Quel rapporto, insieme a migliaia di mente in contumacia dato che la Costitu-
Di natura diversa n
altri, rimarrà congelato per cinquant'anni.
L'unico atto formale, disposto e firmato
nei primi anni Sessanta dal procuratore
Enrico Santacroce, capo della giustizia
militare dnll 958 nll97 4, sarà l 'apposizio-
ne di un timbro. Con la dicitura: "Archi-
viazione provvisoria", Diana non avrà mai
giustizia. E come Ielle innumerevoli vitti-
me di stragi, omicidi, sevizie, rapine, sac-
cheggi, compiuti dai nnzi-fascisti. Nella
maggioranza elci casi senza nemmeno la
terrificante giustificazione della rappre-
saglia.
Di alcuni di questi fascicoli, "L'Espres-
so" ha preso visione. Assieme a migliaia di
altri, dimenticati nella polvere, vennero
scovati nel maggio del 1994 dal procura-
tore militare di Roma Antonino Intelisano
durante le indagini sul caso Prlebke-Haas.
E finalmente inviati alle procure militari
di competenza: 150 a Roma, 160 a Torino,
93 a Verona, 102 a La Spezia, 105aPado-
va e 6 a Napoli. In tutto, oltre 600 fascico-
li. Dunque, solo 600 episodi criminali? No.
Prendiamo i sei fascicoli inviati a Napoli.
Una volta esaminati, hanno prodotto 279
procedimenti, 279 delitti per· ora cos\
sommariamente suddivisi: 68 a norma
dell'articolo 185 del Codice penale milita-
re di guerra (violenze con omicidi contro
privati cittadini); 186 a nonna dell'artico-
lo 127 (saccheggi e altro)i 4 a norma
dell'articolo 187 (incendi, distntzioni) ...
Di questo materiale, le varie procure
militari hanno già disposto l'arChiviazione
per quei reati caduti in prescrizione_ e per
tutti quelli in cui l cri~
minali nazi-fascisti sia-
no deceduti o non sia
più ragionevolmente
possibile risalire agli
autori. Come per la pic-
cola Diana, nella gran-
dc maggioranza dei
casi si sono ritrovate
prove c testimonianze
per risalire ai colpevoli.
Per esempio, gli eccidi
e le torture commessi
nellager di Bolzano dal comandante
Lenente delle Ss Karl Titho e dal suo mare~
scialle Hans Haage. Commenta il procu-
ratore militare di Verona, Bartolomeo
Costantini, membro del Consiglio della
magistratura militare e della Commissio-
ne appena costituita che dovrà chiarire
"le dimensioni, le cause e le modalità del
fenomeno delle archiviazioni provviso-
rie": <<Nel dossier sullager di Bolzano che
ci hanno trasmesso era possibile indivi-
duare i responsabili: erano già noti attra-
verso alcune pubblicazioni. Abbiamo
accertato l'esistenza in vita dei due mili-
tari delle Ss,li potremo interrogare solo in
rogatoria, verranno processati probabii-
L'Espresso 22 AGOSTO 1996
scoprire connivenze.
zione tedesca vieta espressamente
l'estradizione dei suoi cittadini anche se
accusati di crimini gravissimi».
Ma perché mezzo secolo di silenzio?
Silenzio dci politici, dei militari, dell'opi-
nione pubblica. Il silenzio dei politici è in
parte spiegato sui libri di storia. In quegli
anni cercare responsabilità per l crimini
nazi-fascisti significava riaprire ferite,
silenzio dei mililnri. Si legga il documento
segreto della Procura generale dcll962
("L'Espresso" n. 12) riferito ai criminali di
guerra nazisti: «La possibilità di un giudi-
zio in contumacia ò stata prospettata sin
dall'epoca del processo I<appler; ma la sua
realizzazione è stata esclusa, per direttiva
del Procuratore genera1e militare( ... ) per
ragioni di opportunità, non sembrando
conveniente, nnche in consi-
derazione delle scarse possi-
bilità di una pratica reaUzza-
zione della pretesa punitiva,
turbare ancora una volta
l'opinione pubblica, l'ipor-
tando alla ribalta il triste epi-
sodio dell'eccidio delle Fosse
Ardeatine. Tali direttive del
Procuratore generale sono
state periodicamente ricon-
fermate, a richiesta di questa
Procura militare».
IL SILENZIO DEI CIT-
E tadini, dei parenti del~
le vittime? Risponde
lntelisano: <<Non mi
risultano iniziative di familia-
ri o associazioni per riaprire i
casi archiviati. Se si eccet-
tuano le stragi di Capistrello
e l'eccidio della Storta dove
fu assassinato Il sindacalista
Bruno Buozzi. Mi sono spes-
so interrogato su questo
atteggiamento. Lo ritengo
ascrivibile a forme di rimo-
zione collettiva: l'amnesia si
traduce in amnistia. A volte
c'è stata una sorta di inver-
sione dei giudizi di responsa-
bilità: sono stati chiamati in
causa, in formalmente, gli
autori di azioni partigiane
per una specie di ''sindrome
di Stoccolma", quasi per giu-
stificare le feroci reazioni
tedesche••.
E' successo a Gubbio. Qui,
il 22 giugno 1944, vennero
fucilati 40 cittadini per rap~
presaglia, dopo l'uccisione di
due urflciali tedeschi. In un
rapporto doppio rispetto alla
strage delle Fosse Ardeatine.
Di ostaggi ne erano stati
rastrellati 160, ma l'interven-
to del vescovo riusc1 a limi t'a-
re l'eccidio. A quei 40 fu ordi-
nato di scavarsi la fossa e poi
avvenne l'esecuzione a raffi-
che di mitragliatrice. Al cen-
tro di Gubbio un mausoleo
con l nomi dei martiri ricorda
l'evento. Il fascicolo >
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