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CONVEGNO COSCENZEINRETE – 8/9 MAGGIO 2010

INTERVENTO DI PIERO CAMMERINESI

Buongiorno a tutti,

Ringrazio anzitutto l’amico Fausto che mi ha consentito di partecipare, anche se solo


virtualmente, vista la mia lontananza fisica dall’Italia, al battesimo di questa ardita sfida cui
auguro di trovare il giusto percorso verso una crescita morale ed una realizzazione interiore
ed esteriore autentiche.

Piu’ di due anni fa, quando Fausto mi parlo’ per la prima volta di questo progetto, che
doveva ancora vedere le prime luci dell’alba – non c’era ancora stato il convegno di
Castelgiorgio – gli manifestai tutte le mie perplessita’ sulla commistione tra elemento
spirituale ed elemento organizzativo-politico.
So per esperienza che ogni volta che c’e’ un coinvolgimento esteriore ed un agire sul piano
della realta’ sensibile, ogni buon ideale rischia di divenire ideologia, ogni ricercatore rischia
di trasformarsi in un integralista difensore della propria – necessariamente parziale – visione
del mondo.
Conosco, per averlo vissuto piu’ volte personalmente, il profondo senso di smarrimento che
coglie chi si accosti a gruppi, movimenti, accademie che, pur attive nel nome dello Spirito,
divengono ben presto delle sagrestie dove non e’ piu’ lo Spirito ma il suo opposto ad
operare.
Eppure il suo coraggio, la sua determinazione, nonche’ l’entusiastica adesione al progetto di
cosi’ tante persone straordinarie, anche se provenienti da differenti concezioni del mondo o
vie interiori, hanno fatto si’ che la mia fiducia nei confronti di questo esperimento
aumentasse giorno dopo giorno.
Ci sono pero’ due aspetti che, a mio avviso, devono essere approfonditi per garantire a
questa coraggiosa impresa il successo che merita.

Il primo riguarda la singola persona, il singolo essere umano alla ricerca di una dimensione
spirituale, l’altro riguarda il movimento nel suo essere associazione di persone per lo Spirito.

Oggi vediamo intorno a noi, sempre piu’ chiaramente, due distinte tipologie umane.
C’e’, da una parte, chi segue pedissequamente la corrente, schiavo delle verita’
preconfezionate dei media, della politica e della scienza e chi, dall’altra, pur cercando di
conseguire pensieri liberi, si trova a vivere un senso di impotenza, di sfiducia senza
precedenti: “Non c’e’ nulla da fare, e’ inutile combattere, sara’ sempre cosi’…”
Tuttavia, se analizziamo le cose piu’ da vicino ci rendiamo conto che entrambe le posizioni
sono volute e alimentate dal sistema di potere dominante e come tali vanno smascherate.
Sappiamo che, a causa della mancata indipendenza dei media dai poteri forti, le notizie che
ci raggiungono sono quasi sempre una realtà manipolata.
La disinformazione e l’impoverimento culturale sono in tutto il mondo rivolti ad appiattire
ogni pensiero che possa mettere in dubbio le idee-guida del potere politico, che è poi quello
che controlla i media.
Non ha importanza che sia di destra o di sinistra: sono sempre gli stessi croupier a dare le
carte e a fissare le regole del gioco!
Quello che i padroni del mondo – gli Ostacolatori – vogliono davvero è metterci gli uni
contro gli altri.
Ieri con ideologie contrapposte – fascismo/comunismo, destra/sinistra – oggi con
rivelazioni, inganni, terrorismi e ‘guerre giuste’.
L’obiettivo è quello di inibire la nostra libertà di poter decidere quale posizione prendere,
dato che, in modo più o meno sottile, le posizioni sono tutte già preconfezionate.
Il fine di questa manipolazione dell’informazione è rendere impossibile una autentica
comprensione di quanto accade realmente nel nostro tempo, dalle ‘guerre preventive’ alla
fame ‘inevitabile’, dalle fantomatiche pandemie alle strategie degli opposti estremismi, dal
terrorismo allo ‘scontro di civiltà’.
Grazie alla disinformazione il potere induce nelle persone l’ansia e la paura per paralizzare le
forze di coscienza.
Un tempo era la paura dei nemici, dei banditi, della polizia segreta.
Oggi e’ paura del terrorismo, della crisi economica, del default di una nazione.
Ma pur sempre di paura si tratta.
Quando si ha paura si e’ piu’ facilmente manipolabili, si e’ piu’ docili, si e’ pronti a rinunciare
anche a quel po’ di liberta’ che si e’ conquistata, pur di continuare a vivere la propria vita
tranquillamente, a mantenere il proprio lavoro, a pagare il mutuo, a comprare l’auto nuova.
Nel Paese dove vivo, gli Stati Uniti, nonostante la liberta’ sia alla base della identita’
nazionale, appena l’establishment ha fatto leva sul fantasma del terrorismo, la maggior
parte delle persone ha accettato docilmente il Patriot Act e la drastica riduzione dei diritti e
delle liberta’ individuali.
La paura paralizza non solo i corpi ma anche gli animi degli uomini ed il potere temporale o
religioso ha sempre astutamente utilizzato questo sentimento.
Paura di perdere il lavoro, i propri beni, la vita o, per chi e’ credente, di perdere l’anima.
Oggi la Santa Inquisizione, un tempo in grado di mandare al rogo per un semplice sospetto,
non esiste piu’, ma la cultura della paura non e’ per questo certo scomparsa.
E’stata sostituita da altre paure, che, volta per volta, sono in grado di paralizzare gli animi
di chi vorrebbe affrancarsi da quelle che inizia a percepire come delle verita’ parziali, se non
addirittura delle non-verita’.
Cosi’ chi inizia a pensare liberamente o viene investito dalla paura costruita ad arte dal
potere oppure, se riesce a superare questo stadio, viene accolto dall’ironia degli altri, dalle
risatine degli amici, dalla sufficienza dei colleghi, quando non dal ripudio sociale.
La persona allora si trova sola, in un limbo in cui pur non essendo piu’ nel gregge, non e’
ancora certa del proprio percorso.
A quel punto il potere ha ancora altri sistemi per deviarne il cammino. Gli presenta altri
sentieri, bandiere, sette in cui gli viene offerta una percentuale maggiore di verita’, una
apparente maggiore consapevolezza.
La persona allora si riconosce nella setta o nel movimento, abdicando in tal modo
all’ulteriore cammino, alla radicale ricerca del vero.
Se prima era dietro le sbarre della propria assenza di coscienza ora e’ agli arresti domiciliari.
Il problema e’, pero’, che ora crede di essere libera e quindi a sua volta inizia a schernire o
a giudicare chi non condivide il suo cammino, la sua setta, la sua bandiera.
E’ stata resa inoffensiva dal potere e ora diventa, inconsapevolmente, un prezioso alleato
del sistema.
Perche’ incontrare un sentiero spirituale non è un punto d’arrivo. Se giustamente inteso – e
questo vuol dire solo praticato – non è mai verità acquisita, ma è sempre continua
esperienza di verità necessariamente parziali, in quanto accessibili a noi in quel momento.
Non è il numero di libri che abbiamo letto o le ‘rivelazioni’ che scaldano il nostro cuore, o le
discussioni dotte con gli amici, la Via Spirituale, ma l’incessante ed impervia trasformazione
del nostro pensare, sentire e volere.
Non è un merito la Via Spirituale, ma una responsabilità. Quanti di noi vi si sono afferrati
per salvarsi dalle tempeste della vita, come il naufrago si afferra al relitto? Quanti di noi
hanno iniziato faticosamente a praticare la meditazione per trovarvi quella pace negata dagli
eventi karmici?
Ciascuno ha il suo peculiare percorso alle spalle, le sue cadute, le sue debolezze, i suoi
compromessi, ma anche la sua profonda volontà di conoscersi, di crescere.
Quando ci accostiamo all’altro essere umano, con i suoi misteri - che lui stesso spesso non
comprende - lo dobbiamo fare con lo stesso atteggiamento di venerazione che proviamo di
fronte al Maestro o alla Via Spirituale.
Possiamo – e dobbiamo – giudicare un pensiero sbagliato, ma non la persona che ne e’
sovente portavoce inconsapevole.
Il pensiero agisce nel mondo eterico ed e’ lì che dobbiamo correggerlo se è errato.
Non è l’altro il nostro nemico; sono i pensieri di menzogna che circolano nel mondo a
renderlo meno bello e giusto di quanto tutti vorremmo.
Ci avvediamo allora di un progetto globale di una lotta di tutti contro tutti ad opera dei
poteri oscuri, che si servono del potere politico-economico dominante.
Crediamo di essere dalla parte ‘giusta’ e non sentiamo la risata satanica di chi ci sta
prendendo per i fondelli, mettendoci gli uni contro gli altri grazie ad un globale offuscamento
del pensiero.

Insomma, intendo dire che anche se riusciamo ad evadere dagli arresti domiciliari il rischio a
cui ci esponiamo e’ ancora piu’ grande; ci attende la vetta rarefatta del continuo dubitare, la
solitudine della autonomia interiore, l’impervio percorso della sperimentazione costante,
della trasformazione di se stessi in uomini liberi.
Non sono piu’ le leggi esteriori, la morale comune o i precetti condivisi a determinare i nostri
pensieri, le nostre parole e le nostre azioni, ma la fantasia morale.
Ci avvediamo che il percorso non è riconducibile alla tradizione, al sapere, anche se passa
attraverso la mediazione del sapere, ma e’ movimento interiore dell’anima umana
individuale che si desta e realizza il suo autentico compito terrestre.
La fantasia morale sperimentata da un numero sempre crescente di esseri umani che
vogliano mettere in pratica le azioni che da essa scaturiscono con coraggio morale e’ allora
l’unica base lecita per considerare spiritualmente valido un movimento che si ispiri al Mondo
Spirituale.

Ed ora eccoci a parlare del movimento, dell’associazione, che come tale, e’ associazione di
anime tese alla realizzazione di un’Idea, prima ancora che di uomini.
Una associazione spirituale non e’ il presupposto dello Spirito; solo la continua realizzazione
dell’Idea nei singoli puo’ essere presupposto all’associazione.
Una associazione che voglia partire dallo Spirito si riferisce necessariamente ad un mondo
che non c’e’, ad un mondo che verra’, le cui basi vanno ricreate costantemente e sempre di
nuovo superate.
Questo problema fu ben individuato da Massimo Scaligero che nel suo saggio Perche’ una
associazione spirituale viva scriveva:

“L’associazione spirituale si inizia per lo Spirito e, a un dato momento, prevalendo in essa gli
organizzatori, diviene inavvertitamente condizione allo Spirito. O si è in essa o non si è nello
Spirito, come se lo Spirito fosse luogo, accademia, situazione esteriore. È l’ideale di coloro
che identificano lo Spirito con un fare spirituale, come se vi fosse un fare che potesse essere
vero fuori dallo Spirito”.
“Un’associazione spirituale non può che essere accordo di anime secondo l’esigenza della
libertà attuata come momento vivente del pensiero. Ma anche in tal caso l’accordo non è
qualcosa di già fatto, bensì da farsi. L’aspirazione alla libertà è un evento che va attuandosi:
non è un fatto, o una cosa che si abbia una volta per tutte: è la creazione sempre nuova,
perché ogni volta rivelante il suo segreto.”

Qual’e’ dunque il pericolo di questa sfida? Quello che si ricada nell’’anima di gruppo’, in una
nuova forma associativa che divenga un format rispetto al quale si debba rinunciare alla
propria indipendenza interiore per realizzare volta per volta l’accordo esteriore. Quello per
cui lo statuto, il manifesto, la forma organizzativa esteriore, insomma, divengano il
presupposto dell’azione spirituale, dimenticando che lo Spirito – come legame invisibile che
collega individualmente tutti coloro che sono giunti ad associarsi – ne e’ l’unico presupposto.

E’ vero, il manifesto di Coscienzeinrete parte da istanze quanto piu’ elevate e coraggiose


possibili; vi si puo’ ravvisare l’idea della triarticolazione sociale, il riconoscimento della
struttura spirituale tripartita dell’uomo e dell’universo, la centralita’ della fantasia morale.
Tuttavia anche questi straordinari ideali non sono ancora Spirito sino a che non verranno
realizzati in primo luogo a livello di reale esperienza interiore dai singoli partecipanti.

Scriveva ancora Massimo Scaligero:

“Il male è l’idea che non si attua, il bene l’idea che si attua. Il male è l’idea che si finge
attuata: il fatto che si scambia per l’idea e il modo di pensare ed operare di cui tale scambio
ha bisogno: l’attivismo, che sostituisce l’attività del pensiero.”

Nell’impegnarci allora in questa sfida con tutto l’entusiasmo e la partecipazione che merita,
teniamo pero’ sempre presente davanti alle nostre anime che non vi puo’ essere una
comunanza nello Spirito se questo non verra’ consapevolmente sperimentato in liberta’ da
parte delle persone che di questa impresa sono il motore ed il senso.

Grazie a tutti e buon lavoro.

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