Brano inserito nell’album “Money Jungle” del 1962 (LP (1963 — United Artists Records UAJ
14017.
Aspetto formale
A A’ BB’ A’A
minore, tonalità che caratterizza la sezione A, la sezione B si apre con la relativa maggiore Gb
maggiore. Come si evince dallo schema nella ripresa le due A si presentano in ordine inverso
La lunghezza della A (12 battute) può suggerire una forma di blues, ed in effetti, con
qualche forzatura questa sezione può essere assimilata ad un blues minore. La sezione B
invece consta di due frasi di 8 battute ciascuna, la prima chiaramente nella tonalità di Gb
maggiore, ed anch’essa con influenze blues, la seconda, più modulante, con il compito di
non ritengo opportuno separare l’aspetto melodico da quello ritmico in questo brano in
quanto essi mi appaiono strettamente connessi. La chiave di lettura dell’intero brano mi sembra
essere la ripetizione di due note, la cellula motivica iniziale (due crome ripetute seguite da una
minima) genera tutta la sezione A, viene abbandonata solo nella prima metà della B, per poi
ricomparire trasformata nella seconda metà della sezione B. Volendo approfondire, tutto nasce
da due note, l’intervallo, il riff più elementare, si pensi ad uno strumento come l’agogô, originario
della Nigeria.
I due suoni base ripetuti, dapprima in maniera regolare (sezione A), poi dislocati in vari
punti della battuta con chiaro intento poliritmico (seconda metà della sezione B), assumono un
carattere eminentemente percussivo, non sono più due note, bensì due suoni, due timbri, due
tamburi, il cui compito è creare un andamento ripetitivo e quindi ipnotico. Da tutto ciò appare
chiaro il richiamo all’Africa presente nel titolo. Ancora va notato che la distanza in altezza fra i
due suoni, durante lo sviluppo del brano, va da un minimo (la seconda nella sezione A) ad un
massimo (la sesta, ed un singolo intervallo di ottava nella seconda parte della sezione B) per
Probabilmente proprio per ottenere questo andamento fusiforme, le due A sono invertite
nella ripresa, dal momento che la sezione A’ è caratterizzata dall’intervallo di quarta. Da questo
schema è esclusa la prima metà della sezione B in quanto le note sono distanziate nel tempo in
modo tale da far perdere temporaneamente l’effetto bitonale percussivo che caratterizza il resto
del brano.
volendo riassumere con uno schema che renda più chiaro quest’ultimo aspetto:
A prevalenza di seconde
A’ prevalenza di quarte
B prevalenza di seste
B’ prevalenza di seste
A’ prevalenza di quarte
A prevalenza di seconde
Aspetto armonico
Per quanto riguarda l’aspetto armonico la caratteristica più evidente è senza dubbio data
dal fatto che nella sezione A sono presenti solo accordi minori. Questo espediente conferisce
una certa staticità a questa sezione ed un effetto di rallentamento. In ogni caso questa prima
sezione, come ho già detto, può essere assimilata ad un blues minore al quale la mancanza
di dominanti (l’accordo del V grado compare dove ce lo aspettiamo, cioè alla nona battuta, ma
è anch’esso minore) conferisce una qualità vagamente modale. La sezione B ha dei changes
leggermente più tradizionali; innanzitutto ricompaiono gli accordi di dominante, l’archetipo del
blues continua ad agire anche in questa sezione in quanto l’accordo del I grado, cioe il Gb,
ipotizzando che sia questa la tonalità prevalente della seconda sezione, spesso assume la
qualità di dominante.
che denota la volontà dell’autore di uscire dal terreno di riferimento armonico tipicamente
eurocolto. Ancora, oltre alla scarsa presenza di accordi di dominante in generale, che abbiamo
già messo in evidenza, va sottolineato che solo due di essi risolvono in maniera tradizionale,
sull’accordo posto una quarta sopra o una quinta sotto; inoltre che il primo di questi movimenti
armonici, quello posto fra la seconda e la terza battuta della sezione B, è più riconducibile ad
autenticamente cadenzale e tonale è quello fra la battuta 14 e la battuta 15 della sezione B, che
ha il compito di riportare il brano verso il tono di impianto della sezione A, cioè Eb minore.
Considerazioni finali
maniera ‘africana’ il brano, dal punto di vista sia melodico, che armonico, che ritmico. Ellington
vuole spostare il baricentro verso le radici africane del jazz, recuperando oltre che il blues,
prodotto già frutto di ibridazione, quegli elementi più schiettamente africani e lontani dalla
tradizione europea, primo fra tutti la prevalenza dell’aspetto ritmico e timbrico, si semplifica
l’aspetto melodico e armonico, a tutto vantaggio del ritmo, della ripetizione percussiva, della
produzione del suono come atto spontaneo, esigenza espressiva e primigenia dell’uomo.