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Il 1905 viene considerato nella storia della fisica del XX secolo come uno degli anni più

significativi, e tanto più se si tiene conto di altri ben 4 lavori pubblicati in quello stesso anno dal
fino allora quasi sconosciuto Albert Einstein. Uno di essi, quello sull'effetto fotoelettrico, gli valse
addirittura il premio Nobel, anche se soltanto nel 1921, o, come vedremo più esattamente, nel 1922,
attraverso vicissitudini che val forse la pena di rammentare. Accade infatti che questo
riconoscimento sia stato assegnato ad Einstein per le sue ricerche sull'effetto fotoelettrico, e non per
la sua 'creatura' scientifica più nota, vale a dire la teoria della relatività, sicché la motivazione
ufficiale non può non essere considerata niente più che un ripiego, per un premio che 'doveva'
essere comunque assegnato ad Einstein, per presumibili 'intese' che esulavano dall'ambito
strettamente scientifico. Il fatto è che questi rappresentava al tempo sostanzialmente l'unico
scienziato sul quale la fisica tedesca poteva far leva per riprendere il suo ruolo di leadership
mondiale dopo la Grande Guerra, durante la quale tutti gli altri fisici tedeschi, con appunto
quell'eccezione, si erano schierati apertamente su posizioni nazionaliste, sottoscrivendo una
dichiarazione a favore delle ragioni degli Imperi Centrali nel conflitto. La conseguenza fu, al
termine delle ostilità, che essi si trovarono emarginati dalle potenze vincitrici, tanto da non essere
più invitati a convegni o ad altre occasioni del genere. E' in questo contesto, ma non solo, come
avremo presto l'occasione di discutere, che si cominciò ad operare su larga scala per costruire il
mito del grande scienziato, ed è ad esempio circostanza poco nota che Einstein era così sicuro di
ricevere il premio che gli era stato promesso sin da alcuni anni prima che ciò effettivamente si
verificasse, tanto da farne menzione nell'atto di divorzio, sottoscritto nel 1919, dalla prima moglie
Mileva Maric, alla quale sarebbe dovuto andare il relativo importo. Per quanto riguarda poi la
motivazione per il Nobel, si incontrarono troppe obiezioni a che fosse menzionata per esso la teoria
della relatività, che, nonostante oggi si pretenda limpidissima costruzione intellettuale, e come tale
somministrata agli studenti di fisica sin dai primi anni senza fare troppe storie, all'epoca contava
invece ancora molti autorevoli critici. Il fatto è che le bombe atomiche non erano ancora esplose, il
raccordo tra relatività ed equivalenza massa-energia non aveva ancora prodotto i suoi frutti
concettuali, e non era evidentemente bastata tutta la 'propaganda' che era stata messa in atto a favore
della relatività al tempo delle celebri osservazioni di Eddington (1919). Ricordiamo che questi
avrebbe 'confermato' con le sue misurazioni nel corso di un'eclisse le previsioni della teoria della
relatività generale in ordine ad una prevista deflessione dei raggi luminosi in prossimità di un
campo gravitazionale, ed i risultati della spedizione furono diffusi con grande clamore.

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