Sei sulla pagina 1di 2

Le età di Roma antica

- Per esperienza giuridica romana si intende quel periodo di evoluzione delle


strutture giuridiche che hanno preso forma nel territorio di dominio dei
romani in un arco temporale che copre 14 secoli : dall'VIII secolo a.C. fino
al VI secolo d.C.
- L'età arcaica (VIII sec – IV sec.) si caratterizza per la presenza rilevante del
REX latino che è il vertice istituzionale nonché la figura giuridica di maggior
rilievo, prendendo lui tutte le decisioni più importanti in ambito legislativo;
erano presenti delle assemblee popolari, radunate per famiglie, i COMITIA
CURIATA, ed anche un'assemblea senatoria (da senex, anziano) che aveva
compiti poco rilevanti, ma che partecipava all'elezione del REX
- L'età repubblicana (IV sec – I sec) si presenta come l'età in cui il REX cede il
passo a nuovi tipi di assetti politico-sociali, a partire dalla comparsa di un
potere supremo diarchico nella figura dei due CONSULES che prendevano
le decisioni più importanti e dalla presenza di un reticolato di magistrature
con compiti decisionali in vari ambiti (es. i pretori che amministravano la
giustizia) ; le assemblee popolari vennero formate in base all'estrazione
sociale, i CONCILIA PLEBIS, o sulla distribuzione della popolazione, i
COMITIA TRIBUTA; il senato inizia ad acquisire più importanza nella
formazione delle leggi, nello strumento dei SENATOCONSULTA
- L'età del principato ( I sec – III sec dC) in cui emerge la figura del PRINCEPS
che con la sua autorità e autorevolezza riesce a influenzare le decisione
delle magistrature repubblicane, ormai espanse allo stremo
- L'età del dominato ( III sec dC – VI sec dC) in cui vi è la presenza di un
imperatore che assume dei caratteri divini, in quanto si ritiene che il suo
sia un potere emanato direttamente da Dio (questo anche grazie all’
appoggio della Chiesa) e sicuramente trova la sua esasperazione durante
l'età giustinianea

I referenti socioeconomici
- Se consideriamo i referenti economici le epoche di Roma hanno una
diversa suddivisione
- Il primo periodo è quello del modo di produzione arcaico : si è legati ad
una concezione patrimoniale di tipo agrario, in cui la terra rappresenta la
fonte suprema di occupazione e approvvigionamento, gli schiavi sono
schiavi domestici che aiutano a svolgere le mansioni familiari e terriere; si
pone grande risalto al valore d'uso dei beni ( cioè alla possibilità di
utilizzarli immediatamente per soddisfare le esigenze basilari ) piuttosto
che al valore di scambio ( cioè la possibilità di commerciare i beni per
arricchirsi ); fa eccezione un periodo denominato secolo d'oro dei Tarquini
in cui vi fu un aumento dei commerci, soprattutto con gli Etruschi, ma che
non cambiò la mentalità di fondo
- Il secondo periodo è il modo di produzione schiavistico ( III sec. aC – III sec
dC) in cui, con l'espansione di Roma, crescono in maniera esponenziale i
commerci e soprattutto gli schiavi vengono a essere come dei veri e propri
collaboratori del DOMINUS; ciò porta alla formazione di un nuovo ceto
sociale, l'ordine equestre, che fonda le sue attività principalmente sul
commercio pianificato ed esteso; il valore di scambio diventa
fondamentale in questo periodo, anche se il valore d'uso continua ad
essere prevalente
- Il terzo periodo è il modo di produzione tardo-antico ( III sec dC – VI sec dC)
in cui si vengono a creare dei veri e propri latifondi che sembrano
precedere l'economia curtense del feudalesimo; lo spopolamento delle
città e il crearsi di villaggi intorno alle ville dei facoltosi proprietari terrieri
fa si che si crei un rapporto tra i contadini e il latifondista in cui il secondo
concedeva al primo di coltivare una parte dei suoi terreni per procurarsi il
sostentamento e in cambio doveva pagare una tassa in denaro o in natura
al proprietario (era una specie di primitiva corvées); ancora una volta è il
valore d'uso a essere preminente, con la sola eccezione di Bisanzio che
inizia a diventare uno dei centri più floridi per il commercio e l’arte

Potrebbero piacerti anche