"FEDERICO II"
TESI SPERIMENTALE
IN
ECOLOGIA
RELATORE CANDIDATA
Ch.ma Prof.ssa Maria Grazia Pica
Anna De Marco N88/ 4974
CORRELATORE
Speranza C. Panico
1
INDICE
CAPITOLO 1- INTRODUZIONE
1.1 Inquinamento da mozziconi di sigaretta
1.2 La struttura della sigaretta
1.3 Impatto ambientale dei mozziconi
1.4 La biodegradabilità dei mozziconi di sigaretta
1.5 I fattori che agiscono sulla degradazione
1.6 Modello della decomposizione
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CAPITOLO 5- CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
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(ENEA-AUSL Bologna, 2010), vale a dire circa 1.400 tonnellate di materiale
particellare contenente centinaia di composti dannosi che finiscono
nell'ambiente. Inoltre, a causa del suo elevato grado di sostituzione, la cellulosa,
risulta inaccessibile ai microbi per la decomposizione biologica (Bonanomi,
Incerti, Cesarano, 2015). L’acetato di cellulosa oltre ad essere un polimero
naturale è anche una sostanza fibrosa che serve a bloccare meccanicamente
alcuni agenti nocivi prodotti dalla combustione delle cartine e del tabacco a
scopo di assorbire vapori e accumulare componenti di fumo particolato.
I mozziconi non fumati hanno una bassissima eco-tossicità, ma sono una
minoranza rispetto a quelli fumati (National Geographic, 2015).
Finora lo studio dei danni prodotti dal fumo ha riguardato i prodotti della
frazione non fumata e i danni per la salute dell’uomo. Purtroppo, il carico
nocivo immesso in ambiente con i mozziconi è rilevante (ENEA Roma, 2010):
- Nicotina: 324 tonnellate/ anno;
- Polonio- 210: 1872 milioni di Bq/ anno;
- Composti organici volatili: 1800 tonnellate/ anno;
- Gas tossici: 21,6 tonnellate/ anno;
- Catrame e condensato: 14400 tonnellate/ anno;
- Acetato di cellulosa: 12240 tonnellate/ anno.
Tale valutazione si basa sul numero di fumatori (13 milioni), il numero medio
di sigarette fumate da ciascuno (15 sigarette al giorno), i quantitativi di alcuni
agenti chimici presenti in ogni mozzicone e il numero complessivo di mozziconi
immessi in ambiente ogni anno (72 miliardi di mozziconi/anno) (ENEA –
AUSL di Bologna).
Poiché non esistono normative nazionali che ne limitino la dispersione nell’
ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni più attenti, la
maggior parte dei mozziconi si accumula nel suolo o finisce nelle fogne e nelle
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acque superficiali contaminandole. Da tutti questi fattori emerge la necessità di
classificare i mozziconi come un rifiuto tossico per l’ambiente e trattarle come
tale. Risolvere il problema “inquinamento da mozziconi” resta essenzialmente
legato al modo di agire dei fumatori: non basta ridurre il consumo di sigarette
ma è necessaria l’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi non solo
della propria salute e quella degli altri ma anche dell’ambiente.
Esempio significativo è quello di Vancouver, in Canada. La lotta contro il fumo,
in questa città, è talmente avanzata che è vietato fumare alle fermate
dell'autobus, così come in spiaggia. I residui delle sigarette, in particolare i
mozziconi, sono trattati come dei veri e propri rifiuti tossici da smaltire
accuratamente, in modo da garantire ai cittadini un’aria più salubre e luoghi più
sani. Per tale motivo lungo le strade sono stati installati speciali contenitori per
i mozziconi di sigaretta, in modo da differenziare il rifiuto che andrà in contro
a trattamenti che permettono di riciclarlo (Cigarette Waste Brigade,
fotovolfaicosulweb.it).
Numerosi studi scientifici dimostrano la possibilità di riciclare questo materiale
che, per esempio, in seguito alla raccolta selettiva può essere usato nell'edilizia.
Una possibile alternativa sarebbe quella di sostituire in tempi rapidi i filtri di
acetato di cellulosa con filtri biodegradabili: attualmente sono già disponibili,
ma coprono una quota di mercato inferiore rispetto a quelli attualmente in
commercio (National Geographic, 2010).
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combustione, sono in grado di produrre decine di agenti chimici pericolosi
(figura 1). Gli zuccheri, bruciando, aumentano la percentuale di catrame; il
caramello produce catecolo, uno dei più pericolosi agenti cancerogeni presenti
nel fumo; la glicerina produce acroleina, sostanza irritante che inibisce l’azione
depuratrice delle ciglia vibratili a livello bronchiale.
Nonostante le differenze in termini di marca e miscele di tabacco, le sigarette
presentano alcune caratteristiche comuni, quali:
- la carta vergata attorno alla colonna di tabacco;
- il filtro o zona di filtrazione;
- la colonna di tabacco;
- alcuni additivi chimici.
Nella sigaretta il tabacco è avvolto nella carta che ne rappresenta circa il 5% del
peso totale (Lombardi, Di Cicco, Zagà, 2010). L'involucro esterno è costituito
da cellulosa e durante i processi di raffinazione ad essa vengono aggiunti diversi
agenti chimici tra i quali cloro e solfato di ammonio. La carta e i relativi additivi,
durante la combustione, reagiscono con l'ossigeno dell'aria, producendo
numerosi composti ad azione tossica e nociva. Fino ai primi anni cinquanta le
sigarette venivano consumate senza filtro; solo successivamente, per adeguarsi
alle sempre maggiori evidenze scientifiche sui danni del fumo, si cominciarono
a sperimentare vari dispositivi filtranti allo scopo di rassicurare il più possibile
l'opinione pubblica sulla nocività del fumo di tabacco. Lo strato filtrante,
secondo le industrie del tabacco, doveva servire per ridurre il carico nocivo
inalato dai fumatori. In realtà, il filtro è in grado di rimuovere solo una parte
della nocività sviluppatasi durante la combustione del tabacco; e la restante
parte è in grado di indurre numerose patologie come tumori, ictus, infarti etc.
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Figura 1: Costituenti principali della sigaretta prima che venga fumata (impatto
ambientale delle cicche).
Tra le principali sostanze che derivano dal processo di combustione del tabacco,
divise in componente gassosa e in componente particolata, vi sono molti
composti tossici come nitrosamine, sostanze cancerogene derivate dai nitriti,
amine, proteine e alcaloidi presenti naturalmente nelle piante ed elementi
radioattivi (Po-210 e Pb-210) veicolati dai fertilizzanti come polifosfati di
calcio provenienti da terreni di Apatite ricchi di uranio (ENEA Roma, 2010).
Tra le sostanze principali liberate dalla combustione, ritroviamo (Lombardi, Di
Cicco, Zagà, 2010):
- Nicotina: 1,8 mg/ sigaretta; essa è un alcaloide volatile, di cui il 20% passa nel
fumo e il 50% viene degradato durante la combustione. E’ una quantità enorme
se si pensa che 50-60 mg sono in grado di indurre effetti letali sull’uomo.
- Acido cianidrico: 0,45 mg/sigaretta;
- Polonio 210: 0,5 pCi; è uno dei più potenti agenti carcinogeni del fumo del
tabacco e tra i responsabili dell’adenocarcinoma. La fonte principale di Po-210
è rappresentata dai fertilizzanti;
- Ammoniaca: 0,1 mg/ sigaretta; aumenta fino a 100 volte in più la quantità di
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nicotina assorbita dai fumatori e facilita la fuoriuscita di particelle di fumo che
intrappolano uno ione idrogeno della molecola della nicotina, distruggendo così
il legame tra nicotina e il suo trasportatore;
- Acetato di cellulosa: 0,2 mg/sigaretta; sostanza fotodegradabile ma non
biodegradabile che viene, dopo l’attacco di agenti atmosferici, fisicamente
sgretolata e dispersa in acqua e suolo.
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sempre più convincenti di quanto le sigarette causassero in misura sempre
maggiore cancro al polmone e altre gravi malattie. L'acetato di cellulosa è
fotodegradabile ma non biodegradabile; anche se i raggi ultravioletti del sole
degradassero il filtro in piccoli pezzi in condizioni ambientali ideali, il materiale
di origine non scomparirebbe mai; essenzialmente diventerebbe diluito in acqua
o suolo.
In generale, quindi, qualunque sia il loro impatto diretto sulla salute o il
beneficio dei fumatori, i filtri delle sigarette costituiscono un grave problema
per lo smaltimento. La loro non biodegradabilità significa anche aumentare le
richieste di discariche, aggiungere i costi ai programmi di smaltimento dei rifiuti
e creare un problema ambientale negli spazi pubblici.
10
Levorato, 2010).
Lo studio per la riduzione dell’impatto ambientale da rifiuti derivati dall’attività
del fumo da sigaretta richiede, necessariamente, di analizzare il processo di
produzione dei filtri per le sigarette e le possibili alternative da adottare (figura
2). I filtri delle sigarette nei primi anni del secolo scorso erano costituiti
prevalentemente da cellulosa, mentre oggi sono costituiti da una sostanza molto
più resistente e non degradabile, cioè acetato di cellulosa. Essendo una fibra
artificiale composta da cellulosa e anidride acetica, è molto resistente. Questa
fibra può essere ricavata sia da fibre vegetali sia da precedenti lavorazioni di
prodotti agroalimentari determinando un vantaggio economico per le aziende
manifatturiere di sigarette che acquistano a costo zero, o quasi, la materia prima.
Per degradare il filtro di una sigaretta sono necessari dai 5 ai 12 anni, i residui
della sigaretta senza filtro possono dissolversi in 6/12 mesi. (ENEA–AUSL
Bologna, 2010).
In Italia, quasi 11 milioni di fumatori accendono ogni giorno circa 140 milioni
di sigarette (ansa.it). A giudicare dalla quantità di cicche disperse nell’ambiente,
sembrano essere molto pochi i fumatori che, fuori casa, si preoccupano di
gettare i resti della propria sigaretta nei cestini o nei posaceneri portatili; anzi,
la maggior parte, butta la cicca per terra, senza alcun tipo di cura del decoro
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dell’ambiente che lo circonda. Altri fumatori disattenti, invece, spegnendo
frettolosamente la sigaretta, infilano il mozzicone ancora acceso nel cestino,
rischiando di infiammarne il contenuto o, peggio ancora, le gettano ancora
accese fuori dai finestrini delle auto in corsa causando, in particolare durante il
periodo estivo, incendi con danni considerevoli al territorio, a cose e persone.
In definitiva ogni mozzicone abbandonato sul suolo impiega da 1 a 5 anni per
degradarsi, rilasciando nel frattempo sostanze dannose per la salute ed
inquinanti per l’ambiente. Per molti anni le conseguenze ambientali causate
dalla malsana abitudine di disfarsi delle cicche buttandole per terra sono state
messe in secondo piano da altre campagne preventive sul fumo. Queste
pubblicità informative, se da una parte hanno ammonito i fumatori sui danni che
causa la nicotina, inducendo la popolazione italiana a fumar meno, dall’altra,
non hanno corretto le abitudini di quei consumatori che, totalmente
disinteressati, gettano i mozziconi ovunque: in mare, in spiaggia, nei parchi, in
strada.
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materia organica tra carbonio ed azoto, influenza sia la velocità di
decomposizione che il ciclo dei nutrienti, favoriti da valori bassi del rapporto
(Vimmerstedt et al., 1989).
Processi di trasformazione continui (decomposizione, processi dinamici della
sostanza organica solubile, stabilizzazione della stessa sostanza organica per
interazione con la componente minerale del suolo) influenzano il contenuto di
sostanza organica del suolo. Tali processi sono regolati da fattori climatici, fisici
e chimici, quali pH, rapporto C/N quantità e qualità dei residui stessi (Nardi,
2000), ma anche da fattori biologici legati alle caratteristiche della comunità
edafica. Oltre ad essere fondamentale come risorsa, la sostanza organica ha un
ruolo importantissimo nel determinare le caratteristiche chimico-fisiche del
suolo. La sostanza organica influenza infatti la struttura del suolo (Bullini et
al., 1998; Pignatello, 1998), stabilizza gli aggregati, aumenta la capacità di
ritenzione idrica, rappresenta una riserva di nutrienti, ha elevata capacità di
scambio cationico, è substrato per i microrganismi e la fauna del suolo, lega ioni
metallici e riduce la conduzione di calore (Bullini et al., 1998). Il contenuto di
sostanza organica varia da meno dell'1% (0,5%) nei suoli desertici e in quelli
minerali al 40% nei suoli forestali (Sanchez, 1998). La sostanza organica
naturale controlla la maggior parte della reattività biotica ed abiotica nel suolo
e nelle acque (Koerdel et al.,1997). La reattività della sostanza organica naturale
del suolo o sostanze umiche, sia nella sua fase solida (Kozak, 1996) che in
quella liquida (Zsolnay, 1996) determina la qualità fisica, chimica e biologica
del suolo. Essa è funzione sia della sua composizione chimica sia delle sue
dimensioni molecolari ed ambedue controllano le trasformazioni biologiche e
le funzioni ecologiche della sostanza organica. Mentre il contenuto di carbonio
organico nel suolo è di fondamentale importanza per il miglioramento della
fertilità sia fisica, (struttura del suolo) sia chimica del suolo (pH, C.E., etc). La
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deforestazione è uno di quegli usi del suolo che possono condizionare il livello
di carbonio organico nel suolo sia per l’eliminazione di biomassa vegetale che
dovrebbe col tempo ritornare al suolo, sia semplicemente per la rimozione degli
strati superficiali di suolo, che portano in superficie strati di suolo meno attivi.
Anche la rapidità ed il modo in cui i mozziconi di sigaretta si decompongono
sono influenzate da un certo numero di fattori, tra i principali: il clima e la
qualità iniziale della lettiera. Il fattore clima è il più importante regolatore della
fase iniziale della decomposizione e, in particolare, la temperatura è il fattore
climatico che incide maggiormente sulla decomposizione (Witkamp, 1966;
Lousier e Parkinson, 1976): a parità di altre condizioni, la velocità di
decomposizione è maggiore a temperature elevate e diminuisce con l’altitudine
(Shanks e Olson, 1961). Anche i cicli giornalieri della temperatura possono
influenzare la velocità di decomposizione. Oltre al clima il processo
decompositivo è influenzato dall’umidità ambientale e dalle precipitazioni; esse
regolano la disponibilità di acqua degli organismi decompositori. In maniera
indiretta, l’umidità ambientale, può influenzare altri fattori come l’aerazione ed
il pH. Nel microambiente della decomposizione, i detritivori e i decompositori
assorbono l’acqua tramite strutture esterne protettive, e in particolare batteri e
funghi sono in grado di regolare il proprio ambiente osmotico interno in modo
da mantenerlo sempre ipertonico rispetto al mezzo esterno. Naturalmente
quanto più bassa è l’umidità esterna tanto maggiore è l’energia spesa dai
decompositori per mantenere il bilancio idrico e minore sarà la decomposizione.
Un altro parametro importante è l'acidità del suolo che influenza sia le reazioni
chimiche sia l'attività biologica (lo sviluppo di popolazioni batteriche avviene
intorno a 6-7), mentre in suoli acidi e subacidi l'attività biologica è svolta
prevalentemente dai funghi. La decomposizione è generalmente più rapida in
suoli neutri piuttosto che in suoli acidi, ed è inoltre influenzata negativamente
14
dal pH basico del suolo.
Un’ampia classe di composti che si generano per combustione incompleta e/o
pirolisi di composti organici (Srogi, 2007), alla temperatura di 500-700 °C è
costituita dagli idrocarburi policiclici aromatici (IPA); essi sono raggruppati in
funzione del numero di anelli condensati e la loro distribuzione in atmosfera
dipende dalla temperatura dell’aria e dalle caratteristiche chimico-fisiche di
ciascuno di essi.
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sarà favorita la crescita di decompositori e quindi la decomposizione.
Secondo questo modello, si raggiunge un valore limite di peso perso, cioè la
velocità di degradazione della materia organica tende ad un valore asintotico,
raggiunto il quale, la degradazione può continuare a una velocità bassissima. Il
valore limite di decomposizione può essere stimato tramite l’equazione
proposta da Berg et al. nel 1995; questo valore è molto variabile nell’ambito dei
diversi substrati, a causa della composizione chimica iniziale, delle condizioni
climatiche, della decomposizione e dei fattori biologici che possono agire
direttamente sul processo. Berg e Staff (1980) hanno proposto un modello a due
fasi della decomposizione basato sulla qualità della lettiera. Secondo questo
modello la prima fase è caratterizzata da una velocità di decomposizione
esponenziale, mentre la seconda da velocità estremamente basse che tendono a
zero così che la decomposizione raggiunge un asintoto (Berg et al., 1991; Berg
et al., 1995). A questo valore asintotico per ogni lettiera corrisponde un valore
limite di peso perso che varia nei diversi substrati; questo valore limite di
decomposizione è calcolato secondo la seguente equazione: m.l.= m(1-e-kt/m)
dove: m.l. è la perdita di peso in %; t è il tempo espresso in giorni; m rappresenta
la massima perdita di peso raggiunta e K è la velocità di decomposizione (Berg
et al., 1995).
CAPITOLO 2
OBIETTIVO DELLA RICERCA
16
Nell’ambito dell’intero progetto di ricerca, il presente lavoro di tesi ha
riguardato, in particolare, la valutazione della decomponibilità dei mozziconi di
sigaretta in esperimenti di campo e di laboratorio, seguendo l'andamento del
contenuto di C e di N. I mozziconi di sigarette, così come la loro degradazione,
possono rilasciare sostanze che mettono in pericolo la salute umana ma
rappresentano anche un grave problema ambientale.
Le sigarette analizzate durante questo studio sono di quattro marche comuni,
sono state acquistate nuove e artificialmente fumate; la decomposizione è stata
seguita considerando quattro diversi tempi di incubazione: 30 giorni, 180 giorni,
720 giorni e 1800 giorni. I diversi tempi di incubazione, permettono, in
particolare, di valutare i cambiamenti nel tempo della quantità e della qualità
dei mozziconi in relazione al processo di decomposizione degli stessi. I
mozziconi di sigaretta oggetto di studio sono rappresentati da mozziconi appena
fumati utilizzati come controllo, rappresentando il tempo zero; mozziconi
incubati su un substrato non contaminato dal terreno; mozziconi incubati su
terreno sabbioso e mozziconi incubati su terreno a prato.
La scelta dei due substrati, a prato e sabbioso, è legata alla velocità del processo
degradativo dei mozziconi di sigaretta; i livelli di azoto liberati in substrati
differenti in seguito ai processi di decomposizione della sostanza organica
dipendono dai valori di C/N del rispettivo substrato. La presenza, inoltre, di
sostanze recalcitranti sul substrato come lignina o polifenoli potrebbero
affettare il tasso di mineralizzazione dei residui organici. Di solito i tassi di
mineralizzazione decrescono all'aumentare della loro concentrazione nel
substrato, in parte ciò è dovuto al fatto che questi materiali hanno un alto
contenuto di carbonio ed un basso livello di azoto. In questo lavoro di tesi sono
stati seguiti in particolare i cambiamenti nel contenuto di C e di N dei mozziconi
incubati nelle diverse condizioni e sui diversi substrati. Inoltre è anche utilizzato
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il rapporto C/N per avere informazioni sulle variazioni della qualità dei
mozziconi durante la loro decomposizione e poter fare delle previsioni o cercare
di accelerare la loro scomparsa nell'ambiente; tale rapporto C/N definisce il
livello di componenti recalcitranti con bassa attitudine ad essere decomposti.
L’esperimento, inoltre, è stato condotto con mozziconi di sigaretta incubati sia
in campo che in laboratorio su diversi tipi di substrato al fine di valutare i fattori
che influiscono sulla degradazione, come ad esempio le diverse condizioni
microclimatiche. Ci sono numerosi fattori che condizionano il processo di
mineralizzazione dell'azoto ed il processo degradativo. Questi fattori
riguardano, la qualità dei residui, le condizioni climatiche e le proprietà del
suolo. In questo lavoro di tesi noi considereremo la qualità dei residui in
funzione del livello di azoto nei residui e quindi faremo riferimento alla capacità
degradativa dei residui stessi. Residui ricchi di glucosio, sono altamente
degradabili, ma non incrementano il livello di azoto nel suolo e quindi non
condizionano il livello di fertilità di quest'ultimo. La composizione chimica dei
residui organici è uno dei fattori che maggiormente condiziona il tasso di
mineralizzazione dell'azoto.
La temperatura del suolo gioca un ruolo molto importane nella decomposizione
della sostanza organica; la temperatura ottimale per il processo di
decomposizione della sostanza organica è compreso tra 25-35°C, temperature
superiori a 55°C inibiscono invece il processo. Basse temperature del suolo
possono condizionare maggiormente il processo di decomposizione dei residui
recalcitranti che non quelli facilmente decomponibili (Andersen et al, 2001).
Per quanto riguarda i livelli di umidità nel suolo possiamo dire in generale che
eccessi idrici nel suolo inducono processi anaerobici che riducono
l'ammonificazione e bloccano la nitrificazione (Schomberg et al., 1994).
Condizioni di saturazione idrica nei suoli comportano anche perdite di azoto in
18
seguito allo svilupparsi di processi di denitrificazione. I livelli idrici ottimali nei
suoli affinché il processo di decomposizione sia attivo risultano essere
leggermente al di sotto della capacità di campo (Prasad et al, 1997).
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CAPITOLO 3
MATERIALI E METODI
20
Tabella 1: Differenze tra suolo erboso e sabbioso.
SUOLO SABBIOSO SUOLO ERBOSO
3.1.1 Decomposizione
La decomposizione della materia organica in condizioni di campo dipende
principalmente dalla qualità della materia organica, dalla disponibilità di acqua
e dalla velocità di decadimento e all'effetto biochimico.
Gli esperimenti di decomposizione sono stati eseguiti secondo il metodo delle
litterbag sia con una incubazione in campo che in laboratorio. Le litterbag di 20
cm sono state realizzate in nylon con maglie di 1 mm per evitare la perdita di
frammenti e per escludere la macrofauna dai sacchi. I mozziconi sono stati
21
tagliati con forbicine per ottenere pezzi di 200 mg ciascuno. Le litterbags sono
state riempite con 30 pezzi di ogni materiale e poi posizionate in microcosmi
con e senza suolo come precedentemente descritto. Nell' esperimento allestito
in laboratorio, le litterbags sono state poste in una camera di crescita a
temperatura controllata (22 ± 2 ° C notte e 25 ± 2 ° C giorno) e acqua (annaffiate
con acqua distillata ogni sette giorni alla capacità di ritenzione idrica,
precedentemente determinata pari al 260%). Sono stati compiuti cinque
trattamenti per le diverse tipologie di mozziconi, replicati dieci volte per ognuna
delle quattro date di recupero programmate dall'inizio dell'esperimento. Dopo
la raccolta, i substrati venivano essiccati in stufa a 75°C e successivamente
pesati. La decomposizione è stata espressa come perdita di massa, vale a dire la
percentuale della massa originale rimasta dopo ogni campionamento.
22
I campioni finemente sminuzzati sono stati pesati, circa 5 mg, con una bilancia
elettronica di precisione (figura 5) in capsuline di stagno (figura 6) per la
determinazione del contenuto di C e di N Per ogni campione sono state allestite
tre capsuline di stagno come repliche di laboratorio.
3.3 Contenuto di C e N
I mozziconi sono stati caratterizzati per il contenuto di carbonio e azoto totale,
misure determinate tramite gascromatografia con analizzatore elementare
(Elementar Analyser Flash 112 Series EA, figura 7).
Carbonio e azoto sono costituenti essenziali della materia organica e l’analisi
delle variazioni delle loro concentrazioni può dare informazioni circa lo stato di
decomposizione dei mozziconi nel tempo.
23
Figura 7: Gascromatografo usato per determinare il contenuto di C e N.
25
cromatografica impaccata con Poropaq Q. Infine, i gas (CO2 e N2) sono rilevati
da un TDC- thermal conductivity detector che al passaggio degli ossidi registra
i segnali come variazioni della differenza di potenziale necessaria a mantenere
costante la temperatura del detector stesso (60°C). Quindi, dopo che il carbonio
e l’azoto sono stati eluiti nella colonna cromatografica CC e inviati al rivelatore
a conducibilità termica TDC che genera segnali elettrici, i picchi ottenuti
vengono trasformati in concentrazioni e fornite le percentuali di azoto e
carbonio contenute nel campione. Il contenuto di carbonio e quello di azoto
totale, espressi come percentuale su peso secco di campione, sono forniti
direttamente sulla base della curva di taratura realizzata utilizzando 4 standard
di foglie di leccio di peso crescente a concentrazione nota (N: 1.855 % p.s.;
C:49.81 % p.s.), certificato dalla Carlo Erba di Instruments (Milano). I metodi
per la calibrazione sono divisi in due gruppi:
- Uso di standard esterni (analizzati separatamente rispetto al campione);
- Uso di standard addizionati ad ogni campione.
Per costruire la retta di taratura si preparano 3 campioni a concentrazioni note e
crescenti e si riportano su un grafico A/[] i valori letti sul cromatogramma; si
dovrebbe ottenere una retta passante per lo zero (se ci sono deviazioni
significative allora si aumenta il numero delle soluzioni standard). Attraverso il
“bianco” viene azzerato l’apparecchio di misura.
Il contenuto di carbonio e quello di azoto totale, espressi come percentuale su
peso secco di campione, sono forniti direttamente dallo strumento sulla base
della curva di taratura (ER) precedentemente costruita per ciascun elemento.
3.4 Rapporto C e N
Dalle concentrazioni di C e N ottenute è possibile calcolare il rapporto C/N che
esprime come varia la qualità della sostanza organica durante le varie fasi di
26
decomposizione.
Il rapporto C/N indica la relazione esistente, in una matrice organica, tra questi
due elementi; ovvero esprime il livello che esiste tra contenuto di glucidi o
zuccheri (riferibili al carbonio C) ed il livello di proteine e sostanze azotate
(riferibili all’azoto N) della sostanza organica. Questo indicatore è spesso usato
come indicatore di complessità e appetibilità della materia organica, poiché
valori elevati indicano un prevalere delle strutture di sostegno più complesse
rispetto alla componente più labile. E’ un importante indice dell’andamento
decompositivo difatti quanto più è basso tanto più sarà favorita la crescita e
l'attività dei decompositori e quindi la decomposizione (Melillo et al., 1982;
Moore, 1984).
La velocità di degradazione della sostanza organica dipende oltre che dal tipo di
attacco microbico anche dalla consistenza fisica e dalle caratteristiche chimiche del
composto organico (Sequi, 1989); il rapporto carbonio/azoto (C/N), in
particolare influenza la velocità di decomposizione: tanto più alto è il rapporto
C/N tanto più lenta è la mineralizzazione e maggiore la necessità di reperire N dal
suolo da parte dei batteri che decompongono la matrice organica povera di N. Il
rapporto C/N fornisce utile indicazione circa la tendenza alla mineralizzazione
dei residui vegetali e delle macromolecole umiche operata dalle comunità
edafiche.
Un rapporto C/N pari a 32 rappresenta la soglia per la decomposizione dei
materiali organici in poche settimane.
Un rapporto C/N minore di 32 indica una rapida mineralizzazione con
conseguente liberazione di nutrienti.
Un rapporto maggiore di 32 indica quantità di azoto inadeguata e costringe i
microrganismi ad utilizzare tutte le forme azotate [NH4+, NO3-] disponibili nel
suolo per la produzione di biomassa, inducendo temporaneo stress nutrizionale
27
per le piante.
CAPITOLO 4
RISULTATI E DISCUSSIONE
28
4.1 Valutazione del contenuto di C ed N in campioni controllo di sigarette
fumate e non fumate
La decomposizione è un processo fondamentale per il funzionamento ed il
mantenimento dell’integrità di tutti gli ecosistemi terrestri. Ciascun ecosistema
è mantenuto dalle strette interrelazioni esistenti tra i produttori, i consumatori
ed i decompositori e dal trasferimento di materia ed energia che interessa questi
tre comparti (Swift et al., 1979). La decomposizione determina la
mineralizzazione della sostanza organica e, restituendo i nutrienti in forma
inorganica, prontamente utilizzabili dalle piante, contribuisce a mantenere la
produzione primaria dell’ecosistema. Il bilancio tra produzione primaria e
velocità di decomposizione regola la quantità di sostanza organica accumulata
nel suolo. In generale, il tempo di degradazione della materia organica cosi
come dei mozziconi di sigaretta può variare a seconda delle condizioni
ambientali, esso può arrivare anche a coprire una decina di anni ed oltre
(Ciminelli, 2011). In particolare, dopo due anni di degradazione si è osservato
che, con il procedere della decomposizione, il residuo del mozzicone si degrada
a velocità progressivamente minore ed il tempo di completamento del processo
aumenta esponenzialmente. Per determinare le variazioni del tempo di
degradazione dei mozziconi di sigaretta, abbiamo considerato gli effetti sulla
lettiera (mozziconi di sigaretta), di diversi substrati (senza suolo, con terreno
sabbioso e terreno a prato) e diverse condizioni di temperatura e acqua (sia
controllata in laboratorio sia in campo in condizioni naturali). I dati in figura 9
mostrano l'andamento della decomposizione espressa come perdita di massa
percentuale nel tempo e nelle diverse tipologie di incubazione.
29
Perdita di massa (%)
30
CAMPIONI CONTROLLO
6
0,
a
5
0,
4
0,
N(%p.s.)
3
0,
b
2
0,
1
0,
0
0, E N E
AT NO AT
UM M
F FU
40
30
20
10
0 E NONNFUMATE
AT FUMATE NO AT
E
UM
F UM
F
31
ossia un indicatore di decomponibilità e suscettibilità all'attacco microbico.
Un rapporto C/N alto può indicare una quantità bassa di N ed elevata di C, che
può indurre i microrganismi a immobilizzare azoto da utilizzare per la
respirazione e il metabolismo e rendere la mineralizzazione più lenta e
complessa. Viceversa, un rapporto C/N basso può indicare un’elevata quantità
di azoto ed un basso contenuto di strutture carboniose complesse che possono
accelerare il metabolismo dei microrganismi e rendere la degradazione più
rapida. Il rapporto C/N calcolato per i filtri utilizzati come controllo (figura 12)
mostra valori significativamente più elevati (t-test, P<0.05) nelle sigarette non
fumate.
CAMPIONI CONTROLLO
0
30
b
0
25
0
20
C/N
0
15
a
0
10
50
0 T E N
O TE
FUMATE
A
M N MA
FU FU
I valori del rapporto C/N ottenuti risultano particolarmente elevati per le due
tipologie di filtro di sigarette indicando per entrambi materiale recalcitrante e
poco suscettibile all'attacco microbico. Il rapporto C/N fornisce utile
indicazione della tendenza alla mineralizzazione dei residui vegetali e delle
macromolecole umiche operata dalle comunità edafiche. Recenti studi hanno
indicato che le sostanze umiche nel suolo sono associazioni sopra-molecolari di
molecole eterogenee relativamente piccole legate insieme da forze deboli come
32
i legami idrogeno e idrofobici in dimensioni molecolari solo apparentemente
grandi (Conte e Piccolo, 1999; Piccolo e Spiteller, 2003). I composti organici
presenti nei residui vegetali sono essenzialmente amminoacidi, proteine e
lignine e sono detti, nel loro insieme, composti non umici poiché sono
riportabili a ben definite categorie di composti chimici (Kohl, 2000). Questi
composti possono essere sottoposti a processi di trasformazione che sono
diversi in base alle caratteristiche dell’ambiente in cui si trovano. In ambienti
aerobici ed in presenza di temperature elevate si verificano processi ossidativi
che portano alla formazione di CO2 e H2O; in ambienti anaerobici si verificano
processi riduttivi che portano alla carbonificazione. Tale rapporto percentuale
tra il contenuto di C organico e il contenuto di N organico presente nella
sostanza organica ci permette di determinare la capacità della sostanza organica
di poter liberare e quindi mettere a disposizione la frazione più o meno
disponibile di azoto.
Dobbiamo ricordare che molti autori sono concordi nell’ osservare che un alto
valore del rapporto C/N durante la decomposizione indica un’avvenuta
immobilizzazione dell’N al contrario un valore più basso è indice che c’è stata
una mineralizzazione (Cotrufo et al. 2000; Swift et al. 1979; Jacob et al. 2009).
33
degradazione più veloce della componente cartacea che avvolge i filtri in
acetato di cellulosa.
4.2.1 Incubazione in assenza di suolo
La variazione in termini di contenuto di carbonio e azoto in mozziconi di
sigaretta incubati in assenza di substrato, espressi come % di peso secco, varia
di 0.3- 0.4% p.s. per l’azoto (figura 13) e di circa il 40-50% p.s. per il carbonio
(figura 14). Tutti i campioni mostrano differenze statisticamente significative
per il contenuto di N, rispetto al controllo, ossia al campione rappresentato da
mozziconi appena fumati e non incubati. In particolare il contenuto di N
diminuisce nei campioni in decomposizione. Inoltre, non si osservano
differenze significative tra i campioni prelevati a diversi giorni di incubazione
eccetto che per il campione a 1800 giorni che risulta significativamente più
ricco di N (figura 13).
LAB NO SOIL
6
0,
5
0,
b
4
0,
N(%p.s.)
a a
0,
3 a
2
0,
1
0,
0
0, 30 0 0 00
18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
a a
50 a
b
C(%p.s.)
40
30
20
10
0 0 0 00
30 18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
35
LAB NO SOIL
0
25
a
0 a
20 a
C/N
0
15
b
0
10
50
0 0 0 00
30 18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
Figura 15: Rapporto C/N dei mozziconi di sigaretta incubati per 1800 giorni
in condizioni di laboratorio e in assenza di suolo. La linea tratteggiata riporta i
dati del campione di mozziconi di sigarette appena fumati e non incubati. Le
lettere diverse indicano differenze statisticamente significative (ANOVA,
P<0.01).
5
0,
N(%p.s.)
4
0, c
3 a
0,
2
0,
1
0,
0
0, 30 18
0
72
0
37
con l'ultimo campionamento e risultano sempre inferiori a quelli registrati nei
mozziconi controllo fumati e non incubati.
LAB SAND SOIL
60
a a
50 a
40
C (%p.s.)
30
20
10
0 0 0
30 18 72
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
38
LAB SAND SOIL
0
25
b
0 a
20 a
C/N
15
c
0
10
50
0 0 0 00
30 18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
Condizioni di campo
Il contenuto di azoto in mozziconi di provenienti da analisi di campo e studiati
su substrato sabbioso, espresso come % di peso secco, varia da 0.3 a 0.4% p.s.
(figura 19). I campioni a 30 e 180 giorni risultano significativamente uguali,
anche i campioni a 720 giorni e a 1800 giorni risultano uguali. Inoltre, tutti i
campioni risultano significativamente diversi rispetto al controllo rappresentato
da mozziconi appena fumati e non incubati. Inoltre le concentrazioni di N
risultano più basse nei primi prelievi dopo l'incubazione e vanno aumentando
in maniera significativa nel tempo (figura 19). Rispetto ai mozziconi incubati
in condizioni di laboratorio su substrato sabbioso questi campioni mostrano
percentuali di N più basse soprattutto a 180 giorni; questo probabilmente è
dovuto al fatto che nella sabbia il processo degradativo è più veloce.
39
FIELD SAND SOIL
6
0,
5
0,
b
4 b
0,
N(%p.s.)
a
3
0, a
2
0,
1
0,
0
0, 30 0 0 00
18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
Un contenuto di N così basso nei campioni può essere messo in relazione con
un aumento del contenuto di C dovuto al processo degradativo.
Il campione rappresentato da mozziconi di sigaretta incubati per 1800 giorni in
condizioni di campo e su suolo sabbioso presenta una percentuale di carbonio
(figura 20) compresa tra il 49 e il 52% p.s. per l’analisi condotta a 1800 giorni.
Le differenze non risultano statisticamente significative e i valori risultano
abbastanza simili a quelli misurati nei campioni non decomposti. Se
paragoniamo la percentuale (%p.s.) di C ai risultati ottenuti dall’incubazione in
laboratorio quasi non ci sono differenze.
40
FIELD SAND SOIL
60
a a
a a
50
40
C(%p.s.)
30
20
10
0
30 0 0 00
18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
15
0
10
50
0
30 18
0 0 00
72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
41
4.2.3 Incubazione su suolo a prato
Il processo decompositivo risulta, dalla nostra analisi, più veloce su suolo a
prato rispetto al suolo sabbioso. Nel suolo a prato i microorganismi sono gli
artefici della formazione dell’humus che, insieme alle argille del suolo, formano
il complesso capace di scambiare nutrienti minerali con la soluzione circolante
e quindi con le radici delle piante. Nel suolo a prato si può osservare una buona
fertilità chimica naturale che risulta un carattere distintivo di un suolo vivo,
provvisto di una buona struttura, di una porosità equilibrata, di una buona
dotazione di sostanza organica umificata, di buone argille, di una non eccessiva
acidità o basicità (Beste A., 2013).
Condizioni di laboratorio
La variazione in termini di contenuto di carbonio e azoto in mozziconi di
sigaretta incubati su suolo a prato in condizioni di laboratorio, sono abbastanza
contenute nel tempo; in particolare i valori significativamente più elevati di N
si ritrovano a 180 giorni di incubazione (figura 22). Inoltre le concentrazioni di
N dei mozziconi incubati in condizioni di laboratorio su suolo a prato sono
significativamente più basse di quanto misurato nei campioni controllo non
incubati indicando una più rapida mineralizzazione.
42
LAB GRASS SOIL
6
0,
5
0,
N(%p.s.)
4 b
0,
a a
3
0,
2
0,
1
0,
0
0, 30 0 72
0
18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
40
C(%p.s.)
30
E
ES
20 M
1
10
0 0
30 18 72
0
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
43
La variazione in termini di rapporto C/N in mozziconi di sigaretta incubati in
suolo a prato in laboratorio varia da 170 per i campioni incubati a 30 giorni a
150 per i campioni incubati a 720 giorni (figura 24). Anche in questo caso le
differenze non risultano significative e i valori misurati durante la
decomposizione risultano più alti di quelli misurati nei mozziconi non incubati.
Una diminuzione del rapporto C/N in mozziconi di sigaretta in condizioni di
laboratorio e in suolo erboso rispetto alle condizioni di campo è correlata ad una
diminuzione del contenuto di C rispetto a quello di N. Tale risultato può essere
giustificato dal fatto che in campo rispetto al laboratorio aumentano i composti
azotati, i quali svolgono un ruolo fondamentale nei meccanismi degradativi. Un
aumento del rapporto C/N, come avviene in campo, può indicare un aumento
del contenuto di C e quindi dei composti del carbonio come cellulosa, rispetto
ai composti azotati come dimostrato dagli studi effettuati da Keunen e
collobatori (2013).
LAB GRASS SOIL
0
25
0
20 a
a
C/N
0 a
15
0
10
50
0 0 0
30 18 72
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
44
Condizioni di campo
La variazione in termini di contenuto di azoto in mozziconi di sigaretta
provenienti da analisi di campo e incubati su suolo a prato, mostra valori
compresi tra 0.27%p.s. a 30 giorni e 0.6%p.s. a 1800 giorni (figura 25). Le
differenze tra i campioni sono significative solo per i campioni più decomposti
ossia a 720 e 1800 giorni di incubazione. Infatti questi campioni sono
significativamente più ricchi di N rispetto ai primi e rispetto al campione
controllo. Rispetto all’incubazione in laboratorio la % p.s. di N sono maggiori
in questi campioni; al contrario di quanto avveniva per il suolo sabbioso.
FIELD GRASS SOIL
c
6
0, b
5
0,
4
0,
N(%p.s.)
3 a a
0,
2
0,
1
0,
0
0, 30 0 0 00
18 72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
45
al campione a 180 giorni.
FIELD GRASS SOIL
60
a b
50 a
a
C(%p.s.)
40
30
20
10
0 0 0
30 18 72 00
18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
0
15
C/N
0 b
10
b
50
0
30 18
0 0 00
72 18
TEMPO DI INCUBAZIONE (giorni)
46
4.5 Confronto tra campioni diversi
La perdita di massa dei materiali adoperati durante questo studio era
significativamente influenzata dalle condizioni di incubazione, dalla presenza o
assenza di suolo, dalla tipologia di suolo e dal contenuto idrico e dalla
temperatura. Per i mozziconi analizzati è stata osservata una rapida perdita di
massa nei primi trenta giorni di incubazione; più veloce su suolo a prato e nelle
condizioni di laboratorio. Le differenze tra i trattamenti sperimentali rispetto al
controllo incubato in condizioni di laboratorio e senza aggiunta del terreno
erano altamente significative solo nelle fasi iniziali e molto tardive del processo
decompositivo, corrispondenti a 30 giorni e 1800 giorni rispettivamente. Per i
mozziconi di sigaretta era osservata una rapida perdita di massa intorno al 15-
20% della massa iniziale nei primi 30 giorni di incubazione, leggermente più
veloce nelle condizioni di laboratorio; col procedere della decomposizione il
tasso di perdita di massa declina drasticamente con una perdita di massa pari al
30-35% dopo 720 giorni. Differenze tra i trattamenti sperimentali (figura 28),
comparati al controllo incubato in condizionati controllate e senza additivi del
suolo, erano altamente significative solo agli stadi iniziali e molto inoltrati del
processo decompositivo. In particolare, dopo 30 giorni di decomposizione, le
cicche incubate su substrato erboso mostravano una maggiore quantità di
perdita di massa rispetto ai campioni incubati in condizioni controllate. Mentre
il trend opposto era osservato per le cicche poste su substrato sabbioso (in suolo
erboso la decomposizione è veloce all’inizio, nella sabbia è il contrario).
Variazioni della percentuale di perdita di massa tra substrato erboso e substrato
sabbioso, comparate alla condizione di controllo, risultano essere
significativamente diverse in laboratorio mentre non riscontriamo differenze in
campo. Dopo due anni di decomposizione un risultato diverso era stato trovato:
le cicche incubate su substrato sabbioso mostravano una più rapida perdita di
47
massa nel laboratorio rispetto alle condizioni di campo mentre i campioni
decomposti su substrato erboso non erano influenzati dalle condizioni di
temperatura e dalla quantità di acqua.
48
6
0, b
5
0,
4
0, a a
N(%p.s.)
a a
3
0,
2
0,
1
0,
FUMATE
IL IL
0,
0
B OIL LD IL LD O
B IL
LA AB SO IE SO IE S S
LA SO S L S F D F S
ND S N
RA
NO SA RA SA G
G
60
a
a
50 a
a
a b b
b
40
C(%p.s.)
30
20
10
0 B OIL B OI
L D IL D OIL
B FUMATE
IL EL O EL S
LA SO LA S LAS S FI D S FI SS
ND S N A
O A
N SA GR SA GR
I rapporti C/N sono, come già detto, importanti indici della degradabilità del
substrato; infatti più bassi sono questi rapporti tanto più sarà favorita la crescita
dei decompositori e quindi la decomposizione del substrato. Nei campioni
studiati il rapporto C/N si presenta più elevato nel campione di laboratorio senza
substrato rispetto agli altri campioni. La variazione in termini di rapporto C/N
in mozziconi di sigaretta incubati in suolo a prato e sabbioso varia di 65 a 168
(figura 31). In tali campioni non ci sono differenze statisticamente significative
tra i campioni considerati.
0
25 a
a
0
20
a
0 a
15 a
C/N
a
0
10
50
0 IL
B IL B OIL B O D IL D OIL
LA SO LA S LAS S EL O EL S
D S FI D S FI SS
NO AN
RA
AN
R A
S G S G
Figura 31: Rapporto C/N in mozziconi di sigaretta incubati per 1800 giorni
sia in condizioni di campo sia in condizioni di laboratorio. La linea
tratteggiata riporta i dati del campione di mozziconi di sigarette appena fumati
e non incubati. Le lettere uguali indicano l’assenza di differenze
statisticamente significative (ANOVA, P=0.05).
50
CAPITOLO 5
CONCLUSIONI
51
differenze statisticamente significative per il contenuto di C, rispetto al
controllo.
52
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