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Modena

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Modena (, Mòdna in dialetto modenese) è un comune italiano di
Modena
185 045 abitanti[2], capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-
comune
Romagna.

La città di Modena è stata fondata nel 183 a.C., come colonia di diritto
romano, dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio
Quinzio Crispino[4]. Dal 1598 al 1859 fu capitale del Ducato di Modena
e Reggio ed è un'antica sede universitaria ed arcivescovile. Il Palazzo
Ducale fu sede già nel 1859 della Scuola militare dell'Italia centrale (dettagli)
del Regno di Sardegna, evolutasi nei decenni fino a divenire nel 1947
Accademia Militare dell'Esercito e dell'Arma dei Carabinieri.

Il Duomo, la Torre Civica e la Piazza Grande della città sono inserite,


dal 1997, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità
dall'UNESCO.

Indice
Geografia fisica
Territorio Localizzazione
Sismicità Stato Italia
Clima
Regione Emilia-Romagna
Origini del nome
Provincia Modena
Storia
Età antica e Medioevo Amministrazione
Età moderna e contemporanea
Sindaco Gian Carlo Muzzarelli
Simboli
(PD) dal 9-6-2014
Onorificenze
Ricorrenze Territorio
Monumenti e luoghi d'interesse Coordinate 44°38′44.95″N
Architetture religiose 10°55′32.59″E
Duomo di Modena
Torre Ghirlandina Altitudine 34 m s.l.m.
Chiesa di San Vincenzo Superficie 183,19 km²
Chiesa di Santa Maria della Pomposa - Aedes
Muratoriana Abitanti 185 045[2] (31-10-2017)
Chiesa del voto Densità 1 010,13 ab./km²
Chiesa di Sant'Agostino
Frazioni nessuna[1]; vedi
Chiesa di San Carlo
Chiesa di San Giovanni Battista
Quartieri di Modena
Chiesa di San Francesco Comuni Bastiglia, Bomporto,
Chiesa di San Pietro confinanti Campogalliano, Carpi,
Chiesa di San Bartolomeo a Modena Casalgrande (RE),
Chiesa di San Giorgio Castelfranco Emilia,
Chiesa di San Biagio
Castelnuovo Rangone,
Chiesa di San Domenico
Formigine, Nonantola,
Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione
Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità
Rubiera (RE), San
Chiesa di San Barnaba Cesario sul Panaro,
Chiesa di Santa Maria delle Grazie Soliera, Spilamberto
Chiesa di Gesù Redentore Altre informazioni
Tempio israelitico (Sinagoga)
Cod. 41121–41126
Croce di san Geminiano
postale
Architetture civili
Palazzo Ducale Prefisso 059
Palazzo Comunale Fuso UTC+1
Teatro comunale Luciano Pavarotti orario
Mercato Albinelli
Codice 036023
Complesso di Sant'Agostino
Palazzo di Santa Margherita
ISTAT
Foro Boario Cod. F257
Cimitero di San Cataldo catastale
Teatro Storchi Targa MO
Società Cl. sismica zona 3 (sismicità bassa)
Evoluzione demografica
Etnie e minoranze straniere Cl. zona E, 2 258 GG[3]
climatica
Cultura
Istruzione Nome Modenesi o Geminiani
Università e accademie abitanti
Scuole Patrono San Geminiano
Biblioteche e archivi
Giorno 31 gennaio
Musei
Galleria Estense festivo
Museo lapidario estense Cartografia
Musei del Duomo
Museo del volley
Museo Enzo Ferrari
Museo della Figurina
Modena
Casa Museo Luciano Pavarotti
Musei universitari
Quartiere Fieristico
Media
Televisione
Stampa
Radio
Teatro
Cucina
Il carnevale
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Area Metropolitana
Economia
Industria automobilistica
Artigianato
Industria alimentare
Infrastrutture e trasporti
Strade
Ferrovie
Mobilità urbana
Aeroporto
Eliporto
Amministrazione
Gemellaggi
Consolati
Sport
Automobilismo
Calcio
Ciclismo
Pallavolo Posizione del comune di Modena
Altri sport all'interno dell'omonima provincia
Principali Impianti
Sito istituzionale (http://www.comun
Nella cultura di massa e.modena.it)
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

Territorio
La città si trova circa al centro della provincia di cui è capoluogo, nella Val Padana in un territorio completamente
pianeggiante. Due fiumi la circondano senza peraltro attraversarla: il Secchia ed il Panaro, la cui importanza per la città
è testimoniata anche dalla presenza della Fontana dei due fiumi, dello scultore modenese Giuseppe Graziosi, situata in
Largo Garibaldi.

Nasce all'interno della città il canale Naviglio, che sfocia nel fiume Panaro all'altezza di Bomporto. Un tempo accessibile
al trasporto fluviale, il canale è ora sotterraneo e non accessibile all'interno della città.

Le prime propaggini dell'Appennino modenese si trovano tra i 15 e i 20 km a sud della città, già fuori dal territorio
comunale, nei comuni non confinanti di Sassuolo, Fiorano Modenese, Maranello e Castelvetro di Modena.

La città è economicamente una delle maggiori realtà europee. Infatti, nella provincia hanno sede importanti industrie
alimentari (tra cui Grandi Salumifici Italiani, Cremonini e Fini, centri di produzione del Parmigiano Reggiano e della
lavorazione del maiale - a cui Castelnuovo Rangone, il cuore di questo settore, ha dedicato addirittura un monumento)
3 metalmeccaniche (Modena, così come la sua provincia, può essere considerata la Capitale Mondiale
dell'Automobilismo Sportivo con le sedi della Ferrari a Maranello, della Maserati in città, De Tomaso in periferia,
Pagani a San Cesario sul Panaro e fino a pochi anni fa la Bugatti a Campogalliano. Inoltre ad una decina di chilometri
dal confine provinciale, già in provincia di Bologna, nel comune di Sant'Agata Bolognese si trova la sede di un'altra
storica azienda del settore come la Lamborghini ). Viene anche considerata la capitale mondiale delle ceramiche (o della
piastrella), grazie alle aziende di spicco presenti nei territori di Sassuolo e Fiorano Modenese. Notevole l'industria
tessile presente nei territorio di Carpi e quella biomedica nel comune di Mirandola.

Fino alla metà del XIX secolo, la città aveva due darsene: una interna alle mura, nell'attuale Corso Vittorio Emanuele,
ed una esterna (il bacino) all'altezza del cavalcaferrovia della Sacca, interrata nel 1936. Dei canali di Modena rimane
traccia nei nomi delle strade, in particolare nel Centro Storico: esistono infatti vie chiamate Canal Grande, Canal
Chiaro, Canalino, Canaletto e così via.

Nel 1949 venne costruito, subito fuori delle mura, un Aerautodromo, con le funzioni di pista di volo per usi commerciali
e pista di gare internazionali di auto e moto e di prova per le industrie automobilistiche locali di allora (Ferrari,
Maserati e Stanguellini). È rimasto in uso sino al 1962, ma anche molto oltre per le gare motociclistiche ed esibizioni
varie attinenti ai motori. Ora al suo posto vi è un grande parco dedicato ad Enzo Ferrari.

Sismicità
Modena ha conosciuto la realtà di un forte terremoto nel maggio 2012. Ci furono due scosse principali a distanza di
nove giorni l'una dall'altra della magnitudo 5,9 e 5,8, entrambe con epicentro nella bassa pianura padana della
provincia tra i 20 e i 35 chilometri dalla città. Il sisma ha distrutto i comuni vicini all'epicentro. Modena non ha avuto
danni importanti se non leggere lesioni in alcune vecchie chiese tra cui il Duomo, soprattutto in seguito alla seconda
scossa da 5,8.

Clima
Il clima è tipicamente padano, con influssi subcontinentali: gli inverni sono umidi, freddi (temperature medie minime
sotto lo zero anche per diverse settimane) e moderatamente nevosi, con 35 cm medi annui di accumulo. In autunno ed
in inverno è assai frequente il fenomeno della nebbia, spesso molto fitta e costante anche per diversi giorni di fila.
Bisogna comunque sottolineare, che negli ultimi 20 anni, il clima si è in buona parte modificato, sia per quanto riguarda
le precipitazioni nevose molto diradate sulla città rispetto ad un tempo e in alcuni anni quasi inesistenti, ed anche per
quanto riguarda le nebbie, ormai rarissime in città e nelle sue adiacenze, ma ancora un po' più persistenti nelle
campagne, in particolare verso la bassa emiliana. Esiste inoltre una significativa escursione termica tra l’estate e
l’inverno: i mesi estivi e sempre più spesso anche quelli di fine primavera, sono infatti caldi e particolarmente afosi, con
punte massime ben al di sopra di 35 °C. La percezione delle temperature, in estate così come in inverno, è spesso
alterata dall'elevato tasso di umidità.

Mesi Stag
MODENA
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri
T. max. media
4,4 7,7 12,3 17,5 22,3 26,2 29,0 27,7 23,7 18,0 10,8 5,2 5,8 17,4
(°C)
T. min. media
0,0 2,1 5,0 9,0 13,2 16,9 19,5 19,7 15,8 11,3 6,0 0,9 1,0 9,1
(°C)
Precipitazioni
52 41 44 48 52 50 38 47 51 64 69 56 149 144
(mm)
Giorni di
7 6 6 6 7 6 4 6 5 6 9 7 20 19
pioggia

A causa della scarsa ventilazione della pianura padana e dell'elevato traffico veicolare, Modena è tra i primi posti tra le
città più inquinate d'Europa, dietro alle italiane Torino, Brescia e Milano[5].

Origini del nome


Il nome latino della città era Mutina[6]. L'etnico era Mutinenses[7], Mutinensis[8] o Multinenses[9]. Le fonti greche
parlano di Μουτίνη[10], Μοτίνη[11] Μουτίναν[12]. Questo toponimo viene messo in relazione con l'etrusco mutna, o
mutana, "tomba"[13], a sua volta forse derivato da una radice anteriore (preromana o "mediterranea") *mut(t) o *mot(t)
che dà nome ad un "rialzo di terreno", una "collina"[14]. Nel IV secolo è citata come Mutena e successivamente Mòtina e
Mòdana, da cui Modena[15], in dialetto mòdna [16][17] (con la tipica sincope dei dialetti emiliani).
Storia
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« Firmissimam et splendidissimam populi Romani coloniam »

(Cicerone, Filippiche)

Età antica e Medioevo


Anticamente fu un insediamento etrusco, poi gallico (Galli Boi). Nel 183
a.C.venne fondata come colonia romana da mille cives provenienti da Roma
guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio
Palazzo Comunale e Duomo
Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia cisalpina e sede del
governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata
fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi Secchia e
Panaro, gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova.
Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva
assunto la guida della città ed il vescovo Leodoino la fece cingere di mura
nell'891. Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova cattedrale. Il
potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel 1135 ma, nel
1249, con la battaglia di Fossalta, Modena ghibellina venne sconfitta da
Bologna guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni
capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel 1288, si consegnò agli Estensi
Portici del Collegio, in Via Emilia
di Ferrara. Il 15 novembre 1325 nella battaglia di Zappolino Modena inflisse
centro
una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città
delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero
l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori porta San Felice, la
"Secchia Rapita" che venne utilizzata come spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese Alessandro
Tassoni.

Età moderna e contemporanea


Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il 1598, quando il duca Cesare trasferì da Ferrara a Modena la
capitale del suo ducato. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed
europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel 1702; gli austriaci nel
1742) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico. Il Risorgimento poté
contare su larghe adesioni fra i Modenesi, tra cui Ciro Menotti e i numerosi gruppi mazziniani e carbonari della città che
votarono compattamente per l'Unità d'Italia nel Plebiscito del 1860.

Tra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e in particolare la provincia di Modena) divenne un baluardo socialista
prima e comunista poi.

Il fenomeno dell'occupazione delle terre fu molto forte e si scontrò con la violenza fascista. Dopo il settembre 1943,
Modena e i suoi comuni dovettero sopportare umiliazioni ad opera degli occupanti tedeschi e della milizia fascista.
Nonostante la repressione, la Resistenza ebbe, con alterne vicende, una presenza sempre attiva nel territorio. Dopo la
guerra quella zona che per i vent'anni del regime veniva chiamato "Il Triangolo Nero" (in quanto completamente
controllato dai fascisti) prese il nome di "Triangolo Rosso" o "Triangolo della morte". Tale denominazione viene usata
da diversi storici per ricordare le circa 2000 uccisioni di civili e militari perpetrate, dopo la caduta del regime fascista e
particolarmente nel biennio 1946-1948, da alcune brigate di ex-partigiani comunisti che si erano dati il nome di "Gruppi
d'Azione Partigiana" (GAP), come rappresaglia contro chi veniva ritenuto compromesso con il regime.

Il 9 gennaio 1950, sei operai vennero uccisi dai carabinieri nell'eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, avvenuto
durante una manifestazione che chiedeva la riapertura delle Fonderie Riunite.

Negli anni del dopoguerra Modena conosce con il boom economico un periodo di benessere senza precedenti. Il
successo della città è legato soprattutto all'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come Ferrari o
Maserati o Panini, o come i poli ceramico di Sassuolo, tessile di Carpi e biomedicale di Mirandola, e alla valorizzazione
dei prodotti tipici della regione.

Simboli
(LA) (IT)
« Avia Pervia » « L’inaccessibile (a-via) diventa
accessibile »

(motto riportato sullo scudo araldico cittadino)


La descrizione araldica dello stemma del comune di Modena, come riportato dalla pagina
relativa sul sito del comune (http://webadmin.comune.modena.it/cstampa/upload/2009/0
4/26_1238676208_pag%2008.jpg) è:

« D'oro, alla croce d'azzurro accollato da due trivelle di ferro e oro in croce di
Sant'Andrea, sormontato da una corona aurea ducale tempestata di gemme
sostenente nove fioroni d'oro, cinque visibili, caricato ciascuno di una perla nel
cuore. Motto “Avia Pervia” »

Le trivelle, come strumenti utilizzati per scavare i pozzi, alludono alla grande ricchezza
d'acqua del territorio modenese, un tempo ricco di canali e affioramenti spontanei (fontanazzi). Questa abbondanza è
andata decrescendo a partire dalla seconda metà del XX secolo, soprattutto a causa dello sfruttamento a fini industriali
e abitativi della falda freatica, che ne ha provocato l'abbassamento.

La frase latina “Avia pervia” significa “Rendiamo facili le cose difficili”: probabilmente ideato dal letterato Giovanni
Maria Barbieri nel 1561, fu ufficialmente adottato nel secolo XVII, quando il sigillo accompagnato dalle trivelle e dal
motto venne apposto ad un codice degli statuti dei calzolai[18].

Onorificenze
Modena è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia
d'Oro al Valor Militare il 29 marzo 1947 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana
durante la seconda guerra mondiale[19].

Medaglia d'oro al valor militare


«Città partigiana, cuore di provincia partigiana, al cocente dolore e all'umiliazione della
tirannide, reagiva prontamente rinnovando le superbe e fiere tradizioni e la fede
incrollabile, ardente, nei destini della Patria. Alla barbarie e alla ferocia nazifascista
che tentava di conculcare l'orgoglio e domare il valore delle sue genti con vessazioni
atroci, capestro e distruzioni, opponeva la tenacia invincibile dell'amore a libere
istituzioni. In venti mesi di titanica lotta pro fondeva il sangue generoso dei suoi eroici
partigiani e dei cittadini d'ogni lembo della provincia in sublime gara e si ergeva dal
servaggio quale faro splendente della redenzione d'Italia, infrangendo per sempre la
tracotanza nemica.»
— Settembre 1943 - aprile 1945

Ricorrenze
Fiera di Sant'Antonio, il 17 gennaio.
Fiera di San Geminiano, il 31 gennaio, patrono della città, durante la quale in duomo viene scoperta la salma e si
dà ai fedeli la possibilità di baciare il braccio del santo, conservato in un'urna di medesime forme.
"Mak Π 100": saggio ginnico degli allievi dell'Accademia militare di Modena e gran ballo delle debuttanti cento
giorni prima della promozione a ufficiale degli allievi del secondo anno. Nel mese di maggio.
Festival filosofia: lezioni magistrali ed eventi culturali legati alla Filosofia. Nel mese di settembre. Vi partecipano
nomi illustri e docenti universitari di primo piano.
Mercato dell'antiquariato: è la più grande fiera antiquaria della regione Emilia-Romagna. Si svolge ogni quarto
sabato e domenica del mese presso il parco Novi Sad.
Eventi gastronomici e commerciali, in Centro Storico: mercatino internazionale, Modena in fiore (alcune vie del
centro si rivestono completamente di fiori, quasi si trattasse di giardini all'aperto), Stuzzicagente (una giornata di
degustazioni a tappe nel centro storico di Modena, normalmente due edizioni all'anno in primavera e in autunno).
Modena Organ Festival: costituisce una serie di appuntamenti nelle chiese più importanti della città ove si
esibiscono validi organisti di fama internazionale. Solitamente si svolge nei mesi giugno - Settembre. Il festival è
organizzato dall'Associazione Amici dell'Organo "J.S.Bach"[20].
Modena Terra di Motori. Ogni anno in aprile o maggio[21].
Il Carnevale,di giovedì grasso con la presenza della maschera cittadina, Sandrone e la famiglia Pavironica.
NODE festival, festival musicale annuale.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose
Bene protetto dall'UNESCO
Duomo di Modena
Patrimonio dell'umanità
In stile romanico, la cattedrale è stata edificata dall'architetto
Cattedrale, Torre Civica e Piazza
Lanfranco nel 1099, nel sito del sepolcro di san Geminiano, patrono di
Grande
Modena. Al suo fianco sorge la torre campanaria detta la Ghirlandina.
(EN) Cathedral, Torre Civica and
Piazza Grande, Modena
Torre Ghirlandina
La Ghirlandina, alta 86 metri, è la torre campanaria del Duomo di
Modena e simbolo della città. Riconosciuta come patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO nel 1997, fu costruita a partire dal 1179,
quando fu innalzata come Torre di San Geminiano, che fu rialzata poi
nei due secoli successivi. Fu riparata alla fine dell'ottocento, e nel 2008
vennero iniziati lavori di restauro dovuti ad alcune lesioni, terminati
nel 2011.

Chiesa di San Vincenzo


Eretta nel 1617 su una chiesa precedente di cui si hanno notizie già dal
Duecento. Attribuita erroneamente al grande architetto modenese
Guarino Guarini, il quale nacque però sette anni più tardi. In realtà
l'esecuzione della chiesa fu affidata a Paolo Reggiano e in seguito a
Bernardo Castagnini, con cui il giovane Guarini forse collaborò. La Tipo Architettonico
chiesa è impreziosita dagli affreschi di Sigismondo Caula (con Criterio C (i) (ii) (iii) (iv)
architetture dipinte di Sebastiano Sansone), raffiguranti le vite dei
santi Vincenzo e Gaetano di Thiene, Pericolo Nessuna
fondatore dell'ordine dei Teatini a cui la indicazione
chiesa era stata affidata (la cupola, Riconosciuto 1997
affrescata dallo stesso Caula e Tommaso dal
Costa, è stata distrutta durante la guerra in
un bombardamento). La chiesa ha
ospitato, nella prima cappella a sinistra, anche una tela di Guercino, rubata da ignoti
nell'agosto 2014. Fortunatamente la tela è stata successivamente recuperata a Casablanca
(Marocco) nel Marzo del 2017; i danni riportati si sono rivelati notevoli. Alla fine del
Chiesa di San restauro tornerà nella sua sede originaria.
Vincenzo
San Vincenzo è la sede dei monumenti funebri dei duchi estensi.

Chiesa di Santa Maria della Pomposa - Aedes Muratoriana


È una delle chiese più antiche della città (se ne ha notizia dal 1153). Ma l'edificio conserva ben poco della sua struttura
originale: oltre alla muratura della metà inferiore della chiesa, nella facciata è possibile distinguere la traccia di
un'antica porta romanica poi chiusa, di cui rimangono i semplicissimi capitelli in cotto e parte dell'arco a tutto sesto, ed
inoltre tracce della decorazione a denti di sega del sottotetto sinistro e dell'oculo centrale, mentre la torre massiccia al
fianco dell'edificio (che forse nel Medioevo faceva parte di un castello) è mozza a una certa altezza.

Più che per la sua rilevanza monumentale, l'importanza della chiesa è dovuta al fatto di essere stata la sede parrocchiale
e la dimora di Ludovico Antonio Muratori, il grande storico modenese, che ne fu "prevosto" (parroco) dal 1716 al 1750.
Per sua stessa volontà, Muratori, al tempo già studioso e scrittore di fama, si fece assegnare "la cura delle anime" di
quello che era uno dei quartieri più poveri e malmessi della città. La chiesa stessa, in pessime condizioni, fu ricostruita
dalle fondamenta, e Muratori vi fece aggiungere il coro. All'interno si trova un ciclo di dipinti del Seicento e del
Settecento su San Sebastiano, opera di Bernardino Cervi e Francesco Vellani.

La chiesa, con annessa canonica (dove Muratori visse attendendo alle sue opere più celebri), costituisce oggi il
complesso dell'Aedes Muratoriana ("Casa del Muratori"), sede della Deputazione di Storia patria e del Museo
Muratoriano. Testimonianza di affetto dei modenesi per uno dei suoi cittadini più illustri è il monumento a L. A.
Muratori, che sorge poco lontano, sull'omonimo Largo che si affaccia sulla via Emilia. Scolpito da Adeodato Malatesta,
che non volle ricevere compenso, il monumento ritrae lo storico in un atteggiamento pensieroso, ma riesce anche a
suggerirne la profonda umanità.

Chiesa del voto


La chiesa del Voto, che sorge sulla via Emilia di fronte a Corso Duomo e
quindi a poca distanza da questo, prende il nome da un voto del Comune
modenese e del duca Francesco I d'Este fatto nel 1630, quando la città fu
investita da una gravissima epidemia di peste che, secondo un cronista,
giunse a causare fino a duecento morti al giorno. Il voto del Comune fu
appunto di costruire, se e quando fosse cessata l'epidemia, una chiesa che,
per interessamento del duca (durante la peste rifugiatosi con la corte sulle
colline del Reggiano), fu dedicata alla Madonna della Ghiara, protettrice di
Reggio (che, a differenza di Modena, fu soltanto sfiorata dall'epidemia).

Non appena questa finì, a mantenimento del voto, su disegno dell'architetto


modenese Cristoforo Galaverna, nel 1634 s'iniziò la costruzione della chiesa Pala della Peste nella navata
in uno stile piuttosto ibrido e sormontata da una cupola. Fu commissionata sinistra, di Lodovico Lana
anche al pittore Lodovico Lana una grande pala che si trova ancora
all'interno assieme ad altri dipinti e rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine
col Bambino con santi, angeli e su un piatto è l'offerta della città riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo
comunale.

Chiesa di Sant'Agostino
Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale Sant'Agostino questa
chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue
e busti di santi e beati della casa d'Este, o in qualche modo imparentati con
essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente "chiesa degli
agostiniani" fondata nel 1245) e recante ancora sul fianco sinistro numerose
tracce di quell'epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia
seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel 1663, per volere
della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni
funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è
ornata da una ricca decorazione di stucchi e da un pregevole soffitto a
cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca
invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in terracotta della
Deposizione della Croce (1476), capolavoro del modenese Antonio Begarelli
Affresco trecentesco di Tommaso da (nella prima cappella a destra). Altra traccia visibile dell'antica chiesa,
Modena in Sant'Agostino
conservata all'interno, è l'affresco trecentesco della Madonna della
consolazione, di Tommaso da Modena: una Maria ritratta con delicata
naturalezza nell'atto di allattare il bambino.

Chiesa di San Carlo


La Chiesa di San Carlo fu eretta a partire dal 1664 su disegno di Bartolomeo Avanzini; alla sua morte la progettazione fu
affidata al capomastro muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Terminati i lavori, che durarono più di un secolo,
fu infine consacrata nel 1766. La chiesa ripropone in dimensioni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad
esclusione della cupola), ed era stata voluta per dare al Collegio San Carlo, o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un
degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto
della facciata, mentre l'interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si
imposta la cupola. L'abside ospita l'altar maggiore in marmo rosso di Verona, datato 1828. La monumentale
ornamentazione in stucco che orna l'abside è opera di Antonio Traeri detto Il Cestellino, e ospita una tela di
Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del 1576: la Madonna col Bambino siede in cielo, sotto di
lei l'infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce. A seguito di
numerosi interventi di restauro, l'ultimo dei quali risale dal 1980, la chiesa, non più officiata, è stata infine adibita ad
auditorium. La chiesa di San Carlo fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che
comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la
Fondazione Collegio San Carlo (già "Collegio dei Nobili di San Carlo"), istituto privato di ricerca che svolge funzioni di
rilevanza pubblica in ambito formativo e culturale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e
alle scienze religiose.

Chiesa di San Giovanni Battista


Unica chiesa antica modenese completamente isolata (ossia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il
Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all'angolo tra via Emilia e l'odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una
più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola,
ellittica e non circolare) le profonde modifiche subite nel Settecento. Notevole l'organo costruito dall'organaro Agostino
Traeri.
Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese Guido Mazzoni, la Deposizione dalla croce
(1476), un gruppo di statue in terracotta policrome particolarmente interessanti.

Chiesa di San Francesco


I frati francescani arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel 1221, quando
Francesco d'Assisi era ancora vivo. L'attuale chiesa di San Francesco fu costruita molto lentamente, a partire dal 1244, e
due secoli dopo non era ancora terminata.[22] Di sobrio stile gotico all'esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco
settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è
dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all'interno è piuttosto rimaneggiata, ed ospita uno dei capolavori del Begarelli,
la Deposizione del Cristo dalla Croce: un gruppo di tredici statue "fotografate" in un momento intensamente
drammatico. Fronteggia la facciata della chiesa una piacevole fontana con statua di San Francesco, opera di Giuseppe
Graziosi (1920).

Chiesa di San Pietro


La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un antichissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è stata
però edificata a partire dal 1476 secondo un progetto dell'architetto Pietro Barabani di Carpi. Venne consacrata nel
1518[23]. Si tratta di un bell'esempio di architettura rinascimentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in
città), impreziosita all'interno da un organo cinquecentesco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da
una Madonna attribuita a Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato[24], e soprattutto dalle numerose opere in
terracotta realizzate dal Begarelli: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto
Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l'assunzione della Madonna tra i santi Pietro, Paolo, Benedetto e
Geminiano. Il notevole campanile a vela fu eretto nel 1629.

Adiacente alla chiesa è presente un'antica abbazia abitata da una congregazione di monaci benedettini[23]. In origine il
monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel 996 come fondazione vescovile[23].

Chiesa di San Bartolomeo a Modena


Sede della Compagnia del Gesù fu eretta dai gesuiti tra il 1607 e il 1629; è una delle più grandi dell'intera provincia. La
facciata è stata disegnata dal piacentino Andrea Galluzzi, mentre al suo interno sono presenti numerosi affreschi, tra cui
spicca quello che ricopre l'intera volta, opera di padre Giuseppe Barbieri.

Chiesa di San Giorgio


È conosciuta anche come "Santuario della Beata Vergine Ausiliatrice del Popolo modenese", secondo il nome che le era
attribuito fino ad un secolo fa. La Beata Vergine Ausiliatrice è naturalmente l'immagine della Madonna presente
sull'altare maggiore, che anticamente era posta all'esterno del santuario affinché i Modenesi del tempo potessero
venerarla. L'altare maggiore della chiesa fu realizzato in marmi policromi da Antonio Loraghi (1666).

La chiesa è degna di nota per la sua pianta a croce greca (cioè composta di quattro bracci della stessa dimensione). Fu
realizzata a partire dal 1647 da un progetto di Gaspare Vigarani e Cristoforo Malagola detto il Galaverna.

Chiesa di San Biagio


La chiesa vide le origini nel 1319, assieme al monastero in cui si stabilirono i frati Carmelitani, ad opera della famiglia
modenese dei Sadoleto in onore della Beata Vergine del Carmine. Fu in seguito ricostruita tra il 1646 ed il 1658, durante
il governo di Francesco I. All'interno la chiesa presenta una sola navata; presso le sei arcate (una per ogni lato) si
trovano degli altari. Il coro e l'imponente cupola furono affrescati da Mattia Preti, allievo del Guercino. Accanto alla
chiesa è presente un chiostro, ove è stata rinvenuta, a seguito di restauro, una lunetta affrescata del Trecento,
raffigurante la Madonna col Bambino, San Martino e due offerenti.
Chiesa di San Domenico
La chiesa è situata nel luogo dove nel 1243 i frati Predicatori eressero una
prima chiesa, orientata liturgicamente con facciata ad ovest. All'arrivo degli
Este a Modena e l'inizio dell'edificazione del nuovo Palazzo Ducale, la chiesa
risultava molto vicina e disarmonica rispetto alla residenza estense, per
questo nel 1707-1708 ne fu decisa la demolizione e l'edificazione di un nuovo
tempio, con facciata allineata a quella del Palazzo. All'interno la chiesa
conserva un pregevole plastico di Antonio Begarelli, opera di forte realismo,
che raffigura Gesù in casa di Marta.

Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione


Secondo la tradizione, la chiesa di Sant'Eufemia e l'attiguo (ex) monastero
sorgono nel posto ove nel 681 era stato fondato, da una pia vedova avente
sette figlie, un ospizio per donne riunite sotto la regola di San Benedetto. La
chiesa ha pianta ottagonale con lati disuguali, molti dei quali ospitano il Chiesa di San Giorgio
presbiterio, due cappelle laterali e la porta. Nel presbiterio di fronte
all'entrata si trova l'altar maggiore, in marmo bianco, e un dipinto che
raffigura la Pietà del XVII secolo. Esternamente, nelle cornici a stucco, si trovano dipinti di figure simboliche risalenti al
Novecento, ad opera di Secondo Grandi; vi sono rappresentati San Pietro che predica il Vangelo, il martirio di
Sant'Eufemia e quello di San Pietro.

Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità


Situata in corso Canalgrande, la Chiesa di Santa Maria delle Asse è una delle chiese più antiche della città e deve la sua
denominazione alla presenza di un ponte di legno, situato ove sorge oggi la chiesa, che permetteva l'attraversamento del
canale. L'edificio risale al 1599; l'interno è ad una sola navata, con sei cappelle laterali riccamente decorate.

Chiesa di San Barnaba


La chiesa è stata ricostruita nel 1660, ma completata solo successivamente. Al suo interno, dipinti e arredi del XVIII
secolo. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con
prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a
chiaroscuro furono realizzati da Sigismondo Caula.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie


Documentata sino dal XV secolo, la chiesa risale al Settecento. L'interno è ad una sola navata con abside semicircolare;
a lato sono presenti quattro cappelle e due cappellette. La volta fu dipinta da Fermo Forti nel XIX secolo. Sull'altar
maggiore si ammira un'icona seicentesca che raffigura la Madonna con santi, opera di Francesco Vellani.

Chiesa di Gesù Redentore


Situata in Viale Leonardo da Vinci, 270, è opera dell'architetto Mauro Galantino, vincitore di un concorso indetto dalla
Conferenza Episcopale Italiana. Consacrata nel 2008, la sua architettura modernissima ha suscitato ampio e vivace
dibattito nella cittadinanza per le soluzioni innovative nell'articolazione degli spazi liturgici. Si inserisce in modo
armonico nel tessuto urbano periferico, in rottura e allo stesso tempo in continuità con la tradizione più antica degli
edifici religiosi modenesi.

Tempio israelitico (Sinagoga)


Croce di san Geminiano
La Croce di san Geminiano o degli asini[25] (San Geminiano è il patrono di Modena), fu edificata nel 1267 in una via del
vescovado di Modena, adiacente a un pozzo dove si abbeveravano gli asini, da cui il nome[26]. La croce rientrava
probabilmente nella tradizione dei capitelli votivi, cioè croci, sacelli e colonne votive che venivano sovente costruiti agli
angoli delle vie o altre zone simili, anche annessi alle fontane. (Il tema della croce di San Geminiano è comunque
tradizionale nella cultura artistica modenese: si ricordi, ad esempio, l'omonima croce di san Gemignano collocata sulla
fronte del Duomo di Modena, in prossimità della cuspide centrale)[27].

Architetture civili

Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale di Modena è stato sede della Corte Estense tra Seicento ed Ottocento.
Dall'Unità d'Italia, il Palazzo ospita la prestigiosa Accademia militare di Modena. Tra i
più illustri ex-allievi dell'Accademia troviamo 10 Marescialli d'Italia, un Maresciallo
dell'Aria, 31 ministri, sei Presidenti del Consiglio, 31 Senatori del Regno e tre Senatori
della Repubblica e 1 Deputato: di questi i nomi più illustri sono ricordati nella Galleria
della memoria del museo storico dell'Accademia militare, ubicato nella sede stessa del
Palazzo Ducale.

La sua costruzione fu iniziata da Francesco I d'Este nel 1634 e fu finita da Francesco V. Il Francesco I d'Este
Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da
interventi di Bernini e Borromini.

La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi,
è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante
"Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone
d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel
Settecento da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di
Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando
furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese
nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca Francesco Facciata del Palazzo Ducale
III, che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro
zecchino.

Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale Ciro Menotti,
mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente
detti giardini botanici estensi.

Palazzo Comunale
Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione sei-
settecentesca di numerose costruzioni sorte a partire dal 1046, tutte con la medesima
funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica Torre civica (oggi Torre
Mozza) crollò nel 1671 in seguito a un terremoto. Interessante nell'ala nord è la Sala
Il monumento a Ciro
delle Bifore, ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata
Menotti di fronte al
medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente. Palazzo Ducale

Teatro comunale Luciano Pavarotti


Il teatro, concepito nel 1838, fu costruito su iniziativa del podestà di Modena (il marchese Ippolito Livizzani) e con il
contributo del duca Francesco IV di Modena. L'architetto Francesco Vandelli lo progettò su un'area cittadina di oltre
duemila metri quadri, ottenuta acquisendo e demolendo alcune abitazioni. Fu inaugurato tre anni dopo, il 2 ottobre
1841, con il nome di "Teatro dell'Illustrissima Comunità".

Mercato Albinelli
Il "Mercato Albinelli" è un mercato ortofrutticolo nel centro storico di Modena, esistente dalla prima metà del XX
secolo. I modenesi lo chiamano familiarmente anche "Mercato coperto". Spesso, quindi, si parla di "Mercato coperto
Albinelli".

Complesso di Sant'Agostino
Il complesso di Sant'Agostino, che si estende per 25.000 m² circa, è situato alle porte del centro storico della città.
Originariamente l'edificio ospitava un ospedale, il Grande Spedale degli Infermi, che il duca Francesco III volle verso la
metà del XVIII secolo. Poco più tardi l'ospedale venne ampliato, raddoppiando il fronte su via Emilia, per ospitare
anche l'infermeria militare. Nonostante la nascita del Policlinico, l'ospedale è rimasto in funzione fino al 2005,
dopodiché il personale e l'attività sanitaria sono stati trasferiti nel nuovo ospedale di Baggiovara. Tra il 2005 e il 2008
l'intero edificio è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha manifestato l'intenzione di
trasformarlo nel nuovo polo della cultura, comprendente un polo bibliotecario, un centro linguistico per
l'internazionalizzazione, un centro per la fotografia e per l'immagine, un polo espositivo, un centro di varie attività
complementari ed economiche. Il progetto, che è stato curato dallo studio dell'architetto Gae Aulenti, scaturisce da un
protocollo d'intesa firmato nel 2007 tra Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Ministero per i Beni Culturali,
Comune di Modena.

Palazzo di Santa Margherita


Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto
anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Utilizzato nel XII secolo come convento, è divenuto poi caserma;
successivamente, dal 1874 è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la Galleria Civica, la Biblioteca
Delfini, il Museo della Figurina e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono
la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio
didattico; un bookshop.

Foro Boario
Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama
negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipologia e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio
(circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per
circa 45 metri, è presente nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le Allegorie delle
Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo. Fu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV
d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto Francesco
Vandelli, autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante
sinistro di viale Berengario è presente una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la
dedica agli agricoltori (Honori et comodo fidelium agricolarum) impegnati nella costruzione del complesso. La
struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di
un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il
duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel 1989 vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova
sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel 1994 presso i piani superiori
dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni
temporanee, nella parte ovest. Dal 2002 la struttura ospita le mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di
Modena.

Cimitero di San Cataldo


Poco fuori dal centro storico si trova il cimitero di San Cataldo, cimitero
della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta
il nome dell'architetto Cesare Costa ed è stata realizzata tra il 1858 e il 1876;
vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti
seppelliti in questa parte si trova anche Enzo Ferrari, in una tomba a fianco
di quella del figlio Dino; nonché Alberto Braglia (atleta) e Virginia Reiter
attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero
monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto
Aldo Rossi. La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è
articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri
di croci riservati ai pedoni. All'interno del cimitero ha sede la chiesa.

Teatro Storchi
Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante
modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova Cimitero di San Cataldo
(Monumentale Cesare Costa e Aldo
area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi (1884), a
Rossi)
seguito dell'abbattimento di porta Bologna (1882). L'ubicazione del teatro
influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una
doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest
si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri. L'edificio è
nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, fumoir, caffè; tuttavia,
la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di
materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di
ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della
curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento
dell'intonaco e delle cornici del 1929, e un successivo intervento sulla sala nel 1931.

Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[28]
Comuni italiani per popolazione

Etnie e minoranze straniere


Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2015 la popolazione straniera residente era di 28.640 persone. Le nazionalità
maggiormente rappresentate erano:

1. Marocco, 3.275
2. Romania, 3.069
3. Ghana, 2.826
4. Filippine, 2.816
5. Albania, 2.406
6. Moldavia, 1.938
7. Ucraina, 1.846
8. Tunisia, 1.134
9. Nigeria, 1.059
10. Cina, 1.023

Cultura

Istruzione

Università e accademie
Modena può vantare un ateneo fondato nel 1175 che, a seguito della riapertura di nuove facoltà nella vicina Reggio
Emilia, a partire dal 1998 ha assunto il nome di Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

L'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena è l'erede dell'Accademia dei Dissonanti, sorta a Modena verso il
1680.

Scuole
Si ricordano il Liceo Ginnasio Muratori - San Carlo, dalla lunga e illustre storia (fino all'anno scolastico 2015/2016
come due scuole separate); il liceo scientifico Wiligelmo; il Liceo scientifico Alessandro Tassoni; l'Istituto tecnico e liceo
scientifico Fermo Corni; l'Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Fermi; l'Istituto Tecnico Commerciale Statale
Jacopo Barozzi, la cui fondazione è del 1866[29]. Svariati sono inoltre altri istituti professionali, tecnici e licei in città.

Biblioteche e archivi
La Biblioteca Estense, oltre a volumi di ogni tipo per la consultazione e lo studio, ha una collezione di manoscritti, carte
geografiche, spartiti musicali, xilografie, incisioni in rame e antichi libri a stampa tra le più grandi e importanti d'Italia,
visibili in una mostra permanente all'interno della biblioteca. Fra tutti occorre ricordare i due volumi della Bibbia di
Borso d'Este, uno dei testi miniati più famosi al mondo, le cui sgargianti miniature opera di Taddeo Crivelli ed altri sono
considerate uno dei capolavori assoluti dell'arte del Quattrocento, e il De Sphaera, unanimemente considerato il più bel
libro astrologico del Rinascimento italiano: miniato per la corte di Milano (reca infatti lo stemma Visconti-Sforza sulla
copertina) forse da Cristoforo de Predis, pervenne agli Estensi di Ferrara nell'ambito dei frequenti interscambi con la
corte sforzesca.

La Biblioteca civica è dedicata ad Antonio Delfini. Ha circa 150.000 documenti di cui oltre 100.000 sono volumi
collocati a scaffale aperto. Tra le Biblioteche comunali spicca la Biblioteca CROCETTA di nuova costruzione situata nei
pressi di Viale Gramsci.

L'Archivio di Stato di Modena raccoglie i fondi documentali degli Stati Estensi preunitari (Ducato di Ferrara, Ducato di
Modena e Reggio, Ducato di Massa e Carrara, Ducato della Mirandola, Principato di Correggio, Contea di Novellara,
Garfagnana) e di Casa d'Este.

Musei
I principali musei della città sono raccolti presso il Palazzo dei musei, situato
in piazza Sant'Agostino. Il piazzale Sant'Agostino, posto a ridosso
dell'omonima porta (abbattuta nel XIX secolo), è un esempio di urbanistica
del Settecento. Qui Francesco III d'Este fece costruire due grandi edifici con
finalità sociali: nel lato settentrionale l'ospedale (sede di uno degli ospedali
modenesi sostituito oggi da un moderno ospedale nella frazione di
Baggiovara) e di fronte l'albergo dei poveri, inaugurato nel 1771, che un
secolo più tardi fu trasformato dal comune di Modena nell'odierno Palazzo

Il Palazzo dei musei dei musei. La piazza era completata dal grande monumento equestre di
Francesco III realizzato dall'abate carrarese Giovanni Antonio Cybei
inaugurato nel 1774 e poi atterrato nei moti rivoluzionari del 1797.

Il palazzo ospita i più importanti musei della città. Vi si trovano il Museo civico d'arte, il Museo lapidario estense, il
Museo Lapidario Romano, la Gipsoteca Graziosi e il Museo archeologico etnologico e la Galleria Estense; poco fuori
della città si trova il Parco archeologico e museo all'aperto della terramara, a Montale Rangone. Nel Palazzo dei musei è
possibile inoltre visitare la Biblioteca estense e la Galleria Estense, le due raccolte che testimoniano la passione per le
arti e la cultura della casa d'Este: entrambe furono trasportate da Ferrara alla fine del Cinquecento, quando Modena
divenne la capitale del ducato.

Dal 1894 al 1990 è stato attivo il Museo civico del Risorgimento, le cui collezioni comprendevano 2.000 cimeli, 1.500
volumi e 2.500 fotografie su questo periodo storico. Ora i cimeli si trovano nel Palazzo dei Musei.

Galleria Estense
La Galleria estense, nazionale, è forse il maggiore tesoro portato dai duchi d'Este a Modena: tanto che alla grande
collezione fece ricorso il duca Francesco III, che nel 1746 sanò il dissestato bilancio del ducato vendendo al re di Polonia
i cento quadri stimati più importanti. Malgrado la perdita di queste opere (oggi per lo più a Dresda) essa rimane una
delle più importanti collezioni pubbliche italiane, ospitando opere di Tintoretto, Paolo Veronese, Guido Reni, Jacopo
Bassano, Correggio, Cosmè Tura, Tommaso da Modena, Lorenzo di Credi, Jacopo Palma il giovane, Dosso Dossi, il
Guercino, i fratelli Carracci, i primitivi emiliani e il celebre Trittico di El Greco. Ma le opere più celebri sono i due ritratti
del duca Francesco I d'Este: il busto in marmo del Bernini e la tela di Velázquez. La galleria espone anche oggetti antichi
etruschi e romani, ceramiche, esempi del medagliere estense, strumenti musicali fra cui la famosa Arpa Estense. Altra
pregevole raccolta è quella della Banca Popolare dell'Emilia Romagna.

Museo lapidario estense


Il Museo Lapidario Estense è la sezione in cui si trovano le lapidi trovate durante i lavori di costruzione del Novi Park.

Musei del Duomo


Il Museo del Duomo di Modena raccoglie un ricco patrimonio costituito da opere d'arte, parati e suppellettili liturgiche,
che testimonia la vitalità della Chiesa modenese nel corso dei secoli. Importante il lapidario con reperti dal cantiere di
Wiligelmo, Lanfranco e dei Campionesi.

Il Lapidario, costituito già alla fine dell'800, integra il discorso storico-artistico del tempio, capolavoro della cultura
romanica costruito dal 1099 dall'architetto Lanfranco con sculture del grande Wiligelmo, sulla tomba di San
Geminiano, vescovo e patrono di Modena vissuto nel IV secolo. Raduna rilievi, sculture e iscrizioni d'età romana,
medievale e rinascimentale, recuperati negli interventi al Duomo fra Otto e Novecento, rinvenuti in scavi o rimossi per
motivi di conservazione; vi spiccano le "metope" romaniche, otto lastre a decoro del tetto scolpite da un seguace di
Wiligelmo.

Il Museo, inaugurato nell'anno giubilare 2000, racchiude il "tesoro" di straordinaria magnificenza, che vanta
suppellettili e arredi come l'altarolo portatile del XI-XII secolo, l'Evangeliario romanico con coperta in argento e avorio,
l'apparato in argento già sulla tomba del Santo, preziosi reliquiari, parati liturgici, gli arazzi con Storie della Genesi
prodotti a Bruxelles fra il 1560 e il '70 e un'importante quadreria.

Museo del volley


Inaugurato nel settembre 2010 su iniziativa di Antonio Panini (figlio di Giuseppe Panini, imprenditore e storico patron
della pallavolo modenese), il Museo internazionale del Volley raccoglie quanto ha contribuito a scrivere la storia della
pallavolo a Modena, e in altre città. Vi si trovano oggetti e ricordi da ex-giocatori, società, appassionati che hanno deciso
di condividere oggetti e testimonianze della propria carriera, tra cui: maglie da gioco di varie epoche di squadre italiane
e straniere, indumenti da gioco, medaglie olimpiche, trofei, gagliardetti, poster e locandine, nonché una videoteca che
conta più di 500 filmati di partite della Nazionale e di club. È situato fuori Modena, tra Marzaglia e Cittanova.

Museo Enzo Ferrari


Il Museo Enzo Ferrari, chiamato anche "MEF", è un progetto i cui lavori, iniziati nel 2009, sono terminati il 10 marzo
2012, giorno della sua inaugurazione. Il museo è stato collocato a Modena in via Paolo Ferrari 85, presso la casa natale
di Enzo Ferrari, il famoso pilota di auto da corsa, nonché imprenditore, fondatore della casa automobilistica che porta il
suo nome. Il complesso museale, progettato da Jan Kaplický e portato a termine da Andrea Morgante, prevede un
complesso costituito dalla casa natale e da una seconda struttura, che è sorta al suo fianco. Nell'edificio che ospitava un
tempo l'officina di Alfredo Ferrari, padre di Enzo, adiacente alla casa natale, sono esposte vetture Ferrari e altre marche
e alcuni motori. La nuova galleria espositiva che presenta una grande copertura in pannelli d'alluminio di colore giallo
(il colore della città), le cui aperture per la luce rimandano alle prese d'aria di un'auto da corsa, ospita mostre
temporanee di automobili Ferrari o di altre marche legate al territorio. All'interno del cofano giallo viene proiettato ogni
ora un video avvolgente, della durata di 10 minuti, che attraverso immagini
e suoni racconta la vita di Enzo Ferrari. Il progetto è stato promosso dalla
Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari, che vede la partecipazione del
Comune di Modena, della Provincia di Modena, della Camera di Commercio
di Modena, l'Automobile Club d'Italia e la Ferrari S.p.A. Dal 2014 il museo è
gestito da Ferrari S.p.a.

Museo della Figurina Il Museo Enzo Ferrari


Il Museo della Figurina è nato dall'appassionata opera collezionistica di
Giuseppe Panini, fondatore, nel 1961, dell'omonima azienda Panini assieme
ai fratelli Benito, Franco Cosimo ed Umberto.

Il museo è stato aperto al pubblico il 15 dicembre 2006, nella sede di Palazzo Santa Margherita che ospita anche la
Biblioteca Delfini, la Galleria Civica e l'Istituto Superiore di Studi Musicali O. Vecchi - A. Tonelli.

I sei armadi del Museo, sei grandi album da sfogliare, ripercorrono l'intera storia della figurina dagli antecedenti ad
oggi: 2.500 pezzi tra stampe e oggetti originali, parte del patrimonio del museo di circa 500.000 esemplari. Accanto alle
figurine vere e proprie, sono presenti anche collezioni di cigarette cards, fascette di sigari, scatole di fiammiferi, menu,
etichette d'hotel, calendarietti da barbiere e bolli chiudilettera.

Casa Museo Luciano Pavarotti


Si trova in Stradello Nava, 6. La villa fu progettata seguendo le indicazioni e i disegni forniti agli architetti dal Maestro e
riflette quindi la sua personalità. In occasione dell'Expo 2015 la casa venne aperta al pubblico. Le stanze custodiscono
gli oggetti personali che Luciano Pavarotti amava, diversi costumi di scena, spartiti, lettere ricevute da personaggi
illustri, premi, riconoscimenti, regali avuti da ammiratori, alcune delle tele da lui dipinte.

Musei universitari

Gemma 1786 - Museo Mineralogico e Geologico Estense è il Museo del Dipartimento Universitario di Scienze
della Terra, voluto e arricchito con lasciti e donazioni da alcuni membri della Famiglia Estense, e la cui storia ha
accompagnato l'evoluzione culturale che ha caratterizzato la città e il suo territorio.
Il Museo di Paleontologia possiede importanti collezioni storiche, raccolte a partire dalla seconda metà
dell'Ottocento e costituite da decine di migliaia di fossili di invertebrati (molluschi, echinodermi, artropodi, ecc.),
vertebrati (tra i quali dinosauri e rettili marini) e vegetali. Nel 1991 nasce la Sala dei Dinosauri in cui sono presenti
quattro scheletri di dinosauri e fossili di altri rettili e mammiferi.
Il Museo di Zoologia e Anatomia Comparata espone nelle sue 14 sale oltre 3.500 animali impagliati e
provenienti da tutto il mondo e un'ampia collezione di insetti, collezionati a partire dalla fine del '700.
L'Orto Botanico nacque come "Giardino dei Semplici" nel 1758 per volere del duca Francesco III d'Este, che
destinò parte dei Giardini Ducali alla coltura delle piante medicinali, sotto la guida di Gaetano Rossi. Nel 1772 il
duca affidò all'architetto neoclassico Giuseppe Maria Soli la progettazione delle aiuole. In seguito gli illustri Botanici
che diressero l'Orto incrementarono le collezioni viventi, gli Erbari, le raccolte di reperti vegetali. In particolare
Giovanni de' Brignoli di Brünnhoff (1818‑1855) arricchì l'Orto di esotiche, in accordo con il collezionismo di
Francesco IV. A quel tempo risale il complesso architettonico delle Serre Ducali e del Museo-Erbario, tuttora
funzionali. L'Orto Botanico conserva l'antica suddivisione: il "sistema" ad aiuole e la vasca, la montagnola, l'area
pianeggiante con l'arboreto. Tra i settori tematici, ispirati ai moderni principi di museologia scientifica: la serra delle
succulente, la serra caldo-umida, la roccera, il fossato e le "collezioni di conservazione" per i progetti di tutela della
biodiversità. L'Orto Botanico dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia è localizzato nel centro storico della città, ha
un'estensione di circa 1 ettaro e dispone di 300 m² di superficie coperta per il ricovero e l'ostensione delle piante.
Il Museo Astronomico e Geofisico si trova nella torre orientale (costruita nel 1634) del Palazzo Ducale e
conserva le apparecchiature della Specola, l'Osservatorio Astronomico e Meteorologico fondato dal duca
Francesco IV d'Austria Este nel 1827, che testimoniano lo straordinario avanzamento delle conoscenze in campo
scientifico nella Modena ottocentesca. Si può ammirare la carta lunare disegnata nel 1662 dall'astronomo e
matematico modenese Geminiano Montanari, autentico monumento della selenografia seicentesca.
Il Laboratorio delle Macchine Matematiche raccoglie 150 macchine e copie funzionanti di antichi strumenti
geometrici dalla Grecia classica ai giorni odierni, costruite da docenti del Liceo Scientifico Tassoni di Modena.
I Musei anatomici raccolgono reperti storico-scientifici creati a supporto dell'insegnamento dell'anatomia e la
Collezione delle Terracotte ostetriche del '700 di Giovan Battista Manfredini.

Quartiere Fieristico
Il quartiere fieristico di Modena, che si chiama Fiera di Modena o anche Modena Fiere, si trova nella zona periferica
della città, affiancato dall'Autostrada Milano-Napoli, tra i quartieri della Bruciata e di Cittanova. È raggiungibile
dall'Autostrada dal casello di Modena Nord e dalla Tangenziale di Modena dalle uscite 15 (via Virgilio / Fiera) e 16-16
bis (SS9 Reggio E. / Milano).

Media

Televisione

TRC, visibile in tutta la regione, che oltre al canale principale trasmette anche su TRC2 Sport e TRC3 Cultura.
Telestudio Modena
Tv Qui
Video Modena Telestar - VMT, canale sussidiario di TRC[30]

Stampa

Gazzetta di Modena
il Resto del Carlino (edizione locale con una propria redazione)
Prima Pagina, nato in seguito alla chiusura de l'Informazione
Vivo

Radio

Radio Stella
Modena Radio City
Modena90
Radio Modena

Teatro
In città la prosa è rappresentata nei teatri Michelangelo, Storchi e delle Passioni. Gli ultimi due fanno parte dell'ERT
(Emilia Romagna Teatro). Tutte le altre rappresentazioni (opera, musica classica, balletto) vengono ospitate presso il
Teatro comunale Luciano Pavarotti. Nel Teatro dei Segni, teatro Sacro Cuore e Teatro della Cittadella vengono tenute
rappresentazioni da parte di gruppi di teatranti locali aventi ad oggetto, in alcuni casi, sperimentazioni (ad esempio
match di improvvisazione teatrale).

Cucina
Questa voce o sezione sull'argomento cucina non cita le fonti
necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
In quanto antica capitale dei domini estensi, la cucina di corte della città ha decisamente influenzato lo sviluppo delle
cucine modenese e reggiana. Il caso più noto è quello dell'aceto balsamico, la cui diffusione oltre una ristretta cerchia di
famiglie aristocratiche si ebbe con la dispersione e la svendita dell'acetaia ducale durante le occupazioni napoleoniche.
Ma anche i ricettari di corte ebbero un profondo influsso sullo sviluppo delle preparazioni locali, ed oggi alcuni
ristoranti propongono piatti ispirati alle ricette estensi dei secoli passati.
Numerosi sono i caseifici dediti alla produzione di Parmigiano-reggiano, e grande importanza rivestono nella cucina
cittadina i salumi e le preparazioni a base di maiale. Due piatti tipici della stagione invernale, ma che è possibile trovare
per buona parte dell'anno nelle trattorie come nelle case modenesi, sono lo zampone, ottenuto con carne macinata di
maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore, ed il cotechino, dalla lavorazione piuttosto simile, ma diverso per
forma e cotenna.
Ma dal maiale si ottiene anche lo strutto indispensabile per il tipico gnocco fritto: una focaccia fritta quadrata che si
accompagna molto bene ai salumi. Originaria dell'Appennino (ma gustata volentieri in città) è invece la crescentina,
detta comunemente (ed impropriamente) tigella. Accanto alle tradizionali trattorie, in città sono oggi presenti numerosi
locali noti come "tigellerie" o "crescenterie" per il consumo da asporto di tale prodotto.

Tradizionalmente conteso con l'antica ed eterna rivale Bologna è il tortellino, un quadretto di pasta sfoglia ripiegato su
un trito di maiale, prosciutto e parmigiano reggiano (anche se le ricette variano spesso di famiglia in famiglia).

Centro della produzione del Lambrusco, la città rappresenta anche il confine ideale tra le zone di produzione del
Grasparossa (prodotto sulla collina) dai lambruschi Sorbara e Salamino (prodotti nella pianura).

A Modena si trovano l'Osteria Francescana, tre stelle Michelin, e il ristorante Fini, due stelle.

Il carnevale
L'aspetto del carattere modenese è ben rappresentato dalla maschera della città: il Sandrone ("Sandròun"): e non è
certo un caso se tra tante manifestazioni della tradizione il carnevale è quella che conserva a tutt'oggi la maggior
visibilità. Sull'origine di Sandrone vi sono varie teorie. Pare che a ogni carnevale il duca invitasse ai festeggiamenti di
corte un contadino per il gusto di metterne in ridicolo la dabbenaggine e la grossolanità. Le cose cambiarono però
quando a corte fu chiamato un tale Alessandro Pavironi, di Bosco di Sotto, che alle imbarazzanti domande dei convitati,
escogitate proprio per metterlo in ridicolo, rispose con un'arguzia e un buon senso rimasti memorabili. Da allora la
figura del "Sandrone" divenne l'emblema della saggezza del mondo contadino, contrapposto alle sofisticherie della città,
dei ricchi e dei nobili.

La leggenda è simile a quella di tante fiabe popolari. Di certo vi è soltanto che il personaggio di Sandrone era già
popolare nella prima metà del XIX secolo, portato sulle scene da una dinastia di attori e burattinai che si esibirono con
successo anche presso la corte estense.

Ancora oggi, secondo la tradizione (tenuta in vita dalla "compagnia del Sandrone"), ogni anno il giovedì grasso
Sandrone arriva a Modena. Lo accompagnano la moglie, la robusta Pulonia, e il figlio Sgorghìguelo: insieme la
"famiglia Pavironica" sfila dalla stazione fino a Piazza Grande, dove i modenesi si affollano per assistere allo
"sproloquio": il discorso dei tre (pronunciato nientemeno che dal balcone del Palazzo Comunale e rigorosamente in
dialetto modenese!), ricco di commenti arguti sulla vita cittadina e bonarie critiche all'amministrazione e fa divertire.

Geografia antropica

Suddivisioni amministrative
L'area comunale di Modena si divide amministrativamente in quattro circoscrizioni che hanno in parte unito la
suddivisione precedente: Centro storico (Centro Storico, San Cataldo), Crocetta (San Lazzaro-Modena Est, Crocetta),
Buon Pastore (Buon Pastore, Sant'Agnese, San Damaso) e San Faustino (S.Faustino-Saliceta San Giuliano, Madonnina-
Quattro Ville); ognuna delle quali dotata di una certa autonomia locale, di servizi specifici e di organi di delibera e
consiglio.

Il comune è pertanto così suddiviso:


Veduta di Modena, quartiere
Crocetta

Quartiere Superficie in km² Popolazione Densità ab./km²

Centro storico 3,03 26.193 7.654


Crocetta 44,45 49.767 1.051
Buon Pastore 53,24 58.194 1093
S.Faustino 82,91 56.926 626
Totale Modena 183,63 185.985 1007,9

Panorama di Piazza Grande, Modena, Settembre 2006.

Area Metropolitana
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati dell'Emilia-
Romagna non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono
insufficienti.
L'area metropolitana di Modena, seppure non costituisca una realtà istituzionalizzata (non esiste nessun organo
sovracomunale che la rappresenti, situazione comune a tutte le aree metropolitane italiane), è una realtà vissuta ogni
giorno da centinaia di migliaia di persone che si spostano all'interno di essa per lavorare, fare acquisti, vivere e
divertirsi.

A differenza di molti agglomerati basati solo sulla continuità urbana, l'area metropolitana di Modena è definita anche
da collegamenti regolari e costanti tra le sue parti. La mobilità è garantita dal trasporto urbano ed extraurbano
dell'azienda di trasporto regionale tra Modena, Reggio Emilia e Piacenza (SETA) e dalla ferrovia Modena-Sassuolo, che
collega le due stazioni della città e prosegue fino al nuovo polo ospedaliero di Baggiovara, continuando poi fino ai centri
di Casinalbo, Formigine, Fiorano Modenese e Sassuolo. Altrettanto utilizzate anche le linee ferroviarie Modena-Carpi
(con fermate a Soliera, e prosecuzione per Rolo-Novi-Fabbrico), Modena-Rubiera (RE) e la Modena-Castelfranco
Emilia.

Il totale dell'area ha una popolazione di 458.318 abitanti e comprende la


città di Modena, la sua periferia e le città di Soliera, Carpi, Rolo (RE), Novi,
Fabbrico (RE), Campogalliano, Castelfranco Emilia, Rubiera (RE),
Formigine, Maranello, Fiorano e Sassuolo.

Economia

Industria automobilistica
Soprattutto negli anni '50 e '60 a Modena sono nate e si sono sviluppate
molte aziende nel settore automobilistico (carrozzerie e motori).

Tra queste si evidenziarono la Carrozzeria Fantuzzi di Medardo Fantuzzi, la


Carrozzeria Neri & Bonacini di Giorgio Neri e Luciano Bonacini, la Zona periferica nei pressi del
Carrozzeria Scaglietti di Sergio Scaglietti, la Carrozzeria Sports Cars di Piero Direzionale 70 e del Modena 2.
Residenza universitaria.
Drogo, la Stanguellini di Vittorio Stanguellini.

In tutto il mondo queste aziende vengono considerate tra le eccellenze del


settore.

Nella provincia di Modena hanno sede diverse case automobilistiche:


Ferrari, Maserati, Pagani e per qualche tempo vi ha avuto sede anche la
Bugatti.

Artigianato
Per quanto riguarda l'artigianato, Modena è rinomata soprattutto per la Periferia sud, Via Tignale Del Garda
produzione di strumenti musicali, tra i quali i violini ed i violoncelli, grazie
all'antica arte della liuteria.[31]

Industria alimentare
Modena presenta inoltre un'importante produzione alimentare che contribuisce alla grandezza della sua economia. Gli
elementi principali di esportazione in ogni parte del mondo sono tipi di pasta ripiena (tortellini e affini), salumi di ogni
genere (tra i quali zampone e cotechino), formaggi (in primis Parmigiano Reggiano) e soprattutto vini (dei quali il più
caratteristico è il Lambrusco).

Infrastrutture e trasporti

Strade
Modena costituisce un fondamentale nodo autostradale e stradale a livello nazionale: è proprio qui che nasce infatti
l'Autostrada A22 del Brennero, unico collegamento stradale diretto tra Italia e centro Europa, e sempre a Modena essa
si unisce con l'Autostrada A1 del Sole. A livello locale, l'infrastruttura più importante e recente è la Tangenziale di
Modena.

Ferrovie
La stazione di Modena si trova sulla linea Milano-Bologna, ed è capolinea della linea per Mantova e Verona e della linea
FER per Sassuolo.

In passato Modena era al centro di un fitto sistema di trasporti su rotaia che la collegavano al restante territorio
provinciale con tre linee ferroviarie e le due tranvie a vapore Modena-Maranello e Castelfranco-Bazzano. Altre due linee
ferroviarie vennero progettate ma mai realizzate completamente.

All'interno del territorio comunale sono presenti tre stazioni destinate al servizio viaggiatori: Modena, gestita da
Centostazioni S.p.A.; Quattro Ville, sulla Ferrovia Verona-Modena; e Modena Piazza Manzoni, sulla linea regionale per
Sassuolo. Su quest'ultima linea sono presenti, sempre all'interno del territorio comunale, anche quattro fermate:
Modena Policlinico, Fornaci, Baggiovara Ospedale e Baggiovara[32].

Mobilità urbana
Il trasporto pubblico urbano è gestito da SETA S.p.A..

È in servizio un'estesa rete filoviaria, costituita da 3 linee, che nel 1950 sostituì la rete tranviaria di Modena.

Aeroporto
Nella frazione di Marzaglia è presente l'Aeroporto di Modena, dove ha sede l'Aero Club Modena.

Eliporto
In città sono presenti alcuni eliporti (Ospedale Policlinico, Ospedale Civile - Baggiovara, Vigili del fuoco) non aperti al
traffico generale.

Amministrazione
Dopo la Liberazione, Modena è stata ininterrottamente governata da maggioranze di sinistra. Si tratta di una delle
poche realtà in Italia a non avere ancora sperimentato un'alternanza al potere tra soggetti politici contendenti. Si veda
anche alla voce: sindaci di Modena.
Primo
Periodo Partito Carica Note
cittadino
Governatore
1859 1859 Luigi Carlo Farini -
province modenesi
1859 1860 Egidio Boni Sindaco -
1860 1863 Gaetano Parenti Sindaco -
Claudio
1863 1864 Sindaco -
Sandonnini
Giuseppe
1864 1867 Sindaco -
Campori
1867 1875 Luigi Tardini Sindaco -
Claudio
1875 1881 Sindaco -
Sandonnini
1881 1887 Giuseppe Triani Sindaco -
1887 1892 Paolo Menafoglio Sinistra Sindaco -
1892 1893 Gennaro Minervini Sindaco -
Gennaro Tosi
1893 1895 Sindaco -
Bellucci
1895 1896 Benito Malmusi Sindaco -
1896 1897 Francesco Zironi Sindaco -
1897 1897 Mario Rebucci Sindaco -
1897 1898 Francesco Zironi Sindaco -
Gennaro Tosi
1898 1900 Sindaco -
Bellucci
1900 1900 Gino Buganza Sindaco -
1900 1908 Luigi Albinelli Sindaco -
Pier Luigi San
1908 1910 Sindaco -
Donnino
1910 1910 Filippo Pino Sindaco -
1910 1912 Cesare Pagani Sindaco -
1912 1913 Ulrico Marchesani Sindaco -
Pier Luigi San
1913 1914 Sindaco -
Donnino
Giuseppe
1914 1919 Gambigliani Sindaco -
Zoccoli
1920 1920 Italo Pio Sindaco -
1920 1921 Ferruccio Teglio Partito Socialista Italiano Sindaco -
Bartolomeo Commissario
1921 1922 -
Andreoli Prefettizio
1922 1925 Fausto Bianchi Partito Nazionale Fascista Sindaco -
1925 1926 Antonio Rizzi pro-Sindaco -
Commissario
05/1926 12/1926 Antonio Boragno Partito Nazionale Fascista -
Prefettizio
Guido San
12/12/1926 21/03/1940 Partito Nazionale Fascista Podestà -
Donnino
Primo
Periodo Partito Carica Note
cittadino
Giuseppe Commissario
1940 1943 Partito Nazionale Fascista -
Giannuzzi Prefettizio
28/04/1943 28/07/1943 Carlo Vandelli Partito Nazionale Fascista Podestà -
1943 1945 Mirko Manzotti Partito Fascista Repubblicano Podestà -
1945 1962 Alfeo Corassori Partito Comunista Italiano Sindaco -
1962 1972 Rubes Triva Partito Comunista Italiano Sindaco -
Germano
1972 1980 Partito Comunista Italiano Sindaco -
Bulgarelli
1980 1987 Mario Del Monte Partito Comunista Italiano Sindaco -
1987 1992 Alfonsina Rinaldi Partito Comunista Italiano Sindaco -
Pier Camillo
1992 1994 Partito Democratico della Sinistra Sindaco -
Beccaria
Mariangela
1994 1995 Partito Democratico della Sinistra Sindaco -
Bastico
Partito Democratico della
1995 2004 Giuliano Barbolini Sindaco -
Sinistra/Democratici di Sinistra
Democratici di Sinistra/Partito
2004 2014 Giorgio Pighi Sindaco -
Democratico
Gian Carlo
2014 in carica Partito Democratico Sindaco -
Muzzarelli

Gemellaggi
Il comune di Modena è gemellato con:[33]

Almaty
Benxi
Linz
Londrina
Novi Sad
Saint Paul

Consolati
Consolato onorario del Cile

Sport

Automobilismo
L'automobilismo è probabilmente l'attività sportiva che maggiormente contribuisce a rendere Modena celebre nel
mondo. Oltre alla Scuderia Ferrari, fondata a Modena nel 1929 e trasferitasi a Maranello durante la guerra, e alla
Maserati che invece ha sede in città fin dal 1937, vanno ricordati anche costruttori come De Tomaso e Stanguellini, e
squadre come la Scuderia Centro Sud con la celebre scuola di pilotaggio diretta da Piero Taruffi.
Tra il 1927 e il 1947 la città ospitò diversi gran premi automobilistici su tracciati stradali denominati Circuito di
Modena, che videro vittoriosi piloti come Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari.[34] A seguito di un incidente mortale si decise
di abbandonare le competizioni sul circuito cittadino, iniziando la costruzione dell'Aerautodromo che fu inaugurato nel
1950. Sul nuovo tracciato permanente si disputarono sette edizioni del Gran Premio di Modena, riservato a vetture di
Formula 2 e Formula 1, e ventidue edizioni del Gran Premio Motociclistico, solitamente gara di apertura del
Campionato Italiano. Il tracciato fu chiuso e quindi demolito alla fine degli anni '70[34].

Attualmente nel territorio comunale, più precisamente nella frazione di Marzaglia, è presente un circuito denominato
"Autodromo di Modena", aperto nel 2011.

Calcio
La principale squadra di calcio della città è il Modena F.C. che durante la stagione 2017-2018 ha militato nel girone B
della Serie C, terza divisione del campionato italiano di calcio, fino alla sua esclusione avvenuta all'inizio di novembre,
in seguito alla mancata disputa di quattro partite di campionato con conseguenti sconfitte a tavolino. Vanta un terzo
posto in Serie A e due Coppe Anglo-Italiane, dove la squadra vanta il record di titoli. La squadra disputava i suoi
incontri casalinghi allo stadio Alberto Braglia. Il periodo di maggior splendore del calcio modenese fu a cavallo della
Seconda guerra mondiale, con diversi campionati di serie A disputati e un piazzamento al terzo posto in Serie A 1946-
1947. Il club canarino in 105 anni di storia ha disputato 13 campionati di A (ultima apparizione nella stagione 2003-
2004) e 50 campionati di B (ultima apparizione nella stagione 2015-2016), terza nella classifica perpetua del
campionato cadetto dopo Brescia e Verona.

In campo femminile il Modena F.C.F. ha vinto due volte il campionato italiano.

Due sono invece le società di calcio a 5 presenti nel territorio comunale di Modena: la Montanari Calcio a 5, militante
nel campionato regionale di serie C2; e la CUS Modena, la squadra universitaria, militante nel campionato provinciale
di serie D.

Ciclismo
In sei edizioni del Giro d'Italia Modena è stata sede di arrivo di tappa: la prima volta nel 1928, l'ultima nel 1974. Nel
1953 Modena ospitò due frazioni: una in linea (vinta da Fiorenzo Magni) seguita, il giorno dopo, da una cronometro a
squadre disputata nell'aerautodromo cittadino. Significativa fu la tappa del 1940 vinta da Fausto Coppi, alla sua prima
partecipazione al Giro. In quell'occasione il Campionissimo conquistò la maglia rosa che non avrebbe più ceduto fino al
termine della corsa vincendo così il primo Giro d'Italia della sua carriera. In altre due edizioni (Alfredo Binda nel 1928 e
Arnaldo Pambianco nel 1961) chi ha indossato la maglia rosa a Modena è risultato vincitore della classifica finale.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Modena:

1928 9ª tappa Pistoia-Modena, vinta da Domenico Piemontesi;


1940 11ª tappa Firenze-Modena, vinta da Fausto Coppi;
1949 12ª tappa Bolzano-Modena, vinta da Oreste Conte;
1953 10ª tappa Pisa-Modena, vinta da Fiorenzo Magni;
1953 11ª tappa Modena-Modena, (cronometro a squadre), vinta da Bianchi;
1961 10ª tappa Firenze-Modena, vinta da Rik Van Looy;
1974 15ª tappa Carpegna-Modena, vinta da Patrick Sercu.

Pallavolo
La città di Modena ha una ricca e gloriosa tradizione nello sport della pallavolo. Il principale campo da gioco è il
PalaPanini.
Nella pallavolo maschile Modena può vantare un record di 22 scudetti vinti, suddivisi tra quattro diverse società. Negli
anni sessanta per un periodo ci furono nella massima serie ben tre squadre modenesi, l'Avia Pervia, la Minelli e la Villa
d'Oro che dal 1952 al 1962 monopolizzarono il titolo di campione italiano per undici anni di fila. Con lo scioglimento
dell'Avia Pervia venne fondato il Modena Volley, che dal 1968 milita ininterrottamente in Serie A1 e ha vinto, tra l'altro
12 scudetti e 4 coppe dei campioni[35].

In campo femminile Modena ha vinto 13 scudetti, suddivisi tra quattro società tutte scomparse, come l'Audax Modena
(5 volte campione), la Minelli Modena (2), la Fini Modena e Volley Modena (1). Al 2016 la città è rappresentata in Serie
A1 dalla River Volley.

Altri sport
La squadra di Hockey su pista è la Amatori Modena che partecipa al campionato di serie A2. Ha vinto due volte il titolo
di campione d'Italia.

La squadra di baseball è il Modena Baseball, che dopo aver partecipato in passato a numerosi campionati della massima
serie (serie A1), arrivando alla finale scudetto nel 2003, dal 2006 milita nella Serie A Federale, terzo livello del
Campionato italiano di baseball. Vanta due Coppe CEB[36].

La squadra di rugby è il Modena Rugby Club, militante nel campionato di Serie B ma che in passato ha partecipato
anche al campionato di Serie A, seconda divisione del campionato italiano di rugby. In passato, il CUS Modena
partecipò al massimo campionato nel 1956-1957.

Nella pallacanestro in campo femminile la PSA Modena milita nel Serie C regionali mentre in quello maschile il PSA
Modena milita in Serie C Gold.

La Scuola Pallamano Modena, partecipante al campionato di Serie A2 e gareggia al Palazzetto dello Sport di Viale
Molza[37].

La società Modena Nuoto, che ha sede nelle piscine Dogali si occupa di nuoto e pallanuoto. La Pallanuoto Modena
partecipa al campionato di serie B[38].

I Vipers Modena sono la squadra di football americano della città. Partecipa al Campionato di Seconda Divisione, il
secondo livello italiano[39].

L'ASD Invicta Skate Modena, partecipa alla Serie A2 del Campionato Italiano di Hockey in-line. Vanta partecipazioni
alla Serie A1. Gareggia al Palaroller Vellani.

Principali Impianti
[40]

Stadio Alberto Braglia


Palazzetto dello Sport Giuseppe Panini
Stadio d'Atletica
Palazzetto dello Sport di Viale Molza
Piscine Dogali
Ippodromo Ghirlandina
Palaroller Vellani
Autodromo di Modena
Centro Polisportivo di Saliceta San Giugliano
Palazzetto dello Sport Ferraris

Nella cultura di massa


Nella Canzone "Viaggi & Miraggi" di Francesco De Gregori Modena è citata grazie ai suoi motori fenomenali.

Note
1. ^ Comune di Modena - elenco quartieri e circoscrizioni di decentramento (https://www.comune.modena.it/decentra
mento)
2. ^ a b Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html) - Popolazione residente al 31 ottobre 2017.
3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993,
n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1
marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, XXXIX,55, 6-8
5. ^ Istat - Qualità dell'aria nelle città europee (http://www.istat.it/it/archivio/4549/)
6. ^ Livio XXI, 3.
7. ^ CIL XI, 831.
8. ^ Cicerone Bruto 1, 5.
9. ^ CIL X, 1401.
10. ^ Strabone IV 6-7; V, 12.
11. ^ Polibio III, 40.
12. ^ Tolomeo III, 1.
13. ^ Carlo Tagliavini, Sul nome di Mutina, in Atti del I Congresso Internazionale Etrusco, Firenze, 1929, pp. 186-187.
14. ^ Giulio Bertoni, Profilo stroico del dialetto di Modena, Génève, Olschki, 1925, pp. 3-5.
15. ^ Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 470.
16. ^ Teresa Cappello e Manlio Cortelazzo, Dizionario dgli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Patron, 1981, p. 326.
17. ^ Franco Violi, Saggio di un dizionario topoomastico della pianura modenese, Modena, Società Tipografica
Modenese, 1946, pp. 6-8.
18. ^ Lo stemma di Modena su www.comune.modena.it
(http://www.comune.modena.it/~astor000/attivita/scuole/2i.htm).
19. ^ Centinaia furono i modenesi, donne e uomini quasi tutti giovanissimi, che dettero la vita nella guerra partigiana
contro i fascisti ed i nazisti durante il periodo bellico dell'ultima Guerra Mondiale.
dprogressivo=18843&iddecorato=18390 Medaglia d'oro al valor militare della città di Modena su quirinale.it (http://w
ww.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?.)
20. ^ Associazione Bach Modena (http://www.associazionebachmodena.it/)
21. ^ Modena Terra di Motori (http://www.modenaterradimotori.com) Archiviato (https://web.archive.org/web/201510270
52931/http://www.modenaterradimotori.com/) il 27 ottobre 2015 in Internet Archive.
22. ^ http://www.laguidadimodena.it/guida/chiese-modena/san-francesco
23. ^ a b c La storia, su www.monasteromodena.it. URL consultato il 12 novembre 2016.
24. ^ http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=1090
25. ^ R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi 1915 (http://books.google.it/books?id=sNENAQAAIAAJ
&q=%22Croce+di+San+Geminiano%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis3
1Cg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg)
26. ^ Aedes Muratoriana, 1976 (http://books.google.it/books?id=WLBNAAAAYAAJ&q=%22Croce+di+San+Geminian
o%22&dq=%22Croce+di+San+Geminiano%22&hl=it&ei=BI_xTKX6LMfHswbVis31Cg&sa=X&oi=book_result&ct=re
sult&resnum=4&ved=0CDUQ6AEwAw)
27. ^ Giorgio Pollastri, La croce di San Geminiano. Costruzione e misteri della croce sulla fronte del Duomo di Modena
ISBN 978-88-7381-117-6
28. ^ Statistiche I.Stat (http://dati.istat.it/Index.aspx) - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
29. ^ Breve storia dell'Istituto, barozzi.aitec.it. (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
30. ^ VMT TELESTAR, su storiaradiotv.it. URL consultato il 10 febbraio 2016.
31. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 4,6.
32. ^ FER - Linea Modena Sassuolo, su fer.it. URL consultato il 21 agosto 2015.
33. ^ Fonte: Comune di Modena (http://www.comune.modena.it/il-comune/reti-e-gemellaggi/reti-e-gemellaggi/#gemella
ggi)
34. ^ a b Autodromo - Storia e futuro, su autodromodimodena.it.
35. ^ Storia Modena Volley, su modenavolley.it. (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2015).
36. ^ Terza e ultima parte della storia del Modena: Gli anni duemila fino ad oggi, Baseballmania.eu, 8 giugno 2014.
37. ^ Serie A2 Maschile (Girone C), FIGH. (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2016).
38. ^ classifica Serie B maschile - Girone 2 (http://www.modenanuoto.it/PaginaWeb.asp?TipoInclude=A2Clas)
Archiviato (https://web.archive.org/web/20160130140827/http://www.modenanuoto.it/PaginaWeb.asp?TipoInclude=
A2Clas) il 30 gennaio 2016 in Internet Archive.
39. ^ Campionati / 2° DIVISIONE 2016 / Gironi, Federazione Italiana di American Football.
40. ^ Impianti sportivi, Comune di Modena.

Voci correlate
Storia di Modena
Battaglia di Mutina (43 a.C.)
Arcidiocesi di Modena-Nonantola
Comunità Ebraica di Modena
Dialetto modenese
Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Accademia militare di Modena
Modena Football Club
Chiesa Madonnina Modena
Ferrovie modenesi
Tranvia Modena-Maranello
Teatro comunale Luciano Pavarotti
Bianca Modenese
Emilia Romagna Teatro
Fiera di Modena
Cappelli (editore)

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito Ufficio Informazioni turistiche di Modena, su turismo.comune.modena.it.
Sito delle città d'arte dell'Emilia-Romagna, su cittadarte.emilia-romagna.it.
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Controllo di 9640 (http://isni.org/isni/0000000121569640) · GND (DE) 4115170-7 (https://d-nb.info/g
autorità nd/4115170-7) · BNF (FR) cb11948652h (http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb11948652
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