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L'intervento strutturale:

diagnosi tecnico strutturale

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- Contenuti della documentazione tecnica

- Comportamento degli edifici

- Metodologie di calcolo e confronti con la vecchia normativa

- Approccio metodologico per gli interventi sugli edifici esistenti

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Le strutture
La struttura è la parte espressamente destinata ad assorbire i carichi e le azioni
esterne cui il manufatto è soggetto durante tutta la sua vita di esercizio.

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Muratura portante

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Muratura portante mista calcestruzzo

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Pietra o pietrame

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Acciaio

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Le struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Calcestruzzo

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Legno

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Legno – balloon frame

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Legno – travi e pilastri

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Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:

Legno - xlam

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La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:

Comportamento
a telaio
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La struttura
Particolare attenzione è quindi dedicata ai
sistemi resistenti alle azioni orizzontali,
necessariamente caratterizzati da capacità:

– Resistenti

– Dissipative

Comportamento
a telaio
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La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:

Comportamento
a taglio
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La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:

Le Nuove Norme Tecniche per le costruzioni


(2008) prevedono:
– strutture a pareti in conglomerato cementizio
armato (punto 7.4.3);
– strutture a pareti estese debolmente armate
(punti 4.1.11 e 7.4.3).
• Indicativamente, i requisiti geometrici (punto
7.4.6), sono soddisfatti da:
– Spessore non inferiore al maggiore fra:
• 150 mm;
• 1/20 altezza interpiano.
– Armature verticali ed orizzontali di diametro
non superiore ad 1/10 dello spessore della
parete,
• disposte su entrambe le facce,
• con passo non superiore a 30 cm
– 9 barre di collegamento (“legature”) tra le facce
Setti murari a metro quadrato,

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Contenuti della
documentazione tecnica

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Normativa relativa alle
strutture - amministrativa
LEGGE 5 novembre 1971, n. 1086
Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica. (GU n.321 del 21-12-1971 )

Definisce campo di competenza,


procedure, responsabilità,
vigilanza, sanzioni, Emanazione
di norme tecniche (Art. 21)

Testo unico in materia edilizia (Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380)
Parte II
Normativa tecnica per l'edilizia
Capo II
Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica

Artt. 64-76

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Normativa relativa alle
strutture - tecnica
LEGGE 5 novembre 1971, n. 1086
Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica. (GU n.321 del 21-12-1971 )

DECRETO MINISTERIALE 14 Febbraio 1992 (D.M. 14-2-1992) (G.U. 18-3-1992,


N. 65)
Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento
armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche.

Decreto Ministeriale 6 Gennaio 1996 (D.M. 9-1-1996) (Suppl. Ord. alla Gazzetta
Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1996).
Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in
cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche".

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Normativa relativa alle strutture
– Sismica - amministrativa
LEGGE 2 febbraio 1974, n. 64
Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche.

Definisce campo di competenza,


procedure, responsabilità,
vigilanza, sanzioni, Emanazione di
norme tecniche (Art. 3)

Testo unico in materia edilizia(Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno


2001, n. 380)
Parte II
Normativa tecnica per l'edilizia
Capo IV
Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche
Sezione I - Norme per le costruzioni in zone sismiche

Artt. 83-106
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Normativa relativa alle strutture
– Sismica - amministrativa
LEGGE 2 febbraio 1974, n. 64
Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche.

Decreto Ministeriale 16 Gennaio 1996 (D.M. 16-01-1996) -


Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche.

Circolare Ministeriale 10 Aprile 1997 - (C.M. 10-4-1997)


Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche.

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norme tecniche

DECRETO MINISTERIALE 16 gennaio 1996 - Norme tecniche relative ai "Criteri


generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi".
(GU Serie Generale n.29 del 5-2-1996 - Suppl. Ordinario n. 19)

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Normativa relativa alle
strutture - tecnica
- Nuova normativa antisismica - Ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003
Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 105 del 8-5-2003 (Suppl. Ordinario n. 72)
ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20 marzo 2003 Primi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e
di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica.

- Ordinanza 3316 - Correzioni e modifiche all'ordinanza 3274.

Testo unico edilizia ingegneria 30 Marzo 2005 (30/03/2005)- Norme tecniche


per le costruzioni

NTC2008 - Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 Gennaio 2008

CIRCOLARE 2 febbraio 2009, n. 617 - Istruzioni per l'applicazione delle


'Nuove norme tecniche per le costruzioni' di cui al decreto ministeriale 14
gennaio 2008. (GU n. 47 del 26-2-2009 - Suppl. Ordinario n.27)

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Normativa Regionale
relativa alle strutture
- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 687/2011


ATTO DI INDIRIZZO RECANTE L'INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI PRIVI DI RILEVANZA PER LA
PUBBLICA INCOLUMITA' AI FINI SISMICI E DELLE VARIANTI IN CORSO D'OPERA, RIGUARDANTI
PARTI STRUTTURALI, CHE NON RIVESTONO CARATTERE SOSTANZIALE, AI SENSI DELL' ARTICOLO
9, COMMA 4 DELLA L.R. N. 19 DEL 2008

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Normativa Regionale
relativa alle strutture
- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 1373/2011

ATTO DI INDIRIZZO RECANTE L'INDIVIDUAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTINENTE ALLA


RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO NECESSARIA PER IL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE E
PER GLI ALTRI TITOLI EDILIZI, ALLA INDIVIDUAZIONE DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI E DEI
CONTENUTI DEL PROGETTO ESECUTIVO RIGUARDANTE LE STRUTTURE E ALLA DEFINIZIONE DELLE
MODALITA' DI CONTROLLO DEGLI STESSI, AI SENSI DELL'ART. 12, COMMA 1, E DELL'ART. 4, COMMA 1,
DELLA L.R. N. 19 DEL 2008.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Norme Tecniche delle Costruzioni 2008

10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO


10.1 CARATTERISTICHE GENERALI
I progetti esecutivi riguardanti le strutture devono essere informati a caratteri di chiarezza espositiva e di completezza
nei contenuti e devono inoltre definire compiutamente l’intervento da realizzare.
Restano esclusi i piani operativi di cantiere ed i piani di approvvigionamento.
Il progetto deve comprendere i seguenti elaborati:

- Relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera e dei criteri generali di analisi e
verifica.
- Relazione sui materiali;
- Elaborati grafici, particolari costruttivi;
- Piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera;
- Relazione sui risultati sperimentali corrispondenti alle indagini specialistiche ritenute necessarie alla
realizzazione dell’opera.

Particolare cura andrà posta nello sviluppare le relazioni di calcolo, con riferimento alle analisi svolte con l’ausilio del
calcolo automatico, sia ai fini di facilitare l’interpretazione e la verifica dei calcoli, sia ai fini di consentire elaborazioni
indipendenti da parte di soggetti diversi dal redattore del documento.
II progettista resta comunque responsabile dell’intera progettazione strutturale.
Nel caso di analisi e verifica svolte con l’ausilio di codici di calcolo, oltre a quanto sopra specificato, e in particolare
oltre alla Relazione generale strutturale, si dovranno seguire le indicazioni fornite in § 10.2.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Norme Tecniche delle Costruzioni 2008

10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

Qualora l’analisi strutturale e le relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo automatico,
il progettista dovrà controllare l’affidabilità dei codici utilizzati e verificare l’attendibilità dei risultati
ottenuti, curando nel contempo che la presentazione dei risultati stessi sia tale da garantirne la leggibilità,
la corretta interpretazione e la riproducibilità. In particolare nella Relazione di calcolo si devono fornire le
seguenti indicazioni:

▪ Tipo di analisi svolta

Occorre preliminarmente:
- dichiarare il tipo di analisi strutturale condotta (di tipo statico o dinamico, lineare o non lineare) e le sue
motivazioni;
- indicare il metodo adottato per la risoluzione del problema strutturale e le metodologie seguite per la
verifica o per il progetto-verifica delle sezioni.
- indicare chiaramente le combinazioni di carico adottate e, nel caso di calcoli non lineari, i percorsi di
carico seguiti. In ogni caso va motivato l’impiego delle combinazioni o dei percorsi di carico adottati, in
specie con riguardo alla effettiva esaustività delle configurazioni studiate per la struttura in esame.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Norme Tecniche delle Costruzioni 2008

10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

▪ Origine e Caratteristiche dei Codici di Calcolo


Occorre indicare con precisione l’origine e le caratteristiche dei codici di calcolo utilizzati riportando titolo,
autore, produttore, eventuale distributore, versione, estremi della licenza d’uso o di altra forma di
autorizzazione all’uso.
▪ Affidabilità dei codici utilizzati
Il progettista dovrà esaminare preliminarmente la documentazione a corredo del software per valutarne
l’affidabilità e soprattutto l’idoneità al caso specifico. La documentazione, che sarà fornita dal produttore o
dal distributore del software, dovrà contenere una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli
algoritmi impiegati, l’individuazione dei campi d’impiego, nonché casi prova interamente risolti e
commentati, per i quali dovranno essere forniti i file di input necessari a riprodurre l’elaborazione.
▪ Validazione dei codici.
Nel caso in cui si renda necessaria una validazione indipendente del calcolo strutturale o comunque nel
caso di opere di particolare importanza, i calcoli più importanti devono essere eseguiti nuovamente da
soggetto diverso da quello originario mediante programmi di calcolo diversi da quelli usati originariamente
e ciò al fine di eseguire un effettivo controllo incrociato sui risultati delle elaborazioni.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Norme Tecniche delle Costruzioni 2008

10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

▪ Modalità di presentazione dei risultati.


La quantità di informazioni che usualmente accompagna l’utilizzo di procedure di calcolo automatico
richiede un’attenzione particolare alle modalità di presentazione dei risultati, in modo che questi
riassumano, in una sintesi completa ed efficace, il comportamento della struttura per quel particolare tipo
di analisi sviluppata. L’esito di ogni elaborazione deve essere sintetizzato in disegni e schemi grafici
contenenti, almeno per le parti più sollecitate della struttura, le configurazioni deformate, la
rappresentazione grafica delle principali caratteristiche di sollecitazione o delle componenti degli sforzi, i
diagrammi di inviluppo associati alle combinazioni dei carichi considerate, gli schemi grafici con la
rappresentazione dei carichi applicati e delle corrispondenti reazioni vincolari.
Di tali grandezze, unitamente ai diagrammi ed agli schemi grafici, vanno chiaramente evidenziati le
convenzioni sui segni, i valori numerici e le unità di misura di questi nei punti o nelle sezioni
significative ai fini della valutazione del comportamento complessivo della struttura, i valori
numerici necessari ai fini delle verifiche di misura della sicurezza. ▪ Informazioni generali
sull’elaborazione.
A valle dell’esposizione dei risultati vanno riportate anche informazioni generali riguardanti l’esame ed i
controlli svolti sui risultati ed una valutazione complessiva dell’elaborazione dal punto di vista del corretto
comportamento del modello.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Norme Tecniche delle Costruzioni 2008

10 REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

▪ Giudizio motivato di accettabilità dei risultati.

Spetta al progettista il compito di sottoporre i risultati delle elaborazioni a controlli che ne comprovino
l’attendibilità.
Tale valutazione consisterà nel confronto con i risultati di semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti
con metodi tradizionali e adottati, ad esempio, in fase di primo proporzionamento della struttura. Inoltre,
sulla base di considerazioni riguardanti gli stati tensionali e deformativi determinati, valuterà la consistenza
delle scelte operate in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e delle azioni.
Nella relazione devono essere elencati e sinteticamente illustrati i controlli svolti, quali verifiche di equilibrio
tra reazioni vincolari e carichi applicati, comparazioni tra i risultati delle analisi e quelli di valutazioni
semplificate, etc.

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10. REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO


Le norme di cui al Cap.10, disciplinando la redazione dei progetti esecutivi delle strutture, contengono
anche criteri guida per il loro esame ed approvazione da parte degli Uffici preposti nonché criteri per
la loro verifica e validazione. [...]

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI


La disciplina dei contenuti della progettazione esecutiva strutturale che riguarda, essenzialmente, la
redazione della relazione di calcolo e di quelle specialistiche annesse (geologica, geotecnica, sismica
ecc.), degli elaborati grafici e dei particolari costruttivi nonché del piano di manutenzione delle strutture,
salvo diverse disposizioni normative di settore, trova riferimento:
• nel T.U. dell’edilizia D.P.R. n. 380/2001 di cui vanno osservate modalità e procedure;
• nel Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, di cui al D.Lgs n. 163/2006;
• nel Regolamento di attuazione del sopra citato Codice
in ogni caso con la finalità di “assicurare la perfetta stabilità e sicurezza delle strutture e di evitare qualsiasi
pericolo per la pubblica incolumità” (D.P.R. 380/2001 art. 64) ed “in modo da escludere la necessità di
variazioni in corso di esecuzione”.
Il progetto strutturale, tenuto conto dei precedenti riferimenti legislativi, nonché delle NTC (§ 10.1) va
informato a caratteri di chiarezza espositiva di completezza nei contenuti, che definiscano
compiutamente l’intervento da realizzare

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Normativa Nazionale
Contenuti della relazione tecnica
- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI


- restando esclusi soltanto i piani operativi di cantiere, i piani di approvvigionamento, nonché i calcoli e i
grafici relativi alle opere provvisionali attraverso i seguenti elaborati:

1) Relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera e dei criteri generali
di analisi e di verifica.
2) Relazione sui materiali.
3) Elaborati grafici, particolari costruttivi.
4) piano di manutenzione della struttura dell’opera.
5) Relazioni specialistiche sui risultati sperimentali corrispondenti alle indagini ritenute necessarie alla
progettazione dell’opera e sui rilievi topografici.

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Contenuti della relazione tecnica
- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

La progettazione esecutiva delle strutture è effettuata unitamente alla progettazione esecutiva delle
opere civili al fine di prevedere ingombri, passaggi, cavedi, sedi, attraversamenti e simili e di
ottimizzare le fasi di realizzazione.
I calcoli esecutivi delle strutture, nell'osservanza delle normative vigenti, possono essere redatti anche
mediante utilizzo di programmi informatici contenendo, in ogni caso, la definizione e il dimensionamento
delle strutture stesse in ogni loro aspetto generale e particolare, in modo da escludere la necessità di
variazioni in corso di esecuzione.

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Normativa Nazionale
relativa alle strutture
- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

1.1) la relazione di calcolo strutturale


La relazione di calcolo strutturale comprende:
- la relazione generale illustrativa dell’opera, del suo uso, della sua funzione nonché dei criteri normativi
di sicurezza specifici della tipologia della costruzione con i quali la struttura progettata deve risultare
compatibile. Essa contiene una descrizione dell’opera, con la definizione delle caratteristiche della
costruzione (localizzazione, destinazione e tipologia, dimensioni principali) e delle interferenze con il
territorio circostante, in particolare con le costruzioni esistenti; le caratteristiche ed il rilievo topografico del
sito ove l’opera viene realizzata o del sito sul quale ricade l’opera esistente sulla quale si interviene;
- le normative prese a riferimento;
- la descrizione del modello strutturale, correlato con quello geotecnico, ed i criteri generali di
analisi e verifica;
- la valutazione della sicurezza e delle prestazioni della struttura o di una sua parte in relazione agli stati
limite che si possono verificare, in particolare nelle zone sismiche, tenendo presente che va sempre
garantito, per ogni opera, nuova od esistente, il livello di sicurezza previsto dalle NTC in relazione alla vita
nominale, alla classe d’uso, al periodo di riferimento, alle azioni compreso quelle sismiche e quelle
eccezionali ed alle loro combinazioni, per ogni tipo di struttura: c.a., c.a.p., acciaio, composta acciaio-
calcestruzzo, legno, muratura, altri materiali, con riferimento agli specifici capitoli delle N.T.C., sia per le
nuove opere che per quelle esistenti;

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- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

1.1) la relazione di calcolo strutturale


La relazione di calcolo strutturale comprende:
- la relazione generale illustrativa dell’opera, del suo uso, della sua funzione nonché dei criteri normativi
di sicurezza specifici della tipologia della costruzione con i quali la struttura progettata deve risultare
compatibile. Essa contiene una descrizione dell’opera, con la definizione delle caratteristiche della
costruzione (localizzazione, destinazione e tipologia, dimensioni principali) e delle interferenze con il
territorio circostante, in particolare con le costruzioni esistenti; le caratteristiche ed il rilievo topografico del
sito ove l’opera viene realizzata o del sito sul quale ricade l’opera esistente sulla quale si interviene;
- le normative prese a riferimento;
- la descrizione del modello strutturale, correlato con quello geotecnico, ed i criteri generali di
analisi e verifica;
- la valutazione della sicurezza e delle prestazioni della struttura o di una sua parte in relazione agli stati
limite che si possono verificare, in particolare nelle zone sismiche, tenendo presente che va sempre
garantito, per ogni opera, nuova od esistente, il livello di sicurezza previsto dalle NTC in relazione alla vita
nominale, alla classe d’uso, al periodo di riferimento, alle azioni compreso quelle sismiche e quelle
eccezionali ed alle loro combinazioni, per ogni tipo di struttura: c.a., c.a.p., acciaio, composta acciaio-
calcestruzzo, legno, muratura, altri materiali, con riferimento agli specifici capitoli delle N.T.C., sia per le
nuove opere che per quelle esistenti;

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C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

- la presentazione e la sintesi dei risultati in conformità al successivo § C10.2/e; 2.1) relazione sui
materiali
I materiali ed i prodotti per uso strutturale delle opere soggette al rispetto delle NTC devono corrispondere
alle specifiche di progetto che provvedono alla loro identificazione e qualificazione con riferimento alle
prescrizioni contenute nel Cap.11 delle NTC.
I materiali ed i prodotti di cui é prevista in progetto l’utilizzazione, devono essere altresì sottoposti alle
procedure ed alle prove sperimentali di accettazione, prescritte nelle NTC. Esse devono essere
dettagliatamente richiamate nella relazione sui materiali.
Attraverso una opportuna scelta dei materiali e un opportuno dimensionamento delle strutture, comprese le
eventuali misure di protezione e manutenzione, sin dal progetto ne va garantita la durabilità, definita come
conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali e delle strutture, essenziale affinché i
livelli di sicurezza vengano mantenuti durante tutta la vita dell’opera, indicandone gli accorgimenti adottati.

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- Circolare 02/02/2009 n. 617

C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

3.1) gli elaborati grafici


Gli elaborati grafici del progetto strutturale comprendono:
- tutti i disegni che definiscono il progetto architettonico e d’insieme (planimetrie, piante, sezioni delle
opere e del terreno con la sua sistemazione, prospetti, ecc.) sui quali va resa evidente l’esatta posizione
delle strutture e del loro ingombro nonché degli interventi previsti su di esse nel caso di costruzioni
esistenti, a tutti i livelli compreso le fondazioni rispetto al terreno ed al fine di poterne verificare la
compatibilità con i criteri normativi specifici di sicurezza della tipologia dell’opera, compreso gli impianti
previsti, nonché con l’uso e con la funzionalità dell’opera stessa;
- la rappresentazione degli elementi predisposti per la ispezione e manutenzione delle strutture;

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C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

3.1) gli elaborati grafici


- tutti i disegni in fondazione ed in elevazione, in scala adeguata, accuratamente quotati della carpenteria
delle strutture (piante e sezioni) e degli interventi sulle strutture esistenti, con la precisa indicazione della
foronomia prevista per cavedi e passaggio di impianti ed apparecchiature, nonché delle armature
metalliche e dei cavi, del loro sviluppo con la esatta indicazione dei profili, dei tracciati, delle sezioni e di
ogni elemento d’identificazione, nonché del copriferro, dell’interferro e dei distanziatori.
In particolare, gli elaborati grafici di insieme (carpenterie, profili e sezioni) da redigere in scala non
inferiore ad 1:50, e gli elaborati grafici di dettaglio da redigere in scala non inferiore ad 1:10,
conterranno fra l'altro:
- per le strutture in cemento armato o in cemento armato precompresso: i tracciati dei ferri di armatura con
l'indicazione delle sezioni e delle misure parziali e complessive, nonché i tracciati delle armature per la
precompressione;
- per le strutture metalliche o lignee: tutti i profili e i particolari relativi ai collegamenti, completi nella forma
e spessore delle piastre, del numero e posizione di chiodi e bulloni, dello spessore, tipo, posizione e
lunghezza delle saldature;
- per le strutture murarie, tutti gli elementi tipologici e dimensionali atti a consentire l'esecuzione.

Nelle strutture che si identificano con l’intero intervento, quali ponti, viadotti, pontili di attracco, opere di sostegno delle terre e
simili, il progetto esecutivo deve essere completo di particolari esecutivi di tutte le opere integrative.
Su ogni tavola vanno indicati la classe e le caratteristiche del calcestruzzo, il tipo di acciaio o di ogni altro metallo, la tipologia
dei solai e le caratteristiche del legno e di ogni materiale e prodotto da impiegarsi.
I particolari costruttivi vanno definiti, numerati ed indicati sugli elaborati grafici del progetto strutturale.

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Contenuti della relazione tecnica
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C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

3.2) i particolari costruttivi

I particolari costruttivi, debitamente numerati ed ubicati come sopra, accuratamente quotati, vanno
progettati in conformità alle indicazioni delle NTC per ogni tipologia di struttura e di intervento sulle nuove e
sulle costruzioni esistenti. Essi devono essere illustrativi di ogni tipo di sezione e di nodo con le posizioni
ed i percorsi reciproci delle armature provenienti da qualsiasi direzione, delle giunzioni degli elementi di
carpenteria metallica, dei dispositivi di ancoraggio dei cavi di precompressione, degli apparecchi e dei
dispositivi di ogni tipo (appoggi, respingenti, isolatori, ecc.), dei solai, nonché dell’ancoraggio alla struttura
degli elementi predisposti per la ispezione e manutenzione delle strutture ed inoltre dei prodotti, in
particolare prefabbricati da impiegarsi, nonché il dettaglio della carpenteria di fori da predisporre per il
passaggio di impianti di apparecchi ecc. con le relative armature metalliche.

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C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

4.1) il piano di manutenzione delle strutture

Il piano di manutenzione delle strutture é il documento complementare al progetto strutturale che ne


prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi dell’intera
opera, l’attività di manutenzione dell’intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le
caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico.
Il piano di manutenzione delle strutture – coordinato con quello generale della costruzione - costituisce
parte essenziale della progettazione strutturale. Esso va corredato, in ogni caso, del manuale d’uso, del
manuale di manutenzione e del programma di manutenzione delle strutture.

Questo rende responsabile il progettista


per tutta la vita dell'opera

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C10.1 CARATTERISTICHE GENERALI

5.1) relazioni specialistiche

Sono previste le seguenti relazioni specialistiche:


1) la relazione geologica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del sito ( § 6.2.1
delle NTC e § C 6.2.1 della presente Circolare);
2) la relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo di
terreno (§ 6.2.2 delle NTC e § C 6.2.2 della presente Circolare);
3) la relazione sulla modellazione sismica concernente la “pericolosità sismica di base” del sito di
costruzione (§ 3.2 delle NTC e § C3.2 della presente Circolare).

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

Con il § 10.2 delle NTC viene colmato un vuoto normativo, durato troppo a lungo, relativo all’analisi
strutturale condotta con l’ausilio di programmi di calcolo, affidando al progettista delle strutture il
compito e la responsabilità di comprovare la validità dei risultati dei calcoli e delle verifiche
attraverso:
- la verifica dell’attendibilità dei risultati ottenuti;
- la presentazione dei risultati che ne garantiscano la leggibilità, la corretta interpretazione e la
riproducibilità.

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

La relazione di calcolo, a tal fine, comprende, senza ambiguità ed in modo esaustivo, le configurazioni
studiate e fornisce le seguenti indicazioni:
a) tipo di analisi svolta
a.1) statica, dinamica, lineare, non lineare;
a.2) il metodo adottato per la risoluzione del problema strutturale;
a.3) le metodologie seguite per le verifiche o per il progetto-verifica delle sezioni;
a.4) le combinazioni di carico adottate;
b) informazioni sull’origine, le caratteristiche e la validazione dei codici di calcolo
b.1) titolo, autore, produttore, distributore, versione, estremi della licenza o di altro titolo d’uso;
b.2) documentazione fornita dal produttore o dal distributore a corredo del programma:
- una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli algoritmi impiegati;
- l’individuazione dei campi d’impiego;
- i casi di prova interamente risolti e commentati con files di input che consentano la riproduzione
dell’elaborazione.

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

c) affidabilità e validazione dei codici utilizzati attraverso

c.1) l’esame preliminare, condotto dal progettista delle strutture, di valutazione


dell’affidabilità e soprattutto dell’idoneità del programma nel caso specifico di applicazione;
c.2) l’esame della documentazione fornita dal produttore o dal distributore sulle modalità e
procedure seguite per la validazione del programma.
d) la validazione indipendente del calcolo

Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, questi assumerà ogni onere
dell’effettuazione di un controllo incrociato sui risultati delle calcolazioni
- attraverso la ripetizione dei calcoli da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente,
diverso dal progettista originario delle strutture, eseguita mediante l’impiego di programmi di calcolo diversi
da quelli impiegati originariamente;
- mediante l’impiego, da parte del progettista e/o del soggetto validatore, di programmi che possiedano i
requisiti richiesti dalle NTC diversi da quelli impiegati originariamente, che consentano la impostazione, la
lettura e l’analisi del modello al loro interno, possibilmente attraverso file di trasferimento.

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

c) affidabilità e validazione dei codici utilizzati attraverso

c.1) l’esame preliminare, condotto dal progettista delle strutture, di valutazione


dell’affidabilità e soprattutto dell’idoneità del programma nel caso specifico di applicazione;
c.2) l’esame della documentazione fornita dal produttore o dal distributore sulle modalità e
procedure seguite per la validazione del programma.
d) la validazione indipendente del calcolo

Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, questi assumerà ogni onere
dell’effettuazione di un controllo incrociato sui risultati delle calcolazioni
- attraverso la ripetizione dei calcoli da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente,
diverso dal progettista originario delle strutture, eseguita mediante l’impiego di programmi di calcolo diversi
da quelli impiegati originariamente;
- mediante l’impiego, da parte del progettista e/o del soggetto validatore, di programmi che possiedano i
requisiti richiesti dalle NTC diversi da quelli impiegati originariamente, che consentano la impostazione, la
lettura e l’analisi del modello al loro interno, possibilmente attraverso file di trasferimento.

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

e) modalità di presentazione dei risultati


I risultati costituiscono una sintesi completa ed efficace, presentata in modo da riassumere il
comportamento della struttura, per ogni tipo di analisi svolta.
I valori numerici di ogni elaborazione, preceduta dall’indicazione della convenzione sui segni e delle unità
di misura, vanno sintetizzati mediante disegni, schemi grafici rappresentativi almeno delle parti più
sollecitate della struttura, delle configurazioni delle deformate, la rappresentazione grafica delle
principali caratteristiche di sollecitazione, delle componenti degli sforzi, nonché dei diagrammi di
inviluppo associati alle combinazioni di carichi considerate, degli schemi grafici con la
rappresentazione delle azioni applicate e delle corrispondenti reazioni vincolari.

Al fine delle verifiche della misura della sicurezza, di tali grandezze e del comportamento complessivo
della struttura, come rappresentato, vanno chiaramente evidenziati i valori numerici necessari nei
punti e nelle sezioni significative della struttura stessa.

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C10.2 ANALISI E VERIFICHE SVOLTE CON L’AUSILIO DI CODICI DI CALCOLO

f) informazioni generali sull’elaborazione

Le informazioni sull’elaborazione dei calcoli concernono

- il confronto dei risultati delle elaborazioni con quelli ottenuti mediante calcoli anche di larga
massima, eseguiti con metodi tradizionali;

- quando specificatamente richiesto dal Committente, il confronto, da effettuarsi da parte del progettista,
mediante l’impiego contemporaneo di differenti programmi aventi i requisiti stabiliti dalle NTC;

- la valutazione della consistenza delle scelte operate in sede di schematizzazione e modellazione della
struttura e delle azioni, anche a seguito delle risultane dell’analisi condotta su modello fisico della struttura.

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- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 1373/2011

ATTO DI INDIRIZZO RECANTE L'INDIVIDUAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTINENTE ALLA


RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO NECESSARIA PER IL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE E
PER GLI ALTRI TITOLI EDILIZI, ALLA INDIVIDUAZIONE DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI E DEI
CONTENUTI DEL PROGETTO ESECUTIVO RIGUARDANTE LE STRUTTURE E ALLA DEFINIZIONE DELLE
MODALITA' DI CONTROLLO DEGLI STESSI, AI SENSI DELL'ART. 12, COMMA 1, E DELL'ART. 4, COMMA 1,
DELLA L.R. N. 19 DEL 2008.

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- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 1373/2011

ATTO DI INDIRIZZO RECANTE L'INDIVIDUAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE ATTINENTE ALLA


RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO NECESSARIA PER IL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE E
PER GLI ALTRI TITOLI EDILIZI, ALLA INDIVIDUAZIONE DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI E DEI
CONTENUTI DEL PROGETTO ESECUTIVO RIGUARDANTE LE STRUTTURE E ALLA DEFINIZIONE DELLE
MODALITA' DI CONTROLLO DEGLI STESSI, AI SENSI DELL'ART. 12, COMMA 1, E DELL'ART. 4, COMMA 1,
DELLA L.R. N. 19 DEL 2008.

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- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 1373/2011

ALLEGATO A.
I) Scopo dell’atto d’indirizzo:

garantire con evidenza oggettiva che l’attività di progettazione è stata affrontata nel suo complesso e non
come somma di attività tra loro disgiunte, al fine di valutare, mitigare e risolvere le reciproche
interferenze tra le componenti architettoniche, tecnologiche e strutturali dell’organismo edilizio.
L’atto d’indirizzo rappresenta una novità significativa: è quindi importante sottolineare che il raggiungimento
degli obiettivi che, attraverso questo atto, la legge si prefigge sarà anche frutto delle esperienze e dei riscontri
che deriveranno dalla sua applicazione e pertanto non sono da escludere successive modifiche finalizzate ad
aumentarne l’efficacia.

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Delibera di Giunta Regionale 1373/2011

ALLEGATO A.
I) Scopo dell’atto d’indirizzo:

garantire con evidenza oggettiva che l’attività di progettazione è stata affrontata nel suo complesso e non
come somma di attività tra loro disgiunte, al fine di valutare, mitigare e risolvere le reciproche
interferenze tra le componenti architettoniche, tecnologiche e strutturali dell’organismo edilizio.
L’atto d’indirizzo rappresenta una novità significativa: è quindi importante sottolineare che il raggiungimento
degli obiettivi che, attraverso questo atto, la legge si prefigge sarà anche frutto delle esperienze e dei riscontri
che deriveranno dalla sua applicazione e pertanto non sono da escludere successive modifiche finalizzate ad
aumentarne l’efficacia.

Le disposizioni del presente allegato sono volte a definire la documentazione minima da presentare a
corredo della domanda per il rilascio del permesso di costruire o della denuncia di inizio di attività
(D.I.A. Ora S.C.I.A), al fine di assicurare che nella redazione del progetto architettonico si sia tenuto
debitamente conto delle esigenze di riduzione del rischio sismico, ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettera b),
della L.R. n. 19 del 2008.
Tali disposizioni si applicano per le nuove costruzioni e per gli interventi sulle costruzioni esistenti, in alternativa
alla modalità procedurale di cui alla lettera a) dello stesso comma 3, fermo restando che l’avvio e la
realizzazione dei lavori restano in ogni caso subordinati all’istanza di autorizzazione preventiva o alla denuncia
di deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture.

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A.1 – NUOVE COSTRUZIONI

La documentazione minima è costituita da:


a - Dichiarazione: firmata dal progettista abilitato che cura la progettazione strutturale dell’intero intervento,
contenente la asseverazione che l’intervento è progettato nel rispetto delle Norme tecniche delle
costruzioni e delle prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica.

b - Relazione tecnica: deve illustrare le modalità con cui il progettista delle strutture ha dato seguito alla
concezione strutturale dell’opera, senza particolari elaborazioni analitiche.

In particolare deve contenere le seguenti informazioni:

1. indicazione degli estremi del committente;

2. indicazione degli estremi del progettista architettonico e del progettista strutturale che curano la
progettazione dell’intero intervento, nonché di altre eventuali figure concorrenti alla progettazione dell’opera;
3. individuazione del sito in cui sorgerà l’opera con rappresentazione cartografica in scala 1: 1000 o 1: 2000 del
contesto urbano e territoriale;

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Delibera di Giunta Regionale 1373/2011
A.1 – NUOVE COSTRUZIONI

4. indicazione di eventuali documenti tecnici applicativi adottati ad integrazione delle vigenti norme tecniche per
le costruzioni;
5. indicazioni, basate sulle risultanze dell’indagine geologica, delle caratteristiche del terreno su cui
sorgerà la costruzione e pianificazione delle indagini geognostiche necessarie in fase di progettazione
esecutiva;
6. indicazioni sulle prime ipotesi relative alla tipologia del sistema di fondazioni adottato;
7. indicazione delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori
terra, con specificazione delle azioni permanenti e relativa descrizione tipologica degli elementi che concorrono
alla definizione di tali azioni, nonché specificazione delle azioni variabili agenti;
8. indicazione della “vita nominale” e della “classe d’uso” della costruzione;
9. individuazione della tipologia strutturale adottata e motivazioni della scelta compiuta;
10. indicazione dei materiali adottati con particolare riferimento alle motivazioni delle scelte compiute in
relazione ai requisiti di resistenza meccanica e di durabilità con particolare riferimento alla riduzione degli
interventi di manutenzione straordinaria da compiere durante la vita nominale dell’opera strutturale al fine di
mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza e il valore economico;

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A.1 – NUOVE COSTRUZIONI

11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.

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Delibera di Giunta Regionale 1373/2011
A.1 – NUOVE COSTRUZIONI

11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.

c - Elaborati grafici: gli elaborati grafici hanno la funzione di documentare in modo sintetico le analisi riportate
nella relazione tecnica. Lo schema strutturale andrà inserito sugli elaborati grafici del progetto architettonico
(piante e sezioni), nella stessa scala grafica, con l’indicazione delle dimensioni di massima dei principali
elementi strutturali, delle principali canalizzazioni o collocazioni di impianti e componenti tecnologici.

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A.1 – NUOVE COSTRUZIONI

11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.

c - Elaborati grafici: gli elaborati grafici hanno la funzione di documentare in modo sintetico le analisi riportate
nella relazione tecnica. Lo schema strutturale andrà inserito sugli elaborati grafici del progetto architettonico
(piante e sezioni), nella stessa scala grafica, con l’indicazione delle dimensioni di massima dei principali
elementi strutturali, delle principali canalizzazioni o collocazioni di impianti e componenti tecnologici.

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A.2 – COSTRUZIONI ESISTENTI

La documentazione minima è costituita da:


a - Dichiarazione: firmata dal progettista abilitato che cura la progettazione strutturale dell’intero intervento, contenente la
asseverazione che l’intervento è progettato nel rispetto delle Norme tecniche delle costruzioni e delle prescrizioni
sismiche contenute negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica.
b - Relazione tecnica: deve illustrare le modalità con cui il progettista delle strutture ha dato seguito alla concezione
strutturale dell’opera, senza particolari elaborazioni analitiche.

In particolare deve contenere le seguenti informazioni:

1. indicazione degli estremi del committente;


2. indicazione degli estremi del progettista architettonico e del progettista strutturale che curano la progettazione
dell’intero intervento, nonché di altre eventuali figure concorrenti alla progettazione dell’opera;
3. individuazione del sito in cui sorge l’opera con rappresentazione cartografica in scala 1:1000 o 1: 2000 del contesto
urbano e territoriale al fine anche di individuare se la costruzione è autonoma o parte di un aggregato strutturale. In
alternativa può essere allegata una foto aerea con l’identificazione della costruzione e del contesto circostante;
4. indicazione di eventuali documenti tecnici applicativi adottati ad integrazione delle vigenti norme tecniche per le
costruzioni;
5. indicazione delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori terra, con
specificazione delle azioni permanenti e relativa descrizione tipologica degli elementi che concorrono alla definizione di
tali azioni, nonché specificazione delle azioni variabili agenti;
6. indicazione della “vita nominale” e della “classe d’uso” della costruzione;
7. definizione del tipo di intervento previsto (se di riparazione o intervento locale, miglioramento o adeguamento) e
relativa motivazione e/o giustificazione della scelta adottata;

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A.2 – COSTRUZIONI ESISTENTI

in relazione al tipo di intervento previsto:

8. sintesi delle analisi storico critiche delle evoluzioni che hanno interessato la costruzione, finalizzata
all’individuazione del sistema resistente;
9. riscontri delle prime indagini diagnostiche di massima compiute e loro eventuale pianificazione di dettaglio per
l’attività di progettazione esecutiva necessaria per approfondire il livello di conoscenza;
10. indicazioni delle indagini eventualmente condotte per la conoscenza del terreno e delle fondazioni;
11. sintesi sui risultati delle indagini geognostiche eventualmente condotte e loro ulteriore approfondimento da pianificare
in fase di progettazione esecutiva, se necessario;
12. prime analisi finalizzate all’eventualità di interventi che riguardino anche le fondazioni;
13. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla tipologia
strutturale presente e alle condizioni del sito;
14. analisi delle interazioni tra componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per eliminare le eventuali interferenze e proposte esecutive
conseguenti;
15. analisi di massima della struttura esistente e delle sue vulnerabilità nello stato di fatto e delle modalità volte alla loro
eliminazione e/o mitigazione;
16. analisi degli accorgimenti finalizzati all’eliminazione o alla riduzione delle irregolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e dei carichi verticali e proposte
esecutive conseguenti;
17. individuazione degli interventi sulla struttura in elevazione e motivazioni della scelta compiuta;
18. indicazione dei materiali adottati con particolare riferimento alla loro compatibilità con il contesto esistente, alle
motivazioni delle scelte compiute, in relazione ai requisiti di resistenza meccanica e di durabilità, con particolare
riferimento alla riduzione degli interventi di manutenzione straordinaria da compiere durante la vita nominale dell’opera
strutturale al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico;
19. individuazione di eventuali interazioni con strutture adiacenti, qualora la costruzione faccia parte di un aggregato
edilizio, e prime indicazioni sull’eventuale mitigazione di tali interazioni e proposte esecutive conseguenti.
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Contenuti della relazione tecnica

Allegato B

INDIVIDUAZIONE DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI, DEI CONTENUTI E DELLE MODALITA’ DEL


PROGETTO ESECUTIVO RIGUARDANTE LE STRUTTURE E DEFINIZIONE DELLE MODALITA’ DI
CONTROLLO, AI SENSI DELL’ART. 12, COMMA 1, E DELL’ART. 4, COMMA 1, DELLA L.R. N. 19 DEL
2008

L’art. 12, comma 1, della L.R. n. 19 del 2008 attribuisce alla Giunta regionale il compito di definire i
contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture, “redatto in conformità alle norme tecniche per
le costruzioni e alle disposizioni di cui all’art. 93, commi 3, 4, e 5 del Decreto Presidente della Repubblica
n. 380 del 2001”. [...]

Il presente atto di indirizzo risponde, in particolare, alla duplice esigenza di uniformare, sia i contenuti
degli elaborati progettuali che devono essere allegati all’istanza di autorizzazione sismica e alla denuncia
di deposito, sia le modalità di svolgimento dell’istruttoria tecnica di tali progetti. Ciò consente di
semplificare e accelerare lo svolgimento dell’iter amministrativo delle pratiche sismiche, assicurando la
univoca definizione degli elaborati costitutivi del progetto esecutivo riguardante le strutture e dei contenuti
essenziali dello stesso, alla luce della normativa tecnica e procedurale vigente, cioè i requisiti di
completezza e regolarità formale del progetto e il grado di adeguatezza dei suoi contenuti. [...]

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Allegato B

INDIVIDUAZIONE DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI, DEI CONTENUTI E DELLE MODALITA’ DEL


PROGETTO ESECUTIVO RIGUARDANTE LE STRUTTURE E DEFINIZIONE DELLE MODALITA’ DI
CONTROLLO, AI SENSI DELL’ART. 12, COMMA 1, E DELL’ART. 4, COMMA 1, DELLA L.R. N. 19 DEL
2008

L’art. 12, comma 1, della L.R. n. 19 del 2008 attribuisce alla Giunta regionale il compito di definire i
contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture, “redatto in conformità alle norme tecniche per
le costruzioni e alle disposizioni di cui all’art. 93, commi 3, 4, e 5 del Decreto Presidente della Repubblica
n. 380 del 2001”. [...]

Il presente atto di indirizzo risponde, in particolare, alla duplice esigenza di uniformare, sia i contenuti
degli elaborati progettuali che devono essere allegati all’istanza di autorizzazione sismica e alla denuncia
di deposito, sia le modalità di svolgimento dell’istruttoria tecnica di tali progetti. Ciò consente di
semplificare e accelerare lo svolgimento dell’iter amministrativo delle pratiche sismiche, assicurando la
univoca definizione degli elaborati costitutivi del progetto esecutivo riguardante le strutture e dei contenuti
essenziali dello stesso, alla luce della normativa tecnica e procedurale vigente, cioè i requisiti di
completezza e regolarità formale del progetto e il grado di adeguatezza dei suoi contenuti. [...]

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Contenuti della relazione tecnica

Allegato B

[P] Un secondo obiettivo perseguito dal presente atto di indirizzo, e che appare direttamente correlato al
precedente, consente di accelerare e semplificare in modo significativo le modalità di controllo del progetto
strutturale. A tale scopo appare infatti sufficiente richiedere che la prima parte della relazione di calcolo sia
diretta ad evidenziare, in modo sintetico, gli elementi essenziali del progetto strutturale e il processo
attraverso il quale il progettista ha provveduto all’elaborazione dello stesso, alla luce della normativa
tecnica da applicare e in considerazione delle caratteristiche del sito e della costruzione da realizzare.

Per assicurare l’immediata identificabilità di questa parte della relazione di calcolo appare utile richiedere
che la stessa sia collocata in apertura di tale elaborato, con la seguente denominazione: “Illustrazione
sintetica degli elementi essenziali del progetto strutturale”. [...]

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI
DEL PROGETTO STRUTTURALE

La relazione di calcolo strutturale deve contenere una apposita parte denominata “Illustrazione sintetica
degli elementi essenziali del progetto strutturale”, diretta a specificare, in maniera unitaria, gli elementi
essenziali (di seguito descritti) che illustrano, in modo chiaro e sintetico, le modalità con cui il Progettista
delle strutture ha elaborato il progetto esecutivo riguardante le strutture, con la sintetica indicazione delle
motivazioni delle scelte progettuali effettuate, e con un rimando espresso alle restanti parti della relazione
di calcolo strutturale e agli altri elaborati costituenti il progetto esecutivo, nelle quali possono rilevarsi gli
elementi e le spiegazioni di dettaglio.

Tale parte della relazione di calcolo (di seguito denominata “Illustrazione sintetica”) deve illustrare i
seguenti elementi essenziali:

a) descrizione del contesto edilizio e delle caratteristiche geologiche, morfologiche e idrogeologiche del sito oggetto di
intervento e con l’indicazione, per entrambe le tematiche, di eventuali problematiche riscontrate e delle soluzioni ipotizzate,
tenuto conto anche delle indicazioni degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica;

b) descrizione generale della struttura 4 , sia in elevazione che in fondazione, e della tipologia di intervento, con indicazione
delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori terra, e dei vincoli imposti dal
progetto architettonico;

c) normativa tecnica e riferimenti tecnici utilizzati, tra cui le eventuali prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di
pianificazione territoriale e urbanistica;

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Contenuti della relazione tecnica

B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI


DEL PROGETTO STRUTTURALE

d) definizione dei parametri di progetto che concorrono alla definizione dell’azione sismica di base del sito
(vita nominale - V N , classe d’uso, periodo di riferimento - V R , categoria del sottosuolo, categoria
topografica, amplificazione topografica, zona sismica del sito, coordinate geografiche del sito), delle azioni
considerate sulla costruzione e degli eventuali scenari di azioni eccezionali;

e) descrizione dei materiali e dei prodotti per uso strutturale, dei requisiti di resistenza meccanica e di
durabilità considerati;

f) illustrazione dei criteri di progettazione e di modellazione: classe di duttilità - CD, regolarità in pianta ed
in alzato, tipologia strutturale, fattore di struttura - q e relativa giustificazione, stati limite indagati, giunti di
separazione fra strutture contigue, criteri per la valutazione degli elementi non strutturali e degli impianti,
requisiti delle fondazioni e collegamenti tra fondazioni, vincolamenti interni e/o esterni, schemi statici
adottati;

g) indicazione delle principali combinazioni delle azioni in relazione agli SLU e SLE indagati: coefficienti
parziali per le azioni, coefficienti di combinazione;

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI


DEL PROGETTO STRUTTURALE

d) definizione dei parametri di progetto che concorrono alla definizione dell’azione sismica di base del sito
(vita nominale - V N , classe d’uso, periodo di riferimento - V R , categoria del sottosuolo, categoria
topografica, amplificazione topografica, zona sismica del sito, coordinate geografiche del sito), delle azioni
considerate sulla costruzione e degli eventuali scenari di azioni eccezionali;

e) descrizione dei materiali e dei prodotti per uso strutturale, dei requisiti di resistenza meccanica e di
durabilità considerati;

f) illustrazione dei criteri di progettazione e di modellazione: classe di duttilità - CD, regolarità in pianta ed
in alzato, tipologia strutturale, fattore di struttura - q e relativa giustificazione, stati limite indagati, giunti di
separazione fra strutture contigue, criteri per la valutazione degli elementi non strutturali e degli impianti,
requisiti delle fondazioni e collegamenti tra fondazioni, vincolamenti interni e/o esterni, schemi statici
adottati;

g) indicazione delle principali combinazioni delle azioni in relazione agli SLU e SLE indagati: coefficienti
parziali per le azioni, coefficienti di combinazione;

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL


PROGETTO STRUTTURALE

h) indicazione motivata del metodo di analisi seguito per l’esecuzione della stessa: analisi lineare o non
lineare (precisazione del fattore Θ = P*d/V*h non linerarità geometrica. Compreso tra 0,1 e 0,2 si può
eseguri analisi lineare incrementando lgi effetti dell'azione sismica orizzontale), analisi statica o dinamica
(periodo T 1 < 2.5T C o T D , regolarità in altezza).
Nel dettaglio deve essere esplicitato se trattasi di:
- analisi lineare statica,
- analisi lineare dinamica (numero di modi considerati e relative masse partecipanti),
- analisi non lineare statica (distribuzioni di carico adottate e rapporti di sovraresistenza α u /α 1 ),
- analisi non lineare dinamica (accelerogrammi adottati),
- altro,
riportando la sintesi dei principali risultati;

i) criteri di verifica agli stati limite indagati, in presenza di azione sismica:


- stati limite ultimi, in termini di resistenza, di duttilità e di capacità di deformazione,
- stati limite di esercizio, in termini di resistenza e di contenimento del danno agli elementi non strutturali;

j) rappresentazione delle configurazioni deformate e delle caratteristiche di sollecitazione delle strutture più
significative, così come emergenti dai risultati dell’analisi, sintesi delle verifiche di sicurezza, e giudizio
motivato di accettabilità dei risultati;

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL


PROGETTO STRUTTURALE

k) caratteristiche e affidabilità del codice di calcolo;

l) con riferimento alle strutture geotecniche o di fondazione: fasi di realizzazione dell’opera (se pertinenti),
sintesi delle massime pressioni attese, cedimenti e spostamenti assoluti/differenziali, distorsioni angolari,
verifiche di stabilità terreno-fondazione eseguite, ed altri aspetti e risultati significativi della progettazione di
opere particolari;

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL


PROGETTO STRUTTURALE

ed inoltre, per le costruzioni esistenti :

m) indicazione della categoria di intervento previsto e motivazione della scelta adottata;

n) descrizione della struttura esistente nel suo insieme, delle eventuali interazioni con altre unità strutturali
e delle modalità con cui di ciò si è tenuto conto, dei principali interventi realizzati nel tempo, nonché sintesi
delle vulnerabilità riscontrate, derivanti dal rilievo strutturale;

o) definizione delle proprietà meccaniche dei materiali costituenti le strutture interessate dall’intervento, in
relazione ad eventuali indagini specialistiche condotte o ad altro materiale disponibile, e conseguente
determinazione dei livelli di conoscenza e dei corrispondenti fattori di confidenza;

p) risultati più significativi emersi dal confronto tra i livelli di sicurezza pre e post intervento, in condizioni
statiche e sismiche.

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B.2.2. CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL


PROGETTO STRUTTURALE

ed inoltre, per le costruzioni esistenti :

m) indicazione della categoria di intervento previsto e motivazione della scelta adottata;

n) descrizione della struttura esistente nel suo insieme, delle eventuali interazioni con altre unità strutturali
e delle modalità con cui di ciò si è tenuto conto, dei principali interventi realizzati nel tempo, nonché sintesi
delle vulnerabilità riscontrate, derivanti dal rilievo strutturale;

o) definizione delle proprietà meccaniche dei materiali costituenti le strutture interessate dall’intervento, in
relazione ad eventuali indagini specialistiche condotte o ad altro materiale disponibile, e conseguente
determinazione dei livelli di conoscenza e dei corrispondenti fattori di confidenza;

p) risultati più significativi emersi dal confronto tra i livelli di sicurezza pre e post intervento, in condizioni
statiche e sismiche.

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B.2.1. ELENCO DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI DEL PROGETTO

[...]i progetti strutturali devono risultare composti dai seguenti elaborati, in conformità a quanto disposto
dall’articolo 93, commi 3, 4 e 5, del D.P.R. n. 380 del 2001 e dal capitolo 10 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni approvate con D.M. 14 gennaio 2008:

1. PROGETTO ARCHITETTONICO (completo della documentazione di cui all’allegato A del presente


provvedimento, ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettera b, della L.R. n. 19 del 2008 1 );

2. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE comprensiva, in apertura, della “Illustrazione sintetica degli


elementi essenziali del progetto strutturale”, di cui al successivo paragrafo B.2.2.; Il tabulato dei calcoli non
costituisce parte essenziale della relazione di calcolo strutturale.

3. RELAZIONE SUI MATERIALI;

4. ELABORATI GRAFICI ESECUTIVI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI;

5. PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL’OPERA;

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B.2.1. ELENCO DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI DEL PROGETTO

6. RELAZIONI SPECIALISTICHE SUI RISULTATI SPERIMENTALI corrispondenti alle indagini ritenute


necessarie alla realizzazione dell’opera:
6.1. Relazione geologica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del sito;
6.2. Relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo di
terreno;
6.3. Relazione sulla modellazione sismica concernente la “pericolosità sismica di base” del sito di
costruzione 3 ;

ed inoltre, per le costruzioni esistenti:

7. ELABORATI GRAFICI DEL RILIEVO GEOMETRICO-STRUTTURALE;

8. VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA;

9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA.

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B.2.1. ELENCO DEGLI ELABORATI COSTITUTIVI DEL PROGETTO

6. RELAZIONI SPECIALISTICHE SUI RISULTATI SPERIMENTALI corrispondenti alle indagini ritenute


necessarie alla realizzazione dell’opera:
6.1. Relazione geologica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del sito;
6.2. Relazione geotecnica sulle indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo di
terreno;
6.3. Relazione sulla modellazione sismica concernente la “pericolosità sismica di base” del sito di
costruzione 3 ;

ed inoltre, per le costruzioni esistenti:

7. ELABORATI GRAFICI DEL RILIEVO GEOMETRICO-STRUTTURALE;

8. VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA;

9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA.

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Comportamento degli edifici


in condizioni dinamiche

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Cosa è un sisma
E' un evento naturale ed imprevedibile. Causato, per la maggior parte dei casi, dallo
scontro, in alcune zone del pianeta, di blocchi della crosta terrestre, chiamate
placche tettoniche. Le zolle, nel loro lentissimo movimento l'una contro l'altra,
provocano un enorme frizione, con accumulo di energia elastica delle rocce.
Allorquando l'energia accumulata supera il punto critico di resistenza delle rocce,
avviene una repentina e massicia frattura che produce una serie di onde elastiche,
dette onde sismiche, le quali si propagano in superficie e vengono avvertite. Questo
è il terremoto.

Ha una durata che difficilmente supera il minuto. L'evento principale qualche volta è
preceduto da qualche scossa di "avvertimento", ma, soprattutto, è seguito da una
serie di "repliche" minori, che sono causate dal naturale assestamento del terreno.

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Cosa è un sisma

L'evento sismico viene misurato in base a due distinti criteri:

1) la magnitudo o scala Richter


2) l'intensità o scala Mercalli MCS.

Con la prima si stima il valore dell'energia liberata dal sisma (da 1 a 9 gradi); con la seconda vengono stimati
il grado di percezione sulle persone e gli effetti prodotti dalla scossa sulle cose tenendo conto del grado di
vulnerabilità degli edifici e delle opere umane (da 1 a 12) .
E' quindi difficile ed empirico accumunare le due scale, proprio perchè anche un sisma di medio-piccola
potenza potrebbe provocare seri danni agli edifici e/o alle persone a seconda del grado di vulnerabilità degli
stessi.

Scala Mercalli
I-II > Percezione strumentale
III-V > percezione crescente, reazioni di paura, caduta di oggetti, ma nessun danno
V-VII danni lievi agli edifici, in particolare a quelli non antisimici
VIII-XI > crolli e distruzione di una percentuale crescente di edifici
XII > sconvolgimento catastrofico. Storicamente mai raggiunto.

I più grandi e devastanti terremoti di questo secolo si sono verificati in Cile (M 8.9), Alaska (M 8.4), Cina (M
8.2), Isole del Pacifico (M 8.0), Iran (7.6), che hanno causato centinaia di migliaia di morti.

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Cosa è un sisma
Le componenti della traslazione vengono generalmente misurate e registrate ad es. in
termini di accelerazione (accelerogrammi), in forma analogica o numerica (in tal caso
per rappresentare adeguatamente ciascun picco o ciascuna inversione occorre un
passo sufficientemente piccolo, es 0.01 s)

Le informazioni utili ai fini ingegneristici per rappresentare il moto sismico al sito sono
molto meno rispetto a quelle contenute in una registrazione e riguardano:
♦ l’ampiezza
♦ il contenuto in frequenza
♦ la durata
tali informazioni devono comunque essere ricavate dalla registrazione, ma possono
essere sintetizzate in una serie di parametri (parametri del moto sismico)

Utilizzando delle opportune leggi (leggi d’attenuazione) è possibile prevedere la


variazioni di tali parametri con la distanza epicentrale.

Ogni parametro può da solo descrivere uno o più caratteristiche del moto sismico, ma
non esiste nessun parametro che possa da solo descriverlo compiutamente

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Cosa è un sisma

Accellerogramma Finale Emilia 2012

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Accellerogrammi
3.2 AZIONE SISMICA

Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati, si definiscono
a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di costruzione. Essa costituisce l’elemento di conoscenza
primario per la determinazione delle azioni sismiche.
La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in condizioni di campo
libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di categoria A quale definita al § 3.2.2),
nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente Se(T) , con riferimento
a prefissate probabilità di eccedenza PVR , come definite nel § 3.2.1, nel periodo di riferimento VR , come definito nel
§ 2.4. In alternativa è ammesso l’uso di accelerogrammi, purché correttamente commisurati alla pericolosità sismica
del sito.

Ai fini della presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel
periodo di riferimento PVR , a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:
ag accelerazione orizzontale massima al sito;
Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale.

T*C periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

Tb

Tc
To

Td

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

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Accellerogrammi

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Tb

To

Tc

Td

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Esempio

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Esempio

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Esempio

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Metodologie di calcolo e
confronti con la vecchia
normativa

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo
Le strutture (in particolare gli edifici) vengono verificate introducendo
un’azione orizzontale offerta dalla relazione (Tensioni Ammissibili):

in cui:
C coefficiente di intensità sismica [S grado di sismicità (S=6, 9 o 12)]

I coefficiente di protezione sismica (I=1.0, 1,2,1.4)

R(T) coefficiente di risposta (R ≤1) in funzione del periodo proprio della struttura

β coefficiente di struttura (ad esempio, β=1.2 per edifici a telai ed elementi irrigidenti sui quali si
distribuiscano prevalentemente le azioni orizzontali)

ε coefficiente di fondazione (ε=1.3 per stratigrafie caratterizzate da depositi alluvionali soprastanti terreni
coesivi o litoidi di superiori caratteristi-che meccaniche)

W “peso” da considerare per la valutazione delle azioni sismiche (W = G + s—Q)

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)

quindi, di fatto, le strutture sono attualmente verificate per resistere (in campo elastico o allo
S.L. Ultimo) ad un’azione orizzontale pari al 10 ÷ 15% della forza peso (a seconda che
la verifica sia con il metodo T.A. o S.L.), ossia ad un’accelerazione orizzontale sismica pari a
0.10 ÷0.15 g.
Di contro, il controllo degli spostamenti viene effettuato amplificando gli spostamenti ottenuti
di circa 4 volte, cioè di fatto valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni pari a circa
0.40 g.

Per terremoti di forte intensità, gli spostamenti attesi vengono amplificati di un fattore pari a
9, quindi valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni fino a circa 0.90 g.

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo
L’azione orizzontale viene sommata a “...tutte le altre azioni esterne, senza alcuna riduzione
dei sovraccarichi, ma con l’esclusione dell’azione del vento” (Art. 10 L. 64/74).

Gli spostamenti derivanti dall’evento sismico vengono valutati con:

per parti non strutturali e impianti:

per la sicurezza delle parti strutturali


(in terremoti di forte intensità):

con
λ dipendente da I (=2, 3, 4 per I=1.0, 1.2, 1.4)
x dipendente dalla verifica (x = 1.0 per T.A., x = 1.5 per S.L.)
ηp spostamenti derivanti dalla combinazione relativa ai carichi verticali
ηd spostamenti derivanti dall’azione sismica convenzionale

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)

Ad esempio, per S=9, anche considerando un edificio la cui resistenza al sisma


“è di importanza primaria per le necessità della protezione civile” (I=1.4), si ha (R=1,
0=1.0, =1.0):

quindi, di fatto, le strutture sono attualmente verificate per resistere (in campo elastico o allo
S.L. Ultimo) ad un’azione orizzontale pari al 10 ÷ 15% della forza peso (a seconda che
la verifica sia con il metodo T.A. o S.L.), ossia ad un’accelerazione orizzontale sismica pari a
0.10 ÷0.15 g.
Di contro, il controllo degli spostamenti viene effettuato amplificando gli spostamenti ottenuti
di circa 4 volte, cioè di fatto valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni pari a circa
0.40 g.

Per terremoti di forte intensità, gli spostamenti attesi vengono amplificati di un fattore pari a
9, quindi valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni fino a circa 0.90 g.

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)

Appare quindi evidente (per quanto implicito) che:

in qualche misura, il calcolo ha caratteristiche di non linearità, in quanto non c’è


proporzionalità diretta tra forze e spostamenti

la Norma introduce due livelli sismici diversi, come il diverso calcolo degli
spostamenti lascia intuire (terremoti di “media”intensità e terremoti di “forte”
intensità)

nonostante questo, il livello dell’azione sismica con il quale viene verificata la


struttura non è diverso per terremoti di media o forte intensità

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)

Negli ultimi 40-50 anni si è osservato un notevole sviluppo nella disciplina


dell’Ingegneria Sismica, principalmente a causa di:

Sviluppo delle Normative sismiche

Installazione di una notevole rete di accelerografi (a scala mondiale)

Migliorate potenzialità di calcolo

Esecuzione di prove sperimentali, al laboratorio e al vero

Migliorata conoscenza dei materiali e dei terreni

Messa a punto ed utilizzo di tecniche di monitoraggio e prove sperimentali in situ

Sviluppo di terremoti simulati per la messa a punto di modelli

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Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)

Con lo sviluppo delle conoscenze dell’Ingegneria Sismica ci si è resi conto che il


problema della progettazione antisismica è collegato all’energia e quindi che:

affinché una struttura non pervenga al collasso durante l’evento sismico occorre
che possa assorbire e dissipare l’energia trasmessa nel corso dell’eccitazione
dinamica provocata dal sisma

e la moderna progettazione sismica mira quindi al controllo del bilancio energetico


tra energia immessa ed energia assorbita o dissipata, seguendo tre possibili
“strategie”:

1) Progettazione di strutture in grado di dissipare energia in campo post-


elastico

2) Isolamento sismico

3) Utilizzo di dispositivi speciali per la dissipazione di energia

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

Dopo l’introduzione dello spettro di risposta elastico (Housner nel 1949), si notò che
la massima accelerazione della struttura poteva essere da 2 a 6 volte maggiore
dell’accelerazione del terreno.

Ad esempio per ag,max= 0.17 g si poteva arrivare ad un coefficiente sismico


C compreso tra 0.35 e 1.00.

Le strutture dell’epoca erano comunque progettate per resistere ad accelerazioni


intorno a 0.10 g, ed i terremoti non avevano provocato effetti sempre distruttivi.

La differenza, non imputabile ai soli coefficienti di sicurezza, va ricercata nella


capacità della struttura di dissipare energia in campo post-elastico, grazie a
fenomeni di tipo isteretico.

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

Introducendo la risposta di un sistema in campo elasto-plastico, i parametri in gioco


divengono sostanzialmente 3:

Rigidezza: inclinazione del primo tratto del diagramma

Resistenza: valore della soglia di plasticizzazione

Duttilità: capacità di deformarsi plasticamente

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Risposta in campo post-elastico

Un carico ciclico in un oscillatore non lineare


produce ISTERESI, ossia un meccanismo
capace di dissipare energia.

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

I risultati delle analisi numeriche mostrano:

valori degli spostamenti massimi sotto sisma praticamente coincidenti valore della forza massima
assorbita dai due sistemi notevolmente diversa, tanto più bassa quanto maggiore è l’escursione in
campo plastico e la duttilità disponibile.

La forza di progetto [Fd] per i due sistemi può essere ricavata dividendo la forza necessaria per
rimanere in campo elastico [Fe] per un fattore di struttura [q], pari a q=1 per sistemi che rimangono
in campo elastico e pari a q ≈µ sistemi che rispondono in campo elasto-plastico

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

Risposta in campo post-elastico

Risposta a carichi dinamici (sismici)


rigidezza →risposta “elastica”
duttilità → deformazioni plastiche

Una struttura può quindi essere progettata per:

Resistere alle azioni orizzontali per mezzo della sola rigidezza, rimanendo in
campo elastico (tutta l’energia immessa durantel’evento sismico viene
trasformata in energia elastica):
necessità di resistere ad azioni di elevata intensità.

Resistere alle azioni dinamiche dissipando energia, quindi consentendo


grandi spostamenti in fase plastica (dissipando una certa quantità di energia
per isteresi, quindi secondo la propria duttilità):
azioni equivalenti di minore intensità.

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

Richiesta strutturale

Ad una struttura si può quindi chiedere:

per terremoti di bassa-media intensità: di rispondere in maniera elastica, facendo in


modo che il livello delle forze derivanti dall’azione sismica si conservi al di sotto della
sua resistenza.

per terremoti di forte intensità: di rispondere in campo non più elastico, valutando
l’effettiva duttilità disponibile e riducendo la forza che deriverebbe da uno spettro
elastico di una quantitàlegata alla duttilità (il fattore di struttura).

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Nuovo approccio
( (NTC 08 - prestazionale))

Criteri generali di progettazione

[3.2.1] Stati limite e relative probabilità di superamento

Gli stati limite ultimi sono:


- Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la costruzione
subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni
dei componenti strutturali cui si associa una perdita significativa di rigidezza nei
confronti delle azioni orizzontali; la costruzione conserva invece una parte della
resistenza e rigidezza per azioni verticali e un margine di sicurezza nei confronti del
collasso per azioni sismiche orizzontali;

- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione
subisce gravi rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni
molto gravi dei componenti strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di
sicurezza per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza nei confronti del
collasso per azioni orizzontali.

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)

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Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Criteri generali di progettazione PERFORMANCE BASED DESIGN
(conseguimento di specifici OBIETTIVI PRESTAZIONALI)

La prestazione richiesta è diversificata in funzione della severità dell’azione sismica


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Approccio metodologico per


gli interventi sugli edifici
esistenti

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Approccio metodologico per


gli interventi sugli edifici
esistenti

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Capitolo 8 NTC integrato con il capitolo C8 ed Appendice C8A.

Strategia:

a) conoscenza geometrica dell'edificio

b) conoscenza strutturale dell'edificio

B1 – Attuale e storica ragionata

c) conoscenza materica dell'edificio

Il livello di conoscenza dipende anche dal tipo di intervento richiesto. Più è


invasivo, maggiori sono i dati che necessito per eseguire le modellazioni ed i
calcoli.

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Capitolo 8 NTC integrato con il capitolo C8 ed Appendice C8A.

Si prevede che la valutazione della sicurezza dovrà effettuarsi ogni qual volta si
eseguano interventi strutturali e dovrà determinare il livello di sicurezza della
costruzione prima e dopo l’intervento.

Il Progettista dovrà esplicitare, in un’apposita relazione, i livelli di sicurezza già


presenti e quelli raggiunti con l’intervento, nonché le eventuali conseguenti
limitazioni da imporre nell’uso della costruzione.

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Capitolo 8 NTC integrato con il capitolo C8 ed Appendice C8A.

Si prevede che la valutazione della sicurezza dovrà effettuarsi ogni qual volta si
eseguano interventi strutturali e dovrà determinare il livello di sicurezza della
costruzione prima e dopo l’intervento.

Il Progettista dovrà esplicitare, in un’apposita relazione, i livelli di sicurezza già


presenti e quelli raggiunti con l’intervento, nonché le eventuali conseguenti
limitazioni da imporre nell’uso della costruzione.

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8.2 CRITERI GENERALI

La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi su costruzioni esistenti


devono tenere conto dei seguenti aspetti:

- la costruzione riflette lo stato delle conoscenze al tempo della sua realizzazione;


- possono essere insiti e non palesi difetti di impostazione e di realizzazione;
- la costruzione può essere stata soggetta ad azioni, anche eccezionali, i cui effetti non
siano completamente manifesti;
- le strutture possono presentare degrado e/o modificazioni significative rispetto alla
situazione originaria.
Nella definizione dei modelli strutturali, si dovrà, inoltre, tenere conto che:
- la geometria e i dettagli costruttivi sono definiti e la loro conoscenza dipende solo dalla
documentazione disponibile e dal livello di approfondimento delle indagini conoscitive;
- la conoscenza delle proprietà meccaniche dei materiali non risente delle incertezze
legate alla produzione e posa in opera ma solo della omogeneità dei materiali stessi
all’interno della costruzione, del livello di approfondimento delle indagini conoscitive
e dell’affidabilità delle stesse;
- i carichi permanenti sono definiti e la loro conoscenza dipende dal livello di
approfondimento delle indagini conoscitive.
Si dovrà prevedere l’impiego di metodi di analisi e di verifica dipendenti dalla completezza e
dall’affidabilità dell’informazione disponibile e l’uso, nelle verifiche di sicurezza, di adeguati
“fattori di confidenza”, che modificano i parametri di capacità in funzione del livello di
conoscenza relativo a geometria, dettagli costruttivi e materiali
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C8A (APPENDICE AL CAP. C8)


C8A.1 STIMA DEI LIVELLI DI CONOSCENZA E DEI FATTORI DI
CONFIDENZA

C8A.1.A COSTRUZIONI IN MURATURA: DATI NECESSARI E IDENTIFICAZIONE DEL LIVELLO DI


CONOSCENZA

La conoscenza della costruzione in muratura oggetto della verifica è di fondamentale importanza ai


fini di una adeguata analisi, e può essere conseguita con diversi livelli di approfondimento, in funzione
dell’accuratezza delle operazioni di rilievo, dell’analisi storica e delle indagini sperimentali. Tali
operazioni saranno funzione degli obiettivi preposti ed andranno ad interessare tutto o in parte la
costruzione, a seconda della ampiezza e della rilevanza dell’intervento previsto.

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C8A (APPENDICE AL CAP. C8)


C8A.1 STIMA DEI LIVELLI DI CONOSCENZA E DEI FATTORI DI
CONFIDENZA

C8A.1.A.1 Costruzioni in muratura: geometria

La conoscenza della geometria strutturale di edifici esistenti in muratura deriva di regola dalle
operazioni di rilievo.
Tali operazioni comprendono il rilievo, piano per piano, di tutti gli elementi in muratura, incluse
eventuali nicchie, cavità, canne fumarie, il rilievo delle volte (spessore e profilo), dei solai e della
copertura (tipologia e orditura), delle scale (tipologia strutturale), la individuazione dei carichi gravanti
su ogni elemento di parete e la tipologia delle fondazioni.
La rappresentazione dei risultati del rilevo viene effettuata attraverso piante, alzati e sezioni.

Viene inoltre rilevato e rappresentato l’eventuale quadro fessurativo, classificando possibilmente


ciascuna lesione secondo la tipologia del meccanismo associato (distacco, rotazione, scorrimento,
spostamenti fuori del piano, etc.), e deformativo (evidenti fuori piombo, rigonfiamenti, depressioni
nelle volte, etc.). La finalità è di consentire, nella successiva fase diagnostica, l’individuazione
dell’origine e delle possibili evoluzioni delle problematiche strutturali dell’edificio.

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C8A.1.A.2 Costruzioni in muratura: dettagli costruttivi

I dettagli costruttivi da esaminare sono relativi ai seguenti elementi:


a) qualità del collegamento tra pareti verticali;
b) qualità del collegamento tra orizzontamenti e pareti ed eventuale presenza di cordoli di
piano o di altri dispositivi di collegamento;
c) esistenza di architravi strutturalmente efficienti al di sopra delle aperture;
d) presenza di elementi strutturalmente efficienti atti ad eliminare le spinte eventualmente
presenti;
e) presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerabilità;
f) tipologia della muratura (a un paramento, a due o più paramenti, con o senza riempimento a
sacco, con o senza collegamenti trasversali, etc.), e sue caratteristiche costruttive (eseguita in
mattoni o in pietra, regolare, irregolare, etc.).

Si distinguono:
- Verifiche in-situ limitate: sono basate su rilievi di tipo visivo effettuati ricorrendo, generalmente, a
rimozione dell'intonaco e saggi nella muratura che consentano di esaminarne le caratteristiche sia in
superficie che nello spessore murario, e di ammorsamento tra muri ortogonali e dei solai nelle pareti. I
dettagli costruttivi di cui ai punti a) e b) possono essere valutati anche sulla base di una conoscenza
appropriata delle tipologie dei solai e della muratura. In assenza di un rilievo diretto, o di dati
sufficientemente attendibili, è opportuno assumere, nelle successive fasi di modellazione, analisi e
verifiche, le ipotesi più cautelative.
- Verifiche in-situ estese ed esaustive: sono basate su rilievi di tipo visivo, effettuati ricorrendo,
generalmente, a saggi nella muratura che consentano di esaminarne le caratteristiche sia in superficie
che nello spessore murario, e di ammorsamento tra muri ortogonali e dei solai nelle pareti. L’esame
degli elementi di cui ai punti da a) ad f) è opportuno sia esteso in modo sistematico all’intero edificio.

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Esempio indagini su edifici in muratura

- Prove con martinetti piatti semplici e doppi;


- Prelievo microcarote per prove di compressione;
- Analisi chimica su malte
Prova con martinetto doppio per determinare
caratteristiche a deformazione

Determinazione della resistenza allo


scorrimento della muratura
Prova con martinetti piatti doppi per
misurare la tensione verticale della
muratura
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C8A.1.A.3 Costruzioni in muratura: proprietà dei materiali

Particolare attenzione è riservata alla valutazione della qualità muraria, con riferimento agli aspetti
legati al rispetto o meno della “regola dell’arte”.

L’esame della qualità muraria e l’eventuale valutazione sperimentale delle caratteristiche


meccaniche hanno come finalità principale quella di stabilire se la muratura in esame è capace di un
comportamento strutturale idoneo a sostenere le azioni statiche e dinamiche prevedibili per l’edificio
in oggetto, tenuto conto delle categorie di suolo, opportunamente identificate, secondo quanto
indicato al § 3.2.2 delle NTC.

Di particolare importanza risulta la presenza o meno di elementi di collegamento trasversali (es.


diatoni), la forma, tipologia e dimensione degli elementi, la tessitura, l’orizzontalità delle
giaciture, il regolare sfalsamento dei giunti, la qualità e consistenza della malta.

Di rilievo risulta anche la caratterizzazione di malte (tipo di legante, tipo di aggregato, rapporto
legante/aggregato, livello di carbonatazione), e di pietre e/o mattoni (caratteristiche fisiche e
meccaniche) mediante prove sperimentali. Malte e pietre sono prelevate in situ, avendo cura di
prelevare le malte all’interno (ad almeno 5-6 cm di profondità nello spessore murario).

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Indagini in-situ limitate:


servono a completare le informazioni sulle proprietà dei materiali ottenute dalla letteratura, o
dalle regole in vigore all’epoca della costruzione, e per individuare la tipologia della muratura
(in Tabella C8A.2.1 sono riportate alcune tipologie più ricorrenti). Sono basate su esami visivi
della superficie muraria. Tali esami visivi sono condotti dopo la rimozione di una zona di
intonaco di almeno 1m x 1m, al fine di individuare forma e dimensione dei blocchi di cui è
costituita, eseguita preferibilmente in corrispondenza degli angoli, al fine di verificare anche le
ammorsature tra le pareti murarie.

Indagini in-situ esaustive:


servono per ottenere informazioni quantitative sulla resistenza del materiale. In aggiunta alle
verifiche visive,ai saggi interni ed alle prove di cui ai punti precedenti, si effettua una ulteriore
serie di prove sperimentali che, per numero e qualità, siano tali da consentire di valutare le
caratteristiche meccaniche della muratura. La misura delle caratteristiche meccaniche della
muratura si ottiene mediante esecuzione di prove, in situ o in laboratorio (su elementi non
disturbati prelevati dalle strutture dell’edificio). Le prove possono in generale comprendere
prove di compressione diagonale su pannelli o prove combinate di compressione verticale e
taglio.
Metodi di prova non distruttivi possono essere impiegati in combinazione, ma non in completa
sostituzione di quelli sopra descritti.

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C8A.1.A.4 Costruzioni in muratura: livelli di conoscenza

Con riferimento al livello di conoscenza acquisito, si possono definire i valori medi dei
parametri meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:

- il livello di conoscenza LC3 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi, indagini in situ
esaustive sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1;

- il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi ed indagini in
situ estese sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.2;

- il livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate
sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.35.

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C8A.1.A.4 Costruzioni in muratura: livelli di conoscenza

- LC3 – caso a), nel caso siano disponibili tre o più valori sperimentali di resistenza o
Resistenze: media dei risultati delle prove o Moduli elastici: media delle prove o valori medi
degli intervalli riportati nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione

- LC3 – caso b), nel caso siano disponibili due valori sperimentali di resistenza o Resistenze:
se il valore medio delle resistenze è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella C8A.2.1
per la tipologia muraria in considerazione si assumerà il valore medio dell'intervallo, se è
maggiore dell’estremo superiore dell’intervallo si assume quest’ultimo come resistenza, se è
inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore medio sperimentale o
Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).

- LC3 – caso c), nel caso sia disponibile un valore sperimentale di resistenza o Resistenze: se
il valore di resistenza è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia
muraria in considerazione, oppure superiore, si assume il valore medio dell'intervallo, se il
valore di resistenza è inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore
sperimentale o Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).

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C8A.1.B COSTRUZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO O IN ACCIAIO:


DATI NECESSARI PER LA VALUTAZIONE

Le fonti da considerare per la acquisizione dei dati necessari sono:


- documenti di progetto con particolare riferimento a relazioni geologiche, geotecniche e strutturali
ed elaborati grafici strutturali;
- eventuale documentazione acquisita in tempi successivi alla costruzione;
- rilievo strutturale geometrico e dei dettagli esecutivi;
- prove in-situ e in laboratorio.

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C8A.1.B COSTRUZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO O IN ACCIAIO:


DATI NECESSARI PER LA VALUTAZIONE

C8A.1.B.2 Costruzioni in calcestruzzo armato o in acciaio: dati richiesti

In generale saranno acquisiti dati sugli aspetti seguenti:


- identificazione dell’organismo strutturale e verifica del rispetto dei criteri di regolarità indicati al
§ 7.2.2 delle NTC; quanto sopra viene ottenuto sulla base dei disegni originali di progetto
opportunamente verificati con indagini in-situ, oppure con un rilievo ex-novo;
- identificazione delle strutture di fondazione;
- identificazione delle categorie di suolo secondo quanto indicato al § 3.2.2 delle NTC;
- informazione sulle dimensioni geometriche degli elementi strutturali, dei quantitativi delle
armature, delle proprietà meccaniche dei materiali, dei collegamenti;
- informazioni su possibili difetti locali dei materiali;
- informazioni su possibili difetti nei particolari costruttivi (dettagli delle armature, eccentricità
travi-pilastro, eccentricità pilastro-pilastro, collegamenti trave-colonna e colonna-fondazione, etc.);
- informazioni sulle norme impiegate nel progetto originale incluso il valore delle eventuali
azioni sismiche di progetto;
- descrizione della classe d’uso, della categoria e dalla vita nominale secondo il § 2.4 delle NTC;
- rivalutazione dei carichi variabili, in funzione della destinazione d’uso;
- informazione sulla natura e l’entità di eventuali danni subiti in precedenza e sulle riparazioni
effettuate.

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C8A.1.B.3 Costruzioni in calcestruzzo armato o in acciaio: livelli di conoscenza

Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza, richiamati in C8.7.2.1, si
distinguono i tre livelli di conoscenza seguenti:

- LC1: Conoscenza Limitata;


- LC2: Conoscenza Adeguata;
- LC3: Conoscenza Accurata.

Gli aspetti che definiscono i livelli di conoscenza sono:


- geometria, ossia le caratteristiche geometriche degli elementi strutturali,
- dettagli strutturali, ossia la quantità e disposizione delle armature, compreso il passo delle staffe e
la loro chiusura, per il c.a., i collegamenti per l’acciaio, i collegamenti tra elementi strutturali diversi,
la consistenza degli elementi non strutturali collaboranti,
- materiali, ossia le proprietà meccaniche dei materiali.

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Prove su calcestruzzo

Pull out: la finalità delle prove di estrazione o “pull-out” è quella di ricavare indirettamente la
resistenza a compressione del calcestruzzo mediante la determinazione della forza
necessaria ad estrarre un tassello metallico precedentemente inserito nell’elemento di
calcestruzzo. Dalla pressione di estrazione si risale, tramite un’apposita equazione di taratura, alla
forza di estrazione e si determina la resistenza a compressione. L’apparecchiatura di prova è
costituita da un tassello a perdere e da un martinetto a tiro collegato ad una pompa oleodinamica
con manometro.

Prove sclerometriche: scopo della prova è determinare la Resistenza Meccanica a Compressione


(R.M.C.) del calcestruzzo. La misura di tale grandezza è indiretta ed avviene tramite misura diretta
dell'entità del rimbalzo di una massa battente, con ritorno elastico, sul calcestruzzo. La prova viene
eseguita per mezzo di uno “sclerometro” di cui la ditta costruttrice fornisce anche un grafico di
comparazione tra l’indice di rimbalzo e la resistenza del calcestruzzo.

Prove ultrasoniche: si effettuano per indagare le caratteristiche elastiche e la densità del mezzo
nel quale si propagano gli ultrasuoni, fornendo informazioni sull’omogeneità del materiale
esaminato. Si esplicano misurando i tempi di propagazione nel calcestruzzo degli impulsi d’onde
vibrazionali ad alta frequenza, mediante due sonde, una emittente ultrasuoni e l’altra ricevente,
poste possibilmente sulle facce opposte di uno stesso elemento.

Indagine combinata sclerometro-ultrasuoni (Metodo Sonreb): combinando i due metodi non


distruttivi, prove sclerometriche e prove ultrasoniche, è possibile ottenere indirettamente una stima
più attendibile della resistenza a compressione del calcestruzzo, mediante delle correlazioni, sotto
forma di grafici o di algoritmi, che mettono insieme le due misure effettuate.

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Prove su calcestruzzo

Profondità di carbonatazione: tale indagine ha la finalità di indagare se lo strato di copriferro di


un elemento in calcestruzzo armato, abbia conservato le sue caratteristiche chimiche, in
termini di PH, tali da essere protettivo nei confronti dell’armatura. Un calcestruzzo che non
conserva tali caratteristiche risulta essere “carbonatato” ed è importante conoscere la profondità di
tale fenomeno. A tal fine si utilizza una soluzione di fenoftaleina che vira quando il calcestruzzo
conserva un PH basico, risultando quindi non carbonatato.

Probabilità di corrosione: è un metodo probabilistico per valutare se il processo di corrosione


delle armature di un elemento in calcestruzzo armato sia in atto o meno. Si basa sulla misura
della differenza di potenziale spontaneo tra l'armatura di un elemento e la superficie di calcestruzzo
dell'elemento stesso. In tal modo si possono ricostruire delle mappe probabilistiche con indicate le
zone affette da corrosione.

Prove con straingauges: le misure per mezzo di strain gauges (estensimetri) forniscono valori
di deformazione con una risoluzione ed un’accuratezza estremamente spinte, tali che
utilizzando questo tipo di strumentazione e applicando sollecitazioni note, è possibile ricavare i
moduli di deformazione di materiali quali il calcestruzzo e l’acciaio.

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Rilievo tondini

Pacometro:

Il pacometro è uno strumento digitale che permette di rilevare in maniera non distruttiva
la presenza, la direzione e il diametro delle barre di armatura all'interno di elementi in
calcestruzzo armato e permette inoltre la misura dello spessore del copriferro e
l'interferro dei tondini di acciaio.

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C8A.1.B.5 Indicazioni supplementari per edifici in calcestruzzo armato

Per l’identificazione della geometria, i dati raccolti includono i seguenti:


g) identificazione del sistema resistente alle forze orizzontali in entrambe le direzioni;
h) tessitura dei solai;
i) dimensioni geometriche di travi, pilastri e pareti;
j) larghezza delle ali di travi a T;
k) possibili eccentricità fra travi e pilastri ai nodi.
Per l’identificazione dei dettagli costruttivi, i dati raccolti devono includere i seguenti:
l) quantità di armatura longitudinale in travi, pilastri e pareti;
m) quantità e dettagli di armatura trasversale nelle zone critiche e nei nodi trave-pilastro;
n) quantità di armatura longitudinale nei solai che contribuisce al momento negativo di travi a T;
o) lunghezze di appoggio e condizioni di vincolo degli elementi orizzontali;
p) spessore del copriferro;
q) lunghezza delle zone di sovrapposizione delle barre.

Per l’identificazione dei materiali, i dati raccolti includono i seguenti:


r) resistenza del calcestruzzo;
s) resistenza a snervamento, di rottura e deformazione ultima dell’acciaio.

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C8A.1.B.6 Indicazioni supplementari per edifici in acciaio

Per l’identificazione della geometria, i dati raccolti includono i seguenti:


t) identificazione del sistema resistente laterale in entrambe le direzioni;
u) identificazione dei diaframmi orizzontali;
v) forma originale dei profili e dimensioni fisiche;
w) area sezionale esistente, moduli di sezione, momenti d’inerzia, e proprietà torsionali nelle sezioni
critiche.

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C8A.2. TIPOLOGIE E RELATIVI PARAMETRI MECCANICI DELLE MURATURE

Nella Tabella C8A.2.1 sono indicati i valori di riferimento che possono essere adottati nelle
analisi, secondo quanto indicato al § C8A.1.A.4 in funzione del livello di conoscenza acquisito.
Il riconoscimento della tipologia muraria è condotto attraverso un dettagliato rilievo degli aspetti
costruttivi (§ C8A.1.A.2). E’ noto che la muratura presenta, a scala nazionale, una notevole
varietà per tecniche costruttive e materiali impiegati ed un inquadramento in tipologie
precostituite può risultare problematico. I moduli di elasticità normale E e tangenziale G sono da
considerarsi relativi a condizioni non fessurate, per cui le rigidezze dovranno essere
opportunamente ridotte.

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C8A.2. TIPOLOGIE E RELATIVI PARAMETRI MECCANICI DELLE MURATURE

Nella Tabella C8A.2.1 sono indicati i valori di riferimento che possono essere adottati nelle
analisi, secondo quanto indicato al § C8A.1.A.4 in funzione del livello di conoscenza acquisito.
Il riconoscimento della tipologia muraria è condotto attraverso un dettagliato rilievo degli aspetti
costruttivi (§ C8A.1.A.2). E’ noto che la muratura presenta, a scala nazionale, una notevole
varietà per tecniche costruttive e materiali impiegati ed un inquadramento in tipologie
precostituite può risultare problematico. I moduli di elasticità normale E e tangenziale G sono da
considerarsi relativi a condizioni non fessurate, per cui le rigidezze dovranno essere
opportunamente ridotte.

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I valori indicati per le murature regolari sono relativi a casi in cui la tessitura rispetta la regola
dell’arte. Nei casi di tessitura scorretta (giunti verticali non adeguatamente sfalsati, orizzontalità dei
filari non rispettata), i valori della tabella devono essere adeguatamente ridotti.

Nel caso in cui la muratura presenti caratteristiche migliori rispetto ai suddetti elementi di valutazione,
le caratteristiche meccaniche saranno ottenute, a partire dai valori di Tabella C8A.2.1, applicando
coefficienti migliorativi fino ai valori indicati nella Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità:

- malta di buone caratteristiche: si applica il coefficiente indicato in Tabella C8A.2.2, diversificato


per le varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e G);

- giunti sottili (< 10 mm): si applica il coefficiente, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri
di resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e G); nel caso della resistenza a taglio l’incremento
percentuale da considerarsi è metà rispetto a quanto considerato per la resistenza a compressione;
nel caso di murature in pietra naturale è opportuno verificare che la lavorazione sia curata sull’intero
spessore del paramento.

- presenza di ricorsi (o listature): si applica il coefficiente indicato in tabella ai soli parametri di


resistenza (f m e τ 0 ); tale coefficiente ha significato solo per alcune tipologie murarie, in quanto nelle
altre non si riscontra tale tecnica costruttiva;

- presenza di elementi di collegamento trasversale tra i paramenti: si applica il coefficiente


indicato in tabella ai soli parametri di resistenza (f m e τ 0 ); tale coefficiente ha significato solo per le
murature storiche, in quanto quelle più recenti sono realizzate con una specifica e ben definita tecnica
costruttiva ed i valori in Tabella C8A.2.1 rappresentano già la possibile varietà di comportamento.

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Interventi su edifici esistenti Pagina 144 di 240

In presenza di murature consolidate, o nel caso in cui si debba valutare la sicurezza dell’edificio
rinforzato, è possibile valutare le caratteristiche meccaniche per alcune tecniche di intervento,
attraverso i coefficienti indicati in Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità:

- consolidamento con iniezioni di miscele leganti: si applica il coefficiente indicato in tabella,


diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e
G); nel caso in cui la muratura originale fosse stata classificata con malta di buone caratteristiche, il
suddetto coefficiente va applicato al valore di riferimento per malta di scadenti caratteristiche, in
quanto il risultato ottenibile attraverso questa tecnica di consolidamento è, in prima approssimazione,
indipendente dalla qualità originaria della malta (in altre parole, nel caso di muratura con malta di
buone caratteristiche, l’incremento di resistenza e rigidezza ottenibile è percentualmente inferiore);

- consolidamento con intonaco armato: per definire parametri meccanici equivalenti è possibile
applicare il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di
resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e G); per i parametri di partenza della muratura non
consolidata non si applica il coefficiente relativo alla connessione trasversale, in quanto l’intonaco
armato, se correttamente eseguito collegando con barre trasversali uncinate i nodi delle reti di
armatura sulle due facce, realizza, tra le altre, anche questa funzione. Nei casi in cui le connessioni
trasversali non soddisfino tale condizione, il coefficiente moltiplicativo dell’intonaco armato deve
essere diviso per il coefficiente relativo alla connessione trasversale riportato in tabella;

- consolidamento con diatoni artificiali: in questo caso si applica il coefficiente indicato per le
murature dotate di una buona connessione trasversale.

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Interventi su edifici esistenti Pagina 145 di 240

consolidamento con
consolidamento con intonaco armato:
iniezioni di miscele leganti

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consolidamento con diatoni artificiali

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C8A.3. AGGREGATI EDILIZI

Un aggregato edilizio è costituito da un insieme di parti che sono il risultato di una genesi
articolata e non unitaria, dovuta a molteplici fattori (sequenza costruttiva, cambio di materiali,
mutate esigenze, avvicendarsi dei proprietari, etc.).

Nell’analisi di un edificio facente parte di un aggregato edilizio occorre tenere conto perciò delle
possibili interazioni derivanti dalla contiguità strutturale con gli edifici adiacenti, connessi o in
aderenza ad esso.

A tal fine dovrà essere individuata, in via preliminare, l’unità strutturale (US) oggetto di studio,
evidenziando le azioni che su di essa possono derivare dalle unità strutturali contigue.

La porzione di aggregato che costituisce l’US dovrà comprendere cellule tra loro legate in
elevazione ed in pianta da un comune processo costruttivo, oltre che considerare tutti gli
elementi interessati dalla trasmissione a terra dei carichi verticali dell’edificio in esame.

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C8A.3. AGGREGATI EDILIZI

Ove necessario, tale analisi preliminare dovrà considerare l’intero aggregato, al fine di
individuare le relative connessioni spaziali fondamentali, con particolare attenzione al contesto
ed ai meccanismi di giustapposizione e di sovrapposizione. In particolare, il processo di
indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare attraverso l’individuazione di diversi strati
d’informazione:

- i rapporti tra i processi di aggregazione ed organizzazione dei tessuti edilizi e


l’evoluzione del sistema viario;

- i principali eventi che hanno influito sugli aspetti morfologici del costruito storico (fonti
storiche);

- la morfologia delle strade (andamento, larghezza, flessi planimetrici e disassamenti dei fronti
edilizi); la disposizione e la gerarchia dei cortili (con accesso diretto o da androne) ed il
posizionamento delle scale esterne; tale studio favorisce la comprensione del processo
formativo e di trasformazione degli isolati, dei lotti, delle parti costruite e delle porzioni libere in
rapporto alle fasi del loro uso;

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Interventi su edifici esistenti Pagina 150 di 240

C8A.3. AGGREGATI EDILIZI

- l’allineamento delle pareti; verifiche di ortogonalità rispetto ai percorsi viari; individuazione dei
prolungamenti, delle rotazioni, delle intersezioni e degli slittamenti degli assi delle pareti (ciò
aiuta ad identificare le pareti in relazione alla loro contemporaneità di costruzione e quindi a
definire il loro grado di connessione);

- i rapporti spaziali elementari delle singole cellule murarie, nonché i rapporti di regolarità,
ripetizione, modularità, ai diversi piani (ciò consente di distinguere le cellule originare da quelle
dovute a processi di saturazione degli spazi aperti);

- la forma e la posizione delle bucature nei muri di prospetto: assialità, simmetria, ripetizione
(ciò consente di determinare le zone di debolezza nel percorso di trasmissione degli sforzi,
nonché di rivelare le modificazioni avvenute nel tempo);

- i disassamenti e le rastremazioni delle pareti, i muri poggianti “in falso” sui solai sottostanti, lo
sfalsamento di quota tra solai contigui (ciò fornisce indicazioni sia per ricercare possibili fonti di
danno in rapporto ai carichi verticali e sismici, sia per affinare l’interpretazione dei meccanismi
di aggregazione).

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Interventi su edifici esistenti Pagina 151 di 240

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Interventi su edifici esistenti Pagina 152 di 240

8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI

Si individuano le seguenti categorie di intervento:

- interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti norme;

- interventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza


necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle presenti norme;

- riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un
miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.

Gli interventi di adeguamento e miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico.


Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, ai sensi del comma 4 dell’art. 29
del D. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, è in ogni caso
possibile limitarsi ad interventi di miglioramento effettuando la relativa valutazione della sicurezza.

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Interventi sugli elementi non


strutturali

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Interventi privi di rilevanza


- LEGGE REGIONALE 30 ottobre 2008, n. 19
NORME PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Delibera di Giunta Regionale 687/2011


ATTO DI INDIRIZZO RECANTE L'INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI PRIVI DI RILEVANZA PER LA
PUBBLICA INCOLUMITA' AI FINI SISMICI E DELLE VARIANTI IN CORSO D'OPERA, RIGUARDANTI
PARTI STRUTTURALI, CHE NON RIVESTONO CARATTERE SOSTANZIALE, AI SENSI DELL' ARTICOLO
9, COMMA 4 DELLA L.R. N. 19 DEL 2008

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Interventi privi di rilevanza


Delibera di Giunta Regionale 687/2011

Tratta di Inteventi privi di rilevanza su edifici esistenti

Allegato 1 “Interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”;

Varianti non sostanziali su edifici sottoporti ad intevento sulle strutture

Allegato 2 “Varianti in corso d’opera, riguardanti parti strutturali, che non rivestono carattere
sostanziale”;

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Interventi privi di rilevanza


Delibera di Giunta Regionale 687/2011

Tratta di Inteventi privi di rilevanza su edifici esistenti

Allegato 1 “Interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”;

Ai fini del presente atto, si intendono “privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”, quegli
interventi ritenuti strutturalmente non rilevanti agli effetti della valutazione del rischio sismico,
riconducibili unicamente ai casi di nuove costruzioni individuati nell’elenco A, e di interventi su
costruzioni esistenti individuati nell’elenco B, di seguito riportati.

Suddiviso in 2 parti (nuove costruzion A ed interventi su costruzioni esistenti B, tratta degli interventi
secondo gruppi omogenei o di tipo di intervento o su quale elemento della struttura si interviene.

Per ciascuna topologia di intervento è definita la classe: L0, L1, L2

A seconda della classe è necessario produrre un tipo di documentazine con un diverso grado di
definizione.

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Interventi privi di rilevanza


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Tratta di Inteventi privi di rilevanza su edifici esistenti

Allegato 1 “Interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”;

La disciplina prevista dal presente atto si applica anche nel caso di interventi plurimi, ad esclusione degli
interventi individuati negli elenchi A e B in cui ciò sia espressamente escluso. Costituiscono interventi plurimi
quelli che comportano la realizzazione:

- di più d’una delle nuove costruzioni individuate nell’elenco A, nel medesimo sito, a condizione che le
medesime nuove costruzioni non siano connesse strutturalmente tra di loro e purché ciascuna di queste
rispetti i limiti e parametri indicati nella voce corrispondente;
Ovvero

- di più d’uno degli interventi su costruzioni esistenti individuati nell’elenco B, qualora siano realizzati
contemporaneamente o per interventi successivi, ad esclusione del caso in cui l’insieme degli interventi
realizzati o da realizzare ed il cumulo dei loro effetti comportino la violazione dei limiti e dei requisiti
stabiliti dal presente Allegato.

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Interventi privi di rilevanza


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Tratta di Inteventi privi di rilevanza su edifici esistenti

Allegato 1 “Interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”;

Le eventuali trasformazioni successive di interventi privi di rilevanza per la pubblica


incolumità ai fini sismici, anche se portano ad altra tipologia di intervento prevista dal
presente Allegato, sono soggette a deposito o ad autorizzazione sismica secondo la
normativa vigente.

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Tratta di Inteventi privi di rilevanza su edifici esistenti

Allegato 1 “Interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”;

Le eventuali trasformazioni successive di interventi privi di rilevanza per la pubblica


incolumità ai fini sismici, anche se portano ad altra tipologia di intervento prevista dal
presente Allegato, sono soggette a deposito o ad autorizzazione sismica secondo la
normativa vigente.

Testo unico in materia edilizia (Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380)
Parte II
Normativa tecnica per l'edilizia
Capo II
Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica

Artt. 64-76

Manufatti nuovi in Muratura portante o altro materiale: a fine lavori


vanno collaudati
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Interventi privi di rilevanza


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Interventi privi di rilevanza


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Elenco degli interventi


A. Nuove costruzioni prive di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici

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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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B - Interventi relativi a costruzioni esistenti o manufatti privi di rilevanza per la


pubblica incolumità ai fini sismici

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Interventi privi di rilevanza


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3. Elaborati progettuali con cui dimostrare la ricorrenza degli interventi privi di rilevanza per
la pubblica incolumità ai fini sismici.

Il presente paragrafo disciplina gli elaborati necessari a dimostrare che un intervento è privo di rilevanza per
la pubblica incolumità ai fini sismici. Si tratta quindi di quegli elaborati necessari a dimostrare la ricorrenza
delle caratteristiche e dei requisiti, indicati negli elenchi A e B del presente Allegato.
La documentazione necessaria è costituita da:
1) per gli interventi contrassegnati dal codice (L0) non è dovuta alcuna documentazione integrativa, rispetto a
quella necessaria per il titolo abilitativo edilizio eventualmente richiesto;

2) per gli interventi contrassegnati dal codice (L1) è necessario predisporre:


- la dichiarazione sintetica descrittiva dell’intervento, firmata dal progettista, contenente l’asseverazione che
l’opera è priva di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici, in quanto l’intervento ricade in una delle
ipotesi indicate negli elenchi A e B specificamente individuate;
- l’elaborato grafico: sufficiente ad individuare l’intervento (natura, dimensioni e localizzazione).

3) Per gli interventi contrassegnati dal codice (L2) è necessario predisporre:


- la dichiarazione: firmata dal progettista, contenente l’asseverazione che l’opera è priva di rilevanza per la
pubblica incolumità ai fini sismici, in quanto l’intervento ricade in una delle ipotesi indicate negli elenchi A e B;
- la relazione tecnica esplicativa: contenente le informazioni relative alla tipologia della costruzione o del
manufatto, le dimensioni dell’intervento proposto, la destinazione d’uso ed il contesto in cui viene realizzato,
indicando espressamente a quale ipotesi indicata negli elenchi A e B si fa riferimento. Quando necessario occorre
valutare e dimostrare analiticamente che vengono rispettati i limiti di carico prescritti ed ogni altro requisito o
condizione indicati nei medesimi elenchi, nonché eseguire le necessarie verifiche di stabilità.
- l’elaborato grafico: quotato, comprensivo di piante e sezioni.

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Interventi privi di rilevanza


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3. Elaborati progettuali con cui dimostrare la ricorrenza degli interventi privi di
rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici.

La suddetta documentazione, predisposta dal progettista abilitato, nei limiti delle proprie
competenze, dovrà essere allegata alla domanda per il rilascio del permesso di costruire o alla
denuncia di inizio attività (DIA), ovvero, nel caso di attività edilizia libera, conservata dal
Committente (articoli 12, 8 e 4 della L.R. n. 31del 2002);

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- Interventi di adeguamento
sismico

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- Interventi di adeguamento sismico Pagina 186 di 240

8.4.1 INTERVENTO DI ADEGUAMENTO

È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario,


all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda:

a) sopraelevare la costruzione;

b) ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione;

c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi
globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di procedere alla verifica
locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche se interessano porzioni limitate della
costruzione;

d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme


sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente.

In ogni caso, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare le verifiche
dell’intera struttura post-intervento, secondo le indicazioni del presente capitolo.
Una variazione dell’altezza dell’edificio, per la realizzazione di cordoli sommitali, sempre che
resti immutato il numero di piani, non è considerata sopraelevazione o ampliamento, ai sensi
dei punti a) e b). In tal caso non è necessario procedere all’adeguamento, salvo che non
ricorrano le condizioni di cui ai precedenti punti c) o d).

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Interventi di miglioramento
sismico

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 188 di 240

8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO

Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque finalizzati ad
accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni considerate.

È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni
specificate al paragrafo 8.4.1.

Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi a tutte le parti della struttura
potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla struttura nel suo
insieme.

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Interventi di Riparazione o
intervento locale

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Riparazione o intervento locale Pagina 190 di 240

8.4.3 RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE

In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della struttura e
interesseranno porzioni limitate della costruzione. Il progetto e la valutazione della sicurezza
potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati e documentare che, rispetto alla
configurazione precedente al danno, al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali
modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi
comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.

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Riparazione o intervento locale Pagina 191 di 240

C8.4.3 RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE

Rientrano in questa tipologia tutti gli interventi di riparazione, rafforzamento o sostituzione di


singoli elementi strutturali (travi, architravi, porzioni di solaio, pilastri, pannelli murari) o
parti di essi, non adeguati alla funzione strutturale che debbono svolgere, a condizione che
l’intervento non cambi significativamente il comportamento globale della struttura, soprattutto ai
fini della resistenzaalle azioni sismiche, a causa di una variazione non trascurabile di rigidezza
o di peso.
Può rientrare in questa categoria anche la sostituzione di coperture e solai, solo a
condizione che ciò non comporti una variazione significativa di rigidezza nel proprio piano,
importante ai fini della ridistribuzione di forze orizzontali, né un aumento dei carichi verticali
statici.

Interventi di ripristino o rinforzo delle connessioni tra elementi strutturali diversi (ad esempio tra
pareti murarie, tra pareti e travi o solai, anche attraverso l’introduzione di catene/tiranti) ricadono
in questa categoria, in quanto comunque migliorano anche il comportamento globale della
struttura, particolarmente rispetto alle azioni sismiche.

Infine, interventi di variazione della configurazione di un elemento strutturale, attraverso la sua


sostituzione o un rafforzamento localizzato (ad esempio l’apertura di un vano in una parete
muraria,accompagnata da opportuni rinforzi) possono rientrare in questa categoria solo a
condizione che si dimostri che la rigidezza dell’elemento variato non cambi significativamente e
che la resistenza e la capacità di deformazione, anche in campo plastico, non peggiorino ai fini
del comportamento rispetto alle azioni orizzontali.

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Interventi su edifici esistenti Pagina 192 di 240

Oggetto: Parere in merito alla classificazione degli interventi di formazione e/o modifica
di aperture in pareti murarie. (Rif. prot. int. n. 35) (CTS Emilia Romagna Riunione del
12 gennaio 2012 – Seduta n°11)

Nei casi di realizzazione di aperture all'interno di murature.

Ai fini dei citati confronti, è opportuno che le caratteristiche dei materiali esistenti siano assunte
con riferimento ai loro valori più probabili (valori medi), senza l’applicazione dei fattori di
confidenza FC (ferma restando la possibilità di impiegare valori ridotti delle rigidezze per tener
conto dello stato di fessurazione nei materiali fragili).

Si intende che la modellazione, sia degli elementi murari che dei rinforzi, dovrà cogliere
appropriatamente i comportamenti di tutte le parti significative della struttura interessata (quali,
ad esempio, le fasce di piano, i vincoli dei telai, le connessioni tra questi ultimi e le
murature, etc.), prestando particolare attenzione all’interazione tra le murature e gli eventuali
rinforzi, alle modalità di trasferimento delle azioni (verticali ed orizzontali) tra i vari elementi,
nonché alle situazioni potenzialmente più vulnerabili (come, ad esempio, il “flusso delle azioni” in
caso di aperture non allineate, la ridotta distanza delle aperture dagli incroci d’angolo, le pareti
particolarmente snelle, etc.).
Infine, si sottolinea la necessità di valutare, in generale e anche in presenza di interventi locali,
il comportamento dell’intera parete (“terra-cielo”) oggetto di intervento, quantomeno
in termini qualitativi, al fine di individuare le porzioni potenzialmente interessate da modifiche di
comportamento, potendo successivamente limitare a queste ultime il progetto e la valutazione
della sicurezza.

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Esempi di interventi su edicici


in muratura

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 194 di 240

“Orientamenti interpretativi in merito a interventi locali o interventi di riparazione in


edifici esistenti”, CTS Regione Toscana (D.G.R. n. 606 del 21/06/2010)

Esempi di casi particolari e specifici nei quali l’intervento di progetto sia inequivocabilmente
migliorativo e che tale risultato sia chiaramente apprezzabile anche senza la necessità di
verifiche numeriche di conferma:
- inserimento di parete a chiusura della scatola muraria: anche in questo caso, pur introducendo
nuovi elementi strutturali e modificando il comportamento sismico dell’edificio originario,
l’intervento risulta inequivocabilmente migliorativo. La valutazione del livello di sicurezza
raggiunto (entità massima delle azioni cui la struttura può resistere) può essere valutato con
metodi semplificati.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 195 di 240

“Orientamenti interpretativi in merito a interventi locali o interventi di riparazione in


edifici esistenti”, CTS Regione Toscana (D.G.R. n. 606 del 21/06/2010)

- inserimento di una parete di controvento in posizione pressoché baricentrica: tale intervento,


pur introducendo nuovi elementi strutturali e modificando il comportamento sismico dell’edificio
originario, risulta inequivocabilmente migliorativo. La valutazione del livello di sicurezza
raggiunto può essere valutato con metodi semplificati.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 196 di 240

NTC 2008 8.7.4 CRITERI E TIPI D’INTERVENTO

Per tutte le tipologie di costruzioni esistenti gli interventi di consolidamento vanno applicati, per
quanto possibile, in modo regolare ed uniforme.
L’esecuzione di interventi su porzioni limitate dell’edificio va opportunamente valutata e
giustificata, considerando la variazione nella distribuzione delle rigidezze e delle resistenze e la
conseguente eventuale interazione con le parti restanti della struttura.
Particolare attenzione deve essere posta alla fase esecutiva degli interventi, in quanto una
cattiva esecuzione può peggiorare il comportamento globale delle costruzioni.
La scelta del tipo, della tecnica, dell’entità e dell’urgenza dell’intervento dipende dai risultati
della precedente fase di valutazione, dovendo mirare prioritariamente a contrastare lo sviluppo
di meccanismi locali e/o di meccanismi fragili e, quindi, a migliorare il comportamento globale
della costruzione.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 197 di 240

NTC 2008 8.7.4 CRITERI E TIPI D’INTERVENTO

In generale dovranno essere valutati e curati gli aspetti seguenti:

- riparazione di eventuali danni presenti


- riduzione delle carenze dovute ad errori grossolani;
- miglioramento della capacità deformativa ("duttilità") di singoli elementi,
- riduzione delle condizioni che determinano situazioni di forte irregolarità degli edifici, in termini
di massa, resistenza e/o rigidezza, anche legate alla presenza di elementi non strutturali;
- riduzione delle masse, anche mediante demolizione parziale o variazione di destinazione
d’uso,
- riduzione dell’impegno degli elementi strutturali originari mediante l’introduzione di sistemi
d’isolamento o di dissipazione di energia,
- realizzazione, ampliamento, eliminazione di giunti sismici o interposizione di materiali atti ad
attenuare gli urti.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 198 di 240

C8A.5. CRITERI PER GLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DI


EDIFICI IN MURATURA

- Interventi volti a ridurre le carenze dei collegamenti


- Interventi volti a ridurre le spinte di archi e volte ed al loro
consolidamento
- Interventi volti a ridurre l'eccessiva deformabilità dei solai ed al
loro consolidamento
- Interventi in copertura
- Interventi volti ad incrementare la resistenza degli elementi murari
- Pilastri e colonne
- Interventi su elementi non strutturali
- Interventi in fondazione.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 199 di 240

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

COMPORTAMENTO SCATOLARE

La realizzazione di questi interventi è un prerequisito essenziale per l’applicazione dei


metodi di analisi sismica globale dell’edificio, che si basano sul comportamento delle
pareti murarie nel proprio piano, presupponendone la stabilità nei riguardi di azioni
sismiche fuori dal piano.

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 200 di 240

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 201 di 240

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Prerequisiti per potere applicare


un'analisi sismica globale:
- ammorsamento tra pareti
- collegamento solai-pareti
- contrastare spinte- “correggere”
tetti spingenti

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- Interventi di Miglioramento sismico Pagina 202 di 240

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

a) Tiranti
b) Cerchiature esterne
c) Cordoli in sommità
d) Connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature
e) Cordoli intermedi
f) Ammorsature “scuci e cuci”
g) Perforazioni armate

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Tiranti

- meglio capochiave esterni (progettati non solo per la funzione


strutturale ma anche estetica)
- in generale meglio capichiave tipo paletto, che “aggancia” più
muro
- per murature scadenti, con elementi piccoli, meglio le piastre
(previo consolidamento locale)
- si possono sfruttare le travi dei solai esistenti come tiranti:
basta collegarle con opportuna ferramenta a capochiavi esterni
- devono essere pretesi, ma non eccessivamente

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Cerchiature esterne

- adatte per piccoli edifici o


per strutture particolari
(cupole, torri)

- da ancorare in
corrispondenza dei martelli
murari

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Metallo (barre o cavi)

- necessario applicare
elementi di ripartizione negli
spigoli

- si possono pretendere a
ritendere anche
successivamente

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)
Materiali compositi (fibre di carbonio o altre)

- si possono applicare con resina epossidica o matrice


cementizia
- necessario smussare gli spigoli
- non esiste un macchinario per pretendere le fibre

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)
Tessuto di acciaio (UHTSS)

- si possono applicare con resina epossidica o matrice


cementizia
- esiste un macchinario per pretendere le fibre (Borri)
- necessario smussare gli spigoli

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)
TESSUTI IN FIBRA DI CANAPA

- si possono applicare con resina epossidica

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Ammorsature con metodo “scuci e cuci”

- invasivo e costoso
- risolve solo il problema del degrado locale del
materiale, non della sconnessione complessiva
- bisogna comunque prima risolvere il problema
della sconnessione in altro modo

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Perforazioni armate

- sconsigliabile per invasività e dubbia efficacia


(bisogna comunque prima risolvere il problema
della sconnessione in altro modo)

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI


COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Cordoli in sommità alla muratura


possono costituire una soluzione
efficace per collegare le pareti, in
una zona dove la muratura è meno
coesa a causa del limitato livello di
compressione, e per migliorare
l’interazione con la copertura;

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Muratura armata: armatura metallica

Tecnica volta alla massima conservazione delle caratteristiche murarie esistenti.


Muratura a tutto spessore e di buone caratteristiche […] All’interno deve essere alloggiata
un’armatura metallica o in altro materiale resistente a trazione, resa aderente alla muratura
del cordolo tramite conglomerato. La realizzazione di collegamenti tra cordolo e muratura,
eseguita tramite perfori armati disposti con andamento inclinato, se necessaria risulta efficace
solo in presenza di muratura di buona qualità. Negli altri casi è opportuno eseguire un
consolidamento della muratura nella parte sommitale della parete ed affidarsi all’aderenza ed
al contributo dell’attrito, da incrementare mediante sagomature della superficie di appoggio
del cordolo.

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Muratura armata: materiali compositi

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Muratura armata: acciaio

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

Muratura armata: acciaio

Connessione dei solai di piano e delle


coperture

- evita lo sfilamento delle travi


- permette ai solai di svolgere
un’azione di distribuzione delle forze
orizzontali e di contenimento delle
pareti
- ancorare teste delle travi al
paramento opposto
- i collegamenti puntuali non devono
dissestare la muratura

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE SPINTE DI ARCHI E VOLTE ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO

Catene

Contrafforti

Controvolte in calcestruzzo

Placcaggi in materiali compositi

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE SPINTE DI ARCHI E VOLTE ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO

Catene
- meglio alle reni
- se estradossali provocano taglio e flessione sulla parete, da verificare
- adeguata rigidezza (A, L)
- adeguata presollecitazione inferiore alla spinta calcolata

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI (C8A.5.1)

INTERVENTI VOLTI A RIDURRE LE SPINTE DI ARCHI E VOLTE ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO

Placcaggio con fasce di materiale composito

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L'ECCESSIVA DEFORMABILITA' DEI SOLAI ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO (C8A.5.3)

SOLAIO IN LEGNO

Doppio tavolato ligneo


- irrigidisce, limita deformabilità e
aumenta resistenza
- collegamento alle pareti

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L'ECCESSIVA DEFORMABILITA' DEI SOLAI ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO (C8A.5.3)

SOLETTA IN CALCESTRUZZO
- irrigidisce molto (valutare), limita
deformabilità e aumenta resistenza, ma
anche masse
- collegamento alle pareti
- solai con pianelle

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L'ECCESSIVA DEFORMABILITA' DEI SOLAI ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO (C8A.5.3)

Controventamento con tiranti metallici

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L'ECCESSIVA DEFORMABILITA' DEI SOLAI ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO (C8A.5.3)

Bandelle in acciaio o materiale composito

- irrigidisce
- collegamento alle pareti

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INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L'ECCESSIVA DEFORMABILITA' DEI SOLAI ED AL


LORO CONSOLIDAMENTO (C8A.5.3)

SOLAI METALLICI

Nel caso di solai a putrelle e voltine o


tavelloni è opportuno provvedere
all'irrigidimento mediante solettina armata
resa solidale ai profilati emedinate
connettori saldati e collegata alle murature
perimetrali.
Nel caso di solai a struttura metallica, con
interposti elementi in laterizio, è
necessario collegare tra loro i profili
saldando bandelle metalliche trasversali,
poste all’intradosso o all’estradosso.
Inoltre, in presenza di luci significative, gli
elementi di bordo devono essere collegati
in mezzeria alla muratura (lo stesso
problema si pone anche per i solai lignei a
semplice orditura).

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

COLLEGAMENTI

- tra elementi lignei

- tra elementi lignei e murature

- nei nodi delle capriate

COMPENSARE LE SPINTE

IRRIGIDIRE LE FALDE

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

Collegamenti tra elementi lignei

Necessari per evitare lo


spostamento relativo degli
elementi tra di loro durante
l'evento sismico.

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

Collegamenti tra elementi lignei e murature

È opportuno, ove possibile,


adottare elementi di
rafforzamento del punto di
contatto tra muratura e tetto.
In generale, vanno il più
possibile sviluppati i
collegamenti e le connessioni
reciproche tra la parte
terminale della muratura e le
orditure e gli impalcati del
tetto.

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

Collegamenti tra elementi lignei e murature

Oltre al collegamento con


capichiave metallici che
impediscano la traslazione,
si possono realizzare
cordoli-tirante in legno o in
metallo opportunamente
connessi sia alle murature
che alle orditure in legno del
tetto (cuffie metalliche), a
formare al tempo stesso un
bordo superiore delle
murature resistente a Difetti: L'accoppiamento tra tecnologia
trazione, un elemento di diverse (umido/secco) è il più possibile da
ripartizione dei carichi agli evitare.
appoggi delle orditure del
tetto e un vincolo
assimilabile ad una cerniera
tra murature e orditure.

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

Collegamenti nei nodi delle capriate

Non devono comunque


contrastare il movimento
reciproco (rotazionale)
delle membrature,
condizione essenziale
per il corretto
funzionamento della
capriata

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

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C8A.5.4 INTERVENTI IN COPERTURA

Irrigidimento delle falde

- Doppio tavolato
- Controventi di falda

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C8A.5.5 INTERVENTI CHE MODIFICANO LA DISTRIBUZIONE DEGLI


ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

Collegamenti nei nodi delle capriate

L’inserimento di nuove pareti può consentire di limitare i problemi


derivanti da irregolarità planimetriche o altimetriche ed aumentare la
resistenza all’azione sismica; tali effetti devono ovviamente essere
adeguatamente verificati.

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C8A.5.5 INTERVENTI CHE MODIFICANO LA DISTRIBUZIONE DEGLI


ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

Aperture nelle pareti

La realizzazione di nuove aperture, se non strettamente necessaria,


va possibilmente evitata. Nel caso va realizzata tenendola ad
almeno 1 m dagli angoli e dagli incroci.
La verifica della parete va fatta su tutta la parete, considerandola
per tutta l'estensione, in termini di duttilità, taglio, spostamenti.

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C8A.5.5 INTERVENTI CHE MODIFICANO LA DISTRIBUZIONE DEGLI


ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

Aperture nelle pareti

Per ripristinare la rigidezza della


parete (ed evitare di modificare la
risposta globale) si può:
- intervenire sulle spalle della nuova
apertura
Non necessariamente la rigidezza
deve essere “restituita” esattamente
là dove la si è tolta: si possono
placcare le spalle con intonaco
armato o (meglio) materiali compositi
e ottenere analoghi risultati, con il
vantaggio di diminuire le
concentrazioni tensionali,
“spalmando” i contatti tra intervento
e preesistenza su una superficie più
ampia.

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C8A.5.5 INTERVENTI CHE MODIFICANO LA DISTRIBUZIONE DEGLI


ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

Il dimensionamento dell'intervento è questione di:


- resistenza
- rigidezza
- deformabilità

RESISTENZA
La resistenza ovviamente non può essere inferiore dopo l'intervento rispetto a prima.
La rottura può avvenire per taglio o pressoflessione

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C8A.5.6 INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA RESISTENZA NEI MASCHI MURARI

Il placcaggio delle murature con INTONACO ARMATO può essere utile nel
caso di murature gravemente danneggiatee incoerenti, sulle quali non sia
possibile intervenire efficacemente con altre tecniche, o in porzioni limitate di
muratura, pesantemente gravate da carichi verticali, curando in quest’ultimo
caso che la discontinuità di rigidezza e resistenza tra parti adiacenti, con e
senza rinforzo, non sia dannosa ai fini del comportamento della parete stessa.

L’uso sistematico su intere pareti dell’edificio è sconsigliato, per il forte


incremento di rigidezza e delle masse, oltre che per ragioni di natura
conservativa e funzionale.

Tale tecnica è efficace solo nel caso in cui l’intonaco armato venga realizzato
su entrambi i paramenti e siano posti in opera i necessari collegamenti
trasversali (barre iniettate) bene ancorati alle reti di armatura.

È inoltre fondamentale curare l’adeguata sovrapposizione dei pannelli di rete


elettrosaldata, in modo da garantire la continuità dell’armatura in verticale ed
in orizzontale, ed adottare tutti i necessari provvedimenti atti a garantire la
durabilità delle armature, se possibile utilizzando reti e collegamenti in acciaio
inossidabile.

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C8A.5.6 INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA RESISTENZA NEI MASCHI MURARI

Selezione dei materiali:

- Rete in acciaio

- Rete in fibra

- Malta in cemento

- Malda di calce. Quest'ultima contribuisce a fare si che il muro respiri.

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C8A.5.6 INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA RESISTENZA NEI MASCHI MURARI

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C8A.5.6 INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA RESISTENZA NEI MASCHI MURARI

Placcaggio con tessuti o lamine in materiale fibrorinforzato

- di norma si utilizza nel caso di murature regolari, in mattoni o blocchi


- più efficace se realizzato su entrambi i paramenti
- da solo non garantisce un collegamento trasversale
- migliora il comportamento a trave di porzioni muratura (es. fasce sopra porta e sotto
finestra)
- Migliora il comportamento a taglio di setti murari (tipo controventi)
- Può migliorare la resistenza di murature a più paramenti se applicato sui due lati e poi
collegati (es. reticolato)

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GRAZIE PER L'ATTENZIONE

Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE -


Ingegnere.riminese@gmail.com Mobile: +39 335 7708640

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