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Il Forestale n.

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ITINERARI / Piante medicinali

CURARSI
CON
LE PIANTE
Nella Certosa di Trisulti
sui monti Ernici
i monaci cistercensi
tramandano l’antica
conoscenza erboristica
di Stefano Cazora

vvolta nella nebbia autunnale la certosa omino anziano, a un primo impatto schivo, ma

A di Trisulti appare come una grande


astronave sospesa nell’antica foresta
d’Ecio che la circonda. A malapena se
ne scorgono i contorni. L’ingresso angusto
porta ancora i segni di fortificazioni a ricordo
presto loquace se lo si sollecita su quella che da
sempre è la sua passione: la ricerca e cataloga-
zione delle piante spontanee. Insieme agli
agenti del Corpo forestale e agli operai
dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di
di vecchie contese. Al suo interno regna sovra- Roma, che qui gestisce una parte di questa
no il silenzio rotto qua e là solo dal rintocco meravigliosa selva posizionata in una delle zone
delle campane che scandiscono la giornata dei più impervie e isolate dei Monti Ernici, ci
monaci cistercensi subentrati nel 1947 ai certo- incamminiamo nel bosco che, ricoperto da una
sini qui dal 1200. “Ora et labora” è il motto che suggestiva bruma, mostra tutto il fascino della
guida le azioni dei religiosi, è fedeli alla regola tipica livrea autunnale. “Premetto che non
di San Benedetto. Qui incontriamo Fra sono né erborista, né farmacista, né medico, né
Domenico Palombi, profondo conoscitore botanico, ma neppure ciarlatano” esordisce
degli arcani segreti della natura e soprattutto Fra Domenico. Eppure qui sono in tanti che
delle proprietà terapeutiche delle piante. È un vengono a trovarlo da ogni parte d’Italia per

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profondo esperto di tutte le piante conosciuto


ed apprezzato anche da diversi esponenti della
comunità scientifica, che lo appoggiano nei
suoi tanti lavori pubblicati in quasi 60 anni di
studi. Cammina lento sotto le alte querce, scor-
tato dai Forestali che lo seguono attenti; si
ferma un attimo e in meno di un metro quadro
riesce a mostrarci almeno cinque o sei piante
descrivendoci tutte le loro proprietà, tempo di
raccolta e modo di utilizzo. Si sposta da un’al-
tra parte seguendo la traccia come un segugio
ma in realtà la sua ricerca si indirizza verso
piantine striscianti che noi chiameremmo sem-
plicemente erbe, cespugli, arbusti, muschi e
licheni. Insomma una grande farmacia a cielo
aperto e sempre aperta. Ma ci tiene a dirlo che
bisogna essere rispettosi dell’ambiente, mentre
ci mostra un ramo secco di centaurea maggio-
re che nelle campagne viene chiamata genziana
dei poveri ed usata spesso in sua sostituzione.
“Io lo dico sempre che invece di andare in
montagna a strappare le radici della genziana,
pianta ormai rara e protetta, si potrebbe ricor-
rere a quest’erba, degno sostituto anche per
confezionare un interessante digestivo”. C’è
poi il corniolo febbrifugo e astringente, la rosa
canina ricchissima di vitamina C, il muschio
batteriostatico e antibiotico, la betonica ritenu-
ta una panacea per stomaco, reni, polmoni.
molto usata dalla medicina popolare e che
invece oggi vede ridimensionate dalla scienza
le sue proprietà. Ci sono anche il geranio san-
guigno dalle proprietà astringenti e
antibiotiche, la pilosella comune che deve esse-
imparare i segreti delle piante officinali. Anche re usata fresca ed esercita un’azione diuretica,
forestali o aspiranti tali che cercano un consul- depurativa e antibiotica e può essere raccolta
to, una guida rapida ed esperta. Ci sono poi tutto l’anno. L’elenco potrebbe continuare ma
quelli che hanno saputo delle sue prodigiose il tempo avanza e Fra Domenico deve tornare
tisane in grado di curare tutti gli acciacchi. E’ in convento dove ricopre anche l’incarico di
la medicina dei semplici tanto che il monaco cuoco e si diletta a preparare sue personali
ama scherzosamente definirsi “dottor sempli- ricette per gli altri quattro anziani confratelli
cista” il quale ha stilato anche un elenco di che oggi sono rimasti a guardia della Certosa.
consigli utile per chi intende curarsi con le Ci diamo dunque appuntamento per il primo
erbe. “Ho iniziato a verificare che le medicine pomeriggio per continuare la visita.
tradizionali spesso portano più controindica-
zioni ed effetti collaterali che beneficio e su me L’antica farmacia
stesso ho provato invece le proprietà terapeu- In questa antica abbazia si trova una delle più
tiche delle erbe che il buon Dio ci ha donato a antiche farmacie, bellissima, ricca di ampolle,
nostro beneficio”. Fra Domenico, che si appa- luminosa con i toni del bianco e dell’oro e la
re come un umile appassionato è in realtà un volta affrescata. In quelle stanze si lavoravano

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spezie ed erbe medicinali raccolte sui vicini


monti Ernici, luoghi incontaminati che ospita-
no una flora ancora molto diversificata. Risale
al XVIII secolo ed è costituita da vari ambien-
ti. Decorata con motivi di ispirazione
pompeiana in voga al quel tempo. I monaci,
profondi conoscitori delle virtù terapeutiche
delle erbe, preparavano infusi, tisane e quan-
t’altro per far fronte alle malattie. Il complesso
religioso inoltre aveva bisogno di una propria
farmacia in quanto completamente isolato e,
fino all’ultimo conflitto mondiale, privo anche
di strade di collegamento.
Qui sacro e profano, spirituale e materiale si
fondono. Su una parete dell’atrio viene raffigu-
rato il celebre Quadrato Magico polidromo del
SATOR sul cui significato ancora ci si interro-
ga, ma a cercar bene tanti altri sarebbero i
riferimenti esoterici voluti da quei farmacisti
monaci e laici che forse si dedicarono anche
all’alchimia. Intorno alla farmacia dove c’era
l’orto botanico per la coltivazione delle piante
officinali ora c’è un bel giardino di bosso con
siepi che richiamano forme animali. Oggi la
farmacia di Trisulti non è più in funzione ma è
comunque visitabile, mentre Fra Domenico
degno erede di quegli “stregoni buoni” si è
ricavato in una delle celle di clausura apparte-
nute ai certosini un piccolo e disordinato

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laboratorio dove accatasta le piante che ancora Il pregiato centerbe


raccoglie nel bosco. Ce ne sono decine di spe- Come ogni abbazia che si rispetti anche a
cie: la malva, l’elicriso, la mercorella, l’iperico, Trisulti si producono diversi liquori anche se il
le foglie di noce solo per citarne alcune. Poi da centerbe è quello più richiesto, con ordini che
una scatola raccoglie una manciata di foglie ed vengono anche da lontano. Riusciamo a sapere
erbe, le mette dentro un frullino per tritarle. da qualche indiscrezione che la ricetta originale
Ne scaturisce una mistura profumatissima e ereditata dai certosini, prevede l’utilizzo di ben
stimolante utile per insaporire sughi e carni quaranta erbe. “Un tempo venivano tutte rac-
composta da circa 20 essenze diverse. È qui colte qui intorno - racconta Fra Domenico - ma
che, quasi di nascosto, ci mostra il suo ultimo ormai qui siamo diventati tutti vecchi e quindi
volume: “Il libro delle piante. Come ricono- ordiniamo la miscela, secondo la nostra ricetta,
scerle ed utilizzarle” scritto a quattro mani a laboratori specializzati e noi facciamo tutto il
con la nipote. Una carrellata meticolosa della resto fino all’imbottigliamento. Impossibile
flora officinale dei monti Ernici, Simbruini e visitare il laboratorio dove vengono realizzati i
dell’Appennino Centrale, condensata in oltre liquori. Il locale è top secret e le chiavi sono
500 pagine. Botanica, conoscenze sapienziali, custodite dal Priore. Ci sovviene qualche dub-
consigli per una vita sana, proprietà, prepara- bio, subito fugato dagli operai forestali i quali ci
zioni e tisane. Il ricavato della vendita del libro rassicurano circa l’effettiva produzione di que-
da poco uscito andrà ad una onlus che si batte sto amaro e degli altri liquori presso la Certosa,
contro la sclerosi multipla.

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BOSCO D’ECIO
La maestosa foresta ricca di piante medicamentose
l bosco demaniale denominato “Selva D’ecio” è una foresta situata attorno alla Certosa di Trisulti

I presso Collepardo (FR) che per 75 ettari è stata concessa in uso governativo nel maggio del 1995
dal Ministero delle Finanze al Corpo forestale dello Stato: attualmente gestito dall’Ufficio
Territoriale per la Biodiversità di Roma, tale bosco è stato consegnato al fine di consentirne un’ade-
guata azione di recupero e di salvaguardia ambientale. A dimostrazione del suo alto valore
ambientale e della necessità di proteggerla e valorizzarla insieme al territorio circostante, tale selva
è inclusa nell’area SIC/ZPS dei Monti Simbruini ed Ernici ed è soggetta a numerosi vincoli ambienta-
li, paesaggistici e storico-archeologici.
Il bosco in questione ha un altissimo valore naturalistico, ambientale e paesaggistico ed è situato a
cornice dell’antica Certosa di Trisulti, fondata intorno all’anno 1000 da San Domenico di Foligno ed
attualmente abitata da monaci cistercensi che vi gestiscono una farmacia naturale aperta al pubbli-
co e molto frequentata d’estate. Si tratta di un bosco di montagna situato in zona impervia a
scarsissima densità abitativa, carat-
terizzato da un popolamento misto
di querce caducifoglie dell’età
media di 150 anni dove la specie
maggiormente rappresentata è il
cerro (Quercus cerris) al quale si
associano altre querce nonché car-
pino, faggio, aceri e sorbi. Sono
altresì presenti aree rimboschite
dalle fine degli anni cinquanta con
conifere miste, in particolare pino
nero (Pinus nigra), abete bianco
(Abies alba) ed abete rosso (Picea
excelsa).
Nel rispetto della necessità di pro-
teggere la zona boscata e di
valorizzarne gli aspetti turistico-
ricreativi, che ne fanno una meta
ricercata da escursionisti e turisti, il
Corpo forestale vi realizza attività di
gestione continue ma molto caute,
volte a migliorarne la consistenza ai
fini della tutela idrogeologica ed ambientale, della valorizzazione polifunzionale e della ricostituzione
del paesaggio. Pulizia dei sentieri, restauro delle recinzioni e della cartellonistica esplicativa, rimo-
zione degli esemplari con problemi fitosanitari o di stabilità, valorizzazione dei nuclei di vegetazione
arborea autoctona rispetto a quelli piantati: sono tutte attività che insieme alla sorveglianza vengono
portate avanti giorno per giorno dal locale personale della Forestale al fine di preservare e migliora-
re aspetto, struttura e composizione del bosco, in particolare di quello di conifere, risolvendone
alcuni problemi e portandolo sempre più verso formazioni tipiche ed ottimali della zona.
Per informazioni contattare L’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Roma
tel. 06 966682 fax 06 98012176 e-mail utb.roma@corpoforestale.it .

come l’Alpestre, le Gocce Imperiali e il Trisulti religiose più gettonate, resiste al passare del
Brandy. È sempre più frequente commissiona- tempo.
re completamente all’esterno la preparazione di Calano le ombre della sera nel vecchio bosco
questi prodotti che però conservano ancora un d’Ecio, lasciamo Trisulti, dietro di noi si chiude
certo fascino. il possente portone della Certosa mentre lo
Non qui a Trisulti dove la tradizione dei mae- sguardo dolce e attento di un vecchio monaco
stri erboristi, lontana dal clamore di altre mete sbircia da una porticina e sembra dirci, a presto.

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