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Nicola Bellomo
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di questa azione. Questi infatti possono dare un contributo importante al progetto che si evince
dall’introduzione appena esposta.
Premessa fondamentale è il superamento della disputa, priva di prospettive, fra ricerca di
base e ricerca applicata, che spesso divide il mondo accademico. I sostenitori della ricerca di base
spesso tendono a confondere, in alcuni casi pretestuosamente, la ricerca applicata come una sorta
di attività professionale non meritevole dell’appellativo ricerca. Si tratta di una visione miope in
quanto le due tipologie si distinguono per le loro finalità, ma non per il metodo. Inoltre gli stimoli
reciproci sono fondamentali per il raggiungimento di risultati di alto profilo. Ad esempio la ricerca
applicata di qualità offre stimoli permanenti alla ricerca di base costringendo questa a innovarsi
e cercare nuove vie. Di queste ha bisogno costante la ricerca applicata per il raggiungimento di
obiettivi importanti.
Se poi la ricerca applicata conduce all’innovazione tecnologica, ne trae vantaggio il paese in
termini di competitività, occupazione, e quindi in definitiva nella qualità della vita. Se poi diverse
discipline contribuiscono a risultati importanti, ad esempio nelle scienze della vita, il contributo è
diretto alla qualità della vita oltre che alla riduzione dei costi sociali. Quindi, in ultima analisi, il
Libro Bianco dello statista francese Delors è ancora valido.
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La comunità scientifica è unanime nel sostenere che la rivoluzione scientifica di questo se-
colo sarà la formalizzazione matematica dei fenomeni della biologia, e che tale scienza arricchirà
l’approccio tradizionale di tipo sperimentale con teorie biologico matematiche analoghe alle teorie
fisiche che hanno caratterizzato il progresso scientifico nei secoli scorsi. Alcune riviste, ad esempio
Physics of Life Reviews sono rivolte a questo tipo di indagine scientifica, mentre esempi in ambiti
diversi delle scienze della vita sono documentati nella pagina WEB:
http://calvino.polito.it/fismat/poli
I modelli matematici di successo riproducono, sia pure con una certa approssimazione, es-
perimenti costosi. Inoltre, il modello matematico generalizza il comportamento del sistema reale
in condizioni lontane, e quindi più generali, da quelle dell’esperimento. In alcuni casi il modello
matematico è in grado di mettere in evidenza fenomeni non osservati da esperimenti. In questi casi,
comunque di successo, l’approccio matematico ha suggerito nuovi esperimenti idonei a mettere a
fuoco i comportamenti emergenti descritti dal modello.
In tal senso possiamo dire che la matematica non è soltanto una scienza fatta di astrazioni,
ma opera in rapporto ai sistemi reali. Le scienze matematiche in generale, quindi anche nei loro
contenuti astratti, hanno sempre ricevuto impulsi importanti da queste interazioni, che hanno
motivato lo sviluppo di nuovi metodi matematici. La storia del pensiero matematico è ricca di
esempi di grande rilievo. Ricordiamo il calcolo differenziale nato dalle teorie di Newton e il calcolo
differenziale assoluto generato dalla teoria della relatività di Einstein. Attualmente, le scienze
matematiche sono attratte dai sistemi viventi complessi costituiti da molti soggetti interagenti.
Questi hanno la capacità di sviluppare strategie individuali e collettive che si adattano all’ambiente
che li circonda. Comprendere la profonda differenza che distingue la dinamica dei sistemi viventi da
quella della materia inerte è una delle sfide più affascinanti che coinvolgono matematici e studiosi
di tutte le discipline.
I modelli matematici sono costruiti con obiettivi specifici. Generalmente con l’obiettivo di
simulare esperimenti noti e di riprodurre la realtà di questi in condizioni diverse. Il vantaggio di
questo tipo di modelli è quello di ridurre i tempi della sperimentazione, il cui costo è quasi sempre
molto elevato. A questa classe di modelli si chiede accuratezza e capacità di adattarsi a situazioni
fisiche diverse.
Forse maggiore interesse presentano i modelli in grado di evidenziare, sia pure a livello quali-
tativo, fenomeni particolari non ancora osservati a livello sperimentale. È chiaro che questo tipo di
modelli presenta un interesse rilevante per la ricerca nelle scienze biologiche: essi infatti questi con-
sentono di guidare la sperimentazione alla ricerca di eventi spesso nascosti nella grande complessità
dei fenomeni biologici.
Le nuove frontiere della ricerca sono oggi rivolte allo studio di sistemi complessi e, in particolare,
di quelli delle scienze biologiche e mediche. Gli obiettivi sono concreti e il metodo di ricerca
si sta sempre piú differenziando dall’approccio tradizionale, ove le singole discipline mettevano
a disposizione i loro strumenti tradizionali, senza utilizzare il contributo proveniente da ambiti
diversi di ricerca. Oggi non è piú cosí: diverse competenze, tecnologie, metodi, etc. sono indirizzati
verso obiettivi comuni. Quanto piú è impegnativa la sfida, tanto piú il metodo interdisciplinare
diventa importante, se non essenziale. È in questo contesto che scienze biologiche, matematiche e
informatiche si incontrano con un obiettivo comune di grande rilievo: la lotta contro il cancro.
Le motivazioni a carattere sociale sono nella vita di tutti i giorni; è ben noto infatti che le
malattie tumorali rappresentano, insieme alle malattie cardiovascolari, una delle cause principali di
decesso. Ciò vale nei paesi occidentali, ma purtroppo la situazione non migliora nei paesi depressi,
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dove le statistiche riducono l’incidenza di malattie tumorali solo a causa della mortalità precoce.
L’obiettivo strategico è quindi quello di contribuire alla lotta di una delle malattie piú drammatiche
che affliggono l’umanità, con costi umani e sociali enormi.
Questo articolo fa riferimento ad un’esperienza ben precisa e concreta. L’Unione Europea ha
finanziato nel 2003 un progetto presentato e coordinato dall’autore di questo articolo, matematico
del Politecnico di Torino. Il progetto è stato strutturato come una rete di ricerca e formazione sul
contributo della matematica nella ricerca sul cancro e nelle terapie innovative. La rete ha compreso
12 centri universitari e di ricerca di grande prestigio; tra gli altri: l’Università di Oxford, la Scuola
Normale Superiore di Parigi, il Politecnico di Madrid, l’Università Chalmers di Goteborg. La com-
petizione per il finanziamento è stata impegnativa: solo 5 progetti su oltre 100 presentati hanno
avuto successo. Indubbiamente, a favore del finanziamento ha giocato il fatto che la comunità scien-
tifica internazionale si è dotata ormai da tempo di strumenti idonei a individuare i settori trainanti
e comunque di importanza strategica per gli sviluppi futuri della ricerca, sia applicata che di base.
Tali strumenti permettono di dire anche che le interazioni tra matematica, biologia e medicina
costituiscono oggi uno dei settori a piú alto fattore di impatto. Di conseguenza la Comunità Eu-
ropea, attenta a cogliere questi nuovi orientamenti per competere validamente sul piano mondiale,
ha deciso da alcuni anni di finanziare attività di ricerca che abbiano queste caratteristiche.
Il progetto è giunto a conclusione nel 2008, ed a fronte di un finanziamento di circa 3 Milioni
di Euro, ha coinvolto circa 50 ricercatori esperti e circa 50 in fase di formazione. Inoltre, la rete ha
reclutato 25 ricercatori ai quali se ne sono aggiunti altri reclutati a livello locale.
Certo, nessuno pensa che i modelli matematici siano in grado di sostituire la biologia e la
medicina; essi possono solo collaborare con le scienze mediche, introducendovi elementi di inter-
pretazione quantitativa idonei a ridurre i tempi di sperimentazione, a ottimizzare le terapie, ed in
alcuni casi a identificare fenomeni che la sperimentazione non rende evidenti. Un’idea comune era
che i modelli matematici potessero solo riprodurre una realtà nota a livello sperimentale. Oggi non
è cosi: in alcuni casi interessanti, e forse anche fortunati, sono stati anche evidenziati fenomeni
nuovi sui quali la biologia sta oggi studiando.
Il ruolo dei matematici è, in questo settore di ricerca, insostituibile. Infatti l’elaborazione dei
modelli matematici di cui si è parlato risulta, essendo questi rivolti allo studio materia vivente,
particolarmente complessa e richiede strumenti matematici molto sofisticati. Non sono pertanto
strumenti gestibili da persone non del settore, magari con l’aiuto di software precedentemente
elaborati, come succede quando la realtà presenta pochi elementi di complessità.
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(Spagna), SMAI (Francia), etc. Il riferimento comune è l’ICIAM, che le unisce.
Bene precisare che SIMAI non svolge attività di ricerca, ma intende promuoverla anche a
beneficio dei soci e del sistema produttivo del paese. Un obiettivo fra i molti è quello di creare una
banca dati con competenze e disponibilità dell’ambiente della ricerca. Queste attività si inseriscono
in una linea di intervento che già si è manifestata con la pubblicazione di una Edizione che raccoglie
esperienze di successo nell’interazione fra Imprese e Matematica. Questa pubblicazione costituisce
un importante elemento di dialogo con il Sistema delle Imprese.
Una importante attività della Società SIMAI è l’organizzazione ogni due anni di un convegno
che faccia il punto della situazione sulle ricerche in corso. Il più recente si è tenuto a Cagliari
nei giorni 21-25 Giugno, ed è stato organizzato in collaborazione appunto con la Società Spagnola
SEMA. Questa iniziativa fa parte di un processo di internazionalizzazione già avviato da tempo e che
si sta concretizzando in varie iniziative. Una selezione delle comunicazioni presentate al Convegno
saranno pubblicate nella rivista elettronica SIMAI “Communications in Applied and Industrial
Mathematics”. Sempre nel processo di internazionalizzazione va segnalata la presentazione a ESOF
2010, in collaborazione con la Società francese SMAI, dei recenti risultati della ricerca matematica
(in collaborazione con biologi) sulla ricerca sui tumori.
Ulteriori attività SIMAI saranno segnalati nel paragrafo seguente in quanto hanno una re-
lazione stretta sul possibile rapporto della Società con i docenti di matematica e fisica della scuola
secondaria. Tuttavia, prima di affrontare questo tema, titengo utile porsi un quesito di un certo
interesse allo sviluppo di un dialogo sulla formazione secondaria e universitaria.
Il mondo accademico è attento a queste nuove frontiere della ricerca? Mentre la UE sostiene
queste attività di ricerca in modo sistematico, non altrettanto si puó dire di alcuni paesi membri,
in particolare del nostro. Gli indicatori di qualità internazionalmente adottati trovano ancora nel
nostro paese molte resistenze, per cui i giovani ricercatori che vogliono lavorare in settori di punta,
oggettivamente difficili, come questo, si trovano a competere con persone che si occupano dei temi
piú tradizionalmente cari all’accademia, e sovente devono andare all’estero per ottenere il giusto
riconoscimento della loro specializzazione. Non si tratta di fuga di cervelli. Un ricercatore di
alto profilo ed esperienza che vada a lavorare in altri paesi generalmente rappresenta anche un
elemento di interazione e scambio scientifico che alla lunga puó essere produttivo. Ben diversa è
la situazione di giovani che dopo un adeguato periodo di formazione, dottorato ed un paio di anni
di esperienza, sono costretti a lasciare il paese. È una perdita drammatica alla quale occorre porre
rimedio. La capacita di ricerca di questi giovani è persa per sempre, non contribuirà al progresso
culturale e tecnologico del paese: tutto ció in un paese dove un incremento di competitività sarebbe
fonte fondamentale di sviluppo. Comunque è possibile lavorare per un’inversione di tendenza che
inserisca risorse intellettuali nell’ambito di un progetto culturale, che si configura come strategico
per lo sviluppo dell’Europa.
Prima ancora di investire occorre utilizzare meglio le risorse, ad esempio indirizzandole sul
reclutamento piú che sulla promozione, spesso autoreferenziale, di chi già opera all’interno delle
strutture di ricerca. Successivamente investire sulla ricerca di qualità e sui risultati di questa,
se riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, piuttosto che da un mondo accademico
preoccupato a riprodursi piuttosto che innovarsi.
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più rarefatto. Tuttavia, le Società occidentali osservano, quasi immobili, un crescente calo di
vocazioni per le scienze di base. Ciò mentre la Comunità scientifica e tutti i principali settori
produttivi convengono che la ricerca e l’innovazione tecnologica richiedano un uso sempre crescente
di strumenti matematici ed informatici. Inoltre i metodi della ricerca scientifica si avvalgono sempre
di più di un approccio interdisciplinare, che consente di utilizzare competenze e metodi di indagine
sviluppati in ambiti diversi, e finalizzato alla realizzazione di obiettivi strategici.
In tal senso la matematica non solo possa dialogare con le scienze applicate, contribuendo ad
una loro razionalizzazione e maggiore incisività, ma anche che questo dialogo possa generare nuovi
stimoli per lo sviluppo della matematica stessa nei suoi aspetti fondamentali. Occorre quindi una
società con più ricerca (e ricercatori) di base. Pertanto, i progetti formativi andrebbero indiriz-
zati non solo al conseguimento di competenze negli aspetti astratti, ma anche all’acquisizione di
competenze nella modellizzazione dei complessi sistemi del mondo reale e nello sviluppo di metodi
computazionali per la simulazione della realtà descritta dai modelli. Quindi, dallo sviluppo degli
strumenti che la matematica sa produrre, in un ambito di rigore logico e formale, costruiti anche
per la modellizzazione e l’analisi dei complessi sistemi delle scienze applicate. In questo contesto
il metodo matematico, e i problemi matematici, nascono da un rapporto costruttivo, mediato dai
modelli matematici, con il mondo reale.
La creazione di questo nuovo modo di rapportarsi alla matematica e la capacità di riflettere
su questo va avviato sin dai primi anni della formazione scientifica. Quindi il ruolo dei docenti è
fondamentale non solo per rendere più costruttivo (e gradevole) il rapporto fra giovani e scienze
matematiche, ma anche per orientare il rigore metodologico delle scienze matematiche verso com-
prensione della complessità del mondo reale. Tuttavia, per non fermarsi a semplici auspici, vediamo
come la Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale può contribuire a questo obiettivo,
che ritengo strategico.
• SIMAI ha istituito un gruppo di lavoro (SIMAI-DMA) dedicato alla divulgazione, per sta-
bilire un canale di comunicazione diretto con la società e il mondo culturale e industriale, e in
particolare con i giovani. Una delle prime iniziative è stata la creazione del sito MADDMATHS!
http://maddmath.simai.eu/, all’interno del nuovo portale SIMAI, che raccoglie schede divulgative,
news, recensioni e molto altro. Scopo di questa iniziativa è anche quello di creare uno contatto con
gli eventi di diffusione della scienza, con le scuole e con i maggiori organi di informazione, permet-
tendo tra l’altro ai soci di pubblicizzare in modo efficace risultati e iniziative di rilievo. Il contributo
dei docenti può arricchire culturalmente i contenuti di questa iniziativa e quindi la potenzialità di
comunicazione di questa.
• SIMAI ha un Notiziario. Questo porta all’attenzione degli iscritti notizie importanti di
carattere accademico, scientifico ed anche di politica industriale: dalla disponibilità di “positions”
a livello internazionale, alle opportunità offerte dall’Unione Europea, e molte altre notizie utili. Un
contributo al dibattito sui problemi della formazione sarebbe particolarmente importante.
• SIMAI ha recentemente avviato una iniziativa culturale che si ritiene possa contribuire allo
sviluppo della matematica applicata i “Gruppi di Attività” su temi specifici. Questi gruppi coor-
dinano la ricerca a livello nazionale sul loro tema specifico e hanno spazio nelle attività editoriali
SIMAI. Il primo Gruppo formalmente costituito è rivolto alle applicazioni della matematica alle
scienze biologiche e mediche. SIMAI auspica un gruppo di attività interattivo fra docenti di scuola
e università sul problema della formazione secondo le linee prima esposte.
Per saperne di più: http://www.simai.eu