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Documenti Normative Di PC Normative Reg 28 Procedure Gestione Emergenze
Documenti Normative Di PC Normative Reg 28 Procedure Gestione Emergenze
2003
VISTA la L.R. 5 gennaio 2000, n.1 e successive modificazioni che, al comma 136
dell'art.3 individua la Regione quale Ente coordinatore dell'organizzazione e
dell'esecuzione delle attività di protezione civile a livello regionale, e in particolar
modo della partecipazione al soccorso e al superamento dell'emergenza;
ATTESO che la stessa legge, al comma 147 dell'art.3, prevede che in caso di evento
calamitoso di livello regionale, in atto o imminente, il Presidente della Giunta
regionale, o l'assessore delegato, decreti lo "stato di crisi" al fine di attivare tutte le
componenti dell'amministrazione regionale utili per interventi di protezione civile;
RITENUTO che per dare compiuta attuazione alle prescrizioni della L.R. n. 1/2000
debbano essere disciplinate e codificate le procedure amministrative, operative e di
coordinamento per la gestione dello stato di crisi e individuate le strutture e i servizi
regionali chiamati a concorrere all'emergenza;
PRESO ATTO del lavoro svolto dal predetto gruppo di lavoro interdirezionale, che si è
tradotto tra l’altro in un documento generale sulle emergenze esterne, come richiesto
dall’OGR Y01, di cui si è informato il Comitato di Coordinamento dei Direttori Generali
nella seduta dell’11 dicembre 2003;
DECRETA
IL SEGRETARIO GENERALE
15.12.2003
SOMMARIO
1. I NTRODUZIONE
1.1. INTRODUZIONE
1.2. FINALITÀ DELLA PROCEDURA
1.3. PRINCIPI GENERALI
LE DIREZIONI GENERALI
2.1. INDIVIDUAZIONE DELLE TIPOLOGIE DI EVENTO
2.2. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO
3. PROCEDURA DI EMERGENZA
ALLEGATI
1.1. INTRODUZIONE
Per redigere questo documento è stato formato un Gruppo di Lavoro (GdL) composto
da funzionari di Regione Lombardia appartenenti a 7 Direzioni Generali:
• DG Presidenza
• DG Sicurezza, Polizia locale e Protezione civile
• DG Sanità
• DG Agricoltura
• DG Territorio e Urbanistica
• DG Qualità dell’Ambiente
• DG Risorse e Bilancio
e da funzionari di ARPA Lombardia.
Il GdL ha sviluppato la propria attività sulla base dei seguenti documenti di indirizzo:
• Il D.D.U.O. n. 4368 del 27 febbraio 2001 “Approvazione delle procedure per la
dichiarazione dello stato di crisi regionale e atti connessi alle emergenze di
protezione civile di livello regionale (Attuazione l.r. 5 gennaio 2001 n.1 “Riordino
del sistema delle autonomie locali in Lombardia”: art. 3 commi 147, 148, 149 e
150), che approvava l’ambito di applicazione, la procedura operativa per i
funzionari di turno dell’U.O. Protezione civile per le situazioni di emergenza e in
normalità, la procedura per le avverse condizioni meteorologiche, la dichiarazione
dello stato di crisi, l’attivazione e la convocazione dell’Unità di crisi, le funzioni e
le attività della sala operativa;
• L’OGR TIPO B 2002 “Protezione Civile”, prodotto 3.1 “Rielaborazione piani di
emergenza di tutte le sedi di Milano, con procedure specifiche e scenari di
evento”, presentato nel dicembre 2002 con l’obiettivo di revisionare i piani di
emergenza delle sedi regionali per sviluppare una politica di prevenzione del
rischio, finalizzata a garantire la sicurezza del personale regionale e dei visitatori
presenti nelle sedi regionali. Nel contempo realizzare un sistema innovativo
capace di assicurare, al verificarsi di un evento, la continuità dell’attività
amministrativa e istituzionale dell’ente. Gli argomenti trattati riguardavano la
revisione/integrazione dei piani di emergenza, andando oltre gli aspetti normativi
del D.lgs 626/94; l’attivazione di procedure di “Disaster Recovery” per il
salvataggio dei dati sensibili; la definizione di modelli di intervento differenziati
(emergenza a rilevanza interna o a rilevanza esterna); l’istituzione dell’Unità di
Crisi Regionale, strumento di coordinamento delle emergenze a rilevanza
esterna; la costituzione di un centro operativo di riferimento unico per le
emergenze presso la sala operativa di protezione civile; la costituzione di una
squadra di esperti (Rescue Team) di intervento rapido per il coordinamento sul
luogo dell’evento dell’emergenza.
La Procedura illustrata nei capitoli successivi riguarda gli eventi emergenziali connessi
con le competenze amministrative di Regione Lombardia che in generale riguardano il
sistema di Protezione civile (es. eventi idrogeologici, sismici, tecnologici, igienico
sanitario ambientali, agricolo-forestali, trasporti, servizi essenziali acqua luce gas e
terrorismo).
Inoltre il Gruppo di Lavoro, rispetto al mandato assegnato, ha ritenuto di dover
riassumere anche la situazione degli eventi emergenziali che potrebbero verificarsi
nelle Sedi regionali (es. principio di incendio, interruzione energia elettrica, etc.) ed, in
sintonia con il lavoro condotto parallelamente dall’Area Organizzazione (ex Task
Force), ha formulato una proposta complessiva – non facente parte del presente
documento – che sarà comunque oggetto di successivo approfondimento.
In linea con i principi informatori della qualità aziendale, con periodicità di norma
annuale la procedura sarà sottoposta a revisione al fine di tenere al passo con i tempi
e la tecnologia la operatività in emergenza.
2
TIPOLOGIE DI EVENTO ED AMBITI
DI COMPETENZE RIGUARDANTI LE
DIREZIONI GENERALI.
• Gli scenari del rischio idrogeologico sul territorio regionale possono essere
ricondotti a due tipi di eventi idrologici che si manifestano su aree geografiche
limitate o estese:
1. eventi associati a precipitazioni prolungate (eventi di tipo autunnale) con piogge
su diversi giorni e con intensità massime inferiori a 15 - 30 mm/h
2. eventi associati a precipitazioni intense (eventi di tipo estivo) con piogge
concentrate in poche ore o pochi giorni con intensità massime fino a 60-70
mm/h
con il seguente livello di danno atteso (per le cose) e con il seguente livello di
rischio per le persone:
1. basso
2. medio
3. alto
4. molto alto
AREA EVENTI FENOMENI DI LIVELLO LIVELLO EVENTI EVENTI E
GEOGRAFICA IDROLOGICI DISSESTO DI DANNI DI STORICI RISCHI
ATTESI RISCHIO ATTESI IN
PER FUTURO
PERSONE
PIANURA 1 1 3,4 1 nov. ’94, In forte
ott. 2000, aumento
nov 2002
PIANURA 2 1,2,3 3,4 2 Giugno In forte
1992, aumento
settembre
1995,
maggio
2002
LAGHI 1,2 1,5 2,3 1 1868, In
2000, aumento
2002
ALPI/PREALPI 1 1,2,3,4,6,7,8 3 3 Nov. In
2000 e aumento
2002
ALPI/PREALPI 2 1,2,3,4,6,7 4 3,4 Luglio In
agosto aumento
1987
OLTREPO 1,2 1,6,7 2,3 1,2 1977 stabile
• Gli scenari del rischio tecnologico sul territorio regionale si riferiscono in senso
lato, cioè non limitati agli insediamenti industriali a rischio di incidente rilevante, come
definiti dal D.Lgs. 334/99 e dalla L.R. n. 19/2001 recentemente in vigore, ma estesi a
tutti i possibili rischi connessi con attività industriali e produttive che possono
determinare incidenti a persone, cose e ambiente, all’esterno degli insediamenti da cui
originano, includendo anche i rischi di incidenti di trasporto di sostanze pericolose.
Per il rischio incendi boschivi, sulla base delle risultanze del Piano Regionale di
Previsione, Prevenzione e lotta attiva agli incendi della Regione Lombardia, è possibile
identificare le aree a maggior rischio di incendio, i periodi di massima pericolosità per
gli incendi stessi e poter quindi programmare e pianificare le attività antincendio
boschivo sia in fase di prevenzione sia in fase di emergenza.
Per “emergenze ordinarie” legate agli incendi boschivi si intendono quegli eventi
connessi con le competenze amministrative della Direzione Generale Agricoltura in
materia che possono essere affrontati dalla stessa DG mediante l’attivazione diretta di
risorse umane, mezzi, attrezzature, tecnologie disponibili per affrontare la situazione,
prendere le decisioni ritenute più opportune, effettuare gli interventi e risolvere la
situazione.
Per “emergenze straordinarie” si intendono quegli eventi che per intensità, numero ed
estensione devono essere fronteggiati mediante l’intervento coordinato di più Direzioni
Regionali, con mezzi e poteri straordinari, attraverso l’Unità di Crisi regionale.
E’ questo il caso di grandi incendi, prevalentemente di interfaccia urbano-rurale, che
possono interessare abitazioni, manufatti, infrastrutture, in sostanza che possono
interessare la pubblica e privata incolumità dei cittadini (come ad esempio è avvenuto
per l’incendio di Ardenno del 1998).
Per le altre situazioni di rischio più sopra descritte l’esperienza di alcune situazioni di
emergenza venutesi a creare negli ultimi anni hanno portato ad un buon
consolidamento di procedure standard da applicare in determinate situazioni
attraverso un coordinamento con altre Direzioni Generali, quali ad esempio la DG
Sanità e la DG Territorio.
In altri casi sono ancora da personalizzare procedure standard comuni anche perché
l’imprevedibilità e la rapidità del fenomeno hanno costretto i soggetti coinvolti a
cercare subito una risoluzione ai problemi senza poter disporre di una procedura già
verificata e collaudata.
La scheda informativa deve essere inviata al fax della sala operativa: 02.6706222;
eventuali informazioni al numero 800.061.160
(o preceduto dal 12. per alcune utenze di telefoni cellulari).
b) Emergenze straordinarie: sono le calamità naturali, le catastrofi o altri eventi che, per
intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati mediante l’intervento coordinato di
tutte le Direzioni generali interessate con mezzi e poteri straordinari attraverso l’Unità di
Crisi regionale (es.: eventi idrogeologici, sismici, tecnologici, igienico sanitario ambientali,
agricolo-forestali [incendi boschivi], trasporti, black–out e bioterrorismo).
COMPONENTI SUPPLENTI
I componenti titolari devono concordare con i loro supplenti eventuali ferie o assenze
di altro tipo, per garantire che in ogni caso uno di loro sia sempre reperibile, 24 ore su
24, 365 giorni su 365.
Ai componenti titolari dell'UDC spetta di istruire, informare e aggiornare i rispettivi
componenti supplenti sulle attività dell'UDC, e sulle attività svolte o da svolgersi in
Sala Operativa.
IL COORDINATORE DELL’UNITÀ DI CRISI REGIONALE
In tutti i casi di cui sopra può essere dichiarato, a discrezione del Presidente
della Giunta regionale o dell’Assessore delegato, lo "stato di crisi" con atto
formale.
La convocazione avviene a mezzo fax o telefono o emissione di messaggi brevi (SMS)
via telefono cellulare in dotazione ai membri dell'UDC.
La convocazione è effettuata di norma dal Dirigente dell'U.O. Protezione Civile (o suo
sostituto in caso di ferie o assenza del titolare), ed è indirizzata solo a ciascun
membro titolare dell'UDC.
INIZIO
EMERGENZA
a) Emergenze ordinarie - Eventi Protezione civile
SALA OPERATIVA
DIREZIONE PROCEDURE Staff di emergenza INFORMA
ATTIVA PROTEZIONE
GENERALE EMERGENZA DG COMPETENTE
CIVILE
COMPETENTE
SCHEDA INFORMATIVA
GESTIONE Tipologia evento
EMERGENZA INVIA localita', estensione,
sorgente
azioni prevenzione
evoluzione possibile
stato attivita'
strutture impiegate
ATTIVAZIONE
UNITA' DI NO FINE
CRISI?
RITORNO
ALLA
NORMALITA'
SI
Il Dg della
Direzione generale
competente
INFORMA E
SUPPORTA
b) Emergenze straodinarie - Eventi Protezione civile
Il Dg Sicurezza,
ATTIVA Polizia locale e
Protezione civile
SALA DecisionI
PROCEDURE Unita' di Crisi SALA OPERATIVA
EMERGENZA CONVOCA PROTEZIONE
regionale
CIVILE
SALA Situazioni
SI
NO
FINE
RITORNO
ALLA
NORMALITA'