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MERCOLEDÌ 4 AGOSTO 2004 LA REPUBBLICA 39

DIARIO
SESSANT’ANNI FA L’ARRESTO DELLA GESTAPO
DI

Il 4 agosto Le foto rare,


1944 fu i libri e le
scovata nel testimonianze
suo alloggio inedite sulla
segreto sua figura

oi lettori italiani forse l’Europa e il mondo. Rileg-

V non lo sapete, ma fu
proprio qui da noi in
Germania che il Diario di An-
gendo oggi il Diario, mi si
stringe il cuore quando ritro-
vo il grande messaggio di An-
na Frank riscosse fin dall’ini- na Frank. Il suo sorprendente
zio uno dei suoi maggiori suc- ottimismo di fanciulla straor-
cessi mondiali. Fin da quando dinariamente intelligente nel
uscì, negli anni Cinquanta or- turbine delle tragedie della
mai lontani in cui la Germania Storia, la sua convinzione che
era divisa, e i drammi del pre- malgrado tutto il mondo è
sente – nell’Ovest libero la ri- buono. Non so dire, guardan-
costruzione economica e l’e- do al mondo d’oggi, se me la
dificazione della democrazia, sento davvero di darle ragio-
all’Est il comunismo – raffor- ne. Ma questa è una filosofia
zavano la tentazione di di- ottimista, tramandarla non
menticare il passato, di guar-

Anna
può far danno. I giovani di og-
dare avanti e basta. Quando il gi hanno il diritto e in un certo
libro di quella straordinaria senso il dovere di essere otti-
adolescente uscì, nella Re- misti. Specie nella ricca e libe-
pubblica federale, fu uno ra Germania di ì oggi, da cui
shock positivo enorme. Ci fe- pure, dopo tre catastrofi, for-
ce fare i conti con la nostra se non si può esigere ottimi-
Storia recente più e meglio di smo. Io, pensando ad Anna
mille statistiche astratte sulle Frank, ricordo la spinta posi-
cifre dell’Olocausto. Fu solo tiva di ottimismo, pur insieme
una tessera, ma una tessera alla coscienza delle nostre ter-
importantissima, senza la ribili responsabilità che ci

FRANK
quale il mosaico della nostra dette leggere il Diario. Da noi
democrazia postbellica sa- si fa presto ad aver voglia di ri-
rebbe risultato diverso, in- muovere. Già due anni dopo il
completo, privo di un arric- 1918, spuntò tra i tedeschi chi
chimento vitale. aveva voglia di smetterla di
Ricordo che proprio al Dia- sentir parlare di responsabi-
rio di Anna Frank dedicai nel lità nello scoppio del primo
1953 una delle mie prime tra- conflitto mondiale. Dopo il
smissioni radio, prima che il 1945, dovemmo aspettare ap-
libro diventasse un best-sel- pena qualche anno in più. Sei
ler. Subito dopo venne l’edi- o sette per la precisione, ed ec-
zione pocket, e vendette oltre co, ricordo, che le voci di chi
un milione di copie. Le pagine chiedeva un Schlussstrich, di
lasciateci da quella giovinetta chi voleva voltare pagina con
straordinaria ebbero un peso un tratto di penna sui ricordi e
enorme nella coscienza col- le colpe del passato, tornaro-
lettiva della società tedesca no a farsi sentire. E improvvi-
del dopoguerra. Perché se- samente, su questo sfondo,
condo me catastrofi come
l’Olocausto possono essere
rivisitate e comprese dalla
gente soltanto quando le si
narra descrivendo destini e
drammi individuali. Con la
semplicità e la chiarezza che
Una voce dentro la tragedia JOACHIM FEST
venne il Diario. Ed ebbe la me-
glio su quelle tendenze.
Non suscitò critiche negati-
ve, non ne ricordo alcuna.
Specie tra i giovani di allora, la
generazione che poi costruì
la Repubblica federale. E
noi figli del dopoguerra do- che leggendo quelle pagine
vemmo appunto ad Anna di Anna, giovane preda cui i
Frank. O con l’efficacia televi- mondiale, e la gente passa ac- che a un passo dalla Porta di là del quesito se l’arte possa Diario di Anna Frank, o i diari nazisti davano la caccia come
siva che ebbe, negli anni Set- canto ai monumenti senza Brandeburgo. E’ volutamente essere brutta per ricordare di Viktor Klemperer, e per for- fosse selvaggina, capirono
tanta, il serial tv americano che di essi resti loro nulla in te- brutto perché orribile fu l’O- pagine brutte della Storia. tuna qui in Germania già lo per la prima volta quali trage-
Holocaust. sta. Pensate al memoriale del- locausto, ma io non credo No, non ci servono i monu- facciamo. E’ il modo migliore die l’ubriacatura degli anni
Libri fatti di resoconti l’Olocausto in costruzione a che, con tutta la sua aggressi- menti. Ci serve leggere e far di tenere sveglia la coscienza, Trenta aveva portato. Il Dia-
astratti, statistiche del geno- Berlino, quella pesante, brut- va veemenza retorica morale, leggere sempre di più ai nostri e forse è anche il modo mi- rio, insieme a molte altre ope-
cidio, non raccontano nulla, ta teoria di colonne monoliti- possa servire. E’ astratto, al di giovani pagine vive come il gliore di vaccinare noi stessi, re e testimonianze del genere,
non rendono oggi l’idea di fu un po’ la vera catarsi di noi
quella che fu la vita reale delle tedeschi del dopoguerra. Cer-
prede braccate, dei persegui- to, poi vennero anche seguiti
tati o degli internati nei campi deplorevoli, negativi. Come la
di sterminio. Ben altra effica- polemica tra chi, come il pa-
cia hanno ricordi e testimo- dre di Anna, vedeva nel libro
nianze di una singola perso- soprattutto un messaggio di
na: con le sue tendenze, le sue ottimismo e di speranza, e chi
speranze e le sue paure il let- NATALIA GINZBURG vi leggeva soprattutto una te-
tore e il cittadino medio pos- stimonianza di identità ebrai-
sono identificarsi. Le pagine ca. Polemiche sterili: è ovvio
del Diario hanno reso l’Olo- IL LIBRO di Anna


causto un dramma vivo, con-
ANNA FRANK. Frank, noi lo leggiamo
che entrambi i messaggi sono
elementi costitutivi del Dia-
creto, davanti al quale non era sempre tenendo pre- rio. Per noi tedeschi, queste
possibile chiudere gli occhi. E’ sente la sua tragica conclusione; senza poterci fer- polemiche interne al mondo
troppo facile, e sbagliato, affi- mare a quei precisi momenti che vi son raccontati , ebraico non rivestono un
darsi oggi ai monumenti per ma sempre guardando oltre, sempre cercando di fi- grande interesse. Per noi con-
ricordare la Shoah. I monu- gurarci quel campo di Bergen belsen, dove Anna è ta quanto, da quelle pagine, la
menti non dicono nulla, glori- morta, e quegli oytto mesi che ha trascorso là, prima Germania postbellica imparò
ficano soprattutto chi li con- della morte, certo penosamente ricordando l’«allog- a essere un paese tollerante.
cepisce e li costruisce quasi ri- gio segreto», l’idillio con il ragazzo Peter, i gattini, le Non mi stancherò mai di ripe-
tenendosi più importante dei feste per i compleanni, le amiche Elli e Miep che fino tere che il Diariofu per noi una
morti da celebrare. La Germa- all’ultimo hanno rischiato la vita per la salvezza di lei tessera indispensabile, senza
nia è stata disseminata di mo- e dei suoi; tutto questo, mentre leggiamo, ci sta da- cui il mosaico della società de-
numenti ai caduti delle sue vanti così come Anna deve averlo rievocato in quegli mocratica tedesca del dopo-
guerre: da quella del 1870, al
1914-18, al secondo conflitto
otto mesi, tutti i due anni dell’alloggio segreto» così

camion, fra i tedeschi che li portavano via, quei due


anni strappati ai tedeschi e vissuti a insaputa dei
tedeschi, di frodo, quei due anni che hanno con-

come saranno apparsi a lei e agli altri quel mattino sul
guerra non avrebbe avuto il
volto completo di oggi.

sentito ad Anna Frank di scrivere il suo diario.


40 LA REPUBBLICA DIARIO MERCOLEDÌ 4 AGOSTO 2004

LA FAMIGLIA (1929) IN OLANDA (1933) IL DIARIO (12 GIUGNO 1942)


Anneliese Marie Frank nasce il 12 giugno Otto si trasferisce ad Amsterdam. Anna, Per il tredicesimo compleanno, Anna
in una casa di Marbachweg, alla periferia Margot ed Edith lo raggiungono dopo riceve in regalo un diario. Il 14 giugno
LE TAPPE di Francoforte. Il padre Otto Frank è un alcuni mesi ad Aquisgrana. La casa è scrive la sua prima annotazione: “Tu eri il
imprenditore, la madre Edith appartiene a situata in un edificio moderno e senza primo che vidi, e probabilmente uno dei
PRINCIPALI una famiglia di patrioti tedeschi fronzoli al numero 37 di Merwedeplein miei regali più belli”

IN MOSTRA AD AMSTERDAM LE FOTO SCATTATE DAL PADRE

ANNA E MARGOT
SORELLE SENZA FUTURO LEONARDO COEN

‘‘
Amsterdam umani e non soltanto ebrei», aveva
I LIBRI
I
l sole di luglio riscalda la sabbia scritto il 9 aprile del 1944, quando
della sterminata spiaggia di già più di centomila dei 140 mila
Zandvoort, non i cuori. Il mare è
ALBUM ebrei che abitavano l’Olanda erano
MELISSA
MÜLLER
una striscia lontana. Papà Otto
scruta le adorate figlie. Vorrebbe
Per sessantasei anni queste immagini stati deportati nei campi di concen-
tramento per la «soluzione finale».
Anne Frank. scacciare ogni inquietudine, la sono rimaste private. Venticinquemila erano riusciti a
Una biografia, mente ne è ingombra. Ma non può. Le sorelle Frank morirono nascondersi, tuffandosi nella clan-
Einaudi 2003

WILLY
LINDWER
Gli ultimi sette
mesi di Anna
L’estate del 1938 sta infatti allonta-
nando ogni speranza. Hitler ha in-
goiato l’Austria. Minaccia di inva-
dere la Cecoslovacchia: pretende i
Sudeti. Francia ed Inghilterra cer-
cano di scongiurare la guerra con le
,,
a Bergen-Belsen nel marzo del 1945
destinità: in 17 mila riuscirono a
scamparla. Non Anna. Non Margot.
Strappate il 4 agosto del 1944 — un 4
agosto come oggi — dal loro «Allog-
gio segreto» ricavato nel retro della
casa di Prinsengracht 263, dove ave-
Frank, Newton armi (spuntate) del- va sede la ditta com-
Compton 2001 la diplomazia. La merciale Opekta di
stessa tollerante papà Otto. Tradite
ALISON Olanda, due mesi da un conoscente.
LESLIE prima, ha chiuso Di quel che è suc-
GOLD le frontiere agli cesso noi sappia-
Mi ricordo ebrei profughi. Le mo tutto. Credia-
Anna Frank, persecuzioni nazi- mo di saper tutto: il
Fabbri 2001 ste sono incessanti, Diario di Anna è let-
sempre più terribili. tura obbligata in
SIMON Nemmeno un anno moltissime scuole
WIESENTHAL prima, il 17 luglio, è del mondo, consi-
Giustizia, non stato aperto il lager di gliata in tutte le altre.
vendetta, Buchenwald. Un tri- Nel 2003 più di 913
Mondadori ste primato. mila persone hanno
2000 Otto, però, guarda visitato casa Frank, ol-
davanti a sé: le figlie so- tre 18 milioni e mezzo
FRANCES no il futuro, la speran- da quando è stata aper-
GOODRICH za. Sorride. Almeno loro ta al pubblico, il 3 mag-
ALBERT abbiano la sensazione gio del 1960. Due ore
HACKETT di vivere una vita serena, prima dell’inaugurazio-
Il diario di Anna tranquilla. Normale. Fin ne, il fotografo Arnold
Frank, Einaudi che è possibile: poi, ci Newman ritrae Otto di
1997 penserà lui a proteggerle. incombeva ovunque, anche nei no”. Le scampagnate. Le vacan- profilo, ai piedi di una SORELLE settimane». Cresce Anna e cresce il
Come ha fatto sempre. Come quan- pacifici Paesi Bassi — è la chiave di ze: al mare, in montagna. Il giardino scaletta di legno, nell’alloggio se- Dalla mostra suo temperamento estroverso.
AA.VV. do le ha portate via da Francoforte, lettura e di riflessione di un percor- di casa. A passeggio lungo il marcia- greto. Quella foto, 44 anni dopo, ci di Amsterdam, Papà Otto la iscrive alla scuola Mon-
Anna Frank nel dopo l’avvento del Führer. Prima so breve, brevissimo. Come lo furo- piede davanti a casa. I sogni celati — accoglie all’ingresso della mostra. le sorelle tessori: eccola seduta dietro il ban-
mondo, 1929- Margot, nel dicembre del 1933. Poi no le vite spezzate di Anna e Margot, i sogni semplici di ogni adoloscente L’ottanta per cento delle foto Frank sulla co, apparentemente compita, ma
1945, Anna, nel febbraio del 1934. Come dei loro sventurati amici, dei paren- — dietro quelle foto. Come quando esposte, assicura Colette Olof, por- spiaggia di sguardo e sorriso birichini (inverno
Fondazione sono belle, pensa Otto Frank. Anna e ti. Dei sei milioni di ebrei svaniti ne- Anna scrisse sul Diario, incorni- tavoce del bellissimo Fotografien- Zandvoort e, a 1940).
Anne Frank, Margot sono in piedi, sulla sabbia gli inferni nazisti. E’ un diario per ciando una piccola e sgualcita foto- museum di Amsterdam, vicino al sinistra, in Un anno dopo, il sorriso si spe-
Amsterdam ancora umida. La bassa marea ha ri- immagini organizzate in sequenza tessera che ce la mostra coi capelli Mercato dei Fiori e all’Opera, sono casa nelle foto gne. E’ il maggio del 1941. Anna si
1989 succhiato l’acqua per decine e deci- cronologica. Tutte scattate da papà scuri lisci e lucenti, la riga drittta sul- inedite. Le vedono cinquemila per- del padre Otto sporge dal balcone di casa. Sgomen-
ne di metri. La gente ne approfitta: Otto: che era un abilissimo ed ap- la sinistra: «Questa è una fotografia sone al mese. Colpiscono le stringa- (Copyright ta: gli ebrei possono girare solo se
JEAN raccoglie conchiglie, molluschi, ar- passionato fotografo. E che si era in cui ho proprio il volto che vorrei te didascalie che accompagnano la Anne Frank portano la stella gialla. E mai dopo le
AMÉRY selle. Anna e Margot osservano. Al- prefissato di salvaguardare la fami- avere sempre. Allora potevo ancora sobria raccolta: il curatore Victor Foundation, otto di sera. E’ l’ultimo scatto di vita
Intellettuale ad lora, papà Otto ha un’intuizione. Af- glia, di mantenerne la dignità. Di sperare di finire a Hollywood, ma Levie ha preferito utilizzare le stesse Basilea / Anne normale. Nel maggio del 1942 Otto
Auschwitz, ferra l’inseparabile Leica, dice loro farla vivere come tutte le altre. adesso purtroppo spesso ho un al- — vergate col pennino intinto nel- Frank Frank ripone la sua Leica dentro un
Bollati di restar ferme, immobili per qual- Ecco, dunque, il rito borghese (e tro aspetto»(10 ottobre 1942). l’inchiostro di china — che avevano Foundation, cassetto. Non la userà mai più. Il 6 lu-
Boringhieri che istante. Le fotografa. Di schiena. non solo) del ritrarre i momenti cru- Eppure Anna era un’inguaribile appuntato i Frank in quattro album Amsterdam) glio lui e i suoi entrano in clandesti-
1987 Le figlie mostrano le spalle nude, an- ciali che scandiscono l’esistenza fa- ottimista. Carattere ereditato da (400 foto). Anna venne alla luce il 12 nità. Otto morirà nel 1980. Lascerà la
cora acerbe. Il torso, fin dove il co- miliare. La nascita. I primi com- papà Otto. La sua volontà di vivere e giugno del 1929, alle 7 e 30 del mat- Leica alla seconda moglie Elfriede
ALBERTO stume lo consente. Le gambe, fin do- pleanni. Gli amici più cari. Le visite vivere felice è la cifra quasi ossessi- tino: pesava oltre quattro chili e mi- “Fritzi” Geiringer-Markovits, spo-
NIRENSTAJN ve il prendisole arriva: quello che in- ai parenti. I nonni. Gli zii. I vicini di va del Diario: «Questa terribile guer- surava 54 centimetri di lunghezza. sata nel 1953: l’aveva conosciuta sul
Ricorda cosa ti dossano ha foggia identica. Tessuto casa. I loro volti. Poi, la scuola. Le ca- ra finirà una volta per tutte e noi tor- Vivace, sin troppo, scrive mamma convoglio che da Auschwitz lo ripor-
ha fatto scozzese. Un tocco chic. Va di moda. se. Il primo orologio. Il vestito “buo- neremo ad essere di nuovo esseri Edith: «Ha pianto tantissimo per sei tava in Olanda.
Amalek, Ma Anna e Margot non mostrano
Einaudi 1958 il volto. Come se ci avessero già sa-
lutato. Come fossero pronte a la-
FREDIANO sciarci per sempre. Le loro ombre si HANNAH ARENDT
SESSI allungano oblique sulla sabbia. L’OLANDA E IL NAZISMO/ LE RICERCHE DI CAROL ANN LEE
Auschwitz Verso Occidente. Verso la libertà.
I giovani tedeschi
IL SOCIO IN AFFARI
1940-1945, Otto Frank aveva un occhio impec-
Rizzoli 1999 cabile per i dettagli, per la scelta del-
le inquadrature. Le sue non erano
che alla pubblicazione
GIORGIO mai foto banali. Quella della spiag- del Diario di Anna Frank
AGAMBEN
Quel che resta
di Auschwitz,
Bollati
gia di Zandvoort ha infatti qualcosa
in più: è quasi un presentimento.
Per sessantasei anni quest’im-
magine struggente, enigmatica, è ri-
mostrano isterici sensi di
colpa, si sottraggono CHE TRADÌ OTTO FRANK
Boringhieri masta dentro un album di famiglia. ai veri problemi attuali ROBERTO FESTA
1998 Unica foto di Otto che tradisce an-

C
goscia, paura, smarrimento. Fram- La banalità del male arol Ann Lee è inglese, vive ad Amster- Van Maarem, che lavorava nel magazzino e
JACOB mento doloroso di memoria priva- 1964 dam. Da anni si occupa del “caso An- che morì nel 1971 giurando sulla propria in-
PRESSER ta: Anna e Margot morirono a Ber- na Frank”. Il suo lavoro più recente, A nocenza. Nel libro la Lee spiegava la ragione
La notte dei gen-Belsen, nel marzo del 1945, uc- Friend Called Anne, storia dell’amicizia tra che avrebbe spinto Otto Frank, dopo la guer-
Girondini, cise dal tifo e dalle privazioni: aves- Anna e Jacqueline Van Maarsdens, verrà ra, a non denunciare il suo ex-socio. Ahlers
Adelphi 1976 sero resistito qualche altro giorno, VITTORIO SERENI pubblicato domani da Penguin. In Olanda conosceva un segreto imbarazzante: Otto
(traduzione di sarebbero forse qui a raccontarci la Carol Lee è celebre soprattutto per The Hid- aveva continuato a vendere cibo ai nazisti
Primo Levi) loro atroce esperienza. Oggi, quel
luminoso illusorio pomeriggio d’e-
Quella di Anna Frank den Life of Otto Frank (2002), il libro che da-
va un volto nuovo e imprevisto al traditore
nei primi mesi di guerra. «Ma non era una
decisione volontaria – spiega la Lee -. L’85%
state è diventato il soggetto di un po-
ster emblematico, biglietto da visita
non dev’essere, non è dei Frank: Anton Ahlers, ex-socio in affari di
papà Otto, che avrebbe tradito per il più co-
delle imprese olandesi furono costrette a fa-
re affari con i nazisti».
di una mostra, in fondo, drammati- privilegiata memoria. Tanti mune tra i motivi: l’interesse. Consegnare In Olanda le reazioni al libro della Lee so-
ca: Anne Frank and family è un’in-
sostituibile testimonianza dell’or-
crollarono per sola fame un ebreo, nel 1944, valeva quaranta fiorini.
La Lee giungeva al nuovo “colpevole” sulla
no state contrastanti. «Mi hanno criticata,
spesso con rabbia», spiega la scrittrice.
rore che nelle 69 foto esposte al Fo- senza il tempo di scriverlo base della corrispondenza tra Otto Frank e «Qualcuno aveva osato toccare il padre del-
tografienmuseum di Amsterdam Ahlers. Per anni ci si era chiesto chi avesse la loro ‘santa patrona’». Dietro la “rabbia” di
(Keizersgracht 609, sino al 12 set- Lei, è vero, lo scrisse denunciato gli otto ebrei nascosti nel retro- alcune recensioni si indovinava comunque
tembre) non è mai (volutamente) magazzino di Prinsengracht 263. I sospetti si dell’altro. La Lee si era infatti avventurata in
rappresentato. Anzi, proprio questo Dall’Olanda erano concentrati soprattutto su Willem un terreno minato: le reazioni dell’olandese
non mostrare — ma noi invece sap- 1961
piamo che ci sarà, che comunque
MERCOLEDÌ 4 AGOSTO 2004 DIARIO LA REPUBBLICA 41

IL NASCONDIGLIO (1942) AUSCHWITZ (1944) LA MORTE (1945)


Il 6 luglio la famiglia entra nel nascondiglio Il 4 agosto gli otto clandestini vengono Edith Frank muore ad Auschwitz e il 27
in Prinsengracht 263. Inizia la traditi e arrestati. Il 3 settembre sono gennaio Otto è liberato dall’Armata Rossa.
clandestinità. Anna scrive nel diario: “Qui deportati ad Auschwitz. Il 28 ottobre, A marzo, Anna e Margot muoiono a
non si sta poi tanto male”. Ai Frank si Anne, Margot e Auguste Van Pels sono Bergen-Belsen colpite dal tifo. Il 15 aprile,
uniscono i tre Van Pels e Fritz Pfeffer trasferite nel campo di Bergen-Belsen le truppe inglesi liberano il campo

FURONO TANTISSIME LE PAGINE DIARISTICHE LASCIATE COME MEMORIA

QUEI MESSAGGI
NELLA BOTTIGLIA SUSANNA NIRENSTEIN

«T ‘‘
utti si misero a scrivere: A volte, viene da chiedersi come
giornalisti, scrittori, mae- mai le memorie di Anna Frank siano I FILM
stri e professori, attivisti state più diffuse di quelle ad esempio
sociali, giovani, e perfino bambini.
TESTIMONIANZE dell’allora quindicenne Mary Berg (Il
Più che altro si scrivevano diari, in
cui gli avvenimenti tragici venivano
Fra i diari più famosi c’è quello ghetto di Varsavia, diario 1939-1944,
Einaudi): anche queste fresche, di-
IL DIARIO DI
ANNA FRANK
raccontati e commentati col criterio di Victor Klemperer, della rette, terribili ma al tempo stesso ric- di George
dell’esperienza personale. Si è scrit- quindicenne Mary Berg e di Justa che di informazioni concrete, e pub- Stevens,
to moltissimo, ma la maggior parte
di questo materiale è stato distrutto
insieme agli ebrei di Varsavia. E’ ri-
masto solo quello conservato dall’O-
neg Shabat». La nota è di
Emanuele Ringelblum,
,,
Drenger, scritto sulla carta igienica
blicate già nel 1945 in America. La ri-
sposta sembra poter essere una sola:
le pagine di Anna si fermano a prima
della deportazione, permettono di
soffermarsi sulla cesura
del nascondiglio in sof-
1959
La vita della
famiglia Frank
dalla
clandestinità
ai campi di
eroe della resistenza del fitta sospesa sulla morte sterminio.
ghetto di Varsavia, fuci- futura, eppure non bru- Adattato dal
lato nel marzo ‘44 insie- tale come la vita nel ghet- dramma di
me alla moglie e ai figli. to: Mary Berg, per quan- Goodrich e
Documentare, racco- to parli anche di amici- Hackett, a sua
gliere materiale sull’an- zie, teatro, canzoni, fa- volta basato
nientamento degli ebrei miglia, non permette sul Diario.
in Polonia, questa era di- tergiversazioni sui temi Vincitore di tre
ventata la sua missione a dell’adolescenza: l’an- premi Oscar
partire dall’ottobre nientamento, la fame, i
1939, l’inizio dell’occu- morti, stanno lì per stra- ARRIVEDERCI
pazione tedesca, e la da e Mary quando esce ci RAGAZZI
realizzò appunto con inciampa sopra, letteral- di Louis Malle,
l’Oneg Shabat, “La deli- mente. 1987
zia del sabato”, nome in Tra i diari più famosi, Tre ragazzini
codice per via del giorno forse il più simile a quel- ebrei sono
in cui si riunivano le per- lo di Anna Frank, per nascosti
sone che crearono que- l’assenza della concre- dentro un
sto preziosissimo archi- tezza dell’orrore, è quel- collegio
vio del ghetto. Quando la lo del 52enne Victor cattolico. A
fine divenne imminen- Klemperer, (Testimo- causa di una
te, Ringelblum e i suoi niare fino all’ultimo, soffiata,
collaboratori chiusero diari 1933-1945, Mon- saranno
gli scritti raccolti in una decina di inutilizzata di una prigione per rac- A CHINA dadori), scritto tra le pieghe della deportati
casse di lamiera e bidoni da latte e li contare il suo arrivo nel ghetto di Dalla mostra Germania nazista, dove Klemperer, dalla
GLI AUTORI LE IMMAGINI seppellirono in un cortile del ghetto, Cracovia, il rapporto col marito Ma- di Amsterdam professore di letteratura francese, Gestapo.
Il testo del Sillaba- Otto Frank era un in via Nowolipki 68, e fecero arrivare rek, uno dei capi della resistenza, la un ritratto di poté rimanere in quanto marito di Leone d’oro a
rio è tratto dalla pre- fotografo appassio- all’estero una descrizione del luogo gioia della sera prima della ribellio- Anna con la un’ariana e combattente della Prima Venezia
fazione che la famo- nato e capace. Le del nascondiglio. Le carte furono ri- ne, la cattura. didascalia Guerra Mondiale: è la storia metico-
sa scrittrice Natalia foto che ha scattato trovate alla fine del conflitto a testi- Testimoniare, descrivere. Dallo scritta a china losa di un inesorabile strangolamen- JONA CHE
Ginzburg ha scritto con l’inseparabile moniare non solo la macchina della stesso archivio Ringelblum arrivaro- di suo pugno to che Klemperer subisce sempre più VISSE
per l’edizione del Leica per effigiare i persecuzione, della ghettizzazione e no pagine e pagine di diaristica che (Copyright stupito, scandalizzato, offeso e da NELLA
1964 al Diario di An- suoi familiari, e in dello sterminio insieme ai temi stra- raccontavano l’indicibile, come un Anne Frank cui si salva solo perché il giorno in cui BALENA
na Frank e ora ripro- particolare le figlie zianti del coraggio e della rivolta sen- giorno non assomigliasse mai all’al- Foundation, infine deve presentarsi alla Gestapo, di Roberto
dotta nella nuova Margot e Anna, non za speranza, ma anche argomenti tro, come il primo ghetto fosse quasi Basilea/Anne Dresda viene bombardata. Un diario Faenza, 1993
edizione integrale, sono mai banali. scomodi come il collaborazionismo, «un paradiso in confronto all’ultimo Frank davvero speciale perché registra Un bambino
il problema della dignità, della pas- stretto recinto» dello “shop”, e poi l’i- Foundation, quasi ora per ora come la civile Ger- olandese
sempre da Einaudi. Oggi, dopo ses- Amsterdam)
Joachim Fest, uno sant’anni in cui so- sività, della disumanizzazione. nizio della deportazione: tutto cam- mania si trasformasse in una bestia scampato al
degli storici tede- no rimaste private, Altri archivi clandestini furono ri- biava nel giro di pochi giorni di pre- feroce. Ma ogni diario è speciale. campo di
schi più noti, è auto- le immagini sono in trovati in altri ghetti, come a Bialy- cipizio, «perfino il modo di vestirsi». Messaggi nella bottiglia, li chiama Bergen-
re della più celebre mostra ad Amster- stok. E diari furono occultati nei luo- L’Oneg Shabat si sforzava di fissare Gustavo Corni, lo studioso che li ha Belsen inizia
biografia di Hitler e dam, al Fotografien ghi più strani e difficili: come quello ogni fenomeno nel momento in cui studiati ultimamente in Italia come lentamente
del recente La di- Museum, fino al 12 ritrovato sotto il Sonderkommando era in atto. «Perché ogni giornata fonti storiche dirette, con il suo I una nuova
sfatta, Garzanti settembre di Birkenau, o quello di Justina, Justa contava come decenni». E quei diari, ghetti di Hitler. Voci da una società vita con i suoi
Drenger, scritto in terza persona su come sappiamo, non sono stati cer- sotto assedio (Il Mulino). Perché scri- genitori
carta igienica e nascosto in una stufa tamente gli unici ad arrivarci. vevano così copiosamente nono- adottivi.
stante la fame, il freddo, i lavori du- Tratto dalla
rissimi, l’angoscia del futuro, il disa- biografia di
stro? «Era frutto di una deliberata Jona Oberski
PHILIP ROTH scelta di lasciare testimonianza, di
Il disegno qui a fianco fare i conti con quello che stava avve- SCHINDLER’S
raffigura l’«alloggio
segreto», il Solo Otto Frank nendo» dice Corni. Per sentirsi vivi in
un mondo isolato e senza voce, per
LIST
di Steven
nascondiglio dove
Anna Frank trascorse
sopravvisse ai campi di lasciarsi andare. Scrive l’anonimo
autore di un diario appuntato in
Spielberg,
1993
due anni prima di concentramento. Tornato quattro lingue sui margini di un ro- Oskar
essere catturata dai
tedeschi per una
ad Amsterdam, la famiglia manzo: «Sento una tale necessità di
aprire il mio libro della memoria ad
Schindler,
industriale
delazione che li aveva protetti gli ogni momento e di alleggerire il mio tedesco,
cuore amaro scrivendo». Annota un dapprima in
diede i taccuini della figlia collaboratore di Ringelblum: «Il de- affari con i
siderio di scrivere è altrettanto forte nazisti, finisce
Lee. Un processo che inizia subito dopo la Lo scrittore fantasma della ripugnanza verso le parole». per salvare
pubblicazione del Diario. Spiega Carol Ann 1979 Persino il capo dello Judenrat di Var- 1100 ebrei
Lee: «La storia di Anna Frank suggeriva al savia Adam Czerniakow, ricorda dalla camera
mondo: ‘Noi olandesi l’abbiamo nascosta, i Corni, dedica ogni sera qualche mi- a gas.
terribili tedeschi l’hanno uccisa’». nuto alle sue note. Bisogno di lascia- Adattato dal
Le polemiche suscitate dal libro hanno PRIMO LEVI re traccia di sé, di mantenere in vita libro La lista di
spinto il Netherlands Institute for War Do- quelli già scomparsi, ma soprattutto Thomas
comune alla persecuzione degli ebrei. Nel
1944 c’erano soltanto 200 soldati tedeschi ad
cumentation a riaprire il caso del “tradi-
mento” di Anna. Ma, come scriveva il rap-
Nulla rimane della urgenza che gli altri leggano il mes-
saggio nella bottiglia e sappiano quel
Keneally, ha
vinto sette
Amsterdam: la gran parte degli ebrei venne
rastrellata dalle SS olandesi. Per tutti gli an-
porto finale dell’aprile 2003, «la nostra inda-
gine non ha condotto a un responsabile». La
fanciulla olandese. Scrisse che è veramente avvenuto, come
scrive il lavoratore del Sonderkom-
Oscar

ni Trenta, il governo olandese negò l’asilo a tesi della Lee veniva giudicata «pura specu- la sua giovinezza senza mando di Birkenau che trova un dia-
molti rifugiati ebrei. Dopo l’invasione, il par-
tito nazista olandese balzò a 32 mila iscritti.
lazione». Il colpevole restava senza volto, co-
me gran parte degli olandesi che denuncia-
domani: la sua cenere muta rio e lo seppellisce: «Così come esat-
tamente gli avvenimenti si sono
Quando i tedeschi chiedevano la mappa di rono i 9 mila ebrei di Amsterdam. «Il nostro è nel vento, la sua vita svolti, nessuno se li può immagina-
una strada, i funzionari olandesi gliela forni- problema non è il furfante, ma l’uomo co- re... Ritengo perciò mio dovere na-
vano con tanti piccoli punti. Un punto, 10 mune che si umilia e compie atti atroci», ha in un quaderno sgualcito scondere questo pacchetto di carte
ebrei. «Ho osato mettere in discussione l’i- scritto lo storico Jacob Presser, anche lui un che ho trovato in modo che si con-
cona dell’olandese salvatore», ha scritto la sopravvissuto. Ad ora incerta servi a lungo... Questa non è ancora
1978 tutta la verità. La verità intera è mol-
to più tragica, molto più orribile».

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