Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PENSIONISTICO
• LA RIFORMA IN SINTESI
LA RIFORMA IN SINTESI
Le principali novità previste dall’art. 24 della nuova legge possono essere sintetizzate con quattro concetti chiave:
La norma non ha carattere retroattivo e quindi non si applica a coloro che hanno già maturato i requisiti pensionistici entro
il 31.12.2011 (o che li matureranno per vecchiaia nel corso del 2012, grazie all’eliminazione delle cosiddette finestre).
La pensione di vecchiaia è un trattamento pensionistico che si ottiene al raggiungimento di una determinata età anagrafica,
per la prima volta unificata per uomini e donne di tutti i settori lavorativi, e fissata a 66 anni.
La riforma prevede un periodo di “armonizzazione” dal 2012 al 2018, che trovi riassunto di seguito in un’apposita tabella,
che consente alle lavoratrici dipendenti del settore privato ed alle lavoratrici autonome di beneficiare di un adeguamento
progressivo ma graduale dell’età anagrafica necessaria.
A partire dal 2021 l’età pensionabile sarà ulteriormente innalzata a 67 anni.
I limiti d’età rappresentano però soltanto dei requisiti minimi, a partire dai quali il sistema assicura al lavoratore/alla lavora
trice la massima flessibilità. Sarà un diritto di tutti i cittadini/le cittadine scegliere liberamente di proseguire l’attività
lavorativa fino all’età di 70 anni (con mantenimento del posto di lavoro), beneficiando così di coefficienti di trasformazione
più favorevoli, che si tradurranno in una pensione più elevata.
La pensione anticipata è un tipo di trattamento alternativo alla pensione di vecchiaia, che si ottiene al raggiungimento di
un determinato numero di anni di contribuzione e permette il pensionamento anticipato a coloro che non hanno ancora
raggiunto l’età anagrafica minima prevista dalla legge.
42 anni 41 anni =
2012 e 1 mese e 1 mese
=
2013 42 anni 41 anni
e 2 mesi e 2 mesi
Per i lavoratori/le lavoratrici iscritti/e al sistema pensionistico dopo il 1° gennaio 1996, la pensione anticipata può essere
conseguita all’età di 63 anni (con 3 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia), qualora si possano vantare almeno
20 anni di contribuzione ed un trattamento pensionistico non inferiore a 2,8 volte l’ammontare mensile dell’assegno sociale.
La riforma introduce poi una serie di deroghe rispetto ai requisiti ordinari per alcune categorie di lavoratori/lavoratrici, ai/
alle quali si applicano particolari clausole di salvaguardia:
• lavoratori/lavoratrici dipendenti nati/e nel 1951-52: gli uomini che entro la fine del 2012 maturano il requisito
pensionistico sulla base del vecchio sistema delle quote (quota 96) e le donne del settore privato che
raggiungono almeno 20 anni di contribuzione e 60 anni di età potranno andare in pensione a 64 anni;
• donne che optano per la liquidazione della pensione con il sistema contributivo (a condizione che entro
il 31.12.1995 possiedano meno di 18 anni di contributi) e con anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni
potranno andare in pensione al compimento di un’età di almeno 57 anni (dipendente) o 58 anni (autonome);
• lavoratori/lavoratrici collocati in mobilità breve o lunga per effetto di accordi stipulati entro il 04.12.2011,
lavoratori/lavoratrici titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà, lavoratori/lavoratrici
autorizzati/e alla prosecuzione volontaria della contribuzione, ovvero oggetto di “esonero dal servizio” alla
data del 04.12.2011 potranno andare in pensione con il vecchio regime delle quote;
• lavoratori/lavoratrici impiegati/e in cosiddette attività usuranti (cd. lavori usuranti) potranno andare in
pensione con il vecchio regime delle quote.
Per effettuare una simulazione sugli effetti della riforma Monti-Fornero, ti invitiamo a consultare l’apposita sezione dedicata
ai calcolatori sul PIN.
La riforma del sistema pensionistico tende ad alzare sempre di più l’età pensionabile. Dal momento che si vive più a lungo,
occorre uscire dal mondo del lavoro più tardi. Una delle novità introdotte consiste proprio nell’aggancio automatico dei
requisiti anagrafici e contributivi necessari per andare in pensione alla speranza di vita rilevata periodicamente dall’Istat.
Il primo adeguamento, che prevede uno slittamento dei requisiti pensionistici di 3 mesi, scatterà a partire dal 1° gennaio
2013 e avrà inizialmente cadenza triennale, mentre successivamente al 2019 gli adeguamenti avverranno ogni 2 anni.
• DEDUZIONI FISCALI
La normativa relativa alle forme di previdenza complementare prevede la possibilità di dedurre fiscalmente
tutti i contributi versati in favore del fondo da parte del lavoratore/della lavoratrice e del datore/della datrice
di lavoro (con esclusione del TFR) fino a 5.164,57 euro annuali (valido per il settore privato).
• I RENDIMENTI
I fondi pensione permettono un’elevata protezione del proprio capitale pensionistico, grazie al fatto che la
normativa stessa prevede particolari misure di contenimento del rischio. Tale approccio ha permesso alle
forme pensionistiche complementari di ottenere rendimenti stabili nei confronti di altre forme di investimento
che nel lungo periodo risultano più elevati della rivalutazione del TFR.
Inoltre l’introduzione di una campagna annuale d’informazione obbligatoria, rivolta a tutti i lavoratori/le lavoratrici, aiuterà
a promuovere una maggiore consapevolezza, specie fra le giovani generazioni, ed a sensibilizzarle sull’importanza di
risparmiare oggi per il futuro. La legge prevede infatti che ogni anno ciascun lavoratore/lavoratrice riceva dal proprio ente
previdenziale di riferimento una comunicazione contenente tutte le informazioni sulla propria posizione pensionistica.
A questi aspetti bisogna poi aggiungere gli ulteriori incentivi previsti dal nostro ordinamento regionale attraverso
l’intervento di Pensplan:
• LE PROVVIDENZE
La Regione Trentino - Alto Adige/Südtirol si impegna da un lato a sostenere i versamenti in
presenza di situazioni di difficoltà economica e dall’altro a garantire il trattamento pensionistico.
In caso di mancata contribuzione da parte del datore/della datrice di lavoro, la Regione, mediante Pensplan,
mette a disposizione anche un servizio di assistenza legale gratuita.
• CONSULENZA
Un ulteriore vantaggio della previdenza complementare regionale è dato dal supporto informativo e
dall’assistenza amministrativa diffusa in maniera capillare su tutto il territorio regionale, grazie agli oltre
100 Pensplan Infopoint istituiti in collaborazione con i patronati (ed i caf) partner di Pensplan.
Per ulteriori informazioni o chiarimenti a proposito delle novità introdotte dalla riforma del sistema previdenziale,
gli esperti Pensplan sono a tua disposizione.