Secondo me una pista ciclabile degna di questo nome dovrebbe garantire la
sicurezza di chi la percorre, scevra il più possibile da ostacoli, con attraversamenti protetti in concomitanza degli incroci,non è detto che debba essere forzatamente paesaggistica per quanto progettarla in un contesto godibile sia una buona leva,la migliore, per invogliare le persone a percorrerla. Quando la pista diventa nelle intenzioni di un progetto complessivo,ciclopedonale e ha ambizione di tracciato preferenziale e qualificato nel collegamento tra due parchi anche il paesaggio comincia ad avere una notevole importanza. Nella parte dell'Altomilanese dove viviamo non sono molti i paesaggi naturali di rilievo, non speravo quindi di ammirare spettacoli di natura incontaminata quando domenica 12 Settembre, preso da un raptus di spirito bucolico, e spinto dalle segnalazioni dell'associazione Riciclo nel proprio sito,ho percorso la pista ciclabile che collega il PAM al parco del Ticino. L'opera viene definita come Corridoio ecologico altomilanese-ticino. Sconfortato,dopo i pochi chilometri da me "pedalati"la definizione più calzante che potrei attribuirLe potrebbe essere: Piattaforma Ecologica Ciclabile. La pista, lo dice il nome è il prolungamento del Parco Alto Milanese(PAM).Uscendo dall'area verde si percorre un tratto privo di protezione lungo quella che per lo scrivente è attualmente una delle strade più pericolose di Legnano, via Novara, ancora non affollata dal traffico del nuovo ospedale.
Pam-Parco Ticino, Pagina 1
Poche centinaia di metri oltre il confine della nostra città,in area Borsano, (per chi conosce la zona pochi metri prima di un distributore GPL)un viottolo non segnalato si inoltra tra cespugli ed alberi, l'inizio della ciclabile è lì.Più che la certezza l'ho dedotto:questo perché una elegante struttura in legno sorta di "bacheca"probabilmente creata all'uopo potrebbe segnalarlo, solo che l'assoluta mancanza di indicazioni lo rende impossibile. Al primo attraversamento con la provinciale tra Busto e Dairago cominciano i problemi.Ma per ciclisti “scafati” dal traffico cittadino il problema si riduce nel attendere il veicolo che rimanendo nei limiti di velocità, (cosa difficile )consenta di attraversare la strada
Finalmente si rientra nel verde, l'area alterna gruppi di
alberi a campi coltivati.Però ogni tanto affiorano dall'erba alcuni mucchi di rifiuti, niente di allarmante ma comunque non è un bello spettacolo.
Per fortuna il sentiero è ben percorribile in bici,
lo è anche per le auto che incontro probabilmente guidate da autorizzati vista la presenza di abitazioni ai lati della pista, anche se ho dubbi sulla presenza di alcune moto. Ho anche il timore che non avrò molto aiuto nelle panoplie o bacheche di legno che dir si voglia.Continuano a non segnalare nulla(ma allora perchè sono lì?) alla fine ne conterò otto nel tratto Legnano-Buscate, tutte rigorosamente inutili, una riversa nell'erba, alcune parzialmente rotte.
Arrivo ad un certo punto nella "terra di nessuno" tra
Busto Arsizio, Dairago (loc La Maddalena, è scritto nel cartello stradale)e Buscate arriva quella che definirei come” l'apoteosi della monnezza.”
Tra i confini di queste citta, quale non so essendo
poco pratico del luogo, già allietati dalla vista delle ciminiere dell'inceneritore ACCAM e elettrodotti vari mi dirigo verso la cava percorrendo una strada "bianca che lo è solo di nome.
Pam-Parco Ticino, Pagina 2
Immaginate un centro di raccolta immondizia, la varietà di rifiuti che può contenere, tale varietà è ben sparsa lungo il paesaggio che accoglie il ciclista che lo attraversa. Amianto,sacchi della spazzatura arredamenti e sanitari, laterizi gommapiuma,e quant'altro.
In uno di questi luoghi di scarico un ironico
(per quanto immagino l'ironia non fosse voluta)quanto mascalzone scaricatore ha bindellato con fettuccia ormai sbiadita una quantità esagerata di amianto. Alla faccia della bucolica pedalata, il mio racconto da impiastro della due ruote domenicale sta diventando un reportage fotografico di lordure diffuse. La pista riprende mal segnalata, la riperdo e la ritrovo, "per fortuna"mi basta cercare l'indicatore sicuro dell'esistenza della pista : lo scarico. Il tratto di strada asfaltata antistante il rientro della pista lungo le coltivazioni è quasi bloccato dall'ennesimo versamento di materiali,seguendo quello la giusta direzione è trovata. Malgrado tutto percorro ora la parte più piacevole del percorso, in mezzo ai campi . Di li a poco il mio sforzo fisico volge al termine. Termino il mio viaggio a Buscate arrivando al ponte che attraversa il canale.Prima di rientrare alla base mi soffermo tra la solita bacheca che almeno ha la funzione di segnalarmi l'esistenza della pista ciclabile questa volta sistemata vicino al cartello delle indicazioni di legge dell’impresa appaltatrice dove leggo l’importo dell’opera :155 mila euro e rotti..... Per il momento mi limito a ripropormi di avvertire chi di dovere sullo stato delle cose, e lo faccio per via posta elettronica. Prossimamente conto di entrare più nel dettaglio. Nel frattempo, la domenica successiva,approfitto per un breve sopralluogo, non si sa mai...
Pam-Parco Ticino, Pagina 3
Purtroppo ai lati della pista nulla è cambiato,anzi qualcosa di nuovo si è aggiunto, in termini di sporcizia :Nel merito dei transiti “dubbi”sono convinto che si tratti di persone tutte autorizzate per quanto non mi pare la divisa di un gruppo ecologico quella di un motociclista che incontro, sembra più quella di un crossista. Allego le foto seguenti solo per mostrare come dopo le abbondanti piogge del sabato(18/9)il paesaggio abbia acquistato pozzanghere ma non solo quelle.