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I GRUPPI AZIENDALI
Il gruppo aziendale è un insieme di più aziende che, pur mantenendo la propria autonomia giuridica, sono
controllate e amministrate da un unico soggetto economico, che svolge la funzione di controllo e
coordinamento delle attività secondo un indirizzo unitario. (Le aziende sono quindi dipendenti dal soggetto
economico). Il soggetto economico possiede azioni o quote rappresentative del capitale di rischio delle
imprese del gruppo, assumendone la qualità di socio.
1. AZIENDA CAPOGRUPPO
L'organo da cui partono le direttive ed i programmi di gestione è la “holding” o “capogruppo”.
Distinguiamo:
Holding pure o finanziarie: società che non effettuano nessuna produzione intesa in senso materiale, ma si
occupano solamente dell'amministrazione delle partecipazioni delle controllate, tramite due modalità.
Holding miste o operative: oltre al controllo delle società del gruppo, svolgono un'attività industriale
(produzione beni o servizi) oppure commerciale. (esempio: Mediobanca)
2. AZIENDE CONTROLLATE
Il controllo si può realizzare tramite:
a) relazioni di partecipazione: quando la holding detiene un numero di quote o azioni tale da riuscire ad
imporre la propria volontà. La partecipazione può essere:
- totalitaria, se il capogruppo ha la totalità delle azioni o quote della società controllata,
- di maggioranza assoluta, se la holding possiede la maggioranza delle azioni o quote,
- di maggioranza relativa, se la holding pur avendo meno del 50% delle azioni o quote, riesce a controllare
la società realizzando un controllo di fatto. Ciò accade in presenza di particolari condizioni come la scarsa
partecipazione degli altri soci oppure quando gli altri soci non riescono a trovare un accordo.
b)vincoli contrattuali o clausole statuarie: la holding esercita il controllo in presenza di:
- un accordo contrattuale con la società controllata;
- un’attribuzione di questo controllo da parte dello statuto della società controllata.
c) accordi tra i soci: la holding può esercitare il controllo su una società quando vi è un accordo con gli altri
soci.
Una holding potrebbe non configurarsi come capogruppo ma avere comunque un’influenza notevole,
creando un rapporto di collegamento, nel caso in cui detenga almeno il 20% dei diritti di voto
nell’assemblea ordinaria oppure 10% se la società è quotata in Borsa.
3. CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEI GRUPPI AZIENDALI
I criteri di classificazione dei gruppi aziendali sono:
a) natura dei rapporti tra le aziende del gruppo che consente di individuare:
- gruppi economici, composti da aziende che svolgono attività identiche o simili.
- gruppi finanziari, composti da aziende che svolgono attività in settori differenti. Spesso non realizzano
alcuna collaborazione operativa rendendo difficile l’integrazione economica.
- gruppi misti, composti da aziende di entrambi i tipi.
b) grado di integrazione realizzata che distingue:
- gruppi a integrazione orizzontale, quando le aziende operano nello stesso settore produttivo (A fa mobili
per la cucina, B fa divani, C fa sedie)
- gruppi a integrazione verticale, quando le aziende svolgono fasi successive di uno stesso processo
produttivo.
- gruppi conglomerati, quando le aziende svolgono attività in diversi settori produttivi.
c) natura del soggetto economico:
- gruppi pubblici, nel caso in cui il gruppo sorga per iniziativa di soggetti pubblici per il perseguimento di
finalità pubbliche (il soggetto economico è quindi di natura pubblica). (Gruppo Ferrovie dello Stato, Gruppo
Rai).
- gruppi privati, nel caso in cui il soggetto economico sia di natura privata (Benetton, Ferrero, Fiat)
d) estensione geografica dell’attività:
- gruppi nazionali, aziende operative in un solo ambito nazionale,
- gruppi internazionali, gruppi operativi in più Paesi del mondo.