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Introduzione alla pratica di recupero

dell’anima

S alve. È Tenzin Wangyal Rinpoche che vi parla. Ora vi


spiegherò in che cosa consiste la pratica di recupe-
ro dell’anima che, nell’antica tradizione Bön, riveste un
ruolo di grande importanza.
Essa consiste nel recuperare la propria anima quando
è danneggiata, perduta, deformata o indebolita. Ma cosa
significa avere un’anima sana o più semplicemente un’a-
nima? Significa avere le energie essenziali degli elementi
tutte insieme ed equilibrate, come la terra, con una con-
nessione e un radicamento, e tutte complete in un singo-
lo individuo, come l’acqua.
Il comfort e la tranquillità sono energie in completo
equilibrio. Anche l’ispirazione e la gioia sono completa-
mente equilibrate in quanto elemento fuoco. L’elemen-
to aria, che consiste nel fluire, nella flessibilità e nell’e-
nergia, è equilibrato. L’elemento spazio, caratterizzato
dall’apertura e dalle qualità di premura, è totalmente
equilibrato in un singolo individuo. Quando queste ener-
gie caratterizzanti, le essenze degli elementi, sono piena-
mente equilibrate fra loro in un unico individuo, allora
l’anima di quella persona è piena, l’anima è sana.
Sono diverse le ragioni che possono farci perdere que-
ste qualità caratteristiche: una tragedia, delle perdite o
esperienze emotive che non siamo in grado di elaborare, a

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causa di ciò che abbiamo sperimentato nella nostra vita e
delle dure prove che la vita ci pone, siano esse concentrate
in un unico momento o dilazionate nel corso di molti anni.
Perdiamo la terra. Perdiamo il senso di connessione. Per-
diamo il senso dell’acqua. Sorge in noi un senso di disagio
e perdiamo questo tipo di qualità essenziale di tranquillità
e comfort nella relazione con noi stessi, nel luogo di lavoro
o con una persona con cui stiamo vivendo. Dopo tanto
stress e tensioni perdiamo il senso di ispirazione e di gioia.
È allora che perdiamo l’elemento fuoco.
Dopo essere rimasti tante volte fermi, tante volte bloc-
cati, dopo avere affrontato tanti ostacoli, perdiamo quel
senso di flessibilità, di fluire, di un fluire spontaneo. Stia-
mo perdendo l’elemento aria. Dopo essere stati tante vol-
te feriti, delusi o dopo avere perduto il senso di fiducia in
qualcuno, perdiamo la qualità di apertura, la capacità di
ospitare il nostro dolore e le situazioni difficili. Perdiamo
l’elemento spazio. Quando perdiamo questi elementi, si
parla di perdita dell’anima o di anima danneggiata.
Pertanto queste antiche pratiche consistono nel recupe-
rare tali qualità. E queste qualità le recuperiamo da tre im-
portantissime sorgenti. Primo, recuperiamo queste qualità
dalla natura, recandoci concretamente nella natura. Per
esempio, possiamo darci appuntamento con la natura,
sostenere conversazioni con la natura, relazionarci con la
natura, coltivare un’amicizia con la natura o chiedere alla
natura di offrirci la guarigione quando le facciamo visita.
Possiamo stare nel reale ambiente degli elementi, come ad

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esempio fare visita alla terra, sentire la terra e connetter-
ci con essa, recuperare quell’essenza dell’elemento terra,
recuperare quell’energia nel nostro corpo e poi nel pro-
fondo della nostra coscienza, dove queste qualità sono an-
date perdute. In un qualche modo si recuperano le energie
dell’acqua, facendo visita a cascate, laghi e oceani. In un
qualche modo si recuperano visitando il fuoco, ad esem-
pio recandosi in luoghi vulcanici o accendendo un fuoco,
un fuoco sacro, di fronte a cui sedersi per connettersi con
esso, relazionarsi con esso, ricevendo e interiorizzando
queste energie profonde e pure attraverso il proprio corpo
fino al profondo della coscienza.
Possiamo poi andare in montagna, luogo in cui ci tro-
viamo fortemente esposti all’elemento aria, sentendolo
attraversarci il corpo e di nuovo giù nel profondo della
coscienza. Possiamo andare in cima alle montagne, scru-
tare il cielo, per esempio nel deserto, e sentire il profondo
senso di apertura. Non potrete fare a meno di sentire tale
apertura nel vostro corpo, nei vostri sensi più elevati.
Quando vedrete il cielo limpido del deserto, quando lo
sentirete, interiorizzandolo, non potrete fare a meno di
sentire tale apertura nel vostro cuore.
Così attraverso la natura possiamo recuperare l’essen-
za dell’elemento che abbiamo perduto. Allo stesso modo
possiamo recuperare l’essenza dell’elemento anche attra-
verso le nostre famiglie e le relazioni. In quanto esseri
umani, una cosa di cui tutti siamo alla ricerca è la connes-
sione, una connessione con un’altra persona, una connes-

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sione con il nostro partner, con nostro marito, con nostra
moglie, con i nostri figli, con i nostri genitori, con i nostri
amici, con le persone con cui lavoriamo. Sebbene a volte
possano essere persone che ci mettono alla prova, dentro
di noi, nel profondo, cerchiamo sempre una connessione.
E siamo davvero in connessione. Abbiamo connessioni
di sangue con le nostre famiglie. Abbiamo connessioni
spirituali con le altre persone. E quando fra le persone si
perde questo tipo di connessioni, si perde anche la pro-
fonda essenza dell’elemento. Ancora una volta, quando
perdiamo questa profonda essenza dell’elemento e que-
sta connessione con gli altri esseri umani, perdiamo la
nostra anima.
Per esempio, è importante sentire una profonda con-
nessione con i propri genitori e sentire in modo sano la
terra, la stabilità, il senso di radicamento e una profonda
connessione con la propria famiglia, con i figli, il part-
ner o marito, provando così un senso di comfort, di tran-
quillità e un sentirsi “a casa”. Sentite questa connessione
guardando vostro figlio, provando quel profondo senso
di ispirazione, purezza, innocenza, gioia o provando un
senso di allegria con la vostra famiglia, sentendo l’aria e
la flessibilità. Quando provate amore per i vostri familia-
ri sentite il vostro cuore così aperto, sentite gioia.
Queste qualità sono dunque intrinseche alla relazione
umana con la famiglia, tuttavia, con lo stress, con le ten-
sioni, con la quantità di azioni che compiamo nella nostra
vita, con il nostro essere sempre impegnati, perdiamo que-

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ste profonde qualità essenziali. Ancora una volta, quando
siamo coscienti di ciò, di come le perdiamo, di come pro-
sciughiamo la nostra energia, di come stiamo inutilmente
bruciando le nostre energie e soprattutto quando realiz-
ziamo di avere perduto tanto, ecco che abbiamo l’opportu-
nità di recuperare questi elementi, tornando a connetterci
con la famiglia, con ogni singolo membro.
Infine, queste qualità essenziali si recuperano con il
rifugio interno. Esso viene menzionato nelle nostre an-
tiche pratiche Bön dzogchen. Si chiama rifugio interno.
Fondamentalmente fa riferimento alla nostra essenza in-
teriore, al chi siamo, al chi siamo veramente, che non è
separato dagli esseri illuminati.
Quando perdiamo questa connessione con il chi siamo,
con il nostro tempio interiore, con il divino che è dentro
di noi, di nuovo perdiamo anche le qualità essenziali degli
elementi, la connessione, quella tranquillità, quella gioia,
quel fluire, quella flessibilità e quell’apertura. Perdiamo an-
cora una volta queste qualità. Così quando perdiamo tali
qualità, ecco la terza, ultima e più elevata forma di recupe-
rarle. Dopotutto, la qualità della vera fonte della guarigione
è dentro di noi, poiché proviene dal rifugio interno. È la più
forte, la più potente e non dipende da circostanze esterne
soprattutto perché può essere usata in qualunque momen-
to, ovunque, semplicemente essendo, riportando a casa
l’attenzione, rivolgendo l’attenzione a quello spazio sacro
interiore e connettendosi con la luce interna, con la con-
sapevolezza interiore, con quel calore interiore. Si tratta di

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rimanere in quell’essenza della mente, restare nella natura
della mente. È come scoprire il tesoro del re. Una persona
sarà in grado di recuperare la qualità perduta, qualunque
essa sia, semplicemente connettendosi attraverso quello
spazio sacro interno con la quiete, il silenzio e la spaziosità.

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Pratica formale e informale

Nel libro vengono presentati due diversi modi di prati-


care il recupero dell’anima. La nostra vita è molto frene-
tica, sempre così in movimento, ma dobbiamo decidere
di dedicare ogni giorno un po’ di tempo alle pratiche for-
mali, almeno una mezz’ora. Per quanto riguarda le prati-
che informali, dovremmo dedicarci ad esse tutte le volte
che nella nostra vita ne abbiamo bisogno, nel momento
in cui proviamo stress, affrontiamo difficoltà o ci sentia-
mo confusi.
Ecco allora la prima delle pratiche formali, a cui dedicar-
si ritagliandosi almeno 30 minuti al giorno, trovando un
luogo tranquillo o creando uno spazio sacro nella propria
casa. Sedetevi comodamente a gambe incrociate tenen-

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do la colonna vertebrale diritta, il petto aperto, il mento
leggermente abbassato in posizione di meditazione e por-
tando l’attenzione dentro di voi. Siate consapevoli della
quiete del vostro corpo. È molto diverso essere consape-
voli della quiete del corpo dal semplice essere tranquilli; la
consapevolezza ne aumenta notevolmente la forza.
Siate consapevoli del silenzio di quel momento: quando
avvertite il silenzio, quando lo udite, è bellissimo, potente.
Vi tranquillizza la mente. Vi dà accesso al silenzio interio-
re. E siate consapevoli della spaziosità della vostra mente,
poiché la mente è sempre aperta ma spesso si perde la
connessione con tale apertura, quindi è importante esser-
ne consapevoli. Queste sono note come le tre preziose pil-
lole o a volte vengono chiamati i tre portali: la quiete del
corpo, il silenzio della parola e la spaziosità della mente.
Attraverso questi tre portali entrate in un profondo
spazio in cui sentite la quiete interiore, la quiete che va
al di là della dimensione fisica, la quiete che non ha nulla
a che vedere con i nostri movimenti esterni. È sempre lì,
anche quando all’esterno vi sono tanti movimenti.
Il silenzioso portale del silenzio, il silenzio interno che
trovate grazie ad esso, è lì anche in presenza di rumori
esterni; nessuno può portarvi via quel silenzio interno
quando siete in connessione con esso.
La spaziosità della mente, o portale della mente, vi
permette di trovare la spaziosità interna, l’apertura della
mente, l’essenza della mente, che non può essere affetta
da pensieri o emozioni.

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Così quando, attraverso la meditazione, sentite la con-
nessione con questi tre portali e li attraversate per entra-
re dentro di voi, trovate voi stessi nel rifugio interno, il
quale vi permette di fare esperienza delle tre qualità: sen-
tire lo spazio illimitato, essere pienamente consapevoli e
connessi e, da ultimo, sentire un grande calore.
Quando vi trovate in questo spazio sacro, nell’infinita
consapevolezza e nel calore genuino, (li chiamiamo i tre
rifugi), in quello spazio sacro interno sentirete gradual-
mente che vi è stabilità, la connessione, la terra. Vi è tran-
quillità, comfort, l’acqua. Vi è ispirazione naturale, gioia,
il fuoco. Vi è flessibilità, il fluire, l’aria, vi è quell’apertura
che ospita ogni cosa. Queste qualità le sperimenterete gra-
dualmente, le sentirete, le vedrete: le vedrete in quella sor-
gente ultima, la fonte primordiale della consapevolezza.
Quando sentirete l’accesso e la connessione con esse,
gradualmente diverrete consapevoli e gradualmente re-
cupererete ognuna di esse, qualunque altra cosa vi sia
necessaria o qualunque cosa abbiate perso, semplice-
mente essendo consapevoli e connettendovi. E nel vostro
corpo sentirete sempre di più e a un livello psicologico
profondo, sentirete sempre più queste qualità, qualità
perdute. E poi giù nel profondo, un senso del vostro es-
sere interiore, ritrovate queste qualità.
Ebbene, questa è una pratica formale. Potete dedicare
ad essa una trentina di minuti oppure, se non potete rita-
gliarvi 30 minuti, dedicate comunque tutto il tempo che
potete, ma 30 minuti sono consigliati.

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Le pratiche informali di recupero dell’anima sono qual-
cosa che facciamo ogni giorno. Nel momento in cui una
determinata situazione vi mette alla prova, nel momento
in cui vi sentite molto stressati in famiglia o al lavoro,
nel momento in cui vi sentite come persi nelle esperien-
ze della vita, nel momento in cui vi sentite disconnessi
da tutti, in questi momenti è importante ricordare che
questo sta accadendo a voi e voi sapete di disporre di una
protezione, di avere dei metodi di guarigione. Nel mo-
mento in cui affrontate tali sfide ricordatevi di prendere
immediatamente le tre preziose pillole.
Che siate in autobus, che siate in attesa in aeroporto o
che vi troviate fra un appuntamento e l’altro, ricordate
semplicemente di essere pienamente consapevoli della
quiete del corpo, del silenzio della parola e della spazio-
sità della mente. Quando siete in grado di fare ciò, si dirà
che state prendendo le tre preziose pillole. È esattamente
ciò che facciamo quando abbiamo mal di testa: prendia-
mo una pastiglia.
Sapete, quando iniziate a sentirvi perduti e fuori dal
vostro essere, potete rientrare in esso attraverso il vostro
portale o i tre portali della quiete, del silenzio e della spa-
ziosità per qualche minuto appena. Quando lo fate vi ac-
corgete immediatamente di cambiare. Non siete più così
connessi. Non state più perdendo voi stessi. Non siete
più stressati. Non vi sentite più scarsamente protetti. Vi
sentite un po’ più connessi. Sentite di avere accesso alla
fonte interna di guarigione.

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Dopo qualche minuto sentirete ciò. Quando questo av-
viene, attraverso questi tre portali trovate la vostra quie-
te interna grazie alla quiete del corpo. Sentite il silenzio
interno attraverso il vostro silenzio della parola, della
vostra voce. Trovate la spaziosità interna mettendovi in
tranquillità o evitando di pensare per un momento.
Una volta che sarete entrati attraverso i tre portali, una
volta che avrete trovato dentro di voi la quiete, il silenzio
e la spaziosità, ancora una volta le qualità che in quel
momento stavate perdendo le ritroverete. Sapete, è come
una batteria. Cercate di caricare il cellulare, ma il colle-
gamento è andato perduto e non si carica più. La batteria
infatti si sta esaurendo. E poi vi rendete conto di esservi
appena ricollegati e vi assicurate che il telefono sia colle-
gato. Nel momento in cui vedete che è collegato, vedete
che inizia a caricarsi nuovamente. Non sta più perdendo
energia. È così che vi sentite quando siete connessi con il
vostro essere interiore, con la fonte interna di guarigio-
ne: vi state già ricaricando.
E se siete in grado di farlo almeno cinque volte al
giorno, ogni volta che vi ritrovate a perdere energia ri-
collegatevi e caricate l’energia. Si tratta di una meravi-
gliosa abitudine. Non perderete la vitalità della vostra
vita. Guadagnerete tantissima energia nella vostra vita
ripetendo questo esercizio almeno cinque volte al gior-
no, in particolare quando vi trovate ad affrontare delle
difficoltà.

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Pratica guidata

Sedetevi comodamente su un cuscino confortevole. Av-


vertite un senso di tranquillità. Lasciate che il corpo si ri-
lassi. Portate l’attenzione all’interno verso il vostro corpo.
E per un momento riflettete su ciò che avete perduto nella
vostra vita, come avete perso la vostra anima, come state
perdendo la vostra anima perdendo determinate qualità
degli elementi. E siate pienamente consapevoli di quale sia
l’elemento che avete maggiormente bisogno di recuperare
per guarire, e trovatelo, ricollegandovi con la vostra anima.
Anche durante questa meditazione recupereremo tutte
le essenze degli elementi, ma focalizzandoci su quella di
cui avete maggiormente bisogno, sull’elemento che avete
perduto in quantità maggiore. Siatene consapevoli.
Tre portali. Innanzitutto, siate consapevoli della quie-
te del vostro corpo. Rivolgete l’attenzione dentro di voi,
un’attenzione amorevole e premurosa, come quella di una
madre che dedica attenzione al suo bimbo quando ne ha
bisogno: il vostro corpo è quel bambino e la vostra consa-
pevolezza è quella madre. E il corpo sente che la madre ha
fatto ritorno. La madre è premurosa e amorevole.

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Siate consapevoli di questa quiete del vostro corpo dal-
la pianta dei piedi fino alla cima della testa. Sentite que-
sta quiete in ogni parte del vostro corpo, in ogni cellula
del vostro corpo. Non siate semplicemente tranquilli, ma
siate pienamente consapevoli di questa quiete. Gradual-
mente sarete in grado di sentire la quiete interna attra-
verso la quiete del vostro corpo.
Attraverso questa quiete interna troverete il primo ri-
fugio, lo spazio illimitato, la fonte di ogni cosa. Sentite un
senso di rifugio in questa fonte. Sentite un senso di gio-
ia. Sentite che state incontrando lo spazio sacro interno.
Connettetevi con quella fonte. Connettetevi con quella
vera fonte di guarigione.
Attraverso il secondo portale, ascoltate il silenzio che
vi circonda. Anche se intorno a voi c’è calma, questo non
è di grande aiuto: ciò che conta davvero è che ne siate
consapevoli. Potete davvero goderne quando ne avete
consapevolezza. Potete davvero beneficiarne quando ne
avete consapevolezza. Siate consapevoli di quel silenzio.
Ascoltatelo. Uditelo. Avvertitelo. E fermatevi nel profon-
do di quel silenzio fino a quando non sentirete il silen-
zio interno, il silenzio che è al di là dei suoni esterni, il
silenzio che che non può essere intaccato dalla presenza
di suoni o rumori esterni. Sentitelo. Fermatevi in quel
silenzio interno. Avvertirete un profondo senso di pace.
In questa pace interiore e silenzio interiore vi è un se-
condo rifugio, la pura consapevolezza, o luce interna, la
sensazione di essere presenti, consapevoli, svegli, in al-

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lerta, connessi. Connessi con quel rifugio interno, la luce
interna. Con un profondo senso di fiducia, rimanete in
questa consapevolezza primordiale.
Il terzo portale serve per entrare nel terzo rifugio. Siate
consapevoli della spaziosità della vostra mente rivolgendo
delicatamente l’attenzione verso il vostro cuore. La nostra
mente è sempre spaziosa e luminosa. Siatene consapevoli.
Sentitevi come se foste cielo, un cielo limpido come cri-
stallo nel deserto. Non nuvole, non oscurità, ma voi siete
quel cielo limpido con così tanta luminosità intorno.
La vostra mente è limpida e luminosa. Quando vi fer-
mate lo sperimentate. Attraverso questo portale della
spaziosità gradualmente sentite il calore, come quando
il cielo è limpido, non annuvolato da pensieri. Il sole ri-
splende, il sole della consapevolezza risplende. Il nostro
sole interiore risplende. Quando il sole risplende sentite
il calore interno. Quel calore interno è il terzo rifugio.
Sentitelo. Vi guarirà. Permettetegli di guarirvi.
In questo spazio sacro, pura consapevolezza e genuino
calore, fermatevi in questo calore come un bambino che
riposa fra le braccia amorevoli della madre con piena fi-
ducia. Qualunque cosa sia ciò di cui il bimbo ha bisogno,
in quel momento lo sta ricevendo: quando il bambino è
connesso con piena fiducia, il bambino sente di essere
nutrito e avverte di essere protetto, amato, accudito, con-
nesso e al sicuro. Quel bambino siete voi. Il rifugio inter-
no è quella madre. E la madre fornisce al bambino ciò di
cui ha bisogno o ciò che il bambino ha perduto. La madre

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vi darà le qualità dell’anima che avete perduto. Potete
contarci. Per ora, per un momento, restate semplicemen-
te in questo spazio sacro con fiducia, senza sforzi.
Sentite gradualmente l’essenza dell’elemento terra in
quella fonte, la vera fonte della guarigione, sentite l’essen-
za dell’elemento terra, un senso di profondo radicamento e
connessione. Nel momento in cui siete consapevoli di essere
connessi, in cui sentite quel radicamento, state recuperando
l’essenza dell’elemento terra per guarire la vostra anima.
Ora sentite gradualmente la connessione con l’essenza
dell’elemento acqua. In questo spazio sacro vi è un senso
di profondo comfort, il comfort di essere così come si è,
il comfort di essere a casa, nella propria casa. Sentitelo.
Quando siete consapevoli di quel comfort di casa, state
recuperando l’essenza dell’elemento acqua. Ora la vostra
anima sta guarendo. La vostra anima viene nutrita con
cibo per l’anima, con l’essenza degli elementi.
Sentite l’ispirazione del calore, della gioia, l’elemento
fuoco, l’essenza dell’elemento fuoco, una gioia di es-
sere, non del fare, non del possedere, non del provare,
ma semplicemente di essere. In questo spazio sacro sta-
te sperimentando un assoluto senso di essere. Vi è un
senso di gioia, di calore. Sentitelo. Siatene consapevoli e
connettetevi con esso. Quando siete in connessione con
esso, ricevete l’essenza dell’elemento fuoco e così la vo-
stra anima si riprende, guarisce e si ricarica.
In questa sorgente interna divenite gradualmente con-
sapevoli dell’essenza dell’elemento aria, di un senso del

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fluire, flessibilità, movimento, liberazione, sentendovi
come un uccello che vola in cielo, un pesce che nuota
nell’oceano, provando un senso di libertà e sentendovi in
volo. Connettetevi con quell’essenza dell’elemento aria.
E sentite di essere connessi. State recuperando l’essenza
dell’elemento aria. La vostra anima ora sta guarendo. La
vostra anima sta facendo ritorno. State trovando la vo-
stra anima.
Infine, l’ultimo elemento, l’elemento spazio. In questa
sorgente, la sorgente della vera guarigione, la sorgente di
ogni cosa, sentite un senso di spaziosità simile a quella
che provate osservando il cielo, come scoprendo il cielo
interno a voi, come scrutando la vastità del cielo nel de-
serto. Non sentite altro che apertura. L’apertura di essere
ciò che siete è totalmente incondizionata e aperta, libera
da ogni cosa. Siate consapevoli di quell’essenza dell’e-
lemento spazio in questa sorgente, la sorgente interna.
Connettetevi con essa.
Non appena sentite la connessione, non appena siete
consapevoli di questa connessione, state recuperando
l’essenza dell’elemento spazio. La vostra anima sta gua-
rendo. La vostra anima sta facendo ritorno. State ritro-
vando la connessione con la vostra anima. Continuate a
sentire la connessione con ciascuna delle essenze degli
elementi e continuate a recuperare la guarigione della
vostra anima da tutte le essenze degli elementi. Ciascun
elemento aiuta a trovare, guarire e recuperare gli altri.
Portate gradualmente l’attenzione sull’elemento speci-

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fico che sentite di avere maggiormente perduto, da cui vi
siete maggiormente disconnessi, cosa che potete vedere
nella vostra vita, nelle relazioni e nel lavoro. Qualunque
sia l’elemento, come abbiamo visto prima, vi basterà
semplicemente essere in quella sorgente e acquisirete
gradualmente consapevolezza che in tale sorgente quella
qualità è perfetta. Connettevi con quella specifica essen-
za dell’elemento con fiducia e consapevolezza.
Quando siete in connessione con esso, recuperate l’ele-
mento specifico che avete perduto. L’entrare in connes-
sione con uno specifico elemento è il modo più efficace
per recuperare la propria anima, poiché si recupera la
qualità dell’anima che è andata maggiormente perduta.
Continuate a sedere lì in quella connessione con con-
sapevolezza e recuperate più a lungo che potete. Senti-
te che tutte le essenze degli elementi sono piene nella
vostra anima e in particolare quella che avete perduto;
è come una medicina per la vostra anima, un elemento
guaritore per la vostra anima.
Continuate a rimanere lì fino a quando avete tempo
e gradualmente sentite la vostra anima fare pienamente
ritorno. Sentitelo nel vostro corpo. Sentitelo nella vostra
voce. Sentitelo nel vostro cuore e nella vostra mente. De-
dicate i benefici di queste pratiche a tutti gli esseri sen-
zienti che sono maggiormente in stato di necessità, che
hanno perduto l’anima, affinché possano trovarla per
merito di queste pratiche. Possano essi trovare la loro
anima. Possano essi guarire la loro anima.

IL RECUPERO DELL’ANIMA 17
Aprite pian piano gli occhi. Grazie. A tutti voi giun-
gano la mia benedizione e le mie preghiere. Continuate
queste esperienze di pratica formale nella vostra vita di
tutti i giorni. Ricordatevene.

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