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Per critica in termini kantiani si intende quell'atteggiamento filosofico che

consiste nell'interrogarsi programmaticamente circa il fondamento di determinate


esperienze umane ai fini di chiarirne la possibilit� (ovvero le condizioni che ne
permettono l'esistenza), la validit� (ovvero i titoli di legittimit� o non-
legittimit� che le caratterizzano) e i limiti (ovvero i loro confini di validit�).

L'obiettivo centrale della filosofia kantiana, in special modo nella sua fase
"critica" � quello di stabilire che cosa possiamo conoscere con certezza.
Ripercorrendo le fondamenta del pensiero moderno e riferendosi alla ricerca e alla
scoperta di verit� certe o presunte tali (come nel caso di Cartesio), Kant intende
descrivere quali sono i presupposti necessari al fine di garantire un'esperienza
certa del mondo, e ad essere pi� precisi, quali elementi, tipici dell'essere umano,
permettono di costruire una conoscenza scientifica del mondo. Non si deve
dimenticare che, almeno per la cultura accademica tardo-illuminista tedesca, il
termine scienza indica tutto quell'universo dottrinale fondato sulle teorie di
autori quali, per esempio, Euclide, Aristotele, Leibniz e Newton.

Nell'istanza critica di Kant risulta quindi centrale l'aspetto del limite: il


criticismo infatti si presenta come una filosofia del limite e pu� venir definito
un'ermeneutica della finitudine, ossia come un'interpretazione dell'esistenza volta
a stabilire nei vari settori le "colonne d'Ercole dell'umano" e quindi il carattere
limitato delle possibilit� dell'esperienza. L'impossibilit� della conoscenza di
trascendere i limiti dell'esperienza configura l'effettiva validit� della
conoscenza stessa.

� da sottolineare come il criticisimo di Kant sia anche frutto di influenze


provenienti da un determinato quadro storico: la rivoluzione scientifica e la crisi
delle metafisiche tradizionali hanno infatti portato indubbiamente alla
formulazione di argomentazioni opposte al dogmatismo, interrogativi riguardanti
l'ipotetica nascita di una morale indipendente ed altri invece relegati alla sfera
sentimentale dell'uomo. Da qui si pu� facilmente dedurre come il criticismo si sia
concentrato sui fondamenti del sapere, della morale e dell'esperienza estetica e
sentimentale: argomenti trattati nelle tre opere di Kant (Critica della ragion
pura, Critica della ragion pratica e Critica del giudizio). Da questo punto di
vista il kantismo pu� essere visto come legato all'empirismo inglese che era
cominciato gi� con Locke e che fu difeso dall'Illuminismo nel Settecento: entrambi
insistono sui limiti conoscitivi dell'uomo.

Tuttavia il kantismo si distingue dall'empirismo per l'analisi critica che viene


effettuata a monte: sulle condizioni di possibilit� e i limiti di validit� della
conoscenza. Quindi mentre gli illuministi lasciarono la ragione come "lume"
intoccabile, Kant porta davanti al tribunale della ragione la ragione stessa, per
chiarirne in modo esauriente strutture e possibilit�.

� [La critica] � un invito alla ragione di assumersi nuovamente il pi� grave dei
suoi uffici, cio� la conoscenza di s�, e di erigere un tribunale, che la garantisca
nelle sue pretese legittime, ma condanni quelle che non hanno fondamento...; e
questo tribunale non pu� essere se non la critica della ragion pura
stessa....critica della facolt� della ragione in generale riguardo a tutte le
conoscenze alle quali essa pu� aspirare indipendentemente da ogni esperienza;
quindi la decisione della possibilit� o impossibilit� di una metafisica in
generale, e la determinazione cos� delle fonti, come dell'ambito e dei limiti della
medesima, e tutto dedotto da princ�pi.[1] �

Le condizioni di possibilit� della conoscenza inoltre precedono ogni esperienza


empirica, non possono essere raggiunte dai sensi ma devono essere descritte da
un'analisi critica svolta dalla ragione.

Per via dello scetticismo humiano che aveva confutato il sapere fondato delle
scienze, rendendolo instabile, Kant decide di riesaminare globalmente le fondamenta
del sapere delle scienze, cio� la matematica e la geometria (trattate nell'Estetica
Trascendentale), la fisica (Analitica Trascendentale) e infine la metafisica
(Dialettica Trascendentale). La fondazione del sapere � quindi di fatto affidata al
criticismo. La lettura di questo termine ci deve ricondurre ad una doppia esigenza:
una di ordine programmatico ed una di ordine metodologico. Programmaticamente, il
criticismo � appunto la scoperta delle condizioni di possibilit� che permettono la
conoscenza; metodologicamente, esso � la capacit� di risalire dalla conoscenza che
il soggetto ha del mondo per comprenderne i presupposti e le condizioni di
possibilit�. L'orizzonte metodologico rimanda allo scopo prefissato, e il progetto
di ricerca legittima la scelta metodologica. � nell'immagine del mondo, offerta
dall'esperienza, che Kant pensa di poter trovare la conoscenza delle strutture
fondamentali della ragione umana con cui � resa possibile la conoscenza e la
scienza del mondo. Presupposto fondamentale di tutta la ricerca � quindi la
coscienza che il soggetto ha del mondo, conoscenza del mondo o meglio immagine del
mondo, definita da Kant fenomeno. Il soggetto dunque ha un ruolo centrale nel
problema epistemologico e l'esperienza, il limite della conoscenza stessa, non
pregiudica una conoscenza necessaria ed universale: per questo Kant pu� analizzare
le condizioni di possibilit� e validit� di quest'ultima.

Kant si pone in quest'opera le seguenti domande:

Com'� possibile la matematica pura?


Com'� possibile la fisica pura?
Com'� possibile la metafisica in quanto disposizione naturale?
Com'� possibile la metafisica come scienza?
Analisi e organizzazione
La Critica della ragion pura � la prima e la pi� grande delle tre critiche scritte
dal filosofo. Il termine Critica - dal termine greco ???s?? (krisis), dal
verbo ????? (krino): separare, dividere, decidere - � qui inteso nel senso di
"analisi".

In particolare la Prima Critica in Kant dichiara tre scopi generali:

Chiarire le possibilit� e le condizioni che permettono un'esperienza.


Chiarire la validit�, cio� la legittimit� di un'esperienza.
Chiarire i limiti, i confini, gli ambiti dell'esperienza.
Con Ragion Pura si intende ogni forma di conoscenza che si ha prima di ogni
esperienza, quindi a priori.

In sintesi dunque la Critica della ragion pura analizza l'esistenza, la validit� e


i limiti della conoscenza a priori, a tal fine Kant pone la ragione d'innanzi ad un
tribunale, ossia sottopone a giudizio la ragione (anche se tuttavia la ragione, in
tale giudizio, � sia imputato sia giudice, in quanto l'unico mezzo che l'uomo ha
per giudicare).

Scomposizione ed esame del titolo dell'opera


Critica = analisi delle condizioni di pensabilit� e conoscibilit� dell'oggetto da
parte del soggetto.
Della = sta ad indicare la critica sia come data sia come ricevuta: � la ragione
che mette in atto la critica della ragione stessa.
Ragione = considerata in senso lato come " facolt� che d� i principi della
conoscenza a priori" .
Pura = perch� assolutamente indipendente dall'esperienza tradizionalmente riferita
alla materia impura.
Organizzazione e analisi riassuntiva dell'opera
Di seguito sono elencati i principali punti trattati dall'opera:

Dottrina trascendentale degli elementi


Estetica trascendentale (studio della sensibilit� e delle intuizioni pure di spazio
e tempo;)
Esposizione metafisica (confutazione delle concezioni di spazio e tempo secondo
Locke, Newton e Leibniz)
Esposizione trascendentale (fondazione delle matematiche su spazio e tempo)
Logica Trascendentale
Analitica trascendentale (studio dell'intelletto e delle sue forme a priori)
Analitica dei concetti (studio della legittimit� delle categorie e delle loro
caratteristiche)
Deduzione trascendentale (giustificazione dell'utilizzo delle categorie per
unificare le intuizioni empiriche)
Deduzione metafisica
Analitica dei principi (studio dell'applicazione delle categorie alle intuizioni
empiriche tramite gli schemi temporali)
Dialettica Trascendentale (studio della ragione e dell'erroneo utilizzo delle
categorie nella formazione delle idee)
Dottrina trascendentale del metodo
La Rivoluzione Copernicana
Si parla di rivoluzione copernicana di Kant poich� egli attua una rivoluzione in
campo gnoseologico pari a quella che attu� Copernico in campo astronomico. Il
fisico scopr� che non � la Terra ad essere posizionata al centro dell'universo come
sosteneva la teoria tolemaica e postul� quindi che fosse il Sole ad essere al
centro e la Terra a ruotargli attorno (teoria eliocentrica).

Kant usa l'immagine di Copernico in ambito filosofico: se vogliamo capire i


meccanismi della conoscenza dobbiamo ribaltare il tradizionale modo di
considerarla: com'� accaduto per l'apparente movimento del Sole, dobbiamo fare
riferimento alla Terra, al soggetto, al modo di funzionamento del suo intelletto e
non alla cosa conosciuta. Se insistessimo su quest'ultimo punto di vista ci
scontreremmo con lo scetticismo di David Hume che dimostrava incontrevertibilmente
che la conoscenza, in specie quella scientifica, non aveva nessuna certezza.

Dall'analisi della ragione, del soggetto conoscente, risulta che una conoscenza
valida per tutti gli uomini, universale quindi, e necessaria � invece possibile
poich� tutti condividono la stessa dinamica conoscitiva, rappresentata da quelle
funzioni trascendentali della nostra mente che sono gli a priori: modi di
funzionamento che, in quanto forme prive di contenuto, appartengono allo stesso
modo a tutti, e che fanno s� che, quando si elaborano considerazioni circa un
oggetto, queste costituiscono un fondamento valido per tutti.

� Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro
modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori.
[2] �

Per approfondire ulteriormente si deve specificare come i giudizi sintetici a


priori non derivino ovviamente dall'esperienza: Kant elabora cos� una nuova teoria
della conoscenza considerata come insieme di materia e forma. La materia � la
molteplicit� caotica e mutevole delle impressioni sensibili che derivano
dall'esperienza, mentre la forma � l'insieme delle modalit� fisse attraverso le
quali la mente umana ordina tali impressioni. Esse possono essere considerate come
dei filtri, delle forme innate che appartengono ad ogni soggetto pensante: quindi
per tale caratteristica Kant pu� affermare come sia possibile l'esistenza di una
conoscenza con validit� universale.

Diverse sono le implicazioni che Kant compie con questa "rivoluzione copernicana"
in filosofia: per prima cosa non � pi� la mente che si modella sulla realt�, ma �
la realt� che si modella sulle forme a priori. In altre parole � il soggetto stesso
che attraverso il suo pensiero va a costruire il mondo dell'esperienza. In secondo
luogo, la nuova teoria della conoscenza comporta la distinzione tra "fenomeno" e
"noumeno": il fenomeno � la realt� che ci appare tramite le forme a priori, esso si
manifesta ed � un oggetto reale solo nel rapporto con il soggetto pensante e
conoscente. Il noumeno � invece la "cosa in s�", esso esiste ma non si manifesta e
non viene percepito ed � una realt� considerata indipendentemente dal soggetto e
dalle sue forme a priori.

La conoscenza
Per Kant la conoscenza non pu� essere altro che fenomenica. La parola fenomeno nel
linguaggio greco significa "ci� che appare". La conoscenza fenomenica dunque �
apparente nel senso che appare a ciascuno in modo diverso a seconda della propria
sensibilit�. L'unico elemento certo della conoscenza fenomenica era il rapporto di
causalit� che stabiliva per sempre un nesso di necessit� causa-effetto tra i
fenomeni. Ma dopo la critica di Hume al rapporto di causalit� che ne dimostrava la
contingenza riducendolo a uno stato d'animo di attesa di un effetto che poteva o
che non poteva prodursi in presenza di una causa si pone per Kant la necessit� di
rifondare teoreticamente quella conoscenza che il progresso scientifico del resto
dimostra praticamente di essere efficace: questo non sarebbe possibile se i
fondamenti del sapere scientifico, come di tutto il sapere, fossero inconsistenti.
Occorre dare alla conoscenza un criterio di validit� universale su cui essa possa
fondarsi e questo sar� reso possibile dalla scoperta delle strutture trascendentali
del nostro conoscere.

Sensibilit�, intelletto e ragione


Secondo Kant tutto il genere umano ha la stessa capacit� di conoscere, ovvero
possiede le tre facolt� conoscitive di sensibilit�, intelletto e ragione.

La sensibilit� che ha la facolt� discriminante di selezionare i fenomeni che


interessino per la conoscenza e ha quindi il compito di selezionare i dati che
vengono forniti dall'esperienza utilizzando i sensi, in modo immediato ed
intuitivo: per Kant quindi la conoscenza inizia dall'esperienza.

L'intuizione sensibile del soggetto � insieme passiva quando riceve i dati


sensibili, ma � anche attiva quando li inquadra nello spazio e nel tempo (forme a
priori).

Lo spazio � inteso da Kant come forma del senso esterno, cio� come modo di
ordinare: ad esempio il modo in cui vediamo una casa, un albero o un'altra persona.
Il tempo � invece la forma del senso interno, ossia la rappresentazione a priori a
fondamento degli stati interni e del loro disporsi.

Il tempo ordina sia le sensazioni interne sia le sensazioni esterne, lo spazio solo
quelle esterne: esso costituisce la maniera universale attraverso cui il soggetto
percepisce gli oggetti, infatti � attraverso il senso interno che giungono i dati
dall'esterno. � importante sottolineare alcune caratteristiche caratterizzanti le
forme a priori qui sopra descritte:

Spazio e tempo non derivano dall'esperienza: perch� il soggetto faccia esperienza


bisogna presupporre gi� da prima le rappresentazioni di spazio e tempo.
Spazio e tempo non sono contenitori poich� se fossero dei recipienti vuoti
dovrebbero continuare ad esistere: non si pu� per� concepire un elemento che senza
oggetto risulti reale. In questo senso queste forme a priori sono dei quadri
mentali a cui il soggetto relaziona i dati provenienti dall'esperienza sensibile.
Spazio e tempo hanno una natura intuitiva.
A partire dai dati forniti dalla sensibilit� l'intelletto � in grado di fornire
giudizi componendo concetti, utilizzando i concetti puri: le categorie.

L'intelletto, secondo grado della conoscenza, produce giudizi e utilizza le


categorie. Esse sono i filtri che permettono di organizzare il pensiero secondo una
funzione determinante, raggruppante le intuizioni sensibili del soggetto.

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