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Il fartlek
Il fartlek è la corsa lieta di un cavallo, che non ha le briglie al collo. Padre ed inventore di questo
allenamento libero fu l’allenatore svedese Gösta Olander, un proprietario d’albergo svedese, nella
leggendaria “Volodalen”, nella regione svedese di Hälsingeland. Lì, già negli anni ’60, si riunivano per
allenarsi i più forti runner di livello mondiale. Il paesaggio svedese montagnoso e ricco di boschi, con
terreno reso morbido dal muschio, è ideale per tale tipo di training libero. Per gli allenatori svedesi il
fartlek prende come riferimento le sensazioni che l’atleta prova durante la seduta. Per cui è lasciata agli
atleti la scelta della velocità delle variazioni nonché l’intervallo tra le prove.
Olander suggeriva ai propri atleti un fartlek della durata di due ore così strutturato:
5/10’ di riscaldamento;
1/2 km a ritmo sostenuto;
5’ di marcia rapida;
accelerazioni violente di 50/60 m, intervallate da corsa di 200 m ad un ritmo blando;
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una corsa leggera interrotta a tratti da accelerazioni di 3 o 4 passi, ottenute con una brusca
inclinazione del corpo in avanti.
Nelle sedute di fartlek si fa più riferimento al tempo di corsa piuttosto che alla distanza percorsa, e le
variazioni di ritmo possono essere suggerite:
In de nitiva, si decide di correre velocemente per un certo intervallo di tempo (ad esempio: 1’, 2’, 3’, ecc.),
e si parte quando ci si sente pronti per una successiva prova. Proprio a causa della variabilità dei
parametri della velocità, della durata e del recupero, le sedute di fartlek possono essere più o meno
impegnative. Per tale ragione esse sono prerogativa di atleti che hanno una buona esperienza e
sensibilità allo sforzo.
In tempi più moderni, gli americani hanno de nito il fartlek “speed play”, ovvero “gioco di velocità”. Gli
allenatori americani, a di erenza degli inventori svedesi, programmano ogni cosa: velocità, durata delle
variazioni e tempo di recupero.
Il fartlek ha trovato numerosi proseliti in tutto il mondo. Questo tipo di allenamento non ha perso di
attualità. Oggi è adottato da chi pratica attività sportive di durata, quali il mezzofondo ed il fondo
dell’atletica leggera, nel triathlon (corsa + ciclismo + nuoto). Ai nostri giorni tale tipo di allenamento ha
assunto un’importanza sempre più basilare nel programma di ogni corridore, in quanto ha la peculiarità
d’impegnarlo ad utilizzare tutte le “marce”, ossia le velocità di cui dispone nel proprio organismo.
Questo tipo di allenamento è spesso utilizzato come un’alternativa all’allenamento altamente
strutturato, al ne di garantire varietà al training stesso. Oggi esso si trova nella preparazione di corridori
mezzofondisti e fondisti con una certa frequenza, soprattutto quando si vuole lasciare all’atleta libertà
di interpretazione, sia sul versante dell’intensità, sia su quello del volume di chilometri percorsi.
Secondo Giorgio Rondelli, una seduta di fartlek può considerarsi valida, allorquando la velocità del
recupero è almeno uguale al ritmo della corsa lenta.
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Come eseguirlo
Questo importante tipo di allenamento dev’essere eseguito con gruppi di lavoro omogenei. Al ne di
meglio controllare le varie velocità di percorrenza, è consigliato disporre di un cardiofrequenzimetro,
per così controllare il numero di pulsazioni alle varie velocità.
Oggi sotto la voce fartlek sono raggruppate svariate possibilità di allenamento sia per chi incomincia a
correre che per gli atleti di élite.
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Tipi di fartlek
In base alla durata delle variazioni esistono vari tipi di sedute di fartlek: a) lungo; b) medio; c)
breve/corto; d) combinato/misto; e) ondulato; f) a schio.
TIPI DI FARTLEK
TIPO ESEMPLIFICAZIONE
FARTLEK LUNGO È costituito da variazioni di durata compresa tra 3 e 5’ con un recupero
standard di 2’. L’intensità di queste variazioni è simile a quella delle gare di 10
km.
FARTLEK MEDIO È costituito da variazioni di durata compresa tra 1’30” e 2’30”’ con un recupero
standard di 2’. L’intensità di queste variazioni è simile a quella delle gare di 5
km.
È composto di variazioni di 15”-1’ con un recupero standard di 1’ di corsa assai
tranquilla (souplesse), più lenta di quella che si tiene nelle sedute di corsa
lunga. L’intensità di tali prove sarà piuttosto elevata, e simile a quella che si
FARTLEK terrebbe nelle gare corte di 1˙500-3˙000 m. Maggiore è il numero delle prove,
BREVE/CORTO inferiore sarà il ritmo di corsa, tanto che quando si giunge al massimo delle
ripetizioni Esempio: (25x1’). Il ritmo di riferimento sarà quello dei 10˙000 m.
È costituito da variazioni miste, tipiche del fartlek lungo e del fartlek breve.
Esempli cazioni: a) 3-6 serie di: 30”, 1’, 1’30” con recupero di 1’;
FARTLEK
COMBINATO/ b) 2-4 serie di: 1’, 3’, 2’, 30”, 3’ con recupero di 1’;
MISTO c) 1-2 serie di: 5’, 1’, 4’, 1’, 3’, 1’, 2’ con recupero di 1-2’ a sensazione.
FARTLEK prova in salita e quella in pianura non deve mai trascorrere meno di 1’. Inoltre,
Ogni atleta del gruppo si alterna in testa a fare il ritmo nella prova veloce.
Soltanto lui è a conoscenza della durata della prova e della modalità di
esecuzione. Esempi: a) si può partire ad un ritmo veloce, che si potrebbe
mantenere per circa 30”, ma l’atleta rallenta il ritmo senza interrompere la
prova per circa 100 m, dopo i quali si fa un’ulteriore accelerazione di altri 30”.
FARTLEK DI b) Si può correre una prova di 2’ nella quale ogni 30” s’incrementa
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** la velocità del recupero dipende invece esclusivamente dal momento della stagione
Finalità
Il fartlek è un allenamento polifunzionale, in quanto può agire in varie direzioni e può soddisfare i
fabbisogni di varie tipologie di corridori. I giovanissimi si abituano a ricercare una migliore
concentrazione. Per numerosi campioni e tecnici, esso è ritenuto un’arma so sticatissima di ri nitura
poiché, proponendo sempre nuovi stimoli, diviene sovente la vera arma vincente. Il fartlek è nalizzato a
questi obiettivi:
sviluppo dell’attività cardiocircolatoria con l’aumento sia della cavità che della parete cardiaca;
miglioramento delle attività enzimatiche mitocondriali e perciò del metabolismo degli zuccheri;
esaltazione massima del parametro “recupero”;
a namento delle sensibilità del corridore ai vari ritmi di allenamento e perciò migliore
conoscenza del proprio “io siologico”.
aumento delle forze siche;
sviluppo della lotta contro il senso di so erenza;
stabilizzazione e miglioramento del grado di steady-steate.
Per i principianti, l’apprendimento all’autoregolazione dell’andatura che il fartlek fornisce agli esperti,
può invece essere meglio sviluppato con l’interval-training.
in un’ora di corsa, inserire 25 x 1’ a ritmo intenso ovvero a quello di gara della corsa campestre, su
terreno di cross, con recupero di 1’ di corsa lenta;
in un’ora di corsa inserire 10-12’ x 2’ a ritmo intenso ovvero a quello di gara della corsa campestre,
su terreno da cross erboso, con recupero di 2’ di corsa lenta;
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