue!];
* 30.000.000 per l'acquisto del terreno che il detenuto indicava a destra rispetto
alla predetta abitazione [MARLI ANGELA ... a fianco! [indica il suo lato sinistro,
ndrl ... quello fino a monte... da più! ... ali ho dato... trenta];
6 * 200.000.000 per l'acquisto del terreno di dimensioni maggiori e confinante sia
con le proprietà anzidette che con la Strada Statale 113 [e tutto questo ... duecento!];
proprio la conformazione di quest'ultimo terreno, spiegava il detenuto, avrebbe garantito
il raggiungimento dell'abitazione, sempre di sua proprietà, in maniera del tutto
autonoma [e tutto questo che gira ... per avere il passamio mio ... e non avere pro ...
LORO ... problemi! (;..)l. In altre parole, ciò che i D'ARPA prospettavano come una
concessione in favore del detenuto (c.d. passaggio) veniva dallo stesso ritenuto un
abuso [e mi ... il rrassaggìo! ...ma che sei scemo! ... ali dici ... dice MIO MARITO ...
ma TU sei scemo, dice!];
- di_qvqproweduto a far si che i D'ARPA potessero dare una svoltaal loro stile

8 di vita:
[...l
SALVATORE: $..) dove li hanno presi LORO i soldi?! ...
M. ANGELA: gliel'ho detto ... MIO MARITO vi ha tolto da tum*i m a i a
VOIALTRI? non avevate nemmeno il pane per mangiare!
SALVATORE: ... nel nova ... da dove ali sono venute?! ... che nemmeno si
potevano comprare un co... un collare...

Nel prosieguo del colloquio in esame il detenuto insisteva affinchè la moglie


incontrasse nuovamente i D'ARPA, riferendo loro le sue testuali parole [gli dici ... vi
... o dovete pregare... che SALVO muore in carcere, perchè ... cose di
giura, SALVO
MIO UARITO non ve ne fregate! ... SALVO si alza la mam*nae vuole approfittare di
1
TUTTI E DUE!? o di TUO PADRE?! ... o di TUA MADRE?! ... cose mie e di MIO
MARITO ... non le levate... vi giura sopra la cosa più santa che avete! ... perchè MIO
MARITO non ha mai approfittato di nessuno! ... e nemmeno si immapina di
approiìttarsi di TUTTI E DUE! ... e mi ha detto solo una cosa ... MIO MARITO mi
ha detto che siete due pezzi di MASCALZONI! ... ali dici ... senti ... sudore di MIO
MARITO ... fra cent'anni ... fra cinquant'anni ... vi stermina a TUTTI!].
I1 MADONIA esortava però la consorte affinchè, nell'occasione, si facesse
accompagnare dal cugino MADONIA Mario o, in alternativa, da ARIOLO Sergio
owero dal nipote LO CRICCHI0 Pietro I...se non vuole venire ... MARIO ... allora
..
ti prendi a SERGIO. o a PIETRO ... un maschio, davanti!].
Infine la DI TRAPANI rimproverava al marito di essere stato in passato troppo
@ buono, non avendo mai disposto un intervento risolutivo di "chi era fuori" (owero in
stato di libertà) tale da far comprendere la sua reale portata offensiva anche da detenuto,
ed incutendo quel timore considerato necessario a garantire il rispetto in presenza del
quale nessuno avrebbe mai osato approfittarsi di loro:
[...l
M. ANGELA: siamo stati troupo ... buoni [tono sarcastico; nello stesso
istante riproduce con la mano destra il gesto tipicamente usato per indicare l'atto del
picchiare, ndr7... perchè non vedono...
SALVATORE: ... e che cosa dovevamo fare, secondo TE? ... che cosa ...
dovevo fare?... dimmelo TU ... che ... ---

M. ANGELA: ... un giorno te lo dico! ... direttamente! ... subito! ... TU ci sei
8 qua?! ... per chi era fuori! ... sbriga auesta cosa, immediatamente! ... e vedi se si
sarebbero permessi... ad avere un poco di rispetto in più! ... nei nostri riguardi! ... e
nei miei!
Quest'ultima circostanza sarebbe stata rivisitata dal MADONIA Salvatore in data
07/02/2008, successivamente agli ultimi arresti awenuti a Palermo il 16/01/2008
(eseguiti nei confronti di GENOVA Salvatore, GRAZIANO Vincenzo, FONTANA
Stefano etc.), anche sulla base delle ultime rivelazioni dei neo collaboratori di giustizia;
nell'occasione il detenuto aveva sottolineato alla moglie che era stato provvidenziale
non fare intervenire terze persone a sostegno della tutela dei loro interessi economici,
poichè ne sarebbe potuto derivare anche un suo eventuale coinvolgimento nelle ultime
gJ@
indagini v;,., ..
SALVATORE: ... se non fosse stato per te... se non fosse stato che io ti dico di
. . ..
no.. tu... eh.. BEBI... auesta cosa. me la uorterei pure...
M.ANGELA: machi?
SALVATORE: BEBI...
M.ANGELA: eh...
SALVATORE: ... e lui dice... ma io la vorrei ora... e io ti dicevo... lascia
perdere che C 'è.. .
M.ANGELA: Ah...
[...l

Lo stesso giorno (04/10/2007), di ritorno dal colloquio, DI TRAPANI Maria


Angela ed il figlio Francesco si recavano presso l'abitazione di MADONIA Mario, sita
in Palermo via Libertà nr. 171 (dato confermato dal GPS installato sull'autovettura in
uso alla donna che registrava una sosta in via Gabriele D 'Annunzio - traversa di via
libertà - dalle ore 20:48 alle successive ore 21:38 -
Alle ore 21:46 DI TRAPANI Maria Angela, giunta presso la propria abitazione
(Via San Lorenzo 56) riferiva alla madre (SGROI Rosa) ivi presente, di essere stata da
MARIO (MADONIA Mario) e di "a .
ono andata da Mario.. sono
.
andata da Mario.. ho perso tempo] -
Anche il .piccolo MADONIA Francesco, in data 06/10/2007, scriveva al padre
informandolo della visita fatta al MADONIA Mario la sera del 04 ottobre O
(B
U8S).

(..) IERI SERA SIAMO ARRIVATI A CASA ALLE 9:00 PERCHE' PRIMA SIAMO
ANDATI DA MARIO (..)

23) teacauisizioni del 16/10/200%


In data 16/10/2007, con ogni probabilità, aveva luogo l'atteso incontro tra:
- DI TRAPANI Maria Angela, accompagnata sul posto dal nipote LO
CRICCHIO Pietro (secondo le indicazioni fornite dal marito detenuto), figlio del noto
esponente mafioso L O CRICCHIO Salvatore;
r i P L .-
- D'ARPA Mario;
- D'ARPA Massimiliano;
- MADONIA Mario.

Anche quel giorno il GPS installato sull'autovettura in uso alla DI TRAPANI ma


nell'occasione condotta dal cugino LO CRICCHI0 Pietro, faceva registrare una sosta
in Viale Resurrezione (Palermo) dalle ore 18:57 alle successive ore 20:30 [&%~~EGATO
X19).
Nel corso della conversazione ambientale registrata durante il tragitto di rientro a
casa, infatti, la DI TRAPANI rimproverava il nipote Pietro per non aver esplicitamente
chiesto a MARIO (verosimilmente MADONIA Mario) un concreto interessamento per
un impiego lavorativo dello stesso @$T+L&ATQ:~~).
[...l
Pietro: neanche se me lo regalano... che aspettative hai... gli ho detto... inc...
Maria A: se glielo dici quello che sai fare che cosa vuoi fare...
[.-.l
Pietro: .
e che cosa.. e dimmi che cosa gli dovevo dire? dimmelo tu.. ha .
ragione ... inc...
Maria A: e... inc... Mario qualsiasi lavoro basta che mi prendi
Pietro: ma perché non gliel'ho detto io... qualsiasi lavoro... faccio un lavoro
, ..rozzo che,significa?... qualsiasi lavoro basta che sono.... inc...va bene... inc.. dice lui
che cosa vorresti fare... io vorrei fare tante cose... che cosa vorrei fare... alla regione
ani
vorrei entrare!
[...l

24) Le acquìsiaionidel 24/10/2007.


In data 24/10/2007 aveva luogo, regolarmente autorizzata, una ulteriore telefonata
tra il detenuto MADONIA Salvatore, la moglie DI TRAPANI Maria Angela ed il
figlio Francesco. Nel corso della stessa la donna, come al solito, forniva al marito
alcune anticipazioni delle ternatiche che avrebbe poi trattato in maniera più esaustiva nel
corso del successivo colloquio. In particolare riferiva al MADONIA che IYlzheimer era
incurabile, volendo intendere di non essere riuscita a far valere le loro pretese nei
confronti dei D'ARPA, i quali, secondo il racconto della donna, risultavano di contro
aver contattato il MADONIA Aldo (inteso CARLA) prospettandogli l'inconsistenza
delle accuse loro rivolte. I1 detenuto tranquillizzava la moglie affermando che tutti i loro
beni non sarebbero mai andati persi, lasciando intendere che, in futuro, sarebbero tornati
ad esserne gli assoluti ed indiscussi proprietari @ ~ , L E G A ~ ~ - T ~ ) .
[--l
M. ANGELA: l'alzaimer è completamente incurabile quello che ha la zia ...
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: l alzaimer della zia ... della ... della zia ...
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: è completamente incurabile ...
6 SALVATORE: ah ... Maria Angela non ti preoccupare ... io vorrei avere tutte
cose così (ride) non e che se lo uossono mangiare ..incompr ... il ... non è che se la
possono mangiare la malattia (ride) ...
M. ANGELA: incompr ...
SALVATORE: ... non ti preoccupare ...
M. ANGELA: anche a Carla l'ha detto ...
SALVATORE: &&
M.ANGELA: si,si ...
SALVATORE: e va bene ... va bene ...
M. ANGELA: prendendo ... prendendo-di sopra contro di me ...
[...l

25) Le ocauisizioni del 08/11/2007.


Anche 1'8/11/2007 veniva registrato un colloquio carcwario tra la DI TRAPANI
Maria Angela ed il MADONIA Salvatore i).Nel corso dello stesso la
donna forniva implicita conferma circa l'effettiva realizzazione dell'incontro (già
presunto), awenuto il 16/10/2007, tra la stessa ed i fratelli D'ARPA Mario e
Massimiliano, alla presenza del MADONIA Mario.
In particolare la DI TRAPANI specificava come il D'ARPA Mario avesse
nell'occasione esternato l'intenzione di non voler cedere nulla di quanto in suo possesso
(owero in possesso del nucleo familiare del defunto padre D'ARPA Vincenzo) poiché, a
1
suo dire, proprio il MADONIA Salvatore avrebbe approfittato, in passato, del di lui
padre Vincenzo; in tale contesto la medesima DI TRAPANI specificava come il
D'ARPA Mario l'avesse provocata insistendo, con tono accusatorio, affinchè chiedesse
al marito detenuto dove fossero andati a finire i soldi del D'ARPA Vincenzo (ZIA
BEBI) ed insinuando un vero e proprio ffapprofittamento"del MADONIA [lo hai
saputo che cosa mi ha detto ... cosa mi hanno detto tutti e due i FRATELLINI ...
che mi hanno Dreso di sopra davanti a tuo CUG L,.) facevano dice ... si allora TU gli
devi domandare dice ... a ... SALVO (con la mano indica il detenuto,ndr) ... dove
sono i soldi di mio PADRE? ... ma che ... ma che vuoi dire? ... TU digli dove sono i
soldi di mio ad re? t...) dove sono i soldi di mio PADRE? (abbassa notevolmente la
gi ..
voce.ndr) . facci questa domanda a TUO MARITO!].
La donna continuava riportando al marito quanto riferito ai D'ARPA,
specificando altresì di aver prospettato agli stessi, con toni minacciosi, l'intewento di
ALTRE PERSONE [gli ho detto: senti oggi ci sono IO ... ti giuro ah ... che TU a me
la mia faccia non la vedrai più ... vedrai ALTRE FACCE ...l; la prospettata
intimidazione, avrebbe però indotto i medesimi D'ARPA a cercare un incontro con
MADONIA Aldo, al quale, sempre secondo il racconto della donna, risultavano aver
prospettato le loro preoccupazioni [se ne sono scappati da TUO FRATELLO ...l. La
circostanza, secondo lo stesso Aldo, sarebbe potuta rivelarsi dannosa per Maria
Angela, ormai ritenuta potenzialmente responsabile di qualsiasi "incidente" accorso ai
predetti. D'ARPA [ALDO mi ... mi fa dice ... ma perché non lasci stare JI..) gli ho
detto: ma scusami ma TU ci ... dice ma IO ti capisco ... dice ... comprendo pure a
C
MIO FRATELLO ... dice ... ma per questo pezzo di cosa, dice, lasciaalielo andare
dice ... non sa mai Dio ... dice, perché la cosa è presa brutta dice ... perché sono
venuti da me ... tuttì scantati (con le braccia mima il gesto del tremare,ndr) ... dice
... ra ti devi preoccupare se ci , d d d i m il piede (minrn il gesto dello scivolnre,rrdr)
dice ... capace di dire subito ... che sei stata TU!].
Infine giova richiamare l'attenzione su una particolare frase pronunciata dal
D'ARPA Mario ed anch'essa riportata, puntualmente, al detenuto. Nell'occasione
veniva infatti specificato come, in passato, non vi fosse mai stato un vero e proprio
criterio in base al quale discernere i beni di effettiva proprietà del defunto padre
Vincenzo da quelli riconducibili al MADONIA Salvatore, a fronte dell'allora
t
evidentemente totale convergenza di interessi [b..) non c'era il MIO e il TUO fra ME
... fra TUO MARITO e MIO PADRE f.. .)l.
Tutta la vicenda di cui al presente paragrafo non avrebbe successivamente offerto
significative evoluzioni, concludendosi con un generico proposito del detenuto di
riappropriarsi, un domani, di tutti i suoi beni, ivi compresa la più volte citata casa in
costruzione, anch'essa lasciata, come ribadito dalla DI TRAPANI, nella piena
disponibilità dei D'ARPA. Tale ultimo gesto si sarebbe dovuto tradurre nel mero
tentativo di incutere quel senso di timore derivante dalla certezza di non aver
definitivamente concluso la vicenda:
[...l
M. ANGELA: gli ho detto prendi ... a questo punto prendetevi pure la CASA
B", (abbassa la voce e con le mani indica verso 17alto,ndr)... che non mi interessa ... no
guella non ti ho detto ... no prendetevela ... a me non mi vedi più, prendetela pure
prendetela ... la vuoi pure? ... Prenditela! ...
SALVATORE: (annuisce con la testa, ndr) ... si! ... si! ...
M. ANGELA: morti ... mi fa ... e se ne scapparono ... gli ho detto prenditela
-
e
.

SALVATORE: cioè quello che mi dispiace ...


M. ANGELA: te lo dico IO prenditela ... però una cosa ti dico ...
SALVATORE: cioè quello che mi dispiace ...

--v+ _ \=
M. ANGELA: né TU e né TU e neanche i vostri figli ...
SALVATORE: (annuisce vistosamente con la testa,ndr) ... si! ... questo è poco
é? ...
M. ANGELA: ...incomprensibile...
SALVATORE: guesto è poco ma è sicuro (risata sarcastica,ndr) ... ehm ... eh
... il discorso che tu non te la devi prendere a ridere io invece la rivrendo a ridere.
prima ho fatto ...
[...l

26. L'ESATTA INDMDUAZIONE DEI BENI DETENUTI DAI


D'ARPA, OGGETTO DI RIVENDICAZIONE DA PARTE DEL MADONLQ
SALVATORE.
Dopo aver dimostrato, in maniera inequivocabile, il ruolo di prestanome svolto
dai suddetti D'ARPA anche e soprattutto nei confronti del MADONIA Salvatore,
riusciva oltremodo semplice individuare tutti i beni rivendicati da quest'ultimo.
A tale scopo venivano effettuati gli opportuni accertamenti catastali,
relazionandoli alle precise indicazioni fornite nel tempo:
Alla luce di ciò i "tre appezzamenti di terreno" rivendicati dal MADONIA
Salvatore venivano individuati, senza alcun dubbio, in due distinte compravendite:

1. NOTA DI TRASCRIZIONE, registro generale 43909, registro particolare nr.


32769, presentata il 21/11/1990 e relativa all'ATTO DI COMPRAVENDITA del
16/11/1990, rep. 41021, redatta dal Notaio Francesco PIZZUTO di Palermo
@l
(ALLEGATO Y1s).

a favore: di D'ARPA Vincenzo, nato a Palermo il 09/06/1931, in regime di


comunione dei beni;

contro: VASSALLO Giuseppe, nato a Capaci (PA) il 06/02/1922, coniugato in


regime dei beni;

per la vendita di: aiipezzamento di terreno agricolo ricadente in zona "E" (verde
agricolo) sito nel Comune di Isola delle Femmine (PA), contrada Costa-o-Contrada -
Estremola esteso are 59,34 circa, confinante con proprietà della parte acquirente, con
proprietà DI LORENZO, con proprietà CRIVELLO e con Strada Nazionale (Ss
113); indicato al N.C.T. di Isola delle Femmine (PA) alla partita 427, foglio 4,
particelle:
- 242 (ex 129ib). vigneto di 1A, are 43.68;
- 127, fiassineto di 1A, are 15.66.

Per quanto concerne la particella nr. 242 essa ad oggi consiste nelle particelle nr.
632 e 633; su quest'ultima si è constatata (anche catastalmente) l'esistenza del fabbricato
cat. CI2 (magazzini, locali e depositi) della consistenza di 54 metri quadrati,
identificabile nel capannone adibito a lavaggio ed affittato a FASONE Ignazio, sopra
meglio indicato; ad ulteriore riscontro di ciò è possibile notare come, in conformità alle
indicazioni fornite dagli indagati, il terreno relativo alla particella 632 (su cui insiste il
fabbricato di cui alla nr. 633) risulta effettivamente essere confinante con la Strada
Statale 113.
Per quanto invece concerne la particella nr. 127, essa risulta essere stata unita alla
particella nr. 241 (sulla quale, ad oggi risulta esservi l'abitazione dei D'ARPA) come da
Tabella di variazione del 2410 112007 nr. 31787.112007 in atti dal 24/01/2007 @rotocollo
nr. PA0031787).

per la vendita di: appezzamento di terreno agricolo (zona "E") sito nel Comune di
Isola delle Femmine (PA), Contrada Coste, esteso mq. 2700, confinante con la parte
ah acquirente, con proprieta della parte venditrice e con proprietà FERRANTE, indicato al
N.C.T. di Isola delle Femmine (PA) alla partita 1566, foglio 4, part. 193, fiassineto di
1 ", are 29.90.

Nel medesimo atto veniva inoltre specificato che circa 300 mq. di detta particella
risultavano essere già stati espropriati ad opera della Cassa per il Mezzogiorno, giusto
Decreto del Prefetto della Provincia di Palermo nr. 2709312.53.21 del 14/05/1984.

Ad ogni buon fine si riportano alcune immagini esplicative:


i-.

@ FOTO NR 1: Estratto del foglio di Mappa nr. 4 del Comune di Isola delle
Femmine. Le particelle evidenziate in giallo denotano i terrenilfabbricati in di cui alle
compravendite sopra riportate [632 (ex 242), 193 e 1271, il fabbricato (adibito a
lavaggio) confinante con la SS 113 ed affittato a FASONE Ignazio [633], la casa in
costruzione riconosciuta da subito di effettiva proprieta del MADONIA Salvatore
[635] nonché il terreno su cui, in tempi successivi alla redazione del presente foglio di
mappa, sarebbe sorta l'abitazione dei medesimi D'ARPA [241];
FOTO NR. 2: Estratto del foglio di Mappa nr. 4 del Comune di Isola delle
Femmine, riportante la medesima porzione di cui alla foto m. 1, con le varianti nel
tempo apportate. Le linee di colore rosso ivi tracciate delimitano i tre fazzoletti di
terreno più volte indicati dal MADONIA Salvatore alla moglie ed esplicitamente
rivendicati quale propri [part. 632 (ex 242), 193 (ridimensionata nel tempo), 127 (linea
tratteggiata ad indicare la sua unione alla m. 241) ed infine 635 (su cui sorge la casa in
costruzione per il cui raggiungimento i D'ARPA avrebbero concesso il c.d. passaggio]:

FOTO NR 3: panoramica dall'alto di Isola delle Femmine ritraente la porzione


di territorio di cui alle foto nr. 1 e 2. Le note apposte indicano l'esatta ubicazione della
via Passaggio del coniglio, dell'abitazione dei D'ARPA, della più volte cita.ta casa in
montagna (in costruzione) del MADONIA Salvatore e del capannone adibito a
lavaggio ed affittato a PASONE Ignazio;

POTO NR. 4: particolare della casa in costruzione del MADONIA Salvatore


[particella nr. 6331, sottostante il noto sito recante la dicitura "NO MAFU";
2 7. LA DESTINAZIONE DEI BENI ALL'INDOMANI DELLA MORTE DI
D'ARPA WNCENZO (CL 1931)
In data 10/08/2007decedeva, come noto, D'ARPA Vincenzo (inteso ZIA BEBI);
I1 23/11/2007, veniva redatto il relativo verbale di pubblicazione Testamento,
C . presenfato pressò l'competenti uffici catastali in data 13/12/2007 e recante m. Reg.
v.

Generale 80091 e m. Reg. particolare 50444 ')*A.


%$?). L'atto risultava
composto da m. 6 (sei) UNITÀ NEGOZIALI, m. 3 (tre) SOGGETTI A FAVORE e m. 1
(uno) SOGGETTO CONTRO (il defunto D'ARPA):

UNITA' NEGOZIALE NR. 1:


- Immobile m. 1 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio m. 4, catastato al foglio m. 4 particella m. 241 sub 7 (natura A17 Abitazione in
villini);

UNITA' NEGOZIALE NR. 2:


- Immobile m. 1 sito in territorio di+ Isola deiJe Femmine, via Passaggio del

8 coniglio snc., catastato al foglio m. 4 particella m. 241 sub 9 (natura N 7 Abitazione in


villini);

UNITA' NEGOZIALE NR. 3:


- Immobile m. 1 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio m. 4 particella m. 634 (natura CI2 Magazzini e locali di
deposito);

UNITAt NEGOZIALE NR. 4:


- Immobile m. 1 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio m. 4, catastato al foglio m. 4, particella m. 241 sub 6 (natura N 7 Abitazione in
villini);
- Immobile nr. 2 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio nr. 4, catastato al foglio nr. 4, particella nr. 241 sub 8 (natura A-Appartamento);
- Immobile nr. 3 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio nr. 4, catastato al foglio nr. 6, particella nr. 241 sub 1 (natura DI1 Opifici);
- Immobile nr. 4 sito .in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio nr. 4 particella nr. 635 (natura A-Appartamento); I

- Immobile nr. 5 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio nr. 4 particella nr. 233 (natura T-Terreno);

UNITA' NEGOZIALE NR. 5:


- Immobile nr. 1 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio nr. 4 particella nr. 633 (natura CI2 Magazzini e locali di
Deposito);
- Immobile nr. 2 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio nr. 4 particella nr. 193 (natura T-Terreno);
- Immobile nr. 3 sito in territorio di Isola delle Femmine, via Passaggio del
coniglio snc., catastato al foglio nr. 4 particella nr. 632 (natura T-Terreno);

UNITA' NEGOZIALE NR. 6:


- Immobile nr. 6 sito in territorio di Palermo, via Giuseppe Lanza di Scalea nr.
454, catastato al foglio nr. 16 particella nr. 1462 (natura CI2 Magazzini e locali di - .-.

Deposito);

SOGGETTI A FAVORE
Soggetto nr. 1
D'ARPA Pietro, nato a Palermo il 01/01/1960, relativamente a:
UNITA' NEGOZIALE NR. 1 (piena proprietà);
UNITA' NEGOZIALE NR. 6 (proprietà ?4con la madre COLLURA Vincenza)

Soggetto nr. 2
D'ARPA Massimiliano, nato a Palermo il 01/05/1971, relativamente a:
UNITA' NEGOZIALE NR. 2 (proprietà ?4 con la madre COLLLTRA Vincenza);

ep<
UNITA' NEGOZIALE NR. 3 (piena proprietà);
Soggetto nr. 3
D'ARPA Vincenzo, nato a Palermo il 20/10/1992 (figlio di Mario cl. 1962),
relativamente a:
UNITA' NEGOZIALE NR. 4 (piena proprietà);
UNITA' NEGOZIALE NR. 5 (proprietà $4con la madre COLLURA Vincenza).
8 6. IL RUOLO DI PRESTANOME DI DI TRAPANI NICOLA, INTESO
'U N I W R U.

Un altro soggetto che ha svolto un ruolo di prestanome e di gestore del patrimonio


immobiliare occulto riconducibile alla famiglia di DI TRAPANI Francesco, defunto
padre dell'indagata Maria Angela e già reggente del mandamento di Resuttana, è DI
TRAPANI Nicola, pt. Mariano e mt. ULIZZI Casimira, nato a Palermo il 07/03/1965,
ivi residente in via Valderice 1/B.

L'IDENTIFICAZIONE DI DI TRQPANI NICOLA ED I SUOI LEGAMI CON


I M A D O N M I TRQPANL

Alla identificazione del predetto DI TRAPANI Nicola ed all'individuazione dei


beni dallo stesso gestiti si è pervenuti attraverso l'analisi di alcuni colloqui carcerari
degli indagati MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Nicolò nel corso dei quali i
medesimi discutevano con DI TRAPANI Maria Angela di alcuni aspri contrasti aventi
ad oggetto la gestione di un comune, occulto, patrimonio immobiliare al quale era pure
interessata la famiglia dell'esponente mafioso DI PACE Francesco e, quindi, lo zio di
questi, GUASTELLA Giuseppe, già reggente del mandamento di Resuttana.
In particolare, riportando al marito ed al fiatello detenuti notizie apprese anche
dalla famiglia LO VERDE, Maria Angela avanzava il sospetto che, approfittando delle
difficoltà dei DI TRAPANI e della non perfetta cognizione di tutti gli immobili
acquistati dal defunto DI TRAPANI Francesco, DI PACE Francesco e la famiglia
GUASTELLA, stessero procedendo, in assoluta autonomia, alla alienazione e
monetizzazione di una parte di questi cespiti patrimoniali.

l )Le acuuìsizìoni del 14/12/2006.


In tale contesto, il 14/12/2006, nel corso di un colloquio carcerario con il marito
MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria Angela riferiva di avere incontrato, in
occasione dei funerali di GELARDI Mario (tenutisi 1'1 111212006 , tale NICOLA...
QUELLO NERO al quale aveva domandato notizie più specifiche relative ad alcune
acquisizioni immobiliari concluse dal genitore DI TRAPANI Francesco, prima del suo
decesso.
E' opportuno premettere che tale problematica veniva trattata dopo che i due
interlocutori discutevano delle direttive che il MADONIA Salvatore, tramite la moglie,
doveva far pervenire al cugino MADONIA Mario al fine di orientarne il ruolo di
gestore di altra parte del patrimonio occulto riconducibile al medesimo detenuto
MADONIA Salvatore. Tali brani della conversazione sono già stati oggetto di
esposizione e di analisi in occasione dell'esame della posizione dell'indagato
MADONIA Mario.
Ritornando alla parte di interesse va rilevato che i contenuti del colloquio
@ carcerario in argomento lasciavano chiaramente emergere alcuni dettagli informativi
particolarmente interessanti in ordine alla stretto collegamento del citato NICOLA alla
famiglia DI TRAPANI ed all'allora latitante DI TRAPANI Francesco ~&EGATO
Al1).
[--l
M. ANGELA: lo sai ... quando ero al funerale della ZIA ... della ZIA ... al
funerale della ZIA ROSA
SALVATORE: dello ZIO MARIO ... (GELARDI Mario, ndr)
M. ANGELA: dello ZIO MARIO! ... ho incontr ... c'era là ... eh ... te lo
ricordi a NICOLA? ... auello nero (di carnagione scura. ndr) - - I V -

@ SALVA TORE: ... PAROLA INCOMPRENSIBILE... eh! (annuisce, ndr) ...


M. ANGELA: ... gli faccio ... NICO' ... ciao ... ali ho detto ... gli ho detto ...
veramente è da tanto che cerco sempre di vederti...
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: ... e vedi... ci stiamo vedendo Qua... comunaue ...
gli ho detto
dice ... si MARD '... eh ... ali faccio... ma tu ti ricordi... gli ho detto ... PAPA' ... mio
padre prima di morire...
SALVATORE: eh!
M. ANGELA: ... si ... avevamo parlato insieme ... ali ho detto ... si,
dice
perchè mio padre me lo accennò! ... dice, si... ali ho detto... dimmi una cosa... ali ho
detto... non ~erchè... PAPA' che cosa aveva preso. là?... dice... davanti a me ...
I due colloquianti redarguiscono il figlio che gioca con l'interruttore della luce.
A
M. ANGELA: ... te lo ... dice ... te lo dico subito... dice ... TUO
davanti a me
PADRE ... dice ... ha preso due case ... (indica il numero due, ndr)... ali ho detto ...
quali? ... quella del tabacchino e quella sopra! ... dice ... PAROLA
INCOMPRENSIBILE (indica se stessa, ndr) ...
SALVA TORE: sangue mio ...
M. ANGELA: se la sono venduta! ...
SALVATORE: chi?
M. ANGELA: ... e lo fa ... ci hanno preso in giro!
SALVA TORE: chi?
[.-.l

Gli spunti argomentativi emersi nel corso della suddetta conversazione


permettevano di focalizzare l'attenzione su alcune circostanze particolarmente
importanti:
- il riferimento al colore nero fatto da DI TRAPANI Maria Angela, per far
comprendere al marito chi fosse il tale NICOLA [te lo ricordi a NICOLA? ... quello
nero];
- la precise informazioni, addirittura più dettagliate di quelle in possesso di
Maria Angela, che tale NICOLA aveva in merito agli acquisti immobiliari operati dal
di lei padre, DI TRAPANI Francesco, nel periodo in cui era in vita e quindi nel pieno
-t - esercizio del ruolo di reggente del mandamento diResuttana;
- la accertata vicinanza al DI TRAPANI Francesco da parte del NICOLA in
8
questione; tale soggetto evidentemente aveva particolare facilità di relazione con il
primo, tanto da aver potuto interloquire con lo stesso in epoca immediatamente
precedente il suo decesso (1992), quando il DI TRAPANI era latitante [matu ti ricordi
... ali ho detto ... PAPA' ... mio padre prima di morire ... (...) dice ... si ... avevamo
parlato insieme ... ali ho detto... si, perchè mio padre me lo accennò!];

2) Le acquìsizioni del 20/01/200%

In data 20/01/2007 DI TRAPANI Maria Angela, nel corso di colloquio


carcerario con il fratello Nicolò, affrontava nuovamente le tematiche di natura
patrimoniale discusse già con il marito in occasione del precedente colloquio e relative
alle diatribe in atto con la famiglia di DI PACE Francesco ed in particolar modo con lo
zio Giuseppe GUASTELLA. Secondo il racconto della DI TRAPANI, quest'ultimo
aveva degli immobili in comproprietà con il reggente del mandarnento DI TRAPANI
Francesco e dei quali, alla morte di costui, il medesimo GUASTELLA si era
appropriato.
Proprio in relazione a tali immobili la DI TRAPANI, cosi come aveva fatto in
precedenza con il marito, ripercorreva l'incontro avuto al funerale di GELARDI Mario
con il tale NICOLA, aggiungendo nell'occasione ulteriori elementi utili per
i,s+?, * ,"er- -* -.,.'i!'
4:,<*.e,. -..
l'identificazione dello stesso ~ , '.4*$.<,

.:~~..,,.r..wn. ~
..-27<$8 $
.,. &6b%i ~ ~ @ ) .
[...l
d M. ANGELA: ... dove PAPA' stava ... (abbassa il tono della voce, ndr)
allora
... di fronte al1'Africa... dentro... là ... (per indicare un luogo inserito nel contesto del
guartiere Resuttana di Palermo, ove, peraltro, esiste la via Africa, ndr)... auando
PAPA' aveva preso certe cose ... l'aveva escluso a..a LEI..
NZCOLO ': si, si
M. ANGELA: ... perchè doveva fare... dove stavi tu! ...
NZCOLO ': eh! ... si
M. ANGELA: ... PAPA' è morto ... LEI (GUASTELLA Giuseppe,
giusto?
ndr)... ne viene a sa ... a conoscenza... e si è andata a prendere tutte cose, aiusto?...
ora che cosa vengo a sapere? ... anche ... che ... incontro a N1... a NZCOLA ... te lo
ricordi NZCOLA TRAPANI... quello che fa... auello nero (scuro di carnagione, ndrl
... il fialio di MARIO 'UNZWRU...
NZCOLO': eh!
M. ANGELA: ... ali faccio... NZCO '... gli ho detto... ma MIO PADRE... gli
ho detto ... prima di morire... gli ho detto... so che si era visto con te ... gli ho detto ...
per ... dice ... si, MARIA ANGELA ... dice ... perchè?... gli ho detto ... no, tu dimmi ...
mio PADRE... ali ho detto ... che cosa ti ha detto?... che cosa stava facendo li? ... no
mio padre ... (si corregge, ndr) ... TUO PADRE ... dice ... ha comprato casa ... dove
C'era il tabacchino...
NZCOLO': ok, lo so
M. ANGELA: ... dice ... sopra e sotto ... se la sono venduti! ... l'hanno
ristrutturata e venduta!
NZCOLO': mh!
La conversazione tra i due germani; che ripercorreva perfettamente le tematiche
già affrontate il 14/12/2006 tra DI TRAPANI Maria Angela e MADONIA Salvatore,
consentiva di acquisire alcuni elementi identificativi di natura soggettiva, utili per
individuare compiutamente il NICOLA più volte nominato nei colloqui carcerari sopra
riportati.

In particolare DI TRAPANI Maria Angela, riportando anche al fratello


l'indicazione relativa al colore nero, verosimilmente relativa alle caratteristiche
somatiche del NICOLA [incontro a NI ... a NICOLA ... te lo ricordi NICOLA
TRAPANI ... quello che fa... quello nero (scuro di carnagione, ndr)],aggiungeva un
significativo particolare relativo alla paternità dello stesso [ ... il figlio di MARIO 'U
NI W R U ...l. Quest'ultimo dato, integrato con le altre acquisizioni, risultava decisivo
per l'identificazione del NICOLA in:
DI TRAPANI Nicola, pt. DI TRAPANI Mariano e mt. ULIZZI Casimira,
nato a Palermo il 07/03/1965, residente in via Valderice nr. 1/B - piano 11,
coniu~ato.
Per giungere all'identificazione sono stati utilizzati i dati acquisiti presso l'ufficio
Servizi Demografici del Comune di Palermo, muovendo comunque da alcuni elementi
informativi particolarmente significativi in relazione alla vicinanza del DI TRAPANI
--.-- t
*.. Nicola, classe 1965, agli interessi della-fmi&MADONIA/EH TRAPANI.
@ Intanto giova evidenziare che il soggetto sopra generalizzato è l'unico DI
TRAPANI Nicola, residente a Palermo, con paternità Mariano (da cui Mario); lo
stesso, che tra l'altro presenta, per colore dei capelli e degli occhi, caratteristiche
somatiche assolutamente compatibili con l'appellativo nivuro (owero, in siciliano: nero,
scuro, ndr) ha certamente mutuato tale nomignolo dal padre DI TRAPANI Mariano,
nato a Palermo il 0511111927 [il figlio diUARIO 'U N I W R U ...l.
L'identificazione, come già detto, trova in ogni caso assoluti riscontri positivi
anche in ulteriori elementi che, pur prescindendo da aspetti specificamente soggettivi,
valgono a qualificare in maniera significativa il personaggio, riconducendolo
decisamente all'ambito degli interessi economici dei vertici del mandamento di
Resuttana
In tal senso uno straordinario elemento di prova è costituito da taluni atti di
compravendita posti in essere da DI TRAPANI Nicola, tra il 1991 ed il 1993, ed aventi
ad oggetto:
- un locale magazzino, con area libera soprastante, avente accesso dal civico nr.
136 di via Florio, di mq. 782, con annesso terreno circostante di mq 1092 - denunziato
al NCEU con scheda 13060175 - riportato alla partita 200975 - foglio 20 - particella
1029 (ex 371/b), acquistato 1'1/02/1991 - rep. 6270 dalla società MA.GE.DI.
@i. 00260890827);
- un appezzamento di terreno ricadente in zona verde pubblico e in sede
stradale (avente destinazione risultante da certificato di destinazione urbanistica) con
accesso da via Florio di are 10,45 effettive - are 10,04 catastali - partita 55625 - foglio
8 20 - part. 1236 (ex 367/c), acquistato 1'1/02/1991- rep. 6270 dalla società MA.GE.DI.
@.i. 00260890827)

Entrambi i suddetti immobili venivano alienati in data 09/11/1993 (rep 50554 -


reg. p. 33249), mediante cessione a GELARDI Giacomo Luciano, nato a Palermo il
13/12/1959.
Se si analizzano i profili biografico-parentali delle parti intervenute nei due
suddetti atti di compravendita, è possibile rilevare indici oggettivi di indubbia contiguità
del DI TRAPANI Nicola alla famiglia mafiosa MADONIA - DI TRAPANI:
- . la società W.GE.DI,
- -. .-
infatti, (venditrice il 01/02/1991) era stata ,costituita in
data 16/06/1973 dai soci MADONIA Francesco, nato a Palermo il 3 1/03/1924, capo
del mandamento di Resuttana, oltre che dagli indiziati mafiosi GELARDI Mario, nato
a Palermo il 07/06/1923, cognato del primo e DI TRAPANI Giovan Battista, nato a
Palermo il 27/03/1935, con sede in via Serradifalco nr. 149, presso lo studio del
commercialista, mafioso, MANDALARI Giuseppe, nato a Palermo il 18/08/1933;
- GELARDI Giacomo Luciano (acquirente il 0911 1/1993), nato a Palermo il
13/12/1959, avente causa dei due beni rivenduti da DI TRAPANI Nicola il 09/11/1993
(quindi soltanto due anni più tardi dall'acquisizione) è il figlio del già citato GELARDI
Mario e, quindi, nipote di MADONIA Francesco. Lo stesso è inoltre genero di DI
TRAPANI Diego, già reggente del conteso mafioso investigato.
t
Ad ulteriore conferma dei legami da tempo esistenti tra la famiglia di DI
TRAPANI Nicola, classe 1965, ed alcuni personaggi certamente organici o vicini
all'organizzazione mafiosa, può essere rilevata l'evenienza che vede, ancora oggi,
comuni interessi immobiliari tra gli stessi in un edificio, insistente nella via Resuttana di
Palermo.
Effettivamente, accatastato al FGL. 20 - part. 895 - da sub 1 a sub 17, vi è uno
stabile che corrisponde al civico nr. 94 deiia via Resurrezione, nel quale, oltre al
nucleo familiare di DI TRAPANI Nicola, ancora oggi hanno, ovvero hanno avuto,
appartamenti e10 magazzini di proprietà i seguenti soggetti:
- MADONIA Francesco (sub 2 e 3), come detto, capo del mandamento di
Resuttana, oggi deceduto;
49 - GELARDI Mario (sub 11 e 17), già sorvegliato speciale di P.S., deceduto,
cognato del suddetto MADONIA;
- PRESTIGIACOMO Rosa (sub 6, 7, 8, 16), moglie del predetto GELARDI
Mario;
- DI TRAPANI Giovan Battista (4, 12, 13, 14, 15), socio di MADONIA
Francesco, nella società MA. GE.DI..

La positiva identificazione del NICOLA in DI TRAPANI Nicola, nato a Palermo


il 07/03/1965, trovava infine aggiuntivi elementi di riscontro anche in un legame di

- A .
- - natura parentale esistente tra quest'ultimo-e DI GE-SARO Lucia, nata a Caserta, il
@ 24/01/1941, già coniugata con ZARCONE Tommaso, nato a Palermo il 25/06/1936,
deceduto, soggetto emerso nell'ambito della presente attività di indagine quale ulteriore
prestanome del defunto DI TRAPANI Francesco (sul percorso identificativo che ha
portato alla individuazione della DI GESARO si rinvia al successivo capitolo).

3) Le acauisizhni del 24/02/2007

Nel corso del colloquio carcerario del 24/02/2007, concesso al detenuto DI


TRAPANI Nicolò, la sorella Maria Angela riferiva di avere avuto un'interlocuzione
chiarificatrice con una zia di NICOLA, figlio di MARIO U NWURU, la quale aveva
saputo indicarle alcuni immobili, già acquistati dal proprio genitore DI TRAPANI
Francesco (ALLEGATO C7):
[...l
M. ANGELA: ieri sono andata da una SIGNORA ...
NICOLO ': ma tu sei scema tu ti fai ...INCOMPRENSIBILE... (si
accavallano le voci,ndr) ...
M. ANGELA: no lo sai ...INCOMPRENSIBILE... (si accavallano le voci,ndr)
... non capisce niente ...
LORENZA: te lo ricordi ... aspetta ...
M. ANGELA: la ZLA di NICOLA, mi ci ha mandato NICOLA

@ ...INCOMPRENSIBILE.. .
LORENZA: ...INCOMPRENSIBILE...
NICOLO 7 chi è questo NICOLA? .. .
M.ANGELA: MARIOUNIVURUilfipliodiMARIOUNIWRU...
LORENZA: e te lo ricordi lo ZIO MASINO
M. ANGELA: ...INCOMPRENSIBILE... il PAPA ' ...
LORENZA: aspetta @rende la cornetta del citofono, ndr) ...
LORENZA: NICO ' te lo ricordi LO ZIO MASINO? ...
NICOLO ': chi è lo ZIO MASINO? ...
LORENZA: ZIO MASINO questo si chiamava e stava vicino dove sta il
PARRUCCHIERE DI VLA RESUTTANA ...
M. ANGELA: il BARBIERE! ...
LORENZA: non te lo ... non te lo ricordi per ora ...
NICOLO ': eh! ...
M. ANGELA: allora @rende il citofono, ndr) ...
NICOLO ': non lo ricordo ...
M. ANGELA: mi fa dice: vai da mia ZLA che sa tutto! ... gli ho detto va
bene! ... e SUA ZLA sta accanto a OUELLA DEL TABACCHINO
[...l

Il legame parentale tra DI GESARO Lucia e DI TRAPANI Nicola U N I W R U


[... la ZLA di NICOLA. mi ci ha mandato NICOLA ...l è stato effettivamente
riscontrato per il tramite del marito della donna, ZARCONE Tommaso, nato a Palermo
il 25/06/1936, cugino di DI TRAPANI Mariano, quest'ultimo padre di Nicola.
DI TRAPANI Mariano e ZARCONE Tommaso sono infatti figli
rispettivamente delle sorelle PULEO Maria, pt. Giovanni mt. INSERILLO Antonia,
nata a Palermo il 10/03/1904 e PULEO Giuseppa, pt. Giovanni mt. INSERILLO
Antonia, nata a Palermo il 01/09/1906.
Sulla base di tale ulteriore elemento, quindi, deve ritenersi ampiamente accertata
la assoluta contiguità da tempo esistente tra la famiglia di MARIU U N I W R O (e quindi
di DI TRAPANI Nicola cl. 1965) e la famiglia di DI TRAPANI Francesco: in questo
senso, deve.,anchenecessariamente essere considerato il ruolo di prestanome svolto, a
sua volta, dalla DI GESARO Lucia e quindi le conoscenze dalla stessa maturate circa
la consistenza, quantomeno parziale, del patrimonio immobiliare acquisito nel tempo da
Ciccio DI TRAPANI ed occultamente gestito.

I BENI RICONDUCIBILI A DI TRAPANI FRANCESCO


Gli elementi delineati per addivenire ad una esatta identificazione di DI
TRAPANI Nicola (07/03/1965), consentono inoltre di accertare il perfetto inserimento
del nucleo familiare di quest'ultimo all'interno del circuito relazionale utilizzato dal
defunto DI TRAPANI Francesco per la gestione e la tutela del proprio patrimonio
immobiliare occulto. --A

Nel corso del già citato colloquio carcerario di DI TRAPANI Nicolò, svoltosi il
20/01/2007, veniva discussa approfonditamente una situazione relativa ad alcuni
immobili riconducibili al proprio genitore defunto e di cui la famiglia di DI PACE
Francesco (e quindi dello zio di quest'ultimo GUASTELLA Giuseppe, detenuto) si era
arbitrariamente appropriata, procedendo in alcuni casi all'alienazione degli stessi.
(AU1wgposj.
..;* ~ #,,"<.,~."

#... rm **$&?Li:

In tal senso DI TRAPANI Maria Angela, dopo avere reperito informazioni più
precise, aveva riportato al fratello Nicolò le proprie lamentele in ordine al
comportamento messo in atto dal DI PACE.
I1 DI TRAPANI Nicolò aveva quindi disposto che la sorella Maria Angela
chiedesse, per il tramite di DI PACE Francesco, di interessare GUASTELLA
Giuseppe; infatti questi, informato di ipotetiche difficoltà

\
dare l'assenso ad una complessiva alienazione di parte di un comune patrimonio
immobiliare che il DI TRAPANI Nicolò specificava essere dentro un cortile (in
dialetto: curtigghiu) [...tutti OUELLI che sono là dentro, al cortile ... (...) da là dentro
al ... curtigghiu ... che sono diversi, sono assar']
La comunicazione da veicolare al GUASTELLA, attraverso DI PACE, valeva
evidentemente anche quale rivendicazione della proprietà di tali beni [...perchè la è di
mio fratello e di tuo fratello! ... (si corregge, ndr) ... di MIO FRATELLO e di TUO
ZIO!...l.
[...l
NICOLO ': ... gli dici ... ho parlato con MIO FRQTELLO .... ma ci sei
andato da TUO ZIO ... a parlare con TUO ZIO, prima di fare tutte queste cose qua? ...
8
-
se dice, perchè? ... perchè la è di mio fratello e di tuo fratello!... (si correrne, ndr)...
di MIO FRATELLO e di TUO ZIO!
M.ANGELA: mh
NICOLO ': ... ci sei andato da TUO ZIO a parlare? ... dice: no ... e vacci
subito! ... e quando lo vendi, subito portami la ...
[...l
NICOLO ': va bene ... GIUSY non vuole essere messa in mezzo ... glielo dici
a MAMMA ... le dici ... vai a chiamare a FRANCESCO ... vanno a chiamare a
FRQNCESCO ... siccome nemmeno posso affrontare le spese ... e tutte cose la ... ehh
... una ... la casa del tabacchino ... gli dici... vendetela! ...
[...l
NICOLO ': ... vai da TUO ZIO e gli dici... si devono vendere le cose! ... si
devono vendere perchè devono campare! (sfrega le dita della mano destra ad indicare
denaro, ndr) ... non abbiamo soldi per campare! ... tutti OUELLI che sono là dentro. al
cortile ...
[...l
M. ANGELA: si, ho capito
NICOLO': poi, voialtri, quello che volete fare, fate! ... non mi interessa! ...
queste quattro parole gli devi dire! ... dirà ... ma io non so niente! ... lo so che TU non
sai niente! ... gli dici ... mi ha detto MIO FRA TELLO ... vai da TUO ZIO e glielo vai a
dire! ... gli dici ... perchè non può campare! ... questo! ... gli dici ... non ha ... soldi ...
... per far~lielosapere a TUO ZIO! ... tutti
dici ... te lo sto dicendo per andarglielo a
quelli che sono quelli fuori... da là dentro al ... curtìkghiu ... che sono diversi, sono
assai ... c'è quella D'U NIVURU (del nero, inteso scuro di carnagione,'ndr) .... quella
di OUELLO e quella dell'ALTRO! ... mi segui?
L.-.l
NICOLO ': eh! ... esatto! ... gli dici... li prende tutti ... facciamoil uacco ...
tutte queste cose ... e li to~liamo!
[.-.l
NZCOLO': mi ha detto di dirtelo a te, per farglielo sapere a TUO ZIO! ...
stop! ... che quelle ... tutte cose del fallimento ... di dentro ... al curtr'aghiu... PAROLA
INCOMPRENSIBILE ...

Le disposizioni ribadite più volte da DI TRAPANI Nicolò alla sorella,


permettevano di acquisire elementi utili all'individuazione di alcuni degli immobili
menzionati dal detenuto ed indicati come di sua proprietà (oltre che di GUASTELLA
Giuseppe).
I ripetuti riferimenti al cortile (ovvero al curtigghiu) da parte di DI TRAPANI
Nicolò, considerati unitariamente alle indicazioni date da Maria Angela che parlava di
immobili acquisiti dal proprio genitore ed ubicati all'interno di una zona indicata come
AFRICA [allora ... dove PAPA' stava ... (abbassa il tono della voce, ndr)... di fronte
ALL 'A FRICA ... dentro ... là ... (...) guando PAPA ' aveva preso certe cose ... (...) g&
ho detto ... ma MIO PADRE... gli ho detto (...) che cosa ti ha detto? ... che cosa stava
.- - -
-- .-

@ facendo li?] [-;%@&) permettono di circoscrivere l'obiettivo su una specifica


porzione del quartiere Resuttana - San Lorenzo che, conosciuta comunemente come
AFRICA, risulta ricompresa nel quadrilatero costituito dalle vie Filippo Bartolino -
Matteo Donia - Napolitani e Resuttana come è immediatamente verificabile dai
seguente fotogrammi:
Proprio all'interno di quel quadrilatero, quindi, le famiglie DI TRAPANI e
GUASTELLA avevano la proprietà di numerosi immobili [tutti quelli che sono quelli
fuori ... da là dentro al ... curtimhiu ... che sono diversi, sono assai ...l per i quali
Nicolò aveva intenzione di autorizzare l'alienazione, nel tentativo di porre rimedio ai
dissidi con DI PACE Francesco [eh! ... esatto!... gli dici ... li prende tuiti... facciamo
il pacco ... tutte queste cose... e li togliamo].
La chiara trattazione dell'argomento da parte dei germani DI TRAPANI consente
di rilevare che i suddetti immobili della zona Africa sono formalmente intestati a
prestanome, tra i quali è sicuramente annoverabile "U NIWRU". In tal senso, sono
stati condotti specifici accertamenti catastali volti alla individuazione di tali cespiti
patrimoniali e, più in particolare, di quelli riconducibili alla famiglia di "UNMYRU"
(i9
Da un atto di denunciata successione del 25/11/1991 - rep. 5013568 (trascrizione
N. RP 25798 del 25/08/1993) è emerso che DI TRAPANI Mariano, nato il
05/11/1927, deceduto il 1411111988, ha lasciato ai tre figli DI TRAPANI Nicola
(07/03/1965), DI TRAPANI Maria Grazia (0410611958) e DI TRAPANI Vincenza
Cinzia, Palermo 04/06/1959, divise in parti uguali da 113, le seguenti proprietà
immobiliari:
1. Appartamento - via Aldisio nr. 25 piano III - fgl22 - part. 1264 - sub 16 di vani 6
2. Appartamento - via Aldisio nr. 47 piano I1 - fgl22 - part. 1640 - sub 20 di vani 5,5
3. Locale commerciale - via Aldisio nr. 37 piano T - fgl 22 - part. 1264 - sub 8 di mq.

4. Appartamento - Palermo - via Alfano nr. 42 - fgl. 22 - part. 487 - sub. 1 di vani 4 3 ;
5. Locale commerciale - Palermo - via Alfano nr. 44 - fgl22 - part. 487 - sub. 2 di mq.
47;
6. Locale commerciale - Palermo - via Alfano 44/A - fgl 22 - part. 487 - sub. 3 di mq.
23;
7. Terreno - Carini - contrada Piraineto - fg12 - part. 424 - mq. 750 - (fraz. 20/03/1991);
8. Terreno - Carini - contrada Piraineto -pascolo - fg12 - part. 423 di mq. 960;
9. Terreno - Carini - contrada Piraineto - fg12 - part. 425 di mq. 344
[successivamente ceduto il 12/09/1995 - rep. 54947 - a MELIGNANO
Salvatore (2810411950) e PIZZO Laura 1311111949)

Tra tutte le unità immobiliare elencate, quelle insistenti a Palermo, ed in


particolare nella via Alfano (ai civici nr. 42 - 44 - MIA), sono pienamente inserite in
t
quella che comunemente è denominata zona Africa; mentre quelle insistenti a Palermo,
nella via Salvatore Aldisio (ai civici nr. 25 - 37 - 47) sono esattamente a ridosso della
stessa zona.
E' fondatamente sostenibile dunque che proprio a tali immobili si riferissero DI
TRAPANI Nicolò e DI TRAPANI Maria Angela, allorchè, nel corso del colloquio
carcerario del 20/01/2007, discutevano di immobili riconducibili al loro defunto padre,
ma intestati al prestanome indicato come U NZWRU.
In tal senso va anche rilevato che dagli stessi colloqui carcerari è emerso più volte
-
il riferimento al cortile curtigghiu: invero, la via Alfano, proprio sulla quale insistono
-
gli immobili di cui ai civici nr. 42 44 e 44/A, risulta essere una strada senza uscita
sicchè presenta tutte le caratteristiche strutturali proprie di un cortile, come è
immediatamente verificabile dalla seguente foto:

-
Particolare di via Alfano Palermo

Ad ulteriore dimostrazione della fondatezza dell'assunto accusatorio occorre


evidenziare anche una specifica oggettiva circostanza che attiene alle differenti modalità
F
di gestione con cui DI TRAPANI Nicola cl. 1965 e le sue sorelle hanno nel tempo
amministrato i lasciti ncevuti dal padre DI TRAPANI Mariano, rispetto a quelli
ncevuti dalla madre ULIZZI Casimira in data 0111011988.
Con riferimento a questi ultimi si è accertato che lo stesso DI TRAPANI Nicola e
le sorelle Maria Grazia e Vincenza Cinzia hanno proceduto, dopo poco tempo dalla
trasmissione ereditaria (nel 1990), alla divisione consensuale della eredità ricevuta,
riservandosi un appartamento per ciascuno e rinunziando rispettivamente ad un quarto,
xi9).
oltre alla proprietà di un locale commerciale [&~O;E&T-O~~@-
Nel caso degli immobili ereditati dal padre DI TRAPANI Mariano, gli eredi
invece non hanno proceduto ad alcuna divisione e, ancora oggi, risultano proprietari in
comunione (per 113 ciascuno) di tutti i beni ereditati (con esclusione di un terreno a
Carini - contrada Piraineto - fgl 2 - part. 425 di mq. 344 che è stato venduto il
1210911995).
La suddetta circostanza, quindi, depone per la diversa riconducibilità dei due
gruppi di beni: invero mentre quelli ricevuti dall'eredità materna appaiono rientrare nella
piena disponibilità materiale e giuridica degli eredi, quelli ereditati da parte patema
verosimilmente non sembrano godere della medesima condizione, tenuto conto della
loro perdurante condizione di indivisione protrattasi ininterrottamente ed
inspiegabilmente dal 1988 ad oggi.
Tali circostanza di fatto appaiono invece chiaramente spiegabili e giustificabili
alla luce delle affermazioni
-- espresse dai germani DI TRAPANI e da Salvatore -- -..
MADONIA nel corso dei loro rispettivi colloqui carcerari durante i quali ne hanno
rivendicato reiteratarnente la titolarità imputandola al defunto DI TRAPANI Francesco
ed a loro, a seguito della sua morte, ed in parte a GUASTELLA Giuseppe.
Sulla base degli elementi esposti, ad awiso di questo Ufficio, si ritengono
sussistenti gli estremi dei gravi indizi di colpevolezza del dclitto di cili agli artt. 110 e
416 bi s C.P. in capo a DI TRAPANI Nicola essendo stato accertato che lo stesso:
si era adoperato per occultare parte del patrimonio immobiliare
dell'esponente mafioso DI TRAPANI Francesco, mantenendo a tal fine rapporti con il
medesimo mentre era in stato di latitanza;
si è intestato ( unitamente alle sorelle ), ha custodito ed ha gestito nel tempo,
dal 25 agosto 1993 ( cfr. informativa del 29 ottobre 2008 ), un cospicuo patrimonio
immobiliare ( i lotti indicati dal punto 1 al punto 8 ) cosi consentendo alle famiglie
mafiose DI TRAPANI e GUASTELLA di preservme l'impemeabilità rispetto ai
prowedimenti di sequestro in materia penale e di misure di prevenzione patrimoniali
adottati nei confronti dei vari appartenenti a questi sodalizi mafiosi:
Sussistono inoltre i gravi indizi di colpevolezza in capo al medesimo DI
TRAPANI Nicola, in concorso con le sorelle Maria Grazia e Vincenza Cinzia, ed agli
esponenti mafiosi DI TRAPANI Nicolo', MADONIA Salvatore, DI TRAPANI Maria
Angela e Giuseppe GUASTELLA per il delitto di cui agli artt. 110 c.p e 12 quinquies
DL 306\92.

8 7. IL RUOLO DI PRESTANOME DI DI GESARO LUCIA.

Come già è stato anticipato nel precedente paragrafo, tra i prestanome della
famiglia DI TRAPANI è stata individuata anche DI GESARO Lucia, vedova del
defunto ZARCONE Tommaso; connessa a questa posizione è inoltre quella di
GUASTELLA Giuseppe, inteso "Pippo l'Americanow, altro prestanome delle famiglie
DI TRAPANI - GUASTELLA.

LE ACQUZSZZZONZ DEL 17/06/2006.


I1 17/06/2006, DI TRAPANI Maria Angela in compagnia della madre SGROI
. - , si -recava a Parma per effettuare un colloquio con il detenuto DI TRAPANI
- - Rosa
8 Nicolò rispettivamente fiatello e figlio dei colloquianti >.
Nella circostanza SGROI Rosa, parlando dei beni illeciti di famiglia e della loro
riconducibilità ai prestanome, faceva riferimento a degli immobili intestati ad una tale
signora Lucia ed ubicati nella zona dell'Afiica Je tutte le case di là ... deli9Africa
{riferito alla Via Africa di Palermo, ndr) dove ... dove sono andati a finire? ...
quelle di LUCIAI. Beni che, secondo quanto espressamente veniva riferito dalla
SGROI Rosa, erano stati acquistati dal defunto marito DI TRAPANI Francesco J.. io .
vorrei sapere dove è finito il sanpue di mio marito ...l e che erano rimasti intestati
alla stessa signora Lucia, I.. no nel fallimento non ci sono perchè queste cose erano
per farle fare ad altri, ma lui non li aveva intestato a nessuna ancora e neanche le
aveva intestato lui gli ho detto ... quella là ... la signora LUCIA ...l.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
NICOLO ': (annuisce,ndr)...
ANGELA: NICO' ... (comunica qualcosa con il labiale, ndr) ... mi arraggia
il cuore dentro ... però, muta ... dico non lo so ...
ROSA: ... dell'Africa (riferito alla Via Africa di Palermo,
e tutte le case di là
ndr) dove ... dove sono andati a finire? ... quelle di LUCIA ... che mi ha detto l'altra
volta ... sai cosa mi ha detto? gli ho detto: mi devi fare un piacere ... gli ho detto, io
vorrei sapere dove è finito il sangue di mio marito ... mi dice: tutte cose nel fallimento ...
no nel fallimento non ci sono perchè queste cose erano per farle fare ad altri, ma lui non
li aveva intestato a nessuna ancora e neanche le aveva intestato lui gli ho detto ... quella
là ... la signora LUCIA
NICOLO ': (annuisce, ndr)
Dal brano di conversazione riportato si comprende chiaramente che, nella zona di
via Africa del quartiere Resuttana, il defunto reggente dell'omonimo mandamento DI
-
TRAPANI Francesco possedeva degli immobili - case riferibili a certa LUCIA. Dal
prosieguo delle sue affermazioni, sembra che la SGROI riferisca ai due figli presenti i
contenuti di una interlocuzione avuta in proposito con la predetta LUCIA, la quale
avrebbe detto che tali beni erano stati coinvolti in una non meglio precisata procedura
fallimentare. La SGROI allora replicava dicendo che, i predetti beni, il marito non li
aveva intestati a se stesso né a suoi familiari diretti ma "ad altri" ed era questo il
motivo per cui non potevano essere stati .coinvolti nell'indicata procedura
fallimentare' 14.

L E A CQUZSIZZONZ DEL 24/02/2007.


11 24/02/2007, DI TRAPANI Maria Angela in compagnia della zia SGROI
Lorenza si recava a Parma per effettuare un colloquio con il fiatello DI TRAPANI
Nicolò . Le donne, informavano il congiunto detenuto, che il giorno
precedente (venerdì 23/02/2007) si erano recate a trovare una donna I... ieri sono
andata da una SIGNORA ...l la quale aveva dato loro precise informazioni sui beni
occulti del defunto padre DI TRAPANI Francesco I... dice qua l'ha presa dice TUO

'l4 Si comprende, a questo punto, che la procedura fallimentare menzionata è quella che ha interessato la SICED
Srl di DI TRQPANI NICOLO' (fiatello di Maria Angela), con sede legale a Cinisi (FA) in Contrada Cipollazzo.
Tale ditta, cessata in data 19/06/1985, diveniva oggetto di procedura fallimentare che, in parte, si concludeva
con l'asta giudiziaria svolta in data 06/02/2007 in esecuzione dell'ordinanza di vendita del 24/10/2006 (fallimento
registrato al nr.79/86 del Tribunale di Palermo - Sezione Fallimentare)
PADRE ...l parte dei quali erano intestate a lei stessa I... dice qua con NOI aveva, mi
disse tutti gli acc ... quelli che sapevo io ... gli accordi dice che io poi me ne sono
andata e mi sono andata a fare la cosa perché aspettavo che tuo PADRE faceva
lcon la mano destra mima il gesto di innalzare,ndr) ... vedendo che tuo PADRE è
morto e non si è fatto più niente, me la sono venuta a restaurare di nuovo ...1.
Ai fini della identificazione della donna, venivano forniti dagli astanti i seguenti
dati di interesse:
- era la zia di Nicola, quest'ultimo figlio di Mario inteso 'u nivuru J ... la ZIA di
NICOLA, mi ci ha mandato NICOLA ...l;
- era riconducibile, in qualche modo, ad un tale chiamato Masino abitante nei
pressi del barbiere di Via Resuttana J ... ZIO MASINO questo si chiamava e stava
vicino dove sta il PARRUCCHIERE DI VIA RESUTTANA ...l;
- abitava accanto il tabacchino J ... mi fa dice: vai da mia ZIA che sa tutto! ...
gli ho detto va bene! ... e SUA ZIA sta accanto a OUELLA DEL TABACCHINO

[...l
M.ANGELA: NICO ' e quel giorno, quel giorno ...
LORENZA: abbiamo fatto le detective (con la mano indica se stessa e la
nipote Maria Angela,ndr) ...
M.ANGELA: si, si, ... qualche giorno mi taglieranno questa (con la mano
destra mima il gesto di tagliare la testa,ndr) ... lo so, ma non mi interessa ...
LORENZA: (ride,ndr) ...INCOMPRENSIBILE...
NICOLO uh ...
M.ANGELA: quando mi sveglio la notte sai che faccio, ti giuro, mi prenderai
per pazza ... PAPA', PAPA' aiutami TU, mettimi nei passi e mi mette nei passi ...
NICO ' telo giuro, non mi prendere per pazza, te lo giuro ...
NICOLO t: uh ...
M.ANGELA: ieri sono andata da una SIGNORA ...
NICOLO t: ma tu sei scema tu ti fai ...INCOMPRENSIBILE... (si
accavallano le voci,ndr) ...
M.ANGELA: no lo sai ...INCOMPRENSIBILE ... (si accavallano le voci,ndr)
... non capisce niente ...

Gk 855
LORENZA: te lo ricordi ... aspetta ...
M.ANGELA: la ZIA di NICOLA, mi ci ha mandato NICOLA
...INCOMPRENSIBILE...
LORENZA: ...INCOMPRENSIBILE.. .
NICOLO ': chi è questo NICOLA? ...
M.ANGELA: MARIO U NIW R U il figlio di MARIO U NIW R U ...
LORENZA: e te lo ricordi lo ZIO MASINO
M.ANGELA: ...INCOMPRENSIBILE... il PAPA ' ...
LORENZA: aspetta @rende la cornetta del citofono, ndr) ...
LORENZA: NICO ' te lo ricordi LO ZIO MASINO? ...
NICOLO ': chi è lo ZIO MASINO? ...
LORENZA: ZIO MASINO questo si chiamava e stava vicino dove sta il
PARRUCCHIERE DI VIA RESUTTANA ...
M.ANGELA: ilBARBIERE! ...
LORENZA: non te lo ... non te lo ricordi per ora ...
NICOLO. eh! ...
M.ANGELA: allora @rende il citofono, ndr) ...
NICOLO 9 non lo ricordo ...
M.ANGELA: mi fa dice: vai da mia ZIA che sa tutto! ... gli ho detto va bene!
... e SUA ZLA sta accanto a QUELLA DEL TABACCHINO, dice qua l'ha presa dice
TUO PADRE, dice qua con NOI aveva, mi disse tutti gli acc ... quelli che sapevo io ...
gli accordi dice che io poi me ne sono andata e mi sono andata a fare la cosa perché
aspettavo che tuo PADRE faceva (con la mano destra mima il gesto di innalzare,ndr) ...
vedendo che tuo PADRE è morto e non si è fatto più niente, me la sono venuta a
restaurare di nuovo. Dice, esci di qua, dice qua c'è quella di GELARDI, di mia
SUOCERA, e qua dietro quella di ... di del CUGINO di PIPPO nominato
L 'AMERICANO il cugino di FRANCESCO ...
[-..l

In base alle indicazioni fornite si procedeva all'identificazione della donna la cui


esatta identità, nel prosieguo delle indagini, veniva definitivamente certificata da
ulteriori riscontri. Partendo dalla indicazione del tabacchino I...sta accanto a
QUELLA DEL TABACCHINO.. .l, che, nel quartiere Afiic.a, si individua nella
rivendita di tabacchi ubicata al civico 498-500'15di Via Resuttana, al civico 502 (quindi
la casa accanto) risultava risiedere DI GESARO Lucia, in oggetto generalizzata,
vedova di ZARCONE Tommaso (l'indicato Masino).
Queste circostanze, e soprattutto il più volte menzionato riferimento al tabacchino
una volta ubicato in via Resuttana 498-500, erano anche riscontrate dai movimenti
registrati dal sistema di localizzazione satellitare GPS installato a bordo dell'autovettura
Citroen C1 targata DA688LM. 11 23/02/2007, giorno precedente al colloquio, infatti, la
stessa DI TRAPANI Maria Angela, in compagnia del figlio MADONIA Francesco e
della zia materna SGROI Lorenza a bordo del citato veicolo, alle ore 15:14,
parcheggiavano il mezzo in Via Resuttana, all'altezza del civico 484, si allontanavano

@ dallo stesso per risalirvi alle ore 17:19, registrando, quindi, un'assenza dal veicolo di
poco più di due ore. Rientrate in macchina, le donne, commentavano argomenti relativi
ad immobili (Vds. All. ** - verbale di trascrizione ambientale all'interno
dell'autovettura Citroen C1 targata DA688LM del 23/02/2007 ore 17:19).
Ad ulteriore riscontro, come detto, si appurava che, effettivamente, l'abitazione
della DI GESARO era attigua ad un edificio ove veniva svolto l'attività di barbiere.
Inoltre venivano anche confermate le circostanze di tempo relative all'incontro
con la DI GESARO Lucia, come si desume da due conversazioni intercettate
sull'utenza 34912541160 in uso a DI TRAPANI Maria Angela, il 23/02/2007
rispettivamente alle ore 19:OO e 1954 (cfr. brogliaccio della richiamata intercettazione).
I1 Nicola, prima indicato come il figlio di Mario u N i m I... MARIO 117
NIVURU il fiplio di MARIO U NIVURU ... 1 si identifica nell'indagato DI
TRAPANI Nicola, nato a Palermo il 07/03/1965, ivi residente in via Valderice nr. l h ,
effettivamente figlio di DI TRAPANI Mariano (da qui Mario), pt. Nicolò mt. PULEO
Maria, nato a Palermo il 0511111927, deceduto, in vita ivi residente in via Resuttana nr.
94.
La sua identificazione è stata già ampiamente delineata nel precedente paragrafo a
cui si fa rinvio; nel corso di questa trattazione è stato anche specificato che tra la DI
GESARO Lucia e DI TRAPANI Nicola, risulta un legame di parentela I... la ZIA di
NICOLA. mi ci ha mandato NICOLA ...l. Infatti, ZARCONE Tommaso (marito
defunto della DI GESARO Lucia) risulta essere cugino di l o grado di DI TRAPANI
Mariano, prima generalizzato (padre di DI TRAPANI Nicola) in quanto

'lS Dato emerso più volte nel corso della stessa indagine Rebus
sb\ ,857

L
rispettivamente figli delle sorelle PULEO Giuseppa, pt. Giovanni mt. INSERILLO
Antonia, nata a Palermo il 01/09/1906 e PULEO Maria, pt. Giovanni mt. INSERILLO
Antonia.
Ancora era fatto riferimento a due abitazioni, ubicate nelle immediate vicinanze
dell'abitazione della stessa DI GESARO Lucia, una riconducibile al patrimonio
occulto della famiglia MADONIA. J... Dice, esci di qua, dice qua c'è queiia di
GELARDI, di mia SUOCERA,. ..l ed un'altra nella disponibilità di un lontano parente
del DI PACE Francesco, tale Pippo L'americano, sul quale si tratterà più avanti J... e
qua dietro quella di ... di del CUGINO di PIPPO nominato L'AMERICANO il
cugino di FRANCESCO ...l
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:
[...l
M.ANGELA: mi fa dice: vai da mia ZIA che sa tutto! ... gli ho detto va bene!
... e SUA ZIA sta accanto a QUELLA DEL TABACCHINO, dice qua l'ha presa dice
TUO PADRE, dice qua con NOI aveva, mi disse tutti gli acc ... quelli che sapevo io ...
gli accordi dice che io poi me ne sono andata e mi sono andata a fare la cosa perché
aspettavo che tuo PADRE faceva (con la mano destra mima il gesto di innalzare,ndr) ...
vedendo che tuo PADRE è morto e non si è fatto più niente, me la sono venuta a
restaurare di nuovo. Dice, esci di qua, dice qua c'è quella di GELARDI. di mia
SUOCERA, e qua dietro quella di ... di del CUGINO di PIPPO nominato
L'AMERICANO il cugino di FRANCESCO ...
8 LORENZA: sono parenti alla larga però ...
[...l

Al fine di pervenire ad un più puntuale riscontro alle affermazioni emergenti dal


contenuto dei dialoghi del detenuto DI TRAPANI Nicolò è stata fatta una radiografia
della titolarità degli immobili di Via Resuttana ubicati dal civico 498 al civico 512

UBICAZI INTESTATARIO PROPRIETA'


ONE IMMOBILE
Via G.M.G. Costruzioni s.r.1.
1 Resuttana 498 I
Piano Terra
Via G.M.G. Costruzioni s.r.1.
I Resuttana 500 I
Piano Terra
Via VERRO Paola, pt. Francesco, mt. SINO Anna
I Resuttana 500 I Teresa, nata a Palermo il 24/11/1964, ivi residente Via
I Piano Primo Resuttana nr. 500, divorziata

I Via
I residente ViaDI Resuttana
GESARO Lucia nata a Caserta (CE) il 24.01.1941, ivi
m.504
Resuttana 502
ZARCONE Antonina Maria nata a Palermo il 02.12.1942
ZARCONE Francesco nato a Palermo il 11.05.1969

I I ZARCONE Giuseppina Angela Maria nata a Palermo il

Via DI GESARO Lucia nata a Caserta (CE) il 24.01.1941, ivi

Resuttana 504 residente Via Resuttana m. 504


ZARCONE Antonina Maria nata a Palermo il 02.12.1942

l I ZARCONE Francesco nato a Palermo il 11.05.1969

I I ZARCONE Giuseppina Angela Maria nata a Palermo il

Via DI GESARO Lucia nata a Caserta (CE) il 24.01.1941, ivi


I residente Via Resuttana nr.504
ZARCONE Antonina Maria nata a Palermo il 02.12.1942
.

ZARCONE Francesco nato a Palermo il 11.05.1969


ZARCONE Giuseppina Angela Maria nata a Palermo il
16.07.1959
Via DI FIORE Francesca

Resuttana 508 DI TRAPANI Mariano, nato a Palermo il 2611111920;


FASCI Giovanna nata a Reggio Calabria il 27.03.1922
Via DI TRAPANI Camillo nato a Palermo il 13.05.1923

Resuttana 510 1 FIORE Francesca nata a Palermo - si sconoscono albi dati


identificativi.
Via PIRRONE Antonino nato a Palermo il 19.10.1970
TRAPANI Alessia nata a Catania il 27.01.1976

116
La casa in disamina è stata acquistata dai suddetti PIRRONE - TRAPANI in data 1010412007comeda
nota di trascrizione Reg. Gen. 26563. Tra i venditori figura anche GUASTELLA Giuseppe (Palermo,
15/04/1937), effettivamente lontano parente dell'omonimo mafioso detenuto, zio materno DI PACE
Francesco, che, secondo l'ipotesi investigativa deve identificarsi nel soggetto indicato con lo pseudonimo
- ~

"Pippo l'Americano" - cfi. successivo paragrafo. (


Ad ulteriore riscontro della effettiva esistenza di interessi del defunto DI
TRAPANI Francesco nella zona in questione, mantenuti attraverso fittizie intestazioni
a prestanome va anche rilevato che, nel corso dell'indagine, segnatamente all'inizio del
2007, DI TRAPANI Maria Angela ha anche parlato di un bene che era stato venduto
da un soggetto da loro inteso "Pippo l'americano", ed il cui ricavato sarebbe andato al
DI PACE Francesco anziché alla famiglia DI TRAPANI. Come si vedrà, gli
accertamenti hanno permesso di:
- identificare Pippo l'americano;
- individuare l'immobile;
- riscontrare l'effettiva vendita nell'irnmobile nelle circostanze di tempo indicate
8 dall'indagata DI TRAPANI Maria Angela.

I ) L'identificazione di Pippo l'americano.

Gli elementi utili all'identificazione provengono principalmente dai colloqui


svolti dal detenuto DI TRAPANI Nicolò ed in particolare da quello del 24/02/2007
<~~&;a$+@m.
[...l
M.ANGELA: mi fa dice: vai da mia ZIA che sa tutto! ... ali ho detto va bene!
... e SUA ZIA sta accanto a QUELLA DEL TABACCHINO, dice aua l'ha presa dice
TUO PADRE, dice qua con NOI aveva, mi disse tutti gli acc ... quelli che sapevo io ...
gli accordi dice che io poi me ne sono andata e mi sono andata a fare la cosa ~ e r c h é
aspettavo che tuo PADRE faceva (con la mano destra mima il gesto di innalzare,ndr.l ...
vedendo che tuo PADRE è morto e non si è fatto più niente, me la sono venuta a
restaurare di nuovo. Dice, esci di qua, dice qua c è quella di GELARDI. di mia
J

SUOCERA. e qua dietro auella di ... di del CUGINO di PIPPO nominato


L'AMERICANO il cuaino di FRANCESCO ...
LORENZA: sono parenti alla larga però ...
NZCOLO ': uh ...
M.ANGELA: che PAPA' se l'era comprata da LUI... capito ... perché lo sa
pure MARLA (GUASTELLA Maria,ndr) ... ora ulteriore conferma ... gli ho fatto il
discorso a LUI quando fi che mi ha detto, ma se tu sai i numeri civici ... gli ho detto no
io non so niente, gli ho detto senti ... gli ho detto, NICOLA gli ho detto, noi abbiamo
trovato appunti di mio PADRE, gli faccio, quando LUI mi parlo ...
NZCOLO ': e come fa di cognome? ...
M.ANGELA: PZPPO ... PZPPO GUASTELLA si chiama! . . .
LORENZA: si chiama PZPPO, sono parenti lontano, lo chiamano
L'AMERICANO ...
[...l
$"i
Le indicazioni emergenti dal colloquio concernono un soggetto:
- che dovrebbe chiamarsi GUASTELLA Pippo (verosimilmente Giuseppe) I...
PIPPO ... PIPPO GUASTELLA si chiama! ... l
- che dovrebbe essere un lontano parente di DI PACE Francesco [...CUGINO
di PIPPO nominato L'AMERICANO il cugino di FRANCESCO ...l [sono parenti
alla larga però .. .l;
- che dovrebbe essere intestatario di un bene che &a stato venduto e che era
vicino all'abitazione di DI GESARO Lucia, della quale si è prima parlato.

La ricerca andava quindi ristretta tra le case vicine a quelle della DI GESARO, tra
le quali, come in precedenza annotato, al civico 512 di via Resuttana è ubicato un
appartamento di proprietà dei coniugi PIRRONEITRAPANI prima generalizzati.
L'appartamento in questione risulta essere stato loro venduto:
- il 26/03/2007, data dell'atto di compravendita, quindi perfettamente
compatibile con la data del colloquio tenuto conto che usualmente la trattativa per la
compravendita di un immobile inizia qualche mese prima;
- dai legittimi proprietari, tra i quali figura, in misura di 301108 di proprietà,
GUASTELLA Giuseppe, nato a Palermo il 15/04/1937

I1 predetto GUASTELLA Giuseppe è effettivamente un parente lontano del DI


PACE Francesco. Infatti risulta essere cugino di l o grado di GUASTELLA Pietro
Giuseppe, (Palermo il 10/08/191 1) perché rispettivamente figli dei fratelli
GUASTELLA Calogero (Capaci, 05/05/1896) e GUASTELLA Giuseppe (Capaci,
08/12/1879). I1 GUASTELLA Pietro Giuseppe, a sua volta, è il nonno materno
dell'indagato DI PACE Francesco. Da qui la parentela, "alla larga".
5 8. IL RUOLO DI PRESTANOME DI MADONIA DOMENICO, INTESO "GUIDO"

MADONIA Domenico p.t. Antonino e m.t. DI TRAPANI Rosa nato a Palermo il


2910811929 ed ivi residente in via Federico De Roberto nr. 11, coniugato con D'ARPA
Giuseppina nata a Palermo il 2110311935; i predetti hanno procreato due figlie gemelle
chiamate rispettivamente ROSALBA e GIOVANNA, nate 1'810211962, entrambe nubili
e conviventi con i genitori. E' fiatello del defunto patriarca mafioso MADONIA
Francesco.

L'IDENTIFICAZIONE.
Nelle interlocuzioni dei componenti delle famiglie MADONIA-DI TRAPANI
ricorre spesso il riferimento ad un certo ZIO GUIDO, soggetto che con certezza è stato
identificato nel predetto MADONIA Domenico.

In specie, il 05/03/2007, alle ore 14:43, si registrava una conversazione telefonica


awenuta sull'utenza sottoposta a censura 09116373105, al progressivo nr. 683; nel corso
della conversazione GELARDI Emanuela interloquiva telefonicamente con suo
cognato chiamandolo GUIDO.
[...l
Emanuela: pronto
Dornenico: ciao Ninè
Emanuela: ah Gius... e... Guido che si dice?
Domenica: ma domandiamo a te
[-..l

Lutenza chiamante 0916910951, risultava intestata a MADONU Domenico, via


Federico De Roberto I I di Palermo, cognato della predetta GELARDI poichè fratello
del defunto marito MADONU Francesco.
2) Le acauisizioni del 20/11/2007
Un'altro decisivo riscontro si registrava in occasione della periodica telefonata
effettuata dal detenuto MADONIA Giuseppe alla madre. Nel corso della
conversazione, il detenuto, appresa la contemporanea presenza degli zii, chiedeva di
poterli salutare; nella circostanza la donna si identificava come " la ZIA GIUSEPPINA
la moglie dello ZIO GUIDO". [ki~&$#~$?$~j
[...l
Giuseppina: pronto
Pippo: pronto
Giuseppina: .
Pippo.. sono la zia GIUSEPPINA la moalie dello zio GUIDO
Pippo: ... inc... ciao zia come stai?
Giuseppina: ciao... come stai?
Pippò: bene!
Giuseppina: ... ride... stiamo venendo adesso da tua mamma
Pippo: ok... si... si... tu sei la moglie dello ZIO GUIDO?
Giuseppina: .
si.. . si.. GIUSEPPINA
Pippo: e... che bello!
Giuseppina: lo vuoi passato allo zio Guido
Pippo: come?
Giuseppina: allo ZIO GUIDO lo vuoi passato?
Pippo: certo che lo voglio passato... ciao
Giuseppina: ti abbraccio... ciao... curò (ndr: aggettivo che si usa nel dialetto
palermitano per esprimere afletto nei conponti di una persona)
Pippo: ti abbraccio forte
Domenica: pronto
Pippo: .
pronto ZIO.. come stai?
Domenica: ciao sangue mio... inc...
Pippo: ... inc...
[..-l
Le ricerche anagrafiche esperite consentivano di acclarare che MADONIA
Domenico è effettivamente coniugato con D'ARPA Giuseppina; inoltre, è l'unico zio
del detenuto ad avere la moglie a nome Giuseppina.
GLI ELEMENTI GR4 VEMENTE INDIZIANTI
Accertata l'identificazione dello zio GUIDO nell'indagato MADONIA Domenico
è ora possibile delineare il compendio gravemente indiziario dal quale risulta che il
medesimo è uno dei prestanome utilizzato dalle famiglie MADONIA-DI TRAPANI per
amministrare beni costituenti il patrimonio occulto delle suddette famiglie, a cui girare
il relativo ricavo.

I ) Le acuuisizioni del 26/04/2006,


In tal senso, durante il colloquio carcerario registrato in data 26/04/2006, tra il
detenuto MADONIA Antonino e la madre, fra i vari argomenti trattati, il detenuto
chiedeva notizie di un soggetto chiamato ZIO GUIDO ( in seguito identificato in
MADONIA Dornenico). La donna dava immediata conferma dei buoni rapporti esistenti
con il prevenuto e, nella circostanza, specificava che ogni tanto lo incontrava perchè le
recapitava l'affitto spettante dall'immobile chiamato "la casa della ZIA
GIOVANNINA " che, si anticipa fin d'ora, si ritiene di avere con buona probabilità
identificato.
Le poche battute scambiate, tra madre e figlio, permettevano di definire, quindi, il
ruolo di amministratore di beni occulti, riconducibili alla famiglia MADONIA, svolto
da MADONIA Domenico inteso GUIDO, zio paterno del detenuto. 3)
[. -1
ANTONZNO: ... e lui ogni tanto viene lo ZIO GUIDO? Viene ogni tanto? Ti
viene e a trovare.. . lo zio Guido ti viene a trovare ogni tanto?
EMANUELA: lo zio?
ANTONINO: ... lo ZIO GUIDO!
EMANUELA: lo zio Guido?
ANTONZNO: viene ogni tanto?-
EMANUELA: .. ... Lo sai perché viene?... Perché ha la casa della ZIA
si. si!
GIOVANNZNA ... e ce l'ha affiftata cinquecento euro. ..mi viene a trovare
...incompr.. . che l'altra volta tuo padre.. . che so.. .incompr.. .
ANTONINO: ... con lo ZIO MARZO ti ci vedi, con lo ZIO UARIO7
EMANUELA: si
A
ANTONZNO: ... guindi.. hai la... hai pure quest'altra...
865
EMANUELA: eh!... che ancora... eehh... ti pare che...
ANTONINO: ... il poco ci ba...
EMANUELA: ... inc...
ANTONINO: il poco ci basta ed il troppo ci avanza!
[...l

Dal dialogo riportato nessun dubbio residua in ordine al ruolo svolto da


MADONIA Dornenico di gestore di beni rientranti nel patrimonio occulto dei
MADONIA, poichè si comprende chiaramente dalle parole usate da Nino MADONIA
che le visite dello zio Guido sono giustificate dal versamento di somme di denaro alla
GELARDI.
Le successive acquisizioni che verranno analizzate corroborano in pieno le
affermazioni di GELARDI Emanuela.

2) Le ac~uisizìonidel 04/05/200 7
Rilevanti in tal senso, risultavano le acquisizioni del giorno 04/05/2007, alle ore
17:50, allorquando si registrava una conversazione ambientale presso l'abitazione di
GELARDI Emanuela. In questa circostanza venivano acquisiti tutti gli elementi utili
per accertare il reale molo di MADONIA Domenico (owero GUIDO) nonché,
l'indiscutibile identificazione dello stesso. In specie, quest'ultimo, unitamente alla
moglie D'ARPA Giuseppina, si recava a far visita alla cognata GELARDI Emanuela.
La telecamera ivi installata consentiva di documentare il loro ingresso (ore17:49) ed il
successivo allontanamento (ore18:52) dal civico nr. 44 di via Cimbali, come da
-a Sjvn.k; -4 .e,.*+' w m -*,i-

fotogramma. [-v&~aq)
La visita dei coniugi MADONIA, durava circa un'ora durante la quale, gli stessi,
s'intrattenevano in conversazione con la GELARDI. Nel corso della conversazione,
MADONIA Dornenico (owero GUIDO), consegnava una somma di denaro nelle mani
di GELARDI Emanuela. L'evento, quindi, riscontrava quanto asserito dalla
GELARDI al figlio Antonino, in merito al denaro che periodicamente le perveniva
proprio dal predetto GUIDO (owero MADONIA Dornenico). Inoltre nel corso della
conversazione, i partecipanti, fornivano indicazioni atte a certificare due pregresse
consegne di denaro, ovvero:
- una consegna avvenuta presso l'abitazione dello stesso MADONIA Domenico,
alcuni giorni prima del decesso del marito della GELARDI (MADONIA Francesco
decedeva il giorno 09/03/2007);
- l'altra, invece, effettuata il mese precedente (aprile) direttamente presso il
domicilio della stessa GELARDI.

Domenica: ma tu sei venuta là... da Rosa?(owero PRESTIGLACOMO


Rosa)
Emanuela: Eh?
Domenico: Sei venuta là da Rosa?
Emanuela: ma... mi pare che ci siamo visti l'altra volta...
Domenico: ma l'altra volta quando? Prima di morire Ciccio?(owero
MADONIA Francesco)
Giuseppina: Il mese passato...
Emanuela:
Giuseppina: il mese passato fu ...
Emanuela:. non me li avete dati là i piccioli (soldi ndr.)...
.
Giuseppina: no... gua te li ho portati!
Emanuela: Tu pure sei venuta?
Giuseppina: Si!
Domenico: Si!
Giuseppina: C'era la cameriera qua... (ridono ndr.)... no... forse ha molto
che non vengo... (pausa ndr.)...
Emanuela: ... ma!...
Domenico: ... qua ci sono i piccioli!... (a voce bassa ndr.)
Giuseppina: ... c'è più caldo di... (si sovrappongo le voci ndr.)...
Domenico: ad agosto ci vediamo...
Emanuela: qua ci è rimasto quello che trovi...
Domenico: sangue mio... io qua sono... se c'è una cosa me la domandano
... come riceverla... ...incompr... non ci penso più... mah!...Oggi ho letto nel giornale...
leggevo nel giornale... eh dice... hanno assolto al marito di Marinella... al padre di
Marinella...

Le informazioni acquisite durante il dialogo permettevano di approfondire alcuni


dati emersi in concomitanza al periodo indicato dagli stessi interlocutori, riscontrando
pienamente la ricostruzione fatta dai coniugi MADONIAID'ARPA.
In particolare il 05/03/2007, alle ore 14:43, progressivo 683, si registrava una
conversazione telefonica sull'utenza sottoposta a censura 091/6373105 in uso a
GELARDI Emanuela; nel corso della conversazione, la donna si accordava con suo
cognato GUIDO (owero MADONU Domenico) per incontrarsi l'indomani mattina
presso la sua abitazione. La soluzione proposta dalla GELARDI era conseguente ad un
impegno già programmato dalla donna in quanto, la stessa l'indomani, si sarebbe dovuto
recare presso l'abitazione di ROSA e MARIO (Nz seguito ident,ij?cati in GELARDI
Mario e la moglie PRESTIGIACOMO Rosa).

SA:-
Emanuela: pronto
Dornenico: ciao Ninè
Emanuela: ah Gius... e... Guido che si dice?
Dornenico: ma domandiamo a te
Emanuela: ma tra tanti problemi... state tutti bene?
Dornenico: ma insomma voialtri state bene?
Emanuela: ma
Dornenico: dimmi una cosa più tardi dentro sei?
Emanuela: ma domani dovrei venire da Rosa però ... da Mario
Dornenico: tu dimmi tu che devo fare, vengo io più tardi o domani ci
vediamo qua
Emanuela: si.. si.. domani ci vediamo da te
Dornenico: va bene
[...l

L'utenza chiamante 0916910951, risultava intestata a MADONIA Dornenico, via


Federico De Roberto 11 di Palermo, cognato della predetta GELARDI perchè fratello
del marito.
Pochi minuti dopo, alle 14:47, il suddetto MADONIA Dornenico, richiamava la
cognata per sapere a che ora si sarebbe recata preso la sua abitazione. Alla
conversazione partecipava solo BASILE Anna, badante della GELARDI, la quale
confermava la visita per l'indomani verso mezzoggiorno.
Anna: pronto
Domenica: Nenè?
Anna: si... che diceva
Domenica: e?
Anna: io sono... sono la signora che la... che... di sua cognata... me lo dica a
me
Domenica: e... volevo sapere a che ora viene lei aua domani
Anna: e... verso le undici e mezza
Domenico: non lo so... verso le undici e mezza?
Anna: e... undici e mezza... mezzogiorno
- ... le va bene così?
Domenica: si va bene... mezzogiorno... dodici e mezza... questo è
Anna: esatto... va bene... in tutti i casi l'aspettiamo un pochettino
. Domenica: va bene
Anna: la saluta
Domenica: la saluto arrivederci
Anna: arrivederci
[...l

I1 servizio dinamico predisposto l'indomani (06/03/2007), riscontrava che


GELARDI Emanuela, in compagnia del MINEO Giuseppe, marito della BASILE, si
recava all'interno del residence sito al civico 2490 di viale Lanza di Scalea. Successivi
accertamenti verificavano che all'interno del citato residence, era localizzata anche la
via Federico De Roberto, dove risultava risiedere proprio MADONIA Domenico; con
ogni probabilità, quindi, la GELARDI si era recata presso l'abitazione del cognato,
come da accordi telefonici del giorno precedente. %&7)

Ore 11 :38 MINE0 Giuseppe (autista) nato a Palermo il 1 110511949 ivi residente
via Alaimo Da Lentini nr.20 e GELARDI Emanuela (passeggero) a bordo della Fiat
600 di colore bianco targata CJ423NA (intestata a GELARDI Emanuela) vengono
notati in transito per via Lanza di Scalea. Gli stessi s'irnmettono in via de Federico De
~ o b e r t o "e ~vengono persi di contatto.

Ore 13 :21 MINE0 Giuseppe (autista) GELARDI Emanuela, sempre a bordo


della suddetta Fiat 600, escono da via Federico De Roberto percorrono alcune vie
cittadine, si fermano in piazza San Lorenzo e parcheggiano. Qui, scendono e si
avvicinano alla "Pescheria San Lorenzo tel. 6681916" per fare acquisti ittici (ore
13:30).

Gli accertamenti successivi permettevano di riscontrare, infatti, che all'interno del


residence sopra indicato, risultava risiedere anche il nucleo familiare di GELARDI
Mario coniugato PRESTIGIACOMO Rosa, fiatello della predetta GELARDI Emanuela.

117
In via Federico De Roberto, strada senza uscita, si accede superando un passo carrabile con cancello
automatico posto al civico 2490 di viale Lanza di Scalea.
Anche l'incontro awenuto nel mese di aprile, presso l'abitazione di GELARDI
Emanuela, come affermato degli stessi coniugi MADONIA-D'ARPA, veniva
riscontrato nel corso di una conversazione telefonica, awenuta in data 05/04/2007, alle
ore 1 1:41, registrata tra la cameriera BASILE Anna e MADONIA Aldo; in particolare,
la cameriera informava ALDO che la sera precedente avevano ricevuto la visita dello
ZIO GUIDO e, nell'occasione, aveva chiesto quando si sarebbe tenuta la messa in
favore del genitore deceduto. La donna specificava che si trattava di suo ZIO GUIDO,

[...l
Anna: signor Aldo
Aldo: si
Anna: e... C 'è ... ieri suo zio... ieri sera è venuto suo zio... il fratello di suo
padre
Aldo: eh...
Anna: e... e voleva sapere la messa quando è
Aldo: e... è martedì alle 19: 15 al Don Bosco
Anna: ah
Aldo: quindi chi dovesse chiedere... domandare è ma ... martedì questo
martedì... il giorno dopo la pasquetta
Anna: eh
Aldo: che dovevamo farla giorno nove, ma giorno nove è pasquetta e non ne
fanno messa
Anna: eh
Aldo: quindi l'abbiamo dovuta spostare al giorno dieci... dieci martedì alle
19:15
Anna: eh... alle sette e un quarto
Aldo: si... alle sette e un quarto
Anna: va bene
Aldo: ah.. è venuto mio zio... mia zia?
Anna: si sono venuti a salutare a sua madre...
Aldo: ma chi... mio zio chi? Mio zio Guido allora?
Anna: e... quello che abita diponte Mario
Aldo: ah ... mio zio Guido!
Anna: io mi dimentico il nome
Aldo: ah... mio zio Guido!... si... si... si...
Anna: ... inc... e voleva sapere la messa ne sa niente quando è e cose... gli ho
detto no ... non glielo ho sentito dire
Aldo: ho capito... ho capito... eh...
Anna: e va bene
Aldo: si è... martedì alle 19:15
Anna: esatto che è sicuro che poi telefona pure l'altra sua zia ... Giuseppina
Aldo: no la abbiamo awisata anzi mi meraviglio che lui non lo sapesse
perché abbiamo awisato mia zia
Anna: a... a...
Aldo: e... e lei si era impegnata a
Anna: a comunicarlo...
Aldo: si... a tutti
[...l

Gli elementi obiettivi sopra esposti, corroborati dalle acquisizioni


ambientali/telefoniche, riscontravano inequivocabilmente la periodicità della
consegna di somme di denaro da parte di MADONIA Domenico inteso GUIDO,
. . ..- . . .-GELARDI Emanuela; e dimostrano pienamente il ruolo di prestanome
alla- cognata
. .

del predetto, per quanto concerne la gestione di beni immobili appartenenti al


patrimonio occulto degli stessi.

LA CASA DELLA ZLA GIOVANNINA.

1) Le acaukizwni del 26X0422006


Come già anticipato in precedenza, l'anziana GELARDI Emanuela, hoccasione
del colloquio carcerario svolto a Novara, il 26/04/2006 tra le altre cose, informava il
figlio MADONIA Antonino che lo zio Guido era solito andarla a trovare e poneva tale
visita in relazione ad un affitto di 500 euro derivanti da un immobile da loro conosciuto
come quello della zia Giovannina. ... si.. .si!... Lo sai perché viene?... Perché ha la
...
casa della ZIA GZOVANNZNA... e ce l'ha affittata cinquecento euro mi viene a
trovare ...I
[...l
ANTONZNO: ... e lui ogni tanto viene lo ZIO GUZDO? Viene oani tanto? Ti
.
viene e a trovare.. lo zio Guido ti viene a trovare oani tanto?
EMANUELA: lo zio?
ANTONZNO: ... lo ZIO GUZDO!
EMANUELA: lo zio Guido?
A NTONZNO: viene ogni tanto?-
EMANUELA: ...
si si!... Lo sai ~ e r c h éviene?... Perché ha la casa della ZIA
GZOVANNZNA ... e ce l'ha affìitata cinquecento euro...mi viene a trovare
...incompr.. . che l'altra volta tuo padre.. . che so.. .incompr.. .
[...l

2) L'individuaWone dell'ìmmobile.
I successivi accertamenti esperiti presso la conservatona di Palermo e finalizzati
alla ricerca dell'immobile citato nel corso della conversazione ambientale di cui sopra,
permettevano di riscontrare che:
- la figlia del suddetto MADONIA Domenico, a nome Rosalba, è intestataria di
un immobile sito in questa via Resuttana nr. 520, piano terra; l'immobile in questione le
. .
.-- . ,

veniva donato dalla nonna materna TRAPANI Giovanna o Giovannina nata a


Palermo il 06/09/1900, con atto redatto in data 27/06/1986
- la donante era effettivamente zia degli interlocutori in quanto zia materna del
defunto MADONLA Francesco owero marito e padre degli interlocutori.
- a seguito di sopralluogo, l'immobile in questione, risulta adibito ad uffici
privati; mentre dagli accertamenti esperiti presso la BB.DD., l'immobile in questione
risultava regolarmente locato a NIOSI Rita, nata Palermo il giorno 11/07/1976, con
contratto datato 16/07/1996, a firma della predetta MADONIA Rosalba.

Alla luce di quanto sopra illustrato, in considerazione del fatto che, la donante è
stata registrata con il nome di GIOVANNA o GZOVANNINA, in sede di redazione
dell'atto di donazione, nominativo quest'ultimo compatibile con quello utilizzato da
entrambi gli interlocutori owero ZIA GZOVANNiNA; che l'immobile attualmente è
adibito ad attività commerciale e quindi soggetto a canone d'affitto. Per tali ragioni, non
si esclude la possibilità che l'immobile di cui in parola, possa essere identificato propria
in quello indicato come [...la casa della ZIA C I 0VANNINA ...l.

Va inoltre rilevato che l'apparente provenienza "legittima" del bene (donazione


dalla defunta TRAPANI Giovanna nel mese di giugno 1986) non è in contraddizione
con la reale riconducibilità .del medesimo alla famiglia MADONIA, poichè l'espediente
-
utilizzato in questa fattispecie ossia quello di acquisire beni immobili formalmente
intestati a soggetti che risultano averne la titolarità per via successoria - risulta
utilizzato anche in un'altra analoga fattispecie relativa ad un immobile chiamato
falegnameria, che verrà analizzata più avanti.
Alla luce degli elementi acquisiti ed in particolare del periodico versamento di
somme di denaro da parte di MADONIA Domenico alla GELARDI Emanuela e della
formale riconducibilità dell'immobile della zia Giovannina ad una figlia dell'indagato si
deve pertanto concludere che:
- o l'immobile in questione era fittiziamente intestato alla zia Giovannina, ossia
TRAPANI Giovanna o Giovannina nata a Palermo il 06/09/1900, zia del patriarca
Francesco MADONIA,
- owero il bene era realmente di proprietà della TRAPANI Giovanna o
Giovannina ma era stato acquistato successivamente dalla famiglia MADONIA che
aveva preferito mantenere
.. l'intestazione fittizia - in capo all'ereditiera MADONIA
Rosalba per evitare che venisse anch'esso confiscato.
In entrambi i casi gli elementi gravemente indiziati acquisiti consentono di poter
affermare che il bene è di proprietà della famiglia MADONIA, sicchè sussistono in
capo a MADONIA Rosalba, in concorso con il padre e con la predetta GELARDI, i
gravi indizi di colpevolezza del delitto di cui agli artt. 110 C.P. 12 quinquies D.L. 152\91
e 7 e gli estremi per sottoporre a sequestro preventivo ex art. 321 C.P.P. il bene
medesimo.
8 9. L'IMMOBILE DEFINITO "LA FALEGNAMERIA"

Nel presente paragrafo sarà illustrata nel dettaglio una vicenda - trattata nel corso
dell'indagine principalmente da DI TRAPANI Maria Angela - dall'esame della quale
è stato individuato un ulteriore bene fittiziamente intestato a prestanome ma di reale
proprietà degli uomini d'onore DI TRAPANI Nicolò e GUASTELLA Giuseppe,
entrambi detenuti essendo stati definitivamente condannati alla pena dell'ergastolo.
L'immobile in questione è ubicato a Palermo in via Matteo Donia al civico 7,
piano terra.
Protagonisti di questa vicenda, come si vedrà, sono:
eb - DI PACE Francesco, a volte indicato come il nipote di Pinuzzu
- Nello e Maria per indicare i germani CATANZARO Michele e
CATANZARO Maria Pia nonché FANUELE Anna Maria e FANUELE Valeria,
figlie di CATANZARO Maria Pia;
- SALERNO Roberto, cugino di DI PACE Francesco.

LE ACQUISIZIONI DEL 17/06/2006.

. \ I1 17/06/2006
,,
T DI TRAPANI Maria Angela, in compagnia della madre SGROI
@ Rosa, si recava a Parma per effettuare un colloquio con il fratello detenuto DI
TRAPANI Nicolò
Nel corso dell'incontro veniva introdotto, per la prima volta, un argomento
concernente un immobile ove in precedenza era ubicata la falegnameria del padre (DI
TRAPANI Francesco) Jdove c'era la ... la falegnameria di PAPA'? ...l.Si intuiva che
detto immobile era diventato l'oggetto di una disputa per la titolarità tra i DI
TRAPANI, che ne rivendicavano la proprietà quale legittima eredità lasciata dal
.
defunto DI TRAPANI Francesco I.. TUO PADRE ha uscito i soldi, TUO PADRE!
... allora gli ho detto: e la falegnameria?] [...ma perchè mio marito l'ha costruita
per tuo cugino la falepmameria?l, ed il DI PACE Francesco che invece asseriva che il
bene era interamente riconducibile alla sua famiglia I... si ma ora dice che sono sue ...
tutte insieme ...l. Per tale incertezza la SGROI Rosa aveva chiesto al DI PACE di
chiarire meglio la situazione invitandolo a recarsi da suo zio (GUASTELLA
Giuseppe), senza per altro ottenere alcuna risposta k i i ho detto ... mi devi fare un
piacere ... vai da tuo zio e giielo dici ... ti pare che mi ha dato più risposta ... no ...
uh... uh ... anzi voleva soddisfazionel.
Si capiva anche che l'immobile, in quella data, fosse nella disponibilità di un
cugino del DI PACE Francesco I... dice: là mio cugino ci sta!l e che non esistesse più
una falegnarneria essendo il fabbricato ristrutturato e, come si capirà in seguito,
.
destinato a qualcos'altro Edorne.. siamo andati ... l'hanno fatta tutta a nuovo, perché
non c'è nel fallimento ...l.
Particolare non irrilevante è la circostanza che l'immobile non era stato inserito
nell'elenco di beni oggetto di un precedente fallimento del quale i colloquianti erano a
@
conoscenza.

Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

[...l
ROSA: si è andata a prendere i soldi dove c'era la ... la falegnameria di
.
PAPA '?..
NICOLO ': (annuisce,ndr)...
ANGELA: prima diceva che era nel fallimento
NICOLO ': inseme ... li nel fallimento ...
ANGELA: si ma ora dice che sono sue ... tutte insieme ...
ROSA: TUO PADRE ha uscito i soldi, TUO PADRE! ... allora gli ho detio: e
la falegnameria? ... dice: là mio cugino ci sta! ... pli ho detto: ma perchè mio marito
l'ha costruita per tuo cugino la falegnameria?gli ho detto...
NICOLO ': (annuisce,ndr)
ANGELA: e ancora eh...
ROSA: non glielo dovevo dire?
NICOLO ': (annuisce,ndr)
ROSA: ... mi devi fare un piacere... vai da tuo zio e glielo dici... ti
gli ho detto
pare che mi ha dato più risposta ... no ... uh... uh ... anzi voleva soddisfazione
(incomprensibile) ...
ANGELA: infatti l'altra volta lo zio... l'altra volta lo ZIO SALVO-dice fà...
ma perché, dice, qua giù (incomprensibile) nella falegnameria dovete continuare
(incomprensibile) ... mi disse che la jàlegnameria non c'era più niente e che non
esisteva più, perchè era nel fallimento ... l'hanno diroccata
ROSA: lo sai l'uficio ...
ANGELA: ..
dome. siamo andati ... l'hanno fatta tutta a nuovo, perché
non C 'è nel fallimento ...
NICOLO ': non c'é!...
ANGELA: e non solo, MASSIMO mi ha detto: state attenti, dice, perchè le
cose del fallimento... si sono fatti dare i fogli e si stanno comprando le cose migliori...
hai capito? ...
ROSA: senti qua ...
NICOLO ': (annuisce) ...
ANGELA: io non ne capisco niente... e poi che abbiamo soldi nelle mani?
E lui va comprando...
ROSA: i soldi delllu$$cio li ha messi lui ... (comunica qualcosa con il labiale,
ndr) ... lui se li prende ... siccome ne abbiamo pochi ...
NICOLO ': (annuisce,ndr) ...
ANGELA: con la vastasaggine .., infatti la zia ... la zia mi disse ... dice ...
NZCOLO ': gli dico cose ...

---..>
ROSA: no ... quando ... quando dovesse essere ... dovesse succedere ...
NICOLO ': comunque (incomprensibile) ... lasciali perdere, poi ci si arriva
...
ROSA: che? ...
NICOLO': lasciali perdere, che gli dico cose ora ...
ANGELA: eh ... si ...
ROSA: speriamo il Signore
ANGELA: però te le diciamo NICO: perchè tu hai un giro (disegna un
cerchio con le mani, ndr) ... pensando ... così tu le sai
NICOLO ': (Nzcomprensibile)...
ANGELA: quando si appiatusisce (si dispiace, ndr) ...

[...l
LE A CQUISIZIONI DEL 16/12/2006.
I1 16/12/2006, DI TRAPANI ~ i u s e ~ ~ i nina compagnia
"~ della zia SGROI
Lorenza si recava a Parma per effettuare un colloquio con il detenuto DI TRAPANI
Nicolò rispettivamente fiatello e nipote delle predette @
T
-
[ &!$l. In tale data
veniva ripreso l'argomento dell'immobile brevemente indicato come "falegnarneria". Il
tratto che segue permetteva di:
- individuare con certezza l'immobile in questione;
- identificare il cugino del DI PACE Francesco che aveva la disponibilità del
bene ed altri soggetti coinvolti nella stessa vicenda.

L'argomento relativo all'immobile durante l'incontro era introdotto dalla zia


SGROI Lorenza la quale si faceva portavoce dell'altra nipote DI TRAPANI Maria
Angela. La donna riferiva che il cugino del DI PACE Francesco (quest'ultimo nella
circostanza indicato come il nipote di Pinuzzu) era andato da due persone indicate come
Nello e Maria per cercare di far loro firmare un atto di compravendita e trasferire a lui
la proprietà del bene Jperché ~raticamente ... il CUGINO DEL ... NIPOTE DI
PINUZZO è andato da NELLO e da MARIA, perché all'epoca loro NELLO e
MARIA,ndr) avevano messo la firma ... perché cedevano questa
FALEGNAMERIA a chi gli stava facendo i lavori nella casa ...l
[...l
LORENZA: ... poi mi ha detto (riferito a DI TRAPANI Maria Angela,ndr) ...
di accennarti ... te la ricordi la FALEGNAMERIA? ...
NICOLO ': eh! ...
LORENZA: eh ... che c'era ... eh!
NICOLO ': annuisce ...
LORENZA: praticamente si è scoperto l'arcano ... và bè voi LEI (intesa DI
TRAPANI Maria Anaela,ndr) te lo spiegherà meglio perché io mi confondo nel
parlare ... verché praticamente ... il CUGINO DEL ... NIPOTE DI PINUZZO è
andato da NELLO e da MARL-4, perché all'evoca loro NELLO e MARL-4.ndrl
avevano messo la firma ... perché cedevano questa FALEGNAMERL4 a chi gli stava
E' necessario ricordare che DI TRAPANI Giuseppina, oltre ad essere sorella del detenuto e di Maria
Angela, è anche la suocera del DI PACE Francesco.

,p- 878
facendo i lavori nella casa... che oltre ai soldi, una macchina, eh ... avevano ceduto
quella parte (riferita ad una quota della falegnameria,ndr) ... si vede che c'è stato
all'epoca un inghippo ... che non fu strascritto bene ... e questa cosa è rimasta
sospesa!
[...l
Dal brano riportato emerge dunque un primo dato di notevole interesse ai fini
dell'identificazione dell'immobile, lo stesso era intestato a tali NELLO e MARIA,
ossia coloro che avevano " messo la firma"
I1 DI PACE era stato invitato, verosimilmente da componenti della famiglia DI
TRAPANI, a pretendere dall'usufnittuario del bene una quota in affitto, ma lo stesso DI
PACE si era rifiutato adducendo il fatto che la persona era suo cugino Je d i disse: ma
d perché non si prende ... non si fa dare l'affitto! dice ... no ... è MIO CUGINO,
dice, cosa d i domando?!l
[...l
LORENZA: .
e ali disse: ma perché non si prende .. non si fa dare l'affitto!
dice ... no ... è MIO CUGINO, dice, cosa ali domando?!
[...l

Venivano poi riferite le giustificazioni del DI PACE Francesco che sosteneva che
7
il bene era suo in quanto al1 0rigine di proprietà della nonna che lo aveva poi lasciato
alla madre ed allo zio (GUASTELLA Maria e GUASTELLA Giuseppe) Jno questa
era di mia NONNA e che l'ha lasciata a mia MADRE e a mio fratello (si correae,
ndr) ... a mio ZIO ...l
[.-.l
LORENZA: Dopodiché si è scoperto, dice che ali hanno risposto ... no
questa era di mia NONNA e che l'ha lasciata a mia MADRE e a mio fratello (si
correae, ndr) ... a mio ZIO ...
[...l

I1 colloquio proseguiva e veniva ripreso l'argomento della visita del cugino del DI
PACE a Nello Jnominativo sicuramente riconducibile all'intestatario del bene) per
cercare di ottenere una firma per il trasferimento di proprietà; la richiesta sarebbe stata
rifiutata in quanto il Neiio a suo dire non sarebbe stato più il reale proprietario
dell'immobile Jun giorno suo CUGINO, va da NELLO e gli domanda la firma ...
dice ... ma quale firma? io non ho più niente! No dice ... sai ... è una formalità ...
dice ... no, questa cosa ... dice ... quale formalità?! ... dice ... perché IO e MIA
SORELLA ... l'abbiamo dato per papamento! ... dice ... com'è che ora spunti tu!?
4
[...l
LORENZA: ... se ... siamo fermi qua! ... un giorno suo CUGINO, va da
NELLO e gli domanda la firma ... dice ... ma quale firma? io non ho più niente! No
dice ... sai ... è una formalità... dice ... no, questa cosa ... dice ... quale formalità?!...
dice ... perché IO e MIA SORELLA ... l'abbiamo dato per pagamento! ... dice ...
com 'è che ora spunti tu!? ...
6
NICOLO ': (annuisce, ndr) ...
GIUSEPPINA: si volevano fare, fare l'aito si volevano ...
NICOLO ': si volevano fare l'atto? ...
GIUSEPPINA: si! Perché dicono che è suo...
LORENZA: allora ...
NICOLO ': FRQNCESCO?
LORENZA: c'è andato l'ALTRO CUGINO ...
GIUSEPPINA: il CUGINO!
LORENZA: ...incomprensibile...
[...l

Alcuni particolari forniti dalle donne Jil fidi0 di ALFONZRVA, te lo ricordi ...l
JROBERTO!] consentivano la certa identificazione del cugino del DI PACE che si era
recato dal NELLO: SALERNO Roberto, cugino di 1 grado di DI PACE Francesco.
[...l
NICOLO ': chi è il CUGINO? ...
GIUSEPPINA: il figlio di 'NZINA!
LORENZA: il figlio di ALFONZINA. te lo ricordi ...
NICOLO': ah ... ah ...
GIUSEPPINA: ROBERTO!
NICOLO ': ROBERTO. ..
LORENZA: il$glio ... non c 'è andato nessun ...
[-.l
Ancora veniva riferito il tentativo di DI PACE Francesco di non essere coinvolto
nella vicenda e dell'iniziativa di Nello e Maria di awisare Maria Angela in merito alla
richiesta loro prospettata dal SALERNO Roberto (più volte indicato come il cugino del
DI PACE) Iperché ... LORO gli hanno detto di no! (NELLO e MARIA,ndr) ... e
lo hanno detto a LEI ... dice com'è auesto fatto?! ... mi ...l
[...l
NICOLO': e FRANCESCO non dice niente? . ..
GIUSEPPINA: no è al di fuori ... non sap~iamoniente ...
LORENZA: no ... non sa niente perché ...
GIUSEPPINA: non se ne parla con lui di queste cose ...
LORENZA: non se ne parla ...
NICOLO ': (annuisce, ndr) ...
GIUSEPPINA: non sa niente lui, hai capito? ...
NICOLO': annuisce ...
LORENZA: non se né parla ...
GIUSEPPINA: perché ...
NICOLO': ... ma si volevano far fare l'atto, LORO? ...
GIUSEPPINA: si! ...
LORENZA: si ...
NICOLO': e che ci azzeccavano? ...
LORENZA: ... eh ... perché rappresenta ... ~ e r c h ...
eh é LORO ali hanno
detto di no! (NELLO e MARL4,ndr) ... e lo hanno detto a LEI ... dice com 'è questo
fatto?! ... mi ...
GIUSEPPINA: praticamente è una cosa così acqua ... acqua ...
LORENZA: se aveva ... se pensava qualche cosa, ha avuto la conferma!
Perché loro gli hanno detto poi ne parlo ...
NICOLO': (annuisce, ndr) ...
GIUSEPPINA: perché ...
LORENZA: no dice ...
[...l
I1 cugino del DI PACE Francesco si identifica in SALERNO Roberto, pt.
Giacomo, mt. GUASTELLA Alfonsina, nato a Palermo il 06/11/1976, ivi residente
in Viale del Fante nr. 102, coniugato; gli stessi sono effettivamente cugini di lo
grado poiché rispettivamente figli deile sorelle GUASTELLA Maria (20/10/1949) e
GUASTELLA Alfonsina (11/02/1952)

I1 tratto che segue è di straordinaria importanza da un punto di vista probatono in


quanto documenta l'affermazione dell'autorevole uomo d'onore DI TRAPANI Nicolò
circa la reale proprietà del bene in disamina, per metà dello stesso Nicolò Jdi chi è? ...
nostro ... mi ... mezzo e mezzo (porta la mano destra sul suo petto,ndr) ...l e per la
restante parte invece riconducibile a GUASTELLA Giuseppe I... no perché mezzo
era di loro ... mezzo era di loro ... non iniziamo, perché mezzo era di loro ...l
... poi quando ... cyè MIO FRATELLO (inteso se stesso,ndr)
dici e TUO ZIO
JGUASTELLA Giuseppe,ndr) ... che esce ... si vede ...l
Tale affermazione giungeva alla fine della ricostruzione storica fatta dal DI
TRAPANI in ordine al susseguirsi della proprietà fittizia e che, come si vedrà, coincide
perfettamente con la situazione reale riscontrata negli uffici competenti.
[...l
GIUSEPPINA: perché tempo fa, quando è stato affrontato questo
argomento. FRANCESCO ha detto ... dice no ... dice di miooo ... di mio NONNO
-
e..

LORENZA: prima ha detto che era sotto ... come si dice ...
NICOLO ': (annuisce, ndr) ...
GIUSEPPINA: eh ... va bene ... poi ... e poi ha de ... di mio NONNO era ...
non è ... non sapendo bene come stanno ...
NICOLO ': non era di suo NONNO, era di suo ZIO PIETRQ e di COSO
.-
..
GIUSEPPINA : si. ..
LORENZA: e ... e loro sostengono
NICOLO ': di suo ZIO PIETRO e di suo NONNO il MAGAZZINO era!
GIUSEPPINA: eh!. ..
LORENZA: si! ...
NICOLO ': perché io lo so! ...
GIUSEPPINA: e ... e ora come ora? ...
NICOLO': eh! ... come ora come ora? ...
GIUSEPPINA: e ora come ora di chi è? . ..
NICOLO': di chi è? ... nostro ... mi ... mezzo e mezzo (porta la mano
destra sul suo petto,ndr) ...
LORENZA: si perché c'è la quota di MARIA e di NELLO ...
GIUSEPPINA: mezzo e mezzo? ...
NICOLO ': che di chi è?! ... mezzo e mezzo! ...
LORENZA: no e invece loro ...
[...l

I1 nonno del DI PACE Francesco e lo zio Pietro si identificano


rispettivamente nei fratelli:
GUASTELLA Michele, pt. Giuseppe, mt. DOMILICI Maria, nato a
Palermo il 24/09/1913, deceduto il 26/06/1992.
GUASTELLA Pietro Giuseppe, pt. Giuseppe, mt. DOMILICI Maria, nato
a Palermo il 10/08/1911, deceduto il 07/09/2000.
Sin da ora appare opportuno anticipare che ai citati sarà effettivamente
riconducibile il bene immobile oggetto di discussione.

DI TRAPANI Giuseppina riferiva che - secondo la sorella Maria Angela - il


m bene era tutto loro (intendendo della famiglia DI TRAPANI) [no MARIA ANGELA
JDI TRAPANI Maria Angela,ndr) dice che è tutto intero]; tale indicazione sarebbe
stata contraddetta dal fratello Nicolò il quale assenva che l'immobile era loro solo per
metà [no perché mezzo era di loro ... mezzo era di loro ... non iniziamo, perché
mezzo era di loro ... 1 in quanto al GUASTELLA Giuseppe spettava la parte
... perchè non è che ...
verosimilmente riconducibile al padre Jmezzo era di LUI
INCOMPRENSIBILE.. . non è che vuoi anche la parte di lui ... di suo PADRE ...
ii PADRE ...l
[...l
GIUSEPPINA: no MARIA ANGELA m1 TRAPANI Maria Angela,ndr)
dice che è tutto intero
LORENZA: tutto ... tutto intero è.. .
NICOLO ': ah? ...
LORENZA: tutto TUO PADRE (DI TRAPANI Francesco,ndr) ...
NICOLO': no perché mezzo era di loro ... mezzo era di loro ... non
iniziamo, perché mezzo era di loro ...
GIUSEPPINA: (si rivolge alla SGRO1,ndr) ... lo vedi prima di parlare
dobbiamo stare ... perché ...
N-O': mezzo! ...
LORENZA: ma anche mezzo e mezzo, neanche questo mezzo vogliono dare
(si rivolge a DI TRAPANI Giuseppina,ndr) ...
GIUSEPPINA: fatti ... fatti dire come stanno le cose ...
NICOLO': mezzo era di LUI ... perchè non è che ...
.
INCOMPRENSIBILE.. non è che vuoi anche la parte di lui . di suo PADRE .. ...
il PADRE . ..
[...l

SGROI Lorenza riferiva che c'era anche la quota della sorella di Michelino
(CATANZARO Maria Pia ndr) [ma come ... c'è pure la SORELLA DI
MICHELINO, quante persone cVerano!?led il DI TRAPANI Nicolò affermava che
tali quote ed altre, ad eccezione delle quote del GUASTELLA Giuseppe, erano state
acquistate da loro (dai DI TRAPANI) Jeh ... erano molti erano, quindi le quote le
abbiamo prese tutte, però c'erano pure queste cose di LUI
.. ...l. Nel prosieguo
dell'incontro la SGROI Lorenza si lamentava del comportamento del DI PACE
Francesco e, quindi, della famiglia GUASTELLA che non voleva riconoscere ai DI
TRAPANI neanche la metà della titolarità del bene che, come affermato dal Nicolò era
realmente loro sebbene ancora intestata a prestanome Jinvece neanche questo mezzo
A. Il detenuto riferiva di lasciar perdere e invitava la zia a riferire a Nello di non
firmare alcun documento I... Nelo devi dire tu a NELLO e a COSA che non deve
firmare nessuna cosa del mondo! (si rivolge alla zia SGROI Lorenza.ndr) ...l e, nel
caso in cui si fosse ripresentato il SALERNO Roberto, avrebbe dovuto nuovamente
respingere la sua richiesta benza formalità, non ha niente da fare, eli dice vattene a
casa ...l.
Ouest'ultima affermazione, considerata nell'ambito del contesto complessivo della
conversazione, è estremamente significativa perchè bene esprime la determinazione con
cui DI TRAPANI intende riaffermare la reale titolarita del bene.-
Segue il tratto di trascrizione integrale:
[...l
LORENZA: ma come ... c'è pure la SORELLA DI MICHELINO, quante
persone c'erano!?
NICOLO ': eh ... erano molti erano, quindi le quote le abbiamo prese
tutte, però C'erano pure queste cose di LUI ...
LORENZA: ma come, mezzo e mezzo? ...
NICOLO': eh! ... mezzo e ...
LORENZA: invece neanche questo mezzo ...
NICOLO ': e va bene lasciali andare, lasciali perdere ... non mi interessa
...
-
GZUSEPPINA: e non glielo deve dire, perché LEI glielo vuole dire! ...
LORENZA: no non vuole dirglielo, prima vuole venire a parlare con te ...
NICOLO ': chi? ...
GZUSEPPINA: ora che ci ha parlato, dico ...
NZCOLO ': eh ... ora che ci haiparlato, lo chiami TU ...
GZUSEPPINA: LEI deve venire ... no LEI deve venire ...
LORENZA: no, no prima di parlare ... ascolta, siccome ci sono altre cose,
- ." --
m- che LEI ... ha scoperto che ci hanno portato come informazioni ...
NICOLO': eh ...
LORENZA: LEIprima vuole parlare con te ...
NICOLO': e poi si vede poi ... ma aprire questi discorsi, non è suverchiu
(super-uo, ndr) per ora?!
LORENZA: si, infatti LEI mi ha detto di dirti ... non si può mai sapere! ... è
bene che tu lo sappia ...
NZCOLO ': momentaneamente non mi interessa niente, non deve interessare
niente ... momentaneamente non deve interessare niente ...
LORENZA: quindi ...
NZCOLO ': di tutte queste cose non mi interessa niente ...
LORENZA: va bene a Gennaio ...
NICOLO': poi me la vedo io ...
885
LORENZA: si però ... eh ... eh ... poi quando ... quando non C 'è più niente
...p erchè... scusami un attimo ...
NICOLO ': non mi interessa ... INCOMPRENSIBILE ... glieli faccio uscire
...
LORENZA: e dimmi una cosa ...
NICOLO ': glieli faccio andare a trovare ovunque ... a tutti! ...
LORENZA: dimmi una cosa ... se NELLO come un luocco, anzi lui ha
riflettuto ... ma non è vero ...
GIUSEPPINA: però ... eh ...ah ... secondo me la testa fete @uzza.ndr) ... (con
l'indice della mano sinistra indica verso su, ndr) ...
NICOLO ': eh! ...
LORENZA: eh ... scusa ...
NICOLO ': perché ... TUO GENERO (DI PACE Francesco,ndr) ... MIO
NIPOTE ...
GIUSEPPINA: le sa queste cose? ...
NICOLO ': certo che le sa! QUELLO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) ... gli
dice statti muto
GIUSEPPINA: e infatti, QUELLO gli dice statti muto! ...
NICOLO': eh ... e LUI siccome è falso pure ... eh ... fanno ... poi c'è
FRANCE (con l'indice della mano desta indica verso la sorella GIUSEPPINA, ndr) ...
LORENZA: e allora che cosa centra che ci va ROBERTO, ROBERTO è
imbroglione ...
NICOLO ': gli può dire cose, cose non glieli può dire , QUELLO gli dice
stai zitto e non ti immischiare ... e QUELLO ... INCOMPRENSBILE...
GIUSEPPINA: io non aflronto, NICOLA
NICOLO ': no ...non afiontare ninte, tu! ...
LORENZA: no ... non vuole ...
NICOLO ': no non mi interessa ...
GIUSEPPINA: perché signzfìca ... se non si hanno le certezze di come parlare

NICOLO ': e appunto per questo ... siccome non possiamo dire ... non deve
fare niente ML4 SORELLA (Maria Angela,ndr) ... si deve fare i fatti suoi e non le deve
interessare niente ...
LORENZA: e allora non l'hai capito che non ... non ... non sta facendo LEI
(Maria Angela, ndr) ... completamente niente ...
NZCOLO': plielo devi dire tu a NELLO e a COSA che non deve firmare
nessuna cosa del mondo! (si rivolge alla zia SGROZ Lorenza,ndr) ...
LORENZA: si, infatti QUELLI (NEUOe MARIA, ndr) non l'hanno volus
fare e subito hanno awertito a MARIA ANGELA ...
NZCOLO': eh! ...
LORENZA: e le hanno detto che non lo fanno ...
NZCOLO': gli dici che non devono fare niente ...
LORENZA: MARIA ANGELA è restata cosi e dice io devo parlare con
MIO FRATELLO ...
NZCOLO ': gli dici ... poi quando ... c'è MIO FRATELLO (inteso se
stesso,ndr) e TUO ZIO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) ... che esce ... si vede ...
LORENZA: QUELLO ... per quello ... dice ... che muriu ... che ci fa ... no, e
una formalità ... ma come una formalità?! ...
NICOLO ': senza formalità, non ha niente da fare, gli dice vattene a casa

"Michelino" e la sorella si identificano rispettivamente nei germani:


'
CATANZARO Michele, pt. Paolo, mt. GUASTELLA Maria, nato a Palermo
il 02/12/1947, ivi residente in via Via Svezia nr. 12, celibe;
CATANZARO Maria Pia, pt. Paolo, mt. GUASTELLA Maria, nata a
Palermo il 11/01/1944, ivi residente, in via Alfano nr. 4, coniugata.

Quest'ultima è la Maria emersa nei dialoghi ed associata a Nello, diminutivo con


cui si indicava CATANZARO Michele Jun piorno suo CUGINO. va da NELLO e di
domanda la firma ... dice ... ma quale firma? io non ho più niente! No dice ... sai
... è una formalità ... dice ... no, questa cosa ... dice ... quale formalità?! ... dice ...
perché IO e MIA SORELLA ... l'abbiamo dato per papamento! ... dice ... corn'è
che ora spunti tu!? ...l .
I gennani CATANZARO sono altresì parenti del DI PACE Francesco:
GUASTELLA Maria (2011 011949), madre del DI PACE Francesco, è cugina di l o
C
grado dei citati fiatelli CATANZARO, essendo figli dei fratelli GUASTELLA Michele
(24109119 1 3 ) e GUASTELLA Maria (0111011921).

A dire del DI TRAPANI Nicolò era comunque chiaro che DI PACE Francesco
fosse informato ma che non affrontava volutamente la questione su precisa indicazione
dello zio GUASTELLA Giuseppe JGIUSEPP1NA:le sa queste cose? ... NICOLO':
.
certo che le sa! OUELLO (GUASTELLA Giuseppe, ndr) .. pJi dice statti muto1
Sempre nello stesso colloquio si registrava un ulteriore tratto di conversazione dal
quale si deducevano indicazioni sui reali proprietari del bene:
[...l
NICOLO': eh ... eh ... lì ... LORO sanno tutto ... tuo ... tuo nipote ... (si
corregge, ndr) tuo ... TUO GENERO, sa tutte cose! ...
GIUSEPPINA: eh ...
LORENZA: ah ... un 'altra cosa ...
GIUSEPPINA: lo viene a dire a me? ...
LORENZA: NICO ...
NICOLO': non dice niente quello ...
GIUSEPPINA: se suo ZIO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) gli dice statti cosi',
che deve fare . ..
NICOLO': non solo suo ZIO (GUASTELLA Giuseppe, ndr) è pure SUA
MADRE (GUASTELLA Maria,ndr) ... SUA M A D ..~.
GIUSEPPINA: SUA MADRE, SUA MADRE è ... è ...
LORENZA: ... e infatti ora non
si ... si intervenaono ... ali hanno
mandato a MA... a QUELLO... come si chiama ...
NICOLO': infatti mandano a QUELLO (ROBERT0,ndr) là, per non fare
discussioni con voialtri ... hai capito? ...
LORENZA: no ... eh ... eh ... ma che c'entra QUESTO che sono CUGINI?!
S..

NICOLO': non c'entra niente QUELLO, QUELLO non si è immischiato


mai ... gli devi dire a MARIA tu le dici (rivolgendosi alla zia SGROI Lorenza,ndr) ...
LORENZA: è MARIA ANGELA che ciparla ... io non ...
NICOLO': a MARIA ANGELA le dici a MARIA ANGELA che LORO
quando vengono ci dici che non deve firmare niente ... gli dici che non hanno niente
da firmare . . .
LORENZA: lo sai perché QUELLO là, si è fatto la CASA là ... la
FALEGNAMERU. non lo so! ... e ci sta ...
NICOLO': chi? ...
LORENZA: guesto ROBERTO ...
NICOLO': (annuisce,ndr) ...
LORENZA: e allora hanno fatto mettere in mezzo a LUI (ROBERT0,ndr)
NICOLO': gli dice là ... là era ... di mio PADRE e tuo ZIO (GUASTELLA
Giuseppe,ndr) ... e basta! ...
LORENZA: si! ...
NICOLO ': perché tutte le altre quote di tutti i TUOI ZII, se le sono
comprate! ... perciò TU, preparati ad uscire I'affitto che poi ... mettile a conservare
8 tutte queste cose! ...
LORENZA: certo a metà e metà ...
NICOLO ': no, mettile a conservare tutte queste cose di là ...
GIUSEPPINA: di chi era ... l'hai capito di chi era ...(s i rivolge alla SGROI
Lorenza,ndr) ...
LORENZA: metà di SUO PADRE e metà di ...
NICOLO': mettile a conservare queste cose! ... perché qua è metà di MIO
PADRE (con la mano desta indica se stesso,ndr) e metà di TUO ZIO ...
LORENZA: eh ... e questo invece me lo ricordo io ...
NICOLO ': in eccesso perché la quota, quella dei TUOI ZII, l'ha rilevata

@ MIO PADRE (con la mano desta indica se stesso-ndr) ... per conti miei... io faccio
metà e metà, perché non mi interessa prendermi tre quote e una quota, hai capito? ...
LORENZA: anzi c'erano tre perché c'era auella di come si chiama quello
NICOLO ': MICHELINO ...
LORENZA: MICHELINO ecco ... c'era pure ...
NICOLO ': si ...
E..]

LE ACQUISIZIONI DEL 20/01/200 7.


I1 20/01/2007, DI TRAPANI Maria Angela in compagnia della zia SGROI
Lorenza si recava a Parma per effettuare un colloquio con il detenuto DI TRAPANI
Nicolò rispettivamente fiatello e nipote delle donne
Anche nel corso del presente colloquio veniva affrontato l'argomento
dell'immobile in argomento; in particolare i fratelli DI TRAPANI Maria Angela e
Nicolò, concordavano la strategia da attuare nei confronti della famiglia GUASTELLA
al fine di rivendicare la loro metà del fabbricato indicato come la falegnameria.
La DI TRAPANI Maria Angela proponeva - ricevendo poi l'approvazione del
fratello - di recarsi dal SALERNO Roberto per chiedergli, come quota mensile
d'affitto, la somma in denaro corrispondente alla metà della proprietà del fabbricato
riconducibile alla famiglia DI TRAPANI []l(annuisce, ndrl ... d i dici ... vai da TUO
ZIO e glielo vai a dire! ... là, è di ... metà! ... metà di MIO FRATELLO ...I I.. e gli
dico ... qua ... la parte ... quanto è ... di MIA MADRE? ... li dico ... quanto viene,
decidi e dai ... metà a MIA MADRE!] ....
eB Inoltre veniva ancora una volta ribadito che il fabbricato, anche se ovviamente non
intestato a loro, negli anni era stato di fatto acquistato dal defunto DI TRAPANI
Francesco Je gli dici che la ... hanno ... si sono
comprato le quote degli altri!
comprati ... ailora si sono comprati le quote ...1 .... [di QUELLO si ... perchè
OUELLO se le comprò! ... MIO PADRE se le comprò!I
Veniva ancora evidenziato che il SALERNO Roberto era andato da Maria
(CATANZARO Maria Pia) per ottenere la cessione di una parte a lei intestata e10
comunque riconducibile; l'argomento provocava la reazione del detenuto il quale
ordinava alla sorella di riferire a Maria che loro non dovevano firmare alcun atto

--- t - JMARIA ... eh! ... e gliel'ha firmati i cartellini? ... e non devono frrmare niente!l.
Alla replica della sorella Maria Angela, la quale affermava che se interpellato il
DI PACE avrebbe negato di essere a conoscenza della vicenda, il detenuto rispondeva
di riferire a quest'ultimo di andare a trovare in carcere lo zio GUASTELLA Giuseppe
(Palermo, 20/06/1954), in grado di fornire le delucidazioni del caso I[gli dici che ... li
dici ... vai da TUO ZIO ... me l'ha de ... me lo ha mandato a dire NICOLA ...1.
Segue il tratto di trascrizione integrale di interesse:

[...l
M. ANGELA: ah! ... dove PAPA' aveva la falegnameria, non devo dirgli ...
l'altra volta GIUSY mi ha detto ... mi ha detto NICOLA ... dice ... quando è ...
e

NZCOLO ': glielo fai sapere! ...


LORENZA: aspè ... parla qua ... (passa il citofono alla DI TRAPANI, ndr) ...
questo è importante ... digli ...
NICOLO ': 'scusa, glielo fai sapere ...
M. ANGELA: a chi?
NICOLO': glielo fai sapere! ... appena ti dicono cose ...
M. ANGELA: mi dicono cose? ... chi mi dice?
NICOLO': a te chi lo ha detto, quella cosa là?
M. ANGELA: MARIA!
NICOLO': MARIA ... eh! ... e gliel'ha firmati i cartellini?
M. ANGELA: no!
NICOLO': e non devono firmare niente!
M. ANGELA: ha preso tempo ... dice ... però non so se trovano un
escamotage!?
LORENZA: eh! ... se trovano un escamotage ...
NICOLO ': gli dici ... siccome gliel%omandato a dire a NICOLA ...
M. ANGELA: MARIA non lo sa che ... non ... non gliel'ha fatto sapere a suo ...
mi capisci?
NICOLO ': allora come facciamo a dirglielo?
M. ANGELA: no, dico ... perchè non posso andare direttamente da ... SUA
CUGINA ... da ... da ... SUA CUGINA ... dove è che ha fatto tutta questa cosa in
bellezza ...
LORENZA: ... e poi MARIA dice ...
M. ANGELA: ... e gli dico ... qua ... la parte ... quanto è ... di MIA
MADRE? ... p ,dico ... quanto viene, decidi e dai ... metà a MIA MADRE!
NICOLO ': si, questo glielo puoi dire!
LORENZA: ah, vero!
M. ANGELA: appena dice ... rnha ... no, è così! ... vai da TUO ZIO, che lo sa
meglio!
NICOLO ': (annuisce, ndr) ... gli dici ... vai da TUO ZIO e glielo vai a
dire! ... là, è di ... metà! ... metà di MIO FRATELLO ...
M. ANGELA: si
NICOLO ': ... e metà di TUO FRATELLO ...
LORENZA: ecco, perfetto!
NZCOLO': ... di TUO FRATELLO! questo qua ... perciò, quando lo vedi per
queste cose ...
M.ANGELA: si
NZCOLO ': ... prendi la metà di là ... e te li fai avere ...
M. ANGELA: si ... a SUO CUGINO ROBERTO! ... perche gli ha fatto andare
a SUO CUGINO!
NZCOLO ': vai da ROBERTO ... ROBERTO
M. ANGELA: si, da ROBERTO!
NZCOLO ': ... da ROBERTO ... e gli dici ... senti un po ... ho parlato con mio
fratello ...
M. ANGELA: ... e LUI corre subito là!
91 NZCOLO': ... pii dici ... ho parlato con MIO FRATELLO .... ma ci sei
andato da TUO ZIO ... a parlare con TUO ZIO, prima di fare tutte queste cose
qua? ... se dice, perchè? ... perchè la è di mio fratello e di tuo fratello! ... (si
correfze, ndr) ... di MIO FRATELLO e di TUO ZIO!
M.ANGELA: mh
NZCOLO ': ... ci sei andato da TUO ZIO a parlare? ... dice:no ... e vacci
subito! ... e quando lo vendi, subito portami la ...
M. ANGELA: LUI ... quando LUI è andato da MARIA gli fa ... mi ha detto mio
... MIO ZIO dice ... vedi che allora ... dice ... qua ... dice ... non avete fatto ... perchè ...
avevano sbagliato, hai capito? ... prende e fa ... dice ... me lo devi fare subito, ti mando a
chiamare la sorella ... la SORELLA DI MICHELINO ... e si è fatto fare già la cosa di
PAROLA INCOMPRENSIBILE ... e gliela voleva far fare da tutti e due ... QUELLA gli
fa ... dice ... glil'ha ... gliel'ha rigirata e gli ha detto ... dice ... no! ... non ... io, per ora,
non ne posso mettere (firme, ndr) ... però, dice, non posso sapere se trova l'escamotage!
...
NZCOLO': eh! ... e gli dici che la ... hanno comprato le quote degli altri! ...
si sono comprati ... allora si sono comprati le quote ...
M. ANGELA: no, io gli ho detto il pagamento della ...
NZCOLO ': oltre che questo qua ... pii deve dire ... vedi che OUELLI si
sono comprati le quote
M. ANGELA: di OUELLO si ... perchè QUELLO se le comprò! ... MIO

$e
PADRE se le comprò!
NICOLO ': si, dici ... abbiamo comprato tutto ...
M. ANGELA: si ... ma LORO lo sanno!
NICOLO ': e glielo dici! ... gli dici ...
M. ANGELA: tanto è vero che ... quando è stato ... allora ... FRANCESCO mi
ha detto a me ... davanti a GIUSY ... chi sa se me lo diceva solo a me ... prima che non
ne sapeva niente, no! ... prima che ... era andato in fallimento ...
NZCOLO': e poi fai una cosa ... fai una cosa ... gli dici ... a FRANCESCO ...
vai da ... FRANCESCO lo vedi, tu?
M. ANGELA: no, non ci vediamo e non lo voglio vedere!
NICOLO ': e come ... glielo dici a GIUSY ...
LORENZA: vabbè, LUI nemmeno entra! ... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: che centra GIUSY? ... GIUSY non vuole essere messa in mezzo
a queste cose!
NICOLO ': va bene ... GISJSY non vuole essere messa in mezzo ... glielo
dici a MAMMA ... le dici ... vai a chiamare a FRANCESCO ... vanno a chiamare a
FRANCESCO ... siccome nemmeno posso affrontare le spese ... e tutte cose la ... ehh ...
una ... la casa del tabacchino ... gli dici ... vendetela! ...
M. ANGELA: ma se la sono venduta già!
NZCOLO': eh! (gesticola per intendere di far finta di non sapere, ndr) ...
LORENZA: deve fare finta di niente!
M. ANGELA: ha detto che non ne sapeva niente! ... non ...
NZCOLO': ... gli dici ... vai da TUO ZIO ... me l'ha de ... me
gli dici che
lo ha mandato a dire NICOLA ... vai da TUO ZIO ... ~ 1 .dici i ... che queste ... queste
sono fuori ... le cose che sono fuori dal ... dal fallimento! ... vai da TUO ZIO ... si
devono vendere che devono campare! ... tutte e due! ... mi segui? ... le cose che sono
fuori dal ... dal fallimento! ... si devono vendere che devono campare! ... perchè ho
parlato con PIETRO e PIETRO mi ha detto ... dice ... no, l'hanno intestato ancora
a ... QUEL CRISTIANO! ... mi segui? ... questo!
M. ANGELA: si, eh!
LORENZA: quindi ... metà e metà!
NICOLO ': metà! ... di dici che si levano tutto ... sia la faleenameria,
tutte quelle cose là ...
M. ANGELA: e lo sai come dirà? ... ma io non so niente ... non sappiamo
niente noi ...
NZCOLO ': no, gli dici, tu non sai niente, lo so che tu non sai niente! ... gli
dici ... lo so che tu non sai niente ... vai da TUO ZIO e glielo vai a dire! ... perchè non
possono ...
LORENZA: vabbè, tu non sai niente, allora te lo stiamo dicendo noialtri!
NZCOLO ': ... vai da TUO ZIO e gli dici ... si devono vendere le cose! ... si
devono vendere perchè devono campare! (sfrega le dita della mano destra ad indicare
denaro, ndr) ... non abbiamo soldi per campare! ... tutti OUELLI che sono là dentro,
al cortile ...
M. ANGELA: MAMMA non se lafida (non ce la fa, ndr) ...
NZCOLO ': e chi glielo deve dire?
LORENZA: (si rivolge alla DI TRAPANI, ndr) ... tu non ci puoi parlare?
NZCOLO ': eh! ... tu non ci puoi parlare ...
M. ANGELA: ci posso parlare ... davanti a MAMMA ... davanti a LEI (indica
la SGROI Lorenza, ndr) ... perchè poi mi dice che ... INCOMPRENSIBILE ...
NZCOLO': non cominciare ... non cominciare, però, a 'nturciriti...
INCOMPRENSIBILE ...

I1 brano riportato è estremamente significativo ai fini della riconducibilità del bene


indicato " falegnameria", nonchè di altri non meglio specificati, al patrimonio occulto
un tempo facente capo al reggente DI TRAPANI Francesco ed alla sua morte passato
al figlio Nicolò ed al corregente GUASTELLA Giuseppe. Invero emerge con evidenza
che è lo stesso DI TRAPANI Nicolò che ha riferito dell'esistenza di tale patrimonio
occulto, costituito dalla " falegnameriatt e " da tutte quelle cose l à . che era rimasto "
fuori dal fallimento" e che occorre vendere per consentire al DI TRAPANI ed al
GUASTELLA di disporre di liquidità.

LE ACQUZSZZZONZ DEL 23/02/200 7.


I1 23/02/2007, alle ore 17:19, DI TRAPANI Maria Angela, mentre era alla guida
della sua autovettura Citroen C1 targata DA688LM in compagqa della zia SGROI
Lorenza, indicava proprio l'immobile in questione: I.. .ma non mi ricordo dov'è il
punto preciso ... dov'è la falegnameria innanzi tuttol. Il tratto di intercettazione che
segue, che non necessita di commenti, permetteva di individuare l'area di ubicazione
dell'immobile e, per la prima volta, si intuiva potesse essere stata successivamente
adibito ad un'officina di revisione Jaua... revisione ... Salerno ...l. (ALLEGATO517).
[...l
Lorenza: guarda e qua c'è una casa vecchia che è un "macaseno" (ndr:
magazzino) ora però.. . io mi ricordo, ma non mi ricordo dov'è il punto preciso.. . dov'è
la falegnameria innanzi tutto
Maria A: ... inc...
Lorenza: ah.. . questa è?
Maria A: qua e spunta dall'altra parte pure
[...l

(N.B. Dalla cartografia si evince che l'autovettura è in sosta tra la fine della Via
Matìeo Donia, Palermo e l'inizio di Via Napoletani, Palermo, alle seguenti
-
coordinate GPS: Lat. N 38O 9' 13'5'' - Long. E. 13O 19' 55,5") ore 17:23 - [vds
[...l
Lorenza: guesta è?
Maria A:
Lorenza: no per me era quella di là ... inc...
Maria A: aua ... revisione... Salerno...
LE A CQUISIZIONI DEL 24/02/2007.
l'l 24/02/2007, DI TRAPANI Maria Angela in compagnia della zia SGROI
Lorenza nuovamente si recava a Parma per effettuare il periodico colloquio con il
detenuto DI TRAPANI Nicolò ~^~I=AT&C~).
Nella circostanza l'argomento dell' "immobile-falegnameria" veniva ripreso da DI
TRAPANI Maria Angela, la quale raccontava al fiatello che, come da lui stesso
suggerito in occasione del colloquio raccontato del 20/01/2007, aveva parlato
direttamente con il nipote DI PACE Francesco. A quest'ultimo, infatti, la donna aveva
detto di farsi portavoce con il cugino SALERNO Roberto affinché questi
comspondesse loro (ai DI TRAPANI) una quota di affitto per la loro metà di pertinenza
junyaltra cosa mi sono dimenticata ... riguardo a tuo cugino ROBERTO,
@
JSALERNO Roberto,ndr) gli ho detto, devi fare me ... devi ... ~lielodici tu, per
rispetto gli ho detto, vorrei che glielo dicessi tu ... gli ho detto, poi dimmi tu come
fare ... pli ho detto, riguardo tuo cugino ROBERTO vedi che si deve stabilire, gli
ho detto, una ... un ... un affitto ... un affitto di faccio ... e poi successivamente
4,nelle more della valutazione dell'immobile in vista della vendita Jah ... auella sola
... successivamente ... successivamente si fa valutare. li ho detto. che la parte ...
metà di parte, li ho detto ... mio ... a NICOLA servono, d i ho detto, auindi ... la
...se poi tu ... te lo dico a te così se tuo cupino è interessato se la prende ... I
Nella parte finale di questo tratto di conversazione DI TRAPANI Maria Angela
precisava di essersi dimenticata di rif&re che il canone di affitto che il SALERNO
Roberto avrebbe dovuto versare doveva decorrere dallo stesso mese di febbraio J... mi
sono dimenticata a dirgli ... a decorrere da FEBBRAIO ...I
[...l
M.ANGELA: prende e fa ... e va bene, faccio come dici tu, faccio come dici tu
... tutto, tutto. remissivo ... si sta ... tipo si sta per alzare un po' ... rosso. bianco, verde
... prende e mi fa ... gli faccio ah ... aspetta, un 'altra cosa mi sono dimenticata ...
riguardo a tuo cugino ROBERTO, (SALERNO Roberto,ndr) gli ho detto. devi fare me
... devi ... glielo dici tu, per rispetto gli ho detto, vorrei che glielo dicessi tu ... gli ho
detto, poi dimmi tu come fare ... gli ho detto, riguardo tuo cugino ROBERTO vedi che
si deve stabilire, gli ho detto, una ... un ... un afitto ... un afitto gli faccio ... e poi
successivamente ... 1

NICOLO 5 il fatto della FALEGNRMEIUA ...


M.ANGELA: si! ...
LORENZA: si! ...
M.ANGELA: ah ... quella sola ... successivamente ... successivamente si fa
valutare, gli ho detto, che la parte ... metà di parte, gli ho detto ... mio ... a NICOLA
servono, gli ho detto, quindi ... la ...se poi tu ... te lo dico a te così se tuo cugino è
interessato se la prende ...
NICOLO ': (annuisce,ndr) ...
M.ANGELA: uh ... va bene, va bene ... così ... dopo due secondi ... di nuovo
mi fa ... ma scusami, ma io lì so che è di mio ZIO, mia MADRE, perché una volta mia
madr ... tu me lo avevi detto, anni fa di andare là ...
LORENZA: è da sua MADRE ...
M.ANGELA: e mio ZIO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) ... mia MADRE mi ha
detto, che lo ha detto a MIO ZIO e MIO ZIO ... MIO ZIO ha detto dice ... no questa è
mia e di mia madre, di sua SORELLA (GUASTELLA Maria,ndr) ... di sua madre ... gli
faccio si FRANCESCO, mi ricordo che tu una volta hai detio così quando io l'ho
mandato a chiedere con NICOLA, ma proprio per questo afietto fraterno, siccome
TUO ZIO non lo può dire mai una cosa del genere, abbiamo pensato in quel momento
che sicuramente TUA MADRE, o per stolitanza ... gli do pure la giustzjkazione, come
giustificarla ...
NICOLO ': non le dire stolitanza ...
M.ANGELA: no, LUI lo dice che sua madre è così, LUI lo dice ...
NICOLO '.- non ce lo dire ...
M.ANGELA: non hai capito ...
NICOLO ': e tu non ce lo dire ...
LORENZA: giusto! ...
M.ANGELA: ...INCOMPRENSIBILE... gli sto
gli sto dando la giustijkazione
dando la giustzjkazione ,.. ma come non capisci neanche questo ...
NICOLO ? e tu non ce lo dire ...
M.ANGELA: e GIUSY pure, e GIUSY pure l'ha capito ...
NICOLO ': e tu non ce lo dire, se LUI te lo dice ...
M.ANGELA: gli ho detto, o perde ...
NICOLO ': per dimenticanza ...
M.ANGELA: per dimenticanza, che sicuramente è stato questo, gli ho detto, ti
devo dire
NICOLO ': amuni ...
LORENZA: apposta ...
M.ANGELA: no per dimenticanza, quale dimenticanza, o perché ha capito
male, abbiamo detto vabbè ... un domani me la vedo io ...INCOMPRENSIBILE...
siccome ora c'è l'urgenza, purtroppo il bisogno, gli ho detto, soltanto per questo e
siccome tu sei parte della famiglia, gli ho detto, è normale ed è giusto perché è tua ZIA
(inteso GUASTELLA Giuseppe,ndr) ... non è che possiamo ... non è giusto che
mettiamo altri ... ma tu mi stai dicendo ... nooo, GIUSY gli fa pure, GIUSY gli fa, no

@ FRANCE' non ti sta dicendo questo, ti sta dicendo ...


LORENZA: come parli dice non lo so (ride,ndr)...
NICOLO '.- (annuisce,ndr) ...
M.ANGELA: no ti sto dicendo questo nel senso, essendo che tu fai parte della
famiglia, che senso ha che altre persone devono dire vedi che là è dello ZIO CICCIO
(DI TRAPANI Francesco,defunto,ndr) ... è giusto? ...
NICOLO ': si! ...
M.ANGELA: non è normale, non è giusto, essendo pure che tuo ZIO che è
pure parte di NOI, gli faccio io, così ...
NICOLO 5 eh... eh ...
M.ANGELA: va bene, va bene, $ni ... ah, dice, la risposta la vuoi tu ... per
capire se era tutta farina mia ... gli faccio no! Gli faccio, la puoi dare anche o GIUSY
a mia MADRE, quando c'è l'hai la puoi dare anche o loro, gli faccio io ... e LUI mi fa
va bene, dopo un pezzo mi fa, perché pensa ... è diabolico, DIABOLIK, peggio ...
LORENZA: (ride,ndr) ...
NICOLO ': (annuisce,ndr) ...
M.ANGELA: e ora ti dico perché è diabolico ... gli faccio questo discorso
dopo che sono venuta da te, giusto dopo quattro giorni ... no una settima suppergiù ...
prende e mi fa ... uh ... ma io il prossimo mese dovevo andare da NICOLA ... gli faccio
io: perfetto, ce la porti direttamente a lui la risposta ...
LORENZA: ed è morto (ride,ndr) ...
M.ANGELA: è morto di nuovo (ride,ndr) ...
LORENZA: certo perché gli sembrava che LEI gli diceva che no,no, ci devo
andare io (ride,ndr) ...
M.ANGELA: io gli faccio, perfetto la porti a NICOLA, io ho i miei problemi
gli ho detto ... ma scusami ma tu non le sai ... senti FRA' gli ho detto, non è che si
tratta qua di sapere o non sapere, è questione che NICOLA ha detto per ora, per
I 'affetto fraterno che c 'è, e basta ...
NICOLO e basta ... appena viene gli faccio venire il freddo ...
M.ANGELA: ... chiamo a GIUSY all'indomani mattina,
fermati, fermati, finì
che stavo scrivendo io a te, e le faccio GIUSY ... GIUSY mi sono dimenticata a dirgli
... a decorrere da FEBBRAIO ... GIUSY fa ... zitta non posso dire niente, ho la guerra
dentro, il fuoco acceso ... GIUSY ma che vuoi dire? ... jiniscila, il fuoco acceso ho ...
ieri sera dopo che se ne sono andati, mi sono vista arrivare un messaggio di MIA
FIGLIA, che mi scrive ... mi sembra di capire che io a casa tua a Cinisi non ci devo più
salire ... dice, morta, mi sono presa il telefono ... GZUSYpoi l'indomani c'è andata e
dice che LEI (RIMI Giovanna,ndr) ... le ha spapoliato ... GIUY ora a me tutto non mi
racconta perché ora deve coprire ...
[.-.l

La particolare chiarezza del brano riportato non richiede ulteriori commenti;


appare soltanto opportuno evidenziare che la DI TRAPANI nell'esporre al fratello
NICOLO' il contenuto delle sue interlocuzioni con Francesco DI PACE fa riferimento
anche ad una occasione in cui aveva incaricato il coindagato Nicola DI TRAPANI cl65
per chiedere al medesimo DI PACE quale doveva essere l'assetto reciproco di interessi
con riferimento specifico all'irnmobile indicato " falegnameria": gli faccio si
FRQNCESCO, mi ricordo che tu una volta hai detto così quando io l'ho mandato a
chiedere con NICOLA."
Ad avviso dell'ufficio si tratta di un ulteriore dato che corrobora la prospettazione
accusatoria in ordine al rapporto di contiguità instaurato dal DI TRAPANI con
l'organizzazione mafiosa.
Ancora, nel prosieguo dello stesso colloquio, la SGROI Lorenza chiedeva al
nipote se Maria Angela poteva già recarsi dal SALERNO Roberto a chiedere il
"dovuto" O se, invece, avesse dovuto aspettare il colloquio del DI PACE Francesco con
lo stesso DI TRAPANI Nicolò. Quest'ultimo riferiva di ritenere opportuno attendere il
colloquio in quanto l'attesa non avrebbe pregiudicato ulteriormente la situazione
JNICOLO': io aspetto che viene, un mese in più un mese in meno ... cambia
qualche cosa ... un mese in più un mese in meno ... cambia qualche cosa ...l.
Inoltre si evidenziava che il DI TRAPANI Nicolò rispettasse in maniera rigida le
regole di correttezza e lealtà interne a cosa nostra nella misura in cui si preoccupava
affinchè della vicenda fosse messo a conoscenza anche GUASTELLA Giuseppe: Jdeve
parlare con PINO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) non ha importanza ... non mi
interessa ENZINA, non mi interessa, lascialo perdere ... I
[...l
LORENZA: ora noialtri visto che LUI ancora non ha fatto niente, dobbiamo
aspettare ... LEI (rivolgendosi alla nipote presente,ndr) deve aspettare la risposta che
@
LUI viene qua (ovvero in quella struttura carceraria,ndr) ... oppure ci può andare da
SUA CUGINA a dirnli ma tu l'a ffiftolo devi dare a me ...
NZCOLO ': a chi? ...
LORENZA: dal CUGZNZ di FRQNCESCO (DI PACE Francesco,ndr) ...
NZCOLO ': non deve andare da nessuna parte ...
M.ANGELA: no prima deve venire qua LUI ...
LORENZA: allora aspetta a LUI ...
NZCOLO '.- ...INCOMPRENSIBILE...
LORENZA: si però lo sai come è QUESTO, ti può dire che viene ... ora
spetta ... si pensa ...
NZCOLO ': io aspetto che viene, un mese in più un mese in meno ...
cambia qualche cosa ... un mese in più un mese in meno ... cambia qualche cosa ...
M.ANGELA: ...si deve venire qua ...
LORENZA: lo sai qual'; lo spavento che come LORO se lo vendono ...
NZCOLO '.- deve parlare con PINO (GUASTELLA Giuseppe,ndr) non ha
.
importanza .. non mi interessa ENZINA, non mi interessa, lascialo perdere ...
[...l

I1 tratto di conversazione che segue consente di ripercorrere le modalità attraverso


le quali DI TRAPANI Francesco aveva acquisito il bene. Si aveva notizia del fatto
che il defunto padre aveva fatto dei lavori edili a Nello (CATANZARO Michele,
fratello di CATANZARO Maria Pia) e che per tali lavori aveva avuto " in
pagamento" la proprietà della loro parte dell'immobile indicato come falegnameria. Il
bene, per o w i motivi, non era stato poi registrato in favore del DI TRAPANI ma
l'intestazione, in qualche maniera, era rimasta riconducibile ai germarii CATANZARO
J... MIO PADRE ha avuto in pagamento la FALEGNAMERIA ...l. Si intuiva
ancora una volta che il bene era stato acquisito dai fratelli CATANZARO come
provento ereditario.
I soggetti ammessi al colloquio, infine, commentavano l'imbarazzo e lo stupore
del DI PACE Francesco alle contestazioni avanzate da DI TRAPANI Maria Angela;
il detenuto ribadiva per l'ennesima volta che a Maria (CATANZARO Maria Pia)
doveva essere riferito di non firmare nulla. k l i dici che non fa niente MARIA ...l
Particolare importanza probatoria deve essere riconosciuta ad un'affermazione del
@ detenuto che, commentando la controversia, con tono sarcastico chiedeva alla sorella se
intendesse denunciarli (riferito alla famiglia GUASTELLA) JNICOLO': che ci ... li
denunzi? Che puoi fare ... li vai a denunziare? ...l. Quest'ultima frase non richiede
ulteriori commenti essendo evidente che dalla stessa emerge la comune consapevolezza
dei colloquianti della natura fittizia dell'intestazione del bene.
[...l
M.ANGELA: ... e ci fa non né ho! ... dice ah non né hai ... dice no! Gli
e
hanno, gli hanno fatto aggirare l'ostacolo ... quando io gli faccio, alla SIGNORA, si gli
dissi, no ... io gli dissi vedi che MIO PADRE ha avuto in pagamento la
FALEGNAMERLQ, ali dissi, quando ha costruito da NELLO, NELLO gli ha dato
guesto più altre DUE CASE e altra ... un pezzo di TERRENO* là al lato ... al lato
della strada ... morto! Prende ... dopo un poco mi fa, no qua c'è MARLA PIA che
MARIA PU ... la ... era di MIO ZIO perché no ... senza dirmi che MARIA P U ali
aveva fatto l'A TTO, hai capito ... tipo lasciti di SUO NONNO ...
LORENZA: ...INCOMPRENSIBILE...
NICOLO ': (annuisce,ndr) ...
M.ANGELA: e allora perché ... gli ho detto allora perché TUO CUGINO gli
ho detto, un mese fa, è andato da MARIA e voleva fatto I'ATTO ... cambia discorso ...
LORENZA: è morto ...
NICOLO 9 (annuisce, ndr)
M.ANGELA: penso, vedendo che non goteva aggirare, gli ho detto, vedi che
lì è stato dato in pagamento a MIO PADRE per questo e per questo ... morto. Prende
E
e mi fa, perché ti dice bugie su bugie, ascoltami ... e allora perché dice NELLO un
anno, un anno fa è andato da MIO ZIO GIACOMO (verosimilmente SALERNO
Giacomo,ndr) e gli andò a dire chegli voleva fare l 'ATTO ... nel mentre io mi guardo a
GIUSY e PATRIZIA che mi storcevano gli occhi, perché non volevano che io gli dicevo
... vabbè ma MARIA mi aveva detto che glielo potevo dire noi a TUO PADRE lo
abbiamo dato e non né facciamo cose ... LUI capisce di aver detto una bugia infamia
ma buttandosi la zappa in mezzo ai piedi perché ... si alza subito e svia il discorso ...
LORENZA: èmorto(ride,ndr) ...
M.ANGELA: perché LUI stesso non sa piu le .. le infamie ... hai capito? ...
quando gliel'ho detto a NELLO, NELLO dice io ... mi sono venuti a tartassare dicendo
che vogliono fatto l 'ATTO ... io e dire che non devo parlare ...
@ NZCOLO ? gli dici che non fa niente MARIA ...
M.ANGELA: si però per usucapione sicuramente ne vengono ora ...
NZCOLO ': non ha importanza ...
LORENZA: no vent'anni devono passare ...
M.ANGELA: no e già sono passati ...
NZCOLO ': quindici? ...
LORENZA: vent'anni devono passare ...
M. ANGELA: e già da allora non sono passati ...
NZCOLO ': uh ... comunque non ti preoccupare ...INCOMPRENSIBILE...
M.ANGELA: e io posso stare tranquilla per te? ...
NZCOLO ? ma lasciali perdere, non è niente, lasciali perdere ...
LORENZA: e va bene, ma lasciali perdere ... NICO ' ... LEI ...
NZCOLO ? come ci puoi levare (alza la voce,ndr) ...
LORENZA: no, perché ... no che glieli devi levare, la parte di TUO PADRE
...
NZCOLO ': e che ci dici ...
LORENZA: ci sono le testimonianze, M A W , NELLO, SUA MADRE è morta
e suo padre ...
NZCOLO ? che ci ... li denunzi? Che puoi fare ... li vai a denunziare? ...
M.A NGELA: (ride,ndr) ...
LORENZA: no,no, scusa NICO ' ...
\
NZCOLO ': dimmi, dimmi come ci puoi ...
LORENZA: te lo dico io ...
M.ANGELA: a fargli vedere che le sai le cose ...
LORENZA: ...INCOMPRENSIBILE...
NZCOLO? che gli devo dire ...
LORENZA: guesta CASA esce a M A U e a NELLO ...
NZCOLO ? eh ... eh ... che ci dici ... dimmi che gli dici? ...
LORENZA: NELLO, ali resta a NELLO, perché OUELLZ possono morire
.
se . . perché quelli vogliono fatti il contratto infatti di NELLO e di MARZA ...perché
lei è erede...
NZCOLO ': e che fa ti ci litighi tu, ti ci litighi tu ... ci dico dammi le cose ...
LORENZA: no ... no...
NZCOLO ': e che fai?
LORENZA: MARIA ali dice ... no, noi abbiamo pagato quando ci fu la
costruzione e abbiamo ...
NZCOLO': ci dobbiamo litigare, devo fare discussioni ...
LORENZA: no ...
NZCOLO ? fuori questo discorso, basta! ...
LORENZA: LUI ci ... e per questo LEI (rivolgendosi a Maria Angela,ndr)
deve intervenire per i fatti suoi ...
NZCOLO ': basta ...INCOMPRENSIBILE...
M.ANGELA: ora un 'altra cosa, questo lo vuoi chiudere e lo puoi chiudere tu
...
NZCOLO ': per ora lascio perdere ...INCOMPRENSIBILE...
M.ANGELA: però io né ho anche un'altra, però io né ha anche un altro io,
perché ora lo apriamo ...
[...l

Sulla base di questa lunga ed esplicativa conversazione è ora possibile fare un


breve riepilogo delle acquisizioni sinora conseguite, tenuto conto che il DI TRAPANI
Nicolò ha reiteratamente riferito di essere il reale proprietario della metà di un immobile
( l'altra metà pertiene all'esponente mafioso Giuseppe GUASTELLA ) che:
- in quella data era nella disponibilità di SALERNO Roberto, in precedenza
identificato, cugino di DI PACE Francesco;

904
- doveva essere, in quel periodo, intestato o comunque riconducibile ai fratelli
CATANZARO Michele e CATANZARO Maria Pia;
- era ubicato nelle vicinanze di via M. Donia a Palermo;
- doveva essere la sede di un'oficina di revisione a nome dei SALERNO.

Sulla base di questi elementi - come anticipato ad inizio capitolo - si ritiene di


avere localizzato con esattezza l'immobile in questione in quello ubicato a Palermo in
via Matteo Donia nr. 7 piano terra. L'unità immobiliare risulta iscritta al Foglio 22,
Particella 838 del catasto di Palermo; è altresì registrata come categoria C3 (laboratori
per arti e mestieri) ed ha una superficie utile di 163 mq e catastale di 179 mq.

Alla data odierna detto immobile:


- è sede di un'officina di revisione veicoli la cui licenza è intestata all'impresa
individuale SALERNO Giacomo (padre di quel SALERNO Roberto indicato nei
colloqui e già generalizzato) con sede legale a Palermo in via San Lorenzo 2; nella
visura camerale di detta impresa, con riferimento al centro di revisione in questione, è
cosi riportato:
Unità locale n. 1 OFFICINA
PALERMO (PA) K?A DONU MATTE0 7 CAP 90146
telefono: 091/524736
SALERNO ROBERTO
nato a PALERMO (PA) il 06/11/1976
codice$scale: SLRRRT76S06G273 U
residente a: PALERMO (PA) DEL FANTE 102 CAP 90100
Abilitazioni professionali
REQUISITI - LEGGE 5/2/1992 N.122, SEZIONE ELETTRAUTO.

- la sua ubicazione è perfettamente compatibile con le coordinate GPS riportate


in precedenza e relative all'htercettazione ambientale all'interno dell'autovettura
Citroen C1 targata DA688LM in uso a DI TRAPANI Maria Angela registrata in data
- è intestato a tutti i soggetti che, a vario titolo, sono stati indicati direttamente
owero in maniera enigmatica nei dialoghi intercettati e sopra riportati. La tabella che
segue infatti, oltre a riportare la certificazione storica delle diverse successioni di
proprietà dell'immobile, costituisce una base documentale certa dell'attività di riscontro
alle autonome e genuine dichiarazioni degli interessati circa la reale e velata proprietà
del bene in argomento:

Situazione degli intestati dall'impianto meccanografico:

DATI ANAGRAFICI DIRITTI E ONERI


REALI
DOMILICI Maria nata a Palermo il 04.12.1885 Usuhtt. legale h o al
18.11.1959
GUASTELLA Francesca nata a Palermo il 03.02.19 16 Proprietà per 115 fino al
18.11.1959
GUASTELLA Michele nato a Palermo il 24.09.1913 Proprietà per 215 fino al
18.11.1959
GUASTELLA Pietro Giuseppe nato a Palermo Proprietà per 215 fino al
10.08.1911 18.11.1959

DERIVANTI DA

Situazione degli intestati relativa ad atto del 1811111959 (antecedente all'impianto meccanografico)

DATI ANAGRAFICI DIRITTI E ONERI


REALI
GUASTELLA Pietro Giuseppe nato a Palermo Proprietà per 20150 fino
10.08.1911 a1 26.06.1992
GUASTELLA Michele nato a Palermo il 24.09.1913 Proprietà per 20150 f i n o
a1 26.06.1992
GUASTELLA Francesca nata a Palermo il 03.02.19 16 Proprietà per 10150 f i n o
a1 03.10.1990
l DERIVANTIDATIDA 1 Registrazione:
Del 18.1 1.1959 Voltura n.11633.111991 in atti dal 22.12.1993
UR
l

Situazione degli intestati dal 03/10/1990

DATI ANAGRAFICI DIRITTI E ONERI

I
I
1 REALI
I

CATANZARO Maria (Pia) nata a Palermo il 1 1 .O1.1944 Proprietà per 1/10 fino al
05/0511993
CATANZARO Michele nato a Palermo il 02.12.1947 Proprietà per 1 I10 fino al
05/05/1993
GUASTELLA Giovanni nata a Palermo il 07.08.1958 Proprietà per 4/10 fino al

l I

GUASTELLA Pietro Giuseppe nato a Palermo il Proprietà per 4/10 fino al


10.08.191 1 05.05.1993
DATI TESTAMENTO PUBBLICO del 03.10.1990 Voltura n.958311999 in atti
DERIVANTI DA dal 03.06.1999 Repertorio n.:99605 Rogante: NOT.SCIFANI Registrazione:UR Sede:
I Palermo Volume:3787 n:26 del 24.05.1991 SUCC (GUASTELLA Francescas)

Situazione degli intestati dal 26/06/1992

DATI ANAGRAFICI DIRITTI E ONERI


REALI
GUASTELLA Giovanni nata a Palermo il 07.08.1958 Proprietà per 20150 fino
a1 03.10.1990
GUASTELLA Pietro Giuseppe nato a Palermo il Proprietà per 20150 fino
10.08.1911 a1 03.10.1990
DATI TESTAMENTO PUBBLICO del 26.06.1992 Voltura n.958211999 in atti
DERIVANTI DA dal 03.06.1999 Repertorio n.:24472 Rogante: NOT.FICAN1 Registrazione:UR Sede:
Palermo Volume:3978 1x20 del 23.01.1993 SUCC (GUASTELLA Michele)

Situazione degli intestati dal 05/05/1993

DATI ANAGRAFICI DIRITTI E ONERI

907
I I ( REALI I
I I

FANUELE Anna Maria nata a Palermo il 12.10.1970 Proprietà per l/ 10 fino

FANUELE Valeria nata a Palermo il 11.10.1971 Propnetà per 111 0 fino

'
a1 05.05.1993
I I

DATI SCRITTURA PRIVATA del 05.05.1993 Volturo n.20336.211993 in atti dal


DERIVANTI DA 17.06.1999 Repertorio n.:1 10374 Rogante: SCHIFANI Antonino Sede: Palermo
Preallineamento

Situazione degli intestati dal 05/05/1993

DATI ANAGRAFICI D W T T I E ONERI


REALI
DOMILICI Maria nata a Palermo il 04.12.1885 Oneri Usufiuttuaria
FANUELE Anna Maria nata a Palermo il 12.10.1970 Proprietà per 1110
FANUELE Valeria nata a Palermo il 11.10.1971 Proprietà per 1/l 0
GUASTELLA Michele nato a Palermo il 24.09.19 13 Proprietà per 4110
GUASTELLA Pietro Giuseppe nato a Palermo il Proprietà per 4110
16.08.1911
DATI ISTRUMENTO (ATTO PUBBLICO) del 05.05.1993 Voltura n.
DERIVANTI DA 20336.311193 in atti dal 09.10.2001 (protocollo n. 41368 1) Repertorio n.:110374
Rogante: SCHIFANI Sede: Palermo Registrazione: UR Sede: Palermo n5704 del
14.05.1993 Donazioni

6.4.6 LE A CQUISIZIONI DEL 1 7/03/2007.


11 17/03/2007 DI PACE Francesco ed il cognato RIMI Filippo si recavano a
Parma per effettuare il colloquio con lo zio detenuto DI TRAPANI Nicolò che,
peraltro, aveva sollecitato l'incontro
L'argomento per la prima volta veniva affrontato dal detenuto DI TRAPANI
Nicolò direttamente con il nipote DI PACE Francesco che in un primo momento
rivendicava la piena proprietà dell'irnmobile da parte della sua famiglia; tale
affermazione configgeva con quanto dichiarato dal detenuto che faceva riferimento
all'accordo tra uomini d'onore perfezionato quando era ancora in libertà con
GUASTELLA Giuseppe, zio materno del DI PACE. Lo stesso DI TRAPANI
precisava che Maria Pia (CATANZARO Maria Pia) era subentrata alla "parrina" I...
Quando ci fu il discorso delia parrina tu te lo ricordi che Maria Pia gli ha fottuto
tutte cose, .... che si è fregata tutte cose Maria Pia ...l che - sulla base di quanto
ricostruito - dovrebbe identificarsi nella defunta GUASTELLA Francesca (Palermo,
03/02/1916); il detenuto aggiungeva inoltre che la CATANZARO Maria Pia aveva
intestato la quota del bene ai figli I... tutt'ora ... però li ha intestate ai suoi fidi ...l,
come effettivamente risulta.

I figli di CATANZARO Maria Pia, indicati dal DI PACE Francesco, si


@ identificano nelle sorelie FANCTELE Anna Maria e FANUELE Valeria, già
generalizzate perché effettivamente proprietarie del bene in disamina, nella misura
di 1/10 cadauno.
I1 DI TRAPANI Nicolò confermava che la parte intestata a CATANZARO
Maria Pia era passata al padre in virtù di alcuni lavori edili che lo stesso aveva fatto ai
coniugi FANUELE-CATANZARO e che tale notizia gli era stata confermata anche dal
GUASTELLA Giuseppe in un periodo in cui entrambi erano liberi [in pagamento per
la casa l'ha data... e Pino (GUASTELLA Giuseppe) me lo ha detto .... quando
eravamo la fuori ... Pino mi ha detto: questa qua ... eravamo assieme dentro la
quota]
Alle insistenze del DI TRAPANI che ribadiva la propria versione chiamando in
causa lo zio GUASTELLA Giuseppe, il DI PACE Francesco replicava che, se anche
la versione del detenuto fosse stata veritiera, nessuno aveva reclamato l'immobile fino a
quando era stato in disuso ed abbandonato e che, solo dopo la ristrutturazione e la
riconversione a centro di revisione per veicoli ad opera del cugino dello stesso DI
PACE, i DI TRAPANI ne avevano rivendicato la proprietà I... poi mio cugino ha
speso dei soldi e si è fatto il centro di revisione e si vede "arricampare" ...l
Il colloquio con il DI PACE consentiva di identificare con certezza nell'immobile
sede del centro di revisione l'immobile indicato come "la falegnameria".

NZCOLO ': ... siccome ... quelia falemameria ... siccome mi aveva detto
dice: la è nostra ... I
FRANCESCO: crera stato un discorso i due appartamenti e la falegnameria ...
poi si è separato: i due appartamenti e la falegnameria. Perchè le faleznameria già,
per il sessanta per cento era di mio nonno
NICOLO ': no, il trenta
FRANCESCO: no, allora: il sessanta mio nonno, il venti di .. era la parrina e
... lo zio Pietro. Ouando ci fu il discorso della parrina tu te lo ricordi
il venti era di
che Maria Pia gli ha fottuto tutte cose, .... che si è fregata tutte cose Maria Pia ... però
gli
NICOLO ': chi è Maria Pia?
FRANCESCO: la sorella di Michele
NICOLO la sorella di Michele aveva le quote, erano tre le quote
FRANCESCO: eh, ma non erano sue, se le è fregate ... però onestamente mio
zio ... non ti vreoccupare, le do a te ... tuttrora ... però li ha intestate ai suoi fiali ... e
poi crera il venti per cento dello zio Pietro
NICOLO? e allora ... hanno fatto un pagamento per la casa ... mi hanno
dato
FRANCESCO: quando fu, no, no, ... gli hanno dato i soldi e la macchina
NICOLO ': in pagamento per la casa l'ha data ... e Pino (GUASTELLA
Giusepve) me lo ha detto . ... mando eravamo la fuori ... Pino mi ha detto: questa
4ua ... eravamo assieme dentro la quota
FRANCESCO: esatto ... ma il discorso che ho avuto io con lui ... degli
appartamenti e di là ... però: gli appartamenti poi sino messi alla società, là , siccome
alla poi fine il sessanta era di mio nonno e ci fu il discorso ... va be d'altro canto me lo
prendo io perché già il sessanta è mio e ci fu i due appartamenti da là (con la mano
destra mima il gesto della separazione) tanto è vero che questa ....
NICOLO ': e questa pure entrò pure nel fallimento
FRANCESCO: non si ci è messa ... questo non si ci è messo
NICOLO': uhm
FRANCESCO: però, un9altra cosa penso io, dico io: mettiamo caso che il
y9
discorso "fosse stato così ... quando era stallone però non si è mai visto nessuno,
NICOLO ': uhm
FRANCESCO: guando c'erano le cose da aaaiustare non si è mai visto
nessuno
NICOLO ': uhm
FRANCESCO: poi mio cuaino ha speso dei soldi e si è fatto il centro di
revisione e si vede "arricamuare"... ma anche se le cose stavano così ... da parte mia
io non so che è così ... ma se mio zio dovrebbe dirmi vedi che è così ... quello che dici
TU (riferito a GUASTELLA Giuseppe) si fa ...
[.-.l

Anche alla luce delle interlocuzioni tra il DI PACE ed il DI TRAPANI e tenuto


conto dei riscontri compiuti e di quanto rif&to nelle loro conversazioni dai fiatelli DI
TRAPANI Nicolò e Maria Angela questo Ufficio ritiene dimostrato che la reale
titolarità dell'irnrnobile è in capo agli eredi del defunto DI TRAPANI Francesco; al
fine di eludere eventuali prowedimenti ablatori dello Stato, la c.d. "falegnameria" (oggi
@ adibita a centro revisione) era fittiziamente rimasta intestata agli attuali proprietari che
ne avevano acquisito le quote a seguito di successione ereditaria.
Anche il GUASTELLA Giuseppe, come il defunto DI TRAPANI Francesco,
avrebbe ottenuto le quote degli altri parenti atteso che, dalla composizione soggettiva
iniziale degli intestatari del bene, dalla successione ereditaria non avrebbe certamente
avuto il diritto di ricevuto la quota del 50 % più volte richiamata.

LA WNDITA DI DUE IMMOBILI DA PARTE DELLE SORELLE FANUELE.

Ad ulteriore riscontro della certa identificazione dei soggetti citati nella vicenda in
esame si espone un7altravicenda emersa nel corso delle intercettazioni e raccontata da
DI TRAPANI Maria Angela al fratello Nicolò nel corso del colloquio del 24/02/2007
rw*,.&-*AF#"r - -
.
e "%
~A.W~$?).
a,b
La donna, infatti, sempre argomentando in ordine ai beni appartenuti
al defunto padre ed intestati a prestanome, riferiva che il DI PACE Francesco aveva
fatto venire in Sicilia tale Maria Pia, la sorella di Michelino, che in quel periodo abitava
a Roma, proprio allo scopo di vendere degli immobili I... la SORELLA di
MICHELINO che abita a ROMA ... se la sono fatta scendere e si sono famafare gli
A TTI delle altre cose che aveva preso PAPA ',mi capisci?...l. Testualmente:
M.ANGELA: eh ... mi sono dimenticata ... ah si sono fatti scendere a
MARIA PIA ... MARIA PIA telefona a MARIA pure (GUASTELLA Maria,ndr) ... e ci
fa senti ma hai tutti gli ATTI delle cose MARIA PIA dice no! ...
NICOLO ': chi è MARLA PU? ...
M.ANGELA: la SORELLA di MICHELINO che abita a ROMA ... se la
sono fatta scendere e si sono fama fare ali ATTI delle altre cose che aveva preso
PAPA ', mi capisci? (con la mano destra mima il gesto dello scrivere,ndr) ... ah ? ...
NICOLO ': (annuisce'ndr) ...
M.ANGELA: e altre ... a ... alcune cose risultano nel doc ... ma C 'erano cose
... te lo detto quelle che aveva comprato PAPA' dopo, ma non insieme a LUI, erano
nostre mi capisci ...
4P NICOLO ': apposto ...
M.ANGELA: ... e ci fa non né ho! ... dice ah non né hai ... dice no! Gli
e
hanno, gli hanno fatto aggirare l'ostacolo ... quando io gli faccio, alla SIGNORA, si
gli dissi, no ... io ali dissi vedi che MIO PADRE ha avuto in ~agamentola
FALEGNAMERLA, ali dissi, quando ha costruito da NELLO, NELLO ali ha dato
questo più altre DUE CASE e altra ... un pezzo di TERRENO, là al lato ... al lato
della stalla ... morto! Prende ... dopo un poco mi fa, no Qua c'è MARU PL4 che
MARL4 PU ... la ... era di MIO ZIO perché no ... senza dirmi che MARLA PIA gli
aveva fatto l'A TTO, hai capito ... tipo lasciti di SUO NONNO ...

Anche queste notizie acquisite erano puntualmente riscontrate. Venivano infatti


individuati, sempre nella zona del17Afiica,due immobili in quel periodo alienati dalle
citate sorelle FANUELE Anna Maria e FANUELE Valeria. Infatti:
- il 02/03/2007, (circa una settimana dopo il colloquio) veniva formalizzata la
vendita di un immobile ubicato a Palermo in via Antonino Alfano nr. 4 - 6119, contro la
citata FANUELE Anna Maria ed a favore di ARULAPPU Roberta, nata a Palermo il

-il 03/12/2007, veniva formalizzata la vendita di un altro immobile ubicato a


Palermo in via Antonino Alfano nr. 2,120, contro le sorelle FANUELE Anna Maria e
FANUELE Valeria, ed a favore di BAKO Baikisse, nato a Togo (EE) il 09/04/1971,
codice fiscale BKABKS7 1D49Z351P.

119
Allibrato al foglio 22, particella 585, sub 2, del Catasto Fabbricati Comune di Palermo.
Allibrato al foglio 22, particella 585, sub 1, del Catasto Fabbricati Comune di Palermo.
9 12
E' anche riscontrato un dato oggettivo che awalora l'affermazione secondo cui
Maria Pia abita'a Roma I.. . la SORELLA di MICHELINO che abita a ROMA ... se la
sono fatta scendere e si sono fatti fare gli ATTI delle altre cose che aveva preso
PAPA ', mi capisci?...[.
Da accertamenti svolti presso la B.D.U.F.P. è emerso che FANUELE Anna
Maria nel 2002 ha stipulato un contratto di locazione relativo ad un'abitazione ubicata a
Roma in via L.re Testaccio nr. 15. Nello specifico:

Cessione Fabbricato
Ufficio Segnalante COMMISSARIATO CELI0 - RM
Data Comunicazione 05.06.2002
Numero Modulo 1 1 14312002
Data inserimento
Ultimo aggiornamento 02.07.2002
Ufficio inseritore COMMISSARIATO CELI0 - RM
Data Cessione 05.06.2002
Motivo della cessione AFFITTO
Uso attuale ABITAZIONE
Uso precedente ABITAZIONE
Fabbricato
Città ROMA (RM)
Indirizzo V. L.RE TESTACCIO 15
Piano 03
Scala C
Interno 13
N. vani 03
Accessori 02
Nr. ingressi O1
Soggetto
ACQUIRENTE FANUELE ANNA MARIA 1211011970 - PALERMO (PA)
CEDENTE CALISTI ROSELLA O610911955 - SORIANO NEL CIMINO
Nello stesso anno, sempre FANUELE Anna Maria cedeva a titolo di ospitalità
un appartamento situato a Roma. Segnatamente:

Cessione Fabbricato
Ufficio Segnalante COMMISSARIATO CELI0 - RM
Data Comunicazione 13.04.2006
Numero Modulo 58312006
Data inserimento
Ultimo aggiornamento 18.04.2006
Ufficio inseritore COMMISSARIATO CELI0 - RM
Data Cessione 12.04.2006
Motivo della cessione OSPITALITA'
Uso attuale ABITAZIONE
Uso precedente ABITAZIONE
Fabbricato
Città ROMA (RM)
Indirizzo VIA A. VESPUCCI N.34
CAP O0153
Piano 03
Scala C
Interno 13
N. vani 03
Accessori 02
Nr. ingressi O1
Soggetto
ACQUIRENTE MIYARA EMI 1210511966 - GIAPPONE
CEDENTE FANUELE ANNA MARIA 1211011970 - PALERMO (PA)

Con specifico riferimento a questa ulteriore vicenda, non si può escludere che la
vendita dei due immobili sia stata una manovra ordita dall'indagato DI PACE
Francesco per impedire che i DI TRAPANI, altri pretendenti di tali beni, potessero a
loro volta rivendicarne la proprietà o comunque chiederne l'acquisizione.
r
5 IO. LA VENDITA ALL'INCANTO DEL 06/02/2007 RELATIVA AL
FALLIMENTO DELLA SICED SRL DI DI TRAPANI NICOLO.

La vicenda oggetto del presente paragrafo trae origine dal fallimento della SICED
Srl di DI TRAPANI NICOLO' (fratello di Maria Angela), con sede legale a Cinisi (PA)
in Contrada Cipollazzo. Tale ditta, cessata in data 19/06/1985, diveniva oggetto di
procedura fallimentare che, in parte, si concludeva con l'asta giudiziaria svolta in data
06/02/2007 in esecuzione dell'ordinanza di vendita del 2411012006 (fallimento registrato
al nr. 79/86 del Tribunale di Palermo - Sezione Fallimentare) k&&~dfb~8)
Come è emerso nei precedenti paragrafi, a tale procedura fallimentare gli indagati
Q hanno più volte fatto riferimento nel corso dei colloqui in carcere soprattutto al fine di
distinguere quei numerosi beni - in massima parte immobili - i quali non erano stati
ricompresi nella medesima e sono ancora nell'attuale disponibilità della famiglia
mafiosa attraverso prestanome.
Di seguito si dimostrerà come tutti i beni venduti all'asta giudiziaria di cui sopra
(06/02/2007) sarebbero stati riacquistati per conto della famiglia del DI
TRAPANIIMADONIA e saranno altresì individuati i prestanome rivelatisi necessari
per la definizione delle compravendite; verrà infine dimostrato il diretto coinvolgimento
dell'allora latitante LO PICCOLO Salvatore, in qualità di destinatario della richiesta
del denaro necessario per l'aggiudicazione di uno dei terreni in vendita.

LA FASE ORGANIZZATIVA: LA RICHIESTA DEL "PRESTITO"


AVANZATA AL LATITANTE LO PICCOLO SALVATORE E L'APPORTO
ECONOMICO GARANTITO DALLA FAMIGLIA LO VERDE E DAGLI ZII SGROI
VINCENZO E DI TRAPANI MICHELE.

Le emergenze che verranno riportate riguardano più specificatamente la richiesta


di denaro (circa 80.000 Euro) avanzata da DI TRAPANI Maria Angela, per conto del
marito detenuto MADONIA Salvatore e del fratello Nicolò, all'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore. Tale esigenza nasceva dalla necessità di recuperare un terreno
che, come successivamente emerso, sarebbe stato inserito nel lotto nr. 3 del verbale di
vendita relativo all'asta immobiliare svoltasi il 06/02/2007 [ALLEGATOYS).
1) Le acquisizìoni del 14/12/2006
Le prime risultanze investigative venivano in tal senso acquisite in data
14/12/2006, in occasione del colloquio carcerario tra DI TRAPANI Maria Angela ed il
marito MADONIA Salvatore. In detta occasione, la donna chiedeva ed otteneva
l'autorizzazione per l'inoltro della richiesta di denaro da far giungere alla ZIA
ROSALBA, che, come visto, costituiva lo pseudonimo per indicare l'allora latitante LO
PICCOLO Salvatore rglielo posso chiedere se possono aiutare per il terreno? ... se
danno ... seitanta ... ottantamila euro. per prendere il terreno, vale un miliardo!...
glielo posso dire ... di dirlo alla Z U ROSALBA?]. I1 detenuto oltre ad autorizzare la
moglie ad agire in tal senso, si preoccupava affinché fosse precisata l'esigenza di tale
necessita, owero recuperare"le cose" del defunto DI TRAPANI Francesco [glidici ...
c'è ... questo ... devi dire ... senti... ma queste cose ... PAROLA INCOMPRENSIBILE
... di cercare di recuperare le cose nostre!... tutto quello che ha fatto MIO PADRE ...l.
I - * i.,
C

(AL~~F,~&*$$IX)

2) Le acquìsizwni del 20/12/2006


Qualche giorno dopo (20/12/2006), nel corso della telefonata intercorsa tra marito
e moglie, quest'ultima riferiva di non aver ancora avuto modo di parlare con
ROSALBA, confermando però di avere inoltrato la richiesta tramite CARMELA
(ovvero GENOVA Salvatore). Nell'occasione la stessa rassicurava il marito sul tempo a
loro disposizione, evidenziando che l'asta immobiliare (metaforicamente indicata come
"l'operazione della MAMMA") si sarebbe dovuta svolgere nel mese di febbraio 2007.

SALVATORE: MARLQ ANGELA, con ROSALBA ci hai parlato?


M. ANGELA: No, no... No!
SALVATORE: Eh...
M. ANGELA: Sono in attesa!
SALVATORE: Ma... eh... non lo so... la MAMMA se ha... urgenza...
(breve pausa)
M. ANGELA: Ma eh .... a febbraioera...
SALVATORE: Eh, va bene! No perchè... po... praticamente non so che
urgenza... che urgenza ha la mamma, là... Cioè... non le dovevano fare questo come si
chiama? Eh.. a febbraio è?
M. ANGELA: Si a febbraio plielo fanno l'intervento!
SALVATORE: Va bene!
M. ANGELA: Va bene?
SALVATORE: Va bene, sangu mio!
M. ANGELA: Io...
SALVATORE: Eh... se tu... parlare con CARMELA e e... ...
M. ANGELA: Eh gioia mia, gliel 'ho chiesto...
SALVATORE: Va bene, va bene, sangu mio!
M. ANGELA: Gliel 'ho chiesto. ..
SALVATORE: Va bene!
[...l
Dal brano riportato si comprende con chiarezza che la zia Rosalba, interessata per
la richiesta di 70\80.000 euro, altri non è che il latitante Salvatore LO PICCOLO: tale
conclusione è avvalorata proprio dalle risultanze conseguite in relazione alla presente
vicenda e che verranno di seguito illustrate, ma anche dai diversi altri riferimenti alla zia
Rosalba emergenti nell'ambito della presente inchiesta. Inoltre, nonostante la DI
TRAPANI ed il coniuge adottino un linguaggio criptico, le espressioni dagli stessi
utilizzate sono inequivocabilmente riferibili al LO PICCOLO: invero il riferimento alla
necessità di recuperare tutte le cose nostre....tutto quello che ha fatto mio padre,
ossia i beni di pertinenza della famiglia mafiosa; la menzione del necessario intervento
di CARMELA - ossia Salvatore GENOVA, in quel momento reggente del
mandamento di Resuttana e uomo di fiducia di Salvatore LO PICCOLO, come è
documentato dal provvedimento di fermo n.38\08 del 15 gennaio 2008 ( " addio pizzo
1") - per far pervenire la richiesta alla zia Rosalba; la situazione di attesa -
perfettamente compatibile con lo stato di latitanza del LO PICCOLO e quindi con la
evidente lentezza delle comunicazioni - in cui in quel momento si trovava la DI
TRAPANI dopo aver inoltrato la richiesta.

3) Le w u k i z ì o n i del 20/01/207
11 20/01/2007, veniva censurato il colloquio carcerario tra la medesima DI
TRAPANI Maria Angela ed il fiatello Nicolò, ristretto presso la Casa Circondariale di
Parma. Anche quest'ultimo, nell'occasione, veniva reso edotto dell'imminente asta
giudiziaria che si sarebbe dovuta svolgere il mese successivo (febbraio 2007) e
riguardante i "loro beni". Entrando più nello specifico, la donna delineava al parente
alcune delle modalità di recupero beni nel frattempo elaborate: lo Zio VINCENZO
(SGROI Vincenzo) avrebbe provveduto ad aggiudicarsi la "casa della mamma" (della
SGROI Rosa) mentre un altro terreno sarebbe stato acquistato, per suo conto (di DI
TRAPANI Maria Angela), da MARLA per intendere LO VERDE Massimiliano, figlio
di Maurizio e di GUASTELLA Maria
M. ANGELA: ah! ora pro.., ...
al prossimo mese ...
tutto dove c'è ... ...
... ...
MAMMA là tutto ... (usa il labiale, ndr) in vendita lo ZIO VINCENZO si ... ... ...
... ...
sta prendendo a MAMMA dove MAMMA (mima il gesto usualmente utilizzato ...
per indicare l'atto del dormire, ndrl ...
NICOLO ': mh!
M. ANGELA: ... ...
dice si deve prendere (owero vendere, ndr) là e MARIA ...
(GUASTELLA Maria, madre di LO VERDE Massimiliano, ndr) (gesticola in ...
maniera confusa cercando di far comprendere al fratello quale' sia la località a cui si
... ...
riferisce. ndr) dove c'era tutta la (continua a pesticolare in maniera confusa,
...
ndr) hai capito?
NICOLO ': (annuisce, ndr) ...
... ...
M. ANGELA: là! guesto! me la sta facendo a me! mi ha detto così: ... ...
... ...
plielo dici a NICOLA per rispetto con NICOLA dice noi non abbiamo mai ... ...
... ...
avuto dice cose (unisci l'indice ed il pollice della mano destra a voler indicare
vicinanza, ndr) ...
però, dice. alielo dici un domani dice ...
è del bambino! ... ...
fintende il figlio MADONU Francesco, ndr) le ho detto non ...
non ci sono ... ...
a ... ...
assolu dice io lo faccio ma
r
L...J
i
... ...
M. ANGELA: ... ... ...
sono felici! dice mi commuovo! è vero! NICO', mi ... ...
... ...
ha visto. a me, che ero disperata gli faccio io per non avere cose ali ho detto ... ...
... ... ...
eehh ed io devo far finire ho detto il sacrificio di MIO PADRE?! ...
NICOLO ': ... e SERGIO come sta?
M. ANGELA: bene, pure bene ... e MARLQ mi ha detto dice non ti ... ...
... ... ...
preoccupare quella di là dice me la prendo io ...
NICOLO ': ve bene
...
M. ANGELA: e poi vediamo cosa (porta la mano dal basso verso l'alto a
...
voler indicare innalzare, ndr) poi vediamo il Sianore!
NICOLO ': va bene, comunque ... (si rivolge alla SGROI Lorenza, ndr) ...
che si dice?
[...l

Come verrà dimostrato di seguito, il LO VERDE avrebbe materialmente


Q
sopperito il mancato apporto economico richiesto al LO PICCOLO; nel corso del
colloquio in argomento (20/01/2007) veniva in tal senso evidenziato lo stato di attesa e
la mancata ricezione di una risposta a fronte della richiesta avanzata:
[...l
NICOLO ': ...
e gli deve ali dice pure a ML4 CUGINA (con l'indice ed ... ...
il pollice della mano destra indica qualcosa di PICCOLO, pesto peraltro aià in
precedenza utilizzato per indicare LO PICCOLO Salvatore, ndr) che si interessa ...
LUI per quel discorso!
...
M. ANGELA: eh! gliel'ho deito. pure! non ho avuto risposta! ...
NICOLO ': gli dici che glielo mando a dire IO ...
M. ANGELA: gliel'ho mandato a dire TU e SALVO! ... ...
NICOLO ': eh!
M. ANGELA: sia ... sia ... sia ... di PIETRO ... e sia anche per queste cose di
... ... ...
MAMMA se mi faceva se mi poteva mi poteva aiutare (economicamente, ndrl
...- I

NICOLO ': eh!


M. ANGELA: non ho avuto risposta! bho... NICO ' ...
NICOLO ': ... e certo ... comunque ...
M. ANGELA: perchè SAL V 0 (MADONIA Salvatore, ndr) me lo ha detto ...
...
dice vedi se me la fa a me personalmente ... ...
NICOLO ': la cortesia!
M. ANGELA: l'ho mandato a dire, ma non ho avuto ris~osta!
NZCOLO ': e glielo mandi a dire di nuovo! ... gli dici ...
M. ANGELA: non è che è da ora! (inteso è da molto tempo, ndr) ...
NICOLO ': comunque ...
M. ANGELA: speriamo!
[...l

L'assenza di risposte da parte del latitante veniva peraltro ribadita nella lettera
scritta dalla DI TRAPANI al marito in data 22/01/2007 [... speravo di sentire a
ROSALBA ma neanche lei ho sentito ...l
@

4) Le acauisizioni del 24/01/2007


11 24/01/2007 si concretizzava un incontro tra DI TRAPANI Maria Angela e lo
Zio DI TRAPANI Michele, rivelatosi anch'esso funzionale alla messa in opera della
strategia volta alla riappropriazione dei beni alienati.
In particolare:
- alle ore 10:13 SGROI Rosa chiedeva alla figlia DI TRAPANI Maria Angela
di raggiungerla presso la sua abitazione poiché vi era lì ad attenderla la ZIA SARA
(owero DI TRAPANI Michele) j;
- alle ore 10:21 la DI TRAPANI Maria Angela riferiva alla madre che di li a
poco l'avrebbe raggiunta a Cinisi
- alle ore 11:03 DI TRAPANI Maria Angela, effettivamente giunta a Cinisi,
chiamava la madre; in sottofondo si registrava un breve tratto di conversazione
intrattenuta tra la chiamante e lo Zio DI TRAPANI Michele. Nel corso della stessa
l'uomo insisteva affinché gli fosse consegnato il 'Ifoglio dell'asta"; in tale contesto la DI
TRAPANI asseriva che, a fionte dell'impegno manifestato dal medesimo DI
TRAPANI Michele, avrebbe comunicato al cugino PIZZO Pietro, interessatosi
anch'egli in tal senso, di lasciar perdere
- alle ore 13:37 DI TRAPANI Maria Angela contattava la madre; quest'ultima
confermava l'awenuto incontro verosimilmente realizzatosi t r a P I Z Z 0 Pietro e DI
se$"-*:<. $p.,<;,a:-'Pf;,~~~pB"yrr~.:~. -. '
TRAPANI Michele ~ ~
-a~h..s..xv., ~
L?4..,.,, ~
.xs...ex~T.G.+. i ~ I r ~ ) .

9p"r 920
5) Le acquisizioni del 28/01/2007
Tenuto conto di ciò, il 28/01/2007, alle ore 11:26, le microspie installate
all'interno dell' autovettura Citroen C1 in uso alla DI TRAPANI Maria Angela
consentivano di registrare una ulteriore conversazione intercorsa tra la donna e lo zio DI
TRAPANI Michele. I due continuavano a discutere della compravendita di uno dei
terreni che di lì a poco sarebbe stato venduto all'asta ed in relazione al quale l'uomo
aveva personalmente garantito il suo apporto economico; lo stesso specificava alla
nipote l'intenzione di rivendere quanto prima l'immobile, realizzando un cospicuo
guadagno che, nell'occasione, veniva definito di gran lunga superiore a quello
prospettato in precedenza dal PIZZO. Nell'illustrare le modalità di riappropriazione dei
loro beni, la DI TRAPANI Maria Angela riferiva allo zio di aver anche chiesto un
prestito a Palermo, non avendo ricevuto, però, alcuna risposta in merito. I1 riferimento
era owiamente da intendersi aiia richiesta in tal senso avanzata al LO PICCOLO
Y ~ ~ ~ M Q S Q*,S I .
' a5.2 $e SVV.*Z "W

Proprio quest'ultima confidenza sarebbe stata successivamente utilizzata da DI


TRAPANI Michele per consolidare la propria posizione all'interno dell'organizzazione
mafiosa. Durante il colloquio carcerario awenuto presso la Casa Circondariale di
L'Aquila 1'8/03/2007, infatti, DI TRAPANI Maria
.
Angela avrebbe spiegato al marito
L

come lo Zio Michele, il giorno precedente (07/03/2007), avesse avuto modo di


interloquire personalmente con GENOVA Salvatore (inteso CARMELA), additandolo
quale responsabile della mancata elargizione del denaro richiesto. La vicenda, secondo
la donna, sarebbe servita al parente all'unico scopo di mostrarsi perfettamente conscio
delle riservate vicende attinenti il nucleo familiare del MADONIA Salvatore, così
auspicando che ciò potesse indurre il GENOVA ad assegnargli un molo di primo piano
all'interno del contesto mafioso del mandamento di Resuttana. I...dice ... c'era pure ...
dice ... CARMELA... ali faccio... ah, si!?... ed IO ali ho detto... che... ci sono... dice
... le cose di TUO PADRE ... messe così ... e che ... perchè non ... ancora ... dice ... a
TE non ti hanno mai dato ... dice ... un pre ... sono diventata una pazza! come un

hai capito?! ...l.

C*,
trampolino mi ha usata! ... per far vedere che sa le cose MIE ... così si fa mettere ...
m

921
I1 brano riportato permette di evidenziare il protagonismo dell'indagato DI
TRAPANI Michele all'interno dell'organizzazione mafiosa, peraltro già analizzato in
altra parte della presente richiesta allorchè è stata esaminata la vicenda concemente
l'appuntamento con i costmttori SBEGLLA.

6) Le acquisizioni del 01/02/2007


In data 01/02/2007, alle ore 15:26, veniva censurata una ulteriore conversazione
ambientale, anch'essa registrata all'intemo dell'autovettura Citroen C1 in uso alla DI
TRAPANI Maria Angela. Nel corso della stessa, quest'ultima interloquiva ancora una
@ volta con lo Zio DI TRAPANI Michele. Il discorso verteva nuovamente sull'asta
immobiliare che si sarebbe tenuta pochi giorni dopo; nella circostanza l'uomo asseriva
di aver presentato tutta la documentazione ad un non meglio specificato awocato ,
grazie al quale aveva potuto constatare l'assenza di ulteriori domande fino ad allora
presentate per uno dei terreni da acquistare. Lo stesso DI TRAPANI Michele
aggiungeva che avrebbe dovuto nuovamente incontrare il legale alle ore 11:OO del
giorno 05 febbraio (giorno precedente l'asta giudiziaria) specificando che, durante lo
P I ~ Ai
svolgimento dell'asta, avrebbe comunque dovuto fingere di non conoscerlo & ~ A T O
J15).
[...l
Michele: si questa mattina sono andato con l'awocato è ho presentato la.. .
Maria A: eh... e ci sono altri?
Michele: fino ad ora da me non c'è nessuno.
Maria A: e là non hai guardato?
Michele: e che gli do all'awocato la confidenza io, Marià?
Maria A: ah... non gliela hai data?
Michele: perchè poi io quando vado all'asta io...
Maria A: eh.
Michele: faccio finta che non li vedo a quelli.. mi hai capito?
Maria A: certo!
.
Michele: perché lo sto comprando io.. lo sto comprando!
Maria A: si... però devi vedere se c'è... tu devi fare finta come se non lo
conoscessi..
Michele: una volta che...sei pronto ed hai i soldi... gli ho detto lei... tenga
presente che... gli ho detto lei guardi dice: va bene io giorno cinque fndr 5) telefono e
fissiamo l'aupuntamento dice per le undici fndr 11:OOl... inc...
Maria A: non so... no... è come se per ora mi sento una cosa nello stomaco.
Michele: perché?
Maria A: come se... inc... che fa gola...
ce 922
Michele: che ci va qualcuno?
Maria A: e ce la vengono a fare...
Michele: noo!
Maria A: no? Non lo possono fare? Noo... che ci fanno qualche girata di coda
[...l

7) Le acquisiyoni del 24/02/2007


L'interessamento mostrato dal DI TRAPANI Michele sarebbe stato pienamente

Q riscontrato dalle successive acquisizioni investigative; in data 24/02/2007 (oltre due


settimane dopo lo svolgimento dell'asta) la DI TRAPANI Maria Angela, ricostruendo
tutta la vicenda al fratello DI TRAPANI Nicolò, avrebbe infatti ribadito l'aiuto in tal
senso prestato dallo Zio [una settimana prima che c'era ... che facevano le cose ... mi
viene da me e mi fa ... dice vedi che c'è auel TERRENO di là dice: vedi che ... se tu
vuoi, voglio prima l'ordine da te, lo prendo io].Anche in tale contesto sarebbe poi stato
specificato al detenuto come l'investimento prospettato dal medesimo DI TRAPANI
Michele avrebbe dovuto fnittare maggior guadagno di quanto in tal senso prospettato
dal PIZZO Pietro [ ... e poi dice ... lo vende dì più, perché vale ... perché dice a .. a
PIERO (PIZZO Piero, ndr) ali volevano dare cinquantamila euro (con la mano
. destra indica cinaue, ndr) ... poco dice ... dice ci dobbiamo fare rubare ... si voleva
mangiare pure lì. per dire a MAMMA sono cinquanta ... hai cauito? ... e poi fare il
giochetto, e non ci sono rìuscifl .

LO SVOLGIMENTO DELL'ASTA.

I) Le acauisizionidel 05/02/007
I1 giorno precedente lo svolgimento dell'asta fallimentare, ovvero in data
05/02/2007, veniva registrata la conversazione telefonica intercorsa tra LO VERDE
Massimiliano e la madre GUASTELLA Maria. I1 primo esortava il genitore affinché
si informasse, chiamando la CANCELLERIA FALLIMENTARE DEL TRIBUVALE DI
PALERMO, sull'esatta dicitura da apporre nel campo "intestatario" dell'assegno da
presentare per partecipare ad un'asta giudiziaria(ALLEGATO P17).

2) Le acquisizìoni del 06/02/2007


In data 06/02/2007, dalle ore 1250 alle successive ore 13:16, aveva luogo l'asta
immobiliare relativa al fallimento della "SICED Snc", il cui curatore risultava essere
I'awocato Giovanni RIZZO.

Di seguito si riporta, in sintesi, il contenuto del relativo verbale di vendita


d (ALL"EEXT~~YS):

1. COMPOSIZIONE LOTTO NR 1
TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI, CONTRADA CIPOLLAZZO,
ESTESO ARE 27,32, ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 13, PARTICELLA 812 E
FOGLIO 23 PARTICELLA 70, LIBERO DA COSTRUZIONI, INCOLTO. IL TUTTO
COME MEGLIO DESCRITTO NELLA RELAZIONE DEL C.T.U. E DEL NOTAIO
ALLA QUALI SI FA ESPRESSO RIFERIMENTO.

PARTECIPANTI
Hanno partecipato ciascuno per il 50%:
CASTELLI Salvatore nato a Palermo il 15/01/1967, ivi residente in via F. Di
Giovanni nr. 81, coniugato in regime di separazione dei beni;
PIPATI Filippo, nato a Palermo il 19/02/1973, residente a Carini (PA) in viale
Piraineto nr. 66;

PREZZO A BASE D'ASTA


Euro 10.500,OO con aumento minimo di Euro 500,OO

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 1 1.000,OO
AGGIUDICATARI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati

2. COMPOSIZIONE LOTTO NR 2
TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI (PA), CONTRADA VECCHIO,
ESTESO ARE 14,58 ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 13, PARTICELLE 800 E
902, LIBERO DA COSTRUZIONI. IL TUTTO COME MEGLIO DESCRITTO
NELLA RELAZIONE DEL C.T.U. E DEL NOTAIO ALLA QUALI SI FA ESPRESSO
RIFERIMENTO.

PARTECIPANTI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati

PREZZO BASE D'ASTA


Euro 6.500,00 con aumento minimo di Euro 500,OO

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 7.000,OO

AGGIUDICATARI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati

3. COMPOSIZIONE LOTTO NR 3
TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI (PA), CONTRADA SAN
GIOVANNI, ESTESO ARE 97,77, ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 4,
PARTICELLA 111 (EX 1 l l/A), LIBERO DA COSTRUZIONI. IL TUTTO COME
MEGLIO DESCRITTO NELLA RELAZIONE DEL C.T.U. E DEL NOTAIO ALLA
QUALI SI FA ESPRESSO RIFERIMENTO.

PARTECIPANTI
LO VERDE Massimiliano, nato a Palermo il 08/04/1981, ivi residente in via

Pk-
Matteo Dominici nr. 35, celibe (jiglio di GUASTELLA Maria)
PREZZO A BASE D'ASTA
Euro 79.000,OO con aumento minimo di Euro 2.000,OO

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 8 1.000,OO

AGGIUDICATARI
LO VERDE Massimiliano, sopra generalizzato

4. COMPOSIZIONE LOTTO NR 4
TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI (PA), CONTRADA VECCHIO,
ESTESO ARE 49,93 ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 13, PARTICELLE
713,714 E 715, SUL QUALE INSISTE UN PICCOLO CORPO DI FABBRICA
COSTITUITO DA UNA ELEVAZIONE FUORI TERRA DALLE
CARATTERISTICHE DI MAGAZZINO RURALE IN PRECARIE CONDIZIONI. IL
TUTTO COME MEGLIO DESCRITTO NELLA RELAZIONE DEL C.T.U. E DEL
NOTAIO ALLA QUALI SI FA ESPRESSO RIFERIMENTO.

PARTECIPANTI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati ed al
50%;
DI TRAPANI Michele (Zio di Maria Angela) nato a Palermo il 04/10/1943,
residente a Cinisi (PA), Corso G. Orlando nr. 1, coniugato in regime di comunione
legale dei beni con PALAZZOLO Maria Rosaria nata a Cinisi (PA) il 01/01/1946,
convivente;

PREZZO A BASE D'ASTA


Euro 26.000,OO con aumento minimo di Euro 500,OO l

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 26.500,OO
AGGWDICATARI
DI TRAPANI Michele, sopra generalizzata;

5. COMPOSIZIONE LOTTO NR 5
TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI (PA), CONTRADA CIPOLLAZZO,
ESTESO ARE 6,40, ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 23, PARTICELLA 178,
SUL QUALE INSISTE UNA STRUTTURA IN C.A. COSTITUITA DA UN UNICO
GRANDE VANO COMPLETAMENTE ABBANDONATA E FORTEMENTE
DEGRADATA; IL TUTTO COME MEGLIO DESCRITTO NELLA RELAZIONE
DEL C.T.U. E DEL NOTAIO ALLA QUALI SI FA ESPRESSO RIFERIMENTO.
d
PARTECIPANTI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati ed al
50%;
GIANINO Alessandro, nato a Palermo il 09/07/1974, ivi residente in Fondo
Petix nr. 5, celibe;

PREZZO A BASE D'ASTA


Euro 3.000,OO con aumento minimo di Euro 500,OO

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 4.500,00

AGGWDICATARI
CASTELLI Salvatore e PIPATI Filippo, entrambi sopra generalizzati ed al
50%;

6. COMPOSIZIONE LOTTO NR 6
% TERRENO SITO NEL COMUNE DI CINISI (PA), CONTRADA VECCHIO E
CIPOLLAZZO, ESTESO ARE 13,73, ISCRITTO IN CATASTO AL FOGLIO 13,
PARTICELLA 724, SUL QUALE INSISTE UN VILLINO UNIFAMILIARE
COSTRUITO ABUSIVAMENTE COMPOSTO DA DUE ELEVAZIONI FUORI
TERRA; IL PIANO TERRA E ESTESO MQ 322,902 CIRCA DI SUPERFICIE
COPERTA E MQ 122 CIRCA DI TERRAZZE E PORTICATI; IL PRIMO PIANO È
ESTESO MQ 282,60 CIRCA DI SUPERFICIE COPERTA E MQ 79,26 CIRCA DI
BALCONI E TERRAZZE; LA SUPERFICIE ESTERNA LIBERA DA COSTRUZIONI
È PARI A MQ 928,lO CIRCA. IL TUTTO COME MEGLIO DESCRITTO NELLA
RELAZIONE DEL C.T.U. E DEL NOTAIO ALLA QUALI SI FA ESPRESSO
RIFERIMENTO.

PARTECIPANTI
SGROI Vincenzo, nato a Palermo 1'1 1/05/1939, ivi residente in via Resuttana m.

e 566, celibe (zio di DI TRAPANI Maria Angela);

PREZZO A BASE D'ASTA


Euro 88.000,OO con aumento minimo di Euro 2.000,OO

PREZZO DI AGGIUDICAZIONE
Euro 90.000,OO

AGGIUDICATARI
SGROI Vincenzo, sopra generalizzato.

Come emerge dal relativo verbale di gara, l'aggiudicazione dei diversi lotti di
terreno facenti parte del fallimento della " SIMED snc" è avvenuta secondo i desiderata
della famiglia mafiosa MADONIA-DI TRAPANI.
E' opportuno analizzare, a questo punto, le specifiche emergenze riguardanti i
singoli aggiudicatari.

L'AGGIUDICAZIONE DEL LOTTO NR. 3 A LO VERDE M4SSIMILLilNO.


1) Le acquÌsiPoni del 08/02/2007

I1 08/02/2007, trascorsi due giorni dallo svolgimento dell'asta, la DI TRAPANI


Maria Angela portava a conoscenza il marito di essere riuscita nell'intento di
aggiudicarsi "il terreno che vale più di un miliardo" per il quale, come su argomentato,
aveva invano inoltrato richiesta di un prestito all'allora latitante LO PICCOLO
Salvatore. La donna riferiva al coniuge che il perfezionamento della compravendita era
stato possibile solo grazie all'interessamento di MARU, ovvero LO VERDE
Massimiliano (&LEGATO A13).
[-..l
M. ANGELA: SALVO da da ... ... ...
da MAMMA (SGROI Rosa, ndr) ...
... ... ... ...
l'altro giorno c'è stata ho preso! ho preso (abbassa il tono della voce, ndr) ...
il terreno! ...
SALVATORE: (non capisce, ndr)
M. ANGELA: ...
le cosa di PAPA ' (riferito al defunto DI TRAPANI
Francesco, ndrl
SALVATORE: (non capisce, ndr)
e M. ANGELA: ...
le cose di PAPA '!
SALVATORE: (non capisce, ndr)
...
M. ANGELA: Vabbè! ...
l'altro giorno ti ho detto che c'erano le cose di
...
MAMMA tutti i sacrifici di PAPA'!? ...
SALVATORE: eh! (capisce, ndr)
.
M.ANGELA: eh!... hopreso.. (abbassailtonodellavoce, ndr)...ilterreno
... ... ... ...
ehh la la cosa gliel'ha presa lo ZIO m...MIO ZIO a MU MADRE ...
[...l
M. ANGELA: ... che vale più di un miliardo (con l'indice della mano destra
indica il numero uno, ndr)
SALVATORE: va bene ... sangue mio ...
[...l

La DI TRAPANI continuava spiegando al marito come anche lo Zio DI


TRAPANI Michele, avendo compreso il reale valore del terreno in argomento, avesse
insistito affinché il detenuto gli concedesse l'autorizzazione a mediarne un'eventuale
successiva vendita, non trovando peraltro alcun consenso.
[...l
M. ANGELA: ma già vogliono chiede già c'è la Z U SARA che deve ......
...
deve mangiare perchè se lo deve pre TU sai qua quanto è?! ...
IO ci devo essere! ...
...
ci devo essere IO! eh, eh ...
SALVATORE: ma
M. ANGELA: ...
gli dici a SALVO IO mi devo interessare! ...
[--l
M. ANGELA: però ... muta! ... mi sto sempre muta! ... (breve pausa, ndr) ... ed
infatti l'ha detto ...
IO provvedo a vendere, ma voalio i piccioli! la sanzanalia ...
{compenso intermediario. ndr) no, la vuole! ...
SALVATORE: ... però ... MARZA ANGELA ... quello che ti dico IO ... IO t i sto
dicendo di LUISA ... cioè ... nel momento in cui ... hai qualche ... vedi se ...
M. ANGELA: ma anche MARZA mi ha detto dice nel momento che si ... ...
... ...
vende IO dice IO stessa (indica il bambino, ndr)... ...
SALVATORE: però ...
M. ANGELA: però... dice ... nessuno! ...
SALVATORE: ... MARIA ... (mima il gesto per indicare cucirsi la bocca, non
fare sapere, ndr) ...
M. ANGELA: si ... ah ... MARIA! ...
non vuole manco che lo dico a
...
MAMMA! manco a MU MADRE!
SALVATORE: si perchè pa ... vanno ...
M. ANGELA: ... ... ...
dice MARIA' ... dice nemmeno a TUA MADRE! me ...
... ... ... ...
lo devi fare dice nessuno! IO (indica il bambino, ndr) glielo dici dice ... ... ...
... ...
a SALVO e basta! ti dico che sbavano per per LUI (indica il fialio Francesco,
ndr)...
[...l
...
M. ANGELA: ora, siccome gli è venuta la la 'ntisa con (abbassa il tono
... ...
della voce, ndr) questo che ho preso IO ... perchè è è proprio è enorme! ... ...
guello che ...
SALVATORE: (annuisce, ndr)
M. ANGELA: è enorme!
SALVA TORE: vabbè, sangue mio ...
...
M. ANGELA: no, mi sono piaciuti UNO e MEZZO, vale! ali ho detto ... ...
... ... ... ...
è MIO e di MIO FRATELLO! ... ah eh si! e MIA MADRE lo sa pure! gli ...
ho detto ...
IO mi sono fatta in quattro! no ... ...
e se lo stavano prendendo, a
momenti! ...
[--l

La DI TRAPANI continuava a raccontare al marito le prospettive di guadagno


legate al successivo investimento del bene riacquistato, riportando i progetti avanzati da
M14RU (per intendere il nucleo familiare del LO VERDE Maurizio, padre di
Massimiliano): vendere 7.000 dei 10.000 metri quadri di estensione del terreno per
acquistare degli immobili da intestare al piccolo MADONIA Francesco, figlio di
... dice ... MARIA' Ja voglio levare, dice! ... così ti
e - Maria Angela rora MARL4 ;
;.

prendo una casa ... dice prendiamo due case! ... e te le metto al BAMBINO (indica il
figlio, ndr) ... un vezzo lo tengo ... dice ... e ali facciamo aualche cosa ... un
cavannone! ... e settemila (metri quadri) se li... tre (mila metri quadri) li vole tenere e
sette se li ve ...l.

Nello stesso contesto emerge che il nucleo familiare del LO VERDE doveva
occuparsi della cura, per conto della medesima DI TRAPANI Maria Angela, di
ulteriori interessi economici, oggetto di possibili futuri investimenti 1 ~ e r ...
ò bacio i
piedi a MARIA, comunque! ... anche perchè c'è ... no. SALVO ... anche perchè ha
pure quelli miei! ... le ho detto... chissà ... metrili... dice... non ti s re occupa re!]
Alla luce delle note e già delineate emergenze concernenti il ruolo del LO
VERDE Massimiliano nella gestione del bar Sofia e nella gestione degli immobili di
Piazza degli Alpini si comprende bene quanto determinante sia stato l'apporto
dell'indagato nel recupero del terreno indicato come lotto n.3, rientrato in tal modo
nuovamente nella piena disponibilità della famiglia mafiosa MADONIA-DI
TRAPANI.
Tale recupero è tanto più significativo se si considera che è la medesima Maria
Angela DI TRAPANI ad annettere all'immobile in questione un considerevole valore
economico dalla stessa stimato in un miliardo, un miliardo e mezzo delle vecchie lire.
Inoltre va evidenziato che, a seguito della formale aggiudicazione dell'asta al LO
VERDE, si è venuta a realizzare una intestazione fittizia mediata dalla procedura
Q fallimentare ma pur sempre efficace per realizzare lo scopo simulatorio ricercato dagli
indagati, i quali considerano il bene rientrante a pieno titolo nel patrimonio occulto della
famiglia mafiosa DI TRAPANI-MADONIA.

2) Le acuuisiuoni del 24/02/2007


Allo stesso modo, in data 24/02/2007, la DI TRAPANI interloquiva con il
fratello, prospettando, anche a quest'ultimo, le possibilità di guadagno legate
all'investimento del bene di cui trattasi [mihanno visto che piangevo perché non avevo
avuto risposta ... mi disse ... non ti preoccupare ci siamo NOI ... ora mi disse dice ...
-
che fa dice ... perché ora devono, aiustamente li devono ... deve, dice ... ne vendiamo
I

metà e metà ci facciamo dice (con la mano mima una costruzione,ndr) ... dice e poi
... ali ho detto ... fate ... io ali ho detto fate voi, quello che più ... dice, io vorrei fare
così ... dice ... però lo lasciamo. dice almeno un domani c'è il bambino, dice, ha
come ... ali ho detto. quello che decidete ... quello che decidete VOI a me sta sempre
bene].

I1 detenuto mostrava di essere completamente d'accordo con le scelte adottate


dalla sorella [vabene ... certo. logico ...l
3) Le acquisizioni del 08/03/2007
L'assicurazione circa l'impegno preso dalla famiglia LO VERDE per la -
definizione della compravendita del terreno inserito al lotto nr. 3 della predetta asta,
veniva nuovamente fornita dalla DI TRAPANI al coniuge, in occasione del colloquio
carcerario svolto in data 08/03/2007. In assenza del prestito chiesto al LO PICCOLO
Salvatore, infatti, i LO VERDE avevano contribuito al versamento dell'intera somma
FS, ' h i J *

di denaro necessaria a concludere le formalità di acquisto I(&&L%GATO'AI~).


[-..l
SALVATORE: ma MARIA ANGELA, mi hai detto ... l'altro giorno mi hai ...
...
detto il discorso del ...
... di MARIA ... ma questa cosa si è risolta? o nemmeno? ...
M. ANGELA: di MARIA?
SALVATORE: eh!
8 M. ANGELA: si, mi ha detto che se non mi arrivano ... il prestito... (indica il
...
numero uno, ndr)... dice ci penso IO, non ti preoccupare!
...
SALVATORE: cioè è risolta questa cosa!
M. ANGELA: si, si risolta! ...
[.-.l

Lo stesso giorno (08/03/2007) la donna, nel ribadire al coniuge l'intenzione di non


interessare in alcun modo lo Zio DI TRAPANI Michele per una successiva rivendita
del bene, confermava la totale ed esclusiva fiducia accordata in tal senso ai LO VERDE
[... perchè si vuole interessare per venderlo ... e fare... ma non c'è! ... non esiste! ... e
se mi richiede gli dico ... fuori da questa cosa! ... è MARIA e basta!].

Sulla 'base delle interlocuzioni carcerarie successive alla fomializzazione


dell'aggiudicazione del bene in capo al LO VERDE si comprende con chiarezza che il
denaro necessario per completare l'operazione era stato versato da costui: tale
circostanza, come emerge anche dalle predette conversazioni, non fa venire meno la
reale proprietà del bene in capo ai coniugi MADONIA-DI TRAPANI (M. ANGELA:
... ...
si, mi ha detto che se non mi arrivano il prestito (indica il numero uno. ndr) ...
...
dice ci penso IO, non ti preoccupare!
...
SALVATORE: cioè è risolta auesta c o d
...
M. ANGELA: si, si risolta!

L'AGGIUDICAZIONE del lotto NR. 4 A DI TRAPANI MICHELE E LA


MANCATA DEFINIZIONE DELLA COMPRAVENDITA. L'INTERVENTO
RISOLUTORE DI PIZZO PIETRO E L
4 D E F i N W A ACGYULlICAZIONE A
l ) Le acquisizioni del 08/02/2007
L'08/02/2007, DI TRAPANI Maria Angela informava il marito di come anche lo
Zio DI TRAPANI Michele, nel corso dell'asta, si fosse aggiudicato "un pizzuddicchiu
di là", specificando che lo stesso, per il contributo in tal modo prestato, pretendesse una
qualche forma di ricompensa [... Mu1 Zu1 SARA (inteso DI TRQPANI Michele, ndr)
... ha preso un pizzuddicchiu (un pezo. ndr)... di là ... dice ... lo prendo... così... lo ...
dice ... lo prendo per VOI ... dice... per venderlo... per poi venderlo... per fare di più!
... però ... dice ... IO te lo dico ... lo faccio... te lo dico bello chiaro ... perchè capisco
che, poi, voialtri ve lo scordate ... dice ... dipende quanto lo faccio vendere ... poi ...
dice ... IO ... dice ... mi dovete dare, poi ... dice ... a ME ... dice ... pure ... un regalo!]
(AL*&~).
@

2) Le acquisizioni del 24/02/200 7


La vicenda veniva ripresa in occasione del citato colloquio registrato in data
24/02/2007 a Parma e svoltosi tra la stessa DI TRAPANI Maria Angela, sua Zia
SGROI Lorenza ed il detenuto DI TRAPANI Nicolò; nell'occasione la prima faceva
notare al detenuto come lo Zio, contrariamente a quanto preventivato, avesse
proweduto all'aggiudicazione del bene in argomento, intestandolo a se stesso anziché ad
un sensale o prestanome. Tale circostanza, posta in relazione alle numerose procedure
fallimentari subite dal medesimo Michele, agli occhi delle donne, destava non poche
preoccupazioni
[...l
M.ANGELA: prende e fa ...
dice: vedi che ...
se tu vuoi. voglio prima
...
l'ordine da te, lo prendo io ... no LUI lo fa prendere a un SENSALE ...
LORENZA: si interessava LUI, si interessava LUI ...
[..-l
M.ANGELA: ... dice ora lo faccio rendere al SENSALE dice il SANSALE
. . ... .. .
. eh poi si fa ... gli ho detio ah . va bene fai tu .. però voglio carta libera gli ...
.. ..
ho detto eh va . però te lo dico ora, nel caso poi domani ~ossiatedire mio ZIO si
ap~rofittò.. .
LORENZA: ci vuole guadagnare qualcosa come sensaleria
r i
L--J
M.ANGELA: ... arriva il giorno del così ... ma quale SENSALE, se lo è
...
messo LUI stesso è andato là e se lo è preso lui ... lui stesso. Ora con GIUSY cosa
...
pensiamo con tutti i fallimentiche ha lui e cose

'L
, 933
DI TRAPANI Maria Angela e sua Zia esortavano quindi il detenuto a convocare
a colloquio il DI TRGPANI Michele, intimandogli di procedere alla immediata vendita
dell'immobile, a fronte dell'ulteriore asta che si sarebbe dovuta svolgere qualche mese
dopo, anch'essa attinente altri beni di loro interesse.

[...l
M.ANGELA: ... te lo mandi a chiamare, pure che ci paghiamo il biglietto ...
... ..
gli dici che sei lo devi fare venire cosi . che lo ringrazi di quello che ha fatto ...
[...l
M.ANGELA: dopodiché fai finta che non sai niente di questi discorsi e ali
dici ...
devi vendere subito perché a mia madre ad AGOSTO ha l'altra (con la mano
... ...
destra riproduce il gesto dei soldi,ndr) gli dici perciò subito mi capisci?. ..
NZCOLO ': (annuisce,ndr) ...
[...l
M.ANGELA: quindi questa della ZIA SARA te la devi risolvere TU però con
tutte le buone ... TUprima ...
[...l
NZCOLO ': e quanto l'ha comprata là, tanto per sapere .. .
M.ANGELA: venti ... ventuno ... ventuno ... poi più le spese di registrazione
.
e

LORENZA: ventuno e poi se ne va a ventisette perché ...


[..-l
M.ANGELA: ah ... allora ci scrivi TU allo ZIO ... fai finta di tutte Queste
cose non sai niente ...
[...l
LORENZA: ...
e poi gli dici ma là che si deve fare come finì ...
M.ANGELA: capito cosi ...
dobbiamo vedere perché a ML4 SORELLA gli
...
dice ad AGOSTO ha capito, questo . ..
NZCOLO ? eh ...
. .
M -A-NGELA: la verità, la verità se no gliela levano, se né può andare
.-
..
[...l
I1 brano riportato è di una chiarezza esemplare: il DI TRAPANI Michele aveva
ottenuto l'aggiudicazione del bene ( al prezzo peraltro esattamente indicato dai
medesimi interlocutori LORENZA: ventuno e poi se ne va a ventisette uerché ) ...
ma poichè veniva paventato il rischio che lo stesso potesse essere nuovamente travolto
in procedure fallimentari a carico del medesimo aggiudicatario, allora si rendeva
necessario un intervento dell'autorevole esponente mafioso detenuto, ossia DI
TRAPANI Nicolò, per modificarne l'intestazione.
Cl'lteriore prova, dunque, dell'intestazione fittizia del medesimo bene.

3) Le acaukizioni del 08/03/2007


L108/03/2007DI TRAPANI Maria Angela preannunciava al marito ciò che si
sarebbe poi rivelato un problema. La donna, ripercorrendo brevemente la vicenda,
raccontava al coniuge come lo Zio Michele avesse manifestato l'impossibilità di
provvedere, entro il mese di aprile, all'integrazione della somma di denaro necessaria
per la definizione della compravendita [... ieri ... mi fa... ora ... dice ... ad aprile... dice
... ci vogliono ... i soldi per ... sì deve ... gli ha dato un anticipo ... ed IO non ho dove
fare ... dice ... vedi TU! ... vedo IO?! ... ma TU ... quando te lo ... cosa mi avevi detto?!
... puoi andare di nuovo là, gli faccio!... è finito ...l LEGATO$^^).
7
.
'- T. E.

4) Le acquisizioni del 26/04/2007


La naturale evoluzione della vicenda veniva riferita al MADONIA Salvatore in
occasione del colloquio svolto in data 26/04/2007, allorquando DI TRAPANI Maria
Angela riferiva come il terreno in questione fosse tornato nella disponibilità del
Tribunale.

La vicenda, secondo il racconto dalla donna, risultava essersi comunque conclusa


a loro favore grazie all'intervento del nipote PIZZO Pietro, inizialmente estromesso
dall'affare proprio in virtu dell'impegno preso dal DI TRAPANI Michele; Maria
Angela raccontava, infatti, come Pietro PIZZO si fosse nuovamente interessato alla
compravendita in argomento, individuando TERZE PERSONE interessate all'acquisto
"%P'
dell'irnmobile, previo recupero dello stesso +&%$)-

[...l
M. ANGELA: non lo ha salvato più 4ùe150-perchénon li aveva e ha avuto la
faccia tosta che ora NICOLETTA ...
SALVA TORE: allora per questo non scrive ...
M. ANGELA: no ... NICOLETTA ha trovato uno che se lo voleva ...
dopo
che ci andrà ... .. ..
perché è ritornato al T ' BUNALE . e lo sai cosa ali ha detto .
come ora lo vendete mi dovete dare diecimila euro a ME cioè... ... ...
no forse le
...
rotelle ci mancano (si Dorte le mani alla testa,ndr) ci mancano ...
SALVATORE: M R U A N G E L A ...
[...l

5) Le acauisiuoni del 01/05/2007


A conferma di ciò, alle ore 1 2 5 7 del 01/05/2007 veniva registrata una
conversazione telefonica tra tale Salvatore (usuario dell'utenza cellulare nr.
33811658107 intestata a MANZELLA Salvatore nato a Palermo 1'810211976) e PIZZO.
Pietro; il chiamante chiedeva ed otteneva conferma circa la vendita di un terreno sito in
r
contrada Vecchio. I1 PIZZO, oltre a confermare la circostanza, specificava l'estensione
dello stesso, owero circa 5.000 mq, nonchè la presenza in loco di un vecchio fabbricato
ivi catastato. Come si ricorderà il lotto m. 4 aggiudicato in data 06/02/2007 risultava
appunto essere costituito da un terreno esteso are 49,93, sito nella contrada Vecchio del
comune di ~inisi,con ivi presente un piccolo corpo di fabbrica costituito da una
elevazione fuori terra, dalle caratteristiche di magazzino mrale in precarie condizioni
~hGGai;~a>.
Dagli ulteriori accertamenti delegati al ROS e compendiati nella nota del 29
ottobre 2008 risulta altresì le seguenti ulteriori vicende in ordine all'aggiudicazione del
lotto n. 4:
Situazione del lotto m. 4
In data 14/05/2007 veniva dichiarata la decadenza dell'aggiudicatario del lotto m.
4 del fallimento m. 79/86, già identificato in DI TRAPANI Michele [Palermo,
04/10/1943]. U prowedimento veniva emesso a seguito della mancata integrazione a
saldo del prezzo di aggiudicazione stabilito nella seduta del 06/02/2007. (ALLEGATO
10A)

il b5/10/2007 il lotto m. 4 veniva definitivamente aggiudicato, per la somma di


e u o 26.500, alllunico partecipante PALAZUILO Saverio, nato a Cinisi (PA) il
02/01/1956.

10.2 Le ~rerrresse risultanze investigative sull'interessamento di tale


SAVERIO ~ elar com~ravenditadel terreno inseritoal lotto m. 4

In data 05/10/2006 e 12110fZ006 vgivano =registratedue telefonate relative


all'attività d'intercettan6ne svolta in esecuzione :del decreto h t . m. 1104/06 del
-
11/O512006 (Proc.Pen. Nr.O 5464705 R. 6.NR DDA Palemo) sulllutenza cellulare
34013628636 in uso il PIZU) Pietro [Brooklynn P.S.A.), lrC/05/1976], cugino di DI
TRAPANI Maria Angela per aver sposato DI TRAPANI Nicoletta [Palermo,
28/01/1980]. C
In particolare:

936
11 05/10/2006, alle ore 1158, veniva censurata una interlocuzione tra PIZZO
Pietro e RUFFINO Rosolino [Carini, 20/12/1966] inerente la compravendita di un
terreno che, come successivamente specificato, sarebbe risultato del tutto compatibile
con quello già inserito nel lotto nr. 4 della procedura fallimentare in argomento. In
particolare RUl?F'INO proponeva il concreto interessamento di tale SAWMO,
specificando, in relazione all'incontro che si sarebbe dovuto perfezionare, come
quest'ultimo abitasse proprio vicino casa del PIZZO.
(ALLEGATO 10C)

[...l
8 ROSOLINO: IO sono con SAWRlO ,.. quell'amico mio che ... TU lo
conosci ... siete pure amici voialtri, sicuro!
PIETRO:eh
ROSOLINO: per il ferreno, cruello di là sopra
C-..]
ROSOLINO: .., LUI è disponibile...
guando vosso fìssitre I'a~~untamento?
[.-.l
PIETRO: magari domenica mara'na
[..-l
ROSOLINO: facciamo ,..allora PIERU' ... TU cr~andosei dentro? (a casa,
ndr)... che IO rtasso con LUJ... rendo a SA EERlO e tì uenpo a trovare diremente
dentro (a casa ndrJ... tanto LUI... TU,. state vicino, DO: aUa fine...
PIETRO: XO sono atta la piarnato ... se TU mi dici... w r dire... IO alle nove
sono da TE ...alle nove ci vediamo a casa mia
LI
ROSOLINO: ... alcora hcciamo una cosa ... verso ... verso & dieci ...
domenica ora da TE!
PIETRO: va bene a posto!
ROSOLINO: ...
nove e mezza dieci a uuesf'ora ...
PIETRO: ve bene, ok
E...3
La conferma all'ipotesi avanzata, la si otteneva il successivo 12/10/2006,alle ore
17:44, allorquando veniva censurata una ulteriore conversazione telefonica tra i due, nel
corso della quale il PIZZO specificava sia l'estensione del terreno in argomento, sia il
nome del "curatoret1 dal quale lo stesso PIZZO riferiva volersi recare unitamente al
RUF'FINO ed al SAIBRIO, al fine di avere migliore contezza delllargomento in
questione (Awocato RIZZO). In effetti il curatore del fallimento di cui trattasi risulta
essere proprio E'awocato Giovanni RIZZO.
(ALLEGATO 10D)

ROSOLINO: pronto?
PIETRO: ROSOLINO
ROSOLINO: ehi, ciao PIERU'
PIETRO: ciao, come stai?
ROSOLINO: qua ... stiamo ... sta stipulando un atto il Notaio ...
PIETRO: eh! ... senti una cosa ... IO... iaualche documento di auel discorso del
terreno ce l'ho ...l'ho trovato!
ROSOLINO: perfeao
PIETRO: ... perd bisognerebbe,fissareun appuntamento... dall'awocato che ha
in mano la pratica!...
ROSOLINO: perfetto, eh!
PIETRO: ara l0 gli posso chiamare a ~uesf'awocato per fissare un . .

appuntamento
ROSOLINO: eh, certo
PIETRO: ... e nourim' ci andiamo e andiamo a vedere come è la situazione?
ROSOLINO: certo PIERU
PIETRO: eh!
ROSOLINO: ...
e IO &o a due giorni fino a ierì l'ho visfo a L t n
PIETRO: eh!
ROSOLINO: ... ho &#o ... come ho notizie a' awiso!
PIETRO: IO ho una misurazione che è di quarantanove virgola sessanta are ...
a quanto corris~ondef
ROSOLINO: guaftromilanovecentosessanta ...iauasi cinquemila metri!
PIETRO: guasi cinquemila metri sono, va bene ... ho capito! uk ... allora
facciamo una cosa ... IO ora ... domani telefono allo studio dell!Awocato RIZZO che
ha in mano la vratica ... il curatore! ... vediamo LORO uuando ricevono ... fmso un
appuntamento...
ROSOLINO: perfetto
PIETRO: e ti faccio sapere
ROSOLINO: va bene PIERU'
PIETRO: ci andiamo ... e andiamo a vedere di che cosa si tratta!
ROSOLINO: va bene ... va benissimo
PIETRO: va bene, ROSOLI'
ROSOLINO: si, PIERU'
PIETRO: allora ti faccio sapere IO
ROSOLINO: as~ettonotizìe tue allora
PIETRO: ok, ciao ... ciao ROSOLI'
ROSOLINO: ciao
PIETRO: ciao

Non sono state registrate ulteriori comunicazioni in tal senso stante, come noto,
l'iniziale aggiudicazione del bene in capo al DI TRAPANI Michele. Appare però
assolutamente verosimile che, a seguito del'altrettanto nota vicenda che ha visto
rientrare detto terreno nella disponibiiità del Tribunale di Palermo-.p_ la mancata
integrazione della somma di aggiudicazione, il PaLAZZOLO Saverio, identificabile
con ogni probabilità nel SAWRIO individuato da ;RlBl%NO Rosolino e da questi
posto in contatto con i1 PIZZO, sia stato su&essivamente ricontattato ed abbia
proweduto alla definitiva compravendita del bene in argomento awenuta il 05/10/2007.
Ciò apparirebbe concretamente ipotizzabile-se si tenesse in considerazione che, come
ribadito da DI TRAPANI Maria AngeIa al marito Mi4aONiA Salvatore in occasione
del colloquio wcerario del 26/04/2007, di seguito riportato nella parte d'interesse,
PIZZO Pietro (inteso NICOLETTA),dopo l'evidente insuccesso del DI TRAPANI
Michele, fosse stato nuovamente interessato alla "vendita" in argomento, avendo già
"trovato uno che se lo voleva", ovvero un soggetto in passato interessato all'acquisto
(cfi tr4scrizione in ALLEGATO A15 dell'infonnativa nr. 65/250 - 2005 del 05 giugno
M. ANGELA: non lo ha salvato più quello perché non li aveva e ha avuto la
faccia tosta che ora NICOLETTA ...
SALVA TORE: allora per questo non scrive ...
M. ANGELA: no ... NICOLETTA ha trovato uno che se lo voleva ...dopo
che ci andrà ... ... ..
serché è ritornato al TRIBUNALE e lo sai cosa gli ha detto .
come ora lo vendete mi dovete dare diecimiha euro a ME ... ... ...
cioè no forse le
...
rotelle ci mancano (si porte le mani alla testa,ndr) ci mancano ...
r...1

Infine, ad ulteriore riscontro che il SAWRIO proposto dal RUFFINO sia


effettivamente identificabile nel predetto PALAZZOLO Saverio, va specificato che
quest'ultimo, come asserito dal medesimo R-O il 05110/2006, risultava abitare

m ("stare vicino") il PIZZO rfaccimo ... allora ,PìERUf... TU auando sei dentro? fa
casa, ndr) ... che IO uasso con LUI ... prendo a SArnRIO e ti vengo a trovare
direttamente dentro fa casa, ndr)... tanto LUI... TU... state vicino, uoi, alla fine ...l.
A riscontro di ciò va osservato che, effettivamente, nell'anno 2006:
PIZZO Pietro risultava essere intestatario dell'utenza elettrica recante
identificativo B 9011630491 ed ubicata a Cinisi, in Contrada Siino m. 47H (ovvero via
Giovanni Falcone m. 47);

7rIVLANO Domenica, nata a Terrasini il 21/01/1961, moglie di PAIAZZOLO


Saverio, risultava essere inìestataria dell'utenza elettrica recante identificativo B
9241080532'ed ubicata anch'essa a Cinisi Contrada Siino 61 (ovvero via Giovanni
Falcone 6 1).

h più, dalla lettura del verbale divendita imilobilirne del 05/10/2007,si evince
chiaramente che il documento di identità w n il quale veniva identificato PALAZU)LO
Saverio (C.I.nr. AK8909740,rilasciata dal C o m e di Cinisi il 15/12/2004) recava
quale luogo di residenza proprio la Via Giovanni Falcone m. 61.

h estrema sintesi, appare oltremodo verosimile che il SA WRIO oggetto della


conversazione intercorsa il 0511012006 tra RlJlWINO Rosolino e PIZZO Pietro possa
identificarsi nel PALAZZOLO Saverio, successivamen~divenuto aggiudicatario del
bene di cui al lotto nr. 4 della vendita fallimentarein argomento. r
Alla luce dei nuovi elementi rassegnati deve pertanto ritenersi che
l'aggiudicazione del predetto lotto sia awenuta in favore del PALAZZOLO Saverio
sempre per conto della famiglia DI TRAPANIMADONLA in conseguenza dell'incarico
da questa conferito all'indagato PIZZO Pietro.

L'AGGIUDICAZIONE DEL LOTTO NR. 6 A SGROI VINCENZO; IL


RECUPERO DELLA "CASA DELLA MAMMA9'SGROIROSA.

1) Le aciìuisizìoni &l 24/022007


La conferma dell'aggiudicazione del lotto nr. 6, conclusasi anch'essa a favore degli
@
indagati, si otteneva dalla rilettura del già citato colloquio carcerario tenutosi il
24/02/2007, presso la Casa Circondariale di Parma. DI TRAPANI Maria Angela
informava infatti il fratello Nicolò, dell'awenuto "riacquisto" della casa della mamma
(SGROI Rosa), specificando come detto bene fosse stato "regalato" loro dallo Zio
SGROI Vincenzo, risultato effettivamente aggiudicatario del lotto in questione (Yz
terreno sito nel comune di Cinisi (PA), contrada Vecchio e Cipollazzo, sul quale insiste
un villino unifamiliare costruito abusivarnente)
[..-l
NICOLO? e la CASA DELLA MAiWkU dov'è ? ...
M.ANGELA: ...
lo ZIO VINCENZO aliel'ha regalata ...
NICOLO? ah ...
[...l

LyORIGllVARL4 AGGWDICAZIONE DEI-LOTTI NR 1, 2 E 5 A PLPATI


FILIPPO E CAS117LLI SALVATORE E LA DEFUVITNA AGGYUDICAZIONE
ALL'ZWAGATO SGROI KìhCENZO.

PIPATI Filippo e CASTELLI Salvatore, in data 06 febbraio 2007, come visto,


erano risultati aggiudicatari, ciascuno al 50%, dei lotti nr. 1, 2 e 5 relativi a terreni siti
nel comune di Cinisi (PA), contrada Cipollazzo e Vecchio.

1) Le acqukizioni del 07/02/2007


In esito a ciò, in data 07/02/2007, alle ore 18:42, veniva registrata una
conversazione telefonica intercorsa tra DI TRAPANI Maria Angela e SGROI Rosa;
nell'occasione la prima chiedeva alla madre se lo zio DI TRAPANI Michele avesse
saputo chi fossero gli intervenuti all'asta aggiudicatari dei "pezzettini", riferendosi
proprio ai sopra indicati PIPATI e CASTELLI [&&$C&$@M~).
[--.l
DIMA: chi è Ma (ndr. mamma) [ DI TRAPANI Maria Angela dice:mettila
piano] ...eh!
ROSA: Maria
DIMA: eh!
ROSA: ho parlato con la zia SARA
DIMA: eh!
ROSA: ...incompr ... pezzettini ...pezzettini che si sono presi ...
DI MA: va bene ...
ROSA: ..
...incompr ... si e messa a fare . una pazza pareva ... vabbè ...
[.-.l
ROSA: ...epoitelodicelei ...
DI MA: perché lo sa chi sono?
ROSA: no! Non ci ha potuto completamente ...
DI MA: ma pensa che è fatto apposta ...
ROSA: no!
[...l

2) Le acuuìsizioni del 08[02/2007


Di conseguenza, anche nel corso del colloquio carcerario registrato presso la Casa
Circondariale di L'Aquila in data 08/02/2007, DI TRAPANI Maria Angela informava
il marito MADONIA Salvatore del fatto C ~ ~ - A L TPERSONE
RE si erano aggiudicate
dei terreni di "Cinisi e Terrasini". La donna precisava come lo zio DI TRAPANI
Michele, rischiando di essere arrestato, avesse provveduto ad allontanare gli intervenuti
[c'erano un sacco di persone! ... e LUI gli ha detto... (fa il gesto usualmente utilizzato
per indicare cacciare via, allontanare, ndr) ... andatevene! ... a momenti ...
fsovrappone i polsi producendo il gesto tipicamente utilizzato per indicare lo stato di
detenzione carceraria, ndr)... cerca di andartene! ... e di ... e lo sai ... findica il
numero TRE, ndr)... altre cose si sono presi! ... di Cinisi e Terrasini! ... dice (lo ZIO
DI TRAPANI Michele, ndr) ... ora ... digli a SALVO ... voglio andare a fondo!].

Successivamente si concretizzava l'ipotesi che vedeva il PIPATI ed il


CASTELLI quali meri emissari del GENOVA Salvatore e del LO PICCOLO; si
materializzava in tal senso la possibilità che, a discapito della DI TRAPANI, fosse stata
architettata una subdola manovra di raggiro finalizzata al riacquisto dei beni per una
destinazione diversa da quella auspicata dalla donna.

3) Le acquisizioni del i4/02/2007


In data 14/02/2007, infatti, quest'ultima scriveva al marito MADONIA Salvatore.
Nel tratto d'interesse della missiva, la donna tornava a trattare le modalità di
svolgimento della vendita; più precisamente, anticipando le tematiche che avrebbe poi
argomentato in maniera più esaustiva nel corso del successivo colloquio carcerario,
esternava nuovamente al detenuto i dubbi emersi sulla partecipazione del PIPATI e del
@ CASTELLI, lasciando nell'occasione intendere di avere, nel frattempo, ottenuto
conferme in tal senso [... hanno tentato di fregarmi, solo che I 0 li ho presi in curva,
vorrei solo capire se è opera di CARMELA o di ROSALBA ...l ww&641).

(..) IL MIO W I C O CONFORTO E' SOLO UNO CHE SONO RIUSCITA


N E L L W E N T O DI CUI A COLLOQUIO TI HO DETTO CHE ERO CONTENTA DI
AVERE REALIZZATO, E ANCHE IN QUESTO ANNO TENTATO DI FREGARMI
SOLO CHE IO LI HO PRESI IN CURVA, VORREI SOLO CAPIRE SE E' OPERA DI
CARMELA O DI ROSALBA. MA POI TI RACCONTERO', CREDIMI C'E' TANTA
FALSITA' E INCOERENZA, VIENE SOLO DA VOMITARE, FACCIO FINTA DI NON
CAPIRE C..)

4)Le acquisizwni del 24/02/2007


Anche nel corso del colloquio carcerario svolto con il fratello Nicolò presso il
Carcere di Parma il 24/02/2007, la DI TRAPANI accennava alla probabile strategia
messa in atto dal GENOVA e dal LO PICCOLO; in specie riferiva di come il LO
VERDE Massimiliano, durante lo svolgimento dell'asta in argomento, avesse notato
ALTRI PARTECIPANTI (PIPATI e CASTELLI), in possesso di un foglio riconosciuto
nel medesimo consegnato, tempo addietro, al GENOVA Salvatore
M.ANGELA: si! ... diglielo a NICOLA, voglio un po' di giustizia, non è
giusto ... NICO' mi ha aiutato LEI (GUASTELLA Maria,ndr) a prendere LA ' (con la
mano destra gesticola,ndr) ... LEI mi ha aiutato ... ROSALBA mi ha lasciato
sbattere con CARMELA, si sono andati a prendere altre cose di PAPA' (DI
TRAPANI Francesco. genitore di entrambi,ndr)
NICOLO ': chi? ...
M.ANGELA: la CARMELINA, (GENOVA Salvatore,ndr)e l'ho capito . ..
NICOLO si è prese le cose? . ..
M.ANGELA: e l'ho capito, gli ho detto: tutto a posto che? ali ho detto ...
voglio sapere a chi hai dato il foglio che avevo io (con le mani riproduce il gesto di
scrivere,ndr) ...
MARL4, MASS (GUASTELLA Maria owero il fialio LO VERDE
Massimiliano,ndr) ...
si è accorto là, dice: MARL4 ANGELA, aveva uno di auesti
...
altri che si è awicinato a auesti due che rilanciavano dice il foglio tuo, ~luello ...
..
che abbiamo dato noi con .INCOMPRENSIBILE.. ma che dici!? .
si! .va bene ... ..
...
-
[.-.l
d M.ANGELA: no! ...
mi viene e mi fa ehh ... ...
gli ho detto, prima di tutto,
non mi dire più tutto a posto, perché tutto a posto niente gli ho detto (a ...
CARMELA, ndr) chi c'è andato là a prendersi le cose di MIO PADRE . ah ah.. .. ... .
ma io avevo preso un aw... gli ho detto chi l'ho aveva il foglio è morto! fa io ... ...
avevo preso un awocato per vedere ....
Ma per vedere, perché te l'ho chiesto io di
prendere l'awocato, io un'altra cortesia avevo chiesto e non vi siete fatii vedere, ma
comunque ho cercato di risolvere pure io ...
NICOLO ': ...
ah se né strafottuto completamente? ...
M.ANGELA: no, io non lo so, se è così L E I . ma è la ZLQ ROSALBA.. ... ...
che (con la mano destra accarezza la parte superiore del tavo10,ndr) la la plagia .. ...
secondo me, hai capito ? . ..
NICOLO (annuisce,ndr) ...
[.-.l

, Nel prosieguo del colloquio la DI TRAPANI rassicurava comunque il fratello

@ sull'awenuto recupero di tutti i terreni inizialmente aggiudicati a PIPATI e


CASTELLI (intesi i siccinisi), grazie alla contro offerta avanzata, nei termini previsti,
dallo zio SGROI Vincenzo.
[...l
NICOLO ': e qual è che si sono mesi ora?

*
M.ANGELA: no li ho ripresi (con la mano riproduce il gesto di tirare a
se,ndr) ...
ho dovuto and ...
(con la mano destra indica due,ndr) quelli dove ...
C'erano i CAVALLI. ..
NICOLO? chi C 'è l'ha, se la sono mesi?
M.ANGELA : l'avevano presi i SICCINISI (abitanti di CINISI. ndr) ...
NICOLOt: chi? . ..
M.ANGELA: CARMELINA! ...
NICOLO? CARMELA ? ...
M.A NGELA: aveva mandato capito!? ... ...
NICOLO t: e se lo sono presi? ...
LORENZA: no, no ...
M.ANGELA: ora ho fatto la contro ...
944
LORENZA: lo ZIO WNCENZO (SGROI Vincenzo,ndr). . .
M.ANGELA: ora lo ZIO WNCENZO andò a fare la contro ...
LORENZA: tutto ha preso ...
NICOLO ': ah ...
M.ANGELA: mi capisci? ... mi capisci , e io posso fare bile NICO', mi devo
stare zitta? ...
[...l

A riscontro di ciò, veniva acquisito, presso il Tribunale di Palermo - Sezione


Fallimentare -, copia del relativo verbale di vendita immobiliare a seguito di aumenti di
., C,*g ,
C, " '

1/5 [&2;q@a3@$$8).

5) Le acauisizioni del 08/03/2007


Inoltre, lt08/03/2007, DI TRAPANI Maria Angela sottolineava al coniuge come,
oltre ad un laconico "stiamo prowedendo per le cose di tua Mammatt non fosse mai
seguito nulla di concreto alla richiesta di denaro avanzata al LO PICCOLO Salvatore,
ivi compreso il materiale recapito della risposta (seppur negativa) da parte del latitante.
Nell'occasione il MADONIA cercava di far comprendere alla moglie come l'attesa della
risposta di ROSALBA (LO PICCOLO) fosse sicuramente compatibile con le allora
recenti vicissitudini giudiziarie subite dallo stesso
[.--l
M. ANGELA: ah! ...
da CARMELA non ho visto niente! ti ricordi che ...
...
avevo chiesto per favore se ... ...
SALVATORE: si, ma MARIA ANGELA ...
@ ...
M. ANGELA: si, si ... mi ha mandato a dire stiamo provvedendo per le cose
... ... ...
di TUA MAMMA! se!? aspetta che non gli dico più niente! ...
[-..l
SALVATORE: però lo vedi cosa hanno avuto, sangue mio!? ...
M. ANGELA: si o no, si dice! si o no! ...
SALVATORE: va bene ... va bene
[...l

Il riferimento era chiaramente alle allora. recenti operazioni di polizia svolte nel
corso delle quali venivano tratti in arresto numerosi personaggi ritenuti, a vario titolo,
espressione del LO PICCOLO sul territorio.
6) Le acuuisizioni del 16/03/2007
In data 16/03/2007 si assisteva, però, alla naturale evoluzione della vicenda sopra
riportata: DI TRAPANI Maria Angela riceveva l'atteso pizzino dal LO PICCOLO
Salvatore. 12'

7) Le acuuisizioni del 26/04/2007


La conferma circa l'avvenuto recapito della risposta ad opera del latitante, si
otteneva, come prevedibile, in occasione del successivo colloquio carcerario, svolto tra
la donna ed il marito presso la Casa Circondariale di L'Aquila. In data 26/04/2007,
infatti, la DI TRAPANI riportava succintamente la notizia al coniuge, sottolineando
@ ancora una volta il disinteressamento mostrato nei loro confronti, compensato, come
detto, dall'apporto economico fornito dal LO VERDE Massimiliano [sangue mio ...
ROSALBA ... ROSALBA ti ricordi doveva fare eh ... niente non si è fatta ... mi ha
mandato (con il pollice e l'indice della mano destra indica aualcosa di PICCOLO,
NDR) ... ho detto a CARMELA di ... (con la mano destra mima il gesto dello
scrivere, ndr) ... niente ... però è stato bene così, sono contenta, mealio così ...l
(&&.i:&335).

I dubbi sulla partecipazione del PIPATI e del CASTELLI all'asta giudiziaria del
06/02/2007, riaffioravano in occasione dei colloqui carcerari svolti dalla DI TRAPANI
il 21/07/2007 ed il 02/08/2007, rispettivamente con il fratello Nicolò e con il marito. In
dette occasioni la donna rendeva edotti i detenuti di come i siccinisi (PIPATI e
CASTELLI), anche dopo il rialzo effettuato dallo Zio SGROI Vincenzo, avessero reso
non poco complicato il recupero dei beni di cui ai lotti nr. 1,2 e 5.

La conclusione della DI TRAPANI, coerentemente alle ipotesi avanzate, vedeva


la mancata concessione del prestito richiesto pienamente inserita in un contesto
strategico attuato dal LO PICCOLO (ovvero dal GENOVA) e verosimilmente
materializzatosi nel tentativo di appropriazione di detti beni da parte dei siccinisi.

Colloquio del 21/07/2007 a Parma

I21
Cfr. paragrafo 4.1 I1 "pizzino" scritto dall'allora latitante LO PICCOLO Salvatore.
[...l
M. ANGELA: nelle cose di PAPA t.. te lo avevo detto che... A posto! Ouale a
...
posto... ora c'erano andati.. (abbassa la voce, ndr.) a rilanciare e controrilanciare...
Mi.. . ce l'ho qua! (si porta la mano sullo stomaco, ndr.)
SALVATORE: Si, ma la sistem... non era sistemata suesta cosa qua, o no?
M. ANGELA: Si, si è sistemata..!
SALVATORE: Basta... non ne parliamo... basta... basta... basta!
M. ANGELA: Si ma ora c'è quella di GIUSY... capace che ora se li vanno a
prendere... lo so... noi non abbiamo co... io... a me non mi interessa.. io ho fatto la
mia parte... se la vedono loro fra.. MIA SORELLA e fra loro... mi devo sempre fare il
sangue amaro io e mettermi contro tutti sempre io...?!
[-..l

Colloquio del 02/08/2007 a L'aquila


[...l
..
M. ANGELA: C'è chi sulle disgrazie. in questo momento... nostre... di
PAPA'...sta cer... cerca di prendersi tutti.. il sangue di PAPA '!
NICOLO': Chi è?!
[...l
M. ANGELA: Ci sono andati! ... ..
In continuazione. là, l'altra volta da..
guando c'era.. (con la gestualità delle mani mima il gesto usualmente utilizzato per
indicare: dare) Pure! (ripete più volte con le mani il gesto, già prodotto in
...
precedenza) E finì! Hai capito? Avevo chiesto a.. tipo a ROSALBA... ti ricordi? Ti
avevo detto... Vastasa!.
M. ANGELA: CARMELA... peggio che andare di notte!
NICOLO': Lascialo perdere... non mi interessa! Non mi interessa... non mi
interessa!
M. ANGELA: Tanto fa quello che gli dice sua ZIA ROSALBA perciò! ...
[.-l
Q
Ad ulteriore conferma della riappropriazione dei lotti n.1,2 e 5 alla famiglia DI
TRAPANI\MADONIA va opportunamente ricordato quanto emerge dall'informativa del
29 ottobre 2008 con la quale è riferito testualmente:
Nel corso del colloquio carcerario svolto tra DI TRAPANI Maria Angela,
SGROI Lorenza e DI TRAPANI Nicolò presso il Carcere di Parma in data
24/02/2007, come si ricorderà, le donne rassicuravano il detenuto sull'awenuto recupero
di tutti i terreni inizialmente aggiudicati a PIPATI e CASTELLI (intesi i siccinisi),
grazie alla contro offerta avanzata, nei termini previsti, dallo zio SGROI Vincenzo (cfr.
trascrizione in ALLEGATO C7 del1'informativa nr. 69250 - 2005 del 05 giugno
NICOLO ': e se lo sono vresi? ...
LORENZA: no, no ...
M.ANGELA: ora ho fatto la contro . ..
M.ANGELA: ora lo ZIO VINCENZO andò a fare la contro ...
LORENZA: tutto ha preso ...
C..-l

A riscontro di ciò, veniva inoltre appurato come il 06/07/2007 risultava


effettivamente essersi tenuta la vendita immobiliare per aumento di 1/5, nel corso della
quale tutti i beni relativi ai lotti in esame (1, 2 e 5 ) venivano definitivamente assegnati
allo SGROI Vincenzo (cfr. ALLEGATO Y08 dell'informativa nr. 65/250 - 2005 del 05
giugno 2008).
Alla luce di tali elementi nessun dubbio può nutrirsi in ordine alla fittizia
Q intestazione di tali ulteriori lotti in capo a SGROI Vincenzo, zio di DI TRAPANI
Nicolò e Maria Angela.

\
5 11 GLI IMMOBILI DI PIAZZETTA DEGLI ALPINI NR. 9

La presente indagine ha permesso di individuare ulteriori beni immobili di


proprietà della famiglia MADONIA, e segnatamente di MADONIA Salvatore - trattasi
di due immobili, individuati in Palermo - piazzetta Degli Alpini nr. 9 - fittiziamente
intestati per 112 a DI TRAPANI Giuseppina, nata a Cinisi (PA) il 05/01/1960, sorella
di DI TRAPANI Maria Angela, e per la restante metà a DI TRAPANI Francesco,
nato a Partinico (PA) il 1811111992, figlio di Giuseppina e nipote di Maria Angela.
Nel medesimo complesso immobiliare, come emerge dalla trattazione della
posizione di DI MAI0 Girolamo, si trovano altri due immobili un appartamento al
d -
piano V, individuato nel catasto URBANO del comune di Palermo FOGLIO 22 -
PARTICELLA 2416 - SUB 27, di nr. 3 vani ed un magazzino cantinato di mq. 22,
di cui al catasto URBANO del comune di Palermo - FOGLIO 22 - PARTICELLA
-
2416 SUB 43: entrambi i suddetti beni immobili, dal 1992 fino al 21/01/2004, seppur
riconducibili al patrimonio occulto della famiglia MADONIA - DI TRAPANI, sono
stati fittiziamente intestati, proprio a DI MAI0 Girolamo.
Di seguito, invece, verranno riportati tutti gli elementi, emersi nel corso delle
indagini, che hanno consentito di individuare precisamente, sempre nel complesso
immobiliare di piazza Degli Alpini nr. 9, altri due immobili (un appartamento ed un
magazzino cantinato), la cui reale proprietà è tuttora accertatamente riscontrata in capo
alla famiglia di MADONIA Salvatore.
La vicenda emergeva tra l'inizio di giugno 2006 e la metà di luglio 2007, quando
l'attività di indagine registrava alcuni ripetuti contatti telefonici tra LO VERDE
Massimiliano, nato a Palermo il 08/04/1981, DI TRAPANI Maria Angela, nata a
Cinisi (PA) il 30/04/1968, DI TRAPANI Giuseppina, nata a Cinisi (PA) il 05/01/1960,
DI TRAPANI Giuseppe, nato a Partinico (PA) il 07/02/1947 ed alcuni studi notarili di
Palermo, dalle quali emergeva che LO VERDE stesse risolvendo, per conto della
famiglia DI TRAPANI, alcuni adempimenti burocratici, relativi ad un trasferimento di
immobili.
LE A CQUISIZIONI DEL O7/06/2006.
In data 07/06/2006, alle ore 09:47, si intercettava telefonata (progr. 1398 - utenza
388/3655000) intercorsa tra LO VERDE Massimiliano e DI TRAPANI Maria
Angela, nel corso della quale l'uomo spiegava alla sua interlocutrice che, in mattinata,
avrebbe sbrigato, alcuni adempimenti già concordati con lei la sera precedente

M. ANGELA: MASSIMO
MASSIMILIA NO: MARU NGELA
M.ANGELA: eh ... ciaoMassimo
MASSIMILIA NO: eh ... ciao ... allora ... io fino ad ieri sera comunque ho
provato a parlare anche con SERGIO ...
M. ANGELA: ...incompr ... eh
8 MASSIMILIA NO: ma SERGIO non mi ha richiamato ... era impegnato e
non mi ha richiamato...
M. ANGELA: ah ...
MASSIMILIANO: ora comunque stamattina ... pronto ... stamattina
M. ANGELA: ...ah ...
MASSIMILIA NO: ... sta facendo quello che ti dicevo ieri sera ... ieri sera
M. ANGELA: ...incompr ... va bè fai tu ...
MASSIMILIA NO: va bene? Ciao non ti preoccupare ... dai ciao ...
M. ANGELA: va bene Massimo ..
MASSIMILIANO: faccio tutto oggi ...
M.ANGELA: si
MASSZMILIANO: ciao ... ciao ...
M. ANGELA: grazie ... ciao ...
[...l

Alle ore 10:07, quindi, (progr. 1399 - utenza 388/3655000), LO VERDE


Massimiliano contattava telefonicamente uno studio notarile per discutere di una
pratica relativa ad una non meglio specificata compravendita ARIOLO - DI TRAPANI
* vrc:, *;p saVfrr

bQ@@&wml.
i

In quella stessa giornata, tra le ore 16:47 e le ore 19:03, si registravano ripetuti
contatti telefonici tra lo stesso LO VERDE Massimiiiano e lo studio notarile
PIZZUTO; nel corso degli stessi, il LO VERDE presentatosi sempre come signor DI
TRAPANI, si preoccupava di concordare il ritiro di documentazione relativa alla
compravendita ARIOLO - DI TRAPANI, al fine di affidare la pratica ad altro notaio.
Tra tutte, meritano opportuno rilievo le telefonate intercettate, in sequenza, alle
ore 19:03. (progr. 1430 - utenza 388/3655000), nel corso della quale tale signora
CARAVELLO, dello studio notarile PIZZUTO, avvisava il LO VERDE della
necessità di pagare 105 euro, per visure già richieste, e quella immediatamente
successiva, intercettata alle ore 19:05. (progr. 1431), nel corso della quale, lo stesso L O
VERDE chiedeva a DI TRAPANI Maria Angela se avesse con sé 100 euro,
preannunciandole che sarebbe passato a prendere il danaro [AL~GATIP$-P~).
Tali risultanze, a ben vedere, consentivano di ricavare diretto ed incontrovertibile
riscontro, in merito alla effettiva riconducibilità di quell'affare, curato da LO VERDE
Massimiliano, a DI TRAPANI Maria Angela e, quindi, alla famiglia MADONIA: in
tal senso, infatti, doveva necessariamente essere intesa la richiesta di denaro, da
impiegare evidentemente per pagare le spese notarili, avanzata dallo stesso LO VERDE
alla DI TRAPANI.
Alle ore 20:37, (progr. 1435 - utenza intercettata 38813655000) LO VERDE
Massimiliano provvedeva a contattare telefonicamente DI TRAPANI Giuseppina,
nata a Cinisi (PA) il 05/01/1960 ed il marito DI TRAPANI Giuseppe, nato a Partinico
(PA) il 07/02/1947, con i quali si informava se era stato risolto un pignoramento,
promosso nel 1996 dal Banco di Sicilia, su alcuni immobili a loro intestati, tra i quali
nominava pure quelli di via Resuttana - ~iazzaledegli Alpini [&%W~$~+&ZO)
" @ a v>AA*"&k/ :t.>& A
e
chiedendo, in merito, documentazione che potesse comprovare il pagamento dei debiti e
la cancellazione di tali gravami Ew&m.
!" ,'n5~,d~$'1,~)y<~b'>-*-.
t..,~,s-.x.b.*7 ,-. $A~-.V&,*.-* .t,

La conversazione, infine, si concludeva con l'impegno preso da DI TRAPANI


- - -,. Giuseppe di,reperire la documentazione richiesta e con l'accordo a vedersi il giorno
seguente.

GIUSEPPE: Pronto ...


Massimiliano: GIUSEPPE ... ciao io sono MASIMILIANO...
GIUSEPPE: ciao Massimo ... dimmi ...
Massimiliano: senti una cosa ... ma questo (in sottofondo si sente un brusio di
persone e DI TRAPANI Giuseppina dire: "... incompr ... mamma al telefono ) sento
male ... pronto?
GIUSEPPE: parla ...parla ...
Massimiliano: eh ...
GIUSEPPE: no ... io ti sento ... io ..
Massimiliano: eh no... io ti sentivo male ... per quanto rimarda il
pignoramento che tu hai avuto fatto nel novantasei ...
GIUSEPPE: eh!
...
Massimiliano: giusto c 'è un uianoramento di contrada Lavatore, contrada
..
Lavatore. contrada Lavatore .via Resuttana piazzale deali Alpini ...
GIUSEPPE: eh!
I.
Massimiliano: è una cosa che tu hai fatti ad Alcamo ... il Banco di Sicilia di
Alcamo ...
GIUSEPPE: ma io l 'ho pagata questa ...
Massimiliano: eh ...dove ...co... co ... risulta qualcosa dove l 'hai pagato?
GIUSEPPE: no, no ...
Massimiliano: e come mai no ... perché qua serve qualcosa dove risulti ...
GIUSEPPE: no, io ho il pagamento eflettuato nel novanto ...
Massimiliano: ...incompr ...
GIUSEPPE: nel novantotto l'ho fatto ...
Massimiliano: per l'intera cifra ...
GIUSEPPE: per l 'intera czJYa
Massimiliano: ...incompr ...
GIUSEPPE: si, si, si ...
Massimiliano: uhm ... e per la ... siccome abbiamo uscito i fogli ... pero
ancora risulta non è awenuta nessuna cancellazione ...
@ GIUSEPPE: eh! ... none
Massimiliano: per avere ...
GIUSEPPE: ... non è awenuta?
Massimiliano: ancora risulta iscritta ... ancora risulta scritta ... tu i fogli della
... del pagamento quando me li ...me li puoi fare avere?
GIUSEPPE: io la fotocopia ti posso fare avere ...
Massimiliano: eh ... aspetta allora tu li ... li hai a portata di mano questi fogli?
GIUSEPPE: come?
Massimiliano: questi fogli ... il pagamento ce li hai a portata di mano?
GIUSEPPE: no ... qua no ...
Massimiliano: dove l 'hai?
GIUSEPPE: ad Alcamo l'ho ...
Massimiliano: eh ... perché servono ... già il notaio domani mi aspetta ...
GIUSEPPE: e bello mio ...io ...domani te li...
Massimiliano: ...incompr ...io sto venendo da là ... lui mi ha detto
chiaramente:"serve ... almeno datemi qualcosa per questo pignoramento ... questo
pignoramento che c'è stato datemi qualcosa che mi provi che si awenuta la
cancellazione... "
GIUSEPPE: cancellazione non lo so se è awenuta ma il pagamento l'ho fatto
io ... nel novantotto ...
Massimiliano: e vabbè per cominciare avere il pagamento ... e poi tramite la
banca ... anche che la banca ti fa un foglio ... ti scrive un foglio ... perché tanto la
banca penso che te lo fa ... dico la cancellazione possiamo anche aspettare ... ma il
Banco di Sicilia ...
GIUSEPPE: eh ...
Massimiliano: avendo pagato ...
GIUSEPPE: eh ...
Massimiliano: te lo scrive subito il foglio ...te lo scrive il foglio dove la cosa si
è conclusa ...dove si è annullata quest 'operazione ...
GIUSEPPE: ma io l 'avevo un foglio del genere ...
Massimiliano: e che ...incompr ... il foglio ... il foglio del Banco di Sicilia ti
dice che tu haipagato e quindi ...non ... tutte le proprietà sono salve (Nz sottofondo voci
incomprensibili)
GIUSEPPE: eh!
Massimiliano: eh! ... domani mi servono GIUSÈ (ndr. GIUSEPPE)
GIUSEPPE: eh .... io domani verso ... alle sei te li posso portare ...
Massimiliano: e io ... io dove ... devo andare dal notaio già di pomeriggio ...
io di pomeriggio già devo andare dal notaio ... ho già l'appuntamento alle quattro e
mezzo ... perché non può preparare i fogli ... lui mi ha detto che di ma... lei perché è
una don ... una signora ...
GIUSEPPE: eh ...
Massimiliano: Notaio donna ... mi ha detto che di mattina me li prepara e alle
quattro mi aspetta con ... con questo foglio
GIUSEPPE: uhm ... va bene ... allora facciamo così ...io stasera ci vado
Massimiliano: eh ...
GIUSEPPE: eh ... e domani verso l'una te li ... e ... te li vieni a prendere qua
o tu ... o vuoi fatto un fax ... come vuoi ... come, come dici tu ...
Massimiliano: no e meglio che prendi ... mi dai gli originali e faccio le
fotocopie io stesso ...
GIUSEPPE: eh ...
Massimiliano: in modo che faccio vedere al notaio che ... le dò delle fotocopie
...ma fotocopie di fogli originali ... me li porto anche ... cioè ..
GIUSEPPE: ah va be ..
Massimiliano: mi voglio portare io sia le fotocopie che gli originali in maniera
che il notaio lo vede che sono originali ...
GIUSEPPE: va bene ...va bene ... va bene ...
Massimiliano: come rimaniamo?
GIUSEPPE: allora rima.........rimaniamo così
Massimiliano: domami al1'una ...
GIUSEPPE: domani al1'una ...
Massimiliano: eh ..
GIUSEPPE: te li vieni a prendere ...
Massimiliano: va bene ... okay
GIUSEPPE: va bene?
Massimiliano: okay GIUSÈ domani al1Una...
[--.l

I1 quadro d'insieme che tali interlocuzioni consente di delineare permette di


individuare tutti i soggetti interessati all'affare, oltre che l'oggetto della compravendita
(da ricercarsi, con tutta evidenza, in alcuni dei beni immobili, riportati nella nota di
trascrizione relativa al pignoramento del 1996).
Le successive acquisizioni, ottenute sempre nell'ambito del medesimo circuito
comunicativo (come detto: LO VERDE - studio notarile - DI TRAPANI Maria
Angela - DI TRAPANI Giuseppina), hanno permesso di monitorare
approfonditamente gli sviluppi della vicenda, consentendo anche di determinare l'esatta
e definitiva individuazione degli immobili oggetto della compravendita e delle
motivazioni alla base del loro formale trasferimento, oltre che la loro assoluta
r
riconducibilità ai coniugi MADONIA - DI TRAPANI.

skT53
LE ACQUISIZIONI DEL 13/06/2006.
In data 13/06/2006, alle ore 15:03 (progr. 1568 - utenza 38813655000) DI
TRAPANI Maria Angela contattava LO VERDE Massimiliano, al quale chiedeva se
avesse necessità di un foglio che, si comprendeva nel corso della conversazione, doveva
,*'"*'L, %,_*i%>; "
essere consegnato al notaio [=E~&W$$).

LE ACQUISIZIONI DEL 27/06/2006.

e 11 27/06/2006, si registravano alcuni contatti telefonici tra LO VERDE


Massimiliano e DI TRAPANI Maria Angela, utili per comprendere che, secondo
quanto già emerso il 07/06/2006, era stato individuato, per la definizione della vicenda,
altro studio notarile (RUFFINO, in luogo del notaio PIZZUTO ndr.), ed altrettanto
efficaci per confermare, ancora una volta, proprio in capo a DI TRAPANI Maria
Angela, il reale interesse per la conclusione della compravendita.
Nella mattinata del 27 giugno, DI TRAPANI Maria Angela telefonava a LO
VERDE Massimiliano (progr. 2425 delle ore 10:12), ricevendo notizia di una
interlocuzione avuta da quest'ultimo con tale FILECCIA, impiegato presso uno studio
notarile, e di un appuntamento pomeridiano con il notaio, a cui il LO VERDE avrebbe
dovuto partecipare ; alle ore 1052, la DI TRAPANI ricontattava
l'uomo per comunicargli l'intenzione di prender parte, anch'essa, all'incontro con il
notaio
Alle ore 16:44, alle 17:21, alle 17:29, alle 17:32 ed alle 18:20 (progr. 2434 - 2436
- 2437 - 2438 - 2445), si registravano ripetuti contatti tra DI TRAPANI Maria Angela
e L O VERDE Massimiliano, tutti funzionali al comune impegno da sbrigare presso lo
studio notarile; in tal senso veniva pure specificato l'esatto indirizzo dell'ufficio
professionale, presso cui i due si sarebbero dovuti ritrovare (via Catania nr. 166 di
... ..,,,.?4:."7?,.+y.,....: .se,.*:,.:- , - .--: .,: .
: .-

Palermo - dove ha sede lo studio del notaio RUFFINO) k w 4 : @ I ~ 9 ~ + . h 4-:M21


2@
LE A CQUZSZZZONZ DEL 28/06/2006.
In data 28/06/2006, alle ore 12:32 (progr. 1877 - utenza intercettata 388/3655000),
tale FILECCIA, per conto del notaio RUFFINO, telefonava a LO VERDE
Massimiliano e, appellandolo come signor D I TRAPANI, fissava con lui un
appuntamento per il giorno seguente, per discutere di questioni relative alla
compravendita F&~F,@T$~.

LE A CQUZSZZZONZ DEL 29/06/2006.


Il giorno successivo, 29/06/2006, alle ore 16:46, LO VERDE Massimiliano
veniva ricontattato da tale FILECCIA, il quale, comunicandogli alcune difficoltà in
merito agli orari di appuntamento con il notaio, gli suggeriva di rivolgersi all'awocato
CLEMENTI, amico del professionista, al fine di trovare una corsia preferenziale che
potesse accelerare i tempi della stipula m).Solo un'ora dopo, alle ore
17:45 (progr. 2500, sull'utenza intercettata 349/2541160), il LO VERDE telefonava a
DI TRAPANI Maria Angela, riportandole il suggerimento ricevuto da FILECCIA e
chiedendole, perciò, di chiamare lei stessa l'awocato CLEMENTI
anche in questo caso si aggiungevano, quindi, ulteriori elementi oggettivi di riscontro, in
mento alla riconducibilità dell'affare, nell'ambito degli interessi economici della
famiglia di MADONIA Salvatore.

LE A CQUZSZZZONZ DEL 13/0 7/2006.


Il giorno 13/07/2006, alle ore 21:24 (progr. 2228 - utenza 388/3655000), veniva
intercettata telefonata tra il notaio RUFFINO Anna Maria e LO VERDE
Massimiliano, nel corso della quale i due discutevano di documenti necessari alla
stipula dell'atto di compravendita; in tal senso venivano fatto precisi riferimenti ad una
successione di tale signora SPATAFORA e ad un certificato di matrimonio dal quale
poteva evincersi una non meglio precisata separazione dei beni
r
LE A CQUISIZIONI DEL 17/0 7/2006.
In data 17/07/2006, venivano intercettate due telefonate, sull'utenza 38813655000,
in uso a LO VERDE Massimiliano, estremamente significative per comprendere che,
proprio in quei giorni, si stava prowedendo alla stipula dell'atto di compravendita; si
acquisivano, inoltre, ulteriori dati informativi che, per la esatta comprensione della
vicenda, sarebbero risultati assolutamente decisivi.
Alle ore 11:57 (progr. 2293) si registrava conversazione telefonica tra tale
FILECCIA, impiegato presso lo studio notarile RLTFFINO, e LO VERDE
Massimiliano, nel corso della quale i due discutevano del fatto che, nel pomeriggio, le
parti formalmente interessate alla compravendita avrebbero prodotto alcuni documenti
necessari alla stipula (in particolare una dichiarazione di successione e un certificato di
../ .l:,
matrimonio comprovante il regime di separazione dei beni) [&&EGATO.P~D).
Alle ore 20:08 del 17/07/2007 (progr. 2312 - utenza 388/3655000), veniva
intercettata comunicazione telefonica tra LO VERDE Massimiliano e DI TRAPANI
Giuseppina: nel corso della stessa i due discutevano esattamente degli stessi argomenti
affrontati, nel pomeriggio, dal LO VERDE, con l'impiegato dello studio notarile
RUFFINO. In particolare, i due facevano chiari riferimenti al certificato di matrimonio
della stessa Giuseppina, che la donna riferiva di avere già prodotto al notaio, e ad una
dichiarazione di successione che, invece, sarebbe stata consegnata al professionista il
giorno successivo. Gli interlocutori inoltre si soffermavano a ragionare sulla tipologia
del contratto utilizzato che avrebbe previsto una cessione di diritto reali a titolo oneroso
(cessione in cambio di servizi: il trasferimento di 112 del diritto di proprietà, in cambio
di assistenza nella vecchiaia). Si comprendeva, quindi, che la stipula dell'atto sarebbe
6, ; .-rn.n-;ii.,'$-;'\f: r . ,r.

awenuta l'indomani (l 8/07/2007) alle ore 13:OO ~ C T E , , S $ ~ ) .


[...l
LM: senti una cosa.. e ma per quanto riguarda invece quei due
docrrmenti..
DG: quali?
LM: La.. la dichiarazione di successione e...
DG: ..
questa domani la porto. non è che ho detto ... (si sovrappongono le
voci ndr.)...
LM: ... no... no... no... si.. no... no... ma dico ma le ha Giuseppe..
DG: ... si a casa.. a casa è.
LM: ... a meno male era solo...
DG: ... solo questo serviva...
LM: questo e no ti avevo detto il certificato quello di matrimonio dove
risulta..
DG: ... no quello io già glielo ho portkzto...
LM: oggi?
DG: Si!
LM: Ah... perfetto... ok... domani all'una...
DG: ..
no avevo dimenticato solo la successione. me lo ha detto
LM: ...no ma non era obbligatoria perchè lui mi ha detto l'importante e che
lui l'ha fatta e che me la portate...
DG: si infatti siamo rimasti che domani gliela porto poi siccome Giuseppe
ha chiesto... la copia di quei documenti.. quelli della banca... (si sovrappongono le
voci ndr.)... che ...incompr...
LM: io... io... li ho no a me li a ridati...
DG: e infatti lui ha detto che li ha dato a te poi me li fai avere?
LM: Certo! E' normale...
DG: ... va bene Massimo...
LM: ... ..
le cose vostre là sono... ok?. Te lo ha spiegato che contratto sarà?
DG: No!...
LM: Cessione in cambio di servizi..
DG: ...
va be me lo aveva spiegato (entrambi ridono ndr.) va bene si ...
ridici..
LM: ...
è questo veramente così è questo tipo di contratto... stiamo facendo...
DG: ... incompr... ma così strano... ma così strano...
LM: a te... a me quando lo ha detto stavo ridendo ...
DG: ... cioè una cosa assurda...
LM: ... in faccia al notaio... io gli stavo ridendo in faccia. ..
DG: ... cioè ma non dovrebbe esistere...
LM: ... cioè una cosa incredibile...
DG: ... cioè una cosa che sembra fuori dal normale proprio...
LM: e intanto è così perchè tu... lui ti sta donando questa mezza
proprietà... in camcio del1'assistenza nella vecchiaia...
DG: ma vedi che cose...
LM: i servizi sarebbero questi..
DG: ... sono consumata allora...
LM: ... l'assistenza nella vecchiaia... (ride ndr.) ...
DG: consumata sono... (ride ndr.) ...
LM: proprio legati in tutte le maniere. ..
DG: matri mia... (ride ndr.)...
LM: va be... comunque non erano risate. ..
DG: ... va bene Ma...
LM: ... quando me lo ha detto...
DG: domani all'un a...
LM: ... SI...
DG: ... ok?
[...l
La analisi critica di tutte le emergenze informative fin qui cronologicamente
ripercorse consentiva di ottenere gli elementi necessari ad evidenziare, indubbiamente,
alcuni aspetti di particolare rilievo operativo:
- l'assoluta, reale, riconducibilità dell'affare all'ambito degli interessi economici
di DI TRAPANI Maria Angela e MADONIA Salvatore;

C-! 957
- la disponibilità assicurata, ancora una volta, dal LO VERDE Massimiliano nel
curare e risolvere, in prima persona, problematiche afferenti il patrimonio occulto della
famiglia MADONIA - DI TRAPANI;
- il fatto che DI TRAPANI Giuseppina fosse una delle parti formalmente
intervenute (in qualità di beneficiario, ndr.) nella stipula del contratto di cessione del
diritto di proprietà.

I1 percorso logico di individuazione degli immobili doveva necessariamente


partire, quindi, dal quadro informativo che l'attività di intercettazione telefonica aveva
permesso di tratteggiare, awalendosi dei seguenti, importanti, elementi oggettivi:
- la stipula del contratto di compravendita era stata curata dal notaio RUFFINO
Anna, con studio a Palermo in via Catania nr. 166;
- l'atto era stato stipulato il 18/07/2006;
- uno dei contraenti intervenuto nella stipula era da ricercarsi in DI TRAPANI
Giuseppina, a cui era stato ceduto 112 del diritto di proprietà sul bene;
- il contratto non aveva avuto per oggetto una classica compravendita, ma si era
concluso con una cessione di beni in cambio di servizi (quindi con una cessione di
diritti reali a titolo oneroso);
- sui beni in questione, nel 1996, era stato promosso un pignoramento in favore
del Banco di Sicilia, succursale di Alcamo.
- diretto riferimento a tali immobili andava ricercato pure nel certificato di
successione redatto in seguito alla morte di tale non meglio specificata signora
SPATAFORA.
Gli accertamenti catastali, sviluppati seguendo proprio l'indirizzo fornito dalle
numerose acquisizioni telefoniche fin qui riportate, consentivano di addivenire alla
esatta individuazione degli immobili in quelli di seguito indicati:
- Appartamento (Al2) di 7 vani. sito in Palermo. piazzale Degli Alpini nr. 9
- piano V,catastato - -
al Foglio 22 Particella 2416 Sub 28;

- Box, cantinato (C/6) di 23 ma., sito in Palermo. piazzale Dedi Alpini nr. 9 -
piano S2 catastato al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 39.
entrambi attualmente intestati per 112 a DI TRAPANI Giuseppina, nata a Cinisi
(PA) il 05/01/1960 e per 112 a DI TRAPANI Francesco, nato a Partinico (PA) il
18/11/1992, figlio della stessa Giuseppina.
Ad essi, infatti, portavano, concordemente, tutti i dati informativi acquisiti
dall'attività di intercettazione telefonica ed ambientale, nel corso delle indagini, infatti:
- entrambi i beni, con atto del 18/07/2007, redatto dal notaio RUFFINO Anna
(con studio in Palermo - via Catania nr. 166) sono stati trasferiti, per 112 del diritto
reale di proprietà, da DI TRAPANI Giuseppe, nato a Partinico (PA) il 07/02/1947 a
DI TRAPANI Giuseppina, nata a Cinisi (PA) il 05/01/1960. I1 trasferimento si è
concretizzato mediante cessione di diritti reali a titolo oneroso -#'$@:*l) i
suddetti immobili, inoltre, sono inseriti nel quadro immobili della nota di trascrizione
8 nr. 035471, riguardante un verbale di pignoramento immobili dell'ottobre 1996, in
favore del Banco di Sicilia s.p.a. - succursale di Alcamo (TP) e contro DI TRAPANI
Giuseppe.
- i beni sono stati, in passato, dal 12/03/1992 al 27/03/1993, intestati a
SPATAFORA Giuseppa, nata a Partinico (PA) il 09/09/1911; in seguito al decesso
della donna, i cespiti patrimoniali sono stati trasferiti, per successione, al marito DI
TRAPANI Angelo, nato a Partinico (PA) il 03/09/1912 ed al figlio DI TRAPANI
Giuseppe, nato a Partinico (PA) il 07/02/1947 &$$&&@$3&~$3).

Se per l'individuazione dei due immobili di piazzale Degli Alpini nr. 9 sono
(k3 risultate decisive, come visto, le acquisizioni emerse nell'ambito dell'attività di
intercettazione telefonica, gli elementi necessari e determinanti per ricondune quei beni
immobili al patrimonio occulto della famiglia di MADONIA Salvatore si ottenevano
nel corso del colloquio carcerario, concesso a quest'ultimo in data 11/01/2007.
In particolare, il detenuto - discutendo con la moglie DI TRAPANI Maria
Angela in merito alle modalità con cui tentare il recupero di alcuni beni, riconducibili
alle famiglie MADONIA - DI TRAPANI, che sarebbero stati venduti ad un'asta
giudiziaria nel mese successivo (sul punto vedasi in particolare cap. dedicato
all'argomento) - si soffmava a considerare la possibilità di trovare la liquidità
necessaria mediante l'alienazione di un immobile di sua proprietà. Testualmente
t
SALVA TORE: Ma... MARIA ANGELA, non devi-fa... perchè tu devi... le cose le
devi spezze... io ti sto dicendo che deve fare la cosa... vale a dire... queste cose... ci
servono... per quella tua... per quella di MAMMA...
M.ANGELA: si..
SALVA TORE: ... cioè.. .e... altri... altrimenti...
M. ANGELA: eh.., eh... lo so...
SALVATORE: perchè non è che si prendono... io la avrei la possibilità...
siccome io... parlare con me... è parlare con nessuno... perchè praticamente... non è che
tu pensi... che... MAMMA dove se ne deve andare?!
M. ANGELA: ... U ZU VINCE'... se la sta prendendo...
SALVATORE: Lui sta facendo?
M. ANGELA: Questa sola, però. Il giardino no! Ora ... MARIA mi ha detto
che... che... però... devo... devo dargli qualche cosa...
SALVA TORE: Si però MARIA ANGELA... non vorrei che queste cose...
M.ANGELA: eh...
[...l
M. ANGELA: ...avanti dai incomi... continua a oflendere come...
SALVATORE: ... perchè GIUSY...
M. ANGELA: Eh...
SALVATORE: ...GIUS Y... cioè a fare quella... cioè ... a dire... se... questa
dovrebbe prendere tutte queste cose... questa è la possibilità! Ma...
M. ANGELA: GIUSY? GIUS Y... fare quello e fare quell'altro?! ....Ma va..
va... va.. va.. va... (fa cenno di no con la testa, ndrl
..
SALVATORE: Quale. quella mia! Non è cosa nostra?!
..
M. ANGELA: Si,lo so che è cosa vostra... perchè la devi la devi andare a
levare così...
SALVATORE: Ma scusa, ma tu non ci pensi.. siccome tu... a te ti piace
campare così...
M. ANGELA: Non si può! Non si può! C'è il (abbassa il tono della voce, ndr)
... ...
bambino hai capito? II bambino c'è il bambino... qua... fin quando ha
diciott'anni.. ha diciott'anni.. non si può fare niente! Ah!
...
SALVATORE: Si, ma.. francamente. io ora le sto sapendo questa.. co 'ste ...
6 cose...
M. ANGELA: Non te l'avevo detto? Ouando fu suo PA.. SUO PADRE...
..
quell'altra che aveva mesta testa di deficiente. quest'estate sono andata a pagare
{abbassa la voce contemporaneamente fa segno dieci con le mani, ndr) diecimila
.. ..
euro... per fardiela levare. comple. perchè se la stava manaiando a momenti..
pure... oh! E quindi..
SALVATORE: E noialtri dobbiamo fare queste cose... dobbiamo andare...
siamo soccorso... pronto soccorso?... noialtri andiamo in soccorso di questo, di quello...
M. ANGELA: No, li ho dovuti pagare per... (abbassa il tono della voce, ndr) il
contratto...
[..-l
M. ANGELA: Anzi devo ringraziare l'awocato RESTIVO...
SALVATORE: ... di questa ... gentaglia ...
M. ANGELA: All'awocato RESTIVO devo ringraziare... che mi ha mandato da
una SUA AMICA... per ... perchè c'erano cose un po I...

SALVATORE: Si ma M R L 4 ANGELA...
M. ANGELA: ... e QUELLA ha fatto lo stesso.
La suddetta conversazione fornisce elementi oggettivi assolutamente univoci sulla
riconducibilità dei due beni immobili di piazzale Degli Alpini nr. 9 al patrimonio
occulto della famiglia di MADONIA Salvatore [guella mia! Non è cosa nostra?!]. La
conferma che si tratti proprio di quei due beni proviene dai molteplici riferimenti sia
soggettivi, sia oggettivi, che i colloquianti menzionano nel corso della conversazione. In
tal senso, oltre ad avere chiaramente parlato di GIUSY, ossia DI TRAPANI
Giuseppina, intestataria diretta, i due hanno pure discusso del fatto che gli immobili
sono intestati al BAMBINO (in effetti, come detto, 112 del diritto di proprietà è da
ricercarsi in capo a DI TRAPANI Francesco, nato a Partinico il 1811111992, figlio di
Giuseppina), sicchè non possono assolutamente essere alienati prima del
raggiungimento della maggiore età da parte di quest'ultimo. DI TRAPANI Maria
Angela informava, inoltre, il coniuge dell'awenuto trasferimento di 112 del diritto di
proprietà da DI TRAPANI Giuseppe, nato a Partinico (PA) il 07/02/1947, a DI
TRAPANI Giuseppina, nata a Cinisi (PA) il 05/01/1960, concluso nel luglio del 2006
nel tentativo di isolare l'immobile dai contingenti problemi economici che
attanagliavano DI TRAPANI Giuseppe; in ragione di ciò, la DI TRAPANI rif&va di
avere dovuto pagare diecimila euro di spese notarili [...quest'estate sono andata a
pagare (abbassa la voce ContemDoraneamente fa segno dieci con le mani, ndr)
diecimila euro... per fardiela levare... comple. .. perchè se la stava manaiando a
momenti.. pure... oh! E quindi.. (...) No. li ho dovuti pagare per... (abbassa il tono
della voce, ndr) il contratto...l.

I1 quadro probatorio acquisito va ora completato con le significative dichiarazioni


del collaboratore di giustizia DI NATALE Giusto, rese nel corso degli interrogatori del
1510711999'~~
e del 17/04/2002'23, in occasione dei quali - come si vedrà, per fini
assolutamente diversi da quelli propri della presente indagine - aveva fatto cenno ad
alcuni magazzini, siti proprio nel complesso immobiliare di piazzale Degli Alpini nr. 9,
che, seppure intestati a terzi (il collaboratore non ricordava con esattezza il nominativo
del prestanome, ipotizzando potesse essere l'esponente mafioso LO CRICCHI0
Salvatore, ndr.) erano in realtà riconducibili alla famiglia MADONIA.

l' verbale di interrogatorio del collaboratore di giustizia DI NATALE Giusto, in data 15/07/1999, tra note
Cf?.
in richiamo.
verbale di interrogatorio del collaboratore di giustizia DI NATALE Giusto, in data 17/04/2002, ira note
Cf?.
in richiamo. \
LE DICHURAZIONI DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA DI NATALE
GIUSTO DEL 15/07/1999.

In data 15/07/1999, il collaboratore di giustizia, visionando un fascicolo


fotografico, testualmente riferiva:
[...l
DI NATALE G.: La foto 26 ritrae un immobile sito in piazzetta degli Alpini nr.
-9. Qui c'è un doppio scantinato. dove non mi ricordo il posto preciso, comunque
aveva qui due m a m i n i in questo scantinato, se non sbaglio potrebbero essere
intestati a LO CRICCHIO, ma questa è una ...come si dice...
P.M.: Di chi era questo palazzo?
DINATALE G.: Qui c'è stata una volta pure conservata una borsa di armi in
questo magazzino. C'era una Renault 5, molto presumibilmente rubata, e dentro questa
8 macchina c'era una borsa di armi, che questa borsa di armi è stata portata dopo che è
stata tolta da via... da Piazza Leoni... (...)
P.M.: Uh.
[...l
P.M.: Qui due magazzini ci sono...
.
DINA TALE G.: Due magazzini sono di.. fanno riferimento ai MADONIA.
P.M.: A MADONU e DI TRQPANI. Forse, dice, sono intestati a LO
CRICCHIO.
DINA TALE G.: Penso, perché le chiavi ce le ha date lui quando fu per entrare.
La foto 27 ritrae l'immobile di piazzetta degli Alpini, la 28 pure...
P.M.: Quindi dalla 26 alla 28.
[..-l
Sul medesimo argomento, in data 17/04/2002, lo stesso DI NATALE Giusto
testualmente riferiva:
[...l
P. M.: ...fo to numero 26...
...
DI NATALE G.: 26.. .io ho indicato dei magazzini dei garaae al cantinato di
cui in uno di questi aarage c'era conservata una Renault 5 di Pino Guastella con un
...
borsone di armi loro lo tenevano come base logistica ..e le chiavi le avevano loro e
diceva che era suo il magazzino, ma suo sempre riconducibile a Madonia e da quello
che io capii. ..però questa è una mia deduzione, la prenda per quella che è, diciamo
...
che auesto è stato il u i z o che hanno uagato per fargli realizzare il palazzo al.
P.M.: Al costruttore.. .quindi si sono tenuti il m a d n o ?
.
DINA TALE G.: Si sono tenuti un paio di magazzini ..credo più di uno.. ..
P.M.: E chi ha realizzato questo palazzo lo sa?
DINA TALE G.: Se non sbaglio. ..Rauua se non sbaglio.. ..
P.M.: ..
Hmm .quindi Rapua per costruire ali diede questi m a d n i . . .a
Madonia.. .
DINATALE G.: Non so addirittura se gli hanno dato pure un
apuartamento...purtroupo sono ricordi del passato, non è che io avevo interesse a
memorizzare tuiti questi dati....non è che mi interessava più di tanto...
P.M.: Certo.. .
[...l
Le odierne acquisizioni consentono di riattualizzare e di riscontare le dichiarazioni
rese dal DI NATALE Giusto, grazie alle quali è ulteriormente possibile ancorare gli
immobili - due appartamenti e due box cantinati - di piazzetta Degli Alpini nr. 9, tuttora
appartenenti ed in parte appartenuti fino al gennaio del 2004, alla famiglia
MADONIA/DI TRAPANI.
Tutti i beni individuati in quel complesso abitativo (sia quelli già intestati a DI
MAI0 Girolamo, sia quelli oggi riferibili a DI TRAPANI Giuseppina e a DI
TRAPANI Francesco) sono giunti nella disponibilità della famiglia MADONIA - DI
TRAPANI nel 1992, direttamente dalla impresa costruttrice VILLA HELOISE s.p.a
COSTRUZIONI, facente capo ai costnittori RAPPA.
Infatti:
- in data 17/03/1992, veniva registrata nota di trascrizione m. 13411 Reg. gen.,
relativa all'appartamento di cui al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 28 ed al box
cantinato di cui al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 39, in favore di SPATAFORA
Giuseppa, nata a Partinico (PA) il 09/09/1911 e contro VILLA HELOISE s p . a
COSTR UZIONI;
- in data 30/09/1992, veniva registrata nota di trascrizione m. 44867 Reg gem.,
relativa all'appartarnento di cui al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 27 ed al box
cantinato di cui al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 43, in favore di DI MAI0
Girolamo, nato a Palermo il 18/05/1957 e contro VILLA HELOISE s.p.a
COSTRUZIONI

Alla luce di tali accertamenti questo Ufficio ritiene che appaiono inoltre
fondatamente sostenibili le deduzioni espresse dal collaboratore DI NATALE, in sede
di interrogatorio del 17/04/2002, sulla possibile provenienza estorsiva di tali immobili
come prezzo pagato, a titolo di messa a posto, dai RAPPA ai MADONIA, per la
costruzione dell'intero stabile [questo è stato il pizzo che hanno pagato per farali
realizzare il palazzo].
Con certezza può concludersi che tali immobili rientrano nel cospicuo
patrimonio occulto delle famiglie DI TRAPANI-MADONIA e che la loro
acquisizione non risulta suffragata da transazioni verificabili e perciò legittime.
L'intera vicenda di questi beni, peraltro, consente anche di mettere in luce il
rapporto instaurato con l'organizzazione mafiosa da DI MAI0 Girolamo ( la cui
posizione viene trattata in altra parte della presente richiesta ) e soprattutto da L O
VERDE Massimiliano, in relazione al quale è stato già delineato l'infaticabile
attivismo profuso nella gestione del bar Sofia e sarà più avanti ricostruita la sua
partecipazione alla vicenda di un terreno sito in contrada Cipollazzo, Cinisi.
La vicenda inoltre ripropone il pieno coinvolgimento dell'esponente mafioso
MADONIA Salvatore, il quale, nonostante lo stato di detenzione, è in grado di
gestire il patrimonio occulto della famiglia mafiosa attraverso l'opera insostituibile
e pervicace della moglie Maria Angela DI TRAPANI.
Infine va evidenziato che la vicenda in questione - tenuto conto della recente
intestazione dei beni in capo a DI TRAPANI Giuseppina in data 18 luglio 2007 -
ha fatto emergere nei suoi confronti gravi indizi di colpevolezza del delitto di cui
d agli artt. 110 C.P., 12 quinquies legge no 35611992, aggravato dall'art. 7 d.1. 13
maggio 1991, no 152, conv. con modif. nella legge 12 luglio 1991, no 203, in
concorso con i coniugi DI TRAPANI-MADONIA Salvatore e LO VERDE
Massimiliano.

§ 12
IL RUOLO DI PRESTANOME DI LO PICCOLO FILIPPO:
IL TERRENO DI PROPRIETA DI MADONIA ANTONINO

LO PICCOLO Filippo e la Siciliana Biscotti

LO PICCOLO Filippo, nato a Palermo il 27/09/1929, coniugato con GERONE


Maria (Palermo, 04/04/1929), risulta essere socio ed amministratore Unico della
SICILIANA BISCOTTI srl, con sede in Via Marturano nr.18/24.
Nel corso della presente attività d'indagine è più volte emerso che anche detta

C,:-
attività commerciale, almeno in passato, possa essere stata ricondotta ad occulti interessi
economici della famiglia MADONIA.

964
Peraltro va sin da ora evidenziato che la identificazione del LO PICCOLO e
dell'attività imprenditoriale dallo stesso svolta si è rivelata prodromica ai fini della
corretta individuazione di un ulteriore bene immobile rientrante nel patrimonio occulto
della famiglia MADONIA.

l ) Le acauìsizioni del 2 W 2 0 0 6
In particolare, già il 26/04/2006, nel corso del colloquio carcerario registrato
presso la Casa Circondariale di Novara @&%$&;F:~$433),MADONIA Antonino e la
madre GELARDI Emanuela discutevano, in maniera riservata, di interessi economici
non meglio precisati ed indicati con lo pseudonimo SAN MARTINO. L'immediata
risposta fornita dalla donna lasciava però intendere come, nel tempo, tale fonte
economica fosse da considerarsi esaurita:
[...l
ANTONINO: io... per quello che mi ricordo diciamo... tu mi dicevi che là
..
avevi.. diciamo. cosi..dove ci sono... (pausa) SAN MARTmO?
EMANUELA: no... finirono le cose...
ANTONINO: una volta mi hai detto, diciamo, che mi dicevi che una volta,
diciamo, avevi qualche co...
EMANUELA: ... incomprensibile... volte così...
ANTONINO: eh
EMANUELA: esono...
ANTONINO: a là?! ah...
EMANUELA: ... incomprensibile...
ANTONINO: glieli ha dati là, diciamo...
EMANUELA: e li ha là...
ANTONINO: e allora... questi più quelli... sono questi allora quelli che ha...
questi sono? ne aveva altri... vedi...
EMANUELA: No. non ne ha più! questi ci sono.
ANTONINO: allora vedi... che hai avuto... hai avuto...
2) Le acquisizioni del 16/08/2006

Qualche dato ulteriore emergeva in occasione del successivo colloquio del


16/08/2006,allorchè MADONIA Antonino tornava ad affrontare tale argomento con il
fratello Aldo, al quale chiedeva conferma di quanto precedentemente appreso
DJ)
dall'anziana madre in ordine ai BISCOTTI DI SAN MARTINO: ~ ( ~ B ~ A T Q

r...I
ANTONINO: ma SAN MARTINO niente ... BISCOTTI niente? ...
ALDO: niente ...
ANTONINO: per ora niente ...
r...I

3) Le acquisizioni del 17/08/2006


I1 giorno successivo, il 17/08/2006, lo stesso MADONIA Aldo, recatosi in visita
dal padre detenuto presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, confermava
anche al genitore la 'Ifine" del BISCOTTIFICIO, volendo intendere anch'egli l'evidente
>."
assenza di introiti in qualche modo collegati a detta attività commerciale: WXTO
L *."Y< 1

38)
r. .I
FRANCESCO: il BISCOTTIFICIO ... èJinito?
ALDO: spiegagliele queste cose, digliele tutte queste cose a MARIA ANGELA
quando viene ... e si rende conto di quello che c 'è e di quello che non c 'è ... (pausa) ...
MAMMA poverina deve fare i salti mortali per fare quadrare i conti ogni mese ...
r.- -1
4) Le awuìsizioni del 08/11/2006 -il colloauw di MADONL4 Antonino
L'8/11/2006, MADONIA Antonino approfittava ancora una volta della presenza
della madre per chiedere ulteriori novità sull'argomento ormai convenzionalmente
associato a SAN MARTINO, QUELLO DEI BISCOTTI. Anche in detta occasione, però,
.,G. *qz "*?**.v: r
le notizie riportate lasciavano intendere l'assenza di qualsiasi introito: F@e&~@~
ANTONINO: eh, e quello ... SAN MARTINO? ... BISCOTTINI DI SAN
MARTINO? Niente?
EMANUELA: nooo!
ANTONINO: niente ... nulla completamente ... zero completamente
EMANUELA: niente
[e. .I

5) Le acguisizioni del 08/11/2006- II colloauio di MADONIA Francesco


Lo stesso giorno (0811112006) anche MADONIA Francesco ed il figlio Aldo
effettuavano un colloquio carcerario, svoltosi presso il Policlinico di Napoli ove, nel
fi-attempo, il primo risultava essere stato ricoverato. Nell'occasione il detenuto faceva
esplicito riferimento ad una società, individuando in tale LO PICCOLO il medesimo
soggetto precedentemente apostrofato con l'appellativo QUELLO DEI BISCOTTI. Alla
pronuncia di tali espressioni, MADONIA Francesco veniva immediatamente
redarguito dal figlio, evidentemente conscio della riservatezza dell'argomento trattato e
-3 h 7k**j-y'
q<I ,l
del pericolo di essere sottoposti ad attività di intercettazione: ww&@@dl)
li
-li(*

r. .I
FRANCESCO: .. dove c'era la società ... con LO PICCOLO ... quello dei biscotti
ALDO: (intima nervosamente al padre di fare silenzio, guardandosi attorno,
ndr) ...
FRANCESCO: ... jù comprato insieme a lui ...
ALDO: (gesticola mimando il gesto usualmente utilizzato per indicare niente,
nulla, ndr) ... non ti confondere, PAPA', pensa alle cose più importanti ... ora devi
superare questo momento dzficile ...

Di assoluto rilievo si rivelavano infine le acquisizioni investigative ottenute in


data 01/12/2006, allorquando si realizzava l'incontro tra MADONIA Antonino ed il
padre Francesco, avvenuto presso il carcere di Napoli Poggioreale (regolarmente
autorizzato). Anche in tale occasione il primo confermava al genitore le difficoltà
riscontrate nella gestione del patrimonio familiare ed in specie nella gestione dell'attività
economica facente capo a QUELLO DEI BISCOTTI.
L-l
FRANCESCO: Cambiamo discorso... cambiamo discorso... sono jnite tutte
cose... ? Sono jnite tutte cose... ? Sono jnite... ? Sono jnite tutte cose?
NINO: (annuisce)
FRANCESCO: pure quelle di... di... INCOMPRENSIBILE... tutto è jnito ?
NINO: Tutto... tutte cose...
FRANCESCO: Hanno scoperto... là...
NINO: tutto...
FRANCESCO: QUELLO DEI BISCOTTI pure?
NINO: Tutto!
@ausa)
NINO: Tutto... tutto!
FRANCESCO: Non c'è nessuno che si interessa... non C 'è nessuno che si
interessa?!
r...I
In estrema sintesi il BISCOTTIFICIO, QUELLO D E I BISCOTTI ed I
BISCOTTI D I SAN MARTINO, risultavano essere tutti pseudonimi abilmente adottati
dai diversi protagonisti dei colloqui carcerari per indicare un'attività commerciale a loro
riconducibile, che, come meglio specificato dal MADONIA Francesco lt8/11/2006,
risultava essere direttamente collegata al nominativo LO PICCOLO.
Q

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia A WTABILE Antonino


L'inequivocabile conferma dell'identificazione del LO PICCOLO in LO
PICCOLO Filippo (QUELLO DEI BISCOTTI), peraltro Amministratore Unico della
SICILIANA BISCOTTI srl (BISCOTTIFICIO, I BISCOTTI D I SAN MilRTIhW),
giungeva dall'analisi di alcune dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia e di
seguito riportate nella parte ritenuta d'interesse:
AVITABILE indicava la fabbrica di biscotti sita in via Marturano, di fronte alla
macellaria di tale LA BARBERA come attività economica direttamente riconducibile a
GALATOLO ~ n z o ' ~ ~ .

124
Si riferiva al noto mafioso GALATOLO Vincenzo, nato a Palermo il 2010911944, in atto detenuto.

968
1) L'interrogatorio del 26/03/1997
Avitabile: Guardi io l'altra volta avevo detto che lui aveva una fabbrica di
biscotti...
P.M.: Lui chi?
Avitabi1e:Enzo Galatolo e lo sapevo perchè a volte lo andavano a cercare là era
Siciliana biscotti che è in via Marturana e quella è sua lo so perchè lui questa la fece lui
questa fabbrica e poi di fronte aveva la carnezzeria quella dei Barbera, quella che è tutta
rinnovata quella è di lui di Enzo Galatolo, che quando andavamo a prendere a volte i
soldi lui mi diceva ci porti i soldi all'awocato i soldi alla famiglia di tizio, di caio, io
andavo là e andavo a prendere i soldi dal Galatolo che il Galatolo teneva nella cella
frigorifera si figuri che una volta, qualche volta diceva a suo figlio Angelo diceva
pigliane venti, pigliane trenta avevano va beh, pigliane dieci, che ne avevano a pacchi
proprio nella cella fìigo, poi di altre proprietà e immobili so di locali di Enzo è difficile
perchè lui si teneva chiuso davanti a ste cose, qualche immobile si teneva quando faceva
l'estorsioni so che da Occhipinti si comprò i scantinati, qualche scantinato, locali così
che potrei indirizzare, poi so che lui era in società con quello Catalano quello della carne
che aveva grosse celle frigorifere e sta gente aveva...so più di altri come (incompr.), più
di altri...

2) L 'interropatorìodel 21/02/1997

A mTABILE A.: Prima... dalla più piccola alla più grossa, incominciare dalla
carnezzeria che è di un certo LA BARBERA, quella è dei GALATOLO. Poi la fabbrica
di biscotti...
P.M.: Dov 'è sta fabbrica di biscotti?
AVITABILE A.: E' di fronte... la Siciliana Biscotti, questo è di loro, che la
gestisce... hanno la fabbrica e il panificio, sono in società loro, perché questo era tutto
fallito e loro l'hanno aiutato.

In effetti la sede legale della SICILIANA BISCOTTI srl risulta essere ubicata in
via Marturano, di fronte alla macelleria LE DELICATEZZE DELLA CARNE DI LA
BARBERA ROSARIO, obiettivo peraltro già emerso nel corso della presente
indagine. ' 2 5

'25 Cf?. capitolo 4.7 "I1 molo dei fratelli LO CICERO.


6.15.3 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia ONORATO Francesco.
Onorato, oltre a confermare l'ubicazione di detto esercizio commerciale, ne
individuava il titolare in tale LO PICCOLO, persona definita vicina ai GALATOLO. Lo
stesso specificava come in detto biscottificio, in passato, fossero state svolte riunioni
anche con i MADONIA.

Interrogatorio del 1 5/05/1997


ONORATO: Scusi, a che mi ricordavo, c'è anche un certo LO PZCCOLO,
biscottiflcio LO PZCCOLO di cui questo è molto vicino pure ai GALATOLO,
biscotti_ficio LO PZCCOLO che è di fronte alla carnezzeria. Questo è molto pure
intimo con i GALATOLO, certe volte ci riunivamo lì dentro ne11'82, '83 con i
MADONZA, CAROLLO, con i GALATOLO, sempre per motivi di Cosa Nostra.

6.15.4 Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia R U W L O Baldassare.


RUVOLO Baldassarre consentiva infine di addivenire all'esatta identificazione del
LO PICCOLO in LO PICCOLO Filippo, titolare del biscottificio e definito anche
compare di Nino PIPITONE (owero PIPITONE Antonino nato Palermo il 02/10/1929),
allorquando quest'ultimo rivestiva la carica di sottocapo della famiglia mafiosa

Interrogatorio del 16/03/2001


RUVOLO B.: Chista èpuru una fotografia vecchia, non... non lo riconosco
P. M.GOZZO: Dunque, LO PICCOLO FILIPPO del...
RUVOLO B.: Per dire, u canusciu io
P.M.GOZZO: Del 29. Lo conosce ?
RUVOLO B.: LO PZCCOLO FILIPPO si riferisce a.. o cumpari ri NZNO
PZPZTONE che aveva il biscothpcio ?
P.M.GOZZO: Eh. Mi dica quello che sa
RUVOLO B.: E non è che so niente, però lo conosco
P.M.GOZZO: Perché dice che è un parente di NINO PIPITONE ?
RUVOLO B.: Perché erano sempre assieme, e uscivano con le famiglie, con
..
le mogli, che a volte... quando. una volta mi sembra che andai a cercare NINO
PZPZTONE perché era di fronte la macelleria di.. di.. dei GALATOLO, dove c'era
PZNUZZU GALATOLO, la macelleria, c'era una traversa che c'era il biscoftifcio,
ma è tutto diverso, per dire
P.M.GOZZO: Dalla fotografia
RUVOLO B.: Certo
P.M.GOZZ0: Eh si è una foto antica, questo lo possiamo dire,
(incomprensibile)

L'evidente assonanza esistente tra il nome di LO PICCOLO Filippo e quello


dell'allora latitante LO PICCOLO Salvatore veniva intesa dai detenuti come ulteriore
stratagemma atto ad eludere qualsiasi forma di censura delle loro comunicazioni. In base
a ciò LO PICCOLO Salvatore, in alcune circostanze, risultava essere associato a
pseudonimi ricollegabili a tale attività di produzione di biscotti. Tale circostanza veniva
registrata in almeno due distinte occasioni, di seguito brevemente riportate:
@
6.15.5 Le acquisizioni del 14/12/2006.
MADONIA Salvatore, volendo spronare la moglie ad interloquire direttamente
con LO PICCOLO Salvatore, menzionava quest'ultimo con l'appellativo BISCOTTO,
specificando poi trattarsi di ROSALBA, anche questo pseudonimo utilizzato per
indicare LO PICCOLO Salvatore:
L*./
SALVATORE: si, però ... oggi ... fino ad oggi, noialtri risposte non ne
abbiamo avuto!
M. ANGELA: niente, niente!
SALVATORE: eh! ... allora gli dici ... (abbassa il tono della voce, ndr) ...
BISCOTTO ...
M. ANGELA: (non capisce, ndr)
SALVATORE: come la chiami?
M. ANGELA: ROSALBA ?
SALVATORE: ROSALBA! ... vo ... tiene a precisare, SALVO, che non sono
cose ...
M. ANGELA: ho capito ... lo sanno! ... perchè già gliel'ho sempre detto io! ...
che una volta, lo sai la ZIA LINA (DI TRAPANI Diego, ndr) che cosa mi ha detto? ...
non INCOMPRENSIBILE ... levati davanti, davanti (mima il gesto usualmente utilizzato
per dare uno schiaflo, ndr)
e[ ..l
6.15.6 Le acquisizioni del 08/11/2006.
MADONIA Aldo, nel riportare le fiizioni esistenti tra da DI TRAPANI Diego ed
il LO PICCOLO Salvatore, veniva interrotto dal genitore, il quale sottolineava la
corrispondenza del cognome dell'allora latitante con QUELLO DEI BISCOTTI:
ALDO: .... TRATTO INCOMPRENSIBILE ... il
tutta una serie di discorsi
discorso di NINO ... di PIPPO ... vuole sapere se è interesse nostro .... TRATTO
INCOMPRENSIBILE...
FRANCESCO: QUELLO DEI BISCOTTI? ...
ALDO: ma tu non lo leggi il giornale di Sicilia? ... non arrivano?
FRANCESCO: QUELLO DEI BISCOTTI...
ALDO: già ...
FRANCESCO: è uguale ...

6.15.7 Le acquisizioni del 01/04/2008.


Infine, la vicenda inerente il BISCOTTIFICIO in argomento tornava ad essere
discussa in data 01/04/2008. 3 In detta occasione DI TRAPANI Maria
Angela, informava il marito delle ultime direttive ricevute dal cognato MADONIA
Giuseppe in occasione del colloquio carcerario svolto con lo stesso il 28/02/2008.
In relazione ad esse la donna si sarebbe dovuta in qualche modo occupare della
vicenda inerente i BISCOTTI, lasciando intendere che avrebbe dovuto incontrare il
medesimo LO PICCOLO Filippo o chi per lui. Secondo il racconto della stessa, però,
MADONIA Aldo (inteso CARLA), appresa la notizia, risultava essersi prodigato in
prima persona, assicurando che si sarebbe occupato egli stesso della vicenda. Tale
circostanza, secondo la DI TRAPANI, mostrava chiaramente come la situazione
inizialmente prospettata dal MADONIA Aldo in relazione al predetto
BISCOTTIFICIO, potesse non corrispondere al vero, stante l'immediato
interessamento mostrato dallo stesso:
M. ANGELA: l'altra volta mi diceva mamma i biscotti di qua ... gli ho detto
. .
io non so niente.. faccio eh di qua così.. dice così vedi vai. fai... ..
SALVATORE: ma!
M. ANGELA: . . ..
parlo con Carla... no.. no dice.. . ci penso io.. ah. perché...
SAL VATORE: .
Maria Angela.. Maria Angela.. . io non è che ti sto dicendo...
M. ANGELA: ..
ed ha detto sempre non.. . non c'era niente!.
SALVATORE: minchia...eh te l'ho detto cento volte...
i...l

In conclusione DI TRAPANI Maria Angela spiegava al marito come il cognato


Giuseppe avesse nell'occasione concordato con la stessa un ulteriore criptico nome
convenzionale che, da allora in poi, avrebbe significato un esplicito riferimento alla
.
vicenda dei BISCOTTI [e vuole questo sapere.. mi dice.. .io ti dico Rosanna... di
. .
Rosanna ti dico.. eh.. e tu.. .l.

L 'individuazionedel terreno riconducibile a MADONIA Antonino.


Il colloquio carcerario registrato presso la Casa Circondariale di L'Aquila in data
0811112007 forniva anche utili spunti investigativi atti ad individuare un ulteriore
terreno sicuramente riconducibile al patrimonio occulto di MADONIA Antonino.
,-a -v ,< - 7

(ALL~~w;&~)
In particolare DI TRAPANI Maria Angela raccontava al marito come, durante
un incontro con ANGELA (come noto con l'appellativo ANGELA venivano indicati
alternativamente FONTANA Stefano oppure il figlio Gaetano), quest'ultimo, le aveva
chiesto l'autorizzazione per il prelievo e la cura di alcune piante insistenti su un terreno
che, come specificato da MADONIA Salvatore, risultava essere di esclusiva proprietà
del fratello Antonino. In specie, secondo il racconto della donna, il FONTANA si
sarebbe recato sul posto per constatare di persona lo stato di conservazione di dette
piante, venendo da subito avvicinato dai suoi cugini (di FONTANA), abitanti nelle
vicinanze, i quali, avrebbero chiesto conto e ragione di tale interessamento quasi a
vantare un diritto di proprietà su dette piante. La nonna del FONTANA, anch'ella lì
presente, avrebbe nell'occasione preso la parola sottolineando l'impossibilità di disporre
di tali beni, sui quali, in realtà, né i GALATOLO (cugini del FONTANA), né i
FONTANA, potevano vantare alcun diritto. Quest'ultimo dato confermava come
l'interlocutore della DI TRAPANI potesse essere identificato in FONTANA Gaetano
nato a Palermo il giorno 01/03/1976 e non il genitore Stefano, tenuto conto che la
nonna doveva essere sicuramente identificata in GALATOLO Giovanna, madre di
Stefano FONTANA, abitante nell'edificio menzionato dalla DI TRAPANI.
L. -1
M. ANGELA: ah ... l'altra volta ... c'era ANGELA (owero un componente
della famiglia FONTANA), ti saluta ANGELA perché l'altra volta ...
L*..I

M. ANGELA: ANGELA è là ... ANGELA ...


I ...l
M. ANGELA: con i parenti non si possono guardare, in fatti me lo dice, però
L. .I

M. ANGELA: ah ... mi ha detto ... parola ...incomprensibile.. . ... m i ha


detto questo ...

M. ANGELA: c'erano le piante là piantate nel giardino ... ti ricordi dove


d c'era GIOVANNA tutti ... LORO ... là in queste piante ...
S AVA TORE. (annuisce,ndr) ...
M. ANGELA: eh ... e mi ha chiesto .... E mi fa dice: " un poco sono seccate,
ora ce ne sono un pocow ...
SALVATORE: con NINO ...
M. ANGELA: eh ... le sta andando a prendere ... dice: "IO le prendo, le
stanno facendo seccare" ... dice ... aspetta vedi quello che mi ha raccontato ... dice:
"sono andato a guardare ... perché un poco sono seccate e le altre ci sono" ... dice
che sono tanto belle ... dice che se non ci danno le cure ... le cose ...
SALVATORE: MARIA ...
M. ANGELA: come mi hanno visto arrivare là... quelli del palazzo i suoi
cugini ... eh ... "ce li dobbiamo andare a vendere" ... dice: "che cosa vi dovete
vendere " gli fa sua NONNA ... dice non sono né MIE e né TUE" ... ora mi viene
"

ANGELA e dice: ... ascolta dice ... li prendo ... dice per ora che IO ho un pezzettino
e gli voglio mettere là ... poi se Tu un domani li vuoi IO te li restituisco di nuovo ...
SALVATORE: diglielo a NINO (owero MADONIA Antonino) ...
M. ANGELA: gli dovevo dire no ...
SALVATORE: diglielo a NZNO ...
M. ANGELA: perché OUELLZ se li stavano vendendo ...
SALVATORE: diglielo a NZNO però ...
M. ANGELA: eh ...
SALVATORE: .. ... è suo questo coso ... ehm ...
perché eh . di
M. ANGELA: eh ... IO gli ho detto va bene gli ho detto ... dice sono quattro
... dice c'erano di più ... sono finite...
SALVATORE: (sorriso sarcastico,ndr) ...
M. ANGELA: sono quattro se tu ci vai li vedi ...
[...l

Ciò posto, considerate le indicazioni fornite da DI TRAPANI Maria Angela nel


corso della conversazione, non risultava difficile individuare il luogo in cui dette piante
potessero essere interrate, owero in zona adiacente il civico nr. 56 di vicolo Pipitone,
denominato anche cortile Pozzo nr. 7, dove insiste l'unico palazzo di quattro piani fuori
terra, residenza storica delle famiglie GALATOLOIFONTANA; difatti ancora oggi
risultano residenti i seguenti nuclei familiari, tutti imparentati tra loro, come indicato
nella conversazione:
- nucleo familiare di GALATOLO Giovanna, già coniugata FONTANA
Gaetano, madre di Stefano, residente al primo piano;
- nucleo familiare di CAPORRIMO Rosario nato Palermo il 2010911965,
coniugato con CAVIGLIA Giuseppina, quest'ultima cugina di primo grado di
FONTANA Stefano;
- nucleo familiare di GALATOLO Vito nato a Palermo il 1011 011973, figlio del
noto Vincenzo;
- nucleo familiare di GALATOLO Giuseppe nato Palermo il 24/04/1942,
deceduto, fratello del noto Vincenzo;
- nucleo familiare di CAVIGLIA Gaspare nato Palermo il 2910511947, coniugato
con GALATOLO Concetta, quest'ultima sorella del noto Vincenzo.
(4,L-075
I1 sopralluogo ivi effettuato consentiva di constatare, all'interno di un terreno in
stato di totale abbandono e confinante con il palazzo sopra menzionato, la presenza di
quattro di tipo cycas di altezza di circa due metri, un tronco spezzato di cycas ed una
PALMA, come si può chiaramente notare dalle foto sotto riportate:
Le foto, quindi, riscontravano pienamente quanto asserito da DI TRAPANI Maria
Angela al marito, owero sul numero delle piante [. .. dice sono quattro ... dice c'erano
di più ... sono finite ...l e, soprattutto, sulla vicinanza del terreno al palazzo abitato
dalle famiglie GALATOLOFONTANA [c'erano le piante là piantate nel giardino ...
ti ricordi dove c'era GIOVANNA (owero GALATOLO Giovanna figlia di Vincenzo, da
nubile residente in detto palazzo)'26 tutti ... LORO ... là in queste piante
Gli accertamenti catastali effettuati fornivano quella chiave di lettura che avrebbe
implicitamente confermato tutte le acquisizioni investigative sino ad allora ottenute in
capo a LO PICCOLO Filippo: ~ ~ & ~ ~ # b )
I1 terreno in argomento risultava riportato sull'atto di proprietà intestato a
LO PICCOLO Filippo ed alla moglie di questi, GERONE Maria, registrato al catasto
di Palermo, come emerge dall'annotazione del 29 ottobre 2008, con le seguenti
indicazioni: sito in Palermo, località Acquasanta, esteso are ventinove e centiare venti
(mq. 2920), confinante con terreno venduto alla f'Ammiraglio Costruzioni srl", con il
vicolo Pipitone, con terreno del Cantiere Navale e aventi causa De GREGORIO. In
catasto alla partita 40338, al foglio di mappa nr. 35, particelle: 2080 (ex 639fi) di are
12.82; 640 fabbricato rurale di ca 67, senza reddito; 641 fabbricato rurale di ca. 65,
senza reddito; a f i t t e t o di are 11.36, col RD. Di 1. 212,52 ed agrario di 1. 29,54; 645
fabbricato rurale di ca 29, senza reddito, 1045 fabbricato rurale di ca. 65, senza
reddito (noria); I I43 frutteto di 2 1 di are 2.86 col rd. di L.55,77 ed agrario 7,44.
Fa parte della vendita un fabbricato in rovina ed inabitabile, sito in Palermo,
località Acquasanta, cortile Salinas, con accesso dai civici 4-3 (già piano terra e primo
piano) alla partita nr. 285 NCEU, foglio nr. 35, particella 642/1-642/2, senza rendita
catastale; un fabbricato in rovina e inabitabile, sito come sopra, stesso cortile Salinas,
con accesso dai civici 5-6-7-8 e 9, già di piano terra e primo piano, riportato alla
suddetta partita 285, foglio nr. 35, particella 643/1- 643/2 - 643/3 - 64314 - 643/5. "

126
Nello stesso edificio in cortile Pozzo nr.7, tuttora risiede anche altra Giovanna:
a Palermo il 25/08/1971, figlia di Giuseppe.
Tale ultimo dato va a dimostrare come il menzionato L O PICCOLO Filippo,
abbia nel tempo assunto una vera e propria funzione di prestanome per conto dei
MADONIA, tanto da essere ad oggi ancora punto di riferimento economico per gli
stessi.

5 13 LA VILLA AL MARE DI DI TRAPANI FRANCESCO

L'intervento diretto di MOLO Sergio negli aflari della famiglia


MADONIAIDI TRAPANI è stato registrato anche negli sviluppi della vicenda che ha
portato, infine, alla alienazione di una villa riconducibile, secondo le risultanze
dell'odierna attività di indagine, al patrimonio occulto degli eredi di DI TRAPANI
Francesco, nato a Palermo il 1810911938, deceduto, padre di DI TRAPANI Maria
Angela e, per un periodo, reggente del mandamento di Resuttana. Nello specifico
ARIOLO Sergio, oltre ad occuparsi direttamente di alcuni interventi di restauro, ha
svolto la funzione di intermediario, tra i reali proprietari dell'immobile (gli eredi naturali
di Ciccio DI TRAPANI) e la parte acquirente (ad oggi non identificata, ma originaria
della via Montalbo di Palermo), reperita proprio grazie al suo intervento.
- Gli aspetti che in questa sede si intende portare in giusta evidenza sono due:
- la accertata riconducibilità della villa al nucleo familiare DI
TRAPANUMADONIA e, più in particolare, agli interessi economici occulti degli eredi
di DI TRAPANI Francesco (quindi anche di DI TRAPANI Maria Angela);

- la determinante attività operata da ARIOLO Sergio in favore dei


MADONWDI TRAPANI, per la ristrutturazione e la vendita della suddetta villa.

Entrambe le tematiche, oltre che gli elementi utili alla puntuale individuazione
dell'immobile, hanno trovato sufficienti riscontri nei colloqui carcerari, concessi ai
detenuti MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Nicolò. I
1) Le acquisizioni del 04/05/2006.
Già nel corso del colloquio datato 04/05/2006, la conversazione intercorsa tra DI
TRAPANI Maria Angela e MADONIA Salvatore rendeva quanto mai evidente
l'interessamento di ARIOLO Sergio alle vicende relative alla villa. In tal senso la
donna, informando il marito sulle ingenti spese che si sarebbero dovute affrontare, per
eventuali interventi di risistemazione dell'impianto elettrico, aggiungeva, tra l'altro, di
non volersene fare carico e di avere comunque interessato ARIOLO Sergio per reperire
un acquirente. &&&Égi*,&4)

[...l
...
SALVATORE: ... dico si toglie (si vende, riferito alla villa al mare ndr)
M.ANGELA: eh?
SALVATORE: si toglie!
M. ANGELA: eh, che... se ci fosse l'acquirente!... pare che non... non lo
diciamo?!...non... non... non è cosi?!... anche SERGIO lo sa di vedere qualche
..
architetto. qualcuno che la vuole. a tutti!... ma non c'è nessuno che... cioè non c'è
nessuno, non perchè non la vogliamo... da quant'è che è messa, tipo, se uno la... la
vogliono afittare... eehh... vendere... ?! (abbassa il tono della voce, ndr)... nessuno!
SALVATORE: ... perchè è mala combinata (in pessime condizioni d'uso, ndr),
secondo me!
M. ANGELA: ... vabbè... ci vuole l'amante, l'amatore che arriva e s'innamora
del posto! (riferito all'ubicazione della villa ndr)

2) Le ac~uisizìonidel 08/0&/200ti
In data 08/06/2006, nel corso di colloquio carcerario intercettato a MADONIA
Salvatore, DI TRAPANI Maria Angela lamentava al marito il disinteresse delle
proprie sorelle, per gli interventi di ristrutturazione da eseguire presso la villa al mare,
lasciando chiaramente intendere, così, come tali lavori fossero anche di loro
competenza. Il detenuto veniva pure informato pure di come, invece, ARIOLO Sergio,
venuto a conoscenza delle cattive condizioni dell'imrnobile, si fosse fatto carico, in
proprio, di numerosi interventi di recupero dell'impianto elettrico e della piscina.
[...l
SALVATORE: ...
PAPA!..
M. ANGELA: eh!
SALVATORE= ...
vi ha lasciato una cosa..
M.ANGELA: eh!
SALVATORE: ... due cose... tre cose...
M. ANGELA: eh!... una cosa!
SALVATORE= eh!
M. ANGELA: vai, vai avanti!
SALVATORE: ...
e sta andando a pezzi!
M. ANGELA: eh!... e per rimetterla in pezzi (in piedi, ndr) che ci vuole
soltanto aria e le mani nostre, così?!
SALVATORE= no. no, MA... ma... la luce... si deve vedere come fare... ti metti
d'accordo con tua madre, con tu... ma cioè...
M. ANGELA: ... non ho... non ho... non so più... d'accordo con chi?!
SALVATORE: nooo, no...
M. ANGELA: con chi?!... con chi?... dimmi con chi!... ho sorelle che hanno
possibilità?!
SALVATORE: si, ma... si è fatto che si è fatto... inc...
M. ANGELA: ...
tu l'hai detto e SERGIO, come l'ha sentito subito si è messo
e l'ha fatto ...
SALVATORE: ma, Maria Angela, queste cose vanno fatte!. ma per ..
..
dignità!. qualcuno che passa e dice... auà stava la Buonanima!... di suo padre! (DI
TRAPANI Francesco, ndr)
M. ANGELA: si.. l'ha fatto sistemare tutto, di nuovo!
SALVATORE: ...
i suoi figli.. i suoi fili, li vedete come sono!?... tutte queste
.. ...
cose, decrepite!. solo verchè. la piscina, doveva chiamare L'Ufficio igiene. ..
...
l'ufficio igiene!? verchè, nel momento in cui fa puzza, le persone si lamentano!
M. ANGELA: certo!... ci diamo da fare, anche quando .... e SERGIO
bronuncia il nome a bassa voce, ndr) l'ha fatta tutta lui. tutta in un giorno!
SALVA TORE= Maria Angela, io non lo so....
M. ANGELA: brillava. proprio brillante!
SALVATORE= io non lo so!... non c'è più posto migliore di questo!... non c'è
più posto..

3) Le acquisizioni del 17/06/2006.


11 17/06/2006, nel corso del colloquio carcerario concesso a DI TRAPANI
Nicolò, anche quest'ultimo veniva informato dalla sorella Maria Angela e dalla madre
SGROI Rosa, in merito agli interventi eseguiti da ARIOLO Sergio, per il ripristino
dell'impianto elettrico della villa al mare; per meglio specificare l'oggetto della
discussione, le donne facevano il nome della ZL4 LILUNA:
[..-l
NICOLO ': sistemato è tutto il giardino tutto eh ...
ANGELA: ... ... ...
Nicola, ora SERGIO SE SERGIO SERGIO, non ci si
... ... ...
crede quello che è, la eh te l'ha detto mamma ci ha fatto aggiustare la luce...
ROSA: dalla ZL4 LILL4NA ...

O *
ANGELA: dalla ZZA LZLZANA, ci ha fatto aggiustare tutta la luce,
...
(incomprensibile) ha pulito tutto ...
4) Le acquisizioni del 06/07/2006.
I1 06/07/2006, veniva intercettato colloquio carcerario concesso a MADONIA
Salvatore, nel corso del quale quest'ultimo, lamentando il cattivo stato di conservazione
-
della suddetta villa testualmente riferiva: &Qw~~@~$&~J
*"$">Y -+-.e-) * x- >

[..-l
SALVATORE: Maria Angela.. quelle sono cose di tuo padre! Te l'ho detto
cento volte (incomprensibile)
[...l

5) Le acauisizioni del 10/08/2006.


Nel mese di agosto del 2006 si acquisivano ulteriori elementi fortemente
significativi ed individualizzanti su questo argomento; in data 10/08/2006, infatti,
l'intercettazione del colloquio mensilmente concesso al detenuto MADONIA
Salvatore, permetteva di registrare le seguenti testuali battute, assolutamente
- ,..
chiarificatrici, in ordine alla reale proprietà dell'immobile: &&+m%?)
.q%-'A ,+"

[...l
...
SALVATORE: (.,.) ti ho detto ...
possibilmente ... ma a mare non ci vai ...
...
perché non vi guardate le cose di tuo padre che bdusto che si guardano ti sei ...
offesa ... mi fai un processo ... io ti faccio un processo? ... perché sono cose mie?...
che chi passa da la e dice ...
minchia qua è ...
minchia le case di CZCCZO DI ...
TRAPANI ... . ,

6)Le acquisizzbonidel 05/10/2006.


Anche il 05/10/2006, il detenuto MADONIA Salvatore affrontava l'argomento
relativo alla villa, parlandone direttamente con la suocera SGROI Rosa. I1 tenore ed il
contenuto della conversazione permettevano di comprendere l'auspicio del MADONIA,
affinché della vicenda si interessasse direttamente DI TRAPANI Nicolò, il quale, da
figlio maschio del defunto DI TRAPANI Francesco, era evidentemente titolato a
spendere la propria parola, decisiva, in merito:
[...l
...
SALVATORE= MAMMA auesta cosa a mare questa cosa a mare ...
ROSA: (annuisce, ndr)
SALVATORE: ...
o si sistema o si leva! ...
ROSA: e chi la sistema?
SALVATORE: dico io ... sono due le strade ... o si sistema ... perhè ...
$+= 981
ROSA: e che non ce la vogliamo togliere?! ... è che non c'è nessuno! ...
nessuno! ...
SALVATORE: no, perché, MAMMA ...più avanti (nel tempo, ndr) che si va
...cioè
M. ANGELA: a pezzi, cade!
ROSA: (si rivolge allajglia, ndr) ... l'altra volta non sono venuti a vederla ?
M. ANGELA: basta ... (zittisce la madre, ndr)
SALVA T O E sono due le cose! ... che più tempo passa ...
ROSA: (annuisce, ndr)
SALVATORE: ... e lo sai ancora di più, UAMMA? ... perché ... se vengono
quelli a lato ...
ROSA: (annuisce, ndr)
SALVATORE: ... poi questa cosa ... cioè ...
...
ROSA: e a chi la dobbiamo ed io cosa devo fare?
SALVATORE: non lo so, MAMMA ... non lo so
ROSA: non abbiamo le forze, in nessuna maniera ...
SALVATORE: ... state andando da NZCO ...da NICOLA ...? ...
..
parlategliene! . io non lo so ... non vi posso dire
ROSA: e che deve fare quello?
SALVATORE: ... .. ..
però di andarci non ci andate . manutenzione non se ne
fa, MAMMA! ...manutenzione non se ne fa! ...
queste cose hanno bisogno di
manutenzione!
ROSA: gliel'ho fatta due anni fa e si sono presi dieci milioni ...
INCOMPRENSIBILE ...

7) Le acrruisiwoni del 11/01/2007.


L' 11/01/2007, durante il colloquio carcerario mensilmente concessogli,
MADONIA Salvatore, parlando della vicenda relativa alla villa al mare, faceva nuovi
chiari riferimenti a CARLINI Liliana, nata a Cinisi (PA) il 04/02/1952. Nel corso della
@ stessa conversazione, inoltre, i coniugi discutevano pure di alcune proposte, avanzate in
passato da ARIOLO Sergio, sulla possibilità di intraprendere attività agrituristica
presso la villa, oltre che della eventualità, in alternativa, di vendere l'immobile ad un
acquirente presentato dallo stesso Sergio [...Ora c'è uno che forse la vorrebbe! Della
via Montalbo è!]. La conversazione forniva, quindi, elementi particolarmente
significativi in ordine alla disponibilità delllARIOLO nell' assecondare gli afari della
famiglia MADONIAD1 TRAPANI.
[...l
SALVATORE: O... ora... qualche giornata... lo sai l'ultima che aspetto? Io
sono... come si chiama... il predicatore che va avanti... mi aspetto qualche treno
dell'aria (intende qualche brutta novità, ndr)... dal MARE... L'ultima... cioè... dico...
guesta cosa sta cadendo a pezzi...
M. ANGELA: ... e che devo fare...
.. ..
SALVATORE: No. dico... e non solo... perchè. fra... ehm... ZIA...
LZLZANA... là...
M. ANGELA: ora si!
SALVATORE: ... mamma mia... mamma mia... mamma mia... va ber!
...
M. ANGELA: Quando fu e... (abbassa il tono della voce, ndr) SERGIO...
una volta aveva chiesto...
SALVATORE: Ma poi SERGIO...
M. ANGELA: ... ... .. ... ..
la diamo dice. a qualcuno dice. che ci possono fare un
agriturismo là dentro...
SALVATORE: ...apriturismo. ..
M. ANGELA: co... come si dice... affiftano ..
... essendoci tante stanze. la
...
dividono con tante stanze... ora si usa... tipo ti vuoi fare una settimana... due
.. ..
giorni..?! Ti affith' una stanza... con i soldi eh... però gente fine. di.. . di.. di.. (con
la mimica lascia intendere: di alto livello, ndr)
SALVATORE: Ma, ma MARIA ANGELA... solo che non si fa niente... si fanno
solo chiacchiere!
8 M. ANGELA: No, la voleva fare... dice lo po... lo vo... dice no... non lo so...
SALVATORE: Chi?
M. ANGELA: (abbassa il tono della voce, ndr) SERGIO... aveva detto... chissà
la possiamo dare... dice ... e fare questa cosa!
SALVATORE: Ma scusa vuoi dire... no... ma scusa... di non fare e andare a
pezzi?
M. ANGELA: No... di non... non... non detto no... che prima ne dovevamo
parlare... gli ho detto...
SALVATORE: Si... e... dico io...
M. ANGELA: dice... questa sarebbe
SALVATORE: In queste... in queste...
M. ANGELA: ...l'idea ha dato...
SALVATORE: Ma MARIA ANGELA... in queste condizioni...
M. ANGELA: eh...
SALVATORE: ... in queste condizioni...
M. ANGELA: Ora crèuno che forse la vorrebbe! Della via Montalbo è!
SALVATORE: ...ma...
M. ANGELA: ...che conosce... forse tu... eh... però... comunque ce li ha
guesti! (con i aesti lascia intendere: soldi. ndr)
SALVATORE: Si ma... MARIA ANGELA... non lo so...
M. ANGELA: Dice che la vorrebbe! No... dice che la vorrebbe... e che i soldi
li darebbe.. .
SALVATORE: Si ma non crè... non è niente di... in...
M. ANGELA: No lo sa, lo sa... che non è in re... e che però ci si
defalcherebbero dalla...
SALVATORE: UARIA ANGELA...
M. ANGELA: Ora dobbiamo vedere!
SALVATORE: perchè... pe...
M. ANGELA: Perchè ha due figli che si devono sposare e ali piacerebbe
averli tutti e due insieme. Siccome là è arande e la potrebbe pure dividere. ..
SALVATORE: ehm... non lo so... MARIA ANGELA...
M. ANGELA: l'ha vista questa estate. Ora dice che la richiamò e ali ha detto
che è interessata... speriamo!
..
SALVATORE: Speriamo. io la vedrei come dice SERGIO. perchè lì a lato... ..
ci vengono queste cose, là... dico ...
M. ANGELA: eh...
.. ..
SALVA TORE: cioè. come dice SERGIO. se... se LUI la gestisse LUI, cioè
nel senso dì...
[--l

Il mese successivo, nel corso del colloquio carcerario del 08/02/2007, DI


TRAPANI Maria Angela dava notizia al marito MADONIA Salvatore, della proposta
di acquisto ricevuta da un acquirente, non identificato ma originario della via Montalbo
di Palermo, che si era inserito nell'affare, proprio grazie all'intermediazione di ARIOLO

8 Sergio. La donna, a tal proposito, forniva pure particolari dettagli relativi alle modalità
di pagamento concordate che, a suo dire, non avevano soddisfatto la propria madre
SGROI Rosa: t~~iiki4~9
[.-l
M. ANGELA: ah! ...
era venuta ...
mi ha portato una persona della VIA
... ... ...
MONT della I/LQ MONTALBO per la per MARE! dice mi ha detto dice ... ... ...
... ... ... ...
signora dice IO la prima parte ve la posso dare dice vedete quanto mi ... ...
... ... ... .. ... ...
dovete dire dice IO voi. ogni mese cinque (indica il numero cinque, ndr)
... ...
ve li do (utilizza la mimica per indicare continuità nel tempo, ndr) ... MAMMA fa
... ... ... ...
dice quando devo morire dice quando me li prendo?! ... gli ho detto ... prima
dobbiamo vedere ... quanto ...
SALVATORE: ma MARIA ANGELA ... INCOMPRENSIBILE...
M. ANGELA: ... ... ..
ora viene MARIA e mi dice sai c'è un'altra PERTONA
... ... ...
pure interessata gli ho detto vediamo tutti e due ...
SALVATORE: ma.... perchè no ... vedete, MARIA ANGELA ...
M. ANGELA: ... l'importante è levarla!
SALVATORE: certo!
M. ANGELA: l'importante, gli ho detto, è questo ... perchè abbiamo ...
SALVA TORE: ... se ne sta cadendo a pezzi!
M. ANGELA: eh! ... ed infatti ... l'ha detto ... me le assumo tutte IO le spese
che ci sono! ... dice ... IO il minimo che vi posso assicurare ... ed è sicuro, dice ... pure
da morto ... cinquemila ... possono essere pure dieci ... possono essere cinquanta ... poi
... come può essere che, entro l'anno, ve lacfinisco tutta! ... IO ... dice ... ho una parola,
signora ... dice ... voglio che questo si sappi, dice ... non sono il tipo ...
[...l

9) Le acauiskionì del 08/03i2007.


In data 08/03/2007, veniva intercettato colloquio carcerario al detenuto
MADONIA Salvatore; nel corso della conversazione tra quest'ultimo detenuto e la
moglie DI TRAPANI Maria Angela, venivano fatti ulteriori riferimenti alla villa al
mare di DI TRAPANI Francesco ed alle trattative sulla eventuale compravendita della
stessa.
La donna riferiva al coniuge detenuto di essere stata dall'ingegnere
MANDARANO per ottenere suggerimenti su alcuni adempimenti connessi al passaggio
di proprietà dell'immobile, aggiungendo che pure la famiglia LO VERDE (in questo
caso indicata con il nome di MARLQ, per intendere GUASTELLA Maria, ndr.) aveva
<-,rl,aY2" '"
< 1 _.
C

manifestato il proprio interesse per un eventuale acquisto della villa: ~ $ @ TA14)


Q

... ...
M. ANGELA: la eh siamo stati (abbassa il tono della voce, ndr) da ...
... ...
MANDARANO ... e ci sta dando il ... eh la via per farla mettere per potere fare ...
... (abbassa il tono della voce, ndr)... il passaaaio!
SALVATORE: si ... risolto?
@ ...
M. ANGELA: se OUESTO se la prende! sempre se se la sempre se se la ...
prende!
SALVA TORE: (si rivolge per un attimo al bambino, ndr)
M. ANGELA: ... ... ... ...
ora MARU ... mi diceva dice ma non è un peccato?
... ... ... ... ...
dice ali ho detto perchè? la vorresti? ... dice ma a ME mi piacerebbe,
dice!... ... ...
perchè non la da ali ho detto IO non posso fare! non è MLQ ali ... ...
faccio ... a MARLQ!... dice ... mi pare ... dice ... vedi quanto è ... dice ... e poi mi fai
sapere quanto ... quanto ... ne devono dare! ... dice ... mi pare un peccato! ... dice ... è
una meraviglia, qua! ... gli ho detto ... (solleva il capo, ndr) ... dice ... quando ... dice ...
IO vi lascio liberi ... dice ... poi ... quando ... prima di concludere, TU mi dici ... è tanto!
... è delicata! ... dice ... è tanto! ... e poi vediamo se IO posso!
[...l

10) L.e acauisizìoni del 07/0&200% - - A

I1 07/06/2007, si intercettava colloquio carcerario concesso al detenuto


MADONIA Salvatore, nel corso del quale, tra l'altro, DI TRAPANI Maria Angela
informava il marito dell'offerta ricevuta per l'acquisto della villa al mare; la donna
aggiungeva che per dare definitivo assenso all'operazione immobiliare aveva atteso di
parlarne con lui a colloquio.

*
La discussione proseguiva incentrata sull'opportunità e le problematiche che
l'alienazione avrebbe potuto comportare, sulle irregolarità formali gravanti sulla
documentazione catastale riferita all'immobile e sui suggerimenti che l'ingegnere
MANDARANO Salvatore, nato a Palermo il 2 1/05/1956 aveva fornito alla famiglia DI
TRAPANI.
Emergeva chiaramente, ancora una volta, quanto incisiva fosse stata l'attività di
intermediazione di ARIOLO Sergio, per la conclusione della compravendita.

[...l
SALVATORE: ma ... che cosa si è fatto ... a ... a mare? ... INCOMPRENSIBILE
...
M. ANGELA: ... ah! ... la vogliono (acquistare, ndr) ...
SALVATORE: la ...
M. ANGELA: (abbassa il tono della voce, ndr) ... settecentocinquanta ... (mila
euro, ndr) ... e gliela sta dando! ... SERGIO ... mi ha detto a TE ... di dirlo, prima ...
SALVATORE: ma ... ascoltami un minuto ... ma ... ascoltami un minuto ...
Redarguiscono il$glio il quale ripete ad alta voce ed esterrefatto la somma di
settecentocinquantamila euro.
SALVATORE: TUO FRATELLO lo sa? (riferito a DI TRAPANI Nicolò, ndr)
M.ANGELA: ah?
SALVATORE: TUO FRATELLO
M. ANGELA: (breve pausa, ndr) ... ora ci va MAMMA e glielo dice! ...
quando fu ... non si sapeva? ... dice ... ve ... vendete!
[...l
M. ANGELA: ma MA ... MAMMA ... è contenta ... dice ... (abbassa il tono
della voce ed indica il numero sette, ndr) ... settecentocinquanta... obbie ... quello ... lo
sai che cosa ha detto ... (abbassa il tono della voce, ndr) ... MANDARANO? ... lo sai
l'ARCHITETTO cosa ha detto? ... dice ... ma chi è questo pazzo!? ... così, dice! ...
perchè solo un pazzo!
SALVATORE: si, ma aspetta, MARL.4 ANGELA ...
M. ANGELA: senza ... senza niente ... dici che ...
SALVATORE: ma ... è aggiornato? ... dici ... vedete che ...
INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: aggiornatissimo!
SALVATORE: a dire ... INCOMPRENSIBILE ...
M. ANGELA: si ... si ... pure ... conosceva pure ... TE e PAPA '...
SALVATORE: MARCQ ANGELA ...
M. ANGELA: dove stavamo NOI ... dietro ...
SALVATORE: MARCQ ANGELA ... a dire ... senti ... non facciamo ... domani
che vai cercando ...
M. ANGELA: no, no ... lo sa ... lo sa ... siccome è con i SUOI FIGLI che vuole
stare ... quindi ...
SALVA TORE: punto, basta ...
M. ANGELA: ... anzi ... vuole subito le chiavi ... che se lo deve andare a
sistemare ... ora! ... e gli ha detto ... SERGIO (indica se stessa, ndr) ... prima dammi
una parte ... prima mi dai una parte ... dice ... ed IO ti do le chiavi!
SALVATORE: ma ... non si deve regolarizzare, MAIUA ANGELA?
M. ANGELA: gli ha detto ...p rima fammi ... una carta (mirna uno scritto, ndr)
... dice ... si ... certo! ... e nel mentre ... dice ... camminano (vanno avanti, ndr) ... le altre
... le altre ... ista ... gli altri ... gli altri fogli ...
11) Le acuuisizioni del 05/07/200 7.
t
I1 05/07/2007, DI TRAPANI Maria Angela partecipava al colloquio carcerario
mensilmente concesso al marito detenuto; in tale contesto parlava del mancato invito di
ARIOLO Sergio al matrimonio della nipote RIMI Giovanna, nata a Alcamo (TP) il
09/07/1982, figlia di DI TRAPANI Giuseppina. In tal senso, riferendo della propria
presa di posizione in favore dello stesso ARIOLO, Maria Angela parlava pure di
quanto fosse stato indispensabile l'intervento dell'uomo per la positiva conclusione della
-, " w?**L"",78.8.'CC*,

compravendita relativa villa al mare. [ & @ ~ & ~ @ & + ~ )


[...l
M. ANGELA: Infatti a mia madre e a GIUSY gliel'ho detto... Decidete come
volete decidere... io decido per come mi sento di decidere... però sap~iateche quello
che sta facendo (abbassa il tono della voce, ndr) ha fatto ve... non è che è stato per
...
me... è stato per voi! A parte andare dalla ZIA LILIANA incomprensibile. ancora ..
8 ...
è in... (con la gestualità, lascia intendere: in evoluzione, ndr.) già è fatta però ora
deve dare i (con la gestualità delle mani, mima il gesto usualmente utilizzato per
indicare: i soldi, il denaro, ndr.). E si devono uscire tutti i documenti.. perchè c'è una
fila stralunga... non è. non è che sono io... sta parlando con avvocati, con cose... per
..
fare. perchè è tutto imbrodiato... 'sta cosa.
[...l

12) Le acauisizìoni del 214 7D007.


I1 21/07/2007, nel corso del colloquio carcerario concesso a DI TRAPANI
Nicolò, si ottenevano ulteriori acquisizioni in merito alla villa e, a tal proposito, veniva
fatto nuovamente riferimento alla ZIA LILIANA ed ai termini contrattati con gli
acquirenti. I1 contenuto della conversazione chiariva, inoltre, come l'immobile fosse
~..., A

stato, in passato, colpito da provvedimenti del Tribunale.

M. ANGELA: NICO' vedi che ZIA LILIANA... se ne parla. a finire tutta la ..


co... verso... nel duemilaotto! Gli ho detto... infatti SERGIO fa... dice... pure che ci da...
dice... tre (con le mani indica il numero tre, ndr.) al mese... dice... lo andiamo
metten...(39:05) Le ho detto: MAMMA, questa volta, questi... poi... pure che stiamo
morendo... si devono... tutti... fermi devono stare! Perchè non si può mai sapere... mi
capisci?
NICOLO ': Certo!
[...l
NICOLO ': lì al mare nella villa non ci andate più? ...
M. ANGELA: nca... C 'è lui! ...
NICOLO': l'avete levata ...
M. ANGELA: annuisce ...
NICOLO ': ... ...
eh buono almeno l'avete levata da mezzo ai piedi ...
M. ANGELA: ...incomprensibile...
NICOLO': gli hanno fatto tutte cose, passaggio e tutto? ...
I
M. ANGELA: ancora no ...
see va bè ma che ... ...
allora niente hai capito
guando ti parlo ...
NICOLO ': umh ...
M. ANGELA: nel 2008 se ne parla ...
NICOLO ': ah! ...
M. ANGELA: 2009, no 2008 2009 ... ...
NICOLO ': umh...
...
M. ANGELA: per ora oani mese .incomprensibile.. .. .
NICOLO ': ...
ah quando finisce completamente di . ..
.
M. ANGELA: no, i documenti .. c'è un macello .. quello che ci vuole, tu .
non hai idea ... ...
per le nostre cose incomprensibile perciò ... ...
NICOLO ': .. ...
umh . Iì la ZLA LIL i documenti ci sono i documenti?
M. ANGELA: non c'è niente! ...
NICOLO ': eh ... come si fa? ...
M. ANGELA: ah ...tramite ...
si deve andare a cercare fare e dire ...
ci ...
...
sono quelli del Tribunale che li hanno lasciato quindi ora si deve vedere ti pare ...
49 che è facile ...
NICOLO ': ...incomprensibile...
M. ANGELA: infatti ...
QUELLO ci ha detto solo un folle ha potuto fare...
.
infatti dice non facciamolo andare.. accontentiamoci del poco.. .
NICOLO ': eh ... settecento fpronunziato sottovoce,ndr) ...
M. ANGELA: (annuisce con la testa a dare conferma,ndr) ... vedi che però c'è
... io te lo dico per saperlo ... la parte della striscia del terreno quella che scende nel
garage, appartiene
- - - (con la mano indica se stessa,ndr) ... te lo dico ... non per ... non mi
fraintendere ... appartiene a me (con la mano indica se stessa,ndr) ... quello che fa
parte della ... nella mia ... da SALVO (inteso suo marito UADONIA salvatore,ndr) ...
NZCOLO ': che cosa? ...
M. ANGELA: la striscia ...
NICOLO ': quale striscia? ...
M. ANGELA: quella che va a$nire sotto il garage, dove c'è la dependance ... .
da questa parte non dal1'altra ... non c 'è la dependance NICO? ...
[...l
a M. ANGELA: eh ... li PAPA' gli fece una bella dependance grande lunga ...
che dici che c 'è andato! ... una dependance lunga, tutta di davanti con gazebo e tutte le
piante .... Questa striscia grande faceva parte della (con la mano indica se stessa ,ndr)
dov 'è ... SALVO gliel'ha dato ... MIO MARITO ... perché entravamo tutti e due ed
andavamo sotto allo scantinato hai capito? ...
NICOLO ': umh ... non me lo ricordo ...
[...l

Nell'ambito dello stesso colloquio si potevano tra l'altro acquisire pure ulteriori
elementi significativi e qualificanti in ordine al decisivo intervento di ARIOLO Sergio
nella transazione immobiliare; DI TRAPANI Maria Angela riferiva infatti di avere
ricevuto un primo acconto del prezzo pattuito [eh... ora ci ha dato... una cosa... un
poco...], aggiungendo che il tramite con l'acquirente per l'invio del danaro era stato

$&-
proprio lo stesso ARIOLO.

988
[--.l
M. ANGELA: ...
Lo sai che mi ha detto l'altro giorno per il fatto ora... della
...
ZIA LILIANA eh... ora ci ha dato... (con la mimica delle mani, lascia intendere:
soldi, denaro) una cosa... un poco... (...) Ieri, siccome OUELLO ha visto a SERGIO
gli fa... dice: tieni che...

13) Le acqukizioni del 02/08/2007.


I1 02/08/2007, infine, DI TRAPANI Maria Angela informava anche il marito
della positiva conclusione della compravendita, dei termini concordati e dei pagamenti
dilazionati che sarebbero durati fino a tutto il 2009. i@%
Tutti gli elementi sopra riportati avevano in sintesi ripercorso alcuni temi
conduttori principali quali: la evidente disponibilità del bene per i figli e la moglie di DI
TRAPANI Francesco; una riconducibilità dell'irnrnobile a CARLINI Liliana; la
fattiva partecipazione di ARIOLO Sergio alle vicende relative alla sistemazione e,
successivamente, alla vendita della stessa villa.
I1 quadro informativo, così già sufficientemente completo per una esatta
individuazione dell'immobile, poteva essere pure corroborato dalle risultanze di un
servizio di osservazione e pedinamento, teso a monitorare i percorsi dinamici
dell'indagata DI TRAPANI Maria Angela. in data 31/05/2006, infatti, militari
appartenenti a questa Sezione Anticrimine, registravano la presenza della Citroen CI,
targata DA688LM, in uso alla donna, all'intemo di un complesso residenziale, insistente
in via Agave, a Villagrazia di Carini.
La relazione di servizio dei militari operanti, tra l'altro, annotava:
La villa si raggiunge percorrendo: la via Piraineto con direzione di marcia Cinisi -
Palermo; la via Costa Verde per circa 200 mt.; il viale Delle Petunie per circa 100 mt.; il
viale Agave. Si precisa che all'ingresso di quest'ultima via vi è posto un cancello
elettrico di colore grigio. Alla villa, che è circondata da un alto muro di cinta, si accede
dall' l l ingresso a sx. di viale Agave.
O

Alla luce di tutte le risultanze fin qui evidenziate, la villa al mare è stata
agevolmente individuata nell'immobile catastato al N.C.E.U. di Carini - foglio 2 -
particella 1752, sub 1 - 2 - 3 e 4, allibrata alla partita 15244 in testa a BELLANCA
Carmela, nata a Palermo il 06/09/1920, già sequestrato, su proposta del Procuratore
della Repubblica di Palermo del 15/07/1992, a DI TRAPANI Salvatore, nato a
Palermo il 03/05/1945, mafioso, deceduto. L'immobile era stato in seguito
dissequestrato e restituito agli eredi del DI TRAPANI, il 1 1/03/1996, dopo la pronuncia
t
di non luogo a M.P. da parte della Corte d'Appello, a seguito al decesso del proposto,
prima della conclusione del procedimento e, quindi, della definitività del decreto di
confisca. (&LEGATO Y49)
Con prowedimento del 1994, che come detto aveva disposto la confisca anche del
bene oggetto'della presente trattazione (poi, peraltro restituito), il Tribunale di Palermo
sezione M.P., pronunciandosi su alcune proposte per l'applicazione di misure personali e
patrimoniali a carico di MADONIA Salvatore e DI TRAPANI Salvatore individuava,
tra l'altro tre lotti di terreno, tutti intestati alla citata BELLANCA Carmela, facenti
-
parte del foglio 2 del comune di Carini (PA) - particelle 4A e 4B estratto di mappa
del Comune di Carini (particelle ricavate dal frazionamento della più estesa

@ particella nr. 4 di mq. 18000):


[...lH Sulla particella 4A insiste un primo lotto di terreno recintato, della
superficie di mq. 996.46, non edificato e confinante a nord con la particella 1370.
Sempre sulla particella 4A ricade un secondo lotto recintato, dell'estensione di mq.
1194.85, su cui è stata realizzata una villa composta da un piano seminterrato e da
u piano fuoriterra. Nella medesima particella si rinviene, inoltre, un terzo lotto
parimenti recintato, di mq 2134.93, confmante a nord con la particella 1114 e su
cui ricade una villa costituita da due corpi intercomunicanti. Ouest'ultimo lotto è
stato di fatto accorpato alla particella 4 ~ ' cui
s ~insiste la predetta villa. La metà
della sede stradale di via Agave risulta ricompresa catastalmente nel terreno come sopra
individuato. Ciascun lotto ha apertura sulla strada; il secondo ed il terzo sono divisi fra

8 loro da una recinzione in ferro interrotta da tre cancelletti Al centro del terzo lotto sono
stati realizzati un gazebo con travi i legno ed una piscina. [...l
In sintesi, il prowedimento del Tribunale aveva disposto la confisca del predetto
complesso immobiliare, giudicando:
- la villa del secondo lotto come nella piena disponibilità di MADONIA
Salvatore, che si era occupato in prima persona della sua costruzione, seguendone e
pagandone i lavori. Tale villa è stata quindi confiscata
- la viila del terzo lotto (quella con piscina e gazebo) come di proprietà di DI
TRAPANI Salvatore, che l'aveva indicata come residenza estiva della propria famiglia.
Tale viila, dapprima confiscata, è stata, come detto, restituita agli eredi di DI
TRAPANI Salvatore, in seguito alla morte di quest'ultimo, prima della definizione del
procedimento.
In quest'ultimo immobile, nel quale è stato peraltro arrestato, da latitante,
MADONIA Salvatore, in data 1311211991, deve essere quindi individuata la villa al
mare di cui hanno ripetutamente parlato i componenti della famiglia MADONIAIDI
TRAPANI.
L'indicazione, più volte fatta dagli indagati, in riferimento alla ZIA LILIANA,
trovava infatti giustificazione nella formale riconducibilità del bene a CARLINI
Liliana, moglie di DI TRAPANI Salvatore, (a nome della donna, peraltro, erano state
prodotte, in data 13/03/1987, richieste di concessione in sanatoria al Comune di Carini,
per entrambe le ville) evenienza, questa, del tutto sconfessata dagli elementi ottenuti
nell'ambito della odierna attività investigativa, che aveva permesso di registrare, dalla
diretta voce degli interessati, come la proprietà dell'immobile fosse da ricercarsi nel
nucleo familiare di DI TRAPANI Francesco, come per altro confessato dal mafioso
MADONIA Salvatore [...MariaAnael a... quelle sono cose di tuo padre!...].
D'altro canto, gli sviluppi della vicenda relativa alla alienazione della suddetta
villa avevano fornito riscontri incontrovertibili a tale assunto, intanto perchè la trattativa
era stata condotta in prima persona da DI TRAPANI Maria Angela, con l'ausilio di
ARIOLO Sergio, poi perchè il ricavato della compravendita era giunto proprio a
SGROI Rosa, moglie di Ciccio DI TRAPANI. [mi ha detto ... dice ... signora ... dice
... I O... la prima parte ve la posso dare ... (...) dice ... I O... poi... opni mese ... cinque
... (indica il numero cinque, ndr) ... ve li do ... (utilizza la mimica per indicare
- nel tempo, ndr) ... MAMMA fa ... dice ... quando devo morire ... dice ...
continuità
quando me li prendo?!]" F
Su questa rassegna dei fatti il GIP di Palermo aveva già argomentato in sede cautelare:

Fatte queste premesse di carattere generale in merito alle fattispecie contestate agli
odierni indagati ed in relazione ai quali si chiede l'emissione nei loro confronti del
titolo custodiale e riportato integralmente il decreto di fermo emesso dal Pubblico
Ministero con l'indicazione specifica ed analitica di tutte le fonti di prova sulle
quali si fondano le contestazioni nei confronti degli odierni indagati, il passo
successivo attiene proprio all'analisi delle loro specifiche posizioni ed alla
valutazione del materiale probatorio raccolto nei loro confronti nel corso delle
indagini.
Nel compiere tale analisi ritiene il decidente che sia opportuno iniziare dalle
posizioni relative a quegli indagati che si trovano tuttora in stato di fermo
convalidato nei loro confronti entro il termine di 48 ore dalla richiesta del Pubblico
Ministero con ordinanza emessa da questo Giudice in data 28.11.2008, proprio per
la necessità di porre tempestivamente rimedio ad una situazione di privazione della
libertà personale adottata appunto sulla base di un prowedimento di fermo del
Pubblico Ministero che, benché convalidato dal GIP per la sussistenza dei suoi
presupposti, deve tuttavia necessariamente essere seguito nel più breve tempo
possibile da un prowedimento che valuti la sussistenza o meno dei presupposti per
il mantenimento dello stato di privazione della libertà personale.
Dopodiché, con separata ordinanza, si passerà all'analisi delle posizioni di coloro
nei cui confronti è stata presentata una richiesta di emissione di titolo custodiale,
senza che, tuttavia, essa sia stata preceduta da un prowedimento di fermo,
trattandosi di soggetti già in stato di privazione della libertà personale sulla base di
un diverso titolo custodiale, nella specie costituito da una sentenza di condanna
emessa dall9Autorit8Giudiziaria e divenuta irrevocabile. Soggetti nei confronti dei
quali non sussistono le medesime ragioni di urgenza tanto più che nessuno di essi
risulta essere in procinto di scarcerazione, mentre viceversa alcuni indagati
risultano addirittura gravati da condanne all'ergastolo (Madonia Antonino e Di
Trapani Nicolò).
2 - Ancora preliminare alla valutazione delle singole posizioni degli indagati in stato di
fermo, è poi l'effettuazione di alcune brevi considerazioni di carattere generale in
(B merito alle fattispecie di reato in contestazione.
Iniziando dalla fattispecie di reato dellyassociazione di tipo mafioso di cui
all'artAl6bis C.P. contestata ai capi 1) e 2) della richiesta di convalida e di
applicazione della misura cautelare, si osserva che la condotta di partecipazione
nell'associazione mafiosa è configurabile ogni qualvolta un soggetto si impegna a
prestare un contributo alla vita del sodalizio criminoso, awalendosi, o sapendo di
potersi awalere, della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle
condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano per realizzare i fini
previsti dall'associazione stessa.
Tale condotta partecipativa, a sua volta, può assumere le forme e le modalità più
disparate, purché si traduca in un contributo concreto, significativo ed
apprezzabile allyesistenzae, conseguentemente, a1 rafforzamento de~~associazione,
a prescindere da una necessaria condivisione di carattere psicologico del
programma criminoso da essa perseguito. Detto contributo può anche essere
costituito dalla dichiarata adesione all'associazione da parte del singolo, il quale
presti la sua disponibiiità ad agire come uomo d'onore, al perseguimento dei fini
anzidetti di mantenimento in vita e rafforzamento dell'associazione (vedi in tal
senso Cass. Sez. I1 del 21.12.2004 nr.2350, imp. Papalia ed altri).
Spesso poi la prova dell'awenuta partecipazione in maniera costante e sistematica
ai vari episodi costituenti i delitti scopo attraverso i quali l'associazione persegue il
proprio programma criminoso destinato al suo rafforzamento, come i reati
estorsivi e quelli concernenti il traffico di sostanze stupefacenti, nonché il "modus
operandi" di realizzazione dei medesimi, costituisce senza alcun dubbio la
manifestazione in concreto dell'operatività ' dell'associazione medesima e,
conseguentemente, un indice rivelatore dell'appartenenza del soggetto al sodalizio
criminoso (vedi in tal senso Cass. Sez. Unite del 28.03.2001 nr.10, imp. Cinalli ed
altri).
Proprio in ordine a quest'ultimo aspetto non si è mancato di sostenere in più
occasioni che può considerarsi elemento sufficiente a dimostrare l'appartenenza
all'organizzazione mafiosa il costante collegamento ed i continui rapporti con
alcuni esponenti di vertice dell'organizzazione stessa, specialmente se trattasi di
persone in stato di latitanza. Rapporti che, in questo caso, possono concretizzarsi
nella messa a disposizione della propria opera al fine di assicurare il mantenimento
dello stato di latitanza di tali soggetti.
Tali relazioni, infatti, denotano l'esistenza di una continuativa e stabile
disponibilità ad operare nell'interesse dell'associazione, di cui si conoscono i fini,
andando ad integrare gli estremi di una vera e propria condotta di partecipazione
all'associazione.
Quanto all'elemento psicologico che deve sorreggere la condotta del partecipe, esso
si traduce nella coscienza e volontà di far parte dell'associazione e di contribuire
alla realizzazione degli scopi della stessa, attraverso l'impiego del cd. "metodo
mafioso".
Quanto alla fattispecie di reato concernente il trasferimento fraudolento di beni di
provenienza illecita di cui all'art.12quinquies della legge n0356/1992 (nella specie
aggravata ai sensi dell'art. 7 del d.1. n0152/1991, si osserva che la "ratio" di tale
disposizione incriminatrice è quella di impedire l'elusione delle disposizioni in
materia di misure di prevenzione patrimoniali e di contrabbaqdand-o owero
l'agevolazione dei delitti di ricettazione, riciclaggio o reimpiego di beni o utilità di
provenienza illecita, colpendo tutte quelle forme apparentemente lecite nella
titolarità o disponibilità di beni in capo a soggetti apparentemente estranei a
contesti criminali, che fungono quindi da prestanomi, a cui ricorrono coloro che
non possono legittimamente assumere la titolarità o disponibilità di detti beni o di
altre utilità, perché destinatari di misure di prevenzione patrimoniali, owero
intendono, con tali forme di attribuzione fittizia a terzi soggetti, agevolare la
commissione dei delitti di cui agli artt. 648,648 bis e 648 ter del Codice Penale.
Invero è stato evidenziato in giurisprudenza che: "I1 delitto di trasferimento
fraudolento di valori è una fattispecie a forma libera che si concretizza
nell'attribuzione fittizia della titolarità o della disponibilità di denaro o altra utilità
realizzata in qualsiasi forma. I1 fatto - reato consiste, quindi, in una situazione di
apparenza giuridica e formale della titolarità o disponibilità del bene, difforme
dalla realtà, e nel realizzare volontariamente tale situazione al fme di eludere
misure di prevenzione patrimoniale o di contrabbando owero al fine di agevolare
la commissione di reati relativi alla circolazione di mezzi economici di illecita
provenienza" (cfr. Cass.pen., sez.II,9.7.2004, n.38733).
Va inoltre precisato che l'impiego dei termini "titolarità" e "disponibilità"
impongono di comprendere nell'ambito della previsione normativa non solo le
situazioni del possessore e del proprietario ma anche tutte quelle nelle quali, pur
non essendo le stesse inquadrabili secondo precisi schemi civilistici, il soggetto
viene a trovarsi in un rapporto di signoria con il bene.
In ogni caso, il termine "attribuzione" -impone di prescindere dalla realizzazione di
trasferimenti in senso tecnico - giuridico, idoneo essendo qualsivoglia meccanismo
che realizzi siffatta "attribuzione", consentendo nel contempo al soggetto agente di
mantenere il proprio effettivo potere sul bene "attribuito" (vedi in tal senso, Cass.
n. 3873312004 e n. 1665193).
Quanto all'elemento soggettivo va dimostrato che il soggetto che ha proceduto
all'attribuzione, o nell'interesse del quale tale attribuzione è stata effettuata, sia
ricorso consapevolmente ai citati meccanismi simulatori al fine di eludere misure
di prevenzione patrimoniale o di contrabbando ovvero al fine di agevolare la
commissione di reati connessi con la circolazione di mezzi economici di illecita
provenienza.
Tale delitto integra, inoltre, una fattispecie a concorso necessario, poiché il soggetto
agente in tanto può realizzare l'attribuzione fittizia di beni, in quanto vi siano terzi
che accettino di acquisirne la titolarità o la disponibilità" (cfr. Cass.pen., sez.VI,
26.2.2004 11.15489).
Infine, costituisce principio ormai consolidato in giurisprudenza, quello secondo
cui il delitto in esame "integra un'ipotesi di reato istantaneo con effetti permanenti
e si consuma nel momento in cui viene realizzata l'attribuzione fittizia, senza che
possa assumere rilevanza il permanere della situazione antigiuridica conseguente
alla condotta criminosa" (cfr. Cass.pen., S.U., 28.2.2001 n.8).
Nel caso di specie è, dunque, emerso che tutti gli indagati attraverso le condotte
rispettivamente poste in essere e nei termini in cui risultano essere loro contestate
nei rispettivi capi di imputazione hanno consentito in maniera del tutto
consapevole, così ciome acclarato senza alcun margine di dubbio dalle
intercettazioni telefoniche ed ambientali, ai capimafia reclusi Madonia Salvatore,
Madonia Antonino e Madonia Giuseppe, di dissimulare gran parte del loro
patrimonio immobiliare.
In talune ipotesi, poi, con particolare riferimento al trasferimento della proprietà e
della successiva gestione deli'esercizio commerciale Bar Sofia sito in Palermo, nei
pressi dell'azienda ospedaliera Viila Sofia (fatto contestato al capo 3) della
richiesta di convalida del fermo), si osserva che tali "manovre" non hanno rivestito
soltanto carattere statico, cristallizzandosi cioè nelle mere operazioni di fittizia
intestazione, ma hanno contribuito, in termini di fattiva attività, a creare e
realizzare le condizioni ottimali per imprimere a quei beni il valore aggiunto della
redditività, aumentandone da un lato, il valore intrinseco e, dall'altro lato,
consentendo la produzione di utili e guadagni attraverso la gestione del bar.
Tale innegabile dato fattuale attesta, tra gli altri, la sussistenza della contestata
aggravante di cui all'art. 7 del d.1. n0152/1991, consistita nel fatto di avere,
implementandone anche il potere economico finanziario, agevolato l'associazione
mafiosa, e per essa il suo rappresentante di vertice Madonia Salvatore, awalendosi
delle condizioni di cui all'art. 416 bis C.P.; condizioni che, con riferimento alia fitta
trama di conoscenze e rapporti personali di indubbia connotazione criminale,
agevolavano le operazioni commerciali di interesse poste in essere dal coniuge DI
TRAPANI Maria Angela.
l
Ciò premesso, sussistono, senza alcun dubbio, gravi indizi di colpevolezza nei
confronti degli indagati DI TRAPANI Maria Angela, MADONIA Aldo, DI
TRAPANI Michele, LO VERDE Massimiliano e SGADARI Vincenzo in relazione
alle fattispecie di reato loro contestate dal Pubblico Ministero e per le quali è
prevista una pena superiore nel massimo a quattro anni di reclusione.

Iniziando dall'analisi dei gravi indizi di colpevolezza in ordine alla posizione


dell'indagata DI TRAPANI Maria Angela, si osserva che le ipotesi di reato alla
medesima contestate emergono in maniera inequivocabile, senza che sotto questo
aspetto possano evidenziarsi dubbi di qualsiasi genere, dal considerevole materiale
acquisito a suo carico nel corso delle indagini preliminari dai Carabinieri del
R.O.S. di Palermo costituito in prevalenza dalle risultanze delle attività di
intercettazione telefonica sulle utenze fisse e mobile a lei in uso e, soprattutto,
ambientale disposte all'intemo delle sale colloqui delle case circondariali ove si
trovano tuttora reclusi il coniuge Madonia Salvatore ed i fratelli di quest'ultimo
Madonia Antonino e Madonia Giuseppe, soggetti tutti stabilmente inseriti da anni
nel sodalizio mafioso con posizioni di vertice nella reggenza del mandamento di
Resuttana (storicamente considerato uno dei più importanti di Palermo),
unitamente al fratello Di Trapani Nicolò anch'egli tuttora recluso ed in passato al
vertice del mandamento mafioso sopra menzionato, nonché condannati con
sentenze divenute irrevocabili proprio per la fattispecie di associazione di tipo
mafioso di cui all'art. 416bis C.P. in taluni casi alla pena dell'ergastolo, stante la
loro accertata partecipazione ad azioni omicidiarie tutte commesse nell'interesse
della famiglia mafiosa.
Dall'analisi delle sopra menzionate attività di intercettazione telefonica ed
ambientale, nella specie indicate in maniera completa ed esaustiva dal Pubblico
Ministero nella sua richiesta di convalida del fermo sopra riportata nella stesura
della presente ordinanza ed alla quale ci si riporta ora integralmente, è emerso in
maniera inequivocabile che la donna attraverso i colloqui periodicamente effettuati
con i sopra menzionati capimafia presso le diverse case circondariali ove si trovano
tuttora reclusi (per un numero complessivo di 51 colloqui carcerari con detti
congiunti nell'arco temporale di 26 mesi), veniva da questi ultimi utilizzata per
riferire le informazioni appresi dagli associati in libertà in ordine alla gestione del
mandamento di Resuttana ed al conseguente compimento delle attività illecite da
effettuarsi nell'interesse del sodalizio criminoso e, conseguentemente, per ricevere
dai Madonia gli ordini e le direttive che la Di Trapani stessa aveva poi il
compimento di veicolare sul territorio e far pervenire ai destinatari membri della
famiglia mafiosa, in questo modo consentendo ai capimafia di continuare a
comandare sul mandamento di Resuttana e di gestire gli affari iiieciti deiia
famiglia mafiosa, nonostante si trovassero in carcere da anni e nonostante gli stessi,
in particolar modo Madonia Salvatore e Madonia Antonino, fossero da tempo
sottoposti alle restrizioni carcerarie di cui al19art.41bisO.P. previste dal legislatore
per coloro che abbiano subito condanne o comunque si trovino in stato di
detenzione perché accusati dei reati di associazione di tipo mafioso o commessi al
fine di agevolare l'attività di dette associazioni.
Le considerazioni appena effettuate trovano una conferma sostanziale proprio
nell'analisi specifica delle singole conversazioni ambientali intercettate presso le
sale colloqui delle diverse case circondariali, dalle quali si ricava che i conversanti
attraverso l'impiego di linguaggio criptico ed allusivo finalizzato ad impedire a
terzi di comprendere il significato di dette considerazioni si scambiavano messaggi,
informazioni, finalizzate alla gestione del mandamento, ai rapporti con i diversi
soggetti posti alla reggenza del mandamento stesso e che si sono succeduti nel corso
degli anni, alla ricezione del denaro destinato al finanziamento ed al
sovvenzionamento delle famiglie di mafiosi reclusi, all'arnrninistrazione del
cospicuo patrimonio immobiliare facente capo ai Madonia.
Tale linguaggio, in particolare, cosi come emerso dalle analisi effettuate dai
Carabinieri attraverso l'ausilio delle immagini di detti colloqui riprese senza che i
conversanti ne fossero a conoscenza, si traduceva nel fare riferimento ai diversi
soggetti affilati a Cosa Nostra cui la Di Trapani doveva poi comunicare le
informazioni ricevute dai Madonia attraverso l'impiego di "soprannomi",
"nomignoli", "pseudonimi", nonché soprattutto nomi femminili quasi sempre
riferentisi al coniuge delle persone di cui si stava parlando (ad es. "zia Lina" per
indicare Di Trapani Diego; "zia Sara" per indicare Di Trapani Michele; "Carmela
owero Rosy, owero Santina" per indicare il capomafia all'epoca reggente il
mandamento di Resuttana, Genova Salvatore; "Cowo, owero C o m a , owero
Gnè Gnè, owero Capelii Lisci" per indicare l'imprenditore Graziano Vincenzo,
soggetto vicino a Genova Salvatore e tratto in arresto per associazione di tipo
mafioso nell'ambito dell'indagine Addiopizzo; "Maria owero Massimo" per
indicare Lo Verde Massimiliano; e cosi via, nomi comunque tutti precedentemente
indicati nel corpo della presente ordinanza), oppure nell'utilizzo da parte dei
conversanti della mimica facciale, sempre al frne di impedire di comprendere il
contenuto di dette comunicazioni.
Gli elementi emersi da tali conversazioni effettuate all'intemo delle case
circondariali hanno trovato, proprio con riferimento alla persona dell'odierna
indagata Di Trapani Maria Angela, una significativa conferma nelle risultanze
delle intercettazioni telefoniche in cui si dà atto di incontri effettuati dalla donna
con soggetti affiliati al sodalizio mafioso e spesso legati da vincoli di parentela nel
senso che facevano parte delle medesime famiglie Madonia e Di Trapani (come più
volte affermato da sempre al vertice del mandamento di Resuttana con penetranti
e significativi interessi di natura economica in detto territorio), in alcuni casi
effettuati dalla donna nei giomi immediatamente antecedenti o susseguenti i sopra
menzionati colloqui, legati allo scambio di informazioni tra questi ultimi ed i
capimafia reclusi.
Conversazioni dalle quali emerge, altresì, la posizione di assoluta autorevolezza
assunta dalla Di Trapani all'interno del mandamento, anche probabilmente per il
fatto di essere la moglie di Madonia Salvatore, al punto tale da tenere testa i
destinatari di dette informazioni nel darvi esecuzione, anche nell'ipotesi in cui si
dovesse trattare delle persone poste alla reggenza del mandamento stesso, come ad
esempio Genova Salvatore o prima ancora Bonanno Giovanni (fmo al momento
della sua eliminazione fisica awenuta nel gennaio del 2006 per volontà di Lo
Piccolo Salvatore e con l'assenso di Madonia Antonino, in quanto ritenuto
incapace a reggere le sorti del mandamento di Resuttana) e Di Trapani Diego,
anch'egli frno al momento della sua estromissione.
Non solo; sempre le sopra menzionate attività di intercettazione telefonica ed
ambientale, in quest'ultimo caso costituite dalle conversazioni tra presenti
registrate all'intemo dell'autovettura Citroen C1 a lei in uso hanno evidenziato
persino dei rapporti con l'allora capomafia Lo Piccolo Salvatore. Rapporti
estrinsecatisi, nella specie in una richiesta diretta al Lo Piccolo, all'epoca in stato di
latitanza, di un prestito di € 80.000,00 alla quale il capomafia non ha dato seguito,
ma che ha comunque permesso di evidenziare l'esistenza di collegamenti tra
quest'ultimo e la Di Trapani, tradottisi nell'invio di un "pizzino" poi giunto
all'indagata in data 16.03.2007 attraverso l'affiliato a Cosa Nostra Di Pace
~rancesco(anch'egli tuttora recluso dopo essere stato arrestato nell'ambito di
un'altra indagine sempre per reati di mafia) e da quest'ultimo attraverso Di
Trapani Giuseppina e la madre Sgroi Rosa.
Dalle stesse attività di intercettazione si evince poi che la Di Trapani Maria Angela
aveva letto, mentre si trovava all'intemo della sua autovettura detto cbpizzino"nel
suo contenuto alla presenza di Lo Verde Massimiliano, per poi commentare nel
corso di un successivo colloquio intrattenuto con il coniuge Madonia Salvatore
presso la casa circondariale del19Aquila, la risposta negativa del capomafia Lo
Piccolo Salvatore in merito alla richiesta del prestito di 80.000,OO euro.
Sempre in merito alla posizione di c'autorevolezza" assunta dalla Di Trapani Maria
Angela all'intemo del mandamento mafioso di c'Resuttana" vi sono poi le
conversazioni che testimoniano i rapporti che la donna intratteneva con l'associato
mafioso Cinà Antonino, aventi ad oggetto la corresponsione da parte di
quest'ultimo di somme di denaro spettanti ai familiari dei detenuti per reati di
mafia e destinati al sowenzionamento delle famiglie stesse.
Trattasi, quest'ultima, di una delle attività maggiormente diffuse all'interno di
Cosa Nostra, ed ulteriormente emblematica dell'inserimento della donna nella
famiglia mafiosa, non solo in qualità di coniuge di un capomafia, quale deve
considerarsi Madonia Salvatore, ma addirittura in proprio al punto tale da
organizzare incontri ed appuntamenti con il Cinà stesso per la ricezione di somme
di denaro destinate poi ai familiari reclusi.
Elementi ulteriormente indicativi del ruolo assunto dalla Di Trapani Maria Angela
ed anch'essi emergenti dalle conversazioni intercettate attengono ai rapporti tra
quest'ultima ed il reggente il mandamento di Resuttana, Genova Salvatore,
anch'essi finalizzati alla ricezione delle somme di denaro destinate al
mantenimento dei familiari mafiosi in carcere e che il reggente il mandamento
stesso elargiva periodicamente all'interessata, definendoli espressamente, così
come si evince dalle conversazioni intercettate, con l'espressione di ccpensierini"
oppure di ccmanopoline", nonché ail'invio, per il tramite del Genova Salvatore
stesso, di messaggi aventi come destinatario finale il capomafia latitante Lo Piccolo
Salvatore.
Inoltre, sempre le più volte citate attività di intercettazione telefonica ed
ambientale facevano emergere a carico della Di Trapani Maria Angela ulteriori
contatti della donna con soggetti affilati a Cosa Nostra, anche se appartenenti ad
altre famiglie, tra cui in particolare, quella dell'Acquasanta.
Trattasi in particolare, degli acclarati contatti con tale Graziano Vincenzo, da anni
collegato insieme al suo nucleo familiare alle famiglie mafiose di Borgo Vecchio ed
Acquasanta di Palermo ed in stretti rapporti con l'allora reggente il mandamento
di Resuttana Genova Salvatore, il quale era solito apprezzare, unitamente ai
Madonia reclusi, così come emerso dalle attività investigative, le sue capacità
"manageriali", sia nel relazionarsi con i reggenti di tumo del mandamento stesso,
sia con soggetti posti al vertice delle altre famiglie mafiose palermitane, sia ancora
nel reperire fondi e finanziamenti da destinare al sowenzionamento delle famiglie
dei mafiosi.
Proprio in relazione a quest'ultimo sono stati rilevati nel corso delle attività
investigative una serie di incontri tra il Graziano Vincenzo e la Di Trapani Maria
Angela, spesso awenuti attraverso l'intermediazione dell'indagato Lo Verde
Massimiliano, finalizzati alla consegna in capo alla Di Trapani stessa di dette
somme di denaro destinate al mantenimento dei familiari in carcere e
verosimilmente promananti dal reggente il mandamento Genova Salvatore,
strettamente legato, come detto pocanzi, al Graziano Vincenzo.
Infine, ad ulteriore dimostrazione del ruolo preminente assunto dalla Di Trapani
all'interno del mandamento di Resuttana vi sono i numerosi ed acclarati contatti
tra la stessa e soggetti posti al vertice di altre famiglie mafiose di Palermo, tra cui
in particolare, Fontana Stefano ed il figlio Fontana Gaetano, entrambi della
famiglia dell'Acquasanta.
Anche in questo caso le attività di intercettazione telefonica ed ambientale danno
atto di tutta una serie di incontri tra la Di Trapani e detti soggetti in cui la donna
era solita agire in posizione paritaria, senza alcun rapporto di sottomissione nei
loro confronti, al punto tale da farsi portatrice delle richieste e delle lamentale di
soggetti che pagavano il "pizzo" a Cosa Nostra e, nella specie, ai Fontana per il
fatto di operare con la propria attività all'interno del territorio dell'Acquasanta da
questi controllato, o ancora vittime di rapine operate all'interno del territorio
controllato dai Fontana, nonostante avessero dovuto ricevere la protezione da
parte di questi ultimi. Incontri dei quali la donna stessa dava piena contezza al
coniuge Madonia Salvatore (vedi in tal senso, l'estorsione compiuta ai danni di tale
Ariolo Sergio o ancora la rapina compiuta nell'aprile del 2007 ai danni
dell'esercizio commerciale L6Casagiò"di Guastella Maria, madre di Lo Verde
Massimiliano).
In altri termini, i sopra esposti elementi di indagine emersi soprattutto dalle
risultanze delle attività di intercettazione evidenziano a carico dell'indagata Di
Trapani Maria Angela, non già l'esistenza di singoli e sporadici contributi al
mantenimento ed al rafforzamento del sodalizio criminoso, ma una vera e propria
attività di carattere costante e duraturo posta in essere nell'interesse del sodalizio
criminoso stesso, tipica di coloro che risultano essere stabilmente inseriti e che
godono per tale motivo della massima fiducia e stima degli organi di vertice; stima
che, nel caso di specie, era ulteriormente comprovata dal rapporto stretto di
coniugi0 e di parentela della donna stessa rispettivamente con Madonia Salvatore e
con i fratelli
-, .*. Madonia Antonino e Madonia Giuseppe che come emerso dalle
intercettazioni si awalevano di lei per veicolare informazioni sul territorio
destinati agli associati per il perseguimento degli interessi del sodalizio stesso.
In ogni caso, sempre le attività di intercettazione hanno acclarato che il contributo
apportato dalla Di Trapani non si è limitato semplicemente nel veicolare le
informazioni promananti dai capimafia reclusi, ma si è estrinsecato in vero e
proprio ruolo direttamente svolto dalla stessa all'interno del mandamento e fatto
di incontri sia con affiliati della famiglia che con i reggenti il mandamento ai quali
prendeva parte in posizione tuttaltro che subalterna, sia nell'ipotesi in cui doveva
farsi da mera portavoce della volontà dei Madonia (quale trait d'union tra il
circuito carcerario e gli associati mafiosi in libertà), sia nell'ipotesi in cui doveva
esprimere in detti incontri le proprie richieste autonome delle quali poi dava atto al
coniuge Madonia Salvatore.
Ne consegue che i sopra esposti elementi, complessivamente valutati, consentono di
rawisare a suo carico ben oltre quel grave quadro indiziario richiesto ai fini
dell'applicazione della misura cautelare richiesta dal Pubblico Ministero, avuto
riguardo ai sopra esposti principi ravvisati dalla giurisprudenza di legittimità ed in
precedenza esposti in ordine alla condotta di partecipazione all'interno
dell'associazione mafiosa di cui all'art 416bis C.P. rawisata a suo,carico.
Né, allo stato, possono ritenersi sussistenti elementi in grado di controbilanciare la
gravità del quadro indiziario rawisata a suo carico, tanto più che l'indagata,
awalendosi nel corso dell'interrogatorio nell'ambito deil'udienza di convalida del
fermo, della facoltà di non rispondere, non ha consentito a questo Giudice di
apprezzare eventuali elementi a suo favore.
Considerazioni analoghe vanno rawisate anche in merito alle fattispecie di
trasferimento fraudolento di beni di provenienza illecita di cui all'art. 12quinquies
della legge n0356/1992, nelle specie aggravate, per le considerazioni effettuate in
precedenza, dalla circostanza di cui all'art. 7 del d.1. n0152/1991, contestati alla Di
Trapani Maria Angela ai capi 3, 8, 9, 11, 12, 13, 14, 15 e 17 deila richiesta di
convalida del fermo.
Anche in questo caso, dall'analisi delle conversazioni intercettate emerge il
costante interessamento della donna nella gestione del cospicuo patrimonio
immobiliare occulto facente capo alla famiglia Madonia ed in particolare al
coniuge Madonia Salvatore, attraverso il compimento di una serie di operazioni di
trasferimento di detti beni immobili, nella specie costituiti da un esercizio
commerciale sito in Palermo, denominato bar Sofia (capo 3 della richiesta), nonché
da diversi appartamenti ed altri locali commerciali siti in diverse zone di Palermo
(capi 8, 9, 11 e 15) ed infine da terreni (alcuni dei quali provenienti da una
procedura fallimentare riguardante la società SICED S.n.c. di Di Trapani Nicolò,
fratello dell'odierna indagata Di Trapani Maria Angela) siti tutti nel territorio del
Comune di Cinisi e da una villa in Carini, in favore di soggetti, in alcuni casi legati
al medesimo "clan familiare" dei Madonia e dei Di Trapani, in altri casi non legati
da vincoli di parentela ma sempre legati a tali famiglie così come emerso dalle
intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Soggetti che sono risultatati essere tutti all'esito deile indagini dei meri prestanomi,
nel senso che ad essi detti beni venivano intestati soltanto in maniera fittizia,
facendo rimanere inalterato l'interesse dei Madonia su detti beni.
Circostanza, questa, significativa, del fatto che dette intestazioni effettuate a
soggetti omamente incensurati, erano esclusivamente finalizzate ad aggirare la
. -. normativa in materia di misure di prevenzi9n.e patrimoniali e, conseguentemente
impedire eventuali prowedimenti di sequestro e di confisca da parte dellyAutorità
Giudiziana in favore dello Stato, una volta che fosse stata individuata la loro
appartenenza alla famiglia Madonia ed, in particolare, ai capimafia ergastolani
Madonia Salvatore, Madonia Antonino e Madonia Giuseppe.
Sotto questo aspetto, assume rilievo emblematico la vicenda legata
all'appartenenza del bar Sofia con annessa rivendita di tabacchi sito in Palermo
nei pressi dell'azienda ospedaliera "Viila Sofia" ai coniugi Madonia Salvatore e Di
Trapani Maria Angela.
Dall'analisi del contenuto delle intercettazioni ambientali, così come riportate dal
Pubblico Ministero nella propria richiesta di convalida del fermo ed aile quali ci si
richiama integralmente, sono emersi in maniera inequivocabile gli interessamenti
del Madonia Salvatore suile vicende legate a tale esercizio commerciale nonostante
questo fosse intestato a tale Campo Andrea e da quest'ultirno gestito unitamente al
coniuge Di Trapani Amalia, nonché le preoccupazioni del medesimo sul fatto che
tale gestione non andasse nel migliore dei modi, soprattutto per i debiti che stavano
accumulando.
Non solo: detti interessamenti da parte del Madonia Salvatore non erano venuti
meno nemmeno dopo la cessione del locale in favore deilyindagato Lo Verde
Massimiliano (soggetto che godeva della massima fiducia Idei Madonia e
strettamente legato alla Di Trapani Maria Angela, così come emerso dalle
intercettazioni legate alla ricezione da parte di quest'ultimo del "pizzino"
proveniente da Lo Piccolo Salvatore e di cui si è parlato in precedenza) ed il
conseguente apporto di quest'ultimo di capitali finalizzati a ripianare i debiti
accumulati nella precedente gestione.
Anche in questo caso abbiamo, infatti, una serie di conversazioni ambientali
intercettate intercorse tra il Madonia Salvatore e la Di Trapani Maria Angela in
cui il capomafia, tranquillizzatosi per la cessione del bar al Lo Verde Massimiliano,
continua comunque ad informarsi sulle vicende e le sorti di detto locale, con
particolare riferimento agli incassi derivanti dali'attività commerciale da "dividere
in tre", tra cui la stessa Di Trapani Maria Angela.
Analoghe considerazioni vanno affrontate anche in ordine alle vicende legate al
trasferimento fraudolento degli altri immobili siti in Palermo, Cinisi e Carini
spesso avvenuti sulla base di trattative condotte in prima persona dalia Di Trapani
Maria Angela, come nell'ipotesi del trasferimento della proprietà del villino sito in
Carini (capo 17 della richiesta di convalida del fermo), e formalmente intestati,
come detto, a soggetti che godevano della massima fiducia dei Madonia, vuoi
perché legati con i Madonia stessi da vincoli di parentela, vuoi perché in stretti
rapporti di amicizia, come l'indagato Lo Verde Massimiliano, al quale è stata
formalmente intestata non solo, la proprietà del bar Sofia, ma anche quella di un
appartamento e di un box siti in piazzale degli Alpini a Palermo (capo 15 della
richiesta di convalida del fermo) e di un terreno in Cinisi proveniente dal
fallimento della SICED S.n.c. di Di Trapani Nicolò del quale il Lo Verde stesso si è
reso aggiudicatario all'asta giudiziaria, con il benestare del Madonia Salvatore,
così come si evince dalla conversazione intercettata all'indomani della vendita
all'asta intercorsa tra il Madonia ed il coniuge (capo 12 della richiesta di convalida
del fermo): conversazione nel corso della quale quest'ultima manifesta il proprio
gradimento per l'esito dell'intera oprazione e le prospettive di guadagno derivanti
dalla gestione di detto terreno, individuato come "terreno del valore superiore al
miliardo".
Considerazioni analoghe valgono infine per i beni immobili siti in Palermo intestati
a Di Trapani Maria Grazia, Di Trapani Di Trapani Cinzia Vincenza e Di Trapani
Nicola (capo 8 della richiesta di convalida del fermo), per i beni immobili anch'essi
siti in Palermo, intestati a Gesaro Lucia e Catanzaro Michele e Catanzaro Maria
(rispettivamente capi 9 ed 11 della richiesta di convalida del fermo), per i beni
immobili - terreni - in Cinisi intestati a Pizzo Pietro, Palazzo10 Saverio, Sgroi
Vincenzo e Sgroi Rosa (rispettivamente capi 13 e 14 della richiesta di convalida del
fermo).
Suiia base deiie sopra esposte considerazioni risulta, dunque, pienamente
comprovato il ruolo deli'odierna indagata nel trasferimento fraudolento di detti
beni appartenenti alla famiglia Madonia e costituenti il patrimonio occulto di
quest'ultima, al fine di eludere le disposizioni in tema di misure di prevenzione
patrimoniale; circostanza, di cui la donna stessa era ben consapevole così come
emerso dal contenuto delle intercettazioni ambientali intercorse con il coniuge e
con i fratelii Madonia antonino e Madonia Giuseppe.
Ne consegue che deve essere senz'altro essere rawisata a suo carico la sussistenza
dei gravi indizi di colpevolezza in ordine a tutte le ipotesi delittuose concernenti
l'art.12quinquies della legge n0356/1992 alla medesima contestate in imputazione.
La circostanza poi che tali "manovre" non abbiano rivestito soltanto carattere
statico, cristallizzandosi cioè nelle mere operazioni di fittizia testazione, ma
4
abbiano contribuito, in termini di fattiva attività, a creare e realizzare le condizioni
ottimali per imprimere a quei beni il valore aggiunto della redditività,
aumentandone da un lato, il valore intrinseco e, dall'altro lato, consentendo la
produzione di utili e guadagni attraverso la gestione degli immobili, consente di
ritenere rawisata la contestata aggravante di cui all'art. 7 del d.1. n0152/1991,
consistita nel fatto di avere, implementandone anche il potere economico
finanziario, agevolato l'associazione mafiosa, e per essa i suoi rappresentanti di
vertice legati alla famiglia Madonia, awalendosi delle condizioni di cui all'art. 416
bis C.P.; condizioni che, con riferimento alla fitta trama di conoscenze e rapporti
personali di indubbia connotazione criminale, agevolavano le operazioni
commerciali di interesse poste in essere dal coniuge DI TRAPANI Maria Angela.

Passando all'analisi della posizione dell'indagato MADONIA Aldo, come sopra


generalizzato, si osserva che le ipotesi di reato al medesimo contestate emergono
anche nei suoi confronti in maniera inequivocabile dal materiale acquisito nel
corso delle indagini preliminari dai Carabinieri del R.O.S. di Palermo costituito in
prevalenza dalle risultanze delle attività di intercettazione telefonica sulle utenze
fisse e mobile a lui in uso e, soprattutto, ambientale disposte all'interno delle sale
colloqui delle case circondariali ove si trovano tuttora reclusi i frateili maggiori di
età Madonia Salvatore, Madonia Antonino e Madonia Giuseppe, soggetti, come
detto, tutti stabilmente inseriti da anni nel sodalizio mafioso con posizioni di
vertice nella reggenza del mandamento di Resuttana (storicamente considerato uno
dei più importanti di Palermo), nonché condannati con sentenze divenute
irrevocabili proprio per la fattispecie di associazione di tipo mafioso di cui all'art.
416bis C.P. in taluni casi alla pena dell'ergastolo, stante la loro accertata
partecipazione ad azioni ornicidiarie tutte commesse nell'interesse della famiglia
mafiosa.
Dall'analisi delle sopra menzionate attività di intercettazione telefonica ed
ambientale, comprensive di quelle intercorse tra la Di Trapani Maria Angela ed il
coniuge Madonia Salvatore in cui si parla proprio dell'odiemo indagato in
-- - . S . a - maniera esplicita, intercettazioni nella specie. indicate in-maniera completa ed
esaustiva dal Pubblico Ministero nella sua richiesta di convalida del fermo sopra
Q riportata nella stesura della presente ordinanza ed alla quale ci si riporta ora
integralmente, è emerso in maniera inequivocabile che il Madonia era colui che,
all'intemo del mandamento di Resuttana, si occupava in maniera stabile e
continuativa della gestione ed amministrazione del patrimonio della famiglia,
nonché di assumere le decisioni in ordine all'utilizzazione del denaro illecitamente
raccolto nell'interesse della famiglia stessa, promuovendo in tal senso, incontri e
riunioni con i vari soggetti che nel corso degli anni si sono awicendati nella
reggenza del mandamento.
In particolare, nel corso delle attività investigative, è emerso che, benché il
Madonia Aldo non prendesse quasi mai parte agli incontri con i fratelii maggiori di
età reclusi preso le varie case circondariali, era comunque colui che era stato
investito con il benestare dei fratelii stessi Madonia Antonino e Madonia Giuseppe
della gestione del denaro della cassa che dall'indagato veniva poi consegnato aila
madre Gelardi Emanuela.
Tale circostanza è emersa in maniera inequivocabile dalle intercettazioni
ambientali relative alle conversazioni tra il Madonia Salvatore e il coniuge Di
Trapani Maria Angela nel corso delle quali la donna si lamentava con il marito
della gestione del patrimonio familiare da parte del
quest'ultimo una mancanza di correttezza nella gestione di detto patrimonio una
parte del quale doveva spettare anche alla stessa Di Trapani e per il tramite di
quest'ultima al Madonia Salvatore; così come dalle conversazioni intercettate
presso la casa circondariale tra Madonia Antonino e la madre Gelardi Emanuela
in cui il capomafia conversando con la donna in merito all'amministrazione di
determinati beni e cespiti immobiliari fittiziamente intestati ad altri soggetti come
meri prestanome, invitava quest'ultima ad interessare in ogni caso il Madonia
Aldo, perché li gestisse.
Allo stesso modo, la sopra esposta circostanza emergeva in maniera inequivocabile
anche dalle conversazioni ambientali intercettate all'interno della sala colloqui
della casa circondariale di Parma tra la Di Trapani Maria Angela ed il fratello Di
Trapani Nicolò, nel corso delle quali la donna informava il fratello che la gestione
della cassa era stata ormai demandata al Madonia Aldo.
Ad ulteriore conferma del ruolo di vertice assunto dal Madonia stesso all'interno
del mandamento di Resuttana vi sono poi le conversazioni intercorse tra
quest'ultimo ed i fratelli all'interno delle case circondariali ove questi ultimi si
trovavano reclusi che, benché ridotte nel loro numero per la sostanziale ritrosia
-

dell'indagato a partecipare a detti colloqui carcerari, evidenziano comunque la


perfetta conoscenza di quest'ultimo in merito a tutte le vicende legate al
patrimonio immobiliare della famiglia, nonchk dei meccanismi di consegna delle
somme di denaro alle famiglie dei mafiosi in carcere ed alla conseguente natura
della provenienza delle stesse.
Circostanza, quest'ultima, senz'altro sintomatica del fatto che l'uomo è inserito nel
sodalizio mafioso non già come mero partecipe del sodalizio stesso, ma con funzioni
di direzione dello stesso, verosimilmente per effetto dell'investitura ricevuta dai
fratelli maggiori Madonia Antonino e Madonia Giuseppe, al punto tale da essere in
grado di prendere in piena autonomia decisioni su una delle questioni di maggiore
rilevanza all'interno di ogni famiglia mafiosa: quella della gestione e
dell'attribuzione del denaro derivante dalle attività illecite svolte all'interno del
mandamento nell'interesse del sodalizio mafioso, alle famiglie di soggetti
appartenenti a Cosa Nostra tuttora reclusi in carcere, al fine di assicurarne-ia .
mantenimento.
La terminologia criptica utilizzata dal Madonia Aldo nel corso di detti coiìoqui
intercorsi con il Madonia Antonino e con il padre Madonia Francesco, all'epoca
ancora in vita, nel fare riferimento a situazioni o a persone che dovevano versare
soldi alla famiglia quali destinatari deiìe attività estorsive poste in essere
all'interno del mandamento, è ulteriormente indicativa della caratura "mafiosa"
del personaggio e deiìa costante attenzione dal medesimo nel non farsi scoprire in
occasione deiì'espletamento di dette attività, nonché di stare attento a non porsi al
centro deiì'attenzione, cercando sempre di mantenere un ruolo che, pur essendo di
vertice, doveva essere in ogni caso defdato all'interno del mandamento stesso, al
fine di consentirgli l'esercizio della sua attività di farmacista che, nella specie,
costituiva un'ulteriore significativa copertura verso l'esterno delle attività iilecite
svolte nell'interesse deiìa famiglia mafiosa.
Infine, gli accertati rapporti (anch'essi emersi dal contenuto delle attività di
intercettazione) tra l'odierno indagato ed i soggetti posti alla reggenza del
mandamento mafioso di Resuttana, tra cui in particolare, Di Trapani Diego e
successivamente Genova Salvatore e Graziano Vincenzo forniscono un ulteriore
tassello in merito al ruolo del Madonia Aldo all'interno del mandamento, atteso
che detti rapporti si sono concretizzati essenzialmente in incontri alle quali
f
partecipava per essere costantemente informato delle vicende che riguardavano il
mandamento ed, in particolare, come già detto, in merito alla raccolta del denaro
provento delle attività iilecite da destinare poi al mantenimento delle famiglie dei
mafiosi.
Le ultime conversazioni intercettate nei primi mesi del 2008 all'indomani
dell'arresto del reggente il mandamento di Resuttana, Genova Salvatore, avvenuto
nel mese di gennaio del 2008 nell'ambito del procedimento cd. "Addiopizzo"
eliminano, se ancora ci fossero dubbi in tal senso, qualsiasi questione circa
I'acclarato ruolo di vertice dell'odierno indagato all'interno della famiglia mafiosa,
così come si evince, in particolar modo dalle conversazioni intercettate
nell'abitazione della madre Gelardi Emanuela ed intercorse tra il Madonia stesso e
la Di Trapani Maria Angela. Conversazioni nelle quali si alludeva alla inevitabile
necessità che il Madonia assumesse un ruolo ancora più incisivo all'interno del
mandamento stesso a seguito dell'arresto del reggente Genova Salvatore.
Sulla base delle circostanze sopra esposte devono ritenersi, dunque, ravvisati anche
a carico dell'odierno indagato i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di
associazione di tipo mafioso al medesimo contestato in imputazione al capo 1) della
richiesta di convalida del fermo e, quindi, non già quale semplice partecipe
dell'associazione stessa all'interno del mandamento mafioso di Resuttana, ma
quale soggetto di vertice della famiglia che, in quanto tale, da un lato, prowede
all'amministrazione del patrimonio della famiglia, dall'altro lato, prowede a
rapportarsi con gli altri soggetti posti al vertice della famiglia mafiosa per
assumere le sue decisioni in merito alle attività iilecite da compiersi nell'interesse
della famiglia stessa e per prowedere personalmente alla distribuzione dei
proventi derivanti da tali illecite attività alle famiglie degli appartenenti a Cosa
Nostra che hanno parenti reclusi, al fine di assicurare il mantenimento degli stessi.
Tale ultima attività, proprio perché tradizionalmente considerata una delle più
importanti all'interno delle famiglie mafiose per il perseguimento degli obiettivi
illeciti che le stesse si sono prefissati, deve, infatti, essere necessariamente
demandata non già a semplici soggetti facenti parte del sodalizio criminoso, ma a
coloro che stanno al vertice dello stesso.
Ragion per cui appaiono in tal senso condivisibili le considerazioni espresse da
63 parte del Pubblico Ministero circa l'esistenza a carico del Madonia Aldo del grave
quadro indiziario in ordine al reato di associazione di tipo mafioso sotto il
particolare profilo della sussistenza della condotta di direzione del mandamento
stesso.
Allo stesso modo le risultanze delle attività investigative hanno fatto emergere a
suo carico i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di trasferimento
fraudolento di beni di provenienza illecita di cui all'art. 12quinquies della legge
n0356/1992 aggravato ai sensi dell'art. 7 del d.1. n0152/1991, al medesimo
contestato al capo 5 della richiesta di convalida del fermo con riferimento alla
formale intestazione in capo a tali Gelardi Mario e Prestigiacomo Rosa di un
magazzino sito nel territorio del Comune di Palermo e del quale continuava
regolarmente a percepire i proventi mensili derivanti da tale cespite immobiliare.
Elemento, quest'ultimo, significativo del fatto che il Madonia Aldo continuava ad
avere di fatto la disponibilità di detto bene, benché formalmente ceduto alla coppia
Gelardi - Prestigiacomo, anche in questo caso per renderlo ancor di più occulto,
nel senso di sottarlo ad eventuali iniziative dell'Autorità Giudiziaria di sequestro e
confisca mediante l'applicazione della normativa in tema di misure di prevenzione
patrimoniali, una volta che fosse stata scoperta l'effettiva proprietà di detto bene e
la sua riconducibilità alla famiglia Madonia.
Anche con riferimento a detta vicenda, infatti, il contenuto delle conversazioni
intercorse tra la Galardi Emanuela, madre dei Madonia, ed il figlio Madonia
Antoninopresso al casa circondariale ove quest'ultimo si trovava recluso, nonché il
contenuto delle conversazioni telefoniche intercorse tra la Gelardi stessa e la
Prestigiacomo Rosa denotano in maniera inequivocabile la fittizietà di detta
operazione di trasferimento effettuata in favore di quest'ultima ed il fatto che il
bene continuava a rimanere nella -disponibilità della famiglia Madonia e nella
specie amministrato dal Madonia Aldo che continuava a percepire il reddito
mensile di circa € 2.000,OO versato dalla Prestigiacomo e questo nonostante che la
stessa risultasse essere formalmente intestataria del bene.
Sulla base delle sopra esposte considerazioni risulta, dunque, pienamente
comprovato il ruolo dell'odierno indagato nel continuare a percepire un reddito
derivante da un bene formalmente intestato ad un soggetto terzo, astrattamente
non rioconducibile alla famiglia Madonia, e quindi nel fatto che della sua
consapevolezza della fittizietà dell'operazione di intestazione del fabbricato in capo
alla Prestigiacomo Rosa; operazione avente il solo fine di eludere le disposizioni in
tema di misure di prevenzione patrimoniale.
Ne consegue che deve essere senz'altro essere rawisata a suo carico la sussistenza
dei gravi indizi di colpevolezza in ordine a tutte le ipotesi delittuose concernenti
l'art.12quinquies della legge n0356/1992 aggravato dall'art. 7 del d.1. n0152/1991, al
medesimo contestato in imputazione.
La circostanza poi che tali "manovre" non abbiano rivestito soltanto carattere
statico, cristallizzandosi cioè nelle mere operazioni di fittizia intestazione, ma
abbiano contribuito, in termini di fattiva attività, a creare e realizzare le condizioni
ottimali per imprimere a quei beni il valore aggiunto della redditività,
aumentandone da un lato, il valore intrinseco e, dall'altro lato, consentendo la
produzione di utili e guadagni attraverso la gestione degli immobili, consente di
ritenere rawisata la contestata aggravante di cui all'art. 7 del d.1. n0152/1991,
consistita nel fatto di avere, implementandone anche il potere economico
finanziario, agevolato l'associazione mafiosa, e per essa i suoi rappresentanti di
vertice legati alla famiglia Madonia, awalendosi delle condizioni di cui all'art. 416
bis C.P.; condizioni che, con riferimento alla fitta trama di conoscenze e rapporti
personali di indubbia connotazione criminale, agevolavano le operazioni
commerciali di interesse poste in essere dal fratello minore MADONIA Aldo.
Anche nei confronti del Madonia vanno, infine, ribadite le considerazioni espresse
per la Di Trapani Maria Angela circa l'inesistenza, allo stato attuale, di elementi in
grado di controbilanciare la gravità del quadro indiziario rawisata a suo carico,
tanto pia che l'indagato, awalendosi nel corso dell'interrogatorio nell'ambito
dell'udienza di convalida del fermo, della facoltà di non rispondere, non ha
consentito a questo Giudice di apprezzare eventuali elementi a suo favore.

Venendo alla posizione dell'indagato DI TRAPANI Michele, (soggetto già


condannato in passato per il reato di associazione di tipo mafioso) si evidenzia che
anche nei suoi confronti le risultanze delle attività investigative svolte dai
Carabinieri del R.O.S. di Palermo e nella specie costituite dalle intercettazioni sia
telefoniche che ambientali hanno fatto emergere a carico la sussistenza di
significativi elementi in merito alla sua partecipazione all'interno dell'associazione
mafiosa denominata Cosa Nostra.
Sotto questo aspetto assumono significativo rilievo le intercettazioni ambientali
awenute all'interno della casa circondariale dell'Aquila ove si trova recluso
Madonia Salvatore aventi ad oggetto i colloqui intercorsi tra quest'ultimo ed il
coniuge Di Trapani Maria Angela. Conversazioni nel corso delle quali la donna
dava ampio risalto alla figura dello zio Di Bella Michele, dalla stessa definito con
l'appellativo di "zio Michele" oppure "zia Sara".
In particolare, nel corso di tali conversazioni awenute con il coniuge, la Di
Trapani gli riferiva in merito ad un recente incontro avuto con il parente Di Bella
Michele, nel corso del quale quest'ultimo le aveva manifestato una certa euforia
per il fatto di essere stato, dopo tanti anni a seguito di un colloquio awenuto in
carcere tra lo stesso Di Trapani Michele ed il fratello recluso Di Trapani Nicolò
(colloquio questo effettivamente verificatosi presso la casa circondariale
dell'Aquila in data 19.01.2006), nuovamente preso in considerazione dal fratello,
circa un ruolo che il Di Trapani Michele avrebbe potuto ricoprire all'interno
dell'organizzazione mafiosa.
Tale circostanza trovava una significativa conferma nell'accertato affiancamento
del Di Trapani Michele al fratello Diego nella reggenza del mandamento mafioso di
Resuttana awenuto proprio a partire dal 2006, ossia pochi mesi dopo il sopra
citato incontro tra l'indagato ed il capomafia detenuto Di Bella Nicolò.
Detto "affiancamento" emergeva, in particolare, sia dal contenuto di alcune
intercettazioni telefoniche intercorse tra la Di Trapani Maria Angela e la sorella Di
Trapani Giuseppina, in cui le conversanti davano atto di aver appreso dal diretto
interessato che quest'ultimo aveva iniziato ad accompagnarsi a Di Pace Francesco,
soggetto affilato all'interno dell'otrganizzaziopne mafiosa nonché genero della Di
Trapani Giuseppina, sia ancora da una conversazione ambientale intercorsa tra la
Di Trapani Maria Angela ed il suocero Madonia Francesco, nel corso della quale la
donna riferiva al suo interlocutore di avere appreso da Madonia Giuseppe che
ormai il Di Trapani Michele doveva considerarsi inserito a pieno titolo nella
reggenza del mandamento insieme al Di Trapani Diego, sia pure con un ruolo di
minore importanza rispetto a quest'ultimo, anche perché il Di Trapani Diego,
all'epoca reggente il mandamento di Resuttana, si trovava agli arresti domiciliari e
per questo aveva bisogno di un aiuto.
In particolare detta "co-reggenza" risulta essere stata assicurata dall'odierno
indagato fino all'estromissione del Di Trapani Diego per volontà del capomafia
latitante Lo Piccolo Salvatore che non approvava i metodi di gestione del
mandamento da parte del Di Trapani Diego stesso. Circostanza, quest'ultima,
ulteriormente confermata dalle intercettazioni ambientali awenute proprio nel
periodo relativo alla fine del 2006 tra la Di Trapani Maria Giuseppina ed il di lei
coniuge recluso Madonia Salvatore, nel corso delle quali la donna esternava al
marito le preoccupazioni apprese dal Di Trapani Michele in merito
all'estromissione dei Di Trapani dalla reggenza del mandamento di Resuttana.
Infine, a sostegno degli elementi raccolti a carico dell'odierno indagato nel corso
delel indagini preliminari viene menzionato un episodio, anch'esso emergente dalle
conversazioni di tipo ambientale intercorse tra la Di Trapani Maria Angela ed il
coniuge Madonia Salvatore, relativo ad una direttiva appena impartitale nel corso
di un precedente colloquio da Madonia Giuseppe diretta a sollecitare un incontro
tra l'odierno indagato Di Trapani Michele ed un imprenditore palermitano tale
"Sbeglia", successivamente identificato in Sbeglia Salvatore, nato a Palermo il
23.11.1939 e già in passato condannato per il reato di cui all'art. 416bis C.P., per
l'esercizio da parte del Di Trapani Michele di una non ben precisata attività
\
imprenditoriale nellyinteresse della famiglia mafiosa. Attività che non verrà più
svolta per il rifiuto dello Sbeglia Salvatore di dare esecuzione alla direttiva
impartita dal Madonia Giuseppe, nonostante ci fosse effettivamente stato tra
l'imprenditore palermitano ed il Di Trapani Michele il relativo incontro a Palermo,
così come riferito nel corso di una intercettazione telefonica avvenuta tra la Di
Trapani Maria Angela e la madre Sgroi Rosa.
Orbene, rileva il decidente che detto episodio emerso dal contenuto delle
intercettazioni sia telefoniche che ambientali, indipendentemente poi dal fatto che
la direttiva impartita dal capomafia Madonia Salvatore non abbia poi trovato
seguito per effetto dell~opposizionemanifestata dallo Sbeglia Salvatore, il quale
nella circostanza aveva giustificato la sua indisponibilità ad intraprendere la
richiesta attività imprenditoriale con il Di Trapani Michele per difficoltà legate a
precedenti sequestri e confische ricevute, è comunque in ogni caso significativa
della grande stima e fiducia che il capomafia Madonia Giuseppe riponeva nella
persona del Di Bella Michele, al punto tale da indicarlo come soggetto deputato
allo svolgimento di un'attività imprenditoriale, verosimilmente legata al
reinvestimento di cospicue somme di denaro nella disponibilità della famiglia
mafiosa ed alla quale i Madonia avevano dimostrato di porre particolare interesse.
Circostanza, questa, che valutata unitamente agli altri elementi emersi dalle
intercettazioni, con particolare riguardo alla reggenza da parte dell'odierno
indagato in quel periodo del mandamento mafioso di Resuttana insieme al fratello
Di Trapani Diego, porta, allo stato, a ritenere integrato, pur con la necessità degli
opportuni approfondimenti investigativi da parte del Pubblico Ministero, il reato
di partecipazione del Di Trapani Michele al'interno dell~associazionemafiosa
denominata "Cosa Nostra", con particolare riferimento al mandamento di
Resuttana, dovendosi escludere che un incarico così delicato possa essere affdato a
persone estranee al sodalizio mafioso che, in quanto tali ben difficilmente
avrebbero potuto fornire quelle garanzie di affidabilità in merito al corretto
compimento dell'operazione poi non più tenutasi, anche se per cause non
imputabili all'odierno indagato.
Né tali elementi possono, allo stato attuale, essere contraddetti dalle dichiarazioni
rese dall'odierno indagato dinanzi a questo Giudice nel corso dell'interrogatorio
nell'ambityo dell'udienza di convalida del fermo; dichiarazioni con le quali il Di
Trapani Michele ha invocato la sua assoluta estraneità a tutti i fatti contestatigli,
riferendo di vivere ormai da anni a Cinisi, di non avere mai sentito parlare di
Sbeglia Salvatore e di non avere ormai da tempo più alcun tipo di rapporto con la
sua famiglia d'origine (vedi in tal senso, dichiarazioni rese da Di Trapani Michele
nel corso dell'interrogatorio sostenuto dinanzi a questo Giudice in data 27.11.2008
nell'ambito dell'udienza di convalida del fermo).
Trattasi, infatti, di dichiarazioni che, oltre a non essere corroborate, allo stato, da
elementi concreti e specifici di riscontro, si pongono in deciso contrasto con quanto
emerso dal contenuto delle intercettazioni sia telefoniche che ambientali, dalle
quali si evince un effettivo interessamento di "zio Michele" o "zia Sara" nelle
vicende legate alla gestione del mandamento di Resuttana, quanto meno durante il
periodo in cui la relativa reggenza era affidata al Di Trapani Diego e che, in
quanto tali, devono necessariamente formare oggetto di un vaglio ulteriore che ne
dimostri la loro attendibilità.
Viceversa ritiene il decidente che le risultanze delle attività investigative non
abbiano fatto emergere a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato
di trasferimento fraudolento di beni di provenienza illecita di cui all'art.
12quinquies della legge n0356/1992 aggravato ai sensi dell'art. 7 del d.1.
n0152/1991, al medesimo contestato al capo 13 della richiesta di convalida del
fermo con riferimento alla formale intestazione in capo a tale Palazzolo Saverio di
un terreno sito nel Comune di Cinisi, proveniente da un'asta giudiziaria
concernente il fallimento della società SICED S.n.c. di Di Trapani Nicolò, fratello
dell'odierno imputato, ed alla quale quest'ultimo avrebbe partecipato direttamente
con l'intento di acquistare detto bene, poi alla frne aggiudicato al Palazzolo.
Con riferimento a detta vicenda, infatti, il contenuto delle conversazioni sia
telefoniche che ambientali (in quest'ultimo caso registrate all'intemo
dell'autovettura C1 in uso alla Di Trapani Maria Angela) intercorse tra la Di
Trapani stessa e l'indagato Di Trapani Michele denotano in maniera
inequivocabile l'interessamento di quest'ultimo nell'acquisto di detto terreno e che
poi aveva intenzione di rivendere in tempi brevi per conseguire un significativo
guadagno economico.
Tuttavia il Di Trapani Michele, così come emerso dagli accertamenti compiuti sul
punto dai Carabinieri del R.O.S. di Palermo, una vola resosi effettivamente
aggiudicatario all'asta del sopra citato lotto di terreno, veniva poi dichiarato
decaduto dall'aggiudicazione stessa per mancata integrazione a saldo del prezzo,
con la conseguente fuoriuscita del Di Trapani Michele stesso da detta operazione
che si concludeva con l'assegnazione finale del bene al Palazzolo Saverio, dietro il
quale si celava la figura di Pizzo Pietro, per conto della famiglia Madonia
effettivamente interessata ad acquisire la disponibilità di detto bene.
Circostanza, questa, che se da un lato, consente di ritenere rawisato il reato in
contestazione, dall'altro lato, in mancanza di ulteriori elementi in tal senso forniti
dal Pubblico Ministero, non consente a questo Giudice di comprendere in che cosa
si sia effettivamente estrinsecato il contributo asseritamente apportato dall'odiemo
indagato in concorso con la Di Trapani Maria Angela e con gli altri indagati
detenuti Di Trapani Nicolò e Madonia Salvatore nell'attività di trasferimento
fraudolento del terreno e di conseguente intestazione fittizia al Palazzolo.
Ne consegue che con riferimento a detta imputazione deve essere rigettata la
richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere avanzata
dalPubblico ~ k i s t e r per
o difetto dei gravi indizi di colpevolezza.
Allo stesso modo vanno esclusi a carico dell'odiemo indagato i gravi indizi di
colpevolezza in ordine al reato di trasferimento fraudolento di beni aventi ad
oggetto l'esercizio commerciale bar Sofia e l'appartamento ed il relativo box siti in
piazzale degli Alpini a Palermo di cui ai capi 3 e 14 della richiesta di convalida del
fermo ed erroneamente contestati da parte di questo Giudice nel corso
dell'interrogatorio dell'indagato per un mero errore di lettura dei capi di
imputazione.
Trattasi, infatti, di condotte che dallo stesso Pubblico Ministero non sono mai state
contestate in imputazione al Di Trapani Michele.

Passando all'analisi della posizione riguardante l'odierno indagato LO VERDE


Massimiliano, come sopra generalizzato, si osserva che le ipotesi di reato al
medesimo contestate emergono anche nei suoi confronti in maniera inequivocabile
dal materiale acquisito nel corso delle indagini preliminari dai Carabinieri del
R.O.S. di Palermo costituito in prevalenza dalle risultanze delle attività di
intercettazione telefonica sulle utenze fisse e mobili in uso all'indagata Di Trapani
Maria Angela ed ambientale all'interno dell'autovettura C1 a uest'ultima in uso.
9
Dall'analisi del contenuto di dette intercettazioni è, infatti, emerso, in primo luogo,
l'esistenza di uno stretto rapporto confidenziale tra l'odierno indagato Lo Verde
Massimiliano e la Di Trapani Maria Angela, al punto tale che quest'ultima si è in
più occasioni accompagnata con il Lo Verde nel compimento delle sue attività
illecite legate alla partecipazione nella gestione degli affari del mandamento
nell'interesse dei Madonia ed in relazione ai quali il Lo Verde non può in alcun
modo ritenersi estraneo.
Come già riferito in merito all'analisi della posizione della Di Trapani Maria
Angela, le sopra menzionate attività di intercettazione telefonica ed ambientale, in
quest'ultimo caso delle conversazioni tra presenti registrate all'interno
dell'autovettura Citroen C1 a lei in uso, hanno evidenziato dei rapporti con l'allora
capomafia Lo Piccolo Salvatore. Rapporti estrinsecatisi, nella specie in una
richiesta diretta al Lo Piccolo, all'epoca in stato di latitanza, di un prestito di £
80.000,OO alla quale il capomafia non ha dato seguito, ma che ha comunque
permesso di evidenziare l'esistenza di collegamenti tra quest'ultimo e la Di
Trapani, tradottisi nell'invio di un "pizzino" poi giunto all'indagata in data
16.03.2007 attraverso l'affiliato a Cosa Nostra Di Pace Francesco (anch'egli tuttora
recluso dopo essere stato arrestato nell'ambito di un'altra indagine sempre per
reati di mafia) e da quest'ultimo attraverso Di Trapani Giuseppina e la madre
Sgroi Rosa.
Orbene, sempre dalle stesse attività di intercettazione si evince poi che la Di
Trapani Maria Angela aveva letto, mentre si trovava all'interno della sua
autovettura detto "pizzino" nel suo contenuto alla presenza di Lo Verde
Massimiliano, per poi commentare nel corso di un successivo colloquio intrattenuto
con il coniuge Madonia Salvatore presso la casa circondariale del19Aquila, la
risposta negativa del capomafia Lo Piccolo Salvatore in merito alla richiesta del
prestito di 80.000,OO euro.
E' di tutta evidenza che detta circostanza è significativa non solo di una generica
conoscenza del Lo Verde Massimiliano degli affari illeciti intrapresi dalla Di
Trapani Maria Angela e dei suoi rapporti tra quest'ultima ed il capomafia latitante
Lo Piccolo Salvatore, ma di un suo vero e proprio contributo apportato dall'uomo
agli affari della famiglia mafiosa del mandamento di Resuttana, atteso che,
@ diversamente, non si comprende come la donna, moglie di un capomafia quale
Madonia Salvatore e già solo per questo senz'altro a conoscenza di quelle che sono
le relazioni all'interno di Cosa Nostra, abbia potuto leggere alla presenza del Lo
Verde Mssimiliano un documento così delicato, per di più promanante da un
capomafia all'epoca latitante quale Lo Piccolo Salvatore.
Ad ulteriore conferma di tali considerazioni vi sono poi gli ulteriori elementi
anch'essi emersi dalle attività di intercettazione telefonica in cui si dà atto di
alcune conversazioni tra l'odierno indagato e la Di Trapani Maria Angela nel corso
delle quali si dà atto di una serie di incontri awenuti all'interno dell'esercizio
commerciale "Casagiò" sito in Palermo, via Montepellegrino n078 appartenente
alla famiglia Lo Verde, tra la Di Trapani Maria Angela e tale Graziano Vincenzo,
imprenditore associato a "Cosa Nostra" e considerato vicino all'allora reggente il
mandamento mafioso di Resuttana, Genova Salvatore, nonché soggetto (il
Graziano Vincenzo) al quale la Di Trapani Maria Angela era solita rapportarsi per
discutere nell'interesse dei Madonia degli affari del mandamento ed, in
particolare, per ricevere da questi le somme di denaro destinate al mantenimento
dei familiari in carcere e verosimilmente promananti dal Genova Salvatore,
strettamente legato, come detto pocanzi, al Graziano Vincenzo.
Ah-
Ebbene, dal contenuto delle intercettazioni è infatti emerso che detti incontri
awenivano grazie all'organizzazione del Lo Verde Massimiliano, in alcuni casi
presente personalmente a detti incontri, come quello avvenuto in data 29.05.2006,
espressamente riscontrato dai Carabinieri stessi.
Non solo; sempre dalle sopra menzionate attività di intercettazione telefonica
venivano riscontrate una serie di conversazioni tra il Lo Verde ed il Graziano nel
corso delle quali gli interlocutori manifestavano la necessità di incontrarsi, alle
quali facevano immediatamente seguito delle conversazioni tra il Lo Verde e la Di
Trapani Maria Angela in cui gli interlocutori fissavano a loro volta degli
appuntamenti. Incontri nel corso dei quali risultava evidente, proprio per la
tempistica con la quale avvenivano le conversazioni telefoniche intercettate, che il
Lo Verde dovesse rendere edotta da Di Trapani Maria Angela di quanto appreso
dalle precedenti conversazioni con il Graziano Vincenzo.
Alla stregua delle considerazioni sopra esposte deve ritenersi ravvisato anche a
carico dell'odierno indagato il grave quadro indiziario in ordine al reato di
partecipazione all'interno dell'associazione mafiosa, atteso che le sopra esposte
circostanze indicative di stretti e ripetuti contatti tra l'indagato e la Di Trapani
Maria Angela e Graziano Vincenzo, persone la cui appartenenza al sodalizio è
stata inequivocabilmente acclarata nel corso delle indagini e di cui il Lo Verde
Massimiliano non poteva non esserne a conoscenza proprio in considerazione del
rapporto amicale che era solito intrattenere con entrambi, portano a ritenere che
anche quest'ultimo sia effettivamente inserito nel sodalizio mafioso del
mandamento di Resuttana, rilevando come persona di fiducia della Di Trapani e
del Graziano, a disposizione di questi ultimi per il compimento delle attività illecite
nell'interesse del sodalizio stesso, come del resto acclarato proprio in occasione del
"pizzino" proveniente dal capomafia latitante Lo Piccolo Salvatore, fatto
recapitare alla Di Trapani e da quest'ultima letto alla presenza del Lo Verde
Massimiliano all'interno della sua autovettura.
Né, d'altro canto tali elementi, possono allo stato essere smentiti dalla versione dei
fatti resa dall'interessato nel corso dell'interrogatorio sostenuto dinanzi a questo
Giudice nell'ambito dell'udienza di convalida del fermo, con particolare riguardo .
alla sua assoluta estraneità rispetto ai fatti contestati.
Nel corso di detto interrogatorio, infatti, il Lo Verde, pur ammettendo di
frequentare la Di Trapani Maria Angela per il fatto di abitare nei pressi di casa
sua, così come di essere anche stato in sua compagnia in più occasione all'interno
della Citroen C1 alla medesima in uso, nonché di avere anche frequentato in
passato Graziano Vincenzo, ha tuttavia escluso qualsiasi suo coinvolgimento negli
affari della famiglia Madonia all'interno del mandamento di Resuttana, oltre al
fatto di avere mai parlato alla donna della sua attuale situazione personale e del
fatto di essere moglie dell'ergastolano capomafia Madonia Salvatore.
Ebbene, tali dichiarazioni non consentono, allo stato attuale, in mancanza di validi
e significativi elementi concreti di carattere oggettivo, di smentire quanto emerso a
carico del Lo Verde dalle risultanze delle intercettazioni telefoniche circa i contatti
da questi intrattenuti con la Di Trapani Maria Angela ed il Graziano Vincenzo,
nonché circa l'attività di intermediazione da quest'ultimo esercitata per mettere in
collegamento i due soggetti.
Ne consegue che allo stato attuale, deve ritenersi tuttora sussistente il grave quadro
indiziario ravvisato in merito alla fattispecie in contestazione al capo 2.
Considerazioni analoghe ed in un certo senso ancora più stringenti devono essere
affrontate con riferimento alle fattispecie di trasferimento fraudolento di beni di
cui all'art. 12quinquies delle legge n0356/1992, nella specie tutte aggravate ai sensi
dell'art. 7 del d.1. n0152/1991, contestate ali'indagato ai capi 3, 12 e 15 della
richiesta di convalida del fermo ed aventi ad oggetto l'intestazione in sua favore
dell'esercizio commerciale denominato bCbarSofia" sito in Palermo, di un
appartamento e di un box anch'essi siti in Palermo in Piazzale degli Alpini, nonché
infine di un terreno sito in Cinisi proveniente dal fallimento della società SICED
S.n.c. ed del quale il Lo Verde Massimiliano si sarebbe reso aggiudicatario al
termine deil'asta giudiziaria.
Anche in questo caso, dall'analisi delle conversazioni intercettate emerge il
costante interessamento della famiglia Madonia per il tramite della Di Trpani
Maria Angela nella gestione del cospicuo patrimonio immobiliare occulto facente
capo alia famiglia Madonia stessa ed in particolare al di lei coniuge Madonia
Salvatore, attraverso il compimento di una serie di operazioni di trasferimento di
detti beni immobili in favore di soggetti, in alcuni casi legati al medesimo "clan
familiare" dei Madonia e dei Di Trapani, in altri casi non legati da vincoli di
parentela ma sempre legati a tali famiglie così come emerso dalle intercettazioni
telefoniche ed ambientali.
Soggetti che sono risultatati essere tutti aii'esito delle indagini dei meri prestanomi,
nel senso che ad essi detti beni venivano intestati soltanto in maniera fittizia,
facendo rimanere inalterato l'interesse dei Madonia su detti beni.
Circostanza, questa, significativa, del fatto che dette intestazioni effettuate a
soggetti ovviamente incensurati, erano esclusivamente fmalizzate ad aggirare la
normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali e, conseguentemente
impedire eventuali provvedimenti di sequestro e di confisca da parte deli'Autorità
Giudiziaria in favore dello Stato, una volta che fosse stata individuata la loro
appartenenza alla famiglia Madonia ed, in particolare, ai capimafia ergastolani
Madonia Salvatore, Madonia Antonino e Madonia Giuseppe.
Sotto questo aspetto, assume rilievo emblematico proprio la vicenda legata
all'appartenenza del bar Sofia con annessa rivendita di tabacchi sito in Palermo
nei pressi dell'azienda ospedaliera "Viila Sofia" ai coniugi Madonia Salvatore e Di
Trapani Maria Angela.
Dall'analisi del contenuto delle intercettazioni ambientali, così come riportate dal
Pubblico Ministero nella propria richiesta di convalida del fermo ed alle quali ci si
richiama integralmente, sono emersi in maniera inequivocabile gli interessamenti
del Madonia Salvatore sulle vicende legate a tale esercizio commerciale nonostante
questo fosse intestato a tale Campo Andrea e da quest'ultimo gestito unitamente al
coniuge Di Trapani Amalia, nonché le preoccupazioni del medesimo sul fatto che
tale gestione non andasse nel migliore dei modi, soprattutto per i debiti che stavano
accumulando.
Non solo: detti interessamenti da parte del Madonia Salvatore non erano venuti
meno nemmeno dopo la cessione del locale in favore dell'indagato Lo Verde
Massimiliano (soggetto che godeva della massima fiducia dei Madonia e
strettamente legato alla Di Trapani Maria Angela, così come emerso dalle
intercettazioni legate alia ricezione da parte di quest'ultimo del "pizzino"
proveniente da Lo Piccolo Salvatore e di cui si è parlato in precedenza) ed il
conseguente apporto di quest'ultimo di capitali fmalizzati a ripianare i debiti
accumulati nella precedente gestione.
Anche in questo caso abbiamo, infatti, una serie di conversazioni ambientali
intercettate intercorse tra il Madonia Salvatore e la Di Trapani Maria Angela in
cui il capomafia, tranquillizzatosi per la cessione del bar al Lo Verde Massimiliano,
continua comunque ad informarsi sulle vicende e le sorti di detto locale, con
particolare riferimento agli incassi derivanti dall'attività commerciale da "dividere
in tre", tra cui la stessa Di Trapani Maria Angela.
In altri termini dal contenuto di dette conversazioni è stato inequivocabilmente
acclarato che dietro l'acquisto del locale da parte del Lo Verde Massimiliano vi era
proprio il Madonia Salvatore, per il tramite del coniuge Di Trapani Maria Angela,
da sempre interessato alle sorti di tale esercizio commerciale certamente fonte di
cospicui introiti per la famiglia stessa, tanto che il Madonia Salvatore in ogni
colloquio intrattenuto con la moglie non mancava mai di chiedere alla donna
chiarimenti sulle sorti di detto locale.
Sotto questo aspetto nessun y rilievo possono dunque avere le affermazioni rese
dall'interessato nel corso dell interrogatorio nella parte in cui ha affermato di aver
acquistato il locale dal Campo Giampaolo atteso che trattasi di circostanza che non
viene messa in discussione, mentre nulla ha saputo dire il diretto interessato in
merito a quanto emerso dalle numerose conversazioni intercettate intercorse tra il
Madonia ed il coniuge Di Trapani Maria Angela in cui si dà atto, anche dopo
l'acquisto del locale da parte del Lo Verde, che i proventi derivanti da tale attività
devono essere divisi in tre. Conversazioni dalle quali emerge, proprio per il tenore
delle stesse, la sua precisa e piena consapevolezza in merito al carattere illecito di
detta operazione ed alla conseguente fittizietà delì'intestazione dell'esercizio
commerciale alla sua persona.
Analoghe considerazioni vanno affrontate anche in ordine alle vicende legate al
trasferimento fraudolento degli immobili siti in Palermo, in Piazzale degli Alpini
(capo 15 della richiesta di convalida del fermo) e del terreno sito in Cinisi
assritamente acquistato dal Lo Verde all'esito di un'asta giudiziaria svoltasi
nelì'ambito della procedura fallimentare della SICED S.n.c. di Di Trapani Nicolò,
con il benestare del Madonia Salvatore, così come si evince dalla conversazione
intercettata aUYindomanidella vendita all'asta intercorsa tra il Madonia ed il
coniuge (capo 12 ydella richiesta di convalida del fermo): conversazione nel corso
della quale quest ultima manifesta il proprio gradimento per l'esito dell'intera
operazione e le prospettive di guadagno derivanti dalla gestione di detto terreno,
individuato come "terreno del valore superiore al miliardo".
Ne consegue che deve essere senz'altro essere rawisata a suo carico la sussistenza
dei gravi indizi di colpevolezza in ordine a tutte le ipotesi
y
delittuose concernenti
lYart.l2quinquiesdella legge n0356/1992 aggravato dall art. 7 del d.1. n0152/1991, al
medesimo contestato in imputazione.
La circostanza poi che tali "manovre" non abbiano rivestito soltanto carattere
statico, cristallizzandosi cioè nelle mere operazioni di fittizia intestazione, ma
abbiano contribuito, in termini di fattiva attività, a creare e realizzare le condizioni
ottimali per imprimere a quei beni il valore aggiunto della redditività,
aumentandone da un lato, il valore intrinseco e, dall'altro lato, consentendo la
produzione di utili e guadagni attraverso la gestione degli immobili stessi, consente
di ritenere ravvisata la contestata aggravante di cui all'art. 7 del d.1. n0152/1991,
consistita nel fatto di avere, implementandone anche il potere economico
finanziario, agevolato l'associazione mafiosa, e per essa i suoi rappresentanti di
vertice legati aUa famiglia Madonia, awalendosi delle condizioni di cui all'art. 416
bis C.P.; condizioni che, con riferimento alla fitta trama di conoscenze e rapporti
personali di indubbia connotazione criminale, agevolavano le operazioni
commerciali di interesse poste in essere dalla Di Trapani Maria Angela con la
complicità del Lo Verde Massimiliano.
Passando alla posizione dell'odierno indagato SGADARI Vincenzo, come sopra
generalizzato, si osserva che le ipotesi di reato al medesimo contestate emergono
anche nei suoi confronti in maniera inequivocabile dal materiale acquisito nel
corso delle indagini preliminari dai Carabinieri del R.O.S. di Palermo costituito in
prevalenza dalle risultanze delle attività di intercettazione telefonica, nella specie
riscontrate da una serie di dichiarazioni, tra loro pienamente convergenti circa il
ruolo assunto dall'odierno indagato all'interno della famiglia mafiosa e del
mandamento di Resuttana, in particolare, rese dai collaboratori di giustizia Pulizzi
Gaspare, Nuccio Antonino e Franzese Francesco.
In particolare, dalle attività di intercettazione telefonica (tutte riportate nella
richiesta di convalida del Pubblico Ministero e da ritenersi in questa sede
integralmente richiamate da parte di questo Giudice) è stato acclarato in manira
inoppugnabile che lo Sgadari ha intrecciato stretti rapporti non solo di amicizia,
ma anche di affari con soggetti sicuramente legati a Cosa Nostra, tra cui, in
particolare, Di Pace Francesco e Guastella Giuseppe: il primo legato al capomafia
Lo Piccolo Salvatore, al punto tale da essere spesso incaricato da quest'ultimo per
la consegna dei "cd. pizzini" aventi come destinazione i reggenti delle diverse
famiglie mafiose di Palermo con le quali il capomafia era solito rapportarsi; il
secondo, reggente in passato il mandamento mafioso di Resuttana.
Sempre nel corso delle medesime attività investigative è stato acclarato
l'inserimento dello Sgadari stesso nelle dinamiche dell'associazione mafiosa
denominata Cosa Nostra attraverso il rapporto di stretta amicizia, che l'indagato
aveva con Bonanno Giovanni, all'epoca reggente il mandamento mafioso di
Resuttana fino al mese di gennaio del 2006 quando veniva fatto scomparire per
volontà di Lo Piccolo Salvatore, con il parere favorevole dei fratelli Madonia
reclusi ed in particolare di Madonia ~ntonino,in quanto ritenuto non idoneo a
gestire le sorti di un mandamento così importante, quale quello di Resuttana, oltre
che "scorretto" nelle incombenze che gli erano demandate, prima fra tutte il
versamento del denaro da destinare alle famiglie dei carcerati.
Proprio sotto questo aspetto nel corso delle indagini sono state riscontrate una- :

serie di conversazioni intercettate intercorse tra lo Sgadari Vincenzo ed il 'Di Pace


Francesco, da un lato, nel corso delle quali l'indagato era solito confidare al suo
interlocutore le sue paure per la pessima reputazione che il suo amico Bonanno
Giovanni aveva ormai assunto all'interno del mandamento, soprattutto per il fatto
di trattenere per sé i proventi derivanti dalle attività illecite in luogo della loro
distribuzione alle famiglie dei carcerati; dall'altro lato, tra lo stesso Sgadari
Vincenzo ed il Bonanno Giovanni nel corso delel quali i due conversanti si davano
appuntamenti per incontri legati al prelievo da parte dello Sgadari stesso di somme
di denaro da consegnare ai familiari del Guastella Giuseppe, in passato reggente il
mandamento mafioso.
Conversazioni, queste ultime, awenute addirittura frno al giorno antecedente la
scomparsa del Bonanno Giovanni awenuta nel gennaio -
del 2006, ed indicative
oltre all'esistenza di un rapporto di stretta amicizia tra i due soggetti, di grande
stima e fiducia, soprattutto da parte del Bonanno nei confronti dello Sgadari, al
punto tale da servirsi di quest'ultimo nel compimento di una delle attività più
delicate ed importanti da effettuarsi all'interno di ogni famiglia mafiosa, quale
quella legata al sowenzionamento delle famiglie dei mafiosi reclusi.
D'altro canto gli elementi già di per sé univoci in ordine all'esistenza carico
dell'indagato Sgadari Vincenzo del grave quadro indiziario in merito alla sua
e.
partecipazione all'interno del sodalizio mafioso in virtù, come detto, degli stretti
rapporti di conoscenza e frequentazione con Di Pace Francesco e con Bonanno
Giovanni, hanno trovato una significativa conferma, come già detto in precedenza,
nelle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Nuccio Antonino, Pulizzi
Gaspare e Franzese Francesco.
Quanto al Nuccio Antonino, in particolare, quest'ultimo lo aveva indicato
espressamente come "soggetto a disposizione degli associati" che in passato aveva
svolto attività di impresa edile nel territorio del comune di Carini, mettendosi, in
tal senso, a posto con "Nino Pipitone", soggetto anch'egli legato a Cosa Nostra.
Nella medesima circostanza il Nuccio menzionava altresì un episodio in cui si era
rivolto allo Sgadari detto ""Bicicletta"", per far recapitare degli orologi e dei
"pizzini" a1 capomafia latitante.
Lo stretto rapporto intercorrente tra lo Sgadari ed il Di Pace Francesco, trovava,
invece, ulteriore conferma nelle dichiarazioni pienamente convergenti rese dal
collaboratore di giustizia Pulizzi Gaspare, il quale riferiva in merito al ruolo
dell'odierno indagato, quale soggetto incaricato di recapitare "pizzini" dal
capomafia latitante Lo Piccolo Salvatore al Di Pace individuato anche da lui con il
medesimo appellativo di ""Bicicletta"".
Alla stregua delle considerazioni sopra esposte deve ritenersi ravvisato anche a
carico dell'odiemo indagato il grave quadro indiziario in ordine al reato di
partecipazione all'interno dell'associazione mafiosa, atteso che le sopra esposte
circostanze indicative di stretti e ripetuti contatti tra l'indagato stesso e soggetti
posti al vertice del sodalizio, tra cui il capomafia Lo Piccolo Salvatore cui
provvedeva a fare da legame per la veicolazione dei cd. pizzini, Bonanno Giovanni,
fino alla data della sua scomparsa per 'lupara bianca" e Di Pace Francesco:
persone la cui appartenenza al sodalizio è stata inequivocabilmente acclarata nel
corso delle indagini e di cui lo Sgadari Vincenzo era certamente a conoscenza della
loro caratura mafiosa, proprio in considerazione dello stretto rapporto amicale che
era solito intrattenere con tali persone, ed in particolar modo con il Bonanno e con
Di Pace.
Né, d'altro canto, tali elementi, possono allo stato essere smentiti dalla versione dei
fatti resa dall'interessato nel corso dell'interrogatorio sostenuto dinanzi a questo
49- Giudice nell'ambito dell'udienza di convalida del fermo, con particolare riguardo
alla sua assoluta estraneità rispetto ai fatti contestati.
Nel corso di detto interrogatorio, infatti, lo Sgadari, pur ammettendo di
frequentare o comunque di aver frequentato in passato sia il Bonanno che il Di
Pace, nonché di sapere chi fossero tali soggetti, ha tuttavia negato di aver assunto
ruoli o svolto attività nell'interesse della famiglia mafiosa, precisando, invece, di
essere stato lui stesso vittima di attività estorsiva posta in essere da Pipitone
Antonino, il quale gli avrebbe chiesto e di fatto lo avrebbe obbligato a versargli la
somma di € 20.000,OO per per poter svolgere alcuni lavori in Carini.
Ebbene, tali dichiarazioni non consentono, allo stato attuale, in mancanza di validi
e significativi elementi concreti di riscontro di carattere oggettivo, di smentire
quanto emerso a carico dello Sgadari sia dalle risultarne delle intercettazioni
telefoniche che dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, in ordine al
ruolo da lui assunto all'interno del sodalizio mafioso ed al fatto che questi dovesse
considerasi a tutti gli effetti inserito all'interno della famiglia mafiosa stessa, in

ce
qualità di partecipe attraverso l'apporto di contributi di natura rilevante per il
consolidamento ed il rafforzamento del sodalizio stesso.

1013
D'altro canto la circostanza che a carico dell'odierno indagato siano stati accertati,
attraverso l'analisi del materiale investigativo costituito dalle intercettazioni e la
cui valenza probatoria è indubitabile per le ragioni dette in precedenza e dalle
dichiarazioni pienamente convergenti dei collaboratori di giustizia, incarichi di
una certa responsabilità affidatigli da soggetti posti al vertice della famiglia
mafiosa, è ulteriormente indicativa della considerazione che detto soggetto aveva
all'interno del mandamento mafioso di Resuttana e della fiducia che veniva riposta
dagli organi di vertice nella sua persona offesa.
In altri termini è del tutto inverosimile immaginare che un'organizzazione
criminale, quale Cosa Nostra, possa rivolgersi a soggetti ad essa del tutto estranei
e, comunque, conosciuti da pochi giorni, per affidare loro un incarico di così
rilevante importanza, quala la consegna di messaggi ed altri beni al capomafia
latitante Lo piccolo Salvatore, assolutamente necessari per consentire al capomafia
di continuare a comandare anche dalla latitanza.
Le emergenze sopra esposte individuano, dunque, a carico dell'odiemo indagato
un quadro gravemente indiziario in ordine alla fattispecie delittuosa al medesimo
contestata da parte del Pubblico Ministero.
Ne consegue che allo stato attuale, deve ritenersi tuttora sussistente, anche nei
confronti di Sgadari Vincenzo il grave quadro indiziario rawisato in merito alla
fattispecie in contestazione al capo 2...".
LE DETERMINAZIONI nel MERITO e nella LEGITTIMITA' a
seguito del RIESAME del CONTESTO PROBATORIO

I1 quadro delie acquisizioni, fin qui delineato, ha trovato la sostanziale


conferma in sede di Riesame.
Diverse sono state le richieste di riesame proposte awerso il
prowedimento custodiale che sopra si può leggere.
Qui interessa esaminare quelle che, direttamente, ineriscono i temi
dell'accusa e che permettono di verificare se l'impostazione
processuale generale abbia retto al vaglio della rimeditazione
probatoria (anche se in termini diprobatio minor).
Ciò posto, occorre evidenziare che l'imputata DI TRAPANI
MARIANGELA ha solo proposto impugnazione (con atto depositato I1
18 giugno 2009, avverso l'ordinanza del 5 giugno 2009, con la quale il
G.I.P. del Tribunale di Palermo respingeva l'istanza di sostituzione della
misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti
domiciliari).
Gioverà trascrivere il percorso logico seguito dai Giudici, in fase
cautelare perché in esso si ritrovano alcuni ulteriori spunti tecnici e
giuridici che preludono al contenuto motivazionale e decisorio che
questo Decidente emanerà.

Assume il Tribunale del Riesame per i prowedimenti restrittivi della


libertà personale e dei sequestri:

"... Con la presente impugnazione, la difesa censurava l'ordinanza impugnata nella


parte in cui il G.I.P. del Tribunale di Palermo aveva rilevato che la revoca della
custodia cautelare in carcere per il reato di cui all'ari. 416 bis C.P. poteva essere
concessa solo in presenza di una totale elisione delle esigenze cautelari, non
prendendo in considerazione in tal modo la giurisprudenza della Corte di
Cassazione pure richiamata dalla difesa;

che l'indagata era fermamente convinta di volere recedere e ciò a prescindere dalla
concessione degli arresti domiciliari;

che i rapporti con i membri estranei al nucleo familiare, tutti in stato detentivo,
erano venuti meno e peraltro si trattava di soggetti con i quali l'indagata, fatta
eccezione per il periodo di osservazione, non aveva mai intrattenuto rapporti;

che impossibile era la rescissione con i familiari e, in particolare, il marito e il


fratello, e che l'indagata comunque con dichiarazione autografa allegata alla
istanza presentata al primo giudice aveva totalmente rinunciato a qualsiasi
colloquio e rapporto epistolare con i suoi familiari attualmente in carcere e a

C,p
qualsiasi contatto con tutti i soggetti rientranti nelle indagini in esame;
1015
che appariva curioso il ragionamento del primo giudice secondo il quale già il
volere condizionare alta concessione degli arresti domiciliari la rescissione dei
legami con l'associazione mafiosa e i suoi appartenenti era un indice significativo
dell'assenza in capo alla DI TRAPANI di una effettiva volontà di rompere i suoi
legami e indicativo della pericolosità sociale della stessa;

che il giudice adito nulla aveva argomentato in merito alla volontà della D1
TRAPANI di essere sottoposta a qualsiasi procedura di controllo elettronica e
tecnica come previsto dall'art. 275 bis C.P.P.;

che la totale disponibilità della D1 TRAPANI a rinunciare a tutti quei contatti che
sono stati oggetto di indagine e a sottoporsi a un totale controllo della sua vita
domiciliare facevano venire meno proprio il ruolo che nello specifico l'indagata
avrebbe ricoperto portando al superamento della presunzione di pericolosità
sociale;

che non sussisteva il pericolo di inquinamento probatorio poiché il materiale su


cui si basava il fermo era costituito nella sua totalità da intercettazioni ambientali
e telefoniche che non potevano essere alterate; che non sussisteva il pericolo di
fuga perché mamma di un figlio che si trova in una situazione emotiva instabile;
che non sussisteva il pericolo di reiterazione dei reati per la rinuncia al contatto
con tutti i soggetti coinvolti, familiari e non, stante il contributo associativo
fornito dalla Di TRAPANI e il suo stato di incensuratezza.

La difesa, inoltre, evidenziava il particolare ruolo genitoriale ricoperto, prima del


suo arresto, dalla D1 TRAPANI, madre di un bambino concepito attraverso la
tecnica della inseminazione artificiale posto che il marito, Madonia Salvatore, si
trovava in stato di detenzione carceraria da molto tempo, e che ha comportato che
l'odierna indagata costituisca l'unico punto di riferimento nella vita del minore
che risultava affetto da "depressione reattiva a dato di deprivazione affettiva".
La difesa, quindi, concludeva chiedendo la riforma dell'ordinanza impugnata e la
sostituzione della misura attualmente in esecuzione con quella degli arresti
domiciliari con i termini e le modalità ritenute più opportune.
All'udienza camerale del 9 luglio 2009, la difesa concludeva riportandosi ai
motivi di gravame.
L'appello è infondato.
Preliminarmente, osserva il Collegio che, in sede di appello awerso l'ordinanza di
rigetto dell'istanza di revoca o sostituzione di una misura cautelare, attesa la
natura del prowedimento impugnato - che è del tutto autonomo rispetto
all'ordinanza impositiva della misura - il giudice non è tenuto a riesaminare la
questione della sussistenza delle condizioni di applicabilità della misura, ma
solo a stabilire se il prowedimento impugnato sia immune da violazioni di
legge ed adeguatamente motivato in relazione ail'eventuale allegazione di
fatti nuovi, preesistenti o soprawenuti, idonei a modificare il quadro
probatorio e ad influire sulla permanenza delle esigenze cautelari già ritenute
Ancora, in relazione all'eventuale difetto di motivazione del prowedimento
impugnato, va evidenziato che, in tema di misure cautelari personali, al giudizio di
appello ex art. 310 C.P.P. si applicano le regole generali di tale mezzo di
impugnazione previste dagli art, 593-605 C.P.P. per il giudizio di cognizione.

Ne consegue che se eventualmente difetti di motivazione l'ordinanza oggetto di


appello con riferimento agli elementi di cui all'art. 292 comrna 2 left. C) C.P.P., il
tribunale del riesame può colmare gli eventuali vuoti argomentativi riscontrabili
nel prowedimento impugnato senza possibilità di annullarlo, posto che il potere
di annullamento per vizio di motivazione compete esclusivamente alla Corte di
Cassazione (Cass. pen., sez. VI, 4 luglio 2000, n. 3088).
Inoltre, in punto di esigenze cautelari, va evidenziato che stante il titolo di reato
contestato all'odierno indagato opera, nel caso di specie, la presunzione di cui
all'art. 275, comma terzo, C.P.P. in ordine alla gravità delle esigenze cautelari ed
alla esclusiva adeguatezza della misura cautelare della custodia in carcere;
presunzione superabile solo in presenza di specifiche, singole contestazioni che
devono essere offerte dalla difesa (cfr. Cass. Pen., sent. n. 937 del 1993) al fine di
dimostrare la totale elisione di tali esigenze, imponendosi - in caso di mera
attenuazione delle stesse, stante anche l'esplicita previsione dell'art. 299, comma
secondo, C.P.P.,il mantenimento della più grave delle misure (cfr. Cass. Pen, sent.
n. 296 del 2000).

Ed invero, il principio fissato dall'art. 275. terzo comrna, C.P.P., attiene all'aspetto
probatorio delle esigenze cautelari, ma non ne modifica la caratteristica della
alternatività delle stessa, con la conseguenza che anche il venir meno di una delle
tre esigenze cautelari legittima ugualmente l'applicazione o la conservazione defla
misura cautelare in carcere (Cass. Pen., sent. n. 4829 del 1996).

Più specificamente detta norma stabilisce una presunzione "iuris tantum" di


sussistenza delle esigenze cautelari a carico degli imputati dei gravi reati ivi
previsti (associazione di tipo mafioso e reati "connessi"), che può essere vinta solo
con la dimostrazione in positivo - attraverso prove logiche e rappresentative - che
ogni legame con l'organizzazione mafiosa è stato definitivamente ed
irreversibilmer,te troncato, non essendo a tal fine sufficiente la mera assenza di
elementi che inducano a ritenere la persistenza del vincolo associativo (Cass. Pen.
sent. n. 34031 del 2002; Cass. Pen., sent. n. 296 del 2000).
Non possono, pertanto, ritenersi idonei a superare tale présunzione la deduzione di
elementi cui, ove non operi la predetta presunzione, fa riferimento il legislatore ai
sensi dell'art. 275, cornma primo e secondo, C.P.P., ai fini della adeguatezza e
proporzionalità della misura, come per esempio Io stato di incensuratezza
dell'imputato, il periodo di custodia già sofferto o la concessione delle circostanza
attenuanti generiche (Cass. Pen., sent. n. 23788 del 2003). Anche di recente, i
'giudici di legittimità hanno affermato, con orientamento che questo Collegio
condivide, che in tema di custodia cautelare in carcere, applicata nei confronti
dell'indagato del delitto di associazione di tipo mafioso, l'art. 275, comrna terzo,
C.P.P., pone una presunzione di pericolosità sociale che può essere superata solo
quando sia dimostrato che l'associato ha stabilmente rescisso i suoi legami con
l'organizzazione crimiriosa, con la conseguenza che al giudice di merito incombe
l'esclusivo onere di dare atto dell'inesistenza di elementi idonei a vincere tale
presunzione (Cass. Pen., sent. n. 46060 del 2008, pure richiamata dalla difesa).

Ne deriva che la prova contraria, costituita dall'acquisizione di elementi dai quali


risulti l'insussistenza delle esigenze cautelai, si risolve nella ricerca di quei fatti
che rendono impossibile (e perciò stesso in assoluto e in astratto oggettivamente
dimostrabile) che il soggetto possa continuare a fornire il suo contibuto
all'organizzazione per conto della quale ha operato, con la conseguenza che, ove
non sia dimostrato che detti eventi risolutivi si sono verificati, persiste la
presunzione di pericolosità (Cass. Pen.,sent. n. 48430 del 2004, pure richiamata
dalla difesa).

La "ratio" del principio affermato al comma terzo dell'art. 275 C.P.P.è di


tutta evidenza e va nel senso che la pericolosità della struttura criminosa è di
gran lunga superiore rispetto a quella dei suoi componenti considerati "uti
singuli"', con la conseguenza che, se non si fornisce la prova della cessazione
della appartenenza all'organizzazione mafiosa, non vi è modo, nè ragione di
ritenere che la pericolosità sia cessata o apprezzabilmente scemata.

Molte sentenze hanno, peraltro, affermato, che non è solo l'intervenuta


dissociazione che può eventualmente fondare il superamento della presunzione di
pericolosità sociale, ma che esistono anche altri accadimenti che hanno tale
efficacia dimostrativa, accadimenti dai quali possa desumersi la impossibilità del
singolo associato di continuare a fornire il suo contibuto alla "societas sceleris"
(ad esempio in ragione delle sue condizioni di salute).
Ecco perché, come affermano i giudici di legittimità, la ricerca di quei fatti, umani
o naturali, che rendono impossibile e per ciò solo in astratto e oggettivamente
- -... . dimostrabile che il soggetto possa continuare a fornire il suo contributo
@ all'organizzazione per conto della quale ha operato,

Tanto premessa, osserva il Collegio che la difesa non ha dedotto alcun elemento
idoneo a superare la richiamata presunzione, non potendo rivestire il carattere
della idoneità (nel senso sopra specificato di dimostrare il fatto che il legame con
la struttura delinquenziale risulti reciso) la "volontà" della DI TRAPANI di
tutelare il suo molo di madre e di recidere qualsiasi rapporto che possa in qualche
modo apparire sospetto.
Allo stesso modo, non può ritenersi che l'attuale stato di detenzione dei soggetti
che erano entrati in contatto con l'odierna indagata possa costituire elemento
idoneo a superare l'indicata presunzione di pericolosità non costituendo questa,
una circostanza che in assoluto rende impossibile alla D1 TRAPANI continuare a
fornire il suo contibuto all'organizzazione mafiosa, rappresentando piuttosto
questo un elemento relativo e dipendente dallo stato di detenzione degli altri
coindagati.
Anche la rinuncia ai colloqui e a qualsiasi rapporto epistolare, pure valutata
in relazione al concreto ruolo svolto dalla D1 TRAPANI all'interno
dell'associazione mafiosa, quest'ultimo correlato alla funzione di tramite
rivestita tra i vertici del mandamento mafioso di Resuttana in carcere e gli
associati mafiosi in libertà, ponendosi in relazione ed intrattenendo rapporti,
diretti ed mediati, con persone di elevatissima caratura mafiosa, quali Lo
Piccolo Salvatore, Bonanno Giovanni, Cinà Antonio, Di Trapani Diego ed
altri, non rappresenta un elemento oggettivamente idoneo a superare la
presunzione di pericolosità e in particolare a dimostrare l'intervenuta
rescissione dei legami con l'organizzazione criminose.

E ciò tenuto anche conto della gravità della condotta associativa posta in essere e
della molteplicità degli ulteriori delitti contestati riconducibili ad ipotesi di reato
di cui all'art. 12 quinquies, legge no 356 del 1992, tutti aggravati dall'art. 7 dl. 13
maggio 1991, no152, conv. con modif. nella Legge 12 luglio199 1, n0203.

Né sono stati prospettati, ad avviso del Collegio, specifici elementi idonei ad


escludere la pericolosità dell'indagata, piuttosto la specificità del ruolo e la
caparbia organizzativa dimostrata dall'indagata nel porre in essere le
numerosissime condotte criminose in contestazione, oltre che la rilevanza in
termini di capacità criminale della funzione svolta, di eccezionale ausilio
all'associazione mafiosa, riscontrano in capo alla D1 TRAPANI una
personalità altamente allarmante che rende concreto ed attuale il pericolo che
la D1 TRAPANI, ove non ristretta in carcere, possa in ragione delle
interessenze coltivate e dei contatti instaurati nel corso del tempo possa
continuare a svolgere un ruolo, ugualmente o diversamente strutturato, ma
comunque di rilievo e determinante per la stessa sopramvenza di "Cosa
Nostra".
Basta, al riguardo, richiamare alcuni accorgimenti usati dai conversanti, e
tra questi l'odierna indagata, finalizzati, appunto, ad impedire alle forze
dell'ordine .la. ricostruzione del contenuto di detti colloqui, che si sono
concretizzati nell'utilizzo di nomi e bbnomignoli"convenzionali per indicare
soggetti facenti parte di ''Cosa Nostra"; nell'utilizzo di nomi al femminile
riferibili alle mogli e10 compagne o congiunte di altri soggetti facenti parte
dell'associazione mafiosa; nel repentino variare gli argomenti trattati nel
corso delle diverse conversazioni, senza seguire all'apparenza una logica
evoluzione tra le tematiche di volta in volta trattate, con l'introduzione di
argomenti di sicuro interesse investigativo, mentre si discuteva di normali
tematiche familiari; nell'utilizzo anche della mimica facciale piuttosto che del
solo labiale, nonché della "mimica corporale".

Quanto esposto rende prive di rilievo le ulteriori argomentazioni difensive in


ordine alla insussistenza delle esigenze cautelari di cui alte lettere "a", "b" e "C"
dell'art. 274 C.P.P., che devono presumersi sussistenti in mancanza di elementi
idonei a superare la presunzione di pericolosità sociale più volte richiamata.
La natura del materiale gravemente indiziario (costituito a dire della difesa in
intercettazioni ambientali e telefoniche) posto a fondamento del titolo custodiale,
cosi come la circostanza che a D1 TRAPANI abbia un figlio minore di età (non
infiatreenne) non rappresentano elementi idonei a superare la indicata presunzione
che trova la sua legittimazione giuridica da un lato nella necessità di preservare
l'attività di completamento del quadro probatorio, in ordine al ruolo svolto dalla
Di Trapani all'interno dell'organizzazione mafiosa e alle attività illecite dalla
stessa poste in essere per realizzare le finalità associative, dalla forza di
intimidazione e dalla capacità di assoggettamento che deriva da 'Cosa Nostra" e
dall'altro nella natura del delitto oggetto di contestazione in relazione alla entità
della pena irroganda e nella possibilità concreta per i sodali di beneficiare della
rete di relazioni che consente di vanificare l'esecuzione di provvedimenti
restrittivi.

E ciò senza prescindere dalla circostanza che gli elementi indiziari non constano
solamente delle operazioni di intercettazione di tipo ambientale, svolte all'interno
delle sale colloqui delle diverse case circondariali ove si trovano tuttora reclusi i
capimafia delle famiglie Madonia e Di Trapani e delle operazioni di
intercettazione telefonica sulle utenze in uso ai diversi familiari dei capimafia
reclusi, ma anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, quali
Franzese Francesco, Nuccio Antonino e Pulizzi Gaspare che, hanno consentito di
ricostruire 'organigramma del mandamento mafioso di Resuttana a seguito
dell'arresto dei capimafia Madonia Salvatore, Madonia Antonino, Madonia
Giuseppe, Madonia Francesco e Di Trapani Nicolò e del materiale
precedentemente acquisito in occasione della cattura dei latitanti Lo Piccolo
Salvatore e Lo Piccolo Sandro.

Tutte emergenze gravemente indiziarie (che di recente sono state corroborate da


ulteriori acquisizioni investigative come le dichiarazioni rese da Briguglio
Francesco Giuseppe l'li marzo 2009, in atti, richiamate dal P.M. nel parere
negativo formulato in data 5 giugno 2009) che hanno messo in evidenza il molo,
che fonda in concreto la sussistenza delle esigenze specialpreventive, della Di
. --
._ .
-L .- Trapani Maria Angela come il principale artefice e gestore sul territorio delle
sorti e degli interessi economico patrimoniali delle famiglie Madonia e Di
@ Trapani, nonché il punto di riferimento delle direttive impartite dai
capimafia reclusi e dirette agli appartenenti deiia famiglia mafiosa operanti
su detto mandamento mafioso, direttive, per quel che qui interessa,
finalizzate essenzialmente a garantire il controllo del territorio compreso nel
mandamento di Resuttana" e a porre in essere le attività illecite rispondenti
agli interessi della famiglia mafiosa, quali estorsioni, danneggiamenti, trafico
degli stupefacenti, nrmi, riciclaggio, nonché trasferimenti fraudolenti dì beni
a soggetti"prestanonie" incensurati al fine di eludere le disposizioni in
materia di misure di prevenzione patrimoniali..."
Questo avviso del Tribunale del Riesame, che con chiare parole -
rimeditando il quadro probatorio validato dal GIP - assumeva che
l'imputata DI TRAPANI fosse il punto di riferimento criminale di una delle
famiglie mafiose più feroci e sanguinane che la storia criminale della città
di Palermo avesse mai conosciuto, non era sottoposto a gravame di
legittimità.

La rimeditazione delle fonti accusatorie che riguardavano la posizione


della DI TRAPANI MARIANGELA non si esauriva in quel contesto.
I1 Tribunale del Riesame, infatti, decidendo in data 23 Dicembre 2008
sull'appello proposto da MADONIA ALDO avverso il provvedimento
custodiale che lo aveva riguardato, aveva già avuto modo di affermare:

" I fatti oggetto della presente richiesta attengono ad una complessa attività
investigativa da tempo svolta dai Carabinieri dei R.O.S. sul mandamento mafioso
di Palermo "Resuttana", da tempo considerato una sorta di "protettorato" del
mandamento mafioso di Partanna - Mondello retto da Lo Piccolo Salvatore fino
al momento del suo arresto avvenuto nel mese di novembre del 2007,
storicamente capeggiato dalle famiglie "Madonia" e "Di Trapani" ed i cui
esponenti di vertice, Madonia Salvatore, Madonia Antonino, Madonia Giuseppe,
Madonia Francesco (fino al momento del suo decesso) e Di Trapani Nicolò
risultano da tempo reclusi per reati di associazione di tipo mafioso ed altre
fattispecie delittuose strettamente legate all' appartenenza a "Cosa Nostra".
In particolare, le attività investigative svolte dai Carabinieri, su delega dei Pubblici
Ministeri della DDA di Palermo, hanno consentito di acclarare che anche dopo
l'arresto dei sopra menzionati capimafia, gli stessi attraverso i loro familiari più
stretti hanno continuato a reggere il mandamento, impartendo ordini e direttive sia
per il compimento delle attività illecite nell'interesse della famiglia maflosa, sia
per l'amministrazione del cospicuo patrimonio immobiliare, costituito da
appartamenti, terreni ed esercizi commerciali in Palermo e provincia (tra cui in
particolar modo beni immobili esistenti sul territorio del Comune di Cinisi).
Sotto tale profilo, come meglio si vedrà nel corso del presente prowedimento, le
attività investigative consistite, da un lato, nell'effettuazione di operazioni di
intercettazione di tipo ambientale all'interno delle sale colloqui delle diverse case
circondariali ove si trovano tuttora reclusi i sopra citati capimafia delle famiglie
Madonia e Di Trapani, nonché telefonica sulle utenze in uso ai diversi familiari
dei capimafia reclusi, dall'altro lato nell'audizione di diversi soggetti appartenenti
con ruoli di vertice alle diverse famiglie mafiose di Palermo e che dopo il loro
arresto nell'ambito di precedenti operazioni investigative hanno deciso di
intraprenderne un programma di collaborazione con l'Autorità Giudiziaria
(Franzese Francesco, Nuccio Antonino e Pulizzi Gaspare), hanno consentito di
ricostruire 1 ' organigramma del mandamento mafioso di Resuttana a seguito dell'
arresto dei capimafia Madonia Salvatore, Madonia Antonino, Madonia Giuseppe,
Madonia Francesco e Di Trapani Nicolò, consentendo, non solo di riscontrare che
questi ultimi, come detto pocanzi, hanno mantenuto inalterato il loro potere
all'interno di detto mandamento, ma anche di rilevare i moli sempre più
importanti ed incisivi aii'intemo del mandamento stesso assunti dai familiari
dei capimafla reclusi, tra cui, in particolare, l'odierna indagata DI TRAPANI
Maria Angela, come sopra generalizzata, coniuge di Madonia Salvatore e
MADONIA Aldo, come sopra generalizzato.
Ruolo che, soprattutto per la DI TRAPANI Maria Angela, come meglio si
vedrà, ha assunto una tale importanza e decisività per le sorti dell'intero
mandamento, tanto da fare di quest'ultima il principale artefice e gestore sul
territorio delle sorti e degli interessi economico patrimoniali delle famiglie
Madonia e Di Trapani, nonché il referente principale delle direttive impartite
dai capimafia reclusi e dirette agli appartenenti della famiglia mafiosa
operanti su detto mandamento mafioso. Direttive fmalizzate essenzialmente a
garantire il controllo del territorio compreso nel mandamento di "Resuttana"
e a porre in essere le attività iilecite rispondenti agli interessi della famiglia
maflosa, dalle estorsioni, ai danneggiamenti, al traffico degli stupefacenti e
delle armi, al riciclaggio, per fmire al trasferimento fraudolento di beni a
soggetti "prestanome" incensurati al fine di eludere le disposizioni in materia
di misure di prevenzione patrimoniali.
Le sopra esposte considerazioni oltre ad emergere in maniera inequivocabile
dal contenuto delle intercettazioni sia telefoniche che ambientali che
verranno riportate nel prosieguo del presente provvedimento, hanno trovato,
altresì, una precisa conferma daile risultanze di alcune connesse attività
investigative svolte nell'ambito del fermo operato nei confronti di Lo Piccolo
Salvatore e Lo Piccolo Sandro e ancor prima neil'ambito deil'arresto operato
nei confronti di Provenzano Bemardo, sotto il particolare profilo dell'esame
della numerosa documentazione "cd. pizzini" rivenuta in entrambe le
occasioni nei covi ove stavano trovando rifligio i latitanti. Documentazione
che ha consentito di acclarare gli stretti rapporti tra i Lo Piccolo e le famiglie
Madonia - Di Trapani del mandamento di "Resuttana".
Tornando, poi, alle risultanze delle attività di intercettazione di tipo ambientale
disposte nel corso delle indagini all'interno delle sale colloqui delle diverse case
circondariali ove si trovano tuttora reclusi i soggetti appartenenti alle famiglie
maflose Madonia e Di Trapani, si osserva che proprio lo studio dei colloqui
intercettati in carcere nei confronti del gruppo MADONIA - DI T-RAPANI,ed i*'
specie l'intelleggibilità via via crescente delle tematiche afiontate in maniera
eriptica dagli indagati nel corso dei colloqui, ha permesso di ricostruire dinamiche
associative qualificatissime ed apicali, dato che i soggetti carcerati riuscivano,
grazie ai familiari, ad interagire in pieno con il contesto associativo "in libertà" e
questo nonostante la gran parte di loro sia attualmente sottoposta al regime
restrittivo di cui all' art. 41 bis della legge n0354/1975 in tema di ordinamento
penitenziario che concerne anche i colloquio con i familiari, sia in relazione al
numero mensile per i quali possono essere autorizzati, sia in relazione alle
modalità di conduzione degli stessi.
Sotto questo aspetto si osserva che nel corso delle attività investigative attraverso
una complessa attività di "decriptazione" del contenuto di detti colloqui svolta dai
Carabinieri del R.O.S. è stata comunque consentita una significativa e valida
ricostruzione delle comunicazioni intercorse tra i capimafia detenuti ed i loro
familiari, nonostante l'utilizzo di una serie di accorgimenti da parte dei
conversanti finalizzati, appunto, ad impedire alle forze dell'ordine la ricostruzione
del contenuto di detti colloqui.
Tali accorgimenti, in particolare, si sono estrinsecati nell'utilizzo di nomi e
"nomignoli" convenzionali per indicare soggetti facenti parte di "Cosa Nostra";
nell'utilizzo di nomi al femminile riferibili alle mogli e10 compagne o congiunte
di altri soggetti facenti parte dell'associazione mafiosa; nel repentino variare gli
argomenti trattati nel corso delle diverse conversazioni, senza seguire
all'apparenza una logica evoluzione tra le tematiche di volta in volta trattate, con
l'introduzione di argomenti di sicuro interesse investigativo, mentre si discuteva
di normali tematiche familiari; nell' utilizzo anche della mimica facciale piuttosto
che del solo labiale, nonché della "mimica corporale".
Considerazioni analoghe vanno affrontate anche in relazione a quanto emerso
dall'utilizzo della corrispondenza, con particolare riferimento alle lettere
intercorse tra i fratelli Madonia Salvatore, Antonino e Giuseppe ed i loro familiari,
dalle quali si evince un intenso "flusso comunicativo" che non aveva altra ragione
se non quello di consentire ai capimafia reclusi di continuare ad impartire ordini e
direttive dal carcere attraverso i loro parenti, attraverso l'utilizzo di un linguaggio
criptico e convenzionale che ha tuttavia consentito di far emergere tematiche
associative di assoluto interesse per la comprensione delle evoluzioni intercorrenti
in seno alla consorteria mafiosa.
Stesso discorso vale anche per le telefonate effettuate dal carcere ed anch'esse
intercorse tra i capimafia reclusi ed i loro familiari, con particolare riferimento a
quelle effettuate dal noto capomafia Madonia Giuseppe, soprattutto dopo che allo
stesso era stata consentita la revoca del regime carcerario restrittivo previsto
dall'art. 41 bis delPOrdinamento Penitenziario.
In particolare, è stato appurato che il Madonia Giuseppe attraverso
telefonate effettuate con cadenza settimanale e della durata di dieci minuti,
interloquendo con l'anziana madre e con la cognata DI TRAPANI Maria
Angela, sfruttava, in concorso con i congiunti, l'occasione per celare nel corso
di conversazioni apparentemente usuali e domestiche tematiche prettamente
associative, per poi ragguagliare all'esito i fratelli sottoposti al regime
carcerario più restrittivo dell'an. 41 bis O.P. sull'esito di dette conversazioni.
Quanto all'indagata D1 TRAPANI Maria Angela, si osserva che l'ascesa della
sua figura all'intemo del mandamento mafioso di "Resuttana" è stata
favorita anche dalla consistenza dei colloqui ai quali la stessa è stata ammessa
con i capimafia reclusi, nelle diverse strutture carcerarie in cui i congiunti
sono ristretti, e con tutti i diversi congiunti ristretti (dunque, non con il solo
marito, ma anche con la famiglia c.d. "allargata").
Circostanza, quest'ultima, non priva di importanza ai fmi della
dimostrazione del ruolo di vertice assunto all' interno della famiglia mafiosa,
stante l'apparente mancanza di giustificabili risorse economiche in capo alla
DI TRAPANI che possano giustificare i numerosi viaggi aerei sul territorio
nazionale, a volte con cadenza più che mensile. Ne discende, che la stessa ha,
come emerso nel corso dell'attività, attinto a fonti economiche "altemative"
di certa natura illecita. Del resto, nel corso delle indagini, è emersa - come
vedremo - l'ossessiva ricerca da parte della D1 TRAPANI stessa di beni
occulti di provenienza illecita intestati fittiziamente a c.d. prestanome.
Sempre in relazione ai colloqui in carcere, va qui anticipato anche che la
"decriptazione" del linguaggio effettuata dai Carabinieri del R.O.S. che
haxmo svolto le indagini -
ha consentito di evidenziare che il criterio ordinario
seguito per nascondere i veri nomi dei soggetti di cui si parlava (quasi sempre
associati meiosi, o persone a questa organizzazione criminale vicine) era
quello di chiamarli con il nome della moglie, o di una stretta parente.
Circostanza, questa, che comportava spesso anche la trasformazione delle
attività di cui si riferiva in attività tipicamente fenuninili (come la vendita di
corredi).
La chiave di lettura ottenuta, permetteva di abbinare aglipseudonimi di volta
in volta utilizzati, i relativi soggetti di riferimento che di seguito vengono
sinteticamente riportati con l'intento di fornire una "rubrica" dei personaggi
emersi nel corso dei colloqui e successivamente identificati (che verranno poi
analiticamente riportati e spiegati nel corso dell'analisi delle singole schede
degli indagati)...".

È utile osservare che i rilievi evidenziati in termini generali dal


Tribunale del Riesame di Palermo hanno trovato conferma - in ciò che
atteneva la refluente gravità degli indizi - davanti alla Corte di
Legittimità per tutti i soggetti odierni imputati (con le specifiche di cui
diremo).

Vediamo, appunto, in quale modo il Supremo Giudice ha considerato


le fonti probatorie sopra rassegnate, avuto riguardo alle posizioni
processuali di rilevante importanza nelle dinamiche ricostruttive dei
fatti (Cassazione, Sezione V Penale, sentenza n. 20393 del 1913 -
141051 2009).

È bene segnalare che il Supremo Collegio aveva annullato


parzialmente e con rinvio l'ordinanza che sopra abbiamo (in ultimo)
trascritto, ma non sotto il profilo della fondatezza dell'impianto
accusatorio ma solo sotto il profilo del riscontro probatorio minore
- .
all'ipotesi - delittuosa di reimpiego fittizio di beni di provenienza
illecita:

"Le considerazioni dei giudici di merito sul punto appaiono del tutto logiche
e non meritano alcuna censura sotto il profilo deiia le~ittimità.
I1 ricorrente, nell'analizzare le singole conversazioni, nelle quali
prevalentemente si diceva alla DI TRAPANI di interessare MADONIA
ALDO per il compimento di alcune attività importanti per la '~amiglia", ha
rilevato come non vi fosse prova che tali attività fossero state davvero poste in
essere dall'indagato.
La critica non coglie nel segno perché l'accusa rivolta a MADONIA ALDO è
di avere assunto un ruolo di direzione, o comunque, di vertice
dell'associazione mafiosa perché i frateili maggiori erano in carcere e, quindi,
i giudici di merito si sono preoccupati di porre in evidenza gli elementi che
consentivano di ritenere l'indagato esponente di spicco deiì'associazione
mafiosa e non di analizzare l'esito delle operazioni allo stesso demandate.
Insomma, ciò che rileva è che i conversanti, in modo del tutto chiaro,
dicevano che per risolvere alcuni problemi rilevanti per la vita della
"famiglia", specialmente queili economici, si doveva fare riferimento a
MADONIA ALDO, ritenuto capo dell'organizzazione e l'unico, quindi, in
grado di prendere decisioni rilevanti per il futuro della famiglia mafiosa.
Sotto tale punto di vista non è tanto rilevante sapere se poi le singole attività
demandate al capo abbiano avuto o meno esito positivo o se gli specifici
problemi siano stati risolti secondo i desiderata dei colloquianti, apparendo
rilevante che tutti i conversanti ritenevano che per risolvere alcuni problemi
non si poteva che fare riferimento all'indagato, ritenuto la persona avente il
reale potere di decidere.

Nessun dubbio è possibile nutrire in ordine alla efficacia probatoria delle


conversazioni, non solo perché in linea generale è consentito desumere da
conversazionio di terzi la posizione apicale in seno all'organizzazione mafiosa
di un determinato soggetto, ma anche perché a tali conversazioni
partecipavano persone intranee all'organizzazione mafiosa particolarmente
influenti e, quindi, ben a conoscenza dei ruoli ricoperti dai singoli associati.

Inoltre, i conversanti non sapevano di essere intercettati e, quindi, la loro


conversazione possiede un carattere di spontaneità che ne accresce la
credibilità..."

Le determinazioni del Supremo Giudice delle Leggi erano fatte proprie dal
Tribunale del Riesame in sede di rinvio, sì che, nel Giugno del 2009,
l'ordinanza cautelare emanata nei confronti del MADONIA ALDO veniva
annullata nella sola parte relativa al giudizio di sussistenza dell'ipotesi
delittuosa di cui allo articolo12 quìnquìes della Legge n. 356 del 1992.

Ma la Cassazione siglava alcuni principi che saranno refluenti nel


prosieguo:

l'impianto accusatorio poteva dirsi fornito di logica attendibilità.

le conversazioni intercettate potevano dirsi probatoriamente


efficaci.

le conversazioni avevano una spontaneità e credibilità rilevanti.


LA PROVA sulla RICOSTRUZIONE dei FATTI
all'esito dell'esame degli elementi offerti alla valutazione del Giudice

Ogni passaggio della ricostruzione, resa dal Pubblico Ministero in sede di


richiesta di custodia cautelare in carcere convalidata dal GIP sopra
trascritta (e, quindi, trasposta quale fonte probatoria grazie alla scelta
procedimentale del rito abbreviato formulata dagli imputati), si è, fin qui,
rivelata dimostrata dalla copiosa messe documentale.

In effetti, gli imputati agirono direttamente (ed interagirono, in più


occasioni, con esponenti deli'organizzazione criminosa denominata
"Cosa Nostra") manifestando il loro apporto al progetto criminale
plurisoggettivo.

È, infatti, dimostrato - al di là di ogni ragionevole dubbio - grazie alla


lettura degli atti processuali - ciò che lo stesso Tribunale del Riesame e il
Supremo Collegio hanno già incidentalmente sindacato in termini di
"probatio minor":

Di Trapani Mariangela veicolò notizie e ordini nell'interesse della


'Ifamiglia".
Di Trapani Mariangela aveva coscienza dell'illiceità di quella
mediazione.
Di Trapani Mariangela si pose come riferimento del ruolo del marito.
Di Trapani Michele cooperò il ruolo mediatorio svolto dalla nipote.
Di Trapani Michele mediò iniziative economiche in nome della
- ' '

famiglia.
Di Trapani Michele cercò di conseguire la reggenza della famiglia.
Sgadari Vincenzo interagì, in più occasioni, in fatti di rilievo mafioso.
Sgadari Vincenzo ebbe parte operativa su fatti riguardanti la famiglia.
Sgadari Vincenzo manifestò il suo ruolo mediatorio tra affiliati.
Pizzo Pietro operò economicamente nell'interesse del gruppo Madonia.

La stessa Suprema Corte di Cassazione, valutando incidentalmente il


materiale indiziario posto alla sua attenzione dopo il pronunciamento del
Riesame, aveva, con chiare parole, ritenuto che sul merito delle fonti
probatorie vi fosse:
"... una coerente disamina critica degli elementi indizianti e la
coordinazione in un organico quadro interpretativo, alla luce del
quale appare dotata di adeguata plausibilità logica e giuridica
l'attribuzione a detti elementi del requisito della gravità indiziaria
Il
relativamente alla ricostruzione dei fatti..

Questa ricostruzione dei fatti, resasi chiara grazie alle intercettazioni e


confortata dalle dichiarazioni di alcuni collaboranti (riscontrata
nell'attendibilità intrinseca ed estrinseca), chiariva un dato che sarà,
adesso, oggetto di ulteriore approfondimento motivo sulla base di due
specifiche domande:

1) l'azione di supporto svolta dalla DI TRAPANI MARIANGELA, DI


TRAPANI MICHELE, SGADARI VINCENZO e PIZZO PIETRO
poteva definirsi permanente - e mai interrotta - in favore di "Cosa
Nostra"?
2) in quale modo tutti questi soggetti (coinvolti nell'odierno processo)
avevano interagito, si da consolidare rapporti oggi definibili ed
affermabili come delittuosi, nella p& grave prospettiva imputativa
formulata dalla Pubblica Accusa?

Sarà, tuttavia, necessario far precedere le risposte motivazionali a


queste due domande da alcuni chiarimenti tecnici che soddisfano a
diverse obiezioni defensionali svolte dai Patrocinatori, nel corso delle
loro arringhe, e vertenti soprattutto:
sul valore della chiamata in correità.
-- - Sulla natura del ragionevole dubbio introdotto dalla legge
@ processuale quale presupposto assolutorio.
Sul rapporto tra il fatto plurisoggettivo, naturalisticamnete
inteso, e la configurazione della fattispecie plurisoggettiva che quel
fatto punisce (rectius: i vari livelli di gravità delle condotte dal
favoreggiamento alla piena intraneità associativa).

È opportuno segnalare che, proprio per fugare ogni possibile e


residuale aspetto di incertezza sugli elementi d'accusa ed al contempo
verificare ogni passaggio logico e giuridico additato dai Difensori a
rilievo di incompletezza (o contraddizione), l'odierno Decidente ha
deciso di porre in essere l'attività integrativa della quale tra breve
diffusamente si dirà.
Sarà bene, però, stabilire alcune premesse concettuali e giuridiche che
LA VALUTAZIONE delle CHIAMATE IN CORREITA'

A norma dell'articolo 192 comma 3" del codice di procedura


penale, le dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato
o da persona imputata in un procedimento connesso a norma
dell'art. 12 del codice procedura penale, debbono essere
valutate unitamente agli altri elementi di prova che ne
confermino l'attendibilità.
Nell'insegnamento della Suprema Corte, la chiamata in correità
ha valore di prova diretta contro l'accusato in presenza di tre
requisiti:
a) attendibilità soggettiva del dichiarante, valutata in base a
dati e circostanze attinenti direttamente alla sua persona; quali
la vita anteatta, i rapporti con l'accusato, nonché la genesi ed i
motivi della chiamata in correità.
6 ) attendibilità intrinseca di questa, desunta da dati specifici e
non esterni ad essa e tra questi la spontaneità, la
verosimiglianza, la precisione, la completezza della narrazione
dei fatti e la concordanza con le dichiarazioni rese in tempi
diversi.
e) esistenza di riscontri esterni, ovvero di elementi di prova
estrin-seci, da valutarsi congiuntamente alla chiamata in
correità per confer-marne l'attendibilità.
Orbene sono da considerarsi riscontri oggettivi necessari, quelli
che: "conferiscono valenza dimostrativa alle dichiarazioni del
chiamante in correità, debbono avere significato univoco,
t
riguardare la singola p0sizion.e del chiamato i n relazione al
8 fatto che gli viene contestato ed essere comunque, costituiti da
elementi fattuali o logici aventi attitudine a conferire
dall'esterno credibilità alla detta chiamata"
(Cassazione Penale, Sez. 111, 4 novembre 2003 n. 46866).
Secondo l'insegnamento costante della Suprema Corte, il
riscontro esterno idoneo a confermare l'attendibilità del
chiamante "ben può essere costituito anche da altra chiamata di
correo convergente, purché resa in piena autonomia rispetto alla
precedente, tanto da escludere il sospetto di reciproche
influenze" (Cass. Pen., Sez. I, 23/4/1998, 4807).
*
Nel caso di specie deve porsi nel dovuto rilievo che le
dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia convergono -
pur autonome - perfettamente sugli imputati e sono state
integralmente riscontrate dalle indagini di Polizia
Giudiziaria e da tutte le altre fonti acquisite al fascicolo.
LA QUALIFICAZIONE GIURIDICA

La Suprema Corte di Cassazione, stabilendo il principio di diritto


applicabile al caso di specie, aveva testualmente affermato:

"La qualificazione del fatto nella categoria della partecipazione al


reato associativo, trova convincente aggancio nell'insegnamento
delle Sezioni Unite di questa Corte, le quali hanno stabilito che
risponde di partecipazione ad associazione mafiosa colui che risulta
in rapporto stabile e di organica ccompenetrazione nel tessuto
organizzativo del sodalizio, tale da implicare l'assunzione di un ruolo
dinamico e funzionale, in eplicazione del quale l'interessato "prende
parte" al fenomeno associativo rimanendo a disposizione dell'ente
per il perseguimento dei comuni j?ni criminosi (Cassazione Sezioni
Unite, 12 Luglio 2005, Mannino w. 231670).
Il Tribunale ha correttamente applicato tale principio di diritto
osservando che in ordine all'inserirnento degli imputati nella
struttura organizzativa dell'associazione mafiosa sussisteva
convergenza delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sicché
l'intraneità all'organismo poteva considerarsi dimostrata con elevata
probabilità... "

A questo punto della ricostruzione complessiva di ogni elemento si


comprenderà agevolmente perché mai questo Giudice abbia, all'esito delle
conclusioni delle Parti processuali e sui dubbi interposti daiie Difese (di
cui si dirà tra breve), avvertito la necessità di un'integrazione'i-stnittoria
@ ex art. 441 del codice di procedura penale.

Era, infatti, necessario verificare - dalla viva voce dei principali


protagonisti della vicenda - in quale modo gli imputati avevano interagito
con l'organizzazione mafiosa del mandamento e se potesse dirsi sussistito
un "rapporto stabile e di organica ccompenetrazione nel tessuto
organizzativo del sodalizio, tale da implicare l'assunzione di un ruolo
dinamico e funzionale, in esplicazione del quale gli imputati avessero
"preso parte" al fenomeno associativo rimanendo a disposizione dell'ente
per il perseguimento dei comuni$ni criminosi

Vedremo, qui di seguito, proprio il contenuto di quelle prove e


comprenderemo come esse facciano da supporto all'afferrnazione, per ogni
singola posizione processuale, di responsabilità che sarà di qui a poco
dichiarata.
Ma prima occorre segnalare un'ulteriore annotazion
1029
LE GENERALI ARGOMENTAZIONI della DIFESA
e il RAGIONEVOLE DUBBIO

Le Difese degli imputati hanno obiettato (argomentazioni rese nel corso


delle arringhe, prima e dopo il provvedimento integrativo) l'inattendibilità
intrinseca ed estrinseca delle dichiarazioni accusatorie - così come recepite
nell'odiemo processo - e la loro insufficienza a fondare l'affermazione di
responsabilità.

Per la Difesa, ci troveremmo di fronte a "contrasti materiali e riscontri


negativi" nonché "interferenze logico-fattuali" probatoriamente esiziali.

Questo rilievo di insufficienza sarebbe un pendant concettuale


dell'espressione del dubbio, sì che non sarebbe stata superata, nel giudizio,
la possibilità di un plateale errore nella valutazione storica dei fatti.

Volendo, solo per comodità dialettica, abbracciare per intero le tesi


difensive e ritenendo l'attendibilità relativa solo alle dichiarazioni più
attuali dei cooperanti, il quadro di penale responsabilità resterebbe
immutato.

Ecco, allora, che l'obiezione della difesa si infrange sul libero


convincimento di colpevolezza maturato, non solo sulle fonti di prova così
come formatesi nella fase procedimentale, ma soprattutto su un'attività
integrativa e direttamente propositiva del tema probatorio promossa
dal Decidente nel rito abbreviato.
_._- -. -

8 È agevole osservare che l'attività integrativa ha avuto la funzione di


dissolvere quei possibili e residuali dubbi che ancora potevano gravare sul
contesto delle accuse e, al contempo, focalizzare il quadro esatto delle
responsabilità.

Né, può affermarsi - come ha fatto la Difesa - che il dubbio processuale sia
quello di irrisolvibilità amletica ma, piuttosto, di umana e quindi logica
definibilità.

A questo proposito giova riportare integralmente la recente massima


approvata dal Supremo Collegio in subiecta materia:
Sez. 1, Sentenza n. 31456 del 21/05/2008 Ud. (dep. 29/07/2008 ) Rv.
240763
Presidente: Chieffi S. Estensore: Gironi EG. Relatore: Gironi EG.
Imputato: Franzoni. P.M. Ciani G. (Con$)

1030
(Rigetta, Ass. App. Torino, 27 Aprile 2007)
SENTENZA - CONDANNA - GENERE - Presupposti -
Accertamento di responsabilità "oltre ogni ragionevole dubbio" -
Nozione.

I1 giudice deve ritenere intervenuto l'accertamento di responsabilità


dell'imputato "al di là di ogni ragionevole dubbio", che ne legittima ai
sensi dell'art. 533, cornrna primo, cod. proc. pen. la condanna, quando
il dato probatorio acquisito lascia fuori soltanto eventualità remote,
pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili "in rerum
natura", ma la cui effettiva realizzazione, nella fattispecie concreta,
risulti priva del benché minimo riscontro nelle emergenze processuali,
ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della normale
razionalità umana.
LE ATTIVITA' INTEGRATIVE
svolte ai sensi dell'art. 441, comma V, del codice di procedura penale

Come si è già riferito sotto il titolo introduttivo dello "Svolgimento del


processo", questo Giudice, con sua ordinanza istruttoria, disponeva attività
integrative delle prove già esistenti.
In particolare, si manifestava assai importante il nuovo esame dei
collaboranti - già uditi dal Pubblico Ministero - perché, grazie ad una più
accurata sollecitazione mnemonica, potessero venire in rilievo una serie
di elementi circostanziali prima non completamente approfonditi.

I collaboranti, indicati come fonti di prova nella richiesta di rinvio a


giudizio formulata dal Pubblico Ministero, avevano in effetti descritto con
ampia dovizia di particolari il contesto mafioso relativo al Mandamento di
(L "San Lorenzo", ma (forse proprio a causa del quadro più generale nel quale
avevano consolidato le loro dichiarazioni) non erano stati sollecitati
mnemonicamente sulle posizioni specifiche degli odierni imputati.

L'attività integrativa ha permesso di sanare questa non del tutto completa


prospettazione del panorama probatorio e di affermare l'esatta tipologia di
apporto, avuto da ciascuno degli imputati, in relazione alla fattispecie
delittuosa plurisoggettiva in contestazione.

Vediamo, adesso, nello specifico le dichiarazioni rese nel corso delle


udienze istruttorie svoltesi in Firenze alle date 14 Aprile 2010 (DI
NATALE GIUSTO e FONTANA ANGELO); 15 Aprile 2010
. . . (BRIGUGLIO FRANCESCO, FRANZESE FRANCESCO e SPATARO
e MAURIZIO); 16 Aprile 2010 (PULIZZI GASPARE).
In Palermo, alla data del 20 Aprile 2010, (BRUSCA GIOVANNI e
ONORATO FRANCESCO) e 27 Aprile 2010 (RUVOLO BALDASSARE,
AVITABILE ANTONINO, PALAZZOLO SAVERIO, RLJFFINO
ROSOLINO, NUCCIO ANTONINO).
In Roma, in data 29 Aprile 2010 è stato udito PASTA MANUEL.

Saranno evidenziate in neretto quelle affermazioni che il Giudice ritiene di


particolare peso accusatorio perché aventi connotazione esaustiva e
inequivoca in relazione al dubbio palesato dalle Difese nel corso delle
arringhe.
I
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:
D1 CZUSTIZIA -,3WNTANA ANGELO I
I AUDIZIONE'DEL4COLZ~O~TO]RE
GIUDICE - Allora, io intanto le devo leggere la formula di rito. Le sue generalità,
vediamo se sono quelle giuste, quelle che possediamo noi. Allora, lei è Fontana Angelo,
nato a Palermo il 15 luglio del 1963.
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - Dunque, lei è difeso dalla...
COLLABORATORE FONTANA - Patrizia Sebastianello.
GIUDICE - Che è qui presente?
A W . CARCEMI - In sostituzione, avvocato Carcemi Alessandra, come da delega
depositata.
GIUDICE - Sì. La delega ce l'abbiamo in atti, vero?
CANCELLIERE - Sì.
6 GIUDICE - Perfetto, sì. Allora, io prima che lei cominci a parlare devo farle un
ammonimento di rito. Io la avverto che le sue dichiarazioni possono essere utilizzate nei
suoi confronti, salvo quanto disposto dall'articolo 66 comma primo del Codice di
Procedura Penale; lei ha facoltà di non rispondere, ma il procedimento, anche se lei non
risponderà, seguirà il suo corso; se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri, assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone, salve le
incompatibilità previste dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis del
Codice di Procedura Penale. Intende rispondere?
COLLABORATORE FONTANA - Sì, voglio rispondere, signor Presidente.
GIUDICE - Io devo anche dare atto preliminare, per quella utilità che può avere, ma
perché costituisce un fatto obiettivo e quindi deve essere allegato, che nella qualità di
Pubblico Ministero io ho fatto un processo nei confionti del Fontana Angelo, che si è
concluso in primo grado, se non ricordo male...
COLLABORATORE FONTANA - In primo grado con la condanna all'ergastolo.
GIUDICE - ...con la condanna all'ergastolo per il reato di omicidio.
COLLABORATORE FONTANA - Sissignore.
GIUDICE - Che poi fu riformato in sede di appello e, se non ricordo male, anche...
COLLABORATORE FONTANA - In Cassazione.
GIUDICE - ...in Cassazione. Ho poi proceduto, in altra... in altro contesto processuale,
all'audizione del collaborante Fontana, in relazione a un fatto di rapina che coinvolgeva
la mafia...
COLLABORATORE FONTANA - Ai Monopoli di Stato.
GIUDICE - Ai Monopoli di Stato e che coinvolgeva la mafia di...
COLLABORATORE FONTANA - Acquasanta.
GIUDICE - ...diciamo, l'associazione mafiosa...
COLLABORATORE FONTANA - Di Acquasanta, Lo Piccolo, Bonanno...
GIUDICE - ...delllAcquasanta...
COLLABORATORE FONTANA - ...Resuttana...
GIUDICE - ...dellfArenella,diciamo.
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Quella... quella zona li. Quindi questo è necessario, è bene che sia anche
qui formalizzato, verbalizzato, perché se nel corso dell'interrogatorio sorgessero
domande che magari non sono oggetto del presente processo, sappiate che è possibile
anche che il Giudice abbia aliunde, diciamo, conoscenza di fatti ch%il collaborante ha
posto in essere nella sua vita ante acta, avrebbero detto gli antichi romani. Detto questo,
allora, io avrei da subito da chiarire una domanda, che probabilmente le hanno posto già
tante volte. Lei è un uomo d'onore? E' stato un uomo d'onore?
COLLABORATORE FONTANA - Si, io sono stato combinato nel...
GIUDICE - Se può parlare...
COLLABORATORE FONTANA - Io sono stato combinato nel '90, nel dicembre
del '90.
GIUDICE - Nel 1990.
COLLABORATORE FONTANA - '90, si.
GIUDICE - In quale contesto?
COLLABORATORE FONTANA - Nella famiglia mafiosa dellfAcquasanta, il
mandamento era Resuttana. 11 mio padrino è stato Antonino Pipitone e presente
c'era Salvo Madonia e mio zio Pino Galatolo.
GIUDICE - Senta, lei mi dice che viene "combinato". Ma che cosa... cosa vuol dire
esattamente questa...?
COLLABORATORE FONTANA - Ritualmente... ritualmente far parte di Cosa Nostra,
praticamente è una pungitina, una santa, si versa del sangue sulla santa e si fa un
giuramento che tu non tradisci Cosa Nostra, praticamente.
GIUDICE - Cioè, è una specie di affiliazione formale, diciamo, addirittura in questo
caso sacramentale, perché...
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - ...addirittura con questa...
COLLABORATORE FONTANA - Anche se prima non è che cambiava tanto, perché...
...
GIUDICE - E questo è proprio lei, scusi, ha preceduto la mia domanda, perché la
mia domanda proprio voleva dire questo: soltanto... soltanto, diciamo, la
affrliazione sacramentale permette di dire che un uomo è un uomo d'onore ad ogni
effetto?
COLLABORATORE FONTANA - Si, si. Quando ... nel momento in cui
ritualmente tu sei combinato, allora tu puoi dire che sei uomo d'onore, cioè infatti
fai la presentazione come un uomo d'onore: "Questo è uguale a me", "questo
uguale a noi", quand'è che si è fra uomini d'onore. Possono partecipare poi a
riunioni fra uomini d'onore. Mentre prima, quando si riunivano i &ei zii, mio
fratello e qualche altro, io non partecipavo alle riunioni. Dipende che tipo di
riunione, perché quando ci sono state tutte le riunioni del Big John, io ero presente
con Nino Madonia, poi con Salvo Madonia, con mio zio Pino e con tutti. Però poi,
dal momento in cui sono stato ritualmente combinato, non ci sono stati più
problemi.
GIUDICE - Ma prima della combinazione, chiamiamola così, lei ha posto in essere
degli atti delittuosi per Cosa Nostra?
COLLABORATORE FONTANA - Io ho fatto uno dei più grossi traffici di droga
che c'è, che è esistito nella storia del Big John. Sono stato io dagli Stati Uniti a
mandare...
GIUDICE - E questo ...
COLLABORATORE FONTANA da Aruba... - ...
GIUDICE - E questo traffico di droga l'ha fatto per Cosa Nostra?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, certamente.
GIUDICE - Non... nella qualità, diciamo, di non affrliato però.
COLLABORATORE FONTANA - Affiliato era mio suocero, Giovanni Galatolo. Noi
la droga l'abbiamo comprata dai colombiani e la spedizione è stata fatta da Aruba. Da
Aruba arrivò a Mazara del Vallo, quindi i mazaresi scaricarono la nave e poi si distribuì
a tutta la mafia siciliana e catanese anche.
GIUDICE - E, dico, questo è un fatto magari rilevantissimo, ma quando parlavo di
azioni delittuose parlavo di azioni specifiche, diciamo, dell'associazione criminosa,
come per esempio...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...attività estorsive, attività diciamo delittuose di sangue...
COLLABORATORE FONTANA - Sì. Non specifica...
GIUDICE - Per carità, il traffico di stupefacenti è anch'esso importante nella...
COLLABORATORE FONTANA - Non specifica...
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FONTANA - Non specificamente in prima persona, però mi
ricordo quando ci fu la guerra di mafia, che io avevo sì e no diciotto-diciannove anni, in
cui si uccise Domenico Bova, in cui si strangolarono Pino Lauricella, Salvo... Pino
Lauricella, Salvo Lauricella, dentro il Vicolo Pipitone e io par... non che partecipai
materialmente, però mi dissero "sta attento se entra la Polizia, vai a vedere se vedi"...
che si cercavano tutti gli scappati, fra i quali c'era anche Francesco Onorato, gente che si
cercavano, e se li vedevo in zona awisavo... montavo di palo, si dice in gergo siciliano,
"statti qua, non ti muovere". Però a sparare non ho sparato a quelli. 11 primo omicidio
l'ho commesso nel '92.
GIUDICE - Lei parla di questi fatti... che età aveva allora?
COLLABORATORE FONTANA - Diciotto anni. Prima che andassi negli Stati Uniti.
GIUDICE - Prima che andasse negli Stati Uniti. Adesso lo chiariremo questo... questo
passaggio. Lei ha già parlato di Vicolo Pipitone, perché sembra essere un luogo di una
certa importanza, perché magari chi legge questo verbale...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...p otrebbe non avere idea di cosa sia esattamente il luogo di cui lei sta
parlando.
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - Che cos'è questo luogo?
COLLABORATORE FONTANA - Vicolo Pipitone . ,.
...
GIUDICE - Perché è così importante?
COLLABORATORE FONTANA - Vicolo Pipitone praticamente è una strada che fa
parte alla famiglia mafiosa dellfAcquasanta,di cui io facevo parte. E là dentro, nella
guerra di mafia, Vicolo Pipitone ebbe un ruolo abbastanza grosso, perché si
strangolarono tante persone là dentro, si scioglievano anche persone nell'acido. Cioè noi
in Vicolo Pipitone abitavamo tutti i Galatolo e i Fontana e i Madonia, Nino Madonia,
Salvo Madonia. Prima di loro c'era lo Zu' Ciccio, cioè il padre di... venivano sempre in
Vicolo Pipitone e tutte le riunioni si facevano là dentro. Da là dentro passarono tutti, da
Totò Riina a Provenzano, a... a chi più ne ha, più ne metta, cioè tutti i mafiosi passarono
da Vicolo...
GIUDICE - Senta...
COLLABORATORE FONTANA - ...Saro Riccobono... cioè, tutte le riunioni si
facevano là dentro, addirittura i primi collaboratori di giustizia facevano...
menzionavano un grosso tavolo che noi avevamo dietro un palazzo, di nostra proprietà;
c'era un grosso tavolo in cui si facevano queste riunioni. Non appena ci furono i primi
collaboratori di giustizia, che mi sembra che fu il Ganci, che l'ha conosciuto... 'sto
tavolo, che era fatto di cemento, si è rotto per non far dare questo indizio alla Polizia.
GIUDICE - Senta, che particolarità aveva questo Vicolo Pipitone, fisicamente,
proprio...? Me lo colloca geograficamente? Dov'è questo... questo luogo?
COLLABORATORE FONTANA - Manifattura Tabacchi.
GIUDICE - Per esempio, rispetto ai Cantieri Navali.
COLLABORATORE FONTANA - Cantieri... Cantien Navali. Cioè, scendere,
cavalcavia, Cantien Navali, si fa la prima curva... Cantieri Navali... Cantieri Navali, si
va verso... per andare sempre in Via Simone Guli. Via Simone Guli, prima di amvare
alla Manifattura dei Tabacchi, che si trova a destra, sulla sinistra c'è un vicolo.
GIUDICE - Che ha una particolarità? Che cos'è, un vicolo chiuso?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, è un vicolo cieco, praticamente.
GIUDICE - E' un vicolo cieco.
COLLABORATORE FONTANA - E che in fondo poi c'è tutto terreno di appartenenza
nostra, praticamente. E c'è 'sto palazzo nostro. Poi c'è il Cortile Pozzo e dietro è tutto
terreno, cioè è tutto terreni.
GIUDICE - Cioè, nel momento in cui si entrava là dentro, si entrava in un territorio,
diciamo, chiuso...
COLLABORATORE FONTANA - Non si...
GIUDICE - ...e che era nella vostra totale...
@ COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - ...giurisdizione.
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - Dico bene?
COLLABORATORE FONTANA - Li dentro è tutto nostro, cioè era tutto... tutto...
c'avevamo giardini, c'avevamo palazzi, c'avevamo magazzini, c'avevamo depositi. Poi
c'erano delle casette vecchie, vecchie per modo di dire, casette antiche in cui si
attivava... cioè si facevano strangolamenti e omicidi là dentro.
GIUDICE - Senta, ma se le faccio questa domanda... è vero che questo vicolo era
talmente chiuso, un'enclave così vostra che addirittura anche la Polizia e i Carabinieri a
volte, anche se chiamati, non vi accedevano?
COLLABORATORE FONTANA - Ma infatti ci fu l'omicidio Onorato, cioè del
ragazzino, del nipote di Francesco Onorato, adesso lui è collaboratore di giustizia, che
quando ci fu 'sto omicidio dentro il Vicolo Pipitone la gente che sentiva le urla chiamò
la Polizia, chiamò i Carabinieri, e i Carabinieri... cioè, intervenendo in Vicolo Pipitone,
sono entrati più di una volta e usciti di nuovo perché non potevano entrare dentro il
@ Cortile Pozzo dove che c'era poi un garage con una porta e... e si ebbe il tempo di
prendere il cadavere e andarlo a buttare al Monte Pellegrino.
GIUDICE - Ma le risulta che anche una parte del commando che uccise Giovanni
Falcone, o che partecipò all'azione, una delle azioni più eclatanti fatte da Cosa Nostra,
partisse proprio da Vicolo Pipitone?
COLLABORATORE FONTANA - No. Quello che mi risulta a me no quando ci fu
l'attentato di Giovanni... del dottor Falcone. Il primo fallito attentato delltAddaurasi fece
in Vicolo Pipitone, si, tutta la preparazione fu fatta là dentro, in cui c'ero pure io. E
prima di questo si fece l'omicidio Dalla Chiesa e il commando partì da Vicolo Pipitone.
GIUDICE - Quindi, per capire, l'importanza di questo luogo geografico ha... diciamo, è
stato sede logistica, se ho capito bene...
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - ...di alcuni dei fatti più eclatanti, più importanti...
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente
GIUDICE - ...dal punto di vista criminale più importanti che Cosa Nostra abbia
concepito...
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - ...in territorio palermitano.

& 1036
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - E lei in quel luogo era...
COLLABORATORE FONTANA - Ci sono nato.
GIUDICE - C'è nato.
COLLABORATORE FONTANA - Ci sono nato.
GIUDICE - C'è nato.
COLLABORATORE FONTANA - E cresciuto fino all'età di diciannove anni. E poi
sono andato negli Stati Uniti, che... idem con patate.
GIUDICE - Quindi...
COLLABORATORE FONTANA - Scusate.
GIUDICE - "Idern con patate" vuol dire...
COLLABORATORE FONTANA - Continuare a delinquere.
GIUDICE - ...che il suo allontanarsi da terra...
COLLABORATORE FONTANA - Servì poco.
GIUDICE - ...di Sicilia, non...
COLLABORATORE FONTANA - Servi poco.
@ GIUDICE - Si, non fu equivalenza, diciamo, di cambio di vita.
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - Ma anzi, fu una soluzione di continuo...
COLLABORATORE FONTANA - Esatto.
GIUDICE - ...con quello che in precedenza aveva fatto. Così abbiamo capito "idern con
patate".
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente. Si, si, scusate l'espressione un po'
cruda.
GIUDICE - Spero che altri abbiano anche compreso. Allora, lei vive, diciamo, queste...
queste attività di Cosa Nostra, mi ha detto, fino all'età di diciott'anni, quando...
COLLABORATORE FONTANA - Dentro...
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FONTANA - Cioè, dentro Vicolo Pipitone.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FONTANA - Perché poi io vado negli Stati Uniti, però faccio...
GIUDICE - A diciott'anni lei mi ha detto che va negli...
Q COLLABORATORE FONTANA - Diciannove anni avevo quando sono andato.
GIUDICE - A diciannove anni.
COLLABORATORE FONTANA - Sì. Nel 1983.
GIUDICE - 1983. E non è combinato, allora.
COLLABORATORE FONTANA - No, ancora no.
GIUDICE - Lei non... E già in partenza ci ha detto... lei va in America perché?
COLLABORATORE FONTANA - Perché praticamente mio suocero Galatolo
Giovanni, che è cugino dei Galatolo, cugino di secondo grado, viene in vacanza in
Sicilia e viene combinato. Lui viene combinato perché ha trovato della gente scappata
ne11'83-'84 e ha ucciso un uomo, in cui è tutto a verbale, comunque, nel verbale
illustrativo io ne ho parlato di questo. E la mafia americana lo voleva per combinarlo
negli Stati Uniti, mentre i miei zii, con i Madonia, con tutti, hanno detto "no" - dice -
"ce lo teniamo noi e lo combiniamo noi qua a Palermo". Quindi scese in vacanza, per
così dire, io sapevo che era vacanza, non sapevo di tutto 'sto discorso ancora, poi me lo
disse mio zio Vincenzo nel futuro. E c'era sua figlia Maria, che adesso è mia moglie, ci
siamo sposati, quindi io seguii mio suocero per amore di mia moglie, all'epoca fidanzati.

anch'essa a una famiglia...

$e
GIUDICE - Ma perché sua moglie in qualche modo era vicina a una famiglia...

037
COLLABORATORE FONTANA - Mafiosa, sì.
GIUDICE - ...mafiosa.
COLLABORATORE FONTANA - Figlia di Giovanni Galatolo.
GIUDICE - Non si stupisca delle domande, io...
COLLABORATORE FONTANA - No, no. Figlia... figlia di Giovanni Galatolo.
GIUDICE - ...è come se non sapessi... se non...
COLLABORATORE FONTANA - Ci mancherebbe.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FONTANA - Figlia di Giovanni Galatolo, cioè mio suocero, il
cugino di... di Pino e Vincenzo e...
GIUDICE - Quindi la famiglia Galatolo.
COLLABORATORE FONTANA - Galatolo, sì.
GIUDICE - Che è famiglia di quale area del... famiglia, sto parlando famiglia...
COLLABORATORE FONTANA - L'Acquasanta.
GIUDICE - ...anagrafica mafiosa o...
COLLABORATORE FONTANA - Acquasanta, Acquasanta.
(ib GIUDICE - L'Acquasanta.
COLLABORATORE FONTANA - La famiglia delltAcquasanta, Galatolo...
GIUDICE - Che è vicina... vicina proprio geograficamente...
COLLABORATORE FONTANA - A Resuttana.
GIUDICE - ...a quella che... in cui viveva lei?
COLLABORATORE FONTANA - Sono i miei parenti, mio zio, mia madre è Galatolo.
GIUDICE - Sì, voglio dire...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Geograficamente, dico...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì, sì.
GIUDICE - Geograficamente...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...cioè l'Acquasanta...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...non è lontana fisicamente da...
COLLABORATORE FONTANA - Dal Vi610 Pipitone? No, proprio cade nel territorio
Cantieri Navali, Vicolo Pipitone...
GIUDICE - Addirittura è adiacente, diciamo.
COLLABORATORE FONTANA - E' là, sì. E la famiglia mafiosa dellfAcquasanta
siamo noi, praticamente. Era... io... cioè, noi, la famiglia...
GIUDICE - Sì. Allora, Resuttano, Acquasanta...
COLLABORATORE FONTANA - Resuttana...
GIUDICE - ...Arenella... se ci chiarisce i luoghi geografici, per capire...
COLLABORATORE FONTANA - Resuttana... Resuttana è mandamento. Okay?
Famiglia mafiosa Acquasanta; famiglia mafiosa Arenella. Quindi i tre formano un
mandamento.
GIUDICE - Quindi erano tutte e tre... tutte e tre le famiglie sotto un mandamento.
COLLABORATORE FONTANA - I1 mandamento di Resuttana.
GIUDICE - Perfetto. Allora, adesso ci aniveremo a questa comprensione, diciamo,
della geografia territoriale e mafiosa. Io vorrei proseguire con poche battute per capire,
diciamo, il suo excursus...
COLLABORATORE FONTANA - Si, sì, sì.

ck1038
GIUDICE - ...il suo... il processo che la vede poi a un certo punto a pieno titolo
diventare un uomo d'onore. Lei ha detto che quindi va in America. In America quanto
tempo resta?
COLLABORATORE FONTANA - Vado in America ne11'83, sono andato via, e sono
ritornato... ritornavo spesso, andavo e venivo due-tre volte l'anno senza problemi; e poi
a me mi arrestarono nel '96.
GIUDICE -Nel 1996 viene arrestato.
COLLABORATORE FONTANA - Tredici anni sono stato in America.
GIUDICE - E' stato in America...?
COLLABORATORE FONTANA - Per tredici anni.
GIUDICE - Tredici anni. Perché viene arrestato nel '96?
COLLABORATORE FONTANA - Io nel '96 mi trovo negli Stati Uniti e mi
chiamarono da Palermo dicendo che c'era mio nipote che aveva ucciso un ragazzino,
Onorato. E me lo mandarono negli...
GIUDICE - Chi era questo ragazzino?
COLLABORATORE FONTANA - Era il nipote di Francesco Onorato, un collaboratore
di giustizia.
GIUDICE - Chi era Francesco Onorato?
COLLABORATORE FONTANA - Francesco Onorato era un collaboratore di giustizia.
GIUDICE - Sì, ma cosa... cosa fece di particolare, di eclatante in Cosa Nostra?
COLLABORATORE FONTANA - In Cosa Nostra Francesco Onorato... è l'omicidio
Lima uno degli omicidi più eclatanti che ha fatto lui; ma poi uccise tante persone,
perché lui faceva parte della famiglia mafiosa di San Lorenzo.
GIUDICE - Faceva parte o era... o aveva un incarico importante?
COLLABORATORE FONTANA - Eh... beh, nella famiglia... nella mafia ci sono
incarichi che vanno... dipende dalle esigenze dei momenti, perché quando che non ci
sono i capi, allora tu puoi diventare un capo famiglia, puoi diventare un reggente, puoi
diventare un cassiere. E dipende l'esigenza di chi c'è in carcere e chi c'è fuori. Quindi
Onorato ci fu un momento in cui ebbe un ruolo da militare, che era un buon militare
nella famiglia di San Lorenzo. Poi diventò... cioè, ci fu un momento in cui lui fu un
reggente nella famiglia mafiosa di San Lorenzo. -.-- -
GIUDICE - Quindi nel '96 lei viene arrestato in America.
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - O no? Mentre... mentre stava tornando...?
COLLABORATORE FONTANA - Io venni... venni arrestato... mi mandarono mio
nipote negli Stati Uniti e io lo nascosi a casa mia. Lui è rimasto là per cinque-sei mesi.
Poi mi dissero di riportarlo in Italia e io lo accompagnai. Lo accompagnai e all'aeroporto
mi arrestarono insieme a lui.
GIUDICE - Insieme a lui. Quindi...
COLLABORATORE FONTANA - All'aeroporto di Palermo.
GIUDICE - Nel '96.
COLLABORATORE FONTANA - Però già avevamo 1'FBI e la gente di Palermo che ci
stava dietro, perché il blitz lo dovevano fare a Miami, però hanno visto che noi avevamo
i biglietti per scendere e dice "allora aspettiamo, li arrestiamo all'aeroporto di Palermo".
GIUDICE - Quindi lei poi resta recluso, diciamo, in fase di custodia cautelare in
carcere, quanto tempo?
COLLABORATORE FONTANA - Io un paio di mesi, perché a me mi arrestarono
perché... a me mi arrestarono non per l'omicidio Onorato o per l'omicidio Gaeta o per
cose di mafia, a me mi arrestarono per documenti falsi, che io... moltissimi anni fa a
Brindisi mi fermarono con dei documenti falsi e avevo avuto un? denuncia a piede
libero che l'ho trascurata. Questa denuncia a piede liberò andò definitivo a un anno e due
mesi, quattordici mesi di carcere. Quindi quando mi fermarono all'aeroporto si accorsero
di questo definitivo. Con tutto ciò di questo definitivo, io entro in carcere, mi faccio due
mesi... mi sembra che mi arrestarono ad aprile... maggio, giugno... a luglio uscii.
GIUDICE - Luglio del...?
COLLABORATORE FONTANA - Luglio del '96.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE FONTANA - A luglio del '96 sono stato fuori e sono rimasto
fuori fino a che mi arrestarono di nuovo nel '97, mi sembra che sia stato... eh, il 12
luglio '97.
GIUDICE - Sempre con l'accusa di omicidio?
COLLABORATORE FONTANA - No, poi ci fu l'accusa di omicidio, estorsione,
associazione... e poi le cose si aggravarono.
GIUDICE - E quindi dal '97 fino a quando è rimasto in custodia cautelare?
COLLABORATORE FONTANA - Dal '97 io sono uscito... sono adesso in detenzione
domiciliare da sei mesi.
GIUDICE - Quindi lei dal '97 fino ad oggi...
COLLABORATORE FONTANA - Ad oggi sono in detenzione domiciliare in località
segreta.
GIUDICE - Ad oggi, diciamo ad oggi, nel 2010...
COLLABORATORE FONTANA - Però io sono uscito nel luglio del... mi sembra che
sia stato il 23 luglio del 2009.
GIUDICE - 23 luglio 2009. Questo, di m... questo quadro storico intanto mi serve per
capire, diciamo, l'ambito... diciamo di conoscenza che lei può avere, avuto riguardo alle
cose delle quali ci occupiamo oggi, che io ancora non le ho rassegnato e che tra breve le
rassegno. Quindi, diciamo, se lei mi dice che è tornato dall'America ed è subito stato
arrestato e poi, con brevi periodi fuori e dentro...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, però io ho avuto la reggenza e la cassa in quel
periodo della famiglia mafiosa dell'Acquasanta.
GIUDICE - Quindi...
COLLABORATORE FONTANA - Dal -'96- - al -
'97.
GIUDICE - Dal 1996 al...
COLLABORATORE FONTANA - Al '97.
GIUDICE - ...al 1997 lei ha avuto la...
COLLABORATORE FONTANA - La reggenza...
GIUDICE - ...la reggenza...
COLLABORATORE FONTANA - ...della famiglia mafiosa dell'Acquasanta.
GIUDICE - Che vuol dire "reggenza della cassa della famiglia mafiosa
dell'Acquasanta"?
COLLABORATORE FONTANA - Praticamente non... erano tutti in carcere e dal
carcere, essendo io l'unico uomo d'onore che era fuori, dal carcere m'arrivò
l'ordine di stare attento alla famiglia e di occuparmi di tutto, delle spartizioni dei
soldi, tenere i soldi, delle estorsioni, delle entrate e le uscite e... e se arrivavano altri
ordini di omicidio o cose varie, si dovevano... mi dovevo mettere a disposizione
delle famiglie che avevano bisogno di Resuttana e cose varie.
GIUDICE - Questo in questo anno, dal 1996 al '97?
COLLABORATORE FONTANA - Un annetto è stato, sì.
GIUDICE - Si ricorda quali fatti importanti... quelli che già ha detto sono un po'
generici...
COLLABORATORE FONTANA - Più che altro estorsione. Ci fu un'estorsione... mi
ricordo che fu grossetta, ai Di Natale, ai Cantieri Navali di Palermo, che loro stavano
facendo un grosso capannone edile, proprio un grossissimo capannone e all'epoca mi
sembra che pagarono trecento... tre o quattrocento milioni di lire di estorsione; tra i quali
poi questa estorsione si concluse in carcere, sempre che loro pagavano dei soldi, e la feci
io.
GIUDICE - Questa è un'estorsione.
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - Poi, siccome ha parlato anche di omicidi...
COLLABORATORE FONTANA - No, nel '96...
GIUDICE - Dal '96 al '97...
COLLABORATORE FONTANA - No, niente, nessun omicidio si è...
GIUDICE - Senta, questa gestione della cassa e comunque reggenza addirittura della
famiglia di Acquasanta, era insieme a qualcun altro che veniva svolta? Cioè, perché lei
solo si occupava della cassa?
COLLABORATORE FONTANA - Perché io...
GIUDICE - Qualcun altro reggeva la famiglia per altri versi?
COLLABORATORE FONTANA - Io ero l'unico uomo d'onore a quel periodo fuori
della famiglia mafiosa delltAcquasanta.Non c'era più nessuno.
GIUDICE - Tutti gli altri erano dentro?
COLLABORATORE FONTANA - Come uomini d'onore si.
GIUDICE - E quindi aveva una... posso dire una reggenza in fatto?
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - Anche se nessuno tuttavia l'aveva nominata reggente della famiglia.
COLLABORATORE FONTANA - No, ma mi avevano nominato dal carcere.
Automaticamente si nominano...
GIUDICE - E questo... e questo voglio sapere. Siccome lei ha specificato "avevo la
reggenza della cassa", come se questa... questa mansione, diciamo, fosse diversa dalla
gestione diciamo dell'ordinario, del complessivo... delle complessive necessità della
famiglia, io volevo capire questo.
COLLABORATORE FONTANA - No, automaticamente dal carcere arriva un ordine e
poi, essendo cheero l'unico uomo d'onore fuori, funziona così, come... come...
GIUDICE - E da chi... da chi le arriva, diciamo, questo...
COLLABORATORE FONTANA - L'ordine mi arriva da mio zio Vincenzo Galatolo.
GIUDICE - Da Vincenzo Galatolo.
COLLABORATORE FONTANA - Si. Lui era il capo famiglia della famiglia mafiosa
dell'Acquasanta.
GIUDICE - Capo famiglia della famiglia mafiosa dell'Acquasanta. Suppergiù quanto...
quant'era l'importo della cassa che lei gestiva in favore della famiglia di Acquasanta?
COLLABORATORE FONTANA - Ma, era... era... dipende i mesi, dipende, perché
c'erano le estorsioni che... quelli... quelli habitué, che si facevano quindici-sedici milioni
al mese, però sto parlando...
GIUDICE - Di vecchie lire.
COLLABORATORE FONTANA - Di vecchie lire, sì. Sto parlando di negozi e
negozietti che pagavano. Poi, quando che c'era qualche lavoro grosso ai Cantieri Navali,
era tutto un altro discorso. C'era qualche rapina che facevano e entravano dei soldi o...
dipende. Ci fu... mi sembra che pure il metano, che passò il metano e il Tarantino
Antonino dellfArenellaci portò all'epoca, mi sembra, sessanta-settanta milioni. Quindi
erano soldi... non era un fisso, una cosa che tutti i mesi... sì, tutti i mesi c'erano quelli dei
negozi, però poi dipende i lavori. C'è quando c'erano facciate, c'e quando c'erano
divisioni di costruzioni, c'è il costruttore che veniva a costruire e pagava.
GIUDICE - Ma questa cassa fisicamente, dato che era anche rilevante in termini di
denaro, come veniva tenuta? Cioè, non lo so, passava...
COLLABORATORE FONTANA - Automaticamente mi portavano i soldi.
GIUDICE - Le portavano... dove? A Vicolo Pipitone?
COLLABORATORE FONTANA - No, anche in strada. Ci si incontrava in strada, o un
mio nipote, o un mio zio, o Nino Tarantino, perché alcune volte nella famiglia mafiosa
delllAcquasanta c'e anche 1'Arenella che prende il pizzo, o c'e la famiglia di Resuttana
che prende il pizzo; allora quelli che appartengono alla nostra famiglia me li dà a me, io
prendevo qualcosa di loro e glieli davo a loro, quindi... dipende la conoscenza che si ha
con i vari negozi... perdé se uno e a Resuttana e io lo conosco che e una persona
dell'~c~uasanta, e vaad aprire nella zona di Resuttana, è facile che vado io a parlare con
quel signore che apre il negozio a dire: "Guarda che qua ti devi mettere in regola",
allora, dopo che avrò parlato però con la famiglia di competenza della zona, e lo...
GIUDICE - Proprio questo...
COLLABORATORE FONTANA - ...e per quella famiglia io riscuoto il pizzo.
GIUDICE - Proprio questo aspetto io... su questo sollecito il suo ricordo, perché lei ha
già detto che tre famiglie si consolidavano, diciamo, sotto...
COLLABORATORE FONTANA - Facevano un mandamento.
GIUDICE - ...un mandamento. Ora, stiamo parlando del periodo, diciamo, generale, poi
magari specifichiamo sui singoli... sulle singole fasi. Nei rapporti con Resuttano o San
Lorenzo, e comunque nei rapporti, diciamo, tra le famiglie che dipendevano dallo
stesso...
COLLABORATORE FONTANA - Mandamento.
GIUDICE - ...mandamento, quando iniziò per la prima volta lei ad avere rapporti con...
lei mi ha già detto "ma, questa è una vicinanza familiare, è una vicinanza spaziale,
diciamo che da sempre"...
COLLABORATORE FONTANA - Da sempre, signor Presidente.
GIUDICE - Però e anche vero che lei soltanto nel... quand'è che viene... mi ha detto che
viene combinato...?
COLLABORATORE FONTANA - Nel '92.
GIUDICE - Nel '92.
COLLABORATORE FONTANA - Dicembre del '92.
GIUDICE - Viene formalmente combinato. Quindi lei dal primo momento in cui viene
combinato come uomo d'onore con chi tratta degli uomini di Resuttano?
COLLABORATORE FONTANA - Io ero a diretto contatto con Salvo Madonia,
all'epoca latitante. E la latitanza gliela...
GIUDICE - Salvo... (sovrapposizione di voci)
COLLABORATORE FONTANA - Salvo Madonia, Salvuccio Madonia.
GIUDICE - Salvino... Salvuccio?
COLLABORATORE FONTANA - Salvuccio, sì, sì, Salvuccio Madonia. E all'epoca la
latitanza gliela curava Marco Favaloro, adesso collaboratore di giustizia anche lui. Tutti
gli appuntamenti a me me li prendeva lui.
GIUDICE - C'erano altri Salvino, Salvo Madonia?
COLLABORATORE FONTANA - NO...
GIUDICE - Salvatore Madonia? O ce n'era uno solo?
COLLABORATORE FONTANA -No, io ne ho conosciuto uno solo.
GIUDICE - Perché i Madonia... nei Madonia...
COLLABORATORE FONTANA - Io ho cono...
GIUDICE - ...così come per i Galatolo...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...e anche per i Fontana, ci sono tante omonimie, quindi ogni volta che
parliamo di un soggetto, stante il fatto che ci sono dati anagrafici anche un po'...
...
COLLABORATORE FONTANA - No, no. Io ho conosciuto aliora, dei Madonia
io ho conosciuto innanzitutto Zu' Ciccio Madonia, che era il padre. Poi c'era Nino
Madonia, detto "U' dottore". Poi c'è Salvo Madonia, detto... Salvo Madonia. Poi
c'è Aldo Madonia e poi c'è Pippo Madonia. Io dei Madonia ho conosciuto questi.
-
GIUDICE - Quando lei mi dice "ho conosciuto" la specifica io gliela devo
chiedere - è una conoscenza, così, interpersonale o una conoscenza nella qualità di
uomo d'onore?
COLLABORATORE FONTANA - No, di uomo d'onore alcuni, perché Aldo
Madonia non è un uomo d'onore combinato. Quando l'ho conosciuto io non era
uomo d'onore. Adesso non lo so. Però all'epoca mia non era uomo d'onore. Poi ho
conosciuto tutti come uomini d'onore.
GIUDICE - Senta, sa con chi era sposato Salvino Madonia, o Salvo Madonia, o
@ Salvatore Madonia?
COLLABORATORE FONTANA - Si, io so che Salvo Madonia si sposò con
...
Angela Maria Teresa Angela, mi sembra, è la Di Trapani, la sorella di Nicola Di
Trapani, figlia della buonanima di Ciccio Di Trapani. Ma io a 'sta ragazza l'ho
conosciuta prima che lui si sposasse con Angela, perché venivano a casa mia,
sempre in Vicolo Pipitone, con la famiglia e si sedevano con mia madre e tutti nel
balcone, prima che Salvo avesse intenzione di sposarla o di farsi fidanzata con...
con la Maria Angela.
GIUDICE - Quindi lei conosce intanto Salvo Madonia da tantissimo...
COLLABORATORE FONTANA - Da tantissimo tempo.
GIUDICE - ...
da tantissimo tempo. Conosce la famiglia Madonia per le ragioni che
ha detto e addirittura ha frequentato la Di Trapani. Lei ha parlato di Teresa o ho
sentito male io?
COLLABORATORE FONTANA - No, no, Maria Angela.
GIUDICE -Ah, Maria Angela. Avevo sentito un altro nome, forse...
COLLABORATORE FONTANA - No, no, Maria Angela Di Trapani.
GIUDICE - Maria Angela Di Trapani. Lei ha parlato anche della famiglia di
provenienza di questa signora Di Trapani Maria Angela.
COLLABORATORE FONTANA - E' figlia di Ciccio. Si, è figlia di... suo padre è
morto, Ciccio Di Trapani. E suo fratello è Nicola Di Trapani. Francesco Di
Trapani suo padre era e suo fratello è Nicola Di Trapani.
GIUDICE - Ma questi Di Trapani erano in qualche modo collegati con gli uomini
di cui ha parlato o...
COLLABORATORE FONTANA - Si, facevano parte della famiglia mafiosa di
Resuttana.
GIUDICE - Quindi il padre...
...
COLLABORATORE FONTANA - Originari originari di Cinisi, se non sbaglio.
GIUDICE - Originari di Cinisi, facevano parte della famiglia mafiosa di...?
COLLABORATORE FONTANA - Resuttana.
GIUDICE - E lei questo come lo sa? Come le consta questo?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, perché ritualmente mi è stato presentato
Nicola Di Trapani e mi è stato presentato Diego Di Trapani.
GIUDICE - Eh, ma le è stata presentata anche la Maria Angela ritualmente?
COLLABORATORE FONTANA - No, no, all'epoca che ho conosciuto io Maria
Angela era una ragazzina che ancora... cioè, il padre la teneva veramente in...
GIUDICE - Perché lei, se può ricordare in che tempo la conosce la Maria Angela
Di Trapani...
COLLABORATORE FONTANA - Io aUa Maria Angela l'ho conosciuta ...
...
addirittura io ero fidanzato e siamo venuti qua per officiare il fidanzato '84-'85,
questi anni qua.
GIUDICE - Che le consti, il marito, quello che poi divenne il marito...
COLLABORATORE FONTANA - Salvo Madonia.
GIUDICE - ... ha mai utilizzato, per quello che è a sua conoscenza, la moglie per
attività che si potevano riconnettere in qualche modo a Cosa Nostra?
COLLABORATORE FONTANA - No, signor Presidente, io, che io... che mi
consta a me no.
GIUDICE - Che le consta a lei no. Comunque, quando parliamo di Di Trapani
Maria Angela parliamo quindi: moglie di Salvino ...
COLLABORATORE FONTANA - Madonia.
d GIUDICE - ...Madonia, o Salvatore Madonia, figlia di Di Trapani Francesco...
COLLABORATORE FONTANA - Sorella di Nicola Di Trapani.
...
GIUDICE - sorella di Di Trapani Nicolò e cognata...
COLLABORATORE FONTANA - E nipote di...
GIUDICE - ...e cognata di Madonia Giuseppe lo è, che lei sappia?
COLLABORATORE FONTANA - Di Pippo Madonia e Nino Madonia e Aldo
Madonia, son cognati suoi. Per mezzo di Salvo sono cognati.
GIUDICE - Senta, e invece dei Di Trapani lei diceva, chi ha conosciuto? Intanto le
chiedo di sapere... che lei sappia, questi Di Trapani hanno posto in essere insieme
ai Madonia attività che riguardano Cosa Nostra da lei conosciute?
COLLABORATORE FONTANA - Attività illecite che riguardano eh, tutto il...
pizzo che... ci fu un momento che Nicola Di Trapani fu il campo mandamento di
Resuttana; poi ci fu Diego Di Trapani, che fu il capo mandamento di Resuttana.
Quindi erano loro che raccoglievano il pizzo e tutti i soldi che dovevano entrare ai
Madonia.
GIUDICE - Quindi attività estorsive.
COLLABORATORE FONTANA - Estorsive e anche imprenditoriali; occulti o
non occulti, tutti quelli che... tutti i costruttori passavano nelle loro mani.
...
GIUDICE - Non ricordo, Di Trapani Michele lei ne ha fatto ha detto che...
COLLABORATORE FONTANA - No, non lo conosco.
GIUDICE - Non l'ha mai conosciuto?
COLLABORATORE FONTANA - Mai conosciuto.
GIUDICE - Sto parlando del fratello di Di Trapani Francesco, detto Ciccio.
COLLABORATORE FONTANA - Io conosco un Diego Di Trapani, fratello di...
Ciccio.
GIUDICE - Probabilmente è il fratello.
COLLABORATORE FONTANA - Fratello anche di loro? No, non lo conosco.
GIUDICE - Palazzo10 Maria Rosaria detta Sara, lei l'ha mai conosciuta?
COLLABORATORE FONTANA - No, mai conosciuta. Non mi è nuo... cioè, non...
il nome non mi dice niente.
GIUDICE - Non le consta che il Di Trapani Michele fosse zio della Di Trapani
Maria Angela?
COLLABORATORE FONTANA - Non... non lo so.
-
GIUDICE Non lo sa.
COLLABORATORE FONTANA - Io i Di Trapani che ho conosciuto è stato
Francesco, poi ho conosciuto Diego Di Trapani e poi ho conosciuto Nicola Di
Trapani.
...
GIUDICE - Dunque, lei parlava di questo di questa gestione, diciamo, molto
vicina degli interessi, diciamo, che facevano capo al mandamento. Però in che
modo le comunicazioni tra di voi awenivano? Cioè, forse le sembrerà una
domanda innaturale, avuto riguardo al tipo di situazione che riguardava Cosa
Nostra nel luogo, però non vi coprivate? In qualche modo non temevate che poteste
essere pedinati, intercettati, visti, guardati, osservati? Dico, tutto... tutto il
patrimonio di conoscenze che lei mi ha detto, dice "facevamo insieme le
estorsioni", "lui era Cosa Nostra", "l'altro mi è stato presentato ritualmente",
tutto questo non avveniva in forme, diciamo, di segretezza, di blindatura, diciamo,
che potevano permettervi di essere più sicuri?
...
COLLABORATORE FONTANA - Sì sì e no, signor Presidente. Adesso. ..
GIUDICE - E che vuol dire "sì e no"?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, perché prima, cioè quando che uno è in
...
quel in quel momento, c'è una facilità e un'ignoranza totale da parte nostra,
perché si facevano le cose all'ordine del giorno, cioè si prendevano le estorsioni
normali, si entrava in un negozio e ti pagavano e ti davano la bustarella e te ne
andavi. Si facevano le riunioni anche alltHotel Villa Igiea, se era il caso, o in
...
piscina ci si vedeva con chiunque. Quando che si doveva fare qualche qualche
lavoretto grosso, qualche cosa... allora si tornava in luoghi come il Vicolo Pipitone,
oppure qualche luogo proprio nascosto, in cui non... Ma poi le riunioni cioè, ...
giornaliere, per estorsioni e cose varie, si tenevano nei ristoranti, alltHotel Villa
Igiea, in piazza a Acquasanta, in qualche bar: "Te' Nico', ci sono questi soldi che
me li ha dati... quelli di Via Sampolo"...lui mi dava le estorsioni che riscuoteva per
me e io gli davo quelle che riscuotevo per lui; venivano all'ordine del giorno,
normalmente.
GIUDICE - Sì, però lei per lungo tempo, come ci ha detto, è stato recluso, è stato in
situazione di detenzione.
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - E quando era in carcere queste comunicazioni come awenivano?
COLLABORATORE FONTANA - Ma, in carcere venivano i nipoti, o i fratelli, o
gli zii, e ti davano... ma sempre dal carcere arrivavano gli ordini, quand'è che
...
c'era per esempio, a noi ci arrivò l'ordine che addirittura ci fu come capo
mandamento Pino Guastella; m'arrivava dal carcere a dire "vedi che ora c'è Pino
Guastella che è capo mandamento". Poi un'altra volta, quando c'era Nicola Di
...
Trapani. Si sapevano più che altro le notizie arrivavano dal carcere.
GIUDICE - Quindi il carcere non era uno strumento che vi impediva o impedisse ...
COLLABORATORE FONTANA - Assolutissimamente.
GIUDICE - ...le comunicazioni.
COLLABORATORE FONTANA - No, assolutissimamente no.
GIUDICE - E come... parlavate apertamente? In carcere per esempio non avevate
timore che le vostre parole potessero essere lì registrate?
COLLABORATORE FONTANA - Alcune volte nella sala di colloquio sì, quando
che si facevano i colloqui e si doveva dare qualche messaggio fuori, allora o si
batteva con l'anello, perché ci sono i vetri e le cose d'alluminio per non fare...
...
però o si usciva qualche bigliettino, o si mandava qualche notizia fuori con chi
veniva al colloquio. O quando che erano cose più delicate, si faceva venire uno zio,
un maschio, e si dava l'ordine che si doveva mandare a dire. Ma in carcere si
...
discute cioè le cose... più che puoi. Là dentro si prendono le decisioni più grosse.
GIUDICE - Ma, per esempio, lei è stato recluso alllUcciardone o al Pagliarelli?
COLLABORATORE FONTANA - Io sono stato al Pagliarelli, alllUcciardone, a
Sulmona, a Roma... ho girato un bel po' di carceri. E poi Prato. ..
GIUDICE - Ma, per esempio, durante il tempo della sua reclusione ebbe mai
possibilità di entrare in contatto con i Madonia, dei quali ha già riferito?
COLLABORATORE FONTANA - Io ero in contatto moltissimo con Diego Di
Trapani.
GIUDICE - Con Diego Di Trapani.
COLLABORATORE FONTANA - Della famiglia mafiosa di... e addirittura, nel
...
mentre che eravamo in carcere, gli abbiamo fatto un'estorsione la continuazione
dell'estorsione dei Cantieri Navali ai Di Natale, dal carcere. Cioè, loro si erano
fermati di pagare e noi l'abbiamo costretto a pagare, a conti ...
GIUDICE - E come? Ce lo vuole raccontare esattamente?
COLLABORATORE FONTANA - Sì, perché ...
GIUDICE - In quale modo il Di Trapani riuscì a mediare attraverso lei questa
estorsione?
COLLABORATORE FONTANA - Perché praticamente no, non fu il Di ...
Trapani, veramente. Fu il Di Trapani, fu mio zio Pino e fummo tutti noi, perché il
Di Trapani era nello stesso piano ...
GIUDICE - Pino, suo zio Pino ? ...
COLLABORATORE FONTANA - Pino Galatolo.
GIUDICE - Si. I nomi e cognomi, perché qua i cognomi e i nomi sono importanti.
COLLABORATORE FONTANA - Pino Pino ... ...
GIUDICE - Perché a volte...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, si, si, si.
GIUDICE - ...
ci sono pure le omonimie.
COLLABORATORE FONTANA - Ha ragione. Pino Galatolo e Diego Di Trapani,
che eravamo... cioè, praticamente io e mio zio Pino eravamo al Pagliarelli al quarto
piano. E Diego Di Trapani con il Di Natale erano nel .secondo piano.Jerò noi
avevamo le'arie che erano divisi da muri di cemento e in questi muri c'erano dei
buchi, venti millimetri, trenta millimetri, che erano forse per tenere i pannelli di
cemento. E noi comunicavamo da aria a aria. Oppure, quando che lui non
scendeva all'aria, il Diego Di Trapani, si metteva nella frnestra che dava nell'aria
dove che c'era quella del quarto piano e così via. E parlavamo e si... di digli al Di
Natale che doveva pagare. E poi le scale, comunicavano chi saliva al quarto piano,
chi saliva al secondo piano. Quindi alcune volte con le visite mediche e le cose ci si
incontrava. E un giorno lo incontrai anche io direttamente, ma mi sembra che sia
stato Mario Di Natale; eravamo io, Pino Galatolo e mio cugino Stefano Galatolo. E
gli dissi: "Oh, mi devi dare i soldi". Comunque lo minacciai e ci fece avere un venti
...
milioni all'epoca, per continuare dice "devo vendere alcune cose e poi vi do gli
altri". E poi si pentì, poi diventò collaboratore di giustizia.
GIUDICE - Questo, diciamo, è lo strumento di dialogo, ha spiegato lo strumento di
dialogo all'interno del carcere...
COLLABORATORE FONTANA - Del carcere.
GIUDICE - ... ...
tra di voi. Ma siccome ha affermato che queste queste decisioni
filtravano anche all'esterno, ha detto pizzini, o attraverso i familiari, le risulta che,
in questo caso Salvino Madonia, o i Madonia, o i Di Trapani, utilizzassero i propri
4
familiari per far filtrare fuori queste loro... queste loro deliberazioni, chiamiamole
cosi?
COLLABORATORE FONTANA - Tutti lo facevamo, signor Presidente.
GIUDICE - "Tutti lo facevamo" è una risposta un po' troppo generica.
COLLABORATORE FONTANA - Eh, io lo facevo. Per esempio, io mi ricordo che
Nino Madonia... io di Salvo non lo so, perché di Salvo non.ho avuto mai a... però
che Nino Madonia mi faceva... mi mandava i messaggi, me li mandava con la
madre, tramite la mamma, zia Ninetta, mi arrivò qualche messaggio di Antonino,
che gli dovevo... gli aggiustai una faccenda, che c'aveva un pezzo di terreno con i
Graziano e i Centineo e non si sapeva se questo terreno ce l'avessero in società con
i Galatolo, Pino e Vincenzo Galatolo, o era soltanto dei Madonia. E quindi
all'epoca io andai a parlare con Viciuzzu Graziano e Mareddu Graziano, per
vedere di chi era questo terreno e poi gli mandai a dire, sempre tramite la mamma,
la signora Ninetta, che abitava sempre in zona Acquasanta, addirittura, che il
terreno i Graziano l'avevano comprato per Salvo Madonia.
GIUDICE - Ma tutto questo l'ha fatto dal carcere o era fuori in quel periodo?
COLLABORATORE FONTANA - No, io ero fuori.
GIUDICE - Ah, in quel periodo era fuori. Quindi si diede da fare per capire ...
COLLABORATORE FONTANA - Perché Nino Madonia, Antonino Madonia, mi
mando 'sto messaggio.
GIUDICE - Dall'interno del carcere le aveva chiesto...
COLLABORATORE FONTANA - Dall'interno del carcere. Addirittura 41 bis lui
era.
GIUDICE - Addirittura era al 41 bis.
COLLABORATORE FONTANA - Si. E mi mandò...
GIUDICE - E riusciva a gestire cosi, in modo assolutamente...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, con la signora Ninetta ci mandava i
messaggi.
GIUDICE - Ma lei ha dato una focalizzazione importante anche questa, cioè a
dire: tra questi uomini d'onore, che geograficamente si trovavano nello stesso
luogo, o per meglio dire, in luoghi assai viciqi, e che vivevano sotto uno stesso -
diciamo - mandamento, c'era anche un rapporto, diciamo, di affmità parentale,
perché alcuni erano l'uno sposato con l'altra, come lei ha detto...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
- ...
GIUDICE ha sposato ...
COLLABORATORE FONTANA - La figlia di Giovanni Galatolo.
GIUDICE - E alcuni, a quanto ho capito, anche dei Madonia...
COLLABORATORE FONTANA - Si rimaneva nell'ambito mafioso, se possibile.
GIUDICE - E questo me lo spiega un attimo, questa che le sembrerà anche qui una
domanda da siciliano, un po' strana? Dice "ma questo non ha capito nulla delie
...
cose di Sicilia, è possibile"
COLLABORATORE FONTANA - No, per carità.
GIUDICE - ..." che non abbia capito ancora nulla delle cose di Sicilia"? Dico, cioè,
se possibile Cosa Nostra cercava di mantenere i rapporti parentali facendo unire
tra di loro le persone perché restassero, diciamo...
...

%
COLLABORATORE FONTANA - Le famiglie
- ...
GIUDICE neli'ambito delle famiglie?
COLLABORATORE FONTANA - Si, le famiglie ...
GIUDICE - Cioè, le famiglie ...
1047
COLLABORATORE FONTANA - ...
mafiose proprio di origine ... quelle
tradizionali sì.
GIUDICE - Mi fa... mi fa qualche esempio?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, l'esempio io e mia moglie.
GIUDICE - E questo l'abbiamo...
COLLABORATORE FONTANA - L'esempio Salvo Madonia e sua moglie. Ce n'è
tanti.
GIUDICE - Cioè, lei pensa che l'unione...
COLLABORATORE FONTANA - Leoluca Bagarella con la moglie di Marche...
la sorella di Marchese.
GIUDICE - Sì, ma lei ha detto una cosa, diciamo, che è una sua riflessione o è una
conoscenza diretta? Lei ha detto che Salvino Madonia sposò Di Trapani Maria
Angela perché in qualche modo c'era una cointeressenza, una compresenza della
...
famiglia mafiosa in questa in questa loro unione.
COLLABORATORE FONTANA - Noi mafiosi, cioè noi mafiosi cercavamo di
...
potere cioè, per noi era una cosa per rinforzare le famiglie, cioè una volta che c'è
un matrimonio una famiglia si rinforza, una famiglia si unisce, una famiglia fa
forza.
GIUDICE - Ma questo lei come lo sa che nel caso di specie questo matrimonio
awenne per necessità connesse agli usi e ai costumi delie famiglie mafiose?
COLLABORATORE FONTANA - No, io non sto dicendo che venne nei costumi,
però che noi cercavamo mogli neiie famiglie mafiose... era così. Cioè, io, mio
...
fratello, o mio zio, o mio cugino, cercavamo se ci potevamo se c'era la figlia... per
esempio mio nipote voleva la figlia di Ciccio Tagliavia, e quello voleva la figlia ...
...
per fare unione con famiglie infatti dal carcere "vedi che c'ha una bella figlia,
vedi che c'ha"... quindi si cercava di...
GIUDICE - Di privilegiare, diciamo...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
-
GIUDICE ...q uesta...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì.
GIUDICE - ...q uesta permanenza ...
COLLABORATORE FONTANA - E' un'usanza che, siccome dice famiglia
mafiosa, quindi c'è onore e non ci sono coma, perché è tutto un insieme di...
GIUDICE - Questo è uno studio più sociologico che, devo dire, più ...
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - ... che processuale e giuridico. Ora però lei ha sottolineato un altro
passaggio. C'erano anche cointeressenze di tipo patrimoniale tra questi uomini che
convivevano sotto uno stesso mandamento, perché ha fatto riferimento a questo ...
questo terreno di Graziano. Ho qui il verbale che lei rese...
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - ...q ualche tempo fa, addirittura il 07 febbraio del 2006 in questo
processo. Poi eventualmente glielo leggo, ma non volevo leggerglielo prima che lei.. .
COLLABORATORE FONTANA - No, no, no...
GIUDICE - ...
facesse un riferimento ...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, e infatti. ..
GIUDICE - ... volontario e diretto alla questione che è già processualmente
accertata. Cioè, c'erano situazioni in cui questi uomini gestivano anche patrimonio
immobiliare, denaro, insieme? Sto parlando di uomini... Madonia, uomini di San
Lorenzo, Resuttano, uomini dell'Acquasanta.
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì.

-1048
GIUDICE - Mi può fare qualche esempio?
COLLABORATORE FONTANA - L'esempio pratico: tutto... tutta la costruzione
che c'è aU'AreneUa, dietro l'Ospizio Marino che hanno costruito i Graziani ...
GIUDICE - Graziano ...
COLLABORATORE FONTANA - Graziano Mareddu, Graziano Viciuzzu,
...
Graziano tutti i Graziano, tutti i fratelli Graziano. Cioè, questa società viene... è
in società con i Galatolo e i Madonia.
GIUDICE - Di quale... di quale immobile sta parlando? Quella specie di...
COLLABORATORE FONTANA - Sotto il Monte Pellegrino. Tutti gli immobili...
GIUDICE - Quello alto alto o...?
COLLABORATORE FONTANA - No, dietro.
GIUDICE - Dietro quello alto?
COLLABORATORE FONTANA - Dietro quello alto, che ci sono tutti 'sti immobili,
proprio fatti sotto la montagna. Tutti questi immobili, tutti questi... è stato...
GIUDICE - Dove c'era una cava, un'antica cava.
COLLABORATORE FONTANA - Praticamente sì.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FONTANA - Questo è stato...
GIUDICE - Che poi la Finanza li ha presi in parte, che sono...
COLLABORATORE FONTANA - Alcuni si e alcuni... sì...
GIUDICE - Quindi sta parlando proprio di quegli immobili lì.
COLLABORATORE FONTANA - Proprio tutti questi immobili, tutti questi qua...
GIUDICE - Dietro Villa Igiea, diciamo dietro la montagna.
COLLABORATORE FONTANA - Dietro la montagna di Villa Igiea.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FONTANA - Delle case popolari all'epoca c'erano.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE FONTANA - Dietro le case popolari c'è questa...
GIUDICE - E tutta questa zona...
COLLABORATORE FONTANA - Tutta questa zona è stata costruita dai Graziano, in
società con Galatolo - Galatolo parlo Galatolo Pino, Galatolo Vincenzo - e i Madonia -
quando parlo di Madonia è Salvo Madonia e Nino Madonia. E prima c'era lo Zu' Ciccio,
praticamente. E questa era una proprietà...
GIUDICE - E i Graziano in questo caso fecero da prestanome? Questa è una cosa...
COLLABORATORE FONTANA - Prestanome in socio però, cioè erano soci.
GIUDICE - Erano soci e prestanome.
COLLABORATORE FONTANA - Al cinquanta per cento. Cioè, in tre parti si
divideva... si divideva la... loro hanno messo i terreni, loro avevano i prestiti bancari e si
costruiva.
GIUDICE - Ma quali... quali altri episodi di compresenza patrimoniale ricorda?
COLLABORATORE FONTANA - Eh, poi mi...
GIUDICE - Oltre quello che...
COLLABORATORE FONTANA - Mi ricordo che ci fu il terreno di Centineo, che si
comprarono 'sto terreno, le case... però la cosa più eclatante e più grande è stata questa,
come... come immobile, questa...
GIUDICE - Perché era di rilevante importo...
COLLABORATORE FONTANA - Si, tanti palazzi, tante case... (parole
incomprensibili) là sono stati moltissimi anni.
GIUDICE - E questo in che... in quale periodo awiene questa cointeressenza
patrimoniale che porta alla costruzione poi degli immobili?

049
COLLABORATORE FONTANA - Tutte... questo awiene da11'84, '83-'84 fino... non so
se ancora adesso i Graziano gli devono dare dei soldi.
GIUDICE - Senta, lei Di Pace Giovan Battista ne ha mai sentito parlare?
COLLABORATORE FONTANA - Di Pace? No.
GIUDICE - Di Pace Giovan Battista.
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - Fu ucciso ne11'83, nel gennaio, il 10 gennaio del 1983. Si ricorda di questo
omicidio?
COLLABORATORE FONTANA - Di Pace Giovan Battista... no.
GIUDICE - No. Siccome lei ha parlato di Guastella Giuseppe...
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - ...lei sa se questo Guastella Giuseppe... intanto chi era? Aveva un
soprannome? Si ricorda se era...
COLLABORATORE FONTANA - (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - ...se era in Cosa Nostra e se era conosciuto con un certo appellativo?
COLLABORATORE FONTANA - Noi altri lo chiamavamo "Pinuzzo Vaisiedda"
gw (trascrizione fonetica), però era... addirittura ha avuto il mandamento di Resuttana in
mano.
GIUDICE - Lui comandava il...
COLLABORATORE FONTANA - Si, ha avuto... era capo mandamento di Resuttana.
GIUDICE - Quindi lei l'ha conosciuto.
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GIUDICE - E in questo molo, in questa veste, in questa funzione...
COLLABORATORE FONTANA - Si, si,si.
GIUDICE - ...le è stato presentato come capo mandamento?
COLLABORATORE FONTANA - Sì, si, si, si.
GIUDICE - Se lo ricorda quando questo è accaduto?
COLLABORATORE FONTANA - E' stato in Villa Igiea e se non sbaglio è stato verso
il '93, dopo che arrestarono Salvo Madonia.
GIUDICE - A Villa Igiea.
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - Vi riunivate là perché c'era evidentemente qualcuno che...
COLLABORATORE FONTANA - Si, e mi sembra... e mi sembra che addirittura con
lui, se non sbaglio, c'era qualcuno dei Di Natale.
GIUDICE - Chi?
COLLABORATORE FONTANA - Non mi ricordo, perché erano due-tre fratelli e non
è che li praticavo più di tanto.
GIUDICE - Ma vi riunivate a Villa Igiea per motivi diciamo logistici...
COLLABORATORE FONTANA - Ma...
GIUDICE - ...o perché era vicino o perché...?
COLLABORATORE FONTANA - No, perché avevamo buoni rapporti con... all'epoca
c'era il Di Giovanni che era là e poi c'era il dottor Arabia, che era il direttore di Villa
Igiea, che ci dava tutto quello che volevamo, era a nostra disposizione.
GIUDICE - Questo risulta aliunde per altri processi. Dico, Guastella quindi le fu
presentato ritualmente.
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - E lei ebbe a fare delle azioni insieme a lui oppure...
COLLABORATORE FONTANA - No, sempre in cambi... in merito a estorsione, che
facevamo...
GIUDICE - Si ricorda quali estorsioni furono fatte da lei insieme a Pino Guastella?
COLLABORATORE FONTANA - No, no, no, non furono fatte estorsioni. Io gli davo
soldi che entravano per la famiglia di Resuttana e lui mi dava soldi che entravano alla
famiglia di Resuttana per... c'è stato sempre questo cambio di... e più di una volta ci si è
visto anche che c'erano i campetti di calcio, dove che c'è stato... c'è stato l'attentato...
cioè, l'attentato Borsellino, del dottor Borsellino, qui in fondo a sinistra c'erano campetti
di calcio, in questa strada.
GIUDICE - Ma che è, llAncione?
COLLABORATORE FONTANA - Via Ancione, a sinistra, c'erano i campe... e ci si è
visti pure qua, qualche volta. Sempre con i Di Natale era lui.
GIUDICE - Senta, a lei risulta che Guastella Giuseppe avesse un nipote?
COLLABORATORE FONTANA - Non che io ricordo.
GIUDICE - E con chi fosse sposato Guastella Giuseppe lei lo sa?
COLLABORATORE FONTANA - No, io... che io sappia, non era sposato. Poi non lo
so. Non... non me lo ricordo.
GIUDICE - Non lo sa.
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - Della famiglia Rimi sa nulla? Rimi.
COLLABORATORE FONTANA - Della famiglia?
GIUDICE - Rimi.
COLLABORATORE FONTANA - NO.
...
GIUDICE - Mai sentito dire. I1 Di Pace Di Pace Francesco era nipote d i
Guastella Giuseppe. Lei non l'ha mai sentito dire?
COLLABORATORE FONTANA - No, mai conosciuto.
GIUDICE - Mai conosciuto. Senta, in questo verbale del 07 febbraio del 2006, devo
dire dalla lettura... è un po' confuso, per questo io le chiedo lumi. In parte ha già
accennato, ma a leggerlo così si fa un po' di difficoltà a capire esattamente il
contesto. Io provo a leggerglielo, anche se so che la trascrizione poi delle mie
...
parole sarà un po' difficoltosa la lettura un giorno del verbale, però lo devo fare.
Questo è lei che parla, il 07 febbraio del 2006. Dice: "Ora c'è Mareddu Graziano,
con suo figlio, che avevano la società con Galatolo. Ail'epoca, quando mi ricordo io,
c'erano Mareddu Graziano, C a d o Graziano, u' figlio dell'imbianchino, un altro
Camillo Graziano che è figlio di Mareddu; però poi Camillo Graziano, che sarebbe
(4 cognato di Ciccio Onorato, che se ne è uscito, non ha fatto più societa con (parola
incomprensibile), però ora c'è Mareddu Graziano e suo figlio, che sono in societa
con Galatolo e Madonia; poi però c'è successo che c'era un pezzo di terreno, che
...
questo terreno era alla Castellana alla Castellana 'sto terreno era praticamente
Centineo.
COLLABORATORE FONTANA - Eh, il proprietario era Centineo.
GIUDICE - No, un attimo, perché le leggo ...
COLLABORATORE FONTANA - Ah, scusi, va bene.
GIUDICE - Perché poi si dice "ma perché il Giudice svolge attività integrative in
rito abbreviato u? Se ci sono verbali che non si capiscono, è evidente che poi il
Giudice fa attività integrativa, per capire cosa è stato detto. "Centineo"? chiede il
Pubblico Ministero. E lei dice: "Sì, Centineo, quello, il falegname che fa... ora 'sto
terreno di Centineo praticamente l'hanno comprato i Graziano; aìl'epoca Ignazio
Graziano l'ha comprato 'sto terreno, però si diceva che questo terreno era di
Galatolo e di Madonia. Quindi mandano a dire, dal carcere arriva la notizia e mi
arriva a me e a mio nipote Gaetano, di vedere come sono combinati per questo
terreno. Lo manda a dire mio zio Vincenzo e noi facciamo un appuntamento con
Ignazio Graziano e Mareddu Graziano all'Areneìla. Mareddu Graziano quando ci
...
vede e ci saluta "bello, si (parola incomprensibile)" comunque facciamo questo
appuntamento e ci dice a noi.. . ci dice... ci dicevo "Mare', volemo un appuntamento
cun to' frate Ignazio" (trascrizione fonetica).
COLLABORATORE FONTANA - Esatto.
GIUDICE - ..."p erché ammo a sapire il discorso di Centineo, com'è, come non è".
Dice "ma vedi, già è venuto Giovanni Bonanno e Francesco Bonanno che volevano
sapere questo discorso". "Va beh, non dite niente a loro, dovete parlare con noi".
"Va bene". E ci spiegano "là viene"... ci fa un appuntamento con Ignazio dopo
...
giorni e 'stu cinisi, sempre Graziano, che si chiama u' cinisi, e ci spiega"
COLLABORATORE FONTANA - U' cinisi.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FONTANA - Detto "il cinese".
GIUDICE - Ah, u' cinisi.
COLLABORATORE FONTANA - U' cinisi.
GIUDICE - Ah, perché qua a leggerlo sembrava che fosse di Chisi.
COLLABORATORE FONTANA - No, no, no, no.
GIUDICE - Cioè la provincia...
COLLABORATORE FONTANA - U' cinisi, u' cinisi.
GIUDICE - No, non è nemmeno provincia, è la periferia di...
COLLABORATORE FONTANA - No, no, è il quartiere, no...
GIUDICE - Eh, per questo. Aliora, adesso questo lo chiariremo. "E ci spiega che
questo terreno lui l'ha comprato per i Madonia, non è regalato, l'ha comprato
solamente per i Madonia, quindi 'sto terreno di Centineo è di Salvo Madonia,
addirittura specificatamente. Tutto qua. Noi mandiamo a dire a Vincenzo Galatolo
e a Pino Galatolo "veriti ca Ignazio che ha detto che questo terreno eddi hanno
comprato per Salvo Madonia" (trascrizione fonetica). Cerchiamo intanto di parlare
italiano, perché io penso già ai trascrittori qua fiorentini, che hanno problemi a
seguirci e immaginiamoci quando debordiamo nel siciliano. Allora, mi fa capire un
po' questo contesto che ha raccontato nel febbraio del 2006?
COLLABORATORE FONTANA - Si.
...
GIUDICE - Per spiegare già in parte lo ha accennato, però se lo focalizza in
modo definitivo ...
COLLABORATORE FONTANA - Si, sì, si.
...
GIUDICE - io le sarei grato.
COLLABORATORE FONTANA - Praticamente c'era questo terreno alla
Castellana. La Castellana è dove c'è Via Ammiraglio Rizzo, dove che c'è il deposito
di Ancione, sulla destra c'è una viuzza e questa viuzza... sempre sulla destra c'è un
grosso pezzo di terreno dove che i Centineo avevano la falegnameria, cioè era una
falegnameria con tanto terreno adiacente. E dal carcere ci mandano a dire se
questo terreno Mareddu Graziano l'avesse comprato per... cioè con i soldi della
..
costruzione del. dell'entrata della costruzione in società... per fare la società i
Galatolo - per Galatolo dico Pino Galatolo e Vincenzo Galatolo - e i Madonia -
Madonia, Salvo Madonia e Nino Madonia. Faccio un appuntamento con Mareddu
Graziano e Mareddu Graziano mi dice: "Ma" - dice - "guarda" - dice - "che già"
- dice - "sono venutiw - dice - "i Bonanno". Per i Bonanno parlo io di Francesco e
Giovanni Bonanno, tutti e due defunti adesso. E io gli ho detto: "Va beh, Mare',
metti tutto da parte, questo discorso ce lo devi dire a me". Ed eravamo io e m i o
nipote Gaetano. Dice: "Va behw- dice - "il discorso" - dice - "per bene" - dice -
"lo sa mio fratello Ignazio". Ignazio, che si chiama u' cinisi, detto u' cinisi,
soprannominato u' cinisi.

1052
GIUDICE - Perché è soprannominato u' cinisi?
COLLABORATORE FONTANA - Perché era proprio come un cinese, che aveva
...
proprio gli
GIUDICE - Perché aveva un po' gli occhi a mandorla.
COLLABORATORE FONTANA - Un po' gli occhi a mandorla. E allora abbiamo
fatto un appuntamento proprio sul terreno di Centineo. Ed eravamo io, mio nipote,
Ignazio e Mareddu Graziano. E Mareddu Graziano ci dice a suo fratello Ignazio,
dice "Igna"' - dice - "spiegaci" - dice - "a Angelo" - dice - "com'è" - dice -
"questo discorso" - dice - "del terreno. Dice: "Ma" - dice - "Mare"' - dice -
"l'altra volta" - dice - "sono venuti" - dice - "i Bonanno" - dice - "e c'ho
spiegato" - dice - "ai Bonanno" - dice. "Di nuovo" - dice - "lo dobbiamo
spiegare" - dice? Dice: "Igna"' - dice - "se è qua" - dice - "è perché vuole
spiegato com'è il discorso che lo deve mandare a dire e quindi spiegagli com'è il
discorso". E mi spiegò tutto il discorso. Mi spiegò il discorso che loro questo
terreno lo avevano comprato specificamente per Salvo Madonia. Enzo Galatolo e...
Vincenzo Galatolo e Pino Galatolo non erano soci di questo terreno. Questi erano
soldi che loro avevano di Salvo Madonia. Va bene. Così devo mandare a dire e così
...
ho mandato va bene.
GIUDICE - Ma le risulta di altre situazioni in cui i Madonia hanno mediato beni,
magari intestandoli ad altri, situazioni di comodo per evitare che comunque ci
fosse la possibilità di rintracciare questi beni a loro attribuiti in via di fatto?
COLLABORATORE FONTANA - Io mi ricordo che tutti i beni che... cioè, le case
che si vendevano era Punto Casa che li vendeva, di Via Libertà. E se non sbaglio
...
c'era un certo ragazzo che si chiamava ora non ricordo il nome, adesso mi sfugge.
Comunque ci andai due-tre volte per prendere soldi e farli avere ai Madonia.
GIUDICE - Senta, lei mi ha detto che ha soggiornato a lungo negli Stati Uniti
d'America.
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - Addirittura più di un decennio, no?
COLLABORATORE FONTANA - Tredici anni, quasi.
GIUDICE - Tredici anni. Senta, ha mai sentito parlare in ambito di Cosa Nostra di
Pizzo Pietro?
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - Mai?
COLLABORATORE FONTANA - Io ho fatto il militare qua a Palermo con un
certo Pizzo, però mi sembra che si chiamasse Salvatore Pizzo.
GIUDICE - No, ma comunque non...
COLLABORATORE FONTANA - No, no, signor Presidente. No.
GIUDICE - Siccome questo Pizzo è nato in America...
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - ...non ha mai avuto modo di...?
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - Mentre Sgadari Vincenzo l'ha mai sentito nominare?
COLLABORATORE FONTANA - Chi?
GIUDICE - Sgadari Vincenzo.
COLLABORATORE FONTANA - NO.
GIUDICE - Non ha mai sentito nulla a questo proposito. Io ho bisogno di guardare
un attimo alcuni appunti. Se a questo punto avete delle domande da fare o dei
chiarimenti da svolgere, io, mentre voi fate questi ulteriori approfondimenti,
guarderei i miei appunti per capire se mi è ancora sfuggito qualcosa.
L
P. M. - Nulla da parte del Pubblico Ministero, Giudice.
GIUDICE - Grazie. Signori della difesa.
AVV. MISURACA - Altrettanto per la difesa di Di Trapani Michele e Pizzo.
AVV. VANCHERI - L'avvocato Vancheri non ha domande, per Sgadari Vincenzo.
AVV. MARASA' - Posso?
GIUDICE - Certo, avvocato Marasà.
AVV. MARASA' - Buonasera.
COLLABORATORE FONTANA - Buonasera.
AVV. MARASA' - Sono l'avvocato Marasà. Lei ha detto che ha conosciuto la signora
Di Trapani, Maria Angela Di Trapani...
COLLABORATORE FONTANA - Sissignore.
AVV. MARASA' - ...q uando era giovanissima.
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
AVV. MARASA' - E ha anche accennato a un qualche cosa sulla... diciamo sulla tenuta,
da parte del padre, estranea la figlia a tenerla... o qualcosa... lei non ha completato la
fiase. Può...
COLLABORATORE FONTANA - La tene... io ho detto che la teneva nella bambagia.
AVV. MARASA' - Ecco.
COLLABORATORE FONTANA - Cioè era una...
AVV. MARASA' - Che significa?
COLLABORATORE FONTANA - Cioè, che una figlia femmina in Cosa Nostra, cioè
un mafioso la tiene come se fosse un qualcosa di prezioso.
AVV. MARASA' - Questo... tutti i figli si tengono come qualcosa di prezioso.
COLLABORATORE FONTANA - Si, per carità, non lo metto in dubbio.
AVV. MARASA' - Però io desidero sapere se questo... cioè, la mia domanda non è sul
rapporto padre-figlia, se le voleva bene o meno; se la teneva a parte dei discorsi di Cosa
Nostra oppure la teneva escluda dai discorsi.
COLLABORATORE FONTANA - Esclusa. A quell'epoca io non mi ricordo che ci
siano... ma assolutissimarnente. Esclusa, la escludeva di tutto.
A W . MARASA' - E per quelli che sono i suoi ricordi neli'ambito della sua attività
in Cosa Nostra, le risulta che la signora-. Maria - Angela ha mai partecipato a
qualche attività o ha avuto sentore lei che la signora Maria Angela avesse
e partecipato a qual ...
COLLABORATORE FONTANA - No, non che io sappia.
A W . MARASA' - Lei poi ha detto che riceveva notizie dai Madonia attraverso la
loro madre.
COLLABORATORE FONTANA - Sì, la zia Ninetta, sì.
A W . MARASA' - Ecco. Lei sa se per caso era la signora Ninetta ad avere contatti
diretti con i figli, oppure per il tramite deila nuora?
COLLABORATORE FONTANA - A queil'epoca era la zia Ninetta che andava
direttamente al carcere a fare i colioqui.
A W . MARASA' - Grazie. Nessun'altra domanda. Anzi no. E successivamente le
risulta... quando la signora Ninetta non andava più a fare i coiloqui, lei ha avuto
più notizie di questo genere?
COLLABORATORE FONTANA - No che io sappia. Io non ho più avuto notizie
...
perché io non ho avuto mai notizie che... no.
A W . MARASA' - La ringrazio. Nessun'altra domanda.
GIUDICE - Si. Dunque, una questione che non abbiamo ancora approfondito è relativa
ai rapporti suoi con suo fratello Stefano, no?
COLLABORATORE FONTANA - Stefano Fontana, si.

-1054
GIUDICE - Sì. Stefano è nato il 05 agosto del 1955.
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - Senta, intanto mi chiarisce questi rapporti come sono stati, nel senso - non
parlo di rapporti familiari, evidentemente siete fratelli - sto parlando di rapporti
relativamente a Cosa Nostra, e soprattutto vorrei che mi focalizzasse le questioni che
sono insorte con Graziano Vincenzo, cui ha testé fatto riferimento, e soprattutto tutta la
tematica relativa alla gestione del territorio dell'Acquasanta, cioè se vi furono problemi,
soprattutto nel periodo in cui lei era detenuto, se di recente, fino ai giorni diciamo nostri,
addirittura, sto parlando...
COLLABORATORE FONTANA - I problemi ci furono perché i Madonia...
GIUDICE - Intanto... sono una serie di domande che hanno una loro... una loro
successione.
COLLABORATORE FONTANA - Una alla volta e poi lei magari mi rifà la domanda
in cui dobbiamo...
GIUDICE - Sì. Io intanto ho bisogno di sapere: con Stefano, suo fratello Stefano, in
Cosa Nostra come... come gestivate...?
COLLABORATORE FONTANA - Mio fratello era uomo d'onore, è uomo d'onore e fa
parte della famiglia mafiosa dell'Acquasanta. Però ci fu un periodo in cui c'era una
guerra di mafia in atto, che...
GIUDICE - Quando?
COLLABORATORE FONTANA - Sto parlando del... io iniziai a collaborare nel
2006... ma, 2005-2004... questo periodo in cui... che gli diedero... c'era Lo Piccolo fuon
e i Madonia gli diedero il mandamento di Resuttana. E quindi mio fratello gli ha fatto la
rottura della famiglia, gli ha detto... gli mandò a dire con Giovanni Bonanno - ora non
mi ricordo se fu Giovanni o Francesco, uno dei Bonanno - a Lo Piccolo che non voleva
fare parte del mandamento e lo mandò a dire anche in carcere. Perché c'era che noi...
cioè, noi facevamo parte della famiglia dove che c'era Antonino Rotolo, dove che c'era
Antonino Cinà, e quindi c'era questo contrasto, in cui c'era una guerra in atto, che si
doveva uccidere Totuccio Lo Piccolo, si dovevano uccidere tutti(?). Quindi mio fratello
gli fece la rottura della famiglia, cioè non ci piaceva che il Lo Piccolo avesse il
mandamento di Resuttana e doveva comandare anche nella famiglia delllAcquasanta.
GIUDICE - Cerchiamo di appunto chiarirla e focalizzarla ancor meglio questa cosa.
Intanto lei sta parlando di Lo Piccolo, sta parlando di Lo Piccolo...
COLLABORATORE FONTANA - Totuccio Lo Piccolo.
GILTDICE - Del padre?
COLLABORATORE FONTANA - Sì.
GILTDICE - Del padre.
COLLABORATORE FONTANA - Il padre, sì.
GIUDICE - E qiiand'è che per la prima volta... siccome parliamo di cose molto attuali, a
questo punto...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, sì, sì.
GIUDICE - ...p erò lei ha già detto che ha iniziato a collaborare...
COLLABORATORE FONTANA - Nel 2006.
GIUDICE - ...nel 2006; siamo nel 2010, quindi quattro anni fa, quindi la sua conoscenza
delle cose si deve appunto datare come fine, come momento finale...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, io ho avuto più contatti con nessuno dopo la mia
collaborazione.
GIUDICE - 2006.
COLLABORATORE FONTANA - Si figuri.
GIUDICE - Questa... questa è la data.

1055
COLLABORATORE FONTANA - Se mi trovano mi fanno a fettine.
GIUDICE - Però, se parla di Lo Piccolo, e dato che il loro arresto è stato, insomma,
relativamente recente...
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - ...e dei fatti che sono correlati alla sua azione in Cosa Nostra, sono fatti
diciamo dei nostri giorni, io intanto la domanda che ho da porle è: quand'è che per la
prima volta la figura del Lo Piccolo le si manifesta in Cosa Nostra come punto di
riferimento, come referente forte della famiglia di Resuttano?
COLLABORATORE FONTANA - Allora, la figura di Lo Piccolo viene...
GIUDICE - Resuttana, poi, si dovrebbe dire. E' Resuttana - San Lorenzo.
COLLABORATORE FONTANA - Resutta... no, Lo Piccolo era capo mandamento di
San Lorenzo, però poi si allargò e si prese tante famiglie, si prese la famiglia di
Resuttana, si prese la famiglia di Tommaso Natale, si prese la famiglia di Porta Nuova,
cioè ha fatto, cioè, come fece Saro Riccobono all'epoca. E infatti c'era una guerra di
mafia, proprio tale e quale, in atto.
GIUDICE - Cioè, si stava, come si dice in siciliano...
COLLABORATORE FONTANA - Si stava...
GIUDICE - ...si stava allargando.
COLLABORATORE FONTANA - Si stava allargando, si allargò, arrivò ad allargarsi,
aveva un bel po' di famiglie che erano da parte sua.
GIUDICE - E lui voleva prendersi anche la famiglia dell'Acquasanta, a quanto ho capito
dalla sua ricostruzione.
COLLABORATORE FONTANA - Automaticamente... automaticamente la famiglia
dell'Acquasanta doveva fare parte della famiglia dei Lo Piccolo, perché una volta che i
Madonia gli hanno dato il mandamento di Resuttana, automaticamente in quel
mandamento fa parte la famiglia dellfArenellae la famiglia dellfAcquasanta.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE FONTANA - Quindi, dal momento in cui mio fiatello fa questa
azione, dicendo "io non voglio niente avere a che fare con i Lo Piccolo", già ci sta
dichiarando guerra ai Lo Piccolo.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE FONTANA - Ci sta automaticainente... è quello che io gli ho
detto a mio fiatello: "Tu hai sbagliato. Tu gli dovevi... non gli dovevi dire queste"...
comunque perché poi con mio fiatello ci si vide in carcere e ne parliamo, cioè ne
abbiamo parlato di tutto 'sto discorso.
GIUDICE - Questo in quale periodo esattamente lo colloca, il momento in cui
cominciano i problemi...
COLLABORATORE FONTANA - Io con mio fiatello... con mio fiatello nel 2004
fummo insieme al carcere di Pagliarelli; lui era al carcere di Livorno, quindi saliva e
scendeva per i processi.
GIUDICE - Ho capito. Ma perché esattamente suo fiatello si opponeva a che il Lo
Piccolo potesse... dato che in fondo era stato designato?
COLLABORATORE FONTANA - Mio fiatello...
GIUDICE - Cioè, non è che lui... era un colpo in Cosa Nostra...
COLLABORATORE FONTANA - Mio fiatello al Lo Piccolo non l'ha potuto mai
vedere, né a Lo Piccolo e neanche ai Madonia.
GIUDICE - Ma per una questione, diciamo...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, una questione...
GIUDICE - ...di antipatia personale...
COLLABORATORE FONTANA - No, no, una questione...

1056
GIUDICE - ...di awersione personale? No, non sovrapponiamo le voci per la
registrazione, perché poi non si capisce nulla quando si fa la trascrizione. Dico, Lo
Piccolo in fondo era stato designato oppure si era auto designato?
COLLABORATORE FONTANA - No, no, era stato designato dai Madonia.
GIUDICE - Da chi era stato designato?
COLLABORATORE FONTANA - Dai Madonia.
GIUDICE - Dai Madonia. Che erano sempre stati i vostri referenti, in Cosa Nostra.
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente.
GIUDICE - 0 , per meglio dire, referenti... alleati...
COLLABORATORE FONTANA - Sì, si.
GIUDICE - ...conterranei.
COLLABORATORE FONTANA - I nostri capi.
GIUDICE - Convicini, chiamiamoli... o i vostri capi.
COLLABORATORE FONTANA - I nostri capi.
GIUDICE - E quindi, io voglio dire, se i vostri capi, come in passato avevano deciso per
voi della vostra sorte, compiendo anche atti importanti, clamorosi, eclatanti...
@ COLLABORATORE FONTANA - Loro per noi e noi per loro.
GIUDICE - ...com'è che questa volta, di fronte alla imposizione di Lo Piccolo come
uomo di riferimento apicale, diciamo, di vertice, suo fratello dice "no, io lui non lo
voglio" e quindi era come dire "no" ai Madonia stessi, no?
COLLABORATORE FONTANA - Esattamente. Perché già c'era in atto questa guerra
di mafia, che noi... cioè, mio fratello si poteva permettere a dire un no, perché era...
era... cioè mio fratello... cioè, dietro le spalle di mio fratello c'era... c'era il dottor Cinà,
c'era Nino Rotolo, c'era Franco Buonora, quindi c'era la cupola a quell'epoca di
Palermo, eh?
GIUDICE - E tutti questi perché dicevano no a Lo Piccolo?
COLLABORATORE FONTANA - Perché non lo potevano vedere a Lo Piccolo, perché
Lo Piccolo praticamente era uno scappato... era un uomo di Saro Riccobono ai tempi. E
si doveva anche uccidere Lo Piccolo ai tempi, soltanto che aveva l'ergastolo, l'hanno
perdonato e gli hanno detto "fatti latitante, fatti... e non ti immischiare a niente". Poi
arrivò a questo punto, quindi c'era molto contrasto, che la gente non lo voleva.
GIUDICE - Chiaro. Allora, questo... e questo periodo diciamo di crisi come viene
@ vissuto? Perché voi in quel momento siete... ha detto il 2004?
COLLABORATORE FONTANA - 2004... ora...
GIUDICE - Lei nel 2004 era...
COLLABORATORE FONTANA - In carcere.
GIUDICE - Era in carcere.
COLLABORATORE FONTANA - Perché poi mio fratello venne arrestato.
GIUDICE - E suo fiatello pure.
COLLABORATORE FONTANA - Si, entrava ed usciva mio fratello, un paio di volte...
GIUDICE - E quindi come... come facevate a...
COLLABORATORE FONTANA - IO...
GIUDICE - ...a gestire questa situazione di difficoltà...
COLLABORATORE FONTANA - Addirittura...
GIUDICE - ...tra l'altro militare...
COLLABORATORE FONTANA - Addirittura...
GIUDICE - ...militare, con la possibilità di una guerra...
COLLABORATORE FONTANA - Si.
GIUDICE - ...stando in carcere?
COLLABORATORE FONTANA - Addirittura mio fratello lo offese proprio un po'
pesante a Lo Piccolo, perché Lo Piccolo, quando uscì mio zio Pino Galatolo... perché
poi ci fu il contrasto dentro la nostra famiglia, fra noi e Pino Galatolo. E Pino Galatolo,
essendo che noi la colpa della condanna e di tutto il. rivelamento dell'omicidio Onorato
la davamo a lui, che si fece intercettare al colloquio, ci furono delle intercettazioni al
colloquio fra Pino Galatolo e la moglie dicendo "ad uccidere non è stato mio figlio,
gliel'ho detto a Stefano che ad uccidere non è stato mio figlio ma fu suo figlio", quindi
noi la colpa la davano a Pino Galatolo e in carcere ho messo fuori famiglia anche a Pino
Galatolo. Abbiamo avuto una lite. Quindi, uscendo Pino Galatolo e essendo messo fuori
famiglia, fa alleanza con Lo Piccolo. Essendo che c'è fuori pure mio fiatello, Pino
Galatolo si mandava i pizzini con Lo Piccolo che voleva fare combinare uomini d'onore
a suo figlio Angelo Galatolo, a suo... a mio cugino Angelo Galatolo figlio di Gaetano e a
mio cugino Vito Galatolo figlio di Vincenzo. E Lo Piccolo manda un pizzino dicendo
che era pronto per l'affiliazione di tutti e tre. Però 'sto pizzino glielo dà a Vito Galatolo -
che i contatti con Lo Piccolo ce li aveva Vito Galatolo - glielo dà a Vito Galatolo e
glielo fa avere a Pino Galatolo. Però prima che Vito Galatolo lo fa avere a Pino Galatolo
glielo porta a mio fratello Stefano. Dice: "Guarda" - dice - "che vuole combinare il Pino
Galatolo". E da là è nata sempre un'altra lite...
GIUDICE - Però la guerra non comincia.
COLLABORATORE FONTANA - Era pronta per iniziare ma non iniziò.
GIUDICE - E alla fine perché non comincia questa guerra? Accade qualcosa di
particolare?
COLLABORATORE FONTANA - Accade che vanno a finire tutti in carcere, vengono
intercettati e vanno a finire tutti in carcere. Vengono intercettati nel capannone di Nino
Rotolo e succede il finimondo.
GIUDICE - Senta, questa è l'unica... diciamo, l'unico contesto nel quale lei ebbe a
gestire situazioni così difficili insieme a suo fiatello Stefano o ricorda altri...?
COLLABORATORE FONTANA - No, abbiamo anche il discorso delle rapine dei
Monopoli di Stato, ci sono stati... qualche estorsione...
GIUDICE - I Madonia in queste rapine erano in qualche modo coinvolti?
COLLABORATORE FONTANA - No, no, i Madonia non erano coinvolti. No, e poi
gli abbiamo dato un pochino di soldi, perché automaticamente, quando che c'è una cosa
del genere... abbiamo dato mi sembra all'epoca un po' di soldi a loro e un po' di soldi alla
famiglia mafiosa delllArenella,a Nino Tarantino. No, coinvolto era Lo Piccolo.
GIUDICE - Mh?
COLLABORATORE FONTANA - Coinvolto era Lo Piccolo nelle rapine.
GIUDICE - Nelle rapine.
COLLABORATORE FONTANA - Sì, perché le rapine... cioè, Lo Piccolo ci mandò a
Giovanni... no, a Francesco Bonanno, che Francesco Bonanno era in contatto con Lo
Piccolo. E poi...
GIUDICE - Senta, che le risulti, Fontana Stefano, quindi suo Catello, era in rapporti con
la Maria Angela Di Trapani?
COLLABORATORE FONTANA - Non che io sappia. Non che io sappia.
GIUDICE - Dal carcere ebbe mai anche rapporti... di nessun tipo?
COLLABORATORE FONTANA - Non che io sappia, signor Presidente.
GIUDICE - Ma la conosceva però, chiaramente.
COLLABORATORE FONTANA - Mio Catello sì. Sì, sì, sì.
GIUDICE - Perché, come ha detto...
COLLABORATORE FONTANA - La conoscevo... la conoscevamo tutti la famiglia, la
conosceva mia cognata, mia sorella, mio nipote, mia nonna, tutti la conoscevano... mia
madre. Veniva a casa nostra.
GIUDICE - Avete domande?
P. M. - Nessuna, Giudice.
GIUDICE - Un attimo solo che devo vedere una cosa. Le risulta che questa situazione
di difficoltà tra di voi, in seno alla famiglia dellfAcquasanta,nei rapporti con i Madonia,
fosse stata portata all'attenzione di Salvino, o Salvatore, e che...
COLLABORATORE FONTANA - Salvuccio Madonia, Salvino.
GIUDICE - Salvuccio, e che... e che lui ebbe a mandare anche all'esterno i suoi
desiderata, i suoi... i suoi convincimenti nella questione, sulla questione?
COLLABORATORE FONTANA - NO...
GIUDICE - Che le... che le risulta.
COLLABORATORE FONTANA - A me mi risulta una cosa del genere, che mio
fratello mi disse... parlavano con mio fratello, o con mio nipote, adesso non me lo
ricordo... che i Madonia mandarono a dire che c'erano i Lo Piccolo a Resuttana e che
noi... che loro desideravano che noi fossimo vicino a lui; però non si poteva fare perché
neanche i Madonia lo sapevano di questa guerra che c'era, che si doveva ammazzare Lo
Piccolo.
GIUDICE - Senta, ha mai sentito parlare di Genova, un tale Genova, nell'ambito...?
COLLABORATORE FONTANA - Si, io a questo Genova, se non sbaglio mi sembra
che è una persona grossa che praticava l'Ippodromo di Palermo. Non mi ricordo se si
chiama... Tonino... non mi ricordo il nome, però mi sembra che praticava l'Ippodromo di
Palermo 'sto Genova.
GIUDICE - Va bene.
COLLABORATORE FONTANA - Un certo Genova, ora non so chi fosse.
GIUDICE - Va bene. Io per quanto riguarda... mi fermerei qua, Se voi non avete altre
domande mi fermerei qua.
P. M. - Nessuna per il P.M.
GIUDICE - Awocato Marasà ha domande? Avete domande? Va bene. La ringraziamo
e...
COLLABORATORE FONTANA - E' stato-un piacere, signor Presidente. Arrivederci,
buon lavoro.
GIUDICE - Arrivederci, buona giornata, grazie.

***
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:

I AUDIZIONE DEL C~LLABORATORE'DIGIUSTIZIA-III NATALE GIUSTO I


GIUDICE - Buongiorno, si accomodi. Un attimo solo. Allora, procediamo
all'interrogatorio di imputato di reato connesso. Vediamo se le generalità corrispondono
a quelle che noi abbiamo. Di Natale Giusto,nato a Palermo il 21 luglio del 1959.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - E' giusto? Allora, lei era assistito, almeno così dagli atti sembra,
dall'awocato De Paola.
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - I1 nome di battesimo qual è? Alessandra?
COLLABORATORE DI NATALE - Alessandra.
e GIUDICE - Alessandra De Paola, che però è assente.
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - Abbiamo interessato l'avvocato di turno...
AVV. TARQUINI - Giovanni Tarquini.
GIUDICE - Grazie, awocato. I1 quale svolgerà la sua difesa...
COLLABORATORE DI NATALE - Si, signor Giudice.
GIUDICE - ...d'ufficio, se nulla ha in contrario a questo proposito.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - Io, prima che lei parli, devo leggere una formula. Le devo dire che le sue
dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi confronti, salvo quanto disposto
dall'articolo 66 comrna primo del Codice di Procedura Penale; lei ha facoltà di non
rispondere, ma il procedimento seguirà il suo corso; se renderà dichiarazioni su fatti che
concernono la responsabilità di altri, assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone,
salve le incompatibilità previste dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis
del Codice di Procedura Penale. Chiaramente questa... questo diritto, questa facoltà di
non rispondere deve essere in qualche modo coordinata con il dovere...
@J COLLABORATORE DI NATALE - No, ma io intendo rispondere.
GIUDICE - ...cooperativo che lei ha assunto con lo Stato, perché lei è sottoposto a
programma di protezione, o...?
COLLABORATORE DI NATALE - Si, si.
GIUDICE - Allora... io ho bisogno intanto di avere delle date certe. Lei è stato in
custodia cautelare da quando a quando?
COLLABORATORE DI NATALE - 20 febbraio 1996, data di arresto.
GIUDICE - Al?
COLLABORATORE DI NATALE - Metà del '99.
GIUDICE - Metà, diciamo giugno?
COLLABORATORE DI NATALE - Più o meno. Da quando ho deciso di collaborare,
diciamo, detenuto nelle carceri comuni.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - Poi sono stato in altre carceri, fino al 2001, che
sono andato agli arresti domiciliari.
GIUDICE - Quindi lei è stato recluso dal '96 al '99.
COLLABORATORE DI NATALE - Si. Come carcere ordinario,
GIUDICE - Sì, custodia... custodia... questa era custodia cautelare, o aveva un
prowedimento definitivo?
COLLABORATORE DI NATALE - No, no, io il prowedimento definitivo l'ho avuto
nel 2001.
GIUDICE - Nel 2001 ha il prowedimento definitivo.
COLLABORATORE DI NATALE - Ma io fino al 2001 sono stato detenuto, proprio
detenuto in carcere.
GIUDICE - Appunto, dico, quindi dal '96 al 2001...
COLLABORATORE DI NATALE - Al 2001.
GIUDICE - ...ininterrottamente lei è detenuto.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, si.
GIUDICE - Va bene?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Poi nel 2001...
COLLABORATORE DI NATALE - Vado agli arresti domiciliari, detenzione
domiciliare.
@ GIUDICE - Sì. Ma la scelta invece di collaborare?
COLLABORATORE DI NATALE - E' stata fatta prima della sentenza di primo grado,
siamo sempre nel '99.
GIUDICE - '99.
COLLABORATORE DI NATALE - Ma un paio di mesi prima della sentenza.
GIUDICE - Allora, lei ha avuto il titolo formale di uomo d'onore?
COLLABORATORE DI NATALE - No, no. Diciamo, se si intende la classica
pungitina no, perché in quel periodo, parliamo da metà '94 frno alla data del mio
arresto, ho avuto contatti con parecchi esponenti mafiosi, tra cui Leoluca
Bagarella, che intendeva mantenere alcuni di noi in maniera riservata, per cui
non... non si passò alla classica pungitina.
GIUDICE - Ma il fatto che fosse però un uomo riservato... cioè, voleva... voleva
dire che aveva comunque una veste di...
COLLABORATORE DI NATALE - No, io... io, Di Trapani Nicola e...
GIUDICE - Quando mi fa i nomi, se è possibile, mi faccia nomi e cognomi.
COLLABORATORE DI NATALE - Si, Di ~ r a p a nNicola. i
6 GIUDICE - ...le omonimie sono all'ordine del... del secondo.
COLLABORATORE DI NATALE - Io, Di Trapani Nicola e Giuseppe Guastella
reggevamo il mandamento di Resuttana tutti e tre assieme.
GIUDICE - Lo reggevate da che periodo a che periodo?
COLLABORATORE DI NATALE - Dal '94 frno alla data dell'arresto, che per
quanto mi riguarda la mia posizione, è stata il 20 febbraio del '96.
GIUDICE - Quindi dal '94 al '96 lei ha retto il mandamento di Resuttano.
COLLABORATORE DI NATALE - Insieme con Giuseppe Guasteila e Nicola Di
Trapani. Poi sono rimasti fuori loro, perché sono rimasti latitanti. Poi hanno
arrestato prima Nicola e poi infrne Guastella, e poi è subentrato Diego Di Trapani.
...
GIUDICE - Allora, con Guastella e Di Trapani Di Trapani Diego?
COLLABORATORE DI NATALE - Nicola.
GIUDICE - Nicola. Lo sa perchC le faccio questa domanda? Perché quando uno
entra in banca normalmente lavora un po' di tempo allo sportello e, diciamo,
...
dopodiché dalla cassa passa all'agenzia e poi insomma, prima di diventare
direttore un po' di strada ne deve fare, no?
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo.. .

061
...
GIUDICE - Oppure oppure invece in Cosa Nostra il sistema bancario
evidentemente non è un punto di riferimento?
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che io nasco come...
GIUDICE - Ma ha capito qual è..?
COLLABORATORE DI NATALE - Si, si, sì.
...
GIUDICE - Questa questa, diciamo, gentile interlocuzione vuole essere
un'introduzione aila domanda.
COLLABORATORE DI NATALE - Perfetto. Io...
GIUDICE - Cioè, lei nel '94 com'è che diventa subito reggente di un mandamento
così importante? Perché lo è.
COLLABORATORE DI NATALE - Certo.
GIUDICE - E' un mandamento importante per Cosa Nostra...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - ...q uesto di Resuttano o ho capito male?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì, sì, abbastanza.
GIUDICE - Abbastanza.
m COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - E com'è che diventa direttore di banca senza avere mai lavorato in filiale?
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che io nasco come imprenditore, io
svolgo l'attività di imprenditore fin dai primi anni Ottanta. Mi occupo da11'84 in poi di
appalti pubblici e insieme ai miei fiatelli gestivamo una discreta società di appalti,
concorrevamo in varie amministrazioni, ci aggiudicavamo i lavori, facevamo i lavori...
GIUDICE - Questo dal?
COLLABORATORE DI NATALE - 1984.
GIUDICE - '84?
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - Fino al?
COLLABORATORE DI NATALE - All'attimo dell'arresto.
GIUDICE - Addirittura al novanta...
COLLABORATORE DI NATALE - 6 .
GIUDICE - Al '96 addirittura?
COLLABORATORE DI NATALE - $2.
GIUDICE - Come si chiamava la società?
COLLABORATORE DI NATALE - Erano due. La S.I.C.E.S. s.r.1. e la S.D.A.M. S.r.l.
GIUDICE - Si. mi può fare lo spelling dell'altra?
COLLABORATORE DI NATALE - S.D.A.M., Società di Appalti...
GIUDICE - La prima è una società a responsabilità limitata. La seconda?
COLLABORATORE DI NATALE - Si, si, tutte e due, tutte e due.
GIUDICE - Tutte e due.
COLLABORATORE DI NATALE - S.D.A.M.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - S.D.A.M. Diciamo che purtroppo fare
l'imprenditore giù in Sicilia ha i suoi pregi e i suoi difetti. E noi avevamo delle amicizie
nostre di infanzia, perché io sono di origine della Noce, e i nostri amici d'infanzia erano
i fratelli Ganci. Per cui crescendo poi ognuno ha preso la sua strada ma l'amicizia e
rimasta. E quando per la prima volta mi sono dovuto scontrare col discorso del pizzo, ne
parlai con uno di loro e diciamo che da quel momento, sotto un certo profilo, andai sotto
la loro protezione.
GIUDICE - Con la protezione di chi?
COLLABORATORE DI NATALE - Dei Ganci.
GIUDICE - Ganci.
COLLABORATORE DI NATALE - Domenico e Calogero. E poi successivamente del
padre. Io mi ritrovo a conoscere Guastella nel 1985-'86, perché mi aggiudico la
costruzione di un asilo nido nel quartiere di Resuttana. I1 Guastella lo avevo conosciuto
precedentemente in una sala da barba in quelle zone. Siamo diventati amici e lui,
vedendo la mia imprenditorialità, ha subito cercato di awicinami al loro gruppo, cosa
che a noi non interessava proprio. E per dirimere alcune questioni sono dovuti
intervenire i Ganci, a quel tempo, perché lui voleva entrare dentro l'azienda con
fornitura di materiale, sbancamenti e quant'altro e mi proponeva sempre di mettermi
accanto a loro per creare delle imprese più grosse con loro, cosa che io rifiutai. Andai
dai Ganci, glielo raccontai e loro, per vie traverse, lo hanno zittito. Ma si è data la
fatalità che io altri lavori li ho presi tutti in quella zona. Io...
GIUDICE - In quella zona, sta parlando di Resuttana?
COLLABORATORE DI NATALE - Di Resuttana, sì. Io ho costruito la scuola di
Piazza Alcide De Gasperi; ho ristrutturato il Cannizzaro di Via Marchese di Villabianca;
ho costruito una scuola accanto al Cinema Arlecchino, in Piazza Leoni, da quelle parti;
per cui questa vicinanza era assidua. E il Guastella mi ammirava come imprenditore. Poi
piano piano è nata un'amicizia molto più profonda, dove magari uno si confidava pure di
alcune ingiustizie, tra virgolette, ricevute per via di pizzi o non pizzi, e lui mi diceva
sempre "non ti preoccupare che se le cose cambiano... vedrai che si sistemeranno... non
si sistemeranno"...
GIUDICE - Ma lei sapeva... mi scusi se la interrompo, ma lei sapeva intanto chi era
Guastella?
COLLABORATORE DI NATALE - A quel momento Guastella non era nessuno.
GIUDICE - Si sta parlando del...?
COLLABORATORE DI NATALE - Anni Novanta.
GIUDICE - Anni Novanta.
COLLABORATORE DI NATALE - '89, '90, '91.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - Era semplicemente vicino ai Di Trapani, parliamo
di Francesco Di Trapani, che sarebbe il papà di Nicola Di Trapani, che poi è morto di
infarto durante la latitanza. Ora, nello svolgere la mia attività ho conosciuto parecchi
personaggi a San Lorenzo, a Resuttana, tra cui ho conosciuto Benedetto Ferrante, detto
"il Cardillo". Con questo qui, siccome era una persona anziana, siamo diventati
grandissimi amici, anche perché lui mi parlava di un'amicizia sua nei confronti di mio
padre di vecchia data e noi lo trattavamo veramente da grande amico. Poi è successa una
situazione, nel '94, durante le elezioni di Forza Italia, la creazione dei club Forza Italia,
che noi come imprenditori avevamo formato pure un club Forza Italia. Un giorno venne
questo Ferrante, disse che ne aveva uno pure lui di questi club Forza Italia, o meglio di
gente vicino a lui, e che voleva che unissimo questi club per fare un club più grosso,
cosa che noi non accettammo. E lui mi disse: "Prima di rifiutare facciamo una cosa" -
dice - "organizziamo un incontro nel tuo ufficio e io avvicino con queste persone'' -
dice - "e poi decidi dopo". Per cui io aspetto queste persone in ufficio da me, per parlare
di politica.
GIUDICE - Stiamo parlando del 1994?
COLLABORATORE DI NATALE - '94. Di questa... in questa riunione si presenta
Benedetto Ferrante, due ragazzi, un certo Faraone e un certo Greco che non mi ricordo i
nomi, si presenta Giuseppe Gelardi e Benedetto Ferrante. E invece di parlare di politica
si comincia a parlare del Quartiere di San Lorenzo, del bisogno dei carcerati e della
necessità di prendere posizione a San Lorenzo. E lui... e loro avyvano il piacere che io
facessi parte di questa squadra, che avrei costruito per questa nuova organizzazione e
che le cose per me sarebbero cambiate. Nel frattempo si parla pure lì dentro di
ammazzare i l ~ u f f...a forse Salvatore, non mi ricordo se si chiama... comunque era una
persona di ottant'anni che abitava dietro la Caserma che c'è a Villa Adriana. Io mi sento
preso dai turchi, con tutti 'sti argomenti che a me sinceramente non interessavano.
GIUDICE - Lei fino a quel momento non aveva mai avuto rapporti con Cosa Nostra?
COLLABORATORE DI NATALE - Li evitavo proprio, cercavo di sfuggirli.
GIUDICE - Dove awiene questo incontro esattamente?
COLLABORATORE DI NATALE - Nel mio ufficio, in Via Resurrezione.
GTCTDICE - Via Resurrezione.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì. Tanto li evitavo che ero andato a lavorare pure
fuori, nelle zone di Messina e Catania, per evitare di stare in città. Questa situazione:.. io
non posso dirgli no quella sera, che tra l'altro ero pure da solo, non so come l'avrebbe
presa. Gli dissi che ne avremmo riparlato. Tra l'altro "il Cardillo", che sarebbe Ferrante,
mi anticipa dicendo che aspettavano però, per mettere in moto tutta questa situazione,
una risposta dal carcere, perché loro avevano mandato a dire che erano disponibili a
mettersi a disposizione, visto che in quel momento San Lorenzo era sguarnita, che ci
pensavano loro a sistemare le cose. Io... poi ci lasciammo. Aspettavano questa risposta e
nel mentre io dovevo trovare le parole giuste per dirgli che non mi interessava questa
situazione. A un certo punto, dopo un paio di giorni, vado a cercare a Ferrante e a dirgli
che 'sta cosa a me non interessa, io faccio l'imprenditore, per cui se hanno bisogno di
fare dei lavori io posso essere disponibile, per lavori sono disponibile, per altre cose no.
Mentre gli sto per dire questo, lui mi anticipa e mi dice che di quella situazione non se
ne fa niente, perché dal carcere hanno mandato a dire per ora di aspettare che ci pensano
loro. Al che mi viene un altro... un altro dubbio: che se qualcuno veniva a sapere di
quella situazione di quella riunione, di quei discorsi fatti lì, addirittura di ammazzare a
Buffa, diciamo che per me non è che era messa tanto bene la cosa. E gli dico: "Senti, io
dovrei andare dai Ganci"... che in quel momento già erano in galera, dovevo andare da
Franco Spina, il cugino dei Ganci a raccontargli 'sta cosa, perché per me io non c'entravo
niente in quella situazione e non volevo che qualcuno pensasse che mi volevo mettere in
mezzo in questa organizzazione. Lui mi dice di stare tranquillo, che quel discorso muore
lì, non lo saprà nessuno. Manco passano quindici giorni e mi chiama Spina Francesco e
mi dice lui della riunione che è stata nel mio ufficio. Io cerco di... di mettere la riunione
in una situazione, diciamo, come se era un dialogo, non dico che si voleva ammazzare
Buffa, cerco di smorzare tutta la situazione. Ma lui sapeva tutto e da me voleva i nomi
dei partecipanti alla riunione. Io gli ho detto: "Non te li posso dire i nomi. Se tu sai"...
Dice: "Si, perché so che c'era pure Ferrante". "Visto che sai che c'era Ferrante, i nomi te
li fai dire da lui. Perché mi devi mettere in una situazione poco piacevole a me"?
Insomma, siccome eravamo amici d'infanzia, m'ha detto, dice: "Senti qua, facciamo
finta di niente, ora me la vedo io" - dice - "però la prossima volta non ti immischiare
più in queste situazioni". Insomma, mi finiscebene quel giorno e me ne torno a lavorare.
Passano altri quindici giomi...
GIUDICE - Scusi se la interrompo. Lei quando ha parlato degli uomini della Noce e di
Spina però a questo punto ben sapeva la loro caratura...
COLLABORATORE DI NATALE - Si, io sapevo chi erano loro, si, si.
GIUDICE - Voglio dire, perché qua stiamo parlando del...
COLLABORATORE DI NATALE - Si, sì, si, certo.
GIUDICE - ...dell'apice. Se non sapeva chi fossero...
COLLABORATORE DI NATALE - Eravamo amici d'infanzia.
GIUDICE - Ah, ecco. No...
COLLABORATORE DI NATALE - Eravamo amici d'infanzia, li conoscevo da
piccolo. Diciamo che io ho vissuto ai margini di questo... di questo ambiente, cercando
sempre di farmela franca e non immischiarmi in queste situazioni. Passano altri quindici
giorni e mi chiama Giuseppe Guastella. Anzi, per la precisione mi incontra in
autostrada, mentre io stavo andando a lavorare a Messina. Ci incontriamo in un'area di
servizio e mi dice: "Eh, proprio a te cercavo" - dice - "ti devo parlare". "Parla, che cosa
c'è"? Dice: "No, la cosa è un poco delicata e ci dobbiamo vedere". E mi dà
l'appuntamento in un autolavaggio di Viale Strasburgo. Io gli dico che sto andando a
Messina e sarei ritornato il fine settimana. E m'ha detto, dice "ci vediamo sabato al
lavaggio". Vado lì e questo comincia con la paternale. Lui sapeva pure di quella
riunione, sapeva di tutti i discorsi che si erano fatti e anche lui voleva sapere i nomi. Io
ho sempre ripetuto quello che avevo ripetuto a Spina, gli avevo raccontato, diciamo, la
situazione non in quella maniera pesante che si era discussa nel mio ufficio, cercando di
salvare la vita a più persone possibile. Lui non .se l'è bevuta tanto, però m'ha detto, dice
"non ti preoccupare, tu lo sai, io ti voglio bene come a un fratello"... insomma, tutte
quelle parole di comodo. E mi dice che gli stessi discorsi che gli ho detto io a lui li
dovevo rif&re a una seconda persona, che mi avrebbe portato in ufficio, a cui dovevo
raccontare le stesse cose. E io gli dico: "Ma sbrigatela tu, c'è bisogno? Non ti
preoccu "No, no" - dice - "la cosa tu non sai che delicatezza ha". Insomma,
...l'...

l'indomani si presenta in ufficio Giuseppe Guastella con Leoluca Bagarella, che io non
sapevo in quel momento che si trattava di Leoluca Bagarella.
GIUDICE - Come gliel'ha presentato? Lo Zu' Franco?
COLLABORATORE DI NATALE - No, Mario.
GIUDICE - Ah, Mario.
COLLABORATORE DI NATALE - Zio Mario. Ho dovuto raccontare le stesse cose a
questo personaggio. Diciamo, lui ha parlato bene di me a questo signor Mario, dicendo
che... che noi eravamo tre fiatelli imprenditori, gente che s'era fatta da sola, che lui ci
rispettava come fratelli... insomma, tutta una serie di argomentazioni e mi dice che la
mia fortuna è avere un amico come lui, il signor Guastella. Da questa situazione lui mi
chiede se può utilizzare il mio ufficio per un paio di volte...
GIUDICE - Chi glielo chiede dei due?
COLLABORATORE DI NATALE - Guastella.
GIUDICE - Guastella.
COLLABORATORE DI NATALE - ...p er un paio di volte, per qualche appuntamento
che si doveva fare lui con delle persone. Io ero uscito da sotto un camion da quegli
argomenti e non ho saputo dirgli di no. Da quel momento il mio ufficio è diventato
luogo di appuntamenti, di Bagarella, Brusca, Matteo Messina Denaro e tutti gli altri.
GIUDICE - Esattamente l'ufficio dove era allocato, lei ha detto?
COLLABORATORE DI NATALE - Viale Resurrezione.
GIUDICE - Suppergiù dov'è?
COLLABORATORE DI NATALE - 61.
GIUDICE - NO...
COLLABORATORE DI NATALE - Resurrezione è... Viale Strasburgo, prima della
Questura, della Caserma di Polizia, c'è la strada che scende per Pallavicino.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - C'è Villa Adriana, Viale Resurrezione e si arriva
poi a Pallavicino.
GIUDICE - Cioè via...
COLLABORATORE DI NATALE - Viale Resurrezione.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - Che poi di fronte c'è una stradina che va per San
Lorenzo, dove c'era un elettrauto...
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE DI NATALE - ...che era pure implicato con Salvo Genova, se non
sbaglio. Da quel momento in poi il Guastella mi comincia a parlare in maniera...
apertamente e insomma, nell'arco di un mesetto avevamo preso in mano la situazione di
Resuttana, libro mastro, telefonate, estorsioni, pizzo e quant'altro. A quel tempo Nicola
Di Trapani era ancora in carcere, o meglio era semilibero, perché viveva a Caltanissetta,
noi andavamo a trovarlo spesse volte a Caltanissetta. C'era anche un'amicizia mia con il
padre di Nicola, Francesco Di Trapani, lo conoscevo da tanti anni. Insomma, loro
avevano piena fiducia e si parlava inizialmente che io dovevo costruire a Resuttana, e
fin lì c'eravamo. Poi la presenza di Bagarella, discorsi che c'erano in atto perché io
involontariamente avevo fatto la guerra ad Angelo Siino - e dietro di Siino c'era
Giovanni Brusca - per degli appalti alla Provincia, situazioni dove io riuscivo a
recuperare per i fatti miei degli elenchi delle imprese partecipanti alle gare, che li
ricevevo prima della grande organizzazione di mafia fatta con Angelo Siino, per cui io
davo fastidio a loro; poi loro volevano sapere chi mi dava gli elenchi a me, insomma,
discorsi molto complessi, e diciamo che sono entrato in antipatia, senza saperlo, di
Brusca e di Angelo Siino, cosa che ho notato subito perché non sono riuscito più a
prendere un appalto alla Provincia di Palermo, cosa che si è poi chiarita in una delle
riunioni in ufficio da me, quando poi io ho avuto presentato il signor Mario per Leoluca
Bagarella e tutti gli altri personaggi per nome e cognome. I1 primo appuntamento che s'è
fatto, che c'era presente Giovanni Brusca... l'appuntamento precedente io ho dovuto
spiegare tutti i dissapori con Angelo Siino e gli appalti, a Bagarella, in presenza di
Guastella - che li sapeva, perché è stato Guastella a dirli a Bagarella - in presenza di
Guastella e di Nino Mangano. Al che hanno deciso loro che l'indomani, quando sarebbe
venuto il Giovanni Brusca, avremmo chiarito questa situazione e il Brusca doveva
smettere di - in un certo senso - perseguitarmi come... come situazione di appalti. I1
Brusca in un certo... in un primo tempo ha fatto un po' la faccia di chi prendeva un
pugno in pancia, visto che io gli avevo creato molti problemi per parecchi appalti, però,
visto i personaggi che c'erano lì, diciamo- che ci siamo stretti 'la mano e tutto si è
appianato. In quel momento mi ero aggiudicato' un appalto alla Provincia per la
costruzione di un Istituto Tecnico Industriale a Villagrazia di Carini. Già Siino era in
carcere e il posto di Siino l'aveva preso Totò... Salvatore Geraci, che aveva già messo in
moto dei meccanismi per togliermi l'appalto che mi ero aggiudicato regolarmente. Con
Guastella siamo andati, mandati da Giovanni Brusca dietro pressione di Bagarella, a
trovare a Geraci, per dirgli di levare le mani dall'appalto, che l'appalto era mio e non si
toccava. Il Geraci si era messo da parte e mi avevano lasciato l'appalto. Diciamo che da
questa apertura poi è nato che io mi sono, diciamo, in un certo senso, abbassato tutte le
difese e qualsiasi cosa mi dicevano di fare io la facevo. Ho pure seppellito la moglie di
Leoluca Bagarella a casa mia.
GIUDICE - Evidentemente, diciamo, la apprezzavano, devo supporre, perché è un atto
di estrema... di estrema importanza, quindi evidentemente era, devo supporre, con...
COLLABORATORE DI NATALE - Si, sì, sì.
GIUDICE - ...con la logica delle cose, non...
COLLABORATORE DI NATALE - Si, sì.
GIUDICE - Però proprio su questo punto, perché lei è stato un po' generico nel punto
specifico, cioè... poi altre cose e tra queste il seppellimento del corpo della moglie di
Leoluca Bagarella. Ma quali altre?
COLLABORATORE DI NATALE - Ma...

1066
GIUDICE - Se me le può segnalare.
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che...
GIUDICE - Per farmi capire bene il contesto, perché fino adesso io cosa ho capito? Che
lei fino al 1994, diciamo, entra come imprenditore, cioè come in realtà faccia pulita,
diciamo così. Lei aveva precedenti penali?
COLLABORATORE DI NATALE - No, no, io mi faccio la mia vita da imprenditore...
GIUDICE - Quindi lei... lei viene...
COLLABORATORE DI NATALE - Quando mi chiamano per il pizzo devo...
GIUDICE - ...viene a poco a pom...
COLLABORATORE DI NATALE - ...devo cercare qualcuno.
GIUDICE - ...viene a poco a poco, diciamo così, fagocitato da Cosa Nostra.
COLLABORATORE DI NATALE - Esatto.
GIUDICE - Che si insedia addirittura nel suo luogo, nel suo domicilio dell'attività
economica.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - E' chiaro, questo ho capito. I1 passaggio successivo è sicuramente più
delicato perché da questo a seppellire la moglie di Bagarella, veramente penso che...
COLLABORATORE DI NATALE - Ma non c'è...
GIUDICE - ...che ne corra, no?
COLLABORATORE DI NATALE - Non c'è solo questo.
GIUDICE - Eh, appunto, se può... tra l'altro sono fatti anche che hanno una loro data,
ripeto, perché avuto riguardo ai tempi che lei mi ha già descritto, hanno una loro
collocazione ben specifica, no?
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che loro sanno come fare per farti sentire
a casa tua. Cominciare a parlare apertamente di determinate discussioni, giustamente,
già parlare apertamente davanti a una persona e vedere che quella persona non si
scandalizza o si tira indietro... insomma, si parlava di omicidi in mia presenza, si
parlava...
GIUDICE - Di omicidi consumati o omicidi che poi non furono posti in essere?
COLLABORATORE DI NATALE - No, no, tutti consumati, tutti consumati.
GIUDICE - Per esempio?
COLLABORATORE DI NATALE - Eh.. l'omicidio di... quelli dove sono imputato io,
dove ho preso pure la condanna io, che è Domingo Buscetta e...
GIUDICE - Domingo Buscetta cos'era, il parente di...
COLLABORATORE DI NATALE - Parente di... il gioielliere di Via Scobar.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE DI NATALE - E l'omicidio Sole, Gian Matteo Sole, che è stato
strangolato nel mio ufficio. E poi assieme siamo andati a buttarlo a Villagrazia di Carini
bruciando la macchina. L'omicidio di Grado, un altro ragazzo, fatto da loro, Guastella,
Bagarella, Nino Mangano, Gaspare Spatuzza e altri, dove io non ho partecipato però ne
ho percepito la situazione dopo perché uno dei due ragazzi era rimasto vivo in ospedale
e il Guastella accendeva la radio per capire se era successo che era rimasto vivo o meno.
Poi è arrivata la notizia che era morto e il Bagarella in mia presenza gli disse che quello
che era piombo e polvere ne avevano a volontà, per cui bisognava non essere tirchi con
la polvere e le cartucce, per dirgli "gli potevi tirare due colpi in più".
GIUDICE - Per dirgli che bisognava ucciderlo. Bisogna portare a compimento,
diciamo...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, "potevi sparargli due colpi in più ed eravamo
più sicuri", ecco, questo.
GIUDICE - Ah. Okay.

,p 1067
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo...
GIUDICE - Si era risparmiato in polvere da sparo e piombo.
COLLABORATORE DI NATALE - Ecco, sì.
GIUDICE - Che forse se si fosse...
COLLABORATORE DI NATALE - Se lui avesse sparato qualche colpo in più non
c'era neanche la paura che...
GIUDICE - (sovrapposizione di voci) ah, in questo senso.
COLLABORATORE DI NATALE - ...che rimaneva vivo.
GIUDICE - Avevo capito una cosa diversa.
COLLABORATORE DI NATALE - E questo... non c'ero ma l'ho vissuto ugualmente,
diciamo.
GIUDICE - Tutto questo accade in questi due anni, sostanzialmente?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì, succede una guerra, una guerra causata dai
figli di Totò Riina, perché tutto nasce dal fatto che questi due ragazzi, o meglio
Giovanni, gli va a riferire a suo zio che erano venute delle persone in paese e lo avevano
seguito, e lui si era preso il numero di targa. Da questa targa è nata una carneficina, non
@? sapendo se quelle persone erano lì per i fatti loro, oppure erano fantasie di questo
ragazzo, di Giovanni. Fatto sta che con quel numero di targa Bagarella è risalito ai nomi.
Purtroppo, per disgrazia, uno di questi nomi rappresentava un parente di Totuccio
Contorno, che era Grado. Da qui Bagarella ha cominciato ad architettare una possibilità
di omicidio di suo nipote e cominciò a fare morti a destra e a sinistra. Tra l'altro, il
Buscetta Domingo muore non perché c'entrasse in questa situazione; solo per depistare
l'eventuale situazione che qualcuno volesse uccidere il figlio di Riina; siccome uno di
quei ragazzi si chiamava Grado, si è ammazzato un altro familiare di collaboratore per
fare vedere che c'era tipo...
GIUDICE - Ho capito. Un omicidio depistante.
COLLABORATORE DI NATALE - ,..una guerra contro i familiari dei collaboratori.
GIUDICE - Chiaro. Però dobbiamo un po' andare al nodo delle cose delle quali ci
occupiamo oggi. Quindi lei, pur non essendo, diciamo, di famiglia tradizionalmente
...
mafiosa, diciamo, come provenienza come del ceppo degli antenati...
COLLABORATORE DI NATALE - Mio padre era --un -uomo -. - d'onore di...
. - -
a
GIUDICE - Ah. Questo allora non me l'ha detto, che era abbastanza importante.
@l COLLABORATORE DI NATALE - Si, si.
GIUDICE - Invece suo padre era un uomo d'onore.
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - Di quale famiglia?
COLLABORATORE DI NATALE - Del Borgo.
GIUDICE - Del Borgo.
COLLABORATORE DI NATALE - Palermo centro.
GIUDICE - E lei, diciamo, lo sapeva? Quando l'ha saputo?
COLLABORATORE DI NATALE - Quando è morto mio papà io avevo tredici
anni.
GIUDICE - Ah. E nessuno le propose di continuare nella sua..?
COLLABORATORE DI NATALE - No, no.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE DI NATALE - L'ho saputo poi successivamente, perché ho
cominciato a conoscere tutte le persone che conosceva mio padre.
GIUDICE - Quindi qualcuno le ha successivamente comunicato che suo padre era
un uomo d'onore.
COLLABORATORE DI NATALE - Si poteva anche non comunicarmelo, perché
durante la mia vita di infanzia, fmo all'età adulta, tutte le persone che ho
conosciuto che dicevano che erano amici di mio padre erano tutti uomini d'onore.
GIUDICE - Sì. Però ci ha fatto capire una cosa importante, che, diciamo, la
cosiddetta "punciuta" o comunque la celebrazione sacramentale attraverso la
quale si entra in Cosa Nostra, per lei, per esempio, questa formalizzazione non c'è
stata e tuttavia, e pur tuttavia lei ha partecipato a fatti di sangue e fatti delittuosi
assai... assai gravi.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Ho detto bene? Ho capito bene?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Senza avere avuto quell'affdiazione formale. Però resta sempre la
domanda iniziale: com'è possibile però che la mettano a capo proprio della
famiglia di Resuttana? Resuttana si dice?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, ma le posso dire di più, lo si può vedere
anche dagli atti processuali, dette da altre persone. Addirittura il Bagarella non si
vuole limitare a questo. Mi vuole dare la reggenza del Quartiere Noce.
GIUDICE - Ma questo glielo dice lui, Bagarella?
COLLABORATORE DI NATALE - Io... a me mi dicono semplicemente che se ci
riesce mi fanno un regalo nella mia vita grandissimo. Dice "poi ti faremo vedere".
Io queste cose le appuro dopo, quando collabora Calogero Ganci e suo cugino
Anselmo Francesco, se non sbaglio, che fanno 'ste dichiarazioni, dove il Bagarella e
il Di Trapani scrivono ai Madonia, a Salvino e a Nino, per dirgli di questa
intenzione di Bagarella di darmi il mandamento del Quartiere Noce. I Madonia ne
parlano in carcere con i Ganci, che in un certo senso non l'hanno a piacere, perché
loro hanno altri parenti lì in zona e dice "perché deve venire questo" ? ...
GIUDICE - Eh, ma questa è anche la mia domanda, cioè come è possibile che...
COLLABORATORE DI NATALE - Eh, lo vorrei sapere pure io. Questo l'ho
saputo io poi, processualmente, dalle dichiarazioni che mi accusano.
GIUDICE - Cioè, mi scusi, vogliono darle la reggenza...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
...
GIUDICE - di due famiglie così importanti senza che lei abbia sostanzialmente
mai sparato ad un uomo nella sua vita? Ho capito bene?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - Perché lei fmo a quel momento non aveva sparato nemmeno a...
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - No? A nessuno.
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - Lei si era limitato ad assistere nel suo studio, nel suo ufficio, ad
azioni...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
- ...
GIUDICE delittuose poste in essere da altri.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Va beh, così mi dice che è andata. Dunque ...

ck
COLLABORATORE DI NATALE - No, questa parte non la dico io, questa parte
la dicono altri collaboratori che io ho solo coilegato, successivamente, quando
ancora non avevo deciso di collaborare e già collaborava Anselmo ...
GIUDICE - Chiaro.

1069
COLLABORATORE DI NATALE - ... e Ganci. E queste erano altre accuse nei
miei confronti.
GIUDICE - Si, però a me piace ogni volta fare le Polaroid delle situazioni.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, si.
GIUDICE - Lei si ricorda? Ormai con le macchine digitali...
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - ... non c'è più questo piacere di fotografare e vedere la cosina che
...
esce... che esce fuori là, fisica. Io voglio fatta la Polaroid, se è possibile
COLLABORATORE DI NATALE - Si.
GIUDICE - ...di questo suo momento di inizio, diciamo, di incoronamento della
reggenza della famiglia di Resuttana. Cioè, cosa accade fisicamente? Cioè, la
portano in un qualche luogo? Le dicono "beh, adesso da oggi in poi ti devi
occupare di questo" ...
COLLABORATORE DI NATALE - NO...
-
GIUDICE ..."q uesti sono gli uomini di riferimento, le estorsioni hanno questo
...
tipo" ?
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo. diciamo .. ...
GIUDICE - Come... cosa le dicono? Cosa accade? Io vorrei veramente la fotografia
della situazione.
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che io comincio dal giorno che ho
dovuto raccontare a Bagarella tutto quello che era successo, diciamo da quel
giorno in poi io quasi smetto di fare l'imprenditore e camminiamo assieme, dalla
mattina alla sera, io e Giuseppe Guastella. Lui si va a fare i suoi appuntamenti,
facciamo appuntamenti in mia presenza con personaggi di primo piano di Cosa
Nostra, tra cui il reggente di quel momento di San Lorenzo, che era Biondo
Salvatore. Non... io non mi immischio mai negli argomenti, assisto soltanto alle
discussioni. Poi, durante il tragitto in macchina si parlava: "Fratello, siamo rimasti
ormai da soli, se non ci aiutiamo tra di noi... ora andiamo a parlare con Nicola ...
con i tempi che corrono non bisogna allargarci e mettere tanta gente in mezzo che
...
poi ci mettono nei guai io ho pensato che se ci mettiamo io, tu e Nicola ce la
vediamo noi tre da soli, non abbiamo problemi, non dobbiamo dare conto e
"...
ragione a nessuno però mentre lui mi fa 'sti discorsi a me manda delle lettere in
carcere, a Salvino Madonia e a Nino Madonia, per farsi autorizzare questo mio
ingresso, diciamo, all'interno di questo...
GIUDICE - Perché Salvino Madonia in quel momento chi è per il... per Cosa
Nostra?
COLLABORATORE DI NATALE - Ma...
GIUDICE - Le sembrerà una domanda banale ma...
...
COLLABORATORE DI NATALE - Loro loro erano i veri reggenti della
famiglia di Resuttana.
GIUDICE - Sono in carcere ma continuano a reggere?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - E quindi perché hanno bisogno di un reggente sul territorio, se loro
dal carcere continuano a reggere? Le viene... le viene da sorridere.
COLLABORATORE DI NATALE - Ma, noi, ad esempio, in quel periodo azioni
che abbiamo fatto è stata quella di andare a recuperare tutte le armi.
GIUDICE - Mi scusi se interrompo, ma soltanto anche per un po' sdrammatizzare
...
questa lunga questa è la dimostrazione che l'audizione diretta del collaborante e -
-
non quella video filmata è più utile, perché nell'ultima udienza, lei non c'era,

p,,
signor Pubblico Ministero, si è discusso sulla necessità di svolgere direttamente

,070
l'audizione del collaborante invece che effettuarla per videoconferenza;
ammetterete, almeno per me è così, che un'audizione diretta, con le pause, anche
con i sorrisi e le risposte, è molto più probante e importante per il Giudice che
un'audizione fatta attraverso un mezzo televisivo che a volte nasconde le nuances,
chiamiamole così, dell'audizione diretta.
P. M. -No, ma non ci sono dubbi su questo, Giudice.
GIUDICE - No, siccome mi è stato...
P. M. -No, non...
GIUDICE - No, siccome mi è stato un po' obiettato all'udienza... due udienze fa, in cui
mi si è detto "ma è proprio necessario farlo? ma insomma, perché"? Perché invece
l'audizione diretta ha una sua grande estrema utilità, perché anche il silenzio dopo una
risposta è indicativo e dovrebbe essere, addirittura, a mio awiso, anche trascritto nei
verbali. Allora... perché io le ho fatto una domanda che mi sembra assai ragionevole: se
comandavano dal carcere...
COLLABORATORE DI NATALE - Mh, mh.
GIUDICE - Giusto? E comandavano, lei mi ha poc'anzi dimostrato.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Che bisogno avevano di fare comandare lei attraverso loro nel territorio?
COLLABORATORE DI NATALE - Noi... noi eseguivamo il settanta per cento di
quello che loro ci mandavano a dire dal carcere.
GIUDICE - E allora, quando lei dice che era reggente, non è proprio una reggenza in
senso tecnico.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, ma... ma per questo... va beh, ma ancora...
GIUDICE - Lei è un esecutore di una reggenza altrui.
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo... diciamo che uno degli ultimi reggenti è
stato Giuseppe Bonanno. Poi è venuto Diego Di Trapani. Sì, ma anche loro facevano
quello che dicevano quelli dal carcere. Allora è sbagliato anche dire che loro sono
reggenti. Se parliamo di reggenza esterna, lì sopra di noi non c'era nessuno. Se parliamo
che se loro ci mandano una lettera dal carcere dove ci dicono che dobbiamo andare a
risolvere alcune cose, loro sono sempre i capi. Ma per quello che riguarda il territorio in
quel momento decidiamo noi a chi fare le estorsioni, a chi non farle, e quanto chiedere e
quanto non chiedere. Siamo noi, non...
GIUDICE - Le faccio una domanda ancora più concreta.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - Se lei avesse fatto un'estorsione sulla quale i Madonia dal carcere non erano
d'accordo che succedeva?
COLLABORATORE DI NATALE - Loro ce lo mandavano a dire e noi non... ci
fermavamo.
GIUDICE - E' accaduto questo, che le risulti?
COLLABORATORE DI NATALE - No, questo no. E' accaduto invece che ci hanno
fatto avere una lettera di... un elenco di commercianti che avevano estorto loro
precedentemente e che poi loro li avevano scoperti tramite il libro mastro trovato a
Salvino Madonia... quell'elenco di commercianti, dal momento dell'arresto in poi, non
era più a libro paga e ci è stato detto, dopo le condanne, di ricominciare nuovamente a
telefonare anche a questi personaggi. Cioè, noi lo facevamo, cioè lo facevo io, lo faceva
Nicola, lo faceva Guastella, lo facevamo. Però di contro non c'era nessuno fuori che ci
diceva a noi cosa dovevamo fare.
GIUDICE - Chiaro. Ascolti, lei è andato mai in carcere a parlare con i Madonia?
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - Mai. Come mai?

- - 0'71
COLLABORATORE DI NATALE - In che senso?
GIUDICE - Come... come mai?
COLLABORATORE DI NATALE - In che senso, scusi?
GIUDICE - Come mai non ha mai cercato il contatto diretto con quelli che erano i
reggenti diciamo storici?
COLLABORATORE DI NATALE - Come andavo io in carcere, scusi?
GIUDICE - Eh?
COLLABORATORE DI NATALE - Come andavo io in carcere?
GIUDICE - Eh, non poteva avere un... un dialogo? Non lo so, non era autorizzato?
COLLABORATORE DI NATALE - I Madonia sono in carcere.
GIUDICE - Eh.
COLLABORATORE DI NATALE - Io come mi reco dentro il carcere a parlare con i
Madonia?
GIUDICE - Non dentro il carcere. Al colloquio.
COLLABORATORE DI NATALE - E come ci vado io a fare un colloquio con i
Madonia? Non sono parenti miei.
t!@ GIUDICE - No, va beh, questo è strano perché precedentemente abbiamo saputo che
invece il regime carcerario, anche quello asseritamente più duro, non era poi così
veramente duro. Però, va bene, questa...
COLLABORATORE DI NATALE - Guardi, noi...
GIUDICE - ...come si dice, la domanda non fa errore, accetto la sua risposta, dice "come
facevo "?
COLLABORATORE DI NATALE - Noi... noi avevamo una relazione costante con i
Madonia, con lettere settimanali, dove all'intemo delle lettere c'era quello che dovevamo
fare, quello che non dovevamo fare e cosa dovevamo fare...
GIUDICE - In chiaro.
COLLABORATORE DI NATALE - E...
GIUDICE - Era scritto in chiaro?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì. E...
GIUDICE - E come... e come arrivavano?
COLLABORATORE DI NATALE - Tramite un agente penitenziario.
GIUDICE - E...
COLLABORATORE DI NATALE - Già tutto dichiarato, tutto...
GIUDICE - Questo è stato...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, si, sì, sì. E noi davamo le lettere all'agente
penitenziario, lui le portava dentro e poi loro ci mandavano le risposte. Noi chiedevamo
a loro determinate situazioni come dovevamo comportarci, per argomenti magari dove
già precedentemente si erano interessati loro e loro ci mandavano a dire cosa dovevamo
fare; tra cui c'era pure in atto tutta una relazione epistolare riguardante i beni detenuti in
società con i fi-atelli Graziano, tutte le costruzioni, i palazzi...
GIUDICE - Quali erano questi beni?
COLLABORATORE DI NATALE -Tutte cose che sono agli atti.
GIUDICE - Eh, ma gli atti lei oggi li ricorda? A quali beni...
COLLABORATORE DI NATALE - Palazzi in via Ammiraglio Rizzo, palazzi in Viale
Strasburgo, palazzi in Viale Campania. C'erano i conti da fare perché i Madonia
volevano indietro i soldi, parlavano di qualcosa come diciotto miliardi.
GIUDICE - Di vecchie lire.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì. E stavamo facendo i conti di tutti i beni. E
qualcosa che sfuggiva a Guastella lui doveva informarsi meglio, per cui scrivevamo:
"Ma di quel palazzo così, quello che era tuo, quello"... perché c'erano palazzi che
avevano con Franco Graziano, palazzi che avevano con Mareddu, palazzi che avevano
con Ignazio... perché non tutti i palazzi venivano fatti con un unico... con un unico dei
fratelli; uno se lo facevano con uno, uno con l'altro... c'erano dei conti in aria e c'era
anche in aria che da quel momento in poi non dovevano più costruire loro per quanto
riguarda l'edilizia, ma dovevo essere io. Come infatti il primo che dovevo fare era quello
di Viale Campania, che è stato l'ultimo che hanno fatto i Graziano quando io ancora ero
fuori. Diciamo che da queste lettere si stava organizzando l'evasione di Salvino
Madonia, avevamo recuperato le piantine della Nave Tirrenia, del trasporto detenuti,
perché stavamo organizzando come farlo fuggire. Diciamo che noi siamo stati in
contatto con Leoluca Bagarella subito dopo il suo arresto; dopo una settimana noi già ci
scrivevamo con Bagarella, lui ci mandava le lettere a noi e noi ce le mandavamo a lui,
sempre tramite l'agente penitenziario. Stavamo... stavamo organizzando l'evasione di
Leoluca Bagarella, tramite l'agente penitenziario dovevamo entrargli delle armi e poi lui
da dentro si faceva la strada verso fuori. Diciamo che può sembrare strano, ma loro non
avevano sbagliato puntando su di me, perché io ero veramente una persona onesta e
coerente nei loro confronti, per quel mondo di lì, per cui se a un certo punto ho
abbassato le difese e mi ero messo completamente a disposizione, di me si potevano
fidare. Se oggi si ritrovano ad avermi come collaboratore di giustizia è perché durante la
mia carcerazione ho visto la realtà del comportamento di parecchi di questi individui,
per cui ho deciso che non valeva la pena neanche averli come amici.
GIUDICE - Di questo ne parleremo perché ho bisogno anche di sapere per quale
motivo, diciamo, si è aperto poi alla collaborazione, questo lo diremo magari alla fine.
La cosa che ho da chiederle e che in parte lei già l'ha introdotta: dunque, nel '94
insomma si insedia questo triumvirato, chiamiamolo così, lei, Pino Guastella e...
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che inizialmente è un duumvirato, io e
Giuseppe Guastella, perché Nicola Di Trapani è ancora, diciamo, in semilibertà e vive a
Caltanissetta.
GIUDICE - E' in semilibertà e vive a Caltanissetta. Ma il Di Trapani era da solo nella
gestione, diciamo, della famiglia, latamente famiglia? Poi ci sarà anche, non so, il
mandamento, mi pare di capire, se era questione più allargata oppure ristretta. Cioè,
costui non aveva dei fratelli che gestivano anche loro
-
...?
COLLABORATORE DI NATALE - Nicola no.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - Ma invece i figli di Ciccio... cioè, i fratelli di Ciccio Di Trapani chi erano?
COLLABORATORE DI NATALE - Eh, ce n'era uno che viveva in America.
GIUDICE - E si ricorda il nome?
COLLABORATORE DI NATALE - Eh... che poi... dunque, c'era Diego Di Trapani,
che a quel tempo non so se era in carcere o... o addirittura al confino, ma non c'era in
giro. Poi c'era un altro fratello che si chiamava Michele Di Trapani, che Nicola non
voleva che si avvicinasse agli affari. Nicola...
GIUDICE - E perché?
COLLABORATORE DI NATALE - Eh... perché Nicola aveva trent'anni, trenta e rotti
anni. Lui voleva gestire le cose senza dover dare conto e ragione a zii, zietti e
compagnia bella. L'unico che si teneva vicino era uno zio, ma non di ceppo familiare,
ma era Lo Cncchio Salvatore, ma che lo usava più che altro per... per sbrigargli delle
cose, oppure per cose marginali. Ma per quanto riguarda discorsi prettamente di
famiglia mafiosa, lui non voleva nessuno dei suoi parenti in mezzo ai piedi.
GIUDICE - Senta, lei di Di Trapani Maria Angela ha mai sentito parlare ...
COLLABORATORE DI NATALE - La moglie di Salvino. \
GIUDICE - ... ...
nell'ambito di questa di questo triumvirato, di questa reggenza, di
questa situazione di supplenza di coloro che erano in carcere?
COLLABORATORE DI NATALE - Io... io conoscevo tutta la famiglia, conoscevo
la mamma, conoscevo le due sorelle...
GIUDICE - Come mai?
COLLABORATORE DI NATALE - Io andavo a mangiare a casa sua, loro
venivano certe volte...
GIUDICE - A casa sua di chi? Di?
COLLABORATORE DI NATALE - Di... di Nicola Di Trapani.
GIUDICE - Di Nicola Di Trapani.
COLLABORATORE DI NATALE - Si, si. Io andavo a mangiare a casa di Lo
Cricchio... insomma, eravamo buoni amici. Però in mia presenza discorsi di affari
mafiosi, questo no, in presenza di Maria Angela o dell'altra sorella, ma che se lei
andava al colloquio ci mandava i saluti, oppure lui diceva di salutarlo, o magari
poi per i fatti loro se avevano degli argomenti stretti tra Nicola e sua sorella, io so
qualcosa diciamo anche di molto più delicato, ma non a livello di associazione
@ ...
mafiosa, perché noi ci stavamo occupando, con Nicola e Guastella con Guastella e
Di Trapani, per creare i presupposti di un'inseminazione artificiale per quanto
riguarda la moglie di Salvino. Abbiamo tentato per due volte con delle provette,
tramite sempre l'agente penitenziario, di fare uscire ciò che serviva, perché Salvino
voleva un bambino. Però discorsi di mafia con la sorella noi non ne abbiamo mai
fatti, almeno io non ne ho mai fatti.
GIUDICE - Dunque, non erano tre fratelli, però, per questo è importante la sua
memoria. I1 Di Trapani Michele aveva due fratelli: Diego ...
COLLABORATORE DI NATALE - No, no.
- ...
GIUDICE e sicuramente Francesco.
COLLABORATORE DI NATALE - (nega)
GIUDICE - Che...
COLLABORATORE DI NATALE - Noi abbiamo Francesco Di Trapani, che è
morto d'infarto ...
GIUDICE - Questo mi risulta agli atti, ma...
- ...
COLLABORATORE DI NATALE durante la latitanza.
8 GIUDICE - Sicuro?
COLLABORATORE DI NATALE - Si, si. Francesco di Trapani, il papà di Nicola.
GIUDICE - Ciccio, inteso Ciccio.
COLLABORATORE DI NATALE - Si, Francesco, Ciccio Di Trapani.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE DI NATALE - Poi c'è Diego Di Trapani. Poi c'è Salvatore, se
non sbaglio. E.. . e un altro, e un altro ancora, insomma. E allora, Diego è rimasto
vivo; uno è morto d'infarto nel '95, ed è morto d'infarto subito dopo che un altro
dei fratelli - che li conosco tutti, ma non mi ricordo ora, sono passati vent'anni,
...
non è che - un altro dei fratelli viveva in America e ci è arrivata una telefonata
che ufficialmente lui nell'estrarre la pistola si è sparato ed è morto dissanguato,
...
ufficialmente, cioè in realtà è stato...
GIUDICE - Ufficiosamente.
COLLABORATORE DI NATALE - Esatto, ufficiosamente. Ufficialmente invece
si parla di un regolamento di conti per situazioni di casinò.
GIUDICE - Cioè, allora, ufficialmente si sarebbe leso ...
COLLABORATORE DI NATALE - Cioè, no, ufficialmente...
- ...
GIUDICE occasionalmente.

&-
O74 l
COLLABORATORE DI NATALE - ...q uello che abbiamo raccontato è che si è
autoferito ed è morto dissanguato.
GIUDICE - Ufficiosamente, dice lei, invece l'avevano...
COLLABORATORE DI NATALE - La verità...
GIUDICE - ...liq uidato.. .
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
-
GIUDICE ...in un regolamento di conti.
COLLABORATORE DI NATALE - In America.
GIUDICE - In America.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì. Giunta la notizia qui, un altro dei fratelli
dopo poco tempo è morto d'infarto.
GIUDICE - Ma attualmente ve ne è qualcuno vivo di questi fratelli?
COLLABORATORE DI NATALE - Diego Di Trapani è vivo sicuro.
GIUDICE - Eh.
COLLABORATORE DI NATALE - Forse ce n'è un altro, Salvatore, se non
sbaglio, o...
a0 ...
GIUDICE - E quindi questo questo ...
COLLABORATORE DI NATALE - ... o Michele, o Michele.
GIUDICE - Eh. ..
COLLABORATORE DI NATALE - Michele forse.
GIUDICE - Michele è vivo.
COLLABORATORE DI NATALE - Si, Michele.
GIUDICE - Senta, Di Pace Giovan Battista, ucciso nel1183, nel gennaio, il 10
gennaio '83, le dice nulla?
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - Non le dice nulla. E Di Pace Francesco, invece, che era nipote di
Guastella, di Pino Guastella, dato che a lungo ha frequentato Pino Guastella le dice
nulla?
COLLABORATORE DI NATALE - Ma parliamo di un ragazzino a quel tempo,
se è quello che dico io, il figlio di sua sorella, della sorella di Guastella.
GIUDICE - Eh, certo, un ragazzino è un concetto relativo.
COLLABORATORE DI NATALE - Se parliamo del '94, il nipote che conosco io
di Guastella a quel tempo aveva sì e no dodici anni, tredici anni.
GIUDICE - Eh, è del '79, quindi in effetti è possibile. Comunque, evidentemente il
suo ricordo si ancora al 1996 come data massima, quindi ...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, ma che... che uno dei... il cognato di... di
Giuseppe Guastella sia stato ucciso, io me lo ricordo. Ma non siamo mai entrati in
...
merito di questa di questa situazione con lui. So solo che Giuseppe Guastella
stravedeva per questo suo nipote e cercava di sopperire a tutte quelleche erano le...
le mancanze...
-
GIUDICE - Senta, lei quindi per due anni intensamente, devo supporre, avuto
riguardo all'importanza, diciamo, del ruolo svolto - ha sopperito nel modo in cui
ha detto. Ma che le risulti, questa famiglia faceva parte di un - chiamiamolo -
conglomerato di famiglie che avevano la gestione di più parti del territorio
cittadino?
COLLABORATORE DI NATALE - Sì. Si noi ci occupavamo di...
GIUDICE - Di che cosa vi occupavate come territorio e famiglie?
COLLABORATORE DI NATALE - DelllAcquasanta.
GIUDICE - Acquasanta ...
COLLABORATORE DI NATALE - E del Borgo.
Cf= 1075
GIUDICE - E del Borgo.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Quindi fino al Borgo, addirittura.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Cioè, da San Lorenzo fino al Borgo.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, sì.
GIUDICE - Cioè, praticamente tutta la città.
COLLABORATORE DI NATALE - Eh... purtroppo... diciamo che. ..
GIUDICE - Tutta la città fino al mare, perché se mi dice l'Acquasanta, San
Lorenzo e il Borgo ...
COLLABORATORE DI NATALE - No, San Lorenzo no, San Lorenzo...
GIUDICE - Cioè, scusi, Resuttano...
COLLABORATORE DI NATALE - Resuttana.
GIUDICE - ... Resuttano, Acquasanta e Borgo ...
COLLABORATORE DI NATALE - Come reggenza.
GIUDICE - Come reggenza.
COLLABORATORE DI NATALE - Come reggenza.
GIUDICE - Vuol dire un terzo deila città.
COLLABORATORE DI NATALE - Ma sempre così è stato. Loro sempre queste...
GIUDICE - Chi ...
...
COLLABORATORE DI NATALE - nelle mani dei Madonia sono state.
GIUDICE - E lei con chi ebbe a che fare con l'Acquasanta?
COLLABORATORE DI NATALE - Ma, noi abbiamo fatto parecchi incontri,
dove sono stato presente pure io, ma diciamo che non... Guasteila tentava... cercava
sempre di non... di non mostrarmi in prima persona, per non far pensare agli
altri... perché nessuno di questi, a prescindere tutto, nessuno di questi sapeva che
noi in quel momento eravamo il massimo di quello che esisteva a Palermo in quel
momento. Noi avevamo Bagarelia. I1 gruppo più importante degli uomini... cioè, io
non penso... con me siamo stati almeno una ventina di volte con Matteo Messina
Denaro, e penso che non sono in tanti a Palermo, anche se sono degli uomini
d'onore, ad aver conosciuto Matteo ~ e s & aDenaro. Cioè, e questi non sapevano
niente, perché noi non è che andavamo h giro a dire che in quel momento eravamo
il massimo che c'era a Palermo, che tutti gravitavano da noi, Nino Mangano, il
gruppo di fuoco più spietato che c'era in quel momento era quello di Nino
...
Mangano con Gaspare Spatuzza, Cosimo Lo Nigro e questi qui passavano tutti
dal nostro ufficio.
GIUDICE - I1 cacciatore.
COLLABORATORE DI NATALE - Eh, non è che... per cui... io mi ricordo ad
esempio una situazione in particolare, quando è stato ucciso il familiare di... da
parte dei.. . dei Galatolo, il familiare di... del reggente allora di Partanna Mondelio,
Ciccio Onorato.
GIUDICE - Mh.
COLLABORATORE DI NATALE - Questa cosa qui, diciamo, non è stata digerita
bene da parte di Di Trapani e Guastelia.
...
GIUDICE - Quando lei parla di Di Trapani sempre Nicola?
COLLABORATORE DI NATALE - Nicola. E ci sono state parecchie lettere con i
Madonia, c'è stato un po' di trambusto perché non era un'azione da fare, a
prescindere qualsiasi cosa, che loro commettessero un omicidio senza aver detto
niente a Resuttana. Poi loro si sono giustificati che è stato un incidente. Ma
comunque in quel momento proprio di questa situazione da ,quelio che si è
scaturito ci è stato detto che per quanto riguardava i fatti interni dell'Acquasanta,
che se la sbrigassero direttamente loro, per non avere contatti costanti con queste
pe-rsone che c'erano in quel momento all'Acquasanta, che erano figli di... potevano
essere i figli di Pino Galatolo, i figli del fratello e altri personaggi che, essendo delle
teste un po' calde, creando dei problemi continuamente, con 'sto fatto che
dovevamo incontrarci, che so, due, tre, quattro volte alla settimana, potevamo
finire sotto l'attenzione della Polizia noi per delle stupidità che avevano commesso
loro. Per cui ci era stato detto che per quanto riguardava i fatti interni alla
famiglia dell'Acquasanta, che se la sbrigassero direttamente loro. Noi rientravamo
solo per quanto riguardava le cose più... più di spessore e per quanto riguardava
solo le spartizioni del pizzo, che c'erano degli scambi da fare con del pizzo che noi
dovevamo dare a loro e loro dovevano dare a noi. E in quel momento noi avevamo
a che fare con uno dei fratelli rimasti fuori dei Galatolo, che era quello che aveva il
negozio dei detersivi, Gaetano se non sbaglio si chiama, Gaetano Galatolo e aveva
un negozio di detersivi in Via Montalvo, dove noi andavamo a scambiarci...
GIUDICE - E' sicuro che il nome di battesimo fosse Gaetano?
COLLABORATORE DI NATALE - Non mi ricordo se era... comunque quello del
negozio di detersivi di Via Montalvo. Siamo stati pure detenuti assieme
...
all'ucciardone, per cui ora non mi sowiene il nome. Mi ricordo precisamente in
una vigilia di Natale siamo andati lì a dargli trenta milioni di lire per quanto
riguardava una quota delle spettanze loro.
GIUDICE - Relativi a quali estorsioni?
COLLABORATORE DI NATALE - Alle estorsioni di fme anno. No, erano una
...
raccolta che si faceva. Quella ancora io non ero addentrato in quel momento,
perché parliamo fine '94, alla totalith del libro mastro, perché poi dal '95 in poi
diciamo che tutte le estorsioni venivano registrate da me, conservati i soldi da me e
gestiti da me, sia nel farle che nel riceverle. L'unica persona che c'avevamo...
diciamo che era vicino a noi per quanto riguarda l'incasso delle estorsioni, era
Sergio Sacco per una parte di estorsioni, che li portava lui direttamente, e la parte
più sporca la facevamo fare a,.. comunque era parente di Francesco Bonanno
questo, che è stato pure in carcere in quel periodo, e questo si curava più che altro
dei danneggiamenti e il ritiro delle estorsioni nella zona del Borgo. Si chiamava il ...
papà di questo qui era guardiano alla fabbrica di legno di Via Regione Siciliana...
ora non mi ricordo come si chiama, comunque è il cognato di Francesco Bonanno.
...
Si chiama ora me lo ricordo io...
GIUDICE - Senta, lei parlava della sua scelta di cooperare, di aprirsi aiia
collaborazione.
COLLABORATORE DI NATALE - Mh, mh.
GIUDICE - E dice che nasce in carcere.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, si.
GIUDICE - Accade qualcosa di particolare ...
COLLABORATORE DI NATALE - Ma...
-
GIUDICE ...p erché lei si convince in questo modo, oppure... 3 .
COLLABORATORE DI NATALE - Diciamo che il 20 febbraio 1996, fino a
quattro giorni prima io sono latitante insieme a Giuseppe Guastella e a Nicola Di
Trapani e alloggiamo in una stanza di Villa Igiea, durante la nostra latitanza.
Siamo stati lì almeno una settimana. Poi io decido di sganciarmi, perché? Perché in
quel momento ho ancora l'illusione, visto che io sono un incensurato, non mi
conosce nessuno, la Polizia non sapeva della mia esistenza, la Magistratura
ugualmente, se ci beccavano tutti e tre assieme diventava complicato dirgli che non
li conoscevo. Allora decido di sganciarmi, in maniera tale che se mi dovevano
arrestare mi arrestavano da solo e io potevo giocarmi le mie carte. Me ne torno a
-
Catania, dove avevo dei cantieri la mattina mi vengono a prendere, del 20
febbraio - e scopro l'amara sorpresa che insieme a me hanno arrestato pure i miei
fratelli, che con questa situazione non c'entravano totalmeonte niente. Allora,
diciamo, mi ritrovo con l'azienda azzerata, i miei fratelli in carcere, senza che
avessero delle responsabilità se non quelle di essere miei fratelli, ma con tutto ciò
cominciamo a farci il carcere, facciamo un bel po' di Tribunale della Libertà ma
non avviene niente. Non mi interessava tanto per me, ma quanto per i miei fratelli
perché, sapendo che erano innocenti, aspettavo da un momento all'altro che li
scagionassero. In quel momento, tramite sempre la situazione della reggenza di
Resuttana, mi ero appaltato la costruzione del capannone all'intemo della
Fincantieri. Avevamo fatto un'associazione d'impresa, noi, Soimi e Cimolai un -
appalto di venti, ventiquattro miliardi - e mi ritrovo che stanno gestendo l'impresa
soltanto i miei dipendenti. Al che dico a mia moglie di far venire mio cognato, a
quel tempo aveva ventidueventitre anni e aveva già lavorato con me; siccome l'ho
cresciuto io 'sto ragazzo, gli ho detto che avevo bisogno di lui almeno il tempo che
uscissero i miei fratelli, per cui di prendersi un po' l'azienda in mano; come infatti
è diventato amministratore di una delle società e ha cominciato a portare il ...
lavoro andava avanti da solo perché i dipendenti che avevo io in ufficio erano gente
che avevo, nel corso degli anni, specializzato io personalmente, per cui per quello
che era l'andamento dell'azienda non avevo problemi, solo che ci voleva una figura
che dicesse "io sono l'impresa". E misi mio cognato lì. Lui cominciò ad andare in
cantiere, alla Fincantieri regolarmente. Nel frattempo mi avevano revocato
l'appalto della costruzione della scuola di Carini per mafia, anche se gli
amministratori erano i miei fratelli, in quel momento anche loro erano indagati per
mafia, comunque la Provincia ha deciso di levarci l'appalto per cui mi crollò anche
questa opportunità di lavoro. Io mi ritrovo per circa sei-sette mesi detenuto al
carcere di Bicocca a Catania. Faccio colloqui regolarmente con la famiglia e mio
cognato viene con mia moglie a informarmi un po' dell'andamento dei lavori.
Mentre succede questo, diciamo che io ancora sto un po' tranquillo perché fuori
...
c'ho ancora Nicola Di Trapani e Giuseppe Guastella che sono liberi. E fin qui fin
li le cose vanno bene. Dopo poco tempo arrestano Nicola Di Trapani. Rimane solo
fuori Guastella. Io vengo trasferito alltUcciardone per l'udienza preliminare del
rinvio a giudizio del mio processo. Alla sezione... seconda sezione delltUcciardone,
sceso all'aria incontro il signor Pino Galatolo. Prima i soliti convenevoli, "ciao, di
qua, di là"... e a un certo punto mi fa, dice: "Lo sai che ci devi dare i soldi del
capannone, centocinquanta milioni"? La parte loro, volevano il pizzo del
capannone. Al che io gli dissi: "Senti, la situazione in questo momento è messa
malissimo, noi siamo tutti in galera, non ci hanno mandato una lira neanche per gli
avvocati, i lavori vanno male"... tra l'altro avevamo dei problemi fuori con
l'impresa delle trivellazioni, che era Masino Cannella, ci aveva fatto dei prezzi
prima, poi aumentò i prezzi, insomma mio cognato era in difficoltà nettissima
fuori. Però io mi sentivo ancora in una botte di ferro. Scrivo una lettera, la metto
dentro un pacco di biscotti che esco dal colloquio e dico a mia moglie: "Questi
biscotti faglieli avere a tuo fratello che glieli porta ai campi di calcetto, che verrà
qualcuno poi a prenderli". Ho scritto a Guastella, che poi mi ha risposto di stare
tranquillo che finché lui era fuori se la vedeva lui. Per un po' di tempo sono stato
tranquillo. Tomo di nuovo a Catania, perché si fa l'udienza preliminare, ci
rinviano a giudizio e fissano la data del processo. Dopo due o tre mesi ritorno,
rincontro di nuovo Galatolo, ma nel frattempo arrestano Guastella. Dopo due
giorni che Guastelia è in carcere il Galatolo mi aggredisce verbalmente fuori e mi
dice che vuole i soldi subito, al che io ho dovuto vendere una macchina, fuori avevo
una Mercedes nuova, l'ho fatta vendere e gli ho fatto avere ventimila... venti
milioni, per cercare di tamponare questa situazione. Però dentro di me già
cominciavo ad avere il rigurgito di questi individui, perché in una logica di
associazione erano loro che dovevano portarmi dei soldi a me, per coprire tutte le
spese legali che avevo e per campare tre famiglie fuori, che loro a maggior ragione
sapevano che i miei fratelli non ctentravano niente in questa situazione, ma
comunque, siccome io stavo lavorando, non mi interessava molto. Passa del tempo,
comincio ad avere rapporti, tramite mio cognato, con Diego Di Trapani, che nel
frattempo piglia la reggenza di Resuttana, visto che Guastella è finito pure in
carcere, e lui dice che i soldi ci si devono dare ai Galatolo, però con calma, ma ci si
devono dare, mi manda a dire. Io gli mando a dire che soldi non ce ntè per ora,
anzi, che se ne hanno li portano, perché non abbiamo i soldi per pagare gli
...
awocati. Insomma, questi colloqui passa un altro po' di tempo e il signor Di
Trapani finisce pure in galera. A me mi trasferiscono dalltUcciardone al Pagliarelli
e mi ritrovo all'aria a passeggiare con il signor Di Trapani. Chiariamo un po' tutte
'ste cose, lui mi dice di avere pazienza, che le cose si sistemano, che i Galatolo
hanno pure difficoltà economiche, ma i soldi ci si devono dare. "E io non ce li ho.
Chi glieli deve dare? Se non ce li ho". Allora, in quel frangente ho visto chi avevo
di fronte. Diego Di Trapani è una persona senza spina dorsale, perché se sarebbe
stato Guastella o Di Trapani la cosa l'avremmo discussa in maniera diversa. Ho
visto che lui cominciava a balbettare quando parlava e che non aveva la fermezza
di potere imporre a Galatolo di fermarsi, che soldi non ce n'erano, che poi quando
le cose si sarebbero sistemate avremmo rifatto i conti. Notato questo, lui vede che io
in un certo senso mi trasformo in faccia e non digerisco quello che lui mi dice e
allora, per cercare di aggiustare le cose, fissiamo un appuntamento e ci
...
incontriamo all'infermeria del carcere io, Pino Galatolo, il cognato di di quello
delle trivelle, Masino Cannella, Nino Pipitone, per cercare di chiarire questa
situazione. I1 Pipi-ne fa da padre anziano e dice: "Si, con calma, piano piano,
vedi... ora glielo diciamo noi di starsi calmo, di finirla, che appena ci sarà la -
possibilità'I.. A quel punto io gli dico: "Scusa, io ora devo pagare dieci milioni
all'awocato per l'arringa. Io non ctho neanche i soldi per l'arringa e lui non mi fa
l'arringa. E io devo andare a cercare pure i soldi per Galatolo"? Diciamo che ci
lasciamo da quella riunione dove Galatolo si doveva stare tranquillo e aspettare. Io
mi incontravo regolarmente all'aria con i nipoti, i ragazzi, quelli giovani, dei
Galatolo, con Gaetano Fontana, con Angelino Fontana, con Angelo Galatolo; con
loro riuscivo a dialogarci, anzi, loro in un primo tempo, per cercare di farmi
...
guadagnare i soldi per cercare di pagargli anche questo questo pizzo a loro, mio
cognato si era mosso alltinterno della Fincantieri per prendere altri lavori, lavori
che sono stati prima stoppati in maniera brusca da... sempre da questo Pino
Galatolo, poi anche da parte dei ragazzi perché lo zio era impazzito che voleva i
soldi... comunque, siamo arrivati alla conclusione che io mi sentivo un pezzo di
merda, perché vedevo la mia famiglia distrutta, la mia vita messa a disposizione di
questi individui, che oggi per ricompensa non talmente(?) si cura dei miei interessi,
che erano quelli che avevo distrutto una famiglia, mi continuano a perseguitare che
vogliono soldi. Una mattina, mentre sto per andare al processo, ci scendono in una
saletta di prima raccolta tutti i detenuti di tutto il braccio e io mi ritrovo dentro
questa saletta con una ventina di detenuti, a trentot... trentasette anni, con Pino
Galatolo che mi dice che siamo dei pezzi di merda e che se non gli diamo i soldi
entro due giorni fa ammazzare mio cognato. Io a 'sto punto gli ho detto: "Stai
tranquillo che sarete pagati tutti profumatamente e come meglio meritate e la
finiamo qua". Non sono andato più al processo, sono tornato su, ho chiamato Di
Trapani e gli ho detto quello che mi era stato detto - lui cominciò a tremare, perché
ha questo vizio, perché essendo senza spina dorsale trema - e mando a dire subito
a Giovanni Bonanno di recuperarmi dieci milioni per l'arringa dell'awocato. Ma
io già in quel momento per me erano tutti morti, non me ne fregava più niente di
nessuno. Io ho mandato subito una lettera a mia moglie, dicendo di venire
l'indomani mattina subito al colloquio con suo fratello. Gli ho detto le mie
intenzioni, gli ho detto di andare subito dai Magistrati e stare attento perché quel
pezzo di merda, che ora è pure morto, lo avrebbe veramente ammazzato, e ho
deciso di cambiare vita.
GIUDICE - Chiaro. Lei nella sua audizione del 30 settembre del 1999, addirittura,
fa riferimento a Totuccio Lo Piccolo.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Malgrado il suo riferimento sia chiaramente datato, come si vede, a questa
data, allora lei a quali... a quali fatti ancorò questa presenza di Lo Pi8ccolo in questo
contesto? Si ricorda?
COLLABORATORE DI NATALE - Ma inerente a cosa? Perché non...
GIUDICE - Lei Lo Piccolo l'ha conosciuto?
COLLABORATORE DI NATALE - Io Lo Piccolo l'ho conosciuto tanti anni prima.
GIUDICE - "Tanti anni prima" in che senso?
COLLABORATORE DI NATALE - Eh...
GIUDICE - Di cosa?
COLLABORATORE DI NATALE - Io l'ho conosciuto un giorno, ci trovavamo
all'Inserra e io a quel tempo addirittura lavoravo...
GIUDICE - L'Inserra cosa è?
COLLABORATORE DI NATALE - E' quella montagna sopra Cruillas.
GIUDICE - Mh.
COLLABORATORE DI NATALE - Si chiama Inserra, sì. . .
GIUDICE - Non... non la conoscevo.
COLLABORATORE DI NATALE - Eh... io ho lavorato per parecchi anni - da giovane
- con Prestigiacomo, Giovanni Prestigiacomo della... allora era la Coescat, un'impresa di
movimento terra, dove in società c'era Mariano Troia. E io mi ricordo che verso il '93...
o forse '93-'94 ... io sono stato invitato da Benedetto Ferrante a un pranzo in questa
montagna, a casa sua, che loro hanno una casa proprio sopra la montagna, dove mi disse
che c'era un suo parente che mi voleva conoscere, che ora non mi ricordo come si
chiama quello. Comunque siamo andati in questa montagna e poi ci siamo ritrovati a
casa sua - che avevano ucciso un agnello e stavano arrostendo della carne - e in quella
mangiata si è presentato Totuccio Lo Piccolo, Mario Troia, Giovanni Prestigiacomo...
GIUDICE - Insomma, in questo contesto ebbe...
COLLABORATORE DI NATALE - Sì, io...
GIUDICE - ...a conoscerlo.
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GKTDICE - Ma dico, ci trattò poi, quando... nella sua qualità di re...
COLLABORATORE DI NATALE - NO.
GIUDICE - ...nel triurnvirato?
COLLABORATORE DI NATALE - (nega)
GIUDICE - Questa fu l'unica occasione in cui conobbe Lo Piccolo?

1080
COLLABORATORE DI NATALE - Sì.
GIUDICE - Va bene. Allora, intanto domande? Perché io faccio un po' mente locale su
quello che...
P. M. - No, Giudice.
GIUDICE - Signori della difesa?
AVV. MISURACA - Nessuna domanda.
GIUDICE - No, no, parla uno per tutti?
AVV. MISURACA - Nessuna domanda.
GIUDICE - No, no, per me va bene.
A W . MISURACA - Sì, sì, vale per tutti.
GIUDICE - Va bene. Per quello che erano le dichiarazioni rese al processo, sono state
estremamente più ampie di quelle che erano rassegnate. Va bene. La ringraziamo e
penso possa andare, se non ci sono altre questioni.
COLLABORATORE DI NATALE - Buonasera.
GIUDICE - Amvederci, buona serata. Allora, noi ci vediamo...
AVV. MARASA' - Giudice, mi scusi, per domani sappiamo chi viene?
GIUDICE - Arrivederci. Abbiamo un programma che speriamo non sia condizionato o
modificato dalle varie esigenze del Servizio Centrale di Protezione. Grazie awocato per
l'assistenza volante, ma purtroppo c'è stata l'esigenza. Allora, per domani 15/04/2010
ore 09:30, abbiamo Briguglio Francesco, Franzese Francesco e Spataro Maurizio. Io
direi cominciamo per quell'orario, cioè alle 09:30, se possibile, perché penso che sia una
giornata abbastanza piena, quindi... anche perché mi hanno detto che c'erano problemi
per l'aula, perché c'è una commemorazione a fine settimana delle vittime della strage,
quindi probabilmente l'aula non so se sarà disponibile e non sappiamo in che modo lo
sarà. Quindi magari cerchiamo di economizzare un po' di tempo e vediamo se ce la
facciamo a completare le attività prima di quanto in tabella previsto. Allora, io vi
ringrazio e ci vediamo domani mattina. Buonasera.
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:

GIUDICE - Buongiorno.
COLLABORATORE FRANZESE - Buongiorno.
GIUDICE - Si accomodi, prego. Allora, per quanto riguarda, diciamo, l'anagrafico, lei
è Franzese Francesco, giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Franzese Francesco.
GIUDICE - E' giusta questa data che ci risulta? Nato a Brescia il 31 luglio del 1964.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Lei ha un avvocato già nominato, che è l'avvocato Monica Genovese, che
tuttavia è sostituita oggi, per quello che ho potuto comprendere...
AVV. LUPO - Dall'awocato Gloria Lupo, giusta delega.
GIUDICE - ...dall'awocato Gloria Lupo, giusta delega, che viene allegata al verbale.
Io, prima che lei parli, ho da farle un chiarimento preliminare, dicendole che le sue
dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi confronti, salvo quanto disposto
dall'articolo 66 comma primo del Codice di Procedura Penale; lei ha facoltà di non
rispondere, ma il procedimento seguirà il suo corso; se renderà dichiarazioni su fatti
che concernono la responsabilità di altri, assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di
testimone, salve le incompatibilità previste dall'articolo 197 e le garanzie di cui
all'articolo 197 bis del Codice di Procedura Penale. E' un ammonimento diciamo di
rito, perché deve.contemperare questo ammonimento con l'obbligo, diciamo, che lei ha
siglato con lo Stato...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...dopo il suo rapporto... dopo la chiarificazione del rapporto cooperativo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Allora, io ho da farle alcune domande, però prima delle domande -
diciamo - specifiche che riguardano il processo del quale ci occupiamo, io ho bisogno
di .avere .,alcuni dati diciamo generali, relativi anche al suo rapporto collaborativo.
Dunque, intanto è giusto il tempo... la data del suo arresto, il 02 agosto del 2007? E'
giusto? Lei è stato arrestato in questa data?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, 2007, il 02 agosto, sì.
GIUDICE - 02 agosto del 2007.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Allora, prima di questo arresto lei era mai stato oggetto di provvedimenti
custodiali cautelari che l?ianno comunque ristretta in una casa circondariale?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - In quali altri periodi?
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, nel... nel 1998 ero imputato nel San
Lorenzo 1 per 416 bis.
GIUDICE - Sì, imputato... e quindi è stato ristretto da quando a quando? Se lo
ricorda?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, dal '98 al 2001 e sono uscito... il mese preciso
non me lo... non me lo ricordo.
GIUDICE - Va beh, questo risulta in atti. A me serve soltanto per capire intanto i
tempi, diciamo, estemi...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.

0- 082
GIUDICE - ...e i tempi interni.
COLLABORATORE FRANZESE - Si. E poi, sempre in questo procedimento, ho
fatto il definitivo, che era un anno e un mese, comunque che era dalla fine del 2003,
mi sembra a dicembre o novembre, a gennaio, mi sembra, comunque i primi del 2005.
Mentre...
GIUDICE - In quali case circondariali è stato? A Palermo o fuori?
COLLABORATORE FRANZESE - Dal '98 al 2001 a Enna. A Palermo andavo solo
per seguire le udienze del...
GIUDICE - Del processo.
COLLABORATORE FRANZESE - ...del procedimento. Mentre quel definitivo l'ho
fatto fino al 2005 nel Carcere di Pagliarelli, a Palermo. Mentre qualche altra
detenzione risale comunque negli anni e comunque non per reati di mafia, insomma,
molti anni prima.
GIUDICE - Cioè, "molti anni prima", quanti anni prima?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, allora... ehm... mi se... mi sembra da11'87
a11t89. Non vorrei sbagliare.
GIUDICE - Per quali reati?
COLLABORATORE FRANZESE - Per porto d'armi.
GIUDICE - Armi.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Allora, lei è stato uomo d'onore?
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Lei è stato affiliato formalmente a Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Può dire, se lo può dire, quando ritiene che questa affiliazione abbia avuto
il suo momento iniziale, se può essere individuato questo momento iniziale?
COLLABORATORE FRANZESE - Si. Diciamo, è stato un.. naturalmente una cosa
graduale, dalla... dagli anni Ottanta, dalla fine degli anni Ottanta. Non ritualmente
affiliato, però, diciamo, gradatamente, sempre... prima, diciamo, un po' più distante e
sempre, diciamo, più vicino a dei personaggi che in quegli anni erano, diciamo, i
reggenti di Partanna Mondello, i mafiosi che a quèll'epoca erano nella zona di...
-- - -
GIUDICE - Lei dove abitava all'epoca?
COLLABORATORE FRANZESE - In Partanna Mondello.
GIUDICE - In che zona di Partanna Mondello?
COLLABORATORE FRANZESE - E' più a metà, più verso Mondello che verso
Partanna.
GIUDICE - E lei con chi viene in contatto della famiglia di Partanna Mondello,
esattamente nei...
COLLABORATORE FRANZESE - In quegli anni... scusi.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Giovanni...
GIUDICE - No, no, le chiedo di non sovrapporre, se possibile, la voce...
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si, ha ragione.
GIUDICE - ...p er questioni che...
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si.
GIUDICE - ...riguardano la registrazione e poi la lettura della trascrizione, perché
altrimenti diventa illeggibile. Allora, con chi entra in contatto fin dai primi tempi? Se
mi può fare una piccola prolusione; non è quello del quale noi ci occupiamo ma mi
serve per capire un po' il quadro, altrimenti...

083
COLLABORATORE FRANZESE - Giovanni Cusimano, che ce ne sono due, uno di
Tommaso Natale e uno di Partanna. Parliamo di Partanna. Mi sembra che è del '49.
Giovanni Cusimano, tramite anche, diciamo, uno che all'epoca comunque era il suo
autista, che era Gianni D'Angelo, che poi diciamo ha preso il posto di Giovanni
Cusimano, solo che poi è scomparso poi, diciamo, nel... nel '92 credo. Comunque,
Giovanni Cusimano... si, ho cominciato comunque che lavoravo con lui nel cantiere,
poi gli portavo la macchina... insomma, è stata una cosa...
GIUDICE - Graduale.
COLLABORATORE FRANZESE - ...graduale.
GIUDICE - Senta, quando lei mi dice la famiglia di Partanna Mondello, pensi per un
attimo che io potrei anche non essere palermitano e dirle: Ma 'sta geografia, dove
comincia e dove finisce? Cioè, perché mi dice... perché me lo qualifica con questo
nome? Cosa ha, una giurisdizione territoriale particolare? Dove... dove finisce e dove
comincia 'sto quartiere...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - ...nel quale lei comincia a ffequentare Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Diciamo che a quell'epoca erano... io ed altri
ragazzi appunto...
GIUDICE - "A quell'epoca" - scusi se la interrompo - quale epoca?
COLLABORATORE FRANZESE - Siccome stavamo parlando della fine degli anni
Ottanta, così, era... delle nozioni appunto che io sapevo, così però, perché mi era detto
"vai qua, vai là". Nel 2006, quando vengo comunque ritualmente affiliato, da Salvatore
e Sandro Lo Piccolo, prendo la carica di reggente della famiglia di Partanna Mondello
perché un mese prima c'era stato il procedimento Gotha, denominato Gotha, avevano
arrestato Totuccio Davi, che era il reggente di Partanna Mondello, quindi... e in quel
momento però proprio ufficialmente mi vengono detti i confini, proprio quelli ufficiali
che lei mi chiedeva, che sarebbero...
GIUDICE - Quindi inizialmente... si, prego, prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Inizialmente li sapevo...
GIUDICE - No, no, "che sarebbero"...? Completi, perché poi le faccio un'altra
domanda.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Allora, dove c'è - diciamo - la rotonda che va
verso Tommaso Natale, che poi questo è uno stradone che va allo Zen, mi pare, via
Lanza di Scalea, poi comincia Tommaso Natale; La Marinella è già Tommaso... non è
più Partanna Mondello. Dal lato delllAddaura, noi... non so, la via mi sembra che si
chiami via Cristoforo Colombo, comunque noi lo chiamiamo "il curvone", che è un
curvone molto ampio e li finisce Partanna Mondello. Poi c'è Pallavicino, che arriva
fino al Villaggio Ruffini, alla chiesa del Villaggio Ruffini. E lo Zen, che arriva,
diciamo, fino... quasi tutto, però... proprio dove c'è per esempio... ora non so spiegare...
dove c'è il bowling, per esempio, già li non è più perché è San Lorenzo. Cioè, prima...
fino al quartiere popolare, diciamo, arriva.
GIUDICE - Le faccio questa domanda perché potrebbe dire "ma che importanza ha
esattamente la geografia"? Io, la domanda che poi le porrò a chiarimento è se questa
geografia è poi importante relativamente alle estorsioni.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si.
GILTDICE - Cioè a dire: è la geografia che determina anche il modo attraverso cui poi
viene fatta la ricognizione di coloro che devono pagare e a chi?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Perché altrimenti, se non c'è giurisdizione territoriale, evidentemente c'è
anarchia del sistema, per cui questo...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...p roluderà poi a una domanda, ma che le farò... vorrei farle in seguito.
Vorrei proseguire per adesso nel processo storico, diciamo, che l'ha vista entrare in
Cosa Nostra. Dunque, lei mi diceva che negli anni... diciamo primi anni Novanta...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...comincia ad agire esternamente per Cosa Nostra. Che tipo di azioni pone
in essere? Quali sono le cose che Cosa Nostra le fa fare per sondarla come possibile
affiliato o eventualmente uomo d'onore, come poi accadrà, lei mi ha detto, nel 2006?
Quali sono queste azioni che lei pone in essere?
COLLABORATORE FRANZESE - Diciamo che nei primi anni appunto... va beh, a
parte portare la macchina, insomma, e accompagnarli nei vari appuntamenti, c'erano...
perché Giovanni Cusimano ha alternato spesso periodi di detenzione con periodi di
libertà e nei periodi di detenzione c'era Gianni D'Angelo, che eravamo quasi coetanei,
quindi c'era un rapporto più... ancora più confidenziale e, diciamo, alle volte noi -
sempre parliamo dell'inizio - le estorsioni, almeno quelle diciamo che a un certo punto
io ho partecipato, non erano proprio estorsioni perché all'inizio si parlava ancora -
negli anni Ottanta - di guardianeria, almeno noi ragazzi che eravamo quelli più
giovani. Venivano richieste - io ne ho fatta qualcuna - a dei soggetti che avevano delle
imprese, delle cose, di prendere un affiliato, diciamo un delinquente, quello che si vuol
dire, come guardiano. Ma in effetti guardiano... noi non ci andavamo, era una cosa che
si diceva, guardianeria, che lui doveva pagare dei soldi, che una parte poi veniva anche
in tasca a noi perché, sì, ogni tanto comunque ci passavamo... se vedevamo insomma
qualche cosa di strano che poteva essere. Anche alla Società Mondello, per esempio,
alle volte rompevano cabine, d'estate, insomma... Perciò quindi all'inizio più che altro
si chiamavano guardianerie queste tipo di... Poi, insomma, qualche danneggiamento o
qualche cosa. Però nel... perché comunque il D'Angelo, almeno in quel periodo, in
effetti non aveva... era un reggente anomalo di Partanna Mondello perché non aveva il
potere assoluto, perché in quel periodo ogni cosa la riferiva a Tornrnaso Natale, sia a
Totuccio Graziano che a Simone Scalici, perché in quel periodo che avevano arrestato
a Giovanni Cusimano c'era Nino Porcelli pure in carcere, quindi diciamo che era... non
c'era una vera e propria reggenza; la reggenza era passata a Tommaso Natale e un
responsabile così era Gianni D'Angelo, quindi non... non aveva un'attività in proprio.
6 Negli anni dopo - appunto questa cosa è graduale - quando invece già subentrano
appunto i Lo Piccolo, io posso dire che avevamo una fitta corrispondenza con Sandro
Lo Piccolo. E allora possiamo dire che in quel caso non c'era nessuna differenza fra
essere affiliato e non essere affiliato, erano le stesse cose precise, quindi le estorsioni, i
danneggiamenti... era uguale all'essere affiliato.
GIUDICE - Ma lei l'affiliazione, diciamo quella di tipo...
COLLABORATORE FRANZESE - Quella tradizionale.
GIUDICE - ...formale...
COLLABORATORE FRANZESE - Formale.
GIUDICE - ...chiamiamola sacramentale...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...dato che c'era la... almeno, così in parte si faceva...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...o si è sempre fatto, ancora non ho ben capito, con la...
COLLABORATORE FRANZESE - Con l'imrnaginetta, sì.
GIUDICE - ...l'immaginetta che bruciava tra le mani, eccetera. Alcuni dicono che
l'hanno fatta, alcuni altri no, alcuni hanno operato anche se non bruciati tra le mani da
quella immaginetta, ma insomma, questa... per lei avviene intanto questa...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, questa sì.
GIUDICE - ...q uesta cerimonia formale?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Awiene.
COLLABORATORE FRANZESE - Era...
GIUDICE - Ma avviene nel 2006 a quanto ho capito. O no?
COLLABORATORE FRANZESE - Nel 2006, sì.
GIUDICE - Quindi con i Lo Piccolo, come già mi ha detto.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Quindi prima... prima di allora lei svolgeva quindi questo ruolo gregario,
questo abbiamo capito bene. No?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, si sono... man mano negli anni si sono
alternati diversi reggenti. C'è con chi io andavo più d'accordo, tipo Ciccio Di...
Francesco Di Blasi, tipo insomma... in un periodo c'è stato Bruno Giuseppe. Con
Totuccio Davì magari andavo meno d'accordo quindi c'era un poco più di lontananza,
però la corrispondenza con Sandro Lo Piccolo restava quella.
GIUDICE - No, no, ma di questo periodo successivo... Io intanto ho bisogno di
chiederle: ma lei per esempio Francesco Onorato lo ha mai conosciuto?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, io l'ho conosciuto.
GIUDICE - Chi era Francesco Onorato?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh... allora, io, diciamo, l'ho conosciuto... cioè,
sapevo che era... diciamo, imanzitutto era intimo, molto molto intimo di Gianni
D'Angelo, di Giovanni D'Angelo, quindi per me è un amico intimo, io ero molto
attaccato con Giovanni D'Angelo, quindi un amico suo - diciamo - me lo sentivo di
rispettarlo ancora di più. E poi comunque sapevo, insomma, che... non proprio...
perché non mi è stato presentato naturalmente come uomo d'onore, perché io non lo
ero, però sapevo che lui lo era, nell'ambiente queste erano le voci che circolavano, era
rispettato. Ci vedevamo spesso anche... perché lui frequentava anche lui Villa Scalea,
da Totuccio Graziano e Simone Scalici. Però devo dire che i rapporti che abbiamo
avuto, cioè almeno quelli che ci vedevamo frequentemente, erano più che altro perché
lui aveva una ditta di coloritura, lui tinteggiava diciamo le case, quindi... io lavoravo a
muratore, quindi lui, diciamo, anche grazie a questa amicizia di Gianni D'Angelo, dei
Graziano, di Cusimano, lui diciamo che lavorava molto, molto a Partanna, non
essendo di Partanna. Quindi, diciamo, ci incontravamo...
GIUDICE - Comunque la famiglia di Partanna Mondello controllava sicuramente il
borgo marinaro di Mondello.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, sì, si.
GIUDICE - Scusi, lei...
COLLABORATORE FRANZESE - Forse poco fa non l'ho detto, Sì, si.
GIUDICE - Sì. Come ha detto poc'anzi. Lei lo sa che li è stato posto in essere
l'omicidio di Lima?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - E sa chi ha posto in essere... lo sapeva chi aveva posto in essere l'omicidio
di Lima?
COLLABORATORE FRANZESE - No, in quel momento, quando è successo diciamo
l'omicidio...
GIUDICE - Nel 1992.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Siccome lei localizza... stava localizzando nel tempo la sua progressione
diciamo adesiva a Cosa Nostra, questo è un fatto storico importantissimo che riguarda
I
la borgata marinara di Mondello e lei ha fatto parte della famiglia di Partanna
Mondello. E' spontaneo chiederle: di fronte a questo awenimento così grande, che poi
è un awenimento che anche permette di localizzare i pensieri e i ricordi, lei come si
collocava? Perché l'esecutore - è ormai fatto acquisito - fu Onorato, che era allora
capo della famiglia di Partanna Mondello. Quindi lei in questo contesto come... come
si collocava?
COLLABORATORE FRANZESE - No, allora... allora, le faccio una premessa. Io in
quel periodo mi accompagnavo ogni giorno con D'Angelo... con D'Angelo Giovanni e
lui aveva... io lo sapevo prendere, insomma, così, caratterialmente. Lui aveva una cosa
che se... ormai lo conoscevo talmente bene che se gli chiedevo qualche cosa lui si
chiudeva a riccio e non diceva niente. Mentre se... di solito io non gli chiedevo niente;
lui cercava in tutti i modi di parlare e capire come mai non gli avessi chiesto niente,
specialmente - come dice giustamente lei - per un fatto così eclatante. Allora io,
quando è successo questo omicidio, a me... non ero ritualmente affiliato e
naturalmente non mi è stato detto "stiamo andando" oppure "C'è un progetto"... non mi
è... non mi è stato detto. Però io ho capito che c'entrava il D'Angelo, ho capito. Che
c'era Onorato non lo sapevo. I1 D'Angelo perché appunto io non gli ho... non gli ho
detto niente, sono rimasto fieddo; cioè, il giorno prima avevano ammazzato a Lima a
Mondello, siamo andati in macchina assieme e non gli ho detto niente, e vedevo però
che lui, diciamo, aveva una cosa... una smania di poter parlare, come. E siamo passati
proprio lì, lì davanti, perché all'Addaura stavano facendo un lavoro. E quindi lui mi
ha... insomma, poi m'ha detto... praticamente dice "ah, questi che hanno fatto questo
omicidio sono professionisti"... ma insomma, comunque mi... io, conoscendo il suo
carattere, avevo capito che lui almeno un molo l'aveva avuto, però non me l'ha detto
chiaro. Di Onorato sinceramente non lo... non lo sapevo.
GIUDICE - Eh, ma sa, però questa... questa domanda introduce una domanda che sa a
metà strada tra una domanda e una considerazione, perché a questo punto io ho
bisogno di capire, quantomeno fino al 2006, il suo patrimonio di conoscenze come si
ancora, cioè a dire se è, come mi ha detto, questo capo della famiglia di Partanna
Mondello, del quale lei era autista, con lei comunicava, diciamo, non sempre, anche se
lei ha detto a volte aveva questo...
COLLABORATORE FRANZESE - Questo...
GIUDICE - ...q uesta ansia diciamo di aprirsi, però che era contenuta dal fatto che lei
non fosse ancora uomo d'onore a tutti gli effetti, io ho bisogno di capire esattamente
questo suo patrimonio di conoscenze quand'è che invece diventa un patrimonio diretto
e che ci permette oggi di dire che lei veramente ha partecipato al fatto che ci sta
raccontando e lo ha conosciuto in prima persona? Mi capisce?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Che è a metà strada, la domanda e la considerazione...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. IO...
GIUDICE - Vorrei che fosse più domanda che considerazione.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Io devo dire che... cioè, si parlava di tutto,
però di omicidi davanti a me... solo di omicidi non... non ne hanno mai parlato. Però
se... diciamo, così ecco, appunto nella fattispecie di estorsione, danneggiamenti, di
qualsiasi cosa. Devo dire che anche negli ultimi periodi...
GIUDICE - Ah.
COLLABORATORE FRANZESE - ...c'è stata una volta, forse una e qualche cosa,
insomma, di... di coinvolgermi in qualche cosa, insomma, che poi io l'avevo... l'avevo
capito molto bene quando mi è stato detto, che c'era Giovanni Cusimano e Gianni
D'Angelo, poi invece ho avuto la conferma che insomma in un'intercettazione a Bad'e
r
Carros è uscita fuori, per questo, insomma, sugli omicidi con me non parlavano.
Diciamo che questo devo dire che...
GIUDICE - No, questo passaggio non è che l'ho capito molto, perché intercettazione a
Bad'e Carros...
COLLABORATORE FRANZESE - NO...
GIUDICE - Stiamo parlando della Casa Circondariale di Bad'e Carros?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, sì, circondariale.
GIUDICE - Di che intercettazione parla? Perché se fa un inciso lo deve chiarire...
COLLABORATORE FRANZESE - NO...
GIUDICE - ...p erché altrimenti resta a verbale cosi, un po' vaga.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Praticamente... praticamente con... ora io non
mi ricordo le parole precise che mi disse il Giovanni Cusimano, e c'era Gianni
D'Angelo, però sono tipo mezze parole che si usano... in siciliano si dice "quando uno
vuole provare a un altro", diciamo una cosa... non so trovare il termine giusto magari
in italiano. E io ho capito che era un sondaggio per vedere fino a che punto magari
avevo il fegato di... o per iniziarmi a qualche cosa di omicidiario. Però lì per lì appunto
erano mezze parole. Io ho citato Bad'e Carros perché poi ho letto... c'è stata in quel
periodo... un pochettino mi hanno allontanato poco a poco, date le mie risposte.
GIUDICE - Quale periodo esattamente?
COLLABORATORE FRANZESE - Queste... è antecedente a... ancora c'era Gianni
D'Angelo e quindi antecedente al '92. Anni Novanta, come ha detto lei, primi anni
Novanta. E allora poi, siccome le hanno depositate poi per il processo, che era quello
di San Lorenzo 1, queste intercettazioni fatte tra il Cusimano Giovanni e suo figlio
Cosimo a Bad'e... al Carcere di Bad'e Carros, poi lì, ecco, ho avuto proprio chiara la
cosa insomma che mi avevano un pochettino, cosi... si era un pochettino seccato il
Cusimano Giovanni, insomma, che non... in un suo sondaggio, ecco, che io avevo
capito a metà, io non ero buono assolutamente - queste sono le parole precise che dice
- per qualsiasi cosa però che sia cosa omicidiaria.
GIUDICE - Va bene.
COLLABORATORE FRANZESE - Comunque devo dire... sì, questo era quello... il
chiarimento. Però devo dire che questo qua diciamo che in effetti è successo anche con
Lo Piccolo, cioè...
GIUDICE - Adesso ci arriviamo ai Lo Piccolo. Un attimo, perché Lo Piccolo è una
fase più in là. Io intanto ho da porle un'altra domanda. Questa geografia del quartiere,
per meglio dire, della famiglia mafiosa radicata in Partanna Mondello, con chi
confinava, geograficamente e anche per Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Tommaso Natale, abbiamo detto, e dal lato
dove abbiamo detto la rotonda, quella al Viale Lanza di Scalea; e San Lorenzo.
GIUDICE - Quando parla di quartiere parla di quartiere mafioso, cioè sta parlando di
famiglie?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - San Lorenzo... dice famiglia mafiosa di San Lorenzo?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Che comunque erano..
GIUDICE - E anche... e anche per la geografia.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Che comunque c'erano comunque rapporti...
perché fanno parte sempre dello stesso mandamento, quindi magari erano diversi, che
uno poteva avere con un... se confinava con un mandamento...
GIUDICE - Questo adesso me lo chiarirà. "Facevano parte dello stesso
mandamento"... lei deve considerami come se io non sapessi completamente nulla...
COLLABORATORE FRANZESE - Si. Allora...
GIUDICE - ...di tutta questa...
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, questi... questi confini sono Tommaso
Natale, San Lorenzo e, diciamo, dalla parte dell'Arenella, Vergine Maria...
GIUDICE - Ma per esempio lfAddaura,mi scusi, a chi apparteneva l'Addaura?
COLLABORATORE FRANZESE - Fino al curvone apparteneva a noi.
GIUDICE - Quale curvone?
COLLABORATORE FRANZESE - Io so che questa via si chiama, mi sembra,
Cristoforo Colombo.
GIUDICE - Facciamo un esempio concreto che...
COLLABORATORE FRANZESE - Ah prima del Vivaio delle Cozze, l'ha presente?
GIUDICE - Ho presente.
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, questo curvone...
GIUDICE - E allora, siccome là è successo qualcosa di molto, molto importante, in un
tempo in cui lei, non essendo affiliato, tuttavia poteva conoscere cose di Cosa Nostra,
cioè stiamo parlando dell'attentato dell'Addaura a Giovanni Falcone, lo ricorderà, no?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, l'ho sentito dire, sì.
GIUDICE - Ah, l'ha sentito dire.
COLLABORATORE FRANZESE - No, ma io non ero stato informato di niente.
GIUDICE - Quella... quell'area li geograficamente e per Cosa Nostra a chi appartiene?
COLLABORATORE FRANZESE - No, già non è più Partanna Mondello. E'
Acquasanta.
GIUDICE - E' l'Acquasanta. Quindi Partanna Mondello confina...
COLLABORATORE FRANZESE - Al curvone...
GIUDICE - ...confina comunque con la famiglia dellfAcquasanta.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - E fa parte del... lei l'ha chiamato?
COLLABORATORE FRANZESE - Mandamento.
GIUDICE - Mandamento.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - I1 mandamento, ha detto, che comprende che cosa?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 mandamento di Tommaso Natale comprende...
arriva fino... la litoranea fino a Cinisi.
GIUDICE - Fino addirittura a Cinisi. Quindi...
COLLABORATORE FRANZESE - Negli ultimi tempi. A quell'epoca qualche paese
dopo è andato...
GIUDICE - Quindi il mandamento comprendeva dall'Acquasanta fino addirittura,
guardando il mare, diciamo...
COLLABORATORE FRANZESE - Si arriva a San Lorenzo e poi...
GIUDICE - ...fino a Cinisi.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Che saranno... una ventina di chilometri, forse. Di più.
COLLABORATORE FRANZESE - Forse anche trenta. Non so... non so...
GIUDICE - Comunque un'area molto estesa.
COLLABORATORE FRANZESE - Un'area... sì.
GIUDICE - Molto estesa. Perfetto. Allora, quando... prima che lei fosse affiliato, cioè
fino a quando lei ha fatto l'autista, diciamo l'ausiliare del...
COLLABORATORE FRANZESE - Giovanni Cusimano.

1089
GIUDICE - ...del Cusimano, che reggeva...
COLLABORATORE FRANZESE - E Giovanni D'Angelo.
GIUDICE - ...e D'Angelo, che reggevano la famiglia di Partanna Mondello, chi era a
capo delle geografie, diciamo, consorelle tutte comprese nel mandamento?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io questo non lo so. Io so solo, come poco fa
ho detto, che in un periodo, che Nino Porcelli e anche Giovanni Cusimano erano
arrestati, in un periodo Partanna Mondello non aveva una reggenza ed era subordinata
alla famiglia di Tommaso Natale perché giornalmente lo accompagnavo io a Gianni
D'Angelo da Totuccio Graziano a Villa Scalea. Delle volte c'era pure Simone Scalici e
Ciccio Onorato. Quindi in questo periodo... però chi proprio era a capo di tutto non lo
SO.
GIUDICE - Non lo sa.
COLLABORATORE FRANZESE - Non lo sapevo perché io ho incontrato diversi...
però non so chi era di tutti...
GIUDICE - Lei ha incontrato diversi... chi?
COLLABORATORE FRANZESE - Cioè, oltre per esempio... Simone Scalici,
Totuccio Graziano, insomma...
GIUDICE - Questi li ha già detti. Altri? Altri... sto parlando delle famiglie consorelle,
chiamiamole così, delle famiglie dello stesso mandamento.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, delle... delle... delle persone che... ora non mi
ricordo tutti, ma qualcuno che veniva sempre a trovare... c'era... non so, Pinuzzo
Sensale di Capaci, che era una fiequentazione molto stretta con Giovanni D'Angelo e
ancora prima con Giovanni Cusimano. E in quel periodo...
GIUDICE - Va beh. Andiamo...
COLLABORATORE FRANZESE - Non mi ricordo.
GIUDICE - Andiamo avanti, eventualmente ci aniviamo, se è un chiarimento, se è
una memoria che lei ha delle cose, ci arriviamo... ci arriveremo nel corso delle ulteriori
domande. Lei quando viene arrestato si trova a Cruillas. Giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - E lei viene arrestato mentre ha una condanna definitiva per omicidio...
COLLABORATORE FRANZESE - NO...
GIUDICE - ...scaturito dall'indagine Mare Nostrum.
@ COLLABORATORE FRANZESE - Si, è un ripristino di... non è una condanna
definitiva, è un ripristino, c'è stato un ripristino della custodia cautelare perché io ero
uscito dopo sentenze favorevoli del Tribunale della Libertà e Cassazione. Solo che in
primo grado c'è stata, diciamo, la condanna e siccome la pena era alta si è richiesto il
ripristino. Comunque poi l'appello è stato tutto in modo diverso.
GIUDICE - Eh, ma là si parlava di diversi omicidi. O ho capito male io?
COLLABORATORE FRANZESE - No, di un omicidio.
GIUDICE - Uno solo?
COLLABORATORE FRANZESE - Si. Ah, no, il processo comprendeva diversi
omicidi. Quello che... diciamo, per cui io ero imputato era uno.
GIUDICE - Eh, mi spiega un attimo questa... questo contesto? Cioè lei a quali omicidi
aveva partecipato o a quale omicidio?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io non ho partecipato a nessun omicidio.
Diciamo, quello che mi veniva attribuito io credo che si chiamava Craxi... mi sembra
Armando. Ora non... non mi ricordo bene. Craxi è sicuro, Craxi è sicuro. Si, era un
omicidio fatto in una provincia messinese, in provincia di Messina.
GIUDICE - E come mai non ricorda questo... questo fatto così... (sovrapposizione di
voci)
COLLABORATORE FRANZESE - No, non vorrei sbagliare. Io credo a Rocca di
Capri Leone. Non vorrei... non l'ho detto per non sbagliami...
GIUDICE - Ma... non capita ogni giorno di fare un omicidio, almeno a me non è mai
capitato.
COLLABORATORE FRANZESE -No, ma io...
GIUDICE - Ma se lo dovessi... se lo dovessi fare, giuro me lo ricorderei.
COLLABORATORE FRANZESE - Io quello che le riferisco non sono perché ho
parte... è per sentito dire, cioè perché mi hanno... l'ho sentito in aula.
P. M. - Signor Giudice, chiedo scusa se interrompo. In realtà il Franzese ha sempre
negato la partecipazione a questo omicidio.
COLLABORATORE FRANZESE - Sono stato assolto (sovrapposizione di voci).
P. M. - (sovrapposizione di voci) è stato assolto. Io questo stavo per chiedergli: qual è
stato l'esito del giudizio di secondo grado.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - Poi alla fine è stato assolto. Comunque, può...
COLLABORATORE FRANZESE - Cioè, quindi queste sono notizie che io ho sentito
in aula. Non ero sempre presente.
GIUDICE - Ma sa...
COLLABORATORE FRANZESE - Rocca di Capri Leone me lo ricordo. Non volevo
sbagliare.
GIUDICE - Aprendosi alla collaborazione uno la cosa la deve dire, "l'ho fatta" o "non
l'ho fatta", se la vuole dire, altrimenti, insomma...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì, sì.
GIUDICE - ...il problema se lo pone lui. La domanda quindi è chiara: questo omicidio
di questo Craxi nel messinese...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
-
GIUDICE ...che le è stato contestato in virtu di un provvedimento formale che,
almeno da quello che mi risulta qui, pendeva nel momento della sua cattura...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, c'era un ripristino di quella cosa là.
GIUDICE - Oh. E questo è quello che mi risulta formalmente. Lei l'ha fatto o non l%a
fatto?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
GIUDICE - Quindi non è mai stato... e come mai le è stato attribuito, allora, che lei
sappia?
COLLABORATORE FRANZESE - Sinceramente io il processo in primo grado non
l'ho seguito. Il secondo grado... nei limiti del possibile, l'ho seguito quasi tutto e io le
posso dire solo due numeri, due dati: centotrentatre assolti in primo grado e
trentaquattro ora in secondo grado. Cioè non era una questione mia personale, questo
era fatto male, questo processo.
GIUDICE - Ah. Okay.
COLLABORATORE FRANZESE - Quindi non è una questione mia. Siamo partiti
con cinquecento indagati. La metà rinviati a giudizio e gli altri prosciolti.
Centotrentatre assolti in primo grado e trentaquattro in secondo grado. Quindi questi
sono dati che io non so perché si è continuato, vedendo che non andava avanti questo
processo. Ed è durato dal '94, cioè, tra l'altro, forse è uno dei più lunghi. Quindi perché
si è voluto portare avanti questo processo io non lo so, però quasi tutti assolti.
GIUDICE - Chiaramente...

1091
COLLABORATORE FRANZESE - Saranno... saranno state condannate quattordici
persone, dodici, non lo so.
GIUDICE - Si. Ma...
COLLABORATORE FRANZESE - Per altre cose, tra l'altro.
GIUDICE - Non era questa chiaramente la mia domanda, cioè non le chiedevo come
mai questo processo avesse avuto questo esito oppure no. La domanda era
assolutamente diversa, cioè lei viene arrestato e in quel momento le contestano questo
dato in Messina. Lei fino adesso ha detto che ha svolto un ruolo gregario...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...almeno fino al 2006, quando avviene la sua affiliazione definitiva, nel
contesto della famiglia mafiosa di Partanna Mondello, quindi la domanda che intanto
sorge spontanea qual è: ma a Messina come mai nasce questo... cioè come mai la
collocano affiliato, o comunque operante, in quei luoghi? A questa domanda può
rispondere oppure no?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io non lo so.
GIUDICE - Non lo sa. Va bene.
COLLABORATORE FRANZESE - Non lo so come è venuta fuori questa cosa. So
che è partita forse da un certo Franco, un certo Franco, poi non so com'è andata,
come...
GIUDICE - Quindi diciamo che lei assume che ci sia stato un difetto di
individuazione, di sua individuazione...
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, non...
GIUDICE - ...p erché lei non ha mai operato in quelle... in quel settore territoriale.
COLLABORATORE FRANZESE - No, non di m... non... neanche mi sento di... cioè,
dico, ho partecipato a tutte le udienze e non l'ho capito...
GIUDICE - Non l'ha capito. Va bene.
COLLABORATORE FRANZESE - (sovrapposizione di voci) non ho capito perché
mi hanno...
GIUDICE - Va beh. Però - e questo è il dato invece importante - quando l'arrestano la
trovano in possesso di tanti pizzini, vero? E' giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi, volevo dire una cosa.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Siccome poco fa l'ho citata, la ricito.
Nell'intercettazione dove si diceva che mi avevano chiesto ma era inutile parlare con
me di omicidi perché, insomma... e abbiamo detto... abbiamo collocato che è Bad'e
Carros '93. L'omicidio Craxi è del '90, antecedente. Dico, per capire insomma un
pochettino che questo omicidio è del '90, addirittura. E quell'intercettazione era del '93.
GIUDICE - Si. Andiamoci forse in modo un po' più semplice e anche brutale.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Mi scuserà se la domanda è posta così. Se questo omicidio Craxi lei non
lo ha posto in essere e quindi è stato ingiustamente accusato dall1UfficioGiudiziario di
Messina di aver compiuto, mi può, in modo assolutamente sintetico, dire quali invece
omicidi, per quali omicidi lei si è autoaccusato?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, io non ho fatto nessun omicidio.
GIUDICE - Quindi mai, nessuno.
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
GIUDICE - Lei non ha mai posto in essere un omicidio per Cosa Nostra.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
GIUDICE -Nemmeno ha partecipato ad atti omicidiari da altri posti in essere?
GIUDICE - Nel senso che per esempio ha condotto, come mi diceva, come autista,
diciamo, qualcuno a compierli?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, assolutamente.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE FRANZESE - Neanche con Lo Piccolo.
GIUDICE - Quindi nella sua... nel suo rapporto cooperativo e nelle sue dichiarazioni
non si fa riferimento ad alcun atto omicidiario posto in essere da Cosa Nostra a cui lei
abbia partecipato. Ho capito bene?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, ha capito bene.
GIUDICE - Va bene. Allora, tuttavia lei quando viene catturato, è il 02 agosto del
2007, nel quartiere di Cruillas, viene trovato in possesso di questi pizzini. E' giusto? E'
vero?
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Che la riportano ai famigerati...
COLLABORATORE FRANZESE - Lo Piccolo.
GIUDICE - ...p adre e figlio, Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Anche se si parla pure, se non ricordo male, di... Calogero anche lo...?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, Calogero l'ho conosciuto pure, si.
GIUDICE - Che rapporto c'è tra il Calogero...
COLLABORATORE FRANZESE - No, Calogero diciamo che lui è uscito... era
uscito... mi sembra sempre nel 2006. Io ero... praticamente non ci siamo incontrati,
perché lui era... era... era stato arrestato mi sembra nel '97, comunque non mi ricordo
bene se era '99 o '97. Comunque io... nel 2006, quando lui è uscito, io non l'ho
incontrato.
GIUDICE - Va beh. Però quindi abbiamo... siamo arrivati già a focalizzare un punto
importante di questa ricostruzione, cioè a dire lei entra in Cosa Nostra nel 2006 e
opera per Cosa Nostra - con certezza, diciamo, che deriva dalla logica - almeno fino al
02 agosto del 2007. Si parla di un anno pieno, quindi...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...di attività, diciamo, in favore degli uomini forse più... dei referenti più
importanti di Cosa Nostra...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...o apicalmente più rilevanti di Cosa Nostra palermitana. Ho capito bene?
E' giusto...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...dire così?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Sì. Allora, nel 2006 fa il salto di qualità. Chi la propone come capo della
famiglia di Partanna Mondello e a quel punto perché proprio lei?
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, io, ripeto, avevo un buonissimo rapporto
con Sandro Lo Piccolo e anche quando c'era come reggente di Partanna Mondello
Ciccio Di Blasi, Francesco di Blasi, io collaboravo con lui e diciamo che Sandro Lo
Piccolo, comunque anche suo padre, comunque aveva visto sempre che avevo... non
ero attratto dai guadagni facili, non mi interessava, quindi... e poi anche, sempre per
motivi, insomma... vedeva che non... ero abbastanza serio, diciamo, possiamo dire.
Però poi era successo che nella reggenza, dopo che hanno arrestato a Ciccio di Blasi,
la reggenza era di Totuccio Davì, erano successi dei disguidi perché il padre,
Salvatore Lo Piccolo, era compare di Totuccio Davì, erano molto legati e però
Totuccio Davì comunque non era ben voluto dalla gente, comunque si comportava un
poco male ed arrogante. E allora Sandro Lo Piccolo spesso mi chiedeva di intervenire
perché gli aveva fatto fare brutte figure con degli amici suoi, tipo... me ne raccontò
una: Giancarlo Seidita aveva, a 'sto tempo, mi sembra la meccanizzazione a Mondello,
aveva dei mezzi d'opera; gli ha fatto dei danni mentre... e quindi io sono dovuto andare
a mediare, e pure in altre situazioni. Comunque c'era questo... E diciamo che io... con
me pure, insomma... avevano caratteri troppo diversi, era troppo arrogante questo
Totuccio Davì. E allora poi io non potendo più resistere, un giorno me ne... me ne
sono partito e me ne sono par... cioè, sono andato via perché mi era finita la
sorveglianza, tra l'altro, e un poco così, l'ho lasciato in ansia, senza dirgli niente a
Sandro Lo Piccolo. Poi, dopo qualche mese, quattro mesi, cinque mesi, sono ritornato
perché mi stavano comuni... mi avevano... mi cercavano per comunicarmi, dopo la
sorveglianza... la vigilata, la sorveglianza... la vigilata. E io sono ritornato anche
perché sapevo che il processo di Messina, quello in primo grado, era quasi a finire. Era
andato bene, secondo me. Insomma, ho detto "se non mi"... cioè, se non vengo dice
"ma allora si è allontanato prima perché aveva paura di come... dell'esito". Quindi mi
sono ritornato a Palermo, quindi... e ripresi i contatti con Sandro Lo Piccolo, che lui mi
aveva detto comunque che avevo sbagliato perché anzi io ero l'unico che potevo fare
da equilibrio a Partanna, perché fra questi tutti che si lamentavano di Totuccio Davì;
quando c'era qualche cosa, insomma, che a lui interessava, la diceva a me. Poi è
successo che... ora io non so, perché il padre, Salvatore Lo Piccolo, secondo me non
mi ha detto il vero, perché quando mi ha invitato, che poi c'è stata appunto
l'affiliazione, è stato il giorno dopo del processo denominato Gotha. Lui ha detto in
quel momento che questo era un appuntamento programmato da tempo, che doveva
esserci pure il suo compare Totuccio Davì, per farci fare pace e collaborare assieme.
Invece io credo - che poi, insomma, è quello che ho capito io in quel momento - che
non era così; mi ha chiamato solo perché avevano arrestato Totuccio Davì e io ero
l'unica persona che in quel momento potevo prendere il suo posto. Comunque il
rapporto con Sandro Lo Piccolo era buonissimo, quindi c'erano tutti presupposti. Non
c'era nessun altro, comunque - dico a prescindere - libero in quel momento. C'erano
questi buoni rapporti che poi io avevo con Giancarlo Seidita, insomma, con tutti
diversi amici suoi. E racconto com'è andato questo... così, in poche parole.,
Praticamente io stavo facendo dei lavori, dei lavori sempre di muratura, insomma, e si
andava da Bonessio(?). Siccome lì in zona avevano avuto dei problemi, scassi... a
Carini, scassi di... si erano rubati tutte cose dal cantiere, mi avevano fatto capire che
volevano qualche cosa, però onestamente, tramite Sandro... poi l'ho raccontato,
insomma, e non ho pagato niente. E ho pensato, ho detto "va beh, appena... i primi
soldi che incasso, so che a lui gli piacciono gli orologi, gli regalo un orologio". Sapevo
che lui... che si incontrava con lui, perché mi mandava dei messaggi, sia Andrea
Adamo che Tonino Lo Nigro. Andrea Adamo era il capo mandamento di Biancaccio e
Tonino Lo Nigro reggente di Corso dei Mille. Perciò ho visto a Tonino Lo Nigro e gli
ho detto: "Senti, vedi che io gli devo mandare un orologio". Dice: "Va beh, ora
vediamo appena... ti faccio sapere, me lo dai che io"... Poi una mattina m'è venuto a
cercare, appunto, che fu dopo il procedimento Gotha. Ci ho detto: "Allora ti porto" -
gli ho detto - "l'orologio che"... "No, no" - dice - "tienilo tu perché ti volevo solo dire
che all'una"... era di mattina... all'una, ora di pranzo, mi ha detto dove f m i trovare, in
via Regione Siciliana. "Io verrò col motore e col casco, portati un casco che dobbiamo
andare in un posto. Guardati bene prima di venire", insomma, tipo nel senso "se sei
seguito", e tutte queste cose qui. Io ho capito, insomma, che l'orologio mi dovevo
portare, mi dovevo guardare bene, insomma, che saremmo andati dai Lo Piccolo. E
così sono salito in moto con lui, comunque siamo arrivati lì e forse non era
programmata l'affiliazione, era... comunque era un attimo che i Lo Piccolo con Andrea
Adamo stavano... si erano coalizzati, anche stavano cercando di organizzare qualche
cosa di molto più grande. E quindi, diciamo... che in quell'operazione Gotha avevano
arrestato a Rotolo e a Cinà... Quindi che è successo? Che loro avevano comunque
questa cosa di affiliazione, perché poi tutte in quel periodo sono state fatte. E ha
contribuito sicuramente anche questo regalo che gli ho fatto io, perché mi ricordo che
Sandro mi ha detto che... dice "io pure ce l'ho un regalo per te. Magari la prossima
volta". Poi invece suo padre e Andrea Adamo si sono appartati e Andrea Adamo, che
era pure latitante per il Gotha, anche lui era imputato lì; Salvatore Lo Piccolo e Sandro
Lo Piccolo sono andati in un'altra stanza. Eravamo al Giardinello. E' ritornato e dice
"no, questo regalo te lo faccio subito". E c'è stato questo discorso, come ha detto lei,
della santina bruciata, questo e quello. Quindi è stata una cosa...
GIUDICE - Dove avviene fisicamente questo...?
COLLABORATORE FRANZESE - Al Giardinello.
GIUDICE - Dove?
COLLABORATORE FRANZESE - Era, insomma, una villetta... una villetta in
campagna. Ora io non sapevo bene, diciamo, dove è collocata. Perché è successo cosi:
noi eravamo con questa moto. Arrivato all'entrata del paese di Giardinello c'era Vito
Palazzolo su un'altra moto e ci ha fatto segno di seguirli, perché Palazzolo curava la
latitanza, gli spostamenti più che altro, di Salvatore Lo Piccolo e Sandro Lo Piccolo.
Quando siamo passati davanti, diciamo, che c'è questa villetta e c'era uno scivolo, mi
ricordo, lui con la mano ci ha fatto segno - mentre camminavamo a velocità - cosi,
tipo "infilatevi, girate qua dentro". Quindi Tonino Lo Nigro ha infilato in questa
villetta. Io ho visto solo che c'era questo scivolo. Siamo entrati li, si è chiuso il portone
e c'è una palazzina, insomma, di campagna che... e dentro questa... il primo portone
c'era Sandro Lo Piccolo, mentre sopra... diciamo così, di sopra c'erano altre stanze e
c'era Andrea Adamo e Totuccio Lo Piccolo che non avevo mai visto, comunque, prima
d'ora. Sia Adamo e sia Sandro Lo Piccoli li avevo già visti, mentre non avevo mai
visto Salvatore Lo Piccolo. CB stata la presentazione e cosi c'è stato questo rituale con
la santina bruciata.
GIUDICE - Chi le ha bruciato la...
COLLABORATORE FRANZESE - Il padrino di affiliazione è Sandro Lo Piccolo. Mi
ha fatto il rito...
GIUDICE - Sandro Lo Piccolo le ha messo l'immaginetta?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. E mi ha fatto ripetere - le parole adesso... -
tutte... comunque...
GIUDICE - E quindi da quel momento comincia a gestire gli interessi della famiglia di
Partanna Mondello del mandamento di...
COLLABORATORE FRANZESE - Tommaso Natale..
GIUDICE - ...Tommaso Natale. E quindi a quel punto deve cominciare a gestire, dato
che è al vertice, i rapporti con le altre famiglie. Giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Diciamo... diciamo che c'è stato questo fatto.
Lo
Siccome la cosa che mi è stata detta è che da lì a qualche giorno Sandro Piccolo mi
avrebbe mandato una lista, una lista che c'erano nomi di imprese che pagavano il
-

pizzo, diciamo, come entrate erano elencate queste ditte e come uscite c'erano dei
nomi di detenuti della zona, insomma, bene o male di Partanna Mondello, insomma.
Quindi io dovevo fare riferimento a queste entrate e uscite. E mi è stato detto pure che
comunque dovevo prendermi anche una persona vicino e ne avremmo parlato con lui
chi scegliere e magari guardarmi intorno. Solo che è successo che io... questo è stato a
giugno, ora la data non mi... comunque il giorno dopo Gotha. Solo che è successo che
praticamente a fine luglio mi è arrivato questo - come ha detto lei - questa custodia
cautelare e mi sono reso irreperibile. Quindi, diciamo che non ho potuto gestire in
prima persona, sempre da latitante, però nel frattempo avevo individuato, come
soggetto che io lo conoscevo sin da bambino, Nino Mancuso; ma di più era importante
perché, diciamo, lui era stato vicino a Totuccio Davì, quindi aveva anche delle notizie
fresche su come operavano nel territorio. Quindi era anche, oltre che un amico mio da
bambini, era anche una persona che già era... sapeva tutto di Totuccio Davì. E allora
quindi io... tra l'altro comunque io sono sempre in contatto anche con Nino Nuccio,
quasi... no quasi... quasi tutta la latitanza posso dire che il mio contatto vero e proprio
era Nino Nuccio. E che succede? Allora, che io do questi... questo foglio, questo
riepilogo insomma, su tutto quello che deve fare, le entrate e le uscite... e un'altra cosa:
per le entrate, questi soggetti che pagavano, già c'era chi andava a ritirare il pizzo, cioè
quindi i soldi li portavano non i commercianti, ma per esempio, che posso dire, tre,
quattro, cinque qui di queste attività Salvatore di Maio; altre, così, cinque-sei era
incaricato Francesco Palmieri, e mi sembra Enzo Collesano che avesse pure qualche
cosa... insomma, quindi erano un poco distribuiti. E poi Nino Mancuso aveva pure già
le sue... già andava tipo a Villa Alba, così, già andava quando c'era Totuccio Davì.
Quindi, diciamo, era tutto come già era programmato. Solo che poi c'erano... quello
appunto che Nino, anche Nuccio, gli dava... collaborava con Nino Mancuso, perché
c'erano dei lavori che erano non in elenco, che erano quelli provvisori, cioè lavori che
magari... una costruzione di un villino, che non si sa, però quando si cominciavano a
vedere gli scavi e gli operai, cose, insomma, si andava anche... insomma, a vedere se
era lui stesso che cercava - in gergo si dice - qualche amico, oppure se ci facevano un
segnale, insomma, che Nino Nuccio aveva delle persone, dei ragazzi insomma dello
Zen che facevano questi segnali, questi piccoli danneggiamenti, però non eclatanti, per
non attirare l'attenzione. Quindi, diciamo, questi erano lavori extra che poi... quindi
non erano in questo elenco perché fino a quando non cominciavano questi lavori non
si sapeva. E quindi diciamo che Nino Mancuso ha gestito, diciamo, in un certo senso,
sotto le mie dipendenze. In un certo senso perché poi comunque anche lui è stato...
perché io ne ho parlato con Sandro e Salvatore Lo Piccolo, che addirittura l'avevano a
piacere e sapevano del rapporto con Totuccio Davì e poi conoscevano il padre, che il
padre lo conosceva Salvatore Lo Piccolo, che il padre era anche... di Nino Mancuso,
era anche lui, insieme a Salvatore Lo Piccolo, persone vicine... cioè, facevano parte
della famiglia di Rosario Riccobono ai tempi di Riccobono. Quindi, diciamo,
l'avevano molto a piacere e l%anno voluto anche lui affiliare ritualmente, sempre con
la...
GIUDICE - Con l'immaginetta.
COLLABORATORE FRANZESE - ...con l'ago e tutte queste cose. Quindi, diciamo,
poi, dopo questa affiliazione, sono cominciati anche ad esserci rapporti diretti e non
più attraverso me, cioè di Nino Mancuso con Salvatore e Sandro Lo Piccolo, e
comunque anche, oltre a essere diretti, ma anche quando aveva delle cose, anche per
lettera, o da fare avere... aveva come tramite Giovanni Cusimano di Tornrnaso Natale,
che erano molto amici, e sono parenti con Salvatore Lo Piccolo e sono molto amici di
Nino Mancuso. E quindi, diciamo che io più che altro, ecco, ogni volta che mi veniva
a trovare Nino, Nino Nuccio, mi diceva un po' quello che succedeva a Partanna, da un
lato. Dall'altro lato io spesso ero chiamato in un bed and breawast, a Cinisi Terrasini,
lì, questo di Vito Palazzolo, a passare qualche giorno con Salvatore e Sandro Lo
Piccolo, che anche loro erano irreperibili come me, quindi abbiamo passato dei giorni
assieme. E facevo un poco il resoconto di... insomma, di quello che... o parlavamo
anche del più e del meno, ma il resoconto di quello che succedeva e alle volte era lui
che mi chiedeva delle cose. E lì ho incontrato anche altri personaggi, Gaspare Pulizzi...
insomma, altre persone che conoscevo, Gaspare Di Maggio, insomma, che anche
frequentavano questa... questa... questo bed and breakfast.
GIUDICE - Ma lei consegnò fisicamente e materialmente del denaro provento delle
estorsioni ai Lo Piccolo padre e figlio?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, non... ecco, succedeva così: praticamente
c'erano delle estorsioni, appunto queste nel... diciamo libro mastro, come possiamo
dire... insomma, questo... questo resoconto. Queste estorsioni, diciamo, bastavano così,
insomma, per pagare queste mensilità dei carcerati, diciamo dei detenuti.
GIUDICE - Ma io le ho fatto una domanda specifica.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Lei ebbe a consegnare denaro?
COLLABORATORE FRANZESE - No, non li ho proprio consegnati, però è come se
li avessi consegnati, perché? Perché altri lavori, dei residence, lavori grossi che sono
stati fatti, e anche lavori di appalti pubblici, fatti in zona, pagavano direttamente ai Lo
Piccolo, cioè avevano... erano grossi personaggi appoggiati magari da altri mafiosi,
allora avevano questi soldi direttamente a Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Quando io
vedevo Sandro Lo Piccolo e Salvatore Lo Piccolo, mi diceva "vedi che ce li ho io, se ti
servono"... in teoria lui me li doveva dare, perché erano per Partanna Mondello. Però
non me li ha dati mai. Solo una volta c'era un costruttore che faceva un residence a
Partanna Mondello, Conigliaro, e doveva dare cinquemila euro, che li ha portati
Pulizzi, perché questo era pure di Carini, e li voleva tenere tutti lui. Ci ho detto: "Vedi
che"... era quasi sotto Natale... ho detto: "Vedi che Nino Mancuso mi ha fatto sapere
che non... non ci arriva questo mese", perché a Natale davamo doppia mensilità. E
allora dice: "Va beh, allora me ne tengo duemila e te ne do tremila". In quel caso solo
lui me li ha dati. Ma non me li ha mai dati. Quindi, diciamo, io non ero proprio che
consegnavo i soldi, ma lui se li prendeva di sua spontanea volontà i soldi, senza che io
glieli consegnassi già lui se li prendeva.
GIUDICE - Chiaro. Chiaro. Senta, lei ha avuto rapporti con la famiglia che reggeva
Resuttano, il territorio di Resuttano?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Resuttana, anzi.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, Resuttana, sì. Diciamo, ho frequentato, ho
conosciuto, insomma, così, Giovanni Bonanno. E comunque nell'ultimo periodo avevo
rapporti con Salvo Genova.
GIUDICE - Chi è Salvo Genova?
COLLABORATORE FRANZESE - Salvo Genova era, diciamo, il reggente di... di
Resuttana.
GIUDICE - Chi le disse che era reggente di Resuttana?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, c'ho avuto diversi io problemi con... con
Salvo Genova, perché...
GIUDICE - Quando colloca, intanto, questa... questa questione? Dopo la sua
affiliazione o prima?
COLLABORATORE FRANZESE - I problemi... cioè, no, prima ci siamo incontrati
alcune volte, sì, però, diciamo, i problemi... insomma, quando maggiormente poi sono
stato io a dovermi occupare appunto in prima persona, sono dopo l'affiliazione. I
problemi erano...
GIUDICE - E questo mi riporta alla domanda precedente, perché io subito le ho posto
la domanda: lei quando venne nominato...
COLLABORATORE FRANZESE - E' il 2006, giugno...

cr 1097
GIUDICE - ...nel 2006...
COLLABORATORE FRANZESE - Giugno.
GIUDICE - ...a capo...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...ha dovuto gestire rapporti con altri responsabili...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, si, si.
GIUDICE - ...apicali delle famiglie vicine?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, sì.
GIUDICE - Questa è la domanda che le avevo fatto venti minuti fa.
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi. No, mi scusi.
GIUDICE - Mi capisce? Cioè, avrei voluto che mi rispondesse prima.
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi, allora non l'avevo capita.
GIUDICE - No, no, no, è per arrivarci in progressione, perché lei stesso si ritrovi nelle
cose che... che ricorda.
COLLABORATORE FRANZESE - Non l'avevo... non l'avevo forse capita.
GIUDICE - Prego, prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora... allora parliamo un po' di tutti quelli con
cui ho avuto rapporti io?
GIUDICE - NO, no, no... ci siamo anivati comunque.
COLLABORATORE FRANZESE - Ah.
GIUDICE - Allora, lei mi ha detto che già aveva avuto dei rapporti con la
famiglia di Resuttana prima della sua affiliazione e comunque poi, quando ha
avuto l'affiliazione, l'ha dovuta gestire perché c'erano dei problemi.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Vediamo quali erano questi problemi.
COLLABORATORE FRANZESE - I problemi erano... almeno... perché io di
questo ne parlavo spesso con Sandro Lo Piccolo, che neanche a lui tanto gli
...
piaceva il modo di gestire. Diciamo che il Genova non era a tutti gli effetti forse
la parola giusta è che non era a tutti gli effetti come tutti noi, esclusivamente
devoti per i Lo Piccolo. Ecco, forse questa è la parola giusta. Lui, si, aveva... ma
forse perché non faceva parte neanche del mandamento, non lo so, lui
...
comunque e aveva un buon rispetto, si conoscevano con Sandro Lo Piccolo da
tantissimo... no, no, il rispetto non mancava all'amicizia. Però naturalmente lui
...
curava gli interessi e detto da Sandro Lo Piccolo anche quelli giustamente dei
Madonia, che io non ho conosciuto tra l'altro, ma...
GIUDICE - Ma i Madonia... un attimo. ..
COLLABORATORE FRANZESE - Di Resuttana, di Resuttana.
GIUDICE - I1 nome...?
COLLABORATORE FRANZESE - No, il nome preciso non mi non mi è stato ...
detto. Ci arriviamo perché mi è stato detto questo discorso. Perché... per due
motivi: uno, va beh, in quel periodo, ora non so prima, ma in quello che è a mia
conoscenza Resuttana... cioè, l'Acquasanta dipendeva, almeno io come so, non
sempre, però in quel periodo, o in un periodo circoscritto, dipendeva da
Resuttana. Posso...
GIUDICE - Prego, prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Aiiora, avevo detto che io non so se era un
periodo circoscritto, da quando è cominciato, quando è finito, però dipendeva da
Resuttana ...
GIUDICE - Si.
-
COLLABORATORE FRANZESE ...q uesto Acquasanta. E ci sono stati dei
..
problemi. se ne parlava con Sandro e Salvatore Lo Piccolo, perché, diciamo,
anche il contesto, è un periodo...
GIUDICE - Scusi se la interrompo, però questo è un dato geografico a mio awiso
importante. Se lei mi dice che Acquasanta dipendeva da Resuttana...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
-
GIUDICE ...p raticamente la sua area di competenza territoriale era chiusa
dentro la famiglia di Resuttana. Ho capito bene? Cioè a dire, se questo ...
...
COLLABORATORE FRANZESE - No, tra noi tra... tra noi si, da un lato; e da
un lato c'è San Lorenzo che ci separa.
GIUDICE - Si, è cosi, stile golfo. Lei si trovava in mezzo. Perché se il... era tutta
racchiusa, l'area di Partanna Mondello, dentro, diciamo, l'area di competenza
territoriale della famiglia di Resuttana.
COLLABORATORE FRANZESE - Io devo dire la verità...
GIUDICE - Se arrivava dallqAcquasanta a San Lorenzo... bisogna un po'
conoscere la geografia dei luoghi per capire...
COLLABORATORE FRANZESE - No, io... mi scusi.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Io devo dire la verità, a parte che non l'ho
sentita come una minaccia questa influenza, ma Sandro Lo Piccolo sapeva... nel
male, diciamo, non nel bene, sapeva ben gestire, o mal ges... comunque nel male
sapeva ben gestire queste situazioni, perché a lui - a questo volevo arrivare - in
..
quel periodo gli stava proprio male il comportamento sia di. alcune volte di
...
Salvo Genova, ma più che altro dell'influenza dei Fontana. Questi questi sono i
discorsi che si facevano allora.
GIUDICE - Dei Fontana... chi dei Fontana? Fontana chi? Quando fa un nome, se
per piacere ...
COLLABORATORE FRANZESE - Io, quello che ho sentito dire, diciamo, si
...
parlava ora non... io non... non so se il figlio si chiamava Gaetano e il padre
Stefano. Stefano l'ho visto cosi, solo in carcere. Fuori no. Forse lui stava pure
fuori Palermo e veniva ogni tanto. Veniva, però che lui voleva prendere possesso.
E non piaceva questa storia a Sandro Lop~iccolo e Salvatore Lo Piccolo perché ...
GIUDICE - Ma ...
- ...
COLLABORATORE FRANZESE non so, per fatti suoi.
GIUDICE - Cioè, lei non conosceva i motivi del...
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
- ...
GIUDICE degli attriti?
COLLABORATORE FRANZESE - I motivi, quelli che lui diceva. ..
GIUDICE - E quali erano questi motivi...
COLLABORATORE FRANZESE - Quelli che lui mi diceva.. .
- ...
GIUDICE che Sandro Lo Piccolo le esternava?
COLLABORATORE FRANZESE - L'arroganza, l'arroganza era notoria e il
fatto che il paese non li accettava come... certe volte si ha anche la presunzione di
pensare che un mafioso sia una persona buona, cioè che deve essere bello, buono,
simpatico, si ha questa presunzione quando uno è mafioso, no? che è un bra...
cioè, magari non è cosi, ti odiano la gente, però si ha questa presunzione di
pensare che uno dev'essere ben viso. E loro l'ultima cosa che era al mondo è che
erano ben visi, perché la gente non... non li accettava. E diciamo che Genova
...
comunque era più propenso verso di loro, che poi al punto che poi in effetti
sono stati loro quelli, anche con... diciamo, poi non c'era altri, quindi sono stati
loro quelli a essere poi reggenti. Però Genova faceva... si curava dei suoi interessi
e comunque, quando uno... c'erano dei discorsi che alle volte si potevano
incrociare gli interessi di una famiglia con un'altra famiglia. Per esempio un
...
costruttore a lui vicino ha fatto una villa due ville allfAddaura,e quindi lui non
portava a termine quello che era anche stato detto da Sandro Lo Piccolo, cioè le
estorsioni, non so, quello che erano... e un'altra villa a Partanna... insomma,
comunque qualsiasi cosa gli si chiedeva non la portava a termine, mentre le cose
sue sì. Insomma, erano piccoli screzi, però che non... però... però malgrado ciò
comunque devo dire che... cioè, queste sono cose così, che però i rapporti erano
solidi fra Genova e Sandro e Salvatore erano solidi. Loro lo chiamavano
"vanchetieddu", in siciliano "banchetto", perché è bassino. Me lo raccontarono,
si vedevano, cose... anzi, dovevamo fare una cosa per chiarire deile situazioni
assieme. Io l'ho incontrato, perché appunto c'erano diverse cose da chiarire.
...
Anche quando addirittura c'era Totuccio Davì, i discorsi dello Zen,con Michele
Catalano... comunque ci siamo incontrati. Però, ripeto, questi erano... tenevo
delle conversazioni sui problemi che poteva avere con lui, però se c'erano cose,
insomma, abbastanza... poi al limite io lo facevo sapere a Sandro Lo Piccolo. Poi
lui era anche in grado di richiamarlo, comunque.
GIUDICE - Chiaro. Allora, lei ha detto...
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi, dottore.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - La seconda cosa... la seconda cosa, visto che
ho detto che c'erano un paio di cose dove ho sentito nominare i Madonia, la
seconda cosa era un giorno che... naturalmente non mi disse "l'ho ucciso io", io
...
questo non... però parliamo di Giovanni Bonanno. Naturalmente Sandro Lo
Piccolo non me lo disse, però mi disse... perché poi si parlava un pochettino,
..
insomma... anche perché io. comunque era quel periodo che ero all'estero, fuori
Palermo, fra la sorveglianza e la vigilanza. Una cosa che mi disse, insomma, così,
anche perché comunque amico, conoscente di Giovanni Bonanno, Sandro Lo
Piccolo mi diceva comunque che, tra le altre cose, comunque lui... prima di
partire io mi ero incontrato con Giovanni Bonanno, perché avevo cercato un po'
di... di fargli fare pace con Sandro Lo Piccolo. Ma ancora non era una cosa così
eclatante, erano solo questioni di soldi spariti. Va beh. Sandro si sentiva rubato.
Giovanni Bonanno diceva che non era vero, comunque non era una cosa proprio
gravissima, però, insomma, c'era un ammanco di soldi, addirittura... ail'inizio
erano solo seimila euro e poi comunque si sono moltiplicati. Questa è una cosa
che si poteva anche chiarire. Invece io poi sono... come ho detto, sono partito,
sono ritornato e lui già era scomparso. Ci è capitato poi di parlarne con Sandro.
GIUDICE - Lui chi? Giovanni Bonanno?
COLLABORATORE FRANZESE - Giovanni Bonanno è scomparso. Quindi è
capitato di parlarne con... cioè, questa fu la seconda volta che ho sentito parlare
dei Madonia perché mi disse che comunque... perché io c'ho detto "ma mica è per
i soldi? può essere mai"? gli dissi. "No" - dice - "non era solo questo", perché
c'erano anche altre situazioni, insomma, oltre con noi anche con i Madonia s'era
comportato male. Però di più non mi disse, però questa è la seconda volta che io
ho sentito parlare.
GIUDICE - Cioè, lei chiese sostanzialmente, se posso riassumere...
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, non ho chiesto, non ho chiesto.
Dice "com'è andato il discorso lì"? Non ho chiesto perché è morto, non l'ho
chiesto, però è andato (sovrapposizione di voci) I
GIUDICE - Va beh, lei ha detto "per seimila euro, insomma, morire o essere... o
scomparire", come è scomparso...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - I1 fatto che fosse scomparso... dava per scontato che fosse morto. O
ho capito male io?
COLLABORATORE FRANZESE - No.. . sì... cioè, no, ha capito benissimo,
...
però però c'è un piccolo passaggio, che questo mi era capitato già quando è
morto... quando è scomparso Gianni, che eravamo molto amici, Gianni D'Angelo.
GIUDICE - Gianni ? ...
COLLABORATORE FRANZESE - D'Angelo. Alle volte io, magari era una mia
impressione, io avevo paura che quando scompare uno che è molto amico, non
così amico come con Giovanni Bonanno, però sembra che uno oltre a domandare
...
ci sia un secondo fine, per tipo ma per sapere...
GIUDICE - Ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora c'è un po' di titubanza.
GIUDICE - Cioè, lei si guardava bene dal domandare perché non voleva...
..
COLLABORATORE FRANZESE - No, andava. il discorso magari cadeva Iì,
però con un poco di titubanza. Non che ...
GIUDICE - Ho capito. Se posso sintetizzare il suo pensiero, vediamo se ho capito
bene e se tutti abbiamo capito bene. Allora, lei dice: "Non era opportuno che io
domandassi oltre perché non avrei mai voluto che questa mia domanda fosse
interpretata come inchiesta"...
COLLABORATORE FRANZESE - E' la parola giusta.
GIUDICE - ..." ...
diciamo, relativa alla scomparsa"
COLLABORATORE FRANZESE - E' la parola giusta.
GIUDICE - ..."
sì che questo male interpretato dai Lo Piccolo potesse costituire
una condanna a morte per me". Ho capito bene?
COLLABORATORE FRANZESE - Benissimo.
GIUDICE - Oh. Questo traspare dalle sue parole.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì sì.
GIUDICE - Quindi lei, quando seppe della morte per - si dice comunemente -
lupara bianca di Giovanni Bonanno, chiedendo a Sandro Lo Piccolo il perché in
fondo potesse giustificarsi una morte, alla luce del fatto che lei sapeva soltanto
che era un ammanco di poche migliaia di euro, le fu riferito che comunque quella
scomparsa non si correlava soltanto all'ammanco di denaro ma a fatti più gravi
che avevano comunque in qualche modo interessato anche la famiglia dei
Madonia di Resuttana. Ho capito bene?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - E' giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - (sovrapposizione di voci)
...
GIUDICE - E' giusta è questa la sintesi delle cose?
COLLABORATORE F'RANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Ho capito bene allora. Allora, proviamo ad andare avanti. Le risulta
...
che i Lo Piccolo perché i Madonia, nel periodo in cui lei parla, nel 2006-2007,
non si trovavano fuori liberi. O sbaglio?
COLLABORATORE FRANZESE - Detenuti.
GIUDICE - Erano detenuti.
COLLABORATORE FRANZESE - Detenuti, sì.
GIUDICE - Erano detenuti. E come entravano i Lo Piccolo... siccome lei ha detto
...
"ah, Madonia, abbiamo fatto sparire" cioè "l'hanno fatto sparire, soldi"...
insomma, come entravano i Lo Piccolo in contatto con i Madonia?
COLLABORATORE FRANZESE - Io so che queste notizie... da dove uscivano
però non lo so, però le portava Genova, Salvo Genova, alcune notizie. Però non so
...
Salvo Genova con chi era in contatto, non lo non l'ho mai saputo.
GIUDICE - Non l'ha mai saputo.
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
GIUDICE - Senta, ha mai conosciuto esponenti della famiglia Madonia,
...
qualcuno ? Sto parlando, attenzione, della famiglia anagrafica a questo punto,
non della famiglia mafiosa soltanto, anche la famiglia anagrafica; non so, zii,
nipoti, sorelle, cugine?
COLLABORATORE FRANZESE - Guardi, una volta io li ho conosciuti... ho
conosciuto... non mi ricordo se era Nino o Salvo Madonia, comunque è successo
per caso, perché, come le dicevo, negli anni Novanta io ero sempre insieme a
Giovanni D'Angelo e allora lui mi ha chiesto che bisognava trovare due palme
grandissime, proprio enormi. Allora siccome da noi c'era una baronessa che
aveva una tenuta immensa e io conoscevo... non so, il custode... il curatolo si
...
chiamava all'epoca, ora non so, il custode insomma, chi si occupava di questa
proprietà. Siccome questa qua, a questa baronessa io gli facevo i lavori, però
questa baronessa era talmente grossa che non si poteva muovere e dalla sedia non
si poteva alzare. Follina si chiamava, Follina Verde, è una tenuta che c'è a
Partanna. Allora quando facevo i lavori quello che mi seguiva era il curatolo,
...
però lui mi seguiva cosi avevo un buon rapporto, con qualcosa in più gli avevo
fatto un lavoro in più, mi regalava qualche pianta. Allora dice "devi andare" ...
questo si chiamava Ciccio, m'ha detto Gianni D'Angelo. "Se ci fai .entrare di
nascosto... dobbiamo estirpare due"... perché lì in questa tenuta grandissima c'ha
queste palme secolari. Però io a lui non gli ho detto cosi, gli ho detto "dobbiamo
vendere due Cycas", perché sennò dice "ma come... quella se ne... come le devi
"...
prendere ? Gli ho detto due Cycas, che poi quando eravamo là, che siamo
arrivati con l'escavatore e il camion, ho detto "no, forse ho sba... ho capito male
...
io, ma erano quelle più grandi, non so se si chiamano palme rimetto(?) io a
...
posto" gli ho detto cosi. Comunque, fatto sta che abbiamo preso queste due
palme, che uscivano fuori dall'articolato, e siamo andati in una zona vicino a
Punta Raisi. E c'era pure, mi sembra, il Totuccio Graziano, che l'abbiamo visto,
...
insomma c'erano altri personaggi. Comunque, per dire che questo villino era il
villino che poi m'ha detto... m'ha detto Gianni D'Angelo che c'era una piscina
enorme, comunque era dove che si stava... questo regalo che gli avevamo fatto,
che passava una latitanza i Madonia. Ora non mi... non mi ricordo se mi disse
Salvo o Nino, comunque in quell'occasione ...
GIUDICE - Lei Salvo Madonia, Salvino, detto Salvino, non lo ha mai visto, non
lo ha mai...?
COLLABORATORE FRANZESE - Io ho visto questa persona lì.
GIUDICE - L'ha vista cosi.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, non lo conosco.
-
GIUDICE Ma non si è mai presentato.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, mai, mai.
GIUDICE - Quindi ...
COLLABORATORE FRANZESE - Me lo disse
Madonia".
GIUDICE - Quindi lei non sa neppure se fosse sposato, con chi era sposato ...
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
GIUDICE - Non lo sa.
COLLABORATORE FRANZESE - Assolutamente.
GIUDICE - Ascolti, della famiglia Di Trapani invece ha mai avuto possibilità di
entrare in contatto con qualcuno? Perché. .. o
COLLABORATORE FRANZESE - Si, con Diego Di Trapani.
GIUDICE - Chi era Diego Di Trapani?
...
COLLABORATORE FRANZESE - Diego Dieg Di Trapani io... noi eravamo...
coimputati nel San Lorenzo... comunque eravamo detenuti nello stesso periodo
per il San Lorenzo. Ora io non vorrei sbagliarmi, e poi lui era nel San Lorenzo 2,
perché per un pezzo hanno camminato anche assieme. Però comunque ...
GIUDICE - Quando lei mi dice San Lorenzo mi deve far capire di che cosa
stiamo parlando.
COLLABORATORE FRANZESE - Io ero San Lorenzo 1. Ora io non so se lui
era San Lorenzo 1 o San Lorenzo 2, però comunque ci incontravamo nel... ci
siamo incontrati in carcere per questo... e sono a distanza di un anno... e io forse
penso che lui era...
GIUDICE - Lei sta parlando del processo per il quale lei è stato imputato ...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
...
GIUDICE - dal 1998 a1 2001, giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si.
GIUDICE - Quello per il 416 bis, cioè l'associazione mafiosa.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, sì, si.
GIUDICE - Lei è stato coimputato insieme a Di Trapani Diego?
COLLABORATORE FRANZESE - Se non sbaglio.
GIUDICE - Se non sbaglia.
COLLABORATORE FRANZESE - Sennò lui era nel San Lorenzo 2. Comunque
eravamo tutti in carcere...
GIUDICE - Ma lei soltanto in questa occasione lo conosce o lo conosce... conosce
prima ...
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
-
GIUDICE ...in ragione del fatto della sua affiazione o della sua...
COLLABORATORE FRANZESE - No, prima lo...
GIUDICE - ...
vicinanza a Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, prima lo vedevo. ..
GIUDICE - Non l'aveva mai conosciuto.
COLLABORATORE FRANZESE - No, di vista lo vedevo così fuori, ma non
abbiamo avuto rapporti.
GIUDICE - Senta, Guastella Giuseppe detto Pino lo ha mai sentito dire?
COLLABORATORE FRANZESE - Sentito dire sì. Di presenza non l'ho mai
conosciuto.
GIUDICE - Non l'ha mai conosciuto.
COLLABORATORE FRANZESE - Perché comunque lui era... non so se era
nativo di Tommaso Natale, però era sempre a Tommaso Natale, insomma, cose...
molto amico anche di Sandro Lo Piccolo, così, insomma. Però di presenza io non
ho... cioè non ho avuto modo di...
GIUDICE - Quindi non sa se nella famiglia anagrafica - non parlo della famiglia
rnafiosa - il Guastelìa avesse un nipote e se questo nipote fosse... avesse
...
operato ? Proprio non sa nulla di tutto questo.
COLLABORATORE FRANZESE - (non si sente la risposta)
GIUDICE - No. Ascolti, lei nelle sue dichiarazioni del 07 maggio del 2008, rese in
questa sede...
COLLABORATORE FRANZESE - Ah, Presidente, scusi, scusi.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Ho fatto un attimo di confusione. Cioè, ora
io ho capito la sua domanda. Io il nipote lo cono... no, mi sono confuso, non è
Guastella, non si chiama Guasteila quello che conosco io. E' Francesco Pace. Io
pensavo che lei mi dicesse "qualche Guastella lo conosci"? Ma io... invece come
Pace sì, Francesco. E penso che è suo nipote.
...
GIUDICE - Non lo so, io io le ho posto la domanda.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, sì, se non ricordo male ...
GIUDICE - E non le ho posto la domanda diretta proprio per capire fino a che
punto lei conosceva l'argomento.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no...
GIUDICE - Perché per me era più facile dirle: "Conosce questo soggetto"?
...
COLLABORATORE F'RANZESE - No, no, Guasteila mi veniva. avevo capito ..
"conosce dei Guastella"?
GIUDICE - Ailora...
COLLABORATORE FRANZESE - Cioè, ho sba... ho capito male io.
GIUDICE - Pino Guastella, detto Pino, ma si chiama Giuseppe ...
COLLABORATORE FRANZESE - Conosco suo nipote che si chiama Francesco
Pace.
GIUDICE - Eh. E' sicuro di questo ...
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si, si, si.
GIUDICE - Come... come mai? Come fa ad essere sicuro?
COLLABORATORE FRANZESE - Perché adesso... ecco, mi ero un poco
incartato, però mi ricordo perché ne abbiamo parlato tante volte, sia con Sandro
Lo Piccolo, sia con... io ho abitato a San Lore... a Cruillas, non però dove mi
hanno arrestato, diciamo in un'abitazione precedente, era di. si chiamava ..
Catania questa signora che è morta. E ogni tanto veniva il figlio, Filippo Catania,
...
che era... che è un amico intimo e forse anche compare di di Francesco Pace. E
...
allora si parlava anche di lui, delle problematiche una volta aveva un problema
che.. . ultimamente faceva dei cartelloni pubblicitari e ha avuto un problema a
Mondello e lo voleva risolto. Insomma... e poi anche aveva avuto deile piccole,
...
proprio piccolissime cioè, lui credeva che erano delle freddezze da parte di
Sandro nei suoi confronti; invece poi parlando con Sandro, appunto che lui
voleva dei chiarimenti, non erano freddezze ma erano perché lui comunque era
...
un poco un soggetto e magari poteva essere attenzionato, quindi lui lo voleva
sempre incontrare... essendo difficile incontrarlo, perché diceva sempre che non
era possibile. Insomma, più volte abbiamo parlato di questo soggetto.
GIUDICE - In che occasione ne avete parlato?
COLLABORATORE FRANZESE - Sia mentre appunto mi trovavo a casa della
signora Catania e sia con Sandro Lo Piccolo quando mi trovavo con loro, perché
c'era... una prima volta, prima prima volta, abbiamo parlato che lui voleva aprire
una discoteca a Partanna, addirittura... cioè (parole incomprensibili) insieme a
un appuntamento. E lui si occupava di... almeno a quel tempo, non so, di
.. ...
discoteche o cosa, non di tabeiloni. Poi. allora, abbiamo parlato ail'inizio c'era
che... cose così, che Francesco Pace comunque gli stava... gli fece pulire un
orologio, un Cartier e a Sandro Lo Piccolo ancora non gliel'aveva fatto avere... e
I
mi chiese a me, tramite Filippo Catania, di portarglielo. Del tabellone ora non
...
mi... del tabellone pubblicitario praticamente lui li piazzava, no? E ne aveva
...
piazzato uno a Mondello e una signora non lo so, l'ha denunziato perché dice
... ..
che che questa luce. non so, che questa immagine, non so, le provocava dei
disagi, comunque, che erano anche documentati da certificati medici... causa,
così... e siccome io se la conoscevo potevo cercare di fargli ritirare questa
...
denuncia, no? E poi di altri argomenti adesso io non ho non mi ricordo.
Comunque erano molto amici di Sandro Lo Piccolo e me ne parlava, insomma,
molto... molto bene.
GIUDICE - Sì, però bisogna fare intanto un chiarimento, perché lei dice Pace
Francesco, però ho l'impressione che...
COLLABORATORE FRANZESE - O Di Pace, non mi ricordo bene.
GIUDICE - Ah. Stavo proprio chiedendo questo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Perché penso che il cognome sia Di Pace.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.. .
GIUDICE - Non...
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, Francesco, Ciccio... sì, Di Pace, Di
Pace.
GIUDICE - Ma la cosa che non si capisce nel suo resoconto, che è un po',
diciamo, frammentario, è per quale motivo Sandro Lo Piccolo, che era, voglio
dire, all'apice della famiglia che comandava Cosa Nostra in quei luoghi, doveva
...
entrare in contatto con questo che in fondo era quasi un ragazzo, perché va beh,
forse era coetaneo come età di Sandro Pace... di Sandro...
...
COLLABORATORE FRANZESE - O forse... o forse più come dice lei, forse
qualche anno più piccolo.
...
GIUDICE - Sandro Lo Piccolo.
COLLABORATORE F'RANZESE - Almeno, dimostrava qualche anno in meno.
GIUDICE - Perché il...
COLLABORATORE FRANZESE -No, dimostrava qualche anno in meno lui.
GIUDICE - Di Pace Francesco, il nostro, cioè quello del quale ci occupiamo, è
nato a Palermo il 14 maggio 1979, quindi nel 2006-2007...
COLLABORATORE F'RANZESE - Sì, qualche anno di meno.
GIUDICE - ...insomma...
COLLABORATORE FRANZESE - Si, avevano qualche anno, si, qualche anno
più piccolo.
...
GIUDICE - E la domanda è: per quale motivo questo questo ragazzo, diciamo,
che... non so, era affiato, non era affiato? Per quale motivo entrava in contatto
con Sandro Lo Piccolo?
COLLABORATORE F'RANZESE - Io quello che so, che so io, che lui loro ...
...
prima avevano... da quello che appunto, che poi non si sono sentiti per un
...
piccolo periodo che loro avevano molte più frequentazioni, molti più rapporti.
E in quel periodo invece che io mi trovavo nella... diciamo... mettiamo inizio ...
mettiamo all'inizio del 2006, no? così che io mi trovavo in quella casa... ne
avevano di meno, molto molto di meno. Ma era un problema che era... perché

ck
aveva Sandro in quel momento con suo padre tremila impegni, aveva
...
appuntamenti in tutta la Sicilia, quindi magari però interpretato da... a me me
l'ha detto... da... che lo riferiva Filippo Catania, prima invece si vedevano,
avevano più rappo... di che cosa parlavano non lo so, cioè, però avevano questi
rapporti che poi sono venuti un poco a mancare.

1105
GIUDICE - Si, mi scusi, ma io insisto su questa domanda perché è importante
per capire. Cioè, non è che, voglio dire, un qualunque soggetto in un territorio
come quello può ...
COLLABORATORE FRANZESE - No, è difficile ...
GIUDICE -...p ensare di andare a dialogare direttamente con Sandro Lo
Piccolo...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
-
GIUDICE ...il figlio di Salvatore se, voglio dire, non hai ...
COLLABORATORE FRANZESE - Era difficile.
GIUDICE - ...
un motivo più che valido e soprattutto un titolo più che valido per
... ...
dialogare con Sandro e fargli arrivare un qualunque no, mi faccia completare
perché tra l'altro mi riporto a un dato che abbiamo detto prima, cioè lei quando è
stato catturato a Cruiilas aveva un sacco di pizzini, di - come posso dire -
strumenti...
COLLABORATORE FRANZESE - Corrispondenza.
GIUDICE - ...di corrispondenza, di comunicazione. Quindi lei era titolato a
portare questi pizzini, questi strumenti di comunicazione nella sua qualità di
reggente la famiglia di Partanna Mondello. Mi scusi, ma questo Di Pace
Francesco a che titolo entrava in contatto con Lo Piccolo se non aveva anche lui
un qualcosa che lo riferiva al Lo Piccolo? Questo, se può, vorrei un chiarimento.
COLLABORATORE FRANZESE - Si. Io non solo le dico... ma lui era
rammaricato che c'erano...
GIUDICE - "Lui" chi?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 Di Pace. Ma era rammaricato che c'erano
...
venute a mancare questa frequentazione negli ultimi tempi, cioè ancora di più.
Come dice lei...
GIUDICE - Ma che fosse rammaricato lei come lo sa?
COLLABORATORE FRANZESE - Perché questo era il tenore della di ...
...
quello della conversazione che ho avuto con Filippo Catania, che era suo
compare, che era il figlio della signora dove abitavo io. Che praticamente lui ...
GIUDICE - "Lui" chi?
COLLABORATORE F'RANZESE - I1 Di Pace si sentiva un poco trascurato,
perché...
GIUDICE - Ma lei col Di Pace è entrato in contatto?
COLLABORATORE FRANZESE - No, perché ...
GIUDICE - L'ha mai visto?
COLLABORATORE F'RANZESE - ...q uesto discorso me l'ha comunicato
tramite... me l'ha comunicato... se ne... ne ho parlato con il Filippo Catania, di
questo discorso.
GIUDICE - Sì, ma dico, ribadisco la domanda.
COLLABORATORE FRANZESE - No, solo quando è stato il fatto della
discoteca. No, nel periodo della mia latitanza non l'ho mai visto.
GIUDICE - Per il fatto della discoteca lei però ebbe un contatto visivo diretto con
questo Di Pace?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, come no, si, sì, si. Si, sì, me lo ricordo.
GIUDICE - Lo può descrivere fisicamente? Se lo ricorda?
COLLABORATORE FRANZESE - Lui era magrolino. A me, insomma, mi ha
...
fatto un poco impressione perché era uno comunque vestito troppo esagerato,
comunque, nel... ma comunque, quella è un impressione del vestito troppo
esagerato, cioè... eccessivo.

1106
GIUDICE - Dove awenne... dove awenne questo incontro? Allora...
COLLABORATORE FRANZESE - Due volte. Ora mi ricordo. Una.. . questo è
...
avvenuto a Partanna, che lui allora, è magrolino, i capelli cortissimi e mi
ricordo che aveva una cicatrice, e da questa cicatrice mi è venuto in mente che c'è
stata un'altra volta prima che cfè stato un discorso, che nella discoteca che lui,
diciamo, gestiva, lo Scalea Club, ora non mi ricordo, in Via Lanza di Scalea ...
forse gli han dato una bottigliata, insomma era successo... e lì Sandro Lo Piccolo
faceva il pazzo, addirittura.
GIUDICE - Perché Sandro Lo Piccolo faceva il pazzo?
COLLABORATORE FRANZESE - Addirittura, addirittura - cosa che
raramente Claudio Lo Piccolo si interessava, che posso dire che non si è mai
-
interessato in niente mi ha convocato di urgenza, che ci siamo visti in un club
nautico allfAddaura, per dirmi che bisognava scovare assolutamente chi erano gli
autori di questa aggressione. Era una lite che è successa...
GIUDICE - L'aggressione a Di Pace Francesco?
COLLABORATORE FRANZESE - A Di Pace Francesco.
GIUDICE - Che gli aveva provocato una cicatrice al volto, o alla fronte.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, una... ora non so se... se fu, diciamo,
...
anche questa cicatrice (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Quando parla di Claudio Lo Piccolo a chi allude?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 piccolo, penso che è il più non so se è il...
più piccolo...
GIUDICE - Fratello di Sandro?
COLLABORATORE FRANZESE - Fratello di Sandro.
GIUDICE - Fratello ancor più piccolo di Sandro.
COLLABORATORE FRANZESE - Di età non lo so se è piu piccolo.
GIUDICE - Non lo sa. Quindi il Claudio Lo Piccolo...
COLLABORATORE FRANZESE - Comunque è più piccolo di statura.
GIUDICE - ...a questo punto penso spendendo il nome che portava, la casata,
chiamiamola così, che portava ...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, no, ma poi pure Sandro me lo fece sapere
direttamente.
GIUDICE - Ah. E anche da Sandro...
COLLABORATORE F'RANZESE- Sì, sì.
- ...
GIUDICE le disse "dobbiamo scovare chi ha fatto del male" ...
COLLABORATORE FRANZESE - Assolutamente, assolutamente.
GIUDICE - ..."a Di Pace Francesco, in questa discoteca". Per quale motivo
bisognava scovarlo?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, perchC non la... non la potevano passare
liscia, cioè dovevano essere magari picchiati in qualche modo.
GIUDICE - Dovevano essere puniti...
COLLABORATORE FRANZESE - Puniti.
-
GIUDICE ...p er quello che avevano fatto...
COLLABORATORE FRANZESE - Puniti.
GIUDICE - ...
a Di Pace. La domanda però è: come facevano i Lo Piccolo, che
...
erano latitanti, non il Claudio, penso che non lo fosse pure il Claudio era
latitante in quel momento?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE FRANZESE - NO.

1107
GIUDICE - Solo il Sandro e il Salvatore. Come facevano a sapere che il Di Pace
Francesco aveva subito questo atto violento nella discoteca? Come... come
l'avevano saputo?
COLLABORATORE FRANZESE - Ma Francesco Di Pace... Di Pace aveva una
corrispondenza con Sandro Lo Piccolo. Anche perché quando io sono arrivato
subito, fu una cosa così, trovata, perché questa era una residenza dei Lo Piccolo,
diciamo, la curavano i Lo Piccolo questa dei Catania a Cruillas. Che poi io ero in
difficoltà e me l'hanno passata a me, diciamo, mi hanno agevolato. Perciò,
arrivato di fretta e furia, non avevo io neanche modo di organizzare la posta, no?
...
con i vari passaggi. E allora, non avendo organizzato niente, la prima la prima
cosa... diciamo, i primi contatti sono stati tramite sempre il bigliettino fatto
arrivare a questo Di Pace e poi è arrivato a Lo Piccolo. Però lui stesso devo dire
che poi mi ha detto, dice "interrompi questo canale perché non è. creane uno, ti
...
dico io come" e abbiamo creato un altro canale col genero Gerardo Parisi, col
genero della signora Catania, insomma abbiamo creato tutta un'altra... ma il
primo, almeno il primo, mi ricordo insomma, il primo è stato... e poi perché,
appunto, quando Filippo Catania mi ha detto che anche nella corrispondenza che
...
prima avevano, anche quella iì era... era rallentata. Ecco, ripeto, lui io non so...
ripeto, il Lo Piccolo aveva tre miliardi di cose al giorno in testa, però Francesco
Di Pace la prendeva come una cosa che... freddezza.
GIUDICE - Chiaro. No, però aspetti un attimo, focalizziamo una cosa importante
che lei ha detto, cioè c'era un rapporto diretto attraverso i pizzini, quindi
attraverso comunicazioni, tra il Di Pace Francesco...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
...
GIUDICE - e Lo Piccolo Sandro. E' chiaro?
COLLABORATORE FRANZESE - Che però si è diradato, nell'ultimo...
GIUDICE - Che però?
COLLABORATORE FRANZESE - Che si era diradato.
GIUDICE - Si era diradato. Ma che lei ha personalmente gestito.
COLLABORATORE FRANZESE - Almeno il primo giorno che sono... non mi
ricordo... non so se era il primo giorno, comunque una volta all'inizio l'ho... l'ho
fatto.
GIUDICE - Cioè, una volta all'inizio cosa ha fatto? Ha ricevuto il pizzino d i Di
Pace che doveva andare a Sandro Lo Piccolo o il pizzino di Sandro Lo Piccolo che
doveva andare a Di Pace Francesco?
COLLABORATORE FRANZESE - Io non mi ricordo, ma non era di... per Di
Pace, era... non mi ricordo se era per me attraverso il Di Pace o io l'ho mandato al
Lo Piccolo tramite il Di... no, penso che prima mi è arrivato quello di Lo Piccolo e
gli ho risposto tramite lui. Non mi ricordo se prima sono stato... sono stato io e poi
lui mi ha risposto e mi ha detto "ora creiamo un'altra strada per i biglietti".
Questo non me lo ricordo. Comunque era il mio che doveva arrivare al Lo
Piccolo, era il mio.
GIUDICE - Quindi ...
COLLABORATORE FRANZESE - Non era quello di Di Pace.
GIUDICE - Che riguardava però Di Pace.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, era il mio che gli dovevo... dovevo
...
comunicare con Lo Piccolo e avevo tutta la posta blocca cioè, non avevo in
...
quella dove mi trovavo, naturalmente non... non... l'unico modo, ho detto, per
farglielo arrivare, ho usato il Di Pace, tramite Filippo Catania, perché dove che
mi trovavo... cioè, secondo uno dove si trova... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Ho capito. Lei ha utilizzato il Di Pace per entrare in contatto con
Sandro Lo Piccolo?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, per fargli arrivare un mio messaggio.
GIUDICE - Oh. Questo ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Quindi il Di Pace Francesco lei mi sta dicendo che era in contatto col
Sandro Lo Piccolo, in quel momento latitante.
COLLABORATORE F'RANZESE - Si.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE F'RANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Oh, questo era importante ai fini di questo processo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì sì.
GIUDICE - Però questo dimostra ancora una volta quanto sia importante il
lavoro integrativo del Giudice, perché la memoria umana è come il secchio nel
pozzo, vecchia'immagine: se il secchio non arriva all'acqua, gira e poi viene tirato
SU, l'acqua non sale.
COLLABORATORE FRANZESE - Perché io, quando lei mi ha detto di
ricordarmi il volto...
GIUDICE - Basta.
- ...
COLLABORATORE FRANZESE mi sono ricordato della...
GIUDICE - E questo non si può fare in videoconferenza.
-
COLLABORATORE F'RANZESE ...mi sono ricordato della ferita, per questo ...
mi sono ricordato...
GIUDICE - Allora... vedremo, vedremo se il Di Pace Francesco ha una ferita al
volto oppure no, perché ammetterete voi tutti che se ha una ferita al volto la
questione è assai rilevante dal punto di vista storico, probatorio e al fine anche
processuale. Dunque, andiamo avanti. Come andò a finire la questione della
offesa, diciamo così, fatta al Di Pace Francesco e della ricerca del presunto
responsabile di questa offesa?
COLLABORATORE FRANZESE - No, non è stato ritrovato.
GIUDICE - Non è..
COLLABORATORE F'RANZESE - Almeno, una... è stato detto a tutti, non solo
a me, però io a qualcuno che ho domandato se questi erano dello Zen, per
esempio, no? E non erano dello Zen. Di Partanna neanche. Però non so se poi li
hanno trovati in altre zone, non lo so.
GIUDICE - Comunque il fatto era avvenuto all'interno di una discoteca della
quale era in disponibilità il Di Pace.
COLLABORATORE F'RANZESE - Sì.
GIUDICE - E qual era questa discoteca? Se la ricorda?
COLLABORATORE FRANZESE - Non mi ricordo... è mi sembra in Via Lanza
di Scalea, però se si chiamava Scalea non mi ricordo.
GIUDICE - Via Lanza di Scalea.
COLLABORATORE FRANZESE - Se pure anche si chiamava Scalea però era ...
in Via Lama di Scalea, però non mi ricordo se si chiamava Scalea, perché mi
sembra che ce n'è due lì, non lo so.
GIUDICE - Non ricorda il nome, comunque.
COLLABORATORE FRANZESE - No, il nome... non so se si chiamava Scalea.
GIUDICE - Va bene, va bene. Allora, senta, lei è stato sentito in diverse
occasioni, due sicuramente, una il 18 aprile del 2008 e il 07 maggio del 2008 in
questo processo e in quelle occasioni ha parlato di un tale Sgadari.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Enzo.
GIUDICE - Enzo. Me lo sta dicendo lei. Io no ho detto il nome...
COLLABORATORE FRANZESE - No, Enzo.
GIUDICE - ...p roprio per capire ...
COLLABORATORE FRANZESE - Correvamo assieme con le biciclette da
piccoli. Lui è anche un ciclista.
GIUDICE - Correvate insieme con le biciclette.
COLLABORATORE FRANZESE - Lui ha fatto anche il ciclista, sì, dilettante.
GIUDICE - Da piccolo. Ma perché ne ha parlato? Cioè, per quale motivo lei ha
fatto riferimento a questa persona, in questo contesto?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh... ora io adesso non... veramente non è
che mi ricordo la domanda che mi era stata fatta, però ne possiamo parlare...
GIUDICE - No, no, io non...
COLLABORATORE FRANZESE - Io non mi ricordo la domanda che mi
venne...
GIUDICE - Allora, avuto riguardo alla garanzia, diciamo, dell'atto che sto... che
sto facendo, io non...
COLLABORATORE FRANZESE - No, dico, io. ..
GIUDICE - ... ...
non posso darle perché devo capire esattamente l'autenticità dei
suoi ricordi.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora ...
GIUDICE - Ma non - per carità - per mettere in crisi il suo ricordo, ma per
capire in quale modo questo ricordo si atteggia, avuto riguardo al fatto che
dobbiamo ricostruire.
COLLABORATORE FRANZESE - Ora io...
GIUDICE - Perché una cosa è ricordarsi di un uomo con il quale si è fatta la
mountain bike insieme a Monte Pellegrino, un'altra cosa è ricordarsi di
quest'uomo per fatti di altra entità e altro rilievo.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, io la domanda precisa non me la
ricordo, però se io presumo s h e mi è stato detto "chi è Sgadari, come l'hai
conosciuto"? io a questo posso anche adesso rispondere così.
GIUDICE - E io le chiedo...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
-
GIUDICE ...q uesto ...
COLLABORATORE FRANZESE - Allora...
GIUDICE - Lei conosce... intanto, lei conosce un solo Sgadari che...
COLLABORATORE FRANZESE - I1 padre si chiamava Pietro, fa il
... ...
fontaniere insomma, il fontaniere fa lavori anche grossi di... era...
GIUDICE - Che conosce... è una conoscenza giovanile, addirittura, da quello che
ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FRANZESE - Da tantissimi anni.
GIUDICE - Perché giovanile? Perché era nello stesso quartiere?
COLLABORATORE FRANZESE - No, correvamo nella stessa società sportiva,
in "Bicicletta" correvamo... biciclette da corsa, correvamo... il padre lo
accompagnava dappertutto, era un grande tifoso del figlio, in tutta la Sicilia ...
...
insomma, era tipo non so... Pietro si chiamava...
GIUDICE - Quindi facevate agonismo ...
COLLABORATORE FRANZESE - Agonismo.
...
GIUDICE - ciclistico.
COLLABORATORE FRANZESE - Agonismo ciclistico.
GIUDICE - Insieme.
COLLABORATORE FRANZESE - Si. E allora lui, il padre, comunque, dietro il
...
Bar Alba aveva questo questo magazzino, dove lui... ufficio e magazzino, per
...
questi lavori di di tubazioni. Comunque, appunto, come ha detto lei, ci siamo...
GIUDICE - Quindi stiamo parlando di Via Marchese di Roccaforte a Palermo.
COLLABORATORE FRANZESE - E una traversa.
GIUDICE - Una traversa di Via Marchese di Roccaforte a Palermo. Ho capito?
COLLABORATORE FRANZESE - Si. E parallela al Bar Alba, quella che c'è
dietro.
GIUDICE - Si. Sa, il Bar Alba...
COLLABORATORE FRANZESE - Comunque ...
- ...
GIUDICE non tutti coloro che leggeranno questo verbale sapranno dov'è.
COLLABORATORE FRANZESE - Ah. Via Scrofani, può essere.
GIUDICE - Va beh, è una...
...
COLLABORATORE FRANZESE - Mettiamo una cosa del genere, una cosa...
GIUDICE - Si. E' una via che... è una traversa della Via Marchese...
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
...
GIUDICE - Marchese di Roccaforte di Palermo.
COLLABORATORE FRANZESE - Si. Allora... e poi per un periodo, diciamo,
non ci siamo visti perché lui pure... il padre aveva dei cavalii all'Ippodromo e lui
cominciò ad avere anche cavali all'Ippodromo, insomma, un ambiente un poco
brutto, l'hanno arrestato anche per cose di droga, insomma. Magari nel periodo
di detenzione poi non l'ho visto... insomma, ci siamo persi per un poco di tempo di
vista. Poi, ultimamente, come io poco fa dicevo, stavo facendo dei lavori a Carini
...
e allora lui... ho saputo che lui ah, perché io ero amico anche di Nino Pipitone, il
figlio, oltre che di Puiizzi. Allora Nino Pipitone m'ha detto, dice "guarda, quando
mi cerchi per qualsiasi cosa, tu"... non so come lo sapeva, dice "tu non"... forse
gliel'ha detto lui... dice "tu non sei amico di Enzo Sgadari"? C'ho detto: "E' mio
amico da bambino". Dice: "Allora, cercami da lui". C'ho detto: "Perché"? Dice:
"No, sta costruendo qua un bel po' di villini". Cioè, io l'avevo lasciato fontaniere
però era diventato costruttore. "Ah" - c'ho detto - "va bene". E poi lo sono
andato anche a trovare e forse - ora non mi ricordo - proprio per cercare a Nino.
No, una volta lo sono andato a trovare così, e poi una volta si, per cercare Nino
Pipitone e Gaspare Puiizzi. E in effetti stava facendo delle viile, insomma l'ho
trovato... e da quello che ho capito, insomma, perché comunque lui era anche
..
molto... molto in buoni rapporti, insomma, era pure facile vede. lui sapeva...
infatti, come mi disse pure Nino, che poi è la vcrith, Nino Pipitone, lui sapeva in
qualsiasi momento dove rintracciarlo. Quindi era molto ...
GIUDICE - Rintracciare chi?
COLLABORATORE FRANZESE - A Nino Pipitone o a Gaspare Puiizzi. Quindi
...
era molto in buoni rapporti. Di più non so, se c'erano altri tipi cioè, però che lo
..
rintracciava subito. (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Ma perché, Nino Pipitone in quel momento che cos'era? Era latitante
o aveva...?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, no.
GIUDICE - E allora il rintracciarlo ? ...
COLLABORATORE FRANZESE - No, ma era difficile trovarlo, difficile. Erano
sempre in giro, cioè non stavano magari, che so... di casa non lo so, perché non ci
sono mai andato a casa, ma magari mi pareva pure male andarlo a disturbare a
casa. Però vederli - che so - come altre persone che le incontravi, magari era...
difficilissimo, era un po' riservata la vita che faceva. Non so dove stavano... cioè,
se poi frequentavano qualche posto che... però io non sapevo. Cioè, era difficile,
in giro non si vedevano mai.
GIUDICE - Quindi, questo ...
COLLABORATORE PRANZESE - Anche a Gaspare Pulizzi l'ho più visto da
...
latitante che mai da libero... da libero poi cioè... facevano una vita un poco
riservata.
GIUDICE - Va beh, però, dico, questa sua conoscenza dello Sgadari Vincenzo, o
Enzo, come lei lo ha appellato, dico, non la correla, non la mette in collegamento
con il suo ruolo, con la sua funzione di affiliato? Cioè, perché ...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Perché ha fatto riferimento a questa persona?
COLLABORATORE PRANZESE - Si vede... io la domanda non me la ricordo,
però...
GIUDICE - No, va beh, lasciamo perdere la domanda... (sovrapposizione di voci)
COLLABORATORE FRANZESE - No, però io dico...
GIUDICE - La domanda che adesso invece le pongo è questa: cioè, questo suo
ricordo a Sgadari, nei confronti di Sgadari, come fontaniere, diciamo figlio del
fontaniere, che poi entra in contatto con persone importanti di Cosa Nostra,
perché lei quando parla di Pulizzi e parla...
COLLABORATORE FRANZESE - E pure Pipitone.
...
GIUDICE - e di Pipitone, parla di due uomini di Cosa Nostra.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Giusto? PerchC allora fa riferimento a Sgadari ...
COLLABORATORE FRANZESE - Perché ...
GIUDICE - ...come in qualche modo nella sua memoria in collegamento con
questi due soggetti?
COLLABORATORE FRANZESE - Perché era la persona che io avrei dovuto
contattare per parlare con loro, con questi due soggetti.
GIUDICE - Cioè, quindi era il punto di unione...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...tra lei e questi due uomini di Cosa Nostra.
...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, in casi eccezio cioè, se mi serviva
d'urgenza.
GIUDICE - In caso di bisogno.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Ma quante volte ebbe a sperimentare questo contatto?
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, se non c'era urgenza, come avveniva
con altri uomini d'onore, diciamo, io potevo mandargli un bigliettino a Sandro e
poi lui li rintracciava, una cosa... ma una volta, mi sembra, quando fu che hanno
scassato tutto il cantiere e hanno rubato tutto, mi sembra...
GIUDICE - Hanno scassato il... ?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 cantiere, hanno rubato tutto.
GIUDICE - A chi?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 cantiere dove lavoravo io lì a Carini, la
prima volta.
GIUDICE - Ah, il suo cantiere.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Okay, ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - La prima volta hanno scassato, hanno
rubato tutto. E però non... non si è trovato niente, insomma...
GIUDICE - Si, ma lei in quella situazione...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, avevo... si, avevo...
GIUDICE - ... lei andò da Sgadari Vincenzo?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, perché...
GIUDICE - Da Enzo?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, perché ho detto...
GIUDICE - E dove andò? Me lo deve... mi deve fare la fotografia Polaroid.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora... però io non so le vie, io le dico così.
Mi sembra che andando da Punta Raisi c'è una strada che ritorna verso Palermo.
...
C'è un Mago un Mago del Gelato, si chiama Mago del Gelato. Poi c'è un bivio
che sale e una che continua a costeggiare sempre verso il mare(?). Da questo
bivio... poi, insomma, un paio di stradine, ecco, che io non conosco, si arrivava a
...
questo cantiere dove lui costruiva, diciamo, stava facendo diverse diverse
villette. Però la strada, il nome non... non lo so.
GIUDICE - E andò lì a trovarlo, addirittura?
COLLABORATORE FRANZESE - A Enzo Sgadari. Si, si.
GIUDICE - Andò li dove stava costruendo le villette.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si, si.
GIUDICE - E che cosa gli disse?
COLLABORATORE FRANZESE - C'ho detto: "Vedi che devo parlare
urgentemente con... mi devi trovare o a,.. o a Nino Pipitone o a... o a Pulizzi".
GIUDICE - Ma quando gli disse questo, scusi, Sgadari sapeva che lei in quel
-
momento stava parlando un attimo, mi lasci finire - stava parlando come... nella
qualità di uomo d'onore e rappresentante della famiglia di Partanna Mondello?
Cioè, non è che gli stava chiedendo un'informazione turistica, gli stava dicendo
"sono venuto qua come uomo di Cosa Nostra e rappresentante della famiglia di
Partanna Mondello a chiederti di entrare in contatto con altri due uomini
d'onore" oppure cosa?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io non glielo dissi "sono venuto qua in
...
nome della famiglia" no, perché comunque mi sembrava normale che lui lo
sapesse. Ma addirittura una volta, ecco mi ricordo che ci siamo visti in zona Via
San Polo e io ero seduto in un bar e lui mi disse... mi fece il segnale di alzarmi e
andare. E io aspettavo un amico mio. E allora io poi ci sono andato dietro, a piedi
lui camminava, ci sono andato dietro per dirgli "ma perché mi hai fatto questo
segnale"? Dice: "Vattene di qua perché è tutto pieno di"... e loro... gli
investigatori cercavano a Francesco Bonanno, credevano che era in zona Via San
Polo. Ma io non lo sapevo che...
GIUDICE - Chi cercavano?
COLLABORATORE FRANZESE - Gli investigatori cercavano a Francesco
Bonanno.
GIUDICE - Francesco Bonanno.
COLLABORATORE FRANZESE - Che è il fratello di Giovanni Bonanno. Però
- -
io non è che lo sapevo che lui se è vero che stava in Via San Polo e nelle
traverse lì vicini. Non lo sapevo. Però lui mi disse questo e per dirmelo vuol dire
che lui dice tipo "vattenew... lui sapeva, insomma, qualche cosa, magari che
potevo passare... non lo so. Però per me era comunque scontato che... non che ero
reggente, magari non lo poteva sapere, però insomma, penso che sapesse che
comunque... sapeva dei processi che ho avuto... sapeva che, insomma, c'entravo
qualche cosa. Però io non gliel'ho detto che...
GIUDICE - Cioè, lei dava per scontato che lui fosse un uomo di collegamento con
altri uomini d'onore.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
GIUDICE - Su questo... questo è chiaro.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
-
GIUDICE O ho capito male?
COLLABORATORE FRANZESE - No, ha capito bene. Anche perché prima io ...
lo ero andato a trovare solo per i saluti e capire bene dov'è che lui stava
lavorando. Invece la prima volta è stata una conversazione "ah, ma quanto
... ... ...
tempo che fai ah, stai lavorando, ora ti dedichi a questo" mi ha fatto vedere
che lui costruiva comunque bene, qua e là, tutte queste cose, e quindi la prima
volta fu una conversazione cosi. Ci ho detto "guarda che io, se ti vengo a trovare,
t u dovresti fare queste cose". Dice "Sì, già lo so perché me l'hanno detto". Ci ho
detto: "A me mi interessa che una cosa"... "Eh, va bene". E quindi la prima volta
fu una conversazione cosi. La seconda volta io credo che già lui sa tutto.
GIUDICE - Chiaro. Va bene. Allora, a questo punto non le chiedo nemmeno
questa ulteriore cosa perché sono forse ragionevolmente certo della sua risposta:
lei ha mai conosciuto Pizzo Pietro?
COLLABORATORE FRANZESE - Pizzo Pietro... no, credo di no.
GIUDICE - No, perché se i dati storici, diciamo...
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
...
GIUDICE - ricostruttivi della sua presenza...
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
GIUDICE - ...in Cosa Nostra sono quelli che fino adesso mi ha descritto,
evidentemente è possibile che nei confronti di Pizzo Pietro lei non sappia
assolutamente nulla. Allora, a questo punto io avrei finito. Mi riservo di consultare gli
appunti su eventuali altre domande, però magari vorrei darvi parola per quanto
riguarda le vostre di domande, se ne avete.
P. M. - Si, Giudice, io avrei un paio di domande, ma in realtà sono soltanto delle
precisazioni, che non attengono tanto all'oggetto di questo procedimento quanto alle
questioni poste all'inizio del suo esame al collaboratore, che riguardavano aspetti
generali della collaborazione, solo perché siano chiari e perché comunque,
ovviamente, si tratta di questioni e di fatti che possono incidere sulla valutazione
generale di attendibilità. Una questione riguardava, signor Franzese... posso, signor
Giudice?
GIUDICE - Certo.
P. M. - Signor Franzese, è una questione che riguarda il momento della sua
affiliazione e soprattutto le modalità dell'affiliazione. Vuol dire al Giudice - lei l'ha
collocato dal punto di vista temporale - dove awenne, chi era presente e chi le fece da
padrino?
COLLABORATORE FRANZESE - E' stato il giorno... si, abbiamo detto che è
l'indomani o dopo due giorni del procedimento Gotha, a Giardinello e era... e diciamo
che Vito Palazzo10 ci accompagnò solo, poi è rimasto fuori con il motore a fare avanti
e indietro, se c'erano dei problemi di Forze delltOrdine.Io sono arrivato con Tonino Lo
Nigro, quindi ero presente io, Tonino Lo Nigro, Andrea Adamo - anche latitante
perché era anche lui nel procedimento Gotha - Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Sandro
Lo Piccolo mi fece da padrino e Salvatore Lo Piccolo mi ha dato un poco di... mi
P. M. - Sta parlando... sta palando delle regole?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, di regole, di attenermi a queste regole.
P. M. - Ecco. Io gliel'avrei chiesto a seguire.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - Comunque le fece da padrino Sandro Lo Piccolo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sandro Lo Piccolo. E il padre invece mi parlò
delle regole.
P. M. - Le persone presenti erano... mi corregga... cioè, tra le persone presenti c'erano
dei latitanti. Ha già parlato dei Lo Piccolo e ha parlato anche di Andrea Adamo.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - Si trattava di persone che rivestivano comunque delle qualifiche formali di
vertice all'interno di Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
P. M. - A parte i Lo Piccolo?
COLLABORATORE FRANZESE - A parte... già di per sé, va beh, un reggente, che
era reggente - Tonino Lo Nigro - di Corso dei Mille; di per sé un capo mandamento
come Andrea Adamo, è una persona che ha un peso all'interno di Cosa Nostra, però
Andrea Adamo era una cosa speciale, perché... perché il progetto dei Lo Piccolo con
lui è nato, cioè, l'ha portato avanti anche lui, diciamo del "dopo Gotha", diciamo in
gergo.
P. M. - Adesso... adesso ci arriviamo. Io le chiedevo soltanto della qualifica e lei ha
detto che era capo mandamento.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - Di quale area temtoriale?
COLLABORATORE FRANZESE - Brancaccio.
P. M. - Di Brancaccio. Tra... andiamo adesso un attimo ai suoi compiti. Nella sua
qualità di reggente della famiglia di Partanna Mondello lei ha anche... si è anche
occupato della tenuta della cassa?
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - Direttamente.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M: - Si è curato... si è occupato direttamente e per lungo tempo della cura della
latitanza di qualcuno? Dei Lo Piccolo in particolare? Ha svolto compiti che
riguardavano la latitanza dei Lo Piccolo?
COLLABORATORE FRANZESE - Io, diciamo, con... sempre ho avuto un rapporto
epistolare. Ora io non... mi scusi... è coincisa qualche volta... oltre quelle volte al
Bad'e... al bed and breayast, è coinciso che lui è venuto a stare anche dove stavo io
dalla signora Catania.
P. M. - E' la domanda successiva che le avrei fatto: se avete passato insieme qualche -
anche se breve - periodo della vostra latitanza.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, si. Sia al bed and breayast sia dalla
signora Catania. E una volta, per esempio, il fatto di Di Pace, glielo disse direttamente
lui, proprio di persona, Sandro Lo Piccolo, di fargli sapere di stare tranquillo, perché
addirittura il Filippo Catania anche lui aveva questa casa a disposizione (parole
incomprensibili)... voleva farlo venire là. Dice: "No, no, per ora no", perché,
insomma... forse era attenzionato anche dalle Forze delllOrdine, sapevano qualche
cosa...
P. M. - Sta parlando di Di Pace adesso?
COLLABORATORE FRANZESE - Di Pace. Perché loro qualche cosa la sapevano
sempre, queste Forze delllOrdine. Quindi non lo so se era per questo. Comunque poi
siamo stati anche a Passo di Rigano, abbiamo mi sembra dormito anche assieme.
Cioè, ma noi diverse volte abbiamo dormito anche assieme, sì.
P. M. - Senta, lei ha parlato del progetto - lo definisco io così, per la verità - e
dell'azione, dell'apporto di Andrea Adamo nel cosiddetto "dopo Gotha".
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
P. M. - Le faccio una domanda di ordine più generale: c'era comunque un progetto
generale di risistemazione degli assetti che riguardavano l'intera città, da parte dei Lo
Piccolo?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, oltre...
P. M. - Dal punto di vista mafioso, ovviamente.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, oltre l'intera città, di quasi tutta la Sicilia,
perché i contatti frequenti con i catanesi, dei Santapa... almeno, una frazione dei
Santapaola, Angelo Santapaola e Nicola Sedici.
P. M. - Quindi c'era un progetto di espansione di questo sistema...?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, già era in atto, perché già con i... ci siamo
visti qualche... un paio di volte mi ci sono trovato pure io in queste riunioni coi
catanesi. Poi c'era, dalla parte di Messina, un certo Tindaro, che, diciamo, erano
questi... si vedevano con... che dovevo andare a passare un periodo anche di
villeggiatura lì da lui. E a P a l m o c'era da sistemare solo una... l'unico - proprio, se
vogliamo dire - neo era l'uditore, perché è vero che... non è che era tutto nelle mani,
Palermo, dei Lo Piccolo, però... però non significa niente, perché se non era nelle
mani... una zona l'aveva per esempio anche Masino Lo Presti. Masino Lo Presti era
diventato una persona anche intima sua, quindi diciamo che... se vogliamo dire se c'era
un problemino forse era solo all'uditore.
P. M. - Va bene. Una questione che riguarda una domanda espressamente posta dal
Giudice, a proposito cioè del suo eventuale coinvolgimento in fatti di sangue, in fatti
omicidiari. Lei ha detto prima che non è mai stato coinvolto a nessun titolo in azioni di
questo tipo. Lo diciamo una volta in maniera più chiara. Lei è stato poi assolto in
secondo grado dall'unica imputazione di omicidio che aveva, che ha avuto?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sono stato assolto, sì, sì.
P. M. - Lei ha mai avuto contestazioni riguardanti altri fatti di omicidio da Autorità
Giudiziaria, non solo palermitana, ma anche di altre località?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, mai, mai.
P. M. - A proposito invece di Francesco Di Pace - vado per... sono proprio delle
minime precisazioni, signor Giudice - e sui rapporti con Sandro Lo Piccolo, le
risultano comunque delle...
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi, dottore, io ci tengo anche ad essere...
P. M. - Prego.
COLLABORATORE FRANZESE - Per esserc... tanto lci lo sa, perché agli atti risulta.
Per essere proprio preciso: con me non si è mai parlato di omicidio, però, per essere...
P. M. -Tornando alla questione...
COLLABORATORE FRANZESE - No, per essere preciso.
P. M. - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - In un momento di pura follia di Salvatore Lo
Piccolo e Sandro Lo Piccolo, che per forza, a tutti i costi, volevano ammazzare... lui lo
chiamava "Tiramisu" a Nicchi. Allora, in quell'occasione...
GIUDICE - Non ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - ...p roprio per un attimo di follia... aspetti,
Presidente...

7
' -k
1
GKTDICE - Ma non ho capito chi volevano ammazzare.

l
COLLABORATORE FRANZESE -Nicchi.
P. M. -Nicchi...
COLLABORATORE FRANZESE - Giovanni Nicchi.
P. M. - Allora latitante.
GIUDICE - Ah, Gianni Nicchi.
P. M. - Lo chiamavano "Tiramisu", ha detto.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, lo chiamava "Tiramisu".
GIUDICE - Ah, lo chiamavano "Tiramisu".
COLLABORATORE FRANZESE - "Tiramisu".
GIUDICE - Gianni Nicchi, chiamato, detto "Tiramisu".
COLLABORATORE FRANZESE - Non era detto da tutti.
P. M. - Non da tutti.
COLLABORATORE FRANZESE - Non era un soprannome. Alle volte lo chiamava
lui così.
P. M. - Appunto, questo le stavo per chiedere.
COLLABORATORE FRANZESE - Non era un soprannome.
P. M. - Non era un soprannome con cui era conosciuto...
COLLABORATORE FRANZESE -No, no, conosciuto... no, no, no, no, no.
P. M. - ...in ambito mafioso.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, no.
P. M. - Lei sa perché lo chiamavano "Tiramisu"?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, lo chiamavano "Tiramisu" perché, a detta di
lui, io non lo so se lui... "Tiramisu" perché tirava sostanze stupefacenti col naso. Allora
io dico, per essere preciso, perché è giusto che uno... in un attimo di follia, l'unica
volta, mi... mi ha fatto questa confidenza, il Lo Piccolo, che voleva uccidere il... il
Nicchi. Ma perché? Perché lui si è sentito preso in giro... no preso in giro... questa
situazione, prima sembrava che era a Milano e tutti l'avevano sotto le mani e tramite
Luigi Bonanno...
P. M. - Le chiedo scusa, signor Franzese, non...
COLLABORATORE FRANZESE - Ah, no, no, era per...
P. M. - Forse non è la sede per approfondire quelli che erano i progetti dei Lo Piccolo . .
nei confronti di Nicchi.
COLLABORATORE FRANZESE - Si.
P. M. - La domanda era se a lei, al di là del fatto di aver sentito parlare di progetti
omicidiari in ambito mafioso...
COLLABORATORE FRANZESE - Di questo... sì.
P. M. - ...sia mai stato coinvolto e abbia avuto conversazioni...
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, no, no.
P. M. - ...di questo tipo.
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
P. M. - Poi, se lo riterrà il Giudice, le farà delle domande di eventuale
approfondimento su questo. Vorrei tornare un attimo invece ai rapporti con Francesco
Di Pace, non suoi, a proposito di quello che lei sa dei rapporti di Sandro Lo Piccolo
con Francesco Di Pace. Cioè, le risulta che ci fossero delle frequentazioni anche di
tipo personale e familiare fia loro, che si vedessero per... a prescindere
dall'appartenenza a Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Io... ora non... non mi ricordo bene, però so che si
vedevano... sì, prima - io l'ho detto - c'era una fkquentazione molto... cioè, c'era
questa frequentazione, che poi man mano si è andata un poco...
P. M. - Diradando, sì, questo l'ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - ...diradando. Però... non so se (parole
incomprensibili)... cioè, non mi ricordo.
P. M. - Questo non lo sa.
COLLABORATORE FRANZESE - Magari lo so e non mi ricordo.
P. M. - Ma le risulta che avessero eventualmente dei rapporti di cointeressenze
economiche di qualche natura?
COLLABORATORE FRANZESE - Io so che il Di Pace l'aveva con... con Giacalone.
Questo di sicuro lo so. Però che l'aveva... ora non mi ricordo se anche... se anche
l'avesse... in questo momento non mi ricordo.
P. M. - Non si ricorda.
GIUDICE - Giacalone chi?
P. M. - Chi è il Giacalone di cui ha parlato?
COLLABORATORE FRANZESE - Giacalone Giovanni.
P. M. - E chi è? Vuol dire al Giudice di chi si tratta, per ciò che le consta?
COLLABORATORE FRANZESE - Era il reggente della famiglia di San Lorenzo
insieme... diciamo, il reggente ufficiale era Massimo Troia, o Troia, come... però,
siccome lui era riservato, perché ci tenevano tantissimo i Lo Piccolo, per un grande
affetto verso il padre, quindi non... non era esposto, diciamo... quindi poi, diciamo,
risultava che il reggente era... il reggente, il co-reggente era Giovanni Giacalone. Però
diciamo che, se vogliamo dire... una persona importantissima in quel temtorio era
Massimo Troia.
P. M. - Senta, lei ha parlato di uno o più incontri, mi pare, tra lei e Di Pace. Giusto?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, questa della...
P. M. - Con le modalità che ha detto prima.
COLLABORATORE FRANZESE - ...della lite mi è venuta in mente quando ho
ripensato alla testa...
P. M. - A questi incontri, oltre a lei e Di Pace, chi c'era?
COLLABORATORE FRANZESE - Enzo Collesano, che era anche un mafioso di
Partanna Mondello, che lui me l'ha presentato la prima volta. E... no, la prima... per la
discoteca c'era pure Ciccio Di Blasi, perché...
P. M. - Ciccio Di Blasi chi è?
COLLABORATORE FRANZESE - E' il reggente della famiglia di Partanna
Mondello; perché c'era stato questo interessamento di Sandro Lo Piccolo, però non con
me questa volta, con il Ciccio Di Blasi.
P. M. - Con Di Blasi.
COLLABORATORE FRANZESE - Ciccio Di Blasi... il nostro tramite era Enzo
Collesano. E allora... lui mi chiamava "compare"... "compare" - dice - "dobbiamo fare
questa cosa perché è importante". Dice: "Tu lo conosci a Lodetti"? Posso proseguire
nel discorso? Cioè, Lodetti era uno che aveva un grande capannone, prima facevano le
saracinesche, poi hanno chiuso e hanno deciso di affittare il capannone. Ci dico: "Si, lo
conosco". Che tra l'altro era pure un altro ex ciclista.
GIUDICE - Parli al microfono.
COLLABORATORE FRANZESE - Ah, mi scusi. Tra l'altro era pure un altro ex
ciclista, poi è di Partanna, lo conosco. Ci siamo andati e comunque... ne voleva assai
questo... era un capannone troppo grande e quindi poi mi pare che se lo prese la Gesip,
insomma, per mettere tutti gli automezzi. E' grandissimo, cioè... si parlava di qualche
duecentocinquantamila euro l'anno, insomma, era... era una cifia molto... e, si, magari
con l'amicizia poteva scendere, però non... no, non erano certo le cifie... su questi
livelli erano le cifie. Comunque lui poi si interessò... non so, a altre cose, comunque...
noi abbiamo fatto il possibile per far...

1.18
P. M. - Senta, lei è mai stato coindagato o imputato con Francesco Di Pace in qualche
procedimento?
COLLABORATORE FRANZESE - Cioè, dopo che... dopo la mia collab... cioè,
quest... eh, non... sinceramente...
P. M. - Non si ricorda.
COLLABORATORE FRANZESE - Sembra strano magari pure al Presidente che non
mi ricordo i procedimenti che ho... perché prima...
P. M. - Va bene.
COLLABORATORE FRANZESE - ...p rima, tipo... mi sembra che mai. Però adesso
magari certe volte... non ho seguito se dove sono imputato io era pure lui...
P. M. - Nel cosiddetto processo "Addio pizzo"?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, pure... eh, non ho guardato tutti gli imputati,
è la verità.
P. M. - Non si ricorda. Va bene. Non ci sono altre domande per ora. Grazie, Giudice.
GIUDICE - Sì. Prima delle domande della difesa, che son sicuro ci saranno, io però
vorrei capire - soprattutto dal Pubblico Ministero - se si ritiene utile a questo punto,
anche in via telematica, far pervenire una foto dell'imputato perché, se a questo punto
si deve fare, si faccia adesso, per mostrarla al dichiarante, avuto riguardo tra l'altro...
P. M. - La foto del Di Pace?
GIUDICE - Certo. Perché non si tratta - attenzione - di un confronto, diciamo così,
all'americana, di tipo anglosassone, tra virgolette, qua si tratta di un riconoscimento di
un dato storico cui l'imputato di reato connesso ha fatto riferimento nel corso della sua
audizione, cioè a dire il soggetto al quale ha fatto riferimento è stato colpito al volto e
dovrebbe riportare una cicatrice in fionte, a quanto ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - Mi scusi, dottore. Allora, quando è stato colpito
in più parti del corpo, aveva questa cicatrice e io me ne sono accorto. Però, devo dire
la verità, può essere che nel... magari se l'è fatta col motore e invece le botte gliele
hanno... capito? Però era nella... non mi ha detto... cioè, era nella stessa occasione,
diciamo... però nella colluttazione...
GIUDICE - Comunque, lei ha visto una cicatrice...
COLLABORATORE FRANZESE - La cicatrice... sì, sì, sì, sì.
GIUDICE - ...al volto.
COLLABORATORE FRANZESE - Ed era fresca, ed era fiesca.
GIUDICE - E questa cicatrice al volto si correla a un suo ricordo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Ed era fiesca.
GIUDICE - Ora io non so se sia utile e necessario. Per me sarebbe estremamente utile
che oggi noi potessimo avere una fotografia del Di Pace Francesco per mostrarla al
dichiarante, sì che la questione venga... venga risolta ora e per sempre.
P. M. - Mi riservo di verificarlo, signor Giudice.
GIUDICE - Eh, ma "mi riservo"...
P. M. - Cioè...
GIUDICE - No, no, no, dico, perché poi abbiamo un altro collaboratore da sentire.
P. M. - Sì.
GIUDICE - Un terzo...
P. M. - Sospendiamo per qualche minuto l'udienza e vediamo un po' se...
GIUDICE - Ah, va bene. Sì... no, questo volevo sapere, se possibile.
P. M. - Sì, sì, sì, sì.
GIUDICE - Allora, voi volete fare le domande adesso...
P. M. - A meno che non ci siano...
GIUDICE - ...o sospendiamo un po'?
P. M. - A meno che non ci sia da stare attenti alle domande della difesa, così...
AVV. MARASA' - Se me lo consente la faccio adesso.
GIUDICE - Io le consento...
A W . MARASA' - Perché sono due domande.
GIUDICE - Per carità...
A W . MARASA' - E che con il signor Di Pace non c'entrano completamente.
GIUDICE - Va beh. Ha parlato... diamo atto che lei...
A W . MARASA' - Sono l'awocato Marasa. ..
GIUDICE - Sarà famosissimo, avvocato Marasà, ma è la terza volta che le chiedo di
dire a verbale il suo nome.
A W . MARASA' - Nel corso lo dico sempre.
GIUDICE - ...p erché capisco che la registrazione ormai la conoscerà come voce, però è
bene magari dirlo prima.
A W . MARASA' - E allora, sono l'awocato Marasà, ai fini della registrazione.
Buongiomo, signor Franzese.
COLLABORATORE FRANZESE - Buongiomo. Buongiomo.
A W . MARASA' - Lei ha detto che nel corso della sua attività di reggente, o
comunque reggente della cassa, per essere più precisi, lei si occupava del pagamento
delle mensilità alle famiglie dei detenuti.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, della zona di Partanna Mondello.
A W . MARASA' - Non importa la zona. A me interessa il fatto.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
A W . MARASA' - Mi può spiegare che significa?
COLLABORATORE FRANZESE - Che c'erano, in quel periodo, diverse persone,
diciamo, facenti parte naturalmente dell'associazione mafiosa, che erano detenute.
Posso citare alcuni nomi.
A W . MARASA' - No, no, non mi interessano i nomi.
COLLABORATORE FRANZESE - Diciamo...
A W . MARASA1 - E' il fatto...
COLLABORATORE FRANZESE - E veniva dato...
- A W . MARASA' - Mi scusi se mi... se la interrompo. A me interessa il fatto e cioè
che cosa succedeva e perché.
COLLABORATORE FRANZESE - Si davano dei soldi ogni mese, ogni mese -
appunto delle volte nelle festività una doppia mensilità - per un sostentamento,
diciamo, in carcere, insomma per l'uso che insomma la famiglia poi ne riteneva
opportuno.
A W . MARASA' - Mi scusi se insisto. Era uso in Cosa Nostra, per quello che è a sua
conoscenza, contribuire al sostentamento dei carcerati mediante, diciamo, un
emolurnento periodico?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
AW. MARASA' - Sì o no?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì, sì.
A W . MARASA' - E questo era relativo solo alla famiglia di cui lei faceva parte o,
per quel che le risulta, era generalizzato in Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, di quello che mi risulta, c'erano degli altri
territori, che ne parlavamo, che non... non usavano darli ogni mese, davano solo nelle
festività, oppure davano... ma comunque li davano, però spezzettati durante l'anno. Poi
c'erano pure delle situazioni dove che purtroppo non si arrivava a pagare tutti, perché
non c'era un fondo cassa. Poi c'erano delle situazioni particolari, che vanno viste di
volta in volta. Per esempio, può succedere che arrestano chi teneva la cassa, per
esempio; allora bene o male si sa che c'erano diecimila euro; allora non ci si danno i
soldi per un periodo, insomma, per... perché per ora c'ha diecimila euro per... c'erano
delle varie situazioni che potevano variare, si, si.
A W . MARASA' - Grazie. Un'altra cosa. Ammettiamo, per esempio, che uno degli
affiliati carcerati avesse bisogno, o avesse avuto bisogno, di cure mediche
specialistiche particolari. Cosa Nostra - almeno per quel che è a sua conoscenza -
interveniva o no, dando un contributo?
COLLABORATORE FRANZESE - Cosa Nostra... qui diventa una... in questi casi
una questione soggettiva, bisogna vedere a chi uno può intervenire. Cioè, però è una
cosa soggettiva, perché dipende a chi... a chi uno li chiede e con chi tramite. E,
naturalmente, se c'è un buon rapporto... può anche dire "no, non c'è cassa, non ce n'è,
ora vediamo, dopodomani"... lo prende in giro. Però se uno c'ha... se in effetti sta male,
diciamo, perché no? Si devono dare i soldi, cioè, se uno può farlo.
A W . MARASA' - Un'ultima... grazie. Un'ultima domanda. I1 tramite: nel senso che
queste somme a chi venivano date?
COLLABORATORE FRANZESE - Bisogna vedere. Sempre sono casi diversi uno
dall'altro, perché ci sono famiglie che non... la moglie è all'oscuro, non vuole sapere
niente... cioè, poi la moglie alle volte uno non... se non la conosce neanche e ci va,
insomma... una certa delicatezza magari di andare a casa di una donna magari da solo.
Si cerca qualche componente della famiglia che bene o male uno già conosce,
possibilmente che non si crea degli scrupoli quando magari, che so, la madre anziana,
o una moglie potrebbe crearsi anche degli... dire "ma questi soldi da dove"...? Tipo se
non sa le attività del marito o del figlio o del coniuge. Quindi, diciamo, si cerca una
persona, quella che potrebbe essere...
A W . MARASA' - E' necessario che questo tramite faccia parte di Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - Però deve essere al corrente che... perché, dico,
se noi partiamo dal presupposto che non si va dalla moglie magari perché molte volte
non sanno e cerco quello che lo sa... no che sia affiliato, ma che sa che questi soldi
vengono da Cosa Nostra.
AW. MARASA' - Ma che sa che fa parte di Cosa Nostra.
COLLABORATORE FRANZESE - Cejto, questo p.q forza.
AW. MARASA' - La ringrazio. Nessun'altra domanda.
COLLABORATORE FRANZESE - Prego.
A W . VANCHERI - Si, Giudice, l'awocato Vancheri nell'interesse di Sgadari -

Vincenzo. Mi autorizza a stare seduto?


GIUDICE - Si.
A W . VANCHERI - Grazie. Signor Franzese, buongiomo.
COLLABORATORE FRANZESE - Buongiomo.
A W . VANCHERI - Senta, lei ha riferito di avere subito dei danneggiamenti presso
un cantiere di Carini.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
A W . VANCHERI - E di essersi poi rivolto a Sandro Lo Piccolo per una richiesta
estorsiva collegata a questi danneggiamenti.
COLLABORATORE FRANZESE - Non è proprio così.
AW. VANCHERI - Eh...
COLLABORATORE FRANZESE - Diciamo cosi, non è proprio...
A W . VANCHERI - Ecco, volevo capire questa circostanza.
COLLABORATORE FRANZESE - Non è proprio cosi.
A W . VANCHERI - Perché poi lei ha detto "io poi non ho pagato nulla".
COLLABORATORE FRANZESE - Cioè, non è proprio cosi.
AVV. VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - Se vuole io le posso chiarire meglio.
AVV. VANCHERI - Sì, se può chiarire questo aspetto.
COLLABORATORE FRANZESE - Io ho avuto questo danneggiamento.
AVV. VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - Io non ho avuto una richiesta estortiva, io ho
capito... cioè, ho capito, o ho sbagliato.a capire, da Nino Di Maggio...
AVV. VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - ...che è cognato di Pipitone, che abitava lì vicino
pure, che aveva delle battute: "Ah, ma che bell'orologio... ah, ma io non me lo posso...
e quando me lo compri... e qua"... E c'ho detto: "Ma è un regalo"... "A me nessuno mi
regala"... ho capito, però non mi è stata fatta. Allora da questo, dalle cose che sono
successe... "questo" - ho detto - "ma è una richiesta o non è una richiesta"? Poteva
anche non essere, poteva anche essere una cosa... un suo modo di scherzare che a me
non piaceva, però poteva anche essere e quindi l'ho detto. E insomma... "no" - dice -
"va beh"... (parole incomprensibili)... l'orologio... per questo avevo pensato, ho detto
"va beh, allora se lo devo regalare lo regalo a Sandro e non a lui, perché lui non c'entra
niente". Poteva essere e poteva non essere, questo non... è finita lì, non mi ha chiesto...
poi l'ho visto "eh, ciao, ciao", ma mai più battute, questo e quello...
A W . VANCHERI - Ma lei sa se... dico, dopo averne parlato con Sandro Lo Piccolo,
questi si interessò per non farle pagare...?
COLLABORATORE FRANZESE - No, mi disse "ma lascialo stare, ma che ci devi
dare ascolto... ma no (parole incomprensibili)"... dice "non c'entra niente"... (parole
incomprensibili)... "guadagnati il pane", dice... "ma sarà" - dice - "qualche ladro
comunque così". Lui pure... ci sembrava pure strano che andava a fare... cioè, che
magari lui stesso, prima di... di fare una richiesta sapeva che ero pure amico di... glielo
poteva dire... cioè... la cosa finì così.
A W . VANCHERI - Sì. Quindi lei... comunque, in ogni caso, lei non ha pagato nulla.
COLLABORATORE FRANZESE - No, non ho mai pagato nulla.
A W . VANCHERI - Non ha mai pagato nulla. Senta, nel corso degli interrogatori resi
al Pubblico Ministero lei ha mai riconosciuto Enzo Sgadari in fotografia?
COLLABORATORE FRANZESE - Guardi, io non... me ne hanno fatte vedere
veramente tante.
A W . VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - E io non mi... non mi ricordo. Però saprei
riconoscerlo in qualsiasi momento.
A W . VANCHERI - Sì, no, io volevo capire...
COLLABORATORE FRANZESE - Non me lo...
A W . VANCHERI - Siccoine le è stato chiesto perch6 ha parlato di Enzo Sgadari,
dico, lei si ricorda se le hanno mostrato un album fotografico?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, l'ho detto pure al Presidente, io non mi
ricordo se era questa la domanda (parole incomprensibili) la fotografia... non...
sinceramente non me lo ricordo.
A W . VANCHERI - Non si ricorda se è per questo che lei ha parlato di Enzo Sgadari.
COLLABORATORE FRANZESE - Eh, forse, non... eh, forse, non... non... non ce l'ho
presente la... il contesto di quella domanda.
A W . VANCHERI - Senta, in relazione invece a quelli che erano i rapporti tra Enzo
Sgadari, Nino Pipitone e Gaspare Pulizzi, lei sa che tipo di rapporti erano?
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
A W . VANCHERI - NO.
COLLABORATORE FRANZESE - No, io so quello che ho citato, questo fatto...
casomai, visto che sapeva che io lo conoscevo, dice "lui sa dove trovarmi, mi puoi
cercare"... ma non so...
A W . VANCHERI - Ecco, e quando lei si è recato da Sgadari presso il cantiere per
cercare Nino Pipitone, sa come Sgadari rintracciò Nino Pipitone, cos'ha fatto?
COLLABORATORE FRANZESE -No. No. No, dov'è andato non lo so. Io...
A W . VANCHERI - Lui...
COLLABORATORE FRANZESE - Io... lui... quando lui se n'è andato, io me ne sono
andato pure. E poi Nino è venuto in cantiere. Quindi non so... lui è andato... dove è
andato non lo so.
A W . VANCHERI - Sì. Senta, sa se Nino Pipitone stava facendo dei lavori nello
stesso cantiere di Enzo Sgadari?
COLLABORATORE FRANZESE - Beh, guardi, devo essere sincero, può anche darsi
che li aveva fatti in precedenza, perché Nino Pipitone c'ha dei mezzi d'opera, tipo mini
escavatore, escavatore e camion, e quando ci sono andato io già quel lotto era quasi
finito.
A W . VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - Quindi, se devo essere sincero, se li aveva fatti li
aveva fatti prima, è possibile, perché...
AVV. VANCHERI -No, io le ho chiesto solo se lei lo sa.
COLLABORATORE FRANZESE - NO.
A W . VANCHERI - Se non lo sa...
COLLABORATORE FRANZESE - No, quando ci sono andato io era impossibile,
perché le ville erano quasi finite e non aveva... non c'erano mezzi d'opera. Però, dico,
so che Nino Pipitone fa questo mestiere, quindi... non lo so.
A W . VANCHERI - Sì. Senta, lei sa se Sgadari Vincenzo ha pagato il pizzo per
questi lavori di Carini?
COLLABORATORE FRANZESE - No, a me non me l'ha detto. Cioè, non ha... non...
non lo so proprio.
A W . VANCHERI - Lei ha mai detto a Sgadari Vincenzo di essere un uomo d'onore...
COLLABORATORE FRANZESE -NO. -.
A W . VANCHERI - ...della famiglia di Partanna?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no.
A W . VANCHERI - Di essere affiliato a Cosa Nostra?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, no.
A W . VANCHERI - Si. Un'altra cosa. Senta, lei sa se Sgadari Vincenzo aveva un
soprannome? Veniva chiamato in qualche modo?
COLLABORATORE FRANZESE - Si, mi sembra... mi sembra che aveva un
soprannome, pcrò in questo momento non mi ricordo. Io, magari perché appunto 10
conoscevo da quando... Enzo, insomma...
A W . VANCHERI - Lei lo chiamava Enzo.
COLLABORATORE FRANZESE - Enzo Sgadari. Però in effetti forse aveva un
soprannome, però non me lo ricordo.
A W . VANCHERI - Non se lo ricorda. Senta, lei ha fatto riferimento a dei bigliettini,
dei pizzini, che si occupava, diciamo, di portare dei... in generale, dei messaggi da e
per Sandro Lo Piccolo e Salvatore Lo Piccolo. Ha mai, diciamo, portato dei messaggi
da Sandro Lo Piccolo o per Sandro Lo Piccolo, diciamo...
COLLABORATORE FRANZESE - Tramite Sgadari?
A W . VANCHERI - ...tramite Sgadari?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no. No, tramite Sgadari...
AVV. VANCHERI - Sgadari Vincenzo.
COLLABORATORE FRANZESE - No, tramite Sgadari no.
A W . VANCHERI - Lei sa se si conoscevano con i Lo Piccolo? Ne ha mai parlato
con Sandro Lo Piccolo o con Salvatore Lo Piccolo di Sgadari Vincenzo?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io mi ricordo... non mi ricordo... io mi
ricordo perfettamente che ne ho parlato con Nino Pipitone.
AVV. VANCHERI - Sì, e questo l'ha detto.
COLLABORATORE FRANZESE -No, no, no.
A W . VANCHERI - Con Sandro Lo Piccolo?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no. Non mi ricordo se mai si è parlato di
questo.
A W . VANCHERI - Senta, andando invece a quell'episodio che ha riferito lei, quella
circostanza secondo cui lo Sgadari, quando lei si trovava seduto presso un bar in Via
San Polo, le fece segno di allontanarsi, senta, si ricorda quando è avvenuto questo...
questo incontro, questo...? Temporalmente lo sa collocare?
COLLABORATORE FRANZESE - Io credo... io credo che questo - e credo di
esserne sicuro - è successo in quel periodo di tempo della scarcerazione del San
Lorenzo 1, che abbiamo detto - non mi ricordo il mese - che è del 2001. E poi io sono
rientrato nel 2003. Credo che sia in questo... cioè, ora non so essere più preciso...
A W . VANCHERI - Si.
COLLABORATORE FRANZESE - (sovrapposizione di voci)
A W . VANCHERI - Era libero lei, quindi, in quel periodo.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, si, ero libero, si, si, si.
A W . VANCHERI - Ne ha mai riferito di questa circostanza durante altri interrogatori
al Pubblico Ministero o anche a dibattimento?
COLLABORATORE FRANZESE - Non mi ricordo, però credo forse che mi è venuta
in mente ade... cioè, non mi ricordo se forse...
A W . VANCHERI - Senta, ma lei era da solo in quella circostanza o c'era qualcun
altro?
COLLABORATORE FRANZESE - Io in effetti aspettavo... non mi ricordo se un
amico mio, cioè uno... sì, forse che lui faceva i biglietti da visita lì vicino. Cioè, non...
però ero da solo. E però io, da quello che ho capito io, cioè magari lui pensava che...
chissà per che cos'era... cioè, che... o mi voleva dire, siccome sapeva magari che avevo
avuto precedenti, "stai attento perché qua è molto attenzionata questa zona"... io ora
non so in che termini me l'ha detto, magari poteva pensare che avevo visto qualche
cosa per cui potere, se mi fermassero, passare dei guai... non lo so in che termini, però
credo che me l'abbia detto per dire "questa è una zona che per adesso è troppo tenuta
d'occhio", non lo so.
A W . VANCHERI - Lui non le spiegò nulla poi, successivamente?
COLLABORATORE FRANZESE - No, ma io veramente non avevo niente, però ho
detto "me ne vado", perché avevo capito(?) che qua è tutto pieno di... magari qualcuno
pensa che io mi devo incontrare con Francesco Bonanno, cioè non... non avevo niente
di cui temere, però in questi casi è meglio andarsene, diciamo, e uno... e me ne sono
andato subito.
A W . VANCHERI - Va bene. Nessun'altra domanda, Giudice.
GIUDICE - Awocato Vianello.
A W . VANCHERI - Sì. Awocato Vianello, nessuna domanda, signor Giudice,
grazie.
GIUDICE - Awocato Misuraca.
A W . MISURACA - Nessuna domanda, Presidente.
GIUDICE - Se il Pubblico Ministero mi chiarisce se è possibile effettuare questo tipo
di...
P. M. - Si, signor Giudice. Dunque... no, non esiste una foto, mi è stato spiegato per
telefono dalla Squadra Mobile di Palermo, che possa consentire una verifica di quel
tipo, perché loro dispongono delle foto segnaletiche e poco più. Né mi è stato
confermato peraltro che è stato fatto un accertamento specifico che riguardi la
sussistenza della circostanza riferita dal collaborante.
GIUDICE - Ho capito.
P. M. - Quindi non avremmo altro che un album... che la foto estrapolata da un album
fotografico contenente proprio la cosiddetta foto segnaletica della persona in
questione, sulla quale - io adesso vado a memoria, mi riservo di verificarlo - peraltro
il Franzese ha effettuato a suo tempo la individuazione, il riconoscimento.
GIUDICE - Beh, a questo punto però il Giudice ritiene che questa circostanza di
ricognizione fotografica sia fondamentale, non importante ma fondamentale, avuto
riguardo alle cose che abbiamo udito, e quindi già da adesso vi posso annunciare che
in tempi rapidissimi effettuerò, in forma integrativa, una attività di ricognizione
medico-legale, demandata a dei consulenti, per accertare intanto se il soggetto reca
delle cicatrici pregresse e quale potrebbe essere la tipologia di strumento contundente
che le ha... o di oggetto contundente che le ha provocate, e dopodiché una ritrazione
fotografica che possa consentire la ricognizione, perché a mio avviso, ai fini
dell'attività di approfondimento che abbiamo svolgo oggi...
P. M. - Posso dire una cosa? Questo rientra nelle sue facoltà, ma dico, per quanto
riguarda il mero esame di una fotografia, quello verosimilmente potrei anche essere in
grado di farlo, di fare arrivare una qualsiasi foto del Di Pace.
GIUDICE - Certo. Potrebbe anche non essere la foto...
P. M. - Valuti la Signoria Vostra se è utile e opportuno farlo in questa sede,
eventualmente...
GIUDICE - Siccome abbiamo i tempi ristrettissimi...
P. M. - Ho capito.
GIUDICE - ...del processo, perché noi dobbiamo chiudere, e questo è bene che tutti
voi lo sappiate, ma già lo sapete, entro il 06 di maggio il processo deve essere chiuso
per ragioni connesse alle custodie cautelari, quindi comprendete che tutte queste
attività di ulteriore approfondimento hanno un tempo limite assai ristretto, per cui,
insomma, si andrà con passo veloce su queste cose. Pensavo che potessimo
risparmiare tempo appunto acquisendo una foto.
P. M. - L'unica cosa che posso fare(?), non credo ci voglia molto, ci vorrà certo un po'
di tempo perché bisogna trovare la persona giusta e farsele inviare...
GIUDICE - Certo.
P. M. - Siamo comunque fuori sede.
GIUDICE - No, va beh, non è cosa... non è cosa da fare...
P. M. - Io posso anche provare a farlo, ma certamente oltre questo non riusciamo...
(sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Non è cosa comunque da fare... perché dico questo? Perché nello stesso
verbale cui abbiamo fatto riferimento e che è allegato al processo, sto parlando delle
dichiarazioni rese in data 19 aprile, perché giustamente l'avvocato Vancheri ha
segnalato la ricognizione fotografica, al Franzese Francesco il 19 aprile era stata
mostrata la foto numero 47 che ritraeva Sgadari Vincenzo, quindi se la foto segnaletica
c'era per Sgadari Vincenzo, con...
P. M. - Signor Giudice, sono quasi certo che abbia visto la foto di Di Pace Francesco.
Ovviamente non ho i verbali, non ho gli album davanti e non sono in grado di fare un
controllo risolutivo. Sono quasi certo che l'abbia già vista, quindi potrebbe essere
sufficiente, ai fini di verificare l'esito del riconoscimento effettuato a suo tempo da
Franzese, che il Pubblico Ministero, in occasione successiva, possa depositare il
verbale eventualmente di quella...
GIUDICE - Certo.
P. M. - ...di quella individuazione fotografica, e avremmo risolto. Non... owiamente
nulla è stato mai fatto - mi è stato confermato dalla Polizia Giudiziaria - in relazione
invece alla circostanza specifica oggi rappresentata dal collaborante.
GIUDICE - Per Di Pace.
P. M. - Per Francesco Di Pace.
GIUDICE - Per Di Pace. Quindi non esiste una foto, che allo stesso modo è stata
mostrata per lo Sgadari, in relazione a Di Pace Francesco. Ho capito bene?
P. M. - No, dovrebbe esistere, dico. Non esiste una foto - che io sappia - che possa
dire sì o no sulla circostanza relativa alla ferita e alla cicatrice. Ma sul riconoscimento
io sono quasi certo, perché il Franzese ha visto le foto credo di tutti i soggetti a suo
tempo indagati nel processo "Addio pizzo" e nelle diramazioni di quel processo.
Quindi, ecco, un'altra cosa che posso provare a fare adesso è cercare di acquisire,
quantomeno per via telematica, una copia di quel verbale. Vado per tentativi, per
cercare di guadagnare tempo. Per il resto valuterà la Signoria Vostra. Io lo faccio
anche adesso, mi faccio mandare una copia di quel verbale e vediamo cosa c'è.
GIUDICE - E vedete, per esempio, quanto è importante la presenza del difensore,
perché...
P. M. - (voce fuori microfono)
GIUDICE - ...p erché Di Pace Francesco è assistito dall'awocato Di Peri, che è l'unico,
probabilmente, possedendo copia degli atti, che avrebbe potuto darci conforto di
questa... di questa circostanza e che...
P. M. - Signor Giudice, ma io credo, scusi se la interrompo, credo di avere sulla mia
pen-drive, la sto facendo un attimo attivare, lo sta facendo... di vedere sul suo
computer... credo di avere i verbali di... tutti i verbali che ha reso... di interrogatorio
resi da Franzese.
GIUDICE - Che sono stati riversati in questo processo?
P. M. - NO.
GIUDICE - Ah, ecco.
P. M. - Sto guardando quale eventualmente contiene quella foto. Valuterà la Signoria
Vostra, su mia richiesta, se...
GIUDICE - Perché il mio problema qual è? Che probabilmente - attenzione -
potrebbe anche essere una mia imperfezione, quindi lo do col beneficio dell'inventano,
ma nell'estratto che ho qui, cartaceo, documentale, che ho qui, c'è la ricognizione della
fotografia numero 47, che rappresenta Sgadari Enzo, Vincenzo, ma non ho quella
relativa a Di Pace Francesco.
P. M. - Questo...
GIUDICE - Ma può anche darsi che questa sia...
P. M. - Questo non so dirglielo, Giudice, adesso ricordare a memoria quali verbali
siano stati riversati in questo processo e cosa contengono esattamente, a memoria mi è
operazione...
(più voci fuori microfono)
P. M. - Vediamo un po'.
GIUDICE - 19 aprile 2008.
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Però, scusi, su questo verbale c'è la ricognizione di Sgadari. Io no so
perché... a meno che non ho stampato male io il file...
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - E c'è la fotografia di Di Pace?
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Lei ha lo stralcio che riguarda il suo assistito.
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Ci fermiamo un attimo, così possiamo eventualmente accertarlo?
(più voci fuori microfono)
P. M. - Non riesco a farlo con questo computer che non conosco. Sto andando a farlo
là dentro.
GIUDICE - Facciamo una cosa, ci fermiamo, anche perché siamo da due ore e
mezza...
P. M. - Sì, ecco, se ci dà cinque minuti... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Sì, facciamo una breve pausa di una ventina di minuti, dopodiché ci
rivediamo qua. Mi dispiace, purtroppo, perché slitteranno un po' le tabelle di marcia,
ma io un po' lo sospettavo che sarebbe stata una udienza piena, quindi... ci vediamo tra
una ventina di minuti.
(SOSPENSIONE)
GIUDICE - Sono le 12:47 e riprendiamo adesso. Vediamo se abbiamo risolto questo
problema relativo alla fotografia che cercavamo.
P. M. - Allora, signor Giudice... il Pubblico Ministero per la registrazione.
GIUDICE - Grazie.
P. M. - La situazione, così come anticipavo prima, era a me abbastanza... tutto
sommato poi per me abbastanza pacifica, in relazione al fatto che il Franzese avesse in
precedenza preso visione del rilievo fotografico riguardante il Di Pace. Questo lo
dicevo perché ero... so che Franzese ha visto pressoché le foto di tutte le persone
coinvolte in quell'investigazione e poi nei successivi processi. E in effetti, in occasione
di un interrogatorio svoltosi in data 05 maggio alle ore 12:45, il Franzese ha tra l'altro
preso visione di quella foto. Questo albm...questo verbale probabilmente- anche qua
vado a memoria, vista la situazione - non risulta fra quelli formalmente indicati,
espressamente indicati per il Franzese. Adesso rimetto alla sua decisione cosa fare.
Dico soltanto, per le difese, così hanno contezza tutti di ciò che venne verbalizzato in
quell'occasione, che, presa visione di un album fotografico depositato dalla Squadra
Mobile di P a l m o , contenente otto fotografie, tra cui quella del Di Pace, il Franzese,
alla foto numero 2, ha dichiarato testualmente: "Riconosco Francesco Di Pace, nipote
di Giuseppe Guastella". Parla... successivamente, non integrale, ma c'è una
verbalizzazione in forma riassuntiva e riferisce le sue conoscenze riguardanti il Di
Pace. E allora non c'è dubbio che il Franzese abbia operato una individuazione
fotografica del Di Pace, riconoscendolo peraltro, perché poi l'ufficio ha dato atto che
si trattava effettivamente della fotografia di Di Pace Francesco. Quindi, se questo può
essere sufficiente - e se le difese non dovessero avere obiezioni - si potrebbe
ipotizzare una acquisizione del verbale, per estratto, in questa forma riassuntiva,
ancorché acquisito... - questo lo dico subito - è una stampata informale di un verbale
che il Pubblico Ministero ha recuperato fra le sue... fra i suoifiles, fia i suoi supporti
informatici. Se questo dovesse servire a risolvere sotto l'aspetto del riconoscimento, mi
pare che il problema possa darsi per risolto, qualora le difese vi dovessero
acconsentire. Sull'altra circostanza ho avuto confma, sia pure per via telefonica, che
nessuno specifico accertamento è stato fatto relativamente a quell'altro fatto riferito
oggi dal Franzese, cioè la vicenda della cicatrice residuata al Di Pace da una
aggressione subita. In questo momento il Pubblico Ministero esprime qualche
perplessità circa la decisività e l'assoluta indispensabilità dell'accertamento, però si
rimette pure alla decisione della Signoria Vostra.
GIUDICE - Grazie. I1 verbale di cui parliamo è stato mostrato ai difensori?
P. M. - Signor Giudice, no. Ho dato soltanto notizia prima ai difensori in aula. Ho
letto questo passo. Se i difensori ritengono posso leggere l'altro passaggio che riguarda
il... oppure la Signoria Vostra accordi un minuti di tempo ai difensori per guardarlo. Si
tratta di quattro righe.
GIUDICE - No... coglierà la delicatezza del passaggio su un dato, sul quale io forse
pedantemente non mi fermerò mai di insistere - l'awocato Marasà, che è qui e che in
altri processi ha assistito a queste situazioni, capirà quanta importanza c'è adesso nelle
mie parole - perché il Di Pace Francesco, del quale oggi parliamo, è assistito
dall'awocato Giuseppe Di Peri, che è assente, che è assente.
P. M. - Stavo parlando infatti dell'awocato... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - E' - per carità - sostituito degnamente, senza alcuna situazione di
incompatibilità e chi più ne ha più ne metta, ma il Giudice - il Giudice - che deve fare
di fronte a una situazione simile? Per esempio, non so, vedere l'awocato Marasà che
mentre io gli sto parlando parla al telefono? No, non lo so. Forse anche questo, forse
anche questo fa parte, diciamo, del rispetto nei confronti del Giudice, avvocato
Marasà. Ma questo è un dettaglio. E' - come posso dire - uno specchio dei tempi, della
considerazione che si ha nei confronti del Giudice. Ma, per carità, anche questo, le
ripeto, è un dettaglio e io non formalizzo nulla. Però il Di Pace, il Di Pace oggi non ha
sostanzialmente il difensore, il patrocinatore principale. Quid iuris? Quid facti?
volendo parlare con le parole di Marco Tullio Cicerone.
P. M. - Signor Giudice, non posso dire null'altro oltre a quello che ho già detto.
GIUDICE - Sì.
P. M. - Più che questo tipo di esito in questo... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Dovrebbe parlare il suo sostituto, il quale a questo punto penso che mi
dovrebbe dire qualcosa.
AW. VIANELLO - (voce fuori microfono)
GIUDICE - E' in grado di considerare e valutare...
P. M. - Posso... possiamo fare un attimo di pausa così intanto i difensori guardano il
verbale, signor Giudice?
GIUDICE - Certo, certo.
P. M. - Grazie.
(SOSPENSIONE)
P. M. - Signor Giudice, avremmo raggiunto un'intesa. Adesso i difensori mi
correggeranno e potranno confermare se ho interpretato bene, stante la fretta. Dunque,
abbiamo... la situazione è questa: abbiamo un verbale che owiamente è una copia
informe stampata dal computer e che comprende le dichiarazioni... riguarda le
dichiarazioni del Franzese in relazione ad otto soggetti, ma anche ad altri elementi che
ho visto e che comunque non riguardano l'oggetto del procedimento e che comunque
non riguardano la questione della quale ci stiamo occupando. Allora, ipotizzo - e su
questo i difensori potrebbero, se ho capito bene, non avere obiezioni - la produzione di
una copia informe ed omissata di questo verbale, dal quale risulti esclusivamente che il
Franzese in quella data ha riconosciuto Francesco Di Pace. Detto questo, mi riservo
evidentemente - e chiedo se ne dia atto - mi riservo di depositare uguale copia,
omissata negli stessi termini, ma evidentemente estratta dal verbale originale, della
stessa copia che oggi produrremmo. Cioè, su questo, ecco, i difensori credo siano
d'accordo e non ci siano particolari obiezioni e potrebbe, dico...
GIUDICE - Però si legittima anche un'altra domanda.
P. M. - Prego.
GIUDICE - E lei che ha svolto a lungo il ruolo di Giudice ne converrà con me. Com'è
possibile che questo verbale, pur parlando di un imputato del processo, che fa una
ricognizione fotografica e che, si deve supporre, perché io ho davanti a me l'elenco
documentale che è stato oggetto della prima informativa da parte del R.O.S. dei
Carabinieri in questa attività di indagine poi trasposta in atti procedimentali e quindi
finalmente processuali, non sia stata mai, diciamo, fatta affluire...
P. M. - In questo processo.
GIUDICE - ...in questo processo?
P. M. - Signor Giudice...
GIUDICE - E' una domanda che lei ritiene legittima o...?
P. M. - Signor Giudice, lei capisce pure...
GIUDICE - ...o è oziosa?
P. M. - ...capisce pure che io non ho risposta alla sua domanda e...
GIUDICE - Non ha nessuna risposta.
P. M. - Peraltro, anche a prescindere dal fatto che io non sono nemmeno il titolare di
questo procedimento e dovrei anche collegarmi con i colleghi titolari, ma al di là di
questo, francamente non so dare una risposta.
GIUDICE - Però, dico, si legittima la domanda del Giudice.
P. M. - Per carità.
GIUDICE - Penso che abbia una sua fondatezza...
P. M. - Per carità.
GIUDICE - ...logica e devo dire forse anche giuridica. Prego, awocato.
A W . VIANELLO - Dottor Matassa, sì, grazie, awocato Valerio Vianello. Signor
Giudice, penso, anche per... ho saputo che... sappiamo, diciamo, che il signor Di Pace -
ecco perché... come si potrebbe spiegare forse il mancato inserimento di questo
verbale in questo processo - è imputato in un processo per associazione di stampo
mafioso.
P. M. - Che è la ragione per la quale poco fa il Pubblico Ministero aveva posto la
domanda al...
A W . VIANELLO - Sì.
P. M. - ...al Franzese.
AVV. VIANELLO - In ogni modo la difesa... adesso sostituisco il collega Di Peri, non
mi oppongo alla richiesta...
GILTDICE - E allora, abbiamo quindi risolto...
A W . VIANELLO - Sì.
GIUDICE - ...il problema, diciamo, avuto riguardo alla produzione, che viene fatta da
stampa di file informatica, con riserva di produzione del verbale originario,
evidentemente tratto in altro processo, omissato nelle parti che appunto non sono
ostensibili o che comunque non riguardano questo processo. Il problema tecnico sul
tavolo però si potrebbe subito risolvere guardando in alto a sinistra del verbale che
nella riproduzione informatica oggi è tra le sue mani, signor Pubblico Ministero,
perché guardando la notizia di reato già possiamo capire se è un procedimento in
qualche modo connesso o correlato a quello del quale oggi ci occupiamo.
P. M. - Giudice, bisognerebbe però avere memoria - che io in questo momento non ho
- per effettuare il collegamento. Io posso dare atto che il verbale è stato redatto
nell'ambito del procedimento penale numero 1366612005.
GIUDICE - Va bene. Che sicuramente comunque non è questo, perché questo ha un
numero di notizia di reato diverso.
P. M. - (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - No, no, il mio problema che mi sono posto è se per caso non fosse un mio
deficit quello di non aver localizzato, focalizzato questo verbale nel corso dell'esame
documentale che ho fatto; e questo già mi conforta, sapere che comunque non è un
errore mio, del Giudice, nella compulsazione dei documenti. Comunque abbiamo
risolto il problema tecnico incidentale.
P. M. - Allora...
GIUDICE - Quindi...
P. M. - Signor Giudice, scusi.
GIUDICE - Si.
P. M. - Tenuto conto che l'ufficio del Pubblico Ministero è rappresentato in aula
anche da altra rappresentante dell'ufficio, io prowedo alla preparazione di questo
verbale.
GIUDICE - Grazie, grazie. Diamo atto, anzi, non l%o fatto fino adesso, in ciò
mancando, che è presente anche...
P. M. - La dottoressa Claudia Bevilacqua... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - La dottoressa Claudia Bevilacqua per il Pubblico Ministero, che va a
coadiuvare il collega Viola. Allora, risolto il problema quindi relativo alla... però
ancora non l'ho visto; alla fine delle cose le parole ci hanno sovrastato e io non ho alla
fine visto questo... questo verbale.
P. M. - Scusi, Giudice, ma glielo faccio vedere.
GIUDICE - Grazie.
P. M. - Stavo un attimo predisponendo questa parte omissata così glielo faccio vedere.
Era un passaggio necessario, chiaramente.
(più voci fuori microfono)
(pausa)
GIUDICE - Questi dieci minuti così, di attesa, trascorrono per le necessità connesse
alla fotocopiatura del documento che il Pubblico Ministero vuole produrre, perché
altrimenti sembra che sia un intermezzo beckettiano, diciamo, ioneschiano, per chi
ama il teatro dell'assurdo, cosa questa che non è. Soltanto ne diamo atto.
(più voci fuori microfono)
P. M. - Signor Giudice, posso?
GIUDICE - Prego.
P. M. - Ho predisposto questa copia in forma omissata, non so come definirla meglio,
che adesso sottopongo alla sua visione, sulla quale, con il difensore che assiste oggi in
aula il Di Pace, avremmo ritenuto trovare una possibile intesa, salva la... salvo l'onere
del Pubblico Ministero di depositare copia più ritualmente formata. Glielo faccio
vedere. Questa è la copia (voce fuori microfono) tutto il resto sono omissis, salvo il
passaggio in cui procede al riconoscimento... (voce fuori microfono).
GIUDICE - Va beh, no, ma adesso questo... questo lo mettiamo...
P. M. - Va bene.
GIUDICE - Lo alleghiamo a questo verbale e poi eventualmente... abbiamo già detto
che c'è riserva di produzione del...
P. M. - Si (voce fuori microfono)
GIUDICE - C'è consenso intanto delle parti. Ne diamo atto che c'è il consenso delle
parti a questa allegazione al verbale del processo e io ho davanti a me quindi un
verbale di interrogatorio di persona sottoposta ad indagini nel processo numero 13666
del 2005 delle notizie di reato. Allora... e qua mi sorge già una domanda, che mi viene
un po' dall'aver praticato per dieci anni l'ufficio della Procura della Repubblica di
Palermo, quindi: se il processo era del 2005 ed era relativo all'associazione per
t
delinquere di tipo mafioso, mi potrei anche chiedere com'è possibile che abbiamo una
duplicazione della fattispecie di reato oggetto di imputazione contestativa, però questo
adesso lo capiremo nel corso del nostro cammino, devo supporne. Quindi si dice
"l'anno 2008, il giomo 05 del mese di maggio, alle ore 12:45" - quindi lei è stato
sentito il 05 maggio del 2008 qua - "in località che si omette per indicare le ragioni di
sicurezza del dichiarante, davanti alltUfficio del Pubblico Ministero, rappresentato
dalla dottoressa Anna Maria Picozzi, Sostituto Procuratore della Repubblica, è
comparso Franzese Francesco, nato a Brescia il 31 luglio del '64, detenuto. Si dà atto
che per ragioni investigative è presente l'ispettore l'... e via dicendo. "Si dà atto che è
presente l'awocato"... e via dicendo. "Si dà l'ammonimento. A domanda: "Intende
rispondere e proseguire nella collaborazione intrapresa". Album fotografico. L'Ufficio
mostra in visione l'album fotografico datato 05 marzo 2008, depositato dalla Squadra
Mobile S.C.O. di Palermo, contenente otto fotografie e chiede al collaboratore di
dichiarare se riconosce le persone ivi raffigurate. Omissis. Foto numero 2: "Riconosco
Francesco Di Pace, nipote di Giuseppe Guastella". Omissis. L'Ufficio dà atto che si
tratta di Di Pace Francesco, nato a Palermo il 14 maggio 1979". E poi segue un altro
omissis e la firma del Pubblico Ministero, chiaramente nella versione informatica, da
stampa informatica, non c'è la firma appunto perché... Questo noi lo poniamo... lo
alleghiamo all'odiemo verbale, prendendo atto della riserva del Pubblico Ministero di
allegare il verbale originale. Quindi a questo punto il suo ricordo può trarre spunto da
quello che le ho letto per farci capire. Quindi le è stata mostrata questa foto del Di
Pace Francesco e lei ebbe a riconoscerlo.
COLLABORATORE FRANZESE - Si, ho detto che lo conosco, si. Cioè, adesso,
ripeto, non è che mi ricordo tutti gli album fotografici.
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE FRANZESE - Però se mi è stato... l'avrei riconosciuto se me
lo...
GIUDICE - Però diciamo che in questo riconoscimento non si dà atto dell'aspetto,
diciamo, che potrebbe essere qualificante del riconoscimento e ricognitivo dei fatti che
lei ha testé raccontato.
COLLABORATORE FRANZESE - Ma...
GIUDICE - Perché se lei avesse detto "riconosco nella foto Di Pace Francesco e lo
riconosco in quanto riporta una evidente cicatrice" - mi lasci finire - "al volto, si che
addirittura il mio ricordo, avuto riguardo alla ricognizione fotografica, si àncora
vieppiù su un dato storico che ricorda il fatto che sia stato aggredito, eccetera, eccetera,
cosa questa della quale mi interessai", sarebbe stato un riconoscimento diverso e
sicuramente più qualificato. Evidentemente allora non lo è stato. Non so se quella
fotografia che le fu mostrata non riportava segni cicatriziali, si che lei non ebbe
nemmeno la necessità di fare quel chiarimento.
COLLABORATORE FRANZESE - NO...
GIUDICE - Può ricordarsi oggi, a questo punto - è questa la domanda - se, e se lo
ricorda, quando le fu mostrato questo... questa fotografia, questo riconoscimento, lei
ebbe percezione visiva di una cicatrice che riportava il soggetto che le si mostrava in
fotografia?
COLLABORATORE FRANZESE - Dottore, praticamente... alle volte si, forse in
alcuni casi, quando, almeno io, faccio ricognizione fotografica e sono un poco
confuso, allora guardo i particolari, gli occhi, lo sguardo, che mi incuriosisce, che mi
ricorda qualcuno. In quel caso li l'ho visto e ho detto "va beh, è lui", perché è una
persona che ho... cioè, non c'è stato il motivo di andare oltre a vedere i particolari.
Mentre devo dire che, diciamo, la sua domanda di oggi mi ha stimolato una cosa in
più, perché mentre lei mi diceva di fare finta che l'avevo da...
GIUDICE - Va beh, ma non sono...
COLLABORATORE FRANZESE - ...di fare...
GIUDICE - Non sono le mie domande che stimolano...
COLLABORATORE FRANZESE - No, io ho fatto finta, come ha detto...
GIUDICE - Se mi lascia finire, perché, come posso dire, è un'interlocuzione che
lietamente le consegno a verbale per... soprattutto per l'awocato Marasà che mi sta
sentendo. Quando eravamo ragazzini si faceva quella famosa domanda, dice "qual è il
peso di un mattone che pesa un chilo più mezzo mattone"? Chiaramente questa
domanda non ha una risposta, perché il modo di porre la domanda implica la risposta.
Quindi è la dimostrazione più evidente questo che le risposte dipendono dalle
domande. E questo spero che tutti converremo. Perché ci furono anni e anni in cui nei
verbali degli atti processuali si scriveva "a domanda risponde", si sapeva la risposta ma
non si sapeva mai qual era la domanda e quindi, non sapendo la domanda, come si
faceva a calibrare le risposte che erano date? Finalmente, diciamo che questo andazzo
è cambiato, adesso ci sono le registrazioni e ci sono pure le domande. Ma non basta.
Non basta. Perché a seconda del tipo di domanda che io ti faccio, il modo, l'invito a
una reminiscenza, a un ricordo, io ti porto nel luogo del tuo ricordo, quindi a seconda
della domanda ci sarà la risposta. Non è che la risposta è un'invenzione nuova che
prima non c'era, ma è una forma di ricordo più - come posso dire - più forte, più
profondo. Per questo mi permetto di interloquire sulla questione. Ora, detto questo,
quindi lei questo particolare relativo all'aggressione che avrebbe subito il Di Pace
Francesco, lei prima d'ora ai Pubblici Ministeri o in altre sedi non ne aveva mai
parlato. Ho capito bene?
COLLABORATORE FRANZESE - Io credo di no.
GIUDICE - Crede di no.
COLLABORATORE FRANZESE - Perché, ripeto, ripeto...
GIUDICE - Va bene.
COLLABORATORE FRANZESE - ...come... vedendo... rivedendolo la fisionomia
com'è, come diceva la domanda, io ho guardato proprio i particolari, il Mago, così... e
fra i particolari m'è venuto... l'ho... mi è venuto in mente questo.
GIUDICE - Va bene. Io la ringrazio perché è stato abbastanza chiaro. Io penso a
questo punto sul punto non ci siano ulteriori specifiche e resta aperta quindi l'esigenza
da parte del Giudice, a questo punto, di acquisire la fotografia oggetto del
riconoscimento nell'altro processo per capire se già dalla fotografia potrebbe evincersi
l'esistenza di un residuo cicatriziale, sì che a noi oggi non si ponga nemmeno la
necessità di fare un ulteriore approfondimento ricognitivo.
P. M. - Va bene, signor Giudice.
GIUDICE - Perfetto. ci sono altre domande, altre questioni? Io, anche perché mi sento
un po' stancuccio pure, io mi fermerei per un breve... diciamo due orette, ci vediamo
alle tre e mezza, se per... alle tre?
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Si, alle tre.
P. M. - Signor Giudice, se ce la facciamo alle tre forse è meglio.
GIUDICE - Va bene, okay.
P. M. - Mi permetto di fare un po' da portavoce.
GIUDICE - Perfetto.
P. M. - Anche perché ci sono ancora molte cose da fare e alcuni degli awocati forse
hanno problemi di prenotazione. t
GIUDICE - Per me le vostre esigenze sono le mie, quindi...
P. M. - No, per il Pubblico Ministero...
GIUDICE - Le tre. Va bene.
P. M. - (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Se per voi va bene alle tre, riprendiamo alle tre. Vi ringrazio e ci vediamo
alle tre.
P. M. - Grazie, a più tardi.
GIUDICE - Lei può andare. Cioè, non c'è più necessita che deve... deve rimanere, no?
Può andare.
COLLABORATORE FRANZESE - Buongiorno.
(SOSPENSIONE)
GIUDICE - Allora, se facciamo avere ingresso al signor Briguglio. Preliminarmente...
si, prego, prego, si... preliminarmente, per una questione diciamo logistica, connessa
alle esigenze del Servizio Centrale di Protezione, siccome fino adesso in effetti non
abbiamo potuto prevedere lo svolgimento, diciamo, nel tempo degli atti istruttori che
stiamo compiendo, a questo punto, poiché il Servizio Centrale di Protezione ha
bisogno di sapere se i collaboranti rimarranno qui o addirittura la questione si
estenderà anche a domani, a questo punto verbalizziamo che allo stato delle cose non
sappiamo quanto... quanto dureranno le audizioni e che quindi si legittima - come
posso dire - si autorizza il Servizio Centrale di Protezione a permanere in loco per
tutto il tempo necessario, per tutto il tempo necessario agli atti che si stanno ponendo
in essere. Quindi, se domani dovessimo avere bisogno, la cosa si estenderà anche a
domani.
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:

GIUDICE - Allora, diamo atto che ha avuto ingresso il signor Briguglio, al quale
intanto chiediamo se questa data di nascita corrisponde alla sua: è nato a Cinisi,
Palermo, il 10 marzo del 1956?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si. Lei è difeso dall'awocato Monica Genovese,
che è assente e oggi sostituita, se possiamo dirlo al microfono...
A W . LUPO - Dall'awocato Gloria Lupo del Foro di Palermo, giusta delega.
GIUDICE - Giusta delega, che è già allegata al verbale in atti. Io preliminarmente le
devo fare questo ammonimento, che è un ammonimento di natura rituale, diciamo,
relativo al fatto che le sue dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi confronti,
salvo quanto disposto dall'articolo 66, cornma primo, del Codice di Procedura Penale;
lei ha facoltà di non rispondere, però anche se non risponderà il procedimento seguirà
il suo corso; se renderà dichiarazioni che concernono la responsabilità di altri,
assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone, salve le incompatibilità previste
dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis del Codice di Procedura
Penale. Richiamo questo, diciamo, preliminare, che deve essere correlato all'obbligo,
diciamo, di onorare il patto di collaborazione che lei ha sottoscritto con lo Stato,
quindi lei intende rispondere?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, intendo rispondere.
GIUDICE - Lei intende rispondere. Allora, detto questo, io comincerei da un dato per
me importante. Io ho bisogno intanto di sapere esattamente lei quando viene arrestato.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - I1 31 luglio del 2008.
GIUDICE - Questa è la prima volta che lei viene arrestato?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, ho un precedente per rapina, ne11'83
sono stato arrestato.
GIUDICE - Nel 1983. Ed era stato arrestato allora?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
GIUDICE - Si ricorda suppergiù quando?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh... febbraio de11'83.
GIUDICE - Febbraio 1983.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Scarcerato ne11'88.
GIUDICE - Cinque anni?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E otto mesi.
GIUDICE - E otto mesi. Doveva essere una rapina...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, c'è stato un conflitto a fuoco.
GIUDICE - Ah. Come si dice in siciliano, "ci scappò il morto"?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no.
GIUDICE - Non ci scappò il morto.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Per fortuna no.
GIUDICE - Però ci fu il conflitto a fuoco.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - Quindi lei resta cinque anni tra custodia cautelare e poi giudicato?
1
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cinque anni e otto mesi... e ho avuto una
condanna di nove anni. C'è stato l'indulto quando ero recluso(?) e ho scontato cinque
anni e otto mesi.
GIUDICE - Condanna per nove anni. Ed esce ne11'88.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si. A ottobre '88.
GIUDICE - Dopo questa data lei viene... subisce procedimenti che comunque
comportano la sua custodia cautelare in carcere?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, Presidente. Fino all'arresto ho lavorato e
basta, da quella data di scarcerazione.
GIUDICE - Nel 2008, nel luglio del 2008 lei viene arrestato in virtù di che cosa?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - In virtù di un mandato della D.D.A., per
associazione mafiosa ed estorsione.
GIUDICE - C'erano altri insieme a lei che vengono arrestati?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Io vengo arrestato in un blitz con altre
persone di Palermo, di cui io sinceramente non conoscevo nessuna delle tante.
GIUDICE - Non sapeva chi fossero.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO.
GIUDICE - Allora, la domanda secca e semplice: lei ha militato in Cosa Nostra?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Anche se non ufficialmente affiliato, si.
GIUDICE - E chiaramente la sua risposta induce a un'ulteriore domanda: che vuol dire
questa specifica che lei ha fatto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, beh, la specifica...
GIUDICE - Che vuol dire non essere esattamente affiliati?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Diciamo il famoso rituale che si è sentito anche
in altre situazioni, non c'è stato nei miei confronti.
GIUDICE - Faccio una premessa, le chiedo scusa: lei deve considerare come se io non
sapessi assolutamente nulla.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - Io probabilmente l'ho sentita in qualche altro processo? No, mai. Questa è
la prima volta che io la sento?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Non ricordo.
GIUDICE - Non ricorda. Tuttavia lei deve considerire come se io non avessi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si... prego, prego.
GIUDICE - ... mai udito nulla della materia. Quindi lei mi ha detto che
formalmente non è mai stato affilato a Cosa Nostra.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO.
GIUDICE - Ma quando fa questo riferimento a cosa allude? Cioè a dire, che
cos'è l'affilazione formale a Cosa Nostra?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Beh, l'affilazione, diciamo, è una forma
...
di... "una forma" un giuramento che si fa, o perlomeno, si dovrebbe fare per
giurare fedeltà a Cosa Nostra, diciamo.
GIUDICE - E che forma ha questo giuramento?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io la forma non la so, ma ne ho sentito
parlare. Io posso dire solo che mi arrivata a me, nel 2006, mi era arrivata diciamo
una comunicazione in maniera diretta da parte dei Lo Piccolo che avevano questa
intenzione.
GIUDICE - A questo ci arriviamo. Un attimo perché ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
- ...
GIUDICE lei già sta volando in luoghi che.. .
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - Ci dobbiamo arrivare gradualmente.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, io ho detto - dottore -
semplicemente che io cognizione diretta non ne ho di questo tipo di...
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ne ho sentito parlare.
-
GIUDICE Comunque lei sa che l'affiliazione a Cosa Nostra formalmente...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Era ...
GIUDICE - Se possiamo non sovrapporre le voci per ragioni di registrazione.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Prego.
GIUDICE - E per chi leggerà questo verbale un giorno. Aliora, lei assume che
-
per diciamo - iscriversi a questo club delinquenziale, chiamiamolo così, ci vuole
una regolare forma appunto di iscrizione e in questo caso era una forma
addirittura - devo pensare - sacramentale, di formale tono, si che da quel
momento in poi uno poteva agire nella veste di uomo...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ufficialmente ...
- ...
GIUDICE ufficiale di uomo d'onore.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - E' chiaro questo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, si, perfetto.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto.
- -
GIUDICE - E per lei questo lei dichiarazioni non è mai awenuto.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No. Non è mai awenuto ufficialmente,
anche se io poi, diciamo, sono stato coinvolto in fatti abbastanza delicati, che
magari altre persone, anche se ufficialmente affiliate, non sono - diciamo - state
investite da certi tipi di impegni.
GIUDICE - E questo introduce un tema, sa, molto - potrebbe anche non saperlo
- ma molto dibattuto nella giurisprudenza del nostro Supremo Collegio, cioè a
dire se l'affiliazione sia o meno un segno di una intraneità, di una residenza,
diciamo, nel fenomeno associativo di tipo più forte o meno forte. E questo la
invito a chiarire. Cioè, il fatto di essere formalmente affiliato vuol dire fare azioni
più o meno gravi in favore di Cosa Nostra?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - M o r a ...
GIUDICE - Oppure è soltanto - come posso dire - una specie di finzione questa
della sacramentalità, della ritualità dell'affiliazione?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Diciamo che è una forma di sigillo a quello
che uno già ha fatto vedere come qualità personali, allora come sigillo a tutto
questo avviene poi l'affiliazione. Perché se uno viene messo alla prova e non ne ha
le qualità, le basi, non ci arriverà mai a questo tipo di cose.
GIUDICE - Quindi diciamo che potrebbe anche soltanto trattarsi di una cosa
...
formale, nel senso che nel senso che è una convalida - chiamiamola così - una
convalida di una capacità operativa che già in precedenza l'individuo ha
dimostrato di possedere.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto, sul campo, si. Perfetto.
GIUDICE - Quindi il fatto di essere sacramentalizzato o non sacramentalizzato
non comporta una linea divisoria netta, avuto riguardo alle azioni che tu hai
posto in essere per l'associazione.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì sì, ha capito benissimo.
GIUDICE - Grazie della chiarificazione perché è oltremodo importante.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Almeno questo è il mio caso, dottore. Poi...
GIUDICE - Questo è il suo... certo, lei deve parlare delle cose che competono ...
che le competono ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ... e che lei ha vissuto e direi quasi fisicamente visto. Però questa
-
mancata affilazione ci pone a noi nella ricostruzione oggi - un problema. Cioè,
quand'è che lei ha cominciato storicamente a poter dire a se stesso, prima ancora
che a noi oggi, in quest'aula, ricostruendo le sue azioni, che ha cominciato a
lavorare - diciamo così, tra virgolette - per Cosa Nostra? Perché, a quanto ho
...
capito, lei ha introdotto... ha detto "io lavoravo". Siccome lei daU'83 all'88
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...dall'83 all'88 è stato in galera per rapina...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
-
GIUDICE ...p oi nel 2008 è stato arrestato per 416 bis ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ... -
una persona che la sente, la domanda però mi passi questa forma
anche ironica - si chiede che lavoro lei abbia fatto nel frattempo, se prima faceva
le rapine, poi ha lavorato per Cosa Nostra, in mezzo che tipo di lavoro c'era.
Quindi glielo chiedo: lei che lavoro - sto parlando formale - faceva?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, lavoro reale, perché io alla fme del
2008... eh, del '98... dell'88, quando sono uscito, ho scontato diciamo la condanna
per rapina. Io dopodiché ho fatto di nuovo gli esami per la patente e ho ripreso a
fare il lavoro di autista.
GIUDICE - Ah, quindi lei lavorava come autista.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì. E ho lavorato...
GIUDICE - Alle dipendenze di chi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ho lavorato come autista diversi anni con
Di Trapani Diego.
GIUDICE - Chi era Di Trapani Diego?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, Di Trapani Diego, diciamo... è una
persona che io conosco già dagli anni Ottanta, che vive a Cinisi. Io ufficialmente
non lo conosco come viene descritto da tutti, però indirettamente sapevo...
GIUDICE - No, un attimo, un attimo, non deve correre. Lentopede.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì, lo so.
GIUDICE - Perché.. .
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Lei mi ha detto chi era Diego Di Trapani.
GIUDICE - No... no... sì, ma è la risposta sua che è un po' suggestiva, diciamo
così.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
...
GIUDICE - Perché: lei dice "non è colui il quale del quale si dice in giro"...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, io personalmente ...
GIUDICE - Io, siccome non ho vissuto insieme a lei in questi anni ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...io non so - e nemmeno con Diego Di Trapani - né so e posso dire
cosa si dicesse in giro di Diego Di Trapani. Quindi lei con la sua risposta -
posso dire - mi dà un senso diffuso che io non posso cogliere.

$
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Va beh...
GIUDICE - Ecco.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cercherò di essere...
1137
...
GIUDICE - Quindi dobbiamo... noi dobbiamo anche per lei, le do l'immagine
concreta del come io gradirei mi rispondesse: vorrei che mi rispondesse con
...
Polaroid. Lei si ricorda di questa ?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto.
GIUDICE - Si ricorda usciva la Polaroid con la fotografia. Lei mi deve, per
immagini di concreta visione... poi la fotografia si può anche interpretare...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ... ...
ma intanto ma intanto la fotografia fotografa un evento storico
reale. E questo le chiedo di fare.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto.
GIUDICE - Non parlare di fantasticherie. Allora, lei mi ha detto che ha lavorato
per Di Trapani Diego.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Di Trapani Diego che lavoro faceva formalmente?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Aveva diciamo un po' di mezzi, una ditta
di autotrasporti.
GIUDICE - Aveva una ditta di autotrasporti.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Di autotrasporti, sì.
GIUDICE - Dove ce l'aveva questa ditta?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A Cinisi.
GIUDICE - A Cinisi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, in Contrada Cipollazzo a Cinisi.
GIUDICE - Aveva un nome questa ditta?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, Poliedil, se non ricordo male.
GIUDICE - Mi può ripetere?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Poliedil.
GIUDICE - Poliedil. Quindi lei dopo che esce di prigione, dal 1988, prende la patente
e comincia a lavorare con Di Trapani Diego.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Alla Poliedil.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - Giusto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - Quanto tempo lavora con la Poliedil?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ma, io fino al '97 sicuro.
GIUDICE - Fino al '97.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - E poi cosa fa?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Poi un periodo ho lavorato così, in paese,
sempre a portare qualche camioncino a qualche ditta...
GIUDICE - Che paese? Sempre Cinisi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A Cinisi. Poi nel... all'inizio del '99 conosco...
mi fanno conoscere direttamente, diciamo, i Lo Piccolo.
GIUDICE - Nel '99?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A inizi '99, sì.
GIUDICE - Un attimo. Qua abbiamo fatto un saltone. Perché dal '97 al '99 intanto ci
sono due anni.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, ho continuato a lavorare,
GIUDICE - Perché se nel '97 lei è autista Poliedil di...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...Di Trapani Diego, io difficilmente arrivo a saltare al '99, dove già viene
presentato ai Lo Piccolo che, sa, come lettore di giornali e siciliano, mi suona in un
certo modo, cioè uomini d'onore importanti di Cosa Nostra recentemente arrestati,
forse nemmeno più recentemente perché ormai il tempo passa e già qualche mese è
passato. Mi capisce?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì, sì.
GIUDICE - E' un passaggio...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Quindi...
GIUDICE - Allora, questi due anni lei me li deve descrivere...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora...
GIUDICE - ...negli accadimenti, perché...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - ...io posso dirle "sì, è vero quello che lei dice", ma mi deve fare capire
come ci si arriva.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, tomo io un attimino indietro perché in
effetti ho saltato una fase che poi sarà... sarà cruciale.
GIUDICE - E allora...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora, '97-'98 io, anche se diciamo ho smesso
di fare l'autista, tutto sommato, ho continuato ad avere dei rapporti con Diego Di
Trapani, nel senso che lui, essendo... non aveva la patente, io lo accompagnavo spesso
a Palermo, a Diego Di Trapani.
GIUDICE - Quindi lo accompagnava a P a l m o .
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Ma scusi, lei mi ha detto che faceva l'autista...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - ...di camion. Cos'erano? Camion, no?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Nelle fasi, per dire, che c'era meno lavoro e
cose, io...
GIUDICE - Eh, quando lo accompagnava quindi gli faceva proprio da autista vero e
proprio.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, ufficialmente io non ero
assolutissimamente addentrato in nessunissima situazione che poi andremo a...
GIUDICE - Va beh. Ha cominciato a fargli da autista.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, lo accompagnavo proprio a P a l m o per
cose sue, appuntamenti e cose. Io non ho mai partecipato a nessun tipo di... di incontri
con nessuno. Solo che una volta in un cantiere, lo accompagnai in un cantiere a
Partanna Mondello e lui si incontrò con Sandro Lo Piccolo, per ragioni loro, si misero
a parlare in disparte per i fatti suoi.
GIUDICE - Mn lci come sapeva che era Sandro Lo Piccolo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ora ci arriviamo come. Perché poi mi contatta...
nel '99 quando io conosco a Sandro Lo Piccolo, mi contatta lui e si ricorda questo
passaggio, Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - Ah, quindi lei l'ha ricollegato poi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E lui dice "io mi ricordo che tu hai
accompagnato... così così... a Zu' Diego". Ecco il passaggio...
GIUDICE - Okay, va bene. Ma in quel momento, quando avviene l'incontro, lei non lo
sa.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, non mi conosceva,
GIUDICE - Perfetto.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Quindi in questa fase... poi a inizio... possiamo
andare a inizio '99 perché, come ho già detto...
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...io...
GIUDICE - Ma dal '97 al '99 non accade nulla, diciamo...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, io non ero assolutissimamente coinvolto
in nessuna situazione.
GIUDICE - Lei continua a fare l'autista...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, io lavoravo. Quando avevo qualche po' di
tempo, per dire, c'era il mezzo fermo e cose, "mi accompagni a Palermo, mi
accompagni"...
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E lo accompagnavo.
GIUDICE - Ma dico, aveva cambiato già lavoro dopo il '97?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, ancora nel '97 no.
GIUDICE - E fino al '99 che lavoro svolge?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Fino al '99... poi l'ultimo periodo ho lavorato
con una ditta di Cinisi che faceva diciamo edilizia, che io portavo un camioncino.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ho lavorato un po' di mesi con loro.
GIUDICE - Comunque non alle dipendenze di Di Trapani.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no.
GIUDICE - Perfetto. Quindi nel 1999 cosa accade invece?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Accade che a inizio '99, come ho già detto,
conosco a Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E poi...
GIUDICE - Come lo conosce?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Lo conosco perché mi viene, diciamo,
accompagnato a casa mia con un'altra persona, che è stata arrestata di recente, sarebbe
Quattrosi Andrea. E' stato arrestato giorni fa in un blitz... tre persone a Resuttana.
Questa persona io la conoscevo dai tempi delle rapine, perché ha dei precedenti
specifici come me. E mi aveva detto, prima, che dovevamo favorire una persona,
persone serie e cose, che ancora non sapevo di che si trattava. Io ho dato il mio assenso
di favorirli a tempo. Si trattava di quindici-venti giorni, perché aspettavano una
sistemazione definitiva presso una famiglia a Cinisi. Dice "tu questa cortesia la devi
fare, qua e là". "Va bene". Conosco a Sandro Lo Piccolo e parliamo un poco di questo
discorso, "o mi ricordo di te, ti ho visto una volta"... e poi dopo...
GIUDICE - Questo incontro dove avviene esattamente?
COLLABORATORE BFUGUGLIO - A casa mia, a casa mia.
GIUDICE - A casa sua dove? Via...?
COLLABORATORE BFUGUGLIO - Via Leonardo Sciascia, 1.
GIUDICE - In...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A Cinisi.
GIUDICE - Cinisi.
COLLABORATORE BFUGUGLIO - Si. Praticamente, successivamente a questo
incontro io do il mio assenso anche a Sandro Lo Piccolo, che ero disponibile a
ospitarli, ripeto, per un arco di tempo breve, perché erano in attesa...
GIUDICE - E perché li doveva ospitare?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perché questa famiglia doveva affittarsi una casa
idonea a poter ospitare loro e c'era questo passaggio, questa transizione, perché mi
avevano detto loro - io ufficialmente non lo sapevo dove erano alloggiati loro, però
già erano a Cinisi - mi avevano detto, dice "siamo in una famiglia" - dice - "che c'è
una persona anziana" - dice - "ha problemi e cose, la devono ricoverare e abbiamo
urgente bisogno di"...
GIUDICE - "Di trasferirci".
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ..."di trasferirci, assolutamente". E io ho dato il
mio assenso a questa cosa.
GIUDICE - Ma le dissero... le disse Sandro Lo Piccolo che era latitante in quel
momento?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì. Io dall'incontro quando... io l'ho intuito,
perché non sono un novellino, diciamo. Capisco dagli atteggiamenti e dalle situazioni,
dal tipo di incontro...
GIUDICE - Va beh, una cosa è... una cosa è capirlo dagli atteggiamenti, un'altra cosa è
che glielo abbia esplicitamente detto "io sono latitante".
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, dal tipo di incontro, dove awiene e
come awiene, si capisce una persona che si guardava...
GIUDICE - Non lo so, l'ha visto armato?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, personalmente non l'ho visto armato.
Comunque, questo diciamo... torniamo al... torniamo al discorso... perciò, quando io
do il mio assenso a Sandro Lo Piccolo a questa cosa, dopo qualche giorno, di sera,
vengono accompagnati a casa mia, da questa persona sempre. E io li ospito al secondo
piano sopra casa mia, che era diciamo un appartamento mio, che avevo fatto allora...
ed era... cioè, non c'era niente. Ho sistemato un letto, una cosa... ma era finito però,
mattonato, tutte cose funzionanti, il bagno e tutte cose. E in effetti li ho ospitati per
due settimane, venti giorni, una cosa del genere. Dopodiché loro sono andati, come mi
era stato detto, presso questa famiglia. Anche perché loro in pianta stabile da me non
potevano stare perché giustamente, sapendo che io avevo questo contratto con Diego
Di Trapani, diciamo, avevo avuto questo contratto con Diego... i precedenti che
avevo... non erano tranquilli di stare a casa mia.
GIUDICE - Ho capito. Cioè lei non era una persona che poteva dare il massimo di...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Una persona idonea in questo senso, di garanzie.
GIUDICE - Di garanzie.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh. Quindi vanno a finire in questa famiglia.
Dopodiché casa mia per un periodo...
GIUDICE - Un attimo, volevo fare una domanda. Quando stanno per venti giorni a
casa sua...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...avrà visto, diciamo, come la quotidianità di queste persone si svolgeva.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - Se non l'ha visto in questi venti giomi... erano padre e figlio, giusto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, padre e figlio.
GIUDICE - Non c'era nessun altro?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no, padre e figlio.
GIUDICE - Vennero con delle... con delle valigie?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, avevano delle borsone e cose, sì.
GIUDICE - Dei borsoni. Occuparono - mi ha detto - la parte della casa...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, l'appartamento era abbastanza grande, una
stanca, c'è la cucina...

@ 1141
GIUDICE - Quindi lei mise a disposizione anche suppellettili, armadi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, quello che io potevo... sì.
GIUDICE - E la domanda che le faccio è: erano armati?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Che armi avevano? Lei sa riconoscere le armi? Le conosce? .
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì. Salvatore Lo Piccolo aveva una 9 x 21
corta e Sandro aveva una 9 lunga.
GIUDICE - Una 9 x 21 lunga.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Solo queste due armi ha visto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Però poi, proprio nell'imminenza che ci
siamo conosciuti, che siamo stati un po' sopra, diciamo, io a parlare con loro, mi hanno
affidato un borsone, che c'erano parecchie armi.
GIUDICE - Che armi c'erano?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - C'erano quattro... quattro pistole, queste 9 lungo,
un fucile a pompa, una mitraglietta...
GIUDICE - La mitraglietta, si ricorda la marca?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, una Uzzi, da quello che mi dissero loro.
GIUDICE - Uzzi, quindi israeliana.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, era una mitraglietta piccolina con un
caricatore...
GIUDICE - I1 fucile a pompa che calibro era? 12?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - 12, sì. Un paio di pistole a tamburo...
GIUDICE - A canna lunga o a canna corta?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - La Uzzi?
GIUDICE - No, il fucile a pompa.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, a...
GIUDICE - A canna mozzata?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - Poi? Proiettili ne ha visti?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, c'erano pure dei proiettili.
GIUDICE - Che proiettili erano? Se lo-ricorda?-
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Proiettili per le 38, che c'erano due pistole 38
pure, e proiettili per...
GIUDICE - 38 che cosa? Taurus? Colt? Che tipo di 38?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Le 38 io non mi ricordo se erano Taurus o...
GIUDICE - Smith & Wesson?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Forse c'era una Smith & Wesson, se non ricordo
male. Comunque un paio di pistole a tamburo, questo fucile a pompa, questa
mitraglietta e un Kalashnikov c'era pure.
GIUDICE - Pure un Kalashnikov.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Glieltho custodito io fino al... queste armi le
ho custodite io personalmente fino all'inizio del 2003. Perché fino al 2003?
GIUDICE - Mi scusi, dal...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Dal '99.
GIUDICE - Dal '99 fino al 2003 lei ha custodito queste armi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - All'inizio.. .
GIUDICE - Quattro anni?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, fino all'inizio del 2003 queste armi le ho
custodite io personalmente. Poi...
GIUDICE - Come mai?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Prego, dottore?
GIUDICE - Come mai?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Come mai?
GIUDICE - Per quattro anni?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Come mai? Perché loro mi hanno conosciuto e
da come - diciamo - mi hanno conosciuto e da quello che gli avevano detto si sono
fidati di me e mi hanno assegnato questo...
GIUDICE - Mi scusi, ma allora... quindi loro per venti giorni hanno soggiornato lì e
subito le hanno dato questo borsone che avevano.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Poi questo borsone è rimasto a casa sua?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No. L'ho nascosto in un posto, non era nella
casa.
GIUDICE - Dove l'ha nascosto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - L'ho nascosto io fuori, all'esterno. C'avevo un
pezzetto, diciamo, vicino alla cisterna, che c'era una copertura fatta di eternit, diciamo,
ed era, diciamo, riparata. E ci tenevo tutta la legna per il camino, queste cose qua. Ho
creato una cosa, una situazione là e le ho messe in modo che stavano asciutte, belle
sistemate. E sono state là...
GIUDICE - Belle sistemate, però ogni tanto probabilmente gliele chiedevano indietro.
Oppure no? O non sono mai servite queste armi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, io... sì, sì, in effetti la prima volta che sono
servite queste armi io le feci avere a Sandro Lo Piccolo, precisamente nell'imrninenza
della scomparsa di Tocco, circa un po' di giorni prima io queste armi... Sandro Lo
Piccolo me le chiese... mi scusi... Sandro Lo Piccolo mi chiese queste armi e mi
disse... e io le feci avere a Sandro Lo Piccolo, il quale giorni prima le ha volute perché
doveva controllarle, oliarle, perché servivano a...
GIUDICE - Dovevano essere usate.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Proba... possibilmente sarebbero anche potute
essere usate, quindi dovevano essere in piena efficienza. Quindi lui le ha controllate
tutte...
GIUDICE - Le ha controllate davanti a lei? Ha aperto la borsa davanti a lei?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì. Gliele ho consegnate io.
GIUDICE - Quindi nella sua casa di Cinisi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Personalmente...
GIUDICE - E le ha portate via tutte, le ha prese tutte poi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io le ho prese tutte in quell'occasione perché lui
all'occasione, ripeto, come ho già detto, le ha volute controllare e vedere... e vedere se
erano in efficienza, mantenute diciamo bene. Ha controllato questo, le ha oliate,
preparate quelle che ci servivano e poi quelle che non servivano per quello che si
doveva fare, io le ho riportate di nuovo...
GIUDICE - E allora, soltanto per sapere, che armi si portò? Se lo ricorda?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io la borsa la presi tutta.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Poi lui si tenne...
GIUDICE - E poi lui cosa si tenne?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Lui si tenne le calibro 9, queste lunghe. Nella
borsa sto ricordando che c'erano due palette della... delle Forze delredine.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - In una c'era... in una, ricordo, c'era Ministero
degli Interni, in una paletta. L'altra... direi una bugia, non ricordo assolutamente quello
che c'era scritto. Mi è saltato allora che guardai quella. C'erano delle pettorine blu, che
ricordo pure che, siccome ci mancavano alcune lettere, in queste pettorine mancavano
alcune lettere, Sandro stesso mi incaricò di comprare queste lettere per completare la
parola "Carabinieri", queste che usano diciamo quando fanno operazioni.
GIUDICE - Diciamo, tutine fosforescenti, come si chiamano...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, erano delle tutine...
GIUDICE - Sono gilet, gilet fosforescenti.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A spalla, che si mettono così.
GIUDICE - Con su scritto dietro "Carabinieri".
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, perfetto, sì. E questo era un po' tutto
l'arsenale che ho custodito.
GIUDICE - Quindi questo - lei ha detto - nel '99.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Durante questo... questo periodo. Però le chiedo: dato che in fondo
soggiornavano a casa sua...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...nel suo stesso... sotto il suo stesso tetto...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...e che ormai, insomma, venti giorni di permanenza... lei stava lì mentre
loro soggiornavano?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Perché doveva anche...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Certo, dovevo accudirli e tutto...
GIUDICE - Non solo accudirli, ma penso che fossero lì e lei doveva dare anche
un'occhiata intorno, perché...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io guardavo... certo, sì.
GIUDICE - Se qualcuno si awicinava alla casa...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...se trovava... se rinveniva movimenti sospetti; devo supporre io, non ero
lì ma certo...
8 COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no, c'era certo...
GIUDICE - ...se lo fossi stato avrei fatto... avrei agito per tutelare, diciamo, quel
momento che loro volevano fosse tutelato. Giusto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Quindi lei stava lì. In questo periodo che riguardò venti giorni, ebbero mai
a parlarle di Cosa Nostra, del loro... di ciò che facevano, di ciò che non facevano, di
quello che in qualche modo poteva, per i loro interessi, interessare anche lei?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, subito nell'imminenza no. Comunque piano
piano ci siamo conosciuti e io qualche volta, diciamo... la persona che li ha
accompagnati di tanto in tanto veniva a portare dei biglietti per loro e a prendere in
consegna biglietti per farli uscire, diciamo, da loro a altre persone.
GILTDICE - I cosiddetti "pizzini".
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Che poi, successivamente, questo lavoro,
ruolo, diciamo questo ruolo, l'ho avuto io lì.
GIUDICE - Chi era questo che portava i pizzini e che li riportava?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - All'inizio, come ho già detto, Quattrosi Andrea
che...
GIUDICE - Quattrosi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...è la persona che me li ha portati a casa,
diciamo.
GIUDICE - Solo Quattrosi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, lui solo veniva, perché era una situazione
delicata.
GIUDICE - E quindi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Non volevano avere completamente nessun altro
che sapeva. Quindi lui sapeva che erano là e era la persona solo che veniva.
GIUDICE - Chiaro. Quindi in questi venti giorni ci fu alla fine un...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, abbiamo parlato con i Lo Piccolo, con padre
e con figlio. "Che fai... che non fai"... eccetera, eccetera. Io ho detto che ero in una
situazione diciamo lavorativa abbastanza precaria e loro mi hanno detto: "Siccome noi
abbiamo bisogno di te, curi anche la nostra situazione, per fare qualche appuntamento,
qualche cosa, non ti preoccupare, non ti prometto niente però farò il possibile per farti
avere un lavoro che tu vedi che te ne vai la mattina e all'orario di pranzo, le due, così,
già sei a casa". E devo dire che a maggio del '99 io... no, poi sono andato a lavorare a
luglio. A luglio del '99 io entro a lavorare al Cedi Sisa di Carini.
GIUDICE - Al?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cedi Sisa, Centro Distribuzione Alimentari Sisa,
diciamo, per la Sicilia.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Questo lavoro, diciamo, mi consente di avere
del tempo libero, tempo libero che dedicavo quasi esclusivamente a loro. Questo
lavoro al Cedi Sisa è stato creato anche - loro lo sapevano più di me, giustamente - in
funzione del fatto che i biglietti... buona parte dei biglietti che andavano a Palermo io
li smistavo all'intemo stesso del Cedi Sisa con un'altra persona.
GIUDICE - E chi era quest'altra persona?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sarebbe il nipote dei Lo Piccolo.
GIUDICE - Chi era? I1 nome se lo ricorda?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Taormina, sì, Taormina Antonino.
GIUDICE - Taormina come?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Antonino.
GIUDICE - Taormina Antonino.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Che ha lavorato... e lavora forse ancora là.
GIUDICE - Quindi diciamo che questo lavoro le serviva a entrare in contatto quasi
quotidiano...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - In maniera molto, molto riservata, con la
persona con la quale...
GIUDICE - Con il nipote...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...scambiavo i pizzini, sia in andata che al ritorno
per loro.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Li scambiavo a lui.
GIUDICE - Questo dal... dal luglio del '99...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Dal '99... dal '99...
GIUDICE - A quando?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ma, io fino a pom... anche se mi arrivavano in
maniera indiretta, qualche biglietto l'ho scambiato, diciamo, con questa persona. C'è
stato un periodo che è stato molto assiduo, perché io l'avevo a contatto proprio... ero
diciamo...
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...q uello principale, come smistamento per
Palermo, di queste cose. Poi dopo, come ho già detto, dal 2003 è stata più una cosa...
più saltuaria. Perché? Perché allora io mi accorsi che ero attenzionato dalle Forze
delltOrdine.
GIUDICE - Quando se ne accorge lei?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - All'inizio del 2003 mi accorgo...
GIUDICE - Come fa ad accorgersene?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Come faccio? Faccio che io ero molto, molto
guardingo, perché sapendo quello che portavo, diciamo, la situazione che curavo, ero
molto attento a queste cose. E mi sono accorto che andando a Palermo a trovare un
amico mio che aveva un negozio di abbigliamento, di pomeriggio, posteggio la
macchina, entro e dopo un po' arrivano due... due persone giovani, vestite in maniera
normale, con la giacca. Io diciamo, per questo tipo di cose, sapendo - come ho già
detto - la situazione che curavo, ero molto attento e avevo un certo... percepivo. Che
poi questa cosa me la fece notare pure la persona che io andai a trovare, dice "ma vedi
che questi qua" - dice - "sono poliziotti" - dice - "per essere qua dopo di te" - dice -
"vedi che"... ma io l'avevo capito. Mi accertai di questa cosa perché successivamente
mi sono accorto che io con la macchina mi spostavo volutamente in posti così, che io
al momento pensavo e andavo. E mi accorgevo che c'erano passaggi delle Forze
dellfOrdine in borghese, o con la moto, o con macchina, e ho capito che ero
attenzionato al cento per cento, che c'era qualcuno che aveva segnalato la mia persona.
Poi questa cosa ho avuto modo di avere conferma. Questa cosa è awenuta dopo un
appuntamento che i Lo Piccolo, padre e figlio, hanno fatto a Cinisi e c'erano delle
persone di Partinico, che sarebbe precisamente Vito Seidita, che poi collaborò. E
questa persona diede queste indicazioni su di me. Quindi uno più uno fa due e io ho
capito che... L'ho fatto sapere a loro e immediatamente ho staccato i contatti con loro e
loro si sono awalsi di qualche altra persona, diciamo.
GIUDICE - Lei allude a un episodio che accadde in un ristorante, all'interno di un
ristorante?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, si, in un ristorante è successo, a Cinisi,
all'Hotel Paradiso mi pare.
GIUDICE - Quando lei ebbe ad accompagnare i...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, io accompagnai in quell'appuntamento
Sandro personalmente...
GIUDICE - ...i Lo Piccolo presso...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sandro Lo Piccolo, sì.
GIUDICE - ...il Michele Seidita ed altri.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si. E il Michele Seidita si incontrò là a questo
appuntamento.
GIUDICE - Questo è un fatto processuale che è conosciuto da questo Giudice, avendo
trattato il processo nei conffonti del Seidita e degli altri...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Aspetti... questo passaggio io l'ho vissuto
diciamo in prima persona e...
GIUDICE - Allora, quindi da questo momento in poi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io praticamente i contatti diretti con loro li
stacco, perché giustamente li informo e mi hanno detto immediatamente... anzi, mi

&
dicono: "Le armi che tu hai in custodia falle avere a un'altra persona", che è indagata e
al momento non...
GIUDICE - Non può dire il nome.

4 6
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...non può dire... non posso dire il nome. E così
faccio. Queste armi io le faccio avere a questa persona. Dopodiché io i contatti diretti
con loro non ne ho più, ma ho contatti diciamo epistolari. Ci scriviamo, gli auguri...
GIUDICE - Si scrive attraverso chi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Scrivevo e li facevo avere, diciamo, non lo so, a
Gaspare Di Maggio, che aveva il modo di farglieli arrivare, anche se io sapevo pure
come farglieli arrivare, non era questo...
GIUDICE - Perché lei era in diretti contatti con il Di Maggio?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io... io sapevo anche dove erano loro alloggiati,
diciamo, perché andai a trovarli io poi dove erano stati alloggiati, presso la famiglia
Taggia e così andai un paio di volte. Quindi ero a conoscenza diretta del fatto che
loro...
GIUDICE - Ma lei quando li contattava, diciamo, e scriveva loro, di che scriveva?
Cioè, perché aveva bisogno di scrivere ai Lo Piccolo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, io personalmente, dopo... allora,
personalmente diciamo che io... i Lo Piccolo, quando mi hanno conosciuto, dopo un
breve lasso di tempo che ci siamo visti, in presenza anche di Gaspare Di Maggio, così,
Salvatore Lo Piccolo disse a Di Maggio se lui non aveva niente in contrario se Franco
tiene la cassa del paese. E Gaspare di Maggio e le altre persone che poi sono state
informate hanno dato parere positivo, dice "no, per noi va bene". Quindi io nel...
GIUDICE - Io, chiedo scusa, la devo interrompere per dire che anche nei confronti di
Gaspare Di Maggio questo Ufficio ha fatto il processo per associazione mafiosa ed è
stato condannato in rito abbreviato, se non ricordo male, a dieci o dodici anni di
reclusione. Quindi i fatti che oggi racconta il collaborante sono stati oggetto di
processi che l'Ufficio ha trattato. E quindi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Quindi, come ho già detto, dottore...
GIUDICE - ...bisogna prenderne atto. Allora...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...una volta che io avevo l'assenso, il consenso e
l'assenso dei miei compaesani a tenere la cassa del paese, ovviamente grazie
all'interessamento dei Lo Piccolo si inizia ad avere qualche entrata nel paese, perché le
messe a posto, diciamo, di ditte che venivano da fuori e cose, le conoscenze le aveva
lui direttamente e pensava a contattare 'le persone della zona per far arrivare il
d conispettivo, per dire, di un lavoro che si svolgeva...
GIUDICE - Ho capito. Quindi sta parlando di estorsioni, sostanzialmente.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Nel territorio, sì.
GIUDICE - Quindi lei contattava i Lo Piccolo, dopo questo... dopo questo 2003, in cui
aveva perso i contatti diretti, per rassegnare loro...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...le necessità connesse...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...alla gestione del territorio.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Questo avveniva...
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Avveniva o tramite me direttamente o
tramite il Di Maggio.
GIUDICE - Ma perché, lei che temtorio gestiva?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, io ero - diciamo - a contatto diretto con
Gaspare Di Maggio, perché lui era il reggente. Io avevo la cassa del paese; fino intorno
al 2005 l'ho tenuta io la cassa.
GIUDICE - Ho capito.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sapevo...
GIUDICE - Quindi lei era il braccio, diciamo operativo, contabile, di...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sapevo le entrate e le uscite di tutto il paese.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...del Di Maggio Gaspare, che era uomo d'onore
e capo della famiglia di...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Di Cinisi.
GIUDICE - Di Cinisi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - E quindi, in questa veste, in questa funzione...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Collaboravo come prima persona con lui io, in
questo senso.
GIUDICE - Con lui. Ora, dunque, 2003 scopre di essere sottoposto all'attenzione da
parte della Polizia, tuttavia questo non la esime dal continuare, diciamo, l'attività per
Cosa Nostra. Ho capito bene?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, sì. Non mi esponevo particolarmente io ad
andare a chiedere direttamente, diciamo, in un cantiere o in altre cose. Lo facevano
alti, diciamo, lo faceva Di Maggio in particolare, la persona che si è esposta in questo
senso è stata quasi sempre lui, diciamo. Tranne che in un occasione, io in
un'occasione, che sono stato condannato anche per questo fatto, per il signor Todaro
Giuseppe, che ha una ditta, un capannone industriale a Cinisi.
GIUDICE - Cioè? Cos'è che...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Un paio di volte sono andato - diciamo - a
ritirare dei soldi io presso questa persona.
GIUDICE - Presso questo Todaro Giuseppe?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Che aveva un capannone, il Todaro...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Industriale a Cinisi.
GIUDICE - ...industriale.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Affittato a una ditta... affittato a una ditta,
diciamo...
GIUDICE - Cioè lei ha fatto un'estorsione a questo... a questo signore per...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Questo... questo signore in sostanza pagava già,
dal '99. In un periodo, ricordo, o 2004 o 2005, non essendo diciamo che lui era andato
alla scadenza della... che avevano già stabilito di versare i soldi, non lo so, prima di
Natale, o prima di Pasqua, sono andato io a sollecitare. E dopo un paio di volte sono
andato a ritirare, diciamo, un po' una cifra...
GIUDICE - E questo denaro a chi lo faceva avere?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - "Lo tenevo io, allora ancora avevo la cassa del
paese e lo segnavo, per dire, "acconto Todaro, anno x".
GIUDICE - Perfetto. Allora, diciamo, andiamo un po' anche avanti nel tempo. Questo
periodo, diciamo così, in cui svolge attività anche saltuarie a favore di Cosa Nostra
quanto dura? Fino a quando dura? Cioè, fino alla data addirittura del suo arresto, che è
del luglio del 2008?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sostanzialmente si. Anche se poi io
dall'arresto già di Gaspare Di Maggio ho capito che era arrivato pure il mio momento.
Questione di tempo era. Perché una volta che ha collaborato, diciamo, Gaspare
Pulizzi... mi aspettavo questa cosa. Non volevo crederci, però me l'aspettavo.
GIUDICE - Ma in questo periodo, diciamo, si è occupato soltanto di estorsioni o ha
posto in essere pure altre attività che riguardavano la gestione del territorio da parte di
Cosa Nostra? 1
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io in quel periodo, dottore... allora, andiamo in
ordine di tempo, come ha già detto lei. Io nel 2000... sì, sì, mi sono occupato anche di
fatti... sono stato coinvolto in fatti omicidiari pure.
GIUDICE - In fatti omicidiari.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - A meno che - in questo senso il Pubblico Ministero mi deve dare anche un
conforto - a meno che non siano ancora coperti da attività istruttoria...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no.
GIUDICE - ...avrei bisogno di sapere...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, dottore, sono stato già condannato in
primo grado per l'omicidio D'Angelo awenuto a Palermo...
GIUDICE - Siccome mi ha testé detto, poc'anzi, che c'era un nome che non poteva
fare perché...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, quello riguardo alle armi. In effetti è una
persona in carcerazione...
GIUDICE - No, no, non lo voglio sapere, però voglio... vorrei sapere, a questo punto,
quali sono gli omicidi e gli atti diciamo importanti dal punto di vista criminale...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - ...che lei ha posto in essere in questo periodo, quantomeno fino al luglio
2008.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sono stato coinvolto, come ho già detto, e
condannato in primo grado, per quanto riguarda l'omicidio D'Angelo awenuto a
Palermo nel 2006.
GIUDICE - Omicidio D'Angelo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. E prima, nel 2000, a ottobre del 2000, sono
stato coinvolto nell'omicidio Tocco awenuto a Terrasini.
GIUDICE - Ottobre...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ottobre del 2000.
GIUDICE - Del 2000. Lei sa perché venne ucciso questo Tocco?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, sì. Tocco venne ucciso perché, diciamo, era
ritenuto il primo responsabile della scomparsa di Giuseppe Di Maggio, nel senso che -
a quello che hanno voluto far credere diciamo i Lo Piccolo, perché io sinceramente ho
dei dubbi, personalmente, comunque questi me li tengo per me - il Tocco sarebbe
stato l'autore dell'appuntarnento dato a Giuseppe Di Maggio e alla successiva
scomparsa.
GIUDICE - Di Maggio Giuseppe chi era esattamente?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Di Maggio Giuseppe è il Catello di Gaspare Di
Maggio e figlio di Procopio Di Maggio, di Cinisi.
GIUDICE - Invece per l'omicidio D'Angelo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Per l'omicidio D'Angelo è stato purtroppo un
errore di persona, anche se io diciamo non ho preso parte alla fase esecutiva, perché
ero in appoggio con una macchina che aspettavo le persone che l'hanno commesso per
portarle via. E' stato un errore di persona.
GIUDICE - Questo è accaduto nel duernila... ha detto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - 2006, agosto del 2007.. 2006, dottore.
GIUDICE - E cioè? Cosa è successo esattamente in quel caso?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E' successo che si doveva, per disposizione di
Salvatore Lo Piccolo, si doveva assolutissimamente trovare Lino Spatola, personaggio
di Serracavallo di Tommaso Natale, che a dire del Lo Piccolo, diciamo, aveva tramato
con l'allora reggente Rotolo, il famoso procedimento Gotha. Dalle intercettazioni che il
Lo Piccolo, non so come, ha avuto in tempi abbastanza veloci, ha saputo determinate
cose di persone coinvolte e lui assolutissimamente voleva liberarsi di questa persona
perché sapeva per certo che aveva contattato... aveva avuto contatti con Rotolo per
cercare di arrivare a lui.
GIUDICE - Cioè, questa persona voleva uccidere Lo Piccolo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - O almeno...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE - ...era questa la valutazione che Lo Piccolo faceva.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, era...
GIUDICE - Sulla base delle intercettazioni telefoniche...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E lui...
GIUDICE - ...che aveva avuto e che quindi erano state fatte in uno dei tanti processi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Aveva un molo, questo Lino Spatola ha avuto
anche un ruolo in questo incontro con Rotolo, perché hanno parlato e allora lui s'è reso
conto che questo era una persona...
GIUDICE - E quindi ha organizzato una spedizione...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si, lo...
GIUDICE - ...p unitiva.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, lo voleva... lo doveva uccidere.
GIUDICE - Lo doveva uccidere.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si. Ora, in quel periodo, che noi siamo scesi
diverse volte a Tomrnaso Natale per cercare questa persona, anche se io personalmente
non lo conoscevo, la persona che dice di conoscerlo, anche se da molti anni non lo
vedeva, era Gaspare Di Maggio. E si è preso questo impegno con Salvatore Lo
Piccolo. Diverse volte scendiamo a Tommaso Natale e non riusciamo in alcun modo a
vedere questa persona. Poi successivamente sappiamo che questa persona è ricoverata
in ospedale e cose, quindi non poteva essere presente. Dopo una settimana di andare e
venire da Tomrnaso Natale decidiamo di scendere di nuovo, perché c'erano pressioni
da parte del Lo Piccolo che assolutamente si doveva fare questo omicidio. Come ho
già detto, Gaspare Di Maggio, convinto che fosse la persona indicata, cioè Spatola...
praticamente hanno ucciso una persona innocente, che non c'entrava niente
completamente con questa cosa. E questo è un po' il sunto del...
GIUDICE - Quindi stiamo facendo praticamente riferimento all'omicidio di quel
famoso pensionato...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, sì.
-
GIUDICE ...che stava leggendo il giornale e godendosi il sole...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Nel fì-uttivendoloa Tomrnaso Natale.
GIUDICE - ...seduto vicino al fnittivendolo, che fu raggiunto dai killer e ucciso e che...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, in maniera plateale.
GIUDICE - ...in maniera plateale e che fu un errore...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
-
GIUDICE ...p lateale di persona.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Prima del passaggio a livello.
GIUDICE - Sì. Questo è il fatto che lei...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
-
GIUDICE ...a cui ha fatto riferimento.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Quindi abbiamo parlato di estorsioni, abbiamo parlato di armi, abbiamo
parlato di due omicidi. In questo periodo, dal 2000... diciamo dal 2000 al 2008,
quando è stato arrestato, questi sono sostanzialmente le cose che lei ha posto in
essere...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...p er Cosa Nostra o c'è qualcosa di più?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì... no, questo, la cassa del paese, le armi,
tutto quello che io, diciamo... l'ho passato già con le varie tappe che ho fatto.
GIUDICE - Lei ha detto già che deteneva la cassa.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Che era il fi-utto, diciamo...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Delle entrate, le estorsioni del paese.
GIUDICE - ...il prodotto delle entrate in materia di estorsioni.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - E questo era il quadro.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, sì.
GIUDICE - Lei ha già detto... geograficamente un po' ha fatto riferimento alla
circostanza che lei operava in Cinisi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, si.
GIUDICE - Io le faccio una domanda: ma Cinisi in quale area geografica si collocava
per Cosa Nostra?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cinisi, da quello che so io, diciamo era alle
dipendenze della... della parte occide... nel senso, diciamo, Salvatore Lo Piccolo da
Tommaso Natale, andando verso Isola, Capaci, Torretta, Carini, Cinisi, erano tutti
paesi di competenza del Lo Piccolo, in questo frangente che stiamo elencando, perché
lui era il responsabile allora, in questo momento.
GIUDICE - E lei ha detto una cosa, una parola che mi suscita un'altra domanda: "di
competenza".
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Ma che vuol dire "competenza"? Cioè "di competenza", quando... io sono
competente come Giudice delle indagini per i fatti che riguardano il circondario di
Palermo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì. Perfetto.
GIUDICE - Perché qualcuno me l'ha detto...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...che questo è il mio lavoro, no? che questa è la mia... non devo arrivare a
Termini Irnerese, per...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
-
GIUDICE ...per essere concreti. E a lei chi...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Chi me l'ha detto?
GIUDICE - Il corrispondente del mio Ufficio...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora...
GIUDICE - ...che le dice che non può andare a Termini Imerese per lei qual era?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora, dottore, a me... non ci siamo seduti
assieme a Salvatore Lo Piccolo e mi ha detto "io sono competente fino a Cinisi",
oppure "fino a Terrasini".
GIUDICE - Eh.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Il discorso è abbastanza semplice, nel senso che
tutte, per dire, i lavori e le situazioni che si svolgevano, che ne so, in territorio di
Cinisi e di Carini e lui aveva contatti, smistava biglietti con Carini; contatti a Capaci,
qualche volta l'ho accompagnato pure io, per dire, a qualche posto; e io lo capivo
benissimo che erano, insomma, situazioni e zone... una volta m'ha detto "si deve fare
I
un segnale" - per dire - "a Isola delle Femmine" - dice - "ci puoi andare tu a fare
questa cosa, così e così"? Non è che uno, dico, che non ci compete quel temtorio,
decide e va a fare un segnale. Owiamente c'era un interesse diretto della persona.
GIUDICE - Si, ma lei con i Lo Piccolo ebbe mai a parlare, diciamo, delltarea di
giurisdizione, di competenza entro la quale lei si muoveva, si poteva muovere e
che non doveva oltrepassare?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, in maniera specifica no, però
capivo benissimamente, per dire, che Partinico era una situazione... è stata
sempre una polveriera, nel senso che è una situazione sempre in evoluzione e lui
...
non poteva non poteva mai venirne a capo, nel senso che lui avrebbe voluto,
come hanno fatto allora con Lo Iacono, che poi è stato ucciso, sapevo che era una
persona che era stata messa diciamo col volere suo e poi, a quanto ho saputo da
Provenzano, a Partinico; ma è durato, diciamo, poco, perché Partinico è stata
sempre una... dopo, diciamo, che sono frnite quei famosi personaggi, diciamo, di
figure di spicco che cterano una volta, Partinico, dalltawento dei Vitale, eccetera,
eccetera, è diventata una situazione un pochettino ...
GIUDICE - Senta, lei ha mai sentito parlare del mandamento?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io ho tenuto, diciamo, alltinizio a dire una
cosa: che io ufficialmente non sono affiato a Cosa Nostra, anche se - come ho già
detto - ho preso parte a cose abbastanza gravi. Quindi non avevo... diciamo,
anche io per riservatezza mia stessa, non facevo domande perché, per quanto mi
riguarda, mi ritengo discretamente intelligente e capivo, anche senza parlare,
dove diciamo potessi arrivare. Cioè, non ctè stato mai un discorso col Lo Piccolo,
con i Lo Piccolo: "Ma" - per dire - "lei... di Tommaso Natale arriva a
Brancaccio, dalla parte di là"?
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Oppure "di qua arriva fino a Terrasini? Fino
a..."? Non c'è stato mai, perché bene o male dal passaggio dei pizzini e da qualche
argomento, qualche situazione, alle volte... capivo benissimo, per dire, che c'era una
forma di limite, o quantomeno di condizionamento perché non era una situazione che
lui l'aveva sotto controllo, va'.
GIUDICE - E allora arriviamoci da albo... da altro verso, perché evidentemente la
mia... è anche la mia domanda forse difettosa per la comprensione delle cose. Allora,
lei ha... mi ha detto che ha avuto modo di seguire i Lo Piccolo e di, come posso dire...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora...
GIUDICE - ...di...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - No, un attimo che pongo la domanda... ...di accompagnarli nelle loro...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Anche.
GIUDICE - ...nei loro movimenti.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Anche.
GIUDICE - Ha mai avuto modo di condurre i Lo Piccolo presso altri soggetti di altre
famiglie, comunque in qualche modo geograficamente vicine a quella in cui lei
lavorava in Cinisi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Certo.
GIUDICE - Lavorava sempre... criminosamente lavorava.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Diciamo sì. Allora, dottore, io ho accompagnato
il Lo Piccolo a Capaci; ho accompagnato il Lo Piccolo in territorio di Torretta, negli
anni ancora, diciamo... per incontri, per i fatti suoi; l'ho accompagnato a Palermo;
mentre... nella latitanza, parliamo nell'arco tra il 2000 e il 2002, questi incontri. Poi,
per quanto riguarda diciamo la mia posizione più intrinseca, diciamo, con i Lo Piccolo,
era più che altro volta a curare l'aspetto dello smistamento dei pizzini. Me ne occupavo
a tempo pieno, tant'è che io il periodo, quando loro si spostavano, che li
accompagnavo anch'io, nel territorio di Caste1 Vetrano, precisamente a Triscina, dove
loro trascorrevano l'estate, io - a cadenza settimanale, anche due volte a settimana -
andavo a trovarli perché avevo dei pizzini che mi davano e mi dicevano "sono
urgenti". Allora io mi mettevo sopra la moto e li andavo a consegnare. Loro
guardavano, per dire, quelli più urgenti urgenti e mi dicevano "aspetta qualche ora
perché dobbiamo dare le risposte e te le porti". Quando ci andavo il fine settimana, io
stavo il sabato e la domenica e dormivo pure là, e loro avevano il tempo di scrivere le
varie risposte e cose, e mi portavo le risposte per...
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Quindi più che altro questo era il mio approccio
diretto. Comunque questo tipo di contatto.
GIUDICE - Comunque lei ha detto che l'ha accompagnato a Torretta, Capaci,
Palermo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
GIUDICE - Per esempio, per quanto riguarda le famiglie di Palermo...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - ...p arliamo della famiglia di Resuttana.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - Lei ha mai avuto rapporti con esponenti della famiglia di Resuttana?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ma io i rapporti... in maniera ufficiale io
non potevo avere rapporti, per dire... però io, per dire, ho consegnato un
passaggio nel 2005, un biglietto da parte di Salvatore Lo Piccolo a Diego Di
Trapani.
GIUDICE - A chi? A Diego Di Trapani?
COLLABORATORE BRIGUGLIO-A Diego Di Trapani. Diego Di Trapani ...
GIUDICE - Quindi questo nel 2005.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Nel 2005. Diego Di Trapani io non è che lo
so perché Salvatore Lo Piccolo mi dice a me "Diego Di Trapani è il responsabile
di Resuttana". Io questa cosa ufficialmente non l'ho avuta detta da Salvatore Lo
Piccolo. Ne parlavo con Gaspare Di Maggio e bene o male sapevo: "Per ora c'è
...
Salvo Genova" "per ora lo Zut Diego arrestato"... questo tipo di situazioni
sapevo.
...
GIUDICE - Quindi però un attimo solo, perché lei ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ne avevo conoscenza indiretta io.
GIUDICE - Lei mi ha parlato di Di Trapani quando era suo datore di lavoro, per
quanto riguarda ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
-
GIUDICE ...il...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
GIUDICE - ...cosa erano, i camion, ha detto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - L'autista facevo, si, di camion.
GIUDICE - Ora, esattamente per la Poliedil. Giusto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - Oh. Però nel 2005 gii porta un bigliettino di Salvatore Lo Piccolo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Di Salvatore Lo Piccolo, si, questo è.
GIUDICE - Lei conosceva il contenuto di quel bigiiettino? ,
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, io non lo conoscevo, però, parlando poi
con Gaspare Di Maggio, so che era inerente al fatto che Diego assumeva la
reggenza... ripeto, discorso che mi è stato riferito da Gaspare Di Maggio, che
Salvatore Lo Piccolo aveva ricevuto indicazioni - indicazioni - di mettere Diego
Di Trapani come reggente di Resuttana.
GIUDICE - Quindi era un biglietto, diciamo, importante, perché ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, infatti.. .
...
GIUDICE - era quello di investitura.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si, si. Infatti la risposta Diego Di
Trapani me la fece avere, diciamo, quasi subito, per farla avere a Salvatore Lo
Piccolo.
GIUDICE - E si ricorda che risposta le diede, diede Di Trapani Diego?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, io Diego Di Trapani non lo vidi
direttamente.
GIUDICE - No. Allora, Diego Di Trapani dal 2005...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perché aveva gli arresti domiciliari, aveva
la sorve... una cosa del genere, non potevo andarlo a trovare.
GIUDICE - E questo è stato l'unico contatto con esponenti della famiglia Di
Trapani che lei ha mediato o del quale conosce, in virtù dei rapporti intrattenuti
di ausilio ai Lo Piccolo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, dottore, io... aliora, l'ultimo incontro
che io ebbi tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003, ricordo perfettamente che
..
Totuccio Lo Piccolo mi diede un biglietto, che io dovevo. un biglietto che io
dovevo recapitare a Maria Angela Di Trapani.
GIUDICE - No, un attimo, si deve fermare. 2003?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, inizio 2003.
GIUDICE - Questa è la prima volta che lei fa riferimento a questo nome e tra
l'altro è un nome femminile.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, vengo subito... allora, so anche il
contenuto perché? Perché la signora Di Trapani si era raccomandata presso Lo
Piccolo affinché intervenisse sul territorio di Carini, ove c'era un'azienda che
faceva diciamo dei mobili e vetrine per attivith commerciali tipo bar, vetrine per
cose, e aveva chiesto l'intervento di Salvatore Lo Piccolo, attraverso la famiglia di
Carini, affinché potesse avere uno sconto e un favore nel pagamento di questi
mobili, diciamo. Questo era il contenuto della cosa, perché il Lo Piccolo me ne
accennò. Dice "faglielo avere". Quindi questo era il discorso.
GIUDICE - Mi faccia capire. Quindi la signora ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Aveva chiesto questo favore.
GIUDICE - ...
Di Trapani Maria Angela ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
GIUDICE - ...
la quale era chi esattamente? Cioè, che ruolo... perché ha lo stesso
cognome del Di Trapani Diego, ma...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, ruolo... a me non mi risulta che abbia
un ruolo la signora Di Trapani. Ripeto, aveva chiesto questa cosa e Salvatore Lo
...
Piccolo disse: "Franco" - dice - "tu ci puoi arrivare a farci avere questo questa
risposta che mi ha chiesto, questa cortesia"? Per dirgli che era a posto, che già lui
aveva provveduto, eccetera, eccetera. So il contenuto perché me l'ha accennato
Salvatore Lo Piccolo.
GIUDICE - Ma, dico, il rapporto che legava la Maria Angela Di Trapani al Diego
Di Trapani lei lo conosceva?

l 154
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, zio e nipote sono. Maria Angela è
nipote di Diego, diciamo.
GIUDICE - La Maria Angela è nipote di Diego.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E' nipote di Diego Di Trapani.
GIUDICE - Di Diego. Ma le risulta che la Maria Angela, per esempio, fosse anche
moglie di...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì, è sposata ...
...
GIUDICE - di Salvino Madonia?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, è sposata con Salvino Madonia. Però,
da quello che mi risulta a me, diciamo, non aveva alcun ruolo o altri tipi di
contatti e cose non mi risultano a me, dottore.
GIUDICE - Senta, lei è l'unica... l'unica circostanza nella quale ha avuto modo di
parlare o di trattare con la Maria Angela Di Trapani?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì. C'è stato questo passaggio, come ho
...
già detto, inerente a questa cosa, perché non mi risultano altri tipi di
GIUDICE - Allora, però lei è stato sentito 1'11 di marzo del 2009 dalla Procura
Antimafia ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...
di Palermo. Allora lei in verità ha detto un qualcosa di più rispetto
a quello che almeno ho sentito fino adesso. Queste sono le sue parole: "So che
Maria Angela Di Trapani è interessata alla gestione del Bar Sòfia" - penso Sofia,
boh - "sito".. .
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì sì...
GIUDICE - ..."sito di fronte all'ospedale Villa Sofia. In particolare sono al
corrente del fatto che la Di Trapani aveva scritto una missiva a Salvatore Lo
Piccolo per avere un sostegno per i lavori di ristrutturazione del medesimo bar.
Con tale missiva, il cui contenuto mi era stato rivelato da Salvatore Lo Piccolo, la
Di Trapani aveva chiesto di poter avere uno sconto per la ristrutturazione degli
infissi e anche di poter pagare i fornitori con lunghe scadenze. I1 Lo Piccolo aveva
risposto alla Di Trapani incaricandomi di recapitarle una sua missiva. Conosco
da tanti anni la..DiTrapani. Ho avuto conferma delltinteressamento anche dalla
famiglia mafiosa di Carini ed in particolare da Vincenzo Pipitone, che si era
adoperato in tal senso. Mi risulta inoltre che un cugino acquisito della Di
Trapani, tale Pietro, persona incensurata, era stato incaricato di occuparsi dei
beni immobili da loro detenuti a Cinisi". E quindi ctè poi la sua ricognizione
fotografica della Di Trapani.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Quindi, diciamo, qua sembra che ci sia un altro episodio, perché lei il
primo episodio a cui ha fatto riferimento è - a quanto ho capito - quello del
negozio.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, questo, il bar, dottore, le vetrine e
cose erano inerite... io ho sintetizzato.
GIUDICE - Ah, le vetrine erano relative a questo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì sì, sì. Questo, sì.
GIUDICE - Ma non è. non sono due fatti, diciamo, diversi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, dottore. Era questo il...
GIUDICE - Sì. Ma io... la domanda che io ho da farle è: perché la Maria Angela
Di Trapani aveva bisogno di Salvatore Lo Piccolo per questo tipo di intervento?
Mi spieghi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io credo che sia stata indirizzata a
rivolgersi a lui nel senso che Salvatore Lo Piccolo praticamente a Carini ha
persone molto vicine a lui e quindi era la persona più indicata affrnché potesse
arrivare, diciamo, a risolvere questo obiettivo che lei aveva del locale, del
pagamento e cose, quindi...
GIUDICE - Mi scusi, mi scusi, mi scusi, perché bisogna essere - diciamo -
coerenti.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Lei ha descritto uno scenario non da apocalissi, ma insomma, vicino,
...
cioè di omicidi, di armi, di Kalashnikov
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh.
- ...
GIUDICE di calibro 9 lunghe e via dicendo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh, questo è.
GIUDICE - NO?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Uno scenario di estorsioni, situazioni delinquenziali di altissimo
livello...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
...
GIUDICE - che riguardavano Salvatore Lo Piccolo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Dopodiché c'è questa circostanza. Io le chiedo perché la signora Di
Trapani entra in contatto con Salvatore Lo Piccolo, trattandosi pur sempre della
moglie di Salvino Madonia, che lei mi ha detto di conoscere, conosce...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, Salvino Madonia io non lo conosco.
GIUDICE - Non l'ha mai conosciuto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO, no, assolutamente, non l'ho detto che
lo conosco.
GIUDICE - Ma sapeva che era...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sapevo che era la moglie, ma io non l'ho
mai conosciuto Salvo Madonia.
GIUDICE - Ma sapeva di Salvino Madonia che fosse...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - I1 marito della Di Trapani.
GIUDICE - Si, non solo il marito, ma che fosse un uomo...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, si...
- ...
GIUDICE d'onore...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, sì.
- ...
GIUDICE della famiglia di Resuttana, dico, che avesse...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Indirettamente lo sapevo, dottore.
GIUDICE - Lo sapeva.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Indirettamente.
GIUDICE - E quindi io le pongo una domanda, diciamo, che è assai semplice ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
-
GIUDICE ...in questo contesto storico che lei ha descritto.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Per quale motivo, voglio dire, rivolgersi a un uomo di tale calibro e
di tale spessore in Cosa Nostra, per risolvere una questione che riguardava, scusi,
l'Ospedale di Viiia Sofia? E' una domanda che...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO ...
- ...
GIUDICE che sorge un po' spontanea, no?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - L'Ospedale di... l'ospedale di Villa Sofia
e...
GIUDICE - Non l'ospedale, il bar.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - I1 .bar di Villa Sofia, cioè, se... lei
praticamente cosa chiede al Lo Piccolo? Di intervenire affinché possa avere uno
sconto e un favore nel pagamento, dilungarsi nel pagamento di questi mobili o
vetrine che doveva comprare. Questo è il discorso che mi disse a me Salvatore Lo
Piccolo. "Questa è la risposta, fagliela avere e così gli dico praticamente che è
tutto a posto".
GIUDICE - Quindi questo è quello che lei sa.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io so questo, dottore.
GIUDICE - E' soltanto questo che può dire.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Non ho assolutamente.. .
GIUDICE - Però, scusi, da questo però devo trarre il convincimento che se la
signora Maria Angela Di Trapani chiese questo a Salvatore Lo Piccolo doveva
...
sentirsi in qualche modo non dico... non so se proprietaria, non so se è la parola
...
giusta, ma in qualche modo titolare di questo di questo bar, di questo esercizio
commerciale di fronte all'ospedale di Villa Sofia.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Dottore ...
GIUDICE - Perché a quale titolo tu chiedi un intervento del Lo Piccolo per un
qualcosa che nemmeno è tua?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io questa cosa, se era titolare o era inte...
...
io so che c'era questo interesse, però non so i particolari, se era titolare, perché
GIUDICE - Non sa nient'altro.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, non mi è stato detto e non ho chiesto.
GIUDICE - Va bene. Senta, lei in questo verbale fa riferimento anche a un tale
Pietro Pizzo, del quale riconosce la fotografia, quando dice: "Mi risulta inoltre
che un cugino acquisito della Di Trapani, tale Pietro, persona incensurata, era
stato incaricato di occuparsi dei beni immobili da loro detenuti a Cinisi". E poi
nella fotografia riconosce quello che è Pietro Pizzo. Mi fa capire chi era questo
Pietro Pizzo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora... allora, il Magistrato a me mi
chiede, in una prima fase: "Lei conosce Piero Pizzo"? A me il nome non mi dice
niente. Successivamente mi fa vedere la foto: "Sì, lo conosco". Dice: "Ma lei
m'aveva detto"... "I1 nome non m'ha detto niente, ma lo vedo in foto e lo
riconosco. E' cugino acquisito di Maria Angela Di Trapani". Dice: "Ma è una
persona che è immischiata in situazioni"...? "No, so che si presta, lo utilizzano
per sbrigare le cose inerenti, diciamo, a proprietà, a contattare avvocati,
Tribunale e cose".
GIUDICE - Allora. ..
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Questo è stato il mio discorso, dottore.
GIUDICE - Io capisco che lei possa anche non... avuto riguardo anche.. .
(sovrapposizione di voci)
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no...
GIUDICE - No, dico, possa anche non sapere qual & la differenza tra un
prestanome e...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, non l'ho detto mai io prestanome.
GIUDICE - E appunto le dico...
COLLABO&4TORE BRIGUGLIO - Ho detto "è stato preso'' ...
GIUDICE - "E' uno che"... siccome lei ha detto "è uno che si presta" o ho sentito
male io?
..
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si presta e viene. e lo utilizzano loro per
...
sbrigarsi tutte le situazioni di fallirne... cose fallimentari
GIUDICE - In siciliano diremmo u ' spicciafacende, giusto?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh si, in questo senso io ho risposto, ma
non assolutamente di pre...
GIUDICE - E non so nemmeno se ci sia una traduzione, diciamo, con...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Forse mi sono espresso male, ma...
...
GIUDICE - aulica della...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, ma no...
GIUDICE - ...
della parola. E' colui che è addetto a espletare tutte le questioni che
riguardano l'amministrazione di una... (sovrapposizione di voci)
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, perché era l'unico uomo allora libero,
..
nel senso cioè che avevano disponibile, perché quello arrestato, quello. questo
era il discorso che ho fatto io...
GIUDICE - Ma allora andiamo ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO assolutamente. - ...
GIUDICE - Andiamo a una chiarificazione ulteriore. La Maria Angela Di
Trapani...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - ...
le parlò di Pietro Pizzo, poi individuato come Pizzo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, assolutamente.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Assolutamente.
GIUDICE - No. E allora da cosa trae il fatto che questa persona sbrigasse per la
Maria Angela Di Trapani ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perché una volta, parlando con la signora,
...
dice "l'unico uomo che abbiamo per ora"... con la signora la madre di Maria
...
Angela "l'unico uomo che abbiamo per ora che ci sbriga le nostre situazioni è"
- mi dice - "mio nipote Piero". Questo è il discorso, dottore.
GIUDICE - Ah, ho capito.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Non ci sono...
GIUDICE - Quindi la madre di Maria Angela Di Trapani ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Non ci sono altri discorsi.
GIUDICE - I1 nome se lo ricorda?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Eh... Rosetta mi pare che si chiami.
GIUDICE - Rosetta.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si.
GIUDICE - La quale era sposata con chi? Lo sa?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Con Francesco Di Trapani, buonanima.
GIUDICE - Con Ciccio Di Trapani.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cioè, questo è stato messo (parole
incomprensibili). "Se fosse interessato, oppure sa se è intestato o non è
...
intestato" Ci dissi: "A me non mi risulta. So che ci sbriga le situazioni, diciamo,
inerenti a tutte queste problematiche che hanno loro, visto che è l'unico uomo che

... ...
GIUDICE - Questo questo è soltanto quindi le fu riferito dalla madre di
Maria Angela Di Trapani ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì no, ma di altre...
GIUDICE - ...p er dire "abbiamo ormai disponibile soltanto questa persona
che1'. ..
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E cose lecite fra l'altro, non...
GIUDICE - Si.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perché a me non mi risulta assolutamente
di altre cose.
GIUDICE - Va bene. Questo è sostanzialmente quanto è tra l'altro sintetizzato
nel verbale... Lei per esempio con i Fontana, con l'Acquasanta ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no.
GIUDICE - ...ha mai avuto rapporti?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no, dottore, nessunissimo rapporto.
GIUDICE - Galatolo?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO...
GIUDICE - Mai avuti.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - ...una volta è venuto a trovarmi uno di questi
Galatolo, nel periodo che io lavoravo ancora al Cede Sisa, che ha fatto... ha voluto un
appuntamento con Vincenzo Pipitone di Carini. E mi sono prestato, diciamo, a
contattare Vincenzo Pipitone e a fare incontrare uno dei Galatolo con Pipitone.
GIUDICE - Con...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Con Vincenzo Pipitone.
GIUDICE - Che era uomo d'onore anche lui?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, reggente di Carini era.
GIUDICE - Dirigente...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Reggente di Carini.
GIUDICE - Reggente della famiglia di Carini. Avete domande? Nessuno ha domande?
A W . MISURACA - Sì, Presidente, io ho una domanda.
GIUDICE - Awocato, l'ascolto.
A W . MISURACA - Sono l lawocato Misuraca per Di Trapani Michele. Signor
Briguglio, lei conosce Di Trapani Michele?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si, si, lo conosco, si.
A W . MISURACA - Da quanti anni lo conosce?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Da una vita, dagli anni Ottanta.
A W . MISURACA - Di Trapani Michele è un uomo d'onore?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - A me ufficialmente non mi risulta.
Indirettamente so che per un periodo di tempo ha retto a Cinisi questo ruolo, ha
avuto questo ruolo.
A W . MISURACA - In che periodo? Fino a quando?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ma, il periodo del '95-'96. Questo ruolo lui
-
l'ha avuto affidato sempre, ripeto, cose che mi sono state riferite da Gaspare Di
-
Maggio, io non ho cognizione diretta di questa cosa da1 '95-'96, che era co-
reggente assieme a Gaspare Di Maggio. I1 periodo fino a quando, non lo so con
certezza.
A W . MISURACA - Questo fatto awenne nel '95-'96. E approssimativamente lei
non mi sa dire fino a quando?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sinceramente no. Almeno fino... frno...
fino.. . fino alla data dell'arresto, perché poi Michele Di Trapani ha una condanna
definitiva, forse, riguardante il maxi processo, se non ricordo male, e lui manca
fino al 2002, se non ricordo male.
A W . MISURACA - E allora possiamo dire che lo è stato fino a quando è stato
arrestato?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
AW. MISURACA - Grazie.
GIUDICE - Awocato, me la suggerisce lei la domanda ulteriore, che purtroppo
devo fare, a questo punto. A me dispiace, ma è lei che... perché veramente vi
avevo dato... Ascolti, questa domanda dell'awocato suggerisce una riflessione che
può avere una risposta: ma scusi, ma perché si può entrare in Cosa Nostra e
uscirne, come se fosse una porta scorrevole, o un albergo, quando uno vuole
entra, quando vuole esce? Mi faccia capire, perché io non ho capito come ci si
entra, sulla base della sua dichiarazione oggi.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora, dottore ...
GIUDICE - Nel senso che ho capito che secondo me 'sta santina per alcuni brucia
e per alcuni altri no, ma la mano, bruciata o non bruciata, spara sempre. Le
piacerà sicuramente questa immagine: mano bruciata o non bruciata spara
sempre. Adesso apprendiamo da lei che si può entrare e uscirne quando si vuole.
Allora mi faccia capire, e faccia capire a noi tutti, soprattutto all'awocato che ha
posto la domanda: quando si entra, quando si esce, come si entra e come si esce.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora, dottore, io - come ho già detto - io
sono a conoscenza, perché mi è stato riferito da Gaspare Di Maggio, questo
particolare: "Un giorno mi vengono a trovare al rifornimento di benzina Pino
-
Guastella e Nicola Di Trapani siamo tra il '95 e il '96, se non ricordo male - e mi
dicono: "Tu sei disponibile'' - queste le parole di Gaspare Di Maggio - "tu sei
...
disponibile a gestire a gestire il paese assieme a mio zio Michele"? Gaspare Di
Maggio: "Io non ho problemi". Questo è quello che io ho detto. Non ho detto
...
altro dottore. Non ho detto "si entra" o "non si esce". Io questo qui
GIUDICE - No, un attimo, la mia domanda era diversa ed era suggerita dalla
domanda dell'awocato. Siccome I'awocato le ha detto: "Ma quest'uomo" e ha ...
fatto il nome e il cognome, Michele Di Trapani ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì si.
...
GIUDICE - che io fino adesso nemmeno le avevo chiesto, attenzione ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, me l'ha chiesto e io ho dato una
risposta. Io non lo so.
GIUDICE - Quindi chi sia Michele Di Trapani, sulla base delle sue dichiarazioni,
adesso dovremo a questo punto capirlo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Dottore...
GIUDICE - Eh, un attimo solo.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
...
GIUDICE - Dunque, le ha chiesto: "Si può" cioè "si può pensare che questa
persona, che lei ha affermato essere stata in Cosa Nostra, in un periodo specifico
chc ha indicato dal 1995 al"...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Io ho ...
GIUDICE - Mi faccia arrivare.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Perché poi arriva la domanda...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì, sì.
GIUDICE -...e si capisce; non sovrapponiamo le voci...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Va bene.
...
GIUDICE - e la trascrizione viene chiara chiara. Mora, a questa domanda lei
ha risposto: "Mi risulta che quest'uomo, Trapani, Di Trapani Michele"...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Mh.
GIUDICE - ..."fosse uomo d'onore, reggente" - ha detto - "della famiglia di"...?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cinisi.
GIUDICE - ..."
di Cinisi, sicuramente nel 1995 e 1996. Che per questa
appartenenza a Cosa Nostra sia stato condannato" - lei ha detto...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, no, no. Io ho detto che Michele Di
Trapani ha scontato una condanna definitiva. Poi è mancato... nel maxi processo,
dottore...
GIUDICE - Mi scusi, che ho detto? Ho detto una cosa diversa?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - No, lei dice...
GIUDICE - Ho detto che è stato condannato. Lei mi dice...
...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ah, in precedenza sì, si, sì. Al maxi
processo, perché ...
GIUDICE - Stiamo dicendo la stessa cosa.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Eh.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ed è mancato fino al 2002, ora l'anno
preciso non lo so.
GIUDICE - "E' mancato"...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - (sovrapposizione di voci)
-
GIUDICE ...in italiano vuol dire che muria, come si dice in siciliano.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - E' mancato dal...
GIUDICE - E' mancato nel senso che non ha più frequentato il libero territorio...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
- ...
GIUDICE ma stava nella Casa Circondariale.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto.
GIUDICE - Quindi diciamo che è stato detenuto, non è mancato.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Perfetto, si. Si sta...
GIUDICE - Fermo un attimo. L'avvocato le ha posto una domanda che io adesso
raccolgo, faccio mia.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - E gliela pongo. Dice: "Ma si può dire che quindi sia stato mafioso
...
sostanzialmente fino alla data in cui è uscito da .galera, punto e basta"? Questo
le ha fatto la domanda.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Allora...
GIUDICE - A questa domanda io non ho capito lei... ho capito bene, awocato?
A W . MISURACA - No. Veramente, Presidente, io non ho fatto questa domanda.
GIUDICE - Allora ho capito male. Allora la rifaccia la domanda.
A W . MISURACA - La mia domanda è stata molto semplice: se gli risultava che
il Michele Di Trapani fosse un uomo d'onore. E il teste ha risposto che per quella
che è la sila conoscenza indiretta è stato co-reggente con Di Maggio Gaspare fino
a quando è stato arrestato una prima volta. Per me questa risposta è esauriente.
GIUDICE - E' esauriente. Quindi ...
A W . MISURACA - E a questo punto può essere pure che ho bisogno di un'altra
domanda in base alla domanda che ha fatto lei.
...
GIUDICE - E io gliela ora ne facciamo un'altra. Però la risposta alla sua
domanda, cioè se fosse o meno un uomo d'onore, se le mie capacità uditive mi
aiutano, la risposta è sì. O ho capito male?
A W . MISURACA - La risposta è: è stato co-reggente con Gaspare Di Maggio...
GIUDICE - No, no, un attimo.
-
A W . MISURACA ...fino a quando è stato arrestato.
GIUDICE - NO,un attimo, un attimo.
A W . MISURACA - No...
GIUDICE - I1 problema è se era o no uomo d'onore.
AVV. MISURACA - No, no...
GIUDICE - La co-reggenza - scusi - è la differenza tra lavorare in banca ed
essere direttore della banca.
A W . MISURACA - Presidente, questo ...
GIUDICE - La risposta è: "Ha lavorato in banca"? "Ha lavorato in banca". I1
problema poi è se è stato pure direttore di banca, adesso lo vedremo.
A W . MISURACA - Benissimo. Ma io posso fare tutte le domande che voglio, poi
bisogna attenersi..
GIUDICE - Lei può fare... l'ho limitata?
A W . MISURACA - ...bisogna attenersi alle risposte del teste.
GIUDICE - Ho capito.
A W . MISURACA - I1 teste ha detto: co-reggente con Di Maggio Gaspare. E per
me questa risposta va bene.
GIUDICE - Sì. E però approfondiamo.
AW. MISURACA - Possiamo approfondire.
GIUDICE - No, dobbiamo.
A W . MISURACA - Prego.
GIUDICE - Tra facoltà e obbligo c'è una differenza. E dobbiamo farla.
A W . MISURACA - Mi scusi, questa domanda me la sarei pure aspettata prima
ma a questo punto, visto che nessuno gliel'ha fatta, gliela faccio io.
GIUDICE - Chi gliel'ha detto che non avrei ...
A W . MISURACA - Voglio andare fino in fondo io.
GIUDICE - Chi gliel'ha detto che non l'avrei fatta?
A W . MISURACA - Prego?
GIUDICE - Chi gliel'ha detto che non l'avrei fatta la domanda?
A W . MISURACA - No, io non sto parlando di lei, sto parlando anche dei... dei
verbali che sono agli atti.
GIUDICE - Va bene. Allora. ..
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Prego, dottore.
GIUDICE - Torniamo alla domanda. Dunque, sicuramente tra il 1995 e il '96,
sicuramente secondo la sua ricostruzione...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
...
GIUDICE - non sicuramente in senso oggettivo universale ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Secondo quello che mi è stato riferito.
GIUDICE - No, non deve parlarmi sulla voce mia perché io sono in fase post-
...
prandiale anch'io e potrei essere confusionario, quindi Allora, secondo la sua
ricostruzione il Di Trapani Michele dal 1995 al 1996 rivestiva il ruolo di co-
...
reggente della famiglia di ?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Cinisi.
GIUDICE - Cinisi. Dopodiché entra in prigione, viene condannato, come lei mi
ha detto, subisce la sorte processuale che subisce. Il dato successivo è oggetto di
domanda specifica. In relazione al periodo successivo, perché lei viene arrestato,
come mi diceva, il 31 luglio del 2008...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Sì.
GIUDICE - Oh. Quindi in un periodo, diciamo, molto più attuale, più
contemporaneo dei fatti che ha raccontato, che sono 1995 e '96. Oh. Le risulta per
questi fatti più attuali, una presenza, una circostanza, un fatto che possa oggi
permettere a lei di affermare che Di Trapani Michele avesse svolto funzioni in
Cosa Nostra in forma di rappresentante o spendendo il nome della famiglia di
Resuttana...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO.
-
GIUDICE ...p er la quale in passato aveva svolto il ruolo di reggente?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - NO.
GIUDICE - Oh. Non le risulta.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Presenze successive alla scarcerazione
personalmente non mi risultano.
GIUDICE - Non le risultano. E questa è la risposta che il Giudice sta scolpendo
sulla pietra del processo.
A W . MISURACA - E la difesa ringrazia.
GIUDICE - Ma non deve ringraziare.
A W . MISURACA - Perché doveva fare questa domanda che ha anticipato lei
stesso.
...
GIUDICE - Questi sono i fatti e questi e queste sono le cose che il Giudice ha il
-
dovere di scolpire, in favore di nessuno in favore di nessuno - ma per il puro
amore della verità. Oh. E allora, dunque, parlavamo di Di Trapani Michele. Ma
intanto 'sto Di Trapani Michele chi è? Perché ancora non l'abbiamo detto chi è.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Di Trapani Mi...
GIUDICE - Cioè, che rapporto c'aveva per esempio col Di Trapani Diego, del
quale ha riferito fin dall'inizio della sua dichiarazione?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Michele Di Trapani è il fratello di Diego Di
Trapani.
GIUDICE - E' il fratello di Diego Di Trapani ...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Si.
GIUDICE - ...
e poi?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Ha voluto sapere il dato di parentela e ho
detto che...
GIUDICE - No, e poi, dico, ha altre...? Per esempio, che rapporto aveva con
Ciccio Di Trapani lo sa?
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Fratello di Ciccio Di Trapani.
GIUDICE - Fratello di Ciccio Di Trapani.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Zio di Nicola, se vuole sapere questo. Io li
conosco da un sacco di tempo, però ...
GIUDICE - Li conosce.
COLLABORATORE BIUGUGLIO - Si, si. Ci ho lavorato, bene o male avevo
contatti, ci vedevamo spesso e... li conosco.
GIUDICE - Ma lei li ha conosciuti solo per il lavoro che svolgeva in seno alla
Poliedil o perché sapeva, era rlconosciuto che allora avessero un ruolo importante
in Cosa Nostra?
COLLABORATORE BIUGUGLIO - No, allora, quando lavoravo io con loro, a

*
me non...
GIUDICE - Non le era dato saperlo.
- ...
COLLABORATORE BIUGUGLIO non mi era dato sapere queste cose.
GIUDICE - Va bene. Mi sembra che sia bastevole, almeno per quelle che sono le
sue conoscenze. Suppongo che io non abbia, almeno al momento, altre domande.
Può andare.
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Grazie.
GIUDICE - Se non ci sono... se non ci sono domande. Eh? Non ci...
COLLABORATORE BRIGUGLIO - Buongiomo.
1163
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:

COLLABORATORE SPATARO - Buonasera.


GIUDICE - Per quanto riguarda i suoi dati anagrafici, lei è nato a Palermo il 14 marzo
del 1968.
COLLABORATORE SPATARO - Si, esattamente.
GIUDICE - E' difeso dall'awocato Tranchina, qui presente, difensore di fiducia. Io
preliminmente ho da farle l'ammonimento di rito relativo alle sue dichiarazioni, che
sa che possono essere utilizzate nei suoi confronti, salvo quanto disposto dall'articolo
66 cornrna primo del Codice di Procedura Penale; ha facoltà di non rispondere, ma il
procedimento segue il suo corso; se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri, assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone, salve le
incompatibilità previste dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis del
Codice di Procedura Penale. Chiaramente questa sua facoltà deve essere contemperata
con l'obbligo, diciamo, sottoscritto allorché ha scelto di cooperare con lo Stato nel
programma in cui è inserito. Intende dichiarare?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì, intendo rispondere.
GIUDICE - Intende rispondere. Allora, io ho bisogno di sapere - come primo dato - la
data del suo arresto.
COLLABORATORE SPATARO - Ehm... sono stato tratto in arresto 1'8 luglio del
2008 per tentata estorsione aggravata, con l'articolo 7, aggravante di aver favorito Cosa
Nostra.
GIUDICE - A chi era svolta questa estorsione?
COLLABORATORE SPATARO - Ai danni di un imprenditore nel settore della
ristorazione Di Martino, di via Mazzini.
GIUDICE - Ci può spiegare esattamente cosa era accaduto?
COLLABORATORE SPATARO - Praticamente era accaduto che subito dopo gli
arresti dei Lo Piccolo, e in particolare tutte le persone che fiancheggiavano i Lo
Piccolo, si stava cercando di riorganizzare il mandamento di Resuttana perché era
6 venuta a mancare la persona che era il reggente in quel momento, Salvo Genova. Per
cui io avevo avuto un appuntamento precedentemente al suo arresto...
GIUDICE - Posso interromperla? Magari non sovrapponendo le voci. Lei mi dice "è
venuto a mancare". "E' venuto a mancare" sembrerebbe...
COLLABORATORE SPATARO - E' stato tratto in arresto.
GIUDICE - Era stato tratto in arresto.
COLLABORATORE SPATARO - L'avevo detto precedentemente.
GIUDICE - Sì, perché "è venuto a mancare" sembrerebbe che...
COLLABORATORE SPATARO - No, no, l'avevo detto prece...
GIUDICE - ...fosse stato eliminato.
COLLABORATORE SPATARO - Avevo detto precedentemente...
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - ...che erano stati tratti in arresto i fiancheggiatori,
per cui è venuta a mancare la persona che reggeva...
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - ...il mandamento fino al gennaio del 2008, che
sono stati tratti in arresto, il 16 gennaio del 2008, tutti i fiancheggiatori, o quasi tutti,
del mandamento di Tomrnaso Natale, ivi compreso Salvo Genova, che in quel
momento aveva la reggenza di Resuttana.
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - Per cui, siccome io ero una persona che loro
sapevano che in passato ero stato vicino a Giovanni Bonanno, che era stato per anni,
assieme al fratello, il reggente di Resuttana, sapevano che io ero a conoscenza di
tantissimi esercizi commerciali che pagavano il pizzo a Giovanni. Per cui sono stato
awicinato da alcune persone - perché nel frattempo era stato arrestato lui, Salvo
Genova - poi sono stato awicinato da alcune persone, un mese dopo, per sapere se la
mia disponibilità poteva essere in quel momento buona per potergli dire i
commercianti che pagavano quali fossero. Nel contempo c'era pure Di Martirio, per cui
abbiamo pianificato un po' tutti i commercianti che io sapevo, un po' quelli che lui
aveva lasciato detto alla persona con cui io mi sono incontrato, perché ci sono stati
diversi appuntamenti e ciò è awenuto nel mese di mano, sempre del 2008, e da quel
momento è iniziato un mio collaborare con le persone nuove sul mandamento di
Resuttana. Le persone erano, in quel momento Sergio Giannusa, Manuel Pasta, Totò
India, che non si chiama Totò India, non ricordo come si chiama però è stato
identificato ed è stato arrestato questa persona, e alla guida di tutta questa... di questo
nuovo gruppo di persone c'era Tanino Fidanzati.
GIUDICE - Lei già fa riferimento a un nome che, diciamo, ha risuonato in quest'aula
stamattina, questo Manuel Pasta, del quale poi io eventualmente le chiederò. Però
vorrei procedere per gradi e anivare, diciamo, con logicità ai fatti dei quali lei già sta
parlando, perché a me interessava sapere intanto questo: cioè, lei viene arrestato 1'8
luglio del 2008 per questo fatto estorsivo che ha poc'anzi descritto. Prima di questa
data lei ha mai subito delle custodie cautelari? E' stato mai...
COLLABORATORE SPATARO - No, non sono stato mai tratto in arresto, non ho
mai...
GIUDICE - Mai.
COLLABORATORE SPATARO - Mai. Mai avuto problemi...
GIUDICE - Lei è incensurato?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì. No, ero incensurato fino al...
GIUDICE - Fino al momento dell'arresto, sì.
COLLABORATORE SPATARO - Fino al momento dell'arresto, sì.
GIUDICE - Cioè...
COLLABORATORE SPATARO - Ho avuto due condanne, ma sul campo lavorativo,
una per falso e l'altra praticamente hanno trovato... io avevo due attività commerciali a
Palermo, una rivendita di automobili e una rivendita di moto. Una volta mi sono stati
sequestrati per un controllo dei documenti e hanno trovato che questi documenti erano
contraffatti. Siccome non si è risaliti alla persona che mi ha lasciato questo mezzo, mi
hanno condannato a me, nel 1990, credo, o nel '91, per... per... come si chiama... falso
e... e qualcosa del genere.
GIUDICE - Ma questo...
COLLABORATORE SPATARO - Soltanto questa condanna e questa...
GIUDICE -Non è mai stato arrestato lei, prima.
COLLABORATORE SPATARO -No, no, io non sono stato...
GIUDICE - Prima di quella data, cioè del 2008, del luglio.
COLLABORATORE SPATARO -Non sono stato mai arrestato. ciii-_
GIUDICE - Mai. Quindi i precedenti li aveva per falso, insomma, ma per fatti diciamo
connessi alla sua attività lavorativa.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Lei esattamente che attività lavorativa svolgeva?
COLLABORATORE SPATARO - Avevo un punto vendita di automobili a Palermo
in via San Polo e un punto vendita di moto in viale Strasburgo.
GIUDICE - Che portava il suo nome?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì, Punto Auto di Spataro.
GIUDICE - Punto Auto.
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - Quindi per quanto tempo l'ha avuto? Cioè, ha sempre lavorato?
COLLABORATORE SPATARO - Dal... dal 1988 iniziai...
GIUDICE - 198 8?
COLLABORATORE SPATARO - 1988. A novembre de11'88 ho iniziato ad avere
un'attività commerciale in via Enrico Albanese assieme a due soci, praticamente dove
c'è il Carcere delllUcciardone, più avanti a destra c'era un autosalone. E in
quell'occasione ho avuto la società con - che poi ho saputo che era il reggente del
Borgo Vecchio - con Romano Giovan Battista e con Luigi Barbera. Però questa
società è durata fino al '95 e poi ho aperto un autosalone per conto mio a Pallavicino,
in via della Resurrezione, però l'ho dovuto chiudere in quanto questo terreno me
l'aveva affittato una persona - non mi ricordo, un awocato che è deceduto - e non si
poteva avere la licenza su questo terreno, per cui ho trovato un posto comodo alla mia
attività in via San Polo, dove ho aperto l'attività nel '96 fino al momento del mio
arresto.
GIUDICE - Quindi diciamo che dal 1988 lei ha sempre lavorato, ha avuto una fonte di
reddito autonoma, diciamo. Questa... questa attività le andava bene oppure...?
COLLABORATORE SPATARO - Ho avuto la possibilità di stare abbastanza agiato,
rendeva abbastanza bene, diciamo.
GIUDICE - Rendeva abbastanza. E quindi la domanda che le pongo è semplicissima:
lei svolgeva un'attività lavorativa; diciamo, ha tradizioni diciamo mafiose? C'ha per
caso una famiglia che... che aveva uomini d'onore? No.
COLLABORATORE SPATARO - No, nulla di tutto questo.
GIUDICE - No. E allora un attimo solo perché la domanda va da sé. Come mai lei ha
un primo contatto con Cosa Nostra e perché?
COLLABORATORE SPATARO - Ma...
GIUDICE - 11 primo contatto nel tempo quando fu?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, nel tempo forse è nato per caso il contatto con
Cosa Nostra, con qualche conoscenza nella borgata dove sono cresciuto.
GIUDICE - Cioè qual è?
COLLABORATORE SPATARO - Il Borgo Vecchio.
GIUDICE - Quindi lei nasce lì, è nato lì.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, nasco nel quartiere Borgo Vecchio ed ero una
persona che ha avuto delle amicizie, forse, fin da ragazzino, un po' più grandi rispetto
alla mia età, per cui mi sono trovato a conoscere persone più grandi, persone che
erano... orbitavano in alcune... in alcuni ambienti malavitosi.
GIUDICE - E queste conoscenze a quando le fa datare, diciamo? Perché una cosa è
avere delle conoscenze, un'altra cosa è entrare in contatto con Cosa Nostra, che è una
cosa diversa, penso, no?
COLLABORATORE SPATARO - Guardi...
GIUDICE - Le conoscenze cattive nella vita possono essere tante, ma questo non fa
anivare a...
COLLABORATORE SPATARO - Guardi, le posso dire che - purtroppo è un dato di
fatto - quando avevo quattordici anni, da ragazzino andai a lavorare alla... ho sempre
i
avuto io la passione per le macchine e per i motori e sono andato a lavorare alla
Concessionaria Grinta, che era una concessionaria a Palermo che vendeva Honda e
Renault, e in quel periodo il proprietario era il figlio di Michele Greco, per cui io ho
conosciuto direttamente Giuseppe e ho conosciuto suo padre prima che fosse arrestato.
Ma io ero un ragazzino. Poi nel quartiere sapevano che io conoscevo loro, per cui da lì
ho conosciuto determinati soggetti già da ragazzino, erano persone molto più grandi di
me. Poi subito dopo, ne11'88, assieme... quando mi sono messo a vendere macchine,
che è nata una cosa così per caso con Romano Giovan Battista, da lì poi ho avuto una
più ampia veduta di determinate persone in tutto il contesto mafioso che c'era in quel
momento a Palermo.
GIUDICE - Adesso ne parleremo. Quindi lei colloca, diciamo, questo suo inizio del
rapporto con Cosa Nostra con questa attività che la pone in contatto con Romano
Giovan Battista che, a quanto ho capito, è reggente del...
COLLABORATORE SPATARO - Del Borgo Vecchio.
GIUDICE - Reggente a che tempo? In che tempo era il reggente del Borgo Vecchio?
COLLABORATORE SPATARO - Nel... prima che fosse arrestato, ne11'82 e ne11'88.
GIUDICE - Quindi, diciamo...
COLLABORATORE SPATARO - Perché c'è stato un periodo che è stato...
GIUDICE - ...verso la fine degli anni Novanta.
COLLABORATORE SPATARO - Negli anni Ottanta.
GIUDICE - Negli anni Ottanta... sì...
COLLABORATORE SPATARO - Sì, perché poi nel '95 è scomparso con il metodo
della lupara bianca.
GIUDICE - Viene ucciso nel 1995.
COLLABORATORE SPATARO - '95, esattamente.
GIUDICE - Allora, ma in che modo il Romano Giovan Battista la instrada, o la...
COLLABORATORE SPATARO - NO...
GIUDICE - ...la inizia al contatto con Cosa Nostra?
COLLABORATORE SPATARO - Ma...
GIUDICE - Cioè, perché lei poteva benissimo...
COLLABORATORE SPATARO - Più che altro non è stato un contatto da parte sua
verso Cosa Nostra. E' stato che io ero una persona pulita, per cui in quel momento lui
aveva aperto l'attività con un'altra persona e avevano problemi che non gli volevano
dare la licenza. Siccome lui sapeva che io in quel momento avevo comprato una
macchina, la vendevo e ne compravo un'altra, praticamente mi disse: "Anziché stare in
mezzo alla strada vieni da me". Io avevo un buon rapporto pure con suo figlio, che
abbiamo la stessa età. Per cui dice: "Vieni da me" - dice - "le macchine le metti qua".
E da lì è iniziato questo rapporto di collaborazione assieme a Romano Giovan Battista.
Da lì ho cominciato, anziché vendere due macchine, ne vendevo cinque al mese e
venivano vari esponenti delle varie famiglie di Palermo che in quel momento erano
fuori, e lui mi presentava a tutti come il suo socio. Per cui da lì ho conosciuto
tantissime persone delle varie famiglie di Palermo.
GIUDICE - Per esempio? Mi può fare alcuni nomi delle persone delle famiglie?
Perché già il fatto che lei parli di famiglie vuol dire che era stato...
COLLABORATORE SPATARO - Ma, ho conosciuto...
GIUDICE - Un attimo.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, scusi.
GIUDICE - Così pongo la domanda meglio. I1 fatto che lei mi parli di famiglie vuol
dire che era stato posto a conoscenza di una circostanza importante, cioè che il
temtorio di Palermo si dividesse in famiglie, che vi fosse una giurisdizione, che a
ciascuno di questi capi fosse data una giurisdizione su quella... su quella famiglia, cioè
l'hanno messa al corrente di una cosa assolutamente interna, profonda, importante.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì.
GIUDICE - Tra l'altro in un tempo in cui addirittura forse... sì, diciamo in un tempo in
cui addirittura ancora non era consolidata l'idea che esistessero le famiglie e che Cosa
Nostra... insomma, il maxi processo si chiude con una sentenza passata in giudicato in
quegli anni lì. E quindi la comunicazione che le viene fatta non è una comunicazione
di servizio qualunque. Lei entra dentro il corpo vivo delle cose. Quindi...
COLLABORATORE SPATARO - Mi sono trovato in quel periodo, nel periodo in cui
c'erano fuori determinati esponenti di Cosa Nostra...
GIUDICE - Per esempio? Mi dice i nomi?
COLLABORATORE SPATARO - I1 signor Enzo Galatolo...
GIUDICE - Enzo Galatolo.
COLLABORATORE SPATARO - ...che è uscito e è stato tratto in arresto dopo un
anno circa. Ho conosciuto Vittorio Mangano, che lui era, subito dopo l'arresto di... non
mi ricordo, è un collaboratore di giustizia questo qua... di Salvatore Cancemi, ha preso
il suo posto.
GIUDICE - Ma Mangano... stiamo parlando di chi, Vittorio Mangano?
COLLABORATORE SPATARO - Vittorio Mangano, Palermo Centro, Porta Nuova.
GIUDICE - Cioè...
COLLABORATORE SPATARO - Quello... il defunto. Lo stalliere di Berlusconi.
GIUDICE - Non... non mi permettevo di suggerirglielo, ma mi sembrava che quello
fosse il nome. Quindi lei ha conosciuto Vittorio Mangano come uomo d'onore.
COLLABORATORE SPATARO - Come uomo d'onore, sì. Ho conosciuto pure Nino
Madonia direttamente. Ho conosciuto il padre, Ciccio Madonia, nel periodo in cui
erano fuori. Ma le ho conosciute tutte queste persone tramite Romano Giovan Battista.
Ho conosciuto in quel periodo...
GIUDICE - Però mi permetta di chiarire. Cioè, lei aveva un autosalone. Per quanto
Romano Giovan Battista potesse essere importante e capo della famiglia di Borgo
Nuovo...
COLLABORATORE SPATARO - Borgo Vecchio.
GIUDICE - ...di Borgo Vecchio, la rituale, diciamo così, o la presentazione che in
Cosa Nostra è un atto di ritualità - adesso magari ne parleremo più diffisamente - non
è che si faceva così agevolmente. Cioè, il dire "è la stessa cosa1' o "uomo d'onore", una
cosa è che lo dici perché tu sei uomo d'onore, un'altra cosa è che lo dici perché hai
cointestato un autosalone dove vendi macchine. Non so se coglie quello che è il mio
dubbio e che è la differenza. Cioè, lei fino adesso mi ha detto che gestiva, insieme al
Romano Giovan Battista, un autosalone.
COLLABORATORE SPATARO - Si.
GIUDICE - Che ragione aveva il Romano Giovan Battista a presentarle, man mano
che arrivavano, ogni mamma santissima, dicendo "guarda, questo è uomo d'onore"?
Cioè, voglio dire...
COLLABORATORE SPATARO - Ma non...
GIUDICE - ...era delicata la cosa.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, ma Romano Giovan Battista al momento non
mi diceva determinate persone che venivano là. Me li presentava come nome e
cognome.
GIUDICE - Ah, ecco.
COLLABORATORE SPATARO - Poi mi diceva persona che se mi
viene a cercare è il referente di tale posto".
GIUDICE - Ah, e allora un attimo.
COLLABORATORE SPATARO - "Se viene il signor Enzo Galatolo"...
GIUDICE - E allora ha visto che... ha visto che la domanda era utile? Tutta questa
gente non è che veniva presentata ritualmente come uomini d'onore.
COLLABORATORE SPATARO - NO.
GIUDICE - Poi lei poteva supporre per i fatti suoi, attraverso la sua logica...
COLLABORATORE SPATARO -No, no...
GIUDICE - ...che lo fossero.
COLLABORATORE SPATARO - Poi me lo diceva lui chi erano queste persone.
GIUDICE - Sì, ma non le furono presentate in modo rituale. Cioè... allora, andiamo
alla domanda. Lei nel... diciamo... mi ha detto che nel 1988 comincia... diciamo nei
primi anni del '90 era uomo d'onore?
COLLABORATORE SPATARO -Non sono stato mai uomo d'onore.
GIUDICE - Non lo è mai stato.
COLLABORATORE SPATARO - Sono stato sempre una persona vicino ad
esponenti di Cosa Nostra, come si evince in alcune dichiarazioni, ma non sono
stato mai uomo d'onore, anche se mi è stato prospettato nell'ultimo periodo, in
cui sono stato tratto in arresto, che potessi avere tutti i requisiti per diventare un
uomo d'onore, una cosa che io ho rifiutato, una cosa che non... mi andava di stare
vicino a loro ma non ho mai accettato questa cosa di essere un uomo d'onore.
GIUDICE - Perché?
COLLABORATORE SPATARO - Una mia scelta, non... non ritenevo potessi
essere all'altezza di determinati presupposti, determinate cose che mi dicevano
loro.
GIUDICE - Ma perché? Qual era la differenza tra l'essere un vicino, come lei ha
detto, e invece essere un vero e proprio uomo d'onore, così come loro le hanno
detto?
COLLABORATORE SPATARO - Beh, da quello che mi raccontavano in
passato, chi era affiliato come uomo d'onore poteva avere anche l'ordine di
andare ad ammazzare una persona e non potevi tirarti indietro. Se ti veniva
ordinato di fare una cosa del genere la dovevi fare. E non... non è mai entrata nei
miei principi una cosa del genere, togliere la vita a una persona.
GIUDICE - Perché, scusi, se era invece uno vicino e le avessero ordinato di
ammazzare qualcuno, o di aiutarli ad ammazzare qualcuno ...
COLLABORATORE SPATARO - A me se...
GIUDICE - ...o di anche fare il palo, soltanto di portare una macchina, a quel
punto lei l'avrebbe fatto oppure no?
COLLABORATORE SPATARO - Non... non l'avrei fatto lo stesso.
GIUDICE - Si. Comunque noi non dobbiamo parlare né dei se, né dei ma, ma
dobbiamo parlare quindi di fatti concreti. Lei non era un uomo d'onore.
COLLABORATORE SPATARO - No, non lo sono stato.
GIUDICE - E quindi la domanda è: poteva, a un qualcuno che non era un uomo
d'onore ritualmente, inserito in Cosa Nostra, essere presentato colui che era
invece un uomo d'onore?
COLLABORATORE SPATARO - Sì perché si prendeva la responsabilità la
persona che mi presentava, era lui il garante per me. Ci sono stati, in determinati
periodi in cui mi sono trovato accanto a determinate persone, che hanno
garantito loro per me, come in un periodo Romano Giovan Battista, come in un
periodo Giovanni Bonanno, come in un altro periodo Nicola Ingarao.
-
Determinate persone come un periodo sono stato accanto a Totò Cucuzza, nel

C%_ 1169
-
periodo anche in cui lui era latitante sono state persone che sapevano che io non
ero uomo d'onore però ero una persona che loro garantivano per me.
GIUDICE - Ho capito. Quindi lei era in una posizione, diciamo, di vicinanza,
senza una intraneità assoluta, diremmo in modo tecnico. AUora, tuttavia dei
delitti, non so se così si può dire, per Cosa Nostra lei li ha consumati.
COLLABORATORE SPATARO - Ho favorito Cosa Nostra, sì. Sono stato anche
condannato per aver...
GIUDICE - Beh, favorire Cosa Nostra è già in sé un delitto. Io sto parlando di
fatti specifici da lei posti in essere in favore dell'organizzazione. Cioè, siccome lei
ha detto "io comunque davo la mia disponibilità'I...
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - ...in che cosa si... allora, diciamo così: in che cosa si concretizzava questa
sua disponibilità in favore di Cosa Nostra, in favore degli uomini di Cosa Nostra,
anche se lei non era uomo di Cosa Nostra?
COLLABORATORE SPATARO - Di mettere a disposizione gli uffici del mio punto
vendita per fissarsi degli appuntamenti o per io fissare degli appuntamenti fra vari
esponenti di varie famiglie del palermitano.
GIUDICE - Quindi lei metteva a disposizione quali uffici dei tanti...?
COLLABORATORE SPATARO - Sia quello di via San Polo che quello di viale
Strasburgo.
GIUDICE - E per quanto tempo...
COLLABORATORE SPATARO - E anche quello di via Resurrezione nel periodo in
cui Totò Cucuzza era latitante, che lì ho fissato diversi appuntamenti a Totò Cucuzza,
con alcune persone, o lui stesso sapeva che era nella disponibilità di Domenico
Cancelliere quel punto vendita e lui si fissava gli appuntamenti nel punto vendita. Me
lo faceva sapere tramite Cancelliere che sarebbe dovuto venire quel giorno lui là e si
incontrava con alcune persone.
GIUDICE - Quindi c'erano diversi punti della città, almeno tre, per quello che ho
capito...
COLLABORATORE SPATARO - Due, perché uno l%oaperto ma gli altri due non li
avevo aperti nel periodo in cui avevo via Resurrezione. Viale Strasburgo è nato nel
2004 e via San Polo è nato nel '96. '96-2008 via San Polo; 2004-fine 2006 viale
Strasburgo.
GIUDICE - 2004...
COLLABORATORE SPATARO - 2006.
GIUDICE - Viale Strasburgo.
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - Viale Strasburgo e Viale della Resurrezione sono la stessa cosa? No.
COLLABORATORE SPATARO - No, Via Resurrezione l%oaperto otto mesi, perché
allora questo...
GIUDICE - Solo... cioè, praticamente per un periodo limitato.
COLLABORATORE SPATARO - Brevissimo, perché praticamente questo terreno -
adesso ricordo - me lo affittò l'awocato Petronio, colui che è morto, solo che su
questo terreno non mi potevano dare la licenza, per cui il Commissariato di Polizia mi
disse che dovevo chiudere l'attività entro un tot termine di giorni e in quell'occasione
trovai un locale idoneo, dove avrei potuto prendere la licenza e ho aperto in via San
Polo.
GIUDICE - Via San Polo. Quindi via San Polo, mi ha detto, ripeto, dal 1996 al 2008.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Viale Strasburgo...
COLLABORATORE SPATARO - Fine '96... fine '96 - 2008.
GIUDICE - Sì. Però questo dice che sostanzialmente questi due posti, questi due
luoghi della città per circa un decennio, allora, se ho capito bene, ma mi corregga se
non ho capito bene, sono stati utilizzati dagli uomini di Cosa Nostra, del calibro di
quelli che lei mi ha riferito, per incontri che mediava, che lei era - diciamo - in grado
di mediare.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì.
GIUDICE - Un'altra domanda. E quindi queste persone che si riunivano... intanto lei
come faceva a farle entrare in contatto? Cioè, cosa aveva, i numeri di telefono? Sapeva
dove si trovavano? Com'è possibile riuscire a farli convergere...?
COLLABORATORE SPATARO - Sapevo dove si trovavano. C'erano periodi che non
si usavano i cellulari per non essere intercettati, per cui, a seconda delle persone che si
dovevano incontrare, fissavo direttamente degli appuntamenti, andavo a cercare la
persona che sapevo che potesse essere il tramite per quel soggetto che cercavo e
direttamente... lo fissavo direttamente io l'appuntamento o, se volevano fissato un
appuntamento con un'altra persona, venivano da me e mi dicevano che dovevano
parlare con... con chi aveva l'appuntamento, se in quel caso Giovanni Bonanno, se in
quel caso Cucuzza o se in quel caso Romano Giovan Battista. A secondo di chi si
trattava mi facevano sapere che doveva parlare qualcuno con loro.
GIUDICE - Senta, ma quando queste persone parlavano lei si trovava lì?
COLLABORATORE SPATARO - No. Non sono stato mai nella prossimità delle
persone quando parlavano. Erano sempre distanti da me.
GIUDICE - Quindi lei si limitava - e si è sempre limitato - a, diciamo, mettere a
disposizione di queste persone i locali perché in questi locali potessero svolgere i loro
incontri.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - E null'altro ha fatto.
COLLABORATORE SPATARO - E null'altro.
GIUDICE - Senta, lei già un po' ha fatto r-rimento a persone, diciamo, di un
certo calibro nell'ambito dell'organizzazione, di un certo peso, perché quando già
ha fatto il nome dei Madonia ha certo riferito un nome importante. Cosa
esattamente le risulta, in relazione a questi soggetti, di fatti che le sono stati
riferiti o che comunque lei ha anche indirettamente partecipato?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, fatti riferiti ai tempi da quando ...
abbiamo venduto una macchina a Nino Madonia ho saputo che era da Romano -
-
Giovan Battista che era un uomo d'onore di Resuttana. E poi l'ho incontrato
assieme al padre una volta, in un punto vendita che si trovava in via Marchese di
Villabianca, che era un autosalone che aveva aperto in quel periodo Marco
Favaloro assieme al figlio Raffaele. E da lì, dopo che li hanno arrestati e gli hanno
sequestrato la macchina, hanno chiamato pure a noi per sapere come mai noi
avevamo venduto la macchina a una persona che in quel periodo era latitante,
perché credo che per un periodo è stato latitante Nino Madonia. Ma soltanto
questo. Più di questo non l'ho incontrato. Ho conosciuto poi altre persone della
famiglia Madonia, ma nei tempi successivi agli anni Novanta.
GIUDICE - Cioè? Di quali persone stiamo parlando?
COLLABORATORE SPATARO - Ho conosciuto nel '95 Nicola Di Trapani. Poi,
successivamente ho conosciuto suo zio, Diego Di Trapani, suo zio Michele Di
Trapani e soltanto due volte ho visto Maria Angela
-
persona a cui Giovanni faceva Giovanni Bonanno parliamo - faceva avere il
mensile per i detenuti della sua famiglia.
GIUDICE - Però, se lei ha già detto che, diciamo, lei alla fine si era limitato
...
soltanto a garantire questi contatti, incontri, e che mai aveva partecipato cioè,
queste persone in che modo le si sono manifestate? In che modo le ha conosciute?
COLLABORATORE SPATARO - Allora, le spiego subito.. .
GIUDICE - E che cosa esattamente ha conosciuto di loro?
COLLABORATORE SPATARO - Le spiego subito. Io nel '97, quando fine '96, ...
quando ho I'autosalone in Via della Resurrezione, subisco un attentato, mi
vengono incendiate otto auto. E in quel momento...
GIUDICE - In che anno questo?
COLLABORATORE SPATARO - Nel febbraio del '97, il momento prima di
traslocare da Via della Resurrezione a Via San Polo. Subisco un attentato dove
vengono distrutte sei macchine. In quel momento era stato tratto in arresto sia
Domenico Cancelliere, la persona a cui ero vicino, che Salvatore Cucuzza, che
sono state persone che avevano iniziato a collaborare con la giustizia. Per cui in
quel momento mi sono trovato allo sbando, perché tutti sapevano che io ero
vicino a loro. Per cui l'unica persona a cui io mi potevo rivolgere, che avevo
...
anche nello stesso tempo ho avuto un rapporto più stretto con Giovanni
Bonanno, in quanto il fratello del papà di Giovanni Bonanno aveva sposato mia
cugina... con Giovanni avevamo iniziato un rapporto da cugini, per cui in
quell'occasione Giovanni mi disse di non preoccuparmi che avrebbe visto lui se
c'erano dei problemi di estorsione, qualche danno, qualche cosa nei miei
confronti, maturato dal rapporto con Cucuzza e con Cancelliere. Per cui da quel
momento io mi sono awicinato tantissimo a Giovanni e lo accompagnavo agli
appuntamenti che lui aveva, anche perché subito dopo l'arresto di Nicola Di
Trapani il mandamento di Resuttana lo ha preso a reggere Pino Guastella
assieme a Giovanni, Giovanni Bonanno parliamo, per cui in quel momento io
accompagnavo Giovanni in diversi posti, in diversi appuntamenti. A volte lui
andava a ritirare i soldi delle estorsioni per cui io lo accompagnavo e poi
parlando mi diceva
.-.- ...
-. un po' l'andamento deila era molto contento di questa di ...
questa sua escalation nel mandamento di Resuttana. Fino a quando hanno
arrestato a Pino Guastella il mandamento l'ha retto lui assieme al fratello, frno al
momento del suo arresto che è awenuto nel '99, e dopo il '99 il mandamento di
Resuttana l'ha retto Francesco Bonanno. Però c'è stato un breve periodo che al di
sopra di tutti loro c'era Diego Di Trapani, che è lo zio di Nicola Di Trapani, che è
stato tratto pure lui in arresto nel San Lorenzo. Poi Giovanni, quando è uscito,
nel 2003, luglio del 2003, suo fratello Francesco Bonanno, che era in quel periodo
il reggente sia di San Lorenzo che di Resuttana in quanto San Lorenzo era stata
accorpata da Resuttana, perché era rimasta senza una guida di nessuno, hanno
retto per pochissimo il mandamento assieme. Poi, a dicembre Francesco Bonanno
è morto per un infarto e il mandamento, quello di San Lorenzo, in quel periodo è
uscito il dottore Cinà e praticamente se l'è ripreso in mano lui e lo gestiva lui,
assieme a Mimmo Biondino, e Resuttana lo gestiva Giovanni.
...
GIUDICE - Io non l'ho fermata perché questo questo suo procedere dimostra
...
che lei è più intraneo di quanto di quanto le sue affermazioni preliminari
facciano pensare, perché lei conosce la successione dell'organigramma direi al
centimetro, quindi con una intraneità che adesso dovrà chiarirmi, perché tutti
questi passaggi da chi le vengono comunicati? Man mano dalle persone che si
awicendano oppure lei li conosce altrove, in altro modo?
A
COLLABORATORE SPATARO - No, allora, questi passaggi mi vengono
comunicati direttamente da Giovanni Bonanno. Io non conosco molte persone.
Come il dottore Cinà, io non lo conosco. Ho soltanto accompagnato un giorno a
Giovanni a un appuntamento con Mimmo Biondino, al quale gli chiedeva gli ...
aveva detto che praticamente, dato che il dottore Cinà era uscito, che Giovanni
non si sarebbe dovuto occupare più del mandamento di San Lorenzo e che si
doveva occupare soltanto del mandamento di Resuttana. Questa cosa a me la
disse Giovanni, come tantissime altre cose, perché io stavo dalla mattina alla sera
con Giovanni. Siccome in quel periodo Giovanni non aveva la possibilità di
guidare la macchina, in quanto era sorvegliato speciale - stiamo parlando dal
2003, luglio in poi, dalla data della sua scarcerazione - io lo andavo siccome...
abitavamo vicini io lo prendevo a casa, lo accompagnavo in città o lo
accompagnavo a firmare a Mondello, perché lui firmava a Mondello. E
praticamente stavamo tutto il tempo assieme, dico...
...
GIUDICE - Quindi quella la successione...
-
COLLABORATORE SPATARO ...p arte della giornata la passavamo assieme.
GIUDICE - Quindi la successione delle cose che ha spiegato l'ha conosciuta grazie al
rapporto che ha avuto con Bonanno. Ma intanto vorrei tornare un attimo indietro,
perché lei ha detto che subisce questo attentato nel '97, a febbraio del '97, sei macchine
vengono incendiate.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Ma lo subisce proprio per collegamento all'arresto e alla collaborazione
dei due - diciamo - suoi amici, o comunque vicini, oppure...? Cioè, Bonanno cosa le
dice? Quando lei poi cerca la vicinanza a Bonanno per capire quello che le era
accaduto, cosa le dice?
COLLABORATORE SPATARO - Allora... allora, io in quel periodo avevo
conosciuto... li conoscevo già da prima, però avevo conosciuto un po' meglio sia
Calogero Lo Piccolo che Sandro Lo Piccolo e Giovanni pensava che potesse essere...
GIUDICE - Cioè nel '97 lei già conosceva i Lo Piccolo?
COLLABORATORE SPATARO - Anche prima li ho conosciuti, forse ne11'85 a
Sferracavallo, perché io villeggiavo a Sferracavallo e loro erano sempre davanti casa
mia, si può dire, a fare il bagno, per cui li ho conosciuti da ragazzini. Io abitavo in via
Barcaioli, scendevamo al mare ed eravamo sempre assieme, giocavamo a pallone
assieme, con lui, con Sandro, con Calogero, con Giulio Caporrimo, con suo cugino
Giuseppe Lo Cascio. Cioè, sono tutte persone che conosco in quanto dal posto di
villeggiatura... ma non sapevo chi fossero i Lo Piccolo, li conoscevo come persone,
come ragazzi che villeggiavano e abitavano nella borgata marinara di Sferracavallo,
ma non sapevo chi fossero.
GIUDICE - Chiaro. Però nel...
COLLABORATORE SPATARO - Poi successivamente l'ho saputo chi erano, tramite
Giovanni, che mi disse che erano...
GIUDICE - Tramite Giovanni Bonanno?
COLLABORATORE SPATARO - Giovanni Bonanno mi disse che erano i figli di
Totuccio Lo Piccolo, che in quel periodo era latitante. Poi ho cominciato a frequentare
tutti i ragazzi che erano della zona di Cardillo, come amicizie familiari, per cui in quel
periodo mi frequentavo tantissimo con Epifanio Aiello, che in quel periodo stava
facendo i lavori del Palazzetto dello Sport e in quel periodo là ci lavorava pure Sandro
Lo Piccolo, perché suo fratello Calogero lavorava alla Bonatti, faceva il geometra della
Bonatti, per cui ci incontravamo, eravamo spesso assieme a pranzi a Partanna
Mondello, al Peter Pan, la sera andavamo a giocare a calcetto. Abbiamo avuto, fino al
momento del loro arresto, un periodo di frequentazione costante. Mi sono occupato
anche, dopo che hanno arrestato a Calogero nel '97, mi sono occupato, tramite il
fratello piccolo, cioè Claudio, di vendere e di fare il passaggio di proprietà della
macchina di Calogero, in quanto la macchina era intestata a Calogero e non poteva
venderla nessuno perché se ne doveva occupare un rivenditore. Al che me ne sono
occupato io di vendere la macchina. Avevo pure la macchina di Sandro, solo che lui
dopo un mese è stato scarcerato e se l'è ripresa. Ci siamo incontrati a giocare, a
mangiare, a calcetto con loro, fino al momento in cui Sandro si è messo latitante. Ma
da quel momento in poi ci incontravamo con i ragazzi che erano rimasti fuori, Giulio
Caporrimo, Nunzio Serio, Totò Di Maio, Renato Chiarini, tutte queste persone,
ragazzi che erano della borgata di Cardillo. Dato che io abitavo a Pallavicino, eravamo
sempre molto vicini.
GIUDICE - Chiaro. Ma perché mi ha citato i Lo Piccolo padre e figlio in relazione
all'attentato del '97?
COLLABORATORE SPATARO - Perché Giovanni mi disse che di questa cosa ne
parlò con... con Sandro.
GIUDICE - Un attimo. Giovanni quando glielo dice? Quando...
COLLABORATORE SPATARO - Io a febbraio del '97 c'ho... il 17 febbraio del '97
subisco l'attentato. Giovanni quattro o cinque giorni dopo mi dice: "Stai tranquillo,
non è una cosa riconducibile ai fatti accaduti della collaborazione di Cucuzza e di
Cancelliere". Dice: "Può essere che tu hai avuto problemi con qualcuno"? "Io non ho
avuto problemi con nessuno". Gli faccio: "Può essere, dato che qua ai tempi ero stato
raccomandato da Mirnmo Cancelliere tramite un certo Biondo che in quel periodo era
vicino alle persone di quella zona"...? Dice: "No, no" - dice - "stai tranquillo" - dice -
"non c'è problema" - dice - "lavora". E da quel momento in poi non è successo più
niente. E da quel momento in poi ho cominciato a fiequentare queste persone, che
sapevo che avevano un certo spessore nella zona di Pallavicino.
GIUDICE - Ma Giovanni Bonanno formalmente che investitura aveva?
COLLABORATORE SPATARO - E' stato per un periodo il reggente di Resuttana.
GIUDICE - Da quando? Me l'aveva già detto questo. Da quando a quando?
--.
COLLABORATORE
. SPATARO - In due periodi diversi. Dal ... dopo.l'arresto di Pino
Guastella, che è del '97, fino al '99. E da dopo la sua scarcerazione, dal 2003 fino al
2005, perché dopo, prima della sua... diciamo della sua uccisione, è stato messo da
parte.
GIUDICE - E perché viene ucciso Giovanni Bonanno? Lo sa?
COLLABORATORE SPATARO - No, questa è una cosa che io non so. So che aveva
dei problemi con alcune persone della famiglia di Resuttana in quanto si lamentavano
che non riusciva a garantire gli stipendi per i detenuti e di questo lui ne soffriva in
quanto non era vero, perché lui tutto quello che faceva era in funzione di garantire gli
stipendi principalmente dei Madonia, in quanto lui faceva avere cinquemila euro al
mese alla famiglia Madonia, ivi compresi... che erano i Madonia, compreso i Di
Trapani, i due Di Trapani che erano in quel momento detenuti.
GIUDICE - Chi erano?
COLLABORATORE SPATARO - Nicola Di Trapani e Diego Di Trapani.
GIUDICE - Senta, ma lei mi ha detto che seguiva Giovanni Bonanno praticamente
ogni giorno, diciamo.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, dalla mattina...
GIUDICE - Fino al momento della sua sparizione. Ho capito bene?
COLLABORATORE SPATARO - Fino al... il giorno prima della sua sparizione
eravamo assieme... perché è anche pubblico nel... perché eravamo attenzionati dai
Carabinieri, è una cosa pubblica che loro sanno pure...
GIUDICE - Lui sparisce quando? SE la ricorda la data?
COLLABORATORE SPATARO - Lui sparisce 1'1 1 gennaio del 2006.
GIUDICE - Del 2006.
COLLABORATORE SPATARO - Alle dieci di mattina firma. Dalle dieci e mezza
non si sanno più sue notizie.
GIUDICE - Quando sparisce Giovanni Bonanno, lei non teme...
COLLABORATORE SPATARO - Io sono stato...
GIUDICE - Mi scusi, le faccio la domanda. Non teme che qualcosa possa anche
rivolgersi nei suoi confronti? No?
COLLABORATORE SPATARO - Non ero il solo a temere questa cosa, siamo stati
quattro o cinque persone a temere questa cosa.
GIUDICE - E chi erano queste quattro o cinque persone?
COLLABORATORE SPATARO - Tonino Cumbo, Mario Napoli, io, Pippo
Annetta... le persone che eravamo quelli più vicini a Giovanni.
GIUDICE - E che succede? Cosa fate? Come vi muovete?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, le posso dire che io mi sono mosso in modo
di stare molto attento nel ritirami a casa, nel pensare(?) di vedere in qualsiasi persona
un pericolo. Fino al momento in cui un giorno è venuto da me Tonino Cumbo e mi ha
detto di stare tranquillo. Assieme a salvatore Castiglione mi hanno detto di non
preoccupami di niente e mi ha chiesto chi fossero i negozi che pagavano in quel
momento a Giovanni, di farglielo sapere a lui, che lui l'avrebbe riferito ad una terza
persona. Questa terza persona era ~ d v Genova.
o E nello stesso tempo mi ha detto di
non... di non andare a prendere più i biglietti per lo stadio, perché ogni partita che c era
f

facevano avere dieci biglietti per il mandamento di Resuttana, per farli avere alla
famiglia di Resuttana. Per cui sono andato io, dopo circa due-tre giorni, per cui 1'1 I...
circa il giorno 20 gennaio, una cosa del genere, sono andato nei vari commercianti
dove andavo con Giovanni a presentare a Tonino Cumbo e a Salvatore Castiglione,
dicendo che loro sarebbero state le persone che avrebbero preso i soldi al posto di
Giovanni.
d GIUDICE - Quanto tempo passa dalia sparizione di Giovanni Bonanno al
momento in cui le dicono "stai tranquillo, puoi andare avanti perché nessuno ti
farà del male"?
-
COLLABORATORE SPATARO Circa una settimana.
GIUDICE - Una settimana. E le dicono da quel momento chi in fondo aveva
preso il posto di Giovanni Bonanno?
COLLABORATORE SPATARO - Beh, il posto di Giovanni Bonanno già
sapevamo che inizialmente l'aveva preso Diego Di Trapani nel 2005, dopo la sua
scarcerazione. In quel periodo gli disse... gli fece sapere a Giovanni di mettersi
accanto a Salvo Genova, dato che c'erano state queste lamentele. Onde evitare
problemi futuri Giovanni avrebbe dovuto reggere il mandamento assieme a Salvo
Genova. Però Giovanni sapeva benissimo che Salvo Genova si stava già
organizzando in modo che Giovanni, quando andava a riscuotere i soldi del pizzo,
non avrebbe trovato disponibilità nei commercianti in quanto avevano già fatto
avere ad altri i soldi, sia del Natale del 2005 che Pasqua del 2005. In questo
periodo Giovanni si è trovato a non poter garantire determinate persone, in
quanto i soldi di alcuni, quasi tutti i commercianti dove lui andava, tranne credo
quattro o cinque, avevano già fatto avere i soldi a Salvo Genova.
..
GIUDICE - Allora. queste cose in parte lei le ha riferite?
COLLABORATORE SPATARO - Tutto ho riferito. In vari interrogatori ho
riferito tutto, fin dal primo...
GIUDICE - Io poi ...
COLLABORATORE SPATARO - Fin dal primo interrogatorio del 14 novembre
del 2008.
GIUDICE - Perché io ho qua davanti agli occhi il verbale che lei ha fatto il 17
novembre del 2008. Se lo ricorda?
COLLABORATORE SPATARO - Questo credo che sia il terzo verbale, perché
il primo verbale l'ho fatto il 14 novembre del 2008. Ho fatto un verbale senza
riconoscimenti fotografici.
GIUDICE - E invece questo...
COLLABORATORE SPATARO - Da lì abbiamo iniziato poi i vari verbali con i
riconoscimenti fotografici e a parlare ampiamente delle persone.
GIUDICE - Di questo adesso parleremo. Ma la cosa che io le chiedo è: suila
sparizione di Giovanni Bonanno, della quale lei ha detto già che il movente, il
presumibile movente non era neppure vero, perché anzi lui si dava da fare per
fare arrivare i soldi ai detenuti...
COLLABORATORE SPATARO - Ma il vero movente non era questo. I1 vero
movente io l'ho dichiarato, l'ho detto pure a un'udienza, è stato il fatto che
Totuccio Lo Piccolo sapeva che Giovanni era a conoscenza che lui aveva ucciso
suo padre e aveva paura di questa cosa, l'ha sempre temuto a Giovanni, Totuccio
Lo Piccolo per 'sta cosa, non ha mai accettato in passato che Giovanni potesse
essere un capo... un capo del mandamento di Resuttana in quanto poteva essere...
potesse entrare in contrasto con lui direttamente. Questa è una cosa che sapeva
benissimo.
GIUDICE - Allora, Lo Piccolo, cioè Sandro Lo Piccolo...
COLLABORATORE SPATARO - Aveva paura di Giovanni.
...
GIUDICE - sapeva...
COLLABORATORE SPATARO - Sapeva che Giovanni era a conoscenza del
fatto che avesse ucciso suo padre.
GIUDICE - "Suo padre", il padre di chi? I1 padre di...?
COLLABORATORE SPATARO - Di Giovanni, Armando Bonanno.
GIUDICE - I1 famoso fatto che riguardò ...
COLLABORATORE SPATARO - I1 famoso fatto...
GIUDICE - Stiamo parlando della storia...
COLLABORATORE SPATARO - Si.
...
GIUDICE - di Cosa Nostra.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente. Perché non poteva essere altra
persona che...
GIUDICE - Stiamo parlando dell'assassinio della bistecchiera, insomma.
COLLABORATORE SPATARO - No, è stato ucciso con il metodo della lupara
bianca, Armando Bonanno.
GIUDICE - Armando Bonanno.
COLLABORATORE SPATARO - Armando Bonanno è stato ucciso con il
metodo deila lupara bianca.
..
GIUDICE - Sì, ma in una contestualità, se non ricordo male. non fu quella?
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Si, sì, non vorrei.. . non vorrei sbagliarmi ma...
COLLABORATORE SPATARO - La bistecchiera è l'omicidio di Puccio che
awiene dentro il Carcere delllUcciardone.
GIUDICE - Sì, ma mentre lì veniva ucciso...
COLLABORATORE SPATARO - No, no, no, quello era un altro. E' stato ucciso
un altro Puccio al cimitero.
...
GIUDICE - E' un altro... è un altro è un altro Bonanno?
COLLABORATORE SPATARO - Quello è il nipote che è stato ucciso durante
una rapina.
GIUDICE - I1 padre, il Bonanno...
COLLABORATORE SPATARO - Scompare negli anni Ottanta.
GIUDICE - Sì. Era uno dei tre killer. ..
COLLABORATORE SPATARO - La bistecchiera è del '91.
GIUDICE - Era uno dei tre killer...
COLLABORATORE SPATARO - Del capitano Basile.
GIUDICE - Era uno dei tre killer del capitano Basile.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
...
GIUDICE - Che poi vengono fatti sparire cioè, uno viene fatto sparire e gli altri
...
vengono eliminati va beh, comunque ...
COLLABORATORE SPATARO - Ma quelli sono stati eliminati per altri motivi.
GIUDICE - Sì, sì, no, ma mi serviva per capire ...
COLLABORATORE SPATARO - Non... non c'ha nulla a che vedere con il
...
discorso del del capitano Basile.
GIUDICE - Sì, ma quando lei fa riferimento al padre di Giovanni Bonanno, cioè
Andrea Bonanno ...
COLLABORATORE SPATARO - Armando Bonanno.
... ...
GIUDICE - Armando Bonanno, dice "il Lo Piccolo" ...
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - ..."
non accettava l'idea che Giovanni Bonanno potesse reggere la
famiglia di Resuttana con questo peccato originale su di sé". Io...
COLLABORATORE SPATARO - Con questo rancore nei confronti dei Lo
Piccolo.
GIUDICE - Perché prima o poi si sarebbe vendicato.'
COLLABORATORE SPATARO Esattamente. -
GIUDICE - E quindi lo doveva uccidere in modo preventivo ...
COLLABORATORE SPATARO - Ma già questa cosa era uscita fuori in alcune
intercettazioni.
GIUDICE - Sì, però se lei mi interrompe e sovrapponiamo ...
COLLABORATORE SPATARO - Mi scusi.
GIUDICE - No, non è. . le ripeto, è soltanto per la lettura poi del... Quindi lei dice
che l'omicidio - se ho sintetizzato bene il suo pensiero - che l'omicidio di
Giovanni Bonanno, attraverso la soppressione per lupara bianca, nasce da una
specie di convincimento del Lo Piccolo che il Bonanno dovesse morire prima della
possibilità virtuale che si vendicasse per l'assassinio del padre.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì.
GIUDICE - Ho capito bene?
COLLABORATORE SPATARO - Si sì, questo è.
GIUDICE - Oh.
-
COLLABORATORE SPATARO Ma questa cosa era stata
San Lorenzo 3 in alcune intercettazioni che sono state fatte sulla macchina di
Caporrirno Giulio, dove si parlava del fatto che Giovanni era stato messo a capo
del mandamento di Resuttana e questa cosa non era gradita dal padre di Sandro
Lo Piccolo. Queste cose sono cose pubbliche di quel processo. Infatti in quel
processo era imputato Giovanni Bonanno. Infatti Giovanni, quando è uscito nel
2003, è uscito sapendo che aveva tutti contro in quel momento, perché di davanti
gli ridevano e dietro ne parlavano male. Queste cose sono state cose che sono state
rese pubbliche negli atti del procedimento San Lorenzo... credo sia il San Lorenzo
3, che è quando sono arrestati credo cinquantaquattro o settantaquattro
esponenti di San Lorenzo, tra cui Giovanni Bonanno.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE SPATARO - Lui sapeva che in quel periodo tutti non
erano d'accordo alla gestione del mandamento di Resuttana da parte di
Giovanni. Però chi in quel momento aveva detto che Giovanni doveva reggere il
mandamento era stato Diego Di Trapani, prima che fosse tratto in arresto nel San
Lorenzo precedente ...
GIUDICE - Chiaro, chiaro.
- ...
COLLABORATORE SPATARO all'arresto di Giovanni.
GIUDICE - Allora, io le chiedo...
COLLABORATORE SPATARO - Per cui non c'è stata opposizione al discorso
che Giovanni aveva reintegrato le estorsioni con il suo lavoro notturno che faceva
- purtroppo lui lo definiva un lavoro notturno andare a mettere 1'Attak nei vari
-
negozi perché ha avuto la possibilità di fare entrare nelle casse di Resuttana i
soldi per garantire i detenuti che in quel periodo, dopo l'arresto di Nicola Di
Trapani e di Pino Guastella, non c'era nessuno che li potesse garantire.
GIUDICE - Però il fatto che un capo di una famiglia, anzi addirittura di un
mandamento così importante, andasse personalmente a mettere 1'Attak sui...
COLLABORATORE SPATARO - Ma lui non ha iniziato come...
- ...
GIUDICE sui lucchetti...
COLLABORATORE SPATARO - Mi scusi, Presidente. Lui non ha iniziato
come capo. Ha iniziato sotto la guida del reggente che era in quel periodo Pino
Guastella.
GIUDICE - Ah. Lei parla quindi di un tempo precedente.
-
COLLABORATORE SPATARO Lui ha iniziato da operaio e da operaio è
diventato direttore.
GIUDICE - Ho capito. Lei parla di un tempo precedente.
-
COLLABORATORE SPATARO Di un tempo precedente, sì.
GIUDICE - Quando era... nel tempo in cui era capo del mandamento non penso
andasse...
COLLABORATORE SPATARO - Un'altra persona.
GIUDICE - Sì, dico, ma quando era lui capo del mandamento non penso che
personalmente andasse...
COLLABORATORE SPATARO - Non andava... lui non andava a fare più
...
niente, perché il lavoro l'aveva fatto in precedenza
GIUDICE - Eh, questo. Mora...
-
COLLABORATORE SPATARO ...q uando la gestione l'aveva un'altra persona,
assieme a Diego Di Trapani.
...
GIUDICE - Quando era Diego
COLLABORATORE SPATARO - Lui era soltanto un operaio di loro.
GIUDICE - Ho capito.
COLLABORATORE SPATARO - Successivamente agli arresti di 9
persone, che Giovanni tra l'altro curò la latitanza di Pino Guastella fino al
momento del suo arresto, Giovanni ha preso il posto di Pino Guastella, sotto a
Diego Di Trapani. Dopo l'arresto di Diego Di Trapani hanno messo Giovanni
Bonanno assieme a Francesco Bonanno alla guida del mandamento di Resuttana.
GIUDICE - Questo lo ha già... lo ha già detto. Lei ha più volte parlato di questa...
ha citato questa parola, "mandamento". Ma che cos'è 'sto mandamento? Che
cosa comprende geograficamente?
COLLABORATORE SPATARO - E' un territorio esteso sulla città di Palermo.
GIUDICE - Da dove va a dove va?
COLLABORATORE SPATARO - I1 mandamento di Resuttana va da Via... da
Via Ingegneros fino a Piazza Politeama, lato destro di dove c'è l'Hotel Politeama,
sale Via XX Settembre, tutto il perimetro Via del Fante, Via Terrasanta e un po'
intrinseco... Via Notarbartolo, prima di Via Terrasanta, lato sinistro, Via delle
Alpi, dico... è abbastanza esteso il mandamento di Resuttana; Viale Francia,
soltanto il lato sinistro perché il lato destro è Cruilias.
GIUDICE - Quali famiglie comprende il mandamento di Resuttana?
COLLABORATORE SPATARO - Il mandamento di Resuttana comprende le
famiglie...
GIUDICE - Famiglie mafiose, sto parlando.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, sì. Di Acquasanta, Vergine Maria, che poi
è stata accorpata dalla Renella direttamente da Totò Lo Cicero, nel periodo
...
successivo al '97, dopo l'arresto di Nicola Di Trapani non ricordo se Nicola Di
Trapani è stato arrestato nel '97 o '98, comunque siamo lì, non ricordo il periodo
-

preciso; Resuttana comprende questi... questi... questi quartieri, queste borgate.


GIUDICE - Senta, lei più volte ha parlato dei Di Trapani. Mi può dire quanti
erano complessivamente? Tre nomi li ho sentiti. Mi può dire quanti ne h a
conosciuti e nella loro qualità soprattutto?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, io ho conosciuto... come Di Trapani ho
,: .

conosciuto... tramite Giovanni ho conosciuto Diego Di Trapani; tramite Calogero


Piliitteri ho conosciuto Nicola Di Trapani; tramite Diego Di Trapani ho
conosciuto suo fratello Michele Di Trapani e il figlio Mimmo, che poi si è
trasferito in America; Nicola... cioè... e basta. E poi ho incontrato due volte, ma
-.. .- -
...
e non l'ho mai non me l'hanno mai presentata, Maria ~ n g e l aDi Trapani, la
moglie di Salvino Madonia.
GIUDICE - Ascolti, in relazione proprio a questi due ultimi nomi che lei ha fatto,
cioè Di Trapani Michele e Maria Angela Di Trapani, li ha conosciuti, ha detto che
li ha conosciuti. Ma come li ha conosciuti? Cioè, li ha conosciuti...
COLLABORATORE SPATARO - Ma...
GIUDICE - ...
come ogni altra persona conosce normalmente oppure li ha
conosciuti nella loro qualità specifica?
COLLABORATORE SPATARO - Guardi, Michele Di Trapani l'ho conosciuto
nella persona soltanto di... come fratello di Diego Di Trapani, nonché come un
mio futuro cliente, una persona che mi sono occupato di vendere una sua
-
macchina poi non l'ho più venduta e gliel'ho riportata a casa - una persona che
andavo a trovare a casa in quanto aveva una falegnameria e il figlio spesso si
occupava pure di falegnameria. Non abbiamo avuto altri rapporti al di fuori di
questo con Michele Di Trapani. Maria Angela Di Trapani l'ho soltanto incontrata
due volte nell'officina di Rosario Pedone, dove Giovanni andava mensilmente a
fare avere i soldi del mese per i detenuti. In unloccasione, che abbiamo fatto avere
dei soldi nel periodo in cui il suocero stava male e Giovanni si è occupato di fargli
avere cinquemila euro, in quell'occasione Maria Angela gli disse ad alta voce a

C-
Giovanni, dice: "Questa è l'ultima volta che noi ci vediamo, non c'è bisogno che
tu ti occupi più della nostra famiglia" - dice - "d'ora in poi me la sbrigo
direttamente io". Quella è stata l'ultima volta che I'ho vista. In passato avevo
accompagnato Giovanni, che aveva un appuntamento sempre con Maria Angela,
ma me l'ha detto lui, allt0viesse di Viale Strasburgo, ma non c'è stata occasione...
non me l'hanno mai presentata.
GIUDICE - Ma ...
COLLABORATORE SPATARO - L'ho soltanto vista da lontano.
GIUDICE - Questo dialogo che vuol dire: "non ti devi più occupare delle
necessità della famiglia"? Mi può far capire meglio che voleva dire?
COLLABORATORE SPATARO - Eh, questa è stata una cosa che in quel
momento ha adirato molto Giovanni. Sapeva che in quel periodo si stava
occupando di determinate cose pure suo zio Diego, per cui era scontato che i soldi
li avrebbe presi direttamente tramite Diego Di Trapani.
GIUDICE - Cioè, la Maria Angela Di Trapani diceva a Giovanni Bonanno che
sostanzialmente il denaro relativo alle estorsioni... di questo stiamo parlando?
COLLABORATORE SPATARO - No, non gli ha detto che gliel'avrebbe fatti
avere suo zio. Gli ha detto a Giovanni "non ti occupare più della nostra
famiglia", dice "me la sbrigo direttamente io". E' stato un pensiero di Giovanni,
quando è salito in macchina, che si è fumato cinque sigarette una dopo l'altra,
dicendomi che sicuramente se ne sarebbe occupato Diego Di Trapani, dato che lui
era uscito e avrebbe fatto a modo suo preoccuparsi della famiglia.
-
GIUDICE - Però, scusi, questo con le premesse che prima ha descritto - è un
passaggio delicato, perché potrebbe anche voler dire, a me che la sento, che
Giovanni Bonanno si era fumato cinque sigarette perché aveva capito che era
arrivato al...
COLLABORATORE SPATARO - Al capolinea.
...
GIUDICE - al capolinea.
COLLABORATORE SPATARO - Certo. Ma Giovanni lo sapeva. Già siamo nel
periodo di...
GIUDICE - Eh, mi scusi, questo è un dato importantissimo, per me che la ascolto,
-
perché tra l'altro non so se prima è stato... lei l'ha formalizzato - io c'ho qua
davanti il verbale, poi lo leggeremo insieme. Cioè, ritornando in macchina con lei
il Giovanni Bonanno, grazie alla comunicazione che gli aveva dato Maria Angela
di Trapani...
COLLABORATORE SPATARO - Si.
GIUDICE - ...
aveva capito che qualcosa stava accadendo che riguardava il suo
futuro in Cosa Nostra. Ho capito bene o ho capito male?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, ha capito bene. E' una cosa che ho messo
pure a verbale, che I'ho detta questa cosa, che Giovanni era stato, da parte di
Maria Angela ...
GIUDICE - Poi lo leggeremo insieme questo verbale.
COLLABORATORE SPATARO -...
maltrattato.
-
GIUDICE - I1 fatto che sia stato maltrattato, sa, è una questione come posso
dire - relazionale, caratteriale. Qua invece stiamo parlando del reggente del
mandamento di Resuttano... Resuttana ...
COLLABORATORE SPATARO - Resuttana, si.
-

cb
GIUDICE ..,che ha il benservito dalla moglie di Salvino Madonia.
COLLABORATORE SPATARO - Infatti. Non ha avuto il benservito da una
persona qualsiasi, ha avuto il benservito...

l
GIUDICE - Eh, io questo le chiedo.
COLLABORATORE SPATARO - ... da una persona che Giovanni avrebbe avuto
soltanto da temere.
...
GIUDICE - Cioè, il Giovanni Bonanno capì, a seguito di questa di questo
incontro...
COLLABORATORE SPATARO - Si.
GIUDICE - ...che probabilmente la sua vita volgeva al termine.. . o ho capito
male?
COLLABORATORE SPATARO - No la sua vita, il suo lavoro per il
mandamento.
GIUDICE - Il suo lavoro sicuramente in Cosa Nostra.
COLLABORATORE SPATARO - Ma la sua vita lui non... non aveva nulla da
preoccuparsi. Lui si cominciò a preoccupare 1'11 novembre del 2005, quando è
stato contattato dalle Forze dell'ordine della Polizia.. .
GIUDICE - Un attimo solo.
COLLABORATORE SPATARO - ... e gli hanno detto che la sua vita era in
pericolo. Da quel momento in poi si è cominciato a preoccupare che lo potessero
uccidere.
GIUDICE - Quanto dista questo warning, chiamiamolo così, all'inglese, che gli d à
la Polizia, dalla data in cui la Maria Angela Di Trapani gli dice "da questo
momento in poi non ti devi occupare degli affari che riguardano la famiglia
Madonia" ?
COLLABORATORE SPATARO - Inizio 2005 - fine 2005. Inizio 2005...
GIUDICE - Quindi un anno.
COLLABORATORE SPATARO - No. Stiamo parlando Pasqua 2005, aprile,
marzo-aprile.
GIUDICE - Pasqua 2005..
COLLABORATORE SPATARO - I1 discorso con Maria Angela Di Trapani.
Successivamente, novembre, l l novembre...
GIUDICE - Quindi passano quattro ...
COLLABORATORE SPATARO - NO, passano sette mesi.
GIUDICE - sette mesi.
COLLABORATORE SPATARO - Sette mesi. E la Polizia lo chiama dicendo che
erano state fatte alcune intercettazioni dove lui era stato individuato come futuro
morto. E gli hanno detto di stare attento, se aveva bisogno di loro di collaborare
con la Polizia, di andarsene lontano da alcuni posti. Giovanni pensava che fosse
un trabocchetto per arrivare ai Lo Piccolo e praticamente non... non ascoltò il
consiglio di questi ispettori della Questura. E poi è successa...
GIUDICE - Ma lei lo accompagnò anche in Questura in quel ? ...
COLLABORATORE SPATARO - Sì sì, l'ho accompagnato in Questura.
GIUDICE - Quindi, praticamente, dopo che...
COLLABORATORE SPATARO - Ma l'ho accompagnato giii, non sono salito
sopra.
GIUDICE - Certo. Però dopo che tornò dalla Questura fu con lui in macchina?
COLLABORATORE SPATARO - No, in motore. Se ne andò con Tonino Cumbo
e infatti in quell'occasione Giovanni fece la lista dei negozi dove pagava e credo
gliela diede a Tonino per farla conservare, perché in quel momento sotto la
Questura ci siamo ritrovati io, Giovanni Mario Napoli e Tonino Cumbo. Tonino
Cumbo se n'è andato con Giovanni e Mario è andato via con me. Dopodiché ci
siamo ritrovati, dopo circa un'oretta, al Kuletto's di Piazza Alcide De Gasperi.
GIUDICE - E fu in quella circostanza che il Giovanni Bonanno le comunico ciò
che la Polizia gli aveva riferito?
COLLABORATORE SPATARO - Sì è stato in quella circostanza che Giovanni
mi ha comunicato questa cosa. Ma c'erano stati tanti altri fattori che Giovanni
aveva saputo, di contrasti che lui aveva avuto con sua cognata, la moglie di
Francesco Bonanno, che si lamentava che Giovanni non gli faceva avere più soldi.
La stessa cosa la lamentavano altre persone, altri... altri detenuti, come Pino
Guastella che tramite un'altra persona, nelia qualità di Enzo Sgadari, faceva
avere il mensile e per un paio di mesi ha messo in stand-by questa... questa cosa
in quanto, non prendendo più soldi dai commercianti, non poteva pagare i
detenuti.
GIUDICE - Sì, però io...
COLLABORATORE SPATARO - Ci sono stati diversi fattori che hanno
...
portato
...
GIUDICE - Sì, io però vorrei ancora soffermarmi su questo su questo dato.
Diciamo, provo per un attimo a immedesimarmi nei panni di Giovanni Bonanno.
Giusto?
COLLABORATORE SPATARO - Si.
GIUDICE - La Maria Angela Di Trapani mi dice "da questo momento in poi ci
occupiamo noi direttamente delle cose". E io...
COLLABORATORE SPATARO - No, non gli ha detto "ci occupiamo noi".
"Non ti occupare più della nostra famiglia".
GIUDICE - "Non ti occupare piii", si, "non ti occupare più".
COLLABORATORE SPATARO - Queste sono testuali parole ...
GIUDICE - Che la Maria Angela gli avrebbe detto.
- ...
COLLABORATORE SPATARO diverse da "ci occupiamo noi".
GIUDICE - "Non ti occupare' I...
COLLABORATORE SPATARO - Ha detto: "Non ti occupare piii della nostra
famiglia".
GIUDICE - ..."p iù della famiglia", quindi.
COLLABORATORE SPATARO - "Ci pensiamo noi".
...
GIUDICE - Dopodiché dopo circa sette mesi viene chiamato dalla Polizia che
gli dice "attenzione perché sta arrivando per te".
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Lei lo segue quasi quotidianamente in questo periodo e lui non... non
so, se fossi stato io in lui avrei cercato contatti, di capire, di approfondire, di
aiutarmi in qualche modo, magari andando via da Palermo, cercando in qualche
modo di proteggermi. E invece lui cosa fa?
COLLABORATORE SPATARO - Voleva andare a sbattere la faccia al muro,
come l'ha sbattuta. Diceva questo.
GIUDICE - Me lo può ulteriormente chiarire, anche se siamo tutti e due siciliani
e forse ho capito?
COLLABORATORE SPATARO - Praticamente voleva andare a dritto,
all'incontro che lo aspettava.
GIUDICE - Della morte.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente. Anche perché dopo
...
queil'appuntamento cioè, dopo 1'11 novembre a Giovanni gli arrivò un primo
appuntamento con... con i Lo Piccolo. In quell'occasione non... io ho
accompagnato a Giovanni a diversi appuntamenti con Sandro Lo Piccolo, nel
periodo in cui Sandro era latitante. E in un'occasione si è incontrato con Sandro.
10 l'ho lasciato in un posto e controllavo che per strada non ci fossero posti di
blocco, in quanto salivamo su Carini con due motociclette, cioè due scooter, e
siccome Giovanni non poteva uscire fuori Palermo, io andavo avanti e facevo
strada controllando che non cterano posti di blocco. Gli facevo uno squillo al
ceìlulare e lui saliva. Una volta siamo andati a un appuntamento e Giovanni
non... non si è incontrato con Sandro. Questo appuntamento è stato fatto sopra la
montagna di Bellolampo. Perché una volta si sono incontrati a Carini, sopra il
paese, e questo appuntamento è andato a buon fine; untaltra volta avevano
appuntamento sopra Bellolampo, cosa che Sandro non si è presentato; e non era
da lui non presentarsi a un appuntamento delicato con una persona che non
poteva uscire e che era un sorvegliato speciale. Anche lui era un latitante, per
cui... o era successa qualcosa o non ci è andato di proposito. Dopo
quell'appuntamento Giovanni gli ha richiesto un altro appuntamento e questo
appuntamento non è stato mai confermato nei mesi successivi, che sono andati d a
dopo la Pasqua del 2005 al novembre, quando Giovanni ha saputo questa cosa
daiia parte della Polizia. L'appuntamento invece gli è arrivato a Giovanni per il
23 dicembre 2005, cosa che Giovanni ha rifiutato perché: già aveva saputo quella
notizia deila Polizia; lui aveva perso suo fratello il 23 dicembre di due anni
prima; e già a Palermo tantissime persone che orbitavano nelle varie famiglie a
Giovanni l'avevano messo da parte, non... non gli davano più queìl'importanza
rispetto a un paio di anni. Per cui aveva capito che c'era qualcosa che non andava
e l'appuntamento l'ha rifiutato. Quando invece, successivamente, al 09 d i
gennaio, è venuto nel mio punto vendita di Via San Polo Andrea Adamo a cercare
Giovanni, che Giovanni in quel momento chi lo cercava lo trovava direttamente
tramite me, perché aveva dato lui o r d i i a tantissime persone che se lo cercavano,
dato che lui aveva un po' di timore di qualcosa, di cercarlo tramite me o tramite...
a secondo quali persone erano, tramite Tonino Cumbo, che erano le persone più
di sua fiducia. Anche perché in un'occasione, prima di Natale, Giovanni si
trovava con sua moglie in un punto vendita di arredamenti in Via San Lorenzo e
la persona di cui ho già parlato prima, Sergio Sacco, gli disse a Giovanni:
"Giovanni" -- dice - "però non c'è un'aria buona" - dice - "allontanati da --

Palermo, vattene". Era una cosa che gli disse direttamente anche a sua moglie -
c'era la Monica - e Giovanni da quella cosa non stava più tranquillo. Infatti
abbiamo festeggiato il Capodanno assieme, Giovanni aveva fatto come l'anno
precedente invitando una decina di famiglie, di ragazzi che eravamo sempre
assieme, e quelli che ci siamo presentati a casa sua siamo stati soltanto tre o
quattro famiglie. Da quel momento Giovanni ha capito che proprio l'avevano
allontanato totalmente. Tipo Tonino non si era presentato, Piero Salsiera non si
era preseutatu, Pippo Armetta non si era presentato. Eravamo rimasti pochissimi
quelii accanto a Giovanni. A quel punto Giovanni, quando io gli ho detto che
c'era Andrea Adamo che gli doveva parlare, Giovanni l'ha avuta... questa cosa
come una liberazione, perché non vedeva l'ora che gli fissassero l'appuntamento
con i Lo Piccolo, cosi lui si poteva andare a chiarire questa cosa. Cosa che poi è
andata come i fatti possono meglio raccontarci.
GIUDICE - Ma, riportandomi a questa comunicazione, diciamo, chiamiamola
cosi, una comunicazione di servizio che la Di Trapani Maria Angela dà a
Giovanni Bonanno, mi scusi, ma lui non poteva anche dire: "Ma tu a che titolo
me la dai? Tu in fondo sei una signora, sei la moglie di Salvino Madonia, ma
insomma, non hai un ruolo, una funzione, cioè non sei una... non sei un Ciccio Di
Trapani, non sei un Diego Di Trapani; tuo marito è in carcere e Te la vado anche
a discutere con lui"? Cioè, quando arriva la comunicazione della Di Trapani
Maria Angela cosa percepisce? Che parlava la Di Trapani Maria Angela ma in
realtà stava parlando Salvino Madonia? Cioè, questo chiarimento lo tentò, lo
fece? O non era nemmeno necessario perché il fatto che parlasse la Di Trapani
Maria Angela era come se avesse parlato Salvino Madonia?
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Ho capito bene? Era così?
COLLABORATORE SPATARO - Preciso.
GIUDICE -Quindi, scusi, lei mi sta dicendo...
COLLABORATORE SPATARO - Anche perché in passato Maria Angela più di
una volta cercava Giovanni per avere anticipato dei soldi, per avere qualche cosa
di soldi in più, dato che c'era suo suocero che stava male e avevano bisogno di
cure mediche e di medici che dovevano partire da Palermo per andare nella
struttura carceraria dove era detenuto Ciccio Madonia, per cui chiedeva dei soldi
in più. Per cui molte volte mandava a cercare a Giovanni, sia in passato, negli
anni della sua prima gestione, che dopo la sua scarcerazione nel 2003.
GIUDICE - Però, scusi, la sua risposta precedente, prima di questo chiarimento -
e un po' per riprendere anche la verbalizzazione, per chi leggerà - lei ha detto
"esattamente". Poi io stavo facendo una ulteriore domanda e lei ha fatto la
chiarificazione relativa alle spese sanitarie. Però la domanda è questa, all'esito
della sua risposta precedente: cioè, allora c'era... mi sta dicendo che c'era un
rapporto - come posso dire - in diritto amministrativo si chiamerebbe di
irnrnedesimazione organica, perfetta, tra la moglie di Salvino Madonia e Salvino
Madonia, cioè a dire lei esprimeva anche Cosa Nostra, l'avviso di Cosa Nostra, il
volere di Cosa Nostra all'esterno per Salvino Madonia. Lei mi ha risposto così e
io lo devo interpretare così oppure mi deve dare un ulteriore chiarimento sul
punto specifico?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, io, se Maria Angela Di Trapani
esponesse a titolo di Cosa Nostra non lo so, ma lei esponeva a titolo personale
quelle che erano le sue richieste. Le sue richieste erano per garantire i suoi
familiari. -
GIUDICE - Le risulta...
@ COLLABORATORE SPATARO - Soltanto a questo titolo.
GIUDICE - Le pongo allora la domanda in modo diverso: le risulta che prima di
aver dato questo - chiamiamolo - comandamento al Giovanni Bonanno vi fosse
stato, tra la Di Trapani Maria Angela e Salvino Madonia, un incontro, oppure la
Maria Angela Di Trapani ha fatto riferimento a un incontro che sarebbe
avvenuto in carcere tra di loro? Cioè, questa volontà che il Bonanno si dovesse
fare da parte in qualche modo veniva dall'interno del carcere oppure era
espressione soltanto, solo e soltanto, della Maria Angela Di Trapani?
COLLABORATORE SPATARO - Ma...
GIUDICE - Questo è il dato saliente.
COLLABORATORE SPATARO - Maria Angela Di Trapani non ha dato una
certezza o un qualcosa dicendo "a me me l'ha detto mio marito" o "mi è stata
comunicata da un mio parente". E' stato quel suo pensiero in quel momento di
dire "questi sono gli ultimi, d'ora in poi non ti occupare più della nostra
famiglia", punto e basta.
GIUDICE - Punto e basta. Va bene.
COLLABORATORE SPATARO - Giovanni ha interpretato a modo suo, come
tante altre cose: "Sicuramente mi hanno fatto fuori dal mandamento", dato che
in quel periodo era uscito lo zio Diego Di Trapani.
...
GIUDICE - Sì, però però, mi scusi, bisogna essere concreti anche. Io, cioè, nella
veste di Giovanni Bonanno avrei fatto subito la prima cosa possibile: andare da
Di Trapani Diego e dire: "Scusa un attimo, qua "...
COLLABORATORE SPATARO - Ci stiamo arrivando, lo dico subito ...
GIUDICE - Ah, ecco.
COLLABORATORE SPATARO - ...p erché a verbale, che Diego Di Trapani ha
mandato il signor Michele Acquisto a dire che di determinate cose se ne sarebbe
occupato direttamente lui. Queste cose sono cose che sono messe a verbale.
GIUDICE - Sì. Quindi ailora ci fu un...
COLLABORATORE SPATARO - Eh, ci stavo arrivando.
GIUDICE - Ah, ecco. No... infatti ci arriviamo.
COLLABORATORE SPATARO - Ci sono cose che devo andare a mettere nei
giusti momenti.
GIUDICE - Ma infatti le mie domande servono a questo, a fare sì che lei possa
mettere questi libri che costituiscono la nostra memoria nei giusti scaffali. La
bravura del bibliotecario,per questo c'è pure un titolo...
COLLABORATORE SPATARO - Sicuramente.
GIUDICE - Cioè, uno che fa il bibliotecario... dice "ma che fa? In fondo che fa?
Mette libri negli scaffali". No, ci vuole la laurea per fare il bibliotecario, perché
devi sapere la letteratura contemporanea, queila medievale e via dicendo, perché
anche a mettere i libri negli scaffali bisogna essere equipaggiati, o almeno così
dovrebbe essere. Allora... andiamo a mettere questi libri negli scaffali però.
Quindi stava arrivando al passaggio in cui...
COLLABORATORE SPATARO - Un paio di volte è sceso Michele Acquisto, che
era la persona di fiducia di Diego Di Trapani nel periodo in cui Diego Di Trapani
era detenuto agli arresti domiciliari e non si poteva incontrare con Giovanni. Per
una sua volontà, proprio Diego Di Trapani, se avesse voluto incontrare Giovanni
lo poteva fare, perché questo Giovanni lo sapeva. Dice: "Mi manda a chiamare, io
rischio e ci vado. Siamo in due a rischiare, rischia lui e rischio io". Però Giovanni
-
pensava: dato che lui è uscito da poco e vuole tutelarsi, e mi vuole tutelare cosa
che non è stata effettivamente così - ha messo un tramite, che questo tramite era
anche negli anni '97, Michele Acquisto. Michele Acquisto era una persona di
fiducia di Diego Di Trapani. Questa persona scendeva e si incontrava con
Giovanni. In più occasioni gli disse a Giovanni che di certe cose se ne sarebbe
occupato direttamente Diego Di Trapani.
GIUDICE - Quindi lui percepì ...
COLLABORATORE SPATARO - Di questa cosa Giovanni, dopo l'incontro con
la Di Trapani, scaturì il pensiero di dire "mi hanno posteggiato".
GIUDICE - Perfetto. Quindi spero, penso, suppongo che stavolta il libro
l'abbiamo messo neilo scaffale giusto.
COLLABORATORE SPATARO - Anche perché neilo stesso tempo c'è stata la
messa accanto a Giovanni, da parte di alcune persone, di Salvo Genova.
GIUDICE - Da parte di quali persone?
COLLABORATORE SPATARO - Di Lo Piccolo e di Di Trapani.
GIUDICE - Quindi non solo la Maria Angela Di Trapani aveva detto a Giovanni
Bonanno "da questo momento in poi è cosìw,ma una serie di altri contemporanei
elementi e circostanze hanno confermato l'avviso, diciamo il comando espresso
l
dalla Maria Angela Di Trapani, che da quel momento le cose dovevano andare
così, ed erano dalle voci degli altri Di Trapani, che insieme e in tempi diversi
avevano gestito il mandamento...
COLLABORATORE SPATARO - Di Resuttana.
- ...
GIUDICE di Resuttana. Ho capito bene?
COLLABORATORE SPATARO - Perfetto.
GIUDICE - I1 libro è stato messo nello scaffale giusto?
COLLABORATORE SPATARO - Preciso.
GIUDICE - Oh. E cerchiamo di andare ulteriormente avanti. Lei, tra i tanti
nomi, nella sciarada dei nomi che ha fatto fino adesso, ha fatto il nome di Enzo
Sgadari.
COLLABORATORE SPATARO - Si.
GIUDICE - Io l'ho trascritto qui, spero di non averlo udito io... perché ha fatto
questo nome?
COLLABORATORE SPATARO - Perché era la persona a cui Giovanni, nel
periodo in cui iniziò a gestire il mandamento di Resuttana, proprio come persona
diretta che lo gestiva, dopo l'arresto di Pino Guastella, in quanto Sgadari era
molto amico con Guastella, praticamente faceva avere i soldi alla famiglia
Guastella tramite Enzo Sgadari.
GIUDICE - Quindi faceva avere soldi alla famiglia tramite Enzo Sgadari. Lei
intanto l'ha conosciuto personalmente Enzo Sgadari?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, certo.
GIUDICE - Si chiama Enzo?
COLLABORATORE SPATARO - Io lo conosco come Enzo, l'ho sempre
chiamato come Enzo. Ha un negozio di pompe di calore, impiantistica, in una
traversa di Via Marchese di Roccaforte. Abitava dietro l'autosalone mio.
GIUDICE - E lo conosceva per ragioni di lavoro o per altro... per altro verso?
COLLABORATORE SPATARO - No, io lo conoscevo per genere di lavoro e
come appassionato di cavalli, soltanto...
GIUDICE - Perché anche lei è appassionato di cavalli?
_C_CQLLAI$ORATORE
. SPATARO - Andavo alltIppodromo ogni- tanto a vedere-
qualche corsa di cavalli.
GIUDICE - Quindi andavate all'Ippodromo insieme?
COLLABORATORE SPATARO - NO.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE SPATARO - Mai andato assieme. Ci incontravamo la, se ci
incontravamo ci salutavamo. C'è stato per un periodo che io, prima che mi
sposassi, mia moglie aveva un negozio di pelletteria a cinquanta metri dal suo
negozio, in Via Marchese di Roccaforte, proprio all'angolo con il suo negozio.
Infatti dopo che mi sono sposato e mi è nato il bambino lui voleva venduto la mia
attività, solo che il padrone di casa non voleva affittarla a lui o a terze persone e
se l'è ripreso direttamente lui.
GIUDICE - Chiaro. Quindi, diciamo...
COLLABORATORE SPATARO - Questo risale comunque al '95.
GIUDICE - Al '95.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, la conoscenza con... con Enzo Sgadari.
GIUDICE - E, diciamo, dopo il '95 ha avuto modo di entrare in contatto, in
relazione alle attività che ha fino adesso descritto? Cioè, per esempio portò mai, o
ebbe mai modo di constatare che per esempio il Giovanni Bonanno e l'Enzo
Sgadari fossero in contatto o tra di loro...
COLLABORATORE SPATARO - Si, si, si, si. Che erano in contatto si, perché
molte volte con Giovanni, o con Francesco, andavamo a trovare a Enzo al negozio
e molte volte, cioè, Giovanni lo cercava anche per sistemare l'aria condizionata a
casa da sua madre; quando lui è andato a vivere da solo, Giovanni, Enzo Sgadari
gli ha fatto tutto l'impianto a casa sua; ha sistemato la casa di Francesco
Bonanno nel '97.
GIUDICE - Eh, ma queste erano - diciamo - attività ordinarie, normali. Sto
parlando di qualcosa di più delicato, che attiene al ruolo di reggente di Giovanni
Bonanno, non quella delle pompe di calore.
COLLABORATORE SPATARO - Nel ruolo di reggente era che Giovanni faceva
avere, dato che lui conosceva la famiglia di Guastella, faceva avere i soldi a Enzo
per farli avere alla famiglia Guastella.
GIUDICE - Ma era solo una mediazione? Cioè gli portava i soldi, punto e basta?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, di altre cose...
-
GIUDICE Oppure era anche un collettore di estorsioni?
COLLABORATORE SPATARO - No, che io sappia collettore di estorsioni no.
Era soltanto una persona che portava i soldi alla famiglia di Pino Guastella.
GIUDICE - E, scusi, a che titolo portava i soldi alla famiglia di Pino Guastella?
Perché?
COLLABORATORE SPATARO - Perché aveva una conoscenza diretta con la
famiglia Guastella, Enzo Sgadari.
GIUDICE - Ma, voglio dire, teneva la cassa? Si può dire che tenesse la cassa? No.
COLLABORATORE SPATARO - NO.
GIUDICE - No. Soltanto gli consegnava i soldi ogni tanto.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente. Mensilmente. Ci fu un periodo
che, nei primi anni del '97-'98-'99, Giovanni faceva avere i soldi a Enzo per farli
avere a Pino Guastella. Dopo la sua scarcerazione questa~cosanon è avvenuta più
perché Giovanni i soldi, anziché farli avere a Enzo Sgadari, li faceva avere al
nipote di Pino Guastella, a Francesco Di Pace. E a Enzo Sgadari praticamente lo
incontrava, come si suo1 dire, amichevolmente, o nell'ultimo periodo l'ha
.- incontrato perché Enzo Sgadari gli facevafa@ qualcheeortesia da una persona
--".m .
che gli cambiava degli assegni post-datati a Giovanni.
@ GIUDICE - Al di là di questo tipo di attività, lei nulla sa di Enzo Sgadari?
COLLABORATORE SPATARO - Una. ..
GIUDICE - Cioè, questa ...
COLLABORATORE SPATARO - Una cosa che sapevo è che nell'ultimo periodo
Giovanni - questa cosa la sapevo -che Sgadari aveva cominciato a costruire a
Carini ed era in società con Michele Palermo e credo con il nipote di Pino
Guastella.
GIUDICE - Chi era il nipote di Pino Guastella?
COLLABORATORE SPATARO - Francesco Di Pace.
GIUDICE - Lei l'ha mai conosciuto il nipote di Pino Guastella?
COLLABORATORE SPATARO - Certo che l'ho conosciuto.
GIUDICE - E come mai l'ha conosciuto?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, l'ho conosciuto quando era lui piccolino,
che faceva il d j in discoteca e io mi frequentavo con sua sorella Anna. Ci
conoscevamo così. Poi lui è cresciuto e lo incontravo spesso in Viale Strasburgo
perché lui abitava dietro, dove io vendevo moto. Gli ho pure venduto uno o due
motori. Mi sono occupato anche di fargli trovare qualche macchina. Ci siamo
incontrati pure nel Carcere delltUcciardone nel periodo in cui sono stato detenuto
là. E da allora non... non l'ho più visto.
GIUDICE - Ma le risulta che il nipote di Pino Guasteiìa avesse un ruolo, una
funzione, diciamo, similare a quella che svolgeva suo zio?
COLLABORATORE SPATARO - Questa cosa io non la so. So che era vicino ad
alcune persone che erano vicine ai Lo Piccolo. Di altre cose che lui potesse fare
non... non lo so, non l'ho mai saputo.
GIUDICE - Cioè, il...
COLLABORATORE SPATARO - Francesco Di Pace sto parlando.
GIUDICE - ...Di Pace era vicino ad alcune persone...
COLLABORATORE SPATARO - Vicine ai Lo Piccolo.
...
GIUDICE - vicine ai Lo Piccolo. E chi erano queste persone?
COLLABORATORE SPATARO - Totò Di Maio, Rosolino di Maio... nel primo
periodo che Giovanni andava bene era vicino a Giovanni, lo veniva a cercare
sempre ail'autosalone o al negozio di motori.
GIUDICE - Senta, lei nel corso del verbale, queilo che lei ho poc'anzi letto, del 17
novembre del 2008, ha riconosciuto in fotografia anche tale Pietro Pizzo, nella
foto 31: "Riconosco"... ..."p rendo atto che si tratta... ma nulla so dire a
...
riguardo". C'è questa è un mancato riconoscimento, per meglio dire, nella foto.
Lei di questo Pietro Pizzo ha mai sentito parlare?
COLLABORATORE SPATARO - No, non lo conosco.
GIUDICE - Intanto...
COLLABORATORE SPATARO - Mi hanno chiesto credo pure di un certo
Massimiliano Lo Verde, che nemmeno conosco, di queste... in questo album
fotografico, se la memoria non mi... non perde colpi. E di qualche altra persona pure
che non conosco, dello stesso album fotografico dei Carabinieri.
GIUDICE - Si. Intanto io ho bisogno di chiedervi, anche perché sono le sei e ho
bisogno di regolare la questione. Voi avete domande da porre? Chiarificazioni da
chiedere?
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - No, ve lo chiedo. - -
A W . MISURACA - L'awocato Misuraca non ha domande da porre.
A W . VANCHERI - Si, Giudice, awocato Vancheri nell'interesse di Sgadari
Vincenzo. Soltanto proprio pochissime precisazioni. Signor Spataro, buonasera. Senta,
lei ha detto, ha riferito a domanda del Giudice che Bonanno faceva avere i soldi ai
Guastella tramite Enzo Sgadari, per un limitato periodo di tempo. Ma intanto di che
soldi parliamo?
COLLABORATORE SPATARO - I soldi per il mantenimento in carcere.
A W . VANCHERI - E' in grado di ricondurre temporalmente, diciamo così...
GIUDICE - Può parlare vicino...? Si accomodi, si sieda.
A W . VANCHEFU - Si, grazie Giudice. Ecco, mi è molto più comodo. E' in grado,
dico, di ricondurre temporalmente questa circostanza a un momento specifico?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, il periodo che posso ricondurre è da dopo
l'arresto proprio del Guastella fino all'arresto di Giovanni, luglio del '99.
A W . VANCHERI - Senta, invece in relazione a quelli che erano i lavori a Carini, cui
lei ha fatto riferimento, che stava svolgendo Sgadari, lei ha detto "forse era socio con
Di Pace". Dico, questa circostanza come la apprende? E soprattutto, dico, se il "forse",
ho capito bene, è un ipotetico oppure...
COLLABORATORE SPATARO -No, so che stavano facendo delle costruzioni...
A W . VANCHERI - Sì.

c
k.-
<88
COLLABORATORE SPATARO - ...p roprio all'uscita dello svincolo di Carini, dietro
il Johnny Walker, con Michele Palermo...
A W . VANCHERI - Sì, esatto.
COLLABORATORE SPATARO - ...e con... e c'era pure in società pure Francesco Di
Pace. Questa cosa gliela disse Francesco a Giovanni. Ma stiamo parlando verso la fine
del 2005. Non sono riconducibili agli anni '97-'99, questi qua sono fatti del 2005.
A W . VANCHERI - Sì. Dico, questa circostanza a lei risulta come?
COLLABORATORE SPATARO - Eh, gliela disse Francesco a Giovanni in
un'occasione che si era messo con Sgadari, aveva investito pure lui su questa
realizzazione di queste villette.
A W . VANCHERI - Si. Senta, poi un'ultima domanda: lei ha fatto riferimento a dei
danneggiamenti che aveva subito nella sua attività commerciale; volevo capire, dico,
nell'ambito proprio dell'esercizio della normale attività di vendita di automobili e di
motoveicoli lei ha mai pagato il pizzo?
COLLABORATORE SPATARO - No, non ho mai pagato il pizzo.
A W . VANCHERI - Va bene. Nessun'altra domanda, Giudice.
COLLABORATORE SPATARO - Anzi, tornando al discorso iniziale del...
dell'inserimento del discorso, con Manuel Pasta... il mio rientro nella famiglia di
Resuttana, è stata proprio una motivazione nel dare la possibilità di poter far avere i
soldi proprio alle persone che in quel periodo erano mantenute da Giovanni, ivi
compresi i Madonia, Guastella, Rosario Perone, Tonino Cumbo, Salvatore Castiglione
e Salvo Genova. Queste persone erano le persone che fino al momento del mio arresto
venivano retribuite mensilmente da noi. Infatti anche dopo la mia... dopo il mio
arresto, anche io sono stato retribuito da parte della... della famiglia di Resuttana, da
parte di Manuel Pasta, che faceva avere mensilmente i soldi a mia moglie, come agli
altri nomi che ho citato prima.
A W . VANCHERI - Giudice, se posso, un'ultima precisazione che mi era sfuggita. In
relazione proprio alla circostanza da lei rifkrita, che il Bonanno dava questi soldi a
titolo di contributo ai Guastella tramite lo Sgadari Vincenzo, ma lei questa circostanza
l'ha mai riferita in precedenza, in sede di interrogatorio, al Pubblico Ministero?
- -. . COLLABORATORE SPATARO - Si, al Pubblico Ministero in uno degli interrogatori
che abbiamo fatto nel...
@ AW. VANCHERI - Non si ricorda quale?
COLLABORATORE SPATARO - NO.
A W . VANCHERI - Perché, dico, noi in atti ne abbiamo...
COLLABORATORE SPATARO - Ne ho fatti così tanti interrogatori che... c'è stato il
primo periodo che ne facevo uno la mattina e uno la sera e fino all'altra volta mi hanno
chiesto pure di loro, si può dire un mesetto fa mi hanno chiesto nuovamente di loro.
GIUDICE - Però quando lei parla dei suoi interrogatori, gli interrogatori vengono poi
separati a secondo dei processi, quindi è possibile, giustamente, che l'avvocato non
conosca...
COLLABORATORE SPATARO - Però posso dire una cosa...?
GIUDICE - ...non conosca tutti i suoi... le sue dichiarazioni.
COLLABORATORE SPATARO - Gli interrogatori sul mandamento di Resuttana io
non ne ho fatto uno, ne ho fatti diversi, almeno... avvocato, sette-otto li abbiamo fatti
su Resuttana? Abbiamo fatto almeno... con la dottoressa Picozzi, con la dottoressa
Sava, con il dottore Paci, con il dottor Viola... abbiamo fatto diversi interrogatori e con
un altro Magistrato, Scaletta. Abbiamo fatto diversi interrogatori. Ecco, con Scaletta
mi hanno chiesto cose su Di Trapani e altro.
GIUDICE - Sì. E questo però conferma proprio... il fatto che li abbia fatti con diversi
Pubblici Ministeri conferma che possano essere stati riversati in diversi... - come
abbiamo tra l'altro verificato prima che lei rendesse dichiarazioni - possano aver
creato diversi processi, diverse situazioni. Per questo lei viene chiamato diverse volte,
probabilmente sarà stato chiamato in altre occasioni e a volte deve ripetere...
COLLABORATORE SPATARO - Le stesse cose.
GIUDICE - ...non dico le stesse cose, ma insomma, le quasi uguali cose. Ecco.
Awocato, ha altre... ha altre...
A W . VANCHERI - Nessuna, Giudice.
GIUDICE - Perché lei introduce... ha introdotto, con questa ultima risposta, un punto
che proprio oggi, anzi tra ieri e oggi, è venuto in rilievo, di questo processo, e si tratta
di questo Manuel Pasta.
COLLABORATORE SPATARO - Sì. E' la persona che...
GIUDICE - Chi era questo Manuel Pasta? Chi è questo Manuel Pasta?
COLLABORATORE SPATARO - Io l'ho conosciuto nel... per l'esattezza, dopo
l'arresto dei Lo Piccolo, nel 2008, febbraio 2008. E' una persona che ho conosciuto in
quanto sapevo che era un parente di Salvo Genova, cosa che poi ho saputo che non era
parente di Salvo Genova ma era una persona molto vicina a Salvo Genova; la persona
che fui incaricato da Sergio Giannusa e da altre persone di mettermi accanto e di
stilare una lista dei vari commercianti dove si poteva andare a chiedere di rientrare dei
soldi che dovevano fare avere al mandamento di Resuttana.
GIUDICE - Posso interromperla a questo proposito? Perché abbiamo, in questo
processo, una costituzione di parte civile di numerose... numerosi organismi, diciamo,
rappresentativi degli interessi dei commercianti e della società civile. Come viene
formata una lista di pagatori? Cioè, secondo quali criteri...? Intanto potrei fare una
domanda ancora più semplice: ma scusi, perché non si va a tappeto e si va secondo
invece una lista? Cioè, se tu famiglia comandi un territorio, o la comandi e la comandi
su tutto il temitono, o non la comandi a macchia di leopardo, si diceva durante la
guerra del Vietnam per valutare le operazioni militari sul terreno; ma loro, durante la
guerra del Vietnam, parlavano di macchia a leopardo sa perché? Perché c'erano dei
luoghi che costituivano dei presidi dei Yietcong che loro non potevano aggredire e
quindi andavano appunto a macchia di leopardo, là dove potevano anivare arrivavano.
Questo pensiero, diciamo, retrodatato alla guerra del Vietnam, mi fa pensare che anche
il vostro territorio mafioso un po' si distinguesse a macchia di leopardo, nel senso che
voi aggredivate là dove potevate aggredire. Oppure la mia idea è sbagliata?
COLLABORATORE SPATARO - No, non è così, perché si andava dove si sapeva
che alcuni commercianti potessero avere la possibilità di dare questo contributo per il
quartiere, per la famiglia - come lo definiamo - l'estorsione. Però molte volte poi si
presentava, come in alcune occasioni, il Benedetto Capizzi per il "Forza 13" dicendo
che erano persone vicino a lui e non ci si doveva andare, si presentava il parente di
Pino Guastella dicendo che la pompa di benzina apparteneva a loro, si presentava
l'amico di Massimo Mule', si presentava l'amico di San Giuseppe Iato, si presentava
l'amico di quello... per cui si andava a tappeto, però molte volte si incontrava un muro
e questo muro molte volte si cercava di pianificarlo, se era possibile, fare avere
anziché ogni mese una cosa... un'una tanturn annuale, per come si era fatto negli anni
passati, quando Giovanni aveva un po' pianificato le cose con tutti i commercianti che
davano i soldi a lui. Ma questa cosa, nel periodo in cui sono subentrato io, ha avuto
tantissimi impedimenti: l'impedimento di Gio In perché si sono interessate altre
persone, l'impedimento di qualcuno che ha denunciato... e praticamente si riusciva a
I
ricavare quelli che già sapevano che per loro stare tranquilli... pagavano e stavano
tranquilli.
GIUDICE - Allora, pongo meglio la domanda, perché la sua risposta in fondo è
abbastanza chiara, però io voglio che sia ancora più chiara. Lei viene arrestato 1'8
luglio del 2008.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - In questo momento, alla data del suo arresto, lei può dire che, avuto
riguardo a quello che sono le sue conoscenze e la gestione del territorio che lei ha visto
da parte dei capi della famiglia e del mandamento di Resuttana, la imposizione delle
estorsioni, del pizzo, lo chiami come vuole, contributo a Cosa Nostra per i detenuti, lo
chiami come vuole, ma che questo contributo fosse a tappeto, cioè per tutti coloro che
in qualche modo avevano un'attività commerciale o eseguivano un'attività economica
di rilievo sul territorio di competenza della famiglia? Questa è la domanda.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, su tutte le facciate che facevano i vari
imprenditori dovevano pagare il 3% sulla facciata. I negozianti, quelli che hanno
un'attività commerciale, a secondo dell'attività commerciale versavano... mettiamo
caso: Di Martino di Piazza Leoni duecento euro; Di Martino di Via Libertà
cinquecento euro; Palumbo e Gigante millecinquecento euro a Pasqua e Natale e il
Fiorentino seimila euro; Gio In diciottomila a Natale e diciottomila a Pasqua e un
negozi di abbigliamento, Floccari, millecinquecento euro. Ecco, c'era una distinzione
di attività commerciali. L'attività commerciale consiste se uno ha la possibilità di
pagare diciottomila euro, evidentemente perché li ha sempre pagati, oppure nello
stesso tempo perché è un negozio che non ha la possibilità di pagare per cui paga
meno, o addirittura ci sono stati in passato mesi che i commercianti, molti, non
lavoravano, si capiva questa cosa, o in fatto di chiusura o andavano male le cose, e non
pagavano più. Moltissimi commercianti si sono trovati, in alcuni mesi, a non pagare.
Poi erano loro che portavano un'una tantum a Giovanni dicendo "tieni cinquecento
euro" e non pagavano le trecento euro al mese; pagavano cinquecento euro a Natale e
cinquecento euro a Pasqua, anziché pagare mensilmente.
GIUDICE - Adesso la risposta... L .

. ..COLLABORATORE
. SPATARO - Però molte... . ..
.-L ... ...
.

GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE SPATARO - ...molte attività commerciali pagavano a secondo
del loro stato di vita lavorativo. L'Hotel Politeama pagava seimila euro al mese e
l'Hotel che c'era in un altro posto pagava cinquecento euro a Natale perché non faceva
niente.
GKTDICE - Sì, mi scusi, però questa sua risposta differenziata porta a un'altra
domanda: ma chi era allora il commercialista, il vostro contabile in grado di sindacare
il benessere economico...
COLLABORATORE SPATARO - L'operato?
GIUDICE - ...il conto economico dell'azienda che si andava...? Cioè, il fatto che quello
era in grado di dare sedicimila e l'altro solo cinquecento poteva essere anche una sola
dichiarazione da parte del contibuente, diciamo così, chiamiamolo così, con un
eufemismo...
COLLABORATORE SPATARO - Allora...
GIUDICE - ...e non corrispondesse a verità. Chi era in grado di dire "no, tu devi dare
dieci"... chi cento, chi mille?
COLLABORATORE SPATARO - Allora, Gio In pagava per il numero di negozi che
aveva, non perché si chiamasse Gio In, perché nel territorio di Resuttana Gio In aveva
sei attività commerciali, per cui pagava tremila euro per attività commerciale. Bagagli
pagava millecinquecento euro per attività commerciale. Solo che Gio In lavora più
degli altri, per cui il conto è fatto da questo. Ma anche Bagagli lavora più degli altri,
solo che Bagagli pagava meno in quanto raccomandato da Totuccio Milano, in quanto
parente suo e ci è stato fatto un abbuono per una cortesia a Totuccio Milano. Anche
perché se ci sono dei commercianti che da Resuttana vanno ad aprire nel mandamento
di Porta Nuova, il mandamento di Resuttana può chiedere una cortesia al mandamento
X, dove viene fatta la cortesia, per aver fatto uno sconto per una persona molto vicina
a loro.
GIUDICE - Quindi la macchia di leopardo non c'era. E manco il leopardo. Forse c'era
solo il leopardo.
COLLABORATORE SPATARO - No, l'unica macchia che c'è è che se i
commercianti non si decidono tutti a non pagare, questa cosa secondo me non finirà
mai.
GIUDICE - Sì, ma forse questo è un suo awiso, condivisibile penso da tutti quelli
che hanno sentito il corso delie cose. Senta, ma questo Manuel Pasta...
COLLABORATORE SPATARO - Teneva la cassa...
GIUDICE - No, un attimo.
- ...
COLLABORATORE SPATARO e si occupava lui di fare avere i soldi alle...
GIUDICE - No, mi scusi, una domanda. E' diversa daila risposta che lei mi ha già
dato. Ma questo Manuel Pasta si succede a lei?
COLLABORATORE SPATARO - No, assieme a me incomincia a fare la lista dei
cornmercianti.
GIUDICE - Mi scusi, lei dice "la lista11,L'esattore?
COLLABORATORE SPATARO - No, la lista per iscritto. Poi andavano altre
persone, o io, a chiedere se al posto di Tonino Cumbo e di Castiglione o d i
qualsiasi altra persona che ci andava in passato ci sarebbe andato Totò India.
GIUDICE - Quindi comincia con lei Manuel Pasta:-a fare questa lista. ..
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - ...dei negozi.
COLLABORATORE SPATARO - Esatto.
GIUDICE - Quando comincia suppergiù? . . . - - - .
COLLABORATORE SPATARO - Dopo la Festa del Papà, dopo il 19 marzo del
2008.
GIUDICE - Dopo il 19 m a n o del 2008.
COLLABORATORE SPATARO - In queìì'occasione poi ci siamo incontrati
perché c'erano Totò Lo Cicero e Tanino Fidanzati che volevano sapere appunto
chi fosse questo Manuel Pasta e come mai fosse stato messo a gestire la cassa di. ..
di Resuttana.
GIUDICE - E questa domanda che le faceva Fidanzati gliela faccio pure io. Cioè,
come mai, perché proprio Manuel Pasta?
COLLABORATORE SPATARO - Perché era... lui diceva che era stato autorizzato, se
succedeva qualcosa a Salvo Genova, era stato autorizzato da Salvo Genova. Dato che
Salvo Genova in quel periodo era il reggente di Resuttana, aveva la possibilità di
lasciare a lui. Però poi sono nate un po' di diatribe con l'architetto Liga, con Pino Lo
Verde, c'è stato un po' di confusione su questa cosa, fino ad anivare a un incontro con
le persone di cui ho citato e è andata bene che la cosa la gestiva Manuel Pasta, dato
che inizialmente aveva fatto avere i soldi mensilmente alle famiglie Madonia e alle
persone che erano state tratte in arresto nel periodo dopo il 2008 e,che ricadevano nel

pg
mandamento di Resuttana.

1192
GIUDICE - Senta, è giusto dire che questo Manuel Pasta conosce, diciamo, lo stato
attuale dell'arte - se così mi permette - nella materia di cui abbiamo fino adesso
parlato? Cioè, se lei è stato arrestato nel luglio del 2008, già a quel tempo Manuel
Pasta lavorava insieme a lei.
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - Poi il Pasta è stato arrestato di recentissimo.
COLLABORATORE SPATARO - Dicembre 2009.
GIUDICE - Dicembre 2009.
COLLABORATORE SPATARO - 21 dicembre del 2009.
GIUDICE - E' giusto dire che, insomma, conosce lo stato dell'arte proprio più attuale,
più contemporaneo, più...?
COLLABORATORE SPATARO - Certo, perché più sei dentro, più tempo stai fino
alla fine e più sai quello che succede nell'odierno.
GIUDICE - Nell'odierno. Questa risposta penso che possa essere esaustiva
dell'audizione, anche perché sono le sei e un quarto e io vorrei...
AVV. MISURACA - No, mi scusi, Presidente mi scusi...
GIUDICE - Prego.
AVV. MISURACA - Io volevo intervenire...
A W . PILLITTERI - Anch'io, come parte civile.
GIUDICE - Certo.
AW. MISURACA - Posso? Grazie.
GIUDICE - Certo.
A W . PILLITTERI - Forse prima io.
GIUDICE -No, no, io...
A W . PILLI'TTERI - Come parte civile.
GIUDICE - Allora, il rito anglosassone, visto che è anglosassone direbbe ladies3rst.
A W . PILLI'TTERI - No, no, no...
GIUDICE - Ma siccome noi non prendiamo il the con i pasticcini...
A W . PILLITTERI -No, no, non era un problema...
GIUDICE - ...ma facciamo un processo, penso che...
_ _ _ .- .Non era un problema di lady perché qua faccio l'awoeato. -Era
A W . PILLITTERI '

semplicemente perché nell'ordine di solito mi fanno fare le domande prima dei


difensori, era solo per questo.
GIUDICE - No, ma anche perché l'awocato ha già posto una domanda...
A W . PILLITTERI - Come ordine dei lavori.
GIUDICE - Faccia la domanda lei e poi ci sarà spazio pure per l'awocato. Non si
preoccupi che diamo spazio a tutti. Prego.
A W . MISURACA - (voce fuori microfono)
A W . PILLITTERI - No, no, no, no, ma non c'è problema. E allora, signor Spataro,
sono l'awocato Pillitteri per la Provincia di Palermo e come sostituto processuale
anche per le associazioni che sono costituite parte civile. A proposito di quello che
diceva poco fa, dei comportamenti dei commercianti e anche del sistema di
imposizione del pizzo, come non sceglievate e come non sceglievate, se non ho capito
male io praticamente i commercianti e gli imprenditori pagavano tutti, tranne quelli
che magari erano più vicini a Cosa Nostra e riuscivano a pagare un po' meno. E' questo
quello che lei ha detto o ho capito male io?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, pagavano quasi tutti tranne quelli che
arrivavano delle raccomandazioni inerenti alla gestione delle attività commerciali in
merito all'attività commerciale, se erano parenti... ma se non pagavano cinquemila
euro facevano avere un pensierino per Natale o per Pasqua, non c'era il mensile.
AVV. PILLITTERI - Quindi più lontani erano dalla mafia e più erano penalizzati,
praticamente.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
AVV. PILLITTERI - E rispetto all'altra sua considerazione: ma potevano scegliere di
non pagare i commercianti? Che succedeva se non pagavano, quando voi andavate a
chiedere?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, nel passato è successo che a molti
commercianti erano stati fatti atti intimidatori, come Attak, alcuni commercianti era
stata incendiata la saracinesca, alcuni atti intimidatori per poi portarli a poter pagare.
Ma molte volte i commercianti stessi sono loro stessi che aderiscono, molti addirittura
prima di aprire l'attività commerciale nel temtorio vanno a cercare la persona per poter
andare a pagare, prima che ci va l'esattore.
AVV. PILLITTERI - Mi scusi, poco fa però lei ha distinto tra quelli che erano più
vicini a Cosa Nostra e quelli che lo erano un po' meno. Quelli che erano più lontani
come facevano a sapere a chi dovevano rivolgersi per andare a pagare spontaneamente
a Cosa Nostra?
COLLABORATORE SPATARO - Perché quelli che erano più lontani ci si avvicinava
una persona di fiducia della famiglia e andavano a dire loro di mettersi a posto e di
versare quell'una tantum mensile o si giungeva a un accordo che era o il Natale e
Pasqua, o a secondo come erano le condizioni delle persone.
AVV. PILLITTERI - E quindi comunque erano awicinati, non erano loro che
venivano.
COLLABORATORE SPATARO - No. Erano awicinati, ma se non erano awicinati
dalle persone potevano essere anche loro stessi che andavano a cercare le persone.
AVV. PILLITTERI - Come?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, io come non lo so. Io questa cosa le posso dire
che l'ho vissuta, per cui se viene uno da me e mi dice: "Guarda, sto aprendo un
autosalone in Via Marchese di Villabianca, come mi devo comportare"? Io riferivo a
Giovanni Bonanno che una persona era venuta da me, che doveva aprire un autosalone
in Via Marchese di Villabianca e Giovanni poi se la sbrigava lui, sapeva come
comportarsi e le modalità. - .
A W . PILLITTERI - Mi scusi, questo accadeva regolarmente, cioè era una prassi
@ abituale o eccezionalmente capitava qualcosa del genere?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, questo non lo so se accadeva
eccezionalmente. Quando non accadeva eccezionalmente le persone si ritrovavano la
colla nei lucchetti o se non... non gliene fiegava niente della colla, trovavano magari
qualche danneggiamento nella vetrina o qualche cosa.
A W . PILLITTERI - Quindi, dico...
COLLABORATORE SPATARO - Venivano...
A W . PILLITTERI - ...non erano del tutto liberi...
COLLABORATORE SPATARO - Venivano...
A W . PILLITTERI - ...di non pagare.
COLLABORATORE SPATARO - Venivano costretti con la forza a pagare.
AW. PILLITTERI - Va bene. Grazie.
A W . MISURACA - Buonasera signor Spataro, sono l'avvocato Misurata.
COLLABORATORE SPATARO - Buonasera, awocato.
A W . MISURACA - Senta, lei ha detto prima che, essendo giovane molto sveglio,
frequentava fin da ragazzo gente più grande di lei e presto poté avere la fiducia e
l'affettuosità di persone vicine all'ambiente di Cosa Nostra, al mandamento di
+

Resuttana. Dico bene?


COLLABORATORE SPATARO - Inizialmente al mandamento di Porta Nuova.
Successivamente alla soppressione di Romano Giovan Battista mi sono affiancato a
Giovanni ~ o n a k che
o era vicino al mandamento di Resuttana.
A W . MISURACA - In che...
COLLABORATORE SPATARO - Però inizialmente al mandamento di Porta Nuova e
Borgo Vecchio.
A W . MISURACA - Sì. In che anni siamo?
COLLABORATORE SPATARO - Per il mandamento di Porta Nuova?
A W . MISURACA - No, dico, quando... quando lei inizia ad avere questi contatti di
persone di questo contesto?
COLLABORATORE SPATARO - Con quale mandamento?
A W . MISURACA - Sia di Porta Nuova che di Resuttana. Ecco, elenchiamoli tutti e
due.
COLLABORATORE SPATARO - Ma, Porta Nuova, tramite Romano Giovan
Battista, da11'88 in poi. E anche con... sempre con lui ho conosciuto in quegli anni
Nino Madonia, Ciccio Madonia e Nicola Di Trapani. Poi sono stato molto più vicino
al mandamento di Resuttana da quando Giovanni ha cominciato a occuparsi
direttamente lui di Resuttana, quando gestiva la latitanza di Pino Guastella.
AVV. MISURACA - Possiamo dare un...
COLLABORATORE SPATARO - Dal... dal '97 in poi fino al 2008.
A W . MISURACA - Perfetto. Lei ha detto che ha conosciuto tale Manuel Pasta nel
2008?
COLLABORATORE SPATARO - L'ho conosciuto, Manuel Pasta, nel 2008, febbraio
2008.
AVV. MISURACA - Prima del febbraio 2008 aveva mai sentito parlare di questo
Manuel Pasta?
COLLABORATORE SPATARO - No, non ne avevo mai sentito parlare.
A W . MISURACA - In nessun modo, in nessun senso, in nessuna occasione?
COLLABORATORE SPATARO - In nessuna occasione.
A W . MISURACA - E' giusto dire che questo signore probabilmente non poteva
avere alcuna conoscenza del mandamento di Resuttana prima del 2008?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, la conoscenza l'aveva in quanto era una
persona vicina a Salvo Genova, per cui Salvo Genova, essendo il reggente, era la
persona che lo poteva mettere a conoscenza di tutto il mandamento di Resuttana.
A W . MISURACA - E lei non sa questo contatto con Genova da quanto poteva essere
in corso?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, lui, quando abbiamo avuto modo di parlare,
mi diceva che suo padre era amico di Salvo Genova, per cui, tornando agli anni
precedenti a quello che mi diceva lui, agli arresti del San Lorenzo, torniamo al 1997-
'98, a quegli anni.
A W . MISURACA - Si. Comunque lei prima del 2008 non aveva mai sentito parlare
di Manuel Pasta.
COLLABORATORE SPATARO - Assolutamente no
A W . MISURACA - Grazie.
COLLABORATORE SPATARO - Tutti non avevano sentito parlare di Manuel Pasta
in quel periodo. Infatti, come ho detto prima, c'è stata una diatriba per sapere chi fosse
questo Manuel Pasta, come ho detto. Totò Lo Cicero che non lo voleva incontrare; a
me mi ha incontrato Totò Lo Cicero perché mi conosceva dai tempi di Giovanni
Bonanno e dai tempi di Romano Giovan Battista, come lo stesso Tanino Fidanzati,
come lo stesso Tanino Lo Presti. Queste persone erano persone che non sapevano chi
fosse questo Manuel Pasta. E' una persona che io ho saputo che era un parente di Salvo
Genova e che era stato autorizzato da suo zio a gestire il mandamento. Di questa cosa
ne era stato informato pure Mario Napoli, cosa che ho detto negli atti precedenti, che
gestiva assieme a Tonino il gioco d'azzardo e le macchinette clandestine, e mi disse
che lui aveva fatto avere i soldi per Tonino e per Salvo Castiglione, nel mese subito
dopo l'arresto di questi ultimi.
AVV. MISURACA - Grazie.
COLLABORATORE SPATARO - Prego.
GIUDICE - Ma, cosa dire, se non che la sua domanda mi ha suggerito in fondo che
devo sciogliere al più presto la riserva relativa all'audizione di Manuel Pasta, che
dovrò fare probabilmente oggi stesso. Quindi, se non ci sono altre domande... ci sono
domande?
AVV. VIANELLO - Sì, sì.
GIUDICE - Allora... no, no, non avevo capito, pensavo che aveste concluso. Prego.
AVV. VIANELLO - Grazie, dottor Matassa. Sono l'avvocato Valerio Vianello.
Buonasera, signor Spataro.
COLLABORATORE SPATARO - Buonasera, avvocato.
AVV. VIANELLO - Volevo qualche chiarimento perché nell'interrogatorio che
abbiamo qui, in questo processo, reso da lei il 17 novembre del 2008, non si faceva il
nome - c'era un omissis, per due o tre volte - di Michele Acquisto, che oggi ho
sentito...
COLLABORATORE SPATARO - Sì, Michele Acquisto è una persona vicina a Diego
Di Trapani.
AVV. VIANELLO - Sì. Ecco, siccome c'era... l'interrogatorio che noi abbiamo era
coperto da omissis, mi potrebbe spiegare meglio questa questione: Michele Acquisto,
Bonanno, Di Trapani...
COLLABORATORE SPATARO - Ma...
AVV. VIANELLO - ...e i tempi, diciamo, anche?
COLLABORATORE SPATARO - L'ho già spiegato... l'ho spiegato poco fa. Michele
Acquisto era la persona di fiducia di Diego Di Trapani e si incontrava o fissava
-appuntamenti con Giovanni, prima dell'arresto di Di Trapani - nel '97-'98 credo che è
stato arrestato Di Trapani - e successivamente alla sua scarcerazione, nel 2005.
AVV. VIANELLO - Sì, perfetto. Quindi è giusto dire, per la sua esperienza,
ovviamente, che quando Bonanno voleva interloquire con Diego Di Trapani...
COLLABORATORE SPATARO - Andava a Partanna Mondello, dove c'era il
costruttore Inzerillo che stava costruendo, dove Michele Acquisto stava facendo dei
lavori, e lì incontrava Michele Acquisto e diceva che doveva mandare a dire qualcosa
a Diego Di Trapani e poi Diego Di Trapani, tramite Michele Acquisto, mandava la
risposta.
AVV. VIANELLO - Perfetto.
COLLABORATORE SPATARO - Alcune volte invece gli appuntamenti con Michele
Acquisto so che li facevano nell'officina di Rosario Pedone.
GIUDICE - Avvocato, le chiedo... le chiedo scusa se la interrompo.
AVV. VIANELLO - Prego.
GIUDICE - Ma soltanto per capire dove era l'omissis di cui lei parla, perché io ho il
verbale non ornissato e penso che l'omissis non abbia più senso, ma il Pubblico
Ministero a questo punto mi deve dare conforto di questa circostanza, perché io le
leggerei l'integrale riferimento perché a questo punto facciamo... a verbale sia chiaro di
cosa stiamo parlando. E' possibile? Dovrebbe essere pagina 4... pagina 4 del verbale
del 17 novembre, rigo... dovrebbe essere intorno al rigo 14, non so l'omissis di cui
parla, per questo... io non penso che sia pih coperto da omissis, quindi se mi dite che lo
posso leggere e trasporre nell'odierno verbale io lo farei.
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Ah, e allora...
AVV. VIANELLO - Eh, infatti.
...
GIUDICE - E va beh, e aliora quindi mi conferma mi conferma che non c'è
questa esigenza. AUora, questo è lei che parla e dice questo: "Nella foto numero
18 riconosco una persona della quale però non ricordo il nome. Prendo atto che si
tratta dell'effigie di Di Trapani Maria Angela, moglie di Salvino Madonia. Di lei
mi aveva parlato Giovanni Bonanno dicendomi che alla stessa corrispondeva
mensilmente una somma di denaro proveniente da quelle raccolte con le
estorsioni. In una occasione Giovanni corrispose aUa Di Trapani cinquemila euro
per sostenere delle spese mediche per Francesco Madonia. Giovanni Bonanno mi
aveva detto che i suoi rapporti con i Madonia erano mantenuti attraverso Diego
Di Trapani. Quando quest'ultimo è stato arrestato, i rapporti con lo stesso
venivano mantenuti tramite Michele Acquisto. Non riconosco nessuna delle
persone indicate nelle foto 19 e 20, anche se, dopo avere appreso i loro nomi,
ribadisco di non sapere nulla. Prendo atto che nella foto 21 è ritratto Bartolo
Genova e so che lo stesso è nipote di Salvo Genova e compare di Manuel Pasta".
Quindi questo riferimento ci riporta al Genova Salvatore.
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
GIUDICE - Del quale abbiamo parlato testé. Manuel Pasta... e quindi ci fa capire
che questo Michele Acquisto sostanzialmente era un mediatore dei rapporti tra...
COLLABORATORE SPATARO - I Di Trapani e....
GIUDICE - Di Trapani Diego ...
- ...
COLLABORATORE SPATARO e Giovanni Bonanno.
GIUDICE - ...e Giovanni Bonanno.
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
GIUDICE - Questo è la parte del verbale che sarebbe da lei omissato e che non penso
di svelare alcunché se leggo nella sua integralità, come tra l'altro ho in atti, non so
sinceramente dove fosse l'omissis.
A W . VIANELLO - Dottor Matassa, io ho il verbale integrale, non so...
effettivamente... 17 novembre 2008, a pagina 33...
GIUDICE - Ed è omissato?
A W . VIANELLO - Omissato, sì, sì. E risulta credo anche al Pubblico Ministero.
(più voci fuori microfono)
GIUDICE - Sono i tanti misteri della fede.
A W . VIANELLO - No, no, ma...
GIUDICE - Noi siamo credenti, no?
AW. VIANELLO - Sì, no, ma dottor Matassa...
GIUDICE - Noi siamo credenti, siamo battezzati e quindi dobbiamo esercitare la fede.
E' possibile che io, non so, abbia stnunenti esoterici più potenti dei vostri?
A W . VIANELLO - No, dottor Matassa, era solo... siccome a noi, a me risultava
omissato e oggi ho sentito il nome di Acquisto, ecco perché ho voluto un attimino
approfondire per chiarire meglio questo... tutto qui, non... a me interessava questa
figura...
GIUDICE - Anche perché, mi dovete scusare...
A W . VIANELLO - Sì.
GIUDICE - ...l 7 novembre 2008; siamo...
A W . VIANELLO - Sì.
GIUDICE - ...siamo nell'aprile del 2010, sinceramente penso che i tempi gridino il
fatto che questo omissis potrebbe...
A W . VIANELLO - Certo.
GIUDICE - Perché se vi fosse ancora un omissis dopo un anno e mezzo, mi
dovrebbero dire in relazione esattamente a cosa, cioè questo Michele Acquisto è sotto
indagine? Anche perché qui ne ha abbondantemente riferito prima di questa... di
questo riferimento al verbale. Quindi, se vi era un'esigenza di coprire il nome, diciamo
che si è diluita...
COLLABORATORE SPATARO - Ma ho de... ho detto... (sovrapposizione di voci)
GIUDICE - Già prima, ecco.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, in un altro...
GIUDICE - La parola... il nome è venuto fuori prima, non è che è venuto fuori adesso.
COLLABORATORE SPATARO - No, ma Presidente, in altri procedimenti, anche in
"Addio pizzo" e nell'omicidio Bonanno ho parlato...
P. M. DOTT.SSA BEVILACQUA - Infatti la perplessità che io ho, posto che gli
omissis che a me risultano sono di fatto più di uno, non capisco il legame che porta a
ritenere che un omissis anziché un altro... c'è lì, tra virgolette, il nome di d'Acquisto o
che. Dico, di fatto il verbale che a me risulta essere agli atti del fascicolo contiene
degli omissis. Poi, dico, è un dato di fatto che ne abbia già parlato.
GIUDICE - Ma è possibile che successivamente ci sia stato magari un gravame,
un'impugnazione...
P. M. DOTT.SSA BEVILACQUA - Su questo...
GIUDICE - ...un atto di... chiamiamolo...
P. M. DOTT.SSA BEVILACQUA - Questo io non sono in condizioni... diciamo, su
questo (sovrapposizione di voci).
GIUDICE - ...che abbia determinato il deposito nella sua forma integrale? Perché...
non lo so, io qua sto leggendo. Va beh, non è un arcano poi così grave sul quale
misurarci...
P. M. DOTT.SSA BEVILACQUA - No, infatti, non mi pare che abbia... (voce fuori
microfono)
GIUDICE - ...allo stremo delle forze. E' una cosa... tant'è. Tant'è. - - - --
A W . DI GREGOFUO - Posso fare una...
GIUDICE - Sì, se l'awocato ha...
A W . DI GREGORIO - Se il collega ha finito.
GIUDICE - Non penso che abbia finito.
A W . VIANELLO - Ho ancora... chiedo scusa.
AVV. DI GREGOFUO - Ah... (voce fuori microfono)
A W . VIANELLO - Sì. Signor Spataro, mi scusi, in relazione alla... lei ha parlato di
consegna di soldi dcl Bonanno alla signora Maria Angela Di 'l'rapani.
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
A W . VIANELLO - Ma lei ha mai assistito personalmente a queste consegne di soldi?
COLLABORATORE SPATARO - Solo a quella davanti all'officina di Rosario
Pedone, dei cinquemila euro per l'occasione che gli ha dato quella... quella risposta.
A W . VIANELLO - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - E basta. Poi in altre occasioni assieme a Manuel
mi sono occupato di preparare i mensili con Manuel per farli avere ai Madonia, a
Guastella e Tonino Cumbo e Castiglione.
A W . VIANELLO- Sì.
COLLABORATORE SPATARO - Nel periodo in cui ero assieme a Manuel a gestire
la cassa di Resuttana.
AVV. VIANELLO - Un'altra cosa, Spataro, mi scusi. Io mi rifaccio sempre a questo
verbale del 17 novembre del 2008. Oltre questa - diciamo così - consegna di denaro
alla signora Maria Angela Di Trapani, le è stata fatta anche una domanda, le risultano
altre circostanze? Non so se... circostanze... ad esempio, il Pubblico Ministero...
vediamo se lei mi conferma questo. I1 Pubblico Ministero le domanda: "Ci sono altre
circostanze"... finisce il discorso dei cinquemila euro in relazione al suocero, Ciccio
Madonia. Va bene?
COLLABORATORE SPATARO - Sì.
A W . VIANELLO - Il Pubblico Ministero, dopo questo discorso di queste
dazioni di denaro, le domanda: "Le risultano ulteriori circostanze su questa
donna o non gliene risultano"?
COLLABORATORE SPATARO - Sì, come ho detto precedentemente, c'era
Maria Angela che si lamentava delltandamento, dei soldi che non arrivavano
puntualmente.
A W . VIANELLO - Perché lei risponde qui, su questa domanda precisa: "Zero
totale", cioè che non le risulta nulla. "So che era una rompiscatole".
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
AVV. VIANELLO - Eh. Quindi lei per "rompiscatole" intendeva questo?
COLLABORATORE SPATARO - Esattamente.
A W . VIANELLO - Sì.
GIUDICE - Dove sta leggendo?
A W . VIANELLO - Sempre il verbale del 17 novembre del 2008.
GIUDICE - Che pagina?
A W . VIANELLO - A pagina - del verbale - 29.
AVVOCATO(?) - Pagina 29. "No, zero totale".
A W . VIANELLO - Sì.
AVVOCATO(?) - E poi?
(voce fuori microfono)
A W . VIANELLO - Sì. E poi si passa a pagina 30, quella successiva.
AVVOCATO(?) - Si, sì... (voce fuori microfono)
(più voci fuori microfono) . .
GIUDICE - Ho capito dov'è l'arcano forse. Perché... no, no, non c'è... perché c'e un
verbale, diciamo, sintetico e un verbale analitico.
A W . VIANELLO - Sì, sì, si.
GIUDICE - Va bene. E' un semplice errore.
A W . VIANELLO - Un'ultimissima precisazione, signor Spataro. Lei risponde,
sempre a pagina successiva, sempre in relazione alla signora Maria Angela Di Trapani:
"Quello che mi diceva Giovanni, praticamente era una che andava sempre di fietta" -
dopo il fatto della rompiscatole. "Anche se Giovanni voleva parlare due minuti con lei
non gli interessava niente ed era soltanto per conto suo, punto e basta". Mi può
spiegare meglio "per conto suo, punto e basta"? Cosa intendeva lei?
COLLABORATORE SPATARO - Nel senso che aveva paura che Giovanni potesse
essere attenzionato, per cui si vedevano soltanto per questioni economiche.
AW. VIANELLO - Chiedo scusa, ma è una sua deduzione oppure...?
COLLABORATORE SPATARO -No, no, è un dato di fatto. Infatti molte volte lei gli
diceva "Giovanni"... di lasciare i soldi direttamente a Rosario - Rosario si intende
Rosario Pedone - così lei li avrebbe presi da lui, con la scusa di portare un attimo la
macchina a riparare e non aveva modo di farsi vedere con Giovanni.
A W . VIANELLO - Va bene. Grazie.
A W . DI GREGORIO - Si. Per il verbale, sono l'avvocato Di Gregorio. Signor
Spataro, io ho necessità proprio di due telegrammi, di due puntualizzazioni veloci.
COLLABORATORE SPATARO - Prego.
A W . DI GREGORIO - La data dell'incontro presso l'officina.. io avevo capito in
realtà che erano due, ma adesso ha chiarito al collega che è uno, all'officina Pedone,
solo per i cinquemila euro...
COLLABORATORE SPATARO - Soltanto...
AW. DI GREGORIO - ...con la signora Di Trapani. Perfetto.
COLLABORATORE SPATARO - Soltanto una volta li e poi una volta, come ho
detto prima, Giovanni l'ho accompagnato all'oviesse, che aveva appuntamento con
Maria Angela Di Trapani...
A W . DI GREGORIO - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - ...dentro l'oviesse.
A W . DI GREGORIO - Oh. Allora, la prima puntualizzazione è, se io ho capito bene,
sennò lei mi corregge: questo incontro awiene intorno a Pasqua del '95... scusi, del...
COLLABORATORE SPATARO - Pasqua 2005.
A W . DI GREGORIO - Del 2005?
COLLABORATORE SPATARO - Si.
A W . DI GREGORIO - Quindi o marzo o aprile del 2005. La seconda...
COLLABORATORE SPATARO - Ma io penso più marzo 2005.
A W . DI GREGORIO - Comunque intorno a Pasqua del 2005.
COLLABORATORE SPATARO - Si.
A W . DI GREGORIO - Si.
COLLABORATORE SPATARO - Io ricordo proprio che... se non ricordo male è
marzo 2005.
A W . DI GREGORIO - Va bene. Allora, un'altra data, o comunque periodo. Lei
ricorda quando esce dal carcere Di Trapani Diego?
COLLABORATORE SPATARO - Nel 2005.
AVV. DI GREGORIO - Sì, questo l'ha detto poco fa. Grosso modo che cos'è?
Gennaio? Febbraio?
COLLABORATORE SPATARO - NO...
A W . DI GREGORIO - Fine anno? Inizio anno?
COLLABORATORE SPATARO - Non lo ricordo completamente. So che è uscito nel
2005 anche perché quello è stato il periodo in cui a Giovanni gli è arrivata la notizia...
gli sono arrivate due notizie: una che praticamente Cinà stava riprendendo in mano il
mandamento di San Lorenzo; a breve è arrivata la notizia che Diego Di Trapani stava
prendendo in mano lui a gestire il mandamento e di mettere accanto a lui a Salvo
Genova.
A W . DI GREGORIO - Si. L'ultima cosa. Lei poco fa, rispondendo alle domande del
signor Giudice, ha detto che parecchie persone - io lo sto sintetizzando, ovviamente -
si lamentavano per i soldi che non arrivavano, compresa la cognata, cioè la moglie di
Francesco...
COLLABORATORE SPATARO - Si, sì.
A W . DI GREGORIO - ...fratello di Giovanni Bonanno.
COLLABORATORE SPATARO - Si.
A W . DI GREGORIO - E altra gente, insomma, si lamentava. Questi ritardi - e quindi
queste lamentele, ovviamente - in che periodo lei li colloca?
COLLABORATORE SPATARO - Ma, le lamentele della moglie di Francesco le
colloco subito dopo il 2004, perché dopo la morte di Francesco... la signora era
abituata a fare una vita agiatissima, una bella vita, per cui dopo la morte del fratello
Giovanni gli passava soltanto il mensile per il nipote, più che altro, quello che lui mi
diceva; per cui anziché passargli duemila euro, come faceva il marito, gliene passava
settecento e la signora qua si lamentava.
A W . DI GREGORIO - Quindi era per la quantità, non per il ritardo o per...
COLLABORATORE SPATARO - No, inizialmente...
AVV. DI GREGORIO - ...o perché mancavano.
COLLABORATORE SPATARO - Inizialmente era per la quantità.
AVV. DI GREGORIO - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - Successivamente, dopo che a Giovanni gli hanno
tolto la cassa di Resuttana...
AVV. DI GREGORIO - (sovrapposizione di voci)
COLLABORATORE SPATARO - ...il problema è stato pure per la tempestività,
perché Giovanni non riusciva a garantire nemmeno sua cognata o sua madre per
pagare l'affitto di casa, per cui doveva... in quel momento Giovanni ha fatto di tutto e
di più per garantire queste persone.
AVV. DI GREGORIO - Quindi queste lamentele che sintetizziamo di tutta questa
gente, compresa quindi quella della Madonia, se sbaglio lei mi corregge, sono in
funzione di questo periodo qui in cui è mancata...
COLLABORATORE SPATARO - Madonia non so chi possa essere che si è
lamentato.
AVV. DI GREGORIO - Scusi, Di Trapani, Maria Angela Di Trapani.
COLLABORATORE SPATARO - Sì, Maria Angela... stiamo parlando del periodo
del 2005.
A W . DI GREGORJO - Sì.
COLLABORATORE SPATARO - Prima non si lamentava, però cercava Giovanni
per avere dei soldi per le cure mediche del suocero, anche nel 2004 o subito dopo che
lui è stato scarcerato, nel 2003, quando ancora gestiva suo fratello Francesco,
Resuttana.
AVV. DI GREGORIO - Quindi diciamo che questi interventi che poi le hanno fatto
sintetizzare in quel modo, come le leggeva il collega poco fa nel verbale, che era
- - . . . rompiscatole, erano relativi a questi mensili, diciamo, per i carcerati suoi, di suo
t

interesse, e alle spese straordinarie, mediche, eccetera?


8 COLLABORATORE SPATARO - Era per... per il mantenimento dei... dei suoi... dei
suoi cari e per andarli a trovare, le spese aeree e queste cose. Anche se Giovanni
diceva che di tutto questo poteva f m e a meno perché realmente non ne avevano
bisogno. Però lei purtroppo sapeva che gli entravano questi cinquernila euro al mese,
fino a quando c'era Giovanni, perché dopo, quando c'è stato che Giovanni è stato
soppresso, ai Madonia arrivavano tremila euro al mese, come quando c'ero io che
mandavamo tremila euro al mese ai Madonia. Infatti si lamentavano del fatto che si
mandassero tremila euro al mese compreso Nicola Di Trapani. Ed erano poi a parte
altri mille euro per Diego Di Trapani. Per cui loro prendevano quattromila euro al
mese, tremila i Madonia e mille Diego Di Trapani.
A W . DI GREGORIO - Okay, non ho altre domande. Grazie.
GIUDICE - Se non ci sono altre domande, possiamo licenziare... sì, voi potete andare.
Grazie.
COLLABORATORE SPATARO - Buonasera.

***
Viene introdotto in aula il Collaboratore di Giustizia:

GIUDICE - Prego, si accomodi.


COLLABORATORE PULIZZI - Buongiomo.
GIUDICE - Allora, se mi conferma intanto i dati anagrafici che noi abbiamo: Pulizzi
Gaspare nato a Carini (Palenno) 1'8 dicembre del 1971.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Lei è difeso dall'awocato Stellari.
COLLABORATORE PULIZZI - Federico Stellari.
A W . STELLARI - Federico e Saverio; è presente il secondo anche in sostituzione del
primo, Giudice.
GIUDICE - Grazie.
AVV. STELLARI - Grazie a lei.
GIUDICE - Io preliminarmente devo farle un ammonimento di rito diciamo così,
questo: le sue dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi confronti; salvo quanto
disposto dall'articolo 66 comma 1 del Codice di procedura penale lei ha facoltà di non
rispondere, però anche se non risponde il procedimento seguirà il suo corso; se renderà
dichiarazioni fu fatti che concernono la responsabilità di altri assumerà in ordine a tali
fatti l'ufficio di testimone, salve le incompatibilità previste dall'articolo 197 e le
garanzie di cui all'articolo 197 bis del Codice di procedura penale. Chiaramente questo
tipo di riflessione introduttiva deve essere contemperata con l'accordo di
collaborazione che lei ha sottoscritto con lo Stato. Quindi, lei intende dichiarare?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Grazie. Allora, io intanto ho bisogno introduttivamente di sapere alcuni
dati. Lei quand'è che è stato arrestato diciamo per la prima volta? - se c'è stato un
arresto precedente a quello per il quale poi... -
COLLABORATORE PULIZZI - No, precedentemente c'era un'ordinanza di custodia
cautelare e io ero latitante.
GIUDICE - Cioè lei il primo arresto che ha subito quando è stato?
COLLABORATORE PULIZZI - I1 25 gennaio 2007 - l'Operazione Occidente.
GIUDICE - E questa è la prima volta che lei è stato oggetto di un prowedimento
custodiale, quindi che è stato in carcere diciamo?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Mai prima di allora lo era stato?
COLLABORATORE PULIZZI - NO.
GIUDICE - Chiaro. Operazione Occidente; questa Operazione Occidente cosa le
contestavano?
COLLABORATORE PULIZZI - Mi contestavano con l'associazione mafiosa dei
danneggiamenti, una tentata estorsione, questi reati.
GIUDICE - In concorso con numerosi soggetti oppure...?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, con altri soggetti affidati alla famiglia di Carini.
GIUDICE - Affidati alla famiglia di Carini. A questo proposito io le pongo una
domanda abbastanza semplice diciamo: lei è uomo d'onore?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì sono stato affiliato ritualmente pochissimi
giorni dopo l'operazione Gota nel giugno 2006, ritualmente affiliato.
GIUDICE - Giugno 2006 ritualmente affiliato.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Che cosa intende per rituale affiliazione?
COLLABORATORE PULIZZI - La cerimonia deil'affiliazione: quando entri a
far parte diciamo ufficialmente di Cosa Nostra e divieni uomo d'onore.
GIUDICE - Quella sacramentale diciamo, quella col santino che brucia?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Allude a questa?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, perfettamente.
GIUDICE - Lei consideri come se io non sapessi nulla, va bene?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
-
GIUDICE Dobbiamo purtroppo rifare la storia. Allora, questa affiliazione lei
dice avviene nel giugno 2006.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Davanti a chi avviene? Chi è la consacra diciamo affiliato formale?
COLLABORATORE PULIZZI - Quell'affiliazione è stata una doppia
affiliazione perché siamo stati ritualmente combinati io e Pipitone Antonino come
reggenti entrambi alla pari di Carini, appunto dopo l'operazione Gota; presenti
erano Salvatore Lo Piccolo, Sandro Lo Piccolo, Andrea Adamo e Pippo Di Bella
che è uomo d'onore di Montelepre perché l'affiliazione si è svolta a Montelepre.
GIUDICE - Perché a Montelepre?
COLLABORATORE PULIZZI - Perché diciamo in quel periodo era come
...
base
GIUDICE - Logistica?
COLLABORATORE PULIZZI - Una delle basi di Salvatore e Sandro Lo
Piccolo, si.
GIUDICE - Senta, prima di questa data, quando può dire a se stesso e a noi tutti
che lei ha in realtà cominciato a lavorare per Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - Guardi, le posso dire dal '96 in poi.
GIUDICE - Dal 1996 addirittura?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, più o meno si.
- . . GIUDICE - Ma perché, lei che attività svolgeva formalmente? - -
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo che all'intemo deila famiglia di Carini
svolgevo delle attività di danneggiamenti, cioè ho iniziato così, a fare dei
danneggiamenti; poi man mano che è passato qualche annetto mi hanno affidato
...
qualche posto come dire, di andare a prendere la messa a posto, e poi ho
partecipato ad alcuni omicidi.
GIUDICE - Questo dal '96 fino alla data dell'affiliazione?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Quindi sono dieci anni?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Può, anche se sinteticamente... Io non so, saranno anche i pubblici
ministeri a dirci se ci sono ancora spazi di attività investigativa in corso e quindi
situazioni che non possono essere ostese, però può dirci per somme linee quello che è
stato commesso in questi dieci anni come azioni per Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - Io, mi scusi un attimo, volevo interrompere perché si
vede la mia immagine nel televisore, Giudice.
GIUDICE - Eh, questo dovrebbe pensarci la regia, la cabina di regia, adesso...
COLLABORATORE PULIZZI - Non lo so, mi scusi se gliel'ho fatto notare, però...
GIUDICE - Sì, però è anche vero una cosa, che... i
P.M. - Ma gli altri li abbiamo sentiti senza paravento e non capisco perché stavolta
abbiamo...
COLLABORATORE PULIZZI - Ci mancherebbe altro; io sto facendo notare al
Giudice soltanto questa cosa perché non mi è successa, solo per questo.
GIUDICE - Allora, questa cosa del paravento è fondamentale? è necessaria?
COLLABORATORE PULIZZI - Se ho sbagliato, scusatemi.
P.M. - No no, anzi.
GIUDICE - Sono i pubblici ministeri che dovrebbero un po' aiutarmi a capire se è
necessaria.
P.M. - Per il Pubblico Ministero no, alla luce anche del fatto che lo stesso
collaboratore ci consente. E poi, del resto, non ci sono gli imputati in aula, non ci sono
video- collegamenti, signor Giudice.
GIUDICE - Ma infatti io l'ho trovata...
P.M. - Se il collaborante non ha perplessità, e mi pare di capire di no, non ci sono
problemi.
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, mi scusi, io l'ho fatto notare perché a me
non è mai successo; ho deposto anche senza detenuti, ho deposto in tanti processi e
sono sempre stato col paravento. Però, ripeto, per me non esiste il problema.
GIUDICE - Guardi, sinceramente questa cosa del paravento è un po' ...
COLLABORATORE PULIZZI - Ripeto, scusatemi se l'ho fatto notare.
GIUDICE - ...è un po' da salone da barba - se mi passa questa espressione.
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, ci mancherebbe altro, come decide lei va
bene, non ci sono problemi,
GIUDICE - E' un po' da salone da barba, è un separé sinceramente che si addice ad
altri luoghi. Anche perché, voglio dire, tra l'altro abbiamo tutti gli imputati rinunzianti,
ci sono i legali, siamo venuti qua propno per fare...
COLLABORATORE PULIZZI - Buongiorno a tutti.
GIUDICE - Ecco, così va meglio. Dunque, vediamo i primi contatti... Mi dispiace che
noi dobbiamo fare la storia ab ovo diciamo, però è fondamentale intanto per capire
, quale collocazione lei aveva in Cosa Nostra e come ha quel patrimonio di
informazioni sul quale noi le chiederemo; è propno pewalutare la autenticità diciamo
@ del quadro ricognitivo rnnernonico che lei ha. Quindi, nel 1996 lei come fa a entrare in
contatto con Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - Io diciamo che ero in rapporti... come dire, rapporti
di amicizia: mi sono fatto cresimare - sto parlando della Cresima in chiesa - da
Pipitone Vincenzo che poi in seguito è divenuto il reggente di Carini. E quindi con la
fiequentazione con Pipitone Vincenzo e Giovanni Pipitone poi diciamo che sono
entrato a far parte.
GIUDICE - Lei risiedeva a Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - A Villagrazia di Carini.
GIUDICE - A Villagrazia di Carini. Quindi diciamo che dal punto di vista territoriale
quella era la zona che aveva sempre conosciuto, frequentato eccetera. Quindi il
contatto primo è quello con Pipitone Vincenzo che è reggente di Carini.Lei comincia
a fare delle attività per questa persona?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, non subito appena l'ho conosciuto. Io non ricordo
se m'ha cresimano nel '94 o '95, non ricordo bene la data della Cresima, però mano
mano che... in gergo sono cresciuto con Pipitone Vincenzo e con Pipitone
Giovanbattista nell'ambito.. .
GIUDICE - ...delle cose di Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Mi può dire suppergiù che tipo di azioni e operazioni avete fatto insieme a
Pipitone Vincenzo in questo lungo periodo - perché, insomma è un decennio - fino
alla data dell'affiliazione?
COLLABORATORE PULIZZI - Io intanto, come le ho detto poco fa, ho iniziato...
Giudice, qualche danneggiamento significa bruciare qualche macchina, bruciare
qualcosa in qualche cantiere, qualche... come si dice in gergo il segnale per qualche
attività commerciale; quindi il segnale consiste di poi mettere un accendino là con un
mazzo di fiori, gli puoi mettere anche un cane morto... - i vari segnali - o un mazzo di
fiori, queste cose qua. Poi man mano... Poi diciamo che ci fu un periodo... non ricordo
adesso bene, dal '97-'98 e per tanti anni diciamo sono stato un po' come si dice in
gergo più pulito perché svolgevo il ruolo di... io dico di postino, nel senso i biglietti
che mi dava Pipitone Vincenzo o Pipitone Giovanni per Salvatore Lo Piccolo e...
diciamo in entrata e in uscita per Carini: per Salvatore Lo Piccolo e da Salvatore Lo
Piccolo verso Pipitone. Quindi svolgevo pure questo molo. Poi nel '99 ho partecipato
al primo omicidio.
GIUDICE - Nel 1999?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Può dire ai danni di chi?
COLLABORATORE PULIZZI - Nino Failla e Giuseppe Mazzamuto.
GIUDICE - Chi erano questi due?
COLLABORATORE PULIZZI - Nino Failla e Giuseppe Mazzamuto erano due
persone di Carini che in quel periodo diciamo erano vicini a Battista Passalacqua che
un tempo era il reggente della famiglia di Carini, uomo d'onore di Carini. Quando fu
arrestato Battista Passalacqua, loro, sia Mazzamuto che Failla, si erano messi un pò...
diciamo che avevano l'intenzione di continuare la linea di Battista Passalacqua e
mettersi al comando della famiglia di Carini, e quindi c'era una sorta di contrasto
perché in quel periodo Salvatore Lo Piccolo nominò come reggente Giovanni Pipitone,
lo mise alla guida della famiglia di Carini, e Failla e Mazzamuto creavano problemi.
Difatti io ricordo un episodio che noi lo addebitammo a loro - noi parlo come mio
gruppo -: che-fecero un grossissimo danno a un supermercato Conad in Contrada
Ciachea,i l Cmad..di Amato che è un grande supermercato. E quello diciamo che fu un
po' una delle gocce che ha fatto traboccare il vaso e si è deciso di eliminarli.
GIUDICE - E lei fu operativo oppure soltanto svolse un molo ausiliario?
COLLABORATORE PULIZZI - No, operativo.
GIUDICE - Cioè lei sparò?
COLLABORATORE PULIZZI -No, non abbiamo... Sono scomparsi, sono stati...
GIUDICE - Ah, ecco, col metodo della lupara bianca?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Però li prelevò?
COLLABORATORE PULIZZI - Ero li al momento...
GIUDICE - ... in cui furono soppressi.
COLLABORATORE PULIZZI - Si, sono stato operativo nel senso eravamo sette-otto
persone e loro due, quindi...
GIUDICE - Ho bisogno di sapere se ebbe un molo gregario oppure proprio pose in
essere l'azione insieme a queste otto persone.
COLLABORATORE PULIZZI - M a . , se le devo raccontare l'azione diciamo sono
stato in azione, perché otto persone stanno uccidendo due persone, eravamo quattro
con una e quattro con un'altra.
GIUDICE - No, l'azione non fa parte di questo processo, non mi interessa ricostruire
l'omicidio. Mi interessa sapere se in questa operazione, pur non e~sendolei in quel
momento un affiliato formalmente perché lei sarà affiliato soltanto, come mi ha detto,
nel 2006, tuttavia aveva un ruolo esecutivo-operativo diretto.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, ma non...
GIUDICE - Perché, sa, anche su questa differenza dell'essere affiliato o non essere
affiliato... sei affiliato col santino che ti brucia tra le mani ma insomma alla fine fai le
stesse cose che facevi prima.
COLLABORATORE PULIZZI - Io, Giudice, ho partecipato a più omicidi quando non
ero affiliato ritualmente che quando sono stato affiliato.
GIUDICE - Eh, e questa è una cosa che approfondiremo, lasceremo a verbale, perché
finalmente si dissolva questa nebbia che da un po' di tempo grava sui processi che
riguardano queste cose.
COLLABORATORE PULIZZI - Io ho partecipato anche con persone... chi era uomo
d'onore e chi non lo era come me in quel momento, che facevamo parte della famiglia
però...
GIUDICE - Cioè lei mi sta dicendo che con la santina che bruciava o senza santina
che bruciava...
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente.
GIUDICE - ...le cose per Cosa Nostra avevano sostanzialmente una stessa modalità
operativa per quanto riguarda gli uomini che aderivano a Cosa Nostra.
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente.
GIUDICE - Sembra che la Cassazione la pensi in modo diverso, però tant'è. Allora,
lei quindi pone in essere nel 1999 questa soppressione di Failla e Mazzamuto.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Questo è il primo atto diciamo che le viene...
COLLABORATORE PULIZZI - Come omicidio sì, il primo.
GIUDICE - E quali altri atti pone di rilievo per Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - Io le posso parlare di altri omicidi, Giudice.
GIUDICE - Io vorrei, a volo d'angelo, che lei mi parlasse un pò della sua vita, prima
delle cose che le chiederò che riguardano esattamente questo processo, per capire,
ripeto, il suo ruolo in Cosa Nostra, cioè se era un ruolo minimale, medio o massimo.
_ _ _ _-____.- .. COLLABORATORE PULIZZI - Ero un affiliatodella famiglia di Casini.
GIUDICE - Sì, questo me l'ha già detto, però ci sono stati affiliati della famiglia di
8 Carini che hanno avuto per esempio il ruolo soltanto - come lei diceva - di postino, c'è
qualcuno che ha tenuto solo la cassa, c'è qualcuno che ha fatto delle operazioni ma
non così esposto, e ci sono persone, invece, addirittura, che per essere riservate non
avevano compiti operativi ma solo ausiliari finalizzati alla latitanza.
COLLABORATORE PULIZZI - C'è anche questo, sì.
GIUDICE - Non mi faccia fare tutta la descrizione.
COLLABORATORE PULIZZI - No no...
GIUDICE - E' chiaro ed evidente. Quindi io ho bisogno, sulla base delle domande che
le pongo e soprattutto delle sue risposte, di capire se il suo era un ruolo primario,
secondario o addirittura terziario.
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente. Allora, diciamo che il lavoro del
postino l'ho fatto sempre; poi sempre avevo contatto... Diciamo che quando facevo il
postino non è che con Salvatore e Sandro Lo Piccolo ci vedevamo come poi ci
vedevamo negli ultimi tempi, -
-
però ero uno dei pochi di fiducia, insieme a Vincenzo
Pipitone oppure Nino Pipitone, che potevamo avere un contatto diretto. Poi avevo

CF,
qualche posto dove io andavo a ritirare i soldi della messa a posto, e poi anche ho fatto
altri danneggiamenti, e poi fino al 2006 ho partecipato a tanti altri o icidi.
GIUDICE - Segniamoli così: soppressione Failla Mazzamuto.

1206
COLLABORATORE PULIZZI - Io parlo fino alla situazione...
GIUDICE - Altro omicidio di cui mi può far riferimento...?
COLLABORATORE PULIZZI - Ho partecipato all'omicidio Giamrnarco.
GIUDICE - Anno?
COLLABORATORE PULIZZI - Non mi ricordo se fu nel 2000. Ci fu l'omicidio
Orlando allo ZEN.
GIUDICE - Omicidio Giammarco.
COLLABORATORE PULIZZI - Poi ci fu.. .
GIUDICE - Orlando allo ZEN?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Quando questo?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, guardi, non so se fu pure il '99 o il 2000.
GIUDICE - Intanto io ho da farle una domanda. Perché lei dice ho lavorato per la
famiglia di Carini però questo omicidio, per esempio, viene commesso allo ZEN.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Lo Zen come collocazione territoriale, geografica, in che rapporto era con
la famiglia cui apparteneva? Cioè non era un po' andare più lontano da quello che
erano i confini territoriali? Mi spiega anche questo fatto? Cioè lei faceva parte della
famiglia, ma c'era un qualcosa che sovrintendeva ancora più in alto alla famiglia?
COLLABORATORE PULIZZI - C'è il mandamento.
GIUDICE - E che cos'è questo mandamento?
COLLABORATORE PULIZZI - I1 mandamento... Allora, io le parlo del mio
mandamento che è San Lorenzo; poi ultimamente, essendo Salvatore Lo Piccolo
diciamo... il mandamento era diventato... Storicamente è San Lorenzo ma il
mandamento era diventato Tommaso Natale, e ne fanno parte San Lorenzo, Tommaso
Natale, Partanna Mondello, Isola e Capaci che è tutta una famiglia, Carini e Cinisi.
GIUDICE - Come fa a sapere lei questa organizzazione del mandamento?
COLLABORATORE PULIZZI - Perché naturalmente quando sono divenuto uomo
d'onore ti informano anche qual è il tuo mandamento. Anche se, Giudice, già lo sai
perché ci sei da una vita, però ufficialmente le cose poi te le dicono più...
GIUDICE - Chi glielo comunicò formalmente?
COLLABORATORE PULIZZI - 11 mio capo mandamento e mio padrino di
afffiazione Salvatore Lo Piccolo.
GIUDICE - Quindi le disse Salvatore Lo Piccolo 'guarda che la nostra
competenza fa...
COLLABORATORE PULIZZI - "I1 nostro mandamento è questo".
GIUDICE - I1 nostro mandamento è questo.
-
COLLABORATORE PULIZZI - Anche se - ripeto, Giudice certe cose già le sai
perché è da una vita che ci sei.
GIUDICE - E' evidente. Però così te le chiariscono...(voci sovrapposte)
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, perfettamente. E quindi questo è il
mandamento.
GIUDICE - Ma questo mandamento quindi era un mandamento molto esteso.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì territorialmente San Lorenzo, Tommaso
Natale, Partanna, Isola e Capaci, Carini, Cinisi.
GIUDICE - Quale parti per esempio di Palermo città comprendeva il
mandamento affidato a Lo Piccolo?
COLLABORATORE PULIZZI - San Lorenzo a Palermo prende Partanna
Mondeiìo e Tommaso Natale, e poi c'è tutto Sferracavallo, diciamo queiìa è la
famiglia di Tornrnaso Natale: Sferracavallo. Se parliamo di città, le parti del
mandamento della città sono queste.
GIUDICE - Ma per esempio Acquasanta faceva parte del mandamento?
COLLABORATORE PULIZZI - No, Acquasanta fa parte del mandamento di
Resuttana e ci sono Acquasanta e la Renelia; poi non so la famiglia com'è, se la
Renella soltanto, comunque fa parte del mandamento di Resuttana l'Acquasanta.
GIUDICE - E allora, mi stava dicendo di questo omicidio Orlando allo ZEN. Poi
quali altri omicidi?
COLLABORATORE PULIZZI - Ci fu l'omicidio Tocco, poi l'omicidio D'Angelo
che purtroppo è stato un errore, l'omicidio Spatola, l'omicidio Ingarao.
GIUDICE - Quindi devo supporre che già questa progressione che lei mi ha
raccontato indica che lei era non solo uomo d'onore ma uno operativo, e devo
supporre anche di fiducia da parte di questi quadri dirigenti di Cosa Nostra
anche prima del momento formale dell'affilazione del 2006. E' giusto dire così?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, diciamo che di fiducia come affiliati - le
spiego così, ora c'arrivo - eravamo di più; i ragazzi di fiducia del nostro reggente
-
della famiglia che furono prima Giovanni Pipitone e poi fu arrestato se non erro
nel 2002 e la reggenza andò ad Enzo Pipitone -, ragazzi di fiducia eravamo io e
Nino Pipitone, il nipote di Enzo e di Giovanni. Quando ci fu l'operazione Gota e
Enzo Pipitone fu arrestato, Salvatore Lo Piccolo nominò come reggenti a me e a
Nino appunto perché eravamo quelli di maggior fiducia, già avevamo fatto
abbastanza gavetta; magari la nostra affilazione era pure in programma, però
l'operazione Gota gli ha dato una spinta ulteriore.
GIUDICE - Senta, lei aveva modo di parlare con il Lo Piccolo non dico
quotidianamente ma insomma di avere un rapporto diretto, oppure soltanto
questo rapporto con il Lo Piccolo si limitava ai momenti come lei ha descritto
operativi, cioè quando riceveva ordini per fare le cose che dovevano essere fatte
per Cosa Nostra?
COLLABORATORE PULIZZI - No, guardi, il rapporto diretto poteva anche...
Cioè se parliamo di rapporti diretti, prima della mia affiliazione non parlavamo
direttamente; se capitava che ci incontravamo oppure magari è capitato che .in
qualche omicidio era presente Salvatore e Sandro Lo Piccolo naturalmente
eravamo in azione pure insieme. Ma il rapporto che avevamo era appunto che
con il fatto del postino che facevo io, spesso e volentieri ci mandavamo i saluti:
come stai, come non stai, che fai; cioè queste
- erano cose normali come rapporto
amichevole. Poi, una volta naturalmente che sono stato affilato Perché ...
naturalmente precedentemente i rapporti li tiene il mio reggente Enzo Pipitone;
una volta che sei affiuato ritualmente e ti danno la responsabilità di reggente
della famiglia, i rapporti cambiano ancora, poi hai un ruolo di responsabilità e
...
quindi naturalmente si deve parlare delle attività criminali.
GIUDICE - E quindi con che frequenza lei aveva ? ...
COLLABORATORE PULIZZI - Buona parte della mia latitanza ero spesso e
volentieri assieme a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, quindi abbiamo anche vissuto
insieme.
GIUDICE - Per quanto tempo?
COLLABORATORE PULIZZI - Io le dico per tutta la mia latitanza, però
magari alle volte io ero in altri posti e magari stavo altri giorni in altri posti, però
quasi sempre ero con loro, anche tutta l'estate siamo stati insieme. Cioè, voglio
dire, ero spesso e volentieri, facevamo vita comune.
GIUDICE - Vita comune.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Ascolti, durante questi periodi lei ha avuto modo... Mi ha detto che
ha fatto diversi omicidi e quindi sarebbe anche una domanda oziosa o inutile dire
se avesse armi, sicuramente avrà avuto armi per porre in essere questo tipo di
operazioni.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
-
GIUDICE Però io le faccio una domanda ancora più specifica, e cioè: quando lei
era con i Lo Piccolo vide armi? E che tipo di armi? Se erano armi diciamo in
disponibilità diretta, personale, cioè quelli da detenzione, oppure addirittura
erano armi in più rispetto alla semplice detenzione personale.
COLLABORATORE PULIZZI - Io - ritornando un passo indietro - sono stato
anche custode di un piccolo arsenale, diciamo di varie armi, precedentemente.
GIUDICE - Di che armi si trattava?
COLLABORATORE PULIZZI - C'erano dei fucili a pompa, due altri fucili
automatici...
GIUDICE - Che cosa si intende per fucili automatici?
COLLABORATORE PULIZZI - Si intende dei fucili...
GIUDICE - Mitragliatori?
COLLABORATORE PULIZZI - No, altri tipi di fucili... come le posso dire...
...
l'automatico, dottore, quello
GIUDICE - Calibro 12?
COLLABORATORE PULIZZI - Due sovrapposti diciamo.
GIUDICE - I sovrapposti: calibro 12.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Con la canna segata o integra?
COLLABORATORE PULIZZI - No, due erano con la... Una vecchia, che era
vecchissima questa, aveva la canna mozzata.
GIUDICE - Quindi clandestina diciamo?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì era un'arma abbastanza vecchia.
GIUDICE - Modificata?
COLLABORATORE ---- -- PULIZZI - Si. Poi c'era un'altra mitraglietta piccolina-
che non & ricordo che fabbricazione era, la marca non glielo so dire, comunque
-
era una mitraglietta e alcune pistole. Questo era un piccolo arsenale che...
GIUDICE - Munizioni ce n'erano?
COLLABORATORE PULIZZI - Certamente. Questo era un piccolo arsenale
che custodivo io.
GIUDICE - Senta, vide altre cose oltre queste armi e munizioni di cui ha parlato?
Dov'erano contenute queste armi?
COLLABORATORE PULIZZI - Quando le custodivo io, erano in un magazzino
di mia disponibilità.
GIUDICE - Dove erano? Dentro una valigia? un sacco?
COLLABORATORE PULIZZI - No, erano dentro sei fusti dell'olio. l'olio ..
industriale, come dire.
GIUDICE - E c'erano solo armi o c'erano anche altri oggetti? Non so, per
esempio dei segni...
COLLABORATORE PULIZZI -No, dentro i fusti c'erano le armi.
GIUDICE - Solo?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Palette per esempio della Polizia?
COLLABORATORE PULIZZI - Anche. Anche, però adesso... Avevamo la
paletta, avevamo un lampeggiante, avevamo dei giubbini della Polizia.
GIUDICE - Della Polizia o dei Carabinieri?
COLLABORATORE PULIZZI - Della Polizia, quelli che ho avuto disponibili io
erano della Polizia: la paletta, il lampeggiante e i giubbini della Polizia, i giubbini
diciamo queiii senza maniche.
GIUDICE - Quindi lei deteneva queste armi a Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, a Viliagrazia di Carini.
GIUDICE - Per la famiglia di Carini e a disponibilità comunque dei Lo Piccolo?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, naturalmente.
GIUDICE - Che li usarono?
COLLABORATORE PULIZZI - Allora, le armi che ho custodito io ci fu i fucili
a pompa che in periodi diversi li ho mandati a Sandro Lo Piccolo - in periodi
diversi, quindi prima uno e poi un altro; le pistole le avevo io; i sovrapposti e gli
altri due fucili automatici uno andò a Sandro Lo Piccolo. Poi quando io mi diedi
alla latitanza queste cose le conservò Ferdinando Gallina, diciamo ho incaricato
lui per ..., e poi Ferdinando Gallina durante la mia latitanza è divenuto uomo
d'onore, cioè ritualmente affiliato della famiglia di Carini.
GIUDICE - Che lei sappia, sono state poi ritrovate queste armi? Anche grazie
..
alla sua collaborazione. Non lo sa?
COLLABORATORE PULIZZI - No, non so niente.
GIUDICE - Ma le hanno utilizzate i Lo Piccolo per azioni specifiche, oppure
queste armi alla fine non sono mai state utilizzate?
COLLABORATORE PULIZZI - Dottore, io quelle che ho mandato a Sandro
non lo so se sono state usate, in omicidi che ho partecipato io no. Le pistole sì,
alcune pistole che detenevo io sono state usate per ...
GIUDICE - Torniamo per un momento al suo rapporto con i Lo Piccolo.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Lei durante la latitanza addirittura ha speso, mi ha detto, diversi periodi
convivendo addirittura con i Lo Piccolo.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - In quali luoghi? Lo può ricordare in quali luoghi è awenuto questo
8 rapporto di convivenza?
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo che la base era Terrasini, poi eravamo
spesso e volentieri a Giardinello, abbiamo passato un lungo periodo a Trappeto
(quattro mesi), un'altra casa a Cinisi.
GIUDICE - Quindi diciamo in questo periodo di convivenza avevate modo di parlare
delle necessità connesse alla gestione del mandamento e quindi delle varie famiglie
che lo componevano; suppongo che sia...
COLLABORATORE PULIZZI - Si. Io appunto come le dicevo dopo l'Operazione
Gota, e quindi nominati reggenti io e Pipitone Antonino, Pipitone Antonino della
famiglia si occupava più che altro... perché naturalmente con gli arresti che ci furono e
tutte le cose...; poi sopraggiungeva... cioè c'erano le varie messe a posto perché poi a
Natale dovevamo dividere i soldi ai nostri detenuti.
GIUDICE - Stiamo parlando dei soldi delle estorsioni?
COLLABORATORE PULIZZI - Dei soldi, sì, delle messe a posto diciamo, delle
estorsioni.
GIUDICE - Eh, le chiama messe a posto.
COLLABORATORE PULIZZI - Si, delle estorsioni. Nino si occupava più che altro di
quelle cose, delle attività..., ha tenuto la cassa pure in quel periodo della famiglia, poi a
fine anno naturalmente abbiamo fatto i conti insieme io e lui e abbiamo diviso i soldi a
tutti i nostri carcerati. E io in quel periodo, diciamo periodo storico perché c'era una
situazione generale dopo l'operazione Gota di mettere a posto vari mandamenti, quindi
mettere a capo dei vari mandamenti uomini di fiducia di Salvatore Lo Piccolo, quindi
ho assistito a tante affiliazioni rituali. Perché questo, perché mi occupavo... avevo il
contatto diretto, cioè nel senso ero uno dei terminali per arrivare a Salvatore e Sandro
Lo Piccolo; quindi nei vari appuntamenti ho fatto io un sacco di appuntamenti con
tanti personaggi nell'ambito di Cosa Nostra per... appunto alcuni per affiliarli
ritualmente che non erano ritualmente affiliati. Quindi ero... come dire, appunto come
le ho detto prima per arrivare fisicamente... Perché per arrivare a organizzare un
appuntamento dove stai andando da un latitante, naturalmente ci sono... c'è tutta una
organizzazione dietro perché devi saperti muovere e quindi arrivare poi alla fine nel
posto dove ti aspettano.
GIUDICE - Quindi lei ebbe il compito delicato di diciamo gestire la logistica connessa
alla riorganizzazione addirittura di tutto il mandamento voluto dai Lo Piccolo.
COLLABORATORE PULIZZI -No, si, il compito...
GIUDICE - Giusto? Ho capito bene?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, si.
GIUDICE - Ho interpretato bene le sue parole.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Quindi a un certo punto Lo Piccolo decide, dopo l'operazione Gota e
quindi in esito a probabilmente una serie di assenze da parte di uomini d'onore...
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - ...che bisognava riorganizzare il mandamento mettendo uomini nuovi che
bisognava affiliare per la finalità.
COLLABORATORE PULIZZI - Anche altri mandamenti.
GIUDICE - Anche altri mandamenti, quindi non solo il mandamento di competenza
ma anche... Quindi assistette a tutta fase riorganizzativa?
COLLABORATORE PULIZZI - Anche... anche qualche altra provincia, c'è stato pure
qualche appuntamento con gente fuori della provincia di Palermo.
GIUDICE - Per esempio?
COLLABORATORE PULIZZI - Per esempio Catania.
GIUDICE - Catania. E poi?
COLLABORATORE PULIZZI - C'erano dei contatti con Alcamo, che Alcamo fh
mandamento ma comunque è Trapani.
GIUDICE - Chiaro. Comunque lei si occupò proprio anche delle questioni...
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, diciamo che sono stato presente sia prima della
latitanza, che durante la latitanza soprattutto, a tantissimi appuntamenti. Ero sempre
con loro, in poche pmolc.
GIUDICE - Quindi, - riepilogando per capire diciamo la sua conoscenza delle cose in
Cosa Nostra -, lei per un decennio ha lavorato sostanzialmente per Cosa Nostra fino al
momento dell'affiliazione formale del 2006 e ha fatto estorsioni, omicidi, ha veicolato
informazioni attraverso i pizzini, ha dato supporto alla latitanza dei Lo Piccolo, ha
gestito anche economicamente l'attività estorsiva, le a m i che ha utilizzato per sé e per
gli altri; dopodiché ha assistito addirittura al momento riorganizzativo generale di
Cosa Nostra a seguito di una operazione di polizia giudiziaria, una delle più importanti
operazioni di polizia giudiziaria che hanno interessato il tenitorio della provincia di
Palmo.
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente.
GIUDICE - Questa sintesi mi serve adesso a introdurre il tema del processo. Allora,
lei ha mai avuto notizia dei rapporti che Lo Piccolo intratteneva con la famiglia di
Resuttana? - questa è la domanda specifica. Cioè chi interloquiva con i Lo Piccolo per
le esigenze che riguardavano quella famiglia?
COLLABORATORE PULIZZI - Allora, io le parlo dopo la mia affiliazione rituale
naturalmente.
GIUDICE - Dopo il 2006.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Certo, perché quello è il momento...
COLLABORATORE PULIZZI - Perché sono le cose che ho vissuto io, naturalmente,
se stiamo parlando di Resuttana.
GIUDICE - Certo. Poi, se vuole, andiamo a approfondire anche dopo, però in realtà
non è che poi ci interessi in particolare. Ci interessa capire se delle situazioni
precedenti al 2006 hanno condizionato avvenimenti che poi lei ha vissuto
successivamente, per questo ci interesserebbe. Cominciamo però dal...
COLLABORATORE PULIZZI - Io di Resuttana, precedentemente, ma quello è stato
un episodio che nemmeno lo conoscevo, diciamo~dell~omicidio Bonanno, che io poi
ho saputo... Naturalmente io non lo posso sapere prima se non sono affiliato
ritualmente, ma come le ho detto poco fa, (inc.) le cose le sai. Bonanno era il
responsabile del mandamento di ~esu&a ed è scomparso...
GIUDICE - In che data?
COLLABORATORE PULIZZI - Quando è stato lui reggente del mandamento io non
glielo so dire, io le posso dire quando è scomparso: se non erro nei primi mesi del
2006. E io diciamo ho avuto un ruolo pure in questo omicidio perché diciamo ho
occultato il cadavere: sono andato a prenderlo dov'è che era stato ucciso e l'ho
trasportato in un altro posto. Quindi di Resuttana ho saputo che Giovanni Bonanno era
responsabile del mandamento di Resuttana. Dopo pochi mesi, quando mi hanno
affiliato, sono stato incaricato da Salvatore e Sandro Lo Piccolo di... ho fatto il primo
appuntamento a Palermo con Salvo Genova, che poi venne combinato ritualmente ed è
divenuto il reggente del mandarnento di Resuttana. Quindi diciamo che in quel periodo
prima della mia latitanza ho fatto da tramite come contatto epistolare fra Salvo Genova
e salvatore e Sandro Lo Piccolo, e anche, se non mi ricordo male, sempre prima della
mia latitanza, quindi a parte il discorso quando è stato affiliato ritualmente, altre due
volte o tre volte per appuntamenti, per portarlo fisicamente da Salvatore e Sandro Lo
Piccolo a Montelepre.
GIUDICE - Questo nei primi mesi del 2006 mi dice?
COLLABORATORE PULIZZI - Nella seconda metà del 2006.
GIUDICE - Ah, seconda metà.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Mi deve correlare. Siccome prima parlava dell'omicidio Bonanno e poi ha
parlato dell'affiliazione di Genova...
COLLABORATORE PULIZZI - No, l'omicidio Bonanno fu nei primi mesi, e, le dico,
dopo pochi mesi, quindi dopo cinque o sei mesi dall'ornicidio Bonanno, io sono stato
affiliato ritualmente e dopo di me è stato affiliato Salvo Genova. Diciamo dopo che
sono stato affiliato sono stato pure incaricato di prendere contatto con Salvo Genova:
abbiamo fatto un appuntamento a Palermo e Salvo Genova mi ha dato pure dei
biglietti che ho portato a Lo Piccolo e Sandro Lo Piccolo mi ha dato dei biglietti che
ho dato a Salvo Genova; comunque poi l'ho portato
combinato ritualmente Salvo Genova.
GIUDICE - Sì, ma possiamo andare con gradi? Perché altrimenti non si capisce il
rapporto tra l'affiliazione del Genova e l'omicidio Bonanno. Quindi prima dovremmo
completare questo dato. Lei si occupa dell'omicidio Bonanno; quale è il primo
momento in cui capisce che lei deve occuparsene? Andiamo così. Cioè che fa lei, la
chiamano i Lo Piccolo e gli dicono 'guarda, vai qua, vai lì, fai questo, fai quello'?
COLLABORATORE PULIZZI - No.
GIUDICE - Cosa le dicono?
COLLABORATORE PULIZZI - Allora, la giornata dell'omicidio Bonanno io sono
stato incaricato dal mio reggente Enzo Pipitone che mi disse il luogo dove mi dovevo
recare - naturalmente non il posto dell'omicidio, la zona -, e poi mi hanno per così dire
agganciato un'altra persona e mi ha portato nel luogo dove ho trovato quel giorno
Sandro Lo Piccolo e a Tonino (inc.), che erano uomini d'onore di Brancaccio,
consegnandomi il cadavere di Bonanno, e io l'ho portato poi... diciamo lo ho
occultato.
GIUDICE - Un attimo solo. Io le faccio una domanda alla luce di quello che fino
adesso lei mi ha detto. Lei mi ha detto che ha partecipato a diversi omicidi, no?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - La domanda lei potrebbe dirmi è un po' anche capziosa, insomma cerca di
trovare qualcosa che non c'è, ma dico, come e possibile che l'hanno coinvolta in tutti
questi omicidi e per la soppressione di Bonanno non l'hanno interessata alla
soppressione ma all'occultamento? Lei potrebbe dirmi 'mah, così scelsero, non lo so',
però siccome per gli altri omicidi lei ha partecipato direttamente, consumandoli, com'è
che questa volta invece le fecero fare l'operazione diciamo solo dell'occultamento?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, questo io...
GIUDICE - Non lo sa.
COLLABORATORE PULIZZI - Non lo so, no. Io per Bonanno sono stato incaricato
soltanto di occultare il cadavere.
GIUDICE - Lei potrebbe dirmi 'dovrebbe chiederlo ai Lo Piccolo', ma non avrei
risposta purtroppo, penso.
- - L"
COLLABORATORE PULIZZI - No, immagino. Io quello che mi dicevano di fare io
facevo. Naturalmente se dovevo partecipare alla soppressione sicuramente ero pure lì,
ma...
GIUDICE - Chi le dice che deve andare in quel luogo, Pipitone?
COLLABORATORE PULIZZI - Pipitone Vincenzo.
GIUDICE - Perfetto.
COLLABORATORE PULIZZI - Quel giorno.
GIUDICE - Dove doveva andare?
COLLABORATORE PULIZZI - Io mi sono recato nella zona dei Magaggid,
diciamo a Cinisi.
GIUDICE - Nella zona dei...?
COLLABORATORE PULIZZI - Dei Magaggiari.
GIUDICE - Magaggiari.
COLLABORATORE PULIZZI - Alla spiaggia, per capirci, alla spiaggia di Cinisi.
GIUDICE - Alla spiaggia.
COLLABORATORE PULIZZI - E poi mi ha agganciato Vito Palazzolo, che era un
ragazzo di fiducia che si occupava della latitanza di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, e
siamo entrati nelle campagne tra Cinisi e Tmasini indicandomi poi il posto, che era
una casetta di campagna, e sono andato a prendere il cadavere di Bonanno.
GIUDICE - Cos'era stato, strangolato? Cosa avevano fatto?
COLLABORATORE PULIZZI - Io, Giudice, onestamente... Quando mi è stato
consegnato il cadavere, Bonanno era dentro dei sacchi neri, l'abbiamo soltanto
caricato in macchina e...
GIUDICE - Mi scusi, dentro dei sacchi, più di uno?
COLLABORATORE PULIZZI - Erano due sacchi neri; due sacchi neri, Giudice,
quelli della spazzatura.
GIUDICE - Mi scusi, così penso che sia un corpo diviso.
COLLABORATORE PULIZZI - NO.
GIUDICE - Se è dentro due sacchi...
COLLABORATORE PULIZZI -No no no, due sacchi uno dentro all'altro i sacchi.
GIUDICE - Ah, okay, quindi è un sacco unico in realtà.
COLLABORATORE PULIZZI - Io le dico due sacchi perché mi ricordo che li ho
aperti un poco perché... perché purtroppo ulteriormente gli abbiamo buttato della
benzina e dato fuoco quando l'abbiamo messo nel fosso, e poi l'abbiamo sotterrato.
7
Questo mi hanno incaricato di fare e questo ho fatto, diciamo nel1 0micidio Bonanno
questo ho fatto.
GIUDICE - Ma lei sapeva - dato che, insomma, di lì a poco sarebbe arrivata la sua
affiliazione, giusto? - per quale motivo era stato soppresso il Bonanno? Lo sapeva?
COLLABORATORE PULIZZI - Io l'ho saputo dopo. Intanto quando io ho preso a
Bonanno non è che sapevo che era Bonanno.
GIUDICE - Ah, non glielo dissero che era Bonanno?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no. Poi naturalmente, dopo, parlando
con Sandro e Salvatore Lo Piccolo... - ma non è che io ho approfondito la discussione
perché, Giudice, non è che a me erano cose che mi interessavano -, alle volte si parlava
lì del più e del meno e da quello che mi è stato detto a me Bonanno fu ucciso perché
essendo responsabile del mandamento e responsabile pure della cassa del mandarnento
di Resuttana si era appropriato di soldi del mandamento, per dirla brutale si era fregato
dei soldi del mandamento, era stato awisato più di una volta ma... I dettagli poi io non
li so.
GIUDICE - Ma da chi era stato awisato?
COLLABORATORE PULIZZI - Credo da Salvatore Lo Piccolo. I dettagli io non li so
e non li posso sapere.
GIUDICE - E malgrado avvisato, lui non aveva...
COLLABORATORE PULIZZI - Di quello che so io è stato così, diciamo è stato
ucciso per questo motivo.
GIUDICE - In quel momento il Bonanno ha detto che era reggente della famiglia di
Resuttana, giusto?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente questo però lo so dopo io, dopo che
vengo affiliato.
GIUDICE - Sì, ma la domanda è: nel momento in cui veniva ucciso un reggente, la
famiglia come rimaneva, senza un riferimento almeno nell'immediato? Perché fra il
momento dell'omicidio Bonanno e il momento in cui lei mi ha detto Genova viene
affiliato formalmente passa qualche mese. O ho capito male io?
COLLABORATORE PULIZZI - Io sono affiliato nel giugno 2006 e Genova dopo di
me; Genova, se non erro, almeno due mesi dopo di me.
GIUDICE - Eh. E quindi c'è qualche mese diciamo di vacanza - chiamiamola così -
della reggenza della famiglia di Resuttana.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - E quindi chi è che, che lei sappia, reggeva in quel momento la famiglia?
COLLABORATORE PULIZZI - Questo non lo so.

C ! 1214
GIUDICE -Non lo sa. Né Lo Piccolo glielo disse?
COLLABORATORE PULIZZI - Io i rapporti li ho avuti dopo con Salvo Genova, che
è divenuto appunto capo mandamento, ma da quel periodo, dopo la mia e dopo la sua
affiliazione naturalmente.
GIUDICE - Si. E con Genova lei aveva rapporti poi?
COLLABORATORE PULIZZI - Ho avuto con Genova questi rapporti all'inizio,
prima della sua affiliazione, appunto come le dicevo poco fa: ho fatto il primo
appuntamento con Salvo Genova a Palermo, poi lui è stato affiliato, poi è venuto un
paio di volte da Salvatore e Sandro Lo Piccolo; i rapporti diciamo...
GIUDICE - Rapporti sto parlando...
COLLABORATORE PULIZZI - Guardi che io non è che avevo rapporti, che mi
occupavo o sapevo le cose sue del mandamento di Resuttana, no, i miei rapporti con
Genova erano soltanto rapporti tramite Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - Certo. Sempre mediati diciamo dalla loro presenza.
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente sì.
GIUDICE - Presenza sto parlando di presenza in Cosa Nostra, non presenza fisica.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Lei ha mai saputo, diciamo conosciuto, così come conosceva dopo la sua
affiliazione l'organizzazione delle famiglie del mandamento che c'ha spiegato essere
di un certo tipo, lei conosceva l'organigramma delle famiglie e nello specifico della
famiglia di Resuttana? L'ha conosciuto? Ha avuto modo di...
COLLABORATORE PULIZZI - L'organigramma nel senso come è composto il
mandamento?
GIUDICE - No, come è composta la famiglia, cioè chi vi apparteneva, chi vi faceva
riferimento.
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, io di Resuttana ho conosciuto soltanto
il capo mandamento, che è Salvatore Genova.
GIUDICE - Per esempio, lei dei Di Trapani non ha mai saputo nulla? non sapeva
alcunché?
...
COLLABORATORE PULIZZI - No, dei Di Trapani A me mi capitò un
episodio con Diego Di Trapani, però io non è che lo conosco a Diego Di Trapani.
s-----"-
-
GIUDICE - Chi è Diego Di Trapani?
COLLABORATORE PULIZZI - Diego di Trapani poi ho saputo che è un uomo
d'onore di Resuttana. L'episodio che mi riferisco io fu che prima dell'affiazione
di Salvo Genova - o dopo, non ricordo bene adesso, comunque in quel periodo
che le ho detto io - venne organizzato un appuntamento e quindi io riferisco a
Salvo Genova... Allora, torniamo un attimo indietro. Salvatore e Sandro Lo
Piccolo mi incaricano di organizzare questo appuntamento, quindi di andare da
Salvo Genova e dire a Salvo Genova di avvisare Diego Di Trapani per un
...
appuntamento fra le faccio un esempio, fra tre giorni, che ne so, il giorno 10,
organizzare un appuntamento e quindi venire, io dovevo portare a Salvo Genova
e a Diego di Trapani da Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Lascio detto questo a
Salvo Genova e gli fisso il giorno dell'appuntamento. L'indomani, o dopo due
giorni, Salvo Genova mi manda a chiamare, quindi io scendo a Palermo a
...
incontrare Salvo Genova e Salvo Genova mi disse... lo trovai un po' come dire,
un po'... - no, appunto, Salvo Genova ancora lì non era affiliato ritualmente -,lo
'...
trovai un po come dire, preoccupato; dicendo io: "Salvo, che cosa è s~ccesso?~;
dice: "Lo sai, ho parlato con Diego" - lui si riferiva a Diego Di Trapani, anzi, lui
mi diceva "con mio cugino Diego", quindi non so se sono parenti, questo non lo so
- "e lui mi ha detto che ali'appuntamento che abbiamo poi domani" o -
dopodomani, quello che era, non lo ricordo bene - "io non ci debbo venire, viene
soltanto lui". E quindi io gli dico: "E tu gli hai detto il posto dove è
l'appuntamento?", - cioè l'ho visto un po' timoroso Salvo Genova in
quell'occasione -, dice: "No no, s'è messo a fare come un pazzo, dice che io non
...
devo venire, deve venire lui" cioè dice "Io gli ho detto dov'è che abbiamo
l'appuntamento". A questo punto io ci dissi: "Non esiste proprio". Quindi io ho
detto a Salvo Genova: "Io l'appuntamento ce l'ho con te, quindi Diego Di
...
Trapani può andare ali'appuntamento e può aspettare cioè noi adesso
cambiamo il posto io e tu, io vengo a prendere a te, tu vieni con me come abbiamo
appuntamento io e te, e glielo spieghi poi tu a Salvatore e Sandro Lo Piccolo
questa cosa senza preoccuparti perché la responsabilità me la prendo io". Perché
io non è che potevo andare a prendere a Diego Di Trapani, io l'appuntamento
l'avevo con Salvo Genova e stop. Quindi gli dissi questa cosa, lui si tranquillizzò
...
un poco, e l'episodio Se non erro, il giorno dell'appuntamento venne arrestato
Diego Di Trapani, proprio fu il giorno deil'arresto che c'era l'appuntamento con
Diego Di Trapani, di fatti poi la mattina poi si è saputo dai giornali che fu
arrestato Diego Di Trapani; se non ricordo male fu proprio il giorno
dell'appuntamento che avevamo.
GIUDICE - Lei racconta questo episodio e lo connota di una certa pericolosità?
Io voglio capire perché lei mi riferisce questo episodio. Cioè le sembrò sospetto
tutto l'accadimento, o cosa? Perché me lo ha...?
COLLABORATORE PULIZZI - Perché io diciamo ho smontato
l'appuntamento?
GIUDICE - Sì. Le sembrò sospetto tutto quanto? Che cosa?
COLLABORATORE PULIZZI - No. Cioè io sono incaricato di andare a
prendere a Salvo Genova e intanto mi dicono di dire a Salvo Genova che il
...
giorno ripeto l'esempio: di' a Salvo Genova che il giorno 10 alle ore 9 ci ...
organizzati l'appuntamento con lui e deve portare a Diego e devono venire lui e
Diego Di Trapani. Quando io awiso a Salvo Genova, Salvo Genova "va bene", ci
-
lasciamo e ci salutiamo. Quando lui mi chiama l'indomani o dopo due giorni,
-
non ricordo bene ed era un po' spaventato, un po' timoroso, io gli dissi "che è
successo?", dice: "Ho parlato oggi con Diego, gli ho riferito deli'appuntamento, e
Diego ha detto che io" - cioè Salvo Genova - "non devo venire ail'appuntamento,
deve venire soltanto lui".
GIUDICE - Lei mi sta ripetendo la cosa, io l'ho capito. Ma lei perché mi riferisce
questo dato storico? Mi faccia interpretare e vediamo se sbaglio: perché assume
che vi era un qualcosa di strano, singolare e comunque pericoloso nel rapporto
tra Genova e il Di Trapani?
COLLABORATORE PULIZZI - No, Giudice, perché lei mi ha chiesto poco fa
del Di Trapani e io questo episodio ho avuto con lui.
GIUDICE - Sì, e questo episodio lo ha raccontato, però lo ha connotato nelia sua
memoria di un qualcosa di particolare. Cioè era strano che il Di Trapani non
volesse accompagnarsi al Genova per andare da Lo Piccolo? Questo mi ha voluto
raccontare raccontandomi questo, oppure ho capito male io?
COLLABORATORE PULIZZI - No, per me... Scusi Giudice, forse io.. .
GIUDICE - No no, io sono qui a udirla.
COLLABORATORE PULIZZI - No no, per me la stranezza in quella
circostanza fu che Diego Di Trapani se gli arriva un appuntamento e Salvo
Genova gli va a dire 'mi hanno mandato l'appuntamento i Lo iccolo' così così,
P
non è che Salvo Genova era impazzito e gli era andato a dire questa cosa, è stato
Diego di Trapani a sbagliare dicendo "no, ci vado io".
GIUDICE - Eh, questo, allora ho capito bene.
COLLABORATORE PULIZZI - Per questo era strano. Quindi io...
GIUDICE - Allora ho capito bene, era come per dire: ma che bisogno ho di
andare da Lo Piccolo insieme a te, Genova, che rappresenti cosa, visto che sono
io...
COLLABORATORE PULIZZI - Ah, adesso ho capito.
GIUDICE - No, non deve capire la mia interpretazione del fatto perché io non
c'ero, era lei che c'era, quindi lei mi deve far capire cosa esattamente è accaduto,
e la mia interpretazione del fatto può essere anche sbagliata.
COLLABORATORE PULIZZI - Di quello che ho capito io allora, Diego di
Trapani e Salvo Genova avevano qualche contrasto, però non so che cosa perché
sono fatti loro e a me non interessa. Io le ho raccontato l'episodio soltanto per
...
dire che quando Naturalmente io mi sono tenuto nella mia regola dicendo io ho
l'appuntamento con Salvo Genova, non è che io sono tornato da Lo Piccolo a dire
'ah, sai...', io ho fatto quello che dovevo fare io.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo io non sono andato a prendere Diego
...
di Trapani
GIUDICE - Chiarissimo. Ma questo accadimento può essere interpretato in tante
maniere; quella che mi deriva un po' dagli atti che già conosco e dalle fonti -
perché lei è l'ultimo ad essere udito, abbiamo sentito altre persone in questi
giorni, quindi se le pongo una domanda evidentemente è possibile che la mia
domanda sia condizionata o riferita al patrimonio di conoscenze che ad oggi
abbiamo acquisito -,è: possibile che in questo episodio che lei ha raccontato vi sia
stata una sostanziale rimostranza o reazione da parte del Di Trapani Diego che
voleva sostanzialmente dire ai Lo Piccolo 'che bisogno ho io di trattare insieme a
un soggetto al quale non riconosco alcun ruolo nella famiglia di Resuttana visto
che è stato nominato da Lo Piccolo'? Lei lo ha riferito per dire 'ma come, ti metti
n e Lo Piccolo9? Per questo motivo lei ho ha raccontato? Ho
_ _ _ _ -_- a. discutere ~ ~ o i d i dei
cabito bene?"
6 COLLABORATORE PULIZZI - Io nella mia ottica, diciamo per come lo vedo
io, intanto era palese che avevano avuto qualche contrasto: a Diego di Trapani
non gli stava bene che andava pure Salvo Genova.
GIUDICE - Oh, è questo, allora ho capito bene. Certo.
COLLABORATORE PULIZZI - E quindi l'ordine era quello.
GIUDICE - Di Trapani non gli riconosceva alcun tipo di autorità, di possibilità
di presenza, questo era; e lei si chiedeva: 'ma come, Lo Piccolo ti manda a dire
questo e tu reagisci così? Aliora non hai capito niente'. Ho capito bene io?
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo la sintesi è così, Giudice.
GIUDICE - Penso di aver capito bene.
COLLABORATORE PULIZZI - Io non è che mi potevo permettere di cambiare
l'appuntamento, portare a Diego di Trapani e non portare Salvo Genova, perchè
poi erano...
GIUDICE - In siciliano è: ma cu sa purtava 'sta notizia a Lo Piccolo poi?
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente. Ci siamo capiti. Io sono stato
nella mia regola in poche parole.
GIUDICE - Chiaro, chiarissimo. E allora questo è il primo, l'unico, il solo
contatto che lei ha con un esponente diciamo di Resuttana, oppure ce ne furono
altri, altri soggetti? Per esempio lei qualcuno dei Madonia lo ha mai conosciuto?
COLLABORATORE PULIZZI - No, dei Madonia no. Io Madonia conosco a
...
Mario Madonia che ha la Renault, ma per rapporti Diciamo che siccome il mio
mestiere è autotrasportare, quindi abbiamo comprato qualche camion alla
Renault, ma conosco a lui.
GIUDICE - Non ha mai conosciuto, per esempio, la Di Trapani Mariangela?
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente no.
GIUDICE - NO.
COLLABORATORE PULIZZI - NO.
GIUDICE - Non sa neppure che sia la moglie di Salvino Madonia?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, Giudice, lo so, però...
GIUDICE - Lo sa diciamo come...
COLLABORATORE PULIZZI - Lo so così, però non è che...
GIUDICE - Senta, Di Trapani Michele lei lo ha mai conosciuto?
COLLABORATORE PULIZZI - No.
GIUDICE - Non l'ha mai conosciuto. Nei verbali.. . Perchè lei è stato udito dai
pubblici ministeri in diverse occasioni; le occasioni sono esattamente il 10 marzo
del 2008 e il 27 giugno del 2008, il 29 febbraio del 2008, il 27 maggio 2008 e il 12
marzo del 2008, suppongo che queste date corrispondano con quelle dei verbali
che... per far riferimento diciamo a quello che ieri abbiamo Mora, se ...
controllate 10 mano 2008,27 giugno 2008,29 febbraio del 2008,27 maggio 2008
e 12 mano del 2008.
A W . VANCHERI - - Giudice, a me ne manca uno - sono l'awocato Vancheri -
però, ecco, non li ho tutti, può essere perchè non interessava la posizione.
P.M. - Sono cinque verbali, Giudice.
GIUDICE - Vabbè, manca a lei perchè magari non ha fatto la copia ma non
perchè non è stato osteso alla sua attenzione. Lei in questi verbali parla di Enzo
Sgadari.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì. . .
GIUDICE - Intanto il nome col quale lo conosce & proprio Enzo o è Vincenzo?
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari.
GIUDICE - Enzo Sgadari.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Chi è questo Enzo Sgadari?
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari è un imprenditore. Io l'ho
conosciuto... i primi contatti con Enzo Sgadari li ho avuti dopo la mia affrlazione,
dopo il giugno 2006, lui stava facendo un lavoro a Carini; precedentemente il
contatto di Enzo Sgadari con Carini era con Antonino Di Maggio, uomo d'onore
di Carini. Enzo Sgadari venne a fare questo lavoro a Carini, ha dato la messa a
-
posto, e io ho avuto dei contatti, io e Pipitone Antonino ripeto, dopo la nostra
affrlazione nel giugno 2006; Pipitone Antonino gli fece pure dei lavori in cantiere
-
con i mezzi quindi escavatore, pala meccanica, i camion - perchè Pipitone
Antonino aveva la ditta pure di movimento terra. Quindi avevano questo
rapporto di lavoro. I rapporti miei con Enzo Sgadari sono stati pure di Cioè...
c'era un contatto epistolare tra Enzo Sgadari e Sandro Lo Piccolo; in poche
parole i biglietti che ho ricevuto io da Enzo Sgadari, anzi i biglietti da Sandro che
dava a me e io davo a Enzo Sgadari, erano, se non ricordo male, per "BMW", e
io li davo... aveva questo rapporto epistolare con Enzo Sgadari. ,
GIUDICE - Un attimo. Lei parla di biglietti cioè di pizzini?
COLLABORATORE PULIZZI - I pizzini, sì.
GIUDICE - Pizzini che lei aveva ricevuto e per i quali doveva fare il postino
diciamo.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, in quel periodo, sempre dopo la mia
affilazione, io si può dire dopo la mia affilazione con Sandro ci vedevamo
-
almeno due volte a settimana, poteva capitare una volta, poteva capitare anche
di più -, e spesso e volentieri cyerano questi biglietti per Enzo Sgadari, e
naturalmente Enzo Sgadari mi dava dei biglietti a me per Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - Ma quando parla di biglietti parla di biglietti chiusi? Cioè lei questi
biglietti li vedeva? li leggeva?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no, i biglietti sono sigillati.
GIUDICE - Erano chiusi? sigillati?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Ed erano stati consegnati da Sandro Lo Piccolo per Enzo Sgadari e,
viceversa, da Enzo Sgadari a...
COLLABORATORE PULIZZI - E viceversa, sì.
GIUDICE - Ma si ricorda se mai, dandole i biglietti, il Lo Piccolo le parlò pure di
qualcosa da dire a voce oppure del problema che era oggetto del biglietto che lei
stava portando? Perchè in fondo lei a quel punto era affilato, avrebbe avuto ben
titolo... affilato come capo della famiglia Carini, quindi avrebbe avuto ben titolo
di poterlo sapere. O no?
COLLABORATORE PULIZZI - Mah, potrebbe anche capitare però a me non
m'è capitato, non ho il ricordo di questi episodi. Anche perché i biglietti chiusi
poi sono cose loro, quindi non è che appartenevano alla mia famiglia.
GIUDICE - E "BMW" cyerascritto sopra?
COLLABORATORE PULIZZI - I biglietti che ricordo io erano per "BMW",
quelii che mi dava Sandro, e qualcuno per "Bicicletta" - che "Bicicletta" poi ho
saputo che era Enzo Sgadari chiamato "Bicicletta1'.
GIUDICE - Quindi era chiamato "BMW" o "Bicicletta"?
COLLABORATORE PULIZZI - Io ricordo che Enzo Sgadari il soprannome era
1~tt~~~i~i-;&tì-h, e i biglietti che avevo avuto io da Sandro per Enzo Sgadari ho
ricevuto dei biglietti per "BMW" e dei biglietti per ""Bicicletta"", e questi li
dovevo dare a Enzo Sgadari.
GIUDICE - Ma il soprannome, o comunque il nickname come si direbbe adesso su
internet, dell'Enzo Sgadari era 'l "BMW" l' o 'l "Bicicletta" l'?
COLLABORATORE PULIZZI - l' "Bicicletta1' 'l.
GIUDICE - E allora "BMW" chi era?
COLLABORATORE PULIZZI - Questo non lo so.
GIUDICE - Però questi biglietti che avevano ""BMW"" come destinatario lei li
consegnava a Enzo Sgadari comunque?
COLLABORATORE PULIZZI - A Enzo Sgadari, sì.
GIUDICE - Mi scusi, quando consegnava questi biglietti a Enzo Sgadari nelle sue
mani e lui vedeva che c'era scritto ""BMW"" o l'l'Biciclettall", non diceva
'aspetta un attimo, questo è per me e quest'altro invece non è per me'? Insomma,
li riceveva comunque? Cioè pensava, ricevendoli, di essere comunque il
destinatario?
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari possibilmente già sapeva se
erano per lui o se erano per un'altra persona, comunque io ero un contatto, un
tramite.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE PULIZZI - Può anche darsi pure che Enzo Sgadari era un
altro tramite, Giudice.
GIUDICE - Certo.
COLLABORATORE PULIZZI - Perchè i biglietti non è che sono diretti,
possono anche passare tante mani prima di arrivare a destinazione.
GIUDICE - Ma, per esempio, potrebbero non passare mani se lei, nel momento
in cui li consegna, vede Enzo Sgadari aprire il biglietto. Le è capitato di vedere
Enzo Sgadari aprire il biglietto? Perchè se lo apre vuol dire che è diretto a lui.
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente. Ma anche se il biglietto è
per lui, Giudice, Enzo Sgadari non lo apre davanti a me o davanti a
qualcun'altro.
GIUDICE - Non l'ha aperto davanti a lei.
COLLABORATORE PULIZZI - Se li va a leggere per i fatti suoi.
GIUDICE - Chiaro. E dove li consegnava a Enzo Sgadari questi biglietti?
COLLABORATORE PULIZZI - Mah, in quel momento Enzo Sgadari io ce
l'avevo diciamo a casa perchè lavoravo a Carini, quindi sapevo subito dove
trovarlo.
GIUDICE - Ah, quindi al cantiere?
COLLABORATORE PULIZZI - Al cantiere, sì.
GIUDICE - Ma sapeva a Palermo dove lui stava? Perchè stava a Palermo questa
persona?
COLLABORATORE PULIZZI - Di abitazione sì però non lo so dove.
Naturalmente ce l'avevamo lì, a portata di mano come si suo1 dire, sapevamo che
in cantiere lo trovavamo. Anche se non c'era Enzo, anche che passi ore e non c'è,
poi durante la giornata lo trovi comunque perchè diciamo è titolare nel cantiere e
spesso e volentieri sempre nel cantiere con lui ci vedevamo.
GIUDICE - Quando ha parlato della cosiddetta "messa a poston chi fece cosa?
Cioè a dire, fu Sgadari a contattarla per due 'mi voglio mettere in regola'? fu lei
a farlo contattare? Insomma, come awenne questo contatto che creò poi la messa
, *
a posto?
COLLABORATORE PULIZZI - No, la messa a posto già era stata data. Enzo
Sgadari quando ha dato la messa a posto per il lavoro di Carini... Perchè, ripeto,
...
il contatto precedente di Enzo Sgadari il referente a Carini diciamo di Enzo
Sgadari i rapporti ce li aveva con Nino Di Maggio e la messa a posto era stata
disposta per conto delia famiglia di Carini da Nino Di Maggio; quindi già Enzo
Sgadari si era messo a posto, prima di finire i lavori ha dato la messa a posto
Enzo Sgadari. Quindi rapporti di soldi con me non ne ha assolutamente avuti.
GIUDICE - Però lei, come rappresentante della famiglia, doveva in qualche
modo riceverlo questo denaro, no?
COLLABORATORE PULIZZI - No, già i soldi erano stati incassati prima che io
e Nino venissimo affiati.
GIUDICE - Ah, addirittura prima?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Prima del giugno ...
-
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente prima del giugno 2006.
-
GIUDICE Ho capito. Ma era una tantum? Cioè doveva pagare un importo e
basta e poi poteva continuare, oppure doveva essere un pagamento che doveva
essere reiterato pure?
COLLABORATORE PULIZZI - Io quello che ho saputo è che Enzo Sgadari
allora la messa a posto la diede addirittura prima di finire i lavori, quindi già
era ..., cioè aveva saldato la cifra per quanto riguarda Carini che già era stata
riscossa da Nino Di Maggio.
GIUDICE - Ma questo signor Sgadari, che paga la messa a posto e però al
contempo è in contatto diretto con Lo Piccolo...
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Mi scusi, ma uno che è in contatto diretto con Lo Piccolo com'è che
paga la messa a posto del cantiere? Apprezzo il suo sorriso che è quasi mezza
...
risposta
COLLABORATORE PULIZZI - NO ...
GIUDICE - No no, ma non è per irriverenza, nel senso che lei mi sta dicendo: ma
allora veramente non sei siciliano o non sai come vanno le cose in Sicilia.
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no, Giudice.
GIUDICE - No, però una domanda simile può servire a capire il contesto e anche
per capire i rapporti che c'erano, se c'erano rapporti in senso di Cosa Nostra, tra
lo Sgadari e il Lo Piccolo. Cioè a dire, questo Sgadari che rapporto aveva col Lo
Piccolo? Era anche lui un affiliato? Era un uomo d'onore? Perchè dialogava col
pizzino con Lo Piccolo e al contempo però era vittima dell'estorsione?
COLLABORATORE PULIZZI - Dottore, io questo non lo so. Cioè io so che lui
ha dato la messa a posto e so che aveva il rapporto epistolare con Sandro Lo
Piccolo, e naturalmente, sì, ha pagato; non so naturalmente la cifra quanto è stata
chiusa precedentemente perchè non me ne sono naturalmente occupato io, però,
che le debbo dire, ha pagato e tiene i rapporti con Sandro Lo Piccolo. Poi i
-
rapporti che avevano lui e Sandro Lo Piccolo che il contatto epistolare era con
Sandro Lo Piccolo che aveva Enzo Sgadari -,i rapporti io non lo so.
GIUDICE - Lei può dire che questo Sgadari era in qualche modo affiliato, vicino
a Cosa Nostra, oppure no?
COLLABORATORE PULIZZI - Io, Giudice, la risposta che le posso dare è in
base... Cioè secondo me era una persona vicina a Sandro Lo Piccolo che però
comunque ha pagato la messa a posto a Carini.
GIUDICE - E normalmente le persone vicine pagano la messa a posto?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente, Giudice, se un imprenditore f a
un lavoro di rilievo, cioè un lavoro ... -
Enzo Sgadari ha fatto una lottizzazione e
quindi un lavoro abbastanza grande -, naturalmente anche via raccomandata gli
si fa...come dire, la carezza, per stare tutto in regola, sì, la dà pure la messa a
posto. Come può succedere pure che un imprenditore di Carini che magari era
vicino a una persona dalla famiglia di Carini ma andava a lavorare fuori - io sto
facendo l'esempio - naturalmente dava pure la messa a posto.
GIUDICE - Senta, ma pur pagando la messa a posto, a quanto ho capito, questo
Sgadari aveva comunque dei problemi.
COLLABORATORE PULIZZI - In che senso dei problemi?
GIUDICE - A proseguire i lavori, a completarli.
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari se non ricordo male ha avuto un
-
-

problema nel cantiere che adesso non ricordo bene se gli avevano bloccato i
...
lavori o non poteva continuare, insomma gli serviva una carta Giudice, non
ricordo bene precisamente - che però comunque gliel'abbiamo subito risolto e ha
...
-

ripreso i lavori; una questione di giorni è stata, non è che


GIUDICE - Questo è un passaggio che vorrei che lei ricostruisse. Scusi, ma
perchè Sgadari che fa questi lavori, che è un imprenditore, ha bisogno di voi -

fl 1221
perchè a questo punto devo dire voi, cioè voi nel senso di Cosa Nostra - per
risolvergli il problema? Quindi Sgadari paga la messa a posto come lei l'ha
chiamata, manda i pizzini a Lo Piccolo e si fa risolvere il problema dal capo della
famiglia di Carini. Mi fa capire? Però poi lei mi dice non so se era uomo d'onore
O se non era uomo d'onore.
COLLABORATORE PULIZZI - No, uomo d'onore non era, questo lo so per
certo.
GIUDICE - Uomo d'onore non era.
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no. Devo fare un passo indietro.
Allora, Enzo Sgadari era un pò risentito con Nino Di Maggio perchè dice: "Ma
come, io ho pagato. Difatti anche Sandro, nei vari incontri che aveva con me,
diceva: "Ma come, Enzo Sgadari ha uscito i soldi e aveva questo problema col
Comune?"; io non ricordo bene se era per una falda acquifera nel sottosuolo,
comunque gli avevano bloccato i lavori, ma l'episodio specifico, cioè il problema
specifico non lo ricordo. E anche Sandro mi disse un giorno: "Enzo Sgadari ha
pagato profumatamente la messa a posto per questo cantiere e Nino lo ha lasciato
così?"; a parte che Nino purtroppo fu arrestato nel giugno del 2006, però dice:
"Ma come, ora sorge questo problema?". Questo io ricordo. E difatti Enzo
Sgadari dice: "M9hanno bloccato i lavori, io sono rovinato, come devo fare?".
Questa cosa è stata risolta in tempi brevissimi e se ne occupò Pipitone Antonino,
il mio co-reggente, e in pochi giorni ha ripreso a lavorare.
GIUDICE - E lei sa...
...( ...
voci sovrapposte)
COLLABORATORE PULIZZI - Scusi.
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE PULIZZI - Magari... magari che ne so, se Enzo Sgadari
aveva a che fare con il tizio x del comune, quello magari gli faceva perdere un pò
di tempo e in questa maniera la cosa è stata più accelerata rapidamente. Questo è
in sintesi.
GIUDICE - Si, senza dubbio è stata accelerata. Però, insomma, col comune ho
_- - .. l~~mpressione che l'intermeàiazione viene fatta da un uomo diciamo d'onore, non
6 che l'ha'fatta un avvocato o 19hafatta un geometra o un addetto a1 disbrigo
@ pratiche amministrative; viene risolta da un uomo d'onore, giusto? Ho capito
bene?
COLLABORATORE PULIZZI - Non c'era un contatto col comune,
naturalmente.
GIUDICE - E che tipo di contatto era?
COLLABORATORE PULIZZI - Aliora, chi aveva i contatti per conto deila
famiglia di Carini, diciamo la longa manus dentro il Comune, era Giovanni
Palazzolo, che è un imprenditore di Carini; era come si dice infilato nel comune,
diciamo era il tramite &a la famiglia e il comune, queste cose se le sbrigava lui.
GIUDICE - Era uomo della famiglia all'interno del comune ài Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, vogliamo dire uomo deila famiglia,
-

comunque era un imprenditore che comunque gli si diceva la cortesia... nel senso,
il tramite era lui, Giudice, questo era, tra la famiglia di Carini e il comune di
Carini. Quindi quando è sorto questo problema di Enzo Sgadari è stato detto
subito a Giovanni Palazzolo questa cosa qui e naturalmente Giovanni Palazzolo si
è subito prodigato e in tempi brevissimi a Enzo Sgadari gli è stato risolto il
problema.
GIUDICE - Tempi brevissimi cosa sono, giorni?
COLLABORATORE PULIZZI - Ma sì, credo due-tre giorni massimo.
GIUDICE - In due o tre giorni si è risolto il problema che riguardava lo Sgadari.
COLLABORATORE PULIZZI - Anche perchè alle volte, Giudice, manca una
firma e quindi...
GIUDICE - Senta, lei nel corso di queste dichiarazioni, che ha reso alle date che
ho in precedenza indicato, parla anche di due altri soggetti: di un tale Di Pace.
COLLABORATORE PULIZZI - Non lo conosco.
GIUDICE - Non lo conosce. Di Rizzuto ha mai...? Le leggo a questo punto le
dichiarazioni, così servono per una chiarificazione.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - 29 febbraio 2008. "Di Pace lo conosce?" dicono come domanda; "Di
...
Pace no, Di Pace non lo conosco ma W ricordo però che Sandro mi diede a me
un appunto; io avevo un appunto, Sandro mi fece scrivere, se non ricordo male io
avevo nei miei appunti un biglietto Di Pace". Se lo ricorda questo particolare?
COLLABORATORE PULIZZI - Se non ricordo male forse... per un matrimonio
forse.
GIUDICE - Io continuo allora a questo punto. bbRizzutoche era a un matrimonio
nel 2008 a Villa Buffa e Sandro mi disse %to appunto per fargli fare lo
sconto a Viila Buffa".
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, sì, sì, perfettamente. Sì, lo ricordo questo.
GIUDICE - Me lo può ricordare questo ? ...
COLLABORATORE PULIZZI - Io mi ricordo avevo questo appunto io, u n
appunto Di Pace... il matrimonio era Di Pace e Rizzuto, non mi ricordo la data
-
quand'era, forse era un matrimonio addirittura del 2009 del 2008 o del 2009,
non ricordo bene -, comunque avevo questo appunto. In che cosa consisteva
questo, cioè il senso dello sconto qual'era: Viila Buffa era a Carini e lo sconto era
nel pagamento del posto, della villa, non per quanto riguarda la ristorazione ma
soltanto il pagamento della villa. Quindi che succede, che essendo paesano Villa
Buffa, gli si chiedeva la cortesia di fare uno sconto per questo matrimonio.
Questo è in sintesi la cosa.
GIUDICE - Anche lì, è normale un .@temento addirittura per... un uomo di Cosa
Nostra a quel livello, latitante, per fare uno sconto per un matrimonio?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, Giudice, è normale.
GIUDICE - No, glielo chiedo.
COLLABORATORE PULIZZI - Succedevano queste cose, cioè fare uno sconto
per un matrimonio, magari sicuramente sarh un tuo amico.
GIUDICE - E' variegata comunque, bisogna dire, l'attività di Cosa Nostra
perchè va dagli omicidi, le soppressioni, le estorsioni, fmo ailo sconto per un
trattamento nuziale. Senta, lei continuando però in questo riferimento parla di
una questione che riguarda cartelloni pubblicitari, cartellonistica pubblicitaria,
se lo ricorda?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, maxischermi pubblicitari.
GIUDICE - Ma cosa è questa cosa dei maxischermi?
COLLABORATORE PULIZZI - Questo non lo so, l'attività... Allora, il discorso
nasce da... Sandro mi dice di parlare con... Mora, noi avevamo il contatto con
Migliore, nel senso il grande Migliore che c'è a Palermo, siccome avevano il
magazzino a Carini davano la messa a posto naturalmente; il nostro contatto
come famiglia di Carini era Gaspare Stassi(?), che lavorava da Migliore o aveva
un'attività all'interno da Migliore, non ricordo, comunque il nostro contatto per
la messa a posto era lui. Sandro mi disse - cioè sia io che Nino Pipitone - "potete
fare sapere a Gaspare Stassi. ..
GIUDICE - A chi?
COLLABORATORE PULIZZI - A questo Gaspare Stassi, visto che il contatto ce
l'avevamo noi - "se è possibile mettere dei maxischermi pubblicitari nei vari posti
che ha Migliore", queste cose qua. E allora mi pare che c'ha parlato Nino con
Gaspare Stassi, non ricordo onestamente come è finita la discussione di questi
maxischermi pubblicitari.
GIUDICE - Cioè erano dei maxischermi che dovevano stare all'interno di
Migliore?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
-
GIUDICE Per fare pubblicità a che cosa?
COLLABORATORE PULIZZI - Eh, sa, i cartelloni pubblicitari che...
GIUDICE - Ma dentro il negozio?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, questo non glielo so dire che attività
specifica era; io quello che ricordo è che erano dei maxischermi pubblicitari, cioè
non cartellonistica, maxischermi pubblicitari.
...
GIUDICE - E chi teneva questo ? Lei ha detto il nome di questo ...
COLLABORATORE PULIZZI - A me Sandro Lo Piccolo me lo chiese di...
GIUDICE - Ma lei lo conosceva quando le individuò il nome Sandro Lo Piccolo?
Fu Sandro Lo Piccolo che le parlò del nome del soggetto interessato a questi
maxischermi?
COLLABORATORE PULIZZI - Io ricordo che questi maxischermi..., poi non
ricordo come si sviluppò la questione, la discussione. Che comunque era una ditta
-
che aveva Giovanni Giacalone che è uomo d'onore di San Lorenzo, che è stato
-
combinato pure dopo di me nella seconda metà del 2006 che aveva questa
società di rnaxischermi assieme a un certo Di Pace; che io a Giovanni Giacalone lo
conosco, a Di Pace non lo conosco, e mi ricordo questo episodio che Sandro mi
chiese, appunto, visto che avevamo il contatto come Carini con Stassi per conto di
Migliore, di chiedergli questa cosa. Però, ripeto, non ricordo come è finita poi
tutta la questione.
GIUDICE - E il fatto che Giacalone fosse uomo d'onore affilato formalmente, a
lei da che cosa le risulta?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, siamo stati presentati ...
GIUDICE - Ritualmente?
COLLABORATORE PULIZZI - Normale, si.
GIUDICE - Ma a parte la presentazione rituale, ha posto in essere qualche cosa
di rilevante per Cosa Nostra che riguardasse l'uomo d'onore del quale abbiamo
parlato, cioè Giacalone?
COLLABORATORE PULIZZI - No. Giovanni Giacalone io lo conosco da un po'
di anni perché si è sposato a Viliagrazia di Carini con la sorella di Ferdinando
Gallina, quindi diciamo che è diventato come paesano mio. Poi ci siamo
conosciuti come uomini d'onore dopo che lui è stato affilato e mi è stato
presentato, però con Giovanni non ho mai avuto rapporti di tipo criminale, ci
conoscevamo come uomini d'onore e nient'altro.
GIUDICE - Senta, lei prima parlando dell'appellativo, diciamo del nickname col
quale vengono identificati alcuni dei biglietti, dei pizzini, parlando di "BMW" e
"Bicicletta" ha detto di non sapere esattamente chi fosse "BMWw e se
...
"Bicicletta" "Bicicletta l'ha individuato almeno, "BMWffnon sapeva; mentre
ff

invece il 27 maggio del 2008 lei rispondendo a una domanda del Pubblico
Ministero e riconoscendo nella foto numero 47 Enzo Sgadari, dice testualmente
questo: "Qui si stava realizzando un lavoro in Via Pireto in Contrada Milioti per
il quale pagò la messa a posto a Nino di Maggio. Più di una volta ho incontrato lo
Sgadari nel suo cantiere per consegnargli dei pizzini che Sandro Lo Piccolo
doveva mandare a Di Pace Francesco detto "BMWu e viceversa". Quindi allora
lei, il 27 maggio del 2008, "BMW" lo connota per Di Pace Francesco, cioè non ha
dubbi neil'indicare in "BMW"...
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no, Giudice. Io se c'è la
trascrizione sbagliata questo non lo so, però io di "BMW" ho sempre detto che
non so a chi si riferisce. Io i contatti ce li avevo con Enzo Sgadari, non è che so se i
biglietti sono indirizzati a..., non so chi è il destinatario di "BMW" io. Di questo
ne sono sicuro, Giudice, assolutamente.
GIUDICE - Io le sto leggendo questo, che sono le sue dichiarazioni. Poi lei viene
udito dopo il 27 maggio, vediamo se c'è un'altra audizione, ci dovrebbe essere
quella del 27 giugno.
COLLABORATORE PULIZZI - In fase di interrogatorio a me mi hanno chiesto
- questo lo ricordo - "le risulta che "BMW" fosse Francesco Di Pace?" No, a me
non mi risulta perchè non lo so, io sempre con Sgadari ho avuto a che fare per
"BMW", Giudice, perciò non...
GIUDICE - Allora, il 27 giugno, cioè un mese dopo questa dichiarazione che lei
assume diciamo di non ricordare, lei dice testualmente questo - le sto leggendo le
sue parole -:...
COLLABORATORE PULIZZI - Si sì.
GIUDICE - "Quanto a Sgadari confermo le dichiarazioni già rese: era persona
denominata "Bicicletta" che mi faceva avere dei pizzini da parte di "BMW" Di -
Pace Francesco, Ndr - per farli avere a Sandro Lo Piccolo; erano gruppi di
pizzini, e non pizzini singoli; io lo conobbi anche perchè costruì in territorio di
Carini; in queli'occasione Sandro Lo Piccolo mi fece sapere che era già a posto".
Evidentemente parla deilo Sgadari in questo momento, non del ...
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, perfettamente.
S
.
GIUDICE - bbPerquanto riguarda questa localizzazione in Contrada Milioti
ricordo che Sgadari si lamentava perché, nonostante fosse a posto, il comune di
Q Carini..." - è quelio che in precedenza abbiamo detto. Poi c'è un omissis che
riguarda un parente di Pipitone, anzi sono due gli omissis, e poi c'è un omissis
fmale che evidentemente rende un po' ...
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, mi scusi, non vorrei magari la
trascrizione è sbagliata...
GIUDICE - E' possibile, siamo qua proprio per capire.
COLLABORATORE PULIZZI - Però io non ho mai detto e di questo ne sono
sicurissimo perché io "BMW" non so chi sia. Io ce l'ho il contatto con Enzo
Sgadari, questo si, ma non è che so il destinatario del biglietto "BMW",
assolutamente no.
GIUDICE - Eh, questo è un dato importante, perché tra l'altro il decreto di
fermo, dal quale nasce l'operazione di polizia giudiziaria che viene trasposta poi
nel procedimento e poi il processo, dà per scontato diciamo che l'indicazione del
Pulizzi relativa a "BMW" sia il Di Pace Francesco.
COLLABORATORE PULIZZI - Manco lo conosco a Di Pace, quindi... Le mie
conoscenze di Di Pace sono quelie che ho appena detto, queli'episodio del... cioè le
cose che abbiamo detto qua in aula, ma assolutamente io...

PL
GIUDICE - Cioè lei non ha mai saputo che Di Pace Francesco fosse
soprannominato "BMWw?
COLLABORATORE PULIZZI - No. Io, ripeto, se non ricordo male in qualche
interrogatorio mi è stato chiesto "Lei sapeva che il destinatario di "BMW" era
Francesco Di Pace?", o comunque qualche domanda, ma io assolutamente no,
Giudice, io non ho mai detto Francesco Di Pace. Cioè a me non mi risulta, non lo
so chi sia il destinatario di "BMW"; il mio unico contatto è Enzo Sgadari, a chi
- -
vanno a finire i biglietti poi nè lo so e mi scusi nemmeno mi interessava.
GIUDICE - Voi non è che avete i verbali? Potete far vedere un attimo?
AVV. VANCHERI - Sì, Giudice, io ho la trascrizione del verbale proprio del 27
-
maggio - sono l'awocato Vancheri per la registrazione - dove posso leggere
testualmente, signor Giudice - il Pm dice: "Si, perfettamente, quando lui si
occupava diciamo di mantenere la corrispondenza con "BMW"". Pulizzi: "Sì".
PM: V h e era poi...?"; Pulizzi: ''"BMW" era Francesco Di Pace. E poi niente, poi
mi sono dato alla latitanza, quindi non l'ho visto più", riferendosi a Sgadari.
Dico, questa è una sua dichiarazione.
GIUDICE - Questa è la trascrizione.
A W . VANCHERI - E ce ne sono più verbali dove si fa questo riferimento -
intanto li cerco.
GIUDICE - Qui ci sono le sue dichiarazioni registrate, cioè non è un verbale che
è sintetico, cioè a dire in cui la ricostruzione da parte del verbalizzante - che in
-
questo caso è il pubblico ministero viene trasposta nel documento, ma è proprio
la registrazione di quello che lei ha detto.
COLLABORATORE PULIZZI - Io, Giudice, non...
A W . VANCHERI - Tra l'altro, Giudice, è diretto, non c'è un dubbio, non ci
sono pause.
INTERVENTO - Giudice, io l'ho visto adesso il verbale perché non riuscivo a
rintracciarlo tra le mie cose.
GIUDICE - E' il Pubblico Ministero che parla, diamo atto.
P.M. - Sì, chiedo scusa, è il pubblico ministero Viola. Sarebbe materia tipica la
contestazione per vedere come... Ne vogliamo dare atto?
GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE PULIZZI - Signor Giudice, io di "BMW" non... cioè non
sono miei ricordi che fosse Francesco Di Pace; io "BMW" il contatto mio era con
Enzo Sgadari.
GIUDICE - Ma da dove può essere uscita questa cosa di "BMW", mi scusi?
Perchè certo non è che si materializza così nel verbale.
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, manco lo conosco a Francesco Di
Pace. Eh, non è che è una persona che conosco, niente, le mie conoscenze sono
quelle che ho detto. E il mio contatto solo Enzo Sgadari era per questi famosi
biglietti "BMW ".
GIUDICE - Tra l'altro io vorrei capire un attimo una cosa. Siccome il verbale
che ho io è omissato, quello che avete voi è pure omissato?
A W . VANCHERI - No, su questo punto no, signor Giudice. Se vuole glielo
mostro.
GIUDICE - Sì grazie. Tra l'altro, voglio dire, era presente l'awocato Stellari
alla...
A W . STELLARI - Io attualmente non ho memoria né dell'una né dell'altra cosa
nel fatto specifico. Mi viene solo da dire questo, giusto per evitare qualunque
genere di incertezza o fraintendimento: se è una trascrizione immagino ci sia un
t
file audio da cui la trascrizione è stata ricavata perché la trascrizione è si un atto
documentale ma un atto documentale derivato da un altro documento precedente
che è un documento audio. Quindi forse... Poi naturalmente non so lo strumento
tecnico per fruire del documento audio da cui la trascrizione è derivata quale
possa essere, però se questo è, potrebbe essere questo il mezzo processuale per
risolvere, prima ancora della contestazione, il punto. E naturalmente, Giudice,
non so se nell'ambito di questo processo, che non vede Pulizzi imputato, sia stato
depositato insieme al riassuntivo più trascrizione anche il supporto file audio o
quello che è; questo owiamente lo ignoro, Giudice, proprio per la mia veste
processuale in questa sede.
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, se permette, intanto io... perché alle
volte aprendo il cassetto, cioè pensando, avendo il cassetto dei ricordi... Si era
-
parlato di... se non erro, negli interrogatori comunque ci sarà -, di Francesco Di
Pace perché mentre eravamo in vacanza a Trappeto nell'estate del 2007,
...
Francesco Di Pace Sandro un giorno usci da dove eravamo in vacanza per
andare a fare un appuntamento con Francesco Di Pace e Massimo Troia che in
quel periodo era il reggente del mandamento della famiglia di San Lorenzo.
Quindi io conoscevo Massimo naturalmente, Massimo Troia. Francesco Di Pace
l'ho sentito pure in quell'occasione che Sandro mi disse "mi sono visto con
Massimo e con 'stu ragazzo, con Di Pace, con Francesco Di Pace", comunque ha
fatto quell'appuntamento nell'estate del 2007. Io onestamente se il fatto di
"BMW" sia nato da ... -perché con Sandro eravamo... come dire, vita comune ne
abbiamo fatta tanta -, se è nato da magari 'ti ricordi "BMW"' o qualche
riferimento a Sgadari ed è nato da questo, io non lo posso nemmeno escludere
questo. Mi ricordo che nell'estate del 2007 hanno fatto questo appuntamento,
...
questo si, però, ripeto, il ricordo che ho io è che quando cioè io non lo so sapevo
chi era- . "BMW". Questo l'ho voluto precisare adesso perché pensando Però, ...
ripeto, non.. .
P.M. - Signor Giudice - è il Pubblico Ministero.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
.. -- - - . P.M. - No, stavo dicendo, qua è un caso se si vuole alla rovescia, nel. senso che la
trascrizione consente di verificare che il collaboratore ha riferito una circostanza della
49 quale adesso non ha ricordo - per questo dicevo "contraddizione", sarebbe stato un
aiuto alla memoria o quello che è. Certo è che c'è un dato oggettivo, inequivocabile,
che emerge dalla trascrizione, e su questo non ci sono dubbi. Io non so adesso come
spiegare se si tratti di una mancanza di ricordi o quello che è, questo lo potrebbe
spiegare soltanto il collaboratore di giustizia. Quello che ha detto l'awocato Stellari
evidentemente mi pare incontestabile, cioè abbiamo comunque un supporto audio, che
non è in questo processo ma potrebbe eventualmente risolvere definitivamente il
problema; resterebbe fermo comunque il fatto che il problema è risolto di fatto
dall'esistenza della trascrizione; resterebbe il fatto in ogni caso che il collaborante oggi
non lo ricorda, ma questa è tutt'altra storia.
A W . VANCHERI - Giudice, se posso - awocato Vancheri -...
GIUDICE - Certo.
A W . VANCHERI - ...anche per onore di verità. Nel verbale riassuntivo, tra l'altro,
che è sottoscritto anche dal signor Pulizzi, quindi redatto al momento in cui è stata resa
la dichiarazione, si fa riferimento a questa circostanza e cioè si dice: "Ho incontrato
Sgadari nel suo cantiere per consegnare dei pizzini che Sandro Lo Piccolo doveva
mandare a Di Pace Francesco detto "BMW" e viceversa". Quindi a me pare che sia
forse un cattivo ricordo di oggi quello del signor Pulizzi perchè sia la trascrizione... No
no, infatti ho detto non è a contrasto con l'intervento del Pubblico Ministero.
GIUDICE - I1 chiarimento che vorrei è questo: cioè, se fosse un 'non mi ricordo' ...,
ma lui invece ha detto 'lo escludo', cioè escludo di aver detto che Di Pace è "BMW".
O ho capito male io?
COLLABORATORE PULIZZI - No, io... Mi scusi, se posso...
GIUDICE - Certo.
COLLABORATORE PULIZZI - Mora, come le ho detto poco fa, aprendo il
cassetto dei ricordi, se io l'ho saputo in seguito che Francesco Di Pace era
"BMW" è pure possibile, ci mancherebbe altro, perchè, ripeto, vita comune ne
abbiamo fatta tanta e tantissima, quindi alcuni soprannomi dei biglietti li sapevo;
come è possibile pure che mentre eravamo latitanti sempre non è che non se ne
mandavano più pizzini, anzi, li vivevo in prima persona. Quindi può essere che
l'ho saputo pure in queii~occasione,però onestamente non me lo ricordo, ma può
essere pure che l'ho saputo durante la latitanza, quindi quando io non ho visto
più a Enzo Sgadari e non ho avuto più questo contatto epistolare con Enzo
Sgadari. Possibilmente l'avrò anche saputo che "BMW" era Francesco Di Pace,
ma comunque, precedentemente, quando avevo il contatto con Enzo Sgadari, io
non sapevo a chi andavano a finire i biglietti "BMW", assolutamente.
GIUDICE - Ma per esempio il fatto che Sgadari avesse costruito una villa per
conto di Di Pace Francesco nel comune di Carini lei lo sapeva? - in via Pernice
numero 8.
COLLABORATORE PULIZZI - No, questo non lo sapevo.
GIUDICE - Non lo sapeva.
COLLABORATORE PULIZZI - No. O quantomeno... cioè, non è una cosa che
ricordo. Possibilmente si, l'ho saputo, ma non me lo ricordo, cioè non è una cosa...
GIUDICE - Senta, lei Guastella Giuseppe l'ha conosciuto?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no.
GIUDICE - Non sapeva chi fosse?
COLLABORATORE PULIZZI - Francesco Di Pace è... Allora, quello che ho saputo
pure dopo è che Francesco Di Pace era nipote di Pino Guastella.
GIUDICE - Ma dopo quando l'ha conosciuto questo particolare?
COLLABORATORE PULIZZI - Mentre ero latitante. Mentre ero latitante. Appunto
che Sandro Lo Piccolo si è fatto l'appuntamento con Francesco Di Pace e Massimo
Troia... Io ho saputo che Francesco Di Pace era nipote di Pinuzzo Guastella, che era in
carcere, uomo d'onore di Resuttana che io però non ho mai conosciuto.
GIUDICE - E cos'è questa cosa dell'appuntamento, che si fece appuntamento? cos'è
questa cosa?
COLLABORATORE PULIZZI - Che ha fatto un appuntamento Sandro Lo Piccolo
nell'estate del 2007. Cioè, in poche parole Francesco Di Pace glielo portò Massimo
Troia, dell'appuntamento fu incaricato Massimo Troia per portare Francesco Di Pace
da Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - E perché Francesco Di Pace doveva andare da Sandro Lo Piccolo?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, questo io non lo so, di che cosa hanno
parlato e di che cosa non hanno parlato questo non lo so. Io lo so perché eravamo in
vacanza insieme e Sandro si spostò da Trappeto per andare a fare l'appuntamento con
Massimo Troia e Francesco Di Pace.
GIUDICE - Scusi, in quel momento Lo Piccolo era latitante, giusto?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente sì.
GIUDICE - E correva una serie di pericoli connessi non solo alla latitanza ma al ruolo
importante in Cosa Nostra.
COLLABORATORE-PULIZZI - Naturalmente.
GIUDICE - Ma se Sandro Lo Piccolo si muove dal luogo in cui svolge la latitanza per
raggiungere un qualcuno, lei che c'è stato vicino per tanto tempo, questo qualcuno
poteva essere un soggetto
- - esterno a Cosa Nostra? Cioè accadeva che Sandro Lo
Piccolo andasse a appuntamenti che riguardavano soggetti che non erano in Cosa
Nostra, che erano magari imprenditori lontani da Cosa Nostra o persone che comunque
chiedevano dei favori e che non erano in qualche modo vicini all'organizzazione?
Cioè, quando Sandro Lo Piccolo va all'appuntamento col Di Pace Francesco è un
appuntamento connesso al molo e alla funzione che svolge Lo Piccolo, o può essere
anche un appuntamento estraneo, lontano da questo molo?
COLLABORATORE PULIZZI - Dottore, l'appuntamento che fa un latitante
naturalmente non è che con chi fa l'appuntamento deve essere intanto per forza uomo
d'onore o affiliato ritualmente, questo non è necessario. E poi naturalmente se vai a
fare un appuntamento naturalmente è una questione che ti interessa, una questione
che... cioè non è che fa un appuntamento così. Perché Sandro Lo Piccolo era latitante
da quasi dieci anni e non è che era...
GIUDICE - Ma infatti io questo mi chiedo: se fai un appuntamento così, è un
appuntamento che deve riguardare un qualcosa di importante, non certo secondario.
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente. Vuol dire che è necessario fare
quel1'appuntamento.
GIUDICE - Vuol dire che è necessario.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Si ricorda esattamente il periodo in cui questo appuntamento fka il Di Pace
Francesco e il Lo Piccolo Sandro avviene?
COLLABORATORE PULIZZI - Giudice, siamo stati a Trappeto da una parte di
giugno fino a metà settembre, quindi se non era luglio era agosto.
GIUDICE - Agosto...?
COLLABORATORE PULIZZI - 2007. Dico, se non era il periodo di luglio era
agosto.
GIUDICE - 2007.
COLLABORATORE PULIZZI - Si. Ma anche tante altre volte ci siamo spostati per
andare a fare l'appuntamento li a Montelepre, ma quella volta con Francesco di Pace
che aveva questo appuntamento Sandro non ci sono... è uscito solo Sandro quel
giorno.
GIUDICE - E' uscito come, in motore?
COLLABORATORE PULIZZI - Con la moto, si.
GIUDICE - E lei non c'andò?
COLLABORATORE PULIZZI - Io e lui sempre con la moto ci spostavamo. Quella
giornata non è andato né Salvatore Lo Piccolo e manco io, - perché ero sempre a tutti
gli appuntamenti -, quello è stato un appuntamento che si è fatto Sandro, e poi ho
saputo che c'era Massimo con questo ragazzo Francesco Di Pace che, ripeto, io non
l'ho mai visto.
GIUDICE - Ma scusi, Massimo che molo aveva?
COLLABORATORE PULIZZI - Era il reggente della famiglia di San Lorenzo.
GIUDICE - Quindi il reggente della famiglia di San Lorenzo e il figlio del capo del
mandamento...
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - ...andavano all'appuntamento con questo Di Pace che a lei però era
sconosciuto, cioè lei non l'aveva fisicamente visto mai.
COLLABORATORE PULIZZI - No.
GIUDICE - Dico, ma non c'erano anche norme prudenziali, situazioni che dovevano
essere studiate prima che qualcuno andasse a un appuntamento? Poteva essere una
trappola, poteva essere un agguato, poteva essere un arresto, poteva essere di tutto;
dico, in quel caso non ci si fece cura della questione? Insomma, in fondo chi era
questo Di Pace Francesco, per quanto nipote di Guastella?
COLLABORATORE PULIZZI - Gli appuntamenti, Giudice, vengono organizzati...
Intanto Massimo Troia era un altro come me degli uomini di fiducia di Salvatore e
Sandro Lo Piccolo, uno dei più vicini, appunto reggente della famiglia di San Lorenzo;
e poi fisicamente... cioè non è che Di Pace andò da solo, Di Pace andò... quindi
gliel'ha comunicato Massimo Troia a Di Pace: il giorno... che ne so, il giorno 10
abbiamo l'appuntamento; e quindi lo portò lui. E poi gli accorgimenti naturalmente un
latitante, eh, c'è chi ti batte la strada e quindi cammina davanti a te, c'è... naturalmente
con tutte le accortezze del caso, naturalmente.
GIUDICE - Senta, e invece appuntamenti come quelli che abbiamo testé descritto
relativamente al Di Pace Francesco, lo Sgadari Vincenzo ne ebbe mai?
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente no.
GIUDICE - No. Soltanto pizzini?
COLLABORATORE PULIZZI - Soltanto pizzini, si.
GIUDICE - Soltanto documenti per iscritto diciamo. Voi avete domande?
...(voci fuori microfono)...
GIUDICE - Si, anche perché io vorrei fare un po' mente locale sui miei appunti.
P.M. - Giudice, a proposito, scusi, in questo senso... è il Pubblico Ministero che parla
e che ha la stessa esigenza però, alla luce del contenuto complessivo e non soltanto di
questi ultimi passaggi dell'esame del Pulizzi, di fare mente locale. Volevo propone di
fare una breve sospensione che ci consenta di fare il punto e poi magari ricominciamo
fra qualche minuto con le domande.
GIUDICE - Chiaro. Facciamo una ventina di minuti.
P.M. - Grazie.

GIUDICE - A voi la parola.


P.M. - Io riservo eventuali ulteriori questioni all'esito della serie di domande che - ha
anticipato - verranno fatte dal difensore del collaboratore.
A W . STELLARI - Posso Giudice?
GIUDICE - Certo.

Difesa Puliui - Awocato Stellari


A W . STELLARI - Io, Giudice, visto che è un tema che mi pare non sia stato trattato
nell'esame e che credo abbia qualche refluenza sulla collaborazione in relazione alla
quale nulla c'ha detto, penso di fare qualche breve domanda. Lei ha detto che inizia la
sua latitanza nel...?
COLLABORATORE PULIZZI - 25 gennaio 2007.
A W . STELLARI - Per quali reati lei era latitante, lei si dà alla latitanza?
COLLABORATORE PULIZZI - Oltre all'associazione mafiosa, dei danneggiamenti e
tentata estorsione.
AVV. STELLARI - Che le venivano contestati nell'ambito del procedimento
cosiddetto...?
COLLABORATORE PULIZZI - Occidente.
AVV. STELLARI - Quindi ha detto associazione, tentata estorsione, danneggiamenti.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Fatti di omicidio?
COLLABORATORE PULIZZI - NO.
A W . STELLARI - Inizia la sua latitanza il 25 gennaio 2007 e termina nel...?
COLLABORATORE PULIZZI - 5 novembre del 2007.
A W . STELLARI - Data nella quale...?
COLLABORATORE PULIZZI - Vengo arrestato.
A W . STELLARI - Dove? Come? In che contesto di tempo e di luogo awiene il suo
arresto?
COLLABORATORE PULIZZI - Sono stato arrestato a Giardinello assieme a
Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Andrea Adamo che era reggente del mandamento di
Brancaccio.
A W . STELLARI - Ho capito. E prima di questo arco di tempo 25 gennaio 2007-5
novembre 2007 lei è stato mai destinatario di prowedimenti cautelari, restrittivi,
oggetto di attenzione diciamo così giudiziaria?
COLLABORATORE PULIZZI - No, prima del 25 gennaio non avevo... non ero mai
stato diciamo raggiunto da nessuna ordinanza di custodia cautelare.
A W . STELLARI - Ho capito. Lei dice viene arrestato in data 5 novembre 2007.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Inizia a collaborare quando?
COLLABORATORE PULIZZI - I1 16 gennaio 2008.
A W . STELLARI - Perché?
COLLABORATORE PULIZZI - Perché, perché... perché diciamo che volevo... no
diciamo, volevo chiudere con la vita che avevo fatto prima perché... perché era tutta
sbagliata, e quindi ho deciso di chiudere con quello che è stato il mio passato
criminale.
A W . STELLARI - Nel momento in cui lei inizia a collaborare - il 16 gennaio 2008,
questa-&-ladata - da quali prowedimenti cautelari è colpito e per quali reati?
COLLABORATORE PULIZZI - Se non ricordo male, due giorni dopo diciamo
l'inizio ... dopo il mio primo interrogatorio, che appunto è il 16 gennaio, vengo
raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito - per capirci - del processo
Addiopizzo; dopodiché...
A W . STELLARI - Per che reato viene colpito da misura cautelare nell'ambito del
procedimento cosiddetto Addiopizzo?
COLLABORATORE PULIZZI - Per estorsione.
A W . STELLARI - Una estorsione?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Sì. Altro?
COLLABORATORE PULIZZI - Nell'Addiopizzo avevo un'estorsione. Ah, e avevo
pure un'altra ordinanza di custodia cautelare dopo il mio arresto per detenzione di
armi.
A W . STELLARI - Di che armi si trattava?
COLLABORATORE PULIZZI - Delle armi che sono state ritrovate al momento del
mio arresto nel luogo dove mi hanno arrestato.
A W . STELLARI - Quindi, per fare come dire il saldo al 16 gennaio 2008, nei due
giorni dopo lei è colpito da una misura cautelare nel procedimento Occidente per
associazione e reati satellite, è colpito da una misura cautelare per una estorsione
nell'ambito del procedimento Addiopizzo, e dalla misura cautelare originata dal
rinvenimento al momento dell'arresto di una serie di armi.
COLLABORATORE PULIZZI - Si, perfettamente.
A W . STELLARI - Altro?
COLLABORATORE PULIZZI - No, fino a quel momento no, altro lo ho avuto...
AVV. STELLARI - Al 16 gennaio 2008 lei ha ricevuto misure cautelari per reati di
omicidio?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no.
AVV. STELLARI - Lei ha, rispondendo questa mattina al Giudice, elencato una serie
di fatti omicidiari ai quali lei ebbe a partecipare. Le domando se questa elencazione
che lei fa si riferisce a fatti che lei ammette, riferisce spontaneamente, e se si mi dirà
quando, oppure a fatti che lei ammette e riferisce a seguito di contestazione.
COLLABORATORE PULIZZI - No, io il giorno dell'inizio della collaborazione il 16
gennaio 2008, il primo verbale se non ricordo male ma comunque sempre il 16
gennaio 2008, i reati che confesso prima di tutti gli altri sono gli omicidi, dopodiché...
cioè prima gli omicidi il 16 gennaio 2008.
A W . STELLARI - E questo risponde a un pezzo della mia domanda. Le chiedo se
questa sua confessione nasce...
COLLABORATORE PLTLIZZI - Ah, sì, mi scusi...
A W . STELLARI - Mi faccia finire. ...nasce da delle contestazioni che le vengono
mosse dall'inquirente oppure no.
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente, non avevo nessuna
contestazione.
A W . STELLARI - Ho capito. Con riferimento a questi fatti che ha oggi elencato al
Giudice, ve ne sono taluni per i quali lei è già stato giudicato dall'autorità giudiziana
di Palermo?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, io sono stato giudicato nel processo cosiddetto
Occidente...
AVV. STELLARI - Allora cominciamo da questo. Processo Occidente nel quale le
veniva contestata un'associazione, è corretto?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, e dei reati satellite come ha detto lei poco fa.
48 A W . STELLARI - E dei reati satellite come ho detto io poco fa. E' stato giudicato
nell'ambito del procedimento chiamiamolo Occidente così ci intendiamo e le è stata
concessa la diminuente speciale che la legge riconosce a chi collabora con l'autorità
giudiziaria.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Ha fatto riferimento poc'anzi ad una estorsione nell'ambito del
procedimento cosiddetto Addiopizzo.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, sono stato giudicato.
AW. STELLAIU - Le chiedo se in quel procedimento è stato giudicato.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Le chiedo se in quel procedimento le è stata concessa la
diminuente speciale che la legge riconosce per chi collabora con l'autorità giudiziaria.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLAIU - Sempre in ambito di reati estorsivi - lei ha parlato di una
estorsione in Addiopizzo - le chiedo se lei ha confessato ed è stato giudicato per
un'ulteriore estorsione ai danni dell'ingegner Mandarano.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, per l'estorsione Mandqano sono stato pure
giudicato.
AVV. STELLARI - E' un fatto che lei ha confessato questo?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . STELLARI - Spontaneamente o dietro contestazione?
COLLABORATORE PULIZZI - No no, spontaneamente.
AVV. STELLARI - Le è stata applicata la diminuente speciale nell'ambito di questo
fatto?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . STELLARI - Ecco, ha fatto poc'anzi riferimento, nel corso del suo esame, ad
una serie di reati di omicidio per i quali lei ha reso delle dichiarazioni autoaccusatorie.
Allora, io comincerei dall'ultimo di quelli che lei ha elencato e cioè l'omicidio di
Niccolò Ingarao. Si tratta di fatto che lei ha confessato? Se si quando?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, l'ho confessato, come ho detto prima, come tutti
gli altri omicidi, il 16 gennaio 2008.
A W . STELLARI - E' stato giudicato per questo fatto?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . STELLARI - Nell'ambito di questo procedimento per l'omicidio di Niccolò
Ingarao le è stata applicata la diminuente che si applica a chi collabora con l'autorità
giudiziaria?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
AVV. STELLARI - Ha avuto un esito in appello questo procedimento o solo in primo
grado?
COLLABORATORE PULIZZI - No, è stata confermata la sentenza in appello.
A W . STELLARI - Benissimo. Si è fatto riferimento questa mattina al delitto
del1 0ccultamento del cadavere di Bonanno. E' un fatto che lei ha confessato questo?
7

COLLABORATORE PULIZZI - Sì, il 16 gennaio 2008 l'ho confessato.


A W . STELLARI - Spontaneamente o dietro contestazione?
COLLABORATORE PULIZZI - Spontaneamente.
A W . STELLARI - E' stato giudicato per questo fatto?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . STELLARI - Le è stata applicata la diminuente ex articolo 8?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, sono stato giudicato in primo grado e mi è stata
applicata e anche in appello mi hanno ridotto la pena.
A W . STELLARI - Un ultimo punto sempre rimanendo in ambito di reati omicidiari.
Lei rispondendo al Giudice ha fatto riferimento al1 0micidio di tale D'Angelo dicendo
7

che si trattò di un errore.


COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . STELLARI - Ecco, se vuol spiegare, giusto perché non vi siano incertezze,
errore in che termini.
COLLABORATORE PULIZZI - Errore perché è stato scambiato per un'altra persona.
A W . STELLARI - In relazione a questo omicidio del povero D'Angelo lei è stato
giudicato dall'autorità giudiziaria?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Nell'ambito di questo procedimento le è stata applicata la
diminuente speciale che si applica nei confkonti di chi collabora con l'autorità
giudiziaria?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . STELLARI - Lei ha detto che comincia a collaborare il 16 gennaio del 2008.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
AVV. STELLARI - Tra il 5 novembre del 2007, cioè la data dell'arresto, e la data
della collaborazione il suo regime detentivo quale fu? - quindi tra l'arresto e il
momento della collaborazione.
COLLABORATORE PULIZZI - Al 41 bis.
AVV, STELLARI - Okay. I1 suo regime detentivo dal momento della collaborazione
fino a tutto il prosieguo della stessa, il regime detentivo carcerario quale fu?
COLLABORATORE PULIZZI - Totale isolamento.
A W . STELLARI - Giudice, io credo di aver esaurito. Grazie.
COLLABORATORE PULIZZI - Grazie a lei.
P.M. - Posso signor Giudice?
GIUDICE - Prego.

Pubblico Ministero
P.M. - Le domande fatte dal difensore del Pulizzi coprono pressoché totalmente anche
l'ambito delle domande che ipotizzava di fare il pubblico ministero. Un paio di
precisazioni soltanto a proposito di... più che di precisazioni, di integrazioni a
proposito di quanto riferito in relazione al periodo della latitanza trascorso con i Lo
Piccolo, signor Pulizzi.
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
P.M. - In quel periodo di cosa si occupava lei esattamente dal punto di vista della cura
della latitanza dei capi mafia?
COLLABORATORE PULIZZI - Durante la latitanza diciamo fatta insieme? Non ho
capito, scusi, la domanda.
P.M. - Anche durante quel periodo. Che cosa ha fatto lei a supporto della latitanza dei
Lo Piccolo?
COLLABORATORE PULIZZI - Io precedentemente, a supporto della latitanza dei Lo
Piccolo diciamo ero uno che se c'erano appuntamenti da fare, cioè Lo Piccolo faceva
appuntamenti con altre persone, ero uno dei terminali come arrivare fino a
destinazione appunto da Lo Piccolo.
P.M. - E questo l'abbiamo sentito. Si occupava anche della ricerca di abitazioni,
rifugi, e di accompagnare i capi mafia in quella località?
COLLABORATORE PULIZZI - Di quello che io ricordo, i posti dove sono stati
latitanti loro, e poi pure io, erano già posti che loro avevano diciamo.
P.M. - Quando siete stati catturati, chi oltre a lei è stato arrestato?
COLLABORATORE PULIZZI - Salvatore e Sandro Lo Piccolo e Andrea Adamo.
P.M. - Chi è Andrea Adamo?
COLLABORATORE PULIZZI - Reggente del mandamento di Brancaccio.
P.M. - Quando lei è stato affiliato formalmente chi era presente? Dove è awenuta,
intanto, la cerimonia di affiliazione?
COLLABORATORE PULIZZI - A Montelepre.
P.M. - E chi era presente?
COLLABORATORE PULIZZI - Salvatore e Sandro Lo Piccolo...
P.M. - Lei l'ha già accennato poco fa - chi è stato il suo padrino di affiliazione?
COLLABORATORE PULIZZI - Salvatore Lo Piccolo.
P.M. - Come si è svolta la cerimonia di affiliazione? Nella maniera conosciuta,
rituale?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
P.M. - Un'altra cosa a proposito degli omicidi ed in particolare dell'omicidio Ingarao
- fermo restando che non siamo qua per occuparci dell'omicidio in quanto tale. Quali
erano le ragioni, che lei sappia, dell'omicidio Ingarao? \ t
COLLABORATORE PLTLIZZI - Ingarao faceva parte del gruppo di Nino Rotolo e il
dottore Cinà(?) e da quello che ho saputo era stato messo lui, Ingarao, a reggere il
mandamento di Palermo centro appunto da parte del gruppo di Rotolo, che era un
gruppo awersario a Lo Piccolo. Successivamente, quando ci fu l'omicidio ingarao...
Intanto quando Ingarao fu scarcerato - che era stato raggiunto se non erro pure
nell'ordinanza Gota -, comunque è stato scarcerato e venne decisa l'eliminazione. E
comunque per quanto riguarda... diciamo che nell'ordinanza Gota, Ingarao, in un -
passaggio che io comunque non ho letto, io apprendo da Salvatore e Sandro Lo
Piccolo queste cose -, in un passaggio dell'ordinanza, nelle varie intercettazioni,
Ingarao si è espresso in modi poco carini diciamo nei confronti di Lo Piccolo.
P.M. - Comunque, - per tornare alla sua premessa -, Ingarao era stato posto al vertice
di quell'area da parte di chi?
COLLABORATORE PULIZZI - Dal gruppo di Nino Rotolo; faceva parte di quel
gruppo che era un gruppo awerso.
P.M. - Lei ha parlato poco fa di un progetto di sistemazione delle cose sul territorio da
parte dei Lo Piccolo con la collocazione ai relativi vertici di uomini di loro fiducia.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
P.M. - E ha parlato di una serie di riunioni fatte anche a questo fine ma comunque
fatte anche coi soggetti di altre province o di altre zone della-Sicilia.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, anche, soprattutto con Catania.
P.M. - Come?
COLLABORATORE PULIZZI - Con Catania ci fu pure...
P.M. - Ma lei c'era quando s'è fatta la riunione con Catania?
COLLABORATORE PULIZZI - C'ero in tutti gli appuntamenti con (inc.).
P.M. - Lei c'era. E i soggetti presenti a queste riunioni avevano dei ruoli formali
all'interno di Cosa Nostra tutti?
COLLABORATORE PULIZZI - Parliamo di Catania?
P.M. - In genere intanto sto parlando delle riunioni.
COLLABORATORE PULIZZI - Tutti uomini d'onore, sì.
P.M. - Tutti uomini d'onore. Ma erano sempre soggetti di vertice a queste riunioni?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturdmente sì. Di vertice, come ero presente -
attenzione - pure io che non ero, diciamo ero a capo della famiglia di Carini; ma come
8 era presente pure alle volte Ferdinando Gallina o Pipitone Antonino o Massimo Troia
che era ..., parliamo di vertici di reggenze ma c'erano anche i vari capi mandamento. In
tante occasioni c'erano sia capi mandamento sia reggenti di famiglie.
P.M. - Va bene. Non ho altre domande, Giudice, grazie.

Parte Civile Provincia di Palermo - Awocato Pillitteri


A W . PILLITTERI - Signor Pulizzi, mi scusi, inizialmente stamattina, rispondendo
alle domande del ~iudicé,lei indicando la sua carriera all'interno di Cosa Nostra ha
detto che ha iniziato con danneggiamenti, segnali e roba del genere.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . PILLITTERI - A che servivano questi danneggiamenti e questi segnali?
Cos'erano?
COLLABORATORE PULIZZI - P1 danneggiamento solitamente viene fatto per
- -

indurre il proprietario dell'esercizio commerciale a pagare l'estorsione, questa è


diciamo la dinamica. Come può anche non succedere perché magari c'è un approccio
più amichevole, ma quando non si riesce a contattare l'imprenditore oppure è restio a
pagare, può succedere che vengano fatti dei danneggiamenti.

Q=;
AVV. PILLITTERI - Quindi normalmente chi subisce un'attività estorsiva, sia che sia
un imprenditore sia che sia un commerciante, è indotto a farlo o lo fa spontaneamente?
COLLABORATORE PULIZZI - Più che altro viene indotto a farlo perché... Ripeto,
può essere che già un imprenditore, o il commerciante o quello che sia, già è lui che
cerca di mettersi a posto; oppure, se non è stato messo a posto da nessuno ancora ed è
restio pure a pagare, viene indotto a farlo con attività di danneggiamento o segnale,
quello che sia.
A W . PILLITTERI - I1 commerciante o l'imprenditore lontano da Cosa Nostra, quello
comune, è libero di non pagare?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, awocato, può anche non pagare, però, ripeto,
solitamente se c'è un imprenditore che non vuole pagare si cerca in tutti i modi di farlo
pagare.
A W . PILLITTERI - Quindi gli succede qualcosa se non paga?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, diciamo possono succedere appunto... si
comincia con un segnale, poi può succedere il danneggiamento, certamente qualche
attività per indurlo a pagare.
A W . PILLITTERI - Adesso un'altra domanda sempre a chiarimento di quello che
stamattina lei ha detto rispondendo alle domande del Giudice. Lei diceva che dal punto
di vista operativo delle azioni che si commettono prima e dopo l'affiliazione formale
non c'è grande differenza.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . PILLITTERI - Quindi che non è necessario essere organico a Cosa Nostra per
delinquere praticamente per conto di Cosa Nostra. Però poi nel corso delle risposte più
volte lei ha detto 'questo l'ho saputo dopo l'affiliazione', 'di questo mi sono reso
conto dopo l'affiliazione', 'questa persona l'ho incontrata dopo l'affiliazione'.
Possiamo quindi dire che nel momento prima dell'affiliazione si è solo strumenti
operativi mentre l'affiliazione comporta una partecipazione più consapevole, più
cerebrale a Cosa Nostra?
GIUDICE - Un attimo.
A W . PILLITTERI - E' posta male?
GIUDICE - Siccome non facciamo né i neurologi né gli psichiatri, io lapartecipazione
più cerebrale sinceramente...
A W . PILLITTERI - Chiedo scusa, cambiamo...
GIUDICE - No, se mi dà una definizione un po' più giuridica e meno antropo-medico-
legale io le sono grato, perché così è un po'. ..
A W . PILLITTERI - Più conscia, una partecipazione più mentale, non essere solo uno
strumento di Cosa Nostra ma essere una parte attiva nel senso un po' più completo
della azione umana.
GIUDICE - La difesa obietta nulla su questo?
A W . MISURACA - La difesa - sono l'avvocato Misuraca - vuole dare un'ulteriore
precisazione. E' giusto dire che dopo l'affiliazione le comunicazioni tra gli affiliati...
GIUDICE - Scusi awocato, la domanda è della sua collega; se la vuole far sua la
faccia sua, ma non è che la ribadisce; deve uscire dalla mente della collega e dalla
voce...
A W . MISURACA - (fuori microfono)
GIUDICE - Dopodiché farà pure la sua di domanda, ma non è che deve interpretare
autenticamente il pensiero della collega.
A W . PILLITTERI - No no, io in sostanza volevo semplicemente capire, siccome
stamattina la conclusione mi era sembrata che in fondo non c'è differenza tra l'essere
organici o il non esserlo, se c'è differenza o meno. Volevo arrivare solo a quello.
GIUDICE - Guardi che la sua domanda è la mia domanda, il suo dubbio è il mio
dubbio, io lo pongo così. Penso che lui abbia comunque in effetti già risposto, però...
Prego, magari tolta la parola cerebrale.
AVV. PILLITTERI - Va bene, la togliamo.
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo che comunque facendo un certo tipo di
attività e quindi non essendo affiliato ritualmente puoi fare anche omicidi e sei
comunque organico a Cosa Nostra, l'affiliazione è... come vogliamo dire, una sorta di
consacrazione all'interno dell'organizzazione. Soltanto che anche se essendo che nella
mente le sai comunque le cose o le regole le sai, però al momento dell'affiliazione le
cose ti sono dette in maniera più ufficiale. Perché prima dell'affiliazione non possono
mai dirti 'sai, quello è un uomo d'onore' e quindi è la stessa cosa se vieni presentato
con un altro uomo d'onore; cioè anche se lo sai nella mente, ma un uomo d'onore
combinato non te lo dirà mai. Non so se sono stato abbastanza chiaro.
AVV. PILLITTERI - Si, ma al di là di questo, al di là del sapere ufficialmente e non
ufficialmente le cose, quando non sei ancora uomo d'onore puoi parlare di cose di
mafia a tu per tu con l'uomo d'onore?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente sì, perché gli ordini che ti vengono
dati, sempre da un uomo d'onore ti vengono; quindi certamente ne parli delle varie
attività della famiglia - naturalmente di quelle cose di cui ti incaricano di fare.
A W . PILLITTERI - Prima della sua affiliazione lei aveva incontri... - ha risposto già
alla domanda, gliela sto solo rifacendo -, aveva incontri abituali con i Lo Piccolo?
COLLABORATORE PULIZZI - Non tanto, ma comunque sì, è capitato pure qualche
appuntamento in cui ho portato altra gente. Ripeto, ero uno dei... come dire, terminali
per anivare da loro.
A W . PILLITTERI - Va bene, nient'altro.
GIUDICE - Prego.

Difesa Sgadari - Awocato Vancheri


A W . VANCHERI - Sì, Giudice, grazie - awocato Vanchen nell'interesse di Sgadari
Vincenzo. Signor Pulizzi buongiomo.
COLLABORATORE PULIZZI - Buongiomo.
A W . VANCHERI - Senta, torniamo un attimo ai lavori di Carini fatti
dall'imprenditore Sgadari Vincenzo. Lei ha detto che Nino Pipitone fece dei lavori
presso il cantiere di Sgadari Vincenzo, di che tipo di lavori si trattava?
COLLABORATORE PULIZZI - Lavori di movimento terra: gli scavi, queste cose
qua.
A W . VANCHERI - Movimento terra.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . VANCHERI - E venne pagato Nino Pipitone da Sgadari Vincenzo per questi
lavori?
COLLABORATORE PULIZZI - Regolarmente, avevano un regolare rapporto di
lavoro.
A W . VANCHERI - Un regolare rapporto di lavoro.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . VANCHERI - Nino Pipitone era un imprenditore che si occupava di
movimentazione di terra?
COLLABORATORE PULIZZI - Aveva un'impresa di movimento terra.
A W . VANCHERI - Senta, lei era in che rapporti con Nino Pipitone a quel momento?
COLLABORATORE PULIZZI - Oltre che correggenti, eravamo compaesani.
AVV. VANCHERI - Eravate correggenti. Senta, Nino Pipitone pagava il pizzo per i
lavori che svolgeva?
COLLABORATORE PULIZZI - NO.
A W . VANCHERI - No. Un'altra cosa. Sgadari Vincenzo per quei lavori già ha detto
lei che ha pagato il pizzo e ha detto anche che Sandro Lo Piccolo le disse che aveva
pagato profumatamente. Lei sa quanto ha pagato? Lo sa quantificare?
COLLABORATORE PULIZZI - No, non lo so quantificare perché non me ne sono
occupato io, è stata una messa a posto prima con Antonino Di Maggio che poi è stato
arrestato.
A W . VANCHERI - Sì sì, questo già lei l'ha riferito.
COLLABORATORE PULIZZI - Ritornando un attimino all'identificazione del
"BMW" indicato nei bigliettini, dico, lei rispetto a quanto ha già dichiarato ha da
aggiungere qualche precisazione? Perché se no per me non ci sono domande ulteriori.
COLLABORATORE PULIZZI - Io mi pare che devo aggiungere le dichiarazioni di
poco fa quando ho parlato... Sì, mi pare che ne ho parlato poco fa, awocato,...
AW. VANCHERI - Va bene.
COLLABORATORE PULIZZI - ...con le precisazioni che ho fatto per quanto
riguarda "BMW".
AVV. VANCHERI - Lei ha detto, se non ho capito male, 'è probabile che io abbia
avuto conoscenza della identificazione del "BMW" con il Di Pace in un momento
s u c c e ~ s i vgiusto?
~~,
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, fino a quando ho i rapporti con Sgadari io sono
assolutamente sicuro che non so chi sia "BMW".
A W . VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE PULIZZI - Durante la mia latitanza salta fuori in qualche modo
questa cosa del "BMW".
A W . VANCHERI - Ho capito.
COLLABORATORE PULIZZI - Ma durante la mia latitanza. Quando io ho il
rapporto con Sgadari, il rapporto epistolare, assolutamente no.
A W . VANCHERI - Quindi "BMW" non è Sgadari Vincenzo, questo lo possiamo
dire?
COLLABORATORE PULIZZI - No, io avevo il rapporto con Sgadari, a chi andavano
a finire i biglietti "BMW"... Per me in quel momento poteva anche essere Sgadari.
A W . VANCHERI - No, in un momento successivo, visto che poi lei dice di averlo
poi appreso.
COLLABORATORE PULIZZI -No, non era Sgadari.
A W . VANCHERI - Non era Sgadari. Perfetto.
COLLABORATORE PULIZZI - No.
A W . VANCHERI - Benissimo. Un'altra cosa. Lei ha anche detto che Sgadari era
soprannominato "Bicicletta", ma a lei questo chi glielo disse?
COLLABORATORE PULIZZI - Allora mi pare che lo seppi da Sandro Lo Piccolo.
(parole in dialetto), awocato, bicirietta lo chiamavano.
AW. VANCHERI - E lei sa perché?
COLLABORATORE PULIZZI - Non lo so.
A W . VANCHERI - Non lo sa.
COLLABORATORE PULIZZI - No.
AVV. VANCHERI - Senta, lei ha anche detto che c'erano tra questi biglietti anche dei
biglietti diretti a Sgadari, oltre quelli dove vi era scritto "BMW". Nello stesso verbale
che abbiamo letto qui in aula, poche righe prima, quindi pagina 76 e 77 del verbale del
27 maggio del 2008, dopo avere detto che lei aveva
Sandro Lo Piccolo consegnandoli a Sgadari, il Pubblico Ministero le chiede: "Che
erano diretti a lui, a Vincenzo Sgadari?" e lei lisponde ""BMW""; ancora il Pm: "A
"BMW""; "Sì"; poi lei dice: "Sì, non mi ricordo se qualche volta ce ne sia qualcuno
per lui", quindi per Sgadari. Negli alti verbali poi che noi abbiamo in atti lei non dice
mai che c'è un biglietto diretto nei confronti di Sgadari. Dico, questa circostanza
nuova che lei sta dicendo oggi da dove promana?
COLLABORATORE PULIZZI - Avvocato, guardi, io avevo questo contatto con
Sgadari appunto come ho detto e gli consegnavo i biglietti "BMW".
AVV. VANCHERI - Si.
COLLABORATORE PULIZZI - Alcune volte c'erano i biglietti che... in poche parole
i biglietti venivano attaccati con lo scotch tutti e due insieme fra cui da un lato c'era
scritto "per "BMW"", che si capiva che era un biglietto diverso, e da un lato "per
"Bicicletta"". Io naturalmente "per "Bicicletta""lo riferisco a Sgadari perché ho saputo
che era soprannominato "Bicicletta", soltanto per questo.
AVV. VANCHERI - Sì, no, la mia domanda è diversa, perché questo già lei l'ha detto
che c'erano dei biglietti dove c'era scritto ""Bicicletta"" e che erano difetti a Sgadari.
Siccome questa circostanza lei non l'ha mai riferita, almeno per quelli che sono i
verbali che sono a nostra conoscenza, e visto che già c'è stato un problema sulla
identificazione di Di Pace, volevo capire come mai non l'aveva riferito in
7
quell'occasione. Anzi, in quel1 0ccasione, il 27 maggio, lei proprio parlando di
"Bicicletta" dice "non mi ricordo se qualche volta ce ne sia qualcuno per lui", tant'è
vero che poi il Pm dice: "Sì, perfettamente. Quindi lui si occupava diciamo di
mantenere la corrispondenza con "BMW"?" e lei dice "Sì". E poi c'è l'identificazione:
"BMW" era Di Pace, eccetera eccetera.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, però ripeto, io onestamente... Io ricordo
onestamente che qualche biglietto per "Bicicletta" mi è passato tra le mani assieme a
quelli "BMW" e li ho consegnati a Enzo Sgadari, questo ricordo.
AVV. VANCHERI - Non ricorda se prima questa circostanza lei l'ha mai riferita?
COLLABORATORE PULIZZI - Onestamente non lo ricordo proprio.
AVV. VANCHERI - Non lo ricorda, va bene. Senta, ma Lo Piccolo personalmente,
. che ho capito essere Sandro Lo Piccolo, le disse mai qualcosa di Sgadari, a proposito
e
.-
di Sgadari, a parte il fatto che aveva pagato profumatamente il pizzo per i lavori a
Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - No, quando appunto come ho detto poco fa avvenne
la mia conoscenza con Enzo Sgadari, Sandro Lo Piccolo era a livello 'Enzo è un bravo
ragazzo'; poi si interessò Sandro: "Ma come..."- il problema che ho parlato poco fa.
AVV. VANCHERI - Sì, che aveva pagato. Sì, questo lei l'ha detto.
COLLABORATORE PULIZZI - "Enzo Sgadari", dice, "ha uscito i soldi, c'ha pagato
profumatamente la messa a posto".
AVV. VANCHERI - Perfetto, va bene. Senta, quali erano invece i suoi rapporti di
conoscenza con Sgadari, i suoi personali? Si limitavano alla frequentazione del
cantiere di Carini oppure c'erano altri rapporti? Cioè si sono limitati a quel periodo, a
quel momento?
COLLABORATORE PULIZZI - Io Enzo Sgadari, ripeto, l'ho conosciuto nel giugno,
magari luglio 2006, non ricordo bene, comunque in quel periodo, e non ci siamo visti
più naturalmente quando poi io mi diedi alla latitanza. Io ricordo fino al periodo
natalizio del 2006 ci siamo anche visti, ci siamo fatti gli auguri.
AVV. VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE PULIZZI - Certamente ci incontravamo al cantiere, ma qualche
volta capitava pure che io, lui e Nino c'andavamo a prendere un caffè insieme, questo
capitava pure - a Carini, parlo sempre a Carini.
A W . VANCHERI - Sempre a Carini.
COLLABORATORE PULIZZI - O a Villagrazia oppure, se non ricordo male, lui un
paio di volte venne pure al deposito di Nino, dove teneva i mezzi Nino.
AVV. VANCHERI - Sì.
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo oltre al cantiere ci siamo incontrati anche in
questi posti.
A W . VANCHERI - Sì. E durante la sua latitanza non l'ha mai visto Sgadari?
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente no.
A W . VANCHERI - E lei - mi sembra che questo già l'ha detto - ha mai organizzato
degli appuntamenti tra Sgadari e Lo Piccolo sia Sandro che Salvatore?
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente no.
A W . VANCHERI - No. Senta, lei sa se Sgadari fosse socio con qualcuno sempre
nell'ambito di questi lavori di Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, l'ho conosciuto con... non mi ricordo il nome,
comunque Palermo si chiamava.
AW. VANCHERI - Michele Palermo le dice niente?
COLLABORATORE PCTLEZI - Eh, perfetto, Michele Palermo, che era il socio di
Enzo Sgadari.
A W . VANCHERI - E glielo presentò Sgadari come socio?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì. Vabbè, Michele Palermo me lo presentò Sgadari
come suo socio, rapporti diciamo cordiali, niente di... con Michele Palermo avevamo
soltanto la conoscenza...
A W . VANCHERI - Tramite Sgadari diciamo.
COLLABORATORE PULIZZI - ...normale, così. Tramite Sgadari naturalmente.
A W . VANCHERI - Va bene. Non ho altre domande, Giudice.

Difesa -Avvocato Di Gregorio


A W . DI GREGORIO - Sono l'avvocato Di Gregorio. Signor Pulizzi, un paio di
puntualizzazioni.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, avvocato.
A W . DI GREGORIO - Lei ha detto poco fa, quando riferiva a domanda del Giudice
sull'appuntamento di Diego Di Trapani, ha detto "io sono rimasto nella mia regola", e
non lo ripetiamo perché ci siamo capiti perfettamente, cioè lei rimane secondo gli
schemi che appunto le sono stati demandati e fa quello che c'ha raccontato. Allora
questo mi fa nascere l'esigenza di una domanda: quando lei è stato fatto uomo d'onore
ritualmente, le sono state illustrate regole? - cioè dettate, spiegate, illustrate.
COLLABORATORE PULIZZI - Eh beh, alcune regole basilari certamente te le
dicono.
A W . DI GREGORIO - Le è stata tra le altre regole spiegata l'esistenza - se ancora
era vigente evidentemente al momento della sua cooptazione rituale - la regola di
obbligo di verità fia uomini d'onore?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, assolutamente sì.
A W . DI GREGORIO - Quindi questa la diamo per vigente anche al 2006, no?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . DI GREGORIO - Fino a quando invece un soggetto - questo è per tornare a
quella differenza fia affiliato formalmente o meno - fino a quando un soggetto non è
ancora formalmente affiliato, l'uomo d'onore che gli impartis~eper esempio un
ordine, che gli dà una direttiva o che gli spiega una cosa, è vincolato nei confronti del
non affiliato alla regola della trasmissione della verità tra soggetti?
COLLABORATORE PULIZZI - No, non è vincolato con chi non è uomo d'onore.
Natu...
A W . DI GREGORIO - Quindi al di là diciamo delle cose... Mi scusi, se l'ho
interrotta mi finisca di dire quello che sta dicendo e poi io continuo.
COLLABORATORE PULIZZI - No, volevo dire soltanto che naturalmente se non sei
ritualmente affiliato e sei nell'ambiente rispetti le regole, però se sbaglia uno che non è
affiliato in qualche regola comunque non è lo stesso se sbaglia un uomo d'onore.
A W . DI GREGORIO - Dal punto di vista della sanzione intende lei?
COLLABORATORE PULIZZI - Diciamo che un uomo d'onore viene ripreso
naturalmente se non si parla con la verità oppure... Anche per un semplice
appuntamento: se chi non è affiliato arriva in ritardo, l'uomo d'onore è diciamo un
pochino diverso - chi è già affiliato.
A W . DI GREGORIO - Sì, questo lei lo vede giustamente dal suo punto di vista di
soggetto nella fase in cui non era affiliato. La domanda - comunque mi ha già risposto
- era se l'uomo d'onore, già fatto evidentemente, che dà a lei awicinato, o comunque a
disposizione o comunque nell'ambiente come dice lei, dà per esempio un ordine,
trasmette un messaggio, non è quello vincolato a trasmetterglielo con la regola della
verità. Questa era la domanda. Cioè può dire pure stupidaggini, ecco, può dire cose
sbagliate volutamente l'uomo d'onore al soggetto non affiliato.
COLLABORATORE PULIZZI - Questo non lo so. Dipende che rapporti hai,
awocato. Questo onestamente non glielo so dire.
A W . DI GREGORIO - Ah, ho capito.
COLLABORATORE PULIZZI - Dipende dal rapporto che hai con la persona.
A W . DI GREGORIO - Si, un'altra cosa allora, ho capito questo. Nel momento in cui
- se io ho capito bene, altrimenti lei mi corregge -, nel momento in cui lei si occupa
della distruzione e dell'occultamento del cadavere di Bonanno...
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . DI GREGORIO - ...se io ho compreso bene a lei non viene detto neanche chi è
la vittima, cioè quel corpo a chi appartiene, e invece successivamente alla sua
coopt&ionecrituale le viene detto qualcosa in relazione a quell'omicidio. E' corretto
intanto questo?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . DI GREGORIO - Ecco, nel momento in cui le si dice la causale diciamo
dell'omicidio, - quindi le si dice poi per l'omicidio già awenuto prima evidentemente
-, che la causale poteva essere riconnessa al problema degli ammanchi di cassa...
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
A W . DI GREWRIO - ...q uesta trasmissione di notizia viene fatta - intanto mi dica
se è giusto - da uomo d'onore a uomo d'onore?
COLLABORATORE PULIZZI - Si, da Sandro a me.
A W . DI GREGORIO - Su questa versione che le viene fornita da Sandro Lo Piccolo
in ordine all'omicidio di Giovanni Bonanno, per quella che è la sua esperienza in Cosa
Nostra fino al momento in cui evidentemente ne è uscito, quindi come circolazione di
notizie all'interno dell'associazione, lei ha avuto mai elementi per dubitare di questa
versione fornitale dal signor Lo Piccolo? Se non sono stata chiara gliela ridico la

cp24
domanda.
COLLABORATORE PULIZZI - No, onestamente non l'ho capita io.
A W . DI GREGORIO - Allora, Lo Piccolo Sandro le dice che Giovanni Bonanno era
morto, era stato ucciso, perché si era più o meno fregato soldi.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . DI GREGORIO - Quindi il movente dell'omicidio che Sandro Lo Piccolo le
dice è questo. Allora, la domanda è: da altri soggetti appartenenti all'associazione, da
altre voci raccolte all'interno sempre dell'associazione, successivamente ha avuto
modo di dire 'guarda, Sandro Lo Piccolo m'ha detto una stupidaggine perché il
movente era un altro o poteva essere un altro'?
COLLABORATORE PULIZZI - No, io assolutamente.
AVV. DI GREGORIO - Quindi lei a oggi è convinto della bontà di questa notizia? -
questa è la domanda.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . DI GREGORIO - Perfetto. Non ho altre domande, grazie.

Giudice
GIUDICE - Questo è un concetto che lei ha chiarito a lungo inizialmente nell'arco
della sua dichiarazione perché è una domanda che le ha posto anche il patrocinatore
degli interessi civili di questo processo se se eri affiliato o non eri affiliato la cosa era
un poco diversa. Facciamo un esempio proprio riferito all'ultima domanda
dell'awocato avuto riguardo alla soppressione, la morte, l'assassinio - chiamiamolo
per com'è - di Giovanni Bonanno, siccome viene a cavallo proprio della sua
affiliazione. Mettiamo per un momento che lei si fosse rifiutato, dire 'no, io questo
corpo non lo occulto; non so chi è, mi potrebbero prendere, in fondo io non sono un
affiliato, non sono un uomo d'onore formale, quindi non lo faccio', poteva dire così?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no.
GIUDICE - Assolutamente no. Dopo l'affiliazione lei poteva dire 'scusate, io sono un
uomo d'onore, queste cose non le faccio'?
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no.
GIUDICE - E allora mi fa capire qual è la differenza tra il prima e il dopo? Perchè lei
dice... Mi scusi, io faccio esercizio di logica e a volte anche di illogica quando non
arrivo con la logica, ci provo. Allora, se lei mi dice che è un poco diverso e io le faccio
un esempio concreto di questa possibile diversità e lei su questa possibile diversità non
mi fa vedere la diversità, io insisto a f m i la domanda: ma allora - come dicono i
8
L

-
romani a do' sta la diversità? Eh, a do' sta 'sta diversità?
C O L L ~ O R A T O R EPULIZZI - Allora, se uno non è uomo d'onore ma partecipa
attivamente a varie attività dell'organizzazione e per di più hai già anche commesso
omicidi non essendo ritualmente affiliato, non posso andare a dire... cioè chi non è
affiliato non può dire 'io questo cadavere non l'occulto' oppure 'non partecipo a
questo omicidio' perché naturalmente dopo che già ne hai fatti significa condannarsi a
morte. Non ti puoi rifiutare. La diversità consiste nel... cioè se stanno parlando...
Allora, se io non sono affiliato partecipo attivamente - sto facendo un esempio
naturalmente - partecipo attivamente a tutte le attività della famiglia come... come lo
vogliamo chiamare, come omicidi, danneggiamenti, come lavori dell'organizzazione;
se poi invece stanno parlando due uomini d'onore affiliati di cose dell'organizzazione,
io non posso partecipare alla discussione tranne che non venga interpellato per qualche
motivo che hanno bisogno di me. Ma sempre c'è una... E' un po' diverso, io non so se
sono abbastanza chiaro.
GIUDICE - Sì, provo a sintetizzare.
COLLABORATORE PULIZZI - Perché non è facile da spiegare.
GIUDICE - Lei dice la diversità non è tanto nelle azioni ma nelle informazioni che
all'interno di Cosa Nostra possono essere fi-uite, quindi possono essere date e ricevute.
Vediamo se ho capito bene la differenza. Lei dice: mentre non ti puoi f fiutare in seno
a Cosa Nostra di andare a fare un'estorsione, di uccidere un uomo, di portare delle
armi, di chiedere il pizzo o la messa a posto come lei ha riferito, mentre non ti puoi
rifiutare quindi dell'azione sia che tu sia uomo d'onore sia che tu non lo sia, diversa
cosa è invece per il flusso delle informazioni laddove se non sei affiliato non accedi a
una serie di informazioni anche importanti che riguardano la vita, la stessa
soprawivenza dell'organizzazione, mentre invece se sei affiliato formalmente, quindi
in modo sacramentale con la immaginetta che brucia, che ha bruciato già tra le tue
mani, da quel momento in poi hai l'accesso anche, in virtù del principio che tutto deve
essere detto con la verità tra uomini d'onore, anche a informazioni che riguardano la
vita dell'organizzazione. Ho sintetizzato bene il suo pensiero?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, perfettamente.
GIUDICE - E' la verità delle cose secondo la sua ricostruzione?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Mi dica in cosa deve essere integrato questo pensiero.
COLLABORATORE PULIZZI - Ci entri più ufficialmente nei discorsi
dell'organizzazione.
GIUDICE - Chiaro, ho capito.
COLLABORATORE PULIZZI - Cioè ti parlano più chiaramente. Questo è in sintesi.
GIUDICE - Quindi awocato Marasà, questo è il discrimen, la differenza, penso che
sia chiara.
...(voci fuori microfono)...
GIUDICE - No, non lo so, la vostra domanda era questa, la domanda della parte civile
era questa, penso che attraverso la sintesi del pensiero sia chiara; però, se volete, la
chiariamo ulteriormente.

Difesa - Awocato Di Greporio


A W . DI GREGORIO - Giudice, - sono l'awocato Di Gregorio - le conclusioni le
trarremo ovviamente alla fine.
GIUDICE - Ma non sto concludendo.
A W . DI GREGORIO - No no no, dico per quello che riguarda noi.
GJUDICE - Sto sintetizzando il pensiero del dichiarante e ho chiesto al dichiarante-di
sapere se questa sintesi di pensiero fosse vera oppure no. Quindi non sto concludendo
proprio niente. Prego.

Difesa Di Trapani - Awocato Marasà


A W . MARASA' - Sono l'avvocato Marasà. In relazione all'ultima domanda che le
ha posto il Giudice io volevo chiarita una cosa. Lei ha fatto una differenziazione tra
rapporti tra uomini d'onore formali e rapporti tra uomo d'onore e uomo d'onore non
formalizzato.
COLLABORATORE PULIZZI - Uomo d'onore, mi scusi awocato, è soltanto quando
sei...
A W . MARASA' - Pungiuto.
COLLABORATORE PULIZZI - ...combinato; l'altro non è uomo d'onore chi non è
affiliato.
A W . MARASA' - Dico tra vicini, diciamo a disposizione.
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
A W . MARASA' - Colui che è a disposizione, se ho ben capito, per quel che lei ha
detto non può rifiutarsi perché teme per la propria vita.
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente io le posso parlare delle mie cose.
AVV. MARASA' - Certo, delle sue. E io per la sua esperienza posso chiedere, non
posso chiedere per le cose degli altri.
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente.
AVV. MARASA' - Cioè se lei viene richiesto di compiere un atto delittuoso, visto
che ne ha già compiuti altri pur non essendo uomo d'onore, lei non può rifiutarsi
perché teme per la propria vita. E' cosi o no?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente.
A W . MARASA' - Nessun'altra domanda, grazie.
GIUDICE - Va bene.
COLLABORATORE PULIZZI - No, però io volevo fare una precisazione...
GIUDICE - Prego.
COLLABORATORE PULIZZI - ...a prescindere da tutto ciò, e cioè questa cosa.
Quando tu sei come ha detto l'avvocato a disposizione della famiglia, intanto vieni
regolarmente retribuito mensilmente o, come facevamo noi, tre volte l'anno - noi
usavamo a Carini tre volte l'anno: Natale, Pasqua e Ferragosto. E quelli a
disposizione, o affiliati come li vogliamo chiamare, vengono regolarmente retribuiti.
Quando tu inizi la... la vogliamo chiamare carriera criminale? sei tu che ti... non è che
la colpa è di qualcun altro, la colpa è soltanto tua che ti inserisci in un ambiente
criminale, in un contesto criminale perché - eh, la dobbiamo dire tutta - perché ti piace
questa cosa qua, e quindi inizi la carriera criminale. Poi, vedendo naturalmente i
responsabili - o gli uomini d'onore come li vogliamo chiamare - che tu sei valido nelle
tue attività che ti vengono ordinate, poi naturalmente quando già hai commesso
qualche attività oppure commetti il primo omicidio o partecipi a qualche omicidio, se
successivamente ti rifiuti naturalmente non mi posso rifiutare. Ma già diciamo
parlando inconsciamente uno non è che lo fa perché teme o che, perché già l'ho fatto,
quindi lo continuo a fare. Non so se mi sono spiegato bene, Giudice. E comunque c'è
il rischio che se tu ti rifiuti a fare un omicidio quando già ne hai fatti altri,
naturalmente la fine che fai non è che... non è che ti dicono 'ah, vabbè, ti rifiuti, non fa
niente', no, non è cosi.
GIUDICE - Io penso di aver colto la differenza.
A W . MARASA' - Vediamo se ho ben capito....
GIUDICE - Vediamo.
6 A W . MARASA' - ...da quel che lei ha detto, sintetizzandolo molto sinteticamente.
Lei è venuto nella determinazione di intraprendere la carriera criminale; di fatto in
quel momento è un impiegato che esegue ordini in virtii dell'impiego che ha ma per
una sua determinazione di voler fare quel lavoro; più lavori le fanno fare per lei è un
vantaggio perché è un crescendo criminale, e comunque non può rifiutarsi di fare
determinate cose perché potrebbe anche essere contro di lei. Ho capito bene o no?
COLLABORATORE PULIZZI - Certo. Una volta che già ci sei dentro, determinate
cose non ti puoi rifiutare di farle, avvocato.
A W . MARASA' - Grazie.
GIUDICE - Sembrava chiaro fin da prima. Va bene. Allora, se non ci sono altre
domande, io penso che possiamo licenziare il collaborante e possiamo anche chiudere
l'udienza perché per oggi non erano calendate altre attività.
f
ESAME DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA BRUSCA GIOVANNI

DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si, signor Presidente.


GIUDICE: - C'è l'awocato MAFFEI?
AVVOCATO MAFFEI: - Buongiorno, sono l'awocato MAFFEI, sono presente nel sito
riservato.
GIUDICE: - Si. Se è possibile vi chiedo magari di rispondere.. .
AVVOCATO MAFFEI: - Grazie.
GIUDICE: - ...non sovrapponendo le voci, ma rispondere con una contestualità che
permette di capire che siate ancora in collegamento perché se voi dopo la mia voce
parlare qualche minuto dopo sembra quasi che il collegamento non ci sia. Mi capite?
AVVOCATO MAFFEI: - Si, si, ora si. Ora la sentiamo meglio.
GIUDICE: - Evidentemente la voce nel videocollegamento arriva dopo come nel.. . il
collegamento via satellite, quindi bisogna aspettare qualche secondo perché la voce
venga recepita. Allora, ripeto BRUSCA Giovanni, nato a San Giuseppe Jato il 20
febbraio 1957 è lì presente. Senta, io devo prima che lei faccia le sue dichiarazioni sulla
base delle mie domande rivolgere un ammonimento di rito, cioè che le sue dichiarazioni
possono essere utilizzate nei suoi confronti, che salvo quanto disposto dall'articolo 66
cornma prima del Codice di Procedura Penale lei ha facoltà di non rispondere, ma che
comunque il procedimento seguirà il suo corso, se renderà dichiarazioni su fatti che
concernano la responsabilità di altri, assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone
salve le incompatibilità previste dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis
del Codice di Procedura Penale. Lei intende rispondere?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Intanto buongiorno signor Giudice, buongiorno a tutti.
GIUDICE: - Buongiorno.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si, intendo rispondere.
GIUDICE: - Sì. Grazie. Ascolti, io qui ho bisogno di, come posso dire, fare mente locale
e approfondire alcuni dati che sicuramente saranno stati oggetto nel passato di sue
lunghe deposizioni ma che qui mi servono soltanto per confortare alcuni verbali che
riguardano appunto le sue dichiarazioni. Allora, intanto ho bisogno di sapere lei, la data
esatta del suo arresto me la può dire?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì, signor Presidente, guardi, io ho necessità di dirle
due cose, siccome stamattina ho una forte emicrania e ho qualche difficoltà di...
rimernbrante, se mi può aiutare attraverso contestazioni, veda lei, perché non sono nella
condizione psicologica di potere andare avanti, comunque io sono stato arrestato il 20
maggio 1996.
-
GIUDICE: Allora ascolti, io prendo atto diciamo della sua situazione di difficoltà, di
malessere, ma veda le contestazioni si fanno quando c'è una contraddizione, l'audizione
che io svolgo, devo svolgere in questa fase idiretta a verificare le sue dichiarazioni,
quindi al di là, è prima diciamo della contestazione, io la contestazione gliela faccio se
riscontro o se si riscontra anche da parte della difesa o della Pubblica Accusa una
contraddizione, una conflittualità nelle dichiarazioni, una incomprensione,
un'incoerenza, ma non è che posso cominciare io con una contestazione oppure lei ha
detto questo prima e lo conferma perché non è questo il mio intendimento nello svolgere
l'atto che sto andando a svolgere, quindi dovrà, se mi dice che è impossibilitato, che non
si sente bene, che vuole rimandare l'atto, rimandiamolo pure, però io ho esigenze
diverse, cioè lei dovrà rispondere alle mie domande se intende rispondere, io non posso
rivolgerle contestazioni preliminari, capisce?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Io.. .
GIUDICE: - Mi capisce?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si, gli chiedo scusa, cioè il termine contestazione era
un modo per aiutami, comunque se è possibile preferirei visto il mio stato se dovesse
andare male preferisco... perché intendo rispondere, intendo andare avanti con la mia
collaborazione, se è possibile, ma possibilmente magari un rinvio dell'udienza o
vogliamo cominciare e vediamo come va.
GIUDICE: - Vediamo, vediamo un attimo. Allora perché ripeto, poi non è una cosa di
lungo momento perché io ho bisogno di localizzare la sua collaborazione avuto riguardo
alla sua collaborazione alcuni episodi specifici, fatti che riguardano il processo del quale
ci occupiamo, adesso proviamo ad andare avanti. Dunque lei è stato arrestato il maggio
del 1996 mi ha detto, giusto? Ho capito bene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
GIUDICE: - Sì ha detto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì.
GIUDICE: - Scusate ma non ho sentito. Prima di allora lei aveva subito arresti?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì, ma ne11'84 per le dichiarazioni di BUSCE'ITA, e un
altro di pochi giorni ne1lU82,si, ne11'82.
GIUDICE: - Diciamo che però fino al '96 tranne questi periodi che sono stati limitati nel
tempo lei è diciamo era libero diciamo anche se in taluni periodi addirittura latitante, ma
comunque libero nel temtorio, ho capito bene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si, sì, confermo.
GIUDICE: - Ok! Allora, quando è awenuta la sua affiliazione formale in Cosa Nostra e
prima di questa fase diciamo di affiliazione formale se può dirci cosa c'era, cos'era la sua
vita diciamo in Cosa Nostra, ma in modo assolutamente sintetico.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - La mia vita in Cosa Nostra era che vivevo in un
contesto familiare di natura associativa come ho preso successivamente la mia
affiliazione in quanto mio padre, mio zio, altri miei familiari e la mia affiliazione se non
ricordo male è awenuta nel '75 o '76, non.. .
GIUDICE: - Nel 1975.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Su per giù a quel periodo. '76, credo '76.
GIUDICE: - '76. E chi l'affiliò formalmente?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Ufficialmente il padrino di rito è stato Salvatore RIWA
alla presenza di tutta una serie di uomini d'onore di San Giuseppe Jato.. .
GIUDICE: - Salvatore RIMA in persona.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - ...e di altri mandamenti.
GIUDICE: - Giusto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Si. -
GIUDICE: - E in quel momento Salvatore RIMA era il capo di Cosa Nostra?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, in quel momento era il... Corleone, il capo
mandamento di Corleone.
GIUDICE: - Il capo del mandamento di Corleone.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì.
GIUDICE: - Perché chi reggeva in quel momento se c'era un reggente generale della
Cosa Nostra siciliana?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Michele GRECO.
GIUDICE: - Michele GRECO. Nel '76, giusto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì, si, perché subito dopo la mia affiliazione ci su
occasione di incontrarlo e mi fu presentato.. .
GIUDICE: - Senta, si, chiaro. L'affiliazione avviene diciamo in modo sacramentale, cioè
come ormai anche in modo anche un po' forse a volte pittoresco viene descritto, cioè con
la santina che brucia nelle mani e la formula sacramentale, "le mie carni bruceranno"
insomma quello che si conosce, e magari molto hanno già riferito o è avvenuto in modo
diverso da questa tradizionale sacramentalità?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, no, conferma questa ritualità.
GIUDICE: - Questa ritualità. Io posso.. . devo fare una domanda che è semplice, non so
se la risposta a questo punto può essere anche complicata, ma qual era la differenza tra il
momento pnma dell'affiliazione e il momento successivo, cioè a cavallo del 1976, cioè
in che cosa l'affiliazione consolidò o modificò quello che lei in precedenza faceva per
Cosa Nostra?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Modificò che fino al momento primo dell'arresto ero
solo un puro esecutore, con l'affiliazione ho acquisito un diritto alla pari di tutti gli altri,
nel senso che potevo dire la mia, potevo contestare in sede di riunioni e decidere quello
che.. . il da farsi, prendere coscienza di un tuo potere fra virgolette.
GIUDICE: - Allora, provo a sintetizzare e mi chiarisca se la mia idea è sbagliata, è
giusto dire che prima dell'affiliazione l'uomo d'onore perchè lei prima dell'affiliazione
era o non era un uomo d'onore? Era solo un affiliato, giusto? Non poteva dirsi uomo
d'onore.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, pnma.. .
GIUDICE: - Giusto? Ho capito bene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Intanto i tempi erano molto diversi d'allora ad oggi
perché allora si sapeva molto meno, diciamo ero molto vicino a queste persone che io
vedevo il loro modo d'agire e quindi condividevo quello che facevano, successivamente
ho preso coscienza di quest'organizzazione e mi è stato spiegato in quale contesto ero
andato a finire, ero un avvicinato, un.. . uno in prova, uno che veniva verificato,
chiamiamolo come vogliamo, ma non ero un affiliato a tutti gli effetti.
GIUDICE: - Sì. Ma, lo capisco. Questo non era un affiliato a tutti gli effetti proprio
perché non aveva avuto l'affiliazione formale, però la domanda è per farci capire la
differenza tra ciò che accade prima e ciò che accade dopo l'affiliazione, vediamo se la
sintesi è questa, è giusto dire che prima per Cosa Nostra si svolgevano le azioni e dopo
le affiliazioni lei partecipa a tutto quel patrimonio informativo di conoscenze che sono
proprie e soprattutto delle famiglie di Cosa Nostra perhcè lei già mi ha parlato della sua
famiglia che era la famiglia di Corleone a quanto ho capito, giusto?
8 -
DICH. BRUSCA GIOVANNI: No, la mia famiglia di appartenenza è San
Giuseppe Jato che era molto vicina a quella dei corleonesi.
-
GIUDICE: Si. E adesso di questo ne parliamo.
DICE BRUSCA GIOVANNI: Mandamento.. - .
GIUDICE: - Però intanto suiia differenza cioè che prima deii'affiliazione si
partecipano le azioni e poi dopo l'affiliazione si partecipano anche le informazioni,
è giusto oppure no dirlo?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Sì cominciano, cioè comincia dopo l'affiliazione
possibilmente cominciano, scattano tutta una serie di regole che prima non eri
dovuto a rispettarli perché non li conoscevi.
-
GIUDICE: E per esempio mi dice quali sono queste regole?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Tipo di andare in un altro mandamento senza che
lo sa il tuo capo mandamento, di non prendere iniziative se prima non ne parli con
il tuo mandamento, se parliamo che so di un acquisto di un pezzo di terreno prima
di farlo ne parli con il tuo capo mandamento e con i tuoi associati, cosa che prima
lo facevi regolarmente perché non sapevi e non eri obbligato a rispettare certe
...
regole, anche se poi formalmente ti consigliavi, cioè fra virgolette c'è il rispetto
delle regole che prima non eri obbligato a farlo.

Q?
GIUDICE: - Chiaro. Ma siccome abbiamo parlato anche di patrimonio di conoscenze,
quindi di fonti di informazione che le derivano dal momento in cui lei diventa
formalmente uomo d'onore, è giusto dire che lei dal 1976, data questa della sua
affiliazione, comincia a conoscere dall'intemo le dinamiche di Cosa Nostra e l'assetto
territoriale di Cosa Nostra e quindi l'organigramma delle famiglie, è giusto dire questo?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
GIUDICE: - E' giusto dirlo. Allora, lei già ha parlato della famiglia di Corleone, giusto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
GIUDICE: - E ha parlato anche del mandamento, mi può dire il rapporto che c'è tra il
mandamento e le famiglie? Forse è un concetto assai diciamo trito e ritrito però per il
processo del quale ci occupiamo è necessario che lei me lo chiarisca, che rapporto c'è tra
il mandamento e le famiglie?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - I1 mandamento riveste un ruolo di un
raggruppamento di quattro o cinque paesi se siamo in provincia, in città riunisce
tre o quattro quartieri, rione, dipende dalle circostanze, che fanno capo a un paese
che a quel punto diventa capo mandamento rappresentato da, parlando di
Corleone Salvatore RIINA che nello stesso tempo assumeva il ruolo di capo
famiglia perché era capo della famiglia di Corleone.
GIUDICE: - Si. Ma in qualità di uomo d'onore lei poteva conoscere, di uomo d'onore
affiliato da Salvatore RIINA della famiglia - di Corleone, lei poteva conoscere le
dinamiche, l'organigramma di altri mandamenti e di altre famiglie?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Non era obbligatorio però se capitava l'occasione di
una qualunque necessità per qualunque motivo ne potevo venire a conoscenza, ma non
era obbligatorio e non c'era nessun motivo che io lo dovessi sapere per forza.
GIUDICE: - Non c'era diciamo.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Però se capitava la circostanza si.
GIUDICE: - Sì. Cioè se questa necessità sorgeva allora lei veniva, entrava in contatto
con i vari uomini d'onore che di volta in volta diciamo operavano per Cosa Nostra, ho
capito bene? E' questa la sua risposta?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Precisamente, si. Precisamente.
GIUDICE: - Allora. -lei resta sempre e solo con questa carica in Cosa Nostra dal 176-fino
alla data del suo arresto, cioè per vent'anni oppure cresce diciamo in Cosa Nostra per
importanza, ruolo, funzione, capacità operative, responsabilità, incarichi?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Dunque, il mio ruolo di soldato semplice ha una
visibilità diversa dagli altri in quanto figlio d'arte, fia virgolette, e ho una persona vicino
dipendente da Salvatore RIINA, quindi venivo spesso utilizzato per messaggi o
ambasciate, chiamiamole come vogliamo, questo da soldato semplice e quindi ho avuto
possibilità di conoscere più soggetti o capi provincia addirittura. Invece come ruolo
istituioriale il mio ruolo dal 1990, credo, inizi Novanta, ho rivestito molo di reggente,
ma poteri pochi perché mio padre aveva... che era il capo mandamento naturale aveva
delegato Salvatore RIINA, dopo l'arresto di Salvatore RIINA 15 gennaio 2003 divento
capo mandamento a tutti gli effetti con i dovuti.. . con i requisiti come tutti gli altri.
GIUDICE: - Quindi dal millenovecento?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Diciamo dopo l'arresto del RIINA c'è stato questo
spartiacque...
GIUDICE: - Quindi '93?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - ...da li in poi comincia ad assumere.. . si, l'arresto di
RIINA il 15 gennaio da li a poco mi comincio a prendere le mie responsabilità...
GIUDICE: - Quindi con il ruolo, scusi, dal 1993 assume il ruolo di? r
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Capo mandamento, reggente capo mandamento con i
ruoli decisionali, ecco.
GIUDICE: - Si, capo mandamento di dove? Quale mandamento?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Tutto qua la differenza. Di San Giuseppe Jato.
GIUDICE: - Ok!
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Io appartengo alla famiglia di San Giuseppe Jato che fa
famiglia e capo mandamento.
GIUDICE: - Perfetto. Allora nel ruolo di capo mandamento dal 1993 lei entra in
contatto con altri mandamenti soprattutto della città di Palermo?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Io diciamo che ci sono in contatto, solo quel
momento prendo io le responsabilità, ma ci sono in contatto con tutta una serie di
capo mandamenti della provincia di Palermo.
GIUDICE: - E questo, adesso le farò una domanda specifica, però intanto una cosa è
entrare magari in contatto in una veste diciamo inferiore, è un'altra cosa entrare in
contatto con una veste apicale superiore perché dalla montagna uno penso dovrebbe
avere un panorama ben più vasto, ben, un orizzonte ben più lontano rispetto a quello che
si ha da una collina o addirittura da pianura, se mi passa la metafora, quindi per questo
le facevo la domanda perché arrivato alla montagna ha guardato probabilmente con
maggiore agevole capacità ciò che c'era sotto, però le faccio una specifica: lei siccome
ha parlato di una specie di organizzazione territoriale in mandamenti, in famiglie, lei dei
mandamenti di Palermo geograficamente sa come erano divisi?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Per il passato me li ricordavo, ora cerco di fare
uno sforzo glieli elenco un po' tutti se ci riesco. Era diciamo Brancaccio che prima
era Ciaculli, prima era Ciaculli e poi è passato a Brancaccio, quindi faceva
mandamento, ora non mi ricordo il territori precisi, Santa Maria del Gesù,
Guadagna così intesa, poi c'era Pagliarelli, Porta Nuova, giusto, Palermo centro,
Porta Nuova, Passo di Rigano, Tomrnaso Natale, sarebbe San Lorenzo, San
-
Lorenzo Tommaso Natale, e via dicendo, Resuttana con Francesco MADONIA, la
Noce quella di Raffaele GANCI, ma in questo momento credo che non ci siano.. .
GIUDICE: - Va beh, soffmiamoci per un momento...
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Credo, non mi ricordo con precisione.
GIUDICE: - Sì, è chiaro, soffmiamoci per un momento su un mandamento che è
@ quello di Resuttana, lei già mi ha detto di Ciccio MADONIA, no?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
GIUDICE: - Ho capito bene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
GIUDICE: - Ascolti, il mandamento di Resuttana di quante famiglie si componeva che
lei sappia.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Guardi, famiglie credo che ci fosse quella
delltAcquasanta, del.. . non la co.. . diciamo anche se avevamo un buon rapporto non la
conoscevo nel dettaglio, quella.. .
GIUDICE: - Se può parlare un po' più forte con la voce vicino al microfono perché io
veramente la sento con difficoltà.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si. E io purtroppo le ho detto stamattina sto nelle
peggiori condizioni.
GIUDICE: - Si, ma infatti spero di potere essere assai sintetico e chiudere per quelle che
sono le mie necessità diciamo cercando di contemperare ogni esigenza perché fare il
rinvio purtroppo non si può perché abbiamo tempi molto molto ristretti, quindi se riesce
a tenere ancora un po' vediamo di poter concludere. Allora, si ricorda quali famiglie?
n\
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Resuttana, l'Acquasanta, 1'Arenella e forse non.. .
nonostante come dicevo poco fa un buon rapporto, però non la conoscevo bene nel
dettaglio.
GIUDICE: - Non la conosceva bene nel dettaglio, però aveva un buon rapporto. Che
vuol dire aveva un buon rapporto? Me lo chiarisce perché chiaramente sta parlando di
un rapporto in Cosa Nostra, non sta parlando di rapporto amichevole, giusto ho capito
bene?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Sì, nasce il rapporto con Cosa Nostra, poi nascono
delle cose, simpatie, antipatie e quindi con la famiglia MADONIA era nato un... si
era creato un buon rapporto di rispetto, di educazione, principalmente questo, poi
il resto ognuno gestiva il suo territorio, le sue cose.
GIUDICE: - Chi conosceva dei MADONIA o comunque chi conosceva degli
appartenenti aila famiglia facente capo al mandamento di Resuttana?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Francesco MADONIA, Giuseppe MADONIA,
Antonino MADONIA, Salvatore MADONIA, poi c'erano credo DI TRAPANI
...
Francesco, Nicola DI TRAPANI, altri soggetti che in questo c'era il Armanno
BONANNO, c'era quello che è stato ucciso a Milano, CAROLLO, Gaetano
CAROLLO, e altri, signor Presidente qualche altro che sicuramente in questo
momento non mi ricordo.
GIUDICE: - Senta, lei GUASTELLA Giuseppe l'ha mai conosciuto?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Sì, e come no!
-
GIUDICE: Chi era questo Pino GUASTELLA detto Pino?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: -Un uomo d'onore... un uomo d'onore, una persona
molto vicino ai MADONIA e in particolar modo a Francesco DI TRAPANI che
dopo l'arresto di tutti i MADONIA e qualcuno dei DI TRAPANI lui per un
momento anche se non era ritualmente affiliato gestiva il mandamento di
Resuttana.
GIUDICE: - Senta.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Che si muoveva secondo le indicazioni che gli dava
Antonino MADONIA.
GIUDICE: - Intanto quest'organigramrna, questa successione, questo
avvicendamento nella famiglia lei come... chi gliel'ha comunicato? Chi glielo ha
detto? Cioè perché lei faceva parte come mi ha detto anche se era reggente, aveva il
mandamento di san Giuseppe Jato nel '93, dico però con chi entrava in contatto
che le dava queste informazioni dirette suila famiglia, suile attività della famiglia di
Resuttana?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Perché li prendevo direttamente, personalmente a
volta per volta e caso per caso.
-
GIUDICE: Ho capito. Ha proposto in essere deile azioni delittuose anche di
rilievo o anche non di rilievo con persone esponenti del mandamento di Resuttana
della famiglia MADONXA o DI TRAPANI?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Sì in questo momento non mi ricordo tutti, ma ce
ne è una che è la strage CHINNICI che è stata portata a termine con Antonino
MADONIA e con uomini delltAcquasanta e della Noce. Poi con Salwccio
MADONIA abbiamo fatto tutta una serie di omicidi, con Antonino pure, quindi ci
sono degli episodi criminosi fatti assieme.
GIUDICE: - Senta, quando parla.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Nell'interesse comune.
GILTDICE: - Quando parla di Salvuccio chi intende esattamente? Salvino, cosiddetto
Salvino? Salvo MADONIA?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Si, Salvatore MADONIA.
GIUDICE: - Salvino MADONIA. Senta, Salvino MADONIA lei sa con chi è
sposato? Con chi era sposato? Con chi è sposato attualmente? Penso.
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Sì, si è sposato con la sorella di Nicola DI
TRAPANI, con la figlia di Francesco.
-
GIUDICE: Senta, lei I'ha mai conosciuta questa persona della quale mi ha
parlato in ultimo?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Ma credo di averla vista solo una volta.
-
GIUDICE: In che occasione I'ha vista?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: In occasione che sono stato invitato a casa del
padre, la circostanza non mi ricordo per quale motivo, comunque sono andato a
casa loro e ho conosciuto si può dire tutta la famiglia tranne Nicola DI TRAPANI,
e credo fu l'unica occasione.
-
GIUDICE: Senta, lei adesso, poc'anzi mi ha detto che ha conosciuto tutta la
famiglia, ma per esempio DI TRAPANI Michele l'ha mai conosciuto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, intendevo la famiglia di Nicola DI TRAPANI,
.
di.. giusto, Nicola, Francesco, il padre di Nicola DI TRAPANI, quindi la sorella, il
padre della moglie d i Salvuccio, quindi ho conosciuto la moglie, la sorella e non mi
ricordo se c'erano altri soggetti presenti.
GIUDICE: - Mora, questo I'ha già detto che DI TRAPANI Maria Angela fosse la
sorella di DI TRAPANI Nicolò mi sembra che ho capito bene, è così, d'altronde
anagraficamente è così, ma io le chiedo una cosa più specifica relativa a DI
TRAPANI Michele, siccome lei ha detto poc'anzi che ha conosciuto tutti gli
esponenti della famiglia DI TRAPANI ad eccezione di, a quanto ho capito di? Chi
aveva detto, ad eccezione di?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: No, siccome lei mi ha detto il nome di Michele,
Michele DI TRAPANI io non me lo ricordo, cioè almeno non ho questa visione in
questo momento, tranne che non era in quel momento... io parlo degli anni
-
Novanta, '88 '89 fu l'occasione, era un ragazzino e quindi non c'ho fatto manco
caso.
-
GIUDICE: Non penso che fosse... ...
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Non lo so, stiamo parlando di un'altra persona.
GIUDICE: - ... un ragazzino in quella occasione.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Non lo so. -
GIUDICE: - Va bene. Comunque DI TRAPANI Michele lei non l'ha mai
conosciuto, giusto?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: No, penso di no.
GIUDICE: - DI TRAPANI Diego l'ha conosciuto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Credo di averlo visto o una o due volte, non mi ricordo
in quale occasione.
GIUDICE: - Non si ricorda in quale occasione.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No.
GIUDICE: - Senta, lei con Nicola DI TRAPANI ebbe mai a parlare di questioni
connesse ad un omicidio grave, perché grave perché aveva interessato il nipote di un
uomo d'onore importante, rilevante in Cosa Nostra quantomeno perché era stato
l'omicida, l'assassino di Salvo LIMA, lei ebbe mai a parlare di questo omicidio ai danni
del nipote di un importante uomo d'onore per risolvere la questione?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Signor Presidente in questo momento non riesco a
focalizzare.. .
GIUDICE: - Non riesce a focalizzare. E allora a questo punto visto che lei appunto non
riesce a focalizzare si legittima, si giustifica quello che lei diceva introduttivamente,
cioè a dire no alla contestazione, ma comunque il chiarimento sulla base del verbale che
lei ha reso e forse anche li nel tempo purtroppo è il 4 di settembre del 1997 addirittura,
nel contesto del quale lei dice così, questo è lei che parla: "Sono a conoscenza degli
interessi economici dei GALATOLO, i miei contatti da ultimo con la famiglia mafiosa
dell'Acquasanta erano costituiti da Pino GUASTELLA e da Nicola DI TRAPANI, lo
stesso Nicola DI TRAPANI ebbe a lamentarsi con me del comportamento di alcuni
giovani rappresentanti la famiglia GALATOLO in occasione dell'omicidio di un parente
di ONORATO Francesco." Lei ha reso tra l'altro questa chiarificazione poi
ulteriormente in altri verbali, però sostanzialmente è questo l'episodio che io la invito a
ricordare, cioè a dire cos'è, quale intervento le si chiese in questo episodio e perché
questo episodio coinvolse la famiglia di DI TRAPANI e quindi il mandamento di
Resuttana?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Intanto io le chiedo scusa perché poco fa avevo capito
la domanda era un po' diversa che non capivo il ruolo dell'onorevole LIMA. Sì, io
confermo quanto ho dichiarato di allora, si trattava di queste lamentele in quanto uno
della famiglia GALATOLO aveva commesso un omicidio, aveva commesso qualche
cosa del genere nei confronti dell'uomo d'onore di allora ONORATO Francesco e che
c'erano situazioni che si doveva risolvere perché dipende come si svolgevano potevano
pure arrivare alla determinazione di potere eliminare chi aveva commesso quel delitto, il
responsabile.
GIUDICE: - Cioè le si chiese un intervento addirittura finalizzato all'eliminazione dei
responsabili, però a quanto ho capito.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No.. . chiedo scusa.
-
GIUDICE: Prego.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Chiedo scusa, no che mi si chiese, Nicola DI
TRAPANI sfogava che si trovava davanti a questo problema che non sapeva come
uscirsene.
-
GIUDICE: E quindi come se ne è uscito?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - O meglio, o meglio-come risolvere il problema.
GIUDICE: - Questo quando.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Ma poi non ricordo se poi ha calmato la si.. . si, prego.
GIUDICE: - Allora, per questo io in videoconferenza, mi dovete scusare ma purtroppo
non penso che sia lo strumento migliore per l'audizione soprattutto dei collaboranti in
situazione anche di delicatezza. Allora, se non soprapponiamo le voci per evitare che
poi la registrazione sia incomprensibile, lei mi ha detto che questo problema le venne
manifestato da DI TRAPANI Nicolò o Nicola, ho capito bene, giusto?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si.
-
GIUDICE: Perfetto. Ma il problema era un problema che riguardava il mandamento di
Resuttana, giusto? O riguardava tutta Cosa Nostra?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Si, perché l'Acquasanta faceva parte di Resuttana. No,
riguardava il mandamento di Resuttana e in particolar modo a un uomo d'onore che
questo uomo d'onore si poteva, dipende come si svolgeva si poteva rivolgere anche ai
vertici di Cosa Nostra per avere giustizia fra virgolette.
-
GIUDICE: Ma perché ONORATO si era rivolto ai vertici di Cosa Nostra per avere
giustizia in relazione all'omicidio di suo nipote?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Che io sappia no, ma lo poteva fare, ne aveva i dintti,
ecco dove rientra il sistema dell'uomo d'onore, cioè poteva andare a chiedere secondo le
regole di Cosa Nostra portare il problema in commissione così dire per avere giustizia
fra virgolette parlando.
GIUDICE: - Perfetto. Allora DI TRAPANI Nicolò o Nicola le dice che c'è questo
problema sollevato da ONORATO per l'assassinio del nipote, lei come interviene in
questo problema per far valere diciamo la sua autorità in Cosa Nostra, il peso delle sue
scelte, delle sue decisioni, come interviene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, io, che io ricordi non.. . non ho fatto nessun
intervento, cioè ho raccolto lo sfogo, ho saputo di questa situazione, poi come l'ha
risolto il Nicola DI TRAPANI non mi ricordo, credo che l'abbia.. . abbia mediato, abbia
fatto qualche cosa, che io mi ricordi non ho fatto nessun intervento, ho colto solo lo
sfogo, ripeto, se non ricordo male.
GIUDICE: - Perfetto. Lei ha raccolto solo.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Se non ci sono altre mie dichiarazioni diverse.
GIUDICE: - Perfetto. Lei ha raccolto solo lo sfogo. In quel momento DI TRAPANI
Nicola reggeva, è giusto dire che Nicola DI TRAPANI le parlava a titolo diciamo di
rappresentante, di reggente di qualcosa o le parlava come un qualsivoglia uomo d'onore?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, era.. . rivestiva un ruolo di vertice, non aveva
formalmente le così dire, come mi trovavo io, formalmente, istituzionalmente quelle.. .
il ruolo di capo, ma ne faceva in qualche modo le funzioni.
GIUDICE: - Perfetto. Dopo di lui, dopo di lui che le risulti perché questo, questo
dialogo quando awiene questo relativo alle lamentazioni dell'ONORAT0, se lo ricorda
su per giù in che anno?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Ma a ridosso del fatto, siamo, ora non vorrei sbagliare,
'93, '94, ora.. .
GIUDICE: - '93 - '94.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - A ridosso del fatto.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Che le risulta DI TRAPANI Nicola o Nicolò rimase in
quella funzione, in quell'incarico come capo o come referente diciamo della famiglia
MADONIA ancora per molto tempo o subentrò qualcun altro o che lei sappia ci fu un
avvicendamentoo.. . insomma lei rimase libero per altri due anni, tre anni, essendo stato
catturato mi ha detto nel maggio del 1996, che lei sappia fino a quella data, cioè fino
alla data in cui lei ha svolto il ruolo di capo mandamento di San Giuseppe Jato, vi
furono nella famiglia MADONIA degli awicendamenti, delle situazioni di
cambiamento che riguardarono quella famiglia?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, in quel periodo che io mi ricordi c'era prima Pino
GUASTELLA che faceva facente funzione di capo mandamento per conto della
famiglia MADONIA, poi rientrò Nicola... rientrato Nicola DI TRAPANI che finito di
scontare, non so se aveva la sorveglianza o qualche cosa su Caltanissetta, è rientrato, il
facente funzione è diventato lui, e fino al momento del mio arresto io ho lasciato lui,
credo che lui è stato arrestato prima o dopo, non mi ricordo.
GIUDICE: - Non si ricorda. Senta, lei ha detto "io ero" testuale "figlio d'arte", giusto?
Ho capito bene?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Fra virgolette.
GIUDICE: - Quindi diciamo che il suo ruolo in Cosa Nostra si legittimava in virtù
anche del passato come posso dire anagrafico del.. . forse in sede nobiliare si direbbe il
patronimico, non so se si dica esattamente così, allora, ma questa cosa del figlio d'arte
che vuol dire? Cioè che lei ricordi ci sono altri casi di persone che si avvicendano, si
succedono al padre o alla famiglia ed ereditano un ruolo importante in Cosa Nostra in
virtù di una successione naturale, chiamiamola così.
DIcH. BRUSCA GIOVANNI: - Figlio d'arte come ho detto poco fa con delle virgolette
grosse quanto delle montagne, nel senso che avevo un rapporto privilegiato essendo mio
padre amico di Salvatore RIINA, io fui messo a disposizione di Salvatore RIINA e
quindi alla pari di un altro uomo d'onore che so a me mi veniva detto di andare a portare
un messaggio a Catania o di andare a creare un appuntamento con Michele GRECO, o
di andare da un altro capo mandamento, quindi avevo questa visibilità in più, niente di
particolare, questo è quello che volevo rappresentare.
GIUDICE: - Questo è quello che voleva dire. Le faccio una domanda: può, poteva, è
possibile che in Cosa Nostra quest'eredità passi da un padre a una figlia?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - A una figlia?
GIUDICE: - Figlia femmina, si.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Guardi.. .
GIUDICE: - E' mai accaduto in passato.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - ...q uesta è la seconda volta che sento.. .
GIUDICE: - ...in Cosa Nostra una cosa simile?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No, fino a che io.. . fino a 20 maggio '96 no, successi.. .
GTCTDICE: - No.
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Questa è la seconda volta dopo da.. . che sento dire una
cosa del genere.
GIUDICE: - Mi viene spontaneo chiederle qual è stata la prima a questa... perché se
non la faccio io la domanda gliela faranno gli awocati sicuramente, quindi forse è
meglio che gliela faccio io o addirittura il Pubblico Ministero forse potrebbe anticipare
la domanda. Qual è stato il primo caso?
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - Per la verità.. . per la verità sono tre volte, la prima è
quella delle sorelle di Giuseppe MADONU di Caltanissetta, la seconda quella di Giusy
VITALE, e terza ora.
-
GIUDICE: Ma non ha risposto però allora sostanzialmente alla domanda, cioè prima
aveva risposto no, ma il fatto che le è stata posta cosa fa, le ha fatto dubitare di questa
sua certezza o perché... perché mi ha fatto questa interlocuzione? Perché a sentire
questa sua interlocuzione sembrerebbe quasi che.. .
DICH. BRUSCA GIOVANNI: - No.. .
GIUDICE: - ...chi sente dice no, però.. . la risposta è no, però altre volte si è creato il
problema. Si è mai creato il problema in Cosa Nostra di una successione che doveva
diciamo essere devoluta in favore di una figlia e che però poiché era figlia proprio e
quindi il sesso femminile diciamo non entrava in Cosa Nostra, un po' come nella chiesa
cattolica, e quindi c'era.. . si creava un problema, ho capito bene?
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Si, mi spiego meglio il mio pensiero.
GIUDICE: - Forse è meglio che si spiega meglio, si.
-
DICH. BRUSCA GIOVANNI: Fino al 20 maggio '96 non avevo mai sentito
parlare di ruoli nelle... alì'intemo di Cosa Nostra con responsabilità di donne,
anche perché mi sarei secondo le regole di Cosa Nostra mi sarei opposto in
qualunque modo e maniera, naturalmente le donne venivano utilizzate perché
venisse qualcuno per l'awocato, le necessità familiare, quante non c'erano altre
possibilità quindi si chiedeva un aiuto, ma ritualmente afffiati no era una cosa
contraria, completamente non... non era possibile nella maniera più categorica.
Poi le cose cambiano, a questo punto io non escludo più niente, però fino a 20
maggio '96 non c'era questo tipo di usanza o di predisposizione, ecco.
-
GIUDICE: Chiarissimo. Allora ci sono domande?
PUBBLICO MINISTERO: - No da parte del Pubblico Ministero.
GIUDICE: - No da parte del Pubblico Ministero. Nessuna ha.. . dalle difese? Perfetto. Io
ho chiuso la sua audizione e la ringrazio della collaborazione anche a fronte diciamo del
suo stato di salute e possiamo interrompere a questo punto il collegamento.
AWOCATO MAFFEI: - Giudice, mi scusi, Giudice mi scusi, sono l'awocato
MAFFEI.
GIUDICE: - Si.
AWOCATO MAFFEI: - Posso intervenire?
GIUDICE: - Certo.
AVVOCATO MAFFEI: - No, perché fa parte del processo certamente. Allora Giudice,
io mi trovo in questa situazione che poi tra l'altro dagli atti risulta, quindi volevo
sollevare se è possibile in questa sede la questione, io assisto sia BRUSCA Giovanni in
questo, dico, come integrazione di prova, sia NUCCIO Antonino, allora a mio modesto
parere teoricamente la legge sull'incompatibilità, quindi le disposizioni sulle
incompatibilità vanno viste in concreto, cioè sono due imputati di reato connessi, no due
imputati nello stesso processo, quindi io le chiedevo.. . non si conosco e non hanno mai
avuto nessun contatto proprio perché nascono in periodi completamente diversi, quindi
io proprio come.. . per regolarmi io Giudice sulla prossima audizione del NUCCIO che
sarà il 27 aprile, volevo sapere se c'erano problemi di incompatibilità, dico, lo sappiamo
da ora, io se è possibile lo so da ora, cioè secondo me non ce ne sono, ripeto, però è una
decisione che ovviamente non.. . non so se mi sono.. .
GIUDICE: - Si, no, no, ma è chiaro, ma.. .
AWOCATO MAFFEI: - ...sono stata chiara.
GIUDICE: - ...guardi, almeno a questo punto bisognerebbe fare la storia dei processi
che riguardano questa materia perché noi abbiamo avuto awocati che si sono occupati
di decine di posizioni processuali di collaboranti...
AWOCATO MAFFEI: - Esatto.
GIUDICE: - Ma non mi sembra che...
AVVOCATO MAFFEI: - Esatto, dico io ritengo che non siano incompatibilità.
GIUDICE: - Ma io penso che non vi sia, però se qua la questione che lei ha sollevato
viene.. .
AWOCATO MAFFEI: - E no, è quello il punto.
GIUDICE: - Viene adesso recepita dalle.. .
AWOCATO MAFFEI: - Dico, se deve essere sollevata è chiaro che io mi devo.. .
GIUDICE: - ...dagli awocati qui presenti, io come... non so dagli awocati, ma dal
Pubblico Ministero, io a questo punto se la questione viene sollevata la necessità di
occuparmene eventualmente nominare un altro difensore, ma dico fino adesso, guardi
ieri per esempio ho fatto un processo nel quale l'awocato GENOVESE, Monica
GENOVESE si è occupata di diverse posizioni diciamo cooperative, ma nessuno ha mai
sollevato. ..
AWOCATO MAFFEI: - Esatto.
GIUDICE: - ...la questione e non penso questione vi sia.
AWOCATO MAFFEI: - No, ma io ritengo che non ci sia l'incompatibilità.
GIUDICE: - Ma come lei son convinto io, però.. .
AWOCATO MAFFEI: - Io non penso che ci sia incompatibilità, infatti, sono due
posizioni distinte e separate.
GIUDICE: - E' chiaro.
AWOCATO MAFFEI: - Esatto.
GIUDICE: - Vorrei che il convincimento fosse comune, dico, qualcuno obietta
qualcosa? No. E allora possiamo andare avanti. Perfetto. La ringrazio.
AVVOCATO MAFFEI: - Grazie Giudice.... omissis... t
I ESAME DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA ONORATO FRANCESCO 1

DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì.


GIUDICE: - L'awocato ZANGLA è qua per assisterla, è sostituito dal sostituto
dell'awocato ZANGLA. E allora preliminarmente quindi le devo dire che le sue
dichiarazioni potranno essere utilizzate nei suoi confronti, salvo quanto disposto
dall'articolo 66 comma primo del Codice di Procedura Penale lei ha facoltà di non
rispondere, peri, il procedimento anche se non risponde seguirà il suo corso e poi se
renderà dichiarazioni su fatti che concernano la responsabilità di altri assumerà in ordine
a tali fatti l'ufficio di testimone, salve le incompatibilità previste dall'articolo 197 e le
garanzie di cui articolo 197 bis del Codice di Procedura Penale. Intende rispondere
signor ONORATO?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, intendo rispondere Presidente.
GIUDICE: - Allora, io dapprima ho da farle una domanda che è abbastanza semplice, lei
quand'è che è stato arrestato per diciamo fatti che attengono Cosa Nostra?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Io sono... l'ultimo arresto è nel '93.
GIUDICE: - 1993.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si.
GIUDICE: - Con l'imputazione di associazione di tipo mafioso?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, mi.. . no, sono stato arrestato per associazione
mafiosa e per l'omicidio come mandante per l'omicidio LIMA, l'onorevole LIMA.
GIUDICE: - Nel 1993.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Poi sono stato scagionato.
GKTDICE: - Quanto tempo sta in prigione per questo tipo di contestazione?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Ma io sono stato arrestato nel '93 e sono stato.. . e
ho collaborato nel '96.
GKTDICE: - E tutto questo tempo, cioè tre anni li passa presso una casa circondariale
oppure viene.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì, carcere delllUcciardone, carcere di Termini
Imerese e carcere di.. . in Sardegna, a Cagliari.
GIUDICE: - Cioè tra un trasferimento e l'altro lei sta tre anni in' custodia cautelare per
questo tipo di contestazione, ho capito bene?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì.
GIUDICE: - Siccome mi ha detto che era stato rimesso in libertà che io ricordi, ma la
mia conoscenza è aliunde perché ricorderà che io sono stato Giudice di una serie di
questioni che anche l'hanno riguardata, dico, io ricordo per esempio che lei.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì.
GIUDICE: - ...non dichiarò subito l'omicidio LIMA, lo dichiarò successivamente che la
contestazione dell'omicidio LIMA.. . dalla contestazione dell'omicidio LIMA lei era
stato diciamo reso estraneo con un prowedimento, ho capito bene?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, io quando sono stato arrestato sono stato
arrestato per l'omicidio LIMA e associazione mafiosa, poi perché c'erano alcuni
collaboratori come MUTOLO, come altri collaboratori che mi chiamavano come
rappresentante della famiglia di Mondello, e allora mi avevano messo come mandante,
poi la Cassazione mi aveva archiviato perché non ha creduto alle dichiarazioni dei
collaboratori, e dopo che io ho collaborato nel '96 me lo sono auto-accusato come
esecutore materiale.
GIUDICE: - Sì, questo accade nel '96 quando lei si auto-accusa dell'omicidio LIMA, ma
da1 '93 al '96 essendo stato scagionato dall'accusa, lei è rimasto comunque dentro?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sono stato scagionato per l'omicidio, ma sono
rimasto per l'associazione.
GIUDICE: - Ho capito. Quindi.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sono stati creduti i collaboratori del... sì, per
l'associazione.
-
GIUDICE: HO capito. Però... allora questo è il dato certo che lei dal '93 a1 '96 è in
custodia cautelare.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Contemporaneamente mi... si, ma
contemporaneamente mi è arrivato anche altri procedimenti come l'omicidio
BADALAMENTI e altri procedimenti che mi riguardavano...
GIUDICE: - No, no, no, non è questa l'oggetto della domanda, io avevo bisogno.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...in questo periodo, sì, si.
GIUDICE: - Posso chiederle di non sovrapporre le voci, cioè di aspettare che la mia
voce finisca per cominciare a rispondere per due motivi, uno perché non si capisce nulla
e due perché la trascrizione... abbiamo disposto trascrizione dell'audizione e poi diventa
Q complicatissimo leggerla. Allora, mi serviva soltanto per sapere in quali periodi lei è
detenuto, prima del '93 lei ha avuto provvedimenti di restrizione cautelare? Cioè è stato
arrestato in qualche modo o è sempre stato libero prima del 1993?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, prima del '93 sono stato arrestato a11'84 a11'87.
GIUDICE: - Cioè dal 1884 al 1887?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - A11'87, sì.
GIUDICE: - Con che contestazione?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Per traffico di stupefacenti.
GKTDICE: - Traffico di stupefacenti. Perfetto. Senta, lei era formalmente uomo d'onore
di Cosa Nostra?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, io sono stato affiliato a Cosa Nostra, sono
entrato nel 1980 nel mandamento di Partanna - Mondello all'epoca era R~sario
RICCOBONO capo mandamento.
-
GIUDICE: - Partanna Mondello.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si.
GIUDICE: - Cos'è la famiglia di Partanna - Mondello?
m- DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, si, la famiglia di Partanna - Mondello che
faceva, all'epoca faceva mandamento, mandamento che abbracciava.. .
GIUDICE: - Con che... Sì, faceva mandamento lei ha detto, con che cosa faceva
mandamento?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, faceva mandamento, sotto il nostro
mandamento c'era San Lorenzo, Tornmaso Natale, Isola delle Femmine, Carini.
GIUDICE: - Piano piano. Lorenzo, Tommaso Natale, Carini?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, la famiglia di Nino SPATOLA in quel periodo.
GIUDICE: - Poi?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Isola delle Femmine, Capaci, Carini.
GIUDICE: - Piano piano.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Arrivavamo fino a Carini.
GIUDICE: - Capaci e Carini. Che le risulti, che le risulti questo mandamento nel tempo
e fino quindi al 1993, data questa nella quale lei a un certo punto viene arrestato, che le
risulti, questo mandamento muta? Si modifica? Geograficamente, territorialmente
subisce dei cambiamenti?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, subisce il cambiamento nel 30 novembre
de11'82 dopo la scomparsa di Rosario RICCOBONO, Salvatore MICALIZZI e altri
uomini d'onore della famiglia di Partanna - Mondello del
cambiamento perché il mandamento non è più Partanna - Mondello ma inizia ad esserlo
a San Lorenzo nel comando di Giuseppe Giacomo GAMBR'JO come capo mandamento.
GIUDICE: - Un attimo solo. Questo nel '92, giusto?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - '82. '82, nella scomparsa di Rosario
RICCOBONO.
GIUDICE: - Ha detto '82?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - '82. Si, sì, sì.
GIUDICE: - '82.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Nel 1982 quando scompare Rosario
RICCOBONO, si, si.
GIUDICE: - Si. Ora il dato intanto della sua conoscenza di questi fatti lei mi ha detto
che è affiliato dal 1980, quindi è giusto dire che fino al 1980 lei non aveva una
conoscenza diciamo approfondita o comunque una conoscenza da vero e proprio uomo
d'onore delle cose di Cosa Nostra e che questa conoscenza invece comincia ad affinarsi
per così dire dal 1980?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, si, uno prima di essere uomo d'onore sa alcune
cose.
-
GIUDICE: Chiaro.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, si, è giusto, si, sì.
-
GIUDICE: E' giusto dire che la conoscenza che lei ha sulle cose di Cosa Nostra e
soprattutto relativamente al mandamento di San Lorenzo, Tommaso Natale e quella
zona lì dura l'arco addirittura di tredici anni, quindi dal 1980 al 1993? E' giusto dirlo?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, si.
GIUDICE: - E' giusto dirlo. Senta, come.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì, fino al '96 addirittura, no, perché io fino.. .
anche fino al '96 prima della collaborazione Presidente.
GIUDICE: - Addirittura fino al '96. E perché questo?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Perché fino.. . E sì, perché io ero a cento per cento
in famiglia, quindi anche se ero in carcere diciamo che avevo sempre notizie su Cosa
Nostra, sul mandamento...
GIUDICE: - Questo è importante...
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Le varianti che si subivano le varianti da un
arresto all'altro in quel momento e quindi.. .
GIUDICE: - Un attimo solo signor ONORATO, deve fare in modo anche di vedere se io
sto facendole una domanda per interrompersi perché altrimenti non ci seguiamo.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Mi scusi.
GIUDICE: - Perché lei ha detto un qualcosa che per me assume rilievo, cioè lei ha detto
che anche quando era in carcere ed è un periodo addirittura di tre anni lei poteva
benissimo continuare a gestire gli interessi che a lei facevano capo, cioè gli interessi di
Cosa Nostra per quello che era di sua competenza, ho capito bene?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì, sì.
GIUDICE: - E come faceva a gestirli dal carcere? Mi scusi.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Ma a me.. . io diciamo quando io ero in carcere mi
arrivavano notizie da fuori anche tramite Giuseppe GALATOLO che era in sezione con
me oppure diverse volte con altri uomini d'onore in carcere arrivavano notizie sia che
riguardavano il mandamento, c'era Simone SCALICI che era nel mandamento di
Tommaso Natale che era nella sezione con me, c'erano altri uomini d'onore che
facevano parte del mandamento e si parlava sempre di Cosa Nostra e di tutto quello che
si svolgeva fuori. Se avevo bisogno io mi rivolgevo a loro, oppure loro mi mettevano a
conoscenza di quello... oppure certe volte venivano arrestati pe)ne come ci fu una
volta che fu arrestato Salvatore BIONDO "il lungo" e portato nella seconda sezione
dell'ucciardone dove che noi eravamo li di alta sorveglianza e che abbiamo parlato un
po' della situazione che andava, come andava fuori. Diciamo che queste notizie in una
maniera all'altra arrivavano sempre.
GIUDICE: - Senta, attraverso i familiari filtravano mai notizie sopramtto per la
gestione, per l'amministrazione diciamo dell'ordinario e anche dello straordinario di
Cosa Nostra? Cioè si usavano i familiari per dare notizie o ricevere notizie all'estemo e
dall'esterno?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, si usavano solo se.. . nel mio caso no perché io
facevo colloquio con mia moglie e i miei figli e quindi non avevo nessun dialogo di
questo genere, però c'è chi faceva colloqui con fratelli che erano per dire uomini d'onore
e con i figli che facevano parte di Cosa Nostra come Giuseppe GALATOLO che faceva
i colloqui con i figli e quindi diciamo che parlavano, si informavano, si aggiornavano, e
quindi chi aveva l'occasione di.. . come me, io per dire a me le notizie per dire me li
dava anche Nino SPATOLA, Bartolomeo SPATOLA che aveva il fratello che ci veniva
a colloquio.
GIUDICE: - Chiaro. Ascolti.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Simone SCALICI, alcune cose me le diceva.. . si.
-
GIUDICE: Ascolti, lei ha detto che quindi fino al 1996 era in grado di sapere di
reggeva, comandava le sorti del mandamento di San Lorenzo nel quale rientrava
Partanna - Mondello, ho capito bene? Giusto?
DICH. ONORATO FRANCESCO: Si, si. -
-
GIUDICE: Si. Chi era fino al '96 che reggeva le sorti del mandamento di San
Lorenzo o Tommaso Natale? O non lo so, mi chiarisca lei. Per esempio Resuttana
era, faceva parte di questo mandamento? O era mandamento esso stesso?
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: No, Resuttana faceva mandamento, è un ...
altro mandamento Resuttana, era mandamento dei MADONIA che in quel periodo
era gestito da, per dire, da Giuseppe GUASTELLA e successivamente poi
l'avevano pure i GALATOLO, i figli dei GALATOLO, per motivi di bisogno, San
Lorenzo era dopo l'arresto di Salvatore BIONDINO con Salvatore RIINA è stato
in mano a Salvatore-BUFFA, poi dopo Salvatore BUFFA è stato preso in mano da
Salvatore BIONDO "il lungo", per dire che questi man mano si. arrestavano ..
qualcuno prendeva il posto l'altro.
-
GIUDICE: Quindi.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: -
E queste erano tutte notizie che mi
arrivavano a me in carcere.
-
GIUDICE: Diciamo che si sono awicendate diverse persone nella gestione e nel
comando diciamo così del mandamento di Resuttana, ho capito bene?
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: Sì. Sì, si, si.
-
GIUDICE: Senta, lei ha mai conosciuto DI TRAPANI, qualcuno che si chiama DI
TRAPANI che operasse per nome e per conto del mandamento di Resuttana?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, io ho conosciuto DI TRAPANI Francesco
detto Ciccio DI TRAPANI, che anche il figlio Nicola ho conosciuto, quando sono
uscito dal carcere nell'87, il primo arresto dall'84 a '87 che io sono uscito in estate,
..
mi è stato presentato Nicolò. Nicola DI TRAPANI da Armanno BONANNO che
all'epoca ancora faceva il latitante alltArenella, che in quel periodo era capo
mandamento Armanno BONANNO, che i MADONIA erano tutti arrestati e dov'è
che ogni giorno io mi incontravo con Armanno BONANNO, con Salvatore
BIONDINO, dov'è che si faceva diciamo... era tipo un punto di incontro, anche
per vedere la situazione come il da farsi e quindi c'era pure Ciccio DI TRAPANI.
f
-
GIUDICE: Senta, quindi lei ha conosciuto.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Che era pure uomo d'onore della famiglia di
Cinisi, però che erano.. . erano molto vicini alla famiglia di Resuttana dov'è che si
prestavano da... erano in buoni rapporti anche per motivi di parentela che Salvo
MADONIA era fidanzato con la figlia di DI TRAPANI.
GIUDICE: - E chi era questa figlia di DI TRAPANI? Lei ricorda il nome?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Guardi, non mi... in questo sono tempi ...
lontani, non mi ricordo tanto bene, non mi ricordo.. .
-
GIUDICE: Ma ebbe mai in.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...se si chiamava Angela, non mi ricordo.
GIUDICE: - Ha detto Angela?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, mi sembra, ma non mi ricordo perché.. .
-
GIUDICE: Ascolti, lei ha detto che ha conosciuto e comunque ritualmente meglio
dire conosciuto, cioè come uomo d'onore DI TRAPANI Francesco inteso Ciccio, ho
capito bene, giusto?
DICH. ONORATO FRANCESCO: Si, si. -
-
GIUDICE: E ha conosciuto come uomo d'onore ritualmente presentato come
uomo d'onore Nicola DI TRAPANI, DI TRAPANI Nicolò, ho capito bene?
DICH. ONORATO FRANCESCO: Si. Sì si. -
-
GIUDICE: Quali altri DI TRAPANI se ve ne erano lei ha conosciuto in modo
rituale come uomini d'onore?
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: Ma in questo momento quelii che c'ho in
...
memoria sono questi di qua che io ho avuto pure frequenza di li ho frequentati,
quindi, ma c'erano altri DI TRAPANI, però in questo momento non... però con chi
ho avuto a che fare sono specificamente questi due.
-
GIUDICE: Senta, lei ha mai sentito...
DICH. ONORATO FRANCESCO: -
Poi per sentito dire c'erano altri DI
TRAPANI.
GIUDICE: - Ma non sa nulla degli altri?
DICH. ONORATO FRANCESCO: No, no, no. -
-
GIUDICE: Non sa nulla. Senta, ha mai sentito parlare DI TRAPANI ...
8 - -
DICH. ONORATO FRANCESCO: Non solo non è che non so, non mi ricordo.
-
GIUDICE: Non si ricorda, va bene, se non si ricorda. Lei DI TRAPANI Diego
.
l'ha mai..
DICH. ONORATO FRANCESCO: Si. -
GIUDICE: - ...
ha mai sentito parlare DI TRAPANI Diego?
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: Eh, si, DI TRAPANI Diego ne ho sentito pure
parlare, però non ho avuto a che fare io con DI TRAPANI Diego.
-
GIUDICE: Mai le è stato presentato.
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: Che era il fratello di... no, no.
-
GIUDICE: E' fratello di?
-
DICH. ONORATO FRANCESCO: Che era fratello di DI TRAPANI, Ciccio DI
TRAPANI.
-
GIUDICE: Senta, DI TRAPANI Michele ne ha mai sentito parlare?
DICH. ONORATO FRANCESCO: No, no. -
GIUDICE: - Non ne ha mai sentito parlare. Va bene. Senta, vi fu un momento
particolarmente delicato in Cosa Nostra, sono certo che se lo ricorderà perché attenne
alla consumazione dell'assassinio in danno di suo nipote, lo ricorda questo episodio?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì. I
GIUDICE: - Senta, questo episodio ebbe un'importanza rilevante, diciamo, non le
chiedo l'importanza rilevante per l'assassinio perché in se ogni assassinio è rilevante,
l'assassinio in danno di suo nipote ancor di più, la rilevanza che io le chiedo è una
rilevanza come posso dire, dinamica su quello che accadde in relazione ai rapporti che
lei aveva con Cosa Nostra, perché lei mi ha detto che è un uomo d'onore, era un uomo
d'onore anche di un certo peso, di un certo rilievo perché è un dato, è un fatto notorio
che lei sia colui che ha sparato sulla testa di Salvo LIMA e fino al '96, come mi ha detto,
data della sua collaborazione lei è un uomo d'onore ad ogni effetto, quindi l'assassinio di
suo nipote era un fatto importante, delicato che riguardò tutta Cosa Nostra, mi può
raccontare con poche parole cosa accadde e con chi entrò in contatto delle famiglie per
risolvere il problema dell'assassinio, dell'atto omicidiario ai danni di suo nipote?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, in quel periodo ci fu questa situazione di mio
nipote dov'è che è successo la morte con conflitto fra ragazzi che i ragazzi dei
GALATOLO, dei FONTANA e... dov'è che poi.. .
GIUDICE: - E lei li chiama ragazzi di.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...in carcere...
GIUDICE: - Sì, scusi, ragazzi di quali famiglie?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - I ragazzi della famiglia dell'Acquasanta, sia i
FONTANA che i GALATOLO.
GIUDICE: - E a quale mandamento... mi scusi signor ONORATO, a quale
mandamento faceva capo la famiglia dell'Acquasanta?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Resuttana, la famiglia di Resuttana.
GIUDICE: - La famiglia di Resuttana.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Di MADONIA.
GIUDICE: - Quindi dei MADONIA.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì.
GIUDICE: - E quindi erano loro che se c'era stato.. . faccia capire, se c'era stato questo
omicidio nel territorio di loro competenza, è segno che loro in qualche modo sapevano o
che comunque se ne dovevano occupare in senso di responsabilità?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, infatti mi è stato comunicato da Giuseppe
GALATOLO e anche da altri uomini d'onore che erano dispiaciuti per quello che era
successo e che diciamo che c'era gente che si era un po' ribellata perché non doveva
succedere, anche perché eravamo in buona armonia, in buona situazione con i
GALATOLO che erano in carcere, con Vincenzo GALATOLO che era il rappresentante
della famiglia dell'Acquasanta, con Pino GALATOLO che era consigliere prima di
essere arrestato, diciamo che mi è stato comunicato da loro che era successa questa
situazione e che erano dispiaciuti e che purtroppo fuori c'era un po' di, diciamo, di
malessere fra alcuni uomini d'onore perché sono cose che non dovevano succedere.
GIUDICE: - Chiaro, questo chiaro, ma con chi ebbe a dialogare della famiglia di
competenza su questo, lei ha parlato già dei GALATOLO, ma mi ha detto anche che la
questione però dipendeva dalla famiglia di Resuttana, dal mandamento di Resuttana,
quindi dalla famiglia.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì.
-
GIUDICE: ...diciamo MADONIA. Ebbe a parlare con qualcuno per esempio dei DI
TRAPANI che mi ha indicato poc'anzi come suoi referenti, come diciamo persone a lei
presentate ritualmente ed dei quali conosceva l'affiliazione e la responsabilità in Cosa
Nostra?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, io ho avuto possibilità di parlare anche con
Enzo GALATOLO, con Nino MADONIA, e nel... sotto lo stanzone che c'è nel
Tribunale di Palermo che ci portavano li per motivi di processi, e mi sono incontrato
con Nino MADONIA, con mi sono incontrato con Enzo GALATOLO, nella sezione
stesso con Pino GALATOLO, con altri uomini d'onore che in questo momento guardi
non mi ricordo, ma comunque c'è stato un.. .
GIUDICE: - Con Nicola DI TRAPANI ebbe a parlarne?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Un periodo che si parlava solo di.. .
GIUDICE: - Con Nicola DI TRAPANI ebbe a parlarne?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - No, con Nicola DI TRAPANI non mi ricordo se.. .
GIUDICE: - No.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Nicola DI TRAPANI mi sembra che era fuori, era
mi sembra che in quel periodo era fuori e che Nicola DI TRAPANI era quello che si era
interessato per questa situazione assieme con BIONDO Salvatore "il lungo" e altri
uomini d'onore che erano fuori.
GIUDICE: - Ma è vero che si interessò della questione anche.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Mi sembra che in quel periodo...
GIUDICE: - E' vero che si interessò della questione anche Giovanni BRUSCA? Le
risulta?
@ DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, perché Giovanni BRUSCA in quel periodo era
pure fuori, diciamo che fu una cosa che.. . che faceva parte di Cosa Nostra, quindi non si
può uccidere un nipote di un uomo d'onore della stessa corrente, che ha dato tanto alla
stessa corrente e ci viene fatto un'azione del genere, diciamo che fu un dispiacere, che
Totò RIINA si mordeva le dita nell'aula bunker dell'Ucciardone quando è successa sta
cosa e mi.. . mi guardava e si mordeva le dita. Anche Salvatore BIONDINO.
GIUDICE: - Lei le chiama correnti quelle che non sono quelle d'aria devo supporre.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, la corrente.. . corrente perché.. . ah?
GIUDICE: - Sì, no, l'ascolto. L'ascolto.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Corrente perché Rosario RICCOBONO quando è
successo la guerra di mafia de11'80, 81, '82, Stefano BONTADE, Totò INZERILLO,
diciamo che io.. . noi, ci è rimasto questo modo di dire che erano due correnti per questo
motivo.. .
GIUDICE: - Diciamo che erano fazioni.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...ho detto questa fiase.
GIUDICE: - Chiamiamole fazioni contrapposte, giusto, che si facevano la guerra.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Si, sì, sì.
GIUDICE: - ...in quel momento. Senta, come venne risolto.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Esatto.
GIUDICE: - Come venne risolto il problema relativo all'assassinio di suo nipote e che
cosa le disse la famiglia avuto riguardo alle necessità del caso? La famiglia, sto parlando
del mandamento di Resuttana.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Ma ci sono state delle soddisfazioni, ma a me mi è
rimasto il nipote, cioè le soddisfazioni che ci sono state con delle parole, però diciamo
che quando succedono fatti di sangue sono cose che poi rimangono nella...
GIUDICE: - Chiaro. Insomma ha avuto soddisfazione...
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...nella vita.
GIUDICE: - ...soltanto a parole, ma non con l'assassinio diciamo dei responsabili.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, che poi c'è.. .
GIUDICE: - Ho capito.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - ...stato per dire.. .
GIUDICE: - Ho capito la sua risposta. Senta, Pino GUASTELLA o Giuseppe
GUASTELLA inteso Pino lo ha conosciuto? I
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, l'ho conosciuto, detto... noi Giuseppe
GUASTELLA noi lo chiamavamo "vastiedda", "vastiedda" come una vastiedda i pane,
scusando la frase in dialetto, non lo chiamavano u GUASTELLA, lo chiamavamo Pino
"Vastiedda". Sì, e l'ho conosciuto che era nel mandamento del mandamento di Resuttana
nella famiglia dei MADONLA.
GIUDICE: - Ma era del mandamento o aveva funzioni di direttive nel mandamento?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - In quel periodo, nell'ultimo periodo aveva direttive
che aveva addirittura preso il mandamento nelle mani per motivi di necessità che tutti
gli uomini d'onore del mandamento di Ciccio MADONLA di Resuttana erano in carcere
e quindi diciamo che funzionava lui come capo mandamento, questo raccontando.. . mi
è stato raccontato sempre attraverso Pino GALATOLO e altri uomini d'onore.
GIUDICE: - Quindi diciamo che nell'ultimo periodo quello a ridosso del '96, cioè quello
che lei conosce lui addirittura ebbe funzione.. .
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì.
GIUDICE: - ...diciamo dirigenziale in seno al mandamento di Resuttana.
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Sì, sì, sì.
GIUDICE: - Penso di avere quasi finito, Avete domande? Va bene. Possiamo chiudere il
collegamento se non ci sono altre domande, altre questioni. Allora, noi abbiamo udienza
domani alle 15:30,giusto? Nell'aula però B2 per l'audizione di?
DICH. ONORATO FRANCESCO: - Posso andare signor Presidente?
GIUDICE: - Sì, sì. Grazie.
-
ESAME DELL'INDAGATO PALAZZOLO SAVERIO

G.U.P.: Allora se possiamo fare avere ingresso a Palazzolo


Saverio. Prego, si accomodi. Intanto vediamo se i dati che
abbiamo in possesso corrispondono. Palazzolo Saverio, nato
a ~inisiil 2 gennaio del 1956?
DICH. PALAZZOLO SAVERIO: Sì.
G.U.P.: Dunque prima che lei possa che lei possa rendere
dichiarazioni io llawerto che le dichiarazioni possono
essere utilizzate nei suoi confronti, salvo quanto disposto
dalllarticolo 66 comrna primo del codice di procedura
penale, lei ha facoltà di non rispondere e comunque il
procedimento seguirà il suo corso. Se renderà dichiarazioni
su fatti che concernono la responsabilità di altri assumerà
in ordine a tali fatti l'Ufficio di testimone salvo le
incompatibilità previste dalllarticolo197 e le garanzie di
cui alllarticolo 197 bis del codice di procedura penale.
Lei intende awalersi della facoltà di non rispondere?
DICH. PALAZZOLO SAVERIO: Sì, certo.
G.U.P.: Intendo awalermi della facoltà di non rispondere.
DICH. PALAZZOLO SAVERIO: Intendo awalermi della facoltà di
non rispondere..
G.U.P.: Anche perché lei in questo processo era imputato
delllarticolo12 quinquies legge numero 356. . .
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Indagato, signor ~iudice.
G.U.P.: ... 292 e successive modifiche, quindi ha ruolo non
tanto di imputato di reato connesso, ma vero e proprio
imputato nello stesso processo.
A W . PALAZZOLO: La sua posizione è stata stralciata. . .
P.M.: Signor Giudice, l avevo forse precisato anche prima,
nei suoi confronti non è stata mai esercitata l'azione
penale. Quindi è rimasto a livello di indagato il signor
Palazzolo.
G.U.P.: Indagato, non imputato, indagato.
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Giudice, tra 1 'altro se mi
posso permettere con riferimento a quelle sue richieste di
chiarimento in ordine ai beni sottoposti a sequestro. Lei
accennava poc'anzi a dei terreni siti in Contrada Vecchio,
questi terreni che sono di proprietà del signor Palazzolo
sono stati dissequestrati dalla Procura della Repubblica.
Nel suo elenco si faceva riferimento a dei terreni in
Contrada Vecchio.
G.U.P.: Io forse licenzierei e poi eventualmente la
questione la chiariamo perché io a questo punto farò
l'elenco catastale di questi beni per capire se essi sono
parte di questo processo oppure no, perché guardate che è
anche possibile che un prowedimento di dissequestro non
sia stato oggetto di trasmissione, registrazione e quindi
per noi penda una partita di un fascicolo ancora aperta,
quindi vorrei a questo punto un chiarimento finale. È
possibile anche che sia un difetto di coordinamento. Lei
intanto può andare, grazie. l
ESAME DELL'IMPUTATO - RUFFINO ROSOLINO

G.U.P.: Lei ha la sua richiesta di rinvio a giudizio,


Signor Pubblico Ministero? Sì, se facciamo avere ingresso
intanto a Ruffino Rosolino. Perché se prende quella
richiesta di rinvio a giudizio, ma potrei sbagliarmi, tra
il numero 8 delllimputazioneascritta a Pizzo Pietro e il
numero 10 del1 imputazione ascritta a Corsino Antonio C ' è
un 9 che, può anche darsi che sia io che abbia visto male,
che manca, non so se manca per un difetto di taglia-incolla
o per altro motivo, può anche darsi che sia io... allora poi
eventualmente...allora Ruffino Rosolino lei, nato a carini
il 20 dicembre 1966?
DICH. RUFFINO ROSOLINO: Sì.
G.U.P.: Allora preliminarmente devo avvertirla che le sue
dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi confronti;
salvo quanto disposto dalllarticolo 66 comma primo del
codice di procedura penale, lei ha facoltà di non
rispondere, ma comunque il procedimento seguirà il suo
corso. se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri assumerà in ordine a tali fatti
l'ufficio di testimone salve le incompatibilità previste
dalllarticolo 197 e le garanzie delllarticolo 197 bis del
codice di procedura penale. Lei intende awalersi della
facoltà di non rispondere?
DICH. RUFFINO ROSOLINO: Sì.
G.U.P.: Sì, intende awalersi della facoltà di non
rispondere. Tra l'altro lei ha reso delle dichiarazioni che
sono del 13 febbraio del 2009 e che sono, fanno parte di
questo fascicolo. Prego, può andare.
G.U.P.: Allora lo vogliamo chiarire adesso questo discorso
o forse è meglio che sentiamo prima i collaboratori?
P.M.: Non ho capito a quale capo si riferiva.
G.U.P.: No, non è un capo, cioè specifico, è il fatto che
@ ---
la successione dei capi imputativi, se lei ha davanti a se
la richiesta di rinvio a giudizio, a meno che ripeto non è
stato un errore di taglia-incolla su altra, allora il capo
d'imputazione ascritto a Corsino Antonio reca il numero 10
o sbaglio? Reca un numero lo?
P.M.: Sì.
G.U.P.: I1 capo di imputazione precedente che è ascritto a
Pizzo Pietro reca il numero 8 o mi sbaglio? È un errore mio
nelllaver interpretato male la successione oppure qualcosa
mi sfugge? Cioè a dire tra il 8 e il 10 ci dovrebbe essere
un 9, ché può anche darsi che sia sfuggito perché a volte
la successione in Windows purtroppo può creare queste
falle, chi lavora un pochettino con il word processar sa
che può crearsi questa falla. Io volevo sapere se era una
questione, diciamo, di natura informatica.
P.M.: Lo devo controllare con il cartaceo.
G.U.P.: Allora a questo punto.
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Giudice, io mi allontano.
G.U.P.: Se prima di allontanarsi forse vogliamo chiarire
questa cosa dei terreni, visto che stato
interlocutore.
1265
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Sì, grazie, Giudice.
G.U.P.: Allora io ho un elenco di cespiti patrimoniali,
chiamiamoli così, che sono sottoposti a vincolo cautelare
reale ancora nel processo che riguarda, può anche darsi che
non lo siano più e il prowedimento non l'ho riscontrato in
atti. Che riguardano un terreno sito nel Comune di Cinisi,
Palermo, Contrada San Giovanni, esteso are 97,77 iscritto
al catasto al foglio 4, particella 111, ex Illa. Poi
terreno sito nel Comune di Cinisi, Contrada Cipollazzo,
esteso are 27,32, iscritto al catasto al foglio 13,
particella 812 e foglio 23 particella 70, libero da
costruzioni ed incolto. Poi terreno sito nel Comune di
Cinisi, Contrada Vecchio, esteso are 14,58 iscritto al
catasto al foglio 13 particelle 800 e 902, libero da
costruzioni. Terreno sito nel Comune di Cinisi, Contrada
Cipollazzo, esteso aree...
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Giudice, mi perdoni la blocco.
I1 terreno di proprietà del signor Palazzolo è quello di
Contrada Vecchio, 14 are, che è stato oggetto di un
prowedimento di dissequestro da parte della Procura della
Repubblica. Non ci sono poi altri beni immobili
riconducibili al signor Palazzolo.
G.U.P. : Sì, ma a questo punto io il chiarimento io ho
bisogno di farlo per tutti, perché a me non risultava, poi
questo prowedimento di dissequestro evidentemente è venuto
dopo la richiesta di rinvio a giudizio, è possibile?
A W . PALAZZOLO: Sarà di un 15 giorni fa, 20 giorni fa.
G.U.P.: E allora lo capisco perché non mi risulta,
figurarsi se qualcuno invia le carte del dissequestro al
Giudice delle udienze in riti-abbreviato
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: E1 successiva alla richiesta di
rinvio a giudizio per i co-indagati, sì.
G.U.P.: Vediamo un attimo, allora è necessario che andiamo
avanti perché se altri hanno questioni relative di uguale
valore è bene che siano evidenziate. Terreno sito nel
Comune di Cinisi, Contrada Cipollazzo, esteso are 6,40
iscritto in catasto al foglio 23, particella 178 sul quale
insiste una struttura in cemento armato costituita da un
unico grande vano completamente abbandonata e fortemente
degradata. Terreno sito in Comune di Cinisi, Contrada
Vecchio e Cipollazzo, esteso aree 13,73, iscritto in
catasto al foglio 13, particella 724 sul quale insiste un
villino unifamiliare costruito abusivamente e composto da
due elevazioni fuori terra. Poi per quanto riguarda la
villa in Contrada Addaura, località Addaura, già abbiamo
visto che non C ' è alcun vincolo reale. Appartamento invece
di 7 vani sito in Palermo, Piazziale degli Alpini n.9 piano
quinto, catastato al foglio 22, particella 2416 sub 28. BOX
cantinato di metri quadrati 23 sito in Palermo, ~iazziale
degli Alpini numero 9 piano S I catastato al 22 particella
2416 sub 39. E poi la ditta individuale di cui abbiamo
parlato Bar Sofia con annessa rivendita di tabacchi. Va
bene, quindi a quanto capisco ci sono soltanto due beni che
sono attualmente non vincolati cautelarmente in questo
m
processo che sono il terreno e la villa. Va bene, adesso,
andiamo avanti.
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Giudice, mi autorizza ad
allontanarmi.
G.U.P.: Prego, AwocatoPalazzolo.
A W . PALAZZOLO GIANGIACOMO: Grazie, buongiorno.
G.U.P.: Una buona giornata. Allora facciamo avere ingresso
ad Avitabile Antonino.
ESAME DEL COLLABORATORE D I G I U S T I Z I A - A V I T A B I L E RNTONINO

ASS. IN VIDEOCOLLEGAMENTO DAL SITO RISERVATO: Buongiorno,


dal sito riservato le do atto della presenza del signor
Avitabile Antonino.
G.u.P.: sì, dovreste oscurare gli altri siti per necessità
processuali. ~llora,m vita bile Antonino, mi da conferma se
i suoi dati anagrafici son quelli che noi possediamo, nato
a Palermo il 25 marzo del 1967?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sono questi.
G.U.P.: Lei ha nominato un difensore di fiducia, c l è un
difensore per lei?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, 1 'Awocato Fabbri, Carlo
Fabbri.
G.U.P.: LIAwocato Carlo Fabbri che è qui presente, vedo
presente, se mi da atto della presenza anche al verbale
registrato.
A W . FABBRI CARLO: Awocato Carlo Fabbri per Avitabile
Antonino.
G.U.P.: Grazie, Awocato. Senta, signor Avitabile, io ho
preliminarmente da rivolgerle, chiamiamolo così, un
ammonimento avuto riguardo al fatto che le dichiarazioni
possono essere utilizzate nei suoi confronti; salvo quanto
disposto dalllarticolo 66, comrna primo del codice di
procedura penale lei ha facoltà di non rispondere, ma se
non risponde il procedimento seguirà il suo corso, se
renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri assumerà in ordine a tali fatti
l'ufficio di testimone salve le incompatibilità previste
dalllarticolo197, le garanzie di cui alllarticolo197 bis
del codice di procedura penale. ~ e intende
i rispondere alle
mie domande?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì, rispondo.
G.U.P.: Senta, signor Avitabile. Mi può dire quando per la
prima volta lei è stato oggetto di un prowedimento di
custodia cautelare in carcere?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Nel '91, marzo del '91, penso.
G.U.P.: Marzo '91, per quale motivo?
DICH. AVITABILE ANTONINO: ~storsione, estorsione e
associazione mafiosa.
G.U.P.: Quanto tempo sta in carcere per questo fatto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: 5 anni, un 5 anni, sì.
G.U.P.: Quindi fino al? Se lo ricorda?
DICH. AVITABILE ANTONINO: '96, maggio del '96.
G.U.P.: Lei inizia a collaborare invece quando?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Nel '97.
G.U.P.: Quindi quando lei comincia a collaborare lei è
libero?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì. No, fui arrestato nel '97
per unlaltraestorsione.
G.U.P.: Senta, prima del '91 è mai stato s o t t o p ~ ~at ~
custodia cautelare o comunque è stato per periodi dentro
casa circondariale? f
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, mai, mai.

1268
G.U.P.: Senta, la domanda semplice e forse complessa al con
tempo, lei era un uomo d'onore?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No.
G.U.P.: Mai stato un uomo d'onore?
DICE. AVITABILE ANTONINO: No.
G.U.P.: Ma ha operato per Cosa Nostra?
DICE. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: E io qua subito ho da farle un'altra domanda,
ma...e qual è la differenza tra operare per Cosa Nostra non
essendo uomo d'onore?
DICE. AVITABILE ANTONINO: La differenza, uomo d'onore
decidono loro quando farti uomo d'onore e se farti. Uomo
d'onore è importante, prendi un.... si prende una posizione
nella "f migliaw.
G.U.P.: Cioè chi decide e in quale momento si decide,
diciamo, il salto di qualità e prima di quel salto di
qualità, qual è la differenza in termine operativo,
diciamo, in termine materiale, fisico circa le cose che si
fanno in Cosa Nostra? Cioè siccome lei m l h a detto decidono
loro il momento opportuno nel quale tu diventi un uomo
d'onore. Ma cosa devi fare esattamente per diventare un
uomo d'onore, perché ti sia riconosciuta questa qualità?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Prima ci vogliono delle qualità,
loro le chiamavano qualità morali, nel senso personali di
moralità, poi col tempo che uno portava sempre delle cose a
fine... al fine i compiti, a buon esito col tempo facevi
carriera e diventavi poi, loro decidevano se farti uomo
d' onore.
G . U . P . : Allora mi faccia capire, lei mi ha poc'anzi detto
che fino...al '91 lei entra in carcere per il reato di
associazione mafiosa ed estorsione. Quindi devo supporre,
io non ho il quadro completo delle sue dichiarazioni rese
fino a oggi, io ho un segmento di queste dichiarazioni,
quindi le domande che le farò magari potranno per lei
sembrare scontate, purtroppo non lo sono per me. Allora lei
m ha detto che nel '91 entra in carcere per associazione
mafiosa ed estorsione, quindi devo supporre che già da
quella data e fino al '97, data in cui viene nuovamente
arrestato sempre per quel titolo, lei abbia operato in via
di fatto negli interessi di Cosa Nostra non essendo uomo
d'onore, ho capito bene? È giusto quello che ho detto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì.
G . U . P . : Prima del '91 per quanto tempo aveva operato per
Cosa Nostra facendo attività estorsive?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Io è stato dal '87, dal '87/88 ho
cominciato.
G . U . P. : Dal 1987. Quindi è giusto dire che lei per un
decennio addirittura ha operato per Cosa Nostra in
attività, diciamo, che adesso mi spiegherà, ma che comunque
sono delinquenziali non essendo uomo d'onore?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: ~uindidal 1987 al 1997 a quanto ho capito se si
eccettua quel periodo di 5 anni che ha passato in carcere,
ho capito bene?
DICH- AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: E quindi pur avendo operato per un decennio in
favore sostanzialmente di Cosa Nostra, lei non ha mai
tuttavia ricevuto un titolo formale di uomo d'onore?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, giusto.
G.U.P.: E allora il fatto di non aver ricevuto questo
titolo formale cosa l'abilitava a conoscere di Cosa Nostra
delle modalità attraverso cui Cosa Nostra operava,
dell'organigramma degli uomini che lo componevano, insomma
di tutte quelle informazioni che devo supporre a questo
punto, perché lei è un po' laconico nelle risposte, lo devo
sottolineare, tutto quello che non le veniva come
patrimonio di conoscenze non essendo uomo d'onore?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Ma io ho iniziato che mio padre
mi dava il compito di andare a fare l'esattore.
G.U.P.: Se la domanda è infelice gliela ripongo, Pubblico
Ministero, se non ha capito nella domanda io gliela ripongo
non è un problema.
P.M. : Lo conduce lei, Signor Giudice, quindi io non avevo
interloquito né intendo farlo.
G.U.P.: No, pensavo che ci fosse un'obiezione sulla
domanda.
P.M.: No, assolutamente, nessuna obiezione.
G.U.P.: Okay. Allora.
DICH. AVITABILE ANTONINO: Io ho iniziato perché mio padre
mi diceva di andare a fare delle... di andare a prendere
dei soldi tipo come esattore e a volte che mandavo dei
messaggi ad alcuni della llfamigliall di Partanna o
"famiglia" di San Lorenzo perché o mio padre non si poteva
muovere o perché aveva problemi e sono entrato così tramite
mio padre. Poi mio padre m'ha presentato. queste persone
nell'ambito di Cosa Nostra e mi davano gli incarichi di
fare o l'esattore o di andare a parlare con quel
costruttore per... così ho iniziato, ma tramite mio padre e
questi amici di mio padre.
G.U.P.: Ho capito, quindi a questo punto devo supporre,
perché lei non me l'ha detto prima, che suo padre era uomo
inserito in Cosa Nostra, era o non era anche lui uomo
d onore?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, io so che lui era della
"fmiglian di Partanna.
G.U.P.: Suo padre, il nome di battesimo di suo padre qual
era?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Era Pasquale, vitab bile pasquale.
G.U.P.: Ed era umo d'onore della "famigliau di Partama ha
detto, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Ascolti, lei ha già parlato di llfamiglia", io in
realtà fino adesso non le avevo chiesto, appunto questa, un
riferimento al quadro, diciamo, dell'organigramma se non in
modo generico, cioè a dire, ma questo discorso delle
"famiglien perché? Lei intanto come lo conosceva che
c'erano le "famiglieM?Siccome mi ha detto, lei non ha ami
avuto la qualifica di uomo d'onore, però ha conosciuto
l'esistenza delle ufamigliewin Cosa Nostra?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, perché quando io facevo
l'esattore e poi dovevo portare i soldi, mio padre mi
spiegava a quale "famigliau andava e se il costruttore è un
costruttore vicino a mio padre e andava a costruire in una
zona dell'~cquasanta,i soldi toccavano alla "famigliandei
Madonia di Resuttana e lo stesso se una "famigliaw andava
là, se un costruttore andava in un1altra zona toccavano i
soldi farglieli avere alla "famiglian di appartenenza dove
andava a operare l'imprenditore.
G.U.P.: Chiarissimo, quindi lei pur non essendo uomo
d'onore, tuttavia aveva accesso alle informazioni che
riguardavano Cosa Nostra grazie alla comunicazione che
aveva con suo padre che invece uomo d'onore era, ho capito
bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P. : Quindi il patrimonio di conoscenza per lei era
questo?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: E mi ha detto che suo padre era della llfamigliall
di
Partanna, giusto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Se mi può rispondere subito perché penso che la mia
voce non le arrivi, è un problema forse di collegamento
però.. . Allora, senta, la l'famiglia1'di Partanna aveva un
suo coordinamento ancora superiore, cioè c'era un organismo
che coordinava le varie "famigliew?
DICH. AVITABILE ANTONINOI Che io sappia, allora, io
sapevo... allora, la "famiglia" di Partanna era composta al
vertice prima c'era Saro Riccobono e poi dopo Saro
Riccobono prese Civiletti prese in mano la Mfamigliall e so
che ogni "famigliaMsi mettevano d'accordo fra di loro, mi
spiegava mio padre, per la spartizione dei vari soldi delle
estorsioni.
G.U.P.: Sì, ma io non le ho posto questa domanda perché poi
ci arriviamo a come si spartivano le estorsioni. Io le ho
posto, lei conosceva che esisteva un mandamento?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, c'era il mandamento di
Resuttana, il mandamento San Lorenzo, i vari mandamenti sì.
G.U.P.: Quindi lo sapeva perché suo padre le parlò anche
dei mandamenti?
DICH. AVITABILE ANTONINO: sì, sì.
G.U.P.: Senta, lei mi ha parlato del mandamento di
Resuttana?
DICH. AVITABILE ANTONINO: sì.
G.U.P.: Quali "famiglien facevano parte del mandamento?
DICH. AVITABILE ANTONINO: La "famiglian ~adonia.
G.U.P.: Quali "Famiglien facevano parte del mandamento di
Resuttana?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora chi aveva potere, che poi
la "famigliaml di Resuttana arrivava fino al1 'Acquasanta,
erano la "famiglian Madonia che c'era il
Cicciot e poi i figli Giuseppe, Salvatore e htonino, però
di quello che io sapevo quando son stato io chi prendeva le
decisioni era Ant0nin0 Madonia perché il padre era in
carcere.
G.U.P.: Ma lei li ha conosciuti personalmente?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Io ho conosciuto Antonino e
Salvatore.
G.U.P.: Come mai li ha conosciuti?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora Antonino un periodo fuori
che veniva da Civiletti al mercato ortofrutticolo, perché
Civiletti aveva l'attività al mercato ortofrutticolo, e
Salvatore Madonia invece l'ho conosciuto dal suocero, lo
zio Ciccio Di Trapani.
G.U.P. : Senta, lei sapeva se Salvatore era chiamato in un
certo modo o era chiamato proprio così Salvatore? Aveva un
vezzeggiativo?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, no, lo chiamavano Salvino,
Salvuccio, Salvino, così lo chiamavano in senso di affetto.
G.U.P.: Senta, lei ha mai conosciuto la moglie di Salvino?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, mai.
G.U.P.: Siccome ha detto che ha conosciuto dei Di Trapani.
Di Trapani chi erano esattamente e che rapporti avevano con
i Madonia?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora io ho conosciuto il
suocero, lo zio Ciccio, che era imprenditore edile, lui
faceva tutto quello che diceva Salvo Madonia, Salvino. E
poi il figlio dello zio Ciccio, Nicola Di Trapani, NicolÒ.
G.U.P.:- Quindi lei ha conosciuto Di Trapani Francesco,
detto Ciccio, e Di Trapani NicolÒ, ma non ha mai conosciuto
rispettivamente la figlia e la sorella di quelli che ha
test6 detto di aver conosciuto, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, si. .-
G.U.P.: Senta, Di Trapani Michele lei l'ha mai conosciuto?
DICE. AVITABILE ANTONINO: sì, l'ho conosciuto era il
fratello dello zio Ciccio, non so se era il più grande.
G.U.P.: L'ha conosciuto, per quale motivo l'ha conosciuto
il fratello dello zio Ciccio, come mi ha detto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, perché io con lo zio ~ i c c i o
avevo dei rapporti di lavoro e da come ho capito pure il
Michele aveva rapporti di lavoro con suo fratello, con lo
zio Ciccio el'ho incontrato là e lo salutavo, ma mai avuto
rapporti di estorsioni, no mai, non ci ho mai avuto
rapporti.
G.U.P.: Non ha mai avuto rapporti, diciamo, ha avuto
riguardo a delitti, diciamo, che lei ha compiuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: sì, no delinquenziali, sì.
G.U.P.: Ascolti, lei mi ha detto che in più occasioni è
stato imputato e per questo è stato arrestato attività
estorsive. Mi può dire anche se sinteticamente visto che
non fanno parte di questo processo queste attività
estorsive in che cosa si concretizzavano anche per capire,
diciamo, il livello di importanza delle azioni che le erano
delegate in Cosa Nostra.
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora le estorsioni venivano
effettuati...
G.U.P.: L 1ha domanda l'ha capita?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì, ho capito.
G.U.P.: Grazie.
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora le estorsioni che
effettuava le llfamiglien, i vari mandamenti allora erano
prima nell'ambito edilizio, tipo il costruttore costruiva
gli appartamenti e su quel palazzo doveva pagare una certa
percentuale, e poi sui vari lavori che si facevano a
Palermo, lavori stradali, di posa cavi, cavi quelli Enel o
del telefono. E poi tutto quello che era edile. E poi pure
nel1lambito dei commercianti, si facevano le estorsioni ai
vari commercianti di abbigliamento, bar, tutto quello che
era attività commerciale.
G.U.P.: Quindi lei si occupava, come posso dire, di, come
direbbero in siciliano, di siggere, no? Di imporre,
diciamo.. .
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, siggere.
G.U.P.: Siggere. Poi?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, il problema era che si ci
facevano delle telefonate al commerciante, al commerciante
si diceva di contattare un amico per potere pagare e a
volte o venivano, contattavano me, mio padre o qualcun
altro che era sempre nelllambitovicino a qualcuno e poi si
ci, si metteva d'accordo, però non è che decidevo io quanto
pagava l'imprenditore, io poi facevo da tramite con
Madonia, era lui che decideva, decidevano i capi.
G.U.P.: Ho capito bene? Cioè ~adonia,quando parliamo di
Madonia parliamo di quale dei tanti?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora io ho avuto a che fare
sempre con Antonino e con Salvatore Madonia.
G.U.P.: Quindi Antonino e Salvatore le dicevano
sostanzialmente di andare a prendere il denaro, giusto? Che
era oggetto delle estorsioni dei vari imprenditori,
commercianti o chi per loro, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: E questa è l 'unica cosa che lei faceva per Cosa
Nostra? Oppure faceva pure qualcoslaltro,cioè per esempio
se queste persone non pagavano le delegavano anche attività
di tipo violento, intimidatorio, che ne so, colla sui
lucchetti, incendi, danneggiamenti di vario tipo? Se può
essere anche in modo sintetico, se mi può riferire questi
fatti anche in modo sintetico per capire esattamente come
Cosa Nostra la faceva operare.
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora se l'imprenditore era un
po' duro perché capitavi quelli ostinati a volte si
facevano dei messaggi o gli lasciavo... però me lo
dicevano, mi dicevano dagli una scossa, però non cose
plateali, ci mettevo la bottiglia di benzina, la colla, dei
messaggi che non davano nelllocchio, però lui capiva,
l'imprenditore.
G.U.P.: Ho capito, quindi le hanno oltre che al ruolo,
diciamo, di esattore, le hanno dato pure quello di
esecutore di varie azioni intimidatorie come per esempio il
fuoco nelle vicinanze oppure la colla oppure altri atti,
diciamo, di danneggiamento, questo era quello per il quale
lei, diciamo, veniva interessato, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Senta, lei Guastella, Pino Guastella l'ha mai
conosciuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Come mai l'ha conosciuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Pino Guastella era... allora pino
Guastella era, quando l'ho conosciuto io era la persona di
fiducia dello zio Ciccio Di Trapani. Quando tipo lo zio
Ciccio, allora perché poi era sempre un passa parola, non è
che a me veniva sempre Salvo Madonia, salvino, a dirmi fai
questo, fai quello, perché era latitante, allora a volte
Salvino Madonia usava a Pino Guastella come tramite, era
Pino che veniva a volte a dirmeli o me lo veniva a dire il
suocero ed era una persona, un componente della "famigliam
dei Madonia, però era molto, era tipo un braccio destro
dello zio Ciccio, del Di Trapani.
G.U.P.: Allora Pino Guastella operava per Ciccio Di
Trapani, questo abbiamo capito. Però lei mi ha giustamente
riferito a periodi in cui c'era una detenzione, erano in
fase di custodia cautelare oppure comunque non potevano
dialogare. A quel punto come le arrivavano gli ordini che
lei doveva eseguire quando clera questa situazione,
diciamo, di obbiettiva difficoltà comunicativa?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Tramite Pino Guastella perché
Pino Guastella era... quello che diceva lui era la voce del
Di Trapani.
G.U.P.: Ho capito, quindi solo sempre e soltanto lei ha
ricevuto ordini da Pino Guastella, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, pure da altri, o dallo zio
Ciccio oppure dal Madonia, però Pino se queste persone se
il Madonia che era latitante aveva difficoltà a venire a
Palermo mandava il Guastella.
G.U.P. : Allora facciamo così, arriviamoci in modo diverso.
In quali situazioni o in quante situazioni ebbe ordini da
persone diverse da quelle che abbiamo fino adesso detto?
Lei ha parlato di Madonia, di Ciccio Di Trapani, Salvino
Madonia e Antonino Madonia, di Ciccio Di Trapani e di Pino
Guastella, va bene? Fino adesso ha detto questi. Ha
ricevuto ordini e quindi è entrato in contatto - oltre al
rapporto che chiaramente ha già detto con suo padre,
Avitabile Pasquale - con altri soggetti che le hanno dato
disposizioni in ordine al da farsi per Cosa Nostra?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, io ho avuto a che fare con i
Galatolo che i Galatolo erano, c'era Pino, Giuseppe
Galatolo ed Enzo Galatolo che erano quelli che mandavano
gli ordini di Antonino Madonia, perché poi chi t
comandava
alllultimo, sì, era un passaparola, ma chi comandava era
Antonino Madonia, Nino.
G.U.P.: Quindi lei ha ricevuto anche istruzioni, diciamo
così, da Galatolo Enzo e Pino che rappresentavano
esattamente che cosa in Cosa Nostra questi due Galatolo?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora loro erano, Enzo era il
rappresentante della 'ifamiglia'l dell'Acquasanta, per6 chi
comandava era il Madonia, erano sotto l'influenza del
Madonia poi.
G.U.P.: perché e questo a quanto ho capito l'aveva detto
prima la "famiglian dellnAcquasanta rientrava nelllambito
del mandamento di Resuttana, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Resuttana, sì.
G.U.P.: Perfetto. Lei ha mai conosciuto Brusca Giovanni?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, mai.
G.U.P.: E non ha mai avuto a che fare con Brusca Giovanni,
giusto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, mai.
G.U.P.: Senta, ha conosciuto Di Pace Francesco?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, nemmeno.
G.U.P.: Se io invece le dico se ha conosciuto il nipote di
Pino Guastella? Lo ha mai conosciuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Ah, guardi, il problema che là a
volte si usavano i nomi, perché se lei mi fa i cognomi,
clera tanta gente perché io ho conosciuto sì, nipoti di
Pino Guastella.
G.U.P.: E chi ha conosciuto come nipote di Pino Guastella?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Allora ho conosciuto uno che si
chiamava Giovanni se non erro, perché è stato parliamo di
tanti anni fa, che era sempre là nelllattività del Di
Trapani.
G.U.P. : Ma l'ha conosciuto per ragioni di lavoro, per
ragioni diverse, per ragioni connesse alle attività che
svolgeva per Cosa Nostra? Come ,l'haconosciuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, no, io li ho conosciuti là,
non ci ho avuto nessun rapporto delinquenziale, niente
estorsioni.
G.U.P.: Va bene. Lei quindi nella, diciamo, nella sua vita,
nel suo rapporto con Cosa Nostra si è limitato ad attività
estorsive ed esattive, diciamo latamente?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Non ha mai posto per esempio in essere un atto
omicidiario, non ha mai compartecipato nessun tipo di
atto...
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, no, mai.
G.U.P.: . ..diciamo, sanguinario più grave di quelli che ha
fino adesso elencati, ho capito bene?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Va bene, soltanto le ultime due domande. ~ e ha
i mai
conosciuto Sgadari Vincenzo?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Guardi, penso di no, non sono
sicuro perché i cognomi di questi, non mi dice niente.
G.U.P.: Ma è possibile che qualcuno lo abbia conosciuto con
un soprannome?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Sì, sì, è possibile.
G.U.P.: Per esempio qualcuno che si chiamava wmBiciclettamw
lei lo ha mai sentito dire?
DICH. AVITABILE ANTONINO: No, no, mai sentito.
G.U.P.: Senta, Pizzo Pietro lei l'ha mai conosciuto?
DICH. AVITABILE ANTONINO: Penso di no, guardi, non mi dice
niente il nome.
G.U.P.: Va bene. Ci sono domande? Nessuna domanda,
perfetto, possiamo licenziare il signor Avitabile, la
ringraziamo, una buona giornata.
DICH. AVITABILE ANTONINO: Buongiorno.
G.U.P.: Scolleghiamo il sito. E quindi Ruvolo Baldassere.
A W . FABBRI CARLO: Giudice, se consente io mi allontano
avendo finito.
G.U.P.: Grazie, Awocato Fabbri.
A W . FABBRI CARLO: Grazie a lei, Giudice, buongiorno.
ESAME DEL COLLABORATORE D I G I U S T I Z I A - RW O L O BALDASSARE

G.U.P.: E' in collegamento Ruvolo Baldassare, giusto?


ASS. IN VIDEOCOLLEGAMENTO DAL SITO RISERVATO: Sì,
buongiorno, Signor Presidente.
G.U.P.: Sì, grazie. Ruvolo Baldassare nato a?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Nato a Palermo 10/06/1948.
G.U.P.: Lei è assistito dalllAwocato?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Stefania Steri.
A W . STERI STEFANIA: Presente, buongiorno, sono nel sito
riservato.
G.U.P. : Sì, grazie. Preliminarmente io ho da chiarirle che
le sue dichiarazioni possono essere utilizzate nei suoi
confronti salvo quanto disposto.dalllarticolo 66, comrna
primo del codice di procedura penale; lei ha facoltà di non
rispondere, ma il procedimento seguirà il suo corso, se
renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri assumerà in ordine a tali fatti
l'ufficio di testimone, salve le incompatibilità previste
dalllarticolo197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis
del codice di procedura penale. Lei intende rispondere?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Ascolti, signor Ruvolo, lei mi può dire quando per
la prima volta è stato sottoposto a custodia cautelare in
carcere, cioè stiamo degli ultimi diciamo dieci
anni, quindici anni, quandlè per la prima volta è entrato
in carcere?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Per la prima volta nel '82.
G.U.P.: Per quale motivo?
DICH. RWOLO BALDASSARE: '82 per stupefacenti.
G.U.P.: E vi resta fino a quando?
DICH. RWOLO BALDASSARE: I82-l86, poi dal I90-l92, '92 al
'97 e '99 ad oggi.
.- -- G.U.?.: Quindi complessivamente dal '82 al 2010. . .
DICH. RWOLO BALDASSARE: Dal '90 al 2010. .. I90-l92 sono
8 stato poi tre mesi in libertà, '92-'97, 5 anni, poi '99 ad
oggi.
G.U.P.: Lei ha avuto lunghi periodi di permanenza
custodiale in carcere.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Sempre per stupefacenti?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Sempre, solo per stupefacenti?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Stupefacenti, per associazione.
G.U.P.: Associazione semplice o di tipo... ?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sono stato nel processo del libro
mastro. Sono stato condannato per il 416, 416 bis.
G.U.P.: Quindi associazione mafiosa, non associazione
semplice?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Quindi questi sono dei periodi. ~uandlè che ha
cominciato a cooperare con la giustizia?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Dal 2001.
G.U.P.: Dal 2001.
DICH. RWOLO BALDASSARE: 2000/2001.
G.U.P. : Sì, dal 2001. Senta, lei mi ha detto che è stato
addirittura condannato con sentenza passata in giudicato
per associazione mafiosa, ho capito bene?
DICH. R W O L O BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: ~scolti,lei ha mai fatto formalmente parte di Cosa
Nostra, nel senso, cioè è mai stato uomo d'onore?
DICH. R W O L O BALDASSARE: No, sono stato vicino alla
'Ifamiglia" mafiosa del Borgo Vecchio e anche vicino alla
famiglia mafiosa delllAcquasanta quando avevo un
supermercato in via Montalbo che ha di appartenenza,
diciamo, alla famiglia mafiosa delllAcquasanta.
G.U.P.: Senta, lei ha detto non sono stato un uomo dlonore,
ma sono stato vicino alla "famigliaw.
DICH. R W O L O BALDASSARE: Ho fatto reati con esponenti di
Cosa Nostra.
G.U.P.: Ha posto in essere una serie di reati con esponenti
di Cosa Nostra. Che tipo di reati?
DICH. R W O L O BALDASSARE: Stupefacenti, rapine. . .
G.U.P.: Questo lo ha già detto, rapine...
DICH. R W O L O BALDASSARE: Diciamo che . . .diciamo che ho fatto
un occultamento di cadavere, ho trasportato cadaveri. Una
volta ricordo, ma è un lontano ricordo del 1980, neanche
ricordo chi era poi, diciamo, nelle mie dichiarazioni ci
sono.
G.U.P.: Sì, questo lo so, ma infatti mi serve soltanto per
capire quale patrimonio di conoscenze lei ha avuto riguardo
alle domande che adesso le vado a fare, perché ho bisogno
di capire prima come ha frequentato, diciamo, la Cosa
Nostra pur avendo una condanna passata in giudicato per
associazione mafiosa, come vede lei ha una condanna. . .
DICH. R W O L O BALDASSARE: Io ho fatto reati con...
G.U.P.: Quindi ha fatto anche un omicidio?
DICH. R W O L O BALDASSARE: Non sento bene, Signor Presidente.
G.U.P.: Infatti...
DICH. R W O L O BALDASSARE: No, no, un omicidio, ho
trasportato un cadavere con la macchina, è un1altra cosa
questa.
G.U.P.: Ha fatto quindi un occultamento di cadavere?
DICH. R W O L O BALDASSARE: Sì, s ì .
G.U.P.: Guardi, si sente purtroppo male.
DICH. R W O L O BALDASSARE: Un occultamento di cadavere, sì.
G.U.P.: Se possiamo non sovrapporre le voci perché
altrimenti non si capisce niente, io le ultime sue parole
purtroppo non le ho avvertite, addirittura ho pensato che
lei avesse detto di aver consumato un omicidio quando in
realtà lei mi ha chiarito che si è limitato a trasportare
il cadavere che altri hanno ucciso, ho capito bene?
DICH. R W O L O BALDASSARE: Sì, con un1altra persona nella
macchina.
G.U.P.: Con un1altrapersona nella macchina. ~uestoquandlè
accaduto negli anni '80 ha detto?
DICH. R W O L O BALDASSARE: egli anni '80, sì.
G.U.P.: Senta, comunque lei ha parlato di stupefacenti, di
rapine, di, diciamo, un occultamento di cadavere, quindi
diciamo in Cosa Nostra lei ha fatto cose, diciamo,
rilevanti, importanti. Ha fatto una serie di reati.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Ho fatto reati con i Madonia, con
~i Trapani, con quasi tutti quelli della llfamigliall del
Borgo degli anni '80.
G.U.P.: sì, io le chiedo però di attualizzare, come posso
dire, portarci molto vicino nel tempo, quantomeno alla data
in cui lei ha deciso di cambiare vita e di collaborare con
la giustizia, lei mi ha detto nel 2001.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Io vorrei che localizzasse i suoi pensieri in quel
periodo. E le faccio intanto una domanda specifica. Lei mi
ha detto che ha fatto parte della llfamigliall mafiosa di
Borgo Vecchio e di Acquasanta, giusto?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Perché Cosa Nostra era organizzata in "famigliev?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sono stato vicino alla "famigliam
delllAcquasanta ho detto, no ho fatto parte, sono stato
vicino ai Madonia, ai Galatolo, ho fatto reati anche con
loro.
G.U.P.: Ho capito. Ma io le ho fatto una domanda diversa. . .
DICH. RWOLO BALDASSARE: Con Vincenzo Galatolo che allora
era il capof fa miglia^, s ì .
G.U.P.: Io le ho fatto una domanda diversa. Allora la
domanda che le ho fatto è: lei ha parlato delle llfamigliell
di Borgo Vecchio e delllAcquasanta, giusto?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Ma l'organizzazione di Cosa Nostra in nfamigliell,
in I1famiglie1Ia lei chi l'ha comunicata visto che mi ha
detto che non faceva parte formale di Cosa Nostra, ma era
vicino a Cosa Nostra? Chi è che gli ha detto che Cosa
Nostra era organizzata in 'famiglieu?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Io ero vicino a Salvatore CUCUZZ~,
- .
ero molto amico di Salvatore Cucuzza. Allora era reggente
della "famigliandel Borgo Vecchio.
G.U.P.: Quindi è il reggente della llfamigliall di Borgo
Vecchio che era la sua fonte di informazioni relative a
Cosa Nostra, ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, sì, diciamo che ero vicino a
loro.
G.U.P.: No, io ho fatto una domanda diversa, ascolti, le
cose forse sono più semplici di quanto uno se le possa
immaginare. Io le ho detto: la fonte di informazione che
lei aveva le veniva da Cucuzza che era il reggente di Borgo
Vecchio, ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, sì.
G.U.P.: Aveva altre fonti di informazione che non fossero
Cucuzza, cioè cleranoaltre persone che le comunicavano...?
DICH. RWOLO BALDASSARE: C1era ~iovanni Romano. Con
Giovanni Romano che è stato in sostituzione di Salvatore
Cucuzza quando è stato arrestato.
G.U.P.: ~uindi Giovanni Romano era un altro uomo della
wfamigliamdi Borgo Vecchio?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, è stato pure reggente della
nfamigliawdi Borgo Vecchio.

279
G.U.P. : Io insito col dire che la videoconferenza per fare
questo tipo di attività non è lo strumento più adeguato,
queste cose bisogna farle come abbiamo fatto a Firenze se
si possono fare, altrimenti. . .
DIcH. RWOLO BALDASSARE: Ma io non lo sento quello che
dice.. .
G.U.P.: Ma infatti è un problema tecnico perché purtroppo
si sovrappongono le voci, non si sente bene. Allora, lei mi
ha detto che queste fonti di informazione le venivano da
due uomini che erano sostanzialmente reggenti della
llfamiglialldi Borgo Vecchio, e questo penso di averlo
capito, è giusto?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Passaggio successivo. Le I1famiglie1lche ha testé
detto, perché ha detto la I1famiglial1di Borgo Vecchio,
llfamigliau delllAcquasanta; queste llfamigliellha chi
facevano capo sulla base di quello che lei conosceva di
Cosa Nostra?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Quello di Borgo Vecchio era nel
mandamento di Porta Nuova e l'Acquasanta apparteneva a
Resuttana.
G.U.P.: Quindi l'Acquasanta apparteneva a Resuttana.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Al mandamento di Resuttana.
G.U.P.: Al mandamento di Resuttana.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Resuttana era dei Madonia, il capo
mandamento era Madonia Antonino.
G.U.P.: Senta, quali altre "famiglie" appartenevano al
mandamento di Resuttana?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Partanna Mondello, credo, nelle
mie conoscenze così, Partanna, Tornmaso Natale, San Lorenzo.
G.U.P.: Senta, il fatto che vi fosse un mandamento sulla
base delle sue conoscenze cosa voleva dire? cioè questo
mandamento, capisco che sovraintendesse, cioè che stesse
--. sopra le llfamigliell,no?. Diciamo una specie di ufficio
direttivo, chiamiamolo così.
6 DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Ma....
DICH. RWOLO BALDASSARE: Una specie di...
G.U.P.: Una specie di?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Di mandamento che faceva a capo
tante ufamigliell.
G.U.P.: Sì. Ma cosa vuol dire che le llfamigliel1 quindi
dovevano operare sotto, diciamo, la sorveglianza e sotto la
direzione del mandamento e quindi di chi esprimeva la
volontà del mandamento che era il suo capo, ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Certo.
G.U.P.: Chi era il capo del mandamento della "fmigliau di
Resuttana al tempo in cui lei ha parlato, cioè stiamo
localizzando dal 2000/2001?
DICH. RWOLO BALDASSARE: 2000/2001, non mi ricordo, non lo
so. Io posso parlare fino al '88 quando siamo stati

&
arrestati, nel '90 cleraNino ~adonia.
G.U.P.: Ma scusi, lei mi ha detto che...
DICH. RWOLO BALDASSARE: Io sono stato fuori....
G.U.P.: Lei sicuramente è stato fuori dal l97 al 1999.
1280
DICH. RWOLO BALDASSARE: Dal 197al 199ero latitante, però
ero fuori.
G.U.P.: E in quel tempo chi è che comandava la nfamigliam,
il mandamento di Resuttana?
DICH. RWOLO BALDASSARE: E non mi ricordo.. . momento io so
delllAcquasantachi clera.
G.U.P.: ~ e isa soltanto relativamente alla
delllAcquasanta,ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: E allora io, lei mi dice che non ricorda, siamo
certi?
DICH. RWOLO BALDASSARE: In questo momento non mi ricordo.
G.U.P.: Però lei che fu interrogato il 14 marzo del 2001,
lei allora disse che Bonanno Francesco, questo è lei,
queste sono le sue parole, Bonanno Francesco. . .
DICH. RWOLO BALDASSARE: Ah, Bonanno.
G.U.P.: Un attimo mi deve lasciare un po' dire, poi
eventualmente mi chiarisce, Bonanno Francesco, è lei che
parla in questo momento: I1BonannoFrancesco è attualmente
il capo famiglia di Resuttana e ciò dalllarresto dal
fratello Bonanno Giovanni, inoltre so da Enzo Di Maio che i
Bonanno erano stati designati dai Madonia a gestire anche
la zona delllAcquasanta, ciò in quanto dopo l'arresto di
Enzo Di Maio la zona era stata gestita da Angelo Galatolo,
figlio di Gaetano e Gaetano Galatolo fratello di Enzo1'.
Quindi lei oggi mlha detto che non si ricordava, mentre
allora nel marzo del 2001...
DICH. RWOLO BALDASSARE: Non mi ricordavo di...
G.U.P.: ... individuò in Francesco Bonanno il capo famiglia
di Resuttana?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P. : Allora è vero quello che disse allora il 14 marzo
del 2001?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, sì, è vero, è vero, non mi
ricordavo*'inquesto momento,
G.U.P.: Certo, son passati 9 anni e può anche darsi che uno
non si ricordi.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sono passati quasi dieci anni.
G.U.P.: Senta, lei qua però cita alcuni soggetti Bonanno
Giovanni, Bonanno Francesco, cosa ha c~nosciuto dei
Bonanno, soprattutto di Bonanno ~iovanni?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Francesco, Francesco ho
conosciuto.
G.U.P.: Lei solo Francesco ha conosciuto?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, sì.
G.U.P.: E chi glielfha presentato nella sua qualità di
reggente, capo famiglia di Resuttana?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Me l'ha presentato negli anni '90,
nel l89/l90 me l'ha presentato Enzo Galatolo che allora
faceva il rappresentante di vini e mi ha detto che era il
figlio di Armando Bonanno, che allora io avevo un
supermercato in via Montalbo per aiutarlo a vendere dei
vini e poi ci siamo rivisti con Francesco Bonanno.
G.U.P.: Ma, mi scusi, fu una presentazione rituale, cioè le
ha presentato come uomo d'onore o gliellhapresentato come
rappresentante di vini?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Allora me l'ha presentato come,
per la prima volta io sto parlando quando llhoconosciuto,
poi ci siamo incontrati con Francesco Bonanno quando era
capo famiglia di Resuttana.
G.U.P.: Vi siete incontrati, diciamo, per cose di Cosa
Nostra o vi siete incontrati per altri motivi?
DICH. RWOLO BALDASSARE: No, no, ci siamo incontrati per
altri motivi.
G.U.P.: Non per cose che riguardavano Cosa Nostra, giusto,
ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, s ì , però sapevo che era,
diciamo, capofamiglia di Resuttana.
G.U.P.: Va bene, senta lei ha parlato dei Madonia. Ha
detto, ha parlato esattamente di Madonia Antonino, ho
capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Lei ha conosciuto Madonia Antonino come uomo
dlonore, giusto, ho capito bene, come rappresentante della
"famiglian di Resuttana, ho capito bene?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì.
G.U.P.: Ha conosciuto solo Madonia Antonino o ha conosciuto
altri Madonia?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Madonia Salvatore.
G.U.P.: E basta?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, Madonia Antonino e ~adonia
Salvatore.
G.U.P.: Madonia Salvatore l'ha conosciuto perché, per quale
motivo?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Abbiamo fatto anche un reato
assieme, abbiamo fatto una rapina assieme, assieme a lui,
Enzo Galatolo e Nicola Di Trapani. Abbiamo fatto una rapina
a-un rappresentante di gioielli nel 1988, credo.
@ G.U.P.: Quindi avete fatto una rapina insieme?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, sì.
G.U.P.: Con Salvatore?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Sì, con Salvatore Madonia.
G.U.P.: Senta, ma lei ha conosciuto altri esponenti che
facevano parte della "famiglia" Madonia, che comunque erano
vicini alla wfamiglia"Madonia? ~ l t r isoggetti.
DICH. RWOLO BALDASSARE: Nicola Di Trapani.
G.U.P.: Di Trapani Nicola chi era?
DICH. RWOLO BALDASSARE: I1 cognato di Salvatore Madonia.
G.U.P.: E poi chi altri?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Ma dei Madonia solo a loro.
G.U.P.: No, sto parlando di Di Trapani?
DICH. RWOLO BALDASSARE: No, a Nicola conoscevo io.
G.U.P.: A chi?
DICH. RWOLO BALDASSARE: Solo Nicola conoscevo.
G.U.P.: Solo Nicola. Senta, Di ~rapani ~ i e g o l l ha mai
conosciuto?
DICH. RWOLO BALDASSARE: NO.
G.U.P.: Di Trapani Ciccio l'ha mai conosciuto? Francesco
detto "Ciccia".
DICH. R W O L O BALDASSARE: No.
G.U.P.: Di Trapani Michele l'ha mai conosciuto?
DICH. R W O L O BALDASSARE: No.
G.U.P.: Guastella Pino l'ha mai conosciuto? Giuseppe inteso
Pino.
DICH. R W O L O BALDASSARE: No.
G.U.P.: No, va bene. A questo punto ho chiuso. Ci sono
domande? Nessuna, va bene, possiamo licenziare e chiudere
il collegamento col sito remoto, vi ringrazio.
ESAME DEL COLLABORATORE D I G I U S T I Z I A - NUCCIO ANTONINO

G.U.P.: Nuccio Antonino nato a Palermo il 14 giugno del


1964 è giusto?
ASS. IN VIDEOCOLLEGAMENTO DAL SITO RISERVATO: Sì,
Presidente, diamo atto della presenza di Nuccio Antonino,
nato a ~alermoil 14/06//1961 e diamo altresì atto della
presenza delll~wocato Valeria Maffei del Foro di Roma.
G.U.P.: Un attimo perché qua ciò 14 giugno 1964, qual è
l'esatta data di nascita del Nuccio Antonino?
ASS. IN VIDEOCOLLEGAMENTO DAL SITO RISERVATO: '61.
G.U.P.: '61, perfetto. Allora prima ho da farle questo
ammonimento, avuto riguardo alle sue dichiarazioni le
chiarisco appunto che possono essere utilizzate nei suoi
confronti, salvo quanto disposto dalllarticolo 66 comma
primo del codice di procedura penale lei ha facoltà di non
rispondere, ma comunque il procedimento seguirà il suo
corso, se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilità di altri assumerà in ordini a tali fatti
l'Ufficio di testimone salve le incompatibilità previste
dalllarticolo197 e le garanzie di cui alllarticolo197 bis
del codice di procedura penale. Senta, signor ~uccio,io
intanto ho bisogno di sapere quando lei per la prima volta
è stato arrestato. . . intende rispondere?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, intendo rispondere, buongiorno.
G.U.P. : Sì, una cosa se non sovrapponiamo le voci per
ragioni connesse alla registrazione. signor ~uccio,io ho
bisogno di sapere quando lei è stato sottoposto a custodia
cautelare o ha avuto periodi di permanenza in carcere.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Parliamo di tutta la mia vita o
ultimamente?
G.U.P.: Comprendo che lei essendo nato nel '61 insomma ha
cinquantanni quindi voglio dire abbastanza... diciamo negli
Utimi quindici anni. Se mi dice un periodo recente.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Io sono stato arrestato, cioè io
parlo ultimamente, no perché la prima volta sono stato
tratto in arresto che avevo 17 anni, 16 anni, la prima,
però parlo le parlo della penultima che 1994 e sono stato
scarcerato nel 2001, poi sono stato riarrestato nel 2
agosto 2007 che sarebbe l'ultima.
G.U.P.: E fino a quando?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Fino a febbraio 2009 perché ero agli
arresti domiciliari, poi sono stato scarcerato perché ho
finito di scontare una condanna per favoreggiamento. Però
sono sotto processo per altre cause.
G.U.P.: Quindi dal '94 al 2001 e dal 2007 al 2009, giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Per quali reati dal '94 al 2001 lei è stato
detenuto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Io sono stato detenuto per
associazione e ricettazione.
G.U.P.: Mentre dal 2007 al 2009?
DICH. NUCCIO ANTONINO: I1 2 agosto 2007 mi hanno arrestato
in fragranza di reato di favoreggiamento a favore di
Francesco Franzese e poi successivamente il 27 novembre
sempre di quelllannodel 2007 ho iniziato a collaborare e
mi sono autoaccusato di estorsione, traffico di
stupefacenti e attentati incendiari, mi sono autoaccusato e
allora....dico l'ultima volta sono stato arrestato per
favoreggiamento.
G.U.P.: Io volevo fare una domanda. Lei quindi nel
settembre del 2009 ha detto che comincia a collaborare, ho
capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: 27 settembre 2009 .... novembre, mi
scusi, 27 novembre 2007.
G.U.P.: I1 27 novembre del 2007.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Però lei viene arrestato nel 2007 mentre sta
favorendo, diciamo, il Franzese Francesco che a quel tempo
era latitante, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, eravamo proprio nella
stessa. . .cioè eravamo nelllabitazionedove lui trascorreva
la latitanza?
G.U.P.: Chiarissimo. Ascolti. . .
DICH. NUCCIO ANTONINO: Ero lì perché lo dovevo portare. . .
G.U.P.: Ascolti, signor Nuccio, cerchiamo di non
sovrapporre le voci perché poi la trascrizione diventa
impossibile, proprio impossibile, cioè aspetti che io
finisca la domanda per parlare per ragioni di connessione,
di video-connessione anche. Allora, lei mi ha già detto che
era stato arrestato per associazione mafiosa.
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no.
G.U.P.: Ma lei ha mai fatto parte di Cosa Nostra?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora no, no, io non sono stato
arrestato per associazione mafiosa, era associazione a
delinquere.
G.U.P.: Ah, semplice.
DICH. NUCCIO ANTONINO: IO ho fatto parte di Cosa Nostra,
però non come uomo d'onore, non ero ufficialmente
affiliato, ero vicino alla llfamigliaN mafiosa di Tomrnaso
@ Natale.
G.U.P.: Allora lei ha fatto già questa differenza che per
me è importante chiarire. Vicino alla "famigliaMmafiosa di
Tomrnaso Natale, ma non ha mai fatto parte di Cosa Nostra.
Giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, facevo parte di Cosa Nostra,
però non sono stato ufficialmente affiliato. Io ero
organico alla "famigliaw di Tomrnaso Natale e negli ultimi
tempi ero stato awicinato alla di Partanna
Mondello però, diciamo, quello che svolgevo io era alla
pari di un uomo d'onore, va, era soltanto la formalità.
G.U.P.: Quello che lei svolgeva era alla pari di un uomo
d'onore, ho capito bene quello che ha detto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Quindi la differenza tra uno come lei che operava
per Cosa Nostra e uno invece che era formalmente affiliato
qual era?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Che io, diciamo, non essendo un uomo
d'onore magari non mi potevo mettere, non potevo avere dei
rapporti diretti con altri uomini d'onore, però anche se
con qualcuno l'avevo, diciamo che ero limitato a qualcosa
che un uomo d'onore non era limitato. E poi la differenza
era che loro magari l'uomo d'onore era ufficialmente
affiliato e io no.
G.U.P.: sì, questo l'ho capito e si capisce. Un po' meno si
capisce in cosa era limitato perché allora facciamo così
andiamoci per gradi così la domanda la si capirà meglio.
~llora,lei mi ha già detto che ha fatto una serie di reati
per Cosa Nostra, giusto, nel periodo sicuramente fino al 27
novembre del 2007, giusto? Mi può fare su per giù un elenco
così sommario dei reati che ha posto in essere per Cosa
Nostra?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora estorsioni.
G.U.P.: Estorsioni, poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Danneggiamenti
G.U.P.: Danneggiamenti.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Danneggiamenti.
G.U.P.: Poi.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Procurare armi per Salvatore e
Sandro Lo Piccolo.
G.U.P.: Armi.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Per Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Attentati incendiari, avvertimenti.
G.U.P.: Poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Traffico di stupefacenti.
G.U.P.: Stupefacenti, poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, traffico però.
G.U.P.: Poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Procurare abitazione per il
latitante.
G.U.P.: Favoreggiamento di latitanti.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Poi? _L

DICH.'NUCCIO ANTONINO: E poi basta.


G.U.P.: Basta?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Basta, sì.
G.U.P.: Io leggendo le carte che ho, non so se basta basta,
siamo sicuri che qualche attività omicidiaria non c'è pure?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no.
G.U.P.: Mai?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No.
G.U.P.: Non ha mai partecipato ad attività che riguardano
llomicidio o comunque conosciuto questioni che riguardano
omicidi di soggetti in Cosa Nostra?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Ah, sì, sì. A me mi è stato chiesto
una moto, però non mi hanno detto il motivo quando mi hanno
chiesto la moto, mi hanno chiesto che avevano bisogno di
una moto che gliellho fatta avere, mi hanno chiesto Andrea
Bonaccorso che io l 'ho fatta avere. E poi successivamente
dopo due, tre giorni, non mi ricordo lui mi confidò che
avevano fatto llomicidio Ingarao.
G.U.P.: ~uindi lei ha prestato anche una moto per la
commissione di un atto omicidiario per Cosa Nostra quindi,
ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, però quando mi hanno chiesto la
moto non mi avevano detto a che cosa semiva. Mi hanno
chiesto la moto e io l'ho procurata.
G.U.P.: Certo, però poi l'ha saputo che si trattava della
questione. . .di una moto usata per un omicidio?
DICH. NUCCIO ANTONINO: sì, sì.
G.U.P.: Chiaro.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì, poi ho saputo anche...
G.U.P.: chiaro. ~ e hai mai gestito denaro per Cosa Nostra?
DICH. NUCCIO ÀNTONINO: Sì, io gestivo, io tenevo la
contabilità della cassa della "famigliaw di Partanna
~ondello,cioè quando dico la cassa sarebbe l'entrata e
l 'uscita dei soldi. Le entrate erano dei soldi del pizzo e
le uscite erano i soldi per mantenere i detenuti, i
detenuti cioè affiliati alla ufamigliaumafiosa di Partanna
Mondello.
G.U.P.: Va bene, quindi allora forse ho capito bene. Lei ha
fatto estorsioni, danneggiamenti, ha preso armi per Sandro
e Salvatore Lo Piccolo, ha fatto attentati incendiari,
stupefacenti, favoreggiamento di latitanti, ha prestato una
moto per uccidere un uomo e teneva la cassa, la contabilità
di cassa di Cosa Nostra, però lei mi dice che non ne faceva
formalmente parte, che non era affiliato?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Non sono stato affiliato, sì.
G.U.P.: Ma non è formalmente stato affiliato. Quindi il
fatto di non essere formalmente affiliato non comporta che
non si facciamo per Cosa Nostra tutti gli atti che abbiamo
testé elencato, mi sembra chiarissima come risposta.
Andiamo avanti, allora, lei ha già detto in fondo ha già
fatto un chiarimento che presupponeva una mia domanda in
realtà, cioè lei ha fatto parte della ilfamigliali mafiosa,
ha detto, di Tommaso Natale, giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì, Signor Presidente, le faccio
anche una premessa che ... .-. -
G.U.P.: Sì, però non dobbiamo sovrapporre le voci, mi
ascolti, deve fare se possibile aspettare che io finisca la
domanda per rispondere, va bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Allora chi l'ha inserita, perché se lei mlha detto
che non è stato mai formalmente inserito in Cosa Nostra
come uomo d'onore, ma è stato soltanto vicino, affiliato o
non proprio affiliato, allora chi l'ha inserita
nelllorganigrammadella "famigliaudi Tommaso Natale?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Alllinizio sono stato vicino a
Nunzio e a Domenico Serio, due soggetti anche loro vicini
alla "famiglian di Tommaso Natale, poi ultimamente essendo
che gestivo la latitanza di Francesco Franzese che lui era
il reggente della llfamigliall di Partanna Mondello, lui mi
aveva avvicinato alla llfamigliafl di Partanna Mondello. Per
quanto riguarda la mia affiliazione ufficiale, diciamo, che
già clerain prospettiva la mia cerimonia, però è andata a
monte perché il 2 agosto mi hanno arrestato però, diciamo,
che dopo il mese di agosto, settembre/ottobre clera una
prospettiva di affiliazione ufficiale.
G.U.P.: Perfetto. ~llora,diciamo, che questa affiliazione
formale non c l èstata perché c l è stato il suo arresto che
l'ha preceduta, ho capito bene, giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Allora, lei in quanto favoreggiatore della
latitanza di Franzese Francesco parlava con Franzese
Francesco delle cose di Cosa Nostra?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: E senta, Franzese Francesco cosa le diceva della
llfamigliall mafiosa a cui apparteneva, cioè che tipo di
informazioni le dava, le parlava pure di persone che,
diciamo, non facevano parte di quella llfamiglia"e che
comunque facevano parte del mondo di Cosa Nostra oppure si
limitava soltanto a parlarle di quali erano le questioni
che riguardavano la "famigliaN ma£iosa di Tommaso Natale e
poi quella che mi ha detto di Partanna?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Non ho capito bene la domanda,
Signor Presidente.
G.U.P.: Gliela rifaccio. Lei mi ha detto che non faceva
parte di Cosa Nostra, ma faceva parte della llfamigliaw
mafiosa, operava per la "famigliaw mafiosa di Tommaso
Natale, giusto. Come le arrivavano le informazioni relative
alle persone che non operavano per quella Mfamiglian,
esterne a quella ufamigliau,cioè come poteva sapere quello
che facevano queste altre persone, cioè il Franzese le
parlava di queste altre persone?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Ma dipende le circostanze, ma io non
so di quali persone lei si riferisce, Signor Presidente,
però di qualche persona che noi parlavamo era dipende le
circostanze, magari sapevamo qualche cosa...
G.U.P.: Ma due me le ha già dette lei, mi scusi. Lei mi ha
detto che ha dato armi a Sandro e Salvatore Lo Piccolo che
devo supporre non erano certo gli ultimi arrivati, basta,
diciamo, 'leggere i giornali, non fare i processi per capire
chi fossero salvatore e Sandro Lo Piccolo. ~uindialtri
nomi.. .già due me li ha fatti lei che fossero che Sandro e
Salvatore Lo Piccolo fossero destinatari di queste armi,
chi glielo ha detto Franzese, ha avuto contatti diretti con
loro, come è avvenuto tutto questo?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora io, intanto io abitavo cioè
io abitavo dove abitavano loro, cioè a Tommaso ~atale,è
uno. Poi sin dal 2004 dopo la mia scarcerazione del 2001
sono stato sempre magari così rapporti normali, non
inerenti a Cosa Nostra con soggetti vicino alla famiglia Lo
Piccolo, anche ad alcuni parenti dei Lo Piccolo, come ~ a r l o
Puccio che è un nipote di Salvatore Lo Piccolo. poi ripeto
vicino a Mimo e a Nunzio Serio abbiamo iniziato con il
traffico degli stupefacenti. Per fare il traffico degli
stupefacenti cterabisogno delllautorizzazione di ~androLo
Piccolo e da lì pian piano da cosa nasce cosa siamo
arrivati al punto di, io non conoscevo fisicamente cioè di
persona sia Sandro LO Piccolo che Salvatore, però quando
loro scrivevano a Francesco Franzese o a ~ i m o serio o si
incontravano con Andrea Bonaccorso, altro soggetto vicino
alla I1famiglial1di Tommaso Natale, mi mandavano i saluti,
f-4
io i saliti li mandavo a loro. Poi la cosa che, diciamo,
che è diventata più stretta quando io ho iniziato a gestire
la latitanza di Francesco Franzese, che Francesco Franzese
mi chiedeva armi per farli avere a Sandro Lo Piccolo.
Allora quando gli facevo avere qualche pistola, qualche
fucile era Francesco Franzese che mi faceva avere a Sandro
Lo ~iccoloe diceva che ero io che glieli facevo avere. E
loro mi mandavano i ringraziamenti, i saluti e da lì ci
siamo avvicinati.
G.U.P.: Okay, già comincio a capire meglio, quindi lei
procurava le armi che poi Franzese faceva pervenire ai
Sandro e Salvatore Lo Piccolo, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, però voglio fare una precisione.
I1 Franzese mi chiedeva armi però, però io ho fatto avere
solo una 38 con Francesco Franzese a Sandro Lo Piccolo che
era una 38 che mi aveva dato Fabio Chianchiano un soggetto
dello Zen. Poi untaltra,una calibro 9, una 9x21 l'ho fatta
avere tramite Andrea Bonaccorso a Sandro Lo Piccolo. Poi
c'è un fucile a pompa che avevo preso io, però non ho avuto
il tempo di mandarlo perché poi mi hanno arrestato.
G.U.P.: E' stato rinvenuto questo fucile che lei sappia?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no, perché io l'avevo lasciato a
una persona perché questo fucile era un fucile a pompa che
l'aveva chiesto Sandro Lo Piccolo, siccome questo fucile
aveva il calcio lungo e lui preferiva quello con il calcio
corto e allora io siccome tramite Francesco Paolo Di
Piazza, che è un soggetto che ha reso dichiarazioni in più
processi, adesso Di Piazza conosceva un armiere e tramite
Paolo Di Piazza avevo già ordinato un manico di questo
fucile di quello corto, per cui quando arrivava questo
manico si doveva solo montare e fare avere il fucile a
pompa a Sandro Lo Piccolo completo con tutto il manico. Ma
già lui sapeva che io avevo questo fucile a mia
disposizione.
G .U.P.: Chiaro, comunque abbiho capito quindi che lei era
d un canale che permetteva, diciamo, llapprowigionamento di
armi tramite Franzese per i Lo Piccolo. Io le chiedo, lei
ha parlato della "famigliaw mafiosa di Tommaso ~atale,lei
ha mai sentito parlare di mandamento?
DICH. NUCCIO ANTONINO: S1, Tommaso Natale è mandamento e le
famiglie che fanno parte di quel mandamento sono...
G.U.P.: Mi scusi, Tommaso Natale fa mandamento?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, le llfamigliellsono.. . che fanno
parte di quel mandamento sono San Lorenzo, Partanna
Mondello, Carini, Cinisi.
G.U.P. : Scusi, chi glielo ha detto a lei che il mandamento
è composto da queste "famiglien?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Perché la di Partanna
Mondello che era retta da Francesco Franzese lo sapevamo
proprio per una cosa diretta, poi la llfamiglia"di San
Lorenzo lo sapevo tramite ~ i m m o Serio, tramite Andrea
Bonaccorso, Francesco Franzese. Tramite i contatti che
avevo io anche con persone. . .
G.U.P.: Siccome lei ha introdotto le sue dichiarazioni
dicendo che la mancata affiliazione dellluomo d'onore gli
dà, come posso dire, un gradino in meno rispetto a quello
che uomo d'onore è, io adesso le faccio una domanda,
l'elenco degli atti delittuosi che lei ha fatto per Cosa
Nostra lo abbiamo già capito, ora sappiamo che conosceva
pure come era composta la l'famigliav o meglio dire il
mandamento la cui Ilfamiglial' lei apparteneva, quindi lei
aveva accesso pure alle fonti di informazione che
dovrebbero essere privilegiate per un uomo d'onore, ho
capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì, ma io avevo anche contatti,
io l'ho detto a priori, ho detto...
G.U.P.: Mi deve lasciare fare la domanda, un attimo solo. E
quindi se gli atti delittuosi li ha fatti tutti, le
informazioni le pervenivano tanto che sapeva come si
componeva il mandamento mafioso, me lo spiega quale
differenza lei ha fatto all'inizio che doveva essere,
diciamo, un elemento distintivo? I delitti li faceva, le
informazioni sul mandamento le arrivavano, quindi qual era
l'elemento distintivo del quale ha parlato, questo sapere
meno o conoscere meno rispetto a quello che era invece
l'essere, far parte organicamente come uomo d'onore, me lo
spiega?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, perché magari per una cosa più,
una cosa più delicata io non potevo avere il rapporto
diretto con un altro capo mandamento, cioè che non era il
nostro territorio.
G.U.P.: Lei non conosceva le cose delicate che riguardavano
il territorio di altri, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, non tutte cose, ma qualcosa
magari perché io avevo rapporti diretti con il capo
mandamento...
G.U.P.: Sì, aveva rapporti diretti col capo mandamento?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora non potevo, no non potevo,
non sapevo le cose delicate di altri capi mandamenti, però
io avevo rapporti diretti con il capo mandamento della Noce
che era Giancarlo Seidita, con lui avevo proprio dei
rapporti diretti. Avevo rapporti diretti con Tommaso Lo
Presti che era il reggente del mandamento di Palermo
Centro, per cui, diciamo, non ero un uomo d'onore, però
come ho detto a priori mancava soltanto l1ufficialità,
quella.
G.U.P.: Chiarissimo. Senta, col mandamento di Tommaso
Natale lei che rapporti aveva e fino a quando?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Io ripeto.. .
G.U.P.: Cioè col capo mandamento, ci sarà stato un capo
mandamento?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Tommaso Natale?
G.U.P.: Di questo stiamo parlando, sì, del mandamento che
come lei ha detto ricomprendeva le "famigliev di San
Lorenzo, Partanna, Cinisi, Carini e anche Tommaso Natale a
quanto abbiamo capito.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Con chi ebbe rapporti del mandamento, nel senso...
DICH. NUCCIO ANTONINO: Io i rapporti li avevo...
G.U.P.: Forse per Nuccio sarebbe stato necessario proprio
estenderlo tra coloro che dovevamo sentire a Firenze.
Allora lei ...
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, dica, Signor Presidente.
G.U.P.: Ho bisogno soltanto di sapere, una domanda
semplicissima, lei se ed ebbe rapporti con rappresentanti
del mandamento che ricomprendeva le "famiglien di San
Lorenzo, Partinico, Cinisi, Carini, e Tomrnaso Natale? È una
domanda semplicissima.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, io rapporti diretti come ho
detto prima non ne ho avuti né con Sandro Lo Piccolo né con
Salvatore Lo Piccolo. Sandro Lo Piccolo a volte mi chiedeva
qualche cosa tramite o Mimo Serio o Andrea Bonaccorso o
tramite Francesco Franzese. Perché con Mimrno Serio lui
aveva rapporti epistolari, i cosiddetti pizzini, con Andrea
Bonaccorso si vedeva quasi tutte le settimane perché Andrea
Bonaccorso gestiva la latitanza di Andrea Adamo. Andrea
Adamo sarebbe, era il reggente del mandamento di
Brancaccio, per cui quando Andrea Adamo andava dai Lo
Piccolo lo accompagnava Andrea Bonaccorso e tramite lui mi
chiedeva a volte, come ho detto poco fa, mi ha chiesto dei
soldi, cioè essendo che io tenevo la contabilità, i soldi
della cassa di Partanna Mondello, nelllultimo periodo,
verso luglio 2007 Sandro Lo Piccolo tramite Andrea
Bonaccorso mi aveva chiesto dei soldi, 2.000 Euro che io li
dovevo dare ad Andrea Bonaccorso e in quellloccasione
Andrea Bonaccorso con quei 2.000 Euro, non mi ricordo se
erano 2.000 o 2.500, acquistò un fucile e una calibro 38 mi
sembra, per cui lui tutte le cose che mi dice. . .
G.U.P.: Questo me l'ha già detto.
DICH. NUCCIO ANTONINO : Sì, poi l l unico rapporto epistolare
che io ho avuto con Sandro Lo Piccolo è stato il 31 luglio,
cioè che lui mi mandò un pizzino, io precedentemente avevo
scritto a lui e lui mi mandò quel pizzino dove mi diceva
che da quel momento in poi io potev6 scrivere a lui quando
@ volevo io, perché prima mi limitavo perché le cose glieli
facevo sapere sempre tramite Francesco Franzese, Mimrno
Serio e Andrea Bonaccorso, da quel momento in poi lui mi
diede llautorizzazione che io potevo scrivere a lui in
qualsiasi momento e potevo dire qualsiasi cosa a lui. Poi
ripeto è stato llunico, un unico pizzino che lui mandò a me
e un unico che io mandai a lui perché poi il 2 agosto mi
hanno arrestato.
G.U.P.: Ascolti, lei ha detto che era gestore della cassa
della Nfamiglialldi Partanna Mondello, giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Senta, lei quindi riceveva delle richieste che
erano relative alla ripartizione di questa somma o lei
faceva soltanto lleconomo?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, io tenevo la cassa a tutti gli
effetti e cioè quando clerano le entrate, le entrate quelle
delllestorsione mi venivano consegnate qualche volta da
Nino Mancuso, che Nino Mancuso era insieme a Francesco
Franzese co-reggevano la llfamiglial1 di Partanna Mondello,
solo che Franzese era latitante per cui non era a tutti gli
effetti presente nel territorio. Allora clerainsieme a lui
la co-reggeva Antonino Mancuso, che io operavo insieme ad
Antonino Mancuso e tenevo i soldi e scrivevo tutte cose io,
per cui quando lui mi dava i soldi io appuntavo in questo
foglio l'entrata, cioè chi dava i soldi, l'attività, il
bar, la sala trattenimenti o il ristorante o l'impresa
edile. E scrivevo il nome più la cifra e più chi me li
consegnava in quel caso. Poi lui mi chiedeva questi soldi
che dovevano andare alle famiglie dei detenuti affiliati
alla nfamigliall di Partanna Mondello e in quel caso era
Francesco Paolo Di Blasi e Giovanni Cusimano, Salvatore
Davì, i fratelli Bruno, Andrea e Giuseppe Bruno della
Marinella, Francesco Franzese che anche lui percepiva di
uno stipendio e Antonino Mancuso percepiva uno stipendio e
io nell'ultimo periodo percepivo anche di uno stipendio.
Per cui quei soldi che io uscivo li dovevo scrivere. Poi i
soldi che ho dato a Bonaccorso per llacquistodelle armi li
dovevo scrivere, diciamo che dovevo tenere la contabilità.
G.U.P.: Lei quindi doveva tenere la contabilità e diciamo
tenere traccia dei movimenti che da questa cassa...
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì...
G.U.P.: Chiaro, chiarissimo. Io ho bisogno di sapere. . .
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, dovevo scrivere tutto.
G.U.P.: Senta, dei rapporti che i Lo Piccolo, lei ha già
spiegato quali erano i suoi rapporti con i Lo Piccolo che
erano mediati dal Franzese. La domanda è, che le risulti,
che lei sappia per averlo saputo dal Franzese o per averlo
personalmente accertato, i Lo Piccolo erano in contatto con
altri esponenti delle "famiglieM facenti parte del
mandamento di Resuttana?
DICH. NUCCIO ANTONINO: In contatto?
G.U.P.: Sì, che lei sappia.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì, in quel periodo il reggente
era Salvatore Genova.
G.U.P.: Lei fa riferimento a che anno?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora prima di Salvatore Genova
clerail Giovanni Bonanno, io parlo 2006/2007.
G.U.P. : Se può parlare più piano.. . allora, lei ha parlato
di Salvatore Genova?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P. : Senta, si ricorda che soprannome avesse questo
Salvatore Genova?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, "U Vanchitieddul'in dialetto, in
italiano sarebbe lo sgabello piccolino, visto il suo
fisico, la sua statura, perché era basso e robusto, va.
G.U.P.: I1UVanchitiedduI1.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: E in che periodo Salvatore Genova era, che lei
sappia, nei rapporti che mi ha detto? In che periodo
esatto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Cioè dopo il 2006, dopo la scomparsa
di Giovanni Bonanno.
G.U.P. : Dopo la scomparsa di Giovanni Bonanno. Ma siccome
fino adesso di questa scomparsa noi non abbiamo detto
niente. Di che cosa sta parlando esattamente? perché mi fa
riferimento alla scomparsa di Giovanni Bonanno, chi era
Giovanni Bonnano?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Perché prima di Salvatore Genova il
mandamento, la zona lì era retto da Giovanni Bonanno.
G.U.P.: E chi era Giovanni Bonanno?
DICH. NUCCIO ANTONINO: I1 reggente di Resuttana.
G.U.P.: I1 reggente di Resuttana. E lei che Giovanni
Bonanno fosse il reggente di Resuttana come l'aveva
appreso, come l'aveva saputo?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sempre tramite Franzese, M i m o
Serio. Mi incontravo direttamente io con Giovanni Bonanno
perché ci conoscevamo.
G.U.P.: Quindi incontrava direttamente il capo del
mandamento di Resuttana, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, incontravo il reggente di
Resuttana perché era debitore verso di me di 9.000 euro che
avevo fatto una fornitura di cocaina a un soggetto che era
vicino a lui, ad Antonino Cumbo detto "Doghi Doghin.
Siccome io avevo fatto questa fornitura io con Rosolino Di
Maio, Rosolino Di Maio è un altro soggetto vicino alla
llfamigliaNdi Tommaso Natale, avevamo fatto questa
fornitura ad Antonino Cumbo perché si era interessato
Giovanni Bonanno, per cui per i soldi andavamo da lui. E mi
è rimasto a dare mi sembra 2-3.000 Euro perché poi, un po'
perché prendeva tempo e un po' perché poi è scomparso.
G.U.P. : Senta, mi faccia capire. Giovanni Bonanno che era
mi ha detto capo della, capo della?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Reggente.
G.U.P.: Reggente della?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Reggente della "famiglia1I di
Resuttana, del mandamento.
G.U.P.: Reggente addirittura del mandamento che
sovraintendeva abbiamo detto tutte quelle wFamiglieuche ha
già elencato, ho capito bene. Quindi lui le doveva dare
9.000 Euro...
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, io le Mfamiglien...
G.U.P.: Mi chiarisca allora?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Lei ha detto, noi stiamo parlando di
Resuttana, io ancora non ho elencato le I1famiglievche
fanno parte del mandamento di Resuttana. Io ho solo
elencato le llfamiglienche fanno parte del mandamento di
Tommaso Natale.
G.U.P.: Mi scuai un attimo, per fortuna pl'e~idoappunti. Lei
ha parlato della "famigliaw mafiosa di Tommaso Natale, poi
ha parlato anche del mandamento, lo ha indicato come
mandamento e poi ha fatto una specifica relativa a San
Lorenzo, Partanna, Cinici, Carini. Questi posti per quale
motivo allora mi ha fatto riferimento a questi luoghi
geografici?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Perché fanno parte del mandamento di
Tommaso Natale.
G.U.P.: Fanno parte del mandamento di Tommaso Natale. E
allora quello di Resuttana dove lo
questi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Resuttana è un mandamento a se.
Anche se nelllultimoperiodo. . .
G.U.P.: E' un mandamento a se.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, quello fa mandamento Resuttana.
G.U.P.: E quali "famiglie" invece fanno parte del
mandamento di Resuttana?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Resuttana owiamente, Arenella,
Acquasanta.
G.U.P.: E poi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Basta.
G.U.P.: Soltanto Arenella e Acquasanta?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì.
G.U.P.: Quindi non San Lorenzo?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no, sono due cose...sono
confinanti, però sono...
G.U.P.: Sono confinanti.
DICH. NUCCIO ANTONINO: Cioè San Lorenzo e Resuttana sono
confinanti, però sono due mandamenti diversi. Anche se
nelllultimoperiodo...
G.U.P.: Anche se nelllultimoperiodo?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Quello che una volta in un discorso
con Francesco Franzese mi diceva che il mandamento di
Resuttana, lui me l'ha detto in quel termine, non so se il
termine è giusto, ripeto quel termine, era appoggiato a
Tommaso Natale, cioè nel senso che era...
G.U.P.: Sì, prego...
DICH. NUCCIO ANTONINO: ... Sandro Lo Piccolo il supervisore
di quel mandamento, non so se il termine è giusto, però lui
me l'ha descritto in quel termine: appoggiato a Tommaso
Natale.
G.U.P.: Io vi chiedo un breve momento di sospensione perché
io vorrei a questo punto avuto riguardo anche
alllimportanza della contestualizzazione che abbiamo. . . io
lo ritengo necessario dato che noi siamo a Roma il 29 per
l'audizione del Pasta Manuel,'se voi non ritenete che avuto
riguardo alllimportanza delle dichiarazioni e al fatto che
come vedete così eezzettate non so poi cosa ne verrà fuori
con la registrazione, con la possibilità di rileggerle. Ora
quindi detto questo se non ritenete e se può essere utile e
praticabile la possibilità di sentirlo a Roma in calce il
giorno 29 prossimo venturo.
DICH. NUCCIO ANTONINO: ~omanisono fuori per udienza...
G.U.P.: Un attimo, signor Nuccio, non sto parlando con lei,
sto parlando per adesso con le parti. Perché io devo
ammettere. ..
A W . MAFFEI VALERIA: Giudice, mi perdoni, sono l 'Awocato
Maffei.
G.U.P.: Sì, Awocato. Prego.
A W . MAFFEI VALERIA: C 1 è un problema perché il signor, non
so, lui domani viene sentito dal Tribunale di Milano e
quindi poi sugli spostamenti bisogna anche vedere se il
servizio centrale riesce a coordinare... oggi, domani a
Milano, è un po', sa, non so sinceramente come sono, domani
viene sentito dal Tribunale di Milano forse per tutta la
giornata, quindi non lo so. Voglio dire è chiaro\
che per
lui è molto stancante, però è chiaro che poi lui è tenuto
insomma ad adeguarsi, però credo che ci siano dei problemi
organizzativi, Giudice, solo per questo poi . . .
G.U.P.: Chiaro. Adesso ci proviamo. Adesso a finire così
con questa fonica che è pessima e soprattutto il problema è
la correlazione tra domanda e risposta che chiaramente ne
risente del modo in cui il collegamento è fatto. Allora
proviamo ad andare avanti, vediamo se ci riusciamo. Allora,
ascolti, dunque eravamo arrivati al mandamento di
Resuttana, lei mi ha detto che a un certo punto si unifica,
giusto, ho capito bene quello che ha detto lei?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, non si unifica, perché dire
unifica cambia il senso di tutto.
G.U.P.: E allora cosa accade?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Viene appoggiato. Viene, diciamo,
viene appoggiato, diciamo che Salvatore e Sandro Lo Piccolo
fanno da supervisori in quel mandamento.
G.U.P.: Quindi viene appoggiato. Diamo atto che c l è uno
scollegamento e che la ricezione fonica è imperfetta.
Ritorniamo al rapporto tra due mandamenti, il mandamento di
Tommaso Natale e il mandamento di Resuttana che a un certo
punto, se ho capito bene, a seguito di una scelta dei Lo
Piccolo viene appoggiato, lei mi ha detto testualmente, va
bene, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, esatto, sì.
G.U.P.: Allora lei mi ha detto questo in relazione a un
specifico episodio che riguarda il Giovanni Bonanno e lo ha
correlato a una partita di stupefacente, mi ha parlato di
cocaina, e una somma di denaro, se ho capito bene, per
9.000 Euro, se ho capito bene, che il Giovanni Bonanno le
doveva, ho capito bene?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, Giovanni Bonanno mi doveva dare
9.000 Euro, però ultimamente la somma restante era di 2 o
3.000 Euro, che questa somma non me la diede più perché
poi, diciamo, è scomparso.
G.U.P.: Perché poi è scomparso. Ora lei di questa scomparsa
esattamente cosa sa? Chi è che determinò questa scomparsa?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Io di questa scomparsa, no, non lo
so. Io di questa scomparsa noi si parlava fra me, Francesco
Franzese, Mimmo Serio, io quello che so che ho detto pure
ai Magistrati nei miei precedenti interrogatori e che sono
stato pure per llomicidio Bonanno, che il Franzese un
giorno mi disse che si parlava parlava di Giovanni, di
Giovanni Bonanno, mi disse che Giovanni Bonanno negli
ultimi tempi aveva perso la testa, cioè perdere la testa
nel senso che non ragionava più come prima e che faceva
disperare, cioè faceva fare bili anche a suo padrino, cioè
a Sandro Lo Piccolo. Questo è quello che ne so io di
quelllargomento che avevamo con Francesco Franzese.
G.U.P. : Ma il Franzese le disse che la scelta,
evidentemente devo supporre, di sopprimere il Bonanno per
la sua cattiva condotta fu maturata tra le llfamigliell, fu
oggetto di discussione, fu oggetto di una decisione che
assunsero i responsabili dei mandamenti o del mandamento?
t
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, lui non mi disse chiaramente che
fu una scelta dei mandamenti, del mandamento, mi disse
soltanto, perché si parlava, va, una cosa che ci ha
lasciato un pochettino di stucco a tutti questa scomparsa
di Giovanni Bonanno e lui mi disse sicuramente è stata
fatta una cosa con il benestare di tutti, però di tutti non
so di quale mandamento si riferiva, mi ha detto queste
testuali parole poi ...
G.U.P.: Perfetto, lei mi ha parlato di questi mandamenti,
nelllambitodella gestione di questi mandamenti lei ha mai
sentito parlare della famiglia, ma stiamo parlando di
famiglia anagrafica a questo punto: Madonia, Di Trapani.
Lei ha mai sentito parlare di questi nomi?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Allora se lei mi chiede nel1 'ambito
delle famiglie mafiose io di uno che ho sentito parlare è
sempre con Francesco Franzese è di Nino Madonia, perché si
parlava poi appunto sempre per qual discorso del mandamento
appoggiato, del mandamento che era i supervisori i Lo
Piccolo perché si parlava di Giovanni Bonanno, si parlava
un pol di tutto e lui in quellloccasione mi riferì che:
"No, il mandamento è appoggiato a Tommaso Natale, però il
capo mandamento è sempre Nino Madonian.
G.U.P.: E' Franzese che le fa il nome di Nino Madonia,
giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì.
G.U.P.: Ma lei non lo ha mai conosciuto a Nino Madonia,
giusto?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, non lo mai conosciuto.
G.U.P.: Senta, altri Madonia ne ha mai sentito parlare?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no, tramite gli organi di stampa
e basta.
G.U.P.: No, quelle dobbiamo lasciarle da parte. Invece dei
Di Trapani ne ha mai sentito parlare?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, lo so, Signor Presidente, che
gli organi di stampa non interessano cioè a livello
processualmente, però se lei mi fa una domanda io
sinceramente rispondo, come dire non sentire parlare di
Madonia, uno ne sente parlare, però tramite gli organi di
stampa e basta.
G.U.P.: Sì, della famiglia a questo punto anagrafica, ma
non delinquenziale, Di Trapani ne ha mai sentito parlare?
Ha mai avuto rapporti con queste persone?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No.
G.U.P.: Mai?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no.
G.U.P.: Senta, di Guastella Giuseppe lei ne ha mai sentito
parlare?
DICH. NUCCIO ANTONINO: Sì, sì, però non in maniera, così
Mimmo Serio me ne parlava qualche volta.
G.U.P.: Ma come gliene parlava, cioè gliene parlava in modo
generico, ha avuto riguardo a qualcosa di specifico che
riguardava?
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no, in maniera generica.
G.U.P.: Che lei sappia il Nino Madonia era in rapporti con
i Lo Piccolo e se sì in qual tipo di rapporti?,
DICH. NUCCIO ANTONINO: No, no, non lo so, Presidente.
G.U.P.: Non lo sa. Va bene, a questo punto chiudiamo. Ci
sono domande? No, va bene, allora possiamo chiudere, anche
perché con questo tipo di collegamento penso sia inutile
fare ulteriori approfondimenti. A questo punto possiamo
interrompere il collegamento col sito remoto. Abbiamo già
fissato la udienza per il 29 aprile del 2010 alle ore 11:OO
presso l'aula bunker di Roma Rebibbia via San Basilio n.
168 per l 'audizione di Pasta Manuel. Le udienze successive
calendate sono per le vostre conclusioni, nuove
conclusioni, il 3 e il 5 maggio, il 5 maggio si conclude il
processo qualsivoglia ora sia perché è data proprio di
ultima, è l 'ultima Thule come dicevano.. . Allora il 3 e il
5 maggio alle ore 09:30 presso l'aula 21 invece di Palermo,
Tribunale Nuovo Complesso Edilizio. È stato chiarito quel
dato sul numero del capo d'imputazione, Signor Pubblico
Ministero?
P.M.: Sì, se mi ripete che cosa le interessava sapere, io
qua ho la richiesta di rinvio a giudizio.
G.U.P.: Cioè quella fisica, il supporto cartaceo.
P.M.: Sì, sì, cartaceo.
G.U.P.: Mi interessava sapere una cosa semplicissima, il
capo di imputazione ascritto, devo supporre nella rubrica
originaria, quindi di quella che non al1'esito delle
scelte.
P.M.: Sì, con la richiesta di rinvio a giudizio.
G.U.P.: Pizzo Pietro c l èscritto 8.
P.M.: Pizzo Pietro è 8, perfetto.
G.U.P.: Quella successiva, quella relativa a Corsino
Antonio.
P.M.: E' 10.
G.U.P.: E' 10.
P.M.: E' soltanto un refuso.
G.U.P.: E' un refuso?
P.M.: Sì, sì, di numerazione, nulllaltro.
G.U.P. : Ora lo lasciamo così oppure rinominiamo i capi
d'imputazione nella successione, diciamo, quella che deriva
dalla successione imputativa o lasciamo... ? Questo
voglio.. .
P.M.: Posso spiegare a che cosa è dovuto questo refuso. I1
refuso è dovuto al fatto che originariamente con llawiso
di conclusione delle indagini preliminari tra il capo 8
ascritto originariamente a Pizzo Pietro e il 10, vi era un
capo 9 in relazione al quale poi il Pubblico Ministero non
ha più esercitato l'azione penale. Dunque facendo la
sottrazione, diciamo così, della parte che non veniva
portata davanti al Giudice il capo 10 è rimasto con quei
numero, solo questo.
G.U.P.: Quindi diamo atto di una correzione di un errore
materiale o lo lasciamo così.
P.M.: No, per il Pubblico ~inisteronon è un problema,
quindi il Pubblico Ministero non intende correggere nulla,
cioè lascia tutto com'è perché non c'è motivo. Se poi la
Signoria Vostra intende farlo owiamente lo farà d'ufficio.
G.U.P.: No e io che posso correggere il capo d 1imputazione
nell'elencazione. Volevo soltanto sapere se clera una
qualcosa che a me veniva meno.
P.M.: L'avrebbe fatto presente già da tempo il pubblico
Ministero se per ipotesi fosse mancato un capo
d'imputazione o un altro errore tale da creare problemi.
G.U.P.: Chiarissimo. Va bene. Allora, prendiamo atto di
questa chiarificazione e ci vediamo a Roma il 29 alle ore
11:OO nel luogo che vi ho già detto. Io vi ringrazio e una
buona giornata.
AUDIZIONE del COLLABORANTE PASTA MANUEL
G.I.P.: allora Pasta Manuel nato a Palermo il 10 ottobre del 1975.
TESTE ASSISTITO: esatto. Manuel Pasta, 101101'75.
G.I.P. 10 ottobre 1975. Allora preliminarmente ho un ammonimento da rivolgerle. Le
sue dichiarazioni potranno essere utilizzate nei suoi confionti; salvo quanto disposto
dall'articolo 66 comma primo, lei ha facoltà di non rispondere ma comunque... 66,
comma prima del codice di procedura penale, ma comunque il procedimento seguirà il
suo corso. Se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la responsabilità di a l t i
assumerà in ordine a tali fatti l'ufficio di testimone salve le incompatibilità previste
dall'articolo 197 e le garanzie di cui all'articolo 197 bis del codice di procedura penale.
Intende rispondere?
TESTE ASSISTITO: si, intendo rispondere.
G.I.P. allora, mozione d'ordine. Per problemi connessi alla registrazione, se è possibile
non sovrapporre le voci e cominciare a parlare una volta che la domanda è finita, così
per me una volta che la risposta è finita. Se ci sono domande, eccezioni, chiaramente
esse hanno accesso, sperando nella modalità più ordinata possibile per problemi
connessi alla registrazione e quindi alla trascrizione. Allora, io ho da porle una prima
domanda. Lei è stato di recente arrestato. Quand'è che è stato arrestato esattamente?
TESTE ASSISTITO: il 21 dicembre del 2009.
G.I.P. 21 dicembre del 2009. È la prima volta che è stato sottoposto a un provvedimento
cautelare?
TESTE ASSISTITO: fino alla data del mio arresto ero incensurato, è la pnma... prima
esperienza.
G.I.P. quindi la prima esperienza...
TESTE ASSISTITO: in assoluto.
G.I.P. in assoluta carceraria.
TESTE ASSISTITO: sì si.
G.I.P. questo è il 21 dicembre del 2009. Lei è relativamente giovane, abbiamo detto è
nato nel 1975. Che lavoro ha svolto fino alla data del suo arresto? Lavoro diciamo
quello ufficiale, quello normale, se ha lavorato.
TESTE ASSISTITO: sì, certo. Allora mi occupavo di infortunistica stradale, avevo un
ufficio insieme al mio compare di anello e ci occupavamo di infortunistica stradale.
L'attività era a nome del mio... di mio compare d'anello Crociata Giuseppe e ci
occupavamo di infortunistica stradale. Già che faccio questo lavoro è circa undici anni e
pnma lavoravo presso lo studio legale Greco e poi ci siamo staccati con questo mio
compare e abbiamo aperto un ufficio per i fatti nosti ed era un ufficio abbastanza
avviato.
G.I.P. ma studio legale...
TESTE ASSISTITO: infortunistica stradale.
G.I.P. si. Prima mi ha detto che però lavorava presso uno studio legale o ho capito male
io?
TESTE ASSISTITO: sì sì, studio legale Greco. Siccome si occupava anche di
infortunistica stradale noi seguivamo le pratiche per quanto riguarda il risarcimento
stragiudiziale dei sinistri.
G.I.P. ma...
TESTE ASSISTITO: la docume..
G.I.P. prego.
TESTE ASSISTITO: la documentazione medica, la trattazione di sinistri, andavamo
nelle compagnie, prendevamo i turni.
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: ...seguivamo la pratica e poi... come tanti collaboratori di studi
legali che vanno dentro le assicurazioni a trattare le pratiche.
G.I.P. chiaro. Ma quindi che titolo di studio lei ha?
TESTE ASSISTITO: io ci ho il diploma come ragioniere e mi mancano sei esami per
la laurea in giurisprudenza.
G.I.P. senta, in quale quartiere di... se è nato a Palermo, lei è nato a Palermo?
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. in quale quartiere di Palermo è nato lei?
TESTE ASSISTITO: io sono nato nella zona di Pallavicino, Via Matteo Dominici, poi
mio nonno abitava in Via Resuttana, una traversa di Via Resuttana, Via Sacra Famiglia,
Via Orlandino e poi io ho avuto l'ufficio in Via Resuttana per circa cinque anni. Però...
G.I.P. quindi diciamo che la sua area diciamo di socialità palermitana...
TESTE ASSISTITO: poi...
e' G.I.P. ...è sempre stata quella zona lì.
TESTE ASSISTITO: poi a sei anni sono andato ad abitare in Viale Strasburgo,
all'altezza del bar "Albatros", bar "Arianna" e quindi Via Resuttana...
G.I.P. no il bar "Alba" non è in Viale Strasburgo.
TESTE ASSISTITO: il bar "Albatros".
G.I.P. bar "Albatros". Sì.
TESTE ASSISTITO: quindi zona Viale Strasburgo, Piazza San Lorenzo, questa... sono
cresciuto là. Villa Adriana, Viale Resurrezione, questa era la mia zona. Mia madre
tuttora abita nella zona di Via Belgio quindi...
G.I.P. quindi la zona di Viale Strasburgo...
TESTE ASSISTITO: Via Belgio, Via Resuttana, questo, Via Alcide De Gasperi,
questa è la mia zona, da ragazzo ci... stavo sempre al "Collica" dove c'è il liceo
scientifico, Viale Francia. Sono cresciuto... nato e cresciuto là praticamente.
G.I.P. sì. Senta, dico, con queste premesse, quindi quasi diciamo studente di
giurisprydeqa, diploma di ragioneria, attività lavorativa... come andava questa attività
lavorativa?
TESTE ASSISTITO: ottima.
G.I.P. ottima.
TESTE ASSISTITO: poi tra l'altro mia moglie è laureata in medicina e si occupa di
fisioterapia...
G.I.P. quindi...
TESTE ASSISTITO: ...e ha pure un suo reddito alto, quindi...
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: ...dal punto di vista economico era una famiglia agiata.
G.I.P. sì. E diciamo che da palermitano come lei, no, magari avendo pure una
localizzazione diciamo sociale, spaziale, geografica, molto vicino alla sua, avendo anche
io abitato per qualche tempo in Via Belgio, le pongo una domanda semplicissima. Ma
intanto come mai entra in contatto, lei si trova in contatto con una realtà che è diciamo
criminale? Cioè come awiene il primo contatto sulla base anche di questo passato, che è
un passato che diciamo non è che è un passato diciamo criminale, giusto?
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. cioè è un passato potremmo definirlo normale, lavorativo, con una famiglia
inserita socialmente, quindi com'è che lei entra per la prima volta in contatto con la
realtà criminale palermitana?
TESTE ASSISTITO: io essendo cresciuto in Viale Strasburgo da piccolo ho fatto
amicizia con Giuseppe Biondino figlio di Salvatore. Sono... sono cresciuto con lui da
ragazzo, tanto è vero che lui... stavamo sempre insieme. Quindi zona Villa...
G.I.P. quando parla dei nomi e cognomi...
TESTE ASSISTITO: Giuseppe Biondino figlio di Salvatore.
G.I.P. no no no no. Lei l'ha già fatto in fondo.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. dice il nome di battesimo e il nome... però se mi dice il nome di Salvatore
Biondino come...
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. ...siccome non tutti qua... non dovremmo dare nulla di presunto, perché se lei mi
dice Salvatore Biondino la mia memoria va a qualcuno, ma non e detto che possa
trovarsi una omonimia o cos'altro. Quindi se mi dice, se mi parla di qualcuno me lo
deve anche connotare.
TESTE ASSISTITO: chiaramente. Posso rispondere?
G.I.P. certo.
TESTE ASSISTITO: quindi io sono cresciuto a contatto, ero... è... era uno dei miei
migliori amici, Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore, soggetto che è stato tratto in
arresto nel '93, con Salvatore Riina. Ho frequentato quella casa per molti anni, anche
quando ero fidanzato, in Via Giuseppe Tranchina, dov'è l'ubicazione della casa del
Biondino e mi sono frequentato con lui fino alla data del suo arresto, con lui e tutta la
sua famiglia, quindi con i cugini, con la madre, con la sorella Rita, quindi ero in quel
contesto sociale. Frequentando sempre quel contesto poi sono venuto a contatto anche
con Girolamo Biondino, nel frattempo era stato... era uscito dal carcere, dopo una lunga
detenzione e diciamo che pian piano, con il contatto con i Biondino, sono entrato più
attivamente vicino all'ambiente di "cosa nostra".
G.I.P. senta...
TESTE ASSISTITO: poi ... -
G.I.P. prego.
TESTE ASSISTITO: poi Giuseppe Biondino è fidanzato con... è divor... separato e si è
fatto fidanzato con Rosi Genova, nipote di Salvatore Genova, attualmente detenuto
presso il carcere di "Opera" al 41 bis. E sempre in contatto con Bartolo Genova, che è il
cognato di Giuseppe Biondino figlio di Salvatore, che ho appena riferito. Da là è nata
una amicizia e poi sono entrato in contatto con Salvatore Genova e quindi sono entrato
ancora di più in "cosa nostra" e poi c'è stato tutto l'excursus di questi anni che mi hanno
portato...
G.I.P. si. Fermiamoci a questo punto. Quindi Rosi Genova è la figlia abbiamo detto?
TESTE ASSISTITO: di Girolamo Genova, fiatello di Salvatore Genova in atto
detenuto al carcere di "Opera" con il 41 bis.
G.I.P. lei come fa a sapere intanto che è ristretto ad "Opera" con il 41 bis, mi scusi?
TESTE ASSISTITO: perché io intrattenevo contatti epistolari con il Genova,
scrivendo sotto il falso nome di Davide, che sarebbe il genero, quindi il marito di... il
marito della figlia di Salvatore Genova. E scrivevo queste lettere a macchina, cioè con il
computer, mi scusi. Non scrivevo in corsivo, scrivevo al computer e mi firmavo Davide
e lui mi rispondeva tramite lettera, mandandola alla figlia, ail'indirizzo di Via Vito
Muciaccia, numero 1, scrivendo a suo genero Davide, ma il destinatario ero io. Queste
lettere sicuramente saranno agli atti perché io le scrivevo. Quindi sono scritte al

C%-
computer e mi firmavo Davide e gli mandavo sempre i saluti, "ti saluta tanto la
fisioterapita". Siccome mia moglie si occupa di fisioterapia, capiva che ero io. Da quel
momento ha capito che il Davide non era suo genero, che realmente non gli scriveva ma
era Manuel Pasta che gli scriveva, perché avevamo un rapporto... un rapporto molto
stretto con il Genova Salvatore. Tra l'altro io, subito dopo il suo arresto, di Salvatore
Genova, tratto in arresto nel gennaio del 2008, agli inizi del gennaio 2008, accompagnai
la moglie di Salvatore Genova e la figlia di Salvatore Genova, che si chiama anche Rosi
Genova, con l'aereo al carcere di Asti, in quanto io ero la persona più di fiducia del
Salvatore Genova e quindi invece di chiedere, la moglie, di essere accompagnata da un
nipote, fui io ad accompagnare la moglie al primo colloquio ad Asti. Quindi abbiamo
fatto il volo Palermo - Milano, arrivati a Milano abbiamo preso una macchina, siamo
arrivati al carcere di Asti. Arrivati davanti il carcere di Asti non ci... non hanno fatto fare
il colloquio in quanto gli era arrivata proprio quella mattina la notifica del 41 bis, quindi
la signora poté fare soltanto la buca dei vestiti che gliel'hanno consentita e siamo tornati
nuovamente a Palermo dove siamo arrivati intorno 23:00, non mi ricordo da... da Linate
e ci è venuto a prendere il genero, Davide, che sarebbe il soggetto...
G.I.P. no, mi ha già spiegato...
TESTE ASSISTITO: ...a nome del quale mi scrivevo.
G.I.P. mi ha spiegato per quale motivo lei conosce questo dato che è un dato
processuale ed è a questo finalizzata la mia domanda.
TESTE ASSISTITO: poi avevo contatti con la moglie, quindi mi teneva informato di
tutte le vicende processuali di Salvatore Genova. Io mi occupavo del suo sostentamento,
mi occupavo di tutte le esigenze della famiglia di Salvatore Genova.
G.I.P. sì, adesso a questo ci arriviamo. Io ho bisogno però di... di arrivarci con
progressione.
TESTE ASSISTITO: sì sì.
G.I.P. per capire esattamente alcuni passaggi. Allora, lei mi ha già detto che quindi
entra in contatto con "cosa nostra", perché così l'ha definita, io non avevo ancora posto
la domanda su "cosa nostra", io avevo parlato dell'organizzazione o di attività diciamo
criminose, latamente criminose. Ma perché "cosa nostra"? Perché Biondino, Biondino e
adesso Genova, lei li colloca in questo ambito? Cioè chi per la prima volta le dice, le.
7
parla concretamente di "cosa nostra ' e della sua presenza? Cioè perché forse le
sembrerà una domanda oziosa, perché noi in Sicilia, a Palermo, forse si vive intrisi di
questa cosa, si vive proprio dentro, sommersi da questa presenza, ma il momento in cui
la presenza si condensa in qualcosa di percepibile è una cosa diversa. Puoi sentirlo dai
giornali, lo puoi sentire dall'arnico che ne parla, ma una cosa è che ti presentano
qualcuno e ti dice, guarda, ti presento "cosa nostra". Ha capito la domanda, altrimenti
gliela pongo in modo diverso, è chiara?
TESTE ASSIS'TITO: come... insomma a capire com'è che si...
G.I.P. lei ha detto, con loro...
TESTE ASSISTITO: esatto.
G.I.P. ...sono entrato in rapporto con "cosa nostra", giusto? Ma cioè questa cosa come si
è condensata ai suoi occhi? Cioè come ha capito che era "cosa nostra", mi scusi?
TESTE ASSISTITO: negli anni con la vicinanza. Faccio una premessa. Mio padre è
stato tratto in arresto nel '99, nell'operazione, mi sembra "San Lorenzo 2" e quindi
comunque ero vicino a questi ambienti. Poi stando sempre vicino a Giuseppe,
conoscendo la situazione del padre, non se ne parlava mai apertamente ma man mano
negli anni, quando io avevo un problema, c'era una situazione da risolvere, la così più
banale, una discussione con un soggetto, un motore rubato, un... qualsiasi roba mi
rivolgevo a Giuseppe e negli anni si è creato questo rapporto sempre più stretto con il
Biondino e quindi si incominciava a parlare delle varie problematiche. Poi sono venuto
in contatto con Biondino...
G.I.P. scusi devo fare ammenda io, perché ho fatto una domanda iniziale che forse non
dovevo fare, perché io le ho chiesto, come mai una persona che viveva in un certo
ambiente sociale, entra in contatto con "cosa nostra". Lei mi ha poc'anzi detto che suo
padre era un uomo organico di "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: non è stato condannato per reati di mafia comunque. È morto in
carcere ed era divorziato da mia moglie... da mia madre da tanti anni, quindi non viveva
con noi. Io non stavo con mio padre. Addirittura per due anni con mio padre neanche ci
fiequentavamo.
G.I.P. ma suo padre fu...
TESTE ASSISTITO: fu tratto in arre...
G.I.P. morì...
TESTE ASSISTITO: ...fu tratto in arresto nel '99 e morì 1'1 1 settembre del 2001 per
una malattia e quindi il processo non fu ultimato.
G.I.P. per quale reato fu detenuto suo padre?
TESTE ASSISTITO: mio padre fu inizialmente arrestato per riciclaggio aggravato.
Uscì con il Tribunale del Riesame e poi il Dottor Musso della D.D.A. di Palermo, gli
contestò dopo un giorno che era uscito l'articolo di concorso esterno in associazione
mafiosa. Stava iniziando il processo e...
G.I.P. ed è morto.
TESTE ASSISTITO: ed è morto, durante la detenzione.
G.I.P. ma lei può dire oggi a noi tutti, indipendentemente dal processo e sulla base delle
sue conoscenze, soprattutto delle conoscenze successive che avrà avuto in "cosa nostra",
ma di questo ne parleremo, che suo padre era un uomo d'onore ad ogni effetto, anche se
a lei il fatto diciamo... lo ha saputo altrove, aliunde, in altro modo, dopo? Cioè suo padre
le disse mai, le comunicò mai che c'era questa vicinanza a "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: no, mio padre non mi parlò mai di questo, lo intuivo io perché si
accompagnava spesso a Biondo Salvatore detto "il lungo" o "varbazza", come diciamo
noi in siciliano, quindi alla famiglia Biondo. Poi successivamente quando mi sono
.-. . . awicinato a "cosa nostra" e ci sono entrato, mi fu detto che mio padre'non era uomo
d'onore, era una persona vicina a Biondo Salvatore, come un prestanome, ma non era
8 organico a "cosa nostra" come lo sono diventato poi io successivamente.
G.I.P. perfetto. Ma la circostanza essere figlio del Pasta, morto in carcere, imputato per
un reato associativo di tipo mafioso, le dava, come posso dire, chiamiamolo così, un
titolo, le dava una prelazione, la manifestava agli occhi di altri in modo più forte, sto
parlando criminalmente forte, oppure no, è qualcosa che è awenuto successivamente
per appunto quello che ha descritto già, la sua vicinanza a uomini che comunque
gravitavano nell'ambito di "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: le rispondo subito. I1 fatto di mio padre assolutamente no, perché
non dava nessun titolo, era la persona di fiducia di Biondo Salvatore, invece la mia
fiequentazione con casa Biondino, la mia fiequentazione quindi con Giuseppe, questi
soggetti, questa invece è stato motivo di sponsorizzazione, successivamente anche con
Bartolo Genova e Salvo Genova, perché il Biondino parlava di me come un ragazzo
affidabile, un caro amico, un fratello, persona di cui si poteva... si potevano fidare.
G.I.P. si poteva fidare.
TESTE ASSISTITO: quindi la mia vicinanza nasce dal... cioè di entrare in "cosa
nostra" non nasce dal pregresso di mio padre, ma nasce dalla sponsorizzazione del
Biondino. I
G.I.P. chiaro. Senta, se dovesse individuare un tempo, non so, magari è un po' difficile
perché mi ha già detto che c'è una progressione in queste cose, che magari non c'è, uno
spartiacque, un tempo, al di là del quale si è e al di qua no. Però se potesse, sulla base
della ricostruzione sui fatti, datare anche approssimativamente un tempo in cui la sua
affiliazione diventa un qualcosa di forte, di percepibile, di addirittura irnrnodificabile, di
non più cambiabile, quando la collocherebbe?
TESTE ASSISTITO: allora, diciamo che mi incomincio ad occupare di "cosa nostra"
dal 2005, ma materialmente la mia affiliazione si ha tra il dicembre del 2008 e il
gennaio del 2009, in quanto...
G.I.P. un attimo solo. Dicembre?
TESTE ASSISTITO: l'excu... cioè l'excursus inizia dal 2005, ma poi tra il dicembre
2008...
G.I.P. tra il dicembre 2008?
TESTE ASSISTITO: ...e il gennaio 2009, divento uomo d'onore, quindi divento un
affiliato di "cosa nostra" a tutti gli effetti e quello è un passaggio che non permette più il
ritorno indietro, dal momento in cui si diventa uomini d'onore.
G.I.P. e su questo io ho una domanda specifica sulla quale vorrei magari una risposta
dettagliata. Lei ha detto, ha indicato il 2005 come data diciamo in cui comincia ad essere
vicino, ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: nella famiglia Biondino ci sono dagli anni '90, poi incomincio
ad occuparmi dal 2005...(incomprensibile)... più vicino...
G.I.P. (incomprensibile per voci sovrapposte).
TESTE ASSISTITO: esatto.
G.I.P. perché proprio il 2005? Cioè cosa accade nel 2005, sì che la sua memoria può
datare la sua vicinanza definitiva, non affiliazione definitiva, ma vicinanza ormai
redimibile alla associazione "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: perché incomincio a frequentare anche Girolamo Biondino, il
padre di Giuseppe Biondino, che è il cugino di Giuseppe Biondino figlio di Salvatore,
perché i cugini si chiamano tutti Giuseppe. E quindi questa vicinanza con Girolamo
Biondino, io mi incomincio ad affascinare a questo mondo, dal suo carisma, dal suo
modo di fare e cerco di stargli sempre più vicino possibile.
G.I.P. in quel tempo pone in essere degli atti delittuosi con Girolamo Biondino?
TESTE ASSISTITO: assolutamente no.
G.I.P. e l'affascina, che l'affascina l'idea ...
TESTE ASSISTITO: il rispetto che ha fuori, il fatto che lui mi incomincia a prendere
in considerazione, mi dice sempre che mi stima, è lui che mi dice, non continuare a
lavorare più dallo studio legale Greco, che è in Via Cavour, perché non ti apri uno
studio qua da noi, a San Lorenzo, a Resuttana, qua ci sono tanti amici e ho aperto lo
studio in Via Resuttana, con mio... con mio compare. Poi successivamente comincio a
frequentare casa sua, lui viene tratto in arresto nell"'0perazione Gota" e subito dopo...
G.I.P. mi scusi, però un attimo solo. Io ho posto una domanda specifica, cioè gli ho
detto, nel 2005 lei pensa che c'è questo avvicinamento, lei però mi descrive come fosse
una simpatia. Io, da Giudice, nel momento in cui mi dice, gli ero vicino perché mi era
simpatico, era persona carismatica, era persona di rilievo, le dico, si, sarà stata
carismatica, di rilievo, ma non è una vicinanza criminale questa, è una simpatia.
TESTE ASSISTITO: io nell'interrogatorio che ho reso ai Magistrati l'ho detto, che
con Girolamo Biondino non ho fatto attività inerente a "cosa nostra". È stato un inizio,
questa stima che aveva il Girolamo Biondino nei miei confronti incominciava perché in
"cosa nostra" piano piano, non è che subito ti possono parlare di "cosa nostra". E stato
poi tratto in arresto e il figlio insieme al cugino ho compiuto qualche atto...
G.I.P. quando viene tratto in arresto Girolamo Biondino?
TESTE ASSISTITO: mi sembra nel 2006, non riesco a ricordare con precisione. Mi
ricordo l"'Operazione Gota" comunque, o 2005, fine duemila... estate duemila... giugno
2005...
G.I.P. nell"'0perazione Gota" viene...
TESTE ASSISTITO: "Gota" sì, non mi ricordo se è 2005 precisamente.
G.I.P. e a questo punto c'è il figlio?
TESTE ASSISTITO: il figlio. E in quel caso io incomincio a fare delle attività diciamo
illecite, malavitose.
G.I.P. su questo, che tipo di attività malavitose fa con il Salvatore?
TESTE ASSISTITO: con Giuseppe.
G.I.P. con Giuseppe.
TESTE ASSISTITO: con i due cugini. Ci occupiamo intanto... il Biondino Giuseppe
figlio di Salvatore ha avuto un problema con Francesco Gambino, che è suo compare di
anello, Francesco Gambino è compare d'anello di Giuseppe Biondino. C'era un
problema che i1 Gambino Francesco aveva venduto un terreno, in zona Viale
Resurrezione, dove ora c'è "Monte Paschi di Siena", per un milione di euro, non mi
ricordo quant'era e se ne era occupato di questa trattativa il padre di Giuseppe Biondino,
Girolamo e anche... era partecipe anche il cugino, sempre l'altro Giuseppe Biondino
figlio di Salvatore e gli spettava una percentuale su questo... a Girolamo Biondino su
questo terreno che il Gambino non gli... non gli aveva ancora dato, no, trenta o
quarantamila euro. A quel visto che era stato tratto in arresto, 'sti soldi non arrivavano
gli furono incendiate le macchine a Francesco Gambino, in Via dei Nebbrodi. È stato
incendiato due volte, una volta la macchina del padre e poi successivamente un'altra
macchina e ce... me ne sono occupato io su delega del Biondino, tramite dei soggetti...
G.I.P. quindi questo fu in assoluto il primo atto diciamo che può individuare...
TESTE ASSISTITO: conclamato.
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: fu...
G.I.P. per poi individuare come criminoso diciamo... ..
q

TESTE ASSISTITO: sì, cri... si. --


- - e - .
G.I.P. ...secondo i suoi ricordi ad ogni effetto nel quale diciamo fece il primo atto
importante per...
TESTE ASSISTITO: si.
G.I.P. ...p er l'associazione...
TESTE ASSISTITO: "cosa nostra".
G.I.P. ..."cosa nostra". Questo nel 2006.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. e poi quali altri atti diciamo anche di rilievo, di importanza pose in essere per
"cosa nostra"? Intanto le chiedo, perché quella zona, Via dei Nebbrodi diciamo, cioè era
una zona di competenza? Cioè lei non si sarebbe potuto muovere per esempio in un
altro settore, che ne so, al Politeama o al Teatro Massimo?
TESTE ASSISTITO: Via dei Nebbrodi intanto non è competenza del territorio di San
Lorenzo. Loro mi... ai tempi mi dissero di fare questo atto intimidatorio, lo feci, ma era
una responsabilità che si prendevano loro, non io.
G.I.P. sì, appunto le chiedo...
TESTE ASSISTITO: quello... quello è territorio di Resuttana, cosa che poi imparerò
quando diventerò.
G.I.P. fermo qui, infatti questa domanda voglio fare. Cioè, qualcuno le chiarì nel
momento stesso in cui andava a fare quell'atto che c'era un'area di competenza
geografica, che cioè là poteva operare perché comunque le era stato dato una... cioè
qualcuno le disse che un atto posto in essere fùori dalle regole, fuori dal temtorio, fuori
dalle situazioni previste, poteva anche comportare la sanzione della responsabilità dopo
che si muoveva per "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: in quel caso si prende la responsabilità chi manda a fare un
danno. Se io prendo un ragazzo, parlo io in questo periodo e gli dico di andare a fare un
danneggiamento, non è competenza del ragazzo sapere dove fa a fare è una
responsabilità che si prende chi dà l'ordine di farlo, pure perché all'epoca non ero
tenuto...
G.I.P. quindi allora nessuno nel 2006 le chiarì la...
TESTE ASSISTITO: assoluta... no tu ti...
G.I.P. ...la situazione territoriale geografica nella quale..
TESTE ASSISTITO: ti...
G.I.P. ..."cosa nostra" normalmente operava?
TESTE ASSISTITO: ti puoi occupare di questa cosa?, gli ho detto, sì sono in grado.
Hai le persone? Sì, ce le ho e me ne sono occupato, la responsabilità è loro, non era mia,
certo.
G.I.P. chiaro. La conosceva nel 2006, in altro modo, da altre persone, per averlo sentito
dire dal Biondino o da chi per lui, che c'era una situazione di ripartizione geografica di
"cosa nostra" nel territorio, -nella specie del temtorio palermitano?
TESTE ASSISTITO: si, mi parlavano certe volte che c'è... ci sono le varie famiglie,
mi spiegava Giuseppe, che hanno competenza sui temtori però...
G.I.P. questo quando? In che periodo?
TESTE ASSISTITO: ma questo anche prima, anche negli anni in cui mi frequento con
Giuseppe, si parlava spesso della mafia, come funzionava, si parlava di suo padre,
eravamo due amici, due... due fratelli e stavamo sempre insieme. Poi all'epoca, quando
feci il danneggiamento, loro mi dissero: "non ne parlare mai con nessuno, ufficialmente
. -.
noi non ne sappiamo niente di questo danneggiamento". Quindi è una cosa che sapevo
io e i cugini Biondino, del danneggiamento. : -
G.I.P. e perché, lo ha saputo poi per quale motivo non si doveva sapere fuori...
8 TESTE ASSISTITO: no, perché non si chiede, uno... se dicono una cosa si fa, poi con
l'esperienza di oggi capisco che quell'atto inti... intimidatorio non si poteva fare fuori
dal temtorio di competenza di San Lorenzo, anche perché all'epoca non si poteva fare.
G.I.P. chiaro. Ascolti...
TESTE ASSISTITO: quindi è una cosa che poteva creargli dei problemi, invece è stato
fatto 'sto danneggiamento...
G.I.P. sì. Dopo questo primo atto incendiario svolto per "cosa nostra", quali altri atti,
anche se me li segnala in modo sintetico perché non fanno parte di questo processo ma
ripeto, mi serve per scandire il suo percorso di avvicinamento all'organizzazione e
quella che lei mi ha detto poi, essere stata una affiliazione formale ad ogni effetto.
Quindi dopo il 2006, che tipo di successione criminale la coinvolge con "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: nel 2007, Giuseppe Biondino mi parlava del fatto che essendoci
Lo Piccolo fuori e, del fatto che suo padre era stato tratto in arresto e ci fu tutto 10
scandalo delle intercettazioni al box di iamiera di Rotolo, chiaramente loro avevano dei
problemi e si spaventavano in quel momento a muoversi...
G.I.P. loro chi?
TESTE ASSISTITO: i cugini Biondino. Perché giustamente i Lo Piccolo li avevano
isolati per le vicende delle intercettazioni. Quindi loro si stanno fe i a guardare,
1306
dicevano vediamo cosa succede perché chiaramente essendo che hanno arrestato tutti,
Rotolo, Biondino Giro... tutta la... la... il gruppo di Rotolo, erano in minoranza.
Biondino Giuseppe, mi dice... figlio di Girolamo che Giovanni Giacalone mi chiamò per
farsi dare la... se c'era la cassa, se c'era il libro mastro, perché da quel momento loro di
San Lorenzo non se ne dovevano più occupare, mi fece questa confidenza e lui gli disse
che se...
G.I.P. ma quando lo colloca questo episodio?
TESTE ASSISTITO: duernila... inizi 2007.
G.I.P. primi mesi del 2007?
TESTE ASSISTITO: sì. E che non si dovevano occupare più di niente. Lui capisce che
in quel momento non si può opporre a quello che è il dominio dei Lo Piccolo, essendo
che tutti... i nostri arrestati e segue quello che gli chiede Giovanni, anche se lui mi dice
che soldi non gliene dà, perché gli riferisce che soldi in cassa non ce ne sono. In queste...
G.I.P. in quel momento Giovanni Giacalone, scusi, in quel momento Giovanni
Giacalone che ruolo ha?
TESTE ASSISTITO: io a quell'epoca non so che ruolo ha, però mi dice Giuseppe che
sicura...
G.I.P. Giuseppe Biondino?
TESTE ASSISTITO: Giuseppe figlio di Girolamo, che Giovanni Giacalone si presenta
su delega dei Lo Piccolo, poi non mi specifica il ruolo che ha in quel momento, pure
perché non so...
G.I.P. sì...
TESTE ASSISTITO: ...sono confidenze... sono solo confidenze che lui mi può dare,
lui erano confidenze che mi faceva, non mi poteva dire... io non gli potevo ch&dere che
ruolo ha, mi disse: "parlo a nome dei Lo Piccolo".
G.I.P. quindi le disse che si presentava a nome dei Lo Piccolo, ma lei sapeva in quel
momento i Lo Piccolo che ruolo avevano a questo punto? Perché se le fa questa
confessione o questa dichiarazione, si suppone che lei in quello stesso momento sapesse
chi erano i Lo Piccolo.
TESTE ASSISTITO: erano soggetti la... latitanti che erano pericolosi e che avevano un
. .-
ruolo molto importante all'intemo di "cosa nostra".
G.I.P. e il fatto che fossero uomini latitanti e importanti elementi di spicco...
TESTE ASSISTITO: Giuseppe Biondino me lo dice.
G.I.P. ...g lielo dice Biondino.
TESTE ASSISTITO: certo. Poi che succede, che Giuseppe Biondino mi porta la
pratica di un incidente stradale, di una frattura alla clavicola, di Bartolo Genova, contro
la fondiera "Sai" e io incomincio a frequentarmi con Giuseppe Biondino, figlio di
Salvatore e Bartolo Genova e entriamo in questi rapporti di confidenza.
Successivamente Bartolo Genova mi presenta suo zio Salvatore, per un problema che
aveva al ginocchio, di cui ho fatto fare infiltrazioni al centro medico "Mantia", se ne è
occupata mia moglie per la fisioterapia. Entro in confidenza con Bartolo Genova e con
Salvatore Genova. Giuseppe Biondino siccome in quel momento i Biondino non si
possono muovere a San Lorenzo, per i motivi che ho appena detto, dice è un ragazzo in
gamba, potete avere fiducia, se avete qualsiasi tipo di problema, di m... è un ragazzo
valido, gli sponsorizza. A quel punto incomincio a frequentarmi con Salvo Genova, ci
vado a casa, esco fuori con Bartolo Genova e incominciamo a occuparci di fatti illeciti.
G.I.P. allora un attimo solo. Questo accade nei primi mesi del 2007, mi ha detto, ho
capito bene?

;f"
TESTE ASSISTITO: nell'anno 2007, non mi ricordo il periodo dell'incidente, ma nel
corso del 2007, sì, primo semestre 2007. Primo semestre 2007.
307
G.I.P. primo semestre del 2007. Quando il Bartolo Genova, perché mi ha detto che
Bartolo Genova aveva la...
TESTE ASSISTITO: si è fiatturato la clavicola.
G.I.P. la frattura...
TESTE ASSISTITO: ha subito un incidente in Viale Strasburgo, all'angolo con Via
Salvatore Aldisio.
G.I.P. quindi Bartolo Genova ha una frattura. Le si presenta poi insieme anche a
Salvatore, a quanto ho capito, Genova, ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore, mi presenta Bartolo
Genova con il cognato e di seguirgli la pratica.
G.I.P. sì, questo l'ho capito. E poi...
TESTE ASSISTITO: iniziano i rapporti di confidenza e poi Bartolo Genova...
G.I.P. e poi addirittura...
TESTE ASSISTITO: ...mi presenta lo zio.
G.I.P. ...si è occupato anche della questione al ginocchio se non ho capito male.
TESTE ASSISTITO: sì sì sì sì.
G.I.P. che riguardava invece Salvatore Genova.
TESTE ASSISTITO: esatto. Aveva un problema di cartilagine.
G.I.P. ho capito bene. Lei entra in contatto con queste due persone, lei faceva in quel
momento l' infortunistica...
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. ...a quanto capisco...
TESTE ASSISTITO: stradale.
G.I.P. ...stradale e le si presentano, che per una questione che riguardava in fondo
l'infortunistica, cioè chi in quel momento manifesta, o successivamente, manifesta il
fatto che fossero entrambi uomini vicini, affiliati o uomini d'onore di "cosa nostra"?
TES-TE ASSISTITO: Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore, quihdi il cognato di
Bartolo Genova, mi dice, guarda che lo zio di... di Bartolo, è lui adesso che si occupa di
Resuttana, è vicino ai Lo Piccolo, dico... dice, è una persona di un certo rilievo. Me lo
dice Giuseppe Biondino figlio di Salvatore questo.
.
-. , G.I.P. ho capito. Senta, siccome è invalso, almeno leggendo i verbali, leggendo anche
Q molte sentenze, è invalso il luogo comune come al limite di un fatto notorio, della
circostanza che la comunicazione relativa all'uomo d'onore, cioè al fatto che tizio sia
uomo d'onore, quindi sia affiliato, è una cosa di una tale delicatezza, di una tale
formalità, di una tale sacramentalità, che soltanto un uomo d'onore può farlo in favore
di un altro uomo d'onore. Lei invece adesso, in questo momento, mi ha appena
comunicato che lei apprende la qualità di uomini d'onore di Bartolo Genova e Salvatore
Genova da parte di Biondino, giusto, ho capito bene, Giuseppe, senza che lei in quel
momento avesse il titolo di uomo d'onore. Ho capito bene oppure no?
TESTE ASSISTITO: ha compreso bene. Mi dice... non mi dice che Bartolo Genova è
uomo d'onore, mi dice che lo zio di Bartolo Genova si occupa di Resuttana ed è vicino
ai Lo Piccolo. Si occupa di Resuttana. Poi dico, spesso nell'ambiente di "cosa nostra"
anche se ci sono regole che si dovrebbero rispettare, poi di fatto non si rispettano, perché
c'è il migliore amico e si fa la confidenza che non si dovrebbe fare. Non mi dice che
Bartolo Genova è uomo d'onore, perché Bartolo Genova sarà combinato uomo d'onore
un mese prima di me.
G.I.P. quindi se dim...
TESTE ASSISTITO: quindi non lo era al momento. Mi dice che... che è lui quello che
si occupa di Resuttana, lo zio e che in quel momento è vicino ai Lo Piccolo, mi riferisce
questo.
G.I.P. allora, dico bene quindi, se dico questa che si assume essere una regola, secondo
la quale, solo un uomo d'onore presenta un altro uomo d'onore con la formula del... è la
stessa cosa o comunque con formula similare, in realtà poi, nella prassi dei rapporti che
lei ha potuto vivere fino diciamo quasi ai giorni nostri diciamo, non è proprio così, che
ci può essere una conoscenza della qualità di uomo d'onore anche tra uomini che non
sono ritualmente affiliati come uomini d'onore?
TESTE ASSISTITO: allora, la presentazione non si può fare chiaramente, a me non mi
possono... se non sono uomo d'onore non mi possono presentare un uomo d'onore, ma
io posso avere un amico, gli faccio una confidenza e gli dico, sai quel soggetto è una
persona importante, è un uomo d'onore.
G.I.P. si.
TESTE ASSISTITO: ma è una confidenza, una responsabilità che oggi se si viene a
sapere me la prendo io. Ci sono delle regole in "cosa nostra" ma spesso non vengono
rispettate. Ad esempio sono capitati casi, posso parlare della fattispecie mia. Bartolo
Genova è stato per un periodo reggente di Resuttana ma non era uomo d'onore. Mi è
stato detto sempre che Giovanni Bonanno, mi è stato detto da Gioacchino Corso, è stato
reggente di Resuttana, ma non era uomo d'onore e neanche il fratello. Cioè spesso molte
regole non vengono rispettate, cioè o meglio vengono fatte rispettare quando conviene e
altre volte no. Quindi ripeto, Giuseppe Biondino mi dice, Genova Salvatore si occupa di
Resuttana, non mi dice è uomo d'onore di Resuttana, si occupa di Resuttana ed è vicino
a Salvatore... ai Lo Piccolo. Bartolo Genova in quel momento non è uomo d'onore ma
lo diventerà un mese prima della mia affiliazione e sarà lui il mio padrino.
G.I.P. chiarificazione, questa è importante però la connoteremo ulteriormente andando
avanti. La cosa importante è che da questo momento in poi, quando mi parla
eventualmente di un uomo d'onore, mi chiarisca se questa sua conoscenza le deriva da
una diretta comunicazione, formale comunicazione, rituale comunicazione, che lei
diceva che è la stessa cosa quindi, era come lei semmai lei lo fosse stato uomo d'onore e
quando invece questo le è arrivato come voce di confidenza da amici o persone diciamo
che avevano altro titolo per fare questo tipo di comunicazione. Allora, eravamo arrivati
ai primi mesi del 2007, data questa in cui lei entra in contatto con questi due Genova,
che sono Bartolo Genova e Salvatore Genova, che avrebbero ruoli importanti all'interno .
della famiglia mi ha detto, di?
TESTE ASSISTITO: Resuttana. Posso fare una precisazione?
G.I.P. certo.
TESTE ASSISTITO: Giuseppe Biondino figlio di Salvatore mi dice, per dire, il
Bartolo si occupa di Resuttana, non mi dice è uomo d'onore di Resuttana, vicino ai Lo
Piccolo. Bartolo è con suo zio. Non mi specifica i ruoli. Io incomincio ad instaurare un
rapporto di confidenza con lo zio e anchè con Bartolo e in questi mesi io mi avvicino a
Salvatore Genova quindi lo incomincio a frequentare. Successivamente mi presentano a
Salvatore Castiglione e Salvo Genova mi... mi dirà che per quanto riguarda qualsiasi
problema, Salvo Castiglione ha la sua persona di fiducia. Tanto è vero che nel settembre
del 2007, Salvo Castiglione mi porta centocinquantamila euro presso il mio studio da
conservare per Salvo Genova e li conserverò io fino alla data del suo arresto e poi li
consegnerò alla moglie. Quindi io mi incomincio ad affiancare a Salvo Genova in modo
particolare.
G.I.P. allora, però mi permetto di insistere, le ha detto, parlavano di famiglia di
Resuttana.
TESTE ASSISTITO: si occupa di Resuttana, sì.
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: la famiglia di Resuttana è chiaro.
G.I.P. famiglia... e già questo è un concetto...
TESTE ASSISTITO: certo, io intuisco che per essere quello che si occupa di
Resuttana dovrebbe essere un uomo d'onore ma non me lo dice specificatamente, lo
intuisco.
G.I.P. ma io intanto, la domanda più semplice che le pongo è: quando le dicono
famiglia di Resuttana, lei cosa capisce come... cioè perché famiglia, certo, non mi sta
parlando della famiglia anagrafica, sta parlando della famiglia di "cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: famiglia mafiosa di "cosa nostra" di Resuttana.
G.I.P. e cioè, lei già in quel momento sapeva che c'era una famiglia che a Resuttana
aveva un certo tipo di ruolo geografico, che comandava, che comandava coordinate in
un certo ambito? Cioè questa parola famiglia di Resuttana io che non l'ho mai sentito,
me lo può connotare ancor di più, cioè che cos'era, c'era una organizzazione territoriale,
c'era un mandamento, c'era un qualcosa che dirigeva e coordinava? Questo voglio
sapere.
TESTE ASSISTITO: ma fino a quella data, è chiaro che negli anni nella
fiequentazione con il Biondino lo so che ci sono varie famiglie a Palermo, circa non
sapevo i confini, non sapevo le regole ben precise, poi queste cose le imparerò dopo
l'arresto del Genova.
G.I.P. e noi infatti dobbiamo andare con successione, siamo nel 2007.
TESTE ASSISTITO: perfetto. So che esiste la famiglia di Resuttana, so che esiste la
famiglia di San Lorenzo, so che esiste la famiglia di Porto Nuova, perché quando si era
con Giuseppe, fin da ragazzini si parlava di queste cose, però non so certo i confini, non
so le regole esatte di "cosa nostra", queste cose le imparerò successivamente quando con
l'arresto del Genova mi addentrerò ancora di più all'interno di "cosa nostra".
G.I.P. si. Ma dico quando la connota, dico, la famiglia di Resuttana, lei capisce subito
che...
TESTE ASSISTITO: certo, era la famiglia mafiosa di Resuttana.
G.I.P. che era retta da chi?
TESTE ASSISTITO: da Salvo Genova. Si occupava di Resuttana...
G.I.P. in quel momento?
TESTE ASSISTITO: si, in quel momento si. ..,L_-

G.I.P. prima sapeva da chi era retta questa famiglia, prima del ~ e n o v a ?
TESTE ASSISTITO: da Giovanni Bonanno. Me lo disse ai tempi, sempre cosi,
Giuseppe Biondino. Poi successivamente dal... quando è stato arrestato il Genova,
quando mi sono addentrato in "cosa nostra", ho incominciato a sapere tutte le cose in
maniera più dettagliata.
G.I.P. chiaro. E adesso...
TESTE ASSISTITO: però io le sto facendo l'excursus...
G.I.P. si, ci arriviamo, ci arriviamo.
TESTE ASSISTITO: è chiaro che oggi so come... so chi era Giovanni Bo... sapevo che
era Giovanni... ma all'epoca lo sapevo cosi.
G.I.P. chiaro. E quindi siamo qui nel...
TESTE ASSISTITO: 2007.
G.I.P. ...settembre addirittura del 2007, quando le affidano addirittura
centocinquantamila euro.
TESTE ASSISTITO: me li porta Salvatore Castiglione presso il mio studio in Via
Resuttana.
G.I.P. che denaro era questo? Da dove proveniva?
TESTE ASSISTITO: era la cassa del... non so se era tutta o una parte della cassa della
famiglia di Resuttana. Mi portò questi soldi awolti in dei giornali. Su questi giornali
c'era una data... una data, non mi ricordo la data e una sigla. Mi disse Salvatore
Castiglione, "pigliati i soldi, ritaglia questi pezzettini, vai da Salvo e gli fai vedere che te
li ho dati". Nel conteggio ci siamo accorti che mancavano mille euro, perché io me li
sono contati, una volta che mi dice che sono centocinquantamila euro, ed erano
centoquarantanovemila euro, quindi poi quando tu ti vedi con Salvo, diglielo che
mancano mille euro. Sono andato a casa di Salvatore Genova, gli ho dato i bigliettini, gli
ho detto ce li ho io e lui mi ha detto: "non lo... io ho fiducia massima di te, non lo dire a
nessuno, se mi succede qualche cosa, li fai avere a mia moglie e li ho conservati io".
G.I.P. ma questo... li ha conservati fino, mi ha detto, fino addirittura la data del suo
arresto?
TESTE ASSISTITO: successivamente alla data del suo arresto, dopo circa un mese...
G.I.P. del suo? Della data di arresto...
TESTE ASSISTITO: della data di arresto...
G.I.P. ...di lui?
TESTE ASSISTITO: ...di Salvo Genova.
G.I.P. okay.
TESTE ASSISTITO: anche se io inizialmente... Salvatore Genova mi ha detto: "li dai
a mia moglie a poco a poco". Siccome la moglie aveva intui... siccome la moglie aveva
intuito che noi eravamo addentrati nell'attività di "cosa nostra" mi ha detto: "fammeli
avere tutti", perché sicuramente la sua preoccupazione era se arrestano a mio nipote,
arrestano a Manuel, 'sti soldi finiscono. Quindi io poi nell'arco di uno o due mesi, dopo
l'arresto del Genova, ho fatto avere...
G.I.P. quando avviene arrestato il Genova?
TESTE ASSISTITO: mi sembra il 12 gennaio del 2008, comunque i primi del 2008.
Come ho detto accompagno subito la moglie ad Asti per i colloqui e poi man mano gli
ho dato i soldi.
G.I.P. gli ha dato poi tutti...
TESTE ASSISTITO: in due volte giieli - ho dati tutti. Poi Bartolo aveva ottantamila
euro, che glieli aveva dati pure suo zio e suo zio li... li volle pure e gli furono consegnati
da Bartolo. E questo me lo confermò la zia ossia la moglie di Salvatore Genova.
'-.- G.I.P. qualcuno le disse che questo denaro comprendeva denaro di provenienza
estorsiva, cioè di taglieggiamenti fatti nei confronti di negozianti, di commercianti, di
soggetti comunque imprenditori della città?
TESTE ASSISTITO: Bartolo Genova mi disse che erano soldi della cassa della
famiglia. Poi me lo disse pure parlando con Totò Castiglione, mi ha detto: "mi
raccomando questi soldi non li sa nessuno, conservali, sono della famiglia".
G.I.P. sì. I1 Genova, che lei sapesse, aveva una attività che poteva consentirgli il
possesso di una somma così rilevante, centocinquantarnila euro in contanti?
TESTE ASSISTITO: per chi parla, Salvatore o Bartolo?
G.I.P. quello che le diede... fu...
TESTE ASSISTITO: Totò Castiglione?
G.I.P. Salvo...
TESTE ASSISTITO: chi mi ha dato i soldi è Totò Castiglione a se...
G.I.P. allora il Salvo Genova... i centocinquantamila euro erano diretti a Salvo Genova,
giusto?
TESTE ASSISTITO: me li diede Totò Castiglione però.
G.I.P. ma glieli dà Castiglione.
TESTE ASSISTITO: a me.
G.I.P. perfetto.
TESTE ASSISTITO: in ufficio me li porta.
G.I.P. e allora, Castiglione le dice se questo denaro è di provenienza estorsiva?
TESTE ASSISTITO: no, questo no, mi dice che...
G.I.P. le dice che è la cassa.
TESTE ASSISTITO: soldi della famiglia...
G.I.P. della famiglia.
TESTE ASSISTITO: ...di Resuttana.
G.I.P. Castiglione aveva una attività che poteva permettergli e consentirgli di avere
centocinquantamila euro in contanti, così disponibili da utilizzare?
TESTE ASSISTITO: io so che aveva dei panifici, poi non lo so che reddito aveva.
G.I.P. formalmente aveva dei panifici.
TESTE ASSISTITO: poi non lo so, di certo...
G.I.P. aveva dei panifici o faceva il panettiere?
TESTE ASSISTITO: no aveva dei panifici suoi, uno in gestione e uno che... che
proprio gestisce lui, ci sta la madre mi sembra, nella zona di Cruillas.
G.I.P. lei la consegna questa somma, ha detto, alla moglie poi di...
TESTE ASSISTITO: successivamente all'arresto di Salvatore Genova.
G.I.P. si. Ma la custodisce per quasi...
TESTE ASSISTITO: da settembre fino a...
G.I.P. ...sei mesi, giusto?
TESTE ASSISTITO: sì, sì sì.
G.I.P. va bene. Quindi lei custodisce questa somma. Custodisce qualcos'altro di "cosa
nostra"?
TESTE ASSISTITO: no.
G.I.P. armi?
TESTE ASSISTITO: no no, io in quel periodo non...
G.I.P. mai custodito armi in quel periodo?
TESTE ASSISTITO: no, in quel periodo assolutamente no.
G.I.P. no.
TESTE ASSISTITO: diciamo che questo periodo è tutto il preambolo per poi
addentrarci...
G.I.P. sì sì.
TESTE ASSISTITO: okay.
G.I.P. no no, mi serve...
TESTE ASSISTITO: l'excursus per come siamo arrivati.
G.I.P. sì. Allora siamo al settembre... dunque dal settembre 2007 al 12 gennaio 2008.
TESTE ASSISTITO: esatto.
G.I.P. qui si occupa solo di denaro, di tenere il denaro, la cassa di "cosa nostra" oppure
le si dà come compito qualcosa anche di diverso?
TESTE ASSISTITO: io, parlando con... con Salvatore Genova, gli ho detto che avevo
a disposizione dei ragazzi per danneggiamenti, se ne aveva... se ne avesse avuto
bisogno. Inoltre io avevo la possibilità di avere dei documenti, sia carte di identità che
patenti, tramite un... un soggetto che... non so se posso fare il nome.
G.I.P. quando ci sono problemi di copertura evidentemente delle indagini mi
interrompa.
P.M. PACI: chiederò la parola, sì.
G.I.P. va bene? Perché non vorrei debordare, perché comprendo che sono lavori in
corso e quindi se ci sono indagini che sono coperte ancora dal segreto...
P.M. PACI: sì.
G.I.P. ...istruttorio è bene tutelarlo.
P.M. PACI: si può anticipare sin da ora che appunto...
G.I.P. sì.
P.M. PACI: ...sono in corso indagini proprio per la identificazione...
G.I.P. sì.
P.M. PACI: ...del soggetto al quale stava facendo riferimento poc'anzi il Signor Pasta.
G.I.P. chiaro. Va bene, allora...
TESTE ASSISTITO: tanto è vero che poi all'arresto di Salvatore Genova, io mi
occupo di fare i documenti per Salvatore Genova e per Calogero Lo Piccolo, in quanto
io mi dovevo... essendo una persona insospettabile, Salvatore Genova mi dice, io non ti
voglio, tra virgolette, sbuttanare, voglio che sei una persona mia riservata. Tanto è vero
che mi dovevo occupare di tenere i soldi e quindi assolutamente non dovevo essere in
prima linea. Secondo mi dovevo occupare della latitanza di Salvatore Genova,
successivamente Salvatore Genova, perché noi a dicembre, novembre, già sapevamo
delle retate e quindi ci siamo poi dati alla latitanza. Io avevo fatto fare i documenti a
Salvatore Genova, carta di identità e patente e poi mi fece avere le fotografie di
Calogero Lo Piccolo e feci fare pure i documenti a Calogero Lo Piccolo. Inizialmente io
mi dovevo occupare della latitanza di Salvatore Genova e lo dovevo portare in una casa
a Petralia, che era nella disponibilità di mia suocera, che è di quel paese. E la domenica
che noi ce ne dovevamo andare, cioè che dovevo portare Salvatore Genova a
destinazione, che fu due giorni prima della retata del martedi, dice, guarda mi porto con
me pure Calogero, perché in questo momento Calogero non si fida di nessuno, viene con
me, quindi dice, dobbiamo aspettare. Poi martedì lo hanno tratto... il martedi lo hanno
tratto in arresto e quindi non si po... non si poté fare più niente. Quindi no... Salvo
Genova non mi espone troppo perché dovevo essere una persona riservata per due
motivi: uno perché ero insospettabile, poi perché tenevo i soldi, pure perché mi
occupavo della latitanza, non potevo essere presentato a terzi, persone, mai presentato
come uomo d'onore. Cioè occuparmi in prima linea di certe attività delittuose come...
perché quando ci dico, ci ho i ragazzi a disposizione, lui mi dice, no, adesso tu di questa
cosa non te ne occupare, tanto problemi non ce ne abbiamo.
G.I.P. quindi, a parte tenere la cassa e diciamo svolgere attività di supporto logistico,
nel senso dell'accompagnamento e... questa casa di cui ha parlato a Petralia, era una
-a I .

&sa in cui soggiornò il Genova oppure...


TESTE ASSISTITO: no, non ci... non ci arrivò.
G.I.P. non ci arrivò perché ci furono...
TESTE ASSISTITO: tra l'altro...
G.I.P. ma mi avrebbe soggiornato nel caso in cui non ci fossero stati gli arresti?
TESTE ASSISTITO: certo, sia lui che... tra l'altro avevo la disponibilità di un'altra
casa presa in affitto nella zona di Via Perez. C'è un regolare contratto di affitto in Via
Resuttana, in Questura. L'avevo pure sistemata, era un monolocale, nella zona di Via
Perez, questa mi ricordo l'avevo fatta e già era... aveva fatto la spesa, che in caso
l'avremmo portato prima là e poi l'avremmo trasferiti a Petralia.
G.I.P. quindi lei svolgeva un ruolo...
TESTE ASSISTITO: di fiducia.
G.I.P. ...p ossiamo definirlo delicato, di fiducia appunto...
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. ...come ha detto, perché teneva il denaro e non penso che "cosa nostra" affidi
centocinquantamila euro a chiunque, penso che sia delicato la gestione del denaro. Poi
faceva attività di supporto logistico alla latitanza del...
TESTE ASSISTITO: alla futu...
G.I.P. ...Genova e...
TESTE ASSISTITO: alla futura latitanza.
G.I.P. alla futura latitanza, mi ha giustamente corretto e soprattutto a quella, a quanto ho
capito, del figlio di Lo Piccolo Salvatore.
TESTE ASSISTITO: Calogero. Che mi fu comunicato la domenica mattina, eravamo
al "Charleston", si siamo visti al "Charleston" dove lavora il nipote, perché io me lo
dovevo portare a Salvatore Genova.
G.I.P. mi scusi, il nipote di chi?
TESTE ASSISTITO: di Salvatore Genova al... ci siamo visti al "Charleston", la
domenica prima del suo arresto. Quindi noi ci vediamo domenica mattina per noi
andarcene. Martedì poi faranno gli arresti. Invece no, perdiamo altri due, tre giorni,
perché con noi viene pure Calogero. A quel punto dico ma... siccome lui mi dice...
perché il Salvatore Genova mi fa la confidenza di dirmi che ha quelle fonti all'intemo
delle Forze del170rdine,non so, del Tribunale, di qualche posto...
P.M. PACI: anche sul punto, chiedo scusa...
G.I.P. sì.
P.M. PACI: ...Signor Presidente...
G.I.P. chiaro.
P.M. PACI: ...intemeniamo per far presente...
G.I.P. chiaro.
P.M. PACI: ...che anche su questo tema in generale ci sono delicate indagini che
l'ufficio sta svolgendo per venire all'identificazioni di questi soggetti.
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: comunque eravamo a conoscenza delle retate e quindi...
G.I.P. sì. Allora, perché mi ha parlato, ha introdotto Calogero Lo Piccolo senza ulteriore
connotazione. Stiamo parlando quindi del figlio...
TESTE ASSISTITO: di Salvatore Lo Piccolo, fratello di Sandro.
G.I.P. ...nonché fratello di Sandro.
TESTE ASSISTITO: sono...
G.I.P. ma allora in quel momento il Calogero era anche lui latitante?
TESTE ASSISTITO: no, era fuori, era a piede libero.
..
G.I.P. era libero, quindi... . .
, ... .

TESTE ASSISTITO: no, aveva sempre l'obbligo di... la sera tornava a casa e della
firma..
G.I.P. quindi l'unico latitante era il Genova.
TESTE ASSISTITO: no non era latitante Genova Salvatore.
G.I.P. la futura... siccome lei ha detto che le case avrebbero dovuto essere...
TESTE ASSISTITO: perché noi si aspettava la retata quindi si doveva anticipare la
retata e andarsene.
G.I.P. okay, ho capito, ho capito.
TESTE ASSISTITO: da quel momento...
G.I.P. era il supporto alla futura latitanza una volta che la futura latitanza si fosse
conclamata attraverso un atto...
TESTE ASSISTITO: perché noi...

9
G.I.P. ...custodiale.
TESTE ASSISTITO: noi eravamo...
G.I.P. ho capito bene...
TESTE ASSISTITO: noi eravamo, Signor Giudice... Signor Presidente...
G.I.P. sì sì, prevenivano diciamo i...
TESTE ASSISTITO: eravamo a conoscenza delle retate, allora se ne andava p
G.I.P. sì. No, ma il Pubblico Ministero le ha detto che su questo tema non dobbiamo...
TESTE ASSISTITO: sì sì si.
G.I.P. ...specificare oltre perché ci sono indagini in corso.
TESTE ASSISTITO: voglio fare solo una precisazione se mi è possibile.
G.I.P. se il Pubblico Ministero ritiene possibile soprattutto.
TESTE ASSISTITO: no, inizialmente io faccio si i documenti per Salvatore Genova e
per Calogero Lo Piccolo, però so che mi devo occupare solo della latitanza di Salvatore
Genova, poi la domenica mi dice, guarda viene pure Calogero con noi.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: e a quel punto...
G.I.P. quel punto è chiaro. Però...
TESTE ASSISTITO: ...p erdiamo quei due, tre giorni che sono...
G.I.P. questa ulteriore sua chiarificazione mi focalizza ancor di più diciamo
l'importanza, la delicatezza del ruolo che lei aveva, perché non solo aveva i soldi, non
solo si sarebbe occupato della latitanza e quindi della logistica, in più forniva i
documenti. È assai delicata la questione visto che era i1 documento di identità, è facile o
è più agevole per venire... se spostiamo cosi non gli va il sole in faccia. Perché non si
mette qua o là guardi. No no, si tolga dal sole. È meglio per lui. Allora, vediamo se sono
riuscito un po' a focalizzare questo tempo, che è diciamo il gennaio, diciamo fine del
2007, inizio del 2008, nel quale lei già assomma una serie di compiti che sono tuttavia
compiti, se ho capito bene, esterni a "cosa nostra", cioè lei fino a questo momento...
nessuno le ha detto o l'ha conclamata uomo d'onore, ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: faccio due precisazioni. Ora rispondo... intanto faccio la
precisazione rispetto a prima. Per quanto riguarda le... proprio le fotografie, sono andato
direttamente io in un... in un municipio, non dico quale, dove tramite la persona, gli ho
detto, mi devi fare mettere a me i timbri a secco proprio per evitare di fare vedere la
fotografia sia di Calogero Lo Piccolo che di Salvatore Genova.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: e questa è la prima precisazione. Secondo, uno può fare parte di
una famiglia mafiosa senza essere affiliato. Non è che tutti coloro che f m o estorsioni,
.o &Gcoloro che f m o i danneggiamenti sono uomini d'onore: L'affiliazione diciamo
chè è un punto di arrivo ma non ci diventano tutti uomini d'onore. Quindi tutti quelli
che fanno sempre le estorsioni non è che sono uomini d'onore, ma fanno parte
dell'organigramrna della famiglia.
G.I.P. e questo...
TESTE ASSISTITO: non possono sedersi a riunioni, non possono sapere cose
particolari ma comunque...
G.I.P. questo...
TESTE ASSISTITO: ...operano per "cosa nostra".
G.I.P. la vorrei interrompere perché questo vorrei arrivarci alla fine come diciamo per
noi tutti, come capacità di sintesi di ciascuno di noi, di capire dall'esito delle cose
storiche, dalla ricostruzione che lei ha fatto, se questa sua affermazione, perché è una
considerazione, se può essere un fatto me lo manifesti come fatto, me lo fotografi come
fatto, mi dimostri che è cosi, altrimenti deve essere una valutazione suppongo. E vorrei
che questa valutazione si formasse in noi tutti alla fine di questo excursus, di questo
processo ricostnittivo che cerco di effettuare insieme a lei. Lei... anche perché lei ha
detto che allo stesso modo come non si può essere uomini d'onore, svolgendo attività
diciamo ausiliaria allo stesso modo si può essere reggenti di una famiglia non essendo
uomini d'onore che è l'esatto pendant, contrario a quello che lei ha detto prima. Quindi
vorrei arrivarci con tranquillità questa cosa perché cosi...

\
TESTE ASSISTITO: una precisazione. Ho detto proprio che si possono fare attività
all'interno di una famiglia mafiosa senza essere uomini d'onore.
G.I.P. e questo è chiaro.
TESTE ASSISTITO: si... poi successivamente si diventa...
G.I.P. il contrario viene un po' più difficile da comprendere. Cioè che una persona
possa diventare direttore di banca, senza essere mai stato in banca allo sportello. Per
carità, questo è un paese in cui molte cose accadono, anche singolari e strane, questa
potrebbe essere una di queste, però questo mi ha detto, questo ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: sì sì. Faccio solo una precisazione. Con... visto tutti gli arresti
che ci sono, c'è necessità di potere... di avere bisogno di persone anche se non sono
formalmente affiliate perché...
G.I.P. okay. Adesso...
TESTE ASSISTITO: ...all'epoca del 2008 non c'era praticamente...
G.I.P. chiarirà nel corso delle domande...
TESTE ASSISTITO: normale, certo.
G.I.P. ...verrà fuori questo...
TESTE ASSISTITO: sì si sì.
G.I.P. ...q uesta sua considerazione e capiremo se appunto è una considerazione, una sua
valutazione oppure un fatto che si ancora ad alcune specifiche circostanze che lei ha
vissuto e partecipato.
TESTE ASSISTITO: no, le dimostrerò che è un fatto non è una mia opinione.
G.I.P. e allora, siamo anivati al gennaio 2008...
TESTE ASSISTITO: dicembre 2007, inizi di gennaio 2008.
G.I.P. 2008, cioè che è la data in cui lei ha questa somma enorme, la renderà di li a
poco, la restituirà alla moglie del Genova, se ho capito bene...
TESTE ASSISTITO: infatti.
G.I.P. ...ha svolto queste attività, ci sono gli arresti e quindi ha svolto questa attività
logistica in favore di "cosa nostra". Che cosa accade nei primi mesi del 2008, sì che
questa sua, che era già una vicinanza rilevante con "cosa nostra", diventa ancor di più
fino a portare a quella che poi lei mi ha descritto essere una vera e propria e formale
affiliazione?
TESTE ASSISTITO: l'indomani degli arresti della retata che ha tratto in arresto
Salvatore Genova, Calogero Lo Piccolo e tutti gli altri, io mi reco l'indomani presso il
"Charleston" a Mondello, mi vedo con Bartolo Genova. Innanzitutto perché ero
dispiaciuto dell'arresto dello zio...
G.I.P. è la terza volta che mi ripeto di questo "Charleston". Siccome...
TESTE ASSISTITO: "Charleston" è uno stabilimento che ci ha pure...
G.I.P. si, è uno stabilimento balneare. Siccome molti palermitani lo conoscono...
TESTE ASSISTITO: "Charleston" è lo stabilimento...
G.I.P. ...vi incontravate li per quale motivo? C'era un motivo particolare per cui il
"Charleston" era un punto di riferimento o cosa?
TESTE ASSISTITO: perché Bartolo Genova lavorava là presso la "Idro Belga" e si
occupava nello specifico della... del1"'EuroYachting" che è un club che si trova nello
stabilimento del "Charleston" e che gestisce il lido là davanti il "Charleston" si occupa
anche... c'è la palestra, c'è la sauna e lui era sempre là, quindi per poterlo rintracciare io
mi recavo al "Charleston", per questo motivo andavo sempre al "Charleston". Quindi mi
reco al "Charleston", mi incontro con Bartolo Genova, chiaramente dispiaciuti
dell'arresto e ci dico, Bartolo che dobbiamo fare, vediamo di segui... vediamo di... se si
deve andare avanti, che dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare.
G.I.P. scusi se interrompo. Ma nessuno ebbe un sospetto, per esempio, che lei potesse
essere la voce, la gola profonda che aveva comportato gli arresti? Cioè non si senti in
qualche modo in difficoltà in quel momento per quegli arresti che vi erano stati? Cioè
pensò che qualcuno potesse interpretare la sua vicinanza come qualcuno che aveva in
qualche modo fatto uscire anche mezza parola, che aveva comunque comportato gli
arresti? No, non percepì attorno a se nulla di...
TESTE ASSISTITO: da parte mia no.
G.I.P. no. Va be', è una domanda...
TESTE ASSISTITO: assolutamente. Non vedo perché dico.
G.I.P. no, se le ho fatto la domanda...
TESTE ASSISTITO: ci sarà un motivo ma...
G.I.P. ...c'è un motivo, perché evidentemente in altre situazioni, sentendo altri
collaboranti, c'erano stati problemi a volte, che in relazione ad un arresto le vicinanze
potevano essere male intese, come tu eri vicino a quello, quello è stato arrestato quindi
c'è la possibilità che tu sia stato veicolo dell'informazione che ha comportato il suo
arresto. In questo caso lei mi dice che non... non ci fu nemmeno il sospetto alla lontana,
ho capito bene, giusto?
TESTE ASSISTITO: sì, pure perché già sapevano loro di questa retata a prescindere
dalla...
G.I.P. quindi lei dice...
TESTE ASSISTITO: era a conoscenza delle retate Salvatore Genova.
G.I.P. il suo som...
TESTE ASSISTITO: per questo... per questo mi dovevo occupare della latitanza.
G.I.P. il suo somso è per me significativo. Allora...
TESTE ASSISTITO: anche tra l'altro la domenica me lo dovevo portare, dico, non
avrebbe senso... non avrei fatto... doveva venire con me, è stato lui a ritardare per la
partenza.
G.I.P. chiaro. Allora, vi siete visti quindi al "Charleston".
TESTE ASSISTITO: l'indomani degli arresti.
G.I.P. all'indomani degli arresti e lei quindi ha detto che cosa?
,TESTE ASSISTITO: ho detto che eravamo dispiaciutissimi di quello che... che... che
era un casino da quel momento in poi e gli ho detto cosa si doveva fare. Poi nei giorni a
seguire ci siamo rivisti, dice giustamente Bartolo, dice, io non mi posso... io sarei
disponibile a seguire la famiglia di Resuttana, dare il contributo con te e con tutti gli
altri, però è chiaro che noi non ci possiamo alzare la mattina e metterci a fare... a seguire
la famiglia di Resuttana. Quindi lui, deve decidere innanzitutto cosa deve fare e il suo
pensiero è quello di coinvolgere Michele Di Trapani e di farlo mettere come reggente...
G.I.P. piano piano, piano piano. Pianissimo, perché lei mi dice un nome...
TESTE ASSISTITO: ...di sponsorizzarlo come...
G.I.P. un attimo, un attimo. Qua dobbiamo andarci con un po' di consequenzialità.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. perché lei mi parla di questo Michele Di Trapani e io potrei anche non sapere
assolutamente di chi mi sta parlando. Perché mi introduce questo nome?
TESTE ASSISTITO: perché lui mi diceva che era...
G.I.P. lui chi?
TESTE ASSISTITO: Bartolo Genova era vicino sia a Di Trapani che a Maria Angela,
addirittura con Maria Angela aveva un rapporto diretto, Maria Angela Di Trapani,
moglie di Salvino Madonia. Quindi lui ha detto: "ora mi rivolgo, dice, mi rivolgo a
Maria Angela Di Trapani, vediamo pure lei cosa ne pensa". Perché so che loro erano in
stretti rapporti, sia perché me lo diceva ai tempi Salvatore Genova, poi perché me lo
diceva pure Bartolo Genova.
G.I.P. un attimo, perché lei prima di questo momento, prima di questa riunione al
"Charleston" a seguito degli arresti, lei fino a questo momento dei Di Trapani, del nome
Di Trapani, non me ne aveva fatto riferimento. Anche Maria Angela non me ne aveva
fatto rifenmento. Adesso mi sta dicendo che questa riflessione che fa insieme al Bartolo
Genova...
TESTE ASSISTITO: si.
G.I.P. ...al "Charleston", le ricorda un nfdmento a questi nomi che ancor prima le era
stato fatto.
TESTE ASSISTITO: le ho fatto l'excursus...
G.I.P. un attimo solo.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. si. E io le pongo una domanda. In quale circostanze di tempo, di luogo e di
persona, questo primo riferimento o questi riferimenti a queste persone le furono fatte?
TESTE ASSISTITO: Salvo Genova una volta mi disse che si occupava del
mantenimento della famiglia tra il settem... diciamo secondo semestre del 2007 mi disse
che si occupava del mantenimento della famiglia Madonia e del fratello di Maria Angela
Di Trapani, perché gli dava nello specifico mille e ottocento euro l'uno a... per ogni
detenuto. Tra l'altro mi diceva che egli stesso spesso si recava a vedersi con Maria
Angela Di Trapani presso la carrozzeria di Rosario Pedone.
G.I.P. sui nomi può andare un po' più lento perché provo ad appuntare...
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. ...le cose e trascriverle. Allora Salvo Genova già allora, quando parla allora sta
dicendo...
TESTE ASSISTITO: secondo semestre 2007.
G.I.P. nel secondo semestre 2007.
TESTE ASSISTITO: 2007.
G.I.P. in che occasione... perché Salvo Genova aveva bisogno in quel momento di dirle
qual era il sostentamento della famiglia Madonia e quanto denaro veniva loro versato,
per quale motivo glielo doveva dire? - -.

Q TESTE ASSISTITO: glielo posso datare con precisione pure il momento. Salvatore
Genova era soggetto all'obbligo che la sera doveva tornare a casa, non mi ricordo se
entro le otto, entro le nove, mi ricordo che il Giudice gli diede... gli fini forse la
sorveglianza e gli diede cinque giorni che non aveva questo obbligo di rientrare a casa e
mi invitò a mangiare fuori una... una cena riservata. Eravamo io, Salvatore Genova,
Bartolo Genova e altri soggetti.
G.I.P. se i nomi li possiamo sapere oppure no, va be', se...
P.M. PACI: se sono nomi di persone già detenute allora...
TESTE ASSISTITO: allora nomino solo le persone... Totò Castiglione che è detenuto
e altri due soggetti che sono a piede libero.
P.M. PACI: e allora appunto...
G.I.P. va bene, chiaro.
TESTE ASSISTITO: e si parlava, siccome all'epoca già avevo i soldi io della... che
mi erano stati dati da Salvo Genova, parlando, dicendo a di Salvo, ma lei quanti
pensieri ha, quante responsabilità ha ogni mese, dice, tu lo sai quante spese ho ogni
- -
mese io, quanto costano i carcerati, disse: "tu considera dice soltanto della
famiglia Madonia quindi ai fratelli, più a Nicola Di Trapani, li faccio avere a
Maria Angela". Lui diceva sempre "è mia cugina, è mia cugina", però non sapevo
se questo dire è mia cugina era una forma di rispetto, se
forma di parentela fra i Genova e i Madonia o i Di Trapani. Questo è un modo di
dire, certe volte anche neil'ambiente palermitano si può dire mio cugino, ma in
realtà non si è cugini. Sempre Giuseppe Biondino spesso mi presentava come suo
cugino. Ma spesso nell'ambiente palermitano si dice cugino come una forma di
-
rispetto. Dice: "solo loro mi costano mille e ottocento euro al mese l'uno - dice tu
pensa quante spese ci sono". E là fu la prima cosa che capii.
G.I.P. quindi questa fu la prima volta che Salvo Genova nel corso di questa
riunione.. .
TESTE ASSISTITO: perché entravo sempre più in confidenza man mano che
passava il tempo.
G.I.P. si. Ma glielo disse perché lei in qualche modo... perché di lì a poco poi ebbe
la cassa, i centocinquantamila...
TESTE ASSISTITO: l'ho avuta prima di questa cosa.
G.I.P. già aveva i soldi...
TESTE ASSISTITO: già li avevo...
G.I.P. ...in mano in quel periodo?
TESTE ASSISTITO: sì, certo.
G.I.P. e quindi glielo disse in qualche modo per correlarlo al fatto del denaro che
deteneva, per dirle che questa cassa era una cassa comune deiia famiglia, che
comunque faceva riferimento aila famiglia Madonia?
...
TESTE ASSISTITO: ...(incomprensibile) la domanda per dire, zio Salvo ma
quante spese, quante responsabilità, quanti pensieri ha ogni mese, eh, caro mio
tanti, lo sai quanto ci vuole per... per campare i carcerati? E mi fece l'esempio dei
Madonia. Tra l'altro il Bartolo Genova era a conoscenza di tutte cose, quando
hanno arrestato lo zio, quindi era a conoscenza di tutto quello che era l'iter
nell'andamento della famiglia. Quindi poi molte cose le ho apprese dal Bartolo
Genova.
G.I.P. ma per esempio le disse il Salvo Genova come faceva ad arrivare questo
denaro ...
TESTE ASSISTITO: no, questo non me l'ha specificato.
G.I.P. non gliel'ha specificato.
TESTE ASSISTITO: assolutamente. Poi dal 2008 ce ne occupiamo io e Bartolo
Genova del... quel mantenimento deila famiglia Madonia e dal 2008 le posso dire
con precisione come arrivavano i soldi alle famiglie.
G.I.P. no no, un attimo. Per adesso mi interessa...
TESTE ASSISTITO: no, quello non gliel'ho chiesto. Quella risposta è nata... mi ha
dato una risposta in più, perché lui mi poteva benissimo rispondere, ci sono
ventimila euro al mese di spese e invece mi fece quella confidenza in più, dice, sai
solo la famiglia Madonia mi... mi costa tanto, cioè costa tanto mantenerla.
G.I.P. comunque si riferì soltanto... fece riferimento soltanto a questa circostanza.
TESTE ASSISTITO: si si.
G.I.P. cioè che lui affrontava un costo, cos'era mensile, un costo mensile?
TESTE ASSISTITO: si. Che i carcerati costano... campare i carcerati costa assai
considera che solo la famiglia Madonia, il fratello di Maria Angela, mia cugina, ci
vogliono mille e ottocento euro l'uno.
G.I.P. ma le disse che questo denaro veniva versato nelle mani di Maria Angela ...
TESTE ASSISTITO: no, questo non me lo ha detto.
G.I.P. no. Le disse soltanto che costava, perfetto.
...
TESTE ASSISTITO: no, fino all'epoca del fino a quell'epoca io no so la
dinamica di come arrivano i soldi. Dal momento in cui entriamo in gioco noi, le so
dire per ogni carcerato come arrivano i soldi.
G.I.P. chiaro. Allora, a questo punto capiamo quindi perché questi nomi del Di
Trapani Michele e Di Trapani Maria Angela, quando Bartolo Genova, al
"Charleston9', le dice che c'è questa esigenza lei fa mente locale e localizza questi
nomi, giusto?
...
TESTE ASSISTITO: Di Trapani si, faccio riferimento per me per logica, io
ancora all'epoca Michele Di Trapani non lo conoscevo, faccio riferimento alla
famiglia Madonia, ai Di Trapani come famiglia mafiosa perché ...
G.I.P. perché?
TESTE ASSISTITO: perché Diego Di Trapani è stato pure un soggetto è stato ...
tratto in arresto per mafia.
G.I.P. ma lo sapeva per questo motivo che è un motivo che...
...
TESTE ASSISTITO: l'ho saputo questo lo sapevo dalla televisione, dai giornali.
G.I.P. quindi non lo sapeva perché lei... in qualche modo...
TESTE ASSISTITO: no, poi dal 2008...
G.I.P. ...q ualcuno gliel'ha comunicato in modo formale.
TESTE ASSISTITO: dal 2008 poi Bartolo mi comincia a spiegare tutte cose. A
...
quell'epoca no. Neanche neanche sapevo Michele Di Trapani che figura aveva.
G.I.P. allora, quando Bartolo Genova al "Charleston", le fa riferimento a Michele
Di Trapani e a Maria Angela Di Trapani ...
TESTE ASSISTITO: Maria Angela mi fa pensare subito al discorso che mi ha
detto Salvatore Genova, Michele Di Trapani non mi dice niente in quel momento,
lo associo alla famiglia Di Trapani.
G.I.P. quindi quando Bartolo Genova le parla di Maria Angela Di Trapani, lei
percepisce con certezza che si tratta...
TESTE ASSISTITO: si.
...
G.I.P. delia Di Trapani Maria Angela, moglie di Madonia. ..
TESTE ASSISTITO: Salvino Madonia, si si.
--
...
-- .. . G.I.P. detto Salvino e le fa riferimento alla necessità di trattare con i Di Trapani
per capke quale sarà la sorte futura della famiglia oppure no? Questo, stiamo
Q, parlando del dialogo al "Charleston".
TESTE ASSISTITO: la pre... le faccio una precisazione. Lui mi diceva che suo
cugino, Michele Di Trapani, dice, mio cugino combatte con la glicemia, un giorno è
in una maniera e un giomo è in un altro, però vorrei... vorrei interessarlo a questa
-
vicenda visto che Bartolo insieme a me avevamo un gruppo di persone operative,
-
che si dovevano occupare per la famiglia per due motivi, uno perché, dice, io non
me la sento oggi, domani, a seguire in prima persona la famiglia. Lui è il fratello di
Diego. Mi spiegò che Diego era un soggetto che era stato tratto in arresto, che era
...
una persona di notevole spessore all'intemo della famiglia cioè all'interno di
"cosa nostra". Mi disse: "può essere pure che fra un anno questo soggetto esce,
quindi a Michele, a mio cugino Michele..." perché lui diceva che Michele e Maria
Angela, anche lui, erano suoi cugini, poi non so se realmente anche Bartolo... cioè
la famiglia Genova aveva un rapporto di parentela con i Di Trapani. Dice: "uno
perché domani Diego può uscire e può avere un ruolo importante". Perché da quel
giomo in poi Bartolo mi incomincia a fare capire i ruoli che ci sono all'intemo, la
storia di certe famiglie, come i Di Trapani. C6Secondo,perché metten.. . mettendo
su... facendo andare lui avanti, io ci ho meno rischio un domani, da un punto di
vista legale, penale".
G.I.P. no no, mi spieghi questo passaggio perché è.
TESTE ASSISTITO: allora ...
G.I.P. ...è tecnico.
TESTE ASSISTITO: allora... sì, allora lui dice: "noi siamo ..." parlando io con
Bartolo dice: "ma noi siamo in condizioni di portare avanti questa barca".
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: però lui nello stesso tempo dice: "io non mi posso
...
improvvisare lo dobbiamo fare sapere". Dice: "ora in cartella ne parlo con mio
cugino Michele". Ci ho detto: "ma Michele chi?", "Michele Di Trapani, il fratello
di Diego, è il cugino mio, è imparentato con Maria Angela". Certo, tra l'altro. ..
G.I.P. il rischio non ho capito, il rischio penale.
TESTE ASSISTITO: dice: "tra l'altro a me interessa che non sia io in prima
persona a seguire la famiglia, ma siano magari, per dire, mio cugino, perché
domani, uno che segue in prima persona, quindi risulta come promotore, prende
quindici anni, se io non sono promotore ne prendo sette anni", diciamo è un punto
di vista di responsabilità. Se io all'intemo di una famiglia sono colui che promuove
o che sono il responsabile di quella famiglia, chiaramente, penalmente rischio
molto di più.
G.I.P. però mi scusi, il fatto che un uomo di "cosa nostra", diciamo organizzi la sua
presenza in "cosa nostra" sulla base della pena edittale che si correlerebbe al titolo
imputativo nel caso in cui fosse processato, sinceramente devo dire che è una nuova
fonte...
TESTE ASSISTITO: così mi ha detto e così le riferisco.
G.I.P. no, una nuova fonte di apprendimento. Per carità, è il nostro... tutta la
nostra vita è un processo. Oltre i processi che facciamo è pure il nostro vivere un
processo e quindi non ci dobbiamo stupire di nulla, perché è procedendo che questi
nuovi orizzonti si manifestano. Dico, quindi lei mi sta dicendo che il problema che
si poneva, per questa reggenza della famiglia, era la possibilith che se uno era
reggente si beccava quindici anni in luogo di otto.
TESTE ASSISTITO: con tutti questi arresti, ormai si incomincia a conoscere
quelli che sono i rischi.
G.I.P. che sapevano la giurisprudenza nel merito delle condanne?
TESTE ASSISTITO: ma si sa, suo zio con... cioè si sa, tutta la gente sa che come
reggenti si sa che si prende il 41 bis, che si rischia molto di più nel momento in cui
si viene arrestati, quindi quella era un momento che parlavano fra due amici, fra
... ..
due fratelli quindi poi lui. quindi lui...
G.I.P. va bene.
TESTE ASSISTITO: lui successivamente dice: "ora parlo pure con Maria Angela
- dice - la prima cosa che dobbiamo fare per fare bella figura con mia cugina con
mia... diciamo che siamo già in grado di mantenere i carcerati.
G.I.P. mi verrebbe da chiederle, se questi quindici o otto anni, li pigliavano in rito
ordinario o in rito abbreviato, perché a questo punto visto che facevate...
TESTE ASSISTITO: no questo ...
...
G.I.P. il calcolo...
TESTE ASSISTITO: io le dico quelle che erano le nostre discussioni.
G.I.P. scusatemi. Prego, andiamo avanti.
TESTE ASSISTITO: erano le nostre discussioni quelle che erano...
G.I.P. va bene, queste erano le vostre discussioni.
TESTE ASSISTITO: questo mi ha detto e questo le riferisco.
G.I.P. va bene. E allora come si risolve questa discussione?
TESTE ASSISTITO: lui poi si vede con Maria Angela Di Trapani e mi riferisce
...
che gli dice: "io sono dispo io sono in grado di portare la barca avanti, abbiamo
disponibilità di garantire i carcerati - dice - già da ora da questo mese - parlando
non per gennaio per febbraio - ti farò avere i soldi per il mensile, dice, in questo
momento saranno sicuramente di meno perché ci saranno difficoltà". Tanto è vero
che addirittura io e Bartolo Genova inizialmente mettiamo cinquemila euro l'uno,
nell'attesa di avere la possibilità di avere entrate, perché ripeto, i
centocinquantamila euro e gli ottantamiia euro che aveva Bartolo, ufficialmente
non lo sapeva nessuno che c'erano questi soldi, neanche aii'intemo di "cosa
nostra", quindi noi quei soldi non li tocchiamo li con... perché sono di Salvatore
Genova, quindi ufficialmente cassa non se ne trova. È chiaro questo passaggio?
G.I.P. sì, è chiaro, però aveva delle implicazioni notevoli.
TESTE ASSISTITO: non lo sapeva nessuno, lo sapevamo io, Bartolo Genova e
Salvo Genova.
G.I.P. cioè ...
TESTE ASSISTITO: e Totò Castiglione.
G.I.P. ma mi scusi, se i Madonia, dal carcere, o chi per loro, avessero conosciuto
una circostanza simile, cioè che magari come abbiamo capito dagli atti fino ad oggi
svolti, "cosa nostra" si trovasse quotidianamente in una perenne ricerca di denaro,
in una perenne insufficienza di denaro e che invece qualcuno tra di voi aveva
centocinquantamila euro messi da parte, che non venivano ripartiti tra i carcerati
questo...
TESTE ASSISTITO: è una cosa grave. È una cosa grave, si rischia la morte.
...
G.I.P. direi più di grave, quasi letale
TESTE ASSISTITO: si rischia la morte ho detto. No, molta gente si appropria d i
soldi ali'intemo di "cosa nostra", questa è quella che è la dinamica, è queila vi
riferisco.
G.I.P. no...
TESTE ASSISTITO: io a Salvo Genova in quel momento non l'avrei mai tradito
quindi.
G.I.P. ne prendiamo
. - atto, anche di questo. Allora, che quindi non è .vero questa
reg& secondo cui'tra gli uomini d'onore si dice sempre la verità.
TESTE ASSISTITO: assolutamente no.
G.I.P. ecco questo, a me interessa il dato processuale.
TESTE ASSISTITO: ci sono regole ma ormai penso che in questi anni non si
rispettano più.
G.I.P. in quali anni, da quanti anni in qua?
..
TESTE ASSISTITO: questi ultimi... almeno per questi due. due anni che ...
G.I.P. quanti, cinque, dieci?
TESTE ASSISTITO: ma in questi ultimi... quelli che ho vissuto io ci sono molte
tragedie e molte cose che si fanno aUe spaile degli altri.
G.I.P. va bene. Vedremo quali e quante. Allora. ..
TESTE ASSISTITO: quindi lui si incontra con Maria Angela Di Trapani, gli dice
che siamo disponibili...
G.I.P. lui, lui chi?
TESTE ASSISTITO: Bartolo Genova. Dice...
G.I.P. Bartolo Genova si incontra con Maria Angela Di Trapani. Dove si incontra?
TESTE ASSISTITO: questo non lo so, a me Bartolo Genova mi riferisce che si

$&-
incontra con Maria Angela Di Trapani.

1322
...
G.I.P. glielo riferisce chiaramente è un incontro successivo a quello che
abbiamo ...
TESTE ASSISTITO: sì, tutti questi incontri che si avranno con Maria Angela
saranno nel... nel primo semestre del 2008.
G.I.P. dopo questi incontri, lei a sua volta si incontra con il Genova?
TESTE ASSISTITO: con Bartolo Genova ci vedevamo spessissimo.
G.I.P. spessissimo, quanto spesso? Una volta al giorno, una volta a settimana, una
volta al mese?
TESTE ASSISTITO: ma in quel periodo anche una volta al giorno ci vedevamo.
G.I.P. ogni giorno?
TESTE ASSISTITO: si, passavo da là con il motore al b6Charleston"poi veniva...
mangiavamo pure insieme, veniva a mangiare a casa mia, andavo a mangiare a
casa sua...
G.I.P. quindi una frequenza quotidiana.
TESTE ASSISTITO: la domenica andavo a mangiare...
G.I.P. è un intersca...
...
TESTE ASSISTITO: a casa di sua madre.
G.I.P. si, scusi.
TESTE ASSISTITO: mangiavamo a casa di Giuseppe Biondino che era il cognato,
eravamo sempre insieme.
G.I.P. quindi un interscambio... posso dire che avevate con il Genova un
interscambio quotidiano di informazioni relative a "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. è giusto dire questo?
TESTE ASSISTITO: tanto è vero che quello è un periodo di fibriiiazione perché si
..
do. si deve riorganizzare tutte cose.
G.I.P. quindi in questo periodo di fibriiiazione, di riorganizzazione della sola
famiglia ...
TESTE ASSISTITO: qua parliamo di Resuttana.
...
G.I.P. appunto. Della sola famiglia
TESTE ASSISTITO: le posso fare ...
...
G.I.P. di Resuttana stiamo parlando.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. perché lei delle altre famiglie di "cosa nostra", in quel momento, in quel
preciso momento di destabilizzazione, di fibrillazione come l'ha chiamata, lei sa
qualcosa?
TESTE ASSISTITO: no nei me... poi nei mesi incominciamo ad avere contatti con
Giuseppe Biondino, incominciamo a capire quelle che sono le problematiche di
altre famiglie.
G.I.P. e adesso me lo dirà. Ma sto parlando quando comincia a discutere del
problema di Di Trapani Michele, di Di Trapani Maria Angela, della successione
nella direzione della famiglia di Resuttana, si pone in quel preciso istante il
problema della riorganizzazione di altre famiglie di "cosa nostra" che con la
famiglia di Resuttana interagiscono o dovrebbero interagire?
TESTE ASSISTITO: ma in quel momento non è che noi ci poniamo il problema
degli altri, sa... sa... capiamo che anche nelle altre famiglie ci sono pure grossi
problemi, ma in quel momento ognuno pensa alla famiglia di competenza.
G.I.P. ognuno pensa alla propria famiglia.
TESTE ASSISTITO: pure perché da Q... da quel momento in poi ...
G.I.P. questa regola vale anche in ''cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: da quel momento in poi cambiano tante cose, dopo l'arresto
dei Lo Piccolo. Mentre prima c'era un'unica regia che controllava tutte le famiglie,
non c'era più la distinzione, andava tutto... tutto verso i Lo Piccolo, da quel
momento in poi ognuno si coltiva il suo orticello, come dicevamo noi.
G.I.P. questo dice dopo l'arresto dei Lo Piccolo.
...
TESTE ASSISTITO: dopo l'arresto di Calogero Lo Piccolo, Salvo perché sono...
praticamente tutti sono stati arrestati.
G.I.P. perfetto. Quindi ci occupiamo, per adesso di occupiamo soltanto della
famiglia di "cosa nostra" ...
TESTE ASSISTITO: si.
...
G.I.P. che riguarda ...
TESTÈ ASSISTITO: Resuttana.
...
G.I.P. Resuttana. Ci sono, se ho capito bene, dei contatti diretti tra il Genova e la
Di Trapani Maria Angela ...
TESTE ASSISTITO: esatto.
...
G.I.P. che avvengono in tempi, modalità e circostanze che lei non conosce perché
il Genova non gliele riferisce.
...
TESTE ASSISTITO: (incomprensibile) e mi riferisce: "mi sono visto con mia
cugina, gli ho fatto presente che noi siamo in grado di portare la barca avanti, che
già da questo mese gli diamo i soldi", quindi è come se si fosse presentato con i
soldi in mano, se il prossimo mese gli facciamo avere i soldi e gli dice: "perché non
coinvolgiamo anche a Michele", dice e lei... lui mi riferisce gli dice: 4'assolutamente
no". Premessa: Bartolo Genova mi dice che Michele Di Trapani era stato messo...
...
era stato allontanato dalla famiglia cioè era stato messo come uo... mi riferisce
che è uomo d'onore, in quel momento né io nè Bartolo siamo uomini d'onore, però
mi riferisce questo, mi dice ...
G.I.P. che dice che è un uomo d'onore.
TESTE ASSISTITO: sì. Che il fratello Diego era un soggetto inviso ai Lo Piccolo,
perché ritenuto vicino ai Rotolo e che quindi già all'epoca...
G.I.P. i Rotolo sono coloro, per intenderci, che erano in contrapposizione ...
TESTE ASSISTITO: ai Lo Piccolo.
...
G.I.P. ai Lo Piccolo e addirittura i Lo Piccolo paventavano possibilità omicidiarie
ai loro danni...
TESTE ASSISTITO: esatto.
G.I.P. ...p oste in essere da Rotolo?
TESTE ASSISTITO: esatto esatto. ..
G.I.P. ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: esatto. ...
G.I.P. perfetto.
TESTE ASSISTITO: le famose intercettazioni al box di lamiera di cui eravamo...
G.I.P. guardi, qua di famoso...
TESTE ASSISTITO: allora Cinà, Rotolo, le intercettazioni che c'erano. ..
G.I.P. lei consideri una cosa che è come se lei fosse stato sentito per la prima volta,
non dovrebbe dar nulla di scontato.
TESTE ASSISTITO: si si, allora lo preciso. Le intercettazioni fra il boss Nino
Rotolo, Dottore Cinà, tutte queste intercettazioni tra esponenti di "cosa nostra" che
parlavano contro i Lo Piccolo. Bartolo Genova mi dice che Diego era ritenuto
soggetto vicino a questa corrente e quindi inviso ai Lo Piccolo e quindi Michele Di
Trapani dopo tutti gli arresti "Gota", fu messo in disparte. Fra l'altro...
G.I.P. come fratello...
TESTE ASSISTITO: Diego.
...
G.I.P. di Diego, in questo senso viene messo da parte.
TESTE ASSISTITO: sì sì. E poi Maria Angela Di Trapani, mi riferisce il Bartolo,
già che... diceva il suo parente no perché avevano degli screzi familiari, in quanto il
Michele Di Trapani metteva in dubbio, scherzava sulla paternità di Salvino
Madonia con il proprio figlio e questa è una cosa gravissima, scherzare su questa
cosa. Comunque Maria Angela Di Trapani ...
G.I.P. mi scusi, la interrompo. Ma il Di Trapani Michele non era lo zio della Maria
Angela?
TESTE ASSISTITO: lo zio, sì, ma non avevano... contrasti fra di loro.
G.I.P. cioè uno zio non... lei ha detto scherzosamente aveva messo in dubbio la
patemità del Salvino ...
TESTE ASSISTITO: si, ma lo faceva con la gente in giro per stra... cioè con gente
estranea.
G.I.P. e per quale motivo lo avrebbe fatto?
...
TESTE ASSISTITO: questo questo non gli so rispondere io, so solo che non
c'erano dei buoni rapporti fra Michele Di Trapani e Maria Angela Di Trapani, a
quanto mi riferisce il Bartolo Genova. Inoltre in quel periodo Bartolo Genova mi
dice: "sai uno dei fratelli gli è stato dato il 41 bis". Ora, Maria Angela Di Trapani
...
farà sapere questa questa nostra volontà di andare avanti e poi successivamente
mi dice: "sai mi sono visto con mia cugina, mi ha detto «per me tutto a posto, non
ci sono problemi, vai avanti, sei il nipote di Salvo Genova, sei un ragazzo in gamba.
Per quanto riguarda mio cugino si deve stare a casa... mio zio si deve stare a
casa»", Maria Angela riferisce a Bartolo Genova.
G.I.P. quindi la Maria Angela Di Trapani riferisce al Bartolo Genova che il
proprio zio ...
TESTE ASSISTITO: si deve stare ...
G.I.P. ...si deve stare a casa.
TESTE ASSISTITO: si deve stare a casa.
G.I.P. ma la Maria Angela Di Trapani a quale titolo manifestava questo
intendimento? Cioè chi era la Maria Angela Di Trapani che poteva affermare
b qu&ta sua volontà, soprattutto se considera, ma questo mi correggerà se sbaglio e
forse sarà anche questa una idea sbagliata, cioè che era una doma. Una donna
poteva avere un ruolo decisionale in "cosa nostra", addirittura nella scelta di un
capo di una famiglia importante come quella di Resuttana?
...
TESTE ASSISTITO: ma infatti non sceglieva non sceglieva, lei portava dei
messaggi dal carcere.
G.I.P. portava dei messaggi dal carcere.
TESTE ASSISTITO: non è che sceglie Maria Angela Di Trapani. Maria Angela Di
Trapani si fa portavoce deiia famiglia Madonia e dà il placet per potere Bartolo
portare avanti la barca. Poi Bartolo a me mi riferisce: "io a Michele comunque non
lo voglio trattare male, anzi lo voglio pure incontrare qualche volta e lo voglio
rendere partecipe, perché domani può uscire Diego ed è un altro problema, quindi
me lo tengo buono pure a mio cugino Michele Di Trapani", quindi non...
(incomprensibile)... prendeva qualche consiglio, tanto è vero che durante la
detenzione di Michele Di Trapani noi una tantum gli mandavamo dei soldi.
G.I.P. sì. Scusi però a questo punto, per un momento mi metto nei panni di Michele
Di Trapani.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. che è un uomo di una certa età, nato nel 194.. .
TESTE ASSISTITO: si, è anzianotto, si.
G.I.P. di una certa età, il cui cognome è anche di un certo peso, sto parlando di
peso familiare avuto riguardo all'importanza della famiglia Madonia di Trapani,
fratello dei più noti, addirittura di Ciccio. Lei lo ha conosciuto questo Ciccio Di
Trapani?
TESTE ASSISTITO: no.
G.I.P. non l'ha conosciuto. Comunque, ora mettiamoci per un attimo nei panni di
quest'uomo che con la età e con il nome che porta, viene estromesso
sostanzialmente nei modi in cui ci ha spiegato lei, da...
TESTE ASSISTITO: io voglio fare una...
G.I.P. ...p ersone esterne alla famiglia Madonia di Trapani e di Resuttana. Ho
capito bene?
TESTE ASSISTITO: voglio fare una precisazione ...
G.I.P. si.
...
TESTE ASSISTITO: vorrei rispondere cosi le chiarisco. Maria Angela Di
Trapani si fa portavoce di quello che è un... un parere, una volonth della famiglia
Madonia, però dobbiamo sempre tener presente che in quel preciso momento
storico, quindi nel 2008, colui che ha il potere poi materiale di... è il capo
mandamento che all'epoca è l'Architetto, l'Architetto.. .
G.I.P. un attimo solo, un attimo solo.
TESTE ASSISTITO: perché dobbiamo fare comprendere che sono due... due
situazioni che vanno assieme.
G.I.P. ma per comprenderlo, io ho bisogno di sapere dal Pubblico Ministero se
questo aspetto può essere ulteriormente approfondito.
P.M. PACI: può essere tranquillamente trattato ...
G.I.P. perché...
...
P.M. PACI: l'Architetto è già noto ed è un soggetto già ...
G.I.P. si.
...
P.M. PACI: assicurato alle patrie galere.
G.I.P. no no, questo lo so, ma siccome i verbali sono stati posti anche a conoscenza
dei Signori Awocati, io li ho conosciuti perché ho deciso la riserva poc9anzi,-i
...
verbali sono in parte omissati sul punto specifico quindi
P.M. PACI: ma non sul19Architetto.
G.I.P. no, ma se non ricordo male anche su alcuni passaggi del...
P.M. PACI: no no no, no, assolutamente no, se controlla, l'Architetto Liga, perché
cosi peraltro è rimasto il nome, è perfettamente identificato e il suo nome...
G.I.P. no, che sia identificato...
P.M. PACI: ricorre.. .
G.I.P. certo che è.
P.M. PACI: ricorre nei verbali depositati in questo processo.
G.I.P. va bene, lei lo ricorderà sicuramente meglio di me...
P.M. PACI: no...
...
G.I.P. visto che...
P.M. PACI: ce li ho davanti i verbali non vado a memoria, ma guardi i verbali che
sono qui davanti.
G.I.P. pagina 279 è omissato, Signor Pubblico Ministero.
P.M. PACI: no. No no.
G.I.P. pagina 280 è omissato, pagina 281 è omissato...
P.M. PACI: e allora...
...
G.I.P. ...p agina 282 è omissato, quindi io
P.M. PACI: no...
G.I.P. no.
P.M. PACI: non so quale omissis lei stia vedendo. Allora se cominciamo dal primo
...
verbale
G.I.P. va bene, comunque...
P.M. PACI: ...q uello del 30 di marzo, foglio 218 che poi corrisponde in realtà al
foglio 5, dopo una prima parte che riguarda la sua esperienza in cccosanostra"
dice: ccl'Architetto Liga è il capo mandamento di Tommaso Natale, lo era già
all'epoca deìla mia affilazione". Poi si prosegue più avanti, foglio 6: ccCapizzi
Sandro e Benedetto, misero Gaetano Fidanzati ai vertici di Resuttana ma non era
ben visto, poi dopo l'omicidio Buccaro, l'Architetto Liga pose la reggenza del
manda..." eccetera eccetera.
..
G.I.P. si, no ma il nome si.
...
P.M. PACI: non voglio leggere i verbali perché non credo neanche dico ma...
G.I.P. no non possiamo leggere i verbali.
P.M. PACI: e appunto ...
G.I.P. non c'è...
...
P.M. PACI: ma risulta.
...
G.I.P. no no, le dico, non c'è era un atto di sensibilità e di riguardo nei confronti
dell'attività inquirente, non pensavo alla pedanteria, sinceramente me ne scuso.
Allora, stavamo dicendo, lei aveva appena accennato, introdotto il tema
deìl'Architetto Liga.
TESTE ASSISTITO: l'Architetto Liga era il capo mandamento, colui che si
occupava... io ho fatto l'esempio quando sono stato interrogato, che ogni famiglia
mafiosa è come una piccola parrocchia, ogni parrocchia ha il suo parroco e poi ci
sarà un vescovo, un papa, insomma quello che poi decide su quel mandamento.
Resuttana anche se storicamente era... faceva mandamento a se, con l'avvento dei
Lo Piccolo, Resuttana viene inglobata nel mandamento di San Lorenzo e quindi
era sempre sotto l'influsso dei Lo Piccolo. L'Architetto Liga subentra ai Lo Piccolo
come capo mandamento e comunque poi la persona che materialmente mette il
reggente è 1,~rchitettoLiga, ma l'Architetto Liga sicuramente, su un volere dei
------- -

e!P Madonia, e r i r un parere condizionante. Cioè se i Madonia fanno sapere


all'Architetto Liga o se lo facevano sapere pure ai Lo Piccolo, lo tengono in
considerazione un parere, perché è un parere di una famiglia di un certo spessore.
Quindi, poi Bartolo Genova si vedrà con l'Architetto Liga insieme a Pinuzzo Lo
Verde, si me... farà sapere che c'è il volere, il benestare anche della famiglia
Madonia, l'Architetto Liga dirà pure a me fa piacere perché conosco a tuo zio
Salvo e quindi questa cosa viene portata avanti. Era per farle comprendere che è
un connubio di cose. Quindi il volere dei Madonia è un parere sicuramente
vincolante, ma la responsabilità finale se la prende il capo mandamento in quel
preciso momento storico.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: con i Lo Piccolo misero a Salvo Genova dico.
G.I.P. si.
...
TESTE ASSISTITO: anche all'epoca poi queste cose io li... li conoscerò quando
divento uomo d'onore, nel corso dei miei due anni e Salvo Genova... ci fu anche il
parere dei Madonia.
G.I.P. si. Senta...
TESTE ASSISTITO: quindi è un parere vincolante che viene tenuto molto in
considerazione.
* 1327
G.I.P. direi che è pure obbligatorio a questo punto oltre che vincolante.
TESTE ASSISTITO: sì, però dico il capo mandamento, l'Architetto potrà dire, va
bene, io ne prendo atto però a reggente ci metto a Michele Di Trapani, per
esempio, però visto il pedigree del Bartolo Genova, nel senso che comunque era il
nipote, accompagnava sempre a suo zio, era a conoscenza di molte dinamiche, era
ben visto all'Architetto, i Madonia danno un parere favorevole, ben venga e quindi
da quel momento noi subito prendemmo in mano la famiglia di Resuttana, anche
se Bartolo Genova non è uomo d'onore ma lo diventerà lo diventerà ...
successivamente.
G.I.P. lei poc'anzi ha detto che il Genova Bartolo le disse chiaramente che Di
Trapani Michele era uomo d'onore.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. questo era inequivoco per lei questo dato, cioè che fosse...
TESTE ASSISTITO: sì sì.
G.I.P. ...dato comunicativo sto dicendo, cioè oppure si poteva equivocare, dice, sì
ha detto uomo d'onore però in realtà era affiliato, ha detto uomo d'onore ma
voleva dire che in realtà aveva una funzione gregaria?
TESTE ASSISTITO: no...
G.I.P. quando le disse Bartolo Genova che Michele Di Trapani era uomo d'onore,
voleva dire che era organicamente inserito in "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: lui mi disse che era uomo d'onore ma era stato messo fuori
famiglia.
G.I.P. da quando era stato messo fuori famiglia?
TESTE ASSISTITO: dai Lo Piccolo. Poi non entriamo proprio nel... mi comunicò
così, mi disse è fuori famiglia.
G.I.P. ma i fatti...
TESTE ASSISTITO: io ...
G.I.P. scusi. Prego.
TESTE ASSISTITO: gli volevo fare una precisazione, perché giustamente lei può
dire, ma come funziona, uno che è messo fuori famiglia poi diventa reggente?
Allora se uno si dovrebbe attenere alle regole di ''cosa nostra", uno che è messo
fuori famiglia non si può occupare più delle cose di "cosa nostra", però può
succedere che arrestano tante persone e qualcuno che non potrebbe farlo si mette a
farlo, perché se lui è messo fuori famiglia non si potrebbe occupare di niente.
Perché un uomo d'onore che viene messo fuori famiglia è un uomo d'onore... una
persona che non fa più parte di "cosa nostra", non si può occupare più di niente e
non può immischiarsi in più di niente, però la storia ci insegna che in base alle
situazioni, poi le regole vengono cambiate. La dimostrazione è che per esempio
Bartolo Genova non era uomo d'onore ma era reggente della famiglia Resuttana.
Poi molte cose le imparerò e li conoscerò neii'arco di questi anni.
G.I.P. e adesso ci arriviamo a poco...
TESTE ASSISTITO: quindi tante cose che io le riferisco non li conosco in quel
momento storico ma li consocerò poi dopo.
G.I.P. sì. Ma che il Michele Di Trapani, fosse stato, come si dice in siciliano, forse
in palermitano, posato, cioè a dire che fosse stato messo da parte da "cosa nostra",
comunque ha una sua... questo tempo della, chiamiamola con un neologismo,
posatura, era correlato alla azione che Di Trapani Diego, cioè il fratello avrebbe

TESTE ASSISTITO: da ...


CF,
avuto insieme ad una serie di altre persone e ai danni di Lo Piccolo, cioè quello è il
tempo in cui sarebbe stato posato. Cioè da...

328
...
G.I.P. fino a quel momento, devo supporre dalle sue parole, interpretando le sue
parole e lei dovrebbe rispondermi avuto riguardo ai fatti che ha partecipato,
quindi fino al momento in cui Lo Piccolo aveva deciso che i Di Trapani, essendo
alleati dei suoi nemici o di coloro che lo volevano fare fuori, doveva restare
lontano, fino a quel momento però allora si può dire che era uomo d'onore ad ogni
effetto e non posato?
TESTE ASSISTITO: assolutamente si, da quello che mi riferisce Bartolo Genova.
G.I.P. ho capito bene...
TESTE ASSISTITO: si sì ...
G.I.P. ...q uesta è la sua ricostruzione?
TESTE ASSISTITO: assolu... assolutamente.
G.I.P. semmai è stato posato ...
TESTE ASSISTITO: io le posso fare pure un'altra precisazione.
G.I.P. me la faccia per farmi capire.
TESTE ASSISTITO: questo è quello che mi riferisce Barolo Genova. Addirittura
...
quello quello sgarro che fece Diego Di Trapani di andare con l'altra sponda, mi
diceva Bartolo Genova, che c'era un progetto omicidiario nei confronti del Diego
Di Trapani, ciò anche acclarato dal fatto, sempre riferito da Bartolo Genova, che
...
Diego Di Trapani, al momento del suo arresto, quando lo le Forze dell'ordine, gli
bussano a casa lui non gli apre subito.
G.I.P. non ho capito la parola, che ha detto?
TESTE ASSISTITO: nel momento in cui le Forze del190rdine ...
G.I.P. le Forze dell'ordine.
...
TESTE ASSISTITO: vanno per trarre in arresto il Diego Di Trapani, dice:
manco gli ha aperto la porta, ha chiamato il 113 o il 112, per assicurarsi che erano
veramente Forze del190rdine", perché lui aveva timore, infatti agli appuntamenti
non ci andava più con i Lo ~ i c c ~ lperché
o, aveva paura di essere ucciso.
G.I.P. ho capito. Quindi i Lo Piccolo...
TESTE ASSISTITO: riferito dal Bartolo Genova.
...
G.I.P. le riferiva Genova che i Lo Piccolo ormai diciamo che erano in fase di
A - -
avanzata progèkazione
- - ...
della possibile ritorsione nei confronti dei Di Trapani
TESTE ASSISTITO: infatti mi fa quell'esempio che lui dico... lui mi riferisce
questo, che chiama le Forze deU90rdineal telefono per sapere.. .
G.I.P. chiaro. A quando lo localizza questo tempo che ci può dare l'idea della data
in cui il Di Trapani Michele venne posato?
...
TESTE ASSISTITO: ma questo non glielo so dire, lui riferisce Bartolo Genova
che fu messo da parte, fu messo fuori famiglia Diego Di Trapani era inviso ...
G.I.P. certo nel momento in cui i Lo Piccolo erano fuori ancora, no?
TESTE ASSISTITO: va be', quello sicuramente, è normale quello, se erano
decisioni dei Lo Piccolo, ma non glielo so dire l'anno.
G.I.P. non me lo sa dire. Comunque quello ...
TESTE ASSISTITO: successivamente al... all'arresto di "Gotha".
G.I.P. comunque quello è lo...
TESTE ASSISTITO: ci vado per un... ci vado per un procedimento logico no
perché me lo hanno detto.
G.I.P. sì, dico...
TESTE ASSISTITO: dopo l'"Operazione Gotaw è normale, perché dopo sono

cose.

C/"-
uscite tutte le intercettazioni, da là i Lo Piccolo sono venuti a conoscenza di certe

1329
G.I.P. comunque, allora, è giusto dire che frno al momento in cui Michele Di
Trapani non era stato posato, avesse all'interno della famiglia di Resuttana un
...
ruolo e una funzione, si o no? Perché questo e se le consta, attenzione, se lei lo sa,
se può oggi dirlo perché questa notizia, questa informazione l'ha avuta, cioè fino
alla data in cui fu posato lui svolgeva un ruolo attivo per "cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: si, per correttezza le rispondo. Bartolo Genova mi dice fino
al momento dei problemi era uomo d'onore della famiglia di Resuttana, non mi
dice il ruolo.
G.I.P. va bene.
TESTE ASSISTITO: perché le devo dire una cosa di cui non... sconosco.
..
G.I.P. allora.
TESTE ASSISTITO: so di certo che nel 2008, siccome Bartolo Genova non voleva
trattare male Michele Di Trapani, per un fatto suo affettivo..
G.I.P. si, questo lo ha già detto.
TESTE ASSISTITO: comunque prendeva consigli, si interessava e addirittura non
a caso Michele Di Trapani si vide con Tonino Lo Presti in centro...
G.I.P. si.
... ...
TESTE ASSISTITO: si vide con Tonino Lo Presti in centro per perché prima
Lo Presti quando Bartolo Genova incomincia a muoversi, dice: "ma questo chi lo
ha autorizzato". Quindi è vero che Tonino Lo Presti lo poteva sapere tramite
l'Architetto ma si.. . forse si conoscevano con Michele Di Trapani, Michele Di
Trapani scende a Palermo, si incontra con Tonino Lo Presti e Michele Di Trapani
dice: "si, effettivamente c'è lui a Resuttana".
G.I.P. un attimo solo perché Tonino Lo Presti, devo dire mi è forse sfuggito
nell'organigramma della ricomposizione che ha già posto.
TESTE ASSISTITO: Tonino Lo Presti non fa parte della famiglia di Resuttana,
era il reggente di Porta Nuova, Palermo Centro.
...
G.I.P. veda che è un passaggio quando noi tocchiamo altre famiglie me lo faccia
comprendere però ...
TESTE ASSISTITO: si si sì si.
G.I.P. ...p erché abbiamo introdotto questo nome per la prima volta o sbaglio?
- TESTE ASSISTITO: si si, per la prima volta.
G.I.P. quando entra questo Tonino Lo Presti a parlarle di cose di "cosa nostra'' e
perché?
TESTE ASSISTITO: con me?
G.I.P. dopo ha detto che è il capo della famiglia?
TESTE ASSISTITO: di Palermo Centro, Porta Nuova. Dico lui si rife... riferendo
sull'episodio che Michele Di Trapani si incontrò con Tonino Lo Presti e gli
confermò che Bartolo Genova era la persona giusta che in quel momento c'era a
Resuttana, perché Tonino Lo Presti si conosceva con Michele Di Trapani.
G.I.P. sta parlando di una conoscenza...
TESTE ASSISTITO: all'interno di "cosa nostra".
G.I.P. quindi era allora ...
TESTE ASSISTITO: tanto è vero che in quell'incontro ...
G.I.P. era a conoscenza o in contatto?
TESTE ASSISTITO: si conoscono... si conoscono all'interno di "cosa nostra",
...
infatti io in quel in quell'episodio non mi posso sedere, che non... sono riunioni
fra uomini d'onore, chi non è uomo d'onore non ci può andare, però poi Bartolo
...
Genova Michele Di Trapani riferisce a Bartolo Genova che riferisce a noi. Poi
altra cosa che le voglio precisare. Poi Bartolo Genova si vedeva con esponenti di
t
"cosa nostra", che erano uomini d'onore, lui non era uomo d'onore ma fra di loro
parlavano. Questo a dimostrazione che ci sono delle regole che non sempre
vengono rispettate. Tanto è vero che l'Architetto Giuseppe Liga in più di una
occasione, presso il "Charleston", alla zona di Mondello, gli disse: "Bartolo, te la
devi prendere questa patente, perché la patente è necessaria", tanto è vero che
Benedetto Capizzi, soggetto uomo d'onore di Viilagrazia di Palermo, Santa Maria
Di Gesù, queste parti di qua, aveva messo Gaetano Fidanzati a Resuttana, all'inizio
del 2008, si era alzato una mattina e aveva deciso di metterlo come reggente della
famiglia di Resuttana e quando ebbe contrasti con l'Architetto, con...
... ...
(incomprensibile) disse non è un uomo d'onore, qua ci vuole un uomo d'onore
e quindi l'Architetto dice: "basta te la devi prendere la patente, perché così non li
facciamo parlare", anche se poi la vicenda di Gaetano Fidanzati... di fatto poi
l'abbiamo sempre tenuta noi la famiglia di Resuttana. Poi addirittura fu mandato
via dopo l'omicidio Bucaro. Quindi ci sono tante cose... tante cose che devono
essere incastrate una con l'altra, cioè ogni cosa ci ha una sua logicità.
G.I.P. come in tutte le cose della vita. Allora, quando lei ha detto che Tonino Lo
Presti era quindi capo della famiglia di Porta Nuova, era... ha usato una parola che
io non sono riuscito a trascrivere, ma provo adesso a riappuntarla. Lei voleva dire
che il Michele Di Trapani era in contatto permanente o comunque un contatto
finalizzato alla necessità di "cosa nostra" anche con il capo della famiglia di Porta
Nuova e se devo supporre a questo punto, se era in contatto, era in contatto nella
qualità perché necessità organizzative lo portavano a stare in contatto con quello o
era un contatto...
TESTE ASSISTITO: glielo preciso subito, è chiarissima la domanda. Non si
incontrano perché Michele Di Trapani in quel momento storico fa parte della
famiglia di Resuttana. Tonino Lo Presti uomo d'onore conoscendo da anni la
famiglia Di Trapani, conoscendo Michele Di Trapani come uomo d'onore, cerca
una conferma in Michele Di Trapani su questi ragazzi che stanno andando avanti a
Resuttana.
G.I.P. ho capito.
TESTE ASSISTITO: è come due amici che si rispettano da anni e si incontrano.
G.I.P. chiaro, chiarissimo. Si chiedono ma questi qua chi sono e come mai
operano...
TESTE ASSISTITO: sono autorizzati?
G.I.P. ma mi scusi...
TESTE ASSISTITO: sono amici nostri?
...
G.I.P. mi scusi ma lei mi riporta ma lei mi riporta a h domanda che io tentavo di
farle all'inizio, quando le ho detto, se io fossi nei panni di Michele Di Trapani e
fossi stato estromesso da due ragazzi, tra virgolette, lontani diciamo dalla mia
ordinaria gestione della famigìia, mi porrei il problema, ma che sta accadendo
attorno a me?
TESTE ASSISTITO: le rispondo subito.
G.I.P. per questo le dico. Quindi quando Michele Di Trapani va da Tonino Lo
Presti e gli dice, ma chi sono questi che stanno operando per conto nostro.
TESTE ASSISTITO: Tonino Lo Presti che sbaglia con le regole di "cosa nostra"
perché si dovrebbe rivolgere al19Architetto,non si dovrebbe rivolgere a Michele Di
Trapani. Ecco, come forma sarebbe sbagliata.
...
G.I.P. quindi
TESTE ASSISTITO: perché Michele Di Trapani non ha titolo in quel momento
per dargli conferma.
G.I.P. va be', ma abbiamo che le forme qua si sono...
TESTE ASSISTITO: esatto, no per farle...
...
G.I.P. azzerate ormai ...
...
TESTE ASSISTITO: no per farle comprendere che poi ci sono delle regole che
non vengono praticamente rispettate.
G.I.P. e questo lo abbiamo già detto che le regole non sono più rispettate.
TESTE ASSISTITO: e le rispiego subito perché Michele Di Trapani non si
oppone. Perchd Bartolo Genova...
G.I.P. si.
...
TESTE ASSISTITO: con me, ha un gruppo di ragazzi che sono operativi e siamo
un bel gruppo e Michele Di Trapani a chi ci ha, contro chi si mette? L'Architetto è
a favore nostro, Pinuzzo Lo Verde è a favore nostro. Michele Di Trapani che cosa
può fare?
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: dice no? Ci sono tutti i ragazzi. Si prende in mano Resuttana
e chi segue a Michele Di Trapani, chi è che va a fare le estorsioni, chi è che va a
fare i danneggiamenti, chi è.. cioè mica la famigiia la reggi, ti metti reggente ma
devi avere il gruppo che...
G.I.P. diciamo che ...
TESTE ASSISTITO: .il braccio, la mente.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: devi conoscere i posti dove andare a prendere i soldi che lui
non li conosceva.
G.I.P. diciamo mutuando una metafora calcistica, puoi fare l'allenatore se hai la
squadra.
...
TESTE ASSISTITO: ma se non ci hai la squadra e quindi a quali negozi va a
chiedere i soldi?
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: li sa? Non li sa. Chi li fa i danneggiamenti? Dovrebbe
...
ricostruire una cosa e in quel momento potrebbe scoppiare anche se preciso,
Baito10.-Genova non lo tratta mai male a Michele Di Trapani, anzi, gli chiede
__ _-- -.
'consigli, lo rende partecipe.
9, ...
G.I.P. s i questo
TESTE ASSISTITO: ma è una scelta... è una scelta di Bartolo Genova. Durante il
suo arresto gli facciamo pervenire soldi, nonostante non gli spettassero che gli
arrivassero soldi, ma i soldi glieli fanno arri... gli vengono recapitati.
G.I.P. scusi, durante il suo arresto, l'arresto di chi?
TESTE ASSISTITO: di Michele Di Trapani.
G.I.P. quindi stiamo parlando di cose attualissime...
TESTE ASSISTITO: sì si si sì.
...
G.I.P. ...p erché l'arresto di Michele Di Trapani
TESTE ASSISTITO: nel 2008.
G.I.P. ...p er questo processo.
TESTE ASSISTITO: si si.
...
G.I.P. per questo stesso processo, per il quale lui attualmente
...
TESTE ASSISTITO: noi mandavamo i soldi
..
G.I.P. quindi "cosa nostra" gli ha mandato dei soldi anche durante la custodia.
...
TESTE ASSISTITO: personalmente personalmente io.
G.I.P. un attimo mi faccia.. . non sovrapponiamo le voci. A
TESTE ASSISTITO: le chiedo scusa, Presidente.
1332
1
G.I.P. no no, non è questione di scuse, è una questione soltanto di registrazione,
perché poi non si capisce niente. Quindi ho capito bene, "cosa nostra" ha fatto
pervenire danaro a Michele Di Trapani in carcere...
TESTE ASSISTITO: in carcere, aiia famiglia, aila moglie e alia figlia.
G.I.P. alia famiglia di Di Trapani...
TESTE ASSISTITO: sì.
...
G.I.P. ma perché qualcuno gliel'avrà detto in carcere che questo denaro gli
perveniva, lui lo sapeva, no?
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. quindi chi vi ha comunicato, che lei sappia, che questo denaro era attribuito,
accreditato in favore deila famiglia, in carcere a chi l'ha comunicato a Michele Di
Trapani ...
TESTE ASSISTITO: ailora, innanzitutto la cassa dal 2008 in poi la tengo io, fino a
...
un certo periodo e precisamente fino a quando io Maurizio Spataro non... non
collabora con la giustizia e io esco sul giornale "ESSE" e quindi a quel punto mi
prendo i soldi e li consegno, perché se mi arrestano poi ci sono problemi. Quindi la
cassa la detengo io. Quando io faccio gli stipendi ogni mese li faccio... io so a chi
...
vengono vengono mandati i soldi. Michele Di Trapani ne è assolutamente a
conoscenza perché durante la mia detenzione io mi incontro in chiesa con Michele
Di Trapani e lui mi ringrazia per il pensiero che abbiamo avuto nei suoi confronti.
G.I.P. chiaro. Senta, le faccio una domanda.. .
TESTE ASSISTITO: per il 2008 glieli abbiamo mandati ogni mese, ma questa è
una responsabilità che si prendeva Bartolo Genova come reggente. Se Bartolo
Genova mi dice devi mandare i soldi a tizio glieli mando, posso esprimere una
opinione ma la responsabilità se la prende lui a chi mandarli.
G.I.P. chiaro. Però a questo punto una domanda fondamentale nelia ricostruzione
che lei ha fatto. Ma possono essere mandati soldi a una famiglia di un qualcuno che
non è un affiliato?
TESTE ASSISTITO: le rispondo subito. Lui, con Michele Di Trapani aveva
comunque un rapporto molto intimo, prendeva consigli e c'era sempre il discorso
che Diego Di Trapani non è che era stato condannato ancora per l'omicidio
Bonanno. E se Diego Di Trapani esce? Io me lo tengo sempre buono. Tanto è vero
che a Diego Di Trapani venivano mandati anche i soldi, ogni mese, ma era una
scelta di Bartolo Genova questa.
G.I.P. non so se mi ha risposto aila domanda che le ho fatto.
TESTE ASSISTITO: allora ...
..
G.I.P. la domanda. lo capisco che lei dice, questa elargizione indipendentemente
dal ruolo formale o sostanziale svolto dal Di Trapani, veniva fatta proprio come
elargizione, come donazione, in maniera tale da tenersi buona la famiglia Di
Trapani.
TESTE ASSISTITO: sì, perché ...
G.I.P. io invece le ho fatto una domanda diversa. Io le ho detto se, se, è possibile
mandare del denaro, comunque a un soggetto che non ha niente a che fare con
"cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: allora, secondo regola i soldi a Michele Di Trapani non si ci
dovevano mandare perché effettivamente Michele Di Trapani non aveva nessun
ruolo nella famiglia di Resuttana nel momento in cui ci siamo noi, non... però
Bartolo... t
G.I.P. perché era stato posato dice lei.
TESTE ASSISTITO: sì, quindi teoricamente non ci si dovevano mandare però di
fatto glieli mandava, venivano dati mille euro...
G.I.P. e lui li accettava?
TESTE ASSISTITO: si. È...
G.I.P. non disse mai, scusatemi ma io son fuori, sono stato posato, mi avete posato,
comunque ho capito di essere caduto in disgrazia e quindi sono lontano da voi, tra
l'altro mio fratello rischia in questa contrapposizione pure la vita, io con voi non ci
voglio avere niente a che fare?
TESTE ASSISTITO: intanto con... con Bartolo Genova non è che era Bartolo
Genova che gli voleva fare male a suo... a suo fratello, erano i Lo Piccolo, anche se
suo zio era legato ai Lo Piccolo, ma poi i Lo Piccolo erano stati arrestati e quando
vengono arrestati i soggetti cambia la storia tanto è vero... le faccio un esempio,
...
tanto è vero che lYArchittettocon Giannini ci si è poi riappacificato quindi le
storie cambiano. Arrestano una persona e inizia una nuova storia, chi c'è decide le
regole, cioè decide di fare la pace, non fare la pace. Ora, il discorso dei soldi, io le
posso addirittura precisare che la moglie di Michele Di Trapani nel corso della
detenzione del Michele Di Trapani si rivolse a un soggetto a piede libero. Posso...
P.M. PACI: no no no, sul soggetto a piede libero ...
...
TESTE ASSISTITO: si rivolse a un soggetto ...
...
P.M. PACI: ci sono...
G.I.P. scusi, la moglie di Di Trapani Michele le risulta che sia, chi?
TESTE ASSISTITO: no, non lo so chi sia.
G.I.P. se le dico che si chiama Palazzo10 Maria Rosaria detta Sara?
TESTE ASSISTITO: no, le direi una...
G.I.P. non lo sa, va bene.
TESTE ASSISTITO: le risponderei con una bugia, non la conosco, so...
G.I.P. e allora come sa che si tratta deiia moglie?
TESTE ASSISTITO: no, chi l'ha de... io ho detto, so la moglie di Michele Di
Trapani si è rivolta a un soggetto, non faccio il nome perché è a piede libero...
G.I.P. si.
TESTE ASSISTITO: ...p er avere duemila euro per la... la Cassazione riferì, dice:
-"mi sefiono duemila euro per mio marito per la Cassazione" e Bartolo Genova
decise di farglieli avere, questa è una precisazione che i soldi li accettava.
G.I.P. ho capito perché ...
TESTE ASSISTITO: anzi in questo caso li ha chiesti. In questo caso sua moglie li
ha chiesti questi duemila euro. Riferito al soggetto dove è andato e con chi si è
incontrato. Inoltre posso riferire che al... però non so se Bartolo Genova aveva dei
rapporti particolari suoi con Michele Di Trapani. Io le posso dire Michele Di
Trapani, durante la mia... durante il mio periodo all'interno della famiglia di
Resuttana non aveva nessun ruolo, però i soldi gli venivano recapitati.
G.I.P. scusi, andiamoci da un altro punto di vista, per un chiarimento definitivo.
Nel momento in cui Di Trapani Michele riceve, o la famiglia di Michele Di Trapani
riceve il denaro da Bartolo Genova...
TESTE ASSISTITO: dalla famiglia Resuttana, sì.
G.I.P. ... o dalia famiglia Resuttana, è chiaro ed evidente che quel denaro è
proveniente daiia cassa deiia famiglia di "cosa nostra", devo supporre, aiia quale
affluiscono una serie di accrediti di tipo delittuoso, ma non me lo faccia dire a me...
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. ...p erché sembra che voglia suggestionarla, devo supporre.
F
TESTE ASSISTITO: no, è normale fa parte... tanto è vero che Michele Di Trapani
...
in chiesa a Paglierelli mi dice: "ringrazia tutti i ragazzi", è normale che vengono
dalla famiglia, non è che glieli dà Bartolo Genova...
G.I.P. quindi ebbe coscienza piena che questo denaro proveniva da "cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: sì, ma anche la famiglia ne ha coscienza piena, non è che
Bartolo Genova si alzava la mattina gli passava seicento euro al mese o duemila
euro per la Cassazione a livello personale.
G.I.P. sì, ma ha anche detto che pur avendo questa coscienza tuttavia era una
elargizione che bisognava fare per tenersi buoni i Di Trapani o comunque per
non...
TESTE ASSISTITO: è stata una strategia fatta da Bartolo Gevova.
...
G.I.P. se mai Diego fosse uscito fuori, quantomeno si faceva bella figura, se ho
capito bene. Ho capito bene. Questo da parte vostra...
TESTE ASSISTITO: una... una precisazione. Diego Di Trapani un periodo è
uscito, non mi ricordo quanto, e fece sapere che ringraziava i ragazzi per quello
che facevamo, anche se non se l'aspettava, perché noi gli mandavamo mille euro al
mese al Diego Di Trapani e cinque, seicento euro al mese a Michele Di Trapani e
poi negli ultimi tempi glieli davamo una tantum, perché poi ci fu il cambio di
reggenza a Resuttana e a quel punto chi subentrò diceva: a Michele Di Trapani
perché gli dobbiamo mandare i soldi?
G.I.P. e quindi?
TESTE ASSISTITO: e quindi ci siamo fermati quei ...
G.I.P. avete interrotto.
...
TESTE ASSISTITO: di mandare una tantum, anche se poi a dicembre, ...
novembre, dicembre 2009, quindi gli ultimi tempi. Quindi questo le dimostra che il
reggente che subentrò non era d'accordo a questa elargizione, questo stipendio.
G.I.P. e quindi interruppe questa...
TESTE ASSISTITO: tra l'altro il reggente che subentra a Resuttana è un
fedelissimo dei Lo Piccolo, che non può vedere Diego Di Trapani, che lo definisce
sbirro, perché chiamò al telefono il giorno del... del suo arresto per accertarsi se
erano Forze dell'ordine quelle dietro alla porta, quindi questo le dimostra che se
cambia la reggenza, ci può essere anche...
Q G.I.P. chiaro. Dunque, eravamo arrivati al momento della elargizione in favore di
Di Trapani Michele. Ora come Bartolo Genova le chiarì il ruolo che a suo avviso
Michele Di Trapani aveva in seno a "cosa nostra", le chiari pure i contorni diciamo
di questa azione, che invece svolgeva la Maria Angela Di Trapani? Specifico
meglio. Cioè il Bartolo Genova le disse mai, le riferì mai la circostanza che la
Maria Angela Di Trapani fosse organicamente inserita in "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: Maria Angela Di Trapani, I'ho detto prima, non è che faceva
parte della famiglia Resuttana, però come dice il Bartolo Genova, dice: "si
comporta come un masculo", come un uomo, cioè si faceva sentire. Voleva i soldi,
anche ai tempi di suo zio per i... per i detenuti e mandava messaggi dal carcere,
mandava una serie di ordine dal carcere...
G.I.P. io sono siciliano come lei.
TESTE ASSISTITO: masculo, come un uomo si pre ...
G.I.P. no, I'ho capito. Per me la frase "si comporta come un masculo..."...
TESTE ASSISTITO: significa come un uomo.
G.I.P. ma uomo io... l'appellativo successivo mi chiedo se c'è. Si comporta come un
uomo o si comporta come un uomo d'onore? l
TESTE ASSISTITO: io ho detto come un uomo, Signor Presidente, non come
uomo d'onore.
G.I.P. e per questo dico, io voglio che sia chiaro...
TESTE ASSISTITO: come un uomo, senza...
G.I.P. per la registrazione e per la trascrizione che...
TESTE ASSISTITO: come un uomo, un uomo, come un maschio, aveva il carisma
di un maschio, non è una semplice donna, si imposta, è.
G.I.P. sì, ma tra questo...
TESTE ASSISTITO: no, uomo d'onore, non c'entra niente.
G.I.P. però mi scusi, mentre... lo capisco, la differenza la raccolgo perché sono
siciliano come lei, però io le ho fatto una domanda. Il fatto che si comportasse come
un uomo, la connotava alla stregua di un uomo d'onore o era un modo di dire
punto e basta.
TESTE ASSISTITO: no non c'entra niente come uomo d'onore, uomo d'onore è..
G.I.P. non c'entra niente.
...
TESTE ASSISTITO: è uno status che si diventa. Uno può essere un uomo, un
maschio e poi diventa uomo d'onore, ma in quel momento... non era certo come
una donna, che magari ha inibizione a parlare con un... con un altro uomo. Si
impostava, mandava i... gli ordini dal carcere, chiedeva il mantenimento della
famiglia...
G.I.P. allora, facciamo l'elenco a questo punto delle cose che faceva Maria Angela
Di Trapani, che si comportava come un masculo, come dice lei. Allora, faceva da
tramite...
TESTE ASSISTITO: con la famiglia Madonia.
G.I.P. con la famiglia intera o soltanto con suo marito?
TESTE ASSISTITO: no, con i frateiii, so che aveva rapporti mi diceva Bartolo
Genova, con tutti e tre.
G.I.P. tutti e tre chi?
TESTE ASSISTITO: so che c'è Salvino e altri due fratelli, un certo Pippo,
Giuseppe, non so poi come si chiama.
G.I.P. non sa.
TESTE ASSISTITO: perché una... quello che gli è stato dato il 41 bis, come mi
@ riferì Bartolo Genova, non era Salvino era un altro fratello.
...
G.I.P. questo le pongo la domanda. Ma se avere rapporti con il proprio marito
che si trova in carcere, portare messaggi, è un fatto diciamo nella straordinarietà
delle cose, ragionevole, nel senso che è tuo marito, ti dice una cosa è tuo marito che
te la dice, un'altra cosa è che portasse messaggi, per esempio, per i fratelli di lui e
che comunque erano rappresentanti della famiglia Madonia, che è una cosa di una
certa qual natura diversa. Ho capito bene oppure no?
...
TESTE ASSISTITO: certo, ha capito bene. Tra l'altro (incomprensibile) Bartolo
Genova, dice: "sai uno dei frateiii gli hanno levato il 41 bis quindi è venuta fatta
fatta", ha portato questo messaggio dal carcere. Ora non so se Maria Angela Di
...
Trapani le dinamiche, come li ha fatti avere questi messaggi. Bartolo Genova mi
dice che arriva il placet da parte della famiglia Madonia, non mi dice di Salvino
Madonia, della famiglia Madonia.
G.I.P. che vuol dire che aveva il placet della famiglia Madonia.
TESTE ASSISTITO: il placet affinché Bartolo Genova, nipote di Salvatore
Genova, servisse la famiglia di Resuttana e che Michele Di Trapani si stesse a casa.
G.I.P. scusi, allora andiamo alle cose ancora più pratiche. Ogni volta che parlava
Maria Angela Di Trapani è come se parlasse Salvino Madonia o era come se
parlasse la famiglia Madonia, che è una cosa diversa.
...
TESTE ASSISTITO: come se parlasse i tre fratelli, rappresentava i tre fratelli.
G.I.P. rappresentava i tre...
TESTE ASSISTITO: la famiglia Madonia, mandava messaggi da parte dei fratelli.
Salvino Madonia e nella fattispecie lui mi disse, tramite un fratello di Salvino,
...
quindi non fu Salvino a mandare questi ma lo mandò un altro fratello.
...
G.I.P. invece per quanto riguarda i soldi, gestiva i soldi solo del marito
TESTE ASSISTITO: anche del fratello.
...
G.I.P. oppure del fratello?
TESTE ASSISTITO: si...
G.I.P. o dei tre fratelli.
TESTE ASSISTITO: allora, dal febbraio 2008, noi gli facciamo avere mille euro al
mese per ogni fratello Madonia, quindi sono tre, tremila euro e mille euro per
Michele Di Trapani.
G.I.P. come glieli fa avere?
TESTE ASSISTITO: dal febbraio fino al giugno 2008 con Maurizio Spataro, poi
dopo l'arresto...
G.I.P. chi è Maurizio Spataro?
TESTE ASSISTITO: era un soggetto che faceva parte della famiglia di Resuttana,
che è stato tratto in arresto nel luglio del 2008 e che poi ha collaborato con la
giustizia.
G.I.P. lei lo ha conosciuto?
TESTE ASSISTITO: certo che l'ho conosciuto.
G.I.P. diciamo che ci ha lavorato insieme.
TESTE ASSISTITO: si, per un periodo ho provveduto pure al suo mantenimento
in carcere, essendo organico alla famiglia. Non è uomo d'onore ma faceva parte
della famiglia di Resuttana.
G.I.P. che tipo di attività ha fatto con lo Spataro Maurizio insieme?
TESTE ASSISTITO: lui si occupava delle estorsioni e mi faceva avere i soldi.
G.I.P. quindi si occupava deile estorsioni, faceva avere i soldi che poi andavano a
finire nella cassa deila famiglia?
TESTE ASSISTITO: della famiglia Resuttana. Si incontrava con esponenti
mafiosi, creava appuntamenti, che so, con Tonino Lo Presti, si vedeva al19Arenella
con soggetti del19Arenella, quindi faceva attività inerente alla famiglia di
Resuttana.
G.I.P. quindi...
TESTE ASSISTITO: che da febbraio 2008 a giugno 2008 se ne occupa Maurizio
Spataro di fare recapitare questi soldi.
G.I.P. quindi quando io pocanzi le ho chiesto se questo denaro che lei possedeva
come cassiere della famigiia, fosse proveniente dalle estorsioni, alla luce di quello
che mi ha detto pocanzi, la risposta è si, giusto?
TESTE ASSISTITO: quali soldi? Quelli di Salvo Genova? Non c'entrano niente.
G.I.P. no, no no...
TESTE ASSISTITO: i soldi che mi entrano...
G.I.P. i centocinquantamila euro...
TESTE ASSISTITO: no, infatti, infatti.
...
G.I.P. sono una cosa, però lei mi ha detto pure che gestiva pure i soldi, faceva
avere i soldi alle famiglie di coloro che erano in carcere, giusto? ,
...
TESTE ASSISTITO: si, (incomprensibile) è cosciente che viene dall'attività di
"cosa nostra".
G.I.P. per lei perché l'ha vissuto, ha partecipato ...
TESTE ASSISTITO: nel momento in cui Maria Angela Di Trapani dà il placet per
lui di diventare reggente della famiglia di Resuttana. ..
G.I.P. no no, io ho fatto una domanda diversa, mi scusi, forse sono stato...
TESTE ASSISTITO: forse non l'ho compresa.
...
G.I.P. infelice io nella...
TESTE ASSISTITO: no...
G.I.P. siccome lei deteneva questa ...
TESTE ASSISTITO: cassa.
G.I.P. eh?
TESTE ASSISTITO: la cassa.
G.I.P. questa cassa, a questa cassa affluivano questo denaro che man mano, come
in questo caso di Spataro...
TESTE ASSISTITO: si.
...
G.I.P. le portavano coloro che effettuavano le estorsioni all'esterno.
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. che effettuavano le estorsioni da parte della famiglia nei confronti degli
imprenditori, dei commercianti, dei negozianti, questo denaro affluiva e da questo
denaro, veniva la provvista...
TESTE ASSISTITO: per i carcerati.
...
G.I.P. che veniva data al Di Trapani ...
TESTE ASSISTITO: sì sì.
...
G.I.P. ai Di Trapani o a chi altri. Ho capito bene...
TESTE ASSISTITO: si si.
G.I.P. ...q uesta era la dinamica...
TESTE ASSISTITO: benissimo.
...
G.I.P. economica di questo flusso di denaro?
TESTE ASSISTITO: la cassa si compone dalle attività estorsive di tutte le attività
illecite.
G.I.P. chiaro. Questo volevo...
TESTE ASSISTITO: difatti con questi soldi si mantengono i carcerati, si pagano i
picciotti e tutte le esigenze della famiglia.
G.I.P. chiaro. Ascolti...
TESTE ASSISTITO: quindi ...
G.I.P. sì.
..
TESTE ASSISTITO: quindi definisco come avvenivano. fino a giugno viene
Spataro, dopo l'arresto di Spataro se ne occupa il Bartolo Genova tramite la zia
Santina, che è una zia di Bartolo Genova che si.. . che pure Genova fa, è vedova
abita accanto a lui, in via Vito Muciaccia, perché questa zia Santina andava a casa
di Maria Angela e gli portava i soldi. Poi viene tratta in arresto la Maria Angela Di
Trapani e Bartolo Genova se ne continua ad occupare tramite la zia Santina. In
una o in due occasioni li fa avere direttamente alla moglie di Ciccio Madonia. Poi il
...
nuovo reggente lo posso nominare, no? È in arresto. Poi il nuovo reggente
Andrea Quatrosi, che abita nella zona di Cinisi, tramite i Di Trapani, nella zona di
Cinisi faceva avere sia i soldi per Di Trapani che per la famiglia Madonia.
...
G.I.P. e questo
TESTE ASSISTITO: fino ai mio arresto.
G.I.P. e questo dunque anche durante il periodo di custodia cautelare, cioè quello
attuale cui è sottoposta ...
TESTE ASSISTITO: di Maria Angela ...
...
G.I.P. la Maria Angela ...
TESTE ASSISTITO: si si.
G.I.P. ...in questo processo che ci vede oggi qua.
TESTE ASSISTITO: assolutamente si, infatti ho detto dopo l'arresto di Maria
Angela Di Trapani ...
G.I.P. assolutamente sì.
...
TESTE ASSISTITO: la zia Santina li fa avere alla moglie di Ciccio Madonia e
poi successivamente Andrea Quatrosi che abita nella zona di Cinisi, vicino
l'aeroporto di Palermo, lui si conosce direttamente con i familiari dei Di Trapani,
di Diego, di Michele, gli fa avere sia i soldi per loro che per i Madonia, anche se a
Michele, lui era contrario a farglieli avere.
G.I.P. chiaro. Allora, avevamo... io mi ero appuntato una cosa che lei aveva detto,
però qualche minuto fa, perché ... lei diceva, quando abbiamo parlato
dell'allenatore prendendo un paragone calcistico, abbiamo parlato dell'allenatore
senza squadra ...
TESTE ASSISTITO: si.
...
G.I.P. e lei ha detto sostanzialmente, sintetizzo il suo pensiero, "insomma Michele
Di Trapani in fondo che poteva negoziare in questa vicenda, noi avevamo gli
uomini, avevamo la forza e lui che cosa aveva? Aveva il nome..."...
TESTE ASSISTITO: no, aveva la vicinanza a Bartolo Genova.
G.I.P. e la simpatia diciamo...
TESTE ASSISTITO: bravissimo.
G.I.P. ..."...di Bartolo Genova, noi invece avevamo gli uomini, la f o n a sul
territorio". E allora, questa forza di quante persone si componeva? Cioè ...
TESTE ASSISTITO: la sua famiglia?
G.I.P. no, lei mi ha detto, noi avevamo gli uomini che sul territorio facevano...
. W TESTE ASSISTITO: la famiglia fa parte tutti queili che fanno parte della
- 4 .- famiglia, poi ci sono quelii che realmente sono uomini d'onore e che si occupavano
degli appuntam...
8 G.I.P. e appunto, io non le chiedo, io le chiedo proprio di questa f o n a numerica
indipendentemente dai sergenti, dai caporal maggiori e dai tenenti. Su per giù
quant'era questa forza numerica che era a vostra disposizione per effettuare gli
atti intimidatori, estorsivi, violenti, dei quali ha parlato?
TESTE ASSISTITO: partendo da Bartolo Genova fino all'ultima ruota del carro,
una ventina, ventidue persone, poi avevamo le altre famiglie che erano vicine a noi,
l'Architetto, la famiglia di Tornmaso Natale, la famiglia di San Lorenzo, erano tutti
vicino a noi, quindi in un eventuale problema sono pure con noi.
G.I.P. e quindi questo introduce il punto delle relazioni tra la famiglia di Resuttana
...
e le altre famiglie vicine, alleate o comunque che fanno parte
TESTE ASSISTITO: del mandamento.
...
G.I.P. lei aveva accennato del mandamento. Perché a questo punto mi chiarirà
pure...
TESTE ASSISTITO: da questo momento in poi ritengo di darle tutte le
spiegazioni.
...
G.I.P. e appunto, perché questo ancora non ci siamo arrivati e adesso
interrompiamo dieci minuti perché anchyio avrei bisogno un po' di fermarmi.
Allora, perché ancora non siamo arrivati alla sua affilazione formale, cioè non ci
siamo arrivati temporal...
TESTE ASSISTITO: ancora no.
G.I.P. giusto?
TESTE ASSISTITO: ancora no.
G.I.P. ho capito bene. Perché la sua affiliazione...
TESTE ASSISTITO: fra dicembre 2008 e gennaio 2009.
...
G.I.P. formale è.. .
TESTE ASSISTITO: tra dicembre 2008 e gennaio 2009.
G.I.P. dicembre 2008 e gennaio 2009.
TESTE ASSISTITO: 2009.
G.I.P. sì.
TESTE ASSISTITO: però ci comportiamo da uomini d'onore perché ...
G.I.P. e allora...
TESTE ASSISTITO: di fatto ci comportiamo come uomini d'onore.
...
G.I.P. di fatto vi comportate come uomini d'onore però intanto questo il fatto che
esiste il mandamento, che gestisce anche in forma di alleanza, le necessità
logistiche, operative, esecutive delle varie famiglie, perché lei mi ha detto, eravamo
ventidue solo i nostri, ma se volevamo avevamo l'appoggio dei...
TESTE ASSISTITO: fino ad arrivare a Torretta.
G.I.P. fino ad arrivare a Torretta. E meno male che vi fermavate lì diciamo, perché
se continuavate voi facevate i mille di Garibaldi e rifacevate l'Italia, no. Allora, no
io le chiedo, il mandamento, lei quando apprende per la prima volta che il
mandamento comprende più famiglie, quali sono queste famiglie e se lo apprende
prima della sua affiazione formale oppure in un momento successivo?
TESTE ASSISTITO: le faccio una premessa. Bartolo Genova è a tutti gli effetti il
reggente di Resuttana, incomincia a fare gli incontri insieme a un altro soggetto
che è il vice, che è a piede libero, quindi mi... mi hanno detto di non fare il nome,
quindi noi incominciamo... Bartolo Genova si incomincia a vedere comunque con
esponenti di altre famiglie e poi chiaramente incominciamo ad essere a conoscenza
di tutta quella c h è~ la dinamica di "cosa nostra", le famiglie. Bartolo-Genova si
vede &n li~rchitetto.Io ancora non mi ci vedo perché poi mi ci vedrò quando
diventerò uomo d'onore, gli incominciano a spiegare tutte le cose e Bartolo li
spiega a me, però di fatto noi operavamo sul territorio e quindi per poter operare
devi essere a conoscenza di quelle che sono le regole, quali sono i confini...
G.I.P. cioè quindi...
TESTE ASSISTITO: ...q uali sono le famiglie che fanno parte del mandamento.. .
G.I.P. ma questo quand'è che però comincia a gestirlo, a capirlo concretamente,
già prima della sua affiazione suppongo.
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. certo. Quindi...
TESTE ASSISTITO: già da maggio 2008, giugno 2008 siamo a pieno regime.
G.I.P. a pieno regime.
TESTE ASSISTITO: abbiamo tutte le autorizzazioni tra virgolette ...
G.I.P. allora...
...
TESTE ASSISTITO: noi operiamo ...

cb
G.I.P. andiamoci in modo più concreto.
TESTE ASSISTITO: tra l'altro con noi c'era un soggetto che conosce bene "cosa
nostra", di cui non posso fare il nome perché è a piede libero, che ci dava anche di
consigli, essendo una persona di esperienza che ha fatto carcere.

1340
G.I.P. lei concretamente, quand'è che entra in contatto con uomini delle altre
famiglie per necessità del mandamento?
TESTE ASSISTITO: ma fin dal 2008 fmo...
G.I.P. fin dal 2008?
TESTE ASSISTITO: sì sì. Con la famiglia di San Lorenzo, la famiglia di Tommaso
Natale, con la famiglia di Pallavicino.
G.I.P. perché quante famiglie componevano il mandamento?
TESTE ASSISTITO: allora faccio sempre una premessa. Storicamente Resuttana
faceva mandamento a se con l'Acquasanta e 19Arenella,poi con l'avvento dei Lo
Piccolo o con il loro predominio, Resuttana viene inglobata insieme a San Lorenzo,
perché San Lorenzo mancavano pure tutti nel man... facevano unico mandamento,
quindi Resuttana, San Lorenzo, famiglia di Tommaso Natale, famiglia di
Sferracavallo, famiglia di Torretta, famiglia di Pallavicino, tutta la zona di Carini,
Isola Delle Femmine, fa unico mandamento. A capo di questo mandamento, nel
2008, c'è l'Architetto Giuseppe Liga, poi a ogni famiglia c'è il reggente.
G.I.P.: se io lei...
TESTE ASSISTITO: per qualsiasi cosa straordinaria, quindi fatti di omicidi o di
cose eclatanti, si doveva avere il... il benestare del capo mandamento. Per incontri
con famiglie fuori dal nostro mandamento ci vuole il parere del capo mandamento,
ma per varie ragioni, pure perché se si teneva appuntamento con una famiglia di
un'altra zona mi possono uccidere, può essere che ci sono cose che io non sono a
conoscenza, quindi il capo mandamento ha sempre l'ultima parola. Perciò è una
forma di solidarieta fra tutte le famiglie, nel senso che se noi ci riuniamo e io in
questo mese non riesco a pagare i carcerati, gli dico, "tu come sei combinato", al
reggente di Tommaso Natale, "mi devi prestare ventimila euro" e te li danno, cioè
c'è una forma di solidarietà, però ognuno tiene la sua cassa, mentre prima tutti i
soldi venivano mandati ai Lo Piccolo e si teneva... e si tenevano i soldi per le spese
ordinarie, invece con 19nvventodel19Architettoogni famiglia detiene la sua cassa e
in qualsiasi momento, nel momento in cui l'Architetto ti chiama, può chiedere un
resoconto, ma i soldi li teniamo noi, onde evitare che con l'esperienza dei Lo
- .-- - - - %
~iccolovengono tratti in arresti e soldi non se ne trovano, anche se poi a Resuttana
i soldi c'erano ma non lo sapeva nessuno.
@ G.I.P.: a questo proposito potrei anticiparle già una domanda, che però deviamo
un po' da quello che era il mio percorso. Dico, rapporti che lei sappia, tra i Lo
Piccolo e i Madonia, mediati dai Di Trapani, le consta il fatto che questo sia
accaduto?
TESTE ASSISTITO: io so, mi disse Bartolo Genova che anche neli'occasione del...
della nomina di suo zio Salvo Genova, anche i Madonia avevano espresso un
parere positivo, perché lo conoscevano fm da ragazzo.
G.I.P.: ma i Madonia come famiglia o si erano espressi attraverso Maria Angela Di
Trapani o...
TESTE ASSISTITO: attraverso sempre Maria Angela Di Trapani.
G.I.P.: e attraverso quale mezzo lo sa?
TESTE ASSISTITO: questo non lo so, perché è una cosa che in quel momento io
non l'ho vissuta in prima persona, mi fu riferita così, da Bartolo Genova.
G.I.P.: mi scusi, mi faccia capire. La Maria Angela Di Trapani aveva portato la
valutazione positiva, diciamo il parere positivo della famiglia Madonia alla nomina
di?
TESTE ASSISTITO: mi dissero che era stata informata pure Maria Angela Di
Trapani delìa reggenza di Salvo Genova, però non potrei essere...

34:
G.I.P.: della reggenza di?
TESTE ASSISTITO: Salvo Genova...
G.I.P.: Salvo Genova.
TESTE ASSISTITO: ...p erò non potrei essere preciso perché non è una cosa che
ho vissuto io, io posso essere preciso su quella che è la dinamica di Bartolo Genova,
perché l'ho vissuto in prima persona.
G.I.P.: va bene, ritorniamo per un attimo al problema che avevo segnalato, prima
della sua affilazione. Se lei ha gestito con altri uomini del mandamento e non della
famiglia Resuttana delle azioni criminose per "cosa nostran, prima della sua
affiliazione formale.
TESTE ASSISTITO: con altre famiglie?
...
G.I.P.: sì. Nei rapporti siccome lei mi ha detto a volte accadeva... noi avevamo
ventidue uomini a disposizione come famiglia di Resuttana ...
TESTE ASSISTITO: nella fattispecie noi riuscivamo a sbrigarci le nostre cose
tranquillamente, anzi eravamo un fiore all'occhiello per l'Architetto, la famiglia di
Resuttana, perché eravamo quelli più operativi, quelli più dinamici.
G.I.P.: quindi voi eravate diciamo autonomi.
TESTE ASSISTITO: sì, assolutamente sì, anzi generalmente l'Architetto se aveva
bisogno poteva contare su di noi e su Santa Maria di Gesu che è alleata del
mandamento ma non fa più parte del mandamento di San Lorenzo, Tommaso
Natale. Santa Maria di Gesu sono... diciamo che il braccio armato dell'Architetto
erano Santa Maria di Gesu e noi di Resuttana, perché avevamo dei soggetti che
..
erano operativi da un certo punto di. da un punto di vista...
G.I.P.: sì, anche se lei dice braccio armato, però fmo a questo momento dei suoi
riferimenti, io di armi ancora non ne ho visto, nel senso che ho visto atti
intimidatori, atti incendiari, atti estorsivi che non so se sono stati...
TESTE ASSISTITO: no, va be', non ci sono fatti di sangue, però dico noi eravamo
in grado di portarli a termine. Faccio un esempio, esempio il Pillitteri ebbe il ...
Pillitteri Miche... il Pillitteri Michele che ha una camezzeria, ebbe numerosi
danneggiamenti. Ad esempio in questo caso, Michele Di Trapani si interessò di
Pillitteri dicendo: "ma 'sto picciotto perché gli fate... lo trattate ..." siccome la- - -
carnezzeria ricadeva nel nostro territorio, Michele Di Trapani si interessò di capire
quali erano i motivi di questo trattamento nei confronti di Michele Pillitteri.
G.I.P.: ma a che titolo si interessò?
TESTE ASSISTITO: si interessò ...
G.I.P.: cioè perché?
TESTE ASSISTITO: perché dice.. . lo conosceva a Michele Pillitteri, si conoscevano
da una vita.. .
G.I.P.: quindi chicsc l'intervento di chi?
TESTE ASSISTITO: di Bartolo Genova per capire perché c'erano... gli
...
succedevano tutte queste cose al al Bartolo... al Bartolo Genova... a Michele
Pillitteri e Bartolo Genova, da quello che riferisce a me gli disse che faceva
estorsioni senza autorizzazione. Tra l'altro ora ricordo, che Michele Di Trapani fu
colui che sponsorizzò Maurizio Spataro a entrare nella famiglia di Resuttana,
perché Maurizio Spataro le prime volte che si avvicinò alla famiglia di Resuttana
mandava sempre i saluti dello zio Michele Di Trapani. Anche in quella occasione
Michele Di Trapani disse a Bartolo Genova che era un ragazzo affidabile, che era
un bravo ragazzo e che ce lo potevamo mettere vicino. Quindi c'era questo
...
rapporto fra Michele Di Trapani e Bartolo Genova di di consigli, si prendeva
consigli Bartolo Genova. ..
G.I.P.: e questo awenne nel periodo in cui era già posato?
TESTE ASSISTITO: sì, il periodo dal 2008, il primo semestre del 2008.
G.I.P.: nel 2008 Michele...
TESTE ASSISTITO: lo sponsorizza Maruzzo Spataro per esempio, ora che me lo
sto ricordando.
G.I.P.: lei quando dice sponsorizzare, sa anche qui c'è una specie...
TESTE ASSISTITO: sponsorizzare significa...
G.I.P.: che significa sponsorizzare in "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: Maurizio Spataro si vede con me e con Bartolo Genova, mi
voglio mettere a disposizione, ti manda i saluti lo zio Michele Di Trapani. Ora,
quando fa questo nome a Bartolo Genova, Bartolo Genova poi si vede con Michele,
gli dice: "senti, mi sono arrivati i tuoi saluti, ma lo conosci a questo?", dice: "sì, è
un ragazzo in gamba, ai tempi era vicino a Giovanni Bonanno, è a conoscenza di
tante cose".
G.I.P.: quindi promosse il suo nome per operare in favore di "cosa nostra", ho
capito bene?
TESTE ASSISTITO: sì sì, che era un ragazzo...
G.I.P.: questo vuol dire sponsorizzare.
TESTE ASSISTITO: sì, era un ragazzo affidabile. Lo stesso fece per esempio
Pinuzzo Lo Verde nei confronti di Maurizio Spataro ...
G.I.P.: cioè che era un tipo sveglio e che avrebbe potuto lavorare...
TESTE ASSISTITO: era a conoscenza...
G.I.P.: ...p er "cosa nostra", ho capito bene?
TESTE ASSISTITO: era a conoscenza di tante cose, perché nei tempi di Giovanni
Bonanno si occupava di estorsioni. Nella fattispecie invece di Michele Pillitteri si
conoscevano con Michele Pillitteri, non lo so questa conoscenza da dove gli viene e
si interessava a Bartolo Genova per capire, ma come mai, gli hanno bruciato
l'attività, gli hanno messo le croci, però in quel caso Bartolo Genova non gli fece
ammissioni sul... sui mandanti, che eravamo noi. Poi Michele Piilitteri fu oggetto di
una azione, doveva essere ucciso, lo riferirono, ci fu il benestare dell'Architetto
. _ _ _ -
Giuseppe ~ i ~ fua informato
C
, anche Gianni Nicchi che sarebbe stato -fatto un
omicidio e poi giun ti... era stato tutto preparato, giunti davanti alla carnezzeria,
8 questo awiene fine 2009, quindi fra ottobre e novembre 2009, i soggetti che
stavano eseguendo materialmente l'omicidio, anche se noi eravamo tutti nei
paraggi, il soggetto aveva il bambino in braccio, gli fu detto: "guarda che spesso ci
vanno il nipote con la figlia, se ci sono bambini non vi azzardate a sparare perché
tutti siamo padri di figli e la pagate voi questa". Fatalità fu buon per lui ed oggi
devo dire buon per me, se no avrei questo rimorso, aveva il bambino in braccio e
non hanno sparato, hanno fatto due volte il giro e se ne sono andati.
G.I.P.: vede, cambia anche "cosa nostra" perché ai tempi del Capitano ucciso a
Monreale, "cosa nostra" non si curò del fatto che.. .
TESTE ASSISTITO: Bartolo Genova ha pure i bambini piccoli e...
...
G.I.P.: che avesse un bambino in braccio.
TESTE ASSISTITO: Bartolo Genova ha bambini piccoli e i bambini piccoli non
penso... dico mia figlia ha diciotto mesi uno e sei anni e mezzo l'altro. Un colpo
arrivato male, ma a prescindere è più trauma non... siccome sapevamo le abitudini
...
e spesso la sera ci andavano i familiari lei mi dirà: e perché lo avete fatto di sera?
Perché di giorno ci sono le banche vicino alle camezzeria, ci sono i servizi
antirapina, dopo le cinque, le sei del pomeriggio, era buio, periodo invernale, le
banche sono chiuse, è più semplice.

1343
G.I.P.: e a questo punto io le pongo la domanda che le avevo posto anche prima,
perché le avevo detto non ho visto armi fino adesso nel suo racconto. Furono
apprestate delle ar mi...
...
TESTE ASSISTITO: la disponibilità di armi.
G.I.P.: avevate disponibilità di armi?
TESTE ASSISTITO: sì sì.
G.I.P.: che tipo di armi avevate?
TESTE ASSISTITO: no...
G.I.P.: e dove le teneva? Perché mi ha detto, fino adesso mi ha parlato della cassa
che la teneva lei...
TESTE ASSISTITO: sì sì.
...
G.I.P.: dei soldi li teneva lei...
TESTE ASSISTITO: sì sì.
...
G.I.P.: ma lei teneva anche armi?
TESTE ASSISTITO: posso riferire?
P.M. PACI: può riferire sul tema perché dichiarazioni sono state depositate.
TESTE ASSISTITO: possiamo?
P.M. PACI: può riferire, sì sì.
G.I.P.: io qua ci ho...
P.M. PACI: sono state depositate anche in altri processi, anche in altre posizioni.
G.I.P.: allora, le armi.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P.: perché lei... lei le conosce le armi?
TESTE ASSISTITO: quelle usate per il tentato omicidio di Pillitteri certamente sì.
G.I.P.: ma le ha detenute personalmente? Le ha avute in sua disponibilità?
TESTE ASSISTITO: detenute io, conservate io, mai.
G.I.P.: mai. Chi gliele aveva date? Se lo può dire.
TESTE ASSISTITO: no, ma per quanto riguarda le armi, il soggetto che poi
diventerà il reggente di Resuttana, Andrea Quatrosi, uomo di fiducia dei Lo
Piccolo, che ha curato per dieci anni la latitanza dei Lo Piccolo, deteneva un
-- arsenale dei Lo Piccolo, però non so dove lui li conservava. So che erano dei... dei
soggetti che erano impiegati in un ospedale, comunque in un terreno. E poi delle
@ armi che materialmente ha portato e che erano una 38 a canna lunga, tipo quella
che usano i metronotte, una 9 x 21 e poi cyeraun altro revolver che aveva lui, che
gli aveva regalato Salvatore Lo Piccolo con il manico tutto cromato e che dovevano
essere utilizzate per l~omicidiodi Pillitteri. Poi tra l'altro noi eravamo a
disposizione di alcune armi che erano state date dai Lo Piccolo a Salvatore Genova
che poi furono dati a Vincenzo Troia che era allyepocadel 2008 reggente della
ccfanliglia'ydi Pallavicino che poi fu levato dallyArchitettoGiuseppe Liga, il quale
quando fu chiamato a darcele ci disse che non le aveva più e che le avevano... dice:
"Io non le ho mai avute e invece poi abbiamo scoperto che è un soggetto che faceva
parte della "famiglia" di Pallavicino, tale Pizzuto Agostino che ho conosciuto
personalmente e invece l'avevano a Villa Amalfitana. Altra cosa come il caso dei
soldi che lei mi chiedeva, se noi avessimo saputo che le armi le avevano loro
rischiavamo la morte perché gliele avevano negato di avere queste armi non
c'erano più, siccome quelli erano stati arrestati Salvo Genova non c'era e non
potevamo avere la certezza che erano arrivate però le avevano loro.
...
G.I.P.: però certo, perché se vado con logica il fatto che tu mi dica che non hai...
TESTIMONE ASSISTITO: le armi.
... ..
G.I.P.: armi e invece ce le hai.
TESTIMONE ASSISTITO: noi sapevamo che lui le aveva avute.
...
G.I.P.: mi lasci un po' completare perché se interrompiamo non arriva ...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, mi scusi!
G.I.P.: ...il processo logico alle sue conseguenze, dico, il fatto che tu mi dica che non
armi quando invece ce le hai, indica una riserva mentale che tu le possa usare
contro di me, ho capito bene o no?
TESTIMONE ASSISTITO: ha fatto un procedimento logico esattissimo perché
negli ultimi periodi il gruppo che faceva capo alla "famiglia" di Pallavicino e alla
persona di Vincenzo Troia che noi definivamo nell'ambito di "Cosa Nostra"
l'armata Brancaleone, era malvisto, perché gestiva male tutte le attività della
"famiglia", Vincenzo Troia lo capi e poi si è avvicinato da Pippo Provenzano
reggente della "famiglia" di Tommaso Natale che ci si presentò... gli disse: "da oggi
in poi consegna la cassa e non ti occupare più di niente, questo alla fine del 2008,
poi il Vincenzo Troia viene tratto in arresto nel maggio del 2009 nell"'0perazione
Eos Uno" e quindi già lì aveva capito questa tensione, pure perché l'Architetto
nella persona di Pippo Provenzano, perché chiaramente l'Architetto non è che si
doveva convincere a Enzo Troia, gli chiese il resoconto della "famiglia" e lui portò
..
un resoconto dove c'erano entrante. per dire, milie euro e uscite mille euro, dico:
"è una cosa illogica, dico, che pareggiavano i conti", girava voce che si fregava i
soldi delle estorsioni e poi aveva dei ragazzi che non si muovevano bene e fu
estromesso. Da quel momento la delega su Pallavicino fu presa Pippo Provenzano
che era anche reggente di Tomrnaso Natale e che demandò su quel territorio tale
Vito "Sparanza" che era un soprannome e che di fatto è Vito Nicolosi e che si
occupava della zona di Pallavicino e di Partanna Mondello.
G.I.P.: ascolti, se ci sono altri episodi che mi può segnalare prima della sua
affiliazione formale magari lo faccia adesso.
TESTIMONE ASSISTITO: mi incontravo con Giuseppe Biondino aila "famiglia"
di San Lorenzo, mi incontravo con Pippo Provenzano reggente di Tomrnaso Natale
e mi sono incontrato nel 2008 con Vincenzo Troia reggente di Pallavicino, mi sono
incontrato nell'estate del 2008 con Tonino Lo Presti e Massimo Mulé.
G.I.P.: e che avevano come funzione?
TESTIMONE ASSISTITO: Tonino Lo Presti era il reggente di Palermo Centro.
G.I.P.: di Porta Nuova.
TESTIMONE ASSISTITO: e Massimo Mulé era pure faceva parte della ...
"famiglia" di Palermo Centro Porta Nuova, era uomo d'onore e poi successiv...
G.I.P.: però prima di arrivare al momento della sua affiliazione formale che ci
dovrebbe chiarire anche un po' quale è la differenza diciamo dal momento
affiliativi formale al momento precedente e quindi se veramente esiste una
differenza percepibile, palpabile, io ho bisogno di un chiarimento che in fondo lei
già in parte mi ha accennato e introdotto con le sue risposte, cioè a dire c'è la
figura del reggente, cioè la figura del capo della "famiglia", cioè la figura del capo
mandamento e... sono fasi queste propedeutiche alla... cioè preliminari ad avere un
incarico più importante, cioè un uomo d'onore che diventa un reggente, no, è in
pectore, cioè aspira a diventare capo della "famiglia", capo del mandamento
oppure questa regola della reggenza, del graduale livellamento, diciamo, verso
l'apice della montagna come in fondo mi ha accennato non è proprio così in "Cosa
Nostran? Cioè a dire, lei ha parlato di un sacco di soggetti che sono reggenti, di
capi della "famiglian, capi mandamento, cioè lei stesso ad un certo punto ascende a
questo ruolo più importante però poi al contempo mi dice: "sì, però non è detto che
...
un reggente si potesse diventare reggenti avendo la qualifica di uomo d'onore,
b
questo scenario io vorrei che lei me lo descrivesse bene, perché è un po' atipico,
almeno nel riscontro che io ne faccio è un po' atipico rispetto al panorama generale
che fino adesso abbiamo sentito, no? I1 fatto che avessero fatto reggente di una
"famiglia" addirittura un uomo che non era uomo d'onore ad ogni effetto e mi
spiega un po' questo meccanismo e perché a suo awiso diciamo era una specie di
stravolgimento delle regole che fino a quel momento avevano sovrinteso
l'amministrazione ordinaria di CbCosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: io le devo dare una premessa, quando poi conobbi
l'Architetto Giuseppe Liga mi ha fatto lui... io gliela feci questa domanda, "ma
com'è, si può diventare ..."e lui mi dice: "guarda, Giovanni..."...
G.I.P.: si può diventare a che cosa si riferisce?
TESTIMONE ASSISTITO: reggente non essendo, come lo era stato Bartolo
senza... sì, e mi fa l'esempio di Giovanni Bonanno, di Francesco Urbano che erano
tutti reggenti che non erano uomini d'onore, cosi mi riferisce l'Architetto, quindi si
può diventare... e mi spiega che il reggente non è come il capo 'bfamiglia", il capo
"famiglia" non lo può levare nessuno, Salvino Madonia e capo "famiglia" e questo
status non glielo potrà levare mai nessuno, a meno che lui non ci rinuncio o a meno
che non si fa una riunione con tutta la bbfamiglia"e si fa la votazione. I1 reggente è
un soggetto che viene messo iì in un determinato momento storico dove ci sono
esigenze che ci sono tanti arresti, ci sono difficoltà, non c'è nessuno che ci si può
mettere perché non c'è un uomo d'onore che in quel momento si ritiene di potere
mettere e se si ha fiducia in un ragazzo, ad una persona ad un signore che in quel
momento il capo mandamento ne ha assoluta fiducia lo mette come reggente. Poi la
prassi successiva è subito di farlo combinare per regolarizzare la posizione, quindi
la reggenza è una cosa che in qualsiasi momento può essere tolta, tanto è vero che a
dicembre del 2009 in seguito all'incontro che Bartolo Genova unitamente a me e ad
altri soggetti che ho riferito, si incontrano con Gianni Nicchi senza autorizzazione
del capo mandamento l'Architetto Giuseppe Liga e l'Architetto Liga insieme a
...
Nino Corso e a Pippo in una riunione tenuta nel dicembre viene estromesso dalla
"famiglia" di Resuttana e viene nominato come reggente Andrea Quatrosi e questo
%
-
.
dimostra che il reggente in qualsiasi momento .può essere $alto, non ha una cosa
sicura che nessuno gli può toccare.
G.I.P.: e il reggente chi lo fa intanto?
TESTIMONE ASSISTITO: i capo mandamento.
G.I.P.: solo il capo mandamento?
TESTIMONE ASSISTITO: lo può dire anche il capo "famiglia" in una riunione lo
dice e lo comunica ad altri capi bbfamiglia"e dice: "in caso di mia assenza c'è lui'',
però la prassi giusta sarebbe di combinarlo come uomo d'onore. Però la storia, mi
diceva l'Architetto Liga, ci insegna che ci sono casi... mi fece un esempio che io
sono rimasto sconvolto, mi disse: "tu la vuoi sapere una cosa? - mi fa, e c'era pure
Nino Corso, dice - Mimmo Raccuglia non è uomo d'onore anche se è un soggetto
all'apice di «Cosa Nostra», non è stato mai combinato" e io sono rimasto basito
perché ho detto: "ma come è possibile?", dice: così, se ti diciamo che è così è
così" e io sono rimasto basito.
G.I.P.: ma lei lo aveva conosciuto a Raccuglia?
TESTIMONE ASSISTITO: no, questo me lo dice l'Architetto Giuseppe Liga, il
...
fatto di diventare un... un latitante, un esponente certo volte sono anche le
circostanze che ci portano a... magari io tre anni fa o Bartolo Genova non saremmo
mai arrivati a quei livelli se ci fossero stati tutti fuori, ma non c'era più nessuno
fuori, nel corso dell'anno avevano arrestato circa trecento persone con le
operazioni antimafia, da Orfeo e a tutti gli altri, quindi chi c'è sul territorio?
Quelle poche persone di fiducia che ci sono vanno avanti, se no si dovrebbero
prendere i rapinatori o l'estortore di turno, quindi di necessità virtù diceva
l'Architetto, però l'Architetto onde evitare qualcuno che poteva parlare ci aveva
interesse di combinarti uomo d'onore, perché se arrestano l'Architetto, arrestano a
Pippo Provenzano, arrestano... poi non essendo uomini d'onore abbiamo delle
grosse difficoltà, se abbiamo lo status di uomini d'onore se viene una fazione
opposta non ci può trovare il puntino nero, ma di fatto anche quando non lo
eravamo uomini d'onore ci comportavamo come uomini d'onore, c'erano delle
limitazioni che erano dettate dal fatto che in alcune riunioni parlava magari
l'Architetto a nome nostro, parlava Nino Corso a nome nostro, parlava Pippo
Provenzano a nome nostro, perché noi non potevamo partecipare a riunioni con
altre "famiglie", altri mandamenti di un certo tipo perché non eravamo combinati.
G.I.P.: chiaro, quindi di necessità virtù, anche se di virtù criminali diciamo...
TESTIMONE ASSISTITO: si, certo.
G.I.P.: ...si tratta. E quindi veniamo a questa necessità che fece la virtù della sua
affiliazione formale a "Cosa Nostra". Allora, vediamo un attimo in quale momento
storico avviene, attraverso quali uomini che la vanno ad introdurre, attraverso
quali strumenti diciamo sacramentali se vi furono e che cosa in effetti cambia dal
momento in cui questa affiazione formale finalmente si consolidò?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, io vengo affiato tra il dicembre del 2008 e il
gennaio del 2009 ed un mese prima di me vengono affiati Bartolo Genova, i
soggetti che stavano a piede libero non li posso nominare.
PM. PACI: no no.
TESTIMONE ASSISTITO: e poi altri soggetti che sono a piede libero vengono
combinati dalla "famiglia" di Resuttana e un mese dopo di me...
G.I.P.: dicembre del 2008, giusto?
TESTIMONE ASSISTITO: tra dicembre del 2008 e...
G.I.P.: perché proprio, sarà una domanda forse banale, ma perché dicembre 2008
non... perché accade proprio a dicembre, c'è qualcosa che. .. , L

TESTIMONE-ASSISTITO: perché un mese prima viene fatto... viene combinato- - .


Bartolo Genova, Andrea Quatrosi è tratto in arresto e quindi lo possiamo e un...
altro soggetto che non posso nominare perché è a piede libero.
G.I.P.: sì.
TESTIMONE ASSISTITO: e successivamente loro dicono subito siccome io sono
una persona di massima fiducia di Bartolo Genova, Andrea Quatrosi mi teneva
molto in considerazione infatti poi diventò anche per poco la sua persona di
massima fiducia, dice: "dobbiamo combinare subito a Manuel", allora viene fatto
diciamo il rito presso la casa... allora dico dal mio compare, il mio socio di lavoro,
"mi puoi prestare una casa che mi devo vedere con una ragazza?", gli inventai una
scusa, non gli posso dire quali erano i motivi, e la casa di Villa Tasca di sua madre,
in quella occasione c'erano presenti non una sola persona che siamo tratti in
arresto, io, Bartolo Genova, Andrea Quatrosi e altri soggetti che non posso
nominare perché quando uno viene combinato deve essere presente almeno
un'altra 'Lfamigiia" di "Cosa Nostra" che certifica la veridicità del fatto che vengo
combinato, quindi ...
G.I.P.: questo è importante, diciamo...
TESTIMONE ASSISTITO: quindi c'erano presenti la famiglia...
G.I.P.: deve essere presente comunque...
TESTIMONE ASSISTITO: un'altra "famiglia".
...
G.I.P.: un rappresentante della...
TESTIMONE ASSISTITO: di un'altra "famiglia" e che assiste.
G.I.P.: ma deve essere una "famiglia" ...
TESTIMONE ASSISTITO: alleata.
G.I.P.: ...dello stesso mandamento o di un altro mandamento?
TESTIMONE ASSISTITO: no, dello stesso mandamento.
G.I.P.: dello stesso mandamento.
TESTIMONE ASSISTITO: dovrebbe essere una "famiglia" con cui sei molto
alleato. Chiaramente viene informato il capo mandamento di questa volontà di
combinare nuove persone, in quella occasione l'Architetto Liga non ritiene
opportuno essere presente perché ancora non riteneva di conoscermi, anche se
dalle... da iì a poco mi conoscerà, è presente un'altra ''fan~iglia'~che non nomino
perché si capisce chi è e sono le persone presenti e vengo combinato io e un altro
soggetto della di Resuttana. Così diventiamo cinque uomini d'onore e in
casi di arresti bene o male qualcuno può prendere il posto dell'altro. Vengono
combinati da Bartolo Genova che è mio padrino, viene fatto con la santina, la
famosa "Panciuta", viene bruciata la santina e viene letta a memoria la formula di
aderire a "Cosa Nostra", in quel momento divento uomo d'onore e nelle varie
occasioni che capiteranno anche in mezzo alla strada se incontriamo un uomo
d'onore e c'è un terzo uomo d'onore che conosce ad entrambi, quindi... io e caio
siamo uomini d'onore e c'è tizio che conosce a tutti e due ci presenta e dice che è la
stessa cosa Resuttana e Santa Maria di Gesù e ci conosciamo, da quel momento in
poi era uno status totalmente diverso.
G.I.P.: totalmente diverso.
...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, perché mi possono mi possono presentare gente di
altre "famiglie" di altri mandamenti, posso parlare a nome della ''famiglia" di
Resuttana, se un domani arrestano l'Architetto Liga, arrestano tutti quelli che
sono sopra di noi, io posso continuare a camminare e nessuno mi può fare
obiezioni, perché teoricamente un uomo d'onore mi potrebbe dire: "io con te non ci
posso parlare che non sei uomo d'onore", se i rapporti sono buoni l'uomo d'onore
_ - - - - ci parla lo stesso che non lo potrebbe fare, ma se... se è la "famigliav che non ti può
'vedere &ce: "io con te non ci posso parlare", quindi si... in siciliano si dice...
@ (incomprensibile), in italiano diciamo si prende diciamo il puntino per trovare la
scusa per non parlare con te.
G.I.P.: c'è una certa riservatezza.
TESTIMONE ASSISTITO: che poi non c'è questa riservatezza, serve soltanto
quando conviene a dire: "tu con me non ci puoi parlare perché non sei uomo
d'onore, perché in quel momento noi abbiamo contrasti"; invece l'uomo d'onore
con me ci deve parlare.
G.I.P.: però mi scusi, dire a uno che non è uomo d'onore: "tu con me non ci puoi
parlare perché io sono uomo d'onore.. ."...
TESTIMONE ASSISTITO: non si dice così.
...
G.I.P.: spero che non si dica così, perché
TESTIMONE ASSISTITO: no.
G.I.P.: ... altrimenti è come comunicargli una qualità che invece deve rimanere
nascosta e che può essere comunicata solo all'uomo d'onore, quindi non capisco
questo passaggio.
TESTIMONE ASSISTITO: se incontriamo un soggetto che vuole parlare come ci
dico: "senti, con me non puoi parlare, fatti la strada e vedi che cosa devi fare, poi
se lui lo comprende o non lo comprende è soltanto una sua presunzione, mica ci ha
avuto la conferma che sono uomo d'onore, ci dico: "con me non puoi parlare, fatti
la strada". Le faccio un esempio, io mi sono incontrato con Nicola Ferraro a Villa
Maria Eleonora...
G.I.P.: chi è Nicola Ferraro?
TESTIMONE ASSISTITO: Nicola Ferraro è il reggente dello Zen, che non uomo
d'onore, che non è uomo d'onore, voleva parlare con me, "con me non ci puoi
parlare, fatti la strada", mica ci ho detto: "io sono uomo d'onore", ci ho detto:
"senta, con me di questa cosa non ne puoi parlare, fatti la strada, non sono io la
persona giusta, poi lui presumere che io sia uomo d'onore come no, ma è una sua
presunzione, io non gli ho detto che sono uomo d'onore.
G.I.P.: per farsi la strada se comunque vuole dialogare con un uomo d'onore come
se la fa strada?
TESTIMONE ASSISTITO: se ha un problema a Resuttana il suo riferimento in
quel momento storico è Pippo Provenzano reggente di Tornmaso Natale, uomo d i
fiducia dell'Architetto Liga e in riferimento per lo Zen, per lo Zen 2, per la
Marinella, parlavano con Pippo Provenzano per le loro problematiche di gestione,
perché poi dice: "ho avuto un problema a Resuttana" Pippo Provenzano si siede
con me e ne parliamo, se c'è un soggetto della "famiglia" di Resuttana che fa
estorsioni, che fa... qualsiasi cosa, ha un problema con la "famiglia" di San
Lorenzo e non è che ci può andare quella persona reggente di San Lorenzo, lo dice
a me e io in qualità di uomo d'onore mi incontro con l'uomo d'onore della
"famiglia" di San Lorenzo e discutiamo le problematiche.
G.I.P.: allora, lei ha poc'anzi detto... prego!
TESTIMONE ASSISTITO: se io avessi avuto invece un buon rapporto con Nicola
Ferrara la regola l'avrei puntualizzata e ci avrei parlato.
G.I.P.: ho capito.
TESTIMONE ASSISTITO: cioè è un... quando la vuoi fare valere la fai valere e
quando non si vuole farla valere non si fa.
G.I.P.: però lei ha detto: "dopo quel momento cambia tutto", ho capito bene le sue
parole?
TESTIMONE ASSISTITO: cambia tutto perehé mi conoscevo con l'Architetto
Liga, mi conoscevo con Gianni Nicchi, mi conoscevo con le altre "famiglie".
G.I.P.: ma fa, se posso così esprimermi, criminalmente capire come cambia tutto,
nel senso quali azioni diverse, criminalmente diverse rispetto a prima lei pone in
essere dopo questa affiliazione formale?
TESTIMONE ASSISTITO: criminalmente non cambia niente, per come status
diciamo che è come se avessimo una carica istituzionale, mi portano a conoscere
l'Architetto Liga, cosa assolutamente non mi avrebbero fatto fare, Bartolo Genova
si conosceva ma perché c'era un rapporto più...
G.I.P.: perché lei prima di quel momento l'Architetto Liga non lo conosceva?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no, poi mi viene presentato.
G.I.P.: ma sapeva che comunque l'Architetto Liga avesse un ruolo e una funzione
in "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: certo, con Bartolo Genova ne parlavamo, certo.
...
G.I.P.: ma ne parlava così perché
...
TESTIMONE ASSISTITO: era il nostro papà ci diceva. Ci sono rapporti cioè io
di fatto con Bartolo Genova gestiamo la "famiglia" di Resuttana insieme ad un
altro soggetto che non nomino perché ...

*l
G.I.P.: allora, è giusto dire che dopo l'affiliazione formale con la Santina che
brucia e con la frase sacramentale si ha accesso ad informazioni più di rilievo, fu
fondate, più importanti di "Cosa Nostra" o no?
TESTIMONE ASSISTITO: le cose più ...
G.I.P.: come informazioni, se le azioni lei mi ha detto che sono le stesse, perché
dice: "prima dell'affiliazione estorsioni facevo ed estorsioni anche dopo", oppure:
"la cassa prima la tenevo, la continuo a tenere dopo l'affiliazione e divento uomo
d'onore", allora quindi se ho capito bene, ma mi corregga se ho mal inteso, in
termini di azioni non muta nulla, in termini di informazioni invece muta qualcosa
devo supporre, il fatto di uomo d'onore, dico, ti permette di accedere ad un bacino
di informazioni che come non uomo d'onore non avresti, giusto, è giusto?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, e le spiego pure quali sono le differenze, quindi le
azioni criminose rimanevano sempre uguale, però mi permette che sei io mi
incontro con Pippo Provenzano che comunque li avevamo i rapporti prima, però a
quel punto essendo io uomo d'onore come lui, magari mi parla di problematiche
della sua "famiglia" che prima non sapevo.
G.I.P.: e questo le chiedo, questa è la domanda.
TESTIMONE ASSISTITO: quindi io ho un bacino di conoscenza e magari mi
...
dice
G.I.P.: è giusto dire che il bacino di conoscenza...
TESTIMONE ASSISTITO: l'informazione aumenta.
G.I.P.: oh!
TESTIMONE ASSISTITO: e le attività criminali rimangono uguali, quindi se...
G.I.P.: perfetto!
TESTIMONE ASSISTITO: io vengo a sapere che ci sono quei soggetti... magari
delle cose nel suo territorio, vengo in contatto con la "famiglia" si Santa Maria Di
Gesu e conosco l'organigramma.
G.I.P.: perfetto!
TESTIMONE ASSISTITO: mi vengono presentati altri uomini di Santa Maria di
Gesu che magari prima non avrei conosciuto.
- G.I.P,:.perfetto! Eailora le chiedo: alla luce di questo momento affiativi che sia
tra il dicembre del 2008...
TESTIMONE ASSISTITO: e gennaio del 2009.
G.I.P.: ...
e il gennaio del 2009, quali ulteriori elementi conoscitivi lei assume in
questa nuova veste sulla "famiglia" di Resuttana che prima come mero affiato lei
non aveva?
TESTIMONE ASSISTITO: suiia "famiglia" di Resuttana Bartolo Genova era
molto informato sicuramente tramite lo zio, io vengo invece a conoscenza di molte
cose da altre "famiglie" da quel momento, perché incominciavo i rapporti con
l'Architetto e l'Architetto mi prende molto in simpatia e mi incomincia a parlare
...
del
G.I.P.: io sto parlando di Resuttana.
TESTIMONE ASSISTITO: a Resuttana conoscevo tutto, anche se teoricamente
non lo dovevo sapere.
G.I.P.: lei già dice che sostanzialmente queiio che fino adesso ha rassegnato e lo ha
rassegnato prima sostanzialmente della sua affiliazione in realtà era il patrimonio
di conoscenza che ormai era consolidato e che lei con la sua formale affiliazione
non faceva altro che ratificare diciamo così...
TESTIMONE ASSISTITO: io faccio una premessa, il soggetto che attualmente è
fuori è un soggetto che per anni camminava con Nicola Di Trapani, è una persona
molto vista bene da Ciccio Madonia e... e quindi molte cose me le ha spiegate e mi
ha preparato abbastanza bene.
G.I.P.: capisco.
TESTIMONE ASSISTITO: era la persona di fiducia di Nicola Di Trapani e Di
Ciccio Madonia, quindi era una persona di rilievo e anche operativa sotto il punto
di vista criminoso.
G.I.P.: allora la pongo in altro modo la domanda. Successivamente alla sua
affiliazione accaddero fatti, situazioni, circostanze che la portano ad ulteriormente
approfondire il ruolo la funzione e la veste svolta da Michele Di Trapani e Maria
Angela Di Trapani in favore della "famiglia" dei Madonia e quindi quella di
Resuttana?
TESTIMONE ASSISTITO: cose nuove no rispetto a quelle che già sapevo.
G.I.P.: dopo la sua affilazione.
TESTIMONE ASSISTITO: cose nuove no, le cose in più sono state il fatto di
partecipare ed entrare in confidenza con esponenti di rilievo di "Cosa Nostra"
come l'Architetto, come il reggente di Santa Maria di Gesù, conoscere molti altri
uomini d'onore che magari prima non conoscevo, conoscevo soltanto magari una
persona e la possibilità di potermi sedere con Gianni Nicchi che era una cosa
impensabile prima non essendo uomo d'onore.
G.I.P.: con Gianni Nicchi?
TESTIMONE ASSISTITO: io dieci giorni prima del suo arresto mi sono seduto
con Gianni Nicchi, Bartolo Genova e altri soggetti che sono a piede libero e di cui
ho riferito in verbale e poi diciamo...
G.I.P.: ma si è seduto così, diciamo a parlare conviviaimente o si è seduto per
parlare...
TESTIMONE ASSISTITO: no, per...
- ...
G.I.P.: e va bene, io la domanda gliela pongo così, non è che...
TESTIMONE ASSISTITO: ci mancherebbe!
...
G.I.P.: capisco anche la stanchezza, però lei.. .
VOCE: prego?
_ .
._ a- G.I.P.: no dico, le pongo a volte domandeche possono apparire retoriche e banali o
anche forse... gliele pongo perché sia lei a rispondermi e non io a domandare.
8 PM: chiedo scusa Signor Giudice, allora forse... sono il Pubblico Ministero, mi
permetto di intervenire solo per questo, se può chiedere al collaborante perché è
una cosa peraltro che lo stesso che aveva accennato prima, in che condizioni si
trovassero i rapporti tra Pagliarelli e Tommaso Natale in quel momento storico e se
c'erano differenze rispetto all'irnmediato passato, cioè all'era Lo Piccolo, ecco,
forse la sua domanda immagino che sicuramente mirava anche a questo e quindi in
questo contesto può dare una risposta non banale.
TESTIMONE ASSISTITO: ma io faccio il preambolo.
G.I.P.: perché lei fino adesso ha fatto tantissime premesse e chi leggerà il suo
verbale vedrà che lei dice: "voglio fare una premessa, una premessa ..."...
TESTIMONE ASSISTITO: no, è per arrivare ...
...
G.I.P.: non vorrei che no no...
TESTIMONE ASSISTITO: cioè -parlare delle condizioni...
G.I.P.: ...p erché se sono tutte premesse queste quand'è che arriviamo alle
considerazioni?
TESTIMONE ASSISTITO: no, perché per comprendere come ci arriviamo, la
strada, ci devo dire tutto il... per comprenderlo Lei, nel senso di capire il
procedimento logico.

qk 1351
G.I.P.: d'accordo.
TESTIMONE ASSISTITO: nel senso che dopo l'arresto dei Lo Piccolo l'Architetto
Liga ha interesse a trovare... e anche Gianni Nicchi a trovare un accordo tra le due
fazioni e c'è un soggetto che è a piede libero e che non nomino e che si rende
tramite, dico, di portare informazioni tra Gianni Nicchi e l'Architetto, poi
l'Architetto si incontra con Gianni Nicchi non tramite questo soggetto ma tramite...
lo posso dire?
PM. PACI: sì sì.
TESTIMONE ASSISTITO: tramite Francesco Costa che è un uomo vicino a
Nicola Ferrara, Francesco Costa detto "puffetto" che fa incontrare... crea
l'appuntamento tra "Gianni Nicchi" e l'Architetto in quell'appuntamento
...
l'Architetto mi riferirà che viene Gianni Nicchi dice: "per me non c'è rancore",
l'Architetto dice: "per me non c'è neanche rancore e mettiamo un punto di
incontro perché la guerra tra di noi agevola soltanto le Forze dell'ordine e non
porta a niente, stiamoci belii tranquilli e se tu hai bisogno di me rivolgiti tramite
Pippo Provenzano e Nino Corso e Gianni Nicchi: "se tu hai bisogno di me ti rivolgi
tramite...", il soggetto che attualmente è fuori e che è reggente di una "famiglia" e
si crea questa pax mafiosa. Nel corso del 2009 si viene a creare una tensione in
ordine a posizione di Resuttana perché Bartolo Genova è il cognato di Giuseppe
Biondino figlio di Salvatore Biondino, Bartolo Genova da un lato faceva capire
all'Architetto che era con lui, ma dall'altro lato faceva capire a Gianni nicchi che
era vicino a lui, insomma, stava in un piede in due scarpe, come si dice, in due
staffe. Allora Gianni Nicchi incontra Nino Corso... Nino Corso fa sapere a Gianni
Nicchi perché non si incontrano, tramite un soggetto di Pagliareili e Nino Corso gli
dice: "qualsiasi problema con Resuttana ne devi parlare con me, non c'è bisogno
che chiamate a Resuttana, direttamente io o Pippo Provenzano dico... siamo... è la
stessa cosa Resuttana con noi", a quel punto Gianni Nicchi che fa? Chiama il
reggente di questa "famiglia" che attualmente è a piede libero e dice: "ma come
sono andati i picciotti di Resuttana, sono con noi, sono con loro?", perché
Resuttana era ufficialmente con il Mandamento dell'Architetto, ma di fatto
Bartolo Genova-weya creato un accordo con Gianni Nicchi. Gianni Nicchi porta
questo appuntamento e lo porta a me tramite un soggetto di cui non posso fare il
nome, io a quel punto invece di informare subito a Bartolo Genova informo
Andrea Quatrosi e Nino Corso il quale mi dice: "tu non gli dirai niente, portagli la
notizia a Bartolo Genova e vediamo come si comporta. Perché che cosa aveva detto
l'Architetto? "Qualsiasi appuntamento che M Mene da altre «famiglie>> non
andate agli appuntamenti se non lo fate sapere prima a me", io vado da un soggetto
che attualmente è fuori e da Bartolo Genova e ci dico: "senti, mi è arrivato
l'appuntamento del vecchietton, perché io non lo chiamavo picciotteddu ma
vecchietto, perché siccome lo chiamavamo tutti picciotteddu in caso di
intercettazione io lo chiamavo... lo chiamavo il vecchietto, dissi: "lo dobbiamo fare
sapere vedi", "No no, noi facciamo l'appuntamento e gli diciamo che è arrivato
all'ultimo momento e poi glielo facciamo sapere", ci dissi: "mah! Vedi che a
prassi...", dice. "no no, ci andiamo", io faccio sapere questa cosa a Nino Corso e mi
dice: "tu fai una cosa, vacci pure così senti i discorsi che fanno", quindi ci
rechiamo all'appuntamento con Gianni Nicchi, questo avviene un dieci giorno,
dodici giorni prima del suo arresto e sono presenti una serie di persone che non
posso nominare al di fuori di Bartolo Genova perché gli altri sono tutti a piede
libero, sono i reggenti insomma, è un summit con più "famiglie" e in quella
occasione Gianni Nicchi dice: "mah! Di te mi hanno parlato bene, purtroppo per la
necessità che tu sai non ci siamo potuti incontrare prima", senti: "Nino Corso fa
sapere questo: noi se abbiamo bisogno di Resuttana possiamo parlare anche con
lui o con Pippo", dico: insomma, io con Resuttana devo parlare con te o Nino
Corso deve parlare pure per te?", e Bartolo Genova ci dice: "no no, Nino Corso
questo non lo può dire, se tu hai bisogno parli direttaniente con me,
successivamente a questo appuntamento subito viene convocato Bartolo Genova
insieme ad un altro soggetto che rappresentava il Vice e viene subito messo fuori
"famiglia" dal19Architetto,da Nino Corso e Nino corso gli dice: "devi ringraziare a
..
Pippo che è stato. che sarebbe l'Architetto Giuseppe Liga, perché se c'erano
padre e figlio tu oggi non uscivi da qua, perché c'era la corda come si usava prima,
perché tu hai mancato di rispetto ah9~ichitetto e hai mancato di rispetto a me, ti
sei permesso e non ti dovevi permettere, perché il Signor Gianni Nicchi è due mesi
che chiede l'appuntamento con Nino Corso e l'appuntamento non... non è venuto
per difficoltà però si chiama l'appuntamento con te e Gianni Nicchi questo non lo
poteva fare, perché lo doveva fare sapere a noi se si doveva incontrare a
Resuttana", a quel punto viene estromesso e viene messo Andrea Quatrosi. Io le ho
fatto un riassunto e-ho specificato tutte le dinamiche.
G.I.P.: quindi diciamo che la sintesi è.. .
..
TESTIMONE ASSISTITO: e poi alla fattispecie Gianni Nicchi. parliamo anche
di fatti estorsivi, tipo il discorso di... di Bagagli che dice: "non me lo sono scordato
e gli farò avere a breve la risposta definitiva su questa situazione".
G.I.P.: diciamo che dopo che lei è diventato formalmente uomo d'onore ha dovuto
anche gestire o comunque assistere o comunque partecipare a delle pericolose
situazioni che potevano sfociare anche in una guerra aperta tra le "famiglie" o le
fazioni di bbCosaNostra", ho capito bene se la sintesi è questa?
. TESTIMONE ASSISTITO: viene fatta questa pace tra Gianni Nicchi e
l'Architetto, poi c'è questa cosa che fa... mette un po' in movimentazione i due
schieramenti, veramente ogni appuntamento è un... gli appuntamenti non si sanno
mai come finiscono.
L G.I.P.: cioè che potevano sfociare in assassini, in soppressioni o...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, questo è. - - - -- . - -.
G.I.P.: giusto, ho capito bene?
8 TESTIMONE ASSISTITO: sì sì.
G.I.P.: e quindi dopo che è diventato uomo d'onore nella sua qualità più
importante mi ha fatto questo esempio e che mi ha descritto ampiamente e che
voleva indicare l'importanza degli uomini con i quali veniva in contatto e delle
scelte così rilevanti con in "Cosa Nostra" tra questi uomini venivano consolidate e
portate avanti, ho capito bene? Questo è il...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, perfetto! Lo ha detto bene perché le preciso che
dopo questo appuntamento Bartolo Genova insieme ad un'altra persona che non
posso nominare, si incontrò con Nino Corso e loro gli raccontarono
l'appuntamento con Gianni Nicchi e lui gli disse: "va bene, non ti preoccupare" e
Bartolo Genova: "hai visto che non si è incavolato Nino?", ci ho detto: "guarda che
ti ride non è un fatto positivon, Nino Corso poi mi chiama e mi dice: "dopo domani
portami a Bartolo Genova e a tizio a tale posto" e che sarebbe dove c'è la rotonda
di Via Oreto, c'è una specie di distributore proprio di fronte, dice: "me lo porti
che c'è un appuntamento, si deve vedere con me, con l'Architettow e quindi io
vedevo a Bartolo Genova e gli dissi: "senti, mi hanno portato un appuntamento per
te", io francamente da un punto di vista di sentimento incomincio ad avere timore
che gli possa succedere qualche cosa a Bartolo Genova, infatti anche lui si... dice:
"ma perché questo?", dico: "non lo so, ti devono parlare, ti devo portare in questo
punto e poi te ne vai con loro", quindi lui andò all'appuntamento insieme a
quest'altra persona un po' in... con timore e poi in quella occasione come le ho
riferito Nino Corso ci disse: "siccome hai trovato a Pippo e non hai trovato al
padre e figlio se erano altri tempi tu da qua.. . c'era solo la corda".
G.I.P.: chiaro. Allora dunque, lei praticamente resta circa un anno nella funzione...
perché lei viene arrestato, mi ha detto il 21 dicembre del 2009.. .
TESTIMONE ASSISTITO: si.
...
G.I.P.: lei è affiliato formalmente nel gennaio del 2009...
TESTIMONE ASSISTITO: fme...
G.I.P.: ...q uindi resta un anno nelle funzioni diciamo, giusto?
TESTIMONE ASSISTITO: si si. Sul campo due anni, di fatto...
G.I.P.: sul campo... sul campo militare diciamo.
TESTIMONE ASSISTITO: sul campo delle dinamiche due anni.
G.I.P.: sul campo militare. Senta, in questo anno che è molto vicino, diciamo, alle
cose delle quali noi oggi ci occupiamo o per i quali siamo qui in questo processo, ha
mai avuto la possibilità di sapere delle vicende economiche, patrimoniali,
immobiliari che riguardavano la "famiglia" di Resuttana ed in speciale modo la
"famiglia" Madonia o Di Trapani?
TESTIMONE ASSISTITO: chiarissimo! Allora, Bartolo Genova addirittura in
...
una occasione mi disse: "Manuel, diamo quattro praticamente fra i fratelli e
Nicola Di Trapani gli diamo quattromila euro al mese - dice - ma tu manco ti
immagini gli interessi e le proprietà che hanno - dice - neanche avrebbero bisogno
e potremmo aiutare a chi ha realmente più bisogno".
G.I.P.: questo glielo dice chi, Genova?
TESTIMONE ASSISTITO: Bartolo Genova e mi dice pure: "pensa sempre al
<<Bar Sofia» è pure una cosa che interessa loro - dice - tra l'altro tra loro in
famiglia hanno conflitti per motivi di interessi - dice - tu manco ti immagini i beni
-
e le proprietà che hanno - dice potremmo usare questi soldi per gente che
veramente ha bisogno, ma purtroppo diciamo la situazione ci impone di farglieli
avere. a+ .
G.I.P.: ma chi è che le parla del &&Bar Sofia" e perché proprio il &'BarSofia",
perché le si fa questo riferimento?
TESTIMONE ASSISTITO: perché mi sembra che avevano dei contrasti
all'interno della famiglia mi diceva Bartolo Genova anche in ordine a questo bar,
mi diceva che c'era un ragazzo pure, perché il genero di Salvo Genova che lavora
in una... e il cugino Nino Genova, lavorano alla cooperativa dentro Villa Sofia e
andavano sempre al '&BarSofia" e c'era un tale Massimo, mi sembra, Lo Verde che
io non ho mai conoscfuto e diciamo che era una persona dei Madonia e che gestiva
questo bar.
...
G.I.P.: quindi ho capito bene se quando nella sua qualità di uomo d'onore
ormai...
TESTIMONE ASSISTITO: si si.
G.I.P.:... ...
le fu portato conobbe la circostanza che il &'Bar Sofia" era un bar
comunque nelle mani diciamo così...
TESTIMONE ASSISTITO: nella disponibilità dei Madonia.
G.I.P.: scusi?
TESTIMONE ASSISTITO: nella disponibilità.
...
G.I.P.: nella disponibilità
TESTIMONE ASSISTITO: sono interessi della...
...
G.I.P.: di chi esattamente tra i Madonia non ricorda?
TESTIMONE ASSISTITO: no, questo no, si parlava dei fratelli che hanno
numerosi interessi economici, proprietà, addirittura le faccio un esempio, perché
poi parlando sto ricordando una serie cose, Totò Lo Cicero soggettoy reggente della
Arenella, uomo d'onore, era un soggetto molto vicino alla "famiglia ' dei Madonia
ed era un soggetto che aveva una serie di proprietà, di interessi che erano riferibili
ai Madonia e questo lo seppi dalla "famiglia" Genova e da Bartolo Genova dico
per dirne una, ci sono tantissimi interessi che avevano i Madonia in ordine a
proprietà e beni, per questo Bartolo Genova W disse in un momento... dice: "noi ci
ammazziamo la vita, non è.", dico: "ci mandiamo quattromila euro, e magari ci
sono ragazzi che sono in carcere e hanno veramente queste difficoltà" perché lei
deve considerare che uno che va a fare le estorsioni rischia dieci anni e magari
prende ottocento euro al mese di stipendio, mille euro al mese.
...
G.I.P.: invece per quanto riguarda coloro, perché questa gente scusi, i Madonia
abbiamo già detto che erano in carcere...
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
...
G.I.P.: giusto? Quindi seppe mai come materialmente però questa gestione delle
cose aweniva attraverso soggetti che.. . cioè per esempio, intanto come venivano...
come aweniva la comunicazione all'eterno circa la gestione di questi patrimoni, di
questi beni se questi erano detenuti?
TESTIMONE ASSISTITO: con Bartolo Genova noi non entravamo nel merito
delle disponibilità dei Madonia, non ci interessava noi avevamo soltanto l'obbligo
essendo inerente a "Cosa Nostra" e alla famiglia di Resuttana di mantenere la
famiglia Madonia che è l~espressionee che rappresenta la famiglia dei Madonia. Io
nel corso di questo dibattimento mi è venuta in mente una cosa in ordine ai
Madonia e che non ho dichiarato a verbale, se posso ...
G.I.P.: soltanto per chiarire che non siamo in dibattimento, perché magari ...
TESTIMONE ASSISTITO: dibattimento, non lo so, nel corso della mia
testimonianza.
G.I.P.: in questa audizione, la chiami così, audizione. . .
---- -TSSTIMONE~ASSISTITO:siccome sono nel corso dei centothnta giorni allora mi
..
è venuto in mente che noi stavamo facendo. non lo so, lo posso riferire?
Q PM. PACI: sì sì, assolutamente.
TESTIMONE ASSISTITO: anche se non so se poi diventa oggetto di indagine.
G.I.P.: ma il Pubblico Ministero non può in questa sede, diciamo, impedirle di
riferire una circostanza che comunque attiene al tema di prova che per ora il
Giudice sta coltivando, anzi...
TESTIMONE ASSISTITO: io avevo parlato insieme a Bartolo Genova di fare
l'estorsione ai danni di "Grammicchia" che è un grosso centro di ricambi gomme,
che ce nyè uno in Viale Strasburgo e un altro mi sembra in Via della Regione
Siciliana, e il soggetto che era vicino a Ciccio Madonia e a Nicola Di Trapani mi
disse: "là non ci possiamo andare perché in queste attività ci sono gli interessi dei
Madonian e quindi a quel punto ci siamo fermati.
G.I.P.: senta, lei Pino Guastella lo ha mai sentito dire?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, Pino.. .
G.I.P.: Pino, Giuseppe Guastella?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, Pinuzzo Guastella noi fmo all'arresto dello Spataro
gli mandavamo i soldi ogni mese, poi dopo l'arresto di Spataro abbiamo avuto
difficoltà perché non sapevamo come farceli avere.
G.I.P.: ma chi era intanto Pino Guastella?
...
TESTIMONE ASSISTITO: Pinuzzo Guastella era reggente era stato reggente di
Resuttana, faceva parte del Gruppo di Nicola Di Trapani unitamente ad Andrea
Quatrosi che è l'attuale reggente che hanno arrestato a Resuttana subito dopo la
mia collaborazione e a quel soggetto di cui non riferito il nome che è oggetto di
indagine, di Francesco Di Pace, tanto è vero che so che il soggetto che faceva parte
del gruppo di Nicola Di Trapani e che è uomo d'onore di Resuttana stavano
cercando di contattare la madre di Francesco Di Pace e nonché sorella di Pinuzzo
Guastella per cercare di fargli riavere il denaro per Pinuzzo Guastella che dall'ora
dell'arresto dello Spataro praticamente non gli facevano avere più soldi, perché
avevamo il canale se non si trova il canale non si possono fare arrivare i soldi e
nessuno era venuto a reclamarli questi soldi, quindi...
G.I.P.: quindi era un uomo d'onore reggente della "famiglia" di Resuttana, in
quale periodo fu reggente?
TESTIMONE ASSISTITO: ma questo non lo so dire, perché erano anni in cui io
non facevo parte di "Cosa Nostra", queste sono cose che mi sono state riferite, da
Angelo Quatrosi, da un soggetto che è un piede libero e...
G.I.P.: ma che lei sapesse, il Francesco Di Pace che è nipote abbiamo detto.. .
TESTIMONE ASSISTITO: si, il figlio della sorella di Pinuzzo Guastella.
G.I.P.: figlio della sorella di Pinuzzo Guastella.
TESTIMONE ASSISTITO: di Pinuzzo Guastella.
G.I.P.: operava attivamente per la "Cosa Nostra" oppure, come posso dire, si
limitava a svolgere ogni tanto quello che gli si chiedeva oppure che ne so, una terza
opzione se esisteva, se è mai esistita?
TESTIMONE ASSISTITO: io so tramite anche Bartolo Genova che lui... lo
conosco personalmente a Francesco Di Pace, ma lo conosco per ambiti di
criminalità e di malavita, so per certo che era vicino a Giovanni Giacalone,
all'epoca prima del suo arresto del 2008 era reggente di San Lorenzo, aveva degli
interessi in attività pubblicitaria, mettevano dei cartellini di questi elettronici
pubblicitari, Francesco Di Pace era in società con un nipote dei Buffa di
Pallavicino con cui avevo pure ...
G.I.P.: tutti uomini d'onore? --
TESTIMONE ASSISTITO:-~uffa e il nipote no, era un ragazzo che era pure in
società con le cose di pubblicità e serigrafie e poi con Giovanni Giacalone...
G.I.P.: ma fu un'attività questa diciamo in cui venivano convogliati denaro, denaro
di "Cosa Nostra" oppure era un'attività in qualche modo alla luce del sole e non
condizionata, toccata dal denaro e dalle attività comunque criminale?
TESTIMONE ASSISTITO: il fatto di essere con Giovanni Giacalone ed essere
...
vicino all'ambiente di "Cosa Nostra" ed essere in parte occuparsi anche delie
vicende di "Cosa Nostra" gli permetteva di localizzare tutti questi cartelloni ed
ottenere pubblicità con molta più facilità rispetto ad un altro soggetto.
G.I.P.: ho capito. Quindi se ho capito bene...
TESTIMONE ASSISTITO: dico, c9èuno status, se ci vado io per fare la pubblicità
e ci ho una ditta di cartelloni difficilmente il negoziante mi dice di no sapendo i
soggetti che fanno parte di questa attività.
G.I.P.: allora diciamo che questa attività che era... aveva una sua collocazione sul
territorio sfruttava il favore che "Cosa Nostra" criminalmente aveva sul territorio?
TESTIMONE ASSISTITO: l'immagine ...
G.I.P.: ho capito bene?
...
TESTIMONE ASSISTITO: l'immagine di ''Cosa Nostra" e della...
G.I.P.: una cosa l'immagine e un'altra cosa è sfruttare invece la forza intimidatrice
del vincolo associativo così come recita il codice.
TESTIMONE ASSISTITO: se mi presento io, io ci ho un ufficio di infortunistica
stradale, la gente della zona invece... non glielo portano all'ufficio che c'è a
duecento metri, portano le pratiche tutte a me, ma secondo lei questo da cosa
dipende? Perché gli faccio più simpatia e perché conoscendo nel quartiere e nel
territorio certe cose si sanno e non c'è bisogno di dirlo e chiaramente uno agevola
quei soggetti che fanno parte di "Cosa Nostra". Le faccio un esempio, Giuseppe "11
Biondino" figlio di Salvatore si occupava di pubblicità, di serigrafia e... scusi ho il
sole proprio in faccia.
...
G.I.P.: sì, perché non si sposta, ad esempio anzi guardi, vuole ritornare qui,
perché le facciamo ...
TESTIMONE ASSISTITO: le finisco il concetto e mi sposto. Quindi Giuseppe il
...
Biondino aveva questo a San Lorenzo aveva tutti i clienti suoi, è normale,
conoscendo il soggetto la pubblicità non gliela negava nessuno. Allora cambio di
posto.
G.I.P.: è chiaro, o almeno è chiaro sotto il suo profilo, cioè sotto la sua idea delle cose.
Sono tre ore che... sinceramente devo ammettere che comincio a stancarmi.
VOCI: (in sottofondo).
G.I.P.: dipende anche da voi, se avete esigenze non so quale sarà... Awocato Marasà lei
sa che mi piace la letteratura e ogni volta cito sempre quel passaggio delle "Mille e una
notte", se non sappiamo il passo non stabiliremo mai il cammino, se voi già mi parlate...
A W . GENOVESE: Giudice scusi, per fare un attimo dei programmi in relazione agli
aerei e ai voli.
G.I.P.: appunto, con le parole di Sherazad mi pare sapere il vostro passo così tutti
capiremo, Awocato Marasà, stiamo parlando di cose che la riguardano, nel senso di
capire quali domande saranno da lei poste.
A W . MARASA': questo non lo so.
G.I.P.: non lo so.
A W . MARASA': lei da quando ha iniziato sapeva quali domande avrebbe posto?
G.I.P.: ho una presunzione di risponderle sì, sì. E questa testimonianza di fede posso se
vuole tranquillamente dicendo che alla mia logistica ho detto non prima di tre ore,
quindi in questo senso mi sembra di aver fatto... di avere usato una prognosi
assolutamente coerente con i tempi.
A W . MARASA': io non lo so, io vado sempre a braccio, come Vostra Signoria ben sa,
io vado sempre a braccio, non mi preparo mai prima perché non so mai cosa c'è dietro
la porta.
G.I.P.: chiaro, la mia conoscenza è una iuris tanturn o una iuri et de iure, dato che lo so,
dato che mi dice che lo so. Va bene, comunque... no, perché mi dice che lo so io da dove
apprendo questo dato conoscitivo?
A W . MARASA': lo sa perché ha avuto modo... ha avuto modo di verificare la rottura
di scatole del sottoscritto nel corso dei vari processi.
G.I.P.: certo! E quindi oggi cosa dovrei presumere che ce ne andiamo stanotte a
mezzanotte, però non è un problema, possiamo anche andare a domani mattina se
volete, non è un problema, oggi è fissato interamente per questo tipo di necessità
processuale.
A W . MARASA': allora ripeto...
G.I.P.: abbiamo l'aula fino a che ora?
AVV. MARASA': io ritengo di dover fare due domande, ritengo, di dover fare due sole
domande, ma non so in base alle risposte che mi darà se vi saranno domande di risulta e
se queste domande di risulta saranno duecentomila.
G.I.P.: chiarissimo!
AW. MARASA': grazie!
G.I.P.: chiarissimo! Dopo la prospettiva delle duecentomila domande che sicuramente...
comunque è un gioco dell'Awocato Marasà e noi lo accettiamo e lo prendiamo come
tale, non farà duecentomila domande e spero che insomma in un'oretta, anche gli altri
dovranno fare domande, non so, il Pubblico Ministero ha domande, la Difesa avrà
domande, quindi suppongo un'oretta penso si possa dire ottimisticamente come passo e
quindi il cammino significa che verso le 8:00 dovremmo chiudere, va bene? Salvo
imprevisti come scrivono nelle certificazioni, s.m. s.c., salvo complicazioni e salvo
morte, salvo complicazioni. Allora dove eravamo pervenuti?
TESTIMONE ASSISTITO: a Francesco Di Pace, alle pubblicità, a Giuseppe Biondino
e la pubblicità.
G.I.P.: diciamo che questo è tutto ciò che lei conosce circa le attività svolte da
Francesco Di Pace, quindi il nipote di Pino Guastella nell'ambito comunque delle...
delle cose a cui lei ha partecipato, giusto?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, tra l'altro lui era tratto in... lo hanno tratto in arresto, io
non ci avevo rapporti e direi una cosa che... non sono a conoscenza di attività illecite
all'interno di "Cosa Nostra".
G.I.P.: senta, per quanto riguarda invece... io le devo fare il nome perché nel corso della
sua audizione fino adesso lei questo nome non lo ha mai accennato.
TESTIMONE ASSISTITO: il Vigile Urbano forse?
G.I.P.: no no, io intanto ho... lei fa riferimento al Vigile Urbano giustamente perché
collega la vicenda del Di Pace Francesco a quella dei cartellini pubblicitari suppongo...
TESTIMONE ASSISTITO: si.
G.I.P.: ...q uella a cui già ha accennato perché le risulta che questa attività diciamo sia
stata svolta per vie non perfettamente legali oltre quell'appoggio territoriale cui lei
accennava dicendo che insomma il favore dell'appoggio territoriale una volta che ti
--- manifesti come persona vicina a "Cosa Nostra" lo, hai di più rispetto a persone che
invece questa vicinanza non ce l'hanno. A parte questa vicinanza cui lei ha accennato
8 per Di Pace Francesco, ebbe altri aiuti, diciamo magari istituzionali anche da parte della
pubblica amministrazione per questa iniziativa che riguardava i suoi cartelloni
pubblicitari?
TESTIMONE ASSISTITO: Francesco Di Pace io l'ho visto la prima volta in
compagnia di un Vigile Urbano, tale Corsini e sapendo che è il proprietario di... il
fratello del proprietario di "Ma che Bontà", che è un ristorante in Via Emilia, Nicola
- -

Corsini, una cosa del genere. Questo soggetto, questo Vigile Urbano so per certo che è
persona disponibile a "Cosa Nostra" e per colpa sua il fratello che era negli ambienti di
"Cosa Nostra" fu messo da parte e... ed era disponibile a tutti quelli che erano i controlli
della Polizia Municipale in ordine alle attività commerciali sul territorio di Palermo. Si
interessava per fare chiudere un occhio o addirittura in molti casi prendere anche dei
compensi. Ho riferito in ordine ad un argomento che non so se è omissato.
PM. PACI: no no, ne può parlare.
TESTIMONE ASSISTITO: del soggetto che è a piede libero, Pubblico Ministero, del
soggetto che era a piede libero.
PM. PACI: no, può parlare della storia dei compensi.
TESTIMONE ASSISTITO: senza specificare l'argomento.
PM. PACI: si.
TESTIMONE ASSISTITO: in alcune occasioni con soggetti addirittura coreggenti di
"famiglie" si è messo a disposizione per evitare controlli e in alcuni casi ha preso anche
i soldi, tanto è vero che con questo reggente che attualmente è libero gli ho detto:
"scusa, ma siamo abituati a fare pagare e tu paghi? - dico - è un controsenso a chi
chiede mille euro - ho detto - è mi sembra un controsenso" dico, dice: "no, va bene, ma
mi ha chiesto...", perché dice che non se li prende lui, ma li dà ai colleghi per evitare i
controlli e... e non so se questo controllo lo fecero o lo dovevano fare, comunque evitò
delle sanzioni e una serie di controlli.
G.I.P.: quindi mi faccia capire, fu versato un importo?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, mille euro.
G.I.P.: perché in qualche modo mettesse... evitasse i controlli?
TESTIMONE ASSISTITO: o evitasse o risolvesse i controlli che erano stati fatti, lui
diceva: "non me li devo prendere, li devo dare ai colleghi" però lui era sempre che si
metteva a disposizione anche tramite il fratello Nicola. A lui l'ho visto la prima volta da
Francesco Di Pace, anche in una pizzeria che questo Corsini Vigile Urbano gestiva
vicino ai campi di calcetto "Trinacria" vicino al velodromo, non so se era un'attività a
nome suo, ma non penso, ma comunque era gestita da lui.
G.I.P.: questo è tutto quello che lei conosce e ha avuto riguardo ai rapporti che Di Pace
Francesco aveva diciamo con l'esterno?
TESTIMONE ASSISTITO: sì ripeto, ma io non sono a conoscenza di fatti posti in
essere da Francesco Di Pace all'intemo di "Cosa Nostra" perché non li conosco.
G.I.P.: senta, lei ha mai sentito parlare di Sgadari Vincenzo?
TESTIMONE ASSISTITO: Sgadari Vincenzo ho saputo che era un soggetto che era
vicino agli ambienti di "Cosa Nostra" nell'ambito delle costruzioni ma me lo riferì
Maurizio Spataro e però non l'ho mai conosciuto.
G.I.P.: e cosa le disse, perché intanto Maurizio Spataro le parlò di questo Sgadari
Vincenzo, cioè che motivo c'era, in quale contesto di tempo e di ruolo?
TESTIMONE ASSISTITO: perché mi sembra che il fratello mentre che era fuori si
occupava sempre di costruzioni, di attività di ristmtturazione.
G.I.P.: il fratello di chi?
TESTIMONE ASSISTITO: di Sgadari, mi sembra che ha un fratello e mi ha detto: "se
c'è qualche appartamento, qualche cosa da fare - dice - diciamo a Sgadari che è amico
mio e lo aiutiamo perché ha problemi con la giustizia", ma io non lo conosco a questo
Sgadari. Sgadari Vincenzo, ma dico, è una cosa riferita da Maurizio Spataro, non è una
cosa... io non conosco personalmente Sgadari.
G.I.P.: né ha mai saputo di persone magari aventi un soprannome, ha mai sentito parlare
del soprannome di ""Bicicletta""?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no Signor Presidente.
G.I.P.: assolutamente no. Pizzo Pietro ha mai sentito questo nome, ha mai sentito dire
qualcosa di qualcuno che si chiama Pizzo Pietro?
TESTIMONE ASSISTITO: no.
G.I.P.: no. Dunque, io avrei bisogno di riguardare un po' i miei appunti e vorrei
approfittare di questo perché anche se nell'ordinanza introduttiva ho richiamato il
contenuto di questo art. 422 comrna terzo laddove si dice che l'audizione e
l'interrogatorio delle persone indicate al cornma secondo sono condotti dal Giudice, il
Pubblico Ministero e i Difensori possono porre domande a mezzo del Giudice
nell'ordine previsto dall'art. 421 comrna secondo. In realtà come anche è successo in
altre situazioni, insomma, questo potere dispositivo è un po' delegato a volte dallo
stesso Giudice, per cui non avrei nulla in contrario se le domande le fate direttamente
voi come anche in passato si è fatto e penso che sia più pregnante anche come strumento

S.-
per diciamo creare un approccio diretto con l'esaminando. Quindi se volete fare delle
domande le fate direttamente secondo la...
TESTIMONE ASSISTITO: Signor Presidente, le chiederei una cortesia se posso
andare in bagno.
G.I.P.: certo, certo, mica siamo alla Ghestapo! Prego! (Sospensione).

ALLA FUPRESA

G.I.P.: sì, prego!


PM. PACI: allora procedo io, il Pubblico Ministero. Io ho alcune domande a carattere
diciamo esclusivamente integrativo. Allora comincerei intanto Signor Pasta, a chiederle
questo, a proposito della posizione di Michele Di Trapani, io vorrei che lei precisasse
meglio questo passaggio, cioè quando... lei ha detto più volte che Bartolo Genova lo
aveva reso partecipe nonostante Michele Di Trapani fosse stato messo da parte durante
il periodo dei Lo Piccolo, diciamo ecco, vorrei sapere, quali sono i casi in particolare per
i quali le risulta che Bartolo Genova appunto lo mise al corrente di fatti e circostanze
che riguardavano "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: come ho detto fin dai primi mesi del 2008, intanto ci si
era visto e gli aveva proposto la volontà sua di averlo con lui a Resuttana, c'era sempre
il solito discorso "le cose passate sono passate" ma poi gli fu comunicato che Maria
Angela aveva mandato questo input e quindi non era possibile. Ma lui sempre per
Michele Di Trapani prendeva consigli e lo rendeva partecipe di quelle che erano le
dinamiche della "famiglia", quindi quella era un'organizzazione e chi c'era all'interno
della "famiglia"... ad esempio io il Michele Di Trapani io l'ho conosciuto
personalmente.
PM. PACI: sì, e lo ha conosciuto quando lui era ancora diciamo anche formalmente
inserito nell'organizzazione o dopo che i Lo Piccolo ne avevano decretato diciamo la
sua estromissione, chiamiamola così.
TESTIMONE ASSISTITO: io l'ho conosciuto nel 2008 a Mondello e lui venne
insieme ad un altro signore che forse ha un vivaio, e portò delle piante là per il
"~harleston" e mi disse: "questo è mio cugino Michele - dice - combatte con la
glicemia e quando è con la glicemia alzata non ci si può discutere però per il resto è una
brava persona", in quella occasione. Poi l'ho visto un'altra volta dove c'è la Fiat in Via
Imperatore Federico 2.56., magari ora vado ricordando delle cose che non mi sto... però
dico, ci sono questi giorni proprio per ricordare in ordine anche... in quell'episodio, in
quella circostanza c'era presente di cui non faccio il nome e che faceva parte della
scuola di Nicola Di Trapani e si parla anche del discorso di Michele Pillitteri oltre al
discorso...
PM. PACI: ecco, su questo vorrei...
TESTIMONE ASSISTITO: ...che ne aveva parlato pure con Bartolo Genova.
PM. PACI: sì, su questo volevo arrivare, infatti siccome lei ha parlato anche di un
proposito, più che un proposito di una vera e propria attività finalizzata alla
soppressione di Michele Pillitteri che non andò in porto per le ragioni che ha spiegato,
ecco, rispetto a questo fatto, a questo evento che lei ha collocato verso la fine del 2009...
TESTIMONE ASSISTITO: ottobrelnovembre del 2009.
PM. PACI: sì, questo incontro e comunque l'interlocuzione con Diego Di Trapani
quanto tempo prima si verifica?
TESTIMONE ASSISTITO: Diego Michele.
PM. PACI: Michele Di Trapani, sì chiedo scusa!
TESTIMONE ASSISTITO: nel duemila...
PM. PACI: Michele, Michele.
TESTIMONE ASSISTITO: no, questo discorso fu nel 2008 prima del suo arresto
dicendo che Michele Pillitteri si era recato da lui dicendo: "mi fanno danneggiamenti
nei negozi, ce l'hanno con me e io non ho fatto niente" e poi sia Bartolo Genova che già
si era visto con Michele Di Trapani, poi si è visto con lui davanti alla Fiat in Via
Imperatore Federico e gli disse: "guarda, fai estorsioni" e si è preso i soldi di alcune
attività commerciali senza nessuna autorizzazione e se l'è incassate, quindi lui disse:
"perché non volete mettervelo vicino? Non è una cattiva persona" e a quel punto
abbiamo detto...
PM. PACI: quindi mi pare di capire, Michele Pillitteri si era rivolto a Michele Di
Trapani...
TESTIMONE ASSISTITO: perché si conoscono.
PM. PACI: ...p erché prendesse...
TESTIMONE ASSISTITO: ci andò direttamente a casa, si.
PM. PACI: ...perché prendesse le sue difese in relazione a questi episodi intimidatori
che voi sostanzialmente gli avevate fatto?
TESTIMONE ASSISTITO: sì sì.
PM. PACI: ecco, e poi lui, questo è l'ulteriore passaggio che vorrei capire, parla di
questa cosa Bartolo Genova e comunque con il Mandamento...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, e quello era...
PM. PACI: ...e cercare in qualche modo di tutelarlo, ho capito?
TESTIMONE ASSISTITO: si, e poi in un'occasione si sono visti in Via Imperatore
Federico, perché ora mi ricordo che la figlia aveva bisogno di una macchina, dice: "che
hai conosciuto a qualcuno per una macchina?" e si era... si stava interessando per farci
prendere una macchina alla figlia cosa che poi andò in porto tramite i fratelli Di Maio
che avevano la concessionaria in Viale Strasburgo e ora non ce l'hanno più e ora ce
l'hanno nella zona di Cinisi, e gli fu regalata la macchina alla figlia di Michele di
Trapani e la macchina materialmente gli anivò mentre Michele Di Trapani era in
carcere.
PM. PACI: gli fu regalata nel senso che fu acquistata da qualcuno?
TESTIMONE ASSISTITO: dalla "famiglia" di Resuttana, dico, queste erano tutte
cose che decideva Bartolo Genova.
PM. PACI: si.
TESTIMONE ASSISTITO: poi Bartolo Genova aveva un rapporto intimo con
Michele Di Trapani...
PM. PACI: sì.
TESTIMONE ASSISTITO: ...e non so se c'erano altre situazioni alle spalle che io non
conosco.
PM. PACI: sì be~iissiiriu,questo lo aveva già prima spiegato. Ecco, adesso parlando un
attimo della posizione della Signora Maria Angela Di Trapani, sempre ad integrazione
di quanto già lei ha dichiarato io le volevo chiedere questo, perché non mi pare che lei lo
avesse riferito, lei la Signora Maria Angela Di Trapani l'ha personalmente conosciuta,
ha avuto occasione di vederla?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, io personalmente non la conosco, in una occasione
nel corso del primo semestre del 2008 accompagnai un soggetto di cui non faccio il
nome perché è a piede libero e che sta...
PM. PACI: si, ma vorrei sapere se è lo stesso soggetto però del quale poc'anzi ha

qkl
parlato e ha proposto dell'incontro in Via Imperatore Federico.
TESTIMONE ASSISTITO: si, è lo stesso soggetto.
PM. PACI: ecco.
361
TESTIMONE ASSISTITO: e che faceva parte della scuola di Nicola Di Trapani,
Pinuzzo Guastella e tutti questi soggetti di qua, Andrea Quatrosi, Francesco Briguglio,
era tutta la squadra di rapinatori che...
PM. PACI: perché lo accompagnò dalla Signora Maria Angela Di Trapani?
TESTIMONE ASSISTITO: perché loro avevano dei contatti, pure loro, sia di natura
personale perché con Nicola Di Trapani sono come i fratelli e poi anche per qualsiasi
problema anche inerente al mantenimento e vicende di "Cosa Nostra", anche se lei
aveva il contatto con Bartolo Genova era anche in ottimi rapporti con questo soggetto.
PM. PACI: con questa...
TESTIMONE ASSISTITO: l'accompagnai alla zona di Via Matteo Dominici,
all'angolo... lo lasciai all'angolo della "Carrozzeria Pedone" e... perché forse, forse, non
lo so, abita là vicino la Maria Angela Di Trapani, lei era proprio avanti alla carrozzeria,
l'ho lasciato, me ne sono andato e poi lo sono venuto a riprendere, però contatti diretti
con Maria Angela Di Trapani non ne ho mai avuti.
PM. PACI: sì, si sì, ho capito. Un'ulteriore precisazione sempre a proposito della
Signora Di Trapani, le risulta che lei si fosse in qualche modo adoperata per chiedere ed
ottenere il sostegno economico di affiliati all'organizzazione mafiosa detenuti?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, per quanto riguarda un episodio specifico si
interessò sia tramite Bartolo Genova e forse lo disse pure a Enzo, ad un soggetto che è a
piede libero e del sostenimento a Rosario Pedone, perché ai tempi di Salvo Genova...
PM. PACI: ecco...
TESTIMONE ASSISTITO: io a Rosario Pedone non lo conosco personalmente
perché all'epoca in cui sono vicino a Salvo Genova sono una persona riservata quindi il
soggetto che va a fare le estorsioni questo non mi viene presentato, siccome è stato tratto
in arresto per vicende estorsive in ordine al mandamento di Resuttana Salvo Genova
all'inizio gli mandava una tanturn per 1'Awocato e invece poi Maria Angela Di Trapani
dice che era up,bravo ragazzo, una famiglia a cui lei teneva e di aiutarlo. Da quel
momento in poi noi gli facevamo dare cinque/seicento euro al mese fino al mio arresto.
PM. PACI: sì, il Rosario Pedone del quale parla è il titolare della carrozzeria che...
TESTIMONE ASSISTITO: sì, è all'angolo con Via Matteo Dominici.
. . . z..
PM.. PACI: è-lastessa persona, questo le volevo chiedere. ~..

TESTIMONE ASSISTITO: sì sì, sì.


PM. PACI: ed è il soggetto che è stato arrestato, non so se lo ricorda...
TESTIMONE ASSISTITO: quello dei campi di calcetto, l'estorsione...
PM. PACI: ...nel marzo del 2007...
TESTIMONE ASSISTITO: per la Palestra.
PM. PACI: ...p er un'estorsione ai danni della palestra...
TESTIMONE ASSISTITO: della palestra che è in Via Matteo Dominici.
PM. PACI: ..."Free Life".
TESTIMONE ASSISTITO: si.
PM. PACI: e per cui è stato condannato a tredici anni di reclusione dal Tribunale di
Palermo. Sì, io sostanzialmente ho concluso, non ho altre domande, però volevo sapere
Signor Pasta da lei perché non mi pare che sia emerso chiaramente, perché decide di
collaborare con l'Autorità Giudiziaria? Lei ha già detto al Giudice che è stato arrestato
alla fine di dicembre del 2009, ecco, vuole spiegare appunto quali sono state le ragioni
che lo hanno indotto ad intraprendere questo percorso di collaborazione?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, il motivo della mia collaborazione... intanto non
avevo delle prospettive di condanna, perché avevo l'associazione e dico: "non avrò
prospettive chissà di quando uscire...", però ho fatto...
PM. PACI: voglio dire, di che cosa era accusato lei?
TESTIMONE ASSISTITO: di associazione mafiosa semplice.
PM. PACI: e basta?
TESTIMONE ASSISTITO: senza... si, solo associazione semplice e cosi mi diceva
l'Awocato, dice: "non ti contestano il c o m a 2 ed è associazione di stampo mafioso -
dice - puoi prendere sei o sette anni nella peggiore delle ipotesi mi diceva". Il fatto che
io ho fatto una riflessione con me stesso e ho detto: "io uscendo fra cinque, sei, sette
anni, la qualità di uomo d'onore... la regola di "Cosa Nostra" se dobbiamo seguire le
regole è quella di nel momento in cui esco dal carcere è posare le valige le casa e prima
di salutare a mia moglie mi devo recare dal reggente o dal capo "famiglia" di Resuttana
e dire: "da questo momento sono nuovamente a disposizione" perché con lo status di
uomo d'onore ho l'obbligo di non poter... cioè non posso... mi devo mettere sempre a
disposizione della famiglia e siccome sono particolarmente legato alle mie figlie anche
se ho fatto questa scelta senza tenerle in considerazione, i primi tre mesi non le facevo
venire in carcere perché non le volevo far venire in questo contesto perché vedevo
l'ambiente proprio di sofferenza, altri bambini nei colloqui che facevo con mia moglie e
ho detto: "esco fra seilsette anni, le mie figlie sono grandi, poi mi arrestano di nuovo... e
non godrò niente della mia vita", quindi oggi prima che collaboratore di giustizia mi
reputo pentito e per me non è un'offesa, cioè prima collaborare con la giustizia sono
pentito di quello che ho fatto, per fortuna non ho commesso omicidi, ma ci sono andato
vicino per il discorso di Pillitteri e sicuramente un domani o l'avrei potuto fare o l'avrei
potuto subire e non avevo nessun tipo di prospettiva, in questa maniera do un taglio
netto e posso ricominciare a fare una vita nuova.
PM. PACI: quindi lei decide...
TESTIMONE ASSISTITO: da oggi mi sento più leggere anche se in questo momento
rispetto alla detenzione che avevo prima sto molto peggio perché sono in assoluto
isolamento in una cella di due metri, però nonostante sono in una condizione detentiva
molto più brutta rispetto a prima sono... mi sento in pace con me stesso, cioè sto più
tranquillo, questa è la mia...
PM. PACI: quindi con questa sua scelta ha voluto intmompere diciamo la
perpetuazione del suo coinvolgimento nelle attività dell'organizzazione mafiosa anche
per il futuro? ._
TESTIMONE ASSISTITO: ma io le Taccio un esempio, durante la mia detenzione io
mi occupavo di fatti di "Cosa Nostra" perché nel frattempo hanno arrestato per esempio
Nino Corso che si occupa di Santa Maria Di Gesù, che da reggente è diventato capo
"famiglia" e mi aggiornava sugli andamenti di "Cosa Nostra" , sulla "famiglia" di
Resuttana, sui nuovi soggetti che era stati combinati e quindi non se ne esce mai,
addirittura in carcere... conosci... ti vengono presentate altre persone che non conoscevi,
quindi è sempre un... un andare sempre avanti e un domani avrei potuto solo peggiorare
la mia situazione, oggi avrei fatto sei anni, domani sarei uscito e magari ne avrei fatti
- -

quindici, poi magari mi mettono il 41 e non me la sono più sentita completamente.


PM. PACI: sì, questo è chiarissimo almeno per il Pubblico Ministero.
TESTIMONE ASSISTITO: per assurdo voglio fare una precisazione, fino a quando
ero mafioso la mia famiglia era rispettata nel quartiere oggi che sono collaboratore della
giustizia la mia famiglia deve scappare dalla città dove sono nato, è un controsenso ma è
cosi, però accettiamo anche questo.
PM. PACI: sì, ecco, questo le volevo chiedere, la sua è stata una scelta autonoma, cioè
è stato lei che autonomamente ha preso questa decisione owero all'intemo della sua
famiglia qualcuno l'ha indotta a riflettere e a ripensare al suo passato in vista del suo
futuro?

C&- 363
TESTIMONE ASSISTITO: Un ruolo fondamentale lo ha avuto mia moglie - che
durante il carcere... dico, qua sono più in tensione perché è una cosa che ho vissuto, mi
ha detto: "tu cosa vuoi dalle tue figlie? Uscendo che cosa farai? Vuoi questo per le tue
figlie? Un domani tua figlia con chi si potrà sposare? - dice - abbiamo frequentato e
frequenteremo sempre...", perché mia moglie viene da un contesto totalmente diverso,
sono tutti Medici, i compari di mio cognato sono tutti Carabinieri, insomma, è un
contesto totalmente diverso, mia moglie aveva capito negli ultimi anni qualche cosa e
non pensava certe cose ma le subiva e avevamo discussioni quindi a quel punto vedendo
che mia moglie sarebbe stata con me e sarebbe disponibile a lasciare il lavoro, la casa, i
mobili... perché dall'oggi al domani la pigliano e se la portano, poi mi ha scritto una
lettera e mi ha detto: "ci vuole più coraggio a fare questa scelta che non a rimanere sulla
stessa strada di prima", mi ha detto: "qualsiasi scelta fai sono pronta" e allora a quel
punto ho chiesto di parlare con le autorità inquirenti e di collaborare con la giustizia e
accusandomi anche di tante altre cose che... chiaramente non mi venivano contestate.
PM. PACI: ecco, ha detto una cosa che vorrei che precisasse meglio, ha detto: "mia
moglie non era al corrente di tutto quello che io avevo fatto prima".
TESTIMONE ASSISTITO: non si aspettava un determinato livello, quando ha sentito
degli incontri... perché purtroppo la televisione e i giornali hanno subito parlato in
- -

maniera specifica delle mie cose e hanno parlato del tentato omicidio a Pillitteri, degli
incontri con Nicchi, gli incontri con l'Architetto e diciamo anche nella famiglia di
moglie... che c'è stata solidarietà per la scelta, però mi hanno detto: "ti vogliamo sempre
bene però non ci potevamo aspettare mai le cose che facevi", mia moglie mi ha detto
soltanto: "se avessi fatto omicidi non ti avrei seguito in nessuna scelta e ti avrei
lasciato". Certo, è dura perché mia figlia è una bambina piccola, è a scuola alla prima
elementare, insomma, siamo sconvolti però sono sicuro che fia uno o due anni le
bambine sono piccole e si scorderanno tutto.
PM. PACI: sì, non ho altre domande, io ho finito, grazie!
A W . MISURACA: Giudice, posso rimanere seduto le dispiace? Grazie! Sono per la
registrazione l'Avvocato Misuraca Difensore di Di Trapani Michele. Signor Pasta,
scusi, parlando del progetto del Bartolo Genova per Michele Di Trapani, ossia se non ho
capito male, quando viene arrestato Salvo Genova il Bartolo Genova a suo dire ha un.
progetto, una proposta da far fare reggente Michele Di Trapani. Dopo di che avendone
parlato con altri c'è il niet, cioè è impossibile e non si può fare, non si può fare per
diversi motivi che noi vedremo e potremo senz'altro verificare, la mia domanda è
questa: ma il Michele Di Trapani fu messo a conoscenza di questo progetto di Bartolo
Genova?
TESTIMONE ASSISTITO: Bartolo Genova ne parlò con Michele Di Trapani, lo
poteva coadiuvare nella famiglia di Resuttana essendo lui una persona che aveva uno
spessore come cognome e conosceva molte persone. Ad esempio Tonino Lo Presti se
poteva aiutarci e quindi seguire la "famiglia" di Resuttana.
A W . MISURACA: Cioè Bartolo Genova ne parlò a Michele?
TESTIMONE ASSISTITO: a Michele, a Michele di Trapani e Michele Di Trapani
diede la sua disponibilità, dice: "però bisognava dare vista la situazione che ho io, se si
può portare avanti"; quindi.,. poi tramite Maria Angela Di Trapani arrivò la notizia del
no, l'Architetto era a conoscenza che il Michele di Trapani comunque di fatti di "Cosa
Nostra" della "famiglia" di Resuttana negli ultimi anni non se ne occupasse più e quindi
fu detto di no.
A W . MISURACA: bene.
TESTIMONE ASSISTITO: quindi di fatto come ho precisato Michele di Trapani
all'intemo della famiglia di Resuttana non aveva un ruolo durante la mia... però era un
soggetto che dava consigli e si vedeva con il Bartolo Genova e percepiva comunque
delle somme di denaro da parte della "famiglia" di Resuttana.
A W . MISURACA: già che parliamo di somme di denaro lei mi dovrebbe inquadrare il
periodo durante il quale il Michele Di Trapani ricevette queste... lei ha parlato di una
tantum mi pare.
TESTIMONE ASSISTITO: le spiego con precisione, i primi mesi dopo il suo arresto
gli si mandavano cinquelseicento euro al mese, poi la moglie tramite un soggetto che è a
piede libero chiese pure duemila euro per la cassazione e pure perché lui aveva un
problema di salute e si doveva fare... non lo so, e gli furono date, e poi fu deciso da
Andrea Quatrosi di dargli una tantum.
A W . MISURACA: e prima dell'arresto ricevette mai soldi?
TESTIMONE ASSISTITO: prima dell'arresto che io sappia no.
A W . MISURACA: Michele Di Trapani e Bartolo Genova sono parenti?
TESTIMONE ASSISTITO: Bartolo Genova mi diceva che erano cugini, però non so
se era un cugino in forma di rispetto e un cugino reale tramite qualche parentela.
A W . MISURACA: allora non sa se la madre di Michele Di Trapani si chiama Genova
di cognome?
TESTIMONE ASSISTITO: no. Io certe volte nell'ambito di "Cosa Nostra"... "è mio
cugino, è mio compare, è...", per esempio Giuseppe Biondino mi chiamava cugino ma
non lo ero suo cugino, mi presentava come cugino.
A W . MISURACA: diceva: "è mio cugino".
TESTIMONE ASSISTITO: esatto.
A W . MISURACA: per quanto riguarda questi incontri che lei ebbe, perché ho visto
che... lei ha detto prima di aver conosciuto personalmente a Mondello al "Charleston"
Michele Di Trapani, per quale motivo?
TESTIMONE ASSISTITO: no, in quella circostanza andò a trovare a Bartolo Genova,
lui mi aveva parlato di questo cugino fratello di Diego e dice: "ne11'occasione ti presento
Michele il fratello di Diego, è un carissimo amico mio", ma là non fu una presentazione
in ordine a fatti criminosi, fu la presentazione che me l'ha fatto... poi successivamente lo
conosco tipo il caso di Via Imperatore Federico.
A W . MISURACA: a questo incontro del "Charleston" non si... non emerse questo
ruolo diciamo, non emersero fatti ricollegabili a "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no, perché...
A W . MISURACA: va bene.
TESTIMONE ASSISTITO: ...fu soltanto una coincidenza che ci vedemmo là.
A W . MISURACA: fu una coincidenza che vi siete visti al "Charleston".
TESTIMONE ASSISTITO: perché Michele Di Trapani andò a cercare a Bartolo,
perché in quel periodo Bartolo Genova comunque con lui aveva un rapporto per quello
che mi riferiva lui inerenti alle vicende della "famiglia" di Resuttana.
A W . MISURACA: poi si parlò di un incontro alla Fiat di Via imperatore Federico...
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
A W . MISURACA: ...e mi spiega, mi chiarisce un poco questo incontro, la
motivazione di questo incontro?
TESTIMONE ASSISTITO: la motivazione era il problema della macchina della
figlia, perché di fionte c'era una concessionaria che si occupava di macchine e che era...
li conosceva Maurizio Spataro a questi... proprio di fionte alla Fiat c'è una
concessionaria di macchine e nell'occasione pose il problema anche a noi, perché in
quella occasione poi c'era questa persona che è stata vicina a Nicola Di Trapani della
famiglia e che conosce bene...

<h 1365
A W . MISURACA: si, va bene, l'incontro fu per il motivo, diciamo, di procurare
un'autovettura per la figlia.
TESTIMONE ASSISTITO: si, che non la doveva... però gliela dovevamo regalare
noi.
A W . MISURACA: perfetto!
TESTIMONE ASSISTITO: la "famiglia". In quella occasione si parlò del discorso di
Michele Pillitteri.
A W . MISURACA: eh, Michele Pillitteri, le sto facendo una domanda proprio su
questo argomento, mi pare di aver capito che Pillitteri cercò Di Trapani come per una
qual certa difesa, visto che aveva subito dei danneggiamenti, intimidazioni e cose del
genere, dico bene?
TESTIMONE ASSISTITO: si sì.
A W . MISURACA: il Michele Di Trapani intervenne, parlò con qualcuno, parlò con
Bartolo Genova?
TESTIMONE ASSISTITO: con Genova e poi in quella occasione davanti a me pure.
A W . MISURACA: si, parlò. Ma voi cambiaste idea dopo l'intervento di Michele Di
Trapani o comunque dovevate fare sempre l'omicidio?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente... in quel momento ancora non si parlava di
omicidio.
A W . MISURACA: no.
TESTIMONE ASSISTITO: perché Michele Di Trapani... si parlava che ci si doveva
dire di stare attento e di non perseverare in queste estorsioni perché per questa volta
niente ma prima o poi sbatte la faccia al muro, però... lui insomma gli prese le difese
però della decisione di Michele Di Trapani non ne ha tenuto in considerazione nessuno e
tanto è vero che poi fu deciso il progetto di omicidio.
A W . MISURACA: bene. Poi abbiamo parlato di un incontro di Michele Di Trapani
con Tonino Lo Presti, la mia prima domanda è: questo incontro chi lo volle?
TESTIMONE ASSISTITO: praticamente Tonino Lo Presti si conosceva da vecchia
data con Michele Di Trapani, essendo Tonino Lo Presti uomo d'onore e conoscendosi
con Michele Di Trapani come uomo d'onore ed essendo che Michele Di Trapani faceva
parte di quello schieramento vicino a Gianni Nicchi, cercò questo incontro con Michele -
Di Trapani per vedere se effettivamente questi ragazzi, questi giovani erano autorizzati a
muoversi nel territorio di Resuttana, anche se Tonino Lo Presti come prassi doveva
cercare l'Architetto.
A W . MISURACA: comunque insomma fu Tonino che...
TESTIMONE ASSISTITO: però diciamo che... si, diciamo che Michele Di Trapani...
A W . MISURACA: fu Tonino Lo Presti a cercare Michele Di Trapani.
TESTIMONE ASSISTITO: esatto.
A W . MISURACA: si. E questo lei come lo sa?
TESTIMONE ASSISTITO: lo so perché in quel periodo Maurizio Spataro era fuori e
si occupò anche di fare scendere al... come diceva lui, lo "Zio Michele" per...
A W . MISURACA: cioè a lei chi glielo disse, Spataro?
TESTIMONE ASSISTITO: in quella occasione... Spataro si occupò di farlo scendere
e me lo disse pure Bartolo Genova che Tonino Lo Presti aveva cercato a Michele Di
Trapani, Michele Di Trapani lo fece sapere a Bartolo Genova, "c'è Tonino Lo Presti che
mi cerca" e poi il giorno dell'appuntamento lo sapevamo che c'era l'appuntamento.
A W . MISURACA: allora mi scusi, non ho capito bene, come fa a saperlo, a lei chi lo
disse di questo incontro?
TESTIMONE ASSISTITO: Bartolo Genova e Maurizio Spataro.
A W . MISURACA: benissimo! Sa per caso dove e quando avvenne?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, fu nel corso del 2008, primo semestre del 2008 e
fu in un bar... una specie di pubhar vicino alla Via ~rchimededove c'è... dove c'era mi
sembra la Prefettura ad angolo e c'è un pub su un marciapiede e di fronte c'è un
lavaggio, cioè si cammina sul marciapiede di questo bar e si gira subito a destra e c'è
Via Archimede, è un pub, ma non mi ricordo come si chiama.
A W . MISURACA: questo a lei glielo disse sempre Bartolo Genova?
TESTIMONE ASSISTITO: e pure Maurizio Spataro.
A W . MISURACA: e Maurizio Spataro. Lei ha detto tra le altre cose che l'inserimento
di Spataro, di Maurizio Spataro fu sponsorizzato da Michele Di Trapani...
TESTIMONE ASSISTITO: e da Pinuzzo Lo Verde, si.
A W . MISURACA: e come fa a saperlo?
TESTIMONE ASSISTITO: quando lui le prime volte si awicinava a noi c'era un
soggetto che faceva parte della "famiglia" di Resuttana, tale Angelo Bonvissuto che
comunque lo conosceva ai tempi di Giovanni Bonanno, lui venne in Via Resuttana al
mio ufficio e disse: "sai, manda i saluti..."...
A W . MISURACA: lui chi?
TESTIMONE ASSISTITO: Maurizio Spataro.
A W . MISURACA: Maurizio Spataro venne...
TESTIMONE ASSISTITO: e dice: "sai, ti manda i saluti Michele... lo <<Zio
Michele» Di Trapani perché non ci vediamo? Io avrei bisogno di parlare con Bartolo
Genova...".,.
A W . MISURACA: cioè praticamente allora lei in base a quello che disse Maurizio
Spataro mi pare di capire, che deduce che lo Spataro fosse stato sponsorizzato da...
TESTIMONE ASSISTITO: mandava i saluti dello «<Zio Michele>>...
A W . MISURACA: ...vorrei capire meglio.
TESTIMONE ASSISTITO: mandava i saluti dello <<Zio Michele>> in ambito di
"Cosa Nostra", se io mando i saluti di una persona o sono pazzo o sono responsabile,
perché poi uno si prende l'informazione e vede se effettivamente questi saluti arrivano.
A W. MISURACA: si.
TESTIMONE ASSISTITO: effettivamente poi Bartolo Genova mi riferisce che si
.vede con Michele Di Trapani e Di Trapani Michele gli dice: "No, è un bravo ragazzo,
8 tra l'altro pure ai tempi di Giovanni Bonanno è un soggetto che vi può aiutare in merito
alle estorsioni, ai negozi, è uno che sa molto del territorio di Resuttana e quindi può
essere utile", poi nel contesto c'era pure una sponsorizzazione di Pinuzzo Lo Verde che
diceva che era un ragazzo
- affidabile e dice: "dicono tutti che è truffardo mi ha detto
Spataro però non è... non è un Carabiniere".
A W . MISURACA: mi scusi, ma allora a me sorge spontanea una domanda, dico, se
questo Michele Di Trapani è fuori "famiglia" come ha detto lei, com'è che ha questi
contatti, questi rapporti, queste... non dico segreti ma comunque queste conoscenze
piuttosto delicate?
TESTIMONE ASSISTITO: questo io non lo so, lo dovrebbe chiedere a Michele Di
Trapani, non a me, io le so dire di certo che aveva un rapporto intimo con Bartolo
Genova.
A W . MISURACA: con Bartolo Genova.
TESTIMONE ASSISTITO: avevano un rapporto, infatti la prima... il dubbio che mi
venne, com'è che questo manda i saluti se-hlichele Di Trapani si vede con Bartolo
Genova? Non sarebbe più logico che il Michele Di Trapani manda i saluti a Bartolo
Genova, per questo pensavo che era una cosa falsa.
A W . MISURACA: certo.
TESTIMONE ASSISTITO: invece in quel periodo non si erano visti in quelle
settimane e...
A W . MISURACA: perfetto! Un'ultima cosa così per completezza, lei all'inizio della
sua deposizione ha parlato di un danneggiamento ad un tale Gambino se non sbaglio.
TESTIMONE ASSISTITO: Gambino Francesco.
A W . MISURACA: Gambino Francesco. Questi danneggiamenti furono voluti da
"Cosa Nostra" o dalla "famigliav Biondino.
TESTIMONE ASSISTITO: dai cugini Giuseppe Biondino, mi chiesero questa... se era
nelle mie facoltà poter fare questo atto intimidatorio.
A W . MISURACA: e "Cosa Nostra" era a conoscenza... in questo caso il territorio
ricadeva in quale famiglia?
TESTIMONE ASSISTITO: all'epoca io non ero a conoscenza dei limiti, oggi le dico
che faceva parte della famiglia di Resuttana e i cugini Biondini mi dissero che era una
cosa che dovevamo sapere solo noi.
A W . MISURACA: allora possiamo dire che... è giusto dire che la famiglia non era a
conoscenza di questa operazione?
TESTIMONE ASSISTITO: sicuramente confermo quella che è la sua presunzione è la
mia presunzione.
A W . MISURACA: perfetto! Vorrei capire l'eventuale inquadramento del personaggio
Michele Di Trapani e appunto le voglio fare qualche domanda in tal senso. Michele Di
Trapani a quanto lei ha detto è in viso anche alla nipote per più motivi.
TESTIMONE ASSISTITO: si.
A W . MISURACA: e in viso alla famiglia perché fratello di Diego Di Trapani il quale
a sua volta sembra che si fosse avvicinato all'ala Rotolo. E allora dico, una persona che
fuori famiglia e non sappiamo quando era rientrato tra l'altro in questa famiglia perché
lei sa quando il Michele Di Trapani rientra nella "famiglia" di Resuttana?
TESTIMONE ASSISTITO: allora le faccio una precisazione, Michele Di Trapani non
aveva nessun molo nella "famiglia" di Resuttana, Michele Di Trapani aveva problemi
familiari... loro familiari per il discorso del fatto del bambino, con il Lo Piccolo era stato
messo fuori "famiglia" per il Bartolo Genova a l Diego Di Trapani e al Michele Di
Trapani era molto legato, dice "cugini", nonostante lo Zio Salvo Genova comunque
seguiva la rotta dei Lo Piccolo. Secondo me la funzione di Michele Di Trapani essendo
Bartolo Genova senza suo zio e senza nessuno, senza una guida, trovava in Michele Di
Trapani una specie di consigliori che lo potesse coadiuvare, consigliare in quello che era
il suo cammino all'intemo di "Cosa Nostra" essendo &n un poco di esperienza.
A W . MISURACA: e scusi, se Consigliori quando interviene per Pillitteri perché
praticamente non è tenuto in nessuna considerazione tant'è che a breve poi sarà deciso
di ucciderlo?
TESTIMONE ASSISTITO: perché Bartolo Genova davanti all'evidenza non può dare
ragione a Michele Di Trapani quando c'è un soggetto che si appropria delle estorsioni
della "famiglia" mafiosa, non può sposare una causa persa, tanto è vero che le prime
volte accontenta il Di Trapani cercando di non farlo sapere fuori da Resuttana e
richiamando solo, quando lui persevera a quel punto questo panno sporco che è della
"famiglia" si deve fare presente all'Architetto e non lo può più coprire, quindi
inizialmente lui l'aiuta a Michele Di Trapani, poi quando lui persevera nelle estorsioni...
A W . MISURACA: allora mi scusi, a questo punto io sbaglio a ritenere che il Bartolo
Genova peraltro cugino del Michele Di Trapani lo ascoltava per quello che poteva
essere un rapporto interpersonale tra loro due e non per un molo che aveva il Michele Di
Trapani all'intemo della "famiglia" di Resuttana?
TESTIMONE ASSISTITO: riconfermo che durante i miei due anni che mi sono
occupato della "famiglia" di Resuttana, Michele Di Trapani non ha ruoli all'intemo
della "famiglia" di Resuttana...
A W . MISURACA: si.
TESTIMONE ASSISTITO: ...come già ho dichiarato.
A W . MISURACA: grazie!
TESTIMONE ASSISTITO: però si occupa...
A W . MISURACA: un'ultima cosa...
TESTIMONE ASSISTITO: ...di consigliare Bartolo Genova...
AW . MISURACA: perfetto!
TESTIMONE ASSISTITO: ...si sente con Pino Lo Presti...
AW. MISURACA: perfetto!
TESTIMONE ASSISTITO: ...riceve i soldi e li accetta.
A W . MISURACA: grazie! E per quanto riguarda io soldi io ho sentito bene che il
Bartolo Genova faceva pervenire qualcosa di soldi al Di Trapani Michele
principalmente perché da un momento all'altro si aspettava la scarcerazione del fratello
8 Diego Di Trapani e per cui si teneva bene il Diego Di Trapani alla fin fine avendo
questa attenzione per il fratello Michele?
TESTIMONE ASSISTITO: c'era un rapporto innanzi tutto di rapporto loro
confidenziale di sentimento e secondo pure perché in prospettiva l'eventuale uscita di Di
Trapani Diego poteva avere un danno per noi. Nel senso che lo trattava male è sempre il
fratello. Quindi era anche una strategia.
A W . MISURACA: la ringrazio, io ho finito.
TESTIMONE ASSISTITO: grazie a lei.
A W . VANCHERI: sono 1'Awocato Vancheri nell'interesse di Sgadari Vincenzo.
Posso rimanere seduto Giudice per comodità. Signor Pasta buonasera.
TESTIMONE ASSISTITO: buonasera.
A W . VANCHERI: Lei ha riferito oggi di non conoscere Sgadari Vincenzo ma di
avere appreso da Maurizio Spataro che era un imprenditore, ha detto, vicino agli
ambienti di ."Cosa Nostra", ora noi abbiamo a disposizione la trascrizione
dell'interrogatorio che oggi ha depositato il Pubblico Ministero reso in data 1.3 aprile del
2010 e dove lei dice semplicemente: "l'ho sentito nominare negli ambienti di "Cosa
Nostra" da Maurizio Spataro. Ora, ecco, volevo capire, siccome è diverso averlo sentito
nominare come imprenditore in ambienti di "Cosa Nostra", averlo sentito invece
nominare come imprenditore vicino agli ambienti di "Cosa Nostra", volevo capire,
ecco...
TESTIMONE ASSISTITO: nel senso che Maurizio Spataro fa parte di "Cosa Nostra"
e quindi Maurizio Spataro fa parte dell'ambiente di "Cosa Nostra", io non lo conosco
personalmente come ho già riferito...
A W . VANCHERI: quindi non conosce fatti illeciti riferibili allo Sgadari?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no.
A W . VANCHERI: assolutamente no.
TESTIMONE ASSISTITO: mi chiese soltanto Spataro se c'era la necessità... se si
poteva aiutare una persona che era in carcere a fargli fare qualche lavoretto al fratello
che a quanto pare aveva attività di costruzione.
A W . VANCHERI: si, senta...
TESTIMONE ASSISTITO: quindi io non conosco né personalmente e né so riferire di
attività illecite dello Sgadari.
A W . VANCHERI: benissimo! Quindi questa vicinanza agli ambienti di "Cosa
Nostra" è semplicemente perché era persona conosciuta a Maurizio Spataro?
TESTIMONE ASSISTITO: e che faceva parte di "Cosa Nostra", si.
A W . VANCHERI: sì.
TESTIMONE ASSISTITO: da altri soggetti di "Cosa Nostra" no.
A W . VANCHERI: è Maurizio Spataro che faceva parte di "Cosa Nostra", giusto?
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
A W . VANCHERI: senta un'altra cosa, lei nel penodo cui ha fatto riferimento e in cui
ha detto che si occupava di tenere anche la cassa della "famiglia" di Resuttana, se non
ho capito male ha detto che si occupava anche di dare proprio il contributo ai carcerati,
cioè per il mantenimento dei carcerati, delle famiglie dei carcerati.
TESTIMONE ASSISTITO: certamente, davo i soldi... facevo gli stipendio e poi li
davo ai vari soggetti che... per esempio a Spataro glieli facevo avere inizialmente dai
Madonia, altri soggetti... i vari soggetti che facevano pervenire i soldi alle famiglie dei
carcerati, cioè facevo gli stipendi io, tutte quelle che erano le uscite di tutti i carcerati io
le conosco.
A W . VANCHERI: lei le conosce. E dico, ha mai dato soldi per il mantenimento in
carcere dello Sgadari?
8 TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no.
A W . VANCHERI: assolutamente no.
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no.
A W . VANCHERI: grazie, nessun'altra domanda, Giudice!
A W . MARASA': Ragioniere Pasta, sono 1'Awocato Marasà.
TESTIMONE ASSISTITO: buonasera Awocato.
A W . MARASA': e allora, io sto seduto perché altrimenti non mi sentite, a domanda
del Pubblico Ministero lei ha detto che ha conosciuto la Signora Maria Angela Di
Trapani in un'occasione e cioè allorché lei ha accompagnato quel soggetto di cui non ha
fatto il nome e lei ha presenziato alle conversazioni che la Signora Di Trapani ha
effettuato con questo soggetto?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, preciso che io non che non l'ho conosciuto o mi è
stata presentata, ho solo accompagnato il soggetto all'appuntarnento, ho visto questa
Signora in faccia, non mi è stata presentata, non ho presenziato a nessun argomento e
. poi successivamente la sono andato a riprendere. .*,

Q A W . MARASA': quindi diciamo che lei ha effettuato il riconoscimento, perché lei ha


riconosciuto la Signora Di Trapani nei verbali che sono stati depositati, così risulta, e
sulla scorta della visione che lei ha avuto in occasione del fatto che lei avrebbe
accompagnato questo soggetto che ha parlato con la Signora Di Trapani.
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
A W . MARASA': ma lei non ha avuto mai la possibilità... ha avuto o non ha avuto,
ecco, la domanda è questa, lei ha avuto o non ha mai avuto la possibilità di parlare con
la Signora Di Trapani?
TESTIMONE ASSISTITO: non l'ho mai avuta, perché Maria Angela Di Trapani con
me non ci parlava, parlava soltanto con Bartolo Genova e con questo soggetto che
conosce da una vita.
A W . MARASA': lei ha riferito a proposito della Signora Di Trapani di alcuni fatti che
per quel che ho capito le sarebbero stati riferiti o da questo soggetto che lei ha
accompagnato e di cui non ha fatto il nome per motivi di...
TESTIMONE ASSISTITO: di indagine.
A W . MARASA': ...di opportunità e da Bartolo Genova. Lei ha mai assistito
direttamente o indirettamente, cioè che significa, che cosa intendo per indirettamente,
cioè lei non era materialmente presente ma vicino sì da ascoltare i discorsi o le
conversazioni tra la Signora Di Trapani e questi soggetti?
13'70
TESTIMONE ASSISTITO: allora, preciso che anche Salvo Genova mi parlò di Maria
Angela Di Trapani.
A W . MARASA': si.
TESTIMONE ASSISTITO: Bartolo... dico, per co... ma non ho mai presenziato né
direttamente e né indirettamente all'argomento, cioè non ho mai sentito la voce di Maria
Angela Di Trapani che parlava, però...
A W . MARASA': i fatti che le sono riferiti potrei sapere da chi le sono stati riferiti?
TESTIMONE ASSISTITO: da Salvo Genova, da Bartolo Genova in modo particolare
e dal soggetto che...
A W . MARASA': no no, chiedo scusa, devo scrivere.
TESTIMONE ASSISTITO: prego Awocato!
A W . MARASA': e allora, Salvo Genova, Bartolo Genova e...
TESTIMONE ASSISTITO: e dal soggetto che...
A W . MARASA': ...e dal soggetto di cui abbiamo parlato.
TESTIMONE ASSISTITO: ...ci sono indagini.
A W . MARASA': Salvo Genova è detenuto?
gi TESTIMONE ASSISTITO: sì, Salvo Genova è detenuto al 4.1 bis.
A W . MARASA': è detenuto.
TESTIMONE ASSISTITO: sì si.
A W . MARASA': Bartolo Genova è detenuto?
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
A W . MARASA': quest'altro soggetto lei ha detto che non è detenuto, quindi...
TESTIMONE ASSISTITO: è a piede libero.
A W . MARASA': ...è inutile che... perché altrimenti ne avrebbe detto il nome. Lei a
proposito della questione del bambino e quindi della conseguente non liceità
dell'acquisizione della carica, ha saputo se Genova ha riferito al Di Trapani qualcosa e il
motivo per cui non era gradito?
TESTIMONE ASSISTITO: allora, su questo non le so riferire, so che gli fu
comunicato a Di Trapani Michele che non era possibile questa attuazione.
A W . MARASA': quindi lei non lo sa se...
TESTIMONE ASSISTITO: no no. . -- - - -
.
.

A W . MARASA': ...se è stato comunicato comunque.


TESTIMONE ASSISTITO: no, ma erano molto in confidenza, però dico, non... le
direi una cosa che... le dico quello che...
A W . MARASA': lei può riferire solo ciò che sa naturalmente.
TESTIMONE ASSISTITO: ...q uesto è...
A W . MARASA': lei ha parlato di cassa della "famiglia", che era detenuta dal Genova
e che era stata stornata in favore della "famiglia" personale, diciamo della famiglia di
sangue, questa cassa o comunque la cassa che lei successivamente ha detenuto,
naturalmente era provento di estorsioni ed altri delitti di "Cosa Nostra" che non mi
interessa in questo momento qualificare. Era utilizzata per il versamento di stipendi agli
associati?
TESTIMONE ASSISTITO: quella che mi diede Salvo Genova era...
A W . MARASA': no, non ho detto quella, ho detto in teoria la cassa avrebbe dovuto
essere e la cassa che lei successivamente ha detenuto, perché lei ha avuto pure la cassa,
era destinata, cioè la cassa di una famiglia in particolare della famiglia di cui lei faceva
parte era destinata al pagamento dei compensi agli uomini facenti parte della
"famiglia"?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente sì, di tutte quelle che sono le esigenze di
una "famiglia".
A W . MARASA': va bene, oltre, ma dico, per ora stiamo parlando di stipendi,
chiamiamoli stipendi.
TESTIMONE ASSISTITO: in primis per i carcerati.
A W . MARASA': ecco, e per i carcerati, quindi i carcerati per quel che lei ha avuto
modo di conoscere secondo la prassi di "Cosa Nostra" e secondo la sua esperienza
diretta i carcerati avevano, diciamo, un diritto ad un compenso mensile seppur minimo,
comunque era prassi che si versassero delle somme alle famiglie dei carcerati?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente sì.
A W . MARASA': lei ha anche detto che Salvo Madonia era ed è tuttora titolare di una
carica, mi può ripetere per favore ciò che ha detto?
TESTIMONE ASSISTITO: capo "famiglia" di Resuttana, fino alla morte sarà lui.
A W . MARASA': ecco...
TESTIMONE ASSISTITO: anzi, come disse l'Architetto una volta, fino a quando
esisterà un Madonia, Resuttana sarà dei Madonia.
A W . MARASA': le risulta che i titolari di quella carica abbiano diritto ad un
compenso se carcerati?
TESTIMONE ASSISTITO: certo, hanno bisogno... hanno diritto ad un mantenimento
in base alle disponibilità in quel momento della "famiglia".
A W . MARASA': questo mi sembra evidente, ma dico, in base alle regole di "Cosa
Nostra" quindi il capo di una "famiglia" ha diritto nel momento in cui è carcerato a...
diciamo a ricevere un compenso proporzionato alle esigenze del momento. Se nel corso
della carcerazione del capo "famiglia" un suo familiare necessità di interventi chirurgici
o qualcosa di particolarmente serio in relazione alla sua salute la "famiglia" mafiosa
contribuisce, mi riferisco in particolare a Ciccio Madonia, lei ha mai sentito parlare di
Ciccio Madonia?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, il papà di Salvo Madonia.
A W . MARASA': e sa che ruolo rivestiva Ciccio Madonia?
TESTIMONE ASSISTITO: diciamo che è il fondatore, il patriarca di Resuttana.
A v . MARASA': se Ciccio Madonia avesse avuto-bisogno di X lire o X euro per
8 sottoporsi ad un intervento chirurgico chi avrebbe dovuto pagare queste somme?
TESTIMONE ASSISTITO: la "famiglia" di Resuttana?
A W . MARASA': le risulta che la "famiglia" di Resuttana ha mai pagato somme per
interventi chirurgici o comunque per motivi ospedalieri o clinici relativi a Ciccio
Madonia?
TESTIMONE ASSISTITO: in quel periodo io non ne ero a conoscenza, cioè non
c'ero in quel periodo nella...
A W . MARASA': cioè nel suo periodo.
TESTIMONE ASSISTITO: nel mio periodo non ne ero a conoscenza e chiaramente
diciamo che in queste circostanze se uno ha la possibilità li aiuta e se no non li aiuta, è
pur vero che spesso all'intemo delle "famiglie" se uno vuole li trova, quando non
conviene non li trova, bisogna vedere se uno ci tiene a quella famiglia oppure no, perché
all'intemo di "Cosa Nostra" poi alla fine ci sono principi buoni ma chi può si mette i
soldi in tasca.
A W . MARASA': come ha dimostrato lei oggi. Le volevo chiedere anche un'altra cosa,
lei ha detto che avete ricercato come fare avere dei soldi ad uno dei soggetti facenti parte

&
di "Cosa Nostra" perché dalla data dell'arresto del titolare della cassa non aveva più
percepito un centesimo.
TESTIMONE ASSISTITO: in merito a... il titolare della cassa chi?
1372
A W . MARASA': lei ha detto che quando Genova è stato arrestato...
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
A W . MARASA': ...p er un certo periodo un soggetto non ha ricevuto soldi.
TESTIMONE ASSISTITO: parla di Pinuzzo Guastella?
A W . MARASA': esatto.
TESTIMONE ASSISTITO: no, non è la cassa del... la cassa che avevo io dello
Spataro, che era colui che li faceva avere perché la cassa la detenevo io ed ero fuori.
A W . MARASA': il soggetto che si rende tramite per fare avere le somme alla famiglia
del detenuto deve far parte di "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: il soggetto che è tramite per fare avere i soldi alla
famiglia?
A W . MARASA': esatto.
TESTIMONE ASSISTITO: io posso darli a Spataro che li dà un nipote per esempio.
A W . MARASA': la consapevol... nel momento in cui voi fate avere i soldi alla
famiglia del detenuto dite l'origine delle somme?
TESTIMONE ASSISTITO: la frase che si usa è: "questi li fanno avere amici".
Q A W . MARASA': benissimo!
TESTIMONE ASSISTITO: E si comprende che siamo...
A W . MARASA': è intuitivo però dico, nessuno dice: "questo è oggetto di estorsione"?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no.
A W . MARASA': però si capisce.
TESTIMONE ASSISTITO: si capisce che viene dall'organizzazione "Cosa Nostra",
ma sarebbe impossibile fare...
A W . MARASA': per quel che concerne la Signora Maria Angela Di Trapani, quindi io
ho fatto la premessa e torniamo alla Signora Maria Angela Di Trapani, la Signora Maria
Angela Di Trapani lei ha detto che riceveva sistematicamente e mensilmente X somme
da distribuire ai suoi familiari, oltre queste somme le risulta che la Signora Maria
Angela Di Trapani intervenisse in affari economici di "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: nella "famiglia" di Resuttana no, si occupava di... in quel
contesto mio si è fatta... si è fatta tramite del volere della "famiglia" Madonia per la
reggenza di Resuttana e per l'ambito di...
A W . MARASA': oltre quella, io sto parlando allora...
TESTIMONE ASSISTITO: e poi per...
AW . MARASA': ...di questioni...
TESTIMONE ASSISTITO: ...per i soldi della famiglia propria.
A W . MARASA': propria, quindi...
TESTIMONE ASSISTITO: ma difatti...
A W . MARASA': ...le somme che lei veniva a chiedere se le chiedeva a lei o a chi per
lei, perché risulta che le chiedeva almeno dalle intercettazioni, questo glielo posso dire
con la massima certezza, perché è processuale, risulta dalle intercettazioni che sono state
richieste delle somme o comunque che la signora avanzasse un'ipotesi di credito.
Queste somme, oltre queste somme relative alla propria famiglia e la sostentamento
della propria famiglia le risulta che la Signora Maria Angela Di Trapani abbia chiesto
altre somme per altro?
TESTIMONE ASSISTITO: di altre cose che io sia a conoscenza no, le posso riferire
in merito soltanto a quello che è il mantenimento dei suoi familiari, Nicola Di Trapani e
dei cognati e del marito.
A W . MARASA': lei poi ha parlato di un... di quanto le è stato riferito in ordine alla
capienza economica dei Madonia e ha fatto riferimento al "Bar Sofia", lei ha mai avuto
opportunità di sapere se il "Bar Sofia" fosse attivo, passivo oppure se la Signora Di
Trapani avesse chiesto soldi per il "Bar Sofia"?
TESTIMONE ASSISTITO: no assolutamente, questo no, sapevo soltanto che Bartolo
Genova mi ha detto: "ci sono interessi nel <<Bar Sofia>> dei Madonia e poi ci sono una
serie di proprietà che neanche ti immagini - e dice - ci andiamo a dare questi soldi -
diceva il soggetto - che possono campare per le prossime tre generazioni - dice - perché
pure se gli sequestrano i beni ce ne hanno tanti altri", e si ricordava il fatto di Totò Lo
Cicero e tutte queste cose qua.
A W . MARASA': lei lo ha già spiegato ed è inutile che lo ripetiamo perché è tardi,
perché è tardi.
TESTIMONE ASSISTITO: no no, io ho fatto subito, sì sì, sì. Prego!
A W . MARASA': la Signora Di Trapani per quel che è a sua conoscenza, ha mai
suggerito nomi di soggetti che dovevano essere contattati o avvicinati o comunque
utilizzati per attività illecite di "Cosa Nostra"?
TESTIMONE ASSISTITO: che io sappia no.
A W . MARASA': nessun'altra domanda, grazie!
TESTIMONE ASSISTITO: grazie a lei!
A W . GENOVESE: Giudice, posso io fare due domande? Grazie!
A W . MARASA': no Giudice, non è imputato.
A W . GENOVESE: è imputato di reato connesso...
A W . MARASA': ma non è imputato di reato connesso.
A W . GENOVESE: ...e ho il diritto di prendere parte e di partecipare all'esame.
AVV. MARASA': Giudice, mi scusi!
AVV. GENOVESE: e sono comunque per tranquillizzare l'Avvocato Marasà domande
che attengono esclusivamente alla posizione del mio assistito, quindi non farò alcuna
domanda che riguardi la posizione degli imputati di questo processo, quindi riguarda
esclusivamente l'attendibilità di carattere generale trattandosi tra l'altro della prima
udienza in cui il Pasta viene sentito.
A W . MARASA': giusto, ma io formulo specifica opposizione per il semplice fatto che
non essendo il Signor Pasta imputato in questo processo non è consentito al Difensore
del Signor Pasta, del Ragioniere Pasta, di porre domande 'pefche non inerenti al
b processo, sull'attendibilità ha già fatto le domande il Pubblico Ministero e credo che
non ci siano problemi da parte di nessuno sulle cose che ha detto, tanto è vero che
almeno per quel che riguarda la posizione della mia assistita io ho posto domande non
sulla sua attendibilità ma soltanto su fatti specifici che lui avrebbe visto dei quali
sarebbe stato partecipe e per cui per il resto per me è attendibilissimo, anzi, è attendibile
anche su quello che ha detto contro la mia cliente salvo poi a dimostrare che gli hanno
detto cose non vere, però il problema della domanda del Difensore dell'imputato di
reato connesso non è prevista dal nostro codice, non è Difensore del processo, il codice
prescrive che le domande vengano poste dal Pubblico Ministero, dal Difensore di Parte
Civile e dal Difensore degli imputati, siccome lui è imputato di reato connesso non è
Difensore... non è imputato in questo processo e anche se fosse imputato sarebbe
stralciato e conseguentemente non è titolata a porre alcune domande.
G.I.P.: quindi sulla base di quale provvedimento positivo di legge, di norma positiva di
legge lei assume questa sua...
A W . MARASA': il codice... non ho il codice davanti.
G.I.P.: glielo do io.
A W . MARASA': ma nell'ordine delle prove...
G.I.P.: come sempre...
A W . MARASA': come sempre lei me lo presta però...
G.I.P.: ...come nelle altre udienze...
A W . MARASA': ...nell'ordine delle prove le domande vengono poste dai Difenson
degli imputati, nell'ordine dal Pubblico Ministero, dai Difenson di Parte Civile...
G.I.P.: lei dice l'art. che ho citato io, il 421?
A W . MARASA': sì si, esatto.
G.I.P.: allora, 421 comrna secondo?
A W . MARASA': esattamente.
G.I.P.: a questo si ispira la sua obiezione?
A W . MARASA': esattamente. Nella fattispecie trattandosi di udienza preliminare è
questo. La funzione del Difensore dell'imputato di reato connesso o collegato è solo
quella di verificare che al suo assistito vengano poste...
G.I.P.: insisto, insisto, la sua è una interpretazione restrittiva di un contenuto normativo,
ma vorrei e veramente è un invito diciamo che sia chiarificatore e maieutico a dirmi,
laddove esattamente la legge non attribuisce al Difensore dell'imputato di reato
connesso dichiarante e esaminato nel corso del processo la possibilità di effettuare una
domanda che attenga alla chiarificazione di quanto fino a qui...
A W . MARASA': esame e controesame dei testimoni.
G.I.P.: bravo! Ha centrato il punto, la mia ordinanza se la ricorda all'inizio?
A W . MARASA': certamente.
G.I.P.: laddove dice che questa fase processuale non regolata sotto legida di un esame e
di un controesame a ragione del fatto...
A W . MARASA': ma non il 422.
G.I.P.: ...che l'esame... non sovrapponiamo le voci, a ragione del fatto che l'esame e il
controesame sono istituti tipicamente dibattimentali, laddove invece il rito è alternativo
vuole tenersi lontano dalla dialettica, dal piano dialettico del dibattimento e vuole invece
creare una situazione processualmente diversa e che viene amministrata dal Giudice in
forma diretta. Questo mi sembra che dica l'ordinanza arnmissiva, adesso...
A W . MARASA': Giudice!
G.I.P.: sì.
A W . MARASA': chiedo perdono!
,. G.I.P.: no no, non chieda perdono perche mica siamo in Chiesa!
'8 A W . MARASA': no, chiedo perdono è un modo di dire e la sto interrompendo, l'art.
422...
G.I.P.: sì.
A W . MARASA': ...se letto correttamente così prescrive: 'l'audizione e
l'interrogatorio delle persone indicate, eccetera eccetera, sono condotte dal Giudice,
eccetera eccetera, successivamente il Pubblico Ministero e i Difensori, fa riferimento al
Pubblico Ministero e ai Difensoi..."...
G.I.P.: esatto.
A W . MARASA': ..."...successivamente il Pubblico Ministero e i Difensori formulano
e illustrano le rispettive conclusioni".
G.I.P.: e lei mica sta facendo conclusioni.
A W . MARASA': ah, un momento! La lettura deve essere comparata, se il Legislatore
laddove volle disse, laddove non volle non disse, là ove fa riferimento a: "le domande
vengono poste dai Difensori, dai Pubblico Ministero e dai Difensori e poi dice:
"successivamente il Pubblico Ministero e i Difensori concludono", siccome lei non può
concludere evidentemente è esclusa dal porre domande.
G.I.P.: non è così, perché il codice... no, se posso completare...
A W . GENOVESE: non voglio fare repliche Giudice.
G.I.P.: no, non è il problema di repliche...
A W . MARASA': ma siccome siamo in una udienza preliminare e solo Vostra Signoria
può decidere cosa fare...
G.I.P.: Awocato Marasà...
A W . MARASA': se Vostra Signoria ritiene di far porre...
G.I.P.: ...è un problema di semplice...
A W . MARASA': ...le domande, le faccia porre.
G.I.P.: ...è un problema di semplice ordinamentalità, la...
A W . MARASA': se poi io ritengo che siano illegittime mi riservo nel caso di esito
negativo di proporre impugnazione, più di questo non posso fare.
G.I.P.: sicuramente.
A W . MARASA': esistono i mezzi di impugnazione.
G.I.P.: infatti, io però...
A W . MARASA': non è che mi posso inventare novità.
G.I.P.: allora, esistono i mezzi di impugnazione e io però oggi ho un dovere e che è il
dovere ordinamentale del Giudice e cioè di ordinare l'ulteriore proseguo degli atti
perché se si crea la stasi il processo non può procedere, mi scuserà ma siccome ormai ci
occupiamo di filosofia teoretica io in questo terreno sono molto bravo. Allora...
A W . MARASA': lei sì, io no.
G.I.P.: sicuramente guardi, sono nato in mezzo alla filosofia teoretica, non è colpa mia,
ci sono come Obelix dentro la bevanda magica. Allora, il comma terzo del 422 allorché
dice: "successivamente il Pubblico Ministero e i Difensori formulano e illustrano le
rispettive conclusioni allude dalla necessità che dopo il momento istruttorio voluto dal
Giudice in sede integrativa le Parti debbano nuovamente fare le loro riflessioni
conclusive perché? Perché il materiale probatorio neo-acquisito e neo-istruito può aver
creato situazioni di novità sulle quali le Parti hanno il diritto e il dovere secondo me di
fare le loro riflessioni, questo dice, e chiaramente...
A W . MARASA': giusto.
G.I.P.: ...siccome le Parti processuali del post-istruzione probatoria voluta dal Giudice
in sede integrativa sono queste la formula del codice laconicamente dice che le Parti
rifanno, riformulano la loro conclusione. _ . -._.
%

A W . MARASA': ma siccome ha detto...


G.I.P.: non è, se mi lascia completare perché questa in questo momento è un'ordinanza
verbis perché non sta scritto in nessun posto che il Giudice fa le ordinanze per iscritto.
A W . MARASA': ma dovrebbe...
G.I.P.: cioè il Giudice... no, ma sa, in un altro processo si è detto...
A W . MARASA': io?
G.I.P.: non lei, ma all'altro processo che lei ha partecipato...
AVV. MAKASA': ma non io.
G.I.P.: ...si è detto, se mi lascia finire, se mi lascia finire, che il Giudice non può fare
provvedimenti se non chiuso nella sua camera di consiglio e per iscritto, cosa questa che
non sta scritta in nessun posto. Allora io sto facendo verbis un'ordinanza, gliela sto
dettando, il fatto che non mi sia riunito in camera di consiglio e la faccia per iscritto non
le toglie il valore e per cui non dovrebbe interrompere mentre questa Ordinanza ha la
sua esecuzione. E vediamo se ci riesco a finirla! Questa dizione quindi non condiziona
il... la possibilità da parte del Difensore dell'imputato di reato connesso di fare due
domande allorché il suo assistito ha parlato per tre ore, anzi, per quattro ore e dieci. Mi
scusi Awocato Marasà, coglierà il paradosso della situazione che lei vuole portare
davanti agli occhi del Giudice, cioè dopo che una persona imputata in un reato connesso
plurisoggettivo, connesso e plurisoggettivo ha parlato per quattro ore e dieci, il suo
Difensore non si può alzare e fare due domande all'imputato? Io lascio al gusto del
paradosso e alla sua sicura sensibilità la sua eccezione e quindi do parola all'Awocato
perché faccia quelle sue due domande. Grazie!
A W . GENOVESE: grazie Giudice, Awocato Genovese per la registrazione. Senta
Signor Pasta, intanto volevo dirle, quando lei è stato arrestato già su domande del
Giudice ha risposto che non era stato mai arrestato in precedenza, ma io le chiedo in più
per integrare questo momento, in quel momento per quello che a lei risultasse c'erano
indagini a suo carico oltre chiaramente quelle che portarono all'ordinanza per cui lei fu
tratto in arresto?
TESTIMONE ASSISTITO: altre indagini oltre quella che ha portato al mio arresto no.
A W . GENOVESE: no. Lei era sottoposto ad indagini in ordine... che poi diciamo che
sapeva in quel momento ma che poi seppe successivamente, in ordine ai reati alle
estorsioni che lei anche oggi ha sia pur sinteticamente riferito innanzi all'Autorità
Giudiziaria?
TESTIMONE ASSISTITO: no, non c'erano indagini e neanche me le hanno
contestate al momento dell'arresto.
A W . GENOVESE: e in ordine ai danneggiamenti di cui lei oggi ha parlato?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente, mi veniva contestata soltanto la
partecipazione all'associazione "Cosa Nostra" con il ruolo soltanto come ha specificato
il G.I.P. che ha confermato il mio arresto, come colui che si prodigava per anivare le
somme di denaro ai carcerati, addirittura nella convalida del fermo... dell'arresto il
Giudice dice che è un ruolo marginale il mio.
A W . GENOVESE: senta, lei invece si è occupato materialmente di estorsioni di cui
poi ha parlato all'Autorità Giudiziaria a seguito dell'inizio del suo percorso di
collaborazione?
TESTIMONE ASSISTITO: si, estorsioni che chiaramente non facevo io in prima
persona ma che davano... decidevamo a...
A W . GENOVESE: decideva.
TESTIMONE ASSISTITO: ...decine di estorsioni e ho già specificato nel...
A W . GENOVESE: certo, lei dava anche ordini ai suoi uomini, disponeva di uomini
della "famiglia"? . . . - - .

TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente sì.


A W . GENOVESE: senta, lei a seguito della manifestata volontà di collaborare ha mai
avuto colloqui investigativi con soggetti appartenenti alle Forze dell'Ordine?
TESTIMONE ASSISTITO: io prima del 30 marzo di quando ho visto il Dottore Paci
e la Dottoressa Sava ho intrattenuto due colloqui investigativi con il R.O.N.I. dei
Carabinieri, il Reparto Operativo con un Capitano e un Maresciallo.
A W . GENOVESE: e dopo invece quella data fatidica che lei oggi ricorda, il 30 marzo
del 2010, lei ha avuto rapporti con appartenenti alle Forze dell'Ordine?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente no, soltanto nei primi interrogatori perché
ne ho fatti diversi in questo mese ed erano presenti e sono stati verbalizzati sia il
Capitano che il Maresciallo, quando ascoltavo dicevano "per motivi investigativi".
A W . GENOVESE: senta, lei sempre da questo 30 marzo del 2010 è stato sempre
sottoposto al regime dell'isolamento o ha avuto rapporti con altri soggetti detenuti?
TESTIMONE ASSISTITO: assolutamente, sono in assoluto isolamento in una
condizione detentiva mille volte peggio di quella che avevo, sono chiuso tutto il giorno,
in un blindato chiuso.
A W . GENOVESE: al di là dei suoi stretti familiari che hanno aderito alla sua scelta
collaborativa lei ha avuto colloqui in carcere con altri soggetti?
TESTIMONE ASSISTITO: tranne i miei parenti più stretti ness
1377
A W . GENOVESE: io ho finito, grazie Giudice!
G.I.P.: allora io ho ancora...
A W . MARASA': prima di chiudere l'udienza io devo fare, formulare una richiesta,
dopo che sarà licenziato il...
G.I.P.: è preliminare alla mie domande?
A W . MARASA': a domande? No, no, avevo creduto che...
G.I.P.: sì, io ho bisogno di chiederle qualcosa relativamente alla scomparsa per "Lupara
bianca" di Bonanno Giovanni. Questo fatto lei ha già spiegato il trascorrere del tempo e
il suo rapporto con "Cosa Nostra" come si è consolidato fino ad arrivare all'affiliazione.
La scomparsa di Giovanni Bonanno si ricorda quand'è?
TESTIMONE ASSISTITO: mi sembra il 2006, inizio duemila... non me lo ricordo.
G.I.P.: 2006, lei in quel periodo diciamo già operava abbondantemente...
TESTIMONE ASSISTITO: ma all'inizio la vicinanza con i Biondini, però nel 2007
mi avvicino fattivamente alla "famiglia" di Resuttana con Salvo Genova.
G.I.P.: ha avuto riguardo alla scomparsa di Bonanno Giovanni e di tutti i protagonisti di
questo episodio per certi versi anche terribile, diciamo, che ha visto "Cosa Nostra"
vedere un suo uomo ucciso, tra l'altro un uomo di un calibro importante, penso che in
quel momento... lei sa che funzione avesse il Bonanno Giovanni?
TESTIMONE ASSISTITO: era reggente ma l'Architetto mi disse che non era uomo
d'onore, era reggente ma non uomo d'onore.
G.I.P.: era reggente di cosa?
TESTIMONE ASSISTITO: della "famiglia" di Resuttana, poi fu affiancato da Salvo
Genova, Salvatore Lo Piccolo...
G.I.P.: quindi un reggente della "famiglia" di Resuttana, quindi Madonia, Di Trapani,
insomma, e poi tutto ad un tratto quest'uomo viene ucciso. Lei sapeva che cosa era
accaduto esattamente in "Cosa Nostra" sì da generare la sua soppressione?
TESTIMONE ASSISTITO: da quello che era negli ambienti di "Cosa Nostra", quindi
quello che ho potuto sapere da Bartolo Genova, dall'hchitetto, da Pippo Provenzano,
da Nino Corso poi nelle riunioni, era il fatto che c'era una gestione sbagliata della
"famiglia" di Resuttana che a quanto pare lui ha pagato il prezzo per colpe non sue, in
che senso? Che lui era il reggente e si prende tutte le responsabilità, se io mi fkegavo i
soldi della "famiglia" il primo che ne rispondeva era Bartolo Genova perché è lui che si
mette i suoi uomini vicino, quindi c'è una gestione anche di uomini vicino a lui che lo
hanno portato a degli ammanchi grossi della cassa e infatti non era in grado di
ottemperare a quelli che erano i bisogni dei carcerati e quindi c'erano... non vi erano mai
i soldi, addirittura non riusciva a pagare i mensili, cosa che noi per esempio non è mai
successa, ogni mese arrivavano i soldi.
G.I.P.: sì, però lei mi ha detto che nel settembre del 2007 lei aveva sostanzialmente
cento...
TESTIMONE ASSISTITO: centocinquantamila euro.
G.I.P.: ...centocinquantamila euro, giusto?

*
TESTIMONE ASSISTITO: sì.
G.I.P.: in qualche modo riferibili alla...
TESTIMONE ASSISTITO: e ottantamila euro Bartolo che ho saputo che diede alla...
G.I.P.: erano rifkribili alla "famiglia" di Resuttana o sbaglio?
TESTIMONE ASSISTITO: sempre riferibili, per quindi per un totale di
duecentotrentamilaeuro.
G.I.P.: duecentotrentamila euro, questo nel settembre del?
TESTIMONE ASSISTITO: 2007.
1378
G.I.P.: 2007, quindi a pochi mesi dalla scomparsa di Bonanno Giovanni al quale era
addebitate colpe relative all'ammanco di soldi, cioè che denaro non ce n'era, perché alla
fine se ve ne fosse stato a sufficienza per tutti anche se vi fosse stato l'ammanco forse
questa sparizione, questo assassinio non si sarebbe consumato, però con il sé e con il ma
si dice che la storia non si fa, e quindi la domanda è diversa e la domanda è questa: è
possibile che ci fosse un rapporto tra questo... tra questo denaro che si era materializzato
e tanto nelle mani vostre e quello che veniva attribuito a Bonanno Giovanni, cioè che
con il denaro della "famiglia" probabilmente c'era qualcuno che ci giocava?
TESTIMONE ASSISTITO: quello che ho detto io nell'ambiente poi di "Cosa Nostra"
nel momento in cui io ho fatto parte, negli ultimi... cioè nei due anni, si diceva che
Giovanni Bonanno alla fine ha pagato un prezzo che non era suo.
G.I.P.: e questo lo ha già detto.
TESTIMONE ASSISTITO: e fu un pretesto per vari motivi di sopprimerlo perché si
vedeva come un pericolo anche per il Lo Piccolo, poi...
G.I.P.: è chiaro il pretesto, però io le ho fatto una domanda diversa.
TESTIMONE ASSISTITO: no, questo non lo posso sapere se erano soldi che... so di
certo che questi soldi c'erano, che nel momento in cui ci siamo messi la "famiglia" in
mano noi anche se i pagamenti non erano più quelli di prima, perché i commercianti
hanno incominciato a denunciare e non era più come prima, noi comunque avevamo un
giro di soldi che ci permetteva di pagare spese fisse per trentamila euro al mese e quindi
i soldi c'erano, le entrate. Quindi non capisco com'è che in quel periodo il Giovanni
Bonanno non fosse in grado di pagare gli stipendi dei carcerati e tutte le necessità delle
varie famiglie, famiglie dei detenuti.
G.I.P.: quindi lei con il senno di poi...
TESTIMONE ASSISTITO: c'è qualche cosa che non va, insomma, che non riesco a
capire.
G.I.P.: appunto, qualche cosa che non andava nella reggenza del Giovanni Bonanno
l'ha dovuta constatare, diciamo con la sua amministrazione successiva della cassa di
"Cosa Nostra", giusto, ho capito bene?
TESTIMONE ASSISTITO: sì, perché lei consideri che il periodo è un periodo
difficilissimo e noi comunque avevamo entrate che ci pennette~ano ... nonostante il
b&issimo dopo l'arresto dei Lo Piccolo e le denunce dei commercianti noi
6 eravamo in grado di pagare fisso trentamila euro al mese di spese e di avere sempre un
fondo cassa.
G.I.P.: sì.
TESTIMONE ASSISTITO: che consideri che al dicembre del 2009 al momento del
mio arresto c'erano quasi settantamila euro di fondo cassa.
G.I.P.: senta, su questo fatto lei ha mai approfondito, appurato, insomma, voglio dire,
lei teneva la cassa? Io se avessi tenuto la cassa un po' mi sarei preoccupato di questo
fatto, perché dico, là a quello che mancava del denaro lo hanno ucciso, siccome io sono
in una situazione simile, cioè tengo la cassa, quanto meno capisco perché questo è
accaduto, chi ha operato, chi ha fatto cosa, chi lo ha soppresso, per quale mano,
insomma, lei dalla posizione che aveva e soprattutto da quella che acquisì
successivamente nel 2009, ha mai indagato anche solo attraverso quel dialogo che aveva
così aperto, così forte con il Genova e poi con gli altri affiliati su questa vicenda che
riguardò Giovanni Bonanno e la sua sparizione?
TESTIMONE ASSISTITO: le dico solo questo, chiaramente nell'ambito di "Cosa
Nostra" lasciamo stare i rapporti con Bartolo... con gli altri domande su queste cose non
si possono fare, sugli omicidi, perché sono cose delicatissime, se c'è qualcuno che te li
racconta uno li apprende, ma di certo non andavo dall'Architetto, non andavo da Nino
Corso, non andava da chiunque a chiedere: "ma voi ne sapete niente di Bonanno?",
perché nell'ambiente di "Cosa Nostra" il fatto solo stesso di chiedere, fra virgolette, è
"sbirritudine", cioè la curiosità non ha senso, cioè se io ad esempio... se Bartolo Genova
mi diceva: si deve fare un danneggiamento al "Bar Golden" - sto facendo un esempio -
al bar tizio e io lo portavo a termine, lo stesso reggente non mi chiedeva: "chi ha
eseguito il danneggiamento?", cioè non c'è motivo, io il compito l'ho portato a termine,
soltanto in una occasione il Bartolo Genova mi disse appunto che aveva pagato colpe
non sue, che fu un pretesto e...
G.I.P.: va bene, comunque non...
TESTIMONE ASSISTITO: non ho mai approfondito e né nessuno mi ha dato
spiegazioni in merito... .
G.I.P.: ...non ha mai approfondito.
TESTIMONE ASSISTITO: ...all'omicidio.
G.I.P.: e non ne sa nulla. Va bene. Io avrei finito, io avrei finito, soltanto vorrei capire
un attimo una cosa, perché il Pubblico Ministero ha formulato insieme alla richiesta
all'inizio del verbale, anche la richiesta di un altro... l'allegazione di un altro verbale che
riguarda Pulizzi o Franzese?
PM. PACI: Franzese, ma in quel caso Signor Giudice era una mera...
G.I.P.: allora, lui intanto può andare tranquillamente e penso che ci sono altre domande,
questioni, no. Può andare? Perfetto, lui può andare sì.
TESTIMONE ASSISTITO: buonasera, buonasera a tutti.
G.I.P.: buonasera.
A W . MARASA': quell'altro verbale era stato richiesto da Vostra Signoria al Pubblico
Ministero a Firenze, quindi è legittima la produzione.
PM. PACI: sì, no, ma era già stato acquisito tra l'altro a Firenze.
G.I.P.: è stato già prodotto a verbale, questo volevo...
PM. PACI: è stato prodotto questa mattina, è stato prodotto questa mattina.
G.I.P.: no, perché siccome non l'ho visto transitare...
PM. PACI: si sì, è stato prodotto e lo abbiamo...
A W . MARASA': posso?
G.I.P.: no, attenzione! Qua la Cancelleria mi dice che non ce l'ha. Allora ho fatto bene
a...
PM. PACI: io ne ho una copia per me e poi ne ho dato...
VOCI: (in sottofondo).
A W . MISURACA: per quanto riguarda gli interventi nostri difensivi io il 27 ho già
telefonato in Cancelleria per preannunciare che il 3 sono impegnato per cui ho necessità
di parlare il giorno 5.
G.I.P.: non penso che ci siano problemi, non penso che ci siamo problemi, perché non
può parlare il giorno 5? Poi come dicono gli anglosassoni è un gentleman agreement che
ha con i suoi colleghi, i quali sicuramente le permetteranno di parlare il 5. Vuole che
1'Awocato Marasà le neghi questa prerogativa?
A W . MARASA': io non ho mai negato niente a nessuno.
G.I.P.: e allora, ha visto che si è risolto, non c'è più il problema.
PM. PACI: comunque Signor Giudice, io ricordavo di averlo depositato questa mattina
o alla Dottoressa Picozzi, lo avevo dato lei o...
A W . MARASA': fermo restando che io il 3 e il 5 non ci sono.
G.I.P.: e va bene, ma Awocato Marasà dovrà considerare il fatto che però entro il 5 il
processo si deve chiudere. Se vuole lo vogliamo fare il primo maggio, il primo maggio
c'è? Io ho l'impressione che per il giorno della festa dei lavoratori... p
A W . MARASA': lavorare sarebbe l'ideale, è la festa dei lavoratori e lavoriamo.
Giudice, però me la fa formulare quella richiesta che dovevo formulare poc'anzi e che
avevo anticipato?
G.I.P.: scusi, certo, certo!
A W . MARASA': ai sensi dell'art. 195 codice di procedura penale, chiedo che vengano
esaminati i signori Salvatore e Bartolo Genova, nonché il soggetto che...
G.I.P.: piano, piano.
A W . MARASA': naturalmente non posso che...
G.I.P.: piano piano che così riesce a trascrivere la sua richiesta.
A W . MARASA': ai sensi dell'art. 195 codice di procedura penale, chiedo che siano
esaminati i soggetti indicati dal collaborante come testi di riferimento e quindi
specificamente i Signori Salvatore e Bartolo Genova sulle circostanze sulle quali il
collaboratore ha fatto loro riferimento. Chiedo che sia dichiarata l'inutilizzabilità delle
dichiarazioni rese de relato per quel soggetto che per motivi di opportunità il teste
collaborante, l'imputato di reato connesso ha dichiarato di non voler dichiarare il nome,
là ove però Vostra Signoria volesse integrare questa dichiarazione a pagina 13, rigo 12
degli atti depositati oggi dal Pubblico Ministero penso che vi sia il nome del soggetto,
posso anche sbagliare, ma da una mia deduzione potrebbe anche essere.
G.I.P.: pardon! Mi scusi...
A W . VANCHERI: Giudice, mi scusi se interrompo, sono l'Avvocato Vancheri, io
avrei bisogno di allontanami perché se no perdo anche il volo successivo.
G.I.P.: vada tranquillamente e non perda nulla.
A W . VANCHERI: anche perché penso che ormai...
G.I.P.: mi faccia capire...
VOCI: (in sottofondo).
G.I.P.: diamo atto che gli Awocati si allontanano secondo il rito ambulatorio
peripatetico se mi permette, che ella più volte mi ha segnalato. Diciamo che mi limito a
questo, capisco che le esigenze sono quelle di prendere gli aerei, eccetera, però quanto
meno...
A W . MARASA': ritengo di essere obbligato a fare il mio dovere fino in fondo.
G.I.P.: che. v o l e dire che teme di essere obbligato a fare il suo dovere? Siamo andati
cosi bene fino adesso e dobbiamo concludere cosi... in modo cosi laconico?
A W . MARASA': quindi non posso lasciare l'udienza a metà.
G.I.P.: certo che lei deve fare tutte le sue richieste, eccezioni, difese, rilievi che è giusto
che sulla base del suo mandato debba fare. I1 problema è se è giusto che mentre lei fa
questi rilievi e queste riflessioni altre Difese lascino l'aula, e questo è un problema.
Però...
A W . MARASA': ob torto collo li sostituisco io.
G.I.P.: e li sostituisce lei, abbiamo appreso...
A W . MARASA': va bene?
G.I.P.: perfetto!
A W . MARASA': abbiamo regolarizzato la...
G.I.P.: abbiamo regolarizzato. Adesso c'è un altro problema che è relativo alla
comprensione delle eccezioni. Cioè lei sta dicendo che il nome...
VOCE: (in sottofondo).
G.I.P.: come? Sì lei per capire la richiesta, allora la richiesta finale... sono più richieste
a quanto ho capito?
A W . MARASA': no, la richiesta ufficiale è quella che ho formulato, cioè 195 per
sentire Genova Bartolo e come si chiama, Genova Bartolo e Salvatore e inutilizzabilità
delle dichiarazioni alle quali io dichiarante facendo riferimento ad un soggetto non ha
voluto indicarne il nome, così come prescrive l'art. 195. Ma ove però il Pubblico
Ministero o Vostra Signoria lo ritenga a microfono chiuso dirò... (incomprensibile per
intervento fuori microfono).
G.I.P.: no, non dica a microfono chiuso, non c'è bisogno di... va bene, allora su questa
richiesta...
A W . MARASA': Giudice, solo per questo, io mi rendo conto che esistono esigenze
investigative e non sarò certo io a fare questi nomi.
G.I.P.: va bene, adesso su questa richiesta il Pubblico Ministero.
PM. PACI: allora, per quanto riguarda la richiesta di escussione dei Signori Genova
Salvatore e Bartolo io Pubblico Ministero rileva che nei termini in cui è formulata è
inammissibile, tenendo conto del fatto che come è emerso chiaramente dalla narrazione
che ha fatto oggi Pasta, i rapporti diretti e reiterati nel tempo che ha avuto sia con
Bartolo Genova che con Salvatore Genova fino a quando è stato quest'ultimo arrestato,
lo hanno... gli hanno consentito di avere diretta e personale percezione e partecipazione
di tutta una serie di fatti e di vicende e di situazioni alle quali lui ha fatto riferimento
sicché con riferimento a questi non si può certo considerare che egli apprenda de relato
da loro circostanze che riguardano l'attività nell'organizzazione mafiosa di cui lo stesso
Pasta si è reso responsabile, quindi da questo punto di vista non ci sono proprio i
presupposti tecnici per invocare il supposto teste di riferimento nella persona appunto
dei due Genova, ma ritengo anche questa richiesta sia inammissibile perché generica,
perché non si può dire: "con riferimento a tutta la narrazione di Pasta"...
A W . MARASA': (incomprensibile per intervento fuori microfono).
PM. PACI: ...io vorrei poter parlare con la stessa tranquillità che è garantita alle Difese
e quindi non essere interrotto, dicevo quindi questo, ma ho concluso perché il mio
intervento è estremamente come dire, elementare insomma, proprio perché la richiesta
formulata non credo che meriti ulteriori e particolari elaborazioni e stavo cioè dicendo
che la genericità, la mancanza di specificità con cui la stessa è stata proposta non
consente certamente di individuare in riferimento a quale situazione specifica si richiede
la audizione del supposto teste de relato perché anche per sentire un supposto teste de
relato e ce lo insegnano diciamo i primi giorni di università sui banchi appunto
dell'università, occorre un capitolato specifico con riferimento a questa e quest'altra o
tal altra circostanza, cosa che mi pare in questa richiesta non è stata fatta, dunque vi
sono queste ragioni a mio giudizio di carattere tecnico e processuale che non consentono
di chiamare due esponenti mafiosi del calibro di Salvatore e Bartolo Genova a deporre
sostanzialmente su nulla, perché di questo si tratta e quindi io chiedo che venga
dichiarata inammissibile questa richiesta per queste ragioni. Poi per quanto riguarda
l'ulteriore richiesta di espungere diciamo dal novero delle dichiarazioni del Pasta quelle
che egli oggi ha riferito, o meglio, quelle dichiarazioni in cui vi è il coinvolgimento
della persona non dallo stesso espressamente menzionata perché in atto sottoposta ad
indagini vale la stessa cosa, cioè perché anche in questo caso si tratta di una
affermazione assolutamente generica e comunque in molti casi come abbiamo visto i
rapporti tra il Pasta e quest'altro soggetto sono stati di diretta compartecipazione, sicché
egli non è che si sia limitato ad apprendere circostanze che provenissero esclusivamente
dall'esperienza diretta di questo soggetto non menzionato, ma era una condivisione di
attività e dunque era un'attività che ricadeva sotto la sua diretta e personale esperienza,
quindi anche in questo caso manca il presupposto tecnico per attribuirgli la qualifica di
dichiarazione de relato e quindi di soggetto di riferimento che ai sensi del 195
bisognerebbe chiamare a deporre. Per quanto poi riguarda la produzione odierna del
verbale è vero e questo l'ho potuto constatare successivamente che vi è anche il nome di
questa persona, ma posso anche dire che nell'ambito di altro complesso processuale il
nome di questa persona è pure emerso dunque diciamo che da questo punto di vista la
circostanza diciamo di per sé non toglie rilevanza al fatto che comunque ci sono attività
di indagine in corso nei confronti di questo soggetto e quindi questo è quanto.
G.I.P.: chiaro! I verbali Franzese...
PM. PACI: ma Signor Giudice, io non so se ci sia stato... ne ho data una copia alla
Dottoressa Picozzi perché lo desse alla Cancelliera di udienza, se così non è stato lunedì
o alla prossima udienza verrà prodotto.
G.I.P.: forse se lo è portato.
A W . MARASA': Giudice, chiedo scusa! Io forse non ho capito, ma il Pubblico
Ministero ha chiesto, ha sostenuto che la richiesta è inammissibile in quanto non c'è un
capitolato di prova? Non l'ho capito.
G.I.P.: è anche vera una cosa...
A W . MARASA': io ho chiesto che ai sensi dell'art. 195 venissero sentiti...
G.I.P.: lo sappiamo che cosa ha chiesto perché lo abbiamo trascritto.
A W . MARASA': ...i due testi...
G.I.P.: e l'abbiamo registrato.
A W . MARASA': ...a cui il Pasta ha fatto riferimento in ordine ai fatti attribuiti alla
Signora Di Trapani Maria Angela e precisamente là ove il Pubblico Ministero lo vuole
precisato glielo preciso, il fatto di capo mandamento... assunzione di carica Di Trapani
Michele e su eventuali altri fatti attribuiti alla Signora Di Trapani Maria Angela e dei
quali...
G.I.P.: mi scusi Awocato, la devo interrompere anche se lei forse non gradirà, ma non
penso che lei possa interpretare autenticamente l'obiezione del Pubblico Ministero sulla
sua eccezione, lei ha formulato...
A W . MARASA': ma non la interpretando.
G.I.P.: se mi lascia finire! Lei ha formulato un'eccezione, perfetto! Il Pubblico
Ministero ha risposto alla sua eccezione con una serie di argomentazioni che ritiene a
suo awiso valide e tecnicamente opponibili alle sue deduzioni. Detto questo, penso che
se non a Berlino, a Roma e poi a Palermo ci sarà un Giudice che deciderà questa come
quella in passato e come quelle che probabilmente in futuro spero ancora di poter ancora
decidere. Chiaro? Detto questo il Giudice ci riserva e ci vediamo il 3 maggio alle ore
9:30, nell'aula 21 del nuovo complesso giudiziario di Palermo nel Piano Secondo, aula
nota anche perché ci abbiamo fatto altre udienze. Detto questo dopo lo scioglimento
della riserva e l'acquisizione di questo documento che praticamente oggi non è stato
acquisito per una questione di... evidentemente una svista, che sicuramente lo sarà alla
prossima udienza si conclude per i Pubblici Ministeri e se si può nello stesso giorno
parleranno gli altri Difensori delle altre Parti processuali. Penso che sia tutto, io vi
ringrazio, buona serata!
LA MANCATA RISPOSTA di PALAZZOLO SAVERIO e RUFFINO
ROSOLINO e le loro PRECEDENTI DICHIARAZIONI

Occorre chiarire che la facoltà di non rispondere - cui si sono avvalsi gli
imputati di reato collegato (PALAZZOLO SAVERIO e RUFFINO
ROSOLINO) - non impedisce al Giudice di considerare probatoriamente validi i
verbali delle dichiarazioni già rese al Pubblico Ministero.
Quei verbali, infatti, in virtii della scelta processuale definitoria allo stato degli
atti (si confronti anche la premessa generale posta alle pagine da 36 a 41 della
presente sentenza), sono - ad ogni effetto - divenuti prove valutabili dal Giudice
ed essi possono tenere luogo delle dichiarazioni non rese.

Nello specifico, il RUFFINO ed il PALAZZOLO avevano reso al Pubblico


@ Ministero la ricostruzione dei fatti che qui integralmente si trascrivono:

(RUFFINO ROSOLINO al P.M. in data 13 FEBBRAIO 2009)

"....Sono un agente immobiliare e gestisco un'agenzia sita in Cinisi (PA).


Conosco e sono amico di PALAZZOLO Saverio. Lo stesso è un mio cliente.
Qualche tempo fa il PALAZZOLO mi aveva manifestato la sua intenzione di
acquistare un terreno a Cinisi, in prossimità della sua abitazione.
Per caso avevo letto su una rivista, o su un quotidiano, un annuncio concernente la
vendita all'asta di alcuni beni provenienti da un fallimento. In tale annuncio si faceva
riferimento al nome di una società avente sede a Cinisi. Poiché il terreno
corrispondeva alle caratteristiche richieste dal PALAZZOLO (estensione di circa
5000 mq con annesso un rudere catastato), lo avevo informato di tale possibilità e lo
stesso mi aveva chiesto di prendere contatti con la famiglia DI TRAPANI di Cinisi
e, in particolare, con Pietro PIZZO. I1 PIZZO infatti è il genero di Salvatore DI
TRAPANI, zio di Nicola.
Mi ero procurato dal PIZZO della documentazione relativa al terreno e l'avevo
consegnata al PALAZZOLO. Subito dopo avevo accompagnato il PALAZZOLO
dal Pietro PIZZO per discutere delle condizioni di vendita. Ero ovviamente
consapevole che c'era in corso una procedura fallimentare ma d'altre parte se non ci
fosse stato un accordo con il PIZZO il PALAZZOLO non avrebbe potuto
partecipare all'aggiudicazione.
In occasione di quell'incontro il PIZZO ed il PALAZZOLO si erano accordati per
la somma complessiva di 150 mila euro, comprensiva del costo di aggiudicazione,
delle spese necessarie per la registrazione e delle spese necessarie alla realizzazione
di un muro di confine con una proprietà limitrofa.
Tuttavia, dopo qualche tempo il PIZZO era venuto da me per dirmi di far sapere al
PALAZZOLO che al terreno era interessato un suo zio e quindi l'accordo intercorso
con il medesimo PALAZZOLO non poteva avere seguito. L'unico zio del PIZZO
appartenente alla famiglia DI TRAPANI che io conosco è Michele DI TRAPANI.
Dopo un certo periodo che non sono in grado di indicare, era ritornato il PIZZO per
dirmi che l'accordo con il PALAZZOLO poteva essere realizzato. A questo punto
avevo informato il PALAZZOLO e lo stesso mi aveva chiesto di accompagnarlo
unitamente al PIZZO dal suo Awocato RUFFINO Aldo. L'Awocato aveva
chiamato il curatore, Awocato RIZZO, ed aveva appreso che la procedura era ancora
in corso e che era possibile partecipare all'asta.
I1 giorno previsto per la sua celebrazione ci eravamo recati presso il Tribunale io, il
PIZZO, il PALAZZOLO Saverio e 17AwocatoRUFFINO. Prima dell'asta avevo
consigliato al PALAZZOLO di insistere, nel caso di offerte concorrenti, per offnre
una somma sino ai 150 mila euro convenuti con il PIZZO. Avevo datro questo
consiglio perché ero consapevole che il terreno in questione aveva un valore almeno
doppio rispetto alla somma convenuta. In tal caso, era stato anche convenuto che il
PALAZZOLO non avrebbe sostenuto nessuna delle spese che era necessario
affrontare.
Quando eravamo arrivati in Tribunale avevamo verificato che non c'era nessun
offerente interessato al terreno in questione. I1 PIZZO aveva manifestato una certa
preoccupazione per la possibilità che altri si presentassero ad offrire, ma in realtà
l'unico offerente era rimasto proprio il PALAZZOLO.
Dopo l'aggiudicazione il PALAZZOLO mi aveva dato 5Omila euro in contanti da
fare avere al PIZZO, dicendomi che voleva evitare di consegnarli lui personalmente
perché si sentiva più garantito dalla mia intermediazione. Io avevo ricevuto i soldi e
li avevo effettivamente consegnati al PIZZO Piero che era venuto a ritirarli a casa
mia. Nella stessa circostanza il PIZZO mi diede, a titolo di regalo, la somma di circa
1 .O00 o 1 SO0 euro.
Dopo qualche tempo ancora il PIZZO era venuto da me dicendomi che aveva invano
cercato il PALAZZOLO perché aveva bisogno di chiedergli un anticipo di 5.000
euro per sostenere le spese mediche per la nascita di una bambina. Avevo riferito di
questa ulteriore richiesta al PALAZZOLO il quale mi aveva fatto avere la predetta
somma che avevo consegnato al PIZZO.
So che la parte restante della somma convenuta sarebbe stata versata dal
PALAZZOLO allorchè si fosse perfezionata la procedura di trasferimento del bene
aggiudicato.
Spontaneamente aggiunge: desidero altresì precisare che mi era capitato di incontrare
talune volte il PIZZO presso il Bar Sofia quando mi recavo ad asssistere alle partite
di calcio del Palermo. In una circostanza il PIZZO mi aveva presentato tale LO
VERDE Massimiliano, che si presentava come Awocato, come persona interessata
alla vendita di un immobile, sito sempre a Cinisi, in una zona di notevole valore
commerciale. Qualche tempo dopo il LO VERDE mi aveva chiamato dicendomi che
stava pafezionando l'aggiudicazione del predetto immobile e che voleva già awiare
una trattativa per la sua vendita, intendendo anche conferirmi un mandato per iscritto.
Esibisco al17Ufficioil mandato conferitomi dal LO VERDE nonché gli ulteriori atti
riguardanti tale vicenda.
Sulla base del mandato conferitomi mi ero attivato per cercare un compratore che
avevo trovato in tali MAZZOLA Benedetto e MAZZOLA Antonino di Cinisi,
rispettivamente padre e figlio. Tuttavia l'operazione non è stata pafezionata perché
nel frattempo il L O VERDE è stato tratto in arresto.
Ad espressa domanda dell'ufficio preciso che il denaro richiesto dal PIZZO al
PALAZZOLO era destinato alla suocera dello stesso PIZZO, la quale aveva la
necessità di ripianare diversi esposizioni debitorie. Almeno tale era la giustificazione
sempre prospettatami dal PIZZO.
(PALAZZOLO SAVERIO al P.M. in data 19 DICEMBRE 2008)

P.M. D'altra parte ha chiesto l'interrogatorio. Andiamo alle fonti di prova. Le


fonti di prova lei le conosce già perché ha avuto notificato il decreto di
sequestro preventivo nella parte che la riguardano e concernono
sostanzialmente una vicenda che si pone a margine del fallimento della
società SIGEB, di pertinenza di Nicolò DI TRAPANI, ed in particolar
modo riguarda l'acquisto di un terreno sito in Comune di Cinisi, contrada
Vecchio, esteso are 49,93, iscritto in Catasto al foglio 13 particelle 713, 14 e
15, sul quale insiste un piccolo corpo di fabbrica costituito da un'elevazione
fuori terra dalle caratteristiche di magazzino rurale in precarie condizioni,
appunto proveniente dalla procedura fallimentare della SIMED. Questa è la
vicenda, quindi le fonti di prova le sono note, sono intercettazioni
telefoniche tra altri soggetti, non tra lei, in particolare PIZZO Pietro ed
altri, e accertamenti documentali su questa vicenda. In relazione a questa
vicenda lei, signor PALAZZOLO, cos'ha da dichiarare all'ufficio?
PALAZZOLO Saverio: Allora, partiamo dall'inizio.
P.M. Partiamo dall'inizio.
PALAZZOLO Saverio: Da premettere che con RUFFINO io ho
rapporti, mi ha fatto fare degli affari.
P.M. Lei di che si occupa?
PALAZZOLO Saverio: Io sono odontotecnico, però ho qualche pezzetto di
terreno, mi fa affittare qualche casetta.

P.M. Ma cos'è, un intermediario RUFFINO?

PALAUOLO Saverio Sì.


P.M. Si occupa di intermediazioni immobiliari, diciamo.
PALAZZOLO Saverio: Si. Ha un'agenzia immobiliare. Siccome ho una casa
in via Alcide De Gasperi, ho chiesto a RUFFINO se si trovasse un pezzetto
di terreno nei dintorni. Un giorno viene, circa un anno fa orientativamente,
viene RUFFINO, dice "Sai, c'è un bel pezzo di terreno nei paraggi.",
"Andiamolo a vedere". Siamo andati a vederlo "Va bene, vediamo com'è la
situazione, parliamone col proprietario". Mi accenna chi erano i proprietari.
Io parlo con il mio awocato, Aldo RUFFINO, gli dico "Aldo, guarda, c'è
sta situazione, ti informi, vedi com'è?"
P.M. Le viene spiegato intanto, in prima battuta, a chi apparteneva questo
terreno?
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì.
P.M. Che cosa le venne detto dal signor RUFFINO, l'intermediario?
PALAZZOLO Saverio: Il signor RUF'F'INO mi dice "Appartiene ai DI
TRAPANI". Allora io ci ho detto "Rosolino, se è per mafia a me, se è un
7
sequestro di mafia a me non interessa '. Però ho parlato con l'awocato, dice
"No, è un sequestro per fallimento, un sequestro fallimentare".
P.M. Una procedura fallimentare.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Allora Aldo, che è l'awocato, "Si può fare".
P.M.Tra questo avvocato Aldo RUFFINO e il signor RUFFINO
intermediario ci sono rapporti?
PALAZZOLO Saverio: No. Cioè, sono amici, però non ....
P.M. Chiedo scusa, devo interrompere. Riprendiamo. Le chiedevo, tra l'awocato
RUFFINO e il signor RUFFINO intermediario ci sono rapporti?
PALAZZOLO Saverio: In merito a questo ...
P.M. No, tipo rapporti, visto che hanno lo stesso cognome, mi
incuriosiva sapere se fossero parenti.
PALAZZOLO Saverio: No. Non credo. Non mi risulta.
P.M. Sono degli omonimi. Per quanto le risulta sono degli omonimi. Lei dice
all'awocato RUFFINO "A me non interessa se è un fatto di un sequestro
per mafia".

PALAUOLO Saverio: Sì.


P.M. E lui dice "No, è una cosa proveniente da un fallimento". Che succede?
PALAZZOLO Saverio: Dice "Procurami dei documenti e io controllo bene".
Così chiedo a RUFFINO di farmi dare un foglio mappale per vedere il
metraggio, com'era la situazione del terreno. I1 RUFFINO mi organizza un
incontro. Dice "Ti organizzo un incontro con", mi organizza un incontro con
PIZZO. Ci siamo incontrati a casa da PIZZO, una domenica mattina, dove
ho chiesto com'era il terreno, se a loro interessava o meno. Dice "Ti farò
avere la documentazione".
P.M. Non ho capito, che vuol dire se a loro interessava?
PALAZZOLO Saverio: Cioè, siccome appartiene ai DI TRAPANI, cioè se
loro erano, non lo so, in un certo qual modo interessati a prenderselo.
P.M. Ma se lo doveva acquistare lei.
PALAZZOLO Saverio: Cioè, io avevo bisogno di documentazione per vedere
com'erano le cose.
P.M. Okay, e fino a qui io ci sono. E' normale che se uno fa un acquisto deve
sapere che cosa acquista, mi pare ovvio, se è un bene vincolato.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Infatti mi ha fatto avere tramite RUFFINO, perché
l'incontro che io ho avuto con PIZZO poi è stato RUFFINO a mediare,
tramite RUFFINO mi fa avere sta documentazione. Io la do al mio awocato
e mi dice, appunto mi conferma che era per fallimento alla SICEB.
P.M. E PIZZO che c'entrava? Come le viene presentato PIZZO? Perché PIZZO
non è un DI TRAPANI.

PALAZZOLO Saverio: No.


P.M. E allora che cos'è?
Aw. PALAZZOLO: Perché si rivolgeva al PIZZO lei? Dove esce il nome
di PIZZO, chi lo fa?
PALAZZOLO Saverio: Rosolino. L'agenzia.
P.M. Cioè, il titolare dell'agenzia, dice "C'è interessato questo PIZZO".
PALAZZOLO Saverio: "C'è interessato PIZZO", sì, sì. Perfetto. E mi fa
incontrare con PIZZO.
P.M. A che titolo, cioè se era proprietario, ex proprietario, si era interessato al
fallimento. Questo, dico, le venne detto.
PALAZZOLO Saverio: No. Io so che c'è un rapporto tra lui e DI TRAPANI.
Lui è sposato con una DI TRAPANI, il PIZZO. Quindi ...
fi 1387
P.M. Precisiamo quest'altra cosa signor PALAZZOLO: quando parla di DI
TRAPANI, così, in senso generico, a chi fa riferimento?
PALAZZOLO Saverio: A tutta la famiglia.
P.M. Sì, sono tanti i DI TRAPANI.
PALAZZOLO Saverio: PIZZO e DI TRAPANI era, cioè PIZZO è sposato
con una figlia di DI TRAPANI sempre, di Totò, Salvatore DI TRAPANI.
Però è morto questo.
P.M. Quindi diciamo è legato da un rapporto di parentela, o di affinità, con i DI
TRAPANI.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Con la famiglia.
P.M. Ma lei quando fa riferimento alla famiglia Di TRAPANI, ecco, fa
riferimento alla famiglia del vecchio Ciccio DI TRAPANI? Di Diego DI
TRAPANI? Perché DI TRAPANI sono tanti.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Abitano tutti nello stesso ...
P.M. C'è Ciccio, Diego. Quelli che abitano in Contrada Cipollazzo a Cinisi?
PALAZZOLO Saverio: Perfetto.
P.M. Per intenderci.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Che abitano tutti là. Quindi Di TRAPANI,
generico.
P.M. Va bene. Che dice awocato? Voleva fare una domanda?
A w . PALAZZOLO: No, assolutamente.
P.M. Allora possiamo proseguire con la ...
A w . PALAZZOLO: Sì, sì. No, seguivo con attenzione.
P.M. ... la narrazione del suo assistito. Quindi il RUFFINO le dice "E'
interessato questo PIZZO". Che lei conosceva prima?
PALAZZOLO Saverio: No. Cioè, io lo conoscevo come paesano, però non
c'era rapporti, nemmeno rapporti che ci salutavamo. Niente. Ci siamo
incontrati e abbiamo parlato di questo terreno. Ci siamo incontrati a casa
sua, da PIZZO. Abbiamo parlato ...
P.M. Siete andati a casa di PIZZO.
PALAZZOLO Saverio: Sì. E lui mi doveva procurare sta documentazione per
vedere il metraggio, com'era la situazione. Dopo di ciò, non so, quattro o
cinque giorni, una settimana, il RUFFINO ...
P.M. In che epoca siamo? Cioè, rispetto alle intercettazioni che lei ha visto, no?
Le intercettazioni hanno come data ottobre 2006.
PALAZZOLO Saverio: Guardi, io ricordo che pioveva quella domenica.
A w . PALAZZOLO C'è una telefonata in cui si parla dell'appuntamento di
domenica, quella è la data.
P.M. Ottobre 2006.
PALAZZOLO Saverio: Sì, può essere.
P.M. Allora, dopo alcuni giorni quindi.
PALAZZOLO Saverio: Mi porta la documentazione, il foglio mappale.
P.M. Sempre il PIZZO.
PALAZZOLO Saverio: No.
P.M. I1 RUFFINO.
PALAZZOLO Saverio: I1 RUFFINO. Io lo porto dall'awocato. L'awocato si
informa e mi dice sempre la stessa cosa. Mi dice "E' per fallimento della
SICED". "Io sono interessato", ci dissi "awocato, a vedere, a prenderlo".
Siamo andati, col RUFFINO siamo andati ...
P.M. Awocato o RUFFINO intermediario?
Cr-. 1388
PALAZZOLO Saverio: No, intermediario. Allora, ci siamo informati chi era il
curatore, era RIZZO, non ricordo il nome, siamo andati a trovare con
RUFFINO, intermediario, l'awocato RIZZO e ci dice cosa occorreva per
partecipare all'asta. Così poi siamo andati al Tribunale, sempre con
RUFFINO dell'agenzia, ho presentato un assegno di circa 2600 euro.
P.M. Che è una sorta di deposito cauzionale?
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Ma questo prima che lei partecipasse all'asta?
PALAZZOLO Saverio: No. Guardi ...
P.M. O dopo?
PALAZZOLO Saverio: No. C'è un passaggio ...
Aw. PALAZZOLO Saverio, mi scusi. Noi abbiamo avuto modo di parlare, con
me lei è stato molto più lucido di quanto lo è oggi.
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì.
P.M. Ma non c'è motivo di non essere lucidi davanti al Pubblico Ministero.
PALAZZOLO Saverio: Scusate, c'è un passaggio perché ....
Aw. PALAZZOLO Lei dovrebbe ricominciare prima che c'era la gara di quando
partecipò Michele...
PALAZZOLO Saverio: Si, e questo io stavo riflettendo. Dopo che siamo
andati da PIZZO ho parlato .... Mi scusi.
P.M. Vuole un po' d'acqua?
PALAZZOLO Saverio: No, no, ho problemi di gola. Parlando con l'awocato,
l'awocato mi dice questo "Si, va bene". E poi ...
Aw. PALAZZOLO: Lei gentilmente deve ricominciare proprio dagli inizi,
da un anno prima della data in cui fu celebrata la gara, quando per la prima
volta viene a sapere che si vende il terreno all'asta. Cominciamo piano,
piano dall'inizio. I1 dottore PACI è una persona molto disponibile.
PALAZZOLO Saverio: Dopo che siamo usciti da PIZZO passò, non lo so, un
mese, io ho avuto la documentazione. Però dopo un mese viene il
RUFFINO, dice "Sai, non se ne fa più niente di quel terreno". "Rosolino,
va bene, che posso fare?"
P.M. Ma come mai, cosa le disse?
PALAZZOLO Saverio: Che si era intromesso uno zio.
P.M. Di chi?
PALAZZOLO Saverio: Di uno dei DI TRAPANI praticamente. Lo zio di
PIZZO.
P.M. Che è DI TRAPANI Michele?
PALAZZOLO Saverio: DI TRAPANI Michele. Che doveva comprarselo lui.
Passò, insomma io non ho più seguito sta faccenda, anche perché non c'era
più stu terreno per me. Dopo, quanti mesi guardi non lo so, ritorna il
RUFFINO, mi dice "Sai, quell'affare si può fare di nuovo". "Non lo so,
vediamo". E allora abbiamo parlato di prezzo con RUFFINO. Siamo partiti
da, io ci ho fatto una proposta in base a quello che mi ha chiesto lui, ci dissi
"Io più di ottantamila euro non ti posso dare". "Ne parlo".
P.M. Ma lei questi soldi a chi li doveva dare?
PALAZZOLO Saverio: Rosolino.
P.M. Sì, ma il bene era un bene inserito in una procedura fallimentare.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Cioè, voglio dire questo: il bene, lei la trattativa per il bene la doveva poi
svolgere con il curatore, cioè con l'Ufficio Fallimentare che procede
all'incanto, si chiama così, cioè alla vendita del bene in una pubblica
udienza, eccetera eccetera, secondo formalità prevista dalla legge. Quindi
perché lei invece la trattativa sull'acquisto, sull'entità economica
dell'acquisto la svolge con RUFFINO, che rispetto alla procedura
fallimentare non c'entra niente? E' una curiosità mia.
PALAZZOLO Saverio: Perché, mi diceva, il terreno era di loro, dei DI
TRAPANI, e quindi loro lo vendono. Io, sinceramente, vedevo l'affare.
P.M. Per quanto le riguarda ho capito che per lei l'affare era conveniente,
diciamo. Lei aveva bisogno di questo terreno, il che è assolutamente
legittimo, non è che questo vuol dire ... Ognuno, dico, ci mancherebbe altro.
Va bene. E quindi lei, diciamo, tratta il prezzo.
PALAZZOLO Saverio: Ho trattato il prezzo con RUFFINO.
P.M. Con RUFFINO, non con l'awocato RIZZO.
PALAZZOLO Saverio: No. No, completamente.
P.M. Con l'awocato RIZZO di prezzo non ne parla, almeno fino a quel
momento.
PALAZZOLO Saverio: Certo, si. Con l'awocato RIZZO ci andiamo dopo
noi. E allora, abbiamo trattato, siamo arrivati ad una conclusione di
centocinquantamila euro. Siamo andati, con noi RUFFINO, dall'awocato
RIZZO dove ci spiega com'è l'andamento ...
P.M. Della procedura.
PALAZZOLO Saverio: ... delle partecipazioni all'asta. Preparo un assegno di
2600 euro e lo consegno.
P.M. Questo a chi lo dà, alla Cancelleria?
PALAZZOLO Saverio: Alla Cancelleria.
P.M. Viene qua in Tribunale.
PALAZZOLO Saverio: Si, si. Giù.
P.M. E versa questo assegno alla Cancelleria Fallimentare.
PALAZZOLO Saverio: Si.
P.M. E questo è l'assegno, diciamo la cauzione.
PALAZZOLO Saverio: Per la partecipazione.
P.M. Per la partecipazione all'asta. E' giusto?
PALAZZOLO Saverio: Si, si. Perfetto.
P.M. Dopodiché che succede? Riceve un avviso, immagino, di quando questa
benedetta asta si doveva svolgere.
PALAZZOLO Saverio: Si. Nella Gazzetta mi sembra che c'era. Cioè, mi
avvisa sempre RUFFINO a me. Veniamo qua. Mi porto l'awocato
RUFFINO e il RUFFINO dell'agenzia pure, e mi ritrovo il signor PIZZO
pure, qua, il giorno dell'asta. A mezzogiorno arriva l'awocato RIZZO, il
curatore. Entriamo, io e l'awocato, e mi aggiudico il terreno con
ventiseimila e cinquecento euro.
P.M. Prima cosa: c'erano altre persone presenti ...
PALAZZOLO Saverio: No.
P.M. ... interessate all'aggiudicazione della gara? Nessuno.
PALAZZOLO Saverio: Assolutamente.
P.M. Quindi lei era l'unico ....
PALAZZOLO Saverio: ... partecipante.
P.M. Partecipante. Scusate. Riprendiamo dopo una brevissima intemione per
ragioni d'ufficio. Abbiamo detto: il giorno, che poi tra l'altro il giorno
risulta li, mi pare che sia il cinque di ottobre del 2007. Perché c'è il verbale.
Quindi sappiamo che è quel cinque di ottobre del 2007, lei arriva li, alla
Cancelleria, e trova l'avvocato, trova anche il PIZZO.
PALAZZOLO Saverio: Si.
P.M. Ad un certo punto viene chiamata quindi questa vicenda e lei partecipa come
unico aggiudicatario, non ce ne sono altri.
PALAZZOLO Saverio: No.
P.M. La gara si svolge alla presenza anche di queste altre persone? Cioè dello
stesso PIZZO, di RUFFINO?
PALAZZOLO Saverio: No. Sono entrato io e RUFFINO awocato, il mio
awocato.
P.M. Lei e il suo awocato.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. E c'era anche il curatore immagino.
PALAZZOLO Saverio: RIZZO, si. Non ricordo se era la dottoressa
MESSINA che partecipava, c'era ...
Aw. PALAZZOLO: Mi perdoni. Mi interessava sapere: le hanno mai dato
garanzie sull'aggiudicazione?
PALAZZOLO Saverio: No.
A w . PALAZZOLO: Questo è l'aspetto che mi interessa sulla sua
posizione.
PALAZZOLO Saverio: No, no, assolutamente.
P.M. Scusi awocato, la sua domanda è molto interessante. Lei quando dice "Le
hanno mai dato garanzia", a chi fa riferimento?
Aw. PALAZZOLO DI TRAPANI, o tramite anche l'intermediario RUFFINO.
Qualcuno le ha detto "Sarai l'unico a partecipare"?
PALAZZOLO Saverio: No, assolutamente.
Aw. PALAZZOLO: Ne avete parlato della possibilità che non si
aggiudicava la gara? Cosa sarebbe successo in quel caso?
PALAZZOLO Saverio: Niente.
Aw. PALAZZOLO: Cioè, ma ne avete parlato di questo problema?
PALAZZOLO Saverio: Ma no, guarda. Non credo. No.
P.M. Però lei aveva detto prima, dicevo, il tema di domanda che lei sta
sviluppando è molto interessante e allora mi consenta anche di farne
un'altra: cioè, lei ha detto però che prima lei aveva parlato con RUFFINO
di una somma di centocinquantamila euro da versare ai DI TRAPANI.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Ma a tutto concluso.
P.M. A tutto concluso. Quindi ...
PALAZZOLO Saverio: Scusi. A tutto concluso una parte, e poi io volevo da
un anno e mezzo a due anni di tempo.
P.M. Perfetto. Va bene. Questo poi non mi interessa, diciamo sono gli accordi per
dilazionare il pagamento della somma.
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì.
P.M. Però la domanda è questa: quando lei con RUFFINO parlate dei
centocinquantamila euro, come dire, tra di voi è scontato che
l'aggiudicazione verrà fatta a lei, perché se no che senso ha prendere degli
impegni in modo così concreto, determinato, se uno non sa se questo bene se
lo ...
PALAZZOLO Saverio: Se andava a fine questo. Se andava a fine, sì, era così.
P.M. Allora le chiedo: veniva dato per scontato che
essere fatta a lei?
PALAZZOLO Saverio: No, no, assolutamente. No, di questo no.
P.M. Cioè ...
PALAZZOLO Saverio: Sì, capisco cosa vuole dire, però .. .
A w . PALAZZOLO Guardi che lei con me è stato più preciso.
PALAZZOLO Saverio: Sì awocato.
P.M. Se ci sono, dico, lei li può rievocare meglio certi passaggi di tutta la vicenda.
PALAZZOLO Saverio: Sì, però ...
A w . PALAZZOLO: Lei, durante l'incontro che abbiamo avuto allo studio,
mi ha detto che espressamente avete parlato della possibilità ...
PALAZZOLO Saverio: Se c'erano altri partecipanti. E io dovevo aumentare
l'asta.
A w . PALAZZOLO: No. Non so neanche se posso suggerire.
P.M. No, non può suggerire awocato. Noi possiamo fare domande.
Aw. PALAZZOLO: Volevo sollecitare il ricordo.
P.M. Sì, va bene, ma dico, noi possiamo ricostruire con serenità tutta questa
vicenda. Perché lei ora sta dicendo che era prevista anche la possibilità che
qualora si fossero presentati alti lei avrebbe dovuto alzare il
prezzo?
PALAZZOLO Saverio: Io lo sto dicendo questo.
P.M. No, dico, se ne parlò con RUFFINO, o con PIZZO? Cerchi di ricordare.
PALAZZOLO Saverio: Io ho per ora un vuoto di memoria. Quantomeno
cercare di prendere stu terreno e di aumentare un po'.
P.M. Quindi se ne parlò.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Dice "Tu aumenta la base dell'asta".
P.M. Questo chi glielo dice?
PALAZZOLO Saverio: RUFFINO sempre. Noi parliamo sempre con
RUFFINO.
P.M. RUFFINO, l'intermediario. L'immobiliare, no?
PALAZZOLO Saverio: L'immobiliare.
P.M. E ricorda se era anche presente PIZZO in questa occasione?
PALAZZOLO Saverio: No, no. Io ho sempre trattato con RUFFINO.
P.M. Comunque, RUFFINO le dice che se qualcuno, immagino, perché solo in
questo caso lei avrebbe dovuto alzare l'offerta per l'acquisto.
PALAZZOLO Saverio: Si, se ci sono alti partecipanti.
P.M. Se c'erano altri, perché se non c'era nessuno lei faceva l'offerta minima
prevista e così poi in effetti è andata. Quindi, comunque, RUFFINO le dice
di non avere timore ad alzare il prezzo, no?
PALAZZOLO Saverio: Guardi, io ho qualcosa che ...
P.M. Ci pensi con tranquillità, qui nessuno vuole farle dire qualcosa che non è
accaduto. Lei deve riferire la verità, se lo vuole. Nel suo interesse glielo
dico.
PALAZZOLO Saverio: No, infatti, sono qua per questo, però sta frase io non..
P.M. Andiamoci con ordine. I1 suo ricordo su quanto le disse RUFFINO circa la
possibilità di alzare il prezzo è netto in questo momento, è certo, lei ha un
ricordo preciso? Cerchi di mettere a fuoco questo passaggio intanto.
PALAZZOLO Saverio: Non ce l'ho chiaro. Comunque ricordo dice "Partecipa
all'asta".
P.M. Va bene, e questo lo sappiamo che lei doveva partecipare, ma poi c'è il

c/
discorso dell'eventuale aumento. Dico, questo lo ricorda pure?
PALAZZOLO Saverio: Sì, di aumentare il prezzo.
392
P.M. Di aumentare il prezzo se si fossero presentati altri.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. E questo, mi scusi, è avvenuto dopo o contestualmente a quando lei, sempre
assieme a RUFFINO, avevate fatto quella trattativa per stabilire l'entità
complessiva del prezzo che lei avrebbe dovuto versare?
PALAZZOLO Saverio: Questa occasione comunque, perché dicendoci "Se io
non ...., se ci sono altri partecipanti", e lui mi dice "Tu partecipa all'asta,
aumenta".
P.M. Quindi lei se lo pone il problema della possibilità che ci potessero essere
altri partecipanti, perché giustamente lei dice ...
PALAZZOLO Saverio: Chiaro, è normale questo ...
P.M. ... "Io partecipo ad un'asta pubblica, nulla esclude che si presenti un quivis
qualsiasi", perché è suo diritto, è previsto dalla legge e dica "voglio
partecipare".
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì.
P.M. Quindi lei se l'era posto ...
PALAZZOLO Saverio: Sì, certo.
P.M. E chiede a RUFFINO come comportarsi...
PALAZZOLO Saverio: .... se ci sono altri partecipanti ...
P.M. ... che faccio?
PALAZZOLO Saverio: "Aumenta la base dell'asta".
P.M. Le dice RUFFINO.
PALAZZOLO Saverio: Guardi ...No, no, in effetti così.
Aw. PALAZZOLO: Ho la sensazione che lei pensa troppo a quello che
deve dire. Si lasci andare, serenamente.
PALAZZOLO Saverio: No, no. Così è stato comunque.
P.M. Non si deve fare intimidire dal registratore.
PALAZZOLO Saverio: No, assolutamente. E' stato così. Dice "Partecipa,
aumenta la base dell'asta".
P.M. I1 registratore è uno strumento di semplificazione. E basta.
PALAZZOLO Savaio: Ho intenzione di parlare chiaramente, non è che mi
voglio tenere ...
Aw. PALAZZOLO: Si lasci andare tranquillamente, dico, senza pensare
troppo a quello che deve dire, alla parola adatta, alla parola in più, alla
parola in meno.
P.M. Vuole che le faccia portare un po' d'acqua?
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Allora interrompiamo un minuto.
L'interrogatorio viene sospeso alle ore 12,05

P.M. Riprendiamo dopo avere consumato un bicchiere d'acqua. Stavamo dicendo:


mi pare di capire che RUFFINO le dice di determinarsi ad aumentare
l'offerta nel caso in cui qualcuno si fosse presentato per fare a sua volta altre
offerte.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Questo possiamo darlo come un dato certo. Detto questo allora, il giorno
dell'udienza, che sappiamo essere il cinque di ottobre del 2007, lei si
presenta, e questo già l'ha riferito, trova lì PIZZO, trova lì il RUFFINO
intermediario, lei va con RUFFINO awocato, e trova anche l'avvocato
RIZZO. Quindi lei si aggiudica il bene per una somma di? Ha detto ...
PALAZZOLO Saverio: Ventisei e cinque.
P.M. Ventiseimila e cinquecento euro. E nessun altro si presenta ad offnre. Che
succede dopo quell'aggiudicazione?
PALAZZOLO Saverio: Chiedo in Cancelleria cosa, i documenti che
occorrono e i versamenti. Faccio i versamenti. No, mi scusi. E allora, dopo
circa una settimana, cioè, a parte, chiedo alla Cancelleria, mi dà i fogli,
quello che occorre. Sì, preparo gli assegni, li porto in Cancelleria e tutto.
Dopo circa una settimana, dieci giorni, non ricordo bene esattamente, ho
dato cinquantamila euro al RUFFINO, RUFFINO agenzia.
P.M. Quindi già lei aveva ultimato i suoi obblighi nei confronti del Tribunale,
della Cancelleria del Tribunale Fallimentare, versando l'intera somma di
ventiseimila euro, giusto?
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Quindi attendeva a quel punto di diventare soltanto formalmente
proprietario....
PALAZZOLO Saverio: Avere il titolo, per avere il titolo.
P.M. Non so i tempi, perché ovviamente si devono fare le relative volture, si
devono fare le relative annotazioni ai registri del Catasto e così via. In realtà
cosa fa?
PALAZZOLO Saverio: Io do i cinquantamila euro al RUFFINO, che deve
dare a PIZZO. E gli altri, in accordo come eravamo, come avevamo
preventivato, gli altri dopo circa un anno e mezzo. Un anno e mezzo, due
anni. Però prima io, ecco, prima dovevo avere il titolo di proprietà e poi ci
davo sti soldi piano piano, senza fietta.
P.M. La consegna di questa prima somma di cinquantamila euro le venne
sollecitata da chi, da qualcuno?
PALAZZOLO Saverio: No.
P.M. Rientrava nei patti che lei aveva preso.
PALAZZOLO Saverio: Sì, io dovevo dare una cifia da ..., non stabilita, quella
che potevo disporre io dopo l'aggiudicazione. E io allora ho dato i
cinquantamila euro.
P.M. E l'ha dato a RUFFINO.
8 PALAZZOLO Saverio: A RUFFINO, sì.
P.M. E dove gliel'ha data questa somma?
PALAZZOLO Saverio: Nel laboratorio da me. Io ho un laboratorio.
P.M. A Cinisi, immagino.
PALAZZOLO Saverio: A Cinisi.
P.M. E c'era solo lui?
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Ma di questa prima somma lei ne parlò, ebbe modo di parlarne anche con
questo PIZZO?
PALAZZOLO Saverio: No. Dovevo dare una cifra, che io dovevo stabilire, io
stesso.
P.M. E poi l'intesa era che dopo che fosse stata formalizzata a lei l'intestazione
definitiva del bene lei avrebbe corrisposto piano piano il resto della somma
...
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. ... fino a raggiungere i centocinquantarnila euro.
PALAZZOLO Saverio: Incluso le spese in questi centocinquantamila euro.
P.M. Quindi, in realtà, avrebbe dovuto dare centoventitremila e cinquecento euro.
r
PALAZZOLO Saverio: No, no, perché poi io ho pagato altre cose per
registrazione. Ad oggi ho pagato circa trentamila euro al Tribunale.
P.M. Al Tribunale Fallimentare.
PALAZZOLO Saverio: Si.
P.M. Ho capito. E l'intestazione definitiva a suo nome è awenuta?
PALAZZOLO Saverio: Sì, è awenuta giorni fa. Uno o due giorni dopo che
hanno fatto l'istanza di sequestro.
P.M. Dopo che le è stato notificato il sequestro.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Ha avuto un awiso, immagino, da chi? Dal Tribunale Fallimentare o dal
Catasto?
PALAZZOLO Saverio: Per il ritiro?
P.M. No, per l'intestazione del bene.
PALAZZOLO Saverio: Dovevo venire io di tanto in tanto dalla dottoressa
MESSINA. Sono venuto prima delle ferie, mi ha detto "No, dopo le ferie".
Poi settembre non sono venuto e i primi di ottobre era già pronto.
P.M. E dopo che lei ebbe notizia che effettivamente il bene era stato intestato a
lei, d'altra parte lei era diventato per la procedura fallimentare il legittimo
proprietario, attenzione, non è che per la procedura fallimentare lei ... Lei è
legittimo proprietario. Lei ne riparlò con RUFFINO?
PALAZZOLO Saverio: Ci ho detto del sequestro. Dissi "Guarda che mi hanno
sequestrato l'immobile".
P.M. E RUFFINO che le ha detto?
PALAZZOLO Saverio: "Non so cosa dirti" mi ha risposto.
P.M. E con PIZZO ne ha parlato?
PALAZZOLO Saverio: No, assolutamente.
P.M. Non ne ha parlato più dopo il versamento dei cinquantamila euro?
PALAZZOLO Saverio: No.
P.M. Con PIZZO.
PALAZZOLO Saverio: No, no. Io trattavo ...
P.M. Prego, finisca. Lei trattava?
PALAZZOLO Saverio: No, no, mi scusi. Dopo, ecco, prima dell'estate, sì,
venne il RUFFINO, dice "Sai, c'è un problemino, mi ha chiesto PIZZO se
ci puoi dare cinquemila euro perché ha dei suoi problemi". Ci ho detto
"Rosolino, non sono stati questi gli accordi". Siccome mi ha insistito, dice
"Ah, si tratta a dare una bambina, deve portarla in ospedale". "Va bene" e ci
ho dato altri cinquemila euro. Ma dopo di ciò ...
P.M. Quindi prima dell'estate, però, se non ho capito male, dopo che lei versa i
cinquantamila euro.
PALAZZOLO Saverio: Sì, dopo un bel po'.
P.M. Quindi prima dell'estate 2008 viene RUFFINO che per conto di PIZZO le
chiede cinquemila euro da destinare, vabbè, a PIZZO per questa esigenza.
PALAZZOLO Saverio: Sempre per il conto ...
P.M. Diciamo a scalare rispetto alla somma complessiva. E lei glieli dà questi
altri cinquemila euro.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Perfetto. Però lei con PIZZO non ne parla direttamente, personalmente, non
tratta con PIZZO. Lei tutta la vicenda la tratta con RUFFINO.
PALAZZOLO Saverio: Con RUFFINO.
P.M. E le chiedo: e con Michele DI TRAPANI ne ha mai parlato di questa
storia?
PALAZZOLO Saverio No.
P.M. Lei lo conosce a Michele DI TRAPANI?
PALAZZOLO Saverio: Sì, come paesano.
P.M. Come paesano diciamo. Non ne ha mai parlato, mai.
PALAZZOLO Saverio: No, non abbiamo mai avuto sto approccio.
P.M. Ritorniamo un attimo indietro. Lei ha detto all'inizio "11 RUFFINO, che
sapeva che io cercavo un terreno, mi propone un terreno della famiglia DI
TRAPANI".
PALAZZOLO Saverio: Si.
P.M. E le dice esattamente a chi dei DI TRAPANI questo terreno apparteneva?
Cioè, voglio dire, io mi metto nei suoi panni di compratore, io devo sapere
da chi compro. Anche se c'è di mezzo qui la procedura fallimentare, però
devo sapere da chi viene questo bene. Non posso accontentarmi, come
compratore, così, di avere un'entità generica, i DI TRAPANI.
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì. Ma infatti l'avvocato poi mi dice che viene da
Nicola DI TRAPANI, che aveva fatto una cooperativa, qualcosa, e risultava
dal fallimento.
P.M. E di Michele DI TRAPANI le parla RUFFINO?
PALAZZOLO Saverio: No. Soltanto quando mi dice "L'affare non si fa più
perché lo zio se lo deve aggiudicare lui". Mi ha detto qualcosa, "Si è
intromesso lo zio", qualcosa del genere. E allora io ...
P.M. Che è Michele.
PALAZZOLO Saverio: Che è Michele, sì.
P.M. Quindi lo zio è Michele. E in effetti risulta dagli elementi di prova
documentali che una prima aggiudicazione, però poi questa aggiudicazione
non si formalizzò definitivamente perché non versò l'entità ...
Aw. PALAZZOLO: Perse addirittura la cauzione.. .
P.M. Si, esatto, i duemila euro che si depositano ...
PALAZZOLO Saverio: Duemila e sei.
P.M. ... quelli che depositò anche lei. Che è un decimo, mi pare, della somma che
poi deve essere versata, cioè della somma minima da cui parte l'asta. E
quindi poi che cosa succede? Succede che, lei ha detto "Ad ottobre
finalmente mi viene comunicato che io divento proprietario di quel bene".
PALAZZOLO Saverio: Dopo il sequestro però.
P.M. Dopo il sequestro, quindi non siamo a ottobre, siamo a novembre perché il
sequestro è a novembre.
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì. Due o tre giorni prima addirittura mi è stato,
sono andato a prendere il titolo di proprietà. Ma già avevano fatto il
sequestro.
Aw. PALAZZOLO: Qua il titolo di proprietà non c'è.
P.M. Poi magari ne produciamo una copia. 28 ottobre. Quindi è prima del
sequestro, perché il sequestro avviene il 24 di novembre.
Aw. PALAZZOLO: Si rilascia copia conforme all'originale il 28-11.
P.M. Ecco, ha ragione allora. Infatti il sequestro awiene il 24,25 di novembre.
PALAZZOLO Saverio: Due o tre giorni prima.
A w . PALAZZOLO Il 28-10 è la scadenza del termine per eventuali reclami.
P.M. Ora io voglio capire questo: lei acquista questo bene dalla procedura
fallimentare, ma perché deve dare questi altri soldi? Cioè, lei è un cittadino
che ha deciso di acquistare un bene legittimamente da una procedura
pubblica, giudiziaria, ottempera a tutti gli obblighi, si aggiudica questo bene,
anche se quest'asta, diciamo, a quest'asta partecipa solo lei e nessun altro,
ma comunque, e però perché deve dare questi ulteriori soldi?
A w . PALAZZOLO: Che poi sono anche tanti centocinquantarnila.
P.M. Intanto questo terreno li valeva?
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Un terreno importante.
PALAZZOLO Saverio: Cinquemila metri.
P.M. Cinquemila metri.
PALAZZOLO Saverio: Verde agricolo e c'era il rudere. Penso qualcosina in
più vale.
P.M. E lei che ci doveva fare in questo terreno? Mi scusi se glielo chiedo.
PALAZZOLO Saverio: L'idea mia era di fare un ..., due ...
A w . PALAZZOLO Una casa abusiva.
PALAZZOLO Saverio: No, no. No, una è in regola.
P.M. Awocato, non castri troppo il suo assistito.
A w . PALAZZOLO: Già lo porto fuori con un'accusa semplice di
abusivismo edilizio è un successo!
PALAZZOLO Saverio: Di fare una casa, io ho due figli, in prospettiva di
domani.
P.M. Quindi, diciamo, con la prospettiva di potervi edificare.
PALAZZOLO Saverio: Sì. Io ho presentato un progetto.
P.M. Un progetto, va bene. Ma questa è zona edificabile?
PALAZZOLO Saverio: Verde agricolo.
P.M. Verde agricolo, quindi è edificabile nei limiti ....
PALAZZOLO Saverio: Sì, sì, magazzino rurale.
P.M. Esatto.
PALAZZOLO Saverio: C'è la cubatura della casa esistente più quella che si
racimola per il terreno.
P.M. Si. Ho capito. Torniamo all'altra domanda: perché lei corrisponde questa
somma, addirittura così spropositata rispetto all'entità di quella che lei ha
versato all'ufficio Fallimentare, ben quasi cinque volte superiore.
PALAZZOLO Saverio: Perché RUFFINO mi dice era di loro, dei D I
TRAPANI, e loro lo vendono. Io, facendomi i calcoli, calcolando l'asta e il
terreno e il valore realmente del terreno, ci vale i centocinquantamila euro.
Per me era pure un affare.
P.M. Lei sapeva chi erano i DI TRAPANI, no?
PALAZZOLO Saverio: Sì, certo.
P.M. Che sono una delle famiglie mafiose più potenti.
PALAZZOLO Saverio: Si, si. Viviamo a Cisini.
P.M. A parte su Cinisi, ma anche su Palermo. Tristemente note a P a l m o più che,
oltre che a Cinisi. E quindi, voglio dire, lei non è che era obbligato a farlo
questo acquisto.
PALAZZOLO Saverio: No, assolutamente.
P.M. Lei poteva andare ad acquistare benissimo da un'altra persona un bene
addirittura libero, non sottoposto a procedura fallimentare, giusto?
PALAZZOLO Saverio: Io ho avuto la convenienza che era vicino dove lo
cercavo io, vicino la casa dove abito.
P.M. Per lei era un affare, era economicamente conveniente. Va bene. E quindi lei
in questo minuto si ritrova con un bene sequestrato, con una contestazione
di intestazione fittizia di beni, con l'aggravante dell'art.7, vabbè.
PALAZZOLO Saverio: Con un progetto non approvato perché mancava il
titolo di proprietà.
P.M. Cioè, quest'operazione è stato un disastro dal punto di vista economico.
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Va bene. Io intanto farei una verbalizzazione riassuntiva.

L'interrogatorio viene sospeso.


L'interrogatorio riprende alle ore 13,20.

P.M. Sostanzialmente abbiamo finito la verbalizzazione riassuntiva. Io volevo


chiederle, soltanto a chiarimento, lei era al corrente che la gara, l'asta, in
qualche modo fosse stata condizionata per quanto riguarda la partecipazione
dei potenziali offerenti, dei potenziali aggiudicatari?
PALAZZOLO Saverio: No, assolutamente.
P.M. L'unica cosa che ha riferito di essere ...
PALAZZOLO Saverio: Lei dice se ci potessero essere altre persone che
partecipassero ....
P.M. No, forse non sono stato chiaro. Le chiedevo se lei avesse compreso, visti i
discorsi intervenuti con il RUFFINO, che in qualche modo la
partecipazione alla gara per l'aggiudicazione del bene fosse stata, come dire,
condizionata per far sì che partecipasse soltanto lei.
PALAZZOLO Saverio: No, no.
P.M. Cioè, lei comunque è fermo a quel dato che lo stesso RUFFINO le diede
circa il fatto che se altri si fossero presentati lei avrebbe dovuto rialzare
l'offerta in modo da ottenere, al fine di ottenere l'aggiudicazione del bene.
Questo. L'ultima precisazione che le chiedo è questa: per quanto riguarda il
pagamento della somma di centocinquantamila euro, questa le venne chiesta
sempre per i DI TRAPANI da RUFFINO. . . --...
PALAZZOLO Saverio: Sì.
P.M. Sempre per i DI TRAPANI, è così?
PALAZZOLO Saverio: Sì. Per conto di Pietro.
P.M. Attraverso Pietro PIZZO, mediante Pietro PIZZO.
PALAZZOLO Saverio: Poi non lo so cosa faceva Pietro.
P.M. Va bene. Sono le 13,25 possiamo chiudere qui questo interrogatorio.
Awocato, lei ha altre domande?

(eli-
Aw. PALAZZOLO No, grazie dottore.

***
LA COMPLESSIVA VALUTAZIONE delle DICHIARAZIONI
(AUTO ed ETERO) INCRIMINANTI in RELAZIONE alle
CONTESTAZIONI ASCIUTTE nella RUBRICA IMPUTATIVA
e alla GIURISPRUDENZA in tema di INTRANEITA'.

La lettura complessiva delle dichiarazioni rese al Giudice nel corso delle attività
integrative, ex articolo 441 del codice di procedura penale, permette di delineare
- in modo sicuramente più nitido - il panorama probatorio consolidatosi nel
processo già prima del prowedimento in forma suppletoria.
Ciò posto, è opportuno chiarire che lo sviluppo delle fonti di prova (promosso
grazie all'attività integrativa svolta dal Giudice) ha necessità di una guida logica
senza la quale la valutazione del peso accusatorio potrebbe non avere adeguata
focalizzazione.
6 Il tema accusatorio, infatti, ha tre contemporanei livelli di approfondimento:

I1 PRIMO attiene al quadro generale della tematica associativa ossia


alla prova di sussistenza di un contesto plurisoggettivo permanente ed
integrato nel temtorio, nella sua specifica ramificazione alla 'Ifamiglia",
cui gli odierni imputati avrebbero fatto riferimento con circostaziati
comportamenti non diversamente interpretabili.
I1 SECONDO attiene al tempo di interazione di queste univoche
condotte inserite nel contesto di permanenza sopradescritto e ciò al fine
di avere selezione nella evidenza di ruoli principali, gregari,
favoreggiatori o soltanto marginalmente accessori alla contestualità
plurisoggettiva.
I1 TERZO attiene alla valutazione 'delle mòdalità di azione e
@ all'effetto delle stesse in relazione, sempre, allo scenario delittuoso
plurisoggettivo per comprendere se di vera e propria consumazione dei
reati si tratti o di condotte non aventi avuto le connotazioni tecniche di
completezza o condotte, per diverse ragioni, non consumate.

Dalla lettura incrociata delle dichiarazioni rese da tutti i segmenti conoscitivi


della vicenda, è agevole constatare che situazioni esterne (come arresti,
defezioni, soppressioni, adattamenti a mutevoli scenari di alleanze, nuovi
ingressi di adepti e tattiche connesse alle necessità di gestione criminale del
temtorio) rendono, di volta in volta, conoscibile solo una piccola parte del tutto.

Semplificando, è come se l'organizzazione - in se stessa mutevole e adattantesi -


permettesse ai singoli di avere una conoscenza minimale (quella solo necessaria
all'espletamento delle necessità connesse all'esecuzione delle azioni program-
mate), riservando a pochissimi soggetti (e posti al più alto livello) una capacità
ricognitiva del tutto.
Se una metafora può aiutare a comprendere, il sistema dell'organizzazione
risulta strutturato come i raggi di una ruota: ciascun raggio adempie alla sua
funzione di tensione meccanica che, in realtà, è posta al centro della ruota e
- a sua volta - spinta da una propulsione che non è detto che avvenga
proprio al centro della ruota ben potendo venire trasmessa da altro luogo a
questo collegato.

Fuori di metafora, è agevole osservare come i collaboratori di giustizia ormai


consolidatisi nell'apertura cooperativa da diversi anni (leggasi: BRUSCA
GIOVANNI, ONORATO FRANCESCO, PALAZZOLO SAVERIO,
FONTANA ANGELO, DI NATALE GIUSTO) nulla sappiano o possano aver
saputo dell'attuale quadro del Mandamento di Resuttana - San Lorenzo.
8
Essi, tuttavia, hanno avuto percezione di fondamentali elementi di sviluppo
storico della realtà criminale del Mandamento e ne possono testimoniare la
tipicità dinamica sulla base della quale interpretare i più recenti accadimenti.

Quelli la cui apertura cooperativa è più recente (leggasi: BRIGUGLIO


FRANCESCO, FRANZESE FRANCESCO, SPATARO MAURIZIO, PASTA
MANUEL), conoscono ciò che loro specificatamente era delegato dai referenti
della 'Lfamiglia" del Mandamento.

Essi - è evidente - a volte non hanno conosciuto la strategia generale o la tattica


organizzativa che sovraintendeva le loro azioni, ma le hanno semplicemente
eseguite.
Solo la lettura "in combinato disposto" di tutte queste fonti ricostruttive e la loro
@ interazione dinamica permette - oggi - di comprendere, fino in fondo, ciò che
abbiamo sopra definito "focalizzazione" accusatoria.

Ecco, allora, che possono porsi - sulla base del materiale probatorio fino a
questo momento esaminato - alcuni punti fermi dello scenario processuale:

Nessun dubbio può residuare in ordine alla prova del dato storico -
oggettivo e generale - relativo alla sussistenza di un'articolazione assai
importante e operativa della "Cosa Nostra", avente agito in una zona
rilevante ed assai estesa del territorio della città di Palermo (addirittura,
nel periodo di maggiore estensione geografica, questa zona andava dal
quartiere delllAcquasanta fino al centro abitato posto nei dintorni di
Carini e, quindi per almeno due decine di chilometri in linea d'aria) che
- -

ha condiviso, promosso e portato a termine metodi sanguinai mai prima


di allora sperimentati dall'organizzazione criminale
A
Nessun dubbio, altresì, vi può essere - grazie alla lettura interconnessa
delle dichiarazioni dei collaboranti - sulla circostanza che questa area di
aggregazione criminale, aveva (come ha ancor oggi) un suo zoccolo
duro operativo nella "Famiglia" MADONIA - DI TRAPANI i cui
esponenti avevano nel tempo ideato e partecipato alcune delle azioni più
eclatantemente violente ed eversive contro lo Stato e i suoi interessi.
Nessun dubbio, ancora, può esservi sulla circostanza che questi uomini
della "Cosa Nostra", dopo lunghe ed onerose indagini, erano stati
assicurati alla Giustizia, condannati a pene reclusive perpetue o di assai
lunga durata e, quindi, ristretti all'interno delle Case Circondariali dalle
quali, però, - come vedremo - non hanno mai cessato di imporre il loro
credo di sangue.

Costituisce, infine, un dato gnoseologico certo (perché logicamente correlato


@ agli accadimenti in giudizio) la circostanza secondo cui gli "uomini d'onore"
della "Famiglia" MADONIA-DI TRAPANI, proprio perché posti in regime
carcerario speciale, abbiano dovuto, per necessità di molo e di funzione in seno
all'organizzazione, disporre di strumenti comunicativi con l'esterno finalizzati
alla gestione economica delle necessità della "Famiglia" e all'arnministrazione
degli indissolvibili e sempre vivi rapporti di controllo criminoso del territorio.

Già in questa fase del procedere logico della presente motivazione può e deve
porsi evidenza ad un dato giurisprudenziale di determinante rilievo tecnico
nel quadro della decisione che sarà di qui a poco assunta.
Per il Supremo interprete delle leggi, infatti:

Sez 1, Sentenza n. 54 del 1 1/12/2008 Cc. (dep. 02/01/2009 ) Rv. 242577


g> Presidente: Fazzioli E. Estensore: Piraccini P. Relatore: Piraccini P. Imputato:
Sarracino. P.M. Galati G. (Con$)
-
REATI CONTRO L'ORDINE PUBBLICO DELITTI ASSOCIAZIONE PER -
- - -
DELINQUERE IN GENERE Associazione di tipo mafioso Concorso estemo
- -
Differenza con il delitto di favoreggiamento personale Fattispecie.
Intema il reato di concorso estemo in associazione di tipo mafioso, e non la
meno grave fattispecie di favoregeiamento personale, la condotta del soggetto,
estraneo all'associazione. che faccia da "corriere" tra un latitante e altri
membri del sodalizio criminale. mediante la consegna di messaggi inerenti alle
attività delittuose del P ~ R P O .

Pertanto, chi si pone come punto di collegamento tra gli associati detenuti e altri
associati latitanti o a piede libero può dirsi, anche se estraneo, - ad ogni
effetto ed almeno - compartecipe esterno deil'associazione mafiosa.
Vedremo, adesso, se questo minimale presupposto sia stato superato nei fatti.
"L'OBITER DICTUM" statuito dal TRIBUNALE del RIESAME e dalla
SUPREMA CORTE di CASSAZIONE

I1 nodo tecnico dell'odiemo processo è se, ed in quale misura, devono essere


interpretate le prove raccolte a carico degli imputati DI TRAPANI
MARIANGELA, DI TRAPANI MICHELE, SGADARI VINCENZO e
PIZZO PIETRO (al DI PACE, infatti, è contestata solo l'ipotesi minore del
reimpiego).
In altre parole ciò che è in questione - come abbiamo più volte segnalato - è il
livello di coinvolgimento degli imputati nelle azioni di supporto a "Cosa
Nostra". La gamma di questo coinvolgimento potrebbe essere (in progressione)
valutato dal semplice favoreggiamento, alla totale intraneità associativa (in
contestazione) passando - come in ultimo abbiamo visto - per il
@ favoreggiamento aggravato dalla finalità mafiosa o la partecipazione esterna al
reato plurisoggettivo.

I1 problema - se un accostamento di tipo filosofico può svolgersi - ha la forma di


un ragionamento sillogistico in cui:

la premessa maggiore è l'ontologica esistenza dell'organizzazione


mafiosa denominata "Cosa Nostra" con tutte le sue articolazioni
strutturali, organizzative ed operative; con un organigramma di
soggetti funzionalmente immedesimati, alcuni con compiti diretti di
primaria importanza altri in ruolo gregario: tutti uniti nel
programma comune delittuoso.
La premessa minore è la ricostruzione della condotta materialmente
posta in essere dall'imputato così come dimostrata dalle prove.
La conclusione è data dalla possibilità (tecnica) di far combaciare,
esattamente, la condotta degli imputati al comune programma
perseguito dall'associazione.

Se la condotta degli imputati combacia con i requisiti astrattamente C


materialmente previsti per la ricorrenza del reato plurisoggettivo, si potrà dire
che essi sono associati per delinquere all'organizzazine denominata "Cosa
Nostra".

Lontani da questo scenario di completa identità, si dovrà trovare in quali punti


la condotta degli imputati non combacia con la piena fattispecie plurisoggettiva
e determinare se i "discostamenti" da quella siano, in se medesimi, rilevanti ai
fini di compartecipazione (articoli 110 e 416 bis del Codice Penale) o di mera
aggravante al favoreggiamento (articoli 378 aggravato dall'articolo 7 del D.L. n.
152 del 1991).
Non può, poi, sottacersi che su questa progressione sillogistica e sul materiale
probatorio di rilievo indiziario esistono, in atti, due importanti pronunciamenti
che meritano ogni evidenza e rispetto nomofilattico:

uno di un organo d'appello (Tribunale del Riesame) che ha affermato la


sussistenza di elementi probatori univoci, convergenti e concordanti e un
altro di un organo di legittimità (Corte di Cassazione, Sezione Prima
Penale) che ha confermato questa interpretazione.

Sarebbe oltremodo illogico - pur nell'owia libertà del convincimento di


questo Giudice - non dare atto ed evidenza del pronunciamento del Giudice
di Legittimità se non altro perché è ragionevole prognosi preventivare una
nuova impugnazione o gravame al presente atto giudiziario e, quindi, una
nuova pronuncia dell'organo interprete delle Leggi il quale - ragionando
@ secondo l'id quod plerumque accidit - difficilmente contraddirebbe il suo
stesso pronuncimento.

Vediamo in quale modo, in sede di valutazione del rilievo probatorio minore, i


Giudici hanno statuito e come questa statuizione influenzi l'attività di sindacato
delle prove nei modi e nei termini oggetto del processo in rito abbreviato.

Per il Tribunale della Libertà (23 DICEMBRE 2008) e la Suprema Corte (19
MARZO 2009) la ricostruzione della contestualità mafiosa doveva ritenersi
assolutamente fondante e comprovata dagli atti acquisiti perché, in effetti:

"tali acquisizioni (testualmente riportate nel1'Ordinanza di Custodia Cautelare


in carcere dalla pagina720 in poi), da un lato sciolgono ogni residuo dubbio
@ circa il ruolo svolto dal Madonia Aldo, poiché appare chiaro che non si
trattava soltanto di amministrare le entrate lecite della famiglia, bensì di
coordinare quel complesso di rapporti interpersonali ed economici che trovano
l 'addentellato nelle attività di "Cosa Nostra".

In altri termini, gli elementi indizianti sopra tratteggiati e l'enorme compendio


indiziante cui si è fatto rinvio per relationem, fornicono l'indicazione di come il
Madonia Aldo, lungi dal recidere il rapporto che lo legava con la famiglia
mafiosa storicamente retta dai suoi familiari, si è trovato a fronteggiare la
delicata situazione della famiglia mafiosa di "Resuttana" decimata dallo stato
di detenzione del padre e dei fratelli, ossia degli esponenti e capi storici della
famiglia.
Affiora, infatti, l 'attribuzione di competenza di tutti gli affari della famiglia che
trovano in Aldo il necessario ed obbligato gestore cui tutti devono rivolgersi
per l 'amministrazione del patrimonio mafioso e della cassa familiare, secondo
le regole gerarchiche e le forme assistenzialistiche tipiche di Cosa Nostra.

L'analisi delle fonti indizianti rivela, infatti, come i discorsi economici di cui si
discute è da un lato quello relativo alle nuove entrate, rese difficili e
discontinue dallo stato di sofferenza della famiglia e dal comportamento dei
sodali più stretti (es.riferimento a Diego Di Trapani), dall'altro quello relativo
alle rendite, anch 'esse discontinue, provenienti dal patrimonio acquisito nel
corso dei decenni di attività criminale mafiosa da parte del dan dei Madonia.

Il tenore dei discorsi e la tipica gestualità utilizzata, i luoghi in cui alcune


discussioni si sono tenute (cfr. ad es. conversazioni sul pianerottolo di casa),
l'oggetto stesso degli argomenti trattati ed il modus agendi, forniscono l'idea
di come si sia verzjìcato nel corso degli anni un 'irnmedesimazione organica dei
Melodia (rectius: Madonia ndr) nella famiglia mafiosa di Resuttana,
determinandosi una sorta di confusione giuridica del patrimonio illecito della
famiglia mafiosa nel patrimonio della famiglia naturale, dimodochè appare
riduttiva e poco aderente al dato investigativo, distinguere fra l 'uno e l'altro,
come argutamente prospettato dalla difesa... ".

La Cassazione - da parte sua - ha, con poche parole, confortato questa


ricostruzione chiarendo che:
Q "nessun dubbio è possibile nutrire in ordine alla efficacia probatoria delle
conversazioni non solo perché è consentito desumere da conversazioni di terzi
la posizione apicale in seno ad un'organizazione mafiosa, di un determinato
soggetto, ma anche perché a tali conversazioni partecipavano persone
intranee all'organizzazione mafiosa particolarmente influenti e, quindi, ben a
conoscenza dei ruoli ricoperti dai singoli associati.."

È agevole osservare, a questo punto, che la progressione motiva dell'odierna


sentenza ha posto i riferimenti basilari in termini di fatto, diritto e
giurisprudenza per svolgere l'esame delle singole posizioni processuali che
saranno, da qui in poi, segnatamente oggetto di approfondimento.
LE SINGOLE POSIZIONI PROCESSUALI:
LE CONTESTAZIONI ASCIUTTE a DI TRAPANI MARIANGELA

Per la DI TRAPANI MARIANGELA la Pubblica Accusa ha richiesto la pena


di anni dodici di reclusione essendo la stessa ritenuta responsabile dei delitti di
associazione mafiosa (art. 416 bis commi I, 111, IV, V e VI del Codice Penale) e
di trasferimento fraudolento di valori aggravato e continuato di cui ai capi 2, 3,
5, 6 e 7 della rubrica.

In altri termini, la Pubblica Accusa ritiene che l'imputata abbia svolto un ruolo
non di natura episodica, né di carattere marginale, nelle attività delittuose svolte
dalla "Famiglia" mafiosa dei DI TRAPANI - MADONIA facendo da continuo
tramite comunicativo tra il marito SALVATORE (detto Salvino), i suoi fratelli e
8 gli altri soggetti affiliati che, sul territorio "amministravano" gli interessi della
"Cosa Nostra" non disdegnando di esprimere anche personali avvisi decisori
non direttamente connessi agli imput provenienti dal carcere.

Questa prospettazione è totalmente avversata dalla Difesa (si confronti la


corposa memoria difensiva resa nel processo alla data del 24 FEBBRAIO 2010
con allegata la giurisprudenza del Supremo Collegio) che assume la totale
buona fede dell'imputata e - non negando l'incontestabile elemento storico delle
intercorse conversazioni - ne colloca l'interpretazione nel quadro di necessità
connesse al ruolo familiare di moglie e madre di un bambino in tenera età.

La prospettazione difensiva resa dalia DI TRAPANI non può essere accolta.


I1 quadro delle prove raccolte nel corso del processo raccontano di un ruolo e di
8 una funzione della DI TRAPANI MARIANGELA assolutamente integrato nella
realtà mafiosa facente capo al defunto padre FRANCESCO DI TRAPANI al
marito MADONIA SALVATORE ed alla di lui "Famiglia".
I1 quadro delle prove raccolte racconta qualcosa di più di più di un mero ruolo
postino od intermediatorio delle volontà consolidatesi in ambiente carcerario.
I1 quadro delle prove racconta dell'azione dell'imputata DI TRAPANI, da una
parte, cosciente annunciatrice della volontà criminale dei capi della "Famiglia"
e, al contempo, fedele esecutrice del programma associativo.

Questo ruolo è ben sintetizzato nelle parole dell'ultimo (solo in ordine di tempo)
collaborante di giustizia la cui conoscenza delle cose è - in termini di attualità e
di novità del patrimonio conoscitivo - assolutamente rilevante.
I1 PASTA MANUEL, "uomo d'onore" della "Famiglia" di Resuttana e, quindi, a
diretto contatto con le azioni della DI TRAPANI MARIANGELA ha, con
unfarticolata messe di informazioni (alle quali integralmente si rimanda),
descritto le sue (di lei) attività ponendo definitiva epitome alle intercettazioni:
II
.. .G.I.P.
chiaro. Dunque, eravamo arrivati al momento della elargizione in
favore di Di Trapani Michele. Ora come Bartolo Genova le chiarì il ruolo che a
suo awiso Michele Di Trapani aveva in seno a "cosa nostra", le chiarì pure i
contorni diciamo di questa azione, che invece svolgeva la Maria Angela Di
Trapani? Specifico meglio. Cioè il Bartolo Genova le disse mai, le riferì mai la
circostanza che la Maria Angela Di Trapani fosse organicamente inserita in
"cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: Maria Angela Di Trapani, l'ho detto prima, non è che
faceva parte della famiglia Resuttana, però come dice il Bartolo Genova, dice:
"si comporta come un masculo", come un uomo, cioè si faceva sentire. Voleva i
soldi, anche ai tempi di suo zio per i... per i detenuti e mandava messaggi dal
carcere, mandava una serie di ordine dal carcere...
G.I.P. io sono siciliano come lei.
TESTE ASSISTITO: masculo, come un uomo si pre. ..
G.I.P. no, l'ho capito. Per me la frase "si comporta come un masculo..."...
TESTE ASSISTITO: significa come un uomo.
G.I.P. ma uomo io... l'appellativo successivo mi chiedo se c'è. Si comporta come
un uomo o si comporta come un uomo d'onore?
TESTE ASSISTITO: io ho detto come un uomo, Signor Presidente, non come
uomo d'onore.
G.I.P. e per questo dico, io voglio che sia chiaro...
TESTE ASSISTITO: come un uomo, senza...
G.I.P. per la registrazione e per la trascrizione che...
TESTE ASSISTITO: come un uomo, un uomo, come un maschio, aveva il
carisma di un maschio, non è una semplice donna, si imposta, è..
...
G.I.P. sì, ma tra questo
TESTE ASSISTITO: no, uomo d'onore, non c'entra niente.
G.I.P. però mi scusi, mentre... lo capisco, la differenza la raccolgo perché sono
siciliano come lei, però io le ho fatto una domanda. I1 fatto che si comportasse
come un uomo, la connotava alla stregua- di un uomo d'onore o era un modo di
dire punto e basta.
TESTE ASSISTITO: no non c'entra niente come uomo d'onore, uomo d'onore
e...
G.I.P. non c'entra niente...
...
TESTE ASSISTITO: è uno status che si diventa. Uno può essere un uomo, un
maschio e poi diventa uomo d'onore, ma in quel momento... non era certo come
una donna, che magari ha inibizione a parlare con un... con un altro uomo. & i
impostava, mandava i... ~ lordini
i dal carcere. chiedeva il mantenimento della
famidia ...
G.I.P. allora, facciamo l'elenco a questo punto delle cose che faceva Maria
Angela Di Trapani, che si comportava come un masculo, come dice lei. Allora,
faceva da tramite...
.TESTE ASSISTITO: con la famiglia Madonia.
G.I.P. con la famiglia intera o soltanto con suo marito?
TESTE ASSISTITO: no. con i fratelli. so che aveva rapporti mi diceva Bartolo
Genova. con tutti e tre.
G.I.P. tutti e tre chi?
TESTE ASSISTITO: so che c'è Salvino e altri due fratelli, un certo Pippo,
Giuseppe, non so poi come si chiama.
G.I.P. non sa.
1406
TESTE ASSISTITO: perché una... quello che gli è stato dato il 41 bis, come mi
riferì Bartolo Genova, non era Salvino era un altro fratello.
G.I.P. questo... le pongo la domanda. Ma se avere rapporti con il proprio marito
che si trova in carcere, portare messaggi. è un fatto diciamo nella
straordinarietà deiie cose, ragionevole, nel senso che è tuo marito, ti dice una
cosa è tuo marito che te la dice, un'altra cosa è che portasse messaggi, per
esempio, per i fratelii di lui e che comunque erano rappresentanti della famiplia
Madonia, che è una cosa di una certa qual natura diversa. Ho capito bene
oppure no?
TESTE ASSISTITO: certo. ha capito bene. Tra l'altro (incomprensibileh..
Bartolo Genova, dice: "sai uno dei fratelii gli hanno levato il 41 bis quindi è
venuta fatta fatta", ha portato questo messaggio dal carcere. Ora non so se
Maria Angela Di Trapani... le dinamiche, come li ha fatti avere questi messaggi.
Bartolo Genova mi dice che arriva il placet da parte della famiglia Madonia,
non mi dice di Salvino Madonia, deiia famiglia Madonia.
G.I.P. che vuol dire che aveva il placet della famiplia Madonia.
47 TESTE ASSISTITO: il placet affinché Bartolo Genova, nipote di Salvatore
Genova, servisse la famiglia di Resuttana e che Michele Di Trapani stesse a casa.
G.I.P. scusi, allora andiamo alle cose ancora più pratiche. Ogni volta che
parlava Maria Angela Di Trapani è come se parlasse Salvino Madonia o era
come se parlasse la famiglia Madonia, che è una cosa diversa?
TESTE ASSISTITO: come se parlasse... i tre fratelii, rappresentava i tre
fratelii.
G.I.P. rappresentava i tre...
TESTE ASSISTITO: la famiglia Madonia, mandava messaggi da parte dei
fratelli. Salvino Madonia e nella fattispecie lui mi disse, tramite un fratello di
Salvino, quindi non fu Salvino a mandare questi... ma lo mandò un altro
fratello.
G.I.P. invece per quanto r i ~ u a r d ai soldi, pestiva i soldi solo del marito...
TESTE ASSISTITO: anche del fratello...".

@
Se si estrapola il fraintendimento concettuale - che quasi diventa un gioco di
parole - tra l'idea dell'uomo, quella della donna che non poteva essere "uomo"
né tantomeno "uomo d'onore" e quella, ancora, della donna che agli occhi degli
"uomini d'onore" si comportava come un vero e proprio uomo (nell'accezione
siciliana del "masculo"ossia dell'essere virile e forte che contraddistingue un
vero appartenente all'organizzazione delittuosa maschia per eccellenza);
ebbene, se si eccettua questo momento dialogico, forse un po' surreale, si
perviene alla verità diretta e incontrastabile delle vicende.

Lungi dal gestire rapporti familiari e necessità legate ai bisogni economici della
sua famiglia anagrafica, DI TRAPANI MARIANGELA era al centro di un
vorticoso giro di notizie e di comunicazioni che smistava nell'interesse della
"Famiglia" mafiosa cui apparteneva per passato e "censo" anagrafico, per via di
surroga e riserva (causa gli arresti) e per ruolo di consorte di peso specifico.
Questa condotta, nell'ottica già sopra indicata dal pronunciamento della
Suprema Corte di Cassazione (Sez. 1, Sentenza n. 54 del 11/l212008
depositata il 02/01/2009 - Rv. 242577) è certamente di tipo associativo e
legittima la condanna per il reato di cui all'articolo 416 bis del Codice Penale
anche solo a titolo di partecipazione esterna.
Non è un caso che la stessa imputata abbia percepito chiaramente la gravità
delle prove a suo carico, già ben prima che apparisse ail'orizzonte del
processo l'apertura cooperativa di PASTA MANUEL (29 MARZO 2010) e
il contenuto accusatoriamente dirompente delle sue dichiarazioni.

Infatti, fu in data 25 FEBBRAIO 2010 e quasi nella fase finale dell'udienza,


che l'imputata DI TRAPANI MARIANGELA rese dichiarazioni a valenza
@ tecnica semiconfessoria:

DICH. DI TRAPANI MARIA ANGELA: - Signor Giudice, nel


corso di questi mesi di detenzione ho avuto il tempo di
riflettere sulle mie azioni, ho maturato la
consapevolezza di aver sicuramente agito in maniera
sconsiderata, non rendendomi mai conto che così facendo
avrei potuto destare dei sospetti sulla mia condotta.
Ci tengo però a precisare, con decisione, che tutto
quanto da me fatto aveva come unico scopo il
sostentamento mio e della mia famiglia.
In particolare, il sostentamento di mio figlio, per cui
rappresentato sino all'arresto l'unica figura di
riferimento.
6 evidente che la difficile e dolorosa situazione
familiare è stata determinante a portarmi ad agire in
questo modo, vi chiedo di mettervi per un attimo nei miei
panni.
Nella mia famiglia sono tante le persone che hanno avuto
problemi con la giustizia e non era per me facile, nella
aondizione nella quale mi trovavo rendermi conto che
attraverso azioni che ritenevo potessero aiutare i miei
congiunti potessi anche io trovarmi all'interno di questi
problemi. Solo una volta in carcere, schiacciata da
questi fascicoli di accuse che vanno al di là di quello
su cui ho sbagliato, ho compreso veramente che avrei
dovuto agire in altro modo. Ma, di fronte a quella
difficoltà, le pressioni erano tante..."

Ebbene, ciò che per la DI TRAPANI MARIANGELA può ritenersi


"sconsiderato" è, invece, ciò che deve ritenersi delittuoso.
f l k 4 0 8
Ma, come dicevamo, e agevole osservare - riportandosi alle prove fino a questo
momento rassegnate nel presente provvedimento - che alcune specifiche
vicende oggetto delle investigazioni dei Carabinieri del R.O.S. di Palermo
ampliano il carattere e la natura della responsabilità attribuibile alla DI
TRAPANI MARIANGELA superando il minimum partecipativo esterno.
Alludiamo a quanto oggetto di intercettazione relativamente ai rapporti
intercorsi con il famigerato latitante LO PICCOLO SALVATORE, con CINA'
ANTONINO, GENOVA SALVATORE, GRAZIANO VINCENZO, con gli
esponenti della "Famiglia" mafiosa dei FONTANA (finalizzati al tentativo di
fare ritrattare il collaborante FAVALORO MARCO) e tutti i colloqui oggetto di
intercettazione all'indomani della cattura del gruppo facente capo al già sopra
indicato LO PICCOLO SALVATORE.

Q Ebbene, tutti quegli approfondimenti investigativi conclamano - senza alcuna


possibilità di dubbio interpretativo sulla buona fede - la piena e non
equivocabile consapevolezza della DI TRAPANI MARIANGELA dell'azione in
favore di "Cosa Nostra" in termini di determinante apporto causale.
Invero, è assai irragionevole ritenere che l'imputata:
non avesse coscienza del ruolo svolto dal di lei padre in "Cosa Nostra"
(DI TRAPANI FRANCESCO era il Reggente il "Mandamento" di
Resuttana) e dell'alleanza che - ben prima della sua unione matrimoniale -
esisteva tra le famiglie DI TRAPANI e MADONIA in una solidarietà che
non poteva dirsi solo di affetti.
non avesse avuto coscienza (quantomeno dopo l'arresto e le numerose
sentenze dì condanna all'ergastolo per gravissimi fatti di mafia) del ruolo
svolto dal marito MADONIA SALVATORE in "Cosa Nostra".
non sapesse (quantomeno dopo l'arresto e le numerose sentenze di
condanna all'ergastolo per gravissimi fatti di mafia) chi fossero i suoi
cognati e che ruolo avessero svolto in clamorosi azioni delittuose che
avevano destato attenzione nell'intero Paese.
non avesse compreso, esattamente, il senso delle parole del cognato
MADONIA GIUSEPPE (condannato all'ergastolo per gravi fatti di mafia)
allorché, nel corso del colloquio carcerario del 25 MARZO 2006, le
aveva detto testualmente: "Tu devi essere i miei occhi.. ".
non avesse compreso l'importanza dello svolgimento di ben cinquantuno
colloqui carcerari neil'arco di due anni circa con tutti gli esponenti della
"Famiglia" MADONIA.
non avesse compreso la provenienza estorsiva e, comunque, delittuosa del
denaro che permetteva di alimentare le necessità sue e della famiglia cui
apparteneva.
non avesse compreso chi fosse l'interlocutore (LO PICCOLO
SALVATORE) della richiesta relativa alla somma di 80.000,OO
(ottantamila) Euro inviata, tramite la intermediazione di DI PACE
FRANCESCO, inteso "BMW" e pure riferita al marito MADONIA
SALVATORE durante il colloquio carcerario.
non avesse avuto chiara consapevolezza del ruolo svolto da GENOVA
SALVATORE e BONANNO GIOVANNI nella "coReggenzaWinterinale
del "Mandamento" situazione questa che doveva soddisfare le sempre
impellenti necessità di nuovi approwigionamenti di denaro.
non avesse avuto conoscenza del ruolo svolto da BONANNO
GIOVANNI durante il tempo in cui il denaro non era più affluito nelle
casse della "Famiglia" e si era assunta, da parte dei Reggenti, la decisione
di sopprimerlo (decisione questa eseguita in data 11 GENNAIO 2006).
non fosse consapevole della circostanza che la nuova gestione del
Mandamento, con la sola "Reggenza" del GENOVA SALVATORE,
avesse permesso l'afflusso di un regolare introito mensile e di altro
denaro che sarebbe stato distribuito per le necessità dei detenuti.
non sapesse che l'arresto del LO PICCOLO SALVATORE (5
NOVEMBRE 2007) e, successivamente, del GENOVA SALVATORE
(16 GENNAIO 2008) aveva nuovamente interrotto il flusso economico
imponendole di sperimentare nuove possibilità di approwigionamento.
non sapesse il ruolo svolto dall'affiliato GRAZIANO VINCENZO (inteso
"Corvina") in favore della "Famiglia" dei MADONIA e delle operazioni
economiche, dal detto GRAZIANO poste in essere, in forma occulta, per
finanziare le sue necessità economiche.
non sapesse quale caratura mafiosa si accompagnasse al nome delle
"Famiglie" FONTANA-GALATOLO, componenti effettivi del
"Mandamento" per il territorio delllAcquasanta, le cui gesta delittuose si
legano ad alcuni dei fatti più inquietanti della storia criminale della città
di Palermo (si confronti le dichiarazioni rese da FONTANA ANGELO a
questo Giudice nel corso delle attività istruttorie di tipo integrativo).
non sapesse il ruolo svolto in passato (e, come tra breve si dirà, anche per
il presente) dallo zio, DI TRAPANI MICHELE, oggetto di sentenza
Si presti attenzione a ciascuno dei sopradescritti passaggi.
Non si sta facendo una mera elencazione di presunzioni di conoscenza sul piano
intellettivo, come se si dicesse "la DI TRAPANI non poteva non sapere".
L'elencazione allude, invece, ad un dato di gnoseologica certezza e tutti i
passaggi - fin qui descritti - permettono di dimostrare che, non solo l'imputata
era a conoscenza del contesto delittuoso in cui si muoveva, ma quel contesto era
l'effetto anche delle sue azioni propositive in nome e per conto della "Famiglia"
DI TRAPANI-MADONIA alla quale apparteneva per affiliazione criminale.
Valga, poi, a questo proposito un'ulteriore argomentazione.
Abbiamo già detto, trascrivendo le parole del collaborante PASTA MANUEL,
del riferimento un po' surreale reso dal dichiarante alle qualità maschie della
6 imputata DI TRAPANI MARIANGELA.
Si sarà notato come, in quel contesto, il PASTA abbia evidenziato che la DI
TRAPANI mai avrebbe potuto avere la qualifica di "Uomo d'onore" perché mai
nessuno gli aveva riferito di una tale qualità, sottintendendo che gli si
prospettava contraddittorio il titolo di "Uomo d'onore" rivolto ad un donna.
Uguale dubbio aveva sollevato (si confrontino le dichiarazioni sopra trascritte)
BRUSCA GIOVANNI allorché aveva con decisione affermato che, nella storia
criminale di "Cosa Nostra", mai nessuna donna aveva rivestito la qualifica di
l1 Uomo d'onore".

Ebbene, la questione che i collaboranti hanno sollevato in termini fattuali è, in


realtà, un problema tecnico di grande rilievo (già più volte affrontato dalla
Suprema Corte in importanti statuizioni) che - ad avviso di questo Giudice -
@ solo per un fraintendimento concettuale e giuridico ha visto un ipertrofico (ed
anche ingiustificato) sviluppo giurisprudenziale.
Il problema di natura penalistica, infatti, non è tanto quello di individuare in un
soggetto una certa qualifica formale ma, piuttosto, quello di determinare cosa
esattamente il soggetto abbia posto in essere in termini di condotta.
La verità di questo assunto è incontrastabilmente dimostrata dalla circostanza
che nulla potrebbe contestarsi ad un soggetto che, solo per forma o labialità,
avesse manifestato la propria volontà di aderire a "Cosa Nostra" senza mai porre
in essere, per l'organizzazione, alcuna materiale azione delittuosa.
È, questo, l'effetto dell'antico e mai superato brocardo latino secondo cui
nessuno può essere punito solo per avere meditato un reato ma, anche, una
scelta penalistica (teoretica e sistematica) ben precisa che rifiuta il cosiddetto
principio del "tipo nonnativistico d'autore" delineato nella dottrina tedesca.
In altre e ancora più semplici parole, se si connota penalisticamente il concetto
di "incendiario" e non quello di "esecutore di un incendio" si perde il contatto
con il requisito primario di attribuzione di un fatto di reato (condotta, evento,
rapporto di causalità) come previsto dal Diritto penale positivo.
Allo stesso modo, si perderebbe aderenza alla realtà penalistica se si cercasse di
perseguire la "mafiosità" (quale requisito di appartenenza solo formale) in luogo
di ricercare l'azione mafiosa che, in concreto, qualifica il soggetto nel suo ruolo
di affiliato.
Se è vero questo principio (e lo è perché derivante dal Diritto positivo), non può
affermarsi che solo la rituale o sacramentale affiliazione possa consentire ad un
soggetto di definirsi affiliato ad ogni effetto.
Ciò che, infatti, vive come regola nel mondo criminale di "Cosa Nostra" non
@ può essere - sic et simpliciter - mutuata nella realtà delle regole penali pervendo
al risultato che solo possono ritenersi affiliati coloro che una rituale affiliazione
abbiano avuto dall organizzazione criminale.
l

L1affiliazione (che vale nel diritto penale) è quella che permette di dire che un
soggetto ha conosciuto il programma delittuoso, lo ha coscientemente condiviso
e, infine, ne ha eseguito anche parzialmente le azioni.
Indipendentemente dal "rito sacro" della bruciatura delllimmaginetta sacra tra
le mani e indipendentemente dal proferimento di parole tra llesoterico e
llapotropaico circa il futuro dellladepto in caso di tradimento del patto di fede.
Ecco perché - ad avviso di questo Giudice - non ha alcun senso (in termini di
responsabilità penale) l'affermazione secondo cui la DI TRAPANI mai avrebbe
potuto essere un "Uomo d'onore", perché ciò che conta è accertare se la predetta
a manifestò adesione al programma delittuoso sotto la bandiera insanguinata di
"Cosa Nostra" e se, sotto quel vessillo, agi con specifici atti.
La risposta a questa domanda è nei fatti che abbiamo fino a questo momento
descritto e nelllimbarazzata confessione dell imputata:
l

"...ho maturato la consapevolezza di aver


sicuramente a g i t o i n maniera sconsiderata, non
rendendomi mai conto che, c o s ì facendo, avrei potuto
destare dei s o s p e t t i s u l l a mia c o n d o t t a . . . "

L'invocata buona fede, però, si perde in uno scenario di precise azioni e


condotte preordinate senza spazio per l'incoscienza o per la superficialità.
Veniamo adesso a trattare le residue imputazioni contestate ai capi 3), 5), 6) e 7)
e che attengono ai cosiddetti reati "satelliti" in relazione al delitto di cui 12
quinquies del Decreto Legge 8 Giugno 1992 n. 306 convertito in Legge 7
Agosto 1992 n. 356 e articolo 7 del D.L. n. 152 del 13 Maggio 1991 convertito,
con modificazioni, nella Legge 12 luglio 1991, no 203.
In questo stesso processo la Suprema Corte di Cassazione, pronunciandosi sulla
posizione processuale dell'imputato MADONIA ALDO, aveva, proprio in
relazione alle ipotesi delittuose in discussione, chiarito che la guida ispiratrice
del dato tecnico doveva essere l'obiter dictum stabilito dalle Sezioni Unite alle
data 28 Febbraio 2001 - 24 Maggio 2001 con la sentenza n. 8 (RV 218768).
Quella giurisprudenza chiariva che:
Sez. U, Sentenza n. 8 del 28/02/2001 Ud. (dep. 24/05/2001 ) Rv. 218768
Presidente: Vessia A. Estensore: De Roberto G. Imputato: Ferrarese. P.M.
Toscani U. (Con$)
(Annulla senza rinvio, App. Milano, 26 novembre 1999).
SICUREZZA PUBBLICA - IN GENERE - Reato di trasferimento fraudolento di
valori previsto dal1 'articolo 12 quinquies, cornma 1, d.1. 8 giugno 1992, n. 306,
convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356 - Natura di reato istantaneo -
Sussistenza.
I1 delitto di trasferimento fraudolento di valori (art. 12 quinquies d.1. 8 giugno
1992, n. 306, conv. in 1. 7 agosto 1992, n. 356) integra un'ipotesi di reato
istantaneo con effetti permanenti, e si consuma nel momento in cui viene
realizzata l'attribuzione fittizia, senza che possa assumere rilevanza il
permanere della situazione antigiuridica conseguente alla condotta criminosa.
(Fattispecie relativa alllindividuazione del "tempus commissi delicti" al fine di
determinarne l'anteriorità o meno rispetto al momento della consegna
delilimputato da parte di uno Stato estero a seguito di estradizione).

Occorre, quindi, nel rispetto del principio stabilito dal Supremo Collegio,
stabilire se - e in quale modo e tempo - la DI TRAPANI MARIANGELA abbia
attribuito fittiziamente ad altri i beni descritti ai capi di imputazione ossia:

Ditta individuale "Bar Sofia di Lo Verde Massimiliano" con partita IVA


05636150822 sito in Palermo, via Villa Sofia n. 29 e annessa rivendita di
tabacchi (n. 0339 partita IVA 02988710825) apparentemente intestata a DI
TRAPANI AMALIA.
(capo 3) delle imputazioni)
*
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada San Giovanni, esteso are
97,77, iscritto in catasto al foglio 4, particella 111 (ex l l lla)
(capo 5) delle imputazioni)

terreno sito nel comune di Cinisi, contrada Cipollazzo, esteso are 27,32,
iscritto in catasto al foglio 13, particella 812 e foglio 23 particella 70,
libero da costruzioni, incolto.
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada Cipollazzo, esteso are
6,40, iscritto in catasto al foglio 23, particella 178, sul quale insiste una
struttura in c.a. costituita da un unico grande vano completamente
abbandonata e fortemente degradata;
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada Vecchio e Cipollazzo,
@ esteso are 13,73, iscritto in catasto al foglio 13, particella 724, sul quale
insiste un villino unifamiliare costruito abusivamente composto da due
elevazioni fuori terra;
tutti provenienti dalla procedura fallimentare nei confronti della società
SICED, e intestati a Lo Verde Massimiliano (il primo) e Sgroi Vincenzo
(gli altri tre)
(capo 6) delle imputazioni - n.b. due cespiti sono stati esclusi a seguito di
esplicita richiesta del Pubblico Ministero nel corso dell'udienza in rito
abbreviato trattandosi di beni riferibili ad altro soggetto)

Appartamento (AD)di 7 vani, sito in Palermo, piazzale Degli Alpini nr.


9 - piano V, catastato al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 28;
Box, cantinato (Cl6) di 23 mq., sito in Palermo, piazzale Degli Alpini nr.
9 - piano S2 catastato al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 39.
formalmente intestati a Di Trapani Francesco (nato a Partinico il
1 811211992) e Di Trapani Giuseppina (nata a Cinisi il 51111960),

(capo 7) delle imputazioni)


Per trattare il merito delle contestazioni occorre svolgere una premessa in diritto
in ideale continuità con quella delle Sezioni Unite già sopra trascritta.
Per costante pronunciamento del Supremo Collegio, infatti:

Sez. 1, Sentenza n. 30165 del 26/04/2007 Cc. (dep. 24/07/2007 ) Rv.


237595
Presidente: Santacroce G. Estensore: Siotto MC. Relatore: Siotto MC.
Imputato: Di Cataldo. P.M. Iacoviello FM. (Conj)
(Annulla con rinvio, Trib. lib. Caltanissetta, 3 1 Ottobre 2006)
SICUREZZA PUBBLICA - IN GENERE - Trasferimento fraudolento di
valori - Individuazione del reato - Caratteri.

I1 delitto di trasferimento fraudolento di valori (art. 12 quinquies D.L. n.


306 del 1992, convertito nella L. n. 356 del 1992) è una fattispecie a forma
libera che si concretizza nell'attribuzione fittizia della titolarità o della
disponibilità di denaro o altra utilità realizzata in qualsiasi forma.
I1 fatto-reato consiste nella dolosa determinazione di una situazione di
apparenza giuridica e formale della titolarità o disponibilità del bene,
difforme dalla realtà, al fine di eludere misure di prevenzione
patrimoniale o di contrabbando owero al fine di agevolare la
commissione di reati relativi alla circolazione di mezzi economici di illecita
provenienza. (Ha specificato la Corte che se, da un lato, i termini titolarità
e disponibilità impongono di comprendere nella previsione normativa non
solo le situazioni del proprietario o del possessore ma anche quelle nelle
quali il soggetto venga comunque a trovarsi in un rapporto di signoria con
il bene; dall'altro lato, impongono altresì di considerare ogni meccanismo
che realizzi la fittizia attribuzione consentendo al soggetto incriminato di
mantenere il proprio rapporto con il bene)

Sulla base di questa premessa, pertanto, occorre che esista e sia comprovata una
situazione di formale apparenza giuridica e di titolarità che permetta di eludere
provvedimenti ablativi di natura patrimoniale che - se non vi fosse stata l'azione
di occultamento - ne sarebbero seguiti conseguenziali.
Nel caso che ci riguarda, le intercettazioni telefoniche in atti e le dichiarazioni
dei collaboranti - in modo non equivoco - acclarano l'azione svolta dalla DI
TRAPANI MARIANGELA in favore del di lei marito MADONIA
SALVATORE e della "Famiglia" omonima; azione questa finalizzata al
nascondimento delle vera titolarità dei cespiti economici sopra elencati.
Il bar SOFIA fu gestito (ma diremo, tra breve, con quali limiti) in fatto da
PIZZO PIETRO, cugino di MADONIA SALVATORE, fino al momento in cui
(dopo le reiterate lamentele della moglie) quest'ultimo, ex auctoritate, decise di
sostituirlo con ARIOLO SERGIO con grande contentezza dell'avvicendato il
quale ormai temeva la possibilità di rappresaglie da parte della "Famiglia"
mafiosa per una conduzione economica non certo impeccabile.
I beni provenienti dal fallimento SICED (capi di imputazione 5) e 6), in realtà
erano una specie di "punto d'onore" della volontà espressa da MADONIA
SALVATORE alla moglie e sulla quale non poteva esistere alcuna possibilità di
negoziazione.
I beni, infatti, provenivano dal fallimento di DI TRAPANI NICOLO' (fratello di
DI TRAPANI MARIANGELA) e costituivano terreni a lungo posseduti dalla
famiglia durante la vita del patriarca DI TRAPANI FRANCESCO.
@
Per MADONIA SALVATORE essi dovevano ritornare nella disponibilità della
"Famiglia" per punto d'onore e per intuibili ragioni di prestigio personale
(logicamente comprensibili in una terra dove "La Roba" è parte del corredo di
credito personale e familiare).
DI TRAPANI MARIANGELA operò affinché la volontà del marito dal carcere
venisse puntualmente eseguita interponendo le persone di SGROI VINCENZO,
LO VERDE MASSIMILIANO, GUASTELLA MARIA, DI TRAPANI
AMALIA e DI TRAPANI MICHELE per acquisire quei beni e - cosa questa di
rilevanza accusatoria - cercò di ottenere 80.000,OO (ottantamila) Euro dal
famigerato latitante LO PICCOLO SALVATORE al fine di poter partecipare
all'aggiudicazione poi portata a compimento. _ _, .

Uguali argomentazioni (nel senso dell'acclarato valore documentale) sono


8 connesse all'acquisizione dell'immobile della locale Piazzale degli Alpini 9 da
parte del giovane DI TRAPANI FRANCESCO (classe 1992) e DI TRAPANI
GIUSEPPINA (classe 1960), rispettivamente nipote e sorella di DI TRAPANI
MARIANGELA..

Le vicende, meglio descritte nella parte ricostruttiva dei fatti, hanno un'evidenza
e un rilievo di prova documentale e non si comprende in quale modo la Difesa
della DI TRAPANI AMALIA - pur muovendosi da uguali presupposti in fatto
ed in diritto (si confronti il contenuto della memoria difensiva alle pagine da 24
a 46) - sia pervenuta a conclusioni artificiosamente scompositive del quadro.
In effetti, ciò che la Difesa non spiega è per quale motivo la DI TRAPANI
MARIANGELA avrebbe dovuto interessare il marito detenuto per tutte quelle
questioni patrimoniali; per quale motivo l'imputata avrebbe dovuto cercare un
approvvigionmento finanziario - addirittura ricorrendo al supporto di uno dei
più pericolosi latitanti di "Cosa Nostra" reggente il Mandamento - al fine di
poter addivenire all'acquisto di quei beni.
In un impeto di realpolitik difensiva, i patrocinatori della DI TRAPANI hanno
scritto testualmente (pagina 33, rigo 1 1, della memoria difensiva):

"... quindi la modzfica della realtà giudiziaria ha trovato ragion


d'essere unicamente nel mantenimento dell 'illecito status auo,
finalizzato a mantenere un godimento sugli effetti permanenti
del delitto: godimento che rischiava di venir definitivamente
travolto dai debiti, ma non certo da interventi preventivi ex
articolo 12 sexies... t'

Proviamo ad interpretare la posizione difensiva della DI TRAPANI...


Dalla lettura di queste parole sembra che l'imputata abbia preso atto della chiara
natura illecita delle sue azioni ma - almeno così appare giustificare - quella
natura illecita non si specifica di condotta occultativa in ragione del fatto che
non vi sarebbe stato bisogno di occultare qualcosa che, proprio perché
illecitamente acquisita, già costituiva parte integrante del patrimonio (Sic!).
Parafrasando questa posizione difensiva, è come se il ricettatore di un
oggetto affermasse di non avere avuto l'animus ricettatorio per la semplice
ragione che l'oggetto era stato acquisito mediante il furto ...
E agevole connotare questa posizione difensiva come un vero paradosso, così
come costituisce altro paradosso l'assunto difensivo (rigo 8, pagina 38 della
memoria) secondo cui:
'tl'impossibilità economica di poter acquistare i beni del
fallimento rendeva l'agire dell'imputata non punibile... t1
che è l'esatto contrario degli accadimenti processualmente accertati nel rito
abbreviato, nel corso dei quali, l'imputata - pur impossibilitata all'acquisto
causa le conosciute pendenze condannatone per mafia - prestava il suo apporto
di natura mediatoria per il conseguimento patrimoniale (grazie a soggetti terzi
compiacenti) volto all'incremento economico occulto della "Famiglia".
LE CONTESTAZIONI ASCRITTE a DI TRAPANI MICHELE

Per il DI TRAPANI MICHELE la Pubblica Accusa ha richiesto la pena di


anni dieci di reclusione essendo lo stesso ritenuto responsabile del delitto di
associazione mafiosa (art. 416 bis commi I, 111, IV, V e VI del Codice Penale).
È necessario evidenziare (anche se nel corso dell'esposizione motiva del
presente provvedimento vi si è già più volte fatto riferimento) che l'imputato DI
TRAPANI MICHELE, già in passato, era stato sottoposto a procedimento
penale per il grave reato di associazione mafiosa (commesso fino al 29
Settembre 1982) e ne riportava condanna alla pena di anni quattro di reclusione
con sentenza resa in data 28 Dicembre 1995 dal Tribunale di Palermo, poi
parzialmente riformata dalla Corte d'Appello il 3 Marzo 1997 e divenuta,
8 quindi, irrevocabile il 26 Gennaio 1998.
Dai certificati del Casellario Giudiziale risulta che il DI TRAPANI MICHELE,
è stato sottoposto a misura della libertà vigilata fino a all'anno 2002
(esattamente fino al 9 Maggio 2002) proprio in relazione alla condanna per il
delitto di associazione mafiosa.
Detto questo, è necessario chiarire il rapporto tecnico esistente tra il detto
pregiudizio penale e quello odierno, nato per il medesimo reato.
La giurisprudenza del Supremo Collegio indica, a questo proposito, una chiara
strada interpretativa riassumibile nella seguente massima:
Sez. 1, Sentenza n. 15133 del 03/03/2009 Ud. (dep. 08/04/2009 ) Rv. 243789
Presidente: Silvestri G. Estensore: Zampetti U . Relatore: Zampetti U . Imputato:
Q P.G. in proc. D'Arma e altri. P.M. Di Casola C. (Con!)
(Rigetta, App. Caltanissetta, 17 giugno 2008)
REATI CONTRO L'ORDINE PUBBLICO - DELIlTI - ASSOCIAZIONE PER
DELINQUERE - IN GENERE - Associazione di tipo mafioso - Sentenza di
condanna - Interruzione della pemanenza del reato - Conseguenze.
La sentenza di condanna per un reato associativo interrompe ~iuridicamentela
protrazione del delitto di partecipazione a aueiia stessa associazione criminosa,
sicchè il successivo tratto di condotta partecipativa deve essere autonomamente
apprezzato e può essere valutato in continuazione con quella oggetto della
sentenza di condanna già intervenuta.
(ma si vedano anche Cass. Sez. M n. 885111997 e Cass. Sez. I n. 440712000).

È, quindi, necessario accertare se le contestazioni mosse - temporibus illis -


all'imputato possano (o meno) ritenersi in continuità storica e fattuale con quelle
oggetto dell'odierno processo attraverso la lettura di quella sentenza.
C
A questo proposito, non può, intanto, non osservarsi che vi è una rilevante
cesura temporale tra i fatti già giudicati con sentenza definitiva (che sarebbero
stati commessi fino all'anno 1982 per un capo di imputazione e dal 29
Settembre 1982 in poi, per un altro capo imputativo) e quelli odierni.
Più di venti anni separano quei fatti da quelli oggi contestati se si prende in
considerazione la circostanza che il DI TRAPANI MICHELE fu ristretto a
seguito di mandato di cattura n. 7111988 del 9 Marzo 1988 emanato
dall'allora Ufficio Istruzione di Palermo: il DI TRAPANI fu poi rimesso in
libertà il 9 Luglio 1989.
Non è un tempo da niente, sia nel rilievo fattuale che in quello giuridico.
11 ventennio in discussione è - senza dubbio alcuno - uno dei periodi più
cruenti della storia della "Cosa Nostra" palermitana.
@
È il ventennio in cui l'organizzazione criminale "cambia la sua azione
strategica" e, da mafia rurale ed agricola, diventa una vera e propria società
imprenditoriale di livello multinazionale: feroce e determinata.
11 ventennio di cui parliamo, per intenderci, è quello che vede una mafia che
abbandona il tradizionale ruolo di silenzioso e immerso contenitore criminale
per diventare soggetto apertamente antagonista dello Stato, con metodi di tipo
eclatantemente stragista (soprattutto dopo l'irrevocabilità della sentenza sul
cd. maxi-processo e, quindi, all'indomani del 30 Gennaio 1992).
Può, senza alcuna possibilità di smentita di tipo storico, affermarsi che le ma3e
dei periodi in trattazione sono due mafie ontologicamente diverse-- sia nella
. -
connotazione organizzativa che in quella di rilievo giuridico penalistico ex
-

articolo 133 del Codice Penale - anche se, entrambe, possono apparire unitarie
a ed indistintamente qualificabili sotto l'unica idea di organizzazione criminale.
Avere aderito all'organizzazione mafiosa del nuovo decennio (per intenderci:
quella apertamente dichiaratasi come tale dopo le stragi e gli assassini degli
anni novanta) è come avere aderito ad un nuovo programma delittuoso ben
più articolato ed impegnativo, sotto il profilo dell'azione personale finalizzata
al perseguimento del comune obiettivo criminale.
Questa premessa concettuale - da se medesima - giustifica l'esclusione di un
giudizio di continuità storica e giuridica ex articolo 81 del Codice Penale ed
impone di considerare i fatti a giudizio in un quadro di assoluta autonomia
e di indipendenza valutativa rispetto a quelli già oggetto di giudizio e di
condanna irrevocabile nell'anno 1998.
Nè, d'altronde, la continuità giuridica opererebbe in relazione alla data del 1998
(in cui si sarebbe consolidata la sentenza irrevocabile) ma in quella in cui, per
ultimo, vi sarebbe stata consolidazione della condotta associativa in relazione
alla quale il giudizio definitivo si è formato (29 Settembre 1982 in poi ma fino
al mandato di cattura e delllarresto,ossia il 10 Marzo 1988).
Ciò posto, veniamo all'esame dell'odierna contestazione imputativa.
I1 coinvolgimento del DI TRAPANI MICHELE nelle più attuali vicende che
riguardano la "Cosa Nostra" palermitana sono dimostrate, in prima battuta, dal
contenuto delle intercettazioni telefoniche (sopra integralmente trascritte).
I riferimenti resi dalla nipote DI TRAPANI MARIANGELA non creano, in tal
senso, alcun dubbio interpretativo e permettono di ricostruire le dinamiche
interne della '%amiglia" MADONIA proprio nel momento in cui - a causa dei
@ numerosi arresti derivanti dall'operazione di polizia giuridiziaria denominata
"Gotha" - si prospettava la possibilità di un ricambio al vertice della "Famiglia"
con la possibile investitura del DI TRAPANI MICHELE nel ruolo direttivo o
rappresentante.
Questa prospettazione sarebbe divenuta successivamente impraticabile per
ragioni esterne agli intendimenti dei MADONIA e perché, dopo l'arresto del
fratello del MICHELE (DI TRAPANI DIEGO avvenuto con provvedimento di
fermo 1'1 1 Novembre 2006), si temeva che l'azione giudiziaria si sarebbe ben
presto estesa anche al MICHELE (come, in effetti, avvenne) sì che non era più
utile porre a capo della "Famiglia" qualcuno che di lì a poco sarebbe stato posto
nell'impossibilità di dirigerla.
Abbiamo già visto, grazie alla lettura delle dichiarazioni dei collaboranti, come
questa necessità organizzativa fu portata a compimento:
6
Rileggiamo, proprio sul punto, le dichiarazioni del più aggiornato collaborante
PASTA MANUEL. I1 passaggio è essenziale alla comprensione del ruolo che
ebbe a rivestire l'imputato nel "Mandamento" e nella "Famiglia":

"...TESTE ASSISTITO: l'Architetto Liga era il capo mandamento, colui che si


occupava... io ho fatto l'esempio quando sono stato interrogato, che ogni
famiglia mafiosa è come una piccola parrocchia, ogni parrocchia ha il suo
parroco e poi ci sarh un vescovo, un papa, insomma queiio che poi decide su
quel mandamento. Resuttana anche se storicamente era... faceva mandamento a
se, con l'avvento dei Lo Piccolo, Resuttana viene inglobata nel mandamento di
San Lorenzo e quindi era sempre sotto l'influsso dei Lo Piccolo. L'Architetto
Liga subentra ai Lo Piccolo come capo mandamento e comunque poi la persona
che materialmente mette il reggente è l'Architetto Liga, ma l'Architetto Liga
sicuramente, su un volere ydei Madonia, era un parere condizionante. Cioè se i
Madonia fanno sapere aii Architetto Liga o se lo facevano sapere pure ai Lo
I
Piccolo, lo tengono in considerazione un parere, perché è un parere di una
famiglia di un certo spessore. Quindi, poi Bartolo Genova si vedrà con
l'Architetto Liga insieme a Pinuzzo Lo Verde, si me... farà sapere che c'è il
volere, il benestare anche della famiglia Madonia, l'Architetto Liga dirà pure a
me fa piacere perché conosco a tuo zio Salvo e quindi questa cosa viene portata
avanti. Era per farle comprendere che è un connubio di cose. Quindi il volere
dei Madonia è un parere sicuramente vincolante, ma la responsabilità finale se
la prende il capo mandamento in quel preciso momento storico.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: con i Lo Piccolo misero a Salvo Genova dico.
G.I.P. sì.
...
TESTE ASSISTITO: anche all'epoca poi queste cose io li... li conoscerò
quando divento uomo d'onore, nel corso dei miei due anni e Salvo Genova... ci
fu anche il parere dei Madonia.
G.I.P. sì. Senta...
TESTE ASSISTITO: quindi è un parere vincolante che viene tenuto molto in
considerazione.
G.I.P. direi che è pure obbligatorio a questo punto oltre che vincolante.
TESTE ASSISTITO: sì, però dico il capo mandamento, l'Architetto potrà dire,
va bene, io ne prendo atto però a reggente ci metto a Michele Di Trapani, per
esempio, però visto il pedigree del Bartolo Genova, nel senso che comunque era
il nipote, accompagnava sempre a suo zio, era a conoscenza di molte dinamiche,
era ben visto all'Architetto, i Madonia danno un parere favorevole, ben venga e
quindi da quel momento noi subito prendemmo in mano la famiglia di
Resuttana, anche se Bartolo Genova non è uomo d'onore ma lo diventerà... lo
diventerà successivamente.
G.I.P. lei poc'anzi ha detto che il Genova Bartolo le disse chiaramente che Di
Trapani Michele era uomo d'onore.
TESTE ASSISTITO: sì.
G.I.P. questo era inequivoco per lei questo dato, cioè che fosse...
TESTE ASSISTITO: sì sì. - .-
...
G.I.P. dato comunicativo sto dicendo, cioè oppure si poteva equivocare, dice, sì
@ ha detto uomo d'onore perb in realtà era affiliato, ha detto uomo d'onore ma
voleva dire che in realtà aveva una funzione ~ r e ~ a r i a ?
TESTE ASSISTITO: no...
G.I.P. quando le disse Bartolo Genova che Michele Di Trapani era uomo
d'onore, voleva dire che era or~anicamenteinserito in "cosa nostra"?
TESTE ASSISTITO: lui mi disse che era uomo d'onore ma era stato messo
fuori famiglia.
G.I.P. da quando era stato messo fuori famiglia?
TESTE ASSISTITO: dai Lo Piccolo. Poi non entriamo proprio nel... mi
comunicò così, mi disse è fuori famiglia.
G.I.P. ma i fatti...
TESTE ASSISTITO: io...
G.I.P. scusi. Prego.
TESTE ASSISTITO: gli volevo fare una precisazione, perché giustamente lei
può *e, ma come funziona, uno che è messo fuori famiplia poi diventa
g
che è messo fuori famiglia non si può occupare più delle cose di "cosa nostra",
però può succedere che arrestano tante persone e qualcuno che non potrebbe
I
farlo si mette a farlo, perché se lui è messo fuori famiglia non si potrebbe
occupare di niente. Perché un uomo d'onore che viene messo fuori famiglia è un
...
uomo d'onore una persona che non fa più parte di "cosa nostra", non si può
occupare più di niente e non può immischiarsi in più di niente, però la storia ci
insegna che in base alle situazioni, poi le re~olevenpono cambiate. La
dimostrazione è che per esempio Bartolo Genova non era uomo d'onore ma era
reggente della famiglia Resuttana. Poi molte cose le imparerò e li conoscerò
nell'arco di questi anni.
G.I.P. e adesso ci arriviamo a poco...
TESTE ASSISTITO: quindi tante cose che io le riferisco non li conosco in quel
momento storico ma li consocerò poi dopo.
G.I.P. sì. Ma che il Michele Di Trapani, fosse stato, come si dice in siciliano,
forse in palermitano. posato, cioè a dire che fosse stato messo da parte da CCcosa
nostra". comunque ha una sua... questo t e m ~ odella. chiamiamola con un
neoloeismo, posatura, era correlato alla azione che Di Trapani Diego, cioè il
fratello avrebbe avuto insieme ad una serie di altre persone e ai danni di Lo
Q ...
Piccolo, cioè quello & il tempo in cui sarebbe stato posato. Cioè da
TESTE ASSISTITO: da ...
...
G.I.P. fino a quel momento, devo supporre dalle sue parole, interpretando le
sue parole e lei dovrebbe rispondermi avuto riguardo ai fatti che ha partecipato,
quindi fino al momento in cui Lo Piccolo aveva deciso che i Di Trapani. essendo
alleati dei suoi nemici o di coloro che lo volevano fare fuori, doveva restare
lontano, fino a quel momento però ailora si può dire che era uomo d'onore ad
ogni effetto e non posato?
TESTE ASSISTITO: assolutamente sì, da quello che mi riferisce Bartolo
Genova.
G.I.P. ho capito bene... -
TESTE ASSISTITO: sì si...
G.I.P. ...q uesta è la sua ricostruzione?
TESTE ASSISTITO: assolu... assolutamente.
G.I.P. semmai è stato posato ...
TESTE ASSISTITO: io le posso fare pui-e un'altra precisazione.
@ G.I.P. me la faccia per farmi capire.
TESTE ASSISTITO: questo è quello che mi riferisce Barolo Genova.
...
Addirittura quello quello sgarro che fece Diego Di Trapani di andare con
l'altra sponda, mi diceva Bartolo Genova, che c'era un progetto omicidiario nei
confronti del Diego Di Trapani, ciò anche acclarato dal fatto, sempre riferito da
Bartolo Genova, che Diego Di Trapani, al momento del suo arresto, quando lo...
le Forze dell'ordine, gli bussano a casa lui non gli apre subito.
G.I.P. non ho capito la parola, che ha detto?
TESTE ASSISTITO: nel momento in cui le Forze dell'ordine...
G.I.P. le Forze del190rdine.
...
TESTE ASSISTITO: vanno per trarre in arresto il Diego Di Trapani, dice:
manco gli ha aperto la porta, ha chiamato il 113 o il 112, per assicurarsi che
erano veramente Forze del190rdine", perché lui aveva timore, infatti agli
appuntamenti non ci andava più con i Lo Piccolo, perché aveva paura di essere
ucciso.
G.I.P. ho capito. Quindi i Lo Piccolo...
TESTE ASSISTITO: riferito dal Bartolo Genova.
...
G.I.P. le riferiva Genova che i Lo Piccolo ormai diciamo che erano in fase di
avanzata progettazione della possibile ritorsione nei confronti dei Di Trapani ...
TESTE ASSISTITO: infatti mi fa quell'esempio che lui dico... lui mi riferisce
questo, che chiama le Forze dellYOrdineal telefono per sapere ...
G.I.P. chiaro. A quando lo localizza questo tempo che ci può dare l'idea della
data in cui il Di Trapani Michele venne posato?
...
TESTE ASSISTITO: ma questo non glielo so dire, lui riferisce Bartolo
Genova che fu messo da parte, fu messo fuori famiglia Dieao Di Trapani era
..
inviso.
G.I.P. certo nel momento in cui i Lo Piccolo erano fuori ancora, no?
TESTE ASSISTITO: va be', quello sicuramente, è normale quello, se erano
decisioni dei Lo Piccolo, ma non glielo so dire l'anno.
G.I.P. non me lo sa dire. Comunaue quello ...
TESTE ASSISTITO: successivamente al.. . all'arresto di "Gotha".
G.I.P. comunque quello è lo.. .
TESTE ASSISTITO: ci vado per un... ci vado per un procedimento logico no
perché me lo hanno detto.
G.I.P. sì, dico...
TESTE ASSISTITO: dopo l'"Operazione Gota" è normale, perché dopo sono
uscite tutte le intercettazioni, da là i Lo Piccolo sono venuti a conoscenza di certe
cose.
G.I.P. comunque, allora, è giusto dire che fino al momento in cui Michele Di
Trapani non era stato posato, avesse all'interno della famiglia di Resuttana un
ruolo e una funzione, sì o no? Perché questo... e se le consta, attenzione, se lei lo
sa, se può oggi dirlo perché questa notizia, questa informazione l'ha avuta, cioè
fino alla data in cui fu posato lui svolaeva un ruolo attivo per "cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: sì, per correttezza le rispondo. Bartolo Genova mi dice
fino al momento dei problemi era uomo d'onore della famidia di Resuttana,
non mi dice il ruolo.
G.I.P. va bene.
TESTE ASSISTITO: perché le devo dire una cosa di cui non... sconosco.
G.I.P. allora...
TESTE ASSISTITO: so di certo che nel 2008, siccome Bartolo Genova non
voleva trattare male Michele Di Trapani, per un fatto suo affettivo..
G.I.P. sì, questo lo ha già detto.
TESTE ASSISTITO: comunque prendeva considi, si interessava e addirittura
non a caso Michele Di Trapani si vide con Tonino Lo Presti in centro...
G.I.P. sì.
...
TESTE ASSISTITO: si vide con Tonino Lo Presti in centro per... perché
prima Lo Presti quando Bartolo Genova incomincia a muoversi, dice: "ma
questo chi lo ha autorizzato". Quindi è vero che Tonino Lo Presti lo poteva
sapere tramite l'Architetto ma si... forse si conoscevano con Michele Di Trapani,
Michele Di Trapani scende a Palermo, si incontra con Tonino Lo Presti e
Michele Di Trapani dice: "sì, effettivamente c'è lui a Resuttanan.
G.I.P. un attimo solo perché Tonino Lo Presti, devo dire mi è forse sfuggito
n e l l ' o r g a n i g r a m m a h posto.
TESTE ASSISTITO: Tonino Lo Presti non fa parte della famidia di Resuttana,
era il reggente di Porta Nuova. Palermo Centro.
G.I.P. veda che è un passaggio... quando noi tocchiamo altre famiglie me lo
faccia comprendere però ... i!.-/
TESTE ASSISTITO: si si si si.
G.I.P. ...p erché abbiamo introdotto questo nome per la prima volta o sbaglio?
TESTE ASSISTITO: si si, per la prima volta.
G.I.P. quando entra questo Tonino Lo Presti a parlarle di cose di "cosa nostra"
e perché?
TESTE ASSISTITO: con me?
G.I.P. dopo ha detto che è il capo della famiglia?
TESTE ASSISTITO: di Palermo Centro, Porta Nuova. Dico lui si rife...
riferendo sull'episodio che Michele Di Trapani si incontrò con Tonino Lo Presti
e gli confermò che Bartolo Genova era la persona giusta che in quel momento
c'era a Resuttana, perché Tonino Lo Presti si conosceva con Michele Di
Trapani.
G.I.P. sta parlando di una conoscenza...
TESTE ASSISTITO: all'interno di "cosa nostra".
G.I.P. quindi era allora...
TESTE ASSISTITO: tanto è vero che in quell'incontro ...
G.I.P. era a conoscenza o in contatto?
TESTE ASSISTITO: si conoscono... si conoscono all'interno di "cosa nostra",
...
infatti io in quel in quell'episodio non mi posso sedere, che non... sono riunioni
fra uomini d'onore, chi non è uomo d'onore non ci può andare, però poi Bartolo
...
Genova Michele Di Trapani riferisce a Bartolo Genova che riferisce a noi. Poi
altra cosa che le voglio precisare. Poi Bartolo Genova si vedeva con esponenti di
''cosa nostra", che erano uomini d'onore, lui non era uomo d'onore ma fra di
loro parlavano. Questo a dimostrazione che ci sono delle regole che non sempre
vengono rispettate. Tanto è vero che l'Architetto Giuseppe Liga in più di una
occasione, presso il "Charleston", alla zona di Mondello, gli disse: "Bartolo, te la
devi prendere questa patente, perché la patente è necessaria", tanto è vero che
senedetto Capizzi, soggetto uomo d'onore di Vilìagrazia di Palermo, Santa
Maria Di Gesù, queste parti di qua, aveva messo Gaetano Fidanzati a
Resuttana, all'inizio del 2008, si era alzato una mattina e aveva deciso di
-. -
metterlo come reggente deila famiglia di Resuttana e quando ebbe contrasti con
19~rchitetto, ... ...
con... (incomprensibile) disse non è un uomo d'onore, qua ci
8 vuole un uomo d'onore e quindi l'Architetto dice: "basta te la devi prendere la
patente, perché così non li facciamo parlare", anche se poi la vicenda di Gaetano
Fidanzati... di fatto poi l'abbiamo sempre tenuta noi la famiglia di Resuttana.
Poi addirittura fu mandato via dopo l'omicidio Bucaro. Quindi ci sono tante
cose... tante cose che devono essere incastrate una con l'altra, cioè ogni cosa ci
ha una sua logicità.
G.I.P. come in tutte le cose della vita. Allora, quando lei ha detto che Tonino Lo
Presti era quindi capo deila fami~liadi Porta Nuova, era... ha usato una parola
che io non sono riuscito a trascrivere, ma provo adesso a riappuntarla. Lei
voleva dire che il Michele Di Trapani era in contatto permanente o comunque
un contatto finalizzato alla necessità di "cosa nostra" anche con il capo deila
famiglia di Porta Nuova e se devo supporre a questo punto, se era in contatto,
era in contatto neila qualità perché necessità or~anizzativelo portavano a stare
in contatto con queilo o era un contatto...
TESTE ASSISTITO: ~Jielopreciso subito, è chiarissima la domanda. Non si
incontrano perché Michele Di Trapani in quel momento storico fa parte della
famiglia di Resuttana. Tonino Lo Presti uomo d'onore conoscendo da anni la
famiglia Di Trapani, conoscendo Michele Di Trapani come uomo d90nore,cerca
una conferma in Michele Di Trapani su questi ragazzi che stanno andando
avanti a Resuttana.
G.I.P. ho capito.
TESTE ASSISTITO: è come due amici che si rispettano da anni e si incontrano.
G.I.P. chiaro, chiarissimo. Si chiedono ma questi qua chi sono e come mai
operano...
TESTE ASSISTITO: sono autorizzati?
G.I.P. ma mi scusi ...
TESTE ASSISTITO: sono amici nostri?
...
G.I.P. mi scusi ma lei mi riporta ma lei mi riporta alla domanda che io tentavo
di farle all'inizio, quando le ho detto, se io fossi nei panni di Michele Di Trapani
e fossi stato estromesso da due ragazzi, tra virgolette, lontani diciamo dalla mia
ordinaria gestione della famiglia, mi porrei il problema, ma che sta accadendo
attorno a me?
TESTE ASSISTITO: le rispondo subito.
G.I.P. per questo le dico. Quindi quando
- Michele Di Trapani
- va da Tonino Lo
Presti e gli dice, ma chi sono questi che stanno operando per conto nostro.
TESTE ASSISTITO: Tonino Lo Presti che sbaglia con le regole di "cosa nostra"
perché si dovrebbe rivolgere all9Architetto,non si dovrebbe rivolgere a Michele
Di Trapani. Ecco, come forma sarebbe sbagliata.
G.I.P. quindi...
TESTE ASSISTITO: perché Michele Di Trapani non ha titolo in quel momento
per dargli conferma.
G.I.P. va be', ma abbiamo che le forme qua si sono...
TESTE ASSISTITO: esatto, no per farle ...
...
G.I.P. azzerate ormai ...
...
TESTE ASSISTITO: no per farle comprendere che poi ci sono delle regole che
non vengono praticamente rispettate.
G.I.P. e questo lo abbiamo gih detto che le regole non sono più rispettate.
TESTE ASSISTITO: e le rispie~osubito perché Michele Di Trapani non si
oppone. Perché Bartolo Genova. ..
G.I.P. sì.
@ ...
TESTE ASSISTITO: con me. ha un pruppo di rapazzi che sono operativi e
siamo un bel pruppo e Michele Di Trapani a chi ci ha, contro chi si mette?
L'Architetto è a favore nostro, Pinuzzo Lo Verde è a favore nostro. Michele Di
Trapani che cosa può fare?
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: dice no? Ci sono tutti i ragazzi. Si prende in mano
Rcsuttana e chi segue a Michele Di Trapani, chi 4 che va a fare le estorsioni, chi
è a m e n t i , chi è.. cioè mica la famiglia la reggi, ti metti
reggente ma devi avere il ~ n i p p o
che...
G.I.P. diciamo che...
TESTE ASSISTITO: ...il braccio. la mente.
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: devi conoscere i posti dove andare a prendere i soldi che
lui non li conosceva.
G.I.P. diciamo mutuando una metafora calcistica, puoi fare l'allenatore se hai la
squadra.
TESTE ASSISTITO: ma se non ci hai la squadra e quindi... a quali negozi va a
chiedere i soldi?
A
G.I.P. chiaro.
TESTE ASSISTITO: li sa? Non li sa. Chi li fa i danneggiamenti? Dovrebbe
...
ricostruire una cosa e in quel momento potrebbe scoppiare anche se preciso.
Bartolo Genova non lo tratta mai male a Michele Di Trapani, anzi. gli chiede
consigli, lo rende partecipe.
G.I.P. sì, questo...
TESTE ASSISTITO: ma è una scelta... è una scelta di Bartolo Genova. Durante
il suo arresto gli facciamo pervenire soldi, nonostante non li spettassero che gli
E l i vengono recapitati.
G.I.P. scusi, durante il suo arresto, l'arresto di chi?
TESTE ASSISTITO: di Michele Di Trapani.
G.I.P. quindi stiamo parlando di cose attualissime. ..
TESTE ASSISTITO: sì sì sì sì.
...
G.I.P. perché l'arresto di Michele Di Trapani ...
TESTE ASSISTITO: nel 2008.
@
...
G.I.P. per questo processo.
TESTE ASSISTITO: sì sì.
G.I.P. per questo stesso processo. per il quale lui attualmente...
...
TESTE ASSISTITO: noi mandavamo i soldi
G.I.P. quindi "cosa nostra" gli ha mandato dei soldi anche durante la custodia...
...
TESTE ASSISTITO: personalmente personalmente io.
G.I.P. un attimo mi faccia... non sovrapponiamo le voci.
TESTE ASSISTITO: le chiedo scusa, Presidente.
G.I.P. no no, non è questione di scuse, è una questione soltanto di registrazione,
perché poi non si capisce niente. Ouindi ho capito bene, "cosa nostra" ha fatto
pervenire danaro a Michele Di Trapani in carcere...
TESTE ASSISTITO: in carcere, alla famiplia, alla moplie e alla figlia.
...
G.I.P. alla farniplia di Di Trapani
TESTE ASSISTITO: sì.
...
G.I.P. ma perché qualcuno pliel'avrà detto in carcere che questo denaro.gli
perveniva, lui lo sapeva, no? -. -
TESTE ASSISTITO: certo.
@ G.I.P. quindi chi vi ha comunicato, che lei sappia, che questo denaro era
attribuito, accreditato in favore della famiglia. in carcere a chi l'ha comunicato
a Michele Di Trapani ...
TESTE ASSISTITO: allora, innanzitutto la cassa dal 2008 in poi la tenpo io,
fino a un certo periodo e precisamente fino a quando io... Maurizio Spataro
non... non collabora con la giustizia e io esco sul giornale "ESSE" e quindi a
quel punto mi prendo i soldi e li coiisegnu, perché se mi arrestano poi ci sono
problemi. Quindi la cassa la detengo io. Quando io faccio gli stipendi ogni mese
...
li faccio io so a chi vengono... vengono mandati i soldi. Michele Di Trapani ne
è assolutamente a conoscenza perché durante la mia detenzione io mi incontro
in chiesa con Michele Di Trapani e lui mi ringrazia per il pensiero che abbiamo
avuto nei suoi confronti.
G.I.P. chiaro. Senta, le faccio una domanda ...
TESTE ASSISTITO: per il 2008 fieli abbiamo mandati ogni mese, ma questa è
una responsabilità che si prendeva Bartolo Genova come reggente. Se Bartolo
Genova mi dice devi mandare i soldi a tizio glieli mando, posso esprimere una
opinione ma la responsabilità se la prende lui a chi mandarli. I
G.I.P. chiaro. Però a questo punto una domanda fondamentale nella
ricostruzione che lei ha fatto. Ma possono essere mandati soldi a una famiplia di
un qualcuno che non è un affiliato?
TESTE ASSISTITO: le rispondo subito. Lui, con Michele Di Trapani aveva
comunque un rapporto molto intimo, prendeva consigli e c'era sempre il
discorso che D i e ~ oDi Trapani non è che era stato condannato ancora per
l'omicidio Bonanno. E se Diego Di Trapani esce? Io me lo tengo semare buono.
Tanto è vero che a Diego Di Trapani venivano mandati anche i soldi, ogni mese,
ma era una scelta di Bartolo Genova questa.
G.I.P. non so se mi ha risposto alla domanda che le ho fatto.
TESTE ASSISTITO: allora...
G.I.P. la domanda ... lo capisco che lei dice, questa elargizione
indipendentemente dal ruolo formale o sostanziale svolto dal Di Trapani, veniva
fatta aroprio come elargizione, come donazione, in maniera tale da tenersi
buona la famiglia Di Trapani.
TESTE ASSISTITO: sì, perché ...
G.I.P. io invece le ho fatto una domanda diversa. Io le ho detto se, se, è possibile
mandare del denaro, comunque a un soggetto che non ha niente a che fare con
"cosa nostra".
TESTE ASSISTITO: allora, secondo repola i soldi a Michele Di Trapani non si
ci dovevano mandare perché effettivamente Michele Di Trapani non aveva
ai1- di Resuttana nel momento in cui ci siamo noi, non...
però Bartolo...
G.I.P. perché era stato posato dice lei.
TESTE ASSISTITO: sì, quindi teoricamente non ci si dovevano mandare però
di fatto plieli mandava, venivano dati mille euro...
G.I.P. e lui li accettava?
TESTE ASSISTITO: sì. È...
G.I.P. non disse mai. scusatemi ma io son fuori, sono stato posato, mi avete
posato, comunque ho capito di essere caduto in disprazia e quindi sono lontano
.- da voi, tra l'altro mio fratello rischia in questacontra~posizionepure la vita, io
con voi non ci voglio avere niente a che fare?
@ TESTE ASSISTITO: intanto con... con Bartolo Genova non è che era Bartolo
Genova che pli voleva fare male a suo... a suo fratello. erano i Lo Piccolo, anche
se suo zio era legato ai Lo Piccolo, ma ~ oi iLo Piccolo erano stati arrestati e
quando venpono arrestati iy soggetti cambia la storia tanto è vero... le faccio un
esempio, tanto è vero che l Archittetto con Giannini... ci si è poi riappacificato
quindi le storie cambiano. Arrestano una persona e inizia una nuova storia, chi
c'è decide le regole, cioè decide di fare la Dace, non fare la pace. Ora, il discorso
dei soldi, io le posso addirittura precisare che la moglie di Michele Di Trapani
nel corso della detenzione del Michele Di Trapani si rivolse a un soggetto a piede
libero. Posso...
P.M. PACI: no no no, sul soggetto a piede libero...
...
TESTE ASSISTITO: si rivolse a un soggetto ...
...
P.M. PACI: ci sono...
G.I.P. scusi, la moglie di Di Trapani Michele le risulta che sia, chi?
TESTE ASSISTITO: no, non lo so chi sia.
G.I.P. se le dico che si chiama Palazzo10 Maria Rosaria detta Sara?
TESTE ASSISTITO: no. le direi una...
G.I.P. non lo sa, va bene.
TESTE ASSISTITO: le risponderei con una bugia, non la conosco, so...
G.I.P. e allora come sa che si tratta della moglie?
...
TESTE ASSISTITO: no, chi l'ha de io ho detto, so la moglie di Michele Di
Trapani si è rivolta a un soggetto, non faccio il nome perché è a piede libero ...
G.I.P. si.
TESTE ASSISTITO: ...p er avere duemila euro per la... la Cassazione riferì,
dice: "mi servono duemila euro per mio marito per la Cassazione" e Bartolo
Genova decise di farglieli avere, questa è una precisazione che i soldi li
accettava.
G.I.P. ho capito perché ...
TESTE ASSISTITO: anzi in questo caso li ha chiesti. In questo caso sua moglie
li ha chiesti questi duemila euro. Riferito al soggetto dove è andato e con chi si è
incontrato. Inoltre posso riferire che al... però non so se Bartolo Genova aveva
dei rapporti particolari suoi con Michele Di Trapani. Io le posso dire Michele Di
Trapani, durante la mia... durante il mio periodo all'interno della famiglia di -

~ e s u t t a n anon aveva nessun ruolo, però i s i d i gli venivano recapitati.


@ G.I.P. scusi, andiamoci da un altro punto di vista, per un chiarimento definitivo.
Nel momento in cui Di Trapani Michele riceve, o la famiglia di Michele Di
Trapani riceve il denaro da Bartolo Genova...
TESTE ASSISTITO: dalla famiglia Resuttana, si.
...
G.I.P. o dalla famiglia Resuttana, è chiaro ed evidente che quel denaro è
proveniente dalla cassa della famiglia di "cosa nostra", devo supporre, alla
quale affluiscono una serie di accrediti di tipo delittuoso, ma non me lo faccia
dire a me...
TESTE ASSISTITO: certo.
G.I.P. ...p erché sembra che voglia suggestionarla, devo supporre.
...
TESTE ASSISTITO: no, è normale fa parte tanto è vero che Michele Di
...
Trapani in chiesa a Pa~lierellimi dice: "ringrazia tutti i ragazzi", è normale
che vengono dalla famipiia, non è che elieli dà Bartolo Genova...
G.I.P. quindi ebbe coscienza piena che questo denaro proveniva da "cosa
nostra".
TESTE ASSISTITO:si, ma anche la fami~liane ha coscienza piena, non è che
8 Bartolo Genova si alzava la mattina gli passava seicento euro al mese o duemila
euro per la Cassazione a livello personale.
G.I.P. si, ma ha anche detto che pur avendo questa coscienza tuttavia era una
elargizione che bisomava fare per tenersi buoni i Di Trapani o comunque...
TESTE ASSISTITO: è stata una stratema fatta da Bartolo Gevova.
...
G.I.P. se mai Diego fosse uscito fuori, quantomeno si faceva bella figura, se ho
capito bene. Ho capito bene. Ouesto da parte vostra...
TESTE ASSISTITO: una... una precisazione. D i e ~ oDi Trapani un periodo è
uscito, non mi ricordo quanto, e fece sapere che rinpraziava i r a ~ a z zper i quello
che facevamo, anche se non se l'aspettava perché noi P& mandavamo mille euro
al mese al Diego Di Trapani e cinque, seicento euro al mese a Michele Di
Trapani e r>oi negli ultimi tempi piieli davamo una tantum, perché poi ci fu il
cambio di reggenza a Resuttana e a quel-p unto chi subentrò diceva: a Michele
Di Trapani perché gii dobbiamo mandare i soldi?
G.I.P. e quindi?
TESTE ASSISTITO: e quindi ci siamo fermati quei ...
G.I.P. avete interrotto.
TESTE ASSISTITO: ...di mandare una tantum, anche se poi... a dicembre,
novembre, dicembre 2009, quindi gli ultimi tempi. Quindi questo le dimostra
che il reggente che subentrò non era d'accordo a questa elargizione, questo
stipendio.
G.I.P. e quindi interruppe questa...
TESTE ASSISTITO: tra l'altro il reggente che subentra a Resuttana è un
fedelissimo dei Lo Piccolo, che non può vedere D i e ~ oDi Trapani, che lo
..
definisce sbirro, perché chiamò al telefono il giorno del. del suo arresto per
accertarsi se erano Forze dell'ordine quelle dietro alla porta, quindi questo le
dimostra che se cambia la reggenza. ci può essere anche...
...
G.I.P. chiaro

Questa è la ricostruzione piena del contesto e - ad avviso dell'odierno Decidente


- è quella che permette di affermare che DI TRAPANI MICHELE, sicuramente,
alla data del 20 Giugno 2006, rivestiva un ruolo organico e intraneo
all'organizzazione anche i soldati di "Cosa Nostra" non gli avrebbero obbedito.
I1 problema, pertanto, non è quello di determinare se il DI TRAPANI
MICHELE avesse avuto la formale investitura di "Uomo d'onore" (art. 416 bis
commi I, 111, IV, V e VI del Codice Penale), ma se mai avesse rivestito, anche se
per un brevissimo periodo, quella di promotore o organizzatore nella più grave
prospettiva delittuosa di cui ai commi I, 11,111, IV, V e VI del Codice Penale.
Chiaramente, questo problema tecnico, pure trattato nel c.orso del processo,
deve restare fuori da ogni possibile valutazione perché estraneo al tema
proposto dallfAccusacon i capi di imputazione.
, \

_ _ _ _, . Che, poi, l'imputato DI TRAPANI MICHELE avesse operato nella prospettiva


prevista dai commi I11 e V dell'articolo 416 bis del Codice Penale (ossia in
m quella finalizzata alla gestione di attività economiche o altre attività di rilievo
patrimoniale per profitti o investimenti con finanziamento, in tutto od in parte
con il prodotto, profitto o prezzo dei delitti) è dimostrato dalla restante parte
delle attività di indagine pure rassegnate nella sezione espositiva del
presente prowedimento e divenute prove grazie alla scelta di definizione
del presente processo allo stato degli atti svolta dall'imputato.
Alludiamo, quindi, a tutto il contesto intercettativo che dimostra l'attività di
collaborazione dell'imputato con SBEGLIA SALVATORE.
Per comprendere chi fosse lo SBEGLIA con il quale il DI TRAPANI
MICHELE cercò di sviluppare alcuni interessi economici della "Famiglia",
basterà trascrivere, qui di seguito, ciò che i Carabinieri del R.O.S. scrissero nel
rapporto validato dal GIP con il prowedimento di cattura:
"...SBEGLIA Salvatore, nato a Palermo il 23 novembre 1939, condannato
per reati di cui all'art. 416 bis ed altro. Sul conto del predetto hanno reso
dichiarazioni diversi collaboratori di Giustizia, indicandolo come socio in
affari dell'autorevole mafioso GANCI Raffaele, reggente del mandamento
della Noce. Lo stesso è legato da vincoli di parentela, attraverso il figlio
Francesco e la figlia Maria Rita con la famiglia PECORA, costruttori di
Palermo, già indagati per associazione per delinquere e per riciclaggio di
denaro. SBEGLIA Salvatore, inoltre, è stato indagato dalla D.E.A.
americana e da organi di polizia nazionali, in relazione alla famosa
indagine denominata "Pizza Connection"; nell'ambito di questa attività di
indagine vennero emessi, a suo carico, i mandati di cattura nr. 323184
IZMC e nr. 164184 IZMC, del 29 settembre 1984, emessi dal Tribunale di
Palermo, perché ritenuto responsabili di associazione per delinquere
finalizzata al trafico internazionale di stupefacenti, in concorso con altri
mafiosi tra i quali Gaetano BADALAMENTI. In relazione ai predetti
provvedimenti, SBEGLIA Salvatore venne tratto in arresto 1'11 febbraio
1986 a Palermo. Successivamente, 1'11 novembre 1993, lo stesso veniva
tratto nuovamente in arresto, in esecuzione dell'ordinanza di Custodia
Cautelare in Carcere nr. 2111193 RGNR, emessa dal Tribunale di
Caltanissetta nella stessa data, poiché ritenuto responsabile, in concorso,
della strage di Capaci; in particolare, lo SBEGLIA, veniva accusato da
alcuni collaboratori di giustizia, di avere acquistato il telecomando che
provocò l'esplosione dell'ordigno. Da questa accusa SBEGLIA veniva,
poi, assolto. I1 16 settembre 1995, poi, SBEGLIA Salvatore veniva tratto
in arresto, in esecuzione al Mandato di Cattura nr. l424185 APM, nr.
l817185 RGUI e nr. 2/94 RMC, emesso dal Tribunale di Palermo il 27
luglio 1994, poiché ritenuto responsabile, in concorso con altri, del reato
associazione mafiosa. SBEGLIA Salvatore veniva, poi, scarcerato nel
mese di marzo 2000, per espiazione della pena. Nel mese di maggio 2004,
la Corte di Appello di Palermo, emetteva nuovo decreto di confisca dei
beni riconducibili a SBEGLIA. I1 valore dei beni oggetto del
prowedimento ammontava ad un valore di circa 50 milioni di euro.

In conclusione, dunque, DI TRAPANI Michele, su input dei MADONIA,


veniva prima affiancato a DI TRAPANI Diego nella gestione del
mandamento; e poi incaricato di una delicatissima questione: quella di un
importante reinvestimento di denaro, in cui avrebbe dovuto coinvolgere
SBEGLIA Salvatore (reinvestimento non andato in porto per cause
indipendenti dalla volontà di DI TRAPANI Michele)...".

Quanto fin qui esposto è bastevole all'affermazione della penale responsabilità.


Va da sé che non può non rilevarsi che il precedente specifico, contestato dalla
Pubblica Accusa e indicato in rubrica, lungi dall'essere posto in rapporto di

CF?--
continuità dettata dal favor rei, debba essere affermato dal Giudice in sentenza
nei modi e nei termini - quoadpoenarn - dei quali si dirà infra.
LE CONTESTAZIONI ASCRITTE a SGADARI VINCENZO

Per SGADARI VINCENZO la Pubblica Accusa ha richiesto la pena di anni


nove di reclusione essendo lo stesso ritenuto responsabile del delitto di
associazione mafiosa (art. 416 bis comrni I, 111, IV, V e V1 del Codice Penale).
L'Accusa assume che lo SGADARI avrebbe avuto un ruolo permanente ed
organico in seno all'organizzazione denominata "Cosa Nostra".
Ebbene, per i motivi che di seguito saranno descritti, l'ipotesi accusatoria non ha
trovato il riscontro totale degli elementi probatori sì che - come diremo - può
solo affermarsi che lo SGADARI svolse un ruolo gragario ed esterno alla
organizzazione criminale sotto il profilo della compartecipazione delittuosa
@ cosiddetta esterna.
Le prove acquisite permettono di dimostrare che l'imputato era un soggetto -
come si usa dire in gergo criminale - "a disposizione" ossia qualcuno che, in
posizione di vicinanza agli affiliati, di volta in volta e secondo le necessità,
prestava la sua opera ricevendone in cambio la considerazione ed il rispetto che
l'organizzazione sa riservare a coloro che la coadiuvano (soprattutto allorché
necessità o bisogni vengano, all'occasione, manifestati dal soggetto "vicino").
Con il nickname di "BICICLETTA" (soprannome, questo, correlato alla vecchia
passione ciclistica dell'imputato), SGADARI VINCENZO veniva intercettato
dai Carabinieri del R.O.S. in un momento assai importante - e, come diremo,
drammatico - del quadro evolutivo delle vicende della "Famiglia" MADONIA.
-- --- * .,W.

Alludiamo al momento in cui, per ragioni già sopra ampiamente descritte e


8 dimostrate, i "Reggenti" del "Mandamento" decisero l'eliminazione di
BONANNO GIOVANNI (a quelle pagine facciamo rimando).
Qui giova sottolineare come lo SGADARI VINCENZO, in quei giorni, abbia
dimostrato di conoscere, a fondo, il ruolo dei quadri organici della famiglia DI
TRAPANI - MADONIA e le sue dinamiche interne, interagendo con gli affiliati
attraverso la ricerca del contatto (finalizzato al ricevimento di danaro da devolvere in
favore di uno dei più famigerati killers di "Cosa Nostra": GUASTELLA GIUSEPPE
inteso "PINOt1)con l'uomo che poi sarà ucciso e fatto sparire in circostanze che -
ancora oggi - sono oggetto di approfondimento processuale in altra sede.
Ad avviso di questo Giudice è assolutamente rilevante la conversazione
intercettata il 10 OTTOBRE 2005, alle ore 12:18, all'interno delllautovettura
JEEP CHEROKEE, targata CW988NJ del DI PACE FRANCESCO, nel corso
della quale l'imputato SGADARI VINCENZO auspica che al più presto
avvenga l'eliminazione fisica di BONANNO GIOVANNI.
L'eliminazione avverrà di esattamente tre mesi dopo ...
E si potrebbe sostenere che queste parole intercettate siano fì-utto del caso.
Vediamo, allora, quali altri elementi si uniscono a questa sfortunata casualità.

Numerosi collaboranti di giustizia (si confrontino le dichiarazioni interamente


trascritte supra) hanno delineato il ruolo svolto dallo SGADARI VINCENZO e
tutti (o, almeno, tutti quelli che hanno avuto modo di entrare in contatto con lo
stesso per ragione di necessità crininali), concordemente, lo connotano per la
funzione di mediatore di messaggi e latore di comunicazioni.

Ciò che deve, però, essere posto nella giusta (e grave) dimensione processuale
accusatoria è la circostanza che questa mediazione veniva svolta in favore del
gruppo di reggenza del "Mandamento" (leggi gruppo LO PICCOLO e Co.) più
determinato e sanguinario che la "Cosa Nostra" annoverava in quel momento.
@
Vediamo esattamente cosa asseriscono i collaboranti:

NUCCIO ANTONINO (verbale del 28 Novembre 2007)


per il ruolo e la funzione svolta in seno a "Cosa Nostra" dal dichiarante
confronta la trascrizione integrale del verbale resa a questo Giudice nel corso
delle attività integrative:

"... In particolare in una occasione nella quale ho portato a Carini


dei "pizzini" e degli orologi, avevo lasciato il tutto a Enzo Sgadari
detto "Bicicletta"..."

8 PULIZZI GASPARE:
per il ruolo e la funzione svolta in seno a "Cosa Nostra" dal dichiarante
confronta la trascrizione integrale del verbale resa a questo Giudice nel corso
delle attività integrative:

COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari è un imprenditore. Io l'ho


conosciuto... i primi contatti con Enzo Sgadari li ho avuti dopo la mia
affiazione, dopo il giugno 2006, lui stava facendo un lavoro a Carini;
precedentemente il contatto di Enzo Sgadari con Carini era con Antonino Di
Maggio, uomo d'onore di Carini. Enzo Sgadari venne a fare questo lavoro a
Carini, ha dato la messa a posto, e io ho avuto dei contatti, io e Pipitone
Antonino - ripeto, dopo la nostra affiazione nel giugno 2006; Pipitone
-
Antonino gli fece pure dei lavori in cantiere con i mezzi quindi escavatore, pala
meccanica, i camion - perchè Pipitone Antonino aveva la ditta pure di
movimento terra. Quindi avevano questo rapporto di lavoro. I rapporti miei con
!
Enzo Sgadari sono stati pure di... Cioè c'era un contatto epistolare tra Enzo
Sgadari e Sandro Lo Piccolo; in poche parole i biglietti che ho ricevuto io da
Enzo Sgadari, anzi i biglietti da Sandro che dava a me e io davo a Enzo Sgadari,
erano, se non ricordo male, per "BMW", e io li davo... aveva auesto rapporto
epistolare con Enzo Sgadari.
GIUDICE - Un attimo. Lei parla di biglietti cioè di pizzini?
COLLABORATORE PULIZZI - I pizzini, si.
GIUDICE - Pizzini che lei aveva ricevuto e per i quali doveva fare il postino
diciamo.
COLLABORATORE PULIZZI - Si, in quel periodo. sempre dopo la mia
affiliazione, io si può dire dopo la mia affiazione con Sandro ci vedevamo
-
almeno due volte a settimana, poteva capitare una volta, poteva capitare anche
di più -, e spesso e volentieri c'erano questi bi~liettiper Enzo S~adari,e
naturalmente Enzo Sgadari mi dava dei biglietti a me per Sandro Lo Piccolo.
GIUDICE - Ma quando ~ a r l di a biglietti ~ a r l di
a biglietti chiusi? Cioè lei questi
biglietti li vedeva? li leggeva?
8 COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no, i biglietti sono sigillati.
GIUDICE - Erano chiusi? si~illati?
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Ed erano stati consegnati da Sandro Lo Piccolo per Enzo Sgadari e,
viceversa, da Enzo Sgadari a...
COLLABORATORE PULIZZI - E viceversa, si.
GIUDICE - Ma si ricorda se mai, dandole i biglietti, il Lo Piccolo le parlò pure
di qualcosa da dire a voce oppure del problema che era oggetto del biglietto che
lei stava portando? Perchè in fondo lei a quel punto era affiato, avrebbe avuto
...
ben titolo affiliato come capo della famiglia Carini, quindi avrebbe avuto ben
titolo di poterlo sapere. O no?
COLLABORATORE PULIZZI - Mah, potrebbe anche capitare però a me non
m'è capitato, non ho il ricordo di questi episodi. Anche perché i biglietti chiusi
poi sono cose loro, quindi non è che appartenevano alla mia famiglia.
GIUDICE - E "BMW" c'era scritto sopra?
COLLABORATORE PULIZZI - I biglietti che ricordo io erano per "BMW",
Q quelli che mi dava Sandro, e qualcuno per "Bicicletta" - che vBicicletta" poi ho
saputo che era Enzo Sgadari chiamato "Bicicletta".
GIUDICE - Quindi era chiamato "BMW" o "Bicicletta"?
COLLABORATORE PULIZZI - Io ricordo che Enzo Sgadari il soprannome
itet- che avevo avuto io da Sandro per Enzo Sgadari
ho ricevuto dei biglietti per "BMW" e dei bigiietti per ""Bicicletta"", e questi li
dovevo dare a Enzo Sgadari.
GIUDICE - Ma il soprannome, o comunque il nickname come si direbbe adesso
su intemet, dellTEnzoSgadari era ""BMW"" o ""Bicicletta""?
COLLABORATORE PULIZZI - ""Bicicletta" ".
GIUDICE - E allora "BMW" chi era?
COLLABORATORE PULIZZI - Questo non lo so.
GIUDICE - Però questi biglietti che avevano ""BMW"" come destinatario lei li
consegnava a Enzo Sgadari comunque?
COLLABORATORE PULIZZI - A Enzo Sgadari, si.
GIUDICE - Mi scusi, quando consegnava questi biglietti a Enzo Sgadari nelle
sue mani e lui vedeva che c'era scritto ""BMW"" o ""Bicicletta"", non diceva
'aspetta un attimo, questo è per me e quest'altro
Insomma, li riceveva comunque? Cioè pensava, ricevendoli, di essere comunque
il destinatario?
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari possibilmente già saDeva se
erano per lui o se erano per un'altra persona. comunque io ero un contatto, un
tramite.
GIUDICE - Chiaro.
COLLABORATORE PULIZZI - Può anche darsi pure che Enzo Sgadari era
un altro tramite, Giudice.
GIUDICE - Certo.
COLLABORATORE PULIZZI - Perchè i biglietti non è che sono diretti,
possono anche passare tante mani prima di arrivare a destinazione.
GIUDICE - Ma, per esempio, potrebbero non passare mani se lei, nel momento
in cui li consegna, vede Enzo Sgadari aprire il biglietto. Le è capitato di vedere
Enzo Sgadari aprire il biglietto? Perchè se lo apre vuol dire che è diretto a lui.
COLLABORATORE PULIZZI - No, assolutamente. Ma anche se il biglietto è
per lui, Giudice, Enzo Sgadari non lo apre davanti a me o davanti a
8 qualcun'altro.
GIUDICE - Non l'ha aperto davanti a lei.
COLLABORATORE PULIZZI - Se li va a leggere per i fatti suoi.
GIUDICE - Chiaro. E dove li consegnava a Enzo Sgadari questi biglietti?
COLLABORATORE PULIZZI - Mah, in quel momento Enzo Sgadari io ce
l'avevo diciamo a casa perchè lavoravo a Carini, quindi sapevo subito dove
trovarlo.
GIUDICE - Ah, quindi al cantiere?
COLLABORATORE PULIZZI - Al cantiere, sì.
GIUDICE - Ma sapeva a Palermo dove lui stava? Perchè stava a Palermo
questa persona?
COLLABORATORE PULIZZI - Di abitazione si però non lo so dove.
Naturalmente ce l'avevamo li, a portata di mano come si suo1 dire, sapevamo
che in cantiere lo trovavamo. Anche se non c'era Enzo, anche che passi ore e
non c'è, poi durante la giornata lo trovi comunque perchè diciamo è titolare nel
- - -I _
cantiere e spesso e volentieri sempre nel cantiere con lui ci vedevamo.
@ GIUDICE - Quando ha parlato della cosiddetta "messa a posto" chi fece cosa?
Cioè a dire, fu Sgadari a contattarla per dire 'mi voglio mettere in regola'? fu lei
a farlo contattare? Insomma, come awenne questo contatto che creò poi la
messa a posto?
COLLABORATORE PULIZZI - No, la messa a posto già era stata data. Enzo
Sgadari quando ha dato la messa a posto per il lavoro di Carini... Perchè, ripeto,
...
il contatto precedente di Enzo Sgadari il referente a Carini diciamo di Enzo
Sgadari i rapporti ce li aveva con Nino Di Maggio e la messa a posto era stata
disposta per conto della famiglia di Carini da Nino Di Maggio; quindi già Enzo
Sgadari si era messo a posto, prima di finire i lavori ha dato la messa a posto
Enzo Sgadari. Quindi rapporti di soldi con me non ne ha assolutamente avuti.
GIUDICE - Però lei, come rappresentante della famiglia, doveva in qualche
modo riceverlo questo denaro, no?
COLLABORATORE PULIZZI - No, già i soldi erano stati incassati prima che
io e Nino venissimo affiliati.
GIUDICE - Ah, addirittura prima?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì.
GIUDICE - Prima del giugno ...
-
COLLABORATORE PULIZZI - Perfettamente prima del giugno 2006.
-
GIUDICE Ho capito. Ma era una t a n m ? Cioè doveva pagare un importo e
basta e poi poteva continuare, oppure doveva essere un pagamento che doveva
essere reiterato pure?
COLLABORATORE PULIZZI - Io quello che ho saputo è che Enzo Sgadari
allora la messa a posto la diede addirittura prima di finire i lavori, quindi già
era ..., cioè aveva saldato la cifra per quanto riguarda Carini che già era stata
riscossa da Nino Di Maggio.
GIUDICE - Ma questi-simior Sgadari, che paga la messa a posto e però al
contempo è in contatto diretto con Lo Piccolo ...
COLLABORATORE PULIZZI - Si.
GIUDICE - Mi scusi, ma uno che è in contatto diretto con Lo Piccolo com'è che
papa la messa a posto del cantiere? Apprezzo il suo sorriso che è quasi mezza
risposta...
COLLABORATORE PULIZZI - NO ...
GIUDICE - No no, ma non è per irriverenza, nel senso che lei mi sta dicendo:
@) ma allora veramente non sei siciliano o non sai come vanno le cose in Sicilia.
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no, Giudice.
GIUDICE - No, però una domanda simile può servire a capire il contesto e
anche per capire i rapporti che c'erano, se cyerano rapporti in senso di Cosa
Nostra, tra lo Spadari e il Lo Piccolo. Cioè a dire, questo Sgadari che rapporto
aveva col Lo Piccolo? Era anche lui un affiliato? Era un uomo d'onore? Perchè
dialovava col pizzino con Lo Piccolo e al contem~o però era vittima
deìì'estorsione?
COLLABORATORE PULIZZI - Dottore, io questo non lo so. Cioè io so che lui
ha dato la messa a posto e so che aveva il rapporto epistolare con Sandro Lo
Piccolo. e naturalmente, si, ha papato; non so naturalmente la cifra quanto è
stata chiusa precedentemente perchè non me ne sono naturalmente occupato io,
però, che le debbo dire, ha pagato e tiene i rapporti con Sandro Lo Piccolo. Poi i
-
rapporti che avevano lui e Sandro Lo Piccolo che il contatto epistolare era con
- -.
Sandro Lo Piccolo che aveva Enzo Sgadari -,i rapporti io non lo so.
GIUDICE - Lei può dire che questo Sgadari era in qualche modo affiliato,
Q vicino a Cosa Nostra, oppure no?
COLLABORATORE PULIZZI - Io, Giudice, la risposta che le posso dare è in
base... Cioè secondo me era una persona vicina a Sandro Lo Piccolo che però
comunque ha pagato la messa a posto a Carini.
GIUDICE - E normalmente le persone vicine papano la messa a posto?
COLLABORATORE PULIZZI - Naturalmente, Giudice, se un imprenditore fa
un lavoro di rilievo, cioè un lavoro... - Enzo Sgadari ha fatto una lottizzazione e
-.
quindi un lavoro abbastanza ~ r a n d e naturalmente anche via raccomandata gli
si fa...come dire, la carezza, per stare tutto in regola, s i la dà pure la messa a
posto. Come può succedere pure che un imprenditore di Carini che magari era
vicino a una persona dalla famiglia di Carini ma andava a lavorare fuori - io sto
facendo l'esempio - naturalmente dava pure la messa a posto.
GIUDICE - Senta, ma pur pagando la messa a posto, a quanto ho capito, questo
Sgadari aveva comunque dei problemi.
COLLABORATORE PULIZZI - In che senso dei problemi?
GIUDICE - A proseguire i lavori, a completarli.
COLLABORATORE PULIZZI - Enzo Sgadari se non ricordo male ha avuto
-
un problema nel cantiere che adesso non ricordo bene se gli avevano bloccato i
lavori o non poteva continuare, insomma gli serviva una carta... Giudice, non
ricordo bene precisamente - che però comunque gliel'abbiamo subito risolto e
ha ripreso i lavori; una questione di giorni è stata, non è che...
GIUDICE - Questo è un passaggio che vorrei che lei ricostruisse. Scusi, ma
perchè Sgadari che fa questi lavori, che è un imprenditore, ha bisogno di voi -
perchè a questo punto devo dire voi, cioè voi nel senso di Cosa Nostra per -
risolvergli il problema? Quindi Sgadari paga la messa a posto come lei l'ha
chiamata, manda i pizzini a Lo Piccolo e si fa risolvere il problema dal capo
della famiglia di Carini. Mi fa capire? Però poi lei mi dice non so se era uomo
d'onore o se non era uomo d'onore.
COLLABORATORE PULIZZI - NO, uomo d'onore non era, questo lo so per
certo.
GIUDICE - Uomo d'onore non era.
COLLABORATORE PULIZZI - Assolutamente no. Devo fare un passo
indietro. Allora, Enzo Sgadari era un pò risentito con Nino Di Maggio perchè
dice: "Ma come, io ho pagato". Difatti anche Sandro, nei vari incontri che aveva
con me, diceva: "Ma come, Enzo Sgadari ha uscito i soldi e aveva questo
problema col Comune?"; io non ricordo bene se era per una falda acquifera nel
sottosuolo, comunque gli avevano bloccato i lavori, ma l'episodio specifico, cioè
il problema specifico non lo ricordo. E anche Sandro mi disse un giorno: "Enzo
Sgadari ha pagato profumatamente la messa a posto per questo cantiere e Nino
lo ha lasciato così?"; a parte che Nino purtroppo fu arrestato nel giugno del
2006, però dice: ''Ma come, ora sorge questo problema?". Questo io ricordo. E
difatti Enzo Sgadari dice: "Myhanno bloccato i lavori, io sono rovinato, come
devo fare?". Questa cosa è stata risolta in tempi brevissimi e se ne occupò
Pipitone Antonino, il mio co-reggente, e in pochi giorni ha ripreso a lavorare.
GIUDICE - E lei sa...
...(voci sovrapposte) ...
COLLABORATORE PULIZZI - Scusi.
GIUDICE - Prego.
_ _ _ _ I .
COLLABORATORE PULIZZI - Magari... magari che. ne so, se .Enzo Sgadari
aveva a che fare con il tizio x del comune, quello magari gli faceva perdere un
6 pò di tempo e in questa maniera la cosa b stata più accelerata rapidamente.
Questo è in sintesi.
GIUDICE - Si, senza dubbio è stata accelerata. Per& insomma, col comune ho
l'impressione che I'intermediazione viene fatta da un uomo diciamo d'onore,
non è che l'ha fatta un awocato o l'ha fatta un geometra o un addetto a l
disbrigo pratiche amministrative; viene risolta da un uomo d'onore, giusto? Ho
capito bene?
COLLABORATORE PULIZZI - Non cyera un contatto col comune,
naturalmente.
GIUDICE - E che tipo di contatto era?
COLLABORATORE PULIZZI - Aliora, chi aveva i contatti per conto della
famiglia di Carini, diciamo la longa rnanus dentro il Comune, era Giovanni
Palazzolo, che è un imprenditore di Carini; era come si dice infdato nel comune,
diciamo era il tramite tra la famiglia e il comune, queste cose se le sbrigava lui.
GIUDICE - Era uomo della famiglia allyinternodel comune di Carini?
COLLABORATORE PULIZZI - Sì, vogliamo dire uomo della famiglia,
comunque era un imprenditore che comunque gli si diceva la cortesia... nel
senso, il tramite era lui, Giudice, questo era, tra la f a m i a a di C ~ r i nei il comune
di Carini. Quindi quando è sorto questo problema di Enzo Sgadari è stato detto
subito a Giovanni Palazzolo questa cosa qui e naturalmente Giovanni Palazzolo
si è subito prodigato e in tempi brevissimi a Enzo Sgadari gli è stato risolto il
problema.
GIUDICE - Tempi brevissimi cosa sono, giorni?
COLLABORATORE PULIZZI - Ma sì, credo due-tre giorni massimo.
GIUDICE - In due o tre giorni si è risolto il problema che riguardava lo
Sgadari.
COLLABORATORE PULIZZI - Anche perchè alle volte, Giudice, manca una
firma e quindi ..."

FRANZESE FRANCESCO:
per il ruolo e la funzione svolta in seno a "Cosa Nostra" dal dichiarante
@ confronta la trascrizione integrale del verbale resa a questo Giudice nel corso
delle attività integrative:

GIUDICE - Va bene, va bene. Allora, senta, lei è stato sentito in diverse


occasioni, due sicuramente, una il 18 aprile del 2008 e il 07 maggio del 2008 in
questo processo e in quelle occasioni ha parlato di un tale Sgadari.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Enzo.
GIUDICE - Enzo. Me lo sta dicendo lei. Io no ho detto il nome...
COLLABORATORE FRANZESE - No, Enzo.
-
GIUDICE ...p roprio per capire ...
COLLABORATORE FRANZESE - Correvamo assieme con le biciclette da
piccoli. Lui è anche un ciclista.
GIUDICE - Correvate insieme con le biciclette.
COLLABORATORE FRANZESE - Lui ha fatto anche il ciclista, sì, dilettante.
GIUDICE - Da piccolo. Ma perché ne ha parlato? Cioè, per quale motivo lei ha
fatto riferimento a questa persona, in questo contesto?
COLLABORATORE FRANZESE - Eh... ora io adesso non... veramente non è
che mi ricordo la domanda che mi era stata fatta, però ne possiamo parlare ...
GIUDICE - No, no, io non...
COLLABORATORE FRANZESE - Io non mi ricordo la domanda che mi
venne...
GIUDICE - Allora, avuto riguardo alla garanzia, diciamo, dell'atto che sto... che
sto facendo, io non...
COLLABORATORE F'RANZESE - No, dico, io...
...
GIUDICE - non posso darle... perché devo capire esattamente l'autenticità dei
suoi ricordi.
COLLABORATORE F'RANZESE - Aliora...
GIUDICE - Ma non - per carità - per mettere in crisi il suo ricordo, ma per
capire in quale modo questo ricordo si atteggia, avuto riguardo al fatto che
dobbiamo ricostruire.
COLLABORATORE F'RANZESE - Ora io...
GIUDICE - Perché una cosa è ricordarsi di un uomo con il quale si è fatta la
mountain bike insieme a Monte Pellegrino, un'altra cosa è ricordarsi di
quest'uomo per fatti di altra entità e altro rilievo.
COLLABORATORE FRANZESE - Allora, io la domanda precisa non me la
ricordo, però se io presumo che mi è stato detto "chi è Sgadari, come l'hai
conosciuto"? io a questo posso anche adesso rispondere così.
GIUDICE - E io le chiedo...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - ...q uesto...
COLLABORATORE FRANZESE - Allora ...
GIUDICE - Lei conosce... intanto, lei conosce un solo Sgadari che.. .
COLLABORATORE FRANZESE - I1 padre si chiamava Pietro, fa il
...
fontaniere insomma, il fontaniere... fa lavori anche grossi di... era...
GIUDICE - Che conosce... è una conoscenza giovanile, addirittura. da quello
che ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
@ GIUDICE - Sì.
COLLABORATORE FRANZESE - Da tantissimi anni.
GIUDICE - Perché giovanile? Perché era nello stesso quartiere?
COLLABORATORE FRANZESE - No, correvamo nella stessa società sportiva,
in "Biciclettaw correvamo... biciclette da corsa, correvamo... il padre lo
accompagnava dappertutto, era un ~ r a n d etifoso del figlio, in tutta la Sicilia...
...
insomma, era tipo non so... Pietro si chiamava...
GIUDICE - Quindi facevate agonismo ...
COLLABORATORE FRANZESE - Agonismo.
GIUDICE - ...ciclistico.
COLLABORATORE FRANZESE - Agonismo ciclistico.
GIUDICE - Insieme.
COLLABORATORE FRANZESE - Si. E allora lui, il padre, comunque, dietro
...
il Bar Alba aveva questo questo magazzino, dove lui... ufficio e magazzino, per
.. - --.questi lavori $..;di tubazioni. Comunque, appunto, come ha detto lei, ci siamo...
GIUDICE - Quindi stiamo parlando di Via Marchese di Roccaforte a Palermo.
@ COLLABORATORE FRANZESE - E una traversa.
GIUDICE - Una traversa di Via Marchese di Roccaforte a Palermo. Ho capito?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. E parallela al Bar Alba, quella che c'è
dietro.
GIUDICE - Sì. Sa, il Bar Alba ...
COLLABORATORE FRANZESE - Comunque ...
GIUDICE - ... non tutti coloro che leggeranno questo verbale sapranno dov'è.
COLLABORATORE FRANZESE - Ah. Via Scrofani, può essere.
GIUDICE - Va beh, è una...
COLLABORATORE FRANZESE - Mettiamo... una cosa del genere, una cosa...
GIUDICE - Sì. E' una via che... è una traversa della Via Marchese...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
...
GIUDICE - Marchese di Roccaforte di Palermo.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì. Allora... e poi per un periodo, diciamo,
non ci siamo visti perché lui pure... il padre aveva dei cavalli all'Ippodromo e lui
cominciò ad avere anche cavalli all'Ippodromo, insomma, un ambiente un poco
brutto, l'hanno arrestato anche per cose di droga, insomma. Magari nel periodo
...
di detenzione poi non l'ho visto insomma, ci siamo persi per un poco di tempo
di vista. Poi, ultimamente, come io POCO fa dicevo, stavo facendo dei lavori a
.. ...
Carini e allora lui. ho saputo che lui ah, perché io ero amico anche di Nino
Pipitone, il figlio, oltre che di Pulizzi. Allora Nino Pipitone m'ha detto, dice
" ~ u a r d aquando
, mi cerchi per qualsiasi cosa, tu"... non so come lo sapeva, dice
...
"tu non" forse gliel'ha detto lui... dice "tu non sei amico di Enzo Sgadari"?
C'ho detto: "E' mio amico da bambino". Dice: "Allora, cercami da lui". C'ho
detto: "Perché"? Dice: "No, sta costruendo qua un bel po' di villini". Cioè, io
l'avevo lasciato fontaniere però era diventato costruttore. "Ah" - c'ho detto -
"va bene". E poi lo sono andato anche a trovare e forse - ora non mi ricordo -
proprio per cercare a Nino. No, una volta lo sono andato a trovare così, e poi
una volta sì, per cercare Nino Pipitone e Gaspare Pulizzi. E in effetti stava
facendo delle ville, insomma l'ho trovato... e da quello che ho capito, insomma,
perché comunque lui era anche molto... molto in buoni rapporti, insomma, era
...
pure facile vede lui sapeva... infatti, come mi disse pure Nino, che poi è la
verità, Nino Pipitone, lui sapeva in qualsiasi momento dove rintracciarlo.
Quindi era molto...
e9 GIUDICE - Rintracciare chi?
COLLABORATORE FRANZESE - A Nino Pipitone o a Gaspare Pulizzi.
...
Ouindi era molto in buoni rapporti. Di più non so, se c'erano altri tipi cioè,
però che lo rintracciava subito.. . (sovrapposizione di vocik
GIUDICE - Ma perché, Nino Pipitone in quel momento che cos'era? Era
latitante o aveva...?
COLLABORATORE FRANZESE - No, no, no, no.
GIUDICE - E allora il rintracciarlo ?...
COLLABORATORE FRANZESE - No, ma era difficile trovarlo, difficile.
Erano sempre in giro, cioè non stavano mapari, che so... di casa non lo so,
perché non ci sono mai andato a casa. ma mapari mi pareva pure male andarlo
a disturbare a casa. Però vederli - che so - come altre persone che le incontravi,
...
magari era difficilissimo, era un po' riservata la vita che faceva. Non so dove
stavano... cioè, se poi frequentavano qualche posto che... però io non sapevo.
Cioè, era difficile, in giro non si vedevano mai. - a

GIUDICE - Ouindi, questo...


@ COLLABORATORE FRANZESE - Anche a Gaspare Pulizzi l'ho più visto da
...
latitante che mai da libero... da libero poi cioè... facevano una vita un poco
riservata.
GIUDICE - Va beh, però, dico, questa sua conoscenza dello Sgadari Vincenzo, o
Enzo, come lei lo ha appellato, dico, non la correla, non la mette in colle~amento
con il suo ruolo, con la sua funzione di affiato? Cioè, perché*..
COLLABORATORE FRANZESE SI, sì. -
GIUDICE - Perché ha fatto riferimento a questa persona?
COLLABORATORE FRANZESE - Si vede... io la domanda non me la ricordo,
però...
...
GIUDICE - No, va beh, lasciamo perdere la domanda (sovrapposizione di
voci)
COLLABORATORE FRANZESE - No, però io dico ...
GIUDICE - La domanda che adesso invece le pongo è questa: cioè, questo suo
ricordo a Seadari, nei confronti di Sgadari, come fontaniere, diciamo fi~liodel
fontaniere, che poi entra in contatto con persone importanti di Cosa Nostra,
perché lei quando parla di Pulizzi e parla ...
-
COLLABORATORE FRANZESE E pure Pipitone.
GIUDICE - ...e di Pipitone, parla di due uomini di Cosa Nostra.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
...
GIUDICE - Giusto? Perché allora fa riferimento a S ~ a d a r i
COLLABORATORE FRANZESE - Perché.. .
GIUDICE - come in qualche modo nella sua memoria in collegamento con
.O

questi due soggetti?


COLLABORATORE FRANZESE - Perché era la persona che io avrei dovuto
contattare per parlare con loro, con questi due soggetti.
GIUDICE - Cioè, quindi era il punto di unione...
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
- ...
GIUDICE tra lei e questi due uomini di Cosa Nostra.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, in casi eccezio... cioè, se mi serviva
d'urgenza.
GIUDICE - In caso di bisogno.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì.
GIUDICE - Ma quante volte ebbe a sperimentare questo contatto?
COLLABORATORE FRANZESE - Mora, se non c'era urgenza, come
aweniva con altri uomini d'onore, diciamo, io potevo mandargli un bigliettino a
Sandro e poi lui li rintracciava, una cosa... ma una volta, mi sembra, quando fu
che hanno scassato tutto il cantiere e hanno rubato tutto, mi sembra...
GIUDICE - Hanno scassato il..?
COLLABORATORE FRANZESE - I1 cantiere, hanno rubato tutto.
GIUDICE - A chi?
-
COLLABORATORE FRANZESE I1 cantiere dove lavoravo io lì a Carini, la
prima volta.
GIUDICE - Ah, il suo cantiere.
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì.
GIUDICE - Okay, ho capito.
COLLABORATORE FRANZESE - La prima volta hanno scassato, hanno
rubato tutto. E però non... non si è trovato niente, insomma...
GIUDICE - Sì, ma lei in quella situazione... . ..
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, avevo... sì, avevo...
- ...
GIUDICE lei andò da S ~ a d a rVincenzo?
i
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, perché ...
GIUDICE - Da Enzo?
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, perché ho detto ...
~*

COLLABORATORE FRANZESE - Mora.. . però io non so le vie, io le dico


così. Mi sembra che andando da Punta Rnisi c'è una strada che ritorna verso
...
Palermo. C'è un Mago un Mago del Gelato, si chiama M a ~ del o Gelato. Poi c'è
un bivio che sale e una che continua a costeggiare sempre verso il mare(?). Da
questo bivio... poi, insomma, un paio di stradine, ecco, che io non conosco, si
arrivava a questo cantiere dove lui costruiva, diciamo, stava facendo diverse...
diverse villette. Però la strada, il nome non... non lo so.
GIUDICE - E andò lì a trovarlo, addirittura?
COLLABORATORE FRANZESE - A Enzo Sgadari. Sì, sì.
GIUDICE - Andò li dove stava costruendo le villette.

5+-
COLLABORATORE FRANZESE - Sì, sì, sì.
GIUDICE - E che cosa gli disse?
1440
COLLABORATORE FRANZESE - C'ho detto: "Vedi che devo parlare
urgentemente con... mi devi trovare o a... o a Nino Pipitone o a... o a Pulizzi".
GIUDICE - Ma quando gli disse questo, scusi, Sgadari sapeva che lei in quel
-
momento stava parlando un attimo, mi lasci finire - stava parlando come...
nella qualità di uomo d'onore e rappresentante della famiglia di Partanna
Mondello? Cioè, non è che gli stava chiedendo un'informazione turistica, gli
stava dicendo "sono venuto qua come uomo di Cosa Nostra e rappresentante
della famidia di Partanna Mondello a chiederti di entrare in contatto con altri
due uomini d'onore" oppure cosa?
COLLABORATORE FRANZESE - No, io non glielo dissi "sono venuto qua in
...
nome della famiglia" no, perché comunque mi sembrava normale che lui lo
sapesse. Ma addirittura una volta, ecco mi ricordo che ci siamo visti in zona Via
San Polo e io ero seduto in un bar e lui mi disse.. . mi fece il segnale di alzarmi e
andare. E io aspettavo un amico mio. E allora io poi ci sono andato dietro, a
piedi lui camminava, ci sono andato dietro per dirgli "ma perché mi hai fatto
...
questo segnale"? Dice: "Vattene di qua perché è tutto pieno di" e loro... gli
@ investigatori cercavano a Francesco Bonanno, credevano che era in zona Via
San Polo. Ma io non lo sapevo che ...
GIUDICE - Chi cercavano?
COLLABORATORE FRANZESE - Gli investigatori - cercavano a Francesco
Bonanno.
GIUDICE - Francesco Bonanno.
COLLABORATORE FRANZESE - Che è il fratello di Giovanni Bonanno.
- -
Però io non è che lo sapevo che lui se è vero che stava in Via San Polo e nelle
traverse 1ì vicini. Non lo sapevo. Però lui mi disse questo e per dirmelo vuol dire
che lui dice tipo "vattene"... lui sapeva, insomma, qualche cosa, magari che
potevo
- ...
passare non lo so. Però per me era comunque scontato che... non che
ero reggente, magari non lo poteva sapere, però insomma, penso che sapesse che
...
comunque sapeva dei processi che ho avuto... sapeva che, insomma, c'entravo
qualche cosa. Però io non gliel'ho detto che...
-- - GIUDICE - Cioè, lei dava per scontato che lui fosse un uomo di collegamento
con altri uomini d'onore.
6 COLLABORATORE FRANZESE- sì.
...
GIUDICE - Su questo questo è chiaro.
COLLABORATORE F'RANZESE - Sì.
-
GIUDICE O ho capito male?
COLLABORATORE F'RANZESE - No, ha capito bene. Anche perché prima ...
io lo ero andato a trovare solo per i saluti e capire bene dov'è che lui stava
lavorando. Invece la prima volta è stata una conversazione "ah, ma quanto
...
tempo che fai... ah, stai lavorando, ora ti dedichi a questo "... mi ha fatto
vedere che lui costruiva comunque bene, qua e là, tutte queste cose, e quindi la
prima volta fu una conversazione così. Ci ho detto "guarda che io, se ti vengo a
trovare, tu dovresti fare queste cose". Dice "Sì, già lo so perché me l'hanno
..
detto w. Ci ho detto: "A me mi interessa che una cosa". "Eh, va bene". E quindi
la prima volta fu una conversazione così. La seconda volta io credo che già lui sa
tutto.

È chiaro, quindi, quale fosse il molo dello SGADARI VINCENZO: e g M r a


uomo di collegamento e "corriere di dispacci" tra gli "Uomini d'onore".
Vediamo, adesso, cosa la Giurisprudenza del Supremo Collegio indichi per chi
riveste tale qualità nel quadro della fattispecie associativa e10 plurisoggettiva.

La massime in considerazione è la seguente:

Sez. 1, Sentenza n. 54 del 11/12/2008 Cc. (dep. 02/01/2009 ) Rv. 242577


Presidente: Fazzioli E. Estensore: Piraccini P. Relatore: Piraccini P.
Imputato: Sarracino. P.M. Galati G. (Conz)
(Dichiara inammissibile, Trib. lib. Napoli, 17 Luglio 2008)
REATI CONTRO L'ORDINE PUBBLICO - DELITTI - ASSOCIAZIONE
PER DELINQUERE - IN GENERE - Associazione di tipo mafioso -
Concorso esterno - Differenza con il delitto di favoreggiamento personale -
Fattispecie.
8 Integra il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, e
non la meno grave fattispecie di favoreggiamento personale, la
condotta del soggetto, estraneo all'associazione, che faccia da
"corriere" tra un latitante e altri membri del sodalizio criminale,
mediante la consegna di messaggi inerenti alle attività delittuose del
gruppo*

Nel caso di specie, dunque, all'imputato SGADARI VINCENZO è ascrivibile


l'ipotesi delittuosa di cui all'articolo 110 e 416 bis del Codice Penale essendo
probatoriamente dimostrato il ruolo di "corriere" tra il latitante LO PICCOLO e -
soggetti affiliati a "Cosa Nostra".

Così affermata la penale responsabilità dell'imputato SGADARI VINCENZO,


non può non considerarsi che lo stesso ha numerosi precedenti penali (si
confronti il Certificato del Casellario giudiziale in atti) e, pertanto, deve essere,
nei suoi confronti, affermata la recidiva così come contestata nella rubrica sopra
trascritta.
LE CONTESTAZIONI ASCRITTE a PIZZO PIETRO

Per PIZZO PIETRO la Pubblica Accusa ha richiesto anni sei di reclusione


essendo ritenuto concorrente esterno nel reato di associazione mafiosa.
Le prove raccolte nel presente processo non consentono una tale affermazione.

Come vedremo, l'unica ipotesi delittuosa ascrivibile all'imputato PIZZO e quella


di concorso nel delitto di trasferimento fraudolento di valori aggravato (articoli
110, 81 cpv del Codice Penale e 12 - quinquies Legge no 35611992 e 7 del D.L.
13 maggio 1991 no 152, convertito con modificazioni nella Legge 12 luglio
1991, no 203).

L'incensurato PIZZO PIETRO (la cui vicenda processuale e già ampliamente


@ descritta nel1 pagine che precedeno in relazione alla posizione di DI TRAPANI
MARIANGELA) è coinvolto nei fatti che riguardarono la gestione del BAR
SOFIA e l'intermediazione relativa alla vendita dei beni provenienti dal
fallimento SICED nell'interesse della "Famiglia" MADONIA.

In effetti, diverse intercettazioni telefoniche danno testimonianza dell'attività


svolta dal PIZZO PIETRO per la situazione commerciale del BAR SOFIA e per
l'acquisto dei beni provenienti dal fallimento SICED.

Ciò che è deficiatario, in senso probatorio, è tutto quello che attiene alla
ricostruzione delle relazioni interpersonali di tipo criminoso eccedenti
questa mediazione.

In altre parole, premesso che l'avvenuta intermediazione economica di tipo


8 illecito non può costituire - da sola - la prova del reato plurisoggettivo di tipo
mafioso, manca, nel quadro delle acquisizioni, il quid pluris accusatorio che
permetta di affermare l'intraneità mafiosa ossia l'adesione al progetto delittuoso
generale e plurisoggettivo come delineato nelle pagine che precedono nei
confronti degli altri imputati.

Nessuno dei collaboranti, uditi in via integrativa da questo Giudice, ha saputo


riferire fatti specifici (in senso mafioso) per i quali il PIZZO si sarebbe
qualificato come affiliato o anche solo in termini di "vicinanza" ad affiliati.
Viceversa, vi è la prova in atti della paura e del senso di liberazione che prese
l'imputato durante la gestione degli interessi economici della "Famiglia" e poi
all'esito del suo licenziamento per incapacità gestoria con la sostituzione di
ARIOLO SERGIO (vedi la ricostruzione resa in relazione alla posizione di DI
TRAPANI MARIANGELA).
Egli, sicuramente, dovette (anche per ragioni parentali) relazionarsi con la
"Famiglia" MADONIA-DI TRAPANI, ma le fonti probatorie descrivono questo
tipo di relazione nelle modalità qui di seguito sinteticamente delineate:

in relazione al BAR SOFIA, l'imputato PIZZO PIETRO assunse il ruolo e


la funzione di dipendente dal 15 Ottobre 2004 al 26 Febbraio 2007 e, non
veicolò denaro in favore dei reali gestori economici dell'attività (proprio
questa fu la ragione della sua destituzione) e non fu mai formalmente
investito di un ruolo giuridico o amministrativo.

in relazione ai beni provenienti dal Fallimento SICED, il PIZZO PIETRO


fu punto di riferimento - personale ed economico - per le intermediazioni
fittizie di altri soggetti (SGROI VINCENZO, LO VERDE MASSIMILIANO,
DI TRAPANI MICHELE e PALAZZOLO SAVERIO).
@
In questo senso deve, pertanto, accogliersi la prospettazione resa dalla Difesa
dell'imputato allorché assume che:

Le condotte sopraindicate, che riempiono di contenuto la contestazione di cui


al1'art l 10, 416 bis C.P., sono identiche a quelle contestate nel decreto di fermo del
25 novembre 2008 (che riguardava altri coindagati) e nel decreto di perquisizione
e contestuale in formazione di garanzia noti$cata al1'imputatoin data 25 novembre
2008). Tuttavia, sia nel decreto di fermo che nell'informazione di garanzia, le
condotte di cui alle lettera a) e b) integravano, secondo I' ipotesi accusatoria, due
distinte ipotesi di violazione dell 'art 12 qiinquies della L 356/92, aggravato ex art,
7 D.L. 152/92.
@ È evidente, pertanto, I 'inversione di r o m della Pubblica Accusa, che ha ritenuto di
modijìcare la contestazione formulata in origine, aggravandola e riconducendola
nel1'alveo del delitto di cui al1'ad 110, 416 bis delo Codice Penale.
È opinione della dij;esa che la modifica del capo di imputazione sia irragionevole e
contrasti con le risultanze acquisite al fascicolo dell 'udienza preliminare.
Infatti, le indagini del ROS (v. Rapporto ROS del 29/10/2008 p. 2) hanno
consentito di accertare che la gestione del bar è stata iniziata da Campo Andrea nel
1968, proseguita da Di Trapani Amalia a far data dal 5.11.1991, da Campo
Giampaolo a far data da11'8.10.1992 e da Lo Verde Massimiliano a far data dal
1 7.7.2007.
L'odierno imputato ha ricoperto la qualità di dipendente dal 15/10/2004 al
26/02/2007 e non ha mai assunto la qualità di socio della predetta attività.
Dalla lettura del decreto di fermo @ag.187, volume secondo) si evince che il
Madonia Salvatore intendeva costituire una società con tale Lo Verde
Massimiliano, attribuendo il 50% delle quote a sé, il 25% ai coniugi Campo e il
restante 25% allo stesso Lo Verde.
Infatti, in data 17/07/2007, il notaio Sanfilìppo autenticava la scrittura privata di
cessione di azienda del bar Sofia da Campo Gianpaolo a Lo Verde Massimiliano (v.
p. 193 del decreto di fermo vol. Io.

Giova osservare che secondo il tenore letterale dellfartl2quinquies L356/92 ed in


conformità al1'interpretazione della S. C., "Il delitto di trasferimento fraudolento di
valori è una fattispecie a forma libera che si concretiza nell'attribuzione fittizia
della titolarità o disponibilità di denaro o altro bene o utilità e consiste in una
situazione di apparenza formale della titolarità del bene, difforme dalla realtà
sostanziale, con la conseguenza che colui che si rende fitttiiamente titolare di tali
beni con lo scopo di aggirare le norma in materia di prevenzione patrimoniale o di
contrabbando, o di agevolare la commissione dei reati di ricettazione, riciclaggio o
impiego di beni di provenienza illecita, risponde a titolo di concorso nella stessa
figura criminosa posta in essere da chi ha operato la fittizia attribuzione in quanto
con la sua condotta cosciente e volontaria contribuisce alla lesione dell'interesse
protetto dalla norma "

( Cass;,SezZ,26 aprile 2007,n.30165; Cass.SezZ,lO febbraio 2005,n. 14626).

Pertanto, a parere della Difesa, il ruolo di dipendente del bar Sofia, nè quello di
soggetto che partecipava alla gestione di fatto del1'esercizio commerciale possono
integrare gli estremi del delitto di trasferimento fraudolento di valori, contestato in
origine, ed a maggior ragione possono integrare gli estremi della più grave
fattispecie di "concorso esterno" in associazione mafosa, configurati al momento
della richiesta di rinvio a giudizio.

Infatti, nel corso della propria requisitoria, il RM. ha giustr~catola modifica della
contestazione originaria con specifico riferimento alle indagini relative al secondo
episodio contestato al Pizzo e, cioè, al ruolo espletato nella vendita dei beni
provenienti dalla procedura fallimentare nei confronti della SZCED srl, società di
pertinenza di Di Trapani Nicolò.

1445
In particolare, il RM. ha fatto riferimento agli interrogatori di Palazzo10 Saverio e
Ruflno Rosolino. successivi alla notifica dell'awiso di conclusione delle indagini
Le vicende relative alla vendita all'incanto dei beni sopraindicati sono riassunte a
pag. 403 e ss. del vol. I . del decreto di fermo di indiziati di delitto emesso il 24
novembre 2008.
Dalla lettura di tale capitolo si evince che:
Di Trapani Maria Angela era interessata a partecipare direttamente o per
interposta persona alla vendita dei beni provenienti dal fallimento SZCED srl già
appartenuta a Di Trapani Nicolò, fratello di Maria Angela;
- in particolare, all'asta del 6 febbraio 2007 avrebbero partecipato Lo k r d e
Massimiliano ( già intestatario del bar Sofia) per l'acquisto del lotto n. 3 e Di
Trapani Michele (zio di Maria Angela) per l'acquisto del lotto n. 4;
- eflettivamente il lotto n. 3 veniva aggiudicato a Lo krde per il prezzo di
euro 81.000,OO ed il lotto n. 4 veniva aggiudicato a Di Trapani Michele per il
prezzo di euro 26.500,00, tuttavia quest'ultimo decadeva dall'aggiudicazione non
avendo versato nei termini di legge il prezzo di aggiudicazione ( v. Pag 424 vol. ZI
decreto di fermo);
a questo punto veniva intercettata una conversazione in carcere tra Madonia
Salvatore e Di Trapani Maria Angela ( v. pag. 423 -424) nel corso della quale la Di
Trapani rifeiva al marito che lo zio Michele non aveva più salvato il terreno
perchè non aveva i soldi ed aggiungeva espressamente:
-. .
Mariangela : " no... Nicoletta (alias Pietro Pizzo) ha trovato uno che se lo
@ ...
voleva dopo che ci andrà;... perchè è ritornato dal Tribunale ....e lo sai cosa gli ha
detto...come ora lo vendete mi dovete dare 10.00 euro a me... cioè forse le rotelle ci
mancano... "
nel decreto di fermo viene poi riassunto il contenuto di alcune intercettazioni
telefoniche che confermano l'esistenza di contatti tra Pizzo, R u - n o Rosolino
(agente immobiliare di Cinisi) e Palazzolo Saverio, il quale in data 5 ottobre 2007
partecipa alla nuova asta fallimentare, aggiudicandosi il lotto n. 4 per il prezzo di
euro 26.500. Sulla scorta di tali risultanze investigative, nel decreto di fermo i1PM
ìpotizzava che l'immobile in oggetto fosse rientrato nella disponibilità della

cb,
famiglia Di Trapani, grazie alla intervenuta aggiudicazione del lotto in favore di
Palazzolo Saverio, con il concorso di Pizzo Pietro e Ru-no Rosolino (v. 11 427 del
decreto di fermo Vol. I . .

446
Per tali ragioni Palazzolo Saverio, Pizzo Pietro e Ruflno Rosolino sono stati
indagati per il delitto di cui all'art. 12 quinques L 356/92.
In data 19.12.2008, Palazzolo Saverio chiedeva di essere sottoposto a
interrogatorio ed in tale sede affermava quanto segue:
- di avere chiesto ali'agente immobiliare Rosolino Ruflno se nel comune di
Cinisi erano in vendita piccoli lotti di terreno;
- di avere appreso che c'erano dei lotti di proprietà della famiglia Di
Trapani sottoposti ad una procedura fallimentare;
- di avere coinvolto il proprio aw. Aldo Ruflno per verificare la fattibilità
dell'acquisto;
- di avere avuto organizzato dall' agente immobiliare, un incontro con Pizzo
Pietro, nella qualità di soggetto interessato al terreno in quanto sposato con una Di
Trapani;
- che il Pizzo doveva procurare la documentazione relativa al terreno;
di avere poi appreso da Ruflno che il terreno sarebbe stato aquistato da
Di Trapani Michele, che si era intromesso nell'aflare;
- che dopo alcuni mesi era stato contattato dall'agente immobiliare Ruflno
il quale comunicava che l'affare poteva farsi, pagando 80.000,00 euro a Di
Trapani;
- di avere definito con il Ruflno il prezzo finale di 150.000 euro
- di avere partecipato all'asta pressso la sezione fallimentare del Tribunale
di Palermo accompagnato dal proprio legale Aw. Aldo Ruflno, dall'agente
immobiliare Rosolino Ruflno e e di aver trovato in Tribunale il sig Pizzo;
- di non aver mai ricevuto garanzie sull'aggiudicazione delltasta ed in
particolare sulla cicostanza che sarebbe stato l'unico partecipante (v. I! 20 interr.);
- che nel caso in cui vi fossero stati altri partecipanti gli era stato suggerito
di aumentare l'oflerta (v. p. 22 interogatorio);
- che dopo l'aggiudicazione versò in contanti all'agente Ruflno la somma
di 50.000 euro destinata ai Di Trapani e successivamente di aver versato sempre su
sollecitazione del Ruflno altri 5.000 euro, che secondo il Ruflno servivano al
Pizzo per problemi sanitari relativi ad una bambina.
In data 13 febbraio 2009 rendeva interrogatorio Ruflno Rosolino il quale
dichiarava quanto segue:
- di essere stato contattato dal Palazzo10 per l'acquisto di un terreno in
I
Cinisi e di avere comunicato allo stesso l'esistenza di un lotto in vendita all'asta;
- di essere stato richiesto dal Palazzolo stesso di contattare Pizzo Pietro per
discutere le condizioni di vendita;
- di aver concordato il pagamento della somma di euro 150.0000
comprensiva del costo dell'aggiudicazione;
- di aver appreso successivamente dal Pizzo che l'affare non poteva farsi
perchè era interessato all'acquisto Di Trapani Michele, zio acquisito del Pizzo;
- che trascorsi alcuni mesi il Pizzo gli aveva comunicato che l'acquisto da
parte del Di Trapani era saltato e dunque poteva riprendersi la trattativa con il
Palazzolo;
- che il giorno dell'asta aveva accompagnato in Tribunale il Palazzolo e lo
aveva consigliato di aumentare l'offerta, nel caso di offerte concorrenti, sino ad u n
massimo di 150.000 euro convenuti con il Pizzo, ciò in quanto consapevole che il
terreno in questione aveva un valore almeno doppio: in tal caso era stato anche
convenuto che il Palazzolo non avrebbe sostenuto ulteriori spese;
- che la mattina dell'asta il Pizzo era preoccupato per la possibilità che altri
offerenti si presentassero, ma unico oflerente era rimasto il Palazzolo;
- che dopo l'aggiudicazione il Palazzolo gli aveva corrisposto 50.000 euro in
contanti da fare avere al Pizzo, da lui consegnati al Pizzo stesso, che in tale
occasione gli aveva regalato 1.000 o 1.500 euro;
- che successivamente Palazzolo aveva consegnato altri 5.000 richiesti dal
Pizzo per sostenere le spese mediche per la nascita di una bambina
Nel corso della propria requisitoria il PM ha affermato che il potere di
intimidazione esercitato dalla famiglia mafosa Di Trapani, alla quale il Pizzo
concorrerebbe ab externo, aveva consentito al Palazzolo di aggiudicarsi l'asta (
sarebbe questa la ragione per cui non si presentarono altri acquirenti al pubblico
incanto). In realtà è proprio il tenore letterale delle dichiarazioni rese da Palazzolo
e Rufino ad escludere l'esistenza di una condotta intimidatoria nei confronti d i
terzi potenziali acquirenti dell'immobile, ove si consideri che sia il Palazzolo che il
Rufino hanno riferito che in caso di ulteriori offerte il Palazzolo doveva rilanciare
sino al tetto di 150.000 euro, oltre il quale più nulla era dovuto.
D'altra parte nel capo di imputazione oggi contestato al Pizzo, la condotta in
oggetto si ricollega ancora una volta alla fattispecie dell'art 12 quinquies, in
quanto si afferma che attraverso atti negoziali e di gestione occulta i beni di cui a i
precedenti capi 6), 7), 8) e 9 (in nessuno di tali capi è però indicato il terreno
aggiudicato al Palazzolo), owero somme di denaro provenienti dalla loro vendita
occulta venivano riacquisiti al patrimonio detenuto dalla famiglia Di Trapani-
Madonia e ciò anche alfine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure
di prevenzione patrimoniale.
Pertanto una condotta sostanzialmente identica a quella ipotizzata nel decreto di
fermo e nel decreto di perquisizione notificato al Pizzo, viene oggi considerata
sintomatica di concorso esterno in associazione majìosa, pur in mancanza della
dimostrazione di un potere. di condizionamento del pubblico incanto esercitato
attraverso Pizzo Pietro dalla famiglia mafiosa Di Trapani-Madonia
È appena il caso di ricordare che la giurisprudenza delle SS.ULT., ai jìni della
configurabilità del cosiddetto " concorso esterno" richiede che il contributo
specifico, consapevole e volontario del concorrente esplichi una eflettiva rilevanza
causale e quindi si configuri come condizione necessaria per la conservazione o il
raflorzamento delle capacità operative dell'associazione: non sembra che la
condotta sopra descritta possa conjìgurare tali requisiti
Per di più le dichiarazioni rese da Palazzolo e Ruffino provengono da soggetti già
indagati per lo stesso delitto originariamente contestato a Pizzo Pietro, interrogati
a distanza di mesi uno dall'altro,owiamente interessati ad elidere proprie
responsabilità nella vicenda in oggetto, che in nessun caso, tuttavia, pare
oltrepassare i limiti dell'ipotizzato delitto di cui a l l ' a ~ 1 2quinquies.

Al PIZZO PIETRO, pertanto, può solo ascriversi l'ipotesi delittuosa di cui


all'articolo 12 quinquies Legge no 35611992 e 7 del D.L. 13 maggio 1991 no
152, convertito con modificazioni nella Legge 12 luglio 1991, no 203 in
relazione alla seconda parte imputativa (capo 8) connessa alla illecita
mediazione dell'acquisto dei beni provenienti dal Fallimento SICED.

Chiaramente, il contesto delittuoso di tipo mafioso giustifica l'affermazione


dell'aggravante di cui all'articolo 7 D.L. 13 Maggio 1991 n. 152 così come
convertito in Legge 12 Luglio 1991 n. 203 in adesione alla Giurisprudenza del
Supremo Collegio (Cass. Sez. VI - n. 19802 del 22 Gennaio - 9 Maggio 2009)
e (Cass. Sez. I n. 4898 del 26 Novembre 2008 - 4 Febbraio 2009).
LE CONTESTAZIONI ASCRITTE a DI PACE FRANCESCO

Per l'imputato DI PACE FRANCESCO la Pubblica Accusa ha formulato la


richiesta di anni tre e mesi sei di reclusione per il reato di rivelazione ed
utilizzazione di segreto d'ufficio in concorso con l'Agente di Polizia municipale
CORSINO ANTONIO.

L'ipotesi accusatoria ha trovato conferma grazie alle prove assunte nel rito
abbreviato e a quelle disposte dal Giudice in via integrativa.

Il fatto oggetto di contestazione è già stato sintetizzato nelle pagine che


precedono. Gioverà delinearlo, qui di seguito, nei suoi punti essenziali:
@ Il DI PACE FRANCESCO (è figlio di DI PACE GIOVANNI BATTISTA
ucciso nel corso della guerra di mafia il 10 Gennaio 1983; è nipote del
famigerato GUASTELLA GIUSEPPE, condannato all'ergastolo per numerosi
omicidi e già inserito al vertice della "Famiglia" mafiosa di Resuttana; è marito
di RIMI GIOVANNA a sua volta figlia di DI TRAPANI GIUSEPPINA,
quest'ultima sorella di NICOLO' e FRANCESCO DI TRAPANI già "Reggenti"
la famiglia di Resuttana) al momento in cui si scrive trovasi - per altro processo
- in stato di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa anche se il
certificato del Casellario Giudiziale non reca alcun pregiudizio penale.

Egli è accusato di essere stato affiliato alla sanguinaria "Famiglia" mafiosa retta
da LO PICCOLO SALVATORE.

8 Queste tematiche, tuttavia, fanno solo da scenario alle questioni oggi oggetto di
contestazione nei suoi confronti.

Qui, il tema accusatorio attiene alla vicenda dell'istallazione e della gestione


degli spazi pubblicitari per megaschermi, concessi alla società "VISION I
MEGASCHERMI srl", il cui amministratore era proprio l'imputato DI PACE.
Anzi, per focalizare ancor meglio il punto oggetto di contestazione delittuosa,
ciò che viene in esame è l'opera intermediatoria che l'Agente di Polizia
municipale CORSINO ANTONIO pose in essere in favore del DI PACE
allorché quest'ultimo gli manifestò una serie di intoppi amministrativi connessi
al collocamento degli spazi pubblicitari soprattutto nell'area geografica di
Mondello (che risulteranno sprowisti di autorizzazione della Sovraintendenza
ai Beni Culturali ed Ambientali di Palermo).
Ebbene, in quelle occasioni, le conversazioni intercettate rivelavano il tipo di
rapporto intrattenuto dal pubblico ufficiale e l'imputato DI PACE ma, vieppiù,
altre fonti probatorie permettevano di ricostruire il generale contesto delittuoso.
Si considerano, qui trascritte, tutte le intercettazioni telefoniche tra il DI PACE
ed il CORSINO ANTONIO e la ricostruzione dei fatti e delle circostanze così
come resa dai Carabinieri del R.O.S. nella comunicazione di notizia di reato poi
trasposta nella misura custodiale (si confrontino le pagine relative nel sopra
riportato "Svolgimento dei fatti").
La lettura di quegli atti permette di affermare che il CORSINO ANTONIO, in
più occasioni, comunicò al DI PACE FRANCESCO l'esistenza di accertamenti
amministrativi in corso sulla società "VISION I MEGASCHERMI srl" e
annunciò verifiche tecniche dei competenti Uffici del Comune.
Basta leggere i seguenti passaggi della rticostruzione investigativa per
avere ampia chiarezza del dato accusatorio:

Alle ore 1658 successive, DI PACE richiamava l'amico CORSINO,


riferendogli che i suoi colleghi Vigili Urbani stavano sequestrando l'impianto
pubblicitario installato in questo viale Lanza di Scalea. CORSINO, ribatteva che
avrebbe provveduto immediatamente a chiamare in Ufficio per bloccare gli

[...l
Antonio: ... inc...
Francesco: ouh!...
Antonio: eh
Francesco: senti una cosa, ma non mi hai detto di spegnerli io... perchè
ci sono andati loro?
Antonio: a... ci sono andati pure loro?
Francesco: e scusa... minchia ora mi devono fare un verbale per ogni
coso... scusa@a due giorni c 'è... inc...
Antonio: no... no...
Francesco: come... no... no...?
Antonio: spegnili tu ti ho detto!
Francesco: e loro perché se ne sono andati a Lanza di Scalea a fare il
sequestro... scusami?
Antonio: io gli avevo detto che erano scesi e io gli avevo detto di
bloccarli
Francesco: e non ci puoi andare?
Antonio: ve be... spegnili tu
Francesco: si io li spengo
Antonio: ora lo chiamo... ora lo chiamo... ah va bene
Francesco: loro sono là in via Lanza di Scalea
Antonio: ve bè... adesso lo chiamo
Francesco: ci stai chiamando?
Antonio: si certo san@
Francesco: e io gli ho detto questa sera li spengo gli ho detto minchia
fva due giorni ho I 'autorizzazione e mi devono fare seicento
euro di verbale?
Antonio: va bè... adesso li chiamo
Francesco: ciao

Immediatamente dopo (ore 17:01), CORSINO richiamava DI PACE,


informandolo che una terza persona, stava prowedendo a fare rientrare gli
Agenti accertatori per bloccare ulteriori controlli i ... eh ... ho finito di parlare
ora ... li sta chiamando Der dirgli che si ritirano subito ...l
m.j-
_*:v . L ' ,

[...l
Antonio: ehi... Ci...!
Francesco: ouh... . ..

Antonio: e... ho finito di parlare ora... li sta chiamando e gli dice


che si ritirano subito!... gli ho detto ci pensiamo noialtri
Francesco: e... e io questa sera li spengo tutti stai tranquillo
Antonio: tranquillo già l'ho detto
Francesco: minchia se no...
Antonio: due volte I 'ho chiamato
Francesco: che li spengono senza... inc...
Antonio: e gliel 'ho detto già
Francesco: trecento euro per sei... minchia sono mille e ottocento euro
Antonio: non esiste... non esiste... non esiste... per un giorno non
esiste... gliel 'ho detto!
Francesco: va bene
Antonio: va bene dice no erano forse in giro dice e... sono passati di

Francesco: li sta chiamando è giusto?
Antonio: va bene
[...l

Alle successive ore 17:19, DI PACE chiamava CORSINO, per chiedere novità;
quest'ultimo lo informava che il soggetto interessato per la vicenda, si era fatto
carico di sistemare la questione, ma aveva insistito di fare spegnere tutti gli altri
Maxi Schermi / ... eh .. l'ho chiamato ... pero dice: fagli levare ... non lo fare
aspettare fino a questa sera ...l. DI PACE ripeteva di avere attivato la
procedura di spegnimento, appena avvertito dei controlli e che alle ore 21:15
l/

successive, gli impianti si sarebbero spenti automaticamente ~AQEGATO


W).
[.-l
Antonio: a te stavo chiamando ...
Francesco: ohu ...
Antonio: eh ... l'ho chiamato ...dice ... però ... dice farglieli fare
subito ... incompr ...non lo fare aspettare stasera ...
Francesco:
Antonio: ...incompr ... .. . .. .. .%.
..

Francesco: no ... non mi sono spiegato ...gl iel 'ho detto pure a quello ...
che me lo passò per telefono ... gia quando noi due ci siamo
visti io ho attivato la procedura di spegnimento...
Antonio: ah ... perfetto ...io ...
Francesco: alle ... gli ho detto che alle noile ... allora te lo faccio
questo alle nove e mezzo ...ora ...su ...
ti dico alle nove
computer ... alle nove e un quarto si spegono da soli...
Antonio: ah ... dico tu gliel'hai spiegato questa la procedura di
spegnimento?
Francesco: si ... non ci vado io là a spegnere con l'interruttore ...
perché ... \
Antonio: ah .. ah ... ho capito ... ho capito ...
C&
Francesco: posso fare ... ma a rischio che si brucia una scheda ...
Antonio: ah ... perfetto ...va bene
Francesco: perché devo correre questo rischio ... gli ho detto ... gli ho
attivato già la procedura di spegnimento ...
Antonio: perfetto, perfetto ...va bene allora ...
Francesco: ora dice noi comunque dobbiamo procedere al ... incompr
S..

Antonio: no, no ... quello gli ha detto no ...


Francesco: facesse cosa vuole ...
Antonio: no, no ... va bene ... okay ... ciao giò ...(ndr. gioia)
Francesco: va bene ciao ...
[...l

Alle ore 18:07 successive, DI PACE Francesco richiamava CORSINO e lo


informava che i suoi colleghi si erano spostati in viale Strasburgo, dove stavano
sequestrando l'impianto pubblicitario ivi installato. CORSINO, incredulo,
riferiva che il soggetto contattato dallo stesso aveva sostenuto che si sarebbe
recato sul posto personalmente J ... bho ... ma se OUELLO nel finire ... ha
detto: " ora ... ora ci sto andando pure io" ... ora lo chiamo ...I

[-..l
Antonio: ehi CI ...
Francesco: Ohu ...vedi che ha sequestrato comunque tutto
Antonio: ma che tutto ... ma che dici tutto ...
Francesco: ti giuro ...sequestrarono in via ... incompr ... due ... ora ...
ora sono in viale Strasburgo ...
Antonio: bah ...ma se quello mi ha finito di dire ci sto ... ci sto
andando pure io ...dice ...
Francesco: no ... piglia
Antonio: ora lo chiamo ... aspe ...
Francesco: lo chiami e ci dici
[-..l
Ed ancora, pochi minuti dopo ore 18:18, DI PACE richiamava CORSINO e gli
riferiva che avevano sequestrato anche l'altro impianto pubblicitario installato in
viale Strasburgo. CORSINO insisteva di avere chiamato nuovamente il soggetto
che aveva interessato precedentemente - senza specificare il nome - e, questi,
aveva sostenuto che avrebbe richiamato gli accertatori per farli rientrare.
CORSINO sosteneva altresì che vi era una gran confusione perchè il capo
Ufficio aveva chiesto le dimissioni dei due Agenti operanti. Infine consigliava
l'amico di interessare nuovamente CAMPAGNA (owero CAMPAGNA Alberto)
ad intervenire in suo favore j ... eh ... l'ho chiamato e aliel'ho detto ... ora lo
stava chiamando ... lo stava ... lo chiamo subito dice ... perché per ora 'è unC

bordello o frati... perché ... no ... c'è un bordello perché ... addirittura ali ha
detto che vuole le leitere di dimissioni di tutti e due ... ti immagini ... questo
pezzo di merda ... vai da CAMPAGNA e gli dici: CAMPAGNA minchia ali

[.--l
Antonio: ehi ...
Francesco: ohu ...
Antonio: e lo chiamato e gliel'ho detto ...
Francesco: e chi ti ha detto ...
- ... . ... . .. . Antonio: e lo stava chiamando ... lo stava ...dice ... ora lo chiamo
subito ...dice ...perché per ora c'è un bordello o fra ...
@
Francesco: ... incompr ...
Antonio: perché ... no ... c'è un bordello ... perchè addirittura gli ha
detto che vuole le lettere di dimissioni di tutti e due ... te
l'immagini ... pezzo di merda ... vacci da ... incompr ... ci
dice CAMPA ... minchia ci dici ...ringrazia l'amico tuo ...
così gli devi dire ...
Francesco: .. .incompr ... perchè
Antonio: appena abbiamo le autorizzazioni ..
Francesco: eh ...
Antonio: dopodomani ... vai da CAMPAGNA e gli devi dire mi devi
ringraziare l'amico tuo ci devi dire ... così gli devi dire ...
Francesco: .. .incompr ... ora ...
Antonio: vai a dirglielo
Francesco: tremila e seicento euro di verbale dobbiamo pagare ...
Antonio: vabbè ... ora se ne stavano andando a quanto pare ...l'hai
capito?
Francesco: va bene ...
Antonio: digli così dopodomani ... domani o dopodomani a questo
pezzo di merda ...
Francesco: questa cosa domani ce la danno?
Antonio: domani ... certo ce la dovrebbero dare e così già
dopodomani l'abbiamo pronti ...
Francesco: va bene
Antonio: perchè TANTILLO dice manca solo questo e ti ... ti servo
... e te li faccio ...incompr ...
Francesco: e là ne sai niente se te la stanno danno o non ce la stanno
danno ... incompr ..?
Antonio: ora ... domani mattina alle dieci sono là ...
Francesco: va bene ciao ...
Antonio: ciao giò
[...l

Il soggetto chiamato in causa dal CORSINO nominato CAMPAGNA è da


.. . .

identijcare in CAMPAGNA Alberto, nato Prizzi 111/08/1954,in atto Presidente


del Consiglio Comunale di Palermo, poiché eletto nelle liste di Forza Italia alle
Amministrative del 13/14 maggio 2007, già interessato nelle precedenti
conversazioni da DI PACE Francesco ad intervenire, in suo favore, nei
confronti di MESSINA Giovanni, responsabile dell'Uflcio Annona di Palermo,
nonché superiore diretto dei due Agenti Accertatori RICCOBONO Rafele e
TOTI Gaetano.

DI PACE Francesco dopo pochi minuti (ore 18:47) richiamava nuovamente


l'amico CORSINO, riferendogli che l'ammontare del verbale era 3600 euro.
CORSINO ribatteva che si sarebbe recato egli stesso sul posto per evitare
ulteriori complicazioni; inoltre riferiva che i suoi colleghi accertatori erano stati
costretti a dare le proprie dimissioni dal loro capo Ufficio, inveendo contro
quest'ultimo i...OUELLO me lo ha spiegato poco fa ... è successo un
bordello, addirittura stanno dando le dimissioni ... tuttì e due ... oerciò vedi a
che livello siamo ... e già ti ho detto tutte cose ...l ed ancora rivolgendosi al
capo Ufficio (owero MESSINA Giovanni) I... è proprio un cornuto "sarvate
l'ave" fowero glielo avrebbe fatto pagare a momento opportuno ndr) ...
tranauillo "sarvate l'ave" ...l. In chiusura della conversazione, CORSINO
tranquillizzava il suo interlocutore, riferendogli che l'indomani mattina si
-srr,xa; -<
sarebbe recato presso l'Ufficio traffico per sollecitare la pratica. ~&$@CATO

B!t&>
[...l
Antonio: ehi CI
Francesco: minchia, ti rendi conto ora devo andare a pagare tremila e
seicento euro di verbale?
Antonio: ... ci sto passando ora io ...p erché lo chiamato di nuovo ...
dice: "no, non riesco a rintracciarlo". Ora ci sto passando
io vediamo se c 'è ...
Francesco: vabbè ... ma oramai li hanno sequestrato T 0 ... è inutile
che cipassi ...fa i e dire ...
Antonio: no ... ma quello ...
Francesco: ...q uelli di via Lanza di Scalea li hanno sequestrati
Antonio: guello me lo spiegò poco fa ... è successo un bordello
...addirittura si stanno danno le dimissioni ...tuttì e due
... perciò a che livello siamo ... e già ti ho detto tutte cose
.-
..
Francesco: minchia, allucinante ...
Antonio: appunto ti dissi vai da quel pezzo di merda e.. .u .. e lo vai
a ringraziare ...
Francesco: ma visto che non ha fatto niente cornuto chi ci va ... T 0 ...
Antonio: pezzo di fango ... pezzi di merda che sono ...
Francesco: ma questa ... questa autorizzazione ma quando me la danno
questi ...
Antonio. dopodomani la dovremmo avere fratè (ndr. fratello) stai
tranquillo ...va bene ... io domani dopodomani ... mattina
sarei là
Francesco: tu ... tu domani ci puoi andare di nuovo?
Antonio: io là sono alle dieci domani ... stai scherzando ...ora
peggio di peggio
Francesco: minchia, non ho visto una persona che .,.
Antonio: ora peggio di peggio ...
Francesco: ... incompr ... che cazzo ci sequestra
Antonio: ma se sono cornuti "o frate" (ndr. fratello) è un cornuto
... "saibbati l'uve" fndr. conservate l'ha)
Francesco: minchia, allucinante
Antonio: tranquillo (in sottofondo si sente la radio di servizio seguito
dal bip)
Francesco: domani ci awicini ... TONYper favore ...
Antonio: si "fratè" stai tranquillo o "frate" puoi dormire con una
mano soDra l'altra ... io domani alle dieci sono aia là (in
sottofondo il bip della radio di bordo) ... magari prima ...
Francesco: va bene ciao
Antonio: ciao fratè
Francesco: ciao.
[.-.l

In serata, alle 20:32, DI PACE Francesco richiamava ancora l'amico


CORSINO, confermandogli che avevano sequestrato gli impianti pubblicitari
siti in via Lanza di Scalea, viale Strasburgo e probabilmente anche quelli di
Piazza Sant'Erasmo. CORSINO sosteneva al contrario che quelli di Piazza
Sant'Erasmo non erano stati sequestrati perché gli Agenti erano rientrati in sede.
Quest'ultimo, continuava a riferire dei problemi sorti in conseguenza dei
controlli sopra esposti, sostenendo che gli Agenti Operanti, avevano deciso di
rassegnare le dimissioni presentando una richiesta di trasferimento ad altro
incarico j ... no c'è un bordello o frate ... poi ti spiego ... domani apvena ci
vediamo te lo spie20... stanno dando le dimissioni pure loro fiaurati ... telo
imm ... se ... perché dice ... troppo schifioo, troppo casino ... no, dice:
I
... .
presenteremo le lettere per cambiare Re~arto perciò finurati .. dice: TONY
siamo schifiati ... di mesto merda (riferito al cauo Ufficio,ndr)... ed ancora
/... già noi siamo siddiati, schifiati, dice ... ora ci facciamo la lettera di
trasferimento ... dice ... perche non lo voaliamo vedere neanche in faccia ...
dice ... dopo ventenni che siamo là ... arrivo questo merda ... ma da ora
guando arrivò questo nuovo Comandante ... perché prima tutto questo casino
non c'era ...I . In conclusione della conversazione CORSINO ripeteva che
l'indomani mattina si sarebbe occupato di sollecitare le pratiche che
interessavano al DI PACE Francesco. k&m&@g)
P* y E--?>.*<zTt@y:f**~$~?

[...l
Antonio: ehi CI ...
Francesco: oh ragà (ndr. ragazzo)... ma alla fine tutti li hanno spenti
Antonio: quali?
Francesco: i televisori ...
Antonio: tutti quali ?
Francesco: quelli che erano accesi ...
Antonio: solo Strasburgo ...e ...
Francesco: via Lanza di Scalea li hanno spenti ...via Strasburgo li
hanno spenti ...
Antonio: eh ... e poi .. e basta ...
Francesco:. . .. e poi ci sono due a piazza Sant9Erasmo... non lo so se li
hanno spenti ...
Antonio: no, no ... quelli no ... quelli no ... incompr ...no c'è un
bordello "o fiate': poi ti spiego ... domani appena ci
vediamo ti s ~ i e g o... stanno danno pure le dimissioni pure
loro ... finurati ...
Francesco: si?
Antonio: t'immakni? Si. si ... ~erchéc'è troppo "schifiu" (ndr.
schifo) ... troppo casino ... ...incompr ... ci presenteremo
dd

le lettere ... dice ... di cambiare reparto " ... perciò finurati
...p erché dice: "TONY siamo schifati " ... dice: "questo
merda': E già ti ho detto tutte cose ... "u capisti?
Francesco: allucinante ...
Antonio: si, un cornuto ... ti dico che è un cornuto ...
Francesco: e perché si è svegliato oggi così?
Antonio: ma che ne so "o Ji-ate" ... forse ... non lo so ... le corna
cosa gli ...
Francesco: io ho l'impressione che è una cosa tutta politica ...p er
andare a infastidire le persone ... t@o che fanno cortesie ...
Antonio: ma non lo so che vuoi che ti dico "o frate'' ... quelli pure
sono ... incompr ... TONY ... dice boh ... perché già noi
siamo propria ... "siddiati, schifìati" (ndr. seccati, schifati)
... ora gli facciamo una lettera di ... di trasferimento ...
dice perché non lo vogliamo vedere più in faccia ... dice
... dopo vent'anni che siamo lì dice ... arrivò questo
merda ... ma ha da ora da quando c'è questo nuovo
comandante ... perché prima tutto questo ca ... questo
casino non c'era ..."u capisti"? ... perchè ora hanno
messo a lui davanti ..."u capisti"?... perciò si deve fare
vedere che ha le corna ...
Francesco: minchia, ora mi devo andare a pagare io tremila e
seicento euro ...
Antonio: minchia che "pulla" di sua madre ... Francè (ndr.
Francesco) ... che vuoi che ti dico... ,

Francesco: boh ...


Antonio: ora domani di prima mattina ci ...ci salgo là a quinto piano
...vediamo se c 'è la lettera ...
Francesco: ma ce la daranno questa autorizzazione?
Antonio: si ... ma come non ce la danno?
Francesco: ...incompr ...
Antonio: a voglia ...
Francesco: ma quello l' ha firmato ...
Antonio: no su questo poi stiamo tranquilli
Francesco: ... ne sai niente
Antonio: domani ... oggi ... oggi lo deve firmare o tardi, tardi
domani mattina dice se veniva ... se veniva tardi dice
domani mattina ...che aspettano il dirigente là ... non mi
ricordo come si chiama ...q uello che deve jrmare ...
Francesco: io gli sto mandando la lettera ora a tutti i clienti ...e per
problemi amministrativi
Antonio: esatto ...
Francesco: ...li ho dovuti spegnere ... e dal trenta marzo li
riaccendo...
Antonio: va bene ... no ...ma pure prima ...
Francesco: tanto di qua al trenta marzo non li accendiamo?
Antonio: uh ... a voglia ...stai tranquillo che domani mattina sono là
... 'lfratè "
Francesco: TONY stacci sopra fammi questa cortesia, non te la
prendere ...incompr ...
Antonio: bah ... nemmeno lo devi dire ... stai tranquillo ...
Francesco: va bene ...un bacio ...
Antonio: ciao, ciao, ciao ...

1.n) Le acquisizioni del 11/03/2008.


La mattina successiva, 11/03/2008 alle ore 1053, come da accordi della sera
precedente, CORSINO chiamava DI PACE, dicendogli di trovarsi al quinto
- - piano ad aspettare a "LUr'. Gli chiedeva inoltre, se poteva recarsi da
RICCOBONO per firmare i verbali della serata precedente. I due si
accordavano di rinviare per l'indomani tale incombenza, in quanto per i
problemi con il capo ufficio, il RICCOBONO aveva timore di consegnarli
direttamente al CORSINO 1-
[...l
Francesco: Totò
Antonio: Fratello ... sono qua a quinto Diano che sto aspettando a
lui ... un'altra cosa tu verso le due non puoi venire qua
che c'è RTCCOBONO. così gli firmi queste cose e ci
togliamo questo Densiero?
Francesco: eh tu non te li puoi fare dare e incompr ... a te?
Antonio: ... non ti seccare ...no ... eh ... poi dice TONY evitiamo
dice ... perché ... dice ...che per ora ... dice ... c 'è troppo
bordello ...
Francesco: e di ...
Antonio: verso le due
Francesco: no, non ce la faccio ... è inutile che dico minchiate ... per
adesso ... incompr ... politico ed ho troppe cose da fare
Antonio: eh ... eh ... ma domani mattina allora?...
Francesco: vedi tu quanto lo puoi rinviare ... domani dopodomani che è
meglio ...
Antonio: no ... vabbè ...okuy ... c'èra quello RICCOBONO ... dice :
"TONY asuetto io ... problemi non ce n 'è ... pure alle due
... cose ...fimrati ...dice per ...
>>

Francesco: no ...fa i domani fai ... ci andiamo insieme


Antonio: domani mattina ... va bene ...okuy
Francesco: ciao, ciao ...
Antonio: ciao ... ciao
[-..l

Nella tarda mattinata, ore 12:10, CORSINO richiamava DI PACE


informandolo che la pratica era stata trasmessa per.ia firma. Riferiva inoltre che
RICCOBONO aveva chiesto un fax per giustificare l'impossibilità a recarsi in
Ufficio del DI PACE, adducendo eventuali problemi di famiglia, chiedendo il
rinvio per l'indomani mattina. Detto fax, doveva essere inviato direttamente al
Commissario TOTI , al numero O9116954269
[...l
Francesco: oh ... fiatè
Antonio: fiatello
Francesco: ohu ...
Antonio: senti a quanto pare andò alla firma ...senti qua ... eh ... mi
sono visto con RICCOBONO senti dice : fagli fare un fax
al sei nove cinque quattro due sei nove (6954269).
Francesco: eh!
Antonio: eh ... quale ... appunto dice che tu stamattina sei
impossibilitato di venire per motivi di famiglia ...
Francesco: si ...
Antonio: e l'appuntamento è rinviato a domani mattina ... e mandi il
fax al due sei nove ... scrivitelo ...
Francesco: aspè ... minchia ... non posso venire direttamente domani
Antonio: e fagli questo fax tu ...non ti seccare "o frate" facciamo le
cose ...
Francesco: zero novantuno
Antonio: e allora:" sei nove cinque quattro due sei nove".
Francesco: sei nove cinque quattro ?... due sei nove
Antonio: due sei nove
Francesco: novantuno ...
Antonio: la tua spesa
Francesco: ... sei nove cinque quattro due sei nove ...
Antonio: sei nove cinque quattro due sei nove ... alla cortese
attenzione commissario TOTI
Francesco: TOTI come ...
Antonio: TOTI ... come si chiama ...TOTI ... Gaetano ... là ...
com'è ... commissario TOTI ... aspè che ora richiamo
. .
. .. - vediamo come si chiama di nome ... . .. . . . ..

Francesco: va bene ciao ...


Antonio: ciao

Il Commissario si identijica in TOTI Gaetano, in precedenza già generalizzato.

Alcune ore dopo, precisamente alle 14:08, dall'utenza 09116711274, attestata


presso la PUBBLLVEA, esercizio commerciale del DI PACE, seguendo i
suggerimenti dati dal CORSINO, veniva trasmesso un fax, del seguente tenore:

ALLA C . A . DEL COMMISSARIOTOTI GAETANO


A CAUSA DI MOTM FAMILIARI MI TROVO OGGI IMPOSSIBILITATO A POTERE
ESSERE PRESENTE ALL'APPUNTAMENTO. PERTANTO COLGO L'OCCASIONE
PER PORGERE LE MIE SCUSE.
1463
Alle ore 14:13 successive, CORSINO chiamava DI PACE informandolo che il
funzionario incaricato di gestire la sua pratica, stava effettuando una modifica
alla richiesta presentata dal DI PACE e successivamente avrebbe provveduto a
fare firmare l'autorizzazione a tale CAMMILLERI. CORSINO
tranquillizzava DI PACE sostenendo che al massimo l'indomani mattina
avrebbero rilasciato l'autorizzazione da consegnare all'llfficio Traffico

[...l
Francesco: oh T 0 ...
Antonio: ciao ... eh Fratè ...
Francesco: ohu ...
Antonio: senti gli sto facendo stampare un'altra lettera ...una che
... con una modifica ... dice fesserie ...però ha detto si ...
perciò o più tardi ce lo firma o domani mattina appena
veniamo ci prendiamo il foglio e andiamo da TANTILLO
.-.. -lr

che cosa ... che stai cambiando ...no l'ho capito ...
i

Francesco:
Antonio: il foglio di ...delle televisioni
Francesco: ...incompr ...
Antonio: si, si ...
Francesco: e cosa sta cambiando...
Antonio: non lo ... no sta facendo la modz9ca nella lettera che aveva
fatto quello là ... l'ingegnere ... però dice ... (...interruzione
breve di linea...) ....va bene ...mi ...fa mmi questa modzj?ca
e ... dice ... te lo firma ...incompr ... che lui I 'ha battuto a
macchina
Francesco: non è che cambia qualche cosa?
Antonio: no ... che cambia ... le autorizzazioni sempre quelle sono
'tflatè" (ndr. fratello) che deve cambiare ...
t
Francesco: e quando te lo dà questo foglio?
Antonio: o lo firma lui più tardi appena arriva CAMILLERI o
domani mattina ...lo firma...
Francesco: va bene ...
Antonio: va bene ... o più tardi o domani mattina ce lo veniamo a
prendere ...

Quelle notizie avevano l'oggettiva natura di atti interni non ostensibili.

6 Per costante giurisprudenza del Supremo Collegio:

Sez. 6, Sentenza n. 11001 del 26/02/2009 (dep. 12/03/2009 ) Rv. 243578


Presidente: De Roberto G. Estensore: Gramendola FP. Relatore:
Gramendola FP. Imputato: P.M. in proc. Richero. P.M. Iacoviello FM.
(Con$)
(Annulla con rinvio, Gup Trib. Savona, 13 Marzo 2008)
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - DELITTI -
DEI PUBBLICI UFFICIALI - RIVELAZIONE DI SEGRETI DI UFFICIO
- Divulgazione di notizie d'ufficio che devono rimanere segrete -
Limitazione della nozione alle sole informazioni sottratte all'accesso -
Esclusione - Informazioni per le quali la diffusione sia vietata nel momento
dell'indebita rivelazione - Estensione - Configurabilità del reato -
8 Fattispecie.

In tema di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio, il contenuto


dell'obbligo la cui violazione è sanzionata dall'art. 326 cod. pen. non è
limitato soltanto alle informazioni sottratte alla divulgazione in ogni
tempo e nei confronti di chiunque, ma si estende anche alle
informazioni la cui diffusione (pur prevista in un momento successivo~
sia vietata dalle norme sul diritto di accesso, perchè effettuata senza il
rispetto delle modalità previste, ovvero nei confronti di soggetti non
titolari del relativo diritto. (Fattispecie in cui una persona denunciata
per abuso edilizio era stata informata della notizia di reato e della
predisposizione dell'ordinanza di sospensione dei lavori dal

yz
responsabile di un ufficio tecnico comunale).

1465
Sez. 6, Sentenza n. 42109 del 14/10/2009 Ud. (dep. 02/11/2009 ) Rv.
245021

Presidente: Di Virginio A. Estensore: Gramendola FP. Relatore:


Gramendola FP. Imputato: Pezzuto. P.M. D'Angelo G. (Conf)
(Rigetta, App. Lecce, 01 dicembre 2006)
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - DELITTI -
DEI PUBBLICI UFFICIALI - RIVELAZIONE DI SEGRETI DI UFFICIO
- Divulgazione del contenuto di informative di reato - Concorso del
soggetto "estraneo" - Configurabilità - Fattispecie.
Integra il concorso nel delitto di rivelazione di segreti d'ufficio
divul~azioneda parte dell' "extraneus" del contenuto di informative di
@ reato redatte da un ufficiale di polizia giudiziaria, realizzandosi in tal
modo una condotta ulteriore rispetto a quella dell'originario
propalatore. (Fattispecie in cui il contenuto delle informative è stato
trasmesso via fax a diverse autorità e trasferito su un supporto
informatico in CD-ROM poi consegnato ad un giornalista).

Sez. 6, Sentenza n. 39706 del 30109/2009 Cc. (dep. 12/1012009 ) Rv.


244259
Presidente: Agro'. Estensore: Gramendola PP. Relatore: Gramendola
FP. Imputato: P.G. in proc. Tomassini e altri. P.M. Lo Voi F. (Dzf)
(Rigetta, Gip Trib. Bologna, 11 novembre 2008)
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - DELITTI -
O DEI PUBBLICI UFFICIALI - RIVELAZIONE DI SEGRETI DI UFFICIO
- Oggetto materiale.
Oggetto materiale del delitto di rivelazione di sepreti d'ufficio sono solo
le notizie d'ufficio coperte da segreto e cioè quelle sottratte alla
divul~azionein ogni tempo e luogo e nei confronti di chiunque per
legge, per re~olamentoo dalla natura stessa della notizia che può
recare danno all'amministrazione, ma non anche quelle indebitamente
diffuse in violazione alle norme sul diritto di accesso agli atti della P.A.
in quanto svelate a chi non è titolare di tale diritto o senza il rispetto
delle modalità previste. (Fattispecie relativa alla comunicazione alla
stampa da parte di un consigliere comunale di informazioni non
coperte da segreto relative all'amministrazione comunale alle quali lo
stesso legittimamente aveva avuto accesso in ragione delia propria
funzione).
Che la divulgazione di quelle notizie abbia avuto un rilievo patrimoniale per il
DI PACE e la sua società è agevolmente comprensibile se solo si pensa quale
detrimento economico ne sarebbe venuto attraverso la revoca della possibilità di
operare con i pannelli pubblicitari.

L'imputato DI PACE FRANCESCO è, quindi, responsabile del delitto di


concorso in rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio continuata (art. 326
del Codice Penale) così qualificato il fatto cogtestato indipendentemente dal
refuso che in rubrica è stato posto in essere relativamente al comma ascritto.
LE STATUIZIONI RELATIVE alla CONFISCA PATRIMONIALE

A lungo si è approfondito - nel corso dello svolgimento motivo fin qui spiegato
- delle vicende patrimoniali connesse alle attività economiche facenti capo alla
"Famiglia" MADONIA - DI TRAPANI sulle quali sventolava il vessillo
criminoso di "Cosa Nostra".
Qui gioverà trattare, con l'opportuna specificità, le motivazioni tecniche
determinanti la decisione di confiscare quanto oggetto di sequestro al processo.

Tre sono i motivi specifici a supporto del provvedimento ablativo dei beni:

; 1. L'ideazione del progetto economico è geneticamente correlabile alla


volontà della "Famiglia" mafiosa, componente la "Cosa Nostra"
palermitana, di investire il denaro proveniente da attività criminali.
2. La fase di creazione e conduzione dell'opera commerciale, vide
l'awicendarsi di soggetti affiliati o "a disposizione".
3. I beni oggetto di sequestro costituiscono ex sese il prodotto, il profitto
ed il prezzo di un accordo criminoso.

Sul primo dei punti sopra esposti ha già (ed a lungo) argomentato il Tribunale in
sede di riesame e la Suprema Corte in sede di rigetto delle istanze di appello
cautelare. In quel contesto si era già chiarito qualcosa che oggi ha trovato
ulteriore conferma grazie alle attività integrative svolte in rito abbreviato.
Sono proprio le acquisizioni attinenti alle dinamiche che hanno contrassegnato
l'attività economica della "Famiglia" MADONIA - DI TRAPANI a costituire il
tassello principale di una ricostruzione che - declinandosi, alfine, nella
8 contestazione ad una pluralità di imputati di varie fattispecie di reato, tra cui
quella (concorsuale) ex art. 12 quinquies D.L. no 30611992, aggravata ex art. 7
D.L. no 15211991 - si muove essenzialmente sull'assunto che permette di
affermare che le iniziative imprenditoriali in realtà furono coltivate in costante
ed imprescindibile raccordo, teleologico ed operativo, con la locale
articolazione di Cosa nostra e, i11 particolare, con gli uomini più influenti
delllarea apicale.

E' un concerto di molteplici elementi, dalla quanto mai incisiva attitudine


dimostrativa, ad offrire - anzitutto - un'eloquente conferma del fatto che le
iniziative economiche oggetto di giudizio sono state direttamente prese in
carico e, dunque, gestite e coordinate, dagli esponenti dell'articolazione di
"Cosa Nostra" territorialmente 'competente'. r
Con queste premesse fattuali è agevole dedurne che, fino all'emissione del
provvedimento cautelare reale emanato dal Giudice per le indagini preliminari
di Palermo, i beni coinvolti costituissero il prodotto diretto di un'attività
criminosa perché - ai sensi dellarticolo 240 del Codice Penale - può affermarsi
provento delittuoso ciò che dal delitto è nato, con il delitto è stato
perpetuato e con il delitto è stato, in termini di prezzo, conseguito.
Né le eventuali presenze di altri soggetti possono condizionare la limitazione
ablativa ove sia accertato trattarsi di bene proveniente da delitto di mafia.

A questo proposito è opportuno trascrivere qui di seguito la Giurisprudenza del


Supremo Collegio nella materia preventiva che, a maggior ragione, può dirsi
applicabile in subiecta materia:

Sez. 5, Sentenza n. 17988 del 30/01/2009 Cc. (dep. 30/04/2009 ) Rv. 244802
Presidente: Rotella M. Estensore: Bruno PA. Relatore: Bruno PA. Imputato:
Baratta e altri. (Con$)
(Rigetta, App. Palermo, 21 Luglio 2007)
SICUREZZA PUBBLICA - MISURE DI PREVENZIONE - APPARTENENTI AD
-
ASSOCIAZIONI MAFIOSE - Confisca Azienda - Limitazione della misura alle
componenti aziendali di provenienza illecita - Esclusione.
La confisca di prevenzione di un complesso aziendale non può essere disposta, in
ragione del carattere unitario del bene che ne è oggetto, con limitazione alle
componenti di provenienza illecita, specie nel caso in cui l'intera attività di
impresa sia stata agevolata dalla cointeressenze con organizzazioni criminali di
tipo mafioso.

Tutto quanto fino ad ora motivato in materia di confisca potrebbe poi ritenersi
8 una superfetazione logica a fronte della semplice dizione proposta dal comma
VI1 dell'articolo 416 bis del Codice Penale che, testualmente, recita:

"Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la


confisca delle cose che servirono o furono destinate a
commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il
prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego"

Dizione questa ulteriormente ripresa dall'articolo 12 quinquies del D.L.


8.6.1992 n. 306, convertito nella legge 7 agosto 1992 n. 356 che prevede la
confisca del denaro e delle altre utilità connesse all'attività di reimpiego come
nel caso oggetto del presente processo. C
LE DETERMINAZIONI RELATIVE alle PARTI CIVILI

Nel corso dello svolgimento motivo del presente provvedimento abbiamo già
reso evidenza della costituzione di Parte Civile del COMUNE di PALERMO e
PROVINC A di PALERMO; F.A.I. Federazione delle Associazioni Antiracket
e Antiusura, Associazione degli Industriali della Provincia di Palermo, Centro
Studi PIO LA TORRE ONLUS, Comitato "ADDIOPIZZO".
Le richieste delle Parti Civili sono leggibili in epigrafe dell'odierna sentenza
proprio nelle pagine in cui si trascrivono pe richieste delle Parti processuali.
I motivi che sottintendono le richieste e l'arnmissibilità nel rito delle stesse è già
stata sindacata da questo Giudice nella parte in cui si dà atto dell'ordinanza
ammissiva della costituzione nel contraddittorio delle Parti.
6 Le richieste formulate dalle Parti Civili sono legata tutti ad elementi di valore
presuntivo Inon avendo le Difese prodotto alcun supporto di prova tecnica a
sostegno delle richieste.

Nel corso dell'udienza in rito abbreviato il Giudice ha - in più occasioni -


invitato le Difese della Parte Civile a specificare il contenuto del valore delle
richieste risarcitorie focalizzando il motivo per cui fosse economicamente
determinato nella misura indicata.
Nessun chiarimento o interlocuzione ne è tecnicamente seguita.
Il danno richiesto, pertanto, deve ritenersi legato alla categoria civilistica del
danno non patrimoniale (in genere) e morale.

I1 danno richiesto è, quindi, affidato ad una presunzione che può essere accolta
8 limitatamente a somme che (certamente) saranno ratificate dal Giudice civile.

Ciò posto, in assenza di ogni dato di riferimento, si stima congruo determinare,


in via equitativa, l'entità del risarcimento nella misura differenziata pari ad
Euro centomila100 per gli Enti istituzionali territoriali ed Euro diecimila100 in
favore delle Associazioni rappresentative.
Questa differenza si legittima sulla base dell'obiettiva diversità di ruolo e di
rilievo pubblicistico delle Parti se solo si pensa ai compiti ed alle funzioni di
tipo amministrativo che il Comune e la Provincia di Palermo esercitano, in
modo quotidiano, per la promozione dell'imrnagine anche turistica del territorio
obiettivamente danneggiato dalla presenza della criminalità mafiosa.

Deriva ex lege la clausola di provvisoria esecuzione e di immediata esecutività


ex articolo 540 del codice di procedura penale. r
Le predette somme sono determinate - si ribadisce - a titolo di provvisionale ed
immediatamente esecutiva restando libera la facoltà di adire il Giudice Civile
per la determinazione finale del danno subito dalle azioni mafiose.

Del predetto risarcimento del danno, in favore delle Persone Offese costituite
Parti Civili, sono solidalmente tenuti al pagamento gli imputati condannati in
relazione alla sola ipotesi mafiosa ossia DI TRAPANI MARIANGELA, DI
TRAPANI MICHELE e SGADARI VINCENZO.

Alla somma così determinata in via equitativa devono essere aggiunti gli
importi relativi alle spese documentate pari a:

Euro 12.157,15 (dodicimilacentocinquantasette,15) per la Provincia di


Palermo.
Euro 12.327,25 (dodicimilatrecentoventisette,25) per PIO LA TORRE
ONLUS.
Euro 12.327,25 (dodicimilatrecentoventisette,25) per Confindustria
Palermo.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62)per F.A.I. italiane.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62) per Comitato
Addiopizzo.
Euro 12.512,OO (dodicimilacinquecentododici,OO) per il Comune di
Palermo.

(quest'ultimo importo è stato ridotto rispetto all'originaria richiesta perché non è


dato comprendere come mai l'uguale attività procuratoria, svolta dal Comune di
Palermo, avesse trovato una richiesta di liquidazione pari quasi al doppio di
8 quella resa per la Provincia di Palermo).
RIEPILOGO SINTETICO
del QUADRO delle EVIDENZE ai fini del CONDANNATORIO

1. La "Famiglia" MADONIA - DI TRAPANI è stata per tanti anni (ed


ancor oggi) punto di riferimento dell'organizzazione criminale
denominata "Cosa Nostra" per il "Mandamento" di Resuttana.
2. Dimidiata dagli arresti e reclusa nelle Case Circondariali del Paese, la
I'
Famiglia" è posta nella necessita di comunicare con l'esterno per gestire
gli illeciti interessi ormai consolidati nella "gestione" del territorio.
3. DI TRAPANI MARIANGELA, sebbene donna e moglie dell'ex Reggente
MADONIA SALVATORE, si pone come punto di riferimento della
consorteria criminale e si f"a latrice di tutte le decisioni assunte dai reclusi
operando come annunciatrice della loro volontà presso tutti i soggetti
affiliati ma, soprattutto, presso soggetti latitanti di rilevante e specifico
peso criminale nell'organigramrna di "Cosa Nostra".
4. DI TRAPANI MARIANGELA media, soprattutto, il contesto delle
questioni economiche individuando i possibili prestanome delle attività e
provvedendo allo smistamento del denaro in favore dei soggetti detenuti.
5. Diverse attività economiche vengono assunte dalla DI TRAPANI e, per
quanto riguarda l'odierno processo, la gestione del BAR SOFIA di
Palermo e alcuni beni immobili provenienti dal fallimento SICED (già in
passato possedimenti dei DI TRAPANI) e un appartamento.
6. La DI TRAPANI MARIANGELA coinvolge, nell'attività svolta
nell'interesse della "Famiglia", anche PIZZO PIETRO, il quale, però, si
limita a gestire (male e fino alla sua rimozione) il BAR SOFIA e
intermediare l'acquisto degli immobili.
7. L'azione della DI TRAPANI non è solit&ia ma coadiuvata dal di lei zio,
DI TRAPANI MICHELE, il quale, già pregiudicato per la pregressa e
specifica adesione all'organizzazione criminale "Cosa Nostra", cerca di
porsi a capo (Reggente) della "Famiglia", ma ne viene escluso (testuale
''posato") in ragione della sua debolezza sul campo restandone un
semplice affiliato di secondo piano.
8. In questo quadro, SGADARI VINCENZO, piccolo imprenditore vicino
alla "Famiglia" MADONIA - DI TRAPANI, opera affinché i messaggi
della DI TRAPANI MARIANGELA (e degli uomini che rappresenta)
giungano nelle mani dell'allora famigerato latitante LO PICCOLO
SALVATORE (vero ed unico Capo del "Mandamento" di Resuttana).
9. Le indagini, incidentalmente, permetteranno di enucleare le responsabilità
di DI PACE FRANCESCO il quale, operando nel contesto mafioso che
abbiamo testè descritto, ottenne informazioni riservate da un Agente di
Polizia Municipale per prevenire ed owiare ad attività che la Pubblica
Amministrazione svolgeva nei confronti della sua società.
10. Le acquisizioni svolte da questo Giudice hanno confermato tutto ciò.
QUOAD POENAM
LA SPECIFICA RELATIVA alle CONDOTTE CONTESTATE

La Pubblica Accusa ha contestato agli imputati DI TRAPANI MAFUANGELA,


DI TRAPANI MICHELE e SGADARI VINCENZO, in relazione al capo 2)
della rubrica l'articolo 416 bis del Codice Penale secondo le specifiche previste
dai commi lo, 3", 4", 5" e 6".

In altre parole, la contestazione, pur non essendo la più grave tra quelle previste
in relazione alla tipologia del delitto plurisoggettivo (la più grave include la
contestazione del comrna I1 portando la pena ad un limite edittale superiore ad
anni sedici, ossia anni dodici aumentato da un terzo alla metà ex comma sesto
O dell'articolo 416 bis del Codice Penale) è, tuttavia, una contestazione che
porta gli ambiti edittali da nove a quindici anni di reclusione (comma 111)
aumentati da un terzo alla metà (comma VI).

In altri termini, per i reati contestati ai tre imputati sopra indicati ha un suo
minimo edittale che va da un minimo di anni dodici ad un massimo di anni
trenta (per il massimo si deve considerare la pena di anni quindici aumentati
fino alla metà).

Queste premesse portano a ritenere che la pena base cui gli imputati devono
essere sottoposti non può essere, ex lege, al di sotto del minimo edittale di anni
dodici non essendo riconoscibile nessun tipo di attenuante ed essendo
esclusa dalla legge la possibilità di riconoscere attenuanti di tipo generico
che, del resto, non si vede perché dovrebbero essere riconosciute in favore
&, di soggetti associati alla più sanguinaria e eversiva organizzazione che mai
abbia calcato la scena della società italiana ed internazionale.

In ogni caso la gravità del contesto oggetto del giudizio e le azioni poste in
essere, nella prospettiva indicata dall'articolo 133 del Codice Penale, non
consentirebbero di irrogare una pena inferiore.

A questa pena base, in relazione alla posizione di DI TRAPANI


MARIANGELA, deve essere aggiunto l'aumento (pari ad anni tre) relativo alla
continuazione ex articolo 81 del Codice Penale in relazione ai capi 3), 5), 6 ) e 7).

Riguardo alla continuazione, se è vero che le contestazioni coprono uno spazio


temporale di qualche anno, è tuttavia riconoscibile l'unicità del disegno
criminoso. Per tutte si veda: Sez. 1, Sentenza n. 35797 del 12/05/2006 depositata
il 25/10/2006 in Rv. 234980):
"... l'unicità del disegno criminoso presuppone l'anticipata ed unitaria ideazione di
più violazioni della legge penale, già presenti nella mente del reo nella loro
specijcità e la prova di tale congiunta previsione deve essere ricavata, di regola,
anche in caso di riconoscimento in sede esecutiva, da indici esteriori che siano
signzjìcativi, alla luce dell'esperienza, del dato progettuale sottostante alle condotte
poste in essere. Tali indici hanno un carattere sintomatico e non direttamente
dimostrativo, per cui l'accertamento, che in tale fase è officioso e non comporta
oneri probatori, deve assumere il carattere di eflettiva dimostrazione logica, non
potendo essere afldato a semplici congetture o presunzioni... "

All'esito di questa addizione si perviene per la DI TRAPANI MARIANGELA


alla pena di anni quindici di reclusione da diminuire in misura pari ad un
terzo per la scelta del rito processuale (pervenendosi alla pena di ANNI
DIECI di reclusione).
*
@ Per gli imputati DI TRAPANI MICHELE e SGADARI VINCENZO:
La pena base calcolata nel minimo edittale (ANNI DODICI) deve, in relazione
alle posizioni di DI TRAPANI MICHELE e SGADARI VINCENZO, subire
l'aumento derivante dalla riscontrata recidiva specifica.
I1 grave reato oggetto di specifica reiterazione (l'associazione mafiosa) permette
di. affermare che l'aumento della pena deve essere in misura non inferiore al
minimo previsto per legge (ossia 113) sì ché si perviene alla pena di ANNI
SEDICI di reclusione (anni dodici + 113).

La pena così calcolata deve essere ridotta in misura pari ad un terzo in relazione
alla scelta del rito abbreviato, pervenendosi alla pena fina pari ad anni DIECI e
MESI OTTO di reclusione.
-- -

Appare equo commisurare questa pena anche in ragione delle gravi modalità
8 delle azioni contestate e della condotta processuale, ai sensi dell'articolo 133 del
Codice Penale e della Giurisprudenza della Suprema Corte allo specifico
riguardo
Sez. 2, Sentenza n. 12749 del 19103 - 26/03/2008 ) Rv. 239754
Presidente: Rizzo AS. Estensore: Davigo P. Relatore: Davigo P.
Imputato: Gasparri e altri. P.M. Ciampoli L. (Pan. Dzfl) (Annulla in
parte con rinvio, App. Milano, 22 Aprile 2004) PENA -
DETERMINAZIONE -
in tema di determinazione della misura della pena, il giudice del merito,
con la enunciazione, anche sintetica, della eseguita valutazione di uno (o
più) dei criteri indicati nellfarticolo 133 Codice Penale, assolve
adeguatamente all'obbligo della motivazione: tale valutazione, infatti,
rientra nella sua discrezionalità e non postula un'analitica esposizione
dei criteri adottati per addivenirvi in concreto.
Per quanto riguarda la determinazione della pena attribuibile all'imputato
PIZZO PIETRO è agevole osservare che questi è ritenuto responsabile della
meno grave ipotesi delittuosa di trasferimento fraudolento di valori aggravato
(articoli 110, 81 cpv del Codice Penale e 12 - quinquies Legge no 35611992 e 7
del D.L. 13 maggio 1991 no 152, convertito con modificazioni nella Legge 12
luglio 1991, no 203) cosi qualificata l'originaria rubrica di concorso esterno in
associazione mafiosa.
La pena edittale per il predetto reato va da un minimo di due anni ad un
massimo di sei anni.
I1 reato contestato (e ritenuto), tuttavia, risulta aggravato dall'articolo 7 del D.L.
n. 152 del 13 Maggio 1991 convertito, con modificazioni, nella Legge 12 luglio
1991, no 203 e, quindi, la pena base edittale deve essere aumentata in misura
variabile da un minimo di 113 ad un massimo della metà.
&, La pena imgabile "si assesta", quindi, da un minimo pari a trentadue mesi di
reclusione ad un massimo pari ad anni dodici di reclusione.
Valga per il PIZZO PIETRO quanto già detto in relazione alla posizione degli
altri imputati in ciò che attiene il possibile riconoscimento delle attenuanti
generiche escluse da un'interpretazione restrittiva dell'articolo 62 bis del Codice
Penale nella versione aggiornata ex Decreto legge del 23 Maggio 2008 n. 92 ed
escludibili, altresì, sulla base della esplicita dizione positiva secondo cui: "la
(mera) assenza di precedenti condanne per altri reati a carico del condannato
non può essere, per ciò solo, posta a fondamento della concessione delle
circostanze attenuanti".
Ciò posto, ritiene questo Giudice, possa determinarsi la pena in concreto nella
misura media irrogando una condanna pari ad anni sei di reclusione che,
diminuita per la scelta 'del rito processuale (in misura pari ad 1/3), permette di
pervenire ad ANNI QUATTRO di reclusione.
8
Per il DI PACE FRANCESCO, invece, si determina la pena base in misura pari
ad anni quattro di reclusione (pena edittale non inferiore nel minimo ad anni
due e nel massimo ad anni cinque) essendo il contesto delle circostanza sopra
esaminate di grave implicazione delittuosa e non essendo il DI PACE
FRANCESCO meritevole di alcuna attenuante per le ragioni già esaminate per
gli altri imputati.
La pena, cosi determinata deve essere diminuita per la scelta processuale.
*
Segue, ex lege, la condanna alle spese processuali, a quelle di mantenimento
in carcere durante la custodia e le pene accessorie connesse alla tipologia
dei reati contestati e ritenuti in sentenza. i
LA PERMANENZA delle ESIGENZE CAUTELAR1

Sotto il profilo delle esigenze cautelari il titolo dei reati rende applicabile la
disciplina stabilita dall'art. 275, comrna 111, del codice di procedura penale, che
pone una presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari in presenza di gravi
(ed ormai affermati in sede di prima istanza) elementi di colpevolezza per i reati
in questione. Per superare tale presunzione e non applicare alcuna misura
cautelare, è necessario che siano acquisiti elementi idonei a dimostrare, in
positivo, l'assenza di tutte le esigenze cautelari:

Sez. 6, Sentenza n. 46060 del 1411112008 Cc. (dep. 12/12/2008 ) Rv. 242041
Presidente: Di Virginio A. Estensore: Lanza L. Relatore: Lanza L. Imputato: Veroiia.
J'@
- P.M. Delehaye E. (Difl) (Rigetta, Trib. lib. Napoli, 7 Maggio 2008)
Esigenze cautelari - Soggetto indagato per partecipazione ad associazione di tipo mafioso -
Presunzione di pericolosità - Prova contraria - Awenuta rescissione del vincolo associativo -
In tema di custodia cautelare in carcere applicata nei confronti dell'indagato del delitto
d'associazione di tipo mafioso, l'art. 275, comrna terzo, cod. proc. pen. pone una presunzione
di pericolosità sociale che può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato ha
stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa, con la conseguenza che
al giudice di merito incombe l'esclusivo onere di dare atto dell'inesistenza d'elementi idonei a
vincere tale presunzione. Ne deriva che la prova contraria, costituita dall'acquisizione di
elementi dai quali risulti l'insussistenza delle esigenze cautelari, si risolve nella ricerca di quei
fatti che rendono impossibile (e perciò stesso in assoluto e in astratto oggettivamente
dimostrabile) che il soggetto possa continuare a fornire il suo contributo all'organizzazioneper
conto della quale ha operato, con la conseguenza che, ove non sia dimostrato che detti
-
,eventi risolutivi si sono verificati, persiste la presunzione di pericolosità.

@ Nel caso in esame, è sicuramente rawisabile l'esigenza cautelare di cui alla,


lettera C) dell'art. 274 C.P.P.,poichè le modalità in cui si sono estrinsecate le
condotte ascritte agli imputati (oggi condannati) e le personalità dei soggetti -
quali si desumono dai concreti comportamenti - palesano, secondo l'id quod
plerumque accidit, il concreto pericolo che si consumino delitti della stessa
specie di quelli a giudizio.
Gli elementi di convincimento raccolti, infatti, inducono a formulare una
precisa prognosi di pericolosità sociale in termini di capacità reiterativa di
azioni criminose della stessa specie di quelle oggetto del presente giudizio.
La comprova di questa capacità reiterativa è, ex se, dimostrata dalla
recidiva ascritta a di DI TRAPANI MICHELE e SGADARI VINCENZO.
Non può disconoscersi, poi, la sussistenza del concreto pericolo che i prevenuti
si diano alla fuga, tenuto conto della sicura possibilità di supporto che
potrebbero ricevere in virtù delle relazioni instaurate con altri esponenti di
"Cosa Nostra".
P.Q.M.
Visti gli articoli 28 e seguenti, 81, 110, 133, 240, 326, 416 bis del Codice
Penale nonché articolo 12 quinquies del Decreto Legge 8 Giugno 1992 n. 306
convertito in Legge 7 Agosto 1992 n. 356 e articolo 7 del D.L. n. 152 del 13
Maggio 1991 convertito, con modificazioni, nella Legge 12 luglio 1991, no 203;
articoli 442, 533, 535,539, 541,544 del Codice di Procedura Penale;

DICHIARA

DI TRAPANI MARIA ANGELA;


colpevole dei delitti ascritti ai capi 2), 3), 5), 6) e 7) dell'imputazione .-
m DI TRAPANI MICHELE;
colpevole del delitto ascritto al capo 2) dell'imputazione .-
m SGADARI VINCENZO;
colpevole del delitto di concorso esterno in associazione mafiosa aggravata
(articoli 110 e 416 bis; commi I, 111, IV, V, VI del Codice Penale) così
qualificata l'originaria contestazione di partecipazione ad associazione
mafiosa ascritta al capo 2) deila rubrica.-

* PIZZO PIETRO;
colpevole, in concorso, del delitto di trasferimento fraudolento di valori
aggravato (articoli 110,Sl cpv del Codice Penale e 12 - quinquies Legge no
35611992 e 7 del D.L. 13 maggio "l91 no '152, convertito con modificazioni
e nella Legge 12 luglio 1991, no 203) così qualificata l'originaria rubrica di
concorso esterno in associazione mafiosa.-
Ed infine:

DI PACE FRANCESCO;
colpevole, in concorso, del delitto punito dal comma 111 dell'articolo 326
del Codice Penale, così qualificata l'originaria fattispecie contestativa e,

ritenute le recidive contestate nei confronti del DI TRAPANI MICHELE e


dello SGADARI VINCENZO, previa riunificazione deile condotte ascritte
sotto il vincolo della continuazione in relazione alla posizione di DI
TRAPANI MARIA ANGELA sui capi indicati ai numeri 2), 3), 5), 6) e 7)
deila rubrica imputativa e, ancora, computata, per tutti, la diminuente
derivante daila scelta del rito abbreviato, rispettivamente, li
CONDANNA

DI TRAPANI MARIA ANGELA: alla pena di ANNI DIECI di


reclusione.-
* DI TRAPANI MICHELE: alia pena di ANNI DIECI e MESI
OTTO di reclusione.-
* SGADARI VINCENZO: alla pena di ANNI DIECI e MESI OTTO
di reclusione.-
* PIZZO PIETRO: alla pena di ANNI QUATTRO di reclusione.-
* DI PACE FRANCESCO: alla pena di ANNI DUE e MESI OTTO
di reclusione.-
DICHIARA

0 DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI TRAPANI MICHELE,


SGADARI VINCENZO, perpetuamente interdetti dai Pubblici Uffici nonché
interdetti legali ai sensi dell'articolo 32 del Codice Penale e incapaci di
contrattare con la Pubblica Amministrazione ai sensi degli articoli 32 ter e 32
quater del Codice Penale mentre DI PACE FRANCESCO e PIZZO
PIETRO interdetti dai Pubblici Uffici e interdetti legali per anni cinque alle
condizioni di legge.

Visti gli articoli 215 e 417 del Codice Penale, letti in combinato disposto

ORDINA
,nei --confronti di DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI- TRAPANI
MICHELE, SGADARI VINCENZO, la misura di sicurezh della libertà
8 vigilata per ANNI DUE, all'esito dell'espiazione della pena oggi irrogata.

CONDANNA
DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI TRAPANI MICHELE, SGADARI
VINCENZO, PIZZO PIETRO e DI PACE FRANCESCO al pagamento delle
spese processuali e, per DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI TRAPANI
MICHELE e SGADARI VINCENZO anche a quelle relative al mantenimento
in carcere, durante la custodia cautelare.

ORDINA
Ia CONFISCA dei beni già sottoposti a sequestro preventivo e,
segnatamente,

terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada San Giovanni, esteso are
97,77, iscritto in catasto al foglio 4, particella 111 (ex l l l/a)
terreno sito nel comune di Cinisi, contrada Cipollazzo, esteso are 27,32,
iscritto in catasto al foglio 13, particella 812 e foglio 23 particella 70,
libero da costruzioni, incolto.
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada Cipollazzo, esteso are
6,40, iscritto in catasto al foglio 23, particella 178, sul quale insiste una
struttura in c.a. costituita da un unico grande vano completamente
abbandonata e fortemente degradata;
terreno sito nel comune di Cinisi (Pa), contrada Vecchio e Cipollazzo,
esteso are 13,73, iscritto in catasto al foglio 13, particella 724, sul quale
insiste un villino unifamiliare costruito abusivamente composto da due
elevazioni fuori terra;
tutti provenienti dalla procedura fallimentare nei confronti della società
SICED, e intestati a Lo Verde Massimiliano (il primo) e Sgroi Vincenzo (gli
altri tre), nonché:
Appartamento (Al2) di 7 vani, sito in Palermo, piazzale Degli Alpini nr.
9 - piano V, catastato al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 28;
Box, cantinato (C/6) di 23 mq., sito in Palermo, piazzale Degli Alpini nr.
9 - piano S2 catastato al Foglio 22 - Particella 2416 - Sub 39.
formalmente intestati a Di Trapani Francesco (nato a Partinico il 1811211992)
e Di Trapani Giuseppina (nata a Cinisi il 5/1/1960),
nonché:
Ditta individuale "Bar Sofia di Lo Verde Massimiliano" con partita IVA
05636150822 sito in Palermo, via Villa Sofia n. 29 e annessa rivendita di
tabacchi (n. 0339 partita IVA 02988710825) apparentemente intestata a DI
TRAPANI AMALIA.
CONDANNA -

e DI TRAPANI MARIA ANGELA, DI TRAPANI MICHELE, SGADARI


VINCENZO, in relazione alle sole condotte loro rispettivamente contestate al
capo 2) della rubrica, così come sopra qualificate, tra loro in solido, al
pagamento a titolo risarcitorio - in favore delle Persone Offese, costituitesi Parti
Civili nel processo - e, segnatamente:

in favore del COMUNE di PALERMO e della PROVINCIA di PALERMO:


la somma pari a Euro 100.000,00 (centomila100) per ciascuno
ed
in favore del F.A.I. Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura,
dell'Associazionedegli Industriali della Provincia di Palermo, del Centro Studi
PIO LA TORRE ONLUS, del Comitato "ADDIOPIZZO": la somma pari a
Euro 10.000,OO (diecimilaI00) per ciascuno;
importi, questi, ritenuti in via prowisionale ed immediatamente esecutivi
- rimettendo al Giudice Civile la definitiva determinazione - oltre alle spese,
competenze ed onorari, nella misura indicata dai Difensori delle Parti Civili in
sede di comparsa, come di seguito determinate:
Euro 12.157,15 (dodicimilacentocinquantasette,15) per la Provincia di Palermo.
Euro 12.327,25 (dodicimilatrecentoventisette,25)per PIO LA TORRE ONLUS.
Euro 12.327,25 (dodicimilatrecentoventisette,25)per Confindustria Palermo.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62)per F.A.I. italiane.
Euro 12.982,62 (dodicimilanovecentottantadue,62)per Comitato Addiopizzo.
Euro 12.512,OO (dodicimilacinquecentododici,00) per il Comune di Palermo.
Oltre IVA e Cpa come previsto dalla legge.

La statuizione sugli interessi civili è dichiarata prowisoriamente


e, con riferimento alle posizioni del Centro studi PIO LA TORRE e del-
l'Associazione degli Industriali della Provincia di Palermo - Confindustria,
si dispone la distrazione delle spese anticipate e degli onorari non riscossi in
favore dell'Avvocato Ettore Barcellona, dichiaratosi antistatario ai sensi
aC
dell'articolo 93 del Codice di Procedura Civile .- Q
\

ORDINA
d
8
la confisca e la distruzione di quanto altro eventualmente in sequestro, ove non
più utile alle attività processuali di futuro espletamento.
23
Permangono le condizioni in fatto ed in diritto giustificatrici delle esigenze
cautelari - personali e reali, attualmente in corso di esecuzione - per i
motivi che saranno indicati nel contesto motivo dell'odierno provvedimento
8 da depositare entro i termini indicati dal comma I11 dell'art. 544 del Codice
di Procedura Penale.
Indica, pertanto, in giorni novanta il termine di redazione dei motivi parte
integrante dell'odiema sentenza.

Palermo, 5 MAGGIO 2010


I1 ~iudiceldell'udienzaPreliminare

Depositato in (tanaelleria-
Pdanno, ii,&..:.y.:.p *
4x3
Il Can elllere
INDICE della SENTENZA

Imputazioni ... da pagina 2 a pagina 15

Conclusioni delle parti ... da pagina 16 a pagina 17

Svolgimento del processo... da pagina 18 a pagina 35

Una premessa generale ... da pagina 36 a pagina 41

Le prove ... da pagina 42 a pagina 68


(nota tecnica suila valenza delìe prove) pagina 69

@) L'organizzazione mafiosa ... da pagina 70 a pagina 80

L'aggravante ex articolo 7, Legge 20311991... da pagina 81 a pagina 82

La tipoìogia delittuosa (art. 12 quinquies del D. L. 8/6/1992 n. 306)... a pagina 83

I fatti storici nella ricostruzione... da pagina 84 a pagina 1014

Le determinazioni nel merito ... da pagina 1015 a pagina 1025

La prova relativa alla ricostruzione ... da pagina 1026 a pagina 1027


La valutazione delle chiamate in correità... - . pagina 1028
__ .

8 La qualificazione giuridica ... pagina 1029

Le generali argomentazioni delle Difese... da pagina 1030 a pagina 1031

Le attività integrative... da pagina 1032

L'esame di FONTANA ANGELO ... da pagina 1033 a pagina 1059

L'esame di DI NATALE GIUSTO... da pagina 1060 a pagina 1081

L'esame di FRANZESE FRANCESCO... da pagina 1082 a pagina 1133

L'esame di BRIGUGLIOFRANCESCO... da pagina 1134 a pagina 1163

L'esame di SPATARO MAURIZIO... da pagina 1164 a pagina 1201


I
...
L'esame di PULIZZI GASPARE da pagina 1202 a pagina 1244

L'esame di BRUSCA GIOVANNI... da pagina 1245 a pagina 1255

L'esame di ONORATO FRANCESCO... da pagina l256 a pagina 1263

L'esame di PALAZZOLO SAVERIO... da pagina 1264 a pagina 1267

L'esame di AVITABILE ANTONIO... da pagina 1268 a pagina 1276

L'esame di RUVOLO BALDASSARE ... da pagina 1277 a pagina 1283

L'esame di NUCCIO ANTONINO... da pagina 1284 a pagina 1298


6
L'esame di PASTA MANUEL... da pagina 1299 a pagina 1383

La mancata risposta di Palazzo10 Saverio e.. da pagina 1384 a pagina 1398

La complessiva valutazione ... da pagina 1399 a pagina 1401

LU'obiterdictum" statuito dal Tribunale del Riesame e


dalla Suprema Corte di Cassazione... da pagina 1402 a pagina 1404

Le singole posizioni processuali ... da pagina 1405 a pagina 1467


DI TRAPANI MARIANGELA ... da pagina 1405 a pagina 1417 - -_

DI TRAPANI MICHELE ... da pagina 1418 a pagina 1430


8 SGADARI VINCENZO. .. da pagina 1431 a pagina 1442
PIZZO PIETRO.. . da pagina 1443 a pagina 1449
DI PACE FRANCESCO ... da pagina 1450 a pagina 1467

Le statuizioni relative alla confisca... da pagina 1468 a pagina 1469

...
Le determinazioni sulla Parte Civile da pagina 1470 a pagina 1471

...
Riepilogo sintetico a pagina 1472

"Quoad Poenam"... da pagina 1473 a pagina 1475

La permanenza delle esigenze cautelari. .. a pagina 1476

Dispositivo della sentenza... da pagina 1477 a pagina 1480


ANNOTAZIONI

Copia sentenza ricevuta dalla Procura Generale per comunicazione in data


1 9/07/201O.

NOTIFICHE alle parti :

1. Estratto di sentenza notificato a PIZZO PIETRO il 271812010;


2. Estratto di sentenza notificato a SGADARI VINCENZO il 10/8/2010;

In data 26/10/2010 proposto appello dall'Aw. V.zo Lo Re, difensore di Pizzo Pietro;

In data 25/10/2010 proposto appello dal19Aw.V.zo Giambruno, in data 2911012010


@
dall'Aw. V. Vianello Accoretti, difensori di Di Pace Francesco;

In data 29/10/2010 proposto appello dall'Avv. V. Vianello Accoretti, difensore di Di


Trapani Maria Angela;

In data 511012010 proposto appello dal19Aw.Salvo Misuraca e Marco Clementi,


difensori di Di Trapani Michele;

In data 27/1012010 proposto appello dall'Aw. V.zo Giambruno ed in data


30/10/2010 dall'Aw. Francesco Calabrese, difensori di Sgadari Vincenzo;

Per annotazione. . %

Palermo li 16/11/2010 . .

+v--
d"
I1 Funzio rio Giudiziario
La a Di Nardo

Potrebbero piacerti anche