Note di introduzione: E’ bello ritrovarsi, dopo la celebrazione della Cena del Signore, per
contemplare, adorare, ringraziare il Signore per il grande dono fatto alla sua Chiesa. L’adorazione eucaristica
del giovedì santo è il naturale prolungamento dell’azione liturgica già vissuta. Il testo dell’adorazione è
affidato ad una guida, un lettore, un narratore ed eventualmente un altro lettore per le preghiere di
invocazione. E’ importante che questi “protagonisti” si preparino con diligenza.
Per indicare ai fedeli l’inizio della preghiera e così favorire il clima di raccoglimento, si diffonda nell’aula
liturgica una musica di sottofondo; si concentrino le luci sull’altare della reposizione; eventualmente si
distribuiscano ai fedeli il testo della adorazione, il libretto dei canti; si disponga un servizio d’ordine e di
accoglienza perché la preghiera non sia disturbata durante il suo svolgimento; si dia ai fedeli partecipanti un
piccolo cero per il gesto finale suggerito dall’adorazione.
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(Musica di sottofondo)
GUIDA Abbiamo da poco celebrato con Gesù la cena eucaristica. Abbiamo fatto memoria della sua
vita donata nel segno del pane spezzato e del vino versato per l’alleanza e la riconciliazione del
mondo. Ora siamo qui a prolungare, in questa adorazione, il nostro grazie, la nostra lode, a Lui per
un tale dono che ci fa essere Chiesa. Vogliamo portare l’Eucaristia, fermento di comunione e di
pace, nel cuore del mondo.
Iniziamo questa esperienza di preghiera eucaristica, partecipando con acclamazioni semplici, che
possiamo dire in maniera spontanea, a voce spiegata, ciascuno dal proprio posto.
(i fedeli possono intervenire dal posto con invocazioni. L’animatore cominci proponendone, ad intervalli di
tempo, alcune riportate di seguito)
………
GUIDA Facciamo nostra la situazione dei discepoli della prima ora. Stiamo con loro alla presenza di
Gesù, attorno alla tavola dell’ultima cena, prima della sua passione, per lasciarci sempre più
illuminare sul senso profondo dell’Eucaristia. Ascoltiamo.
NARRATORE:
Il tempo si era fermato lì, davanti a quel gesto del pane spezzato e del calice condiviso. Con la
mente e il cuore ripensavamo alle parole che lo avevano accompagnato: “Questo è il mio corpo
che è per voi“. “Questo è il mio sangue sparso per voi e per tutti, in segno alleanza”. Parole
scolpite ormai nella nostra memoria, per sempre.
Ma come un uragano si abbattè su di noi l’annuncio del tradimento: uno di noi, uno dei suoi
amici, lo avrebbe consegnato ai nemici.
GUIDA Quante volte, celebrando l’eucaristia, abbiamo ripetuto nel nome di Cristo i gesti del
pane e del vino? Eppure, come i discepoli del cenacolo, non li abbiamo ancora compresi in
profondità. Incapaci di accoglierli nella loro verità, li viviamo ancora in mezzo a divisioni e rivalità,
tra paure e dubbi nella fede, tra abitudine ed esteriorità, tra attese mondane e velleità di successo.
Ne chiediamo perdono. Cantiamo:
- Gesù, Maestro e Signore, che nella lavanda dei piedi ci hai insegnato che sei venuto per
servirci e non per essere servito, abbi pietà delle nostre pretese…
- Gesù, Maestro e Signore, che attorno alla tavola della eucaristia vuoi fare di noi la tua
Chiesa, sacramento di comunione e di riconciliazione per il mondo, abbi pietà delle nostre
divisioni…
- Gesù, Maestro e Signore, che ci educhi a vivere la sequela nello stile della condivisione e
della solidarietà verso i fratelli, abbi pietà dei nostri egoismi…
- Gesù, Maestro e Signore, che in questa notte confermi il dono della tua vita per amore
degli uomini, abbi pietà dei nostri tradimenti e delle nostre infedeltà…
- Gesù, Maestro e Signore, che ci chiami a trasformare la nostra esistenza in eucaristia
vivente per la salvezza del mondo, abbi pietà delle nostre mediocrità…
GUIDA In silenzio, continuiamo a pregare e ad invocare la misericordia del Signore.
CANTO
NARRATORE:
La notte ingoiò il traditore nelle sue tenebre. E noi rimanemmo inermi, ammutoliti, al di qua del
Mar Rosso, schiavi e perduti. Ora più che mai desideravamo ascoltarlo. Cosa poteva dirci dopo
tutto quello che era successo? I nostri occhi si puntarono su di lui; le nostre orecchie si tesero
verso le sue labbra; il nostro cuore non aveva più il suo ritmo normale. Lo ascoltammo.
LETTORE:
Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e anche Dio è stato
glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo
glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi, voi mi cercherete, ma come ho già detto
ai Giudei lo dico ora anche a voi: dove vado io non potete venire. Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri; come io ho vi ho amato, così amatevi gli uni gli altri. Da questo tutti
sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.”(Gv 13,31-35)
NARRATORE:
Che paradosso! Com’era possibile affermare che Dio era glorificato, santificato, lodato in una
circostanza come quella che stavamo vivendo? Dov’era il Dio dei nostri padri? il Dio Liberatore? il
Dio della Pasqua? Eppure: ci sorprese che nelle sue parole non c’era alcun sentimento di vendetta,
di odio, di rancore… Egli ci parlava in confidenza, come un amico parla agli amici, come un padre
che sa che sta per partire per un viaggio senza ritorno, ma che vuole che i suoi figli continuino a
volergli bene, a pensarlo, a ricordarlo… E ci diceva ancora:
LETTORE:
"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del
Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò
andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove
sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via". (Gv. 14,1-4)
NARRATORE:
Aveva certamente colto nei nostri sguardi smarriti e persi nel vuoto, che ci sentivamo davvero
orfani, in balia dei nostri destini. Egli non era più il punto di riferimento delle nostre strade. Fu
proprio Tommaso, l’incredulo, ad osare una domanda che avevamo tutti sulla bocca.
LETTORE:
Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". Gli
disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se
conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". (14,5-7)
NARRATORE:
LETTORE:
Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono
con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire:
Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non
le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il
Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi
crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi
chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. (14,8-14)
NARRATORE:
Ci parlò del Padre, così, come se si dovesse rivelare proprio lì, davanti a noi, in mezzo a noi, nei
suoi occhi, nel suo volto, nelle sue fattezze fisiche, nelle sue parole. Come e con lui dovevamo
sentirci al sicuro nelle mani del Padre; messi a parte nel cuore e nella tenerezza del Padre. Non
dovevamo avere paura di nulla. La strada era tracciata.
GUIDA Le parole di Gesù rianimano anche il nostro animo triste e sfiduciato. In esse troviamo
anche noi il coraggio per porgli le nostre domande di senso e che salgono dal mondo in cui viviamo.
Ci riconosciamo nelle parole di Pietro, l’apostolo:
- Noi crediamo in te, Signore, ma tu aumenta la nostra fede che vacilla ogni volta che ti
avvertiamo lontano e assente…; per questo ti chiediamo…
- Noi speriamo in te, Signore, ma tu fa ardere il nostro cuore nell’ascoltarti, perché le nostre
paure si trasformino in certezze di vita…; per questo ti chiediamo…
- Noi amiamo te, Signore, ma tu educa la tua chiesa a vivere la comunione fraterna, perché
sia segno della tua carità nel mondo…; per questo ti chiediamo…
- Noi ti benediciamo, Signore, perché, mentre ci sentiamo smarriti sulla strada della verità,
della giustizia, della pace, tu ci porti verso la strada del Padre, per questo ti chiediamo…
- Noi ti seguiamo, Signore, anche se le tenebre che invadono la scena del nostro mondo, ci
inducono alla sfiducia e all’abbandono, per questo ti chiediamo…
GUIDA Fermiamoci ora in silenzio per qualche attimo e continuiamo a ripetere con calma e con
fiducia, nel profondo di noi stessi le parole dell’apostolo Pietro: Signore, da chi andremo, tu solo hai
parole di vita!
GUIDA Ed ora cantiamo la nostra fede in colui che ci indica la strada della vita.
CANTO
NARRATORE:
LETTORE:
GUIDA La promessa di Gesù si rinnova anche per noi: invochiamo il dono del suo Spirito e
diciamo: DONACI, SIGNORE, IL TUO SPIRITO (oppure un canone di Taizè di invocazione allo Spirito)
- Che ci introduca sempre più in profondità nel tuo mistero di amore e di comunione con il
Padre…
- Che faccia germogliare la comunione e la fraternità tra di noi, nella tua Chiesa…
- Che renda l’annuncio del vangelo vivo ed efficace nella cultura e nel linguaggio degli
uomini del nostro tempo…
- Che, come un maestro interiore, ci insegni a rendere ragione della speranza che tu hai
seminato dentro di noi…
- Che ci consoli nei momenti in cui sperimentiamo un senso di emarginazione e di inutilità
della missione che ci hai affidato…
- Che ci difenda dalla tentazione di seguire la logica di questo mondo e dei suoi idoli…
- Che ci dia il coraggio e la franchezza dell’annuncio e della testimonianza nel mondo…
GUIDA Continuiamo ad invocare il dono dello Spirito, in raccoglimento; su noi stessi, sulla nostra
comunità parrocchiale, sui bambini che faranno la prima comunione; sui ragazzi che saranno
confermati con la santa cresima; ed anche su qualche situazione difficile, oscura per cui c’è bisogno
di luce, di conforto, di speranza.
NARRATORE:
Ci stava dando l’addio. Ad ascoltarlo, assorti e tesi, ci rendevamo conto di sentirci sempre più
legati a lui, nonostante tutto. Se in quei momenti fosse successo qualcosa contro di lui, eravamo
pronti a difenderlo con tutte le nostre forze. Avevamo la sensazione che una specie di linfa
rigeneratrice passasse da lui a noi. E questa sensazione di intima comunione la avvertimmo
soprattutto quando ci raccontò questa parabola:
LETTORE:
"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e
ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che
vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non
rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in
me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me
viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In
questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. (Gv. 15,1-8)
NARRATORE:
Ah, se avessimo davvero colto questo invito ad essere suoi tralci, avremmo prodotto i frutti di
giustizia e il nostro popolo avrebbe conosciuto finalmente un’era di pace. Ma in quel momento ci
sentivamo come potati, sfrondati da idee e aspettative grandiose, inutili; ci sentivamo purificati
fin nell’intimo dall’arroganza e dall’orgoglio di salvare il mondo con le nostre mani. Maestro
amabile, nella notte in cui il nostro spirito è oscurato, dicci, quale frutto possiamo portare?
GUIDA Raccogliamo questo interrogativo che preme anche dentro di noi, e trasformiamolo in
preghiera. Diciamo: SENZA DI TE, SIGNORE, NON POSSIAMO FARE NULLA!
- Quando cediamo alla tentazione di fare da soli, escludendo ed emarginando dai progetti di
costruzione del mondo…, noi ti diciamo…
- Quando facciamo dell’annuncio del tuo vangelo una propaganda per risolvere i nostri
interessi e i nostri problemi…, noi ti diciamo…
- Quando ci serviamo della tua Chiesa per affermare le nostre opinioni e le nostre scelte…,
noi ti diciamo…
- Quando svuotiamo la forza profetica della tua parola per scendere a compromesso con le
attese del mondo…, noi ti diciamo…
- Quando non ci lasciamo purificare dalla tua parola per portare frutti di vera conversione…,
noi ti diciamo...
GUIDA Con il canto ridiciamo le parole di Gesù, per sentirci uniti a lui come i tralci alla vite e
portare frutti di vita eterna per la salvezza del mondo. Cantiamo.
NARRATORE:
Cos’altro poteva dirci in quella notte paradossale, quando le ombre del peccato, dell’odio e della
violenza stavano per abbattersi su di lui e su di noi? Volle lasciare quella stanza dve aveva
celebrato con noi la liberazione di Dio. Ormai la cena pasquale era conclusa. Uscimmo nella notte
di Gerusalemme. Con lui scendemmo verso la valle del Cedron, per raggiungere, attraverso un
viottolo il monte degli Ulivi. Tutto intorno era silenzio; i fuochi accesi ci indicavano la presenza di
pellegrini accampati qua e là, per la grande festa di pasqua che sarebbe iniziata tra poche ore. Ci
incamminammo verso il podere del Getsemani, che era diventato come il nostro luogo segreto,
riservato a noi soli. A lui piaceva ritornarci per trovare un po’ di pace con sé stesso, per pregare.
E per strada ancora ci parlava, cadenzando i passi con le parole. Ci stringevamo sempre più
attorno a lui per sentirlo meglio, perché la sua voce, che si era fatta flebile, era portata via dal
vento. Ci disse ancora:
LETTORE:
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non
sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre
l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel
mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Gv.15,9-17
NARRATORE:
Ci sembrò di cogliere in queste sue ultime parole un vero e proprio testamento. Sentiva di andare
verso la morte. Il passo si fece più veloce, il Getzemani ci attendeva per il risposo della notte,
prima di risvegliarci al giorno della parasceve. Si fermò proprio nel momento in cui ci disse: ”Voi
non siete miei servi, ma siete miei amici…”, ci guardò in viso ad uno ad uno e vedemmo i suoi
occhi luccicare di commozione al chiarore della luna piena di pasqua. Quelle parole ci
trapassarono. Di lì a poco, il suo arresto le avrebbe cancellate dalla nostra mente e dal nostro
cuore.
GUIDA L’eucaristia che adoriamo racchiude il testamento di amore di Gesù. Cantiamo insieme.
NARRATORE:
Giungemmo nel giardino del Getzemani. La notte era ormai avanzata. Ognuno cercò per sé il
posto più confortevole dove ripararsi dal freddo pungente della notte. Rimanemmo con Gesù solo
io, mio fratello Giacomo e Pietro. Eravamo anche questa volta privilegiati, messi a parte delle sue
emozioni più segrete. Egli ci pregò di vegliare con lui e subito si inginocchiò dov’era, davanti a noi,
levò gli occhi verso un cielo buio e lontano e pregò e noi ci sorprendemmo a pregare con lui, a
pregare il Padre con le stesse sue parole.
LETTORE: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
Tutti: Padre, è giunta l’ora, glorificaci nel tuo Figlio Cristo Gesù.
LETTORE: Che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
Tutti: Fa’, o Padre che ti riconosciamo nel volto del tuo Figlio, Cristo Gesù.
LETTORE: Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.
Tutti: Fa’ che ti glorifichiamo sopra la terra, compiendo l’opera che il tuo Figlio ci ha
affidato.
LETTORE: Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.
Tutti: Concedici di accogliere ed osservare la tua parola, per sentirci uno con te e il
tuo Figlio.
LETTORE: Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono
tuoi.
Tutti: Noi ti preghiamo, o Padre: fa’ che apparteniamo solo a te e non al mondo.
LETTORE: Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo,
custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
Tutti: O Padre, custodiscici nell’unità e nell’amore perché il mondo creda.
LETTORE: Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi;
nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la
Scrittura.
Tutti: Conservaci, o Padre, nel tuo nome e fa’ che nessuno di noi vada perduto.
LETTORE: Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono
del mondo come io non sono del mondo.
Tutti: Padre, non abbandonarci alla tentazione e alla seduzione del mondo.
LETTORE: Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo,
anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati
nella verità.
Tutti: Consacraci nella verità della tua parola e mandaci nel mondo per essere
testimoni della verità (cfr. Giovanni 17)
NARRATORE:
L’orizzonte della sua preghiera non si limitava a noi, che eravamo lì con lui. Forte della sua fiducia
riposta nel Padre, cominciò a pensare a quelli che sarebbero venuti dopo di noi, e pregò anche
per i discepoli del futuro… se mai ci fosse stato un futuro…
LETTORE:
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché
tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro,
perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il
mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche
quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi
hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti
ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto
conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in
essi e io in loro". (Giovanni cap. 17,20-26)
GUIDA: Uniamoci anche noi alla preghiera del Figlio e con fiducia diciamo insieme:
PADRE NOSTRO