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Trascrizione: Lea Jackob

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Lea Jackob I Casti
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« Tua, Signore, è la grandezza (Ghedullah), la potenza (Ghevurah),
la bellezza (Tiferet), la vittoria (Nezakh) e la maestà (Hod), perché
tutto (Kol - appellativo di Yessod), nei cieli e sulla terra, è tuo.
Signore, tuo è il regno (Malkhut); tu sei colui che ti innalzi come
testa (Ro'sh - le tre Sefirot superiori) su ogni cosa. (1Cron, 29,11) »

La tradizione della Kabbalah affonda le radici in un tempo


remotissimo. Essa esiste con l’esistere dell’uomo stesso, è la
conoscenza della sua Sapienza, noi possiamo apprendere i segreti e le
leggi che regolano e sorreggono il mondo, comprendere le forze che lo
perpetuano ed entrare in profondità nei legami fra l’essere umano ed il
creato, nello straordinario dialogo macrocosmo-microcosmo che è
sempre presente, in ogni dove. Fuori e dentro di noi.
E’ D-o stesso che ci chiama ad intraprendere questo viaggio, fin dal
momento in cui ci manda nel mondo. Siamo qui infatti per
sperimentare la cosa Una dal punto della separazione, perché senza
separazione, non avremmo potuto cogliere il senso più autentico
dell’unità. Attraverso le Sephirot, Egli proietta se stesso nel mondo;
come Luce attraverso un prisma, discende nei regni inferiori per
conoscere se stesso attraverso di noi e attraverso la dimenticanza di sé.
Le Sephirot sono le dieci modalità della Luce senza limiti (Or Ein Sof)
attraverso cui l’Ein Son (l’Infinito) si rivela e crea incessantemente la
realtà manifesta. Sebbene in alcune rappresentazioni dell’Albero della
Vita si possono contare undici Sephirot, in realtà sono sempre e solo
10 ad agire, poiché la Kether, la Sefira più elevata, regno dell’Or Ein
Sof, è un luogo irraggiungibile alla coscienza umana a causa delle sue
immense ed elevatissime vibrazioni. Dunque dice la tradizione, come
indicato nel Sefer Yetzirah:

“Dieci Sephirot del nulla, dieci e non nove, dieci e non undici”.

Esse sono associate alle qualità interiori dell’uomo, alle sue peculiarità
e al tipo di esperienze del quotidiano e si esprimono a livello
caratteriale e destinico con gli influssi dei Dominatori Planetari ad essi
associati.

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Sono inoltre da considerare come i gradi della vita divina, all’interno
di D-o stesso (macro-micro) in qualità di Uno, Immutabile e Perfetto.
Secondo lo Zohar, le Sephirot sono collegate ai nomi divini e alla loro
sapienza. Costituiscono la struttura della Mente Suprema divina, che
agisce sul mondo mediante la catena di causa ed effetto. L’insieme
delle dieci Sephirot rappresenta l’Uomo Celeste o l’Essere
Primordiale. Queste Sephirot sono disposte in un diagramma chiamato
Albero della Vita.
Inizialmente l’Albero della Vita (e dunque il mondo) era fondato su
due colonne ed infatti il mondo era un caos, poiché tutto puntava su
una qualità ed il suo opposto. Era il mondo della dualità. Visto questo,
D-o ha deciso di porre rimedio bilanciando le qualità su tre colonne e,
nel processo di correzione, noi siamo completamente coinvolti, nella
misura in cui accettiamo la nostra corresponsabilità e decidiamo di
correggere ciò che si proietta da noi verso l’esterno, per il mezzo della
lente del nostro Ego. Con la correzione della struttura dell’Albero della
Vita, noi partecipiamo alla rettificazione perseguendo la via
dell’equilibrio della mano sinistra e della mano destra, del maschile e
del femminile, dell’emisfero celebrare sinistro e dell’emisfero
cerebrale destro. La colonna centrale non solo bilancia l’albero (e
dunque il mondo stesso), ma dona anche una struttura stabile, che
mette in collegamento gli opposti facendo da ponte di dialogo fra lato
destro e lato sinistro. Questa terza via centrale viene definita la Via
Regale ed è composta dalle Sephirot: Yesod (il Fondamento) - Tiferet
(la Bellezza) - Da’at (la Conoscenza).
Sono tre infatti le vie che ogni essere umano ha davanti a sé: la via
della mano Sinistra (o della Forza, della Severità), la via della mano
Destra (o dell’Amore, della Grazia) ed infine la via Regale (centrale,
della Compassione), ma solo quest’ultima unifica gli opposti.

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“Ascoltate voi stessi e guardate nell’Infinito e nello Spazio e nel
Tempo. Là echeggiano il canto degli Astri, la voce dei numeri,
l’armonia delle Sfere. Ogni sole è un pensiero di Dio e ogni pianeta
un modo di questo pensiero. E’ per conoscere il pensiero divino,
anime, che voi scendete e risalite penosamente la via dei sette pianeti
e dei loro sette cieli. Cosa fanno gli astri? Cosa dicono i Numeri?
Che cosa vogliono le Sfere? O anime perdute e salvate, essi dicono,
essi cantano, essi volgono i vostri destini”

Frammenti - Ermete Trismegisto

Ma andiamo con ordine e iniziamo dalla Prima Sefira in assoluto:


Kether, la Corona.

Kether
Kether corrisponde al numero Uno. L’uno ha la caratteristica di essere
immutato, un numero che moltiplicato o diviso per se stesso da sempre
come risultato 1. E’ il Padre del tutto. Nella sua caratteristica di
immutabilità, solo nella sua proprietà di essere soggetto all’addizione
possiamo iniziare una numerazione. Ma in che modo otteniamo i
numeri successivi, se abbiamo solo il numero 1? Per riflessione di se
stesso, cioè attraverso un suo duplicato, una sua immagine riflessa.
Alla Sefira Kether viene attribuito il nome divino Eheieh, IO SONO.
Vale a dire Esistenza.

Esodo 3,14 “Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono (Eyeh Asher
Eyeh)”. Poi disse: “Dirai così ai figli d’Israele: Io-Sono mi ha
mandato da voi”

A questo punto risulterà molto significativo che Mosè abbia incontrato


addirittura la Kether, per comprendere l’importanza iniziatica delle
figura di Mosè nel cammino spirituale di ogni individuo.

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Seichel: Chokma - Binah - Da’at

Sebbene in alcune raffigurazioni dell’Albero della Vita non compaia la


Da’at, essa è una Sefira importantissima perché rappresenta la Kether
che discende ad un livello più raggiungibile dagli stadi di coscienza
più elevati, per rendersi manifesta nel mondo. Kether e Da’at sono
manifestazioni inconsce e consce dello stesso principio. Insieme a
Binah (la Grande Madre, la Comprensione) e Chokma (la Saggezza),
forma la triade delle Sephirot del piano mentale e insieme
appartengono al gruppo Seichel. Comprensione e Saggezza vengono
bilanciate dalla Conoscenza. Quando, infatti, non vengono bilanciate
abbiamo ad esempio persone che comprendono al volo, ma non sono
in grado di mettere a punto le loro idee, di organizzarle; oppure al
contrario abbiamo qualcuno molto meticoloso, ma non intuitivo.
Queste due qualità mentali, con tutte le sfumature a loro corredo,
quando ben bilanciate ci permettono di padroneggiare qualsiasi
conoscenza e di renderla parte di noi stessi.
Chokma è La Sapienza, La Saggezza, Potenza attiva maschile,
rappresenta il Padre a cui è contrapposta Binah, La Grande Madre, che
sono il maschile ed il femminile manifesto. Il nome divino che
corrisponde a Chokma è YHWH e tra le schiere angeliche corrisponde
alle Ruote (Ezechiele I). Il Dominatore Planetario lo Zodiaco. È il
seme del pensiero, la capacità di non pensare in modo lineare;
corrisponde all'emisfero cerebrale destro. Corrisponde allo stato di
nullificazione del Sè. Nelle prime dispense abbiamo valutato
moltissimo gli aspetti legati al pensiero ed al controllo del nostro
flusso mentale. Questi esercizi servono ad entrare in comunicazione
proprio con la nostra Chokma e ad imparare a gestire il prodotto della
nostra mente, in modo da essere sempre consapevoli degli elementali
che andiamo creando.

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Esercizio 1

Per approfondire ulteriormente il lavoro di consapevolezza dei


pensieri, possiamo svolgere questo breve esercizio con l’ausilio del
nostro quaderno magico e di una sveglia. Basterà esercitarsi per una
settimana per iniziare a creare un’abitudine positiva, un automatismo
che ci consentirà di padroneggiare sempre meglio i nostri pensieri. Ad
intervalli di tempo più o meno regolari, che decideremo in modo da
non accavallarci con impegni lavorativi o situazioni che non ci
permetterebbero di fermarci a scrivere, ma non per questo creando
divari di tempo troppo distanti uno dall’altro, circa ogni due ore
faremo suonare la sveglia. Appena suonerà l’allarme della sveglia
dovremo prendere nota del pensiero che avevamo in quel momento,
qualunque esso fosse, descrivendolo con una frase, scrivere qual’è
l’origine del pensiero, cioè ricordarci cosa lo ha provocato; segneremo
se era un pensiero buono, offensivo, arrabbiato, triste e così via ed
infine, analizzati questi aspetti, sostituiremo il pensiero con un
pensiero scelto in modo consapevole, se il pensiero che abbiamo avuto
non era degno di essere generato. Questo esercizio ci aiuterà a scoprire
il nostro profilo Chokma, cioè il pilota automatico dei nostri pensieri e
a modificarne la disposizione.

Il suo contrapposto è Binah, L’Intelligenza, che infatti è la sede del


pensiero logico che da forma al seme di Chokma. Razionale,
matematico in ogni forma sia astratta che di ragionamento pragmatico.
Corrisponde all'emisfero cerebrale sinistro e a Saturno. E’ una potenza
femminile passiva, chiamata AMA, Madre che, in congiunzione con il
Padre, mantiene l’ordine nell’Universo. La sua funzione ed importanza
è eguale alla sua controparte maschile e secondo gli insegnamenti della
Kabbalah, innanzi a D-o la Donna è uguale all’uomo e non certo
inferiore. Il suo nome divino corrispondente è YHWH ALHIM (Yawhe
Elohim) e le corrisponde l’ordine angelico dei Troni. Dunque ha
l’immenso compito di ricevere l’intuizione, l’idea di Chokma e di
darle forma.

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Esercizio n.2

L’esercizio più idoneo per entrare in connessione con la nostra Binah è


il seguente: Ci rilassiamo concentrandoci sul respiro, lasciamo scorrere
liberamente le immagini dentro la nostra mente, mentre restiamo vigili
nel percepire tutto ciò che abbiamo intorno. Ogni sensazione sia tattile
che legata al suono o alla sensazione di caldo o freddo. Dobbiamo
repertare consapevoli di ogni cosa. Immaginiamo il Sole che sorge su
un lago o sul mare. Concentriamoci sull’acqua e vediamo come
cambia il colore della superficie mentre il Sole si alza. Poi ci
concentriamo sul Sole e seguiamo la sua parabola ascendente. Molto
lentamente lo osserviamo raggiungere una traiettoria a 45 gradi, poi
sempre pù in alto, fino a quando sarà esattamente sopra di noi. A
questo punto riportiamo il Sole indietro finché non affonderà
nell’acqua.

Cosa mette in armonia queste due forze è la Da'at, cioè la Conoscenza


Unificante, che ci permette di ricevere gli influssi di Kether e di
bilanciare emisfero destro ed emisfero sinistro. A livello fisico
corrisponde alla produzione del seme umano durante il rapporto
sessuale e corrisponde alla parte centrale del cervello e del cervelletto.
Oltre a bilanciare gli opposti del maschile e femminile di Chokma e
Binah, Da’at permette la connessione fra i due livelli sefirotici di
Mente ed Emozioni, unendo le loro energie spirituali.
Affinché la conoscenza sia vera Conoscenza Unificante occorre unirsi
alla cosa che si vuole conoscere, diventare uno con essa. Da’at è
l’origine della capacità di unificare ogni sorta di opposti. Per alcuni
studiosi, essa corrisponde a Sirio, (l’equivalente emanato del Sole
Centrale), ma altri vi collocano la corrispondenza con il Sole, in
termini astrologici. Siamo in presenza del Figlio Perfetto, il Cristo ad
Immagine e Somiglianza. Il Suo nome divino è Shadday. Corrisponde
alla parte centrale del cervello e del cervelletto.

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Middot: le Sephirot delle Emozioni Il Volto Minore

Emozioni Primarie

Sulla destra troviamo Chesed. È la Sefira dell'Amore e della


Misericordia, che si esprime tramite benevolenza e generosità assolute.
E’ stata generata dall’unione di Chokma e Binah ed è conosciuta con
l’appellativo Gedulah (Grandezza o Magnificenza). A causa
dell’Amore e della Misericordia ha preso luogo il mondo che ha
trovato motivazione nella Chesed di D-o. È devozione e attaccamento,
è il braccio e la mano destra di D-o, che chiama e avvicina a sé gli
altri. E’ una potenza di natura maschile rappresentata dal Nome Divino
El, il Potente, ed è rappresentato dal nome angelico Chasmalim, nome
cabalistico delle Dominazioni. Corrisponde a Giove
A contrapposizione di Chesed, si trova Ghevurah, cioè la Forza. La
forza restringe ciò che Chesed espande. Da forma a ciò che non ne ha,
dona controllo ed equilibrio all'amore, che, senza Ghevurà non
potrebbe manifestarsi. E’ la potenza delle Fortezza, rappresentata dai
Nomi Divini Elohim Gebur e Eloh e dal nome angelico Seraphim, i
Serafini. È il calore che accompagna l'amore Corrisponde al Timore di
D-o e a Marte. A bilanciare Chesed e Ghevura si frappone nel mezzo
Tiferet, la Bellezza (o Dolcezza).
Tiferet permette il manifestarsi di tanti colori tutte insieme, di tante
caratteristiche in armonia, integrati in un'unica personalità.
Corrisponde alla compassione e al cuore fisico. Qualcuno lo attribuisce
al Sole qualcun altro a Venere. Sono più per Venere. Infatti sotto
Venere troviamo Toro e Bilancia che è nota come la costellazione della
bellezza. E sono dell'idea ancor di più, dal momento che per
l'astrologia antica Toro è una costellazione di secondo gruppo, perciò
media, mentre Bilancia di terza, inferiore, che significa che in quella
posizione Toro sarebbe sopra e dunque in comunicazione con Da'at che
in effetti si sovrappone alla gola.
E’ rappresentato dal Nome Divino Eloah Va-Daat, dal nome angelico
Shinanim (I carri di Dio sono miriadi, migliaia gli arcieri: il Signore è
tra loro, sul Sinai, in santità - Salmi 68,18).
Corrisponde a questa Sefira anche Melakim, Re.

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Dall’unione di Giustizia e Misericordia otteniamo Bellezza e
Clemenza.
Chesed, Geburah, Tipheret, Netzah, Hod e Yesod formano insieme
il Volto Minore.

Emozioni secondarie

La prossima "linea" dell'albero della vita vede in comunicazione


Netzach, Hod e Yesod Netzach è la Vittoria o l'Eternità, la Fermezza,
cioè la capacità di estendere l'amore di Chesed nel mondo, garantendo
stabilità e durata. Corrisponde alle caratteristiche di costanza e
decisione, al senso di Sicurezza, la tranquillità di una relazione fedele
che nasce da una scelta e non dall'imposizione. Corrisponde alla
gamba destra e a Venere anche qui. Consideriamo che abbiamo sette
dominatori planetari, dodici segni zodiacali, alcuni dominatori avranno
più implicazioni di altri, ma teniamo sempre a mente che sono in
continuo dialogo fra loro Le Sephirot non sono camere a
compartimenti stagni, ma mondi in continuo dialogo fra loro. Inoltre in
ogni Sephira troviamo l'influsso di tutte le altre, nel senso che ad
esempio, da ogni Sephira posso osservare tutte le altre dal punto di
vista della Sephira in cui mi trovo e di conseguenza tutto il mondo da
quel punto di vista.
In ciascuna delle dieci Sephirot sono contenute tutte, ma viste dalla
prospettiva di quella dominante. Questo concetto viene chiamato
Interinclusione delle Sephirot. Dal momento che esistono 7 sfere
inferiori e ciascuna ne comprende 7, si può intendere che esistano
7x7=49 stai emotivi. E’ da questo che nasce il conteggio dell’Omer a
partire dalla Pesach, la Pasqua Ebraica. Si tratta del percorso di
crescita, dello sviluppo spirituale personale.
Come per i frattali, è il mondo che contiene se stesso ed è contenuto da
se stesso. I Nomi Divini attribuiti a Netzah sono Jehova Tzabaoth, il
Signore degli Eserciti, i nomi angelici Elohim e Tharshisim, i Brillanti.

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(“Alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con ai
fianchi una cintura d’oro di Ufaz; il suo corpo somigliava a topazio, la
sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come
fiamme di fuoco, le sue braccia e le sue gambe somigliavano a bronzo
lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una
moltitudine.” Daniele 10,5-6).

Contrapposto a Netzach abbiamo Hod, lo Splendore. Potenza passiva


femminile, concretizza le emozioni che provengono da Ghevurà (la
Forza) e mette in risalto la capacità dinamica dell'individuo, la
velocità del cambiamento, la capacità di non darsi mai per vinto
imparando dalle sconfitte per fare meglio la volta successiva.
Corrisponde alla semplicità, direi anche l’umiltà, alla gamba sinistra e
a Mercurio. I Nomi Divini che le corrispondono sono Elohim
Tzabaoth o Dei degli Eserciti, fra i nomi angelici i Figli degli Dei.
(“C’erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i
figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano
loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”,
Genesi 6,4).
Netzach e Hod dialogano fra loro per l'interpolazione di Yesod, luogo
dove si incontrano tutte le emozioni, che corrisponde alla base segreta
della nostra personalità, le aspirazioni nascoste, i sogni più reconditi,
le emozioni più interiori e le attrazioni emotive. È corrispondente agli
organi sessuali, infatti Yesod controlla la vita sessuale che, quando in
equilibrio, è il giusto fondamento su cui si esprime la personalità.
Corrisponde alla Luna e, dunque avrete inteso, alla nostra anima, o
meglio le emozioni che la dominano.
Corrisponde al Nome Divino El Chai, fra gli angeli Aishim, le
Fiamme. Malkhut Il Regno. Ma anche la Regina, la Mattona, la
Madre Inferiore, la Shekina. Pur essendo l'ultima e la più bassa (anche
a livello vibratorio poiché più vicina al piano materiale) riveste un
ruolo fondamentale. È la somma dei nostri desideri, la percezione di
cosa manca. Se accumuliamo molti meriti, a partire da Malkut prende
il via la risalita della luce.

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È il femminile per eccellenza, la shekhinà, la parte femminile di D-o,
cioè la ricezione contrapposta alla dazione. Rappresenta il Nome
Divino Adonai e fra le schede angeliche corrisponde ai Cherubini.
Malkhut è il regno che più necessita di protezione perché più
facilmente oggetto di interesse delle forze del male, ma osservando i
precetti, realizzando un buon Dharma e applicando la Consapevolezza
possiamo salvarlo. Corrisponde agli elementi, alla Terra e ai piedi.

Al fine di acquisire dentro di noi le forze necessarie per “aprire le


porte” delle Sephirot ed entrare così in contatto con loro dentro noi
stessi, abbiamo creato un circuito operativo da attivare tramite un
semplice rituale da eseguire in Luna Crescente, cioè immediatamente
dopo aver eseguito il rituale di Yesod in programma con la stessa
lunazione. Anche in questo caso agiremo per nove volte, cioè per nove
Lune Crescenti, subito dopo il culmine della Luna Nuova, per cogliere
al massimo la spinta della luna verso il crescente e per non avere
interferenze proprio da parte di questo satellite con il nostro intento,
che dovrà scriversi sulla lastra astrale della Luna, ma priva di tutto
l’influsso dell’emotività tipicamente lunare.

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OCCORRENTE:

4 candele bianche (di cui una non verrà incisa e sarà usata per
ringraziamento e protezione),
1 rametto di rosmarino (o un ago nuovo) per incidere le candele,
incenso puro in grani,
olio extravergine di oliva consacrato* per la vestizione delle candele,
braciere e carboncini per bruciare l’incenso in grani,
Camomilla (andrà bene usare il contenuto di un filtro per tisana)
un foglietto bianco e una penna ad inchiostro nero per scrivere
l’intento.

PROCEDIMENTO:

Mettiamo nel disimpregnatore (che si trova in allegato al fondo della


dispensa) le candele necessarie al compimento del rituale almeno 6 ore
prima dell’inizio delle operazioni.
Mettiamo il nostro testimone all’interno del circuito dell’ALBERO
DELLA VITA (vedi l’allegato in fondo) e sempre almeno per 6 ore. Su
quest’ultimo faremo l’attivazione con il pendolino facendolo roteare in
senso orario sopra il circuito con testimone per almeno 21 giri.
Un’oretta prima dell’avvio del rituale procederemo con l’incisione
delle candele. Dal momento che chiediamo qualcosa che deve venire a
noi, incideremo su ciascuna delle tre candele la Menorrah (il disegno
stilizzato del candeliere a 7 bracci) sia sulla cima della candela, di poco
sotto lo stoppino, che sul fondo, ma capovolta, cioè come se si
guardassero e si andassero incontro. Il disegno allegato vi chiarirà
meglio quello che si intende.

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Consacrazione dell’olio extravergine:

Signore ti prego di benedire questo olio e di liberarlo da ogni impurità,


all’interno o sopra di esso e di renderlo santo per la Tua Gloria. Nel
nome e per la gloria di Adonai, il Tre Volte Santo, Agla, El, Ehiehe,
Elohim, Elion. Iah, On, Shaday, Tetragrammaton. Amen

Vestizione delle candele

Questa operazione è molto delicata, poiché l’olio dell’unzione si carica


energeticamente delle idee-impressioni che abbiamo nel momento in
cui lo stendiamo sulla candela, pertanto occorre che restiamo
concentrati sulla nostra richiesta manteniamo il focus sul nostro
desiderio per tutto il tempo in cui ungiamo la candela. Anche qui il
verso con cui ungiamo è importante ed è collegato al tipo di finalità
dell’intento. Nel nostro caso l’intento è quello di avvicinare o attirare
qualcosa, dunque partiremo dall’apice alto dove c’è lo stoppino e,
procedendo senza mai passare sullo stesso punto due volte, ungeremo
tutta la circonferenza della candela fermandoci al centro di essa; poi
partiremo dal fondo e risaliremo verso il centro e anche questa volta
faremo così per tutta la circonferenza della candela. Non è necessario
ungere la quarta candela bianca che del resto non abbiamo inciso.

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X 3 sulla circonfernza della
candela

Per avvicinare o attrarre

X 3 sulla circonfernza della


candela

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Incise e vestite le candele, queste andranno disposte sul nostro altare e
posizionate sul circuito radionico dell’ALBERO DELLA VITA in
corrispondenza dei cerchietti agli apici del rettangolo. Potremo
utilizzare dei piccoli piattini o dei porta candele di piccole dimensioni
per evitare che la cera coli sul circuito. Ovviamente il nostro altare sarà
rivolto verso Est.
NON DOBBIAMO ACCENDERE LE CANDELE PER IL
MOMENTO.
MOMENTO
Venti minuti prima dell’orario culmine indicato dal calendario lunare
(o dal sito o app di riferimento per le lunazioni) accendiamo il
carboncino con l’incenso e la camomilla. Ci predisponiamo
mentalmente ad operare sgombrando la mente da pensieri futili e
mondani; ci rivolgiamo ad Est creiamo il nostro ovetto blu.
ADESSO POSSIAMO ACCENDERE LE CANDELE,
PREFERIBILMENTE IN SENSO ORARIO.

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Ci inginocchiamo e recitiamo i Salmi 67 e 90

Salmo 67

Lode a Dio per la sua provvidenza


1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Canto.

2 Dio abbia pietà di noi e ci benedica,


su di noi faccia splendere il suo volto;
3 perché si conosca sulla terra la tua via,

la tua salvezza fra tutte le genti.


4 Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti.


5 Gioiscano le nazioni e si rallegrino,

perché tu giudichi i popoli con rettitudine,


governi le nazioni sulla terra.
6 Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti.


7 La terra ha dato il suo frutto.

Ci benedica Dio, il nostro Dio,


8 ci benedica Dio e lo temano

tutti i confini della terra.

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Salmo 90

1 Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.

Signore, tu sei stato per noi un rifugio


di generazione in generazione.
2 Prima che nascessero i monti

e la terra e il mondo fossero generati,


da sempre e per sempre tu sei, o Dio.
3 Tu fai ritornare l'uomo in polvere,

quando dici: «Ritornate, figli dell'uomo».


4 Mille anni, ai tuoi occhi,

sono come il giorno di ieri che è passato,


come un turno di veglia nella notte.
5
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l'erba che germoglia;
6
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
7
Sì, siamo distrutti dalla tua ira,
atterriti dal tuo furore!
8
Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri segreti alla luce del tuo volto.
9
Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera,
consumiamo i nostri anni come un soffio.
10
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via.
11
Chi conosce l'impeto della tua ira
e, nel timore di te, la tua collera?
12
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.

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Lea Jackob I Casti
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13
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
14
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
15
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
16
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
17
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rendi salda.

Testo trascritto da :
Lea Jackob I Casti
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Recitati i Salmi, ci raccogliamo in meditazione immaginando di attirare
a noi l’apertura delle Sephirot a partire dalla Keter, come una immensa
Luce che discende da essa e che ricolmi una ad una tutte le altre
Sephirot secondo l’ordine dell’immagine qui di seguito
Dopo aver concentrato le energie mentali nell’intento, scriveremo sul
foglietto a parole nostre il desiderio di comprendere pienamente le
Sephirot, di attivarle in modo equilibrato e completo in noi.
Pronunceremo o 3 o 7 volte l’intento a voce chiara e udibile, poi
bruceremo il foglietto sulla fiamma di una candela così che il nostro
desiderio raggiunga i piani sottili. Chiuderemo il nostro rituale con il
Salmo 148 che è un salmo di lode e ringraziamento:

Testo trascritto da :
Lea Jackob I Casti
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Salmo 148

Lode alla grandezza di Dio, Signore del creato


1 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell'alto dei cieli.
2 Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere.
3 Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle.
4 Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli.
5 Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati.
6 Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non
passerà.
7 Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti, abissi,
8 fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua
parola,
9 monti e voi tutte, colline, alberi da frutto e voi tutti, cedri,
10 voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati.
11 I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra,
12 i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini
13 lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua
maestà sovrasta la terra e i cieli.
14 Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i
suoi fedeli, per i figli d'Israele, popolo a lui vicino.
Alleluia.

Lasciamo bruciare le candele completamente. Quando saranno spente


del tutto, provvederemo a seppellire nel terreno i resti di cera e a gettare
le ceneri del nostro foglietto nel vento.

Testo trascritto da :
Lea Jackob I Casti
http://ilcapitano.altervista.org/ Pag. 22
Testo trascritto da :
Lea Jackob I Casti
http://ilcapitano.altervista.org/ Pag. 25

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