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Le librerie del 2030

Come saranno le librerie tra 20 anni, nel 2030? Probabilmente molto diverse da quelle di
oggi. Proviamo ad immaginare come potrebbe essere ad esempio l’Ubik di Piazza San
Fedele. Oggi esistono 3 piani con scaffali completamente dedicati ai libri di carta e
un’edicola interna ben fornita di quotidiani e periodici, sempre di carta. Lo scenario del
2030 potrebbe essere radicalmente diverso: probabilmente solo uno dei tre piani sarà
colmo di libri tradizionali: gli altri due saranno più simili ad un negozio di elettronica e
straborderanno di “eBook reader” o lettori multimediali di ogni tipo e dimensione.
Ma com’è possibile immaginare una simile rivoluzione? Cominciamo dalla crisi
economica che ha visto chiudere nel 2009 moltissime testate giornalistiche, soprattutto
negli USA: molti giornali, anche di lunga tradizione, sono scomparsi dall’oggi al domani,
altri hanno deciso di chiudere l’edizione cartacea e di mantenere solo quella online. I
numeri sono impressionanti: si parla di 105 quotidiani chiusi, 10.000 posti di lavoro persi,
principalmente a causa del calo del 30% della pubblicità sui media cartacei.
Come mai questo scompiglio? Il calo dei fatturati nell’industria ha trainato il calo di spesa
nella pubblicità che si è rivolta ancor di più ai nuovi canali digitali come i blog che
costano meno. Questo ha accelerato l’erosione di quote di mercato da parte dei media
in rete rispetto a quelli tradizionali.
Questa tendenza si unisce a quella del progresso tecnologico, soprattutto nei dispositivi
elettronici che permettono di pensare ad apparecchi leggeri, con grandi schermi che
non affaticano gli occhi, magari anche flessibili, ad un prezzo non impossibile.
Ecco allora che negli ultimi anni è nato il mercato degli “eBook reader”, ovvero dei
dispositivi in grado di leggere libri elettronici. La prima macchina di questo tipo fu lanciata
nel 1998: si chiamava “SoftBook” ed era realizzata da una start-up di Menlo Park, in piena
Silicon Valley. In fondo non era poi così diversa da quelle attuali: con schermo da 9,5
pollici touchscreen e 1,3 kg di peso aveva un modem interno per scaricare i libri dal
“SoftBookstore” ed era in grado di contenere circa 1500 pagine, mentre il costo era di 600
$. La compagnia sviluppò anche un nuovo formato per i libri elettronici che si chiamava
“Open eBook”, ovvero il progenitore del formato più diffuso attualmente che è ePub.
L’impostazione delle macchine attuali non è diversa, anche se ci sono stati importanti
passi avanti tecnologici. Il primo è l’inchiostro elettronico: una tecnologia che permette di
riprodurre a video le stesse caratteristiche di leggibilità di un libro normale. Gli eBook
reader con e-ink (la compagnia più importante nel campo dell’inchiostro elettronico)
hanno iniziato a diffondersi molto.
Una spinta al mercato l’ha data Amazon, il più grosso sito di commercio elettronico al
mondo che ha presentato nel 2007 la propria soluzione chiamata “Kindle” che
attualmente è leader di mercato: ha in mano il 70% delle vendite dei dispositivi e l'80%
delle vendite di eBook. Kindle ha venduto 3 milioni di pezzi nel 2009: un importante punto
di svolta è stato nel dicembre dello scorso anno in cui Amazon a ha dichiarato di aver
venduto per la prima volta più libri elettronici che libri di carta nel proprio negozio online.
Ma la spinta più importante la potrebbe dare Apple che a fine gennaio ha presentato
iPad, il proprio “tablet” che tra le altre cose permette anche di leggere libri. Questo
nuovo dispositivo, come anche quelli di altri produttori, sono dei “super lettori”
multimediali, nel senso che permettono di visualizzare foto, vedere video, leggere libri,
ascoltare musica, navigare sul web (ed anche eventualmente lavorare) stando
comodamente seduti sul proprio divano. La definizione più interessante di questo tipo di
tecnologie è “sofa computing”. Una seconda tecnologia decisiva, in via di
perfezionamento, potrebbe essere quella di “Pixel Qi”, ovvero uno schermo che possa
comportarsi alternativamente come “carta elettronica” oppure come normale schermo
LCD a colori.
Bisogna poi considerare che molti primi attori si sono buttati a qualche titolo nel mercato:
Google ha dichiarato che aprirà un negozio online per sfruttare, in parte, il progetto di
digitalizzazione dei libri liberi da diritti d’autore; Barnes&Noble ha creato il proprio
dispositivo chiamato “nook” collegato ad un proprio negozio online; molte aziende di
telecomunicazioni sono partner dei produttori per permettere lo scaricamento dei libri
sulle loro reti senza fili.
Ma le nuove macchine pongono anche un’opportunità: questi dispositivi possono essere
interpretati con creatività per realizzare nuovi formati. Il risultato è qualcosa che sta a
metà strada tra un giornale ed un sito web, ovvero un nuovo media, all’interno del quale
è possibile vedere un video, saltare tra gli articoli o guardare una galleria di foto, tutto con
il touchscreen.
Proprio questo stanno facendo diverse case editrici in giro per il mondo, come ad
esempio il consorzio “Next issue media” che comprende big del calibro di Time, News
Corp, Condè Nast, Hearst e Meredith, insieme proprio per studiare le pubblicazioni digitali.
Un prototipo di giornale multimediale è già stato realizzato sulla base di Sport Illustrated, in
collaborazione con l’agenzia “The wonder factory” ed è visualizzabile su:
<http://vimeo.com/7939946>. “Nei test fatti tutti si sono detti disposti a pagare per questo
giornale, hanno detto di preferirlo alla navigazione su internet e hanno chiesto entusiasti
quando potranno comperarlo” ha dichiarato David Link, direttore creativo dell’agenzia.
Anche in Italia qualcosa si muove: un esempio è la casa editrice “Otto editore”, nata
proprio per realizzare libri multimediali, con due titoli in catalogo.
Il punto di non ritorno sembra essere stato raggiunto in settembre quando si è notata per
la prima volta la pirateria in grande stile sugli eBook: il nuovo libro di Dan Brown “The Lost
Symbol” pur avendo venduto nel primo giorno un milione di copie in USA, Canada e UK, si
poteva trovare tranquillamente 24 ore dopo su The Pirate Bay e Scribd: in alcuni giorni è
stato scaricato più di 100.000 volte. La vendita di libri elettronici in USA è arrivata a 37
milioni di $ nel secondo trimestre 2009: più del triplo dello stesso periodo del 2008 secondo
l'Associazione degli Editori Americani (AAP).
E’ pensabile quindi uno sviluppo del mercato degli eBook simile a quello che ha vissuto la
musica e che sta vivendo l’industria cinematografica: i dati 2009 parlano di 3,7 miliardi di
$ di vendite dei brani online, cifra che è cresciuta del 35% rispetto al 2008 e totalizza una
percentuale del 20% di tutta la musica venduta nel mondo (dati IFPI).
Insomma, la linea sembra tracciata: tutti i “pezzi di cultura” che consumiamo, che si tratti
di testo, musica, immagini o video, stanno diventando digitali. Passando dal mondo
analogico di carta, vinile, pellicole e dischetti argentei ai bit si realizza la profezia di
Nicholas Negroponte, fondatore del Media Lab del MIT che già nel 1995 ci insegnava ad
“Essere digitali”…

Paolo Sinigaglia
www.logg.it – www.op-la.com
Inviato: 08.03.2010
Pubblicato:

Riferimenti:
http://www.businessinsider.com/the-death-of-the-american-newspaper-2009-7
http://paidcontent.org/article/419-ten-predictions-for-the-e-book-market-in-2010/
http://assets.bizjournals.com/cms_media/images/ebookuniversel.png?site=techflash.com
http://www.ifpi.org/content/library/DMR2010.pdf
http://vimeo.com/7939946 - http://thewonderfactory.com/ - http://nextissuemedia.com/
http://www.ottoeditore.com

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