Sei sulla pagina 1di 2

I voli transoceanici

Uno Short Sunderland in versione civile, restaurato ed esposto al museo Fantasy of


Flight.

Sono gli stessi anni in cui si assistette ad un fiorire di compagnie aeree per il
trasporto della posta e di passeggeri, inizialmente su aerei da pochi posti e per
distanze brevi, fino ai primi voli transoceanici. Dai timidi tentativi degli
idrovolanti postali tedeschi, che coprivano le tratte Germania Sud-America,
utilizzando i transatlantici come navi appoggio, ai primi idrovolanti di linea.

Ogni nazione era impegnata nel coprire le rotte pi� lontane. I grossi idrovolanti
statunitensi furono detti China Clipper, un nome che divent� il termine generico
che identificava, nell'immaginario popolare, tutta la flotta dei grandi idrovolanti
transoceanici della Pan American Airways, il Martin M-130, il Sikorsky S-42 ed il
Boeing 314[9], quest'ultimo considerato il modello pi� perfezionato. Il nome China
Clipper venne attribuito inizialmente allo specifico Martin M-130 che faceva rotta
sulla Cina e poi in generale a tutti i grossi idrovolanti sempre pi� perfezionati
che durante la guerra svolsero anche incessanti pattugliamenti sull'oceano
Pacifico, effettuando anche moltissime missioni di ricerca e soccorso, con
equipaggi civili e con l'esperto personale di terra formato in anni di servizio. Ad
essi, modificati unicamente con l'applicazione dei contrassegni militari, vennero
affidate anche delicate missioni di trasporto a lungo raggio. Per esempio venne
loro assegnata la rotta che attraverso Natal, Brasile e Liberia, riforniva le forze
inglesi al Cairo ed anche i sovietici via Teheran. Infatti il Clipper era l'unico
aereo da trasporto che poteva effettuare la traversata di 2 150 miglia senza
scalo[10].

Per contro, gli inglesi ebbero nello Short S.23 Empire, grande idrovolante a scafo,
e nel suo omologo militare (ma del quale alcuni esemplari vennero usati a scopo
civile), lo Short Sunderland, mezzi capaci di assicurare le comunicazioni
attraverso l'Impero britannico con rotte che raggiungevano anche l'Australia,
attraverso parecchi scali tecnici.
Il Macchi M.39 di Arturo Ferrarin, che con Francesco Agello fu il migliore pilota
italiano da competizione nel settore idrovolanti all'inizio degli anni trenta.

L'idrovolante rappresentava in quegli anni una scelta quasi obbligata. Non solo per
la capacit� di ammarare quando si dovevano sorvolare ampie distese d'acqua, ma
anche per non essere vincolati alle dimensioni limitate delle aviosuperfici
terrestri[11]. Il decollo dall'acqua consentiva di avere superfici di decollo ed
atterraggio illimitate, tanto che negli anni dal 1927 al 1938 i primati mondiali di
velocit� appartenevano agli idrovolanti[11]. Erano gli anni della coppa Schneider,
gara di velocit� tra idrovolanti appunto, che raggiunse, all'epoca, una notoriet�
paragonabile a quella della attuale Formula 1.

La sfida tra Macchi e Supermarine, al di l� della competizione sportiva, port� un


grande sviluppo dal punto di vista delle cellule e dei motori. Il trofeo and� alla
Supermarine che con i suoi idrocorsa, culminanti nello S.6B, si aggiudic� le tre
edizioni necessarie a portare a casa il trofeo; la vittoria avvenne per� tra molte
polemiche originate dal gran numero di incidenti che flagellarono la dodicesima ed
ultima edizione, compresi i due piloti italiani morti e i due inglesi salvi per
pura combinazione, tanto che il Supermarine S.6B vincitore disput� la gara da solo.
[12] Il primato assoluto di velocit� and� poi all'Italia, che non seppe per�
mettere in pratica su scala industriale quanto acquisito nelle competizione, a
differenza del Regno Unito, tant'� che il Supermarine Spitfire pu� essere
considerato discendente diretto dell'S.6B, pur essendo nato da un progetto
diverso[13].
Un Savoia-Marchetti S.M.79 civile con i contrassegni dell'Ala Littoria, la
compagnia di bandiera italiana del ventennio fascista.
Ma l'era degli idrovolanti inizi� a tramontare gi� prima dello scoppio della
seconda guerra mondiale. Il 10 agosto 1938 un quadrimotore Focke-Wulf Fw 200 Condor
effettu� un volo senza scalo Berlino-New York. Il 30 marzo 1939, un aereo
terrestre, l'Heinkel He 100, torner� a detenere il primato assoluto, con 746,604
km/h.[14]. In quegli stessi anni la neocostituita Linee Aeree Transcontinentali
Italiane adott� i Savoia-Marchetti S.M.79 e Savoia-Marchetti S.M.83 in luogo del
CANT Z.506 o di altri idrovolanti, sebbene fosse in programma l'entrata in servizio
anche di idrovolanti, lo Z.509 e lo Z.511.

Potrebbero piacerti anche