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Le strutture
La struttura è la parte espressamente destinata ad assorbire i carichi e le azioni
esterne cui il manufatto è soggetto durante tutta la sua vita di esercizio.
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Muratura portante
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Pietra o pietrame
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Acciaio
Le struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Calcestruzzo
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Legno
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Le strutture
Le strutture possono essere classificate secondo il materiale di cui sono costituite:
Legno - xlam
La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:
Comportamento
a telaio
Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE
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La struttura
Particolare attenzione è quindi dedicata ai
sistemi resistenti alle azioni orizzontali,
necessariamente caratterizzati da capacità:
– Resistenti
– Dissipative
Comportamento
a telaio
Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE
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La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:
Comportamento
a taglio
Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE
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La struttura
Le strutture possono essere classificate secondo il comportamento nei confronti delle
spinte orizzontali:
Contenuti della
documentazione tecnica
Testo unico in materia edilizia (Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380)
Parte II
Normativa tecnica per l'edilizia
Capo II
Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica
Artt. 64-76
Decreto Ministeriale 6 Gennaio 1996 (D.M. 9-1-1996) (Suppl. Ord. alla Gazzetta
Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1996).
Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in
cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche".
Artt. 83-106
Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE
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Normativa relativa alle strutture
– Sismica - amministrativa
LEGGE 2 febbraio 1974, n. 64
Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche.
norme tecniche
- Relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera e dei criteri generali di analisi e
verifica.
- Relazione sui materiali;
- Elaborati grafici, particolari costruttivi;
- Piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera;
- Relazione sui risultati sperimentali corrispondenti alle indagini specialistiche ritenute necessarie alla
realizzazione dell’opera.
Particolare cura andrà posta nello sviluppare le relazioni di calcolo, con riferimento alle analisi svolte con l’ausilio del
calcolo automatico, sia ai fini di facilitare l’interpretazione e la verifica dei calcoli, sia ai fini di consentire elaborazioni
indipendenti da parte di soggetti diversi dal redattore del documento.
II progettista resta comunque responsabile dell’intera progettazione strutturale.
Nel caso di analisi e verifica svolte con l’ausilio di codici di calcolo, oltre a quanto sopra specificato, e in particolare
oltre alla Relazione generale strutturale, si dovranno seguire le indicazioni fornite in § 10.2.
Qualora l’analisi strutturale e le relative verifiche siano condotte con l’ausilio di codici di calcolo automatico,
il progettista dovrà controllare l’affidabilità dei codici utilizzati e verificare l’attendibilità dei risultati
ottenuti, curando nel contempo che la presentazione dei risultati stessi sia tale da garantirne la leggibilità,
la corretta interpretazione e la riproducibilità. In particolare nella Relazione di calcolo si devono fornire le
seguenti indicazioni:
Occorre preliminarmente:
- dichiarare il tipo di analisi strutturale condotta (di tipo statico o dinamico, lineare o non lineare) e le sue
motivazioni;
- indicare il metodo adottato per la risoluzione del problema strutturale e le metodologie seguite per la
verifica o per il progetto-verifica delle sezioni.
- indicare chiaramente le combinazioni di carico adottate e, nel caso di calcoli non lineari, i percorsi di
carico seguiti. In ogni caso va motivato l’impiego delle combinazioni o dei percorsi di carico adottati, in
specie con riguardo alla effettiva esaustività delle configurazioni studiate per la struttura in esame.
Spetta al progettista il compito di sottoporre i risultati delle elaborazioni a controlli che ne comprovino
l’attendibilità.
Tale valutazione consisterà nel confronto con i risultati di semplici calcoli, anche di larga massima, eseguiti
con metodi tradizionali e adottati, ad esempio, in fase di primo proporzionamento della struttura. Inoltre,
sulla base di considerazioni riguardanti gli stati tensionali e deformativi determinati, valuterà la consistenza
delle scelte operate in sede di schematizzazione e di modellazione della struttura e delle azioni.
Nella relazione devono essere elencati e sinteticamente illustrati i controlli svolti, quali verifiche di equilibrio
tra reazioni vincolari e carichi applicati, comparazioni tra i risultati delle analisi e quelli di valutazioni
semplificate, etc.
1) Relazione di calcolo strutturale, comprensiva di una descrizione generale dell’opera e dei criteri generali
di analisi e di verifica.
2) Relazione sui materiali.
3) Elaborati grafici, particolari costruttivi.
4) piano di manutenzione della struttura dell’opera.
5) Relazioni specialistiche sui risultati sperimentali corrispondenti alle indagini ritenute necessarie alla
progettazione dell’opera e sui rilievi topografici.
La progettazione esecutiva delle strutture è effettuata unitamente alla progettazione esecutiva delle
opere civili al fine di prevedere ingombri, passaggi, cavedi, sedi, attraversamenti e simili e di
ottimizzare le fasi di realizzazione.
I calcoli esecutivi delle strutture, nell'osservanza delle normative vigenti, possono essere redatti anche
mediante utilizzo di programmi informatici contenendo, in ogni caso, la definizione e il dimensionamento
delle strutture stesse in ogni loro aspetto generale e particolare, in modo da escludere la necessità di
variazioni in corso di esecuzione.
- la presentazione e la sintesi dei risultati in conformità al successivo § C10.2/e; 2.1) relazione sui
materiali
I materiali ed i prodotti per uso strutturale delle opere soggette al rispetto delle NTC devono corrispondere
alle specifiche di progetto che provvedono alla loro identificazione e qualificazione con riferimento alle
prescrizioni contenute nel Cap.11 delle NTC.
I materiali ed i prodotti di cui é prevista in progetto l’utilizzazione, devono essere altresì sottoposti alle
procedure ed alle prove sperimentali di accettazione, prescritte nelle NTC. Esse devono essere
dettagliatamente richiamate nella relazione sui materiali.
Attraverso una opportuna scelta dei materiali e un opportuno dimensionamento delle strutture, comprese le
eventuali misure di protezione e manutenzione, sin dal progetto ne va garantita la durabilità, definita come
conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali e delle strutture, essenziale affinché i
livelli di sicurezza vengano mantenuti durante tutta la vita dell’opera, indicandone gli accorgimenti adottati.
Nelle strutture che si identificano con l’intero intervento, quali ponti, viadotti, pontili di attracco, opere di sostegno delle terre e
simili, il progetto esecutivo deve essere completo di particolari esecutivi di tutte le opere integrative.
Su ogni tavola vanno indicati la classe e le caratteristiche del calcestruzzo, il tipo di acciaio o di ogni altro metallo, la tipologia
dei solai e le caratteristiche del legno e di ogni materiale e prodotto da impiegarsi.
I particolari costruttivi vanno definiti, numerati ed indicati sugli elaborati grafici del progetto strutturale.
I particolari costruttivi, debitamente numerati ed ubicati come sopra, accuratamente quotati, vanno
progettati in conformità alle indicazioni delle NTC per ogni tipologia di struttura e di intervento sulle nuove e
sulle costruzioni esistenti. Essi devono essere illustrativi di ogni tipo di sezione e di nodo con le posizioni
ed i percorsi reciproci delle armature provenienti da qualsiasi direzione, delle giunzioni degli elementi di
carpenteria metallica, dei dispositivi di ancoraggio dei cavi di precompressione, degli apparecchi e dei
dispositivi di ogni tipo (appoggi, respingenti, isolatori, ecc.), dei solai, nonché dell’ancoraggio alla struttura
degli elementi predisposti per la ispezione e manutenzione delle strutture ed inoltre dei prodotti, in
particolare prefabbricati da impiegarsi, nonché il dettaglio della carpenteria di fori da predisporre per il
passaggio di impianti di apparecchi ecc. con le relative armature metalliche.
Con il § 10.2 delle NTC viene colmato un vuoto normativo, durato troppo a lungo, relativo all’analisi
strutturale condotta con l’ausilio di programmi di calcolo, affidando al progettista delle strutture il
compito e la responsabilità di comprovare la validità dei risultati dei calcoli e delle verifiche
attraverso:
- la verifica dell’attendibilità dei risultati ottenuti;
- la presentazione dei risultati che ne garantiscano la leggibilità, la corretta interpretazione e la
riproducibilità.
La relazione di calcolo, a tal fine, comprende, senza ambiguità ed in modo esaustivo, le configurazioni
studiate e fornisce le seguenti indicazioni:
a) tipo di analisi svolta
a.1) statica, dinamica, lineare, non lineare;
a.2) il metodo adottato per la risoluzione del problema strutturale;
a.3) le metodologie seguite per le verifiche o per il progetto-verifica delle sezioni;
a.4) le combinazioni di carico adottate;
b) informazioni sull’origine, le caratteristiche e la validazione dei codici di calcolo
b.1) titolo, autore, produttore, distributore, versione, estremi della licenza o di altro titolo d’uso;
b.2) documentazione fornita dal produttore o dal distributore a corredo del programma:
- una esauriente descrizione delle basi teoriche e degli algoritmi impiegati;
- l’individuazione dei campi d’impiego;
- i casi di prova interamente risolti e commentati con files di input che consentano la riproduzione
dell’elaborazione.
Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, questi assumerà ogni onere
dell’effettuazione di un controllo incrociato sui risultati delle calcolazioni
- attraverso la ripetizione dei calcoli da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente,
diverso dal progettista originario delle strutture, eseguita mediante l’impiego di programmi di calcolo diversi
da quelli impiegati originariamente;
- mediante l’impiego, da parte del progettista e/o del soggetto validatore, di programmi che possiedano i
requisiti richiesti dalle NTC diversi da quelli impiegati originariamente, che consentano la impostazione, la
lettura e l’analisi del modello al loro interno, possibilmente attraverso file di trasferimento.
Nel caso di opere di particolare importanza, ritenute tali dal Committente, questi assumerà ogni onere
dell’effettuazione di un controllo incrociato sui risultati delle calcolazioni
- attraverso la ripetizione dei calcoli da parte di un soggetto qualificato, prescelto dal Committente,
diverso dal progettista originario delle strutture, eseguita mediante l’impiego di programmi di calcolo diversi
da quelli impiegati originariamente;
- mediante l’impiego, da parte del progettista e/o del soggetto validatore, di programmi che possiedano i
requisiti richiesti dalle NTC diversi da quelli impiegati originariamente, che consentano la impostazione, la
lettura e l’analisi del modello al loro interno, possibilmente attraverso file di trasferimento.
Al fine delle verifiche della misura della sicurezza, di tali grandezze e del comportamento complessivo
della struttura, come rappresentato, vanno chiaramente evidenziati i valori numerici necessari nei
punti e nelle sezioni significative della struttura stessa.
- il confronto dei risultati delle elaborazioni con quelli ottenuti mediante calcoli anche di larga
massima, eseguiti con metodi tradizionali;
- quando specificatamente richiesto dal Committente, il confronto, da effettuarsi da parte del progettista,
mediante l’impiego contemporaneo di differenti programmi aventi i requisiti stabiliti dalle NTC;
- la valutazione della consistenza delle scelte operate in sede di schematizzazione e modellazione della
struttura e delle azioni, anche a seguito delle risultane dell’analisi condotta su modello fisico della struttura.
ALLEGATO A.
I) Scopo dell’atto d’indirizzo:
garantire con evidenza oggettiva che l’attività di progettazione è stata affrontata nel suo complesso e non
come somma di attività tra loro disgiunte, al fine di valutare, mitigare e risolvere le reciproche
interferenze tra le componenti architettoniche, tecnologiche e strutturali dell’organismo edilizio.
L’atto d’indirizzo rappresenta una novità significativa: è quindi importante sottolineare che il raggiungimento
degli obiettivi che, attraverso questo atto, la legge si prefigge sarà anche frutto delle esperienze e dei riscontri
che deriveranno dalla sua applicazione e pertanto non sono da escludere successive modifiche finalizzate ad
aumentarne l’efficacia.
ALLEGATO A.
I) Scopo dell’atto d’indirizzo:
garantire con evidenza oggettiva che l’attività di progettazione è stata affrontata nel suo complesso e non
come somma di attività tra loro disgiunte, al fine di valutare, mitigare e risolvere le reciproche
interferenze tra le componenti architettoniche, tecnologiche e strutturali dell’organismo edilizio.
L’atto d’indirizzo rappresenta una novità significativa: è quindi importante sottolineare che il raggiungimento
degli obiettivi che, attraverso questo atto, la legge si prefigge sarà anche frutto delle esperienze e dei riscontri
che deriveranno dalla sua applicazione e pertanto non sono da escludere successive modifiche finalizzate ad
aumentarne l’efficacia.
Le disposizioni del presente allegato sono volte a definire la documentazione minima da presentare a
corredo della domanda per il rilascio del permesso di costruire o della denuncia di inizio di attività
(D.I.A. Ora S.C.I.A), al fine di assicurare che nella redazione del progetto architettonico si sia tenuto
debitamente conto delle esigenze di riduzione del rischio sismico, ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettera b),
della L.R. n. 19 del 2008.
Tali disposizioni si applicano per le nuove costruzioni e per gli interventi sulle costruzioni esistenti, in alternativa
alla modalità procedurale di cui alla lettera a) dello stesso comma 3, fermo restando che l’avvio e la
realizzazione dei lavori restano in ogni caso subordinati all’istanza di autorizzazione preventiva o alla denuncia
di deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture.
b - Relazione tecnica: deve illustrare le modalità con cui il progettista delle strutture ha dato seguito alla
concezione strutturale dell’opera, senza particolari elaborazioni analitiche.
2. indicazione degli estremi del progettista architettonico e del progettista strutturale che curano la
progettazione dell’intero intervento, nonché di altre eventuali figure concorrenti alla progettazione dell’opera;
3. individuazione del sito in cui sorgerà l’opera con rappresentazione cartografica in scala 1: 1000 o 1: 2000 del
contesto urbano e territoriale;
4. indicazione di eventuali documenti tecnici applicativi adottati ad integrazione delle vigenti norme tecniche per
le costruzioni;
5. indicazioni, basate sulle risultanze dell’indagine geologica, delle caratteristiche del terreno su cui
sorgerà la costruzione e pianificazione delle indagini geognostiche necessarie in fase di progettazione
esecutiva;
6. indicazioni sulle prime ipotesi relative alla tipologia del sistema di fondazioni adottato;
7. indicazione delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori
terra, con specificazione delle azioni permanenti e relativa descrizione tipologica degli elementi che concorrono
alla definizione di tali azioni, nonché specificazione delle azioni variabili agenti;
8. indicazione della “vita nominale” e della “classe d’uso” della costruzione;
9. individuazione della tipologia strutturale adottata e motivazioni della scelta compiuta;
10. indicazione dei materiali adottati con particolare riferimento alle motivazioni delle scelte compiute in
relazione ai requisiti di resistenza meccanica e di durabilità con particolare riferimento alla riduzione degli
interventi di manutenzione straordinaria da compiere durante la vita nominale dell’opera strutturale al fine di
mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza e il valore economico;
11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.
11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.
c - Elaborati grafici: gli elaborati grafici hanno la funzione di documentare in modo sintetico le analisi riportate
nella relazione tecnica. Lo schema strutturale andrà inserito sugli elaborati grafici del progetto architettonico
(piante e sezioni), nella stessa scala grafica, con l’indicazione delle dimensioni di massima dei principali
elementi strutturali, delle principali canalizzazioni o collocazioni di impianti e componenti tecnologici.
11. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla
tipologia strutturale adottata e alle condizioni del sito;
12. analisi delle interazioni tra le componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per ridurre al minimo le eventuali interferenze con le strutture e
proposte esecutive conseguenti;
13. analisi finalizzate a perseguire il più possibile i criteri di regolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e proposte esecutive
conseguenti;
14. primi dimensionamenti di massima dei principali elementi strutturali attraverso l’impiego di schemi semplici
e facilmente controllabili per una agevole lettura e interpretazione dei risultati.
c - Elaborati grafici: gli elaborati grafici hanno la funzione di documentare in modo sintetico le analisi riportate
nella relazione tecnica. Lo schema strutturale andrà inserito sugli elaborati grafici del progetto architettonico
(piante e sezioni), nella stessa scala grafica, con l’indicazione delle dimensioni di massima dei principali
elementi strutturali, delle principali canalizzazioni o collocazioni di impianti e componenti tecnologici.
8. sintesi delle analisi storico critiche delle evoluzioni che hanno interessato la costruzione, finalizzata
all’individuazione del sistema resistente;
9. riscontri delle prime indagini diagnostiche di massima compiute e loro eventuale pianificazione di dettaglio per
l’attività di progettazione esecutiva necessaria per approfondire il livello di conoscenza;
10. indicazioni delle indagini eventualmente condotte per la conoscenza del terreno e delle fondazioni;
11. sintesi sui risultati delle indagini geognostiche eventualmente condotte e loro ulteriore approfondimento da pianificare
in fase di progettazione esecutiva, se necessario;
12. prime analisi finalizzate all’eventualità di interventi che riguardino anche le fondazioni;
13. individuazione dei parametri che concorrono alla definizione dell’azione sismica di riferimento in base alla tipologia
strutturale presente e alle condizioni del sito;
14. analisi delle interazioni tra componenti architettoniche, impiantistiche e le opere di contenimento dei
consumi energetici, nonché le modalità adottate per eliminare le eventuali interferenze e proposte esecutive
conseguenti;
15. analisi di massima della struttura esistente e delle sue vulnerabilità nello stato di fatto e delle modalità volte alla loro
eliminazione e/o mitigazione;
16. analisi degli accorgimenti finalizzati all’eliminazione o alla riduzione delle irregolarità in pianta ed in elevazione della
costruzione, dal punto di vista del comportamento sotto l’effetto delle azioni sismiche e dei carichi verticali e proposte
esecutive conseguenti;
17. individuazione degli interventi sulla struttura in elevazione e motivazioni della scelta compiuta;
18. indicazione dei materiali adottati con particolare riferimento alla loro compatibilità con il contesto esistente, alle
motivazioni delle scelte compiute, in relazione ai requisiti di resistenza meccanica e di durabilità, con particolare
riferimento alla riduzione degli interventi di manutenzione straordinaria da compiere durante la vita nominale dell’opera
strutturale al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed il valore economico;
19. individuazione di eventuali interazioni con strutture adiacenti, qualora la costruzione faccia parte di un aggregato
edilizio, e prime indicazioni sull’eventuale mitigazione di tali interazioni e proposte esecutive conseguenti.
Fabio Betti ingegnere libero professionista – LEED GREEN ASSOCIATE
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Normativa Regionale
Contenuti della relazione tecnica
Allegato B
L’art. 12, comma 1, della L.R. n. 19 del 2008 attribuisce alla Giunta regionale il compito di definire i
contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture, “redatto in conformità alle norme tecniche per
le costruzioni e alle disposizioni di cui all’art. 93, commi 3, 4, e 5 del Decreto Presidente della Repubblica
n. 380 del 2001”. [...]
Il presente atto di indirizzo risponde, in particolare, alla duplice esigenza di uniformare, sia i contenuti
degli elaborati progettuali che devono essere allegati all’istanza di autorizzazione sismica e alla denuncia
di deposito, sia le modalità di svolgimento dell’istruttoria tecnica di tali progetti. Ciò consente di
semplificare e accelerare lo svolgimento dell’iter amministrativo delle pratiche sismiche, assicurando la
univoca definizione degli elaborati costitutivi del progetto esecutivo riguardante le strutture e dei contenuti
essenziali dello stesso, alla luce della normativa tecnica e procedurale vigente, cioè i requisiti di
completezza e regolarità formale del progetto e il grado di adeguatezza dei suoi contenuti. [...]
Allegato B
L’art. 12, comma 1, della L.R. n. 19 del 2008 attribuisce alla Giunta regionale il compito di definire i
contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture, “redatto in conformità alle norme tecniche per
le costruzioni e alle disposizioni di cui all’art. 93, commi 3, 4, e 5 del Decreto Presidente della Repubblica
n. 380 del 2001”. [...]
Il presente atto di indirizzo risponde, in particolare, alla duplice esigenza di uniformare, sia i contenuti
degli elaborati progettuali che devono essere allegati all’istanza di autorizzazione sismica e alla denuncia
di deposito, sia le modalità di svolgimento dell’istruttoria tecnica di tali progetti. Ciò consente di
semplificare e accelerare lo svolgimento dell’iter amministrativo delle pratiche sismiche, assicurando la
univoca definizione degli elaborati costitutivi del progetto esecutivo riguardante le strutture e dei contenuti
essenziali dello stesso, alla luce della normativa tecnica e procedurale vigente, cioè i requisiti di
completezza e regolarità formale del progetto e il grado di adeguatezza dei suoi contenuti. [...]
Allegato B
[P] Un secondo obiettivo perseguito dal presente atto di indirizzo, e che appare direttamente correlato al
precedente, consente di accelerare e semplificare in modo significativo le modalità di controllo del progetto
strutturale. A tale scopo appare infatti sufficiente richiedere che la prima parte della relazione di calcolo sia
diretta ad evidenziare, in modo sintetico, gli elementi essenziali del progetto strutturale e il processo
attraverso il quale il progettista ha provveduto all’elaborazione dello stesso, alla luce della normativa
tecnica da applicare e in considerazione delle caratteristiche del sito e della costruzione da realizzare.
Per assicurare l’immediata identificabilità di questa parte della relazione di calcolo appare utile richiedere
che la stessa sia collocata in apertura di tale elaborato, con la seguente denominazione: “Illustrazione
sintetica degli elementi essenziali del progetto strutturale”. [...]
La relazione di calcolo strutturale deve contenere una apposita parte denominata “Illustrazione sintetica
degli elementi essenziali del progetto strutturale”, diretta a specificare, in maniera unitaria, gli elementi
essenziali (di seguito descritti) che illustrano, in modo chiaro e sintetico, le modalità con cui il Progettista
delle strutture ha elaborato il progetto esecutivo riguardante le strutture, con la sintetica indicazione delle
motivazioni delle scelte progettuali effettuate, e con un rimando espresso alle restanti parti della relazione
di calcolo strutturale e agli altri elaborati costituenti il progetto esecutivo, nelle quali possono rilevarsi gli
elementi e le spiegazioni di dettaglio.
Tale parte della relazione di calcolo (di seguito denominata “Illustrazione sintetica”) deve illustrare i
seguenti elementi essenziali:
a) descrizione del contesto edilizio e delle caratteristiche geologiche, morfologiche e idrogeologiche del sito oggetto di
intervento e con l’indicazione, per entrambe le tematiche, di eventuali problematiche riscontrate e delle soluzioni ipotizzate,
tenuto conto anche delle indicazioni degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica;
b) descrizione generale della struttura 4 , sia in elevazione che in fondazione, e della tipologia di intervento, con indicazione
delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori terra, e dei vincoli imposti dal
progetto architettonico;
c) normativa tecnica e riferimenti tecnici utilizzati, tra cui le eventuali prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di
pianificazione territoriale e urbanistica;
d) definizione dei parametri di progetto che concorrono alla definizione dell’azione sismica di base del sito
(vita nominale - V N , classe d’uso, periodo di riferimento - V R , categoria del sottosuolo, categoria
topografica, amplificazione topografica, zona sismica del sito, coordinate geografiche del sito), delle azioni
considerate sulla costruzione e degli eventuali scenari di azioni eccezionali;
e) descrizione dei materiali e dei prodotti per uso strutturale, dei requisiti di resistenza meccanica e di
durabilità considerati;
f) illustrazione dei criteri di progettazione e di modellazione: classe di duttilità - CD, regolarità in pianta ed
in alzato, tipologia strutturale, fattore di struttura - q e relativa giustificazione, stati limite indagati, giunti di
separazione fra strutture contigue, criteri per la valutazione degli elementi non strutturali e degli impianti,
requisiti delle fondazioni e collegamenti tra fondazioni, vincolamenti interni e/o esterni, schemi statici
adottati;
g) indicazione delle principali combinazioni delle azioni in relazione agli SLU e SLE indagati: coefficienti
parziali per le azioni, coefficienti di combinazione;
d) definizione dei parametri di progetto che concorrono alla definizione dell’azione sismica di base del sito
(vita nominale - V N , classe d’uso, periodo di riferimento - V R , categoria del sottosuolo, categoria
topografica, amplificazione topografica, zona sismica del sito, coordinate geografiche del sito), delle azioni
considerate sulla costruzione e degli eventuali scenari di azioni eccezionali;
e) descrizione dei materiali e dei prodotti per uso strutturale, dei requisiti di resistenza meccanica e di
durabilità considerati;
f) illustrazione dei criteri di progettazione e di modellazione: classe di duttilità - CD, regolarità in pianta ed
in alzato, tipologia strutturale, fattore di struttura - q e relativa giustificazione, stati limite indagati, giunti di
separazione fra strutture contigue, criteri per la valutazione degli elementi non strutturali e degli impianti,
requisiti delle fondazioni e collegamenti tra fondazioni, vincolamenti interni e/o esterni, schemi statici
adottati;
g) indicazione delle principali combinazioni delle azioni in relazione agli SLU e SLE indagati: coefficienti
parziali per le azioni, coefficienti di combinazione;
h) indicazione motivata del metodo di analisi seguito per l’esecuzione della stessa: analisi lineare o non
lineare (precisazione del fattore Θ = P*d/V*h non linerarità geometrica. Compreso tra 0,1 e 0,2 si può
eseguri analisi lineare incrementando lgi effetti dell'azione sismica orizzontale), analisi statica o dinamica
(periodo T 1 < 2.5T C o T D , regolarità in altezza).
Nel dettaglio deve essere esplicitato se trattasi di:
- analisi lineare statica,
- analisi lineare dinamica (numero di modi considerati e relative masse partecipanti),
- analisi non lineare statica (distribuzioni di carico adottate e rapporti di sovraresistenza α u /α 1 ),
- analisi non lineare dinamica (accelerogrammi adottati),
- altro,
riportando la sintesi dei principali risultati;
j) rappresentazione delle configurazioni deformate e delle caratteristiche di sollecitazione delle strutture più
significative, così come emergenti dai risultati dell’analisi, sintesi delle verifiche di sicurezza, e giudizio
motivato di accettabilità dei risultati;
l) con riferimento alle strutture geotecniche o di fondazione: fasi di realizzazione dell’opera (se pertinenti),
sintesi delle massime pressioni attese, cedimenti e spostamenti assoluti/differenziali, distorsioni angolari,
verifiche di stabilità terreno-fondazione eseguite, ed altri aspetti e risultati significativi della progettazione di
opere particolari;
n) descrizione della struttura esistente nel suo insieme, delle eventuali interazioni con altre unità strutturali
e delle modalità con cui di ciò si è tenuto conto, dei principali interventi realizzati nel tempo, nonché sintesi
delle vulnerabilità riscontrate, derivanti dal rilievo strutturale;
o) definizione delle proprietà meccaniche dei materiali costituenti le strutture interessate dall’intervento, in
relazione ad eventuali indagini specialistiche condotte o ad altro materiale disponibile, e conseguente
determinazione dei livelli di conoscenza e dei corrispondenti fattori di confidenza;
p) risultati più significativi emersi dal confronto tra i livelli di sicurezza pre e post intervento, in condizioni
statiche e sismiche.
n) descrizione della struttura esistente nel suo insieme, delle eventuali interazioni con altre unità strutturali
e delle modalità con cui di ciò si è tenuto conto, dei principali interventi realizzati nel tempo, nonché sintesi
delle vulnerabilità riscontrate, derivanti dal rilievo strutturale;
o) definizione delle proprietà meccaniche dei materiali costituenti le strutture interessate dall’intervento, in
relazione ad eventuali indagini specialistiche condotte o ad altro materiale disponibile, e conseguente
determinazione dei livelli di conoscenza e dei corrispondenti fattori di confidenza;
p) risultati più significativi emersi dal confronto tra i livelli di sicurezza pre e post intervento, in condizioni
statiche e sismiche.
[...]i progetti strutturali devono risultare composti dai seguenti elaborati, in conformità a quanto disposto
dall’articolo 93, commi 3, 4 e 5, del D.P.R. n. 380 del 2001 e dal capitolo 10 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni approvate con D.M. 14 gennaio 2008:
9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA.
9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA.
Cosa è un sisma
E' un evento naturale ed imprevedibile. Causato, per la maggior parte dei casi, dallo
scontro, in alcune zone del pianeta, di blocchi della crosta terrestre, chiamate
placche tettoniche. Le zolle, nel loro lentissimo movimento l'una contro l'altra,
provocano un enorme frizione, con accumulo di energia elastica delle rocce.
Allorquando l'energia accumulata supera il punto critico di resistenza delle rocce,
avviene una repentina e massicia frattura che produce una serie di onde elastiche,
dette onde sismiche, le quali si propagano in superficie e vengono avvertite. Questo
è il terremoto.
Ha una durata che difficilmente supera il minuto. L'evento principale qualche volta è
preceduto da qualche scossa di "avvertimento", ma, soprattutto, è seguito da una
serie di "repliche" minori, che sono causate dal naturale assestamento del terreno.
Cosa è un sisma
Con la prima si stima il valore dell'energia liberata dal sisma (da 1 a 9 gradi); con la seconda vengono stimati
il grado di percezione sulle persone e gli effetti prodotti dalla scossa sulle cose tenendo conto del grado di
vulnerabilità degli edifici e delle opere umane (da 1 a 12) .
E' quindi difficile ed empirico accumunare le due scale, proprio perchè anche un sisma di medio-piccola
potenza potrebbe provocare seri danni agli edifici e/o alle persone a seconda del grado di vulnerabilità degli
stessi.
Scala Mercalli
I-II > Percezione strumentale
III-V > percezione crescente, reazioni di paura, caduta di oggetti, ma nessun danno
V-VII danni lievi agli edifici, in particolare a quelli non antisimici
VIII-XI > crolli e distruzione di una percentuale crescente di edifici
XII > sconvolgimento catastrofico. Storicamente mai raggiunto.
I più grandi e devastanti terremoti di questo secolo si sono verificati in Cile (M 8.9), Alaska (M 8.4), Cina (M
8.2), Isole del Pacifico (M 8.0), Iran (7.6), che hanno causato centinaia di migliaia di morti.
Cosa è un sisma
Le componenti della traslazione vengono generalmente misurate e registrate ad es. in
termini di accelerazione (accelerogrammi), in forma analogica o numerica (in tal caso
per rappresentare adeguatamente ciascun picco o ciascuna inversione occorre un
passo sufficientemente piccolo, es 0.01 s)
Le informazioni utili ai fini ingegneristici per rappresentare il moto sismico al sito sono
molto meno rispetto a quelle contenute in una registrazione e riguardano:
♦ l’ampiezza
♦ il contenuto in frequenza
♦ la durata
tali informazioni devono comunque essere ricavate dalla registrazione, ma possono
essere sintetizzate in una serie di parametri (parametri del moto sismico)
Ogni parametro può da solo descrivere uno o più caratteristiche del moto sismico, ma
non esiste nessun parametro che possa da solo descriverlo compiutamente
Cosa è un sisma
Accellerogrammi
3.2 AZIONE SISMICA
Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite considerati, si definiscono
a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di costruzione. Essa costituisce l’elemento di conoscenza
primario per la determinazione delle azioni sismiche.
La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in condizioni di campo
libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di categoria A quale definita al § 3.2.2),
nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente Se(T) , con riferimento
a prefissate probabilità di eccedenza PVR , come definite nel § 3.2.1, nel periodo di riferimento VR , come definito nel
§ 2.4. In alternativa è ammesso l’uso di accelerogrammi, purché correttamente commisurati alla pericolosità sismica
del sito.
Ai fini della presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel
periodo di riferimento PVR , a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:
ag accelerazione orizzontale massima al sito;
Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale.
T*C periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Tb
Tc
To
Td
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Accellerogrammi
Tb
To
Tc
Td
Esempio
Esempio
Esempio
Metodologie di calcolo e
confronti con la vecchia
normativa
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo
Le strutture (in particolare gli edifici) vengono verificate introducendo
un’azione orizzontale offerta dalla relazione (Tensioni Ammissibili):
in cui:
C coefficiente di intensità sismica [S grado di sismicità (S=6, 9 o 12)]
R(T) coefficiente di risposta (R ≤1) in funzione del periodo proprio della struttura
β coefficiente di struttura (ad esempio, β=1.2 per edifici a telai ed elementi irrigidenti sui quali si
distribuiscano prevalentemente le azioni orizzontali)
ε coefficiente di fondazione (ε=1.3 per stratigrafie caratterizzate da depositi alluvionali soprastanti terreni
coesivi o litoidi di superiori caratteristi-che meccaniche)
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
quindi, di fatto, le strutture sono attualmente verificate per resistere (in campo elastico o allo
S.L. Ultimo) ad un’azione orizzontale pari al 10 ÷ 15% della forza peso (a seconda che
la verifica sia con il metodo T.A. o S.L.), ossia ad un’accelerazione orizzontale sismica pari a
0.10 ÷0.15 g.
Di contro, il controllo degli spostamenti viene effettuato amplificando gli spostamenti ottenuti
di circa 4 volte, cioè di fatto valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni pari a circa
0.40 g.
Per terremoti di forte intensità, gli spostamenti attesi vengono amplificati di un fattore pari a
9, quindi valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni fino a circa 0.90 g.
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Approccio prescrittivo
L’azione orizzontale viene sommata a “...tutte le altre azioni esterne, senza alcuna riduzione
dei sovraccarichi, ma con l’esclusione dell’azione del vento” (Art. 10 L. 64/74).
con
λ dipendente da I (=2, 3, 4 per I=1.0, 1.2, 1.4)
x dipendente dalla verifica (x = 1.0 per T.A., x = 1.5 per S.L.)
ηp spostamenti derivanti dalla combinazione relativa ai carichi verticali
ηd spostamenti derivanti dall’azione sismica convenzionale
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
quindi, di fatto, le strutture sono attualmente verificate per resistere (in campo elastico o allo
S.L. Ultimo) ad un’azione orizzontale pari al 10 ÷ 15% della forza peso (a seconda che
la verifica sia con il metodo T.A. o S.L.), ossia ad un’accelerazione orizzontale sismica pari a
0.10 ÷0.15 g.
Di contro, il controllo degli spostamenti viene effettuato amplificando gli spostamenti ottenuti
di circa 4 volte, cioè di fatto valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni pari a circa
0.40 g.
Per terremoti di forte intensità, gli spostamenti attesi vengono amplificati di un fattore pari a
9, quindi valutando gli spostamenti provocati da accelerazioni fino a circa 0.90 g.
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
la Norma introduce due livelli sismici diversi, come il diverso calcolo degli
spostamenti lascia intuire (terremoti di “media”intensità e terremoti di “forte”
intensità)
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
Vecchia normativa
(DM 16 gennaio 1996)
affinché una struttura non pervenga al collasso durante l’evento sismico occorre
che possa assorbire e dissipare l’energia trasmessa nel corso dell’eccitazione
dinamica provocata dal sisma
2) Isolamento sismico
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Dopo l’introduzione dello spettro di risposta elastico (Housner nel 1949), si notò che
la massima accelerazione della struttura poteva essere da 2 a 6 volte maggiore
dell’accelerazione del terreno.
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Risposta in campo post-elastico
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
valori degli spostamenti massimi sotto sisma praticamente coincidenti valore della forza massima
assorbita dai due sistemi notevolmente diversa, tanto più bassa quanto maggiore è l’escursione in
campo plastico e la duttilità disponibile.
La forza di progetto [Fd] per i due sistemi può essere ricavata dividendo la forza necessaria per
rimanere in campo elastico [Fe] per un fattore di struttura [q], pari a q=1 per sistemi che rimangono
in campo elastico e pari a q ≈µ sistemi che rispondono in campo elasto-plastico
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Resistere alle azioni orizzontali per mezzo della sola rigidezza, rimanendo in
campo elastico (tutta l’energia immessa durantel’evento sismico viene
trasformata in energia elastica):
necessità di resistere ad azioni di elevata intensità.
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Richiesta strutturale
per terremoti di forte intensità: di rispondere in campo non più elastico, valutando
l’effettiva duttilità disponibile e riducendo la forza che deriverebbe da uno spettro
elastico di una quantitàlegata alla duttilità (il fattore di struttura).
Nuovo approccio
( (NTC 08 - prestazionale))
- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione
subisce gravi rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni
molto gravi dei componenti strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di
sicurezza per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza nei confronti del
collasso per azioni orizzontali.
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Nuovo approccio
(NTC 08 - prestazionale)
Criteri generali di progettazione PERFORMANCE BASED DESIGN
(conseguimento di specifici OBIETTIVI PRESTAZIONALI)
Strategia:
Si prevede che la valutazione della sicurezza dovrà effettuarsi ogni qual volta si
eseguano interventi strutturali e dovrà determinare il livello di sicurezza della
costruzione prima e dopo l’intervento.
Si prevede che la valutazione della sicurezza dovrà effettuarsi ogni qual volta si
eseguano interventi strutturali e dovrà determinare il livello di sicurezza della
costruzione prima e dopo l’intervento.
La conoscenza della geometria strutturale di edifici esistenti in muratura deriva di regola dalle
operazioni di rilievo.
Tali operazioni comprendono il rilievo, piano per piano, di tutti gli elementi in muratura, incluse
eventuali nicchie, cavità, canne fumarie, il rilievo delle volte (spessore e profilo), dei solai e della
copertura (tipologia e orditura), delle scale (tipologia strutturale), la individuazione dei carichi gravanti
su ogni elemento di parete e la tipologia delle fondazioni.
La rappresentazione dei risultati del rilevo viene effettuata attraverso piante, alzati e sezioni.
Si distinguono:
- Verifiche in-situ limitate: sono basate su rilievi di tipo visivo effettuati ricorrendo, generalmente, a
rimozione dell'intonaco e saggi nella muratura che consentano di esaminarne le caratteristiche sia in
superficie che nello spessore murario, e di ammorsamento tra muri ortogonali e dei solai nelle pareti. I
dettagli costruttivi di cui ai punti a) e b) possono essere valutati anche sulla base di una conoscenza
appropriata delle tipologie dei solai e della muratura. In assenza di un rilievo diretto, o di dati
sufficientemente attendibili, è opportuno assumere, nelle successive fasi di modellazione, analisi e
verifiche, le ipotesi più cautelative.
- Verifiche in-situ estese ed esaustive: sono basate su rilievi di tipo visivo, effettuati ricorrendo,
generalmente, a saggi nella muratura che consentano di esaminarne le caratteristiche sia in superficie
che nello spessore murario, e di ammorsamento tra muri ortogonali e dei solai nelle pareti. L’esame
degli elementi di cui ai punti da a) ad f) è opportuno sia esteso in modo sistematico all’intero edificio.
Particolare attenzione è riservata alla valutazione della qualità muraria, con riferimento agli aspetti
legati al rispetto o meno della “regola dell’arte”.
Di rilievo risulta anche la caratterizzazione di malte (tipo di legante, tipo di aggregato, rapporto
legante/aggregato, livello di carbonatazione), e di pietre e/o mattoni (caratteristiche fisiche e
meccaniche) mediante prove sperimentali. Malte e pietre sono prelevate in situ, avendo cura di
prelevare le malte all’interno (ad almeno 5-6 cm di profondità nello spessore murario).
Con riferimento al livello di conoscenza acquisito, si possono definire i valori medi dei
parametri meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:
- il livello di conoscenza LC3 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi, indagini in situ
esaustive sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1;
- il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi ed indagini in
situ estese sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.2;
- il livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate
sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è FC=1.35.
- LC3 – caso a), nel caso siano disponibili tre o più valori sperimentali di resistenza o
Resistenze: media dei risultati delle prove o Moduli elastici: media delle prove o valori medi
degli intervalli riportati nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione
- LC3 – caso b), nel caso siano disponibili due valori sperimentali di resistenza o Resistenze:
se il valore medio delle resistenze è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella C8A.2.1
per la tipologia muraria in considerazione si assumerà il valore medio dell'intervallo, se è
maggiore dell’estremo superiore dell’intervallo si assume quest’ultimo come resistenza, se è
inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore medio sperimentale o
Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).
- LC3 – caso c), nel caso sia disponibile un valore sperimentale di resistenza o Resistenze: se
il valore di resistenza è compreso nell'intervallo riportato nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia
muraria in considerazione, oppure superiore, si assume il valore medio dell'intervallo, se il
valore di resistenza è inferiore al minimo dell'intervallo, si utilizza come valore medio il valore
sperimentale o Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).
Ai fini della scelta del tipo di analisi e dei valori dei fattori di confidenza, richiamati in C8.7.2.1, si
distinguono i tre livelli di conoscenza seguenti:
Prove su calcestruzzo
Pull out: la finalità delle prove di estrazione o “pull-out” è quella di ricavare indirettamente la
resistenza a compressione del calcestruzzo mediante la determinazione della forza
necessaria ad estrarre un tassello metallico precedentemente inserito nell’elemento di
calcestruzzo. Dalla pressione di estrazione si risale, tramite un’apposita equazione di taratura, alla
forza di estrazione e si determina la resistenza a compressione. L’apparecchiatura di prova è
costituita da un tassello a perdere e da un martinetto a tiro collegato ad una pompa oleodinamica
con manometro.
Prove ultrasoniche: si effettuano per indagare le caratteristiche elastiche e la densità del mezzo
nel quale si propagano gli ultrasuoni, fornendo informazioni sull’omogeneità del materiale
esaminato. Si esplicano misurando i tempi di propagazione nel calcestruzzo degli impulsi d’onde
vibrazionali ad alta frequenza, mediante due sonde, una emittente ultrasuoni e l’altra ricevente,
poste possibilmente sulle facce opposte di uno stesso elemento.
Prove su calcestruzzo
Prove con straingauges: le misure per mezzo di strain gauges (estensimetri) forniscono valori
di deformazione con una risoluzione ed un’accuratezza estremamente spinte, tali che
utilizzando questo tipo di strumentazione e applicando sollecitazioni note, è possibile ricavare i
moduli di deformazione di materiali quali il calcestruzzo e l’acciaio.
Rilievo tondini
Pacometro:
Il pacometro è uno strumento digitale che permette di rilevare in maniera non distruttiva
la presenza, la direzione e il diametro delle barre di armatura all'interno di elementi in
calcestruzzo armato e permette inoltre la misura dello spessore del copriferro e
l'interferro dei tondini di acciaio.
Nella Tabella C8A.2.1 sono indicati i valori di riferimento che possono essere adottati nelle
analisi, secondo quanto indicato al § C8A.1.A.4 in funzione del livello di conoscenza acquisito.
Il riconoscimento della tipologia muraria è condotto attraverso un dettagliato rilievo degli aspetti
costruttivi (§ C8A.1.A.2). E’ noto che la muratura presenta, a scala nazionale, una notevole
varietà per tecniche costruttive e materiali impiegati ed un inquadramento in tipologie
precostituite può risultare problematico. I moduli di elasticità normale E e tangenziale G sono da
considerarsi relativi a condizioni non fessurate, per cui le rigidezze dovranno essere
opportunamente ridotte.
Nella Tabella C8A.2.1 sono indicati i valori di riferimento che possono essere adottati nelle
analisi, secondo quanto indicato al § C8A.1.A.4 in funzione del livello di conoscenza acquisito.
Il riconoscimento della tipologia muraria è condotto attraverso un dettagliato rilievo degli aspetti
costruttivi (§ C8A.1.A.2). E’ noto che la muratura presenta, a scala nazionale, una notevole
varietà per tecniche costruttive e materiali impiegati ed un inquadramento in tipologie
precostituite può risultare problematico. I moduli di elasticità normale E e tangenziale G sono da
considerarsi relativi a condizioni non fessurate, per cui le rigidezze dovranno essere
opportunamente ridotte.
I valori indicati per le murature regolari sono relativi a casi in cui la tessitura rispetta la regola
dell’arte. Nei casi di tessitura scorretta (giunti verticali non adeguatamente sfalsati, orizzontalità dei
filari non rispettata), i valori della tabella devono essere adeguatamente ridotti.
Nel caso in cui la muratura presenti caratteristiche migliori rispetto ai suddetti elementi di valutazione,
le caratteristiche meccaniche saranno ottenute, a partire dai valori di Tabella C8A.2.1, applicando
coefficienti migliorativi fino ai valori indicati nella Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità:
- giunti sottili (< 10 mm): si applica il coefficiente, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri
di resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e G); nel caso della resistenza a taglio l’incremento
percentuale da considerarsi è metà rispetto a quanto considerato per la resistenza a compressione;
nel caso di murature in pietra naturale è opportuno verificare che la lavorazione sia curata sull’intero
spessore del paramento.
In presenza di murature consolidate, o nel caso in cui si debba valutare la sicurezza dell’edificio
rinforzato, è possibile valutare le caratteristiche meccaniche per alcune tecniche di intervento,
attraverso i coefficienti indicati in Tabella C8A.2.2, secondo le seguenti modalità:
- consolidamento con intonaco armato: per definire parametri meccanici equivalenti è possibile
applicare il coefficiente indicato in tabella, diversificato per le varie tipologie, sia ai parametri di
resistenza (f m e τ 0 ), sia ai moduli elastici (E e G); per i parametri di partenza della muratura non
consolidata non si applica il coefficiente relativo alla connessione trasversale, in quanto l’intonaco
armato, se correttamente eseguito collegando con barre trasversali uncinate i nodi delle reti di
armatura sulle due facce, realizza, tra le altre, anche questa funzione. Nei casi in cui le connessioni
trasversali non soddisfino tale condizione, il coefficiente moltiplicativo dell’intonaco armato deve
essere diviso per il coefficiente relativo alla connessione trasversale riportato in tabella;
- consolidamento con diatoni artificiali: in questo caso si applica il coefficiente indicato per le
murature dotate di una buona connessione trasversale.
consolidamento con
consolidamento con intonaco armato:
iniezioni di miscele leganti
Un aggregato edilizio è costituito da un insieme di parti che sono il risultato di una genesi
articolata e non unitaria, dovuta a molteplici fattori (sequenza costruttiva, cambio di materiali,
mutate esigenze, avvicendarsi dei proprietari, etc.).
Nell’analisi di un edificio facente parte di un aggregato edilizio occorre tenere conto perciò delle
possibili interazioni derivanti dalla contiguità strutturale con gli edifici adiacenti, connessi o in
aderenza ad esso.
A tal fine dovrà essere individuata, in via preliminare, l’unità strutturale (US) oggetto di studio,
evidenziando le azioni che su di essa possono derivare dalle unità strutturali contigue.
La porzione di aggregato che costituisce l’US dovrà comprendere cellule tra loro legate in
elevazione ed in pianta da un comune processo costruttivo, oltre che considerare tutti gli
elementi interessati dalla trasmissione a terra dei carichi verticali dell’edificio in esame.
Ove necessario, tale analisi preliminare dovrà considerare l’intero aggregato, al fine di
individuare le relative connessioni spaziali fondamentali, con particolare attenzione al contesto
ed ai meccanismi di giustapposizione e di sovrapposizione. In particolare, il processo di
indagine sugli aggregati edilizi si dovrebbe sviluppare attraverso l’individuazione di diversi strati
d’informazione:
- i principali eventi che hanno influito sugli aspetti morfologici del costruito storico (fonti
storiche);
- la morfologia delle strade (andamento, larghezza, flessi planimetrici e disassamenti dei fronti
edilizi); la disposizione e la gerarchia dei cortili (con accesso diretto o da androne) ed il
posizionamento delle scale esterne; tale studio favorisce la comprensione del processo
formativo e di trasformazione degli isolati, dei lotti, delle parti costruite e delle porzioni libere in
rapporto alle fasi del loro uso;
- l’allineamento delle pareti; verifiche di ortogonalità rispetto ai percorsi viari; individuazione dei
prolungamenti, delle rotazioni, delle intersezioni e degli slittamenti degli assi delle pareti (ciò
aiuta ad identificare le pareti in relazione alla loro contemporaneità di costruzione e quindi a
definire il loro grado di connessione);
- i rapporti spaziali elementari delle singole cellule murarie, nonché i rapporti di regolarità,
ripetizione, modularità, ai diversi piani (ciò consente di distinguere le cellule originare da quelle
dovute a processi di saturazione degli spazi aperti);
- la forma e la posizione delle bucature nei muri di prospetto: assialità, simmetria, ripetizione
(ciò consente di determinare le zone di debolezza nel percorso di trasmissione degli sforzi,
nonché di rivelare le modificazioni avvenute nel tempo);
- i disassamenti e le rastremazioni delle pareti, i muri poggianti “in falso” sui solai sottostanti, lo
sfalsamento di quota tra solai contigui (ciò fornisce indicazioni sia per ricercare possibili fonti di
danno in rapporto ai carichi verticali e sismici, sia per affinare l’interpretazione dei meccanismi
di aggregazione).
- interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti norme;
- riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino un
miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Allegato 2 “Varianti in corso d’opera, riguardanti parti strutturali, che non rivestono carattere
sostanziale”;
Ai fini del presente atto, si intendono “privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici”, quegli
interventi ritenuti strutturalmente non rilevanti agli effetti della valutazione del rischio sismico,
riconducibili unicamente ai casi di nuove costruzioni individuati nell’elenco A, e di interventi su
costruzioni esistenti individuati nell’elenco B, di seguito riportati.
Suddiviso in 2 parti (nuove costruzion A ed interventi su costruzioni esistenti B, tratta degli interventi
secondo gruppi omogenei o di tipo di intervento o su quale elemento della struttura si interviene.
A seconda della classe è necessario produrre un tipo di documentazine con un diverso grado di
definizione.
La disciplina prevista dal presente atto si applica anche nel caso di interventi plurimi, ad esclusione degli
interventi individuati negli elenchi A e B in cui ciò sia espressamente escluso. Costituiscono interventi plurimi
quelli che comportano la realizzazione:
- di più d’una delle nuove costruzioni individuate nell’elenco A, nel medesimo sito, a condizione che le
medesime nuove costruzioni non siano connesse strutturalmente tra di loro e purché ciascuna di queste
rispetti i limiti e parametri indicati nella voce corrispondente;
Ovvero
- di più d’uno degli interventi su costruzioni esistenti individuati nell’elenco B, qualora siano realizzati
contemporaneamente o per interventi successivi, ad esclusione del caso in cui l’insieme degli interventi
realizzati o da realizzare ed il cumulo dei loro effetti comportino la violazione dei limiti e dei requisiti
stabiliti dal presente Allegato.
Testo unico in materia edilizia (Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380)
Parte II
Normativa tecnica per l'edilizia
Capo II
Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso ed a struttura metallica
Artt. 64-76
Il presente paragrafo disciplina gli elaborati necessari a dimostrare che un intervento è privo di rilevanza per
la pubblica incolumità ai fini sismici. Si tratta quindi di quegli elaborati necessari a dimostrare la ricorrenza
delle caratteristiche e dei requisiti, indicati negli elenchi A e B del presente Allegato.
La documentazione necessaria è costituita da:
1) per gli interventi contrassegnati dal codice (L0) non è dovuta alcuna documentazione integrativa, rispetto a
quella necessaria per il titolo abilitativo edilizio eventualmente richiesto;
La suddetta documentazione, predisposta dal progettista abilitato, nei limiti delle proprie
competenze, dovrà essere allegata alla domanda per il rilascio del permesso di costruire o alla
denuncia di inizio attività (DIA), ovvero, nel caso di attività edilizia libera, conservata dal
Committente (articoli 12, 8 e 4 della L.R. n. 31del 2002);
- Interventi di adeguamento
sismico
a) sopraelevare la costruzione;
c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi
globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di procedere alla verifica
locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche se interessano porzioni limitate della
costruzione;
In ogni caso, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare le verifiche
dell’intera struttura post-intervento, secondo le indicazioni del presente capitolo.
Una variazione dell’altezza dell’edificio, per la realizzazione di cordoli sommitali, sempre che
resti immutato il numero di piani, non è considerata sopraelevazione o ampliamento, ai sensi
dei punti a) e b). In tal caso non è necessario procedere all’adeguamento, salvo che non
ricorrano le condizioni di cui ai precedenti punti c) o d).
Interventi di miglioramento
sismico
Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque finalizzati ad
accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni considerate.
È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni
specificate al paragrafo 8.4.1.
Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi a tutte le parti della struttura
potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla struttura nel suo
insieme.
Interventi di Riparazione o
intervento locale
In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della struttura e
interesseranno porzioni limitate della costruzione. Il progetto e la valutazione della sicurezza
potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati e documentare che, rispetto alla
configurazione precedente al danno, al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali
modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi
comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Interventi di ripristino o rinforzo delle connessioni tra elementi strutturali diversi (ad esempio tra
pareti murarie, tra pareti e travi o solai, anche attraverso l’introduzione di catene/tiranti) ricadono
in questa categoria, in quanto comunque migliorano anche il comportamento globale della
struttura, particolarmente rispetto alle azioni sismiche.
Oggetto: Parere in merito alla classificazione degli interventi di formazione e/o modifica
di aperture in pareti murarie. (Rif. prot. int. n. 35) (CTS Emilia Romagna Riunione del
12 gennaio 2012 – Seduta n°11)
Ai fini dei citati confronti, è opportuno che le caratteristiche dei materiali esistenti siano assunte
con riferimento ai loro valori più probabili (valori medi), senza l’applicazione dei fattori di
confidenza FC (ferma restando la possibilità di impiegare valori ridotti delle rigidezze per tener
conto dello stato di fessurazione nei materiali fragili).
Si intende che la modellazione, sia degli elementi murari che dei rinforzi, dovrà cogliere
appropriatamente i comportamenti di tutte le parti significative della struttura interessata (quali,
ad esempio, le fasce di piano, i vincoli dei telai, le connessioni tra questi ultimi e le
murature, etc.), prestando particolare attenzione all’interazione tra le murature e gli eventuali
rinforzi, alle modalità di trasferimento delle azioni (verticali ed orizzontali) tra i vari elementi,
nonché alle situazioni potenzialmente più vulnerabili (come, ad esempio, il “flusso delle azioni” in
caso di aperture non allineate, la ridotta distanza delle aperture dagli incroci d’angolo, le pareti
particolarmente snelle, etc.).
Infine, si sottolinea la necessità di valutare, in generale e anche in presenza di interventi locali,
il comportamento dell’intera parete (“terra-cielo”) oggetto di intervento, quantomeno
in termini qualitativi, al fine di individuare le porzioni potenzialmente interessate da modifiche di
comportamento, potendo successivamente limitare a queste ultime il progetto e la valutazione
della sicurezza.
Esempi di casi particolari e specifici nei quali l’intervento di progetto sia inequivocabilmente
migliorativo e che tale risultato sia chiaramente apprezzabile anche senza la necessità di
verifiche numeriche di conferma:
- inserimento di parete a chiusura della scatola muraria: anche in questo caso, pur introducendo
nuovi elementi strutturali e modificando il comportamento sismico dell’edificio originario,
l’intervento risulta inequivocabilmente migliorativo. La valutazione del livello di sicurezza
raggiunto (entità massima delle azioni cui la struttura può resistere) può essere valutato con
metodi semplificati.
Per tutte le tipologie di costruzioni esistenti gli interventi di consolidamento vanno applicati, per
quanto possibile, in modo regolare ed uniforme.
L’esecuzione di interventi su porzioni limitate dell’edificio va opportunamente valutata e
giustificata, considerando la variazione nella distribuzione delle rigidezze e delle resistenze e la
conseguente eventuale interazione con le parti restanti della struttura.
Particolare attenzione deve essere posta alla fase esecutiva degli interventi, in quanto una
cattiva esecuzione può peggiorare il comportamento globale delle costruzioni.
La scelta del tipo, della tecnica, dell’entità e dell’urgenza dell’intervento dipende dai risultati
della precedente fase di valutazione, dovendo mirare prioritariamente a contrastare lo sviluppo
di meccanismi locali e/o di meccanismi fragili e, quindi, a migliorare il comportamento globale
della costruzione.
COMPORTAMENTO SCATOLARE
a) Tiranti
b) Cerchiature esterne
c) Cordoli in sommità
d) Connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature
e) Cordoli intermedi
f) Ammorsature “scuci e cuci”
g) Perforazioni armate
Tiranti
Cerchiature esterne
- da ancorare in
corrispondenza dei martelli
murari
- necessario applicare
elementi di ripartizione negli
spigoli
- si possono pretendere a
ritendere anche
successivamente
- invasivo e costoso
- risolve solo il problema del degrado locale del
materiale, non della sconnessione complessiva
- bisogna comunque prima risolvere il problema
della sconnessione in altro modo
Perforazioni armate
Catene
Contrafforti
Controvolte in calcestruzzo
Catene
- meglio alle reni
- se estradossali provocano taglio e flessione sulla parete, da verificare
- adeguata rigidezza (A, L)
- adeguata presollecitazione inferiore alla spinta calcolata
SOLAIO IN LEGNO
SOLETTA IN CALCESTRUZZO
- irrigidisce molto (valutare), limita
deformabilità e aumenta resistenza, ma
anche masse
- collegamento alle pareti
- solai con pianelle
- irrigidisce
- collegamento alle pareti
SOLAI METALLICI
COLLEGAMENTI
COMPENSARE LE SPINTE
IRRIGIDIRE LE FALDE
- Doppio tavolato
- Controventi di falda
RESISTENZA
La resistenza ovviamente non può essere inferiore dopo l'intervento rispetto a prima.
La rottura può avvenire per taglio o pressoflessione
Il placcaggio delle murature con INTONACO ARMATO può essere utile nel
caso di murature gravemente danneggiatee incoerenti, sulle quali non sia
possibile intervenire efficacemente con altre tecniche, o in porzioni limitate di
muratura, pesantemente gravate da carichi verticali, curando in quest’ultimo
caso che la discontinuità di rigidezza e resistenza tra parti adiacenti, con e
senza rinforzo, non sia dannosa ai fini del comportamento della parete stessa.
Tale tecnica è efficace solo nel caso in cui l’intonaco armato venga realizzato
su entrambi i paramenti e siano posti in opera i necessari collegamenti
trasversali (barre iniettate) bene ancorati alle reti di armatura.
- Rete in acciaio
- Rete in fibra
- Malta in cemento