l<
azione politica del partito di governo, la stessa strut-
t uta storica di alcuni livelli istituzionali dello stato ita-
liano. Così la proposta positiva, portata da una forza, fatta crescere a tappe programmate - un nuovo modo di governa re il paese, un modo diverso di funzionare della macchina politica, una macchina politica diversa -, l'iniziativa pratico-teorica di un nuovo modello di svi- luppo politico, rimane l'arma più efficace per seppellire il fascismo e uscire dall'antifascismo. A problema poli-
tico,
soluzione politica.
TE ORIA E POLITICA.
SCIENZA
E
RIVOLUZIONE
Non è un problema di metodo. Eppure la metodologia delle scienze entra nella formulazione, nella composizio-
ne, nella storia del problema. Teoria e politica da una - parte, scienza e rivoluzione dall'altra, pongono tra |
||||
l'altro - il problema della metafora e della letteralità. |
H. scritto recentemente Salvatore Veca che la metafora
lt ' liana dello sviluppo si combina in Marx con il
qu
dro
letterale
dei
classici
dell'economia.
« Indica
i
• rmln
rio
\', lr11{a
organizzato a Siena da Mario Rossi, gennaio, storia, Napoli , Il laboratorio edizioni, 1979.
1976;
ora
in
problemi oggettivi che i classici non 1 L ' VIIfl!l 111111111111< |
|||||
perché non potevano ospitare - entr |
In lo111 |
'' c111., |
|||
ientifica. |
Indica, per così |
dire, l'area non Wllll~>ll ''·' |
|||
!alla teoria. |
Area, |
che una |
volta riconosciutn, |
lllld |
ttuest'ultima parz~ale e richie~e. innovazi~me, rottur ~ 1
rivoluzio ne scientifica. » Il mtghore elog1o de~a r~1ctn fora è la sua riduzione a lettera, la sua dec1fraz10nc . «L'a ssioma di chiusura della filosofia hegeliana permette l'istituzione di una teoria scientifica della dinamica sto-
rica |
che può |
nominare fina!:nent~ i |
termi~ e !7 |
rela- |
||
zioni oggetto del suo capo d mdagme ». (Sm zth, Rzca1'do, |
||||||
Hege l, in |
Hegel e l'economia |
|||||
pp. |
26-27.) |
politica, Milano, 1975, . . |
||||
Teoria |
e politica è |
tema vasto, |
stonco. Specificarlo |
|||
dentro a soc1età capit àlìst ica, non basta. Bisogna vedere |
in quale p unto pratico di questa va colloc?t~., Solo così
può essere « nominato » divers~ment.e. Pa~z1al1ta ~el J?Un-
to di vista innovazione teonca, nvoluz10ne sctenufìca si conquist;no a questo livello. Così: guardare all'indie-
tro con |
gli occhi di oggi, neppure |
quest? bast~ ..È |
la |
||||
struttu ra del problema, più |
che la sua stona, a ?~rcl che |
||||||
il rapporto non è stato sempre lo. stesso, sta?tlito .una |
|||||||
volta per tutte. |
Non si tratta, qm |
e or.~, di .teona |
|||||
prass i, |
pensiero e az1one. |
È u~a .co~a pm ~ena. O gm |
|||||
grande passo |
ello svilu ppo cap1tahs t1co, ogm epoca del |
||||||
capital e , rimette |
in gioco |
il rapro~to di fo~z~ tra ter- |
|||||
reno politico |
e |
il |
resto della |
soc1eta, |
tra po~t1ca e rap- |
porto sociale di produzione. Può prevalere il mo~ento della formulazione del piano di rovesciamento, e s1amo in una fase di stabilizza zione , oppure il momento di più o meno immediata attuazione-organizzazione, e siamo
in un momento di crisi del ciclo dello sviluppo.
Oggi: |
c'è urgenza e necess ità |
del |
passaggio al fa~e |
|||||
politic o; |
e c'è , |
al |
tempo stesso, un blocco della teona |
|||||
politica . Al contrario di quanto pensa l'uomo della |
||||||||
stra da |
e |
'intellettuale organico, |
la |
politica pratica |
- |
|||
con le sue tecniche , le sue istituzioni> i suoi giochi |
||||||||
- sta più avanti |
della teoria politica. Il livello pratico |
|||||||
della politica è più ricco e complesso, più raffinato , piiì |
||||||||
« moderno » più |
« critico », |
del |
suo livello teorico . 1 . 1 |
mise ria polilica riguarda solo il pensiero . La tradi :.-:io1u
Il
classica liberai-democratica da decenni è muta e sul pre- sente balbetta soluzioni del passato. La politologia aé-
cumula dati e non li legge, fa ricerche sul campo ma
sullo stesso campo |
non trova idee. Il marxismo, da |
|||
quando i professori gli dicono che ritarda sul politico, |
||||
affretta il passo, |
ma non si capisce bene verso |
dove |
||
se |
in avanti o all'indietro. Qualcuno dice: ci vuole |
|||
grande politica per la grande teoria. E così: il filosofo |
||||
della politica vola con l'ultima nottola di Minerva. Ma |
||||
se |
è il politico |
pratico che pensa, allora il lavoro |
è |
di |
anticipazione-previsione-organizzazione.
C'è un punto storico a cui è opportuno fare frequente rifer~mento. È il nodo della « grande crisi ». Tra gli anni ventt e trenta muta la qualità della tradizionale crisi ciclica capitalistica. Da meccanismo di aggiustamento de- gli squilibri economici, la crisi diventa .Produzione · quasi-crollo della società. Pochi ancora sono disposti ad ammetterlo, ma la cruda verità è che per rilanciare Io schema dello sviluppo ci vorranno due cose politica- mente vecchie, ma tecnicamente rimesse a nuovo: Io stato e la guerra, il new dea! più la riconversione miJi. tare .dell'economia. Bisogna dire che nessuna parte del penstero, nessuna delle scienze sociali regge il passo di questo processo storico. Tranne forse l'eccezione della teoria econ?mica, nella persona più che nell'opera di ~eynes. Qm l a caduta era stata troppo violenta, perché nmanesse senza risposta. La dottrina neoclassica del- l'equilibrio , e la sua formalizzazione scientifica la sua logica matematica, uscivano di tru tte dalla viole~a anar- chica delle parti scatenate del capitale. A ricomporre il quadro delle categorie di lettura della crisi era neces- sa~io un rivolgimento nella storia del pensiero econo- ffilco, una rott~r~ nella continuità della tradizione degli ec~nom1st1: e st e potuto parlare, correttamente, di rivo- l';lztone. keynesiana. Oggi si imputa alla forma di questa rtvoluz1one lo scatto della seconda crisi della teoria eco- ~omica, per dirla con la Robinson. E veramente le si Imputa qualcosa di più. I contenuti del keynesismo la sua terapia degli squilibri, le sue proposte a breve,' sa-
re~b:ro ';lna dell~ cause dell'attuale
crisi del ciclo
capi-
ralisttco mternaz1onale: l'elogio del deficit di bilancio
'
il rigonfiamento della spesa pubblica, la pi ·nn c rnap1 · ~ione ad ogni costo, lo stato assistenzial , la Jll'nlita <li autonomia dell'impresa, e magari la fine dellai.rlt'Z fairr, non sono a monte di questa valle di lagrime che c l't ·n nomia contemporanea? A ogni svolta di storia il suo livello di pensiero. Così: a grande crisi, inizi anni tr n- ta, aveva avuto la rivoluzione keynesiana, la Qiccola crisi, fine anni sessanta, ha avuto la controrivoluzione monetarista alla Friedmann e compagni. Dall'economia politica alla politica economica: q u e- sto capovolgimento nella scienza dal punto di vista gra nde borghese come è stato colto, afferrato, utilizzato nel pensiero operaio? Il marxismo sovietico era alle prese con la costruzione dall'alto del socialismo in un paese solo: con tutta la buona volontà polemica con- tro l'imbarbarimento staliniano della civiltà teorica mar- xia na non si può far carico a quell'esperienza della man- cata comprensione del momento internazionale del capi- talismo. Da dentro la Terza Internazionale, con gli oc- chiali della teoria del crollo e del social-fascismo, non si vedeva assolutamente niente. Il carico maggiore di colpe ricade sul « marxismo occidentale ». Lukàcs, e p oi Korsch, e poi il seguito francofortese, operano un processo di interiorizzazione, di soggettivizzazione, dei motivì della lotta di classe, innescano una fuga dall'ana- ltsi del capitalismo che ancora oggi scontiamo, passano, com'è naturale, dai livelli di coscienza organizzata della classe ai livelli di coscienza infelice dell'individuo « get- tato » nel mondo capitalistico. E dalla logica della scien- za siamo alla chi acchiera degli aforismi. Almeno i bol- scevichi costruivano il socialismo con il Capitale in ma- no, copiando gli schemi della riproduzione allargata. I marxisti occidentali volevano invece combattere il capi- talismo con i Manoscritti del '44, a colpi di lotta delle parole contro la realtà dell'alienazione. Viene avanti il problema: perché il marxismo ha man- cato il colpo della grande crisi. È qui che si pone, secon- do me, il discorso sulla scienza. L'insufficienza era nel metodo, la debolezza nella forma dell'approccio ai pro- blemi, il blocco negli strumenti dell'analisi. ç'era stato, nella svolta del secolo, un Qassaggio in grande nella sto
226
) l
fu |
l'ultimo |
dei |
maghi, |
l'ultimo |
dei babilonesi |
e |
dei |
||
sumeri, l'ultimo grande spirito che abbia guardato il |
|||||||||
mondo |
sensibile e intellettuale con gli occhi |
di |
coloro |
||||||
che, poco meno di diecimila anni fa, cominciarono a costruire il nostro patrimonio di idee» (L'uomo New- |
|||||||||
ton, in Politici ed economisti, Torino, 1974, p. |
314) . |
||||||||
ert |
: il punto di vista operaio sulla società capitali- |
stica era implicito nell'opera di Marx, stava dietro ogni riga del Capitale e dei Grundrisse, funzionava da chiave di lettura nella storia delle lotte di classe. Ma con Marx
non era esploso a livello di conquista di metodo, non era salito a canone di interpretazione-intervento sul fatto
sociale. È Lenin che fa forse questo salto, e non solo
sul terreno della pratica;
per
cui
il
Lenin politico è un
complesso t oric del marxismo, e l'ombra che è calata
dappctlutt u di lui ha una sola spiegazione, nella
volontà opportunistica di liquidare il personaggio sco- modo e il principio che scotta. Ci sono state, dopo, le settarie forzature staliniane della « scienza operaia » ap- plicate alla biologia e alla chimica, alle coltivazioni agri-
gole |
e |
alla |
zootecnia. Da allora |
è ancora difficile recri- |
|||||||
perare la dimensione del problema, anche riferita |
alla |
||||||||||
sola |
scienza sociale. |
Eppure l'ipotesi che |
si |
può |
fare, |
||||||
e su cui si regge questo discorso, è che il concetto di |
|||||||||||
« punto |
di |
vista operaio sul capitale », |
e |
il |
particolare |
||||||
tipo di scienza, di approccio scientifico al sociale, che la sua parzialità, la sua unilateralità, il |
|||||||||||
ne consegue - suo essere funzione |
di un interesse |
di |
classe, |
il |
SUQ |
||||||
rifìutarsi all'ideologia di un sapere generale - |
è |
il |
pro- |
||||||||
dotto |
alla |
lontana |
dell'impatto |
tra |
marxismo |
e crls~ |
|||||
della scienza. Non pensato, questo impatto, non espres- |
|||||||||||
so |
in |
consapevolezza |
critica, rimosso |
dalla |
tradizione |
marxista, occultato nel profondo di uno spirito dog- matico, è appunto solo dopo gli anni trenta, dopo la
grande crisi, questa volta di
tutto il meccanismo della
produzione e della riproduzione sociale e non della sem- p~ce produzione e riproduzione di pensiero, - è solo dopo questo passaggio di storia, rimasto senza scienza
storica,_ che si
è
reso
possibile il
riaffiorare,
sulla diffi-
coltà d1 comprensione del presente, di un principio ten-
denzioso in modo nuovo, ma solidamente ancorato alla
230
oggettività dei risultati analiti j |
di tutto |
il |
1,, |
||||
· rposa vo ro di Marx. Se dunq_ue il capitolo «cri ·i Jdln |
l |
il'll |
|||||
za » sta a fondamento del farsi esplicito del « punto di |
|||||||
i |
ta operaio », la sua verifica, la conferma dci fnt t i, |
l' |
|||||
quindi il suo inizio di funzionamento, |
è necessario VL' |
||||||
derlo nel laboratorio delle grandi lotte operaie |
ameri- |
||||||
cane degli anni trenta e, |
per noi, |
in quella ripetizione |
|||||
su scala sociale minore ma con maggiore forza politica |
|||||||
che |
sono le lotte operaie |
in Italia negli anni sessanta. |
|||||
Questo principio di indeterminazione applicato alla so- |
|||||||
cietà - il guardare alla totalità del capitale dal punto di |
|||||||
vista particolare di una classe, e cosl facendo, con que- |
|||||||
sto tipo di conoscenza, organizzare il tipo di lotta con cui cambiamo l'oggetto che guardiamo - ecco, questo è il risultato storico e il punto di partenza teorico con |
|||||||
cui bisognerà d'ora in avanti fare i conti. |
|||||||
La teoria politica, o il rapporto |
tra teoria e politica, |
||||||
come vive e gioca dentro questo intreccio e sviluppo |
|||||||
di |
problemi? Il rapporto era nato sul terreno del pen- |
||||||
siero borghese classico. |
Inutile andare a cercare prece- |
||||||
denti pre-capitalistici. Probabilmente ci sono, ma certa- mente non servono. Per noi, è il pensiero scientifico moderno che porta con sé il nesso, moderno, teoria -poli- |
|||||||
tica: perché porta con sé, per la prima volta, il punto |
|||||||
di |
vista dello stato. La politica diventa, in modo speci- |
||||||
fico, una dimensione dell'uomo moderno, nei suoi rap- |
|||||||
porti con la società, con gli |
altri uomini |
e, perché no, |
|||||
con la natura. Pretende quindi a uno statuto scientifico. Ma lo pretende - qui è la specificità - dalla parte del potere o contro di esso. Il J:.apporto teoria-politica inve- |
|||||||
ste, ma sarebbe meglio dire, instaura, il rapporto scienza- ideologia. Il potere, o si difende, o si conquista. Non Sèilo non è un terreno neutrale, ma non permette nessuna neutralità. L'oggettività della scienza tradiziona- le, naturalistica, meccanicistica, salta quanto più cres~e |
|||||||
l |
avyersario di classe. La |
pretesa |
a |
un |
sapere |
sociale |
uruversale entra in crisi quanto più viene avanti l'anta- gonista operaio del potere capitalistico. E cresce l'ideo- logia: per mascherare il vecchio volto del potere e p r imbellettare quello nuovo. Il fare politico è naturnl conduttore di ideologia, perché il luogo di prodmiont
storico di questa è la macchina politica. Scienza e ideo- logia hanno il campo del sociale in comune: quanto più
ne occupa l'una, tanto meno l'altra. Sorge il problema:
s1 può 11Ssumere un punto di vista operaio sulla società capitalistica se n za cadere nell'ideologi a ? Può esserci una scienza soci ale di p arte che nop sia uro strumento
so l uona ragione per cominciarlo.
nizzazione. Lo
che il discorso comincia
qu i.
h
un
ACClAMO A MENO DELL'OMBRA DI MARX
ideolop,ico di classe? |
La risposta approsimativa è: |
sl, |
||||||||||||||||
se di ·tro c'è la crisi delle scienze, sl se prim 'è sta o |
Faccio una premessa: per me il punto che conta è il |
|||||||||||||||||
qu l |
tip di rivoluzione scientifica, che ha rovesciato |
a |
rap porto tra politica pratica e teoria politica, qui e ora. |
|||||||||||||||
f |
rma |
dell a lettura dei fatti. |
Ma rx |
e |
lo stato, marxismo e scienza della politica li |
|||||||||||||
P nt ti |
poli ti ci , prima |
di |
tutto. Perché c'è una logica, |
vedo come problemi interni a questo rapporto e che |
||||||||||||||
s |
i n t ifica, in senso critico, della politica. Non primato |
sol o qui dentro possono trovare soluzione. Ravvicinare |
||||||||||||||||
della |
poli t ica , che |
s ar ebb e un ritorno di ideologia tota- |
e ingrandire, con la |
teoria, la struttura del |
potere con |
|||||||||||||
|
: ridurr e |
tut to a politica è una pretesa post-idea- |
cui ci troviamo a fare i conti, - questo è, come si diceva |
|||||||||||||||
|
nn < m |
t |
ica, |
nel solco d ella tradizione |
della |
una volta, uno dei compiti urgenti del movimento. |
||||||||||||
cultura naz i nal . N n pri mato della p olitica, ma auto- nomi a del politico: con M arx, e il do p o , compresa la |
Tornare a guardare la politica con gli occhiali della te oria, è un bisogno che può nascere da due condizioni: |
|||||||||||||||||
« gr ande crisi » |
della |
scien za, anali si specific a dell'og- |
o da uno stadio di crisi, o da un momento di sviluppo |
|||||||||||||||
getto specifico. Scoperta delle leggi di funzionamento - le ggi di movimento - del sistema politico, come dato
|
de llo schieramento di classe. La cosa curiosa di oggi è che ambedue queste condizioni sono presenti. È indub- bio che ci troviamo, qui da noi, in Italia, in una fase |
|||||||||||||||||
corpo poli t ico, con gli strumenti della politica, interesse |
||||||||||||||||||
È qui che teoria e politica risult ano essere ancora la metafora. La tr adu zione letterale dice : scienza e rivoluzione , lotta
Il qui e ora serve per non scantonare verso i sen- tieri int errotti che p ort ano all a filos ofia della sto ri a o alla scienza sociale. Non di queste p asseggi ate c'è bise>- gno. Il punto di vista operaio sulla società capita · sticli è un fi glio irregolare del pensiero occidentale. La par: |
di complessiva avanzata, ma altrettanto indubbio è che il movimento operaio internazionale, non solo occiden- tale , non solo da oggi , segna il passo. Questo trova di f ronte a sé una crisi dello svilu p po capit alistico, che è r eale, ma che non sarà l'ultima , e di certo non pre cede il crollo finale. Le scienze sociali, quelle ufficiali , sono p raticamente mute . Ma dobbiamo dire che il nostro s tesso apparato scientifico, il nostro corpus « dottrinale », non riesce a cogliere i caratteri determinati di questa crisi, non riesce a isolare gli elementi nuovi per poterli meglio colpire. Quando non si riesce fino in fondo a |
|||||||||||||||||
ticolare struttura |
del |
suo |
statuto scientifico |
non · sta |
conoscere quello che si deve combattere, - |
allora |
è |
il |
||||||||||
in piedi senza un che fare. Il cammino è aspro, perché 'tmn della verità si tratta, e non della conoscenza, ma di |
segno che qualcosa non funziona nelle armi della critica. È da questa parte - e non dalla parte del processo ai |
|||||||||||||||||
chi vince nella lotta, chi ha più forza e sa di averla, Il sapere è cosl che diventa oggi sa- |
classici - che va preso , secondo me , il discorso sulla teoria politica marxista. Lo specifico della crisi capita- |
|||||||||||||||||
per~hé l'organizza. pere sociale , non per |
la |
forza delle idee, né per quella |
listica , oggi, |
è in |
un ruolo nuovo , in un gioco diverso, |
|||||||||||||
delle cose, ma per la forza appunto degli strumenti che |
||||||||||||||||||
organizzano i rapporti sociali. In politica, cioè per il potere, le forme della scienza sono le forme dell'orga- |
Intervento nel dibattito su « Marx e lo stato», «Nuova Generazl ne,., |
|||||||||||||||||
n . |
4, |
7 marzo |
1976 . |
232
I
l
Molto più che documenti.
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